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She-Hulk: Jameela Jamil nel cast in un ruolo da protagonista

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She-Hulk: Jameela Jamil nel cast in un ruolo da protagonista

Arriva da Variety la notizia di un nuovo ingresso nel cast di She-Hulk, l’annunciata nuova serie Marvel Studios in arrivo su Disney+ nel 2022. Da quanto apprendiamo dal noto sito americano che i Marvel Studios per la loro serie “She-Hulk per Disney+ hanno scelto Jameela Jamil per un ruolo importante, con ogni probabilità da protagonista. Secondo quanto riferito, Jamil interpreterà Titania, un supercriminale Marvel con una forza incredibile e un frequente rivale di She-Hulk.

La serie è incentrata sull’avvocato Jennifer Walters (Tatiana Maslany), cugina di Bruce Banner, che eredita i suoi poteri di Hulk dopo aver ricevuto una trasfusione di sangue da lui. A differenza di Bruce Jennifer è in grado di mantenere la maggior parte della sua personalità, intelligenza e controllo emotivo.

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La serie tv She-Hulk

She-Hulk è l’annunciata serie tv Marvel Studios basata sull’universo di Hulk dei Marvel Comics che debutterà su Disney+. La serie tv è scritta da Jessica Gao e diretta da Kat Coiro con protagonisti Tatiana Maslany, Tim Roth e Mark Ruffalo. 

La serie che racconta gli avvenimenti che portano Jennifer Walters ad acquisire poteri simili a quelli di Hulk è stata scritta da Jessica Gao e si basa sul personaggio di Jennifer Walters creato da Stan Lee. Tutti i sei episodi sono diretti da Kat Coiro che è anche produttrice esecutiva al fianco Kevin Feige.

In She-Hulk protagonisti sono Tatiana Maslany nei panni di Jennifer Walters, Tim RothMark Ruffalo riprenderà il suo ruolo di Bruce Banner.

X-Men: Anna Paquin loda la professionalità di Hugh Jackman

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X-Men: Anna Paquin loda la professionalità di Hugh Jackman

Sono trascorsi più di vent’anni dall’uscita del primo X-Men del 2000 nelle sale, il film che ha lanciato non solo i celebri mutanti della Marvel sul grande schermo ma anche la carriera di Hugh Jackman, che proprio grazie al ruolo di Wolverine avrebbe conosciuto la fama mondiale.

Nonostante nell’ultimo anno siano emersi numerosi dettagli in merito a quanto sia stata difficile la produzione della trilogia originale (essenzialmente a causa del carattere irascibile del regista Bryan Singer, come rivelato non solo da Halle Berry ma anche dal produttore Tom DeSanto), quell’esperienza pare sia stata comunque indimenticabile per un membro del cast in particolare, e il merito pare essere proprio di Jackman.

L’attrice Anna Paquin, che nei primi film degli X-Men ha interpretato il ruolo di Rogue, ha lodato il lavoro di Hugh Jackman nei panni di Wolverine durante una recente intervista con SiriusXM. “Sicuramente, Hugh è stato il mio migliore amico durante le riprese del primo film”, ha spiegato l’attrice. “Poi hanno iniziato a coinvolgere nel cast attori più vicini alla mia età, quindi poi si creò questa sorta di gruppo formato da attori più giovani. Ma Hugh era la persona a cui mi sentivo più vicina durante il primo film, anche perché la maggior parte delle mie scene erano con lui. È semplicemente meraviglioso.”

“Abbiamo passato moltissimo tempo insieme durante quel periodo”, ha aggiunto. “È una persona adorabile e gentile. Ha passato l’inferno sul quel set e non si è mai, mai lamentato. Un giorno eravamo a -40° e non so quante volte hanno girato una scena in cui doveva cadere da un edificio e atterrare sulla schiena. Nonostante tutto, è sempre stato gentile.”

Anna Paquin e Hugh Jackman hanno recitato insieme anche in X-Men 2 e in X-Men: Conflitto finale. L’attrice ha poi ricordato un altro momento che ha contribuito a consolidare la loro amicizia durante le riprese del primo film. “Ad un certo punto, mentre stavamo girando la scena del camion all’inizio del film, aveva il suo costume e aveva anche gli artigli. Doveva però fumare anche un sigaro, così ho dovuto toglierli il sigaro dalla bocca perché non erano in grado di farlo da solo a causa degli artigli senza farsi male. Dopotutto, a questo servono gli amici, giusto?”

Bo Burnham: Inside, recensione dello speciale Netflix

Bo Burnham: Inside, recensione dello speciale Netflix

Dopo il successo dei precedenti What (2010) e Make Happy (2016), entrambi disponibili su Netflix, la sagacia piccante di Bo Burnham approda nuovamente sulla piattaforma con Inside, lucida e satirica descrizione della società liquida, decadente e piena di facciate fasulle in cui viviamo. Interamente ideato e girato durante la pandemia, nel bel mezzo di una quarantena forzata ma metaforicamente voluta, autoimposta per poter guardare criticamente e spietatamente la nostra vita, e forse, unica apparente via di fuga dal labirinto virtuale in cui siamo costretti.

Bo Burnham: Inside punta dritto al cuore artificiale di una realtà pandemica già da tempo

Burnham riesce nell’arduo progetto di consegnarci un prodotto effettivamente originale oggigiorno, che si pone come nuova frontiera audiovisiva, fruibile in un modo totalmente inedito: questo speciale non è meramente uno show comedy, riesce a configurarsi come film per l’organicità e la chiusura narrativa definita di tutto punto. Quella di Burnham è un’amara constatazione grottesca e assolutamente priva di censura, che ci dimostra che non è necessario ricercare basi comiche altrove: la comicità risiede nella vita di tutti i giorni, teatro orrorifico in cui gli strumenti di scena sono stati soppiantati da icone e applicazioni con cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo; un prolungamento artificiale dei nostri arti superiori, che diventa unico interlocutore per vicinanza ed immediatezza.

Burnham sottolinea l’influenza della pandemia mettendo in evidenza con arguto sarcasmo la ridicolezza delle maschere che indossiamo tutti i giorni e l’effimera natura del nostro campo di battaglia attuale: internet. In una dimensione virtuale in cui si parla tanto e continuamente, pur sapendo molto poco, in cui l’imperativo categorico consiste nell’omologarsi a prototipi standardizzati e all’assicurare una facciata di copertina indiscutibile, Burnham sovverte gli standard dello show comico usuale, ideando e mettendo a punto da sé una tipologia di show inedita: in qualità di factotum – l’intero show è girato, scritto, cantato dal performer- riesce ad offrirci una summa drammatica ma assolutamente lucida del lascito pandemico, che non ha fatto altro che potenziare l’isolamento insito alla realtà contemporanea: una chiusura quasi insormontabile, degenerante e morbosa, che è in azione da ben prima della quaratena forzata: “è sempre stato questo il piano per mettere il mondo nelle tue mani“: l’avere tutto a disposizione in una manciata di secondi non fa altro che marcare la natura liquida della società in cui viviamo, deformazione grottesca di un mondo dove tutto è già stato detto, in cui l’unica possibilità è la citazione non accreditata, la riproposizione di idee e contenuti che è difficile sentire propri e che si perdono in un abisso irrefrenabile di parole pronunciate ma inascoltate.

Bo Burnham Inside

L’invettiva di Burnahm contro gli ossimori dell’attualità

Tu: insaziabile, inarrestabile, controllabile”: l’ossimorica denuncia di Burnham a tutta la realtà contemporanea, in cui noi siamo gli spettatori di noi stessi, tronfi nel nostro sguardo narcisistico nei confronti di ciò che siamo, adulatori di profili falsi, copertine ingannevoli, realtà alternative e all’apparenza più allettanti della nostra. Bo Burnham: Inside ci consegna in modalità audiovisiva un suo personale diario di quarantena, in cui confluiscono analisi critiche sul sé, che mettono in luce disagi emotivi personali e collidono con un’intera generazione allo sbando, che mostra incessantemente i sintomi di una sindrome da Narciso, perennemente alla ricerca dell’immagine perfetta con cui presentarsi virtualmente. Un rifugio che è anche prigione, eppure si configura come unica, silenziosa, risposta al marasma incontrollato e incontrollabile di trend, disinformazione, caos digitale deformato di una realtà auto-condannatasi in cui ogni singola identità si confonde. Burnham è stanco, desolato nel constatare come le proprie velleità, creatività e motivazioni vengono meno di fronte a una realtà che ci chiede continuamente se “può interessarci a tutto in ogni momento”, circondati da strumenti che “hanno fatto tutto ciò che erano stati programmati a fare”; le regole del gioco sono dettate e contemporaneamente annullate da noi stessi, confinati in uno spazio ridotto, virtuale o fisico che sia.

Non proprio morto, non proprio vivo: è simile a uno stato costante di paralisi del sonno”: l’ironia pungente di Burnham riesce a ritrarre nei brani composti e cantati da lui stesso la condizione psicofisica dell’essere contemporaneo, in balia di un contesto sociologico digitalizzato, di un equilibrio politico ed economico precario e di un terreno in cui la parola è abusata, parlando continuamente di tutto, sapendone realmente molto poco. Tramite brani caricaturali e spiritosi, monologhi rivelatori e operazioni registiche e di montaggio di tutto punto, Burnham adempie al difficile compito di restituirci una descrizione espressionista della realtà quotidiana, in cui l’incontro è necessariamente scontro, ogni essere è intrinsecamente una facciata e  il sovrastarsi è l’unico modo affermare la propria esistenza.

Un one man show, che del sapore dello show canonico ha ben poco: senza audience e con un’amarezza di fondo chiaramente percepibile nell’intero minutaggio, Burnham mette in luce il labirinto mentale e sociale in cui siamo costretti, i disagi e l’intrappolamento che ne consegue, cercando lucidamente di trovare uno proprio posto, di dare una chiave di riflessione anche allo spettatore: non si tratta di mero escapismo, ma di piena e lucida presa di coscienza e riappropriazione della propria individualità tramite l’ingegno, la creatività e l’autoironia. Siamo oltre a un percorso catartico di redenzione: l’assoluzione morale non esiste in un mondo in cui le regole del gioco perdono di ogni valore, per questo Burnham non può offrire allo spettatore una chiave di uscita univoca: uscire o rimanere dentro, non è il dove a costituire il problema, quanto il fatto stesso di dover decidere, prendere in mano le redini della propria vita, in una perpetua ricerca identitaria, che spaventa terribilmente in un mondo in cui “l’apatia è una tragedia e la noia un crimine”.

Jurassic World: Dominion, Colin Trevorrow rivela una valanga di dettagli sul film

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In seguito all’annuncio dell’arrivo delle prime immagini ufficiali di Jurassic World: Dominion che saranno allegate alle copie IMAX di Fast and Furious 9, Colin Trevorrow ha rilasciato alcune interviste in cui ha finalmente svelato maggiori dettagli sulla trama dell’attesissimo nuovo capitolo del longevo franchise.

Intervistato da Empire, il regista ha parlato innanzitutto della post-produzione e dei lavori sul film. “Siamo parecchio avanti”, ha spiegato. “In realtà l’abbiamo proiettato proprio oggi, per alcuni familiari e amici intimi, persone di cui ci fidiamo. Adesso sono impegnato con i lavori su un nuovo missaggio sonoro, che è una delle mie parti preferite quando lavoro ad un film. Devo andare a San Francisco, dove ho mixato tutti i miei film. Sarà come tornare a casa. Andrò allo Skywalker Ranch di George Lucas e finirò quello che c’è da finire.”

