Nel corso di una recente intervista
con Variety, Margot Robbie, insieme ai soci produttori
Tom Ackerley e Josey McNamara, ha
risposto agli incoraggianti commenti di George Clooney sul prequel di Ocean’s Eleven, dopo che recenti
notizie avevano suggerito che Robbie e Ryan Gosling avrebbero potuto interpretare i
genitori di Danny Ocean. “Onestamente, sono molto contenta di
sentirlo“, ha detto Robbie. “È un elogio estremamente
importante. Wow, che emozione!“. Tuttavia, Robbie, Ackerley e
McNamara hanno rivelato che stanno ancora lavorando alla trama e
alla sceneggiatura del film e che quindi non ci sarebbe ancora
nulla di definitivo.
Senza smentire o confermare,
Margot Robbie ha infatti chiarito che l’inclusione dei genitori
di Danny Ocean nel prequel di Ocean’s Eleven non è ancora
certa, lasciando intendere che lei e Gosling potrebbero
interpretare ruoli diversi da quelli inizialmente ipotizzati.
“Quindi non so chi saranno o non saranno i suoi genitori alla
fine…“, ha detto, aggiungendo al suo commento: “O se i
suoi genitori saranno effettivamente presenti nel film“. Ad
oggi di questo prequel sappiamo che dovrebbe svolgersi a Monte
Carlo negli anni Sessanta. Jay Roach, che ha già
collaborato con Robbie in Bombshell del 2019, dirigerà il
progetto.
L’ultima volta che il franchise è
stato visto sul grande schermo è stato in occasione di Ocean’s 8 del 2018, con un capitolo in cui
Sandra Bullock guidava una squadra che
comprendeva solo donne tra i suoi ranghi. Il piano era semplice:
infiltrarsi nel Met Gala e rubare una collana molto costosa.
L’alchimia tra il cast ha portato il film a un comodo bottino di
297 dollari al botteghino mondiale, dando allo studio la fiducia
necessaria per andare avanti con la serie. Le riprese di questo
prequel sarebbero dovute iniziare nell’estate del 2023, ma la cosa
è stata rimandata per via degli scioperi verificatisi.
Arriva da Variety la notizia che la
bella e brava Margot Robbie sarà la protagonista e
la produttrice di Bad Monkeys, action
thriller basato sul romanzo omonimo di Matt Ruff
che sarà distribuito dalla Universal.
Scott Stuber e Dylan Clark
produrrano il film attraverso la loro Bluegrass Films. La Robbie si
occuperà della produzione grazie alla sua LuckyChap Entertainment,
con Josey McNamara che figurerà invece come produttore
esecutivo.
Di seguito la sinossi ufficiale del
romanzo: Jane Charlotte è stata arrestata per omicidio. Interrogata
dalla polizia ammette di far parte della Bad Monkeys, ramo
operativo di una misteriosa organizzazione segreta il cui compito è
liberare il mondo dal male. Questa confessione le costa però un
soggiorno nella sezione psichiatrica della prigione dove viene
sottoposta a interminabili sedute sulla sua carriera di assassina.
Più il racconto di Jane si popola di assurdità – messaggi nascosti
nelle parole crociate, dollari con occhi e orecchie, inquietanti
clown armati – più il dottore che la interroga fatica a distinguere
la verità dall’invenzione. E nessuno, nemmeno voi, riuscirà a
capire se Jane è pazza, bugiarda o se le cose sono completamente
diverse da come sembrano. Tra il fumetto lisergico avant-punk e il
romanzo di formazione con sotterranei riferimenti religiosi, è un
thriller martellante e sexy. Un vortice di messaggi subliminali,
cospirazioni e complotti che si sgretolano e si ricompongono, come
in un gioco di scatole cinesi dagli esiti sempre imprevedibili.
Margot Robbie è
attualmente nelle nostre sale con The Legend of
Tarzan di David Yates al fianco di Alexander
Skarsgard (qui la nostra
recensione del film). Dal 13 agosto invece arriverà in Italia
Suicide Squad, in
cui l’attrice interpreta il ruolo di Harley Quinn al fianco di Will
Smith, Joel Kinnaman e Jared Leto.
