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Un giorno di pioggia a New York: l’odissea dietro l’ultimo film di Woody Allen

Uscito in sala il 28 novembre, Un giorno di pioggia a New York è il nuovo film del regista premio Oscar Woody Allen con protagonisti attori come Elle Fanning, Liev Schreiber, Jude Law, Diego Luna, Selena GomezTimothée Chalamet. Nonostante tali nomi, il film ha per diverso tempo rischiato di non vedere mai il buio della sala. Per via delle accuse rivolte ad Allen, la stessa pellicola ha dovuto attraversare numerose peripezie prima di riuscire ad ottenere una distribuzione.

Ecco il racconto dell’odissea dietro l’ultimo film di Woody Allen.

Il movimento Me Too ha riportato alla luce le accuse contro Allen

La produzione del film è coincisa con l’inizio del movimento Me Too, il quale ha provocato un risveglio dell’interesse pubblico per la discussa accusa di aggressione sessuale, risalente al 1992, contro Allen. Tale caso ha provocato numerose contrarietà circa la possibilità di Allen di continuare a lavorare all’interno dell’industria.

Alcuni attori hanno preso le distanze dal film

Anche se a riprese già concluse, alcuni degli attori del film hanno dichiarato di non voler aver nulla a che fare con il film, prendendone nettamente le distanze. Timothée Chalamet, in particolare, ha affermato nel gennaio del 2018 che non avrebbe più lavorato con Allen, devolvendo il proprio stipendio al movimento Time’s Up. Come lui, anche altri attori hanno in seguito devoluto quanto guadagnato dalle riprese del film.

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Jude Law sostiene il film

L’attore Jude Law si è invece schiarato in aperta difesa del film, definendo la sua mancata distribuzione una terribile colpa. L’interprete ci tiene infatti a ricordare il lavoro di quanti si sono spesi affinché il film venisse realizzato, e che non meritano di essere ripagati in tale modo.

Gli Amazon Studios sospendono la distribuzione negli Stati Uniti

In seguito alle controversie legatesi intorno ad Allen, Amazon Studios, produttori del film, annunciarono nell’agosto del 2018 l’intenzione di sospendere a tempo indeterminato la distribuzione del film negli Stati Uniti. I motivi sarebbero riconducibili alla paura di un boicottamento da parte del pubblico e alle critiche che lo stesso studios rischiava di ricevere.

La critica italiana lanciò un appello per salvare il film

In Italia, paese dove Allen è sempre stato ben accolto, è partito un’appello dal regista e scrittore Giulio Laroni, a cui si sono associati alcuni dei più noti critici e intellettuali italiani, tra cui Paolo Mereghetti, Roberto Silvestri, Maurizio Porro e Pierluigi Battista. L’intento era quello di dare al film la più ampia circolazione possibile, nella speranza di ottenere una distribuzione europea.

Woody Allen denuncia gli Amazon Studios

In seguito alla decisione di non distribuire il film, Allen ha presentato una causa da 68 milioni di dollari contro Amazon Studios, sostenendo che questo aveva accantonato il film fornendo solamente vaghe motivazioni. Secondo il regista lo studio aveva infatti rescisso un contratto di quattro film sulla base di accuse senza fondamenti pronunciate venticinque anni prima.

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Allen ottiene i diritti di distribuzione

Dopo aver intentato causa contro lo studio, nel maggio del 2019 Allen riesce ad ottenere indietro i diritti di distribuzione del film negli Stati Uniti. Il regista, rientrato ora in possesso della propria ora, è libero di cercare nuove possibilità distributive secondo la propria volontà.

Il film riceve una distribuzione nel resto del mondo

Anche per merito dell’appello lanciato in favore del film, l’opera di Allen viene acquistata in Italia dalla Lucky Red, la quale distribuisce il film nelle sale italiane a partire dal 28 novembre. Da luglio a dicembre, inoltre, la pellicola viene distribuita anche nel resto d’Europa e in numerose altre parti del mondo.

Non ha ancora avuto una distribuzione statunitense

All’attuale stato delle cose, tuttavia, il film di Allen non ha ancora trovato una distribuzione nei cinema americani. Allen, che ha realizzato il suo primo film nel 1969, è stato da quel momento presente nei cinema statunitensi ogni anno con un proprio film. Un giorno di pioggia a New York segna così una delle rare eccezioni a tale tradizione.

Fonte: The Guardian, Variety, New York Times, IMDb

Thor: 10 momenti che dimostrano la grande umanità del Dio del Tuomo

Di tutti e sei i Vendicatori originali, Thor è senza dubbio il personaggio ad essere cambiato di più durante tutto l’arco narrativo della “Saga dell’Infinito”. Lo abbiamo visto davvero in tutte le sale: marmocchio viziato, guerriero invincibile e Dio in attesa di reclamare il suo trono. Alla fine di Avengers: Endgame, però, ha perso tutto, inclusa la sua famiglia e i suoi amici.

Heimdall, il guardiano di Bifrost, è sempre stato il migliore amico di Thor. E il Dio del Tuono ha sempre avuto una relazione di amore/odio con suo fratello adottivo Loki. Di seguito abbiamo raccolto i 10 migliori momenti che nel MCU hanno visto protagonista l’eroe interpretato da Chris Hemsworth al fianco di Heimdall (Idris Elba) e Loki (Tom Hiddleston):

“Quando sei pronto, Heimdall.” (Thor: The Dark World)

In Spider-Man: Homecoming, Ned Leeds dice a Peter Parker di aver bisogno di un “uomo della sedia”, ossia di un “genio del computer”. Apparentemente, ogni supereroe ha il proprio “uomo della sedia”, che fa tutto il necessario quando si tratta di aiutare qualcuno. In un certo senso, possiamo affermare che Heimdall era l’ “uomo della sedia” di Thor, molto prima che Peter lo diventasse per Ned.

L’unica differenza è che Heimdall è una figura mitologica onniveggente che non ha certo bisogno della tecnologia per avere il controllo della situazione. Thor si fida così tanto del suo “…”, che nel bel mezzo di una battaglia può tranquillamente esclamare, con estrema disinvoltura: “Quando sei pronto, Heimdall.”

“Chiamate aiuto!” (Thor: Ragnarok)

Nonostante anche nei precedenti due film di Thor sia stata affrontata la storia di Thor e Loki attraverso intensi dialoghi e flashback sui momenti più cruciali del loro rapporto, è stato in realtà Thor: Ragnarok di Taika Waititi a dare un vero significato al passato di Thor e Loki attraverso aneddoti e battute.

Durante una scena del film, i due si stanno preparando per affrontare alcuni degli scagnozzi del Gran Maestro su Sakaar. A quel punto Thor rispolvera una delle loro vecchie battute: “Chiamate aiuto!”. Thor prende Loki e finge di essere ferito: chiede aiuto per poi lanciare suo fratello contro gli scagnozzi, approfittando della loro distrazione. A quanto pare quella frase funziona sempre!

Compiere alto tradimento insieme (Thor: The Dark World)

All’inizio Heimdall è abbastanza riluttante quando Thor gli chiede di aprire Bifrost nonostante gli ordini di Odino, nella speranza di impedire un attacco da parte degli Elfi Oscuri.

Alla fine Thor lo convince, dicendogli che si tratta di agire in nome di un bene più grande: può sembrare un tradimento, ma in realtà eviterà un attacco potenzialmente fatale per Asgard. È quindi la cosa giusta da fare! La più grande prova di amicizia è quella di Heimdall, che sarebbe disposto anche a compiere tradimento per volere di Thor.

Il funerale di Frigga (Thor: The Dark World)

La morte di Frigga in Thor: The Dark World è un momento straziante tanto per Thor quanto per Loki, come dimostra la scena in cui la sua bara si appresta a lasciare Asgard e suoi volti dei due fratelli c’è spazio soltanto per la tristezza. A differenza di Odino, che non ha mai nascosto di preferire Thor, Frigga amava entrambi i suoi figli allo stesso modo; di conseguenza, la sua morte è stata una dolorosa perdita per entrambi.

Thor: The Dark World è stato sempre etichettato come uno dei peggiori film del MCU, soprattutto a causa della trama confusionaria, delle banali sottotrame, della pessima caratterizzazione del villain, e per tanti altri motivi che l’hanno reso un capitolo facilmente dimenticiabile… nonostante tutto, l’emozione scaturita dalla scena del funerale di Frigga è innegabile.

“Morirai per questo!” (Avengers: Infinity War)

Questa è la promessa che Thor fa a Thanos subito dopo che il Titano Pazzo ha pugnalato al petto Heimdall, uccidendolo. Il Dio del Tuono non ci pensa due volte: il suo migliore amico dovrà essere vendicato. Ci riuscirà – dopo un paio di tentativi falliti – solo quando abbandonerà il suo ego e si riunirà agli altri Vendicatori.

Almeno Heimdall non sarà morto invano. Thanos lo uccise soltanto perché resuscitò Hulk e si servì del Bifrost per andare da Doctor Strange e Wong e avvertirli dell’arrivo del Titano Pazzo. Senza Heimdall, Thanos probabilmente non avrebbe vinto alla fine.

“Devi essere veramente molto disperato per chiedermi aiuto.” (Thor: The Dark World)

Questa battuta potrebbe essere stata introdotta per rendere il trailer del film ancora più intrigante, ma in realtà non fa altro che darci un ulteriore interessante informazione circa la rivalità fra Thor e Loki.

Anche dopo tutto quello che Loki ha fatto – autoproclamarsi re di Asgard, rifiutarsi di far tornare Thor a casa da Midgard, terrorizzare New York con un’invasione aliena, scendere a patti con Thanos -, il Dio del Tuono crede ancora di poter contare su suo fratello, proprio per il legame di sangue che li unisce. I fratelli possono sempre contare l’uno sull’altro… non importa di quante invasioni aliene si siano resi responsabili.

Raggiungere Thor sullo Statesman (Thor: Ragnarok)

In Thor: Ragnarok, la battaglia che dà il titolo al film sta letteralmente mettendo in ginocchio Asgard, mentre Hela inizia a porre le basi del suo regno del terrore. Nel frattempo, Thor è bloccato su Sakaar in veste di gladiatore, e non può fare nulla per fermare la guerra. Il Dio del Tuono sa di poter contare su Heimdall per proteggere gli asgardiani quando lui non c’è: ed è proprio questo che il suo migliore amico fa, portando i sopravvissuti in un’antica casa sicura nascosta tra i boschi.

Allo stesso modo, Heimdall sa di poter contare su Thor e sa che quando sarà possibile il Dio del Tuono tornerà ad Asgard per liberarla dal dominio di Hela. Quando si ritrovano alla fine del film sullo Statesman, la loro reunion è un momento particolarmente emozionante.

“D’accordo, fermati!” (Avengers: Infinity War)

In una delle prime storyline del MCU, Loki era un assassino a sangue freddo a cui non importava nulla della sua famiglia, ma bramava soltanto il potere. A mano a mano che il suo personaggio si sviluppa, diventa chiaro che questo era proprio ciò che il Dio dell’Inganno sperava di diventare, anche se in realtà è molto più sensibile e premuroso di quanto egli stesso non pensi.

Nella scene iniziale di Avengers: Infinity War, quando Thanos arriva sullo Statesman, Loki continua a mentire a se stesso. Il Titano Pazzo chiede a Loki di consegnarli la Gemma dello spazio in cambio della vita di suo fratello. A quel punto Loki afferma: “Uccidilo pure!”. Ma proprio quando Thor sta per essere eliminato, le emozioni del Dio dell’Inganno hanno il sopravvento, così alza la testa e urla: “D’accordo, fermati!”.

“Ho bisogno del tuoi aiuto. Aiutami.” (Thor: Ragnarok)

Quanto Thor è intrappolato su Sakaar, teme che Hela riuscirà ad uccidere gli asgardiani e a dare inizio al suo regno del terrore. Ma il Dio del Tuono sa che esiste qualcuno che lo può aiutare e di cui si può fidare, e questo qualcuno è proprio Heimdall: “Heimdall, so che puoi vedermi. Ho bisogno del tuo aiuto. Aiutami.”, dice Thor.

Heimdall può percepire Thor, ma ad una grande distanza. Lo rassicura e gli dice di aver trovato una roccaforte costruita dagli antichi asgardiani e che l’ha trasformata in un rfiiuto per i sopravvissuti, che sono già stati portati lontano dall’ira di Hela. Ma non sono ancora usciti dal bosco!

“Pensavo che il mondo fosse tuo.” (Thor: Ragnarok)

Questa scena di Thor: Ragnarok racchiude perfettamente il senso del rapporto tra Thor e Loki, forse meglio di qualsiasi altra scena del MCU. In un ascensore su Sakaar, i due fratelli hanno un rarissimo momento di confronto, anche molto intimo. Loki è sorpreso quando Thor gli dice: “Pensavo che il mondo fosse tuo.”

