In occasione del Capodanno Cinese,
Disney, Marvel e
Pixar hanno diffuso dei poster celebrativi di
tutti i film di loro produzione in uscita nel 2019. La scelta non è
certo casuale, visto che la Cina è diventata il mercato più
importante per i grandi blockbuster provenienti dall’America, come
testimoniano i risultati di Venom e
Aquaman.
I film in elenco sono:
Captain Marvel, Avengers: Endgame, Dumbo, Aladdin, Il Re
Leone, Forzen 2 e Toy Story 4.
Così la Walt Disney
Company ha deciso di offrire al suo vasto pubblico
asiatico un omaggio per la festività che ricorre il 5 febbraio:
L’Academy ha finalmente annunciato
il primo gruppo di presentatori che animeranno la cerimonia di
consegna degli Oscar 2019 in
programma il 24 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles.
Per la prima volta, nelle ultime
trenta edizioni, la serata non avrà alcun conduttore (a
seguito della bagarre fra l’organizzazione
e Kevin Hart per vecchi tweet con
commenti omofobici e transfobici dell’attore)
e i produttori hanno così scelto di selezionare una serie
di personaggi del mondo del cinema che interverranno durante lo
show con monologhi, sketch e performance musicali (attesi sul palco
del Dolby Theater di Hollywood anche Lady
Gaga e Kendrick Lamar, nominati
nella categoria Miglior Canzone Originale).
Tra questi ci saranno
Awkwafina, Daniel Craig,
Chris Evans, Tina Fey,
Whoopi Goldberg, Brie Larson,
Jennifer Lopez, Amy Poehler,
Maya Rudolph, Amandla Stenberg,
Charlize Theron, Tessa Thompson e
Constance Wu. Nei prossimi giorni saranno svelati
gli altri nomi.
C’è aria di cambiamenti quest’anno per
quanto riguarda gli Oscar, con la ABC che decisa a snellire lo
spettacolo per renderlo ancora più “godibile” per il pubblico che
guarderà la cerimonia da casa.
Secondo quanto riportato negli
ultimi giorni, i vincitori dello scorso anno nelle categorie Attori
– Gary Oldman, Frances
McDormand, Sam
Rockwell e Allison
Janney – non premieranno, come da tradizione, gli
interpreti di quest’anno; a sostituirli dovrebbero arrivare altre
personalità note dello show business.
L’altro piano sarebbe tenere la
durata della cerimonia Oscar sotto le consuete tre ore, riducendo
di circa 45 minuti lo spettacolo. In che modo? Presentando alcune
delle categorie “minori” durante le pause pubblicitarie, idea che i
produttori Michael De Luca e Jennifer Todd avevano già proposto
all’Academy senza successo.
Più o meno un anno fa la Fox
aveva assunto il
fumettista Brian Michael Bendis per scrivere
la sceneggiatura di uno spin-off sugli X-Men dedicato al
personaggio di Kitty Pryde (la Mutante
interpretata sul grande schermo da Ellen Page in Conflitto Finale e
Giorni di un futuro passato). Da allora si sono avvicendati un
regista, Tim Miller (quello del primo
Deadpool) e un titolo di lavorazione
(143, chiaro riferimento a Uncanny X-Men
#143, uno degli albi con protagonista Kitty Pryde), ma il
recente accordo tra l’azienda e la Disney, con la conseguente
cessione dei diritti sugli eroi Marvel, sembrava aver scombinato i
piani.
Sull’argomento però è tornato a
parlare lo stesso Bendis su Twitter, rispondendo ad una domanda di
un utente e rivelando che la Fox starebbe ancora sviluppando il
progetto con il suo script – in fase di stesura – e
un’ambientazione “surreale e deliziosa, tra la X mansion e la
fortezza della solitudine“.
Dunque possiamo confermare che il
film si farà e che uscirà nelle sale? Difficile dirlo senza una
conferma da parte degli studios.
Per quanto riguarda il cast, la
presenza di Ellen Page sarebbe piuttosto
improbabile, anche se l’attrice si era detta entusiasta all’idea
di tornare nei panni dell’eroina. “Mi è
piaciuto interpretare Kitty Pryde e penso sia uno dei ruoli in cui
avrei potuto dare di più” aveva raccontato in un’intervista,
“La mia esperienza nei film di X-Men non è stata così lunga e
lei è davvero un grande personaggio. Non so nulla del film ma
volendo essere onesta, si, mi piacerebbe farlo“.
Creata da Chris Claremont e John
Byrne neli primi anni Ottanta, Kitty
Pryde è una mutante con il potere
dell’intangibilità, cioè l’abilità di attraversare qualunque
oggetto solido. Durante la sua storia editoriale, ha assunto
diversi nomi in codice, tra
cui Sprite, Ariel,
e Shadowcat.
Tutto il fandom del Marvel Cinematic Universe
è arrabbiato con Star Lord (interpretato da Chris
Pratt). Chi ha visto Avengers: Infinity
War sa bene che, a causa della sua irruenza, il Guardiano
ha impedito ai Vendicatori di sfilare il Guanto a Thanos.
La scena, lo ricordiamo, si svolge
su Titano, dopo il sacrificio di Gamora. Il Titano Pazzo torna sul
suo pianeta con quattro Gemme (Spazio, Anima, Potere e Realtà). Qui
incontra Drax, Mantis, Star Lord, Iron Man, Doctor Strange,
Spider-Man e Gamora. Tutti insieme, gli
eroi tentano di strappare dalle sue mani il Guanto dell’Infinito
quasi completo ma, proprio mentre sembra che gli sforzi congiunti
stiano portando al risultato sperato, qualcosa va storito.
Mantis, con le mani poggiate sulle
tempie di Thanos, scopre che il nemico sta soffrendo: ha appena
sacrificato l’unica persona che abbia mai amato, Gamora, per
ottenre la Gemma dell’Anima. Purtroppo questa informazione viene
appresa da Star Lord e non processata immediatamente; sappiamo che
l’eroe è un po’ sbruffone e tanto impulsivo, così interviene fuori
dallo schema e la sua irruenza permette a Thanso di liberarsi dalla
presa di Vendicatori e Guardiani.
Il resto è storia, con Thanos che si
impossessa della Gemma del Tempo prima e della Mente poi e porta a
compimento il suo piano. Sembra quindi normale per i fan avercela
con Star Lord, che in quell’unico momento non è riuscito a
controllarsi per il bene superiore. Tuttavia una parte piccola e
romantica di ognuno di noi lo capisce, ha appena appreso che la
donan che ama è stata uccisa, e vuole vendetta. La sua rabbia e la
sua sofferenza sono comprensibili!
Eppure lo stesso Chris
Pratt si è schierato contro il suo stesso personaggio!
Durante la promozione di The LEGO Movie
2, in cui torna a doppiare il simpatico protagonista,
Emmet, l’attore ha confessato: “Non sono affatto nervoso
all’idea che esca Endgame, penso che i fan abbiano ragione, io
personalmente provo lo stesso nei confronti di Star
Lord!”.
Continuando a parlare di quello che
c’è in serbo per il personaggio e per i fan, Pratt ha confermato
che Star Lord tornerà e che non teme il giudizio o le conseguenze
dei gesti del suo personaggio perché “anche se per lui non ci
sarà redenzione, ne sarà valsa la pena perché per i fan sarà
un’esperienza difficilmente eguagliabile nella storia del
cinema.”
Avengers: Endgame
arriverà al cinema il 24 Aprile 2019, sarà diretto da
Anthony e Joe Russo e porterà a conclusione la
Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.
Cresce l’attesa per il debutto di
What We
Do In The Shadows, l’annunciato adattamento
seriale dell’omonimo film di Jemaine Clement e
Taika Waititi. Ebbene oggi il presidente della FX ha
rivelato che la serie sarà presentato in anteprima mercoledì
27 marzo alle 22.
What We
Do In The Shadows è uno sguardo in stile documentario
sulle vite quotidiane (o piuttosto notturne) di quattro vampiri che
hanno “vissuto” insieme per centinaia di anni. A Staten Island.
