Home Blog Pagina 475

Julian Sands, identificato il corpo dell’attore di Camera con Vista

0

È stato confermato, a oltre cinque mesi dalla notizia della scomparsa, che il corpo ritrovato sabato scorso da escursionisti nelle montagne vicino a Los Angeles è di Julian Sands, famoso attore britannico. Ad annunciarlo la polizia della California, spiegando che le cause della morte devono ancora essere individuate. 

Julian Sands è diventato famoso a metà degli anni ’80, quando ha recitato in Camera con Vista. Ha poi partecipato a tanti altri film e show televisivi, tra cui citiamo Uomini che odiano le donne, 24 e Smalville. Le sue tracce si erano perse lo scorso 13 gennaio, nel corso di un’escursione col cattivo tempo sul Monte San Antonio, conosciuto localmente come Mount Baldy, a 3.000 metri di altitudine. A gennaio le ricerche aeree e terrestri erano state ostacolate perché la California è stata colpita da tempeste terribili, gelate e minacce di valanghe.

Gael García Bernal nella nuova foto di Cassandro, il nuovo film Prime Video

0

Gael García Bernal interpreta Saúl Armendáriz, un wrestler amatoriale gay di El Paso, diventa famoso a livello internazionale dopo aver creato il personaggio di Cassandro, il “Liberace della Lucha Libre”. Basato su una storia vera. Diretto dal regista Premio Oscar Roger Ross Williams

Nel cast anche Joaquín Cosío e Raúl Castillo, con la partecipazione speciale di El Hijo del Santo e Benito Antonio Martínez Ocasio (Bad Bunny). Cassandro sarà disponibile in tutti i Paesi in cui è attivo il servizio Prime Video dal 22 settembre.

Cassandro Gael Garcia Bernal

Diretto da: Roger Ross Williams
Scritto da: David Teague & Roger Ross Williams
Con: Gael García Bernal, Roberta Colindrez, Perla de la Rosa, Joaquín Cosío e Raúl Castillo, con la partecipazione speciale di El Hijo del Santo e Benito Antonio Martínez Ocasio
Consulente: Saúl Armendáriz
Prodotto da: Gerardo Gatica, Todd Black, David Bloomfield, Ted Hope, Julie Goldman
Executive Producer: Gael García Bernal, Paula Amor, Mariana Rodríguez Cabarga, A. Müffelmann, Matías Penachino, David Teague, Jason Blumenthal, Steve Tisch
Durata: 107 minutes

Attualmente al 100% su Rotten Tomatoes

Saúl Armendáriz, un wrestler amatoriale gay di El Paso, diventa famoso a livello internazionale dopo aver creato il personaggio di Cassandro, il “Liberace della Lucha Libre”. In questo suo percorso, non mette sottosopra solo il mondo machista del wrestling, ma anche la sua vita.

Jack Ryan di Tom Clancy, la recensione della quarta e ultima stagione della serie Prime Video

Che Jack Ryan fosse uno show senza i requisiti necessari per una lunga durata lo si era già intuito. La differenza di tono e presa emotiva tra la notevole prima stagione e le pur accettabili successive era fin troppo evidente. I sei episodi che arrivano a chiudere definitivamente le avventure dell’agente della CIA inventato da Tom Clancy confermano che davvero lo show non aveva più nulla da dire.

Jack Ryan di Tom Clancy, la trama

Questa volta l’eroe senza macchia interpretato da John Krasinski deve sventare un traffico di stupefacenti che coinvolge Messico, Myanmar e molto probabilmente anche alcuni dei suoi predecessori e colleghi all’interno dell’organizzazione a stelle e strisce. Ad aiutarlo il solito James Greer interpretato da Wendell Pierce, Mike Novembre nella persona di Michael Kelly e Betty Gabriel nel ruolo di Elizabeth Wright. Nuova entrata invece Michael Peña in un ruolo di cui preferiamo nno rivelare troppo.

Il confronto tra le prime otto puntate dello show realizzato per Prime Video e queste ultime sei si rivela piuttosto impietoso, e dispiace veramente scriverlo poiché eravamo rimasti sinceramente sorpresi dall’efficacia e dalla tensione che Tom Clancy’s Jack Ryan Season 1 ci aveva regalato. Nel caso della quarta stagione quasi tutti gli stilemi narrativi e il gioco del cambio di ambientazioni vengono riproposti con una stanchezza e un’ovvietà di fondo evidenti. Continuare a riproporre lo stesso meccanismo per quattro stagioni, senza veramente ai tentare soluzioni estetiche o contenutistiche differenti, alla lunga ha logorato il giocattolo in maniera inesorabile.

Siamo lontani della qualità della prima stagione

E il problema maggiore è che tutti i partecipanti sembrano comprenderlo pienamente, primo tra tutti un Krasinski svogliato e retorico, lontano anni luce dal personaggio febbrile e logorato dal senso del dovere che avevamo amato all’inizio di questo percorso. Se hai un attore protagonista il quale non crede più nel ruolo che interpreta, diventa praticamente impossibile mantenere in piedi la credibilità di un thriller d’azione. Sotto questo punto di vista il Tom Cruise della saga di Mission: Impossible, a cui Jack Ryan chiaramente si ispira mantenendo le dovute distanze, risulta un esempio lampante e da imitare. mancando quella dedizione, quella voglia di spingersi oltre i propri limiti per offrire al pubblico spettacolo e tensione, ecco che il castello di carte è destinato a crollare. Come avviene appunto con lo show di Amazon Prime Video.

Tutto da buttare dunque in questa quarta stagione di Tom Clancy’s Jack Ryan? Verrebbe da rispondere di sì. Basta vedere anche la pochezza con cui vengono sviluppati i personaggi di contorno come la ritornante Cathy Mueller interpretata da Abbie Cornish o il villain impersonato dal sempre solido Michael McElhatton. Ovviamente ci sono momenti riusciti e qualche buona sequenza di genere nel corso delle sei puntate finali. Nulla però che possa bastare a risollevare le sorti di uno show che avrebbe meritato una sorte diversa, visto quanto bene era partito.

Se avete amato il Jack Ryan della prima stagione e gli siete comunque rimasti fedeli nelle due successive -le quali, meglio ribadirlo, non erano affatto male – rimarrete piuttosto delusi da questo commiato in sei episodi. Si ha la sensazione che tutti, ma proprio tutti, volessero chiudere la produzione il più in fretta possibile, accontentandosi di portare a casa un “compitino” tanto inappuntabile quanto, a conti fatti, davvero inerme. Peccato davvero.

Futurama: il trailer e la key art dell’undicesima stagione dal 24 luglio su Disney+

0

In vista dell’atteso ritorno dell’amata serie animata fantascientifica per adulti Futurama, Disney+ ha diffuso il trailer e la key art dell’undicesima stagione che debutterà lunedì 24 luglio in Italia in esclusiva sulla piattaforma streaming.

Futurama 11

Dopo una breve pausa di dieci anni, Futurama è uscito trionfalmente dalla capsula criogenica, con il cast originale al completo e lo spirito satirico intatto. I 10 episodi inediti dell’undicesima stagione sono adatti a tutti: i nuovi spettatori, infatti, potranno iniziare la serie da qui, mentre i fan di lunga data avranno le risposte che aspettavano da un decennio, tra cui gli sviluppi dell’epica storia d’amore tra Fry e Leela, il misterioso contenuto della lettiera di Nibbler, la storia segreta del malvagio Babbo Natale Robot e la sorte dei girini di Kif e Amy. Nel frattempo, c’è una nuova pandemia in città, mentre la troupe esplora il futuro dei vaccini, dei bitcoin, della cancel culture e della TV in streaming.

Futurama ha debuttato nel 1999 e si è rapidamente guadagnato un seguito di fedelissimi e il plauso della critica, tra cui due Emmy come Outstanding Animated Program. Nonostante l’ambientazione in un futuro lontano, la serie è famosa per il suo commento satirico sulla vita presente. Futurama segue Phillip J. Fry (Billy West nella versione originale), un ragazzo che consegna pizze a New York, che si congela accidentalmente nel 1999 e viene scongelato nell’anno 3000. In questa sorprendente “nuova” New York, fa amicizia con il robot bevitore Bender (John DiMaggio nella versione originale) e si innamora della ciclope Leela (Katey Sagal nella versione originale). Il trio trova lavoro presso la Planet Express Delivery Company, fondata dallo schivo discendente di Fry, il professor Hubert Farnsworth. Insieme al contabile Hermes Conrad, all’assistente Amy Wong e all’aragosta aliena Dottor John Zoidberg, intraprendono emozionanti avventure che li portano in ogni angolo dell’universo. Dopo la prima messa in onda su Fox Broadcasting Network negli Stati Uniti, si è assistito a una serie di cancellazioni e resurrezioni. Quattro uscite in DVD di successo nel 2007-2009 hanno portato alla rinascita dello show su Comedy Central negli Stati Uniti dal 2010 al 2013. Poi, dopo un breve congelamento di dieci anni nella camera criogenica, Futurama è riemerso trionfalmente con un totale di 20 episodi commissionati che debutteranno nel 2023.

Per la nuova stagione ritorna l’intero cast originale, tra cui John DiMaggio, Billy West, Katey Sagal, Tress MacNeille, Maurice LaMarche, Lauren Tom, Phil LaMarr e David Herman.

Futurama è prodotta da 20th Television Animation, parte dei Disney Television Studios, con l’animazione realizzata dai Rough Draft Studios. Futurama è creata da Matt Groening e sviluppata da Groening e David X. Cohen. Tra i produttori esecutivi figurano Groening, Cohen, Ken Keller e Claudia Katz.

Lucca Film Festival for Future 2023: la sostenibilità arriva al cinema

0

Il Lucca Film Festival si tinge di green. Sofidel, azienda toscana tra i leader mondiali nella produzione di carta per uso igienico e domestico, nota in particolare in Italia e in Europa per il marchio Regina, è sponsor del Festival 2023 e in particolare della prima edizione di Lucca Film Festival for Future, il concorso riservato ai cortometraggi che trattano tematiche green legate alla salvaguardia dell’ambiente, nell’ambito del Lucca Film Festival (LFF) in programma a Lucca dal 23 settembre al 1° ottobre.

Registi e filmmaker italiani e internazionali possono candidare la propria opera entro venerdì 28 luglio 2023, inviandola come link video all’indirizzo [email protected] oppure iscrivendosi sulle piattaforme Filmfreeway e Festhome. I corti dovranno avere una durata max di 29 minuti, essere in anteprima per l’Italia e realizzati non prima del 2021. Tra tutti quelli pervenuti, ne verranno selezionati 15 da tutto il mondo, che saranno proiettati durante le giornate del festival e concorreranno all’assegnazione dei premi. La selezione si propone di mettere in scena le più innovative e interessanti modalità di racconto narrativo, documentario e interattivo.

Sofidel ha fatto della sostenibilità una leva strategica di crescita, riuscendo a integrarla concretamente nelle sue politiche di sviluppo industriale. Da questo impegno nasce la volontà di diffondere la cultura della sostenibilità attraverso progetti di educazione rivolti in particolare alle nuove generazioni, e, da quest’anno, anche grazie al linguaggio della Settima Arte. La prima edizione del concorso Lucca Film Festival for Future punta, infatti, a sensibilizzare il pubblico sulla necessità di una nuova cultura di tutela e valorizzazione dell’ambiente e della natura.

Elena Faccio, Group Creative & Communication Director di Sofidel commenta: “Lucca Film Festival è un appuntamento prestigioso, atteso a livello nazionale e internazionale dagli appassionati di cinema e non solo: siamo molto orgogliosi di essere presenti con questa iniziativa dedicata al cinema green. Siamo impegnati a diffondere la cultura della sostenibilità da oltre 15 anni, convinti che sia un tema che può essere espresso con molteplici linguaggi. Raccontarlo attraverso l’arte cinematografica permette di raggiungere e sensibilizzare nuovi pubblici su tematiche urgenti che coinvolgono tutti”.

Nicola Borelli di Presidente Lucca Film Festival aggiunge: “Sofidel entra a far parte della famiglia dei sostenitori del festival per un obiettivo ambizioso, ma non impossibile, che rientra nel grande tema della sostenibilità. Il cinema è prima di tutto una forma di comunicazione e il nostro comune interesse è promuovere la tutela dell’ambiente, coinvolgendo concretamente i giovani e contrastando l’effetto ‘goccia nell’oceano’, ovvero di percepire il proprio contributo come minuscolo rispetto al sostegno totale necessario. Ma noi siamo convinti che l’oceano sia fatto di gocce e che ognuna di queste possa fare la differenza”.

Il concorso riservato ai corti incentrati sulle tematiche green nasce anche dalla collaborazione con i festival della rete internazionale “Film For Our Future” e con la rete EURASF (European Network of Science Communicators, Filmmakers, Film Producers and Festival Organizers).

A valutare le opere sarà una giuria composta dai rappresentanti dei 10 Festival della rete “Film For Our Future” che comunicheranno i risultati entro il 15 settembre 2023. Nel corso della serata conclusiva del festival di sabato 30 settembre, presso il cinema Astra di Lucca, verranno proclamati i vincitori e assegnato il primo premio del valore di 1.000 euro.

Durante la settimana del festival, l’intera selezione finale del concorso sarà proiettata sia in orario mattutino per le scuole sia in orario pomeridiano e serale per il pubblico. Sarà possibile vedere gratuitamente i corti anche on demand sulla pagina dedicata del portale Festival Scope.

Tutte le informazioni per candidare il proprio cortometraggio sono disponibili a questa pagina.

La folle vita, recensione del film di Raphaël Balboni e Ann Sirot

Arriva nelle sale italiane La folle vita – titolo originale La vie démente – primo lungometraggio dei registi belgi Ann Sirot e Raphaël Balboni, che ne firmano anche la sceneggiatura. Il lavoro risale al 2020. Il duo belga si è fatto notare quest’anno al Festival di Cannes, dove ha presentato alla Settimana della Critica il suo secondo film, del 2023, La sindrome degli amori passati, che ha ricevuto una buona accoglienza. La folle vita è un dramma, ma ha anche caratteri di commedia. Si affronta il tema della malattia e i registi si chiedono se e come eventualmente sia possibile conciliarla con lo scorrere della vita dei familiari della persona malata, che, nonostante il dolore e le difficoltà, continua.