Tutto quello che Loki ha sempre desiderato era l’approvazione di suo fratello, essendo stato geloso di lui fin da ragazzo per il fatto che sarebbe stato il vero erede del trono di Odino. Il rimpianto ovviamente prende il sopravvento, soprattutto perché Thor – prima dei comportamenti nefandi del fratello – aveva sempre mostrato ammirazione verso di lui. Si tratta di un grande punto di svolta nell’arco narrativo del personaggio di Loki… e ovviamente il merito è stato ancora una volta di suo fratello.

Fonte: ScreenRant

Hammamet: trailer del film di Gianni Amelio con Pierfrancesco Favino

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01 distribution ha diffuso il trailer ufficiale di Hammamet, il nuovo film di Gianni Amelio con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni di Bettino Craxy. Fanno parte del cast anche Livia Rossi, Luca Filippi, Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Silvia Cohen, Omero Antonutti, Giuseppe Cederna, Roberto De Francesco. Il film arriverà al cinema dal 9 Gennaio 2020.

Il film è stato sceneggiato da GIANNI AMELIO con ALBERTO TARAGLIO e prodotto da PEPITO PRODUZIONI con RAI CINEMA in associazione con MINERVA PICTURES GROUP in associazione con EVOLUTION PEOPLE (ai sensi della normativa sul tax credit).

Hammamet: la trama

Hammamet riflette su uno spaccato scottante della nostra Storia recente. Sono passati vent’anni dalla morte di uno dei leader più discussi del Novecento italiano, e il suo nome, che una volta riempiva le cronache, è chiuso oggi in un silenzio assordante. Fa paura, scava dentro memorie oscure, viene rimosso senza appello. Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante. L’immaginazione può tradire i fatti “realmente accaduti” ma non la verità. La narrazione ha l’andamento di un thriller, si sviluppa su tre caratteri principali: il re caduto, la figlia che lotta per lui, e un terzo personaggio, un ragazzo misterioso, che si introduce nel loro mondo e cerca di scardinarlo dall’interno.

City of Crime: trailer del film con Chadwick Boseman e Sienna Miller

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Lucky Red e Universal hanno diffuso il trailer ufficiale di City of Crime (21 Bridges), l’action movie con protagonisti Chadwick Boseman e Sienna Miller. Il film è prodotto dai visionari registi di Avengers: Endgame, con il protagonista di Black Panther.

City of Crime, la trama

In City of Crime Andre Davis (Chadwick Boseman) è un detective del Dipartimento di Polizia di New York che, dopo la morte di due poliziotti e la scoperta di una gigantesca cospirazione, si lancia in una vera e propria caccia all’uomo. Durante la notte il confine tra inseguito ed inseguitori diventa sempre più labile e, mentre le ricerche s’intensificano per evitare che i killer sfuggano da Manhattan, tutti i ventuno ponti dell’isola vengono chiusi per impedire ogni possibile entrata o uscita.

City of Crime: il film

CITY OF CRIME narra la storia di Andre Davis, un detective della polizia di New York che conduce una caccia all’uomo per tutta la città per stanare due ladri che hanno ucciso alcuni poliziotti. La ricerca senza sosta di Davis porterà allo scoperto una cospirazione su larga scala e mostrerà come, a volte, il confine tra chi insegue e chi viene inseguito possa essere molto sottile. Nel momento più intenso di questa caccia all’uomo verranno prese alcune misure estreme per impedire ai ricercati di lasciare Manhattan: Davis ordinerà infatti di chiudere tutti i ventuno ponti, affinché nessuno possa più entrare e uscire dall’isola. In questa epica lotta contro il tempo, CITY OF CRIME propone un intrigante mix di spettacolo e di azione mozzafiato.

La vicenda avviene durante una notte, subito dopo il fallimento di una rapina di un carico di droga, durante la quale rimangono uccisi otto poliziotti. Sarà il detective Andre Davis a concepire il disperato ma ingegnoso piano di isolare Manhattan, al fine di intrappolare i due criminali, che in questo modo non avranno la possibilità di nascondersi. “L’idea di sigillare Manhattan per effettuare una caccia all’uomo era incredibilmente stimolante e adatta per il cinema,” spiega Chadwick Boseman, che interpreta Davis, e che è anche il produttore del film. “Non era mai stato fatto prima.”

Logan Coles, co-produttore insieme a Boseman, aggiunge: “Mentre leggevo la sceneggiatura riuscivo quasi a vedere il trailer e ho pensato quanto fosse potente per un film d’azione l’idea che la polizia chiudesse un’isola intera per catturare dei criminali. Sarebbe stato un film entusiasmante”. Oltre a questo espediente narrativo, i produttori apprezzavano anche la possibilità di poter esplorare la complessità della condizione dei poliziotti, e dei criminali che essi devono inseguire. Come conferma il regista Brian Kirk: “Ho sempre provato una grande attrazione per i film sulla caccia all’uomo e per il percorso morale che mettono in scena. L’inseguimento a cui assistiamo in questo film è davvero emozionante. È un film concettualmente puro, caratterizzato da un profondo realismo, reso ancora più spettacolare dall’idea di sigillare Manhattan: Una decisione che viene presa all’improvviso, e che sembra quasi un’invasione militare. È un archetipo che può essere associato ai miti classici e alla tradizione dei polizieschi ambientati a New York.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, recensione del film conclusivo della saga

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La recensione di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker che state per leggere non contiene spoiler sulla trama del film. In uscita il 18 dicembre in Italia, il 20 nei Paesi anglofoni, l’Episodio IX segna la fine (provvisoria) di un fenomeno che ha travolto la cultura pop, partendo esclusivamente dal mezzo cinematografico. Solo dopo il film è diventato franchise, declinandosi in molteplici e vari canali di intrattenimento, diventando addirittura anche un culto religioso.

Proprio per questo è giusto che questa saga, quella legata alla famiglia Skywalker, trovi proprio al cinema la sua chiusura. Una fine, si sa, scritta nella sabbia, non un porta chiusa sul passato, ma una conclusione che, per ora, è romantica e soddisfacente, il giusto equilibrio tra speranza per il futuro e iconografia nostalgica che rappresenta un ritorno a casa, un posto sicuro in cui fermarsi, per un po’.

L’equilibrio nella Forza: Rey e Kylo Ren

E proprio la ricerca dell’equilibrio si trova alla base di L’Ascesa di Skywalker: la storia della saga che racconta la guerra tra Jedi e Sith ci ha da sempre detto che i rappresentanti dei due ordini si muovono sempre in coppia, un maestro e un allievo, Lato Chiaro o Lato Oscuro che sia. In questo modo l’universo, la galassia, trova il suo equilibrio nella Forza, che lega gli esseri viventi e li fa prosperare.

In Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, J.J. Abrams abbraccia il concetto di equilibrio tra due parti e lo trasmette ai suoi personaggi, i protagonisti Rey (Daisy Ridley) e Kylo Ren/Ben Solo (Adam Driver). Sono loro il cuore della ricerca di questo equilibrio, non perché rappresentano il buio e la luce, l’icona della spada laser rossa che si incrocia in duello con quella blu, ma perché portano il conflitto dentro di sé, e la storia che racconta il film è principalmente la storia della ricerca di questo equilibrio. Una coppia complementare che nel concetto di famiglia, ereditarietà della colpa, sangue, origine e identità cerca la risposta ai propri dubbi.

Il volto bello, onesto, puro, luminoso di Rey si contrappone a quello sgraziato, brutto, segnato di Kylo, così le due interpretazioni dei giovani attori si prestano, con grande intensità e bravura da entrambe le parti, a dare corpo ai personaggi che più di tutti rendono L’Ascesa di Skywalker un’avventura emozionante, nei ricordi, nel futuro, alla ricerca di quell’equilibrio che permette la vita. Ma i due eredi della Forza dovranno capire a proprie spese che senza scelta tra ciò che è giusto e ciò che è facile, non c’è vittoria.

Star Wars: L'Ascesa di SkywalkerStar Wars: L’Ascesa di Skywalker prende le distanze da Gli Ultimi Jedi

Con questo cuore pulsante come premessa, J.J. Abrams costruisce una storia tradizionale, che prende le distanze da quello che aveva tentato di fare Rian Johnson con il criticatissimo Gli Ultimi Jedi. Così come l’Episodio XIII cercava di desacralizzare il mito, allo stesso modo J.J. Abrams rimette le cose nel loro ordine, senza cancellare del tutto ciò che aveva fatto il suo predecessore, ma smussandone gli aspetti più ostici e riprendendo la via, sicura, confortante, ma non per questo meno bella, della tradizione e, sì, della nostalgia.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker racconta l’ultima battaglia, l’ultima speranza, come a fare eco a quella nuova speranza che era stato a suo tempo il giovane Luke Skywalker: la galassia è destinata alla morte e alla sconfitta a causa di una oscurità potentissima che sorge dalle sue viscere, ma la Ribellione, guidata dal Generale Leia, è ancora viva e, come lei, continua a coltivare la speranza che il Lato Oscuro non possa vincere. Lo pensa la Principessa di Alderan, ma lo pensano anche Poe Dameron e Finn, che dovranno imparare cosa vuol dire prendere il comando ed ereditare davvero l’onere e l’onore di portare avanti la Storia.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è un’esplosione di emozioni

E così, J.J. ritrova equilibrio, anche lui, tra gli elementi del franchise che più di tutti lo caratterizzano: una parte divertente e cinematograficamente avvincente, la guerra, gli eroi, le rocambolesche fughe e i piani che danno “pessimi presentimenti”; l’altra mistica e introspettiva che indaga le profondità della battaglia per trovare in sé l’equilibrio nella Forza. Certo, la prima parte del film si limita ad essere una frammentata serie di informazioni da fornire allo spettatore per impostare la storia, che già nelle premesse ha un che di pretestuoso, ma nella seconda parte il film diventa travolgente, per la lunga sequela di sensazioni che riesce a smuovere, per l’utilizzo intelligente delle leve nostalgiche di cui dispone, per la sequenza finale gloriosa e avvincente, per la scena conclusiva che è una vera e propria esplosione di emozioni.

La terza trilogia, che si conclude con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, si fa mito, chiudendo per sempre le storie dei protagonisti storici, Luke, Han e Leia, affidando il futuro ai giovani, Rey, Poe e Finn. Lo ha fatto, dal 2015 ad oggi, rielaborando il passato (Il Risveglio della Forza), provando a staccarsi da ciò che conoscevamo bene, distruggendone gli idoli e i simboli (Gli Ultimi Jedi) e riavvicinandosi in maniera rispettosa alla sua tradizione (L’Ascesa di Skywalker), regalando una conclusione soddisfacente, che prima di tutto fa appello al grande amore che gli spettatori hanno nutrito per questi personaggi e questi mondi nel corso di 42 anni di Storia del Cinema.

Fenomeni Paranormali Incontrollabili: un nuovo regista per il remake

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Sembra non esserci pace per l’annunciato remake di Fenomeni Paranormali Incontrollabili (Firestarter), nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1980 di Stephen King (edito in Italia col titolo “L’incendiaria”), già portato sul grande schermo nel 1984 con il film di Mark L. Lester che aveva come protagonista una piccola Drew Barrymore.

Inizialmente il remake di Fenomeni Paranormali Incontrollabili, che sarà prodotto dalla Blumhouse e distribuito dalla Universal, era stato affidato ad Akiva Goldsman, sceneggiatore premio Oscar per A Beautiful Mind e regista di Storia d’inverno. Successivamente, venne annunciato che Goldsman era uscito dal progetto e che il nuovo adattamento era passato nelle mani nientemeno che di Fatih Akin, l’acclamato regista e sceneggiatore tedesco, noto per La sposa turca e Il mostro di St. Pauli.

Adesso, come apprendiamo da Variety, il remake ha subito un ulteriore cambio alla cabina di regia: sarà infatti Keith Thomas, regista e sceneggiatore che ha debuttato quest’anno con The Vigil, a dirigere il nuovo film basato sul classico di King. La sceneggiatura del film porterà invece la firma di Scott Teems, autore dello script dell’attesissimo Halloween Kills. Goldsman resta coinvolto nel progetto in qualità di produttore.

