Sarà disponibile dal 5 febbraio su
Prime
VideoUna
gran voglia di vivere, il nuovo film diretto da
Michela Andreozzi, liberamente tratto dall’omonimo
romanzo, edito in Italia da Mondadori Libri S.p.A., scritto da
Fabio Volo, che ne è anche protagonista insieme a
Vittoria Puccini. Al centro della storia una
coppia, quella formata da Anna e Marco, apparentemente arrivata al
capolinea, che intraprende un viaggio con il figlio Tommaso in
cerca di un ultimo tentativo di riavvicinamento. La sceneggiatura è
firmata dalla stessa Andreozzi insieme a Volo e a Filippo Bologna
(Premio David di Donatello per Perfetti sconosciuti). Nel
cast Paola Tiziana Cruciani, Rocío Muñoz Morales, Corrado
Nuzzo e il giovanissimo Ludovico
Nava.
Girato tra l’Italia e la Norvegia,
Una gran voglia di vivere è prodotto da Isabella
Cocuzza e Arturo Paglia per Paco
Cinematografica, in collaborazione con Prime
Video e RTI. L’opera consolida la collaborazione tra la
regista e Paco Cinematografica, che ha prodotto anche i suoi tre
film precedenti (Nove lune e mezza, Brave ragazze
e Genitori vs influencer). Una gran voglia di
vivere è realizzato con il sostegno della Regione Lazio fondo
regionale per il cinema e l’audiovisivo.
La trama del film
Milano, giorni nostri. Marco,
ingegnere, e Anna, architetta, dopo un colpo di fulmine in piena
regola, anni di convivenza serena e la nascita del figlio Tommaso,
sono in crisi. Eppure, il loro sembrava un amore in grado di
mantenere le promesse: coetanei, belli e sani. Ma non è bastato.
Quando Anna, che ha messo da parte le sue ambizioni per occuparsi
del figlio, propone a Marco un trasferimento a Ibiza per
ricominciare insieme un nuovo capitolo della loro vita, il marito
rifiuta. Ma quando a Marco viene proposto un trasferimento di
lavoro ad Amsterdam, lui inizia a pensarci. Intanto, Anna vorrebbe
separarsi, Marco no, ma dal momento che hanno promesso a Tommaso un
viaggio nella terra dei Vichinghi, decidono comunque di partire in
camper per la Norvegia. Riuscirà Marco a riconquistare sua moglie
di cui è ancora innamorato? Durante un magico e indimenticabile
giro per le terre dei fiordi, recupereranno in modo naturale ed
insperato il loro rapporto. Fino al momento in cui Anna scoprirà
che Marco le ha tenuto nascosta la proposta di lavoro ad
Amsterdam…
FULVIO e FEDERICA
LUCISANO e RAI CINEMA e
01 hanno diffuso il trailer ufficiale di Tramite
Amicizia, il nuovo film di Alessandro
Siani con con
Alessandro Siani, Max Tortora,
Matilde Gioli, Maria Di Biase.
La trama di Tramite Amicizia
Lorenzo (Alessandro Siani) è il
proprietario di un’agenzia, “Tramite amicizia”, che offre amici a
noleggio. Se hai bisogno di conforto, di compagnia o semplicemente
di un consiglio per fare shopping, Lorenzo è il finto amico che fa
per te! Affabile, premuroso, gentile. Insomma, l’amico perfetto…
Questa volta però, a rivolgersi all’agenzia non sono degli
sconosciuti, ma i familiari di Lorenzo, dipendenti di una fabbrica
di dolciumi che il proprietario, Alberto Dessè (Max Tortora), in un
momento di profondo scoramento, sentendosi estremamente solo, vuole
vendere. A rischio centinaia di posti lavoro. Non c’è dubbio, il re
dei dolciumi ha bisogno di un amico e Lorenzo è l’uomo che fa per
lui! Tra gag e colpi di scena, la complicità della cugina Filomena
(Maria Di Biase) e di un’amica molto speciale Maya (Matilde Gioli),
riuscirà Lorenzo a convincere Alberto a salvare l’azienda e i suoi
dipendenti?
Sono state selezionate le dieci
opere che concorreranno al
Premio David di Donatello – Cecilia
Mangini 2023 per il miglior documentario. Lo annuncia
Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia
del Cinema Italiano –
Premi David di Donatello in accordo con il
Consiglio Direttivo composto da Francesco Rutelli,
Francesco Giambrone, Nicola Borrelli, Francesca
Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Valeria
Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco
Ranieri Martinotti.
Questi i titoli scelti
dall’apposita commissione per i documentari composta da
Guido Albonetti, Pedro Armocida, Osvaldo Bargero, Raffaella
Giancristofaro, Stefania Ippoliti, Betta Lodoli, Pinangelo Marino,
Giacomo Ravesi.
IL CERCHIO di Sophie Chiarello
FRANCO ZEFFIRELLI, CONFORMISTA RIBELLE di
Anselma Dell’Olio
LAST STOP BEFORE CHOCOLATE MOUNTAIN di Susanna
Della Sala
IL POSTO di Mattia Colombo e Gianluca
Matarrese
SVEGLIAMI A MEZZANOTTE di Francesco
Patierno
THE MATCHMAKER di Benedetta Argentieri
LA TIMIDEZZA DELLE CHIOME di Valentina
Bertani
La Giuria dell’Accademia voterà una
prima volta per individuare la cinquina di candidati al premio e,
successivamente, decreterà il vincitore del David per il miglior
documentario che dal 2021 è stato intitolato alla memoria di
Cecilia Mangini, instancabile indagatrice del reale e indimenticata
pioniera e outsider del cinema italiano.
“Questa selezione è il frutto
della visione di 132 opere, che testimoniano una notevole,
entusiasmante varietà di temi e approcci stilistici e
produttivi”, dichiara la commissione in una nota. “Il
lavoro di definizione della decina di anno in anno risulta più
complesso perché la qualità e la profondità delle opere presentate
sono sempre più evidenti e solide. Se da un lato il vincolo stretto
dei dieci titoli voluto dall’Accademia è una garanzia di rigore,
dall’altro si rivela un meccanismo che impone delle scelte
stringenti; tuttavia consideriamo il cospicuo numero di opere
meritevoli di essere segnalate e promosse come un ottimo segnale
per la produzione documentaria italiana post pandemica e la prova
incoraggiante del valore del lavoro di autrici e autori, sia già
affermati che esordienti, che hanno voluto sottoporre le loro opere
alla commissione del David di Donatello per il miglior
documentario. Rispetto agli anni precedenti, la selezione si è
aperta in maggiore misura a tematiche sociali di respiro anche
internazionale. Mentre dell’insieme dei film presentati ci preme
sottolineare la ricorrenza sull’atrocità dei conflitti bellici, gli
effetti disumani e paradossali dei fenomeni migratori, la domanda
di lavoro e l’esigenza di riflessione sul passato, non solo del
nostro Paese, oltre al più tradizionale riconoscimento agli
italiani che si sono distinti nel campo della cultura”.
Alfred Molina è uno
degli attori più amati dal grande pubblico, merito di alcune sue
interpretazioni ormai iconiche, come quella del celebre Doctor
Octopus in Spider-Man 2 o ancora del conte Paul de Reynaud
in Chocolat, senza dimenticare il Satipo del primo film di
Indiana Jones. Molina vanta infatti una carriera di tutto
rispetto, capace di passare con naturalezza dai progetti più
mainstream a quelli più piccoli e autoriali.
2. Ha preso parte a progetti
televisivi. Tra gli anni Ottanta e Novanta, Molina a preso
parte con piccoli ruoli a diverse serie o film per la TV. Nel 2001
ottiene poi l’importante ruolo di Hercule Poirot nel film
televisivo Assassinio sull’Orient Express e in seguito
recita in alcuni episodi di serie come The Company (2007),
Law & Order: Los Angeles (2010-2011), Harry’s
Law (2011), Monday Mornings (2013) e nel film
The Normal Heart (2014),
con Mark Ruffalo.
Ha poi recitato in Show Me a Hero (2015), Angie
Tribeca (2016-2017), Close to the Enemy (2016) e
Feud (2017). Nel 2022 è invece protagonista della serie
Il commisario Gamache – Misteri
a Three Pines.
3. È anche
doppiatore. Nella sua lunga carriera, Molina ha avuto
anche in diverse occasioni l’opportunità di lavorare come
doppiatore per progetti animati e videogiochi. Ciò è avvenuto ad
esempio per il videogioco di Spider-Man 2 (2004) o per i
film d’animazione Rango (2011), Monsters University (2013),
Ralph spacca Internet
(2018), Frozen II – Il segreto di
Arendelle (2019) e DC League of Super-Pets
(2022). Ha poi partecipato come doppiatore anche ad alcuni episodi
di serie animate come Justice League (2003), Kung Fu
Panda – Mitiche avventure (2012), Gravity Falls
(2012-2016), Rick and Morty (2014), American Dad!
(2016-2020), Solar Opposites (2020) e I Griffin
(2020).
Alfred Molina è il Doctor Octopus
in Spider-Man
4. Non era particolarmente
attratto dal personaggio. Quando gli venne proposto di
interpretare il Doctor Octopus in Spider-Man 2, Molina si
disse inizialmente non attratto dal personaggio. L’attore, in
particolare, non era molto convinto circa la profondità di Doc Ock
e temeva che sarebbe stato l’ennesimo villain dei film di questo
genere. Dopo aver parlato con il regista Sam Raimi
e aver letto alcuni fumetti con il personaggio, però, si ricredette
e accettò di interpretarlo. Ancora oggi, il suo Doctor Octopus è
ricordato non solo come uno dei villain più convincenti, ma anche
come uno di quelli meglio costruiti a livello psicologico e
caratteriale.
5. Fece molta fatica a
gestire le braccia meccaniche. Interpretare il personaggio
fu però particolarmente complesso. Il regista aveva infatti
richiesto delle vere braccia metalliche da attaccare al corpo
dell’attore. Pur apprezzando il realismo che ciò portava al
personaggio, Molina accusò molto il peso delle braccia meccaniche,
che gli limitavano i movimenti. Ognuna delle quattro braccia era
poi gestita da una persona diversa, il che rese necessario un
grande lavoro di coordinamento. Per Molina è stato dunque uno dei
set più difficili della sua carriera, ma anche uno dei più
entusiasmanti.
6. È tornato ad interpertare
il personaggio. A distanza di 17 anni, Molina ha ripreso
il ruolo del Doctor Octopus per il film Spider-Man: No Way
Home, nel quale confluiscono più generazioni di Spider-Man e
diversi loro nemici. Nel tornare ad interpretare tale personaggio,
Molina è stato però ringiovanito digitalmente, così da risultare
non invecchiato rispetto a come era in Spider-Man 2. La
maggiore differenza con cui si è imbattuto, però, è che le braccia
meccaniche sono stavolta state interamente realizzate in CGI e non
più ricostruite come avvenuto per Spider-Man 2.
Alfred Molina è Satipo in
Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta
7. È stato il suo primo
ruolo di rilievo. Quello di Satipo, la guida
doppiogiochista del protagonista in Indiana Jones e i predatori
dell’arca perduta, è stato il primo ruolo per cui Molina è
stato accreditato sul grande schermo. Il suo primo giorno sul set è
poi stato particolarmente complicato, poiché dovette recitare una
scena in cui veniva ricoperto da tarantole vive. Queste iniziarono
poi a muoversi su di lui una volta che tra loro fu aggiunta una
tarantola femmina. Per l’attore si trattò dunque di una vera e
propria prova di coraggio, che superò egregiamente.
Alfred Molina ha interpretato
Poirot
8. Ha interpretato il
celebre detective. Dopo Albert Finney e
prima di Kenneth
Branagh, nel 2001 è toccato a Molina
interpretare il celebre detective ideato da Agatha
Christie. L’attore ha infatti interpretato Hercule Poirot
nel film televisivo Assassinio sull’Orient Express, primo
adattamento per il piccolo schermo del celebre romanzo giallo. Meno
noto rispetto alle due versioni cinematografiche e con alcune
modifiche rispetto all’originale, questo è comunque dai fan
ricordato in modo positivo e l’interpretazione che Molina ha dato
di Poirot è stata particolarmente apprezzata.
Alfred Molina in
Chocolat
9. Ha realmente mangiato
tutto quel cioccolato. Una delle scene più note del film
Chocolat è quella che vede
Molina, nei panni del severo conte Paul de Reynaud, ingozzarsi di
grandi quantità del cioccolato presente nel negozio della
protagonista, capendo finalmente di quale piacere si era privato
fino a quel momento. Tale scena è stata l’ultima girata
dall’attore, in caso non si fosse sentito bene dopo l’aver
realmente mangiato tutto quel cioccolato. Fortunatamente, Molina
non ha riscontrato nessun problema.
Alfred Molina: età e altezza
dell’attore
10. Alfred Molina è nato a
Londra, Inghilterra, il 24 maggio del 1953. L’attore è
alto complessivamente 1,89 metri.
Il
nuovo trailer di The Mandalorian 3 nasconde tantissimi
particolari su quello che andremo a vedere nella nuova stagione. Il
più importante riguarda la storia di Din Djarin
(interpretato da
Pedro Pascal). Negli ultimi anni, però, il personaggio
è cambiato in modo significativo, in gran parte a causa della sua
relazione con un alieno di nome Grogu – a cui da
la voce David Acord.
Grogu ha lasciato
Din Djarin per addestrarsi con il Maestro Jedi Luke Skywalker – interpretato da Mark Hamill – ma è tornato al suo fianco
ne
The Book of Boba Fett. Sfortunatamente, sebbene
abbia ottenuto Grogu come parte della sua famiglia
ritrovata, il personaggio interpretato da Pedro Pascal ha perso altre parti della sua
identità. Alla fine della seconda stagione di The Mandalorian, Din Djarin ha tradito il suo
giuramento per amore di Grogu, togliendosi l’elmo in presenza di
altri. La Disney ha ora rilasciato un trailer
completo di The Mandalorian 3, che spiega come
questi fili della trama continueranno.
1Un dettaglio anticipa il ritorno di
Babu Frik
Ci
sono molte prove che la terza stagione di The
Mandalorian conterrà un cameo di Babu Frik, il delizioso droide Anzellano
introdotto in Star Wars: L’ascesa di Skywalker.
Babu Frik si adatterebbe bene al sottile tema
del potenziamento dei droidi che sembra essere presente in
The Mandalorian 3, e il trailer conferma che ci
saranno sicuramente altri Anzellani nella serie. Speriamo che
questo significhi che Babu Frik stesso avrà un ruolo
importante.
Il terzo film di Ant-Man in
solitaria, l’imminente avventura Marvel di Peyton
Reed, darà il via alla Fase 5 del MCU con il botto. Il
film in uscita dovrebbe essere monumentale in termini di impatto
sul MCU nel suo insieme, con Scott Lang (Paul
Rudd), Cassie (Kathryn Newton), Janet
e Hank (Michael
Douglas) che rimangono intrappolati nel Regno
Quantico dove affronteranno Kang (Jonathan
Majors).
Grazie a una nuova copertina di
Empire, i fan non solo ottengono una nuova immagine di Janet in
Ant-Man and the Wasp: Quantumania (che potete vedere
qui), ma Pfeiffer e il presidente dei Marvel Studios
Kevin Feige condividono anche maggiori dettagli
sul ruolo del personaggio nel film.
La coppia rivela che Janet ha un
trascorso non solo con il Regno Quantico, ma con lo stesso Kang.
Sebbene i dettagli della dinamica di Janet e Kang non siano stati
rivelati, il personaggio sembra destinato a svolgere un ruolo
cruciale.
Michelle Pfeiffer: “Ha una storia molto
ricca con Kang e problemi irrisolti. Il Regno Quantico può cambiare
una persona, e puoi avere tutta un’altra vita laggiù. È qualcosa
che lei non voleva, ma è successo.”
Kevin Feige:“Riguarda il modo in cui questi cinque membri della famiglia
affrontano questo ambiente e la nuova realtà di ciò che la loro
madre/nonna ha passato, e che lei è una combattente per la libertà
molto, molto conosciuta e molto potente nel Regno Quantico. Di cui
nessuno di loro aveva idea finché non sono arrivati
laggiù.”
Dopotutto si tratta pur sempre della
Wasp originale che si era sacrificata per salvare il mondo, per cui
sappiamo già che la Janet di Michelle
Pfeiffer è un personaggio incredibile, dobbiamo solo
scoprire di cosa è stata capace nel Regno Quantico.
Il nuovo film Marvel Studios
Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il
via alla Fase 5 del Marvel Cinematic
Universe, arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane,
distribuito da The Walt Disney Company Italia. L’epica avventura
presenta l’antagonista più potente del MCU fino ad ora:
Kang il Conquistatore.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi
Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Ospite ai Critics’ Choice Awards
2023, dove era nominato per la serie Disney+ANDOR,
l’attore Diego Luna, che nel franchise di Star
Wars presta il volto all’eroe Cassian Andor,
riflette su quali sono, secondo lui, i motivi del successo della
serie Lucasfilm.
Secondo l’attore, il pubblico ha
apprezzato molto ANDOR perché
si tratta di una costola dell’universo di Star Wars, amatissimo da
tutti da oltre 40 anni, ma è anche un prodotto con una sua identità
e una sua autonomia, e questo lo rende particolarmente appetibile
al pubblico. Ecco cosa ha detto Diego Luna:
ANDOR
è uno spy-thriller, ambientato 5 anni prima degli eventi che
vedranno protagonisti i ribelli rubare le mappe della Morte Nera,
un’epoca piena di pericoli, inganni e intrighi, dove Cassian
intraprenderà il cammino destinato a trasformarlo in un eroe
ribelle.
A differenza di quanto
visto con The
Book of Boba Fett o con Obi-Wan
Kenobi, più di recente, ANDOResplora
l’universo di Star Wars da un punto di vista
diverso, insolito per un universo che racconta della grande
battaglia tra Lato Chiaro e Lato Oscuro. Il focus diANDOR
è sulle persone comuni che subiscono impotenti l’influenza
dell’Impero, sulle loro vite “piccole” ma che possono sovvertire le
forze della galassia, dopotutto lo stesso Cassian è una piccola
spia, un uomo che cerca di trovare la propria strada in un mondo
difficile e ostile.
L’approccio realistico
della serie è una delle caratteristiche fondamentali che la
differenzia dal resto della produzione Lucasfilm a
tema Star Wars e il cui merito va rintracciato nella penna di
Tony Gilroy, creatore dello show e già familiare
con il personaggio interpretato da Diego Luna, dal momento che aveva firmato
anche la sceneggiatura di
Rogue One. La sua scrittura solida e ancorata alla
realtà trova in Andor uno sbocco che sembra
inedito ma che in realtà influenza e trasforma il punto di vista
sulla galassia lontana lontana.
La serie sarà dunque,
sì, popolata da creature, riferimenti e personaggi collaterali che
riportano alla mente l’universo di riferimento, ma seguirà
principalmente le vite di quelli su cui non si punterebbe mai, sui
quali non pesano cammini e destini di Forza, e che sgomitano ogni
giorno per trovare la propria via. Il look della serie è quindi
ruvido, randagio, così come il nostro protagonista, che, al momento
dell’incontro con il pubblico, è ben lungi dall’essere l’eroe che
finirà per diventare.
Accanto a Diego Luna, una costellazione di volti noti e
meno noti che danno vita e corpo a personaggi ci faranno sentire a
casa o che si faranno scoprire episodio dopo episodio:
Stellan Skarsgård, Forest Whitaker, Denise Gough, Fiona
Shaw, Genevieve O’Reilly, Adria Arjona e Faye
Marsay.
Dopo aver mancato la vittoria ai
Golden Globe in favore di Colin Farrell,
Brendan Fraser ha vinto il Critics’ Choice
Award come miglior attore per la sua interpretazione in The Whale e il suo commosso ringraziamento e
il suo discorso sta facendo commuovere ed emozionare tutti i fan
dell’attore de La Mummia.
L’adattamento di Darren Aronofsky del dramma psicologico di
Samuel D. Hunter ha ricevuto risposte miste da
parte della stampa per la sua gestione dell’argomento dell’obesità
patologica, principalmente nell’uso nel film di protesi e di un
“fat suit” per rappresentare un uomo di oltre 270 chili. L’unica
costante fonte di lode per il film, tuttavia, è stata la
performance di Brendan Fraser, cosa che fa di The
Whale il suo “grande ritorno” a Hollywood.
Nel pieno della stagione dei premi,
l’attore è trai protagonisti della giostra mediatica, con le
sue nomination ai
Golden Globes, ai
SAG e ai
Critics’ Choice Awards, dove ha conquistato la statuetta e in
occasione dei quali ha rilasciato un discorso commosso e commovente
che sta deliziando i fan in rete. Ecco alcuni esempi:
Brendan Fraser's speech at the Critic's
Choice Awards makes me so happy. I teared up the whole time.
pic.twitter.com/RoGupARv68
Brendan Fraser just transformed a lifetime
of emotion into a 60-seconds speech that will lift you up higher
than a hot air balloon. https://t.co/g0yAZrqCZd
People were saying critics don’t like the
whale (which might be true) but even they still loved and
appreciated Brendan Fraser’s heart-wrenching performance. So nice
to see him get the recognition for what is debatably THE
performance of the year. And that speech 🥹💗 https://t.co/7oJMIvGAtY
Fresco della sua nomination ai
Golden Globe per Gli Spiriti dell’Isola,Barry
Keoghan, che tra Druig di Eternals e
Joker di The Batman ha avuto un anno molto intenso
per quello che riguarda i cinecomics, ha commentato la risposta tiepida del
pubblico e della critica a Eternals, il film del Marvel Cinematic Universe diretto
dalla premio Oscar Chloé Zhao.
Keoghan ha recitato nel film del
2021 nei panni di Druig, uno degli alieni immortali che danno il
titolo al film, la sua abilità è la capacità di manipolare le menti
delle persone, ma il personaggio abbandona la sua famiglia dopo
essersi disinteressato alla loro regola di stare fuori dagli affari
umani. Druig viene trascinato nella lotta tra il resto degli Eterni
e i Devianti quando le loro antiche controparti riemergono dopo
migliaia di anni di clandestinità. Nonostante sia stato co-scritto
e diretto dalla vincitrice dell’Oscar Chloé Zhao,
Eternals ha ricevuto le peggiori recensioni di
qualsiasi film MCU fino ad oggi.
Durante una recente apparizione nel
podcast Happy Sad Confused, Barry Keoghan ha riflettuto sul tempo
trascorso nell’MCU fino ad ora con Eternals e
sulla risposta contrastante riservata al film. L’attore di Druig ha
difeso l’approccio di Chloé Zhao alla produzione
del film MCU, sostenendo che la regista ha apportato un’energia
unica al progetto. Keoghan sembra anche indicare che la risposta
mista al film MCU derivi da questo diverso approccio al franchise,
e il pubblico non era pronto per un tale cambiamento. “Penso
che Chloe [Zhao] abbia portato un intero tipo di atmosfera. Sai?
Quindi Chloe porta – come hai visto dai suoi film passati –
performance grezze e performance davvero, davvero toccanti. Non
credo che fosse… penso che fosse nuovo. Penso che fosse solo nuovo.
Era nuovo per il mondo Marvel.”
La posizione dell’attore non è da
scartare: Eternals è
un film che ha prodotto un modo di racconto, un tono e un approccio
completamente diverso a ciò a cui ci ha abituato il Marvel
Cinematic Universe e forse il pubblico non era preparato. Resta il
fatto che un grande racconto come quello del MCU ha bisogno di
coerenza e quando questa viene a mancare è comprensibile che si
rimanga destabilizzati.
Il cast di Eternals
comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Lo sceneggiatore di
Avatar: la via dell’acqua, Rick
Jaffa, ha recentemente spiegato che una battaglia spaziale
è stata tagliata dalla sceneggiatura del film. Ambientato 14 anni
dopo che i Na’vi hanno abbattuto la Resources Development
Administration (RDA) in Avatar, il sequel
dell’avventura fantasy racconta di Jake Sully (Sam
Worthington) e di sua moglie Na’vi Neytiri
(Zoe
Saldana) mentre combattono per proteggere la loro
famiglia e la loro casa da una nuova minaccia. La RDA ritorna dalla
parte dei cattivi, dal momento che ha permesso la nascita del
colonnello Miles Quaritch (Stephen
Lang) in versione ricombinante, in un corpo Na’vi in
cui è stata impiantata la mente clonata del soldato. Questa
macchina da guerra guida una squadra d’élite di soldati su Pandora
con l’unico scopo di eliminare Jake.
Con
Avatar: la via dell’acqua che ha superato i 40
milioni al box office italiano e si avvicina ai $ 2 miliardi a
quello worldwide, Jaffa parla con EW e racconta di una scena
tagliata dalla sceneggiatura originale: “C’era un’idea di una
battaglia spaziale con Na’vi. Quell’idea ha avuto molto seguito, e
ne abbiamo parlato molto. Eravamo in difficoltà, però. Come avrebbe
funzionato con la storia che stavamo già raccontando? Jim disse:
“Beh, dammi qualche settimana”. Se n’è andato e ha scritto
un’intera sceneggiatura (comprensiva di quell’idea). E, tra
l’altro, una sceneggiatura brillante. Alla fine, l’intera
sceneggiatura è stata buttata via perché non funzionava davvero con
la storia che stavamo raccontando”.
Avatar: la via dell’acqua ha debuttato il 14
dicembre 2022, e sarà seguito dal terzo capitolo il
20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo,
invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
Un nuovo teaser trailer del Marvel Cinematic Universe
mostra nuovi filmati della Fase 5 del MCU. Poiché
la Fase 4 si è conclusa con l’uscita di Black
Panther: Wakanda Forever, l’MCU è destinato a passare
alla Fase 5, che consiste nella continuazione della saga multiverso
in corso della Marvel. Kang il Conquistatore è
libero e pronto a far precipitare il multiverso in una guerra
eterna che vedrà la distruzione di interi universi. Il roster
inedito dei Vendicatori della Marvel dovrà prepararsi ad affrontare
un cattivo dall’altro lato del multiverso.
Uno scambio chiave in Avengers:
Infinity War rende il Bruce Banner di Mark Ruffalo essenziale per la serie Marvel’s Vision Quest. Secondo quanto riferito,
l’Android Avenger di Paul Bettany sarà uno dei numerosi supereroi
MCU esistenti a ottenere la propria serie Disney+ nei prossimi anni e
presumibilmente, farà parte dei piani della Marvel per la
Multiverse Saga.
Il personaggio ha incontrato la sua
fine per mano di Thanos in Avengers:
Infinity War, ma l’ascesa di White Vision nel finale
di WandaVision offre alla Marvel l’opportunità di
mantenere viva la sua storia nella Fase 5 e oltre. Dopo aver
riacquistato i suoi ricordi nel finale della serie, White
Vision è volato via verso luoghi sconosciuti. Non è stato
ancora chiarito quello che ha fatto da allora, ma l’apparente
intenzione della Marvel di rivisitare il personaggio con
Vision Quest fornisce alcuni indizi su cosa c’è in
serbo per il sintezoide. Nella versione a fumetti dell’omonima
storia, White Vision – essendo stato recentemente rianimato senza
le sue emozioni – ha intrapreso un viaggio alla scoperta di sé.
Poiché il White Vision del MCU si è
trovato nella stessa situazione, è ovvio che
Vision Quest di Disney+ si atterrà alla stessa
premessa. Se è vero, c’è una buona probabilità che White Vision
venga a cercare Bruce Banner. Infatti, in Avengers:
Infinity War, Banner ha detto a Vision: “La tua
mente è costituita da un complesso costrutto di sovrapposizioni.
J.A.R.V.I.S., Ultron, Tony, io, la Pietra. Tutti mescolati
insieme”. Sembrerebbe che Banner attribuisca una grossa
importanza al ruolo che ha svolto nell’aiutare Iron Man a caricare
J.A.R.V.I.S. nel corpo sintezoide, processo che ha portato alla
nascita di Vision.
Se Banner fa davvero parte di Vision
in qualche modo, allora avrebbe perfettamente senso che
White Vision lo cercasse. Di tutte le cose che
compongono il “complesso costrutto di sovrapposizioni”
nella mente di Vision, Smart Hulk di Mark Ruffalo
è l’unico rimasto ancora in circolazione. La Gemma della Mente è
stata distrutta, Iron Man è morto e Ultron è stato eliminato
diversi anni fa (proprio con l’aiuto di Vision!). E poiché i
ricordi di White Vision sono stati ripristinati,
lui dovrebbe essere ben consapevole del coinvolgimento di
Bruce Banner nella sua origine. Se Vision intende
sviluppare una comprensione approfondita di chi è veramente,
parlare con Banner sarebbe un logico passo successivo per lui nella
sua storia dell’MCU.
L’incontro con Banner potrebbe
essere un incontro illuminante per White Vision,
che attualmente è molto lontano dal diventare il Vendicatore che
era la sua versione precedente. Banner non solo può offrire una
prospettiva sul lato scientifico della questione, ma è anche una
delle poche persone che potrebbero essere in grado di connettersi
al personaggio di Paul Bettany a livello
personale. Dopotutto, Banner è un altro Vendicatore e non ce ne
sono molti ancora disponibili in giro. Attraverso di lui,
White Vision potrebbe essere in grado di capire
perché la Visione originale è diventata un Vendicatore e cosa
significava esattamente per lui.
Dopo il grande successo delle prime
due stagioni, ecco in arrivo The Mandalorian
3, del quale vi mostriamo il primo trailer, presentato
durante la partita di Monday Night Football Wild
Card tra i Dallas Cowboys e i Tampa Bay
Buccaneers.
La seconda stagione di
The
Mandalorian si è conclusa con Din Djarin
(Pedro
Pascal) che ha detto addio a Grogu e lo ha lasciato
alle cure di
Luke Skywalker (Mark Hamill), ma abbiamo
rivisto i personaggio nella serie The
Book ofBoba
Fett, dove Mando si è riunito con il suo adorabile
compagno di viaggio. e partì per il suo pianeta natale di
Mandalore. Una sinossi piuttosto vaga della terza stagione e stata
diffusa e riporta quanto segue: “I viaggi del Mandalorian
attraverso la galassia di Star
Wars continuano”, si legge. “Un tempo
cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è riunito a Grogu.
Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per allontanare la
galassia dalla sua oscura storia.” “Il Mandaloriano incontrerà
vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu continuano
il loro viaggio insieme.”
Questo in realtà non ci dice molto,
ma il primo teaser ha confermato che Djarin e Grogu incontreranno
di nuovo Bo-Katan Kryze (Katee Sackhoff), quindi diremmo che è
probabile un duello per il diritto di impugnare la Darksaber si
ripresenterà!
Nel panorama cinematografico
nostrano Gina Lollobrigida, la famosa
Bersagliera, è considerata una vera e propria diva
italiana, al pari di Sofia Loren e Virna Lisi, per citarne alcune.
Il suo carisma e la sua versatilità le hanno permesso, nel corso
degli anni, di lasciare una firma indelebile nell’universo della
settima arte, rendendola non solo una protagonista iconica e
affascinante, ma anche una star
internazionale.
Basti pensare che la Lollobrigida,
dopo essersi affermata come attrice in seguito ad alcuni ruoli nei
popolari film operistici del dopoguerra, è stata diretta da registi
di grande fama fra cui Vittorio De Sica, Mario
Soldati, Pietro Germi sul versante
italiano e, fra gli altri, da Vincent Sherman,
John Huston e King Vidor sul
versante americano.
Seppur oggi il cinema pianga una
stella, la sua eredità artistica, costellata di numerosi successi e
vittorie, resta un immenso dono per il settore culturale, oltre a
essere una stella che rimarrà immortale. Fra le tante pellicole a
cui la Lollobrigida ha preso parte, spiccano anche molti premi e
statuette, e tra questi si possono annoverare un Henrietta Award,
7 David di Donatello, 2 Nastri
d’argento e una stella sulla Hollywood Walke of
Fame.
Nonostante la sua carriera nel
cinema abbia avuto un arresto negli anni Novanta, le opere
diventate cult in cui lei ha avuto un ruolo di rilievo non sono
poche, e alcune di queste possono definirsi intramontabili. Di
seguito perciò i migliori film di Gina
Lollobrigida, in memoria di una stella che non si spegnerà mai.
1Buonasera, Mrs. Campbell
Il
film, diretto da Melvin Frank, vede Gina
Lollobrigida vestire i panni della protagonista Carla
Campbell, grazie alla cui interpretazione vinse anche un David di
Donatello. Le riprese furono girate all’interno di Cinecittà, a
Roma, mentre altre sequenze ad Ariccia, presentata con il nome di
fantasia di San Fiorino.
La
storia ruota attorno ad una donna italiana, Carla, che durante la
guerra partorisce una bambina di nome Gia, nata da una relazione
avuta con tre militari americani. I tre uomini, non sapendo di
avere dei rivali, credono di essere ognuno di loro il padre della
bambina, e così Carla se ne approfitta facendosi mantenere per
vent’anni e fingendosi nel frattempo vedova. La pellicola uscì nel
dicembre del ’68.
Ci sono eventi della storia che
sembrano nati per essere raccontati al cinema. Uno di questi è
certamente quello riguardante il velocista Jesse Owens e la sua
grande vittoria alle Olimpiadi di Berlino del 1936, in pieno regime
nazista. Il film Race – Il colore della
vittoria (qui la recensione), diretto da
Stephen Hopkins, porta sul grande schermo proprio
questo epico racconto, ricordando una volta di più il valore delle
azioni di Owens e il loro grande significato in quel preciso
contesto storico. Per riuscire in ciò, si avvale di un cast di noti
attori, i quali vanno a ricoprire quelli che sono i ruoli
principali del film.
Arrivato in sala nel 2016, il film
era in sviluppo già dal 2014. Questo si sarebbe basato sulla vita
dell’atleta fino alla sua storica vittoria ai giochi olimpici. Per
poter garantire la maggior fedeltà possibile alla reale vicenda, la
produzione si affidò al supporto della famiglia Owens, attraverso
la Jesse Owens Foundation. Non mancarono però anche alcune
modifiche a quanto avvenuto, con il fine di far acquisire una
struttura più cinematografica al racconto. Race – Il colore
della vittoria venne poi apprezzato dalla critica, che esaltò
il racconto e le interpretazioni dei protagonisti.
Arrivato in sala, il film si rivelò
un buon successo di pubblico. A fronte di un budget di soli 5
milioni di dollari, questo arrivò infatti ad incassarne ben 25 a
livello globale. Di produzione canadese, il titolo venne infine
nominato a ben otto Canadian Screen Awards, prestigioso premio
locale. Qui vinse in quattro categorie, tra cui quella per il
miglior attore. Proprio legate al cast si ritrovano le principali
curiosità del film. Proseguendo nella lettura sarà possibile
scoprire queste come anche dove si può ritrovare il film in
streaming.
Race – Il colore della
vittoria: la trama del film
Il film si apre sulla giovinezza di
Jesse Owens, che negli anni Trenta si divide
unicamente tra la famiglia e la sua passione per lo sport. La sua
tranquilla quotidianità viene ad essere stravolta nel momento in
cui sostiene un colloquio con l’allenatore Larry
Snyder. Intuendo le potenzialità del ragazzo, questi si
offre di allenarlo come velocista. Per Owens ha così inizio un duro
periodo di allenamenti, che gli permetteranno di implementare le
proprie capacità. Raggiunta in breve tempo una gran notorietà,
questi viene inviato come rappresentante degli Stati Uniti alle
Olimpiadi di Berlino del 1936. Per lui ha inizio un avventura che
lo porterà nel cuore del regime nazista, dove dovrà dimostrare di
non essere secondo a nessuno, affermando il proprio valore proprio
sotto lo sguardo severo di Adolf Hitler.
Race – Il colore della
vittoria: il cast del film
Come sempre, molto del successo di
un film è racchiuso nel suo cast di attori. Per assicurarsi di
trovare i giusti interpreti per ogni ruoli, i produttori svolsero
lunghi casting. Il ruolo di Jesse Owens venne inizialmente affidato
all’attore John
Boyega, il quale decise però di abbandonare il
progetto dopo aver ottenuto il ruolo di Finn in Star Wars: Il
risveglio della Forza. Al suo posto venne allora
scelto il poco noto Stephen James. Questi
aveva precedentemente recitato in Selma – La strada per la
libertà ed è poi stato tra i protagonisti della serie
Homecoming.
Per prepararsi al ruolo, James si sottopose ad un lungo allenamento
fisico, con il quale poté ottenere la fisicità richiesta come anche
la capacità di poter eseguire alcune delle sequenze di corsa
previste.
Accanto a lui si ritrovano altri
noti attori di provenienza internazionale. Jason
Sudeikis, noto per i suoi ruoli comici, dà qui volto
all’allenatore Larry Snyder. Per lui si è trattato di un ruolo
particolarmente importante e complesso. Era infatti la sua prima
interpretazione drammatica, e date le scarse informazioni
disponibili su Snyder, egli decise di costruire la personalità di
questo traendo ispirazione dai personaggi ricoperti da Kevin
Costner in Bull Durham – Un gioco a tre mani,
e da Gene Hackman
in Colpo vincente. Il premio Oscar Jeremy
Ironsè invece presente nei panni di Avery
Brundage, presidente dei giochi olimpici. Carice van
Houten, nota per la serie Il Trono di Spade,
interpreta la regista tedesca Leni Riefenstahl, mentre William
Hurt è Jeremiah Mahoney, presidente della Amateur
Athletic Union, il quale cercò di boicottare le Olimpiadi.
Race – Il colore della
vittoria: la vera storia dietro al film
Quella di Owens è una storia che ha
inizio nei campi di cotone dell’Alabama, dove la sua famiglia
lavorava. Dopo essersi trasferiti a Cleveland, in Ohio, il giovane
inizio a sviluppare un grande passione per la corsa durante gli
anni del liceo. Dopo una serie di gloriose vittorie, egli ottiene
di poter entrare a far parte della Ohio State University, dove
conosce l’allenatore Larry Snyder. Grazie agli insegnamenti di
questo, Owens ha modo di sviluppare il suo talento, fino ad entrare
a far parte nella squadra olimpionica degli Stati Uniti. La sua
partecipazione alle Olimpiadi di Berlino del 1936 non venne accolta
particolare favore. Owens ricevette infatti molte pressioni per non
gareggiare, ma egli decise di non curarsi di queste e partire
ugualmente alla volta della Germania. Qui si dimostrò da subito un
campione. Egli si trovò a stabilire un record senza precedenti
vincendo ben 4 medaglie d’oro.
La prima arrivò nella corsa dei 100
metri il 3 agosto, seguita da quella nel salto in lungo del 5
agosto e dalla corsa dei 200 metri il 6 agosto. Il 9 agosto egli
ottiene l’ultima grande vittoria arrivando primo nella staffetta
4×100. Particolarmente celebre rimane però la gara del salto in
lungo. Qui in seguito alla sua vittoria, Owens viene raggiunto
dall’atleta tedesco Luz Long, il quale si complimenta con lui
dimenticando le teorie sulla razza all’epoca tanto diffuse. Durante
quella stessa giornata, la vittoria di Owens viene salutata dallo
stesso Hitler. A lungo è stata riportata la leggenda secondo cui il
Fürher avrebbe lasciato lo stadio inorridito da tale risultato. Con
il tempo è invece stato dimostrato come tale versione sia falsa, e
che anzi vi è stato anche un vero e proprio incontro privato tra il
tedesco e lo sportivo di colore.
Race – Il colore della
vittoria: il trailer e dove trovare il film in streaming e in
TV
Per gli appassionati del film, o per
chi dovesse ancora vederlo, è possibile fruire di Race
– Il colore della vittoria grazie alla sua presenza
su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Chili Cinema, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione
lunedì 16 gennaio alle ore 21:00
sul canale Iris.
Empire Magazine e
James Gunn hanno diffuso una nuova immagine di
Guardiani
della Galassia Vol. 3 che vede protagonista Adam
Warlock, con il volto di Will Poulter. Una delle aggiunte più attese
del film di chiusura della saga dei Guardiani è senza dubbio il
personaggio “cosmico” dei fumetti Marvel, annunciato molto tempo fa,
in una delle scene post credits di Guardiani della Galassia
Vol. 2 e ora finalmente realtà. Cosa ve ne pare del
look del personaggio?
In Guardiani
della Galassia Vol. 3, la nostra amata banda di
disadattati ha un aspetto un po’ diverso rispetto a quanto visto
fino a questo momento. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita
di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere
l’universo e proteggere uno di loro. Una missione che, se non
completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani
come li conosciamo.
Netflix ha già
annunciato l’arrivo di una seconda stagione della serie di successo
Mercoledì. Tuttavia,
la star Jenna Ortega non ha ancora visto molto di ciò
che è stato pianificato. Parlando con Variety, a Ortega è stato
chiesto se avesse visto qualcosa della prossima stagione. L’attrice
ha ammesso di non saperne molto, aggiungendo però ch crede che la
stanza degli scrittori si stia riunendo proprio in questo
periodo.
“Non ho visto niente e non so niente“, ha detto
Ortega. “Sento che a volte come attore, ti viene
semplicemente detto cosa fare. Lo sto aspettando, penso che stiano
appena iniziando a mettere insieme una stanza degli scrittori,
quindi … forse presto.”
Dopo essere diventato un grande
successo per lo streamer, Netflix ha annunciato
che la serie
sarebbe tornata per una seconda stagione la scorsa settimana.
Il successo di Jenna Ortega è diventato la seconda serie in
lingua inglese più popolare di Netflix con 1,237 miliardi di ore
visualizzate nei primi 28 giorni.
Mercoledì,
prodotto da MGM Television, continua ad avere un clamoroso impatto
culturale in diversi ambiti: dall’intrattenimento al web, dalla
musica alla moda, passando per la cosmesi.
Da quando la serie ha
debuttato a novembre 2022:
Mercoledì
è ora una delle serie di maggior successo di sempre su Netflix. Si
colloca al secondo posto nella classifica dei prodotti TV più
popolari (in lingua inglese) con 1,237 miliardi di ore visualizzate
nei primi 28 giorni.
Più di 182 milioni di famiglie
hanno visto la serie dal suo debutto.
Mercoledì
ha superato il miliardo di ore di visualizzazioni solo tre
settimane dopo il debutto, unendosi a Stranger Things 4 e Squid
Game come terzo titolo a raggiungere questo traguardo nei suoi
primi 28 giorni.
La serie ha battuto il record per
il maggior numero di ore visualizzate in una settimana per una
serie TV in lingua inglese su Netflix – non una, ma due volte –
quando ha debuttato al primo posto con un record di 341,23 milioni
di ore visualizzate, e di nuovo nella sua seconda settimana con
l’incredibile cifra di 411,29 milioni di ore visualizzate.
Ad oggi, Mercoledì è
stata sei settimane consecutive con oltre 100 milioni di ore
visualizzate nella classifica dei prodotti TV più popolari (in
lingua inglese): un altro record!
Su TikTok, #WednesdayAddams ha
accumulato oltre 22 miliardi di visualizzazioni.
La colonna sonora di Mercoledì
ha raggiunto il primo posto nella classifica delle colonne sonore
di iTunes, dove è rimasta nella Top 10 per tre settimane. MercoledìAddams
ha ora oltre 1 milione di follower su Spotify.
Su Spotify, “Goo Goo Muck” dei The
Cramps ha registrato un aumento dello streaming di oltre il 9500%
rispetto al mese precedente l’uscita della serie.
L’iconica scena del ballo di
Mercoledì
è diventata virale sui social media di tutto il mondo. I contenuti
generati dai fan che utilizzano “Bloody Mary” di Lady Gaga hanno
portato a un aumento dello streaming di oltre il 1800% della
canzone su Spotify rispetto al mese precedente l’uscita della
serie. Anche Lady Gaga si è unita al divertimento.
Con oltre 80 milioni di
visualizzazioni, i fan non ne hanno mai abbastanza della reazione
del cast all’iconico video della scena del ballo.
Il trucco virale di Mercoledì
è stato cercato e visto oltre 100 milioni di volte dai fan su
TikTok.
I
prodotti di Mercoledì
sono molto richiesti con articoli selezionati esauriti presso
rivenditori come Hot Topic, MAC e Cakeworthy.
Dal questa sera, 16 gennaio in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW arriva l’attesissima
The
Last of Us, basata sull’omonimo videogioco acclamato
dalla critica sviluppato da Naughty Dog in esclusiva per le
piattaforme PlayStation. Con un episodio a settimana, la serie
andrà su Sky Atlantic e su NOW tutti i lunedì in contemporanea
assoluta con la messa in onda di HBO, alle 3 del mattino e poi alle
21.15. Dal 23 gennaio andrà in onda in italiano. Gli episodi
saranno disponibili on demand.
Già apprezzatissima dalla critica
internazionale e italiana, la serie racconta una storia che si
svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel,
un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una
ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta
sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma
presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si
troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a
dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e l’astro
nascente britannico Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di
Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle
Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo
di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel
ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel
ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
La serie è scritta da Craig Mazin
(Chernobyl)
e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori
esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony
Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad
Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La
serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty
Mint, e Naughty Dog.
Il trailer della terza stagione di
Superman
& Lois è stato rilasciato prima del ritorno
della serie negli USA su The CW il 14 marzo. Il
nuovo contributo video ci dà una buona occhiata a Clark Kent di
Tyler Hochlin e Lois Lane di Elizabeth Tulloch
e alla posta in gioco dell’ultima stagione. Dai un’occhiata
al trailer della terza stagione di Superman &
Lois qui sotto:
Superman
& Lois è interpretato da Tyler
Hoechlin nei panni di Clark Kent/Superman,
Elizabeth Tulloch nei panni di Lois Lane e
Alexander Garfin nei panni di Jordan Kent. La
serie comprende anche Dylan Walsh nei panni del
generale Lane, Emmanuelle Chriqui nei panni di
Lana Lang-Cushing, Erik Valdez nei panni di Kyle
Cushing, Inde Navarette nei panni di Sarah Cushing e Wolé Parks nei
panni di John Henry Irons.
“La serie vede la coppia tornare a
Smallville per gestire alcuni affari della famiglia
Kent. Clark e Lois ritrovano Lana Lang, un’ufficiale di
prestito locale che è anche il primo amore di Clark, e suo marito
Kyle Cushing, capo dei pompieri”, si legge nella sinossi
ufficiale. “Gli adulti non sono gli unici a riscoprire vecchie
amicizie a Smallville mentre i figli di Kent ritrovano la
conoscenza della figlia ribelle di Lana e Kyle, Sarah. Non c’è
mai un momento di noia nella vita di un supereroe, specialmente con
il padre di Lois, il generale Samuel Lane, che cerca Superman per
sconfiggere un cattivo o salvare la situazione in un
attimo. Nel frattempo, il ritorno di Superman e Lois
nell’idilliaca Smallville è destinato a essere sconvolto quando un
misterioso sconosciuto entra nelle loro vite.
Superman
& Lois è stato creato e scritto
dal produttore esecutivo di The Flash Todd
Helbing. È prodotto esecutivamente dal creatore
dell’universo DC TV Greg Berlanti, Sarah Schechter e Geoff Johns
attraverso il loro banner Berlanti Productions.
Il finale del recente film
horror di Blumhouse M3GAN non
ha preso in giro un sequel, ma ha lasciato le cose abbastanza
aperte da poterne realizzare uno. Secondo la star Allison Williams, lavorare su un’altra puntata
sarebbe fantastico.Parlando
conVariety,
a Williams, che ha recitato nel film insieme a
Violet McGraw, è stato chiesto del potenziale per
un sequel, a cui il regista Gerad Johnstone ha
detto di essere interessato. Secondo la Williams, il cast si chiedeva cosa potesse
accadere in un sequel durante le riprese, ma ha ammesso di essere
solo felice che le persone vogliano già di più del primo
film!
“Mentre lo fai, non puoi
fare a meno di chiederti: ‘Se dovessimo farne di più, quali
sarebbero?‘ Gran parte di ciò che facciamo è al
servizio delle persone che lo guardano“, ha affermato Williams. “Quindi penso che l’idea che le
persone vogliano di più e siano in grado di offrire sia così
meravigliosa.”Allison Williams ha continuato dicendo che è
semplicemente “grata” che le persone abbiano abbracciato il film
fin dall’inizio, e ha notato che se un sequel verrà mai realizzato,
sarebbe “davvero divertente” e vorrebbe capire come
possono mantenere le aspettative così alte e sorprendenti come nel
primo film.
“Sono così grato che
tutto sia andato come è andato, dal trailer che è uscito e le
persone l’hanno davvero abbracciata, le persone che sono uscite e
hanno sostenuto il film, lo hanno visto e sono tornate con i loro
amici”, ha detto Williams. “Il fatto che vogliano di
più è fantastico. Sarà davvero divertente se riusciamo a
lavorarci su, per capire come possiamo zigzagare attorno alle
aspettative di ciò che sarebbe e cercare di mantenere le cose
sorprendenti fornendo anche i motivi per cui le persone vogliono di
più nel primo luogo.”
M3GAN è ora
disponibile per la visione nei cinema. Dalle menti più prolifiche
dell’horror – James Wan, il regista dei franchise Saw, Insidious e
The Conjuring, e Blumhouse, il produttore dei film Halloween, The
Black Phone e The Invisible Man – arriva un nuovo volto del
terrore.
M3GAN
è diretto da Gerard Johnstone (Housebound) da una
sceneggiatura scritta da Akela Cooper (Malignant, The
Nun 2) e basata su una storia di Akela Cooper e James Wan.
Il film è interpretato da Allison Williams, Violet McGraw, Ronny
Chieng, Brian Jordan Alvarez, Lori Dungey e Stephane
Garneau-Monten. “M3GAN
è una meraviglia dell’intelligenza artificiale, una bambola
realistica programmata per essere la più grande compagna di un
bambino e la più grande alleata di un genitore”, si legge nella
sinossi. “Progettato dalla brillante robotica dell’azienda di
giocattoli Gemma, M3GAN può ascoltare, guardare e imparare mentre
diventa amica e insegnante, compagna di giochi e protettrice, per
il bambino a cui è legata.
Prodotto da Jason
Blum e James Wan, M3GAN è diretto dal pluripremiato regista Gerard
Johnstone (Housebound), sceneggiatura di Akela Cooper (Malignant,
The Nun 2) basata su una storia di Akela Cooper e James Wan. Il
film è interpretato anche da Ronny Chieng (Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli), Brian Jordan Alvarez (Will & Grace), Jen Van
Epps (Cowboy Bebop), Lori Dungey (Il Signore degli Anelli: La
Compagnia dell’Anello, edizione estesa) e Stephane Garneau-Monten
(Straight Forward). Universal Pictures e Blumhouse
presentano una produzione Atomic Monster in associazione con
Divide/Conquer. I produttori esecutivi del film sono Allison
Williams, Mark Katchur, Ryan Turek, Michael Clear, Judson Scott,
Adam Hendricks e Greg Gilreath.
Ha floppato rumorosamente negli
Stati Uniti, ma Babylon,
il nuovo film di Damien
Chazelle, è pronto ad uscire anche in Italia, alla
“ricerca di un suo pubblico“, come ha detto lo stesso
regista, che ha incontrato la stampa romana per raccontare il suo
punto di vista su questo progetto così denso e vasto che ha tanto
indignato la stampa estera.
Babylon
mostra una Hollywood che non c’è più, eccessiva e volgare, violenta
e morbosa, ma anche estremamente vivace e vitale, totalmente
libera. E per Chazelle proprio quella libertà è il
prezzo più caro che l’industria del cinema ha pagato per diventare
una forma d’arte riconosciuta.
Damien Chazelle rivendica la
libertà dei primordi del cinema
“Oggi, a Hollywood è
andata perduta la libertà ed è comprensibile, perché la libertà a
cui faccio riferimento io è quella che c’era nei primissimi giorni
della storia del cinema. Lo vediamo e lo riscontriamo nei film muti
che vediamo raccontati e rappresentati in questo film. È un
fenomeno intrinsecamente legato al fatto che Hollywood all’epoca
fosse qualcosa di completamente nuovo. Il cinema era considerato
una forma d’arte volgare, e forse nemmeno era considerato una forma
d’arte e la società guardava a Los Angeles come la frontiera del
Selvaggio West dove questi pionieri si creavano le proprie regole e
facevano ciò che volevano.
È stata una vera
esplosione di possibilità artistiche, possibilità che all’epoca si
potevano sfruttare, ma era inevitabile che questa fiamma creativa
si affievolisse ad un certo punto e che venisse sostituita da
qualcos’altro. Io credo che oggi abbiamo molto da imparare da
quella Hollywood: il mondo di oggi è conformista, moralista e
puritano e, secondo me, in questo periodo è compito degli artisti
respingere tutta questa morale e andare a rivendicare quella
libertà che è stata repressa. Questa storia racconta anche questo,
e lo fa in maniera evolutiva perché ho cominciato a scriverla 15
anni fa e in questo periodo Hollywood è cambiata tanto, e non
purtroppo in meglio.“
Questa grande vitalità è raccontata
attraverso una serie di generi che partono con la commedia e il
musical, perfettamente incarnati nella selvaggia sequenza iniziale
della festa nel deserto. Successivamente, mentre il tono di
Babylon
rallenta, si arriva a toccare generi molto diversi, fino a sfociare
nel dramma puro e quasi nel film dell’orrore. Per Damien Chazelle
questa era un’intenzione sin dal primo momento.
Un viaggio attraverso i
generi
“Credo che fin
dall’inizio, da quando è nato il seme del film c’era l’idea che la
storia si sarebbe trasformata in un’altra storia, in termini di
genere e di stile. Era un modo per riflettere la condizione in cui
si trovava quella società e quindi l’idea principale è stata quella
di passare dalla commedia alla tragedia. Mi sono reso conto man
mano che scrivevamo la sceneggiatura che quello che avevamo in
partenza, questo altissimo livello di esuberanza, si dovesse poi
trasformare in tragedia e dalla tragedia siamo arrivati ai toni
horror della sequenza nell’ultima parte. Abbiamo raccontato l’apice
del divertimento contrapposto alla tragedia, alla caduta, tutto
questo passando per il tentativo di arrivare alle stelle. Per poi
arrivare nella conclusione, ambientata negli anni ’50, che
rappresenta la sintesi e il significato di quello che volevo
raccontare.”
Nonostante lo scopo fosse così
nobile e universale, l’accoglienza negli Stati Uniti è stata molto
tiepida, e anche il pubblico non è stato molto partecipativo, tanto
che gli incassi sono stati veramente desolanti. Tuttavia, pare che
Damien Chazelle fosse pronto a questa evenienza e che, secondo lui,
Babylon
sta ancora cercando il suo pubblico, che forse potrebbe essere
quello europeo.
“Sapevo che il film
avrebbe suscitato determinate reazioni. La base della mia idea era
quella di dare fastidio alle persone, di farle arrabbiare, era la
mia aspettativa: realizzare un film che fosse controcorrente,
tant’è vero che ci è voluto tanto tempo a finanziarlo e a
sostenerlo. Siamo stati fortunati, sono estremamente grato alla
Paramount perché, pur sapendo che sarebbe stato un film che avrebbe
generato una polarizzazione delle opinioni, ha creduto lo stesso
nel progetto, lo ha finanziato e lo ha sostenuto, e non ha mai
esercitato nessuna pressione, non mi ha mai messo in condizione di
dover scendere a compromessi.
Un film in cerca del suo
pubblico
Per me è stato
importante perché mi sono sentito libero e protetto, sono stato
felice di non dover attenuare o filtrare niente di ciò che volevo
raccontare, anche perché in caso contrario non avrei mai accettato
di farlo. Mi rendo conto che è uno shock, ma era importante che lo
fosse, volevo scavare in profondità, perché sono fin troppi oggi i
film che parlano della vecchia Hollywood celebrandola ma guardando
solo la facciata.“
“L’unica speranza è
che questo film possa trovare il suo pubblico – ha poi
proseguito – e che, qualsiasi cosa succeda, possa suscitare
dibatti e discussione, che possa risvegliare gli animi, non
semplicemente scivolare via in maniera tranquilla. L’idea che avevo
era quella di fare rumore. Ora il film non è più mio, una volta che
è uscito diventa di chi lo guarda. Io ho fatto quello che sentivo
di dover fare, ho portato questo film nel mondo, e ora tocca al
mondo giudicarlo e accoglierlo.”
La volontà di guardare dietro alla
facciata di Hollywood
Per fare rumore e per “dare
fastidio” alle persone, Damien Chazelle ha scelto
la via dell’eccesso, della volgarità, della sgradevolezza, perché
quello è ciò che Hollywood era e quello è ciò che Hollywood ha
sempre nascosto:
“Credo che sia
importante mostrare quello che Hollywood sia fin troppo brava a
nascondere. All’epoca del film il cinema non godeva del rispetto e
del prestigio di cui gode oggi, era visto come qualcosa di basso,
volgare e pornografico, ed era parte del DNA anche dei film, di
mostrare la volgarità e lo ‘sporco’, in mancanza di un altro
termine, per essere all’altezza della cattiva reputazione di cui
godeva. Già nel titolo che ho scelto, Babylon,
è insita questa idea di qualcosa che nasceva dal vizio, e che era
spesso e definita con termini biblici, Sodoma e Gomorra, o la
stessa Babilonia, erano i nomi riservati al luogo di nascita di
un’industria completamente nuova che cercava di rivendicare il suo
status, un’industria che veniva fondata da criminali, reietti,
personaggi ai margini della società che avevano costruito qualcosa
nel mezzo del nulla.
Era folle la stessa
idea di andare a costruire una città in mezzo al deserto e c’è da
dire che anche le cose più estreme che vedete nel film sono state
attenuate e ammorbidite, perché se avessimo dovuto rappresentare la
realtà per quello che era all’epoca, vi assicuro che non saremmo
mai riusciti a realizzare il film. Persone nate povere,
improvvisamente si sono trovate a possedere più soldi di quanti ne
avesse chiunque al mondo.”
E in questo delirio di eccessi e
nefandezze, ma anche sogni e speranze, affondano le radici di
Babylon,
il film più rischioso di Damien Chazelle e anche
l’unico, a oggi, che ha ricevuto una tiepida accoglienza da parte
di stampa e pubblico. Quello che accadrà da noi in Italia però è
ancora da scrivere, e potremo cominciare a leggerlo a partire dal
19 gennaio, quando il film arriverà nelle nostre sale distribuito
da Eagle Pictures.
L’episodio 1 della serie di
The
Last of Us della HBO apre la porta
all’attesissima serie, basata sull’omonimo videogioco e co-creata
da Craig Mazin di Chernobyl e dall’autore
e regista di entrambi i
giochi di The Last of Us, Neil Druckmann. La
serie racconta la storia di Joel ed
Ellie, che devono viaggiare attraverso il
paesaggio infestato degli Stati Uniti post-apocalittici e
annientati da una pandemia, per scopi più grandi di quanto entrambi
potessero immaginare.
Il primo episodio della serie HBO
si svolge in due diversi periodi temporali. Passiamo dal 2003, anno
dello scoppio dell’infezione da Cordyceps, al 2023, quando
troviamo Joel vivere nella zona di quarantena di Boston. Ci viene
mostrato il primo incontro tra Joel ed
Ellie, con l’inclusione di elementi già noti ma
anche inediti rispetto al gioco originale. Ecco tutto quello che
c’è da sapere sull’episodio 1 della serie HBO, in particolare sul
suo finale drammatico e sulle indubbie ramificazioni che questo
avrà in futuro.
Attenzione: l’articolo
contiene spoiler su The Last Of Us 1×01!
1Come l’episodio 1 di The Last Of Us si
colloca rispetto al gioco
Per quanto riguarda il confronto tra
l’episodio 1 di The
Last of Us e il gioco, non ci sono molte
differenze. Possiamo citare una piccola modifica alla linea
temporale, che potrebbe anche introdurre il Re dei
Ratti di The Last of Us Part II, dato che il lasso di
tempo in cui si svolgono gli eventi è compreso tra il 2003 e il
2023 anziché il 2013 e il 2033. A parte questo, gli unici
cambiamenti reali sono espansioni relativamente ridotte. La scena
d’apertura, ad esempio, include una sorta di preludio all’epidemia
di Cordyceps e collega l’infezione a un problema del mondo reale,
fornendoci maggiori spiegazioni rispetto al gioco.
Altre aggiunte includono un maggior tempo
sulla scena per Sarah, che seguiamo nel corso di
tutta la sua giornata nel 2003 prima dell’epidemia, piuttosto che
soltanto la sera in cui esplode il contagio. Inoltre, la vita di
Joel nella zona QZ di Boston viene sviluppata
maggiormente, mentre la sua ricerca di Tommy non
era presente nel gioco. Sebbene l’episodio 1 di The Last of
Us contenga altre aggiunte al mondo del gioco,
questi sono i cambiamenti principali che riguardano la storia e i
personaggi, mentre gli altri elementi si limitano ad aggiungere
qualcosa a ciò che era già presente nel gioco originale.
La nuova serie originale italiana
targata Disney+, The Good
Mothers, sarà in concorso nella sezione
“Berlinale Series” alla 73° edizione del
Festival Internazionale del Cinema di Berlino. La serie è
candidata al “Berlinale Series Award”, premio istituito quest’anno
e il primo dedicato alla serialità nella storia del Festival.
La serie che arriverà prossimamente su Disney+ e che racconta la
‘Ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno
osato sfidarla.
The Good
Mothers è interpretata da Gaia
Girace (L’amica
geniale) nel ruolo di Denise Cosco, Valentina
Bellè (Catch-22, I
Medici) nei panni di Giuseppina Pesce, Barbara
Chichiarelli (Suburra – La
serie, Favolacce) in quelli di Anna
Colace, Francesco
Colella (ZeroZeroZero, Trust) in quelli di Carlo
Cosco, Simona Distefano (Il
Traditore) nel ruolo di Concetta Cacciola, Andrea
Dodero (Non odiare) in quello di Carmine e
conMicaela
Ramazzotti (La pazza gioia, La
prima cosa bella) nel ruolo di Lea Garofalo.
The Good
Mothersè un’opera corale e sfaccettata che
racconta la storia vera di tre donne, cresciute all’interno
dei più feroci e ricchi clan della ‘Ndrangheta, che
decidono di collaborare con una coraggiosa magistrata che lavora
per distruggerla dall’interno. Queste donne dovranno quindi
combattere contro le loro stesse famiglie per il diritto di
sopravvivere e di costruire un nuovo futuro per se stesse e per i
loro figli.
Basato sull’omonimo bestseller del
giornalista Alex Perry, premiato dalla
Foreign Press Association, e adattato per lo schermo
da Stephen Butchard (Bagdad Central, The Last
Kingdom), nominato ai BAFTA, il progetto vede
la regia di Julian Jarrold, nominato ai BAFTA e agli
Emmy (The Crown, Becoming Jane) e della
premiata Elisa Amoruso (Sirley, Chiara
Ferragni: Unposted) ed è prodotto da House Productions
(Sherwood, Il prodigio) e Wildside (L’amica
geniale, Anna), una società del gruppo Fremantle.
La storia racconta di una giovane e
brillante pm, Anna Colace, che ha l’intuizione di attaccare
la ‘Ndrangheta facendo leva sulle sue donne, le mogli e le
madri dei boss, figure da sempre marginalizzate con oppressione e
violenza dal sistema estremamente patriarcale dell’organizzazione
criminale. L’indagine di Anna inizia con l’agghiacciante scomparsa
di Lea Garofalo, che aveva testimoniato contro il marito Carlo
Cosco per sfuggire alla sua morsa e iniziare una nuova vita con la
figlia Denise. Man mano che Anna si addentra nel torbido mondo
della ‘Ndrangheta, scopre le potenti storie di Giuseppina
Pesce e Concetta Cacciola, due donne molto diverse ma
legate dall’esperienza di aver vissuto un’esistenza oppressiva e
soffocante e dallo stesso desiderio e impulso di scappare per
garantire a se stesse e ai propri figli un futuro migliore.
I produttori esecutivi
di The Good Mothers sono Juliette
Howell, Tessa Ross e Harriett Spencer per House
Productions e Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per
Wildside, una società del gruppo Fremantle.
Trailer ufficiale del film
Decision to
Leave, l’ultimo film dell’acclamato regista sudcoreano
Park Chan-wook che arriverà nelle sale italiane dal 2
Febbraio distribuito da Lucky Red.
Applaudito al Festival di
Cannes, dove è stato premiato per laMiglior Regia,“Decision to
Leave” è anche stato candidato dalla Cor ea per la
corsa agli Oscar come Miglior Film Internazionale,
rientrando nella short list annunciata il 21 dicembre, e ha
ricevuto una nomination come Miglior Film Straniero ai Golden
Globes 2023.
Lontano dai toni della trilogia
della vendetta che hanno fatto conoscere al mondo intero Park
Chan-wook, il nuovo film del cineasta sudcoreano è un thriller
dal tocco noir, che riesce a coniugare il respiro dei grandi
classici con la freschezza del cinema contemporaneo: in
molti lo hanno salutato come un omaggio al cinema di Alfred
Hitchcock. Una detective story ricca di colpi di
scena che intreccia i suoi fili con il melodramma romantico,
portando sul grande schermo un mistero, che è al tempo stesso
sentimentale e d’azione.
La trama del film
Premiato al Festival di Cannes per la Migliore regia,
“Decision to
Leave” è il nuovo film di Park Chan-wook, che dopo la
Trilogia della vendetta sceglie la strada di un raffinato thriller
sentimentale.
Mentre indaga sulla morte di un uomo precipitato misteriosamente
dalla montagna, il detective Hae Jun incontra la sfuggente Seo-rae,
giovane vedova della vittima, che non sembra essere sconvolta per
la scomparsa del marito e che, proprio per questo, diventa subito
la principale sospettata dell’omicidio. Colpevole o innocente?
Malinconica e misteriosa, la donna riesce a destare l’interesse del
detective e accendere in lui una passione dirompente, che lo
porterà a mettere in pericolo la sua professione.
La commedia è un
genere che fa parte del grande cinema italiano ancor prima della
nascita del cinema sonoro. Dall’avvento di questo, si è poi
cominciato con la commedia borghese dei telefoni bianchi,
conosciuta per le affiliazioni col fascismo. Si è in seguito poi
alla stagione migliore della commedia italiana, quella
storica e iconica e che si è fatta conoscere nel
mondo, chiamata appunto commedia
all’italiana. Da lì, tra demenziale, politico, sexy e
brillante si è evoluto uno dei generi più amati dal pubblico
italiano. Di seguito, si propongono alcune delle commedie
italiane da vedere, dalle migliori di sempre a quelle
degli ultimi anni.
Negli ultimi anni le migliori
commedie italiane hanno mischiato drammi familiari
e personali, situazioni paradossali, sentimenti, un po’ di cinismo
e anche un po’ di leggerezza. E parlano sempre di più del nostro
Paese. Tra grandi classici, autori indimenticabili e altri
attualmente in attività, tra attori e attrici divi del passato sino
ai grandi mattatori della commedia attuale, ecco i titoli da
recuperare se si vuole sapere tutto di questo genere, dai temi
ricorrenti fino alle caratteristiche di scrittura e messa in scena
che danno vita a quelle situazioni comiche tanto irresistibili
quanto ormai iconiche.
Film commedie italiane
recenti
Perfetti
sconosciuti (2016). Il film che ha consacrato Paolo
Genovese, Perfetti Sconosciuti.
Un gruppo di amici di lunga data si ritrova a cena e decide di
condividere messaggi e telefonate in arrivo sui cellulari di
ognuno. Nel corso della serata vengono a galla segreti e bugie che
mettono a rischio gli equilibri di anni. Commedia dai toni amari
che punta a riflettere sugli odierni rapporti in un mondo iper
tecnologico.
Comedians (2021) Sei
aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al
termine di un corso serale di stand-up comedy, si preparano ad
affrontare la loro prima esibizione in un locale. Tra il pubblico
c’è anche un esaminatore. Comedians è un film comico
italiano diretto da Gabriele Salvatores, tratto
dall’omonimo dramma di Trevor Griffiths. Il film è inoltre un
parziale remake di Kamikazen – Ultima notte a Milano,
primo lungometraggio del regista avente la pièce di Griffiths come
soggetto.
Metti la nonna in
Freezer (2018). Il più incorruttibile e maldestro dei
finanzieri, Simone Recchia (Fabio De Luigi), si innamora
perdutamente di Claudia (Miriam Leone), una giovane
restauratrice che vive grazie alla pensione della nonna (Barbara
Bouchet). Quando la nonna improvvisamente muore, per evitare la
bancarotta, Claudia, con la complicità delle sue amiche, pianifica
una truffa per continuare ad incassare la pensione. Tra
travestimenti, equivoci ed ingegnose bugie sono gli ingredienti per
questa nuova ed irriverente commedia sulla difficoltà di sbarcare
il lunario ai tempi della crisi.
Quo vado?
(2016). Il re della commedia recente, Checco Zalone in una delle sue
puntate più esilaranti, Quo Vado?. Un uomo che vive
ancora con la famiglia, per timore dell’indipendenza, viene
costretto a cambiare la propria vita e doversi adattare ad ogni
lavoro, anche i più improbabili e pericolosi. Zalone riflette sul
concetto di posto fisso e del lavoro in Italia, proponendo una
satira specchio dell’attualità del paese.