Parlando poi della trama del film, Trevorrow ha rivelato che Dominion includerà un dinosauro che è stato scoperto abbastanza di recente dagli archeologi. “Avremo il nostro primo dinosauro piumato, l’Oviraptor. Forse questo metterò in allarme coloro che si preoccupano dell’accuratezza paleontologica. Un altro, sempre piumato, sarà il Moros Intrepidus. Quello è apparso forse due anni fa. È simile a un T-Rex, ma con le piume Quello è stato uno dei cambiamenti più rapidi con cui abbiamo dovuto fare i conti, partendo dalla scoperta fino all’inserimento nella storia.”

Colin Trevorrow parla del Giganotosaurus che vedremo in Jurassic World: Dominion

Intervistato da Screen Rant, invece, il regista ha spiegato che il film sarà ambientato quattro anni dopo gli eventi de Il regno distrutto. “Tutto, nella mia mente, è sempre stato concepito in riferimento al presente. La battaglia di Big Rock ha avuto luogo circa un anno dopo Il regno distrutto nel 2019, che è anche l’anno in cui è uscito il corto. Il T-Rex è appena uscito fuori dalla foresta della Sierra Nevada, dove sono fuggiti tutti. È decisamente enorme: è un’intera sezione dello stato. E così, ha vissuto vissuto lì. È da tempo che lottano per catturarla. Questo è accaduto circa anni dopo, che è quando uscirà il film, quindi nel 2022.”

Parlando, poi, dei Giganotosaurus e delle nuove specie che vedremo nel film, ha aggiunto: “Il fatto che sia riuscito a decidere quali nuove specie usare in questi film mi sconvolge ancora, perché ho una responsabilità. È la parte migliore del mio lavoro che sia riuscito davvero a farlo. Nella preview ne vedrete sette. Alcuni di quelli che vengono introdotti in questo prologo, li vedrete poi anche nel film. E poi ce ne saranno di nuovi, molto importanti, che vedrete solo in Dominion. Il Giganotosaurus… come puoi immaginare, non farei mai un cosa del genere al pubblico, cioè non mostrerei mai il Giganotosaurus che elimina il T-Rex e poi sparisce. Al contrario, giocherà un ruolo importante in futuro. È un dinosauro parecchio tosto.”

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Indiana Jones 5: un video dal set conferma il ritorno dei nazisti

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Sono ufficialmente partite le riprese di Indiana Jones 5, l’attesissimo quinto capitolo della celebre saga con protagonista Harrison Ford, che al momento non ha ancora un titolo ufficiale.

Il film sarà il primo capitolo della saga ad uscire nelle sale dopo l’acquisizione della Lucasfilm da parte della Disney nel 2012. Inoltre, sarà il primo episodio del franchise a non essere diretto da Steven Spielberg, che di fatto sarà sostituito dal collega James Mangold, regista di Logan – The Wolverine.

Ora, un nuovo video dal set allestito in Inghilterra e diffuso online da NYMR, conferma che nel nuovo film torneranno i nazisti. Il video ci mostra l’allestimento di un treno d’epoca sul quale sono state applicate delle svastiche e degli Aquile Imperiali, a conferma che i nazisti saranno nuovamente coinvolti nelle avventure di Indy.

Tuttavia, la scena in questione dovrebbe riguardare un flashback, dal momento che il nuovo Indiana Jones sarà ambientato dopo gli eventi de Il regno del Teschio di Cristallo e, come ben sappiamo, quel film era ambientato nel 1957, durante la Guerra Fredda, quando i nazisti era stati ormai sconfitti e la nuova minaccia era rappresentata dai Sovietici.

Sulla trama del quinto capitolo del franchise, che dovrebbe essere l’ultimo, sappiamo ancora molto poco. Le riprese del film dovrebbero terminare il prossimo ottobre e toccare anche l’Italia, in particolare la Sicilia. Al momento gli unici membri del cast confermati, oltre Ford, sono le new entry Mads Mikkelsen, Phoebe Waller-Bridge e l’attore tedesco Thomas Kretschmann.

Cosa sappiamo di Indiana Jones 5

James Mangold (Logan – The Wolverine) sarà il regista di Indiana Jones 5 al posto di Steven Spielberg, che invece aveva diretto tutti gli altri capitoli precedenti della saga. A bordo del progetto torna invece John Williams, già compositore dell’iconica colonna sonora che accompagna il personaggio da 40 anni. Nel cast, oltre a Harrison Ford, ci sarà anche Phoebe Waller-Bridge. Le riprese dovrebbe partire in primavera.

Prima dell’ingaggio di Mangold, la sceneggiatura era stata affidata a David Koepp,  he ha poi lasciato il progetto insieme a Spielberg. Prima di Koepp, anche Jonathan Kasdan (figlio dello sceneggiatore de I predatori dell’arca perduta, Lawrence Kasdan) aveva messo le mani sullo script. L’uscita nelle sale del film è già stata posticipata diverse volte: inizialmente previsto per il 19 Luglio 2019, il film è stato rinviato prima al 10 Luglio 2020, poi al 9 Luglio 2021 e infine al 29 Luglio 2022.

Suicide Squad: la versione di Ayer avrebbe davvero incluso tutte le scene con il Joker?

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Nonostante a Zack Snyder sia stata data la possibilità di portare a compimento la sua versione di Justice League, Ann Sarnoff, il capo della Warner Bros., ha più e più volte chiarito che la stessa opportunità non sarà concessa a David Ayer e al suo taglio di Suicide Squad, nonostante i fan del regista abbiano messo in piedi una vera e propria campagna al pari di quanto fatto da quelli di Snyder, attraverso l’hashtag #ReleaseTheAyerCut.

Ayer ha sempre sostenuto che la sua versione del film dedicato alla Task Force X è molto diversa dal film che lo studio ha distribuito nelle sale. Proprio di recente, il regista ha ribadito di aver realizzato “un film fantastico” che “ha spaventato a morte i dirigenti”. Ora, il montatore Kevin Hickman è tornato a parlare della spinosa questione, confermo che la WB “voleva che le cose andassero in una direzione diversa”. 

“Quello di David era un film molto più dark”, ha spiegato Hickman a CinemaBlend. “Era quasi come un film alla Black Hawk Down. C’era questa componente militare molto forte. Era un film davvero serio. Ovviamente c’erano anche dei momenti comici, soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Will Smith, ma in generale era un film molto più dark.” 

In passato, David Ayer aveva rivelato che il Joker di Jared Leto aveva, nella sua versione del film, un ruolo molto più importante, cosa che è stata confermata anche da Hickman. Tuttavia, pare che i dirigenti della Warner Bros. non fossero gli unici a non essere sicuri di come utilizzare al meglio il personaggio all’interno della storia. “Jared ha fatto davvero un ottimo lavoro”, ha aggiunto Hickman. “Ma non siamo riusciti a trovare al personaggio un vero scopo, perché a volte si è lasciato andare a divagazione talmente folli che sarebbe stato davvero difficile inserirle nel film.”

Ad oggi, è altamente improbabile che la Ayer Cut di Suicide Squad venga distribuita ufficialmente. Tuttavia, lo stesso è stato detto, per anni, della Snyder Cut, quindi non è escluso che in futuro le cose possano cambiare. Nel frattempo, la Task Force X tornerà sugli schermi di tutto il mondo il prossimo agosto, grazie all’uscita dell’attesissimo The Suicide Squad di James Gunn.

Aquaman 2: James Wan rivela finalmente il titolo ufficiale

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Aquaman 2: James Wan rivela finalmente il titolo ufficiale

Attraverso i suoi profili social ufficiali, il regista James Wan ha rivelato che Aquaman and The Lost Kingdom sarà il titolo ufficiale dell’attesissimo sequel del cinecomic con protagonista Jason Momoa, che tornerà ancora una volta nei panni del Re di Atlantide.

Non sappiamo a cosa possa fare riferimento il titolo “The Lost Kingdom”, visto che i dettagli sulla trama non sono ancora stati svelati, ma di recente The Illuminerdi (via CBM) è venuto a conoscenza del fatto che il titolo di lavorazione del sequel sarà “Necrus”, un riferimento alla misteriosa Città Nera che si trova nella parte più profonda di un canyon sottomarino e che ha fatto la sua unica apparizione nei fumetti in Aquaman #30.

I suoi abitanti sono una società militarista guidata dal re Mongo, che crede che qualsiasi invasione da parte degli abitanti della superficie dovrebbe essere accolta con una risposta aggressiva e fatale. Ciò potrebbe rappresentare, almeno in parte, il centro della storia che verrà affrontata nel sequel.

Ricordiamo che in Aquaman 2 torneranno, oltre a Momoa, anche Amber Heard (Mera), Patrick Wilson (Orm), Yahya Abdul-Mateen II (Black Manta) e Dolph Lundgren (Nereus). Nessuna notizia, invece, in merito all’eventuale ritorno di Nicole Kidman (Atlanna), Temuera Morrison (Thomas Curry) e Willem Dafoe (Vulko).

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman 2

Vi ricordiamo che Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel sequel di Aquaman, film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios vorrebbero riportare James Wan dietro la macchina da presa per Aquaman 2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di sviluppo.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di James Wan (The Orphan, The Conjuring 2, The Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman 2 uscirà nelle sale americane il 16 dicembre 2022.

The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim, in produzione l’anime

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New Line Cinema, che ha lavorato alla trilogia de Il Signore degli Anelli e a quella de Lo Hobbit, torna a mettere mano al materiale originale di J.R.R. Tolkien in un progetto che si intitola The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim.

Il lungometraggio a sé stante racconterà la sanguinosa guerra dietro al Fosso di Helm, la fortezza descritta ne Il Signore degli Anelli: Le Due Torri, e la storia dell’uomo dal quale prende il nome: Helm Hammerhand, il leggendario re di Rohan che ha trascorso gran parte del suo regno bloccato in un assedio prolungato e costoso.

Il veterano regista di anime Kenji Kamiyama, che ha diretto la serie anime Ultraman prodotta da Netflix, dirigerà il film da una sceneggiatura di Jeffrey Addiss e Will Matthews (The Dark Crystal: Age of Resistance). Joseph Chou (Blade Runner: Black Lotus) si occuperà della produzione.

Sebbene il team di registi sia nuovo del franchise cinematografico de Il Signore degli Anelli, il progetto dovrebbe essere collegato ai sei film della Terra di Mezzo del regista Peter Jackson basati sui libri di J.R.R. Tolkien. Philippa Boyens, che ha vinto un Oscar per la sceneggiatura de Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, sarà consulente del progetto, che si baserà proprio sulla Trilogia per quello che riguarda l’aspetto estetico della messa in scena.

Il progetto non sarà collegato alla serie tv in produzione presso gli Amazon Studios, ma si sa che con quella progetto in stato avanzato, New Line e Warner vogliono fare del loro film una priorità, con l’animazione già affidata alla Sola Entertainment e il casting vocale già in fase avanzata. Dal momento che i sei lungometraggi ambientati nella Terra di Mezzo hanno incassato oltre 5,8 miliardi di dollari in tutto il mondo, la Warner Bros. non vorrebbe perdere troppo terreno rispetto al colosso dello streaming.