Fenomeni Paranormali Incontrollabili racconta la storia della piccola Charlie, dotata di pirocinesi, ossia della facoltà di appiccare il fuoco con la mente. I servizi segreti americani, che vorrebbero servirsene, uccidono la madre e tentano di rapirla, ma il padre Andy, anch’esso in possesso di un potere paranormale, una blanda forma di controllo mentale, neutralizza gli agenti e fugge con la bambina. Vengono però catturati da John Rainbird e portati nei laboratori militari. Qui Charlie viene convinta a manifestare i suoi poteri in modo che possano venir studiati. Successivamente suo padre smette di prendere i farmaci che gli vengono dati per inibire il suo potere, e così lo riacquista e lo usa sul Capitano Hollister per farlo agire in funzione della pianificazione di una fuga.

Fenomeni Paranormali Incontrollabili è soltanto uno dei numerosi adattamenti tratti dalle opere di Stephen King che arriveranno al cinema prossimamente: dopo i recenti IT – Capitolo Due e Doctor Sleep, sono attesi per i prossimi anni nuovi film basati su opere quali La metà oscura, La bambina che amava Tom Gordon, Le notti di Salem, Il talismano, La lunga marcia e Le creature del buio. 

Mortal Kombat: uno dei membri del cast annuncia la fine delle riprese

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Le riprese di Mortal Kombat sono ufficialmente terminate. Si tratta del nuovo adattamento cinematografico dell’omonima serie di videogiochi esplosa agli inizi degli anni ’90, che sarà distribuito dalla Warner Bros. e prodotto da James Wan, creatore della saga horror The Conjuring e regista di Aquaman.

Ad annunciare ufficialmente la fine delle riprese del reboot di Mortal Kombat è stato uno dei membri del cast, Lewis Tan, che nel film avrà un ruolo che non è stato ancora svelato. Tan è un attore, modello e artista marziale britannico, noto soprattutto per aver recitato nella serie Netflix Iron Fist, nella serie ABC Into the Badlands, nella serie netflix WU Assassins e in Deadpool 2 nei panni di Shatterstar.

Attraverso il suo account Instagram, Lewis Tan ha annunciato la fine delle riprese del film condividendo alcuni scatti inediti che lo ritraggono nel backstage. Nella didascalia che ha accompagnato le immagini, Tan ha ringraziato il cast e la crew del film, elogiando poi il lavoro del regista Simon McQuoid; l’attore ha anche sottolineato che ha amato trascorrere del tempo in Australia, dove il film è stato girato.

Potete vedere il post condiviso dall’attore di seguito:

 

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Picture wrap on Mortal Kombat! This will take awhile to process before I can put the feelings into words accurately, for now I’m depleted, physically and emotionally, I’m delighted and exhilarated, that is how it should feel at the end, give everything for the art. Risk it all. We made something truly special here. I’m proud. The filmmakers and crew were top of their class and beyond professional. Australia delivered unique and breathtaking landscapes. The cast have created a family and bond that will last forever. Thank you @simonmcquoid for your trust and guidance, you are the embodiment of a leader. Lastly, my inspiration. My niece was born with rare a lung disease when she was 3, doctors said she wouldn’t make it, she fought through unthinkable circumstances and impossible odds just to survive. A true warrior. Shes 15 now. This year when I turned down 3 films and 2 TV shows to spend months reading for a huge film that eventually wasn’t for me, she was there texting me support daily, now she sittin in my chair watching me perform as I lead my first studio picture. Never. Ever. Give. Up. #MortalKombatMovie #MortalKombat

Un post condiviso da LEWIS TAN (@lewistanofficial) in data: 13 Dic 2019 alle ore 10:57 PST

LEGGI ANCHE – Mortal Kombat: confermati dei personaggi da Mortal Kombat 3

La Warner Bros. ha confermato Joe Taslim (The Raid) come Sub-Zero, Ludi Lin nei panni del protagonista Liu Kang, Jessica McNamee (The Meg) come Sonya Blade, Josh Lawson nei panni di Kano, e ancora Tadanobu Asano (Thor: Ragnarok) sarà Raiden, Mehcad Brooks il Maggiore Jackson Bridges “Jax”, Max Huang sarà Kung Lao, Sisi Stringer interpreterà Mileena e come precedentemente annunciato Chin Han e Hiroyuki Sanada saranno rispettivamente Shang Tsung e Scorpion. Infine, Lewis Tan è stato accreditato nel film in un ruolo che non è stato ufficializzato.

Nel cast di personaggi ci saranno anche Sektor, Cyrax, Kabal Nightwolf comparsi per la prima volta in Mortal Kombat 3Mortal Kombat arriverà nei cinema il 5 marzo, 2021. Il regista di AquamanJames Wan, produrrà Mortal Kombat con la sua etichetta Atomic Monster, mentre il regista di pubblicità Simon McQuoid farà il suo debutto nel lungometraggio. Todd Garner produrrà insieme a Larry Kasanoff, E. Bennett Walsh, Michael Clear Sean Robins.

Star Wars: in cantiere meno progetti di quanto i fan pensano

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Star Wars: in cantiere meno progetti di quanto i fan pensano

Arriva oggi nelle sale italiane Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il capitolo finale della trilogia sequel della celebre saga fantascientifica che chiuderà ufficialmente anche la Saga degli Skywalker iniziata nel lontano 1977.

Dopo la cancellazione del progetto dedicato agli spin-off del franchise e l’addio di David Benioff e D.B. Weiss, al momento il futuro della saga sembra essere soltanto nelle mani di Rian Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, il quale è stato incaricato di scrivere una nuova trilogia che introdurrà nuovi personaggi e nuove storie.

La premiere mondiale de L’Ascesa di Skywalker è stata un’occasione per numerosi giornalisti per cercare di carpire quante più informazioni possibili sul futuro del franchise, come ha fatto ad esempio Variety, il quale ha chiesto a Bob Iger, Presidente e CEO della Disney, di parlare proprio del futuro di Guerre Stellari sul grande schermo.

Stando a quanto dichiarato da Iger, allo stato attuale delle cose il numero di progetti collegati a Star Wars potrebbe essere di gran lunga inferiore rispetto a quello che il pubblico si aspetta: “Probabilmente il numero di progetti è inferiore a quello che si pensa, perché ciò che noi facciamo è sceglierne qualcuno e vedere come procede la gestazione. In alcuni casi sono progetti che porti alla luce, per vedere come reagisce il pubblico e muoverti poi di conseguenza. Non sono mai così tanti rispetto a ciò che la gente potrebbe pensare. Credo che il numero possa essere infinito, ma faremo molta attenzione perché il prossimo film della saga sarà importantissimo.”

Iger ha poi parlato del ruolo dei fan e di quanto sarà importante il loro giudizio durante lo sviluppo dei nuovi film: “Rispettiamo i fan di Star Wars. Sono molto importanti: per noi, per la Lucasfilm e per il franchise. Facciamo sempre del nostro meglio e abbiamo affrontato molte complicazioni per quanto riguarda il mandare avanti la saga con Il Risveglio della Forza. Volevamo soddisfare i fan tradizionali della saga, ma anche introdurre nuovi personaggi, nuove storie e nuovi luoghi. Con questa nuova trilogia mi sembra che siamo riusciti a fare un buon lavoro muovendoci proprio su questa linea sottile. Siamo consapevoli però di non poter accontentare tutti.”

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, leggi la recensione

Deadpool 3 e X-Force: secondo Rob Liefeld i film sono “inevitabili”

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Deadpool e Deadpool 2 sono stati due grandi successi al box office mondiale, dal momento che hanno incassato rispettivamente 801 milioni di dollari e 786 milioni. Sarebbe dunque impossibile pensare che i Marvel Studios decidano di non continuare a raccontare le avventure del Mercenario Chiacchierone sul grande schermo.

Il problema è che da quando è stato annunciato l’accordo tra la Disney e la Fox, sul futuro del franchise con protagonista Ryan Reynolds vige ancora il più assoluto mistero: e se molti fan avessero ragione? Se la Disney non desse mai il via libera ad una saga vietata ai minori? Forse potrebbero risultare in qualche modo consolatorie le dichiarazioni in merito di Rob Liefeld, creatore del personaggio di Deadpool, durante una recente intervista con Variety in occasione della premiere mondiale di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker: il fumettista statunitense è fermamente convinto che il Mercenario Chiacchierone dovrebbe vivere all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel.

“Spero che riescano a trovare una soluzione”, ha spiegato Rob Liefeld. “I fan lo vogliono. I fan vogliono vederlo. La cosa incredibile con Deadpool è che la cultura si muove così in fretta al giorno d’oggi che due anni sembrano venti. Ci sono stati due film vietati ai minori che insieme hanno incassato 1.2 miliardi di dollari… sì, ho letto i risultati e ho fatto i conti.” Poi ha aggiunto: “Dopo il primo fine settimana (dall’uscita di Deadpool 2, Ndr), ho chiamato Ryan Reynolds e gli ho detto: ‘È un franchise da miliardi di dollari’. Eravamo davvero eccitati. Ecco perché credo che Deadpool 3… il film sulla X-Force… siano inevitabili! Voglio dire: Josh Brolin, Ryan Reynolds… ora la Disney… come fa a non essere la cosa più grossa di sempre?”

Vi ricordiamo che a confermare l’ingresso di Deadpool nel MCU era stato Alan Horn, presidente di Walt Disney Studios, durante il CinemaCon di Las Vegas, rassicurando il pubblico accorso al panel che presto arriverà un altro titolo della serie di film con Ryan Reynolds.

Fonte: ComicBookMovie

Quentin Tarantino dai dubbi sul nuovo Star Trek al suo Halloween mai realizzato

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In una recente intervista con Consequence of Sound, Quentin Tarantino ha parlato del suo capitolo della saga di Halloween che non è mai stato realizzato. Forse non tutti sono a conoscenza del fatto nel 1994 la Miramax propose a Quentin Tarantino la possibilità di dirigere Halloween 6 – La maledizione di Michael Meyers: il regista de Le Iene e Pulp Fiction rifiutò, e il progetto venne affidato a Joe Chappelle, che diresse il film basandosi su una sceneggiatura di Daniel Farrands. La pellicola uscì nelle sale nel 1995.

Nel corso dell’intervista, Tarantino ha spiegato che Halloween 6 avrebbe dovuto rivelare al pubblico chi era il misterioso “uomo in nero” che libera Michael Myers di prigione alla fine di Halloween 5 – La vendetta di Michael Myers, uscito nel 1989: “Non avevo ancora deciso chi doveva essere quell’uomo”, ha spiegato Quentin Tarantino. “L’unica cosa che avevo in mente erano i primi venti minuti, con questo personaggio in stile Lee Van Cleef e Michale Myers per viaggiano per strada e che si fermano in diversi bar e locali, con Michael che fa una strage in ogni posto in cui si fermano, lasciando una scia di morte sulla Route ’66.”

Sempre nel corso della medesima intervista, però, Tarantino ha avuto anche modo di aggiornare brevemente sul suo chiacchieratissimo film della saga di Star Trek, progetto che lo stesso regista ha sviluppato insieme a J.J. Abrams e la cui sceneggiatura è stata scritta da Mark L. Smith (Revenant – Redivivo).

A quanto pare Tarantino non ha ancora le idee chiare sul progetto, e potrebbe addirittura decidere di accantonarlo per sempre: “Mi sto allontanando dal film”, ha spiegato il regista. “La verità però è che non ho ancora parlato con nessuno della Paramount Pictures.” In seguito a queste dichiarazioni alquanto sibilline, Deadline è intervenuto per chiedere al regista un chiarimento sulla questione, il quale ha specificato: “Potrei prendere la distanza dal progetto, ma vedremo. Non ho ancora veramente deciso, né ho parlato con chi è coinvolto nella cosa. Non c’è ancora nulla di ufficiale.”

LEGGI ANCHE – Quentin Tarantino su Kill Bill 3: “Ho un’idea interessante”

Ricordiamo che l’ultimo film di Tarantino, C’era una volta a Hollywood, ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes 2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista per Brad Pitt. Il film ha ottenuto anche 4 candidature ai SAG Awards 2020 e 12 candidature ai Critics’ Choice Awards 2020.

A Quiet Place 2: la prima immagine ufficiale con Emily Blunt

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A Quiet Place 2: la prima immagine ufficiale con Emily Blunt

È stata affidata in esclusiva a Total Film la prima immagine ufficiale di A Quiet Place 2, sequel del thriller fantascientifico diretto nel 2018 da John Krasinski, che torna dietro la macchina da presa insieme ad Emily Blunt, ancora una volta nei panni della protagonista.

La prima immagine ufficiale di A Quiet Place 2 ci mostra Emily Blunt di nuovo nei panni di Evelyn Abbott: nello scatto è possibile vedere l’attrice insieme ai piccoli attori che nel sequel tornano ad interpretare i suoi figli, Marcus Abbott (Noah Jupe) e Beau Abbott (Cade Woodward); la foto ci mostra anche Evelyn stringere tra le braccia il nuovo arrivato all’interno della famiglia Abbott.

