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The Trauma Code: il turno degli eroi, la spiegazione del finale e le possibilità sulla stagione 2

Netflix ha rilasciato The Trauma Code: il turno degli eroi con Ju Ji-hoon, Choo Young-woo e Ha Young venerdì 24 gennaio 2025. Il drama è tratto dal webtoon Trauma Center: Golden Hour scritto da Hansanleega. Segue la storia di Baek Kang-hyuk, interpretato da Ju Ji-hoon, un traumatologo che ha eseguito interventi chirurgici e salvato vite in zone di guerra. Ora è stato nominato capo del reparto di traumatologia di un ospedale universitario, che è stato trascurato per anni. Mentre combatte la politica interna dell’ospedale, Baek Kang-hyuk lavora per trasformare il reparto in un centro traumatologico, con l’obiettivo di salvare la vita di un maggior numero di persone.

Alla fine di The Trauma Code: il turno degli eroi, Baek Kang-hyuk è riuscito a ottenere l’approvazione per la creazione di un Heleport insieme a un elicottero EMS che aiuterà a ricevere i pazienti traumatizzati il più rapidamente possibile, senza perdere la golden hour.

Il drama ha dato un finale olistico alla stagione pilota. Sebbene le possibilità di rinnovo di una seconda stagione siano elevate, Netflix non ha ancora confermato la notizia.

La spiegazione del finale di The Trauma Code: il turno degli eroi: Yang Jae-won diventa il chirurgo capo del paziente Baek Kang-hyuk

The Trauma code

Dopo il ritorno dalla missione in Sud Sudan nell’episodio 8 di The Trauma Code: il turno degli eroi, Baek Kang-hyuk ha saputo che il chirurgo generale Han Yu-rim (Yoon Kyung-ho) si era recato sul luogo dell’incendio. Baek Kang-hyuk ha preso in prestito l’auto del ministro Kang e si è recato direttamente sul posto.

Nel frattempo, Yang Jae-won, Cheon Jang-mi e Park Gyeong-won hanno accompagnato Lee Hyeon-jong all’ospedale. Sul posto, Baek Kang-hyuk, che stava per controllare l’ultimo paziente, è stato colpito da un’esplosione ed è caduto pesantemente a terra. Aveva le vertigini e sospettava che potesse trattarsi di un’emorragia interna. Yang Jae-won è diventato il chirurgo principale dell’operazione di Baek Kang-hyuk. All’inizio Yang Jae-won era indeciso se fare una TAC o un intervento d’urgenza per salvarlo entro la Golden Hour. Ha seguito gli insegnamenti di Baek Kang-hyuk per prendere una decisione. In base alle sue osservazioni, Yang Jae-won ha deciso di eseguire un intervento chirurgico d’urgenza.

Yang Jae-won ha risposto nervosamente ma con sicurezza e Baek Kang-hyuk è rimasto impressionato dal suo lavoro. A sorpresa, Baek Kang-hyuk ha chiamato Yang Jae-won per nome.

Con l’avvicinarsi della fine di The Trauma Code: il turno degli eroi, Baek Kang-hyuk ha rivelato la verità sul fatto di essere diventato un medico. Baek Kang-hyuk ha fatto visita al direttore Choi Jo-eun (Kim Eui-sung) e gli ha chiesto perché non si fosse presentato al lavoro. Questo perché la riunione d’emergenza sull’elicottero dell’EMS era dietro l’angolo. Choi Jo-eun è frustrato nel vedere Baek Kang-hyuk fare le cose a modo suo e gli chiede perché sia venuto proprio all’ospedale universitario Hankuk. Baek Kang-hyuk gli racconta che suo padre non è stato accettato in nessun ospedale a causa delle ferite traumatiche riportate.

Si è inoltre chiesto cosa sia successo alla Choi Jo-eun che ha visto per la prima volta e che ha lavorato duramente per salvare i suoi pazienti. Choi Jo-eun è stata colpita dal senso di colpa e ha approvato il progetto Heleport ed EMS Helicopter.

Possibilità di rinnovo per la seconda stagione di The Trauma Code: il turno degli eroi

Nell’episodio finale di The Trauma Code: il turno degli eroi Yang Jae-won e Baek Kang-hyuk hanno incoraggiato giovani studenti e borsisti a unirsi al Trauma Center. Lì hanno incontrato Seo Dong-ju (Kim Jae-won), il medico militare della missione in Sud Sudan. Seo Dong-ju era fiducioso di entrare nel reparto. Yang Jae-won ha detto a Seo Dong-ju che è il secondo in linea di successione come protetto di Baek Kang-hyuk.

Durante la cerimonia di inaugurazione dell’Heleport, Baek Kang-hyuk ha ricevuto una chiamata durante il suo discorso sui pazienti in emergenza. Il drama si è concluso con la scena in cui i membri del Trauma Center sono saliti sull’elicottero per la loro nuova missione. Durante l’intervista alla SBS Radio del 21 gennaio, è stato chiesto a Ju Ji-hoon se tutti gli eventi mostrati nel webtoon sarebbero stati coperti in otto episodi e, in caso contrario, se ci sarebbe stata la seconda stagione di The Trauma Code: il turno degli eroi.

The Trauma Code: il turno degli eroi, diretto da Lee Do-yoon e scritto da Choi Tae-kang, ha dato una conclusione allo scenario in cui Baek Kang-hyuk ha combattuto per il reparto di traumatologia, che era sottofinanziato. Inoltre, ha anche creato strutture migliori per far arrivare i pazienti con gravi lesioni. Le possibilità di una seconda stagione sono elevate, poiché i creatori potrebbero esplorare altri eventi che hanno avuto luogo nel webtoon con tutti i personaggi. In particolare, Netflix non ha ancora confermato o commentato la seconda stagione.

From – Stagione 3, spiegazione del finale: il destino di Jim e il modo in cui Tabitha è realmente collegata a Miranda

La terza stagione di From si conclude in modo scioccante: molti misteri di lunga data trovano risposta e nuove domande vengono sollevate. Nel corso della terza stagione, i personaggi di From sono stati spinti più che mai verso un punto di rottura. I mostri di From hanno trovato nuovi modi per tormentare gli abitanti della Township, tra cui l’uccisione brutale di Tian-Chen Liu (Elizabeth Moy) davanti a Boyd Stevens (Harold Perrineau) e una sinistra creatura che cresce all’interno di Fatima (Pegah Ghafoori).

Il mistero della gravidanza di Fatima trova risposta ed Elgin (Nathan D. Simmons) paga un prezzo terribile per averla tenuta prigioniera nella cantina della città. Nel frattempo, Tabitha Matthews (Catalina Sandino Moreno) e Jade Herrera (David Alpay) apprendono finalmente le risposte che cercavano, che riguardano gli alberi bottiglia di From e i bambini “Anghkooey”. La cosa forse più scioccante è che uno dei personaggi più importanti di From, Jim Matthews (Eion Bailey), viene ucciso da un nuovo personaggio, l’Uomo in Tuta Gialla (Douglas E. Hughes).

Perché l’Uomo in abito giallo uccide Jim nel finale della terza stagione di From

L’Uomo in Tuta Gialla uccide Jim come conseguenza della scoperta di Tabitha e Jade. Dice a Jim che “la conoscenza ha un costo” e afferma di aver cercato di avvertirlo in precedenza. Quando pronuncia la frase “Tua moglie non avrebbe dovuto scavare quella buca, Jim”, diventa chiaro che era la voce alla radio che alla fine della prima stagione pronunciava quelle stesse parole. È intervenuto quando Tabitha e Jim si stavano avvicinando troppo alla verità nella prima stagione e ora è intervenuto di nuovo dopo che Jade ha suonato la canzone.

Dal punto di vista narrativo, la morte di Jim alza notevolmente la posta in gioco. Sebbene From abbia ucciso molti individui, le morti hanno riguardato per lo più personaggi secondari, ma la morte di Jim dimostra che anche i personaggi principali non sono più al sicuro.

Cosa è successo alla futura Julie nella scena finale della terza stagione di From?

I viaggi nel tempo di Julie hanno precedentemente risolto il mistero della corda di Boyd, ma questo era solo l’inizio. Anche se suo fratello, Ethan Matthews (Simon Webster), le dice che non può cambiare il passato, lei continua a cercare di farlo.

La quarta stagione di From dovrà rivelare cosa accadrà a questa versione futura di Julie. Finché non verrà uccisa o catturata dall’Uomo in Tuta Gialla, Julie probabilmente continuerà il suo viaggio nel tempo, che può fornirle conoscenze preziose, ma non può aiutarla a cambiare qualcosa, poiché From segue la regola di Lost del “quel che è successo, è successo”.

Spiegato il legame di Tabitha con Miranda e di Jade con Christopher

Nella terza stagione, il finale dell’episodio 9 indicava che Tabitha e Miranda (Sarah Booth) erano la stessa persona, in quanto Tabitha aveva un ricordo di Miranda uccisa prima di raggiungere l’albero lontano. Il finale della terza stagione lo conferma, insieme alla rivelazione che Jade e Christopher (Thom Payne) sono la stessa persona. Tabitha e Jade sono stati tra i primi abitanti della città e sono tornati più volte nel corso degli anni nel tentativo di salvare i bambini e liberarli.

Questo spiega perché Tabitha e Jade sono state le uniche residenti in grado di vedere i bambini “Anghkooey” e perché hanno visioni che gli altri non hanno. Anche il legame naturale e l’istinto materno di Tabitha con Victor (Scott McCord) hanno più senso, dato che Miranda era la madre di Victor.

Cosa rivela la gravidanza di Fatima sui mostri

Fatima alla fine partorisce il mostro Smiley (Jamie McGuire), che ora è rinato dopo essere stato ucciso da Boyd nella seconda stagione. Questo rivela che i mostri non possono essere uccisi in modo permanente, il che si collega alle origini delle creature e al modo in cui i bambini sono stati uccisi. Victor ha detto in From – stagione 3, episodio 8, che i bambini sono stati uccisi nell’oscurità da persone che amavano e di cui si fidavano. Fatima aggiunge a questa spiegazione la sua nuova comprensione del fatto che i mostri di From hanno sacrificato i propri figli in cambio dell’immortalità.

Questa immortalità è il motivo per cui Smiley e gli altri mostri non possono essere uccisi in modo permanente. Fatima dice solo che “ha promesso ai mostri che sarebbero vissuti per sempre”, ma è probabile che si tratti di un riferimento all’Uomo con la tuta gialla. Sembra che sia il male originario al centro della Città, che ha usato l’offerta dell’immortalità per rendere immortali i mostri e far sì che eseguissero i suoi ordini. Tuttavia, se Tabitha e Jade riusciranno finalmente a salvare i bambini e a liberarli, questo potrebbe distruggere tutto ciò che l’Uomo in Tuta Gialla ha costruito.

Cosa significano “Anghkooey” e i numeri dell’albero delle bottiglie in From

Grazie a Jim, i numeri delle bottiglie si rivelano essere note musicali. Quando Jade si reca all’albero delle bottiglie e suona una canzone al violino basata su queste note musicali, i bambini “Anghkooey” riappaiono. È attraverso la canzone e la ricomparsa dei bambini che Tabitha e Jade si rendono conto che “Anghkooey” significa “ricordo”. I bambini e la canzone hanno lo scopo di aiutare Tabitha e Jade a ricordare il loro legame originario con la Città. Ricordano chi sono e tutte le vite passate che hanno vissuto nella Città, compreso il periodo in cui erano Miranda e Christopher.

Tutte le visioni e le scoperte di Tabitha e Jade le hanno portate a ricordare. Ora che ricordano chi sono e perché sono intrappolati nella Città, potrebbero essere in grado di cambiare finalmente le cose.

La spiegazione delle decisioni oscure prese da Boyd e Sara con Elgin

Nonostante il fantasma di Padre Khatri (Shaun Majumder) cerchi di dissuadere Boyd, quest’ultimo spacca la mano di Elgin con un martello. Prova a ragionare con Elgin, ma quando non funziona, la disperazione e la rabbia di Boyd prendono il sopravvento e si rifiuta di lasciare che la nuora soffra e muoia.

Sara lo fa perché tiene a Boyd, sa che è un brav’uomo e gli è grata per come si è preso cura di lei e le ha dato una seconda possibilità. Non vuole che Boyd sprofondi in profondità e lo risparmia con il suo metodo di tortura più brutale che fa parlare Elgin.

Il vero significato del finale di From – Stagione 3

Il finale della terza stagione di From parla in definitiva della natura ciclica del bene e del male. Tabitha e Jade sono rimaste bloccate in un tragico ciclo che non sono riuscite a spezzare. Anche il male della città è ciclico, con Smiley che rinasce mentre i mostri continuano il loro regno immortale di terrore. Invece di manipolare Sara per indurla a compiere azioni orribili in nome della libertà, ora è Elgin a essere manipolato e Sara deve tornare a sprofondare nella sua vecchia oscurità per fermarlo.

La scoperta di Tabitha e Jade deve davvero terrorizzare l’Uomo in abito giallo, che si fa notare e si scaglia contro Jim. Se da un lato questo costa la vita a Jim, dall’altro indica che alla fine il ciclo si spezzerà, i bambini saranno salvati e gli abitanti troveranno una via di ritorno prima che From finisca.

 

 

Babygirl: la storia vera e la spiegazione della scena del bicchiere di latte

In un film pieno di momenti bizzarri, la scena del latte di Babygirl è una delle più memorabilmente strane. Durante il film, Romy (Nicole Kidman) e Samuel (Harris Dickinson) giocano costantemente a giochi psicologici tra loro, con entrambi i personaggi che competono per il controllo l’uno sull’altro mentre cercano di tenere nascosta la loro relazione sul posto di lavoro. Tuttavia, diverse scene di Babygirl dimostrano che i personaggi semplicemente non riescono a tenere per sé i loro segreti, tanto che Samuel che si mette in mostra offrendo a Romy un bicchiere di latte mentre è al bar.

Samuel ordina a Romy un bicchiere di latte in un bar in Babygirl

e lei lo beve tutto

Harris Dickinson in Babygirl

La scena del latte di Babygirl segna l’inizio della relazione tra Romy e Samuel, e si verifica poco dopo il loro primo bacio sul posto di lavoro. Una sera, mentre Romy è fuori a bere qualcosa con alcuni colleghi, nota Samuel seduto al bar dall’altra parte della stanza. Sebbene i due non si parlino, si guardano negli occhi. Poco dopo, il cameriere poggia un bicchiere di latte sul tavolo, dicendo che era stato offerto a Romy. Gli amici di Romy sono sorpresi che lei lo beva perché non sanno chi lo offre, ma questo non ferma Romy.

Romy capisce che è stato Samuel a mandare il latte, mentre tracanna il bicchiere e incrocia lo sguardo con lui dall’altra parte della stanza. Mentre Samuel se ne va, passa accanto al tavolo e sussurra “brava ragazza” a Romy, ponendo fine al loro breve incontro. Sebbene le azioni nella scena fossero apparentemente innocenti, il momento di grande tensione funge da punto di rottura sia per Romy che per Samuel, con le cose che chiaramente degenerano subito dopo. Per questo motivo, c’è ogni tipo di significato alla base della decisione di Samuel di inviare il latte e della decisione di Romy di berlo.

Romy che beve il latte è una prova da parte di Samuel

Sta vedendo se la ascolterà

Sebbene le amiche di Romy non siano consapevoli di cosa sta succedendo, è chiaro che il latte è una prova da parte di Samuel. All’inizio della loro relazione, Samuel stabilisce che Romy deve fare tutto ciò che dice, essendo questo un elemento chiave della loro dinamica sessuale. Romy inizialmente protesta, dicendo che non vuole acconsentire preventivamente a nessuna delle richieste di Samuel. Più avanti nel film, tuttavia, diventa chiaro che Romy non solo ha accettato, ma che le piace anche, e questa pratica è ciò che rende la tensione così alta durante Babygirl.

L’offerta del latte da parte di Samuel è una delle prime prove di questa dinamica, lui le manda la bevanda per vedere se Romy farà davvero tutto ciò che dice. Bevendo il latte, Romy dimostra che Samuel è al comando, il che significa che possono andare avanti con la loro relazione. Questo è un test di Samuel per vedere fino a che punto può arrivare.

Un altro aspetto importante del test di Samuel su Romy è l’ambientazione. Quando Samuel manda il latte, Romy è fuori in pubblico con i suoi amici e colleghi. Nonostante questo, è ancora coinvolta nella sua relazione con Samuel, con il fatto che lo tenga nascosto come parte del divertimento per lei. Samuel sa che Romy ha bisogno di rischiare di perdere cose per trarre piacere dalla loro relazione.

Il vero significato della scena del latte di Babygirl

Secondo la regista

La regista Halina Reijn è colei che ha dato vita alla scena del latte di Babygirl e ha parlato di quello che secondo lei è il significato dietro di essa. In un’intervista con IndieWire, Reijn ha parlato della scena del latte di Babygirl, dicendo che “È un grande simbolo dei lati animaleschi di noi stessi”. Come sottolinea Reijn, il latte viene spesso bevuto da personaggi animaleschi e malvagi in film e programmi TV. Ciò può essere visto in progetti come Arancia meccanica, Bastardi senza gloria, Non è un paese per vecchi, Leon: The Professional, The Boys e ora Babygirl.

Questi personaggi che bevono latte sono spesso visti come inquietanti a causa dell’associazione del latte con la giovinezza e l’innocenza. I bambini bevono latte, quindi avere un nazista, un assassino o un supereroe assassino che lo beve sembra una perversione di questa innocenza. Far bere il latte a Romy in Babygirl gioca esattamente sugli stessi sentimenti spiacevoli che sono stati esplorati con il latte nella storia del cinema, evidenziando il lato oscuro di Romy mentre minaccia la sua famiglia e la sua azienda grazie alla sua relazione con Samuel.

La scena del latte di Babygirl è basata su una storia vera che coinvolge la regista

Qualcuno le ha davvero ordinato un bicchiere di latte

A quanto pare, anche la scena del latte di Babygirl è basata su una storia vera che coinvolge la regista Halina Reijn. Come spiega Reijn nell’articolo di IndieWire, la scena era basata su un momento del suo passato in cui qualcuno le aveva davvero comprato un bicchiere di latte in un bar. Dopo aver fatto un’esibizione in Belgio, la regista ha raccontato di essere andata in un bar da sola perché i suoi amici non volevano uscire. Mentre era lì, Reijn ha riconosciuto un famoso attore belga che era circa 15 anni più giovane di lei, che le ha ordinato un bicchiere di latte.

“Il latte è, ovviamente, un archetipo. L’abbiamo visto in altri film. È un grande simbolo dei nostri lati animaleschi. È successo a me. Stavo recitando in Belgio sul palco, sono scesa dal palco, e ho pensato, “Oh mio dio!” Mi sono sentita davvero bene con me stessa per una sera della mia vita. Tutti i miei colleghi erano tipo, “No, andiamo a letto”. Sono tutti noiosi. Ero completamente sola. Sono andato in un bar e ho ordinato qualcosa di noioso come una Diet Coke perché non bevevo in quel momento perché ero una maniaca del controllo. C’era questo giovane attore belga, non so chi fosse, ma era famoso. Lo conoscevo. Non gli avevo mai parlato. Aveva almeno 15 anni meno di me, e mi ha ordinato un bicchiere di latte. Ho pensato che fosse una cosa incredibile, hot da fare, e così coraggiosa, e così ho voluto ricompensarlo bevendo tutto, e l’ho fatto. Mi ha fatto venire un po’ la nausea, a essere onesta con te, perché era latte di mucca. Era un tempo.”

È interessante vedere che la scena virale del latte di Babygirl era in realtà basata su questo evento della vita reale, poiché è di incredibile importanza per i temi del film. Quindi, sebbene possa essere una delle scene più strane del film, è anche quella che è realmente accaduta alla regista Halina Reijn.

The Last Showgirl, recensione del film con Pamela Anderson

The Last Showgirl, recensione del film con Pamela Anderson

The Last Showgirl, nuovo film da regista di Gia Coppola, si inserisce in quel filone minimalista/malinconico/romantico che la zia Sofia ha saputo elevare fin dal proprio esordio Il giardino delle vergini suicide, uscito ormai più di venticinque anni fa.

The Last Showgirl vede protagonista Shelly (Pamela Anderson), una ballerina nel più famoso spettacolo di soubrette di Las Vegas che deve affrontare la prossima chiusura dello show dopo trent’anni di carriera. Dopo aver sacrificato molto se non tutto per la propria affermazione professionale, ormai arrivata a un’età in cui non è assolutamente più facile trovare una nuova occupazione, la donna si trova a dover fronteggiare la propria vita solitaria e soprattutto la scelta di aver lasciato indietro sua figlia.

La storia di The Last Showgirl

Da sempre Hollywood ama le seconde possibilità: negli decenni passati  quanti attori finiti più o meno nel dimenticatoio, o almeno fuori dal circuito del cinema che conta, tornare alla ribalta grazie a un film o un’interpretazione degne di competere per i premi che contano? Pensiamo al Mickey Rourke di The Wrestler, al Brendan Fraser di The Whale (entrambi diretti da Darren Aronofsky, sarà un caso?), oppure proprio in questa stagione cinematografica alla Demi Moore di The Substance. Ebbene, The Last Showgirl sta in qualche modo producendo lo stesso effetto per la sua protagonista Pamela Anderson, candidata al Golden Globe come miglior attrice drammatica.

Ma la sua interpretazione e il film della Coppola valgono davvero tale successo di critica? La nostra personale sensazione è scetticismo a riguardo, in quanto si tratta di un chiaro processo di sopravvalutazione. E si badi bene, questo non significa assolutamente che The Last Showgirl o la prova della sua protagonista siano scadenti. Non si commetta l’errore fin troppo comune di sovrapporre il concetto di “sopravvalutato” a quello di “brutto” o comunque non riuscito.

Interpretazioni sentite del cast

La sceneggiatura scritta da Ker Gersten propone al pubblico un gruppo di personaggi femminili ben delineati, ognuno con una propria personalità a cui ci su può avvicinare in maniera empatica, a partire dalla protagonista Shelly e alla sua amica Annette. Quest’ultima è interpretata da una Jamie Lee Curtis che in tempi recenti sta cercando di rappresentare la complessità dei suoi ruoli con interpretazioni molto sopra le righe, forse troppo (vedi anche la partecipazione alla serie The Bear). Una volta settata la base della storia con la chiusura prossima del leggendario show Razzle Dazzle, la progressione narrativa viene però lasciata quasi da parte per consentire alla Coppola di costruire le giuste atmosfere in cui immergere queste figure in chiaroscuro.

Ecco che allora The Last Showgirl si dipana attraverso una serie di sequenze ben costruite nel tono, per merito anche delle interpretazioni sentite del cast e di una fotografia che riesce a essere realista e insieme evocativa. In questo modo si crea una sorta di stasi, un limbo emozionale in cui Shelly e le altre si barcamenano senza veramente riuscire a progredire verso un obiettivo. Se questo meccanismo consente allo spettatore di entrare con pienezza nell’universo del film, allo stesso modo però ne rimane anche vagamente impantanato, data la mancanza di una trama che lo conduca in qualche modo a una catarsi di qualche tipo. Il che non significa che debba esserci necessariamente un “finale”, positivo o negativo che si voglia, per Shelly e le altre; un arco narrativo maggiormente delineato avrebbe però certamente supportato il ritmo del film.

