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Venezia 75: il grande giorno di Suspiria di Luca Guadagnino

Venezia 75: il grande giorno di Suspiria di Luca Guadagnino

E’ oggi il grande giorno della premiere di Suspiria di Luca Guadagnino, l’atteso remake del cult  di Dario Argento con protagonisti Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth, Chloë Grace Moretz.

Il regista in merito al film ha commentato “Ogni film che realizzo è come un esordio per me: un nuovo inizio che parte dalle memorie che hanno costruito il mio immaginario. A dieci anni, a Cesenatico, ebbi l’epifania di Suspiria: un poster in un cinema chiuso. Trentasette anni dopo debutto al cinema (dell’orrore) grazie al potere evocativo di Dario Argento, capace di scatenare gli immaginari. Suspiria nasce nel 1976 ed esce nel 1977. Il nostro Suspiria è ambientato nel 1977, un anno fecondo per le rivoluzioni femminili-femministe.

In un’accademia di danza di fama mondiale si muove una presenza oscura, che inghiottirà il direttore artistico della troupe, una ballerina ambiziosa e uno psicoterapeuta in lutto. Qualcuno soccomberà all’incubo. Altri, alla fine, si sveglieranno.

Suspiria ha un cast internazionale di grandissimo livello, tra cui Dakota Johnson, Tilda Swinton, Mia Goth, Lutz Ebersdorf, Jessica Harper, Chloë Grace Moretz, Angela Winkler, Sylvie Testud, Renee’ Soutendijk, Ingrid Caven, Malgorzata Bela

Venezia 75: Joel e Ethan Coen raccontano The Ballad of Buster Scruggs

Joel e Ethan Coen incontrano la stampa in una sala dell’hotel Excelsior, in compagnie di alcuni attori del cast, Tim Blake Nelson, il pistolero Buster Scrugs, Harry Melling il torso umano e Bill Heck il colone in cerca di moglie. I due fratelli raccontano di essere grandi appassionati di film di genere e in particolare di western fin da quando erano bambini. Ricordano di averne fatto grandi abbuffate al cinema e in televisione.

In particolare gli torna alla memoria un giorno, in occasione di una festività ebraica, durante il quale non entrarono a scuola, per intrufolarsi di nascosto in un cinema a vedere un film western. Vennero scoperti e puniti dal preside. Vedevano ogni film possibile su quel genere a loro così caro, ma in particolare erano affascinati dalle opere di Sergio Leone, che nella nuova loro fatica a quattro mani viene citato e omaggiato più volte. Affermano con sicurezza che The Ballad of Buster Scruggs non é mai stato un progetto di serie televisiva, nonostante la produzione Netflix. Ci tengono a sottolineare che si tratta di un equivoco e che la decisione di fare un film a episodi é stata una ferma idea fin dall’inizio, colpiti oltretutto da tante opere similari degli anni sessanta e settanta, in cui diversi registi lavoravano attorno a un tema comune L’idea di rendere la struttura come quella di un libro illustrato è stata per loro funzionale all’organizzazione delle sei differenti storie.

Ma non hanno utilizzato un libro realmente esistente, bensì ne hanno inventato uno, appositamente progettato per contenere i loro racconti, corredandolo poi di bellissime e colorate illustrazioni in fase di post-produzione. Gli viene domandato se credono e sono fiduciosi al ritorno del genere western, soprattutto dopo il successo dei film di Quentin Tarantino. Loro rispondono che non si sono mai visti tanti film western come in questi ultimi anni, neanche negli anni d’oro. A riprova di questo, dicono che mentre giravano, nelle stesse location, erano impegnate diverse troupe di altri film.

Venezia 75: Bradley Cooper e Lady Gaga presentano A Star is Born

Venezia 75: Bradley Cooper e Lady Gaga presentano A Star is Born

Il terzo plumbeo giorno di Venezia 75 si colora e prende vita grazie a due ospiti d’eccezione. Oggi è stato presentato alla stampa, infatti, uno dei film più attesi e chiacchierati del festival, A Star Is Born, opera prima da regista di Bradley Cooper. Ad accompagnarlo c’era, ovviamente, anche la protagonista, una radiosa Lady Gaga.

E’ Nata Una Stella è senza dubbio uno dei classici di genere più amati dal pubblico, film che negli anni ha visto svariati remake. Oggi, alle versioni del 1937 con  Janet Gaynor e Fredric March, del 1954 con  Judy Garland e James Mason e del 1976 con Barbra Streisand e Kris Kristofferson, se ne aggiunge una quarta decisamente più contemporanea. Il film racconta la storia di Ally (Lady Gaga), una ragazza che sogna di sfondare nel mondo della musica, e del suo incontro con Jack Maine (Bradley Cooper), incontro che le cambierà per sempre la vita.

Diretta da Bradley Cooper – per la prima volta non solo davanti ma anche dietro la macchina da presa – sveste gli estrosi panni di popstar e entertainer e si trasforma in navigata attrice.

“E’ una storia che abbiamo già visto e amato più volte. Questo film parla d’amore, di musica ma anche una storia che affronta il tema della dipendenza da alcol e droghe […] Quando ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica avevo solo diciannove anni e ho lottato come un leone per sfondare, ce l’ho messa tutta perché al contrario di Ally avevo molta fiducia nelle mie capacità […] “

 

Proprio come Ally nel film anche Lady Gaga nella realtà ha dovuto affrontare mille difficoltà prima di sfondare. Il fatto stesso che tra interprete e personaggio ci sia una tale connessione rende l’interpretazione di Gaga molto più personale e incisiva. Conosciuta e amata dal pubblico anche e forse soprattutto per la sua teatralità – che la rende una perfetta performer -, stavolta Gaga sorprende per il suo look quasi acqua e sapone.

“Cambiare look e giocare con la moda, creando costumi e provando stili diversi è sempre stata una mia passione […] Bradley invece mi voleva semplice, libera e senza trucco, completamente vulnerabile, per lui era importante. Ricordo uno dei primi provini, eravamo a casa mia e avevo sul viso un velo leggerissimo di trucco. Scendo le scale e vedo Bradley venirmi in contro con in mano una salvietta struccante dicendomi: ‘No, voglio vederti completamente pulita’. Ecco, per me la sfida più grande è stata questa, mettermi a nudo e rendermi completamente vulnerabile. Si, ero spaventata ma lui mi ha fatto sentire al sicuro grazie alla sua incredibile professionalità”.

Durante la conferenza stampa di questo pomeriggio Lady Gaga e Bradley Cooper hanno parlato, oltre che della realizzazione del film, anche del loro rapporto personale. In A Star is Born è chiaro sin dalla prima scena insieme che tra i due protagonisti c’è una alchimia particolare.

“Quando ci siamo incontrati la prima volta – ha dichiarato Bradley Cooper – io nemmeno sapevo che Stefani [il vero nome di Lady Gaga è Stefani Joanne Angelina Germanotta] avesse origini italiane. Dopo aver parlato per un po’ ho scoperto che entrambi siamo per metà italiani e forse anche questo ci ha aiutati a legare. Ricordo proprio che questa conversazione è avvenuta davanti a un bel piatto di pasta, cucinato da lei ovviamente […] Lavorare con lei è stato fantastico. Sul set tutti avevano l’impressione di essere a un concerto e non al lavoro. Quando iniziava a cantare tutti restavano incantati ad ascoltare e la temperatura nella stanza cambiava immediatamente”.

 

leggi anche: Venezia 75: La Favorita, recensione del film con Emma Stone

A percepire lo stesso tipo di familiarità è la stessa Gaga che ha condiviso con la sala qualche aneddoto dal set di A Star is Born.

“Lavorare con Bradley è stato fantastico. C’è stato da subito molto feeling e rispetto reciproco. Ho capito immediatamente che lui rispettava me come attrice e non solo come cantante e, viceversa, anche lui ha percepito quanto rispetto avessi per lui come regista, attore ma anche come cantante […] E’ davvero un cantante eccezionale; quando canta la sua voce è profonda e viscerale, piena di intensità […] Quando Ally si trova per la prima volta a cantare la sua musica, ecco, quel momento per me è stato così vero e toccante! Quando abbiamo girato eravamo di fronte a un vero pubblico ed eravamo davvero coinvolti.  Dopo aver girato la scena più volte, proprio sull’ultimo take Bradley mi ha detto semplicemente ‘Rifacciamola ma stavolta divertiti’. E così ho fatto. Mi sono esibita come se quella per me fosse davvero la prima volta”.

