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Buon compleanno Mr. Grape: la spiegazione del finale del film

Buon compleanno Mr. Grape è un film drammatico del 1993 che si colloca tra le opere indipendenti americane degli anni ’90, caratterizzate da una forte attenzione ai legami familiari e alle dinamiche sociali in piccoli centri. La regia, curata da Lasse Hallström, si distingue per uno stile intimista e sensibile, capace di raccontare storie di crescita e di responsabilità attraverso uno sguardo realistico e al tempo stesso poetico. Il film combina momenti di dramma e delicate sfumature di commedia, creando un equilibrio emotivo che coinvolge lo spettatore senza mai scadere nel sentimentalismo eccessivo.

Il cast del film è guidato da Johnny Depp, nei panni di Arnie Grape, il fratello maggiore responsabile della famiglia, e Leonardo DiCaprio, nel ruolo di suo fratello minore, affetto da disabilità intellettiva. La chimica tra i due attori è centrale per la riuscita del film, permettendo di esplorare con profondità la complessità dei rapporti fraterni. Accanto a loro, Juliette Lewis e Mary Steenburgen arricchiscono la narrazione, contribuendo a delineare un microcosmo familiare realistico e sfaccettato. Il casting accurato e le interpretazioni intense rendono credibile e toccante la storia dei Grape, enfatizzando il peso delle responsabilità e il valore della cura reciproca.

I temi trattati in Buon compleanno Mr. Grape spaziano dalla famiglia e dal senso di responsabilità alla crescita personale e alla difficoltà di accettare i limiti altrui. Il film esplora la vita in un piccolo centro, mostrando le sfide di chi deve gestire relazioni complesse e problemi quotidiani che richiedono resilienza e dedizione. Attraverso la vicenda dei fratelli Grape, il film affronta anche argomenti delicati come la disabilità, la solitudine e l’amore fraterno, con uno sguardo empatico e rispettoso. Nel resto dell’articolo, verrà proposta una spiegazione del finale e del significato profondo di questa storia commovente.

Johnny Depp e Juliette Lewis in Buon compleanno Mr Grape

La trama e il cast di Buon compleanno Mr. Grape

Dopo la morte del padre, Glibert Grape (Johnny Depp) si è fatto carico del fratello minore Arnie (Leonardo DiCaprio), affetto da autismo. Le sorelle di Gilbert si occupano della casa, poiché la madre Bonnie, trascurata e obesa da quando il marito è venuto a mancare, si rifiuta di alzarsi dal suo divano. Così, Gilbert e Arnie hanno costruito un rapporto molto profondo. Nonostante Gilbert rischi di perdere il lavoro e di essere scoperto dal marito di Betty Craver (Mary Steenburgen), con la quale intrattiene una relazione clandestina, il ragazzo si occupa sempre di Arnie e tiene a bada il suo brutto vizio di arrampicarsi sul pluviometro della città.

Mentre la famiglia Grape si prepara a festeggiare il diciottesimo compleanno di Arnie, Gilbert viene folgorato dall’arrivo di Becky (Juliette Lewis), che si ferma in città con sua nonna. Passare del tempo con la nuova arrivata, tuttavia, non è così semplice. Frustrato dall’ennesimo problema che la malattia di Arnie lo costringe ad affrontare e da una situazione famigliare sempre più complicata, Gilbert si troverà infine davanti all’occasione di fuggire dalla pettegola cittadina di Endora, lontano dalla precarietà e dai gravosi compiti che lo attendono. Ma sceglierà di seguire la strada per la libertà o resterà per dedicarsi al fratellino Arnie?

La spiegazione e il significato del finale

Nel terzo atto di Buon compleanno Mr. Grape, Gilbert, sopraffatto dalle responsabilità quotidiane e dalle difficoltà familiari, esplode in un momento di rabbia dopo che Arnie rovina nuovamente la torta di compleanno e rischia di farsi del male, fuggendo dalla vasca da bagno. Il senso di colpa spinge Gilbert a fuggire via in camion, lasciando Arnie temporaneamente senza protezione. Questo momento di crisi segna un punto di svolta per il personaggio, evidenziando la fragilità umana e la complessità dei legami fraterni, e pone le basi per la catarsi finale.

Successivamente, Gilbert compie un percorso di riflessione interiore e di riconciliazione con la propria famiglia. Con l’aiuto di Becky, riesce a ritrovare Arnie, che supera la sua aquafobia grazie all’incoraggiamento della giovane, e ritorna a casa in tempo per il compleanno del fratello. Durante la festa, Gilbert si scusa con i familiari, dimostrando una maturazione emotiva significativa: perdona sua madre per il peso che rappresenta, riconcilia i rapporti con i fratelli e accoglie Becky nella loro vita. La celebrazione, pur segnata dalle difficoltà, simboleggia la forza della famiglia e la capacità di superare le crisi attraverso comprensione e perdono reciproco.

Buon compleanno Mr. Grape cast

Il finale assume tuttavia toni tragici e simbolici con la morte di Bonnie, la madre, che sale le scale della sua stanza per l’ultima volta. Per proteggere la memoria della madre dal derisione della comunità, la famiglia decide di trasformare la casa in un rogo funerario, mostrando una forte unione e un senso di dignità collettiva. Questo gesto estremo, pur drammatico, manifesta l’amore e la protezione reciproca che lega i membri della famiglia. L’atto funebre segna una chiusura emotiva e narrativa, sottolineando la capacità dei Grape di affrontare il dolore e preservare la memoria dei propri cari con rispetto e coesione.

Dal punto di vista tematico, il finale rafforza i concetti centrali del film: la responsabilità, la resilienza e il legame fraterno. La crescita di Gilbert culmina nella consapevolezza dei propri limiti e nella capacità di gestire le emozioni, imparando a combinare fermezza e affetto nella cura di Arnie. La morte di Bonnie e la scelta della famiglia di bruciare la casa rappresentano un passaggio simbolico verso la liberazione dai pesi del passato, dimostrando che il dolore può trasformarsi in un’occasione di unità e di affermazione della dignità umana, anche di fronte alla perdita.

Il messaggio che Buon compleanno Mr. Grape lascia allo spettatore è quindi di speranza e resilienza. Nonostante le difficoltà quotidiane, le disabilità e le tragedie familiari, il film mostra come l’amore e la solidarietà possano sostenere chi è vulnerabile e favorire la crescita personale. L’intreccio tra momenti di crisi, perdono e unione familiare suggerisce che la vera forza risiede nella capacità di affrontare le sfide insieme, accettando la complessità dei legami affettivi e la fragilità dell’esistenza, senza perdere la dignità e la compassione per gli altri.

LEGGI ANCHE: Buon compleanno Mr. Grape: tutte le curiosità sul film

Taylor Swift elogia il film di Paul Thomas Anderson Una battaglia dopo l’altra

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Taylor Swift è rimasta affascinata dall’ultimo film che ha visto, Una battaglia dopo l’altra. Mentre il thriller politico d’azione, che ha ottenuto il 95% di recensioni positive su Rotten Tomatoes, continua la sua forte corsa al botteghino, tutti gli occhi sono puntati su Swift con l’uscita del suo dodicesimo album, The Life of a Showgirl, lo scorso fine settimana. L’evento teatrale di Swift The Official Release Part of a Showgirl ha poi superato One Battle After Another al botteghino del fine settimana.

Nonostante abbia perso questa battaglia al botteghino, Una battaglia dopo l’altra è sicuro del suo status di favorito agli Oscar. Ieri sera (6 ottobre), Swift è apparsa al The Tonight Show e ha dato la sua recensione del nuovo thriller politico, elogiando in particolare le interpretazioni: Chase Infiniti e Teyana Taylor – come faranno a dividersi l’Oscar a metà? […] Benicio era così divertente, Leo era esilarante.

Swift ha poi aggiunto: “Il fatto che ogni volta che si ascolta quel tema, si prova qualcosa di diverso […] Siamo così fortunati a vivere nello stesso periodo di Paul Thomas Anderson.PTA, come è spesso conosciuto il regista, ha diretto il film vincitore dell’Oscar come miglior film Il petroliere e ha prodotto altri film acclamati dalla critica, tra cui Punch-Drunk Love, Il filo nascosto e Licorice Pizza.

One Battle After Another segue l’ex rivoluzionario Bob (Leonardo DiCaprio), che viene riportato in azione quando un vecchio nemico riappare e rapisce sua figlia, Willa (Chase Infiniti), sullo sfondo di un raid lanciato su una città santuario immaginaria della California, dove la popolazione locale resiste alla presenza militare.

Leonardo DiCaprio in Una battaglia dopo l'altra (2025)
Foto di Photo Courtesy Warner Bros. Pictures – © Warner Bros. Pictures

L’altra star che Swift mette in evidenza, che offre davvero una delle migliori interpretazioni di Una battaglia dopo l’altra, è Teyana Taylor, che interpreta la madre di Willa nella prima parte del film, prima che la trama si sposti sulla linea temporale principale. Mentre l’intero cast sta raccogliendo elogi, Taylor è la candidata più probabile al premio come migliore attrice non protagonista, mentre Infiniti potrebbe avere difficoltà a sfondare, essendo una star alle prime armi.

Leonardo DiCaprio è brillante come sempre, anche se questa potrebbe non essere un’altra interpretazione determinante della sua carriera, mentre il personaggio sobrio di Benicio del Toro probabilmente non gli farà vincere molti premi, ma è delizioso nel ruolo. La colonna sonora discordante di Jonny Greenwood, nel frattempo, è non convenzionale ma cattura perfettamente la natura della vita di questi personaggi.

In parallelo alla recensione di Swift, Jimmy Fallon ha commentato The Tonight Show che i fan sono fortunati ad essere vivi durante la carriera di Swift. Nel complesso, la serata ha dimostrato come sia possibile apprezzare la grande arte in tempi incerti, specialmente qualcosa di così impattante e consapevole come Una battaglia dopo l’altra.

IN COPERTINA: La cantautrice americana Taylor Swift, con indosso un abito Versace, arriva agli MTV Video Music Awards 2023 tenutisi al Prudential Center il 12 settembre 2023 a Newark, New Jersey, Stati Uniti. Foto di Image Press Agency via DepositPhotos.com

Tron: Ares, ecco le prime reazione al film!

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Tron: Ares arriverà nelle sale cinematografiche tra pochi giorni, ma gli appassionati di cinema più impazienti hanno già un’idea di cosa aspettarsi dal nuovo blockbuster di fantascienza. Attesissimo seguito di Tron del 1982 e Tron: Legacy del 2010, Ares è diretto da Joachim Rønning e interpretato da Jared Leto, Greta Lee, Evan Peters, Jodie Turner-Smith, Gillian Anderson e Jeff Bridges.

Mentre Tron ha storicamente ruotato attorno al mondo digitale della Griglia, il nuovo capitolo si concentrerà sui soldati AI del mondo digitale che entrano in quello reale. Tron: Ares uscirà nelle sale il 10 ottobre e la sua campagna di marketing promette un’esperienza emozionante e visivamente spettacolare che continua a spingere gli effetti speciali coinvolti in questa storia.

La nuova visione della saga di Tron, che affronta le concezioni moderne dell’intelligenza artificiale offrendo al contempo una mise-en-scène elettrizzante, ha conquistato alcuni critici. Rachel Leishman afferma semplicemente: “TRON: ARES spacca.” La critica elogia anche il personaggio di Lee, in particolare per la sua capacità di portare avanti l’eredità di Tron:

D’altra parte, mentre gli spettatori sembrano concordare sul fatto che gli aspetti visivi siano straordinari, ritengono che la trama nel complesso sia debole. @wondermeg_ afferma che “il resto del film è solo discreto”, con una sceneggiatura “goffa e discontinua”, pur elogiando alcune delle interpretazioni:

Peter Sciretta concorda con quest’ultimo, affermando che “Tron Ares è visivamente sbalorditivo” ma che “la trama del film è estremamente stupida”. In particolare, il consiglio di questo recensore è che se le persone vogliono vedere Tron: Ares, nonostante i suoi difetti, “l’IMAX 3D è un must”:

Per @HeyChalice, i punti di forza del film sono più che sufficienti per renderlo “UNO DEI MIGLIORI FILM DELL’ANNO!!!!!” Anche se questo post non affronta esattamente le carenze segnalate, concorda su molti degli stessi punti di forza, ovvero la grafica e le interpretazioni. Questo utente X non è l’unico a elogiare la colonna sonora dei Nine Inch Nails:

È interessante notare, tuttavia, che @JacobTalks4ever elogia nuovamente alcuni aspetti di Tron: Ares, ma afferma che la sua rappresentazione della Griglia è “più blanda” rispetto a quella di Tron: Legacy:

Cosa significano queste reazioni per Tron: Ares

Tron: Ares è riuscito almeno a soddisfare pienamente le aspettative visive del franchise, dato che il concept ha sempre permesso di realizzare alcuni degli effetti speciali più innovativi e mozzafiato. Ciò su cui tutti concordano è che Tron: Ares è fantastico sia dal punto di vista visivo che sonoro, mantenendo le promesse fatte nel trailer una volta che gli spettatori assistono alle sequenze d’azione complete.

Ares sembra anche beneficiare del contributo di alcuni talenti di spicco che sono entrati sotto i riflettori relativamente di recente, vale a dire Greta Lee e Jodie Turner-Smith. Tuttavia, il nuovo film Tron punta chiaramente su un thriller d’azione visivamente accattivante ma non troppo profondo, che risulti abbastanza attraente per il pubblico nonostante alcuni problemi nella trama.

Ho anche notato che nessuna di queste recensioni dice nulla su come il film ritrae l’intelligenza artificiale, il che suggerisce che qualsiasi commento al riguardo sia superficiale. Le recensioni ufficiali e i punteggi del pubblico non sono ancora stati pubblicati per Tron: Ares, ma anche se piacerà a un pubblico selezionato, non sembra essere nulla di straordinario nel quadro generale.

Dune 3: Rebecca Ferguson confermato il ritorno di Lady Jessica

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La stessa Lady Jessica, Rebecca Ferguson, ha confermato che tornerà effettivamente in Dune: Parte 3, ma il suo ruolo nel prossimo capitolo dell’epica saga fantascientifica sembra essere minore rispetto ai primi due film.

In un’intervista con IndieWire sul suo prossimo film A House of Dynamite, è stato affrontato l’argomento di Dune: Parte 3. Ferguson ha rivelato di aver già completato le riprese del terzo film, la cui uscita è prevista per il 18 dicembre 2026, ma ha precisato che non “ha un ruolo importante in questo”.

Lady Jessica appare a malapena in Dune: Messiah di Frank Herbert, su cui è basato Dune: Part 3. Ferguson ha ammesso: Non sono sicura che dovessi esserci e Denis aveva un’idea”.

Lady Jessica, interpretata da Ferguson, è la madre di Paul Atreides, interpretato da Timothée Chalamet, e membro delle Bene Gesserit, la potente sorellanza che cerca di influenzare chi detiene il potere. Tuttavia, come vediamo nei primi due film, Lady Jessica è fedele a Paul, poiché si oppone alla sorellanza e lo aiuta a ottenere il potere su Arrakis. Nel secondo film, è anche incinta della sorella di Paul, Alia Atreides, che dovrebbe avere un ruolo più importante nella trama di Dune: Parte 3.

Oltre a Ferguson e Chalament, Dune: Parte 3 vedrà anche la partecipazione di Zendaya, Florence Pugh, Anya Taylor-Joy, Jason Momoa, Robert Pattinson, Josh Brolin e Lea Seydoux.

La trama di Dune: Parte 3 dovrebbe seguire Paul Atreides, ora noto come Imperatore Maud’Dib, mentre affronta le minacce dei nemici politici e i tradimenti interni, cercando al contempo di proteggere la sua amata, Chani (Zendaya), e il loro bambino non ancora nato.

Oltre a confermare il suo ritorno, Ferguson ha anche commentato la sceneggiatura di Villeneuve e la difficile impresa di adattare il romanzo di fantascienza di Herbert.

“La sceneggiatura è fenomenale. È davvero difficile creare un film, è un libro così denso. C’è così tanto da raccontare. [Denis] ci si immerge e ne esce, ci prova e vuole avere certi collegamenti e tentacoli con il libro. Qualunque cosa Denis tocchi, penso che sia fenomenale”.

Dopo il successo dei primi due film di Dune – che hanno incassato un totale di 1,12 miliardi di dollari al botteghino mondiale, ottenuto 15 nomination agli Oscar e vinto sette premiDune: Parte 3 sarà uno dei film più importanti del calendario delle uscite del 2026.

Nel frattempo, però, il prossimo film di Ferguson, A House of Dynamite, che ha ottenuto un ottimo punteggio su Rotten Tomatoes, uscirà nelle sale cinematografiche il 10 ottobre, prima di essere distribuito su Netflix il 24 ottobre.