Il leader auto-nominato del gruppo è “Nandor The Relentless”
(Kayvan Novak), un grande guerriero e conquistatore dell’impero
ottomano, che ha preso il timone del gruppo nonostante molte delle
sue tattiche del Vecchio Mondo, il che ha portato a ciò che alcuni
potrebbero educatamente paragonare ad un bupki. Poi c’è il
vampiro britannico “Laszlo” (Matt Berry) – un po’ un ladro e un
dandy e un fop, si potrebbe dire. È un amante del male e delle
grandi serata, ma non tanto quanto ama vedere Nandor fallire
miseramente in ogni tentativo. E poi c’è “Nadja” (Natasia
Demetriou): la seduttrice, la tentatrice, la vampira Bonnie al
Clyde di Laszlo.
Altro convivente nella famiglia dei vampiri è “Guillermo”
(Harvey Guillén), un succube di Nandor (alias servitore/protettore
durante le ore diurne), che non vuole altro che diventare un vero
vampiro proprio come il suo padrone. In agguato c’è anche
“Colin Robinson” (Mark Proksch), un vampiro energico e
coraggioso, camminatore di tutti i giorni – fa feste sugli umani,
ma non sul loro sangue. Trai personaggi inediti c’è un nuovo amico
di Nadja, “Jenna” (Beanie Feldstein), uno studente di un vicino
college.
Dopo una visita inaspettata dal loro oscuro signore e leader,
“Barone Afanas”, i vampiri vengono richiamati all’ordine su quello
che era il loro compito inizialmente assegnatogli con il loro
arrivo a Staten Island oltre cento anni fa: il dominio totale e
completo del Nuovo Mondo. Ma qual è esattamente il modo
migliore per ottenere il dominio? La troupe
cinematografica seguirà i vampiri mentre si mettono in cammino per
dare seguito a questa compito assegnatoli.
Clement ha creato la serie che sarà lunga 10 episodi. Clement,
Waititi e Paul Simms sono produttori esecutivi con Scott Rudin,
Garrett Basch e Eli Bush. What We
Do In The Shadows è prodotto da FX Productions e
vede la partecipazione di Matt Berry, Kayvan Novak, Natasia
Demetriou, Harvey Guillén e Mark Proksch, che hanno recitato nel
ruolo pilota prima di essere promosso a una serie regolare.
Settimo miglior incasso della storia
per quanto riguarda i film d’animazione (e secondo nella classifica
dei titoli Disney dopo Frozen – Il Regno di
Ghiaccio), Zootropolis è arrivato nelle
sale nel 2017, diretto da Byron Howard e
Rich Moore, conquistando il favore di critica e
pubblico e riuscendo a conquistare lo stesso anno l’ambito
Oscar.
Non giunge inaspettato quindi
l’indiscrezione secondo cui la casa di Topolino sarebbe già al
lavoro per sviluppare non uno, ma ben due sequel delle avventure
di Judy Hopps e Nick Wilde, la coniglietta poliziotto e la
volpe truffaldina protagonisti del primo film.
“Posso dirvi che farò un altro
Zootropolis con la Disney”, ha dichiarato l’attore Tommy
‘Tiny’ Lister, “anzi, per l’esattezza tre. Faremo meglio di
Madagascar, realizzando il più grande film che gli studios abbiano
mai prodotto. L’ultimo era costato 240 milioni, mentre questo si
aggirerà intorno ai 300 milioni“.
Già nel 2016 i registi avevano confessato che gran
parte del materiale era stato scartato dalla versione finale per la
sala, cosa che lascia davvero aperta la possibilità sui sequel:
“Abbiamo introdotto distretti di
cui abbiamo parlato e che non potevano adattarsi alla storia, ma
altri personaggi sono stati eliminato dal film. Questo mondo ha un
grande potenziale e ci piacerebbe vedere qualcosa di più in
futuro“.
Composta da quartieri differenti
tra di loro come l’elegante Sahara Square e la gelida Tundratown,
Zootropolis accoglie animali di ogni tipo. Dal gigantesco elefante
al minuscolo toporagno, in questa città tutti vivono insieme
serenamente, a prescindere dalla razza a cui appartengono. Ma al
suo arrivo in città, la simpatica e gentile agente Judy Hopps,
scopre che la vita di una coniglietta all’interno di un corpo di
polizia dominato da animali grandi e grossi, non è affatto facile.
Decisa comunque a dimostrare il suo valore, Judy si lancia nella
risoluzione di un caso misterioso per cui dovrà lavorare al fianco
di una volpe loquace e truffaldina di nome Nick Wilde.
Zootropolis vede
nel cast vocale originale Jason
Bateman, Ginnifer
Goodwin e Shakira, oltre
a Idris Elba, Octavia
Spencer, J.K.
Simmons, Tommy
Chong, Nate
Torrence, Jenny
Slate, Alan
Tudyk, Raymond
Persi e Bonny
Hunt e Don Lake. Trai talent
italiani che hanno partecipato al doppiaggio ci
sono Massimo Lopez, Frank Matano, Teresa Mannino,
Paolo Ruffini e Diego
Abatantuono.
Ciò che si era soltanto ipotizzato
giorni fa grazie ad uno sguardo alle nuove Funko Pop relative a
Shazam! è
diventato realtà, e stavolta sono le action figure relative al film
a svelare un importante colpo di scena della trama.
Come suggerito dalle immagini qui
sotto, vedremo sullo schermo l’intera famiglia Shazam!, dunque non
soltanto Eugene e Darla
Batson (i genitori adottivi di Billy
Batson) ma anche Mary (Grace Fulton),
Freddy (Jack Dylan Grazer),
Eugene (Ian Chen), Darla (Faithe
Herman) e Pedro (Jovan Armand), ognuno con la
propria variante del costume di Billy.
Ad attirare l’attenzione sono
inoltre le piccole creature demoniache che accompagnano ogni
personaggio, ed è probabile che si tratti dei già
citati Sette Peccati Mortali (ipotesi
suggerita tempo fa da alcune immagini
leak del merchadise ufficiale trapelate in rete).
Per chi non avesse confidenza con
il supereroe, vi ricordiamo che nei fumetti Billy può condividere
il suo potere con i suoi fratelli e quando lo fa, Eugene acquisisce
il potere della tecnopatia e una superforza e Darla quello della
maggiore velocità.
Per quanto riguarda
i Sette Peccati Mortali, vengono presentati
come le entità demoniache che rappresentano i sette peccati
capitali, ovvero orgoglio, invidia, avidità, ira, pigrizia, gola e
lussuria. Non sappiamo ancora che ruolo ricopriranno nel cinecomic,
ma alcune voci sostengono che si rifaranno alle nuove versioni
di Geoff Johns e Gary
Frank nei fumetti di New 52.
Il film uscirà nelle sale ad aprile
2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel (Billy
Batson), Mark Strong (Dr. Thaddeus
Sivana), Jack Dylan
Grazer (Freddy), Grace
Fulton (Mary), Faithe
Herman (Darla), Ian
Chen (Eugene), Jovan
Armand (Pedro), Cooper
AndrewseMarta
Milans (genitori adottivi di
Billy, Victor e Rosa Vasquez), Ron Cephas
Jones (Il Mago).
Di seguito la sinossi ufficiale:
Abbiamo tutti
un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per
tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola
parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si
trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago.Ancora bambino all’interno di un
corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso
facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri:
divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola?
Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa
imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi
poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr.
Thaddeus Sivana.
Può uno spot di trenta secondi
suggerire dettagli della trama di un film o rivelare segreti
nascosti che l’occhio umano non percepisce al primo sguardo?
Secondo gli amanti delle teorie si, e nel caso di Avengers:
Endgame le supposizioni si sprecano, relativamente alla
clip mostrata domenica sera
durante il Super Bowl.
L’oggetto del mistero stavolta
sarebbe un personaggio “segreto” tagliato fuori da un’inquadratura
particolare (quella che vedete qui sotto): tra Bruce Banner e
Rhodes aka War Machine c’è infatti uno spazio sospetto che potrebbe
corrispondere ad un eroe eliminato digitalmente e appositamente per
questa release. Ma di chi si tratta? Diamo il via alle ipotesi.
La più intrigante, oltre che
plausibile, è che quel vuoto appartenga a Captain Marvel: Carol Danvers
debutterà nel MCU nello standalone con Brie Larson in uscita il 6
Marzo (circa un mese e mezzo prima di Endgame) ed è stato già
annunciato il suo ritorno nel nuovo capitolo sui Vendicatori,
dunque possiamo credere che gli eroi stiano aspettando proprio lei
o che la sua presenza – almeno nel materiale promozionale – sia
stata rimandata al film stesso.