 

leggi anche: Venezia 75: The Mountain, recensione del film di Rick Alverson

Uno dei temi affrontati da entrambi gli ospiti in conferenza stampa è quello della popolarità e di come questa influenzi la quotidianità di ogni artista. Per raggiungere una certa notorietà bisogna a volte scendere a patti con manager e case discografiche.

“All’inizio mi è capitato molte volte di dire no – ha confessato Lady Gaga, di rifiutare lavori e ingaggi. Quando ho cominciato non ero di certo la ragazza più bella della stanza ma a differenza delle altre ero io a scrivere le mie canzoni. Spesso mi hanno proposto di scrivere e vendere le mie canzoni per farle cantare ad altri ma ho sempre rifiutato; potevano portarmi via tutto ma non la mia musica! All’inizio molti ti danno consigli su come apparire o cosa dire imponendoti un certo stile ma io sono stata più forte”.

Tenacia e forza di volontà sono state fondamentali per Lady Gaga e la sua carriera ma per il neo regista Bradley Cooper c’è ancora un altro fattore da considerare per scrivere la perfetta equazione del successo.

“Ho dedicato quattro anni di lavoro a questo film e posso dire con assoluta certezza che ogni minuto è stato prezioso […] Potrei stare qui ore e ore a parlare di quanto questa esperienza mi hanno cambiato e arricchito e raccontarvi tutte le cose che ho imparato ma quello che davvero conta sono le persone che credono in te e ti concedono questa opportunità”.

Pensiero questo di Cooper, condiviso anche da Gaga che, nonostante sia ormai diventata una delle più grandi popstar al mondo, ha confessato di aver sempre avuto il pallino della recitazione.

“Ho sempre voluto diventare un’attrice sin da quando ero bambina […] Possono anche esserci cento persone in una stanza e novantanove che non credono in te perché in fondo ne serve solo una per cambiarti la vita. Sono davvero molto fortunata a essere qui”.

Il film A Star is Born, scritto, diretto e interpretato da Bradley Cooper e Lady Gaga è stato presentato oggi, fuori concorso, alla 75esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e uscirà in tutte le maggiori sale italiane il prossimo 11 ottobre.

Avengers: Infinity War in home video, clip dai contenuti

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Avengers: Infinity War in home video, clip dai contenuti

VIDEO CORRELATO

Il film Marvel Avengers: Infinity War ha fatto la storia del box office cinematografico battendo ogni record di incasso al debutto e superando i 2 miliardi di dollari al botteghino internazionale in soli 48 giorni: il film rimane tuttora il quarto maggiore incasso di tutti i tempi. Questo evento cinematografico arriva finalmente in Blu-ray 3D, Blu-ray, DVD, su tutte le piattaforme digitali e nell’innovativo formato in altissima definizione Blu-ray 4K Ultra HD, da domani 29 agosto in tutti i migliori negozi. Per fan e appassionati saranno disponibili anche la versione da collezione Steelbook e il cofanetto sia in Blu-ray che in Dvd che raccolgono tutte le tre avventure degli Avengers.

CLIP

Il film Marvel Avengers: Infinity War, un pezzo immancabile in ogni collezione home video, sarà disponibile in diverse edizioni per permettere a tutti i fan di godersi il film nel modo preferito. Chi sceglierà di vivere questo scontro finale in formato digitale in esclusiva su iTunes,  potrà assistere a una tavola rotonda di 30 minuti  in cui i registi dell’Universo Cinematografico Marvel (MCU) Anthony e Joe Russo, Jon Favreau, Joss Whedon, James Gunn, Ryan Coogler, Peyton Reed e Taika Waititi riflettono sul contributo fornito dai loro film all’avventura narrativa più ampia dell’Universo Cinematografico Marvel.

I contenuti speciali delle versioni Blu-ray forniscono un esclusivo sguardo dietro le quinte ai supereroi dell’Universo Cinematografico Marvel, compreso il momento in cui i personaggi si incontrano per la prima volta, le motivazioni dietro alcune delle accoppiate più inaspettate del film ed esilaranti papere tra supereroi sul set. I documentari esplorano lo spaventoso e potentissimo Thanos e le due scene d’azione in cui i personaggi tentano di non fargli ottenere tutte le sei Gemme dell’Infinito: lo scontro su Titano e la gigantesca battaglia nel Wakanda. Le scene eliminate e il commento dei filmmaker rivelano altri segreti della monumentale impresa dei Marvel Studios.

ormati in alta definizione:

  • Una Strana Alchimia – Per condividere l’entusiasmo del primo incontro tra svariati personaggi dell’Universo Cinematografico Marvel  e scoprire i motivi che hanno spinto i filmmaker a farli lavorare insieme.
  • Il Titano Pazzo – Esplorare l’antagonista più grande e malvagio dell’Universo Cinematografico Marvel, le sue influenze attraverso le varie storie e la minaccia esistenziale che rappresenta.
  • Oltre la Battaglia: Titano – Scoprire tutti i dettagli dell’emozionante scontro sul pianeta distrutto di Thanos  tra cui gli epici stunt e gli effetti visivi  per capire la fonte del suo potere.
  • Oltre la Battaglia: Wakanda  – Un viaggio  dietro le quinte per scoprire il modo in cui i filmmaker sono riusciti a realizzare la battaglia più grande e complessa mai raffigurata nella storia dei film Marvel.
  • Scene Eliminate ed Estese:
  • Happy Sa Cos’è Meglio – Tony e Pepper discutono sui dettagli del loro imminente matrimonio fino all’arrivo di un infastidito Happy Hogan con un’urgente richiesta.
  • Caccia alla Gemma della Mente – In una strada buia, Wanda Maximoff e Visione, appena ferito, tentano di nascondersi dai brutali alleati di Thanos.
  • I Guardiani Riacquistano il Ritmo Giusto – Mentre Peter Quill e Drax si scontrano riguardo al fallimento della loro missione su Ovunque, Mantis li interrompe con alcune notizie.
  • La Scelta di un Padre – Dopo aver scoperto che Gamora ha mentito riguardo alla Gemma dell’Anima, Thanos la mette di fronte a una visione del suo passato.
  • Papere sul Set –  I supereroi preferiti compiono super errori in questa spensierata collezione di gag sul set.
  • Commento Audio  di Anthony e Joe Russo, Christopher Markus e Stephen McFeely.

A Rainy Day in New York, il film di Woody Allen è stato cancellato

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Ormai è ufficiale: A Rainy Day in New York, nuovo film di Woody Allen, è stato cancellato. Amazon ha infatti confermato che l’opera non verrà distribuita né in sala né in streaming, sebbene sia pronta dallo scorso autunno. Il film, con un cast clamoroso che va da Elle Fanning a Jude Law, da Timothée Chalamet a Selena Gomez, è stato ritenuto troppo rischioso visti gli argomenti trattati. La trama, infatti, ruota attorno alla relazione sessuale di un uomo di 44 anni con una ragazza di 15. Troppo facile ricondurre la vicenda al movimento #metoo fondato da Ronan Farrow e di cui Allen è stato il diretto protagonista viste le accuse di violenza sulla figliastra Dylan di circa 25 anni fa.

Solo pochi giorni fa c’erano stati dei rumors che volevano un blocco immediato di tutte le pre-produzioni dei numerosi progetti di Woody Allen, ma pochi pensavano che questo stop avrebbe coinvolto anche un film già pronto all’uscita. Alcuni ora ipotizzano che Amazon abbia intercettato un flop finanziario nel distribuire il film, considerando anche che le ultime opere di Allen non hanno riscosso molto favore al botteghino. Il fatto certo è che A Rainy Day in New York è un film oggi concluso quindi c’è ancora la speranza che un distributore si faccia avanti e corra il rischio di portalo in sala (o in rete), magari tra qualche mese quando le polemiche si saranno sgonfiate.

Intervista esclusiva a Mark Gatiss e Ewan Mcgregor

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Intervista esclusiva a Mark Gatiss e Ewan Mcgregor

In occasione della premiere della premiere a Londra di Ritorno al Bosco dei 100 Acri abbiamo intervistato sul red carpet Mark Gatiss e Ewan Mcgregor.

