Denis
Villeneuve, il regista del prossimo adattamento
cinematografico di Dune,
ha ammesso di non essere totalmente soddisfatto della versione
realizzata da David
Lynch nel 1984. Prima che venisse confermata la nuova
trasposizione del celebre romanzo sci-fi di Frank
Herbert, il film di Lynch è stato per più di trent’anni
l’unico adattamento destinato al grande schermo di quell’opera.
In molti ricorderanno che la
produzione della versione di Lynch fu particolarmente travagliata,
e che il film venne non solo stroncato dalla critica ma accolto
negativamente anche dal pubblico. Di recente
lo stesso Lynch ha ammesso di non ricordare con particolare
affetto il suo adattamento. Nel 2000 il romanzo è stato adattato
per il piccolo schermo (la miniserie Dune –
Il destino dell’universo), ma da allora nessuno ha più cercato
di destreggiarsi con il complicato materiale originale partorito
dalla mente di Herbert.
Per anni molti si sono chiesti se il
romanzo originale non fosse semplicemente “infilmabile”, fino a
quando non è stato confermato che Denis
Villeneuve, regista di Sicario, Arrival e
Blade Runner
2049, avrebbe diretto un nuovo adattamento della colossale
opera fantascientifica. In una recente intervista con
Empire, è stato proprio il regista ha spiegare perché ha
accettato di dirigere la nuova traspozione.
Nel corso dell’intervista,
Villeneuve ha ammesso di non essere totalmente soddisfatto del modo
in cui Lynch ha interpretato la storia, nonostante sia un
grandissimo fan del regista: “Sono un grande fan di David
Lynch. È un maestro. Quando ho visto il suo Dune ricordo
l’eccitazione e la gioia, ma la sua visione… devo ammettere che ci
sono parti che amo e altri elementi che non mi fanno sentire
propriamente a mio agio. Diciamo che non sono mai stato totalmente
soddisfatto da quel film. Ecco perché ho sempre pensato tra me e
me: ‘C’è bisogno di un altro film basato su quel film… c’è bisogno
di una sensibilità diversa’.”
Dune e i vari tentativi di portare
il romanzo al cinema nel corso degli anni
Considerando quanto
sia amato e al tempo stesso intricato il romanzo originale di
Herbert, è facile capire perché Lynch e diversi altri registi nel
corso degli anni non siano mai riusciti a trasformare l’esperienza
sul grande schermo in qualcosa di davvero soddisfacente. In
effetti, il divario lungo circa 36 anni tra l’adattamento di
David
Lynch e il nuovo riavvio di Denis
Villeneuve in arrivo a Dicembre è pieno di storie di
personalità del mondo di Hollywood che non sono mai riuscite a
catturare davvero l’essenza del romanzo. Sarà riuscito nell’ardua
impresa Villeneuve? Purtroppo, lo scopriremo soltanto una volta che
il film verrà distribuito al cinema…
Uscirà e sarà spettacolare.
Presentato in
anteprima mondiale l’attesissimo trailer di Dune
il film di Denis Villeneuve, è stato accompagnato
da un Q&A con tutto il cast collegato via zoom. Le primi
immagini colpiscono subito per la spettacolarizzazione, rendendo
subito l’idea di ciò che ci aspetta, una pellicola in cui la
palette di colori è fondamentale, con la sabbia a fare da
protagonista, il fuoco e gli splendidi costumi degli attori. Il
suono è potente, un crescendo minaccioso si alterna ad una musica
di speranza mentre a piccole dosi ci vengono presentati gli attori
di questa storia che avrà ben due film.
Questa è la prima delle grandi
novità emerse durante l’incontro, la conferma ai rumors che davano
per certa la notizia della seconda pellicola. A confermarlo è
proprio il regista “ho deciso sin dall’inizio di fare due film,
sin da quando abbiamo parlato del progetto questa era una delle mie
condizioni. Il libro ha una storia troppo complessa e piena di
avvenimenti che non si potevano raccontare in una sola pellicola.
Devo dire che sono stati subito tutti d’accordo.” Che la
storia sia epica si sa, il libro uscito nel 1965 per mano di
Frank Herbert fu un successo senza precedenti,
tant’è che nel 1984 David Lynch ne fece un film,
di altrettanto successo.
“È una storia semplice in
realtà, ma racchiude in se tantissime cose. Il libro è ricco di
elementi di narrazione, sono affascinato dal racconto di questi
umani che devono imparare il loro destino per cambiare il mondo. Mi
sono sentito come chiamato in causa, dovevo fare questo film è
tutto una questione di fato e destino, come Dune.”Denis Villeneuve è un fan
del romanzo di vecchia data, l’acclamato regista di
Arrival e Blade Runner 2049, è abituato a doversi
confrontare con la pressione, questa volta poi ci sono così tante
persone ad attendere questo film che la curiosità è ancora di più:
“Certo che si avverte la pressione, quando ho fatto
Blade Runner sentivo di dover portare rispetto al
lavoro di Ridley Scott, qui è la stessa cosa per Lynch ma sono più
fiducioso perché sono stato un grande sognatore da piccolo e
conservo questo aspetto del mio carattere. So cosa vuole chi
aspetta questo film.”
La pellicola con protagonista, fra
gli altri, il lanciatissimo Timothée
Chalamet, uscirà il 17 dicembre e il regista non ha
dubbi riguardanti il giovane attore: “È uno dei migliori della
sua generazione. Avevo bisogno di qualcuno che avesse un grande
talento che sostenesse il film, ma allo stesso tempo che fosse
giovane. Nella pellicola vive moltissime vite ma rimane fresco, è
straordinario. Timothée ha un carisma fuori dal comune che si
associa a qualcosa di romantico nel suo viso, ed è solo nei suoi 20
anni, è tutto ciò di cui avevo bisogno.”
Dal canto suo Chalamet ha
dichiarato che all’inizio non è stato facile approcciarsi a questo
film: ”Sono entrato a far parte di un film così importante, con
un cast di attori straordinari e anche se mi sono sentito subito
protetto e supportato mi sono sentito intimorito ma anche ispirato.
Denis è così bravo in quello che fa, ognuno nel cast è incredibile
in quello che fa e vuole dare il meglio di se per il bene del
progetto. Poi girare nel deserto della Giordania ha sicuramente
aiutato ad immergermi in una realtà suggestiva, l’ambiente che ti
circonda entra a far parte di te ed è come un quadro.”
Reduce da Blade Runner
2049, Denis Villeneuve è pronto per
gettarsi nell’ennesima impresa: riportare sul grande schermo il
romanzo di Frank Herbert Dune, già
adattato nel 1984 da David Lynch in un film
controverso che ha sicuramente fatto la storia del genere sci-fi.
Così, mentre gli appassionati si stanno chiedendo quanti legami ci
saranno fra l’originale e il nuovo lavoro del regista canadese,
sono proprio le dichiarazioni di quest’ultimo a smentire ogni
previsione:
“Il film non sarà in nessun
modo collegato a quello del 1984. Tornerò al romanzo e cercherò di
tirare fuori le immagini che le pagine mi ispireranno” ha
commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il massimo rispetto per
David Lynch, che considero tra i più grandi registi viventi, però
ricordo che all’epoca il suo adattamento aveva deluso le mie
aspettative e tradito i miei sogni. Per questo proverò a fare il
film dei miei sogni“.
Esattamente come la recente
operazione attuata da Sofia Coppola con L’Inganno,
Dune sarà un nuovo adattamento del libro e non
un remake della pellicola diretta da Lynch.
In una nuova intervista rilasciata a
The Hollywood Reporter e dedicata alla sua vita in quarantena,
David Lynch ha avuto la possibilità di
commentare Dune di Denis
Villeneuve, il nuovo adattamento cinematografico del
celebre romanzo di Frank Herbert, che già
nel lontano 1984 venne portato sul grande schermo dal regista di
Twin Peaks e Velluto Blu.
Sorprendentemente, Lynch ha ammesso
di non aver alcun interesse nei confronti del nuovo adattamento, e
questo perché lo stesso ha ammesso di non aver un bel ricordo del
suo film con protagonista Kyle MacLachlan: in
effetti, la produzione del Dune di Lynch fu particolarmente travagliata e,
all’epoca dell’uscita in sala, il film venne accolto negativamente
dalla critica.
Alle pagine di
THR, il celeberrimo regista ha spiegato: “Ho zero interesse
nei confronti di Dune. Quel film mi ha spezzato il cuore. È stato
un fallimento e non mi diedero neanche il Final Cut. Ho raccontato
questa storia tantissime volte… non è il film che avrei voluto che
fosse! Alcune parti mi piacciono molto, ma per me è stato un totale
fallimento.”
Nel corso dell’intervista, David Lynch ha anche accennato alla
possibilità di tornare dietro la macchina da presa per dirigere un
nuovo film (l’ultimo,
Inland Empire – L’impero della mente, risale al 2006):
“Se potessi scegliere, farei una serie tv. Proprio ora. I film
stanno attraversando un momento difficile, ad accezione dei
blockbuster. I film indipendenti non hanno possibilità. Potrebbero
uscire al cinema, magari per una settimana, nelle sale più piccole,
e poi subito in streaming o in home video. Ora come ora,
l’esperienza cinematografica è andata. Non è stata dimenticata, ma
è andata. Continuo comunque ad amare l’idea di una storia lunga, ma
al momento credo che la tv sia la nuova arthouse. Gode di una
libertà totale. E poi le televisioni sono sempre più belle, quindi
c’è speranza, anche se il suono e le immagini non sono le stesse di
un cinema.”
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune racconta la storia di Paul Atreides, un giovane
brillante e dotato nato sotto un grande destino al di là della sua
comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso
dell’universo per assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un
futuro: mentre forze maligne esplodono in un conflitto per avere il
controllo esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa
esistente (una merce in grado di sbloccare il più grande potenziale
dell’umanità), a sopravvivere saranno solo quelli che potranno
sconfiggere la loro paura“.
L’ultimo arrivato nel già
ricchissimo cast di Dune è David
Dastmalchian, che secondo quanto riportato da Deadline
ricoprirà il ruolo del villain Piter De Vries
nel nuovo adattamento di Denis Villeneuve prodotto
da Legendary.
L’attore è apparso di recente in
Ant-Man and The Wasp e nel successo targato
NetflixBird Box al fianco di
Sandra Bullock e aveva già lavorato con l’autore
franco canadesein Prisoners
e Blade Runner 2049.
Villeneuve, reduce
da Blade Runner 2049, ha specificato tempo fa
che il film non sarà un remake dell’originale di David Lynch ma una
lettura personale del romanzo di Frank
Herbert. Il regista ha poi parlato dei dettagli sulla
lavorazione e della possibilità di trasformare Dune in
un franchise:
“Probabilmente ci vorranno due
anni per finire Dune.
L’obiettivo però è realizzare almeno due film“.
Questo invece il suo commento delle scorse settimane riguardo
l’errata definizione di remake:
“Il film non sarà in nessun
modo collegato a quello del 1984. Tornerò al romanzo e cercherò di
tirare fuori le immagini che le pagine mi ispireranno” ha
commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il massimo rispetto per
David Lynch, che considero tra i più grandi registi viventi, però
ricordo che all’epoca il suo adattamento aveva deluso le mie
aspettative e tradito i miei sogni. Per questo proverò a fare il
film dei miei sogni“.
Dopo Blade
Runner 2049, Dave Bautista tornerà a
lavorare con Denis Villeneuve in Dune.
L’attore, come confermato da Variety nelle ultime ore, è
ufficialmente entrato nel cast del film, nuovo adattamento del
romanzo di Frank Herbert (già portato
sul grande schermo da David Lynch nel
1984) che sarà appunto diretto dall’autore franco-canadese.
Timothée Chalamet ricoprirà lo stesso
ruolo interpretato da Kyle
MacLachlan nella pellicola originale, mentre dei
personaggi di Bautista e Rebecca Ferguson non
abbiamo ancora aggiornamenti.
