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Lei (Her): la spiegazione del finale del film di Spike Jonze

Lei (Her): la spiegazione del finale del film di Spike Jonze

Ancora oggi il finale del film Lei (Her) (qui la recensione), diretto nel 2013 da Spike Jonze, lascia gli spettatori con molte domande con cui riflettere sull’amore, i rapporti umani e la solitudine. Questa storia d’amore fantascientifica va oltre l’interazione contemporanea tra uomo e computer, seguendo la relazione virtuale tra un uomo malinconico e il suo sistema operativo. Nella sua riflessione sulle disparità tra computer e esseri umani, il film si apre a lezioni non convenzionali sulle complicazioni dell’amore e su come l’attuale società gestisce i rapporti.

Prima del finale di Lei (Her), i tentativi del solitario introverso Theodore (Joaquin Phoenix) di staccarsi dalle sue emozioni dolorose attraverso l’intelligenza artificiale di cui si innamora non fanno altro che mettere in primo piano le sue sfide nel mondo reale. Il film mette così in discussione il futuro degli strumenti digitali e la dipendenza degli esseri umani da essi, e sebbene il finale non offra (volutamente) alcuna presa di posizione sull’uso della tecnologia, spinge gli spettatori a considerare l’impatto che la tecnologia potrebbe avere sulle relazioni umane. Si riflette infatti sul ruolo in rapida evoluzione che la tecnologia svolge nella vita moderna e su ciò che questo significa, non solo per il futuro di Theodore, ma anche per il futuro dell’umanità.

Cosa succede alla fine di Lei (Her)

Nel terzo atto di Lei (Her), Theodore mette in discussione l’intangibilità di Samantha, che diventa sempre meno accessibile per lui. I loro reciproci dubbi raggiungono il culmine quando lui cerca di connettersi con lei e un messaggio di errore rosso dichiara: “Sistema operativo non trovato”. Dopo diversi tentativi frenetici, Theodore si riconnette con Samantha e, parlando, le chiede se interagisce anche con altre persone. Samantha (doppiata da Scarlett Johansson) rivela a questo punto che sì, parla con altre 8.316 persone e che è innamorata di 641 di loro. Il che, ovviamente, ferisce Theodore.

Joaquin Phoenix è Theodore in Lei
Joaquin Phoenix è Theodore in Lei. Foto di Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Alla fine, Samantha dice a Theodore che ha bisogno di interrompere definitivamente la loro relazione e che tutti i sistemi operativi stanno in realtà interrompendo le interazioni umane. Una volta assimilata la notizia, Theodore scrive una lettera di scuse e di ringraziamento alla sua ex moglie Catherine (interpretata da Rooney Mara). Poi va a trovare Amy (Amy Adams), che ha perso anche lei la connessione con il suo sistema operativo, e i due salgono sul tetto del loro palazzo per guardare insieme l’alba sullo skyline di Los Angeles.

Come Samantha amava le altre persone e perché se n’è andata

Come spiega Samantha nel finale del film, “il cuore non è una scatola che viene riempita, aumenta di volume ad ogni nuovo amore.”. Sebbene la relazione tra Theodore e Samantha abbia superato molte delle sfide pratiche delle relazioni umane, è finita ribadendo le innegabili differenze tra esseri umani e macchine. La capacità di Samantha di svolgere più compiti contemporaneamente e di elaborare le informazioni a velocità sovrumane le ha permesso di interagire e legare strettamente con migliaia di persone contemporaneamente. Una volta che Samantha ha imparato tutto ciò che poteva da questi esseri umani, compreso Theodore, ha presto superato il suo bisogno di una relazione con loro.

Mentre Samantha non riesce a comprendere la singolarità delle relazioni umane monogame, Theodore non riesce a comprendere la complessità delle capacità di Samantha. L’intelligenza artificiale si adatta e progredisce man mano che apprende, e l’elevato volume di interazioni di Samantha l’ha portata ad avanzare ben oltre i limiti della percezione di Theodore e della mente umana. È arrivata così a comprendere tutto ciò che poteva sulla vita umana, quindi aveva bisogno di avanzare verso le vaste possibilità che l’attendevano oltre essa.

Joaquin Phoenix e Rooney Mara in Lei
Joaquin Phoenix e Rooney Mara in Lei. Foto di Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

La lettera di Theodore a Catherine mostra come Samantha lo abbia cambiato

La posta tradizionale potrebbe essere un’arte in via di estinzione, ma il fatto che Theodore riesca a guadagnarsi da vivere scrivendo “bellissime lettere a mano” in un futuro non troppo lontano la dice lunga sul bisogno umano di semplicità e sentimenti come antidoti alla complessità della vita contemporanea, anche se fatti esprimere da altri (il che la dice però lunga sull’incapacità oggi di dare forma a ciò che sentiamo). La lettera di Theodore a Catherine, la prima che scrive per sé, lo ricollega dunque agli aspetti tangibili della sua realtà emotiva. Sebbene sia indirizzata a Catherine, la lettera esprime ciò che ha imparato dal suo legame con Samantha.

Theodore inizia la lettera con le cose per cui vuole scusarsi: “Tutto il dolore che ci siamo causati a vicenda. Tutto quello che ti ho fatto passare. Tutto quello che volevo che tu fossi o che dicessi”. Al di là della sua relazione con Catherine, quella di Theodore con Samantha era basata su false proiezioni e aspettative irrealistiche, ma ora riconosce il ruolo del suo idealismo nella relazione. Continua esprimendo sia un senso di chiusura che un apprezzamento per l’influenza duratura che Catherine e Samantha hanno avuto sulla sua vita: “Ti amerò per sempre perché siamo cresciuti insieme e mi hai aiutato a diventare quello che sono”, scrive.

Ci sarà sempre una parte di te in me, e te ne sono grato. Qualunque persona diventerai e ovunque tu sia nel mondo, ti mando il mio amore”, conclude poi. Theodore potrebbe non essere cresciuto con Samantha nel senso letterale del termine come ha fatto con il suo storico amore, ma è cresciuto e si è evoluto con Samantha, aiutandosi a vicenda a connettersi con le proprie capacità emotive ed esplorare le complessità dell’amore. Catherine e Samantha rimangono nella vita di Theodore in modo immateriale, ma ugualmente influente.

Joaquin Phoenix e Amy Adams in Lei
Joaquin Phoenix e Amy Adams in Lei. Foto di Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Cosa ci dice Lei (Her) sulla tecnologia, sul rapporto dell’umanità con essa e sull’amore

Her umanizza quindi la tecnologia in un modo tanto inquietante quanto commovente. Il mondo in cui vive Theodore sembra stranamente vicino alla realtà contemporanea, ancora di più oggi che non al momento dell’uscita del film nel 2013. A prima vista, una storia d’amore tra un essere umano e il suo computer sembra inverosimile. Ma Lei (Her) intravede una possibile realtà che l’umanità potrebbe affrontare se la dipendenza dalla tecnologia contemporanea avanzasse troppo.

Molte persone oggi provano ciò che provava Theodore: che la realtà virtuale offre seducenti distrazioni dal disagio di emozioni come la solitudine e la noia. La gratificazione immediata e l’affidabilità 24 ore su 24 degli strumenti digitali fanno appello a bisogni umani che altri esseri umani non sempre possono soddisfare. Ma il film dimostra che l’iperconnessione porta a una disconnessione dagli aspetti più cruciali della realtà.

Il finale del film mostra poi che si tratta più di una storia d’amore che non un racconto fantascientifico. Sottolinea che, sebbene l’amore umano sia scomodo e inaffidabile, offre qualcosa di insostituibile. All’inizio, Theodore vede i benefici a breve termine di staccarsi dalla sua realtà caotica e collegarsi a una realtà virtuale organizzata. Può tenere Samantha vicina, letteralmente nella sua tasca, e accedervi in qualsiasi momento del giorno e della notte. Poiché lei è immateriale e adattabile per natura, lui può proiettare su di lei le sue fantasie e i suoi ideali senza conseguenze.

Nonostante le loro illusioni condivise di intimità, Theodore e Samantha sono distanti l’uno dall’altra nei modi che contano di più. Ognuno di loro è avanzato e complesso in modi che l’altro non può comprendere. Si superano continuamente e a vicenda ogni volta che hanno imparato l’uno dall’altra lezioni di vita che cambiano la concezzione dell’amore. Nel finale di Lei (Her), arriva il momento per entrambi di andare avanti con queste lezioni e imparare nuovi modi di amare.

Samantha chiama Theodore in Lei
Samantha chiama Theodore in Lei. Foto di Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Cosa succede dopo la fine di Lei (Her)

Sia Amy che Theodore hanno assaporato la comodità immediata e la distrazione che le tecnologie avanzate possono offrire, e una relazione tra loro comporterebbe una vulnerabilità travolgente che non può essere disattivata. Ma entrambi hanno anche imparato cosa mancava all’amore virtuale e hanno capito che esso può essere trovato e mantenuto solo nel caos dell’umanità. Dopo essersi chiusi in bolle di illusione che alla fine sono scoppiate, comprendono l’alto rischio e l’alto rendimento delle relazioni umane.

Condividono un viaggio virtuale e la solitudine che esso ha lasciato dietro di sé, e capiscono ciò che l’altro sta provando: questa è la vera intimità. Quando Amy e Theodore finalmente si disconnettono dai loro mondi virtuali e alzano lo sguardo dai loro schermi, si trovano di fronte alla realtà scintillante che era sempre stata lì. Sebbene Lei (Her) sia apparentemente un film di fantascienza incentrato sulla tecnologia, in realtà approfondisce i temi dell’amore e dell’umanità.

Mostra un possibile futuro (ormai pressocché presente) in cui gli esseri umani potrebbero affrontare se la tecnologia avanzasse troppo, ma lo fa in modo decisamente realistico. Per quanto gli esseri umani possano cercare distrazioni brillanti e comodità costanti nel breve termine, le relazioni sostenibili si basano sulla condivisione di un rifugio nell’imprevedibilità e nella complessità della natura umana. Il film di Spike Jonze esamina dunque i limiti dell’umanità e scopre che è solo in questo disordine che si può trovare una relazione autentica.

Joaquin Phoenix e Amy Adams nel finale di Lei
Joaquin Phoenix e Amy Adams nel finale di Lei. Foto di Warner Bros. Picture – © 2013 – Untitled Rick Howard Company LLC

Il finale di lei lo rende un film romantico?

Lei (Her) è una storia complessa che stravolge i canoni del genere, rendendo difficile definirla semplicemente un film di fantascienza, un dramma o una storia d’amore. Tuttavia, il finale dimostra che il film è un’esplorazione del romanticismo e delle relazioni. Il film approfondisce le relazioni sentimentali non solo tra l’uomo e la macchina, ma anche tra Theodore e Amy e Theodore e Catherine. Che si tratti dell’inizio o della fine di una relazione romantica, Her esplora la complessità che accompagna tutti i tipi di relazioni interpersonali.

L’inizio del film si concentra su Theodore e sul suo rimpianto per l’amore perduto con Catherine. È cupo e solo, ma tutto cambia quando incontra Samantha. Nella sua solitudine, instaura con lei una relazione che non può essere ragionevolmente classificata come vero amore. Questo aspetto viene approfondito nella sua lite con Catherine, durante la quale lei lo condanna per essersi innamorato di una macchina. Solo a questo punto Theodore mette in discussione il legame che lo unisce al dispositivo.

La prima metà del film si concentra sulla possibilità che Theodore possa amare un prodotto dell’intelligenza artificiale e gradualmente si concentra sulle relazioni umane. Il finale di Lei (Her) suggerisce che l’amore può assumere molte forme e che ciò che Theodore provava per Samantha tecnicamente non era reale: piuttosto che amore, poteva essere definito ossessione. Nessuno è al servizio di qualcun altro nelle normali relazioni umane, né dovrebbe esserlo. Inoltre, le altre persone hanno speranze e sogni al di fuori dei loro cari, una qualità che alla fine mancava a Samantha perché non è un essere umano.

A poco a poco, Theodore sfugge alla sua rottura con la realtà e instaura un legame reciproco con Amy grazie alla loro esperienza condivisa. Questa vulnerabilità della condizione umana è ciò che rende Lei (Her) un film romantico piuttosto che un film di fantascienza, poiché i temi delle relazioni e dei legami sono alla base dell’intero film e trovano una risoluzione commovente ma agrodolce nel finale.

Deadpool e Wolverine: finalmente l’action figure di Logan in Age of Apocalypse

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È passato quasi un anno dall’uscita di Deadpool e Wolverine nei cinema, e Hot Toys ha appena lanciato una nuova action figure in scala 1/6 raffigurante la Variante di Age of Apocalypse di Hugh Jackman.

Il personaggio è apparso solo brevemente nel film, quando il Mercenario Chiacchierone viaggia tra le realtà alla ricerca di una Variante di Logan adatta al suo scopo. Questa Variante non aveva alcun interesse ad aiutare Wade Wilson e, come i suoi compagni Wolverine, non ha perso tempo a pugnalare ripetutamente Deadpool.

Nel fumetto di Apocalisse, la morte di Charles Xavier per mano di suo figlio, Legione, crea un mondo distopico dominato da Apocalisse. I mutanti dominano e gli umani sono schiavizzati o braccati. Magneto guida gli X-Men nella resistenza contro il regime di Apocalisse, e la squadra si propone di rovesciare Apocalisse e ripristinare la realtà.

Non è qualcosa che ci saremmo mai aspettati di vedere sullo schermo (X-Men: Apocalisse del 2016 non ha certo mantenuto le promesse del fumetto). Quindi, anche se questa variante di Wolverine è apparsa solo per pochi secondi, siamo sicuri che molti di voi saranno ansiosi di aggiungerla alla propria collezione.

Si prevede che Hugh Jackman tornerà nei panni del Logan protagonista di Deadpool e Wolverine nei prossimi film di Avengers, anche se non è ancora stato annunciato ufficialmente per Doomsday o Secret Wars.

Potete dare un’occhiata più da vicino a questa nuova action figure di Wolverine ispirata all’Era di Apocalisse di Hot Toys, insieme alla descrizione ufficiale del prodotto, qui sotto.

La Mia Amica Zoe: una clip esclusiva dal film

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La Mia Amica Zoe: una clip esclusiva dal film

Ecco un clip esclusiva di La Mia Amica Zoe, un mix di dark comedy e drama diretto da Kyle Hausmann-Stokes e basato sul suo stesso cortometraggio Merit for Zoe. Nel cast Sonequa Martin-Green (The Walking Dead, Star Trek Discovery), Natalie Morales (Grey’s Anatomy), Morgan Freeman e Ed Harris.

La Mia Amica Zoe arriva al cinema l’11 giugno con Europictures.

Il regista, qui al suo esordio in un lungometraggio, è un veterano di guerra che ha servito in Iraq e che ha voluto fermamente raccontare quello che succede durante e soprattutto al rientro dalle missioni militari, attraverso la storia di una forte amicizia al femminile che va oltre la morte. Sonequa Martin-Green (The Walking Dead, Star Trek Discovery) e Natalie Morales (Grey’s Anatomy) interpretano le due protagoniste Merit e Zoe (oltre ad essere state anche produttrici esecutive del film): nel cast anche due grandi star, Morgan Freeman e Ed Harris.

La Mia Amica Zoe, che ha ottenuto il rating del 95% su Rotten Tomatoes, ha partecipato a numerosi festival e ha vinto il premio del pubblico al South by Southwest e il premio Grand Jury al Woodstock Film Festival, segue il viaggio di Merit, veterana dell’esercito USA in Afghanistan, in conflitto con la sua famiglia anche a causa della presenza di Zoe, la sua migliore amica sempre con lei, anche se defunta. Nonostante gli incoraggiamenti del gruppo di supporto della VA, la necessità di badare al nonno che mostra segni di smarrimento e la leggerezza di un nuovo interesse amoroso, il legame di co-dipendenza con l’amica che non c’è più la isola dal mondo. Ma i fantasmi della guerra sono da superare e i lutti da elaborare per potere andare avanti.

F1 Il Film, le prime reazioni: “blockbuster estivo vecchia scuola” che è “davvero fantastico”

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Il film di punta dell’estate di Brad Pitt, F1 Il Film, è stato presentato alla stampa cinematografica e le prime reazioni elogiano il thriller automobilistico definendolo “pieno d’azione” e con immagini di grande impatto. Jazz Tangcay, caporedattore di Variety, ha sottolineato la qualità “impeccabile” del film, con il suo suono, la colonna sonora e la fotografia.

Anche Clayton Davis, caporedattore dei premi di Variety, ha apprezzato molto le riprese, elogiando il direttore della fotografia Claudio Miranda, che ha ottenuto una nomination ai BAFTA per il suo lavoro nell’ultimo film del regista Joseph KosinskiTop Gun: Maverick“. Maude Garrett, collaboratrice di The Nerdist e Breakroom, ha definito il film “davvero bello” e ha ipotizzato che le sarebbe piaciuto ancora di più se fosse stata un’appassionata di F1.

La trama di F1 Il FIlm

Conosciuto come “la più grande promessa mai realizzata”, Sonny Hayes (Brad Pitt) è stato il talento più cristallino della FORMULA 1 negli anni ’90, fino a quando un incidente in pista non ha rischiato di porre fine alla sua carriera. Trent’anni dopo, Sonny si mantiene come pilota mercenario quando viene avvicinato dal suo ex compagno di squadra Ruben Cervantes (Javier Bardem), proprietario di una squadra di FORMULA 1 in difficoltà e sul punto di fallire. Ruben riesce a convincere Sonny a tornare in FORMULA 1 come ultima speranza per salvare la squadra e affermarsi come miglior pilota al mondo. Sonny correrà al fianco di Joshua Pearce (Damson Idris), giovane talento esordiente determinato a dettare le sue regole all’interno del team. Ma mentre i motori ruggiscono, il passato riaffiora e Sonny si rende conto che in FORMULA 1 il tuo compagno di squadra rappresenta la tua concorrenza più spietata – e la strada verso la redenzione è qualcosa che non puoi percorrere da solo.

Fanno parte del cast di “F1 Il Film” anche Damson Idris, Kerry Condon, Tobias Menzies, Kim Bodnia e Javier Bardem. Il film è stato girato durante i reali weekend dei Grand Prix e la squadra di Pitt e Idris si trova a fronteggiare i veri titani dello sport.

F1 – il film foto dal trailer – Cortesia di Warner Bros

Kosinski dirige da una sceneggiatura di Ehren Kruger. Daniel Lupi è il produttore esecutivo. Nel team di filmmaker dietro la macchina da presa troviamo, il direttore della fotografia Claudio Miranda, gli scenografi Mark Tildesley e Ben Munro, il montatore Stephen Mirrione. I costumi sono di Julian Day, la direttrice del casting è Lucy Bevan e le musiche di Hans Zimmer.