Disney acquisisce i diritti cinematografici per una cifra a sette zeri per adattare la serie fantasy che sostituirà Harry Potter

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La ricerca del prossimo Harry Potter era un sentimento diffuso nel settore all’inizio degli anni 2010. Tuttavia, il tempo e le continue polemiche che circondano l’autrice J.K. Rowling hanno ridotto questo presunto divario nella cultura popolare. Ora, la recente serie per bambini Impossible Creatures dell’autrice fantasy britannica Katherine Rundell potrebbe diventare proprio questo, grazie a un contratto cinematografico con la Disney del valore di sette cifre.

Deadline ha riportato oggi (7 ottobre) che la Disney ha acquisito i diritti per adattare i primi due libri della serie Impossible Creatures di Rundell con un contratto milionario. Impossible Creatures di Rundell è stato pubblicato nel 2023, seguito quest’anno da The Poison King; l’autrice ha in programma di scrivere cinque libri. Rundell sta adattando lei stessa i libri in sceneggiature.

Impossible Creatures segue Christopher, un ragazzo che scopre il mondo magico nascosto dell’arcipelago di Gilmouria, una serie di isole non mappate dove vivono creature magiche di ogni tipo. Lì incontra Mal e insieme a lei intraprende una missione per scoprire cosa sta causando il declino della magia delle isole, uccidendo le creature che vi abitano.

Rundell, membro del St Catherine’s College ed ex membro dell’All Souls College (entrambi a Oxford), è in trattativa con studi cinematografici come Warner Bros. e Netflix sin dall’uscita del secondo libro, quando ha confermato di essere alla ricerca di un accordo per la trasposizione cinematografica della sua opera, che è stata “acclamata dalla critica per i suoi dialoghi brillanti.

Rundell è anche la prima autrice britannica di libri per bambini a raggiungere il primo posto nelle classifiche dei libri per bambini sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti contemporaneamente dopo Rowling. I libri della serie Impossible Creatures hanno venduto più di quattro milioni di copie in tutto il mondo. È quindi logico che i più grandi protagonisti dell’industria cinematografica vedano il potenziale redditizio della serie.

Bob Iger, CEO della Walt Disney Company, in una dichiarazione rilasciata dopo la conclusione dell’accordo:

Quando ho letto Impossible Creatures, ho capito che era perfetto per la Disney. Sono stato immediatamente attratto dal mondo vivace immaginato da Katherine e dalle possibilità che questa storia ci avrebbe offerto. Scritti dalla stessa Katherine, questi film sono in ottime mani con il nostro team della Walt Disney Studios, e non vedo l’ora di vedere questa storia portata sullo schermo.

Anche Rundell ha rilasciato una sua dichiarazione, dicendo:

Sono assolutamente entusiasta di collaborare con la Disney. È un privilegio scrivere queste sceneggiature e sviluppare questi primi film della serie insieme a Charles [Collier, partner creativo], al mio team di Impossible Films e all’eccezionale team della Disney. Sono particolarmente grata a Bob Iger, il cui entusiasmo dopo aver letto il libro ha contribuito a dare il via a questa collaborazione, e ad Alan Bergman e David Greenbaum per essere stati partner incredibili durante tutto questo processo. La nostra ambizione è quella di trasformare Glimouria e Impossible Creatures in una spettacolare serie di film, in modo da poter intrattenere e ispirare il pubblico familiare di tutto il mondo.

Chiaramente, la Disney spera che la sua Impossible Creatures vada oltre i primi due film, raggiungendo forse il successo che la saga di Harry Potter ha avuto nel suo periodo d’oro. Rundell ha anche in programma di scrivere degli spin-off oltre alla saga iniziale di cinque libri, rendendo questo progetto un investimento in un possibile universo cinematografico fantasy.

Tuttavia, c’è anche l’importante argomento secondo cui la cultura pop non ha bisogno di un altro Harry Potter e dovrebbe cercare di raccontare nuove storie. Impossible Creatures potrebbe soddisfare la richiesta di un particolare tipo di fantasy. Tuttavia, Disney deve anche esplorare ciò che rende la storia unica, per creare una serie fantasy di valore che evolva ulteriormente la nostra comprensione di ciò che il genere può essere.

Hush: la spiegazione del finale del film con Jessica Lange e Gwyneth Paltrow

Diretto da Jonathan Darby e interpretato da Jessica Lange, Gwyneth Paltrow e Johnathon Schaech, Hush – Il nemico è in casa è un thriller psicologico che affonda le radici nella paura più antica: quella di non poter mai davvero sfuggire all’influenza della propria famiglia.

Sotto la superficie di un dramma domestico, il film costruisce una tensione costante fatta di ossessioni, controllo e relazioni tossiche. Il finale, apparentemente catartico, è in realtà il punto di arrivo di un gioco di potere che ruota intorno alla maternità e alla sopravvivenza emotiva.

Il film, oggi riscoperto anche su piattaforme streaming, è stato inizialmente accolto con freddezza, ma nel tempo è diventato un piccolo cult del genere per la sua rappresentazione esasperata del rapporto tra madre e nuora, incarnato da due attrici straordinarie come Paltrow e Lange.

Trama di Hush – Il nemico è in casa

Helen (Gwyneth Paltrow) e Jackson (Johnathon Schaech) formano una giovane coppia apparentemente perfetta. Dopo essersi conosciuti a New York, decidono di trasferirsi nella tenuta di famiglia di lui, Kilronan, una dimora isolata nella campagna del Kentucky, dove vive anche la madre di Jackson, Martha (Jessica Lange).

Da subito, Helen percepisce un’inquietante ostilità da parte della suocera, una donna elegante ma autoritaria che tenta di controllare ogni aspetto della loro vita, dalla gestione della casa alle scelte personali.

Quando Helen resta incinta, la tensione cresce. Martha vede nella nascita del nipote una minaccia al proprio potere e inizia a sabotare la nuora psicologicamente, insinuando dubbi e paure nel figlio. L’atmosfera domestica si trasforma in un incubo claustrofobico, con Kilronan che diventa una gabbia dorata dove tutto — anche l’affetto — è manipolazione.

Cosa succede nel finale di Hush

Nel climax del film, Helen scopre che Martha non è solo una madre invadente, ma una donna capace di tutto pur di mantenere il controllo sulla propria famiglia. Dopo il parto, Helen affronta la suocera in uno scontro fisico e simbolico che culmina nella morte di Martha, strangolata accidentalmente durante la lotta.

Il film si chiude con Helen che, tra le lacrime, lascia la tenuta con il figlio in braccio, mentre il marito — incapace di emanciparsi dal dominio materno — rimane indietro, prigioniero del passato.

È un epilogo amaro e liberatorio: la protagonista sopravvive, ma il prezzo è la distruzione del legame familiare e l’abbandono di tutto ciò che amava.

La madre come simbolo del controllo e della paura

Martha non è solo una figura antagonista: rappresenta la paura arcaica del controllo materno, quella forza soffocante che confonde amore e possesso. Il suo personaggio incarna la tradizione patriarcale travestita da affetto materno, un potere che si alimenta di colpa e dipendenza. Il film costruisce attorno a lei una tensione quasi gotica, amplificata dalla scenografia di Kilronan, simbolo fisico della sua mente chiusa e opprimente.

Il ruolo di Helen e il conflitto con l’eredità familiare

Helen è l’opposto di Martha: giovane, indipendente, razionale. Tuttavia, per tutto il film, la sua forza viene ridotta dal contesto domestico e dal legame affettivo con Jackson. Solo quando si trova a dover difendere suo figlio, la protagonista rompe il ciclo della sottomissione, diventando madre a sua volta — ma una madre libera dal controllo.
La sua vittoria finale non è trionfale, bensì esistenziale: Helen si riappropria del proprio corpo e della propria voce, ma a costo della solitudine.

Un finale che ribalta la logica del thriller psicologico classico

A differenza di molti thriller familiari degli anni ’90, Hush non termina con un ritorno all’ordine. Al contrario, il film lascia intendere che la vera minaccia non era l’eccezione, ma la normalità stessa della dipendenza emotiva.

Il gesto finale di Helen non risolve, ma “libera”: la casa, la maternità e l’amore vengono separati dal controllo tossico di Martha, restituendo alla protagonista il diritto di essere se stessa. In questo senso, Hush anticipa molti temi del cinema psicologico moderno — dal trauma ereditato alla figura della “madre oscura” — rendendo il suo epilogo più attuale oggi che al momento dell’uscita.

Old Dog, New Tricks, la spiegazione del finale della serie Netflix

Avendo animali domestici a casa, mi capita spesso di andare dal veterinario. E chi di voi fa lo stesso saprà sicuramente che molti di questi posti – mi riferisco a quelli moderni che sembrano quasi dei mini supermercati – tendono ad abbracciare un po’ troppo il capitalismo. Cercano sempre di rifilarti i loro prodotti (e snack per i tuoi amici pelosi/non proprio pelosi). Ad essere sinceri, è un problema piuttosto serio. Old Dog, New Tricks, la nuova serie comica spagnola su Netflix, ha affrontato la questione in modo divertente, aggiungendo una nota di critica sociale senza diventare affatto moralista. Al centro della trama c’è Anton, un veterinario di mezza età e senza fronzoli, che deve adattarsi a questo mondo a causa della sua situazione (finanziaria). Naturalmente, Anton è il “tromba” della situazione, e questo dà vita a molte situazioni comiche, alcune delle quali funzionano, altre meno. In questo articolo esamineremo i dettagli di Old Dog, New Tricks, o Animal (che è il titolo spagnolo, giustamente), e discuteremo il finale, che lascia sicuramente spazio a ulteriori stagioni. Se non avete ancora visto la serie, questo è un avviso spoiler.

Perché Anton si unisce a Kawanda?

Animal inizia con Anton, un veterinario dall’aspetto trasandato e brizzolato, che ha grosse difficoltà a sbarcare il lunario nella campagna galiziana. I suoi clienti non sono in grado di pagarlo per i suoi servizi; invece, gli danno latte e uova: siamo in campagna e i pazienti di Anton sono per lo più mucche. C’è però una via d’uscita: il nemico-amico di Anton (sì, è proprio così che lo definirei), Vicente, vuole che lui firmi un documento che lo aiuterà a portare a termine una truffa riguardante l’acquisto di terreni e il guadagno di un sacco di soldi. Onestamente, tutta questa faccenda è un po’ difficile da capire, e gli sceneggiatori della serie non hanno cercato di renderla più semplice, ma non importa. Tutto quello che dovete sapere è che Vicente è un truffatore che sta cercando di coinvolgere Anton nella sua truffa. Anton ha una relazione con la cugina di Vicente, Sabela, che lavora in un bar locale.

Poiché ha orgoglio e morale, Anton sceglie di non firmare il documento e invece entra a far parte di una clinica veterinaria di lusso, Kawanda, gestita da sua nipote Uxia. È sconvolto da come vengono gestite le cose lì. Tutto ciò che Uxia vuole da lui è che soddisfi i clienti, la maggior parte dei quali sembra non avere alcuna idea dei propri animali domestici. Ad essere sinceri, questo è un aspetto che non mi ha convinto molto, considerando che anch’io frequento una clinica come Kawanda, ma non sono affatto ignorante su come trattare gli animali domestici e conosco molte persone che lo sono. Ad ogni modo, probabilmente è meglio mettere da parte i miei sentimenti personali e concentrarmi sulla serie, quindi torniamo a essa.

Quindi, Anton passa le sue giornate a curare (o non curare) cani dislessici e conigli asessuali (in realtà è il cliente), e continua a ricevere per lo più facce rosse. In questo contesto, si tratta di una valutazione bassa, e dato che si tratta di una cosa molto aziendale, sapete che queste cose contano. I suoi colleghi di Kawanda – Xoel, Bernardo, Roy e Angela – non lo accolgono molto calorosamente, anche se Angela continua sempre a sorridere. Uxia cerca di aiutare suo zio, soprattutto dopo essersi trasferita da Anton. Questo accade solo perché il suo ragazzo, Miguel, la tradisce (e commette l’oltraggio di chiudere il loro gatto, Chusky, in una stanza mentre lo fa), e Uxia non ha altro posto dove andare.

Anche Anton fa del suo meglio per salvare il suo lavoro. Seguendo il consiglio di Uxia di accontentare i clienti, passa un po’ più di tempo del solito con Victor, che è venuto con il suo cane, Carmina. Il cane è vecchio e non ha molti giorni di vita, e Anton sconsiglia di operarlo. Ma dopo aver ricevuto recensioni negative, decide di chiamare Victor e sua moglie Ana, dicendo loro che ha deciso di operarlo.

La vera ragione, però, è un’altra. Victor e Ana stanno divorziando, e Victor non riesce ad accettarlo. Crede che se il cane sta bene, il matrimonio durerà. È ovviamente ridicolo, per non dire altro, ma i proprietari di animali domestici a volte associano la loro vita a come stanno i loro animali, quindi è in qualche modo comprensibile. Nonostante abbia detto che avrebbe operato Carmina, Anton in realtà finge, solo per soddisfare Victor e sua moglie. Anche Uxia lo sostiene in questo, dimostrando di avere un cuore, nonostante lavori in un posto come Kawanda.

Anton firma il documento?

È qui che la serie ti sorprende. Anche se inizialmente sembrava che Anton non avrebbe mai firmato il documento, alla fine lo fa nell’episodio 5. Ci si potrebbe chiedere perché lo fa dopo essersi opposto con tanta forza, quindi cercherò di capirlo. In primo luogo, Anton soffre di ansia. È qualcosa che non vuole accettare, perché è un boomer che non crede in cose del genere, e continua a fingere di avere bruciori di stomaco. In secondo luogo, la vita continua a sopraffarlo ogni singolo giorno. Gli manca così tanto la sua vecchia vita, quella di veterinario in campagna che si prendeva cura degli animali da fattoria, che non esiterebbe a sconfinare nella proprietà di Fermin e Loles solo per controllare di che tipo di anemia soffrono i loro bovini.

Si sente anche minacciato da un nuovo giovane veterinario arrivato in città, Nuno, con cui Uxia inizia a uscire dopo averlo incontrato in un bar locale. Anton alla fine accetta Nuno, ma quando cerca di convincerlo a unirsi a Kawanda, il suo tentativo fallisce perché Uxia si arrabbia molto. Lei sta solo uscendo con lui e non vuole davvero passare più tempo insieme. La vita sentimentale di Uxia rimane un mistero per Anton, che non riesce a capire cosa voglia davvero sua nipote. Detto questo, il fatto che Uxia stia pensando di tornare con Miguel dopo che lui l’ha tradita è una sottotrama che eliminerei, perché non aiuta affatto la narrazione.

Tornando ad Anton, lui adotta una cavia di nome Leslie, che originariamente apparteneva a una bambina, Elena, la cui madre ha dovuto sostituire l’animale con un altro per nascondere alla bambina una grande verità: che la vera Leslie era morta. Anton, dopo aver inizialmente accettato di assecondare la bugia, alla fine racconta tutto alla bambina e subisce l’ira della madre. Avere Leslie lo porta anche a parlare della famiglia durante una cena con Sabela, cosa che la spaventa.

Suppongo che tutto questo, nel complesso, sia il motivo per cui Anton firma il documento per Vicente. Nonostante si preoccupi sinceramente per Uxia (e anche per Kawanda), Anton trova troppo difficile affrontare la situazione. Questo è il mio tentativo di leggere tra le righe, ma sto solo valutando le cose in base a ciò che è successo. Aggiungerei anche che il fatto che Anton firmi il documento non lo rende un truffatore. Volete una prova? La troverete nel fatto che Anton non prende i soldi da Vicente e da suo nipote Tonin. Questo dimostra chiaramente che il nostro veterinario è in realtà una brava persona, priva di qualsiasi avidità.

Anton finirà in prigione?

Sfortunatamente per Anton, invece di restituirgli la tranquillità, firmare il documento ha solo aumentato il suo livello di ansia. Ciò ha molto a che fare con la denuncia di Nuno contro gli Andrada, che gli impediscono di svolgere correttamente il suo lavoro. Con l’avvio delle indagini sulla truffa, Anton si rende conto che alla fine dovrà affrontare problemi legali per aver firmato quel documento. Diverse conversazioni con Miguel, che sta ancora cercando di tornare con Uxia, confermano ulteriormente che, per quello che ha fatto, Anton rischia il carcere.

Nonostante i suoi problemi, Anton aiuta Victor e Anna quando tornano alla clinica con Carmen, questa volta per farla addormentare. Victor è affranto e non riesce ad accettarlo, ma Anton gli fa capire la necessità di chiudere i cerchi (della vita, immagino). Questo aiuta anche Uxia, che alla fine sceglie di non stare né con Miguel né con Nuno. In quella che secondo me è la scena più accattivante dell’intera serie, vediamo Victor, Anton e Uxia in un bar karaoke. È esilarante che anche lo psichiatra, da cui Anton (e anche Uxia) va in terapia, sia lì, e la serie fa una piccola battuta al riguardo.

Per fare una buona impressione, Anton corrompe Fermin e Loles affinché portino la loro capra a Kawanda il giorno dell’ispezione da parte di un tedesco, Leon. L’intera sottotrama del tedesco che affronta un sacco di guai nel corso di una giornata – dove deve cambiarsi la camicia perché Angela gli ha versato del caffè bollente sulla giacca, il suo portafoglio si rovina per questo, Anton e Uxia lo portano al bar (in campagna, dove lavora Sabela) e poi deve festeggiare sulla strada con Tonin – non ha molto senso. Capisco che si tratti di un tentativo di commedia assurda, ma in realtà non funziona a favore di questa storia.