La fonte ha anche confermato che gli eventi di A Quiet Place 2 si svolgeranno subito dopo quelli del primo film: non ci sarà, quindi, nessun salto temporale. Intervistato dal noto magazine, John Krasinski ha spiegato che il sequel affronterà le stesse tematiche del suo predecessore:

“Amo l’idea del primo film, in cui il mio personaggio e quello di Emily combattono contro il desiderio di sopravvivere e la voglia di vivere. Tutto quello che il mio personaggio voleva era sopravvivere. Il suo personaggio invece diceva: ‘Non è abbastanza. Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a questi ragazzi di vivere come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho amato vedere Emily combattere con tutto questo, con l’idea che la sopravvivenza sia forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse quella voglia di vivere era davvero troppo pericolosa…”

Di seguito potete ammirare la prima immagine ufficiale di A Quiet Place 2

 

A Quiet Place 2 arriverà nelle sale il 15 maggio 2020. Le vicende del primo capitolo seguivano il viaggio di una famiglia costretta a vivere nel silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) sono determinate a trovare un modo per proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di contrattaccare.

Birds of Prey: il film con Margot Robbie sarà vietato ai minori

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Birds of Prey: il film con Margot Robbie sarà vietato ai minori

Quando Birds of Prey venne annunciato per la prima volta, alcuni report hanno sostenuto che la regista Cathy Yan e la protagonista (nonché produttrice) Margot Robbie stavano mirando a realizzare un film vietato ai minori, nonostante i dubbi e le perplessità mostrate dalla Warner Bros.

Adesso è ufficiale: Birds of Prey sarà vietato ai minori! La Motion Picture Association of America, l’associazione che si occupa del divieto da applicare alle pellicole negli Stati Uniti, ha infatti classificato il film che vedrà il ritorno sul grande schermo di Harley Quinn come “R-Rated”, vietato cioè ai minori di 17 anni non accompagnati. La motivazione è la seguente: “Forte dose di violenza e uso di linguaggio esplicito, incluso materiale sessuale e riferimenti alla droga.”

È innegabile quanto il successo di Joker abbia permesso alla Warner Bros. di essere più fiducioso nel successo al box office di cinecomic vietati ai minori. La popolarità del personaggio di Harley Quinn tra il pubblico e i contenuti espliciti che a quanto pare verranno mostrati nel film, rappresenteranno una nuova sfida ugualmente rischiosa per lo studio.

Di seguito potete vedere due bellissime cover di Total Film dedicate alla pellicola, insieme a tre nuove immagini di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn tratte dal film:

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Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).

Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.

Di seguito la nuova sinossi ufficiale:

Avete mai sentito la storia del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per abbattere Roman.

Fonte: ComicBookMovie

Suicide Squad: il primo make-up test di Jared Leto nei panni del Joker

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Attraverso il suo account Instagram, il regista David Ayer ha condiviso un nuovo scatto inedito dal backstage di Suicide Squad che ci mostra il primo make-up test di Jared Leto nei panni del Joker.

Lo scatto è stato condiviso attraverso le storie dell’account Instagram di Ayer e ci mostra una primissima versione del Clown Principe del Crimine molto diversa rispetto a quella che abbiamo avuto modo di vedere sul grande schermo: è interessante notare, ad esempio, come il tatuaggio che appare sulla fronte di Leto, “Blessed”, sia stato poi sostituito nella versione definitiva con “Damaged”; ancora, nel film è completamente sparita la riga nera intorno alle labbra del personaggio, trucco che indubbiamente ne accentuava la personalità folle e imprevedibile.

Potete vedere lo scatto inedito di seguito:

LEGGI ANCHE – Suicide Squad: David Ayer rivela uno scatto inedito del Joker

Di recente, David Ayer aveva utilizzato Instagram per condividere un altro scatto inedito del Joker dal backstage di Suicide Squad: nella didascalia che ha accompagnato l’immagine, il regista aveva fatto intendere che durante la produzione del film i rapporti con la Warner Bros. non erano stati propriamente idilliaci e che il film arrivato nelle sale non era in realtà la pellicola che lo stesso aveva in mente.

Proprio ieri abbiamo appreso che David Ayer tornerà alla regia occupandosi di scrivere e dirigere il remake di Quella Sporca Dozzina, uno dei film di guerra più celebri della storia del cinema, basato sul romanzo omonimo di E.M. Nathanson, diretto nel 1967 da Robert Aldrich e interpretato da grandi star quali Lee Marvin, Ernest Borgnine e Robert Ryan.

In merito alla Squadra Suicida, invece, è atteso per il 2021 l’arrivo nelle sale di The Suicide Squad, reboot ad opera di James Gunn (Guardiani della Galassia) che vedrà il ritorno di Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang) al fianco delle new entry Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena.

Fonte: ScreenRant

Billions 5: Frank Grillo nel cast

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Billions 5: Frank Grillo nel cast

Cresce il cast di new entry in Billions 5, l’annunciata quinta stagione della serie tv Billions con Paul Giamatti e Damien Lewis. Deadline rivela che il noto attore Frank Grillo prenderà parte al nuovo ciclo di episodi. Grillo reciterà nel ruolo di Nico Tanner, un artista moderno.

La stagione 5 di Billions è in produzione a New York e sarà presentata in anteprima sulla rete nel 2020.

Billions 5

In Billions 5 protagonisti sono il premio Oscar, vincitore di Emmy e Golden Globe, Paul Giamatti e vincitore dell’Emmy e Golden Globe Damian Lewis, Billions è una delle serie drammatiche più importanti della rete, con una media di cinque milioni di spettatori settimanali su tutte le piattaforme. Le prime tre stagioni di Billions sono andate in onda in Italia su Sky Atlantic e sono disponibili su Now Tv.

Quando tutti sono fuori per cercare vendetta, nessuno è al sicuro.  Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck Rhoades (Giamatti), ex nemici, e Wendy Rhoades (Maggie Siff), moglie del primo e fidata consigliere del se condo, si sono uniti per formare un’alleanza difficile da pensare ma molto efficace, mirata allo sradicamento di tutti i loro rivali, tra cui Grigor Andolov (guest star John Malkovich), Taylor Mason (Asia Kate Dillon), Brian Connerty (Toby Leonard Moore) e Waylon “Jock” Jeffcoat (guest star Clancy Brown). L’ambizione e il tradimento sono da sempre al centro di BILLIONS, e in questa stagione tutti i personaggi scoprono esattamente quanto è alto il prezzo che dovranno pagare per soddisfare tali esigenze. La serie vede protagonisti nel cast anche David Costabile, Condola Rashad, Kelly AuCoin, Jeffrey DeMunn e Malin Akerman.

Billions è stato creato e prodotto esecutivamente dagli showrunner Brian Koppelman e David Levien. La serie è stata creata anche da Andrew Ross Sorkin.

DCEU: 10 cose che non hanno senso nell’Universo Cinematografico

DCEU: 10 cose che non hanno senso nell’Universo Cinematografico

Il DC Extended Universe ha avuto i suoi alti e bassi. Tuttavia, nonostante i primi film non abbiano riscosso il successo sperato, sembra che le cose siano destinate a cambiare. Wonder Woman, Aquaman e Shazam! sono stati accolti molto bene, mentre Joker (che tecnicamente non fa parte del DCEU) è stato elogiato tanto dal pubblico quanto dalla critica.

Tuttavia, i fan non dimenticano i disastrosi inizi del DCEU e come le cose sarebbero potute precipitare senza alcuna possibilità di riscatto. Ecco 10 cose che non hanno senso nel DCEU.

La vera identità dei supereroi

Questa è sicuramente la critica più diffusa quando si parla di supereroi in generale. Indossano costumi e vagano nella notte per combattere il crimine. I costumi hanno lo scopro di nascondere la loro vera identità, ma in realtà sono indumenti così rivelatori che è illogico pensare che nessuno sia in grado di riconoscerli.

Ad esempio, Clark Kent indossa gli occhiali solo quando è una persona normale e li toglie quando si traveste da Superman: nessuno si rende mai conto che si tratta della stessa persona. Lo stesso discorso potrebbe essere applicato al personaggio di Diana Prince, mentre Batman e The Flash sarebbe i due supereroi la cui vera identità sarebbe celato dalle loro maschere: eppure, non è possibile che nessuno riesca a riconoscergli anche solo dalle loro voci…

Le battaglie finali

I film di supereroi sono sempre associati a grandi scene d’azione e a trame che ruotano attorno all’eroe di turno che sconfigge il cattivo. Tuttavia, questa formula consolidata è stata in un certo qual modo abbandonata, soprattutto negli ultimi anni grazie a pellicole come Joker, che hanno mostrato un lato completamente diverso delle storie che si possono raccontare basandosi sui fumetti.

Al di là di ciò, le battaglie finali restano uno dei momenti più epici di questi film. Sfortunatamente, questi grandi momenti all’interno del DCEU non hanno mai funzionato particolarmente, perché la trama tendeva a concentrarsi sul sviluppo dei personaggi invece di preparare il terreno al grande scontro finale. Ecco perché le battaglie finali di Suicide Squad, Batman v Superman: Dawn of Justice, Wonder Woman e anche Shazam! non risultano particolarmente riuscite.

Il piano di Lex Luthor 

L’incarnazione di Jesse Eisenberg del celebre villain Lex Luthor in Batman v Superman è stata accolta in maniera contrastante. Il suo look era molto diverso rispetto a quello dei fumetti e i suoi comportamenti hanno contribuito a far sì che il pubblico lo etichettasse come un ragazzino egoista piuttosto che come una mente malvagia.

La più grande critica mossa al personaggio è relativa però al suo piano, che sembra non avere alcun senso. Perché vuole liberare Doomsday? Il mostro non distruggerà Gotham mentre è intento ad uccidere i supereroi che lo stesso Luthor vuole eliminare? Non sembra logico o comunque non sembra qualcosa che un mente acuta come quella di Luthor farebbe…

I tatuaggi di Joker 

Un’altra incarnazione del DCEU che ha ricevuto pareri contrastanti è quella del Joker di Jared Leto. Invece di apparire come una minaccia, il personaggio è finito per risultare una sorta di caricatura, a tratti ridicolo e per nulla credibile, cosa che ha generato un diffuso malcontento tra i fan.

Uno dei motivi per il quale il Joker di Leto è stato anche percepito in questo modo è stato a causa del suo corpo ricoperto di tatuaggi. Joker è un folle, lo sappiamo tutti, ma forse non abbastanza da tatuarsi sulla pelle la parola “Danneggiato”.

Batman uccide le persone

Il Batman di Ben Affleck non è stato accolto molto bene dai fan, o almeno non così bene come la versione di Christian Bale. Ciononostante, alcuni sembrano aver apprezzato il Crociato di Gotham interpretato da Affleck, soprattutto questo suo lato più oscuro e tormentato, e il fatto che fosse comunque provato da tutto ciò che gli era successo nella vita.

Tuttavia, le scene del DCEU in cui Batman uccide le persone con la sua artiglieria pesante sono odiate da tutti, indistintamente. Si tratta di una cosa che è talmente lontana dalla versione del personaggio nei fumetti, che nessuno avrebbe potuto ignorarla. Batman ha un codice morale ed evita il più possibile di uccidere le persone… nel film del DCEU è accaduto praticamente l’opposto!

Superman come Gesù

Zack Snyder è noto per aver usato nei film del DCEU molti riferimenti alla Bibbia. Ciò può essere notato in particolare nel primo film che ha dato il via al franchise, ossia L’Uomo d’Acciaio. C’è davvero tanto simbolismo, che il regista ha poi portato anche in Batman v Superman e Justice League

Il punto cruciale è che Snyder fa sembrare Superman simile a Gesù, quando in realtà non lo è. Molto fan dei fumetti hanno più volte evidenziato come Superman sia una persona pacifica che aiuta le persone perché perché sa che quella è la cosa giusta da fare. È prima un essere umano e poi un supereroe, non viceversa.

Ares e la guerra

Wonder Woman ci ha fatto conoscere l’aspetto prettamente mitologico del DCEU, che è stato poi ancora più approfondito con Aquaman. Essendo la figlia di Zeus, Diana Prince è anche una delle sorelle di Ares, il Dio della Guerra che lei crede responsabile di tutta la violenza e la guerra che imperversa nel mondo degli umani.

Tuttavia, questa convinzione viene puntualmente messa in discussione durante tutto il film, con Diana che si rende conto di avere torto, visto che gli umani si fanno la guerra tra di loro anche senza lo zampino di Ares (conclusione piuttosto logica, alla quale giungerebbe chiunque!). Quando Diana sconfigge Ares, la guerra finisce, il che sembra dimostra che l’Amazzone aveva ragione. Tale incoerenza non ha assolutamente senso: in questo modo, tutta la logica del film può essere messa in discussione.

