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Abbott Elementary – stagione 2: recensione della seconda stagione della serie di e con Quinta Brunson

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Reduce da una season awards travolgente, inaugurata con i Golden Globes e conclusasi la scorsa domenica notte con i SAG Awards, torna su Disney+ Abbott Elementary, la serie rivelazione della scorsa stagione televisiva in streaming che con un secondo ciclo di episodi è una felice conferma di quanto costruito nella prima stagione. Quinta Brunson, creatrice della serie e alla guida del folto clan di showrunner, ha di che festeggiare, perché oltre a un rinnovo, lo show si prende anche lo spazio di 20 episodi da 20 minuti.

Abbott Elementary 2 disponibile su Disney+

Lo spirito di adattamento degli insegnanti della Abbott Elementary non è cambiato: Janine, l’entusiasta nuova arrivata della prima stagione, trascina in questo secondo ciclo il suo entusiasmo e la sua voglia di fare bene e meglio, di fare l’impossibile per gli studenti di questa scuola sgangherata, né più né meno di una qualsiasi scuola pubblica americana. Con lei tornano Gregory, che finalmente è insegnante di ruolo, dopo aver accantonato (momentaneamente?) il sogno di diventare dirigente scolastico, torna l’irreprensibile Barbara, insegnante mito per tutti i colleghi e vero e proprio faro per l’intera scuola, che però non rinuncia ai suoi momenti di originalità, torna l’esuberante Ava, Preside sui generis che forse non è adatta al suo ruolo, ma lei non lo sa e va avanti con grande entusiasmo. Tornano anche i bizzarri Jacob e Melissa, che contribuiscono a comporre un quadro originale e divertente di un corpo docenti che davvero fa ogni cosa che può, con quello che ha.

Le situazioni insolite non mancano, rese ancora più strane dal comportamento sempre sopra le righe dei protagonisti, e il formato da mockumentary non mostra segni di cedimento, dopotutto se serie culto della commedia, come The Office, sono riusciti a costruire su quel formato molte stagioni, Abbott Elementary è ancora abbastanza fresca e nuova da continuare ad usare questo espediente per alleggerire i toni della conversazione e riuscire a portare a casa un risultato eccellente.

È chiaro che la comedy è il principale genere dello show, ma la condizione della scuola pubblica americana conferisce alla storia quello strato di verità scomoda che contribuisce a rendere solida e ancorata alla realtà una storia che spessissimo prende strade assurde e poco plausibili. Quinta Brunson, Tyler James Williams, Janelle James, Lisa Ann Walter, Chris Perfetti e Sheryl Lee Ralph sono pronti ad accoglierci in un nuovo anno scolastico alla Abbott Elementary, con entusiasmo e novità, buonumore e dedizione, ma soprattutto con la consapevolezza che ogni giorno è una sfida e arrivare al suono dell’ultima campanella rimanendo vivi e incolumi è una sfida sempre più difficile ma sempre entusiasmante.

Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo: recensione del film

Una veglia a cavallo tra illusioni della mente e realtà: questo è Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo, opera seconda della regista ungherese Lili Horvát. Il film, dal 2 marzo è anche nelle sale italiane ed è un viaggio intimo e onirico.

La trama di Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo

Márta (Natasha Stork) è una promettente dottoressa ungherese che vive e lavora negli Stati Uniti. Ad un congresso nel New Jersey conosce János (Viktor Bodó), un medico ungherese, e se ne innamora a prima vista. Alla fine del congresso, i due non si scambiano i numeri ma, in pieno stile Before Sunrise, si danno un appuntamento due mesi dopo a Budapest. János però non si presenta all’incontro e, quando Márta lo va a cercare, l’uomo finge di non conoscerla. Esterrefatta, la donna sviene. János è così indifferente verso di lei che Márta mette in dubbio il suo ricordo. È davvero avvenuto l’incontro tra i due o è soltanto una illusione della mente di Márta? Le sue conoscenze in campo neurologico si mescolano con i suoi sentimenti: la donna decide di rimanere a Budapest per indagare a fondo, tra scienza e sentimenti, che cosa le stia accadendo.

Un racconto confusionario per esprimere una mente confusionaria

Márta appare fin da subito come una donna molto introspettiva. Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo si apre con il suo racconto, intimo ed emozionato, del primo incontro con János. Da questa premessa, il film si sviluppa in modo tutt’altro che rettilineo, e non per quanto riguarda l’ordine temporale del film. Immagini reali e ricordi soggettivi della protagonista si mescolano continuamente, mettendo sullo stesso piano illusioni, memorie, presente e passato. Márta confessa fin da subito di essersi innamorata a prima vista e follemente: tutto quello che accade dopo questa dichiarazione la mette in una posizione sempre più instabile dal punto di vista mentale. La donna sviene, ricorda cose che non sembrano essere successe, è confusa. La confusione non è osservata esteriormente dallo spettatore, al contrario pervade la narrazione ad ogni livello: parte dalla protagonista, si trasferisce alla struttura del film e arriva fino allo spettatore, che prova a raccogliere il senso di un racconto disordinato (e che non ambisce a mettersi in ordine).

Scienza e amore: due forze che collidono

La cosa curiosa è il fatto che la protagonista sia un medico e che si occupi di neurologia: Márta è la prima a mettere in discussione la propria mente e ad indagarla. La donna, medico e cultrice della scienza, fatica a convivere con il proprio lato irrazionale: s’innamora per la prima volta e non sa come gestire un sentimento così illogico come l’amore a prima vista, totalmente istintivo e travolgente. Non appena János la rifiuta, Márta non esita a dubitare del suo sentimento e confonde le sue emozioni con le problematiche mentali che è solita studiare. Tuttavia, Márta non è disposta a rinunciare a questo suo nuovo lato irrazionale: lo indaga e lo coltiva allo stesso tempo.

La rappresentazione di un sentimento nuovo

Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo fa una onesta rappresentazione di un amore vissuto tra due menti scientifiche e ben poco romantiche. Non ci sono enfatizzazioni o esagerati gesti d’affetto, tutto è estremamente semplice e pragmatico, ma non per questo meno intenso. Gli attori principali sono espressivi pur senza essere enfatici, figure di pietra che entrano in contatto con emozioni forti. Il volto della protagonista è incantevole e cattura l’attenzione dello spettatore, spiccando tra gli altri personaggi, pressoché anonimi.

Anche a livello di riprese, il film conserva una certa genuinità. Introspezione e alienazione sono i cardini del film, a livello narrativo e visivo. Il lungometraggio è girato in pellicola (35mm), cosa che dà solidità ai personaggi. Non solo: la pellicola ha una grana ben visibile, utile anche per esprimere la confusione del racconto, tutt’altro che limpido. Anche i movimenti di camera sono significativi: zoom e close-up negli interni si alternano a campi più ampi, punti camera fissi e distanti per le scene tra le strade di Budapest.

DJANGO: da domani il quinto e sesto episodio, guest star Vinicio Marchioni

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Non può esserci pace nel nostro presente se siamo ancora in guerra con il nostro passato. Questo vale oggi come ieri, tanto per noi quanto per DJANGO, protagonista del western Sky Original che omaggia il classico di Sergio Corbucci, da domani venerdì 3 marzo con due nuovi episodi (quinto e sesto, disponibili anche on demand) in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

Nei nuovi episodi, diretti da David Evans e con Francesca Comencini alla direzione artistica, la Guerra di Secessione si è conclusa, ma la guerra per la libertà non è ancora finita. Infatti è in nome della libertà che si combatte tra New Babylon e Elmdale, e come in tutte le guerre anche in questa ci sono amici e nemici, spie e traditori. Ma anche figlie e figli, padri e madri, legati da rapporti fragili come i tempi che vivono. DJANGO (Matthias Schoenaerts) vuole solo riconquistare la fiducia e l’amore di sua figlia Sarah (Lisa Vicari), che non gli nasconderà di essere al corrente di verità che Django credeva solo sue. John Ellis (Nicholas Pinnock), nonostante il legame di sangue che lo lega inevitabilmente a Seymour (Jyuddah Jaymes), sospetta che sia suo figlio il traditore che si nasconde dentro New Babylon e dietro il fallimento della vendita del primo petrolio estratto.

È tra queste incomprensioni e questi sospetti che si annidano i rancori del passato. Un passato che ha ancora un potere enorme sul presente e che per quanto si tenti di metterlo a tacere tenendolo nascosto, avanza inesorabile per presentarci il conto delle nostre azioni. È Django il primo a fare i conti con il suo, quando si imbatterà nel Colonnello sotto il quale prestò servizio durante la guerra al fianco del Capitano Parisi interpretato da Vinicio Marchioni, guest-star di questi nuovi episodi. Mentre quest’ultimo è legato a Django da una promessa fatta prima di morire, il Colonello, che a Django deve la vita, ora è diventato un giudice corrotto al quale spetterà la sentenza di condanna o assoluzione nei confronti di John Ellis.

Il cast: Matthias Schoenaerts interpreta l’iconico personaggio del titolo, accanto a Nicholas Pinnock nei panni di John Ellis, il visionario fondatore di New Babylon, a Lisa Vicari, che nella serie è invece Sarah, la figlia di Django, e a Noomi Rapace nel ruolo della potente e spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli altri interpreti: Jyuddah Jaymes, Benny O. Arthur e Eric Kole nei panni dei figli di John Ellis, Tom Austen in quelli del cowboy Eljiah Turner e Camille Dugay che sarà Margaret, la moglie di Django. Con Manuel Agnelli, Vinicio Marchioni, Thomas Trabacchi. E a omaggiare il mito del western di culto di Sergio Corbucci, la partecipazione straordinaria di Franco Nero.

Scritta da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli (e da Max Hurwitz, che firma la sceneggiatura del quarto e del sesto episodio), DJANGO è una prestigiosa serie TV in dieci episodi completamente girati in inglese prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya e Atlantique Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky Studios e CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction e con il sostegno del Ministero della Cultura italiano e del governo rumeno.

La trama del quinto episodio di DJANGO

Django e John organizzano due spedizioni di petrolio per confondere Elizabeth. Il piano va a buon fine e New Babylon ha finalmente i soldi per comprare cibo e medicine. Nonostante questo, Seymour si sente tradito da John, ed Elizabeth trova il modo di trarne vantaggio.

La trama del sesto episodio di DJANGO

John viene processato ad Elmdale per appropriazione indebita della terra su cui sorge New Babylon. L’atto di donazione che suo padre firmò in punto di morte, unica prova che potrebbe scagionarlo, sembra misteriosamente sparito. Sarah dovrà rivolgersi a Django per chiedergli di aiutare John e riportarlo a casa.

LOL: Chi ride è fuori, terza stagione dal 9 marzo, ecco il trailer e i concorrenti

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Dopo il grande successo delle precedenti edizioni, LOL: Chi ride è fuori torna con alcuni tra i più importanti comici italiani e le nuove leve della comicità: Herbert Ballerina, Fabio Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda Lodigiani e Marina Massironi.

