Home Blog Pagina 576

The pursuit of love – rincorrendo l’amore: recensione della serie disponibile su Sky

The pursuit of love - rincorrendo l'amore

Proiettata per la prima volta il nove maggio 2021 su BBC One, ed andata in onda in Italia a partire dal 18 settembre di quest’anno, The Pursuit of love – rincorrendo l’amore è una miniserie scritta e diretta dall’attrice e regista britannica Emily Mortimer. Il soggetto è tratto dall’ omonimo romanzo autobiografico, scritto da Nancy Mitford e pubblicato nel 1945.

Nel cast ritroviamo alcune figure emergenti, come l’attrice Lily James (Mamma mia! Ci risiamo, Baby driver) nel ruolo della protagonista Linda Radlett, e Andrew Scott, reso recentemente molto noto grazie al personaggio del prete nella serie inglese Fleabag.

The pursuit of love: trama

The pursuit of love si apre con una idilliaca scena di serenità quotidiana: Linda, incinta, è sdraiata nella terrazza della sua casa a Londra. Ad un tratto questo ritratto di tranquillità viene spezzato dai bombardamenti. Fanny ritorna nella capitale per riportare l’amica e cugina a casa, nella vecchia magione della loro infanzia.

Da qui tutta la serie si sviluppa in un lungo flashback, partendo dalla giovinezza delle due ragazze. Linda, figlia di Matthew Ratlett, lord Alconleigh, ha un animo romantico e, come anche gli altri ragazzi Ratlett, tende a ribellarsi contro il padre severo. Unica interruzione per la sua esistenza tediosa è l’arrivo della cugina Fanny durante le vacanze. Figlia della “fuggitiva”, Fanny è cresciuta con la zia Emily per via della totale assenza della madre, impegnata in una fitta rete di relazioni con vari uomini.

Crescendo Linda e Fanny hanno visioni e speranze per il futuro differenti, e così le loro strade sono inevitabilmente destinate a separarsi, ma l’amore che le lega le spingerà sempre a tornare l’una dall’altra.

The pursuit of love

The pursuit of love: recensione e personaggi

In un susseguirsi di amori e relazioni familiari altalenanti, The Pursuit of love è una serie leggera e piacevole da seguire. Le tematiche trattate possono sembrare tendenzialmente superficiali, ma agli occhi di uno spettatore più attento si nasconde anche qui un certo spunto di riflessione, racchiuso nelle due protagoniste e nel loro legame. L’attenzione data alle scenografie permette al pubblico di sentirsi maggiormente immerso nella realtà della nobiltà inglese degli anni 30’ e 40’.

Anche l’avvento del secondo conflitto mondiale non distrugge interamente l’atmosfera serena che si ricrea nuovamente, dopo tanti anni, nella magione dei Ratlett.

Ciò che rende The pursuit of love veramente rilevante sono le due protagoniste, caratterialmente opposte, Linda e Fanny. Linda è una di quelle figure, molto ricorrenti sia nel cinema che nella letteratura, che è “innamorata dell’amore”. Impavida ed avventurosa, vive delle proprie fantasie romantiche e cerca, per quanto possibile, di trasformarle nella sua realtà. Le relazioni che ha prima con Tony, poi con Christian ed infine con Fabrice sono proiezioni della sua immaginazione. Infatti, nel momento in cui Linda si rende conto di come la realtà delle sue grandi storie d’amore non corrisponde con il suo immaginario, ne perde interesse, ne resta terribilmente delusa. Linda è una sorta di nuova eroina romantica, la quale insaziabilmente cerca di colmare il vuoto che sente dentro con i piaceri e gli amori. Questo la porta ad avere un’esistenza entusiasmante ed avventurosa. E questa è proprio una delle cose che Fanny le invidia maggiormente.

Fanny, invece, si dimostra da subito una figura più tranquilla, il vero punto fisso della vita di Linda. Le loro stesse ambizioni da giovani si dimostrano molto diverse: mentre una sogna una vita di sfarzi e di passioni, Fanny, con un maggiore buonsenso e praticità, punta ad un’esistenza tranquilla e serena. Ma, nel momento in cui ottiene la stabilità di una semplice vita familiare, non riesce a non invidiare la cugina. Non sa come reagire a questo senso di vuoto, di tedio che sente e  che la opprime, facendole dimenticare i piaceri della sua vita comune. Non vuole abbandonare la propria famiglia per vivere all’avventura, per diventare una fuggitiva come sua madre.

Un altro personaggio molto interessante è certamente Lord Merlin (Andrew Scott), pur non essendo sviluppato al suo massimo in The pursuit of love. Si tratta di un altro riferimento per Linda, una figura quasi paterna che prima la invoglia alla lettura e ad ampliare la propria istruzione e che la protegge sempre nei momenti difficili.

 L’evoluzione del ruolo della donna

Una delle tematiche rilevanti in The pursuit of love è proprio il ruolo della donna. I personaggi finiscono per schierarsi in due fazioni in un dibattito continuo tra una visione del passato, obsoleta ed arretrata, ed una visione del futuro, più open-minded. Emblema del pensiero conservatore è lo Zio Matthew Ratlett; egli impedisce alle proprie figlie di studiare perché per una donna bastano la bellezza e le buone maniere. Questo è uno dei motivi per cui egli disprezza Fanny, in quanto la zia Emily, sua tutrice, ne ha favorito gli studi, ritenendo importante per una donna poter avere altri scopi fuori dal solo matrimonio. La severità di una figura dura e burbera come lo zio Matthew causerà una inevitabile ribellione ed allontanamento non solo in Linda, ma di tutti i suoi figli.

Oltre alla zia Emily, un’altra figura che rappresenta la rinascita ed il cambiamento per le donne, come un po’ per la società in generale, è Lord Merlin. Giovane anticonformista e cosmopolita, incoraggia Linda a diventare una donna indipendente ed istruita, pur cercando di frenarla nei suoi eccessi ed esprimendosi in maniera sincera quando non approva le sue scelte.

 
 

Fate: The Winx Saga 2, recensione della seconda stagione della serie Netflix

Fate: The Winx Saga 2

Fate: The Winx Saga 2 è sbarcato sulla piattaforma il 16 settembre. Quando la serie d’animazione The Winx Club ideata da Iginio Straffi andò in onda su Rai 2 nel lontano 2004, le sue sorti – come tutti i prodotti d’altronde – erano nelle mani della curiosità dei bambini, nella speranza che l’interesse verso il mondo di Alfea durasse il più a lungo possibile per far progredire le storie delle fate di Magix. A distanza di moltissimi anni, e dopo anni di progettazione, quella serie diventata famosa nel tempo si è trasformata in un prodotto Netflix con attori e attrici in carne e ossa: Fate: The Winx Saga.

L’hype costruitosi attorno alla nuova serie tv finanziata da uno dei più grandi colossi di streaming è stato tanto, come tanto è stato il successo, motivo per cui si è deciso per una seconda stagione, che si è subito piazzata al primo posto nella Top 10 dei prodotti più visti su Netflix Italia.

Fate: The Winx Saga, la trama

I Bruciati sono stati sconfitti, la Direttrice Dowling è stata uccisa da Rosalind (Miranda Richardson) che nel frattempo ha preso il suo posto, Silva è stato accusato della morte di Andreas. È da qui che riparte la storia. Silva è stato arrestato, la condanna per i suoi atti è l’esilio. Bloom (Abigail Cowen), Stella (Hannah van der Westhuysen), Aisha (Precious Mustapha), Terra (Eliot Salt), Musa (Elisha Applebaum) e la nuova arrivata Flora (Paulina Chàvez) cercano di escogitare un piano per liberarlo, mentre alberga nelle Winx il dubbio su Rosalind, della quale nessuna si fida.

Nel frattempo Alfea deve fare i conti con un altro problema: alcune creature magiche, chiamate gli scraper, assorbono il potere delle fate per metterle fuori gioco. Il compito delle Winx è duplice: capire cosa sta succedendo ad Alfea e smascherare Rosalind, unica responsabile della morte di Farah Dowling.

Un teen-drama con sprazzi horror

Seppur Fate: The Winx Saga 2 sia pensato per un pubblico molto giovane, ci sono una serie di elementi di disturbo che spezzano un po’ l’atmosfera magica. La presenza costante dei dilemmi adolescenziali, delle droghe, delle orge e delle tematiche gay costanti, rompono l’incantesimo del mondo fatato; se non fosse per l’ambientazione, non si capirebbe la differenza fra Oltre Mondo e Terra.

Lo stampo è quello di un teen-drama e per quanto ci si sforzi ad imbrattarlo di scene horror e quasi macabre, non si riesce realmente a farne un prodotto di quella portata, nonostante sia stata quella  – presumibilmente –  l’idea in fase di lavorazione, la caratteristica principale che volevano dare allo sceneggiato.

Inizialmente, poi, si fatica ad entrare realmente nella storia a causa di un ritmo un po’ lento, che inciampa costantemente nei primi episodi, seppur si riprenda verso la parte centrale dove il registro inizia a cambiare, assumendo aspetti (fortunatamente) più cupi fino allo spiazzante cliffhanger finale.

Stella, il personaggio con l’upgrade migliore

Il leitmotiv sottinteso che struttura la storia è la ricerca, più che della Dowling, della vera Bloom, che deve ancora capire chi sia e da dove provenga. Nonostante Abigail Cowen sembri nata per interpretarne il ruolo, quello che appare agli occhi di chi fruisce è una Bella Swan versione fata. Il personaggio sembra non ingranare come dovrebbe, è lento nel percorso e il climax che caratterizza l’ultimo episodio non contribuisce a renderlo un personaggio più ritmico e dinamico. La verità, però, è che probabilmente piace così com’è. Oppure si è voluto fare di Bloom una versione più “pacata”.

Forse è per questo che l’attenzione si sposta su Stella, un personaggio che beat dopo beat si struttura da solo, si forma da sé. È lei la vera protagonista di questa stagione, con un upgrade più rilevante rispetto al suo gruppo di amiche. Stella diventa donna, inciampa, si rialza e combatte. Si scontra persino con la sua famiglia, lotta affinché le sue amiche siano in salvo. Il processo evolutivo di Stella è quello tipico dell’adolescente che si interfaccia con il mondo degli adulti e da lì impara a diventarne parte integrante. Il mondo delle responsabilità la avvolge e lei gioca bene le sue carte dentro di esso, rendendola completa.

Tutto sommato però Fate: The Winx Saga 2 – o meglio il CGI – ci regala quello che tutti aspettavamo: la trasformazione delle Winx, che forse si potrebbe dire essere il punto focale di tutta la serie.

 
 

Grey’s Anatomy 19: first look promo dalla diciannovesima stagione

Grey's Anatomy 19

Il network americano della ABC ha diffuso il promo di Grey’s Anatomy 19, l’attesa diciannovesima stagione di Grey’s Anatomy.  In Italia l’episodio debutterà su Star di Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle di Grey’s Anatomy e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi

Tutto ciò che conosci e ami di Grey’s Anatomy, ma con una piccola novità. Unisciti alla classe di stagisti in arrivo quando Grey’s Anatomy e  Stagione 19 debutterà il 6 ottobre su ABC.

Grey’s Anatomy 19

La diciannovesima stagione di Grey’s Anatomy debutterà il 6 ottobr 2022. In Grey’s Anatomy 19 ritorneranno i personaggi Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in corso), interpretato da Justin Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso), interpretata da Chandra Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso), interpretato da James Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso), interpretato da Kevin McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso, ricorrente 14), interpretata da Kim Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso, ricorrente 6), interpretato da Jesse Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in corso, guest 10), interpretata da Kelly McCrearyGreg Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren (stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato da Jason George,  Andrew DeLuca (stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo Gianniotti Caterina Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.

Grey’s Anatomy 19 è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff (“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.

 
 

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente

Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente

Cresce ancora il cast di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente. La Lionsgate, via CS.net, ha infatti diffuso un nuovo elenco di nomi che arricchiranno la popolazione di Panem nel nuovo film che racconta i fatti precedenti alle avventure di Katniss Everdeen.

Questi nomi includono Fionnula Flanagan (A Christmas Carol), che sarà la severa nonna di Coriolanus, Scott Folan (Brotherhood) sarà il pacificatore Beanpole, Honor Gillies sarà un membro dei Covey Barb Azure, Burn Gorman (Pacific Rim) sarà il Comandante Hoff, Michael Greco (Eastenders) sarà Strabo Plinth, Daniela Grubert (Little Shop of Horrors) sarà Mrs. Plinth, Isobel Jesper Jones (The Bastard Son & the Devil Himself ) sarà la figlia del sindaco del Distretto 12 Mayfair Lipp, Eike Onyambu (Romeo and Juliet) sarà un membro dei Covey Tam Amber, Carl Spencer (Rocketman) sarà il pacificatore Smiley, il violinista Konstantin Taffet sarà un membro dei Covey Clerk Carmine, e Flora Li Thiemann (Tigermilk) sarà il mentore Livia Cardew.

Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, il film

Basato sul romanzo prequel del 2020 di Suzanne Collins, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è ambientato 64 anni prima degli eventi della trilogia di Hunger Games   a partire dalla mattina della mietitura dei Decimi Hunger Games, dove un 18enne Coriolanus Snow viene assegnato come mentore per la ragazza tributo del Distretto 12 impoverito.

Anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow è l’ultima speranza per il suo lignaggio in via di estinzione, una famiglia un tempo orgogliosa che è caduta in disgrazia nella Capitale del dopoguerra. Con l’avvicinarsi della decima edizione di Hunger Games, il giovane Snow è allarmato quando gli viene assegnato l’incarico di essere mentore di Lucy Grey Baird, la ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma, dopo che Lucy Grey attira tutta l’attenzione di Panem sfidando tutti durante la cerimonia della mietitura, Snow pensa che potrebbe essere in grado di ribaltare le probabilità a loro favore. Unendo i loro istinti per lo spettacolo e la ritrovata competenza politica, la corsa di Snow e Lucy contro il tempo per sopravvivere rivelerà alla fine chi è un usignolo e chi è un serpente.

Tom Blyth e Rachel Zegler interpreteranno rispettivamente Coriolanus Snow e Lucy Gray, Hunter Schafer sarà Tigris Snow, Peter Dinklage sarà Casca Highbottom, Viola Davis sarà Volumnia Gaul.

Scritto da Michael Lesslie e basato su una bozza di Collins e Michael Arndt, il film sarà diretto dal regista di Hunger Games Francis Lawrence. Sarà guidato dalla produttrice del franchise Nina Jacobson e dal suo partner di produzione Brad Simpson, insieme a Francis Lawrence. Suzanne Collins, Tim Palen e Jim Miller saranno i produttori esecutivi. Meredith Wieck e Scott O’Brien stanno supervisionando per conto dello studio. Il prequel è attualmente previsto per il 17 novembre 2023 nelle sale.

 
 

House of the Dragon: il significato del vestito verde di Alicent

House of the Dragon

L’abito verde della regina Alicent è stato uno dei momenti più importanti mostrati  nell’episodio 5 di House of the Dragon. L’ultima puntata della serie della HBO si è concentrata su un matrimonio reale in cui un vestito particolare ha svolto un ruolo fondamentale, oltre alle solite trame politiche che il pubblico ama guardare. La scelta di Alicent plasmerà il futuro dei Sette Regni per molti anni. Come mai? Scopriamolo, ma prima di continuare a leggere, tieni presente che ci saranno spoiler da Fire & Blood di George RR Martin.

SPOILER ALLERT DI SEGUITO

Il significato dell’abito verde della regina Alicent in House of the Dragon Episodio 5 è quello di un’imminente guerra civile. Come spiegato da Larys Strong (Matthew Needham), la Casata Hightower accende una fiamma verde nel faro di Vecchia Città quando chiama gli stendardi in guerra. L’abito di Alicent hanno catturato l’attenzione di tutti grazie al suo ingresso al matrimonio di Rhaenyra e Laenor, in perfetto tempismo. La regina, infatti, interrompe il discorso di re Viserys (Paddy Considine) prima che egli lodasse l’unione. Scegliendo quel colore particolare per il suo vestito, Alicent ha voluto avvertire tutti che la Casata Hightower non accetterà Rhaenyra come legittimo successore senza combattere. Tradizionalmente, i membri della famiglia Targaryen indossano abiti neri e rossi.

Dopo l’azione di Alicent, i Sette Regni si divisero in due fazioni, i Verdi e i Neri, combattendo per conquistare il Trono di Spade. I Verdi sosterranno il primogenito di Viserys e Alicent, Aegon II Targaryen, noto anche come Aegon il Vecchio. Invece, i Neri rimasero fedeli alla decisione di Viserys di incoronare Rhaenyra come regina. Le due fazioni iniziarono una lunga, contorta e sanguinosa guerra civile nota come “La danza dei draghi”, poiché entrambe le parti avevano sangue Targaryen e potevano fare affidamento sui draghi.

Nei libri, le due fazioni sono nate in un torneo tenuto per il quinto anniversario del matrimonio di Viserys con Alicent piuttosto che durante il matrimonio di Rhaenyra e Laenor. I Verdi potevano contare sul sostegno di molte importanti famiglie di Westeros, inclusi i super ricchi Lannister. Tyland Lannister, fratello gemello di Jason, prestò servizio come maestro del conio nel Consiglio Ristretto di Aegon II. Criston Cole è stato anche una figura fondamentale nel cosiddetto Consiglio Verde. Ha officiato come Primo Cavaliere del Re e Lord Comandante della Guardia Reale. Il Consiglio Verde includeva il Gran Maestro Orwyle, Jasper Wylde come maestro delle leggi e Larys Strong come maestro dei sussurri. Come  ha mostrato House of the Dragon Episodio 5, Strong è stato uno dei primi uomini a sostenere la causa di Alicent.

 
 

MCU: Benedict Wong è molto felice che la Fase 4 sia un “Wong Cinematic Universe”

wong

Benedict Wong è diventato uno degli attori più in evidenza nel Marvel Cinematic Universe, dal momento che il suo personaggio, lo Stregone Supremo Wong, appare in tanti progetti MCU al punto che persino Kevin Feige ci ha scherzato.

Parlando con The Hollywood Reporter, Wong ha discusso del “Wong Cinematic Universe”, una battuta che Kevin Feige gli ha fatto in un’e-mail in riferimento al numero di film e serie televisive MCU della Fase 4 in cui è apparso.

“Ho ricevuto l’e-mail – ha detto Benedict Wong in merito a Feige – è davvero gentile da parte sua dirlo. Per quello che mi riguarda, io sono proprio un cucciolo sovraeccitato ogni volta che ricevo una sua chiamata. Tipo “Ehi, ti piacerebbe essere in X?”. Sono cresciuto da bambino, leggendo i fumetti di Spider-Man, e poi mi sono ritrovato in questo mondo e ho trovato un personaggio chiamato Wong. Mi sto divertendo a interpretare questo ruolo e a scoprire dove mi porta. In ogni singolo tipo di progetto in cui mi invitano a essere coinvolto, si scopre uno strato del personaggio, come fosse una cipolla. Puoi scoprire qualcosa in più sulle eccentricità dello Stregone Supremo.”

Abbiamo visto Wong in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, in Spider-Man: No Way Home e naturalmente in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, al momento possiamo vederlo anche in She-Hulk, attualmente in programmazione su Disney+. Possiamo scommettere che Wong troverà il modo di apparire anche in Black Panther: Wakanda Forever che arriverà al cinema l’11 novembre 2022.

 
 

Aldo Braibanti: la vera storia dietro al film Il Signore delle Formiche

Aldo Braibanti storia vera

Dopo l’anteprima al Festival di Venezia, è arrivato in sala il nuovo film del regista Gianni Amelio, dal titolo Il Signore delle Formiche (qui la recensione). Interpretato da Luigi Lo Cascio ed Elio Germano, il film ripercorre il cosiddetto “Caso Braibanti“, ovvero il processo svoltosi a Roma sul finire degli anni Sessanta nel quale il poeta e mirmecofilo (ovvero uno studioso delle formiche) Aldo Braibanti venne accusato di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne.

L’uscita ha dunque riportato alla luce un episodio della storia italiana poco noto, ma ricco di retroscena politici, sociali e culturali, nonché legati ad una precisa volontà di punire la relazione omosessuale esistente tra Braibanti e il giovane studente, di nome Giovanni Sanfratello (nel film chiamato invece Ettore Tagliaferri). Il film, tuttavia, non è stato concepito per essere una riproposizione del tutto storicamente accurata degli eventi, prendendosi alcune libertà e soprattutto ricostruendo la vicenda in ordine non cronologico e attraverso l’intervento di più punti di vista.

Aldo Braibanti: la vera storia dietro al film Il Signore delle Formiche

Aldo Braibanti nasce a Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, il 17 settembre 1922. Sin da giovanissimo si appassiona allo studio della natura e in particolare degli insetti sociali, tra cui le formiche, ma nutre un forte interesse anche per la poesia. Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Giosuè Carducci, Giovannni Pascoli e Gabriele D’Annunzio sono i suoi miti letterari. Oltre all’impegno culturale, però, Aldo crescendo inizia ad abbracciare sempre più una politica antifascista, ereditata dai suoi genitori. Negli anni del liceo, infatti, contribuisce a diffondere manifesti che invitano ad andare contro la dittatura fascista.

Finita la guerra, nel 1947, egli recide però ogni rapporto con la politica, concentrandosi unicamente sull’attività di letterato. Nei decenni successivi egli si occupa infatti non solo di dar vita alle sue prime opere come poeta ma anche di dar vita ad un laboratorio culturale divenuto celebre come quello di Castell’Arquato. Spostatosi poi a Roma negli anni Sessanta, inizia qui a lavorare anche in ambito teatrale insieme ad un altro celebre uomo di cultura quale Carmelo Bene. A Roma, però, Braibanti si avvale anche della collaborazione di Giovanni Sanfratello, un ragazzo appena ventenne affascinato dalla cultura del poeta e che si offre di aiutarlo nei suoi progetti.

Conosciutisi durante il laboratorio artistico di Castell’Arquato, i due decidono insieme di spostarsi a Roma, nonostante la contrarietà della famiglia di Giovanni, di natura profondamente conservatrice e fascista. Non sopportando la ribellione del figlio, il padre Ippolito il 12 ottobre 1964 presenta denuncia alla procura di Roma contro Braibanti con l’accusa di plagio. In pratica, Aldo Braibanti veniva accusato da Sanfratello di aver influenzato suo figlio e di avergli imposto le proprie visioni e i propri principi. In realtà, secondo gli storici, s’intendeva perseguire la relazione omosessuale dei due.

Il processo ad Aldo Braibanti

La denuncia nei confronti di Aldo Braibanti si riferiva in particolare all’articolo 603 del codice penale, il quale punisce con una reclusione da 5 ai 15 anni chiunque sottone un’altra persona al proprio volore in modo da ridurla in totale stato di soggezione. Mentre Braibanti veniva dunque portato in tribunale, Giovanni veniva invece letteralmente sequestrato dai suoi famigliari e trasferito per 15 mesi in un manicomio a Verona, dove subirà numerosi elettroshock. Nonostante ciò, quando sarà chiamato a testimoniare in tribunale, Giovanni difenderà il poeta, senza però ottenere risultati.

Ben più peso venne dato alle dichiarazioni di Piercarlo Toscani, un elettricista con cui Braibanti aveva avuto una relazione nei primi anni Sessanta. L’uomo accusò il poeta di averlo indottrinato politicamente e di avergli inculcato idee dannose. Il processo si concluse dopo quattro anni, nel 1968. Braibanti venne condannato a nove anni di reclusione, divenuti poi quattro. Di questi, due gli verranno però condonati in quanto Braibanti era stato partigiano della Resistenza.

Trentacinque anni dopo, in Emergenze, Aldo Braibanti dirà del processo: “quel processo, a cui mi sono sentito moralmente estraneo, mi è costato due nuovi anni di prigione, che però non sono serviti a ottenere quello che gli accusatori volevano, cioè distruggere completamente la presenza di un uomo della Resistenza, e libero pensatore, ma tanto disinserito dal mondo sociale da essere l’utile idiota adatto a una repressione emblematica. Purtroppo la colpevole superficialità di gran parte dei media ha cercato da allora di etichettarmi in modo talmente odioso che per reazione ho finito col chiudermi sempre più in un isolamento di protesta, fuori da ogni mercato culturale”

Aldo Braibanti Il Signore delle Formiche

Aldo Braibanti, dopo il processo

La condanna suscitò accese polemiche a livello internazionale. Dalla parte di Braibanti si schierarono i principali uomini di cultura, da Alberto Moravia a Pier Paolo Pasolini, e si evidenziò in particolare la profonda anomalia del reato contestato e della sua gestione da parte del sistema processuale italiano. Dal canto suo, Braibanti continuò la sua attività di poeta anche in prigione, componendo una raccolta dal titolo Le prigioni di stato. Uscito poi di prigione, egli riprende a suo modo attività culturali di vario tipo, mantenendo appunto sempre un profilo basso, tentende all’isolamento e lontano dalle logiche di mercato.

Gli ultimi anni di vita Aldo Braibanti li passa in miseria, con la sua storica casa romana che gli viene anche sfrattata. Egli tornerà dunque a Castell’Arquato, dove continuerà a vivere in ristrettezze economiche mentre cerca di portare a termine le sue ultime opere. Il 6 aprile del 2014, infine, all’età di 91 Braibanti muore. Il poeta aveva comunque avuto la soddisfazione di sopravvivere all’articolo che lo aveva condannato alla reclusione. Questo era infatti stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con sentenza 96/1981.

 
 

Lo Schiaccianoci e il flauto magico: trailer del film d’animazione con la voce di Charlotte M

Notorious Pictures ha diffuso il trailer del film d’animazione Lo schiaccianoci e il flauto magico, in arrivo al cinema. Il 3 novembre torna al cinema il grande classico “Lo Schiaccianoci” nella nuova versione animata Lo schiaccianoci e il flauto magico, con la voce della famosissima e talentuosa YouTuber/TikToker Charlotte M., diretto da Vikor Glukhusin e distribuito da Notorious Pictures.