Ciò che funziona per la storia è dare a Vicente un adeguato arco di redenzione, che inizia con lui che chiede l’aiuto di Anton per salvare la sua mucca Ophelia, gravemente malata. Anton porta con sé Uxia, che è davvero arrabbiata con suo zio per non averle detto dei problemi legali che sta per affrontare (anche Sabela è arrabbiata con Anton per lo stesso motivo). Anton riesce a salvare Ophelia dopo aver fatto una cosa che non si vedrebbe fare a molti veterinari: sì, sto parlando di succhiare il liquido infetto con la sua bocca perché non c’è una mungitrice a disposizione. Incontriamo anche Adela, (molto probabilmente) la sorella di Vicente, che soffre di demenza e riconosce solo Ophelia; Anton sembra conoscerla, e questo rende il personaggio di Vicente ancora più umano. Vicente alla fine si rivela un eroe quando decide di salvare Anton assumendosi la colpa. Dice al giudice di aver falsificato la firma di Anton, consentendo ad Anton di essere assolto e al suo avvocato difensore di vincere la sua prima causa.

Con grande gioia di Anton, anche Sabela fa pace con lui. Uxia, purtroppo, viene licenziata da Kawanda, tutto grazie alla segnalazione del tedesco, immagino. Anche se pensavo che sarebbe riuscita a sopravvivere dopo aver scoperto che la direzione di Kawanda sta commettendo una frode commercializzando lo stesso prodotto come cose diverse per animali diversi, quella trama non porta da nessuna parte. Lo stesso vale per la sottotrama dell’epidemia canina, collegata a quella. Uxia deve andarsene e, anche se le mancheranno molto tutti quelli di Kawanda, questa è anche un’occasione per ricominciare da capo. Anton le regala persino una tazza con la scritta “Oggi è il primo giorno del resto della tua vita”.

E alla fine Anton lascia il lavoro?

Che lo ammetta o no, Anton fa ormai parte della famiglia Kawanda, quindi continua a lavorare anche dopo che sua nipote se n’è andata. Ma quando Uxia lo vede e gli chiede come va con il nuovo manager, Anton non sembra troppo felice. Capiamo il perché quando incontriamo il nuovo manager, una donna che non sembra interessarsi né agli animali né ai clienti; anzi, vuole assicurarsi che gli animali rimangano malati in modo che i loro genitori continuino a tornare. Quando chiede ad Anton (che chiama Antonio, solo per essere più fastidiosa) se è d’accordo o meno, non vediamo Anton rispondere sì o no. Quello che vediamo è lui che urla come un pazzo sul ponte dove di solito va a urlare (anche questo un meccanismo per affrontare l’ansia).

Questo suggerisce che Anton rimarrà per il momento. Inoltre, apre una forte possibilità per una seconda stagione, in cui vedremo come Anton affronterà questa nuova manager e le sue stranezze. Sono sicuro che anche Uxia, nonostante sia stata licenziata, tornerà in qualche modo. Anche la relazione tra Anton e Sabela si svilupperà ulteriormente, il che sarà interessante da vedere. Speriamo che Netflix non cancelli la serie e le conceda un’altra stagione. Old Dog, New Tricks non è un capolavoro e ha i suoi difetti, ma nei momenti in cui brilla, lo fa davvero.

Disney Twisted-Wonderland: La serie animata dal 29 ottobre su Disney+

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Dal 29 ottobre su Disney+, debutta in esclusiva Disney Twisted-Wonderland: La serie animata, la nuova serie anime in cui uno studente liceale viene trasportato in un mondo magico e deve tenersi alla larga dal pericolo e collaborare con i suoi compagni di classe per cercare di tornare a casa.

Disney Twisted-Wonderland: La serie animata

Nel mondo incantato di Twisted-Wonderland, sette figure leggendarie conosciute come i “Great Seven” sono state rese immortali. “The Queen of Hearts”, “the King of Beasts”, “the Sea Witch”, “the Sorcerer of the Sands”, “the Fairest Queen”, “the King of the Underworld” e “the Thorn Fairy”: le gesta di questi personaggi avrebbero ispirato la creazione di sette dormitori magici al Night Raven College, un’accademia d’élite per maghi in erba.

All’oscuro di tutto ciò, Yuken Enma, un normale studente liceale di Tokyo, si ritrova improvvisamente trasportato al Night Raven College e inizia immediatamente a isolarsi dagli abitanti. Incapace di usare la magia, incerto sulle abitudini e sbalordito dalla nuova realtà in cui si trova, Yuken è costretto a orientarsi in questo strano mondo nuovo, alla ricerca di un modo per tornare a casa. Costantemente coinvolto in avventure con i suoi nuovi compagni di classe combinaguai, Ace e Deuce, Yuken riuscirà a trovare la strada di casa prima di incorrere nell’ira di “Rose-Red Tyrant (il Sovrano Rosso) – Riddle Rosehearts”?

Disney Twisted-Wonderland: La serie animata è solo l’ultima delle serie anime giapponesi a debuttare su Disney+, a cui si aggiunge Star Wars: Visions Volume 3, ampliando ulteriormente la libreria anime della piattaforma. Gli abbonati, infatti, hanno anche accesso a una selezione sempre più ampia di serie acclamate, tra cui Murai in Love, The Fable, Squalificati: Ranger Reject e la recente Cat’s Eye – Occhi di gatto, offrendo ancora più contenuti per gli appassionati di anime.

Disney Twisted-Wonderland: La serie animata arriva per la prima volta a Lucca Comics & Games 2025: mercoledì 29 ottobre dalle 13.30 presso il Cinema Astra ci sarà, infatti, la proiezione del primo episodio, che debutterà lo stesso giorno su Disney+, seguita da un’anteprima del secondo episodio, che sarà disponibile sulla piattaforma dal 5 novembre. La proiezione sarà preceduta da un incontro sulla serie in collaborazione con Panini.

L’anime, che debutterà su Disney+, è infatti ispirato all’adattamento manga del videogioco Twisted-Wonderland, nato da un’idea di Yana Toboso (autrice di Black Butler). In Italia il manga è pubblicato da Panini Comics per la linea editoriale Planet Manga; per l’occasione, Panini uscirà con un’edizione speciale della prima serie completa dei quattro episodi di Heartslabyul. Il volume Twisted-Wonderland Il manga – Book of Heartslabyul Complete Edition (736 pag, euro 28) con bordi stampati, pagine interne a colori e cover rifinita con dettagli dorati, uscirà a Lucca Comics & Games 2025, e dal 30 ottobre sarà disponibile in libreria, fumetteria e online.

Sempre in concomitanza con la serie su Disney+, Giunti Editore lancia Twisted Wonderland – Il Tiranno Scarlatto, prima light novel giapponese targata Disney. Ideata e illustrata da Yana Toboso con testo di Jun Hioki, si ispira al celebre gioco Disney Japan e appartiene al genere isekai, tra mondi fantasy, identità e rivalità. Il volume, molto atteso anche in Italia, include un esclusivo segnalibro in acetato con effetto overlay.

Con Disney Twisted-Wonderland: La serie animata, che arriverà il 29 ottobre in esclusiva su Disney+, è possibile entrare in un mondo di magia e divertimento.

JUJUTSU KAISEN: Esecuzione al cinema dall’8 dicembre

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Sony Pictures e Crunchyroll presentano JUJUTSU KAISEN: Esecuzione presenta per la prima volta sul grande schermo la più grande battaglia di JUJUTSU KAISEN fino ad oggi, “L’incidente di Shibuya”, e i primi due episodi inediti dell’attesissima stagione 3: “L’inizio del Gioco di Sterminio”.

La trama di JUJUTSU KAISEN: Esecuzione

La serie anime JUJUTSU KAISEN: Esecuzione, prodotta da TOHO animation, realizzata dal leggendario studio MAPPA e basata sull’omonimo manga best-seller di Gege Akutami, pubblicato su Weekly Shonen Jump di Shueisha, è andata in onda per la prima volta nell’ottobre 2020. Da allora è diventata un vero e proprio fenomeno globale. La popolarissima serie ha concluso la sua seconda stagione nel dicembre 2023 ed è stata premiata come “Anime dell’anno” ai Crunchyroll Anime Awards 2024, oltre a numerosi altri riconoscimenti. Quest’anno, Crunchyroll e Sony Pictures Entertainment hanno distribuito JUJUTSU KAISEN: Hidden Inventory / Premature Death – The Movie in alcuni territori internazionali ed è stata la prima uscita di JUJUTSU KAISEN dalla fine della seconda stagione della serie. Il film è stato anche il primo lungometraggio del franchise dopo JUJUTSU KAISEN 0, che ha incassato oltre 188 milioni di dollari a livello globale.

JUJUTSU KAISEN: Esecuzione sarà nelle sale italiane dall’8 dicembre distribuito da Eagle Pictures.

Black Phone 2: il trailer del film

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Quattro anni fa, il tredicenne Finn uccise il suo rapitore e riuscì a fuggire, diventando l’unico sopravvissuto a Il Rapace. Ma il vero male trascende la morte… e il telefono sta squillando ancora.

Il quattro volte candidato all’Oscar® Ethan Hawke torna nel ruolo più terrificante della sua carriera: Il Rapace è in cerca di vendetta contro Finn (Mason Thames) dall’aldilà, minacciando sua sorella minore Gwen (Madeleine McGraw).

Mentre Finn, ormai diciassettenne, lotta per affrontare la vita dopo il rapimento, la testarda Gwen, che ora ha 15 anni, inizia a ricevere telefonate nei sogni dal telefono nero e a vedere inquietanti visioni di tre ragazzi perseguitati in un campo invernale noto come Alpine Lake.

Determinata a risolvere il mistero e porre fine all’incubo per sé e per suo fratello, Gwen convince Finn a recarsi al campo durante una tempesta di neve. Lì, scopre un legame sconvolgente tra Il Rapace e la storia della propria famiglia. Insieme, lei e Finn dovranno affrontare un assassino che, nella morte, è diventato più potente — e più importante per loro — di quanto avrebbero mai potuto immaginare.

Dall’acclamato regista e sceneggiatore Scott Derrickson, che torna dietro la macchina da presa, Black Phone 2 è scritto nuovamente da Derrickson & C. Robert Cargill, basandosi sui personaggi creati da Joe Hill. Il film è prodotto da Jason Blum, Derrickson e Cargill. I produttori esecutivi sono Adam Hendricks e Ryan Turek.

Il cast include il candidato all’Oscar® Demián Bichir (The Nun, A Better Life) nel ruolo del responsabile del campo, Arianna Rivas (A Working Man) nel ruolo di sua nipote, Miguel Mora (The Black Phone) nel ruolo del fratello di una delle vittime di The Grabber, e Jeremy Davies, che torna nei panni del padre di Finn e Gwen, Terrence. Tra le nuove aggiunte al cast troviamo anche Maev Beaty (Beau ha paura) e Graham Abbey (Under the Banner of Heaven).

Distribuito da Universal Pictures e Blumhouse, il fenomeno horror The Black Phone, uscito nel 2022, ha ottenuto grandi consensi dalla critica e ha incassato oltre 160 milioni di dollari in tutto il mondo. Black Phone 2 uscirà nelle sale il 17 ottobre.

Åremorden – Gli omicidi di Åre, la spiegazione del finale: cosa è successo a Hanna Ahlander?

Åremorden – Gli omicidi di Åre è una nuova serie thriller poliziesca in streaming su Netflix che si concentra su due casi di omicidio, svelando il mistero in modo molto avvincente. Adattata dalla serie di romanzi di Viveca Sten, la serie Netflix di cinque episodi copre i contenuti dei suoi primi due libri. Segue un’agente di polizia di nome Hanna Ahlander, che arriva nella città di Are in Svezia, proprio mentre una ragazza adolescente scompare in circostanze misteriose. Siamo poi testimoni di eventi di un paio di mesi dopo, quando viene trovato il corpo smembrato di un uomo, e Hanna deve indagare anche su questo caso.

Di cosa parla Åremorden – Gli omicidi di Åre?

Åremorden – Gli omicidi di Åre inizia con scene di una festa che si tiene a casa di un’adolescente di nome Ebba Niemi, dove un’altra ragazza della sua età la tiene d’occhio in modo sospettoso. La ragazza chiama quindi il padre, ma invano, perché lui è troppo impegnato per accorgersi che il telefono sta squillando. L’uomo è impegnato con una donna, probabilmente la sua amante segreta, mentre sono in intimità in macchina, e la ragazza decide di lasciare un messaggio vocale, affermando che vuole lasciare la festa e che vuole che lui venga a prenderla.

Viene poi vista camminare lungo le strade desolate, apparentemente diretta a casa, quando arriva un’auto e le suona ripetutamente il clacson. È chiaro che l’autista vuole parlarle, e quando finalmente cede e si avvicina all’auto, la scena sfuma nel nero, a simboleggiare come questa sarà in realtà l’ultima volta che verrà vista viva. Quella stessa notte, una donna di nome Hanna Ahlander guida verso la città di Are, dove sua sorella, Lydia, ha una baita dove in genere la famiglia va in vacanza. Tuttavia, Hanna si sta dirigendo lì per prendersi una pausa dallo stress della sua vita, derivante principalmente dalla sua professione di agente di polizia, e vuole solo prendersi qualche giorno di pausa da qualsiasi crimine serio da risolvere. Tali piani non durano a lungo, tuttavia, poiché Hanna si imbatte in un messaggio la mattina successiva, condiviso tra gli impiegati delle forze dell’ordine, che annuncia che una ragazza di 17 anni di nome Amanda Halvorsen è scomparsa da quasi un giorno. Considerando l’età della ragazza scomparsa e pensando agli innumerevoli potenziali pericoli in cui potrebbe trovarsi, Hanna decide di unirsi alla squadra di ricerca organizzata per trovarla. Qui incontra un altro agente di polizia di Are, Daniel Lindskog, e vede anche i genitori addolorati di Amanda, Harald e Lena.

L’intera scena tocca una corda nella mente di Hanna, e le viene nuovamente ricordato il motivo per cui si era unita alle forze di polizia. Quindi, decide di tirarsi indietro dai suoi piani per le vacanze e incontra il commissario di polizia di Are per parlare. Hanna chiede un trasferimento temporaneo in città dal suo incarico abituale a Stoccolma e accetta di iniziare a lavorare mentre la documentazione è ancora in fase di preparazione. Presto si associa a Daniel per indagare sul caso della scomparsa di Amanda, e decide persino di restare una volta risolto.

Cosa è successo a Hanna a Stoccolma?

Quando Hanna chiede di lavorare per il dipartimento di polizia di Are e le viene anche concesso un incarico, Daniel non è molto contento della decisione. Affronta il commissario e gli parla in merito sulla necessità di effettuare controlli dei precedenti penali sulle persone, anche se sono ufficiali di polizia in altre parti del paese, e gli viene concesso il permesso di controllare Hanna. È Daniel a scoprire che è in corso un’indagine contro la stessa Hanna, perché è stata accusata di aver molestato un collega e forse è stata anche temporaneamente sospesa dal servizio. Questa informazione, insieme all’introduzione un po’ insolita del suo personaggio, rende Hanna piuttosto sfuggente all’inizio, sebbene le sue esperienze a Stoccolma vengano rivelate più avanti nella serie.

Hanna è sempre stata un’agente di polizia appassionata e dedita che voleva aiutare le persone attraverso il suo servizio e si è opposta con veemenza all’idea della corruzione della polizia. Pertanto, quando un collega agente di polizia è stato accusato di aver ucciso la propria moglie, Hanna è rimasta scioccata e arrabbiata e voleva che l’uomo venisse punito. Tuttavia, poiché la corruzione sistemica e la cecità delle amicizie maschili vanno di pari passo, altri due poliziotti hanno immediatamente testimoniato il falso in tribunale a favore dell’ufficiale accusato, fornendogli un falso alibi. Di conseguenza, l’uomo colpevole se l’è cavata con l’omicidio della moglie, e questo ha fatto infuriare Hanna a tal punto che ha affrontato direttamente l’uomo alla stazione di polizia.

Sembra probabile che Hanna abbia ripetutamente affrontato l’ufficiale, il che lo ha portato a sporgere denuncia ufficiale contro di lei, ed è per questo che è stata avviata un’indagine contro di lei. A peggiorare le cose, c’era stata una triste svolta anche nella sua vita personale, perché la sua relazione con il suo fidanzato storico, Christian, si era interrotta, molto probabilmente a causa dell’indagine contro di lei. Forse a Christian non piaceva il fatto che lei difendesse sempre ciò che era giusto, e alla fine ci fu una lite importante tra loro, che si concluse con la cacciata di Hanna dall’appartamento. Dopo essere arrivata ad Are e aver controllato i social media, scopre che Christian ha già avuto una relazione con un’altra donna, il che le conferma che non ha mai provato veri sentimenti per lei. La vita personale e professionale di Hanna prende una piega positiva nel corso di Åremorden – Gli omicidi di Åre, poiché l’indagine contro di lei alla fine viene archiviata e lei sviluppa anche un forte legame con il suo partner, Daniel.

