Il regista di Guardiani
della Galassia Vol. 3James
Gunn spiega cosa cambierà nel terzo film dei Guardiani
rispetto a quanto visto fino a questo momento. Gunn ha diretto
entrambi i capitoli precedenti di Guardiani della Galassia,
approfondendo il lato cosmico del MCU e introducendo molti volti
nuovi nel franchise già dal primo film del 2014. Il team dei
Guardiani, che include Chris
Pratt nei panni di Peter Quill, Zoe
Saldana nei panni di Gamora, Bradley
Cooper nei panni di Rocket Raccoon, Vin
Diesel nei panni di Groot, Dave
Bautista nei panni di Drax, Karen
Gillan nei panni di Nebula e Pom
Klementieff nei panni di Mantis, sono diventati
una caratteristica fondamentale del MCU, apparendo in film al di fuori
del loro franchise, come Avengers: Infinity War.
A causa in gran parte dello stile di
regia caratteristico di Gunn, i film dei Guardiani della
Galassia sfoggiano un tono spensierato e irriverente e
sono pieni di battute spiritose, riferimenti alla cultura pop,
momenti musicali emozionanti e molto colore. Questa tendenza è
destinata a continuare con Guardiani della Galassia Holiday Special di
Disney+, che è stato girato insieme a
Guardiani
della Galassia Vol. 3 ed è ambientato prima degli
eventi di quel film conclusivo. Tuttavia, gli spettatori possono
aspettarsi un leggero cambiamento in Guardiani
della Galassia Vol. 3, secondo Gunn. Durante una
conversazione con Entertainment Weekly, il regista
anticipa un tono più serio nel terzo episodio, con una trama
particolarmente emozionante per il personaggio di Chris
Pratt.
“Il Vol. 3 ha molto del
divertimento e delle cose sciocche tipiche di Guardiani, ma è anche
incredibilmente emozionante. È la fine della storia per questo
gruppo di Guardiani, quindi c’era molta emozione intorno a questo
aspetto. E’ stato molto serio per la maggior parte del tempo. Gli
attori si stavano tutti impegnando molto, specialmente Chris Pratt.
E’ stato pesante.”
Nel film Marvel Studios l’amato gruppo di emarginati
sembra po’ diverso ultimamente. Peter Quill, ancora provato dalla
perdita di Gamora, deve riunire intorno a sé la sua squadra per
difendere l’universo, oltre a proteggere uno di loro. Una missione
che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare
alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.
Prodotto da AMC Studios, gli
executive producer di Tales of the Walking
Dead sono Scott M. Gimple, chief
content officer of the Walking Dead Universe, e lo
showrunner Channing Powell, che è stato
sceneggiatore e produttore di The Walking
Dead e Fear
the Walking Dead.
Tales of the Walking
Dead: quando esce e dove vederla in streaming
Tales of the Walking Dead
in streaming uscirà a partire dal 25
novembre su Disney+. Un nuovo episodio in
arrivo ogni lunedì.
Tales of the Walking
Dead: trama e cast
Tales of the Walking
Dead consiste in sei episodi originali
autoconclusivi, incentrati su personaggi nuovi e già conosciuti
all’interno dell’apocalisse zombie. Ogni episodio ha un tono e un
punto di vista distinti, ma la posta in gioco è alta in ogni
storia, e spinge nuovi indimenticabili personaggi a scelte e
situazioni spietate e pericolose per la vita. L’apocalisse viene
raccontata con occhi diversi, mostrando altri mondi, miti e misteri
di The Walking Dead.
Tales of the Walking Dead è
interpretato, tra gli altri, da Olivia
Munn(The Newsroom, X-Men: Apocalypse,
Six), Samantha Morton (The
Walking Dead, Harlots), Terry
Crews (Brooklyn
Nine-Nine), Parker Posey (Lost
In Space), Anthony
Edwards (Inventing Anna,
WeCrashed), Poppy Liu (Dead
Ringers), Jillian Bell (Crazy
Night – Festa col morto), Loan
Chabanol (Gigolò per
caso), Embeth Davidtz (Old, Ray
Donovan,) Jessie T.
Usher (Shaft, The
Boys), Daniella
Pineda (Cowboy Bebop), Danny
Ramirez (Top Gun: Maverick).
Un efficace sistema di parental
control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo
Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono
impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più
adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire
massima tranquillità ai genitori.
Disponibile su Netflix dal 16 novembre, il film
Il prodigio (qui la recensione) è subito
diventato uno dei titoli attualmente più chiacchierati del catalogo
della piattaforma streaming. Diretto dal cileno Sebastian
Lelio, regista anche di Una donna fantastica e
Disobedience, questo è
tratto dal romanzo omonimo di Emma Donoghue,
autrice della sceneggiatura insieme allo stesso Lelio e
Alice Birch e con un’ambientazione fissata al 1862
racconta del rapporto che si instaura tra l’infermiera Lib
Wright (interpretata da Florence Pugh)
e l’undicenne Anna O’Donnell, la quale afferma di
non nutrirsi da mesi. Si parte dunque da un mistero da svelare, ma
il film si apre poi a riflessioni e significati molto più
profondi.
Il prodigio offre dunque un
acceso scontro tra ragione e fede, individuo e comunità,
affermandosi come un film di genere thriller intriso di una forte
atmosfera evocativa, suo primario punto di forza. Non sorprende
dunque che in breve tempo sia diventato un titolo molto discusso,
sul quale si cercano sempre più informazioni. Ciò che in molti si
sono chiesti, guardando il film, è quanto di ciò che viene narrato
sia tratto da una storia vera. La risposta a tale domanda, in linea
con il film, è piuttosto ambigua e aperta ad interpretazioni, ma
aiuta anche a comprendere meglio il valore della pellicola in
sé.
Il prodigio: la vera
storia dietro al film
Come affermato dalla Donoghue,
quanto raccontato nel libro è sostanzialmente una storia frutto
dell’immaginazione della scrittrice. Eppure, vi sono diversi
elementi che questa ha ripreso da alcune cronache provenienti
direttamente da un tempo passato. Tra il XV e il XIX secolo,
infatti, gli storici hanno registrato come in diversi paesi
dell’Europa, come Gran Bretagna, Irlanda e Germania, si sia diffuso
il fenomeno delle fasting girls, ovvero ragazze molto
giovani, talvolta anche preadolescenti, che affermano di poter
rinunciare al cibo per nutrirsi soltanto della presenza di Gesù
Cristo.
Tra i casi approfonditi dalla
scrittrice, vi sono in particolare quello di Sarah
Jacobs, di Mollie Fancher e di
Therese Neumann. La prima, originaria del Galles,
è vissuta negli anni Sessanta dell’Ottocento e divenne nota quando,
dopo una malattia decise di rifiutare il cibo che le veniva dato,
in quanto temeva che se si fosse ripresa del tutto avrebbe dovuto
riprendere il lavoro nella fattoria di famiglia. Stando a quanto
riportato, i genitori decisero di strumentalizzare la cosa,
affermando che la forza della fede permetteva alla figlia di
rimanere in vita. Sfortunatamente, Sarah morì per il non essersi
nutrita e i genitori vennero condannati per omicidio.
Anche le altre due, rispettivamente
americana e tedesca, furono oggetto di casi simili, ma su di loro
vi sono meno testimonianze e non si arrivò a stabilire se le due
ragazze mentissero sulle loro capacità o meno. La scrittrice sembra
dunque aver tratto profonda ispirazione in particolare da Sarah
Jacobs, che nel film è dunque da ritrovare nel personaggio di Anna.
L’infermiera Lib, invece, è un personaggio inventato ma basata
sulle vere infermiere che tennero d’occhio la Jacobs per studiare
il suo caso, controllando se davvero questa non mangiasse nulla
come sosteneva. Un controllo ferreo che può aver attivamente
contribuito alla morte della giovane.
Il prodigio: la spiegazione del finale
Giunti al finale del film, è tempo
di fornire una spiegazione al come la giovanne Anna possa affermare
di vivere senza mangiare, senza neanche mostrare alcun segno di
deperimento. Il colpo di scena che dà la svolta al tutto arriva
quando l’infermiera Lib ha l’intuizione di impedire che la giovane
si veda con i suoi genitori per il momento della preghiera. A
partire da questo isolamente totale ecco che Anna inizia infine a
mostrare i segni di un fisico sempre più provato dalla mancanza di
cibo. Lib scoprirà infine che la giovane aveva continuato ad
alimentarsi finché poteva incontrarsi con i genitori e che questo
avveniva tramite i baci che sua madre le dava.
La donna teneva infatti del cibo
dentro la propria bocca, che passava poi ad Anna con i suoi baci.
Il cibo che la giovane ricevava era dunque visto come la manna dal
cielo che Dio le mandava. Quanto Anna stava facendo, ai suoi occhi,
era dunque un modo per cercare il perdono divino per la morte del
fratello, del quale si sente responsabile in quanto i due avevano
rapporti incestuosi. La ragazza viene infine convinta da Lib a
morire metaforicamente per rinascere come Nan, cambiando dunque
identità e scappando con lei verso una nuova vita. Il fuoco che Lib
appicca dunque alla casa per far credere che Anna sia realmente
morta acquisisce dunque un valore metaforico, di ciò che brucia e
risorge dalle proprice ceneri.
Così si struttura dunque il film di
Lelio, come un potente racconto sulla fede e ciò che si compie in
nome di essa, tanto nel bene quanto nel male. Al di là di cio, come
avrà notato chi ha visto il film, questo inizia all’interno di uno
studio cinematografico, una scelta metacinematografica dal quale si
viene informati che quanto si vedrà è pura finzione e che occorre
dunque sospendere l’incredulità. Attraverso tale espediente, Lelio
sembra volerci ricordare di fare attenzione al confine tra il
piacere di farsi raccontare una storia e il farsi ingannare da una
fede fanatica che distorce la realtà dei fatti.
Dopo lo speciale di
Halloween Werewolf by Night, la Marvel torna a regalare un nuovo
piccolo assaggio di universo condiviso con Guardiani della Galassia Holiday Special, 45
minuti di ritorno nella galassia dei personaggi sgangherati portati
per la prima volta sullo schermo da James
Gunn nel 2014. Da allora ne è passato di tempo, e
sebbene la quel film abbia avuto un solo seguito ufficiale, nel
2017, la squadra guidata da Peter Quill/Star Lord è comparsa in
molti degli ultimi blockbuster Marvel Studios, non ultimo Thor: Love and
Thunder, arrivato quest’estate al cinema.
Nel breve speciale,
troviamo i guardiani su Nowhere, intenti a
sbrigare le loro faccende, mentre sulla Terra si avvicina il
periodo di Natale. Sperando di tirare su di morale Peter,
Mantis e Drax decidono di
intraprendere una piccola missione per conto loro: organizzare una
festa di Natale su Nowhere per Peter, con tanto di
regalo speciale per lui. Ma cosa regalargli? L’idea più brillante
che viene in mente loro è quella di portare al loro amico,
impacchettato, l’eroico Kevin Bacon, l’attore preferito di Quill, che
ancora pensa che Footlose sia il più grande film della storia del
cinema. I due partono così per la Terra, destinazione Los Angeles,
per cercare la casa di Bacon e portarlo nello spazio…
Come da tradizione di
James Gunn, già le premesse della storia sono
abbastanza folli, e il film si rivela effettivamente un piccolo
divertissement che segue la follia dei suoi protagonisti, e che
contemporaneamente riesce anche ad aggiungere un paio di elementi
nuovi al MCU che finiranno sicuramente in
continuity.
Un mediometraggio in
pieno “stile Guardiani”
L’occasione che poteva
essere ghiotta per sperimentare qualcosa di nuovo si rivela invece
un cauto gioco di riproposizione, tant’è che non ci sono sorprese,
non c’è una ricerca o una vera spinta narrativa a parte l’utilizzo
del “personaggio Kevin Bacon”, forse solo l’esigenze dello
Studio di dare al pubblico un pezzetto di Guardiani, dato che il
terzo film del franchise tarda ad arrivare (uscirà al cinema, salvo
ulteriori ritardi, il 3 maggio 2023), principalmente per ragioni di
ritardi legate al licenziamento provvisorio di Gunn nel 2018.
Guardiani della Galassia Holiday Special
presenta tutti gli elementi caratteristici del franchise, è
ironico, è buffo e goffo, ha un grande cuore e infatti la metafora
Natalia finale è molto tenera, proprio per predisporci allo spirito
delle feste incombenti, è colorato e pieno di personaggi
caratteristici, oltre ad avere un occhio di riguardo per le musica,
sia quella in scena che quella extra-diegetica. Dagli
Smashin Pumpkin a Fountains of
Wayne, James Gunn si è davvero
sbizzarrito nello scegliere le tracce natalizie più insolite per
musicare i suoi insoliti personaggi. E nel film tornano proprio
tutti, da Peter a Mantis, da Drax a Groot e Rocket, passando per
Nebula e Kraglin,
fino ad arrivare al ritrovato Cosmo, il cane spaziale, che ha la
voce di Maria Bakalova (Borat 2).
