Quanti di voi conoscono la definizione di “Fan Service”? Chi frequenta il mondo degli anime e dei manga giapponesi avrà sicuramente un’idea, così come chi è appassionato di videogiochi, comunemente è un’espressione usata per indicare alcuni elementi inseriti in modo gratuito all’interno di un’opera. Momenti o azioni che non hanno nulla a che vedere con lo sviluppo della trama, ma che servono a soddisfare un bisogno o un desiderio del pubblico. Cinquanta Sfumature di Nero è la perfetta trasposizione di questo concetto su grande schermo, 114 minuti interamente piegati (a tratti letteralmente) al volere dello spettatore, che ha già amato la versione letteraria e non aspetta altro che vedere le sue fantasie diventare carne e sangue. In virtù di questo si evita così di strafare, di uscire fuori dai bordi, svolgendo il compitino come maestra E.L. James ha ordinato, anche se il risultato ha poco a che vedere con le parole “cinema” e “settima arte”.
Cinquanta Sfumature di Nero e il fan service
Nonostante gli sforzi di James Foley, che riesce nel delicato compito di migliorare la regia del primo capitolo, per Cinquanta Sfumature di Nero la Universal è comunque riuscita ad approvare una sceneggiatura al confine fra il lecito e lo scherzo, dando pochissima fiducia ai suoi spettatori e servendogli bocconi già pronti di commedia porno soft di categoria C. Perché di sesso parliamo, un argomento tanto delicato quanto universale, su cui praticamente ogni società ha fondato le sue radici dall’alba dell’esistenza.
Cinquanta Sfumature di Nero ma nessuna profondità
Di esistenziale però, in questo secondo capitolo della saga delle Cinquanta sfumature, c’è davvero poco, ogni modello maschile presente nel film è una barzelletta vivente, oltre ad essere un’accozzaglia di cliché. Si spazia dal capo marpione che sogna di possedere la propria segretaria a lui, Christian Grey, il protagonista con evidenti manie di grandezza che sogna di controllare ogni donna con l’imposizione delle mani e dello sguardo (un Jamie Dornan costantemente piatto, chiaramente incastrato in un mestiere non suo). Un giovane miliardario viziato che va in escandescenza se la sua donna beve un drink con un collega, se ricambia un qualsiasi sguardo, se respira o cammina in una strada in cui siano presenti altri esemplari maschili, e si eccita a far del male alla propria partner.
Christian Grey, l’uomo che appartiene al passato
Il tipico uomo vecchio stampo cancellato da decenni di lotte femministe e battaglie per i pari diritti, ma che sopravvive in tutto il suo orrendo splendore in questo ennesimo progetto firmato E.L. James. Volendo dare per “buona” questa ormai distorta visione dell’uomo, la situazione non migliora sul fronte opposto: le donne del film avrebbero avuto l’occasione di prendere a calci nel fondoschiena un soggetto come Grey, avrebbero potuto trascinarlo nel 21esimo secolo, invece si prostrano schiave e felici (Kim Basinger compresa, ridotta a fare la milf trofeo). Laddove neppure i soldi, a frotte, servono a incendiare la situazione, ci pensano due pettorali scolpiti e una carovana di frasi fatte. I due protagonisti cercano di compiere un percorso di scoperta reciproca, di apertura, di cambiamento, ma alla fin della fiera si finisce sempre fra le coperte di un letto oppure nel tunnel del dubbio perenne (Dakota Johnson prova davvero a dare il meglio, ma quando c’è da piangere e disperarsi il suo castello di carta crolla miseramente).
Cinquanta Sfumature di Nero, migliaia sfumature di frasi fatte
Oppressi da un passato dai tratti oscuri, i personaggi parlano per frasi ridicole e preconfezionate, si perdono in scene gratuite e infinite, mentre liquidano in pochi secondi nodi più corposi. A peggiorare ulteriormente le cose una sotto-trama noir credibile ed emozionante come una gita “fuori porta” con il Pensionato di quartiere, che nel finale apre ovviamente le porte ad un nuovo, sicuramente sorprendente capitolo. Prima di raggiungere gli agognati titoli di coda, E.L. James e marito (Niall Leonard) sono anche capaci di inserire attimi di tensione completamente casuali, con incidenti d’elicottero, uscite e ritorni in scena che vorrebbero colpire emozionalmente ma che – come altri momenti del film – finiscono in pasto alle risate isteriche. Saranno anche cinquanta le sfumature del nero, quelle del vuoto cosmico però sono molte, molte di più.

Il regista Chris McKay – qui al suo primo lungometraggio – ci catapulta in una Gotham City sui generis, allegra e festosa, dove gli abitanti sono difesi da Batman, supereroe narcisista e pseudo pop-star (anzi, rap-star) che una volta dismessi i panni del suo alterego si ritrova però a vivere una vita solitaria. Vittima del suo egocentrismo, Batman rischierà di perdere – oltre ai propri cari – anche i suoi nemici, su tutti un Joker che vuol far valere il proprio diritto ad essere riconosciuto quale nemico Numero Uno del supereroe mascherato.