La morte di Superman

La morte di Superma è considerato uno dei più grandi avvenimenti nella storia del fumetto. Superman è praticamente invulnerabile a tutto tranne che alla kriptonite, un materiale proveniente da Krypton, il suo pianeta originario. Questo è il motivo per cui nessuno ha mai creduto veramente che il supereroe potesse davvero morire.

In Batman v Superman, Superman muore per mano di Doomsday, per poi resuscitare in Justice League perché la squadra ha bisogno del suo aiuto per sconfiggere Steppenwolf. Allora, che senso ha avuto ucciderlo per poi riportarlo quasi subito in vita? E che senso ha avuto mettere insieme la Justice League se questa non avesse potuto fare nulla senza l’intervento di Superman, che alla fine è stato l’unico a poter battere Steppenwolf?

La formazione della Suicide Squad

Un’altra squadra la cui formazione sembra essere priva di logica è quella della Suicide Squad. Il film non è stato quello che i fan si aspettavano, anche a causa dei buchi presenti nella trama e ai continui cambi di tono. La Warner ha cercato di soddisfare le esigenze dei fan che avevano particolarmente apprezzato il divertente trailer del film, ma in realtà i piani originali erano ben diversi.

Il più grande buco di sceneggiatura del film è la logica dietro la formazione della squadra di criminali per combattere una minaccia più grande di loro. Amanda Waller afferma che nessun altro poteva essere migliore di loro e riuscire nell’impresa… la Waller sembra essersi dimenticata dell’esiste di Batman, Wonder Woman e The Flash!

Un solo nome: Martha!

La scena di Martha in Batman v Superman è probabilmente la quintessenza di tutto ciò che di sbagliato è stato fatto con il DCEU. Quando neanche lo studio è sicuro di quello che sta facendo, è impossibile che i fan riescano a prendere sul serio il risultato finale.

Quando Batman sta per uccidere Superman, quest’ultimo all’improvviso gli dice: “Salva Martha!”. Si riferisce a sua madre, ma Batman pensa che stia invece parlando della propria; smette quindi di combattere e diventa un alleato di Superman. Probabilmente non c’è nulla di più illogico che della sequela di eventi che questo espediente narrativo ha generato…

Fonte: Screen Rant

MCU: 10 motivi per cui Tony Stark è l’amico che tutti vorremmo

MCU: 10 motivi per cui Tony Stark è l’amico che tutti vorremmo

Tutti i personaggi del MCU hanno un fedele braccio destro. Carol Danvers ha Maria Rambeau, T’Challa ha Okoye, Peter Parker ha Ned Leeds e Stephen Strange ha Wong. Per quanto riguarda i più importanti personaggi, invece, parliamo addirittura di due bracci destri: Thor ha Loki e Heimdall, Steve Rogers ha Sam Wilson e Bucky Barnes… e Tony Stark ha James Rhodes e Happy Hogan.

Rhodey è il migliore amico di Tony, mentre Harry è la sua fedele guardia del corpo nonché  assistente personale. Di seguito abbiamo raccolto i 5 momenti del MCU più teneri che hanno visto protagonisti Tony Stark e James Rhodes, e altri 5 momenti tra Tony e Happy Hogan… 10 momenti che dimostrano che Tony è l’amico che tutti vorremmo!

Rhodey: Unire le forze contro Whiplash (Iron Man 2)

Tony e Rhodey si separano in Iron Man 2, sia perché i problemi di alcolismo di Tony iniziano ad avere la meglio su di lui, sia perché Rhodey non è d’accordo con la sua decisione di tenere nascosta l’armatura di Iron Man alle forze armate statunitensi. Dopo un’accesa discussione alla festa di compleanno di Tony, Rhodey ruba un’armatura e la porta alla base dell’esercito più vicina.

Più tardi nel film, Rhodey tornerà da Tony con quella stessa armatura per mettere da parte le loro divergenze e affrontare insieme Whiplash. Con le risorse di Justin Hammer, Ivan Vanko ha costruito un esercito di Robot e Tony ha bisogno di Rhodey per vincere la battaglia.

Happy: L’anello di fidanzamento (Spider-Man: Homecoming)

Il ruolo di Tony Stark in Spider-Man: Homecoming avrebbe potuto costituire del materiale per realizzare un ipotetico Iron Man 4. Un esempio di ciò lo abbiamo alla fine del film. Si fa riferimento al viaggio di Peter Parker e la scena in questione ruota attorno a Tony che gli offre un posto all’interno della squadra degli Avengers: Peter lo rifiuta, scegliendo di agire nei panni dell’amichevole Spider-Man di quartiere.

Una volta che Peter esce di scena, Tony diventa protagonista. Pepper Potts ha organizzato una conferenza stampa per annunciare Peter come l’ultimo Vendicatore e sta aspettando notizie da parte di Tony. In quel momento lo stesso chiede a Happy Hogan di dargli un anello di fidanzamento che porta con sé dal 2008.

Rhodey: Far calmare Tony dopo il confronto con Cap (Avengers: Endgame)

Il trailer di Avengers: Endgame ha lasciato credere ai fan che Tony potesse morire già durante i primi minuti del film. Era intrappolato nello spazio senza carburante, senza cibo e senza alcuna speranza di tornare a casa. Così come i fan, neanche Tony si aspettava di riuscire a tornare sulla Terra, fino a quando non interviene Captain Marvel a salvarlo, offrendogli così una seconda opportunità.

Eppure, Tony non ha visto questa seconda opportunità come una benedizione, tanto da incolpare Cap dell’accaduto e affrontarla con una notevole rabbia interiore. Da migliore amico quale è, Rhodey è intervenuto per provare a calmarlo.

Happy: Allenarsi sul ring (Iron Man 2)

Nonostante abbia iniziato come attore, la fama di Jon Favreau è strettamente legata alle pellicole realizzate come regista, soprattutto grazie ai live action Disney de Il Libro della Giungla e Il Re Leone. Tra i suoi primi ruoli si ricordano quello al fianco di Vince Vaughn in Swingers e quello ricorrente nella prima stagione di Friends. In generale, comunque, Favreau ha sempre ricoperto dei ruoli secondari sul grande schermo.

Ecco perché nel MCU interpreta Happy Hogan, e forse non tutti ricorderanno che è stato proprio lui a dirigere i primi due film dedicati ad Iron Man. In Iron Man 2 vediamo Tony e Happy allenarsi insieme sul ring. Tony non agisce in maniera del tutto corretta nei confronti del suo avversario, colpendolo addirittura di proposito con un pugno in faccia. La scena è comunque molto divertente.

Rhodey: Provando a sollevare il Mjolnir (Avengers: Age of Ultron)

Ci sono tante cose in Avengers: Age of Ultron di Joss Whedon che hanno deluso i fan, come la lunga digressione sulla famiglia di Occhio di Falco o il fatto che Ultron non sia un vero cattivo ma più che altro un personaggio destinato a fare da collante con i futuri film del MCU.

Indubbiamente, però, una delle grandi cose che Whedon ha fatto con il film è stata mostrare allo spettatore gli eroi più potenti della Terra nei loro anni di inattività, cosa che nei fumetti accade di continuo, mentre sul grande schermo è abbastanza rara. Nel primo atto di Age of Ultron, i Vendicatori tengono una festa nella Avengers Tower. Rhodey racconta a Thony e Thor “una delle tante storie di War Machine”… entrambi fingono che sia interessante.

Happy: “Parlo con il capoccione della sicurezza?” (Iron Man 3)

Il rapporto tra Tony e Happy è così stretto che entrambi possono permettersi di essere totalmente onesti l’uno nei confronti dell’altro. Happy non è per nulla esperto di tecnologia quanto il capo/amico, così Tony cogli al volo ogni occasione possibile per farglielo notare. In Iron Man 3, quando Aldrich Killian arriva alle Stark Industries per un discutibile incontro con Pepper Potts, Happy avverte in videochiamata Tony per segnalargli il suo comportamento sospetto.

Il problema è che Happy non è molto abile con le videochiamate e tiene il telefono troppo in alto, con la fotocamera che inquadra soltanto la sua fronte. A quel punto Tony esita e in maniera ironica gli dice: “Parlo con il capoccione della sicurezza?”, prima di staccare la conversazione.

Rhoney: Tony gli dona dei tutori per le gambe ipertecnologici (Captain America: Civil War)

La battaglia dell’aeroporto in Captain America: Civil War non ha provato la morte di nessuno, ma si è conclusa con una tragedia. Visione sparò un raggio dalla sua testa verso Falcon, il quale riuscì ad evitarlo: il raggio colpì allora War Machine, facendolo precipitare al suolo.

L’incidente ha lasciato le gambe di Rhodey danneggiate in maniera permanente, con Tony che ha speso un’ingente somma di denaro per regalare al suo migliore amico dei tutori all’avanguardia in modo da permettergli di camminare ancora. L’aspetto più tenero di questa scena è che, nonostante tutto, Rhodey non ha perso il suo senso dell’umorismo, facendo impazzire dopo che il ragazzo della FedEx lo ha chiamato “Tony Stank”.

Happy: Le visite all’ospedale (Iron Man 3)

Quando Happy segue Aldrich Killian in Iron Man 3, finisce in come a causa di un’esplosione fuori dal TCL Chinese Theatre. Le più grandi paure di Tony nei confronti del Mandarino iniziano a prendere forma, tanto da indurlo a commentare un errore: rivelare il suo indirizzo di casa ad un potente terrorista.

Tony è profondamente scosso dall’attacco a Happy e continua a fargli visita in ospedale. Ottiene anche il permesso dallo staff dell’ospedale di trasmettere lo show preferito di Happy, Downton Abbey, nella tv della sua stanza.

Rhodey: La morte di Tony (Avengers: Endgame)

La scena della morte di Tony Stark in Avengers: Endgame resterà uno dei momenti più strazianti dell’intero MCU, perché rappresenta il culmine di un arco tanto narrativo quanto emotivo legato alla storia di un personaggio che il pubblico amava da 11 anni.

Tutti le persone più importanti della vita di Tony, da Peter Parker (“Abbiamo vinto, Mr. Stark!”) a Pepper Potts (“Adesso puoi riposare…”), si sono avvicinati per rendergli l’ultimo saluto. Rhodey fu il primo, e portà anche Peter via mentre Tony si apprestava ad entrare nella luce. Tony non proferisce parola durante la scena della morte, il che è stata un’idea di Robert Downey Jr. per sottolineare ancora di più la solennità del momento.

Happy: “Ti farò avere tutti i cheeseburger che vuoi” (Avengers: Endgame)

Anche se non si tratta propriamente di una scena che vede insieme Tony e Happy, si tratta comunque di un momento molto intenso collegato alla morte del personaggio. Anche se Tony non è fisicamente con Happy e Morgan, la sua presenza incombe su questi due personaggi in lutto nel giorno del suo funerale, durante le battute finali di Avengers: Endgame.

Happy chiede a Morgan se ha fame e lei gli risponde che ha voglia di cheeseburger. Happy le dice che suo padre amava i cheesebuerger – fu la prima cosa che chiese quando tornò in America dall’Afghanistan, dove era stato imprigionato in una grotta – e che le avrebbe preso tutto i cheeseburger che voleva.

Fonte: Screen Rant

Avengers: Endgame, la versione alternativa delle tute per il viaggio nel tempo

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Continua la diffusione di concept originali inutilizzati di Avengers: Endgame da parte di Ryan Meinerding, Head of Visual Development dei Marvel Studios. Oggi, Meinerding ha condiviso delle immagini che mostrano una versione alternativa delle tute da viaggio nel tempo, indossate da Tony Stark e Steve Rogers.

Avengers: Endgame, Hulk “irrompe” in battaglia – concept

Potete vedere di seguito le immagini che mostrano un design leggermente diverso da quello che abbiamo visto al cinema e sicuramente una colorazione più scura.

Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Per quanto riguarda invece il tenerissimo personaggio del mondo di Star Wars, sappiamo senza dubbio che è un ottimo espediente per Lucasfilm e Disney per vendere milioni di pupazzetti, soprattutto nel periodo che precede il Natale. Inoltre, il personaggio gioca molto con la malinconia e soprattutto con il desiderio dei fan, delusi dagli ultimi film della saga, di riappropriarsi dei propri eroi e personaggi che hanno costruito la nostra memoria collettiva.