Il regista, reduce da Blade
Runner 2049, aveva specificato tempo fa che il film
non sarà un remake dell’originale di Lynch ma una lettura personale
del testo di riferimento. Nel frattempo Villeneuve, con le ultime
dichiarazioni al Rendez-Vous du Cinema
Quebecois (dove ha tenuto delle lezioni di cinema),
ha svelato dettagli sulla lavorazione e forse sulla possibilità che
Dune
possa diventare un franchise: “Probabilmente ci vorranno due
anni per finire Dune.
L’obiettivo però è realizzare almeno due film“.
Questo invece il suo commento delle
scorse settimane riguardo l’errata definizione di remake: “Il
film non sarà in nessun modo collegato a quello del 1984. Tornerò
al romanzo e cercherò di tirare fuori le immagini che le pagine mi
ispireranno” ha commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il
massimo rispetto per David Lynch, che considero tra i più grandi
registi viventi, però ricordo che all’epoca il suo adattamento
aveva deluso le mie aspettative e tradito i miei sogni. Per questo
proverò a fare il film dei miei sogni“.
Dave Bautista ha parlato di una scena
cancellata del primo film di Dune di Denis Villeneuve.
Nell’adattamento del 2021, Bautista interpreta Glossu Rabban e
riprenderà il ruolo per il prossimo sequel, Dune: Parte
2. In quanto nipote del barone Vladimir Harkonnen
(Stellan
Skarsgård), Rabban è un individuo crudele e brutale
messo al comando del pianeta Arrakis, ignaro di essere una pedina
nei piani più grandi del barone. Rabban condivide la storia anche
con Gurney Halleck (Josh
Brolin), sopravvissuto al massacro della Casa Atreides
e che ritornerà anche lui nel sequel.
Parlando con Collider, Dave
Bautista ha condiviso nuovi dettagli su una scena
cancellata del primo film con Rabban e il Mentat degli Harkonnen,
Piter De Vries (David Dastmalchian). Dato che
Villeneuve ha recentemente spiegato che non distribuirà mai nessuna
delle scene cancellate di Dune, la scena tra
Bautista e Dastmalchian non verrà mai vista. Ecco cosa ha
raccontato l’attore:
“È solo che in questo momento
sto pensando: “Dio, lui [Villeneuve] si arrabbierà con me se lo
dico?” Ma no, non è niente di grave. Non sto svelando nulla, ma
avevo una scena nel primo film con Dave Dastmalchian in cui
intimidivo il suo personaggio, ed era molto breve, ma volevo che
venisse vista per ragioni egoistiche, perché amo così tanto Dave.
Immagino che semplicemente non si adattasse o ci fossero problemi
di spazio o di ritmo. Quelle decisioni sono ben oltre la mia
volontà. Ma sì, sono rimasto deluso di non averla vista nel film
finito.”
Cosa aspettarsi da Dune – Parte
Due?
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Dune – Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo
romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert ed uscirà
nei cinema il 28 Febbraio 2024.
Il secondo capitolo continuerà la
storia di Dune – Parte
Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è
stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre
402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165
milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze
per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su
larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
Dopo oltre due anni di attesa,
Dune –
Parte due (qui
la nostra recensione) è finalmente arrivato in sala.
Denis Villeneuve riporta così sul grande schermo
il pianeta sabbioso dove si svolgono gli eventi che vedono
contrapposti gli Atreides, gli Harkonnen e i Fremen, insieme ad
altre numerose forze in gioco per il controllo non solo della
preziosa spezia ma anche dell’intero universo conosciuto. Il film
porta dunque avanti quanto introdotto nel 2021 con Dune
(qui
la recensione), che grazie al suo passaggio televisivo in vista
dell’uscita del nuovo capitolo può essere utile rivedere per essere
pronti alla visione del suo sequel.
Sia Dune che
Dune –
Parte due, come noto, adattano per il grande schermo il
primo romanzo del Ciclo di Dune, scritto da Frank Herbert e
considerato tra i capisaldi della letteratura di fantascienza.
Un’opera ambiziosissima, maestosa, nel quale confluiscono non solo
tutti i principali canoni del genere fantascientifico ma anche
tematiche capaci di risultare ancora oggi attuali, come lo
sfruttamento dei popoli e delle risorse naturali, il fanatismo
religioso e le guerre portate avanti in nome di un credo ritenuto
superiore. Il primo film, in particolare, è la trasposizione della
Prima Parte del romanzo, intitolata Il pianeta delle
dune.
Definita come la saga
cinematografica di fantascienza più importante di quest’epoca,
Dune
è senza dubbio un film che nessun appassionato di cinema dovrebbe
lasciarsi sfuggire, dove logiche da blockbuster e intenti autoriali
si fondono per dar vita ad un risultato stupefacente. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast, alle location e ad altro
ancora. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Dune
In un lontano futuro, controllato da
un impero interstellare, nel quale vige una sorta di feudalesimo e
ogni feudo è governato da una casa nobiliare, il giovane
Paul, rampollo della casata degli
Atreides, si trasferisce con la sua famiglia
sull’inospitale pianeta Arrakis, noto come Dune, insieme al padre,
il Duca Leto, alla madre Lady
Jessica e alcuni consiglieri. Qui gli Atreides hanno il
compito di gestire il pianeta e la sua risorsa più preziosa, la
Spezia, che permette a chi la possiede di acquisire capacità
sovrumane. Proprio per il controllo di questa si scatenerà ben
presto una guerra, che vedrà contrapposti agli Atreides gli
Harkonnen. Il giovane Paul, ignaro del suo destino, si ritroverà
così al centro di questo scontro, nel corso del quale entrerà in
contatto con alcune profezie sul suo futuro.
Il cast di attori di Dune
Ad interpretare Paul Atreides vi è
l’attore Timothée Chalamet, mentre
Rebecca Ferguson è sua madre Lady Jessica. Il duca
Leto Atreides, invece, è interpretato da Oscar Isaac. Alleati della casata degli
Atreides sono poi il guerriero Gurney Halleck, interpretato da
Josh Brolin, il maestro di spada Duncan Idaho,
interpretato da
Jason Momoa e il mentat Thufir Hawat,
interpretato da Stephen McKinley Henderson. Il
nemico giurato di Leto, il Barone Vladimir Harkonnen, è invece
interpretato da Stellan Skarsgård, mentre suo nipote Glossu
“Bestia” Rabban Harkonnen è interpretato da Dave Bautista. Vi sono poi l’attrice
Charlotte Rampling nel ruolo della reverenda madre
Gaius Helen Mohiam, Javier Bardem in quelli del fremen Stilgar e
Zendaya nel ruolo della fremen Chani.
Quanti Oscar ha vinto Dune?
Ai premi Oscar del 2022 Dune ha ricevuto
ben 10 nomination: Miglior film, Miglior
sceneggiatura non originale, Migliori costumi, Miglior trucco e
acconciatura, Migliore fotografia, Migliori effetti speciali,
Miglior colonna sonora (HansZimmer), Miglior sonoro, Miglior scenografia e
Miglior montaggio. Ha poi vinto in queste ultime sei categorie,
affermandosi dunque come il film più premiato di quell’edizione
degli Oscar e riconfermandosi dunque come dotato di grandi
eccellenze per quanto riguarda questi reparti, che hanno lavorato
ottenendo il massimo e donando di conseguenza al film un aspetto
unico e impeccabile.
Dove sono state girate le scene di Dune?
Le riprese del film si sono
inizialmente svolte negli Origo Film Studios di
Budapest per poi proseguire in
Giordania. Le scene ambientate sul pianeta
Caladan, terra natìa di Paul, sono state girate
nella penisola di Stad, in
Norvegia, mentre per le desertiche riprese del
pianeta Arrakis sono stati utilizzati l’oasi di
Liwāʾ e la valle nota come Wadi
Rum, negli Emirati Arabi Uniti.
Villeneuve, infatti, ci teneva a girare in ambienti reali, così che
tanto gli attori quanto gli spettatori potessero avere la
sensazione di un luogo concreto e non ricostruito artificialmente.
Le scene con le formazioni rocciose che i Fremen usano come rifugi
per il calore sono state invece girate nel deserto di Rub’
al Khali ad Abu Dhabi.
Il trailer di Dune e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Dune
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 1
marzo alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Partirà nei prossimi mesi la
produzione del reboot di Dune che
la Legendary Pictures ha affidato alla regia di Denis
Villeneuve (Arrival, Sicario, Blade Runner 2049).
Come saprete si tratterà del secondo adattamento del romanzo
di Frank Herbert dopo quello
del 1984 diretto da David Lynch, che vedeva
Kyle MacLachlan nei panni del protagonista Paul
Atreides.
Proprio l’attore, intervistato di
recente da AM to DM durante la promozione di High
Flying Bird (il nuovo film di Steven
Soderbergh disponibile ora su Netflix) ha espresso i suoi pensieri sul riavvio
della storia:
“Sono curioso di vedere cosa
succederà. Denis Villeneuve sta riunendo un grande cast, con
persone di grande talento, e dovrà confrontarsi con un materiale
davvero impegnativo da portare sullo schermo. Gli auguro buona
fortuna e sono sicuro che farà un ottimo lavoro. D’altronde è un
regista fantastico […] Per quanto mi riguarda, amo il libro da cui
è tratto e mi ritengo una specie di nerd in materia. L’ho letto
quando avevo 15 anni per la prima volta e le tre sezioni che lo
compongono possono essere spezzate e adattate in tre
film.“
Vi ricordiamo che gli attori
protagonisti di Dune saranno
Timothee Chalamet, Paul
Atreides, Rebecca
Ferguson, Dave
Bautista, Stellan
Skarsgard, Charlotte
Rampling, Javier
Bardem, Josh
Brolin, Zendaya e Oscar
Isaac. Jason
Momoa si trova attualmente in trattative per
interpretare il ruolo di Duncan Idaho, lo spadaccino fedele
alla famiglia Atreides che nella versione di Lynch aveva il volto
di Richard Jordan.
Il regista, reduce
da Blade Runner 2049, aveva specificato tempo
fa che il film non sarà un remake dell’originale di Lynch ma una
lettura personale del testo di riferimento. Nel frattempo
Villeneuve, con le ultime dichiarazioni al Rendez-Vous
du Cinema Quebecois (dove ha tenuto delle lezioni di
cinema), ha svelato dettagli sulla lavorazione e forse sulla
possibilità che Dune possa diventare un franchise:
“Probabilmente ci vorranno due
anni per finire Dune. L’obiettivo però è realizzare almeno due
film“.
Questo invece il suo commento delle
scorse settimane riguardo l’errata definizione di remake:
“Il film non sarà in nessun
modo collegato a quello del 1984. Tornerò al romanzo e cercherò di
tirare fuori le immagini che le pagine mi ispireranno” ha
commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il massimo rispetto per
David Lynch, che considero tra i più grandi registi viventi, però
ricordo che all’epoca il suo adattamento aveva deluso le mie
aspettative e tradito i miei sogni. Per questo proverò a fare il
film dei miei sogni“.
Nelle ultime ore si è parlato
moltissimo di Dune di Denis
Villeneuve, il nuovo adattamento cinematografico del
celebre romanzo di Frank Herbert (già portato
sullo schermo da David Lynch nel 1984) che
dovrebbe arrivare nelle sale – il condizionale è d’obbligo, vista
l’attuale pandemia di Covid-19 – il prossimo dicembre.
Sono infatti state diffuse online le
prime immagini ufficiali del film – che ci hanno presentato i
vari membri del cast nei panni dei rispettivi personaggi, tra cui
Timothée Chalamet nei panni del protagonista
Paul Atreides – e il
logo ufficiale della pellicola.