La migliore interpretazione in carriera per Pamela Anderson

Torniamo infine a Pamela Anderson, che sfodera senza alcun dubbio la miglior interpretazione della sua carriera, un mix di maturità e ingenuità ottimamente centellinato. L’attrice merita il nostro consenso per quello che ha saputo fare con una figura femminile che tutto sommato non si eleva per originalità rispetto alle molte che abbiamo già visto, così come The Last Showgirl non aggiunge alcunché a quel filone di film che hanno voluto mostrare il “dietro le quinte” del luccicante mondo dello showbusiness americano. Questo non lo rende un lungometraggio senza pregi o peggio ancora “sbagliato”, ma dubitiamo venga ricordato a lungo una volta terminata la stagione dei premi. Se la Anderson continuerà a parteciparvi da protagonista saremo in fin dei conti felici per lei, sperando non tolga spazio ad attrici, anzi a interpretazioni, che lo meriterebbero maggiormente. E ce ne sono…

10 film da guardare se vi è piaciuto Back in Action

10 film da guardare se vi è piaciuto Back in Action

Il film di Netflix Back in Action (la nostra recensione) è una commedia action di grande intrattenimento. Il cast del film è guidato da Cameron Diaz e Jamie Foxx nei panni di Emily e Matt, due spie diventate genitori che sono costrette a tornare alla loro vecchia professione 15 anni dopo il pensionamento.

Il film è incentrato sulla coppia e sui loro figli mentre sono costretti a reclamare un’arma che li ha quasi fatti uccidere 15 anni prima e che ora sta creando di nuovo problemi. Sebbene le recensioni di Back in Action non siano state travolgenti, il film un innegabile valore di intrattenimento.

E’ lecito quindi chiedersi quale altro film che abbia un mood simile, si possa vedere, dopo aver apprezzato questa storia. Ecco 10 film da guardare se vi è piaciuto Back in Action:

Operazione Spy Sitter (2010)

La commedia di spionaggio di Jackie Chan è perfetta per le famiglie

Operazione Spy Sitter è un film perfetto per i fan di Back in Action che hanno apprezzato di più gli aspetti incentrati sulla famiglia del film. Il film ha come protagonista Jackie Chan nel ruolo principale di Bob Ho, una spia sotto copertura incaricata di fare da babysitter ai tre figli della sua ragazza. Dopo che i suoi nemici scoprono la sua posizione, Bob insieme ai bambini deve combattere per proteggersi, imparando intanto alcune importanti lezioni sulla famiglia e portando a un lieto fine.

Sebbene Operazione Spy Sitter non sia stato ben recensito da alcuni critici, è sicuramente un film divertente grazie all’affidabilità di Jackie Chan come star d’azione e all’umorismo costante del film. Mentre Back in Action potrebbe contenere un linguaggio inappropriato per un pubblico molto giovane, questo è un film d’azione per famiglie che funziona bene per i bambini più piccoli. Questo lo rende perfetto per la serata cinema in famiglia che il personaggio di Diaz, Emily, desidera tanto trascorrere con sua figlia in Back in Action.

Day Shift – A caccia di vampiri (2022)

Jamie Foxx ha un’altra identità segreta

Day Shift – A caccia di vampiri dà a Jamie Foxx un’altra identità segreta, ma questo film ha un colpo di scena: è un cacciatore di vampiri piuttosto che una spia. Mentre la famiglia di Bud (Foxx) pensa che sia un pulitore di piscine, lui lavora segretamente per un sindacato che uccide i vampiri, impedendo loro di conquistare il mondo. Mentre Bud dà la caccia ai vampiri con l’aiuto di un supervisore, la coppia si rende conto che la famiglia di Bud è in pericolo ancora maggiore di quanto pensasse in precedenza dopo essere stata rapita da una vampira di nome Audrey, portando il personaggio di Foxx a fare tutto il possibile per raggiungerli in tempo.

Insieme a Jamie Foxx nel ruolo principale, Day Shift presenta diversi membri del cast ben noti, tra cui Dave Franco, Meagan Good e Snoop Dogg. Con un cast così eccezionale e una trama unica, non sorprende che il film funzioni così bene come commedia horror. Il film Netflix è classificato R, quindi anche se potrebbe non essere il massimo per i bambini, è un ottimo seguito di Back in Action per i fan di Jamie Foxx e delle commedie con personaggi sotto copertura fuori dagli schemi.

Spy (2015)

Una grande commedia di spionaggio per adulti

Il film Spy del 2015 di Paul Feig è uno dei migliori ruoli comici della carriera di Melissa McCarthy e ha avuto un enorme successo al momento della sua uscita. Il film ha un impressionante indice di gradimento della critica del 95% su Rotten Tomatoes, in linea con il suo successo al botteghino. Spy è stato anche candidato a numerosi premi, tra cui due nomination notevoli ai Golden Globes. Il film merita di essere visto da tutti gli appassionati di commedie d’azione per adulti, soprattutto per le sue magistrali performance e la regia.

Il film commedia segue Susan Cooper McCarthy, un agente della CIA da ufficio che entra nel campo dopo aver creduto che il suo partner agente sul campo (interpretato da Jude Law) sia stato ucciso. Susan si ritrova presto coinvolta in un caso che va ben oltre le sue capacità, portando a molte risate per il pubblico, ma a un sorprendente successo per Susan. Il film presenta alcuni colpi di scena e aggiunte inaspettate al tradizionale film di spionaggio, rendendolo fresco rispetto a molti dei suoi compagni di genere.

Spie come noi (1985)

Spie come noi è una classica commedia di spionaggio con attori noti

Il film commedia del 1985 Spie come noi vede come protagonisti le leggende della commedia Chevy Chase e Dan Aykroyd nei ruoli principali di agenti di scrivania per il governo degli Stati Uniti, Emmett e Austin. La coppia viene inviata come esca mentre altri agenti gestiscono la vera missione di rubare un missile nucleare dall’Unione Sovietica. Tuttavia, quando uno dei veri agenti viene ucciso, i personaggi di Chase e Aykroyd ne assumono il ruolo. Il film si appoggia al caos dei due personaggi e alla loro inesperienza, creando momenti divertenti in tutto il film.

Molte delle attuali convenzioni di genere, personaggi stereotipati e talvolta persino le trame di film specifici presentano una sorprendente somiglianza con il film di spionaggio del 1985. Spie come noi può essere visto come il predecessore di molti moderni film di spionaggio.

Mr. & Mrs. Smith (2005)

Angelina Jolie e Brad Pitt si alleano come una coppia di spie

Mentre Matt ed Emily in Back in Action nascondono le loro identità ai figli e al mondo, Mr. e Mrs. Smith nascondono le loro identità segrete l’uno all’altro. Il film ha come protagonisti Angelina Jolie e Brad Pitt nei panni di una coppia sposata in cui entrambi sono delle spie e lavorano per agenzie diverse senza saperlo. Dopo che una missione apparentemente va male, ai due viene dato l’ordine di assassinarsi a vicenda, ma la loro dedizione al loro matrimonio rende il compito più difficile del previsto, portandoli finalmente a riconoscere i loro veri sentimenti l’uno per l’altra nel finale di Mr. & Mrs. Smith.

Mr. & Mrs. Smith è stato un enorme successo al botteghino al momento della sua uscita, aprendo al primo posto e incassando oltre 50,3 milioni di dollari nel solo weekend di apertura (tramite Box Office Mojo). Oltre al suo successo iniziale, grazie alla sua disponibilità su vari servizi di streaming, Mr. & Mrs. Smith è rimasto popolare e ha persino trovato nuovi spettatori. Il film ha persino ispirato una nuova serie TV con lo stesso nome. La straordinaria alchimia tra Jolie e Pitt in Mr. and Mrs. Smith e l’azione non-stop lo rendono uno dei film di spionaggio più amati degli anni 2000.

Kingsman: The Secret Service (2015)

Kingsman: The Secret Service bilancia perfettamente azione e commedia

Kingsman: The Secret Service è il perfetto abbinamento con Back in Action per gli spettatori a cui piace l’azione e la commedia, ma vogliono qualcosa di un po’ più adulto e intenso. Kingsman: The Secret Service non è particolarmente dark o cruento, ma il suo linguaggio e il suo umorismo non sono del tutto appropriati per un pubblico più giovane, il che lo rende più adatto ai fan adulti di Back in Action. Il film segue Eggsy, interpretato da Taron Egerton, che diventa una spia per il governo britannico e lavora per abbattere un terrorista che spera di uccidere una grande percentuale della popolazione mondiale.

Kingsman è davvero divertente da guardare, e Taron Egerton dimostra di essere un attore protagonista di talento. Alla sua uscita nel 2015, il film ha ricevuto una risposta della critica ampiamente positiva e un successo al botteghino. Ciò che è ancora meglio è che Kingsman: The Secret Service ha anche un sequel nel 2017 e un prequel nel 2021 per i fan che desiderano ancora più contenuti su Kingsman. La serie Kingsman è un’ottima scelta per una maratona di film comici di spionaggio, e il primo film in particolare è un ottimo esempio di film d’azione che unisce performance di talento e umorismo.

Innocenti bugie (2010)

Cameron Diaz e Tom Cruise sono fantastici insieme in Innocenti bugie

Il film del 2010 Innocenti bugie ha visto Tom Cruise e Cameron Diaz fare squadra per un’avventura ad alto rischio. In contrasto con il suo personaggio di Back in Action, che è più che pronta a tornare alla sua precedente carriera di spia, Innocenti bugie ha scelto Cameron Diaz per il ruolo di June, una meccanica che si è avvicinata con riluttanza al mondo dello spionaggio del personaggio di Cruise, Roy. Il film ha segnato la loro seconda collaborazione ed è stato diretto da James Mangold, che attualmente sta riscuotendo molta attenzione come regista di A Complete Unknown, dimostrando che l’intero team di Innocenti bugie è incredibilmente talentuoso.

Il film è molto meglio di quanto suggeriscano le mediocri recensioni della critica, grazie alle performance carismatiche dei suoi protagonisti e alla trama frenetica, che sicuramente lo rendono degno di nota per gli amanti dell’azione. Sia in Back in Action che in Innocenti bugie, Cameron Diaz porta il suo solito fascino amabile e il suo buon umore e applica le sue abilità come star d’azione.

Spy Kids (2001)

Il film per bambini degli anni 2000 vede i bambini unirsi all’azienda di famiglia

Sebbene Robert Rodriguez sia forse più noto per i suoi film d’azione, la sua incursione nei film per bambini ha avuto altrettanto successo nel 2001 con l’uscita di Spy Kids. Sin dalla sua première, il film ha incassato 147,9 milioni di dollari con un budget di 35 milioni di dollari (tramite Box Office Mojo) e ha mantenuto un punteggio del 92% nella classifica dei critici di Rotten Tomatoes. Ancora oggi, Spy Kids rimane uno dei film per bambini più iconici degli anni 2000 grazie alla sua storia incredibilmente creativa e insolita, al cast eccezionale e alla regia impressionante.

Back in Action si concentra sulle storie di Matt ed Emily piuttosto che sui loro figli, ma Spy Kids si concentra sulle storie dei bambini. Dopo aver scoperto che i loro genitori sono spie, proprio come i figli di Emily e Matt, Juni e Carmen prendono in mano la situazione e diventano spie anche loro. Quando i loro genitori vengono catturati, Carmen e Juni si recano sull’isola del cattivo per trovare i loro genitori e impedire al loro ex nemico spia di conquistare il mondo. Dopo il successo del primo film, Rodriguez ha realizzato anche diversi sequel di Spy Kids da apprezzare.

Charlie’s Angels (2000)

Cameron Diaz è famosa per il suo ruolo nella popolare commedia d’azione

Charlie’s Angels è l’esempio per eccellenza di ciò che Cameron Diaz sa fare in un film commedia d’azione. Il film del 2000 rimane una delle performance più popolari della star fino ad oggi, nonostante le recensioni poco brillanti. Mentre molti critici hanno deplorato la natura sciocca del film, la sua implausibilità è in realtà parte di ciò che lo rende così piacevole da guardare. Cameron Diaz, Lucy Liu e Drew Barrymore sono molto divertenti e i loro personaggi sono descritti come bravi nel loro lavoro nonostante le sequenze d’azione decisamente sciocche.

Mentre la posta in gioco per le tre donne protagoniste non sembra mai così alta, la loro iconica agenzia, i loro abiti e i loro stili di combattimento rendono Charlie’s Angels il film perfetto per dare un’occhiata a un precursore del ruolo di Diaz in Back in Action.

Mission: Impossible (1996)

Un film che non può mancare per qualsiasi fan dei film di spionaggio

Se c’è un film che è arrivato a definire il genere dei film d’azione di spionaggio nel 21° secolo, è Mission: Impossible. Mentre il film originale è uscito nel 1996, da allora sono usciti sei sequel e l’ottavo film Mission: Impossible dovrebbe uscire a maggio 2025, rendendolo uno dei franchise di maggior successo di tutti i tempi. L’interpretazione di Ethan Hunt da parte di Tom Cruise e la sua insistenza nel fare molte delle acrobazie da solo sono diventate iconiche nel corso degli anni, consolidando la sua eredità come una delle migliori star d’azione di tutti i tempi.

Mission: Impossible segue l’agente dell’IMF Ethan Hunt mentre cerca di riabilitare il suo nome dopo essere stato incastrato per l’omicidio di diversi altri agenti. Mentre è in fuga dalla sua ex agenzia e dai nemici esterni, Hunt crea una squadra di agenti fidati ed esegue alcune acrobazie audaci. La regia eccezionale di Brian De Palma insieme alle performance delle star del film rendono Mission: Impossible un must per tutti gli appassionati di film d’azione e di spionaggio.

Daredevil: Rinascita, ecco i dettagli della revisione creativa dello show

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Daredevil: Rinascita era stato originariamente affidato a Matt Corman e Chris Ord. Tuttavia, più o meno a metà della produzione, i Marvel Studios si sono resi conto che gli sceneggiatori stavano portando il revival di Netflix nella direzione sbagliata e ne è seguita una revisione creativa.

Dario Scardapane di The Punisher è stato arruolato per raddrizzare la nave e questo ha portato a rifacimenti, aggiunte al cast, un maggiore livello di connettività con Daredevil di Netflix e, per fortuna, più azione in costume.

SFX Magazine ha recentemente incontrato Scardapane che gli ha chiesto di più sui cambiamenti. “[Il filmato] aveva alcuni punti davvero forti, ma non sembrava in linea con quello che era stato già stabilito per Daredevil”, ha spiegato.

Si dice che la versione originale di Daredevil: Rinascita fosse un soft reboot che manteneva solo alcuni elementi della serie Netflix. Tuttavia, i Marvel Studios hanno deciso di rendere retroattivamente la Defenders Saga parte dell’MCU, motivo per cui è stato girato un nuovo pilota.

Alla fine della serie Netflix, Foggy, Karen e Matt avevano un sogno scritto sul retro di un tovagliolo“, ha spiegato lo showrunner. “Cominciamo con quel sogno. Non è un sogno che ha bisogno di troppe spiegazioni; tre buoni amici si mettono in affari insieme“.

Anche Charlie Cox è intervenuto dicendo: “Dopo lo sciopero c’è stata un’inversione a U, in cui ci siamo diretti in una direzione che era interessante e valida. L’argomento era, se torniamo dopo tutti questi anni, non vogliamo fare esattamente la stessa cosa. La Marvel ha guardato gli episodi e sapeva che non stava funzionando”.

“Abbiamo girato un episodio pilota completamente nuovo e hanno riorganizzato ciò che avevamo filmato per farlo sembrare più simile alla serie che avevamo girato tutti quegli anni prima”, ha continuato l’attore. “Considerato che compito erculeo è stato, è molto impressionante ciò che hanno realizzato”.

Tutto sembra incredibilmente promettente e sembra che la nuova Marvel Television abbia trovato la giusta direzione per portare l’Uomo Senza Paura quando tornerà nell’MCU questa primavera.

Il cast di Daredevil: Rinascita

In Daredevil: Rinascita, Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato non vedente con abilità potenziate, combatte per la giustizia attraverso il suo frenetico studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi impegni politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, i due uomini si trovano in un’inevitabile rotta di collisione.

La serie è interpretata da Charlie Cox, Vincent D’Onofrio, Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Wilson Bethel, Zabryna Guevara, Nikki M. James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner. Gli episodi sono diretti da Justin Benson & Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; gli executive producers sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Matt Corman & Chris Ord e Justin Benson & Aaron Moorhead.

Matt Murdock e Wilson Fisk si affrontano ancora una volta nella nuova serie Marvel Television Daredevil: Rinascita, che in Italia debutterà il 5 marzo alle ore 3:00 del mattino (ora italiana) su Disney+.

Resident Evil potrebbe tornare al cinema con Zach Cregger

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Resident Evil potrebbe tornare al cinema con Zach Cregger

Sebbene i precedenti film di Resident Evil con Milla Jovovich abbiano sicuramente trovato un pubblico, per molti fan della longeva serie basata sui videogiochi survival horror non abbiamo ancora avuto un adattamento davvero grandioso. Ciò potrebbe cambiare con Zach Cregger al timone.

Il prossimo progetto del regista di Barbarian come parte del suo attuale accordo con la New Line Cinema è Weapons, che è ora in produzione e dovrebbe arrivare nelle sale all’inizio del 2026. Tuttavia, lo scorso settembre ha circolato una voce secondo cui il regista molto richiesto sarebbe stato corteggiato dalla Sony Pictures per un nuovo film di Resident Evil. Secondo il report, è ora in corso un’intensa guerra di offerte, con “quattro studi che si danno da fare per vincere, tra cui Warner Bros. e Netflix”.

Resident Evil tornerà al cinema

L’ultimo lungometraggio di Resident Evil è stato Welcome to Racoon City di Johannes Roberts (47 Meters Down, The Strangers: Prey at Night) con Kaya Scodelario (Crawl) nel ruolo di Claire Redfield, Hannah John-Kamen (Ant-Man and the Wasp) nel ruolo di Jill Valentine e Robbie Amell (Upload) nel ruolo di Chris Redfield. Non è stato ben accolto dai fan o dalla critica.

Più di recente, una serie live-action di Resident Evil con protagonista il defunto Lance Reddick (John Wick, The Wire) nel ruolo di Albert Wesker è stata pubblicata su Netflix, e ha ricevuto un’accoglienza ancora peggiore.

Non ci sono dettagli sul film che Cregger dirigerà, ma si prevede che “sarà più incentrato sull’horror e più fedele ai giochi iniziali“.

Il nuovo film di Star Wars con Daisy Ridley ha uno sceneggiatore!

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Il progetto con Daisy Ridley al comando ambientato nell’universo di Star Wars è ancora in corso con lo sceneggiatore George Nolfi. Nonostante sembri che Lucasfilm stia dando precedenza al progetto affidato a Shawn Levy con Ryan Gosling in trattative per la parte, anche il progetto che vedrà di nuovo Daisy Ridley nei panni di Rey sta procedendo, questa volta con il coinvolgimento dello sceneggiatore George Nolfi.

Sharmeen Obaid-Chinoy è ancora in lizza per dirigere la storia su Rey Skywalker, ambientata 15 anni dopo gli eventi di L’ascesa di Skywalker del 2019. Si vocifera che la trama preveda che Rey, la nipote dell’imperatore Palpatine, supervisionerà una scuola di Jedi.

La genesi del progetto di Star Wars con Daisy Ridley

I precedenti sceneggiatori della storia di Rey includevano Damon Lindelof e Justin Britt-Gibson. Anche il creatore di Peaky Blinders, Steven Knight, ci ha provato nell’aprile 2023, ma si è tirato indietro a ottobre. Ridley ha detto a Deadline al SXSW l’anno scorso di sapere un po’ di cose sul sequel. “So che ci saranno nuovi personaggi“, ha detto l’attrice, “non so nulla dei personaggi precedenti” – e questo include la sua fiamma gemella Kylo Ren.

Nolfi ha diretto film come I guardiani del destino, Elevation, The Banker e Birth of the Dragon. Ha anche scritto Ocean’s 12 e The Bourne Ultimatum.

Neil Gaiman abbandonato dalla Dark Horse Comics dopo le accuse di violenza sessuale; cancellato Anansi Boys

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Dopo l’articolo del New York Magazine della scorsa settimana che delineava – in inquietanti dettagli – le nuove accuse di violenza sessuale mosse a Neil Gaiman, l’acclamato scrittore è stato abbandonato dalla Dark Horse Comics.

L’editore ha pubblicato questo Tweet venerdì sera. “Dark Horse prende sul serio le accuse contro Neil Gaiman e non pubblicheremo più le sue opere. Confermando che la serie di fumetti Anansi Boys e il volume raccolto sono stati cancellati.”

Per quanto ne sappiamo, il prossimo adattamento televisivo di Anansi Boys di Amazon non è stato influenzato dalle accuse, e nemmeno la seconda stagione di The Sandman di Netflix (anche se una terza sembra improbabile).

L’articolo di NYM, intitolato “There is no Safe Word“, contiene una serie di resoconti grafici degli eventi che si dice siano accaduti. Poco dopo la pubblicazione dell’articolo, Gaiman ha condiviso una lunga risposta sul suo blog personale, in cui nega tutte le accuse contro di lui.

The Sandman serie tv 2022Cosa aspettarsi da The Sandman 2?

Sta iniziando un viaggio che ci porterà dal giardino del Destino all’Inferno, dal Cuore del Sogno all’Antica Grecia e alla Francia rivoluzionaria, e da lì a luoghi che nemmeno io riesco a immaginare sullo schermo. Sarò paziente. Le cose belle stanno per arrivare“, ha detto il creatore Neil Gaiman nella sua precedente lettera per celebrare il 35° anniversario dei suoi fumetti di The Sandman.

The Sandman è interpretato da Tom Sturridge nel ruolo di Sogno, Gwendoline Christie nel ruolo di Lucifero, Vivienne Acheampong nel ruolo di Lucienne, Kirby Howell-Baptiste nel ruolo di Morte, Patton Oswalt nel ruolo di Matthew il Corvo, Jenna Coleman nel ruolo di Johanna Constantine, Mason Alexander Park nel ruolo di Desiderio, Donna Preston nel ruolo di Disperazione e altri ancora. Finora, Netflix non ha ancora fatto alcun annuncio riguardo ai nuovi attori che si uniranno al cast della seconda stagione.

La serie live-action The Sandman è scritta da Neil Gaiman (American Gods) e dallo showrunner Allan Heinberg (Wonder Woman, Grey’s Anatomy). David S. Goyer (Batman Begins, Foundation) è il produttore esecutivo del dramma della Warner Bros. Television.

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Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere: una clip rivela come Peter ha ottenuto i suoi poteri

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La serie Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere arriverà tra pochi giorni su Disney+ e, in questa prima clip della serie Marvel Animation, il giovane Peter Parker acquisisce i suoi incredibili poteri di Uomo Ragno!