I concorrenti proveranno a rimanere seri per sei ore consecutive, cercando contemporaneamente, di far ridere i loro avversari per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro a favore di un ente benefico scelto dal vincitore. Ad osservare l’esilarante gara comica dalla control room, torna nelle vesti di arbitro e conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank Matano. Ma non è tutto. In questa nuova edizione ci sarà anche Maccio Capatonda, vincitore della seconda stagione di LOL: Chi ride è fuori, che sarà il disturbatore ufficiale dello show e avrà il compito di indurre alla risata.

La terza stagione del comedy show in sei episodi LOL: Chi ride è fuori è prodotta da Endemol Shine Italy per Amazon Studios, sarà disponibile dal 9 marzo su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. I primi quattro episodi saranno disponibili in streaming da subito e gli ultimi due dal 16 marzo, con il gran finale.

LOL: Chi ride è fuori, stagione 3, il trailer

Il pianeta preistorico, la seconda stagione dell’epica serie-evento su Apple TV+

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Apple TV+ ha annunciato oggi la data d’uscita della seconda stagione di “Il pianeta preistorico”, la pluripremiata serie-evento di storia naturale, realizzata dai produttori esecutivi Jon Favreau e Mike Gunton della BBC Studios Natural History Unit (“Pianeta Terra”) e narrata da Sir David Attenborough. La nuova stagione, composta da cinque episodi, farà il suo debutto nel corso di una serie di eventi di cinque giorni su Apple TV+, a partire dal 22 maggio, ed è pronta per trasportare gli spettatori indietro nel tempo alla scoperta del nostro mondo e dei dinosauri che lo popolavano. Il tutto arricchito da dettagli sbalorditivi e condito dalla colonna sonora originale dal pluripremiato Hans Zimmer.

«La pluripremiata prima stagione di “Il pianeta preistoricoha riportato in vita i dinosauri in un modo che il pubblico non aveva mai visto prima», ha dichiarato Jay Hunt, Creative Director, Europe, Apple TV+. «Collaborando con il brillante Jon Favreau e con i nostri fantastici partner della BBC, siamo entusiasti di poter offrire ancora una volta agli spettatori l’opportunità di immergersi nel nostro mondo come era 66 milioni di anni fa e di farli entrare in contatto con creature ancora più strane e meravigliose».

La serie ha ottenuto il 100% del punteggio della critica su Rotten Tomatoes ed è stata definita come “assolutamente incantevole” (Inverse), “sbalorditiva” (Daily Mail UK) e “stupefacente” (Decider). “Il pianeta preistorico” è stata anche premiata, tra gli altri, dai Television Critics Association Awards, dai Visual Effects Society Awards, dagli Annie Awards, dagli Hollywood Music in Media Awards e dai Cinema Eye Honors Awards.

Il pianeta preistorico combina la miglior regia naturalistica, le più recenti conoscenze paleontologiche e l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia per svelare gli spettacolari habitat e gli abitanti dell’antica Terra, in un’esperienza immersiva unica nel suo genere. La serie è prodotta dal dal team della BBC Studios Natural History Unit con il supporto degli effetti visivi fotorealistici di MPC (“Il re leone”, “Il libro della giungla”), applicati alla concept art creata da Jellyfish Pictures (“Il Libro di Boba Fett”, “Spirit – Il ribelle”). La seconda stagione di “Il pianeta preistorico” continua a far rivivere la storia della Terra come mai prima d’ora: la serie presenta al pubblico nuovi dinosauri, nuovi habitat e nuove scoperte scientifiche, portando gli spettatori in un’epica avventura: con nuove creature, come il Tarchia, uno dei più grandi Anchilosauri, e con il ritorno di ‘personaggi’ famosi come il Tyrannosaurus rex e molti altri, la serie torna con una nuova stagione di meraviglie preistoriche.

Colonna sonora di Hans Zimmer e Andrew Christie per Bleeding Fingers Music. Partitura originale di Zimmer, Anže Rozman e Kara Talve per Bleeding Fingers Music. La prima stagione completa è disponibile in streaming su Apple TV+.

Please Baby Please con Andrea Riseborough dal 31 marzo su MUBI

Please Baby Please con Andrea Riseborough dal 31 marzo su MUBI

Please Baby Please è interpretato dalla candidata all’Oscar Andrea Riseborough (To Leslie, Birdman), Harry Melling (The Tragedy of Macbeth, Harry Potter, La Regina degli Scacchi), Karl Glusman (The Neon Demon, Love), la candidata ai Golden Globe Demi Moore (Ghost, Il Talento di Mr. C), Mary Lynn Rajskub (Safety Not Guaranteed, Mysterious Skin), Ryan Simpkins (Brigsby Bear, A Simple Man) e da Dana Ashbrook (Twin Peaks). Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Rotterdam International Film Festival 2022.

La trama di Please Baby Please

Dopo aver assistito a un omicidio nelle strade di una surreale Manhattan degli anni Cinquanta, la coppia di bohémien Suze e Arthur diventa l’ossessione di una gang di greaser. Demi Moore interpreta l’affascinante vicina del piano di sopra, che ha diversi amanti e, cosa ancora più impressionante, una lavastoviglie.

MUBI

MUBI è un servizio di streaming globale, una casa di produzione e di distribuzione di film che ha la missione di valorizzare il grande cinema. MUBI produce, acquisisce, seleziona e promuove film eccezionali, rendendoli accessibili al pubblico di tutto il mondo.

MUBI è un luogo dove scoprire film ambiziosi, sia di registi iconici che di autori emergenti. Ogni giorno arriva sulla piattaforma un nuovo film selezionato con cura dai programmatori di MUBI. Notebook esplora tutti gli aspetti della cultura cinematografica, sia su carta che online. E con MUBI GO, i membri di alcuni paesi possono ottenere un biglietto gratuito ogni settimana per vedere i migliori film in uscita in sala.

Tra le distribuzioni MUBI recenti e prossime ci sono Passages di Ira Sachs, Petite Maman di Céline Sciamma, Aftersun di Charlotte Wells, Pleasure di Ninja Thyberg, Memoria di Apichatpong Weerasethakul, First Cow di Kelly Reichardt e Shiva Baby di Emma Seligman. Le coproduzioni di MUBI includono il prossimo film di Michel Franco, Memory, One Fine Morning di Mia Hansen-Løve, Farewell Amor di Ekwa Msangi (vincitore al Sundance Film Festival) e Our Men di Rachel Lang. MUBI è la più grande comunità di appassionati di cinema, disponibile in 190 Paesi con oltre 13 milioni di membri in tutto il mondo. Nel gennaio 2022, MUBI ha acquisito le rinomate società di vendita e produzione The Match Factory e Match Factory Productions.

Avatar 3: Spider avrà un ruolo chiave nel film, parola di James Cameron

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Dopo 13 lunghi anni di attesa, il primo dei sequel di Avatar, Avatar – La via dell’acqua (qui la recensione) è finalmente arrivato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, divenendo in poce settimane il terzo film con i maggiori incassi nella storia del cinema. Questo riporta gli spettatori su Pandora, il meraviglioso mondo ideato da James Cameron, sul quale si svolgono le vicende dei protagonisti Jake Sully, Neytiri e dei loro figli. Proprio uno di questi, il figlio umano adottivo Spider, ha suscitato molte curiosità, sia per quanto compie nel corso del film e sia per il suo possibile futuro in Avatar 3 e nel resto della saga.

Come si scopre, infatti, questi è il figlio del colonnello Quaritch, interpretato da Stephen Lang, e pur ripudiando tale padre Spider decide sul finale da salvarlo da morte certa. Proprio per via di questa decisione, molti fan si aspettano ora che il personaggio interpretato da Jack Champion si riveli una componente importante dei sequel a venire. Ora, il pubblico sa per certo che Spider avrà un ruolo importante in Avatar 3 e nei successivi film. Il regista James Cameron ha confermato, durante il suo intervento ad una proiezione del film, che “Spider rimarrà un personaggio importante“.

“Nella mia mente Spider è colui che collega i due papà (Jake e Quaritch). – ha spiegato Cameron – Perché dopo un po’ la semplice vendetta diventa noiosa”. Alla luce di ciò, la domanda non è più se Spider avrà un ruolo di rilievo, bensì quale questo sarà. Si potrebbe pensare che ci sarà sicuramente una sorta di conseguenza per il suo aver salvato il padre cattivo. I Sully di certo non saranno felici della cosa quando lo scopriranno e da qui potrebbe aprirsi una profonda divisione tra loro. Per avere maggiori certezze, però, non resta che attendere ulteriori elementi di trama e, infine, l’arrivo in sala del film il 20 dicembre 2024.

Fonte: TheDirect

Road to Oscar 2023: il Miglior film d’animazione

Road to Oscar 2023: il Miglior film d’animazione

La notte degli Oscar 2023 è sempre più vicina. In attesa di rivedere le luci accese nel Dolby Theatre e il lungo tappeto rosso colmo di star, produttori e registi, le congetture su chi possono essere i papabili vincitori nelle varie categorie sono tantissime. Spesso si spera che il film preferito sia anche il favorito dall’Academy, ma in realtà le statistiche sono già in grado di darci una mezza risposta. Anche se può capitare di assistere poi a delle belle sorprese. Per questa 95esima edizione nella cinquina Miglior Film d’Animazione sono stati scelti: Pinocchio di Guillermo del Toro, Marcel the Shell, Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio, Red e Il Mostro dei Mari.

Pellicole che dimostrano di far parte di un cinema inclusivo per i temi e le storie di ampio respiro portate sullo schermo, e che ancora una volta permettono agli spettatori di poter trovare al cinema un loro posto. Ripercorriamo i cinque film d’animazione candidati agli Oscar 2023, fra vittorie nella stagione dei premi in corso, critiche e accoglienza, cercando di fare il punto della situazione su chi potrebbe portare a casa la statuetta d’oro.

Pinocchio di Guillermo del Toro

Fra i primi a spiccare nella corsa agli Oscar 2023 c’è Pinocchio di Guillermo del Toro, rivisitazione in stop-motion della storia del burattino di legno di Carlo Collodi. Il film si è posizionato al cinema prima e su Netflix poi in un periodo di secca per l’animazione e il cinema in generale, parliamo dei primi di dicembre, aggiudicandosi quindi una grossa fetta di pubblico. Fra i produttori del film il colosso dalla N rossa e Shadow Machine. Il Pinocchio di Guillermo del Toro è un meraviglioso dramma musicale padre-figlio, oltre che una favola antifascista costruita attraverso alcune sfumature anche ironiche. Tocca il cuore per come affronta con sapienza, ma al tempo stesso delicatezza, temi quali il lutto, la politica (il totalitarismo, in questo caso) e perfino la morte, a cui si lega la bellezza della vita.

Una storia realizzata poi con l’incredibile tecnica della stop-motion, che fa del film uno straordinario pezzo d’artigianato, tale soprattutto per le sue dolci e autentiche imperfezioni. Nella rosa come Miglior Film d’Animazione, Pinocchio di Guillermo del Toro è il prodotto più apprezzato. Stando a Rotten Tomatoes, il 97% delle critiche professionali è positivo, con un voto medio di 8,3 su 10. Su Metacritic la percentuale rimane abbastanza alta, con un punteggio di 79 su 100 basato su 49 critiche. Il film sta dominando perfino la stagione dei premi sin qui svolti. Agli Annie Awards si può dire aver fatto incetta di premi, vincendo il Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Animazione dei personaggi, Miglior Design di prodotto e Miglior Musica. Per questa edizione degli Annie, fra l’altro, Pinocchio ha battuto il record ricevendo ben 9 nomination.

Dall’Inghilterra si è portato a casa anche il BAFTA come Miglior film d’animazione, risultando l’unico per questo riconoscimento ad aver ricevuto la candidatura anche per scenografia e colonna sonora. Ricevendo anche il Golden Globe per Miglior film d’animazione, Pinocchio di Guillermo del Toro ha fatto diventare Netflix il primo streamer a vincere la categoria. Fra gli altri premi guadagnati c’è anche Miglior film d’animazione ai Critics Choice Awards e Miglior canzone per un musical/commedia con “Ciao papa” di Gregory Mann ai Society of Composers and Lyricists Award. Negli anni passati altre pellicole di Netflix sono state candidate, pensiamo a Dov’è il mio corpo? (2020), Klaus (2020), Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria (2021) e I Mitchell contro le macchine (2022, senza però ricevere l’Oscar. Se Pinocchio vincesse la statuetta d’oro, sarebbe la prima volta per Netflix nella categoria, oltre a far essere Guillermo del Toro il primo vincitore per Miglior Regia (La forma dell’acqua) e Miglior film d’animazione.

Marcel the Shell

Lo sfidante numero uno di Pinocchio agli Oscar 2023 è di sicuro Marcel the Shell di A24, diretto da Dean Fleischer-Camp. Il mockumentary è stato presentato in anteprima al Telluride Film Festival dove è stato acclamato a settembre 2021, a cui è seguita a luglio 2022 una riproduzione limitata da parte di A24 (che subito lo ha acquistato) nelle sale statunitensi e una wide release dal 15 dello stesso mese. La storia della conchiglia Marcel abbraccia il cuore di tutti. Una piccola conchiglia con un occhio di plastica e delle deliziose scarpette color carota vive insieme alla nonna (Nana Connie), in un appartamento che poi viene affittato a un regista (lo stesso Camp). Marcel si presta ad essere personaggio di un programma televisivo, 60 Minutes, nella speranza di poter ritrovare la sua famiglia e tornare a vivere in una comunità.

È chiaro che portando sullo schermo una storia di ricerca e famiglia, in cui la conchiglia sembra avere un animo umano, le critiche sono state tutte a favore. E così Marcel the Shell si è riuscito ad aggiudicare la nomination nella categoria Miglior film d’Animazione dopo essere stato considerato un ibrido unico, facendo il suo ingresso agli Oscar come primo candidato in stop-motion/live-action. Il mockumentary è stato acclamato dalla critica con il 98% delle recensioni positive su Rotten Tomatoes, che lo hanno definito “intenso, profondo e assolutamente commovente”. Su Metacritic il film ha ottenuto un punteggio di 80 su 100, con degli incassi negli USA pari a 6,7 milioni.

Marcel the Shell è stato, dopo Pinocchio, il film ad aver ricevuto più vittorie nella stagione dei premi, vincendo agli Annie Awards come Miglior film indipendente, Miglior doppiaggio di un personaggio (Jenny Slate presta la voce alla conchiglia) e Miglior sceneggiatura. Fra le tante candidature ricevute spiccano quelle ai BAFTA, ai Golden Globe, ai Saturn Award e ai Critics Choice Award, tutte nella categoria Miglior Film d’animazione. Il film, se non ci fosse Pinocchio su cui sono stati puntati tutti i riflettori, sarebbe sicuramente stato il favorito rispetto agli altri in lista.

Red

Spinto dalla Pixar e sostenuto dal colosso Disney, Red è riuscito a farsi spazio per poter rientrare nella rosa degli Oscar 2023. Alla direzione del film Domee Shi, chiamata dalla Pixar con il compito di pensare a un lungometraggio dopo il corto Bao. Red, la cui storia ruota attorno ad una tredicenne cinese che si trasforma in un panda rosso quando le sue emozioni sono troppo forti, è una bella metafora della pubertà, oltre a essere fra i film Pixar più personali. La pellicola, a causa della pandemia da Covid-19, ha dovuto rinunciare all’uscita in sala, approdando direttamente sulla piattaforma Disney+ a marzo 2022. Per Red, la Pixar ha deciso di discostarsi dai temi universali che permeano gran parte delle sue produzioni, risultando quasi una rivoluzione. Nel meccanismo dell’azienda, infatti, ogni film era progettato dalla Braintrust – formata da John Lasseter, Pete Docter e Brad Bird e altri – e le storie si incentravano tutte sull’amore, la famiglia e la perdita, garantendo alla Pixar successi e premi. Queste ligie regole hanno però allontanato il film dall’idea originale, finendo per essere tutt’altro.

Red è riuscito a fare la differenza grazie a Shi: è rimasto fedele al progetto iniziale e, inoltre, è basato sull’esperienza personale della sua regista. La linea adottata dalla Pixar da qualche anno, si prendano come esempio Luca e Onward, è di seguire più un approccio intimo e mirato, con una pellicola che risulta essere figlia diretta del suo regista. Grazie ai successi ottenuti, l’azienda può ora permettersi il lusso di staccarsi da quei film indirizzati solo ed esclusivamente alle famiglie, abbracciando un pubblico molto più eterogeneo. Ecco perché Shi, con Red, ha voluto far immedesimare il pubblico nella storia attraverso mondi nuovi. Parlando dell’aspetto – anch’esso universale – dell’adolescenza, degli impulsi che si vivono, degli ormoni impazziti, della crescita che ognuno di noi affronta. Il problema però è stato che parte della critica non ha colto il messaggio, e Red è stato definito da questi “troppo circoscritto”, con una grossa difficoltà a immedesimarsi nella protagonista tredicenne.

Ciononostante, il film si è ugualmente distinto per la sua estetica eccentrica, per i valori portati, e per la impeccabile animazione, che si ispira molto agli anime. Su Rotten Tomatoes, Red ha raggiunto il 71% di critiche positive, mentre su Metacritic ha ottenuto un punteggio di 83 su 100, sulla base di 52 recensioni. Si è anche aggiudicato una buona dose di candidature nella stagione dei premi, fra cui Miglior Film d’Animazione, Miglior Regia e Miglior animazione dei personaggi agli Annie Awards, Miglior Film d’Animazione ai BAFTA, ai Golden Globe e ai Critics Choice Award e Miglior produttore per un film d’animazione ai PGA.

Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio

Sequel de Il gatto con gli stivali del 2011 e spin-off di Shrek, Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio è in corsa agli Oscar 2023 come Miglior film d’animazione. Prodotto dalla DreamWorks e distribuito dalla Universal Pictures, costituisce il sesto capitolo del franchise dell’orco verde, diretto da Joel Crawford. In questa nuova avventura frizzante e rivitalizzata, il Gatto viaggia alla ricerca della Stella del Desiderio dopo essersi accorto di aver perso le sue otto vite ed essere rimasto con una sola. In compagnia di Kitty e il cane Perrito, tenterà di ripristinarle tutte, indirizzando così il film verso una riflessione sulla morte e, al tempo stesso, sulla fugacità della vita, con il messaggio (fra righe) di vivere a pieno il tempo di cui si dispone. Il film è stato presentato in anteprima al Lincoln Center di New York a dicembre 2022, per poi uscire nelle sale lo stesso mese, con un leggero ritardo dovuto alla ristrutturazione della DreamWorks.

Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio ha ricevuto un grande plauso dalla critica, la quale ha apprezzato fra le tante cose l’animazione, che vanta un mash-up fra il classico 2D e il moderno CGI 3D. Lodi anche per il suo senso dell’humor e le tematiche riportate, con una particolare attenzione per come viene rappresentata la Morte. Nota positiva al design molto pittoresco, su cui si è fortemente puntato per far sembrare il film un universo fiabesco. La pellicola ha incassato ben 445 milioni, nonostante la forte concorrenza con Avatar – La via dell’acqua, distribuito nello stesso momento, diventando il secondo film con l’incasso maggiore nel 2022.

Su Rotten Tomatoes il 95% delle recensioni sono positive, con un pubblico che lo ha apprezzato al 94%. Su Metacritic, invece, ha raggiunto un punteggio di 73 su 100. Fra le recensioni quella di Variety di Peter Debruge lo descrive come “miglior film della DWA dai tempi della trilogia di How to Train Your Dragon”. Il gatto con gli stivali – L’ultimo desiderio si è poi guadagnato le candidature ai principali riconoscimenti fra cui i Golden Globe, i Critics Choice Awards, i BAFTA e gli Annie Awards nella sezione Miglior film e ai PGA in quella Miglior produttore per un film d’animazione. La vittoria l’ha ottenuta nella categoria Storyboarding, battendo Minions: Come Gru diventa cattivissimo e Strange World.

Il Mostro dei Mari

Concludiamo con l’ultimo della cinquina degli Oscar 2023, Il Mostro dei Mari, film diretto da Chris Williams, regista ai tempi del suo periodo Disney di Oceania e Big Hero 6 (grazie al quale ha vinto un Oscar). La pellicola è uscita per un tempo limitato nelle sale cinematografiche a luglio 2022, per poi essere inserita nel catalogo Netflix lo stesso mese. Il Mostro dei Mari è considerato fra i primi lungometraggi d’animazione originali nel 2018 ad aver avuto il via libera da Netflix Animation. La storia ruota attorno al Capitano Crow e il suo braccio destro Jacob, i quali dopo essere partiti per una spedizione si ritrovano a bordo Maisie Brumble, un’orfana che ha un ossessione simile al capitano: quella dei mostri e delle avventure.

Williams pone al centro della sua opera un mostro in particolare, a cui il Capitano Crow vuol dare la caccia e che ricorda molto la storia di Moby Dick. Il film ha raccolto recensioni positive soprattutto per le tematiche di cui si fa portatore, ossia la ricerca dell’amore genitoriale – molto vivo nelle sequenze di Maisie e Jacob – e dell’importanza dell’ascolto, attraverso cui si può convivere in armonia con gli altri. Su Rotten Tomatoes il lungometraggio di animazione si è aggiudicato il 94% di recensioni positive, e su Metacritc ha raggiunto un punteggio di 74 su 100, basato su 20 critiche. Purtroppo però de Il Mostro dei Mari se ne è parlato poco; al film gli è stato concesso lo spazio minimo e perciò risulta fra i più deboli in vista della notte degli Oscar. Nonostante questo, ha ricevuto comunque alcune candidature agli Annie Awards: Miglior film d’animazione, Miglior voce in un film d’animazione, Miglior scenografia e Miglior montaggio.

Chi potrebbe vincere?

Il Dolby Theatre si prepara per la 95esima edizione degli Academy Awards, la cui cerimonia ricordiamo si svolgerà domenica 12 marzo. Fra meno di due settimane conosceremo il vincitore della categoria Miglior film d’animazione, ma nel frattempo ci si può già fare un’idea su quel che potrebbe essere il papabile vincitore. Pinocchio di Guillermo del Toro è di sicuro il favorito, e in verità lo è stato sin dall’inizio. Fra i motivi per cui possiamo dirlo va menzionato lo status del regista, molto caro all’Academy.

La pellicola in stop-motion del burattino di legno è stata, fra le voci dei suoi avversari, quella più forte, guadagnandosi anche il grande amore del pubblico. L’unico vero sfidante, stando anche alla stagione dei premi, è Marcel the Shell, il quale si è aggiudicato qualche premio rispetto a Red, Il Mostro dei Mari e Il gatto con gli stivali che sono rimasti a bocca asciutta, seppur sia Pinocchio a raccogliere più vittorie. C’è anche da aggiungere che da quando è stato istituito l’Oscar per il Miglior film d’animazione, ormai vent’anni fa, la pellicola che si è aggiudicata i premi agli Annie Awards ha poi vinto l’Oscar: è successo quattordici volte nella storia dei premi.

Avengers: The Kang Dynasty, alcuni personaggi chiave potrebbero non apparire nel film

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Dopo la Infinity Saga, i Marvel Studios hanno ora introdotto i fan alla Multiverse Saga, iniziata con la Fase 4 e che culminerà con due nuovi film sui Vendicatori, Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars, i quali, come avvenuto per Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, dovrebbero riunire vari personaggi della realtà alternativa per un epico scontro finale tra supereroi. Sebbene ad oggi molto poco è stato reso ufficiale riguardo questi due film, alcune indiscrezioni sulla trama hanno lasciato intendere che si potrano vedere eroi di ogni franchise MCU e, persino, gli X-Men e i Fantastici Quattro.

Mentre qualcosa del genere potrebbe effettiva far parte dei piani, lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania Jeff Loveness ha aggiornato sui suoi progressi con la sceneggiatura di The Kang Dynasty, rivelando alcune sorprendenti informazioni. “Sì, è decisamente una cosa complicata”, ha detto quando gli è stato chiesto della sfida di scrivere un film con così tanti personaggi. “Ma proprio come quando ho accettato il lavoro per Ant-Man, non posso concentrarmi davvero sulle questioni esterne. Devo dunque solo gettare le basi di una buona storia, si spera, e trovare i personaggi con cui voglio raccontarla.”

Loveness ha poi proseguito affermando che “a quel punto diventa una partita a ping pong con le altre persone. Come chiunque si presenti e faccia Fantastici Quattro o Blade o… potrei nemmeno usare quei personaggi. Terrò però le orecchie aperte, nel caso qualcuno mi dica ‘Ehi, se Blade vuole entrare, fallo entrare'”. Sebbene sia del tutto possibile che Loveness si sia semplicemente corretto per evitare potenziali spoiler, lo sceneggiatore ha dunque lasciato intendere che non tutti i personaggi visti finora potrebbero apparire nell’atteso film. Sarebbe certamente sorprendente se, ad esempio, i Fantastici Quattro, non facessero parte del film, a meno che questo non abbia proporzioni diverse a quello che ci si aspetta.

Fonte: ComicBookMovie

Incastrati 2: recensione dei primi quattro episodi della serie Netflix

Salvo Ficarra e Valentino Picone ci tengono a sottolineare che Incastrati 2 è l’ultimo capitolo, in sei episodi, del loro primo esperimento nella serialità televisiva. Dunque, non si faccia illusioni su un possibile proseguimento, chi ha apprezzato questo lavoro. Quello che è certo, è che sarà possibile seguire le vicende di Salvo e Valentino, sempre invischiati in questioni di mafia più grandi di loro e non solo, dal 2 marzo in esclusiva su Netflix.

La trama di Incastrati 2

Salvo (Salvo Ficarra) e Valentino (Valentino Picone) cercano di riprendere la loro vita di sempre. Mentre stanno andando a lavoro col furgone, però, una distrazione è fatale e succede qualcosa di inaspettato. I due incroceranno la latitanza di Padre Santissimo (Maurizio Marchetti), accompagnato da Tonino – Cosa Inutile (Tony Sperandeo) e da lì prenderà il via una nuova girandola di vicende. I due si troveranno di nuovo in pericolo, a doversi districare tra i dictat del boss e la volontà di proteggere le donne che amano, con le quali i rapporti non sono affatto facili. Salvo ed Ester (Anna Favella) sono separati, in seguito al tradimento di lei, ma entrambi non hanno abbandonato le speranze di ricostruire la loro storia. Mentre, Valentino e Agata (Marianna di Martino) stanno per andare a vivere insieme, ma non saranno soli. Assieme a loro ci sarà, infatti, anche Robertino (Luca Morello), il figlio di Agata. La donna è impegnata, poi, nelle indagini sull’ omicidio Gambino e a questo si aggiunge l’uccisione di due operai, ancora avvolta nel mistero. Anche la mafia di Padre Santissimo, poi, avrà i suoi rompicapi, dovendo estinguere un debito niente meno che coi messicani.

Incastrati 2, ritmo, scrittura efficace, esperienza trentennale

Incastrati 2 ha un buon ritmo, anche grazie al montaggio di Claudio Di Mauro. Gode, certo, dell’affiatamento ormai trentennale della coppia FicarraPicone. Le gag divertono e si ride, i tempi comici sono buoni e più che rodati. Ma non è solo per questo che sono efficaci. Mentre si ride, infatti, spesso si riflette, il che non guasta. Merito anche della scrittura, che ha visto il duo comico collaborare con Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Fabrizio Testini in un lavoro d’equipe riuscito.

Un’ironia trasversale, che non risparmia nulla

L’ironia e lo sberleffo in Incastrati 2 spaziano su ogni argomento e spesso sono ficcanti. Si ride sulla mafia, ma anche sulla collusione mafiosa, ben più sottile, sulla sanità, col balletto tra pubblico e privato – il dottor Tantillo, interpretato da Gino Astorina, ne è esempio perfetto. Si ironizza sul circo mediatico, ovvero sul giornalismo sensazionalistico, esemplificato perfettamente dai due caratteri opposti di Sergione (Sergio Friscia) e Bellomo (Matteo Contino). Non vengono risparmiate neanche le stesse serie tv – se nella prima serie c’era The touch of the killer, in questa seconda c’è il prequel, The look of the killer. La comicità e l’ironia non risparmiano neppure i rapporti di coppia, quelli genitori-figli, e ovviamente, gli stereotipi legati al sud.

La commistione dei generi in Incastrati 2

Diversi sono i generi cinematografici che si fondono in Incastrati 2, ognuno evidentemente amato e ripreso con precisione nei codici. Thriller, ovviamente, ma anche western, action movie, film romantico, vanno ad arricchire la commedia. Si potrebbe pensare che questa sorta di insalata di generi disturbi, invece è ben orchestrata e diverte.

Incastrati 2, Salvo Ficarra e Anna Favella
Incastrati. (L to R) Anna Favella as Ester, Salvatore Ficarra as Salvo in episode 104 of Incastrati. Cr. Dario Palermo/Netflix © 2021

Le musiche di Paolo Buonvino e la fotografia di Daniele Ciprì

Le musiche di Paolo Buonvino sono trascinanti e si percepisce come si sia divertito a spaziare tra i generi. I violini accompagnano egregiamente tutta la serie, a partire dalla sigla iniziale, fumettistica. Ogni situazione ha musiche appropriate: da quella romantica, con canzoni d’amore, al western, all’azione, alla suspense. La fotografia di Daniele Ciprì ha i colori vividi che si adattano alla commedia ed esaltano il sole della Sicilia, richiamato dal furgone giallo dei protagonisti.

Gli omaggi in Incastrati 2

Del tributo al genere western si è detto sopra e lo spettatore lo apprezzerà senz’altro. Ma tra gli omaggi schietti a capolavori e artisti del nostro cinema, spicca sicuramente quello a Massimo Troisi. In particolare, a Non ci resta che piangere. Si parte dal Padre Santissimo, che non può non ricordare il Santissimo Savonarola, fino ad arrivare al “Grazie Salvo!”, che riprende il “Grazie Mario!” di Non ci resta che piangere. I due autori, registi e sceneggiatori assicurano poi che vi sarà un’altra, più corposa, citazione del genio di Massimo Troisi, voluta per omaggiare il regista e attore da loro tanto amato. Incastrati 2 ha dunque gli ingredienti giusti per offrire un buon intrattenimento da vedere sul piccolo schermo, divertendosi, ma anche riflettendo. Prodotta da Tramp Limited, la serie originale Netflix, che sarà distribuita in 190 paesi, è disponibile sulla piattaforma dal 2 marzo.

Iron Man: il regista Jon Favreau rivela l’esistenza di un’inedita scena post-credits

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I Marvel Studios hanno introdotto l’esistenza di SHIELD già nell’Iron Man del 2008 interpretato da Robert Downey Jr. e diretto da Jon Favreau. All’epoca, però, la pratica di aggiungere ulteriori scene dopo i titoli di coda non era particolarmente comune e dunque in molti si sono persi la comparsa in scena di Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury. Come ormai noto, in tale scena questo racconta a Tony Stark del progetto “Avengers”, ponendo dunque le basi per la formazione dei più potenti eroi della Terra.

A distanza di 15 anni, Favreau ha ora rivelato l’esistenza di una versione alternativa di quella celebre scena post-credits. Intervistato al Jimmy Kimmel Live! per parlare della terza stagione di The Mandalorian, il regista ha infatti spiegato di aver chiesto a Jackson una ripresa alternativa “per puro divertimento” che sapeva non sarebbe mai stata utilizzata per il film. In questa si può osservare uno scambio di battute tra Fury e Stark simile a quello che tutti conosciamo. Alla domanda di Stark su chi egli sia, Fury risponde però “Nick Fury, motherf***er“.

Si tratta di un divertente riferimento al fatto che è questa una delle esclamazioni più ricorrenti fatte da Jackson nei film da lui interpretati. Mostrata durante lo show di cui era ospite Favreau, la scena ha naturalmente mandato in visibilio tutti i fan di Jackson e dell’MCU. Come noto, si potrà ora ritrovare l’attore nei panni di Nick Fury nell’attesa serie Secret Invasion, la quale sarà distribuita su Disney+ nel corso di quest’anno. Nel mentre, ecco di seguito il link per poter vedere la divertente scena presentata da Favreau.

https://twitter.com/JimmyKimmelLive/status/1631167332788871168?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1631167332788871168%7Ctwgr%5E74874b86b02551bb9ee1a73469b6d2bd70aa81c3%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Firon-man%2Firon-man-director-jon-favreau-reveals-never-before-seen-post-credits-scene-im-nick-fury-motherfer-a200792

Fonte: ComicBookMovie 

The Batman – Parte 2: Andy Serkis sarà ancora Alfred nel sequel del film

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Anche se probabilmente bisognerà aspettare un po’ per qualsiasi nuovo annuncio di casting importante per l’annunciato The Batman – Parte 2, diretto ancora una volta da Matt Reeves, si ha già la conferma che un attore del primo film riprenderà il ruolo lì interpretato. Si tratta di Andy Serkis, il quale nel film del 2022 aveva dato volto ad un inedito Alfred Pennyworth. Il suo confermato potrebbe non apparire come una grande sorpresa, ma considerando quanto piena sia l’agenda dell’attore, non era da escludere un suo possibile addio al personaggio.

Addio che però non ci sarà, specialmente considerando che il ruolo avuto da Alfred in The Batman era stato piuttosto ridotto, mentre con il sequel sarà possibile esplorare ulteriormente la sua storia e il suo carattere. Il personaggio, inoltre, ha lasciato in sospeso diversi misteri ancora da risolvere e sui quali sarà possibile indagare ulteriormente. Reeves ha sempre dichiarato che Serkis, con il quale aveva già collaborato per Apes Revolution e The War – Il pianeta delle scimmie, era la sua prima e unica scelta per interpretare il fedele alleato di Bruce Wayne.

Ora che un nuovo tassello si è aggiunto nella costruzione di questo The Batman – Parte 2, non resta dunque che attendere maggiori informazioni, sia per quanto riguarda ulteriori nuovi interpreti che andranno ad aggiungersi al cast e i personaggi che andranno ad interpretare, sia per quanto riguarda la trama e la data di uscita. Questa è attualmente fissata al 3 ottobre 2025, ma non è da escludere che possa essere anticipata o posticipata, come spesso avvenuto per altri film simili nell’ultimo periodo.

Fonte: ComicBookMovie

Star Trek 4: Chris Pine crede che possa essere maledetto

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Star Trek 4: Chris Pine crede che possa essere maledetto

Star Trek 4  è bloccato nell’inferno dello sviluppo, e mentre il franchise continua a riscuotere successo in televisione, sembra che la Paramount Pictures stia davvero lottando per decifrare il destino della proprietà nei cinema. I primi sforzi in sala hanno dato il loro risultato, ovviamente, ottenendo recensioni per lo più positive e incassi al botteghino abbastanza solidi. Tuttavia, con i blockbuster che ormai per poter competere mirano a raggiungere guadagni da $ 1 miliardo per essere considerati un vero successo, non sorprende che il risultato globale di $ 344 milioni di Star Trek: Beyond sia stato considerato una delusione. 

Parlando con Esquire, l’attore del Capitano Kirk Chris Pine ha condiviso i suoi pensieri su come stanno le cose con il franchise e sostiene che è stato un errore aspettarsi che Star Trek facesse i numeri del Marvel Cinematic Universe. “Non sono sicuro che Star Trek sia mai stato costruito per fare quel tipo di attività”, dice. “Ho sempre pensato, perché non facciamo solo appello a questo gruppo di fan davvero rabbioso e realizziamo il film a un buon prezzo e andiamo per la nostra strada, invece di cercare di competere con il Marvel Universe?”. 

Nonostante voglia tornare nei panni di Kirk, Chris Pine sembra pensare che con questa iterazione di Star Trek possa ancora divertirsi. “Dopo che l’ultimo è uscito e non ha fruttato il miliardo di dollari che tutti volevano che facesse, e poi Anton è morto, non lo so, sembrava solo…” Dopo una pausa per un momento di commozione, ha ammesso che il franchise “sembra che sia maledetto”. Per quanto riguarda dove andranno le cose dopo –  che JJ Abrams ha fatto l’annuncio che il cast originale sarebbe tornato per un nuovo film, nel frattempo ha perso il regista Matt Shakman – e ora sempra che l’attore non sappia lo stato delle cose: 

“Non so niente. Nella terra di Star Trek, gli attori sono di solito le ultime persone a scoprire qualcosa. Conosco costumisti che hanno letto le sceneggiature prima degli attori”, spiega Chris Pine“Direi che è frustrante. Non promuove davvero il massimo senso di collaborazione, ma è così che è sempre stato. Amo il personaggio. Amo le persone. Amo il franchise”.

Da quando Star Trek: Beyond è stato rilasciato nel 2016, un’idea popolare includeva una riunione tra il Capitano Kirk di Chris Pine e suo padre, interpretato in Star Trek del 2009 da Chris HemsworthIl regista di Defenders SJ Clarkson una volta era collegato al progetto per a dirigere quel film, mentre la Paramount da allora ha preso in considerazione le idee su film di Noah Hawley (Fargo) e del leggendario regista Quentin Tarantino.

Ghostbusters: Legacy 2, una foto dal set rivela il ritorno ad un luogo iconico

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Il produttore di Ghostbusters: Legacy 2, Jason Reitman, ha condiviso una nuova foto del dietro le quinte del prossimo sequel, fornendo uno sguardo al ritorno della classica caserma dei pompieri del franchise. Dopo che questo ha avuto inizio per la prima volta nel 1984 con Ghostbusters – Acchiappafantasmi, il film del 2021 Ghostbusters: Legacy è servito come sequel diretto, ovvero introducendo nuovi personaggi per portare avanti la storia, presentando però anche un ritorno di Bill Murray, Dan Aykroyd ed Ernie Hudson. Dopo il successo di quel film, è poi stata annunciata la realizzazione di un sequel, diretto stavolta da Gil Kenan.

La data di uscita di Ghostbusters: Legacy 2 è ancora molto lontana, con il film che non dovrebbe arrivare nei cinema prima di dicembre. Tuttavia, un recente post su Instagram di Reitman ha contribuito ad aumentare l’interesse sul film, fornendo anche uno sguardo dietro le quinte sul ritorno della già citata iconica location, grande protagonista dei primi due film del franchise. Certo, la foto non rivela troppo su ciò che il pubblico può aspettarsi da questo prossimo sequel, ma quantomeno conferma che la caserma dei pompieri tornerà, presumibilmente, ad essere la base operativa degli acchiappafantasmi.

Dopo che una versione fatiscente del luogo era apparsa brevemente nella scena dopo i titoli di coda del precedente film, questa potrebbe dunque tornare ora ad avere il ruolo centrale che merita, magari sfoggiando anche qualche gradita novità. Per quanto riguarda i dettagli della trama, invece non è stato ancora rivelato nulla a riguardo, ma ci si può aspettare che il nuovo film introdurrà una minaccia completamente inedita per i protagonisti. In attesa di maggiori informazioni, qui di seguito si può ritrovare la foto pubblicata da Reitman.

Fonte: ScreenRant

Michael B. Jordan riceverà una stella sulla Hollywood Walks of Fame

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L’attore Michael B. Jordan, star di Creed e di Black Panther, ha ufficialmente ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Il 1 marzo, la Camera di commercio di Hollywood ha infatti consegnato all’attore e regista la 2.751esima stella. I partecipanti alla cerimonia includevano Jonathan Majors, co-protagonista di Jordan in Creed III, e il regista Ryan Coogler, che ha diretto l’attore in Fruitvale Station, Creed, Black Panther e Black Panther: Wakanda Forever. “E pensare che questa star non è cresciuta sognando di diventare un attore! Fortunatamente per noi, ha cambiato idea e ora sarà onorato con una stella iconica sulla Hollywood Walk of Fame“, ha dichiarato la produttrice della Hollywood Walk of Fame. Ana Martínez.

Jordan aveva infatti iniziato a lavorare come modello per aziende come di articoli sportivi prima di apparire in alcuni show televisivi. L’attore ha poi ricevuto il suo primo ruolo cinematografico al fianco di Keanu Reeves in Hardball del 2001. Da lì ha poi avuto inizio la sua carriera come attore, consolidatasi poi grazie ai successi della trilogia di Creed, dove Jordan interpreta il figlio di Apollo Creed, ai film di Black Panther dove interpreta il villain Killmonger m anche a film come Il diritto di opporsi e Senza rimorso. I suoi recenti successi hanno dunque spinto la celebre istituzione hollywoodiana a riconoscergli tale tributo, di cui l’attore si è detto naturalmente molto grato.

La prestigiosa stella arriva poi per lui proprio nei giorni in cui il film Creed III è pronto ad arrivare in sala. In questo terzo capitolo l’attore non si limita però solo ad interpretare il pugile Adonis Creed, chiamato a scontrarsi sul ring con un vecchio amico d’infanzia, ma ricopre anche il ruolo di regista in quello che è dunque il suo debutto in tale ruolo. Il film sarà nelle sale italiane a partire dal 2 marzo e la stella ora ricevuta dall’attore non è che un motivo in più per andarlo a vedere.

Fonte: Cbr

La mummia: Brendan Fraser ha rischiato di soffocare sul set del film

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Uno degli attori del momento, Brendan Fraser, candidato al premio Oscar grazie alla sua interpretazione in The Whale, ha recentemente raccontato di uno spaventoso incidente avvenuto sul set di La mummia. Rilasciato nel 1999, il celebre film d’avventura aveva per protagonista Rick O’Connell, un avventuriero che affronta una mummia risvegliatasi da un sonno millenario e determinata ora a ricongiungersi con il suo amore perduto da tempo. Il film, che è stato un successo straordinario e in seguito al quale sono stati realizzati due sequel diretti, ha rappresentato una sfida fisica su più fronti per Fraser, il quale ha anche rischiato di morire soffocato sul set.

In una recente intervista, Fraser ha infatti ricordato un particolare incidente avvenuto su quel set e che lo ha portato ad essere asfissiato fino all’incoscienza. Questo è avvenuto durante le riprese della sequenza dell’impiccagione, quando la persona incaricata di tenere la corda non ha retto quest’ultima a sufficienza. “Sono stato soffocato accidentalmente. Stephen, il regista, mi disse che non avevo reso abbastanza l’effetto dell’essere strozzato e voleva girarne un’altra. Quindi il tizio che teneva la corda l’ha alzata ancor di più e io sono rimasto bloccato, senza poter poggiare i piedi a terra”. 

Lui tirava in alto e io andavo in basso. Ad un certo punto si è fatto tutto scuro e quando mi sono risvegliato il mondo era di traverso e c’era della ghiaia nei miei denti e tutti erano davvero silenziosi.” L’attore ha poi anche raccontato che non appena ebbe ripreso conoscenza, la prima cosa che gli venne detta è stata “Congratulazioni, sei nel club – la stessa cosa è successa a Mel Gibson in Braveheart”. Un brutto incidente, dunque, che non ha però impedito all’attore di portare a termine le riprese del film, con il quale si è poi definitivamente consacrato nell’ambiente Hollywoodiano.

Fonte: ScreenRant

Hypnotic: ecco la prima immagine di Ben Affleck nel thriller di Robert Rodriguez

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Possiamo finalmente dare un primo sguardo a Hypnotic, il thriller di prossima uscita dell’acclamato regista Robert Rodriguez. Un’immagine esclusiva del film è infatti stata rivelata e mostra l’attore Ben Affleck, protagonista del film, in azione. Mentre i dettagli sulla trama del film rimangono per lo più scarsi e vaghi, con Affleck che dovrebbe interpretare un detective che sta indagando su una serie di inspiegabili crimini mentre cerca la figlia scomparsa, la prima foto ufficiale del film ci permette di avere un’idea di come sarà il personaggio protagonista.

La foto rivela un Affleck preoccupato in viso, intento a mostrare quella che sembra essere una foto polaroid di sua figlia. Oltre ad Affleck, Hypnotic avrà un cast corale composto da Alice Braga, JD Pardo, Hala Finley, Dayo Okeniyi, Jeff Fahey, Jackie Earle Haley e William Fichtner. Anche in questo caso, non si sa molto sui personaggi che tali attori interpreteranno, a parte Finley, la quale darà volto alla figlia scomparsa di Affleck. Del film Hypnotic, inoltre, sappiamo che si tratta di un progetto verso cui Rodriguez nutre una forte passione.

Il regista, noto per film ad alto budget come Sin City e Spy Kids, ha raccontato di aver voluto realizzare Hypnotic da ben due decenni ormai. Ha inoltre descritto il film come “un thriller di Hitchcock sotto steroidi“, aggiungendo che in esso saranno presenti “molti colpi di scena, molti turni e molta energia“. Il film, infine, sarà prodotto dalla Troublemaker Studios, dalla Studio 8 e dalla Racer Rodriguez. Attualmente, non vi è ancora una data di uscita ufficiale, la quale verrà però certamente annunciata nel corso dei prossimi mesi.

Fonte: Collider

Sex/Life 2, la recensione della serie su Netflix

Sex/Life 2, la recensione della serie su Netflix

Avete presente il libro I do. Do I? scritto da Carrie Bradshaw in Sex and The City 2? Ecco, Sex/Life 2 potrebbe benissimo essere il volume successivo. La serie targata Netflix, basata sul romanzo 44 Chapters About 4 Men di BB Easton, ha debuttato l’anno scorso facendo una disamina sul matrimonio e sul desiderio femminile, attirando un pubblico prevalentemente femminile (soprattutto per i suoi toni pruriginosi).

Per questo nuovo capitolo, l’ideatrice Stacy Rukeyser affronta lo step successivo alla crisi coniugale, il divorzio, a cui segue un senso di riscatto da parte della protagonista principale. Billie riuscirà ad accantonare il passato e guardare al presente con più ottimismo? Sex/Life 2 ha il compito di rispondere a questa domanda. Al pubblico non resta che attendere il 2 marzo.

Sex/Life 2, la trama

Dopo la separazione con Cooper (Mike Vogel), Billie (Sarah Shahi) si trasferisce a New York, pronta a cominciare una nuova vita lontana dal Connecticut. Raggiunto Brad (Adam Demos), speranzosa di poter ricongiungersi con l’amore della sua vita, riceve da quest’ultimo una doccia gelata: non solo è fidanzato, ma la compagna è persino incinta. Aiutata dalla storica amica Sasha (Margaret Odette), – che nel frattempo è alle prese con passato che ritorna – Billie riesce a voltare pagina, trovando perfino un equilibrio interiore. La sua quotidianità viene però stravolta dalla conoscenza di Majid, proprietario di un ristorante di lusso, il quale la porterà nella sua focosa e movimentata vita, pronto a farle vivere emozioni indimenticabili. Anche se l’ombra di Brad minaccia continuamente il suo umore…

Oh, New York!

Da Sex and The City a Gossip Girl, passando per Friends: tante sono le serie che ci hanno fatto sognare New York, la città che non dorme mai. Una città che, come tutte le cose belle di cui ci innamoriamo, nasconde un lato oscuro e proibito. Party, luci stroboscopiche e ristoranti che trasudano ricchezza incorniciano una New York magica, a tratti surreale, che pone sempre davanti a un bivio: o danzi con lei finché i piedi non bruciano o resti a guardarla, incantato e consumato dalla sua bellezza. Ma mai insoddisfatto. Billie torna da questa New York, quella che vive sotto le note di Empire State of Mind, perfetta descrizione del suo spirito selvaggio. Da una città che due figli e un matrimonio prima, aveva vissuto fino all’ultimo respiro, con l’anima infiammata e il cuore gonfio. L’unica dalla quale far ritorno per poter (forse) ristabilire un equilibrio interiore.

Con chi passerai la tua vita?

La Grande Mela riprogramma tutta la vita della protagonista. Se nel primo capitolo Billie si trovava davanti a un bivio, matrimonio felice o vita sessuale appagante, ora è consapevole di poter avere entrambi. Un traguardo importante per lei, che però non è retto da un concreto sviluppo narrativo. Non si riesce mai ad avere un quadro completo degli eventi, spesso frammentati e irrisolti. Anche quando sembra aver trovato la pace con Majid, Billie è messa di fronte a scelte cruciali, considerazioni intime e fasi di introspezione già esplorate in precedenza e che stridono con il suo nuovo percorso. Nessuna di queste poi scalfisce quella superficie che, come nella prima stagione, risulta avere la corazza molto dura e insapore. Fra sesso sulla ruota panoramica, confessioni licenziose e grand soirée, Sex/Life 2 dichiara sin dalle prime battute la sua natura: un prodotto statico, tremolante di fronte al progresso e ingolfato di plot twist mediocri.

Fermo al mostrare solo scene hardcore e restio a scavare in profondità, a cui dovrebbe seguire una costruzione tridimensionale dei personaggi e un maggior impegno di scrittura. C’è solo un susseguirsi di dinamiche sconnesse, che riempiono un calderone privo di una storia funzionale. Molte sono le scene filler – spesso quelle a sfondo hot – introdotte per dilatare i tempi degli episodi, e la vuotezza e mancanza di verve dei personaggi non permette un coinvolgimento partecipe dello spettatore. Manca la messa in discussione, il coraggio di sbilanciarsi e, soprattutto, un glow up decisivo che conduca i protagonisti verso la maturità. Una maturità posticcia che arriva all’improvviso nel climax ondivago conclusivo solo per fini narrativi, e che non è supportato da eventi incisivi che lo giustifichino.

Sasha, l’unica sorpresa della stagione

L’unica a salvarsi in questa spenta carovana di Sex/Life 2 è Sasha Snow, in grado perfino di rappresentare il leitmotiv della serie: l’empowerment femminile. Sasha impugna la sua vita, libera la sua immagine dall’essere oggetto di mercificazione e, in contemporanea, affronta il suo passato sentimentale con consapevolezza. È il personaggio meno stereotipato, oltre a essere quello meglio costruito a livello di sceneggiatura: Sasha infatti affronta gradualmente quella metamorfosi da bruco a farfalla che, nelle logiche della trama, sarebbe spettata a Billie. Peccato che sia la sola.

Terminati i sei episodi di Sex/Life 2, il pensiero ultimo è che la seconda stagione sia andata avanti per inerzia. Mancante di nuovi argomenti e forse anche di volontà da parte dei suoi autori di darle spessore, risulta essere un prodotto scialbo e sbiadito, a cui si aggiungono delle recitazioni molto grigie. Una serie che all’inizio aveva fatto ingolosire il pubblico per la sua nota piccante, diventata ora scontata e piena di retorica.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ecco chi potrebbe sconfiggere il Concilio dei Kang

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Lo sceneggiatore di Ant-Man and The Wasp: Quantumania e Avengers: The Kang Dynasty, Jeff Loveness, ha rivelato dettagli intriganti su come sconfiggere il Consiglio dei Kang nell’universo cinematografico Marvel. Il misterioso gruppo di varianti di Kang, che include Immortus e il Faraone Rama-Tut, ha fatto il suo debutto in una delle due scene dei titoli di coda di Quantumania. Qui, il Consiglio dei Kang ha convocato innumerevoli altre varianti di Kang in un’arena ultraterrena, prefigurando la loro imminente battaglia con i più potenti eroi della Terra durante la Fase 5 e la Fase 6 dell’MCU.

Ora che Quantumania è finalmente nelle sale, Jeff Loveness ha discusso apertamente di come il titolo del film si collegherà a The Kang Dynasty. In una recente intervista con Polygon, Loveness ha infatti descritto la minaccia che il Consiglio dei Kang rappresenta per l’MCU, nonché l’unico personaggio che può fermarla: “Se si torna indietro e si guarda il film e si ascolta quello che Kang sta dicendo, siamo in un sacco di guai, perché lui era l’unica cosa che può fermare queste varianti”. Discutendo di Kang il Conquistatore di Jonathan Majors, Loveness ammette che dunque il cattivo non mentiva quando ha detto a Janet van Dyne (Michelle Pfeiffer) di essere il solo a poter far fronte a questa minaccia.

Se il Kang il Conquistatore visto in Ant-Man and the Wasp è davvero l’unico personaggio in grado di sconfiggere il Consiglio dei Kang, i Vendicatori potrebbero ritrovarsi a dover fare affidamento sul loro ex nemico per la salvezza del multiverso, in quanto condividono un nemico comune. Se i commenti di Loveness si riveleranno veri, i Vendicatori dovranno mettere da parte le loro divergenze con Kang per sconfiggere le sue varianti molto più pericolose in The Kang Dynasty. Tutto ciò, dunque, potrebbe anticipare alcuni degli eventi che si potrebbero ritrovare alla base del prossimo grande film sugli Avengers.

Fonte: ScreenRant

The Mandalorian: la terza stagione debutta con voto 100% su Rotten Tomatoes

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Le recensioni sono disponibili per la terza stagione di The Mandalorian e questo significa che la serie Disney+ ha ottenuto un punteggio Rotten Tomatoes e a giudicare dal gradimento ottenuto è eclatante. Due episodi sono stati forniti alla critica prima del lancio dello show (letteralmente solo poche ore prima del debutto), ma questa prima ondata di verdetti ha portato a un punteggio impeccabile del 100%.

C’è una buona probabilità che questo cambi nei prossimi giorni, ovviamente, ma non possiamo immaginare che scenda troppo in basso in base alla prima e alla seconda rata di Steller. Entrando nella terza stagione, non abbiamo potuto fare a meno di chiederci se alcuni critici potrebbero criticare The Mandalorian. Dopotutto, la premessa dello spettacolo è cambiata notevolmente e viene diffuso sulla scia di Andor, una serie costantemente elogiata da alcuni per essere migliore dell’universo Star Wars.  Per fortuna, le avventure di Din Djarin e Grogu insieme rimangono amate. La premiere della terza stagione di The Mandalorian ha incluso anche un cenno a sorpresa a Star Wars Rebels. Ha anche rivelato il destino di Cara Dune che viene finalmente svelato.

Nella terza stagione continuano i viaggi del Mandaloriano nella galassia di Star Wars. Un tempo cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è riunito a Grogu. Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per allontanare la galassia dal suo passato oscuro. Il Mandaloriano incontrerà vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu continuano il loro viaggio insieme.

The Mandalorian torna su Disney+ il 1° marzo. La serie è interpretata da Pedro Pascal, Katee Sackhoff, Carl Weathers, Amy Sedaris, Emily Swallow e Giancarlo Esposito. Tra i registi degli otto episodi della terza stagione ci sono Rick Famuyiwa, Rachel Morrison, Lee Isaac Chung, Carl Weathers, Peter Ramsey e Bryce Dallas Howard. Jon Favreau è showrunner/capo sceneggiatore ed executive producer insieme a Dave Filoni, Rick Famuyiwa, Kathleen Kennedy e Colin Wilson. Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i co-executive producer.

LOKI: nuovi dettagli sul misterioso cattivo di Kate Dickie e su Ke Huy Quan

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La prima stagione di LOKI si è conclusa con un enorme cliffhanger, con il dio del male bloccato in una linea temporale in cui Kang governa apertamente l’autorità di variazione del tempo. Non sappiamo dove andrà a finire questa storia, ma la scena post-crediti di Ant-Man and The Wasp: Quantumania ha anticipato quella che sembra essere una caccia alle varianti di Kang attraverso il Multiverso seguendo Loki e Mobius riuniti.

L’attrice scozzese Kate Dickie (The Green Knight) è stata scelta come antagonista nella seconda stagione, con voci precedenti che suggerivano che potesse essere un’altra variante di Loki/Sylvie.  Il fidato insider @MyTimeToShineH ha condiviso alcune nuove informazioni, incluso il fatto che Dickie “sta interpretando un generale malvagio che vuole che i suoi soldati, ex agenti della TVA, distruggano le nuove linee temporali create dopo la morte di He Who Remains”.

Ciò non significa necessariamente che non sia Sylvie, ma il cattivo in realtà suona più come un agente della TVA scontento che spera di ristabilire l’ordine dopo che la linea temporale sacra ha iniziato a espandersi. È difficile dire come Kang influirà su questo, ma i fan nutrono grandi speranze per la seconda stagione di LOKI mentre ci addentriamo più a fondo nella saga del multiverso.  Lo scooper ha anche condiviso nuove informazioni sul personaggio di Ke Huy Quan, rivelando che si chiama “Ouroboros” ed è “il principale tecnico della TVA”.

Sembra che sia un personaggio importante nella seconda stagione e speriamo che non passerà molto tempo prima che i Marvel Studios condividano nuovi dettagli su LOKI  prima del suo previsto ritorno quest’estate.  Eric Martin prende il posto di Michael Waldron come capo sceneggiatore perché ha lavorato su Doctor Strange nel Multiverso della Follia ed è sopratutto impegnato a scrivere  Avengers: Secret Wars

Zero Day: Netflix ordina la serie thriller con Robert De Niro

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Zero Day: Netflix ordina la serie thriller con Robert De Niro

Dopo aver riferito che Robert De Niro avrebbe dovuto recitare in una prossima serie limitata per Netflix intitolata Zero Day, lo streamer ha ufficialmente ordinato il progetto, confermando che la serie andrà avanti nello sviluppo. La serie TV sarà composta da sei episodi. Il progetto proviene dai produttori Eric Newman e Noah Oppenheim e sarà un thriller politico che vede Robert De Niro interpretare un ex presidente degli Stati Uniti. De Niro sarà anche produttore esecutivo della serie, insieme a Newman e Oppenheim.

Secondo una trama della serie, “Zero Day pone la domanda nella mente di tutti: come possiamo trovare la verità in un mondo in crisi, apparentemente lacerato da forze al di fuori del nostro controllo? E in un’era piena di teorie del complotto e sotterfugi, quante di quelle forze sono il prodotto delle nostre stesse azioni, forse anche della nostra stessa immaginazione?”

Sono un fan da sempre di Robert De Niro. Averlo come partner di produzione e star in questo spettacolo va oltre i miei sogni più sfrenati“, ha dichiarato il creatore Eric Newman. “E Lesli Linka Glatter ha diretto tanti dei miei episodi televisivi preferiti; è stata la nostra chiara prima scelta per dirigere questo spettacolo. Sono grato a Netflix per la loro continua fiducia e supporto ed entusiasta di essere in affari con il fantastico team creativo di Noah, Lesli e Jonathan in questa serie tempestiva (e terrificante)”.

Questo segna il primo ruolo televisivo regolare della carriera incredibilmente lunga e leggendaria di De Niro. Spesso acclamato come uno dei più grandi attori della storia di Hollywood, la sua carriera è piena di ruoli e film iconici, inclusi titoli come  Taxi Driver Toro scatenato,  Il Padrino Part IIIl cacciatore e molti altri. Durante la sua carriera, De Niro ha vinto numerosi premi, tra cui due Academy Awards e un Golden Globe. Più di recente, De Niro è apparso nel film  Amsterdam del 2022 di David O. Russell  e apparirà nel prossimo film di Martin Scorsese Killers of the Flower Moon del 2023 .

Dune: The Sisterhood, la serie perde regista e protagonista!

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Dune: The Sisterhood, la serie perde regista e protagonista!

Il noto sito Deadline, ha affrontato lo stato di produzione dell’imminente serie prequel di HBO Max Dune: The Sisterhood e ha rivelato che lo show è attualmente in pausa di produzione poiché ha subito cambiamenti creativi, tra cui l’uscita di uno dei suoi registi e attrici principali. È stato confermato che il produttore esecutivo di Chernobyl Johan Renck ha ufficialmente lasciato il team di regia del progetto a causa di divergenze creative.

Anche la candidata ai BAFTA Shirley Henderson, che inizialmente aveva ottenuto il ruolo principale di Tula Harkonnen, è uscita dal cast di Dune: The Sisterhood. Il casting è attualmente in corso per la nuova attrice protagonista destinata a interpretare il personaggio di Henderson. Poiché Dune: The Sisterhood è entrato in una pausa programmata, sono state apportate alcune modifiche creative alla produzione nel tentativo di creare la migliore serie possibile e rimanere fedele al materiale originale“, ha dichiarato il portavoce di HBO Max in una dichiarazione. “Johan Renck ha completato il suo lavoro sulla serie e verrà assunto un nuovo regista; di comune accordo, Johan si sta muovendo per perseguire altri progetti. Inoltre, Shirley Henderson uscirà dalla serie e non interpreterà più Tula Harkonnen.

La serie sarà interpretata da Emily Watson, Indira Varma, Sarah-Sofie Boussnina, Shalom Brune-Franklin, Faoileann Cunningham, Aoife Hinds, Chloe Lea, Travis Fimmel, Mark Strong, Jade Anouka, Chris Mason, Josh Heuston e Edward Davis. Ambientato 10.000 anni prima dell’ascensione di Paul Atreides, Dune: The Sisterhood seguirà le Harkonnen Sisters mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la leggendaria setta nota come Bene Gesserit.

La serie tv Dune: The Sisterhood

Dune: The Sisterhood è ambientato 10.000 anni prima dell’ascesa di Paul Atreides e segue le sorelle Harkonnen, interpretate da Watson e Henderson, mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la favolosa setta nota come Bene Gesserit. Diane Ademu-John è a bordo come creatrice, scrittrice, co-showrunner e produttrice esecutiva, con Alison Schapker come co-showrunner ed EP. Johan Renck dirigerà il primo episodio e sarà produttore esecutivo, mentre il regista di Dune parte 1 e parte 2 Denis Villeneuve sarà anche produttore esecutivo.

Il Signore degli Anelli potrebbe diventare un franchise simile a Star Wars

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Un altro universo cinematografico sembra prossimo all’arrivo sul grande schermo. Stiamo parlando di Il Signore degli Anelli, che, dopo l’annuncio da parte della Warner Bros. di voler realizzare ulteriori film, sembra diventerà un enorme franchise, con l’intenzione di imitare il successo dell’universo di Star Wars. Concentrandosi sulle molte storie della Terra di Mezzo di J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli ha già avuto, come noto, diversi spin-off, tra cui la trilogia cinematografica di Lo Hobbit e la serie Amazon Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Sebbene dunque Frodo e Sam abbiano finito di raccontare le loro storie, è noto come il mondo ideato da Tolkien abbia ancora molto da poter raccontare.

Considerando dunque le tante storie a disposizione, non è impensabile né dovrebbe essere troppo difficile sviluppare idee per nuovi film de Il Signore degli Anelli. Ulteriori opere che attraverseranno l’intera Terra di Mezzo e la sua vasta linea temporale sono dunque attualmente oggetto di discussione. Certo, con Amazon impegnato su Gli Anelli del Potere, un pezzo della sequenza temporale concepita da Tolkien potrebbe non essere disponibile, ma ci sono ancora molte epoche da poter esplorare. Oltre al rimanere fedeli ai testi di Tolkien, però, esiste anche un’ulteriore possibilità, ovvero quello di dar vita a storie inedite.

Con gran parte del lavoro di Tolkien è infatti stato già raccontato e con Gli Anelli del Potere che si ispira fortemente al Il Silmarillion, la costruzione di un nuovo bacino di storie potrebbe aiutare ad espandere il panorama de Il Signore degli Anelli per gli anni a venire. Non è ad esempio da escludere la possibilità che vengano realizzati veri e propri spin-off su personaggi molto amati quali Gandalf, Aragorn o Legolas. Indipendentemente da ciò, se la Warner Bros. Discovery e Amazon vorranno davvero creare un universo de Il Signore degli Anelli simile a Star Wars, dovranno farlo con molta attenziona, data l’affezione dei fan a tale franchise.

Fonte: ScreenRant

Dead Ringers: teaser trailer della nuova serie con Rachel Weisz

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Dead Ringers: teaser trailer della nuova serie con Rachel Weisz

Amazon Studios ha diffuso il primo teaser trailer di Dead Ringers per l’imminente adattamento in serie limitata dell’omonimo thriller del 1988 di David Cronenberg. Il remake sarà disponibile in streaming il 21 aprile, esclusivamente su Prime Video.

Il video ci offre il nostro primo sguardo al premio Oscar Rachel Weisz nel doppio ruolo delle gemelle Elliot e Beverly Mantle, originariamente interpretato da Jeremy Irons nel film. Questo segna il primo grande progetto televisivo della Weisz dopo oltre un decennio da quando è apparso nel film TV della BBC Page Eight.

https://www.youtube.com/watch?v=smRrEqRShsc

Dead Ringers di Prime Video è descritto come una versione moderna del film cult di Cronenberg. Insieme a Weisz nel dramma di sei episodi ci sono Britne Oldford (The Umbrella Academy) nei panni di Genevieve, Poppy Liu (Better Call Saul) nei panni di Greta, Michael Chernus (Severance) nei panni di Tom, Jennifer Ehle (Zero Dark Thirty) nei panni di Rebecca ed Emily Meade (The Deuce) nel ruolo di Susan.

La serie segue Elliot e Beverly Mantle, ginecologi gemelli che condividono tutto: droghe, amanti e un desiderio impenitente di fare tutto il necessario, incluso spingere i confini dell’etica medica, nel tentativo di sfidare pratiche antiquate e portare l’assistenza sanitaria delle donne a in prima linea”, si legge nella sinossi.

Dead Ringers è creato, scritto e prodotto esecutivamente da Alice Birch (Normal People), che è anche la showrunner. I produttori esecutivi sono Weisz, Stacy O’Neil, Sue Naegle, Sean Durkin, Ali Krug, Erica Kay, Anne Carey, Polly Stokes, James G. Robinson, David Robinson e Barbara Wall. Prodotta da Amazon Studios e Annapurna Television.