Un’altra scena sembra poi orfana di
un personaggio, ed è quella in cui vediamo i protagonisti
attraversare quello che dovrebbe essere l’hangar degli Avengers (il
logo è in alto a sinistra): anche qui, precisamente tra War Machine
e Rocket, c’è uno spazio vuoto. Qualcuno è stato eliminato? Che ne
pensate?
Avengers:
Endgame arriverà al cinema il 24 Aprile 2019,
sarà diretto da Anthony e Joe Russo e
porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel Cinematic
Universe.
Jumanji sta
tornando, e il nuovo sequel non lascia nessun attore indietro.
Oltre a vedere di nuovo nella giungla il cast di attori famosi che
hanno interpretato i personaggi nel gioco, il film, che non ha
ancora un titolo ufficiale, vedrà tornare anche il giovane cast di
protagonisti.
Wolff era un nerd che si trasformato
in Doctor Smolder Bravestone. Blain era un atleta che viene
trasferito nella minuscola Mouse Finbar. Iseman era la ragazza
popolare trasformata nel professor Sheldon Oberon. Mentre, Turner
era il tranquillo introverso trasformato in Ruby Roundhouse.
Mentre Dwayne Johnson, Kevin
Hart, Jack Black e Karen Gillan tornano
nel sequel, il film vedrà anche dei volti nuovi, tra cui
Danny DeVito, Danny Glover e
Awkwafina.
Vi ricordiamo che Jumanji
2 arriverà nelle sale il 13 dicembre
2019. A rivelarlo è stato stesso Johnson sui suoi
social, allegando un video di presentazione ufficiale. Con questa
data è chiaro che assisteremo ad un altro epico scontro al box
office con Star
Wars: Episodio IX.
Il sequel di Jumanji –
Benvenuti nella giungla è già in fase di sviluppo con
gli sceneggiatori Scott
Rosenberg e Jeff Pinkner a
lavoro sulla storia. Non c’è ancora un regista a cui è stato
affidato il progetto e non sappiamo se Jake
Kasdan sia stato contattato per tornare, dopo aver
diretto il primo film.
Dopo
il trailer ufficiale Showtime ha diffuso una
featurette di Billions 4, l’attesa quarta
stagione della serie BILLIONS
con protagonisti Paul Giamatti e Damian
Lewis.
Il primo episodio di Billions
4 sarà presentata in anteprima negli USA domenica 17
marzo alle 21.
Interpretato dal premio Oscar,
vincitore di Emmy e Golden Globe, Paul Giamatti e vincitore
dell’Emmy e Golden Globe Damian Lewis, BILLIONS 4
è una delle serie drammatiche più importanti della rete, con una
media di cinque milioni di spettatori settimanali su tutte le
piattaforme. Le prime tre stagioni di BILLIONS
sono andate in onda in Italia su Sky Atlantic e sono disponibili su
Now Tv.
BILLIONS 4, la
trama
Quando tutti sono fuori per cercare
vendetta, nessuno è al sicuro. Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck
Rhoades (Giamatti), ex nemici, e Wendy Rhoades (Maggie Siff),
moglie del primo e fidata consigliere del se condo, si sono uniti
per formare un’alleanza difficile da pensare ma molto efficace,
mirata allo sradicamento di tutti i loro rivali, tra cui Grigor
Andolov (guest star John Malkovich), Taylor Mason (Asia Kate
Dillon), Brian Connerty (Toby Leonard Moore) e Waylon “Jock”
Jeffcoat (guest star Clancy Brown). L’ambizione e il
tradimento sono da sempre al centro di BILLIONS, e in questa
stagione tutti i personaggi scoprono esattamente quanto è alto il
prezzo che dovranno pagare per soddisfare tali esigenze. La
serie vede protagonisti nel cast anche David Costabile, Condola
Rashad, Kelly AuCoin, Jeffrey DeMunn e Malin Akerman,
BILLIONS
è stato creato e prodotto esecutivamente dagli showrunner Brian
Koppelman e David Levien. La serie è stata creata anche da Andrew
Ross Sorkin.
Per quanto riguarda le riprese, la
promozione e gli annunci in merito a Star
Wars: Episodio IX, Mark Hamill si trova in una posizione
molto comoda, ovvero quella di essere a conoscenza almeno di
qualcosa relativo al film, forse non di tutto, ma di essere
comunque in grado di “trollare” i propri fan, nella sua maniera
sempre spiritosa e rispettosa.
Il nuovo pretesto, per l’attore,
arriva dall’assenza durante il Super Bowl LIII, di
uno spot o un trailer per l’Episodio IX. I fan chiedono a gran voce
un titolo ufficiale o un primo spot, e Hamill ha tranquillizzato
gli spettatori, spiegando loro che il titolo esiste già e che lo
show animato Futurama, lo ha già predetto.
In una scena della serie animata,
infatti, i protagonisti sono davanti a un cinema e il cartellone
annuncia la proiezione di Star Wars: Episodio IX – Il Bar
Mitzvah di Yoda! Ecco di seguito il buffo tweet:
Nel cast del film
tornano Daisy Ridley, Adam Driver, John Boyega, Oscar
Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Kelly Marie Tran, Joonas
Suotamo e Billie Lourd. Si uniranno al
cast di Star Wars: Episodio IX Matt Smith, Naomi
Ackie e Richard E. Grant, insieme ai
veterani del franchise Mark Hamill, Anthony
Daniels e Billy Dee Williams, che
riprenderà il ruolo di Lando Calrissian.
Edgar Wright ha trovato la
protagonista del suo nuovo lavoro, Last Night In
Soho, thriller/horror psicologico ambientato nel noto
quartiere di Londra: come conferma Variety, Anya Taylor-Joy
reciterà per il regista britannico nel film che si ispira alle
atmosfere di A Venezia… un dicembre rosso
shocking (Don’t Look Now) di Nicolas Roeg
e Repulsione di Roman
Polanski.
Classe 1996, l’attrice è ora nelle
sale con Glass, capitolo
finale della trilogia di M. Night
Shyamalan composta da Unbreakable e
Split (dove aveva già interpretato Casey
Cook, la ragazza “risparmiata” da Kevin Wendell Crumb /
L’orda).
Sul progetto Wright ha dichiarato:
“Mi sono reso conto che non
avevo mai raccontato una storia nel centro di Londra, in
particolare a Soho, un quartiere dove ho trascorso tantissimo tempo
negli ultimi venticinque anni. Con Hot Fuzz e Shaun
Of The Dead ho parlato di luoghi in cui siete vissuti, mentre
questo parlerà della Londra in cui sono esistito.”
Last Night In Soho
non sarà l’unico obiettivo professionale del regista per il
2019: come confermato nelle ultime settimane, tonerà presto in sala
di montaggio per dare forma al documentario sulla rock
band Sparks, di cui ha già raccolto del
materiale e filmato il concerto al O2 Forum Kentish Town di Londra
lo scorso Maggio.
Ecco di seguito un video supercut di
Avengers: Endgame, che monta in maniera
approssimativamente cronologica i due filmati promozionali del film
che abbiamo visto fino a questo momento, il primo trailer e lo spot del Super Bowl
LIII diffuso domenica scorsa.
Nel video ci sono tutte le scene
viste fino a questo momento, meno di tre minuti, in cui si vedono
diversi protagonisti e soprattutto si abbozza a un montaggio
temporale, che però è ovviamente dettato da intuizioni non
verificabili, visto che, nonostante tutte le teorie sul web, il
film non ha ancora una trama dettagliata ufficiale.
L’impronta originale e goliardica
di Taika Waititi ha scosso la serietà del
franchise di Thor conferendo al Marvel Cinematic Universe un taglio
più scanzonato e non per questo meno profondo. Per alcuni questo
approccio si avvicina al modo di raccontare il mondo dei supereroi
di James Gunn, un “pioniere” all’interno del
genere supereroistico che con i due capitoli dei Guardiani
della Galassia ha aperto una nuova fase all’interno dei
Marvel Studios e che ha abbandonato la nave dopo il recente
licenziamento.
