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Kelly Reilly: 10 cose che non sai sull’attrice

Kelly Reilly: 10 cose che non sai sull’attrice

Divisa tra cinema e televisione, l’attrice Kelly Reilly ha negli anni costruito la propria carriera recitando in alcuni celebri titoli, dando prova di versatilità e carisma. Attualmente impegnata sul piccolo schermo, la Reilly è oggi apprezzata per il suo ruolo di Beth Dutton nella serie Yellowstone, grazie alla quale ha ottenuto nuova popolarità.

Ecco 10 cose che non sai su Kelly Reilly.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Kelly Reilly True Detective

Kelly Reilly: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice esordisce sul grande schermo con il film Maybe Baby (2000), con Hugh Laurie, per poi recitare in titoli come The Libertine (2004), con Johnny Depp, Orgoglio e pregiudizio (2005), con Keira Knightley e Matthew Macfadyen, Bambole russe (2005), Lady Henderson presenta (2005), Me and Orson Welles (2008), Sherlock Holmes (2009), con Robert Downey Jr., Ti presento un amico (2010), con Raoul Bova, Sherlock Holmes – Gioco di ombre (2011), Flight (2012), Rompicapo a New York (2013), Calvario (2014), e Bastille Day – Il colpo del secolo (2016), con Idris Elba.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera sono molti i titoli televisivi a cui l’attrice ha preso parte, ma tra i più significativi si annoverano le serie Above Suspicion (2009-2012), Black Box (2014) e True Detective (2015), dove ha recitato nella seconda stagione nel ruolo di Jordan Semyon, accanto agli attori Colin Farrell Vince Vaugh. Successivamente recita in Britannia (2017-2018), mentre dal 2018 è tra i protagonista di Yellowstone, recitando accanto a Kevin Costner.

8. Ha prodotto una serie TV. In un’occasione, la Reilly ha ricoperto il ruolo di produttrice per una serie di cui è stata anche protagonista. Si tratta di Black Box, dove l’attrice dà vita al personaggio della neuroscienziata Catherine Black, la quale in prima persona soffre di problemi neurologici, nascondendo però numerosi altri segreti. Composta di soli 13 episodi, la serie è andata in onda nel 2014.

Kelly Reilly è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 78,3 mila persone. All’interno di questo la Reilly è solita condividere fotografie scattate durante i set a cui prende parte, come anche immagini promozionali dei suoi progetti recenti o imminenti. Non mancano ovviamente anche foto ritraenti momenti di svago o curiosità a lei legate.

Kelly Reilly in Flight

6. Ha ottenuto il ruolo grazie ad un provino molto convincente. Protagonista femminile del film Flight, dove ha una relazione con il personaggio interpretato da Denzel Washington, la Reilly fu scelta dopo che ebbe inviato un video provino alla direttrice del casting. Questa rimase particolarmente sorpresa dalla capacità della Reilly di rendere umano un personaggio tossicodipendente, e dopo averla mostrata al regista, questi la confermò per il ruolo.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Kelly Reilly Yellowstone

Kelly Reilly in True Detective

5. Aveva sostenuto il provino per un altro ruolo. Per la seconda stagione della serie antologica True Detective, l’attrice aveva inizialmente sostenuto il provino per il personaggio della detective Antigone Bezzerides, andato poi all’attrice Rachel McAdams. Colpiti dalla performance della Reilly, però, i produttori decisero di assegnarle il ruolo di Jordan Semyon, rientrate sempre tra i personaggi principali della stagione.

Kelly Reilly in Britannia

4. Ha interpretato una guerriera. Nella prima stagione della serie Britannia, ambientata nel 43 d.C., durante la guerra tra l’esercito romano e i guerrieri della Britannia, l’attrice ha dato vita al personaggio di Kerra, figlia del re e disposta a guidare il proprio popolo in battaglia pur di salvare la propria terra.

3. Le ha permesso di sperimentare cose nuove. Assumere i panni della guerriera Kerra, ha permesso all’attrice, come da lei dichiarato, di cimentarsi in cose nuove, che mai prima nella sua carriera aveva avuto modo di fare. Tra questi vi sono i sanguinosi combattimenti, come anche la possibilità di recitare in lingue diverse da quella che le è propria.

Kelly Reilly in Yellowstone

2.Era attratta dalla forza del suo personaggio. Nell’assumere il ruolo di Beth Dutton, figlia del protagonista, la Reilly si è dichiarata particolarmente entusiasta nel poter dar vita ad un personaggio femminile caratterialmente così forte, come se ne vedono pochi. Tra i principali elementi che rendono Beth particolarmente predominante nel confronto con gli altri protagonisti vi è la sua acuta intelligenza.

Kelly Reilly: età e altezza

1. Kelly Reilly è nata a Surrey, in Inghilterra, il 18 luglio 1977. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Favolacce, recensione del film dei fratelli D’Innocenzo

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Favolacce, recensione del film dei fratelli D’Innocenzo

A due anni da La terra dell’abbastanza, i Fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo tornano a fare grande cinema con Favolacce, già presentato al Festival di Berlino 2020 e vincitore dell’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura. Il film arriva on demand l’11 maggio, saltando l’uscita in sala prevista per il 16 aprile a causa dell’emergenza COVID-19.

I Fratelli D’Innocenzo nascondono in piena vista, proprio nel titolo, il primo indizio sulla storia che stanno per raccontarci: non sono fiabe, con principesse e magia, ma favole, parlano di animali, bestie e cuccioli. Inoltre, il dispregiativo indirizza ancora più precisamente lo sguardo dello spettatore. Assisteremo a storie brutte, sicuramente non edificanti, di animali.

La realtà non è molto diversa dalla premessa. La storia si apre con una voice over, quella di Max Tortora (già papà di uno dei due protagonisti de La terra dell’Abbastanza), racconta di aver trovato un diario di una bambina e ha deciso di continuare la storia che lei stava raccontando. Nelle parole dei D’Innocenzo, è quindi il racconto vero di una storia inventata.

Siamo a Spinaceto, nella periferia romana, ma non si tratta di quella periferia realistica di cemento che abbiamo visto nell’opera prima dei due registi. Siamo di fronte ad un margine della città completamente disancorato da luoghi reali e indicazioni geografiche. Siamo fuori al Grande Raccordo Anulare, ma potremmo essere anche in una campagna americana, con villette monofamiliari a schiera, atmosfera assolata e arsa dal sole dell’estate, nelle giornate lunghe e pigre.

Messa in scena impeccabile

La messa in scena, sempre impeccabile, racconta proprio di un luogo che potrebbe essere ovunque sulla Terra, ma anche nei sogni di qualcuno, un luogo sospeso dove le case possono sembrare quelle che vediamo nei film di Tim Burton, le persone quelle che raccontava il primo Pasolini, l’atmosfera quella magica e realistica, ma meno ruvida, di un film di Garrone, eppure Fabio e Damiano D’Innocenzo emergono con il loro occhio affettuoso e allo stesso tempo disincantato, raccontando di età, di famiglie, di realtà che irrompe nell’irrealtà nella scena di un primo rapporto sessuale, nella bellezza di una bambina con i pidocchi accanto ad una ragazza rimasta incinta, sfatta e trasandata, completamente abbandonata alla feccia che la circonda, immagine disperata di gioventù perduta.

Eppure non c’è mai condanna o giudizio, nell’occhio dei registi, solo, forse, una profonda compassione per l’abisso profondo in cui cercano di non affogare i grandi e la via di fuga che invece trovano i ragazzini, unica e sola, verso l’autodistruzione. Una compassione che finisce per mostrare dei bambini che nella loro purezza assurgono a eroi drammatici, di fronte ad una miserabile umanità, rappresentata dai loro genitori, che di contro sembra non smettere di sognare di evadere, senza mai fare i conti con ciò che succede davvero e provando a trascinare sul fondo anche la piccola innocente progenie.

Favolacce è un’opera di grandissima bellezza

FavolacceFavolacce è un’opera di grandissima bellezza, in cui i D’Innocenzo costruiscono ogni inquadratura con una cura certosina, disponendo nello spazio dello schermo un piccolo racconto per ogni frame, con un’eleganza formale frutto sicuramente di studio ma anche di talento e di una sensibilità che emerge in maniera cristallina nelle inquadrature affettuose e carezzevoli, sui protagonisti più piccoli.

E loro, tutti volti talmente belli da sembrare davvero usciti da una fiaba, sono invece gli attori principali delle favolacce che si intrecciano, in un racconto crudo e ordinario che riesce a mantenere la purezza di uno sguardo fanciullo che trova la sua via di fuga, la sua salvezza, in un finale brutale eppure, liberatorio.

Favolacce racconta storie di bestie e cuccioli, in un non luogo da cui si scappa soltanto scomparendo da quello spazio-tempo indefinito, oppure spostandosi più in là, quel poco che basta per mettersi a guardare la tv, traendo conforto dalle miserie degli altri.

Hamilton: il film sulla produzione di Broadway anticipa l’uscita

Hamilton: il film sulla produzione di Broadway anticipa l’uscita

The Walt Disney Company, Lin-Manuel Miranda, Jeffrey Seller e Thomas Kail hanno annunciato che Disney+ anticiperà la premiere di Hamilton, la versione filmata della produzione originale di Broadway. Il musical teatrale che ha vinto 11 Tony Award, i GRAMMY Award, gli Olivier Award e il Premio Pulitzer arriverà nelle case di tutto il mondo dal 3 luglio 2020.   I produttori di Hamilton, il film della produzione originale di Broadway, includono Lin-Manuel Miranda, Jeffrey Seller e Thomas Kail, quest’ultimo sarà anche regista.

Il film è un passo avanti nell’arte della “ripresa dal vivo” che trasporta il pubblico nel mondo dello spettacolo di Broadway in modo unico e intimo. Combinando i migliori elementi del teatro dal vivo, del cinema e dello streaming, il risultato è un’esperienza cinematografica che rappresenta un modo completamente nuovo di vivere Hamilton.

«Nessun altro lavoro artistico nell’ultimo decennio ha avuto l’impatto culturale di Hamilton, una storia stimolante e accattivante raccontata ed eseguita in modo fortemente creativo. Alla luce delle straordinarie sfide che il nostro mondo sta affrontando, questa storia sulla leadership, la tenacia, la speranza, l’amore e il potere delle persone di unirsi contro le avversità è di grande impatto», ha affermato Robert A. Iger, Executive Chairman di The Walt Disney Company. «Siamo entusiasti di portare questo show su Disney+ alla vigilia del Giorno dell’Indipendenza e dobbiamo ringraziare il geniale Lin-Manuel Miranda e il team di Hamilton per averci permesso di farlo un anno prima di quanto previsto».

«Sono così orgoglioso di come Tommy Kail sia riuscito a portare sullo schermo Hamilton. Ha riservato a tutti coloro che guardano questo film un biglietto in prima fila», ha dichiarato Lin-Manuel Miranda. «Sono molto grato a Disney e Disney+ per aver re-immaginato e anticipato l’uscita al weekend del 4 luglio di quest’anno, alla luce di questa situazione in cui il mondo è sottosopra. Sono davvero grato a tutti i fan che l’hanno chiesto a gran voce e sono molto felice che sia stato possibile farlo. Sono davvero orgoglioso di questo show e non vedo l’ora che tutti possano vederlo».

Registrato al The Richard Rodgers Theatre di Broadway nel giugno del 2016 Hamilton annovera nel cast il vincitore del Tony Award Lin-Manuel Miranda nel ruolo di Alexander Hamilton. Daveed Diggs interpreta Marquis de Lafayette/Thomas Jefferson, mentre Renée Elise Goldsberry è Angelica Schuyler; Leslie Odom, Jr. è Aaron Burr; il nominato ai Tony Award Christopher Jackson interpreta il ruolo di George Washington; Jonathan Groff è King George; Phillipa Soo è Eliza Hamilton e Jasmine Cephas Jones interpreta Peggy Schuyler/Maria Reynolds; Okieriete Onaodowan è Hercules Mulligan/James Madison e Anthony Ramos è John Laurens/Philip Hamilton.

Il cast include anche Carleigh Bettiol, Ariana DeBose, Hope Easterbrook, Sydney James Harcourt, Sasha Hutchings, Thayne Jasperson, Elizabeth Judd, Jon Rua, Austin Smith, Seth Stewart e Ephraim Sykes.

COme VIte Distanti: anche Alessandro Baricco e Milo Manara nel progetto Arf!