Perché Ludde, il cane, deve morire?

Una delle morti più sfortunate in Åremorden – Gli omicidi di Åre è quella del cane degli Halvorsen, Ludde, che è coinvolto nelle gelosie di umani imperfetti senza alcuna colpa da parte sua. Ludde è visto sempre scappare di casa a ogni occasione ed è riluttante a rientrare perché ama correre in giro ed essere inseguito dai membri della famiglia. Tuttavia, anche prima che il cadavere di Amanda venga trovato sulla funivia, Ludde viene ucciso da qualcuno e il suo corpo viene lasciato proprio dietro la casa degli Halvorsen, quasi come un avvertimento per la famiglia. Harald è comprensibilmente molto turbato da questo omicidio dell’innocente cane di famiglia, ed è anche piuttosto spaventato, temendo che ognuno dei membri della sua famiglia possa essere ferito da qualche aggressore sconosciuto. Ma l’intera questione è in realtà legata alla sua relazione extraconiugale con una dipendente della sua azienda, Mira, con la quale ha avuto rapporti intimi quasi ogni giorno, nonostante sia sposato con Lena.

Si suggerisce che Amanda probabilmente sapesse che suo padre aveva una relazione con Mira, sebbene nessun altro ne fosse a conoscenza. Ma quando lasciò il suo telefono nell’auto di Mira la notte stessa della scomparsa di Amanda, fu trovato dal marito di Mira, Fredrik, che sospettò immediatamente che sua moglie lo tradisse. Fredrik aveva già qualche sospetto che sua moglie e Harald stessero tramando qualcosa, e il telefono dell’uomo nella macchina della moglie fu una prova sufficiente per lui, sebbene non la affrontò con la verità.

Qualche tempo dopo, dopo che il corpo di Amanda fu trovato, Fredrik visita Harald e gli offre le sue condoglianze per la sua perdita, ma poi lo mette anche in guardia dal non avvicinarsi a Mira, rivelando che in realtà conosce la verità. Questo fa insospettire Harald del fatto che deve essere stato Fredrik a uccidere Amanda per punirlo per aver dormito con sua moglie, e l’uomo attacca persino Fredrik sul posto di lavoro. È allora che Fredrik ammette di aver ucciso l’amato animale domestico di Harald, Ludde, ma dice che non ha fatto nulla ad Amanda. Semplicemente coinvolto in tutta la situazione solo per il fatto di esistere ed essere l’amato amico del suo padrone, Ludde doveva morire perché Fredrik voleva vendicarsi dell’uomo che stava cercando di rubargli la moglie.

In che modo la serie commenta lo stigma sociale contro l’omosessualità?

Nella seconda metà di Åremorden – Gli omicidi di Åre, che è un adattamento di “Hidden in the Shadow” di Sten, la serie commenta lo stigma che esiste ancora contro l’omosessualità, in una certa misura, soprattutto se un agente di polizia è gay. Uno degli ufficiali del dipartimento dei vigili del fuoco, Anton Lundgren, è un uomo gay represso che sviluppa un interesse romantico per un giovane di nome Carl Wilner, che incontra in uno dei club della città. Ma anche prima che la loro storia d’amore nascente possa prendere forma, Carl si rivela essere parte del mistero che circonda l’omicidio di Johan Andersson. Sciatore di professione in pensione, Johan gestisce attualmente un’azienda di sport d’avventura, ma il suo corpo smembrato è stato trovato in un campo vicino ai binari della ferrovia. Sebbene inizialmente sembrasse che l’uomo fosse stato ucciso da un treno in corsa, l’autopsia ha confermato che era stato assassinato con un corpo contundente prima di essere gettato davanti al treno.

Sfortunatamente per Anton, Carl si rivela essere uno dei primi sospettati del caso, e quindi non può corteggiare l’uomo a causa del possibile conflitto di interessi. Tuttavia, quando il pastore della chiesa locale, Ole, sembra essere il sospettato più probabile per aver commesso l’omicidio, Anton si mette immediatamente in contatto con Carl e gli racconta lo sviluppo, anche se non fa il nome del sospettato. Anton evidentemente compie questo passo molto rischioso perché è disperato e vuole una storia. Come ammetterà in seguito ad Hanna, Anton ha bisogno di nascondere la sua omosessualità perché verrebbe ridicolizzato dal resto delle forze di polizia e potrebbe persino portarlo a perdere il lavoro. Tuttavia, il genuino interesse per Carl gli fa ignorare la normale procedura per informarlo che possono di nuovo uscire insieme.

Le cose prendono una piega ancora più sinistra quando si scopre che il furgone guidato da Carl è stato usato per scaricare il corpo di Johan vicino ai binari ferroviari, e per un attimo sembra che l’amante di Anton sia l’assassino. È lo stesso agente di polizia a notare l’indizio cruciale sul furgone di Carl, e si confida immediatamente con Hanna su tutto ciò che è accaduto nella sua vita personale. Ciò conferma che, indipendentemente da ciò che accade nella sua vita personale, Anton è più dedito ai suoi obblighi professionali e non metterà mai a rischio la vita degli altri solo per la sua convenienza. Alla fine, quando si scopre che Carl in realtà non ha avuto nulla a che fare con l’omicidio, Anton trova anche il coraggio di fare coming out e inizia ufficialmente una relazione con Carl.

Gli assassini vengono infine arrestati?

Poiché Åremorden – Gli omicidi di Åre ha due storie separate, tecnicamente ha anche due finali, uno nell’episodio 3 e l’altro alla fine, nell’episodio 5. Nel caso dell’omicidio di Amanda Halvorsen, viene rivelato che il vero motivo della sua morte era che aveva scoperto una vasta rete di tratta di esseri umani e sfruttamento. Un uomo d’affari di nome Bosse Lundh aveva gestito un’organizzazione di beneficenza attraverso la quale aveva fatto entrare rifugiati indifesi e li aveva intrappolati sottraendo loro i passaporti. Sua moglie, Annika, gestiva un’azienda di servizi di pulizia e molti di questi rifugiati erano costretti a lavorare per questa azienda con un compenso molto basso. Anche la domestica di Amanda, Zuhra, era stata vittima di questa trappola di sfruttamento e quando la ragazza lo scopre, vuole ottenere giustizia. Ecco perché affrontò Bosse la sera della festa e l’uomo la seguì in macchina per fingere di avere solo una conversazione. Ma quando Amanda entrò in macchina, Bosse la strangolò a morte e poi lasciò il suo corpo nella funivia per evitare ogni sospetto.

Il secondo caso di omicidio, quello di Johan Andersson, si rivela essere una questione di complicate relazioni familiari e problemi nella sua vita personale. Sposato con una donna di nome Marion da un po’ di tempo, Johan all’improvviso voleva lasciarla e sistemarsi con il suo nuovo amore, Rebecka. Ciò provocò una discussione accesa tra i due a casa loro, che il loro figlio, Leo, ascoltò. Sebbene Leo non fosse il figlio biologico di Johan e fosse nato dal primo matrimonio di Marion con un uomo di nome Jens Wenolf, lui amava il ragazzo e lo aveva cresciuto come se fosse suo figlio. Tuttavia, quando Johan annunciò che voleva lasciare la famiglia, Leo non riuscì a sopportare di vedere sua madre così ferita, e così colpì il suo patrigno con una pala, uccidendolo all’istante. Marion chiese quindi aiuto a Jens per ripulire il pasticcio e coprire l’omicidio che il figlio aveva appena commesso, e lasciarono intenzionalmente il corpo di Johan sui binari per far sembrare la sua morte un incidente ferroviario. Alla fine, tutti e tre i membri della famiglia vengono arrestati, anche se Leo forse non sapeva che avrebbe finito per commettere un omicidio, e i suoi genitori hanno fatto essenzialmente del loro meglio per proteggerlo a tutti i costi.

Marvel Zombies ha ucciso più eroi di Avengers: Infinity War!

Il Marvel Cinematic Universe è riuscito a fare ciò che sembrava impossibile: Marvel Zombies, nuova uscita del franchise, vede morire più eroi che in Avengers: Infinity War. Non è un segreto che i film di Avengers dell’MCU siano la parte più importante dell’universo condiviso. Sono i grandi eventi che riuniscono diversi eroi dell’MCU contro una minaccia.

Avengers: Infinity War ha fatto la storia con uno dei finali più scioccanti della storia del cinema. Gli eroi sono stati sconfitti da Thanos, con il Titano Pazzo che ha usato il Guanto dell’Infinito per sterminare metà della popolazione dell’universo. Sebbene diversi personaggi siano poi tornati nei prossimi progetti dell’MCU, diversi eroi sono morti. Ora, una nuova serie TV dell’MCU supera il bilancio delle vittime di Infinity War.

Come Marvel Zombies uccide più eroi MCU di Avengers: Infinity War

Dato che Thanos ha ucciso metà dell’universo, il numero totale di morti di Avengers: Infinity War è maggiore di quello di Marvel Zombies, dato che l’apocalisse è stata contenuta sulla Terra dai Nova Corps. Tuttavia, per quanto riguarda le morti di eroi MCU, la serie animata ha visto più eroi morire rispetto al film MCU. In Avengers: Infinity War, sono morti 16 eroi MCU.

Questo numero è suddiviso tra personaggi polverizzati dallo schiocco di Thanos e quelli morti prima. Tra questi ultimi ci sono Gamora, Visione, Loki e Heimdall. Mentre il film Avengers ha avuto un numero considerevole di morti e un finale scioccante, Marvel Zombies è riuscito a superarlo come il progetto MCU con il maggior numero di morti di eroi nei suoi quattro episodi.

In Marvel Zombies, muoiono oltre 20 eroi MCU. Questo numero varia a seconda che gli eroi trasformati in zombie vengano conteggiati o meno, dato che vengono uccisi nel loro stato zombificato. Anche se non fosse così, almeno 17 eroi muoiono in Marvel Zombies, inclusi personaggi principali come Yelena Belova, Blade, Thor, Rocket, Groot, Red Guardian, Black Panther e altri.

Marvel Zombies – Cortesia Disney+

Marvel Zombies rende le morti degli eroi dell’MCU più cupe

Oltre a uccidere più eroi dell’MCU rispetto ad Avengers: Infinity War, le morti di Marvel Zombies hanno un impatto maggiore rispetto a quelle del film MCU, in un certo senso. Sebbene nulla possa superare lo shock di vedere così tanti eroi morire in un film live-action, Avengers: Endgame risolve il problema riportandoli in vita quando gli eroi ottengono tutte le Gemme dell’Infinito. In Marvel Zombies, gli eroi dell’MCU muoiono per sempre.

Avengers: Infinity War è stato classificato PG-13, come la maggior parte dei progetti MCU. Ciò differisce da Marvel Zombies, che è TV-MA, consentendo quindi che le morti degli eroi dell’MCU siano più sanguinose e raccapriccianti. La nuova serie Marvel è d’impatto e non ha paura di vedere eroi amati morire in modi terribili. In quanto tale, Marvel Zombies supera le morti degli eroi di Infinity War.

Genie, Make a Wish, spiegazione del finale del nuovo K-Drama Netflix

Genie, Make a Wish è la più recente commedia romantica fantasy scritta da Kim Eun-sook, celebre autrice di successi come Guardian: The Great and Lonely God e Mr. Sunshine. In questa serie, la sceneggiatrice spinge al massimo i suoi temi preferiti, mescolando comicità, tragedia e mitologia. La storia unisce elementi di fantasia millenaria, amore maledetto e riflessioni sulla natura umana, costruendo un racconto che sfugge a qualsiasi categoria classica del K-drama.

Il protagonista è Iblis (Kim Woo-bin), un genio satanico esiliato all’inferno dopo essersi ribellato a Dio e rifiutato di convivere con gli uomini. Prima della condanna, stipula un patto divino: potrà dimostrare la corruzione dell’umanità concedendo tre desideri ai mortali. Ogni desiderio egoista condannerà un’anima, ma se Iblis incontrerà un essere umano davvero altruista, svanirà per sempre.

Per secoli, il piano di Iblis funziona: tutti i suoi “padrone della lampada” si rivelano avidi. Finché una ragazza schiava del regno di Goryeo, in punto di morte, usa i suoi tre desideri solo per aiutare gli altri, condannando così il genio a un sonno eterno. Dio lo rinchiude nella lampada per 983 anni.

Un incontro millenario

Quasi mille anni dopo, Iblis incontra Ki Ka-young (Suzy), un’abile meccanica d’auto con disturbi antisociali. È una psicopatica incapace di provare empatia, ma grazie all’educazione della nonna e al sostegno del suo villaggio, conduce una vita apparentemente normale. Ka-young è la reincarnazione della ragazza di Goryeo, ma nessuno dei due ricorda pienamente il passato. Iblis, convinto che questa volta riuscirà a corromperla, decide di metterla alla prova.

I cinque desideri del villaggio

Offesa dalle parole di Iblis sul fatto che “tutti gli esseri umani sono marci”, Ka-young lo sfida: il genio dovrà concedere desideri ai prossimi cinque abitanti del villaggio. Se la maggioranza si rivelerà egoista, lei accetterà di morire e riconoscerà la vittoria di Iblis; ma se la bontà prevarrà, sarà lui a essere distrutto.

La serie segue le storie dei cinque “desideranti”.

1. Kang Im-seon – la cassiera

Dopo trent’anni nello stesso supermercato, Im-seon desidera un avanzamento di carriera. Usa due desideri per ottenere promozioni, ma l’arroganza le costa il lavoro e il rapporto con la figlia. Disperata, usa l’ultimo desiderio per far dimenticare al genio le sue richieste, ma Iblis è immune e la donna cade nell’alcolismo.

Esito: egoista.

2. Gu Bo-gyeong – l’ex bullo

Ex compagna di scuola di Ka-young, Bo-gyeong lavora in banca ed è piena di rancore. Usa i suoi desideri per rubare la fortuna di Ka-young, ma dopo aver perso dignità e carriera, comprende i propri errori e impiega l’ultimo desiderio per salvare la vita di Ka-young.

Esito: altruista.

3. Ppoppi – il cane randagio

Un dolce meticcio chiede di essere trasformato in un uomo affascinante — identico all’attore Daniel Henney, che infatti lo interpreta. Dopo un periodo di curiosa vita umana, Ppoppi decide di tornare cane per salutare il bambino che lo amava.

Esito: altruista.

4. Eom Sang-tae – il figlio del ristoratore

Uomo violento e misogino, Sang-tae usa i suoi desideri per coprire un omicidio e tenta di uccidere di nuovo.

Esito: egoista.

5. Ko Young-hyeon – lo youtuber fallito

Avido di fama, Young-hyeon sta per sprecare tutto per diventare virale, ma all’ultimo sceglie di salvare il suocero morente.

Esito: altruista.

Il bilancio finale è tre su cinque altruisti. Contro ogni previsione, Ka-young dimostra che l’umanità, pur imperfetta, possiede ancora bontà e sacrificio.

Cameo celebri

La serie è ricca di apparizioni a sorpresa di grandi star coreane.

  • Daniel Henney compare nell’Episodio 4 come Ppoppi, l’uomo-cane, con accanto Kim Ji-hun (Money Heist: Korea) nel ruolo del suo autista.
  • Nell’Episodio 8 entra in scena Song Hye-kyo nei panni di Jinniya, un genio femminile e antica amante di Iblis. È lei a rivelare il segreto dei vent’anni cancellati dalla memoria del genio e la verità su due figure mitiche, Shadi e Khalid.
    Questa è la prima apparizione cameo nella carriera di Song e la terza collaborazione con Kim Eun-sook dopo Descendants of the Sun e The Glory.

Ejllael, Halmoni/Pan-geum e Irem

Ejllael – l’angelo della morte

Interpretato da Noh Sang-hyun, Ejllael è il messaggero di Dio, incaricato di vigilare sul patto di Iblis. In realtà è divorato dalla gelosia verso il genio e attende il momento in cui Ka-young dimostrerà la bontà umana, così da poter eliminare per sempre il suo rivale. Tuttavia, le cose non vanno come previsto.

Halmoni/Pan-geum – la nonna

Kim Me-kyung interpreta la nonna di Ka-young, unica persona ad averle dato amore incondizionato. Con il secondo desiderio, Ka-young ridona giovinezza alla donna, che diventa Lee Mi-ju (interpretata da Ahn Eun-jin). Per un breve periodo, Pan-geum vive una nuova vita felice, ma alla fine sacrifica se stessa per proteggere Ka-young e l’amica Min-ji.
Kim Eun-sook ha spiegato che affidare lo stesso personaggio a due attrici era rischioso, ma Ahn Eun-jin ha saputo “continuare la dolcezza e vitalità della Pan-geum originale”.