Come saprete il progetto di
Guardiani della Galassia 3 è ancora orfano di un
regista, e lo stesso Waititi era stato considerato il candidato
perfetto per sostituire Gunn. Purtroppo la risposta non è stata
quella che i fan si aspettavano, ma potrebbe esserci ancora la
possibilità di rivedere il filmaker australiano in azione nel
MCU:
“Voglio fare un altro film con
loro, e abbiamo discusso con i Marvel Studios di alcune
cose. Per quanto riguarda Guardiani della Galassia, non ho mai
incontrato nessuno per parlarne, anche se considero quello il
franchise di James. Entrare in un mondo del genere che ha il suo
marchio sarebbe come entrare in casa di qualcuno e dire “Ehi, sono
il tuo nuovo papà, e questo è il modo in cui preparo i panini al
burro di arachidi ora. Forse sarebbe un po’ imbarazzante…“
Nell’intervista concessa a Deadline
Waititi ha avuto modo di parlare della sua nuova esperienza con
The
Mandalorian, serie spin-off di Star
Wars attualmente in produzione, che arriverà entro la
fine del 2019 sulla piattaforma streaming Disney +:
“È stato incredibile, Jon
Favreau è un genio e realizzare qualcosa nell’universo di Star Wars
è davvero divertente. Trovo più strano vedere un stormtrooper,
anzi, girare una scena con 50 o 60 di loro […] Star Wars è molto
diverso dallo stile Marvel, dovevamo rispettare il tono dei primi
film perché è ciò che piace ai fan. Eppure non mancherà qualcosa di
mio…“
The
Mandalorian sarà scritta e prodotta dal
produttore e attore candidato all’Emmy Jon
Favreau, come annunciato in precedenza, con Dave Filoni
( Guerre stellari: Guerre dei
cloni , Star Wars Rebels ) a dirigere
il primo episodio. Gli altri registi
sarannoDeborah
Chow ( Jessica Jones), Rick Famuyiwa
( Dope ), Bryce Dallas
Howard ( Solemates )
e Taika Waititi( Thor:
Ragnarok ). Mandalorian – Star Wars
Series prodotto da Jon Favreau, Dave Filoni, Kathleen
Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist sarà il co-produttore
esecutivo.
Per quanto riguarda lo stato di
Guardiani della Galassia 3, non abbiamo ancora
aggiornamenti ufficiali. Negli ultimi giorni Chris Pratt e
Sean Gunn avevano lasciato intendere che il film
si farà ma che toccherà attendere ancora qualche anno.
Queste le parole del fratello di
James Gunn:
“Mio fratello sta lavorando a
Suicide Squad 2 adesso, cosa che mi rende davvero entusiasta e so
che anche lui lo è. Riguardo Guardiani 3, non so cosa sta
succedendo ma lo faremo e capiremo più in avanti come
muoverci…forse ci vorranno due anni in più, ma ci
arriveremo“.
Sono passati oltre 10 anni da
Gran
Torino, da quel capolavoro che doveva essere il suo
addio al cinema, eppure Clint Eastwood non si è ancora stancato di
portare l’America sul grande schermo, e così torna al cinema con
Il Corriere – The Mule.
L’attore e regista torna in doppia
veste, dietro e davanti alla macchina da presa, e racconta di Earl
Stone (Clint
Eastwood), un uomo di 90 anni che si ritrova senza
soldi, in pessimi rapporti con la famiglia, colmo di rimpianto per
come ha lasciato andare in pezzi i suoi affetti. Per risolvere i
suoi problemi economici, decide di accettare un lavoro per un
cartello della droga messicano, finendo per fare il “mulo”, ovvero
un corriere della droga.
Tratto da una storia vera, il
nuovo film di
Clint Eastwood, dal 7 febbraio al
cinema, è un’altra fotografia degli Stati Uniti, di un
sogno americano che ormai vive soltanto sulla pelle di chi ha visto
cambiare il Paese sotto i propri occhi, ed è inevitabile pensare
che Earl è un po’ lo stesso Clint. Se da una parte abbiamo un
reduce, sopravvissuto, che non si connette con la realtà che è
cambiata, che perde completamente ogni filtro ma rimane fedele alla
sua indole educata e gentile (chiama “negri” una coppia di
afroamericani con l’auto in panne, quando si ferma ad aiutarli, sul
ciglio della strada), dall’altra abbiamo un uomo che con la sua
stessa esistenza mantiene viva la testimonianza di ciò che è stato
il cinema e la Storia di quel Paese.
Se all’inizio del film Earl ci
appare come un vecchio solitario e immediato nei modi e
nell’approccio, dopo un po’ cominciamo ad avvertire il suo
rimpianto, il suo rimorso nei confronti di quei valori familiari
che ha sempre messo da parte per un egoismo intrinseco, che lo
spingeva sempre lontano dalla moglie e dalla figlia. E infatti,
adesso, la moglie (diventata ex) non fa altro che rimproverarlo per
il passato, mentre la figlia ha completamente smesso di
parlargli.
Questo atteggiamento netto nei
confronti del personaggio, non solo da parte dei familiari, ma
anche da quella di tutti gli altri personaggi che interagiscono con
lui (il poliziotto della DEA Bradley Cooper o il boss del cartello Andy Garcia) crea una situazione in cui
l’unico ad essere vivo e mobile è lo stesso protagonista, il
monumentale Eastwood, mentre gli altri personaggi sono tutte
figurine, stereotipi che non vengono approfonditi né tratteggiati
come si dovrebbe, con il risultato di eliminare quasi completamente
il dialogo del film.
E il film è effettivamente un
monumento al cinema dell’icona americana: la regia asciutta, i
campi larghi e i ritmi da western, la tensione che cresce
soprattutto nella seconda parte, ma anche i momenti di feroce
ironia, le risate di gusto su alcuni scambi (la sceneggiatura è di
Nick Schenk, lo stesso di
Gran Torino), ogni parte è messa al posto giusto
dall’occhio essenziale dell’Eastwood regista, che è poi quello che
più ama il pubblico. Il Corriere – The Mule è un
inno che Clint Eastwood innalza a se stesso,
semplicemente mettendosi in gioco, senza ostentare grandezza o
prodigi, ma semplicemente continuando a raccontare e a raccontarsi
come testimone vivente di un mondo (del cinema e non solo) che non
esiste più.
L’illustratore spagnolo David G. Fererro ha creato una
serie di bellissimi poster di film Disney ispirati alle linee
audaci e ai motivi geometrici del movimento Art Deco. Ariel sembra
una Daisy Buchanan dalla coda di pesce nel poster
de La
Sirenetta, Hercules sembra ancora più forte con una
mascella (e i pettorali, e i capelli) quadrata e Basil
l’Investigatopo, spesso dimenticato, riceve il suo giusto tributo,
comparendo in mezzo ai poster dei film Disney più famosi.
Negli ultimi anni (e per i prossimi)
la Disney vedrà ritornare al cinema i propri classici in versione
live action, tanto che soltanto il 2019 vedrà Dumbo, Aladdin e Il Re Leone tornare in sala
completamente realizzati da capo. Tuttavia il fascino dei classici
in animazione bidimensionale non finisce mai, come testimoniano
anche questi poster:
Dopo il successo di Ti
presento Sofia, Fabio De Luigi torna di nuovo al cinema da
protagonista nel film 10 giorni senza
mamma. Scritto e diretto da Alessandro
Genovesi, il film è una divertente commedia che riflette
sulla genitorialità, affrontando questi temi con una brillantezza
insolita, che lo rende piacevole su più fronti.
In Ti presento
Sofia Carlo (Fabio
De Luigi) e Giulia (Valentina
Lodovini) hanno tre figli. Lui è un papà distratto e
assorbito dal lavoro, lei è una mamma che si è dedicata alla
famiglia rinunciando alla carriera. Quando, stanca della routine,
Giulia comunica alla famiglia che si prenderà dieci giorni di
vacanza, Carlo si ritrova a dover badare ai propri figli, avendo
così l’opportunità di conoscerli meglio e riavvicinarsi alla
famiglia.
L’intento dichiarato del regista
era quello di realizzare un film come fosse composto da pezzi di
vita. Attraverso questa volontà stilistica, Genovesi riesce a
caricare di un’inaspettata freschezza le sue inquadrature e
sequenze, che nella totalità regalano al film un piacevole
atmosfera da indie movie americano. Nell’inseguire i suoi
protagonisti, prevalentemente con uso di camera a mano, il regista
riesce inoltre a catturare una spontaneità che impreziosisce il
tono del film, rendendolo leggero e apprezzabile. Sempre
mantenendosi sul registro della commedia, Genovesi, e con lui i
suoi attori, costruiscono situazioni comiche che nella loro
semplicità riescono a divertire, intrattenere e allo stesso tempo
trasmettere i temi su cui si basa il film.