Insomma, Guardiani della Galassia Holiday Special è
tutto ciò che poteva essere un mediometraggio sui guardiani
ambientato nel periodo di Natale, spunta tutte le caselle giuste e
si conferma buon intrattenimento.
Arriva in prima tv su Sky
C’mon C’mon, sabato 26 novembre alle 21.15 su
Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on
demand. La pellicola, diretta da Mike
Mills, racconta la storia di Johnny, un uomo di mezza età
che – a causa di un’improvvisa crisi familiare che lo costringe a
badare a suo nipote Jesse – impara a prendersi cura di un bambino
per la prima volta. Protagonista è Joaquin Phoenix, affiancato da un cast che
comprende Gaby Hoffmann e Woody Norman.
Il film è il racconto, carico di
emozioni ma anche di divertimento, di un uomo piombato
improvvisamente nel mondo profondamente stimolante e pervasivo dei
genitori, con tutte le sue difficoltà e meraviglie. Attraverso
momenti piacevoli, momenti tristi, notti silenziose e giornate
sorprendenti, Johnny e Jesse trovano una fiducia momentanea, che li
trasforma. Provano a tenersi stretti nei momenti di ansia, a dirsi
ciò che di solito non dicono, a togliersi dai guai. E man mano che
si avvicinano, la storia si espande fino a toccare temi molto più
grandi: la nostra interconnessione, ciò che dobbiamo al futuro, ciò
di cui abbiamo memoria, le persone che ricordiamo del nostro
passato; il prendersi cura l’uno dell’altro diventa così un modo
per guarire quando ci si muove verso l’ignoto.
La trama del film
Joaquin Phoenix è
Johnny, un giornalista radiofonico molto preso da un progetto di
lavoro che lo porta in giro per l’America a intervistare i bambini
sul futuro incerto del nostro mondo. Sua sorella Viv (Gaby
Hoffmann) gli chiede di badare a suo figlio di 8 anni Jesse (Woody
Norman), mentre lei si occupa del padre del bambino, che ha
problemi mentali. Johnny si trova a legare con il nipote in una
maniera che mai avrebbe previsto, portandolo con sé in un viaggio
da Los Angeles a New York e New Orleans.
Si tratta di una notizia che i fan
attendevano da tanto, anche se probabilmente ci vorrà ancora un po’
di tempo prima che venga rivelata una sorta di lista effettiva dei
film che usciranno. Diamo un’occhiata ai progetti che siamo quasi
certi si faranno, quelli di cui si parla da tempo, ma che ora è
improbabile che diventino realtà, e valutiamo le possibilità che si
concretizzeranno con il nuovo regime.
Shazam! La furia degli dei – 17
marzo 2023
È passato molto tempo da
Shazam! del 2019, ma l’entusiasmo per questo
sequel rimane alto. A parte le fughe di notizie, Fury of the
Gods si preannuncia come uno spasso, con Helen
Mirren e Grace Caroline Currey, che
finalmente vestirà i panni di Mary Marvel, tra i nuovi
protagonisti del film.
Shazam! Fury
of the Gods arriverà nelle sale il 17
marzo2023, e vedrà il ritorno di
Zachary Levi nei panni
dell’eroe del titolo. Nel cast è confermato anche il ritorno di
Asher Angel, mentre i villain saranno interpretati
dalle new entry Helen
Mirren,
Rachel ZeglereLucy
Liu. Mark Strong non
tornerà nei panni del Dottor Sivana, mentre Djimon Hounsou
sarà ancora una volta il Mago.
The Flash – 23 giugno 2023
A causa dei comportamenti
controversi di Ezra Miller, l’entusiasmo per
The
Flash è diminuito molto negli ultimi mesi. La maggior
parte dei fan è pronta a vederlo abbandonare il ruolo, anche se non
bisogna trascurare quella che promette di essere una divertente
avventura nel DCU.
Michael Keaton
riprenderà il ruolo di Batman per la prima volta
da Batman Returns del 1991, mentre Sasha
Calle farà il suo debutto come Supergirl.
Se a ciò si aggiungono i camei di Ben Affleck
(Batman) e Michael Shannon
(Generale Zod), The
Flash si preannuncia come un’uscita molto
interessante.
Blue Beetle – 18 agosto 2023
Originariamente destinato a
un’uscita su HBO Max prima di passare al cinema, è difficile sapere
cosa aspettarsi da Blue
Beetle. Il costume visto sul set non sembrerebbe fuori
posto su The CW, mentre non ci sono grandi nomi nel cast.
Questo, però, potrebbe andare a
favore del film: è sicuramente una storia che merita di essere
raccontata. Angel Manuel Soto è un grande regista,
mentre Xolo Maridueña ha tutte le carte in regola
per diventare una star.
Aquaman e il Regno Perduto – 25
dicembre 2023
A concludere quello che si
preannuncia come un anno intenso per il DCU è il
sequel
diAquaman,
e speriamo che anche questo sia valso l’attesa. Black
Manta sarà al centro della scena come grande cattivo,
anche se le recenti polemiche sul processo tra Johnny
Depp e Amber Heard hanno fatto sì che
Mera passasse in secondo piano.
Si specula molto sul fatto che
Jason Momoa interpreterà Lobo nel nuovo DCU,
quindi non possiamo fare a meno di chiederci se potrebbe mettere da
parte Arthur Curry dopo Il regno
perduto.
Joker: Folie à Deux – 4 ottobre
2024
Molti fan si sono chiesti
fin dall’inizio se Joker avesse bisogno di un
sequel, ma ora ne abbiamo uno che non tratterà affatto la lotta
contro un Bruce Wayne adulto nei panni di Batman, che è quello che
ci aspettavamo inizialmente.
Al contrario, Joker: Folie à Deux si svolgerà nel manicomio
di Arkham e vedrà il Principe Clown del Crimine in
coppia con Lady Gaga nei panni di Harley
Quinn per quella che sembra una pellicola vicina al
musical. Considerateci incuriositi.
The Batman 2 – TBA
Il sequel di The Batman di Matt Reeves non
ha ancora una data di uscita; speriamo solo che il regista non si
stia tirando la zappa sui piedi non solo con la serie TV sul
Pinguino, ma anche con quelle che, a quanto si dice, ruoteranno
attorno a una lista sorprendentemente lunga di grandi nemici del
Cavaliere Oscuro.
Robert Pattinson è
stato un grande Batman e non sarebbe male se venisse portato nel
nuovo DCU
guidato da Gunn e Safran.
L’uomo d’acciaio 2 – TBA
Henry
Cavill ha fatto il suo ritorno nei panni di
Superman in Black Adam e ora
sembra destinato ad avere un futuro brillante nel DCU.
Secondo quanto riferito, un film da solista è in fase di sviluppo e
potrebbe uscire molto più in là di quanto si pensi, se le recenti
notizie verranno confermate.
Tutti i segnali indicano che il film
avrà un tono molto diverso da
Man of Steel e Batman v Superman: Dawn of Justice, offrendoci
un Uomo del Domani più in linea con la sua controparte
fumettistica. Non sappiamo chi dirigerà il film, anche se
Christopher McQuarrie rimane uno dei preferiti dai
fan.
Wonder Woman 3 – TBA
Non abbiamo ancora idea di
cosa stia succedendo al film di Patty Jenkins
RogueSquadron, ma sappiamo che la
regista sta lavorando a Wonder
Woman 3. Il trequel dovrebbe portare Diana
Prince ai giorni nostri e sicuramente dovrà rappresentare
un miglioramento rispetto all’insoddisfacente Wonder Woman 1984.
Non si sa nulla della trama, anche
se speriamo che la guerriera amazzone si sia finalmente allontanata
da Steve Trevor.
Corpo delle Lanterne Verdi –
TBA
Con la Warner
Bros. che ha cambiato rotta con la serie TV di
Lanterna Verde per concentrarsi su John
Stewart, rimaniamo all’oscuro del film previsto sul Corpo
delle Lanterne Verdi. Il film è rimasto bloccato nell’inferno dello
sviluppo per molto tempo e avrebbe dovuto essere incentrato sulla
collaborazione tra John e Hal
Jordan.
Siamo tuttavia ottimisti sul fatto
che il progetto troverà nuova vita con Gunn e
Safran, perché Hal merita
un’altra possibilità.
Black Adam 2 – TBA
Nonostante la star
Dwayne Johnson abbia pubblicizzato il weekend di
apertura di Black Adam come se fosse il più grande film
dell’anno, il debutto di Teth-Adam nel DCU ha in
realtà registrato una performance insoddisfacente, attestandosi sui
numeri di Shazam! con un budget duplicato (e con
recensioni non altrettanto positive).
Si è parlato molto di un sequel,
anche se è ancora da vedere se verrà effettivamente realizzato. Non
crediamo che questa sia l’ultima volta di Black
Adam nell’universo, ma Johnson potrebbe
doversi accontentare di essere un co-protagonista in futuro.
Static Shock – TBA
Annunciato durante il
DC
FanDome nel 2020 sotto un diverso regime alla Warner Bros, ora non
è chiaro quale sia il futuro del film Static Shock prodotto da Michael B.
Jordan. Si pensava che fosse un progetto della HBO Max
sviluppato come parte di “un nuovo universo incentrato sui
supereroi neri” basato sull’imprinting Milestone della DC.
Anche Randy
McKinnon era stato incaricato di scrivere la
sceneggiatura, abbiamo la sensazione che il debutto di
Virgil Hawkins sul grande schermo dovrà aspettare
per ora.
Supergirl – TBA
The Flash
avrebbe dovuto cancellare il Superman di
Henry Cavill dal DCU,
sostituendo definitivamente l’Uomo d’Acciaio con la Supergirl di Sasha Calle. Con
il ritorno dell’attore, però, i piani sono ovviamente cambiati.
Lo sceneggiatore di 22 Jump
Street Oren Uziel è stato assunto per scrivere il film, ma
è passato molto tempo da quando abbiamo sentito parlare di
Supergirl. Di conseguenza, abbiamo la sensazione
che verrà trovato un ruolo diverso per questo eroe nel nuovo
DCU.
Nightwing – TBA
Il regista di The
LEGO Batman Movie Chris McKay era felicissimo di essere
stato incaricato di dirigere Nightwing, ma con il passare del tempo è
diventato sempre più evidente che la Warner Bros. aveva abbandonato
il progetto.
Non sappiamo bene cosa sia successo,
ma il progetto è stato sviluppato in un momento in cui lo studio
non sapeva chiaramente cosa fare del “DCEU”.
Titans è una serie mediocre e Dick
Grayson merita la possibilità di brillare sul grande
schermo.
Lobo – TBA
Lo sceneggiatore di
Wonder Woman Jason Fuchs avrebbe dovuto lavorare
su Lobo, mentre per un certo periodo si era
parlato anche del regista di Transformers Michael
Bay. Da allora non si è saputo più nulla, anche se Gunn ha
mandato in fibrillazione internet dopo aver postato una foto del
protagonista sui social media.
Jason Momoa ha poi
dichiarato che lui e Safran stanno realizzando uno
dei progetti dei suoi sogni, con la convinzione che ora avrà la
possibilità di interpretare Aquaman e Lobo.
Zatanna – TBA
Un film su
Zatanna è stato sviluppato da HBO Max e si pensava che
facesse parte del piano di J.J. Abrams per
assemblare la Justice League Dark nel DCU.
La sceneggiatrice di
Promising Young Woman, Emerald
Fennell, era stata incaricata di scrivere la
sceneggiatura, ma come il resto dei progetti DC di Abrams, sembra
che anche questo sia ormai defunto. Speriamo che per Zatanna non
sia così, perché il personaggio ha un grande potenziale.
Black Canary
Harley Quinn: Birds
of Prey ha ricevuto recensioni positive, ma non ha colpito
molto i fan. Tuttavia, abbiamo avuto modo di trascorrere del tempo
con molti grandi personaggi, tra cui la Black
Canary di Jurnee Smollett.
La sceneggiatura è stata affidata a
Misha Green, ma poiché ci si aspettava che questo fosse un altro
film della HBO Max, non prevediamo che un’uscita in solitaria per
Dinah Lance sia una priorità quando si tratta di
raccontare storie epiche sul grande schermo. Potrà comunque
apparire come personaggio di supporto altrove.
E il resto…
Tra i film che non ci
aspettiamo diventino realtà nel nuovo DCU ci sono
Booster Gold, Blackhawk,
Deadshot, Deathstroke,
Gotham City Sirens, Metal Men e
il Plastic Man al femminile. A questo si
aggiungono non uno, ma ben due film su Superman. Il primo è stato
sviluppato da J.J. Abrams e Ta-Nehisi
Coates, con un protagonista nero e un’ambientazione
d’epoca.
