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Mystic River: libro, trama e cast del film di Clint Eastwood

Mystic River: libro, trama e cast del film di Clint Eastwood

Un monumento vivente del cinema come Clint Eastwood non sembra sbagliare mai un colpo, nemmeno raccontando una storia semplice, e molto americana, come quella di Mystic River. Considerato uno dei suoi maggiori capolavori, il film del 2003 è un cupo thriller incentrato su un difficile caso di omicidio che coinvolge tre personaggi un tempo amici stretti. In un America dove la violenza è all’ordine del giorno, scegliere di chi fidarsi diventa una responsabilità non da poco, e Eastwood porta in scena tutto ciò con il grande gusto che da sempre contraddistingue la sua messa in scena. Il film non è però una storia originale, bensì la trasposizione del romanzo La morte non dimentica.

Scritto da Dennis Lehane, uno dei maggiori romanzieri statunitensi, che con questo libro del 2001 trovò fama mondiale. In questo si ritrova non solo una grande storia noir, ma anche uno studio approfondito di personaggi psicologicamente complessi, ognuno con i suoi lati di luci e tenebre. Arrivato all’attenzione di Eastwood, che vi ritrovò molti dei temi a lui cari, il romanzo venne presto opzionato e trasformato in film. Questo avrebbe dovuto essere girato in Canada, ma il regista insistette affinché le riprese avvenissero a Boston, vera ambientazione della storia. Presentato poi in concorso al Festival di Cannes, Mystic River non ottenne qui alcun riconoscimento se non il plauso della critica.

Arrivato in sala, però, si affermò come un grande successo economico. A fronte di un budget di 30 milioni di dollari, il film arrivò ad incassarne circa 156 in tutto il mondo. Divenne poi uno dei protagonisti della stagione dei premi, ottenendo sei nomination agli Oscar e vincendone due. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze con il romanzo. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Mystic River: la trama del film

La storia si apre nel 1975, quando Sean, Jimmy e Dave non sono che tre ragazzini, amici inseparabili proiettati a loro insaputa verso un cupo destino. La loro infanzia termina infatti il giorno in cui Dave viene rapito e abusato sessualmente. Pur riuscendo infine a tornare a casa, nulla sarà più come prima. Venticinque anni dopo, la quiete di Boston viene nuovamente sconvolta dal brutale omicidio di Katie, la figlia di Jimmy. Disperato, questi inizia a cercare una propria personale vendetta, mentre sul caso investiga Sean, ora poliziotto. I loro sospetti finiranno per ricadere proprio su Dave, il quale sembrerebbe poter aver avuto più di un motivo per commettere quel delitto. In un susseguirsi di accuse e sospetti, il sangue chiamerà necessariamente altro sangue e la vendetta troverà infine il modo di compiersi, giusta o meno che sia.

Mystic River film

Mystic River: il cast del film

Ad interpretare il principale protagonista del film, Jimmy Markum, è l’attore Sean Penn. Questi fu da subito la prima scelta di Eastwood per il ruolo, e con la sua performance l’attore arrivò a vincere il suo primo Oscar come miglior attore. Per dar vita a Jimmy, Penn cercò di calarsi quanto più possibile nella mentalità del personaggio e della città di Boston. Il risultato è un’interpretazione struggente e particolarmente complessa per quantità di emozioni manifestate. Il ruolo del poliziotto Sean Devine era originariamente stato affidato a Michael Keaton, il quale aveva anche iniziato a fare diverse ricerche per questo. Un mese prima dell’inizio del set, però, egli lasciò il film a causa di un litigio con Eastwood. Venne allora sostituito da Kevin Bacon, il quale si recò a lavorare in un ufficio di polizia in preparazione al ruolo.

Tim Robbins, celebre per il film Le ali della libertà, interpreta invece il problematico Dave. Un ruolo particolarmente complesso, grazie al quale egli vinse l’Oscar come miglior attore non protagonista. Nel film sono poi presenti altri noti attori come Laurence Fishburne, nei panni del sergente Whitey, collega di Sean. Marcia Gay Harden è invece Celeste Boyle, la moglie di Dave. Anche lei ha ottenuto la candidatura all’Oscar per la sua interpretazione, senza però vincere. Laura Linney, invece, interpreta Annabeth Markum, moglie di Jimmy. È inoltre presente l’attore Eli Wallach, il quale ha un breve cameo nei panni del signor Loonie. Questi, grande amico di Eastwood sin dai tempi di Il buono, il brutto, il cattivo, raccontò di aver girato la propria scena in un’unica ripresa, tanto l’intesa tra lui e l’amico regista era forte e chiara.

Mystic River: le differenze tra il libro e il film

Nell’adattare il celebre romanzo si è cercato di rimanere quanto più fedeli possibile alla storia scritta da Lehane. Vi sono però inevitabilmente alcune differenze, che hanno permesso al racconto di acquisire una forma più consona al mezzo cinematografico. Il primo di questi si ritrova nella scoperta di quanto accaduto a Katie, la figlia di Jimmy. Il film lo spettatore viene a conoscenza della sua morte dopo i primi 30 minuti, mentre nel libro la ricerca della ragazza dura molto di più, e permette all’autore di descrivere minuziosamente il contesto della città. Allo stesso modo, anche il personaggio di Dave è particolarmente semplificato. Nel romanzo, questi è estremamente complesso psicologicamente e attanagliato dai traumi della sua infanzia, legati alla pedofilia. Nel film tutto ciò è presente, seppur in maniera meno evidente.

Anche la storia personale del poliziotto Sean è qui in parte tralasciata per favorire la trama principale. Nel romanzo, infatti, il rapporto con la moglie da cui è separato è maggiormente approfondito, mentre nel film questo è lasciato sullo sfondo. Particolarmente diversa è anche la rappresentazione della scena d’apertura del film, legata al rapimento di Dave. I tre amici, infatti, nel film stanno giocando lungo la strada e vengono avvicinati da due estranei, entrambi anziani. Nel romanzo, invece, si trovano vicino la stazione dei treni, e i due sequestratori sono uno giovane e biondo e l’altro anziano. Molti degli aspetti di questo rapimento sono sintetizzati nel film, così da permettere di far rientrare un romanzo di oltre 400 pagine in due ore di racconto.

Mystic River: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Mystic River è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 23 novembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Judy: trama, cast e la vera storia dietro il film

Judy: trama, cast e la vera storia dietro il film

Icona del cinema hollywoodiano degli anni Quaranta, Judy Garland ha avuto una vita tanto ricca di successi quanto anche di profondi drammi personali. Dietro la sua fortunata carriera cinematografica, si nascondeva infatti una donna fragile, segnata dai numerosi matrimoni falliti e dalla dipendenza di farmaci. Eppure ridurla a ciò non le farebbe giustizia e anche per questo il film del 2019 Judy (qui la recensione) si è impegnato a far riscoprire la Garland, proponendola senza filtri in tutta la sua complessità emotiva, tra successi e insuccessi. Diretto da Rupert Goold, attivo principalmente in campo teatrale, il film è dunque una struggente biografia della donna oltre la diva.

Scritto da Tom Edge, il film è basato sul dramma teatrale di Peter Quilter End of the Rainbow, un chiaro riferimento all’arcobaleno del film Il mago di Oz e del brano intitolato appunto Somewhere Over the Rainbow, che rese celebre la Garland. A lungo atteso, Judy ha dunque raccontato risvolti meno noti della vita della diva, ottenendo ampi consensi di critica e pubblico. Nel corso della stagione dei premi di quell’anno è poi stato un grande protagonista, vincendo importanti riconoscimenti, in particolare quelli come miglior attrice a Renée Zellweger, interprete malinconica della Garland.

Per molti Judy è uno dei biopic più affascinanti degli ultimi anni, che non ha la pretesa di raccontare tutto ma si concentra su alcuni particolari per giungere ad un ritratto complessivo della vita dell’artista. Per gli appassionati del genere e per riscoprire la Garland, è un titolo da non perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire alcune curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori e alla vera storia Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Judy: la trama e il cast del film

Il film si apre sul 1968, quando Judy Garland è una donna ormai esausta dalla vita e con innumerevoli problemi privati a gravare sulle sue spalle. Piena di debiti, con diversi matrimoni alle spalle e con una voce ormai non più iconica come un tempo, Judy trova conforto soltanto nei figli Lorna e Joey, per i quali deve comunque combattere per ottenerne la custodia. In cerca di soldi e nuovi lavori, la Garland si sposta in lungo e in largo, non potendo però fare a meno di ripensare agli inizi della sua carriera, quando aveva il controllo della sua vita e tutto sembrava dover andare per il meglio.

Come anticipato, ad interpretare la Garland vi è l’attrice Renée Zellweger. Per lei, interpretare la protagonista è però stata una sfida non da poco. Si è infatti dovuta allenare a livello vocale per oltre un anno, oltre a sottoporsi ad alcuni interventi di trucco per rendere maggiore la somiglianza con la Garland. Grazie alla sua struggente performance, la Zellweger si è poi aggiudicata il suo secondo premio Oscar. Accanto a lei, nei panni dei figli Lorna e Joey vi sono gli attori Bella Ramsey e Lewin Lloyd, mentre Jessie Buckley è l’assistente Rosalynd Wilder e Rufus Sewell è Sidney Luft, terzo marito della Garland.

Judy cast

Judy: le differenze tra il film e la vera storia

Nell’adattare il dramma teatrale e fare riferimento alla vera vita della Garland, lo sceneggiatore, il regista e i produttori di Judy hanno cercato di rimanere fedeli ad alcuni aspetti, modificando solo ciò che era necessario modificare. Innanzitutto, come mostrato nel film, risulta essere vero che i produttori della MGM incoraggiarono la Garland ad assumere anfetamine per il controllo dell’appetito, così che potesse preservare la propria immagine. Ciò la portò naturalmente a sviluppare una dipendenza da farmaci. A procurare tali pillole all’attrice fu proprio la madre, la quale proiettava nella figlia i suoi sogni infranti di divenire una celebrità.

Altra figura particolarmente tirannica nella vita della Garland, come mostrato nel film, è quella del produttore Louis B. Meyer, il quale ebbe un profondo controllo sulla vita artistica e privata della giovane. Quando nel 1949 la Garland venne licenziata dalla MGM, l’attrice tentò realmente il suicidio e riuscì a riprendersi dalla sua crisi personale solo dopo un lungo soggiorno in ospedale. In quegli anni la vita privata della Garland era infatti non solo segnata dalle sue dipendenze, ma anche dai matrimoni falliti. In particolare, a segnarla, fu l’aver perso la custodia dei figli Lorna e Joey nei confronti del terzo marito, Sidney Luft.

Concentrandosi poi sull’ultimo periodo di vita della Garland, il film ce la racconta in bancarotta e pronta a recarsi a Londra nella speranza di esibirsi in alcuni locali. Entrambi questi aspetti sono veri, in quanto negli ultimi anni di vita la Garland era piena di debiti e cercò riparo a Londra per poter ottenere qualche nuovo impiego. L’attrice fu infine ritrovata morta il 22 giugno del 1969, a quarantasette anni. Si pensò inizialmente ad un suicidio, ma l’autopsia riportò che si trattò di una morte accidentale dovuta ad un’eccessiva assunzione di barbiturici in un lungo arco di tempo.

Judy: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Judy grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 23 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

Gli occhi del diavolo, recensione dell’horror di Daniel Stamm

Gli occhi del diavolo, recensione dell’horror di Daniel Stamm

Il regista tedesco Daniel Stamm torna sul tema delle possessioni diaboliche dopo L’ultimo esorcismo del 2010, con il suo nuovo film Gli occhi del diavolo che sarà in sala dal 24 novembre.

All’epoca al botteghino aveva riscosso un gran successo, portando a casa un incasso nettamente superiore alle spese. Così come era stato (un po’ meno, forse) anche per 13 peccati del 2014, un horror dal ritmo frenetico di cui aveva anche scritto la sceneggiatura, pur essendo il remake di una pellicola thailandese del 2006.

La trama di Gli occhi del diavolo

Questa volta la storia sorge da un’idea dello sceneggiatore Robert Zappia, che proveniva già dal genere horror per Halloween – 20 anni dopo del 2008 e che ha scritto Gli occhi del diavolo insieme a Todd e Richey Jones. Qualche anno fa, infatti, era incappato in un articolo di giornale che raccontava come negli ultimi decenni ci fosse stata un’incredibile crescita di casi di possessione e, quindi, di richieste di aiuto nei confronti di sacerdoti esorcisti, soprattutto a fronte di un aumento del rapporto delle une rispetto agli altri. Così il film inizia con il colpo di genio per ovviare alla minaccia di un’invasione di satana e i suoi seguaci: l’apertura di nuove scuole per aspiranti esorcisti.