La trama de La folle vita

Alex, Jean Le Peltier, e Noémi, Lucie Debay, sono una coppia di trentenni con un legame stabile. Stanno pensando di avere un bambino. Proprio in questo delicato momento della loro vita di coppia, la madre di Alex, la gallerista Suzanne, Jo Deseure, comincia ad avere strani comportamenti. Ha delle amnesie e fa spese sconsiderate. In seguito a una visita medica, le viene diagnosticata una forma di demenza. Da quel momento, le energie di Alex si concentrano sul problema di salute della madre. Così, mentre Suzanne con il procedere della malattia, diventa sempre più difficile da gestire, il rapporto tra Alex e Noémi rischia di andare il crisi e con esso il loro progetto di famiglia.

Una prospettiva insolita per un film sulla malattia

E’ giusto sacrificare sé stessi e la propria vita per qualcun altro, fosse anche la persona a cui teniamo di più al mondo? Sembra essere questa la domanda che si pongono Balboni e Sirot. La folle vita si muove infatti su un doppio binario. Da una parte, affronta il tema della malattia, in particolare delle malattie degenerative del sistema nervoso, mostrandone la progressione e le difficoltà cui vanno incontro sia l’ammalato che i familiari. Lo fa però senza pietismo, non c’è il ricatto del dolore verso lo spettatore e, cosa rara nelle pellicole che trattano questi temi, la malattia non fagocita tutto il film, non è l’unico argomento. Il punto di vista del malato non è esclusivo. Il film, infatti, non ha falsi moralismi e accende i riflettori sulle vite di coloro che sono vicino al malato, che cercano di aiutarlo e supportarlo per quanto possibile, ma si trovano anche a gestire e possibilmente far procedere ed evolvere, la loro stessa vita. Si tratta qui di due giovani, che hanno tutta la vita davanti e tutto il diritto di viverla a pieno. Una prospettiva dunque originale, insolita.

Il tono de La folle vita tra leggerezza e ironia

Altro elemento più che apprezzabile ne La folle vita, è il suo tono leggero e ironico, reso anche grazie a una solida sceneggiatura, opera degli stessi registi. Questo tipo di approccio riguarda innanzitutto la malattia stessa e il personaggio di Suzanne, eccentrico per natura. La protagonista, Jo Deseure, la interpreta in modo superbo, rendendo la malattia una specie di opera d’arte in progress. L’attrice belga, attiva prevalentemente in teatro, ha ricevuto il Premio Magritte 2022 per questa interpretazione. Tuttavia, questo approccio ironico e disincantato investe anche il rapporto di coppia di Alex e Noémie, in tutti i suoi aspetti. Ciò rende il film molto godibile e accattivante, nonostante un tema non facile e solitamente percepito come molto impegnativo dal pubblico. Qui, si riesce ad affrontarlo senza pesantezza.

La folle vita, Jo Deseure e Jean Le Peltier seduti a una scrivania.

L’estetica del film

La folle vita è ambientata nel mondo dell’arte e l’occhio avvezzo alla bellezza artistica dei due registi è evidente. Il loro gusto estetico è raffinato e brillante. Molto calzante è la similitudine che il film contiene. Come l’opera d’arte che affascina tanto Suzanne, lei stessa si disfa piano piano, si disunisce, ma senza che questo pesi sullo spettatore come una tragedia. Divertente anche l’idea dei tessuti, che nella stanza di Alex e Noémie hanno tutti la stessa fantasia, dai parati all’abbigliamento dei protagonisti, come si vede anche nella locandina del film. A questo proposito, ricordiamo che i costumi sono di Frédéric Denis e la fotografia è curata da Jorge Piquer Rodríguez.

Un ottimo cast ne La folle vita

Le interpretazioni ne La folle vita, al di là di quella della protagonista, di cui si è parlato, sono tutte molto efficaci. Jean Le Peltier, attore e regista che aveva già lavorato con Sirot e Balboni nel corto Avec Thelma nel 2017, apparso poi in Mon légionnaire di di Rachel Lang, veste i panni di Alex in modo convincente, destreggiandosi tra le preoccupazioni e le premure di figlio e il ruolo di compagno. Mentre a Lucie Debay – Le nostre battaglie, Mon Légionnaire – spetta il compito di interpretare il personaggio più “scomodo”. Una donna, Noémie, accogliente e vicina alla madre del suo compagno, ma che al tempo stesso non è disposta a rinunciare al suo desiderio di essere madre. Una figura forte e dolce al tempo stesso, oltre che pragmatica, che l’attrice fa sua in modo originale. Infine, va menzionato Gilles Remiche, nel ruolo di Kevin, che viene assunto per assistere Suzanne nella quotidianità. Premio Magritte 2022 come miglior attore non protagonista, Remiche era un attore di talento, purtroppo scomparso nello stesso anno.

Accettazione e libertà

La folle vita è un film ironico e brioso, anche se drammatico, sull’accettazione della malattia. E’, però, anche fieramente contrario all’annullamento di sé in favore del malato. Lo si può interpretare poi, come un inno alla libertà, se si considera questa nuova fase della vita di Suzanne come la prosecuzione naturale della sua eccentrica esistenza. Una fase in cui, paradossalmente, proprio grazie alla malattia, è libera di esprimersi senza più filtri o freni. Infine, i registi invitano lo spettatore a considerare la malattia come qualcosa di naturale, da accettare. Non per questo, semplificando la situazione. Anzi, si apprezza il pragmatico realismo con cui affrontano il tema, senza vittimismo. Uno sguardo interessante quello dei registi belgi Ann Sirot e Raphael Balboni, che mostrano così il loro talento. Si spera sia possibile apprezzare presto loro nuove pellicole, come la più recente, La sindrome degli amori passati. Intanto, La folle vita è dal 29 giugno al cinema, distribuito da Wanted.

Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli, recensione del film Dreamworks

La DreamWorks Animation sforna un nuovo film d’animazione dal titolo Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli, in cui la protagonista è un’adolescente che scopre di essere un mostro marino dalla potentissima genealogia familiare.

Per la regia di Kirk DeMicco, che aveva già collaborato con lo studio di animazione per I Croods, e co-diretto da Faryn Pearl, Ruby Gillman è stato scritto dallo stesso DeMicco, Elliott DiGuiseppi e Pam Brady, nota per aver lavorato alla stesura di South Park alla fine degli anni ’90, e prodotto da Kelly Conney che aveva partecipato al secondo e terzo capitolo della splendida saga di Shrek e a I pinguini di Madagascar: Il film.

Come ben noto rispetto alla DreamWorks, non c’è uno stile di animazione proprio della casa, e agli ideatori è dunque possibile dare libero sfogo a ispirazione e libertà per la creazione dell’estetica dei personaggi, peculiarità condensate nella giovane e pimpante kraken Ruby Gillman, per la quale i disegnatori hanno tratto ispirazione dai polpi, per rendere l’idea dell’aspetto vischioso, ma senza che sembrasse in alcun modo spiacevole o – per meglio dire – minacciosa. Infatti, l’elemento più inconsueto e, senza dubbio, inaspettato de La ragazza con i tentacoli, è la scelta di una protagonista che attingesse dal mondo dei mostri più inquietanti e spaventosi della letteratura del secolo scorso. E il ribaltamento della tradizione non finisce qui.

Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli, la trama

Ruby vive con la sua famiglia a Oceanside, una località posta sulla costa del mare. La sua mamma è molto ansiosa e premurosa (in lingua originale doppiata da Toni Collette), il papà è sorridente e pacioso e poi ci sono il suo fratellino Sam e il piccolo e geniale animaletto domestico Nessie. La loro pelle è di colore blu, ragion per cui, se mai qualcuno lo dovesse chiedere, direbbero di venire dal Canada, risposta che a Oceanside è evidentemente più che esaustiva.

L’ambiente in cui si svolge gran parte della vita di Ruby, e che viene subito presentato, è la tipica high school statunitense, e lei ha il suo stretto gruppetto di amici composto da elementi – cosiddetti – impopolari e che sventolano fieri la bandiera della ribellione al sistema che vuole tutti gli studenti in fibrillazione per il famoso ballo di fine anno. La base della struttura della storia guarda, per l’appunto, alle commedie adolescenziali in cui ad essere le antagoniste sono le ragazze più famose della scuola: come Mean Girls di Mark Waters del 2004, Lady Bird del 2017 di Greta Gerwig o anche Booksmart del 2019 diretto da Olivia Wilde. Già, perché nella routinaria ma tesa vita di Ruby succedono due cose improvvise e pazzesche, e non potrebbe certo essere altrimenti nella vita di una sedicenne: scopre di potersi trasformare in un kraken gigantesco, mentre a scuola arriva una ragazza nuova e bellissima che scatena la curiosità di tutti.

Ed è questo il punto di maggior forza del nuovo film d’animazione della DreamWorks: la trasformazione di un’adolescente in un mostro, sì, come ognuno si sente a quell’età, che trova però nelle origini di quella sua mutazione fisica la sua bellezza e identità, che fino a quel momento erano rimaste soffocate.

DreamWorks gioca sul sicuro

C’è da ammettere che non si tratta di nulla che sia sconvolgente o innovativo, ma questo non è mai un problema in nessun momento dello svolgimento del film. L’animazione è sempre all’altezza del racconto che porta avanti, non risultando mai ovvia, anche quando confortevole nei suoi passaggi. Anche i disegni esilaranti con la loro fluidità, nella ricchezza delle immagini regalano colori e un ritmo sempre coinvolgenti.

Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli è insomma un rito di passaggio dall’adolescenza alla maturità, dove viene raccontato che la prima integrazione è sempre verso se stessi, completamente, e solo dopo può avvenire nei confronti di un altro. Con una caratteristica ormai consolidata nei film d’animazione, dunque, l’intrattenimento per i bimbi è solo un primo strato: sotto al quale ogni adulto può ricordare dove risiedono le basi della propria unicità.

A Thousand And One, la recensione del film premiato al Sundance

A Thousand And One, la recensione del film premiato al Sundance

Subito dopo la presentazione al Teatro Antico, dal Taormina Film Fest 2023 arriva nei cinema A Thousand And One, opera prima della statunitense A. V. Rockwell, già vincitrice del Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2023 e che Lucky Red e Universal Pictures International Italy distribuiscono nei nostri cinema a partire dal 29 giugno. Ad accompagnare una vicenda che attraversa la storia di New York, mostrando una faccia diversa della cosiddetta Grande Mela, complementare a quella più folcloristica o turistica che molti si accontentano di vedere.

Inez e Terry, americani di serie B

la storia di Inez, una donna determinata e impetuosa interpretata dalla cantante Teyana Taylor, uno spirito libero costretto a vivere ai margini della società e insieme una madre ferocemente decisa a garantire un futuro al figlio Terry, di 6 anni (sullo schermo Aaron Kingsley Adetola, con Aven Courtney e Josiah Cross a prenderne il posto nelle successive fasi della crescita), a ogni costo. Anche a costo di rapirlo, sottraendolo al sistema di affidamento dello Stato e nascondendosi dietro una nuova identità. Qualcosa che sembra essere precluso a quelli come lei – come la possibilità di una casa e di una stabilità – soprattutto in una città in così grande cambiamento, ma nella quale non è facile poter avere tutti gli stessi diritti. Tanto più se hai la pelle nera.

A Thousand And One, le tante Americhe nascoste

Una delle peggiori abitudini dei tempi e dei luoghi che viviamo è quella di identificare con il termine ‘Americano‘ tutto ciò che riguarda gli Stati Uniti e i suoi abitanti, ignorando tanto i canadesi quanto intere nazioni del centro e del Sud del continente, che generalmente tengono a volersi distinguere dagli statunitensi, appunto. Termine che già in sé nasconde non poche complessità e conflitti al suo interno, come si vede anche nella storia raccontata dalla  Rockwell.

Dove Harlem è diversa da quella del Gospel e della 125th st che normalmente attirano i viaggiatori, dalla retorica dell’Apollo e dell’orgoglio di una comunità che ancora oggi fatica a veder riconosciuti i propri diritti o a non essere discriminata (purtroppo, come altre). E dove la rappresentazione segue la trasformazione del quartiere senza risparmiare nulla allo spettatore nel suo attraversare diverse epoche, dagli anni ’90 di Rudy Giuliani al nuovo millennio di Michael Bloomberg.

A THOUSAND AND ONE
Teyana Taylor stars as “Inez de la Paz” in writer/director A.V. Rockwell’s A THOUSAND AND ONE, released by Focus Features. Credit: Courtesy of Aaron Ricketts/Focus Features

Harlem come la Sicilia letteraria: un luogo di ‘vinti’

Ma soprattutto restituendo – anche visivamente, grazie a scelte intelligenti di luci e fotografia – con grande onestà la verità di una vita difficile, costantemente fuori dai radar delle istituzioni (spesso dimentiche del loro ruolo, al servizio del cittadino) e ostinatamente contro. Non a caso quella di Inez, non è più solo lotta per la sopravvivenza, ma un bisogno di riconoscimento che va al di là dei documenti e di risarcimento, dopo una vita di sopraffazione.

Non c’è pace per questi personaggi, dei ‘Vinti’ – pur dalla parte opposta dell’Oceano e lontani dal Mediterraneo – in cerca di rivalsa, schiavi del proprio rancore e vittime pressoché impotenti di ogni sopruso. Una realtà che la protagonista combatte fino alla fine, nel tentativo di realizzare una catarsi forse illusoria, a differenza del più solido Lucky, personaggio maschile ben reso da William Catlett (The Devil You Know, Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey, Black Lightning, Lovecraft Country) e protagonista di una evoluzione più evidente seppur con meno ombre.