La storia più romantica di sempre torna sul grande schermo in una nuova veste per tutta la famiglia. Ispirato al grande classico di Alexandre Dumas e con le celebri musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, il film racconta la storia di Marie, una ragazza che ama danzare ed è molto affezionata ai suoi giocattoli.  Alla morte del padre, Marie esprime un desiderio e, come per magia, i suoi amici giocattoli prendono vita e scopre che il suo schiaccianoci è in realtà l’amato principe George. Inizia così un’avventura incredibile, tutta al femminile, piena di colpi di scena, fatta di divertenti peripezie, amore e tanta magia.

A dar la voce alla protagonista è la star del web Charlotte M., la giovanissima content creator e idolo dei suoi coetanei con un bacino digitale che supera il milione di follower. Charlotte M. debutta nel doppiaggio ma il suo talento artistico è molto ampio, è stata protagonista nell’editoria, nella musica ed è presente anche su Spotify. Scrittrice, personaggio dei fumetti, doppiatrice, cantante, Charlotte M. sarà anche la protagonista del film di Notorious Pictures in uscita nel 2023.

 
 

Black Panther: Wakanda Forever, il set LEGO svela la battaglia tra terra e mare

Black Panther: Wakanda Forever

È stato messo in commercio un nuovo set LEGO dedicato a Black Panther: Wakanda Forever, il sequel del film con Chadwick Boseman, che ne onorerà la memoria, continuando a raccontare la gloriosa storia del Wakanda. Nel set che potete vedere sull’account Instagram di 12 Angry Men, si può vedere come le Dora Milaje si preparino alla battaglia contro gli atlantidei, un assaggio di una grande battaglia tra terra e mare.

https://www.instagram.com/p/Cin51HtvKe9/?utm_source=ig_embed&ig_rid=899eb43d-db2e-4453-b98c-d0b0cb201199

Black Panther: Wakanda Forever, le storie che racconta il primo trailer

I dettagli ufficiali della trama sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

 
 

Martin Scorsese ha visto Pearl e ha faticato a addormentarsi

Martin Scorsese
Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

Martin Scorsese dice che era così spaventato dopo aver visto Pearl, che ha avuto difficoltà ad addormentarsi. Uscito nelle sale americane lo scorso fine settimana, Pearl è un prequel di X – A sexy horror story.

Il film segue un gruppo di giovani filmmaker negli anni ’70 che tentavano di girare un film per adulti in una fattoria del Texas di proprietà di una donna anziana, Pearl, e suo marito, Howard. Sottotitolato in modo appropriato (in originale) An X-traordinary Origin Story, il nuovo film Pearl ora funge da storia d’origine, appunto, del personaggio dell’anziana assassina di X. Ambientato nel 1918, il film segue Pearl che si prende cura del padre malato sotto la sorveglianza della madre prepotente mentre sogna di diventare una star del cinema.

Dopo aver interpretato un’anziana Perla in X (così come la final girl Maxine), Mia Goth torna a guidare il cast del prequel nei panni di una versione giovane del personaggio del titolo insieme a David Corenswet, Tandi Wright, Matthew Sunderland ed Emma Jenkins-Purro in ruoli di supporto. Ti West torna anche per dirigere Pearl, che ha scritto insieme a Goth. Girati in segreto contemporaneamente, i due film saranno completati da MaxXxime, di cui abbiamo già visto un teaser trailer.

Pearl ha ricevuto un’ottima recensione dal leggendario regista Martin Scorsese. Nel suo commento al film pubblicato da Slash Film, Scorsese elogia il film horror definendolo “selvaggio, ipnotico, profondamente inquietante“. In effetti, il regista era così turbato che ha avuto difficoltà ad addormentarsi dopo averlo visto.

“Ero affascinato, poi turbato, poi così turbato che avevo difficoltà ad addormentarmi. Ma non ho potuto smettere di guardare.”

Leggi la recensione di Pearl

 
 

Daredevil: Born Again, Elden Henson tornerà nei panni di Foggy Nelson

Daredevil: Born Again serie tv 2024

Inizialmente siamo stati portati a credere che l’imminente serie Disney+ di Daredevil: Born Again avrebbe completamente ignorato gli eventi dell’ormai defunto show Netflix, e anche se potrebbe essere ancora così (almeno dal punto di vista della trama), il progetto sta iniziando a sembrare sempre più simile a un riavvio graduale.

La star Charlie Cox ha recentemente confermato che Daredevil: Born Again sarà una cosa a sé stante e non dovrebbe essere visto come la “stagione 4 di Daredevil“, ma un nuovo capitolo ma oggi arriva la notizia che Matt Murdock si dovrebbe riunire a un volto familiare e amichevole rispetto ai suoi giorni trascorsi su Netflix.

Lo scooper Daniel Richtman – che ha un track record piuttosto solido con questo genere di cose – sta segnalando (tramite il suo Patreon) che Elden Henson sembra destinato a tornare nei panni di Foggy Nelson in Born Again. Foggy ha giocato un ruolo chiave nelle tre stagioni di Daredevil come il miglior amico e partner dell’Uomo senza paura, ed è una parte vitale dei fumetti, quindi non sorprende che il personaggio comparirà in questo spettacolo.

Se Henson sta davvero tornando, vuol dire che i Marvel Studios hanno chiaramente ritenuto inutile cambiare attore o personaggio quando sia Cox che Vincent D’Onofrio (Wilson Fisk) stanno riprendendo i rispettivi ruoli non avrebbe avuto molto senso. Questo significa che anche Deborah Ann Woll potrebbe tornare nei panni di Karen Page? Non abbiamo ancora sentito nulla su quel fronte, ma diremmo che ci sono buone possibilità. Daredevil: Born Again utilizzerà sicuramente alcuni elementi dell’omonimo arco narrativo della Marvel Comics, ma un adattamento completamente fedele di quella triste storia è altamente improbabile. Si spera che presto verranno annunciati alcuni dettagli ufficiali.

Daredevil: Born Again, cosa sappiamo sulla nuova serie tv

La nuova serie potrebbe basarsi sull’omonimo ciclo di fumetti pubblicato dalla Marvel Comics in Daredevil nn. 227-233 del 1986, scritto da Frank Miller e disegnato da David Mazzucchelli. È stato ripubblicato diverse volte in volume, anche in lingua italiana. Nel fumetto Karen Page ha venduto l’identità segreta del Diavolo di Hell’s Kitchen, e l’informazione è finita nelle mani di Kingpin. Matt Murdock ha toccato il fondo: fragile come non mai e in preda alla disperazione, riuscirà a trovare le forze per reagire? Amore, tradimento, disperazione e redenzione in un capolavoro assoluto della Nona Arte.

Daredevil: Born Again sarà scritto da Matt Corman e Chris Ord, coinvolti anche come produttori, i due hanno co-creato Covert Affairs, la serie con Piper Perabo e Christopher Gorham andata in onda per cinque stagioni, e hanno lavorato a show come The Enemy Within, The Brave e Containment.

 
 

Warner Bros. Discovery, David Zaslav ha problemi ben più grandi della ricerca di un capo della DC FILMS

DC Extended Universe DC Films

David Zaslav, recentemente nominato capo della Warner Bros. Discovery, spera ancora di trovare il suo uomo di fiducia “simile a Kevin Feige” per assumere il comando delle divisioni DC Films/TV e inaugurare una nuova era per i contenuti basati sulla DC Comics. La ricerca non sta andando bene, ma un nuovo rapporto indica che lo studio ha problemi ben più grandi. Infatti sembra che lo studio sia fortemente indebitato e potrebbe presto avere problemi più grandi da affrontare.

Secondo THR, WBD è ancora “alle prese con quel pesante carico di debito e con lo scetticismo degli investitori”, con preoccupazioni sollevate sullo stile di leadership di Zaslav. Sebbene nessuna trattativa possa avvenire fino ad aprile 2024, molti addetti ai lavori ritengono che un altro accordo di fusione sia inevitabile e Brian Roberts di Comcast sembra il candidato più probabile a proporre di combinare NBCUniversal e Warner Bros. Discovery.

Sebbene dopo la fusione Disney/FOX nulla ormai è scolpito nella pietra nel mondo attuale, un’altra fusione e un’ulteriore ristrutturazione della società getterebbero ovviamente nel caos il “piano decennale” proposto da Zaslav per il DCEU. Per quanto riguarda la DC FILMS, sembra che Zaslav abbia avuto così tanti problemi a ricoprire la posizione perché la prospettiva di competere con i Marvel Studios e sviluppare un universo cinematografico/TV condiviso reale e coeso è visto come un compito quasi impossibile dato lo stato attuale delle il DCEU.

“Zaslav non sa quello che non sa”, ha detto al trade un importante rappresentante di talenti. “È spaventoso. E sarai sempre paragonato alla Marvel. È ingiusto. Quando venivano giudicati, funzionava. È l’esatto opposto alla Warner. È duro tutto intorno. Chi diavolo [cazzo] vorrebbe quel lavoro?”

Allo stato attuale delle cose, sembra probabile che i capi divisione ad interim Michael De Luca e Pam Abdy “finiranno per gestire la cosa per impostazione predefinita”. Si dice che la coppia sia “in ottimi rapporti con i talenti, e con una leadership netta, il che rappresenterebbe un grande miglioramento rispetto a quando lo studio sedeva sotto AT&T e Jason Kilar”, quindi questa potrebbe essere la migliore opzione di Zaslav, a condizione che possa convincerli ad accettare ufficialmente il lavoro!

 
 

Avatar, James Cameron usò il successo di Titanic per zittire la 20th Century Fox

In una nuova intervista al New York Times, James Cameron ricorda di non essere andato troppo d’accordo con la 20th Century Fox su diversi aspetti di Avatar, durante la produzione del film campione d’incassi.

Due dei punti su cui lo studio, ora assorbito da Disney, voleva fare la voce grossa con Cameron, erano la durata complessiva del film e la lunghezza delle scene di volo. Nonostante le reazioni positive delle proiezioni di prova, lo studio era fermamente convinto che fossero necessario fare più rifiniture e tagli, il che ha portato Cameron a puntare i piedi e ricordare ai dirigenti che il successo del Titanic ha essenzialmente pagato il costoso nuovo edificio in cui si stavano incontrando.

“Quando ho realizzato Avatar, mi sono scontrato con la Fox su due punti. Ad esempio, lo studio riteneva che il film dovesse essere più breve e che c’erano troppe scene di volo a cavallo degli ikran, quelli che noi chiamiamo banshee. Bene, si scopre che quelle sono le scene che il pubblico ha amato di più, in termini di exit polling e raccolta di dati (in occasione delle proiezioni di prova). E quello è stato un punto su cui ho tracciato una linea sulla sabbia, puntando i piedi e dicendo: ‘Sapete cosa? Ho realizzato “Titanic”. Hai presente questo edificio in cui ci stiamo incontrando in questo momento, questo nuovo complesso da mezzo miliardo di dollari nel tuo lotto? Titanic ha pagato per questo, quindi posso fare ciò che voglio.'”

Avatar è poi uscito secondo il volere di James Cameron e tutto il mondo è grato per questo. E mentre il film arriverà di nuovo al cinema il 22 settembre, il 14 dicembre vedremo in sala finalmente Avatar: la via dell’acqua.

Avatar: la via dell’acqua, il produttore Jon Landau racconta il ritorno su Pandora

 
 

Batman: tutti gli interpreti del personaggio immaginati come Joker

Batman

L’artista Marc Rienzo immagina tutti gli interpreti di Batman con il volto di Joker. Con Robert Pattinson che per ultimo in ordine di tempo si è aggiunto all’illustre gruppo di attori che interpretano il Crociato di Gotham, il personaggio ha avuto moltissime incarnazioni sul grande e piccolo schermo, e adesso tutti hanno subito un make over alla Joker.

Nel corso degli anni, quasi tutte le versioni live-action di Batman hanno dovuto combattere una versione del Joker. Barry Keoghan è stato presentato come Il Clown principe del Crimine in una breve scena verso la fine di The Batman, mentre Ben Affleck ha recentemente condiviso lo schermo con il Joker di Jared Leto nella Snyder Cut di Justice League. Ma una delle interpretazioni più iconiche del personaggio è stata quella di Jack Nicholson in Batman di Tim Burton, con Michael Keaton. Tuttavia, cosa sarebbe successo se tutti gli attori di Batman fossero stati scelti per il ruolo di Joker?