Fonte

Molly’s Game: trama, cast e la vera storia dietro al film

Molly’s Game: trama, cast e la vera storia dietro al film

Aaron Sorkin è conosciuto a livello internazionale come uno degli sceneggiatori più importanti del cinema statunitense. Autore di acclamati film come Codice d’onore, L’arte di vincere e Steve Jobs, nel 2010 è infine arrivato a vincere l’Oscar per il film The Social Network. Nel 2017, infine, egli ha deciso di firmare anche la sua prima regia, portando al cinema Molly’s Game (qui la recensione), acclamato film biografico dedicato a Molly Bloom ed alla sua straordinaria attività nel complesso e controverso mondo del poker, che le ha causato non pochi problemi. Come solito nelle opere di Sorkin, ne nasce un film brillante, teso ed estremamente coinvolgente.

Sorkin scrive la sua sceneggiatura a partire dal libro di memorie Molly’s Game: From Hollywood Elite to Wal Street’s Billionaire Boys Club, My High-Stakes Adventure in the World of Underground Poker. Dalla travagliata vicenda di questa donna, lo sceneggiatore e regista trae un racconto incentrato sul desiderio di rialzarsi dopo una brutta caduta, sul non arrendersi davanti alle avversità. La parabola di Molly è estremamente chiara circa tale tematica, dimostrando quanto solida possa essere la struttura su cui Sorkin costruisce le sue opere.

Acclamato da pubblico e critica, il film ha guadagnato numerosi premi a livello mondiale, tra cui anche una nuova nomination all’Oscar per la sceneggiatura non originale per Sorkin. Per quanti amano il suo cinema e le sue storie, Molly’s Game è un titolo assolutamente imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Molly’s Game: la trama del film

Protagonista del film è Molly Bloom, una giovane e carismatica speranza olimpica dello sci, costretta ad abbandonare lo sport dopo una grave lesione fisica. Costretta a costruirsi una nuova carriera, Molly intraprende gli studi di legge, ottenendo poi un lavoro estivo che la introduce all’ambiente del poker clandestino. Da qui Molly inizia una scalata al potere apparentemente inarrestabile, ma tutto prende una piega inaspettata quando si ritrova arrestata in piena notte dall’FBI. Costretta ad affrontare le accuse a suo carico per gioco d’azzardo illegale, Molly potrà contare su quello che è il suo unico alleato, l’avvocato difensore Charlie Jaffey, inizialmente riluttante ad assumere il caso, ma che si convincerà infine scoprendo che c’è molto di più in Molly Bloom di quello che le volgari storie da tabloid rivelano.

Molly’s Game: il cast del film

Ad interpretare la carismatica Molly Bloom vi è la candidata all’Oscar Jessica Chastain. A volerla è stata la stessa Bloom, affermando che l’attrice sarebbe stata perfetta per il ruolo. Lo stesso Sorkin rimase stregato da lei, affidandole il ruolo. Per prepararsi alla parte, la Chastain ebbe modo di incontrare la donna che si apprestava ad interpretare, apprendendo da lei quanto necessario per la sua interpretazione. Allo stesso modo, studiò il mondo del poker, al fine di scoprire i segreti. Accanto a lei, nei panni dell’avvocato Charlie Jaffey vi è invece l’attore Idris Elba. A causa di suoi altri impegni, Elba ebbe solo 10 giorni per girare tutte le sue scene.

Nel ruolo di Larry Bloom, il severo padre di Molly, vi è l’attore Kevin Costner, il quale accettò poiché interessato all’animo di quell’uomo così complesso. Nel film è poi presente l’attore Michael Cera nei panni del Giocatore X, un personaggio composito vagamente ispirato a Tobey Maguire, il quale era solito frequentare gli eventi organizzati dalla Bloom. Jeremy Strong è Dean Keith, l’uomo che introduce Molly al mondo del poker, mentre Bill Camp è Harlan Eustice, uno dei giocatori di poker. Tutti gli altri giocatori di carte nel film sono reali professionisti del poker. Sorkin voleva infatti del realismo a riguardo, riscontrabile in particolare nel modo in cui i giocatori maneggiano le carte durante le partite.

Molly’s Game: la vera storia dietro il film

Il film di Sorkin, nonostante alcune necessarie modifiche, risulta particolarmente fedele alla storia di Molly Bloom, la quale ha collaborato come consulente del film. Come viene mostrato, questa era davvero una promettente sciatrice, la quale vide interrotta la sua carriera sportiva a causa di un brutto incidente. Successivamente, mentre si prendeva un anno di pausa tra la laurea e la scuola di legge, nel 2003 Molly è andata a Los Angeles, iniziando a svolgere diversi lavori, tra cui quella di cameriera e assistente di direzione dell’imprenditore immobiliare Darin Feinstein, uno dei comproprietari della discoteca di Hollywood The Viper Room. Grazie a lui, Molly è stata introdotta all’ambiente, imparandone i segreti e conoscendo i giocatori più influenti.

Come avviene poi nel film, quando Darin ha licenziato Molly, questa ha deciso di utilizzare i contatti che aveva ottenuto per avviare una serie di partite di poker da lei gestite. Agli eventi organizzati da Molly hanno partecipato numerose celebrità di Hollywood, nomi come Tobey Maguire, Matt Damon, Ben Affleck, Leonardo Di Caprio e Macaulay Culkin. Molti altri nomi rimangono ad oggi ancora segreti. Nel momento in cui il circolo di Molly iniziava a crescere, questa si vide costretta prendere una percentuale dal piatto, infrangendo però così una legge federale. Arrestata e portata in tribunale, Molly riuscì infine ad ottenere una pena di soli mille dollari e 200 ore di servizi alla comunità. Pentita, oggi Molly è una motivatrice che aiuta altre donne ad ottenere successo nella vita.

Molly’s Game: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Molly’s Game è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 10 giugno alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb, HistoryvsHollywood

 

Outer Banks 2 stagione: quando esce, trama, cast e streaming

Outer Banks 2 stagione: quando esce, trama, cast e streaming

Outer Banks 2 è la seconda stagione della serie Originale Netflix Outer Banks creato da Jonas Pate (Deceiver), Josh Pate (Deceiver), e Shannon Burke (Syriana)

Outer Banks 2: quando esce e dove vederla in streaming

Outer Banks 2 in streaming uscirà il 30 luglio su Netflix.

Outer Banks 2: la trama e il cast

Outer Banks è una storia di formazione che segue un affiatato gruppo di adolescenti nella località balneare di Outer Banks, Carolina del Nord. Un blackout causato da un uragano dà il via a una serie di crimini, spingendo questa banda di amici a prendere decisioni che stravolgeranno il corso della loro vita. La ricerca del padre del loro leader, amori proibiti, un’importante caccia al tesoro e le tensioni crescenti con i rivali trasformeranno la loro estate in un’indimenticabile avventura piena di misteri.

Nella serie protagonisti sono Chase Stokes nel ruolo di “John B.”, Rudy Pankow come “JJ”, Jonathan Daviss come “Papa”, Madison Bailey come “Kiara”, Madelyn Cline come “Sarah Cameron”, Charles Esten come “Ward Cameron”, Austin North come “Topper” e Drew Starkey come “Rafe Cameron”.

Outer Banks 2 trama e cast

Nei ruoli ricorrenti troveremo Cullen Moss come vice Shoupe, un poliziotto impreciso Julia Antonelli come Wheezie Cameron, la sorella minore di Sarah e Rafe Caroline Arapoglou nei panni di Rose, la matrigna dei fratelli Cameron e la moglie di Ward E. Roger Mitchell come Heyward, il padre di Pope CC Castillo come Lana Grubbs, la vedova di un uomo di nome Scooter Grubbs che è stato ucciso durante l’uragano Agatha Chelle Ramos come vice Plumb, Brian Stapf come Cruz Marland Burke come Mike Deion Smith come Kelce, l’amica di Rafe, Nicholas Cirillo come Barry, spacciatore di Rafe e proprietario di un banco dei pegni Gary Weeks come Luke, il padre di JJ Elizabeth Mitchell come Limbrey (stagione 2) e Carlacia Grant come Cleo (stagione 2)

Gli episodi di Outer Banks 2

Le trame degli episodi non sono stati resi noti.

Teaser trailer

Comedians: intervista al regista Gabriele Salvatores

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Comedians: intervista al regista Gabriele Salvatores

Ecco la nostra intervista a Gabriele Salvatores, il regista che porta al cinema, dal 10 giugno con 01 Distribution, il suo nuovo film, un vero e proprio omaggio al teatro: Comedians.

Comedians, recensione del film di Gabriele Salvatores

Sei aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al termine di un corso serale di stand-up si preparano ad affrontare la prima esibizione in un club. Tra il pubblico c’è anche un esaminatore, che sceglierà uno di loro per un programma televisivo. Per tutti è la grande occasione per cambiare vita, per alcuni forse è l’ultima. Le esibizioni iniziano e ogni comico sale sul palco con un grande dilemma: rispettare gli insegnamenti del proprio maestro, devoto a una comicità intelligente e senza compromessi o stravolgere il proprio numero per assecondare il gusto molto meno raffinato dell’esaminatore? O forse cercare una terza strada, di assoluta originalità? Attraverso le storie di sei comici, Comedians è una riflessione sul senso stesso della comicità nel nostro tempo, affrontando temi di assoluta attualità.

Futura, la conferenza stampa di presentazione

Futura, la conferenza stampa di presentazione

Il nuovo lungometraggio di Lamberto Sanfelice, Futura, è stato presentato da remoto con la partecipazione del regista e tre degli attori del cast.

Il suo primo lavoro, che ha raccolto molto successo, era stato Cloro nel 2015, che l’ha portato al Sundance e al Festival di Berlino, e facendogli anche aggiudicare una candidatura ai Globi d’oro e ai David di Donatello.

Ad accogliere la stampa, oltre dunque al regista, in collegamento sulla piattaforma Zoom ci sono: Matilde Gioli, Niels Schneider e il jazzista Stefano Di Battista, che del film ha curato anche le musiche.

I primi ringraziamenti Lamberto Sanfelice li rivolge a Adler Entertainment, che non ha avviato la distribuzione della pellicola finché non c’è stata la possibilità di permetterne l’uscita in sala, che avverrà il 17 giugno. E, nel dichiararsi ovviamente molto contento dell’evento, il regista racconta quanto sarà importante l’ausilio del grande schermo per la visione di Futura, e non solo per l’elegante fotografia di Luca Bigazzi: «Il film è un dialogo che i personaggi sostengono tra loro con la musica, più che le parole, anzi: se la cavano molto meglio con gli strumenti musicali,» scherza Sanfelice, «Attraverso le melodie descrivono loro stessi e le proprie sfumature».

La storia è quella dell’ex trombettista Louis (Niels Schneider) che ha abbandonato il sogno del jazz, per fare male il padre e peggio il tassista, dal momento che scarrozza una spacciatrice trans (Daniela Vega) rischiando puntualmente la vita.

«Il mio personaggio è in bilico,» spiega Niels «Non riesce a fare il padre e a relazionarsi con l’ex compagna Valentina [Matilde Gioli n.d.r.], e sente al contempo il peso d’essere figlio d’arte». L’ombra del personaggio del padre è, infatti, secondo Sanfelice, un omaggio al celebre jazzista Massimo Urbani: irraggiungibile icona del genere musicale che incarna perfettamente il senso che vuole essere trasmesso dal film.