Non tutte le trovate del film si
incastrano però a dovere, e a volte si eccede nei toni o nelle
trovate di scrittura, rischiando così di perdere di credibilità.
Elemento che viene poi in parte a mancare, nonostante la ricerca di
realismo da parte del regista, è un maggior coinvolgimento emotivo
nei confronti dei personaggi. Per quanto questi riescano a
risultare divertenti o ben inseriti nel racconto, grazie anche ad
una buona recitazione, sembra mancare un loro maggior
approfondimento che potrebbe renderli più umani e maggiormente
graditi allo spettatore.
La commedia sa ad ogni modo imporsi
per una regia che riesce a liberarsi dell’anonimato frequente nel
genere, raccontandoci con semplicità e dolcezza una storia di
genitorialità che ricorda l’importanza della famiglia nella vita di
ogni individuo. Genovesi, con il suo 10 giorni senza
mamma, realizza dunque una buona commedia, che intrattiene
e nel suo piccolo sa regalare delle novità che potrebbero riuscire
nell’intento di sorprendere lo spettatore.
Nel suo primo lungometraggio,
Keeper, Guillaume Senez si era
occupato di una coppia di giovanissimi che affrontava la nascita di
un figlio e di come ci si rapporti all’essere genitore in un’età
così acerba, mentre in questo secondo film, Le nostre
battaglie, presentato alla Semaine de La Critique del
Festival di Cannes e vincitore del Premio del Pubblico al Torino
Film Festival, in sala in Italia dal 7 febbraio, indaga su come sia
difficile tenere insieme un nucleo familiare, alle prese con i
mille problemi quotidiani.
Olivier (Romain
Duris) è delegato sindacale nella sua azienda e
caporeparto. Fa tutto quello che può per tutelare i suoi colleghi,
lo fa con passione e dedizione, ma questo spesso non basta. Tra
crisi e mercato globalizzato, il sindacato ha sempre meno forza, i
colleghi sono sfiduciati e i dirigenti fanno quello che vogliono.
Ora l’azienda vuole licenziare e non è disposta a compromessi. Il
lavoro assorbe completamente Olivier. Finché un giorno la moglie
Laura (Lucie Debay), che non riesce più a
sopportare il peso della famiglia da sola, se ne va, lasciandolo
con i figli, Elliot e Sara. Olivier deve riorganizzare la sua vita,
assumendo più seriamente su di sé il ruolo di padre. Intanto, cerca
di rintracciare la moglie e inizia a chiedersi i motivi della sua
fuga. Sostenuto dalla madre Joëlle (Dominique
Valadié) e dalla sorella Betty (Laetitia
Dosch), riflette sui propri errori e cerca di instaurare
un rapporto diverso con i figli in un percorso che sarà di crescita
per tutti.
È una poetica del quotidiano quella
di Senez, portata avanti con verità e senza retorica.
Nonostante l’inizio – l’inquadratura
dall’alto degli interni della fabbrica, vista come luogo alienante,
spersonalizzante, il gesto sconsiderato di un operaio disperato
– che farebbe pensare a un film incentrato sulla denuncia
sociale, questo elemento, senza dubbio presente nel film, viene ben
armonizzato con l’elemento realmente portante, quello esistenziale,
senza offuscarlo, in una fusione che rammenta come l’orizzonte di
riferimento del regista franco-belga comprenda senz’altro il cinema
dei fratelli Dardenne.
È la spiccata sensibilità di Senez
che gli consente di tratteggiare efficacemente la figura di un
padre, interpretato in chiave minimalista e perfettamente aderente
da Romain Duris (Tutti i battiti del mio
cuore, Il Truffacuori, Tutti pazzi per Rose). È
interessante, ad esempio, l’esplorazione delle contraddizioni del
personaggio, tanto solidale ed empatico coi compagni di lavoro,
quanto incapace di dialogo e condivisione in famiglia, al punto da
non accorgersi della profonda crisi della moglie. Senez riesce ad
addentrarsi nel terreno delle dinamiche relazionali tra moglie e
marito, genitori e figli, fra fratelli, esemplificate attraverso
situazioni e personaggi diversi, senza eccessi o sconfinamenti
melodrammatici, con un’autenticità e una delicatezza non comuni,
con l’aiuto di un buon cast. Particolarmente riusciti, tra gli
altri, i momenti di intimità sia tra Olivier e la sorella Betty,
che tra i piccoli Elliot e Sara. Il regista tesse una sottile tela
di stati emotivi che si colgono a pieno senza restarne sopraffatti
e non mette mai lo spettatore di fronte al ricatto dei
sentimenti.
Dal punto di vista narrativo, il
rischio che la componente emotiva prendesse il sopravvento e
facesse venir meno la coesione del racconto era tangibile, ma anche
in questo il regista, sceneggiatore con Raphaëlle
Desplechin, non si fa prendere dall’enfasi, si mostra
padrone della materia trattata e della sua articolazione, scandita
in modo preciso e cadenzato, secondo una serie ben precisa di fasi,
che illustrano in modo chiaro l’evoluzione del protagonista. Il
procedere è forse un po’ lento, ma l’elemento di novità introdotto
in ogni fase mantiene viva l’attenzione dello spettatore, che si
lascia così piacevolmente condurre in questo viaggio di
esplorazione socio-esistenziale.
Uno dei personaggi dell’universo
Marvel più enigmatici, complessi e
sfrontati arriva a casa vostra con Venom,
che debutterà in Dvd, Blu-ray, Blu-ray 3D, 4K Ultra HD e Digital HD
il 5 febbraio 2019. Questo imperdibile successo al botteghino, che
ha guadagnato oltre 822 milioni di dollari nei cinema di tutto il
mondo, è diretto da Ruben Fleischer (Zombieland) e presenta
un cast stellare che include Tom Hardy
(Il
cavaliere oscuro – Il ritorno,
Mad Max: Fury Road), Michelle Williams (The
Greatest Showman), Riz Ahmed (Rogue
One: A Star Wars Story, The Night Of), Jenny Slate
(Zootropolis)
e Woddy Harrelson (Zombieland, la saga di Hunger
Games).
Da non perdere per tutti gli amanti
dei comics e non solo, Venom arriva carico di
entusiasmanti contenuti bonus che permetteranno ai fan di avere
ancora più azione, con oltre un’ora di nuovi ed esclusivi
extra. I contenuti speciali includono una fantastica featurette
Venom Mode, in cui i fan potranno interagire con pop-up
informativi durante il film per rivelare le citazioni nascoste dei
fumetti; scene eliminate ed estese; un mini documentario chiamato
Dal simbionte allo schermo, che copre la storia di Venom
all’interno dei fumetti e segue il suo viaggio dalle pagine al
grande schermo.
Ci sarà inoltre un dietro-le-quinte
di alcuni degli stunt; uno sguardo al percorso di Ruben Fleischer
dietro la cinepresa; una featurette che mostra cosa è stato
necessario per creare Venom, chiamata Designing Venom. I
segreti del simbionte rivela i cosiddetti “easter-eggs” e le
citazioni nascoste all’interno del film. Altri contenuti speciali
includono diverse versioni alternative di alcune delle vostre scene
preferite, l’incredibile video musicale di Venom,
interpretata da Eminem, Sunflower di Post Malone e Swae-Lee
(tratta da Spider-Man: Un nuovo universo), ed un’anteprima
del film
Spider-Man: Un nuovo universo.
Venom racconta la
storia dell’evoluzione del personaggio Marvel più enignamtico,
complesso e sfrontato: Venom! Eddie Brock (Tom Hardy) è un uomo
finito dopo aver perso tutto – il lavoro e l’amore. Proprio quando
la sua vita si trova nel punto più basso, diventa ospite di un
simbionte alieno che gli conferisce superpoteri straordinari,
trasformandolo in Venom. Questi porteri saranno abbastanza per
questo nuovo letale protettore per sconfiggere le forze del male,
specialmente contro il simbionte rivale, Riot?
Venom è diretto Ruben
Fleischer e scritto da Jeff Pinkner & Scott Rosenberg e Kelly
Marcel. Il film è prodotto da Avi Arad, Matt Tolmach e Amy
Pascal.
Venom CONTENUTI BONUS ESCLUSIVI NEI
FORMATI 4K ULTRA HD E BLU-RAY:
Scena post titoli di coda ampliata
e scene eliminate
Più di un’ora di contenuti extra fra cui:
Modalità Venom: Quando
selezionate questa modalità, il film intragirà con voi con pop-up
informativi durante il film per fornirvi informazioni riguardanti
al rapporto tra film e fumetti, e per rivelare citazioni nascoste
che persino i fan più accaniti di Venom potrebbero essersi fatti
sfuggire!