Questo è ciò che l’artista Marc Rienzo ha immaginato. Adam West, Michael Keaton, Val Kilmer, George Clooney, Christian Bale, Ben Affleck e Robert Pattinson sono stati ora reinterpretati come varianti della nemesi di Batman. È come se Bruce Wayne fosse caduto in una vasca di acido e fosse diventato il Joker invece di cadere in una Batcaverna per diventare il Crociato Incappucciato.

https://www.instagram.com/p/CiZ-1I_rqUr/?utm_source=ig_embed&ig_rid=ec1cbe74-1f63-44a3-a8be-ca40d854ef07

 
 

Avatar: la via dell’acqua, il produttore Jon Landau racconta il ritorno su Pandora

Disney Italia Avatar 2: la via dell'acqua
Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

“Perché le persone vanno al cinema? Per fuggire dalla realtà e credetemi, non c’è nessuno mondo più bello di Pandora in cui rifugiarsi!” Dice così Jon Landau, produttore e storico collaboratore di James Cameron, alla presentazione alla stampa di alcune scene di Avatar: la via dell’acqua, in arrivo nelle nostre sale il 14 dicembre (mentre il 22 settembre tornerà in sala Avatar!).

Un sequel che è arrivato dopo tantissimo tempo, in parte rallentato da una serie di vicende legate alla fusione Disney-Fox, o come la pandemia, attualmente (forse) agli sgoccioli, ma in parte anche a causa di Cameron stesso, “un esploratore” come lo definisce Landau, che prima di mettersi all’opera su un film, e in questo caso sul progetto di quattro sequel di Avatar, ha studiato, ricercato, lavorato senza sosta per ottenere gli strumenti adatti a portare sullo schermo esattamente quello che voleva. Perché lui è un pioniere che “ha sempre spinto il linguaggio e il progresso cinematografico, aprendo la strada per altri registi. Ad esempio ha scritto quella scena di The Abyss perché voleva fare Terminator 2. Lui ha spinto il progresso in avanti, lo ha fatto con Avatar e mi auguro succederà anche con Avatar: la via dell’acqua.”

Una famiglia di mezzo-sangue in cerca di un posto nel mondo

Ma di cosa parla Avatar: la via dell’acqua? Landau la descrive come una storia di famiglia, di senso di appartenenza e della ricerca del proprio posto nel mondo. Come il primo film era una ri-narrazione del mito di conquista americano, anche questa seconda avventura tra mari e cieli di Pandora pone lo spettatore davanti a temi universali, condizioni condivise. La famiglia che Jake e Neytiri hanno costruito negli anni è mezzo-sangue, diversa, rappresenta un’eccezione e una diversità e deve trovare un nuovo posto, una nuova tribù, per potersi salvare. Cercano rifugio presso un’altra tribù di Na’vi e soprattutto i personaggio più giovani saranno incuriositi dalle novità ma saranno anche i più determinati a cercare un posto che possano definire casa. “Sono di razza mista, e per loro la vita è più difficile, anche se vivono in una famiglia piena d’amore” dichiara Jon Landau.

(L-R): Jake Sully and Neytiri in 20th Century Studios’ AVATAR: THE WAY OF WATER. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Ma naturalmente, trattandosi anche di un prodigio della tecnica, la più grande difficoltà nella realizzazione di Avatar: la via dell’acqua è stata proprio nella resa visiva. “Mettere in piedi quattro film in uno, scrivere quattro sceneggiature è stato davvero difficile, ma non volevamo cominciare senza avere il quadro chiaro di ciò che avremmo dovuto girare in tutti i film e di ciò che gli attori avrebbero dovuto affrontare. L’ostacolo più grande è stata sicuramente realizzare la performance capture sott’acqua. Non si trattava solo di imparare ad andare in apnea per gli attori, si trattava di recitare in quelle condizioni e di rendere tutto credibile. Abbiamo dovuto inventare gli strumenti per poter realizzare le scene.”

Torneranno le note di James Horner

Non si può dire nulla delle scene di Avatar: la via dell’acqua che sono state mostrate, ma non è un segreto che nel film ci saranno scene subacquee e che la colonna sonora sarà composta da Simon Franglen. Tuttavia il trailer ci ha fatto riascoltare in maniera inequivocabile che i grandi temi musicali composti dal compianto James Horner per il primo film saranno utilizzati. La scomparsa di James Horner è stata una perdita tremenda. Ricordo benissimo il momento in cui ho appreso la notizia, è stato uno di quei momenti che ti restano impressi. Tuttavia Simon Franglen che compone la colonna sonora di Avatar: la via dell’acqua faceva già parte della squadra, anche all’epoca di Titanic, e quindi ha raccolto il testimone e ha realizzato un lavoro incredibile. È riuscito ad abbracciare e fare sua la filosofia che Horner aveva seguito nel primo film: coniugare le sonorità naturali ai suoni emessi dagli strumenti di un’orchestra.”

Nel 2009, Avatar fu uno dei primi film a uscire in 3D nativo, una tecnica costosa che non ha avuto grande seguito nel cinema di blockbuster, ma che secondo Landau non è certo una tecnica che migliora il film a cui viene applicata: “Il 3D non migliore i film, ne accentua le caratteristiche, quindi applicandolo ad un film bello, si ottiene un bel risultato, ma applicato a un film brutto diventa un disastro. Dopo Avatar l’impressione era che tutti i film dovessero essere fatti in 3D, ma abbiamo visto che non è sempre stata una buona idea. Ci sono state delle eccezioni, come gli ottimi Hugo e Vita di Pi, che io ho amato, ma la tecnica in sé non ha avuto fortuna proprio perché non basta a migliorare un film, anzi!”

(L-R): Kiri and Sigourney Weaver as Dr. Grace Augustine in 20th Century Studios’ AVATAR: THE WAY OF WATER. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Avatar: la via dell’acqua sarà in 3D

C’è anche da aggiungere che il 3D non sempre viene sostenuto da sale che sono all’altezza dell’esperienza. Sarà capitato a tutti, nell’ultimo decenni, di andare a vedere un film in 3D al cinema e trovarsi davanti a uno schermo buio. Non sempre è colpa del film stesso, ma qualche volta sono anche le sale che non hanno i mezzi per proiettare al meglio il film. Secondo Landau “il cinema si salverà, nel post-pandemia, perché offre un’esperienza che nessun divano di casa può replicare, ed è per questo che film come Spider-Man: No Way Home o Top Gun: Maverick hanno incassato tanto, perché quando il prodotto proposto è buono, il pubblico apprezza. Già nel 1983 il New York Times diceva che l’intrattenimento del cinema sarebbe stato spostato nelle case, la proposta di esperienze come Avatar: la via dell’acqua unitamente all’adeguatezza delle sale, porteranno le persone al cinema.”

Il messaggio ambientalista

Ma qual è il messaggio più importante del film? Secondo Jon Landau non c’è dubbio: “Spero che quando le persone usciranno dalla sala, saranno in grado di guardare il mondo con occhi diversi. Quando si trasmettono messaggi importanti nei film non si deve fare una predica, perché si attirerebbe l’attenzione solo di chi già è dalla tua parte, bisogna essere provocatori. È quello che abbiamo provato a fare. Anche la nostra produzione è stata green, per quanto possibile, il set era privo di plastica e anche l’energia era green, abbiamo lavorato con macchinari a energia solare. Non serve promuovere la tutela dell’ambiente e non fare il primo passo. Spero che il film apra gli occhi alle persone sulla tutela dell’ambiente, che è anche quello che ha fatto anche il primo film. Avatar si apre e si chiude con Jake Sully che apre gli occhi.”

E noi, come Jake Sully, non vediamo l’ora di aprire di nuovo gli occhi sugli infiniti mondi di Pandora, in Avatar: la via dell’acqua, dal 14 dicembre, al cinema.

 
 

Woody Allen smentisce le voci sul suo ritiro

scarlett-johansson-woody-allen

Woody Allen si è affrettato a smentire le voci sul suo ritiro emerse da un’intervista rilasciata a una rivista spagnola, in cui ha detto che il suo prossimo film sarebbe stato l’ultimo. Il regista 86enne ha rilasciato una dichiarazione per chiarire cosa intendesse, dicendo:

“Woody Allen non ha mai detto che sarebbe andato in pensione, non ha detto che stava scrivendo un altro romanzo. Ha detto che stava pensando di non fare film poiché fare film che vanno direttamente o molto rapidamente su piattaforme di streaming non è così divertente per lui, poiché è un grande amante dell’esperienza cinematografica. Attualmente, non ha intenzione di ritirarsi ed è molto entusiasta di essere a Parigi per girare il suo nuovo film, che sarà il 50°”.

La confusione sembra essere stata generata da un’intervista rilasciata da Allen a La Vanguardia all’inizio delle riprese di Wasp 22, film che sarà girato in Europa, in cui diceva: “La mia idea, in linea di principio, è quella di non fare più film e concentrarmi sulla scrittura”. Aggiungendo che il suo prossimo progetto sarebbe stato un romanzo.

Questa non è la prima volta che Allen discute di fare un passo indietro dal mondo del cinema. In una conversazione con Alec Baldwin trasmessa in live streaming su Instagram a giugno, Allen ha detto che intende dirigere “uno o due altri” film, ma ha anche detto che “il brivido è andato” a causa del declino dell’esperienza in sala.

 
 

Francesca Chillemi: 10 cose che non sai sull’attrice

Francesca Chillemi film

Divenuta celebre dopo aver vinto il concorso Miss Italia, Francesca Chillemi ha nel tempo dimostrato non solo di essere una donna ricca di fascino, ma anche di talento. Sono infatti molti i ruoli, cinematografici e televisivi, con cui si è distinta nel mondo della recitazione, svolgendo dunque con sempre più costanza il ruolo di attrice e ricoprendo anche importanti ruoli da protagonista.

Ecco 10 cose che non sai di Francesca Chillemi.

Francesca Chillemi: i suoi film e le serie TV

1. È nota per diverse serie TV. Il suo primo ruolo da attrice la Chillemi lo ottiene per la fiction Un medico in famiglia, recitando nel ruolo di Costanza in due episodi della quarta stagione. Interpreta poi dal 2007 al 2008 il personaggio di Laura Flestero in Carabinieri, mentre sempre nel 2008 è Teresa Sciacca nell’episodio La luna di carta di Il commissario Montalbano, con Luca Zingaretti. Negli anni ha poi recitato nelle serie Squadra antimafia – Palermo oggi (2010), Sposami (2012) e Che Dio ci aiuti (2011-2021), ricoprendo qui i panni di Azzurra Leonardi per ben 112 episodi, recitando accanto ad Elena Sofia Ricci. Nel 2021 recita invece in Leonardo e Glow & Darkness (2021). Nel 2022 è invece protagonista della fiction Viola come il mare.

2. Ha recitato anche in diversi film. L’attrice ha debuttato sul grande schermo nel 2009, recitando nell’episodio Gaymers del film Feisbum – Il film. Nello stesso anno ha avuto un ruolo di maggior rilievo nel film campione d’incassi Cado dalle nubi, con Checco Zalone. È tornata poi sul grande schermo con Natale da chef (2017) e poi nuovamente in Reefa, Una relazione, con Guido Caprino, e Anima bella, tutti e tre del 2021.

Francesca Chillemi e Can Yaman

3. Sono i protagonisti di una nuova fiction. Dal settembre del 2022 l’attrice torna sul piccolo schermo con la fiction Viola come il mare, in onda su Canale 5. Basata sul romanzo Conosci l’estate? di Simona Tanzini, in essa la Chillemi recita nei panni di Viola Vitale, una giornalista alla ricerca del padre mai conosciuto. Mentre lavora per la cronaca neraa, farà la conoscenza dell’ispettore Francesco Demir, interpretato dall’attore Can Yaman, finendo con il lavorare fianco a fianco con lui.

4. Hanno presentato insieme la fiction a Venezia. Nel corso del Festival del Cinema di Venezia i due attori hanno avuto modo di presentare in anteprima la fiction Viola come il mare, sfilando insieme sul red carpet. La loro presenza ha mandato in estasi i loro fan, che non hanno mancato di notare come i due abbiamo scelto di presentarsi con abiti semplici ma eleganti e soprattuto abbinati tra loro.

Francesca Chillemi Can Yaman

Francesca Chillemi: il marito e la figlia

5. È fidanzata con un imprenditore. Dal 2015 la Chillemi ha una relazione con Stefano Rosso, imprenditore e dirigente sportivo italiano, figlio del noto Renzo Rosso. Inizialmente attivo nel campo della moda, essendo cofondatore e CEO di D-Cave e membro del consiglio di OTB Group, dal 2018 egli è anche presidente del club calcistico L. R. Vicenza.

6. Ha avuto una figlia. Dalla sua relazione con Stefano Rosso, l’attrice ha dato alla luce nel 2016 una figlia, di nome Rania. In più occasioni la Chillemi ha raccontato di quanto la figlia sia importantissima per lei e di come l’abbia messa davanti ad una crescita importante. L’attrice cerca però di essere anche protettiva nei confronti della figlia, evitando che venga esposta in modo eccessivo ai media.