«A differenza di Louis, la mia Valentina è una ragazza matura, tra l’altro molto lontana dalle figure femminili che fino ad oggi avevo interpretato,» racconta Matilde Gioli, «Ha insegnato molto anche a me,» dice sorridendo, «In particolare durante una scena in cui affronto il mio ex compagno ho avuto molta difficoltà: io al posto di lei avrei dato subito di matto. Valentina, invece, mantiene la calma».

Viene poi posta una domanda a Stefano Di Battista, a sua volta personaggio di spicco nella scena musicale jazz, ma che si trovava alla sua prima volta nel mondo del cinema: «Questa esperienza per noi musicisti è stata un regalo. Siamo stati trattati da tutti con grande disponibilità. Pensavo che sui set cinematografici, se si sbagliava, si venisse multati,» dice ridendo Di Battista, «Invece non è così! Ho vissuto dei momenti di cui sarò sempre grato a Lamberto Sanfelice». Per quanto riguarda la scrittura della colonna sonora, spiega che è come se fosse stato il film stesso a scriverla: «Proprio come Morricone componeva i suoi pezzi lasciandosi ispirare in modo quasi magico, così anch’io mi sono lasciato suggestionare dalle atmosfere del film».

Così viene chiesto al regista da dove sia sorta per lui la passione del jazz: «È una storia incredibile, che è quella che mi ha fatto venire l’idea del soggetto. Ho fatto amicizia con un tassista che suonava la tromba e che mi ha introdotto in tutto il mondo che racconto. Oggi lui non fa più il tassista, ma il trombettista a tempo pieno. La musica può condurre a rivedere le proprie priorità e a realizzare sogni che si costruiscono man mano».

Banana Joe feat Bud Spencer: l’omaggio degli Oliver Onions

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Banana Joe feat Bud Spencer: l’omaggio degli Oliver Onions

Due autentiche superstar della musica italiana e internazionale, vere e proprie leggende della storia della pop culture, tra i più famosi autori di colonne sonore al mondo –  da Sandokan e Orzowei ai celebri film di Bud Spencer e Terence Hill: dopo il successo virale del video LA LA LA LA LALLA – Il coro dei pompieri (Christmas Version), gli OLIVER ONIONS tornano oggi e lo fanno per un’occasione speciale e particolarmente sentita.

A cinque anni dalla scomparsa di Bud Spencer, il duo composto da Guido e Maurizio De Angelis gli rende omaggio con la prima esclusiva pubblicazione discografica degli OLIVER ONIONS accompagnati dalla voce del grande amico e attore: BANANA JOE feat. BUD SPENCER, disponibile in streaming e su tutte le piattaforme digitali. Il brano, uno dei più conosciuti e stimati della loro discografia cinematografica, anticipa il nuovo monumentale disco in uscita il prossimo autunno per BMG, dall’iconico titolo FUTURE MEMORABILIA.

Fiammante artwork cartoon, elementi tipicamente caraibici, ritmica moderna delle produzioni latino americane: BANANA JOE feat. BUD SPENCER è un brano arioso e spensierato, speciale regalo ai fan da cui esonda il forte sentimento di amicizia che legava Bud e gli OLIVER ONIONS. La title track è quella dell’omonimo film cult dell’82 diretto da Steno (Stefano Vanzina), costruito sull’indimenticabile tappeto musicale creato dal duo.

In occasione di questa stessa ricorrenza, il prossimo 27 giugno aprirà al pubblico il Bud Spencer Museum di Berlino: un museo temporaneo sulle opere cinematografiche e sulla vita sportiva dell’intramontabile attore e atleta, curato dalla famiglia Pedersoli.

Madre, di Bong Joon-ho, arriva nelle sale italiane il 1 luglio con PFA Films

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Torna nelle sale italiane Bong Joon-ho, il regista sudcoreano che con il suo “Parasite” in pochi mesi ha saputo vincere la Palma d’Oro al festival di Cannes e i più importanti Oscar 2020: Miglior Film (prima volta nella storia che l’Academy a un’opera straniera), Miglior Regista, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Film Straniero. Parasite è un film straordinario, ma è soltanto l’ultimo di sette lungometraggi con i quali il regista asiatico si è affermato come uno dei nuovi maestri del Cinema internazionale.

Tra questi “Madre” (2009), un thriller hitchcockiano che da giovedì 1 luglio sarà distribuito in Italia da Pier Francesco Aiello per PFA Films ed Emme Cinematografia.

Il progetto alla base di “Madre” è iniziato con l’attrice Kim Hye-ja, veterana dell’industria cinematografica e televisiva coreana: “Era il 2004 quando un giovane regista venne a cercarmi, dicendo di voler fare un film con me. Fu così che conobbi Bong Joon-ho”, ha dichiarato.

Il film parte con un incipit memorabile e spiazzante: un campo di grano dorato si dispiega attorno alla figura esile di una donna di mezza età, che cammina guardando verso l’orizzonte. Dopo essersi guardata intorno con fare circospetto, prende coraggio e, sulle note di una musica malinconica ma frizzante, la donna inizia a eseguire con precisione i passi di una danza bizzarra, che la vede alternare stati d’animo abbandonati a scatti di seria contrizione o di ferma risoluzione, in bilico tra comico e tragico.

Do-joon (interpretato da Won Bin) ha 27 anni ed è l’unica ragione di vita di sua madre, che, per mantenersi, gestisce un piccolo dispensario di piante medicinali e pratica l’agopuntura. Il giovane è ben lungi dall’essere indipendente e la sua ingenuità lo porta a comportarsi a volte in modo stupido e pericoloso, il che rende sua madre ansiosa. Una notte, mentre torna a casa ubriaco, incontra una studentessa che segue per un po’ prima che scompaia in un vicolo buio. La mattina dopo, viene trovata morta e Do-joon è accusato del suo omicidio. Tra poliziotti pigri che pensano solo a portare a termine le loro indagini e un avvocato incompetente e venale che rinuncia di occuparsi di un caso così poco redditizio, la madre si rifiuta di credere che il suo amato figlio sia colpevole e intraprende immediatamente le proprie indagini per trovare l’assassino della ragazza. Armata di straordinario coraggio e di uno smodato istinto materno, si mette in viaggio, da sola, alla ricerca dell’assassino della giovane donna, ascoltando l’amore incondizionato che solo una madre può provare: fino a che punto sarà disposta a spingersi per salvare suo figlio?

Queste le riflessioni del regista Bong Joon-Ho sul film:

“Tutti hanno una madre e tutti hanno un’idea precisa di cosa sia una madre: è la persona che ciascuno di noi ama di più, la più gentile, e al contempo la più irritante. Sono molti i sentimenti che si contrappongono quando si ha a che fare con questa figura e questo perché la relazione tra un figlio e sua madre è alla base di tutte le relazioni umane. Innumerevoli romanzi, film e programmi televisivi si sono avvicinati alla figura materna, ma io volevo esplorarla in un modo che fosse mio, peculiare, funzionale a scoprire dove potevo portarla a livello cinematografico, per poi spingerla fino all’estremo”. E cosi prosegue: “Volevo fare un film che scavasse in ​​profondità, in ciò che è caldo e potente, come il cuore di una palla di fuoco. In questo senso, la mamma è una sfida cinematografica per me, perché nei miei film precedenti erano tutte storie che tendevano a estendersi: se un caso di omicidio (Memorie di un assassino – Memories of Murder) mi ha portato a parlare degli anni ’80 e della Corea, e l’apparizione di un mostro (The Host), mi ha spinto a parlare di una famiglia, della società coreana e degli Stati Uniti, “Madre” è, al contrario, un film dove tutte le forze convergono verso il cuore delle cose.  Avere a che fare con la figura materna è un déjà vu, ma vedo questo film come un nuovo approccio e spero che venga percepito anche dagli spettatori come qualcosa di familiare, ma estraneo”.

Bong Joon-ho in questo periodo è impegnato contemporaneamente con due sceneggiature, una in inglese e una in coreano: “Il film coreano è ambientato a Seoul e ha elementi unici di horror e azione. Quello in inglese è un progetto drammatico, basato su eventi realmente accaduti nel 2016. Dovrebbe essere ambientato metà negli Stati Uniti e metà in Inghilterra. Il primo potrebbe essere paragonato a Parasite, come atmosfere. Il secondo a Madre”.

Il regista sarà presidente di giuria alla prossima Mostra del Cinema di Venezia 2021.

Appello urgente per la liberazione della regista di Myanmar Ma Aeint

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L’International Coalition for Filmmakers at Risk (ICFR) e i suoi promotori, la European Film Academy, l’International Documentary Film Festival Amsterdam e il Rotterdam International Film Festival (IFFR), insieme ai firmatari riportati di seguito, chiedono alle autorità di Myanmar di rilasciare immediatamente e senza condizioni la regista Ma Aeint.

Uscita di casa il  5 giugno è stata arrestata e attualmente è tenuta in custodia in un luogo segreto, senza nessuna spiegazione ufficiale.

Siamo molto preoccupati per le condizioni di Ma Aeint. Invitiamo le istituzioni cinematografiche e culturali di tutto il mondo a unirsi a noi nell’appello affinché le autorità di Myanmar rilascino la regista immediatamente e senza condizioni. Se ci sono accuse contro di lei, che siano chiarite, e che la sua sicurezza sia come prima cosa garantita.

  • Berlin International Film Festival
  • Busan International Film Festival
  • FAMU
  • FERA
  • Festival de Cannes
  • Festival des 3 Continents
  • FIFDH
  • FSE
  • German Film Academy
  • Locarno Film Festival
  • MEMORY !
  • MOOOV
  • Movies that Matter
  • Quinzaine des réalisateurs Cannes
  • SEAFIC
  • Semaine de la Critique Cannes
  • Sundance Institute
  • Sydney Film Festival
  • Taipei Golden Horse Film Festival
  • Udine Far East Film Festival
  • Venice Film Festival
  • Visions du Réel

Festival di Cannes 74: completata la line-up del Concorso

Festival di Cannes 74: completata la line-up del Concorso

Il Festival di Cannes 74 ha completato la vasta gamma di film della sua selezione ufficiale, incluso il film d’animazione Where Is Anne Frank? diretto dal candidato all’Oscar Ari Folman (Valzer con Bashir). Il festival ha anche aggiunto Vortex” di Gaspar Noe alla sezione Premiere di Cannes e Mes Freres Et Moi di Yohan Manca a Un Certain Regard.

Ulteriori titoli, destinati alle proiezioni di mezzanotte, sono Tralala di Arnaud e Jean-Marie Larrieu e Supremes di Audrey Estrougo. Le proiezioni speciali annunciate in aggiunta al programma sono Bill Murray’s Party: New Worlds, The Cradle of a Civilisation di Andrew Muscato; Mi iubta Mon amour di Neomie Ferlant; Les Heroiques di Maxime Roy; e Are You Lonesome Tonight? di Wen Shipei.

Mi iubta Mon amour segnerà il grande ritorno di Foleman dopo il suo film ibrido live action/animazione del 2013 The Congress con Robin Wright e Paul Giamatti che ha partecipato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes. Where Is Anne Frank? uscirà in Francia con Le Pacte e sarà venduto all’estero da Wild Bunch International.

Prima di queste aggiunte, il programma di Cannes comprendeva già 62 film, tra cui i nuovi film di Wes Anderson (The French Dispatch), Leox Carax (Annette), Paul Verhoeven (Benedetta), Asghar Farhadi (A Hero) e Julia Ducournau (Titane).