Suor Ann (Jacqueline Byers) è una giovane e promettente consacrata che lavora come infermiera nell’istituto che negli Stati Uniti è preposto allo scopo dell’addestramento di preti. La ragazza si affeziona in particolar modo ad una bimba (Posy Taylor) ricoverata tra i pazienti che lei assiste, che però pare manifestare nei suoi confronti un interesse non propriamente innocente, cosa che la introdurrà nel percorso per diventare la seconda donna esorcista nella storia.

Gli occhi del diavolo apre dunque le sue danze, seguendo per bene le tracce dei suoi innumerevoli predecessori, tra cui il primo fra tutti: L’esorcista di William Friedkin del ’73. Ma, a parte la variante della protagonista femminile, non aggiunge praticamente nulla di nuovo né dal punto di vista dell’intreccio né, men che meno, da quello delle immagini.

Probabilmente, di fatto, vedere sullo schermo Suor Ann lottare con i propri demoni fisici e psichici, del passato e del presente, conficca il perno dell’attenzione sui principali dolori di cui questo tempo storico così tanto soffre. È naturale che non ci sia innovazione neanche da quel punto di vista, ma se c’è una piccola attualizzazione del genere rispetto ai suoi antenati, si può giusto trovare in queste minime varianti.

Le ferite generate dalla propria storia personale, che chiaramente affondano nella psiche delle vittime di possessione diabolica (tutte donne), vengono affrontate esclusivamente attraverso le forze individuali. Laddove nella tradizione della Chiesa Cattolica la figura dell’esorcista si mette totalmente nelle mani di Dio, facendosi ed essendo suo ministro nell’aiutare i posseduti come il tramite di una potenza ben più grande di lui che gli viene data, proprio come se ne fosse catalizzatore, qui diviene una lotta completamente impari tra la donna e il demonio. Ed è curioso, oltre che consolidato, che i riferimenti maschili ne escano impotenti, deboli e smarriti, tanto per cambiare.

L’unione femminile fa la forza

C’è la figura di una psichiatra (Virginia Madsen) ad incoraggiare Suor Ann e che all’inizio del film la aiuta a scavare nella memoria della sua infanzia segnata da una mamma malata (Koyna Ruseva) e a tratti aggressiva. E c’è la sorella di un giovane sacerdote che è perseguitata dagli effetti di uno stupro subito tanti anni prima. I demoni del passato sono ciò a cui il diavolo si attacca per torturare queste donne, proprio come l’anello di Sauron de Il Signore degli Anelli. E a tentare una liberazione da tali e tanti fardelli sono le parole sussurrate da Suor Ann, dalla sua mamma, che come un mantra si ripetono rassicuranti per scacciare le forze infernali.

Ancora una volta, insomma, l’unione (femminile) fa la forza. Ma la verità, alla fine, è che l’assenza di Dio si sente in maniera prepotente. E l’epilogo dell’allenamento per la «difesa contro le arti oscure», lascia Suor Ann e lo spettatore soli e con tanti dubbi.

Simu Liu risponde alle critiche di Quentin Tarantino

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Simu Liu risponde alle critiche di Quentin Tarantino

A seguito dei recenti commenti di Quentin Tarantino sul genere e sul franchise, Simu Liu si è rivolto a Twitter per condividere una risposta schietta alle sue critiche ai film Marvel. L’attore di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli ha riconosciuto l’impatto di Tarantino e Martin Scorsese sul cinema nel suo complesso, ma ha anche aggiunto altre osservazioni che sembrano giuste.

“Se l’ingresso al mondo delle star di Hollywood fosse gestito da Tarantino o Scorsese, io non avrei mai avuto l’opportunità di recitare un in film di 400 milioni. Sono in ammirazione del loro genio cinematografico. Sono autori trascendentali. Ma non possono puntare il naso contro di me o con chiunque altro.”

“Nessuno studio cinematografico è o sarà mai perfetto. Ma sono orgoglioso di lavorare con uno che ha compiuto sforzi importanti per migliorare la diversità sullo schermo creando eroi che danno potere e ispirano le persone di tutte le comunità ovunque. Anch’io ho adorato la “Golden Age”… ma era tremendamente bianca.”

https://twitter.com/SimuLiu/status/1595125075040403456?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1595126266780274688%7Ctwgr%5E629a0535ca17c5d18d3eed429d3676c7d8d42201%7Ctwcon%5Es2_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fmarvel-tarantino-scorsese-criticisms-simu-liu-response%2F

Black Panther: Wakanda Forever svela il nuovo Nick Fury

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Black Panther: Wakanda Forever svela il nuovo Nick Fury

ATTENZIONE – l’articolo contiene spoiler su Black Panther: Wakanda Forever

Black Panther: Wakanda Forever

Screen Rant ha intervistato Nate Moore, produttore di Black Panther: Wakanda Forever, il quale ha commentato l’apparizione a sorpresa di Julia Louis-Dreyfus nei panni della contessa Valentina Allegra de Fontaine. Moore ha condiviso che la connessione di Valentina con Everett Ross era in realtà un’idea di Ryan Coogler. Ha anche paragonato Valentina al Nick Fury della Fase 1, suggerendo che questo potrebbe essere pericoloso per l’MCU.

“Certamente, questa non è l’ultima volta che vedremo Valentina. Penso che ora, chiaramente, lei e Ross potrebbero trovarsi a tavoli diversi nello stesso ristorante. Il dettaglio della loro relazione passata era qualcosa che Ryan pensava sarebbe stato davvero divertente e interessante da esplorare. Si spera che riusciremo a costruire su questo presupposto. Ma con Valentina, proprio come Nick Fury nella Fase 1, stiamo lentamente costruendo la storia di una donna che forse ha le mani in pasta in più questioni. E vedremo se è una cosa positiva o negativa per l’MCU.”

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione del film Marvel

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

1899: la spiegazione del finale della serie tv

1899: la spiegazione del finale della serie tv

Stravolgendo la percezione della realtà dei suoi personaggi, il finale della serie tv Netflix 1899 ci mette davanti a misteri fantascientifici sconcertanti che richiedono indubbiamente spiegazioni. In ogni episodio, 1899 naviga in una moltitudine di concetti e dispositivi narrativi fantascientifici senza offrire una spiegazione chiara per nessuno di essi. Per aggiungere un ulteriore livello di intrigo e dramma, 1899 termina ogni episodio con un enigmatico cliffhanger, mentre si svelano gradualmente le traumatiche storie dei suoi personaggi principali. Sebbene il dramma fantascientifico di Netflix si prenda il suo tempo per svelare questi misteri di fondo e tenga intenzionalmente gli spettatori col fiato sospeso grazie a un ritmo disteso, è comunque gratificante riuscire ad unire tutti i puntini.

Il Kerberos e il Prometheus

Una nave di nome Kerberos è lo scenario principale che riunisce i diversi personaggi di 1899, mentre la Prometheus è un’altra nave che sarebbe scomparsa prima che la Kerberos salpasse. All’inizio di 1899, diventa evidente che la Kerberos non è una nave normale e ospita molte tecnologie misteriose che sono quasi incomprensibili per i passeggeri. La trama di 1899 prende una piega oscura quando l’equipaggio della Kerberos riceve uno strano messaggio da una nave vicina che si rivela essere la Prometheus. Dopo aver trovato solo un ragazzo, Elliot, sulla nave fantasma, l’equipaggio della Prometheus lo prende a bordo e salpa per tornare a casa. Non si rendono conto che un altro passeggero della Prometheus, di nome Daniel, è salito a bordo della nave.

Il caos si scatena a Kerberos quando i passeggeri iniziano a morire, mentre Daniel cerca di costringere Maura (interpretata da Emily Beecham) a mettere in discussione la sua percezione. 1899 spiega questi eventi misteriosi negli ultimi episodi rivelando che la nave è una simulazione che ha manipolato la realtà dei passeggeri: tutto, dai loro ricordi al loro aspetto fisico, è un costrutto della simulazione. Dal punto di vista mitologico, Cerbero/Kerberos è il cane da guardia a tre teste che impedisce ai morti di fuggire dagli inferi. Dato che il Kerberos del 1899 funge da prigione della percezione e della realtà per i passeggeri, il nome acquista un senso. Allo stesso modo, il nome dell’altra nave deriva dal mito greco di Prometeo, che venne tormentato in eterno per aver rubato il fuoco dal monte Olimpo, un parallelismo con i passeggeri che vivono in loop infiniti dei loro traumi simulati.

Chi ha creato la simulazione?

I depistaggi nei primi episodi di 1899 suggeriscono che il padre di Maura, Henry Singleton (interpretato da Anton Lesser del cast di Andor), sia il genio del male dietro la simulazione. Ad esempio, Maura continua a sostenere che il padre le ha rimosso i ricordi dopo che lei e il fratello sono venuti a conoscenza dei suoi esperimenti segreti sulla nave. In un’altra scena, Henry spia i passeggeri della Kerberos dalla comodità della sua stanza. Se questi momenti sono abbastanza convincenti da suggerire che Henry sia l’architetto della simulazione, gli episodi finali rivelano che Maura ne è la creatrice.

Al di fuori della simulazione, Maura viveva nel mondo reale con il marito Daniel e il figlio Elliot. Quando la salute del figlio iniziò a declinare a causa di una misteriosa malattia, la donna non riuscì a sopportare il dolore e il lutto che questo questo tragico evento portò alla sua famiglia. Nel tentativo di “preservare” il figlio, ne trasferisce la coscienza in una realtà simulata dove lei e Daniel (interpretato da Aneurin Barnard del cast della sesta stagione di Peaky Blinders) possono passare del tempo con lui in una piccola stanza dei giochi, nonostante lui sia morto nel mondo reale. Sebbene 1899 non riveli come la simulazione sia cresciuta dalla stanza dei giochi di un bambino a un sistema a più livelli e come Henry sia stato coinvolto, sembra probabile che molte altre forze siano state coinvolte nella tecnologia nel corso del tempo e abbiano scatenato il caos.

Sfruttando questo aspetto a suo vantaggio, Henry ha abusato della tecnologia della figlia creando altre simulazioni all’interno della sua simulazione principale per studiare le oscure profondità del cervello umano. Maura spiega la sua spirale negativa in una breve conversazione con Eyk (interpretato da Andreas Pietschmann del cast della terza stagione di Dark) ricordando che sua madre era affetta da Alzheimer, che ha gradualmente distrutto la sua capacità di riconoscere i membri della famiglia. Dopo la sua morte, Henry ha iniziato ad affrontare la sua perdita studiando meticolosamente la mente umana, sperando di trovare risposte alla malattia della moglie.

Con il tempo, ha chiaramente esagerato, rendendo la figlia e la sua famiglia vittime dei suoi esperimenti. Il fatto che Maura abbia scelto di proposito di cancellare i suoi ricordi per affrontare la morte traumatica del figlio si rivela un vantaggio e un ostacolo per Henry. Se da un lato gli permette di manipolare la sua tecnologia e di usarla a suo vantaggio, dall’altro si trova nei guai quando si rende conto che solo Maura possiede il codice per sfuggire alle simulazioni.

Il significato della piramide, dello scarabeo e della chiave nella simulazione di 1899

La piramide del ragazzo e la chiave di Maura sono i codici necessari per porre fine alle simulazioni nella serie televisiva fantascientifica di Netflix. Poiché Maura non aveva ricordi della sua vita passata, non riusciva a ricordare nulla della chiave anche se l’aveva sempre con sé. Henry la sottopone a queste simulazioni ricorrenti per aiutarla a ricordare dove teneva la chiave. È anche possibile che Henry abbia collocato quei simboli piramidali in tutta la nave come messaggi subliminali per stimolare la sua memoria o forse Maura stessa li ha collocati nella realtà simulata per ricordare la chiave dopo aver perso la memoria. Quest’ultima ipotesi sembra più plausibile, dato che il simbolo della piramide e della chiave è tatuato anche dietro l’orecchio del figlio.

Come la piramide e la chiave, anche lo scarabeo è un codice che apre le porte chiuse. Il significato dello scarabeo rimanda a uno dei ricordi di Maura nel mondo reale, in cui Maura (interpretata da Emily Beecham della serie cult d’azione Into the Badlands) chiede a Elliot di liberare uno scarabeo che ha intrappolato in un barattolo per insegnargli il famoso detto “lasciali liberi se li ami”. Per questo motivo, lo scarabeo viene probabilmente manifestato o progettato come codice per accedere alla libertà dalle porte chiuse nella simulazione.

Le simulazioni delle botole sono reali riflessi del passato?

Sotto il letto di ogni passeggero c’è una botola, da cui si arriva a una camera sotterranea che conduce a una simulazione dell’inquietante passato del rispettivo passeggero. Considerando che il passato di ogni personaggio era probabilmente una mera costruzione, le simulazioni delle botole probabilmente non hanno nulla a che fare con la realtà dei passeggeri. Ciò è ulteriormente confermato quando i passeggeri iniziano a scorrere le rispettive simulazioni di memoria dopo che Daniel ha alterato il codice.