Il secondo, invece, è stato passato
direttamente alla HBO Max con Michael B.
Jordan che probabilmente interpreterà la versione di
Calvin Ellis di Superman. Ora che
Cavill riprenderà il ruolo, tuttavia, non possiamo
immaginare che nessuno dei due sia una priorità della Warner Bros.
Discovery.
Prime Video porterà gli spettatori nel mondo di
The Devil’s Hour altre due volte,
confermando che la serie Original britannica di successo tornerà
per una seconda e una terza stagione. Jessica
Raine(Patrick Melrose) e Peter
Capaldi(Paddington) riprenderanno i ruoli di
Gideon e Lucy Chambers, e al loro fianco ci saranno Nikesh
Patel(Starstruck), Phil Dunster(Ted Lasso), Meera Syal(Yesterday),Benjamin Chivers,
oltre a nuovi personaggi. Le nuove stagioni saranno disponibili in
esclusiva su Prime Video in più di 240 Paesi e territori, mentre la
produzione inizierà nei primi mesi del 2023.
I due capitoli successivi della
serie Original acclamata dalla critica continueranno la storia di
Lucy Chambers (Jessica Raine), una donna alle prese con la ricerca
di un serial killer, Gideon (Peter Capaldi), in modi che non
avrebbe mai immaginato. Nella seconda stagione verranno alla luce
le vere intenzioni di Gideon, quando cercherà di coinvolgere Lucy
in una missione per fermare un’inafferrabile forza del male. Allo
stesso tempo sequel e prequel del primo capitolo, non c’è da
aspettarsi nulla se non l’inaspettato…
“Siamo entusiasti della risposta
del pubblico a The Devil’s Hour, e non vediamo l’ora
di condividere il prossimo capitolo di questa incredibile storia”
ha dichiarato Dan Grabiner, head of UK Originals, Amazon Studios.
“I fan della serie non possono che aspettarsi nuovi colpi di scena
da questa storia eccezionale creata da Tom Moran, al suo debutto
con una serie, e dare nuovamente il benvenuto al nostro
talentuosissimo cast guidato da Jessica Raine e Peter Capaldi.”
The Devil’s Hour è
prodotta da Hartswood Films (Dracula, Sherlock), scritta
da Tom Moran, e ha come executive producer
Steven Moffat (Doctor Who, Dracula, Sherlock), Moran, e
Sue Vertue (Dracula, Sherlock). Sue
Vertue, executive producer e CEO di Hartswood Films, ha affermato
“Inutile dire che siamo felicissimi di poter continuare la storia
di Lucy con due nuove stagioni. Tom Moran e la sua mente geniale
hanno ancora in serbo molto per noi. La serie è sempre stata
pensata come una storia dall’arco narrativo di tre stagioni e sarà
un’esperienza entusiasmante.”
“Raccontare una storia per la TV
non è affatto semplice,” ha aggiunto Tom Moran, creatore e
sceneggiatore. “La prima stagione di The Devil’s Hour è
stata solo l’inizio – il prologo di un romanzo TV. Sono così felice
di poter continuare a girarne le pagine e mettere man mano i pezzi
del puzzle al loro posto. Se pensavi che l’ultimo episodio della
prima stagione contenesse tutte le risposte, forse non ti sei posto
le giuste domande.”
La seconda e la terza stagione di
The Devil’s Hour confermano la crescita delle produzioni
Original britanniche disponibili su Prime Video, che si uniscono
alle serie e ai film prodotti all’estero disponibili tra il 2022 e
il 2023. Tra questi si annoverano 007’s Road to a Million,
una serie di avventura unscripted ispirata a James
Bond; un film sullo youtuber KSI con produttore esecutivo Louis
Theroux; la serie true-crime The Confession; The
Rig, con Martin Compston e Emily Hampshire; Mammals,
scritta da Jez Butterworth e con James Corden e Sally
Hawkins; e My Policeman, con Harry Styles, Emma Corrin, e
David Dawson.
Nuovo poster per l’attesissima
The Last of
Us, in arrivo in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW dal 16 gennaio 2023 in contemporanea
assoluta con la messa in onda negli Stati Uniti.
Basata sull’omonimo videogioco
acclamato dalla critica sviluppato da Naughty Dog in esclusiva per
le piattaforme PlayStation, The Last of
Us sarà disponibile in tutti i territori in cui Sky è
presente, compresi Regno Unito e Irlanda, Italia, Germania, Austria
e Svizzera. La storia di The Last of
Us si svolge vent’anni dopo la distruzione della
civiltà moderna. Joel, uno scaltro sopravvissuto, viene incaricato
di far uscire Ellie, una ragazza di 14 anni, da una zona di
quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza
facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante,
poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti
insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e l’astro
nascente britannico Bella Ramsey nel ruolo di
Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, e l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di
Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, e Merle
Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo
di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel
ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel
ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
La serie è scritta da Craig Mazin
(Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori
esecutivi. The Last of
Us è una co-produzione Sony Pictures Television
con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e
Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da
PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty
Dog.
Modena è la prima tappa in presenza
di A tutto schermo 22, la rassegna dedicata al
cinema indipendente italiano di qualità a cura della Rete degli
Spettatori e in collaborazione con la piattaforma www.cgtv.it
di CG Entertainment. Anche questa edizione vedrà
protagonista non solo il miglior cinema di finzione ma anche il
mondo del documentario, un modo di fare cinema che è avanguardia
rispetto ai linguaggi e alle tecnologie contemporanei.
Appuntamento giovedì 24 novembre
alla Sala Truffaut di Modena – Via degli Adelardi 4 alle ore 21.15
(costo biglietto intero € 6.5, ridotto € 5) con la proiezione di
The Matchmaker di Benedetta Argentieri, prodotto da Fandango
e presentato Fuori Concorso all’ultima edizione della Mostra
Internazionale D’arte Cinematografica di Venezia. Nel documentario
la regista intervista Tooba Gondal, una delle più famose jihadiste
britanniche.
Sinossi del film: Tooba Gondal è
una delle più famose jihadiste britanniche.A soli 20 anni è
scappata da Londra per unirsi allo Stato Islamico, divenendo famosa
in tutto il mondo come The ISIS Matchmaker, in quanto accusata di
aver reclutato sui social network diverse donne occidentali come
mogli dei miliziani dell’ISIS. Non appena l’ISIS ha iniziato a
perdere terreno, è scomparsa da internet. La regista
Benedetta Argentieri l’ha ritrovata in un campo di prigionia in
Siria due anni dopo, quando ormai l’ISIS aveva perso la guerra
contro l’esercito di liberazione curdo, realizzando un’intervista
in esclusiva. Quando si presenta, Gondal allude allo stereotipo
della donna passiva, soggiogata dall’uomo sbagliato e non
responsabile delle proprie azioni. La sua versione
della storia gioca con il pregiudizio sessista e tipicamente
occidentale che vede le donne della Jihad solo come accessori e non
come soggetti attivi. Tooba è la ragazza amichevole, intelligente e
remissiva che vediamo sullo schermo? O è un’estremista violenta e
pericolosa?
L’intervista offre
un’interessante riflessione sulla guerra santa islamica dal punto
di vista delle donne che hanno fatto parte del califfato,
combattenti e carnefici esse stesse.
A TUTTO SCHERMO nasce con
l’obiettivo di intercettare tutta una serie di titoli italiani che
hanno avuto poca tenitura in sala, a causa di mere logiche di
mercato, o sono al momento transitati solo nel circuito
festivaliero, per dar loro una nuova vita, una nuova possibilità di
visione per un pubblico più ampio e variegato ormai abituato a
nuove modalità di visione.
A TUTTO SCHERMO è un
progetto a cura della Rete degli Spettatori in
collaborazione con CG Entertainment, e con
Cinefilos.it media partner dell’iniziativa.Iniziativa realizzata con il contributo e il patrocinio della
Direzione generale Cinema e audiovisivo – Ministero della
Cultura
Plaion Pictures,
azienda leader nella produzione e nella distribuzione di prodotti
per l’intrattenimento digitale, è lieta di annunciare
l’acquisizione di 11 nuovi film che saranno distribuiti
prossimamente all’interno della sua ricca lineup.
Per cominciare, uno dei film più
attesi del 2023, il trailer ha registrato più di 9 milioni di
visualizzazioni in meno di due settimane dal suo rilascio,
diventando un trending topic su Twitter, Facebook e tutti i social
media: Winnie The Pooh – Blood and
Honey, rivisitazione in chiave
horror live action del classico libro per bambini di A. A. Milne,
con i suoi protagonisti, Pooh e Pimpi, assetati di sangue come il
pubblico non li ha mai visti.
Altro titolo di rilievo è
Terrifier 2, horror scritto e diretto da
Damien Leone, pellicola diventata un vero e proprio caso al box
office USA grazie al passaparola e all’endorsement di maestri del
genere come Stephen King. Il clamore intorno al film è stato tale
da far chiedere dai fan di sottoporlo all’Academy tra i possibili
candidati agli Oscar 2023, cosa che è poi avvenuta da parte della
produzione.
Silent
Night, adrenalinico action movie, entra nel catalogo
e segna il grande ritorno del regista di Hong Kong, John
Woo (Manhunt, Paycheck, Mission:
Impossible II, tra gli altri) che dirigerà gli attori Joel
Kinnaman (The
Suicide Squad: Missione suicida) e Kid Cudi, noto per
X – A sexy horror story e per Don’t look up. Nel film, dopo la morte del giovane
figlio, un padre si addentra nel mondo criminale per
vendicarlo.
Dai produttori Sam Raimi (Evil
Dead, Drag Me to
Hell,
Doctor Strange in the Multiverse of Madness) e Roy Lee
(IT, Doctor Sleep, Don’t Worry Darling) arriverà anche
Boy Kills World, un action thriller ambientato in
un mondo distopico con Bill Skarsgård (The Divergent Series:
Allegiant, Atomic Blonde, IT) come protagonista.
Orphan: First
Kill, un horror-thriller psicologico, prequel del
cult Orphan del 2009, diretto da William Brent Bell
(The
Boy), che proprio come nel primo film, terrà lo spettatore
con il fiato sospeso tra intrighi, sotterfugi e verità nascoste dal
primo all’ultimo secondo.
Haunted
Heart è un intrigante thriller romantico,
diretto dal regista premio Oscar Fernando Trueba. Interpretato da
Matt Dillon (The House That Jack Built) e Aida Folch
(The Artist and the Model).
Tra le altre acquisizioni,
spaziando su generi diversi, si aggiungono: la commedia corale
adolescenziale Camp, l’adrenalinico
action di guerra Wolf Hound, il
thriller-horror Old Man, lo zombie horror
apocalittico Project Legion ed il
thriller action ricco di suspense Fatum.
Puoi trovare maggiori dettagli sulle nuove acquisizioni Plaion
Pictures di seguito:
Winnie The Pooh –
Blood and Honey
Regia: Rhys Frake-Waterfield
Cast: Amber
Doig-Thorne, Maria Taylor, Danielle Ronald, Natasha Tosini, May
Kelly, Paula Coiz, Natasha Rose Mills, Nikolai Leon, Craig David
Dowsett, Chris Cordell
Genere: Horror
Sinossi:
La rivisitazione in chiave horror live action del classico libro
per bambini di A. A. Milne. Pooh e Pimpi vanno letteralmente su
tutte le furie dopo essere stati abbandonati da Christopher Robin,
che è in procinto di iniziare il college. Il fatto che Christopher
Robin si sia allontanato da loro e non si sia più curato di
nutrirli, ha reso la vita di Pooh e Pimpi piuttosto difficile.
Regrediti alla loro natura bestiale,
e
non essendo più addomesticati, si trasformano in veri e propri
predatori assetati di miele e… sangue.
Terrifier
2
Regia: Damien Leone
Cast: Lauren LaVera, David Howard
Thornton, Jenna Kanell, Catherine Corcoran, Samantha Scaffidi,
Kailey Hyman, Chris Jericho, Casey Hartnett, Katie Maguire
Genere: Horror
Sinossi:
Dopo essere stato resuscitato da un’entità sinistra, Art the Clown
ritorna nella timida città di Miles County dove prende di mira una
ragazza adolescente e suo fratello minore nella notte di
Halloween.
Sinossi: Alla vigilia di Natale un
padre in lutto mette in atto la sua tanto attesa vendetta contro
una banda spietata.
Boy Kills
World
Regia: Moritz Mohr
Cast: Bill Skarsgård, Jessica Rothe,
Michelle Dockery, Brett Gelman, Isaiah Mustafa
Genere: Action – Thriller
Sinossi: Quando la sua famiglia viene
assassinata, Boy, un giovane ragazzo sordomuto, viene addestrato da
un misterioso sciamano a reprimere la sua immaginazione infantile e
diventare uno strumento di morte.