Il protettore letale in
azione: Vai dietro le quinte insieme alla troupe di produzione
e scopri i segreti nascosti dietro gli incredibili stunt con le
moto, i cavi e i droni
L’antieroe
Il concetto alla base di
Venom
La creazione di Venom: Il
design e la creazione di Venom ha comportato un enorme sforzo per
gli artisti degli effetti speciali, seguite questo affascinante
viaggio.
I segreti dei simbionti:
Sbattete le palpebre e potreste perdervelo! Godetevi gli easter-egg
nascosti nel film.
E moltissimo altro!
Venom CONTENUTI BONUS NEI FORMATI
4K ULTRA HD, BLU-RAY 3D, BLU-RAY E DVD:
Per gli appassionati dei fumetti
Marvel non c’è
soddisfazione maggiore di veder portati sul grande schermo i propri
personaggi preferiti insieme ai loro costumi nelle versioni più
iconiche.
Ecco di seguito i migliori 10 look
originali adattati per il cinema in questo primo decennio di
MCU:
Iron Man – Iron Man
Iron Man è il
personaggio che ha dato inizio al Marvel Cinematic Universe,
inaugurando nel 2008 il proprio franchise con il film diretto da
Jon Favreau. Ed è lì che debutta anche il suo
costume, il cui design ricorda più un’armatura di latta che una
divisa vera e propria.
Tuttavia, grazie al genio creativo
di Stan Winston (autore di alcuni dei migliori design di creature e
personaggi nella storia del cinema) Tony Stark ha
ottenuto il look perfetto per il film, praticamente identico a
quello originale dei fumetti.
Visione – Avengers: Age of Ultron
Sebbene l’aspetto di Visione fosse
abbastanza difficile da adattare per il grande schermo, all’epoca
di Avengers: Age of Ultron il regista Joss
Whedon era deterinato a rimanere quanto più fedele
possibile alla controparte dei fumetti rendendo omaggio
all’originale senza tradire l’essenza dell’eroe.
In fin dei conti, ciò che avrebbe
potuto essere una creazione in CGI senza vita è stato reso molto
più avvincente grazie all’approccio pratico all’androide. Grazie
anche al contributo di Paul Bettany, che
espandendo la sua voce di Jarvis ha dato finalmente “corpo” ad
un’identità ben precisa, e all’aggiunta del mantello.
Spider-Man – Captain America: Civil War
Il tanto atteso ritorno a casa di
Spider-Man si è
realizzato in Captain America: Civil War,
cinecomic collettivo dove tutti gli occhi dei fan erano puntati sul
modo in cui i Marvel Studios avrebbero gestito l’ennesimo riavvio
del personaggio dopo i film di Sam Raimi e i due Amazing Spider-Man
di Mark Webb.
A sorpresa, la Marvel ha optato per
un ritorno alle origini con un look classico, omaggiando i lavori
di Steve Ditko sull’Uomo Ragno. Il risultato è un
bellissimo e divertente design che ha incontrato il favore del
pubblico di appassionati, con utilizzo di CGI e maschera con occhi
regolabili.
Loki – Thor
Come nel caso di Doctor Strange e
gli altri personaggi appartenenti alla sfera magica dell’universo
Marvel, Loki e il regno
di Asgard hanno rappresentato una sfida interessante per il design
dei costumi, ovviamente vinta alla grande dalla squadra di
costumisti.
Nel MCU – e nei fumetti – il
Dio dell’Inganno indossa infatti dei tipici abiti asgardiani, una
sorta di incrocio tra il cosmico e il medievale, con l’aggiunta di
un elmo con sopra applicate due enormi corna che in altri casi
avrebbero potuto essere una distrazione e che invece qui aiutano a
far apparire Loki ancora più sinistro e potente.
Captain America – Captain America:
Il Primo Vendicatore
I lettori dei fumetti sapranno che
il costume di Capitan America
è uno degli esempi di “esagerazione” più celebri tra tutti i look
dei Vendicatori. Stiamo inoltre parlando di uno degli eroi più
seriosi della squadra, e riuscire a ottenere il giusto compromesso
al cinema non deve essere stata un’impresa facile.
L’uniforme può sembrare fuori luogo
in certi momenti, ma funziona sorprendentemente bene soprattutto
nel primo capitolo del franchise, dove questo funge da simbolo
piuttosto che da completo da battaglia.
Hela – Thor: Ragnarok
Thor: Ragnarok
poteva sembrare all’apparenza il più grande azzardo del MCU, con
personaggi così audaci e un tono scanzonato che non si addiceva
alla serietà del franchise sul Dio del Tuono; ciò nonostante il
lavoro di Taika Waiti è stato magnifico e ha
contribuito a dare nuova linfa al corso dell’universo
condiviso.
Di sicuro uno degli aspetti più
riusciti è il design di Hela e il suo costume,
fedele all’originale e arricchito da effetti speciali sorprendenti:
il completo nero con corna è semplicemente pazzesco, messo in
mostra nella sequenza della battaglia tra le Valchirie e la
villain.
Doctor Strange – Doctor Strange
L’aspetto esteriore di Doctor Strange
era uno dei più rischiosi da riprodurre nell’universo
cinematografico Marvel, essendo legato al misticismo e ad alcuni
costumi davvero stravaganti. E se l’apparenza sembra non rendere la
transizione da fumetto a film abbastanza efficace, la realtà è un
lavoro minuzioso svolto con intelligenza e rispetto della
fonte.
Fortunatamente i Marvel Studios si
sono limitati a ricreare il costume dell’eroe in modo fedele,
adatto al mondo in cui opera, con un mantello “senziente” e molto
divertente da vedere in azione.
Crossbones – Captain America: Civil War
Chi mai vorrebbe indossare un
costume come quello di Crossbones? Nei
fumetti questa domanda equivale ad una riflessione piuttosto
interessante sul villain, che incontriamo per la prima volta
tramite il suo alter ego Brock Rumlow in Capitan America:
The Winter Soldier.
Effettivamente è un look strano, poi
reintrodotto in Captain America: Civil War, che
presenta un design da combattimento ben equipaggiato e dei dettagli
realizzati con vernice spray. Perfetto per descrivere il carattere
del personaggio e incutere il giusto terrore negli avversari.
Black Panther – Captain America: Civil War
Il costume di Black Panther
rappresenta un caso unico all’interno dell’universo Marvel, perché
non è soltanto un’uniforme che l’eroe indossa per andare in
battaglia, ma racchiude un antico e importante simbolo del Wakanda.
Fu chiaro fin dalla sua introduzione in Civil War che i Marvel
Studios avevano fatto centro lasciando alle spalle ogni tipo di
pressione.
Molto più che una tuta nera, il look
di T’Challa riesce a diventare un tutt’uno con chi lo indossa e
definisce i maggiori valori della nazione africana: è sontuoso,
elegante, intimidatorio e regale allo stesso tempo.
Avvoltoio – Spider-Man: Far From Home
Spider-Man ha forse la migliore
galleria di criminali dell’Universo Marvel, con alcuni cattivi
ragazzi cattivi che vengono rappresentati con costumi alquanto
buffi. e’ per questo che al sentire il nome di Avvoltoio i fan
erano preoccupati che la sua versione cinematografica potesse
risultare un azzardo, o forse un totale fiasco. Come al solito si
sbagliavano.
Per il design del villain di
Spider-Man: Homecoming, i Marvel Studios anno
saggiamente pensato di fare un mix di aggiornamenti realistici del
costume originale, sostituendo le ali a forma di uccello con gadget
tecnologici e donandogli un aspetto davvero inquietante.
Il Super Bowl LIII ci ha
dato la possibilità di dare un nuovo sguardo a Noi(US), il nuovo horror di Jordan
Peele che segue il travolgente successo, con tanto di
Premio Oscar alla sceneggiatura, di Get Out. Nel
cast del film ci sono Lupita Nyong’O,
Elisabeth Moss, Yahya Abdul-Mateen II e
Winston Duke.