Il virus di 1899 spiegato

Verso la fine, dalle pareti dell’astronave iniziano a spuntare enormi strutture nere e quando Virginia Wilson (interpretata da Rosalie Craig del cast di The Queen’s Gambit) ne tocca una, la massa nera inizia a diffondersi su tutto il suo corpo. Come ogni altra cosa nella simulazione, anche la sostanza nera è un codice che rappresenta un virus. Daniel ha intenzionalmente violato il sistema e introdotto il virus nella simulazione per impedire a Henry di riavviare il ciclo. Questo spiega perché chiede agli altri passeggeri di non toccarlo.

Il significato dell’allegoria della caverna di Platone

Nella sua allegoria, intitolata “La caverna”, Platone descrive uno scenario ipotetico in cui un gruppo di persone è incatenato all’interno di una caverna e tutto ciò che possono vedere è un muro vuoto di fronte a loro. Il muro riflette le ombre del mondo reale alle loro spalle, ma non dà mai una rappresentazione accurata della realtà. Nonostante i limiti della loro percezione, gli abitanti della caverna accettano la realtà che viene loro presentata perché è l’unica che conoscono. Film come Interstellar, capolavoro fantascientifico di Christopher Nolan, Shutter Island di Scorsese e persino Matrix delle sorelle Wachowski fanno riferimento alla stessa allegoria.

Henry ricorda che Maura da giovane era ossessionata dall’Allegoria di Platone. Probabilmente è lì che ha trovato l’ispirazione per creare realtà alternative, o meglio, ombre della realtà, attraverso le simulazioni. Tuttavia, dopo aver perso i suoi ricordi e aver preso il controllo delle sue simulazioni, Henry è diventato il portatore della realtà, mentre la sua simulazione è diventata una semplice ombra sul muro. Poiché anche Henry fa parte di una simulazione, l’Allegoria di Platone è un ciclo infinito in 1899 in cui il leader della catena di simulazioni rimane sconosciuto.

Come funzionano le siringhe bianche e nere di Henry

Come tutti gli oggetti delle simulazioni, entrambe le iniezioni sono codici che servono a uno scopo specifico. La loro funzione è simile a quella delle pillole blu e rosse di Matrix. Henry usa l’iniezione nera per resettare i ricordi di Maura e mandarla in una nuova simulazione; al contrario, usa quella bianca per ripristinare i suoi ricordi e la conseguente comprensione della realtà.

Perché Cirian ha preso il controllo della simulazione di Maura

Verso la fine della stagione 1 di 1899, Henry mette le mani sulla piramide e sulla chiave, ma Daniel riesce comunque a stare un passo avanti. Daniel manipola il codice della siringa in modo tale che, quando Henry inietta il siero nero a Maura, lei raggiunge la prima sala giochi di simulazione che aveva creato per suo figlio. Qui Daniel le dice che ha anche cambiato il codice della chiave con l’anello di Laura e il codice della piramide con un giocattolo nella stanza dei giochi di Elliot. Utilizzando la nuova chiave e la piramide, Maura riesce finalmente a uscire dal loop della simulazione nell’arco conclusivo della serie tv fantascientifica di Netflix.

Tuttavia, considerando che Daniel la avverte che suo fratello Cirian ha preso il controllo delle simulazioni, il suo viaggio sembra essere tutt’altro che finito. L’identità e le motivazioni di Cirian rimangono sconosciute anche dopo i titoli di coda di 1899. È chiaro, però, che alla fine della stagione 1 di 1899, egli si trova in cima alla catena delle simulazioni ed è forse l’unico a sperimentare la realtà così com’è. Gli altri percepiscono solo l’ombra di un’ombr: sole ombre della realtà che lui vuole che vedano.

Maura è sfuggita alla simulazione nel finale di 1899?

Dopo essere sfuggita alla simulazione nella serie horror sci-fi di Netflix, Maura si risveglia in una stazione spaziale dove trova gli altri passeggeri collegati a una macchina. Questo conferma che nessuno è morto su quella nave. Trova uno schermo che rivela il nome della stazione spaziale come “Progetto Prometheus” e l’anno attuale come “2099”. Segue un messaggio di “Benvenuto nella realtà” da parte di Cirian, che conferma di essere a conoscenza della fuga della sorella dalla simulazione.

Poiché la stagione 1 di 1899 termina dopo questo episodio, si può solo ipotizzare se Maura sia sfuggita a tutte le simulazioni o sia rimasta intrappolata in un’altra. Tuttavia, dal momento che la stazione spaziale ha lo stesso nome della nave, è possibile che si tratti di un’altra realtà simulata creata da Cirian. Un altro dettaglio che lo conferma è la frase “che il tuo caffè faccia effetto prima della realtà” che Cirian lascia a Maura nella stazione spaziale. In una scena precedente, Anker (interpretato da Alexandre Willaume del cast di Wheel of Time) e Ramiro trovano la stessa frase scritta su un libro nella sala di controllo della nave.

Sebbene 1899 non spieghi mai il significato della frase, sembra essere il modo in cui Cirian prende in giro i suoi prigionieri. Alludendo al falso senso di veglia che si prova quando il cervello viene inondato di dopamina dopo aver consumato del caffè, Cirian sembra insultare Maura e gli altri che hanno scelto volontariamente di vivere in simulazioni fasulle solo per affrontare i fardelli della loro realtà. Poiché la saluta con lo stesso messaggio nella stazione spaziale, è possibile che stia per sottoporre lei e i passeggeri a un’altra sconcertante simulazione nella stagione 2 di 1899.

Improvvisamente Natale, la recensione del film di Francesco Patierno

Il duo formato da Abatantuono e Catania torna sul piccolo schermo con Improvvisamente Natale, pellicola diretta da Francesco Patierno in uscita su Amazon Prime Video il 1 dicembre. A comporre il soggetto è colui il quale può essere definito il maestro dei cinepanettoni, Neri Parenti, con la seconda firma di Gianluca Bomprezzi. I lungometraggi di genere comedy che celebrano il Natale sono oramai un must nel periodo antecedente la festività, e rappresentano l’opportunità cinematografica per immergersi in questa magica atmosfera accompagnati da buone e sane risate.

In principio erano Christian De Sica e Massimo Boldi con il loro Natale trascorso in giro per il mondo, adesso invece a trainare il carro dei cinepanettoni sono Diego Abatantuono e Antonio Catania, in un sodalizio ancora molto “fresco e saporito” sancito ai tempi di Mediterraneo (1991). Se in Il peggior Natale della mia vita erano due amici di vecchia data, in Improvvisamente Natale diventano consuoceri il cui obiettivo è tenere in piedi la famiglia. Ma di qualsiasi personaggio loro si vestano, una cosa è certa: ciò che li unisce è una comicità che spesso non ha bisogno di parole, ma piuttosto si rifugia nelle espressioni.

Improvvisamente Natale, la trama

Alberta (Violante Placido) e Giacomo (Lodo Guenzi) sono una coppia il cui matrimonio naufragato ha messo in evidenza le loro differenze caratteriali e attitudinali. Sulla decisione della loro imminente separazione non hanno però il coraggio di informare la figlia Chiara (Sara Ciocca), molto legata al concetto di famiglia. Decidono così di partire alla volta delle Dolomiti, regno e casa di Lorenzo (Diego Abatantuono), il “nonnone” a cui Chiara è molto legata, con l’intento di affidare a lui l’arduo compito.

Arrivati all’hotel di cui Lorenzo è proprietario, Alberta e Giacomo cercano di convincere il padre di lei a dare a Chiara questa spiacevole notizia, seppur lui sia in disaccordo e cerchi un modo per farli riappacificare. Nel frattempo nell’albergo è anche in corso una trattativa di vendita con dei cinesi, a causa di alcune difficoltà economiche di Lorenzo. Quest’ultimo sa che per la nipote le due novità saranno un duro colpo, e perciò decide di organizzarle in piena estate un Natale di cui difficilmente si dimenticherà.

Un racconto ingolfato di cliché

Sullo sfondo delle Dolomiti prende forma la trama di Improvvisamente Natale, una storia la cui cornice brilla di luci, cenoni, palle decorative e alberi di pino giganteschi. Quel che spicca nel calderone degli intrecci è chiaramente l’atmosfera festosa del 25 dicembre, seppur il panorama estivo ne faccia da contrasto, e che regge sulle spalle la linea di un racconto costellato di cliché. Niente di nuovo a livello narrativo quanto contenutistico, anche se l’ultimo acquista un punteggio in più solo per il messaggio di cui vuole essere portatore.

Lo affermano tutti gli sceneggiatori che sanno masticare le storie, ma anche i registi che poi devono farle vivere nelle quattro pareti dell’inquadratura: ciò che si inserisce all’interno di una trama deve attribuire ad essa valore, logica e credibilità oppure rischia di finire nel buco nero delle pellicole fallite, senza neppure la consolazione di un successo all’incasso. Purtroppo la storia qui risulta priva di mordente, su un impianto narrativo debole e scarno, impregnato dei soliti leitmotiv quali matrimoni alla deriva, tradimenti e scappatelle, che cercano di dare un taglio di spessore alla storia ma in realtà si arenano in una forzata crisi interna che non suscita alcuna emozione.

Sembra quella che in gergo è definita “minestra riscaldata”, piena di sub-plot che invece di aggiungere privano di significato, restituendo allo spettatore solo che confusione e, ad un certo punto, anche noia. Se non fosse per qualche gag comica di cui ne fanno siparietto Diego Abatantuono, Antonio Catania e Nino Frassica nei panni di Don Michele, il film sarebbe privo di qualsiasi sfumatura attrattiva.

Improvvisamente Natale si salva perciò solo per il messaggio che cerca di veicolare attraverso Chiara e il suo gruppo di amici. Nel tentativo di salvare l’hotel dalla vendita, rendendo anche omaggio ad alcuni cult movie di genere horror quali Shining di Kubrick, la comitiva di bambini porta in scena il valore affettivo di alcuni luoghi a cui, nonostante le difficoltà riscontrate lungo la strada, non bisogna rinunciare. A volte gli adulti, “troppo impegnati a credere ai complotti e alle fake news” non si accorgono della preziosità di ciò che possiedono, ed è l’innocenza di una mentalità ancora non inghiottita e influenzata dalla società capitalista che può salvare dal commettere atti di cui, altrimenti, ci si potrebbe pentire.

Bones and All, per Taylor Russell il finale è “incredibilmente romantico”

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ATTENZIONE – l’articolo contiene spoiler sul finale di Bones and All

Bones And All

In un’intervista esclusiva con Screen Rant, Taylor Russell, co-protagonista di Bones and All di Luca Guadagnino, ha parlato del film, una storia d’amore tra due cannibali. L’attrice, premio Mastroianni a Venezia 79 per la sua interpretazione nel film, ha condiviso in particolare i suoi pensieri sul finale violento e scioccante del film, spiegando perché in realtà è “incredibilmente romantico” e “molto bello”.

“Il finale è incredibilmente romantico per me perché è un regalo che lui fa a lei, conoscendo la struttura di queste due persone, questa afflizione che hanno. È l’atto più amorevole possibile in un certo senso. E mi è sempre sembrato così quando ne abbiamo parlato, quindi penso che sia molto bello. Molto sentito. Nel loro mondo è la versione più romantica.”

Bones and All è il nuovo film di Luca Guadagnino, vincitore del Leone d’argento alla regia e del Premio Marcello Mastroianni per la migliore attrice emergente a Taylor Russell alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film è diretto da Luca Guadagnino e scritto da David Kajganich, che ha collaborato con il regista in Suspiria e A Bigger Splash, è un adattamento del romanzo di Camille DeAngelis “Bones & All” (“Fino all’osso”), edito in Italia da Panini Books. Nel cast Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Jessica Harper, Jake Horowitz e Mark Rylance.

Bones and All, recensione del film di Luca Guadagnino

Un film prodotto dalla Frenesy Film Company e Per Capita Productions con The Apartment Pictures – società del gruppo Fremantle, Memo Films, 3 Marys Entertainment, Elafilm e Tenderstories. In co-produzione con Vision Distribution in collaborazione con SKY.

Prodotto da Luca Guadagnino, Theresa Park, Marco Morabito, Dave Kajganich, Francesco Melzi d’Eril, Lorenzo Mieli, Gabriele Moratti, Peter Spears e Timothée Chalamet.

I produttori esecutivi del film sono Giovanni Corrado, Raffaella Viscardi, Marco Colombo e Moreno Zani. I finanziatori del film sono le società italiane The Apartment Pictures (società del gruppo Fremantle), 3 Marys Entertainment, Memo Films, Tenderstories, Elafilm, Wise Pictures, Excelsa, Serfis e Piace. Vision Distribution distribuirà il film in Italia mentre MGM ha acquisito i diritti per la distribuzione internazionale.

Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One, cosa significa il titolo?

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In una recente intervista con Empire, lo sceneggiatore, regista e produttore Christopher McQuarrie anticipa alcune delle sfide che Ethan Hunt (Tom Cruise) dovrà affrontare in Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One e come questo si collega al sottotitolo del film. Pur non rivelando troppi dettagli, McQuarrie rivela che “la resa dei conti” ha in realtà un significato unico al di fuori del franchise di Mission: Impossible che funge da metafora per alcune trame imminenti.

“Ci sono molte cose che emergono dal passato di Ethan. ‘Dead reckoning’ è un termine di navigazione. Significa che stai scegliendo un corso basato esclusivamente sulla tua ultima posizione nota e questa diventa una metafora non solo per Ethan, ma per diversi personaggi.”

Il settimo capitolo di MI si intitolerà Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One, mentre l’ottavo, Mission: Impossible – Dead Reckoning Part Two.

Nei prossimi due capitoli della saga di Mission ImpossibleTom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Esai Morales (Ozark). Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 30 settembre 2022 e il 7 luglio 2023.

Solo: A Star Wars Story, ecco perché secondo le sceneggiatore, si dovrebbe realizzare il seguito

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Lo sceneggiatore di Solo: A Star Wars Story Jonathan Kasdan spiega perché vuole ancora un sequel. Come secondo film antologico di Star Wars dopo Rogue One, Solo è stato co-scritto da Lawrence Kasdan (che ha collaborato con George Lucas in L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi) e suo figlio Jonathan. Nonostante abbia ricevuto recensioni generalmente favorevoli dalla critica, in particolare per la performance principale di Alden Ehrenreich, il film spin-off incentrato su un giovane Han Solo ha incassato solo 393,2 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il primo insuccesso al botteghino del franchise di Star Wars, infrangendo sostanzialmente tutte le speranze di un sequel.

Tuttavia, lo sceneggiatore di Solo: A Star Wars Story Jonathan Kasdan continua a sperare in un sequel. Durante una recente intervista con Josh Wilding di ComicBookMovie.com, Kasdan ha dichiarato di essere ancora disponibile a tornare al personaggio di Solo per un film successivo, che in realtà crede potrebbe essere migliore dell’originale.

“La ragione per un Solo 2 è, se c’è, una grande ragione, e certamente parteciperei se ci fosse… c’erano così tanti grandi personaggi che siamo stati in grado di impostare, e per me, l’argomento più forte per un Solo 2 è che il primo film è stato il viaggio di Alden per raccogliere l’eredità del personaggio, e alla fine ho pensato che l’avesse davvero fatto, e si è divertito ad interpretarlo solo per un film, quindi mi piacerebbe rivederlo.”

Tuttavia, nonostante la sua volontà di un secondo film, sembra improbabile per Solo: A Star Wars Story, di tornare con un secondo capitolo.

Guardiani della Galassia Holiday Special, ecco la tracklist della colonna sonora

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Il 25 novembre sarà disponibile su Disney+ Guardiani della Galassia Holiday Special, il seconod speciale dei Marvel Studios in occasione delle vacanze natalizie, dopo il primo realizzato per Halloween: Licantropus, con Gael Garcia Bernal.

In questa occasione, James Gunn torna a raccontare le storie dei Guardiani e tramite i suoi canali social ha diffuso anche la track list della colonna sonora del mediometraggio con protagonisti Dave Bautista e Pom Klementieff.

Guardiani della Galassia Holiday Special si concentra su Drax (Dave Bautista) e Mantis (Pom Klementieff) mentre tentano di rapire Kevin Bacon per rallegrare Star-Lord (Chris Pratt). È confermato che lo speciale include più eroi Marvel che sono già apparsi nel Marvel Cinematic Universe.

Black Panther: Wakanda Forever, lo sceneggiatore spiega l’importanza del cameo a sorpresa

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ATTENZIONE – l’articolo contiene spoiler su Black Panther: Wakanda Forever

Black Panther: Wakanda Forever

In un’intervista con Rolling Stone, il co-sceneggiatore di Black Panther: Wakanda Forever, Joe Robert Cole, spiega perché Killmonger di Michael B. Jordan è stato riportato nel MCU. Cole ha detto che ha sempre voluto che Jordan tornasse e che il suo ritorno sarebbe avvenuto sul Piano Ancestrale, legando insieme la vulnerabilità di Shuri alla vendetta e la fame di Killmonger di vendicare i suoi antenati.

“Abbiamo sempre voluto che Michael tornasse, e sento che sarebbe sempre stato nel piano ancestrale con Shuri che aveva preso la pozione. La domanda era sempre come, come si ottiene la cosa di cui penso tu stia parlando. Come fai a renderlo qualcosa di più del semplice entusiasmo per il ritorno di Michael che è fantastico e il personaggio è fantastico? In che modo è rilevante per il viaggio di Shuri e diventa un punto di svolta per il suo personaggio? Quindi, se ci pensi, [nel primo film] il suo viaggio riguardava anche la vendetta, la rabbia e la frustrazione. Questa è una parte di ciò che abbiamo cercato di mettere in contatto con lei all’inizio, la rabbia di aver perso qualcuno, il senso di perdita. E poi come perdere sua madre avrebbe intensificato i suoi sentimenti di desiderio di vendetta. Abbiamo solo cercato di basarci su questo, in modo che lui le presenti una scelta tra: si muoverà nella direzione in cui si muoverebbe Killmonger? O farà qualcosa di diverso? L’idea era quello di costruire con successo la posta in gioco per lei così che potesse essere comprensibile per il pubblico. Ma una cosa che ho apprezzato molto anche della scena di Killmonger che abbiamo scoperto è stato il suo punto di vista su come ha cambiato il Wakanda. Killmonger è entrato e ha posto la domanda: sono io il custode di mio fratello?”.

Suggerendo che l’arrivo di Killmonger nel primo film abbia in qualche modo cambiato anche l’approccio dei Wakandinani al mondo, da cui poi è scaturita la decisione di Ramonda di salvare Riri Williams. La rabbia di Killmonger, in qualche modo, si è trasformata in una forza positiva per la nazione.

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione del film Marvel

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

Quentin Tarantino sugli attori del MCU: “Non sono loro le star, ma i loro personaggi”

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In occasione del tour promozionale del suo nuovo libro, Cinema Speculation, Quentin Tarantino sta rilasciando numerose dichiarazioni sul cinema e sulla contemporaneità di Hollywood. Dopo aver detto che non dirigerà mai un film Marvel, ora il regista ha commentato gli attori che hanno partecipato al franchise MCU fino a questo momento.

Durante un’intervista, Tarantino ha detto: “Parte di questa Marvel-izzazione di Hollywood deriva anche dal fatto che ci sono tutti questi attori diventati famosi per aver interpretato questi personaggi, ma non sono loro le star del cinema”. Continuando: “Captain America è una star. Thor è una star. Non sono la prima persona a notarlo. Penso sia stato detto uno zilione di volte, ma è così: sono questi personaggi dei franchise che diventano star“.

Non voglio neppure svilirli, a dire la verità.” ha proseguito il regista, dicendo anche che se questi film fossero usciti anni fa, sarebbero stati i suoi preferiti: “Se questi film fossero usciti quando avevo vent’anni. Sarei stato felicissimo e presissimo. Ma non sarebbero stati gli unici film realizzati. Sarebbero stati film in mezzo ad altri film. Adesso ho quasi 60 anni, quindi no, non sono così contento di questi film”.

Quentin Tarantino contro chi critica l’uso di parolacce e violenza nei suoi film: “Vedete qualcos’altro”

Andor: intervista a Denise Gough, interprete di Dedra Meero

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Andor: intervista a Denise Gough, interprete di Dedra Meero

In occasione del Lucca Comics and Games 2022, abbiamo intervistato Denise Gough, che nella serie Lucasfilm ANDOR interpreta Dedra Meero, una minacciosa esponente del Lato Oscuro, al servizio dell’Impero. In occasione del finale di stagione dello show, disponibile su Disney+ dal 23 novembre, ecco cosa ci ha raccontato Denise Gough sul suo personaggio.

Andor, la serie tv

ANDOR, la serie del franchise che arriverà in estate e che vede protagonista Cassian Andor, interpretato da Diego Luna, nelle vicende che lo hanno coinvolto prima dei fatti di Rogue One. Il personaggio, lo ricordiamo, ha esordito nello stand alone del 2016, che racconta i fatti che avvengono tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza.

ANDOR arriverà il 31 agosto su Disney+ e sarà composta da 12 episodi, che verranno seguiti da una seconda stagione sempre da 12 episodi che ci condurrà agli eventi di Rogue One. Nel cast di ANDOR compaiono Diego Luna, Adria Arjona, Denise Gough, Genevieve O’Reilly, Stellan Skarsgard, Fiona Shaw e Kyle Soller. Andor è incentrato su Cassian Andor (Luna), personaggio che è stato introdotto in Rogue One e come membro della ribellione contro l’Impero. La serie sarà un prequel del film, con Toby Haynes che sarà il regista principale della prima stagione che sarà composta da12 episodi. Gli altri registi coinvolti sono Ben Caron e Susanna White, mentre Stephen Schiff e Tony Gilroy sono gli sceneggiatori.

ANDOR è prodotto dallo showrunner Tony Gilroy, che ha scritto e prodotto  Rogue One. Inizialmente Gilroy avrebbe dovuto dirigere i tre episodi, ma è stato costretto a rinunciare a causa di problemi di viaggio legati alla pandemia. In  Rogue One un gruppo di improbabili eroi si unisce in una missione per rubare i piani alla Morte Nera, l’ultima arma di distruzione dell’Impero. Questo evento chiave nella cronologia di Star Wars riunisce persone comuni che scelgono di fare cose straordinarie e, così facendo, diventano parte di qualcosa di più grande di loro stessi.

La ciociara: tutto quello che c’è da sapere sul film con Sophia Loren

Uno dei film italiani più celebri di sempre è La ciociara, il capolavoro diretto dal maestro del neorelismo Vittorio De Sica (Ladri di biciclette, Umberto D.) e sceneggiato dal fidato Cesare Zavattini, altro illustre nome del neorealismo. Il film non rientra più in quel movimento artistico, spentosi nel suo senso più puro intorno ai primi anni Cinquanta, ma offre ugualmente uno spaccato sincero e brutale di vicende verificatesi negli anni in cui l’Italia era uno dei principali luoghi dove si decidevano le sorti della Seconda guerra mondiale. Tra dramma e documento storico, La ciociara si è dunque affermato come un titolo imprescindibile.

Distribuito al cinema sul finire del 1960 e presentato poi in concorso al Festival di Cannes nel 1961, il film si è affermato come un grande successo cinematografico, da cui sono scaturiti numerosi dibattiti di natura artistica. In particolare, però, il film è ricordato per l’interpretazione di Sophia Loren, protagonista assoluta che si è con La ciociara consacrata a livello internazionale come una delle interpreti più apprezzate in assoluto. Negli anni la fama del film non è poi mai venuta meno e ancora oggi è tra i più citati, omaggiati e studiati titoli della storia del cinema italiano.

La ciociara è dunque uno di quei film che ogni appassionato di cinema deve aver visto almeno una volta nella vita e che ad ogni visione svela nuovi affascinanti aspetti di sé, dalla ricostruzione storica ai sentimenti messi in gioco, dal dolore alle speranze di un popolo ferito ma non sconfitto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al libro e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La ciociara: la trama e il cast del film

Ambientato nell’estate del 1943, il film ha per protagonista Cesira, una giovane vedova che vive a Roma insieme alla figlia dodicenne Rosetta. Per sfuggire ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, le due intraprendono una fuga che le porta a Sant’Eufemia, paese di origine di Cesira. Quando l’arrivo degli Alleati fa emergere la speranza di veder terminare la guerra, madre e figlia decideranno di tornare a Roma per riprendere la loro vita di sempre. Lungo il tragitto, però, vengono assalite e violentate da un gruppo di soldati nordafricani dell’esercito francese. Per loro è l’inizio di un trauma che ben si rispecchia con quello che il paese sta attraversando.

Originariamente, ad interpretare Cesira doveva esserci la celebre Anna Magnani, mentre la Loren avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di Rosetta. La Magnani, tuttavia, rifiutò la parte per via della marcata differenza fisica tra lei e la Loren, alla quale dunque fu affidato il ruolo della protagonista, che venne trasformata pertanto dall’essere una cinquantenne all’essere una donna più giovane. Per la sua interpretazione, come noto, la Loren, che all’epoca aveva 25 anni, vincerà poi il premio Oscar come miglior attrice. Fu la prima volta che tale premio veniva assegnato per un’interpretazione non in lingua inglese.