 

GUARDA ANCHE: Hayley Atwell: intervista alla protagonista di Ritorno al Bosco dei 100 Acri

[brid video=”383715″ player=”15690″ title=”Ewan Mcgregor e Mark Gatiss Intervista al cast di Ritorno al Bosco dei 100 Acri”]

GUARDA ANCHE: Marc Forster: intervista al regista di Ritorno al Bosco dei 100 Acri

Il film Disney Ritorno al Bosco dei 100 Acri porterà dal 30 agosto nelle sale italiane il fascino senza tempo delle storie e dei personaggi di A.A. Milne, in un’emozionante avventura in cui il pubblico vedrà per la prima volta sul grande schermo Winnie the Pooh, Tigro, Pimpi, Ih-Oh, Kanga, Ro, Tappo e Uffa in versione live action.

Christopher Robin, il bambino che ha vissuto tante avventure con i suoi amici, i vivaci e adorabili animali di pezza del Bosco dei Cento Acri, ora è cresciuto e vive a Londra, nella metà del ‘900, alle prese con i problemi dell’età adulta. Lavora come Responsabile del settore efficientamento presso la Valigeria Winslow, cercando di trovare un equilibrio fra i lunghi orari lavorativi e gli impegni familiari. Ha quasi del tutto dimenticato lo stupore e la fantasia che hanno caratterizzato la sua infanzia. Ma prima o poi il passato ritorna.

Roma: recensione del film di Alfonso Cuaron – Venezia75

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Roma: recensione del film di Alfonso Cuaron – Venezia75

Raccontando i suoi ricordi, Alfonso Cuaron torna al cinema (e su Netflix) con Roma, il suo nuovo, maestoso film, presentato in Concorso a Venezia 75. Definito dallo stesso regista “il più autobiografico che potessi realizzare”, il film è basato sulla ricostruzione dei suoi ricordi d’infanzia a Città del Messico, con la famiglia, la domestica, e sullo sfondo il Paese in tumulto.

Tre storie in una che raccontano di fratture: Cleo, la domestica, che resta incinta e abbandonata dall’uomo al quale si è concessa; la padrona, donna dell’alta borghesia apparentemente eccentrica che si trova a dover badare a quattro figli dopo l’abbandono del marito; il Paese che affronta le rivolte interne, in quegli anni ’70 che furono uno dei periodi più bui della storia del Messico. Intorno a queste tre ferite, Cuaron imbastisce la sua danza di immagini, in un bianco e nero troppo pulito per il realismo della storia. Così facendo però il regista premio Oscar fugge dal pericolo di scimiottare i grandi maestri italiani, su tutti Rossellini e Fellini (che però cita esplicitamente), e racconta un’epopea di rinascita, in cui, come in un grande romanzo storico, il privato si fa specchio del pubblico, in cui è immerso.

La costruzione maniacale della scenografia, la scelta dei luoghi e delle esperienze che affrontano i protagonisti ricalcano i ricordi di Alfonso, che riprende tutto con devozione e attenzione. Allo stesso tempo il regista infonde nel film il suo sguardo, con inquadrature studiate, lente, movimenti elementari che raccontano l’estrema semplicità della vita messa in scena, una vita che nasce dall’acqua e lì termina, rinascendo ancora una volta, riportata a riva dal continuo fluire liquido del tempo.

Venezia 75: Alfonso Cuaron presenta il suo nuovo film, Roma

Sull’acqua si aprivano il teaser e il trailer del film, sull’acqua si apre anche il film e attraverso l’acqua la vita e la morte prendono possesso dell’esistenza di Cleo, che solo nel finale trova davvero la sua dimensione e sceglie la sua famiglia, il suo posto. In questo modo, come sunto tra il dramma sociale e quello privato, la donna interpretata da Yalitza Aparicio rimargina la sua ferita, prendendo coscienza di sé, facendo pace con il suo dolore. Questa esplosione di emozione arriva effettivamente come un’onda e travolge tutto ciò che incontra, compreso il film stesso che da lì e fino alla fine acquista una nuova luminosità.

Il futuro si presenta roseo, il passato un ricordo, si ritorna alla quotidianità, alle faccende e alla casa rimessa a nuovo dopo l’abbandono del capofamiglia. Tutti riprendono il proprio posto nella routine, e sembra quasi di vederlo, nel finale, con lo sguardo all’insù, l’azzurro splendente del cielo oltre il bianco e nero, attraversato da scie di aerei che portano chissà quali storie.

Doctor Sleep: Kyleigh Curran si aggiunge al cast

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Doctor Sleep: Kyleigh Curran si aggiunge al cast

Continuano ad arrivare new entry nel cast dell’attesissimo Doctor Sleep, sequel del cult Shining. Ad aggiungersi questa volta ai nomi già noti è Kyleigh Curran che vestirà i panni di Abra Stone, una bambina dotata di una luccicanza molto forte e per questo presa di mira dai villain del Vero Nodo e Rose Cilindro. Sarà proprio la bambina a risvegliare i demoni del celebre Danny Torrance, interpretato da Ewan McGregor, che negli anni era riuscito a superare la traumatica esperienza vissuta da ragazzo insieme a tutta la famiglia.

Per la ragazza sarà la prima volta in una grande produzione hollywoodiana: è infatti poco conosciuta sul grande schermo e le sue esperienze in campo artistico si limitano perlopiù al teatro, dove recentemente ha interpretato Nala in una trasposizione a Broadway del classico Disney Il re leone.

Oltre a McGregor e Curran, nel cast è stata da tempo confermata anche Rebecca Ferguson per la regia di Mike Flanagan che adatterà l’omonimo romanzo di Stephen King del 2012. Doctor Sleep è atteso nelle sale il 24 Gennaio 2020.

FONTE: Comicbook

Venom: ci sarà un cameo di Spiderman?

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Venom: ci sarà un cameo di Spiderman?

La curiosità intorno a Venom, nuovo cinecomic con protagonista Tom Hardy, è sempre stata alta anche perché, come più volte ribadito dai produttori, il film non vedrà coinvolta la Marvel. Sebbene infatti il personaggio di Venom sia inserito all’interno dell’universo Marvel, la Sony si è occupata in solitaria della produzione. Sembravano quindi escluse collaborazioni con altri personaggi dei cinecomic, ma recenti dichiarazioni del regista Ruben Fleischer hanno riacceso le speranze di vedere il nuovo Spiderman di Tom Holland in un cameo. Così ha dichiarato l’autore parlando al Los Angeles Times sul possibile coinvolgimento di un altro supereroe: “Onestamente non so cosa posso dire. Voglio dire, ovviamente conosco la risposta, ma non voglio mettermi nei guai per aver detto qualcosa che non dovrei dire.”.

Se non ci fosse stato nulla da nascondere, probabilmente Fleischer avrebbe risposto un secco “no”, invece questa risposta farebbe pensare che un accordo tra Sony e Marvel ci sia stata negli ultimi mesi. Un eventuale cameo legittimerebbe inoltre ancora di più la storyline di Venom che, come gli appassionati dei fumetti Marvel hanno da subito sottolineato, esiste in quanto uno degli antieroi più iconici del mondo di Spiderman.

Questo mistero sarà svelato tra poco più di un mese quando Venom arriverà nelle sale italiane (4 Ottobre), probabilmente seguito da almeno due sequel come sembra aver confermato il protagonista Tom Hardy parlando del suo contratto con la Sony.

Venom, recensione del film con Tom Hardy

FONTE: Comingsoon.net

Venezia 75: Lady Gaga è arrivata al Lido, è lei la star

Venezia 75: Lady Gaga è arrivata al Lido, è lei la star

Con un arrivo in grande stile, Lady Gaga è sbarcata al Lido e ha messo subito in chiaro che è lei la star della Mostra. Non solo la protagonista del film diretto da Bradley Cooper, ma il vero VIP da fermare, per una foto o un autografo. E Gaga ha dimostrato subito di essere molto propensa alle foto, tanto che non ha risparmiato niente, nemmeno durante il trasbordo in lancia extra lusso sulle rive della lingua di terra che ospita il festival.

Ecco gli scatti di ieri, che hanno immortalato il suo arrivo:

Il film è l’anteprima mondiale più attesa del Festival e ha già raccolto moltissimi fan fuori al Palazzo del Cinema, che hanno passato la notte in strada nella speranza di un autografo o di una foto con Lady Gaga. Ovviamente con lei ci sarà anche Bradley Cooper, che con A Star is Born esordisc e alla regia.