Sulle scia del grande clamore
suscitato dal primo materiale promozionale ufficiale, il celebre
artista Boss Logic ha realizzato un nuovo
fotomontaggio e una nuova fan art
che trasformano i personaggi del sopracitato Paul Atrides
(Chalamet) e di suo padre, il duca Leto Atreides
(interpretato da
Oscar Isaac), rispettivamente in Kylo Ren, il capo dei
Cavalieri nella trilogia sequel di Star Wars interpretato da
Adam Driver, e in Deathstroke, il villain dei fumetti DC.
Effettivamente, i look di Paul e di
Leto sembrano richiamare quelli dei personaggi utilizzati da
BossLogic per le sue creazioni. Voi cosa ne pensate? Non trovate
che le somiglianze siano a tratti sorprendenti? Potete ammirare il
fotomontaggio e la fan art di seguito:
“Percorso mitico e carico di
emozioni, Dune
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e dotato
nato sotto un grande destino al di là della sua comprensione, che
dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per
assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un futuro: mentre
forze maligne esplodono in un conflitto per avere il controllo
esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa esistente (una
merce in grado di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità),
a sopravvivere saranno solo quelli che potranno sconfiggere la loro
paura“.
Dopo Dave
Bautista, un altro attore del Marvel Cinematic Universe
è entrato a far parte del cast del nuovo adattamento di Dune,
diretto da Denis Villeneuve. Si tratta di
Stellan Skarsgård, che per i Marvel Studios interpreta Erik Selvig e che
invece sembra vicino a interpretare il ruolo del cattivo in questo
prossimo film.
Secondo quanto riporta THR,
Skarsgård dovrebbe interpretare il personaggio
noto come Baron Vladimir Harkonnen, il vile sovrano di Arrakis, che
fa guerra a Paul Atreides (interpretato da Timothée
Chalamet) e alla sua famiglia, che include il personaggio
che sarà interpretato da Rebecca Ferguson, Lady
Jessica.
Staremo a vedere se la trattativa
si concluderà e se l’attore svedese entrerà nel cast del film di
Villeneuve.
Il regista, reduce
da Blade Runner 2049, aveva specificato tempo
fa che il film non sarà un remake dell’originale di Lynch ma una
lettura personale del testo di riferimento. Nel frattempo
Villeneuve, con le ultime dichiarazioni al Rendez-Vous
du Cinema Quebecois (dove ha tenuto delle lezioni di
cinema), ha svelato dettagli sulla lavorazione e forse sulla
possibilità che Dune possa diventare un franchise:
“Probabilmente ci vorranno due
anni per finire Dune. L’obiettivo però è realizzare almeno due
film“.
Questo invece il suo commento delle
scorse settimane riguardo l’errata definizione di remake:
“Il film non sarà in nessun
modo collegato a quello del 1984. Tornerò al romanzo e cercherò di
tirare fuori le immagini che le pagine mi ispireranno” ha
commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il massimo rispetto per
David Lynch, che considero tra i più grandi registi viventi, però
ricordo che all’epoca il suo adattamento aveva deluso le mie
aspettative e tradito i miei sogni. Per questo proverò a fare il
film dei miei sogni“.
Continua a prendere forma il cast
stellare di Dune, nuovo
adattamento del romanzo di Frank
Herbert (già portato sul grande schermo
da David Lynch nel 1984) e ora affidato
alla regia di Denis Villeneuve: l’ultimo nome
della già ricca lista è Javier Bardem, che secondo
l’Hollywood Reporter dovrebbe interpretare Stilgar, il capo delle
tribù nomadi del pianeta Fremen.
Vi ricordiamo che nel cast sono
stati confermati Timothée
Chalamet, Oscar Isaac, Rebecca Ferguson, Stellan
Skarsgard, Dave Bautista, Charlotte Rampling e
Zendaya.
Il regista, reduce
da Blade Runner 2049, aveva specificato tempo
fa che il film non sarà un remake dell’originale di Lynch ma una
lettura personale del testo di riferimento. Nel frattempo
Villeneuve, con le ultime dichiarazioni al Rendez-Vous
du Cinema Quebecois (dove ha tenuto delle lezioni di
cinema), ha svelato dettagli sulla lavorazione e forse sulla
possibilità che Dune
possa diventare un franchise: “Probabilmente ci vorranno due
anni per finire Dune.
L’obiettivo però è realizzare almeno due film“.
Questo invece il suo commento delle
scorse settimane riguardo l’errata definizione di remake: “Il
film non sarà in nessun modo collegato a quello del 1984. Tornerò
al romanzo e cercherò di tirare fuori le immagini che le pagine mi
ispireranno” ha commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il
massimo rispetto per David Lynch, che considero tra i più grandi
registi viventi, però ricordo che all’epoca il suo adattamento
aveva deluso le mie aspettative e tradito i miei sogni. Per questo
proverò a fare il film dei miei sogni“.
I piani di casting del regista
Denis Villeneuve per il suo nuovo adattamento
dell’epico tomo di fantascienza di Frank Herbert,
Dune,
continuano a migliorare. Il regista di Arrival ha trovato adesso anche
l’interprete perfetta per il ruolo della Revered Madre Mohiam, che
avrà il volto di Charlotte Rampling.
Gaius Helen Mohiam è una Bene
Gesserit Revered Mother, una potente veggente psichica in servizio
all’imperatore, che può divinare le intenzioni, scoprire le bugie e
manipolare gli stati emotivi delle persone.
La Rampling si unisce a
Stellan Skarsgård, che dovrebbe interpretare il
personaggio noto come Baron Vladimir Harkonnen, il vile sovrano di
Arrakis, e a Timothée Chalamet che invece sarà l’eroe
Paul Atreides. Il film vedrà anche Rebecca
Ferguson nei panni di Lady Jessica.
Il regista, reduce da Blade
Runner 2049, aveva specificato tempo fa che il film
non sarà un remake dell’originale di Lynch ma una lettura personale
del testo di riferimento. Nel frattempo Villeneuve, con le ultime
dichiarazioni al Rendez-Vous du Cinema
Quebecois (dove ha tenuto delle lezioni di cinema),
ha svelato dettagli sulla lavorazione e forse sulla possibilità che
Dune
possa diventare un franchise: “Probabilmente ci vorranno due
anni per finire Dune.
L’obiettivo però è realizzare almeno due film“.
Questo invece il suo commento delle
scorse settimane riguardo l’errata definizione di remake: “Il
film non sarà in nessun modo collegato a quello del 1984. Tornerò
al romanzo e cercherò di tirare fuori le immagini che le pagine mi
ispireranno” ha commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il
massimo rispetto per David Lynch, che considero tra i più grandi
registi viventi, però ricordo che all’epoca il suo adattamento
aveva deluso le mie aspettative e tradito i miei sogni. Per questo
proverò a fare il film dei miei sogni“.
Dune di Denis Villeneuve è un
avvincente adattamento del libro di Frank
Herbert, ma questo non significa che non ci siano
incongruenze nel suo film.
Dune di Frank
Herbert è una densa epopea fantascientifica vasta
quanto le desertiche lande di Arrakis, e Denis Villeneuve ha fatto
del suo meglio per catturarne la portata scenografica e narrative
con Dune,
anche se il suo adattamento – e le modifiche che ha apportato al
materiale di partenza – hanno lasciato alcuni buchi nella trama
assolutamente non di poco conto.
Il film aveva bisogno di attrarre
sia i fan di lunga data che i nuovi fan, quindi è sembrato
appropriato che le discussioni sulla Gilda Spaziale, l’Alto
Consiglio, l’Imperium, la compagnia CHOAM e il Landsraad fossero
rimosse per evitare ulteriori lungaggini. La mancanza di
esposizione significa, tuttavia, che ci saranno scelte narrative
considerate illogiche o sbagliate rispetto alla narrazione del
libro, non importa come i fan si avvicinino al mondo di Dune.
Dov’è l’imperatore?
Una figura importante manca
nel film, ed è Padishah Imperatore Shaddam IV
della Casa Corrino. La sua meschinità e la sua
gelosia per la popolarità del Duca, della
Casa Atreides e del suo esercito sono i fattori
motivanti di molta della violenza nel romanzo di Herbert, ma non si
vede niente di tutto ciò sullo schermo. L’adattamento di David
Lynch del 1984 del romanzo di Herbert rende l’Imperatore una
minaccia che pervade tutta la narrazione.
Una battuta casuale ella versione di
Villeneuve che fa riferimento all’Imperatore tra la
Reverenda Madre e il Barone
Harkonnen non è sufficiente a sottolineare la sua
importanza come il Big Bad che è implicito che
sia. È probabile che l’ubicazione dell’Imperatore sia una questione
per Dune 2, ma per allora i fan potrebbero non
essere così convinti del suo potere e della sua superiorità senza
le basi poste nella Parte I.
Perché la potenza dell’esercito
Atreides non viene trasmessa nel film di Villeneuve?
L’esercito della
Casa Atreides è famoso in tutto l’universo per
essere stato addestrato da Gurney Halleck e
Duncan Idaho e le sue truppe eguagliano
l’esercito Sardaukar dell’Imperatore in letalità
ed efficacia. Eppure ricevono solo poche menzioni e non sembrano
opporre molta resistenza ai Sardaukar, che sono in grado di
sopraffare Arrakeen.
Nel romanzo di Herbert, la
ragione per cui l’Imperatore fornisce alla Casa
Harkonnen i suoi rinforzi Sardaukar per
riprendere Arrakis è che è minacciato
dall’esercito della Casa Atreides e pensa che permetterà al Duca di
prendere il controllo del Landsraad. Il film
avrebbe potuto sottolineare la natura d’élite dell’esercito in modo
più sicuro, invece di concentrarsi su quale grande maestro di spada
sia Duncan Idaho.
Perché gli Harkonnen usano qualcosa
di così facilmente ingannabile come il Cercatore-Cacciatore?
Per attentare alla vita di
Paul Atreides, una spia lasciata dalla casa
Harkonnen impiega un cacciatore-ricercatore per assassinarlo nelle
sue stanze. Questo piccolo dispositivo scava in un muro e fluttua
nell’aria, cercando di localizzare Paul e pugnalarlo con il suo ago
con la punta di veleno, ma lui è in grado di superarlo rimanendo
ben fermo dietro un ologramma.
La punta dell’hunter-seek ha una
telecamera, che trasmette continuamente un segnale video
all’operatore Harkonnen. Perché non poteva vedere
Paul? Il libro di Herbert menziona
il campo sospensivo compresso del dispositivo come un indicatore
della sua scarsa visione, ma questo non viene mai dichiarato nel
film. Perché gli Harkonnen, una delle case più ricche con la
migliore tecnologia per estrarre la spezia, impiegherebbero un
dispositivo che può essere così facilmente superato in astuzia?
Perché le tute da stillicidio sono
scure nel deserto?
Una delle parti più
fondamentali della vita su Arrakis è indossare una
tuta distillata dei Fremen, che ricicla il sudore
e i rifiuti di chi la indossa in acqua potabile per sopravvivere
nel deserto. Nel film, si vede che sono di varie tonalità di grigio
scuro, con alcuni Fremen che drappeggiano le loro in un tessuto più
chiaro.
Qualcuno nel mezzo del deserto
vorrebbe essere così visibile? La colorazione aiuta gli attori a
distinguersi nella sabbia per rendere la narrazione più drammatica,
ma da un punto di vista più pratico, avrebbe più senso che fossero
di un colore più simile al loro ambiente.
Dove sono tutti i computer nel Dune
di Villeneuve?
Dune
è un film di fantascienza ambientato in un
futuro molto, molto lontano, eppure c’è una notevole mancanza di
computer. Ci sono alcune macchine e grandi navi spaziali, ma queste
sono navigate da umani che possono piegare lo spazio e il tempo,
cosa che non viene chiarita nel film.
Nel libro di Herbert,
l’umanità ha sviluppato molto tempo fa dei supercomputer che hanno
cercato di sterminarla così, dopo aver soppresso la rivolta
dell’Intelligenza Artificiale, l’umanità ha messo fuori legge
qualsiasi tipo di supercomputer. Anche se non è l’ideale, un
semplice pezzo di esposizione che delineasse questo sarebbe andato
lontano verso gli spettatori per capire perché i computer non si
vedono e perché la spezia è così vitale in loro assenza.