Ad interpretare Rosetta si ritrova invece Eleonora Brown. Poiché al momento delle riprese quest’ultima aveva solo 11 anni, non le fu detto apertamente che il film prevedeva uno stupro e la scena venne descritta solamente come un momento di violenza a suon di percosse. Inoltre, per far sì che l’attrice piangesse nei momenti più drammatici del film, De Sica arrivò a raccontarle che i suoi genitori erano morti in un incidente d’auto. Nel ruolo di Michele, l’intellettuale antifascista di cui Cesira si innamora si ritrova invece l’attore Jean-Paul Belmondo, interprete iconico della Nouvelle Vague francese. Recita poi nel film anche l’attore Carlo Ninchi nei panni di Filippo, padre di Michele.

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La ciociara: il libro di Alberto Moravia

Il film La ciociara è l’adattamento dell’omonimo romanzo scritto da Alberto Moravia e pubblicato nel 1957. Il romanzo (e, quindi, anche il film) è basato su fatti realmente accaduti di stupri di massa da parte dei Gourmiers marocchini nella regione della Ciociaria dopo la battaglia di Montecassino nella seconda guerra mondiale. Montecassino fu conquistata dagli Alleati il 18 maggio 1944 e la notte successiva migliaia di Goumier e altre truppe coloniali perlustrarono le colline che circondavano i paesi della Ciociaria. Oltre 60.000 donne, di età compresa tra gli 11 e gli 86 anni, hanno subito violenze quando i vari paesi sono passati sotto il controllo dei Goumier. Uomini civili, che hanno cercato di proteggere le loro mogli e figlie, sono stati assassinati.

La ciociara: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La ciociara grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes, Rai Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 22 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

Angel of Mine: trama, cast e curiosità sul film

Angel of Mine: trama, cast e curiosità sul film

Uno degli eventi più tremendi che si possono verificare nella vita di un genitore è quello relativo alla scomparsa del proprio figlio o figlia. Sono tanti i film che hanno cercato di raccontare questo particolare lutto, tra cui si ricorda lo struggente Manchester by the sea. Vi è poi un film che, affrontando questo tema, lo rielabora all’interno del genere thriller, connotando il tutto con elementi piuttosto cupi e inediti. Si tratta di Angel of Mine, titolo del 2019 diretto da Kim Farrant e scritto da David Regal e Luke Davies (quest’ultimo è noto anche per la sceneggiatura di Lion – La strada verso casa e Beautiful Boy).

Il film è un remake del film francese del 2009 Mark of an Angel, diretto da Safy Nebbou e affermatosi come un grandissimo successo di critica e pubblico in patria. Presentato al Melbourne International Film Festival, Angel of Mine è andato incontro ad un simile risultato, con ottimi apprezzamenti di critica che lo elogiano come un’opera tanto toccante quanto lucida sul raccontare le derive della psicologia e della mente umana dinanzi a dolori troppo grandi. Dal punto di vista del successo economico, invece, Angel of Mine è passato piuttosto inosservato, nonostante il cast di noti attori presenti nei ruoli dei protagonisti.

Si tratta dunque di un film da riscoprire, in particolare per le tematiche affrontate e i punti di vista attraverso cui queste vengono raccontate. Per gli appassionati di questa tipologia di film, Angel of Mine è un titolo che difficilmente lascerà indifferenti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Angel of Mine: la trama del film

Protagonista del film è Lizzie, una donna segnata nel profondo da un lutto avvenuto 7 anni prima. La sua bambina appena nata è tragicamente deceduta a causa di un incendio divampato nell’ospedale dove si trovava. Ad anni di distanza, Lizzie sta dunque ancora cercando disperatamente di elaborare le fasi del lutto, mentre tenta di crescere suo figlio, Thomas, di cui ha condiviso la custodia con il suo ex, Mike. Per lei tutto sembra cambiare quando, durante una festa di compleanno per l’amico di suo figlio, vede una bambina che crede subito essere Rosie.

Nel desiderio di avvicinarsi a lei, Lizzie fa amicizia con i genitori della ragazza, Claire e Bernard, fingendo interesse per la loro casa in vendita. I loro figli diventano poi amici e lei scopre che il nome della ragazza è Lola. Molto rapidamente, Lizzi inizia a perdere il controllo della realtà, incapace di discernere tra ciò che è vero e ciò che è frutto della sua immaginazione. Ciò la porta a trascurare tutto il resto, dal lavoro al figlio Thomas. Quando si vede messa alle strette dalle persone a lei care, Lizzie continuerà a sostenere ciò che crede essere vero, dimostrandosi pronta anche ad atti estremi pur di riavere la sua bambina.

Angel of Mine cast

Angel of Mine: il cast del film

Ad interpretare il ruolo di Lizzie vi è la celebre attrice svedese Noomi Rapace, celebre per aver dato vita al personaggio di Lisbeth Salander nella trilogia di Uomini che odiano le donne. La Rapace è però nota anche per i film Seven Sisters, Sherlock Holmes – Gioco di ombre e Prometheus. Per interpretare Lizzie, l’attrice si è preparata a lungo conducendo ricerche sul disturbo da stress post-traumatico, di cui il personaggio soffre. Così facendo ha potuto dar vita alla problematica protagonista in modo più realistico, ottenendo ampi consensi per la sua performance. Nel ruolo di Thomas, suo figlio, vi è invece Finn Little, giovane attore visto anche nella serie Reckoning.

Luke Evans, attore noto per essere stato Bard l’arciere nei film de Lo Hobbit, compare invece nel ruolo di Mike, l’ex marito di Lizzie. Nel ruolo dei genitori di Lola, Bernard e Claire, vi sono Richard Roxburgh e Yvonne Strahovski. Il primo dei due è noto per film come Van Helsing e la serie Rake. La Strahovski, invece, è celebre per aver interpretato il personaggio di Sarah Walker nella serie Chuck e quello di Serena Joy in The Handmaid’s Tale. La piccola Lola è invece interpretata dalla piccola Annika Whiteley, qui ad uno dei suoi primi ruoli cinematografici. Nel film sono poi presenti le attrici Rebecca Bower nel ruolo di Alice e Tracy Mann in quelli di Lena.

Angel of Mine: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Angel of Mine è infatti disponibile nei cataloghi di Chili e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 22 novembre alle ore 21:15 sul canale Rai 5.

Fonte: IMDb

Improvvisamente Natale, il trailer del film Prime Video con Diego Abatantuono

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Prime Video ha svelato il trailer e il poster di Improvvisamente Natale, il nuovo family comedy con Diego Abatantuono disponibile in esclusiva su Prime Video dal 1° dicembre 2022.

Il film racconta la storia di Chiara, 8 anni, che ogni anno non vede l’ora sia Natale per rivedere l’adorato nonno Lorenzo (Diego Abatantuono), proprietario del delizioso albergo d’alta montagna che ospita i festeggiamenti della famiglia. Quest’anno, però, i genitori di Chiara, Alberta e Giacomo, hanno deciso di mettersi in macchina sotto il sole bollente della settimana di Ferragosto, per una visita fuori stagione a Lorenzo, perché hanno bisogno di lui per dare a Chiara l’amara notizia: si stanno separando. Forse, se glielo dicesse lui, la piccola soffrirebbe meno…Lorenzo, già in crisi perché rischia di dover vendere il suo amato hotel, accetta l’ingrato incarico di dare la notizia alla nipotina, ma prima vuole regalarle l’ultimo Natale felice… a Ferragosto!

Nel cast oltre a Diego Abatantuono, Violante Placido, Lodo Guenzi, Anna Galiena, Antonio Catania, Michele Foresta (in arte Mago Forest), Nino Frassica, Gloria Guida con il suo ritorno sugli schermi dopo anni di assenza, affiancati dalla giovanissima protagonista Sara Ciocca. Il film è diretto da Francesco Patierno e prodotto da Notorious Pictures.

Improvvisamente Natale si unirà a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original Autumn BeatPrisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo Stagione 1, Stagione 2 e Stagione 3 e LOL: Chi ride è fuori Stagione 1 e Stagione 2; le serie pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisele i grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, Jack Ryan di Tom Clancy, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre produzioni Original già annunciate sono The Bad Guy, Lol Xmas Special: Chi ride è fuori, Sono Lillo, The Ferragnez – La Serie Stagione 2, Everybody Loves Diamonds e il capitolo italiano dell’universo Citadel.

Improvvisamente Natale – ecco il poster

Top Gun: Maverick dal 22 Dicembre su Paramount+

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Top Gun: Maverick dal 22 Dicembre su Paramount+

Paramount+ ha annunciato oggi che Top Gun: Maverick, il film numero uno del 2022, sarà disponibile in streaming a livello globale sul servizio a partire da giovedì 22 dicembre negli Stati Uniti, in Canada, Australia, Germania, Svizzera, Austria, e nei mercati già annunciati – Regno Unito e America Latina. Sarà disponibile in Corea del Sud e Francia nel 2023. In Italia sarà disponibile in esclusiva da giovedì 22 dicembre sul servizio.

Dopo oltre 30 anni di servizio tra i migliori aviatori della Marina, Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) si trova nel posto giusto, mentre si spinge oltre i propri limiti come coraggioso pilota collaudatore, schivando l’avanzamento di grado che lo metterebbe in punizione. Quando si ritrova ad addestrare un distaccamento di diplomati di Top Gun per una missione specializzata come quella che nessun pilota vivente ha mai visto, Maverick incontra il tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del defunto amico di Maverick e ufficiale addetto alle intercettazioni radar tenente Nick Bradshaw, detto “Goose”.

Di fronte a un futuro incerto e ai fantasmi del suo passato, Maverick è costretto a confrontarsi con le sue paure più profonde, in una missione che richiede l’estremo sacrificio di coloro che saranno scelti per guidarla.

Il film è prodotto da Paramount Pictures, Skydance and Jerry Bruckheimer Films; nel cast oltre a Tom Cruise  il pubblico troverà Miles Teller, Jennifer Connelly, Jon Hamm , Glen Powell, Lewis Pullman, Charles Parnell, Bashir Salahuddin, Monica Barbaro, Jay Ellis, Danny Ramirez, Greg Tarzan Davis con Ed Harris e Val Kilmer.  

Fuoco Fatuo, due anteprime nazionali alla presenza del regista João Pedro Rodrigues

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Un re senza corona, il sogno di un giovane principe di diventare pompiere, una caserma di vigili del fuoco belli, gay e disinibiti: sono gli ingredienti del nuovo film – pardon: della nuova fantasia musicale – del regista portoghese João Pedro Rodrigues, FUOCO FATUO, che dopo aver conquistato pubblico e critica alla Quinzaine des Résalisateurs di Cannes arriva finalmente in Italia, accompagnato dal regista domani, mercoledì 23 novembre, in concorso al festival Filmmaker di Milano, e il 1° dicembre al Cinema Troisi di Roma, che programmerà poi il film dal 15 dicembre, data di uscita nelle sale di tutta Italia.

Diretto da uno dei cineasti più originali e sorprendenti del panorama internazionale (già “incendiario” al debutto, quando il suo O fantasma scuote il concorso della Mostra di Venezia nel 2000, e poi autore di titoli apprezzati nei festival di tutto il mondo, da Odete a O Ornitologo), Fuoco fatuo è – spiega il regista – «una commedia, un musical, anche se la parola che meglio lo descrive è fantasy, perché somiglia a un sogno a occhi aperti» . Il sogno è quello di Sua Altezza Reale Alfredo, che nel 2069, sul letto di morte, si lascia trasportare dalla memoria della sua giovinezza, quando sognava di diventare un pompiere. L’incontro con l’istruttore dei Vigili del Fuoco Afonso apre un nuovo capitolo nella vita dei due giovani, immersi nell’amore, nel desiderio e nella volontà di cambiare la propria condizione.

Prodotto da Terratreme, Filmes Fantasma, House on Fire, Fuoco fatuo è distribuito in Italia da Risi Film in collaborazione con Arch Film, con il contributo dell’Ambasciata del Portogallo in Italia, ICA (Istituto de Cinema e Audiovisual) e Luso!

Indiana Jones 5: i 10 dettagli rivelati sul film

Indiana Jones 5: i 10 dettagli rivelati sul film

La nuova cover story di Empire dedicata a Indiana Jones 5 ha rivelato 10 dettagli sull’attesissimo film. Anche se non ha ancora ricevuto un titolo ufficiale, Indiana Jones 5 ha dalla sua innumerevoli motivi per attenderne l’uscita il 30 giugno 2023. L’imminente film d’azione e avventura riporta Harrison Ford nei panni dell’archeologo più celebre del cinema, visto per l’ultima volta nel 2008 ne Il regno del teschio di cristallo, in cui ha sconfitto il KGB e sposato Marion Ravenwood, sua storica amante. Ora, l’anziano avventuriero è tornato per un’ultima uscita, che si preannuncia essere una battaglia pericolosa e quanto mai necessaria.