Tra i prossimi progetti
dell’attrice figurano il biopic dedicato alla pattinatrice
Tonya Harding, il thriller noir
Terminal e Goodbye
Christopher Robin incentrato sulla vita di A.A.
Milne, autore di Winnie the Pooh.
Impegnata con la promozione di
C’era una volta a
Hollywood, il nuovo film di Quentin
Tarantino che la vede protagonista insieme a
Leonardo DiCaprio e
Brad
Pitt, Margot
Robbie ha svelato una “terribile” verità sul suo
conto, qualcosa che ogni appassionato della cultura pop potrebbe
accogliere con sgomento: l’attrice non ha mai visto un episodio
della saga di Guerre Stellari.
“Non ho mai visto Star
Wars. E in un certo senso non continuo a farlo solo perché fa
infuriare la gente così tanto. ‘Come è possibile?’, mi chiedono,
‘Come mai non hai mai visto Star Wars?’, e voglio solo vedere per
quanto tempo posso resistere“, ha raccontato la Robbie in
un’intervista con MTV.
Non sembra cavarsela nemmeno il
collega Brad Pitt, che ammette di non aver mai guardato Via
col vento e Tutti insieme
appassionatamente, due pietre miliari del cinema
americano.
La storia si
svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene
chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton
(Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo
stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno
lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma
Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.
Nel cast anche Damian
Lewis, Dakota
Fanning, Nicholas
Hammond,Emile
Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins
Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael
Madsen. Rumer Willis, Dreama
Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen
Beaty e Victoria Pedretti.
Infine Damon Herriman sarà Charles
Manson.
“Ho lavorato alla sceneggiatura
per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran
parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette
anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di
poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non
esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due
attori protagonisti.“
Margot Robbie promette che il suo film su
Barbie,
in cantiere ormai da diverso tempo, sarà molto diverso da ciò che
il pubblico si aspetta. L’attrice ha attirato l’attenzione di
Hollywood grazie al suo ruolo in The
Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, anche se la fama a
livello internazionale è arrivato con il ruolo Harley Quinn nel
DCEU, interpretato in film quali Suicide
Squad e
Birds of Prey. Ad oggi, Robbie è una delle attrice più quotate,
anche grazie a ruoli particolarmente acclamati dalla critica come
Tonya,
C’era
una volta a… Hollywood e
Bombshell – La voce dello scandalo.
Un live action incentrato su
Barbie è
in sviluppo da diversi anni. La prima volta che si è parlato del
film è stato nel 2015, quando la Sony aveva annunciato che Amy Schumer sarebbe stata la protagonista del
film. In seguito, la comica statunitense decise di abbandonare il
progetto e per un po’ di tempo si parlò del premio Oscar Anne Hathaway come sua possibile sostituta. Il
film passò poi nelle mani della Warner Bros. e nel 2018 Robbie
firmò ufficialmente per recitare nel film e per figurare anche in
qualità di produttrice. Lo scorso anno è stato invece confermato
che ad occuparsi della sceneggiatura saranno Greta
Gerwig(Piccole
donne) e Noah Baumbach(Storia
di un matrimonio).
Adesso, in una nuova intervista
rilasciata a THR e dedicata principalmente alla sua cada di
produzione, la LuckyChap, Margot Robbie ha offerto alcune anticipazioni
su ciò che i fan dovranno aspettarsi da Barbie.
In sostanza, l’attrice ha rivelato che il live action sarà
completamente diverso da ciò che il pubblico potrebbe
aspettarsi.
Margot Robbie su Barbie:
“Daremo ai fan il film che non sapevano di volere.”
“Ci piacciono le cose che
sembrano allontanarsi dal centro, da quello che è il focus.