Perché Paul non è più arrabbiato
per la morte di suo padre?
Dopo aver stabilito uno
stretto legame padre-figlio attraverso alcune scene molto toccanti
tra il Duca Leto I e suo figlio
Paul, Leto viene ucciso dalla Casa
Harkonnen e Paul sembra essere indifferente. Lady Jessica
ha un parossismo appropriato per affrontare il suo dolore, ma Paul
sembra apparire freddo e distaccato.
Anche se è vero che Paul potrebbe
essere in totale shock, sembra comunque che avrebbe dovuto
manifestare una reazione più viscerale alla perdita di una figura
così importante nella sua vita. Nel libro di Herbert,
molte delle sue azioni sono motivate dalla vendetta per la morte di
suo padre, quindi forse i sentimenti più forti sulla morte del Duca
emergeranno nella Parte 2.
Cosa succede con Thufir Hawat?
Prima che la Casa Atreides
lasci Caladan per Arrakis, il Maestro degli Assassini
Thufir Hawat è in grado di calcolare il costo del viaggio
utilizzando numeri interi incredibilmente grandi senza alcun
problema. Questa scena di Dune vuole indicare che egli è essenzialmente
un umano-computer che ha addestrato la sua mente a fare calcoli ben
oltre un umano in assenza di intelligenza artificiale.
Nel libro di Herbert, questi
umani-computer (anche Piter de Vries della Casa
Harkonnen è uno di loro) sono conosciuti come mentat, ma siccome la
parola non viene mai usata nel film, gli spettatori rimangono
confusi sul ruolo di qualcuno come Thufir Hawat,
che non solo è importante per la Casa Atreides ma si suppone sia
uno dei personaggi più potenti della storia.
Perché il dottor Yueh tradisce la
Casa Atreides in Dune?
Il dottor
Wellington Yueh è un medico rinomato e, portando il
marchio del condizionamento imperiale, un servitore dedicato alla
Casa Atreides che è più che degno di fiducia. Il
Barone Harkonnen è in grado di fare in modo che il
dottore tradisca la Casa Atreides, ma il ragionamento dietro il suo
atto efferato non è del tutto convincente.
Gli spettatori di Dune apprendono che il dottor Yueh ha
cospirato per aiutare ad uccidere il Duca Leto I perché il Barone
aveva sua moglie. Tuttavia, una scena cruciale che coinvolge una
conversazione tra lui e Lady Jessica su quanto sua moglie
significhi per lui, e su ciò che la Casa Harkonnen le ha fatto, è
stata rimossa dal film, facendo sembrare il suo improvviso atto di
tradimento come sbucare fuori dal nulla.
Qual è il problema con le Bene
Gesserit in Dune?
Le Bene
Gesserit rimangono immerse nel mistero dal momento in cui
arrivano nel cuore della notte per visitare la Casa
Atreides, lasciando i fan a grattarsi la testa sul ruolo
che giocano nello sviluppo dell’universo conosciuto,
sull’importanza della connessione di Lady Jessica
con loro e sull’importanza di Paul Atreides. Le
Bene Gesserit sono una società dedicata non solo allo sviluppo
dell’espansione della coscienza umana, ma anche all’ingegneria
della nascita di una specifica figura maschile messianica che
porterà l’universo ad uno sviluppo come non si è mai visto.
Con la capacità di trasferire la
coscienza, possono agire come una sorta di memoria collettiva per
l’umanità, con esseri come la Reverenda Madre in
grado di ricordare decine di vite. Senza sapere nulla di tutto ciò
in Dune, è difficile per gli spettatori
comprendere esattamente quanto sia spaventosa la Reverenda Madre, o
cosa significhi la sua interferenza per Paul
Atreides, ma è possibile che i loro segreti vengano
salvati per Dune:The Sisterhood
o Parte 2.
Perché Paul si comporta con
nonchalance incontrando Chani per la prima volta?
Paul ha diverse visioni di
una misteriosa donna Fremen in Dune -a volte fino all’eccesso- che vogliono
significare la sua importanza nel suo futuro. Quando finalmente si
trova faccia a faccia con l’abitante del deserto dopo aver
affrontato Stilgar, non è affatto sorpreso di
incontrare Chani.
Sarebbe logico che
Paul mostrasse più emozione nell’incontrare
finalmente una donna che ha tormentato i suoi sogni, così come
qualcuno con cui dovrebbe essere coinvolto sentimentalmente, ma
l’erede di Casa Atreides non potrebbe essere più
apatico.
Brian Herbert, il figlio di Frank
Herbert, ha dichiarato che Dune di
Denis Villeneuve sarà l’adattamento definitivo
del celebre romanzo di fantascienza. Herbert ha raccolto l’eredità
di suo padre, portando avanti la saga attraverso fumetti e romanzi
prequel.
Dune
è stato adattato più volte, sia al cinema che in televisione.
Alejandro Jodorowsky ha cercato di realizzare
un primo adattamento negli anni ’70, ma purtroppo quel progetto non
superò mai la fase di sviluppo. Nel 2000 c’è stato anche un
adattamento per il piccolo schermo targato SyFy, ma è la versione
del 1984 ad opera di David Lynch quella certamente più famosa.
L’imminente adattamento di
Villeneuve, che è stato posticipato da dicembre di quest’anno al 1
ottobre 2021, è uno dei film in uscita più attesi. Interpretato da
Timothée
Chalamet,
Zendaya,
Oscar Isaac e Rebecca
Ferguson, il film adatterà la prima metà del
capolavoro di fantascienza di Herbert. Di recente è stato
confermato che il film arriverà contemporaneamente nelle sale e su
HBO Max.
In un’intervista con
Inverse, Brian Herbert ha rivelato di aver visitato il set di
Budapest e, dopo aver visto il trailer, è fiducioso che i fan
saranno soddisfatti dell’adattamento. Herbert e sua moglie hanno
visto il cast girare diverse scene durante la loro visita ed è
rimasto particolarmente impressionato dalla grandezza della
produzione.
“Sono rimasto molto colpito dal
trailer ed ero entusiasta di essere effettivamente sul set del film
a Budapest l’anno scorso, dove io e mia moglie abbiamo visto le
riprese di diverse scene. Questo è un film davvero grande, un
progetto importante che sarà per sempre considerato l’adattamento
cinematografico definitivo del classico romanzo di Frank Herbert. I
fan adoreranno questo film. Denis Villeneuve è il regista perfetto
per Dune.”
La senti quasi in bocca,
scricchiolare tra i denti, arrivare fino alle narici, toglierti il
respiro. La sabbia di Duneavvolge tutto e
ricopre un mondo che esce dai confini dello schermo per immergerti,
avvolgerti, farti suo.
Denis
Villeneuve non si limita a rileggere l’ostico romanzo di
Frank
Herbert, ma ricalca filologicamente quelle pagine per
creare un universo immersivo, visivamente magistrale e magnetico.
Non è un volo pindarico il suo, e nemmeno un mero esercizio di
stile. Villeneuve lo aveva già dimostrato precedentemente con
Arrival e Blade Runner 2049: si
avvicina ai canoni strutturali del genere della fantascienza per
integrarlo con il proprio sguardo autoriale, arricchito di nozioni
filosofiche e associazioni dirette con il nostro
presente.
Perché alla fine questa è
la vera fantascienza: spogliata del lato ludico e di puro
intrattenimento con il quale è stato zavorrato negli ultimi anni,
il genere sci-fi nasce per immaginarsi il futuro parlando delle
ombre del proprio presente. E il nostro presente è claustrofobico,
buio, come il mondo che avvolge Paul Atreides, ammantato dall’ombra
del pregiudizio e della paura del diverso.
Con Dune,
Villeneuve completa pertanto la propria trilogia sul mondo
contemporaneo scritto con la lingua della fantascienza. Un saggio
che attinge a piene mani nel mondo immaginato da Herbert, e ridato
indietro con intelligenza, maestria, grazie anche a un comparto
visivo di pura bellezza estetica, sostenuto da una colonna sonora
roboante e a tratti angosciante firmata da Hans
Zimmer.
Un quadro in movimento di
radice romantica, sublime nella sua carica inquietantemente
magnetica e attrattiva, il Dune
di Denis Villeneuve. E come tutti i quadri, ha
bisogno di tempo per essere compreso, studiato e letto nei minimi
dettagli così da poter essere apprezzato appieno.
In Dune ogni
informazione viene restituita con la forza dell’immagine, più che
della parola. Basta la minima distrazione che il filo che tiene
unito il discorso formulato da Villeneuve si spezza e tutto si
sgretola come castelli di sabbia.
Dune, la
trama
Sul desertico pianeta
Arrakis si trova la Spezia, sostanza preziosa per una varietà di
motivi. Alla casata Atreides e al suo capo, il Duca Leto, viene
affidato il controllo del pianeta. In realtà dietro a questo
passaggio di controllo si nasconde una congiura per eliminarlo.
Leto ha però un figlio, Paul, il quale è dotato di particolari
poteri che sta sviluppando con l’aiuto di sua madre Lady Jessica.
Non passa molto tempo che oltre al casato, Paul erediterà il
pericolo di essere eliminato.
La parola agli
occhi
Ci chiede di stare
attenti, il regista canadese. Di affidare ogni forza interpretativa
ai propri occhi, piuttosto che alle proprie orecchie. Perché in un
mondo come quello che vede scontrarsi la Casa Atreides contro la
Casa Harkonnen, la parola perde di importanza. La struttura
narrativa c’è, ma è costruita su una funzione prettamente
informativa. Più che parte 1, il Dune di Denis Villeneuve in
uscita il 16 settembre 2021 e presentato alla 78.esima edizione
della Mostra del cinema di Venezia, è da considerarsi come una
“parte 0”. Talmente complesso l’universo che racconta, e le
sottotrame che si appresta ad affrontare, da sfruttare la potenza
immaginifica dei primi due atti per fornire ai propri spettatori
tutte le nozioni basilari per comprendere il suo mondo.
I sacrifici, i punti di
svolta, i tradimenti sono elementi che ordiscono una trama
complessa ma che Villeneuve rende comunque accessibile perché
totalmente affidata al racconto visivo, linguaggio non-verbale
universalmente comprensibile. Eppure è tra gli inframezzi del suo
più grande pregio che si nasconde anche il suo punto più debole.
Seguire un percorso costruito con la forza dello spettacolo visivo
significa chiedere tanta concentrazione al proprio pubblico, cosa
che dopo due ore porta a una prevedibile stanchezza.
Il viaggio dell’eroe di
un Paul investito di attese, speranze, un po’ Luke Skywalker, un
po’ Messia, prende e trascina il proprio spettatore al centro
dell’azione, estenuandolo nello stesso modo in cui estenuato è il
suo protagonista. Combaciano perfettamente il pubblico e i
protagonisti di Villeneuve; uno sdoppiamento perfetto che sussurra
a entrambe le parti le fattezze del proprio destino, spingendo a
chiudere gli occhi perché troppo opprimente il peso del futuro,
l’immagine di ciò che sarà, l’essenza di un destino che siamo
chiamati a modificare.
Universo di stelle e
sabbia
Per un universo che
appoggia la propria potenza immaginifica sulla forza dello sguardo,
risultava imprescindibile che a farsi presta-corpo dei personaggi
immaginati da Herbert, fossero degli interpreti capaci di
comunicare ogni singolo mutamento umorale con la forza della mimica
espressiva. Un minimo cenno della testa, uno sguardo, una più
piccola e impercettibile espressione, si fanno ponti diretti con
l’interiorità di Leto, Paul, e di tutta la galleria di uomini e
donne che abitano l’universo di Dune. Non c’è un attore che
non risponda con talento e profondità interpretativa alla chiamata
di Denis Villeneuve. Nello sguardo basso, e negli occhi a volte
assenti di
Timothée Chalamet si ritrova tutto quell’universo
abitato da timori e paure di Paul Atreides.
Complice la giovane età,
il corpo esile, e quella mimica così espressiva, l’attore di
Chiamami col tuo nome riesce a far trasparire
tutto il difficile percorso intrapreso dal suo protagonista:
un’educazione sentimentale e personale orientata alla scoperta del
vero senso del suo esistere e del compito che lo attende sia nelle
vesti di essere umano che erede di una delle più importanti casate
nobiliari.
Oscar Isaac cammina invece a testa alta, spalle
dritte, facendosi colonna umana di un’intera casata. Abbattuta
quella parete portante crolla tutta la forza di un popolo sostenuto
con fedeltà, lealtà e giustizia. Perfino
Jason Momoa riesce a far trasparire la sua carica più
drammatica, investendo di nuove sfumature una fisicità che per
quanto presente, passa comunque in secondo piano. Dal canto suo
Rebecca Ferguson è invece un camaleonte capace di
adattarsi a ogni situazione, traducendo ogni mutamento emotivo
della sua Lady Jessica in uno sguardo penetrante, sensibile e
coraggioso.
Riflessi eterogenei
provenienti dall’unicità dell’essere donna, che ritrovano una
costante nel discorso autoriale di un regista come Villeneuve,
sempre attento a destinare ai propri ruoli femminili, il risvolto
dell’intera faccenda. Prima lady Jessica, poi la Chani di
Zendaya, sono le donne le figure chiamate a portare
sulle proprie spalle il peso della rivoluzione, della democrazia,
dello sguardo puro e limpido in un mondo marcio e in decomposizione
(si pensi solo al personaggio di Emily Blunt in Sicario).
La sabbia di oggi in
quella di domani
Immortalati da riprese di
ampio respiro, che con campi lunghi, e totali, uniscono non solo
ogni personaggio a quell’ambiente desertico che lo sovrasta,
modella, crea come castelli di sabbia, ma anche e soprattutto con i
propri comprimari. Si necessita pertanto di una chimica tra i vari
interpreti che Villeneuve è riuscito a creare, stabilendo tra ogni
personaggio un legame che lo avvicini, o allontani empaticamente,
l’uno con gli altri.
Una giostra
caleidoscopica di umori, caratteri, psicologie, che ogni interprete
riesce a far suo, renderlo personale e allo stesso tempo
riconoscibile nutrendosi dalla sostanza dell’inchiostro di Herbert
per dar vita alla propria visione di Chani, Paul, Lady Jessica,
Leto, Stilgar ecc. Un universo di stelle investite da manti di
sabbia che parla al cuore e all’intelletto dello spettatore,
scuotendolo dal torpore della sala per indirizzarlo verso questioni
nodose e di forte impatto sociale come lo sfruttamento delle
risorse ambientali (vedi le Spezie), e di manodopera nel Terzo
Mondo.
È solo un’anticipazione
di quel che sarà, un antipasto servito con cura e maestosa eleganza
della durata di due ore e mezza questo Dune,
ma se i presupposti sono questi, il viaggio che ci aspetterà sarà
sicuramente uno di quelli che non ci scorderemo facilmente. Basterà
ricordarci di toglierci la sabbia dagli occhi.
In una recente intervista con
Slash
Film,
Dave Bautista ha avuto modo di parlare di Dune,
l’attesissimo nuovo adattamento del celebre romanzo sci-fi di
Frank Herbert ad opera di Denis
Villeneuve, con cui l’ex wrestler aveva già lavoro in
Blade Runner 2049.
Bautista ha elogiato la capacità di
Villeneuve di creare mondi così ampi senza sminuire l’attenzione
nei confronti delle performance degli attori. “Il mondo che
Denis ha creato è diverso, bellissimo, ma anche strano e
decisamente oscuro”, ha spiegato l’attore. “È qualcosa che
non avrei mai potuto immaginare. Quando penso alla regia, è tutto
molto contenuto, basato su storie semplici ma stimolanti. Denis,
invece, riesce a fare entrambe le cose. Creare mondi, galassie,
universi enormi, dare vita a scene epiche e al tempo stesso
concentrarsi su cose più semplici come le performance degli
attori.È un regista davvero speciale, è un narratore
brillante.”
A proposito del film, invece, ha
aggiunto: “Dune è
davvero speciale. Penso che le persone resteranno sbalordite. Sarà
uno dei film più belli che mai visti. I fan del romanzo originale
avranno il riferimento visivo definitivo. Denis ha preso quei
personaggi, quei mondi, li ha tolti dalle pagine e li ha messi
sullo schermo. Sarà epico.”
In Dune,
Dave Bautista avrà il ruolo di Glossu Rabban.
Intervistato da
Collider, l’ex wrestler ha spiegato come ha fatto ad ottenere
la parte: “Abbiamo seguito il film per mesi, perché volevo
davvero farne parte. Non ho mai contattato Denis però. È stato lui
a chiamarmi e a propormi la parte. Sono rimasto davvero sorpreso.
Naturalmente, ho subito accettato. Sono momenti come questi che mi
danno la prova di quanto sia arrivato lontano, come attore. Sono
orgoglioso che un regista come Denis abbia pensato a me per una
parte in un film così grande. Ci sono pochissimi momenti nella mia
vita in cui ho avuto la sensazione di valere qualcosa, di aver
fatto qualcosa di buono. Questo è stato uno di quelli.”
La scorsa settimana ha finalmente
debuttato online il primo trailer ufficiale di Dune,
il nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Frank
Herbert che sarà diretto da Denis
Villeneuve(Arrival, Blade Runner
2049) e che dovrebbe arrivare nelle sale a Dicembre.
Gli appassionati sapranno certamente
che prima di Villeneuve e prima ancora dell’adattamento di David Lynch del 1984, anche il celeberrimo
Alejandro Jodorowsky aveva provato a portare il
romanzo sul grande schermo durante gli anni ’70, senza però
riuscirci. A quel progetto mai realizzato è stato anche dedicato un
documentario uscito nel 2013, dal titolo Jodorowsky’s
Dune.
Adesso, in una recente intervista
con
Premiere Magazine, è stato proprio Jodorowsky a commentare le
prime immagini ufficiali del film di Villeneuve, esprimendo le sue
reazioni contrastanti in merito: “Ho visto il trailer. È molto
ben fatto. Possiamo vedere che è il cinema industriale, che sono
stati investiti molti soldi e che è stato molto costoso. Ma se è
stato molto costoso, allora dovrà ottenere un risultato economico
in proporzione. E questo è il vero problema: non ci sono sorprese.
La forma è identica a ciò che si è già fatto ovunque. Le luci, la
recitazione… tutto è prevedibile.”
Jodorowsky ha poi ribadito: “Il cinema industriale è
incompatibile con il cinema d’autore. Per il cinema industriale, il
denaro viene prima. Per il cinema d’autore è l’opposto, a
prescindere dalla qualità di un regista, che si tratti del mio
amico Nicolas Winding Refn o di Denis Villeneuve. Il cinema
industriale promuove l’intrattenimento, è uno spettacolo che non ha
lo scopo di cambiare l’umanità o la società.”
Denis Villeneuve,
regista del nuovo attesissimo adattamento di Dune,
ha parlato delle difficoltà che sta incontrando per cercare di
completare il film prima della data di uscita fissata per il
prossimo Dicembre. Le difficoltà a cui ha fatto riferimento il
regista sono naturalmente collegate all’impatto che la pandemia di
Coronavirus ha avuto sull’industria hollywoodiana.
Le riprese di Dune
di Denis Villeneuve si sono fortunatamente
concluse lo scorso anno, ma ciò non ha impedito all’emergenza
legata al Covid-19 di avere comunque un impatto sulla
post-produzione del film. Essendo un progetto particolarmente
ambizioso, anche Dune – come la
maggior parte dei grandi blockbuster – ha dovuto mettere in
calendario una sessione di riprese aggiuntive, che sono state
programmate per questo mese a Budapest. Ad ogni modo, durante il
lockdown il team del film ha dovuto lavorare in remoto, metodo che
a quanto pare non ha reso le cose facili per Villeneuve.
In una recente intervista con CCTV
(via
IndieWire), il regista ha spiegato come la pandemia ha reso i
lavori su Dune più
difficili, con ogni membro del team che lavorava al film da luoghi
differenti: “Avevo intenzione di tornare indietro e girare
alcuni elementi più tardi perché volevo riadattare il film”,
ha spiegato Denis Villeneuve. “Avevo bisogno
di tempo. All’epoca, mentre stavamo per tornare indietro per
rigirare quegli elementi, non sapevo che ci sarebbe stata una
pandemia. L’impatto è stato che ho dovuto rivedere tutto il mio
programma di lavoro. Sarà una corsa riuscire a finire il film in
tempo, perché ci è stato permesso di tornare a girare quegli
elementi in poche settimane. Ciò significa che dovevo finire altri
lavori sul film, come gli effetti visivi e il montaggio a Montreal,
mentre il mio team è rimasto a Los Angeles.”
La Warner Bros. deciderà di posticipare Dune?
A questo punto sarà interessante
vedere se Warner Bros. deciderà di posticipare la data di uscita di
Dune.
A seconda di come le cose si evolveranno nei prossimi due mesi,
potrebbe essere più facile posticipare il film e dare a
Denis Villeneuve più tempo per terminare i lavori.
D’altrone, Dune è
stato concepito come l’inizio di una nuova saga, dal momento che il
nuovo adattamento sarà diviso in due parti. È fondamentale dunque
che il risultato finale sia di altissima qualità: pressare
Villeneuve soltanto per rispettare una data di uscita già stabilita
potrebbe non rivelarsi la scelta più intelligente.
Era da un po’ che non avevamo
aggiornamenti sul progetto legato a Dune,
il nuovo adattamento del romanzo di Frank Herbert
(già portato sul grande schermo da David Lynch nel
1984) che sarà diretto da Denis Villeneuve.
Il regista, reduce da Blade
Runner 2049, aveva specificato tempo fa che il film
non sarà un remake dell’originale di Lynch ma una lettura personale
del testo di riferimento. Nel frattempo Villeneuve, con le ultime
dichiarazioni al Rendez-Vous du Cinema
Quebecois (dove ha tenuto delle lezioni di cinema),
ha svelato dettagli sulla lavorazione e forse sulla possibilità che
Dune
possa diventare un franchise: “Probabilmente ci vorranno due
anni per finire Dune.
L’obiettivo però è realizzare almeno due film“.
Questo invece il suo commento delle
scorse settimane riguardo l’errata definizione di remake: “Il
film non sarà in nessun modo collegato a quello del 1984. Tornerò
al romanzo e cercherò di tirare fuori le immagini che le pagine mi
ispireranno” ha commentato Villeneuve. “Sia chiaro, ho il
massimo rispetto per David Lynch, che considero tra i più grandi
registi viventi, però ricordo che all’epoca il suo adattamento
aveva deluso le mie aspettative e tradito i miei sogni. Per questo
proverò a fare il film dei miei sogni“.
La principessa Irulan di Florence Pugh si prende il centro della
scena nel nuovo video approfondimento dedicato a
Dune – Parte
Due. Diretto sempre da Denis
Villeneuve, il film è l’adattamento del romanzo di
Frank Herbert e vede Timothée Chalamet e Zendaya nei panni dei protagonisti, di ritorno
dalla parte uno. Pugh, come Austin Butler, Léa
Seydoux e altri, fanno parte invece del nuovo cast del
film.
Cosa aspettarsi da Dune:
Parte Due?
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Dune – Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura
che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato
sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune
del 1965 di Frank Herbert ed uscirà nei cinema il 28
Febbraio 2024.
Il secondo capitolo continuerà la
storia di Dune – Parte
Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è
stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre
402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165
milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze
per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su
larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
Paul Atreides in
sella a un verme della sabbia in Dune – Parte
Due potrebbe essere un momento non solo spettacolare
ma anche importante per il personaggio interpretato da Timothée Chalamet, che spiega il significato
più profondo di questa impresa.