Indiana Jones combatterà di nuovo i nazisti

Come si sospettava, in Indiana Jones 5, Indy affronterà per l’ultima volta i suoi nemici più frequenti. La faida di Indy con i nazisti è infatti iniziata ne I predatori dell’arca perduta (1981), in cui correva contro le forze naziste di Hitler nel 1936 per recuperare l’Arca dell’Alleanza. L’avventuriero di Harrison Ford si è scontrato nuovamente con i nazisti ne L’ultima crociata, per poi affrontare il KGB sovietico ne Il regno del teschio di cristallo. Empire osserva che l’avversione di Indy per i serpenti è seconda solo alla sua avversione per i nazisti, quindi il ritorno di questi antagonisti in Indiana Jones 5 è più che appropriato.

Questa volta Indiana Jones si scontrerà con i nazisti sul fronte interno, scoprendo che la storica corsa allo spazio contro i russi è segretamente gestita dai vecchi nemici tedeschi di Indy. Il franchise di Indiana Jones utilizza spesso storiche faide internazionali come sfondo per le avventure di Indy, ma Indiana Jones 5 vede l’avventuriero del titolo confrontarsi con la collusione del suo stesso Paese con i cattivi nazisti. Vedere Indiana Jones affrontare nuovamente i nazisti potrebbe essere una chiusura perfetta per il franchise, con l’avventuriero che cerca di sconfiggerli definitivamente.

Indiana Jones 5 si svolge nel mezzo della corsa allo spazio del 1969

Indiana Jones 5Empire ha finalmente confermato la cronologia del quinto film di Indiana Jones. La maggior parte della storia di Indiana Jones 5 è ambientata nel 1969, sullo sfondo della corsa allo spazio degli Stati Uniti contro la Russia. L’ultima avventura di Indy ne Il regno del teschio di cristallo si è svolta nel 1957, quindi il quinto film riparte circa 12 anni dopo.

Parlando della scelta dell’ambientazione, lo sceneggiatore di Indiana Jones 5 Jez Butterworth ha spiegato che “il programma di sbarco sulla Luna era gestito da un gruppo di ex-nazisti”. Per questo motivo, Indy dovrà affrontare scienziati nazisti che in America hanno ancora più potere di lui. Inoltre, poiché Indiana Jones è solito indagare sui segreti della Terra, si troverà ad affrontare una realtà del tutto nuova, poiché i piani nefasti dei nazisti si nascondono nei segreti delle stelle e dei cieli: l’America idolatra gli astronauti come eroi della corsa allo spazio in Indiana Jones 5.

La scena di apertura di Indiana Jones 5

Indiana Jones I PREDATORI DELL'ARCA PERDUTACome si sospettava da tempo, Indiana Jones 5 conterrà un flashback di un’avventura del passato di Indy. Mentre alcune teorie si chiedevano se il film avrebbe incluso un viaggio nel tempo, Empire conferma che assisteremo semplicemente a un flashback con un Harrison Ford ringiovanito. La scena di apertura di Indiana Jones 5 trasporta Indiana Jones nel 1944, che sarà “ambientato in un castello brulicante di nazisti”, prima di passare al 1969. La timeline della scena di apertura di Indiana Jones 5 la colloca sei anni dopo L’ultima crociata, quindi il giovane Indy ricorderà la sua apparizione nella trilogia cinematografica originale.

Il regista James Mangold ha spiegato di aver voluto usare la scena d’apertura per “dare al pubblico un’esplosione di adrenalina”, precisando che i primi minuti di Indiana Jones 5 rappresenteranno una sequenza d’avventura ricca di azione alla George Lucas e Steven Spielberg. La scena continua quindi la tradizione di Indiana Jones di dare al pubblico una scarica di adrenalina prima ancora che la storia abbia inizio, proprio come l’iconica scena del rotolamento dei massi de I predatori dell’arca perduta e il flashback iniziale de L’ultima crociata con River Phoenix nei panni di un giovane Indy.

Una nuova tecnologia farà ringiovanire Harrison Ford

indiana jonesLa scena di apertura di Indiana Jones 5 utilizza una nuova tecnologia per ringiovanire l’ottantenne Ford: si tratta del nuovo software ILM (Industrial Light & Magic), che ha esaminato i filmati d’archivio del giovane Ford prima di allinearli con le nuove riprese di Indiana Jones 5, che la troupe spera abbiano l’aspetto di un autentico “found footage”. Ford ha dichiarato che la trasformazione è incredibile, indicando che sarà ancora più impressionante del de-aging di Mark Hamill in The Mandalorian.

Phoebe Waller-Bridge è la figlioccia di Indiana Jones

I dettagli sul personaggio di Phoebe Waller-Bridge, star di Fleabag, in Indiana Jones 5 sono rimasti in gran parte nascosti, ma Empire ha finalmente confermato alcuni aspetti chiave del personaggio. Waller-Bridge interpretarà Helena, la figlioccia di nientemeno che Indiana Jones. Non è chiaro chi siano i genitori di Helena, ma la sua stretta relazione con Indy suggerisce che potrebbero essere già apparsi nel franchise di Indiana Jones. Il personaggio viene descritto dalla Waller-Bridge come “un mistero e una meraviglia”, mentre Ford definisce Helena “una pioniera della contabilità etica”.

James Mangold la definisce “viscida, affascinante, la ragazza della porta accanto, una truffatrice”. Helena è in gran parte ispirata al personaggio di Barbara Stanwyck, Jean Harrington, nella commedia screwball del 1941 The Lady Eve. Oltre alla sua presenza come spalla comica, Helena sarà coinvolta in alcune delle sequenze d’azione chiave del film: la Waller-Bridge ha spiegato che interpreta un personaggio “che si getta sul retro di un veicolo”.

Mads Mikkelsen sarà il villain

Non sorprende che Mads Mikkelsen interpreterà la nemesi di Indiana Jones nel prossimo film. L’attore è noto per ia serie di villain che ha interpretato, come il dottor Hannibal Lecter in Hannibal, Le Chiffre in Casino Royale e Kaecilius in Doctor Strange.

Ora, Mikkelsen si unisce al franchise di Indiana Jones nei panni del minaccioso Voller, che Empire conferma essere parzialmente ispirato al “vero nazista divenuto scienziato della NASA Wernher von Braun”. Mikkelsen ha dichiarato che Voller vuole “correggere alcuni degli errori del passato”, il che potrebbe riferirsi alla caduta del regime nazista. In Indiana Jones 5, sia Indy che lo scienziato della NASA Voller cercano di mettere le mani su “qualcosa che potrebbe rendere il mondo un posto migliore in cui vivere”.

Boyd Holbrook è un “cagnolino” nazista, non un bastardino

Alcune teorie hanno ipotizzato che Boyd Holbrook potesse interpretare una versione più anziana del figlio di Indiana Jones, Mutt Williams (precedentemente interpretato da Shia LaBeouf), ma la cover story di Empire lo smentisce. Holbrook è stato scritturato per Indiana Jones 5 nel ruolo di Klaber, un’altra figura nefasta che lavora contro Henry Jones Jr. Il personaggio è descritto come un “cagnolino” di Voller, che sembra essere una figura imprevedibile nella storia.

Vedremo la parata dell’Apollo 11 del 1969

Oltre alla scena iniziale del flashback, Empire ha confermato la presenza di un’altra grande sequenza in Indiana Jones 5. Un’immagine di Boyd Holbrook mostra il suo personaggio Klaber in sella a una moto della polizia durante la vera parata dell’Apollo 11 a New York, svoltasi il 13 agosto 1969. La parata celebrava gli astronauti Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin tre settimane dopo il trionfo nello sbarco sulla Luna, accolto con grande entusiasmo dal popolo. Il film Indiana Jones 5, interpretato da Harrison Ford, avrà una sequenza d’azione centrale che riprenderà questo evento storico, il che suggerisce che nel film ci saranno anche attori che interpretano i tre mitici astronauti.

Il film è stato riscritto per affrontare adeguatamente l’età di Harrison Ford

indiana jonesDopo aver assunto la direzione del film, il regista James Mangold ha rivelato di aver fatto riscrivere la sceneggiatura di Indiana Jones 5 per adattarla nel modo giusto all’età di Harrison Ford. Il copione originale conteneva le tipiche battute sul fatto che il personaggio fosse “vecchio”, ma Mangold ha dichiarato a Empire che voleva rendere l’invecchiamento di Indy un fattore importante per la motivazione della storia.

Mangold ha deciso che Indiana Jones 5 sarebbe diventato un “film su un eroe sul viale del tramonto“, ben oltre le battute superficiali sul fatto che l’Indy del quinto film fosse fisicamente diverso dall’avventuriero della trilogia originale. Questa è la fine del viaggio avventuroso di Indiana Jones, con l’età che certamente gioca un fattore importante nella chiusura della sua storia.

L’ultimo viaggio di Indiana Jones

Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo filmCon il quinto film che arriva 15 anni dopo Il regno del teschio di cristallo, Harrison Ford ha un motivo convincente per tornare nei panni del personaggio per un’ultima avventura. Sebbene il quarto film si concludesse con Indy che finalmente si sposava e diventava padre di suo figlio, Ford ha spiegato che Il teschio di cristallo non sembrava un’adeguata conclusione della storia del personaggio.

L’attore ha dichiarato che “sarebbe stato bello vederne uno in cui Indiana Jones fosse alla fine del suo viaggio” e ha partecipato a Indiana Jones 5 perché sentiva che la sceneggiatura gli avrebbe dato “un modo per estendere il personaggio“. Ford ha certamente ragione sul fatto che Indy non era alla fine del suo viaggio dopo Il Teschio di cristallo e Indiana Jones 5 sembra essere l’ultimo ruolo avventuroso di cui l’attore – e il personaggio – si faranno carico.

Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo: il corto animato Apple disponibile su Apple TV+

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Il cortometraggio animato Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo, basato sull’amato e pluripremiato libro di Charlie Mackesy, è ora disponibile per la visione in anteprima stampa.
Con le voci di Tom Hollander, Idris Elba, Gabriel Byrne e Jude Coward Nicoll, il film debutterà su Apple TV+ il giorno di Natale. Una storia di gentilezza, amicizia, coraggio e speranza per gli spettatori di tutte le età in un commovente film d’animazione, basato sul libro di Charlie Mackesy. “Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo” è un viaggio toccante e sentito che segue l’improbabile amicizia tra un bambino, una talpa, una volpe e un cavallo che viaggiano insieme alla ricerca della casa del ragazzo.

Con le illustrazioni del celebre autore Charlie Mackesy, animate da bellissimi disegnati a colori fatti a mano, ha come voce dei protagonisti il vincitore del BAFTA Award Tom Hollander (“The Night Manager”) nei panni della Talpa, il vincitore del Golden Globe e del SAG Award Idris Elba (“Luther”) nei panni della Volpe, il vincitore del Golden Globe Gabriel Byrne (“All Things Bright and Beautiful”) in quelli del Cavallo e l’esordiente Jude Coward Nicoll in quelli del Bambino.

Matthew Freud presenta un film di Charlie Mackesy, prodotto dalla vincitrice dell’Emmy e candidata all’Oscar Cara Speller (“Love, Death & Robots”, “Pear Cider and Cigarettes”, “Rocket & Groot”) di NoneMore Productions e dal vincitore dell’Emmy JJ Abrams e Hannah Minghella della Bad Robot Productions. Diretto da Peter Baynton (“The Tiger Who Came To Tea”) e Charlie Mackesy, il film è un adattamento del libro originale in collaborazione con Jon Croker (“Paddington 2”) ed è prodotto da Jony Ive e dal candidato all’Oscar Woody Harrelson (“Tre manifesti a Ebbing, Missouri”). Colonna sonora originale del compositore Isobel Waller-Bridge, eseguita dalla BBC Concert Orchestra e diretta da Geoff Alexander.

Noir in Festival: annunciato il programma della XXXII edizione

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Noir in Festival: annunciato il programma della XXXII edizione

La XXXII edizione del Noir in Festival si svolge a Milano dal 3 all’8 dicembre tra l’ormai tradizionale quartier generale di Università IULM, il Cinema Arlecchino della Cineteca di Milano, la Libreria Rizzoli Galleria. Tre momenti significativi del festival avranno quest’anno altrettante prestigiose sedi: un luogo identitario della città come la Casa del Manzoni che apre le sue porte ai cinque scrittori finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco il 3 dicembre, quando la giuria presieduta da Cecilia Scerbanenco designerà il miglior romanzo noir italiano dell’anno, consegnato da un maestro del genere come Maurizio De Giovanni; la Multisala Eliseo che ospita la serata inaugurale della manifestazione; lo spazio CinéMagenta63 dell’Institut Français di Milano che ospita l’omaggio a Bertrand Tavernier e al nostro festival gemellare Quais du Polar a Lione.