Billy Dee Williams: 10 cose che non sai sull’attore

Billy Dee Williams: 10 cose che non sai sull’attore

Noto quasi esclusivamente per il ruolo di Lando Calrissian nella saga di Star Wars, l’attore Billy Dee Williams ha negli anni preso parte anche ad altri celebri film e serie TV. Nel cuore dei fan rimane però impresso come il celebre contrabbandiere amico di Han Solo. La sua intera carriera è stata così costruita in funzione di tale personaggio, ottenendo continuamente l’apprezzamento del pubblico, in particolar modo per il suo atteso ritorno nel nuovo capitolo della saga.

Ecco 10 cose che non sai di Billy Dee Williams.

Billy Dee Williams: i suoi film

1. È noto per la saga di Star Wars. L’attore debutta al cinema con il film Addio dottor Abelman (1959), per poi comparire in film come Un provinciale a New York (1970), La signora del blues (1972), divenendo poi estremamente popolare per il suo ruolo in L’impero colpisce ancora (1980), dove ricopre il ruolo di Lando Calrissian. Successivamente recita in I falchi della notte (1981) e di nuovo nella saga di Star Wars nel capitolo Il ritorno dello Jedi (1983). Successivamente recita in film come Paura su Manhattan (1984), Batman (1989), L’auto più pazza del mondo (1991), Oedipus (2004), Hood of Horror (2006), e Fanboys (2008). Nel 2019 riprende il ruolo con cui è divenuto celebre nel film Star Wars – L’ascesa di Skywalker, dove recita accanto agli attori Daisy Ridley, Oscar Isaac e John Boyega.

2. Ha recitato in alcune celebri serie televisive. Nel corso della sua carriera l’attore è più volte apparso anche in televisione, in particolare recitando in alcuni episodi di celebri serie TV come I Jefferson (1979), Dynasty (1984-1985), Scrubs – Medici ai primi ferri (2006), Lost (2007), White Collar (2011-2012), Modern Family (2012) e Glee (2014).

3. Ha lavorato anche come doppiatore. Negli anni l’attore ha ricoperto il ruolo di doppiatore in più occasioni, tutte legate al mondo di Star Wars. Nel 2013 doppia il suo celebre personaggio, Lando Calrissian nella serie animata Star Wars – Le cronache di Yoda. Tra il 2014 e il 2015 doppia lo stesso personaggio in The LEGO Movie, e nelle serie Star Wars – Rebels e Lego Star Wars – I racconti del droide.

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Billy Dee Williams in Star Wars

4. Era dubbioso circa il suo ritorno nella saga. Quando all’attore fu chiesto di partecipare al nuovo capitolo della saga, Williams fu inizialmente restìo. Stando a quanto da lui dichiarato, l’idea di mostrarsi invecchiato non gli piaceva e aveva paura a fare i conti con il personaggio ma con i limiti della sua età, con il non avere più l’entusiasmo di una volta. Alla fine, tuttavia, si convinse, trovando nuovi spunti per interpretare un personaggio a distanza di così tanto tempo.

5. Non sa che futuro avrà il personaggio nella saga. Per l’attore, il nono episodio di Star Wars pone una conclusione all’arco narrativo del suo personaggio. Williams ha infatti dichiarato di non sapere quale destino attende il personaggio, e che molto dipenderà dall’apprezzamento del pubblico a riguardo.

Billy Dee Williams è Harvey Dent

6. Ha interpretato il celebre personaggio presente in Batman. Nel Batman diretto da Tim Burton nel 1989, l’attore ricopre il ruolo di Harvey Dent, il celebre procuratore distrettuale di Gotham City.

7. Avrebbe dovuto riprendere il ruolo. Nelle prime bozze del copione di Batman – Il ritorno, Williams era previsto riprendesse il ruolo di Harvey Dent. Questi fu tuttavia sostituito da Max Schreck, interpretato dall’attore Christopher Walken. Sempre nelle iniziali bozze, inoltre, il personaggio avrebbe assunto l’identità di Due Facce alla fine del film, quando Catwoman lo avrebbe baciato davanti al generatore del Pinguino.

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Billy Dee Williams in Scrubs

8. Ha recitato nella celebre sit-com. L’attore è comparso anche in alcuni episodi della serie Scrubs. Qui il personaggio del chirurgo Turk lo chiama più volte Lando, credendo sia veramente lui.

Billy Dee Williams in LEGO Batman

9. Ha doppiato il ruolo che avrebbe dovuto ricoprire anni prima. Nel film del 2017 LEGO Batman – Il film, l’attore è stato chiamato a doppiare il personaggio di Due Facce. Williams avrebbe dovuto interpretare tale ruolo anni prima, ma fu sostituito per cambiamenti nella sceneggiatura.

Billy Dee Williams età e altezza

10. Billy Dee Williams è nato a New York, Stati Uniti, il 6 aprile 1937. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

J.J. Abrams: 10 cose che non sai sul regista

J.J. Abrams: 10 cose che non sai sul regista

Tra le personalità più poliedriche dell’attuale panorama cinematografico statunitense vi è J. J. Abrams, noto regista, sceneggiatore e produttore. Autore di alcuni dei più grandi successi degli ultimi due decenni e vera autorità in campo televisivo, dove ha dato vita ad alcune delle serie che hanno rivoluzionato il concetto di serialità. Grande appassionato di fantascienza, Abrams ha saputo dare nuova vita al genere, in particolare riportando sul grande schermo due delle principali saghe fantascientifiche, ovvero Star Wars e Star Trek.

Ecco 10 cose che non sai di J. J. Abrams.

J. J. Abrams: i suoi film e le serie TV

1. Ha diretto celebri lungometraggi. La filmografia da regista di Abrams è ancora piuttosto esigua, ma vanta alcuni dei più grandi successi degli ultimi anni. Il debutto arriva infatti con Mission: Impossible III (2006), per poi ottenere grande successo con il film Star Trek (2009). Nel 2011 dirige il suo primo film originale, Super 8, mentre nel 2013 realizza Into Darkness – Star Trek, sequel del precedente film. Nel 2015 riporta al cinema la saga di Star Wars con Star Wars – Il risveglio della Forza, e nel 2019 dirige il terzo capitolo della nuova trilogia, Star Wars – L’ascesa di Skywalker.

2. Si è distinto come sceneggiatore. Oltre ad aver scritto le sceneggiature di tutti i suoi film, eccetto i due di Star Trek, Abrams è noto per essere l’autore anche dei film A proposito di Henry (1991), Armageddon – Giudizio finale (1998), Radio Killler (2001), e Mission: Impossible – Protocollo fantasma (2011). Abrams è inoltre co-creatore della celebre serie Lost (2004-2010).

3. È noto come produttore. Negli anni Abrams si è distinto in particolar modo come produttore dall’ottimo intuito. Ha infatti investito non solo nei suoi film da regista, ma anche in opere rivelatesi ottimi successi al box office, come Cloverfield (2008), 10 Cloverfield Lane (2016), Star Wars – Gli ultimi Jedi (2017), The cloverfield Paradox (2018) e Overlord (2018). Ha inoltre prodotto le serie televisive Lost, Person of Interest (2011-2016), Westworld (2016-in corso), 22.11.63 (2016) e Castle Rock (2018).

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J. J Abrams e Spiderman

4. Ha lavorato ad un nuovo fumetto del supereroe. Tramite i suoi profili social, Abrams ha reso noto il suo coinvolgimento in una nuova linea narrativa dedicata al celebre supereroe Spider-Man. Nel primo di tali numeri, è stato svelato che quella intrapresa da Abrams è una storia ambientata in un futuro alternativo rispetto a quello canonicamente conosciuto.

J. J. Abrams ha ideato Lost

5. Con la sua serie ha cambiato il concetto di serialità. Per gli appassionati di serie TV esiste un prima e un dopo Lost. Con tale serie, di cui Abrams ha curato la scrittura, la produzione e in alcuni casi anche la regia, è infatti stato apportato un significativo progresso nel linguaggio seriale.

J. J Abrams realizzerà un nuovo Superman?

6. Potrebbe riportare al cinema il celebre supereroe. Stando ad alcune indiscrezioni interne alla DC, Abrams sembrerebbe essere stato indicato come regista designato a riportare Superman al cinema. Ulteriori voci sembrano sottolineare l’intenzione di Abrams di cercare un nuovo volto per il ruolo. Tuttavia tali notizie non hanno ancora ricevuto conferma né smentita.

J. J. Abrams: S. La nave di Teseo

7. Ha concepito un romanzo. Abrams è la mente dietro il romanzo S. La nave di Teseo, da lui ideato e scritto da Doug Dorst. Pubblicato nel 2013, il romanzo presenta un formato inusuale, strutturato infatti come una storia dentro una storia. Abrams definì in seguito il progetto come un esperimento letterario.

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J. J. Abrams e Star Wars

8. Non era previsto che dirigesse il nono capitolo della saga. Abrams aveva già diretto nel 2015 il film Star Wars – Il risveglio della forza, e non era previsto dirigesse ulteriori episodi della saga. Il nono episodio era infatti stato affidato al regista Colin Trevorrow, il quale tuttavia nel settembre 2017 annunciò di aver rinunciato al ruolo per divergenze creative. A quel punto la regia fu affidata nuovamente ad Abrams.

9. Considera il nuovo film una grande sfida. In una recente intervista Abrams ha affermato che Star Wars – L’ascesa di Skywalker si è rivelata una delle più grandi sfide della sua carriera. Il regista rivela infatti che portare a conclusione una saga di questa portata è un compito estremamente rischioso, e che la possibilità di deludere i fan è molto alta. Possibilità dal quale tuttavia Abrams ha cercato di non farsi distrarre, puntando a realizzare il film che da spettatore gli sarebbe piaciuto vedere.

J. J. Abrams età e altezza

10. J. J. Abrams è nato a New York, Stati Uniti, il 27 giugno 1966. Il regista è alto complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

L’hotel degli amori smarriti: trailer ufficiale

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L’hotel degli amori smarriti: trailer ufficiale

Officine UBU ha diffuso il trailer di L’hotel degli amori smarriti, (titolo originale: Chambre 212) di Christophe Honoré, nei cinema a partire dal 20 febbraio.

Presentato con successo al 72° Festival di Cannes, il film è valso alla protagonista Chiara Mastroianni il Premio per la Miglior Interpretazione nella sezione Un Certain Regard. Un riconoscimento che ha fatto da apripista all’uscita in Francia, dove il film ha totalizzato ad oggi più di 400.000 spettatori.

La talentuosa attrice e figlia d’arte Chiara Mastroianni interpreta Maria, docente universitaria attorno alla quale ruota una vicenda ricca di colpi di scena, dove i ricordi della protagonista prendono vita e la portano a riflettere sul suo matrimonio, sui saliscendi della vita di coppia, sull’infedeltà, sulla persistenza del desiderio e sul divenire. Una commedia “coniugale” che affronta le problematiche di coppia con romanticismo e originalità.

L’hotel degli amori smarriti: la trama

Dopo vent’anni di matrimonio, Richard scopre che Maria lo tradisce. Lei decide di lasciare il domicilio coniugale e di trasferirsi nell’hotel di fronte, dal quale avrà una vista privilegiata sul suo appartamento, su Richard e sul loro matrimonio. Nella stanza 212 Maria riceverà delle visite inattese dal suo passato, con le quali rivivrà i ricordi di amori sognati e perduti in una magica notte che le cambierà la vita.

L’hotel degli amori smarriti di Christophe Honoré arriverà nei cinema italiani a partire dal 20 febbraio distribuito da Officine UBU.

 

Superman: Red Son, Batman contro l’Uomo d’Acciaio sovietico nel trailer

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Warner Bros. ha pubblicato il primo trailer di Superman: Red Son, l’adattamento animato dell’omonimo fumetto DC. Originariamente annunciato al Comic-Con di San Diego, Superman: Red Son sarà il prossimo film d’animazione DC, dopo Wonder Woman: Bloodlines e Batman: Hush. Il cast vocale per Superman: Red Son è stato rivelato ufficialmente a settembre.

La parola “Elseworlds” è un termine da fumetto per storie di DC che si svolgono in continuità alternata. Elseworlds prende personaggi DC consolidati ne fa qualcosa di nuovo. La maggior parte dei film animati di DC non si basano sulle storie di Elseworlds, ad eccezione di alcuni di essi, come The Dark Knight Returns e Batman: Gotham by Gaslight.

Il primo si svolge in una continuità separata, dove un anziano Bruce Wayne abbandona la pensione. Nel frattempo, Gotham by Gaslight reinventa Batman durante l’era vittoriana con Jack lo Squartatore.