Il prossimo film della serie adatta
la seconda metà del romanzo originale di Dune di Frank Herbert,
concentrandosi sulla vita di Paul e di sua madre Jessica con i
Fremen. Ciò include la convinzione del gruppo che il giovane
Atreides sia Lisan al Gaib, una figura destinata a salvare la gente
di Arrakis.
Parlando con Total Film (tramite
GamesRadar), Timothée Chalamet ha parlato dell’importanza
della scena di Paul che cavalca un verme della sabbia per la storia
di Dune
– Parte Due. L’attore ha spiegato come, poiché i vermi
della sabbia sono legati alla loro cultura, il fatto che Paul ne
cavalchi uno coincida con la loro profezia che lo riguarda.
“Oltre ad essere una sequenza
emozionante nel film, rappresenta il raggiungimento della maggiore
età. È qui che la presunta profezia di Paul fallirebbe, e ciò
significherebbe la sua morte se non riuscisse a essere all’altezza
della situazione. Quindi la posta in gioco in quel momento è enorme
e realizzare la scena è stato elettrizzante. C’erano ventilatori
industriali che soffiavano sabbia e è stata costruita il dorso del
verme. È stata un’esperienza straordinaria.”
Cosa aspettarsi da Dune:
Parte Due?
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Dune – Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo
romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert ed uscirà
nei cinema il 28 Febbraio 2024.
Il secondo capitolo continuerà la
storia di Dune – Parte
Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è
stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre
402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165
milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze
per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su
larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.
In Dune – Parte
Due di Denis Villeneuve, il
viaggio di Paul Atreides (Timothée
Chalamet) potrebbe essere molto semplice: costruire un
esercito e mettersi sulle tracce della Casata Harkonnen. Questo gli
permetterà di avere la sua vendetta per il modo in cui gli
Harkonnen e l’Impero hanno massacrato il Duca Leto Atreides I
(Oscar Isaac) e tanti altri reali della Casa
Atreides.
Nel corso del film, Paul Atreides si
unisce ai Fremen e lavora con loro per organizzare un contrattacco.
Tuttavia la storia non è proprio lineare e lascia qualche dubbio e
questioni in sospeso che non sembra voglia spiegare al
pubblico.
Perché la Casata Harkonnen non ha
usato armi da fuoco?
Nell’Universo di Dune, le Casate e i loro eserciti hanno scudi
corporei. Tuttavia, i Fremen non hanno nessuno di questi scudi a
causa del loro stile di vita più semplice come tribù del deserto.
Questo desta delle perplessità sul motivo per cui i soldati
Harkonnen non usano le armi da fuoco a terra contro i Fremen che
sono molto più bravi nel combattimento corpo a corpo e che portano
a termine molte missioni massacrando i soldati che proteggono le
colonie di spezie.
Gli Harkonnen usano l’artiglieria
sui loro elicotteri per proteggere i crawler delle spezie, quindi
sarebbe più efficiente equipaggiare i soldati con armi da fuoco per
i combattimenti con i Fremen. I romanzi di Frank
Herbert vedevano gli Harkonnen usare le armi in tempi
disperati, quindi questa scelta sarebbe stata adatta al loro
esercito nell’adattamento cinematografico.
Perché i Fremen non usano armi più
moderne?
I Fremen hanno cecchini e
pistole laser che fanno esplodere i crawler quando si tratta di
restare ai margini di piccoli scontri. Usano persino i bazooka per
distruggere gli elicotteri Harkonnen. Eppure la maggior parte delle
loro missioni li vede cacciare a terra, mettendo a rischio la vita
dei loro guerrieri.
I Fremen non utilizzano nemmeno le
granate o altri tipi di armi da fuoco. Se fanno esplodere i crawler
e usano altri elementi esplosivi nel loro arsenale, potrebbero
eliminare la maggior parte dei nemici. Dune – Parte
Due cerca di presentare i Fremen come brillanti
tattici, ma ci sono troppe incoerenze con la loro strategia
militare e su come ridurre al minimo le perdite.
Perché Feyd-Rautha fa drogare i
suoi avversari?
Feyd-Rautha di Austin Butler è il nipote del barone
Harkonnen, suo successore designato. Dune – Parte
Due mostra la natura violenta di Feyd-Rautha
quando combatte nel Colosseo di suo zio. Lì si vede come si diverte
a massacrare uomini. Si toglie persino lo scudo per rendere la
sfida più eccitante. Curiosamente, le sue guardie sono lì per
aiutarlo, tanto che feriscono uno dei combattenti contro cui si sta
scontrando. Feyd-Rautha li rimprovera e dice loro di fare marcia
indietro.
Se Feyd-Rautha voleva uno scontro
leale, perché avere le guardie in giro? Un altro sotto-arco
incoerente nasce quando rimprovera il Barone per non aver drogato
uno dei combattenti. Suo zio voleva solo alzare la posta. Tuttavia,
se Feyd-Rautha avesse voluto offrire una prova migliore, non
avrebbe dovuto inabilitare affatto i nemici. Il fatto che questi
venissero drogati, diminuisce a tutti gli effetti il valore del suo
combattimento e della sua vittoria nell’arena.
Perché Feyd-Rautha ha ucciso sua
madre?
Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures
Dune – Parte
Due parte cambia il background di Feyd-Rautha per
renderlo più sinistro. Nel romanzo il Barone lo adottava e lo
affilava come una lama perché sentiva che l’altro nipote, Rabban
(Dave
Bautista), non era un buon generale. Il film rivela
che il barone amava il carattere e i tratti viziosi di Feyd-Rautha.
È confermato che Feyd-Rautha ha ucciso sua madre.
Il motivo per cui Feyd-Rautha ha
ucciso sua madre non è però spiegato, insieme ad altre cose come la
sua propensione a mutilare le persone e a far sì che i suoi servi
si nutrano di loro come cannibali. La questione della madre è più
urgente perché indica al barone la sua natura di traditore del suo
sangue. Ciò è stato ulteriormente elaborato nel romanzo, dove è
stato stabilito che Feyd-Rautha voleva il trono di suo zio.
Feyd-Rautha arriva ad Arrakis e
prende il comando dell’esercito Harkonnen dalle mani di Rabban di
Dave Bautista. Suo zio crede che elaborerà una
nuova tattica dopo che Rabban non è riuscito a uccidere i Fremen.
Ma tutto ciò che Feyd-Rautha fa è prendere dirigibili giganti,
bombardare e bruciare varie grotte, dune di sabbia e località del
nord. Il fatto è che Rabban conosceva tutti questi punti e aveva le
stesse risorse.
Anche Rabban avrebbe potuto chiedere
maggiore potenza di fuoco, se necessario. Il film non spiega mai
perché Rabban non abbia messo in atto questo semplice genocidio di
propria iniziativa. Feyd-Rautha non porta nulla di nuovo sul
tavolo, inoltre il Barone avrebbe potuto semplicemente dare
l’ordine a Rabban di farlo prima. Invece, l’inazione di Rabban
sembra una scelta di trama conveniente, solo per turbare il Barone
facendo sì che altre incursioni dei Fremen interrompano la
produzione di spezie nella capitale di Arrakeen.
Perché i Fremen non avevano
esploratori che monitorassero lo seitch?
In entrambi i due film di
Dune, così come nel materiale originale, i Fremen
hanno esploratori ovunque. Si nascondono nella sabbia e nelle
caverne per scovare gli intrusi. Nel sequel non sono presenti
esploratori quando le navi da guerra attaccano il loro seitch. Si
tratta di un luogo sacro che conserva leader morti, missionari e
acqua sacra.
Si potrebbe supporre che siano
proattivi e abbiano cecchini e bombardieri in giro per individuare
gli aggressori e proteggere qualcosa di molto prezioso. Invece, le
navi appaiono dal nulla. E sembra che i filmmaker abbiano voluto
permettere agli Harkonnen di distruggere lo seitch così da
inasprire la volontà di Paul.
Come fanno tutti a salire e
scendere dai vermi della sabbia?
Dune – Parte
Due rende il l’atto di cavalcare i vermi della
sabbia una prova significativa. Paul ci riesce, provando sulla
propria pelle tutta la difficoltà che si deve affrontare per
potersi agganciare alle bestie. Tuttavia, il film mostra
costantemente gli entourage di Fremen trasportati intorno ad
Arrakis sui vermi della sabbia come se fossero un autobus o una
metropolitana.
Questa scelta lascia perplessi, dal
momento che sembra che tutti i Fremen riescano a salire sui vermi
della sabbia, e questo potrebbe anche essere possibile, se non
fosse che ad un certo punto anche la gravida Lady Jessica (Rebecca
Ferguson) usa un verme della sabbia per migrare
a sud. Questi vermi non smettono mai di muoversi, quindi deve
essere rigoroso cronometrare questi trasporti e far salire e
scendere tutti. Il regista Villeneuve ha però detto che questo
aspetto verrà spiegato nel terzo film.
Davvero Lady Jessica non sapeva di
essere la figlia del barone?
Dopo essere andata a sud, Lady
Jessica viene sottoposta a una prova unica con la sacra bile di un
verme delle sabbie. Diventa una Reverenda Madre, apprendendo i
segreti del passato. Paul fa lo stesso e poi confessa di sapere che
in realtà sua madre è la figlia del barone. Dune – Parte
Due non approfondisce questo aspetto ma
supponiamo che la piccola Jessicva venne consegnata alle Bene
Gesserit.
Lady Jessica conosceva da sempre le
sue origini e sperava di manipolare Paul per farlo diventare il
messia e uno dei partecipanti al gioco del potere? Jessica è a
tutti gli effetti molto potente per il suo culto e sarebbe stata
capace di manipolare Paul con la Voce. Non ci si può fidare di
Jessica e potrebbe anche aver ingannato Leto fin dall’inizio. Il
Bene Gesserit è noto per questo modus operandi, e sembra che
Jessica stia nascondendo certe cose a Paul sulla sua nascita e sul
suo destino.
Perché Paul ha rischiato la vita
vicino ai Sardaukar?
L’esercito di Paul alla
fine attacca Arrakeen durante un incontro tra il Barone e
l’Imperatore. Dopo aver decimato i nemici, Paul entra nelle stanze
e va ad uccidere il barone. Tuttavia, lo fa da solo e molto vicino
ai soldati d’élite Sardaukar. sembra una scelta avventata e
pericolosa. I soldati sono tanti e armati e Paul non ha lo scudo.
Sebbene sia visto come una leggenda, i Sardaukar sanno che è un
uomo in carne e ossa.
Ci si aspetterebbe che alcuni
soldati lo attacchino in quella circostanza, soprattutto quando lui
volta le spalle per uccidere suo nonno. Il fatto che Paul sia così
disinvolto nei confronti del nemico solitamente spietato è qualcosa
di cui Gurney di Josh Brolin e Chani di Zendaya sono consapevoli e hanno timore.
Quindi, è una pessima mossa, dal momento che Paul è diventato a
tutti gli effetti un simbolo di cui il culto ha bisogno di questa
figura per continuare a sperare.
Come faceva Feyd-Rautha a sapere
che Chani era l’amata di Paul?
Paul combatte il campione nominato
dall’Imperatore Feyd-Rautha nel finale di Dune – Parte
Due. Durante il combattimento, Feyd-Rautha guarda
Chani e la chiama “l’animale domestico” di Paul. Questo non ha
senso perché i reali non hanno spie e non hanno modo di sapere che
Chani è l’amata di Paul.
Ci sono molti Fremen in giro, maschi
e femmine, che mostrano le stesse reazioni durante la rissa. Quindi
non è che il cattivo possa guardare la folla e individuare l’anima
gemella di Paul. Il film sceglie di fornire questa informazione a
Feyd-Rautha per aumentare la posta in gioco durante il
combattimento finale, ma senza dare una spiegazione logica a questa
scelta.