Irem – la segretaria gufo

Servitrice di Ejllael, Irem (Woo Hyun-jin) è una civetta divina che sembra obbedire agli ordini celesti, ma segue la propria coscienza. Quando, alla fine, Ka-young perde la memoria di Iblis, è Irem a restituirgliela per riparare alle sue manipolazioni passate. Dopo questo gesto, ritorna alla sua forma primordiale: un filo di fumo bianco.

La vera storia d’amore tra Iblis e Ka-young

All’inizio della serie, Iblis afferma di essere rimasto imprigionato per 983 anni, ma non ricorda che Dio gli ha cancellato vent’anni di memoria. Ka-young, dal canto suo, percepisce solo echi di déjà vu, senza ricordare il genio né la vita precedente.

Durante un ballo, Iblis rivive il passato e capisce che la ragazza di Goryeo non era morta subito dopo il terzo desiderio. Sopravvissuta, era cresciuta e si era innamorata di lui. Ma Dio, in risposta al suo ultimo desiderio — “che io e il genio condividiamo ogni sofferenza” — aveva interpretato la richiesta nel modo più crudele possibile: innamorarsi e assistere alla morte della persona amata.

Quando la donna morì per mano di un uomo a cui Iblis stesso aveva concesso potere, il genio perse ogni fiducia negli umani e supplicò Dio di rivederla. Dio acconsentì, ma lo vincolò alla sua reincarnazione, cancellandogli la memoria e condannandolo a un ciclo eterno di dolore e amore.
In questo modo, Iblis e Ka-young restano legati per l’eternità dal terzo desiderio: proteggersi a vicenda fino alla fine.

Suzy ha spiegato che per interpretare Ka-young, “incapace di espressioni”, è stato liberatorio interpretare la ragazza di Goryeo come un’anima pura e generosa: “nei flashback ho potuto finalmente sorridere e mostrare emozioni”.

Il bambino misterioso

Nel villaggio appare un nuovo bambino, apparentemente innocente. Si scopre che è Hunbish, il ragazzino che la ragazza di Goryeo aveva voluto salvare. In realtà, il suo corpo immortale ospita l’anima di Khalid, figlio di Shadi, fratello di Iblis. Mille anni prima, Shadi aveva salvato il figlio malato trasferendone l’anima nel corpo di Hunbish.

Khalid, metà umano e immortale, ha trascorso secoli aspettando il risveglio di Iblis per rubargli la lampada e il potere. Nella sua follia, uccide il padre Shadi e anche la nonna di Ka-young, Pan-geum, che muore proteggendo Min-ji. Anche Sade, il fedele servitore di Iblis, muore difendendo le due donne.
Alla fine, Iblis distrugge il Fiore della Vita Eterna — lo stesso che aveva piantato per donare immortalità a Khalid — ponendo fine alla sua esistenza.

Il finale

Dopo la morte di Pan-geum, Ka-young è devastata. Nonostante la sua incapacità di provare emozioni, sente un dolore che non riesce a comprendere. Chiama Iblis, ma lui si nasconde, temendo che lei possa usare il terzo desiderio per salvarlo, rendendosi quindi egoista e condannandosi.

Quando si ritrovano, Ka-young esprime infine il suo ultimo desiderio: vuole sentire pienamente le emozioni umane per un solo giorno prima di morire. È un desiderio egoista, e quindi conferma la teoria di Iblis sulla natura corrotta dell’uomo. Ma proprio quell’atto, mosso dall’amore e dal desiderio di comprendere la vita, rende Ka-young autenticamente umana.

Iblis, incapace di ucciderla, accetta il desiderio e si inchina davanti a lei, rinunciando al suo orgoglio e perdendo la scommessa con Dio. Viene ucciso da Ejllael, mentre Ka-young vaga nel deserto, col cuore spezzato e la memoria cancellata del genio. Quando Irem le restituisce i ricordi, Ka-young muore di dolore, esausta e sola. Le loro morti parallele compiono il terzo desiderio della ragazza di Goryeo: proteggersi fino alla fine.

Il significato del finale e la rinascita

Gli attori Kim Woo-bin e Suzy hanno raccontato di essersi commossi leggendo il copione finale. Kim ha spiegato: “Ogni pagina aumentava l’intensità, e guardando Suzy sul set, la scena finale mi ha colpito più di quanto immaginassi”. Suzy ha aggiunto che il desiderio finale di Ka-young — provare emozioni — è “il più bello”, perché le permette di comprendere l’amore incondizionato che l’ha sempre circondata.

Nel finale simbolico, Ka-young viene rinata come genio, una Jinniya, per il suo millenario sacrificio e la devozione a Iblis. Pan-geum, ormai spirito, rifiuta di entrare in paradiso finché Dio non acconsente a far rinascere anche Iblis. Il suo desiderio viene esaudito, e il genio rinasce insieme a Ka-young.

La storia si chiude con i due nuovi geni immortali, uniti per sempre, pronti a vagare per il mondo tra caos, amore e libertà.

Mr Cobbler e la bottega magica: le curiosità sul film

Mr Cobbler e la bottega magica (The Cobbler) è un film del 2014 diretto da Tom McCarthy, con protagonista Adam Sandler in cui l’attore statunitense dimostra quanto il suo carisma, molto al di là del film in cui si trova, riesce sempre a catturare l’attenzione degli spettatori, tanto che il film si trova ora nella Top 10 di Prime Video trai titoli più visti delle ultime settimane.

La trama di Mr Cobbler e la bottega magica

Nel 1903, nel Lower East Side di New York, il calzolaio ebreo Pinchas Simkin usa una misteriosa macchina per cucire che gli permette di vivere la vita dei suoi clienti indossando le loro scarpe. Anni dopo, il negozio passa al suo pronipote Max, che vive con la madre malata e ha perso ogni entusiasmo per il lavoro. Quando un criminale, Leon Ludlow, porta le sue scarpe a risuolare, Max scopre che, usando la vecchia macchina, può trasformarsi in chiunque indossi le scarpe cucite con essa. Inizia a sperimentare questa abilità, vivendo momenti divertenti e imbarazzanti, ma anche rischiosi. Dopo la morte della madre, Max si scontra con Ludlow e, durante una colluttazione, lo uccide accidentalmente. Scosso, decide di usare il potere delle scarpe per aiutare il quartiere e contrastare i soprusi. Scopre poi che il suo amico barbiere Jimmy è in realtà suo padre Abraham, che aveva finto la propria scomparsa. Abraham gli rivela la verità sulla macchina magica e insieme intraprendono un nuovo viaggio, continuando la straordinaria eredità di famiglia.

Le curiosità su Mr Cobbler e la bottega magica

The Brave and the Bold: Andy Muschietti è ancora legato al progetto

Sono passati quasi tre anni da quando i DC Studios hanno annunciato il programma “Capitolo 1: Dei e Mostri”. Progetti come The Authority, Waller e Booster Gold sono tutti in fase di stallo e non sappiamo ancora chi interpreterà Batman in The Brave and the Bold. Il Cavaliere Oscuro ha fatto una breve apparizione in Creature Commandos, ma il lavoro sul suo team con Robin non sta procedendo così rapidamente come molti fan vorrebbero.

Il co-CEO della DC Studios James Gunn ha ammesso di avere difficoltà a capire come portare sul grande schermo il personaggio, cosa che probabilmente non è stata aiutata dai piani (certamente molto ritardati) di Matt Reeves per The Batman – Parte II. Con quel film che sta però finalmente prendendo forma, Gunn potrebbe ora avere più facilità a capire come differenziare il Batman della DCU da quello interpretato da Robert Pattinson.

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Ha detto che è stato ingaggiato uno sceneggiatore, ma che ne sarà del regista Andy Muschietti? Ci sono state notizie contrastanti sul fatto che il regista di The Flash e It: Welcome to Derry prenderà le redini di questa storia di Batman e Robin, ma lo stesso Muschietti sembra aver chiarito la questione. Un fan su X, @Gotham2739, ha infatti recentemente pubblicato una foto di sé stesso e Muschietti.

L’utente ha così affermato di aver ricevuto alcune piccole informazioni sui piani del regista per The Brave and the Bold. “È ancora impegnato nella regia del film”, ha scritto il fan, aggiungendo: “Il film non entrerà presto in produzione, soprattutto perché The Batman Part II entrerà in produzione il prossimo anno”. “Ho chiesto ad Andy se fosse a conoscenza del fatto che fosse stato ingaggiato uno sceneggiatore… lui ne è a conoscenza e credo che conosca anche la trama”, ha aggiunto l’utente.

Naturalmente, si tratta di una notizia non riportata da fonti ufficiali bensì da un semplice scambio di cui non vi è testimonianza effettiva, per cui non resta che attendere conferme ufficiali. È probabile che, con la messa in onda di It: Welcome to Derry dal 27 ottobre e con l’inizio della produzione di The Batman – Parte II prevista per la primavera del 2026, sarà possibile iniziare anche ad avere novità su The Brave and the Bold.

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Tutto quello che sappiamo su The Brave and the Bold

Parlando l’anno scorso dei piani dei DC Studios per The Brave and the Bold, James Gunn ha detto: “Questa è l’introduzione del Batman del DCU. È la storia di Damian Wayne, il vero figlio di Batman, di cui non conoscevamo l’esistenza per i primi otto-dieci anni della sua vita. È stato cresciuto come un piccolo assassino e assassina. È un piccolo figlio di puttana. È il mio Robin preferito“. “È basato sulla run di Grant Morrison, che è una delle mie run preferite di Batman, e la stiamo mettendo insieme proprio in questi giorni“.

Il co-CEO dei DC Studios, Peter Safran, ha aggiunto: “Ovviamente si tratta di un lungometraggio che vedrà la presenza di altri membri della ‘Bat-famiglia’ allargata, proprio perché riteniamo che siano stati lasciati fuori dalle storie di Batman al cinema per troppo tempo“. Alla sceneggiatura, oltre a Muschietti, dovrebbe esserci anche Rodo Sayagues, noto per aver firmato le sceneggiature di La casa, Man in the DarkAlien: Romulus.

Monster: La Storia di Ed Gein, il regista spiega il significato dell’ultima battuta

Il regista e produttore esecutivo di Monster: La storia di Ed Gein, Max Winkler, analizza l’inquietante battuta finale della serie. Dopo essersi concentrata in precedenza su Jeffrey Dahmer e poi su Lyle ed Erik Menendez, la terza stagione della serie antologica Netflix di Ryan Murphy esplora il serial killer realmente esistito Ed Gein.

Nel finale di Monster: La storia di Ed Gein, il personaggio principale interpretato da Charlie Hunnam ha delle allucinazioni in cui si immagina di aiutare gli agenti dell’FBI a catturare il famigerato serial killer Ted Bundy. Negli ultimi istanti prima della morte di Gein, la sua vita gli scorre davanti agli occhi. Tra queste, quella seduta in veranda con sua madre, Augusta (Laurie Metcalf), che pronuncia la battuta finale della serie: “Solo una madre potrebbe amarti”.

In un’intervista con Variety, a Winkler, che ha diretto sei degli otto episodi della stagione, è stato chiesto come avesse scelto di sviluppare il finale della serie. Winkler spiega che voleva che la battuta della “madre” concludesse la serie perché è il momento “Rosebud” di Gein, che sottolinea i problemi di fondo che hanno motivato le azioni del personaggio.

Il regista Max Winkler ha spiegato che l’inclusione di Ted Bundy nella serie è servita per mostrare la personificazione del male puro, in contrasto con Ed Gein, che viene rappresentato come un uomo profondamente disturbato, ma non completamente malvagio. Bundy, al contrario, non aveva motivazioni o traumi alle spalle: era semplicemente un mostro, e Winkler voleva mostrare chiaramente cosa significa il vero male.

Winkler ha anche raccontato che la scena finale sulla veranda, con la battuta “Solo una madre potrebbe amarti”, è stata l’ultima girata e non era prevista nel copione. È nata sul momento, durante alcune riprese aggiuntive a Los Angeles. Il direttore della fotografia, Michael Bauman, ha ricreato la luce mattutina in studio, mentre gli oggetti di scena — come il limonataio e il lavoro a maglia — sono stati improvvisati.

Riguardo al finale in stile All That Jazz, Winkler lo descrive come un momento intenso e surreale, girato senza musica e in toni molto cupi, per enfatizzare la natura disturbante dei personaggi. Racconta che quella giornata fu una delle più lunghe e faticose del set, coincidente con il compleanno dell’attore Charlie, e che tutta la troupe lavorò fino a tardi per ottenere la scena perfetta.

Il trauma di Ed Glein

Il trauma di Gein era in gran parte radicato nel modo in cui Augusta abusava di suo figlio e nel modo in cui lui continuava a essere perseguitato da lei molto tempo dopo la sua morte. Dato il ruolo centrale e inquietante che lei aveva avuto nella sua vita, è appropriato che la scena finale lo veda immaginare di essere seduto accanto a lei, mentre lei lo tormenta fino alla fine con le sue parole.

Il rapporto contorto tra Gein e sua madre, incluso il tentativo di dissotterrare il suo cadavere, ha influenzato persino il film più importante di Alfred Hitchcock, Psycho, in particolare la rappresentazione di Norman Bates e del suo rapporto con la madre defunta.

Nonostante tutte le persone che Ed Gein uccide prima di essere catturato, la serie cerca di dipingerlo in una luce in qualche modo compassionevole, e un elemento chiave di questo è il contrasto tra lui e Bundy, e girare quelle scene senza musica e con luci soffuse.

Scary Movie e il grande successo in streaming

Scary Movie di Marlon Wayans sta scalando le classifiche streaming ed è spuntato nella Top 10 di Netflix completamente a sorpresa! A oltre due decenni dalla sua uscita, l’amato film parodia sta vivendo una rinascita, con una nuova popolarità in streaming, ricordando al pubblico l’eredità comica di Wayans e il motivo per cui il franchise di Scary Movie rimane uno dei franchise parodia più iconici di sempre.

Il rinnovato successo di Scary Movie coincide anche con l’ultima uscita cinematografica di Marlon Wayans, HIM. Il nuovo film è appena uscito nelle sale e, sebbene abbia debuttato con il 30% di share su Rotten Tomatoes, la performance di Wayans è stata ampiamente elogiata.

Secondo gli ultimi dati di FlixPatrol, Scary Movie è salito nella top 10 dei film in streaming anche negli Stati Uniti, conquistando il terzo posto nella top 10 su Paramount+.

Il culto di Scary Movie

Uscito nel 2000, Scary Movie è stato un fenomeno culturale, una parodia dei film horror come Scream e So cosa hai fatto che mescola umorismo slapstick con una satira tagliente sul genere. Diretto da Keenen Ivory Wayans, il film ha lanciato un franchise di successo che ha generato cinque sequel e ha consolidato l’influenza della famiglia Wayans nel genere comico.

Mentre HIM dimostra la capacità di Wayans di spaziare in nuovi generi, la rinascita di Scary Movie in streaming è un promemoria delle fondamenta che ha costruito con la commedia che fonde i generi. Ciò dimostra anche che la passione per la parodia e la commedia horror rimane viva e vegeta. Mentre molti film parodia degli anni 2000 sono caduti nell’oblio, la commedia dei Wayans continua a riscuotere successo tra il pubblico.

Ciò suggerisce anche che il pubblico moderno è desideroso di altri progetti come il franchise di Scary Movie. La capacità dei Wayans di parodiare con successo l’horror offrendo al contempo una storia divertente ha stabilito uno standard per ciò che i film parodia possono realizzare. La loro continua rilevanza potrebbe persino ispirare nuovi progetti parodistici nell’attuale panorama in continua evoluzione dell’horror e della commedia.

Scary Movie 6 è attualmente in fase di sviluppo presso Paramount e Miramax, con il ritorno di Marlon e Shawn Wayans. L’uscita del film è prevista per il 12 giugno 2026.

It: Welcome to Derry, Stephen King dice la sua sulla serie

Dopo il grande successo dei due film IT – Parte 1 del 2017 e IT – Parte 2 del 2019, la Warner Bros. ha dato il via libera a un prequel per il piccolo schermo intitolato It: Welcome to Derry, che vede il ritorno del clown Pennywise. Ora, a poche settimane dalla messa in onda, su Threads Stephen King ha espresso la sua opinione sulla serie, basata sul suo celebre romanzo It. Lo scrittore l’ha definita “fantastica” e ha detto che il primo episodio della serie è “terrificante”.

Cosa significa per la serie prequel di IT l’elogio di Stephen King a Welcome To Derry

It: Welcome to Derry esplora il retroscena dell’entità malvagia comunemente nota come Pennywise, che semina il caos nella città di Derry, nel Maine. Poiché la serie è un prequel dei due film It e si basa solo sui capitoli interludi del romanzo originale, sarà più difficile stabilire se si tratti di un adattamento buono o cattivo. Critici e fan dovranno invece determinare se la serie prequel riesca a sviluppare in modo eccellente la tradizione creata per il grande schermo e da King nel suo libro del 1986.

Tuttavia, il fatto che King abbia espresso il suo apprezzamento per It: Welcome to Derry è molto significativo. In teoria, sarebbe facile ignorare la reazione dell’autore a causa del suo legame di lunga data con la storia di Derry e Pennywise. Ma King non ha sempre dato recensioni positive ai film e alle serie TV basati sui suoi mondi letterari. In passato, titoli come Firestarter, L’acchiappasogni, La creatura del cimitero e La Torre Nera hanno tutti ricevuto un giudizio negativo da King.