Francesca Chillemi è su Instagram

7. Ha un profilo sul celebre social network. L’attrice possiede un proprio profilo con tanto di spunta blu sul celebre social network Instagram. Qui vanta ad oggi un totale di 1.2 milioni di followers e con i suoi oltre 800 post è solita condividere con i fan scatti dei progetti a cui ha partecipato come attrice e modella, ma anche foto che la ritraggono durante eventi di gala e premiere in giro per il mondo. Diverse sono però anche le immagini legate alla sua vita quotidiana, tra amici e famiglia. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Francesca Chillemi Instagram

Francesca Chillemi ha vinto Miss Italia

8. È stata eletta Miss Italia. Nel 2003, all’età di appena 18 anni, Francesca Chillemi viene eletta Miss Italia, ricevendo la corona dalla celebre attrice Claudia Cardinale. Grazie a quella vittoria, la Chillemi intraprende una carriera da modella, approdando poi alla recitazione e distinguendosi per il suo talento.

9. Ha completato gli studi. Dopo aver vinto il celebre concorso di bellezza, la Chillemi non si è però gettata subito tra le braccia della celebrità, preferendo tornare prima in Silicia, sua regione di nascita, per terminare gli studi. Qui consegue infatti il diploma al liceo classico. Solo dopo aver ottenuto ciò, nel 2004 ha iniziato a lavorare come modella e attrice, distinguendosi in entrambi i campi.

Francesca Chillemi: età e altezza dell’attrice

10. Francesca Chillemi è nata a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il 25 luglio del 1985. L’attrice è alta complessivamente 1.71 metri.

Fonte: IMDb

 
 

Il mio nome è vendetta: teaser del film Netflix con Alessandro Gassmann

Il primo teaser ufficiale di Il mio nome è vendetta, il film diretto da Cosimo Gomez, prodotto da Colorado Film, in arrivo solo su Netflix dal 30 novembre, svela il protagonista Alessandro Gassmann in una veste inedita e sorprendente: quella di Santo, un ex sicario della criminalità organizzata, che dopo aver vissuto nell’ombra per anni in una tranquilla cittadina del Trentino-Alto Adige, è alla ricerca di vendetta insieme alla figlia Sofia, interpretata da Ginevra Francesconi.

La trama di Il mio nome è vendetta

Sofia è una tranquilla teenager che passa il suo tempo tra partite di hockey, di cui è campionessa, e lezioni di guida off-road. Fino al momento in cui, disobbedendo a Santo, suo padre, lo fotografa di nascosto e pubblica la sua foto su Instagram. Il piccolo post è sufficiente a cambiare le loro vite per sempre. Seguendo la traccia informatica, due criminali entrano nella loro casa e uccidono barbaramente la madre e lo zio di Sofia, dando vita a un regolamento di conti covato per quasi vent’anni. Sofia scoprirà che la verità le è sempre stata taciuta e che Santo nasconde un oscuro passato di affiliato alla N’drangheta. Non senza conflitto, Sofia abbraccerà un’eredità fatta di furia e violenza e si alleerà con il padre per cercare una spietata vendetta.

Il film è prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai per Colorado Film, e vede nel cast anche Alessio Praticò, Francesco Villano, Mauro Lamanna e Remo Girone.

  • Regia: Cosimo Gomez
  • Soggetto: Sandrone Dazieri, Cosimo Gomez, Franco Fraternale, Fabio Guaglione
  • Sceneggiatura: Sandrone Dazieri, Cosimo Gomez, Andrea Nobile
  • Produttori: Maurizio Totti, Alessandro Usai, Iginio Straffi
  • Produttore esecutivo: Roberto Amoroso
  • Prodotto da: Colorado Film
  • Cast:  Alessandro Gassmann, Ginevra Francesconi, Alessio Praticò, Francesco Villano, Gabriele Falsetta, Marcello Mazzarella, Mauro Lamanna, Sinja Diecks, Luca Zamperoni
    e con Remo Girone
 
 

UCI Showville Bari e UCI Luxe Maximo: arriva la cantante Elodie

Il 23 settembre alle ore 21:30 a UCI Showville Bari, la cantante Elodie, protagonista di Ti Mangio il Cuore, assieme al regista Pippo Mezzapesa, saluterà gli spettatori presenti alla proiezione del film, distribuito da 01 Distribution e in uscita nelle sale il 22 settembre. Il 24 settembre alle ore 18:30 a UCI Luxe Maximo (Roma) Elodie sarà invece accompagnata da parte del cast.

Per Elodie Ti Mangio il Cuore rappresenta la seconda esperienza cinematografica. La cantante approda di nuovo sul grande schermo dopo essere stata tra le protagoniste assolute dell’estate musicale 2022, ottenendo due Premi Singolo Multiplatino e il Premio EarOne ai Tim Music Awards. Pippo Mezzapesa, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, ha iniziato la sua carriera con i cortometraggi, vincendo il David di Donatello 2004 per Zinanà. Con quest’opera porta sul grande schermo una grande e tragica storia d’amore, tratta dall’omonimo libro d’inchiesta scritto da Giuliano Foschini e Carlo Bonini.

Ti mangio il cuore è ambientato in Puglia, in un promontorio del Gargano arso dal sole e dall’odio, conteso da criminali che sembrano venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una terra arcaica da far west, in cui il sangue si lava col sangue. A riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale. Una passione fatale che riporta i clan in guerra. Ma Marilena, esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata, si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.

È possibile acquistare i biglietti presso le casse di UCI Showville Bari e UCI Luxe Maximo, tramite App gratuita di UCI Cinemas per dispositivi Apple e Android e sul sito www.ucicinemas.it. I biglietti paper-less acquistati tramite App e i biglietti elettronici acquistati tramite sito danno la possibilità di evitare la fila alle casse con –FILA+FILM. Il pubblico può comunque acquistare i biglietti anche tramite il call center (892.960) e le biglietterie automatiche self-service presenti sul posto. Per maggiori informazioni visitare il sito www.ucicinemas.it o la pagina ufficiale di Facebook di UCI Cinemas all’indirizzo: www.facebook.com/ucicinemasitalia. In alternativa contattare il call center al numero 892.960.

 
 

Una mamma all’improvviso: iniziate le riprese del film tv con Giulia Bevilacqua

Una mamma all'improvviso

Sono iniziate la scorsa settimana a Roma le riprese del nuovo film tv in due episodi dal titolo Una mamma all’improvviso. Una nuova produzione Sunshine Production di Bruno Frustaci e Alessandro Carpigo. I due episodi da 90’ ciascuno, diretti da Claudio Norza e scritti da Luca Biglione, saranno prossimamente in onda sulle Reti Mediaset.

Una mamma all’improvviso, interpretato da Giulia Bevilacqua, Simone Corrente, Elena Cucci, Raniero Monaco di Lapio, Margareth Madè, Dino Abbrescia, Crisula Stafida, Alice Maselli, Enzo De Caro e Cecilia Dazzi, è un progetto che si sviluppa in due parti e racconta la storia di un travagliato e inedito rapporto tra madre e figlia. Insieme affronteranno in maniera inusuale le problematiche e l’inevitabile amore che le lega attorniate da una comunità di provincia, “una famiglia allargata” dove l’amicizia a volte è più importante del rapporto di sangue…

La trama del film

Protagoniste principali di questi film sono una madre e una figlia. CLAUDIA (Giulia Bevilacqua), giovane madre, donna piacevole ed affascinante poco più che trentacinquenne, si risveglia da un coma lungo 17 anni. Dopo essersi ripresa tra mille smarrimenti, continua la sua vita da adolescente come se non si fosse mai interrotta. I suoi atteggiamenti turbano non poco invece, la vera adolescente di questa storia, Michela (Alice Maselli), detta Miky, che ha vissuto fino ad ora senza la madre già in coma dal momento della sua nascita. Michela vive appieno la sua adolescenza ma dimostra nei pensieri qualche anno in più. La sua famiglia sono stati i nonni e la comunità degli amici di un tempo della madre che l’hanno accudita come fosse figlia loro.

Gli altri protagonisti sono: Nino (Enzo De Caro), il nonno di Miky che, rimasto vedovo, ha vissuto sperando ogni giorno in un “risveglio“  della figlia.  Il gruppo di amici del liceo ormai cresciuti, come Giuliano (Simone Corrente), insegnante idealista, che ha sempre avuto un debole per Claudia ma che presto sposerà Vittoria (Margareth Madè), bella donna, precisina e impeccabile. C’è poi la coppia formata da Stefano (Raniero Monaco Di Lapio), prestante Prof. di educazione fisica e dall’affascinante Fiorenza (Elena Cucci). Attorno a loro ci sono gli altri, i compagni di scuola di Miky, gli amici minori di Claudia, i presunti, i possibili papà di Miky… Il dottor Benpieri (Dino Abbrescia) è, invece, il dottore che ha seguito Claudia negli anni del coma. Aiutato dalla sua amante Virginia (Crisula Stafida), cerca di approfittarsi del miracoloso “rispetto” di Claudia per farsi riconoscere meriti scientifici che assolutamente non ha. Virginia, infermiera svampita e sognatrice, attende da anni il giorno in cui “il suo luminare” si liberi dalla ingombrante moglie, Anna (Cecilia Dazzi), ora più pericolosa che mai: in quanto psichiatra di Claudia rischia di scoprire, nascosti nel cervello della paziente, certi imbarazzanti segreti su Benpieri…

 
 

Memory, recensione del film con Liam Neeson

Memory film 2022

Memory è un thriller d’azione diretto da Martin Campbell (Casino Royale, La maschera di Zorro) con Liam Neeson protagonista e remake del film belga Memoria di un assassino (Erik Van Looy, 2003). La sceneggiatura del film del 2022 è scritta da Dario Scardapane (Trauma, The Punisher), adattando il precedente lavoro di Carl Joos e Erik Van Looy, a sua volta ispirato al romanzo “De Zaak Alzheimer” di Jef Geeraerts. Il film arriverà nelle sale italiane il 15 settembre.

Memory: Liam Neeson ci riprova

Liam Neeson sta invecchiando. L’attore compirà 70 anni quest’anno eppure continua a recitare in thriller d’azione in cui lo percepiamo notevolmente più disorientato rispetto ai tempi in cui interpretava Bryan Mills nella trilogia di Revenge. I suoi lineamenti e la sua voce sono ancora carisma allo stato puro, ma nell’ultimo decennio è caduto in una spirale che lo ha portato a partecipare a film che non hanno ottenuto un riscontro particolarmente favorevole tra gli spettatori. Con Memory di Martin Campbell, l’attore cerca di riprendersi l’attenzione dei fan gettandosi a capofitto in un film che parte da un’idea molto solida ma che si spegne prima che questa venga sfruttata appieno.

Alex Lewis è un assassino professionista di grande reputazione e discrezione. Quando si rifiuta di portare a termine un lavoro che viola il suo codice morale, deve rapidamente dare la caccia e uccidere le persone che lo hanno assunto prima che queste e l’agente dell’FBI Vincent Serra (Guy Pearce) lo trovino. Alex è fatto per la vendetta, ma, con la memoria che comincia a vacillare, è costretto a mettere in discussione ogni sua azione, confondendo il confine tra giusto e sbagliato.

Liam Neeson in Memory

Il potere che tutto muove

Dal tono visivamente sobrio, la storia di Memory si svolge vicino al confine messicano. Vengono esplorati l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento sessuale dei minori, il tutto in un contesto di corruzione politica, denaro sporco e pratiche illecite da parte dei potenti, che ha contaminato persino le autorità considerate inscalfibili.

Uno dei più interessanti dibattiti interni a Memory verte attorno a come l’applicazione della legge non garantisca sempre la giustizia. Il sicario ha le idee chiare sul suo percorso verso la giustizia, ma i poliziotti si muovono in una zona grigia e in maniera esitante, anche se vediamo alcuni di loro strappare confessioni, indagare al di fuori degli ordini impartiti dai loro superiori, o commettere crimini per assicurare alla giustizia coloro che non sono stati imprigionati dai tribunali. La linea di demarcazione tra cattivi e buoni, o tra sicari e poliziotti, è sfumata al punto da confondere i termini. Senza essere troppo originale, possiamo dire che Memory apre una riflessione necessaria su un tema sempre caldo e che forse avrebbe potuto essere esplorato con più vigore.

Tuttavia, Memory risulta un miscuglio di generi mal sviluppato, in cui la trama dell’assassino si interconnette con quella dei poliziotti che cercano di risolvere un caso impossibile e si chiedono se, forse, la giustizia li ha delusi e uccidere persone a bruciapelo è una possibilità valida. Ci troviamo di fronte a due trame in una, ma nessuna delle due particolarmente interessante. Le premesse da thriller ci sono tutte, ma Memory livella fin troppo l’incedere tensivo, molte storyline trovano una conclusione solo tramite deus ex machina e facciamo la conoscenza di molteplici personaggi assolutamente non di spessore.

Guy Pearce in Memory

La sceneggiatura è l’anello più debole di Memory

I punti di forza del film sono sicuramente le performance: partiamo da Liam Neeson, che rimane sempre e comunque un ottimo attore, ma menzione d’onore va a Monica Bellucci, che si diverte come non mai nel ruolo di un’oscura cattiva. Memory cerca inoltre di avventurarsi in territori rischiosi – come quello della pedofilia e del traffico di minori – trame potenzialmente al cardiopalma che, tuttavia, smorzano il resto di un film che non vuole né sorprendere né generare colpi di scena, siano essi stilistici o narrativi.