Sono molti i non detti lasciati alla sensibilità del pubblico, quelli nei quali si nasconde la vera forza di questo A Thousand And One, che sin dal titolo suggerisce simboli da decifrare. Nello specifico, di una location nella quale all’unità di luogo si sovrappone una solo apparente staticità temporale e insieme la conferma di un destino ineluttabile che condanna alla sconfitta di ogni aspirazione, persino quelle più elementari, di un letto, un tetto, un padre, una madre.

Coma, recensione del film di Bertrand Bonello

Coma, recensione del film di Bertrand Bonello

Bertand Bonello, regista francese di culto, spesso presente sulla croisette di Cannes, torna a dirigere con Coma, viaggio nella mente di un’adolescente, a chiusura di quella che lui stesso ha definito come una trilogia politica sui giovani, iniziata con Nocturama nel 2016 e proseguita poi con Zombie Child nel 2019. Protagoniste, Julia Faure e Louise Labeque.

Bertrand Bonello, cineasta tra nouvelle vague e contemporaneità

Regista, sceneggiatore e compositore francese, nato a Nizza nel 1968, con il suo secondo film Le Pornographe, Bonello vince il premio FIPRESCI al Festival di Cannes. Il protagonista del film, Jean-Pierre Léaud, è l’attore simbolo della nouvelle vague. Con L’Apollonide – Souvenirs de la maison close, del 2011, ottiene otto candidature ai premi César e vince quello per i migliori costumi. Saint Laurent del 2014, è la sua visione del genio della moda, interpretato da Gaspard Ulliel. Poi, Bonello dà il via alla trilogia che ora arriva a compimento con Coma. In Nocturama, il cui titolo è ispirato a un brano di Nick Cave, parla di terrorismo a Parigi, protagonisti un gruppo di adolescenti. Mentre, con Zombie Child affronta in modo originale il colonialismo. Protagonista la giovane Louise Labeque, che ritroviamo in Coma. Il suo nuovo lavoro si è già aggiudicato il premio FIPRESCI (Encounters) al Festival di Berlino 2022.

La trama di Coma

Coma è uno di quei lavori che non seguono un filo narrativo, non hanno una vera e propria trama. Si può dire però, che la protagonista, Louise Labeque, è un’adolescente che trascorre il tempo in casa, per la maggior parte nella sua stanza, durante il periodo di confinamento dovuto al Covid. È sempre sola. È così che inizia ad immaginare, ad esempio, i dialoghi tra le sue bambole all’interno della loro casa giocattolo. Le voci dei vari Barbie e Ken sono di Laetitia Casta, Gaspard Ulliel – questo è stato l’ultimo film dell’attore prematuramente scomparso – Vincent Lacoste, Louis Garrel, Anais Demoustier. A rompere l’isolamento della ragazza sono solo qualche videochiamata con le amiche e il canale della youtuber Patricia Coma, Julia Faure, che lei segue sempre. Patricia Coma fa presa sui suoi ascoltatori con teorie bislacche quanto affascinanti sulla possibilità di evadere dal mondo circostante ed approdare a una dimensione di sospensione, che chiama limbo. La mente della giovane protagonista comincia così a vagare tra sogno e realtà, tra immaginazione e incubo, con esiti imprevisti.

Coma bertrand bonelloComa, mescolanza di stili visivi e linguistici

Coma è un mix di stili diversi, innanzitutto visivi: live action, animazione – curata da Josselin Facon – 3D digitale, stop motion. Un linguaggio dinamico, che si avvicina ai giovani e cerca un dialogo con loro. Bonello cerca di fare un gesto che li tocchi, che li desti. Le immagini in continuo cambiamento, l’avvicendamento veloce di stili visivi possono essere disorientanti, quanto sono però accattivanti ed efficaci. Le immagini di apertura, ad esempio, sono sgranate, la camera inquadra frammenti di una donna in movimento veloce, dettagli di oggetti. Il regista si rivolge ad Anna, sua figlia diciottenne, in un cortometraggio che poi è divenuto parte di Coma, un film nel film. Bonello dedica a sua figlia questo lavoro, come il precedente Nocturama. Il suo invito a lei, come a tutti i giovani, è a non soccombere alla corrente e resistere nei momenti difficili, perché nella disperazione vi è il seme della rinascita. Il film si concentra poi sulla protagonista, Louise Labeque, evidenziandone isolamento e alienazione, certo acuiti dal confinamento causato dalla pandemia, ma in ogni caso metafora di una condizione di solitudine esistenziale in cui si trovano oggi molti ragazzi. Qui il linguaggio diventa quello degli schermi dei pc o dei cellulari, che mediano le conversazioni con le amiche della protagonista. Attraverso lo schermo di un pc passa anche la youtuber Patricia Coma, col suo linguaggio accattivante. Efficace l’interpretazione di Julia Faure, capace di rendere le molteplici sfaccettature del personaggio. Ad introdurre alla dimensione onirica o inconscia della protagonista, vi sono inserti in bianco e nero in cui si parla del potere oscuro dei sogni. Il mondo onirico della ragazza, poi, è buio, inquietante, ma anche un rifugio per lei. Un luogo che la spaventa, ma la attrae allo stesso tempo. Lì si sente libera dal giudizio proprio e altrui. Si tratta però di un rischio, perché può portarla ad allontanarsi progressivamente dalla realtà. Ed ecco che, più prosegue questo percorso, più l’immagine si trasfigura, la protagonista si trasforma.

Un puzzle anarchico, ma coerente

Coma è dunque una sorta di patchwork, un puzzle con tanti pezzi. Bertrand Bonello – anche sceneggiatore, creatore delle scenografie, compositore della colonna sonora originale e produttore del film – più che spiegare, dà degli input e poi lascia che sia lo spettatore ad elaborarli. Il lavoro può apparire confusionario e in diversi momenti non è forse facile seguirlo, ma lo si fa più agevolmente se si abbandona l’idea classica di narrazione e ci si lascia catturare da uno stile multiforme, che segue i meccanismi della mente. Si vede così che Coma ha una sua coerenza interna. Si tratta di suggestioni, visioni, spunti. Il montaggio di Gabrielle Stemmer segue le associazioni di idee della protagonista. Il reale è oscurato e il personaggio, chiuso in uno spazio senza finestre sull’esterno, sprofonda in una sorta di delirio onirico. Bonello non mira a dare una linearità, piuttosto incolla, come in un’opera di Rotella, produce una stratificazione. È lo spettatore che, guardando il film nel suo insieme, trova un senso.

Le atmosfere di Coma

Il film è pervaso da un senso di angoscia, di suspense, anche grazie alle musiche originali dalle sonorità elettroniche, composte da Bonello, e alla scelta di non mostrare ciò che si immagina cruento. Il regista lo lascia fuori scena, facendone arrivare allo spettatore solo i suoni. Si sentono pianti e urla fuori campo. Sta allo spettatore mettere in moto la propria immaginazione. Ciò rende il racconto inquietante. I pochi momenti di leggerezza sono musicalmente affidati ai brani interpretati da Andrea Laszlo De Simone, già autore di diverse musiche per film.

La dimensione politica

Infine, c’è una dimensione politica in Coma, come in altri lavori del regista. Il film è punteggiato di ironia e sarcasmo, non manca una critica sulla gestione della pandemia. Non è questo però il cuore del lavoro, quanto il concetto di libertà, basti pensare alla riflessione che si fa sul libero arbitrio. È questa libertà che i giovani – e non solo loro – sono invitati a recuperare. Libertà di sognare, di vivere a pieno e non solo in mondi virtuali o immaginari. Libertà di esprimersi senza lasciarsi fiaccare dalle proprie paure, nonostante questi tempi difficili, di disastri naturali e minacce incombenti. Anche nei momenti peggiori, sembra dire il regista, si può rinascere e ripartire, magari dal margine, dal confine del buio. Coma di Bertrand Bonello si fa apprezzare come prodotto di una mente anarchica, libera e originale, un’evasione dal mainstream che recupera il valore dirompente delle immagini. Prodotto dal regista con Justin Taurand, il film arriva nelle sale dal 10 luglio, solo per tre giorni, distribuito da Wanted Cinema.

Coma, intervista al regista Bertrand Bonello

Coma, intervista al regista Bertrand Bonello

Abbiamo incontrato il regista francese Bertrand Bonello per parlare del suo nuovo lavoro, Coma, nelle sale italiane solo dal 10 al 12 luglio. Bonello scrive, dirige, produce, oltre ad essere autore delle musiche originali e della scenografia, un viaggio immaginifico tra le paure e i dubbi di un’adolescente, confinata in casa durante la pandemia di Covid 19. Terzo capitolo di una trilogia sui giovani iniziata nel 2016 con Nocturama.

Come nasce Coma

Bertrand Bonello racconta così la genesi di Coma, che contiene anche una dedica personale alla figlia Anna, diciottenne all’epoca delle riprese. “Questo film è nato con due momenti. La parte iniziale è una lettera rivolta a mia figlia, da cui è nato il primo cortometraggio. Questo primo cortometraggio mi ha dato poi la voglia di esplorare ancora più a fondo questa dedica. Grazie ai mezzi del cinema, ciò mi ha permesso di entrare nella mente di una giovane diciottenne, che si trova ad affrontare un mondo sempre più arduo per i nostri giovani. Questa possibilità che mi sono dato, di entrare nella mente di un giovane, mi ha permesso di esplorare tantissimi mondi diversi, attraverso associazioni di idee. Mondi diversi che a un certo punto comunicavano tra loro. Mi ha permesso anche di provare a capire come funziona il cervello, di esplorare linguaggi diversi, di passare dai sogni fino agli incubi”.

I giovani, il confinamento durante la pandemia e il ruolo degli adulti

Coma riporta lo spettatore al periodo della pandemia e all’idea del confinamento, sofferto allora soprattutto dai giovani. Mentre colpisce nel lavoro l’assenza degli adulti. Chiediamo dunque a Bonello se, a suo modo di vedere, gli adulti avrebbero potuto fare di più per aiutare i ragazzi a superare quel momento così critico e cosa possano eventualmente fare ora per rimediare. “La pandemia, il Covid è stato essenzialmente un pretesto per me per parlare della libertà e del rapporto degli umani con la libertà. Col senno di poi, avremmo potuto anche non partire dal contesto della pandemia per arrivare a trattare questo tema. Per gli adulti, la pandemia è stato un momento strano, ma per alcuni può essere stato anche meraviglioso, […] un momento in cui ritrovare il tempo per noi stessi, un tempo che non c’è mai. Per i giovani invece, in una fase della loro vita in cui si aprono al mondo, sono pronti a lanciarsi nel mondo, la pandemia può essersi rivelata in molti casi, di una violenza estrema, un’imposizione totale, che li privava di ciò di cui avevano bisogno, ciò che sognavano e desideravano. Dal punto di vista politico, non so […] se si poteva fare di più. Penso che, nel modo che abbiamo di rivolgerci ai nostri giovani, nel modo in cui li accompagniamo, come genitori, dobbiamo cercare di parlare loro dei desideri, di quello di cui hanno bisogno e probabilmente insegnare loro a riaccendere il desiderio e il sogno che gli è stato tolto”.

Il linguaggio visivo e verbale di Coma, vario e accattivante

Tante le scelte visive e linguistiche diverse contenute in Coma. Tra le prime, animazione, live action, 3D. Bonello ne parla così: “È vero, ci sono mondi diversi in questo film, declinati in tantissimi linguaggi diversi. C’è il linguaggio degli adolescenti, quello che vediamo nelle conversazioni FaceTime tra il personaggio principale e la sua amica. In quelle conversazioni era tutto scritto, previsto, senza improvvisazione, ed è un primo tipo di linguaggio. Poi, c’è il linguaggio molto particolare e studiato di Patricia Coma, il cui personaggio passa proprio attraverso la forza della parola, una parola che cambia anche nel corso del film, pregna di un linguaggio televisivo, del mondo dei mass media, che poi diventa più filosofico. Infine, quando vengono tolte tutte le maschere, è un linguaggio più umano, nel momento in cui lei mostra la sua fragilità. C’è anche un altro tipo di linguaggio, quello delle barbie, molto diretto, pregno delle caratteristiche della comunicazione di oggi, dei social network. Lì si parla di argomenti basici, di vita quotidiana, come l’amore, i tradimenti”. Dunque, un universo composito, reso efficacemente sia dal punto di vista visivo, delle immagini, che delle parole.

Julia Faure e il suo lavoro sul personaggio di Patricia Coma

Accanto alla protagonista, la giovane  Louise Labeque colpisce la figura della youtuber Patricia Coma, che dà il titolo al film. Julia Faure, che le ha dato corpo, descrive così questo personaggio dalle molteplici sfaccettature: “Con Bertrand abbiamo lavorato insieme al personaggio in modo abbastanza semplice. Abbiamo lavorato molto sulla voce, sul tono, a livello vocale nella costruzione di questo personaggio, perché volevamo raccontare una figura evocatrice, che ricordasse un po’ il passato, anche il passato mitico del cinema delle femmes fatales. Volevamo, però, che fosse allo stesso tempo una figura premonitrice, in grado di dare messaggi sul futuro, molto inquietanti, una sorta di oracolo distopico che preannuncia l’apocalisse. Al livello personale, quello che mi ha interessato particolarmente è il degrado psichico di un personaggio come questo, che ha vocazione ad influenzare le menti, le tendenze, le voglie dei giovani, ma che non ha idea di dove sta andando, non sa rispondere alle proprie domande ed è ancora più sola della gioventù a cui si rivolge”.

Coma arriva nelle sale italiane dal 10 al 12 luglio, prodotto da Bertrand Bonello e Justin Taurand e distribuito da Wanted Cinema.

Silent Land: una clip esclusiva dal film

0
Silent Land: una clip esclusiva dal film

Ecco una clip in anteprima da Silent Land, il nuovo film di Aga Woszczyńska, al cinema dal 29 giugno, distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Sardegna Film Commission.