Orphan: First
Kill
Regia: William Brent Bell
Cast: Isabelle Fuhrman, Julia Stiles, Rossif
Sutherland
Genere: Thriller-Horror
Sinossi: Prequel del cult Orphan del
2009, diretto da William Brent Bell. Dopo aver orchestrato una
brillante fuga da una struttura psichiatrica estone, Esther si reca
in America fingendosi la figlia scomparsa di una famiglia
benestante.
Haunted
Heart
Regia: Fernando Trueba
Cast: Matt Dillon, Aida Folch, Juan Pablo
Urrego
Genere: Thriller
Sinossi: Thriller romantico diretto da
Fernando Trueba con protagonisti Matt Dillon e Aida Folch. Alex
inizia a lavorare in un ristorante come nuova cameriera. Nonostante
abbia rapidamente conquistato il cuore di Enrico, si innamora del
direttore del ristorante Max, ma Enrico inizia a portare alla luce
indizi inquietanti sul passato oscuro e misterioso di Max.
Camp
Regia: Josh Yunis
Cast: Joey King, Sierra McCormick, Annalise
Basso, Nolan Gould
Genere: Commedia
Sinossi: CAMP è una storia di formazione
corale incentrata su un gruppo di adolescenti che esplorano
amicizia, amore, romanticismo e tradimento nel loro ultimo anno di
campo estivo.
Wolf
Hound
Regia: Michael B. Chait
Cast: James Maslow, Trevor Donovan, Timothy
Ritchey
Genere: Action, Guerra
Sinossi: Le audaci imprese del pilota di
caccia ebreo americano Capitano David Holden e le operazioni della
forza speciale tedesca KG 200, un’unità che abbatté, riparò e fece
volare aerei alleati nella Francia occupata dai tedeschi nel
1944.
Old
Man
Regia: Lucky McKee
Cast: Stephen Lang, Marc Senter, Patch
Darragh
Genere: Thriller-horror
Sinossi: Quando un viaggiatore smarrito si
imbatte in un vecchio che vive in una remota capanna nel bosco, i
due iniziano una lunga conversazione che porterà alla luce le
verità da cui sono scappati, i peccati che hanno cercato di
dimenticare e il legame terrificante che li collega.
Project
Legion
Regia: Lance Kawas
Cast: Brande Roderick, Donald Cerrone, Kelly
Lynn Reiter
Genere: Horror
Sinossi: Un giovane è intrappolato nel suo
appartamento con uno sciame di zombie fuori dalla sua porta. Deve
escogitare un modo per superare la notte vivo e fuggire
dall’appartamento 213.
Fatum
Regia: Juan
Galiñanes
Cast: Luis Tosar,
Álex García, Elena Anaya
Genere:
Thriller
Sinossi: Un
giocatore compulsivo e un cecchino d’élite si incontrano durante
una rapina presso una casa di scommesse locale. Quando viene
sparato un colpo di pistola, le successive 24 ore li gettano in una
corsa contro il tempo perché il figlio malato del cecchino ha
bisogno di un cuore e il figlio del giocatore ucciso potrebbe
donargli il suo.
Guarda il trailer
ufficiali del film Close
di Lukas Dhont, che arriverà al cinema dal 4
gennaio 2023 distribuito da Lucky Red.
Presentato in concorso al
75° Festival di
Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria, e
nella sezione della
Festa del Cinema di Roma Alice nelle città, il film ha ricevuto
anche quattro candidature agli European Film Awards 2022 (Miglior
regista, Miglior attore, Miglior sceneggiatore e Miglior film
europeo).
Dopo l’acclamato esordio
con
Girl (2018), selezionato per rappresentare il Belgio ai
premi Oscar 2019 e insignito del premio Camera d’Or al 71°
Festival
di Cannes, il regista fiammingo Lukas Dhont torna al
cinema con una profonda storia di amicizia e sulla ricerca
dell’identità, raccontata attraverso il legame tra due ragazzi di
13 anni, Léo e Rémy, uniti da un affetto fraterno. Un evento
inaspettato cambierà per sempre le loro vite, mettendo in
discussione il loro legame. Close è
un profondo e toccante coming of age, una storia di formazione che
racconta il delicato passaggio dall’infanzia all’adolescenza,
interpretata con grazia e naturalezza dai due giovani
protagonisti.
“Un giorno sono
andato a visitare la mia vecchia scuola elementare” – ha
dichiarato il regista Lukas Dhont – “I ricordi
sono tornati alla mente, facendo riemergere quel tempo in cui era
davvero difficile essere me stesso, senza filtri. I ragazzi si
comportavano in un modo, le ragazze in un altro, mi sono sempre
sentito come se non appartenessi a nessun gruppo. Essere intimo con
un altro ragazzo sembrava solo confermare le supposizioni che altri
avevano sulla mia identità sessuale. Ho cercato di fare ordine tra
questi sentimenti, mettendo qualche parola nero su bianco:
amicizia, intimità, paura, mascolinità… e ne è emerso
Close”.
Arriverà nelle sale italiane dal
6 dicembre con I Wonder Pictures e
Unipol Biografilm Collection, dopo esser stato presentato con
grande successo di pubblico e critica all’ultimo Festival
di Cannes e alla Festa del Cinema di Roma, Annie Ernaux – i miei anni Super 8, diretto da
Annie Ernaux e David Ernaux- Briot.
Il film diretto dal Premio Nobel per
la letteratura 2022 insieme a suo figlio è un documentario composto
da una serie di video girati dalla scrittrice francese e dalla sua
famiglia con una cine-presa super 8, tra il 1972 e il 1981,
accompagnati dalla voce narrante della Ernaux. Un vero e proprio
baule di ricordi dal quale è stato ricavato un film intimo, che
segue cronologicamente gli eventi, incorporando in sé lo scorrere
del tempo, intercettando quelli che sono stati i tumultuosi
cambiamenti avvenuti non solo in Francia, ma anche nel resto del
mondo durante quel decennio.
Annie
Ernaux – i miei anni Super 8, la trama
Le riprese in Super8 sono silenziose: passano sul
muro, o su un lenzuolo bianco, e a commentarle c’è solo il crepitio
del proiettore. Annie Ernaux, premio Nobel per la Letteratura 2022,
dà voce a quei silenzi sovrapponendo le proprie parole a una
raccolta di filmini familiari girati da lei e suo marito tra il
1972 e il 1981. Davanti e dietro la macchina da presa, la
scrittrice racconta una storia intima che, come nei suoi libri, si
intreccia con la Storia collettiva. I viaggi in giro per il mondo
(dal Cile di Allende all’esotico Marocco, dall’Unione Sovietica
alla misteriosa Albania), la quotidianità casalinga, le fughe in
campagna e le crisi della famiglia Ernaux riflettono le emozioni e
le insicurezze di un’intera classe sociale nei decenni successivi
al Sessantotto. E offrono una testimonianza e un punto di vista
unici e insostituibili su un momento storico in cui il nostro
presente affonda saldamente le sue radici.
Dopo l’edizione estiva di Pescara,
Cartoons on the
Bay approda a L’Aquila con la Winter Edition
celebrando in maniera particolare l’anima kids del Festival,
tramite un fitto programma di appuntamenti e contenuti dedicato a
giovanissimi e famiglie. Tutti gli eventi si svolgeranno presso il
Cinema multisala Movieplex L’Aquila (Sale 1 e 2).
“Abbiamo pensato un programma
che veda le bambine e i bambini non solo come spettatori ma anche e
soprattutto come protagonisti attivi – ha dichiarato
il direttore artistico di Cartoons on the Bay, Roberto
Genovesi– con un forte coinvolgimento delle scuole.
Inoltre abbiamo regalato a l’Aquila un fitto programma di
lungometraggi in animazione vincitori di numerosi premi
internazionali e due anteprime mondiali per tutta la famiglia con
la presenza della protagonista Elva Trill, già nota al grande
pubblico per la sua interpretazione in Jurassic World
Dominion’’.
Saranno quasi 1000 gli
studenti delle classi primarie e secondarie di primo grado
attesi dall’1 al 3 dicembre per incontrare i volti e i
personaggi più noti di Rai Gulp e Rai Yoyo. Moltissime
attività in programma a partire dalle anteprime
cinematografiche.
Si parte il 2 dicembre con A
day with Santa, film che racconta di una vacanza concessa
a Babbo Natale: a sostituirlo, nel suo faticoso lavoro, una
ragazza, Santa Belle. Il 3 dicembre sarà la volta di
Sherlock Santa, pellicola in cui Babbo Natale, a
letto malato, ripete senza sosta la parola Lebanna, tutto
questo mentre il Natale incombe. Per risolvere il caso l’assistente
di Babbo Natale ricorre alla magia, evocando il più grande
detective di sempre, Sherlock Holmes! Presenti in sala il regista
Francesco Cinquemani e l’attrice protagonista Elva Trill.
Alle due anteprime si aggiungeranno
le proiezioni dei film premiati nella scorsa edizione del Festival:
Opal, vincitore del premio ‘Miglior Regia
Pulcinella Awards 2022’, Belle premiato come ‘Miglior Sceneggiatura
Pulcinella Awards 2022’, Troppo Cattivi che si è
aggiudicato come miglior film il ‘Pulcinella Awards 2022’ e la
proiezione speciale The Deer King.
Tra le moltissime attività in
programma quelle proposte da Oreste Castagna,
attore, regista e formatore teatrale che parlerà ai più giovani
della magia del mestiere dell’attore, e presenterà Storie
di Pace. Ma ci sarà anche Andrea
Lucchetta con il suo Spike Team. E naturalmente Nicoletta
Costa, autrice della celebre serie Nina & Olga.
Il 3 dicembre è in programma un
grande spettacolo organizzato in collaborazione con Soluna
Eventi che si aprirà con Armando Traverso
e i pupazzi di Rai Radio Kids. La presentatrice
Vera Vavassori introdurrà i pupazzi dei personaggi
delle serie di Rai Kids, Puffi, Pinocchio e Freeda, Topo
Tip e 44Gatti, che si alterneranno sul
palco esibendosi in giochi che coinvolgeranno il pubblico.
Il poster di Cartoons On The
Bay Winter Edition è disegnato da Nicoletta
Costa.
Durante un notiziario della
CNN nel film, il banner in basso sullo schermo indica che
Scott Lang sta facendo il giro per promuovere la
sua nuova autobiografia, Look Out For The Little
Guy.
Ms.
Marvel ha rivelato che Ant-Man ha
lanciato il suo podcast, mentre il primo trailer di Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha
confermato che il ruolo di Scott nel fermare Thanos lo ha fatto
raggiungere la fama globale; dopotutto, è stato lui a spiegare ai
Vendicatori il viaggio nel tempo. Lo stesso banner, nel frattempo,
menziona Nuova Asgard, una località che abbiamo
visitato l’ultima volta in Thor: Love and
Thunder.
Un toccante omaggio a Chadwick
Boseman
Black
Panther: Wakanda Forever include comprensibilmente una
serie di omaggi al compianto Chadwick Boseman e a
T’Challa. Ad esempio, avete notato lo scudo e
l’arma di Warrior Falls appoggiati vicino alla bara dell’eroe
durante il suo funerale?
Un Easter Egg molto più difficile da
individuare si trova verso la fine del film sul veicolo che
trasporta Everett Ross in prigione. Osservando
attentamente, noterete che la targa recita “CB112976”. Anche se
Easter Egg come questi sono solitamente riservati ai numeri famosi
dei fumetti, questo è in realtà un riferimento al giorno in cui
Boseman è nato: 29 novembre 1976.
Griot
Il sequel di Black Panther
ha come protagonista Griot, un’intelligenza
artificiale creata da Shuri per servirla come
assistente. Naturalmente, non è la prima volta che la incontriamo,
poiché ha guidato Everett Ross anche nel primo
film, quando pilotava l’aereo da combattimento virtuale.
Con Griot che sarà chiaramente una
parte importante delle future avventure di Shuri,
sembra che la nuova Pantera Nera abbia il suo J.A.R.V.I.S.
personale! Trevor Noah torna a prestare la sua
voce all’IA e “Griot” è in realtà un riferimento a un poeta,
musicista o narratore della cultura dell’Africa occidentale che ha
spesso il compito di mantenere viva la tradizione.
Shuri rifiuta ancora la
tradizione
Quando abbiamo incontrato per la
prima volta M’Baku in Black
Panther, era un antagonista. Infatti, la prima volta che
lo abbiamo visto, stava sfidando T’Challa per il
trono di Wakanda ed è stato vicino a vincerlo.