Ha anche criticato l’adattamento cinematografico di Stanley Kubrick di Shining, nonostante sia stato ampiamente acclamato come uno dei film horror più iconici di tutti i tempi. Dunque non è scontato che King dia il suo benestare ad uno degli adattamenti di un suo romanzo. I produttori di It: Welcome to Derry hanno però coinvolto l’autore horror nella realizzazione della serie prequel, con King che ha approvato la creazione dello show e le sceneggiature.

Sebbene non sia chiaro se King abbia visto più della prima puntata della stagione di otto episodi, il suo sigillo di approvazione per la premiere della serie è un ottimo segno per la serie e per tutti i fan che potrebbero essere diffidenti nei confronti della Warner Bros. che espande la storia oltre il materiale originale.

Il cast di IT: Welcome to Derry

La serie, prodotta dalla Warner Bros. Television e sviluppata per la televisione dai registi Andy Muschietti e Barbara Muschietti (IT, The Flash) e Jason Fuchs (Wonder Woman), debutterà su HBO e sarà disponibile in streaming in Italia grazie a Sky. Muschietti dirigerà quattro episodi della serie di nove episodi. Bill Skarsgård ha descritto IT: Welcome to Derry come “piuttosto hardcore” e ha ammesso di aver avuto qualche esitazione nel riprendere quello che è diventato forse il suo ruolo più iconico.

Ambientata nell’universo di IT di Stephen King, la serie è basato sul romanzo e amplia la visione creata dal regista Andy Muschietti nei film IT – Parte 1 e IT – Parte 2. Il cast è guidato da Taylour Paige, Jovan Adepo, Chris Chalk, James Remar, Stephen Rider, Madeleine Stowe, Rudy Mancuso e Bill Skarsgård. È stato anche confermato che IT: Welcome to Derry sarà trasmesso per la prima volta questo ottobre, il che significa che dovremmo tornare a Derry in tempo per Halloween.ù

La serie arriverà su Sky dal 27 ottobre.

A Knight of the Seven Kingdoms: il primo poster del nuovo spin-off di Game of Thrones

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Sebbene sembri che la serie sequel di Jon Snow con Kit Harington sia ormai definitivamente morta, ci sono ancora diversi spin-off di Game of Thrones in fase di sviluppo, tra cui A Knight of the Seven Kingdoms.

La produzione si è conclusa all’inizio di quest’anno a Belfast, nell’Irlanda del Nord, e HBO/Max ha ora pubblicato il primo poster ufficiale con Peter Claffey nei panni di Ser Duncan l’Alto, alias “Dunk”, e Dexter Sol Ansell nei panni del suo giovane scudiero, il principe segreto Targaryen Aegon, alias “Egg”.

La serie vedrà anche la partecipazione di Finn Bennett (True Detective: Night Country) nel ruolo di Aerion Targaryen, Bertie Carvel (The Crown) in quello di Baelor Targaryen, Tanzyn Crawford (Tiny Beautiful Things) in quello di Tanselle, Daniel Ings (The Gentlemen) in quello di Ser Lyonel Baratheon e Sam Spruell (Fargo) in quello di Maekar Targaryen.

Questa serie sarà molto più piccola sia di Game of Thrones che di House of the Dragon, e abbandonerà persino l’ironica sequenza di apertura.

“Tutte le decisioni sono state prese da Dunk, che ha cercato di trasmettere il tipo di persona che è in ogni aspetto di questa serie, persino nella sequenza iniziale”, ha dichiarato il co-creatore Ira Parker a Entertainment Weekly. “Le sequenze dei titoli di testa dell’originale [Game of Thrones] e di House of Dragon sono grandiose, epiche e incredibili. La colonna sonora di Ramin Djawadi è orchestrale, imponente e bellissima. Non è proprio il modus operandi di Dunk. È semplice, sobrio e diretto. Non gli piace fare mostra di sé.”

A Knight of the Seven Kingdoms, basato sulle storie di George R.R. Martin Dunk and Egg, è attualmente in fase di post-produzione. La serie arriverà nel 2026.

Nel frattempo, la terza stagione di House of the Dragon sarà probabilmente trasmessa per la prima volta nel giugno 2026, “appena fuori” dalla finestra di eleggibilità per gli Emmy Awards 2026.

Cillian Murphy rivela la frase di Christopher Nolan che ha cambiato la sua interpretazione in Oppenheimer

La star di Oppenheimer, Cillian Murphy, rivela che c’è stata una nota particolarmente significativa di Christopher Nolan sulla sua recitazione che rimane la sua indicazione preferita di sempre. Uscito nel 2023, il film biografico di Nolan su J. Robert Oppenheimer ha, come noto, segnato l’ultima (ad oggi) di una lunga serie di collaborazioni tra l’attore e il regista. Le recensioni entusiastiche di Oppenheimer hanno aiutato il film a ottenere ottimi risultati agli Academy Awards del 2024. Su 13 nomination, il dramma storico ha vinto sette Oscar, tra cui quello per il miglior regista e il miglior film. Murphy ha anche vinto il suo primo Oscar come miglior attore.

Ora, durante una recente intervista con Jake’s Takes, Murphy ha rivelato che Nolan gli ha dato una indicazione sottile ma potente che lo ha aiutato a svelare veramente il personaggio di Oppenheimer. “Ho girato sei film con Chris, ed è un regista generazionale. Lo sappiamo tutti. Uno dei più grandi registi di sempre. Ricordo che all’inizio, quando interpretavo Oppenheimer, ero un po’ troppo aggressivo in una delle riprese. E lui mi disse: ‘Non è un pugile. È un giocatore di scacchi’”, ha raccontato l’attore.

“Me lo sussurrò all’orecchio proprio prima della ripresa successiva, e questo cambiò tutto. Fino a quel momento non aveva detto nulla, poi disse quella frase, che chiarì tutto e rese tutto più chiaro. Cambiò completamente il mio approccio alla ripresa. Ha un talento incredibile, è pazzesco“, ha aggiunto Cillian Murphy.

Di cosa parla Oppenheimer con Cillian Murphy

Scritto e diretto da Christopher Nolan, vincitore del premio Oscar per la Miglior Regia, Oppenheimer è un thriller epico girato in IMAX che catapulta il pubblico nell’adrenalinico paradosso dell’enigmatico uomo che per salvare il mondo è costretto a metterlo a rischio. Il film è tratto dal libro vincitore del Premio Pulitzer Robert Oppenheimer – Il Padre della Bomba Atomica – American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin, e racconta la vita e il lascito del fisico teorico J. Robert Oppenheimer, il cui epocale lavoro come direttore del Progetto Manhattan al laboratorio di Los Alamos, ha portato alla creazione della prima bomba atomica.

Il film vede Cillian Murphy, premiato con l’Oscar come Miglior Attore Protagonista, nel ruolo di J. Robert Oppenheimer ed Emily Blunt nei panni di sua moglie, la biologa e botanica Kitty Oppenheimer. Matt Damon interpreta Leslie Groves, direttore del Progetto Manhattan e Robert Downey Jr., premiato con l’Oscar come Miglior Attore Non Protagonista, ha il ruolo di Lewis Strauss, membro fondatore della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti. Florence Pugh veste i panni della psichiatra Jean Tatlock, Josh Hartnett quelli del pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence e Casey Affleck interpreta Boris Pash, capo del controspionaggio dell’esercito al Presidio di San Francisco. Del cast fanno parte anche Rami Malek nel ruolo di David Hill e Kenneth Branagh in quello del fisico Niels Bohr.

Epica e avvincente, la storia di Oppenheimer scorre su due binari paralleli: da una parte scava in profondità nella psiche di una mente americana pressoché unica – il brillante scienziato dietro l’invenzione che ha sconvolto il mondo e che allo stesso tempo ha rappresentato il culmine dell’ingenuità umana, un’invenzione che avrebbe potuto rimodellare il concetto di civiltà e allo stesso tempo minacciare definitivamente il futuro dell’umanità; dall’altra viene raccontata l’eredità di Oppenheimer negli anni successivi al Progetto Manhattan centrando il racconto su Lewis Strauss, un altro dei protagonisti della politica nucleare degli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale, al quale, nel 1959, è stato assegnato il ruolo di Segretario di Commercio dal Presidente Dwight D. Eisenhower.

Street Fighter: ecco cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo film!

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Street Fighter è uno dei franchise di videogiochi più iconici di sempre, quindi l’entusiasmo per il film in uscita è comprensibilmente alto.

Non abbiamo ancora dato un’occhiata approfondita a questo ultimo adattamento cinematografico, ma la superstar della WWE Cody Rhodes ha recentemente lasciato intendere ai fan cosa aspettarsi. L’attuale campione indiscusso della WWE interpreterà Guile, un pilota dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti il ​​cui obiettivo è distruggere Shadaloo, un’organizzazione criminale responsabile della caduta del suo migliore amico, Charlie Nash.

Parlando con Pat McAfee (tramite GameFragger.com), Rhodes, che molti di voi ricorderanno per il suo ruolo del malvagio Derek Sampson in Arrow, ha esaltato quelle che sembrano scene d’azione molto intense.“Ero fermamente convinto che qualsiasi cosa fosse uno stunt, volevo farla”, ha detto l'”American Nightmare”. “Se questo richiede che io sia in contatto con questi fili, voglio farlo. Se metti un altro tizio all’angolo che so che farà la scena dopo, voglio comunque provarci.”

“Noah [Centineo], Callina [Liang] e [Andrew] Koji, che sono i tre protagonisti, [sono] attori incredibilmente bravi, che prendono la cosa sul serio e sono lì a lavorare ogni giorno”, ha aggiunto Rhodes. “Poi ci sono io, 50 Cent, Andrew Schultz e Roman. Abbiamo potuto recitare.”

Sebbene fosse prevedibile, il fatto che Ryu, Ken e Chun-Li siano i protagonisti del film sarà una gradita notizia per i fan. Oltre a ciò, la promessa di scene di combattimento reali renderà sicuramente felici i fan di Street Fighter; la storia sarà ovviamente importante per questo film, ma per certi versi, non è nemmeno lontanamente cruciale quanto le scene di combattimento del film.

Ricreare la follia dei giochi non sarà un’impresa facile, anche se sappiamo che è possibile dopo che Mortal Kombat del 2021 ha portato con successo le “Fatalities” del franchise sul grande schermo. Con un sacco di acrobazie reali, tutti gli indizi indicano che Street Fighter sarà il film di combattimento incisivo che deve essere per fare onore alla longeva serie di videogiochi.

Cosa sappiamo di questa versione di Street Fighter

Diretto dal regista Kitao Sakurai, Street Fighter porterà la battaglia dalle sale giochi al grande schermo con hadouk, calci rotanti e tutti i vostri personaggi preferiti.

Street Fighter vede protagonisti Noah Centineo nel ruolo di Ken Masters, Andrew Koji nel ruolo di Ryu, Callina Liang nel ruolo di Chun-Li, Joe “Roman Reigns” Anoa’i nel ruolo di Akuma, David Dastmalchian nel ruolo di M. Bison, Cody Rhodes nel ruolo di Guile, Andrew Schulz nel ruolo di Dan Hibiki, Eric André nel ruolo di Don Sauvage, Vidyut Jammwal nel ruolo di Dhalsim, con Curtis “50 Cent” Jackson nel ruolo di Balrog e Jason Momoa nel ruolo di Blanka.

L’uscita nelle sale di Street Fighter è prevista per il 16 ottobre 2026.

Ahsoka – Stagione 2: le riprese sono concluse

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Sembra che le riprese di Ahsoka – Stagione 2 siano effettivamente terminate, e la star Natasha Liu Bordizzo ha condiviso su Instagram una foto che anticipa il suo ritorno nei panni di Sabine Wren.

Sebbene non appaia effettivamente nell’inquadratura, le ombre di Bordizzo e della co-protagonista Rosario Dawson (Ahsoka Tano) rivelano che entrambe le attrici indossano i costumi dei rispettivi personaggi. Anche la seconda foto sembra confermare che Bordizzo abbia terminato le riprese.

Nel finale della prima stagione, diversi personaggi sono rimasti bloccati su Peridia quando il Grand’Ammiraglio Thrawn e le sue Sorelle della Notte sono fuggiti con Ezra Bridger nascosto sulla loro nave. Con l’ex Jedi Baylan Skoll (il defunto Ray Stevenson) partito da solo per scoprire i segreti del pianeta, il suo apprendista Shin Hati è stato lasciato a combattere Ahsoka e Sabine.

L’ultima volta che abbiamo visto Hati, sembrava che si stesse arrendendo a un gruppo di banditi, mentre Sabine tornava al fianco di Ahsoka per continuare il suo addestramento Jedi.

“Ragazzi, è così bella. È COSÌ bella”, ha detto di recente il regista Bryce Dallas Howard a proposito della seconda stagione. “È bellissima; è emozionante; è avventurosa; è romantica. È tutto ciò che si desidera da una storia epica”.

Hayden Christensen ha annunciato che tornerà nei panni di Anakin Skywalker per la seconda stagione di 8 episodi durante il panel della Star Wars Celebration della serie Disney+ a Tokyo, in Giappone. L’attore ha ripreso il suo iconico ruolo nei prequel di Star Wars nella prima stagione, apparendo alla sua ex Padawan Ahsoka Tano quando rimase intrappolata nel “Mondo tra i Mondi” dopo un duello con la spada laser con Baylan Skoll. Anakin ha svolto il ruolo di una sorta di guida spirituale, costringendo Ahsoka a confrontarsi con il suo passato e (potenziale) futuro.

Skywalker è tornato come Fantasma della Forza nel finale di stagione, vegliando su Ahsoka su Peridea, e abbiamo sentito dire che il personaggio avrà più cose da fare nella seconda stagione.

Ahsoka – Stagione 2: trama, aggiornamenti e tutto quello che sappiamo

Avatar: Fuoco e Cenere, svelata la nuova collezione di action figure McFarlane Toys

Screen Rant ha rivelato in esclusiva la prossima serie di giocattoli da collezione Avatar: Fuoco e Cenere della McFarlane Toys. La nuova collezione (la si può vedere qui) dà vita al mondo di Pandora con una linea dettagliata di personaggi e creature ispirati all’universo in espansione di Avatar di James Cameron. La linea McFarlane Collector Edition da 7 pollici include i protagonisti Jake Sully e Neytiri, che tornano in scena, e il nuovo personaggio Varang, leader del clan Mangkwan. Ci sono anche diverse versioni di Quaritch, insieme a due enormi Banshee.

Ciascuna action figure è progettata con Ultra Articulation per un massimo di 22 punti di movimento, offrendo ai collezionisti opzioni di posizionamento e esposizione dinamiche. Ogni figura presenta poi dettagli e verniciatura scolpiti di alta qualità, insieme a teste alternative, accessori multipli, mani extra e una base espositiva. Alcune includono anche decorazioni con vernice bioluminescente attivata dalla luce nera, che riflette l’estetica luminosa di Pandora.

Per quanto riguarda i Banshee, entrambi sono realizzati per i collezionisti che desiderano un’esperienza a grandezza naturale. Dotati anch’essi di Ultra Articulation per pose di volo e strisciamento, questi Banshee imponenti e dettagliati includono code snodabili e supporti da esposizione per collezionisti. Ogni figura di banshee ha un’apertura alare impressionante di 76 cm ed è compatibile con le figure di cavalieri in scala 7 cm di McFarlane (vendute separatamente).

Ogni action figure cattura propone dunque la bellezza dei Na’vi attraverso la maestria artigianale della scultura e dei dettagli pittorici tipici di McFarlane. I preordini per la collezione Avatar: Fuoco e Cenere saranno disponibili dal 9 ottobre 2025 presso i principali rivenditori, tra cui Amazon, GameStop, Walmart.com, McFarlane Toys Store, BigBadToyStore, Best Buy ed Entertainment Earth.

Avatar: Fuoco e Cenere è il prossimo capitolo della saga di James Cameron

Con Avatar: Fuoco e Cenere, James Cameron riporta il pubblico su Pandora in una nuova avventura coinvolgente con Jake Sully (Sam Worthington), marine diventato leader dei Na’vi, la guerriera Na’vi Neytiri (Zoe Saldaña) e la famiglia Sully. Il film, con sceneggiatura di Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver e soggetto di Cameron, Jaffa, Silver, Josh Friedman e Shane Salerno, vede anche la partecipazione di Sigourney Weaver, Stephen Lang, Oona Chaplin, Cliff Curtis, Britain Dalton, Trinity Bliss, Jack Champion, Bailey Bass e Kate Winslet.

Si dice che il film rappresenterà un’evoluzione importante della storia avviata con Avatar (2009) e proseguita con Avatar – La via dell’acqua (2022), espandendo ulteriormente l’universo narrativo di Pandora e introducendo nuove aree geografiche e culture Na’vi, con toni più cupi rispetto ai precedenti capitoli. Cameron ha dichiarato inoltre che questo terzo episodio segnerà un punto di svolta tematico per l’intera saga. Uno degli aspetti più attesi riguarda l’introduzione del Popolo della Cenere, una tribù Na’vi legata all’elemento del fuoco.