All’inizio del mese di dicembre è
arrivata la
notizia – forse non così inaspettata – che la Warner Bros.,
sulla scia della strategia impiegata per Wonder Woman
1984, ha deciso di distribuire tutti i suoi titoli attesi
per il 2021 in contemporanea sia al cinema che su HBO Max. Questa
decisione riguardava, naturalmente, anche Dune, il
nuovo adattamento del celebre romanzo di fantascienza di Frank
Herbert, pubblicato nel 1965.
Adesso, stando a quanto riportato da
Deadline, il film di Denis Villeneuve potrebbe tornare ad essere
un’esclusiva per la sala. Come spiegato dalla fonte, Warner Bros. e
Legendary Pictures – casa di produzione affiliata alla major che
non aveva accolto bene la decisione di WarnerMedia in merito
all’uscita “congiunta” – starebbero per raggiungere un accordo per
garantire a Dune un’uscita
esclusiva in sala che escluderebbe così la distribuzione su HBO
Max. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda Godzilla vs Kong, che resterebbe destinato sia
al grande schermo che alla piattaforma di streaming.
L’accordo sarebbe stato proposto in
un base ad una mera previsione: ad ottobre 2021, mese in cui
Dune
debutterà ufficialmente, si spera che grazie alla maggiore
diffusione dei vaccini anti-Covid, il pubblico potrà sentirsi
nuovamente pronto a tornare in sala. Godzilla vs Kong debutterà invece a maggio del
prossimo anno, periodo in cui la situazione a livello mondiale
potrebbe ancora essere a rischio. Naturalmente, vi terremo
aggiornati sull’evolversi della situazione…
Un nuovo report di
Deadline suggerisce che Dune,
l’atteso nuovo adattamento del celebre romanzo sci-fi di Frank
Herbert ad opera di Denis Villeneuve, potrebbe essere distribuito
esclusivamente in sala, e non in contemporanea anche su HBO Max
come ufficializzato in precedenza.
Lo scorso dicembre la Warner Bros.
ha annunciato che, a partire da Wonder Woman
1984, tutti i film previsti per il 2021 sarebbe arrivati,
a causa della pandemia di Covid-19, sia nelle sale che su HBO Max.
Nello specifico, i film sarebbe stati distribuiti sulla piattaforma
di streaming lo stesso giorno dell’uscita al cinema e sarebbero
stati disponibili per un mese.
Sempre a dicembre si era parlato del
fatto che Warner Bros. e Legendary Pictures – casa di produzione
affiliata alla major che non aveva accolto bene la decisione di
WarnerMedia in merito all’uscita “congiunta” – stavano per
raggiungere un accordo per garantire a Dune
un’uscita esclusiva in sala che avrebbe così escluso la
distribuzione su HBO Max.
Ora, nel nuovo report di
Deadline dedicato agli incassi di Godzilla vs. Kong, viene spiegato che il
destino di Dune non
è stato ancora deciso e che proprio il successo del monster
movie di Adam Wingard avrebbe convinto la Legendary a spingere
ancora di più verso la sola distribuzione in sala per quanto
riguarda il film di Denis Villeneuve.
Nel report si legge: “Non è
stato ancora deciso se l’altro titolo della Legendary distribuito
dalla Warner, Dune,
verrà distribuito sia al cinema sia in streaming su HBO Max, in
contemporanea.Questo nonostante il servizio di streaming
stia ancora continuando a promuovere la pellicola come parte del
catalogo relativo al 2021. Il successo ottenuto di Godzilla vs. Kong lo scorso fine settimana
costituisce un argomento più che valido a favore della Legendary in
merito alle negoziazioni con la Warner finalizzate a ottenere
l’esclusiva della distribuzione in sala.”
Dune è un film del 1984
diretto da David Lynch e con protagonisti un
cast composto da Kyle MacLachlan, Freddie Jones, Max
von Sydow, Josè Ferrer, Sean Young, Francesca Annis, Patrick
Stewart, Virginia Madsen, Sting e Silvana Mangano.
Trama: In un futuro
remoto (siamo oltre l’anno 10.000), l’umanità si è diffusa in lungo
e in largo per il cosmo: a contendersi il potere, con dinamiche che
ricordano quelle dell’età degli imperi, a cavallo tra il Medioevo e
l’età moderna, sono una serie di ‘casate’ ognuna delle quali
insediata su un proprio pianeta.
Gli equilibri di potere si giocano
sul controllo di una sostanza particolare, la Spezia, in grado di
conferire poteri straordinari a chi la assume, come l’ampliamento
della propria coscienza o la capacità di trasferire intere flotte
da una parte all’altra dell’universo. La Spezia, può essere
estratta solo nel pianeta Dune, un luogo arido e inospitale,
abitato dai misteriosi Fremen, capaci di cavalcare i giganteschi
vermi della sabbia che popolano il luogo, che sono in attesa di una
sorta di ‘messia’ che dovrebbe guidarli alla conquista del pianeta.
Sullo sfondo della lotta per il controllo della spezia, si dipanano
in varie sottotrame che finiscono per incrociarci tra di loro,
intrighi di palazzo, tradimenti, antiche profezie…
Analisi: Nel 1984
i De Laurentiis, Dino e Raffaella, si imbarcano in
una delle imprese più titaniche della storia del cinema: portare
sul grande schermo il mondo creato da Fran Herbert nella saga di
Dune, uno dei cicli più duraturi e celebrati della storia della
letteratura di fantascienza: un romanzo che dai più era considerato
del tutto adattabile nelle sale cinematografiche, non solo per
la complessità della messa in scena, che avrebbe richiesto effetti
speciali all’avanguardia, ma anche per il gran numero di
personaggi, la complessità delle trame, fino al tipo di narrazione,
spesso affidata a monologhi interiori.
Una sfida che qualche anno prima
era stata lanciata da Alejandro Jodorowsky, coinvolgendo personalità
del calibro di Moebius ed HR Giger, con l’idea di coinvolgere nel
cast perfino Salvador Dalì; tuttavia la spugna
venne gettata ben presto di fronte alle dimensioni
dell’impresa.
Il guanto di sfida
venne allora raccolto dai De Laurentiis che affidarono la regia ad
un giovane David Lynch, reduce dal successo di
The Elephant Man, anche se apparentemente
diffidente nei confronti del cinema fantascientifico (aveva infatti
precedentemente rifiutato di dirigere Il ritorno dello Jedi, a causa
dell’impossibilità di dare al film una propria personale
impronta).
David Lynch accetta tuttavia l’incarico, e il
risultato è un film che si ricorda soprattutto per la ricchezza
visiva.
Il lato più arduo dell’impresa
stava infatti nel dover costruire ambienti, scenografie, costumi
diversificati per ognuno dei pianeti su cui è ambientato il
film e delle casate che ne animano la trama, dando
il senso per ognuna di esse di un radicato background
storico-sociologico e culturale.
La sfida, su questo piano, è
ampiamente vinta, anche grazie alla collaborazione con una serie di
esperti di prim’ordine, tra cui anche il nostro Carlo Rambaldi, creatore dei vermi meccanici
che popolano il pianeta Dune. Completa il cast
tecnico anche Brian Eno, autore delle musiche originali, cui
collaborarono anche i Toto in quello che probabilmente è l’episodio
più inusuale della loro carriera.
La colonna sonora
di Dune è completata da una selezione di
brani di musica classica, con autori che vanno da
Beethoven a Shostakovich.
Trattandosi di un colossal, si
puntò ovviamente su un cast di prim’ordine, dando ampia
discrezionalità allo stesso Lynch, che vi inserì
Freddie Jones (col quale già lavorato in
The Elephant Man) e l’esordiente Kyle
MacLachlan, poi destinato a diventare suo attore –
feticcio. Tra gli altri fanno parte della partita Sean Young, un
giovane Patrick Stewart che con la fantascienza
sarebbe tornato a fare i conti a lungo nel ruolo del capitano
Piccard in Star Trek: The Next Generation, fino a
Sting. Assieme a loro, nomi ‘pesanti’ come
Mx von Sydow, Jose Ferrer e Silvana Mangano, qui
al suo penultimo ruolo cinematografico.
L’esito del film è tuttavia
contrastato: in effetti l’impresa di portare sullo schermo in un
solo film il complesso mondo creato da Herbert non appare del tutto
riuscita: fossimo stati ai giorni nostri, il tutto sarebbe stato
articolato in una trilogia, che avrebbe dato al pubblico di entrare
maggiormente in confidenza con le ‘casate’ e le loro dinamiche.
Concentrare tutto in un solo
film, Dune finì almeno in parte per
creare delle lacune e delle incomprensioni che, dai conoscitori
della fonte letteraria, lasciarono interdetto il pubblico più
ampio. In effetti il film, non riesce a offrire molto allo
spettatore, oltre alla sua affascinante visionarietà: la trama e le
motivazioni dei personaggi non sembrano mai del tutto
comprensibili, la storia procede all’insegna di una lentezza a
tratti esasperante, la scelta di affidare a una voce fuori campo i
frequenti soliloqui dei protagonisti finisce per essere un
ulteriore appesantimento. A questo si aggiungono i proverbiali
‘tagli apportati in fase di montaggio’ che avrebbero ridotto il
film ai minimi termini (si favoleggia in proposito di una versione
integrale di circa sei ore, ma si tratta di una ‘leggenda’ che non
ha mai trovato conferme), che hanno forse reso ancora più criptica
una trama già di per sé intricata.
Dune il film culto di David
Lynch
La critica stroncò il film
quasi unanimemente: il film venne addirittura accusato di omofobia,
per il modo in cui era stato reso un personaggio che nel romanzo
era esplicitamente gay; negli anni è stata addirittura lanciata
l’accusa di aver contribuito a diffondere tra gli spettatori la
falsa convinzione che l’AIDS (che proprio in quegli anni
stava assumendo i connotati di una malattia di vasta diffusione)
riguardasse solo gli omosessuali.
Al botteghino le cose non andarono
meglio: Dune fu sostanzialmente un flop negli
Stati Uniti; migliore l’accoglienza in Europa: l’opera ha
avuto però maggiore successo col passare degli anni, ottenendo
buoni riscontri nel mercato dell’home video e assurgendo allo stato
di film – culto: il suo essere stato comunque un coraggioso
tentativo di affrontare un’impresa improba col tempo sembra aver
superato la sua scarsa riuscita. Frank Herbert, che collaborò
attivamente al progetto, pur riconoscendone i limiti tuttavia ha
sempre difeso il lavoro di Lynch.
Nei primi anni 2000 a
Dune venne dedicata una miniserie televisiva,
apparsa come un sostanziale remake del film, del quale riprendeva
molte scene e situazioni.
Dopo aver incassato più di 350
milioni di dollari al boxoffice internazionale, Dune,
il film acclamato dalla critica, è disponibile in DVD,
Blu-ray, 4K Ultra HD E Steelbook 4K Ultra HD. Diretto dal
candidato all’Oscar Denis Villeneuve con
protagonista Timothée Chalamet, il film di Warner Bros.
Pictures e Legendary Pictures, adattamento per il grande schermo
dell’omonimo best seller di Frank Herbert, è stato presentato Fuori
Concorso venerdì 3 settembre, in prima mondiale, alla 78.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia. Dune in
4K UHD e Blu-ray conterrà più di un’ora di esclusivi
contenuti speciali con tante curiosità sulla realizzazione
del film.
Dune, un’epica avventura ricca di emozioni,
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e
talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua
comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso
dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua
gente. Mentre forze maligne si fronteggiano in un conflitto per
assicurarsi il controllo esclusivo della più preziosa risorsa
esistente sul pianeta – una materia prima capace di sbloccare il
più grande potenziale dell’umanità – solo coloro che vinceranno le
proprie paure riusciranno a sopravvivere.
Villeneuve (“Arrival”, “Blade
Runner 2049”) dirige “Dune” da una sceneggiatura da lui scritta
insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth, basata sull’omonimo romanzo di
Frank Herbert. Villeneuve è anche produttore del film insieme a
Mary Parent, Cale Boyter e Joe Caracciolo Jr. I produttori
esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua Grode, Herbert W. Gains, Jon
Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert, Byron Merritt e Kim
Herbert.