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Anche Alessandro Baricco e Milo Manara si uniscono agli oltre 80 autori del Fumetto italiano nel progetto benefico COme Vite Distanti ideato e coordinato da ARF! il Festival del Fumetto di Roma in collaborazione con PressUp a sostegno della raccolta fondi per l’emergenza Coronavirus dell’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma, al quale – grazie alle copie pre-ordinate del libro dallo scorso 25 marzo – sono già stati donati 50.000 euro.

Alessandro Baricco, scrittore, saggista, autore teatrale, critico musicale e fondatore della prestigiosa Scuola Holden di Torino, firmerà l’introduzione del volume. Non è certo un segreto la sua grande passione per i fumetti: da sempre affezionatissimo lettore di Tex così come dei paperi & topi della Walt Disney, le sue “incursioni” nella Nona Arte contano almeno un paio di precedenti illustri. Come la trasposizione a fumetti – splendida “parodia Disney” con protagonisti Topolino e Pippo – del suo La vera storia di Novecento adattata da Tito Faraci e disegnata da Giorgio Cavazzano; o ancora, sempre grazie ai testi di Faraci, l’adattamento di Senza Sangue (Feltrinelli Comics), diventata graphic novel con le matite di Francesco Ripoli.

COme VIte Distanti, il racconto collettivo in cui il protagonista è un “eroe mascherato” catapultato nelle vite – e nelle case – degli altri, vedrà tra i suoi autori anche Milo Manara, Maestro del fumetto amato in Italia e all’estero per la sensualità del suo segno, già protagonista della grande mostra «MACROMANARA» per ARF! Festival e COMICON nel 2017.

Manara opererà all’interno di COme VIte Distanti un inedito, esclusivo “collegamento” con una delle sue opere di maggior successo: Il profumo dell’invisibile (racconto del 1985, pubblicato in tutto il mondo) dove esordì il suo personaggio più celebre, la biondissima Miele.

IL PROGETTO COme VIte Distanti

“Di fronte al prezioso compito che quotidianamente svolgono medici e ricercatori scientifici, soprattutto in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, noi fumettisti ci sentiamo spesso piccoli e impotenti. D’altronde il nostro lavoro è raccontare storie, non salvare vite. Ci siamo chiesti, quindi, se esisteva un modo per contribuire a essere utili – presto e concretamente – all’intera comunità. “COme VIte Distanti” è la nostra risposta a questo bisogno. La risposta del Fumetto Italiano.” ARF! Festival del Fumetto

In un momento in cui tutta l’Italia è ferma, i migliori fumettisti italiani si mobilitano da casa, a sostegno della raccolta fondi dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e si uniscono per raccontare un’unica, grande storia. Ideatore e promotore dell’iniziativa è ARF! «Festival di Storie, Segni & Disegni», il Festival del Fumetto di Roma che seguirà, passo dopo passo, tutto il progetto, curandone il coordinamento editoriale, la comunicazione, la stampa del volume e il flusso delle donazioni.

COme VIte Distantiche sta prendendo vita sul sito e sui canali social di ARF! Festival con la pubblicazione di una tavola al giorno per diventare a fine maggio un libro cartonatoè già preordinabile on-line alla pagina www.arfestival.it/covid, così che l’INTERO RICAVO venga donato sin da subito, vista l’urgenza del momento, all’Ospedale Spallanzani.

Il gesto solidale di un intero ambito professionale, unito alla volontà di continuare a intrattenere con una lettura quotidiana gratuita, resterà per sempre una testimonianza di questo momento storico e sociale così umanamente intenso e surreale.

Guns Akimbo: recensione del film con Daniel Radcliffe

Guns Akimbo: recensione del film con Daniel Radcliffe

Daniel Radcliffe è il protagonista indiscusso di un nuovo prodotto Amazon Prime. Dopo aver vestito i panni del maghetto nella saga di Harry Potter che lo ha portato al successo, Radcliffe è l’eroe di un fumettone nerd che combatte il male armato di tanta goffaggine e, suo malgrado, di due pistole. Diretto da Jason Lei Houden, Guns Akimbo è un concentrato di action adrenalinico e violenza, una storia di fantascienza ambientata in un futuro distopico, venata di uno humour goffo quanto il suo protagonista.

Guns Akimbo, la trama

Miles è uno sviluppatore di videogame che, quando non lavora, passa le giornate a lanciare  commenti al vetriolo agli appassionati di Skism: persone che restano incollate a uno schermo a guardare uomini e donne che si uccidono come se fossero in un videogame, ma è tutto vero. Un gioco mortale e illegale in diretta streaming, in cui coppie di sfidanti combattono fino alla morte con ogni tipo di armi. Per il criminale ideatore di Skism, Riktor, Ned Dennehy, Miles è un disturbatore. Così lo costringe a entrare nel gioco: Miles si ritrova con due pistole inchiodate alle mani e ventiquattro ore per uccidere la sua avversaria Nix, Samara Weaving, o esserne ucciso. Inizia così la partita di Miles, una corsa affannosa contro il tempo, che da innocuo nerd in pantofole, lo trasforma in un vero combattente, non solo a parole e non solo dietro una tastiera, per salvare sé stesso e la sua ragazza, Nova, Natasha Liu Bordizzo, rapita da Riktor.

Guns Akimbo è critica?

La domanda che viene da porsi nell’affrontare la visione del film è: riuscirà a non crogiolarsi nel meccanismo che dice di voler denunciare? Il film propone uno scenario distopico, ma come tutte le distopie, per funzionare ha bisogno di non essere troppo lontano dalla realtà. Guns Akimbo sembra voler essere un monito, mostrare la deriva che si rischia se si continua a trascorrere più tempo davanti a uno schermo, rapiti da una realtà virtuale, che impegnati a vivere la vita reale, come spesso accade già oggi.

Ad esempio, Miles a un certo punto dice: “Non ricordo l’ultima volta che ho camminato per strada senza gli occhi sul telefono. È tutto così in HD!”. Tutti noi sappiamo quanto questa affermazione possa essere pericolosamente vicina al vero. Se gli ideatori di Skism sono criminali violenti senza scrupoli e i giocatori a loro volta psicopatici e criminali disposti a tutto, chi sembra uscirne peggio sono gli spettatori, che vogliono illudersi di stare guardando un videogioco, ma sono complici e anzi principali artefici di una trappola mortale ordita a colpi di visualizzazioni.

Compiacimento, visivo e non solo

Tuttavia, nonostante le enunciazioni e i nobili intenti, Guns Akimbo affonda le sue radici nel pieno di una contraddizione e dai suoi risvolti più orrendi, truculenti e feroci trae il suo appeal. Dal punto di vista visivo, il film mette in campo tutte le armi possibili, le stesse usate nei videogiochi, ne emula le tecniche per far presa sul pubblico, soprattutto nelle scene d’azione e combattimento, esasperandone l’aspetto di finzione attraverso il ralenti o effetti grafici da fumetto. Lo spettatore si trova così a guardare una violenza esibita, ma che sembra irreale e questo approccio lo induce all’indulgenza, anziché alla riflessione su come quello che sembra un gioco sia in effetti una tremenda realtà. Inoltre, il protagonista, un Radcliffe che ha conservato e se possibile accentuato l’ingenua espressione del maghetto Harry Potter , di fatto semina a sua volta morte, sebbene nei panni dell’eroe giustiziere. Il gioco non si ferma, il business neanche  e a farla da padrona è sempre la violenza. A questa si attinge a piene mani per catturare lo spettatore. Il ritmo è frenetico, sparatorie ed esplosioni si susseguono, fiotti di sangue schizzano ovunque con assoluta gratuità.

Ciò che dovrebbe stemperare questa valanga di violenza è l’ironia, quelle venature di commedia, incentrate soprattutto sull’attitudine nerd del protagonista, sulla sua inadeguatezza al ruolo di eroe che si trova suo malgrado a ricoprire, che restano però circoscritte e ben poca cosa a fronte di una narrazione brutale e incalzante, scandita da una colonna sonora trascinante, fatta di classici rock reinterpretati in versione metal industrial, come Spin me round e Wild one (real wild child).

Guns Akimbo è un film stucchevole forse avvincente per gli amanti dell’adrenalina e del videogioco violento, per un pubblico di teenagers che difficilmente si soffermeranno sulla critica, e certo sono il target scelto per il film. Un’overdose di brutalità e ripetitiva per gli altri.

10 film troppo ansiogeni da riguardare

10 film troppo ansiogeni da riguardare

L’horror è il genere per eccellenza che presenta immagini tanto violente ed inquietanti da lasciare turbato lo spettatore anche dopo la fine della visione di un film. Ma questo non è una regola: anche il dramma o il thriller possono rivelarsi talmente strazianti da lasciare un solco profondo nello spettatore più sensibile o suscettibile.

Alcuni film, al di là di quanto siano stati riconosciuti dalla critica o apprezzati dal pubblico, sono talmente inquietanti, disturbanti o sconcertanti che spesso è altamente improbabile che si decida di dedicare loro una seconda visione. Ecco 10 film carichi di suspense che la maggior parte del pubblico ha forse visto soltanto una volta nella sua vita, o che forse ha rivisto parecchio tempo dopo la primissima visione:

Requiem for a Dream

L’opera seconda di Darren Aronofsky è un film incentrato sulle speranze che sorreggono la vita di ognuno di noi, almeno fino a quando non si cade vittime di un baratro dal quale sembra impossibile fare ritorno (nel caso dei protagonisti, si parla di dipendenza da droga e psicofarmaci).

In Requiem for a Dream, attori del calibro di Jared Leto, Jennifer Connelly, Marlon Wayans e l’iconica Ellen Burstyn devono fare i conti con una dipendenza che finirà per annientare totalmente le loro esistenze, quando il loro unico desiderio era soltanto quello di sperare di riuscire a sfuggire da una realtà opprimente e miserevole.

Irreversible

Irreversible è uno dei film più controversi di Gaspar Noé: non soltanto per la struttura narrativa (la storia viene raccontata al contrario, giustificando così il titolo), ma anche per la sconvolgente scena che riguarda il brutale pestaggio e il conseguente stupro ai danni di Alex, il personaggio interpretato da Monica Bellucci.

Nel dettaglio, il film racconta la spietata ricerca di vendetta da parte del suo ragazzo e, oltre alla scena dello stupro, ce n’è anche un’altra parecchio disturbante in cui un uomo viene brutalizzato con un estintore.

Millennium – Uomini che odiano le donne

La versione americana dell’adattamento cinematografico del romanzo di Stieg Larsson ad opera di David Fincher ruoto attorno ad uno dei personaggi femminili più complessi che la recente storia della letteratura e del cinema abbiano mai conosciuto.

In Millennium – Uomini che odiano le donne, attraverso una serie di sequenze particolarmente crude, veniamo a conoscenza del passato di Lisbeth Salander, un passato fatto di violenze, ricoveri e perizie psichiatriche, al punto che la stessa venne riconosciuta incapace di badare a sé stessa e per questo affidata a un tutore. Ma la verità è che ognuno dei personaggi della storia sembra nascondere qualcosa di particolarmente oscuro e scabroso…

L’amore bugiardo – Gone Girl

Se per caso state facendo i conti con una relazione potenzialmente dannosa, allora L’amore bugiardo – Gone Girl non è il film che fa al caso vostro. Rosamund Pike veste i panni di Amy, donna vendicativa che scompare misteriosamente e gettando la figura del marito al centro di un vero e proprio circo mediatico. Ma qual è la verità? Chi ha ucciso veramente Amy?

Tratto dall’omonimo bestseller di Gillian Flynn e diretto ancora una volta da David Fincher: il ritorno del celebre regista nella nostra classifica sottolinea quanto è a lui che si devono alcuni dei thriller meglio riusciti degli ultimi tre decenni.

L’esorcista

Anche se non siete propriamente dei fan del genere horror, L’esorcista è uno di quei film che bisogna guardare almeno una volta nella vita. E forse, dopo la sua visione, non si avrà mai più voglia di rivederlo.

La storia della piccola Regan che inizia a manifestare segni di inspiegabile – all’apparenza – violenza e che solo in seguito – con l’aiuto di un prete che sembra aver perduto la fede – si capirà essere posseduta da un feroce demone, ha segnato l’immaginario collettivo e turbato i sogni di più generazioni a partire dall’inizio degli anni ’70. A cinquant’anni dalla sua uscita, il capolavoro di William Friedkin è ancora considerato il film più spaventoso di tutti i tempi.

Saw – L’enigmista

Nonostante abbia dato vita ad un franchise i cui vari capitoli non sono mai stati ritenuti all’altezza dell’originale, è innegabile quanto il primo film della saga di Saw sia una dei film più disturbanti della recente storia del cinema. Due uomini, incatenati, si svegliano in un bagno sporco e lurido, senza sapere minimamente come siano arrivati lì.