La Midtown High è stata distrutta e mentre Peter fa la conoscenza di Nico Minoru, un ragno gli sale sulla schiena e gli morde la nuca. Le differenze con il fumetto sono lampanti: non siamo nel corso di una mostra scientifica e il ragno lo morde sul collo e non sulla mano.  Tuttavia, questa scelta rispecchia quanto accaduto in The Amazing Spider-Man del 2012, dove Peter viene morso lì mentre parlava con Gwen Stacy.

È interessante notare che il ragno sembra scappare sullo zaino di un altro studente; potrebbe essere Miles Morales o un altro personaggio che acquisirà le proprie spettacolari abilità? Bisognerà aspettare e vedere.

Marvel Studios ha anche condiviso un programma di uscita ufficiale per Your Friendly Neighborhood Spider-Man, confermando che la premiere con i primi due episodi arriverà il 29 gennaio seguita da tre episodi il 5 febbraio, altri tre il 12 febbraio e un finale in due parti il ​​19 febbraio.

Guardate la prima clip di Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere di seguito:

La trama e il cast vocale di Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere

Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere segue Peter Parker nel suo percorso per diventare un eroe, con un viaggio mai visto prima e uno stile che celebra le radici del personaggio nei fumetti. Nella versione originale, il ricco cast vocale comprende Hudson Thames, Colman Domingo, Eugene Byrd, Grace Song, Zeno Robinson, Hugh Dancy e Charlie Cox. Head writer è Jeff Trammell e Mel Zwyer è il supervising director. Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Dana Vasquez-Eberhardt e Trammell sono gli executive producer.

Acts of Violence: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film con Bruce Willis

Negli ultimi anni l’attore Bruce Willis si è dedicato senza sosta a partecipare ad una serie di film di genere d’azione e thriller. Tra questi si ritrovano titoli come Survive the NightTrauma Center, Hard Kill, Fire with Fire e Resa dei conti – Precious Cargo. Un altro film simile a quelli qui citati è Acts of Violence, diretto da Brett Donowho (regista anche di The Old Way, film western con protagonista Nicolas Cage). È però bene notare che, nonostante sia indicato come protagonista del film, Willis abbia in realtà un ruolo molto ridotto.

 

 

L’attore, infatti, ha negli ultimi anni ridotto drasticamente i suoi impegni cinematografici, limitandosi a brevi apparizioni che comportano dunque il minimo impegno possibile. Questa formula, da molti criticata, si è dimostrata particolarmente vantaggiosa per l’attore, che ha così avuto modo di districarsi tra diversi lungometraggi girati tutti in brevi periodi. Per gli amanti del genere, tuttavia, questi si rivelano essere film a loro modo godibili, che offrono intrattenimento senza troppe pretese unito all’occasione di vedere Willis fare ciò che sa fare meglio.

Acts of Violence è anche uno degli ultimi progetti a cui ha preso parte, avendo ora annunciato il suo ritiro, e dunque recuperare questi suoi lavori conclusivi può essere un dovuto omaggio alla sua carriera. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a questo preciso film. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla descrizione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Shawn Ashmore, Cole Hauser e Ashton Holmes in Acts of Violence
Shawn Ashmore, Cole Hauser e Ashton Holmes in Acts of Violence. Foto di Brian Douglas

La trama di Acts of Violence

Il film è incentrato sulla missione di una squadra composta da un poliziotto integerrimo e tre fratelli del Midwest, che inconcreceranno le loro strade a seguito della scomparsa della fidanzata del fratello più giovane. Quando apprenderà che Mia, mentre si trovava a una party per un addio al nubilito, è infatti stata rapita da loschi trafficanti di esseri umani, Roman MacGregor, certo dell’inefficacia delle autorità, farà appello al valido addestramento militare dei suoi fratelli Brandon e Deklan, per tentare di rintracciare in ogni modo la sua fidanzata prima che sia troppo tardi.

Lungo il tragitto, i fratelli MacGregor si uniranno all’incorruttibile detective Avery, che da tempo indaga sulle tratte di esseri umani e il cui insigne senso del dovere lo porta a spingersi sempre oltre il limite del pericolo. Tra sparatorie, esplosioni e uccisioni senza pietà, i quattro scavalcheranno la legge diventando un’unica unità di vigilanza pronta a farsi strada con coraggio e determinazione tra la malavita, facendo della loro causa una vera e propria questione di vita o di morte.

Il cast di attori

Ad interpretare il detective James Avery vi è dunque Bruce Willis, al quale per recitare le scene per lui previste è bastato un solo giorno dei quindici di riprese totali. Nel ruolo dei tre fratelli MacGregor Roman, Deklan e Brandon vi sono rispettivamente Ashton Holmes, Cole Hauser (che torna qui a recitare acccanto a Willis dopo Die Hard – Un buon giorno per morire) e Shawn Ashmore. Mia è interpretata da Melissa Bolona mentre Tiffany Brouwer interpreta Jessa MacGregor. Sophia Bush interpreta il detective Brooke Baker e Mike Epps è il criminale Max Livington.

Bruce Willis, Boyd Kestner, Sophia Bush e Kyle Stefanski in Acts of Violence
Bruce Willis, Boyd Kestner, Sophia Bush e Kyle Stefanski in Acts of Violence. Foto di Brian Douglas

Il finale di Acts of Violence

Nel corso del film, prima di essere rapita, apprendiamo che Mia lascia a Roman una nota vocale in cui spiega la situazione. Poiché il telefono di Mia è però dotato di tecnologia di rintracciamento, i fratelli riescono a localizzarla e fanno irruzione in una casa in cui Deklan sospetta che la ragazza sia tenuta prigioniera. Tuttavia, lei non è lì. Si recano allora da Avery, che promette di aiutarli a salvarla, ma li avverte di rimanere fuori dal caso. Deklan si rifiuta però di assecondare questa richiesta e i tre fratelli si equipaggiano con giubbotti e armi di tipo militare e partono per salvare Mia.

Fanno a quel punto irruzione in un magazzino in cui il boss della malavita del luogo, Max Livingston, nasconde le donne trafficate prima di spedirle a Las Vegas. Qui trovano effettivamente Mia, insieme alle altre donne. Dopo averla liberata, tornano in una casa messa a soqquadro e con Jessa, la moglie di Brandon, morta. Livingston si presenta allora con i suoi uomini e sferra il suo attacco. Brandon viene colpito e muore sul colpo, ma Deklan riesce a uccidere tutti gli uomini di Livingston. Quest’ultimo fugge però dalla scena prima che Deklan possa eliminarlo.

I due fratelli rimasti in vita vengono a quel punto arrestati dalla polizia, mentre Livingston è libero di fuggire. Di conseguenza, Avery sceglie di dimettersi dal suo incarico di detective. Egli sa bene dove Livingston si sta nascondendo e, raggiuntolo, lo uccide prima che possa lasciare la città, compiendo così la giustizia dei tre fratelli McGregor. Si tratta però di un finale non del tutto positivo, in quanto Brandon è morto, Deklan e Roman sono stati arrestati e il destino di Mia è incerto, per quanto sia lecito pensare che rimanga libera dalle grinfie della banda che l’aveva rapita.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Acts of Violence grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 25 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Schindler’s List: la storia vera dietro il film di Steven Spielberg

Schindler’s List è uno dei più grandi film di Steven Spielberg, tratto da un romanzo a sua volta basato sulla vera storia di Oskar Schindler. Le immagini in bianco e nero e l’esplorazione dell’Olocausto ne fanno un film particolarmente cupo, ma il cambiamento di cuore mostrato dal protagonista (interpretato da Liam Neeson), e il suo salvataggio di più di mille ebrei trasformano questo dramma storico in una commovente storia di speranza e umanità. È anche questo che rende Schindler’s List uno dei migliori film ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’ambientazione e il soggetto reali, compreso l’effettivo genocidio di massa da parte dei nazisti, lo rendono inoltre un ricordo inquietante e culturalmente significativo delle tragedie dell’Olocausto. In termini di storia e impatto, il dramma del 1993 è paragonabile a Salvate il soldato Ryan – sono tra i migliori film di guerra di Steven Spielberg – anche se il primo sembra essere più accurato dal punto di vista storico. Naturalmente, dato l’immenso successo di critica e i numerosi premi ricevuti, Schindler’s List continua a essere discusso e studiato ampiamente non solo dagli appassionati di cinema, ma anche dagli storici della Seconda Guerra Mondiale e dell’Olocausto.

LEGGI ANCHE: Schindler’s List: il film di Steven Spielberg sull’Olocausto

Schindler’s List è basato su un romanzo

Come anticipato, Schindler’s List è basato sul romanzo del 1982 Schindler’s Ark di Thomas Keneally. Il libro è un’opera di finzione storica con Keneally che aggiunge un tocco drammatico ad alcune episodi con vaghi dettagli storici. Tuttavia, Oskar Schindler è stato una persona reale che ha salvato oltre mille ebrei dalla persecuzione. Il romanzo inizia proprio con Schindler come un capitalista assetato di denaro che si concede al bere e alle donne mentre è anche membro del partito nazista. Tuttavia, mentre la Seconda Guerra Mondiale si intensifica e Schindler è testimone degli orrori dell’Olocausto, insieme al suo contabile, Itzhak Stern (Ben Kingsley) si adoper per salvare quanti più ebrei polacchi possibile dai nazisti impiegandoli nelle fabbriche. Questi ebrei furono in seguito chiamati “Schindlerjuden”, che si traduce in “ebrei di Schindler”.

Liam Neeson in Schindler's List
Liam Neeson in Schindler’s List. Foto di Universal Pictures – © 1993

Uno di questi sopravvissuti all’Olocausto e Schindlerjuden, Poldek Pfefferberg (Jonathan Sagall nel film), riuscì a convincere Keneally a scrivere il romanzo e fu anche uno dei principali consiglieri dell’autore. Keneally ha poi visitato Cracovia per conoscere meglio l’impatto dell’Olocausto nella città polacca e il periodo di Schindler come industriale. Aggiungendo dialoghi di fantasia nelle scene in cui i dettagli storici non potevano essere ricreati con precisione, Schindler’s Ark fu commercializzato come romanzo e finì per vincere il Booker Prize nel 1982. È interessante notare che Pfefferberg era anche amico della madre di Steven Spielberg e sfruttò questa conoscenza per convincere il regista ad adattare la vita di Schindler per il grande schermo.

Chi era il vero Oskar Schindler?

Nato in Ungheria nel 1908, Oskar Schindler crebbe in una famiglia cattolica in Moravia. Provò diversi lavori saltuari prima di trovare impiego nell’Abwehr, il servizio di intelligence militare della Germania nazista, a cui si unì nel 1936. Tre anni dopo, con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, Schindler si iscrisse al Partito Nazista. A ciò seguì il suo eroico salvataggio di ebrei, che lo portò a essere molto venerato dalla comunità anche dopo la fine della guerra. Con l’istituzione di Israele, molti degli “Ebrei di Schindler”, raffigurati nel film Schindler’s List di Steven Spielberg, hanno potuto reinsediarsi e Schindler ha partecipato a molte delle loro riunioni.

Schindler morì poi nel 1974 all’età di 76 anni e fu sepolto con onore nel cimitero israeliano di Mount Zion a Gerusalemme, unico ex nazista a essere sepolto lì. Lui e sua moglie sono stati onorati dal governo israeliano con il titolo di Giusti tra le Nazioni nel 1993, lo stesso anno dell’uscita del film di Steven Spielberg. Sfortunatamente, nel dopoguerra Schindler non riuscì a gestire alcuna attività di successo e nel 1958 andò in bancarotta, affidandosi agli Schindlerjuden per l’aiuto finanziario. Anche sul piano personale le cose si fecero tristi: la moglie Emilie Schindler (interpretata da Caroline Goodall nel film) lo lasciò proprio in quel periodo.

Liam Neeson, Olaf Lubaszenko e Anna Mucha in Schindler's List
Liam Neeson, Olaf Lubaszenko e Anna Mucha in Schindler’s List. Foto di Universal Pictures – © 1993

Oskar Schindler salvò più di mille ebrei durante l’Olocausto

La lista del film Schindler’s List contiene i nomi degli ebrei registrati a Cracovia, la maggior parte dei quali venne poi salvata da Schindler. Come anticipato, la grande maggioranza delle fonti storiche attribuisce infatti a Schindler il merito di aver salvato 1.200 ebrei impiegandoli come lavoratori nella sua fabbrica di smalti, che acquistò nel 1939. La strategia di Schindler consisteva nell’utilizzare i suoi ex contatti con i servizi segreti tedeschi per inviare gli ebrei dai campi di concentramento alla sua fabbrica, proteggendoli dalla morte e dalla deportazione. A volte, in situazioni estreme, l’allora ricco Schindler ricorreva anche a corrompere i funzionari nazisti con regali di lusso che potevano essere acquistati solo al mercato nero.

Altre figure reali presenti nel film Schindler’s List

Anche gli archi narrativi degli altri personaggi di Schindler’s List sono basati su storie vere. Amon Göth (Ralph Fiennes) è stato il comandante del campo di concentramento di Cracovia e in seguito è stato condannato come criminale di guerra per crimini contro l’umanità. Itzhak Stern era invece il fedele contabile di Oskar Schindler che lo assisteva nelle sue attività di salvataggio. Stern emigrò infine in Israele e scrisse opuscoli volti a far conoscere l’umanitarismo di Schindler. Morì prima di Schindler ed è riportato che il suo ex datore di lavoro abbia pianto inconsolabilmente al funerale. Altri personaggi reali presenti nel film sono la moglie di Schindler, Emilie, il sopravvissuto all’Olocausto Poldek Pfefferberg e diversi ufficiali delle SS naziste.

Molti dei personaggi secondari di Schindler’s List erano poi ebrei realmente sopravvissuti agli eventi dell’Olocausto. Sebbene appaiano come detenuti nei campi di concentramento, molti di loro finirono per stabilirsi in altri contesti di vita soddisfacenti. Leo Rosner, che ritrae il suonatore di organetto nei campi, è diventato un musicista. Mietek Pemper, l’uomo che ha compilato la lista, ha lavorato come attivista interculturale. Artista grafico prima della guerra, Joseph Bau ha prosperato come animatore. Nel film compaiono anche molti altri ebrei che non sono riusciti a sopravvivere nella Germania nazista, come l’architetto Diana Reiter. La famosa “bambina in rosso” è invece una creazione cinematografica, intesa come allegoria della devastazione dell’Olocausto.

Ralph Fiennes in Schindler's List
Ralph Fiennes in Schindler’s List. Foto di Universal Pictures – © 1993

I dettagli tralasciati dal film

Schindler’s List dura ben 215 minuti e incorpora buona parte del libro di Thomas Keneally. Tuttavia, poiché Schindler’s Ark è un’opera voluminosa e le condizioni dei campi di concentramento sono documentate da più fonti, l’adattamento di Steven Spielberg non poteva incorporare tutte le condizioni relative alle operazioni di salvataggio. Per esempio, il film omette i legami che Oskar Schindler aveva con i gruppi di resistenza che comprendevano polacchi ed ebrei. Le ricerche di Keneally suggeriscono che l’industriale sostenne anche finanziariamente tali organizzazioni. Inoltre, Schindler fu arrestato tre volte per le sue attività nel mercato nero e per i suoi legami con Amon Göth, mentre Schindler’s List copre solo uno di questi incidenti.

Anche le descrizioni di Keneally delle esecuzioni di ebrei in una collina soprannominata “Prick Hill” sono state eliminate nell’epopea storica di Spielberg a favore di scene come la liquidazione del ghetto di Cracovia. Schindler dovette anche affrontare il crescente antisemitismo durante l’apertura delle sue fabbriche, con altri nelle vicinanze che affiggevano manifesti con la scritta “Tenete fuori i criminali ebrei”, un altro aspetto che Schindler’s List tralascia. L’epilogo del film, invece, accenna brevemente al fatto che Göth fu giustiziato con un’impiccagione e che Schindler si trovò in difficoltà nel dopoguerra, ma la maggior parte dei dettagli specifici del dopoguerra non hanno potuto essere inseriti nel montaggio finale.

Twister: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Twister: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Se c’è un fenomeno atmosferico che il cinema ha più volte raccontato con successo, questo è senza dubbio quello del tornado. Per la loro forza evocativa e le forme assunte, le trombe d’aria vantano un carisma che suscita tanto meraviglia quanto terrore. Titoli come La tempesta perfetta, Hurricane – Allerta uragano e Into the Storm sono solo alcuni dei più celebri film con protagonista tale fenomeno naturale. Uno dei lungometraggi che ha reso ancor più celebri i tornando al cinema è però Twister, diretto nel 1996 da Jan De Bont, direttore della fotografia noto per aver diretto anche Tomb Raider – La culla della vita.

Twister non fu solamente uno dei primi film a portare tali dinamiche catastrofiche al cinema, ma anche uno dei primi a raccontare ciò con un uso particolarmente avanzato degli effetti speciali. La CGI, che si stava in quegli anni diffondendo con sempre maggior risultati, permise infatti di dar vita a dei tornando particolarmente sbalorditivi e convincenti. Candidato poi all’Oscar per gli effetti speciali e il sonoro, Twister divenne il secondo maggior incasso del suo anno, secondo solo a Independence Day, con quasi 495 milioni di guadagno.

Per chi è alla ricerca di un film catastrofico di buon livello, che presenti però anche interpretazioni di spessore, una storia drammatica e numerosi colpi di scena, Twister è certamente un film da riscoprire, con un fascino ancora oggi di buon livello. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Helen Hunt e Bill Paxton in Twister
Helen Hunt e Bill Paxton in Twister © Warner Bros. Universal Pictures

La trama di Twister

Protagonista del film è la dottoressa JoAnne Thornton, un’appassionata meteorologa, cacciatrice di tornado. La donna, nel lontano 1969, all’età di 5 anni, si trovò a viver un’esperienza terrificante: un devastante tornado di categoria F5 travolse improvvisamente la fattoria in cui viveva con la sua famiglia, distruggendo la porta del rifugio in cui erano riusciti a mettersi tutti al riparo e trascinando via con sé il padre. Questo terribile episodio indusse Jo, una volta diventata adulta, a studiare assiduamente i temibili fenomeni atmosferici, nella speranza di riuscirgli ad individuare tempestivamente per salvare la vita di quante più persone possibile.

Insieme al suo team, la coraggiosa meteorologa, si appresta a sperimentare un innovativo dispositivo, la piccola Dorothy, in grado di studiare la struttura interna dei tornado. Lo strumento è frutto di un geniale progetto dell’ex marito di Jo, Bill Harding, ora impiegato come meteorologo presso un’emittente televisiva. Jo, insieme a tutta la squadra, è in viaggio con il suo fuoristrada, alla ricerca del tornado perfetto per testare il nuovo macchinario. Con lei vi è anche Bill, il quale intende formalizzare le pratiche del divorzio. Ben presto il gruppo si troverà a fare i conti con la forza della natura, che non ha pietà per nessuno.

Il cast del film

Per questo film il regista Jan de Bont non voleva lavorare con attori famosi, a causa della loro natura notoriamente esigente, preferendo attori meno conosciuti per non distogliere l’attenzione dai tornado. Per il ruolo di JoAnne Thornton egli aveva in mente l’attrice Helen Hunt, in quanto amava la sua personalità forte e la capacità di comandare le persone, il che gli ricordava un tornado. Tuttavia, lo studio era perplesso su tale scelta, dal momento che la Hunt era noto solo per fare sitcom televisive. Dopo aver incontrato altre attrici, il regista continuò però a ritenere la Hunt l’unica candidata possibile, alla quale poté infine offrire il ruolo.

Tom Hanks era la scelta iniziale per il ruolo di Bill Harding. Hanks ha anche letto le battute con il cast e ha persino scelto il guardaroba del personaggio, salvo poi abbandonare il progetto perché sentiva che non era ciò che desiderava fare in quel momento della sua carriera. Mentre era sul set di Apollo 13 (1995), Hanks ritenne che il suo co-protagonista Bill Paxton fosse perfetto per la parte di Bill Harding in questo film e lo ha aiutato ad ottenere il ruolo. Nel film sono poi presenti anche gli attori Cary Elwes nei panni del dottor Jonas Miller, Jamy Gertz in quelli di Melissa Reeves e Philip Seymour Hoffman come Dustin Davies.

Twister cast
Helen Hunt e Bill Paxton in Twister © Warner Bros. Universal Pictures

Il finale di Twister

Nel finale del film, la squadra scopre che un tornado di eccezionale potenza, un F5, si è formato a circa venticinque miglia da Wakita. Bill e Jo riescono a piazzare Dorothy III dinnanzi al percorso del tornado, ma lo strumento viene spazzato via ancor prima di entrare nel vortice e i due riescono a malapena a sfuggire ai detriti scagliati dal tornado; assistono, inoltre, alla morte di Jonas Miller e del suo autista, risucchiati dalla tromba d’aria. Jo e Bill, resisi conto che Dorothy è troppo leggera per poter raggiungere l’interno del vortice, decidono di fare un ultimo tentativo lanciando nel tornado l’ultima Dorothy rimasta usando il fuoristrada come zavorra.

L’idea ha successo: la squadra festeggia mentre i computer ricevono i dati che i sensori di Dorothy IV inviano sulla struttura del tornado. I festeggiamenti hanno però vita breve: infatti, il tornado cambia bruscamente rotta, puntando dritto proprio su Bill e Jo. I due scappano dunque a piedi in una fattoria vicina e riescono avventurosamente a scampare al passaggio della tromba d’aria. Il tornado si dissolve subito dopo essere passato su Bill e Jo e i due, galvanizzati dal successo di Dorothy e dall’intera esperienza, decidono di rimettere in piedi il loro matrimonio, dando così vita ad un finale che si potrebbe definire lieto.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Twister grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 25 gennaio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Nicole Kidman, 25 anni dopo Eyes Wide Shut, torna al thriller erotico con Babygirl

Babygirl, nuovo thriller erotico di Halina Reijn, vede protagonista Nicole Kidman nel ruolo di Romy Mathis, CEO di un’azienda che intraprende una relazione clandestina con un suo stagista, insieme alle grandi interpretazioni di supporto di Harris Dickinson e Antonio Banderas nei ruoli rispettivamente dello stagista e del marito. Il film, che affronta questioni di desiderio, sessualità, potere e famiglia, ha ricevuto recensioni positive e Babygirl è diventato uno dei film di A24 con i maggiori incassi di sempre, dimostrando il suo successo.

Sebbene Nicole Kidman non sia estranea al genere del thriller erotico, Babygirl è un tipo di film completamente diverso da Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick in cui l’attrice ha recitato 25 anni fa. Infatti, il film offre a Kidman la possibilità di mostrare un set di abilità completamente diverso e così come diverso è il focus del film. Con il suo approccio aggiornato al genere, il finale di Babygirl riesce persino a legare le fantasie di Romy alla realtà della sua vita da madre e imprenditrice, il che aggiunge qualcosa di nuovo e eccitante.

Babygirl e Eyes Wide Shut affrontano le relazioni di Nicole Kidman in modo diverso

I due film affrontano la sessualità e le relazioni in modi molto diversi

Sebbene sia Babygirl che Eyes Wide Shut siano thriller erotici con grandi interpretazioni di Nicole Kidman, al di là delle somiglianze superficiali, i film sono in realtà molto diversi nei loro approcci alle relazioni. Mentre Eyes Wide Shut consente al personaggio di Kidman, Alice, di raccontare in dettaglio la sua fantasia al marito Bill (Tom Cruise), la relazione non è realmente avvenuta. Mentre fumava erba a casa loro una sera, Alice ammette di essere stata tentata di tradire Bill e di lasciare lui e la figlia dopo aver incontrato un ufficiale che trovava attraente, confessione che genera in Bill dei dubbi su di lei.

Mentre Alice entra nei dettagli espliciti con il marito sulla relazione che immaginava di avere, si è fermata prima di tradire effettivamente il marito. Tuttavia, la relazione immaginaria di Alice in Eyes Wide Shut prefigura l’incontro di Romy con Samuel in Babygirl. Al contrario della volontà di Alice di esporre i suoi desideri interiori, con grande disappunto del marito, Romy non parla al marito dei suoi desideri sessuali. Invece, ha segretamente una relazione che le consente finalmente di sentirsi soddisfatta durante il sesso.

La relazione di Romy con Samuel in Babygirl è una relazione da cui cerca esplicitamente di stare lontana all’inizio del film, sapendo che avrebbe ferito il marito. In questo senso, i due film rappresentano le relazioni in modi completamente diversi. In Eyes Wide Shut, Alice sembra quasi stuzzicare Bill con i suoi desideri, pur sostenendo di non averlo mai tradito. In Babygirl, Romy tradisce Jacob e si sente profondamente in colpa per aver soddisfatto le sue fantasie. Quindi, i thriller erotici sembrano mettere in discussione la natura del desiderio e il senso di colpa che può accompagnarlo.

Romy e Alice hanno problemi coniugali molto diversi

Il matrimonio di Romy sembra molto più stabile di quello di Alice

eyes wide shutIl modo in cui Eyes Wide Shut e Babygirl gestiscono i problemi coniugali dei loro personaggi sembra strettamente legato al modo in cui i film gestiscono le loro relazioni, poiché i problemi coniugali si riflettono nei desideri dei personaggi. In generale, il matrimonio di Romy in Babygirl sembra molto più stabile di quello di Alice in Eyes Wide Shut. Romy e Jacob sembrano amarsi sinceramente e amano i loro due figli, oltre a supportare reciprocamente la loro carriera. Poiché il loro matrimonio sembra così stabile, Romy è chiaramente molto in conflitto riguardo alla sua relazione e sa che suo marito ne sarà devastato.

Al contrario, la relazione di Bill e Alice in Eyes Wide Shut appare molto più antagonista. Quando i due partecipano a una festa di Natale all’inizio del film, entrambi ballano e flirtano con altre persone, e Alice diventa sospettosa quando Bill scompare per molto tempo, sottintendendo che crede che Bill la tradirebbe se gliene venisse data la possibilità. Inoltre, la sua storia sull’ufficiale con cui voleva avere una relazione serve a dimostrare a Bill che potrebbe tradirlo anche lei se lo volesse davvero, creando una mancanza di fiducia da entrambe le parti.

In Babygirl Nicole Kidman è il fulcro, in Eyes Wide Shut no

Eyes Wide Shut dà a Nicole Kidman un ruolo di supporto

Forse la differenza più grande tra Babygirl e Eyes Wide Shut è che il personaggio di Nicole Kidman diventa davvero il fulcro in Babygirl. Sebbene il flirt di Alice e l’ammissione del suo desiderio di tradire giochino un ruolo fondamentale in Eyes Wide Shut, poiché spingono Bill a uscire di notte, lei non è veramente il personaggio principale. La storia è raccontata attraverso la prospettiva di Bill e ci si aspetta che il pubblico simpatizzi con lui quando sente parlare dei desideri di Alice.

Alice è un personaggio secondario in Eyes Wide Shut e la sua sessualità viene esplorata in misura minore, ma Romy diventa il personaggio principale in Babygirl. Fin dall’inizio, Babygirl parla della vita, della carriera e dei desideri nascosti di Romy. La famiglia e il matrimonio di Romy sono innegabilmente importanti per Babygirl, ma il vero scopo è esplorare i desideri delle donne in un modo che viene spesso trascurato nei film.

L’attenzione di Babygirl su Romy consente al film di esplorare il suo processo decisionale e i rischi impliciti nella sua relazione. Sebbene alla fine vada fino in fondo con la relazione perché le consente di vivere la sua fantasia di essere dominata da Samuel, Romy è costantemente consapevole della possibilità di perdere tutto. La sua posizione di potere su Samuel aggiunge un altro livello alla situazione, poiché è in grado di invertire il ruolo di leadership che ricopre nella sua vita quotidiana. Babygirl bilancia perfettamente l’esplorazione delle dinamiche di potere, i rischi e la differenza tra amore e desiderio attraverso le relazioni di Romy.

Schindler’s List: il film di Steven Spielberg sull’Olocausto

Schindler’s List: il film di Steven Spielberg sull’Olocausto

Nel giorno della memoria, il 27 gennaio di ogni anno, si commemorano le vittime dell’Olocausto, il genocidio di cui furono responsabili le autorità naziste nei confronti di tutte quelle categorie di persone ritenute “inferiori”. Anche il cinema, nel corso della sua storia, ha dato vita a numerosi film attraverso cui poter ricordare e riflettere su quanto avvenuto. Uno dei più memorabili ed esemplari è Schindler’s List, diretto nel 1993 da Steven Spielberg. All’interno di questo si racconta la vera storia di Oskar Schindler e del suo impegno nel salvare oltre mille ebrei dallo sterminio della Seconda guerra mondiale.

Ispirato al romanzo Schindler’s Ark, di Thomas Keneally, questo film ha permesso a Spielberg di raggiungere la definitiva consacrazione nel mondo del cinema. Schindler’s List è infatti un attenta ricostruzione degli eventi, ma anche un film estremamente delicato e sofferto, dove si racchiude l’idea di umanità secondo il regista. Chi salva una vita salva il mondo, è il tema principale del film e di tutta la filmografia di Spielberg, qui portato al massimo della sua potenza. Ancora oggi considerato uno dei migliori film della storia del cinema, fu questo un caso eclatante tanto nella sua concezione stilistica quanto nell’impatto culturale scaturito dalla sua visione.

Pochi film come questo sono in grado di rendere importante il ricordo di quanto avvenuto, permettendo però di riflettere anche sul presente. La forza di Schindler’s List, come nelle intenzioni di Spielberg e dei suoi collaboratori, è quella di essere un’opera senza tempo. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai premi vinti. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Liam Neeson, Olaf Lubaszenko e Anna Mucha in Schindler's List
Liam Neeson, Olaf Lubaszenko e Anna Mucha in Schindler’s List. Foto di Universal Pictures – © 1993

La trama di Schindler’s List e lo stile del film

Protagonista del film è l’imprenditore tedesco Oskar Schindler, il quale tenta di sfruttare il nascere del conflitto tra la Germania nazista e la vicina Polonia per far fruttare i suoi affari. L’uomo, infatti, avvia una fabbrica impiegata nella produzione di tegami e pentole con cui rifornire l’esercito tedesco. All’interno di questa, grazie ai suoi rapporti con il contabile ebreo Itzhak Stern, dà impiego a oltre mille ebrei, salvati così dai campi di concentramento. Schindler porta dunque avanti la sua attività, forte anche della protezione da parte delle SS. L’arrivo dello spietato ufficiale Amon Goeth, però, rischia di spezzare questo equilibrio, portando Schindler a comprendere meglio l’orrore perpetrato dai nazisti e a nutrire il desiderio di poterne salvare quanti più possibile.

Fatta eccezione per alcune simboliche scene, il film è interamente in bianco e nero. Per Spielberg l’Olocausto fu vita senza luce, ed è per questo che un qualsiasi film che voglia raccontare di quegli orrori non può che essere in bianco e nero. Gli unici elementi di colore sono dati dalle candele all’inizio e alla fine del film, dove se le prime si spengono, le seconde si riaccendono, fornendo un segnale di speranza. Iconica poi è la bambina con il cappotto rosso. Per Spielberg quella presenza di colore era da intendersi come il simbolo di quanti pur consapevoli del massacro degli ebrei non fecero nulla per impedirlo. Il regista, inoltre, realizzò il film con uno stile documentaristico, girato per buona parte con camera a mano o comunque privo di artifici tecnici che avrebbero potuto spettacolarizzare la vicenda.

Schindler's List premi

Il cast del film, da Liam Neeson a Ralph Fiennes

Ad interpretare Oskar Schindler vi è l’attore Liam Neeson, all’epoca ancora non estremamente celebre. Spielberg voleva infatti evitare la presenza di interpreti troppo conosciuti, che avrebbero potuto distrarre dalla storia del film. Inizialmente, però, lo stesso Neeson pensò di non essere adatto alla parte. Al momento del provino egli si convinse di essere andato male e pertanto accettò un nuovo lavoro per uno spettacolo a Broadway. Al suo debutto, lo stesso Spielberg insieme alla moglie e alla suocera andarono a vederlo, per poi incontrarlo a fine spettacolo nel camerino. Neeson, colto di sorpresa, abbracciò la suocera di Spielberg in un modo così spontaneo e sentito da far convincere il regista di aver trovato il suo protagonista. Ad oggi, quella di Schindler è l’unica interpretazione ad aver fatto guadagnare a Neeson una nomination all’Oscar.

Accanto a lui, nel ruolo dello spietato nazista Amon Goth vi è l’attore Ralph Fiennes, anche lui all’epoca poco conosciuto. Per il ruolo, l’attore ingrassò di circa 13 chili, raggiungendo una somiglianza particolarmente inquietante con il vero Goth. L’attore inoltre ebbe modo di parlare con quanti conobbero realmente il nazista, arrivando a comprendere aspetti di lui che lo svelavano come un uomo fragile e da compatire. Una sopravvissuta dei campi di concentramento, incontrandolo sul set, ammise di essersi sentita a disagio per la somiglianza tra i due. Il premio Oscar Ben Kingsley interpreta invece il collaboratore di Schindler Itzhak Stern. L’attore fu fortemente voluto da Spielberg dopo che il regista lo vide recitare in Gandhi. Fa poi parte del cast principale l’attrice Caroline Goodall nei panni di Emilie Schindler, la moglie di Oskar.

Ralph Fiennes in Schindler's List
Ralph Fiennes in Schindler’s List. Foto di Universal Pictures – © 1993

I premi vinti da Schindler’s List

Schindler’s List ricevette al momento della sua uscita il plauso universale della critica e del pubblico. Il film ha ad oggi ricevuto circa 91 premi in tutto il mondo, tra cui si annoverano in particolare quelli conferiti dal Chicago Film Critics Association, dai Bafta Awards, dove il film ottenne 7 premi, e i Golden Globe, dove vinse come Miglior film drammatico, Miglior regia e Miglior sceneggiatura. Ai premi Oscar fu poi il titolo che la fece da padrone, ottenendo 7 statuette tra cui quella per il Miglior film, regia, sceneggiatura, fotografia e colonna sonora. Furono invece candidati ma non vinsero sia Liam Neeson che Ralph Fiennes.

Il trailer del film dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Schindler’s List grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Sky e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 25 gennaio alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Scarlett Johansson e Jonathan Bailey manomettono delle uova in una nuova foto di Jurassic World Rebirth

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Jurassic World Rebirth si presenta con una nuova immagine che mostra i personaggi di Scarlett Johansson e Jonathan Bailey mentre manomettono le uova di dinosauro. Dopo il grande successo al botteghino di Jurassic World Dominion nel 2022, la serie di reboot di Jurassic Park è pronta a tornare con un nuovo film del regista Gareth Edwards (The Creator). La Johansson guida il cast di Jurassic World Rebirth nei panni di Zora Bennett, leader di una spedizione in un territorio pericoloso e pieno di dinoidi per recuperare un DNA cruciale per una scoperta medica, con Mahershala Ali, Rupert Friend, Ed Skrein e Manuel Garcia-Rulfo.

L’account Instagram ufficiale di Jurassic World condivide ora una nuova immagine del film, che offre uno sguardo migliore a Zora e al dottor Henry Loomis di Bailey. L’immagine mostra i due personaggi in quella che sembra essere un’antica struttura sudamericana, con Loomis che sorregge un grande uovo di dinosauro mentre Zora lo guarda stupita. Guardate l’immagine qui sotto:

 

 

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Cosa significa la nuova immagine per Jurassic World Rebirth

Sebbene non sia ancora stato diffuso un trailer di Jurassic World Rebirth, il film è stato presentato come un ritorno alle origini per il franchise. Jurassic World Dominion si conclude con i dinosauri che vagano liberamente sulla Terra e vivono fianco a fianco con gli umani, mentre il prossimo film sembra concentrarsi su una storia più specifica e su un gruppo più ristretto di personaggi.

Secondo Edwards, per Empire, questo approccio “torna a ciò che [lui] ama dell’originale”. In un’intervista a EW ha anche definito il film una “gigantesca lettera d’amore a Steven Spielberg”, paragonandolo a Lo squalo (1975). Con lo sceneggiatore dell’originale Jurassic Park David Koepp che ha scritto la sceneggiatura e le immagini finora disponibili, tra cui quella qui sopra, che mostrano un’attenzione particolare per le scene ad alta tensione piuttosto che per le roboanti sequenze di distruzione, Jurassic World Rebirth si preannuncia come un interessante ritorno a un’epoca precedente per il franchise.

The Night Agent – Stagione 2: chi è Noor e cosa vuole dagli USA

The Night Agent – Stagione 2: chi è Noor e cosa vuole dagli USA

La seconda stagione di The Night Agent introduce diversi nuovi personaggi nella serie thriller di spionaggio di Netflix, offrendo tonnellate di materiale fresco da tenere sotto controllo. Dopo il finale ricco di azione della prima stagione di The Night Agent, Peter Sutherland (Gabriel Basso) torna come Agente di notte a tutti gli effetti, lavorando sul campo con una nuova partner, Alice (Brittany Snow). Una missione per impedire una vendita di informazioni a Bangkok va storta, causando il disvelamento di una cospirazione internazionale che ruota attorno a un complotto terroristico contro gli Stati Uniti nel palazzo delle Nazioni Unite di New York.

Mentre Peter e Rose (Luciane Buchanan) rimangono nel cast di The Night Agent, molti dei personaggi di supporto della prima stagione, tra cui Diane Farr (Hong Chau), sono stati eliminati per fare spazio alle new entry. Tra questi, i membri della famiglia criminale Bala, i nuovi membri dell’Azione Notturna, i collaboratori del mediatore di informazioni Jacob Monroe (Louis Herthum) e gli impiegati dell’ambasciata iraniana a New York. L’intricata rete di fazioni e di singoli attori si lega per dare vita a una trama emozionante e imprevedibile nella seconda stagione dello show.

Noor lavora alla missione iraniana presso l’ONU nella seconda stagione di The Night Agent

The Night Agent - stagione 2 Arienne Mandi e Keon Alexander
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

Tuttavia, vale la pena di scoprire chi è Noor prima che venga coinvolta dai protagonisti dello show, poiché i suoi obiettivi personali sono la componente centrale del suo personaggio nella seconda stagione. Noor è una giovane donna che lavora presso l’ambasciata iraniana a New York, anche se quasi subito si scopre che raccoglie informazioni per conto del governo americano.

Haleh è la figlia di Abbas e la più cara amica di Noor a New York, che si informa costantemente sulla sua relazione sentimentale. Infine, Javad è il capo della sicurezza dell’ambasciata, che inizia come potenziale interesse amoroso per Noor, ma finisce sulle sue tracce per quanto riguarda le sue transazioni informative.

Perché Noor fornisce agli Stati Uniti informazioni sulle azioni dell’Iran

Gabriel Basso e Amanda Warren in The Night Agent - stagione 2
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

Noor sa che le relazioni tra gli Stati Uniti e l’Iran sono a dir poco incerte e che negli ultimi mesi la sicurezza intorno alla sua città è aumentata. Sua madre e suo fratello sono ancora in Iran e Noor spera di farli ritirare dal Paese e portarli negli Stati Uniti per ottenere asilo, ma deve offrire qualcosa al governo in cambio. Comincia a fornire loro informazioni, anche se non ha nulla di veramente utile fino alla situazione di Foxglove nella seconda stagione di The Night Agent.

I flashback della seconda stagione di The Night Agent mostrano che la madre di Noor ha agito contro il governo iraniano, causandone l’arresto. È un viaggio intenso ed emotivo per Noor, costretta a rischiare la vita per la sua fedeltà a due paesi diversi. Persino Peter e Rose, che il pubblico sa essere brave persone, faticano a guadagnarsi la sua fiducia quando sono costretti a prendere decisioni complicate nel corso della stagione.

Come Noor viene coinvolta nell’azione di Peter e Night in The Night Agent

The Night Agent - Stagione 2 Amanda Warren, Marwan Kenzari e Gabriel Basso
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

Noor stava lavorando alla raccolta di foto del faccendiere di Jacob Monroe, Solomon, e i due compiono i passi successivi come squadra: Noor, Rose e Peter si infiltrano insieme nell’ambasciata iraniana per raccogliere informazioni. In cambio, Noor chiede di salvare immediatamente sua madre e suo fratello, e qui sorgono delle complicazioni.

Tra tutte le morti della seconda stagione de The Night Agent, la più straziante avviene sulla strada che porta all’Iran, quando Sami è costretta a uccidere il fratello di Noor, Farhad. Farhad non si è reso conto di ciò che stava accadendo e ha cercato di tirarsi indietro, prendendo una pistola nel panico e costringendo Sami ad agire. Questo complica le cose per Noor, soprattutto dopo che i suoi alleati nell’Azione Notturna le mentono su quanto è accaduto. Noor è uno dei personaggi più complessi e avvincenti di The Night Agent, soprattutto dopo questo colpo di scena di metà stagione che rende la sua lealtà sempre discutibile.

Edward Norton: 10 cose che forse non sai sull’attore

Edward Norton: 10 cose che forse non sai sull’attore

Edward Norton è uno di quegli attori di Hollywood che non ama molto far parlare di sè, se non quando si tratta di dare rilevanza a delle campagne umanitarie. L’attore, infatti, è coinvolto, sia come fondatore, che come membro, di diverse azioni e associazioni umanitarie e ambientali. Talento pazzesco, viso particolare e capelli biondissimi sono caratteristiche che hanno sempre contraddistinto l’attore americano, protagonista sia si film storici e di magia, ma anche di cinecomic.

Ecco dieci curiosità su Edward Norton.

I film da attore e da regista di Edward Norton

I film da giovane di Edward Norton

1. Edward Norton: i film e la carriera. L’attore americano ha debuttato nel 1996 nel film Schegge di paura, che lo rende subito molto celebre. Nello stesso anno partecipa a Larry Flynt – Oltre lo scandalo e in Tutti dicono I Love You. Negli anni successivi lavora in American History X (1998), Fight Club (1999), The Score (2001), Frida (2002), Red Dragon (2002), La 25ª ora (2002) e The Italian Job (2003). Negli anni a venire ha recitato in molti film di successo, come Il velo dipinto (2006), The Illusionist – L’illusionista (2006), L’incredibile Hulk (2008), Fratelli in erba (2009), Stone (2010), Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore (2012), The Bourne Legacy (2012), Grand Budapest Hotel (2014), Birdman (2014).

I film di oggi di Edward Norton

Negli ultimi dieci anni Norton ha recitato in pochi film, ovvero Collateral Beauty (2016), L’isola dei cani (2018) Motherless Brooklyn – I segreti di una città (2019) The French Dispatch (2021), Glass Onion (2022) e Asteroid City (2023).

Il film 2024 di Edward Norton

Nel 2024 Norton torna al cinema con il ruolo di Pete Seeger nel film A Complete Unknown, biopic dedicato a Bob Dylan, interpretato da Timothée Chalamet. Per il ruolo, Norton ha suonato l’autentica chitarra acustica Martin a 12 corde di Seeger, con la sua caratteristica buca triangolare.

A Complete Unknown Pete Seeger
Edward Norton è Pete Seeger in A Complete Unknown

2. Edward Norton non è solo attore, ma anche regista, sceneggiatore e produttore. La sua carriera, nel mondo del cinema, non si è basata solo a livello attoriale: Norton, infatti, ha diretto, nel 2000, il film Tentazioni d’amore. Inoltre, oltre a produrre il suo film di debutto alla regia, ha prodotto anche La 25ª ora (2002), Down in the Valley (2005), Il velo dipinto (2006), Fratelli in erba (2009) e Tentazioni (ir)resistibili (2012). Nel 2019 ha diretto il suo nuovo film, Motherless Brooklyn – I segreti di una città, nel quale figura anche come attore protagonista.

Edward Norton e le nomination all’Oscar

3. È stato candidato all’Oscar. Ad oggi Norton vanta ben quattronomination al premio Oscar, pur non avendolo mai vinto. La prima di queste risale al 1997 nella categoria al miglior attore non protagonista per Schegge di paura. Due anni dopo viene invece nominaton come miglior attore per American History X. A lui verrà preferito per la vittoria Roberto Benigni, in una scelta che ancora oggi fa molto discutere. Infine, nel 2015 è stato candidato come attore non protagonista per Birdman, perdendo però in favore di J. K. Simmons, nominato per Whiplash. Nel 2025 viene nuovamente candidato come Miglior attore non protagonista per A Complete Unknown.

Edward Norton in Fight Club

4. Edward Norton è stato realmente ubriaco per una scena di Fight Club. Nel 1999 Edward Norton ha preso parte al film Fight Club, diretto da David Fincher e basato sull’omonimo romanzo di Chuck Palaniuk. In questo film, che parla del consumismo e dell’uomo moderno che non ha alcun tipo di interesse personale verso il prossimo, Norton e Brad Pitt compaiono in una scena in cui, ubriachi, giocano a golf: i due, nello svolgerla, erano veramente ubriachi, dando una nota più realistica ai loro personaggi.

edward norton
Brad Pitt ed Edward Norton in Fight Club

Edward Norton e Richard Gere in Schegge di paura

5. Ha battuto numerosi concorrenti. Tra i tanti che vennero considerati per il ruolo di Aaron Stampler vi sono stati Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Pedro Pascal, Wil Wheaton, James Marsden e James Van Der Beek. Alla fine, però, ad ottenere la parte fu l’esordiente Edward Norton, il quale venne scelto tra più di duemila candidati. Questi, infatti, aveva dimostrato di poter interpretare entrambe le differenti personalità del personaggio, tenendo così testa al co-protagonista Richard Gere. Grazie a questa interpretazione, Norton ottenne numerose prestigiose nomination a svariati premi, tra cui l’Oscar.

Edward Norton in L’incredibile Hulk

6. Ha collaborato alla sceneggiatura. Pur non venendo accreditato, Norton ha collaborato alla scrittura del film L’incredibile Hulk. Sembra inoltre che egli apportasse modifiche ogni giorno alle scene da girare, parlando con anche con gli altri membri del cast per approfondire la psicologia dei rispettivi personaggi. Per l’attore, inoltre, non era importante partire esattamente dalle origini del personaggio, poiché cosa ormai nota. Molto più interessante per lui era invece esplorare le conseguenze psicologiche derivate dalla sua trasformazione.

Edward Norton in American History X

7. Si è trasformato fisicamente per il ruolo. Norton ha creduto molto nella realizzazione di American History X, facendo il possibile per entrare nei panni del personaggio di Derek Vinuard e darne una versione realistica, come rasarsi i capelli e guadagnare circa 13 chili di muscoli. Tale trasformazione lo ha portato a risultare molto più minaccioso, anche per via dei tatuaggi applicati sul suo corpo con il trucco. Inoltre, per aggiudicarsi il ruolo di Derek Vinyard, ha rinunciato a partecipare a Salvate il soldato Ryan.

Edward Norton in Schegge di paura
Edward Norton in Schegge di paura. Cortesia di Paramount Pictures

Edward Norton ha una moglie e un figlio

8. È sposato ed è diventato padre. Norton è da sempre molto riservato riguardo la sua vita privata. Sappiamo però che nell’aprile del 2013 ha sposato la produttrice Shauna Robertson, con cui era fidanzato dal 2007 e dalla quale ha poi avuto un figlio, Atlas, nel marzo 2013. Della loro vita famigliare non si sa però molto altro, proprio come voluto dall’attore, che specialmente negli ultimi anni ha dimostrato di preferire una vita lontana dai riflettore.

Edward Norton ha un carattere difficile

 

9. Sembra non sia facile lavorare con lui. In molteplici occasioni è stato riportato di accese discussioni tra l’attore e i registi o gli sceneggiatori dei film a cui ha preso parte. In particolare, è noto il suo duro scontro con il regista di American History X, Tony Kaye, il quale si disse scontento delle modifiche fatte dall’attore alla sceneggiatura. Si dice che il carattere difficile ed estremamente esigente di Norton lo abbia portato ad avere meno opportunità di quelle che avrebbe meritato dato il suo talento.

L’età e l’altezza di Edward Norton

10. Edward Norton è nato il 18 agosto del 1969 a Boston, nel Massachusetts, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.83 metri.

Fonti: IMDb, biography, thefamouspeople

Dual – Il clone: la spiegazione del finale del film

Dual – Il clone: la spiegazione del finale del film

Nei film di Riley Stearns, l’emozione è un bene usato con parsimonia. L’umorismo spietato è il tono emotivo costante utilizzato in tutto il film, mentre esplora le interazioni umane e le loro sfumature in tutta la loro goffa alacrità. In Dual – Il clone, Stearns prende una premessa essenzialmente fantascientifica e ne esplora l’interno, sia il nucleo emotivo della protagonista che la presenza emotiva del mondo intorno a lei, che interagisce grazie alla sua presenza e a quella del suo clone, e come il mondo decide di accettare l’esistenza di una sola di loro. Il finale lascia poi in sospeso alcuni dubbi, che cerchiamo di chiarire in questo approfondimento.

La trama di Dual – Il clone

Il film è ambientato in un futuro prossimo e racconta la storia di Sarah (Karen Gillan), una donna che scopre di essere una malata terminale. Dopo la diagnosi, Sarah decide di procedere con una clonazione di se stessa, così da non causare un grande dolore alla sua famiglia in seguito alla sua morte. Una volta che il clone è stato creato, la donna insegna all’altra sé a comportarsi come lei o, meglio, a essere lei. Quando, però, Sarah si riprende, guarendo miracolosamente, si rende conto che ora che la sua vita non è più a rischio, non ha bisogno del suo clone. È così che cerca di liberarsi dell’altra, ma inutilmente.

Infatti, nella società del futuro non possono co-esistere a lungo un umano e il suo clone. Uno dei due deve essere eliminato e viene decretato che a continuare a vivere sarà quello che vincerà un duello all’ultimo sangue. Determinata a sconfiggere il suo doppio, Sarah inizia a prendere lezioni da Trent (Aaron Paul), noto per essere uno specialista delle lotte tra replicanti. Ha dunque per lei inizio un duro addestramento necessario alla sua sopravvivenza. Con lo scontro sempre più vicino, Sarah dovrà dunque lottare per affermarsi come l’unica versione possibile di sé.

Karen Gillan e Andrei Alén in Dual - Il clone
Karen Gillan e Andrei Alén in Dual – Il clone © RLJE Films

La spiegazione del finale del film

Verso il finale del film, Sarah insegue il suo clone fino a un parco giochi. Qui, però, le due si siedono l’una accanto a l’altra e finalmente parlano della loro vita. Il clone afferma che capisce finalmente perché Sarah era depressa e successivamente la porta ad un gruppo di sostegno, dove i sopravvissuti ai duelli tra cloni confessano i loro sentimenti di sindrome dell’impostore e senso di colpa. Secondo le regole del gruppo, i sopravvissuti scrivono una lettera alla loro controparte uccisa, descrivendo i loro sentimenti in quel momento. Il clone di Sarah scrive una lettera eloquente in cui si assume tutte le colpe e accusa quel sistema crudele che non permette a entrambe le versioni di una persona di esistere.

Di conseguenza, entrambe progettano di fuggire dal confine e di vivere una vita libera dalle costrizioni imposte. Il mattino seguente, dopo aver guidato fino alla periferia della città, Sarah e il suo clone initraprendono un’escursione in una foresta. Nel bel mezzo dell’escursione, però, Sarah si rende conto che il suo clone l’ha ingannata e, nella sua natura fiduciosa, ha bevuto l’acqua dalla bottiglia del suo doppio, che era stata avvelenata. La scena si sposta poi nel parco giochi dove avrebbe dovuto svolgersi il duello. Vediamo “Sarah” zoppicare nel parco giochi e dirigersi verso l’arbitro, che la informa che il suo “clone” è fuggito, dando automaticamente forfait al duello.

Viene quindi condotta un’indagine che consiste nel chiedere alla sua famiglia se credono che quella “Sarah” sia davvero l’originale, e la famiglia risponde affermativamente, perché ha già dimostrato in passato di preferire il clone più dell’originale. Così, questa nuova versione di Sarah è libera di prendere completamente in mano la sua vita. Tuttavia, ben presto si ritrova presto a sua volta depressa perché la vita che condivide con Peter e la madre la abbatte come era successo all’originale. Il film si conclude dunque con lei che, emotivamente distrutta, capisce di essersi ritrovata costretta a vivere una vita che non ha mai scelto.

Aaron Paul in Dual - Il clone
Aaron Paul in Dual – Il clone © RLJE Films

Ci sono tuttavia anche teorie che credono che sia stata la vera Sarah a sopravvivere e non il clone. Queste teorie non spiegano come possa essere sopravvissuta dopo essere stata avvelenata, ma si ritiene che Sarah abbia ingannato le persone che la circondavano, tornando in società spacciandosi però per il suo clone. Secondo questa teoria, avrebbe fatto quindi credere alla madre che lei è il clone, da cui lo stratagemma delle lenti a contatto. Alla fine del film, dunque, la si vedrebbe piangere perché non solo si rende conto di essere tornata alla sua vita, ma anche che sua madre ama il sosia e non lei. Tuttavia, è molto più probabile la versione in cui sia il clone a sopravvivere.

Si comprende come Dual – Il clone presenti diverse somiglianze con gli episodi di Black Mirror, mostrando un mondo in cui il progresso della tecnologia e della fantascienza viene utilizzato per usi che vanno oltre le norme tradizionali della progressione umana. Qui, la prospettiva della clonazione, pur sembrando un’idea promettente sulla carta, viene percepita e mostrata come un metodo molto più contorto per evitare il confronto con sentimenti fondamentali come il dolore. Invece di accettare e cercare di superare la perdita di un individuo, questo futuro preferisce accettare una versione clonata dello stesso individuo.

E il regista mostra sottilmente che la situazione non è così rosea come la pubblicità intende rappresentare, poiché anche il fondatore dell’azienda che ha sperimentato la tecnologia è stato un clone per 12 anni. Tuttavia, nel finale della pubblicità, lo vediamo avvicinarsi per un bacio con la moglie, che lo allontana sottilmente. Come contrappunto, vediamo che la Sarah originale viene messa da parte per un modello più nuovo e forse molto più “pulito”, il che è un risultato accettabile per la sua famiglia, ma progressivamente il clone sviluppa quella stessa fase di depressione e insoddisfazione che aveva afflitto la Sarah originale.

Aaron Paul e Karen Gillan in Dual - Il clone
Aaron Paul e Karen Gillan in Dual – Il clone © RLJE Films

È un pensiero che fa riflettere: l’incapacità di Sarah di affrontare la sua depressione e il venir meno del rapporto con la sua famiglia hanno contribuito alla creazione del clone. La presenza del clone aggrava la sua depressione. Si potrebbe sostenere che Sarah sia stata più felice quando si è allenata per più di un anno o quando ha ripreso le lezioni di danza hip-hop, perché le ricordavano una versione di sé che credeva di aver perso. Ma prima che potesse prendere atto di questa consapevolezza e continuare questo ragionamento, è stata avvelenata dal suo clone, che voleva conquistare la sua singolare identità.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Dual – Il clone grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 gennaio alle ore 21:20 sul canale 20 Mediaset.

Within – Presenze: la spiegazione del finale del film horror

Within – Presenze: la spiegazione del finale del film horror

Diretto da , il film del 2016 Within – Presenze porta gli spettatori all’interno di una casa che si rivela essere stata teatro di indicibili orrori. Un soggetto apparentemente visto e rivisto, ma che il regista sviluppa in modo nuovo a partire da una serie di suggestioni ispirate da eventi reali. Si costruisce così un film che suscita numerosi brividi ed offre un finale tutt’altro che conciliante ma che anzi nutre quella paura silenziosa del non essere del tutto al sicuro neanche all’interno della propria abitazione. In questo articolo, approfondiamo dunque le dinamiche di questo finale.

La trama di Within – Presenze

Hannah (Erin Moriarty) si trasferisce in una nuova casa con il padre John (Michael Vartan) e la matrigna Melanie (Nadine Velazquez). John sostiene di averla comprata a poco prezzo perché la famiglia precedente non ha pagato il mutuo ed è stata sfrattata. Nella nuova abitazione, però, Hannah sperimenta un’attività apparentemente paranormale: sente dei suoni di notte, i mobili vengono continuamente spostati e i suoi oggetti personali scompaiono. Facendo un po’ di ricerche, scopre che una famiglia che ha vissuto lì in precedenza è stata uccisa nella casa.

Un uomo, in un raptus di follia, ha infatti ucciso la moglie e la figlia, dopo di che, è scomparso misteriosamente. È quindi questo il reale motivo per cui la casa era così economica. Piano piano, dunque, le presenze sembrano manifestarsi in modo sempre più aggressivo e la famiglia si ritrova così intrappolata in un terribile incubo, in cui il passato sanguinoso della casa sembra tornare a galla e vendicarsi nel peggiore dei modi nei confronti di quei nuovi inquilini.

Michael Vartan, Nadine Velazquez e Erin Moriarty in Within - Presenze
Michael Vartan, Nadine Velazquez e Erin Moriarty in Within – Presenze © 2014 Warner Bros. Entertainment Inc. and Ratpac-Dune Entertainment LLC

La spiegazione del finale del film

Hannah riesce dunque a convincere il padre che c’è qualcosa di sinistro in quella casa. John chiama la polizia, che stabilisce che il fabbro del quartiere si è introdotto in casa loro, ma non riescono a localizzarlo. Il fabbro entra poi in casa per derubare la famiglia di Hannah e inizia a spiare la ragazza, che si sta vestendo per un appuntamento. Mentre il fabbro la osserva, però, una presenza scheletrica scende dalla soffitta e lo uccide. Più tardi, la stessa presenza spettrale rapisce il fidanzato di Hannah mentre cerca di uscire di nascosto dalla casa. La presenza si intrufola anche nella camera da letto di Hannah di notte per guardarla dormire.

Nel frattempo, Hannah continua le sue ricerche sui precedenti abitanti di quella casa e rovistando tra i loro oggetti che ha trovato abbandonati nel garage scopre che la famiglia aveva un figlio di nome David (Dorian Kingi), agorafobico. Leggendo le relazioni psichiatriche di David, scopre che era in cura per tendenze omicide che si manifestavano ogni volta che stavano per verificarsi grandi cambiamenti nella vita. Hannah racconta la sua scoperta ai genitori, che le promettono di chiamare l’ospedale psichiatrico contenuto nelle cartelle per avere la conferma che David è ancora ricoverato.

In realtà, David non è mai andato in ospedale. Ha ucciso la sua famiglia prima di essere internato e da allora vive nella casa. Ha infatti costruito un muro finto in soffitta e si muove nei condotti dell’aria e all’interno delle pareti. È dunque David la presenza spettrale che ha ucciso il fabbro e rapito il fidanzato di Hannah. Capendo che la famiglia lo sta cercando, egli passa ora all’attacco. La famiglia lo respinge e chiama la polizia mentre David si ritira in soffitta. La polizia lo raggiunge lì e gli spara, ponendo fine alla minaccia.

Michael Vartan in Within - Presenze
Michael Vartan in Within – Presenze © 2014 Warner Bros. Entertainment Inc. and Ratpac-Dune Entertainment LLC

La polizia dice alla famiglia che sono al sicuro e porta il cadavere David all’ospedale. Hannah e i suoi genitori, invece, iniziano a fare i bagagli per lasciare la casa, turbati da quegli eventi. Viene però rivelato che la polizia ha in realtà sparato al fidanzato di Hannah, che David aveva tenuto legato in soffitta. David è quindi ancora in casa e uscendo di nuovo allo scoperto rapisce Hannah. Melanie e John si rendono subito conto che Hannah è intrappolata tra le mura e si adoperano per salvarla. Nonostante riescano a liberarla, però, David li uccide entrambi.

Hannah, ferita nella fuga, cerca di strisciare verso la porta d’ingresso. Quando la raggiunge, però, David appare alla sue spalle, le afferra una gambe e la trascina nuovamente dentro l’abitazione. Il film termina così con Hannah che urla, invano, mentre va incontro ad un destino incerto ma senz’altro orribile. Conclusosi il film, infine, viene poi riportato un testo che ci dice che, dopo la crisi immobiliare del 2008, gli abusivi che vivono nascosti nelle case sono aumentati in modo esponenziale. Il film si basa dunque su questa problematica per dar vita ad un horror con un finale tutt’altro che lieto.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Within – Presenze grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 gennaio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Timothée Chalamet: 10 cose che forse non sai sull’attore

Timothée Chalamet: 10 cose che forse non sai sull’attore

Timothée Chalamet è decisamente uno degli attori su cui puntare per il futuro del cinema. Il giovane interprete franco-statunitense, infatti, ha alle spalle una bella gavetta ed è poi riuscito a farsi conoscere in tutto il mondo grazie alla sua performance in Chiamami col tuo nome. Versatile, carismatico sempre attento a costruire il giusto background di ogni personaggio che deve interpretare, Chalamet è ormai una delle certezze del mondo della recitazione odierna.

I film di Timothée Chalamet

1. Ha recitato in celebri film. Tra i primi film a cui Chalamet ha preso parte vi sono Men, Women & Children (2014), Interstellar di Christopher Nolan. Ha poi recitato in Le verità sospese (2015), Natale all’improvviso (2015) e Miss Stevens (2016). Il 2017 è stato, invece l’anno della svolta per lui: ha infatti recitato in Hot Summer Nights, Hostiles – Ostili, Lady Bird e, soprattutto, Chiamami col tuo nome, con cui ottiene enorme popolarità. Da quel momento recita in Beautiful Boy (2018), Un giorno di pioggia a New York (2019), Il Re (2019), Piccole donne (2019) di Greta Gerwig, The French Dispatch (2021), Dune (2021), Don’t Look Up (2021), Bones and All (2022) e Wonka (2023). Nel 2024 lo si vede invece in Dune – Parte due e in A Complete Unknown.

2. È stato nominato come Miglior attore agli Oscar. Grazie a Chiamami col tuo nome, Chalamet ha avuto numerosi riconoscimenti: è infatti stato candidato ai Critics’ Choice Awards, al Golden Globe, Screen Actors Guild Awards, ai BAFTA e, infine, anche agli Oscar come Miglior attore protagonista. Pur non riportando vittorie, a partire da quel momento è diventato uno degli attori più richiesti della sua generazione. Con il film A Complete Unknown ottiene nel 2025 una seconda candidatura agli Oscar, divenendo inoltre il più giovane 2 volte candidato all’Oscar come Miglior attore dai tempi di James Dean.

Timothée Chalamet parla italiano in Chiamami col tuo nome

3. Ha imparato a parlare italiano per il film. Per assumere il ruolo di Elio nel film Chiamami col tuo nome, Timothée Chalamet ha imparato a parlare italiano ma anche a suonare i brani di pianoforte classico utilizzati nel film. Per calarsi ulteriormente nell’atmosfera del film, si è spesso concesso passeggiate in bicicletta per la città di Crema insieme al suo co-protagonista Armie Hammer, sviluppando dunque una forte amicizia, rivelatasi poi ideale alle riprese.

Chiamami col tuo nome cast

Timothée Chalamet in Interstellar

4. ha pianto per un’ora dopo aver visto il film. Nel 2014 Chalamet ha interpretato il figlio del personaggio di Matthew McConaughey in Interstellar. L’attore continua a ricordare questo film come un’esperienza bellissima, sia riguardo la realizzazione, e cioè per aver fatto parte di un cast stellare, sia per averlo visto (e per essersi visto) in IMAX. Proprio dopo aver rivisto il film, in realtà, l’attore ha rivalto di aver pianto per un’ora in quanto pensava che il suo ruolo fosse più ampio, avendolo immaginato in maniera diversa all’interno del contesto del racconto.

Timothée Chalamet e Zendaya in Dune

5. Ci teneva molto a recitare nel film Come rivelato da Chalamet, nel momento in cui ha saputo che il regista Denis Villeneuve stava per essere coinvolto nel remake del film, ha impostato il suo Google Alert per poter ricevere ogni notifica a riguardo ed essere coinvolto il prima possibile. Alla fine, Chalamet ha ottenuto il ruolo del protagonista Paul Atreides, per il quale era comunque stato indicato dal regista come uno degli interpreti già da subito presi in considerazione. Il film gli ha anche permesso di recitare accanto a Zendaya.

Dune - Parte Due differenze libro
Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

Timothée Chalamet interpreta Bob Dylan in A Complete Unknown

6. È davvero lui a cantare nel film. In A Complete Unknown Chalamet interpreta il leggendario cantautore Bob Dylan nei suoi primi anni di attività musicale. L’interpretazione è valsa all’attore numerose lodi e in molti hanno sottolineato una certa somiglianza tra lui e il Dylan di quell’età. Ad aver reso ancor più affascinante l’interpretazione dell’attore, però, vi è il fatto che è proprio lui a cantare i brani che gli si vede eseguire nel film. Chalamet ha dunque studiato la voce di Dylan, riuscendo a renderle giustizia.

Timothée Chalamet è Willy Wonka

7. Era inizialmente scettico riguardo il film. Timothée Chalamet ha ammesso di essere stato inizialmente scettico sul film Wonka: “Come molte persone, quando ci sono dei remake, mi sento molto protettivo nei confronti del personaggio originale e delle versioni che ami. Le sopracciglia si alzano per lo scetticismo nel capire se si tratta di una storia legittima e degna di nota o di una cinica voglia di denaro“. L’attore ha poi però riconosciuto la bontà del progetto, accettando il ruolo di Willy Wonka. Tuttavia, si è ammalato più volte durante la produzione a causa della quantità di cioccolato e caramelle che ha dovuto mangiare.

Wonka Timothée Chalamet film fantasy 2023

Timothée Chalamet e Kylie Jenner, chi è la sua fidanzata

8. Kylie Jenner è la sua nuova fidanzata. Per via del costante interesse dei media e del pubblico, raramente Chalamet parla degli aspetti romantici della sua vita personale. Tuttavia, sappiamo che dal 2018 al 2019 è stato legato a Lily-Rose Depp, la figlia di Vanessa Paradis e Johnny Depp, conosciuta sul set di The King. In seguito, gli sono stati attribuite alcune frequentazioni, ma dall’aprile 2023 sembra essere ufficialmente in coppia con Kylie Jenner, imprenditrice e modella, nota per essere sorellastra delle Kardashian.

Timothée Chalamet è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 19,5 milioni di persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato circa un centinaio di post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

L’età, l’altezza e il fisico di Timothée Chalamet

10. Timothée Chalamet è nato il 27 dicembre 1995 a New York, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,78 metri. Chalamet è un appassionato di sport e da giovane aspirava a diventare un calciatore professionista. Pur non avendo perseguito tale carriera, continua a tenersi in forma, sfoggiando un fisico asciutto ma scolpito.

Fonti: IMDb, Instagram, Cosmopolitan

Transporter 3: tutte le curiosità sul film con Jason Statham

Transporter 3: tutte le curiosità sul film con Jason Statham

L’attore Jason Statham è unanimemente considerato una delle grandi icone del cinema d’azione. Negli anni si è infatti affermato grazie a titoli come Crank, Parker, Safe, Blitz, Death Race e il recente Hobbs & Shaw. A dare origine alla sua fama è però stato in particolare il film del 2002 The Transporter, dove dà vita ad esperto nel trasporto di pacchi supersegreti, dai contenuti talvolta compromettenti. Dato il buon successo dei primi due film, nel 2008 è arrivato al cinema il terzo capitolo, Transporter 3, diretto stavolta dal regista francese Olivier Megaton, con alla sceneggiatura Robert Mark Kamen e il celebre Luc Besson, autore di film come Lucy o Anna.

Come nei primi due, anche all’interno di questo terzo capitolo si ritrovano tutte le caratteristiche per cui Statham e la saga sono poi diventati celebri. Dagli spericolati inseguimenti ai combattimenti coreograficamente spettacolari, da un’inaspettata comicità alla presenza non scontata di certi sentimenti. Con un budget di circa 30 milioni di dollari, Transporter 3 è arrivato a guadagnarne più del doppio in sala, arrivando ad un risultato complessivo di circa 77 milioni. Pur ufficialmente conclusasi qui la trilogia, tale successo ha spinto i produttori a far tornare il personaggio protagonista anche in altre opere più o meno ispirate a tali film.

Per tutti gli appassionati di tale genere, Transporter 3 è ancora oggi una pellicola imprescindibile, ricca di suspence e colpi di scena. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Transporter 3 cast
Jason Statham in Transporter 3. © Lions Gate Home Entertainment

La trama di Transporter 3

Reduce dagli esplosivi avvenimenti dei precedenti film, Frank Martin è ora tornato in Francia per continuare la sua attività di consegna di merce illegale. Ancora una volta però si trova a dover fare i conti con i pericoli di questo mestiere. L’uomo viene infatti costretto da un criminale chiamato semplicemente Johnson a fare una consegna molto particolare. A rendere più complicata la cosa vi è il fatto che al polso di Frank viene applicato uno bracciale molto particolare. Se egli si allontanerà di oltre 24 metri dall’auto contenente i pacchi, infatti, questo esploderà uccidendolo sul colpo.

Durante il viaggio, Frank scopre però che oggetto del pacco è ancora una volta una persona rapita. Questa è Valentina, figlia di un ministro ucraino e sequestrata al fine di convincere il politico a firmare un accordo per un traffico di navi cariche di rifiuti tossici. Impossibilitato ad intervenire, Frank si trova a dover andare fino in fondo alla sua consegna. Nel momento in cui però gli uomini di Johnson tenteranno di ucciderlo senza successo, egli decide di dare la caccia alla banda di criminali, nel tentativo di salvare la ragazza e impedire che il traffico illegale avvenga. Ora più che mai però, Frank si troverà a rischiare seriamente la propria vita.

Il cast del film

Come giù anticipato, ad interpretare il protagonista vi è nuovamente l’attore Jason Statham. Noto per la grande preparazione fisica che dedica ad ogni ruolo, questi decise di allenarsi a lungo prima delle riprese al fine di poter eseguire la maggior parte delle scene più complesse, senza dover ricorrere a controfigure. Allo stesso modo, è lui in persona ad eseguire le spericolate acrobazie al volante presenti nel film. Per recitare nel film, però, egli si trovò a dover anche imparare attività a lui nuove. Soddisfatto dal risultato anche di questo terzo capitolo, l’attore affermò di non voler rischiare di rovinare tutto con un ulteriore film, e che pertanto non avrebbe ripreso il ruolo. L’unico attore dei precedenti film, oltre a Statham, a riprendere il proprio ruolo è François Berléand, che ricopre ancora una volta i panni del detective Tarconi.

Ad interpretare Valentina, la ragazza rapita, è l’attrice Natalya Rudakova, statunitense di origini russe. Questa ottenne la parte in modo del tutto imprevisto, in un modo che sembra poter accadere soltanto nella fantasia. Lavorando in un salone di bellezza, questa si imbatté per caso nel regista Luc Besson. Colpito dalla sua presenza, questi decise di offrirle la possibilità di un provino per il film, nonostante la Rudakova non avesse alcuna esperienza recitativa. Dopo aver preso qualche lezione a riguardo, si presentò ai provini ottenendo la parte. L’attore Robert Knepper, noto per aver interpretato Theodore Bagwell in Prison Break, è invece il criminale Johnson. Un ruolo per il quale l’attore ha tratto ispirazione per il look dallo scrittore Ernest Hemingway.

Transporter 3 sequel
Jason Statham e Natalya Rudakova in Transporter 3. © Lions Gate Home Entertainment

I sequel del film

La trilogia di film con protagonista Statham si è così conclusa con questo Transporter 3. Ma la saga è poi continuata con altri titoli pronti a rielaborare l’universo narrativo qui forgiato. In particolare, nel 2015, è stato realizzato un reboot del primo film, intitolato The Trasporter Legacy, e con protagonista nei panni di Frank Martin l’attore Ed Skrein. Ancora una volta il film si è affermato con un buon successo, con un incasso di 72 milioni di dollari a fronte di un budget di 22. Prima di questo reboot era però stata realizzata Transporter: The Series. Ideata sempre da Besson, e composta da due stagioni per un totale di 24 episodi. Ad interpretare il protagonista è qui l’attore Chris Vance, noto per le serie All Saints e Prison Break.

Il trailer di Transporter 3 dove vederlo in streaming e in TV

Prima di vedere tali opere, è possibile fruire di Transporter 3 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 24 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Babygirl: quanti anni di differenza hanno i protagonisti e perché è importante per la storia

La differenza di età di Babygirl è evidente sia sullo schermo che nella vita reale. Il film A24 è stato scritto e diretto da Halina Reijn di Bodies Bodies Bodies. Il cast di Babygirl include artisti di spicco come Antonio Banderas, che è stato candidato all’Oscar per la sua interpretazione nel film del 2019 del suo frequente collaboratore Pedro Almodóvar Dolor y gloria, e Sophie Wilde, che ha avuto il suo ruolo di successo nel successo horror di A24 Parla con me.

Tuttavia, il nocciolo della storia è incentrato su Nicole Kidman nei panni della CEO Romy Mathis e Harris Dickinson nei panni del suo stagista Samuel, con cui intraprende una relazione che consente a entrambi di esplorare le proprie identità e desideri, anche se ciò rappresenta un pericolo per la vita professionale e personale di Romy.

Nicole Kidman ha quasi 30 anni in più di Harris Dickinson

I loro compleanni sono distanti quattro giorni (in decenni diversi)

Babygirl film 2024Al momento dell’uscita USA di Babygirl, il 25 dicembre 2024, Nicole Kidman aveva 57 anni, poiché è nata a Honolulu, Hawaii, il 20 giugno 1967. Nel frattempo, Harris Dickinson è nato a Londra, Inghilterra, il 24 giugno 1996, e quindi aveva 28 anni al momento del debutto del film. Le riprese si sono svolte tra dicembre 2022 e febbraio 2023, il che vuol dire che avevano rispettivamente 56 e 27 anni quando è stato girato il film. Poiché le loro date di nascita sono così vicine, la loro differenza di età nella vita reale è quasi esattamente di 29 anni.

Questa differenza di età nella vita reale è simile a quella dei loro personaggi nel film. Mentre le loro età non sono specificatamente dettagliate nei dialoghi, la sceneggiatura ufficiale condivisa sul sito web For Your Consideration di A24 rivela le loro età sullo schermo. Ad esempio, l’introduzione di Romy nella sceneggiatura rivela che ha 49 anni. Ciò ha senso, considerando il fatto che il suo figlio maggiore è un adolescente e che è sposata con suo marito Jacob (Antonio Banderas) da 19 anni, cosa che è specificatamente affermata nei dialoghi. La sceneggiatura afferma che Jacob ha 58 anni, il che lo rende nove anni più grande di Romy.

Nel frattempo, la sceneggiatura rivela anche che Samuel ha 25 anni. Sebbene non debba avere 21 anni per svolgere il suo secondo lavoro come barista, perché i baristi possono avere 18 anni nello Stato di New York, la sua età è corroborata dal fatto che viene visto insieme a Romy in vari club e bar, la maggior parte dei quali richiederebbe molto probabilmente che gli ospiti abbiano 21 anni o più. Le età dettate dalla sceneggiatura lasciano i personaggi con una differenza di età di 24 anni, solo cinque anni in meno della differenza di età effettiva degli attori.

Perché la differenza di età di Babygirl è importante per la storia

Mette in evidenza le dinamiche di potere dei personaggi

Sebbene la differenza di età in Babygirl possa essere vista come controversa, Halina Reijn ha recentemente spiegato a W Magazine le sue opinioni a riguardo. Le relazioni tra uomini più anziani e donne più giovani sono state completamente normalizzate e “dobbiamo liberarci” dall’interiorizzazione del patriarcato.

“Se vediamo un film in cui l’attore maschio ha la stessa età dell’attrice femmina, lo troviamo strano. Il che è folle. Dovrebbe essere completamente normalizzato il fatto che le differenze di età cambino e che le donne abbiano relazioni diverse. Non siamo più intrappolate in una scatola. Interiorizziamo lo sguardo maschile, interiorizziamo il patriarcato e dobbiamo liberarcene. È davvero dura.”

Oltre a cambiare genere rispetto al tipico divario di età sullo schermo, Babygirl usa l’età dei suoi personaggi per approfondire l’esplorazione delle dinamiche di potere in gioco nella storia. Mentre Romy ha potere professionale su Samuel, lui ha potere personale su di lei, poiché lei si sta permettendo di essere più vulnerabile con lui di quanto non lo sia mai stata con suo marito. Inoltre, il fatto che lui riveli la loro relazione potrebbe anche rovinarle la vita, il che è qualcosa che lei trova allo stesso tempo emozionante e terrificante. Il divario di età e il modo in cui influisce sulle dinamiche di potere percepite servono a rendere la situazione ancora più complicata.

La differenza di età di Babygirl crea una sorprendente tendenza per Nicole Kidman

Non è una sconosciuta al genere

Nicole Kidman arriva al Lido
Nicole Kidman arriva al Lido – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

La differenza di età di Babygirl non è una novità per i film di Nicole Kidman. Infatti, già nel 2024 è uscito un altro film in cui ha una relazione con un uomo molto più giovane di lei. Ha interpretato un ruolo da protagonista in A Family Affair di Netflix, che ha debuttato il 28 giugno e racconta di un’assistente (Joey King) che si ritrova intrappolata nel mezzo quando il suo capo famoso (Zac Efron) e sua madre (Kidman) si innamorano. Efron è nato a San Luis Obispo, California, il 18 ottobre 1987, ha 37 anni e quindi 20 anni più giovane del suo amore sullo schermo.

A Family Affair non è stata nemmeno la prima volta in cui Kidman ha avuto un incontro amoroso sullo schermo con Zac Efron, poiché la coppia ha interpretato degli amanti nel film del 2012 di Lee Daniels The Paperboy, che ha debuttato quando Kidman aveva 45 anni ed Efron 24. Prima di allora, aveva anche avuto una relazione con una differenza di età sullo schermo in Da Morire del 1995, in cui il suo personaggio ha sedotto un adolescente interpretato da Joaquin Phoenix, che aveva 20 anni, 8 in meno rispetto ai suoi 28. Pertanto, Babygirl vede Kidman lavorare in un territorio molto familiare.

A24 & W Magazine

Tutte le canzoni della colonna sonora di Emilia Pérez

Tutte le canzoni della colonna sonora di Emilia Pérez

La musica gioca un ruolo cruciale e creativo nel musical poliziesco Emilia Pérez. Poiché gran parte della storia è raccontata attraverso vari stili e generi musicali eseguiti dal cast di Emilia Pérez, le canzoni originali diventano una parte essenziale e una forza trainante della narrazione complessiva. Diretto dal regista francese Jacques Audiard (Ruggine e ossa, The Sisters Brothers), il film mescola generi musicali innovativi e coreografie infuse in una storia straziante di desiderio e rimpianto inappagato. Molte delle canzoni originali della colonna sonora di Emilia Pérez sono state scritte e interpretate dalla cantante francese Camille.

Emilia Pérez è un adattamento libero del romanzo Écoute di Boris Razon del 2018. La storia segue la Rita Moro Castro di Saldaña, un avvocato difensore di Città del Messico che cerca di fare la differenza e che si imbatte in un’opportunità insolita ma redditizia da parte del boss del cartello Manitas Del Monte, mentre mira a realizzare il sogno della sua vita di trasformarsi in una donna. Le recensioni per lo più favorevolidi Emilia Pérez ne hanno fatto un primo candidato al premio per il miglior film e hanno anche generato un interesse per l’Oscar alla migliore attrice per Gascón e alla migliore attrice non protagonista per Saldaña. Anche la colonna sonora ufficiale è in lizza per la migliore colonna sonora originale e la migliore canzone originale.

Tutte le canzoni di Emilia Pérez: ordine e significato

Selena Gomez in Emilia Perez
Selena Gomez in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson/PAGE 114 – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024 Neflix

Subiendo (Part 1)” di Camille, Clément Ducol & Mexican Choir: Questa canzone eterea e d’atmosfera suona all’inizio di Emilia Pérez ed è presente in varie parti del film, spesso durante le scene di transizione sopra le inquadrature di ambientazione del paesaggio.

“El Alegato” di Zoe Saldaña: È il primo numero musicale eseguito nel film e si svolge intorno ai 5 minuti. La Rita di Zoe Saldaña canta del caso a cui sta lavorando come avvocato difensore che le impone di dimostrare l’innocenza di un uomo che lei ritiene colpevole dell’omicidio della moglie, Gabriel Mendoza. Il brano dimostra come Rita tenga a un processo giudiziario più nobile e come molti atti di violenza possano rimanere senza conseguenze, in parte perché lei è così brava nel suo lavoro.

Todo y Nada” di Zoe Saldaña: Rita canta questa canzone mentre riceve una misteriosa chiamata da Manitas in un bagno, intorno al minuto 11:30 di Emila Pérez. È accompagnata da un gruppo di custodi donne in sottofondo. L’attrice riflette se seguire o meno le minacciose istruzioni del chiamante per incontrarsi e guarda anche alla cupa traiettoria della sua vita se scegliesse di non rispondere a questa opportunità.

El Encuentro” di Karla Sofía Gascón: Manitas sussurra questa breve canzone mentre fa la sua offerta a Rita in un unico respiro intorno ai 17 minuti. Chiarisce che una volta che Rita avrà accettato la sua offerta non si potrà più tornare indietro.

La Vaginoplastia” di Zoe Saldaña: Intorno al minuto 20:30, Rita canta questa memorabile canzone a Bangkok, in Thailandia, mentre si informa sulle varie procedure a cui Manitas deve sottoporsi per trasformarsi in una donna. Si informa sui vari interventi necessari e sui prezzi, in modo da poter riferire a Manitas.

“Lady” di Zoe Saldaña & Mark Ivanir: Intorno al minuto 25, Rita canta questo duetto con il dottor Wasserman di Mark Ivanir, mentre lo convince a farsi carico delle varie operazioni che Manitas deve fare per diventare Emilia Pérez. Il dottore vuole assicurarsi che Manitas lo stia facendo per le giuste ragioni, mentre Rita sostiene l’importanza di cambiare l’“anima” per cambiare la “società”.

“Deseo” di Camille & Karla Sofía Gascón: Manitas canta questa canzone esprimendo il suo desiderio di essere “lei” intorno ai 34 minuti. È essenzialmente il canto del cigno di Manitas che dice addio alla sua vecchia vita e alla sua famiglia.

“Swing Supreme” di Robbie Williams: questa canzone del 2013 del cantante inglese Robbie Williams suona intorno al minuto 42, quando il film avanza di quattro anni nel futuro, quando Rita incontra nuovamente Emilia a Londra.

Por Casualidad” di Camille, Karla Sofía Gascón e Zoe Saldaña: Questa canzone suona intorno al minuto 45, quando Emilia spiega a Rita perché l’ha cercata di nuovo. Spiega che non si sono incontrate per caso e che vuole che Rita la aiuti a ricongiungersi con i suoi figli in Messico.

“Bienvenida” di Selena Gomez: la prima delle due canzoni originali di Selena Gomez in Emilia Pérez arriva intorno al minuto 52. Il suo personaggio, Jessi, canta e si esibisce in una canzone che è un’altra. Il suo personaggio, Jessi, canta e balla nella sua nuova camera da letto a casa di Emilia dopo essere tornata in Messico con i suoi figli. Jessi esprime la sua infelicità nel tornare in Messico con Emilia, la cugina di Manitas, e si sente intrappolata dai suoi beni. Descrive i vari lussi che le vengono offerti come metodi per mantenerla felice e ferma.

Mis Siete Hermanas y Yo” di Xiomara Ahumada Quito: Questa canzone appare intorno al minuto 56, quando una donna distribuisce volantini per il figlio scomparso. Questo ispira Emilia a dedicare la sua vita alla ricerca di persone scomparse con l’aiuto di Rita.

Papá” di Juan Pablo Monterrubio & Karla Sofía Gascón: Questa canzone suona circa un’ora dopo Emilia Pérez, quando il figlio di Emilia canta di come gli manchi suo padre Manitas. Inoltre, fa notare come la zia Emilia gli ricordi il padre, in particolare per il suo odore.

“Para” di Aitza Terán, Iván Ruiz de Velasco e Coro messicano: Questa canzone suona intorno al minuto 1 e 7, mentre decine di persone si offrono volontarie per aiutare a trovare le persone scomparse attraverso la fondazione di Emilia, La Lucecita. Un paio di volontari spiegano perché dedicano il loro tempo alla ricerca delle oltre 10.000 persone scomparse nella zona, dicendo che vogliono permettere ad altri di piangere i morti e di fare del bene alla società di fronte al male.

Amor a Primera Vista” di Belinda, Lalo e Los Ángeles Azules: Questa canzone è presente in 1 ora e 10 minuti di canzone quando viene presentato Gustavo, l’amante di Jessi. Jessi viene mostrata mentre viene accompagnata nella sua auto e sembra essere profondamente innamorata di Gustavo mentre sorride e guida.

“El Mal” di Camille, Zoe Saldaña e Karla Sofía Gascón: Questa canzone suona intorno al minuto 1 e 17 mentre Emilia tiene un discorso a un evento di raccolta fondi per La Lucecita di fronte a una folla di politici corrotti, giudici e personaggi pubblici. Il testo e la coreografia di Rita mettono a nudo i vari crimini di queste persone ricche e potenti e l’ipocrisia di chiedere loro denaro per la loro buona causa.

El Amor” di Camille, Karla Sofía Gascón e Adriana Paz: Questa canzone, che dura circa 1 ora e 27 minuti, descrive cosa significhi amare una vita divisa e piena di segreti. Dentro di sé si sente più vera che mai, ma per il mondo è scoperta solo a metà da tutti, tranne che da Rita.

“Mi Camino” di Selena Gomez: questa canzone originale di Selena Gomez e scritta da Camille e Clément Ducol viene eseguita intorno all’ora e 33 minuti. È molto probabile che la canzone concorra per l’Oscar alla migliore canzone originale nel 2025, poiché rappresenta i temi principali dell’amore e dell’identità di tutti e tre i personaggi principali del film.

“El Trio” di Karla Sofía Gascón & Zoe Saldaña: Questa canzone appare intorno all’ora e 33 minuti in Emilia Pérez. Rita riceve le telefonate di Jessi ed Emilia che le chiedono soldi e figli. Rita cerca di mitigare la situazione, ma Jessi ed Emilia sono in forte contrasto tra loro.

Perdóname” di Camille & Karla Sofía Gascón: Emilia canta questa ballata confessionale a Jessi durante il momento culminante del film, intorno all’ora e 55 minuti. Durante una sparatoria per scambiare Emilia con milioni di dollari, Emilia dice a Jessi di essere stata suo marito Manitas, sconvolgendo completamente il mondo di Jessi.

Las Dama que Pasan” di Adriana Paz & Mexican Choir: Questa canzone suona alla fine di Emilia Pérez, intorno alle due ore, quando frotte di persone camminano per le strade per ricordare la vita e l’eredità di Emilia dopo la sua morte. Emilia è venerata e ricordata come una figura di santa.

Dove ascoltare la colonna sonora di Emilia Pérez

Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez
Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024

La colonna sonora ufficiale completa di Emilia Pérez è disponibile in streaming su Apple Music e Spotify. Ogni canzone è disponibile gratuitamente anche su YouTube. La colonna sonora completa ha una durata di 1 ora e 32 minuti e contiene tutte le canzoni originali del film, compresi i due nuovi brani di Selena Gomez. La colonna sonora di Emilia Pérez contiene anche versioni alternative di alcune canzoni non presenti nel film e l’intera colonna sonora originale di Clément Ducol e Camille.

Emilia Pérez, la spiegazione del finale: cosa succede a Emilia, Jessi e Rita

Il finale di Emilia Pérez, commedia musicale poliziesca nominata a 11 Oscar, vede la protagonista e la madre dei suoi figli, Jessi, alla fine della loro strada. Diretto dal regista francese Jacques Audiard (Rust and Bone, The Sisters Brothers), il film, che mescola i generi, offre numeri musicali e coreografie innovative infuse in una storia straziante di desiderio e rimpianto inappagato. Il film è un adattamento libero del romanzo Écoute di Boris Razon del 2018 ed è la candidatura ufficiale della Francia come miglior film internazionale ai prossimi 97° Academy Awards, che si terranno il 2 marzo 2025.

Il talento combinato di Zoe Saldaña, Karla Sofía Gascón e Selena Gomez ha guidato il cast di Emilia Pérez. Emilia Pérez (la nostra recensione) ha vinto il Premio della Giuria e il premio per il miglior ensemble di attrici al Festival di Cannes 2024, dove è stato presentato in anteprima mondiale a maggio. La colonna sonora di Emilia Pérez è uno dei punti salienti del film, nonché il cuore e l’anima della narrazione, in definitiva tragica. Sebbene Emilia Pérez si svolga in diverse località, il film è stato girato principalmente negli studi di Parigi, in Francia. Anche se Emilia ha mostrato un’immensa crescita nella sua nuova vita, il suo bisogno di controllo e l’incapacità di separare la sua felicità dalla famiglia l’hanno portata alla rovina.

Perché Emilia, Jessi e Gustavo muoiono nel finale di Emilia Pérez

Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez
Karla Sofía Gascón in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024

Emilia ha scoperto nel modo più duro di non mettersi contro Jessi e il suo stile di vita, che si basava sull’accesso alla grande quantità di denaro che Mantias aveva lasciato per lei e i loro figli. Nel momento in cui Emilia ha invitato Jessi e i loro figli a vivere nella sua villa in Messico, Jessi ha capito che c’erano dei vincoli, sotto forma di manette firmate, come esprime con amarezza nella canzone “Bienvenida”. Jessi riesce a nascondere la sua rabbia per il controllo finanziario di Emilia fino a quando non rivela di voler sposare Gustavo e vivere con lui altrove con i bambini, cosa che fa infuriare Emilia a tal punto da farle quasi saltare la copertura.

Gustavo non è un personaggio importante in Emila Pérez, ma rappresenta la persona che taglierà l’accesso diretto di Emilia ai suoi figli. Emilia manda la sua guardia del corpo a picchiare Gustavo dopo che questi ha minacciato fisicamente Jessi sul letto. Questo porta Jessi a fuggire con i bambini alla prima occasione possibile e le due diventano feroci rivali. Jessi arriva al punto di permettere ai soci di Gustavo di tagliare tre dita a Emilia. Quando Emilia rivela a Jessi la sua vera identità, cade immediatamente nello shock e nel rimpianto. Jessi fa un ultimo tentativo per proteggere Emilia mentre è rinchiusa nel baule. Sfortunatamente, la sconsiderata aggressività di Jessi costringe Gustavo a lanciarsi da un dirupo, causando la morte di tutti e tre nell’auto in fiamme.

Perché Emilia non potrebbe vivere senza i suoi figli

Emilia ha avuto il meglio dei due mondi quando Jessi e i loro figli hanno vissuto con lei in Messico. Come canta nella canzone “El Amor”, è profondamente combattuta dal fatto di poter essere solo la metà di se stessa, con Mantias essenzialmente nascosto in bella vista. Anche se Emilia ha sopportato di nascondere l’amore paterno per i suoi figli, poterli vedere ogni giorno era la scelta migliore. Non è chiaro quanto Emilia credesse che questa dinamica sarebbe durata, ma è stata completamente spiazzata dall’annuncio di Jessi di voler portare i bambini a vivere con Gustavo. Emilia apparentemente pensava che i bambini avrebbero vissuto con lei per tutta la loro infanzia.

Cosa succede ai figli di Emilia e a Rita

Selena Gomez in Emilia Perez
Selena Gomez in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson/PAGE 114 – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024 Neflix

Nella canzone “Todo y Nada”, all’inizio del film, Rita esprime il desiderio di avere dei figli e di trovare un padre, ma sente di non avere tempo per farlo. La morte di Emilia e Jessi offre a Rita l’opportunità di essere madre come desiderava da tempo. Sebbene Rita non facesse ovviamente il tifo per questo risultato, è evidente che i figli di Emilia e Jessi saranno in mani sicure con lei. È probabile che si fermino nella villa di Emilia in Messico o che tornino in Svizzera, dove i ragazzi amano sciare. Rita potrebbe anche portarli a Londra, dove ha iniziato una nuova vita dopo aver aiutato Manitas. A causa delle loro origini messicane, tuttavia, è probabile che rimangano qui.

Perché Emilia non ha detto prima la verità a Jessi

Emilia era cresciuta molto come persona dopo la sua transizione, in particolare come membro positivo della comunità che cercava di riparare ai torti del suo passato. È deludente che non le sia mai passato per la testa di avvicinarsi a Jessi con il cuore aperto e chiederle compassione per la sua transizione. Sarebbe stata probabilmente una strategia migliore per mantenere l’accesso ai suoi figli, invece di fare di Jessi un’arcinemesi e cercare di controllare la situazione con la forza bruta. Il film mostra tragicamente una regressione totale dello sviluppo morale di Emilia, cancellando quasi tutti i passi compiuti verso la guarigione e il perdono per la sua vita di crimini e violenze. Alla fine, l’orgoglio di Emilia ha soffocato tutti i suoi cambiamenti positivi.

L’eredità di Emilia e la spiegazione dell’impatto sulla sua comunità

Emilia Pérez recensione film
Zoe Saldana in Emilia Pérez. Foto di Shanna Besson – WHY NOT PRODUCTIONS – PATHÉ FILMS – FRA – © 2024

Per la comunità in generale, tuttavia, Emilia esiste come figura esemplare. Molte persone cantano per lei nelle strade dopo la sua morte, onorandola come una santa per il lavoro svolto con la sua fondazione per le persone scomparse, La Lucecita. C’è una grande ironia nel fatto che la comunità pianga e celebri la vita di Emilia quando in realtà conosce solo metà del quadro. Manitas era un pericoloso e temuto boss responsabile di molte delle persone scomparse.

L’unica persona che lo sapeva era Rita, il che rende in qualche modo sorprendente il fatto che Emilia non abbia mai cercato di mettere a tacere Rita in modo definitivo dopo averla incontrata di nuovo a Londra. Emilia meritava probabilmente un riconoscimento per i cambiamenti apportati negli ultimi anni, sia per se stessa che per la sua comunità. Tuttavia, queste persone probabilmente non avrebbero venerato la sua eredità con la stessa passione se avessero saputo la verità.

Il vero significato del finale di Emilia Pérez

Il finale di Emilia Pérez sfida lo spettatore a considerare il valore morale di Emilia in contrasto con i mali della Manitas. Richiama domande come “Emilia è stata redenta?” e “Meritava un addio così emozionante e appassionato?”. Una cosa è avere un impatto positivo sulla comunità, ma una cosa completamente diversa è considerare la vita di crimini e violenze che cerca di coprire. Anche quando Emilia ha iniziato La Lucecita, c’era la sensazione che fosse un’iniziativa più autoreferenziale che altruistica, poiché mirava ad assolvere se stessa dalla sua vita passata. Paragonare Emilia a una santa sarebbe un insulto ai veri leader della comunità, che non hanno avuto bisogno di lasciarsi alle spalle una vita di crimini prima di fare la differenza nella società.

L’impatto di Emilia sulla sua comunità in Emilia Pérez è simbolico dell’impatto che sta silenziosamente avendo come donna trans. Come Rita spiega al dottor Wasserman nella canzone “Lady”, “cambiare l’anima cambia la società”, che è effettivamente ciò che Emilia ha fatto per il problema delle persone scomparse. Tuttavia, Emilia non si batte per la sua causa più immediata, l’uguaglianza dei trans, e rimane invece in silenzio sulla sua transizione e sulla sua vera identità, dato che ha dovuto nascondersi come la criminale Manitas e “disonorare” il nome della sua famiglia. Sostenere apertamente i diritti e l’uguaglianza dei trans rischierebbe di far saltare la sua copertura, quindi trovare un’altra causa di cui diventare il volto è stato il suo modo di onorare silenziosamente la sua comunità più vera in Emilia Pérez.

Che cosa è successo a Bob Dylan dopo A Complete Unknown

Che cosa è successo a Bob Dylan dopo A Complete Unknown

Bob Dylan ha continuato a creare musica dopo una pausa quasi decennale dalle tournée in seguito agli eventi di A Complete Unknown. Interpretato da Timothée Chalamet nei panni del leggendario cantautore folk Bob Dylan, A Complete Unknown è uscito nelle sale italiane questo weekend. Il cast di A Complete Unknown comprende anche Elle Fanning, Edward Norton, Monica Barbaro, Dan Fogler e Boyd Holbrook nel ruolo di Johnny Cash. Sebbene il film sia un biopic sull’ascesa al successo dell’icona, A Complete Unknown cambia diversi dettagli della storia reale di Bob Dylan.

Diretto da James Mangold, il regista di Ford contro Ferrari e Logan, A Complete Unknown è considerato uno dei migliori film dell’anno. Con un punteggio su Rotten Tomatoes del 79% e un punteggio del pubblico del 95%, A Complete Unknown è già in corsa per diversi premi, tra cui tre Golden Globe per il miglior film drammatico, il miglior attore per Chalamet e il miglior attore non protagonista per Norton. Il biopic segue i primi anni di Bob Dylan, quando arriva a New York e diventa rapidamente una leggenda locale grazie all’aiuto di Pete Seeger. Il film mette in luce anche la relazione di Dylan con Sylvie Russo e con la cantautrice Joan Baez.

Bob Dylan ebbe un incidente in moto e smise di andare in tour per 8 anni

A complete unknown
Timothée Chalamet e Elle Fanning in A Complete Unknown – Cortesia di Searchlight

Il 29 luglio 1966 Bob Dylan ebbe un incidente in moto che lo portò a non andare in tour per buona parte del decennio successivo. Questo dà un nuovo significato alla fine di A Complete Unknown, in cui Dylan si allontana a tutta velocità dal Newport Folk Festival del 1965. Un anno dopo, Dylan ebbe un incidente in moto nei pressi di Woodstock, New York, avvenuto appena due mesi dopo la conclusione del suo tour mondiale del 1966. Sebbene gli eventi dell’incidente in moto rimangano misteriosi e incerti, dal momento che Dylan non si è recato in ospedale, Dylan ha rivelato di essersi rotto alcune vertebre del collo.

Secondo Motorcyclist, “non è mai stata ottenuta alcuna documentazione ospedaliera relativa all’incidente, e nessuno ricorda che un’ambulanza abbia portato via il Tambourine Man”. Almeno un presunto testimone ha affermato che Dylan, apparentemente non molto abile al manubrio, ha avuto una semplice caduta a bassa velocità che ha richiesto un viaggio nell’ufficio del medico, niente di più”. Dylan ha commentato il misterioso incidente in moto nella sua autobiografia Chronicles del 2004 . “Avevo avuto un incidente in moto e mi ero fatto male, ma mi ero ripreso. La verità è che volevo uscire dalla corsa del topo”.

Bob Dylan tornò in tournée nel 1974 dopo anni in cui continuava a fare musica

A Complete Unknown 2024

Dopo l’incidente in moto, Dylan rimase in gran parte lontano dai riflettori per quanto riguarda i tour, ma continuò a fare musica e a pubblicare album. Dylan pubblicò quello che è probabilmente il suo album più celebre, Highway 61 Revisited, nell’agosto del 1965, prima di pubblicare un altro classico istantaneo, Blonde on Blonde del 1966. Durante la sua lunga pausa dalle tournée, Dylan pubblicò anche album come John Wesley Harding del 1967, Nashville Skyline del 1969, Self-Portrait e New Morning del 1970. Nel 1974 Dylan si rimise in viaggio con il Bob Dylan and The Band Tour, che prevedeva 40 spettacoli dal 3 gennaio al 14 febbraio 1974.

Bob Dylan si convertì al cristianesimo e fece musica gospel alla fine degli anni ’70

Dopo che Dylan era tornato in sella con il Rolling Thunder Revue Tour del 1975-76 e il World Tour del 1978, la sua carriera e i suoi interessi musicali subirono una svolta quando si interessò al cristianesimo e alla musica gospel. Dylan pubblicò gli album Street-Legal nel 1978, Slow Train Coming nel 1979 e Saved nel 1980, che contenevano canzoni di orientamento cristiano come “When He Returns” e “I Believe In You”. Portò questi album nel suo Gospel Tour del ’79 e del 1980, che non ricevette un’accoglienza positiva dalla critica e dalla maggior parte dei suoi fan. L’era del cristianesimo/gospel di Dylan fu di breve durata, poiché tornò a fare rock per tutti gli anni Ottanta con album come Infidels (1983) e Empire Burlesque (1985).

Bob Dylan è stato inserito nella Rock And Roll Hall Of Fame nel 1988

A complete unknown

Dopo aver iniziato la sua carriera negli anni Sessanta ed essere passato in modo controverso da eroe folk a icona rock, Bob Dylan è stato finalmente inserito nella Rock And Roll Hall Of Fame nel 1988. Bruce Springsteen ha presentato Dylan durante la cerimonia, ricordando la sua prima esperienza di ascolto di Bob Dylan e la corsa al negozio di dischi locale per prendere un 45 giri di “Like A Rolling Stone”. Durante il suo discorso, Bruce ha ricordato che “sapevo che stavo ascoltando la voce più dura che avessi mai sentito”. La Rock and Roll Hall of Fame ha detto questo di Dylan: “Bob Dylan è uno dei più grandi cantautori di tutti i tempi, un abile paroliere con una coscienza politica, un’incisiva capacità narrativa e un acume da poeta per il metro e il linguaggio”.

Bob Dylan ha dato il via al Never Ending Tour

A Complete Unknown

Dylan ha iniziato gli anni ’80 incidendo dischi di gospel cristiano e nel 1987 era in tournée con i Grateful Dead. Subito dopo ha dato il via al suo Never Ending Tour, la cui prima tappa è iniziata nel 1988, lo stesso anno in cui è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame. Dal 1988, Dylan ha proseguito il Never Ending Tour fino al 2019 a causa della pandemia COVID-19. Il Never Ending Tour avrebbe dovuto continuare nel 2020, iniziando a Tokyo, in Giappone, il 1° aprile 2020 e terminando il 14 luglio 2020 a Rochester, New York, ma è stato annullato per ovvi motivi. Dylan tornò in tour nel 2024 con il suo Bob Dylan’s Rough and Rowdy Ways Worldwide Tour, che si svolse per alcune settimane a marzo in Florida, Georgia e North Carolina.

Chi ha sposato Bob Dylan

A Complete Unknown newport folk festival

Dylan, che attualmente ha 83 anni, è stato sposato e divorziato due volte nella sua vita e attualmente non è sposato. Nonostante la sua relazione appassionata con Sylvie Russo, interpretata dalla Fanning in A Complete Unknown, e la sua storia d’amore e odio con Joan Baez, interpretata da Barbaro, non ha finito per sposare nessuna delle due. A Complete Unknown introduce anche un interesse romantico britannico, una donna di nome Becka, che sembra essere un personaggio fittizio creato per il film.

La prima moglie di Dylan fu Sara Dylan, nata Shirley Noznisky del Delaware. Sara e Bob si sposarono in sordina nel 1965, mentre Sara era già incinta del suo primo figlio con Bob, Jesse. Secondo People, “Sara e Bob hanno avuto altri tre figli insieme – Anna, Sam e Jakob – in quattro anni, vivendo una vita tranquilla a Woodstock, N.Y.”. Divorziarono nel 1977. Dylan si è sposato con Carolyn Dennis nel 1986 e con lei ha avuto un figlio, Desiree Dennis-Dylan, prima di divorziare nel 1992. Dylan e Sally Kirkland si sono frequentati per un breve periodo all’inizio degli anni Settanta, cosa che non viene riportata in A Complete Unknown.

A Complete Unknown: la storia vera del perché Pete Seeger è stato processato

A Complete Unknown lascia sul vago il processo a Pete Seeger, tralasciando tutto tranne il discorso di condanna, ma la storia vera e propria è più affascinante di quella che viene rappresentata. Sebbene Bob Dylan sia il protagonista del film biografico del 2024, molti altri personaggi di A Complete Unknown hanno avuto un impatto significativo sul suo percorso da esordiente a uno dei migliori cantautori del mondo. Uno dei più influenti è Pete Seeger, un cantante folk che divenne famoso insieme all’amico Woody Guthrie.

Poiché la narrazione è incentrata sulla vita di Bob Dylan nei primi anni Sessanta, la storia di Seeger viene raccontata solo quando ha un impatto diretto sul protagonista. L’unica eccezione arriva all’inizio di Un completo sconosciuto, quando Pete Seeger appare in un’aula di tribunale per la sentenza del suo processo. Accenna a una delle sue canzoni ritenuta “antiamericana”, offrendosi di cantarla, e il giudice rifiuta l’offerta e lo condanna. Tuttavia, la storia del processo di Pete Seeger è molto più complessa e affascinante nella vita reale, e mostra un esempio dell’impatto del maccartismo sugli artisti.

Pete Seeger scrisse una lettera di protesta contro la deportazione di massa dei giapponesi

La storia del processo a Pete Seeger inizia molto prima della sentenza che viene mostrata in A Complete Unknown. Secondo i documenti recuperati da Mother Jones con una richiesta di Freedom of Information Act, l’FBI iniziò a indagare su Seeger quando questi scrisse una lettera all’American Legion per protestare contro le sue attività politiche. Con una mossa terrificante, l’FBI cercò di deportare in massa chiunque avesse origini giapponesi e di negare ai nippo-americani la cittadinanza per diritto di nascita. Seeger sosteneva: “L‘America è grande e forte così com’è perché finora siamo stati un rifugio per tutti gli oppressi.

Successivamente, l’American Legion consegnò la lettera all’FBI, che avviò un’indagine lunga almeno due decenni sul cantante. Seeger divenne il bersaglio della caccia al comunista degli Stati Uniti, che lo etichettò come “persona potenzialmente sovversiva” per le sue convinzioni politiche. L’FBI cercò nella sua storia formativa e lavorativa. Lesse anche la sua posta e intervistò chiunque fosse collegato al cantante, compreso Woody Guthrie, un’altra persona reale ritratta in A Complete Unknown.

Il fatto che Pete Seeger fosse fidanzato con una donna nippo-americana di nome Toshi Ohta aumentò i sospetti sul cantante. Nonostante le numerose persone che garantirono l’affidabilità e la lealtà di Seeger, l’FBI continuò a trattarlo come una minaccia. Si rifiutarono persino di impiegarlo nonostante avesse completato l’addestramento di meccanico dell’aviazione.

Pete Seeger si rifiutò di rispondere alle domande della Commissione per le attività antiamericane della Camera dei Deputati

Il culmine dell’indagine dell’FBI su Pete Seeger avvenne il 18 agosto 1955, quando fu portato davanti a una sottocommissione della Commissione per le attività antiamericane della Camera, come descritto da History Matters. Questo comitato, abolito nel 1975, era stato costituito per indagare sulla slealtà e sulle attività di disturbo da parte di cittadini, politici e gruppi. Durante l’apice del maccartismo, la commissione portò Seeger davanti a loro per interrogarlo sulle sue possibili affiliazioni comuniste e sulle sue convinzioni liberali.

Gli chiesero conto della sua esibizione a tre eventi legati al partito comunista. Gli fu anche chiesto se si fosse esibito al servizio del partito comunista. Con le loro frasi, hanno lasciato intendere che Seeger fosse un comunista nemico degli Stati Uniti. Durante l’interrogatorio ha dato queste risposte:

“Non risponderò a nessuna domanda sulle mie associazioni, sulle mie convinzioni filosofiche o religiose o sulle mie convinzioni politiche, o su come ho votato alle elezioni, o su qualsiasi altra questione privata. Penso che queste siano domande molto sconvenienti per qualsiasi americano, specialmente se costretto a farlo. Sarei molto felice di raccontarvi la mia vita, se volete sentirla…

Sento che in tutta la mia vita non ho mai fatto nulla di cospirativo e mi infastidisce molto e profondamente l’implicazione di essere chiamato davanti a questa commissione che in qualche modo, poiché le mie opinioni possono essere diverse dalle vostre, o dalle sue, signor Willis, o dalle sue, signor Scherer, io sia meno americano di chiunque altro. Amo profondamente il mio Paese, signore…

Ho cantato per americani di ogni orientamento politico e sono orgoglioso di non aver mai rifiutato di cantare per un pubblico, indipendentemente dalla religione o dal colore della pelle o dalla situazione di vita. Ho cantato nelle giungle dei barboni, ho cantato per i Rockefeller e sono orgoglioso di non aver mai rifiutato di cantare per nessuno. Questa è l’unica risposta che posso dare in tal senso”.

Tuttavia, Seeger si è rifiutato di rispondere dove si è esibito, quando e quali canzoni ha cantato in determinate esibizioni. Riteneva che ciò violasse i suoi diritti di cittadino americano. Tuttavia, si offrì di cantare una canzone per il Congresso e di nuovo al processo, ma entrambe le offerte furono rifiutate. Questi momenti sono brevemente citati nel biopic 2024, anche se A Complete Unknown cambia la canzone da “Wasn’t That A Time”. Inoltre, tralascia la maggior parte del contesto del processo.

Pete Seeger fu giudicato colpevole di oltraggio al Congresso

Sei anni dopo la sua testimonianza, Pete Seeger fu finalmente processato per molteplici accuse di oltraggio al Congresso. Il processo durò dal 27 marzo 1961 al 29 marzo 1961 e portò a un verdetto di colpevolezza per tutti e dieci i capi d’accusa di oltraggio al Congresso. Secondo The Harvard Crimson, durante il processo, il giudice istruì i giurati a non considerare se le domande del Congresso fossero legali o morali, e a non contemplare le ragioni di Seeger per non rispondere. Dovevano solo decidere se Seeger avesse fornito una risposta in buona fede, piuttosto che cercare di essere sfidante. La giuria ha deliberato per un’ora e mezza.

Il 4 aprile 1961, il giudice Thomas F. Murphy condannò Pete Seeger a un anno di prigione e gli impose di pagare le spese processuali (via The Harvard Crimson). Il giudice Murphy rifiutò di concedere a Seeger la cauzione in attesa dell’appello; tuttavia, lo stesso giorno, la corte d’appello gli concesse una cauzione di 2000 dollari. Adeguata all’inflazione, questa cifra equivale a una cauzione di 21.181,54 dollari, in attesa dell’appello.

L’intera dichiarazione di Pete Seeger alla fine del processo può essere letta qui: Biblioteche della Northwestern University.

Secondo i fascicoli disponibili su Justia US Law, la Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Secondo Circuito ha annullato la condanna di Pete Seeger perché l’atto d’accusa indicava in modo errato e fuorviante l’autorità investigativa della sottocommissione per condurre le udienze alle quali Seeger era presente. Dopo che la corte d’appello ha annullato la condanna, le accuse sono state ritirate. Come mostrato nel film, l’attivismo politico di Seeger non cessò dopo il processo. Continuò a parlare di diritti umani e americani anche molto tempo dopo gli eventi di A Complete Unknown, consolidando la sua eredità di cantante folk e attivista.

A Complete Unknown, la storia vera e la vita di Bob Dylan negli anni ’60

A Complete Unknown esplora la vita dell’enigmatico Bob Dylan negli anni Sessanta, e la vera storia del musicista è affascinante quanto il film. Sebbene molti musicisti abbiano avuto un impatto sul loro genere, Bob Dylan è facilmente considerato uno dei cantanti più prolifici di tutti i tempi, con un effetto a lungo termine sia sul genere folk che su quello rock. Nonostante ciò, ha anche sviluppato una reputazione di enigma. Egli custodisce la sua vita privata, si rifiuta in genere di spiegare i suoi testi e ha una storia di falsificazione delle informazioni sulle sue esperienze.

Molti film su Bob Dylan si sono basati su questa immagine misteriosa, ma A Complete Unknown tenta di fornire un quadro più intimo della prima carriera di Dylan, concentrandosi sulla solitudine e sulla disperazione del musicista di fuggire. Tuttavia, pur facendo leva su verità emotive, A Complete Unknown tralascia alcuni degli elementi più interessanti della vita di Bob Dylan. Detto questo, il film apre agli spettatori curiosi la possibilità di conoscere la vera storia.

A Complete Unknown esplora la vita di Bob Dylan dal 1961 al 1965

Anche se la carriera di Bob Dylan ha spaziato dal 1961 a oggi, il biopic su Bob Dylan, interpretato da Timothée Chalamet, si concentra sui primi cinque anni della sua carriera. Il film si apre con il suo arrivo a New York e si conclude subito dopo il controverso Newport Folk Festival del 1965, dove Bob Dylan “divenne elettrico”.

Poiché questo è il periodo in cui si svolge il film, gli spettatori potranno vedere i suoi giorni al Greenwich Village. L’area di New York è stata il fulcro del revival folk americano negli anni ’60, il che spiega perché musicisti come Joan Baez, Pete Seeger e Bob Neuwirth appaiono nel film. Tuttavia, alcuni gruppi influenti come il Kingston Trio, gli Almanac Singers e i Weavers vengono lasciati fuori per mantenere l’attenzione su Bob Dylan. Le persone che appaiono in A Complete Unknown hanno avuto un impatto diretto sulla vita di Dylan durante questi anni.

Bob Dylan ebbe una relazione con Suze Rotolo negli anni ’60

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Poco dopo l’arrivo di Bob Dylan a New York, il musicista ventenne incontrò la diciassettenne Suze Rotolo e i due si innamorarono rapidamente. I due si trasferirono insieme in un appartamento del Greenwich Village. Mentre lui proseguiva la sua carriera musicale, lei accettò un lavoro presso il Congress of Racial Equality, un lavoro che si adattava al suo attivismo politico. Durante la loro relazione, la Rotolo avrebbe influenzato la musica di Dylan e sarebbe apparsa sulla copertina del suo album The Freewheelin’ Bob Dylan. I due continuarono la loro relazione fino all’inizio del 1964, ma l’ultimo anno della loro storia fu turbolento a causa della fama di lui e della sua relazione con Joan Baez.

Sfortunatamente, la Rotolo perse la sua identità agli occhi degli altri, essendo vista come la fidanzata di Bob Dylan, cosa che le dispiaceva. Dopo la loro rottura, la Rotolo divenne notoriamente riservata sulla loro relazione, mantenendo la sua privacy mentre costruiva una carriera artistica. Tuttavia, si è finalmente aperta sulla loro storia d’amore nel suo libro di memorie del 2008 , A Freewheelin’ Time: A Memoir of Greenwich Village in the Sixties.

A causa della loro storia d’amore, i fan potrebbero essere confusi quando scoprono che Bob Dylan ha una storia d’amore con un personaggio di nome Sylvie Russo nel cast di A Complete Unknown. Elle Fanning ha rivelato in un’esclusiva domanda e risposta durante la proiezione AMC early access del 18 dicembre, alla quale era presente Screen Rant , che Bob Dylan ha chiesto espressamente che il nome di Rotolo fosse cambiato in A Complete Unknown per rispettare la sua privacy. Per questo motivo, questi dettagli sulla loro relazione sono stati tolti dal libro di memorie di Suze Rotolo.

Bob Dylan iniziò una storia d’amore anche con Joan Baez dopo il loro incontro nel 1961

A complete unknown recensione
Timothée Chalamet è Bob Dylan in A Complete Unknown – Cortesia di Searchlight

Oltre a frequentare Suze Rotolo, Bob Dylan iniziò una relazione con la musicista folk Joan Baez, che ricevette il soprannome pubblico di “Madonna scalza”. La Baez aveva già una carriera di successo quando incontrò Bob Dylan nel 1961, e contribuì a dare impulso alla sua carriera coverizzando la sua musica e portandolo sul palco durante le sue esibizioni (via Far Out Magazine).

I due svilupparono presto una relazione sentimentale che durò dal 1962 o 1963 circa fino alla loro disordinata rottura nel 1965. Come si evince dal trailer di A Complete Unknown, il biopic su Bob Dylan mostra la relazione tira e molla che ebbe luogo durante la sua relazione con Sylvie Russo, alias Suze Rotolo. Nel corso della loro storia d’amore, Dylan e Baez collaborarono più volte alla realizzazione di brani musicali, sia sul palco che fuori. La coppia si esibì notoriamente alla Marcia su Washington, dove Martin Luther King Jr. avrebbe tenuto il suo famoso discorso “I Have A Dream”.

Tuttavia, Bob Dylan ruppe improvvisamente con Joan Baez nel 1965 e sposò poco dopo un’altra donna, Sara Lownds (nata Shirley Marlin Noznisky). La Baez impiegò più di mezzo secolo per perdonarlo e probabilmente scrisse le canzoni “To Bobby”, “Diamonds and Ruse” e “O Brother!” su Bob Dylan (via American Songwriter).

Bob Dylan divenne un punto fermo della musica folk e del Newport Folk Festival negli anni ’60

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Timothée Chalamet e Elle Fanning in A Complete Unknown – Cortesia di Searchlight

Sebbene all’inizio degli anni Sessanta l’American Folk Revival fosse in pieno svolgimento, Bob Dylan divenne uno dei più grandi nomi della musica folk americana nel 1963, anno in cui pubblicò The Freewheelin’ Bob Dylan. Nel periodo tra il 1961 e il 1963, Bob Dylan si era costruito una piccola schiera di fan e Joan Baez e Peter, Paul e Mary avevano aumentato la sua visibilità all’interno della scena folk. Nel 1965 si era guadagnato una reputazione per le sue bellissime canzoni di protesta. Le sue canzoni “Blowin‘ in the Wind”, “The Times They Are A-Changin’” e “A Hard Rain’s A-Gonna Fall” divennero punti fermi del Movimento per i diritti civili.

Bob Dylan si esibì anche ai festival folk di Newport del 1963, 1964 e 1965, tutti e tre i quali appaiono in A Complete Unknown. Probabilmente sarebbe stato invitato ai festival del 1961 e del 1962 per la sua amicizia con Pete Seeger, ma l’evento non si tenne in quei due anni. Sfortunatamente, Bob Dylan non tornò per il Newport Folk Festival del 1966, presumibilmente a causa delle reazioni del pubblico alla sua esibizione del 1965 con strumenti elettrici, anche se si tratta di semplici speculazioni. L’ironia della sorte vuole che altri cantanti e gruppi folk, come Howlin’ Wolf, abbiano suonato con strumenti elettrici prima di Dylan al festival del 1965, senza suscitare clamore.

L’esibizione di Bob Dylan al Newport Folk Festival del 1965 segnò il suo passaggio alla musica rock

A Complete Unknown newport folk festival

Anche se Bob Dylan si è fatto conoscere come cantante folk che scriveva canzoni politiche, questa è solo una piccola parte della sua carriera complessiva, che si è estesa a diversi generi. Il Newport Folk Festival del 1965 fu un momento cruciale per il cantante, poiché segnò il suo primo cambiamento di genere. Dylan si esibì con strumenti elettrici, un’offesa personale ai puristi del genere folk. Il pubblico ebbe reazioni contrastanti: alcuni lo fischiarono, altri lo acclamarono. Questa performance spinse la sua musica verso il nuovo genere del folk rock, che combinava elementi di entrambi i generi.

Bob Dylan divenne uno dei più grandi nomi del genere, spesso accreditato come creatore del folk-rock insieme ai Byrds. Tuttavia, non è mai rimasto a lungo in una sola scatola. Nei decenni successivi, Dylan si è cimentato in blues, rock, gospel, country, pop e jazz. Le sue canzoni hanno rivoluzionato il songwriting nel suo complesso e hanno ispirato grandi artisti come i Beatles e Bruce Springsteen.

Sfortunatamente, poiché A Complete Unknown termina dopo il Newport Folk Festival del 1965, il pubblico non potrà ascoltare alcuna canzone al di fuori dei suoi brani folk e folk-rock. Inoltre, quelle che sentiranno saranno cantate da Timothée Chalamet, che interpreta Bob Dylan. Fortunatamente, gli spettatori curiosi possono cercare la sua altra musica online, poiché è facilmente disponibile sui siti di streaming.

Scissione – stagione 2, episodio 2, la spiegazione del finale: dove va la signora Cobel?

La signora Cobel si allontana dal quartiere di Mark nel finale di Scissione, stagione 2, episodio 2, ma prima di andarsene insospettisce Mark sul legame tra Lumon e Gemma. Questo nuovo sviluppo non solo solleva molte domande su cosa cercherà di fare l’estranea di Mark, ma anche sul futuro di Cobel nelle Lumon Industries. Dato che lo show fantascientifico di Apple TV+ è stato ricco di colpi di scena, potrebbe essere difficile prevedere dove lo show porterà i suoi spettatori dopo l’episodio 2 della seconda stagione.

Tuttavia, basandosi sugli sviluppi della storia nella prima stagione e nei primi due episodi della seconda, si possono formulare molte teorie su cosa succederà a Cobel e sul motivo per cui Helena Eagan è così determinata a mantenere Mark alla Lumon, mentre si preoccupa poco degli altri dipendenti della MDR. Anche la seconda stagione di Scissione ha richiamato l’attenzione sulle parole chiave “Cold Harbor”, ma si sta prendendo il tempo necessario per rivelare la verità sul loro significato. È interessante notare, tuttavia, che l’episodio 2 della seconda stagione potrebbe aver fornito alcune risposte.

Perché Cobel non mente a Mark quando gli chiede di Gemma?

Nel corso della prima stagione di Scissione, la signora Cobel ha continuato a testare l’efficacia della procedura di separazione chiedendo alla sorella di Mark, Devon, se Mark vede mai sua moglie anche se è morta. Voleva sapere se l’incontro con la signora Casey avesse scatenato in Mark i ricordi della moglie. Anche verso la fine della stagione 1 di Scissione, lei e Milchick tengono d’occhio Mark quando parla con la signora Casey per verificare se i due ricordano qualcosa l’uno dell’altra. I suoi sospetti e la sua curiosità sono sempre stati accolti con la rassicurazione che l’interno e l’esterno di Mark erano all’oscuro della vita dell’altro.

Per questo motivo, quando nel finale di Scissione – stagione 2, episodio 2, Mark la ferma improvvisamente e le chiede di Gemma, lei viene colta di sorpresa. Non vedendo il sospetto di Mark, la signora Cobel viene spiazzata dalla domanda, il che spiega la sua incredulità e l’incapacità di nascondere ciò che sa. Prima ancora che possa inventarsi una bugia o affermare di non sapere nulla delle affermazioni di Mark, è già troppo tardi perché Mark legge il suo linguaggio del corpo e capisce che lei sa qualcosa su Gemma che lui non sa.

L’esitazione di Cobel nel mentire a Mark sembra derivare anche dalla sua crescente disillusione nei confronti di Lumon. Odia il fatto che, nonostante la sua incredibile lealtà nei confronti dell’azienda sia all’interno che all’esterno dell’ufficio Lumon, non abbia ricevuto il rispetto che meritava. Per questo, per un momento, sembra persino prendere in considerazione l’idea di rivelare la verità a Mark. La stagione 1 di Severance stabilisce che l’attrice tiene profondamente a Mark, quasi al punto da sembrarne ossessionata, e questo la spinge a dirgli la verità. Tuttavia, si rende conto che Lumon le darebbe la caccia se rivelasse i loro segreti, e questo spiega perché urla e se ne va.

Dove va Cobel nel finale di Scissione – stagione 2, episodio 2?

Scissione - stagione 2, episodio 2

Cobel sembra intenzionata a ritornare alla sua posizione di responsabile del piano di taglio delle industrie Lumon. Tuttavia, Helena le dice che il piano di controllo dei danni per l’incidente di Overtime Contingency è già in atto e non richiede che lei prenda il comando. Aggiunge che hanno deciso di promuoverla facendola entrare a far parte del Consiglio consultivo per la liquidazione. Quando Cobel dice di non aver mai sentito parlare del consiglio, Helena rivela che si tratta di una nuova iniziativa dell’azienda e che sarà lei a guidarne la formazione.

Cobel insiste ancora sul fatto che deve dirigere il piano di Scissione, ma Helena la informa che Milchick ha assunto il ruolo di responsabile del piano. L’episodio 2 della seconda stagione di Scissione non rivela se Cobel accetterà la nuova posizione. Tuttavia, sembra improbabile che lasci Lumon così facilmente. Dal momento che il suo nuovo ruolo non le richiede di sorvegliare da vicino Mark e di verificare l’esistenza di eventuali sovrapposizioni tra i suoi ricordi innie e outie, è costretta a trasferirsi in una nuova sede. Mark, sua sorella e suo cognato vengono a sapere che anche Cobel proviene da Lumon nel finale della stagione 1 di Scissione.

Per questo motivo, non ha più senso che l’azienda la tenga vicino a Mark. Come suggerisce Milchick, si ritiene anche che Cobel abbia sviluppato una strana fissazione nei confronti di Mark sia all’interno che all’esterno, il che la rende potenzialmente una minaccia per l’iniziativa della Lumon di mantenere una linea netta tra le due personalità di Mark. Pertanto, sembra probabile che le sia stato chiesto di allontanarsi il più possibile da Mark per assicurarsi di non entrare mai in contatto con lui dentro o fuori l’edificio Lumon.

Cos’è Cold Harbor e perché Helena Eagan ha così tanto bisogno che Mark lo finisca?

Scissione - stagione 2, episodio 2

Il finale dell’episodio 1 della seconda stagione di Scissione lasciava intendere che il lavoro di Mark al Dipartimento di Raffinazione dei Macrodati fosse direttamente collegato a Gemma. Nel finale dell’episodio si è assistito a una scena in cui una schermata con il video di Gemma è apparsa subito dopo che Mark aveva raffinato alcuni numeri sul suo computer. Anche la barra di avanzamento del suo computer mostrava lo stesso numero di quello con il volto di Gemma. Il file su cui Mark stava lavorando era intitolato “Cold Harbor”, visibile sia sul computer di Mark che sull’altro schermo.

Sebbene non si sappia come il lavoro di rifinitura di Mark sia collegato a Gemma, l’episodio 2 della seconda stagione di Scissione conferma che Gemma è effettivamente morta nel mondo esterno. Mark ricorda di aver visto il suo corpo e di aver avuto la conferma che si trattava di lei dopo la morte in un incidente stradale. Questo suggerisce che Lumon abbia in qualche modo trovato un modo per rianimare o far rivivere una persona morta e che ora stia usando Mark per aiutarla a elaborare le emozioni. Helena dice che hanno bisogno di Mark “abbastanza a lungo per completare il progetto Cold Harbor, suggerendo che il lavoro di Lumon dipende direttamente da Mark e Gemma, rendendoli i soggetti principali del progetto.

Sebbene lo show di Apple TV+ non abbia ancora rivelato cosa Lumon voglia realizzare, l’importanza di Mark nella loro iniziativa spiega perché erano disposti a licenziare tutti gli altri dipendenti ma a pregarlo di tornare. Spiega anche perché il consiglio di amministrazione ha accettato la richiesta di Mark di riavere i suoi vecchi compagni di squadra. Il legame tra Mark e Gemma, necessario per aiutare la Lumon a raggiungere il suo obiettivo, spiega anche perché Mark ha avuto il suo “colpo di fortuna da matricola” quando si è unito alla Lumon come lavoratore MDR.

Il finale di Scissione – Stagione 2 Episodio 2 rivela cosa è successo agli ex colleghi di Mark della MDR

Scissione - stagione 2, episodio 2

Nell’episodio 2 di Scissione, l’estraneo di Mark accetta finalmente di lavorare di nuovo alla Lumon, nonostante si insospettisca per quello che fanno fare al suo estraneo. Mentre si dirige all’interno dell’edificio Lumon, il suo ex compagno di squadra MDR, Mark W, viene scortato fuori dalla struttura Lumon. Prima di rimproverare l’azienda con un ultimo “Vaffanculo”, Mark W minaccia di farle causa per averlo lasciato andare. Questo conferma che i nuovi lavoratori della MDR sono stati licenziati dall’azienda dopo che Mark si è rifiutato di lavorare con loro e ha chiesto il ritorno dei suoi vecchi compagni di squadra nell’episodio 1 della seconda stagione di Scissione.

The Night Agent – stagione 2, la spiegazione del finale: cosa c’è dopo per Peter?

La seconda stagione The Night Agent si conclude con alcune importanti rivelazioni e prepara la prossima grande missione di Peter. Il finale “Divergence” si apre con Peter (Gabriel Basso) che guida un’incursione nell’edificio delle Nazioni Unite evacuato, dove Markus (Michael Malarkey) ha piazzato delle bombole di gas K.X.. Mentre l’incursione riesce a sequestrare tutte le bombole, Markus riesce a fuggire. Peter e Rose (Luciane Buchanan) lo rintracciano in seguito presso la fidanzata di un collaboratore e, dopo un teso stallo, Peter spara a Markus e recupera l’ultima bombola.

Il finale della seconda stagione (la recensione) di The Night Agent vede Peter consegnarsi all’Azione Notturna dopo aver rubato un file delle Nazioni Unite per il “broker dell’intelligence” Jacob Monroe (Louis Herthum). Rischiando la prigione, dice addio a Rose per sempre. La puntata va avanti nel tempo, rivelando che a Noor (Arienne Mandi) e a sua madre è stato concesso l’asilo e che Rose è tornata al suo lavoro con ADverse. L’episodio si chiude con Catherine (Amanda Warren), il capo di Peter, che offre all’agente caduto in disgrazia un accordo: lavorare come talpa per Monroe (Louis Herthum) e scoprire i suoi legami con il Presidente entrante, e le accuse contro di lui saranno cancellate.

Perché Catherine vuole che Peter lavori per Jacob Monroe (senza che l’azione notturna lo sappia)

The Night Agent - stagione 2 Arienne Mandi e Keon Alexander
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

Monroe è una figura oscura che tira le fila di tutta la stagione 2 di The Night Agent. È stato lui ad acquisire le informazioni su Foxglove per Bala e Peter è costretto a scendere a patti con Monroe per salvare la vita di Rose. Questo fatto pesa molto su Peter, dato che il suo stesso padre era un traditore. Una volta che Rose è al sicuro e la minaccia è stata neutralizzata, Peter confessa ciò che ha fatto ed è pronto ad affrontarne le conseguenze. Catherine vede un modo per usare Peter a suo vantaggio: scoprire l’esatta natura della relazione tra Monroe e il Presidente entrante.

L’apertura di “Divergence” include un flashback di otto anni fa, dove Monroe incontra Hagan (Ward Horton), l’uomo che in seguito trasformerà in un candidato alla presidenza. Poiché l’avversario di Hagan, Knox, si è ritirato tardivamente, la vittoria di Hagan è sostanzialmente garantita. Catherine teme che, con l’appoggio di Monroe a Hagan, ogni informazione riservata che passa sulla sua scrivania sarà messa in vendita al miglior offerente.

Mettere Peter sotto copertura è l’unico modo per scoprire la relazione tra Monroe e il Presidente in carica. Rubando il dossier delle Nazioni Unite per Monroe, Peter ha contribuito direttamente a influenzare le elezioni, quindi è sua responsabilità rimediare. Catherine e Peter lo faranno anche senza l’approvazione dell’Azione Notturna, poiché le conseguenze di un fallimento saranno elevate.

Come Peter e Rose hanno fermato l’attacco di Foxglove

The Night Agent - stagione 2 Luciane Buchanan
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

La minaccia principale della seconda stagione di The Night Agent è il gas K.X., creato nell’ambito di un programma del governo americano denominato Foxglove. Questo programma prevedeva che le sostanze chimiche venissero armate in modo da poter creare dei vaccini. In teoria, si trattava di una misura preventiva, nel caso in cui i terroristi avessero avuto lo stesso pensiero. Il gas K.X. era l’arma più pericolosa prodotta da quel programma prima che venisse chiuso e l’episodio 7 vede il creatore dell’arma e Rose rapiti dalla banda del criminale di guerra Viktor Bala.

I due sono costretti a creare un nuovo lotto di K.X., che doveva essere scatenato all’interno dell’edificio delle Nazioni Unite. Dopo aver ottenuto da Monroe informazioni sul luogo di creazione del gas, Peter salva Rose e gli altri ostaggi. Questo porta al finale della seconda stagione di The Night Agent , dove l’edificio delle Nazioni Unite viene saccheggiato mentre gli uomini di Bala piazzano le bombole di K.X..

Perché Peter viene preso in custodia da Catherine (e perché lei ha sempre avuto problemi a fidarsi di lui)

Gabriel Basso e Amanda Warren in The Night Agent - stagione 2
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

Peter è ben consapevole di fare un patto con il diavolo quando stringe un accordo con Monroe. Potrebbe essere concentrato sul salvataggio di Rose, ma Monroe chiarisce che il vero prezzo dello scambio sarà che Peter sarà “posseduto” da lui in seguito. È per questo che ha confessato tutto a Catherine e Night Action ed è stato disposto ad affrontare la prigione in seguito, e perché è stato preso in custodia dopo l’uccisione di Markus.

La star di Terminator 2 Robert Patrick fa un breve cameo come capo di Catherine durante un flashback nell’episodio 6 di The Night Agent “A Good Agent”.

All’inizio, quando si apre la seconda stagione di The Night Agent, Catherine è gelida nei confronti di Peter, ritenendo che non abbia abbastanza esperienza o abilità. In seguito ne ammira le capacità e, nelle scene finali, Catherine rivela il motivo per cui esitava a fidarsi di lui: suo padre. Il defunto padre di Peter era un traditore e Catherine è stata uno degli agenti che ha smascherato le sue malefatte anni prima. Inoltre, l’indagine ha portato alla morte del suo ex partner, quindi i suoi dubbi su Peter sono (in qualche modo) comprensibili.

Come Jacob Monroe ha manipolato le imminenti elezioni presidenziali con l’aiuto di Peter

The Night Agent - Stagione 2 Amanda Warren, Marwan Kenzari e Gabriel Basso
Cr. Christopher Saunders/Netflix © 2024

Nella seconda stagione di The Night Agent, un’elezione presidenziale è in agguato, con i candidati Knox e Hagan che si sfidano. Nel finale Knox abbandona bruscamente la corsa, rendendo Hagan il Presidente. Ciò si ricollega al lavoro svolto da Peter per Monroe, che consisteva nell’intrufolarsi all’interno delle Nazioni Unite e rubare un determinato file al Segretario Generale dell’ONU. Catherine rivela in seguito che questo file collegava Knox sia a Foxglove che alla vendita di armi chimiche a Bala.

Bala ha usato queste armi sul suo stesso popolo e sta cercando di vendicarsi dell’America tentando di dispiegare K.X. alle Nazioni Unite. Il legame di Knox con il caso Bala era stato tenuto nascosto, ma Monroe ha usato il dossier per costringerlo a ritirarsi. Quindi, in un modo molto reale, Peter rubando il file ha aiutato Monroe ad assicurarsi la Casa Bianca e la presidenza. Questo potrebbe dare al broker l’accesso a ogni sorta di materiale militare riservato, il che è ovviamente una pessima notizia.

La relazione tra Peter e Rose è finita per sempre?

La stagione 1 di The Night Agent si è conclusa con Peter e Rose che si sono lasciati, dato che il primo è partito per diventare un agente della Night Action. Quasi un anno dopo, Rose viene risucchiata nella sua ultima missione e i due riaccendono la loro vecchia storia d’amore. Nel finale Peter si congeda da lui quando viene preso in custodia e dice a Rose che deve stare lontana da lui.

Mentre parla con Noor, Rose conferma di essere concentrata sul suo lavoro e decide che è meglio lasciare Peter nel passato. Questo fa pensare che la loro relazione sia finita per sempre, ma prima che Peter venga rilasciato da Catherine per poter continuare a lavorare con Monroe. Rose tornerà quasi sicuramente quando ci sarà la terza stagione di The Night Agent, quindi c’è la possibilità che lei e Peter riescano ancora a trovare una soluzione.

Cosa succede a Noor dopo aver aiutato Peter all’ONU per l’ultima volta

Noor lavora all’ambasciata iraniana e trascorre la prima metà della stagione cercando di trovare informazioni da fornire alla CIA; in cambio, vuole asilo per sua madre e suo fratello. Tragicamente, il fratello di Noor viene ucciso quando Night Action cerca di portarlo via dall’Iran insieme alla madre. Noor passa l’inferno per tutta la seconda stagione, soprattutto dopo che l’intenso capo della sicurezza dell’ambasciata Javad (Keon Alexander) viene a sapere del suo coinvolgimento.

Noor gli sfugge nel finale, dopo aver aiutato Peter a entrare nelle Nazioni Unite. Le scene finali rivelano che Noor e sua madre sono diventate cittadine statunitensi e si sono trasferite nell’Illinois. Lei e Rose si incontrano di nuovo e Rose promette di aiutarla e di essere un’amica se ne avrà bisogno.

Cosa succederà a Javad dopo che l’ambasciatore lo avrà incriminato?

Inizialmente Javad è un affascinante interesse amoroso per Noor, ma la sua freddezza si rivela presto. Javad diventa sempre più sfacciato e violento quando viene a conoscenza del legame di Noor con gli americani, giurando di farla tornare in Iran e cercando di catturare Peter per la sua missione furtiva all’interno dell’ambasciata. I metodi di Javad creano anche attriti con l’ambasciatore Abbas, soprattutto per quanto riguarda un rapporto francese sui dissidenti iraniani che vivono all’estero – un elenco di cui fa parte anche la figlia di Abbas.

L’ossessione di Javad per la distruzione di Noor si rivela la sua rovina, poiché ci sono molti filmati delle telecamere di sorveglianza che mostrano lui e Noor mentre parlano intimamente. Grazie a questo, l’ambasciatore è in grado di incriminare Javad, affermando che lui e Noor dovevano lavorare insieme per trasmettere informazioni agli americani. L’ambasciatore viene arrestato e presumibilmente sarà rispedito in Iran per essere punito.

Come il finale di The Night Agent – stagione 2 ci prepara alla stagione 3

Pur raccontando una storia completa, la seconda stagione getta le basi per la terza stagione di The Night Agent. Si conclude con l’implicazione che il nuovo Presidente sarà sotto il controllo di Monroe, che ha mostrato un disinvolto disprezzo per la vita nel corso della serie. Il fatto che Peter vada sotto copertura con Monroe significa che anche lui e Night Action dovranno affrontare il nuovo Presidente. Detto questo, Hagan ha già mostrato segni di sfida nei confronti del suo presunto padrone, Monroe, lasciando intendere che anche la loro collaborazione non sarà facile.

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