Prendiamo ad esempio Barbie: per via della proprietà, del nome
stesso, le persone credono di sapere cosa aspettarsi. Già le senti:
‘Oh, Margot interpreta Barbie. Già so come sarà’. E invece il
nostro obiettivo è riuscire a stupirle. Il nostro obiettivo è
regalare al pubblico qualcosa di completamente diverso da ciò che
credono di sapere. Soprattutto, regalare loro il film che non
sapevano di volere.”
Barbie, che
rappresenta un marchio globale con vendite superiori a 3 miliardi
di dollari in tutto il mondo, ha “interpretato” più di 150 ruoli
attraverso i suoi oltre 50 anni di vita, tra cui principessa,
presidente, sirena e stella del cinema. L’adattamento
di Barbie segna l’esordio della Mattel Films
di Robbie Brenner, e la prima collaborazione tra Mattel Films
e Warner Bros. Pictures.
Di recente Margot Robbie è stata intervista da
Josh Horowitz (via
CBM) ed ha parlato di tutta una serie di attesissimi progetti
che la vedranno impegnata nei prossimi anni. Naturalmente, tra
questi il più atteso di tutti è probabilmente The
Suicide Squad, in cui l’attrice tornerà ancora una
volta ad interpretare l’amatissima Harley Quinn.
Robbie aveva debuttato nei panni del
personaggio in Suicide
Squad di David Ayer. Proprio per questo, durante la
conversazione, è saltato fuori l’argomento Ayer Cut, ossia la versione del cinecomic così
com’era stato inizialmente pensato dal regista. A differenza della
Snyder Cut di Justice
League, però, il taglio originale del film di Ayer non
sembra essere destinato ad una distribuzione ufficiale.
A tal proposito, Margot Robbie ha dichiarato: “Non ho mai
visto la Ayer Cut. So che abbiamo girato un sacco di cose che non
sono state inserite nel film. Sarei molto curioso anch’io di
vederla”. Horowitz ha poi menzionato il fatto che Jared Leto tornerà ad essere nuovamente il
Joker nella versione mai vista prima di Justice
League, e la notizia – almeno apparentemente – è stata una
sorpresa per l’attrice, che ha così commentato: “Davvero? Non
lo sapevo. Fantastico.”
E sempre a proposito di cinecomic,
la Robbie ha aggiornato anche in merito a Tank Girl, nuovo adattamento dell’omonimo
fumetto di Jamie Hewlett e Alan Martin, in cui l’attrice figurerà
in qualità di produttrice. Il regista Miles
Joris-Peyrafitte – presente anche lui nel corso
dell’intervista (ha già diretto Robbie in
Dreamland) – ha spiegato che il progetto è stato
momentaneamente messo in stand-by a causa del Covid-19, mentre
Margot ha aggiunto di non aver mai visto il film originale del 1995
ma di aver soltanto letto i fumetti, di trovarli assolutamente
“malati” e al tempo meravigliosi.
Ovviamente, un altro grande progetto
a cui
Margot Robbie è stata associata di recente è
l’annunciato reboot al femminile di Pirati dei Caraibi, su cui però l’attrice non
ha potuto rivelare nulla, limitandosi a dire: “Forse. Siamo
agli inizi. Non dico altro… per ora.”
Si è già parlato tanto di
quanto Margot Robbie si sia impegnata per il
ruolo di Harley Quinn in Suicide Squad. I primi commenti
dei suoi colleghi parlavano di una controfigura pagata praticamente
per mangiare perché l’attrice faceva tutto da sola, e adesso lei
stessa ha raccontato al Tonight
Show Starring Jimmy Fallon della sua preparazione con un
istruttore di immersione per girare una particolare scena, che si
intravede in uno dei trailer circolati in rete, in cui Harley è
sott’acqua.
La bella Margot ha dichiarato di
aver trattenuto il respiro per 5 minuti!
Ecco il video:
Di seguito, altri momenti divertenti dell’incontro di Margot
Robbie con Fallon:
Suicide Squad si
concentrerà sulle gesta di un gruppo di supercattivi dei fumetti DC
che accettano di svolgere incarichi per il governo in modo da
scontare le loro condanne.