Foto: Just Jared

Venezia 75: Emma Stone è “la favorita” sul tappeto rosso

Venezia 75: Emma Stone è “la favorita” sul tappeto rosso

L’ultima volta che è stata a Venezia, due anni fa, è andata via portandosi a casa la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile per La la Land, e adesso Emma Stone ci riprova, ospite della Mostra del cinema e protagonista di La Favorita, film in concorso del greco Yorgos Lanthimos.

Ecco le immagini dal red carpet del film che la vede protagonista al fianco di Rachel Weisz, assente al Lido, e Olivia Colman.

La Favorita, recensione del film con Emma Stone

Venom: una canzone di Eminem nella colonna sonora

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Venom: una canzone di Eminem nella colonna sonora

A sorpresa nella serata di ieri sera sui canali social del celebre rapper Eminem sono apparsi 15 secondi di una nuova traccia, seguiti dall’inconfondibile logo di Venom ridisegnato con la “E” rovesciata caratteristica del cantante. In questa preview si può ascoltare il verso “Knock knock, let the devil in” prima di un urlo mostruoso. Il video è ovviamente già diventato virale e subito condiviso dall’attore protagonista del nuovo cinecomic Tom Hardy.

Qualche ora più tardi, senza alcun preavviso pubblicitario, Eminem ha reso disponibile anche un interno nuovo album, dal titolo Kamikaze, dove è contenuta, come ultima traccia, anche questa canzone che farà parte della colonna sonora di Venom. Un regalo inaspettato che fa crescere la curiosità per il film che arriverà nelle nostre sale il prossimo 4 Ottobre.

Ricordiamo che il film, interpretato da Tom Hardy e diretto da Ruben Fleischer, segue le vicende del giornalista Eddie Brock, contaminato da un organismo alieno simbiontico in grado di trasformarlo nello spietato Venom.

Venom, recensione del film con Tom Hardy

The Crooked Man: il film è in fase di sviluppo

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The Crooked Man: il film è in fase di sviluppo

Dopo l’uscita qualche anno fa di The Conjuring – L’evocazione di James Wan è stato tutto in discesa per quello che adesso viene definito come il The Conjuring Universe. Un vero e proprio franchise horror che comprende due sequel del film originario, gli spin-off dedicati a Annabelle e quelli di prossima uscita sulla suora Valak immortalata in The Nun. A questi da anni si dovrebbe aggiungere The Crooked Man, personaggio introdotto in The Conjuring – Il Caso Enfield: uno spirito che vive in un carosello, vestito di rosso, denti aguzzi e espressione inquietante.

Sulla produzione di questo spin-off non si hanno però mai avuti aggiornamenti concreti, tanto da far pensare che l’idea fosse stata accantonata. A rivelare che invece il progetto è ancora in piedi è stato Javier Botet, interprete dello spaventoso demone, che in un’intervista ha dichiarato: “L’ultimo aggiornamento c’è stato qualche mese fa, quando i produttori stavano discutendo del futuro dell’universo di Conjuring. Penso che si stessero concentrando soprattutto sul terzo capitolo e di Annabelle, ma è dalle riprese de Il Caso Enfield che i produttori mi hanno detto che lo spin-off di The Crooked Man si farà. Ne abbiamo già parlato lo scorso anno e hanno detto di avere una sceneggiatura che in questo momento è sotto revisione, ma il progetto esiste anche se non vengono rivelati aggiornamenti.“.

Nell’attesa di nuove rivelazioni The Nun uscirà nelle nostre sale il prossimo 20 Settembre, mentre The Conjuring 3 è atteso per il prossimo anno.

FONTE: Comicbook

X Men: Dark Phoenix, Jessica Chastain arriva sul set

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X Men: Dark Phoenix, Jessica Chastain arriva sul set

Da quando è stato ufficializzato l’accordo tra la Disney e la Fox in molti si sono chiesti quale sarebbe stato il destino di X Men: Dark Phoenix, spin-off dedicato interamente alla Fenice Nera interpretata da Sophie Turner. Sulla carta questo film dovrebbe essere il più oscuro dell’intera saga degli X-Men, con venature horror e thriller che lo allontanerebbero decisamente dalle atmosfere della casa di Topolino. Si pensava ad un’imminente annuncio della cancellazione del progetto, ma il prolifico account Instagram di Jessica Chastain ha acquietato gli animi.

L’attrice, che nel film interpreterà una misteriosa antagonista, ha pubblicato un video con il regista Simon Kinberg in cui dice di star per iniziare le riprese. Il set è stato allestito a Montreal dove la Chastain è arrivata dopo aver concluso le riprese di IT: Capitolo 2. Nulla da temere dunque per la realizzazione del film, la cui uscita è stata spostata da questo autunno al 14 Febbraio 2019, a causa, pare, dei troppi impegni della protagonista Sophie Turner sul set di Il Trono di Spade.

Alla riuscita di questo progetto ha contribuito anche il fatto che l’ufficializzazione dell’accordo miliardario della Disney non avverrà prima della meta del 2019, quando verranno finalizzati gli accordi e la nuova società avrà il controllo sui progetti in atto.

Star Wars IX: si aprono i casting per un misterioso ruolo femminile

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Continuano ad arrivare aggiornamenti sul cast di Star Wars: Episodio IX. Questa volta è il portale online ThatHashtagShow a far notare che la produzione del film ha aperto i casting per un nuovo, misterioso ruolo femminile. Si legge che i provini sono aperti alle attrici tra i 27 e i 35 anni di qualsiasi etnia per ricoprire la parte di un personaggio secondario dal nome Karina. “Una giovane Charlize Theron con mentalità da strada e spirito acuto” così si apre la descrizione e vengono aggiunte le caratteristiche richieste alle aspiranti giovani: buon senso dell’umorismo e ottimo tempismo comico.

Ovviamente non è ancora dato sapere quale personaggio Karina potrebbe affiancare, ma intanto si può notare come questo episodio spicchi già per quote rosa. Qualche tempo fa, infatti, sempre l’agenzia casting aveva diffuso un annuncio rivolto alle attrici tra i 40 e i 50 anni per il ruolo di un personaggio di nome Mara e successivamente un altro per richiedere una donna afroamericana, tra i 18 e i 26 anni, che vestisse i panni di Caro. Attualmente non si esclude un coinvolgimento anche di Lupita Nyong’o che potrebbe tornare nel ruolo di Maz Kanata ed assumere finalmente un ruolo di rilievo nella storyline della protagonista. Staremo a vedere se l’apertura del set potrà dare ulteriori aggiornamenti.

Claire Foy: intervista esclusiva alla protagonista di First Man

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Claire Foy: intervista esclusiva alla protagonista di First Man

In occasione della premiere a Venezia 75 abbiamo avuto il piacere di intervistare la Claire Foy, protagonista del film d’apertura First Man di Damien Chazelle. Ecco cosa ci ha rivelati in merito al suo personaggio:

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First Man  recensione del film di Damien Chazelle.

First Man narra l’avvincente storia della missione della NASA per portare un uomo sulla Luna. Il film si concentra sulla figura di Neil Armstrong e gli anni tra il 1961 e il 1969. Resoconto viscerale e in prima persona, basato sul libro di James R. Hansen, il film esplora i sacrifici e il costo, per Armstrong e per l’intera nazione, di una delle missioni più pericolose della storia.

Il regista ha così commentato il film First Man

Prima di iniziare a lavorare a First Man, conoscevo la storia della missione sulla Luna, la storia di successo di una conquista leggendaria… ma nulla di più. Dopo avere iniziato a esplorare il tema in profondità, sono rimasto sbalordito di fronte alla follia e al pericolo dell’impresa: il numero di volte in cui è stata sull’orlo del fallimento così come il pesante tributo costato a tutte le persone coinvolte. Volevo capire cosa potesse avere spinto quegli uomini a intraprendere un viaggio nella vastità infinita dello spazio, e quale sia stata l’esperienza vissuta, momento dopo momento, passo dopo passo. E per poter capire dovevo necessariamente addentrarmi nella vita privata di Neil. Questa è una storia che doveva essere articolata tra la Luna e il lavello della cucina, tra l’immensità dello spazio e il tessuto della vita quotidiana. Ho deciso di girare il film come un reportage, e di catturare sia la missione nello spazio che i momenti più intimi e privati della famiglia Armstrong come un testimone invisibile. Speravo che questo approccio potesse mettere in luce il tormento, la gioia, i momenti di vita vissuta e perduta in nome di uno dei traguardi più celebri della storia: lo sbarco sulla Luna.