Gli assolati paesaggi della Sardegna fanno da sfondo a un inatteso dramma interiore scatenato da un incidente che sconvolge le vacanze estive di una benestante e giovane coppia polacca che ha deciso di soggiornare in un’isolata villetta in Sardegna con vista mare e completa di piscina. L’apparente idillio quotidiano di Anna (Agnieszka Żulewska) e Adam (Dobromir Dymecki) viene improvvisamente interrotto da una serie di eventi: i ventilatori non funzionano e la piscina, a causa della siccità, si trova senz’acqua. Non bastano la limpidezza dei fondali marini, la bellezza della macchia mediterranea e la quiete del paesaggio per ricomporre la tensione tra i due protagonisti, al contrario, le loro coscienze saranno profondamente scosse dagli inattesi eventi e dalle loro conseguenze. Silent Land mette al centro un difficile rapporto di coppia, in un racconto che esplode presto nel dramma e fa emergere il lato più oscuro delle relazioni interpersonali.

https://www.youtube.com/watch?v=3VIxeythcbU

Silent Land è una coproduzione polacco-italo-ceca di Agnieszka Wasiak per la polacca Lava Films, Giovanni Pompili per l’italiana Kino Produzioni e Jordi Niubó per la società ceca i/o post, in Italia sarà distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Sardegna Film Commission.

Rodeo gratis al cinema con Cinefilos.it

0
Rodeo gratis al cinema con Cinefilos.it

In occasione dell’uscita al cinema di Rodeoil nuovo film di Lola Quivoron con Julie Ledru, Yannis Lafki, Antonia BuresiCinefilos.it offre la possibilità ai suoi lettori di assistere gratuitamente al film.

La proieziona del film è previste il 5 luglio in diverse sale italiane. Ecco l’elenco completo delle sale che aderiscono all’iniziativa:

città cinema

sala

indirizzo

data

ora

Milano Anteo Palazzo del Cinema

Rubino

Piazza Venticinque Aprile, 8, 20121 Milano MI

5-lug

19.40

Monza Capitol Anteo Spazio Cinema

Mezzogiorno

Via Alessandro Pennati, 10, 20900 Monza MB

5-lug

19.40

Treviglio Anteo Spazio Cinema Treviglio

Dario Fo

Via Torriani, 24047 Treviglio BG

5-lug

20.00

Cremona Anteo Spazio Cinema Cremona

5

Via Castelleonese, 108, 26100 Cremona CR

5-lug

20.00

Roma Cinema Barberini

6

P.za Barberini, 24/26, 00187 Roma RM

5-lug

21.30

Torino Cinema Fratelli Marx

Harpo

Corso Belgio, 53, 10153 Torino TO

5-lug

21.00

Bologna Pop UP Cinema Arlecchino

unica

Via delle Lame, 59/A, 40121 Bologna BO

5-lug

21.00

 

Prenota QUI il tuo biglietto omaggio: www.anteprimeluglio.it

Per prenotare il tuo invito gratuito valido per 2 ingressi clicca qui (link) riceverai una e-mail di conferma invito fino ad esaurimento posti.

Rodeo, la trama

(Francia – 105’) – Il vento tra i capelli, il rombo del motore, l’asfalto caldo che scorre sotto le ruote. E l’adrenalina che percorre tutto il tuo corpo, come una scarica elettrica. Julia non riesce a immaginare la sua vita senza una moto. Fiera e indipendente, frequenta il giro dei “rodei” urbani, corse clandestine di motociclisti. Ma quando un incontro casuale la porta a unirsi a una banda di centauri, la posta in gioco si alza: in una successione di furti e colpi sempre più pericolosi, per riuscire a dimostrare il suo valore la ragazza dovrà essere disposta a rischiare tutto. Tra Titane e Fast & Furious, Rodeo di Lola Quivoron è una corsa forsennata in moto, un mix altamente infiammabile con una protagonista travolgente e impossibile da dimenticare.

Guarda il trailer di Rodeo

La Maledizione della Queen Mary: il trailer ufficiale

0
La Maledizione della Queen Mary: il trailer ufficiale

Ecco il trailer ufficiale di La Maledizione della Queen Mary, il nuovo horror diretto da Gary Shore scritto da Shore insieme a Tom Vaughan e con Alice Eve, Nell Hudson e Joel Fry. Il film arriverà nei cinema italiani il 19 luglio, distribuito da Eagle Pictures.

La Maledizione della Queen Mary, la trama

Nel 1938 una famiglia di artisti salpa a bordo del maestoso transatlantico di lusso Queen Mary, ma La traversata dell’oceano si trasforma ben presto in un incubo quando il padre, David, viene assalito da una furia omicida, e uccide brutalmente tutta la sua famiglia, condannando la nave a un destino maledetto.

Molti anni dopo la famiglia Calder si imbarca sulla Queen Mary per un viaggio di lavoro insieme al figlio Lukas. Esplorando la nave, il bimbo si imbatte negli agghiaccianti spettri di quel passato di sangue, fino ad esserne completamente posseduto. Per salvare l’anima di Lukas, la famiglia Calder sprofonderà così in un incubo senza fine. Quali misteri si celano ancora negli spettrali corridoi della Queen Mary? Cosa dovranno sacrificare i passeggeri per arrivare alla fine del loro viaggio ancora in vita?

Jennifer Lawrence rivela la verità sui pettegolezzi tra Liam Hemsworth e Miley Cyrus

0

Oltre a rivelare maggiori dettagli sul provino di Twilight, Jennifer Lawrence ha smentito le voci di una relazione tra lei e l’attore Liam Hemsworth. L’attrice ha confermato che i due non hanno mai avuto una relazione di alcun tipo. In un recente Watch What Happens Live with Andy Cohen, a Jennifer Lawrence è stato chiesto delle voci secondo cui lei e Liam Hemsworth avevano una relazione mentre i due attori giravano Hunger Games: La ragazza di fuoco e Hemsworth all’epica fidanzato con la musicista Miley Cyrus.

Lawrence nega la relazione con Liam Hemsworth

Le voci hanno turbinato quando Miley Cyrus ha pubblicato il video musicale per il suo successo del 2023 “Flowers“, che la ritrae in un vestito dorato che molti paragonano a quello indossato da Jennifer Lawrence per una premiere di The Hunger Games. La Lawrence commenta rivelando che non c’era alcuna verità nella notizia. Anche se ha riconosciuto che la coppia si era già baciata una volta per ragioni artistiche nei film, è stato molto tempo dopo che Liam Hemsworth e Miley Cyrus si erano lasciati.

Non vero, voce totale“, ha detto Lawrence. “Voglio dire, conosciamo tutti me e Liam, tipo, ci siamo baciati una volta. Erano passati anni dalla loro rottura, quindi ho pensato che fosse, tipo, una coincidenza”. Jennifer Lawrence attualmente recita nella commedia R-rated No Hard Feelings che da noi uscirà con il titolo Fidanzata in affitto; nel frattempo Liam Hemsworth reciterà nella quarta stagione di The Witcher di Netflix. Prenderà il posto di Henry Cavill nei panni di Geralt.

A Murder At The End of the World: teaser trailer della serie con Emma Corrin

0

Dopo le prime foto FX Networks ha rilasciato il primo teaser trailer di A Murder At The End of the World, la miniserie giallo in arrivo, con la vincitrice del Golden Globe Emma Corrin nei panni di una detective dilettante. Il video offre uno sguardo al cast principale, tra cui Corrin, Harris Dickinson, Clive Owen e altri. Il thriller drammatico inizierà in streaming il 29 agosto su Hulu negli USA. In Italia arriverà su Star, canale per adulti di Disney+.

Dai un’occhiata al teaser trailer di A Murder At The End of the World qui sotto:

Di cosa parla A Murder At The End of the World “Un omicidio alla fine del mondo”?

Una serie misteriosa con un nuovo tipo di detective al timone: un investigatore dilettante della Gen Z e un hacker esperto di tecnologia di nome Darby Hart“, si legge nel logline. “Darby e altri otto ospiti sono invitati da un solitario miliardario a partecipare a un ritiro in un luogo remoto e abbagliante. Quando uno degli altri ospiti viene trovato morto, Darby deve usare tutte le sue abilità per dimostrare che si è trattato di un omicidio contro una marea di interessi contrastanti prima che l’assassino si tolga un’altra vita”.

A Murder At The End of The World (precedentemente intitolato Retreat) è stato creato e diretto da Brit Marling e Zal Batmanglij, con Marling anche co-protagonista della serie. Insieme a Corin ci sono Harris Dickinson, Clive Owen, Alice Braga, Joan Chen, Raúl Esparza, Jermaine Fowler, Ryan J. Haddad, Pegah Ferydoni, Javed Khan, Louis Cancelmi, Edoardo Ballerini, Britian Seibert, Christopher Gurr, Kellan Tetlow, Daniel Olson, e Neal Huff. La serie di 7 episodi è prodotta da Marling, Batmanglj, Andrea Sperling, Melanie Marnich e Nicki Paluga. Proviene da FX Productions.

Tom Cruise parla di come i film di Mission: Impossible siano “in continua evoluzione”

0

L’attore Tom Cruise ha commentato il successo dei suoi film Mission: Impossible. Tom Cruise ha interpretato il personaggio dell’agente IMF Ethan Hunt sin dal primo film di Mission: Impossible nel 1996. Con il settimo capitolo dietro l’angolo del franchise di grande successo, Cruise ha parlato del processo di realizzazione di Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One, e come è cresciuta la serie.

È in continua evoluzione“, ha detto Cruise a Empire . “Devi essere piuttosto inesorabile e onesto con te stesso su storie e struttura e cosa funziona e cosa no. Non voglio fermarmi finché non sarà giusto”. Questo suona vero per un franchise con le sue prime cinque puntate tutte con registi diversi dietro la macchina da presa. Ciò ha portato ogni film ad avere la sua atmosfera unica fino a quando Christopher McQuarrie ha diretto il quinto film, Mission: Impossible – Rogue Nation, ed è rimasto a dirigere la serie fino al prossimo ottavo film.

Christopher McQuarrie una volta ha parlato di come durante la produzione di Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One, ha scoperto che Berlino non avrebbe più permesso loro di filmare un inseguimento a piedi in un aeroporto in costruzione. “Stavamo per girare questa sequenza all’aeroporto e un inseguimento a piedi lì“, dice. “E poi Berlino ha detto: ‘No, siamo troppo vicini all’apertura dell’aeroporto.‘” Improvvisamente, l’inseguimento a piedi è finito. La sequenza dell’aeroporto era finita. Un altro pugno nello stmoaco con cui rotolare su una produzione piena di problemi.

Poi Abu Dhabi ha detto: ‘Bene, abbiamo un aeroporto‘”, ricorda McQuarrie. “E abbiamo detto, ‘Fantastico – invece di un inseguimento a piedi, facciamo qualcosa nel deserto.'” Questo ha portato il cast e la troupe di Dead Reckoning ad Abu Dhabi, dove hanno realizzato quella che McQuarrie definisce “la sequenza più dura, più difficile che io abbia mai fatto e doveva far funzionare. Ora, è una sequenza di cui siamo immensamente, immensamente orgogliosi. Ma è come tutto il resto in Mission: se avessi saputo entrare, non l’avrei mai fatto.

Tutto quello che c’è da sapere su Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One

Il settimo capitolo di MI si intitolerà Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One, mentre l’ottavo, Mission: Impossible – Dead Reckoning Part Two. Nei prossimi due capitoli della saga di Mission ImpossibleTom Cruise e Rebecca Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea Whigham (Kong: Skull Island), Hayley Atwell (Captain America: Il primo vendicatore), Pom Klementieff (Guardiani della Galassia) e Esai Morales (Ozark). Christopher McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro debutto nelle sale americane rispettivamente il 30 settembre 2022 e il 7 luglio 2023.

In Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno Ethan Hunt (Tom Cruise) e la sua squadra dell’IMF si trovano di fronte alla sfida più pericolosa che abbiano mai affrontato: trovare e disinnescare una nuova terrificante arma che minaccia l’ intera umanità. Con il destino del mondo e il controllo del futuro appesi a un filo, la squadra inizierà una frenetica missione in tutto il mondo, per impedire che l’arma cada nelle mani sbagliate. Messo di fronte a un nemico misterioso e onnipotente, tormentato da forze oscure del passato, Ethan sarà costretto a decidere se sacrificare tutto per questa missione, comprese le vite di coloro che gli stanno più a cuore.

Per rimanere aggiornato su tutte le ultime novità, i film in uscita e le curiosità sul mondo del cinema, ISCRIVITI alla nostra newsletter.

Jennifer Lawrence ricorda di essere stata respinta “immediatamente” al suo provino per Twilight

0

Prima ancora di essere nominata all’Oscar per Un Gelido Inverno e ancor prima di diventare Katniss in Hunger Games, a quanto pare Jennifer Lawrence aveva sostenuto un provino per diventare la protagonista di un’altra famigerata serie di successo, Twilight.

L’attrice impegnata in questi giorni per promuovere il suo ultimi film Fidanzata in affitto, in uscita nelle sale, ha rivelato di aver fatto un provino per Twilight. L’attrice 32enne si è aperta in modo più dettagliato sulla sua audizione fallita per il franchise di vampiri. Mentre era ospite del podcast di The Rewatchables, Jennifer Lawrence ha affermato di essere stata “rifiutata immediatamente” per i film.

“Ho fatto il provino per Twilight, [e] mi hanno rifiutato immediatamente”, ha rivelato. Jennifer Lawrence ha continuato, dicendo che “non ha nemmeno ricevuto una richiamata. Ma la mia vita sarebbe stata totalmente diversa. Ho avuto Hunger Games , credo, tipo, un anno dopo. Probabilmente è stato dopo Un Gelido Inverno. Aggiunge che tra le riprese dei film di Hunger Games, stava cercando di realizzare altri film che non facessero parte del franchise per “contrastare” l’essere conosciuta proprio per questo.

[Quindi ero] non solo conosciuto per questo franchise… Ero ancora in un franchise, quindi stavo ancora cercando di contrastare il franchise. Lo farei ancora se fossi in Twilight . Ma quasi non ho fatto Hunger Games perché era uscito Twilight ed era successo quel fandom“. Jennifer Lawrence ha continuato, spiegando che mentre “stava cercando di parlare con la gente di questa decisione dopo che [ Hunger Games ] mi è stato offerto, è stato difficile spiegare alla gente… questo livello di fama“. “Pensavo che sarebbe stato il livello di fama di Twilight e non è mai stato qualcosa che avevo in mente”, ha condiviso. “Non ho mai voluto essere la persona più famosa del pianeta. È una vita molto diversa da quella che immaginavo per me”.

Jennifer Lawrence in precedenza aveva parlato del suo provino per Twilight in un’altra intervista, dicendo che non sapeva davvero quale fosse il suo provino.

Venom 3: un video dal set mostra Tom Hardy in azione!

0
Venom 3: un video dal set mostra Tom Hardy in azione!

Venom 3 ha ufficialmente iniziato la produzione e, grazie ad alcuni video sul set di Venom 3, oggi arriva una prima occhiata al protagonista del film, Tom Hardy che ritorna ad interpretare Eddie Brock.

Il video proviene dai fan che filmano Hardy, vestito con quello che sembra essere lo stesso vestito che indossava nella scena post-crediti di Spider-Man: No Way Home. In quel film, Tom Hardy guarda gli eventi del film svolgersi in TV in un bar, prima di essere catapultato con forza nel suo universo. Tuttavia, lascia dietro di sé un pezzo di simbionte, sicuramente destinato a devastare l’MCU. Hardy può essere visto allontanarsi da alcuni edifici, con fumo e fuoco accanto a lui. Guarda i video sul set di Venom 3 qui sotto:

 

Venom 3, tutto quello che sappiamo sul film

A maggio, il titolo provvisorio di Venom 3 è stato rivelato come essere Orwell, che alcuni fan hanno preso come riferimento a Orwell Taylor della Marvel Comics, un ex generale dell’esercito degli Stati Uniti che formò la squadra di supercriminali cacciatori di Venom nota come “Jury”. Il personaggio di Orwell ha svolto un ruolo di primo piano nella miniserie Venom: Lethal Protector dello scrittore David Michelinie e dell’artista Mark Bagley, che ha segnato il primo titolo da solista di Venom quando è stato lanciato nei primi anni ’90. In attesa di una conferma sul titolo ufficiale, restano sconosciuti i dettagli della trama, mentre sappiamo che l’uscita in sala è attualmente fissata all’ottobre 2024.

Oltre al ritorno di Hardy nel ruolo di Venom/Eddie Brock, Venom 3 introdurrà la star di Ted Lasso, Juno Temple, in un ruolo significativo anche se sconosciuto. Anche la star di Doctor Strange Chiwetel Ejiofor, che interpreta lo stregone Karl Mordo nel Marvel Cinematic Universe, è stata confermata per il cast di Venom 3 in un ruolo a sua volta sconosciuto. Al momento della stesura, Hardy, Temple ed Ejiofor sono gli unici tre attori ufficialmente coinvolti nel progetto, lasciando i fan a ipotizzare se Michelle Williams e/o Stephen Graham torneranno per riprendere i rispettivi ruoli di Anne Weying e il detective Mulligan dal precedente Venom ( 2018) e Venom: La furia di Carnage (2021).

Superman: Legacy, scelti gli attori per i ruoli di Clark Kent e Lois Lane!

0

Dopo mesi di audizioni e provini, la Warner Bros e i DC Studios hanno finalmente i loro nuovi Clark Kent/Superman e Lois Lane. Stando a quanto riportato da Deadline, David Corenswet dovrebbe infatti interpretare Superman mentre Rachel Brosnahan interpreterà Lois Lane in Superman: Legacy, il film scritto e diretto da James Gunn che rappresenterà l’inizio del nuovo DC Universe. La decisione arriva dopo che i due sono stati tra i pochi selezionati per provare davanti ai co-presidenti della DC Peter Safran e Gunn stesso in costume e trucco completo per le parti.

Le prove si sono svolte nell’arco di due giorni con gli uomini; uno dei giorni ha visto i tre attori selezionati in completo abbigliamento da Superman. Fonti vicine hanno affermato che ogni attore aveva concluso accordi di prova che sarebbero scaduti dopo due settimane lavorative, quindi chiaramente tutte le parti volevano che la questione venisse risolta prima di un potenziale sciopero SAG-AFTRA, che potrebbe entrare in vigore a mezzanotte del 30 giugno.

Per Corenswet, il film segnerà il suo primo ruolo da protagonista importante in un film di uno studio importante, essendo già apparso in progetti come Pearl e le serie The Politician e Hollywood. L’attore sigla dunque ora l’affare più importante della sua carriera fino ad ora. La Brosnahan è invece reduce dall’ultima stagione del suo ruolo da protagonista in La fantastica signora Maisel, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui una vittoria agli Emmy.

La Warner Bros deve ancora ancora comunicare se parteciperà al Comic-Con del mese prossimo a San Diego, quindi c’è ancora una possibilità che i due attori vengano ufficialmente essere presentati al panel della Hall H dello studio. Se però ci fosse uno sciopero SAG-AFTRA, Corenswet e Brosnahan non potrebbero partecipare poiché le linee guida dello sciopero affermano che nessun attore può promuovere alcun progetto durante uno sciopero.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting è attualmente in corso, con la speranza che venga fatto un annuncio ufficiale al Comic-Con di San Diego di quest’anno. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025

Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro. “Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentarti la nostra versione di Superman che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”.

Batman: tutto quello che c’è da sapere sul film di Tim Burton

Batman: tutto quello che c’è da sapere sul film di Tim Burton

Batman è da sempre uno dei supereroi dei fumetti più amati e celebrati, nonché uno dei primi ad essere stato portato in televisione e al cinema. Ad aver dato vita al primo lungometraggio dedicato al personaggio è stato Tim Burton, reduce dai successi di Pee-wee’s Big Adventure e Beetlejuice – Spiritello porcello. Burton, come noto, non è un appassionato di supereroi, ma verso Batman nutriva un certo interesse, dato dal suo essere al confine tra bene e male e dal fatto che dietro la maschera del supereroe c’è un uomo solitario in cerca di vendetta. Nel 1989 arrivò così sul grande schermo Batman.

Burton era però interessato non tanto a dar vita ad un adrenalinico film d’azione, quanto più a studiare la psicologia del protagonista. Una scelta che ha portato a non badare alla storia in sé e per sé, che all’epoca fu infatti giudicata da molti come piatta e banale. Tutto invece contribuisce a descrivere lo stato d’animo del cavaliere oscuro di Gotham, dalla colonna sonora di Danny Elfman alle scenografie di Anton Furst, Leslie Tomkins e Peter Young premiate poi con l’Oscar. Il risultato è un film con sì dei richiami fumettistici, ma anche profondamente incentrato sull’esplorazione di una personalità cupa, che detta dunque il tono all’intero lungometraggio.

Batman fu poi un successo straordinario, con un guadagno di oltre 400 milioni di dollari. Ancora oggi è considerato come uno dei film capostipite per le trasposizioni dei fumetti al cinema, un’opera imprescindibile da scoprire e riscoprire. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama del film Batman

In occasione del duecentesimo anniversario della fondazione di Gotham City, il sindaco chiede al procuratore Harvey Dent e al commissario James Gordon di ripulire la città dalla criminalità e dalla profonda corruzione, amministrata dal malavaitoso Carl Grissom. Quando le forze dell’ordine realizzano di essere in netto svantaggio, un misterioso giustiziere mascherato corre in loro soccorso. L’uomo pipistrello, soprannominato Batman, infatti, consegna i criminali alla giustizia e tenta piano piano di fermare gli illeciti del boss mafioso. Vedendo il proprio impero crollare, Grissom decide di punire il proprio braccio destro, Jack Napier, per la propria infedeltà.

L’esecuzione di Napier, tuttavia, è impedita proprio dall’arrivo di Batman, che ingaggia una colluttazione con i criminali presenti. Napier, però, cadendo accidentalmente in una vasca di rifiuti chimici viene ritenuto morto. L’uomo, in realtà, è riuscito a sopravvivere agli agenti chimici ma il suo aspetto è stato irrimediabilmente deturpato. Folle di rabbia, Napier cambia il suo nome in Joker e medita di vendicarsi di tutti gli abitanti di Gotham City, uccidendoli con il potente gas ‘Smilex’. Un pericoloso e imprevedibile nemico di Batman sta dunque prendendo sempre più poter in città e lo scontro tra i due sarà ben presto inevitabile.

Batman cast
© 1989 Warner Bros.

Il cast del film e i costumi di Batman e Joker

Per il ruolo di Batman, la Warner Bros. avrebbe voluto un noto attore di film d’azione, ma Burton aveva idee opposte a riguardo. Egli ricercò piuttosto un attore sconosciuto, optando infine per Michael Keaton, con il quale aveva già lavorato in Beetlejuice. I fan del personaggi furono però profondamente scontenti dalla scelta, temendo che con Keaton si sarebbe dato vita ad una versione comica di Batman. L’attore riuscì però a far cambiare opinione a tutti, dando vita ad un Batman estremamente convincente. A Keaton si deve anche l’intuizione di far parlare Batman con una voce diversa, elemento che verrà poi ripreso anche nelle successive versioni cinematografiche.

Per quanto riguarda il look del personaggio, Burton specificò di volere un costume totalmente nero, che rendesse dunque difficile distinguere il personaggio nell’oscurità. Indossare questo fu per Keaton una sfida non da poco, poiché il lattice della maschera lo rendeva praticamente privo di udito. L’attore sfrutto allora tale condizione di isolamento per costruire al meglio il carattere solitario del personaggio. Inizialmente, anche riguardo al costume i fan espressero pareri negativi, affermando che questo risultava poco minaccioso. Una volta visto nel contesto del film, però, il costume ideato da Bob Ringwood risultò estremamente convincente.

Particolarmente importante fu poi il casting per Joker. Il ruolo stava per essere affidato a Robin Williams, il quale fu però poi scaricato in favore di Jack Nicholson, cosa che provocò una frattura tra Williams e la Warner Bros. Per il ruolo, Nicholson dovette naturalmente sottoporsi a diverse ore di trucco, ma ciò non sembrò per lui essere un problema, tanto che in seguito definirà il Joker come uno dei suoi personaggi preferiti tra quelli interpretati in carriera. Il ruolo di Vicky Vale è invece affidato a Kim Basinger, mentre Billy Dee Williams è Harvey Dent. Degni di nota sono poi anche Pat Hingle nei panni del commissario Gordon e Michael Gough in quelli del maggiordomo Alfred, ruolo che interpreterà anche nei successivi tre film su Batman.

Il trailer di Batman e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Batman grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 27 giugno alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

Five Nights At Freddy’s: guarda il Trailer Ufficiale

0
Five Nights At Freddy’s: guarda il Trailer Ufficiale

Universal Pictures Italia ha diffuso il trailer ufficiale dell’annunciato Five Nights At Freddy’s, il nuovo horror prodotto dalla Blumhouse e con protagonista Josh Hutcherson

Riuscirete a sopravvivere per cinque notti? Il terrificante fenomeno dei videogiochi horror diventa un evento cinematografico da brivido: Blumhouse – la casa produttrice di M3GAN, The Black Phone e The Invisible Man – porta Five Nights at Freddy’s sul grande schermo. Il film segue una guardia giurata tormentata che inizia a lavorare al Freddy Fazbear’s Pizza. Mentre trascorre la sua prima notte di lavoro, si rende conto che il turno di notte da Freddy’s non sarà così facile da superare.

Il film è interpretato da Josh Hutcherson (Ultraman, The Hunger Games franchise), Elizabeth Lail (You, Mack & Rita), Piper Rubio (Holly & Ivy, Unstable), Kat Conner Sterling (Un fantasma in casa, 9-1-1), con Mary Stuart Masterson (Blindspot, Pomodori Verdi Fritti) e Matthew Lillard (Good Girls, Scream). Five Nights at Freddy’s è diretto da Emma Tammi (The Wind, Blood Moon) ed è scritto da Scott Cawthon, Emma Tammi e Seth Cuddeback. Gli iconici personaggi animatronici del film saranno creati dal Creature Shop di Jim Henson. Five Nights at Freddy’s è prodotto da Jason Blum e Scott Cawthon. I produttori esecutivi del film sono Bea Sequeira, Russell Binder e Christopher H. Warner. Universal Pictures presenta una produzione Blumhouse, in associazione con Striker Entertainment.

Scheletro Femmina: Fabula Pictures acquista i diritti di sfruttamento cinematografico

0

La casa di produzione di Nicola e Marco De Angelis, Fabula Pictures, annuncia di aver chiuso un accordo con la casa editrice Mondadori per l’opzione dei diritti per l’adattamento cinematografico di Scheletro Femmina di Francesco Cicconetti.

Il libro, autobiografia romanzata dell’autore, racconta la storia della sua transizione di genere, mescolando vita reale ed elementi di finzione. Una storia d’amore, di crescita e cambiamento, unica e allo stesso tempo universale come metafora della lotta che chiunque affronta per scoprire chi è veramente.

Dal punto di vista produttivo, il progetto percorrerà vie innovative per ridurre l’esclusività sia nei ruoli creativi sia artistici, ancora tutti da definire.

Siamo felici di aver l’opportunità di lavorare a un progetto come questo che ci permetterà di tradurre in immagini una storia potente e di grande ispirazione che porta con sé l’opportunità di scardinare una serie di sovrastrutture che hanno impedito l’accesso all’industria cinematografica delle persone trans”, ha dichiarato Nicola De Angelis, CEO e responsabile sviluppo e co-produzioni internazionali di Fabula Pictures.

“Scheletro Femmina nasce con l’intento di voler rappresentare un ragazzo trans reale, non raccontato in maniera distorta attraverso il filtro dello sguardo cisgender, e, pur avendo un punto di vista soggettivo, è una storia per molti tratti universale, nella quale sia persone transgender che cisgender possono riconoscersi. Il progetto audiovisivo ha la stessa ambizione: avvicinare, stimolare l’empatia e normalizzare il percorso di affermazione di genere”. Questa la dichiarazione dell’autore Francesco Cicconetti.

Nick Fury: la spiegazione della sua timeline nel MCU

Nick Fury: la spiegazione della sua timeline nel MCU

Nick Fury è stato uno dei personaggi centrali del MCU fin dal suo inizio con Iron Man del 2008, ma la sua storia è stata raccontata in modo completamente frammentario. Samuel L. Jackson ha debuttato nei panni di Nick Fury nella scena post-credits di Iron Man e da allora è apparso in altri dieci film del MCU, ha prestato la sua voce a diverse varianti di Nick Fury in What If…?, ed è diventato protagonista della sua prima avventura da solista con Secret Invasion su Disney+.

Sebbene siano state rivelate molte cose sulla storia di Nick Fury nel MCU, egli è ancora uno dei personaggi più enigmatici del franchise, poiché gran parte della sua vita personale è ancora un mistero.

La prima vita di Nick Fury e il suo ingresso nell’esercito degli Stati Uniti (1950-1968)

captain marvelDurante uno scambio di battute in Captain Marvel, in cui Fury dimostra alla Carol Danvers di Brie Larson di non essere uno Skrull mutaforma, Fury rivela alcuni dettagli sulla sua infanzia. Nato Nicholas Joseph Fury a Huntsville, in Alabama, nel 1950, Fury è cresciuto insistendo che tutti si riferissero a lui solo con il suo cognome, compresa la sua stessa famiglia.

Ha anche rivelato che il suo primo animale domestico è stato un gatto di nome Mr. Snoofers. Dopo aver terminato le scuole superiori nel 1968, Fury si è arruolato nell’esercito degli Stati Uniti. Prima di lasciare l’esercito e intraprendere una carriera di spionaggio con la CIA, Fury ha scalato i ranghi fino a diventare colonnello e ha assistito a un gran numero di operazioni durante la Guerra Fredda.

Nick Fury entra nello SHIELD (anni ’80)

In un certo periodo degli anni ’80, Fury lasciò la CIA per unirsi allo SHIELD e nel 1988 lavorava sotto il comando dell’alto membro dello SHIELD R. Keller, interpretato da Ben Mendelsohn in Captain Marvel. Sebbene Captain Marvel abbia visto Fury in missione sul campo, il suo lavoro principale all’interno dello SHIELD era dietro a una scrivania, alla ricerca di minacce future per gli Stati Uniti, anche se si è fatto strada fino a ottenere un’autorizzazione di livello 3.

Durante questo periodo, Fury supervisionò anche l’addestramento del Phil Coulson di Clark Gregg e iniziò a sviluppare un rapporto di lavoro con l’Alexander Pierce di Robert Redford, l’allora Sottosegretario del Consiglio di Sicurezza Mondiale.

Carol Danvers presenta Nick Fury agli Skrull (1995)

Nel 1995, Fury e una squadra di agenti dello SHIELD furono inviati a indagare su una donna misteriosa che si era schiantata in un videonoleggio Blockbuster di Los Angeles. L’eroe spaziale, che si rivelò essere Carol Danvers, accompagnò Fury in un’avventura in cui esplorò la sua storia sulla Terra, la sua amicizia con Maria Rambeau e sua figlia Monica e introdusse Fury alla razza aliena mutaforma, gli Skrull.

Dopo aver appreso che gli Skrull erano in realtà alleati dell’umanità, Fury iniziò a collaborare con Talos, il leader degli Skrull che si era spacciato per R. Keller, l’allora direttore dello SHIELD, e aiutò gli Skrull ad affrontare i guerrieri Kree.

Nick Fury perde l’uso dell’occhio sinistro (1995)

Samuel L. Jackson Nick-FuryDurante la sua avventura con Capitan Marvel, Fury si imbatté in una creatura nota come Flerken, un alieno che aveva assunto la forma di un gatto addomesticato. Goose apparteneva in precedenza alla Mar-Vell di Annette Bening, ma aiutò Fury e gli Skrull a sconfiggere gli ex alleati Kree della Danvers, utilizzando i tentacoli sporgenti espulsi dalla sua bocca per incapacitare alcuni soldati Kree.

Goose ha anche conservato il Tesseract al sicuro all’interno della dimensione tascabile nel suo stomaco. Tuttavia, mentre giocava con Fury dopo la battaglia, Goose ha graffiato Fury sull’occhio sinistro, lasciandogli pesanti cicatrici e causando la sua cecità finale, che lo ha portato a sfoggiare la sua caratteristica benda sull’occhio.

Nick Fury diventa direttore dello SHIELD (fine anni ’90)

Nick-Fury Samuel L. JacksonLavorando con Alexander Pierce in una missione a Bogotà negli anni ’90, Fury ricevette l’ordine di negoziare con l’Esercito di Liberazione Nazionale, che aveva preso in ostaggio diversi ufficiali politici, tra cui la figlia di Pierce. Fury disobbedì a questi ordini e riuscì a recuperare in sicurezza gli ostaggi, venendo promosso a Direttore dello SHIELD per le sue azioni eroiche.

La missione personale di Fury come Direttore dello SHIELD era quella di indagare su artefatti misteriosi, pericolosi e talvolta ultraterreni, tra cui il Tesseract e la Darkhold. Ha anche usato la sua posizione di Direttore per mettere in atto il suo piano per l’Iniziativa Vendicatori, un’idea che aveva concepito dopo aver appreso delle minacce aliene in Captain Marvel.

Nick Fury inizia a reclutare i Vendicatori (2000-2008)

Samuel L. JacksonNonostante il Consiglio di Sicurezza Mondiale volesse che Nick Fury si concentrasse sulla ricerca del Tesseract, egli usò invece la sua posizione di Direttore dello SHIELD per iniziare a reclutare i Vendicatori. Mentre i suoi tentativi iniziali di trovare Capitan America, un supereroe della Seconda Guerra Mondiale, fallirono, Fury reclutò il Clint Barton di Jeremy Renner e successivamente la Natasha Romanoff di Scarlett Johansson nello SHIELD come due dei suoi agenti più fidati.

Marvel Comics The Incredible Hulk: The Fury Files descriveva i tentativi di Fury di portare Bruce Banner, alias Hulk, all’interno dello SHIELD, anche se questi piani vennero accantonati dopo aver visto la portata del potere di Hulk. Al contrario, Fury ha rivolto la sua attenzione a uno dei nuovi eroi del MCU.

Tony Stark viene reclutato come consulente (e Fury gli salva la vita) (2008)

Iron Man del 2008 ha dato il via al MCU raccontando la storia delle origini di Tony Stark nei panni del supereroe titolare. Dopo aver dichiarato al mondo la sua identità di supereroe, la scena post-credits di Iron Man vedeva Stark incontrarsi con Nick Fury nell’oscurità della sua casa di Malibu, con Fury che suggeriva che Stark era diventato parte di un universo di eroi più grande.

Il rapporto tra Fury e Stark è stato ulteriormente sviluppato in Iron Man 2, dove lo SHIELD ha concesso a Stark più tempo per trovare un nuovo elemento per il suo reattore ad arco, e Stark è stato reclutato come consulente per i Vendicatori, pur non essendo ancora un membro ufficiale della squadra.

Lo SHIELD inizia la ricerca sul Tesseract (2011)

Mentre Nick Fury reclutava potenziali membri degli Avengers del MCU, si mise anche al lavoro per reclutare menti preziose nei ranghi dello SHIELD, tra cui l’Erik Selvig di Stellan Skarsgård in Thor del 2011. Selvig fu portato nella struttura dello SHIELD per la missione congiunta sull’energia oscura, dove posò per la prima volta gli occhi sul Tesseract e Fury chiese a Selvig di fare ricerche sul cubo.

All’insaputa di entrambi, questa azione avrebbe portato direttamente agli eventi di The Avengers, e la Pietra Spaziale nascosta nel Tesseract sarebbe stata fondamentale per il futuro del MCU. Da quando Fury ha iniziato le ricerche sul Tesseract, il Consiglio di Sicurezza Mondiale ha concesso allo SHIELD maggiori finanziamenti, permettendo così la nascita dei Vendicatori.

Nick Fury si presenta a Capitan America (2011)

Nel 2011, in Captain America: Il primo vendicatore, il sogno di Nick Fury di reclutare Capitan America per l’Iniziativa Vendicatori si è avverato quando lo Steve Rogers di Chris Evans è stato trovato ibernato ma ancora vivo. Dopo che Rogers è uscito dalla sua stanza di riabilitazione in una struttura SHIELD di Times Square, Fury lo ha incontrato personalmente e gli ha spiegato la sua situazione.

Dal momento che il programma dei Vendicatori stava perdendo trazione tra Iron Man 2 e Il primo vendicatore, il risveglio di Capitan America fu una grande vittoria per i sogni di Fury sui Vendicatori, segnando il pezzo finale del puzzle per riunire i Vendicatori solo un anno dopo.

Avengers Assemble (2012)

the Avengers mcuQuando le ricerche dello SHIELD sul Tesseract aprirono un varco nello spazio, Loki arrivò sulla Terra e mosse guerra all’umanità. I Vendicatori sono stati riuniti per combattere il Dio asgardiano dell’inganno, recuperare il Tesseract, spezzare l’incantesimo di Loki su Clint Barton ed Erik Selvig e salvare New York dall’esercito Chitauri di Loki.

Come loro benefattore, Nick Fury ha avuto un ruolo fondamentale nel riunire la squadra e nel forgiarla in un’unità collettiva composta da Iron Man, Capitan America, Thor, Hulk, Vedova Nera e Occhio di Falco. Il successo dei Vendicatori durante la Battaglia di New York ha ripristinato la fiducia di Fury e del Consiglio di Sicurezza Mondiale nel progetto.

Nick Fury viene apparentemente ucciso dall’HYDRA (2014)

colpi di scenaDopo The Avengers del 2012, i membri della squadra sono tornati a intraprendere missioni in solitaria, con Steve Rogers che è passato alle dipendenze di Nick Fury e dello SHIELD come loro agente di punta. Durante Captain America: The Winter Soldier, tuttavia, è stato rivelato che l’HYDRA è cresciuta all’interno dello SHIELD fin dall’inizio, con Alexander Pierce, vecchio alleato di Fury, a capo dell’organizzazione corrotta.

Fury fu inseguito dall’HYDRA e dal Soldato d’Inverno e apparentemente ucciso, anche se in seguito si rivelò un espediente. Tuttavia, questo ha dato a Fury l’opportunità di entrare in clandestinità, abbandonando la sua vecchia vita mentre il mondo lo dava per morto.

Nick Fury aiuta i Vendicatori nella battaglia contro Ultron (2015)

Captain MarvelNonostante non sia più il direttore dello SHIELD e lavori in incognito, Nick Fury è riuscito a mettersi in contatto con i Vendicatori durante Avengers: Age of Ultron del 2015. Incontrando la squadra nella casa di famiglia di Clint Barton, Fury ha consigliato ai Vendicatori come gestire la minaccia rappresentata dall’Ultron di James Spader.

In seguito, Fury è apparso insieme alla Maria Hill di Cobie Smulders, suo ex braccio destro allo SHIELD, su un elivelivolo recuperato per aiutare l’evacuazione di Sokovia. Riuscendo a portare in salvo la maggior parte della popolazione della città, Fury ha dimostrato che lo SHIELD è ancora una forza necessaria sulla Terra e ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di leadership nonostante non abbia nessuno da guidare.

Nick Fury e Maria Hill vengono uccisi da Thanos (2018)

Dopo Avengers: Age of Ultron, Nick Fury e Maria Hill si sono nuovamente nascosti, e nessuno dei due è stato più visto fino ad Avengers: Infinity War del 2018. Ad Atlanta, Fury e Hill hanno iniziato a essere avvisati della battaglia dei Vendicatori contro il Titano Pazzo Thanos in Wakanda, ma solo pochi istanti dopo è stato rivelato che Thanos aveva completato la sua missione, mentre le persone iniziavano a disintegrarsi intorno a loro.

Frettolosamente, Fury riuscì a contattare Capitan Marvel con il cercapersone che lei gli aveva regalato per le emergenze, prima che lui e Hill cadessero vittime dello scatto di Thanos nella Guerra dell’Infinito. Fury e Hill sarebbero tornati dopo lo Snap di Hulk in Avengers: Endgame ed entrambi erano presenti al funerale di Tony Stark.

Nick Fury lascia la Terra per lavorare al SABER (prima del 2024)

La scena post-credits di Spider-Man: Far From Home ha rivelato che Fury e Hill, nonostante sembrassero direttamente coinvolti nella battaglia dello Spider-Man di Tom Holland contro il Mysterio di Jake Gyllenhaal, erano in realtà gli Skrull Talos e Soren sotto mentite spoglie.

Lo stesso Fury è stato scoperto essere fuori dal mondo in quel periodo, con Secret Invasion della Fase 5 su Disney+ che ha rivelato che stava lavorando alla stazione spaziale SABER. Non è chiaro quando Fury abbia lasciato esattamente la Terra, ma Secret Invasion ha anche rivelato che il Blip di Avengers: Endgame ha avuto un forte impatto su Fury, suggerendo che abbia lasciato il pianeta durante gli otto mesi di intervallo tra Endgame e Far From Home, con Talos che ha assunto la sua identità al suo posto.

Maria Hill richiama Nick Fury sulla Terra per affrontare la ribellione Skrull (2025)

Secret Invasion recensione
(L-R): Cobie Smulders as Maria Hill and Samuel L. Jackson as Nick Fury in Marvel Studios’ SECRET INVASION, exclusively on Disney+. Photo by Des Willie. © 2023 MARVEL.