Ora, una delle storie più famose di Elseworlds, Superman: Red Son, diventerà un film animato. La storia a fumetti reinventa l’Uomo d’acciaio nei panni di un soldato sotto l’Unione Sovietica. Anche altri personaggi della DC appaiono nella storia. L’ultimo aggiornamento importante per l’adattamento animato è stata una foto di Russian Batman. Oggi i fan possono finalmente vedere il trailer diffuso da IGN, in cui sono mostrati Wonder Woman, Green Lantern e altri personaggi.

Quella Sporca Dozzina: il regista di Suicide Squad per il remake

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Quella Sporca Dozzina: il regista di Suicide Squad per il remake

Sono anni che ad Hollywood si parla di un remake di Quella Sporca Dozzina, uno dei film di guerra più celebri della storia del cinema, basato sul romanzo omonimo di E.M. Nathanson, diretto nel 1967 da Robert Aldrich e interpretato da grandi star quali Lee Marvin, Ernest Borgnine e Robert Ryan.

Adesso, dopo tanto tempo dalle ultime indiscrezioni emerse sul progetto, sembra che il remake sia ufficialmente tornato a far parte dei piani della Warner Bros.: come svelato da The Hollywood Reporter, infatti, il regista David Ayer sarebbe in trattative con lo studio per scrivere e dirigere il nuovo film.

David Ayer è noto soprattutto per aver diretto Suicide Squad con Margot Robbie e Jared Leto, ma la sua filmografia annovera anche pellicole quali Bright con Will Smith e Joel Edgerton, Fury con Brad Pitt e End of Watch con Jake Gyllnehaal e Michael Peña.

Quella Sporca Dozzina è ambientato nel 1944, alla vigiglia dello Sbarco in Normandia delle Truppe Alleate, e racconta la storia di un gruppo di dodici detenuti che viene addestrato dall’esercito americano per compiere una rischiosa missione segreta al fine di ottenere la commutazione della pena: prendere d’assalto un castello francese che i tedeschi utilizzano come centro di riposo per gli ufficiali.

Un progetto che, almeno sulla carta, si rivela essere particolarmente nelle corde di David Ayer. Il film segnerà la seconda collaborazione tra il regista e sceneggiatore e la Warner Bros. dopo Suicide Squad, film che era stata apprezzato dal pubblico, ma non dalla critica. Nonostante le chiacchierate voci sui presunti dissapori nati durante la produzione del cinecomic DC, sembra che il passato non abbia poi scalfito più di tanto i rapporti tra la major e il regista.

Il remake sarà prodotto da Simon Kinberg, storico produttore della saga di X-Men e regista del recente X-Men: Dark Phoenix, e anche produttore di Assassinio sull’Orient Express di Kenneth Branagh.

Thor: Love and Thunder sarà ancora più audace e folle di Ragnarok

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In occasione della promozione del suo ultimo film JoJo Rabbit, Entertainment Weekly ha avuto modo di parlare con il regista Taika Waititi dell’attesissimo Thor: Love and Thunder, sequel di Thor: Ragnarok che arriverà al cinema nel 2021.

Stando a quanto rivelato da Waititi, il pubblico non dovrà aspettarsi un ritorno al passato per quanto riguarda il personaggio del Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth: il regista ha specificato che il Thor di questa nuova avventura non avrà nulla a che vedere con quanto abbiamo visto nei film di Kenneth Branagh (regista del primo Thor), Alan Taylor (Thor: The Dark World) e Joss Whedon (The Avengers, Avengers: Age of Ultron).

“Il prossimo film di Thor che farò… essenzialmente, ci stiamo lanciando di nuovo in questa grande avventura. Questa è la cosa che ho amato di più quanto ho fatto Ragnarok: avevo la sensazione di rendere Thor il protagonista di un’avventura davvero fantastica. Ovviamente ci sono sempre nuove cose da osservare e da sperimentare: in questo caso, penso che raddoppieremo le dosi e renderemo tutto ancora più grande, più audace e più luminoso. Ci saranno alcune cose davvero folli in questo film.”

Insomma, sembra proprio che il lato più buffo e divertente del Dio del Tuono verrà utilizzato da Waititi per dare vita ad un film ancora più scansonato e imprevedibile di Ragnarok. Sarà molto interessante vedere in che modo il genio creativo di Taika si destreggerà con la linea narrativa che vedrà Jane Foster impugnare il Mjolnir.

LEGGI ANCHE – Thor: Love and Thunder, Jennifer Lawrence potrebbe interpretare la villain

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo”.

L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.

Fonte: ComicBookMovie

Star Trek: Picard 2 stagione, CBS rinnova la serie in anticipo

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Star Trek: Picard 2 stagione, CBS rinnova la serie in anticipo

Arriva da Deadline la conferma che la CBS ha annunciato la seconda stagione di  Star Trek: Picard, dunque il network ha dato il via libera per una seconda stagione, ancor prima del suo debutto, che avverrà il mese prossimo.

Come la prima stagione che sarà presentato in anteprima su CBS All Access , il 23 gennaio, la casa ha confermato la stagione 2 con protagonista Patrick Stewart  nei panni di Picard per ancor altri 10 episodi.

La nuova serie Star Trek: Picard vede Sir Patrick Stewart riprendere il ruolo del venerabile Jean-Luc Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star Trek: Next Generation”. La serie seguirà questo personaggio iconico nel prossimo capitolo della sua vita.

Star Trek: Picard, il cast

Accanto a Stewart, il cast di Star Trek: Picarde vede anche la presenza di Alison Pill (The Newsroom), Harry Treadaway (Penny Dreadful), Isa Briones (American Crime Story: Versace), Santiago Cabrera (Salvezza), Evan Evagora (nuovo arrivato), e Michelle Hurd (Blindspot). La serie sarà prodotta da CBS Television Studios in associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Alex Kurtzman, Michael Chabon, Akiva Goldsman, James Duff, Patrick Stewart, Heather Kadin, Rod Roddenberry e Trevor Roth saranno i produttori esecutivi e Aaron Baiers (Secret Hideout) sarà il co-produttore esecutivo e Kirsten Beyer sarà il produttore supervisore.

Gli Eterni: l’incredibile trasformazione fisica dell’interprete di Kingo

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Anche per Gli Eterni, come accade per qualsiasi film Marvel e – più in generale – per qualsiasi grande blockbuster, gli attori si sono dovuti sottoporre ad un importante training per meglio affrontare il ruolo che dovranno interpretare e le numerose sequenze d’azione che quasi certamente li vedranno coinvolti.

Decisamente incredibile è la trasformazione fisica che l’attore pakistano Kumail Nanjiani – noto per aver recitato in numerose commedie di successo – ha dovuto affrontare per meglio prepararsi alla produzione de Gli Eterni, nel quale avrà il ruolo di Kingo.

Si tratta di una trasformazione fisica davvero impressionante, che ha sorpreso anche lo stesso Kumail Nanjiani, il quale attraverso il suo account Instagram ha condiviso due immagini che mostrano il suo nuovo fisico scultoreo, pronto per affrontare al meglio le riprese del film: “Non avrei mai pensato di diventare una di quelle persone che postano delle foto in cui appaiono senza maglietta, per di più assetati”, ha scritto l’attore nella didascalia che ha accompagnato le immagini.

“Giusto un anno fa scoprivo che sarei entrato a far parte del cast degli Eterni”, continua Nanjiani. “Così, ho deciso di trasformarmi nella persona che vedete adesso nelle immagini. Non sarei mai stato capace di farlo se non avessi avuto un intero anno a disposizione con i migliori personal trainer e nutrizionisti messi a disposizione per me dal più grande studio del mondo.”

Potete vedere gli scatti di seguito:

LEGGI ANCHE – Gli Eterni coprirà un arco temporale di 7000 anni!

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh).

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

La sceneggiatura è stata scritta da Matthew e Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6 novembre 2020.

Fonte: Screen Rant

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, le prime reazioni della stampa americana

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Si è tenuta ieri a Los Angeles la premiere mondiale di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’attesissimo capitolo finale della trilogia sequel della celebre saga fantascientifica, nonché atto finale della saga degli Skywalker iniziata nel lontano 1977.

In seguito alla premiere, sono arrivate online le primissime reazioni della stampa americana al film di J.J. Abrams, reazioni che come da tradizione ormai sono state condivise attraverso i propri account Twitter dai numerosi giornalisti che hanno avuto modo di assistere alla prima. Bisogna riconoscere che le reazioni sono parecchio contrastanti, tra chi sembra aver amato la pellicola e chi invece nutre dei forti dubbi sulla sua effettiva riuscita complessiva.

Vi riportiamo di seguito alcuni commenti e vi ricordiamo che Star Wars: L’Ascesa di Skywalker arriverà nelle nostre sale da domani 18 dicembre:

Rob Keyes, Screen Rant: “Sono appena uscito da L’Ascesa di Skywalker. È un finale pienamente soddisfacente per la saga. Affronta una serie di problemi legati a personaggi problematici. Molte domande da Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi Jedi trovano finalmente risposta. Ci sono tantissime cose racchiuse nel film, ma non si ha mai la sensazione di perdere tempo. È come se fossero due film di Star Wars racchiusi in uno. Tante le chicche riservate ai fan.”

Mansoor Mithaiwala, Screen Ranat: “Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è una conclusione davvero soddisfacente per la saga. Praticamente, il film risponde a tutto ciò che vuoi sapere… e anche di più. Non mancano i colpi di scena. Se pensi di sapere cosa accadrà, dovrai ricrederti!”

Peter Sciretta, Slash Film: “J.J. Abrams ha colpito ancora. È stato capace di raccontare un altro coeso arco narrativo di questa trilogia, che sembra davvero la conclusione più appropriata per la saga nel suo insieme. Abrams apporta un’energia magica a questi personaggi e alle loro dinamiche. Non vedo l’ora di vederlo di nuovo.”

Mike Ryan, Uproxx: “L’Ascesa di Skywalker è sicuramente il film più contorto della saga. Ci sono molte cose che ho amato, ma nella prima parte c’è davvero troppa roba, a partire dalle nuove trame: sembra che siano tre film raccolti in uno solo.”

Dan Casey, Nerdist: “Tutto ciò che posso dire è che Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è davvero tante cose: terrificante, violento, a tratti modesto, pieno di speranza e di fan service. Ma più di ogni altra cosa è la degna conclusione di questa incredibile saga durata oltre 40 anni. Non è un film perfetto, e sono sicuro che nei giorni a venire ci saranno un sacco di cose di cui parlare. Ma per ora sorrido felice!”

Eric Eisenberg, Cinemablend: “Ci sono alcune cose buone in Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, ma ci sono anche tante cose deludenti. Ci sono moltissime scelte che non funzionano, tanto fan service che non funziona e dettagli totalmente ignorati che mancano. Mi sento tradito.”

LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, un personaggio amato dai fan apparirà nel film

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, leggi la recensione

Fonte: Screen Rant

Oscar 2020: Il Traditore è fuori dalla short list per la nomination

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L’Italia è fuori dalla corsa agli Oscar 2020. Il Traditore, film di Marco Bellocchio presentato a Cannes 2019 e rappresentante del nostro Paese, non è riuscito ad entrare nella shortlist per i nominabili nella cinquina che arriverà al Dolby Theatre a giocarsi la statuetta per il miglior film in lingua non inglese (miglior film internazionale, come si chiama adesso).

Dei 91 titoli in gara, quest’anno, la commissione esaminatrice ne ha scelti sette, diventati poi dieci con i titoli aggiunti dal comitato scientifico. Ovviamente, sono riusciti ad arrivare nella short list tutti i favoriti, tra cui Dolor y Gloria, di Pedro Almodovar, e Parasite, di Bong Joon-ho, che partiti entrambi da Cannes 2019, sono i due titoli che più probabilmente si giocheranno la statuetta.

Ecco i dieci titoli presenti nella shor-tlist per la cinquina del miglior film internazionale.

  • The Painted Bird di Václav Marhoul (Repubblica Ceca)
  • Truth and Justice di Tanel Toom (Estonia)
  • Les Misérables di Ladj Ly (Francia)
  • Those Who Remained di Barnabás Tóth (Ungheria)
  • Honeyland di Tamara Kotevska, Ljubomir Stefanov (Macedonia del Nord)
  • Corpus Christi di Jan Komasais (Polonia)
  • Beanpole di Kantemir Balagov (Russia)
  • Atlantique di Mati Diop (Senegal)
  • Parasite di Bong Joon-ho (Corea del Sud)
  • Dolor y gloria di Almodóvar (Spagna)

Le nomination agli Oscar 2020 saranno annunciate il prossimo 9 gennaio, mentre i premi verranno assegnati il 13 febbraio.