La sinossi: La storia di US
ambientata ai giorni nostri e segue la coppia formata da Adelaide e
Gabe Wilson d’estate mentre portano i loro figli nella vecchia casa
sulla spiaggia di lei, situata nel nord della California. Dopo una
giornata in spiaggia con la famiglia, Adelaide – che è ossessionata
da un trauma proveniente dal passato – diventa sempre più paranoica
e crede che qualcosa di brutto possa accadere ai suoi cari. Mentre
cala la notte, i Wilson vedono quattro figure che si tengono per
mano e stanno in piedi silenziosamente in fondo al loro
vialetto…
La Universal, che produrrà Noi
insieme alla Monkeypaw Productions, Sean
McKittrick e Jason Blum, ha fissato la
data di uscita nelle sale al 15 Marzo
2019.
Arriverà il 28 febbraio in sala
Dragon Ball Super: Broly, la nuova epica avventura
del franchise ideato da Akira Toriyama che è
diventato un vero e proprio culto anche in Occidente.
Di seguito, il trailer italiano del
film che ha già sbancato i box office statunitensi e che si prepara
ad arrivare da noi distribuito da Anime Fectory e Koch
Media.
Un pianeta distrutto, una potente
razza ridotta in cenere. Dopo l’esplosione del Pianeta Vegeta, tre
Saiyan furono dispersi nello spazio, costretti a diversi destini.
Mentre due di loro hanno trovato casa sulla Terra, il terzo,
cresciuto dal padre che gli ha instillato un ardente desiderio di
vendetta, sviluppa una potenza incredibile. Il momento per questa
vendetta è finalmente arrivato! I tre destini si incroceranno in
una battaglia che scuoterà l’intero Universo!
Son Goku è tornato ad allenarsi duramente per poter affrontare i
nemici più potenti che le galassie hanno da offrire, e Vegeta non è
da meno. Ma quando improvvisamente i due si troveranno di fronte un
ignoto Saiyan, scopriranno una forza atroce e
devastante.
Anche
Alita: Angelo della Battaglia ha partecipato alla
lista di film che hanno approfittato dell’enorme visibilità delle
pubblicità durante il Super Bowl LIII per
presentare un suo nuovo spot tv, che potete vedere in calce.
In
Alita: Angelo della Battaglia, lo scienziato Dr. Ido
recupera una cyborg femmina, Alita, da una discarica del 26esimo
secolo. Diventato un surrogato di padre per Alita, Ido scopre che
lei è una sorta di Angelo della Morte che potrebbe rompere il
cerchio di morte e distruzione nel quale ruota questo mondo
post-apocalittico, devastato 300 anni prima da una terribile guerra
mondiale…
La protagonista del film sarà
interpretata da Rosa Salazar (The
Divergent Series,Maze Runner). Nel cast
ci sono anche Lana
Condor, Leonard
Wu, Christoph Waltz, Jackie
Earle Haley, Mahershala Ali, Ed
Skrein, Jennifer Connelly e Jorge Lendeborg
Jr.
Alita: Angelo della Battaglia che verrà distribuito
dalla 20th Century Fox, è diretto da
Robert Rodriguez (Sin City,
Grindhouse Planet Terror, Machete) e prodotto da
James Cameron.
Gli alieni Skrull
giocheranno un ruolo fondamentale nella trama
di Captain Marvel, atteso cinecomic
in arrivo nelle sale il prossimo 6 Marzo, come già svelato dai
primi trailer e dalla descrizione dei personaggi (fra tutti Talos,
il guerriero infiltratosi nello S.H.I.E.L.D. interpretato da
Ben Mendohlson).
Creata da Stan
Lee e Jack Kirby nel 1962,
questa specie mutaforma ha esordito sui fumetti Marvel in qualità
di antagonisti dei Fantastici Quattro e
mutato la loro importanza nel corso degli anni tanto da diventare
spesso protagonisti di accesi conflitti e interessanti crossover.
Il più celebre è forse Secret Invasion, storia in cui
vediamo gli alieni rimpiazzare i supereroi attivando la loro
formazione nota come gli Illuminati.
Abbiamo già parlato di Talos, il
loro leader che apparirà nel film con Brie Larson,
ma a quanto pare un altro personaggio Skrull dovrebbe svolgere un
significativo compito nel corso degli eventi e a suggerirlo sono
proprio le nuove action figure di HeroClix che vedete qui sotto;
tra queste spicca quella di una figura che ricorda moltissimo il
look degli alieni originali dei Fantastici 4, forse uno scienziato
(dato l’abbigliamento). Che ne pensate?
Vi ricordiamo che alla regia del
film con protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. L’uscita al cinema è fissata
al 6 marzo 2019.
Nel cast, oltre alla Larson,
anche Samuel L. Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
La sinossi: Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima
volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno
degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene
coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che
l’eroina interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è
un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella
storia dell’universo cinematografico Marvel.
Allontanato dalla produzione di
Guardiani della Galassia Vol.3, James
Gunn ha scelto la “concorrenza” DC per tornare al lavoro,
sempre su un cinecomic, prendendo le redini di un franchise che era
stato accolto con non poche perplessità dalla critica (il pubblico
invece lo aveva premiato a suon di biglietti staccati).
Come ormai saprete, il regista sta
scrivendo – e presumibilmente dirigerà anche – il sequel di
Suicide Squad, il cui titolo ufficiale
è The Suicide Squad, che riavvierà in forma
di reboot le sorti della squadra lanciata nel 2016 dal film di
David Ayer con Margot Robbie,
Jared Leto e Will Smith.
Fonti vicine alla produzione
informano che il cinecomic dovrebbe rimanere fedele allo stile di
Gunn e tratterà l’adattamento dei fumetti con uno sguardo molto più
simile a Guardiani della
Galassia.
Tuttavia le indiscrezioni si
moltiplicano e, secondo quanto riportato dall’Hollywood Reporter,
Gunn sarebbe stato contattato già prima di Suicide Squad dalla
Warner Bros. per dirigere un nuovo capitolo sulle avventure di
Superman. L’articolo spiega che il regista
americano non avrebbe mai preso in seria considerazione l’idea di
affrontare un altro Man of Steel, seppur
incuriosito dal personaggio a tal punto da effettuare diverse
ricerche sui fumetti originali.
Gunn è stato licenziato da
Guardians of the Galaxy Vol. 3a luglio dello
scorso anno dopo il riemergere di tweets offensivi che il regista
aveva fatto al suo account Twitter prima di entrare a far parte
della Disney. Nonostante il grande sostegno da parte dei suoi
colleghi e fan, con una petizione che ha raccolto oltre 400.000
firme, la Disney ha tenuto duro sulla loro posizione e non ha
riassunto Gunn.
Scritto e (forse) diretto
da James Gunn, The Suicide
Squad arriverà nei cinema il 6 agosto 2021.
Luca Argentero è
il protagonista
di Copperman, il film
di Eros Puglielli con Antonia Truppo, Galatea Ranzi,
Tommaso Ragno, Gianluca Gobbi “Le cose non sono mai
quelle che sembrano e neanche io sono quello che sembro”.
Copperman ovvero Anselmo, è un
uomo che viaggia nel mondo con l’innocenza di un
bambino e il cuore di un leone. Abbandonato dal
padre, che lui crede un supereroe, Anselmo vive con
la madre (Galatea Ranzi) che a forza di ripetergli
quanto sia “speciale”, se ne è convinto
anche lui. E proprio come
Forrest Gump ha conservato nel tempo una
purezza infantile e il candore disarmante di chi non conosce la
diffidenza.
Il suo grande amore è Titti
(Angelica Bellucci/Antonia Truppo) conosciuta a scuola alle
10, 34 minuti e 12 secondi di un giorno speciale e poi
inghiottita da un’assenza troppo lunga. E poi c’è
Silvano (Tommaso Ragno), il fabbro del
paese, arrivato non si sa da dove, suo padre putativo
e mentore. Uno che ha poche parole e una pistola. E
che è diventato suo amico dalle 11 e 47 minuti del 12 aprile
1991. Grazie a lui, Anselmo
diventa Copperman.
Prodotto da Eliofilm con
Rai Cinema, in associazione con Notorious Pictures e
Minerva Pictures Group, il film sarà nei cinema dal 14
febbraio. Copperman è una
moderna favola per adulti, l’avventura di uomo che vive
il sogno di un bambino. Attraverso i suoi occhi la realtà
assume i colori delle fiabe, uno sguardo che neanche la
vita nei suoi aspetti più crudi riuscirà a intaccare.