Secret Invasion ha debuttato su Disney+ il 21 giugno 2023, iniziando con il ritorno di Nick Fury sulla Terra dopo aver lavorato per circa due anni sulla Stazione Spaziale SABER. Fury è stato richiamato sulla Terra da Maria Hill e Talos per affrontare una ribellione Skrull guidata dal Gravik di Kingsley Ben-Adir, che intende sradicare l’umanità e rivendicare la Terra come propria.

Questo come ritorsione alla promessa non mantenuta di Fury e Capitan Marvel di trovare agli Skrull una nuova casa tra le stelle. Fury appare molto più vulnerabile in Secret Invasion, ma poiché la serie segna la sua prima avventura da solista nel MCU, è possibile che vengano rivelati ulteriori dettagli sul suo personaggio.

Nick Fury tornerà in The Marvels (2025)

Il primo trailer di The Marvels del 2023 è stato pubblicato l’11 aprile 2023, svelando che Nick Fury avrà un ruolo nel prossimo sequel di Captain Marvel. Con la formazione di una nuova squadra del MCU con Carol Danvers, una Monica Rambeau cresciuta, interpretata da Teyonah Parris, e la Kamala Khan di Iman Vellani, alias Ms. Marvel, non è chiaro quale ruolo avrà Fury nell’avventura.

Tuttavia, sembra che una parte del film si svolgerà sulla stazione spaziale SABER, che fa seguito alla trama di Secret Invasion e rimette Nick Fury in posizione di comando.

MCU: 15 dettagli utilizzati nei trailer ma che mancano nei film

MCU: 15 dettagli utilizzati nei trailer ma che mancano nei film

Quante volte dei momenti, anche esaltanti, sono stati inseriti nel montaggio dei trailer e mai nei film stessi. Che si tratti di una particolare linea di dialogo, di depistaggi o di semplici personaggi, a volte i momenti epici dei trailer vengono tagliati.

Ci sono anche inquadrature intenzionali che hanno il solo scopo di commercializzare il film e nulla più. Fin dall’inizio del MCU, ci sono state sequenze viste nei trailer che non sono sopravvissute per essere inserite nel film vero e proprio. Mentre alcune sono probabilmente irrilevanti, ce ne sono altre che alcuni fan avrebbero voluto fossero mantenute nei rispettivi film. Ecco 15 esempi di sequenze dei trailer del MCU che non sono mai state inserite nel montaggio finale.

L’incontro tra Bruce Banner e Sampson

Bruce Banner Hulk MCU

Risalendo al primo anno del MCU, il primo teaser trailer de L’incredibile Hulk del 2008 mostrava una conversazione tra il Bruce Banner di Edward Norton e il dottor Leonard Samson di Ty Burrell (un alleato di Hulk nei fumetti originali).

Nel teaser, i due parlano della personalità conflittuale di Bruce, con allusioni alla metà più verde e più mostruosa di Banner. Tuttavia, Sampson e Banner non si incontrano nel montaggio finale del film, anche se Sampson è ancora presente nel film come interesse amoroso di Betty Ross negli anni in cui Bruce era latitante.

Vedova Nera che prova il guanto di Iron Man

Vedova Nera Iron Man

Uno dei trailer di Iron Man 2 del 2010 presenta una sequenza aggiunta alla festa di compleanno di Tony Stark. Ubriacatosi a dismisura per far fronte alla sua morte apparentemente imminente, Tony Stark (Robert Downey Jr.) indossa la sua armatura e inizia a sparare in modo sconsiderato sopra le teste dei suoi ospiti.

Tuttavia, nei trailer è stato mostrato un momento in cui Vedova Nera (Scarlett Johansson) avrebbe dovuto indossare uno dei guanti di Tony. Invece, Natasha Romanoff è introvabile durante la festa vera e propria.

Guardiani della Galassia in prigione nel MCU

Guardiani della Galassia in prigione MCU

Dopo il loro arresto in Guardiani della Galassia del 2014, a ogni futuro Guardiano viene fornito un profilo e un background espositivo mentre due ufficiali dei Nova Corps esaminano le loro fedine penali individuali. Anche questa sequenza è stata una parte importante dei trailer, poiché all’epoca i Guardiani della Galassia erano una proprietà molto meno conosciuta rispetto ad altre squadre Marvel (anche nei fumetti).

Tuttavia, l’inquadratura in cui sono tutti allineati non è presente nella versione cinematografica del primo film che ha veramente esplorato il lato cosmico del MCU.

La mano di Ultron nel metallo fuso

Age of Ultron

Una delle inquadrature più dinamiche del primo teaser trailer di Avengers: Age of Ultron era quella di Ultron, l’avanzato robot assassino creato da Tony Stark e Bruce Banner che credeva che la pace potesse arrivare solo uccidendo gli Avengers e ponendo fine all’umanità.

Il primo piano della sua mano ricoperta di metallo fuso era piuttosto suggestivo e intimidatorio, ma non si vedeva da nessuna parte nel film vero e proprio. Tuttavia, è probabile che questa inquadratura facesse parte di una sequenza tagliata in cui Ultron forgiava la sua armatura di vibranio potenziata poco prima dell’attacco a Sokovia.

La donna all’acqua della visione in Age of Ultron

Age of Ultron visione Thor MCU

Dopo che il personaggio di Elizabeth Olsen ha mostrato agli Avengers le loro più grandi paure in Age of Ultron, Thor (Chris Hemsworth) ha avuto una visione oscura del futuro. Dopo il primo incontro con Ultron e i gemelli Maximoff, Thor ha lasciato per un breve periodo la squadra e ha cercato l’aiuto del dottor Erik Selvig per trovare l’Acqua della Vista, una pozza d’acqua della mitologia norrena che ha permesso al Dio del Tuono di sperimentare di nuovo la visione con maggiore chiarezza, portandolo a scoprire che le Pietre dell’Infinito venivano raccolte.

Tuttavia, nei trailer di Age of Ultron si vedeva una donna alla piscina che non era presente nella versione cinematografica, probabilmente una delle Parche norrene note come Norn.

Il nome di Ant-Man nel MCU

Scott Lang Ant-Man

Nei primi trailer di Ant-Man del 2015, con Paul Rudd nei panni di Scott Lang, l’Ant-Man originale Hank Pym (Michael Douglas) dice a Scott che ha bisogno del suo aiuto e che vuole che diventi il prossimo Ant-Man nel MCU. Nei trailer, l’unica domanda di Lang era se fosse troppo tardi per cambiare il nome, anche se questo particolare umorismo autoironico è stato alla fine eliminato dal montaggio finale, forse considerato un po’ troppo autoironico.

Dopotutto, Ant-Man ha finito per ricevere più che sufficienti critiche per il suo essere letteralmente un ometto, nonostante la sua impressionante capacità di diventare Giant-Man in Captain America: Civil War.

Yellowjacket sostituisce Falcon in Ant-Man

Yellowjacket Ant-Man

I trailer aggiuntivi di Ant-Man del 2015 presentavano anche inquadrature corrispondenti dell’Ant-Man di Lang che sembra parlare con Yellowjacket per sapere se ha sentito parlare di lui. Dopo aver visto il film completo, il pubblico sa che questo è stato fatto per nascondere il cameo a sorpresa di Anthony Mackie in Ant-Man.

Avvenendo nel nuovo quartier generale dei Vendicatori a nord, Falcon era l’eroe con cui Scott stava effettivamente parlando a metà del film, dato che il suo incontro con Yellowjacket avviene solo nel terzo atto del film.

Spider-Man e Iron Man nel MCU

Spider-Man Iron Man

Spider-Man: Homecoming è stato il primo film da solista di Peter Parker nel MCU dopo la sua prima apparizione in Civil War. Essendo stato reclutato da Tony Stark, Iron Man ha continuato a essere il mentore dell’Uomo Ragno anche nel futuro, con altre apparizioni nei film dell’Uomo Ragno. Di conseguenza, l’inquadratura del duo che vola e oscilla fianco a fianco è stata molto utilizzata nel marketing del film, la perfetta rappresentazione di quanto fosse eccitante avere insieme i due supereroi.

Tuttavia, l’inquadratura specifica era destinata solo a questo scopo infatti non è presente in nessuna scena del film.

Hela distrugge il martello di Thor in un vicolo

Hela Thor

I primi trailer di Thor: Ragnarok del 2017 mostravano la liberazione di Hela in un luogo completamente diverso da quello visto nelle sale. Nel film vero e proprio, il debutto di Hela avviene in Norvegia dopo la morte di Odino, mentre affronta sia Thor che suo fratello Loki.

La stessa scena era originariamente ambientata in un vicolo di New York, dove Hela distrugge il martello di Thor prima di usare il Bifrost per prendere il trono di Asgard. Essendo stata cambiata in post-produzione, è stato confermato che Taika Waititi desiderava un’ambientazione più significativa per l’addio di Odino ai suoi figli e l’introduzione della Dea della Morte.

L’arrivo ad Asgard di Loki con un coltello

Loki Thor Ragnarok

I trailer di Thor: Ragnarok presentavano anche due riprese che non sono state realizzate nel film. La prima era Loki che lanciava coltelli nel santuario in cui gli Asgardiani si rifugiavano da Hela, anche se non è mai stato presente nel montaggio finale.

Allo stesso modo, c’era anche un’inquadratura di squadra di Revengers che ritraeva Thor, Loki, Valchiria e Hulk sul Bifrost, anch’essa non presente nelle sale.

Hulk e gli Avengers all’attacco

Avengers Infinity War Hulk MCU

Uno dei più grandi depistaggi del MCU di tutti i tempi, il primo trailer di Avengers: Infinity War. Nell’inquadratura finale del trailer, si vede l’esercito wakandiano con i Vendicatori che guidano la carica attraverso gli alberi.

Tuttavia, la maggior parte dell’esercito non ha raggiunto la foresta e i Vendicatori sono entrati solo dopo l’arrivo di Thanos nel montaggio finale. Inoltre, Bruce Banner non è stato in grado di trasformarsi in Hulk dopo la scena iniziale del film, quindi la sua apparizione nel trailer è stata una massiccia deviazione dalla vera trama del film, dato che lo si vede usare l’armatura Hulkbuster.

Thor e Stormbreaker in Endgame

Thor Stormbreaker

In modo simile, la maggior parte dei trailer di Avengers: Endgame presentava pochissime nuove immagini, scegliendo invece di concentrarsi sull’eredità del MCU con riprese dei film passati, mantenendo il più possibile segreti la trama e le principali sorprese. Tuttavia, la maggior parte delle nuove riprese non era presente nemmeno nel film vero e proprio.

Tra queste c’è un’inquadratura di Thor che si carica con Stormbreaker, un altro errore di regia considerando il salto temporale di 5 anni che porta al successivo crollo mentale del Dio del Tuono, con conseguenti capelli lunghi, barba e un notevole aumento di peso.

Vedova Nera al poligono di tiro in Endgame

Black Widow poligono

Anche se avrebbe potuto essere presente in Avengers: Endgame prima che gli Eroi più potenti della Terra usassero il viaggio nel tempo per riportare metà della vita nell’universo, l’inquadratura di Vedova Nera in un poligono di allenamento è rimasta inutilizzata anche nel film vero e proprio.

Nonostante sia uno dei pochi filmati inediti presenti nei trailer di Endgame, si tratta di un’altra inquadratura che non svela granché delle linee di trama del film, che sono ricche di spoiler, rendendola perfetta per il marketing altamente segreto del film.

La tuta di Spider-Man nel MCU

Costume di Spider-Man MCU

In Spider-Man: Far From Home, Peter Parker utilizza ancora la tuta di Iron Spider regalatagli da Iron Man, che ha utilizzato sia in Avengers: Infinity War e Endgame. Tuttavia, alla fine la lascia a casa per andare in gita scolastica in Europa. Tuttavia, mentre nei trailer si vede Peter Parker partecipare all’evento di beneficenza della zia May nei panni di Spider-Man, lo si vede indossare la sua tuta classica da Spider-Man: Homecoming.

Al contrario, nelle sale cinematografiche l’Uomo Ragno indossa nella stessa scena la tuta di Iron Spider. Di conseguenza, si è ipotizzato che le immagini di post-produzione potrebbero non essere state completate prima dei trailer.

Loki come Re di Asgard

Loki Re di Asgard

Nel trailer di metà stagione della serie Marvel Loki, c’è un’inquadratura di Loki al trono di Asgard che non è mai stata inserita nello show. La compositrice Natalie Holt ha poi rivelato che la scena avrebbe fatto parte del loop temporale di Loki nella prigione della TVA.

Nell’attuale serie del MCU, Loki riviveva ripetutamente un ricordo in cui veniva brutalmente picchiato da Lady Sif dopo averle tagliato i capelli per dispetto. Tuttavia, esisteva un loop temporale alternativo non utilizzato in cui Throg, la versione rana di Thor, avrebbe ripetutamente picchiato Loki in un altro ricordo.

The Walking Dead: Daryl Dixon prima clip dallo spin-off

0
The Walking Dead: Daryl Dixon prima clip dallo spin-off

AMC ha rilasciato la prima clip di The Walking Dead: Daryl Dixon, l’imminente spin-off di The Walking Dead, che vedrà protagonista assoluto il personaggio di Norman Reedus che naviga nella Francia post-apocalittica. Il video inizia con Daryl che registra un messaggio vocale prima di intraprendere un lungo viaggio in una terra sconosciuta. La serie di sei episodi dovrebbe debuttare questo autunno, dopo il finale di The Walking Dead: Daryl Dixon.

Guarda la clip di The Walking Dead: Daryl Dixon qui sotto

https://youtu.be/kt96dkHpIYk

Cosa aspettarsi dalla serie The Walking Dead: Daryl Dixon?