The Mountain: recensione del film di Rick Alverson #Venezia75

The Mountain: recensione del film di Rick Alverson #Venezia75

Dopo l’acclamato film d’apertura, First Man di Daniel Chazelle, Venezia 75 presenta il suo secondo candidato per la selezione ufficiale. Si tratta di The Mountain, diretto da Rick Alverson, di sicuro uno dei titoli più curiosi e chiacchierati del festival.

Ambientato nell’America degli anni cinquanta, il filmracconta la storia di Andy (Tye Sheridan), un ragazzo timido e introverso e con una storia familiare assai travagliata. Dopo l’internamento della madre e l’improvvisa morte del padre, ormai rimasto solo al mondo, Andy si affida al dottor Wallace Fiennes (Jeff Goldblum), un vecchio amico di famiglia, il quale gli offrirà un lavoro come ritrattista in una casa di cura per malattie mentali. A contatto però con la follia altrui, Andy subirà un lento ma permanente cambiamento.

Amore e odio, bianco e nero, bene e male, medico e paziente, normalità e follia. Il mondo in cui viviamo si basa su tutta una serie di opposti che regolano le nostre interazioni sociali. Ma l’universo presentato da Rick Alverson in The Mountain è molto diverso. Tutto gira nel verso sbagliato; le persone reprimono qualunque tipo di emozione e persino i medici sembrano essere meno lucidi dei pazienti che hanno in cura. Usando il suo stile originale, bizzarro e ormai inconfondibile, il regista porta sul grande schermo un dramma claustrofobico ed estenuante che mira a distruggere il mito dell’idilliaca America degli anni del boom economico. Il film, ambientato negli anni cinquanta, analizza il lavoro del dottor Wallace Fiennes, medico che fece di lobotomie ed elettroshock i suoi cavalli di battaglia. Queste procedure, che nella maggior parte dei casi trasformavano i pazienti in vegetali, venivano praticate da Fiennes per ‘curare’ non solo malattie mentali ma anche comportamenti considerati anormali come ad esempio l’omosessualità.

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The Mountain

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Attraverso i suoi inquietanti protagonisti, il regista esplora il concetto di follia umana nel senso più completo e complesso del termine. Abbiamo infatti un medico ubriacone affetto dal ‘complesso di Dio’ che usa la lobotomia come cura universale per le malattie mentali – interpretato da un geniale Jeff Goldblum -, un ragazzo sessualmente confuso che si auto convince di essere pazzo e un santone franco-americano che spaccia i suoi deliri come perle di saggezza.  Questi personaggi completamente fuori dalla realtà e dai comportamenti così respingenti sono parte di un film definito da Alverson stesso come anti-utopico, specchio di un’America che molti vorrebbero dimenticare.

A rendere il tutto ancor più sgradevole e disturbante c’è l’impianto estetico del film stesso. Le tinte calde e scure e gli ambienti stretti creano quasi una sensazione di soffocamento nello spettatore che in certi momenti si ritrova come a osservare dei quadri in movimento. Il vero problema però di The Mountain è la sua sceneggiatura, troppo scarna e confusionaria, decisamente non all’altezza della potenziale complessità del film. Un esperimento quello di Rick Alverson non completamente riuscito, quindi, ma pieno di spunti di riflessione, che ne fanno il perfetto combustibile del dibattito cinematografico da festival.

La Favorita: recensione del film #Venezia75

La Favorita: recensione del film #Venezia75

Approda a Venezia un affresco barocco intrigante, che occhieggia alla pittura del tardo seicento con uno sguardo totalmente personale, moderno e dissacrante. Si tratta del nuovo film di Yorgos Lanthimos: La Favorita.

La storia di La Favorita è ambientata nell’Inghilterra del XVIII secolo, dove la triste Regina Anna decide le sorti del suo popolo protetta dalla sua reggia isolata nel cuore della campagna inglese. La sua corte, popolata di nobili, servi e consiglieri, sembra giocare freddamente con la vita e la morte della povera gente, in maniera distaccata e annoiata, dando più importanza ai banchetti, alle corse di anatre, alle tresche e al tiro a volo, piuttosto che alle inevitabili conseguenze belliche di quel  conflitto sanguinoso con la Francia, che si protrae ormai da lungo tempo.

La Favorita, il film

La sovrana è appesantita dalla gotta, da altri malanni  dell’epoca e da una profonda depressione, che la rende insicura e decisamente succube della subdola Sarah. La donna, approfittando del suo favore, governa in realtà al suo posto. La favorita si prende apparentemente  cura della regina, dimostrandosi disponibile e servile anche come amante, ma la sua in realtà è un’abile manfrina per ordire complessi e pericolosi giochi di potere. Un giorno però giunge dal nulla la giovane e intraprendente Abigail, che relegata a sguattera di cucina, intraprenderà un ardito quanto sfrontato gioco di intrighi e strategie, per arrivare a strappare i favori della Regina alla spietata Sarah.

Nel panorama asfittico della cinematografia odierna, le opere di Yorgos Lanthimos portano certamente una ventata di aria fresca. Certo, un aria malsana e priva di qualsiasi pulviscolo di speranza, ma certamente una brezza assai originale e stilisticamente intrigante. Dopo Dogtooth (2009) storia di un terribile esperimento che genera mostri, The Lobster (2015) ambientato in un futuro distopico dove è vietato essere single e Il Sacrificio del Cervo Sacro (2017) dove la vendetta si fa crudele, corrodendo dal cuore un’intera famiglia, La Favorita aggiunge un nuovo tassello a quell’umanità istintiva e carnivora che lotta per la sopravvivenza, nella cognizione ineluttabile che è uno sforzo vitale, ma totalmente effimero.

Le tre donne protagoniste del film, pur con posizioni sociali squilibrate tra loro, una regina, una nobile, e una dama caduta in rovina, costretta a farsi assumere come serva, non esitano di fronte a nulla, al fine di ottenere ciò che bramano. Non esitano a sacrificare la vita di altre persone, quella di poveri animali indifesi e anche se stesse, usando il proprio corpo come un oggetto o come mero strumento di caccia.

Le tre protagoniste, Emma Stone, Rachel Weisz e Olivia Colman offrono una prova assai convincente e magnificamente dipinta, giocando con le emozioni, pennellata dopo pennellata.  Offrono cambi repentini, quanto esili, di una miriade di stati d’animo, assecondando i complessi punti di vista e gli snodi narrativi. Sono personaggi primordiali, ma dotati di una carica istintiva che li rende imprevedibili, con un’intelligenza sottile e spietata, da animale selvatico. Il regista si comporta con loro come uno zoologo attento, che annota freddamente ogni sfaccettatura della loro etologia, con sguardo minuziosamente patologico, distendendo sullo schermo, a guisa di tavolo settorio, il loro corpo e la loro mente, smontandoli pezzo per pezzo.

Lanthimos gioca in maniera sfrontatamente claustrofobica con le ottiche corte, distorcendo e ampliando la percezione visiva. Arriva a fare uso insolente del fish-eye, realizzando inquadrature che mutano col movimento. Questo appare straniante, ma poi ci si rende subito conto che invece tutto ha una funzione e quello che appare anacronistico è in realtà frutto di un nostro freno inibitorio estetico, perché in fondo le sue immagini rimandano a giochi di specchi, illusioni ottiche, o antiche anamorfosi seicentesche.

Visti i riferimenti a Stanley Kubrick, a volte smaccati, ma sempre ben riusciti, inseriti nei suoi film precedenti, ci si poteva certamente aspettare una vicinanza promiscua  a Barry Lyndon (1975), ma fortunatamente Lanthimos non cade nel tranello, lasciando piuttosto intravedere altre suggestioni, come I Misteri del Giardino di Compton House (1982) di Peter Greenaway, confermate da bizzarri tableau vivant, popolati di corpi nudi, animali impagliati, oggetti allegorici ed elementi di vanitas e wunderkammer, inseriti a spezzare sapientemente la narrazione, oppure la suddivisione in capitoli, che forma una vera e propria sottostruttura, al fine di organizzare parallelamente alla trama il materiale del racconto.