Sfortunatamente, Campbell sembra pervaso dalla necessità di rivolgersi a un pubblico generico che non deve essere costretto a riflettere troppo. Non deve essere messo a disagio o disturbato, e così la parte più oscura della storia, che riguarda appunto la prostituzione minorile, viene affrontata in modo inconsistente e all’interno dei canoni del convenzionale intrigo criminale. Ciò significa che non si addentra nella zona più fangosa delle questioni spinose che l’abuso di potere comporta, della prevaricazione sessuale o delle perversioni insite nella condizione umana.

Martin Campbell fa un ottimo lavoro di regia, che brilla in scene ben costruite come quella delle chiavi dell’auto. È in questi momenti che la suspense funziona, ma purtroppo la sceneggiatura di Dario Scardapane è troppo prevedibile. Dopo un inizio promettente, il film si perde in sequenze che rallentano il ritmo e lasciano prevalere il disinteresse. Non aiuta nemmeno il fatto che il personaggio di Liam Neeson sia ancora una volta un uomo tormentato dal suo passato che vive il presente con la demotivazione di sapere di essere condannato a una morte lenta e agonizzante, questa volta offuscata dall’inevitabile progressione della sua malattia mentale.

Memory conserve molte reminiscenze dei ruoli che Liam Neeson ha interpretato nel corso della sua lunga carriera ma quello di Alex Lewis, probabilmente, si pone come uno dei più dimenticabili.

 
 

House of the Dragon 1×05 è l’ultima volta in cui abbiamo visto le giovani Rhaenyra e Alicent?

House of the Dragon

Attenzione: l’articolo contiene SPOILER su House of the Dragon, stagione 1, episodio 5, “We Light The Way”.

L’episodio 5 della stagione 1 di House of the Dragon  della HBO potrebbe essere stata l’ultima volta in cui gli spettatori hanno visto Rhaenyra e Alicent, interpretate da Milly Alcock e Emily Carey. L’amicizia-rivalità tra Rhaenyra e Alicent è al centro della storia di House of the Dragon, esplorando come le due si trovino sempre più spesso su fronti opposti nel periodo che precede la guerra civile Targaryen, la Danza dei Draghi. Questa scissione viene mostrata sullo schermo nel suo sviluppo temporale con diverse attrici che interpretano i due personaggi: saranno infatti Olivia Cooke ed Emma D’Arcy ad assumere i ruoli dopo le due giovani Alcock e Carey.

Abbandonare queste versioni dei personaggi non è un’impresa facile per gli spettatori della serie, perché Alcock e Carey hanno offerto delle performance brillanti nei loro ruoli, aggiungendo ancora più profondità ai personaggi del libro Fuoco e sangue di George R.R. Martin, rendendoli tanto simpatici quanto complessi. Tuttavia, sapevamo fin dalla messa in onda della prima stagione della serie che più attori avrebbero interpretato gli stessi personaggi, seguendo la loro crescita e sviluppo nel tempo, cosa che, a quanto pare, sta per accadere.

Sì, l’episodio 5 della stagione 1 di House of the Dragon è l’ultimo in cui vedremo la Rhaenyra della Alcock e l’Alicent della Carey, almeno per ora. In precedenza era stato rivelato che la sostituzione di queste due attrici sarebbe avvenuta a metà della stagione, con un salto temporale di 10 anni che avrebbe giustificato il passaggio; essendo arrivati al quinto episodio e mancandone ancora cinque, sembra che il momento sia arrivato. Inoltre, Alcock e Carey figurano nel cast della serie solo fino all’episodio 5 su IMDb, mentre D’Arcy e Cooke dall’episodio 6 al 10. Attualmente, l’episodio 5 della stagione 1 è l’ultima occasione in cui le giovani attrici Rhaenyra e Alicent appariranno in House of the Dragon, anche se questo non significa che un loro ritorno sia escluso a priori, nonostante non ci siano notizie ufficiali in merito.

1Cosa faranno Milly Alcock ed Emily Carey dopo House of The Dragon

House of the Dragon Rhaenyr Targaryen Alicent Hightower

Milly AlcockEmily Carey hanno un gran numero di progetti in programma per il futuro. La Alcock apparirà nella seconda stagione di Upright, una serie televisiva australiana di cui ha fatto parte anche nella prima stagione, e nel cortometraggio Furlough. Carey farà poi parte del cast di doppiaggio del film d’animazione The Canterville Ghost, basato sul racconto di Oscar Wilde sul fantasma che infesta una villa inglese in cui si trasferisce una famiglia americana. Tuttavia, considerata la portata delle loro performance nello show, sarebbe sorprendente se non ci fossero molte altre offerte e ruoli in arrivo per Alcock e Carey dopo House of the Dragon.

Successivo

MCU: tutti i cross-over previsti per le Fasi 5 e 6

Avengers: Secret Wars film 2025

Visti i tanti personaggi presenti nell’MCU e viste tutte le intersezioni delle linee narrative, i progetti cross-over sono inevitabili all’interno del franchise. Gli eventi cross-over sono una tradizione di lunga data nella Marvel Comics e l’MCU sta finalmente recuperando il suo ritardo. 

Guardando al passato, le Fasi 1, 2 e 3 dell’MCU ci hanno regalato cross-over come Civil WarInfinity War e infine Avengers: Endgame. Tuttavia, sembra che la Marvel cambierà la definizione di cross-over proprio nell’attuale Fase 4 con Secret Invasion. Come lo snap di Thanos, l’invasione di Skrull è destinata a cambiare per sempre il destino di qualsiasi personaggio coinvolto nel primo vero cross-over dall’MCU

Il gran numero di crossover che l’MCU ha pianificato per il futuro potrebbe generare confusione in alcuni spettatori, ma in realtà questi progetti dovrebbero aiutare a tenere traccia dei personaggi e delle storie delle Fasi 5 e 6. Da Avengers: The Kang Dynasty  a Avengers: Secret Wars vediamo tutti i cross-over pianificati per le Fasi 5 e 6 MCU. 

1Thor 5

Thor Love MCU

Come Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars, sembra che anche Thor 5 dovrebbe essere rilasciato nel 2025. Il film potrebbe essere l’adattamento del crossover Assedio (Siege) della Marvel Comics.

Se Secret Invasion pone le premesse per la storia di Siege nell’MCU, magari con il debutto di Norman Osborn, il franchise potrebbe facilmente seguire questa direzione. In effetti, Siege è stato preceduto da Secret Invasion e da Dark Reign, storyline in cui Osborn diventa un eroe per il popolo americano. E, dopo Dark Reign, Osborn usa il suo potere e la sua influenza per organizzare una vittoriosa invasione di Asgard.

Successivo

Film anni 2000: tutti i migliori titoli da vedere

Gli anni Novanta hanno consolidato la volontà degli studios di realizzare film estremamente ambiziosi, capaci di affermarsi come campioni di incassi. I blockbuster, insieme a tutte le novità tecniche nate in questo decennio hanno poi conosciuto ulteriore sviluppo negli anni 2000. Gli ultimi vent’anni sono infatti stati caratterizzati dai grandi film, in particolare dai cosiddetti cinecomic basati sui supereroi. Sono però molti anche i film più “piccoli”, che hanno dimostrato la volontà di raccontare storie nuove e in modi originali. Tra grandi autori, nuovi registi e novità a non finire, ecco un elenco dei migliori film anni 2000 da vedere.

Migliori film anni 2000 americani

Film anni 2000 americani

Come anticipato, gli anni Duemila si sono più che mai caratterizzati per opere molto diverse tra loro, da grandi blockbuster ricchi di effetti speciali a film indipendenti che esulano dai canoni hollywoodiani, passando ovviamente per importanti film d’autore affermatisi tra i più grandi capolavori della storia del cinema. Ecco i migliori film anni 2000 americani da vedere:

  • Il gladiatore (2000). Il generale romano Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, ha condotto ancora una volta i suoi legionari alla vittoria, ed ora spera di poter tornare alla sua famiglia. Ma il sovrano Marco Aurelio, oramai vecchio e stanco, gli chiede di assumere il comando dell’impero dopo la sua morte. Ridley Scott dirige Russell Crowe in questo kolossal contemporaneo, che ha il merito di aver fatto rinascere l’amore nei confronti di questi film epici.
  • Il Signore degli Anelli (2001-2003). Un giovane hobbit e un variegato gruppo, composto da umani, un nano, un elfo e altri hobbit, partono per un delicata missione, guidati dal potente mago Gandalf. Devono distruggere un anello magico e sconfiggere il malvagio Sauron. Peter Jackson cambia per sempre il genere fantasy d’avventura con l’adattamento in trilogia cinematografica del celebre romanzo di Tolkien. Un’opera monumentale, ancora oggi ineguagliata per traguardi artistici.
  • Lost in Translation (2003). Bob, star in declino di Hollywood, è a Tokyo per fare un pubblicità ad un whisky e, rinchiuso nel lussuoso hotel dove soggiorna, fa amicizia con Charlotte, di molti anni più giovane di lui. Sofia Coppola porta Bill Murray e Scarlett Johansson a perdersi per le strade di Tokyo, raccontando la solitudine dell’essere umano e il suo desiderio di instaurare rapporti che possano salvare dal sopraggiungere di questa.
  • Million Dollar Baby (2004). Frankie, coriaceo allenatore di boxe, prende la giovane e talentuosa Maggie sotto la sua ala e la trasforma di una atleta da competizione. Clint Eastwood trionfa di nuovo agli Oscar con questo film incentrato sulle seconde occasioni della vita e sul tentare il tutto per tutto prima che sia finita. Un racconto denso di emozioni, che sorprende fino all’ultimo.
  • I segreti di Brokeback Mountain (2005). Durante l’estate del 1963, due cowboy, Ennis e Jack, si incontrano in un ranch nel Wyoming in attesa di trovare un ingaggio per i pascoli estivi. Conoscendosi, danno vita ad un amore impossibile. Ang Lee dirige Heath Ledger e Jake Gyllenhaal in un’opera d’amore tra le più belle e struggenti degli ultimi vent’anni, colpendo dritto al cuore dello spettatore.
  • Il petroliere (2007). Ambientata in Texas nei primi anni del commercio petrolifero, è questa una storia che tratta di famiglia, avidità, religione ed oro nero. Indicato come uno dei migliori film del XXI Secolo, Il petroliere è un film ricco di elementi di pregio, dalla regia alla fotografia, dalle scenografie all’interpretazione di Daniel Day-Lewis premiato agli Oscar. Il suo Daniel Plainview è infatti considerato uno dei personaggi più complessi e straordinari mai comparsi sul grande schermo.
  • Avatar (2009). Tra i più importanti registi di fantascienza di sempre, James Cameron torna al cinema con un film ambiziosissimo, che porta lo spettatore sulla splendida Pandora, un terra incontaminata ma minacciata dall’essere umano. In attesa dei suoi quattro sequel in arrivo, Avatar è un film da rivedere per godere al meglio di tutte le prodezze tecnologiche, visive ed emotive concepite dal suo regista.
  • Bastardi senza gloria (2009). Francia, Seconda Guerra Mondiale: un gruppo di soldati americani di origine ebraica viene paracadutato sul suolo francese per una missione speciale. L’intenzione del gruppo è anche quella di uccidere il maggior numero possibile di tedeschi. Per riuscire nell’impresa, i soldati si avvaloreranno anche di una serie di armi non convenzionali. Quentin Tarantino riscrive gli esiti della Seconda guerra mondiale in un’opera tanto dissacrante quanto epica.
  • The Social Network (2010). Pochi anni dopo aver creato Facebook nella sua stanza del dormitorio di Harvard, Mark Zuckerberg, interpretato da Jesse Eisenberg, è diventato un miliardario, ma il suo grande successo lo sta portando a problemi sia personali sia legali. Il regista di celebri thriller come Seven e Zodiac realizza con The Social Network uno dei suoi film più apprezzati, capace di riflettere non solo sulla realizzazione del più celebre dei social, ma anche sull’odierna capacità di comunicare.
  • Inception (2010). Come complicare al massimo la trama di un film d’azione lo sa bene Christopher Nolan, in un film che gioca con la mente e con la realtà. Dom Cobb è un ladro con la capacità di rubare segreti dall’inconscio delle persone, attraverso i loro sogni. Un lavoro che gli ha portato molto, ma che gli ha tolto tutto quello che ama. La possiblità di redimersi arriverà con una missione apparentemente impossibile: innestare un’idea nella mente di una persona.
  • The Tree of Life (2011). Il difficile percorso di crescita del figlio di un uomo autoritario e una donna remissiva. Palma d’oro a Cannes. Terrence Malick vince la palma d’oro a Cannes con questo film ricco di elementi esistenzialisti e riflessioni sulla vita. The Tree of Life abbraccia il micro e il macrocosmo per raccontare l’evoluzione e la crescita in un mondo dominato dalla forza della natura e dall’amore per la natura.
  • Lei (2013). A Los Angeles, il sensibile e solitario Theodore, uno scrittore di lettere d’amore, intraprende una relazione sentimentale con Samantha, il sistema operativo del suo computer dalla suadente voce femminile. Tra fantascienza e dramma, il film di Jonze interpretato da Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson è una potente riflessione sui rapporti umani, sulla loro natura e sulla sempre più difficile comprensione dei propri sentimenti in un mondo tanto connesso e tecnologico.
  • Boyhood (2014). La vita di una famiglia ordinaria e delle vicende che li coinvolgono nell’arco di dodici anni. Mason e sua sorella Samantha passano dall’infanzia all’età adulta confrontandosi con le conseguenze della separazione dei loro genitori. Girato nell’arco di dodici anni, Boyhood è il capolavoro artistico di Richard Linklater, regista da sempre attento al trascorrere del tempo, alla crescita e al catturare i più sinceri istanti di vita.
  • Mad Max: Fury Road (2015). Nella ricerca della propria terra natale, una donna si rivolta contro un tiranno in un’Australia postapocalittica. In suo aiuto accorrono un gruppo di prigioniere, un fanatico e un vagabondo di nome Max. Al festival di Cannes ha ricevuto una standing ovation, e si è aggiudicato sei Oscar, diventando il film australiano con più statuette in assoluto. Ad oggi è da molti considerato il miglior film d’azione mai realizzato. Nel cast, Tom Hardy e Charlize Theron.
  • Il ponte delle spie (2015). James Donovan è un avvocato di Brooklyn che si trova coinvolto al centro della guerra fredda, quando deve negoziare il rilascio di Francis Gary Powers, pilota che è stato catturato dopo l’abbattimento del proprio aereo spia sopra la Russia. Steven Spielberg realizza uno dei suoi film più belli del nuovo millennio, dimostrando ancora una volta perché egli è indiscutibilmente il miglior storyteller del mondo.
  • Arrival (2016). Tratto dal racconto Story of Your Life, di Ted Chiang, il film ha per protagonista una filologa interpretata da Amy Adams chiamata a stabilire un dialogo con alcune forme extraterrestri giunte sulla terra. Da questi tentativi di comunicazione verranno alla luce scoperte che rivoluzioneranno per sempre tanto la vita della protagonista quanto quella dell’intera umanità. Un capolavoro.
  • La La Land (2016). Un musicista jazz e un’aspirante attrice si innamorano mentre sono entrambi impegnati a inseguire le proprie ambizioni e i propri sogni, ma le cose cambiano non appena cominciano a raggiungere il successo. Vincitore di 6 premi Oscar, questo film è un atipico musical incentrato sull’amore e il successo, magnificamente diretto, interpretato e tanto ricco di colori quanto di vita e passioni.
  • Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017). La madre di una ragazza assassinata scrive un controverso messaggio su alcuni cartelloni pubblicitari, aprendo una contesa che vede coinvolti lo stimato capo della polizia e un pericoloso poliziotto. Osannato come uno dei migliori film degli ultimi anni, è il capolavoro di McDonagh, incentrato sul lutto e il perdono. Un dramma estremamente potente, forte di una sceneggiatura impeccabile e interpretazioni da Oscar di Frances McDormand e Sam Rockwell.
  • C’era una volta a… Hollywood (2019). Rick Dalton, attore televisivo di telefilm western in declino, e la sua controfigura Cliff Booth cercano di ottenere ingaggi e fortuna nell’industria cinematografica al tramonto dell’età dell’oro di Hollywood. Quentin Tarantino realizza un film dedicato al cinema e ad un periodo preciso dell’industria, dopo il quale nulla sarebbe più stato come prima. Un’opera ricca di riferimenti, suggestioni e riflessioni.
  • The Irishman (2019). La storia di Frank Sheeran, veterano di guerra e camionista, divenuto un sicario al soldo della malavita di Filadelfia e assoldato per uccidere il popolare sindacalista Jimmy Hoffa. Attraverso i suoi occhi si ripercorrono cinquant’anni di storia americana. Opera crepuscolare sul mondo dei gangster statunitensi, il film di Scorsese è un vero e proprio canto del cigno di un epoca ormai appartenente al passato, con personaggi un tempo iconici ormai ridotti alla più totale solitudine. Con protagonisti Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci, The Irishman è uno dei più importanti film di Netflix.