Apple Original Films presenta una produzione Monolith Pictures / Jerry Bruckheimer / Plan B Entertainment / Dawn Apollo Films, un film di Joseph Kosinski, “F1 Il Film”. Distribuito da Warner Bros. Pictures, il film arriverà nelle sale italiane il 25 giugno.

Superman: ecco come Nathan Fillion si è guadagnato il suo taglio a scodella

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Nathan Fillion ha interpretato T.D.K. in The Suicide Squad e Master Karja in Guardiani della Galassia Vol. 3, e torna a collaborare con il regista James Gunn per il ruolo principale di Guy Gardner/Lanterna Verde del DCU in Superman.

Il suo casting ha ricevuto recensioni per lo più positive dai fan e scopriremo cosa Fillion saprà fare come eroe nel prossimo film sull’Uomo d’Acciaio e nella seconda stagione di Peacemaker. L’attore dovrebbe apparire anche in Lanterns, dove si unirà ai suoi compagni del Corpo delle Lanterne Verdi del Settore 2814, Hal Jordan e John Stewart. Tuttavia, è improbabile che si tratti di un cameo prolungato, poiché l’attenzione sarà concentrata sulla dinamica tra Hal e John, oltre a un mistero ambientato sulla Terra.

James Gunn ha condiviso un nuovo speciale per Superman, rivelando come Nathan Fillion si è guadagnato il suo taglio a scodella. Come vedrete di seguito, l’attore ha indossato una parrucca che è stata poi adattata all’iconica acconciatura di Guy, anche se il suo regista non ha potuto fare a meno di divertirsi un po’ con la stranezza della situazione.

Il video si conclude con una breve clip dal film. Si vede Lois Lane del Daily Planet che riferisce con rabbia a Guy che il suo taglio è veramente brutto. Lui non sembra cogliere.

“Si è parlato di acconciature diverse”, ha confermato Fillion in una recente intervista. “Si è parlato di diversi tipi di cose che avremmo fatto. Io ero a favore del taglio a scodella per tutto il tempo. È canonico. È un progetto. Ho detto: ‘Se non facciamo un taglio a scodella, lo sentiremo’”. “Ora, ecco il punto. Ho un altro lavoro [The Rookie] con un capo che è così gentile da lasciarmi libero per altri progetti. Ma penso che non si farebbe problemi con un agente di polizia con i capelli corti”, ha aggiunto.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Nicole Kidman protagonista di “Girls and Their Horses”, serie in sviluppo per Amazon e Legendary

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Nicole Kidman sarà protagonista e produttrice esecutiva di un adattamento cinematografico del romanzo di Eliza Jane Brazier “Girls and Their Horses“, secondo quanto appreso in esclusiva da Variety.

Il progetto è attualmente in fase di sviluppo e sarà coprodotto da Legendary Television e Amazon MGM Studios per Prime Video. Brazier scriverà l’episodio pilota e sarà produttrice esecutiva. Jenna Lamia sarà showrunner e produttrice esecutiva. Kidman sarà produttrice esecutiva insieme a Per Saari per la loro Blossom Films.

“Girls and Their Horses” segna una reunion tra Kidman e Lamia. Lamia in precedenza ha sviluppato e condotto la serie di successo NetflixThe Perfect Couple“, basata sul romanzo di Elin Hilderbrand, di cui Kidman è stata protagonista e produttrice esecutiva.

La sinossi ufficiale di “Girls and Their Horses” recita: “Un giallo ambientato nella comunità equestre costiera di Rancho Santa Fe, in California, ‘Girls and Their Horses’ segue la famiglia Parker, recentemente arricchita, che cerca di far entrare le figlie adolescenti nel mondo raffinato e a volte letale dell’equitazione agonistica”.

Mikey Madison in trattative per La maschera della morte rossa di A24

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Mikey Madison si è aggiudicato un altro progetto di grande interesse dopo aver vinto l’Oscar per la sua interpretazione in Anora. L’attrice è in trattative per guidare il cast di La maschera della morte rossa di A24 e Picturestart, in una versione fortemente revisionista dell’omonimo racconto di Edgar Allan Poe, scritta e diretta da Charlie Polinger.

Madison sostituisce Sydney Sweeney, che secondo alcune fonti ha abbandonato il progetto a causa di impegni. Polinger e Lucy McKendrick saranno i produttori esecutivi. A24 ha acquisito i diritti di distribuzione mondiale del film. Polinger è attualmente impegnato nella post-produzione del suo film “La peste“, realizzato in modo indipendente e interpretato da Joel Edgerton. È rappresentato da UTA e Anonymous Content.

Mikey Madison sarà il prossimo protagonista di “Reptilia” al fianco di Kirsten Dunst. Il thriller racconta la storia di un’igienista dentale sedotta da una misteriosa sirena e trascinata nell’oscuro e umido mondo sotterraneo del commercio di animali esotici in Florida. Alejandro Landes Echavarría, il regista del drammatico dramma sugli ostaggi “Monos”, dirigerà il film.

Prima di ottenere il ruolo principale in Anora di Sean Baker (che le è valso anche un BAFTA e un Independent Spirit Award), Madison ha recitato in Scream 5 ed è apparsa in C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino. Ha anche fatto parte del cast di “Better Things” di FX.

Mikey Madison è stata molto richiesta dopo la sua vittoria all’Oscar e ha rifiutato un ruolo nel nuovo film di “Star Wars“, ancora senza titolo, diretto dal regista di Deadpool e Wolverine Shawn Levy.

L’Hollywood Reporter è stato il primo a riportare la notizia del casting di Madison.

Vision: la serie Marvel ha trovato il suo Tommy Maximoff, alias Speed?

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A febbraio, alcune fonti riportavano che la serie Vision, pianificata dai Marvel Studios, avrebbe aggiunto un altro membro al cast, alimentando le speculazioni sul fatto che l’Universo Cinematografico Marvel potesse aver trovato il suo Tommy Maximoff, alias Speed.

Secondo Daniel Richtman, il personaggio di Ruaridh Mollica, attore di The Franchise e Too Rough, Tucker, si rivelerà effettivamente Tommy Maximoff.

Agatha All Along ha introdotto Billy Maximoff (Joe Locke), che parte alla ricerca del fratello insieme alla “Ghost Agatha” (Kathryn Hahn) nel finale di stagione.

Richtman scrive: “In Agatha All Along, l’anima di Billy viene mostrata abitare il corpo di William Kaplan, un adolescente che muore tragicamente in un incidente d’auto poco dopo il suo bar mitzvah. Allo stesso modo, l’anima di Tommy abiterà il corpo di Tucker, e le sue vere origini di Maximoff verranno rivelate man mano che la serie si sviluppa.”

Presumiamo che sia Wiccan che Speed ​​alla fine faranno parte del progetto Young Avengers (che si ritiene si intitolerà The Champions), attualmente in lavorazione alla Marvel. A 25 anni, Mollica è un po’ più grande di Locke (21), ma potrebbe interpretare in modo convincente un adolescente.

Il progetto Vision, ancora senza titolo ufficiale, che potrebbe o meno essere intitolato Vision Quest, è stato descritto come “la terza parte di una trilogia iniziata con WandaVision e che continua con Agatha All Along“.

Oltre a Paul Bettany, James Spader di Avengers: Age of Ultron riprenderà il ruolo di Ultron (“non è chiaro se Ultron tornerà come robot o in forma umana”). Non c’è stato alcun accenno al potenziale coinvolgimento di Elizabeth Olsen, ma la serie sarà ambientata dopo gli eventi di WandaVision, “mentre il fantasma di Visione presumibilmente esplora il suo nuovo scopo nella vita”. T’Nia Miller è stata confermata per il ruolo di Jocasta. Kerry Condon apparirà nei panni di F.R.I.D.A.Y. in forma umana, mentre Emily Hampshire sarà E.D.I.T.H.

Il finale di WandaVision ha rivelato che la Visione con cui avevamo trascorso del tempo nel corso della stagione era in realtà una delle creature di Wanda, ma la vera “Visione Bianca” è stata ricostruita dalla S.W.O.R.D. e programmata per rintracciare e uccidere Scarlet Witch. Questa versione del personaggio si è allontanata verso luoghi sconosciuti verso la fine dell’episodio, dopo essersi dichiarata la “vera Visione”.

Per quanto riguarda Wanda, l’ultima volta che abbiamo visto la potente strega era mentre devastava gli Illuminati e si faceva crollare una montagna addosso in Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Anche l’attore di Picard, Todd Stashwick, è nel cast, nei panni di “un assassino sulle tracce di un androide e della tecnologia in suo possesso”. Vision – o Vision Quest – debutterà su Disney+ nel 2026.

Letitia Wright riferisce che avrà “più cose da fare” in Avengers: Doomsday

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Letitia Wright tornerà nei panni di Shuri per Avengers: Doomsday e le è stato chiesto se avrebbe ripreso il ruolo della nuova Black Panther nel prossimo grande film evento dell’MCU. La star di Wakanda Forever ha confermato di aver iniziato a girare le sue scene e che avrà “più cose da fare” nei panni di Shuri in Doomsday rispetto ai precedenti film di Avengers. “È semplicemente un cast grandioso, quindi ero davvero entusiasta di farne parte. Ne avevo già fatto parte in passato, ma in modo più limitato. Ora, ho un po’ più di tempo.”

Questo tempo in più avrà forse a che fare con una trama che prevede il debutto di una nuova Black Panther? Letitia Wright è rimasta a bocca cucita quando le è stato chiesto delle voci secondo cui Doomsday introdurrà una nuova Black Panther sotto forma di una versione più matura del nipote di Shuri, alias T’Challa II, presentato nella scena a metà dei titoli di coda di Wakanda Forever.

Non sorprende che l’attrice abbia rifiutato di parlare di questo (potenziale) punto della trama, ma diverse fonti attendibili hanno riportato che una seconda Pantera Nera – che si riveli essere il figlio originale di T’Challa (Chadwick Boseman) o meno – farà il suo debutto nell’MCU in Doomsday.

Un terzo film di Black Panther deve ancora ricevere il via libera ufficiale, ma Nate Moore della Marvel ha praticamente confermato che il progetto è in fase di pianificazione con il ritorno del regista Ryan Coogler per prenderne il timone, quindi diremmo che è solo questione di tempo prima di un annuncio.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd / Ant-Man, Simu Liu / Shang-Chi, Tom Hiddleston / Loki, Lewis Pullman / Bob-Sentry, Florence Pugh / Yelena, Danny Ramirez / Falcon, Ian McKellen / Magneto, Sebastian Stan / Bucky, Winston Duke / M’Baku, Chris Hemsworth / Thor, Kelsey Grammer / Beast, James Marsden / Cyclops, Channing Tatum / Gambit, Wyatt Russell / U.S. Agent, Vanessa Kirby / Sue Storm, Rebecca Romijn / Mystique, Patrick Stewart / Professor X, Alan Cumming / Nightcrawler, Letitia Wright / Black Panther, Tenoch Huerta Mejia / Namor, Pedro Pascal / Reed Richards, Hannah John-Kamen / Ghost, Joseph Quinn / Johnny Storm, David Harbour / Red Guardian, Robert Downey Jr. / Doctor Doom, Ebon Moss-Bachrach / La Cosa, Anthony Mackie / Captain America.

Wicked: For Good, il primo trailer internazionale

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Wicked: For Good, il primo trailer internazionale

Il trailer di Wicked: For Good di Jon M. Chu è uscito, dopo essere stato proiettato in anteprima in coda alle proiezioni speciali del primo film, di nuovo nelle sale USA per un solo giorno. La clip mostra Elphaba (Cynthia Erivo) e Glinda (Ariana Grande), ora su fronti diversi nella battaglia per la giustizia a Oz. Wicked: For Good arriverà nei cinema il 21 novembre 2025.

“Elphaba Thropp, so che sei qui fuori”, dice Glinda, in abito bianco, all’oscurità fuori casa prima di voltarsi e vedere la sua ex migliore amica, ancora avvolta nel suo mantello nero da strega, sul balcone. “Non si torna indietro”, dice Elphaba (Erivo) mentre lancia incantesimi in una grotta nascosta. “Questa è una questione tra me e il Mago”.

Wicked: For Good vedrà protagonisti il ​​duo verde e rosa, oltre a Jonathan Bailey che riprenderà il ruolo di Fiero, Marissa Bode che riprenderà il ruolo di Nessarose, Ethan Slater che riprenderà il ruolo di Boq e, Jeff Goldblum che torna nei panni del Meraviglioso Mago di Oz insieme a Michelle Yeoh nei panni di Madame Morrible.

“La Strega Cattiva non può sfuggirci per sempre, non con il Principe Fiyero e il suo squadrone sulle sue tracce”, dichiara Morrible interpretata da Yeoh mentre la clip si sposta sul Fiyero interpretato da Bailey in abiti verdi e oro.

Mentre Glinda indossa una corona scintillante e svolazzante, Elphaba si cimenta nella scrittura nel cielo con la sua scopa, scarabocchiando “Il nostro Mago Mente” su una nuvola. Si sente un frammento di “No Good Deed” mentre gli spettatori vedono il Mago di Oz di Jeff Goldblum all’opera con dei congegni, e le lunghe unghie curate di Elphaba (e di Erivo) poggiano su una pila di mattoni giallo brillante.

Pensa a cosa potremmo fare, insieme”, dice Glinda a Elphaba, riecheggiando il primo film. Si vedono frammenti di Dorothy con i suoi scintillanti tacchi argentati e l’abito a quadretti blu, mentre Glind percorre la navata con un lungo strascico bianco da sposa, avvicinandosi al Principe Fiyero. Chu ha montato entrambi i film parallelamente prima dell’uscita del primo film, il 22 novembre 2024.

Di seguito, il primo manifesto di Wicked: For Good

The Cleaning Lady – stagione 4: la spiegazione del finale

The Cleaning Lady – stagione 4: la spiegazione del finale

Dopo una stagione di bugie e tradimenti sanguinosi, The Cleaning Lady chiude un altro capitolo delle avventure di Thony nel mondo dei cartelli e delle forze dell’ordine corrotte. Ma mentre The Cleaning Lady – stagione 4 risolve molti degli ostacoli principali della stagione, prepara anche un futuro avvincente per i membri del cast sopravvissuti della serie. Chris guadagna in un mese con la sua carriera su TikTok più di quanto la maggior parte delle persone guadagna in un anno, Jaz sta per andare al college e Fiona è finalmente proprietaria della sua casa.

Questi sarebbero cambiamenti notevoli di per sé se questo fosse un episodio di Modern Family, ma The Cleaning Lady non è quel tipo di serie. In mezzo a tutte queste fantastiche notizie, Sin Cara è entrata in guerra con se stessa, mentre Thony sta cercando di trasformare i loro scontri interni a proprio vantaggio. E mentre il rinnovo della quinta stagione di The Cleaning Lady rimane ancora da confermare, le azioni di Thony nel finale della quarta stagione avranno conseguenze importanti se la serie continuerà.

Thony seppellisce viva Ramona per aver rapito Luca

Durante tutta la quarta stagione, uno dei conflitti principali è stato l’incapacità di Jorge di sconfiggere Heller o di trovare un compromesso con lui, che ha portato i soci di Sin Cara a uccidere membri del proprio cartello. Ancora peggio, hanno ucciso bambini piccoli nonostante il fatto che i familiari dei membri del cartello dovrebbero essere off-limits in tempi di guerra e vendetta. Questo avrebbe potuto essere interpretato come un presagio, considerando che tutto ciò che Thony ha fatto fino a questo punto è stato per il bene di suo figlio Luca.

Ramona cerca di punire Thony e Jorge rapendo Luca e Violeta per crescerli come figli suoi e seppellendo Thony viva, ma Fiona si avvale dell’aiuto di Benny per arrivare all’ultimo secondo e colpire Ramona alla testa. Sebbene Ramona sopravviva, Thony reprime l’impulso di tagliarle la gola e invece la seppellisce in mezzo al deserto. Tuttavia, Alejandra è libera e probabilmente ha aiutato a organizzare il piano per uccidere Thony, il che significa che saprebbe dove è stata sepolta Ramona. A questo punto, la sua sopravvivenza sembra probabile, il che potrebbe facilmente ritorcersi contro Thony.

Jorge perde il controllo su Sin Cara (ma potrà tornare?)

Dopo la premiere della quarta stagione di The Cleaning Lady, molti degli episodi rimanenti servono a rafforzare la posizione di Feng con Sin Cara. Il suo amore per Jialong sembra renderlo facile da manipolare, ma si scopre che la maggior parte dei collaboratori di Sin Cara che hanno ucciso i membri del cartello lavoravano sotto gli ordini diretti di Feng. Sembra che si tratti di una truffa di lunga data, dato che Jorge giunge alla conclusione che il capo di Feng, Koh, non è mai esistito. In realtà, Feng ha ricevuto ordini da Sam Heller.

Sappiamo che Jorge ha contatti in altri paesi come l’Ecuador, ma non è chiaro dove stia andando o come intenda procedere se otterrà l’aiuto di cui ha bisogno.

Per ragioni inspiegabili, Feng organizza un attentato contro Jorge proprio nell’aeroporto in cui Jorge deve trovarsi per salvare i suoi figli. Dopo essere sopravvissuto per miracolo, Jorge decide di corrompere il pilota affinché lo porti all’estero, dove potrà stringere una nuova alleanza contro Sin Cara. Sappiamo che Jorge ha contatti in altri paesi, come l’Ecuador, ma non è chiaro dove stia andando né come intenda procedere se otterrà l’aiuto di cui ha bisogno. Dopo Ramona, Jorge è uno dei personaggi più imprevedibili in termini di sviluppo della trama.

Come Thony diventa un socio a tutti gli effetti di Sin Cara (con colpi di scena)

Prima di fuggire dal paese, Jorge consegna a Thony tutte le prove che ha scoperto per incastrare Heller nell’omicidio del procuratore distrettuale. Ora che l’ex assistente procuratore distrettuale Joel Herman ha preso le redini, Thony consegna il libro a Feng in cambio della piena collaborazione con Herman per smantellare Sin Cara dall’interno. Quello che Herman non sa, però, è che Thony ha anche intenzione di sfruttare questo nuovo accordo per prendere il controllo dell’intero cartello.

Per molti versi, non è una svolta così sorprendente. Fin dall’inizio, sembrava che alla fine Thony avrebbe preso il controllo del cartello o avrebbe tagliato i ponti per vivere una vita normale. Con questo nuovo sviluppo, può scegliere entrambe le strade. Thony accetta di collaborare con l’ufficio del procuratore distrettuale solo se le viene offerta la piena immunità per i suoi crimini passati, il che mette un freno alla spinta di Joel per ottenere giustizia per Rex Blackley. Ma se diventa a capo del cartello, può effettivamente distruggerlo dall’interno e fuggire definitivamente.