Il film arriverà al cinema
il 13 agosto del 2016. Nel cast vedremo Will Smith nei panni
di Deadshot, Margot Robbie in quelli di Harley Quinn, Jay
Courtney nel ruolo di Capitan Boomerang, Cara Delevingne
sarà Enchantress, Joel Kinnaman nei panni di Rick Flag,
Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared Leto
sarà l’atteso Joker.
Tutte le news sul mondo dei film
della DC COMICS
nel nostro canale dedicata alla DC FILMS.
Trama: Un’agenzia governativa
segreta arruola i super cattivi in prigione per eseguire pericolose
missioni promettendo loro in cambio la libertà. Lo scopo della Task
Force è obbedire agli ordini o morire, così come chiariscono ai
componenti il leader della squadra Rick Flagg, la
sua spada giurata, la samurai Katana e il
dispositivo esplosivo inserito nei loro colli e gentilmente offerto
dalla Wayne Enterprise. Poi c’è il
Joker, che comparendo sia nel presente che in
alcuni flashback, cercherà di mandare a monte il piano della Waller
e di ricongiungersi con il suo vero amore,
Harley.
L’annunciata serie tv
Margo’s Got Money Troubles, con protagonista
Nicole Kidman , ha trovato una casa: Apple TV+
ha infatti vinto la guerra per la serie drammatica.
L’Hollywood Reporter ha
rivelato che Margo’s Got Money Troubles ha
ricevuto da Apple un ordine per otto episodi, direttamente a serie,
dopo una guerra di offerte tra gli streamer. Il romanzo su cui si
baserà la serie sarà pubblicato da William Morrow
– un’impronta della casa editrice HarperCollins – il prossimo
giugno.
“Figlia di una cameriera di
Hooters e di un ex lottatore professionista, Margo ha sempre saputo
che avrebbe dovuto farcela da sola“, si legge nella
descrizione del libro. “Così si iscrive alla scuola media
locale, anche se non riesce a immaginare come potrà mai guadagnarsi
da vivere. Sta ancora cercando di capire le cose e non ha mai
pianificato di avere una relazione con il suo professore di inglese
– e anche se la loro relazione è breve, non è abbastanza breve da
impedirle di rimanere incinta. Nonostante i consigli di tutti,
decide di tenere il bambino, soprattutto per ingenuità e desiderio
di qualcosa di più grande.
“Ora, a vent’anni, Margo è sola
con un bambino, disoccupata e sull’orlo dello sfratto. Ha bisogno
di un’iniezione di denaro, e in fretta. Quando Jinx, il padre da
cui si è allontanata, si presenta alla sua porta e le chiede di
trasferirsi da lei, accetta in cambio di un aiuto per la cura dei
bambini. A quel punto Margo inizia a formulare un piano: avvierà un
OnlyFans come esperimento e presto si troverà ad adattare alcuni
dei consigli di Jinx dal mondo del wrestling. Ad esempio, come
creare un personaggio convincente e far innamorare il pubblico.
Prima di rendersene conto, lo trasforma in un successo
inarrestabile“.
Chi produrrà Margo’s Got Money
Troubles?
Matthew Tinker
sarà produttore esecutivo per la David E. Kelley
Productions insieme a
Elle Fanning,
Dakota Fanning, Brittany Kahan Ward di
Lewellen Pictures, Nicole Kidman con la sua Blossom Pictures e
Per Saari con l’autore Thorpe per
A24.
Emanuele Linfatti e
Matteo Creatini, protagonisti di Margini, raccontano com’è stato lavorare
all’unico film italiano nella selezione ufficiale della 37°
Settimana della Critica a Venezia 79.
Ecco la nostra intervista a
Niccolò Falsetti, Francesco
Turbanti e Zerocalcare, rispettivamente
regista/sceneggiatore, attore/sceneggiatore e special thanks di
Margini, l’unico film italiano selezionato nel
Concorso della 37° Settimana della Critica a Venezia 79.