La favorita è un dipinto elegante, sfarzoso, meraviglioso,  perturbante, che fa da specchio crudele, mostrando allo spettatore un passato lontano, ma che diviene sinistramente il riflesso spietato del mondo contemporaneo. Può apparire spiazzante, può divertire per il suo sarcasmo grottesco, può intenerire, commuovere o intrigare, ma certamente non può lasciare indifferenti, sottolineando quanto la speranza è molte volte un illusione, un effimera bugia che l’essere umano si racconta per andare avanti e rimanere in vita.

Venezia 75: Yorgos Lanthimos e le sue donne parlano di La Favorita

Alla conferenza stampa di La Favorita, oltre al regista Yorgos Lanthimos, erano presenti le tre protagoniste, Emma Stone, Olivia Colman e Rachel Weisz, insieme a due degli interpreti maschili, rimasti silenziosamente di contorno, come avviene anche nel film.

Il regista racconta che la sceneggiatura non parte da una sua idea originale, ma che ha deciso di portare avanti il progetto perché intrigato dalla complessità dei tre personaggi femminili, che gli hanno permesso di giocare sottilmente con tre diverse personalità intrecciate tra loro. Inoltre, l’idea di fare un film in costume, gli ha consentito di avere la giusta distanza per vedere le cose con più chiarezza e lucidità.

Non è stata assolutamente un’impresa facile, perché ci sono voluti ben nove anni di sviluppo prima di approdare alla realizzazione. L’idea di questo film è partita quindi subito dopo la realizzazione di Dogtooth, il suo lavoro d’esordio.

Emma Stone confessa di aver compreso il suo personaggio a poco a poco e di essere arrivata a capire che il silenzio poteva essere un’arma preziosa a favore della sua interpretazione.

La favoritaHa lavorato sul sopravvivere, sull’istinto naturale che spinge la sua giovane protagonista ad andare avanti a qualsiasi costo, senza scrupoli o timori. Per lei è stata una sfida difficile, perché era l’unica americana in un cast completamente inglese, con tutte le relative difficoltà dovute al suo accento.

Inoltre i magnifici costumi di Sandy Powell per lei sono stati una terribile tortura, perché le limitavano i movimenti e le davano grandi difficoltà di respirazione.

Olivia Colman, che ha interpretato due regine nello stesso anno e in progetti diversi (oltre a La Favorita sarà anche Elisabetta nella terza stagione di The Crown), ha spiegato come il carattere della regina da lei interpretata in questo film fosse assai vicino a quello di una povera bambina viziata, senza la minima fiducia in se stessa e piena di paure e angosce. Per lei la storia è senza tempo e racconta cose che succederanno sempre, ripetendosi all’infinito. Sostiene però che non è possibile fare un paragone tra i due ruoli, perché completamente differenti e non sovrapponibili per nessun aspetto.

Il regista ha infine risposto alla domanda: “Tornerebbe a fare dei film in Grecia, la sua patria di origine?” Lui sostiene che se ci fosse la storia giusta, con i personaggi e l’ambiente giusto non esiterebbe a farlo. E afferma, che più lavora all’estero e più si sente greco.

Venezia 75: Alfonso Cuaron presenta il suo nuovo film, Roma

Venezia 75: Alfonso Cuaron presenta il suo nuovo film, Roma

A cinque anni da Gravity, Alfonso Cuaron sceglie ancora Venezia e il suo Festival per presentare al mondo il suo nuovo film. Si tratta di Roma, pellicola in bianco a nero ambientata a Città del Messico, nel quartiere che dà il titolo al film e che ha visto crescere il piccolo Alfonso. Un film che si preannunciava una storia autobiografica, ma in una maniera molto diversa rispetto a quanto ci si poteva aspettare.

“Il film è il più autobiografico che potessi fare, per il novanta per cento di tutte le scene vengono dalla mia memoria. L’obbiettivo per me era proprio questo dialogo della memoria e visitare quegli anni con la prospettiva di oggi. È autobiografico nel senso che è una ricostruzione di quello che ho vissuto, di quello che ricordo.” L’autobiografismo quindi è da rintracciare nei luoghi, nei fatti storici, nelle dinamiche familiari messe in scena, così come nelle vicende che il piccolo Alfonso ricorda della sua infanzia a Città del Messico.

Ma da dove nasce quest’esigenza? “La vecchiaia (ride)”

“Per me l’importante era parlare di questo, perché per me significa parlare di una cicatrice emozionale. Quel periodo, raccontato nel film, è una cicatrice per tutta la famiglia, ma lo stesso periodo rappresenta anche una cicatrice sociale nella coscienza del Messico.”

La Grande Storia, dunque, irrompe nella storia privata, come fosse un romanzo di Tolstoj, o un film di Ettore Scola, ma per il regista messicano premio Oscar nessun riferimento è stato consapevole. “Questo è il primo film in cui ho fatto uno sforzo razionale per non fare riferimenti a nulla – continua Cuaron – è uno sforzo per me, perché in tutti i miei film ci sono riferimenti ad altro. È capitato che se stavo lavorando a una scena, e questa scena mi ricordava un altro film o un romanzo, cambiavo immediatamente le mie scelte per fare una cosa diversa. La verità però è che nel mio DNA ci sono tutti questi riferimenti, c’è Scola, ma ci sono i Taviani, Pasolini, Rossellini evidentemente, ma non razionalmente.”

Un posto particolare spetta a Fellini: “In sala di montaggio, in una scena in particolare, ho chiesto al mio sund designer di inserire ‘il vento di Fellini’ in quella scena.”

Il film è girato in bianco e nero. Come mai? “Quando ho pensato al film, mi è apparso in bianco e nero. Non è stata una scelta, l’ho immaginato da subito così. Erano tre gli elementi che mi sono apparsi subito chiari. Il bianco e nero, il riferimento nella vita reale su cui ho costruito il personaggio di Cleo, tutta la struttura del film, che doveva essere basato sulla mia memoria.”

Il film ha anche un fondo di malinconia. Cosa rimpiangi di quegli anni? “Che cosa rimpiango degli anni ’70? La musica!”

Black Adam: il cinecomic con Dwayne Johnson si farà

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Black Adam: il cinecomic con Dwayne Johnson si farà

Sono ormai mesi che non si hanno più notizie di Black Adam, il tanto atteso cinecomic che doveva vedere l’entrata di Dwayne Johnson nell’universo DC e di cui si sono perse le tracce. Inizialmente il personaggio doveva apparire come cattivo in Shazam!, film in uscita il prossimo Aprile con protagonista Zachary Levi. La produzione ha però pensato che, vista la portata dell’attore e del ruolo che doveva andare a ricoprire, Black Adam meritasse un film tutto suo prima di farlo sfidare con gli altri personaggi dello stesso universo. Ma quando si inizierà a pensare alla produzione?

In questi giorni ci ha pensato il produttore Hiram Garcia a tranquillizzare gli animi dicendo che nessuno ha mai pensato di cancellare il progetto, anche se non ci sono stati mai aggiornamenti, e che attualmente gli sceneggiatori sono a buon punto con lo script. Sulle pagine di Collider ha inoltre spiegato il perché del coinvolgimento di Dwayne Johnson: “Questo è un fantastico antieroe, tosto, che vuole fare giustizia e con una straordinaria backstory. Il suo passato da schiavo è interessante ed anche il fatto che abbia acquisito i poteri per liberare la propria gente. L’ho mostrato a Dwayne e l’idea gli è molto piaciuta. Anni fa abbiamo avuto una conversazione con Warner Bros. e abbiamo deciso che questo fosse il nostro personaggio.”.

Proprio in queste ore Dwayne Johnson è stato annunciato come protagonista di un altro progetto di prossima produzione, The King, oltre ai numerosi impegni che lo vedevano già coinvolto tra il 2019 e il 2020. Sarà quindi difficile incastrare le tempistiche dell’attore ed il calendario delle uscite della DC non facilita l’impresa. Ma per il momento la rassicurazione che cercavano i fan c’è stata.

Guardiani della Galassia Vol. 3: la musica sarà ancora quella di James Gunn?

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Sono tante le domande che sono sorte ai fan dopo l’inaspettato licenziamento di James Gunn dalla regia di Guardiani della Galassia 3 qualche settimana fa. Superato lo shock di questo cambio di rotta del franchise della Disney, è tempo però di pensare agli eventuali cambiamenti di stile che dovranno essere apportati al terzo capitolo.