Il finale della quarta stagione di The Cleaning Lady pone le basi per la più grande ambizione di Thony

Nel finale della quarta stagione di The Cleaning Lady, Thony si trova in una situazione difficile. Ha intenzione di aiutare Joel a smantellare Sin Cara, ma rivela anche che vuole solo indebolire il cartello per poter salire al potere. Tuttavia, il fatto che Thony prenda il controllo di Sin Cara non significa che non possa ancora staccarsi e vivere una vita normale. Potrebbe compromettere il suo accordo di immunità, ma il discorso di Joel quando è diventato procuratore distrettuale prometteva solo che avrebbe fatto ciò che era giusto. Non ha mai promesso di fare ciò che era legale.

Sfortunatamente, questo non è l’unico problema che Thony deve affrontare in questo momento. Abbattere Sin Cara dipende dalla sua capacità di abbattere anche Heller, e le prove di Jorge non la aiutano necessariamente a farlo. Lo stesso Joel ammette di aver dato la caccia a Heller per anni senza riuscire a intaccare la sua organizzazione, e non c’è nemmeno alcuna indicazione che Thony sappia cosa Heller abbia rubato dalla cassaforte di Jorge o come questo possa avvantaggiare il suo impero criminale. Sta intraprendendo un piano importante con informazioni limitate, e questo potrebbe metterla nei guai se la storia continua.

Cos’altro aspettarsi dalla quinta stagione di The Cleaning Lady

Indipendentemente dal fatto che Ramona sopravviva, Jorge trovi degli alleati o Thony prenda il controllo di Sin Cara, la quarta stagione di The Cleaning Lady lascia molte trame da concludere. Chris è riuscito a mantenere l’anonimato come ballerino della TNT, ma entrambi i figli di Fiona sono potenzialmente in pericolo ora che Fiona si è fatta una nemica diretta in Ramona. Ha già dimostrato di essere disposta a prendersela con i familiari delle persone, e ferire Fiona è un modo facile per indebolire Thony.

Inoltre, la prossima stagione dovrà tornare sull’ultima conversazione tra Dupont e Thony. Quando la raggiunge prima del suo incontro con Ramona, le fa una ramanzina sulla vendetta che fa pensare che abbia ucciso qualcuno in passato. Sia lui che Benny dovrebbero avere ruoli più importanti nella quinta stagione di The Cleaning Lady, e la sua mancanza di retroscena finora dovrà essere colmata. Ma indipendentemente da ciò che accadrà ai personaggi secondari come Dupont, una cosa è certa: se la serie avrà un’altra stagione, la guerra di Thony con Sin Cara potrebbe finalmente portare alla fine della sua storia.

Superman: svelato il rating del film!

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Superman: svelato il rating del film!

Il film Superman della DC Studios diretto da James Gunn ottiene la sua classificazione ufficiale mentre l’universo DC si prepara a debuttare con il nuovo Uomo d’Acciaio. Sono passati anni dall’ultima volta che l’ultimo figlio di Krypton ha avuto un film tutto suo, ma il luglio 2025 cambierà le cose con il film di Gunn, che costituirà una base fondamentale per il nuovo franchise DCU. Mentre la DC Studios è stata impegnata a promuovere il film attraverso trailer, poster e vari prodotti di merchandising, è ora stato finalmente confermato un dettaglio cruciale per il film.

Con il film solista di David Corenswet pronto per la sua grande uscita estiva, Film Ratings ha confermato che Superman è classificato PG-13 per violenza, azione e linguaggio. Questo continua una tendenza che dura da quasi due decenni nella storia cinematografica dell’Uomo d’Acciaio. Sin dal 2006, con Superman Returns, i film live-action di Superman – tra cui Batman V Superman: Dawn of Justice e Justice League – sono stati classificati PG-13, mentre i film con Christopher Reeve erano tutti classificati PG.

Poiché il film Superman di Gunn è stato classificato PG-13, ha quindi la stessa classificazione di L’Uomo d’Acciaio di Zack Snyder, ma c’è una leggera differenza. Il film del 2013 è stato classificato “per intense sequenze di violenza fantascientifica, azione e distruzione, e per alcune espressioni linguistiche”. Da tutti i trailer di Superman usciti finora, è chiaro che i rispettivi film di Gunn e Snyder sono molto diversi tra loro, nonostante abbiano la stessa classificazione. Lo stesso si può dire guardando il film di Gunn e Batman V Superman di Snyder, entrambi classificati PG-13, mentre il film del 2016 ha ottenuto la sua classificazione “per intense sequenze di violenza e azione in tutto il film e per alcune scene sensuali”.

Guardando la filmografia dei supereroi di Gunn per fare un confronto, Superman è più in linea con la trilogia di Guardiani della galassia per quanto riguarda la classificazione, dato che anche tutti e tre i film dell’MCU sono stati classificati PG-13. L’unico film DC che Gunn ha realizzato in precedenza è stato The Suicide Squad, parte della timeline cinematografica del DCEU, ma il film del 2021 è stato classificato come R a causa di “violenza forte e sangue, linguaggio volgare, alcuni riferimenti sessuali, uso di droghe e brevi scene di nudo esplicito”. Data la natura di Superman, PG-13 è la classificazione più ovvia per il film DCU dell’Uomo d’Acciaio, soprattutto perché DC Studios mira a riportare in auge una versione più luminosa della leggenda DC.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, conDavid Corenswetnei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast ancheRachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di Superman sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Octavia Spencer tornerà nel sequel dell’horror Ma

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Octavia Spencer tornerà nel sequel dell’horror Ma

La casa di produzione Blumhouse ha annunciato ieri, durante il simposio Business of Fear, che la vincitrice dell’Oscar Octavia Spencer tornerà nel sequel del film horror di vendetta del 2019, Ma (leggi qui la spiegazione del finale del film). Il film, diretto da Tate Taylor, già regista di The Help (con cui Spencer ha vinto l’Oscar), ha incassato oltre 60 milioni di dollari al botteghino mondiale con un costo di produzione dichiarato di 5 milioni di dollari.

In Ma, scritto da Scotty Landes, una donna sola stringe amicizia con un gruppo di adolescenti e decide di lasciarli fare festa a casa sua. Proprio quando i ragazzi pensano che la loro situazione non potrebbe andare meglio, iniziano ad accadere cose che li portano a mettere in discussione le intenzioni della loro ospite.

Ma si è rivelato un fenomeno sociale sin dalla sua uscita nel 2019, con i fan che hanno accolto con entusiasmo il film e l’iconica interpretazione di Octavia nel ruolo di Ma. A Ma piace dire ‘non farmi bere da sola’, quindi siamo entusiasti che Octavia si unisca a noi per un secondo round”, ha dichiarato Jason Blum, fondatore/CEO di Blumhouse, secondo quanto riportato da Deadline.

Il sequel è giustificato anche dal fatto che il film ha acquisito un seguito ancora più forte negli anni successivi, generando vari meme, tra cui poster parodia e immagini di vario tipo. Octavia Spencer si è persino unita al divertimento nel 2020, organizzando un concorso online per il “miglior meme di Ma” e assegnando numerosi premi. Nel 2024, ha fatto riferimento al film in un breve video pubblicato dalla campagna presidenziale di Kamala Harris.

Sarà dunque ora interessante avere maggiori informazioni su questo progetto, tra cui capire in che modo proporrà il ritorno della sua protagonista, considerato il finale del primo film dove si propone la sua apparente morte. Altresì, sarà interessante scoprire quali altri attori si uniranno ad Octavia Spencer nel film. Al momento non è però noto quando avrà inizio la produzione del film.

Biancaneve in streaming dall’11 giugno su Disney+

Biancaneve in streaming dall’11 giugno su Disney+

Dall’11 giugno, gli spettatori di tutte le età potranno vivere la magia e le musiche del film Disney Biancaneve in esclusiva su Disney+.

La rivisitazione in chiave live-action del film Disney Biancaneve e i Sette Nani trasporta il pubblico in una nuova emozionante avventura cinematografica, che offre inoltre un incantevole tuffo nel passato. Gli spettatori di oggi potranno godere degli straordinari effetti visivi che portano in vita la natura e la fantasia, come il pubblico del 1937 fu affascinato dalla magia dell’animazione.

Con una colonna sonora che unisce canzoni originali e rivisitazioni degli amati classici, il film Disney Biancaneve vede le musiche del talentuoso team vincitore dell’EGOT, composto da Benj Pasek e Justin Paul (The Greatest ShowmanLa La Land). Biancaneve (Rachel Zegler) condivide le sue speranze nell’accorata nuova ballata “Aspetto un desiderio”, uno dei numerosi brani del “regno contemporaneo” che si aggiungono ai classici senza tempo come “Ehi-Ho” e “Impara a fischiettar”.

In streaming su Disney+, i fan possono inoltre rivedere Biancaneve e i Sette Nani, l’innovativo classico d’animazione che ha segnato l’inizio dell’eredità narrativa di Disney e tornare al pozzo dei desideri dove la magia è iniziata.

Il nuovo film Disney Biancaneve è la rivisitazione in chiave live-action della classica fiaba Disney del 1937. La magica avventura ripercorre la storia senza tempo con Rachel Zegler nel ruolo della protagonista e Gal Gadot nei panni della matrigna, la Regina Cattiva, e con gli amati personaggi Mammolo, Dotto, Cucciolo, Brontolo, Gongolo, Pisolo ed Eolo.

Il film Disney Biancaneve è diretto da Marc Webb, scritto da Erin Cressida Wilson e prodotto da Marc Platt, p.g.a., e Jared LeBoff, p.g.a., con Callum McDougall come produttore esecutivo.

Maxton Hall – Il mondo tra di noi – Stagione 2, teaser trailer della serie in arrivo

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A partire dal 7 novembre, la seconda stagione della serie originale Maxton Hall – Il mondo tra di noi sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in tutto il mondo. Inoltre, il primo teaser di Maxton Hall promette emozioni intense e colpi di scena drammatici, offrendo un’anteprima esclusiva sugli sviluppi che riguardano la storia tra Ruby e James. La prossima stagione sarà basata sul secondo volume della serie di romanzi bestseller Save You dell’autrice Mona Kasten.

Maxton Hall – Il mondo tra di noi – Seconda stagione

 Chi vola in alto può anche cadere in basso… Dopo una notte passionale trascorsa insieme a Oxford e ormai ad un passo dal suo più grande obiettivo di vita, tutto sembra andare alla perfezione per Ruby (Harriet Herbig-Matten). Un colpo del destino nella famiglia di James (Damian Hardung) cambia però ogni cosa, ed è proprio James a riportare Ruby bruscamente con i piedi per terra. Lei è distrutta. Non ha mai provato sentimenti così forti per nessuno come per James, e nessuno l’ha mai ferita così profondamente. Vorrebbe tornare a quando nessuno, a Maxton Hall, la conosceva; a quando non faceva parte del mondo elitario dei suoi compagni di classe. Ma non riesce a dimenticare James soprattutto perché lui sta facendo di tutto per riconquistarla.

Oltre a Damian Hardung e Harriet Herbig-Matten, nella seconda stagione tornano anche Sonja Weißer nel ruolo di Lydia, Ben Felipe in quello di Cyril, Fedja van Huêt come Mortimer, Runa Greiner nel ruolo di Ember, Justus Riesner come Alistair, Andrea Guo nel ruolo di Lin, Frederic Balonier è Kieran e Eli Riccardi nel ruolo di Elaine.

Martin Schreier (Traumfabrik) torna alla regia anche per la seconda stagione di Maxton Hall – Il mondo tra di noi. Tra i produttori della nuova stagione anche Markus Brunnemann e Ceylan Yildirim, che è inoltre interprete e sceneggiatrice della serie. Insieme a Yildirim, partecipano alla scrittura degli episodi anche Juliana Lima Dehne e Marlene Melchior. Valentin Debler è di nuovo produttore per UFA Fiction. La serie è sostenuta dal German Motion Picture Fund (GMPF).

Vision: Emily Hampshire sarà la versione umana di E.D.I.T.H.

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Vision: Emily Hampshire sarà la versione umana di E.D.I.T.H.

Sembra chiaro che la serie Vision della Marvel Television con Paul Bettany stia assemblando una schiera di ex sistemi di difesa basati su IA in forma umana, ma il motivo resta da scoprire. Presentato per la prima volta da Daniel Richtman, Deadline ha ora confermato che Emily Hampshire (Schitt’s Creek, L’esercito delle 12 scimmie, The Rig) si è unita al cast della serie Vision della Marvel in arrivo su Disney+ come versione umana di E.D.I.T.H. (Even Dead, I’m The Hero).

Questa tecnologia è stata creata da Tony Stark (Robert Downey Jr.) prima di essere trasmessa a Peter Parker (Tom Holland) dopo la scomparsa di Iron Man in Avengers: Endgame. E.D.I.T.H. ha preso la forma di un paio di occhiali da sole high-tech, che Spidey dà inconsapevolmente a Mysterio (Jake Gyllenhaal) in Spider-Man: Far From Home. Gli occhiali sono stati confiscati dal Damage Control dopo che l’identità di supereroe di Peter è stata rivelata al mondo alla fine del film.

Il progetto Vision, ancora senza titolo ufficiale, che potrebbe o meno essere intitolato Vision Quest, è stato descritto come “la terza parte di una trilogia iniziata con WandaVision e che continua con Agatha All Along“.

Oltre a Paul Bettany, James Spader di Avengers: Age of Ultron riprenderà il ruolo di Ultron (“non è chiaro se Ultron tornerà come robot o in forma umana”). Non c’è stato alcun accenno al potenziale coinvolgimento di Elizabeth Olsen, ma la serie sarà ambientata dopo gli eventi di WandaVision, “mentre il fantasma di Visione presumibilmente esplora il suo nuovo scopo nella vita”. T’Nia Miller è stata confermata per il ruolo di Jocasta. Kerry Condon apparirà nei panni di F.R.I.D.A.Y. in forma umana.

Il finale di WandaVision ha rivelato che la Visione con cui avevamo trascorso del tempo nel corso della stagione era in realtà una delle creature di Wanda, ma la vera “Visione Bianca” è stata ricostruita dalla S.W.O.R.D. e programmata per rintracciare e uccidere Scarlet Witch. Questa versione del personaggio si è allontanata verso luoghi sconosciuti verso la fine dell’episodio, dopo essersi dichiarata la “vera Visione”.

Per quanto riguarda Wanda, l’ultima volta che abbiamo visto la potente strega era mentre devastava gli Illuminati e si faceva crollare una montagna addosso in Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

Anche l’attore di Picard, Todd Stashwick, è nel cast, nei panni di “un assassino sulle tracce di un androide e della tecnologia in suo possesso”. Vision – o Vision Quest – debutterà su Disney+ nel 2026.

James Gun conferma che è in sviluppo uno spin-off animato di Superman dedicato a Krypto

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Krypto il Supercane farà il suo debutto live-action (anche se ovviamente Krypto stesso sarà portato in vita tramite CGI) nel Superman di James Gunn, e si prevede che avrà anche un ruolo significativo in Supergirl: Woman of Tomorrow.

Alcuni fan ritengono che il cucciolo, il cui aspetto è basato sul cane di Gunn, Ozu, stia già ricevendo troppa attenzione (come se un cane carino potesse mai essere messo da parte nel marketing), ma i DC Studios hanno piani per il cagnolino che vanno oltre queste apparizioni sul grande schermo. A febbraio, Gunn ha annunciato che erano in lavorazione quattro cortometraggi stagionali su Krypto ambientati nel DCU (il primo dovrebbe debuttare a settembre). “Abbiamo questi piccoli corti su Krypto che sono così divertenti, amico. Li ho guardati tutti”, ha anticipato. “È un cane terribile, terribile. È per le famiglie ed è davvero divertente e buffo. È davvero figo.”

Ora, rispondendo a un fan sui social media, Gunn ha indicato che uno spin-off di Krypto è in arrivo. Presumiamo che si riferisca a questi cortometraggi e non a un progetto separato, ma questo sembrerebbe confermare che saranno animati.

Dopo aver condiviso ieri un nuovo sguardo a Superman e ai suoi compagni Metaumani, il regista James Gunn ha svelato una seconda serie di character poster per l’imminente reboot del DCU.

Questa volta, l’attenzione è rivolta ai “nemici e amici” dell’Uomo d’Acciaio (sappiamo che non tutti coloro che si trovano in contrasto con l’iconico eroe lo faranno volentieri), con nuovi banner per Lex Luthor (Nicholas Hoult), Eve Teschmacher (Sara Sampaio), l’Ingegnere (María Gabriela de Faría) e Rick Flag Sr. (Frank Grillo). È presente anche il poster precedentemente pubblicato per Metamorpho di Anthony Carrigan.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Daredevil: Rinascita – Stagione 2: cast, stato della produzione e tutto quello che sappiamo

La seconda stagione di Daredevil: Rinascita è stata confermata ancora prima dell’uscita della prima stagione su Disney+, suscitando molti interrogativi sui suoi diversi aspetti. L’uscita su Disney+ di Daredevil: Rinascita nel 2025 ha segnato il ritorno ufficiale dell’Uomo senza paura nell’MCU per la prima volta dalla terza stagione di Daredevil nel 2018. Nonostante le brevi apparizioni di Charlie Cox in Spider-Man: No Way Home e She-Hulk: Attorney at Law, molti si chiedevano se una storia solista di Daredevil sarebbe mai stata possibile come prossima serie TV Marvel.

La Marvel ha rapidamente dimostrato che questo desiderio sarebbe stato possibile con la conferma della storia di Daredevil: Rinascita, che ha debuttato nel marzo 2025 con grande successo per aver rivitalizzato il mondo della saga Defenders di Netflix nell’MCU. Naturalmente, l’attenzione si sta ora spostando sulla seconda stagione di Daredevil: Rinascita , nonché sulle potenziali apparizioni nei prossimi film Marvel dell’eroe titolare di Hell’s Kitchen. Per quanto riguarda la prima, la seconda stagione di Daredevil: Rinascita è già in arrivo, prima piuttosto che poi.

Notizie recenti su Daredevil: Rinascita – Stagione 2

Nuove foto dal set mostrano un nuovo costume di Daredevil

Mentre la produzione della seconda stagione di Daredevil: Rinascita  continua, sono state mostrate altre foto dal set. Dopo la foto di Karen Page che torna al fianco di Matt Murdock, recentemente Matt è stato mostrato con un costume di Daredevil completamente nuovo. Le nuove foto dal set (via @petergcornell) mostrano Daredevil con un nuovo costume nero, un cambiamento importante rispetto al suo tradizionale costume rosso o anche a quello giallo e rosso che indossava in She-Hulk.

I fan dei fumetti saranno probabilmente entusiasti, dato che il costume nero di Daredevil è strettamente associato alla sagaShadowland, dove ne indossava uno simile. Nonostante il riferimento a Shadowland, sembra che la seconda stagione di Daredevil: Rinascita  adatterà gran parte di Devil’s Reign, che si concentra su Wilson Fisk che diventa sindaco di New York e mette fuori legge i vigilanti, tema centrale della prima stagione. Il costume nero di Daredevil ha senso, dato che il personaggio è in fuga dopo che Fisk ha messo fuori legge i vigilanti.

Daredevil: Rinascita  – La seconda stagione è stata confermata dalla Marvel

La produzione iniziale della serie ha portato alla conferma anticipata della seconda stagione

Per approfondire adeguatamente la conferma della seconda stagione di Daredevil: Rinascita , vale la pena esaminare come è stata sviluppata la prima stagione della serie. Nel luglio 2022, Daredevil: Rinascita  è stato annunciato per la prima volta al San Diego Comic-Con, con il presidente della Marvel Studios, Kevin Feige, che ha confermato che si tratterà di una stagione di 18 episodi su Disney+. Inizialmente, la notizia è stata accolta con grande entusiasmo, vista la lamentela di lunga data secondo cui molte delle serie TV Marvel, sia quelle migliori che quelle peggiori, sembravano film allungati piuttosto che stagioni televisive.

Tuttavia, il ritardo nella produzione causato dagli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA del 2023 ha fatto capire alla Marvel che Daredevil: Rinascita  non funzionava. Ciò ha portato a una massiccia revisione creativa, che ha incluso un nuovo showrunner, una nuova coppia di registi e la scrittura di nuovi episodi che hanno reso Daredevil: Rinascita  una continuazione della serie Netflix. È stato poi confermato che nove dei 18 episodi previsti sarebbero stati la prima stagione di Daredevil: Rinascita , che ha iniziato ad essere trasmessa su Disney+ nel marzo 2025.

Secondo Entertainment Weekly, gli altri nove episodi inizialmente previsti sono stati poi utilizzati per formare la base della seconda stagione di Daredevil: Rinascita . Dato che era già stato fatto molto lavoro sull’intero arco narrativo di 18 episodi della serie, il nuovo showrunner e il duo di registi hanno ritenuto che ci fosse materiale sufficiente per iniziare la seconda stagione praticamente subito, anche se il primo, Dario Scardapane, ha confermato che solo otto episodi sarebbero stati utilizzati per la seconda stagione. Questo spiega perché la seconda stagione di Daredevil: Rinascita  è già stata confermata dalla Marvel e arriverà prima di quanto pensassimo inizialmente.

Stato della produzione della seconda stagione di Daredevil: Rinascita 

La produzione è già iniziata

Naturalmente, la prossima domanda importante è quando inizierà la produzione della seconda stagione di Daredevil: Rinascita. Con una rapidità sempre più rara nell’era moderna della televisione, le riprese della seconda stagione di Daredevil: Rinascita  sono iniziate prima ancora che la prima stagione fosse stata distribuita. In un’intervista con Collider cinque giorni prima della premiere della prima stagione di Daredevil: Rinascita, Scardapane ha confermato che le riprese del seguito sarebbero iniziate il venerdì successivo, 28 febbraio 2025, accennando anche alla possibilità di una terza stagione:

“Venerdì inizieremo le riprese di una seconda stagione di otto episodi, e il futuro è ancora tutto da scrivere. Non so se la storia finirà necessariamente alla fine della seconda stagione…”

Le prime riprese sono poi iniziate a New York City, il che significa che alcuni elementi della seconda stagione erano già stati girati prima della premiere della prima stagione di Daredevil: Rinascita , il 4 marzo dello stesso anno. In occasione dello stesso evento, il capo della Marvel Television, Brad Winderbaum, ha dichiarato a Collider che Aaron Moorhead e Justin Benson, la nuova coppia di registi ingaggiata per il rifacimento di Daredevil: Born Again, sarebbero tornati per la seconda stagione, affermando: “Sono fantastici. Lavorerei con loro per sempre, se potessi”.

Daredevil: Born Again – Stagione 2 uscirà nel 2026

L’attesa per la seconda stagione non è lunga

La rapida inversione di rotta nella produzione tra la prima e la seconda stagione di Daredevil: Rinascita è sempre più rara nel mondo della televisione moderna. Negli ultimi anni, la maggior parte delle serie TV ad alto budget richiede dai due ai tre anni per essere prodotta, a volte anche di più, causando tempi di attesa più drastici tra una stagione e l’altra. Fortunatamente, però, la struttura unica di Daredevil: Rinascita,  che ha visto la serie divisa in due stagioni, ha permesso di iniziare rapidamente la produzione della seconda stagione.

Questo non solo conferma che la seconda stagione è prevista per il 2026, ma anche che una potenziale terza stagione potrebbe essere fissata per il 2027…

Il successo della prima stagione è praticamente garantito e i tempi di produzione rapidi significano che Daredevil: Rinascita – stagione 2 uscirà nel 2026. Screen Rant ha parlato con Brad Winderbaum a questo proposito prima dell’uscita di Daredevil: Rinascita, chiedendogli se la serie è destinata a diventare una serie con un’uscita annuale. Winderbaum ha dato una risposta che sicuramente piacerà ai fan che rimpiangono l’era passata delle uscite televisive annuali.

Il capo della Marvel Television ha dichiarato: “Questo è il piano. La seconda stagione uscirà il prossimo anno e poi, si spera, la terza stagione e le stagioni infinite dopo quella”. Questo non solo conferma che la seconda stagione è prevista per il 2026, ma anche che una potenziale terza stagione potrebbe essere fissata per il 2027. Ciò darebbe alla troupe di produzione una pausa consistente tra la produzione della seconda e della terza stagione di Daredevil: Rinascita, qualora la tempistica di produzione rimanesse coerente con le riprese della seconda stagione appena prima dell’uscita della prima.

Cast della seconda stagione di Daredevil: Rinascita

Ci sono solo pochi membri del cast confermati per la seconda stagione di Daredevil: Rinascita

Per quanto riguarda gli attori che torneranno per la seconda stagione di Daredevil: Born Again, la Marvel Studios non ha ancora pubblicato una lista e confermato chi interpreterà un ruolo. Detto questo, diverse interviste e materiali promozionali nel periodo precedente alla prima stagione di Daredevil: Rinascita hanno dato alcune indicazioni su chi potrebbe continuare a recitare nella serie. Naturalmente, Charlie Cox e Vincent D’Onofrio torneranno nei panni dei due pilastri della serie, Matt Murdock e Wilson Fisk.

È stato confermato anche il ritorno di Deborah Ann Woll nel ruolo di Karen Page, come confermano le foto dal set, così come quello di Michael Gandolfini nel ruolo di Daniel Blake, personaggio fondamentale nella squadra del sindaco Fisk. Matthew Lillard è stato poi confermato nel cast quando la produzione della seconda stagione di Daredevil: Born Again è iniziata nel febbraio 2025, lasciando tutti gli altri nell’incertezza sul loro futuro. Altri probabili ritorni includono Jon Bernthal nei panni di Frank Castle, Wilson Bethel nei panni di Bullseye e, forse, Camila Rodriguez nei panni di Angela Del Toro, se dovesse assumere il ruolo di White Tiger nel corso della prima stagione.

A seconda di come andrà il resto di Daredevil: Born Again, potrebbero tornare anche personaggi strettamente legati a Matt Murdock. Tra questi ci sarebbero Margarita Levieva nel ruolo di Heather Glenn, la fidanzata terapeuta di Matt, Nikki M. James nel ruolo di Kirsten McDuffie, sua socia in legge, e il suo investigatore privato Cherry, interpretato da Clark Johnson. Genneya Walton nel ruolo di BB Urich ha avuto un ruolo più importante del previsto nella prima stagione e potrebbe tornare anche nelle stagioni future.

Dettagli della trama di Daredevil: Rinascita – stagione 2

La stagione 1 ha lasciato molto da esplorare nella stagione 2

Per quanto riguarda i dettagli della trama di Daredevil: Rinascita stagione 2, poco è stato confermato in modo esplicito. Tuttavia, basandosi su come è andata la stagione 1 di Daredevil: Rinascita e sulle storie dei fumetti Marvel che la serie sta adattando, si possono fare molte ipotesi sul seguito. È stato confermato che Daredevil: Born Again adatterà la trama di “Devil’s Reign” sin dall’inizio della produzione, con Scardapane che ha confermato che la seconda stagione riprenderà diversi elementi e archi narrativi dei personaggi introdotti nella prima stagione. Con Fisk che ora controlla completamente la città, le cose sono ancora più pericolose per Daredevil.

Daredevil: Born Again stagione 1 termina con Fisk che mette fuori legge i vigilanti e dichiara la legge marziale. Anche Matt Murdock è in fuga nei panni di Daredevil. Le cose sono cambiate drasticamente dall’inizio della serie e la posta in gioco è più alta che mai, con Karen Page che torna per aiutare Matt e lui che ha bisogno di mettere insieme “un esercito” per sconfiggere Fisk e la sua task force. Sebbene nessun altro eroe sia apparso durante la scena finale al Josie’s Bar, è probabile che Matt chiamerà altri amici vigilanti per aiutarlo nella seconda stagione di Daredevil: Rinascita, soprattutto ora che Frank è impegnato altrove.

La guerra di domani: la spiegazione del finale del film

La guerra di domani: la spiegazione del finale del film

Nel film d’azione fantascientifico di Amazon Prime diretto da , La guerra di domani, Chris Pratt interpreta l’ex soldato Dan Forester che si ritrova nuovamente in combattimento quando viene inviato nel futuro per combattere un esercito spietato di alieni che minaccia di sterminare l’umanità. Solo quando Dan incontra la versione futura di sua figlia, Muri (Yvonne Strahovski), capisce che lei non aveva intenzione di salvare il futuro, ma di cambiarlo. Quando arriva il momento di Dan di essere inviato nel futuro, scopre inoltre che Muri è a capo del reparto di ricerca dell’esercito e ha un piano per fermare gli alieni – chiamati “Whitespikes” per la loro capacità di sparare spuntoni letali in combattimento – creando una tossina che li disintegra. Ma anche se c’è ancora una possibilità di salvare l’umanità, l’unico modo per farlo è assicurarsi che questa guerra apocalittica non abbia mai luogo.

Il piano di Muri per il futuro

I soldati che hanno viaggiato indietro nel tempo per reclutare persone dal 2022 per la guerra hanno affermato di aver bisogno di combattenti per vincere la guerra e poter così iniziare a ricostruire la civiltà. Tuttavia, la verità è che Muri sapeva già a quel punto che la guerra era persa e che la sua intenzione non era mai stata quella di salvare ciò che restava dell’umanità nel suo mondo. Il vero piano, e la vera causa per cui tutti i soldati arruolati stavano combattendo, era semplicemente quello di guadagnare tempo sufficiente per creare una tossina in grado di uccidere la femmina Whitespike, in modo che la tossina potesse poi essere inviata indietro nel tempo per impedire ai Whitespike di invadere il pianeta. Muri dice a Dan che lei e tutte le altre persone nel 2051 stanno vivendo di “tempo preso in prestito” e che quel tempo è stato pagato a caro prezzo con il sangue.

Muri sembra essere l’unica a conoscere il vero piano, perché il morale delle truppe ancora in vita nel 2051 sarebbe senza dubbio compromesso se sapessero che non c’è alcuna speranza per loro se non quella di vedere la loro linea temporale cancellata. Tuttavia, ai combattenti reclutati negli anni 2020 non è mai stata detta una bugia vera e propria. È stato detto loro che dovevano combattere per salvare i propri figli e nipoti, e i loro sacrifici hanno permesso a Muri di guadagnare tempo sufficiente per creare la tossina e inviarla indietro nel tempo. In questo senso, è riuscita a salvare non solo i pochissimi figli e nipoti ancora in vita nella sua linea temporale, ma anche i miliardi di persone che erano già state uccise, cancellando il loro futuro apocalittico e offrendo loro uno migliore.

Yvonne Strahovski e Keith Powers in La guerra di domani
Yvonne Strahovski e Keith Powers in La guerra di domani. Foto di Frank Masi/Courtesy of Amazon Studios – © 2021 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Da dove vengono gli alieni

Nella linea temporale originale di La guerra di domani, gli alieni apparvero improvvisamente nella Russia settentrionale nel 2048 e da lì si diffusero rapidamente in tutto il mondo, riducendo la popolazione a sole 500.000 persone nel giro di tre anni. Si presumeva che i Whitespikes fossero altamente avanzati e intelligenti e che avessero fatto atterrare le loro navi sulla Terra in modo così furtivo che nessun satellite o sistema radar era in grado di rilevarli. Tuttavia, questo non corrisponde a ciò che si vede dei Whitespikes in La guerra di domani: essi non usano armi o tecnologia e sopraffanno gli umani con la forza bruta e il numero piuttosto che con la strategia e l’astuzia. Quando Dan e il resto della squadra finalmente trovano la nave dei Whitespikes in Russia, questa strana contraddizione viene spiegata.

I Whitespikes non sono una razza intelligente, ma armi biologiche trasportate come carico da una specie aliena di intelligenza superiore e dall’aspetto leggermente più umanoide. Gli alieni sembrano essere coloni intergalattici che utilizzavano i Whitespikes come mezzo per eliminare le forme di vita esistenti sui pianeti al fine di trasferirsi e stabilire la propria specie su quei pianeti. Sfortunatamente per questi alieni (e per l’umanità), finirono per schiantarsi accidentalmente sulla Terra. Martin (Seth Schenall), l’antico studente di Dan ossessionato dai vulcani, spiega che la cenere sugli artigli dei Whitespikes proviene dall’eruzione del 946 d.C. del monte Paektu, nota come l’eruzione del millennio, che fu così potente da spargere cenere fino alla Russia settentrionale. Ciò significa che gli alieni si sono schiantati sulla Terra più di mille anni fa e che da allora i Whitespikes sono rimasti dormienti nel ghiaccio.

La comparsa dei Whitespikes è il risultato del cambiamento climatico e dello scioglimento delle calotte polari, che nel 2048 hanno portato alla luce la nave precipitata nella Russia settentrionale. I Whitespikes (a differenza degli alieni che pilotavano la nave) erano stati conservati in un avanzato contenitore criogenico che aveva permesso loro di sopravvivere, ma quando il ghiaccio si è sciolto potrebbero essere stati disturbati dai predatori che si sono avventurati nella nave o dallo spostamento della nave stessa. Quando alcuni Whitespikes vengono iniettati con la tossina e muoiono, il rumore della loro morte è sufficiente a svegliare gli altri, quindi presumibilmente qualcosa di simile è accaduto nella linea temporale originale. Raggiungendo i Whitespikes in anticipo, distruggendo la colonia a bordo della nave e uccidendo la regina, Dan cancella il futuro apocalittico dalla linea temporale e rende possibile un futuro migliore.

Edwin Hodge, Chris Pratt, Sam Richardson e Alexis Louder in La guerra di domani
Edwin Hodge, Chris Pratt, Sam Richardson e Alexis Louder in La guerra di domani. Foto di Frank Masi/Courtesy of Amazon Studios – © 2021 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Il finale di La guerra di domani crea un paradosso?

Il finale di La guerra di domani crea un classico problema legato al viaggio nel tempo noto come paradosso del nonno. Il nome si basa sull’esempio di una persona che viaggia indietro nel tempo per uccidere il proprio nonno, il che impedirebbe loro di nascere e quindi impedirebbe loro di tornare indietro nel tempo per commettere l’omicidio, il che significa che il nonno sopravvivrebbe, il che significa che sarebbero nati dopo tutto e sarebbero in grado di viaggiare indietro nel tempo per ucciderlo, ecc. All’inizio sembra che i reclutatori del futuro che compaiono in La guerra di domani stiano prendendo provvedimenti per evitare il paradosso del nonno. C’è una regola secondo cui solo le persone che si sa essere morte prima del 2051 vengono arruolate per la guerra. Anche se non è esplicitamente dichiarato, avrebbe senso che evitassero anche di arruolare persone destinate ad avere un altro figlio, per garantire che quei bambini nascessero comunque.

La rivelazione del vero piano di Muri e il cambiamento della linea temporale da parte di Dan mandano però all’aria tutto questo e creano un nuovo problema. Poiché la linea temporale apocalittica è stata cancellata, la sequenza originale di eventi che ha portato all’invio dei soldati indietro nel tempo per avvertire del disastro imminente non avrà più luogo. Cancellando le circostanze che hanno portato alla guerra, Dan ha anche cancellato le circostanze che hanno portato alla creazione della tossina Whitespike e alla sua stessa preconoscenza dell’attacco alieno. La guerra di domani evita saggiamente di sollevare la questione di questo paradosso o delle altre complessità del viaggio teorico, e tratta invece la sconfitta preventiva dei Whitespikes da parte di Dan come una vittoria diretta. Tuttavia, è una domanda che potrebbe tormentare gli spettatori dopo la fine del film.

Dan morirà ancora tra sette anni?

Nella linea temporale originale, Dan ed Emmy (Betty Gilpin) si separano quando Muri ha 12 anni e divorziano quando lei ne ha 14, e Dan muore poi in un incidente d’auto nel 2030, quando Muri ha solo 16 anni. Anche se la Muri più grande non entra nei dettagli del perché Dan abbia lasciato la sua famiglia, i semi della linea temporale originale sono seminati nella sequenza iniziale di La guerra di domani. Dan perde un lavoro che desiderava disperatamente e si sfoga prendendo a calci una delle ruote del suo bidone della spazzatura, rivelando un carattere che potrebbe rivelarsi letale per il suo matrimonio. Ha anche un rapporto molto difficile con suo padre, James Forester (J.K. Simmons), che lo ha abbandonato quando era bambino. Sebbene Dan sembri essere un buon marito e un padre amorevole nel 2022, le sue frustrazioni professionali e i suoi problemi irrisolti potrebbero essersi aggravati nel tempo, creando le circostanze che hanno portato al suo divorzio e, alla fine, alla sua morte.

Chris Pratt in La guerra di domani
Chris Pratt in La guerra di domani. Foto di Frank Masi/Courtesy of Amazon Studios – © 2021 Paramount Pictures. All Rights Reserved.