Film anni 2000 adolescenziali per ragazzi e ragazze

Film anni 2000 ragazzi

Il cinema per ragazzi ha nel tempo donato al grande pubblico grandi capolavori che, con sfumature diverse, hanno saputo affrontare tematiche quotidiane nella vita di ogni ragazzo e ragazza. Dall’amicizia al rapporto con i genitori, dal desiderio alla paura di crescere, dai primi amori fino ai primi dolori che formano il carattere. Di seguito, ecco i migliori film anni 2000 adolescenziali per ragazzi e ragazze:

  • Juno (2007). Un’adolescente incinta decide di dare il neonato in adozione, ma le cose si complicano dopo che la scelta cade su una coppia benestante. Interpretato da Elliot Page (all’epoca Ellen), il film è da subito divenuto un grande cult, tanto per la sua sceneggiatura brillante quanto per le interpretazioni e le tematiche trattate.
  • Easy Girl (2010). Olive, una normale adolescente, racconta una piccola bugia in merito alla propria vita sessuale. Quando il pettegolezzo si diffonde tra gli studenti, la giovane viene improvvisamente investita da una enorme popolarità. Emma Stone è la protagonista di questo divertente film, che ha contribuito significativamente a renderla la star del cinema che è oggi.
  • Scott Pilgrim vs. The World (2010). Scott Pilgrim è un chitarrista disoccupato che incontra la ragazza dei suoi sogni, Ramona Flowers. Per conquistare totalmente il cuore della giovane Scott deve però affrontare i suoi diabolici sette ex fidanzati, decisi a ucciderlo. Interprato da uno spassoso Michael Cera, il film è non solo uno dei migliori adattamenti da un fumetto mai realizzato, ma anche un film per ragazzi ricco di tutti gli ingredienti giusti per divertire ed emozionare.
  • Colpa delle stelle (2014). Hazel e Gus sono due amici molto particolari. I due adolescenti, entrambi anticonformisti e dallo spiccato spirito sarcastico, si conoscono durante le riunioni in un gruppo di sostegno per malati di cancro e si innamorano l’uno dell’altra. Interpretato da Ansel Elgort e Shailene Woodley, il film è uno dei più popolari di genere romantico per ragazzi degli ultimi anni.
  • Captain Fantastic, di Matt Ross (2016). Ben e la moglie hanno scelto di crescere i propri figli nel cuore di una foresta del Nord America, evitando loro ogni contatto con la tecnologia e con la civiltà moderna. Un tragico evento, però, è destinato a cambiare le cose. Interpretato da Viggo Mortensen, questo film riflette sul ruolo dei genitori e propone percorsi educativi lontani dagli stereotipi del mondo globalizzato.

Film anni 2000 italiani

Film anni 2000 italiani

Anche l’Italia non è stata da meno negli ultimi vent’anni, regalandoci dagli anni 2000 ad oggi numerosi film di grande importanza. Dalle nuove opere di autori affermati sino alla comparsa di nuovi registi distintisi per ambizioni e idee. Incentrati sulla società italiana o portatori di storie che esulano dai canoni, ecco i migliori film anni 2000 italiani:

  • La stanza del figlio (2001). Un padre psicoanalista, una madre dolce e affettuosa, due figli adolescenti: legami familiari attraversati dalle luci e dalle ombre di una vita vissuta insieme. Finché l’irruzione del dolore non mette alla prova anche gli affetti più profondi. Nanni Moretti vince la palma d’Oro a Cannes con questo drammatico ritratto di una famiglia a pezzi e di come sia difficile gestire il dolore.
  • La finestra di fronte (2003). Giovanna si ritrova in casa un uomo molto anziano che ha completamente perso la memoria. Cercando di ricostruire la sua identità, scopre, piano piano, che lei stessa ha smarrito il ricordo dei propri sentimenti e delle proprie passioni. La finestra di fronte ha consacrato il regista Ferzan Ozpetek, oggi uno dei più apprezzati del panorama italiano.
  • Le conseguenze dell’amore (2004). Ogni uomo ha il suo segreto inconfessabile. Ma Titta Di Girolamo ne ha più di uno, il che spiega perché un uomo di cinquant’anni viva da otto in una camera d’albergo di un’anonima cittadina della Svizzera italiana. Opera seconda di Paolo Sorrentino, Le conseguenze dell’amore è anche uno dei suoi film più apprezzati.
  • Gomorra (2008). Quattro vicende raccontano la presa della camorra sulla vita delle persone: quella del sarto Pasquale, quelle dei piccoli criminali Marco e Ciro e degli imprenditori Franco e Roberto, e quella del piccolo Totò, vittima di uno spietato sistema. Matteo Garrone adatta per il grande schermo il romanzo di Roberto Saviano, offrendo un cupo ritratto di vicende fin troppo attuali.
  • La grande bellezza (2013). Roma si offre indifferente e seducente agli occhi meravigliati dei turisti: è estate e la città splende di una bellezza inafferrabile e definitiva. Jep Gambardella ha sessantacinque anni e la sua persona sprigiona un fascino che il tempo non ha potuto scalfire. È un giornalista affermato, che si muove tra cultura alta e mondanità in una capitale che non smette di essere un santuario di meraviglia e grandezza. Paolo Sorrentino trionfa agli Oscar con questo film che racconta Roma in tutta la sua bellezza e decadenza.
  • Il giovane favoloso (2014). La storia di Giacomo Leopardi, bambino prodigio rinchiuso in una casa che è una biblioteca mentre la propria voglia di conoscere il mondo lo porta a viaggiare con la mente e l’immaginazione. A ventiquattro anni lascia Recanati per entrare nell’alta società, ma il poeta non riesce ad adattarsi alla nuova vita. Mario Martone dirige Elio Germano nei panni di Leopardi, combinando la vita del poeta con le sue poesie e il loro valore eterno.
  • Non essere cattivo (2015). La periferia di Roma negli anni Novanta è un luogo dove dominano l’edonismo, le macchine di lusso e la cocaina. In questo scenario difficile, due ragazzi, Vittorio e Cesare si sostengono a vicenda nel tentativo di raggiungere il successo. Quando il primo riesce a trovare un lavoro, anche l’amico viene coinvolto immediatamente nell’affare. L’ultimo film di Claudio Caligari è un ritratto duro e al tempo stesso dolce di un contesto sociale e di un’amicizia per la vita.
  • A Ciambra (2017). Pio ha solo quattordici anni, ma già non vede l’ora di diventare adulto. Il suo punto di riferimento è Cosimo, il fratello maggiore. Quando questi scompare, Pio ha la possibilità di dimostrare tutta la sua maturità. Prodotta da Martin Scorsese, l’opera seconda di Jonas Carpignano è un coming of age che porta a conoscere nuovi aspetti di una comunità verso cui vigono innumerevoli pregiudizi.
  • Dogman (2018). Marcello, toelettatore di cani, commette piccoli crimini per Simoncino, un ex pugile che terrorizza il quartiere. Gli abusi del criminale, però, spingono l’uomo a prendere in mano la situazione. Premiato a Cannes per la miglior interpretazione, quella di Marcello Fonte, il film è una fiaba dark come solo Matteo Garrone sa realizzarne.
  • Il traditore (2019). Le vicende del criminale Tommaso Buscetta, primo pentito di mafia, che consentì ai giudici Falcone e Borsellino di comprendere l’organizzazione di Cosa Nostra e di portarne i capi in tribunale. Marco Bellocchio firma uno dei suoi film più belli e importanti, dirigendo Pierfrancesco Favino qui alle prese con una delle sue interpretazioni migliori.