Cannes 74 deve ancora svelare il film che chiuderà l’edizione 2021. Si dice che potrebbe essere OSS 117: From Africa With Love di Nicolas Bedos, il terzo capitolo della serie di parodie di spionaggio con Jean Dujardin.

Cannes 74 inizierà il 6 luglio con la prima mondiale di Annette con Adam Driver e Marion Cotillard e un omaggio a Jodie Foster, che riceverà una Palma d’oro onoraria.

Loki: le più grandi rivelazioni dal primo episodio

Loki: le più grandi rivelazioni dal primo episodio

Il primo episodio della serie Loki, dal titolo “Gloriosi propositi”, è finalmente disponibile su Disney+ da ieri. ComicBookMovie ha raccolto le più grandi rivelazioni presenti all’interno dell’episodio che, in qualche modo, hanno già posto le basi per il futuro del MCU:

Iscriviti a Disney+ per vedere tutti gli episodi di LOKI e molto altro!

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL PRIMO EPISODIO DI LOKI!!!

Perché ai Vendicatori è stato permesso di viaggiare indietro nel tempo?

Loki chiarisce quasi subito il ruolo della Time Variance Authority nel MCU, rivelando che quando qualcuno fuoriesce dal percorso designato all’interno della “sacra linea temporale sacra”, questo qualcuno viene ripristinato. Considerato questo assunto, la domanda dovrebbe sorge spontanea: perché ai Vendicatori è stato permesso di viaggiare indietro nel tempo, prendere le Gemme dell’Infinito da varie linee temporali e cambiare totalmente il corso degli eventi?

Come apprendiamo nella serie, erano semplicemente destinati a farlo, apparentemente perché è ciò che i Custodi del Tempo volevano che accadesse. A questo punto si potrebbe pensare che anche la timeline in cui Steve Rogers ha avuto il suo lieto fine con Peggy Carter avrebbe dovuto essere ripristinata, ma se Sam Wilson era destinato a diventare il nuovo Captain America, allora si capisce il motivo per cui gli è stato permesso di rimanere dov’era. Sembra, comunque, che molte informazioni ci vengano ancora tenute nascoste, e che c’è ancora molto da scoprire sulla TVA…

La guerra nel Multiverso

Secondo Miss Minutes, la mascotte della TVA, una volta c’è stata una guerra nel Multiverso con più linee temporali che combattevano tra di loro per uscirne dominanti. La pace è stata ripristinata solo dopo l’intervento dei Custodi del Tempo, che hanno ufficialmente creato la “sacra linea temporale”.

È interessante notare che in uno degli artwork promozionali della serie What If… ? si fa riferimento ai tutti i personaggi del MCU che saranno coinvolti nella serie come ai “Guardiani del Multiverso”. Tra le conseguenze di Loki (e del sequel di Doctor Strange) potrebbe esserci anche la possibilità di vedere alcuni personaggi del MCU come nuovi protettori delle linee temporali al posto della TVA. Inoltre, non è da escludere che questa cosiddetta “guerra nel Multiverso” possa essere la causa scatenante degli eventi che vedremo nel sequel di Doctor Strange

Gli eventi Nexus

Nella serie viene spiegato che le linee temporali ramificate sono chiamate eventi Nexus. A questo punto, non si può fare a meno di ripensare a quella strana pubblicità presente in WandaVision. Nei fumetti, gli esseri Nexus sono esseri rari abbastanza potenti da cambiare la realtà e incasinare la “sacra linea temporale” che la TVA ha creato. Stranamente, sono anche considerati la chiave per mantenere stabile il Multiverso, quindi sembra che i Custodi del Tempo sappiamo di avere un posto nei loro piani.

Scarlet Witch è un essere Nexus, così come Kang il Conquistatore, quindi sembra che questo concetto verrà esplorato molto nel futuro del MCU. Se Wanda Maximoff sta per farsi strada attraverso il Multiverso alla ricerca di Billy e Tommy, sembra che le ramificazioni della “sacra linea temporale” potrebbero essere ancora più grandi di quanto i fan credano… 

Le Gemme dell’Infinito

Infinity StonesAlla fine di Avengers: Endgame, le Gemme dell’Infinito sono state riportate al loro posto nella “sacra linea temporale”, continuando a non esistere più ai giorni nostri dopo che Thanos le aveva distrutte. Tuttavia, nella premiere di Loki veniamo a conoscenza del fatto che la TVA ha dei cassetti pieni di Gemma, con alcuni membri dello staff che le usano come fermacarte.

Questo sottolinea il potere della TVA, ma se un furfante malizioso come Loki le portasse nel mondo… beh, vorrebbe dire che la storia di queste antiche reliquie potrebbe non essere finita. È probabile che questo dipenda da ciò che accadrà alla TVA, ma indipendentemente dal fatto che Loki riesca a mettersi al comando o che vengano in qualche modo distrutte, le Gemme dell’Infinito potrebbero entrare di nuovo in gioco. Onestamente, un finale con il Dio dell’Inganno che scatena tutto il loro potere sarebbe davvero incredibile… 

La redenzione di Loki

Dopo aver superato in astuzia la TVA, Loki riesce a dare uno sguardo al suo futuro. Assistendo alla morte di sua madre, al momento in cui ha fatto ammenda con Thor e alla sua scomparsa per mano di Thanos, il Dio del Male è stato lasciato con molto da elaborare. Questo è importante, perché significa che gli ultimi nove anni di narrazione nel MCU non siano stati spazzati via.

Questo è ancora un Loki molto diverso, ma nemmeno lo stesso cattivo apparentemente irredimibile che ha cercato di conquistare la Terra in The Avengers. Da qui, la porta è aperta per i Marvel Studios per fare praticamente qualsiasi cosa con il Dio dell’Inganno, e tale prospettiva è decisamente molto eccitante. Ora, non sappiamo se Loki sarà un eroe o un cattivo, ma forse potrebbe diventare una via di mezzo tra le due cose. Ad ogni modo, è stato il modo perfetto per gestire questa “re-introduzione” del personaggio. 

Loki come D.B. Cooper

Questo è un momento che forse non rappresenterà una svolta per il Marvel Cinematic Universe, ma è sicuramente interessante. Il fatto che il Dio dell’Inganno sia venuto sulla Terra per scommessa nei primi anni ’70, decenni prima degli eventi di Thor, significa che gli Asgardiani potrebbero aver avuto un ruolo nella storia molto prima che il Dio del Tuono venisse bandito.

Sappiamo che Odino ha combattuto su Midgard migliaia di anni fa, e ciò indica che potrebbero aver svolto un ruolo chiave in altri eventi storici. È possibile che vedremo più momenti come questo nel corso di Loki, ma in quali altri momenti della storia recente potrebbero aver avuto un ruolo gli Asgardiani? Nel caso di Loki, è possibile che sia molto più di un “semplice” D. B. Cooper… 

Un’anticipazione in merito a Mefisto?

All’inizio della premiere di Loki, Mobius scopre che qualcuno che assomiglia al diavolo ha ucciso alcuni agenti della Time Variance Authority. Ovviamente, molti fan hanno subito iniziato a pensare che il grande cattivo della serie sarà Mefisto, soprattutto dopo che il personaggio non è apparso in WandaVision. Ovviamente, non sarà così!

È stato confermato, infatti, che quel dettaglio non è correlato a Mefisto, mentre quella grande rivelazione alla fine dell’episodio sembra essere un indizio che il bambino si riferisse proprio a Loki. Ricordate: il Dio dell’Inganno porta le corna sulla testa, e per un bambino di quell’epoca è probabile che la Variante assomigliasse molto al diavolo! Tuttavia, è strano che i Marvel Studios continuino a disseminare tutti questi apparenti riferimenti a Mefisto… 

Il villan della serie è… Loki!

Il finale dell’episodio rappresenta un grande (e indubbiamente affascinate) spoiler su cosa bisogna aspettarsi dai successi episodi. Il fatto che Loki debba dare la caccia a sé stesso è un aspetto decisamente a favore per il potenziale narrativo della serie, soprattutto perché servirà come primo assaggio di cosa significhi avere più versioni dello stesso personaggio nel Multiverso.

Resta da capire come si evolveranno le cose da qui, ma il Dio dell’Inganno sta chiaramente tramando qualcosa di sinistro e sembra aver bisogno della TVA per farlo. Perché questo Loki è molto più esperto? Qual è il loro obiettivo finale? È tutto ancora da scoprire. Una battaglia Loki vs. Loki potrebbe decisamente accadere e non possiamo fare a meno di chiederci se questa “Variante” troverà un terreno comune con l’altra o se rimarrà fedele alla TVA… 

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Mortal Kombat: in digitale dal 30 giugno e in Home Video dal 7 luglio

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Mortal Kombat, la nuova esplosiva avventura cinematografica ispirata alla celebre saga di videogame, diretta da Simon McQuoid e prodotta da James Wan, arriva in Italia in DVD, Blu-ray™, 4K UHD e Steelbook 4K UHD dal 7 luglio.

Il film sarà inoltre disponibile già a partire dal 30 giugno per l’acquisto digitale su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV.

Da New Line Cinema arriva la nuova avventura cinematografica di “Mortal Kombat”, che porta in vita l’intensa azione della saga di videogame campione di vendite, in tutta la sua brutale gloria, mettendo l’uno contro l’altro i campioni indiscussi e tanto amati dai fan, in una battaglia cruenta e senza esclusione di colpi, che li spingerà al limite. Il film è diretto dal pluripremiato regista australiano Simon McQuoid, al suo debutto nel cinema, e prodotto da James Wan (i film di “The Conjuring”, “Aquaman”), Todd Garner (“Into the Storm”, “Tag”), McQuoid ed E. Bennett Walsh (“Men in Black: International”, “The Amazing Spider-Man 2”).

In “Mortal Kombat”, il campione di MMA Cole Young, abituato a scontrarsi con chiunque per soldi, è ignaro della sua eredità, e del motivo per cui l’arcistregone dell’Outworld, Shang Tsung, abbia inviato il suo miglior guerriero Sub-Zero, un Criomante ultraterreno, a dargli la caccia. Temendo per la sicurezza della sua famiglia, Cole va alla ricerca di Sonya Blade, che è sotto la direzione di Jax, Maggiore delle Forze Speciali che porta anche lui sulla pelle lo stesso marchio del drago con cui Cole è nato. Presto si ritrova nel tempio di Lord Raiden, Antico Dio e Protettore di Earthrealm, che garantisce rifugio a coloro che portano il marchio come il suo. Qui, Cole si allena con i guerrieri esperti Liu Kang, Kung Lao e l’implacabile mercenario Kano, per prepararsi a combattere con i più grandi campioni della Terra, contro i nemici dell’Outworld, in una battaglia in cui è in gioco il destino dell’universo. Riuscirà Cole ad essere abbastanza motivato da scatenare il suo arcana – l’immenso potere custodito nella sua anima – in tempo, non solo per salvare la sua famiglia, ma anche per fermare l’Outworld una volta per tutte?

Il variegato cast internazionale riflette la natura globale del brand, con talenti che spaziano dal mondo del cinema, alla televisione e alle arti marziali. L’ensemble include Lewis Tan (“Deadpool 2”, “Wu Assassins” per Netflix) nel ruolo di Cole Young; Jessica McNamee (“The Meg”) nel ruolo di Sonya Blade; Josh Lawson (“Bombshell”)  nel ruolo di Kano; Tadanobu Asano (“Midway”) è Lord Raiden; Mehcad Brooks (“Supergirl” per la TV) è Jax; Ludi Lin (“Aquaman”) è Liu Kang; con Chin Han (“Skyscraper”) nei panni di Shang Tsung; Joe Taslim (“Star Trek Beyond”) in quelli di Bi-Han e Sub-Zero; e Hiroyuki Sanada (“Skyscraper”) nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion. Inoltre sono presenti Max Huang come Kung Lao, e Sisi Stringer come Mileena.

McQuoid ha diretto il film da una sceneggiatura di Greg Russo e Dave Callaham (“Wonder Woman 1984”), da una storia di Oren Uziel (“Mortal Kombat: Rebirth”) e Russo, basato sul videogioco creato da Ed Boon e John Tobias. Richard Brener, Dave Neustadter, Victoria Palmeri, Michael Clear, Jeremy Stein e Larry Kasanoff sono i produttori esecutivi.

Per la trasposizione cinematografica del popolarissimo franchise, McQuoid ha guidato un team di filmmaker australiani e statunitensi, tra cui il direttore della fotografia Germain McMicking (“True Detective”, “Top of the Lake: China Girl”), lo scenografo Naaman Marshall (“Underwater”, “Servant”), i montatori Dan Lebental (“Spider-Man: Far From Home”) e Scott Gray (“Top of the Lake”, “Daffodils”), il supervisore agli effetti visivi Chris Godfrey (“Hacksaw Ridge”), la costumista Cappi Ireland (“Lion”, “The Rover”), ed il coreografo dei combattimenti Chan Griffin. Musiche di Benjamin Wallfisch (“Blade Runner 2049”, i film di “IT”).

New Line Cinema presenta una produzione Atomic Monster / Broken Road: “Mortal Kombat”.Tutte le versioni DVD, Blu-ray, 4K UHD e Steelbook 4K UHD sono già disponibili per il pre-order.

MORTAL KOMBAT 11 ULTIMATE: Acclamato dalla critica e vincitore dei prestigiosi THE GAME AWARDS 2020 nella categoria “Best Fighting Game” Mortal Kombat 11 Ultimate offre l’esperienza definitiva e completa di Mortal Kombat 11 unendo in un’unica edizione il Kombat Pack 2 con i nuovi combattenti Mileena, Rain e Rambo, Mortal Kombat 11, Kombat Pack 1 e Mortal Kombat 11: Aftermath. Disponibile ora per: PlayStation®5, PlayStation®4, PlayStation®4 Pro, Xbox Series X|S, le console Xbox One, Nintendo Switch™, PC e Stadia.

Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, il trailer

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Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, il trailer

Giovedì 24 giugno uscirà nelle sale italiane, distribuito da Medusa Film, Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare. Ecco il trailer del film con Geoffrey Rush e per la prima volta sul grande schermo, il giovanissimo Finn Little. Il film racconta l’emozionante storia sull’amicizia tra un ragazzino e un pellicano, ambientata nel lontano Coorong National Park dell’Australia Meridionale. Un’appassionante e commovente racconto su amicizia, amore, famiglia, perdita, speranza, rispetto e libertà con un messaggio ecologista.

Storm Boy – il trailer

Anthony Mackie riflette sul suo “mandato” come nuovo Captain America

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The Falcon and the Winter Soldier hanno ufficialmente introdotto un nuovo Captain America nel MCU. D’ora in avanti, infatti, sarà il Sam Wilson di Anthony Mackie a brandire l’iconico scudo di Steve Rogers, ma quanto durerà il suo mandato?

Chris Evans ha interpretato Steve Rogers da Captain America: Il primo Vendicatore del 2011 fino ad Avengers: Endgame del 2019 (anche se alcuni recenti voci hanno parlato di un possibile ritorno dell’attore nei panni del supereroe). I Marvel Studios hanno ufficialmente messo in cantiere Captain America 4 con Mackie protagonista, ma l’attore sembra fin troppo consapevole che il suo tempo nei panni del personaggio potrebbe essere limitato.

Parlando con Variety, l’attore ha detto: “Sicuramente non voglio essere un Captain America di 55 anni, quindi ho tempo dai sei agli otto anni, credo”. Ciò lascia intendere che Mackie potrebbe interpretare Cap per ancora un decennio (o giù di lì), ma ad oggi è difficile immaginare cosa potrebbe accadere dopo, a meno che i Marvel Studios non stiano già pianificando l’introduzione di un “terzo” Captain America nel MCU dopo la fine del “mandato” di Sam Wilson.

Anthony Mackie spiega cosa significa per lui essere il nuovo Cap del MCU

Sempre nel corso della medesima intervista, Mackie ha anche parlato di cosa ha significato per lui diventare il nuovo Cap: “Una mia amica è un’insegnante a Homestead, in Florida, e lavora con bambini con bisogni speciali. Un giorno ha detto ad uno dei suoi alunni: ‘Cosa stai facendo? Ti farai male’. E il bambino ha risposto: ‘Beh, Captain America mi assomiglia ora, quindi ho bisogno di rimettermi in forma, semmai avesse bisogno del mio aiuto’. Ho pensato che fosse la cosa più bella in assoluto. Una cosa del genere mi rende infinitamente orgoglioso.”

James Gunn condivide “L’ultima cena di Groot”

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James Gunn condivide “L’ultima cena di Groot”

James Gunn, il regista di Guardiani della Galassia, ha più volte parlato di numerose scene che sono state tagliate dal film in fase di montaggio. Di recente, via Twitter, il regista e sceneggiatore ha condiviso un’immagine tratta proprio da una delle tante scene cancellate, alla quale lo stesso ha fatto riferimento chiamandola “L’ultima cena di Groot“.

Come si evince dalla foto, si tratta di un omaggio all’iconico dipinto di Leonardo da Vinci raffigurante L’ultima cena, che nel corso degli anni è stato oggetto di numerose parodie. Nell’immagine condivida da Gunn, Groot rappresenta Gesù, mentre Drax sembra essere al posto di Giuda; il resto degli Apostoli sono alieni all’apparenza sconosciuti. Questa sequenza avrebbe avuto luogo nel bar Boot of Jemiah sulla stazione Ovunque.

Nella didascalia che ha accompagnato la foto, Gunn ha scritto: “Mi sono appena ricordato di questo momento cancellato da Guardiani Vol. 1, L’ultima cena di Groot, ma rifinito ancora una volta con amore dai nostri amici degli effetti visivi della @Framestore.”

Via Twitter (@JamesGunn)

Il futuro di James Gunn con i Guardiani della Galassia

Negli ultimi mesi Gunn è stato impegnato con la post-produzione di The Suicide Squad in vista dell’uscita nel film ad agosto. Attualmente sta lavorando alla serie spin-off Peacemaker, che debutterà su HBO Max. Tuttavia, il regista ha recentemente confermato che inizierà la produzione di Guardiani della Galassia Vol. 3 entro la fine dell’anno.

Proprio di recente, Zoe Saldana ha confermato il suo ritorno in GOTG Vol. 3 nei panni di Gamora. Naturalmente, Star-Lord (Chris Pratt) e il resto degli eroi intergalattici sono pronti a unirsi a lei. È da tempo che si parla del fato che il personaggio di Adam Warlock farà il suo debutto nel MCU proprio in GOTG Vol. 3, ma Gunn ha prontamente smentito le voci. Al momento non sappiamo nulla in merito alla trama del film.

Matt Bomer: 10 cose che non sai sul sex-symbol di Magic Mike

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Matt Bomer: 10 cose che non sai sul sex-symbol di Magic Mike

Matt Bomer ha conquistato il cuore di molti con il suo fascino e dal viso squadrato, e con ruoli audaci in progetti come White Collar, Magic Mike e American Horror Story. Matt ha compiuto 40 anni nel 2017, ma non smette di scalare le classifiche degli uomini più sexy di sempre, così come quelle degli attori più versatili oggi in circolazione. Se siete anche voi tra i fan degli occhi di Matt Bomer, ecco dieci cose che dovete assolutamente sapere su di lui.

Matt Bomer: film e carriera

1. Ha cominciato a recitare al liceo, dove interpretò opere dello scrittore che è ancora oggi una delle sue ispirazioni più grandi, Larry Kramer. In un’intervista con Out Magazine del 2017, ha dichiarato  di aver capito allora che quelle “erano le sue persone” e che avrebbe recitato per vivere. In particolare, gli piaceva il teatro, e si è trasferito a New York dopo essersi laureato da una scuola di recitazione nel 2000, con la speranza di lavorare a Broadway. Nel 2012 ha interpretato Ken nel film di successo Magic Mike diretto da Steven Soderbergh al fianco di Matthew McConaughey e Channing Tatum. Nel 2003 ha interpretato Luc Johnston Dal 2007 al 2009 ha preso parte alla serie di successo Chuck. Nel 2007 è stato trai protagonisti di Traveler ma è con la serie White Collar – Fascino criminale del 2009 che ottiene il maggior successo da protagonista.

  • Nel 2018 ha interpretato Ross Craine nel film Jonathan, Sean nel film Papi Culo e sam in Viper Club.
  • Nel 2020 è stato trai protagonisti della terza stagione della serie tv The Sinner nel ruolo di Jamie. Sempre nel 2020 è riapparso come McCoy Whitman nell’ultima stagione di Will & Grace. Nello stesso hanno ha interpretato Donald nel film The Boys in the band.
  • Nel 2021 ha prestato la sua voce al personaggio di Flash / Barry Allen nel film d’animazione Justice Society: World War II. Nel 2021 è tornato nel ruolo di Larry Trainor in Doom Patrol.

2. Ha quasi interpretato Superman: nel 2002, infatti, era la scelta privilegiata del regista Brett Ratner per il reboot del supereroe. Dopo mesi di lavoro, il progetto andò a Brian Singer, e Superman Returns vide come protagonista Brandon Routh. Possiamo solo affermare che Matt Bomer ha, in effetti, il viso perfetto per interpretare il supereroe, e che con gli occhiali da vista è adorabile. Peccato.

Matt Bomer è Gay?

3. Il teatro ha significato un momento particolarmente importante per lui: mentre recitava in Romeo e Giulietta allo Utah Shakespeare Festival, ha fatto outing. Al tempo, frequentava una donna della compagnia, e fu ispirato da un makeup artist a fare il passo decisivo. L’uomo, gay, viveva con serenità la propria identità. Matt ha dichiarato di aver pensato: se questa persona può vivere la propria verità, io cosa sto facendo?”

4. Per la sua famiglia, accettare il fatto che fosse gay non è stata una cosa immediata. Infatti, Matt ha ricevuto un’educazione cristiana, venendo dalla conservativa Spring, in Texas. Scrisse una lettera ai propri genitori, facendo coming out con loro, alla quale segui un litigio. Ma piano piano, hanno capito.

Matt Bomer marito?

5. L’ha tenuto nascosto per tre anni, facendo attenzione a tenere la propria vita privata lontano dalla sfera pubblica. Poi, ad un certo punto, durante gli Steve Chase Humanitarian Awards nel 2012, ha menzionato, durante il proprio discorso, il fatto di essere sposato con Simon Halls e di avere tre figli. Nel 2014, ha dichiarato in un’intervista di essere sposato dal 2011. I due si sono sposati a New York con una piccola cerimonia, e le persone a loro più vicine.