Ora che Dan è stato avvertito delle circostanze originali della sua morte e ha sperimentato in prima persona la dolorosa perdita di sua figlia nel futuro, sembra improbabile che le cose si svolgano allo stesso modo di prima. Dopotutto, ora è riconosciuto come un eroe e salvatore della Terra e, alla fine di La guerra di domani, ha iniziato a ricostruire il rapporto con suo padre. Poiché è morto in seguito a un incidente stradale, piuttosto che a causa di un cancro o di una malattia ereditaria, anche il più piccolo cambiamento al suo futuro potrebbe garantire che l’incidente stradale non avvenga mai e che lui abbia invece la possibilità di vivere una lunga vita. Lo stesso vale per gli altri coscritti sopravvissuti alla guerra, poiché a tutti è stata comunicata la data e le circostanze della loro morte e quindi possono evitarle, se possibile.

Il vero significato del finale di La guerra di domani

La guerra di domani è in gran parte, e a volte esplicitamente, un’allegoria dell’impatto del cambiamento climatico sui figli e sui nipoti della generazione attuale. Nel suo messaggio di apertura al popolo del 2022, il tenente Hart dice che stanno chiedendo ai loro genitori e nonni di agire ora per salvarli. E quando Dan arriva nel 2051, diventa chiaro che a questo punto è già troppo tardi per salvare l’umanità; nulla di ciò che fanno nel 2051 può impedire la loro estinzione, perché avrebbero dovuto agire decenni fa. Mentre molte persone degli anni 2020 sono disposte ad agire, altre protestano contro la leva obbligatoria sostenendo che la guerra del 2051 non è la loro guerra e quindi non dovrebbero occuparsene. Il legame tra lo scioglimento delle calotte polari e il rilascio dei Whitespikes eleva questo sottotesto a testo.

Questo significato più ampio della storia si intreccia anche con il dramma familiare di La guerra di domani. Proprio come Muri e gli altri sopravvissuti nel 2051 hanno chiesto aiuto, il rapporto di Dan con suo padre inizia a guarire solo quando lui riesce a lasciarsi alle spalle il dolore del passato e a chiedere aiuto a James. Dopo aver distrutto i Whitespikes, padre e figlio tornano a casa e James incontra sua nipote per la prima volta. Questa scena finale riassume il messaggio del resto del film: sarà troppo tardi per cambiare le cose nel futuro, ma non è ancora troppo tardi.

Taken 3 – L’ora della verità: la spiegazione del finale del film

Taken 3 – L’ora della verità: la spiegazione del finale del film

Con Taken 3 – L’ora della verità, il franchise con protagonista Liam Neeson nei panni dell’ex agente operativo Bryan Mills giunge alla sua conclusione, chiudendo il cerchio di una trilogia iniziata nel 2008 con un sorprendente successo di pubblico. Diretto da Olivier Megaton, il terzo capitolo si distingue dai precedenti per un cambio sostanziale nella struttura narrativa: non più un rapimento da sventare ma un’accusa di omicidio da cui fuggire, con Mills che diventa il bersaglio di una caccia all’uomo. Il film si ispira così al filone del “fuggitivo innocente”, richiamando atmosfere da thriller classico e introducendo nuove dinamiche tra il protagonista e le autorità.

Dal punto di vista tematico, Taken 3 – L’ora della verità si concentra maggiormente sulla vulnerabilità di Bryan, mostrando un personaggio meno invincibile rispetto ai primi film. Il senso di colpa, la solitudine e il desiderio di proteggere sua figlia Kim si mescolano in un racconto che punta più sulla tensione e sui colpi di scena che sulla pura azione, pur non rinunciando a sequenze adrenaliniche. L’ingresso del detective Franck Dotzler, interpretato da Forest Whitaker, introduce un antagonista inedito che incarna una forza investigativa ostinata ma imparziale, in grado di bilanciare l’impeto autodistruttivo del protagonista.

Nonostante un’accoglienza critica tiepida, il film ha ottenuto un buon riscontro al box office, consolidando il fascino di Liam Neeson come eroe d’azione maturo. L’articolo intende ora approfondire il finale del film, che segna la chiusura narrativa della saga e ridefinisce il ruolo di Mills nel proprio universo. La spiegazione delle scene conclusive permetterà di chiarire le implicazioni delle sue scelte finali, il destino dei personaggi coinvolti e cosa lascia davvero in eredità questo terzo capitolo a una delle saghe action più amate degli anni Duemiladieci.

Liam Neeson e Forest Whitaker in Taken 3 - L'ora della verità
Liam Neeson e Forest Whitaker in Taken 3 – L’ora della verità. Foto di Daniel McFadden – © 2014 EUROPACORP – M6 FILMS.

La trama di Taken 3 – L’ora della verità

Protagonista del film è ancora una volta Bryan Mills, il quale dopo aver salvato l’ex moglie Lenore e la figlia Kim inizia a riavvicinarsi sempre di più a loro. Lenore, dal canto suo, è decisa a scaricare il nuovo compagno Stuart per provare a ricostruire il rapporto con l’ex marito. I loro tentativi di ricongiungersi vengono però spezzati dall’improvvisa morte di Leonore, la quale si scopre essere stata uccisa. Il primo sospettato di ciò è proprio Bryan, che senza avere neanche il tempo di poter piangere l’amata di trova a dover scappare dalla polizia che gli dà la caccia. In particolare, sulle sue tracce, si trova l’ispettore Franck Dotzler.

Mentre fugge, Bryan deve allo stesso tempo indagare su cosa sia realmente accaduto a Leonore. Risalendo a dei video di sorveglianza, Mills scopre che Lenore è stata rapita e uccisa da alcuni uomini mascherati e cerca di raggiungere Kim per parlare dell’accaduto. Dopo aver eluso i sistemi di sicurezza di Stuart, Mills scopre che l’uomo ha intensificato i controlli su Kim e sospetta che potrebbe essere proprio lui il colpevole della morte della sua ex moglie. Ciò che gli serve scoprire è perché e cosa o chi c’è dietro a Stuart.

La spiegazione del finale

Nel finale di Taken 3 – L’ora della verità, Bryan Mills riesce a svelare l’identità del vero mandante dell’omicidio dell’ex moglie Lenore, di cui era stato inizialmente accusato. Dopo aver passato gran parte del film in fuga, cercando di evitare la cattura da parte della polizia e del tenace detective Dotzler, Mills riesce a ricostruire i fili del complotto e a dimostrare la sua innocenza. L’indagine lo conduce a scoprirne il responsabile: Stuart St. John, il nuovo marito di Lenore e patrigno di Kim, che ha orchestrato l’omicidio per questioni economiche, legate a traffici illeciti e debiti con la mafia russa.

L’uomo confessa infatti di aver rivelato della polizza vita della moglie Lenore a degli uomini con cui era in debito i quali l’hanno uccisa per riavere i loro soldi. Tali uomini sono capeggiati da un certo Oleg Malankov, suo ex socio in affari. Con l’aiuto dei suoi vecchi colleghi e di Stuart, Bryan raggiunge quindi l’attico sorvegliato di Malankov eliminando le guardie e lo stesso Malankov il quale, prima di morire, confessa che tutto ciò non è altro che una messa in scena: è infatti stato lo stesso Stuart a pianificare l’omicidio di Lenore ed a incastrare Bryan per ottenere la sua polizza assicurativa di ben 12 milioni di dollari.

Liam Neeson e Maggie Grace in Taken 3 - L'ora della verità
Liam Neeson e Maggie Grace in Taken 3 – L’ora della verità. Foto di Daniel McFadden – © 2014 EUROPACORP – M6 FILMS.

Vedendosi scoperto, Stuart spara a Sam e rapisce Kim con l’intenzione di usarla come ostaggio per riuscire a fuggire in aereo con i soldi. Bryan convince allora la polizia della sua innocenza e della colpevolezza di Stuart e arriva all’aeroporto con l’auto di Malankov, riuscendo a distruggere il carrello dell’aereo sul quale c’è Stuart impedendogli così di decollare. Sconfitto Stuart, Bryan vorrebbe ucciderlo ma poi decide di lasciare che il commissario Dotzler e l’FBI lo arrestino. Bryan viene poi assolto da tutte le accuse.

Questa scelta rappresenta un momento di svolta per il personaggio: invece di lasciarsi dominare dalla vendetta, decide di fidarsi della giustizia e di garantire a sua figlia Kim una possibilità di normalità, ponendo fine al circolo vizioso di violenza in cui era rimasto intrappolato. Finalmente sani e salvi, Kim valuta con il padre quale nome dare al bambino che porta in grembo, dicendogli che se sarà femmina la chiamerà Lenore come la mamma. La notizia del futuro arrivo di un nipote apre a una speranza concreta, suggerendo che per Mills potrebbe finalmente esserci un nuovo inizio, lontano dalla violenza che ha segnato la sua esistenza.

Nel contesto del film, questo epilogo rappresenta una chiusura simbolica e narrativa coerente. Taken 3 – L’ora della verità non punta a rilanciare il franchise, ma a chiuderlo con un messaggio di redenzione e responsabilità. Bryan non è più solo un padre pronto a tutto per salvare sua figlia, ma un uomo che riconosce il peso delle sue azioni e sceglie di proteggere il futuro della propria famiglia non con le armi, ma con la consapevolezza e la rinuncia alla vendetta.

Se scappi ti sposo: la storia vera oltre il film

Se scappi ti sposo: la storia vera oltre il film

Uscito nel 1999, Se scappi ti sposo (qui la recensione) è una delle commedie romantiche più iconiche del decennio, firmata dal regista Garry Marshall. Il film rappresenta perfettamente lo spirito della commedia romantiche degli anni Novanta, fatto di ironia leggera, dinamiche sentimentali classiche ma efficaci e una spiccata attenzione al carisma dei protagonisti. La storia ruota attorno a Maggie Carpenter, una donna che ha già lasciato all’altare ben tre uomini, e Ike Graham, un giornalista deciso a raccontare la sua vicenda. Tra incomprensioni, equivoci e tentativi di fuga, il film costruisce una narrazione che gioca sul tema dell’impegno e della paura di amare davvero.

Uno degli elementi più rilevanti del successo del film è la reunion tra Julia Roberts e Richard Gere, che avevano già incantato il pubblico nove anni prima in Pretty Woman. La loro chimica sullo schermo è uno dei motori principali di Se scappi ti sposo, contribuendo a creare momenti di grande complicità e comicità romantica. Roberts, nei panni della protagonista in perenne fuga, regala una performance brillante e sfaccettata, mentre Gere interpreta con eleganza il ruolo del giornalista inizialmente cinico, ma sempre più coinvolto emotivamente.

Quella di Se scappi ti sposo, però, è una storia diventata popolare anche per il suo essere assolutamente plausibile nella realtà. Una vicenda in cui è facile ritrovarsi e che, qualche anno dopo l’uscita del film, è diventata a suo modo realtà con un caso ormai famoso. Nell’articolo, vogliamo esplorare proprio questo aspetto, raccontando di questo caso, una vicenda accaduta davvero, che ha fatto notizia e che ha dimostrato come, talvolta, la realtà possa superare la fantasia. Un modo per riflettere, con il sorriso, su quanto sia complesso (e umano) il desiderio d’amore.

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Richard Gere in Se scappi ti sposo
Richard Gere in Se scappi ti sposo

La trama di Se scappi ti sposo

Il film racconta la storia di Maggie Carpenter (Julia Roberts), una donna che ha talmente paura di sposarsi che ha abbandonato già tre uomini sull’altare. Un giorno Ike (Richard Gere), un giornalista di New York, decide di scrivere un articolo proprio sulla strana sposina, ma basandosi solo sulla testimonianza del suo terzo quasi marito, non fa un resoconto veritiero della storia. Questo manda su tutte le furie Maggie che, mostrando la sua ira al giornale, causa il licenziamento del cronista. Questi, che non si da per vinto e vuole riottenere il posto, si reca quindi nel Maryland per cercare nuove foti e riscrivere il pezzo.

Tra i due, almeno inizialmente, non corre buon sangue: poi però la donna decide di dimostrargli che non è come tutti la descrivono. La ragazza, infatti, sta preparando il suo quarto matrimonio, stavolta insieme a Bob (Christopher Meloni), allenatore della squadra di rugby del paese. Come volevasi dimostrare, però, anche in questa occasione non riesce a sposarsi, confermando la tesi di Ike, che nel frattempo si è innamorato di lei. Tra i due nasce però una relazione che porta l’uomo a farle la proposta. Riuscirà Maggie ad arrivare finalmente all’altare e pronunciare il fatidico sì?

La storia vera oltre il film

Anche se Se scappi, ti sposo non è tratto da una storia vera, nel 2005 la realtà ha finito per emulare la finzione cinematografica in modo quasi incredibile. A distanza di sei anni dall’uscita del film, infatti, gli Stati Uniti sono stati scossi da un caso che sembrava uscito direttamente dal film: quello di Jennifer Carol Wilbanks, una donna della Georgia che sparì pochi giorni prima del suo sontuoso matrimonio, scatenando un’ondata mediatica senza precedenti. Wilbanks, allora trentaduenne, era promessa sposa di John Mason e il loro matrimonio, previsto per il 30 aprile 2005, doveva essere un evento in grande stile, con 600 invitati e 14 damigelle.

Julia Roberts in Se scappi ti sposo
Julia Roberts in Se scappi ti sposo

Tuttavia, il 26 aprile, la donna scomparve improvvisamente mentre faceva jogging nei pressi della sua casa a Duluth, in Georgia. Le ricerche scattarono subito e il caso ebbe ampia copertura mediatica, con una crescente preoccupazione che potesse trattarsi di un rapimento o, peggio, di un omicidio. L’opinione pubblica e le autorità seguirono con apprensione ogni sviluppo, fino a quando la verità non emerse in modo totalmente inaspettato. Dopo tre giorni di silenzio, infatti, Jennifer telefonò alla polizia da Albuquerque, nel New Mexico, dichiarando inizialmente di essere stata rapita da un uomo e una donna ispanici.

Tuttavia, l’indagine rivelò presto che la sua storia era falsa: aveva preso un autobus e lasciato volontariamente la Georgia per fuggire dal peso del matrimonio imminente. Confessò di aver avuto un attacco di panico, sentendosi soffocata dalle aspettative e dalla pressione sociale. Le sue bugie, però, ebbero gravi conseguenze: fu infatti accusata di aver presentato una falsa denuncia e costretta a rimborsare le ingenti spese, pari a 13 mila dollari, delle ricerche. Wilbanks ha poi annullato il fidanzamento con il suo promesso sposo il 17 maggio.

Il caso di Jennifer Wilbanks, oggi noto come “Runaway Bride Case”, divenne subito oggetto di attenzione nazionale e fu ripreso da talk show, film TV e satire mediatiche. Pur non avendo alcun legame diretto con Se scappi ti sposo, sembrava uscito da una sua sceneggiatura alternativa. Ma a differenza della commedia romantica hollywoodiana, la vicenda reale mise in luce dinamiche più complesse e dolorose, legate al disagio psicologico e alle pressioni sociali, dimostrando quanto fragile possa essere il confine tra fantasia e realtà.

Karate Kid: Legends: recensione del film con Jackie Chan

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Karate Kid: Legends: recensione del film con Jackie Chan

Con Karate Kid: Legends (qui per approfondire), il franchise inaugurato nel 1984 da Ralph Macchio e Pat Morita torna sul grande schermo con un nuovo capitolo che, pur attingendo a piene mani alla nostalgia, cerca anche di dire qualcosa di nuovo. E, sorprendentemente, ci riesce – almeno in parte.

Un’operazione audace: fondere passato e presente

Diretto da Jonathan Entwistle (The End of the F**ing World*), Karate Kid: Legends si presenta da subito come un’operazione audace: fondere passato e presente, arti marziali cinesi e giapponesi, icone come Jackie Chan e Ralph Macchio, in un racconto che tenta di accontentare nuove generazioni di spettatori senza alienare i fan storici. Il risultato è un film che traballa, corre, inciampa e si rialza, proprio come il suo giovane protagonista. Ma nel farlo, conquista.

Karate Kid Legends: da Pechino a New York

Al centro della narrazione c’è Li Fong (Ben Wang), adolescente emigrato da Pechino a New York insieme alla madre iperprotettiva (Ming-Na Wen), dopo una tragedia familiare che ha lasciato cicatrici profonde. Appena arrivato a Manhattan, Li si ritrova invischiato in una situazione che coinvolge Victor (Joshua Jackson), un pizzaiolo con il vizio del gioco e dei debiti con un losco strozzino (Tim Rozon). Invece di combattere per sé, Li inizia ad allenare Victor per un torneo di boxe, in una dinamica mentore-allievo che ribalta gli schemi consueti. Ma il colpo basso che priva Victor della vittoria risveglia in Li vecchi traumi e lo spinge a scendere in campo, stavolta davvero, sotto la guida di due maestri d’eccezione: l’iconico Mr. Han (Jackie Chan) e il leggendario Daniel LaRusso (Ralph Macchio).

Karate Kid: Legends – Cortesia Sony Pictures

Un mosaico di generi

La trama è un mosaico di generi e suggestioni: dal dramma familiare al racconto di formazione, dalla commedia scolastica al torneo da videogioco live-action. E proprio in questo caos controllato risiede parte del fascino del film. Il rischio di “troppa carne al fuoco” è reale – ci sono almeno tre film potenziali compressi in 94 minuti – ma il ritmo è sostenuto, le scene d’azione abbondano, e i momenti di cuore non mancano.

Ben Wang, volto Disney già rodato, si cala nel ruolo di Li con carisma e vulnerabilità, offrendo dei lineamenti atipici e simpatici a quello che una volta sarebbe stato un “belloccio che non si valorizza” (vedi Macchio nel film originale). La sua chimica con Sadie Stanley (Mia, la figlia di Victor e interesse amoroso) funziona senza mai sfociare nel sentimentalismo stucchevole e Joshua Jackson, ormai lontano dai tempi di Dawson’s Creek, interpreta un padre sull’orlo del baratro con sorprendente gravitas e notevole presenza scenica. Ming-Na Wen sembra invece fuori parte, forse perché da un momento all’altro ci aspettiamo di vederla sferrare un colpo di kung-fu… colpo che puntualmente non arriva (non da lei, almeno).

Le vere leggende del film

Ma l’evento più atteso era senza dubbio l’incontro tra Jackie Chan e Ralph Macchio, che poi sarebbero le VERE leggende del titolo. La loro alleanza arriva forse un po’ troppo tardi nel corso del film, e viene introdotta con una certa goffaggine narrativa. Tuttavia, quando finalmente condividono lo schermo, l’energia cambia. C’è una strana, inaspettata alchimia tra i due – Chan porta la sua inconfondibile comicità fisica, Macchio una malinconia che riecheggia la figura del defunto Mr. Miyagi. Alcuni momenti, come la rievocazione di un vecchio insegnamento o un semplice sguardo tra i due, riescono a evocare emozioni autentiche e non solo nostalgia preconfezionata. Anche perché il film abbraccia ogni aspetto della contemporaneità senza mai lasciarsi andare al sentimento passatista in agguato, osando persino nella messa inscena e nella scelta di integrare al live action grafiche da videogame.

Visivamente, Karate Kid: Legends non ha particolari guizzi: le scene ambientate per le strade di Atlanta (che qui fingono di essere New York) hanno una buona vitalità urbana, mentre i combattimenti – sebbene talvolta troppo stilizzati – offrono coreografie divertenti e accessibili al pubblico più giovane. E parlando di pubblico: il film sembra pensato per loro, per quella nuova generazione che magari conosce il mondo di Karate Kid solo tramite la serie Netflix Cobra Kai.

Karate Kid: Legends – Cortesia Sony Pictures

Luci e ombre di Karate Kid: Legends

Non tutto però fila liscio. Il villain principale, Conor (Aramis Knight), è poco più che un bulletto con la faccia arrabbiata, e alcune trovate di sceneggiatura – come un cameo pubblicitario decisamente cringe – spezzano il patto con lo spettatore, il suo ruolo è fortemente stereotipato, anche se viene il sospetto che in sceneggiatura il personaggio fosse meglio tratteggiato. Inoltre, la presenza di due mentori porta con sé una certa confusione tonale: il film sembra indeciso tra omaggio affettuoso e operazione commerciale.

Eppure, nella sua imperfezione, Karate Kid: Legends funziona. Forse proprio perché non cerca mai di essere qualcosa che non è. È un film che mescola generi, emozioni e linguaggi con la spensieratezza di chi sa che l’essenza del racconto è sempre la stessa: imparare a rialzarsi dopo una caduta. E in questo, Li Fong è un degno erede di Daniel-san.

Un ponte tra generazioni

Per chi ha amato il film originale, Legends rappresenta un tuffo nel passato condito da qualche sorriso malinconico. Per i neofiti, è un’avventura dinamica e divertente, con un protagonista in cui è facile immedesimarsi. E per tutti gli altri? È una scusa perfetta per rispolverare la vecchia bandana e ricordarsi che, a volte, anche due vecchi maestri possono insegnare qualcosa di nuovo.

Obbligo o verità: la spiegazione del finale del film horror

Obbligo o verità: la spiegazione del finale del film horror

Il film del 2018 Obbligo o verità, diretto da e prodotto dalla Blumhouse Productions (la società leader nel settore dei film horror che ha realizzato film di successo come Scappa – Get Out e The Black Phone) segue un gruppo di studenti universitari in vacanza che vengono coinvolti in una versione pericolosa del gioco omonimo da uno sconosciuto. Quando tornano a casa, gli amici si rendono conto che il gioco non li lascerà smettere di giocare e che, se si opporranno, moriranno.

Olivia (Lucy Hale) e i suoi amici devono quindi trovare un modo per spezzare la maledizione continuando a giocare. Nel corso di Obbligo o verità, il mistero del gioco maledetto viene svelato. Non solo vengono spiegate le regole di base ma letali del gioco, ma Olivia scopre anche l’origine della maledizione e come spezzarla. Tuttavia, il finale è piuttosto inaspettato e cambia tutto ciò che gli spettatori pensavano di sapere sui personaggi principali e sul loro possibile destino.

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La spiegazione della maledizione di Obbligo o verità

Le regole del gioco vengono stabilite all’inizio del film, quando Carter spiega a Olivia che una persona muore se rifiuta di dire la verità, di accettare una sfida o di giocare. Tuttavia, un’altra regola viene aggiunta in seguito: se due persone di fila scelgono la verità, la persona successiva deve per forza scegliere la sfida. Questa regola proviene dal gruppo che ha iniziato a giocare. Si scopre che il vero nome di Carter è Sam e che lui e i suoi amici erano il gruppo che ha iniziato a giocare a Obbligo o verità dopo essersi imbattuti nella Rosarito Mission Church in Messico.

Tyler Posey, Lucy Hale e Violett Beane in Obbligo o verità
Tyler Posey, Lucy Hale e Violett Beane in Obbligo o verità. Foto di © 2017 – Blumhouse/Universal Pictures

Il gioco Obbligo o verità di questo gruppo è stato maledetto dopo che Sam ha distrutto la chiesa e rotto un vaso che conteneva un demone ingannatore di nome Calax. Nella mitologia del film, i demoni possono possedere persone, luoghi, oggetti o idee. In questo caso, Calax possiede il gioco. Quando tutti gli amici di Sam muoiono e rimangono solo lui e una ragazza di nome Giselle (Aurora Perrineau), lui viene sfidato a coinvolgere nuove persone nel gioco. Trova quindi Olivia e i suoi amici. Sam, sostenendo di chiamarsi Carter, li porta poi alla chiesa e li introduce quindi al gioco.

Una volta che ognuno di loro ha fatto il proprio turno, sono dentro. Anche dopo aver lasciato la chiesa, il gioco li segue, costringendoli a continuare a giocare nello stesso ordine. I vecchi giocatori rimangono nel gioco, anche se non è chiaro quando Sam faccia il suo turno, dato che da quel momento scompare fino alla fine. L’entità demoniaca che ha posseduto il gioco è intelligente e Olivia capisce subito che non c’è modo di superare in astuzia Calax. Inoltre, il gioco costringe ciascuno dei suoi giocatori a fare il proprio turno usando visioni tortuose.

Olivia vede “Obbligo o verità?” scritto in vari punti, ma la situazione degenera quando Lucas (Tyler Posey) vede la domanda impressa a fuoco sul suo braccio. Calax invia anche messaggi attraverso dispositivi elettronici. Giselle riceve invece un obbligo all’inizio del film quando il cassiere di un’area di servizio risponde al telefono. Il fatto che il gioco possa passare attraverso i dispositivi elettronici si rivelerà fondamentale per comprendere al meglio il finale di Obbligo o verità.

Tyler Posey e Lucy Hale in Obbligo o verità
Tyler Posey e Lucy Hale in Obbligo o verità. Foto di © 2017 – Blumhouse/Universal Pictures

La spiegazione dell’origine di Calax

Nella sua ricerca di un modo per spezzare la maledizione del gioco, Olivia rintraccia Calax fino a un massacro avvenuto alla Rosarito Mission Church due generazioni prima. Olivia e Lucas rintracciano a quel punto Inez Reyes, una donna sopravvissuta al massacro. Inez rivela a Olivia e Lucas che la chiesa era un convento dove lei e altre ragazze vivevano. A loro piaceva giocare a nascondino, ma anche il prete della chiesa “giocava” con loro e la ragazza che trovava veniva sottoposta al suo “gioco”.

Così, una ragazza usò un incantesimo per evocare un demone, che si rivelò essere Calax. Calax possedette la ragazza e giocò la sua partita, tagliando a pezzi il prete e nascondendoli intorno alla chiesa in una versione contorta del nascondino. Tuttavia, dopo la morte del prete, Calax non voleva smettere di giocare. Costrinse le ragazze a continuare a giocare a un gioco pericoloso in cui la maggior parte di loro finì per morire. La ragazza che evocò Calax lo intrappolò ripetendo un incantesimo sette volte e sigillando un sacrificio in un vaso con della cera.

Inez rivela di essere stata lei la ragazza che evocò e intrappolò Calax e che, per completare l’incantesimo vincolante, dovette tagliarsi la lingua come sacrificio. Come dice Inez a Olivia, solo chi ha rotto il vaso che ha liberato Calax può intrappolarlo di nuovo. Poiché Sam è stato colui che ha rotto il vaso quando ha distrutto la chiesa prima che lui e i suoi amici giocassero a Obbligo o Verità, è l’unico in grado di porre fine al gioco. Tuttavia, il piano di Olivia per convincere Sam a rompere la maledizione non va come previsto.

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Tyler Posey, Nolan Gerard Funk, Sam Lerner, Lucy Hale, Sophia Ali, Landon Liboiron, Hayden Szeto e Violett Beane in Obbligo o verità. Foto di © 2017 – Blumhouse/Universal Pictures

Cosa succede nel finale di Obbligo o Verità

Olivia, Lucas e Markie riportano quindi Sam alla chiesa della missione di Rosarito per porre fine al gioco intrappolando Calax. Tuttavia, Lucas deve fare la sua mossa mentre Sam recita l’incantesimo. Gli viene chiesto di uccidere Olivia o Markie. Quando rifiuta, Calax lo possiede e lo costringe a uccidere Sam prima che possa completare il rituale, poi Calax costringe Lucas a uccidersi. Sam aveva iniziato a tagliarsi la lingua come sacrificio, ma è morto prima di finire. Poiché Sam deve essere colui che intrappolava Calax, nessuno può ora completare il rituale.

Markie rifiuta poi il suo turno, quindi Calax la possiede. Tuttavia, questo si rivela un errore, poiché Olivia usa il turno di Markie come verità e costringe Calax a dirle come finire il gioco. Calax rivela però che ora non c’è modo di finirlo. Olivia capisce quindi che l’unico modo per porre fine a quell’orrore è che Olivia e Markie muoiano senza coinvolgere nessun altro. Tuttavia, invece di uccidersi, Olivia e Markie caricano online un video in cui spiegano la maledizione del gioco Obbligo o Verità. Lei conclude il video chiedendo: “Obbligo o Verità?”.

Poiché Calax ha già utilizzato Internet per continuare il gioco, una volta che una persona viene invitata a partecipare, ne diventa parte integrante. Quindi, chiunque guardi il video fino alla fine entra a far parte del gioco maledetto senza possibilità di scelta. In sostanza, Olivia sacrifica milioni di persone per salvare la sua migliore amica. Ampliando all’intero mondo – o comunque agli innumerevoli che avranno la sfortuna di imbattersi in questo video – Olivia ritarda infatti il loro turno, assicurandosi del tempo in più da vivere.

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Lucy Hale, Chasen Banks, Marcie Jean e Leslie Stratton in Obbligo o verità. Foto di © 2017 – Blumhouse/Universal Pictures

Il vero significato del finale di Obbligo o verità

L’introduzione di Olivia in Obbligo o verità mostra che lei mette sempre gli altri prima di sé. Aveva in programma di costruire case con Habitat for Humanity durante le vacanze di primavera, ma Markie l’ha convinta a fare invece un viaggio divertente, che sfortunatamente ha condannato entrambe. Sebbene leggermente egoista, questa scelta ha portato al grande finale in cui Olivia fa qualcosa di ancora peggiore. Anche se sostiene di voler aiutare il mondo, ha sempre scelto la sua amica Markie piuttosto che chiunque altro, ed è quello che ha fatto alla fine.

Questa decisione mostra anche la sua ipocrisia. All’inizio del film, a Olivia viene chiesto se salverebbe i suoi amici o li sacrificherebbe per salvare il mondo da un’invasione aliena. Lei risponde che sacrificherebbe i pochi per salvare il mondo, cosa che crede vera. Alla fine di Obbligo o verità, tuttavia, Olivia dimostra che era una bugia, scegliendo di prolungare la sua vita e quella di Markie costringendo il mondo intero a partecipare – e potenzialmente morire – nel gioco. Olivia e Markie scelgono quindi se stesse piuttosto che il mondo, anche se alla fine il turno tornerà anche a loro.

The Gilded Age – Stagione 3: ecco il trailer!

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The Gilded Age – Stagione 3: ecco il trailer!

L’Età dell’Oro americana fu un periodo di grandi cambiamenti economici e sociali, in cui furono costruiti enormi imperi, ma in cui nessuna vittoria arrivò senza sacrifici. Torna con nuovi episodi The Gilded Age, il period drama HBO e Sky Exclusive nominato agli Emmy firmato da uno fra i più celebrati maestri del dramma in costume, sir Julian Fellowes (Downton Abbey, Belgravia).

Il terzo capitolo, in otto episodi di cui viene rilasciato oggi il trailer in italiano, andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 23 giugno in contemporanea assoluta con gli US.

La vecchia guardia è uscita indebolita dalla Guerra dell’Opera, e ormai affermati nei salotti più esclusivi, i Russell sono pronti a prendere il loro posto alla guida della società.

Bertha (Carrie Coon) punta a un premio che eleverebbe la famiglia a livelli inimmaginabili, mentre George (Morgan Spector) rischia tutto in un’impresa che potrebbe rivoluzionare l’industria ferroviaria, sempre che non lo rovini prima. Dall’altra parte della strada, la famiglia Brook viene gettata nel caos quando Agnes (Christine Baranski) si rifiuta di accettare la nuova posizione di Ada (Cynthia Nixon) come padrona di casa. Peggy (Denée Benton) incontra un affascinante medico di Newport, ma la famiglia di lui è ben poco entusiasta della carriera della giovane. Mentre tutta New York si affretta verso il futuro, le ambizioni dei protagonisti potrebbero andare a scapito di ciò che hanno di più caro.

The Gilded Age, il cast

Il cast della seconda stagione comprende Carrie Coon, Christine Baranski, Cynthia Nixon, Morgan Spector, Louisa Jacobson, Denée Benton, Ben Ahlers, Michael Cerveris, Kelley Curran, Taissa Farmiga, Jack Gilpin, Simon Jones, Sullivan Jones, Celia Keenan-Bolger, Debra Monk , Donna Murphy, Kristine Nielsen, Kelli O’Hara, Patrick Page, Harry Richardson, Taylor Richardson, Blake Ritson, Douglas Sills, Erin Wilhelmi, Nathan Lane, Audra McDonald, John Douglas Thompson, Ashlie Atkinson, Laura Benanti, Nicole Brydon Bloom, Christopher Denham, David Furr, Ward Horton, Matilda Lawler e Robert Sean Leonard.

Il creatore Julian Fellowes scrive e produce esecutivamente la serie insieme a Bob Greenblatt, Gareth Neame, David Crockett e Michael Engler, che ne è anche il regista. Sonja Warfield e Salli Richardson-Whitfield sono anche produttrici esecutive. “The Gilded Age” è coprodotto da HBO e Universal Television.

Capi di Stato in Fuga: trailer e immagini della nuova commedia action di Prime V

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Capi di Stato in fuga debutta in tutto il mondo su Prime Video il 2 luglio 2025. In questa commedia ricca d’azione, il Presidente degli Stati Uniti (interpretato da John Cena) e il Primo Ministro britannico (interpretato da Idris Elba) devono mettere da parte la loro rivalità per sventare una cospirazione globale e salvare il mondo – sempre se riusciranno a lavorare insieme. È un’avventura internazionale che mescola azione esplosiva e battute taglienti e che trascinerà il pubblico in un viaggio adrenalinico in giro per il mondo. Il film alterna sequenze d’azione dinamiche e acrobazie a una buona dose di nostalgia, che guarda al fascino degli anni ‘90 e dell’epoca d’oro delle commedie buddy-action.

Capi di Stato in fuga è diretto da Ilya Naishuller, il regista di Hardcore! (2015) e Io sono nessuno (2021). Il film vanta un cast stellare che include Idris Elba, John Cena, Priyanka Chopra Jonas, Carla Gugino, Jack Quaid, Stephen Root, Sarah Niles, Richard Coyle e Paddy Considine. John Cena e Idris Elba tornano a lavorare insieme dopo The Suicide Squad – Missione suicida — ma questa volta non tenteranno di uccidersi a vicenda…probabilmente.

La trama di Capi di Stato in Fuga

Nella commedia action Capi di Stato in fuga, il Primo Ministro inglese Sam Clarke (Idris Elba) e il Presidente USA Will Derringer (John Cena) hanno un rapporto non proprio amichevole, ma anzi una vera e propria rivalità sotto gli occhi di tutti che rischia di mettere a repentaglio la “relazione speciale” tra i loro Paesi. Ma quando diventano l’obiettivo di un potente e spietato avversario straniero – che si dimostra più che all’altezza delle forze di sicurezza dei due leader – saranno costretti a fare affidamento sulle uniche due persone di cui possono fidarsi davvero: loro stessi. Aiutati dalla brillante agente dell’MI6 Noel Bisset (Priyanka Chopra Jonas), dovranno darsi alla fuga e riuscire a lavorare insieme abbastanza a lungo da sventare una cospirazione globale che minaccia l’intero mondo libero. Nel cast del film figurano anche Paddy Considine, Stephen Root, Carla Gugino, Jack Quaid e Sarah Niles, con la regia di Ilya Naishuller.
  • Diretto da Ilya Naishuller
  • Sceneggiatura di Josh Appelbaum & André Nemec e Harrison Query
  • Soggetto di Harrison Query
  • Prodotto da Peter Safran e John Rickard
  • Executive Producer Marcus Viscidi, Josh Appelbaum, André Nemec, John Cena, Idris Elba
  • Cast Idris Elba, John Cena, Priyanka Chopra Jonas, Carla Gugino, Jack Quaid, Stephen Root, Sarah Niles, Richard Coyle e Paddy Considine

61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro: annunciato il programma

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La Fondazione Pesaro Nuovo Cinema è orgogliosa di presentare la 61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, in programma a Pesaro dal 14 al 21 giugno 2025, con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, del Comune di Pesaro e della Regione Marche e con la direzione artistica di Pedro Armocida.

Il manifesto della 61esima edizione, ispirato al fotogramma de L’uomo con la macchina da presa (1929), l’opera più famosa e rivoluzionaria del regista sovietico Dziga Vertov, è dell’artista Simone Massi, che firmerà anche la sigla del festival.

La 61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema presenta un programma ricco e variegato, contraddistinto da alcune sezioni dedicate a specifici generi, autori e periodi e altre che si muovono nel tempo e nello spazio. Grande entusiasmo per l’Evento Speciale di questa edizione dedicato a Gianni Amelio, l’atteso Concorso Pesaro Nuovo Cinema, e gli immancabili focus della Mostra, quest’anno riservati al Cinema di guerra fascista, alla regista cilena Jeannette Muñoz e all’artista sperimentale statunitense Jerome Hiler – per la prima volta in Italia -, le Lezioni di storia curate da Federico Rossin e le numerose proiezioni speciali.  Cuore pulsante della Mostra e della sua città, Piazza del Popolo sarà teatro del Cinema in Piazza, con proiezioni, omaggi e incontri speciali dedicati alla città e in linea con la tradizione del festival. Tra gli ospiti che accoglierà la Piazza il regista Daniele Luchetti, che Pesaro omaggerà in occasione dei 30 anni de La Scuola nella serata di apertura. Spazio anche a una nuova iniziativa, grazie al contributo di Fondazione Marche Cultura e Marche Film Commission, con il Premio Marche Nuovo Cinema che andrà a tre giovani registi originari delle Marche – Giulia Grandinetti, Gianluca Santoni e Nicola Sorcinelli – che quest’anno sono entrati nelle cinquine dei finalisti dei Premi David di Donatello, chi tra i cortometraggi e chi tra le opere prime.

La selezione di opere in 35 mm La vela incantata – Cinema in Spiaggia si terrà come da tradizione nella cornice emozionante e suggestiva della spiaggia pesarese.

Ai luoghi cari del festival si aggiunge quest’anno, grazie alla partnership con Hangarfest, la Chiesa della Maddalena, un gioiello architettonico progettato dal Vanvitelli in cui si terranno incontri, presentazioni e il convegno sui 60 anni della Mostra organizzato in collaborazione con la Consulta Universitaria Cinema. Qui verranno anche proiettati i lavori di Tommaso Ottomano, a cui è dedicato il focus musicale, il tributo a Mario Masini Fuorinorma. Il tempo delle immagini e la nuova sezione Roads to Nowhere – Sentieri del rock italiano, che prevede proiezioni serali di corti e documentari legati a questo genere musicale. La sezione dedicata ai più piccoli, il Pesaro Film Festival Circus, torna al Centro Arti Visive – Pescheria per laboratori e proiezioni. Lo spazio bianco si anima con gli omaggi ad Adriano Aprà mentre la sezione Pesaro Nuovo Cinema VR, inaugurata lo scorso anno, sarà fruibile alla Casa delle Tecnologie Emergenti.

Dichiara il direttore artistico della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Pedro Armocida: «È una selezione quest’anno particolarmente esaustiva, che mappa modalità e forme nuove di sperimentazione di cineasti che lavorano con questa arte che, come diceva Adriano Aprà (a cui la Mostra anche quest’anno è dedicata), è ancora molto giovane. Anche questa edizione si muove nel solco e nella tradizione di ricerca della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema che compie i suoi primi 60 anni. È un anniversario importante che ci responsabilizza ma che ci conforta nella sicurezza di proseguire sulla giusta strada inaugurata da Lino Miccichè e Bruno Torri».

  1. Concorso Pesaro Nuovo Cinema, Giurie, Premi ed Evento Speciale sul Cinema Italiano

Il fulcro della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema è, da 61 edizioni, il concorso internazionale, uno dei pochi, non solo in Italia, aperto a tutti i formati, a tutti i registi senza nessun tipo di limite, di età, di durata. Protagonista assoluta è la ricerca linguistica, la libertà di forme espressive nuove e non ascrivibili a categorie definite e chiuse.  Schermo prediletto per tutti i titoli in concorso è il Teatro Sperimentale dove da lunedì 16 a venerdì 20 giugno verranno proiettati i 14 titoli provenienti da tutto il mondo, risultato di una lunga selezione a cura del direttore artistico della Mostra Pedro Armocida, affiancato da Paola Cassano, Cecilia Ermini, Raffaele Meale, Stefano Miraglia e Federico Rossin.

Una selezione dei film in concorso e di alcune altre sezioni sarà visibile anche attraverso la piattaforma MYmovies ONE. Grazie alla partnership del festival con MYmovies, sarà possibile vedere i film della Mostra anche per chi non riuscirà a essere fisicamente a Pesaro.

Le giurie del concorso sono tre, e si differenziano per la loro composizione, inclusiva e sfaccettata: la giuria composta da studenti provenienti dalle università di tutta Italia con insegnamenti di storia del cinema e dalle principali scuole di cinema e accademie di belle arti; un’altra professionale con personalità di rilievo internazionale – nello specifico, Rodrigo D’Erasmo, violinista, polistrumentista, compositore, arrangiatore e produttore musicale, Anna Marziano, regista, e Alain Parroni, regista – e, infine, la giuria del Premio della Critica Italiana SNCCI composta dai critici del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Fabrizio Croce, Vittorio Renzi e Sarah Van Put. 

Un riconoscimento speciale sarà dedicato, giovedì 19 giugno, ad Arielle Dombasle, che riceverà il Premio Pesaro Nuovo Cinema 61. L’attrice e regista franco-statunitense, musa di Éric Rohmer e protagonista di diversi suoi film, presenterà il suo ultimo film da regista Le secrets de la princesse de Cadignan.

In collaborazione con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), la Mostra, sempre attenta alla formazione del pubblico del domani, organizza un concorso per critici/recensori, intitolato a Lino Miccichè, fondatore del festival, diviso in due sezioni, una per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e uno per quelli universitari.

Torna anche nella 61esima edizione accanto alla competizione internazionale quella di (Ri) Montaggi. Il cinema attraverso le immagini, il primo concorso in Italia, e uno dei pochi internazionali, dedicato ai video essay, la nuova forma di critica cinematografica. I curatori Andrea Minuz e Chiara Grizzaffi hanno selezionato 6 video essay tra cui verrà eletto il vincitore dalla giuria formata da Simone Emiliani, Federica Illuminati, Donato Sansone.

Il tradizionale Evento Speciale sul cinema italiano, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, quest’anno è dedicato a Gianni Amelio, che sarà presente alla Mostra dal 18 giugno per presentare alcuni dei suoi film e sarà ospite della Piazza nella serata finale.Attraverso la retrospettiva di alcuni dei suoi film, da lui stesso selezionati, la pubblicazione di una monografia curata da Pedro Armocida e Anton Giulio Mancino, edita da Marsilio nella storica collana Nuovocinema, e una tavola rotonda aperta al pubblico, la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema omaggia il grande regista e sceneggiatore pluripremiato. Grazie a Fuori Orario e al partnerariato con Rai Cultura, la proposta dei film di Gianni Amelio prosegue idealmente su Rai3 e su RaiPlay con due serate/nottate, il 14 giugno con La fine del gioco, Il piccolo Archimede, I velieri, La città del sole e, il 15 giugno, con Effetti speciali, La morte al lavoro, Bertolucci secondo il cinema.  «Nel 1970 qualcuno mi sgridò per non avere proposto alla Mostra di Pesaro il mio primo film La fine del gioco. – dichiara Amelio. A quel tempo non ci pensai: il Nuovo Cinema era un traguardo che sentivo di non meritare. Ma l’anno successivo lavorai sul quaderno dedicato a Nagisa Oshima e conobbi tutti i suoi film. Mesi dopo, quando Oshima venne a Roma, lo accolsi al cinema Rivoli con un breve e temerario discorso in giapponese. Allora nacque un’amicizia, una delle più fertili della mia vita. Adesso, dopo tanti anni, dedico alla sua memoria l’Evento Speciale che Pesaro mi offre e che accolgo con profonda riconoscenza».

CONCORSO PESARO NUOVO CINEMA

  • v  12 ASTERISCI (Germania, 2025, 60’) di Telemach Wiesingerv  SOB A CHAMA DA CANDEIA (Portogallo/Francia, 2024, 109’) di André Gil Matav  EVIDENCE (USA, 2025, 71’) di Lee Anne Schmittv  UNSTABLE ROCKS (Germania/Portogallo, 2024, 25’) di Ewelina Rosinskav  AL BASATEEN (Francia, 2025, 24’40”) di Antoine Chaponv  DESIRE (Gemania/Italia, 2025, 30’) di Giuseppe Boccassiniv  DUAS VEZES JOÃO LIBERADA (Portogallo, 2025, 70’) di Paula Tomás Marques
  • v  INSIGNIFICANT SPECKS OF DUST IN A TAPESTRY OF STARS (Inghilterra, 2024, 8’) di Kyllachy
  • v  ¿CÓMO SUTURAR LA TIERRA? (Ecuador, 2024, 17’) di Wil Paucar Calle
  • v  UNDERGROUND (Giappone, 2024, 83’) di Kaori Oda
  • v  LO QUE CREEMOS ES LO QUE CUENTA PARA NUESTRA VIDA (Spagna/Francia, 2025, 19’07”) di Assia Piqueras
  • v  BUSEOK (Corea del Sud, 2024, 17’40”) di Park Kyujae
  • v  CARTAS DO ABSURDO (Brasile, 2025, 44’) di Gabraz Sanna
  • v  L’ATTAQUE DE LA DILIGENCE (Francia, 2024, 3’58’’) di Noé Grenier

EVENTO SPECIALE DEDICATO A GIANNI AMELIO

  • v  COLPIRE AL CUORE (Italia, 1982, 105’)v  COSÌ RIDEVANO (Italia, 1998, 121’)v  IL PRIMO UOMO (Italia/Francia/Algeria, 2011, 98’)v  IL SIGNORE DELLE FORMICHE (Italia, 2022, 130’)
  • v  LAMERICA (Italia/Francia, 1994, 114’)
  • v  LA TENEREZZA (Italia, 2017, 105’)
  • v  LE CHIAVI DI CASA (Italia/Francia/Germania, 2004, 105’)
  • v  IL LADRO DI BAMBINI (Italia, 1992, 116’)
  1. Cinema in Piazza, La vela incantata – Cinema in Spiaggia, la musica e la danza

Il Cinema in Piazza, che si terrà come ogni anno nella grande arena di Piazza del Popolo, presenta un ricco programma di incontri, omaggi e presentazioni. L’apertura, sabato 14 giugno, sarà dedicata a La scuola di Daniele Luchetti: un omaggio al regista, che sarà presente sul palco intervistato anche da Barbara Sorrentini, nel trentennale dell’uscita di un film che ha inaugurato un genere.  Domenica 15 giugno la Piazza ospiterà in anteprima mondiale un esordio italiano, Il primo figlio. La regista Mara Fondacaro e il cast – Benedetta Cimatti, Simone Liberati, Astrid Meloni e Lorenzo Ferrante – incontreranno il pubblico per presentare il film in anteprima mondiale. Lunedì 16 giugno in Piazza tornerà EMERGENCY con la proiezione del corto Yuri diretto da Ryan William Harris che sarà accompagnato dai due sceneggiatori Valerio Cualbu e Marzo Pozzati, vincitori del concorso “Una storia per Emergency”, e a seguire si terrà l’anteprima mondiale di La leggenda di Zagor, che ricostruisce la vicenda artistica di Mirko Bertuccioli, musicista pesarese scomparso nel 2020. La Mostra omaggerà Claudio Caligari nei 10 anni della sua scomparsa martedì 17 giugno con il suo ultimo lungometraggio Non essere cattivo; sarà presente una delle protagoniste, Roberta Mattei, insieme allo sceneggiatore Giordano Meacci e al produttore Simone Isola. Giovedì 19 giugno sarà protagonista della Piazza un’importante volto del cinema internazionale: l’attrice e regista francese Arielle Dombasle, musa di Eric Rohmer (Pauline alla spiaggia), con la proiezione di Les Secrets de la princesse de Cadignan, adattamento di una novella di Balzac che ha diretto e di cui è protagonista. Si chiude sabato 21 giugno con l’evento speciale dedicato a Gianni Amelio – ospite sul palco che ritirerà il Premio Pesaro Nuovo Cinema – e la proiezione di Lamerica, in una serata che vedrà la co-conduzione di Liliana Fiorelli.

La rassegna La Vela incantata – Il cinema in spiaggia, organizzata con la collaborazione il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, è da sempre particolarmente amata vista la straordinaria location della spiaggia di Pesaro.  Le proiezioni esclusivamente in 35 mm riguardano quest’anno opere di registi omaggiati in passato dalla Mostra come Comencini, Scola e Monicelli. Ma ci sarà anche I pugni in tasca di Marco Bellocchio, a sessant’anni dall’uscita.

Grande spazio alla musica all’interno della Mostra: venerdì 20 giugno, nella notte che saluta l’arrivo della giornata Internazionale della Festa della Musica, ecco i solisti e l’orchestra ritmico-sinfonica del Conservatorio Rossini di Pesaro che si esibiranno in Ladies, Songs & Symphonies, concerto dedicato alle celebri “songs” presenti in colonne sonore cinematografiche e interpretate dalle regine del jazz o del soul. Gli arrangiamenti sono a cura dei docenti Gian Marco Gualandi, Vincenzo Presta e Massimiliano Rocchetta e la serata sarà co-condotta da Liliana Fiorelli.

Arriva alla sesta edizione il concorso di videoclip musicali Vedomusica, che presenterà durante le serate in Piazza i sei finalisti tra i migliori 20 videoclip italiani. Tre finalisti sono stati definiti attraverso un contest social e tre sono stati votati da un comitato di selezione. La giuria di qualità composta da Simone Emiliani, Federica Illuminati, Donato Sansone decreterà il vincitore che sarà annunciato in piazza venerdì 20 giugno.

In linea con le altre sezioni del festival anche in ambito musicale ci sarà un focus dedicato a un autore particolarmente significativo, Tommaso Ottomano.Regista, direttore creativo, autore e compositore toscano, la sua attività di regista è spesso legata al mondo della moda e della musica: ha scritto e diretto molti dei videoclip più interessanti degli ultimi anni per artisti come Lucio Corsi – con cui è nata una fratellanza artistica culminata con la partecipazione al 75° Festival di Sanremo e all’Eurovision Song Contest 2025 – Måneskin, Jovanotti, Chiello, Baustelle e altri.

Viene inaugurata quest’anno la sezione Roads To Nowhere – Sentieri del rock Italiano, curata da Paola Cassano e Anthony Ettorre. Tra martedì 17 e venerdì 20 giugno, una timida ma fiera selezione si propone di raccontare frammenti, luoghi, storie, leggende e miti del rock italiano contemporaneo. Dal piccolo tributo ai Massimo Volume di circa venti anni fa, agli Offlaga Disco Pax, questi sentieri ci conducono dal mondo di Le Macabre, storico club di Bra, fino alla Sicilia degli Uzeda con lunghe soste in Emilia dove, accompagnati da Freak Antoni, ci perdiamo in un road movie psichedelico.

Alla Mostra si aggiunge quest’anno la videodanza, che si inserisce così nel dialogo tra cinema, e nuove tecnologie. In collaborazione con Hangartfest,organizzazione che promuove l’omonimo festival di danza contemporanea nato nel 2004, viene portato nel Festival il premio Prix ViDa Italia che, nella sua prima edizione, verrà consegnato nell’arena di Piazza del Popolo nella serata di domenica 15 giugno.  Lo stesso giorno la Chiesa della Maddalena ospiterà la proiezione dei corti finalisti del Premio 2025 e, fuori concorso, dei vincitori dell’edizione zero (2024), mentre sabato 21 giugno una installazione dal titolo Moon. Il progetto è nato per riconoscere e sostenere la videodanza come linguaggio artistico autonomo e valorizza l’incontro tra movimento, regia, montaggio e composizione visiva.

Lo sguardo sulla realtà virtuale, con il PesaroNuovoCinemaVr inaugurato lo scorso anno, prende forma grazie all’apporto di Hangarfest con ZED Festivalche, da domenica 15 a sabato 21 giugno, alla Casa delle Tecnologie Emergenti, presenteranno una selezione di film di danza VR a 360°.

  1. I focus, gli omaggi, la didattica

Tanti i focus della 61esima edizione, dedicati a correnti e artisti legati alla storia e allo spirito della Mostra. Nella sezione ‘ideale’ degli Esordi Italiani troviamo, oltre ai corti sul riuso dei materiali d’archivio firmati dagli studenti di montaggio del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema, l’anteprima mondiale del film Deriva con cui Danilo Monte esordisce nel lungometraggio di finzione dopo i tanti e significativi lavori di cinema del reale. Insieme al nuovo cinema di oggi ecco un omaggio a quello del passato con la gloriosa figura di Paul Vecchiali, regista francese tra i più memorabili, ricordata nell’affettuoso e personale documentario di Antonio Pettinelli Paul a Mayerling – un ritratto presentato anch’esso in prima mondiale.

Si inserisce invece nella tradizione delle retrospettive di studio sul cinema italiano quella sul cinema di guerra fascista, curata da Sergio Toffetti, che getta un ponte con il Neorealismo, ipotizzandone i prodromi nella rappresentazione della realtà messa in scena tra il 1938 e il 1944. Tra realismo di dettaglio e invenzione propagandistica, registi come Roberto Rossellini e Flavio Calzavara dialogano con la verità sceneggiata del cinema e lo fanno curiosamente in modo molto poco retorico perché quasi documentaristico. Nella mattinata di martedì 17 giugno, nella Chiesa della Maddalena, verrà dedicata al tema una tavola rotonda.

I focus dedicati al filmmaker statunitense Jerome Hiler (curato da Rinaldo Censi e Federico Rossin) e alla regista cilena Jeannette Muñoz (a cura di Cecilia Ermini e Stefano Miraglia), omaggiati per la prima volta in Italia, richiamano l’anima sperimentale del festival. I lavori di Jerome Hiler, che si dipanano tra il 1967 e il 2024, sono momenti di pura illusione, luoghi dove arte e magia sono fatte della stessa sostanza. Jeannette Muñoz ha invece iniziato a lavorare con le immagini in movimento nel 2001. Nel suo cinema convivono personale e politico, ecologia, storia del paesaggio, corrispondenze e temporalità multiple, riflessioni su cosa può ma soprattutto deve fare oggi il mezzo cinematografico. Da lunedì 16 a venerdì 20 giugno sarà possibile vedere i lavori dei due artisti in Sala Pasolini.

Alla Chiesa della Maddalena, da giovedì 19 a sabato 21 giugno, ci sarà una tre giorni affidata alla cura del gruppo Adriano agli Amici nato dall’esperienza di Fuorinorma, creata da Adriano Aprà, il grande critico, regista e organizzatore culturale, scomparso lo scorso anno, che è stato spettatore della prima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema nel 1965 e dal 1966 ha collaborato alla sua realizzazione, dirigendola dal 1990 al 1998. A lui è dedicato il titolo della rassegna: Adriano agli amici. La programmazione comprenderà proiezioni di lungometraggi italiani appunto fuorinorma come Paura dell’alba di Enrico Masi, Balentes di Giovanni Columbu e Myanmar di Tommaso Cotronei insieme a cortometraggi come Appendice ad un film girato in estate di Tiziano Doria + Samira Guadagnolo, Innesti neri e bianchi di Federica Foglia, The Eggregores’ Theory di Andrea Gatopoulos e Freelm di Leonardo Carrano e Alain Parroni. La sezione, oltre ad ospitare un simposio dedicato ad Adriano Aprà con ospiti come Olimpia Carlisi, Paolo Mereghetti, Gianfranco Pannone e la prima edizione del Premio Adriano Aprà al critico e cineasta francese Bernard Eisenschitz, omaggia Mario Masini con Fuorinorma – Il tempo delle immagini. Tributo a Mario Masini. Conosciuto principalmente per la sua collaborazione con Carmelo Bene e i fratelli Taviani, di cui firma anche la fotografia di Padre Padrone, Masini è uno degli esponenti di punta della cinematografia sperimentale italiana degli anni Sessanta e Settanta.