“Questa scelta”, dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, “testimonia da un lato la volontà di collaborare con alcune delle più prestigiose istituzioni milanesi, nello spirito di un festival diffuso che ricerca settori diversi di pubblico così come è del DNA della manifestazione, dall’altro si inserisce in una rete culturale vivace ed esistente, frutto della collaborazione tra il Comune di Milano e la rete dei festival e delle rassegne culturali in città”.

Il Noir in festival 2022 si caratterizza per una nuova svolta nel carattere della selezione: in sintonia con il mondo che cambia e le urgenze di un tempo in cui la violenza e gli scontri di civiltà riempiono la scena, anche gli autori scelti avvertono l’incalzare dell’attualità. Così ad aprire il concorso internazionale è il nuovo film di Alessio Cremonini, Profeti, che segue, con una svolta inattesa, la drammatica prigionia di una giornalista italiana nei campi militari dell’ISIS. L’altro film della prima giornata è Silent Night di Camille Griffin, con Keira Knightley e Lily-Rose Depp.

Tra i 13 film della selezione ufficiale (tutti in anteprima italiana) sono numerosi i titoli destinati a suscitare dibattito: dall’iraniano Subtraction di Mani Haghighi che fotografa la condizione della donna oggi in Iran a Sashenka di Alexander Zhovna, un thriller ucraino di sapore hitchcockiano sulle devianze e la follia che acquista diverso senso se lo si colloca nel conflitto che sta scavando barriere incolmabili tra due popoli. Ci sono poi il nuovo lavoro di Steven Soderbergh, Kimi, con Zoë Kravitz, prossimamente su Sky e NOW, l’inglese Enys Men di Mark Jenkin, il coreano Hunt di Lee Jung-jae (esordio nella regia per l’amatissimo anti-eroe della serie Squid Game) e il francese Bowling Saturne di Patricia Mazuy, energica denuncia del femminicidio in forma di thriller. Si prosegue con una delle più attese anteprime dell’anno, My Name is Alfred Hitchcock, la nuova opera di quel genio della cinefilia che è Mark Cousins (The Story of Film: An Odyssey, Marcia su Roma), il canadese Viking di Stéphane Lafleur (paradossale satira sul tema del vero e del falso, autentica rivelazione dell’anno dopo il festival di Toronto), La niña de la comunion di Víctor Garcia (reduce dal trionfo al festival di Sitges). Infine un piccolo gioiello di cinefilia dedicato al genere con Ragtime di Giuseppe Bocassini, che meritava una platea di appassionati dopo l’apparizione veneziana. A chiudere il Noir in Festival 2022 sarà invece il mélo noir più bello dell’anno, Decision To Leave di Park Chan-wook, vincitore della Palma d’oro per la migliore regia all’ultimo festival di Cannes.

Ospite d’onore dell’anno è senz’altro Harlan Coben, il vincitore del Raymond Chandler Award 2022, oggi riconosciuto maestro non soltanto del romanzo noir ma anche delle serie TV ispirate ai suoi libri. Insieme a lui sono molti gli scrittori di successo attesi nelle giornate milanesi: da Donato Carrisi (ora in libreria con La casa delle luci per Longanesi) che dialogherà proprio con Coben sull’ultimo romanzo pubblicato da Longanesi The Stranger, a Maurizio De Giovanni (autore del nuovissimo Caminito che segna il ritorno del Commissario Ricciardi, edito da Einaudi), dal celebre giornalista TV spagnolo Vicente Vallés che costruisce un avvincente romanzo di spionaggio sulla storia dei rapporti tra Russia e Occidente in Operazione Kazan (Salani) e lo racconta in dialogo con Aldo Giannuli, a Maria Oruña, che rende esplicitamente omaggio ai classici gialli della “camera chiusa” in un romanzo moderno e originale come Quel che la marea nasconde (Ponte alle Grazie). Si festeggia poi il ritorno di Gino Vignali (I milanesi si innamorano il sabato, Solferino Editore), l’esordio nel romanzo noir di una giovane regista di talento come Cinzia Bomoll con La ragazza che non c’era (Ponte alle Grazie) e del giornalista Paolo Maggioni con La calda estate del commissario Casablanca (SEM), in dialogo con Luca Crovi e il suo nuovo ll mistero della torre del parco e altre storie(SEM) .

Fin dall’immagine dell’anno, firmata da un talento della Graphic Novel come Paolo Bacilieri, è poi chiaro il tuffo nel passato che il Noir in Festival si regala rievocando la straordinaria edizione di 30 anni fa quando un giovanissimo Quentin Tarantino fece il suo debutto con Reservoir Dogs mentre sullo schermo (e al festival) sfilavano Jules Dassin (leggendario presidente della giuria), Theresa Russell, Steven Soderbergh, Kon Ichikawa e gli omaggi a Emile De Antonio, Michael Curtiz, Orson Welles. A rievocare quell’anno con la letterale “apparizione” di Tarantino, saranno Davide Rapp e Michele Boroni, autori di un documentario-viaggio nelle giornate italiane del regista cinefilo e Gianfranco Giagni, di recente in libreria con  l’inedito teatrale di Orson Welles Miracolo a Hollywood (Sellerio) e già coautore del documentario Rosabella: la storia italiana di Welles. Mentre l’edizione del 1992 sarà celebrata con un omaggio a Bertrand Tavernier (insieme all’Institut Français di Milano), a Jules Dassin (con la partecipazione di Adrian Wootton, CEO di Film London) e, ovviamente, ai film di quell’anno, con la magnifica versione 4K di Reservoir Dogs e altri due gioielli di quella selezione.

A completare il cartellone del Noir 2022, l’esordio della nuova sezione Game inFest  (creata con QAcademy e dedicata a teoria e pratica del gaming di genere tra cinema e interattività), un momento di approfondimento rivolto alla Graphic Novel con Venere privata di Scerbanenco riletta dalle matite di Paolo Bacilieri per Oblomov editore, i sei film finalisti del Premio Claudio Caligari, realizzato insieme a Università IULM e Cinecittà News, e la magnifica cinquina dei romanzi noir italiani del Premio Giorgio Scerbanenco.

“Forse il tempo di Marlowe e Spade è tramontato per sempre”, scrivono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, “e forse perfino James Bond si deve arrendere all’età e alla tecnologia. Ma non è detto che non tornino, come spesso accade agli eroi della fantasia che sanno illuminare il futuro. Per questo noi abbiamo il dovere e il privilegio di scandagliare ogni anno il mutare della creatività, le intuizioni dei nuovi talenti, le trasformazioni di un genere felicemente ibrido e mutante. Quest’edizione del Noir assomiglia alle migliori del nostro passato – non a caso ci siamo rifatti al 1992 per l’immagine dell’anno – ma è attraversata da un dinamismo e da suggestioni inedite che confermano come il noir sia ancora adesso il termometro infallibile del nostro tempo”.

Timothée Chalamet saluta i fan italiani di Bones and All, al cinema dal 23 novembre

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Ecco un video saluto che Timothée Chalamet, insieme a Taylor Russell, ha realizzato in occasione della presentazione italiana di Bones and All, il nuovo film di Luca Guadagnino, in arrivo al cinema il 23 novembre distribuito da Vision Distribution.

Bones and All, recensione del film di Luca Guadagnino

Un film prodotto dalla Frenesy Film Company e Per Capita Productions con The Apartment Pictures – società del gruppo Fremantle, Memo Films, 3 Marys Entertainment, Elafilm e Tenderstories. In co-produzione con Vision Distribution in collaborazione con SKY.

Prodotto da Luca Guadagnino, Theresa Park, Marco Morabito, Dave Kajganich, Francesco Melzi d’Eril, Lorenzo Mieli, Gabriele Moratti, Peter Spears e Timothée Chalamet.

I produttori esecutivi del film sono Giovanni Corrado, Raffaella Viscardi, Marco Colombo e Moreno Zani. I finanziatori del film sono le società italiane The Apartment Pictures (società del gruppo Fremantle), 3 Marys Entertainment, Memo Films, Tenderstories, Elafilm, Wise Pictures, Excelsa, Serfis e Piace. Vision Distribution distribuirà il film in Italia mentre MGM ha acquisito i diritti per la distribuzione internazionale.

Ballerina: Anjelica Huston torna nel franchise di John Wick

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Ballerina: Anjelica Huston torna nel franchise di John Wick

Con un certo numero di veterinari già confermati nel cast, anche Anjelica Huston è pronta a fare il suo ritorno nel franchise di John Wick dal momento che è stata confermata nel cast di Ballerina. Ana de Armas è la protagonista dello spin-off del franchise d’azione guidato da Keanu Reeves, che ruota attorno a un assassino addestrato come ballerina che intraprende una missione per trovare coloro che hanno ucciso i suoi genitori.

Len Wiseman, meglio conosciuto per aver diretto la serie di film Underworld, sta dirigendo Ballerina su una sceneggiatura che hanno co-scritto il veterano del franchise Shay Hatten e il premio Oscar Emerald Fennell di Una donna promettente.

Mentre il film ha superato le tre settimane di produzione, la Lionsgate ha annunciato che Anjelica Huston tornerà ufficialmente al franchise di John Wick con Ballerina. La vincitrice dell’Oscar riprenderà il suo ruolo di The Director, il capo del sindacato criminale Ruska Roma che in precedenza aveva aiutato l’iconico assassino di Reeves a recarsi a Casablanca per incontrare l’Anziano e ripulire il suo nome. La produttrice del franchising Erica Lee ha scritto del ritorno di Huston nella seguente dichiarazione:

“L’idea di Ballerina si è formata attorno alle scene con Anjelica in John Wick 3. Anjelica Huston è un’icona e non è altro che la regalità di Hollywood. Il mondo di Wick è sempre arricchito dalla sua imponente presenza sullo schermo.”

Len Wiseman (Underworld ; Lucifer) dirigerà Ballerina, da una sceneggiatura di Shay Hatten (John Wick: Capitolo 3 – ParabellumArmy of the Dead).  John Wick: Chapter 4 uscirà nei cinema il 23 marzo 2023; Ballerina dovrebbe arrivare TBD 2023/2024.

Steven Spielberg Orso d’Oro alla carriera al 73° Festival di Berlino

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Steven Spielberg sarà onorato in occasione del 73° Festival Internazionale del Cinema di Berlino con l’Orso d’oro onorario alla carriera e con un omaggio del festival.

L’ultimo film di Spielberg, The Fablemans, il suo sguardo semi-autobiografico sulla crescita di un adolescente ossessionato dal cinema in Arizona e nel nord della California, sarà proiettato al festival che si svolgerà dal 16 al 26 febbraio 2023 nella capitale tedesca. Universal Pictures Germany distribuirà il film nelle sale tedesche a marzo.

“Con un’incredibile carriera, Steven Spielberg non solo ha incantato generazioni di spettatori in tutto il mondo, ma ha anche dato un nuovo significato al ‘cinema’ come fabbrica dei sogni”, hanno dichiarato Mariette Rissenbeek e Carlo Chatrian, direttori della Berlinale, in una dichiarazione.

“Sia nell’eterno magico mondo degli adolescenti o nella realtà che la storia ha scolpito per sempre, i suoi film ci portano a un livello diverso, dove il grande schermo diventa la superficie adeguata per la realizzazione delle nostre emozioni. Se la Berlinale 2023 rappresenta un nuovo inizio, non potremmo trovare un inizio migliore di quello offerto dal grande lavoro di Spielberg”, hanno aggiunto.

Steven Spielberg Orso d’Oro alla carriera

Nel corso di una lunga e gloriosa carriera, Spielberg è stato candidato all’Oscar per un totale di 19 volte e ha vinto tre Oscar: due statuette per il miglior film a Il colore viola e Schindler’s List e un premio per il miglior regista per Salvate il soldato Ryan.

“È considerato il regista di maggior successo di tutti i tempi”, ha dichiarato la Berlinale in una nota, che ha anche notato che Spielberg ha vinto numerosi Golden Globe ed Emmy per i suoi film, oltre a una serie di riconoscimenti per il suo impegno nelle cause umanitarie.

La Berlinale ha sottolineato che Steven Spielberg nel 1998 è stato insignito della Gran Croce con Stella dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca in riconoscimento per Schindler’s List e della sua Fondazione Shoah. Nel 2001, la regina Elisabetta II ha nominato il regista e produttore Knight Commander of the Order of the British Empire (KBE). Nel 2015 ha ricevuto la Presidential Medal of Freedom dall’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

La selezione dei film di Spielberg che saranno proiettati alla Berlinale come parte dell’omaggio e anche la data della cerimonia durante la quale riceverà il premio saranno annunciati in un secondo momento.

The Menu: guida al cast e ai personaggi del film

The Menu: guida al cast e ai personaggi del film

Diretto da Mark Mylod da una sceneggiatura di Seth Reiss e Will Tracy, The Menu è finalmente arrivato nelle sale italiane il 17 novembre. Il film, interpretato da Ralph Fiennes, Anya Taylor-Joy e Nicholas Hoult, segue un gruppo di persone facoltose che si recano su un’isola per sperimentare il menu esclusivo di uno chef famoso. The Menu è una dark comedy ricca di violenza macabra e di brividi, che ha ricevuto un’accoglienza per lo più positiva da parte della critica, soprattutto per le interpretazioni di questi grandi attori e per i loro personaggi.

Ralph Fiennes – Julian Slowik

Ralph Fiennes filmJulian Slowik è un famoso chef che offre le sue esperienze culinarie a persone facoltose, nel suo ristorante esclusivo su un isola remota. In The Menu, Julian Slowik è interpretato da Ralph Fiennes, noto soprattutto per i film The Constant Gardener, The Grand Budapest Hotel, Schindler’s List e per aver interpretato Lord Voldemort nei film di Harry Potter e Gareth Mallory nei film di James Bond di Daniel Craig. Fiennes ha recitato anche in The Duchess, Maid in Manhattan e The English Patient.

Anya Taylor-Joy – Margot

anya taylor joyMargot partecipa alla cena di The Menu come fidanzata del buongustaio Tyler, ma è la sua vera identità a incuriosire lo chef Slowik. Margot è interpretata da Anya Taylor-Joy, nota soprattutto per i suoi ruoli nella miniserie Netflix The Queen’s Gambit, Peaky Blinders, Amsterdam, Glass, l’adattamento di Emma di Jane Austen e The Northman.

Nicholas Hoult – Tyler

Nicholas Hoult filmTyler è il fidanzato di Margot e un buongustaio dichiarato; è un grande fan dello chef Slowik e aspetta da tempo di prendere parte a una delle sue peculiari esperienze culinarie. Tyler è interpretato da Nicholas Hoult, noto soprattutto per About a Boy, Mad Max: Fury Road, Warm Bodies, la serie Hulu The Great e per aver interpretato Hank McCoy/Bestia in X-Men: First Class e X-Men: Days of Future Past.

Hong Chau – Elsa

Hong Chau in Downsizing

Elsa è il braccio destro dello chef Slowik, che gestisce il ristorante e tiene sotto controllo gli ospiti; è interpretata da Hong Chau, nota soprattutto per la serie HBO Watchmen, The Whale con Brendan Fraser, Big Little Lies, Downsizing e la serie animata BoJack Horseman.

Il cast di supporto di The Menu

Janet McTeer nel ruolo di Lillian Bloom – Lillian Bloom è una critica gastronomica di The Menu che ha recensito lo chef Slowik nel corso degli anni. Janet McTeer è nota soprattutto per i suoi ruoli in Allegiant, un film della serie Divergent, nella serie Netflix Ozark, nella serie Marvel Netflix Jessica Jones, in Sorry for Your Loss e in Cime tempestose.

Judith Light nel ruolo di Anne – Anne è un’ospite del ristorante sull’isola dello chef Slowik e, insieme al marito, si è recata più volte a cenarvi. Oltre a The Menu, Judith Light è nota soprattutto per il ruolo di Angela Bower nella serie comica Who’s the Boss e di Claire Meade in Ugly Betty. Ha partecipato anche al film musicale Tick, Tick… Boom!, alle serie televisive Transparent, The Politician e Law & Order: Special Victims Unit.

John Leguizamo nel ruolo di una star del cinema – John Leguizamo interpreta una star del cinema ormai decaduta, ospite del ristorante dello chef Slowik. Leguizamo è noto soprattutto per i suoi ruoli in Moulin Rouge!, Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann, Encanto, in cui ha doppiato il personaggio animato di Bruno, la miniserie Netflix When They See Us, L’era glaciale e John Wick: Chapter 2.

Reed Birney nel ruolo di Richard Liebbrandt – Richard Liebbrandt è il marito di Anne, che potrebbe avere tenuto alcune cose nascoste alla moglie. Reed Birney è conosciuto soprattutto per Mass, la serie Netflix House of Cards, la serie di supereroi DC Titans e The Blacklist.

Paul Adelstein nel ruolo di Ted – Ted è l’editore di Lillian e suo ospite al ristorante dello chef Slowik. Paul Adelstein è noto per i suoi ruoli in Chicago P.D., Prison Break, Scandal e la serie televisiva Private Practice.

Aimee Carrero nel ruolo di Felicity – Felicity è l’assistente personale della star del cinema che è sul punto di licenziarsi e partecipa alla cena come sua ospite. Aimee Carrero è nota soprattutto per i suoi ruoli nelle serie animate Elena of Avalor, She-Ra e le principesse del potere, Young & Hungry e Blindspot.

Arturo Castro nel ruolo di Soren – Soren è un magnate della tecnologia ricco e viziato, ospite del ristorante dello chef Slowik. Arturo Castro è noto per i suoi ruoli nel biopic Roku Weird: The Al Yankovic Story, in Broad City e nella serie Netflix Narcos.

Mark St. Cyr nel ruolo di Dave – Dave è un amico di Soren, che lavora con lui nel mondo della tecnologia. Mark St. Cyr è conosciuto soprattutto per la serie Disney+ High School Musical: The Musical: The Series.

Rob Yang nel ruolo di Bryce – Bryce è l’amico di Soren e Dave. Rob Yang è conosciuto soprattutto per le serie HBO Succession, The Resident e American Rust.

Rebecca Koon nel ruolo di Linda – Linda è la madre dello chef Slowik. Rebecca Koon è conosciuta soprattutto per The Detour.

James Gunn anticipa un adattamento per il cinema di Kingdom Come?

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Una nuova foto di copertina sui social media del capo dei DC Studios, James Gunn, ha scatenato speculazioni sull’adattamento in versione cinematografica della trama di Kingdom Come. È una nuova era per la Warner Bros. Discovery quando si tratta del DCU. Dopo diversi anni di alti e bassi, la società ha recentemente lanciato i DC Studios, guidati da Gunn e Peter Safran. Mentre Gunn si occupa del lato creativo dei DC Studios, Safran si occuperà degli aspetti commerciali, portando il DCU in una nuova direzione.

Anche se i due boss dei DC Studios devono ancora rivelare completamente quali sono i loro piani per il DCU, James Gunn ha lasciato un indizio su ciò che potrebbe avere in serbo per il futuro. Con Hive che emerge come una nuova popolare app di social media, Gunn ha lanciato il suo profilo ufficiale. Ma per la sua foto di copertina, il regista ha utilizzato uno sfondo di Kingdom Come, tratto dall’iconica run DC Comics di Mark Waid e Alex Ross. L’immagine ha ora suscitato la speculazione che la DCU, sotto i DC Studios, forse adatterà la famigerata trama dei film.

Saw 10, le foto dal set rivelano Tobin Bell nel panni di Jigsaw

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Saw 10, le foto dal set rivelano Tobin Bell nel panni di Jigsaw

Dopo cinque anni dall’ultima volta che il suo personaggio è stato visto sullo schermo, una nuova foto dal set di Saw 10 ha rivelato il primo sguardo al ritorno di Tobin Bell nei panni di Jigsaw. I dettagli della trama sono attualmente sconosciuti per il film, con gli sceneggiatori di Jigsaw e Spiral: From the Book of Saw Josh Stolberg e Peter Goldfinger che tornano a scrivere la sceneggiatura del sequel mentre, dopo, Saw VI e Saw: The Final Chapter anche Kevin Greutert torna alla regia. La produzione di Saw 10 è iniziata alla fine di ottobre con l’annuncio del casting di Bell come il suo personaggio preferito dai fan.

Meno di un mese dopo la conferma del suo ritorno, una nuova foto dal set di Saw 10 emerge dalla fan page di Twitter SawSpace il primo sguardo al ritorno di Jigsaw di Tobin Bell. Sebbene non offra molto in termini di intuizione per la natura della scena, vede l’icona del franchise conversare con un bambino mentre legge un libro sconosciuto nel parco.

https://twitter.com/sawspace/status/1593071555416064000?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1593071555416064000%7Ctwgr%5Eb9626d2fb05e1c55a3cf1f46a03473025924f42e%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fsaw-10-set-photo-tobin-bell-jigsaw-return%2F

Indiana Jones 5, ecco la prima foto ufficiale di Phoebe Waller-Bridge nei panni di Helena

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Un’immagine di Indiana Jones 5 rivela il primo sguardo ufficiale al personaggio di Phoebe Waller-Bridge, Helena. Per la prima volta da Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo del 2008, Harrison Ford torna nei panni dell’iconico archeologo armato di frusta per un quinto film della serie attualmente senza titolo. Sebbene Ford sia tornato nel ruolo principale, Indiana Jones 5 è il primo film della serie non diretto da Steven Spielberg, dato che James Mangold, regista di Logan e di Le Mans ‘66 ha ereditato la sedia di regia. All’inizio di quest’anno, il produttore di Indiana Jones 5 Frank Marshall ha rivelato i primi dettagli sul personaggio di Waller-Bridge, dicendo che è la figlioccia di Indy e che si chiama Helena.

Ora, Empire ha rivelato il primo sguardo ufficiale a Helena di Waller-Bridge in Indiana Jones 5. Sono stati condivisi anche alcuni dettagli aggiuntivi sul personaggio, poiché Waller-Bridge ha descritto Helena come un enigma, mentre Mangold l’ha dipinta come più una figura da femme fatale .

Indiana Jones 5 è in gestazione da diversi anni, con il progetto inizialmente sviluppato da Steven Spielberg, prima che egli si ritirasse dal progetto. Il regista di Le Mans ‘66 e Logan James Mangold è poi stato chiamato a dirigere il film, con Harrison Ford confermatissimo nei panni dell’iconico avventuriero. Accanto a lui, in ruoli ancora non meglio chiariti, vi saranno gli attori Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen. Quanto oggi mostrato sembra relativo, oltre allo stesso Jones, proprio ai personaggi interpretati da questi ultimi due attori. Indiana Jones 5 ha una data d’uscita attualmente fissata al 30 giugno 2023.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ecco perché Jonathan Majors ama così tanto essere Kang

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Mentre il pubblico attende con impazienza l’arrivo ufficiale del personaggio, l’attore Jonathan Majors che interpreterà Kang in Conquistatore in Ant-Man and the Wasp: Quantumania parla del suo amore per l’interpretazione del cattivo del Marvel Cinematic Universe. Majors ha fatto il suo debutto in franchising nel finale della stagione 1 di Loki nei panni di Colui che rimane, il misterioso creatore della Time Variance Authority che vive nella Cittadella alla fine dei tempi e che avverte il personaggio Loki (Tom Hiddleston) e Sylvie (Sophia Di Martino) delle varianti più pericolose di se stesso nel multiverso. Majors darà vita a Kang il Conquistatore con Ant-Man and the Wasp: Quantumania, apparentemente fungendo da antagonista centrale del film, ma questo è solo l’inizio del suo percorso nell’universo.

In una recente intervista con The Hollywood Reporter per discutere del suo nuovo film Devotion, Jonathan Majors ha guardato al futuro per discutere del suo mandato come Kang il Conquistatore del MCU. Quando gli è stato chiesto se interpretare le varianti del personaggio è ciò che lo ha attirato verso il ruolo, l’attore ha concordato enfaticamente, sentendosi entusiasta di interpretare “più versioni” dell’iconico cattivo.

“Sì, assolutamente. Ecco cosa c’è sulla pagina. Questo è ciò che dice l’IP. Ero figo, molto figo. Kang vive solo nel suo mondo nel MCU. Nessun spoiler qui, ma ci sono così tante varianti di lui. E con i poteri che ha nel’MCU, quell’intellighenzia e quel cervello che gli conferiscono, stanno davvero lavorando per usare l’IP al meglio delle sue capacità, ed è estremamente emozionante che abbiano scelto me per interpretarlo. Quindi sono onorato di farlo e sono sempre entusiasta di vedere cosa stiamo facendo. E sì, sei anni dopo Yale e dieci anni dopo la North Carolina School of the Arts, la mia prima scuola di recitazione, è quello che hai sempre sperato come attore. Kang è una carriera in sé. O è la torta stessa o la ciliegina sulla torta, non lo so. Ma per interpretare più versioni, è semplicemente bellissimo. È un laboratorio ogni giorno.”

Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed, che già aveva diretto i primi due film. Nel cast tornano Paul RuddEvangeline LillyMichael Douglas Michelle Pfeiffer. In più Kathryn Newton sarà Cassie Lang e Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore. 

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