Come quello che riguarda la musica. Chi ha visto i primi due film della saga saprà quanto l’impronta musicale sia fondamentale per la stessa storia dei personaggi. James Gunn sceglieva personalmente la colonna sonora e, come rivelato ad un fan in un tweet del 2017, obbligava gli attori a recitare con le stesse canzoni sul set.

Ovviamente il regista aveva già scelto quali brani avrebbero dovuto far parte della playlist del Vol. 3 e ora ci si chiede se anche questi siano destinati ad essere cestinati insieme a tutto il resto. La questione sembra superficiale ma non lo è affatto. Gunn infatti aveva inserito la colonna sonora nello script consegnato alla Disney che, probabilmente, sarà lo stesso che verrà portato sul grande schermo prossimamente. In qualche modo, quindi, la direzione del regista sopravvivrà in questa fondamentale scelta.

C’è però da aggiungere che la pre-produzione di Guardiani della Galassia 3 è al momento ad un punto morto. Sebbene la Disney non abbia cancellato il film, alcune fonti rivelano che gli impiegati assunti per la preparazione delle riprese siano stati invitati a “cercare un nuovo lavoro”. Gli stessi attori del cast, dopo il licenziamento, a loro avviso, ingiusto di Gunn si sono detti pronti ad abbandonare il progetto, lasciando così la trilogia incompiuta.

Fonte: Comicbook.com

Sulla mia pelle: recensione del film con Alessandro Borghi #venezia75

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Presentato in apertura della sezione Orizzonti durante Venezia 75, Sulla mia pelle di Alessio Cremonini è il racconto dell’ultima settimana di vita di Stefano Cucchi, dall’arresto al decesso in custodia cautelare, il 22 ottobre.

Il film di Cremonini è un racconto da vicinissimo degli ultimi giorni della vita di Stefano, visto attraverso gli occhi del giovane, sulla sua pelle, appunto, sui suoi lividi e la sua atroce sofferenza. Proprio come una via crucis durante la Quaresima, il film conta le sue stazioni, i giorni, scanditi da scritte bianche, giorni passati a soffrire e a tacere, nei momenti decisivi, l’identità dei suoi aggressori.

Il regista sceglie di stare il più vicino possibile al suo protagonista, trascurando quello che poteva essere invece una chiave di lettura alternativa, ovvero i tentativi della famiglia di riuscire a vedere e ad avere notizie di Stefano, durante il suo calvario. Lontano dalla sofferenza dei genitori e della sorella, ma dentro, in profondità, a quella del protagonista facendoci sentire la solitudine, la paura. Tanto dolore raccontato con delicatezza, tanto che in un momento specifico arriva alla mente addirittura la carezza della macchina da presa di Pasolini sul suo Ettore morente di Mamma Roma.

Il racconto di quello che è accaduto a Cucchi, il suo rimbalzare, malconcio e sofferente, da una cella all’altra da un interrogatorio a una visita, si alterna a poche scene dedicate ai genitori e a Ilaria. Sono questi i punti deboli del film, che Cremonini mette in scena in maniera svogliata.

Volto di Stefano è Alessandro Borghi, che regala la sua prova d’attore migliore, fino a questo punto della sua carriera. Il lavoro di mimesi è perfetto, lo sguardo, la voce persino, identica a quella del disgraziato. Un ruolo insidioso, che poteva facilmente trasformarsi in uno scimiottare la persona, eppure l’attore romano rimane in sella, aiutando la storia a progredire verso l’ineluttabile conclusione già scritta.

Grazie anche alla sceneggiatura di Lisa Nur Sultan, Cremonini fa rivivere Stefano, senza cancellarne le macchie, senza santificarlo, dando un volto di carne e lividi a quell’indistinto Cucchi che da tanto tempo, per molti, è stato solo un nome, “solo” quella foto di un giovane morto, con gli occhi tumefatti, un’immagine terribilmente abituale che rischia, da sola, di rendere assuefatti all’indignazione e al dolore. Sulla mia pelle mostra, con piglio asciutto e spietato, la sofferenza, il dolore di un uomo che ha incontrato la sua fine in una maniera assurda e ingiustificabile.

Sulla mia pelle è la via crucis di un “povero cristo”, un peccatore, morto inascoltato, senza le lacrime della famiglia, senza le carezze della madre, in solitudine.

A Quiet Place: ecco quando uscirà il sequel

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A Quiet Place: ecco quando uscirà il sequel

A Quiet Place è stato sicuramente uno dei casi cinematografici più clamorosi della scorsa stagione. Costato solo 17 milioni di dollari ne ha incassati complessivamente 332, facendo diventare la Paramount una delle case cinematografiche più competitive del 2018. Visto tale successo il film scritto e diretto da John Krasinski non poteva non avere un sequel. Ed ecco allora che, mentre si pubblicizza l’uscita home video dell’opera, è proprio la Paramount a dare inizio al conto alla rovescia: A Quiet Place 2 uscirà nei cinema il 15 Maggio 2020.

Non ci si aspettava certo così a ridosso dell’uscita del primo capitolo un annuncio così preciso del sequel, ma evidentemente la casa di produzione ha voluto giocare d’anticipo. Anche se, stando alle dichiarazioni del produttore Andrew Form, nessuno sta mettendo fretta agli autori per avere una storia al più presto. “Ci prenderemo tutto il tempo necessario a elaborare la storia giusta, non importa quanto tempo occorrerà” ha dichiarato in una pubblica uscita, sottolineando la straordinarietà dell’evento appena accaduto al box office di tutto il mondo. Nella stessa occasione ci ha tenuto a chiarire l’assoluta partecipazione di John Krasinski alla realizzazione di questo secondo atto, non è chiaro invece se parte del cast originale sarà riconfermato oppure no. Si attendono aggiornamenti.

FONTE: COLLIDER.COM

Spawn: Greg Nicotero si aggiunge al cast tecnico

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Spawn: Greg Nicotero si aggiunge al cast tecnico

Spawn, il celebre fumetto, arriverà presto al cinema con la regia del suo stesso autore Todd McFarlane. Ora gli appassionati potranno stare più tranquilli sulla buona riuscita del film in quanto Greg Nicotero si è aggregato al cast tecnico. Il suo nome è celebre nello star system per essere per essere uno dei massimi esperti di makeup e effetti fisici, oltre che vincitore di un Emmy per il suo lavoro in The Walking Dead. Nel suo curriculum vanta collaborazioni con Tarantino, Romero e Sam Raimi. In questa impresa il cast tecnico ha anche a disposizione attori di qualità quali Jamie Foxx nel ruolo del protagonista Al Simmons e Jeremy Renner in quello del detective Twitch Williams.

Il fumetto vede proprio come protagonista il personaggio di fantasia Al Simmons, ex agente speciale della CIA che muore tradito dalla sua stessa organizzazione. All’inferno farà quindi un patto con il demone Malebolgia che gli promette di tornare in vita come guerriero demoniaco con l’unico scopo di distruggere le forze del Paradiso. L’unico obbiettivo di Simmons è però quello di riabbracciare la moglie, lasciata troppo presto.

Gli appassionati di fumetti aspettano da tempo questa trasposizione vista la deludente prova del 1997 quando il personaggio arrivò sul grande schermo scatenando l’ira dei fans che si videro distruggere il proprio eroe. All’epoca Greg Nicotero compariva tra i collaboratori, si spera che con il cambio di regia non si incappi nello stesso errore.

The Other side of the Wind: trailer del film di Orson Welles

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The Other side of the Wind: trailer del film di Orson Welles

Netflix ha diffuso il trailer di The Other side of the Wind, l’inedito di Orson Wells che sarà presentato in anteprima al Festival di Venezia Venerdì 31 agosto.

The Other side of the Wind sarà distribuito su Netflix da Venerdì 2 novembre.

 
Nel 1970, il leggendario regista Orson Welles (QUARTO POTERE) iniziò le riprese di quella che sarebbe stata la sua ultima opera cinematografica con un cast di grandi personalità Hollywoodiane tra cui John Huston, Peter Bogdanovich, Susan Strasberg e la compagna di Welles nei suoi ultimi anni di vita, Oja Kodar. Accompagnata da difficoltà finanziarie, la produzione finì per trascinarsi per diversi anni acquistando fama ma senza essere mai completata e il film non fu mai distribuito. Oltre un migliaio di bobine di negativi rimasero a languire in un caveau a Parigi fino al marzo del 2017, quando i produttori Frank Marshall (che era stato production manager di Welles nelle fasi iniziali delle riprese) e Filip Jan Rymsza diedero impulso all’iniziativa di completare il film dopo quarant’anni.