Dietro la macchina da presa,
Villeneuve ritrova la scenografa due volte candidata
all’Oscar® Patrice Vermette (“Arrival”, “Sicario”, “The
Young Victoria”), il montatore due volte candidato
all’Oscar® Joe Walker (“Blade Runner 2049”, “Arrival”,
“12 Anni Schiavo”), il due volte premio Oscar®
supervisore agli effetti visivi Paul Lambert (“First Man”, “Blade
Runner 2049”) e il premio Oscar® per gli effetti
speciali Gerd Nefzer (“Blade Runner 2049”).
Villeneuve collabora per la prima
volta con il direttore della fotografia candidato
all’Oscar® Greig Fraser (“Lion”, “Zero Dark Thirty”,
“Rogue One: A Star Wars Story”); la costumista tre volte candidata
all’Oscar® Jacqueline West (“The Revenant”, “Il Curioso Caso di
Benjamin Button”, “Quills – La penna dello scandalo”), il secondo
costumista Bob Morgan e il coordinator delle controfigure Tom
Struthers (la trilogia de “Il Cavaliere Oscuro”, “Inception”). Il
compositore premio Oscar® Hans Zimmer (“Blade Runner
2049”, “Inception”, “Il Gladiatore”, “Il Re Leone”) ha realizzato
la colonna sonora.
Duneè inoltre già disponibile per l’acquisto e il noleggio
in digitale su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio su
Sky Primafila e Mediaset Infinity.
È da alcuni giorni che non si fa
altro che parlare di Dune di Denis
Villeneuve, il nuovo adattamento cinematografico del
celebre romanzo di Frank Herbert (già
portato sullo schermo da David Lynch nel
1984) che dovrebbe arrivare nelle sale – il condizionale è
d’obbligo, vista l’attuale pandemia di Covid-19 – il prossimo
dicembre. Questo perché tra le giornate di lunedì e martedì sono
state diffuse online
prime immagini del cast, il
logo ufficiale e anche un primissimo sguardo a Timothée Chalamet nei panni del protagonista
Paul Atreides.
Dune
è sicuramente un progetto ambizioso e uno dei titoli più attesi di
questo 2020. In attesa dell’arrivo della pellicola nelle sale,
abbiamo raccolto di seguito tutto ciò che sappiamo fino ad ora sul
film:
È un progetto che Villeneuve ha sempre voluto realizzare
Dune
è un progetto che Denis Villeneuve ha sempre
voluto realizzare. In una vecchia intervista con Variety, il
regista di Arrival e Blade Runner 2049 aveva
dichiarato: “Sono sempre alla ricerca di nuovo materiale
fantascientifico da adattare. Oggi come oggi è difficile trovare
qualcosa di originale e intrigante che non riguardi soltanto le
armi. Un mio sogno è sempre stato quello di adattare Dune,
ma il processo per ottenere i diritti è davvero lungo ed
estenuante, quindi non credo che ci riuscirò.”
Il cast è composto da tantissimi attori di serie A
Il cast di Dune
include alcuni degli attori più in voga del recente panorama
hollywoodiano. Timothée Chalamet, candidato all’Oscar per
Chiamami Col Tuo Nome, avrà il ruolo del protagonista Paul
Atreides, mentre Rebecca Ferguson e Oscar Isaac interpreteranno i suoi genitori,
Lady Jessica e il duca Leto Atreides. Nel cast del film anche il
premio Oscar Javier Bardem (nei panni di Stilgar) e la
leggendaria Charlotte Rampling (nei panni di Gaius Helen
Mohiam).
Dune
arriverà nelle sale il 18 dicembre 2020, distribuito dalla Warner
Bros. Inizialmente, il film sarebbe dovuto arrivare nelle sale il
20 novembre dello stesso anno. Ad oggi, a causa della pandemia di
Coronavirus, non sappiamo se l’uscita del film al cinema subirà
ulteriori cambiamenti. Il film verrà rilasciato nei formati 3D e
IMAX.
Eric Roth e Jon Spaihts alla sceneggiatura
Dune
era considerato già all’epoca della sua uscita (1965) un “libro
impossibili” da trasporre sul grande schermo. Le numerose critiche
che vennero mosse alla trasposizione di David
Lynch del 1984, infatti, riguardavano proprio
l’adattamento, opera dello stesso regista. La sceneggiatura del
film di Villeneuve porterà la firma dello stesso regista in
collaborazione con Eric Roth e Jon
Spaihts: il primo è noto per aver curato gli script di
Forrest Gump, Il curioso caso di Benjamin Button e il più
recente A Star Is
Born; il secondo, invece, è l’autore di Doctor Strange con Benedict Cumberbatch,
de La Mummia con Tom Cruise e di Passengers con
Jennifer Lawrence e Chris Pratt.
Il film è in cantiere dal lontano 2008
Un nuovo adattamento cinematografico
di Dune
è in cantiere dal lontano 2008. Inizialmente, era la Paramount
Pictures a detenere i diritti sul romanzo, con Peter
Berg, regista di Lone Survivor e Deepwater –
Inferno sull’oceano, coinvolto in qualità di regista. Nel 2009
Berg abbandonò il progetto e a lui subentrò Pierre Morel, regista
di Io vi troverò e The Gunman, che firmò per
occuparsi della regia nel 2010. Nel 2011 la Paramount decise di
accantonare il progetto, che finì in una sorta di limbo fino al
2016, quando la Legendary Pictures acquistò i diritti
cinematografici e televisivi di Dune e iniziò nuovamente a
lavorare al film con il coinvolgimento di Denis
Villeneuve.
Il linguaggio del film
I produttori di Dune
hanno assunto David J. Peterson, un professionista
nella creazione di linguaggi settoriali, per sviluppare alcuni dei
linguaggi alieni che sentiremo nel film. Peterson è meglio
conosciuto per aver creato il linguaggio dei Dothraki e le lingue
valyriane della popolarissima serie tv Game
of Thrones. Ha anche lavorato con i Marvel Studios, creando linguaggi per i film
Thor: The Dark World e Doctor
Strange. Per Dune, Peterson ha creato la lingua
Chakobsa derivata dall’arabo, che sarà parlata dai Fremen sul
pianeta desertico di Arrakis.
Il film sarà diviso in due parti
Dune
di Denis Villeneuve, a differenza dell’adattamento
di David Lynch, sarà diviso in due parti. La prima parte, quella in
arrivo il prossimo dicembre, coprirà approssimativamente soltanto
la prima metà del romanzo originale. In una recente intervista con
Vanity Fair, Villeneuve ha dichiarato: “Non avrei mai accettato
di realizzare l’adattamento se avessi dovuto fare un solo film. Il
mondo creato da Frank Herbert è davvero troppo complesso. La forza
di quest’universo è nei suoi dettagli.”
Dune darà vita ad un vero e proprio franchise?
Nel giugno del 2019, è stato
annunciato dalla Legendary Television lo sviluppo di una serie
spin-off del film, dal titolo Dune: The Sisterhood, destinata a HBO
Max, l’attesa piattaforma di streaming della Warner Media. La serie
si sarebbe concentrata sul Bene Gesserit, l’organizzazione di
rilevanza sociale, religiosa e politica al centro del romanzo e del
film, che sarebbe servita come prequel all’adattamento di
Denis Villeneuve. Quest’ultimo avrebbe diretto il
pilot della serie, mentre Jon Spaihts avrebbe
curato la sceneggiatura e Dana Calvo sarebbe
figurata in qualità di showrunner. A novembre dello stesso anno,
però, è stata annunciata la dipartita di Spaihts dal progetto. Da
allora non ci sono stati più aggiornamenti.
Il film a metà tra Il Signore degli Anelli e Star Wars
A gennaio del 2020, un gruppo di
esperti del settore ha avuto la possibilità di vedere in anteprima
alcune immagini del film:
tra questi, c’è stato anche Brian Clement, scrittore esperto di
fantascienza. Le reazioni di Clement al film hanno suggerito –
almeno in parte – ciò che bisogna aspettarsi dalla nuova versione
di Dune:
lo scrittore ha definito il film epico, con una fotografia
bellissima, e lo ha paragonato alla saga de Il Signore
degli Anelli e alla trilogia originale
di Star
Wars.
Di recente WarnerMedia ha
annunciato, a sorpresa, una fusione con Discovery, che tuttavia non
sarà completata fino alla metà del 2022. Ciononostante, sembra che
le conseguenze di tale fusione abbiamo già iniziato a farsi sentire
alla Warner Bros., poiché
Deadline riporta che l’attesissimo Dune di
Denis Villeneuve non uscirà più in contemporanea
al cinema e su HBO Max, ma tornerà ad essere un’esclusiva della
sala.
I rappresentanti della Warner Bros.
stanno fermamente
negando la modifica al piano di distribuzione del film,
continuando a sostenere che il film uscirà in contemporanea al
cinema e su HBO Max, ma Deadline sembra parecchio fiducioso del suo
report: semplicemente, potrebbe aver ottenuto l’esclusiva prima
dell’annuncio ufficiale. Inoltre, è anche parecchio significativo
che WB abbia già raggiunto un accordo con Regal Cinemas per
ripristinare la finestra di esclusività della sala cinematografica
per 45 giorni in merito alle uscite del 2022, quindi non dovrebbe
sorprendere che Dune sia
stato aggiunto all’accordo, soprattutto considerando che lo stesso
Villeneuve aveva espresso una certa insoddisfazione in merito alla
release “congiunta”.
Collider aggiunge che Dune sarà
probabilmente l’unico film dello studio a rinunciare al modello di
rilascio simultaneo quest’anno, mentre King
Richard con Will Smith e Cry Macho di
Clint Eastwood dovrebbero ancora seguire
l’attuale piano, e quindi arrivare sia in sala che su HBO Max. Non
si sa cosa potrebbe accadere con The Suicide Squad di James
Gunn o con Matrix 4 con Keanu Reeves, ma
entrambi potrebbero tranquillamente seguire l’esempio di
Dune, anche se potrebbe ormai essere troppo tardi
per il primo da un punto di vista di marketing.
Dune presentato in anteprima a Venezia 78?
Ricordiamo che di recente
Dune è
stato menzionato in un lungo report di
Variety dedicato ai primissimi titoli che potrebbero debuttare
all’interno della cornice della 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Tra gli altri titoli che potrebbero debuttare al
Fetival, la fonte ha menzionato anche È stata
la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Freaks
Out di Gabriele Mainetti.
La Warner Bros. ha spostato
l’uscita di Dune di
Denis Villeneuve di un mese, a dicembre 2020,
mentre allo stesso tempo ha inserito nella programmazione del 2021
l’arrivo del film biografico Elvis di Baz
Luhrmann.
In un’epoca in cui franchising e le
IP governano il botteghino, WB spera di portare il Dune di
Frank Herbert a livelli di notorietà tali da
sviluppare un franchise appetibile con una serie di film e serie tv
basati su quell’universo. Denis Villeneuve sembra
un regista capace di intercettare la sensibilità di queste storie,
come ha dimostrato anche il suo lavoro svolto con altri film di fantascienza, Arrival e Blade Runner
2049.
Secondo Deadline, la WB ha
spostato l’uscita di Dune
di un mese, dal 20 novembre 2020 al 18 dicembre dello stesso anno.
Lo studio ha inoltre programmato l’uscita del biopic su Elvis,
ancora senza titolo, al 1 ° ottobre 2021.
Di seguito la prima sinossi
ufficiale di Dune:
“Percorso mitico e carico di emozioni, Dune
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e dotato
nato sotto un grande destino al di là della sua comprensione, che
dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per
assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un futuro: mentre
forze maligne esplodono in un conflitto per avere il controllo
esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa esistente (una
merce in grado di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità),
a sopravvivere saranno solo quelli che potranno sconfiggere la loro
paura“.