A differenza delle popolazioni Na’vi viste finora, questi sono caratterizzati da una visione più aggressiva e conflittuale del mondo, portando per la prima volta un punto di vista Na’vi antagonistico. Questo consentirà alla saga di esplorare dinamiche interne al mondo indigeno di Pandora, complicando la tradizionale dicotomia tra Na’vi pacifici e umani colonizzatori. Leader di questo popolo è la temuta Varang, interpretata da Oona Chaplin e di cui negli scorsi giorni era state diffuse alcune immagini ufficiali.

Cameron ha anche anticipato che Avatar: Fuoco e Cenere conterrà un importante sviluppo narrativo che ricollegherà alcuni eventi ai futuri capitoli già in lavorazione. La tecnologia continuerà a giocare un ruolo centrale: Cameron ha promesso nuove innovazioni visive, in particolare nella resa degli ambienti vulcanici e nelle sequenze incentrate sul fuoco. Questo terzo film si preannuncia dunque come un capitolo chiave per l’espansione tematica, politica e visiva dell’universo di Avatar.

Avatar: Fuoco e Cenere sarà al cinema il 19 dicembre 2025.

Ridley Scott contro Hollywood: “Stiamo affogando nella mediocrità”

Il famoso regista Ridley Scott lamenta l’attuale modello di business più popolare di Hollywood e la mediocrità diffusa dei film che vengono prodotti. Il regista di Alien e Il gladiatore è un’autorità rispettata su ciò che rende un film di qualità. Tuttavia, rivela che in questo momento si è dedicato principalmente a rivedere i propri film, anziché scoprirne di nuovi.

Durante un’intervista al BFI Southbank di Londra domenica, Scott ha commentato la rapida produzione di contenuti che sono, nella migliore delle ipotesi, scadenti: “La quantità di film che vengono realizzati oggi, letteralmente a livello globale, è di milioni. Non migliaia, milioni… e la maggior parte sono feccia”. Scott ha continuato dicendo che Hollywood sta “affogando nella mediocrità”.

Alla domanda su quali siano i suoi film preferiti in questo momento, Scott ha quindi risposto con il suo solito humor britannico, affermando che sta rivedendo la sua vecchia filmografia e che è ancora soddisfatto di ciò che ha prodotto. “Stiamo affogando nella mediocrità. Quindi quello che faccio, ed è una cosa orribile, è che ho iniziato a riguardare i miei film, e in realtà sono piuttosto buoni! Inoltre, non invecchiano. L’altra sera ho guardato Black Hawk Down e ho pensato: ‘Come diavolo ho fatto a riuscirci?’”.

Ma penso che ogni tanto ne esca uno buono, ed è un sollievo sapere che c’è qualcuno là fuori che sta facendo un buon film”, conclude Scott, lasciando così una nota di speranza. I prossimi film di Ridley Scott includono The Dog Stars e molti altri che intende dirigere lui stesso. Rimane produttore delle serie Alien e Blade Runner, per le quali sono previsti ulteriori sequel. Anche Il Gladiatore 3 è in lavorazione, dopo essere stato in qualche modo preparato da Il Gladiatore 2 del 2024.

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William Tell, la spiegazione del finale del film

Indipendentemente dall’epoca, dalla nazione o dagli eventi, i film storici epici sono sempre piacevoli da guardare, specialmente se sono belli come William Tell di Nick Hamm, ambientato nella Svizzera medievale, che racconta la violenta rivolta degli svizzeri contro il dominio asburgico austriaco sotto la guida del leggendario Guglielmo Tell. Inutile dire che ci sono alcune evidenti inesattezze storiche, poiché i realizzatori si sono presi alcune libertà creative per soddisfare il pubblico moderno. A parte la caratterizzazione stereotipata dei personaggi e il trattamento narrativo poco originale, il film potrebbe infastidire gli appassionati di storia. Tuttavia, c’è un innegabile fattore di intrattenimento che garantisce agli spettatori due ore di coinvolgimento.

Qual è stato il ruolo di Baumgarten nella rivolta svizzera?

La dinastia asburgica d’Austria (di origine svizzera) iniziò a governare la parte centrale e settentrionale della Svizzera durante l’XI secolo e, quando Alberto I salì al trono nell’ultima fase del XIII secolo, i cantoni agricoli del paese cominciarono a soffrire sotto l’oppressione della famiglia reale. All’epoca, i signori della guerra e i baroni svizzeri non avevano la forza militare o economica per opporre resistenza agli invasori e, con il sostegno del re Alberto, il temuto viceré Gessler si era costruito una reputazione piuttosto famigerata. I nobili svizzeri come il barone Attinghausen volevano che suo nipote Rudenz unisse il popolo per formare un’alleanza di cantoni contro gli oppressori stranieri. Tuttavia, Rudenz è innamorato di Bertha e, con grande disappunto di lei, ha giurato fedeltà agli Asburgo nella speranza di conquistare la sua mano. La madre di Bertha appartiene alla nobiltà svizzera e vuole che il suo amante combatta per la sua terra e il suo popolo. Alberto ha pianificato di dare Bertha in sposa a Gessler contro la sua volontà.

Il film inizia con Wolfshot, un esattore delle tasse che lavora per Gessler, in visita a una comunità di contadini nell’Unterwalden. Ubriaco del potere e del controllo che deriva dagli Asburgo, Wolfshot stupra e uccide la moglie di un contadino locale, Baumgarten, e per vendetta il contadino lo uccide brutalmente per ottenere la sua sanguinosa vendetta. Questo episodio è realmente accaduto e non è un espediente narrativo inventato per dare il via alla trama. Baumgarten fugge per salvarsi la vita e incontra Guglielmo Tell, un abile cacciatore con la balestra ed ex crociato, che accetta di aiutarlo nella fuga, rischiando di attirare l’ira dell’esercito di Gessler, che ha già iniziato a saccheggiare i villaggi nel tentativo di dare la caccia al fuggitivo.

La notizia dell’azione di Baumgarten giunge al re Alberto, che teme che l’incidente possa fungere da scintilla per innescare una possibile ribellione svizzera contro la sua dinastia. La storia del coraggio di un contadino contro un governo tirannico si stava già diffondendo rapidamente nelle valli dei cantoni svizzeri, e intraprendere una rivolta su larga scala nel difficile territorio svizzero non era mai stata un’opzione praticabile per i governanti. Alberto invia Gessler ad affrontare la situazione prima che le cose sfuggano di mano.

Perché Guglielmo non voleva entrare in guerra contro gli Asburgo?

William Tell cast

William porta Baumgarten a Svitto, a casa del suo fidato collaboratore Werner Stauffacher e di sua moglie Gertrude, per nascondersi per un po’. Seguendo le tracce di Baumgarten, anche Gessler arriva lì e, anche se il viceré non riesce a identificare il suo obiettivo, tiene d’occhio William come possibile sospettato di collusione con Baumgarten.

Gertrude e Stauffacher vogliono che Guglielmo guidi una ribellione contro gli Asburgo, ma avendo sperimentato l’orrore della guerra, Guglielmo è consapevole della sua futilità, di come essa porti sempre allo spargimento di sangue di innocenti. Durante la crociata, il giovane Guglielmo aveva cercato di salvare vite umane e aveva protetto Suna, una donna che apparteneva alla fede contro cui combattevano i suoi compagni. Guglielmo aveva preso le armi contro i propri compagni per proteggere Suna. In preda al senso di colpa, ha lasciato la sua vita passata per condurre un’esistenza tranquilla, sposando Suna e crescendo il loro figlio, Walter. È quindi comprensibile che William detesti la guerra e sia disposto a tutto pur di evitarla, nonostante sia consapevole della miserabile situazione del popolo svizzero. Tuttavia, porta Stauffacher e Baumgarten ad Altdorf, occupata dagli austriaci, per chiedere aiuto al sacerdote Furst, che sta già usando il suo ordine per incitare segretamente il popolo contro gli Asburgo.

Come è diventato Guglielmo il volto della ribellione?

La famiglia di Guglielmo, sua moglie e suo figlio, arriva ad Altendorf e Gessler decide di giocare un gioco crudele per infliggere un colpo devastante alle forze ribelli in crescita. Gessler fa piantare un palo con sopra l’elmo degli Asburgo al centro della piazza del paese, dove i cittadini devono rendere omaggio inginocchiandosi. Poiché William si rifiuta di inchinarsi e di partecipare a questa beffa, viene costretto a sparare a una mela posizionata sulla testa di suo figlio Walter, in cambio della sua vita. Baumgarten, che era stato una fonte di ispirazione per i ribelli, si arrende per salvare il suo salvatore da un destino così crudele. Ma Gessler lo giustizia in pubblico e continua con la sua farsa. Questo incidente rafforza immediatamente la determinazione di Guglielmo, che si prepara a fare tutto il necessario per ribellarsi alla tirannia degli Asburgo.

William riesce a colpire la mela con una precisione incredibile e confessa di aver pianificato di uccidere Gessler se le cose fossero andate diversamente, il che fornisce al viceré una scusa per imprigionarlo. Tuttavia, William sa di aver già fatto ciò che doveva, poiché gli abitanti del paese iniziano a ribellarsi contro le forze degli Asburgo. Va detto che Bertha e Rudenz hanno assistito alle azioni vili di Gessler. Rudenz finalmente rinsavisce e rinuncia alla sua fedeltà agli Asburgo, il che gli costa l’imprigionamento. Tuttavia, Rudenz riesce a fuggire e torna dal barone Attinghausen per scusarsi delle sue azioni, solo per rendersi conto che è troppo tardi, poiché suo zio esala l’ultimo respiro. Rudenz unisce il suo popolo per affrontare gli invasori. D’altra parte, Bertha viene imprigionata dopo aver respinto le avance di Gessler.

William è riuscito a condurre il suo paese alla libertà?

I due prigionieri William e Bertha vengono inviati in Austria attraverso le vie navigabili, ma entrambi riescono a fuggire dopo essersi liberati quando la nave si capovolge a causa del maltempo. Mentre William si prepara a sconfiggere Gessler dopo aver scoperto la sua possibile ubicazione, Bertha gli consiglia di non agire per vendetta personale e di cercare invece un modo per unificare il popolo e lottare per la libertà. Mentre si separano, William chiede a Bertha di trovare un modo per impedire ad Albert di inviare ulteriori forze a Gessler, altrimenti la possibilità di una ribellione verrà stroncata sul nascere.

D’altra parte, sotto la guida di Suna e Gertrude, vari leader cantonali si uniscono e anche Rudenz si unisce alla loro coalizione per infiltrarsi ad Alterdorf in assenza di Gessler. Tuttavia, un traditore finisce per rivelare il loro piano a Gessler, il che porta alla scoperta dei ribelli e, nel conflitto che ne segue, Gertrude perde la vita. William perde l’occasione di sconfiggere Gessler e, dopo essersi riunito con le forze ribelli, viene a conoscenza della tragica notizia. Il sacrificio di Gertrude alimenta lo spirito guerriero di William, che, liberandosi finalmente dei suoi dubbi, raduna i ribelli per sollevarsi contro le forze di Gessler. Tuttavia, sapendo che un furfante come Gessler userà gli abitanti svizzeri di Alterdorf come ostaggi, William manda Furst e un paio di alleati a infiltrarsi nell’insediamento attraverso un passaggio segreto per destabilizzare l’opposizione.

Nel frattempo, gli sforzi di Bertha per dissuadere suo zio dal lanciare un attacco totale contro i ribelli falliscono e lei viene imprigionata per tradimento contro la famiglia reale. Bertha riesce a fuggire dalla prigionia con l’aiuto di uno dei suoi cugini e assassina il re Alberto. Mentre la guerra tra le forze di Gessler e i ribelli ha inizio ad Alterdorf, Rudenz e Stauffacher trovano la morte per mano di Gessler. Ancora una volta, Gessler cerca di assicurarsi la sua posizione tenendo in ostaggio le donne della città e Walter, e sembra che la fortuna gli sorrida, dato che le truppe di Alberto si radunano intorno alla città. Tuttavia, grazie alle azioni di Bertha, le truppe decidono di ritirarsi dopo aver appreso la notizia della morte del re e, vedendo le forze aggiuntive ritirarsi, l’esercito di Gessler lo abbandona immediatamente. William, avendo finalmente il tiranno alla sua mercé, decide di giustiziarlo in pubblico come atto di vendetta, ma Walter ferma suo padre. Durante la fase iniziale del film, William aveva insegnato a suo figlio la differenza tra un cacciatore e un selvaggio durante una lezione di caccia, e lo stesso consiglio viene ora ribadito da Walter quando chiede a suo padre di non seguire quella strada. Sono abbastanza sicuro che questa moralità idealistica non si applichi alla guerra, e nella vita reale William uccise effettivamente Gessler per incoraggiare il morale dei ribelli svizzeri, ma i realizzatori hanno deciso di prendersi delle libertà creative nel film per soddisfare il pubblico, immagino.

Qualche giorno dopo, mentre Guglielmo piange la morte dei suoi compagni caduti, Bertha gli si avvicina per comunicargli che, dopo la morte di Alberto, sua figlia, la neoincoronata regina Agnese, ha giurato vendetta contro i ribelli. Ciò significa che la lotta per la libertà continuerà, con Guglielmo che guiderà i suoi compatrioti alla conquista della tirannica Casa d’Asburgo. In realtà, le leggendarie azioni di Guglielmo Tell portarono alla creazione della Confederazione Svizzera, che riprese il controllo dalla Casa d’Asburgo attraverso diverse guerre che durarono fino alla fine del XV secolo.

Squali: trailer del coming-of-age in arrivo al cinema con Lorenzo Zurzolo e James Franco

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È online il trailer ufficiale di Squali, il nuovo film diretto da Daniele Barbiero che segna l’incontro tra due generazioni di cinema: Lorenzo Zurzolo, uno dei volti più promettenti del panorama italiano, e James Franco, star internazionale di lungo corso. Il film arriverà nelle sale italiane il 16 ottobre 2025, distribuito da Eagle Pictures, e promette di essere uno dei titoli più interessanti dell’autunno cinematografico.

La trama del film Squali

Tratto liberamente dal romanzo Gli squali di Giacomo Mazzariol, Squali racconta la storia di Max, un ragazzo di diciannove anni che vive in una cittadina di provincia, sospeso tra sogni e inquietudini tipiche della sua età. La sua vita cambia radicalmente con l’arrivo di Robert Price (James Franco), un imprenditore di successo e fondatore di una start-up americana interessata a un’app che Max ha ideato. Quell’incontro diventa la scintilla che lo costringe a confrontarsi con il mondo degli adulti, con l’ambizione e con le regole di un universo competitivo e spietato.

Il trailer mostra fin da subito un’atmosfera sospesa, estiva ma carica di tensione emotiva. Barbiero sembra voler costruire un coming-of-age intimo e visivamente potente, dove il mare e gli spazi aperti diventano metafora di libertà e pericolo, di crescita e smarrimento. La fotografia, curata con toni caldi e naturali, e le musiche evocative contribuiscono a restituire una sensazione di attesa e di vertigine.

Il film è una coproduzione internazionale tra Italia, Spagna e Polonia, realizzata da Camaleo, Eagle Pictures, Neo Art Producciones e Agresywna Banda, con una sceneggiatura firmata da Mauro Graiani. Oltre ai due protagonisti, nel cast figurano anche Chiara Bordi e Antonio Zavatteri, in un intreccio che promette di esplorare le contraddizioni di una generazione in cerca di senso.

Con Squali, Daniele Barbiero sembra voler indagare il rapporto tra tecnologia e identità, successo e fragilità, attraverso lo sguardo di un giovane che tenta di emergere senza perdere se stesso. Il trailer lascia intuire un film emozionante, visivamente curato e capace di toccare corde profonde: un ritratto sincero delle paure e delle speranze di chi si affaccia alla vita adulta.

Ed Gein ha aiutato a catturare Ted Bundy nella vita reale?

La serie Netflix Monster: La storia di Ed Gein mostra il famigerato serial killer e ladro di tombe mentre aiuta l’FBI nel caso Ted Bundy, sollevando dubbi sulla veridicità di queste scene. Nonostante le richieste di interrompere la serie, la serie Netflix Monsters è tornata con la terza stagione incentrata su Ed Gein.

Mentre i primi sei episodi della controversa serie si concentrano sulla vita di Ed Gein prima della sua cattura, gli ultimi due episodi lo mostrano in un istituto psichiatrico, poiché ritenuto non idoneo a sostenere un processo. Ciò corrisponde alla storia vera di Ed Gein, che fu ritenuto legalmente incapace di intendere e di volere.

Durante questa parte della serie, la vita di Gein prende una piega interessante quando l’FBI si presenta per interrogarlo in quello che può essere descritto solo come un davvero pessimo remake di Mindhunters. Si suppone che lui sia la chiave per risolvere il caso di Ted Bundy, il che non corrisponde alla storia reale.