Diretto da Eros
Puglielli (“Tutta La conoscenza del mondo”, “Occhi di
cristallo”, “Nevermind”), il film è sceneggiato da
Mauro Graiani, Riccardo Irrera, Paolo Logli, Alessandro
Pondi e accompagnato dalle musiche di Andrea
Guerra. Protagonista è
Luca Argentero (“Saturno contro”,
“Poli Opposti”, “Il grande sogno”, “A casa nostra” fra gli
altri) con Antonia Truppo (“Lo
spazio bianco”, “La doppia ora”, David di Donatello per “Lo
chiamavano Jeeg Robot” e “Gli
indivisibili”), Galatea Ranzi (“La
grande bellezza” e “La ragazza nella nebbia” fra i più
recenti), Tommaso Ragno (“La
Pazza gioia”, “Lazzaro
Felice”, “1993” e “Il Miracolo” per la
tv), Gianluca Gobbi (“Dogman”
e “La profezia dell’armadillo” i suoi ultimi film e il ruolo
di Paolo Villaggio in “Fabrizio De Andre’, Principe Libero”) e
i piccoli Sebastian Dimulescu e Angelica Bellucci.
L’addio di Chris
Evans a Captain
America è stato al centro dell’attenzione negli
ultimi mesi tanto quanto l’arrivo del trailer di Avengers: Endgame,
dopo che l’attore aveva lasciato su Twitter un messaggio d’amore ai
fan ringraziandoli del meraviglioso viaggio intrapreso in questi
anni e salutando il personaggio, il cast e la crew.
Da allora abbiamo dato per scontato
che il tempo di Evans nel MCU fosse effettivamente terminato.
Tuttavia le dichiarazioni di Joe
Russo in un’intervista con Usa Today avevano
rimesso in discussione la sua partenza: “Penso che sia stato
molto più emozionante per lui che per noi, perché fondamentalmente
Chris non ha ancora finito. Non voglio spiegarvi cosa questo
significhi, anche se il pubblico lo capirà presto…“
Cosa avrà voluto dire il regista?
Una possibile risposta a questo mistero è arrivata nelle ultime
ore, tramite il rumor che vorrebbe l’attore alla regia di una delle
prossime serie tv Marvel destinate alla piattaforma streaming
Disney +. È lì che finiranno titoli spin-off
come Loki, Scarlet Witch e
Visione, Falcon e Soldato d’Inverno,
progetti confermati e già in cantiere…sarà proprio uno di questi ad
essere affidato a Evans?
A quanto pare Kevin Feige gli
avrebbe offerto la possibilità di dirigere alcuni episodi, ma
ovviamente aspettiamo una conferma ufficiale prima di lanciarci in
inutili speculazioni.
Qualunque sia il futuro, i fan si
preparano ad accogliere con un po’ di amarezza le decisioni dello
studio; sappiamo inoltre che si tratterà, probabilmente, solo del
primo di una serie di addii, e presto scopriremo quale altro
personaggio storico lascerà il posto alla nuova generazione di eroi
Marvel.
Rivedremo però Chris Evans nei panni
di Steve Rogers in Avengers: Endgame, al
cinema il 24 Aprile 2019, diretto da Anthony e Joe
Russo.
I Wonder Pictures
ha diffuso il trailer ufficiale di Ognuno ha il diritto di
amare – Touch me not, il film premiato al 68esimo
Festival Internazionale del cinema di Berlino con l’Orso
d’Oro e con il premio per la migliore Opera
Prima.
La pellicola arriverà nelle sale italiane a partire da giovedì
14 febbraio.
Diretto e sceneggiato dalla regista
Adina Pintilie, che appare anche nel film in prima
persona, OGNUNO HA DIRITTO AD AMARE – TOUCH ME
NOT segue i percorsi emotivi di Laura, Roman e
Christian, lanciando uno sguardo profondamente empatico sulle loro
vite. Sul confine sottile tra realtà e finzione, desiderosi di
trovare una forma di intimità eppure anche profondamente
terrorizzati da essa, i protagonisti sono al lavoro su se stessi
per superare vecchi schemi mentali, tabù e meccanismi di difesa e
per trovarsi finalmente liberi dalle proprie paure.
OGNUNO HA DIRITTO AD
AMARE racconta di come possiamo trovare l’intimità
nei modi più inaspettati e come amarci l’un l’altro senza perdere
noi stessi.
Il riscontro positivo del pubblico
in sala e i vari riconoscimenti
durante la stagione dei premi sembrano aver oscurato, in parte, le
contraddizioni su Bohemian
Rhapsody relative al licenziamento di
Bryan Singer a poche settimane dalla fine delle
riprese (i cui motivi non sono mai stati realmente giustificati
dalla 20th Century Fox).
L’argomento si è nascosto dietro il
silenzio degli attori fino ad oggi, con le parole di Rami
Malek – interprete di Freddie Mercury nel biopic – che ha
descritto in un’intervista con l’Hollywood Reporter l’esperienza
sul set con parole tutt’altro che positive:
“Credo che tutti meritino di
dire ciò che pensano e che chiunque voglia parlare di quello che è
successo debba far sentire la propria voce. Per quanto riguarda la
mia esperienza con Bryan, non è stata piacevole, per niente. E
questo è ciò che posso dire. Chi vuole una risposta la avrà: Bryan
Singer è stato licenziato. Nessuno sapeva che sarebbe successo, ma
credo che doveva succedere e così è stato“.
Sul clima scatenatosi intorno alle
denunce di violenze e molestie sessuali da parte del regista, Malek
ha poi dichiarato:
“Il mio cuore va a chiunque
debba vivere qualcosa di così terribile. È assurdo che ciò accada,
e capisco quello che hanno passato e quanto sia difficile per loro.
Alla luce dell’era #MeToo e di tutto ciò che è venuto dopo, posso
ancora affermare che è è una cosa orribile.”
Pochi giorni fa nuove e pesanti
accuse di molestie sessuali sono state rivolte
a Singer, dopo che ad Ottobre scorso il
regista era stato pubblicamente denunciato dalla
rivista Esquire. Stavolta le
vittime sarebbero quattro attori, di cui uno soltanto ha rivelato
la sua identità (Victor Valdovinos): nel servizio di Atlantis si
parla di violenze e rapporti sessuali contro la volontà dei
ragazzi.
Non è la prima volta che Singer
viene accusato di un tale crimine: nel 2014,
da Michael Egan e nel 2017, quando
fu Cesar Sanchez-Guzman ad
accusarlo di averlo costretto ad avere un rapporto sessuale nel
2003. Sanchez-Guzman, all’epoca dei fatti un attore, ha
riportato che Singer si era offerto di aiutarlo con la sua
carriera. Il regista ha tentato di far cadere le accuse e indicando
la bancarotta di Sanchez-Guzman nel 2014 come causa principale
dell’accusa.
Cresce l’attesa per il debutto di
Scary Stories to Tell in the Dark, il
film prodotto dal premio Oscar Guillermo del Toro.
Ebbene durante il Super Bowl di questa notte oltre ai grandi attesi
spot di
Avengers:Endgame,
Captain Marvel, Fast and Furious, c’era anche il meno
atteso ma altrettanto affasciante Scary Stories To Tell in
the Dark.
Il titolo a metà tra Horror e
Fantasy ha lanciato ben 4 spot inediti ma molto affascinanti.
Eccoli di seguito:
Guillermo del Toro
ha prodotto Scary Stories to Tell in the
Dark insieme a Jason Brown e Sean
Daniel della The Sean Daniel Company e
a Elizabeth Grave della 1212 Entertainment. La
prima stesura dell’adattamento seguiva le vicende di un gruppo di
giovani alle prese con i loro peggiori incubi ed era stata firmata
da Marcus Dunstan e Patrick
Melton (Saw –
L’Enigmista).
Scary Stories to Tell in the
Dark
Le storie raccontate in
Scary Stories to Tell in the
Darksi ispirano al folklore
americano e sono state pubblicate per la prima volta nel 1981. Il
cast di Scary Stories to Tell in the Dark
comprende anche Austin Abrams (Brad’s Status, Tragedy
Girls), Gabriel Rush (Moonrise Kingdom, The
Grand Budapest Hotel), Michael Garza (Wayward
Pines, The Hunger Games), Austin Zajur (Fist
Fight, Kidding), Dean Norris (Breaking
Bad), Gil Bellows
(Patriot, Jett), Lorraine
Toussaint (Into The
Badlands, Selma, Orange
Is The New Black) e Natalie Ganzhorn (Make it
Pop, Wet Bum).