Al suo fianco troviamo un Robin ingenuo e bambinesco (doppiato in originale da Michael Cera, in italiano da Alessandro Sperduti), una tostissima Barbara Gordon/ Batgirl (
Esilarante e autoironico, il film è pieno di comici riferimenti alle grandi saghe cinematografiche (quelle nerd per eccellenza, appunto, da
Il comparto attoriale – con 








Secondo la
Alden Ehrenreich, attore che abbiamo visto all’opera in Ave Cesare! dei Fratelli Coen, è stato chiamato ad interpretare il personaggio tra lo scetticismo generale. Non si tratta di una cattiva predisposizione nel confronti di Alden, ma in un grande coinvolgimento dei fan verso
I registi Phil Lord e Chris Miller hanno dichiarato che prima di scegliere Ehrenreich, hanno provinato circa 2500 attori, tra cui
Donald Glover avrà invece il compito di interpretare il ruolo che fu di Billy Dee Williams. L’attore è più noto di Alden Ehrenreich. Il mondo lo conosce anche con lo pseudonimo di Childish Gambino, appellativo che usa per la sua carriera da musicista, ed è trai protagonisti di Community e Atlanta, che ha anche ideato. Inoltre ha già partecipato a diversi film di grande successo, come The Martian di
A gennaio 2017, i registi
Molto più famosa di entrambi i suoi due colleghi di set (Alden Ehrenreich e Donald Glover), Emilia sarà la protagonista femminile, anche se non si hanno molti dettagli in merito al suo ruolo. A parte la carriera televisiva esplosa grazie a
Kathleen Kennedy, presidente della Lucasfilm, ha dichiarato con Variety che il film sarà il risultato di un miscuglio di generi cinematografici, prendendo a prestito atmosfere e toni dal western ma anche dall’heist movie.
Nel 2015 è stato annunciato che a dirigere il film ci sarebbero stati Chris Miller e Phil Lord. Il duo di registi ha già firmato 21 Jump Street (2012), 22 Jump Street (2014) e The Lego Movie (2014). Come sceneggiatori, Miller e Lord hanno lavorato a Piovono Polpette (2009) e hanno anche firmato lo script del prossimo film su Flash, in produzione alla Warner Bros.
Lawrence Kasdan concluderà la sua collaborazione con il franchise di Star Wars proprio con Han Solo – Spin Off. Lo sceneggiatore ha co-firmato gli script di L’Impero Colpisce Ancora, Il Ritorno dello Jedi e Il Risveglio della Forza. Il suo contributo allo script di Han Solo rispecchia la sua dichiarata volontà e curiosità di indagare un Han più giovane e meno cinico rispetto a quello che ha raccontato negli altri episodi della saga.
Iain McCaig, conceptual artist che ha lavorato a Star Wars Il Risveglio della Forza, ha letto la sceneggiatura ed espresso il suo gradimento nei termini seguenti: “Certamente uno dei migliori script di Star Wars, e uno dei migliori script che abbia mai letto in generale. Ho riso, ho pianto, ho fatto tutto quello che si dovrebbe fare quando leggi una sceneggiatura. Trattamento completo.”
Ci sono molte poche informazioni nel canone in merito alla vita di Solo prima della trilogia originale. Tuttavia è stato introdotto un personaggio dal suo passato: Sana Starros. Si tratta della sua ex partner e forse anche di una ex innamorata. Nei fumetti del canone, il personaggio è introdotto mentre dà la caccia a Han durante la Battaglia di Yavin. Sana disse a Leia che lei e Han erano sposati, ma poi lui spiegò che si trattava solo di una truffa. Di recente, sia Tessa Thompson che
New York Daily News ha riportato che Alden Ehrenreich avrebbe firmato un contratto multi-film, il che potrebbe voler dire che, se il film dovesse essere un successo, si potrebbe veder realizzata almeno una trilogia con lui come protagonista, chiaramente tutta racchiusa nel lasso di tempo che va da La Vendetta dei Sith a Una Nuova Speranza.
Anche se non è stato confermato, alcuni personaggi di Rogue One potrebbero, plausibilmente, entrare a far parte del film, magari in ruoli marginali.
Nelle ultime settimana, in rete, abbiamo visto due foto di due incontri differenti. La
L’uscita del film è programmata per il 25 maggio 2018, tuttavia c’è chi discute del fatto che l’uscita potrebbe slittare alla classica data di Star Wars, ovvero dicembre, così come accaduto per Rogue One. In quel caso il film arriverà in sala il 13 dicembre 2018.