Ed Gein aiuta l’FBI con il caso Ted Bundy nella terza stagione di Monster

Nella terza stagione di Monsters, Ed Gein inizialmente rifiuta di incontrare l’FBI per il loro progetto di intervistare noti serial killer, con l’obiettivo di comprendere meglio le loro menti. Tuttavia, in stile Mindhunter, accetta di incontrarli dopo che si è presumibilmente stabilizzato grazie a nuovi farmaci.

Mindhunters era in realtà basato su una storia vera di due investigatori dell’FBI che hanno lavorato per migliorare il profilo dei serial killer.

Egli fornisce loro informazioni chiave sul modus operandi di Ted Bundy, il suo obiettivo, il tipo di auto e il suo nome. Più tardi, Ed si emoziona quando vede il notiziario che annuncia la cattura di Ted Bundy, attribuendosene il merito.

Il vero Ed Gein non ha aiutato a catturare Ted Bundy (o altri serial killer)

Ted Bundy - Fascino criminale film
Zac Efron interpreta Ted Bundy

In realtà, Ed Gein non ha aiutato a identificare o catturare Ted Bundy, che è stato arrestato per la prima volta durante un normale controllo stradale perché sospettato che la sua auto fosse rubata. Ha eluso l’arresto e possedeva un kit per scassinare, che ha dato loro un motivo per arrestarlo. Poi, Carol DaRonch, sopravvissuta al suo tentativo di rapimento, lo ha identificato.

Dopo essere saltato dalla finestra della prigione, è stato catturato di nuovo durante un altro controllo stradale. È fuggito di nuovo. L’ultima volta che la polizia lo catturò, fu nuovamente scoperto grazie alla sua auto rubata. Ed Gein non ebbe nulla a che fare con la cattura di Bundy o di qualsiasi altro serial killer. Questa trama fittizia fu invece creata per la serie TV, apparentemente nel tentativo di sfruttare l’interesse per Ted Bundy.

Il coinvolgimento di Ed Gein con altri killer faceva parte di un colpo di scena più grande

All’inizio sembrava che stessero cercando di dare a Ed Gein un’occasione di redenzione facendogli catturare dei serial killer. L’introduzione di più serial killer sembrava una strategia per rendere la storia più salace. Tuttavia, ha anche uno scopo narrativo ben preciso.

Alla fine, alla conclusione di Monster: La storia di Ed Gein, diventa chiaro che il coinvolgimento di Ed Gein con gli altri assassini e l’FBI era solo frutto della sua immaginazione. In base al modo in cui Monster scrive gli ultimi due episodi, Gein non aveva una comprensione delle cose che accadevano realmente nella sua vita, quindi i suoi pensieri sono diventati la sua realtà. È comunque una scelta romanzata scomoda, ma almeno non cerca di trattare Ed Gein come un santo redento.

Scopri anche cosa è realmente successo successo a Evelyn Hartley che appare nella serie Monster: La storia di Ed Gein o chi era Ilse Koch e come ha influenzato Ed Gein. Per ulteriori approfondimenti consulta la nostra scheda della serie tv.

Chi era Ilse Koch e come ha influenzato Ed Gein

Ilse Koch è una figura di spicco in Monster: La storia di Ed Gein, e molti si chiedono chi fosse. Sebbene la Monster – stagione 3 sia piena di inesattezze storiche e drammatizzazioni, gran parte della trama è basata su fatti storici reali. Tuttavia, gli episodi abbracciano diverse linee temporali e ruotano attorno a diversi personaggi storici e culturali, il che può rendere difficile seguire tutto.

L’attrice Vicky Krieps interpreta Ilse Koch nel cast della terza stagione di Monster, La storia di Ed Gein, contribuendo alla serie con la sua interpretazione di uno degli esseri umani più malvagi del XX secolo. La serie spiega come Ed Gein sia stato influenzato da Ilse Koch, ma non approfondisce i dettagli specifici, e un argomento così serio merita una ricerca approfondita.

Ilse Koch era una criminale di guerra nazista conosciuta come la “strega di Buchenwald”

Ilse Koch era la moglie di Karl-Otto Koch, comandante del campo di concentramento di Buchenwald. Come menzionato nella serie, la Koch non era un soldato, né aveva alcuna affiliazione tecnica con il partito nazista, eppure riuscì a diventare una delle figure più famigerate e terrificanti associate al Terzo Reich.

Ilse Koch si distingue come criminale di guerra che andò ben oltre la crudeltà generale della seconda guerra mondiale. È stata accusata di aver fatto tatuare i prigionieri giustiziati e mutilati, con la loro pelle tagliata per essere utilizzata per oggetti domestici, come ad esempio un paralume.

Questo specifico episodio di intollerabile crudeltà non può essere completamente provato, ma lei è stata senza dubbio responsabile dell’uso di manodopera schiavizzata e ha aggredito personalmente i prigionieri. Ha anche ordinato alle unità delle SS di picchiare i prigionieri, con un episodio confermato in cui uno di questi pestaggi ha portato alla morte di un prigioniero.

Come i crimini di Ilse Koch hanno ispirato Ed Gein

Monster - La Storia di Ed Gein
Monster: The Ed Gein Story. Charlie Hunnam as Ed Gein in episode 303 of Monster: The Ed Gein Story. Cr. Courtesy Of Netflix © 2025

Sebbene le storie dei crimini di Ilse Koch non siano state confermate nel suo processo, i media americani e la popolazione in generale hanno continuato a diffondere la notizia. Tra le tante storie violente che Ed Gein leggeva sulle riviste c’erano quelle degli orribili crimini di Koch. In seguito iniziò a scavare tombe e utilizzò la pelle umana per i suoi vari scopi.

Cosa accadde a Ilse Koch

Prima della fine della seconda guerra mondiale, le SS avviarono una propria indagine su Buchenwald a causa delle accuse di corruzione e appropriazione indebita di fondi rivolte a Karl-Otto Koch. Nell’agosto 1943, sia Karl che Ilse furono arrestati e processati. Karl fu condannato a morte, mentre Ilse fu assolto dalle accuse nel 1944. In seguito fu nuovamente arrestata dalle autorità statunitensi.

Ilse Koch fu nuovamente processata per crimini di guerra a Buchenwald e nel 1947 fu dichiarata colpevole. Essendo incinta, Koch evitò la pena di morte e fu incarcerata. A un certo punto, prima di essere nuovamente processata, la sua pena fu quasi ridotta, ma alla fine morì suicida nel 1967. Monster: La storia di Ed Gein sfiora appena la superficie della sua vita.

Monster: La storia di Ed Gein, ecco cosa è davvero successo a Evelyn Hartley

La terza stagione di Monster, La storia di Ed Gein è finalmente approdata su Netflix e, sebbene la controversa serie sia incentrata questa volta sul famigerato assassino Ed Gein, la serie esplora anche la scomparsa di Evelyn Hartley. Sebbene non sia chiaro esattamente quante persone Ed Gein abbia ucciso, le sue due vittime confermate, insieme alle sue inquietanti mutilazioni, lo hanno collegato a diversi altri crimini.

Uno di questi casi è quello di Evelyn Hartley. La quindicenne studentessa liceale è scomparsa mentre faceva da babysitter a La Crosse, nel Wisconsin, un fatto che Monster: La storia di Ed Gein riporta correttamente. Tuttavia, la serie indica che lei era una delle vittime di Gein, con l’assassino che ha perseguitato e alla fine ucciso la ragazza per avergli portato via il lavoro.

A loro merito, il cast di Monster: La storia di Ed Gein fa senza dubbio un ottimo lavoro nel rendere questa scena tragica inquietante ed emozionante come lo show intende, ma la vera storia riguardante il destino di Evelyn è molto diversa.

Ed Gein era sospettato della scomparsa di Evelyn Hartley

La terza stagione di Monster conferma quasi che Ed Gein abbia ucciso Evelyn Hartley, ma questo non è mai stato confermato, poiché non sono state trovate prove conclusive. Detto questo, era effettivamente collegato alla sua scomparsa. Durante la notte in cui Evelyn è scomparsa, Gein avrebbe fatto visita a dei parenti che vivevano vicino alla casa dei Rasmussen, dove Evelyn faceva da babysitter.

C’erano diversi indizi che Evelyn fosse effettivamente entrata nella casa e si fosse presentata al lavoro, poiché sul posto sono stati trovati capi di abbigliamento e libri di testo, rendendo Gein un possibile sospettato data la sua posizione. Tuttavia, durante l’interrogatorio, Gein ha negato qualsiasi coinvolgimento e la polizia non è riuscita a collegarlo alla scomparsa della ragazza, nonostante la sua reputazione.

Sebbene molti credano ancora che Gein sia il probabile colpevole, è emersa una registrazione in cui Clyde “Tywee” Peterson affermava che Evelyn era stata rapita e successivamente uccisa, implicando se stesso, Jack Gaulphair e una terza parte non identificata. Purtroppo, nonostante le autorità avessero promesso di approfondire questi dettagli, non ci sono stati ulteriori sviluppi.

Il fatto che la serie Netflix ritragga Gein come l’assassino confermato in questo caso è esattamente il motivo per cui alcuni ritengono che Monster – stagione 3 non avrebbe dovuto essere realizzata, poiché dipinge un quadro falso degli eventi reali. Tuttavia, almeno porta l’attenzione su questa tragedia straziante che rimane irrisolta ancora oggi.

La scomparsa di Evelyn Hartley nel 1953 rimane un mistero

Nonostante ciò che suggerisce Monster: La storia di Ed Gein, la scomparsa di Evelyn Hartley rimane un mistero a distanza di oltre 70 anni. Oltre agli oggetti appartenenti a Evelyn trovati all’interno della casa dei Rasmussen, c’erano anche segni di effrazione sulla finestra e macchie di sangue nel giardino.

Inoltre, sono stati successivamente trovati indumenti insanguinati corrispondenti a quelli di Evelyn e la polizia ritiene che sia stata rapita prima di essere portata in auto, poiché i cani da traccia hanno perso le sue tracce. Tutte le prove indicano un rapimento di qualche tipo, ma il suo corpo non è mai stato ritrovato e, senza un’arma del delitto o un assassino definitivo, il caso non è mai stato risolto.

Di conseguenza, la versione dei fatti di Monster: La storia di Ed Gein è pura finzione e rappresenta solo una delle possibili teorie su ciò che è accaduto. È impossibile escludere Gein come sospettato, dato che era un killer attivo al momento della scomparsa, ma nonostante una lunga indagine, non c’è mai stata una risposta definitiva su ciò che è realmente accaduto a Evelyn Hartley.

Fonti: The Charley Project, Catt’s True Crime Corner

The Deep Dark: la spiegazione del finale del film

Il film horror francese The Deep Dark (2023), diretto da Mathieu Turi, si inserisce in una tradizione cinematografica che ha visto la Francia produrre opere di genere capaci di coniugare tensione psicologica e atmosfere cupe. Questo film si distingue per la sua ambientazione claustrofobica e l’elemento sovrannaturale, richiamando alla mente pellicole come The Descent (2005) di Neil Marshall e As Above, So Below (2014), ma con un’impronta più marcatamente francese, caratterizzata da un ritmo teso e una narrazione concentrata sui personaggi.

Ambientato nel 1956 nel nord della Francia, The Deep Dark segue un gruppo di minatori che, durante una missione sotterranea, scoprono una cripta antica e risvegliano una creatura mostruosa. Il film esplora temi come la paura dell’ignoto, la lotta per la sopravvivenza e la tensione tra la modernità e le leggende ancestrali. Turi, noto per il suo precedente lavoro Meander (2020), continua dunque a esplorare il tema della claustrofobia, ma in questo caso lo arricchisce con elementi horror lovecraftiani, creando un’atmosfera di terrore psicologico e fisico.

Il film ha ricevuto recensioni contrastanti: se da un lato è stato apprezzato per la sua capacità di creare suspense e per l’originalità della trama, dall’altro è stato criticato per la mancanza di profondità nei personaggi e per alcune scelte narrative che non hanno pienamente soddisfatto le aspettative. Nonostante ciò, The Deep Dark ha ottenuto riconoscimenti in festival internazionali, tra cui il Fantastic Fest, dove è stato premiato come miglior film horror. Nel resto dell’articolo, si fornirà una spiegazione dettagliata del finale del film e del suo significato simbolico.

Amir El Kacem in The Deep Dark

La trama di The Deep Dark

Il film è ambientato nel Nord della Francia nel 1956. Amir (Amir El Kacem), un giovane immigrato marocchino in cerca di fortuna, viene assunto come manovale in una miniera di carbone. Incaricato di unirsi a una squadra esperta guidata da Roland Neuville (Samuel Le Bihan), Amir partecipa a una missione insolita. Deve accompagnare il misterioso Professor Berthier (Jean-Hugues Anglade) a oltre mille metri di profondità per eseguire delle rilevazioni geologiche. Ma qualcosa nel comportamento del professore non convince la squadra. Berthier insiste per scavare in un punto preciso della miniera, ignorando ogni protocollo di sicurezza. Quando una frana improvvisa li intrappola nel sottosuolo, i minatori cercano disperatamente una via di fuga.

Durante l’esplorazione, si imbattono però in una grotta antichissima: la cripta dei Dannati di Saint Louis, teatro di un misterioso crollo avvenuto esattamente cento anni prima, che aveva sepolto vivi decine di uomini. Tra resti umani, iscrizioni oscure e reliquie dimenticate, la squadra scopre un sarcofago sigillato appartenente a una civiltà arcaica. Spinti dalla curiosità, alcuni membri profanano la tomba, risvegliando una creatura primordiale, assetata di sangue, decisa a tornare a regnare sulla superficie. Intrappolati nei cunicoli bui e senza possibilità di comunicare con l’esterno, i minatori devono affrontare non solo le insidie del sottosuolo, ma anche la furia sovrannaturale che hanno inconsapevolmente scatenato.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di The Deep Dark, la tensione raggiunge il suo apice quando Amir e il gruppo di minatori sopravvissuti affrontano le conseguenze delle loro scelte e dell’avidità che li ha spinti a cercare il tesoro nascosto. Dopo aver scoperto la cripta custodita da Moknorot, la creatura mostruosa legata alla leggenda della miniera, il gruppo si trova intrappolato tra crolli, passaggi labirintici e trappole ancestrali. La creatura, risvegliata dalla profanazione della tomba, inizia a eliminare i minatori uno ad uno, generando una serie di inseguimenti claustrofobici e mortali all’interno dei tunnel, con la paura e il senso di colpa che crescono in modo palpabile.

Il climax del film si sviluppa con Amir e i suoi compagni costretti a fare scelte drastiche: seguire percorsi sconosciuti o affrontare direttamente Moknorot. L’esplorazione della cripta rivela camere sacrificali e simboli misteriosi, lasciando intravedere l’arrivo imminente di un’entità ancora più grande, un “Grande Antico” alla maniera lovecraftiana. Berthier, il professore, spinto dalla sua ossessione per il tesoro e dal desiderio di controllo, si lascia sorprendere dalla creatura, trovando una morte cruenta. Intanto, Amir deve affrontare un gioco mortale in cui la sopravvivenza passa attraverso l’ingegno, la collaborazione e il sacrificio, mentre la creatura continua a seminare terrore tra i superstiti.

The Deep Dark cast film

Il finale del film vede Amir e Roland affrontare Moknorot in un confronto diretto, utilizzando il detonatore lasciato a disposizione come ultima risorsa per fermare la creatura. Nonostante le numerose perdite tra i compagni, i due protagonisti riescono a sacrificarsi, facendo esplodere la miniera e distruggendo il mostro. Questa conclusione chiude la narrazione principale con una risoluzione fisica e simbolica, in cui l’avidità, la curiosità e la sete di potere vengono punite, mentre il coraggio e il sacrificio emergono come valori centrali. L’epilogo sottolinea il costo umano di affrontare l’ignoto e il sovrannaturale.

Il finale mette dunque in luce come The Deep Dark completi i temi principali del film: la claustrofobia, la lotta per la sopravvivenza e il confronto tra l’uomo e l’ignoto. La morte dei protagonisti e dei minatori meno cauti rappresenta la punizione per l’avidità e per la mancanza di rispetto verso forze antiche e incomprensibili. La scelta di far sopravvivere Amir fino all’ultimo momento utile, pur sacrificandosi, riflette il tema della redenzione personale attraverso il coraggio e la collaborazione. L’orrore diventa quindi anche morale, oltre che fisico, e sottolinea la tensione psicologica costruita lungo tutto il film.

Infine, The Deep Dark lascia al pubblico un messaggio complesso: la curiosità e il desiderio di possesso senza rispetto per le regole e per l’ambiente possono portare a conseguenze devastanti, mentre il coraggio, l’ingegno e il sacrificio personale emergono come strumenti di salvezza, anche a costo della vita. La narrazione enfatizza come l’uomo debba misurarsi con forze che lo sovrastano, rispettando la memoria storica e le leggende che custodiscono insegnamenti antichi. In questo senso, il film unisce l’horror fisico a una riflessione più profonda sulle responsabilità individuali e collettive.

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