Durante quel confronto
M’Baku disse: “Abbiamo osservato con disgusto
come i vostri progressi tecnologici siano stati supervisionati da
un bambino che si fa beffe della tradizione“. Il capo della
Tribù Jabari diventerà poi buon amico di T’Challa
e sembra servire da mentore a Shuri in questo sequel. Quando tenta
di parlarle dopo la morte di Ramonda, lei gli
chiede subito se è disposto ad “ascoltare un bambino che si fa
beffe della tradizione“. Lui le fa notare che ha perso troppo
per essere ancora considerata una bambina.
I tre elefanti
Ramonda
convince Shuri a raggiungerla sulle rive del
Wakanda per celebrare l’anniversario della morte di
T’Challa e vengono accolti dalla vista di tre
elefanti che entrano in acqua. È una bella immagine, ma a
un’analisi più attenta si può notare che si tratta di un elefante
più grande con due piccoli, che pensiamo possa simboleggiare la
famiglia composta da Ramonda, T’Challa e Shuri. È uno spettacolo
toccante, che ci ricorda quanto i suoi figli siano importanti per
la Regina. Naturalmente, pochi istanti dopo, Namor
fa sentire la sua presenza!
Ayo e Aneka
I Marvel Studios non si sono ancora
impegnati a fondo nella rappresentazione LGBTQ+ nei loro film, ma
c’è un breve momento in Black Panther: Wakanda Forever in cui
apprendiamo che il Wakanda ospita almeno una coppia lesbica:
Ayo e Aneka. Questo è in linea con i fumetti,
anche se è un peccato che la loro relazione non venga confermata
fino ai momenti finali del film, quando Ayo bacia la sua amante
sulla testa.
Aneka si unisce a
Okoye come Angelo di Mezzanotte nel film, e questo
gruppo di guerrieri della Dora Milaje è stato introdotto per la
prima volta durante la storyline Doomwar. In questa storia, il
Dottor Destino ruba il Vibranio dal Wakanda per
costruire i Doombot, portando a una guerra totale tra la nazione di
T’Challa e Latveria.
Touissant
Nell’emozionante scena
mid-credits del film, incontriamo il figlio di
Nakia, Touissant. Egli rivela a
Shuri, sua zia, che il suo nome wakandiano è
“T’Challa”, il che lo rende PrincipeT’Challa, figlio di Re T’Challa.
Per coloro che sono curiosi di
sapere il significato di Touissant, pensiamo che il ragazzo sia
stato chiamato così in onore di Toussaint
Louverture, un ex schiavo e generale che fu il leader
della rivoluzione haitiana contro la Francia. Un anno dopo la sua
morte, Haiti divenne finalmente uno Stato indipendente. All’inizio
del film, uno dei due bambini che portano Ramonda
a Nakia è in realtà Toussaint, anche se non è
chiaro se lei sappia che si tratta di suo nipote. Noi pensiamo di
sì.
Namor è un mutante
Quando
Namor racconta la sua storia di origine a
Shuri, dice apertamente di essere nato mutante.
Ciò suggerisce che i mutanti fanno parte del MCU da centinaia di
anni e che il sovrano di Talocan è ora il secondo mutante
confermato di questo mondo condiviso dopo Kamala
Khan. Un altro divertente Easter Egg per i fan dei fumetti
è quando Namor dice “Imperious Rex” durante la sua battaglia con
Shuri, e anche se la battuta non è pronunciata in inglese, è un
momento molto bello. Shuri risponde con un sonoro grido di “Wakanda
per sempre!”.
Maz Kanata
Il MCU ha sempre trovato vari modi per
rendere omaggio al franchise di Star
Wars, e il sequel di Black Panther
non è da meno. Quando Shuri e
Okoye visitano la prigione di Riri
Williams, sulla scrivania di Ironheart si
vede una figura di Maz Kanata. Introdotto in
Star Wars: Il Risveglio della Forza del 2015,
il personaggio è stato interpretato da Lupita
Nyong’o, l’attrice che ovviamente dà vita a
Nakia in questo franchise. L’esistenza di Star
Wars è già canonica in questo mondo condiviso, quindi presumiamo
che nessuno noti le somiglianze tra alcuni attori di quel franchise
e vari personaggi del MCU!
Il ritorno di Val
Valentina Allegra
de Fontaine è stata introdotta per la prima volta in
The Falcon e The Winter Soldier, quando si è
presentata per reclutare John Walker come agente degli Stati Uniti.
In seguito, ha mandato Yelena Belova a cercare Occhio di Falco alla
fine di Black Widow, e la sua terza apparizione nel
MCU arriva
in questo film.
In Black Panther: Wakanda Forever, apprendiamo
che Val è il nuovo direttore della C.I.A., una
sorpresa se si pensa che i Marvel Studios si sarebbero
concentrati su una delle organizzazioni fittizie dei fumetti.
Tuttavia, questo suggerisce che il governo degli Stati Uniti ha
grandi progetti per gli eroi più potenti della Terra, offrendo una
sottotrama alternativa in mezzo a tutta la follia multiversale in
corso. Si prevede che questa situazione continuerà a verificarsi in
Capitan America: New World Order e Thunderbolts.
Secondo il regista James
Cameron, l’audizione di Leonardo DiCaprio per
Titanic stava andando bene prima ancora che iniziasse.
Cameron è noto per i suoi film enormi e pieni di azione, e Titanic è tra le più iconiche delle sue opere,
la cui lista include The Terminator,
Aliens e Avatar. Il suo sequel
Avatar: la via dell’acqua sarà presentato in anteprima
nelle sale il 14 dicembre, mentre un terzo film (dei cinque che ha
annunciato) è già vicino al completamento.
Cameron descrive in dettaglio
l’audizione di Leonardo DiCaprio a GQ e nota come
sapeva che DiCaprio era destinato a impadronirsi del suo ruolo in
Titanic. Mentre aspettava che l’attore arrivasse al
loro incontro, il regista si è guardato intorno e ha notato che
praticamente tutte le donne che lavoravano nel suo ufficio erano
nella stanza, anche la loro contabile.
“Quindi è il turno di Leo,
ricordo che c’è stato un incontro con Leo e poi c’è stato un
provino con Leo. Quindi l’incontro è stato divertente, perché ero
seduto nella mia sala conferenze in attesa di incontrare un attore,
giusto? E mi guardo intorno e tutte le donne dell’intero ufficio
sono in riunione lì per qualche motivo. Ad esempio, c’è una
produttrice esecutiva donna, ok, va bene. Ma la nostra
commercialista? [Ride] Perché era presente alla riunione? Volevano
solo incontrare tutte Leo, era una situazione di isterismo. Mi sono
guardato intorno e ho detto: “Penso di conoscere già la risposta
alla domanda qui”.
La reazione delle colleghe di
Cameron è comprensibile. Sebbene DiCaprio avrebbe fatto con
Titanic il vero e proprio salto
nell’Olimpo di Hollywood, il giovane attore lavorava già da anni e
soprattutto era reduce dal Romeo+Giulietta di
Baz Luhrmann che lo aveva reso una vera e propria
icona romantica. Non c’è da stupirsi se tutte le donne alla
produzione volevano avere il loro assaggio di quell’irresistibile
Romeo moderno!
Quentin Tarantino spiega perché ha smesso di scrivere
e dirigere film. Per molto tempo Tarantino ha affermato che il suo
decimo film sarebbe stato l’ultimo, ed è una dichiarazione
d’intenti a cui sembra attenersi. Contando Kill Bill vol.
Uno e due come un film unico – i due insieme sono meglio
conosciuti come Kill Bill: The Whole Bloody Affair
– Tarantino conta di aver scritto e diretto nove film finora,
vincendo due Oscar per la sceneggiatura.
In una conversazione con YMH Studios,
Quentin Tarantino chiarisce perché il suo prossimo
film, il decimo, sarà l’ultimo. La motivazione si riferisce in gran
parte a come vuole chiudere la sua carriera dopo i successi di cui
ha goduto.
“Ho fatto tutto quello che
volevo fare. Ho avuto una carriera straordinaria. Ho avuto
un’incredibile quantità di fortuna, un’incredibile fortuna. Non
avevo idea che il pubblico… anzi, se avessi dovuto indovinare avrei
immaginato che il pubblico non avrebbe accettato i miei film. E
alla fine non è stato così. E sono stato in grado di lavorare in
questo business al più alto livello che un regista possa lavorare.
Voglio andarmene a quel livello elevato. Voglio andarmene quando
l’uscita di un nuovo film di Quentin Tarantino è
un evento. Non voglio essere quello di cui i fan dicono… “Ricordo
quando ero così preso da lui. Ricordo quando ero così appassionato,
ricordo quando avevo quella merda sul muro (riferito a un suo
poster). È divertente e tutto il resto, ma è un uomo anziano, non è
la stessa cosa ed è fuori dal mondo.”
Chissà se i colleghi più anziani e
navigati di lui, allo stesso livello di “fortuna” saranno d’accordo
con questo commento. Sembra però giusto dare a Tarantino il
beneficio del dubbio: se il decimo suo film sarà davvero l’ultimo
allora sarà sicuramente un evento aspettarlo.
La star di Black
Panther: Wakanda ForeverTenoch
Huerta affronta la possibilità di una connessione
romantica tra il personaggio di Namor, che interpreta nel film di
Ryan Coogler, e Shuri di Letitia
Wright. Il regista Ryan Coogler torna a dirigere il sequel
del grande successo Black Panther del 2018, che
vede la nazione di Wakanda piangere la perdita del re T’Challa
mentre si occupa anche di Namor e del suo regno sottomarino di
Talokan. Black
Panther: Wakanda Forever presenta Shuri che
assume il ruolo di Pantera Nera e il suo personaggio si trova
rapidamente in contrasto con Namor e il suo approccio aggressivo
per garantire la sicurezza della sua gente. Il film è stato un
successo sia per il pubblico che per la critica, con un elogio
particolare riscosso per la performance stratificata di Huerta come
nuovo antagonista dell’MCU.
In una recente intervista con
Rolling Stone, Huerta discute se
ci siano elementi romantici nel legame tra Shuri e Namor in
Black Panther: Wakanda Forever. I due personaggi sono
in disaccordo per la maggior parte della durata del film, ma
sembrano capirsi a un livello più profondo, in particolare durante
una sequenza in cui Namor porta Shuri a Talokan. Sebbene alcuni fan
credano che i due personaggi abbiano sentimenti romantici l’uno per
l’altro, Huerta non è necessariamente convinto.
“Non credo che ci sia stato un
legame romantico [tra di loro]. Penso che sia stato più un tocco
umano, intimo. Voglio dire, nella storia dei loro regni, la storia
della loro gente, condividono la stessa radice, e la minaccia viene
dallo stesso posto per entrambi, per lo stesso motivo. Entrambi
affrontano minacce da paesi occidentali come gli Stati Uniti e la
Francia nella storia, a causa del vibranio, e delle risorse
naturali. Penso che si colleghino in questo aspetto.
Voglio dire, quando incontri
qualcuno e hai una buona relazione, che questa persona sia del
genere che preferisci o meno, hai sempre questo approccio ambiguo.
È normale. È umano. Quindi, penso che questo sia successo con
entrambi. Se questo può evolversi in una relazione romantica o no?
Non lo so. Non era nostra intenzione. Potrebbe succedere o
no.
La parte bella di questa
relazione è che non ha bisogno di essere romantica per essere
profonda. Non ha bisogno di essere romantico per essere bello,
luminoso e intimo. E questa connessione tra un uomo e una donna a
diversi livelli non deve necessariamente concludersi in una
relazione romantica. Ed è bellissimo, sai? Perché odio l’amore
romantico. Penso che sia veleno. [Ride] Questi personaggi creano
qualcosa… non lo so. Era magico, ma non necessariamente
romantico”.
Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel StudiosBlack Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
Avatar: la via dell’acqua uscirà ufficialmente nelle
sale cinesi. Di recente, la Cina ha aumentato la censura rispetto
ai film americani, soprattutto dall’inizio della pandemia di
COVID-19. Ciò ha portato a molti enormi blockbuster, inclusi tutti
i film del Marvel Cinematic Universe dal 2019,
a non uscire su territario cinese, il che ha sottratto una grossa
fetta ai loro potenziali profitti al botteghino.
Secondo Variety, è stato recentemente
annunciato che
Avatar: la via dell’acqua di James
Cameron, il seguito a lungo rimandato del grande successo
del 2009 Avatar, sarà una delle poche uscite
americane dell’era della pandemia ad arrivare nelle sale in Cina.
Il film uscirà in quel territorio il 16 dicembre, lo stesso giorno
in cui sarà presentato negli Stati Uniti e nella maggior parte
degli altri territori internazionali (in Italia arriva il 14).
Arriverà sia nei cinema standard che in IMAX, l’ultimo dei quali ha
costituito una parte enorme del motivo per cui l’originale è stato
un tale successo al botteghino.
Avatar: la via dell’acqua si svolge dentro e intorno
all’oceano. Sully (Sam
Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice
Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il
sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso
rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su
pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena,
eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la
natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro
l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo
completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film
3 volte vincitore di Oscar.
Avatar: la via dell’acqua debutterà il 14
dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20
dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si
dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
Nuove immagini del prossimo
film di Luther rivelano il ritorno di Idris Elba nei panni del personaggio iconico.
Luther iniziò originariamente la sua vita come una
serie TV, trasmessa su BBC One per cinque stagioni tra il 2010 e il
2019. Elba interpretava il detective John Luther,
che deve lavorare con l’assassino Alice Morgan (Ruth
Wilson) per aiutare a risolvere una varietà di casi.
Oggi, Empire ha condiviso due prime
immagini del film seguito a Luther, la cui
produzione è terminata questa primavera. La prima mostra il
detective che si aggira in un arido paesaggio innevato che
probabilmente indica il dramma e la posta in gioco della trama del
film. La seconda è uno sguardo più da vicino a Idris Elba nel suo iconico abito di
Luther.
Dopo l’uscita digitale di
Black
Adam questa settimana, Dwayne
Johnson è andato su Twitter per condividere uno
speciale videomessaggio sul futuro del suo franchise. Pur non
rivelando spoiler o accenni a ciò che accadrà nei prossimi anni,
Johnson ha parlato molto bene del Superman di
Henry Cavill. L’attore di Black
Adam ha chiarito che la versione del personaggio
di Cavill è essenziale per rimpolpare il più grande DCU, poiché il suo coinvolgimento nel film è
stato frutto di una grande battaglia.
“Dobbiamo riportare la forza più
potente e inarrestabile di tutti i tempi in qualsiasi universo.
Ragazzi, sapete di chi sto parlando, è Superman. Quello è
Henry Cavill. Alla fine, lo studio non stava
portando Henry indietro, inspiegabilmente e ingiustificatamente, ma
non avremmo accettato un no come risposta, ci sono voluti anni per
riportare Henry Cavill con conversazioni
strategiche e non avremmo accettato un no come risposta. Unico modo
logico per costruire l’universo DC senza la forza più potente e il
più grande supereroe di tutti i tempi seduto in disparte, è
impossibile da fare. Puoi fare un diagramma di Venn su questa cosa
90 volte ma tutto torna a “Dov’è Superman?” ‘ Devi avere Superman
nel mix, ecco perché abbiamo lottato duramente per riportare in
vita Superman”.
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black
Adam è uscito al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Margot Robbie afferma che le scene della festa di
Babylon assomigliano
a quelle di
The Wolf of Wall Street di Martin
Scorsese. Babylon è
un racconto sopra le righe di prossima uscita del premio Oscar
Damien Chazelle. La trama si concentra sui temi
dell’ambizione e dell’eccesso mentre segue l’ascesa e la caduta di
più personaggi nella Hollywood degli anni ’20. Robbie recita in
Babylon nei
panni di Nellie LaRoy, un personaggio immaginario che è stato
costruito tenendo presenti più riferimenti di più attrici realmente
esistite.
Come racconta
Margot Robbie a Empire, il film ha scene che
ricordano la follia di
The Wolf of Wall Street. Quando l’attrice ha girato il
film con Scorsese, a quanto pare ha pensato che “non sarebbe
mai più stata in un film così folle come questo”.Babylon ha sfidato le aspettative di
carriera di Robbie, che descrive il film come “folle” con
“una quantità vertiginosa di dissolutezza”. “Una delle scene
più inquietanti e caotiche a cui abbia mai assistito è in questo
film e prevede una lotta con un serpente – spiega Robbie –
Non ti dirò chi vince o perde quella battaglia, ma fidati di me, è
folle.”
Babylon è
un’epica storia originale ambientata nella Los Angeles degli anni
’20. La storia si svolge durante il grande passaggio dell’industria
cinematografica dai film muti ai talkie. “Una storia di
ambizioni smisurate ed eccessi oltraggiosi, ripercorre l’ascesa e
la caduta di più personaggi durante un’era di sfrenata decadenza e
depravazione nella prima Hollywood”, si legge nella sinossi.
Protagonisti sono
Brad Pitt,
Margot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo, Li Jun Li,
P.J. Byrne, Lukas Haas, Olivia Hamilton,
Tobey Maguire, Max Minghella, Rory Scovel,
Katherine Waterston, Flea, Jeff Garlin, Eric Roberts, Ethan
Suplee, Samara Weaving e
Olivia Wilde. Al cinema da Gennaio 2023.
Prodotto da Marc Platt, p.g.a.,
Matthew Plouffe, p.g.a., Olivia Hamilton, p.g.a. , con produttori
esecutivi Michael Beugg, Tobey Maguire, Wyck Godfrey, Helen
Estabrook, Adam Siegel.
Dal Premio Oscar Damien
Chazelle, regista di
LA LA LAND e WHIPLASH, un
racconto memorabile ambientato nella Los Angeles degli anni ’20.
Babylon,
una storia di ambizioni smisurate e di eccessi oltraggiosi, che
ripercorre l’ascesa e la caduta di molteplici personaggi in
un’epoca di sfrenata decadenza e depravazione nella sfavillante
Hollywood.
Indiana
Jones 5 si aprirà con una scena in cui Indy
affronta ancora una volta i nazisti, e Harrison
Ford ha condiviso la sua reazione nel vedersi
ringiovanito con il de-aging. Il film però si svolge principalmente
negli anni ’60 e vedrà protagonisti Phoebe
Waller-Bridge, John Rhys-Davies,
Mads
Mikkelsen e altri insieme al ritorno della
Ford.
Indiana Jones 5 sarà
l’ultima volta di Ford con la frusta e il fedora, e l’attore
ottantenne si è seduto con Empire per discutere del film in
uscita, che presenta una Harrison
Fordringiovanito nella scena iniziale che si svolge
negli anni ’40. Ford ha condiviso i suoi pensieri sul trovarsi
faccia a faccia con il suo io digitalmente più giovane.
“Questa è la prima volta che lo
vedo e ci credo. È un po’ inquietante. Non credo di voler nemmeno
sapere come funziona, ma funziona. Non mi fa venire voglia di
tornare giovane, però, sono contento di essermi guadagnato la mia
età.”
Indiana Jones
5 è in gestazione da diversi anni, con il progetto
inizialmente sviluppato da Steven Spielberg, prima che egli si
ritirasse dal progetto. Il regista di Le Mans ‘66 e LoganJames
Mangold è poi stato chiamato a dirigere il film, con
Harrison Ford
confermatissimo nei panni dell’iconico avventuriero. Accanto a lui,
in ruoli ancora non meglio chiariti, vi saranno gli attori Phoebe
Waller-Bridge e Mads Mikkelsen.
Quanto oggi mostrato sembra relativo, oltre allo stesso Jones,
proprio ai personaggi interpretati da questi ultimi due attori.
Indiana
Jones 5 ha una data d’uscita attualmente fissata
al 30 giugno 2023.
Il co-sceneggiatore e regista di
Black
Panther: Wakanda ForeverRyan
Coogler condivide un’emozionante lettera aperta,
ringraziando i fan che hanno visto il film nelle sale. Il film è
stato designato Certified Fresh sul sito aggregatore di
recensioni Rotten Tomatoes. Al momento in cui
scriviamo, Black
Panther: Wakanda Forever ha una valutazione dell’84%
da parte della critica e finora ha guadagnato oltre $ 300 milioni
al botteghino USA e circa $ 561,7 milioni in tutto il mondo.
I Marvel Studios hanno condiviso un messaggio
del regista di Black
Panther: Wakanda Forever, Coogler,
che ringrazia apertamente coloro che hanno visto il film nelle sale
e lo hanno sostenuto attraverso il passaparola e la discussione in
generale. Continua e ringrazia il pubblico per aver esercitato la
pazienza riguardo a diversi aspetti che potrebbero aver distaccato
alcuni spettatori, come la durata, o il fatto che il film racconta
anche di argomenti non proprio leggeri, come l’elaborazione del
lutto, o ancora il fatto che il film comprenda sei lingue in tutto
e che molte parti sono sostenute dai sottotitoli.
Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel Studios Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
Arriva in prima tv su
Sky The
Northman, film epico sui Vichinghi di Focus Features,
firmato dal visionario sceneggiatore e regista Robert
Eggers (The
Witch,
The Lighthouse), mercoledì 23 novembre alle 21.15
su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e
disponibile on demand, anche in qualità
4K.
Con
Alexander Skarsgårde un cast
corale che includeNicole
Kidman, Anya
Taylor-Joy, Ethan
Hawke, Willem
DafoeTHE
NORTHMAN racconta la storia di vendetta che ha
ispirato l’Amleto di Shakespeare e rivisita i miti norreni, le
saghe islandesi e le leggende vichinghe attraverso l’attenzione di
Eggers sull’arte e i dettagli autentici. La sceneggiatura è di
Eggers e del poeta, romanziere, paroliere e sceneggiatore islandese
Sjón.
La trama del film
Dal visionario regista Robert
Eggers arriva The
Northman, un film epico ricco di azione, che racconta
la storia di un giovane principe Vichingo che vuole vendicare
l’omicidio del padre. Il film ha un cast corale di grandi star, che
include Alexander Skarsgård, Nicole Kidman, Claes Bang, Anya
Taylor-Joy, Ethan Hawke, Björk e Willem Dafoe.
THE NORTHMAN– Mercoledì 23
novembre in prima tv alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K,
in streaming su NOW e disponibile on demand anche in qualità
4K.
L’artista di Weta Digital
Aaron Black, che ha lavorato a Doctor Strange nel Multiverso della Follia, ha
condiviso nuovi concept art del film inutilizzati. Le opere d’arte
presentano vari design del mondo da incubo che Doctor Strange di Benedict
Cumberbatch avrebbe potuto esplorare nel sequel mentre si
avventurava nel multiverso.
Uno dei mondi presenti nella concept
art raffigura una grande guerra, con zeppelin e aerei nazisti che
volano sopra un complesso campo di battaglia che include truppe
militari, carri armati, combattenti a cavallo e quello che sembra
essere un esercito medievale in cima a una montagna. Un paio di
pezzi non raffigurano mondi ma mostrano entità cosmiche in grande
dettaglio, inclusa quella che sembra una potente entità tigre.
Tutti i concept art condivisi possono essere trovati sul profilo
ArtStation dell’artista. Di seguito sono
riportati alcuni dei pezzi, incluso il suddetto mondo di
guerra.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).
Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia è
uscito al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono
partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York,
Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo
anche Bruce Campbell, attore feticcio
di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste
alcuna conferma in merito.
Creed 3
sarà incentrato su una tesa riunione tra Adonis Creed e un amico
d’infanzia, interpretato da Jonathan Majors, che è stato incarcerato per
diciotto anni. Questa dinamica segnerà un allontanamento dai
precedenti film di Creed, i cui antagonisti non
avevano un legame affettivo con Adonis. Michael B.
Jordan ha parlato di questo cambiamento con Empire.
“Penso che abbia un’intensità e
una realtà di personaggio che non abbiamo mai visto prima. È un
personaggio con i piedi per terra che è antagonista per natura, ma
viene da un posto onesto, prova emozioni vere. Non è il cattivo che
fa roteare i baffi; volevo che le persone potessero capirlo, per
rendere le cose complicate. Penso che quei personaggi siano i più
complicati e interessanti da guardare”.
CREED
3 ci mostrerà Adonis Creed in azione contro
Jonathan Majors nei panni del misterioso nuovo
antagonista del film, Damian Anderson. Il primo
trailer del film vede Adonis (Michael
B. Jordan) alle prese con il suo successo, ma il suo
passato lo raggiunge in grande stile quando un vecchio amico
(supponiamo che Adonis avesse qualcosa a che fare con il suo
arresto) esce di prigione dopo un periodo di 18 anni dietro le
sbarre e si posiziona come il prossimo sfidante di Creed.
I film di Creed non
hanno mai deciso di reinventare la storia di Rocky Balboa, ma i
primi due sono stati molto efficaci nella posta in gioco di
azione/dramma, e quest’ultima puntata sembra essere altrettanto
incisiva. CREED
3 è diretto da
Michael B. Jordan con
Michael B. Jordan,
Tessa Thompson, Jonathan Majors e Phylicia
Rashad.
Creed 3 – la trama ufficiale
Dopo aver dominato il mondo della
boxe, Adonis Creed (Michael
B. Jordan) ha prosperato sia nella sua carriera che
nella vita familiare. Quando un amico d’infanzia ed ex prodigio
della boxe, Damian (Jonathan Majors), riemerge dopo aver scontato
una lunga pena in prigione, è ansioso di dimostrare di meritare il
suo posto sul ring. Il confronto tra ex amici è più di una semplice
rissa. Per regolare i conti, Adonis deve mettere in gioco il
suo futuro per combattere Damian, un combattente che non ha nulla
da perdere.
Michael B. Jordan si siede per la prima volta dietro
la macchina da presa per dirigere questo terzo capitolo del
franchise drammatico di boxe. Tessa Thompson e
Phylicia Rashad riprenderanno i rispettivi ruoli,
ma Sylvester Stallone non tornerà come Rocky Balboa. Zach Baylin e
Keenan Coogler hanno scritto la sceneggiatura. Prodotto da Irwin
Winkler, pga, Charles Winkler, William Chartoff, David
Winkler, Ryan Coogler, Michael B. Jordan, Elizabeth Raposo,
Jonathan Glickman e Sylvester
Stallone, Creed 3
uscirà nei cinema 2 marzo 2023. Distribuito da Warner Bros.
Pictures.
Non fraintendiamoci: Black
Panther: Wakanda Forever non sancisce il debutto
definitivo di Doctor Doom nell’MCU. Tuttavia, il film
inserisce un sacco di indizi che alludono all’arrivo del sovrano
della Latveria in Black Panther 3. Originariamente,
Victor von Doom era un nemico dei Fantastici Quattro e un rivale personale di Reed
Richards, ma successivamente nella Marvel Comics ha svolto un ruolo
significativo come cattivo per molti altri eroi.
Il sequel di Black
Panther: Wakanda Forever non è ancora stato
confermato ufficialmente, ma le possibilità narrative sono state
comunque lasciate aperte per il futuro. Stando a Wakanda
Forever, Doom potrebbe avere a che fare con le
Pantere Nere.
Black Panther: Wakanda
Forever introduce l’armatura degli Angeli di Mezzanotte
Una delle più grandi
allusioni all’arrivo di Doctor Doom nell’MCU è la creazione da parte
della principessa Shuri dell’armatura degli Angeli di
Mezzanotte. Il nome in codice “Angeli di Mezzanotte” è
stato creato nel 2010 da Jonathan Maberry e Scot
Eaton. Si tratta di una setta d’élite che nasce per portare a
termine l’assassinio del Dottor Doom durante la sua
invasione del Wakanda in cerca di vibranio.
Dal momento che sono state usate
nella battaglia finale contro Namor e il suo regno
sottomarino, è ovvio che le tute indossate dagli Angeli di
Mezzanotte torneranno nel sequel di Black Panther: Wakanda
Forever. In tal caso, gli Angeli di Mezzanotte dovranno
per forza essere schierati con Wakanda per difenderlo da
Doom e dalle sue legioni.
Namor predice scontri futuri tra il
Wakanda e le altre nazioni
Dopo la sconfitta di Namor da
parte di Shuri, Wakanda e Talokan accettano la
tregua. In uno dei momenti finali di Black Panther: Wakanda
Forever, Namor si arrabbia perché Kulkulkan
accetta di cessare il fuoco. Tuttavia, Namor si mette il
cuore in pace solo perché ha la convinzione che altre nazioni
verranno ad attaccare il Wakanda nel prossimo futuro. E,
quando ciò accadrà, Talokan sarà visto come un alleato e una
fonte di forza per il Wakanda, cosa che darà a Namor
e al suo regno una grande dignità.
Secondo le parole di Namor,
anche Latveria, la nazione del Doctor Doom, potrebbe
attaccare il Wakanda. Probabilmente Doom sta semplicemente
aspettando il momento giusto per colpire il paese e reclamare una
delle risorse più preziose dell’intero pianeta. In tal caso, il
sequel di Black
Panther: Wakanda Forever potrebbe essere una
grande battaglia tra i grandi governanti di Wakanda,
Talokan e Latveria.
Il vibranio potrebbe potenziare
enormemente i poteri di Doctor Doom
Nella Marvel Comics, il vibranio si rivela un
materiale preziosissimo. È una fonte incredibilmente unica, non
solo per la sua resistenza e per la varietà di applicazioni nel
mondo fisico, ma anche per la sua capacità di amplificare e
incanalare i poteri soprannaturali. È proprio il potere magico del
vibranio che spinge Doctor Doom a invadere il
Wakanda in Doomwar.
Uno dei motivi per cui Doom è
così formidabile nell’Universo Marvel è il fatto che è un uomo
di scienza e di magia. Victor è un genio del male con un
intelletto che lo avvicina a Mr. Fantastic, ma è anche uno
stregone esperto che ha conosciuto faccia a faccia Doctor Strange. Tenendo tutto questo a
mente, il Doctor Doom potrebbe fare un sacco di danni con le
riserve di vibranio del Wakanda. Questo è uno dei motivi
principali per credere che Doom sarebbe il cattivo perfetto per il sequel di
Black Panther: Wakanda Forever.
Ironheart crea un collegamento con
Infame Iron Man di Doctor Doom
Anche il debutto di
Ironheart (Riri
Williams) in Black Panther: Wakanda Forever
è un buon segno per l’arrivo di Doctor Doom nell’MCU. Nei fumetti, in una delle
prime apparizioni come successore di Iron Man, Riri
incontra Victor von Doom. Nell’episodio, nel tentativo di
riscattarsi Doom si impossessa del mantello di Tony Stark e
diventa Infame Iron Man. Doom prova ad essere un eroe
ma viene ostacolato da Mephisto e da Hood e torna al
suo tipico status di super criminale dell’universo Marvel. Ugualmente, Doom
potrebbe arrivare nell’MCU come InfameIron
Man per poi diventare un cattivo nel sequel di Black
Panther: Wakanda Forever.
Difficile considerarlo un
esordiente, dopo tanti anni di attività e un curriculum nel quale
si affaccia anche il grande cinema, ma che spazia dalla letteratura
al teatro. Dove, come regista, Vincenzo Pirrotta
ha raccolto diversi riconoscimenti, prima di scegliere di mettersi
alla prova dietro la macchina da presa. Verrebbe da aggiungere
‘finalmente’ a vedere lo Spaccaossa che Luce
Cinecittà distribuisce nelle sale dal 24 novembre, e nel quale
l’artista partinicese è interprete e sceneggiatore. Insieme –
eccezionalmente, in un film che non li vede apparire in scena – a
Ficarra e Picone, sempre più in stato di grazia
dopo la splendida prova offerta ne La stranezza di Roberto
Andò e qui in veste anche di produttori.
Una storia vera, un male profondo
Tutto nasce “da quando
una notizia di cronaca ha conquistato i miei pensieri assumendo le
fattezze di un cancro da espellere” spiega lui stesso, rendendo
l’intensità e la forza di una vicenda che sarebbe riduttivo
descrivere come una delle tante storie di criminalità e
sfruttamento ambientate nel nostro Sud e in Sicilia. Un racconto
che piano si insinua e diffonde, via via che il quotidiano
arrangiarsi del protagonista ci mostra il suo privato, le sue
personali disperazioni e quelle dei tanti che attraverso lui
arriviamo a conoscere.
Delinquenti e vittime,
volontarie ma non per questo meno tormentate, ugualmente costretti
nello stesso inferno. Quello di un magazzino di Palermo dove si
svolge l’attività di una organizzazione usa a frantumare braccia e
gambe di consenzienti malcapitati, disposti a farsi spaccare le
ossa per intascare una minima parte dei lauti indennizzi
assicurativi risultanti dalla truffa. Il lavoro di Vincenzo è
quello di reclutare i candidati tra i miserabili della città,
spesso persone conosciute, amici di amici, o alle quali è legato in
maniera particolare, come la Luisa di Selene
Caramazza, tossica e vagabonda. Almeno fino a quando anche
lui non finisce per avere problemi economici.
L’inferno degli spaccaossa
Sono molti gli sguardi
con i quali si può osservare il dramma messo in scena, e su più
livelli. Per la verità della storia raccontata senza giudizi o
complessi di superiorità, e per l’equilibrio trovato nel farlo. Che
evita ci si affidi a un ‘banale’ crescendo o a un’abituale
sommatoria di crisi e conflitti, ma riesce a trarre il meglio dai
tanti attori coinvolti, tutti ben diretti e inseriti nella
composizione. Da Simona Malato, Maziar
Firouzi, Gabriele Cicirello,
Paride Cicirello, Maurizio
Bologna, Claudio Collovà e la
Rossella Leone moglie di Ficarra, ai vari
Giovanni Calcagno, Filippo Luna e
Luigi Lo Cascio tutti svolgono il proprio
compito, con Ninni Bruschetta in particolare
evidenza, al pari della Aurora ‘Rory’ Quattrocchi,
capace persino di aggiungere un brivido horror alla sua
caratterizzazione della ‘povera’ madre del nostro eroe.
Appare meritato, dunque,
il consenso ottenuto dalla critica e dagli addetti ai lavori dopo
la presentazione in anteprima nell’ambito delle Giornate
degli Autori dell’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Al quale ci si augura segua un adeguato successo di
pubblico, e di botteghino, nonostante i preoccupanti livelli medi
del box office italiano. Perché non sono molti i film capaci di
toccare lo spettatore senza approfittare di ricatti morali o
pornografia di vario genere, e di sorprendere con lo spettacolo di
una realtà che ci circonda e che non sempre sembriamo – potere, o
volere? – vedere per come si mostra.
Il ritmo, la fotografia
(di Daniele Ciprì), le musiche, tutto concorre
alla creazione di un’inerzia travolgente pur nella sua apparente
fissità, di un intorno all’interno del quale diventa meno difficile
comprendere una sottocultura fatta di droga, violenza e ludopatia.
E con un piccolo sforzo di fantasia, o umanità, riuscire a trovare
le similitudini con un approccio culturale ed esistenziale, ormai
comune, che subordina tutto al risultato, all’appartenenza a una
ristretta cerchia e alla fruizione di supposti benefici. Come se
principi, dignità o senso di giustizia non servissero nel futuro
che, coerentemente, il film e i suoi personaggi disegnano, nero,
malato, privo di speranza, senza scampo.
Il regista messicano è pronto a
tornare in grande stile con il suo Pinocchio di Guillermo del
Toro, in maniera più semplice
Pinocchio, rivisitazione della storia di Carlo
CollodiLe avventure di Pinocchio. Storia di un
burattino. La scelta di inserire il suo nome nel titolo della
pellicola è chiara: il racconto qui proposto non è lo stesso di
quello conosciuto, c’è la sua rilettura.
L’idea di costruire un nuovo
universo del burattino di legno nasce al regista messicano nel
2008, un progetto molto ambizioso che però vede nel 2017 una
rinuncia anche a causa dei costi troppo elevati del film. Per
fortuna Netflix nel 2018 decide di acquistarne i diritti,
mettendo di nuovo in moto la sua lavorazione. Il prodotto è un film
d’animazione realizzato con la tecnica dello stop-motion,
e arriverà nelle sale cinematografiche dal
4 dicembre e su Netflix dal
9 dicembre.
Pinocchio di Guillermo del Toro, la
trama
Prima Guerra Mondiale. Geppetto
(David Bradley) è un falegname che vive in un
paesello nel Nord Italia insieme a suo figlio Carlo, al quale
insegna l’arte dell’artigianato. Una sera, ultimato un lavoro che
l’uomo aveva fatto in chiesa, i due vengono colpiti da un
bombardamento aereo, che causa la morte di Carlo. Il lutto per la
perdita del figlio porta Geppetto a consolarsi nelle bottiglie di
alcol, consumate sulla lapide del bambino.
È ora il ventennio fascista. Dopo
essere rientrato da una delle sue solite visite alla tomba, preso
da un momento di collera, il falegname inizia a intagliare su un
pezzo di legno grezzo una sorta di burattino incompleto. Nella
notte, però, uno Spirito (Tilda
Swinton) dall’aspetto etereo giunge in casa per
regalargli la vita, dando la possibilità a Geppetto di essere
nuovamente felice. Non appena questo prende vita, diventando
Pinocchio (Gregory Mann), le avventure che deve
subito affrontare insieme al grillo Sebastian (Ewan
McGregor), per rendere orgoglioso il padre, lo portano
faccia a faccia con la vera dittatura.
Dentro il racconto di del Toro
Se Guillermo del
Toro avesse dovuto presentare il suo
Pinocchio esattamente come introduce i racconti
estraendo oggetti dal suo wunderkammer in Cabinet of
Curiosities, avrebbe esordito così: “Questa è la storia di
un burattino di legno, pregna però di sfumature oscure, contorni
crudi e verità forse inaccettabili. Questo, signori, non è il
Pinocchio che conosciamo”. E non c’è niente di più vero.
Le opere di Del Toro si distinguono
principalmente per tre fattori: lo sfondo politico, l’atmosfera
pseudo religiosa, lo spazio gotiche. E qui, nel suo
Pinocchio, tali caratteristiche si presentano
tutte in maniera equilibrata, evidenziando la sua impronta
registica – e stilistica – che si estende a
macchia d’olio lungo l’impianto narrativo del film.
D’altronde, se non avesse potuto marchiare la storia di Collodi
seguendo i dettami della sua arte, probabilmente il film non
sarebbe mai esistito.
Il regista apre la finestra
della realtà credibile sull’universo di Pinocchio,
proponendo un racconto in cui condizione umana e politica si
intrecciano e si fondono. Del Toro opera allo stesso modo di
Il labirinto del fauno, rinunciando però qui
alle eccessive sfumature fiabesche, il cui guizzo si può
riscontrare piuttosto negli insegnamenti di vita che il burattino
assorbe nel suo percorso di crescita. Questi, infatti,
arricchiscono la trama di continui moniti, veicolati allo
spettatore attraverso tematiche sulle quali spesso si ha timore di
soffermarsi: la storia e l’evoluzione, a volte terribile, del
genere umano.
Quello che porta al cambiamento e
alla crescita, a maggior ragione se inserito in un avvenimento
storico di rilievo quale – in questo caso – il periodo ostico della
dittatura, non può essere mostrato attraverso colori sgargianti e
morbidi climax, ma piuttosto esposto con una crisi
profonda e un ostacolo, quello sociale e politico, che va al di là
degli happy ending. È questa l’opera di Del Toro.
In una sceneggiatura che ha
prediletto il taglia e cuci, il regista spoglia la storia
della sua bellezza favolistica, riducendo Pinocchio agli
elementi essenziali in grado di far virare ad una narrazione molto
più impattante a livello contenutistico. Del Toro fa camminare il
suo burattino nelle difficoltà di una Italia intrappolata
nel ventennio fascista, in un contesto di
assoggettamento del popolo al suo Duce, dalle cui labbra pendono
tutti i personaggi che Pinocchio incontra lungo il cammino, e di
cui si serve per prendere consapevolezza.
L’ambiente politico è il primo vero
tema caldo dello script, in cui emerge l’inclinazione del
burattino a non soccombere come gli altri al Podestà, uno dei
principali villain che vede in lui un’arma indistruttibile ai fini
della guerra – essendo immortale – e di cui le truppe militari
fasciste possono farne uso. Ciò che corrode l’intero villaggio in
cui Pinocchio è “nato”, ma che si annida come muffa in tutto lo
stivale, è la famosa propaganda “Il Duce ha sempre
ragione”, seguita da un discorso dittatoriale che seppur non
si senta, si riesce a percepire: “La libertà senza ordine e
senza disciplina significa dissoluzione e catastrofe.”
Il tessuto del film si districa
proprio attraverso questo concetto “Mussoliniano” a cui Pinocchio
si ribella, imponendosi come individuo capace di fare la
differenza a dispetto di chi, con credenze bigotte di
fronte al suo essere “semplicemente di legno” – seppur venerino
Gesù, fatto di legno, sulla croce – lo reputi una maledizione e
un’opera del Diavolo. Eppure lui, nonostante sia di pino, si rivela
essere più umano di quelli fatti di carne e ossa poiché, al
contrario di come succedeva all’epoca di Benito Mussolini, riesce
ad esercitare il libero arbitrio. Ecco dunque la morale principale
del regista: essere diversi, e in questo caso sovversivi, può
divenire un atto salvifico.
Una storia di fragilità umana
Sin dalle prime inquadrature, il cui
ricco setting evidenzia una minuziosa lavorazione
del profilmico, è chiaro ciò che Del Toro porterà
all’occhio attento dello spettatore: questa è una fiaba che non sa
di meraviglia, sa di verità. Da Steve Barron, passando a Robert
Zemeckis e finendo a Roberto Benigni, l’avventura coming of
age di Pinocchio è sempre stata smorzata da
toni prevalentemente caramellosi e semplici, il cui obiettivo era
viaggiare sulle ali della fantasia, più che impegnarsi in un reale
racconto di formazione. E alla domanda “cosa si cela dietro la
storia di Pinocchio?” fino ad oggi è riuscito a rispondere
esaustivamente solo il regista messicano.
Nelle pellicole antecedenti la
rivisitazione deltoriana, Geppetto è stato designato come un uomo
il cui desiderio era avere un figlio a cui donare tutto l’amore di
cui avesse bisogno. Ma nessuno, fino ad oggi, aveva tentanto di
esplorare davvero il passato del falegname per
capire da cosa potesse derivare tale necessità, fornendo solo
qualche informazione poco dettagliata a riguardo. Del Toro invece
osa. E osa più che bene. Entra nella condizione di fragilità umana
di Geppetto e ne restituisce una versione cruda e senza filtri di
un uomo lacerato dal lutto, il cui avvenimento lo ha condotto sulla
strada dell’alcolismo mentre piange disperato sulla lapide del suo
bambino, Carlo.
Carlo, un figlio strappato troppo
presto dalle braccia del padre per colpa dei bombardamenti della
Prima Guerra Mondiale; un bambino vittima della guerra come tanti
altri; un figlio, che diventa il figlio di tutti, il cui padre non
è riuscito ad accettare la sua morte improvvisa, e che nel
tentativo di addormentare un dolore che brucia costantemente nel
petto, si abbandona tristemente a se stesso. Entrare in contatto
profondo con il background di Geppetto prepara emotivamente
alla storia. Accende il processo dell’identificazione e
permette alla fruizione di essere molto più densa e, per certi
versi, molto più difficile ma necessaria per una mise en scene il
cui elemento realistico è garantito.
Comprendere a pieno chi fosse
Geppetto prima di Pinocchio, imprime di valore il rapporto
dell’uomo con il burattino di legno. Se all’inizio il falegname era
restio ad accettare la sua presenza a causa della ferita ancora
aperta di Carlo, il loro tendersi progressivamente la mano per
costruire un legame di fiducia reciproco, conferisce alla nascente
relazione padre-figlio il taglio del vero
amore.
Bellezza stilistica
Se Del Toro ha impiegato diverso
tempo per la produzione del suo Pinocchio, la
visione del prodotto ne fa capire il motivo. La tecnica dello
stop-motion non è di sicuro un “metodo” semplice per costruire
delle pellicole, specie se in termini di minutaggio queste
risultino essere lunghe. Basti pensare che per un movimento del
personaggio ripreso, bisogna scattare precisamente 24 fotogrammi e
le espressioni facciali, seppur impercettibili, devono essere
diverse. Eppure, ogni personaggio che entra a far parte di
questo lungometraggio è pieno di sfaccettature, di
dettagli, di cura. L’attenzione e la minuzia nel disegnarli e
portarli in vita è evidente: passando dai tratti del grillo, che
seppur non abbia un volto umano sa trasmettere tutte le emozioni
che prova, e finendo a quelli di un Geppetto le cui lacrime che
solcano il viso sembrano reali.
L’ambiente, poi, è ben studiato. Di
solito, lo spazio-tempo attorno ad un personaggio deve essere molto
pieno nei fumetti per restituire al lettore un orientamento della
scena. Al cinema, l’ambiente ha senz’altro una sua importanza e
rilevanza, ma molto fa la bravura degli attori e non è sempre
scontato che quando invece si tratti di dare vita ad un film
d’animazione, che potrebbe essere paragonato ad un fumetto, si
ponga accortezza sul luogo. Nel Pinocchio di Del Toro, invece, il
setting principale, rappresentato dal villaggio, sembra condurre
realmente nel paesello arroccato nel Nord Italia. Non c’è senso di
vuoto, ma pienezza completa e misurata, senza la
presenza di elementi superflui. La scelta cromatica, seppur ampia,
predilige come sempre nel cinema deltoriano la prevalenza
dell’ambra, che garantisce un”atmosfera sia magica che realistica.
Il tutto, poi, amalgamato con le spettacolari musiche di
Alexandre Desplat.
Pinocchio di
Guillermo del Toro risulta perciò un film la cui bellezza
favolistica cede il passo a quella reale, i cui tratti
spesso sono crudi ma mai eccessivi. Il suo essere un film
antifascista lo trasforma in un inno alla libertà in cui il suo
protagonista dimostra che a volte, anche se c’è meno fiaba, si può
sempre indirizzare un messaggio d’amore, di patria e di crescita. E
così Del Toro ci ricorda che tutte le favole, alla
fine, nascono da frammenti di realtà rielaborati.
Ed è per questo che dall’altra parte noi riusciamo a imparare.
Proiettato per la prima volta il 2
settembre in occasione del Telluride Film Festival, il
prodigio è la nuova pellicola diretta dall’argentino
Sebastian
Lelio (Disobedience).
La sceneggiatura, tratta dall’omonimo romanzo di Emma Donoghue, è
nata dalla collaborazione di quest’ultima insieme a Lelio e ad
Alice Birch. Nel cast ritroviamo spiccare la stella nascente del
cinema contemporaneo
Florence Pugh (Piccole
donne,
Don’t worry, darling) nel ruolo dell’infermiera inglese
Elisabeth Wright. Il film è già stato candidato per ben 12
categorie per i British Independent Film Awards, tra cui anche per
la miglior regia, miglior performance protagonista e miglior
performance esordiente per Kìla Lord Cassidy nei panni della
piccola Anna.
Un miracolo irlandese
Irlanda 1862: Elisabeth Wright è
un’infermiera chiamata in un piccolo villaggio irlandese per
assistere una bambina, Anna. Giunta a destinazione, scopre dal
comitato di medici e chierici che si occupano della questione che
Anna è perfettamente sana: l’unica anomalia è che non mangia da
quattro mesi. Mentre i preti del villaggio e la famiglia della
piccola tendono a credere che si tratti di una sorta di miracolo
divino, un medico vuole scoprire come razionalmente questo possa
essere possibile. Per questo motivo viene dato a Elisabeth e ad una
suora il compito di sorvegliare Anna giorno e notte per scoprire
come possa sopravvivere senza nutrirsi. La bambina afferma di
nutrirsi di manna dal cielo. Pur avendo vietato il comitato ogni
contatto con la paziente, tra l’infermiera e la piccola si instaura
un rapporto sempre più stretto. Ciononostante, Elisabeth, decisa a
scoprire il segreto di Anna, evita che lei abbia alcun contatto con
altre persone, compresi i suoi familiari: a questo punto, le
condizioni fisiche della bambina iniziano a peggiorare
terribilmente.
L’infermiera Wright visita Anna
Il prodigio: In. Out.
Già dai primi attimi de Il
prodigio è possibile carpire l’originalità del film: la
prima scena si apre su un set cinematografico. Una voce narrante
introduce le vicende e la sua protagonista, mentre l’occhio dello
spettatore è lasciato libero di vagare per il set, fino a
soffermarsi su una scena specifica, da cui prende il via la storia.
Con il volgersi alla fine della pellicola, si ha un ritorno nella
realtà del set cinematografico. Questo è un tentativo da parte del
regista di rompere la quarta parete, instaurando un contatto più
diretto con il pubblico: diventa chiaro anche nel momento in cui
alcuni personaggi durante le vicende guardano fisso nella macchina
da presa, guardano gli spettatori. La rottura della quarta parete
qui però è parziale, neanche paragonabile allo stile di Woody Allen
(Io
& Annie), in cui il pubblico diventa un vero interlocutore.
Un elemento che spicca ne Il
prodigio è la performance di Florence Pugh. L’attrice con
ogni suo ruolo sta andando ad affermare sempre di più la sua
bravura, aggiudicandosi un posto tra le stelle della nuova
generazione del cinema Hollywoodiano. Elisabeth Wright è una donna
forte, indipendente, ha perso la fede in Dio ed ha una visione
razionale del mondo. Con la sua intelligenza prima fa di tutto per
smascherare l’inganno di Anna, e poi cercherà di proteggerla e
guarirla quando ella diviene più debole e deperita. Nel buio della
sua camera, Elisabeth, Lib, nasconde i segreti del suo passato in
un piccolo fagotto: due calzettine di lana da neonato ed una
boccettina con una sorta di sciroppo, magari una qualche forma di
oppiaceo, ed un ago. Si tratta del fantasma della sua vita passata,
suo marito e sua figlia, morta poche settimane dopo la sua nascita.
Un personaggio certamente molto complesso, che però, tramite
l’interpretazione della Pugh, trasmette tutta la sua tenacia al
pubblico.
“We are nothing without
stories”
Una tematica focale ne Il
prodigio è proprio quella delle storie, o meglio del
potere che una credenza può avere su un individuo. Anna e la sua
famiglia hanno una fede ceca in Dio, giustificano il dolore della
vita terrena come necessario per la pace eterna in paradiso dopo la
morte. Il ruolo della religione si va a delineare maggiormente
nella seconda metà del film, ma fin da subito si può notare la
persistente presenza della fede nella vita della famiglia: le
continue preghiere bisbigliate dalla bambina, trenta tre volte, la
quasi totale assenza di preoccupazione da parte dei genitori verso
Anna. Per quanto la fede possa dare all’uomo una speranza
perenne, il fanatismo può portare effetti terribili, può rendere
l’uomo un essere ceco e irrazionale.