Una voce registrata inizia a dare loro alcune istruzioni per garantirsi la sopravvivenza: è solo l’inizio di un gioco a dir poco mortale, in cui uno dovrà uccidere l’altro per evitare che la propria famiglia venga massacrata. Entrambi cercano di capire come fuggire senza dover ricorrere al gesto più estremo di tutti, fino a quando la speranza abbandonerà entrambi…

American Psycho

Ambientanto alla fine degli anni ’80, in una nuova New York decadente, in American Psycho, ispirato  all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis, Christian Bale interpreta Patrick Bateman, un uomo alle prese con una sanità mentale precaria e con una doppia identità.

La vita da consulente finanziario freddo e distaccato, ossessionato dalla cura del corpo, si alterna a quella da killer psicopatico che cerca in tutti i modi di nascondere alle persone che lo circondano la sua vera natura.

Seven

Anche una volta David Fincher, regista capace di mescolare costantemente le carte in tavola ad ogni nuovo film che realizza. In effetti, tutto ha avuto inizio con Seven, considerato uno dei più bei thriller mai realizzati, con uno dei finali più strazianti di tutti i tempi.

Interpretato da Brad Pitt e Morgan Freeman, il film vede il detective William Somerset e il giovane collega, impulsivo ed istintivo, David Mills sulle tracce di un pericoloso serial killer che sta punendo con la morte i colpevoli dei sette vizi capitali: avarizia, gola, accidia, invidia, superbia, ira e lussuria.

Assassini nati – Natural Born Killers

Sesso, droga, rock & roll, omicidi e caos sono alla base del celebre film di Oliver Stone su come i media e la violenza si alimentano a vicenda secondo una logica perversa.

Basato su un soggetto di Quentin Tarantino, in Assassini nati – Natural Born Killers Woody Harrelson e Juliet Lewis interpretano Mickey e Mallory Knox, entrambi segnati da un’infanzia problematica, che si incontrano, si innamorano e decidono di uccidere insieme, in una storia in cui la violenza più brutale si mescola a dialoghi brillanti.

American History X

A volte, i film più inquietanti sono quelli che ispirati a fatti che potrebbero tranquillamente accadere nella realtà. American History X di Tony Kaye racconta la storia di Derek Vinyard, sostenitore del suprematismo bianco, che viene scarcerato dopo aver scontato tre anni di carcere per aver ucciso due ragazzi di colore che stavano tentando di rubargli l’auto.

Tornato a casa, cerca di salvare il fratello minore Danny, che a quanto pare ha intrapreso la sua stessa strada. Il film, dedicato al tema delle tensioni sociali e del razzismo negli Stati Uniti, è valso a Edward Norton una candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista.

Fonte: Screen Rant

Kill Bill Vol. 1: la citazione a Le Iene nascosta nel film

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Kill Bill Vol. 1: la citazione a Le Iene nascosta nel film

Michael Madsen, attore feticcio di Quentin Tarantino, ha rivelato in una recente intervista con Cinemablend che il primo capitolo del dittico Kill Bill con protagonista Uma Thurman contiene una citazione a Le iene, primo film diretto da Tarantino nel 1992 e in cui recita anche Madsen.

“Le citazioni piacciono tanto a Quentin”, ha spiegato Madsen. “Ecco perché la mia Cadillac è in C’era una volta a Hollywood… quella è la macchina di Mr. Blonde (il personaggio interpretato dall’attore ne Le iene, NdR), ma chi se ne sarebbe accorto senza saperlo? Quentin non vuole mai parlarne, vuole che il pubblico scopra tutti questi riferimenti da solo.”

E sempre a proposito de Le iene, Michael Madsen ha rivelato che un easter egg legato al film è presente anche in Kill Bill Vol. 1: “Quando vidi il film per la prima volta a Londra, dopo la premiere andai a cena con Quentin, che mi disse: ‘L’hai visto?’. E io risposi: ‘Che cosa?’. E lui: ‘Quando Uma è sotto terra, l’hai visto?’. Io non avevo la minima idea di cosa stesse parlando, e lui insistette: ‘Michael, il rasoio!’. E poi aggiunse: ‘Era il tuo. Era proprio quello che hai usato ne Le iene’.”

A proposito di Kill Bill, sappiamo che Quentin Tarantino ha “un’idea interessante” per un possibile terzo capitolo, idea di cui avrebbe anche parlato con Uma Thurman:

“Proprio ieri ho cenato con Uma Thurman”, aveva spiegato Tarantino a dicembre dello scorso anno. “Eravamo in un ristorante giapponese davvero molto figo. Ho un’idea in merito a ciò che mi piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed il punto di tutta la questione è proprio questo: conquistare l’idea alla base del film. Cosa è successo esattamente alla Sposa dall’ultima volta? Cosa voglio fare adesso? Non mi interessa trovare un’idea che non funzioni e che possa risultare ridicola. Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea che potrebbe essere interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei subito. Ci vorrebbero almeno tre anni a partire da ora. Ma è sicuramente nei miei piani.”

Più di recente, di un possibile Kill Bill Vol. 3 ha parlato l’attrice Vivica A. Fox, interprete di Vernita Green/Testa di rame. Alle pagine di THR l’attrice, che sarebbe assolutamente interessata a prendere parte ad un nuovo film, ha spiegato: “L’ultima notizia che so in merito è che Quentin e Uma ne stanno parlando. Vorrei tanto che riuscissero a trovare un modo per farlo. Quentin è bravissimo con i flashback e sa come riportare in vita i suoi personaggi. Quindi spero proprio che Vernita Green riuscirà a vendicarsi.”

Avatar 2 potrebbe ancora arrivare nel 2021, nonostante la pandemia

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In una recente intervista rilasciata ad Empire, James Cameron ha aggiornato sullo stato della produzione dei sequel di Avatar, attualmente ferma a causa dell’emergenza Covid-19. Il regista ha spiegato che poco prima dello scoppio della pandemia stava per affrontare una nuova sessione di riprese: “Voglio tornare a lavorare ai sequel”, ha spiegato il regista. “Ma al momento è una cosa che non ci è permesso fare. Prima che tutto venisse bloccato, stavamo per tornare in Nuova Zelanda per le riprese. Speriamo di riuscire a tornare a girare il prima possibile.”

Parlando invece della data di uscita del primo sequel, James Cameron è apparso abbastanza fiducioso sul fatto che la stessa non subirà variazioni e, di conseguenza, nessuna delle altre date già fissate per i successivi nuovi capitoli: “Il lato positivo è che la Nuova Zelanda sembra aver risposto in maniera davvero molto efficiente al controllo del virus. L’obiettivo non è la riduzione ma l’eradicazione, cosa che si crede possibile attraverso il tracciamento dei contatti e i test. Queste sono buone notizie. C’è una buona possibilità che le nostre riprese possano essere ritardate soltanto di un paio di mesi. Laddove possibile, tutti quelli della Weta Digital e di Lightstorm stanno lavorano da casa. Il mio lavoro, invece, è sul set, con le macchine da presa virtuali e tutto il resto. Al momento mi sto dedicando un po’ al montaggio, ma ad essere sinceri, per uno come me, non è proprio il massimo.”

Sempre a proposito dei sequel di Avatar, di recente abbiamo appreso che a quanto pare, i film potranno contare su un budget totale di 1 miliardo di dollari. In un report di Deadline non è stato specificato in che modo l’ingente cifra è stata suddivisa per i vari capitoli che arriveranno in sala tra il 2021 e il 2027: è probabile comunque – anche in base ad una voce che circolava da parecchio tempo – che per ogni singolo episodio sia stato utilizzato un budget di 250 milioni di dollari.

LEGGI ANCHE – Avatar: la produzione dei sequel si ferma per il Coronavirus

Avatar 2 debutterà il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 19 dicembre 2025 17 dicembre 2027.

Il cast della serie di film è formato da Kate WinsletEdie FalcoMichelle YeohVin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam WorthingtonZoe SaldanaStephen LangSigourney WeaverJoel David MooreDileep Rao e Matt Gerald.

Chris Pratt è Indiana Jones nel video deepfake

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Chris Pratt è Indiana Jones nel video deepfake

Si è parlato a lungo della possibilità che Chris Pratt potesse interpretare Indiana Jones nel quinto capitolo della celebre saga, quando si vociferava che il progetto dovesse essere in realtà un reboot del franchise. Le cose sono poi cambiate, con il nuovo film che sarà a tutti gli effetti un prosieguo e che vedrà Harrison Ford ancora una volta nei panni del celebre archeologo.

Adesso però, grazie allo youtuber Shamook, i fan hanno la possibilità di immaginare come sarebbe stato Chris Pratt nei panni dell’iconico personaggio partorito dalla mente di George Lucas grazie ad un nuovo video deepfake in cui il volto di Harrison Ford nelle immagini dai primi tre film della saga viene sostituito con quello della star di Guardiani della Galassia. Potete vedere il divertente esperimento di seguito:

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Per quanto riguarda Indiana Jones 5, sappiamo che Steven Spielberg ha lasciato la regia del film ad un altro regista. Si tratta della prima volta in 39 anni in cui il franchise avrà un regista differente.

Le fonti di Variety dicono che, sebbene l’accordo non sia ancora concluso, la regia passerà a James Mangold, che ha diretto Le Mans ’66 e Logan. Questo secondo film ha garantito al regista un enorme successo e una nomination agli Oscar per la migliore sceneggiatura non originale.

Spielberg rimarrà a bordo del progetto in veste di produttore esecutivo. Secondo una fonte vicina al regista, la decisione di lasciare la regia è stata interamente di Spielberg, nel desiderio di passare il testimone, o meglio la frusta di Indy a una nuova generazione di registi che potrebbero portare nella storia la loro visione.

Tenet sarà ancora più complesso di Inception e Interstellar

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Tenet sarà ancora più complesso di Inception e Interstellar

La Warner Bros. si sta impegnando al massimo, come forse è solita fare soltanto la Disney con i film del MCU e con gli episodi della saga di Star Wars, per cercare di tenere assolutamente sotto chiave i dettagli sulla trama di Tenet, il nuovo attesissimo film di Christopher Nolan.

Neanche Michael Caine, attore feticcio del regista che sarà presente anche in quest’ultima fatica, conosce i dettagli sulla storia, come rivelato da lui stesso in una recente intervista. Le unica informazioni in nostro possesso, ad oggi, riguardano il fatto che il film sarà ambientato nel mondo dello spionaggio internazionale e che i protagonisti dovranno impegnarsi per evitare lo sviluppo di un evento catastrofico su scala mondiale (forse una Terza Guerra Mondiale?); inoltre, sappiamo che nel film si dovrebbe addirittura parlare di viaggi nel tempo.

Lo scorso gennaio, la Warner Bros. ha rilasciato il primo trailer ufficiale del film che ci ha permesso di dare un primissimo sguardo al ricco cast della pellicola, composto da John David Washington, Robert Pattinson, Elizabeth Debicki, Kenneth Branagh e il già citato Caine. In seguito alla scoppio dell’emergenza legata al Covid-19, tutta l’attenzione riservata alla segretissima trama del film si è improvvisamente spostata sull’effettiva release dello stesso: inizialmente previsto per il 17 luglio nelle sale americane, ad oggi non sappiamo ancora con certezza se il film di Nolan potrà davvero fare il suo debutto al cinema tra circa due mesi esatti. Una decisione in merito da parte della major – che vorrebbe mantenere la release originale – dovrebbe essere comunicata a breve.

In attesa di capire quando Tenet arriverà ufficialmente sul grande schermo, sembra che la diffusione del merchandising legato al film proceda come inizialmente pianificato, con un libro interamente dedicato al backstage della pellicola che è già disponibile per il pre-order su Amazon. I dettagli sulla trama del film potrebbero essere nascosti proprio nel titolo del libro: The Secrets of Tenet: Inside Christopher Nolan’s Quantum Cold War“.

Stando alla descrizione del libro: “Tenet è un thriller di spionaggio strabiliante, talmente unico che negli anni a venire il pubblico starà ancora parlando della sua complessità. ‘The Secrets of Tenet’ accompagna i lettori in un viaggio inedito alla scoperta del capolavoro di Nolan che piega le leggi del tempo, offrendo rari spunti di riflessione su tutti gli aspetti della sua lavorazione. Si tratta della massima esplorazione di un film concepito per indugiare nell’immaginazione relativa al futuro… o forse al passato…”

È probabile dunque che i protagonisti di Tenet si ritroveranno a dover viaggiare nel tempo per impedire il ripetersi di un guerra nucleare dalla conseguenze devastanti che probabilmente ha già avuto luogo. Ma, probabilmente, per avere certezza di ciò non bisognerà far altro che attendere con impazienza l’uscita del film, preparandoci al fatto che quasi certamente ci ritroveremo di fronte ad una narrazione ancora più “macchinosa” di Inception o Interstellar.

