Fino a che punto ascoltare la
propria coscienza può essere un bene? E quanto, la società,
influisce sul nostro giudizio? È a queste due domande che cerca di
rispondere Cattiva Coscienza, terzo film
di Davide Minnella, che fa il suo debutto al
Taormina Film Festival prima di uscire in
sala dal 19 luglio distribuito da Vision Distribution, un
giorno prima dell’attesissimo Barbie di
Greta
Gerwig. Cuore del racconto, con protagonisti Francesco
Scianna,
Matilde Gioli, Filippo
Scicchitano, Caterina Guzzanti e
Beatrice Grannò, è la suddetta coscienza, un
qualcosa di intangibile, astratto, che vive dentro di noi e ci
guida lungo il cammino della vita, come un capitano su una nave che
solca sia acque tranquille che tempestose.
Cattiva
Coscienza è stato presentato in anteprima con una
conferenza stampa quasi intima all’hotel NH Roma
Giustiniano, a cui ha partecipato il cast insieme al regista
Minnella e lo sceneggiatore Stefano Sardo. Con loro, anche i volti
produttivi e distributivi, fra questi l’Amministratore Delegato di
Vision Distribution S.p.A., Massimiliano Orfei.
Cattiva Coscienza, sin da subito, introduce lo spettatore in una
realtà in cui le coscienze vivono in un mondo tutto loro e,
imitando
Inside Out della
Pixar, seguono e consigliano gli esseri umani, i loro protetti,
da una Control Room tutta bianca.
“L’idea era di fare una
commistione fra il mondo fantastico del film, rappresentato dalle
coscienze e dal mondo altro, luogo in cui vivono, ci giudicano e
cercano di indirizzarci sulla retta via, e una commedia romantica
contemporanea”, dice il regista Davide
Minnella, parlando della genesi di
Cattiva Coscienza. “Il
presupposto era quello di far intraprendere a Otto, la migliore
coscienza d’Italia, un percorso molto importante, ricco di ostacoli
e vicissitudini, con l’obiettivo di fargli capire che a volte,
nella vita, è meglio vivere che giudicare gli altri. L’augurio è
che lo spettatore vedendo questo film possa giudicare in maniera
più benevola la sua vita, comprendendo che è giusto commettere
degli errori lungo la strada. Anche se si inciampa e si va in
un’altra direzione, questa può risultare persino
migliore.”
“C’era, fra l’altro, proprio il
desiderio di realizzare una commedia fantastica in Italia”,
continua Stefano Sardo, “volevamo prendere
un’idea che altrove si può trovare in un film
Pixar, ad esempio, per vedere quale sarebbe stato il risultato
una volta calata nel nostro contesto produttivo e culturale. C’è
poi, al suo interno, una sorta di riflessione da lettore frustrato:
passiamo la vita a cercare di avere dei valori e costantemente il
nostro Paese ci fa sentire stupidi a tentare di rigare dritto. Il
film perciò può essere visto nell’ottica di un gesto liberatorio,
di uno che ad un certo punto decide di divertirsi e godere,
finalmente, della vita. Credo che far calare in Italia un film che
parli di coscienza sporca sia abbastanza appropriato e noi
l’abbiamo visto come una sfida.”
“Penso, inoltre, che la morale
di Cattiva Coscienza sia di cercare di vivere il
momento e perdonarsi. Ciò non significa essere immorali, ma
accettare il fatto che siamo fallibili, provando comunque a dare il
meglio di noi nonostante le circostanze, senza giudicarci troppo.
Perché, in fondo, si vive una volta sola”, conclude.
I personaggi
A trainare il racconto di
Cattiva Coscienza tre principali
protagonisti, Filippo, Valentina e Otto, quest’ultimo coscienza del
primo che, nel senso generale del film, è quello da cui si ricava
la morale più profonda: per vivere davvero, senza rimpianti,
bisogna lasciarsi andare al flusso della vita ed essere, a volte,
proprio incoscienti. Ad interpretare Otto è Francesco
Scianna: “Otto è una coscienza molto rigida, oltre che
“perfettina” ”, dice l’attore, “e ritiene che la chiave
per avere successo sia sempre fare la cosa giusta. Anche se questo
vuol dire usare un po’ di violenza con il suo protetto
(Filippo ndr) sulla terra. Otto inizia poi ad avere dei
dubbi quando tutto ad un tratto sente che questo successo sta
portando Filippo all’infelicità. La cosa più bella che il
personaggio mi ha regalato è l’aprirsi al mistero della
vita, alla magia.”
Poi prosegue: “Ad esempio, il
primo giorno di riprese, quando sono uscito di casa per andare sul
set, ero molto preoccupato e mi sentivo un po’ perso.
All’improvviso però mi si è spalancata una finestra. Osservavo un
albero e mi emozionava, perché Otto non lo ha mai sentito, vivendo
da un’altra parte. Questo è stato un invito a me stesso a non dare
mai niente per scontato, anche se spesso lo facciamo per paura,
persino nella lettura di un altro. Ma noi siamo i primi ad essere
un mistero, figuriamoci chi ci sta accanto. Dobbiamo ricordarci che
la vita è una rivelazione continua. Il percorso che fa Otto, poi, è
straordinario, perché lui alla fine si innamora, e l’amore è la
chiave del completamento della propria essenza. Ma a questo si può
arrivare solo mettendo in moto il coraggio, e credo che sbagliare
sia un invito onesto per l’accettazione di ogni singola parte di
sé.”
C’è poi Filippo, il protetto di
Otto, interpretato da Filippo Scicchitano, che
passa tutto il tempo a investire sulla sua vita perfetta, senza
sbagli e senza intoppi, con il risultato di essere una persona
infelice e insoddisfatta. “Il mio personaggio è imprigionato a
causa dell’ambizione della sua coscienza”, dice l’attore,
“Otto vuole che lui sia impeccabile, ma questa cosa si riversa su
Filippo sottoforma di infelicità. Lui si interroga su questo
modello di vita che si è imposto, e l’aspetto divertente, per me, è
quando questa cosa esplode a causa di un “cortocircuito fra lui e
Otto”, e arriva a scombussolare tutto l’incoscienza. Il messaggio
trasmesso dal mio personaggio è che non è del tutto negativo
rivoluzionare la nostra vita, compiendo magari scelte diverse.
Bisogna però farne buon uso, di questa rivoluzione.”
E infine
Matilde Gioli, che in Cattiva
Coscienza è l’elemento di rottura. Grazie a lei,
infatti, Filippo capisce quanto gli ingranaggi della sua esistenza
si siano inceppati, mentre Otto scopre cosa vuol dire amare e
mettersi in gioco. “Il mio personaggio, Valentina, e la sua
coscienza (Caterina Guzzanti ndr), sono viste all’inizio
come figure fallimentari. Ma la cosa bella di Cattiva
Coscienza è che, andando avanti, si scopre che questa
coscienza, che può sembrare la pecora nera nel suo mondo, ha fatto
qualcosa di meraviglioso, perché ha lasciato la sua protetta libera
di essere chi voleva, senza giudicarla. Tutte le sventure capitate
agli altri suoi assistiti, non sono fallimenti, sono avvenimenti
che succedono, perché la vita è fatta anche di cattiveria e di
eventi spiacevoli, che portano le persone a stare male. Può
capitare”, conclude Gioli.
Cattiva Coscienza, l’incidenza al
box office italiano
In sala era presente anche
Massimiliano Orfei, Amministratore Delegato di
Vision Distribution, il quale ha fornito una panoramica
sull’andamento dell’industria cinematografica italiana,
sul suo stato di salute e sui risultati che si aspettano proprio da
Cattiva Coscienza, che sarà uno dei
titoli dell’estate nostrana: “Quello che accadrà quest’estate
sarà decisivo. Siamo abituati a pensare all’estate cinematografica
come a una stagione morta e spenta, ma dobbiamo superare questa
percezione. L’abitudine del consumatore si spegne d’estate perché
non c’è offerta di prodotto. Questo circuito vizioso fra assenza di
prodotto e l’abitudine del consumatore di andare al mare o in
montagna, è un’applicazione killer per la nostra industria.
Dovremmo però vedere in questo periodo un cambiamento importante,
considerata fra l’altro la massiccia presenza di blockbuster
americani, e anche noi vogliamo cogliere questa opportunità con il
film di Davide Mannelli, poiché è l’occasione di portare la nostra
proposta cinematografica al pubblico.”
Poi conclude: “Pensiamo che il
film abbia tutte le caratteristiche per fare bene. Certo, è molto
difficile, per il nostro settore, pensare di ritrovare sul genere
della commedia, che è l’architrave del nostro boxoffice, una nuova
connessione con il pubblico, avendola persa in questi anni. Sono
poche le commedie che dalla pandemia hanno funzionato, e quelle che
hanno ingranato non hanno avuto comunque buoni numeri rispetto a
quelli che eravamo abituati a vedere. (…) Ma siamo fiduciosi perché
ora c’è un’inversione di tendenza, il mercato degli ultimi sei mesi
è un mercato che per la prima volta da tre anni ha fatto capire che
qualcosa è cambiato, in positivo. Per cui abbiamo grosse
aspettative, considerato anche che Cattiva
Coscienza verrà presentato a breve al Taormina Film
Festival.”