6. È un attivista, e ha ricevuto premi per il proprio lavoro nel campo. Ha parlato spesso di tematiche LGBT, e come il marito è stato premiato nel 2012 dal Gay, Lesbian and Straight Education Network Inspiration Award. Recentemente, inoltre, ha ricevuto l’Ambassador of Children Award al Norma Jean Gala.

7. Matt Bomer ha tre figli con il marito Simon Halls. Nel 2015 ha dichiarato di voler dare loro una bella e normale infanzia, anziché falli diventare star precoci.

Matt Bomer fisico

matt bomer magic mike8. Lo stato del fisico di Matt Bomer è spesso determinato dal personaggio che interpreta. È conosciuto per il proprio corpo muscoloso e scolpito, ma è stato capace di arrivare all’estremo: per il film The Last Tycoon, nel quale interpreta un produttore che si priva del cibo durante i giorni settimanali, ha perso circa 11 chili, e per The Normal Heart, dove interpreta uno scrittore omosessuale che non fa coming out e la cui vita è tormentata dall’AIDS, ne ha persi quasi il doppio.

9. Fa meditazione trascendentale, alla quale si è appassionato dopo essersi trasferito a New York nel 2000. La pratica permette di arrivare e stabilizzarsi in uno stato mentale di riposo. Gli era sembrata una cosa stupida, ma dopo averla provata, dice di aver trovato la cosa che gli permette di rimanere equilibrato e concentrato. La pratica ogni giorno, per venti minuti.

Matt Bomer Instagram

 

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10. Matt Bomer ha un profilo Instagram seguitissimo (ovviamente), nel quale condivide anche piccoli momenti di vita privata. Come nel 2017, quando nel giorno del suo compleanno ha postato la foto del regalo ricevuto dal marito: un tenero cagnolino. A voi decidere chi sia il più adorabile.

Shazam 2 sarà pieno di colpi scena e ancora più divertente e ricco d’azione del primo film

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In una recente intervista con Collider in occasione della promozione di Luca, il nuovo film d’animazione Disney e Pixar, il giovane attore Jack Dylan Grazer ha avuto la possibilità di parlare di Shazam! Fury of the Gods, in cui tornerà a vestire i panni di Frederick “Freddy” Freeman, il migliore amico di William “Billy” Batson/Shazam.

Oltre a rivelare che il team sta facendo cose che non erano stati in grado di fare con il predecessore, Grazer ha parlato anche del nuovo costume che vedremo sfoggiare a Zachary Levi nel film film e della sceneggiatura, senza scendere però nei dettagli per paura di rivelare troppo (l’attore ha scherzato tirando in ballo Tom Holland, noto per aver spesso rivelato cose dei film dei Marvel Studios di cui non era autorizzato a parlare). 

“Abbiamo un cast eccezionale. Abbiamo Helen Mirren, Lucy Liu, abbiamo la nuova star emergente Rachel Zegler, che vedremo in West Side Story di Steven Spielberg. La sceneggiatura è davvero esilarante. È più divertente della prima, devo ammetterlo. Questa volta avremo a che fare con cose decisamente più grandi. È pieno di azione e di colpi di scena ed è super divertente. Il costume sarà diverso, senza cappuccio. E le scarpe sembrano quelle di Iron Man. Oh, aspetta, no. Iron Man non esiste. Chi è Iron Man?”

In base ai commenti di Grazer, sembra che il regista David F. Sandberg e la sua troupe abbiano effettivamente voglia di correre dei rischi, e questa non può che essere una notizia allettante per tutti i fan di Shazam!. Espandere l’universo del film per includere almeno tre cattivi è una sfida che punta indubbiamente ad un film dalla portata molto più grande, che potrebbe catapultare l’eroe interpretato da Levi in un’avventura al cardiopalma.

Cosa sappiamo di Shazam! Fury of the Gods

Shazam! Fury of the Gods sarà diretto ancora una volta da David F. Sandberg e vedrà il ritorno di  Zachary Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno di Asher Angel e di Jack Dylan Grazer, mentre i villain saranno interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel Zegler e Lucy LiuMark Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana, mentre Djimon Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo film è uscito nelle sale ad aprile 2019.

Nightwing: Chris McKay spera ancora di poter realizzare il film

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È passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo sentito parlare del film su Nightwing in cantiere alla Warner Bros. ormai da anni. La maggior parte dei fan crede che il progetto sia ufficialmente caduto nel dimenticatoio, soprattutto da quando lo studio ha deciso di portare il DCEU in una direzione totalmente diversa. Tuttavia, sembra che ci sia ancora una speranza per il ritorno di Dick Grayson sul grande schermo.

Al progetto è sempre stato associato il regista Chris McKay (LEGO Batman – Il film), mentre la sceneggiatura avrebbe dovuto portare la firma di Bill Dubuque (The Accountant). In passato era stato lo stesso McKay a riferire che la WB aveva accantonato il progetto, ma ora il regista è tornato a riaccendere la speranza, rivelando di essere ancora interessato al film, che spera di poter girare davvero prima o poi.

“Spero che sia ancora una realtà. Spero che riusciremo ancora a fare quel film”, ha spiegato McKay in un’intervista con CinemaBlend in occasione della promozione del suo nuovo film La guerra di domani. “Per quanto mi riguarda, non è ancora perduto. Ovviamente hanno avuto altre priorità, hanno avuto altre sfide da affrontare. C’erano cose che dovevano fare e penso che finalmente abbiano trovato la loro strada, grazie ai loro recenti successi e alle cose che hanno in programma di fare.”

Poi ha aggiunto: “Penso che tutto ciò apra la porta ad un film di Nightwing. Ci sono diversi modi per farlo, al di là di quale universo potrebbe far parte. Nightwing potrebbe davvero essere un grande film, ricco di azione, molto emotivo. Magari dal punto di vista del budget non potrebbe essere paragonabile ad un progetto come La guerra di domani, ma dal punto di vista della portata e delle dimensioni, per quanto riguarda l’azione e il cuore, un film su Nightwing meriterebbe di essere realizzato.”

Sembra quindi che da parte di Chris McKay ci sia ancora tutta la volontà di realizzare un film su Nightwing. Resta da vedere se il progetto riceverà mai il via libera da parte della Warner Bros. Considerata la popolarità del personaggio, lo studio non potrebbe che trarre vantaggio da uno standalone a lui dedicato.

Ewan McGregor critica la versione digitale di Yoda nei prequel di Star Wars

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Ewan McGregor tornerà a vestire i panni di Obi-Wan Kenobi nell’omonima serie di Star Wars che debutterà prossimamente su Disney+. L’ultima volta che l’attore ha interpretato il Maestro Jedi è stato ne La vendetta dei Sith del 2005, il capitolo finale della trilogia prequel.

Ora, in una recente intervista con Variety in occasione dello speciale format Actors on Actors, McGregor ha parlato con Pedro Pascal (star della serie The Mandalorian) della sua esperienza con i film della trilogia prequel, soffermandosi in particolare sull’uso degli effetti visivi (argomento sul quale aveva già riflettuto in passato). McGregor ha parlato di quanto sia stato difficile, per lui, adattarsi alla CGI negli episodi L’attacco dei cloni e La vendetta dei Sith, in riferimento soprattutto alla creazione in digitale del personaggio di Yoda (ne La minaccia fantasma era stato utilizzato un burattino meccanico).

L’attore ha confessato di aver preferito di gran lunga l’esperienza con il burattino: “Nel primo film che ho fatto sono stato fortunato perché ho girato le mie scene con il pupazzo di Yoda sul set. Ed è stato straordinario, perché era come se stessi recitando davvero con lui. Non riuscivo a credere che stessi davvero recitando con Yoda. C’erano tante persone che lo animavano: il palco era sollevato e alcuni di loro erano sotto il pavimento, quindi era come se stessimo camminando proprio l’uno accanto all’altro. Sembrava davvero che fosse ‘vivo’. Poi, ogni volta che George urlava ‘stop’, Yoda moriva, perché tutti si fermavano. Era un po’ inquietante ogni volta che finivamo una scena assistere a quel momento.”

L’attore ha poi aggiunto: “Poi lo hanno sostituito nel secondo e nel terzo film con la versione digitale, e non è stato più così accattivante. Inoltre, conosciamo tutti Yoda nella sua versione pupazzo, sin dai film originali. Quando improvvisamente è stato generato al computer, non mi è sembrato più Yoda. È stato interessante che in The Mandalorian sia tornato a essere un vero burattino.”

Ewan McGregor protagonista della serie Obi-Wan Kenobi

La produzione della serie Obi-Wan Kenobi è attualmente in corso. La storia inizia 10 anni dopo i drammatici eventi di La vendetta dei Sith, dove Kenobi ha affrontato la sua più grande sconfitta, la caduta e la corruzione del suo migliore amico e apprendista Jedi, Anakin Skywalker, diventato il malvagio Signore dei Sith Darth Vader. Nel cast figurano anche Moses Ingram, Joel Edgerton, Bonnie Piesse, Kumail Nanjiani, Indira Varma, Rupert Friend, O’Shea Jackson Jr., Sung Kang, Simone Kessell e Benny Safdie.

Tom Hiddleston ricorda la prima volta che ha incontrato Chris Hemsworth

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Il primo episodio di Loki è finalmente disponibile su Disney+ da ieri. Il protagonista Tom Hiddleston è attualmente impegnato nella promozione della serie e le numerose interviste rilasciate dall’attore britannico sono state l’occasione non solo per parlare della serie in cui è tornato a vestire i panni del Dio dell’Inganno, ma anche per ricordare i suoi anni trascorsi con la grande famiglia Marvel.

Poche ore prima della premiere di Loki su Disney+, Hiddleston è stato ospite dello show di Jimmy Kimmel e ha ricordato il momento in cui è stato scelto per l’iconico villain ma anche la prima volta che ha incontrato Chris Hemsworth, che nel MCU interpreta suo fratello Thor. Sono già trascorsi dieci anni da quando i due attori hanno recitato insieme per la prima volta in un film dei Marvel Studios. Nonostante la morte di Loki nella timeline principale, entrambi i personaggi sono ancora una parte fondamentale dell’era post-Endgame del MCU.

Proprio di recente Hemsworth aveva celebrato il decimo anniversario del primo Thor di Kenneth Branagh condividendo su Instagram un vecchio scatto che lo ritraeva proprio al fianco di Hiddleston. Come spiegato da quest’ultimo, la foto era stata scattata proprio a casa di Branagh, durante una lettura del copione, subito dopo che entrambi erano stati scelti per i rispettivi ruoli.

“Era il 2009, eravamo appena stati scelti ed è stata la prima volta che ho incontrato Chris”, ha ricordato Tom Hiddleston. “Eravamo a casa di Kenneth Branagh, in Inghilterra. Quando vedo quella foto penso alla nostra gioventù. Ci eravamo appena conosciuti. Chris era Thor e io ero Loki e Kenneth aveva avuto un’idea. Scavò dentro un vecchio guardaroba e tirò fuori un mantello rosso per Thor e un mantello verde per Loki. Penso che quei costumi provenissero dai suoi film su Enrivo V e Amelto.”

Tom Hiddleston e Chris Hemsworth non si riuniranno in Thor: Love and Thunder

Prossimamente rivedremo Chris Hemsworth nei panni del Dio del Tuono nell’attesissimo Thor: Love and Thunder di Taika Waititi, dove però non ci sarà Loki. A confermarlo una volta per tutte è stato proprio Tom Hiddleston in una recente intervista: “Abbiamo parlato dei film di Thor come di una saga familiare. La dualità e l’antagonismo che esiste tra Thor e Loki, due personaggi diametralmente opposti, è un libro che forse dovrebbe rimanere chiuso al momento. Abbiamo esplorato il più possibile la relazione tra questi due fratelli.”

Jurassic World: Dominion, Colin Trevorrow anticipa due storie parallele

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La Universal Pictures ha finalmente confermato che le prime immagini ufficiali dell’attesissimo Jurassic World: Dominion arriveranno al cinema in occasione dell’uscita di Fast and Furious 9. L’esclusiva preview accompagnerà le proiezioni IMAX del nuovo capitolo della saga con protagonista Vin Diesel (e targata sempre Universal).

L’annuncio è stato accompagnato dal primo teaser poster ufficiale di Dominion, il quale suggerisce che il film potrebbe collegarsi al primo Jurassic Park in un modo apparentemente inaspettato. Il poster, infatti, ci mostra una zanzara che beve sangue dalla pelle di un dinosauro chiamato Moros Intrepidus. La tagline ufficiale, invece, recita: “Tutto è iniziato qui”. La zanzara è, ovviamente, un richiamo al modo in cui John Hammond (il fondatore di Jurassic Park) ha ricreato i dinosauri usando il DNA fossilizzato estratto da una zanzara congelata nell’ambra.

Nel primo Jurassic Park, invece, veniva spiegato che gli scienziati avevano estratto il sangue di dinosauro da una zanzara fossilizzata e lo avevano poi combinato con il DNA di altri vari animali per creare i dinosauri del parco. Il teaser poster di Dominion si rifarà chiaramente a questa storia.

Due storie parallele in Jurassic World: Dominion?

Nel frattempo, in una recente intervista con Collider, il regista di Jurassic World: Dominion, Colin Trevorrow, ha parlato della struttura narrativa del nuovo film, che sarà molto diversa rispetto ai capitoli precedenti. Ci saranno, infatti, due storyline principali che si intersecheranno e che permetteranno di rendere giustizia a tutti i personaggi dell’intero franchise.

“Racconteremo due storie parallele che a mano a mano si intersecano sempre di più. Mi rendo conto che si tratta di una struttura non convenzionale per un film, ma non volevo tralasciare nessun personaggio. Sam, Laura e Jeff sono una parte importate del film tanto quanto Chris e Bryce… e non solo in termini di minutaggio, di quanto li vedremo sullo schermo, ma proprio ai fini della storia, alla loro importanza all’interno dell’intero racconto.”

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Stranger Things 4: le new entry nel cast Netflix

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Stranger Things 4: le new entry nel cast Netflix

Durante la prima edizione della Geeked Week di Netflix, un evento internazionale che si sta svolgendo online dal 7 all’11 giugno con tante iniziative dedicate alle serie e ai film più amati del servizio, Netflix ha annunciato quattro new entry nel cast della quarta stagione di Stranger Things, le cui riprese sono al momento in corso ad Atlanta.

Di seguito i nomi degli attori e i relativi ruoli, che si aggiungono al celebre cast della serie.

  • Amybeth McNulty (Chiamatemi Anna) interpreterà Vickie, la nerd del gruppo, disinvolta e dalla parlantina veloce, che catturerà l’attenzione di uno dei nostri amati personaggi.
  • Myles Truitt (Queen Sugar, Black Mafia Family) interpreterà Patrick, una star del basket di Hawkins che ha amici, talento e una bella vita… fino a quando degli eventi scioccanti gli faranno perdere il controllo della sua vita.
  • Regina Ting Chen (Regina del Sud, The Falcon and The Winter Soldier) interpreterà Ms. Kelly, una consulente di orientamento che si preoccupa profondamente per i suoi studenti, specialmente quelli più in difficoltà.
  • Grace Van Dien (Charlie Says, The Village) interpreterà Chrissy, capitano delle cheerleader e la ragazza più popolare della scuola. Tuttavia, sotto la superficie apparentemente perfetta si cela un oscuro segreto.

La trama di Stranger Things 

Nato come una lettera d’amore verso quei film degli anni ‘80 che hanno affascinato un’intera generazione, Stranger Things è un dramma emozionante ambientato nella città apparentemente normale del Midwest di Hawkins, nell’Indiana. Dopo che un ragazzo è svanito nel nulla, il suo affiatato gruppo di amici e familiari cerca risposte e viene trascinato in una serie di eventi mortali e ad alto rischio. Sotto la superficie della loro città si nasconde uno straordinario mistero soprannaturale, insieme ad esperimenti governativi top-secret e una pericolosa porta che collega il nostro mondo a un regno potente ma sinistro. Le amicizie saranno messe alla prova e le vite saranno alterate poiché ciò che scopriranno cambierà Hawkins e forse il mondo per sempre.

Dalla sua uscita nel 2016, il fenomeno globale Stranger Things ha ottenuto oltre 65 premi e 175 nomination alle più importanti manifestazioni e festival, tra cui gli Emmy Awards, Golden Globes, Grammy Awards, SAG Awards, DGA Awards, PGA Awards, WGA Awards, BAFTA, Peabody Award, AFI Awards, People’s Choice Awards, MTV Movie & TV Awards, Teen Choice Awards e molti altri. La serie candidata tre volte agli Emmy Awards come miglior serie tv drammatica è uno dei titoli Netflix più visti. La sola stagione 3 è stata vista nei primi quattro giorni dal debutto in 40,7 milioni di case, più di qualsiasi altro film o serie Netflix in quel periodo, e in  64 milioni nelle prime quattro settimane.

Stranger Things è creata dai fratelli Duffer e prodotta da Monkey Massacre Productions e 21 Laps Entertainment. I fratelli Duffer sono anche i produttori esecutivi della serie, insieme a Shawn Levy e Dan Cohen di 21 Laps Entertainment, e a Iain Paterson.

Space Jam: New Legends, il nuovo trailer italiano

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Space Jam: New Legends, il nuovo trailer italiano

Benvenuti a Space Jam! Il campione NBA e icona globale LeBron James vive un’epica avventura a fianco dell’intramontabile Bugs Bunny, nel film evento di animazione/live-action “Space Jam: New Legends”, diretto da Malcolm D. Lee, con un team di filmakers innovativi come Ryan Coogler e Maverick Carter.

Quest’avventura di trasformazione è un frenetico mix di due mondi, che svela fino a che punto possano arrivare alcuni genitori per creare un legame con i propri figli. Quando LeBron e il suo giovane figlio Dom vengono intrappolati in uno spazio digitale da una malvagia Intelligenza Artificiale, LeBron farà di tutto per tornare a casa sani e salvi guidando Bugs, Lola Bunny e l’intera banda dei notoriamente indisciplinati Looney Tunes verso la vittoria, sul campo di gioco, contro i campioni digitalizzati dell’Intelligenza Artificiale: una super potente squadra di basket piena di professionisti all stars mai vista prima. Tunes contro Goons nella sfida con la posta in gioco più alta della sua vita, che ridefinirà il legame tra LeBron e suo figlio, mettendo in luce il potere di essere se stessi. Pronti all’azione, i Tunes sovvertono le convenzioni, sovraccaricando i loro talenti unici e sorprendendo anche “King” James con il loro modo di giocare.

James è protagonista accanto al candidato all’Oscar® Don Cheadle (i film di “Avengers”, “Hotel Rwanda”), Khris Davis (“Judas and the Black Messiah”, “Atlanta” per la TV), Sonequa Martin-Green (“The Walking Dead” per la TV, “Star Trek: Discovery”), l’esordiente Cedric Joe, Jeff Bergman (“Looney Tunes Cartoons”), Eric Bauza (“Looney Tunes Cartoons”) e Zendaya (l’imminente “Dune”, “Malcolm & Marie”).

Lee (“Girls Trip”, “Night School”) dirige da una sceneggiatura di Juel Taylor & Tony Rettenmaier & Keenan Coogler & Terence Nance e Jesse Gordon e Celeste Ballard, storia di Juel Taylor & Tony Rettenmaier & Keenan Coogler & Terence Nance. Basato su “Space Jam”, scritto da Leo Benvenuti & Steve Rudnick e Timothy Harris & Herschel Weingrod. Il film è prodotto da Ryan Coogler, LeBron James, Maverick Carter e Duncan Henderson, i produttori esecutivi sono Sev Ohanian, Zinzi Coogler, Allison Abbate, Jesse Ehrman, Jamal Henderson, Spencer Beighley, Justin Lin, Terence Nance e Ivan Reitman.

Il team creativo dietro la cinepresa include il direttore della fotografia Salvatore Totino (“Spider-Man: Homecoming”), il produttore animazioni Troy Nethercott (“Wonder Park”), gli scenografi Kevin Ishioka (“The Mule”), Akin McKenzie ( “When They See Us” per Netflix) e Clint Wallace (l’imminente “Eternals”), il montatore Bob Ducsay (“Godzilla: King of the Monsters”, “Star Wars Episode VIII – The Last Jedi”) e la costumista Melissa Bruning (“Rampage”, “War for the Planet of the Apes”). Le musiche sono di Kris Bowers (“Greenbook”, “Bridgerton” per Netflix).

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Proximity/The SpringHill Company Production, un film di Malcolm D. Lee, “Space Jam: New Legends”. Il film sarà distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures e arriverà in Italia al cinema dal 23 settembre.

space jam a new legacy

A Chiara di Jonas Carpignano presentato alla Quinzaine des Réalisateurs

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Jonas Carpignano torna al Festival di Cannes. Il suo nuovo film, A CHIARA, sarà proiettato in anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs, dove quattro anni fa aveva già presentato “A Ciambra”, realizzato con il supporto di Martin Scorsese (produttore esecutivo) e vincitore del David di Donatello alla migliore regia e al miglior montaggio. Un film acclamato in tutto il mondo.

Una co-produzione tra Italia, Francia e Svezia, A CHIARA è prodotto da Stayblack con Rai Cinema, Haut et Court, Arte France Cinéma e con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Eurimages, CNC.

A CHIARA è il terzo lungometraggio di Carpignano: il regista e sceneggiatore ha realizzato il capitolo di chiusura della sua “trilogia gioiese”, dopo “Mediterranea” (presentato alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2015) e “A Ciambra” (2017).

“È un onore per me presentare questo film a Cannes – ha dichiarato Carpignano – Sono grato alla Quinzaine per averlo selezionato, e ancora più grato al cast e alla troupe per il loro lavoro che ha permesso di portare questa storia sullo schermo. Non vedo l’ora che il pubblico veda il film e scopra l’interprete principale che ne è il fulcro. Vedere Swamy Rotolo diventare Chiara è stato per me una grande gioia. Niente mi rende più felice che immaginare lei e la sua famiglia a Cannes”.

A CHIARA – IL FILM 

La famiglia Guerrasio si riunisce per celebrare i 18 anni della figlia maggiore di Claudio e Carmela. È un’occasione felice e la famiglia è molto unita, nonostante una sana rivalità tra la festeggiata e sua sorella Chiara di 15 anni sulla pista da ballo. Il giorno seguente, quando il padre parte improvvisamente, Chiara inizia a indagare sui motivi che hanno spinto Claudio a lasciare Gioia Tauro. Più si avvicinerà alla verità, più sarà costretta a riflettere su che tipo di futuro vuole per sé stessa.
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