Nove lune e mezza (2017).
Commedia al femminile diretta da Michela Andreozzi,
parla di due sorelle diversissime, in tutto: relazioni, carriera,
figli, sesso. Tina cerca da anni di avere un figlio, ma non
funziona. E Livia decide di aiutarla. Con Claudia Gerini
protagonista, è questa una divertente commedia incentrata sul tema
della fertilità e della maternità.
Commedie italiane del 2020
Odio l’estate
(2020). Le famiglie di Aldo, Giovanni e Giacomo, che non si
conoscono e sono molto diverse tra loro, partono per una vacanza in
Puglia e si ritrovano, a causa di un disguido, a dover condividere
l’abitazione. Il celebre trio comico torna al suo meglio sul grande
schermo per proporre una storia dolceamara sull’amicizia, la
famiglia e i legami della vita.
Tolo Tolo (2020). Dopo
che il suo ristorante di sushi è fallito miseramente, Checco deve
scappare dai suoi creditori e decide di rifugiarsi in Africa, dove
si improvvisa cameriere in una struttura alberghiera.
Checco Zalone torna al cinema per offrire la
propria versione dell’emigrazione dall’Africa fino all’Italia, in
un’opera che punta con ironia a far riflettere su tale tema.
Figli (2020). Sara e
Nicola sono sposati da tempo, hanno una bambina di sei anni e sono
molto innamorati. Inoltre, entrambi hanno una vita professionale
appagante. L’arrivo del secondo figlio, però, rompe l’equilibrio
della loro vita perfetta. Valerio
Mastandrea e Paola
Cortellesi recitano da protagonisti in questa
originalissima commedia incentrata sulla genitorialità, la cui
sceneggiatura di Mattia Torre è stata premiata ai
David di Donatello.
7 ore per farti
innamorare (2020). Dopo aver scoperto che la fidanzata
lo tradisce con il suo capo, il diligente giornalista Paolo De
Martino si licenzia e trova lavoro presso una rivista per uomini.
L’incontro con la seducente Valeria cambia la sua vita. Giampaolo
Morelli e Serena Rossi sono i
protagonisti di questa brillante commedia romantica,
particolarmente apprezzata dal grande pubblico.
Cosa sarà (2020). La
vita di Bruno Salvati è in una fase di stallo. I suoi film non
hanno mai avuto successo, sua moglie Anna sembra già avere un
altro. Un giorno, Bruno scopre di avere una forma di leucemia.
Parte da qui per lui un nuovo percorso di vita, con nuove
consapevolezze.
È per il tuo bene
(2020). Tre amici sono insoddisfatti delle relazioni sentimentali
delle loro figlie. Così decidono di aiutarsi a vicenda per portare
a termine le loro storie d’amore. Protagonisti di questa cinica
commedia sono Marco Giallini,
Giuseppe Battiston e Vincenzo
Salemme.
Altre commedie italiane
recenti
Smetto quando
voglio (2014). Sette accademici in rovina trovano il
modo di salvarsi, al limite della legalità: uno di loro, un
chimico, ha sintetizzato una nuova sostanza stupefacente, non
ancora messa al bando dal ministero.
Benvenuti al
sud (2010). Alberto Colombo, un direttore delle Poste
che vive in un paesino della Brianza, viene trasferito a guidare
l’ufficio postale del piccolo paese di Castellabate in seguito ad
una richiesta andata non propriamente a buon fine. L’uomo,
inizialmente perplesso dalla situazione, viene accolto a braccia
aperte dal postino Mattia e dai colleghi, iniziando ad apprezzare
le bellezze e le abitudini del piccolo centro campano.
Tutta colpa di
Freud (2014). Uno psicologo cinquantenne, Francesco, è
divorziato e si prende cura delle tre figlie, nonostante queste
siano cresciute, e delle intricate vicende romantiche della
famiglia. Tutte e tre hanno relazioni problematiche e, a complicare
ulteriormente le cose, l’amore segreto di Francesco si rivela
essere la moglie di uno degli amanti delle ragazze.
Una famiglia
perfetta (2012). Leone è un uomo ricco e potente ma
soprattutto solo. La solitudine lo spinge ad ingaggiare una
compagnia di attori per far interpretare loro la famiglia che non
ha mai avuto. La recita va in scena la notte di Natale nella sua
villa a Todi, con i due piani della vita dell-uomo che si fanno
sempre meno distinti.
Grande, grosso e… Verdone (2008). Film nel
quale Verdone riporta in vita tre suoi famosi personaggi: il
candido, il logorroico ed il volgare. Leo ha la madre defunta da
seppellire, ma deve affrontare, oltra ad una buona dose di
sventure, una impresa di pompe funebri assai poco professionale.
Callisto è un professore antipatico e pedante che viene per un
momento creduto disperso nelle catacombe, con somma gioia del
figlio. Moreno ed Enza sono una coppia di cafoni arricchiti che
affrontano una serie di disavventure in vacanza.
Nessuno mi può
giudicare (2011). La bella Alice vive una vita agiata
nella propria villetta di Roma, con il marito, un figlio e tre
domestici. Con l’improvvisa morte dell’uomo in un incidente, la
donna scopre di aver ereditato solo debiti, e che l’impresa
familiare è sull’orlo del fallimento. L’unico modo per salvare la
famiglia richiede di fare tanti soldi in poco tempo. Decide così di
diventare accompagnatrice, aiutata nell’intento da una collega
bellissima, dall’aria superficiale e cinica.
La matassa (2012). Ficarra e Picone mattatori
nel film La Matassa. Gaetano e Paolo sono due cugini, figli di
fratelli che però si odiano e per questo motivo non si vedono da
vent’anni. Il caso vuole che i due si incontrino improvvisamente,
diventando protagonisti involontari di diverse avventure ed
equivoci che li portano a rischiare la loro stessa vita. A tentare
di farli riappacificare, per essere di nuovo una famiglia,
interviene un uomo di chiesa, don Gino.
Sole a catinelle (2013). Se sarai promosso con
tutti dieci papà ti regala una vacanza da sogno: è questa la
promessa che Checco fa al figlio Nicolò. Fin qui tutto bene, il
problema è che Checco, venditore di aspirapolvere in piena crisi
sia con il fatturato che con la moglie, non può permettersi di
regalare al figlio nemmeno un giorno al mare. Ma quando Nicolò
riceve la pagella perfetta, la promessa va mantenuta.
Se Dio vuole
(2015) di Edoardo Falcone. Tommaso è un chirurgo
famoso e un uomo deciso. Quando il figlio annuncia che vuole
lasciare la facoltà di medicina per diventare prete, il mondo gli
cade addosso. Sembra che sia stato ispirato da un certo Don Pietro,
e Tommaso è deciso a scoprirne gli altarini e rivelare tutto al
figlio, per fargli cambiare idea.
La felicità è un sistema
complesso (2015) di Gianni Zanasi è
una commedia dolcemara e piena di sentimenti, parla di Enrico
Giusti, un uomo il cui lavoro è convincere dirigenti incompetenti a
dimettersi. Ma si trova due orfani tra le mani, i traumi riemergono
e le cose cambiano.
Commedie italiane diventate veri
classici
Tre uomini e una
gamba (1997).
Il film che ha dato il successo al trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Un viaggio in auto, in occasione di un matrimonio, si trasforma in
un’odissea epica per tre impiegati e una preziosa gamba di
legno.
Il Ciclone
(1996).
Uno dei film più famosi di Leonardo Pieraccione. In un
paesino della Toscana vive la famiglia Quarini, il padre Osvaldo e
i tre figli Levante, Libero e Selvaggia. Un giorno una compagnia
spagnola di flamenco arriva e porta nuovo e contagioso entusiasmo
nella vita dei quattro.
Ricomincio da tre (1981). Gaetano è un ragazzo
napoletano in cerca di nuovi stimoli e decide così di lasciare
casa, lavoro e amici per trasferirsi a Firenze dalla zia. Tra
situazioni divertenti, il giovane conosce Marta e inizia con lei un
nuovo capitolo della propria vita. Questo è senza dubbio uno dei
film più iconici di Massimo Troisi, ricco di
sentimenti e comicità senza tempo.
Eccezzziunale… veramente (1982). Seguiamo tre
esilaranti episodi legati ad un capo ultrà milanista, ad un
venditore d’autoveicoli interista che fa 13 alla schedina e ad un
camionista juventino di origine meridionale. Diego
Abatantuono interpreta tre personaggi diversi in questo
classico della commedia che ha anche il merito di aver confermato
l’indiscusso talento di Abatantuono come attore.
Le migliori commedie
all’italiana
Quella della commedia all’italiana
è ricordata come uno dei periodi migliori per la comicità nostrana.
Film capaci di divertire ma anche di offrire malinconici ritratti
di un paese problematico, segnato dagli orrori della guerra o dai
cambiamenti sociali talvolta mal compresi. All’interno di questo
filone si ritrovano dunque alcuni dei migliori film mai prodotti in
Italia e qui di seguito se ne riportano alcuni, i più
rappresentativi e iconici.
I soliti ignoti,
(1958), Mario Monicelli. Se si parla di commedie
italiane non si può non menzionare questo capolavoro. Ci sono
tutti: Gassman, Mastroianni, Totò, Salvatori, e la Cardinale. Sei
uomini hanno l’occasione di fare un colpo facile: rapinare un monte
dei pegni, sfondando un muro sottile che ne separa la cassaforte da
un’abitazione privata. Si preparano come si fa nei film, ma le cose
non andranno come previsto. Monicelli, sei sbandati, e pasta e
ceci.
Il sorpasso (1962), Dino
Risi. Il giorno di Ferragosto due amici, uno studente
universitario timido e un quarantenne immaturo, trascorrono la
giornata in auto. Le ore passano veloci in un susseguirsi di
episodi tragicomici, fino all’epilogo inatteso e drammatico.
Vittorio Gassman e Jean-Louis
Trintignant recitano in questa iconica commedia dai
risvolti amari, che offre un’Italia nel pieno del suo boom
economico.
Divorzio
all’italiana, (1962), Pietro Germi. Un
barone Siciliano, erede di una famiglia ridotta al lastrico, è
sposato con l’odiosissima Rosaria. È però innamorato della giovane
angela. Dato che in Italia il matrimonio non è ancora legale,
decide di far fuori la moglie. Esilarante e cinico.
L’armata Brancaleone (1966), Mario
Monicelli. Brancaleone da Norcia sta per partecipare a un
torneo quando incontra il bizantino Teofilatto con il quale occupa
un paese dove imperversa la peste. Qui salva una stravagante
promessa sposa e insieme vivono altre rocambolesce avventure.
Grande classico della commedia, il film ha riscritto i canoni della
commedia storica.
Dramma della gelosia (tutti i particolari in
cronaca) (1970), di Ettore Scola. Un
muratore già sposato e una fioraia si incontrano e innamorano
durante una manifestazione. La donna, però, non riesce a resistere
al fascino di un pizzaiolo. Ben presto, il rapporto tra i tre si
incrinerà in modi irreparabili. Marcello
Mastroianni, Monica Vitti e
Giancarlo Giannini recitano in questa commedia
amara, ricca di amore, passioni e morte.
C’eravamo tanto amati (1974), di
Ettore Scola. Tre partigiani legati da una forte
amicizia, finita la guerra, tornano alla propria vita. Lo scontro
con la realtà quotidiana, però, mette a dura prova il loro legame.
Straordinaria commedia dai toni malinconici per riflettere sulle
trasformazioni dell’Italia dalla guerra fino agli anni del boom
economico.
Fantozzi (1975) di Luciano
Salce. Il ragionier Ugo Fantozzi, perennemente inseguito
dalla mala sorte, cerca di sopravvivere alla vita di impiegato per
una grande azienda. Primo film di un’iconica saga cinematografica
che trova in Paolo Villaggio e nel suo personaggio
Ugo Fantozzi elemento di estrema comicità, che riflette però sempre
con acume sull’Italia.
Febbre da cavalo (1976). Film che usa una
serie di flashback per raccontare le vicende di tre amici,
Mandrake, Pomata e Felice, la cui vita ruota attorno al mondo delle
corse dei cavalli e alle scommesse. Gigi
Proietti, Enrico Montesano e
Francesco De Rosa sono i tre brillanti mattatori
di questa commedia iconica, tra le più divertenti e citate di
sempre.
Sarà Maccio
Capatonda lo special guest della terza stagione di
LOL: Chi ride è fuori, il comedy show
Original dei record prodotto in Italia disponibile in esclusiva dal
9 marzo su Prime
Video. Maccio Capatonda, vincitore
della seconda stagione di LOL: Chi ride è
fuori, sarà il disturbatore ufficiale dello show
e avrà il compito di indurre alla risata Herbert
Ballerina, Fabio Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo
Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda
Lodigiani e Marina Massironi. I
concorrenti proveranno a rimanere seri per sei ore
consecutive, cercando contemporaneamente, di far ridere i loro
avversari per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro a
favore di un ente benefico scelto dal vincitore.
La terza stagione del
comedy show in sei episodi LOL: Chi ride è
fuoriè prodotta da Endemol Shine Italy
per Amazon Studios, sarà disponibile dal 9 marzo su Prime
Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. I
primi quattro episodi saranno disponibili in streaming da subito e
gli ultimi due dal 16 marzo, con il gran finale. Dopo lo
straordinario successo delle prime due stagioni, LOL:
Chi ride è fuori torna per una nuova sorprendente
stagione con l’esilarante sfida a colpi di battute fra i dieci
professionisti della risata impegnati nel tentativo di strappare un
sorriso agli altri partecipanti senza mai cedere alla comicità
degli avversari, in una battaglia di sketch senza esclusione di
colpi che mostra diversi stili comici: dalla stand-up,
all’improvvisazione, fino alla commedia fisica e a tanto altro.
Ad osservare
l’esilarante gara comica dalla control room, torna nelle vesti di
arbitro e conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank Matano,
uno dei comici sfidanti della prima stagione. Alla prima risata di
uno dei partecipanti, dalla control room scatterà un cartellino
giallo di ammonizione, seguito alla successiva dal temuto
cartellino rosso di espulsione dal gioco. L’ultimo sfidante che
riuscirà a resistere rimanendo serio per tutte le sei ore di gioco
sarà il vincitore, e potrà donare 100.000 euro a un ente benefico
di sua scelta.
LOL: Chi ride è
fuori S3 si unirà a migliaia di film, show e serie
già presenti nel catalogo di Prime Video tra cui le produzioni italiane
Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang
Baby,Gianluca Vacchi: Mucho Más,Laura Pausini –
Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie,
All or Nothing: Juventus,Anni da cane,
Dinner Club, Vita da Carlo, FERRO, le
prime 3 stagioni di Celebrity Hunted- Caccia all’Uomo e le
prime due stagioni di LOL: Chi ride è fuori ; le serie
pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs.
Maisel e i grandi successi come Il Signore degli Anelli:
Gli Anelli del Potere, Argentina 1985, Jack
Ryan, The Boys, Borat – Seguito di film
cinema, Il principe cerca figlio, Senza
Rimorso, Good Omens e Carnival Row, oltre a
contenuti in licenza disponibili in oltre 240 paesi e
territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16
migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League,
oltre che della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22.
Altre produzioni Original già annunciate sono il capitolo italiano
dell’universo Citadel, Everybody Loves
Diamonds e The Ferragnez – La Serie Stagione
2.
È morta Gina
Lollobrigida. Grande protagonista del cinema italiano, era
nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, aveva 95 anni. Tra le più
importanti attrici del cinema italiano, durante la sua carriera è
stata diretta da registi italiani di grande spessore artistico come
Alberto Lattuada, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Pietro
Germi, Alessandro Blasetti e Mario Soldati. Sul versante
americano, è stata diretta, tra gli altri, da Vincent
Sherman, John Huston, Carol Reed, King Vidor, Melvin Frank, Robert
Z. Leonard affiancando divi di fama
mondiale come Rock Hudson, Tony Curtis, Yul Brynner,
Anthony Quinn,
Sean Connery, Robert Alda, Burt Lancaster, Errol Flynn,
Humphrey Bogart e David Niven.
È stata nominata Cavaliere della
Repubblica e nell’ottobre 1996 Accademica onoraria dell’antica
Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Nel ’99 è stata
nominata Ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Nel 2016 un
David speciale alla carriera le è stato consegnato dal Presidente
Mattarella.
Con il rallentamento della sua
carriera cinematografica ne iniziò anche una seconda
come fotoreporter, che
la portò negli anni settanta a intervistare Fidel
Castro. Durante la sua carriera ha ottenuto numerosi
riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe per il
film Torna a settembre, sette David di Donatello,
due Nastri d’argento, una stella sulla Hollywood Walk of
Fame, oltre a una candidatura
ai BAFTA per Pane, amore e
fantasia.
L’imminente rivisitazione
di Road
House con protagonista Jake Gyllenhaal è attualmente in produzione e,
in una serie di nuove foto dal set, i fan possono dare una buona
occhiata sia a Jake Gyllenhaal che la star della UFC
Conor McGregor mentre girano.
Le ultime immagini dal set del film
Road
House, così come lo stesso McGregor. In alcune foto
scattate da dietro le quinte delle riprese, Gyllenhaal e McGregor
possono essere visti uscire sul set, così come in acqua mentre si
preparano a girare una scena. Nelle foto condivise da
McGregor, lo si vede galleggiare nell’acqua. Puoi
dare un’occhiata al nuovo lotto di foto qui sotto:
Il remake di Road
House sarà diretto dal regista di The
Bourne Identity Doug
Liman e si baserà su una sceneggiatura scritta da Anthony
Bagarozzi e Charles Mondry. La produzione ha avuto inizio questo
mese nella Repubblica Dominicana. Insieme a Gyllenhaal e
McGregor ci sono Daniela Melchior, Billy Magnussen
(Game Night),GbemisolaIkumelo (The Last Tree),
Lukas Gage (The White Lotus),
Hannah Love Lanier (A Black Lady Sketch
Show), Travis Van Winkle (Accepted),
BK Cannon (Switched at Birth), Arturo Castro ( Broad
City ), Dominique Columbus (Ray Donovan), Beau
Knapp (Southpaw) e Bob Menery.
“La nuova interpretazione
segue un ex combattente UFC che accetta un lavoro come buttafuori
in una rozza taverna nelle Florida Keys, ma scopre presto che non
tutto è come sembra in questo paradiso tropicale”, si legge nella
sinossi.Il film originale è stato diretto da Rowdy
Herrington. Ha interpretato Patrick Swayze mentre interpretava
il ruolo di un buttafuori di nome Dalton, che è stato assunto per
ripulire uno dei bar più chiassosi e rumorosi del Missouri,
The Double Deuce. Al defunto attore si sono
uniti anche Kelly Lynch, Sam Elliott e Ben Gazzara.
Il produttore di Black
Panther: Wakanda Forever e
vicepresidente della produzione e dello sviluppo dei
Marvel Studios, Nate
Moore, ha recentemente preso parte a una tavola rotonda dei
produttori in cui ha parlato dell’infortunio della star Letitia Wright durante la produzione del
sequel dei Marvel Studios.
Parlando come parte della
tavola rotonda di THR insieme a
numerosi colleghi produttori come Viola Davis e Jerry
Bruckheimer, Moore ha descritto l’infortunio di Letitia Wright come “una cosa enorme e
traumatica da affrontare per lei” e ha detto che è il tipo di
cosa che “non sai se ti riprenderai del tutto da
questo“.
“Black Panther:
Wakanda Forever è stato difficile da
portare sullo schermo, ma il momento più spaventoso è stato in
realtà quando Tish [Letitia
Wright] si è infortunata“, ha detto
Moore. “Stavamo girando alcuni lavori di seconda unità [e]
alcuni lavori acrobatici a Boston. L’intero equipaggio era ancora
ad Atlanta, quindi ho ricevuto una chiamata nel cuore della notte
dall’ambulanza. È terrificante perché a quel punto non si tratta
solo del film, si tratta di una persona e di una persona che
conosco da anni. Come produttore, ti senti responsabile per tutti i
membri della tua troupe.”
“Ti senti responsabile di
averla messa in quella posizione in primo luogo e di aver raccolto
i pezzi. Capire il programma era quasi la parte più facile che
capire come rimettere a posto la testa di Tish e procurarle l’aiuto
di cui aveva bisogno, sia fisicamente che mentalmente. È stata una
cosa enorme e traumatica da affrontare per lei. Per metterla a suo
agio nel tornare e esibirsi al livello in cui si stava esibendo –
non sai se tornerai da quello, a dire il vero, ma lo ha
fatto.”
Dalla sua uscita nelle sale
lo scorso novembre,Black Panther: Wakanda
Forever ha già incassato oltre 800
milioni di dollari al botteghino mondiale. Per la sua
interpretazione della regina Ramonda, Angela Bassett ha vinto il suo secondo
Golden Globe come migliore attrice non
protagonista.
Il sequel ha visto il ritorno di
Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Angela Bassett nei panni di Ramonda, Martin Freeman, Letitia Wright, Winston Duke e
Florence Kasumba. A loro si sono uniti i nuovi arrivati in
franchising Tenoch Huerta, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex
Livinalli. Nel film Marvel Studios Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
Durante una recente
intervista con Comingsoon, il regista diCloverfield e The
Batman , Matt
Reeves, ha rivelato che Steven Spielberg (in odore di Oscar per il suo
ultimo film
The Fabelmans) è rimasto molto colpito dal film di mostri
di Reeves, che sta per debuttare in un’edizione
limitata per il 15° anniversario in 4K UHD e Blu-ray
Steelbook.Parlando dell’impatto del
film, Matt Reeves ha discusso dell’incontro con
Steven Spielberg e ha affermato che la
visionaria leggenda del cinema è stata spaventata dal film del
2008.
“Bryan Burk mi ha
chiamato dal set di Star
Trek, dove [Spielberg] era seduto con
JJ Abrams, gli sceneggiatori e Bryan e mi ha detto: “Oh ehi,
dov’è il regista di Cloverfield? Voglio
parlargli’”, ha rivelato
Reeves. “Quindi Bryan ha detto, ‘Faresti
meglio a venire alla Paramount adesso. Spielberg sta chiedendo
dove sei.’ Ero tipo, ‘Oh! Bene!”“Così sono andato lì e mi sono seduto lì e poi si è
rivolto a me e dopo aver parlato, ha dato loro molti input sulla
sceneggiatura e cose del genere ed è stato davvero adorabile. Poi
si è rivolto a me, ha detto: “Aspetta, quindi hai
diretto Cloverfield ?” E
io ho detto, ‘Sì.’ e lui: “Mi hai spaventato a
morte”. E io ero tipo, ‘Oh.’ È stato
fantastico. Non c’era complimento più alto che potessi
ricevere di quello. Ho spaventato Steven
Spielberg. Questo era il massimo.“
Cloverfield è
uscito nelle sale di tutto il mondo nel 2008 ed è un film in stile
mockumentary di firmati ritrovati sul luogo di un disastro che
ruota attorno a un gruppo di amici che devono sopravvivere a un
massiccio attacco di mostri a New York. La pellicola ottenne un
successo globale generando ben due spin-off-sequel da 10 Cloverfield Lanenel
2016 e The
Cloverfield Paradox nel 2018.