Dominic Monaghan: 10 cose che non sai sull’attore

Dominic Monaghan: 10 cose che non sai sull’attore

Attore celebre tanto per il suo ruolo nella serie televisiva Lost quanto in quello nella trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli, Dominic Monaghan ha saputo gestire la celebrità ritagliandosi ruoli adatti alle sue doti, ottenendo pertanto gli apprezzamenti del pubblico e della critica. Diviso tra cinema e televisione, l’attore non manca di prendere parte ancora oggi a film di rilievo, attraverso cui mettere in luce le sue capacità.

Ecco 10 cose che non sai su Dominic Monaghan.

Dominic Monaghan: i suoi film

1. Ha recitato in una famosissima trilogia. L’attore debutta sul grande schermo con il ruolo di Merry nei film Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’Anello (2001), Il Signore degli Anelli – Le due torri (2002) e Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re (2003), dove recita accanto agli attori Ian McKellen, Viggo Mortensen ed Elijah Wood. Successivamente recita nei film The Purifiers (2004), I Seel the Dead (2008), X-Men le origini – Wolverine (2009), The Day (2012), Pet (2016), Mute (2018) e Star Wars: L’ascesa di Skywalker (2019).

2. È celebre per un ruolo televisivo. L’attore esordisce in televisione recitando nella serie Hetty Wainthropp Investigates (1996-1998), recitando poi in Monsignor Renard (2000) e Chuck (2009), affermandosi grazie al ruolo di Charlie Pace nella serie Lost (2004-2010). In seguito ha recitato in Flashforward (2009-2010), Goodnight Burbank (2011), The Unknown (2012), The Hundred Code (2015), Quantum Break (2016) e Bite Club (2018).

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3. È anche produttore. Monaghan ha ricoperto anche il ruolo di produttore per la serie The Unknown, e in particolar modo per la serie documentario intitolata Il signore degli insetti, dove ricopre anche il ruolo di conduttore, portando gli spettatori nei luoghi più inospitali ai confini del mondo.

Dominic Monaghan è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 331 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in occasioni di svago con amici o colleghi. Non mancano anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Dominic Monaghan ha avuto una celebre fidanzata

5. Ha avuto una relazione con una sua collega. Sul set della serie Lost l’attore conosce l’attrice Evengeline Lilly, con il quale intraprende una relazione dal 2004 al 2009. I due si lasciano poi senza fornire spiegazioni ufficiali, e con il termine della serie nel 2010 cessano di vedersi.

Dominic Monaghan in Lost

6. Aveva sostenuto il provino per un altro ruolo. Al momento del casting per la serie, l’attore si presentò per la parte di Sawyer. I produttori tuttavia, colpiti dal suo potenziale, decisero di affidargli invece quella del problematico Charlie Pace.

7. Si è ispirato ad Andy Serkis. Per il ruolo dell’eroinomane Charlie, l’attore si ispirò ad Andy Serkis, interprete di Gollum ne Il Signore degli Anelli. Serkis a sua volta aveva basato la propria interpretazione del personaggio sulle caratteristiche di un eroinomane.

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Dominic Monaghan in Star Wars

8. Ha un ruolo nel nuovo capitolo della saga. L’attore comparirà nel film Star Wars – L’ascesa di Skywalker, in un ruolo non ancora specificato. Ricordando il suo ingaggio l’attore ha dichiarato che il regista J.J. Abrams gli disse che se l’Inghilterra avesse battuto la Colombia durante la partita di calcio svoltasi nel luglio del 2018, avrebbe ottenuto la parte. L’Inghilterra, per la fortuna di Monaghan, vinse la partita.

Dominic Monaghan: il suo 2019

9. Tornerà al cinema. Monaghan comparirà nuovamente sul grande schermo nel 2019 con l’atteso film Star Wars – L’ascesa di Skywalker. Nello stesso anno l’attore ha partecipato alle riprese del film thriller Radioflash e del film action Waldo.

Dominic Monaghan età e altezza

10. Dominic Monaghan è nato a Berlino, in Germania, l’8 dicembre 1976. L’attore è alto complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Kiernan Shipka: 10 cose che non sai sull’attrice

Kiernan Shipka: 10 cose che non sai sull’attrice

La giovane attrice Kiernan Shipka si è in breve tempo conquistata una buona popolarità grazie ai suoi ruoli cinematografici e televisivi. Proprio sul piccolo schermo è divenuta nota per il ruolo della strega Sabrina Spellman nella serie Le terrificanti avventure di Sabrina, distribuita su Netflix. Grazie a tale personaggio la Shipka ha potuto dimostrare in modo più convincente le sue doti da attrice, affermandosi come uno dei giovani volti più richiesti della TV.

Ecco 10 cose che non sai di Kiernan Shipka.

Kiernan Shipka: i suoi film

1. Ha recitato in film di vario genere. L’attrice debutta al cinema con il film Dimension (2007) e recita poi in Lower Learning (2008), Carriers – Contagio letale (2009), House Broken – Una casa sottosopra (2009) e Cani & Gatti – La vendetta di Kitty (2010), con il quale acquista una maggiore notorietà. L’attrice recita poi nei film Smooch (2011), Very Good Girls (2013), One and Two (2015), February – L’innocenza del male (2015) e The Silence (2019), dove recita accanto all’attore Stanley Tucci.

2. È nota per i suoi ruoli televisivi. Dopo aver recitato in alcuni episodi di note serie TV come Cory alla Casa Bianca (2007), Heroes (2007), Non fidarti della str**** dell’interno 23 (2012), l’attrice diventa nota per il ruolo di Sally Draper in Mad Men, dove recita con l’attore Jon Hamm. La Shipka recita poi nella serie Feud (2017) e Le terrificanti avventure di Sabrina (2018-in corso), di cui è protagonista e grazie alla quale ottiene un’ulteriore popolarità. Nel 2019 è poi tra i protagonisti del film TV Let it snow.

3. Si è affermata come doppiatrice. Nel 2014 l’attrice viene scelta per doppiare la protagonista del film d’animazione giapponese Quando c’era Marnie, prodotto dallo Studio Ghibli. La sua esperienza di doppiatrice prosegue poi con la serie animata La leggenda di Korra (2012-2014) e Sofia la principessa (2013-2015).

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Kiernan Shipka è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram, dove ha un profilo seguito da 6,1 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago in compagnia di amici o colleghi. Non mancano tuttavia anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Kiernan Shipka: le sue origini

5. È americana. Figlia di genitori statunitensi, la Shipka si trasferisce a Los Angeles con i genitori nel momento in cui compie sei anni. La madre e il padre decisero di andare a vivere lì per favorire l’ingresso nel mondo dello spettacolo della figlia, desiderosa di coltivare le proprie capacità artistiche.

Kiernan Shipka e Gavin Leatherwood

6. Si sono preparati per la scena del loro bacio. Nella serie Le terrificanti avventure di Sabrina, l’attrice condivide la scena con l’attore Gavin Leatherwood, il quale interpreta il personaggio di Nick. Data la storia d’amore nata tra i loro personaggi, i due attori doveva baciarsi per una scena della serie. Ben prima delle riprese Leatherwood, in preda al nervosismo, è andato a trovare l’attrice nella sua roulotte, cogliendola di sorpresa con un bacio. Questa preparazione ha aiutato a togliere l’imbarazzo al momento delle riprese.

Kiernan Shipka in Le terrificanti avventure di Sabrina

7. Le fu chiesto di tingersi i capelli. Dopo aver sostenuto un primo provino per il ruolo di Sabrina, all’attrice fu chiesto di sostenerne un secondo tingendo però di biondo i suoi capelli castani. Quando l’attrice si ripresentò con la nuova acconciatura, i produttori furono definitivamente convinti e le offrirono la parte.

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8. È allergica ai gatti. Nella serie il celebre gatto Salem non parla come faceva nella serie Sabrina – Vita da strega (1996), né è particolarmente presente all’interno della serie. Ciò è dovuto all’allergia dell’attrice nei confronti dei gatti, la quale ha costretto i produttori a ridurre lo spazio dedicato al gatto nero.

Kiernar Shipka in Let it snow

9. È tra i protagonisti del nuovo film natalizio. Nel 2019 l’attrice recita nella commedia natalizia Let it snow – Innamorarsi sotto la neve, nuovo film originale Netflix presente nel catalogo della piattaforma a partire dall’8 novembre.

Kiernan Shipka età e altezza

10. Kiernan Shipka è nata a Chicago, Illinois, Stati Uniti, il 10 novembre 1999. L’altezza complessiva dell’attrice è di 157 centimetri.

Fonte: IMDb

Diego Luna: 10 cose che non sai sull’attore

Diego Luna: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre per alcuni famosi film girati nel suo paese, l’attore messicano Diego Luna si affermato negli anni anche in quel di Hollywood, arrivando ad ottenere fama internazionale grazie alla sua partecipazione al film Rogue One: A Star Wars Story. Apprezzato interprete, Luna si è distinto anche come sceneggiatore, produttore e regista, sfoggiando un talento cinematografico completo, che gli ha permesso di ottenere numerosi riconoscimenti da parte della critica e del pubblico.

Ecco 10 cose che non sai su Diego Luna.

Diego Luna: i suoi film

1. Ha recitato in film di grande successo. Dopo aver preso parte ad alcuni film girati in Messico, l’attore diventa celebre grazie al personaggio di Tenoch in Y tu mamá también (2001), di Alfonso Cuarón. Da quel momento inizia a costruire la sua carriera partecipando a film come Frida (2002), The Terminal (2004), Dirty Dancing 2 (2004), Mister Lonely (2007), Milk (2008), Elysium (2013) e Rogue One: A Star Wars Story (2016), con cui consacra la sua popolarità. Recita poi nei film The Bad Batch (2016), Flatliners – Linea mortale (2017), Se la strada potesse parlare (2018) e Un giorno di pioggia a New York (2019).

2. Ha preso parte ad una celebre serie televisiva. Dopo aver recitato in alcune serie televisive messicane, l’attore viene scelto per ricoprire il ruolo di Mìguel Angel Félix Gallardo nella serie Netflix Narcos: Messico, dove recita insieme a Michael Peña.

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3. Si è distinto come regista. Luna esordisce alla regia nel 2010 con il lungometraggio Abel, presentato al Sundance Film Festival. Successivamente dirige l’episodio intitolato Pacifico all’interno del film Revolución. Nel 2014 dirige invece il film Cesar Chavez, incentrato sul sindacalista e attivista statunitense.

4. È noto anche come doppiatore. Tra le altre qualità sfoggiate da Luna vi è quella per il doppiaggio. L’attore ha infatti ricoperto tale ruolo per il film d’animazione Il libro della vita, e per le serie animate Trollhunters (2018) e 3 in mezzo a noi (2018-2019).

Diego Luna in Narcos: Messico

5. Ha faticato a calarsi nei panni del personaggio. L’attore ha dichiarato che quello di Felix Gallard è probabilmente il ruolo più difficile della sua carriera fino ad ora. Luna ha infatti riscontrato diverse difficoltà nel comprendere le motivazioni che spingono il personaggio a compiere terribili atti contro altri esseri umani. Il suo tentativo è stato quello di renderlo un personaggio tridimensionale, cercando di coglierne l’aspetto umano.

Diego Luna in Star Wars

6. Sarà protagonista di una serie dedicata al suo personaggio. L’attore, che in Rogue One: A Star Wars Story interpretava il personaggio di Cassian Andor, ha confermato lo sviluppo di una serie incentrata su tale personaggio. Luna si è dichiarato entusiasta di poter rivestire i panni di un personaggio da lui tanto amato, esplorandolo in eventi precedenti a quelli visti nel film.

Diego Luna e Woody Allen

7. È tra i protagonisti del nuovo film del regista newyorkese. In Un giorno di pioggia a New York, Luna interpreta il personaggio di Francisco Vega, attore frustrato dal fatto che gli vengano proposti sempre gli stessi ruoli, e che tenterà una via di fuga dalla quotidianità con il personaggio interpretato dall’attrice Elle Fanning.

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Diego Luna in The Terminal

8. Ha recitato in un film di Steven Spielberg. L’attore è tra i personaggi principali del film diretto da Steven Spielberg The Terminal, dove recita al fianco del premio Oscar Tom Hanks. Nel film l’attore ricopre il ruolo di Enrique Cruz.

Diego Luna in Dirty Dancing 2

9. È protagonista del film rivisitazione del noto film di ballo. Luna interpreta il personaggio di Javier Suarez nel film Dirty Dancing 2 (il cui titolo originale è Dirty Dancing: Havana Nights). Il film non ha infatti legami con il film del 1987, ma riutilizza la stessa trama nel contesto cubana, durante gli anni della rivoluzione di Fidel Castro.

Diego Luna età e altezza

10. Diego Luna è nato a Città del Messico, in Messico, il 29 dicembre 1979. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb