C’è una serie
crime-thriller che sta facendo impazzire gli
spettatori Netflix:
si tratta di Dahmer – Mostro: La storia di Jeffrey
Dahmer (qui la
recensione). Lo show, prodotto da Ryan
Murphy (The
Prom, American
Horror Story), è ispirato al ”Mostro di
Milwaukee”, un serial kiler americano realmente esistito che
ha ucciso e torturato i cadaveri di 17 ragazzi. La serie è molto
cruda ed è ricca di scene assurde e disgustose: quali di queste
ritraggono fedelmente la realtà?
Il sandwich con la
carne
La disgustosa scena in cui
Dahmer (Evan
Peters) offre alla vicina Glenda
Cleveland un panino con la carne è successa davvero,
anche se è stata leggermente alterata. Nella realtà,
Glenda non era la vicina di appartamento
di Dahmer: abitava in un edificio vicino al
serial killer e aveva notato un via vai sospetto.
Un’altra donna, di nome
Pamela Bass, viveva a poche porte di distanza
da Jeffrey negli Oxford apartments. Si può dire che
Glenda Cleveland sia quindi
una combinazione delle due donne. Nel docu-film
The Jeffrey Dahmer Files, Bass ha
dichiarato che Dahmer faceva spesso panini per i
condomini. La donna ha detto: “Probabilmente ho mangiato parte
del corpo di qualcuno“.
Le chiamate di Glenda Cleveland
alla polizia
Come abbiamo detto,
Cleveland non viveva nell’appartamento accanto a
Jeffrey (come invece accade nello show), ma è
la donna la prima a notare alcuni eventi insoliti nella zona. In
particolare, il comportamento strano di
Dahmer l’ha spinta a chiamare la polizia più
volte, con ancora più frequenza dopo l’incidente con
Konerak Sinthasomphone.
Secondo
Seventeen, Cleveland non solo ha
contattato la polizia, ma, nella speranza di essere presa in
considerazione, ha provato anche con l’FBI. Nonostante le
telefonate di Glenda, dopo il caso
di Sinthasomphone Dahmer
è riuscito ad uccidere altre cinque persone prima di essere
catturato.
Il comportamento della polizia nei
confronti di Sinthasomphone
La scena in cui i due
agenti della polizia non credono
a Sinthasomphone è reale anche se, nella vita
vera, al posto di Glenda c’erano la figlia e
la nipote. Le due ragazze hanno chiamato la polizia quando hanno
notato che il giovane era dolorante e stava sanguinando. La storia
si è svolta in modo simile a come mostrato nella serie: gli agenti
di polizia hanno creduto alle parole di Dahmer e,
convinti che Sinthasomphone fosse il suo
fidanzato, lo hanno fatto rientrare nell’appartamento
dell’assassino.
Secondo PopBuzz, i due agenti sono
stati licenziati per negligenza, ma sono stati reintegrati dopo
poco (e hanno addirittura ricevuto la paga arretrata). I due sono
anche riusciti a fare carriera: John A.
Balcerzak è diventato il capo dell’associazione di
polizia, mentre Joseph P. Gabrish è stato reso
capitano di un dipartimento di polizia. Entrambi gli uomini sono da
tempo in pensione e, anche dopo la condanna di
Dahmer, continuano ad essere convinti delle scelte
fatte allora.
Gli animali morti
Come mostrano le scene di flashback
dello show, Dahmer e suo padre
Lionel si divertivano a collezionare animali morti
e ad analizzarne i resti. Lionel era un chimico e,
quando ha scoperto che suo figlio era interessato alla vivisezione
dei cadaveri, ha pensato che si trattasse di una passione da
coltivare più che di una mania. Stando a LADbible.com, il
padre di Jeffrey sperava che il figlio
intraprendesse una carriera nell’ambito scientifico o
medico.
I fan sono combattuti: non sanno se
accusare o difendere le ragioni di Lionel. In ogni
caso, l’uomo era uno scienziato e potrebbe aver visto nel figlio
un’inclinazione simile alla sua. Tuttavia, anche Lionel
Dahmer nel suo libro ha ribadito più volte di aver
trascurato i segni delle manie di Jeffrey.
Photo bombing nell’annuario
scolastico
Un altro flashback dello show
mostra Dahmer che, quando è ancora al
liceo, s’intrufola in un servizio fotografico per l’annuario e fa
photo bombing nel gruppo della Honor Society. Quando
i compagni notano l’intruso, è troppo tardi per rifare la foto e
decidono di oscurarne il volto in tutte le copie da distribuire
agli studenti.
L’incursione nella foto è successa
realmente, anche se nessuno ha poi cancellato la faccia di
Jeffrey. Non a caso, nel documentario Jeffrey
Dahmer: Mind of a Monster, Mike Krukal, un ex
compagno di classe di Dahmer, ha dichiarato
che il serial killer faceva spesso strani scherzi. Anche nel film
My Friend Dahmer viene mostrato questo aspetto di
Jeffrey.
Il tentato suicidio di
Joyce
Dopo l’arresto e l’incarcerazione di
Dahmer, una scena della serie mostra il tentato
suicidio della madre del serial killer Joyce
Flint. La donna scollega la stufa a gas in cucina e tenta
in questo modo di porre fine alla sua vita. Secondo UPI
archives, si tratta di un fatto realmente
accaduto: Joyce, rinvenuta a faccia in
giù nella sua cucina, è stata soccorsa in tempo e si è salvata.
Come mostrato nella serie,
Flint ha davvero scritto una lettera per salutare
i figli in cui chiedeva di essere cremata e descriveva la sua vita
come “solitaria”. Distractify riporta che la
donna è morta a 64 anni, nel 2000 per un cancro al seno.
Le storie delle
vittime
Anche se non sono completamente
fedeli, tutte le storie delle vittime mostrate nella serie sono
basate sulle reali prede di Dahmer, (Seventeen).
Il primo omicidio è infatti l’assassinio dell’autostoppista
diciottenne Steven Hicks.
Inoltre, Tony
Hughes, protagonista dell’episodio praticamente senza
sonoro, era davvero non udente. Anche il numero delle vittime
sembra essere esatto: secondo le indagini, i ritrovamenti e le
confessioni di Dahmer, le persone uccise
sono in totale 17.
Il battesimo
di Dahmer
Una delle ultime scene dello show
mostra il battesimo di Dahmer. Dopo un incontro
ravvicinato con un prete, Jeffrey dichiara di
voler essere battezzato. La cerimonia avviene in un piccolo spazio
della prigione e la scena è montata insieme alle immagini che
mostrano la condanna a morte di un altro famoso serial killer:
John Wayne Gacy.
Secondo HITC, il
battesimo di Dahmer è avvenuto davvero. Non solo:
si è svolto lo stesso giorno in cui Gacy è stato
giustiziato. Un altro dettaglio della serie è autentico: in
quel fatidico giorno c’è stata un’eclissi solare.
Jeffrey Dahmer è
stato ucciso in prigione
È noto che
Dahmer è stato assassinato in prigione da un
altro detenuto, Christopher Scarver: l’uomo ha
colpito Dahmer con una barra di metallo nella
sala pesi. Secondo alcuni reportage d’archivio dalla Associated
Press, Scarver ha davvero affermato
“Dio mi ha detto di farlo.”
Inoltre, in un’intervista al New
York Post del 2015 (via
Distractify), Scarver ha dichiarato
di aver interrogato Dahmer sui suoi crimini,
esattamente come avviene nello show.
Oggi Scarver è vivo ed è ancora in
prigione.
Lionel ha rifiutato di far analizzare
il cervello di Jeffrey

Nella serie, dopo la morte
Jeffrey
Dahmer Flint vorrebbe far
studiare il cervello di suo figlio da
un’università. La donna vorrebbe trovare una causa per le stranezze
del figlio, ma Lionel Dahmer si oppone all’ex
moglie in tribunale perché Jeffrey nel suo
testamento ha espresso la volontà di essere cremato.
La serie
Neflix ripercorre fedelmente anche questo
aspetto del caso Dahmer: i suoi genitori si
sono scontrati in tribunale e, nell’attesa di una sentenza, il
cervello di Dahmer è stato conservato nella
formaldeide per anni. Alla fine, Lionel ha vinto
la causa e nessuno studio è andato in porto. Il caso
di Jeffrey rimarrà per sempre un’assurdità
incomprensibile.