Il logline ufficiale della serie, attualmente intitolata “The Walking Dead: Daryl Dixon“, afferma che “Daryl (Reedus) arriva sulle sponde della Francia e fatica tenta di ricostruire come ci sia arrivato e perché. La serie segue il suo viaggio attraverso una Francia spezzata ma resiliente mentre spera di trovare un modo per tornare a casa. Mentre fa il viaggio, però, le connessioni che crea lungo la strada complicano il suo piano finale.” Insieme a Norman Reedus nel cast ci sono Clémence Poésy, l’attore di Chernobyl Adam Nagaitis, Anne Charrier, Eriq Ebouaney, Laika Blanc Francard, Romain Levi e il nuovo arrivato Louis Puech Scigliuzzi.

Basata sull’omonima serie a fumetti di Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard, la serie  The Walking Dead: Daryl Dixon è prodotta dallo showrunner David Zabel. I produttori sono Reedus, Scott M. Gimple, Greg Nicotero, Brian Bockrath, Angela Kang e Daniel Percival. Attualmente è in fase di riprese in Francia e dovrebbe debuttare su AMC e AMC+ più avanti nel 2023. David Zabel è produttore esecutivo e showrunner, con Scott M. Gimple, Angela Kang, Reedus, Greg Nicotero, Brian Bockrath e Daniel Percival sono anche produttori esecutivi per conto di AMC Studios.

Rosemary’s Baby: primi dettagli del prequel Apartment 7A

0
Rosemary’s Baby: primi dettagli del prequel Apartment 7A

Come molti di voi sapranno è in lavorazione un film prequel di Rosemary’s Baby dal titolo Apartment 7A, e oggi World of Reel riporta i dettagli sul film dopo aver appreso che una recente proiezione di prova è stata fatta a Los Angeles e che ha lasciato le persone ottimiste.

Cosa sappiamo dell’appartamento 7A?

Secondo il rapporto, una recente proiezione di prova per un film intitolato Apartment 7A era – in effetti – un prequel di Rosemary’s Baby. Il rapporto menziona che il film segue la donna che è morta fuori dall’appartamento prima che Rosemary si trasferisse al Bramford.

Il rapporto di World of Reel descrive le protagoniste Diane Wiest e Julia Garner come “intense e intelligenti”. Wiest è definito “diabolicamente esilarante” e Garner “totalmente impegnato” nel progetto. La regista del film è Natalie Erika James, che in precedenza ha diretto il film horror psicologico Relic nel 2020. Oltre a Wiest e Garner, nel film ci sono anche Marli Siu e Rosy McEwen.

Apartment 7A è in fase di sviluppo da tempo, anche se il fatto che il progetto sia un prequel di Rosemary’s Baby è una novità. Il film è scritto da Skylar James, Christian White e Natalie Erika James e sarà prodotto da John Krasinski, Allyson Seeger, Michael Bay, Andrew Form e Brad Fuller.

L’originale Rosemary’s Baby è stato rilasciato nel 1968 dal regista Roman Polanski. Basato sull’omonimo romanzo di Ira Levin del 1967, il film segue la storia della incinta Rosemary Woodhouse (Mia Farrow) e di suo marito che si trasferiscono in un appartamento di New York City. Tuttavia, Woodhouse scopre presto che i loro vicini sono in realtà in un culto satanico e la stanno preparando per usare il suo bambino quando nascerà.

Netflix annuncia Sara, la nuova serie crime con Claudia Gerini

0
Netflix annuncia Sara, la nuova serie crime con Claudia Gerini

Netflix annuncia Sara (titolo provvisorio), la nuova serie crime, tratta dall’omonima saga letteraria di Maurizio de Giovanni, edita da Rizzoli, le cui riprese, appena iniziate, si svolgeranno tra Roma e Napoli. La serie, composta da 6 episodi, è prodotta da Palomar, scritta da Donatella Diamanti, Mario Cristiani e Giovanni Galassi e diretta da Carmine Elia.

Nel cast Teresa Saponangelo (Sara), Claudia Gerini (Teresa), Flavio Furno (Pardo), Chiara Celotto (Viola), Carmine Recano (Massimiliano), Massimo Popolizio (Corrado Lembo) e Antonio Gerardi (Tarallo).

Sara, la trama

Per far luce sulla prematura morte di suo figlio, Sara, ex agente dei servizi segreti interni, stanca e ritirata in una prigione di solitudine, torna a chiedere un favore all’amica e collega di un tempo, Teresa. Ma si sa, niente è per niente. E in un attimo, si ritrova invischiata nella sua vecchia vita. Che lo voglia o no, è ancora la migliore: la “donna invisibile” la chiamavano, e la sua dote non ha mai smesso di essere richiesta. Così, mentre scopre la vita del figlio, di cui ignorava quasi tutto, Sara sprofonda in un’indagine che la riporta davanti a tanti fantasmi del passato. Tenere insieme le due cose è molto difficile, e sicuramente molto pericoloso. Paradossalmente però, è così che la donna invisibile torna a vivere e a far quello che meglio sa fare. Giustizia.

99 Lune: recensione del film di Jan Gassmann

0
99 Lune: recensione del film di Jan Gassmann

“Vedrò con mio diletto
L’alma dell’alma mia, dell’alma mia
Il core del mio cor
Pien di contento, pien di contento”

Sono musica e parole di Antonio Vivaldi ad introdurre 99 Lune, il nuovo film di Jan Gassmann, con Valentina Di Pace e Dominik Fellmann, presentato nella sezione Acid di Cannes nel 2022 (dedicata al sostegno del cinema indipendente). Le immagini si susseguono, per circa 90 secondi; descrivono catastrofi naturali in atto. Presagiscono l’inarrestabile tumulto di un racconto pronto a deflagrare.

99 Lune: la trama

Dove si incontrano due anime sole? sembra domandarsi il regista. E quali sono gli spazi fisici o metaforici adibiti alla fioritura di un sentimento sconosciuto e impetuoso? La storia di Bigna e Frank, giovani socialmente agli antipodi, muove i suoi primi passi guidata dal caso. Lei, scienziata di 28 anni, è in procinto di trasferirsi in Cile per la messa a punto di un complesso meccanismo di prevenzione degli tsunami. Lui, 33 anni, lavora invece in un club, fa uso di droghe e conduce una vita dissoluta. Il loro primo incontro avviene in un parcheggio. Qui Bigna suole soddisfare i propri desideri carnali tramite giochi di ruolo erotici con anonimi; parentesi di “perversa” trasgressione che le consentono di fuggire dall’abitudinarietà del proprio stile di vita.

All’interno di questo grigio contenitore d’orgasmi le parabole esistenziali dei due si intersecano così con vigore, mascherando il quotidiano squallore di realtà insipide e tracciando le linee guida di un rapporto imprevedibile. Un rapporto destinato a protrarsi, interrompersi e riallacciarsi lungo il fluire degli anni.

L’amore lunatico

Alcune settimane or sono, analizzando l’esordio cinematografico di Emilia Mazzacurati, raccontavamo di una storia scandita dal lento succedersi delle fasi lunari. Come Billy anche Jan Gassmann volge lo sguardo al cielo; ma la luna, orologio celestiale di due narrazioni che null’altro hanno da spartire, assume per il regista svizzero una connotazione profondamente simbolica.

Non è un caso, dopotutto, che le imperfezioni del suolo lunare siano la prima immagine a schermo; o che l’influenza dell’astro sulle maree, come mostrato in incipit, sia un elemento centrale nella caratterizzazione della vita lavorativa della protagonista.

Il parallelismo costruito da Gassmann, inizialmente fumoso, si disvela poco a poco, con il passare dei minuti: così che la missione professionale di Bigna aderisca agli affanni della sua vita privata e l’imprevedibilità intrinseca delle calamità naturali divenga ben presto metafora di un rapporto che sfugge ad ogni intenzione o progetto. Emblema di un’esistenza lunatica in cui l’amore, scrive il cineasta nelle note di regia, “rimane una sorta di potere anarchico”; una forza dirompente che esula dai fiacchi tentativi umani di controllarla.

Sentimento o ossessione?

Se sia poi vero amore il fil rouge che connette le vite di Bigna e Frank non è facile a dirsi. Certo la storia del cinema è colma di relazioni appassionate d’ogni genere e “misura”. Dallo sdolcinato allo struggente. Dal melodramma, alla commedia. E il cadenzato “tira e molla” tra i protagonisti di 99 Lune segue tipiche coordinate di “genere”; le medesime, pur con le dovute differenze, secondo cui si muovono Noah ed Allie, William e Anna, Jack ed Ennis.

Il racconto tratteggiato da Gassmann conserva però il fascino dell’indefinito. Acquista e perde di intensità, si confonde, cammina sul baratro dell’ossessione, arrivando fin quasi a soffocare, per poi liberarsi nella fisicità selvaggia e liberatoria dell’atto sessuale. “Goditi il momento” implora Frank. Consapevole, forse, della fragilità dell’appartenersi. Consapevole della delicatezza del legame tra due anime che, nonostante tutto, danno solo l’illusione di toccarsi, come due mani divise dal vetro sottile del finestrino di un auto.

Tra le pieghe dello spaesamento relazionale del film si cela però l’intuizione visivo-espressiva del suo autore. In un presente in cui nudità e sessualità stanno finalmente superando le dogane della censura, il desiderio e atto di trasgressione del regista non è infatti da ricercarsi nel fare esplicito del film, quanto nella sua incertezza semantica. Nella fallibilità del sentimento amore tradizionalmente inteso; qui sporcato, rimodellato e messo in discussione. Devastante come una scossa di terremoto.

“Vedrò con mio diletto
L’alma dell’alma mia, dell’alma mia Il cor di questo cor Pien di contento, pien di contento
E se dal caro oggetto Lungi convien che sia, convien che sia Sospirerò penando Ogni momento”

Jennifer Lawrence venne “immediatamente” scartata al provino per Twilight

0

Tra film di altissimo profilo, grandi blockbuster, un premio Oscar e numerosi altri riconoscimenti, la carriera di Jennifer Lawrence è senza dubbio ricca e di successo. E se un’intera generazione la conosce come la Katniss Everdeen di Hunger Games, il suo volto poteva essere associato anche a un altro franchise Young Adult… se non fosse che all’audizione per quel ruolo, Jennifer Lawrence sia stata “immediatamente” scartata.

In una recente apparizione al podcast di The Rewatchables, Jennifer Lawrence ha rivelato di aver fatto il provino per il primo film di Twilight, ma “immediatamente” è stata respinta. Non è chiaro a questo punto per quale ruolo Lawrence si sia presentata al provino. “Ho fatto il provino per ‘Twilight'”, ha confermato Lawrence. “Mi hanno rifiutato immediatamente. Non ho nemmeno ricevuto una chiamata. Ma la mia vita sarebbe stata totalmente diversa. Ho avuto ‘Hunger Games’, credo, un anno dopo. Probabilmente è stato dopo Un Gelido Inverno“.

Come ha rivelato Lawrence altrove nell’intervista, ha anche quasi rifiutato The Hunger Games solo a causa dell’enorme fandom che si era sviluppato intorno a Twilight. L’attrice ha spiegato che il livello di fama raggiunta dai protagonisti di Twilight e la loro esposizione al fandom la spaventava, e questo l’ha spinta a esitare quando si è trattato di accettare il ruolo di protagonista in Hunger Games. “Non ho mai voluto essere la persona più famosa del pianeta. È una vita molto diversa da quella che immaginavo per me.”

Dopo diverso tempo lontana dai riflettori, Jennifer Lawrence è ora al cinema con una commedia divertente, Fidanzata in affitto. Nel film, sull’orlo di perdere la casa della sua infanzia, Maddie (Jennifer Lawrence) scopre un intrigante annuncio di lavoro: ricchi genitori cercano qualcuno che possa “frequentare” il loro introverso figlio di 19 anni, Percy, prima che parta per il college.

Il film è interpretato anche da Matthew Broderick, Laura Benanti, Ebon Moss-Bachrach, Natalie Morales, Scott MacArthur e Andrew Barth Feldman. Alex Saks, Marc Provissiero, Naomi Odenkirk, Jennifer Lawrence e Justine Ciarrocchi producono e John Phillips è il produttore esecutivo.

Gal Gadot aggiorna sul sequel di Red Notice per Netflix

0
Gal Gadot aggiorna sul sequel di Red Notice per Netflix

Red Notice rimane il film originale di maggior successo nella storia di Netflix e i fan hanno passato l’ultimo anno e mezzo a chiedersi quando finalmente arriverà il sequel. La commedia d’azione con Dwayne Johnson, Ryan Reynolds e Gal Gadot ha battuto i record dopo essere stata rilasciata nel 2021 e Netflix ha ordinato rapidamente non uno, ma due sequel con tutti e tre i protagonisti pronti a tornare.

Netflix non ha condiviso nulla a titolo ufficiale, ma Gal Gadot ha recentemente confermato che le cose stanno ancora andando avanti. Mentre parlava con Collider del suo nuovo film Netflix, Heart of Stone, Gadot ha rivelato di aver letto la sceneggiatura e tutte le persone coinvolte sono “molto entusiaste” di ciò che accadrà. “Ne stiamo parlando tutti”, ha detto Gadot. “Non so se posso dire qualcosa! Ho già letto la seconda sceneggiatura ed è… whoo! Ne siamo tutti molto entusiasti.”

La menzione di Gal Gadot della sceneggiatura di Red Notice 2 è il primo aggiornamento che abbiamo sul film da ottobre, quando i produttori Beau Flynn e Hiram Garcia hanno parlato con Collider del futuro del franchise. In realtà ci sono due film di Red Notice in lavorazione, con Netflix che va avanti su un paio di sequel, potenzialmente per girare uno dopo l’altro. Come ha indicato Flynn, lo sceneggiatore/regista Rawson Marshall Thurber sta attualmente scrivendo entrambi i film.

Dwayne Johnson, Ryan Reynolds e Gal Gadot sono tutti attesi per i sequel di Red Notice, ma non ci sono notizie su quando quei film potrebbero entrare in produzione.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità