Dopo averla invocata da
ogni angolo del pianeta con hashtag, petizioni, live e dibattiti,
finalmente, a quattro anni dall’uscita al cinema di Justice
League, arriva la
Justice League Snyder Cut, la versione della storia
vista, pensata e immaginata da Zack Snyder.
Il travagliato viaggio
della Justice League Snyder Cut
Nel 2017 il regista de
L’Uomo d’Acciaio abbandonò il set del film che
stava seguendo e sognando da tanto tempo a causa di un grave lutto
in famiglia, al suo posto fu messo Joss Whedon
(Buffy vi dice nulla?). Per ragioni che non sono
molto chiare e che forse non lo saranno mai, il film che ne
conseguì fu un disastro, sia da un punto di vista dell’accoglienza
della critica, sia per quanto riguarda i risultati al box office e
il gradimento degli spettatori.
All’uscita in sala del
film, vuoi per la fretta in fase di produzione dopo il cambio di
timoniere, vuoi per reindirizzamenti sui toni e sulle intenzioni,
vuoi anche per il fatto che Whedon è un filemaker molto diverso
rispetto a Snyder, le critiche non tardarono ad arrivare e oltre ai
fan arrabbiati per l’esito del film, dopo poco tempo anche gli
attori protagonisti del film iniziarono ad avere cose da dire in
merito alla produzione. A partire dalle dichiarazioni di
Ray Fisher (Cyborg) che si è scagliato contro la
Warner e contro Whedon per il trattamento subito sia da lui che dal
suo personaggio, tutto il cast e la crew, chi più chi meno, ha
avuto da lamentare una produzione non troppo felice, un clima sul
set niente affatto sereno, insomma, niente che potesse assicurare
un esito positivo della produzione.
#ReleasetheSnyderCut
A quel punto Snyder ha
colto la palla al balzo e ha deciso di provare a rivendicare il suo
diritto alla regia di Justice League.
#ReleasetheSnyderCut è diventato trend topic sui
social, tutto il cast principale ha sposato questa iniziativa e
alla fine, l’anno scorso, la Warner Bros ha appoggiato Snyder,
stanziando un budget di 70 milioni per completare il film, tra
riprese aggiuntive, effetti speciali e nuovo montaggio. Dal canto
suo, Snyder ha deciso di rinunciare al suo compenso. Settimane di
lavoro che hanno portato, alla fine, ad un montaggio finale di
quattro ore, una vera e proprio riscrittura di quello che era il
film visto al cinema, e immaginiamo anche una rielaborazione di
quello che era il progetto all’inizio. Dopotutto il film arriva in
streaming, non al cinema, e questa piattaforma ha dato a Snyder lo
spazio di cui aveva bisogno, per dispiegare il suo grande affresco
della Lega della Giustizia. Da Giovedì 18 marzo, alle 8 del
mattino, in prima assoluta su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW
TV e disponibile on demand, in contemporanea assoluta con l’uscita
negli Stati Uniti,
Justice League Snyder Cut è pronta per mostrarsi al
mondo, nella versione pensata e voluta dal Snyder.
Tornano i toni e i temi
cari a Snyder
Il film che si dipana di
fronte ai nostri occhi è la summa della visione di Snyder nella sua
rappresentazione degli eroi DC Comics al cinema, tutto, nel film,
racconta il suo sguardo epico, romantico, cupo, drammatico, eroico.
I colori plumbei del primo trailer del film sono stati
ripristinati, dai dialoghi al colore, ogni momento del film è
specchio di quanto già visto in
L’Uomo d’Acciaio e
Batman v Superman. Non solo, anche la forza e la retorica
con cui Snyder mette sul piatto i sentimenti di coraggio e speranza
che quei personaggi portano da sempre con sé sulle pagine dei
fumetti sono state ripristinate rispetto alla versione
“semplificata” di Whedon.