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Tenet, il nuovo film di Christopher Nolan, vede protagonista John David Washington insieme a Robert Pattinson Elizabeth Debicki.

Con Tenet, i fan stanno pensando che la fine di Inception è stata reale, non si sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la storia di quei bambini, espandendo così l’universo di Inception, consentendo anche l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come ipotizzato da The Hollywood Reporter, Tenet potrebbe rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari in Inception è andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.

Forse gli eventi di Inception hanno avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.

È possibile, anzi probabile, che Tenet sia completamente scollegato da Inception. Una delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.

Protagonisti di Tenet oltre ai già citati Robert Pattinson e John David Washington ci sono anche Elizabeth Debicki, Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Lo studio ha già fissato la data di uscita per il 17 luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip produttore esecutivo. Il team di Tenet include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.

Cate Blanchett nei nuovi film di Adam McKay e James Gray

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Cate Blanchett nei nuovi film di Adam McKay e James Gray

Apprendiamo grazie a Variety che il due volte premio Oscar Cate Blanchett è entrata a far parte del cast dei prossimi progetti cinematografici di due cineasti molti noti: stiamo parlando di Adam McKay, regista de La grande scommessa, e di James Gray, regista di Ad Astra. Ma andiamo per ordine…

Per quanto riguarda Adam McKay, il progetto in questione è Don’t Look Up, film targato Netflix di cui abbiamo già sentito parlare per via del casting di Jennifer Lawrence. Il film, che vedrà McKay coinvolto anche in qualità di sceneggiatore, racconterà la storia di due astronomi che intraprendono un tour mediatico per avvisare l’umanità dell’avvicinamento alla Terra di un asteroide che potrebbe distruggere il pianeta. Al momento non sappiamo i dettagli sul ruolo che la Blanchett interpreterà. McKay si occuperà anche della produzione del film insieme a Kevin Messick e alla sua Hyperobject Industries.

Per quanto riguarda invece James Gray, il progetto cinematografico del regista in cui sarà coinvolta la Blanchett è Armageddon Times, di cui Gray firmerà anche la sceneggiatura. Il film sarà ispirato all’adolescenza dello stesso regista e agli ani trascorsi presso la “Few Forest School” nel Queens, il celebre quartiere di New York; all’epoca, tra gli studenti figuravano anche Donald Trump, attuale Presidente degli Stati Uniti d’America, e l’attore Hank Azaria. A quanto pare la storia dovrebbe focalizzarsi sulla figura dell’allora preside dell’istituto.

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L’ultima volta che abbiamo visto Cate Blanchett sul grande schermo è stato lo scorso anno in Che fine ha fatto Bernadette? di Richard Linklater. L’attrice è attualmente la protagonista di Mrs. America, miniserie targata Hulu in cui interpreta la scrittrice e politica statunitense Phyllis Schlafly, celebre per la sua strenua opposizione al femminismo.

Di recente abbiamo appreso anche che Cate Blanchett è in trattative per recitare in Borderlands, adattamento live action del videogioco sviluppato dalla Gearbox Software, che sarà diretto da Eli Roth, regista di Cabin Fever, Hostel e Knock Knock. Roth e la Blanchett avevano già lavorato insieme nell’ultimo film del regista, il fantasy Il mistero della casa del tempo.

Le Cronache di Narnia: che fine ha fatto il progetto Netflix?

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Le Cronache di Narnia: che fine ha fatto il progetto Netflix?

Ad ottobre del 2018 Netflix aveva annunciato un accordo pluriennale con The C.S. Lewis Company per lo sviluppo di film e serie tv basati sull’amata saga fantasy di C.S. Lewis Le cronache di Narnia. Da allora, però, non ci sono stati più aggiornamenti sul progetto.

Adesso, in una lunga intervista diffusa su YouTube nelle ultime ore, è stato Douglas Gresham, figlio adottivo di Lewis e produttore della saga cinematografica basata su Le cronache di Narnia, ha parlato proprio dell’ambizioso progetto affidato al colosso dello streaming. Gresham, che è stato confermato come produttore anche dei futuri adattamenti, ha spiegato:

“Da quando abbiamo stretto l’accordo con Netflix nell’ottobre del 2018, non abbiamo più avuto notizie da parte loro. Sono un po’ preoccupato sinceramente… ho come la sensazione che non accadrà davvero. Mi piacerebbe che fosse qualcosa a episodi. Con i film hai a disposizione al massimo due ore per cercare di metterci dentro un intero libro, ed è sempre difficile farlo nel modo più giusto. Vorrei che questo nuovo progetto fosse il più fedele possibile al materiale originale e con la formula della serie o della miniserie sarebbe possibile adattare la saga per intero, in ogni suo dettaglio e sfumatura.”

La saga de Le cronache di Narnia è già stata adattata per il grande schermo tra il 2005 e il 2010, con gli adattamenti de Il leone, la strega e l’armadio (2005) e Il principe Caspian (2008), entrambi diretti da Andrew Adamson, e con Il viaggio del veliero diretto da Michael Apted (2010).

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Sulla base di un accordo pluriennale con The C.S. Lewis Company, Netflix darà vita alle incredibili storie ambientate nell’universo di Narnia con nuovi film e serie TV disponibili in esclusiva per gli utenti di tutto il mondo.

I titoli generati da questa collaborazione saranno produzioni originali Netflix, Mark Gordon di Entertainment One (eOne), Douglas Gresham e Vincent Sieber saranno produttori esecutivi delle serie e produttori dei film. In totale, i romanzi della serie Le cronache di Narnia hanno venduto oltre 100 milioni di copie e sono stati tradotti in più di 47 lingue in tutto il mondo. Per la prima volta, grazie a questo accordo, i diritti dei sette libri che compongono la saga sono proprietà di una sola compagnia.

«Le splendide storie di C.S. Lewis hanno conquistato il cuore di generazioni di lettori in tutto il mondo», ha affermato Ted Sarandos, Chief Content Officer di Netflix. «Intere famiglie si sono innamorate di personaggi come Aslan e dell’intero universo di Narnia, siamo molto emozionati perché Netflix diventerà la loro casa nei prossimi anni».

«È meraviglioso sapere che il pubblico di tutto il mondo potrà scoprire nuovi aspetti del mondo di Narnia. Le nuove tecnologie di produzione e distribuzione avanzata ci consentiranno di far vivere ancora una volta le avventure dei protagonisti in tutto il mondo», ha osservato Douglas Gresham, figlio adottivo di C.S. Lewis. «Netflix rappresenta il medium migliore per questo progetto, non vedo l’ora di lavorare con loro per realizzarlo».

«Narnia rappresenta un fenomeno raro, una storia che supera i confini geografici, amata da diverse generazioni», ha affermato Mark Gordon, Presidente e Chief Content Officer, Film & Television di eOne. «eOne ed io siamo emozionati di poter collaborare con la C.S. Lewis Company e con Netflix, che trasformeranno l’universo di Narnia in film e serie TV. Non potremmo essere più felici di iniziare a lavorare su queste nuove produzioni».

Hugh Jackman nel MCU come Wolverine? Rob Liefeld ci crede!

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Hugh Jackman nel MCU come Wolverine? Rob Liefeld ci crede!

Hugh Jackman ha detto addio al personaggio di Wolverine dopo l’uscita di Logan, il film di James Mangold del 2017 che ha ufficialmente segnato l’ultima apparizione cinematografica dell’attore australiano nei panni dell’iconico mutante con gli artigli di adamantio. Eppure, c’è chi spera ancora che Jackman possa tornare a vestire i panni del personaggio che gli ha regalato la fama internazionale.

Stiamo parlando di Rob Liefeld, creatore del personaggio di Deadpool, che nel corso degli anni non ha mai nascosto la sua passione per la saga degli X-Men e, in particolare, per il personaggio di Wolverine interpretato da Hugh Jackman. In una recente intervista con Inverse, Liefeld ha ribadito il suo attaccamento nei confronti di Logan:

“Sono praticamente fissato con Hugh Jackman. Dopo aver incontrato Hugh, averlo conosciuto e averlo amato, posso dire che se Deadpool esiste è solo perché esiste Wolverine. Mi sono dedicato a Deadpool, a creare il personaggio dei fumetti, soltanto per arrivare a Wolverine. È sempre stato quello l’obiettivo.”

Quando gli è stato poi chiesto quale attore potrebbe raccogliere l’eredità di Jackman nei panni del personaggio ora che i diritti cinematografici appartengono alla Marvel, Liefeld ha detto: “È una domanda alla quale non posso rispondere. Sono troppo fissato con Hugh Jackman. Spero che ritorni ad interpretarlo… lo spero davvero! È stato molto deciso sul fatto che non vuole più interpretare Wolverine, ma io da ingenuo continuo a non credergli.”

Di recente è stato proprio Hugh Jackman a rivelare che, se si fosse presentata davvero l’opportunità, sarebbe stato ben felice di poter recitare al fianco di Iron Man e Captain America nel MCU.

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Per quanto riguarda il personaggio di Wolverine, gli ultimi rumors riferiscono che sarebbe Henry Cavill il prescelto ad indossare gli artigli ereditandoli da Hugh Jackman, comparendo in Captain Marvel 2. Ma la notizia non ha trovato ancora conferma ufficiale.

Per quanto riguarda Logan, invece, si tratta sicuramente del migliore adattamento dedicato al singolo personaggio e in generale il miglior film sugli X-Men mai visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata, primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento dall’industria.

Per quello che riguarda invece Hugh Jackman, il personaggio di Wolverine gli ha regalato la fama internazionale imperitura, il successo e sicuramente la visibilità che lo ha portato ad interpretare molti dei suoi ruolo più importanti, nel corso della sua carriera, sempre divisa tra cinema e musical.

Najwa Nimri: 10 cose che non sai sull’attrice

Najwa Nimri: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta celebre a livello internazionale grazie ai suoi ruoli più recenti, l’attrice spagnola Najwa Nimri è in realtà attiva da diversi anni, vantando nella propria filmografia titoli di grande rilievo. Eclettica e carismatica, la Nimri ha infatti avuto modo di collaborare con importanti autori, grazie ai quali ha potuto maturare come interprete.

Ecco 10 cose che non sai di Najwa Nimri.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Najwa Nimri Bella ciao

Najwa Nimri: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice ottiene il suo primo ruolo di rilievo al cinema con il film Morire a San Sebastian (1997), per poi confermare la propria popolarità con titoli come Apri gli occhi (1997), con Penelope Cruz, Gli amanti del circolo polare (1998), Prima che sia notte (200), con Javier Bardem e Johnny Depp, Lucìa y el sexo (2001), Piedras (2002), Agents secrets (2004), 20 centimetri (2005), L’altra verità (2010), Habitaciòn en Roma (2010) e L’albero del sangue (2018), con Úrsula Corbero.

9. È nota per i suoi ruoli cinematografici. L’attrice ottiene una prima popolarità internazionale grazie alla serie Vis a vis – Il prezzo del riscatto (2015-2019), dove interpreta il ruolo di Zulema “Zule” Zahir, recitando accanto all’attrice Alba Flores. Dal 2019 dà invece vita al personaggio di Alicia Sierra nella popolare serie La casa di carta, recitando con gli attori Itziar Ituño, Álvaro Morte e Miguel Herrán. Nel 2020 riprende poi il ruolo di Zulema per lo spin-off Vis a vis – El Oasis.

8. Ha ricevuto importanti nomination. Nel corso degli anni l’attrice è stata nominata per ben cinque volte al premio Goya, considerato l’Oscar spagnolo. In particolar, ha ricevuto candidature come miglior attrice protagonista per Gli amanti del circolo polare, come miglior attrice non protagonista per Lucì y el sexo, e di nuovo come protagonista per Quién te cantara.

Najwa Nimri è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 4,2 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie che la ritraggono nei panni dei personaggi da lei interpretati, ma anche in momenti di svago in compagnia di amici o colleghi. Non mancano immagini promozionali dei suoi progetti da attrice, come anche piccole curiosità a lei legate.

Najwa Nimri: il marito e il figlio Teo Nabil

6. È stata sposata con un regista. Nel 1995 l’attrice intraprende una relazione con Daniel Calparsoro, regista del film Morire a San Sebastian, nel quale la Nimri ha recitato. I due si sono poi separati nel 2000. Nel 2004, invece, l’attrice ha avuto un figlio chiamato Teo Nabil, mantenendo però segreta l’identità del nuovo compagno. La Nimri è infatti particolarmente restìa a condividere dettagli sulla propria vita privata.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Najwa Nimri vis a vis

Najwa Nimri in Vis a vis

5. Ha richiesto di non dover eseguire dei nudi. Per interpretare la criminale Zulema, l’attrice ha espressamente chiesto ai produttori della serie che non venissero previste per il personaggio delle scene di nudo. La Nimri ha infatti dichiarato di non sentirsi a suo agio nel girare tali scene, specialmente davanti a troupe numerose. I produttori acconsentirono alle richieste dell’attrice, che fu così libera di ricoprire il ruolo.

4. Si è ispirata ad un noto personaggio di un film. Per la costruzione del suo personaggio, l’attrice, in collaborazione con gli autori, si è ispirata all’antagonista del film Faster Pussycat, Kill Kill. I due sono infatti estremamente simili, sia nell’acconciatura quanto nella caratterizzazione e nelle tendenze da sociopatica.

3. Aveva un’agguerrita rivale al ruolo. Quello di Zulema è stato un personaggio particolarmente ambito, desiderato da molte attrici. Una delle principali rivali durante i casting era l’attrice Alba Flores, la quale venne però preferita dalla produzione per il personaggio di Saray. Ciò permise alla Nimri di ottenere il ruolo, ritenuta tra tutte maggiormente adatta a ricoprirlo.

Najwa Nimri canta Bella ciao

2. Ha interpretato la celebre canzone italiana. La Nimri, oltre ad essere un’affermata attrice, è anche un’apprezzata cantante. In particolare, la si può sentire eseguire il brano Bella ciao durante i titoli di coda dell’ultima puntata della quarta stagione di La casa di carta. Per l’esecuzione del brano, l’attrice ha puntato su un’atmosfera più soft ed un ritmo più disteso, conferendovi così una nota di malinconia.

Najwa Nimri: età e altezza

1. Najwa Nimri è nata a Pamplona, in Spagna, il 14 febbraio 1972. L’attrice è alta complessivamente 172 centimetri.

Fonte: IMDb

Maggie Civantos: 10 cose che non sai sull’attrice

Maggie Civantos: 10 cose che non sai sull’attrice

Popolare attrice spagnola, Maggie Civantos ha negli ultimi anni guadagnato notorietà grazie ai suoi ruoli in progetti diversi, dal cinema alle soap opera, e fino ad alcune acclamate serie televisive. Grazie a queste ultime, in particolare, ha potuto oltrepassare i confini nazionali guadagnando consensi in diverse parti del mondo.

Ecco 10 cose che non sai di Maggie Civantos.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Maggie Civantos Najwa Nimri

Maggie Civantos: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi spagnoli. La filmografia dell’attrice si compone ancora di sole pellicole di produzione spagnola, come Prime Time (2008), che segna il suo debutto. Negli anni successivi guadagna poi popolarità grazie ai titoli Temporal (2013), 321 dìas en Michigan (2014), Crustàceos (2014), Escombros (2018), El mejor verano de mi vida (2018), Alegria, tristeza (2018), Antes de la quema (2019), La pequeña Suiza (2019), e Influenze maligne (2019).

 9. È nota per i suoi ruoli cinematografici. Il primo ruolo televisivo a rendere popolare l’attrice è quello nella serie Eva y kolegas (2008). In seguito, la Civantos torna sul piccolo schermo per recitare in Hospital Central (2009-2011), Arrayàn (2012-2013), Bienvenidos al Lolita (2014), e Ciega a citas (2014). A renderla davvero famosa, però, è la serie Vis a vis – Il prezzo del riscatto, dove dal 2015 al 2019 recita nel ruolo di Macarena Ferreiro, una delle protagoniste, recitando anche al fianco dell’attrice Alba Flores. Altro ruolo importante per la Civantos è quello di Angeles Vidal in Le ragazze del centralino (2017-2020). Nel 2020 riprende il ruolo di Macarena nella serie spin-off Vis a vis: El Oasis, dove recita accanto a Najwa Nimri.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Con la serie Vis a vis, la Civantos è diventata una delle più apprezzate interpreti del panorama spagnolo. Ciò viene ulteriormente ribadito anche dalle due nomination come miglior attrice televisiva che la Civantos ha ricevuto nel 2016 e nel 2017 agli Award of the Spanish Actors Union, vincendo nella prima di queste due occasioni.

Maggie Civantos è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 2 milioni di persone. All’interno di questo, la Civantos è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano però anche curiosità personale, e immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Maggie Civantos e il litigio con Najwa Nimri

6. Ha discusso realmente con la sua collega. Nella nuova serie che vede protagonista la Civantos, Vis a vis: El Oasis, dove recita accanto a Najwa Nimri, si sarebbe rivelato l’astio presente tra le due attrici. Durante una delle puntate, infatti, quest’ultima da uno schiaffo alla prima, cosa che a quanto pare non era prevista in sceneggiatura. Questo sarebbe il culmine di un periodo di divergenza tra le due attrici, che però non è stato ufficialmente commentato dalle due.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Maggie Civantos Le ragazze del centralino

Maggie Civantos in Vis a vis

5. È stata assente per un lungo periodo. A partire dal secondo episodio della terza stagione, e fino al penultimo della quarta, il personaggio interpretato dall’attrice esce di scena. La Civantos ha motivato questa lunga assenza per via degli impegni previsti con la serie Le ragazze del centralino. L’attrice non sapeva come sarebbe stato gestito a riguardo il suo personaggio, ma gli sceneggiatori hanno deciso di farlo semplicemente entrare in coma, così da permettergli un futuro ritorno.

4. È la protagonista dello spin-off. Nel 2020 l’attrice riprende ufficialmente il ruolo di Macarena per essere la protagonista dello spin-off intitolato Vis a vis: El Oasis. Ambientata qualche anno dopo il termine della serie originale, questa segue ora le vicende di Macarena e Zulema una volta uscite di prigione. Le due sono ancora solite dedicarsi a furti e crimini, ma le loro strade sono prossime a separarsi.

Maggie Civantos in Le ragazze del centralino

3. Ha scelto di lasciare la serie. Costretta a doversi dividere per diverso tempo tra le riprese delle serie Vis a vis e Le ragazze del centralino, la Civantos ha infine deciso di abbandonare quest’ultima. Arrivata alla quarta stagione, ha infatti appeso al chiodo in panni di Angeles, per potersi dedicare a tempo pieno allo spin-off dell’altra serie spagnola di cui era protagonista.

2. Si è detta soddisfatta della conclusione scritta per il suo personaggio. Molti fan si sono dimostrati delusi da quanto previsto per il personaggio di Angeles, interpretato dall’attrice. Questa, però, ha affermato che per quanto si tratti di una conclusione brusca, era la migliore che si potesse trovare, completando in modo coerente l’arco narrativo del personaggio.

Maggie Civantos: età e altezza

1. Maggie Civantos è nata a Malaga, in Spagna, il 28 dicembre 1984. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, le differenze tra libro e film

Dopo l’analisi de La Compagnia dell’Anello e de Le Due Torri, siamo infine giunti a segnalare le differenze dell’adattamento de Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, rispetto all’originale di Tolkien. I punti di differenza non sono molti, ma sono perfettamente inseriti nella riscrittura che Peter Jackson ha fatto dei bellissimi romanzi del Professore.

L’inizio

Come già anticipato nell’articolo che parla delle differenze tra libro e film de Le Due Torri, è chiaro che anche qui ci sono alcune cose che cambiano. Infatti il secondo libro della trilogia termina con Frodo prigioniero degli orchi, dopo essere stato punto da Shelob, Sam da solo, con l’Anello fuori alle porte di Minas Morgul, mentre, dall’altro lato della Terra di Mezzo, Aragorn, Legolas e Gimli, con Gandalf, si sono ricongiunti con Merry e Pipino trai relitti di Isengard.

Tutto questo invece, sia l’incontro con Shelob che la riunione dei Tre Cacciatori con i due Hobbit a Isengard, fa parte della prima parte del terzo film di Peter Jackson. Con l’unica differenza che nei libri sono gli hobbit a raccontare a Gandalf e gli altri l’attacco di Isengard da parte degli Ent, mentre nei film lo vediamo, mentre accade, alla fine de Le Due Torri.

Sam vs Gollum

Il lavoro che Peter Jackson fa nel costruire la rivalità tra Sam e Gollum, come rappresentati di due accompagnatori complementari per Frodo, è davvero mirabile, imbastendola sin dall’inizio. Nel libro, però, Sam non si separa mai da Frodo, mentre nel film Gollum trama contro lo “hobbit grasso” per separarlo da Frodo, e alla fine ci riesce, tanto che Frodo si avventura da solo nella tana di Shelob e lì viene ferito.

Nel libro, invece, i due hobbit entrano insieme nell’insidioso antro, e mentre Sam ha la meglio su Gollum che lo ha attaccato, Frodo viene punto dal ragno.

La voce di Saruman

Nei romanzi c’è un intero capitolo, alla fine de Le Due Torri, dedicato all’incontro della compagnia con Saruman. Sembra strano a pensarci, ma in realtà è la prima volta che incontriamo lo stregone votato al male nei libri, perché le altre volte era stato solo evocato nei racconti. Nel film lo vediamo sulla sua fortezza, Gandalf gli distrugge il bastone, tuttavia lo vediamo anche assassinato da Grima Vermilinguo. La caduta di Saruman dalla torre, causa anche la caduta del palantir che viene raccolto da Pipino.

Nei romanzi, invece, sia Saruman che Grima restano prigionieri a Orthanc, sotto la supervisione di Barbalbero e degli antri Ent. In questo caso, è Grima che butta via dalla finestra della torre il palantir, sperando di colpire qualcuno dei guerrieri sotto di essa. Anche in questo caso, Pipino raccoglie la pietra veggente.

L’intervento di Arwen

Il romanzo parte con Theoden alla guida dei Rohirrim in marcia verso Gondor, con Aragorn, Legolas, Gimli e Merry nelle sue schiere, mentre Gandalf e Pipino sono andati avanti verso Gondor. Durante la traversata, i Dunedain si uniscono all’esercito e suggeriscono ad Aragorn di percorrere la strada del suo, verso la roccia nera di Erech, dove c’è l’esercito dei morti che infranse un giuramento fatto a Isildur. Quest’esercito maledetto risponderà solo alla chiamata del vero re, per sfuggire alla sua condanna. Aragorn intraprende così il cammino verso sud e indossa lo stemma di Gondor, l’albero bianco, uno stemma ricamato da Arwen stessa che lo renderà riconoscibile in quanto legittimo re agli occhi dei re dei morti.

Nel film, invece, Elrond arriva all’accampamento di Theoden con Narsil riforgiata in Anduril, la fiamma dell’occidente. Arwen ha convinto il padre a riforgiarla e a consegnarla ad Aragorn per abbracciare il suo destino di re degli uomini. Con quella spada, Aragorn, con Legolas e Gimli al seguito, convincerà i morti a seguirlo in battaglia e a liberarsi così dalla loro maledizione. Non molti ci fanno caso, ma in entrambi i casi, sia nel film che nel libro, è un dono di Arwen ad aiutare Aragorn ad assumere il ruolo di comando che gli spetta per nascita.

Il re guaritore

La battaglia nei campi del Pelennor è più o meno simile nell’adattamento cinematografico de Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re, tuttavia la sequenza successiva del romanzo si concentra molto sul potere di guarigione del re Aragorn. A questo punto della storia, sia nel romanzo che nel film, Aragorn ha abbracciato il suo destino, e si rivela in quanto erede di Isildur. Lo fa confrontandosi con Sauron nel palantir, ma lo fa anche guarendo tutti quelli rimasti feriti durante la battaglia del Pelennor. In particolare guarisce anche Faramir, Eowyn e Merry.

Nella versione estesa del film, c’è una piccolissima parte dedicata invece alle Case di Guarigione, il luogo di Gondor che vede sbocciare l’amore tra Faramir e Eowyn, evento che si svolge in contemporanea con l’attacco al cancello nero di Mordor. Per Tolkien è importantissimo il segmento del racconto che parla di re guaritore: le mani di re sono mani di guaritore, e da questo che di riconosce un vero re.

La fine di Gollum

L’attraversamento della terra di Mordor da parte di Frodo e Sam è più o meno simile tra libro e film, tuttavia c’è un piccolo dettaglio che differisce. Quando, quasi alla voragine del Fato, Gollum raggiunge di nuovo gli hobbit, aggredisce prima Sam, poi Frodo indossa l’Anello e sparisce. Gollum aggredisce Frodo invisibile e gli stacca l’Anello dal dito.

Nel romanzo gioisce per il Tesoro ritrovato, ma scivola e cade. Nel film lotta corpo a corpo con Frodo ed entrambi cadono, ma come sappiamo Frodo sopravvive, ancora una volta grazie all’aiuto di Sam.

Molte Separazioni

In molti pensano che il finale del Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re sia troppo lungo, o meglio che comprenda troppi momenti conclusivi, troppi finali. La verità è che il romanzo ne contiene anche di più, perché Tolkien ha dato spazio e un lieto fine a tutti i suoi personaggi.

Oltre all’incoronazione di Aragorn e al suo matrimonio con Arwen, sulla strada verso la Contea, assistiamo anche al funerale di Theoden, all’incoronazione di Eomer, al commiato di Barbalbero, all’amore tra Faramir e Eowyn, e infine, sulla soglia di Casa Baggins, nel cuore della Contea, alla morte di Saruman per mano di Vermilinguo.

Conclusione

Alla fine di questo viaggio tra i fotogrammi e le pagine, anche a distanza di un ventennio, si può affermare senza ombra di dubbio che il lavoro di Peter Jackson sul romanzo di Tolkien, con cambiamenti tagli e aggiustamenti, è stato un prezioso percorso che ha ridato visibilità ad una delle opere più importanti del ‘900, regalando a più di una generazione il fascino del fantasy senza tempo.

Festival di Cannes: ecco le sorti dell’edizione 2020

Festival di Cannes: ecco le sorti dell’edizione 2020

Il Festival di Cannes presenterà una selezione di film all’inizio di giugno e collaborerà con diversi festival, tra cui Venezia, per presentare altre pellicole, stando a quanto riportato da Variety. Gli organizzatori sembrano anche aver escluso la possibilità di un festival fisico in autunno.

“Ad oggi, un’edizione fisica sembra complicata da organizzare, quindi stiamo andando avanti con l’annuncio dei film della selezione (ufficiale) che ci sarà a giugno”, ha detto un portavoce del festival, confermando ciò che il diettore artistico di Cannes Thierry Fremaux aveva detto domenica in un’intervista con Screen Daily.

Invece di optare per un festival virtuale, Cannes organizzerà una “ridistribuzione” fuori dalle mura (di Cannes), in collaborazione con i festival autunnali”, ha detto il portavoce. Questo include anche il festival di Venezia, come precedentemente riportato da Variety, con cui sono iniziati i colloqui, e alcuni cinema.

Il direttore di Cannes, fervente sostenitore dei cinema, ha dichiarato: “Il cinema e le sue industrie sono minacciati. Dovremo ricostruire, riaffermare la sua importanza con energia, unità e solidarietà ”, ha detto Fremaux ad Variety ad aprile.

Durante il fine settimana, Fremaux ha dichiarato che invece di svelare tutto ciò che avrebbe dovuto essere la selezione ufficiale di quest’anno – tra cui Concorso ufficiale, Fuori concorso e Un Certain Regard – annuncerà solo un elenco di film che facevano parte del roster e che dovrebbero essere distribuiti nei cinema tra oggi e la prossima primavera. A questi film verrà assegnata un’etichetta “Cannes 2020”. Il processo di selezione per il festival del prossimo anno, nel frattempo, inizierà in autunno. Alcuni film selezionati per questa edizione e che hanno ritardato la loro uscita di un anno verranno presi in considerazione per l’edizione 2021.

Cannes presenterà i suoi film “etichettati” in festival come Toronto, Deauville, Angoulême, San Sebastian, New York, Busan e il festival Lumière di Fremaux a Lione. Fremaux ha aggiunto che c’è anche l’idea di presentare i film insieme al Festival di Venezia.

Nel frattempo, l’edizione virtuale del Marché du Film di Cannes è prevista tra il 22 e il 26 giugno, insieme a un mercato virtuale guidato da agenzie statunitensi.

Favolacce: dall’11 maggio disponibile on demand

Favolacce: dall’11 maggio disponibile on demand

Vision Distribution, Pepito Produzioni e Rai Cinema sono lieti di annunciare che FAVOLACCE dei Fratelli D’Innocenzo, previsto in uscita al cinema il 16 aprile, andrà direttamente on demand a partire da oggi 11 maggio. Una scelta dettata dalla volontà di continuare ad incontrare il pubblico, nonostante le restrizioni imposte in questo periodo che hanno richiesto la chiusura temporanea delle sale.

Saranno  SKYPRIMAFILA Premiere, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, INFINITY, CG DigitalRAKUTEN TV le piattaforme digitali sulle quali noleggiare l’opera seconda di Fabio e Damiano D’Innocenzo che – oltre a risultare i più giovani autori ad aver ricevuto  l’ambito riconoscimento per la sceneggiatura dal Festival tedesco – hanno collezionato critiche entusiastiche sia dalla stampa nazionale che estera.

Elio Germano, anche lui trionfatore a Berlino con l’Orso d’argento come miglior attore per il film di Giorgio Diritti, è il protagonista di questa “favola nera” – come la definiscono gli autori – insieme a Barbara Chichiarelli, Gabriel Montesi, Max Malatesta ed Ileana D’Ambra.

Il film è stato prodotto da PEPITO PRODUZIONI con RAI CINEMA in coproduzione con VISION DISTRIBUTION, in associazione con QMI in coproduzione con AMKA FILMS e RSI RADIOTELEVISIONE SVIZZERA/SRG SSR.

Favolacce: intervista a Fabio e Damiano D’Innocenzo

FAVOLACCE – SINOSSI DEL FILM

C’era una volta una favola nera, ambientata nella provincia romana, tra la malinconica litoranea brutalmente costruita ed una campagna che è stata palude. Una piccola comunità di famiglie, i loro figli adolescenti, la scuola. Un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la passività delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti.  Ma soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli, incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e scorre veloce verso la sconfitta di tutti.

Favolacce: intervista a Fabio e Damiano D’Innocenzo

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Favolacce: intervista a Fabio e Damiano D’Innocenzo

In occasione dell’arrivo in digitale su tutte le piattaforme di Favolacce, l’11 maggio 2020, ecco l’intervista ai registi e sceneggiatori i fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo.

Vision Distribution, Pepito Produzioni e Rai Cinema sono lieti di annunciare che FAVOLACCE dei Fratelli D’Innocenzo, previsto in uscita al cinema il 16 aprile, andrà direttamente on demand a partire da oggi 11 maggio. Una scelta dettata dalla volontà di continuare ad incontrare il pubblico, nonostante le restrizioni imposte in questo periodo che hanno richiesto la chiusura temporanea delle sale.

Saranno  SKYPRIMAFILA Premiere, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, INFINITY, CG DigitalRAKUTEN TV le piattaforme digitali sulle quali noleggiare l’opera seconda di Fabio e Damiano D’Innocenzo che – oltre a risultare i più giovani autori ad aver ricevuto  l’ambito riconoscimento per la sceneggiatura dal Festival tedesco – hanno collezionato critiche entusiastiche sia dalla stampa nazionale che estera.

Elio Germano, anche lui trionfatore a Berlino con l’Orso d’argento come miglior attore per il film di Giorgio Diritti, è il protagonista di questa “favola nera” – come la definiscono gli autori – insieme a Barbara Chichiarelli, Gabriel Montesi, Max Malatesta ed Ileana D’Ambra. Il film è stato prodotto da PEPITO PRODUZIONI con RAI CINEMA in coproduzione con VISION DISTRIBUTION, in associazione con QMI in coproduzione con AMKA FILMS e RSI RADIOTELEVISIONE SVIZZERA/SRG SSR.

FAVOLACCE: la trama del film

C’era una volta una favola nera, ambientata nella provincia romana, tra la malinconica litoranea brutalmente costruita ed una campagna che è stata palude. Una piccola comunità di famiglie, i loro figli adolescenti, la scuola. Un mondo apparentemente normale dove silente cova il sadismo sottile dei padri, impercettibile ma inesorabile, la passività delle madri, l’indifferenza colpevole degli adulti.  Ma soprattutto è la disperazione dei figli, diligenti e crudeli, incapaci di farsi ascoltare, che esplode in una rabbia sopita e scorre veloce verso la sconfitta di tutti.

MCU: i 10 migliori momenti musicali

MCU: i 10 migliori momenti musicali

La musica è sempre stata un elemento fondamentale dei film dell’Universo Cinematografico Marvel, soprattutto dopo l’uscita del primo Guardiani della Galassia. Generi e annate musicali più disparati: sono questi due i principali motivi che rendono quanto mai arduo scegliere i migliori brani musicali apparsi nei 23 titoli della Saga dell’Infinito.

Tuttavia, ci sono alcuni classici intramontabili usati nel MCU che inevitabilmente saranno sempre associati a quel determinato cinecomic. Di seguito abbiamo provato a raccogliere 10 delle migliori colonne sonore/canzoni apparse nel MCU:

Redbone – “Come and Get Your Love” (Guardiani della Galassia)

Nella sequenza d’apertura di Guardiani della Galassia, Peter Quill/Chris Pratt danza su un pianeta lontano alla ricerca di una delle Gemme dell’Infinito. Il nostro protagonista sfoggia un mangiacassette che suona alcuni classici molto noti sul pianeta Terra, attraverso delle cuffie che rappresentano un ricordo della madre tragicamente scomparsa. La scena in questione ritorna in Avengers: Endgame, quando i Vendicatori viaggiano indietro nel tempo alla ricerca di una delle Gemme per cercare di eliminare Thanos.

Electric Light Orchestra – “Mr. Blue Sky” (Guardiani della Galassia Vol. 2)

Ancora una volta, con la scena d’apertura di Guardiani della Galassia Vol. 2, James Gunn ha puntato a restare impresso nella mente dei fan grazie a “Mr. Blue Sky”, classico degli anni ’70 che ogni generazione adora ascoltare. Il fatto che la canzone venga usata per una sequenza in cui i Guardiani combattendo contro un enorme mostro spaziale la rende ancora più incredibile…

Led Zeppelin – “Immigrant Song” (Thor: Ragnarok)

Thor: Ragnarok è uno dei 23 film più particolari ed eccentrici che compongono il MCU. Il regista Taika Waititi è uscito completamente fuori dagli schemi con la terza avventura del Dio del Tuono sul grande schermo, dando vita a sequenza davvero memorabili. Una di queste è senza ombra di dubbio la battaglia finale in cui Thor incombe sull’esercito della malvagia Hela sulle note di “Immigrant Song”, un momento davvero iconico nel MCU e probabilmente il più grande della trilogia dedicata al personaggio interpretato da Chris Hemsworth.

AC/DC – “Back in Black” (Iron Man)

Iron Man, il primo film in assoluto del MCU ci presenta il multi-miliardario Tony Stark/Robert Downey Jr. mentre presenta all’esercito degli Stati Uniti d’America il suo nuovo missile, il Jericho. Terminata l’esposizione, il proprietario delle Stark Industries si mette in viaggio verso l’aeroporto della base, ma durante il tragitto il convoglio che lo scorta viene attaccato da alcuni terroristi e Tony viene rapito. Ad accompagnare la sequenza c’è “Back in Black”, brano che sarà presente anche in Spider-Man: Far From Homequando Peter Parker si dedica da solo a progettare il suo costume, proprio come ha fatto Tony Stark. 

No Doubt – “Just a Girl” (Captain Marvel)

Questa è senza dubbio la migliore canzone della colonna sonora di Captain Marvel. Il film, ambientato negli anni ’90, presenta numerosissimi riferimenti alla cultura pop quell’epoca, con easter egg che rimandano addirittura a Pulp Fiction. “Just a Girl” è presenta nella scena in cui Carol Danvers/Brie Larson combatte contro l’esercito di Kree, verso la fine del film. La scena è assolutamente riuscita per l’incredibile contrasto che si viene a creare tra la tecnologia impiegata per realizzarla e il brano comunque datato che l’accompagna.

Kitty Kallen – “It’s Been a Long, Long Time” (Avengers: Endgame)

Captain America ha dovuto affrontare numerose avversità da quando in Captain America: Il primo vendicatore – a causa del suo congelamento fino al 2012 – lo abbiamo visto rinunciare al suo amore per Peggy Carter. Nella sequenza finale di Avengers: Endgame, Cap torna nell’America degli anni ’40 e ritrova la sua amata Peggy, con i due che si lasciano andare ad un lento sulle note del grande successo dell’epoca ‘It’s Been a Long, Long Time’: si tratta dell’ultima scena di Steve Rogers/Chris Evans nel MCU, oltre ad essere un modo perfetto per chiudere il suo arco narrativo.

AC/DC – “Shoot to Thrill” (Iron Man 2)

Gli AC/DC non si sono soltanto occupati della colonna sonora di Iron Man 2, ma hanno praticamente sfruttato il successo del film per rilanciare alcuni dei loro classici più celebri attraverso nuovi video musicali. “Shoot to Thrill” è presente nella scena in cui Iron Man si alza in volo con la nuova armatura del supereroe creata da lui stesso.

Blue Swede – “Hooked on a Feeling” (Guardiani della Galassia)

Quando i Guardiani vengono catturati nel primo film, vengono trasportati in una sorta di mega-carcere in cui sono confinati i peggiori criminali dell’intera Galassia. Nella scena in cui si apprestano a sottoporsi al rituale delle foto segnaletiche, è possibile ascoltare “Hooked on a Feeling”, brano iconico che, anche se i giovani fan del MCU possono non conoscere, si adatta perfettamente alla scena.

Star Spangled Man (Captain America: Il primo Vendicatore)

Canzone composta appositamente per il film Captain America: Il primo vendicatore, “Star Spangled Man” ricorda quelle tipiche tracce degli anni ’40 che miravano a sollevare gli spiriti dei soldati che, negli anni ’40, venivano mandati in guerra. Nella scena del film con Chris Evans, Capitan America non sta ancora usando i suoi potere per fare del bene, e agli occhi dei soldati appare più come un’artista da quattro soldi che come l’eroe che il mondo imparerà ad amare…

Alan Silvestri – “Main On End” (Avengers: Endgame)

Questa traccia può essere ascoltata in tutti i film dei Vendicatori ed è diventata in qualche modo il tema principale degli Original Six. La maggior parte dei fan avrà ancora la pelle d’oca ogni volta che ascolterà la versione realizzata per Avengers: Endgame, poiché viene riprodotta nel momento più iconico del film, ossia la battaglia finale. Speriamo che se gli Avengers continueranno ad entrare in azione (anche se la formazione sarà diversa da quella che abbiamo conosciuto in tutti questi anni), questa musica farà ancora da tappeto musicale alle loro gesta…

Fonte: Screen Rant

Morto Jerry Stiller, attore comico e papà di Ben

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Morto Jerry Stiller, attore comico e papà di Ben

Si è spento a 92 anni, per cause naturale, Jerry Stiller, attore comico, famoso caratterista e papà di Ben, con il quale ha anche condiviso il set. Salta subito alla mente Zoolander. A confermarlo è proprio Ben Stiller che ha condiviso un post su Twitter, scrivendo: “Sono triste perché devo dire che mio padre, Jerry Stiller, è morto per cause naturali. È stato un grande papà e nonno, e il più attento marito per Anne nel corso di 62 anni di matrimonio. Mancherà tanto a tutti noi, ti voglio bene papà.”

Il ruolo a cui tutti lo legano è quello di Frank Constanza in Seinfeld, che ha ricoperto per 26 episodi della serie culto, ma ha lavorato tanto a teatro e in tv, anche al fianco della moglie Anne Meara. Jerry Stiller ha recitato accanto al figlio Ben per la prima volta nel 1987, in Su e giù per i Caraibi, e nell’esordio dietro alla macchina da presa di Ben, Giovane, carini e disoccupati, ha recitato accanto alla moglie, scomparsa nel 2015.

Revival di Stephen King: il regista di Doctor Sleep per il film

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Revival di Stephen King: il regista di Doctor Sleep per il film

Arriva da The Hollywood Reporter la notizia che Mike Flanagan, regista de Il gioco di Gerald e Doctor Sleep, porterà sul grande schermo un nuovo adattamento cinematografico dell’opera di Stephen King. Il romanzo in questione che arriverà questa volta al cinema sarà Revival, pubblicato dal maestro del brivido nel 2014.

Flanagan sarà coinvolto nel progetto in qualità di produttore insieme a Trevor Macy. A causa dei numerosi impegnai del regista – che includono  la post-produzione della miniserie The Hauting of Bly Manor e lo sviluppo dell’adattamento tv di The Midnight Club e della serie Midnight Mass –, non sappiamo se Flanagan si occuperà anche di dirigere il film. L’adattamento di Revival è stato ordinato dalla Warner Bros., già dietro la produzione di Doctor Sleep con Ewan McGregor. Di seguito potete leggere la sinossi ufficiale del romanzo originale:

“Più di cinquant’anni fa, in una placida cittadina del New England, un’ombra si allunga sui giochi di un bambino di sei anni. Quando il piccolo Jamie alza lo sguardo, sopra di lui si staglia la figura rassicurante del nuovo reverendo, appena arrivato per dare linfa alla vita spirituale della congregazione. Intelligente, giovane e simpatico, Charles Jacobs conquista la fiducia dei suoi parrocchiani e l’amicizia incondizionata del bambino: per lui il pastore è un eroe, soprattutto dopo che gli ha “salvato” il fratello con una delle sue strepitose invenzioni elettriche. Ma l’idillio dura solo tre anni: la tragedia si abbatte come un fulmine su Jacobs, tutto il suo mondo è ridotto in cenere e a lui rimane solo l’urlo disperato contro il Dio che lo ha tradito. E il bando dal piccolo Eden che credeva di avere trovato. Trent’anni dopo, quando Jamie avrà attraversato l’America in compagnia dell’inseparabile chitarra che l’ha reso famoso, e dei demoni artificiali che ha incontrato lungo il cammino, l’ombra di Charles Jacobs lo avvolgerà ancora: questa volta per suggellare un patto terribile e definitivo. “Revival” è il racconto di due vite, quella che King ha vissuto e quella che avrebbe potuto vivere, attraverso due personaggi formidabili per potenza e fragilità, due uomini ai quali accade di incontrare il demonio e di affondare nel suo cuore di tenebra.”

Avatar: budget da capogiro per i sequel?

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Avatar: budget da capogiro per i sequel?

Le ultime immagini arrivate direttamente dal backstage dei sequel di Avatar – scatti che risalgono ovviamente a prima che la produzione dei sequel venisse bloccata a causa della pandemia di Covid-19 -, hanno lasciato intendere quanto importante è stata (e ancora sarà) in termini economici la produzione degli attesissimi nuovi film diretti da James Cameron, che promettono di superare da un punto di vista non solo tecnico ma anche di “esperienza cinematografica immervisa” il primo capitolo.

Adesso, un nuovo report dell’autorevole Deadline ha svelato con maggiore precisione qual è l’effettivo budget messo a disposizione dalla Disney per la realizzazione dei sequel: a quanto pare, i sequel di Avatar potranno contare su un budget totale di 1 miliardo di dollari. Nell’articolo della fonte, però, non viene specificato in che modo l’ingente cifra è stata suddivisa per i vari capitoli che arriveranno in sala tra il 2021 e il 2027. È probabile comunque, anche in base ad una voce che circolava da parecchio tempo, che per ogni singolo episodio sia stato utilizzato un budget di 250 milioni di dollari.

LEGGI ANCHE – Avatar: la produzione dei sequel si ferma per il Coronavirus

Avatar 2 debutterà il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 19 dicembre 2025 17 dicembre 2027.

Il cast della serie di film è formato da Kate WinsletEdie FalcoMichelle YeohVin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam WorthingtonZoe SaldanaStephen LangSigourney WeaverJoel David MooreDileep Rao e Matt Gerald.

Pirati dei Caraibi: Johnny Depp potrebbe tornare nel reboot

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Pirati dei Caraibi: Johnny Depp potrebbe tornare nel reboot

La scorsa settimana vi abbiamo riportato un interessante rumor circa l’annunciato reboot della saga di Pirati dei Caraibi secondo qui Karen Gillan, la Nebula del MCU, sarebbe la favorita della Disney per interpretare la protagonista del nuovo film, la piratessa Redd, personaggio delle attrazioni ispirate al franchise e presenti nei vari parchi a tema Disney.

La notizia era stata riportata da The Disinsider, e adesso il caporedattore del sito ha pubblicato via Twitter un piccolo aggiornamento sulla questione, riportando nuove voci secondo cui il futuro del personaggio di Jack Sparrow non è ancora stato deciso: da quando è stato infatti annunciato il reboot, si è sempre parlato del fatto che Johnny Depp non sarebbe tornato negli iconici panni di Capitan Jack; a quanto pare, però, le cose non sarebbero ancora definitive…

Su Twitter leggiamo quanto segue: “Sembra che lo studio stia puntando a una sorta di reboot della saga di Pirati dei Caraibi sulla falsariga di quanto fatto dalla Paramount e dalla Hasbro con Bumblebee. Per quest motivo, Jack Sparrow potrebbe ancora comparire nel nuovo film, o tramite un cameo o come personaggio di primo piano. A questo punto, non è esclusa la possibilità che il reboot possa essere ambientato nello stesso universo.”

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A scrivere il nuovo capitolo della saga di Pirati dei Caraibi saranno il “veterano” Ted Elliott e il creatore della pluripremiata serie Chernobyl Craig Mazin. Lo scorso febbraio era stato confermato l’addio al progetto dei due sceneggiatori Rhett Reese Paul Wernick.

Jerry Bruckheimer dovrebbe tornare al timone come produttore. Elliott ha già firmato la storia di La maledizione della prima luna e delle tre successive pellicole Dead Man’s Chest, At World’s End e On Stranger Tides con l’allora partner Terry Rossio.

Black Widow, Florence Pugh: “Training sì, ma alle mie condizioni”

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In Black Widow vedremo finalmente in azione il personaggio di Yelena Belova, una compagna di Vedova Nera che proprio come Natasha è stata addestrata nella Stanza Rossa. Secondo alcuni, il personaggio interpretato da Florence Pugh potrebbe raccogliere l’eredità di Scarlett Johansson e diventare la nuova Vedova Nera del MCU.

In attesa di scoprire se sarà davvero così, in una recente intervista con Elle UK, Florence Pugh – di recente candidata all’Oscar per la sua performance in Piccole donne – ha svelato alcuni segreti circa la sua preparazione al ruolo di Yelena, rivelando quanto sia stato importante per lei, prima e durante la lavorazione del film, mantenere il controllo in riferimento alla forma fisica più idonea per “adeguarsi” al personaggio:

“Quando ho ottenuto la parte, la prima cosa che ho voluto sapere è stato il regime che avrei dovuto seguire”, ha detto l’attrice. “Era un grande problema per me quello, dal momento che non volevo far parte di qualcosa in cui sarei stato costantemente controllata. Non volevo che le persone dovessero assicurarsi che fossi nella forma ‘giusta’. Non è una cosa con la quale potrei convivere”. L’attrice ha anche spiegato che durante le riprese del film, cucinare l’ha aiutata a gestire lo stress: “Onestamente… tagliare, mescolare, cucinare e gustarmi ciò che preparo è come una terapia per me.”

LEGGI ANCHE – Black Widow rivelerà le gesta di Nat che non abbiamo visto sullo schermo

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

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Chris Hemsworth: “Lo humor di Thor è solo opera di Taika Waititi”

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Prima di Thor: Ragnarok, Taika Waititi era conosciuto essenzialmente per aver diretto alcuni film indipendenti molto acclamati dalla critica. I Marvel Studios lo assunsero per dirigere la terza avventura del Dio del Tuono nel MCU, chiedendo esplicitamente al regista di distaccarsi dai toni del precedente Thor: The Dark World (uno dei titoli meno apprezzati dell’universo condiviso) e di approcciarsi al personaggio interpretato da Chris Hemsworth in una maniera completamente nuova.

Il risultato è stato un grandissimo successo tanto di critica quanto di pubblico, con Thor: Ragnarok che ha definitivamente stabilito il tono attraverso cui, da quel momento, sarebbe stata caratterizzata la presenza del Dio del Tuono nei futuri film del MCU (inclusi Avengers: Infinity War e Endgame). Il successo del film ha fatto sì che la Marvel concedesse una seconda opportunità a Taika Waititi, affidandogli la regia dell’attesissimo Thor: Love and Thunder, mentre la Disney si è lasciata così travolgere dal talento del regista neozelandese da affidargli un nuovo film della saga di Star Wars.

Adesso, in una recente intervista con GQ, è stato proprio Chris Hemsworth ad elogiare la personalità di Taika Waititi e a spiegare che il sense of humor infuso al personaggio di Thor è esclusivamente opera del regista: “Taika è follemente divertente”, ha detto l’attore a proposito di Waititi. “Ma non bisogna pensare che quell’energia frenetica e a tratti infantile appartenga a qualcuno che non sa quello che fa. È una combinazione davvero unica: Taika ha la capacità di metterti a tuo agio proprio grazie all’umorismo, ma è anche dotato di tutte quelle conoscenze di cui un regista ha bisogno per guidarti durante la lavorazione di un film. Ed è arrivato in un momento in cui desideravo fortemente che ci fosse più umorismo per il personaggio di Thor.”

LEGGI ANCHE – Thor: Love and Thunder, Chris Hemsworth anticipa una storia folle

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Ant-Man 3, Michael Douglas rivela: “Presto novità sul film”

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Ant-Man 3, Michael Douglas rivela: “Presto novità sul film”

Peyton Reed, regista di Ant-Man e Ant-Man and the Wasp, è stato incaricato dai Marvel Studios di occuparsi anche della regia di Ant-Man 3, con Paul Rudd che, oltre a tornare nei panni di Scott Lang, collaborerà anche alla sceneggiatura del film insieme a Jeff Loveness (Rick and Morty).

Al momento, data l’attuale situazione mondiale dovuta all’emergenza Covid-19, è impossibile prevedere quando i set cinematografici saranno nuovamente agibili e, di conseguenza, quando avranno inizio le riprese di Ant-Man 3. Eppure, in un recente Q&A attraverso il suo account Instagram, Michael Douglas ha confermato che a breve ci saranno importanti novità sul film.

L’interprete di Hank Pym, in risposta ad un fan che a quanto pare sembrerebbe aver chiesto proprio aggiornamenti sul terzo Ant-Man, ha dichiarato quanto segue: “Non posso parlarne. Perché la Marvel mi sparerebbe con una pistola. Ma credo tu debba tener duro ancora per un po’, perché a breve potrebbero arrivare delle novità davvero interessanti.”

Al momento è difficile prevedere a cosa facciano riferimento le parole di Douglas: verrà annunciata la data di uscita del film? O Ant-Man 3, come si vocifera da un po’ di tempo, arriverà direttamente su Disney+ e la Casa di Topolino è pronta ad ufficializzarne la release in streaming?

LEGGI ANCHE – Ant-Man: uno dei villain potrebbe tornare in futuro

L’ultimo film del franchise di Ant-Man che abbiamo visto al cinema è stato  Ant-Man and the Wasp, diretto da Peyton Reed. Il cast del film comprende Paul Rudd, Evangeline Lilly, Bobby Cannavale, Michael Pena, Judy Greer, Michael Douglas, Michelle Pfeiffer, Laurence Fishbourne, Hannah John-Kamen Walton Goggins.

Colin O’Donoghue: 10 cose che non sai sull’attore

Colin O’Donoghue: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre per il suo ruolo da protagonista in una nota serie TV, l’attore Colin O’Donoghue ha negli anni dato prova di possedere una buona versatilità prendendo parte a progetti particolarmente diversi tra loro. In breve, è diventato uno dei volti più noti e apprezzati della televisione presso il grande pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Colin O’Donoghue.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Colin O'Donoghue moglie

Colin O’Donoghue: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in un noto film horror. L’attore ha debuttato sul grande schermo con il ruolo di Michael Kovak in Il rito (2011), dove recita accanto al celebre Anthony Hopkins. Negli anni successivi O’Donoghue recita poi in Storage 24 (2012), The Dust Storm (2016), Carrie Pilby (2016) e What Still Remains (2018). Prossimamente tornerà al cinema con il fantasy Fairytale.

9. È protagonista di una nota serie TV. Dopo aver debuttato con un ruolo nel film Home for Christmas (2002), l’attore continua a recitare per il piccolo schermo in alcuni episodi di serie come Love Is the Drug (2004), Fair City (2005), The Clinic (2006-2008) e I Tudors (2009), con Jonathan Rhys Meyers. Dal 2012 diventa popolare grazie al ruolo di Capitan Uncino nella serie C’era una volta, dove recita fino al 2018 accanto all’attrice Jennifer Morrison. Nel 2020 recita poi in The Right Stuff, interpretando il personaggio di Gordon Cooper.

Colin O’Donoghue è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 1,2 milioni di persone. All’interno di questo O’Donoghue è solito condividere fotografie scattate sui set da lui frequentati, condividendo curiosità o momenti di svago insieme ai suoi colleghi. Particolarmente presenti sono poi anche foto promozionali dei suoi progetti, come anche immagini di vario tipo.

Colin O’Donoghue: chi è sua moglie

7. Si è sposato dopo una lunga relazione. Nel 2009 l’attore ha annunciato le nozze con Helen, di professione insegnante. I due avevano una relazione sin da quando avevano 18 anni, e, specialmente in seguito all’accresciuta popolarità dell’attore, hanno mantenuto una profilo di coppia particolarmente privato, evitando così l’esposizione ai media.

6. Hanno avuto due figli. Molto poco si sa della vita privata della coppia, restia a mischiare questa con l’ambiente mondano frequentato da O’Donoghue. Tra i pochi annunci pubblici rilasciati dai due, tuttavia, vi è quello della nascita dei due figli, avvenuta rispettivamente nel 2013 e nel 2017.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Colin O'Donoghue C'era una volta

Colin O’Donoghue in C’era una volta

5. Ha ottenuto diversi premi con la co-protagonista. Grazie al suo ruolo nella serie, O’Donoghue ha ottenuto tre nomination ai Teen Choice Awards, in coppia con l’attrice Jennifer Morrison, con la quale condivide molte scene. Nel 2016 hanno infine vinto il premio intitolato “Choice TV Liplock”, ovvero al miglior bacio. Ciò è stato un ulteriore segno dell’apprezzamento del pubblico nei confronti dell’attore.

4. Non era previsto che ottenesse tanto rilievo nella serie. L’attore ha ricoperto per la prima volta il ruolo di Capitan Uncino a partire dalla seconda stagione della serie. Inizialmente, il personaggio era previsto soltanto per pochi episodi, ma dato l’ottimo riscontro di pubblico i produttori hanno deciso di mantenerlo, facendo di lui uno dei protagonisti.

3. Si è ispirato ad un celebre gruppo per il look del personaggio. Per il suo Capitan Uncino, l’attore ha voluto stravolgere il look generalmente associato al personaggio. D’accordo con i produttori, O’Donoghue ha costruito lo stile del personaggio a partire da quello della celebre band i Depeche Mode. Tra le fonti di ispirazione vi è però anche il pirata del film La storia fantastica (1987).

2. Gli è stato difficile lasciare il personaggio. Nel 2018 l’attore ha concluso il suo lavoro nella serie, dovendo pertanto abbandonare il personaggio di Capitan Uncino. O’Donoghue ha affermato che non è stato semplice lasciare, dopo sei anni, il ruolo che l’ha reso celebre, ma di essere soddisfatto della conclusione trovata al suo arco narrativo.

Colin O’Donoghue: età e altezza

1. Colin O’Donoghue è nato a Drogheda, Irlanda, il 26 gennaio 1981. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

The Batman: Andy Serkis sul rapporto tra Bruce e Alfred

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The Batman: Andy Serkis sul rapporto tra Bruce e Alfred

In una recente intervista con LADBible, Andy Serkis ha parlato di The Batman, il nuovo cinecomic DC diretto da Matt Reeves e interpretato da Robert Pattinson, in cui la star delle saghe de Il Signore degli Anelli e Il Pianeta delle Scimmie avrà il ruolo di Alfred Pennyworth, il fedele maggiordomo di Bruce Wayne.

Anche se l’attore non ha potuto rivelare alcun dettaglio sulla trama, ha comunque specificato che il Batman che vedremo sarà molto più oscuro rispetto alle precedenti incarnazioni e che il rapporto tra Bruce e Alfred sarà molto importante ai fini della trama: “In questo film si parlerà molto della connessione emotiva tra Alfred e Bruce. È davvero al centro della storia. Matt ha scritto una sceneggiatura davvero splendida.”

Serkis, che è attualmente impegnato con la post-produzione di Venom: Let There Be Carnage, ha poi parlato del suo approccio al ruolo, facendo riferimento all’incarnazione di Alfred da parte di Michael Caine nella trilogia de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan: “Caine è stato fantastico. Il suo Alfred è leggendario. A dire il vero, però, non avrei mai potuto iniziare da ciò che ha fatto lui. Devi trovare il tuo modo di entrare nel personaggio. È come quando ti ritrovi ad interpretare uno degli iconici ruoli di una tragedia di Shakespeare. Si tratta di rivisitare quel personaggio e farlo tuo. Si tratta del modo in cui quel personaggio si connette a te e al vostro personale diagramma di Venn.”

Parlando invece dello stop alle riprese del film a causa della pandemia di Covid-19, l’attore ha spiegato: “Quando ci siamo dovuti fermare, aveva girato esattamente la metà delle mie scene. Sarà interessante vedere come tutto questo influenzerà il nostro lavoro una volta che torneremo sul set. Ad ogni modo, sarà comunque un film bellissimo.”

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Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon) e Paul Dano (Enigmista). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.

HN Entertainment ha suggerito che le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of JusticeJustice LeagueWonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Cherif, la serie tv: trama, cast, episodi e dove vederla

Cherif, la serie tv: trama, cast, episodi e dove vederla

Cherif è la serie tv francese e poliziesco creata da Lionel Olenga, Laurent Scalese e Stéphane Drouet. La serie è scritta da Lionel Olenga, Marine Gacem, Mehdi Ouahab, Laure DeColbert, Robin Barataud e diretta da Vincent Giovanni, Julien Zidi, Akim Isker, Hervé Brami, Pierric Gantelmi d’Ille. E’ composta da sei stagioni di successo ed è andata in onda per la prima volta nel 2012.

Cherif: dove vederla

La serie tv Cherif è in programmazione in onda su Giallo.

Cherif, la trama e il cast

Nella serie tv il capitano alla Squadra Anticrimine di Lione, Kader Cherif ama fare il suo lavoro e se ne infischia se la cosa dovesse stupire qualcuno. Poliziotto di strada, conosce la sua città come nessuno e praticamente non lascia mai il commissariato, in quanto abita proprio di fronte. Dotato di perspicacia non comune, Cherif è solito citare frasi e aneddoti delle serie televisive poliziesche anni 70/80 a cui si ispira. Allegro e simpatico, spesso svolge le sue indagini in maniera non proprio ortodossa, ad esempio portandosi i testimoni in casa per interrogarli davanti a una tazza di tè; questi metodi non mancano di creare attrito con la sua nuova partner, il capitano Adeline Briard, figlia del direttore della polizia giudiziaria di Parigi, trasferitasi a Lione dopo il suicidio del fratello. Curiosa anche l’auto di servizio di Cherif, una Peugeot 504 coupé prelevata dal parco vetture sequestrate dalla Polizia.

In Cherif protagonisti sono Abdelhafid Metalsi nei panni di Capitano Kader Cherif, Carole Bianic nel ruolo di Capitano Adeline Briard, Aurore Erguy come Roxane Le Goff, François Bureloup nei panni di Brigadiere capo Joël Baudemont, Vincent Primault come Philippe Dejax, medico legale, Greg Germain come Jean-Paul Doucet, Direttore della polizia di Lione, Clémence Thioly come Stéphanie Giraud, Agente (episodi da 1 a 18) e Nathalie Blanc nei panni di Christelle Laurent, Agente dall’episodio 23).

Nei ruoli ricorrenti Mélèze Bouzid come Sarah Cherif, figlia di Kader Cherif, Élodie Hesme come Deborah Atlan, avvocato del foro di Lione e ex moglie di Kader Cherif, Frédéric Gorny come Pierre Clément, avvocato e compagno di Deborah Atlan (3 épisodes), Arsène Mosca come Jean-Pierre Rochmansky e Arnaud Binard come Pascal Garnier.

Curiosità sulla serie tv

Nel 2010, mediante un bando di gara, France 2 cerca nuove serie televisive. L’intento di Lionel Olenga, coideatore di Cherif insieme a Laurent Scalese e Stéphane Drouet, è di proporre una serie poliziesca divertente con degli aspetti surreali e un po’ sfalsati. Visti i buoni dati di ascolto della seconda serie, all’inizio del 2015 la rete rinnova il contratto per una terza e successivamente per una quarta stagione. In Italia va in onda su Giallo dal 4 gennaio 2016.

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