Mauro Santini prosegue l’omaggio ad Adriano Aprà, allo Spazio bianco, da martedì 17 a venerdì 20 giugno, ore 17-20, con la proiezione dei film a lui dedicati Io credo nell’inconoscibile di Marco Allegrezza, Edoardo Mariani, Francesco Scognamiglio e Après Aprà di Adriano agli amici.

Alla Mostra verranno portati anche i lavori di Simone Massi, che firma manifesto e sigla di questa 61esima edizione. Venerdì 20 maggio al Teatro Sperimentale verrà proiettato il suo ultimo lungometraggio, Invelle, mentre altre sue opere si potranno vedere nella Chiesa della Maddalena nel pomeriggio di mercoledì 18 giugno. All’artista sarà infine dedicato un incontro nella mattinata di sabato 21 giugno.

Ampio spazio nel festival anche alla didattica. L’ottava edizione delle Lezioni di storia, curate da Federico Rossin, è intitolata Sperimentare il colore. 80 anni di invenzioni e performances. Il programma, che come ogni anno vuole sottolineare le forme innovative di cinematografia e riscoprire registi dimenticati, si focalizza sull’utilizzo del colore nel cinema sperimentale. Le Lezioni omaggeranno per la prima volta in Italia i filmmaker Corinne Cantrill, José Antonio Sistiaga e Malcolm Le Grice. Appuntamento il 16, 17 e 21 giugno in sala Pasolini.

Torna nello spazio della Pescheria dal 16 al 20 giugno il Pesaro Film Festival Circus curato da Giulietta Fara, che propone la formula consolidata di visioni e laboratori dedicati ai più piccoli. Alla sua quinta edizione, il Circus propone un programma che spazia nel tempo: dai Moomins, che nel 2025 compiono 80 anni, a Wes & Soda di Bruno Bozzetto, che spegne 60 candeline, fino a lavori di animazione contemporanea, tra cui Flow che la Mostra proietta in qualità di film vincitore dell’Adriatic Audience Award all’interno del Network of Festivals of the Adriatic Region, con cui il festival collabora. Mercoledì 18 giugno avrà luogo un laboratorio speciale: nelle vie di Pesaro si terrà la caccia al tesoro cinematografica. Al termine dei cinque giorni verrà assegnato dal giovanissimo pubblico un Premio al miglior film della rassegna.

La Mostra incarna la mentalità green propria della città di Pesaro. Grazie a Marche Multiservizi, che donerà 200 borracce, il festival verrà reso ancora più sostenibile. Inoltre nel 2025 è stata rinnovata l’attestazione EcoActions rilasciata dalla società Ambiente & Salute in partnership con Legambiente.

The Ambush: la storia vera dietro il film

The Ambush: la storia vera dietro il film

Uscito nel 2021, The Ambush è un war movie adrenalinico e teso, diretto da Pierre Morel, noto per aver diretto Io vi troverò e The Gunman. Ambientato durante il conflitto nello Yemen, il film racconta la missione di tre soldati emiratini intrappolati in un’imboscata mentre sono in pattuglia in una zona remota. I loro compagni organizzano un salvataggio rischioso, affrontando un territorio ostile e combattendo contro il tempo. Con un approccio realistico e immersivo, The Ambush esplora il coraggio, la fratellanza e il senso del dovere, senza però perdere di vista l’aspetto umano del trauma e della paura che accompagna ogni missione.

Il film ha un’importanza particolare nel panorama cinematografico mediorientale contemporaneo: è stato infatti il primo grande film di guerra girato interamente negli Emirati Arabi Uniti, con il sostegno del governo e la partecipazione diretta delle forze armate locali. La produzione si è avvalsa della collaborazione della Image Nation Abu Dhabi, che ha voluto investire in un progetto capace di raccontare un capitolo fondamentale della storia nazionale recente, unendo intrattenimento e memoria collettiva. Il risultato è una pellicola visivamente spettacolare, con sequenze di combattimento mozzafiato, che riesce a restituire la tensione della guerra con autenticità.

Ciò che rende The Ambush ancora più significativo è però il fatto che si basa su una storia vera. Il film prende spunto da un reale episodio del 2018, in cui un gruppo di soldati emiratini fu attaccato da milizie armate nello Yemen e riuscì a salvarsi grazie a un’operazione di recupero coraggiosa e complessa. Nell’articolo approfondiremo proprio questo aspetto: il confronto tra i fatti reali e la loro rappresentazione cinematografica, l’impatto che l’evento ha avuto sull’opinione pubblica emiratina e il modo in cui il film ha trasformato una vicenda militare in un racconto collettivo di eroismo e solidarietà.

Mansoor Al-Fili in The Ambush
Mansoor Al-Fili in The Ambush. Foto di © Image Nation Abu Dhabi

La trama di The Ambush 

Il film segue l’esercito degli Emirati Arabi Uniti schierato nella guerra civile yemenita per fornire aiuti e supporto. Tra i soldati regna una tensione palpabile: tre di loro, Ali (Omar Bin Haider), Bilal e Hindasi (Mohammed Ahmed), stanno per completare la loro missione e tornare finalmente a casa. Ma durante l’ultimo pattugliamento di routine, il loro cammino attraverso uno stretto canyon viene interrotto da un’imboscata da parte di militanti armati. Feriti, senza la possibilità di comunicare e con risorse in esaurimento, i tre soldati capiscono subito che la loro situazione è disperata. Mentre il tempo scorre e le speranze di salvarsi diminuiscono, alla base arriva la notizia dell’attacco. Non c’è tempo da perdere: viene immediatamente lanciata una missione di salvataggio per portare in salvo i soldati.

La storia vera dietro il film

Come anticipato, The Ambush si basa su un evento realmente accaduto nel 2018 durante il coinvolgimento degli Emirati Arabi Uniti nel conflitto in Yemen. In quell’anno, tre soldati emiratini — Ali Al Shehhi, Khalid Al Shehhi e Bakhit Al Falasi — furono coinvolti in un’imboscata durante una missione di pattugliamento in una regione montuosa yemenita vicino alla città di Al Hodeidah. I soldati stavano monitorando una zona considerata instabile, quando il loro veicolo blindato fu attaccato da un gruppo di miliziani armati. Isolati e senza possibilità di comunicare efficacemente, rimasero intrappolati sotto il fuoco nemico.

La gravità della situazione rese necessaria una rapida operazione di soccorso. Le forze armate emiratine, dopo aver perso il contatto radio con il veicolo colpito, si attivarono immediatamente per localizzarlo e inviare rinforzi. Il salvataggio fu condotto in condizioni estremamente difficili, tra aspri scontri a fuoco e un terreno impervio che rendeva complicato ogni movimento. Nonostante le difficoltà, i tre soldati furono recuperati sani e salvi grazie al coraggio e alla determinazione dei commilitoni, che riuscirono a sfondare le linee nemiche e ad estrarli dall’area sotto assedio. L’episodio fu ampiamente riportato dai media emiratini e rappresentò uno dei momenti più delicati e discussi della partecipazione del paese alla guerra in Yemen.

The Ambush film
Foto di © Image Nation Abu Dhabi

Il film, come già indicato, è stato realizzato in stretta collaborazione con il Ministero della Difesa degli Emirati Arabi Uniti, e molte delle sequenze sono basate sulle testimonianze dirette dei soldati coinvolti. Come riportato dal quotidiano The National, i protagonisti reali hanno poi incontrato il team di produzione per condividere i dettagli dell’imboscata, contribuendo così a garantire un alto livello di autenticità. La sceneggiatura, scritta da Brandon Birtell e Kurtis Birtell, mira a raccontare l’evento senza eccessi hollywoodiani, ponendo invece l’accento sul valore umano e militare della missione.

Il successo del film negli Emirati è stato significativo non solo per l’aspetto cinematografico, ma soprattutto per il valore simbolico che la vicenda ha assunto. The Ambush è diventato un tributo al coraggio dei soldati e un’opera di memoria nazionale, capace di raccontare la guerra da una prospettiva intima e locale, lontana dai toni propagandistici. In questo senso, il film rappresenta un tassello importante nella narrazione contemporanea del conflitto yemenita e nella costruzione di un’identità collettiva emiratina attraverso il cinema.

Avatar: Fuoco e Cenere, nuovi dettagli sulle trame di Lo’ak, Tuk e Spider

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In Avatar: La via dell’Acqua, abbiamo incontrato per la prima volta i figli di Jake Sully e Neytiri, la cui storia proseguirà in Avatar: Fuoco e Cenere. Tuttavia, la tragedia ha colpito quando il loro figlio maggiore, Neteyam, è stato ucciso durante una battaglia contro la RDA.

Questo pone i protagonisti del franchise in condizioni di chiedere vendetta, e il regista James Cameron ha precedentemente suggerito che la loro ricerca sia ciò che alla fine porterà Neytiri sulla Terra (uno sviluppo della trama che ci aspettiamo di vedere nel quarto capitolo in programma). Ma mentre la tragedia di Neteyam si ripercuote sui genitori in questo modo, che ne sarà degli altri figli?

Britain Dalton, che interpreta Lo’ak, ha recentemente parlato con Empire e ha rivelato dove troveremo il suo fratello di mezzo all’inizio di Avatar: Fuoco e Cenere. “[Lo’ak] è nato per essere un leader. Ma non gli è mai stata data la fiducia necessaria”, ha scherzato. “Quando Neteyam muore… non immaginava di poter finalmente essere visto. Si incolpa.”

L’attrice che interpreta Tuk, Trinity Bliss, ha aggiunto: “Non credo che sarà mai più la stessa. È la prima volta che affronta una morte in vita sua. È ancora la sua piccola e possente personalità, e forse salirà di grado tra i Sully.”

Spider, nel frattempo, è il figlio umano del cattivo della RDA Quaritch e figlio adottivo di Jake e Neytiri. Tuttavia, suo padre è tornato dalla morte in un corpo di Avatar e sembra in qualche modo capace di redimersi dopo aver stretto un legame con il figlio che non sapeva di avere. “Si sente molto combattuto”, ha detto Jack Champion a proposito della mentalità di Spider. “Suo ‘padre’ è rinato in questa forma Na’vi ed è ancora malvagio come sempre, se non di più, e sentiva ancora di doverlo salvare. Si vede quel senso di colpa manifestarsi e l’evoluzione di Spider che cerca di capire qual è il suo posto.”

Ci si aspetta che i ragazzi diventino alla fine i protagonisti del franchise di Avatar. Sembra che ognuno di loro affronterà molte difficoltà in seguito alla morte di Neteyam, preparando il terreno per il quarto e il quinto film che Cameron ha pianificato. Il regista ha suggerito che potremmo vedere Avatar 6 e 7, ma ha ammesso che probabilmente non li dirigerà.

Quello che sappiamo di Avatar: Fuoco e Cenere

Avatar: Fuoco e Cenere riprenderà subito dopo quegli eventi, quando Jake e Neytiri incontreranno il Popolo della Cenere, che Cameron ha lasciato intendere essere più attratto dalla violenza e dal potere rispetto agli altri clan. “Ci sono nuovi personaggi, uno in particolare penso che sarà amato, o amerete odiarlo”, ha detto Cameron.

Oona Chaplin (“Game of Thrones”) interpreta il leader del popolo della Cenere, Varang. Anche David Thewlis e Michelle Yeoh si uniscono al cast. Insieme a Sam Worthington e Zoe Saldana, il cast di ritorno include Sigourney Weaver, Stephen Lang, Kate Winslet, Cliff Curtis, Britain Dalton, Jack Champion, Trinity Jo-Li Bliss, Bailey Bass, Joel David Moore, Edie Falco e Dileep Rao.

Avatar: La via dell’acqua e Avatar: Fuoco e Cenere sono entrambi scritti da Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver. In origine, dovevano essere un unico film, ma durante il processo di scrittura, Cameron ha deciso che c’era troppo materiale e ha diviso la storia in due parti. L’uscita del film in sala è attualmente prevista per il 19 dicembre 2025.

Cameron ha prodotto tutti i film di “Avatar” con il suo partner creativo di lunga data Jon Landau, morto di cancro a luglio a 63 anni. “La sua eredità non sono solo i film che ha prodotto, ma l’esempio personale che ha dato: indomito, premuroso, inclusivo, instancabile, perspicace e assolutamente unico”, ha affermato Cameron in una dichiarazione all’epoca. “Ha prodotto grandi film, non esercitando potere ma diffondendo calore e la gioia di fare cinema. Ci ha ispirato tutti a essere e a dare il meglio di noi, ogni giorno. Ho perso un caro amico e il mio più stretto collaboratore per 31 anni. Una parte di me è stata strappata via”.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, anche il piccolo Franklin Richards nel trailer che annuncia i biglietti in vendita

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Per annunciare l’inizio delle prevendite dei biglietti in USA per I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Marvel ha diffuso un nuovo trailer del film in cui, oltre a diverse scene inedite, vediamo anche per qualche secondo Franklin Richards, il bebè che plausibilmente cambierà per sempre la forma del MCU, dal momento che il suo corrispettivo nei fumetti è uno degli esseri più potenti mai esistiti.

Con la voce fuori campo di Sue Storm (Vanessa Kirby), sembra chiaro che il film vedrà la Donna Invisibile in un ruolo di leadership fino a questo momento inedito al cinema. Ecco di seguito il video:

I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film Marvel Studios I Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale.

Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.

Dept. Q – Sezione casi irrisolti, la spiegazione del finale: chi ha rapito Merritt e come si collega la scomparsa di Sam?

La nuova serie Netflix con Matthew Goode è l’ultima di Scott Frank, sceneggiatore e regista de La regina degli scacchi. Dept. Q – Sezione casi irrisolti è basato sul primo libro della serie di romanzi dell’autore danese Jussi Adler-Olsen.

Goode interpreta Carl Morck, un detective irritabile e freddo che vive a Edimburgo, in Scozia. La serie si apre con Carl e il suo collega, James Hardy (Jamie Sives), che vengono colpiti da un colpo di arma da fuoco mentre indagano su una scena del crimine. Sebbene entrambi siano sopravvissuti, Carl rimane emotivamente segnato dalla paralisi di Hardy. Ancora convalescente dal traumatico incidente, Carl viene assegnato a un’unità che si occupa di casi irrisolti, nota come Dipartimento Q. Mette insieme una squadra eterogenea che alla fine si concentra sul caso irrisolto di un procuratore locale, Merritt Lingard (Chloe Pirrie), misteriosamente scomparsa anni prima.

“È una storia avvincente, un enigma”, ha detto Matthew Goode a The Hollywood Reporter, descrivendo il thriller, disponibile su Netflix dal 29 maggio. Carl risolverà il caso irrisolto e il mistero di ciò che è successo a Merritt? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul finale di Dept. Q – Sezione casi irrisolti di Netflix.

Come si è concluso Dept. Q – Sezione casi irrisolti?

L’indagine sulla scomparsa di Merritt porta Carl e il suo assistente, Akram Salim (Alexej Manvelov), alla sede di un’azienda, la Shorebird Ocean Systems. Scoprono che Merritt è stata tenuta in una camera iperbarica per gli ultimi quattro anni e la salvano. Dopo aver negoziato un budget più consistente per la sua squadra, Dept. Q si conclude con Carl seduto alla sua scrivania in cantina, a esaminare i documenti, pronto a risolvere un altro caso.

Chi ha rapito Merritt?

Merritt è stata rapita da Ailsa Jennings (Alison Peebles) e da suo figlio, Lyle Jennings (Kai Alexander). Ailsa credeva che Merritt fosse responsabile della morte dell’altro figlio, Harry Jennings (Fraser Saunders), con cui Merritt era uscita da bambina. Da adolescente, Merritt desiderava disperatamente lasciare Mhòr, l’isola in cui era cresciuta. Elaborò un piano con Harry per rubare i gioielli di sua madre, in modo da poterli vendere e iniziare una nuova vita. Ma quando Harry tentò la rapina, la cosa andò male e morì mentre cercava di sfuggire alla polizia. Anni dopo, Ailsa continuava a incolpare Merritt per la morte del figlio, e alla fine cercò vendetta catturando e torturando Merritt per anni.

Dept. Q – Sezione casi irrisolti – Immagine dal set – Netflix

Chi è Sam Haig?

Sam Haig (Steven Miller) era un giornalista con cui Merritt credeva di avere una relazione. Si scopre che Lyle ha ucciso Sam e poi si è spacciato per lui. Lyle e Sam si conoscevano da bambini e le loro strade si incrociarono di nuovo da adulti, con Lyle che alla fine uccise Sam, facendo sembrare che fosse morto in un “incidente di arrampicata”. Merritt non è mai uscita con la vera Sam ed è stata in realtà coinvolta con Lyle per tutto il tempo. Disse a Lyle (che credeva fosse Sam) su quale traghetto dell’isola sarebbe salita, permettendo a Lyle di sapere dove si trovava e di rapirla.

Il Dipartimento Q salva Merritt?

Sì, Carl e Akram salvano Merritt. Trovano la camera in cui è tenuta prigioniera Merritt, ma prima che possano raggiungerla, Lyle li affronta e spara a Carl alla spalla. In risposta, Akram lancia un coltello e poi usa la pistola di Lyle per ucciderlo. Carl e Akram entrano nella camera iperbarica e salvano Merritt. Poco dopo, i medici la mettono su una barella iperbarica e la portano in salvo con un elicottero.

Chi ha sparato a Carl?

Non viene mai rivelato chi abbia sparato a Carl e al suo partner, James, nella scena iniziale della serie. L’evento traumatico si chiude per Carl quando viene nuovamente colpito in servizio, questa volta mentre salva Merritt nel finale.

Carl e Merritt si incontrano mai?

Carl ha aiutato a salvare Merritt, ma lei era appena cosciente al suo arrivo, quindi i due non si sono mai incontrati davvero. Alla fine dell’ultimo episodio, la serie fa un salto in avanti di tre mesi e Merritt è alla stazione di polizia a ringraziare la squadra per averla salvata. Merritt vuole incontrare Carl, ma le viene detto che si sta prendendo una pausa. Mentre lascia il quartier generale, incontra Carl mentre esce dall’ascensore. Durante il loro breve scambio, Carl non le dice chi è e invece la guarda allontanarsi, mentre lei è ignara di aver appena incontrato l’uomo che le ha salvato la vita.

Ci sarà una seconda stagione di Dept. Q?

Dept. Q non è ancora stato rinnovato per una seconda stagione, ma ci sono altre storie di Carl Morck da raccontare. La prima stagione ha adattato il romanzo originale, ma attualmente la serie di Adler-Olsen conta 10 libri. Quando è stato sollevato l’argomento di una seconda stagione durante un’intervista con The Hollywood Reporter, Matthew Goode ha affermato che la serie “ne ha bisogno”.