Zack
Snyder gioca con la camera, con gli attori, dispiega tutto
il suo esercito visivo e lo fa con la complicità di tutto il suo
cast principale, che torna a brillare di quella luce eroica che
sono quei corpi scultorei, belli e perfetti riescono ad avere, e
che neanche le battutine della versione del 2017 avevano
offuscato.
Dal 2017 a oggi,
l’universo cinecomic è cambiato moltissimo, c’è stato il terremoto
Avengers:
Infinity War e il suo seguito Avengers:
Endgame, due film che per scala e produzione hanno
battuto ogni record di ambizione, ma Zack Snyder
gioca tutte le sue carte e pur lavorando con un concept vecchio di
4 anni, riesce comunque a trasmettere la sua idea di cinema con una
regia che mette al centro l’azione e i corpi degli eroi, in una
posizione quasi di idolatria. Dopotutto se gli eroi Marvel sono dei superuomini, quelli
DC sono dei veri e propri dei, e il regista statunitense non lo
dimentica mai.
Cyborg è il cuore della
storia
Le quattro ore
annunciate qualche settimana prima dell’uscita di
Justice League Snyder Cut sembravano eccessive, ma
Snyder ha voluto usare tutto ciò che aveva, dividendo il racconto
in sei capitoli, cospargendo tutto con forse troppi rallenty,
reiterati temi musicali di Wonder Woman, tracce audio nuove di
zecca, con una colonna sonora firmata da Tom Holkenborg
(JunkieXL), e una CGI che rende sicuramente più giustizia
ai cattivi di questa storia.
Da un punto di vista
della storia, gli elementi fondamentali che cambiano sono due, da
una parte il cuore del racconto si sposta su Cyborg, che
effettivamente era stato molto penalizzato dalla theatrical
release, e poi Steppenwolf, che al netto di una CGI arricchita, è
comunque un cattivo bidimensionale, di fronte all’oscurità totale e
minacciosa di
Darkseid, che qui fa la sua comparsa.
Fa la sua entrata in
scena il Superman nero che tanto era
stato annunciato e anticipato, e lo stile di Snyder conferisce
sicuramente più eticità e drammaticità alla scena della sua
rinascita, facendo anche leva sul significato potente che Superman
rappresenta, per gli uomini e per i suoi compagni di squadra: lui è
la Speranza. Una speranza consapevole e letale, che cerca comunque
il sole prima di addentrarsi nell’oscurità per abbatterla.
Si prospetta uno
SnyderVerse?
Questa recensione di
Justice League Snyder Cut non può fare a meno di
citare tutti i personaggi in più che sono stati inseriti nel film,
a partire dall’attesissimo Joker di
Jared Leto, che qui ha la possibilità, seppure
per breve tempo, di rielaborare un personaggio amatissimo dai fan e
al quale non era stata resa troppa giustizia in
Suicide Squad di David Ayer.
Con lui però citiamo anche Iris West e Deathstroke, personaggi che
sono molto importanti nelle storie dei singoli eroi e che potrebbe
far pensare alla realizzazione di uno SnyderVerse
che si appoggia proprio su HBO Max, ora che la piattaforma
sta conquistando spazio e pubblico, grazie anche (purtroppo) alla
pandemia.
Justice League Snyder Cut continuerà a creare
dibattito, sarà osannato dai fan del regista e criticato aspramente
dai suoi detrattori. Quello che però si può dire senza dubbio del
cinema di Zack Snyder e di questo film lungo una vita è che è il
frutto di una visione riconoscibile, di una poetica, di un senso
del racconto e dell’immagine, un’epica personale che dalle
inquadrature ai corpi caratterizza tutto il suo cinema e ne fa un
interessante oggetto di studio.
La dedica finale a
Autumn, sua figlia scomparsa, sembra chiudere il cerchio
di un’esperienza difficile e dolorosa, che ha trovato una catarsi e
una conclusione nella realizzazione di una visione ambiziosa e
personale.