Empire of Light, dal 2 marzo al cinema

Empire of Light, dal 2 marzo al cinema

Empire of Light è una storia incentrata sul potere dei legami umani in tempi burrascosi. Ambientato nei primi anni Ottanta all’interno e nei dintorni di un vecchio cinema sbiadito in una cittadina costiera dell’Inghilterra, il film segue Hilary (Olivia Colman), una donna che gestisce il cinema e deve fare i conti con la sua salute mentale, e Stephen (Micheal Ward), un nuovo dipendente che sogna di fuggire da questa cittadina provinciale in cui deve affrontare avversità quotidiane. Sia Hilary che Stephen trovano un senso di appartenenza attraverso la loro dolce e improbabile relazione e sperimentano il potere curativo della musica, del cinema e della comunità.

Empire of Light, leggi la recensione

Il film Searchlight Pictures Empire of Light è interpretato dalla vincitrice dell’Academy Award® Olivia Colman, il vincitore del BAFTA Micheal Ward, Tom Brooke, Tanya Moodie, Hannah Onslow e Crystal Clarke, con Toby Jones e il premio Oscar® Colin Firth. Al cinema dal 2 marzo distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Coldplay – Music Of The Spheres, Live at River Plate arriva al cinema

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I Coldplay hanno annunciato oggi una speciale edizione cinematografica dello spettacolare concerto della band Music Of The Spheres World Tour, filmato alla fine dello scorso anno durante le dieci serate sold out allo stadio River Plate di Buenos Aires.

Il film concerto sarà proiettato in migliaia di sale cinematografiche in tutto il mondo il 19, 20 e 21 aprile. L’elenco delle sale sarà disponibile dall’8 marzo quando apriranno le prevendite cinematografiche (i dettagli verranno pubblicati su coldplaycinema.live e nexodigital.it).

La proiezione offrirà ai fan di tutto il mondo la possibilità di vivere l’acclamato spettacolo dal vivo del Music Of The Spheres World Tour dei Coldplay, che ha venduto più di 6 milioni di biglietti e ha ottenuto recensioni entusiastiche da parte di fan e critici. Il Guardian lo ha definito “genuinamente sbalorditivo”, il New York Post “una serata da libri di storia” e il Glasgow Evening Times ha parlato del “più grande spettacolo sulla Terra”.

Coldplay – Music Of The Spheres: Live At River Plate è la versione definitiva dello spettacolo trasmesso in diretta in tutto il mondo lo scorso ottobre, con audio remixato e rimasterizzato e immagini straordinarie, realizzate con 30 telecamere, droni e tecniche di ripresa a 360° dal regista Paul Dugdale, vincitore di un BAFTA e nominato ai Grammy.

Il film include una serie di filmati che non sono stati mostrati durante l’evento in diretta, quando il concerto è stato proiettato in 81 paesi conquistando le classifiche dei botteghini di tutto il mondo. Questa nuova edizione per il cinema includerà anche esclusivo materiale backstage e nuove interviste alla band.

Il concerto vede i Coldplay alle prese coi classici successi della loro carriera, tra cui Yellow, The Scientist, Fix You, Viva La Vida, A Sky Full Of Stars e My Universe, in uno stadio di luci, laser, fuochi d’artificio e braccialetti LED. Tra le chicche anche la partecipazione della pluripremiata H.E.R. e di Jin dei BTS, che si esibisce al fianco dei Coldplay per il debutto dal vivo del suo singolo da record The Astronaut.

L’album Music Of The Spheres è già certificato oro in Italia e ha venduto oltre 1,7 milioni di copie in tutto il mondo. L’evento è distribuito nei cinema italiani in esclusiva da Nexo Digital in collaborazione coi media partner Radio Deejay e MYmovies.it, Live Nation e Warner Music Italy.

The Whale, aumentate le copie del film dopo un weekend di successo al box office

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Un week end denso di successi per The Whale, l’ultimo emozionante film di Darren Aronofsky che ha debuttato in Italia con la miglior apertura europea dopo UK: 650.923€ con una media copia di 2.070€ in 312 schermi, con ottimi risultati anche nei giorni feriali fino a ottenere un incasso di 806.777€ nei sei giorni. E in attesa degli Oscar, Brendan Fraser si aggiudica il premio come miglior attore protagonista agli Screen Actors’ Guild Award per il personaggio di Charlie – divenuto già iconico – che l’attore ha definito “il ruolo della vita” e che gli ha regalato una nomination agli Academy Awards, oltre a numerosissimi altri premi e riconoscimenti.

Dal Tribute Award assegnato al Toronto International Film Festival, al Palm Springs International Film Festival e al Santa Barbara International Film Festival;dal premio come miglior attore protagonista ai Critics Choice Award e  tributi della Hollywood Critics Association, della Las Vegas Film Critics Society, dei Black Film Critics Circle Awards e dei Women Film Critics Circle Awards. E poi ancora una pioggia di riconoscimenti: Critics Association of Central Florida Awards, Discussing Film Critics Awards, Internet Film Critic Society, Nevada Film Critics Society, North Texas Film Critics Association, Oklahoma Film Critics Circle Awards, Philadelphia Film Critics Circle Awards, Phoenix Critics Circle, Phoenix Film Critics Society Awards, St. Louis Film Critics Association, Capri Actor Award, nonché la candidatura ai Golden Globe e ai Bafta, per citarne solo alcuni.

La struggente tenerezza di Charlie,l’insegnante di letteratura tormentato dai fantasmi del passato e affetto da una grave forma di obesità, ha toccato il cuore del pubblico italiano ottenendo un ottimo risultato al botteghino, oltre al plauso della critica, tanto che dal 2 marzo, seconda settimana di uscita,The Whale sarà in 400 sale italiane (elenco qui) rispetto alle 312 copie Cinetel del primo week end.

Prodotto da A24 e da Darren Aronofsky per Protozoa Pictures, The Whale è diretto dallo stesso Aronofsky su una sceneggiatura di Samuel D. Hunter basata sulla sua omonima opera teatrale. Il film è interpretato da Brendan Fraser, con Sadie Sink (protagonista della serie di culto “Stranger Things), Hong Chau, candidata all’Oscar e già vincitrice del New York Film Critics Online Award per The Whale, Ty Simpkins, Samantha Morton.

The Whale è candidato a tre premi Oscar, miglior attore protagonista Brendan Fraser, miglior attrice non protagonista Hong Chau, miglior trucco e acconciatura Anne Marie Bradley, Judy Chin e Adrien Morot. Il film è distribuito in Italia da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

Terra e Polvere, il trailer del film di Li Ruijun

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Terra e Polvere, il trailer del film di Li Ruijun

Ecco il trailer di Terra e Polvere l’emozionante love story cinese che porta la firma di Li Ruijun. Il film arriverà al cinema il 30 marzo distribuito da Tucker Film, una storia che ha incantato la 72ª Berlinale e il Far East Film Festival di Udine. Terra e Polvere ci racconta l’amore tenero e complicato di Youtie e Guiying. Due anime fragili in un mondo, il nostro, che delle fragilità non sembra più sapersi prendere cura.

Terra e polvere è prodotto da Hucheng no.7 Films Productions, Qizi Film Ltd., Beijing J.Q.Spring Pictures Co. Ltd., Aranya Pictures, Shanghai Shigu Film, Dream Media Co. Ltd e uscirà al cinema distribuito da Tucker Film.

Terra e Polvere, la trama

Il matrimonio combinato di Youtie e Guiying, un uomo e una donna che vivono vite difficilissime, sembra portare inevitabilmente alla somma di due solitudini. Di due povertà (sociali, emotive, affettive). Ma da questo incontro, tenero e pudico, prenderà forma giorno dopo giorno un legame solido e prezioso… Return to Dust, titolo-rivelazione della Berlinale e del Far East Film Festival di Udine, dove ha vinto il Black Dragon Award e il Silver Mulberry Award, racconta l’amore attraverso i silenzi e i ritmi contadini della Cina rurale. Un’opera dolce e dolente che ha il sapore della terra e delle stagioni. Se Li Ruijun ha affidato il ruolo di Guiying ad un’attrice di grande esperienza come Hai Qing (Fire on the Plain, Operation Red Sea, Sacrifice), a farle da controcanto ha invece chiamato un absolute beginner come Wu Renlin, cioè un vero contadino (nonché zio dello stesso Li). Una scelta che imprime ulteriore naturalezza alla dimensione, aspra e sospesa, di Terra e polvere: un film così lontano dal rumore della civiltà e così vicino all’anima degli spettatori.

Vera al cinema dal 23 marzo con Wanted

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Vera al cinema dal 23 marzo con Wanted

Presentato in anteprima mondiale all’ultima edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti, dove ha trionfato aggiudicandosi il Premio Orizzonti per la migliore regia e il Premio Orizzonti per la miglior attrice, VERA arriva nelle sale italiane con Wanted dal 23 marzo. Diretto da Tizza Covi e Rainer Frimmel (La Pivellina), il film vede protagonista Vera Gemma con Sebastian Dascalu, Annamaria Giancamerla e Daniel de Palma e l’amichevole partecipazione di Asia Argento.

Vera vive all’ombra di un padre famoso, il carismatico attore Giuliano Gemma, ereditando il look western di tanti suoi personaggi. Stanca della propria vita e delle proprie relazioni superficiali, vaga nell’alta società̀ romana. Quando, in un incidente automobilistico in una zona di periferia, ferisce un bambino di otto anni, inizia con lui e con suo padre un’intensa relazione. Ma presto si rende conto che, anche in questo mondo, lei non è che uno strumento per gli altri.

Lo sguardo sensibile dei documentaristi Tizza Covi e Rainer Frimmel rende il ritratto di Vera intimo e profondo. Una donna protagonista di un affresco a cavallo tra documentario e finzione che scava nelle pieghe più nascoste della sua vita pubblica e privata.

Tizza Covi e Rainer Frimmel hanno detto del film (da una intervista rilasciata a Gianpiero Raganelli): “Vera ci ha affascinato andando oltre l’apparenza. Quando l’abbiamo vista per la prima volta ci siamo detti: «Ma chi è questa?» e non siamo stati molto simpatici con lei. Due settimane dopo ci siamo ritrovati a una cena insieme e l’abbiamo trovata incredibile, sincera, divertente, colta. Ci siamo chiesti come mai giudicassimo ancora dalle apparenze. Abbiamo visto che tutti la giudicano dalle apparenze e ci è sembrata una cosa molto ingiusta. Abbiamo cominciato a trovarci con Vera e a stabilire un’amicizia. L’abbiamo conosciuta nel 2015, è stato un lungo conoscersi. Ci sembrava una cosa importante, dopo anni di lavoro, avere una protagonista come lei. Per noi Vera è una donna molto forte, al contempo debole come ogni persona che sta cercando l’amore perché sta cercando una cosa che è molto difficile da trovare.”

VERA sarà nelle sale italiane distribuito da Wanted da giovedì 23 marzo.

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