Film anni 2000 su Netflix

Film anni 2000 Netflix

Nel giro di pochi anni le piattaforme streaming si sono affermate come il miglior strumento dove poter recuperare un film o una serie TV di proprio interesse. Nei vasti cataloghi di questi servizi si possono infatti ritrovare titoli di ogni tipo, dai grandi classici fino ad opere più recenti, da grandi blockbuster fino ai film più piccoli e indipendenti. Qui di seguito, si propongono alcuni dei tanti film anni 2000 presenti su Netflix:

  • American Psycho (2000). La vita di Patrick Bateman, un broker di Wall Street, dalla vita apparentemente normale ma che nasconde un’incontrollabile sete di sangue. Christian Bale è il protagonista di questo cult degli anni Duemila, in cui si propone l’altra faccia di un’America apparentemente ordinata e controllata.
  • A Beautiful Mind (2001). Studi, imprese, malattia e trionfo del matematico USA John Forbes Nash, premio Nobel 1994 per l’economia. Il ritratto di un uomo eccentrico, e anticonformista, il cui grande talento fu afflitto per molti anni da una grave forma di schizofrenia. Dopo Il gladiatore Russell Crowe mette a segno un’altra grandiosa interpretazione in questo biopic premiato agli Oscar.
  • 8 Mile (2002). Un giovane bianco di Detroit, nonostante i molti ostacoli, raggiunge il successo e diventa un rapper famoso. Il rapper Eminem è protagonista di questo film vagamente ispirato alla sua vita. Il film è famoso anche per la canzone Lose Yourself, divenuto iconico nonché primo brano rap a vincere un premio Oscar.
  • The Wolf of Wall Street (2013). New York, anni 80. Eccessi e corruzione segnano la curva discendente della brillante carriera di Jordan Belfort, un ambizioso broker in grado di guadagnare migliaia di dollari al minuto e di spenderne altrettanti in droga e futilità. Martin Scorsese dirige Leonardo DiCaprio in questo film ricco di adrenalina sull’ascesa e declino di un uomo specchio del suo tempo.
  • Storia di un matrimonio, di Noah Baumbach (2019). Un regista teatrale e la moglie attrice, un tempo felicemente sposati, intraprendono un lungo ed estenuante divorzio, che li pone di fronte ai loro limiti e alle necessarie rinunce con cui dovranno fare i conti. Interpretato da Adam Driver e Scarlett Johansson, il film è considerato il capolavoro di Baumbach. Un potente dramma che affronta in modo estremamente sincero e crudo la separazione e ciò che essa comporta, tanto nei suoi aspetti più evidenti quanto in quelli più privati. Un film tanto bello quanto doloroso.
 
 

9-1-1 6 stagione, quando esce, trama, cast e dove vederla in streaming

9-1-1 6 stagione

9-1-1 6 stagione è la sesta stagione della serie tv 9-1-1 creata da Ryan Murphy e Tim Minear per il network americano FOX.

9-1-1 6, quando esce e dove vederla in streaming

I primi episodi di 9-1-1 6 usciranno negli USA il 19 settembre 2022 su FOX. 9-1-1-6 in streaming sarà disponibile su Star, canale per adulti di Disney+

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

9-1-1 6: la trama e il cast

La sesta stagione si apre con i primi soccorritori e gli spedizionieri di Los Angeles che devono bilanciare le pressioni dei rispettivi lavori con le loro vite personali: dalla madre dell’operatore del 9-1-1 Abby Clark che soffre di demenza al marito del sergente di polizia Athena Grant che decide di rivelare ai suoi figli che in realtà è gay. Il pompiere alle prime armi Evan “Buck” Buckley impara ad apprezzare il significato del lavoro.

In 9-1-1 6 protagonisti sono Athena Grant (stagione 1-in corso), interpretata da Angela Bassett, Robert “Bobby” Nash (stagione 1-in corso), interpretato da Peter Krause, Evan “Buck” Buckley (stagione 1-in corso), interpretato da Oliver Stark, Henrietta “Hen” Wilson (stagione 1-in corso), interpretata da Aisha Hinds, Howie “Chimney” Han (stagione 1-in corso), interpretato da Kenneth Choi, Michael Grant (stagione 1-in corso), interpretato da Rockmond Dunbar, Maddie Kendall (stagione 2-in corso), interpreta da Jennifer Love Hewitt, Edmundo “Eddie” Diaz (stagione 2-in corso), interpretato da Ryan Guzman, May Grant (ricorrente stagione 1, stagioni 2-in corso), interpretata da Corinne Massiah.

Dai creatori Ryan Murphy e Brad Falchuk (il franchise di “American Horror Story”, “Nip / Tuck”), il nuovo dramma procedurale 9-1-1 esplora le esperienze ad alta pressione di agenti di polizia, paramedici e vigili del fuoco che sono spinti nel più situazioni spaventose, scioccanti e strazianti. Questi soccorritori devono cercare di bilanciare il salvataggio di coloro che sono più vulnerabili nel risolvere i problemi della propria vita.

9-1-1 racconta le esperienze ad alta pressione della polizia, paramedici e i vigili del fuoco che vengono spinti nelle situazioni più spaventose, scioccanti e toccanti. Questi soccorritori devono cercare di bilanciare il salvataggio di coloro che sono più vulnerabili nel risolvere i problemi della propria vita.

 
 

Ghosts 2: trailer della nuova stagione della serie di Rose McIver

Ghosts 2

Il network americano CBS ha diffuso il trailer di Ghosts 2, l’attesa seconda stagione di Ghosts. Ghosts 2 uscirà negli USA su CBS il 29 settembre 2022. In Italia la serie è attualmente inedita.

Samantha e Jay gettano al vento la cautela quando convertono la loro tenuta di campagna recentemente ereditata in un bed and breakfast. Chiamalo piani smarriti. Non solo il luogo sta cadendo a pezzi, ma è anche abitato dagli spiriti dei precedenti residenti, che solo Samantha può vedere e sentire. Ghosts  racconta la storia divertente e sincera di un sogno ritrovato che rivela che la connessione e la scoperta di sé non sono solo per i vivi.

Ghosts  è la nuova serie tv americana creata da Joe Port e Joe Wiseman e basata sul format UK della BBC.

La serie è una commedia a telecamera singola sull’allegra giornalista freelance Samantha (Rose McIver) e lo chef emergente Jay (Utkarsh Ambudkar), che gettano al vento cautela e denaro quando decidono di convertire un’enorme tenuta di campagna fatiscente che hanno ereditato in un bed & breakfast, solo per scoprire che è abitato dai molti spiriti dei residenti deceduti che ora lo chiamano casa. Le anime dei defunti sono un gruppo affiatato ed eclettico che include un impertinente cantante lounge dell’era del proibizionismo, un pomposo miliziano del 1700, un hippie degli anni ’60 appassionato di allucinogeni, un leader delle truppe scout degli anni ’80 eccessivamente ottimista, un esploratore vichingo ossessionato dal merluzzo 1009, un brillante fratello finanziario degli anni ’90, un nativo sarcastico e spiritoso del 1500, e una donna di società e moglie di un barone rapinatore del 1800 che è l’antenato di Samantha, solo per citarne alcuni. Ad aumentare l’ansia degli spiriti per i cambiamenti in arrivo nella loro casa c’è la consapevolezza che Samantha è la prima persona dal vivo che può vederli e ascoltarli.

 
 

Andor: nuovo trailer “Rebels”

ANDOR Serie Tv

Disney+ ha diffuso il nuovo inedito trailer di Andor, l’attesissima nuova serie tv basata sull’Universo di Star Wars. ANDOR, è la nuova serie Lucasfilm, ideata da Tony Gilroy, già penna dietro a Rogue One: A Star Wars Story esplorerà una nuova prospettiva dalla galassia di Star Wars, concentrandosi sul viaggio di Cassian Andor per scoprire la differenza che può fare. La serie porta avanti la storia della nascente ribellione contro l’Impero e il coinvolgimento di persone e pianeti. È un’era piena di pericoli, inganni e intrighi in cui Cassian intraprenderà il percorso destinato a trasformarlo in un eroe ribelle.

Andor, la serie tv

ANDOR la serie del franchise che arriverà in estate e che vede protagonista Cassian Andor, interpretato da Diego Luna, nelle vicende che lo hanno coinvolto prima dei fatti di Rogue One. Il personaggio, lo ricordiamo, ha esordito nello stand alone del 2016, che racconta i fatti che avvengono tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza.

ANDOR arriverà il 31 agosto su Disney+ e sarà composta da 12 episodi, che verranno seguiti da una seconda stagione sempre da 12 episodi che ci condurrà agli eventi di Rogue One. Nel cast di ANDOR compaiono Diego Luna, Adria Arjona, Denise Gough, Genevieve O’Reilly, Stellan Skarsgard, Fiona Shaw e Kyle Soller. Andor è incentrato su Cassian Andor (Luna), personaggio che è stato introdotto in Rogue One e come membro della ribellione contro l’Impero. La serie sarà un prequel del film, con Toby Haynes che sarà il regista principale della prima stagione che sarà composta da12 episodi. Gli altri registi coinvolti sono Ben Caron e Susanna White, mentre Stephen Schiff e Tony Gilroy sono gli sceneggiatori.

ANDOR è prodotto dallo showrunner Tony Gilroy, che ha scritto e prodotto  Rogue One. Inizialmente Gilroy avrebbe dovuto dirigere i tre episodi, ma è stato costretto a rinunciare a causa di problemi di viaggio legati alla pandemia. In  Rogue One un gruppo di improbabili eroi si unisce in una missione per rubare i piani alla Morte Nera, l’ultima arma di distruzione dell’Impero. Questo evento chiave nella cronologia di Star Wars riunisce persone comuni che scelgono di fare cose straordinarie e, così facendo, diventano parte di qualcosa di più grande di loro stessi.

 
 

9-1-1 6: primo promo dalla sesta stagione

9-1-1 6 stagione

Il canale americano FOX ha diffuso il primo promo ufficiale di 9-1-1 6, l’annunciata sesta stagione della serie 9-1-1 che sta per debuttare negli USA. Nuova stagione, nuovo dramma: che il caos abbia inizio! La sesta stagione di 9-1-1 debutterà lunedì 19 settembre su FOX. 9-1-1-6 in streaming sarà disponibile su Star, canale per adulti di Disney+

9-1-1 6

9-1-1 6 stagione è la sesta stagione della serie tv 9-1-1 creata da Ryan Murphy e Tim Minear per il network americano FOX. La sesta stagione di 9-1-1 debutterà lunedì 19 settembre su FOX. 9-1-1-6 in streaming sarà disponibile su Star, canale per adulti di Disney+

In 9-1-1 6 protagonisti sono Athena Grant (stagione 1-in corso), interpretata da Angela Bassett, Robert “Bobby” Nash (stagione 1-in corso), interpretato da Peter Krause, Evan “Buck” Buckley (stagione 1-in corso), interpretato da Oliver Stark, Henrietta “Hen” Wilson (stagione 1-in corso), interpretata da Aisha Hinds, Howie “Chimney” Han (stagione 1-in corso), interpretato da Kenneth Choi, Michael Grant (stagione 1-in corso), interpretato da Rockmond Dunbar, Maddie Kendall (stagione 2-in corso), interpreta da Jennifer Love Hewitt, Edmundo “Eddie” Diaz (stagione 2-in corso), interpretato da Ryan Guzman, May Grant (ricorrente stagione 1, stagioni 2-in corso), interpretata da Corinne Massiah.

 
 

Iron Man: smentito un insistente rumor sul Marvel Universe

war machine iron man

Di recente, Don Cheadle ha parlato con extratv al D23 Expo della Disney in merito al suo ritorno al ruolo del colonnello Rhodey Rhodes in Armor Wars, la nuova serie Disney+. L’attore ha finalmente smentito un rumors che vorrebbe il suo personaggio in veste di sostituto di Iron Man/Tony Stark all’interno del MCU.

Anche se non ha rivelato molto su ciò che i fan della Marvel possono aspettarsi dal suo personaggio nel prossimo futuro, Don Cheadle si è affrettato a respingere i suggerimenti che Rhodey avrebbe preso il posto di Tony Stark. Dicendo “Non credo che nessuno possa farlo davvero”, ha anche suggerito che “Rhodey è il suo amico”.

“Non lo so. Voglio dire, penso che Rhodey sia il suo amico. Non credo che qualcuno possa davvero entrare in questo ruolo, sostituirsi a Iron Man. Penso che Robert l’abbia fatto bene come nessun altro potrebbe mai farlo. Ma penso che impareremo molto di più su ciò che Rhodey vuole, chi è, quale sarà il suo posto e il firmamento del MCU alla fine. Onestamente non so molto di più di quello che sai tu.”

In attesa di scoprire qualcosa in più sulla serie Armor Wars e ricordando che vedremo il personaggio anche in Secret Invasion, conveniamo con quanto detto da Don Cheadle sull’insostituibilità del Tony Stark/Iron Man di Robert Downey Jr.

 
 

Fast and Furious 10: Brie Larson condivide un piccolo dettagli del suo personaggio

Fast and Furious 10

La partecipazione di Brie Larson a Fast and Furious 10 sta creando molta attesa, soprattutto perché l’attrice ha mostrato, con il suo lavoro in Captain Marvel, di essere capacissima di interpretare ruoli action con grande credibilità e sappiamo che al fianco di Vin Diesel questa dote è importantissima, in questo franchise.

Ora, Larson offre un minuscolo aggiornamento sul suo personaggio: il nome! In una foto che ha condiviso sul suo account ufficiale di Instagram, l’attrice ha mostrato che sarà Tess nel decimo capitolo del franchise a quattro ruote. La didascalia della foto recita: “Rivelazione del nome”.

Fast and Furious 10, quello che sappiamo

Vi ricordiamo che Fast and Furious 10 non sarà più diretto da Justin Lin come annunciato in precedenza. Confermati nel cast al momento ci sono Nathalie Emmanuel nei panni di Ramsey, Vin Diesel come Dominic Toretto, Michelle Rodriguez che riprende i panni di Letty Ortiz, Tyrese Gibson, Ludacris, Helen Mirren e Sung Kang che riprende il suo ruolo di Han. Tra le new entry, Jason Momoa nel ruolo del villain e Brie Larson.