Con una nuova colonna sonora del Maestro Premio Oscar Michel Legrand e ricostruito da una squadra tecnica di cui ha fatto parte il montatore Premio Oscar Bob Murawski, THE OTHER SIDE OF THE WIND è la realizzazione della visione di Orson Welles. Narra del regista brizzolato J.J. “Jake” Hannaford (Huston), che rientra a Los Angeles dopo diversi anni di esilio auto-imposto in Europa con l’intenzione di lavorare sul un film suo innovativo con la speranza di un ritorno in auge. Una satira del tradizionale sistema degli studi cinematografici e della New Hollywood che lo stava scuotendo, l’ultimo testamento artistico di Welles è una capsula del tempo di un’epoca ormai lontana nel mondo della produzione cinematografica e una “nuova” lungamente attesa opera di un maestro incontrastato.

The King: Dwayne Johnson protagonista del nuovo di Robert Zemeckis

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Il regista Robert Zemeckis è già al lavoro sul suo prossimo film. Si intitolerà The King ed avrà come protagonista l’ormai lanciassimo Dwayne Johnson. L’attore interpreterà il re hawaiano Kamehameha, all’interno di uno script scritto da Randall Wallace, famoso per aver dato vita al cult Braveheart. La figura del re Kamehameha è già epica: fu il primo a riunire tutte le isole hawaiane, seguendo una profezia che lo indicava come unico sovrano. Storicamente fece avanzare la cultura del commercio tra i suoi sudditi per competere con le navi straniere dell’Europa che cominciarono a comparire sulle sue coste, terrorizzando la popolazione.

Da anni si cercava di portare sul grande schermo questa storia e le case di produzione hanno fatto letteralmente a gara per contendersi lo script. Ad averla vinta sono stati i dirigenti della New Line e della Warner Bros, con un piccolo contributo della Seven Bucks Productionsv dello stesso Johnson. Secondo i primi dati il film non potrà entrare in lavorazione prima del 2020 a causa degli impegni del regista ma soprattutto quelli dell’attore attualmente impegnato sul set di Jungle Cruise per la Disney e già scritturato per lo spin-off di Fast and Furious. Per lui sono anni d’oro che si coronano con l’ingaggio per questo ruolo che gli permetterà di valorizzare la sua origine samoana che orgogliosamente professa in ogni uscita pubblica.

FONTE: Comingsoon.net

The Joker: Alec Baldwin non sarà Thomas Wayne

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Era solo di pochi giorni fa la notizia che l’attore Alec Baldwin avrebbe avuto un ruolo nel film di prossima uscita sul Joker. Secondo le principali fonti, gli erano stati affidati i panni di Thomas Wayne, il padre di Batman, ma pare proprio che in realtà non sia così. Un suo tweet nella giornata di ieri aveva già fatto intuire che non era felice di essere stato accostato a quel ruolo: “Lasciatemi dire, per la cronaca, che NON sono stato ingaggiato per interpretare un ruolo nel Joker di Todd Phillips come una specie di Donal Trump mancato. Non accadrà. Non. Accadrà.” ha scritto l’attore per poi dichiarare, secondo un report di USA Today: “Non sono più nel progetto, non farò più quel film. Sono certo che ci sono almeno 25 persone che possono tranquillamente interpretare quel ruolo.”.

Cosa sia successo tra la produzione e Baldwin è ancora un mistero ed a questo punto si hanno dubbi anche sul fatto che il ruolo di Thomas Wayne venga mantenuto come era stato inizialmente scritto. L’agenzia che aveva dato la notizia dell’ingaggio dell’attore aveva infatti descritto questo personaggio come “un rozzo e abbronzato uomo d’affari simile al Donald Trump degli anni ottanta”, da qui il tweet velenoso di Baldwin. Si aspettano dunque aggiornamenti su un’eventuale sostituzione e qualche informazione maggiore sul ruolo del signor Wayne.

Il film, dal titolo provvisorio The Joker, dovrebbe essere totalmente incentrato sulla figura del Principe del Crimine, interpretato da Joaquin Phoenix, di cui si indagherà l’oscuro passato. Scritto e diretto da Todd Phillips, questo progetto si porrà in aperta antitesi con l’universo DC: il budget stimato per l’intero film, infatti, dovrebbe essere di soli 55 milioni di dollari, facendo ipotizzare che mancheranno del tutto grandi effetti speciali.

FONTE: Comingsoon.net

Venezia 75: ritorna Alfonso Cuarón con Roma

Venezia 75: ritorna Alfonso Cuarón con Roma

Ritorno al lido il regista premio Oscar Alfonso Cuarón, dopo il successo di Gravity ritorna con Roma, il suo nuovo film in concorso con protagonisti Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Nancy Garcia, Jorge Antonio, Veronica Garcia, Marco Graf, Daniela Demesa, Carlos Peralta, Diego Cortina Autrey.

Roma, il film più personale mai realizzato finora dal regista e sceneggiatore Alfonso Cuarón, narra un anno turbolento nella vita di una famiglia borghese, nella Città del Messico degli anni Settanta. Cuarón, ispirato dalle donne della sua infanzia, offre una raffinata ode al matriarcato che ha plasmato il suo mondo. Vivido ritratto dei conflitti interni e della gerarchia sociale al tempo dei disordini politici, ROMA segue le vicende di una giovane domestica, Cleo, e della sua collaboratrice Adela, entrambe di origine mixteca, che lavorano per una piccola famiglia nel quartiere borghese di Roma. Sofia, la madre, deve fare i conti con le prolungate assenze del marito, mentre Cleo affronta sconvolgenti notizie che minacciano di distrarla dalla cura dei quattro figli della donna, che lei ama come fossero suoi.

Mentre cercano di costruire un nuovo senso di amore e di solidarietà, in un contesto di gerarchia sociale dove classe ed etnia si intrecciano in modo perverso, Cleo e Sofia lottano in silenzio contro i cambiamenti che penetrano fin dentro la casa di famiglia, in un paese che vede la milizia sostenuta dal governo opporsi agli studenti che manifestano. Girato in un luminoso bianco e nero, Roma è un ritratto intimo, straziante e pieno di vita dei modi, piccoli e grandi, con cui una famiglia cerca di mantenere il proprio equilibrio in un periodo di conflitto personale, sociale e politico.

Alfonso Cuarón commenta: Ci sono periodi nella storia che lasciano cicatrici nelle società, e momenti nella vita che ci trasformano come individui. Tempo e spazio ci limitano, ma allo stesso tempo definiscono chi siamo, creando inspiegabili legami con altre persone, che passano con noi per gli stessi luoghi nello stesso momento. ROMA è il tentativo di catturare il ricordo di avvenimenti che ho vissuto quasi cinquant’anni fa. È un’esplorazione della gerarchia sociale del Messico, paese in cui classe ed etnia sono stati finora intrecciati in modo perverso. Soprattutto, è un ritratto intimo delle donne che mi hanno cresciuto, in riconoscimento al fatto che l’amore è un mistero che trascende spazio, memoria e tempo.

Venezia 75: secondo giorno con The Favourite di Lanthimos

Venezia 75: secondo giorno con The Favourite di Lanthimos

Secondo giorno intenso per Venezia 75, arrivano in selezione ufficiale The Favourite di Yorgos Lanthimos con protagonisti Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwyn.

Inizio del XVIII secolo. L’Inghilterra è in guerra con la Francia. Ciononostante, le corse delle anatre e gli ananas ai banchetti spopolano. Una gracile regina Anna occupa il trono, mentre la sua amica intima Lady Sarah governa il paese al posto suo, prendendosi cura della sua salute cagionevole e del suo carattere volubile. Quando arriva Abigail, una nuova cameriera, il suo fascino la fa entrare nelle grazie di Sarah, che la prende sotto la sua ala protettrice, facendole intravedere l’occasione di tornare alle sue radici aristocratiche. Poiché la politica bellica assorbe Sarah quasi completamente, Abigail prende il suo posto come compagna della regina. La loro fiorente amicizia consente ad Abigail di realizzare le sue ambizioni: non permetterà che donna, uomo, questione politica o un coniglio si mettano sulla sua strada.

Riguardo al film The Favourite