Quando sei giovane e
pieno di energia, voglia di fare e di vivere, ma sei a “due ore da
tutto” e vivi ai margini, l’unica strada possibile
per la sopravvivenza è l’ingegno, e così Niccolò
Falsetti trova la sua strada verso l’opera prima,
selezionata alla
37° Settimana della Critica nell’ambito di Venezia
79.
Margini, la
storia
Si intitola proprio
Margini il film che Falsetti ha diretto e scritto
insieme a Francesco Turbanti e Tommaso
Renzoni e che racconta la storia di tre amici malati di
punk: Edoardo, Iacopo e Michele. Stanchi di esibirsi solo alle
feste dell’Unità e alle sagre, hanno la possibilità di organizzare
proprio a Grosseto, un “posto di mezzo”, un vero e proprio concerto
punk, con una band famosa, i Defense, per i quali
apriranno proprio loro tre. Scontrandosi con ogni tipo di ostacolo
e con tutte le difficoltà possibili, i tre amici scopriranno i
limiti della loro amicizia e di ciò che è possibile raggiungere
quando i sogni sono più forti delle avversità.
Con un tono genuino da
commedia e un’energia contagiosa, Falsetti mette in scena
un’avventura scapestrata, piena di imprevisti, emozioni e
inconvenienti. Non si può non voler bene a questi tre ragazzi
scapestrati, che mettono in secondo piano qualsiasi cosa, anche
affetti e famiglia, pur di perseguire il loro obbiettivo. Si
scontrano contro la burocrazia, la pubblica amministrazione, la
mancanza di immaginazione, la poca ispirazione, il gretto realismo
e l’ostilità verso il nuovo, ma affrontano tutto con grande fatica
ed energia, proprio perché mossi da una voglia di rivalsa che alla
fine li lascerà ammaccati eppure con ancora l’energia di cantare e
di sognare.
Il punk e l’amicizia “a due ore da
tutto”
Francesco
Turbanti (lo stesso del team di sceneggiatori),
Emanuele Linfatti e Matteo
Creatini sono i protagonisti, che riescono da subito a
suscitare simpatia, sia per la loro genuinità nell’interpretazione,
sia perché la scrittura è limpida e informale, diretta e
realistica.
In questo affresco così
vivace spiccano due figure femminili di grande spessore:
Valentina Carnelutti, che interpreta la madre di
Edoardo e Silvia D’Amico che è invece la compagna
di Michele. Nella loro profonda diversità, di età e condizione, le
due donne rappresentano sono delle colonne solide che sostengono i
protagonisti, con una grazia e una pazienza che risultano, anche in
questo caso, estremamente realistiche, anche quando vengono meno o
quando rimangono ferme e granitiche al loro fianco.
Ambientato in un passato
recente, il 2008, che sembra riportarci indietro di molto più
tempo, Margini racconta il sogno, l’amicizia, il
punk come stile di vita, la voglia di costruire anche dove la terra
non con sente di gettare fondamenta. Racconta ragazzi fuori di
testa, con un cuore grande e idee un po’ folli, per i quali non si
può fare a meno di fare il tifo.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema, gratis, Margini, un film di Niccolò Falsetti con
Francesco Turbanti, Emanuele
Linfatti e Matteo Creatini presentato in
concorso alla 37° Settimana della Critica in occasione di Venezia
79.
Ecco le date in cui sarà possibile partecipare alle proiezioni
presso i cinema di Roma e Milano:
GIULIO CESARE ROMA
Giovedì 8 settembre – 10
inviti
Venerdì 9 settembre – 10
inviti
Sabato 10 settembre – 10
inviti
MIGNON ROMA
Giovedì 8 settembre – 10 inviti
Venerdì 9 settembre – 10 inviti
Sabato 10 settembre – 20 inviti
ANTEO PALAZZO DEL CINEMA MILANO
Giovedì 8 settembre – 5
inviti
Venerdì 9 settembre – 5
inviti
Sabato 10 settembre – 5
inviti
I biglietti saranno validi per
qualsiasi spettacolo indicato e potranno essere richiesti, fino ad
esaurimento, inviando una email a [email protected]
in cui andranno specificati
il giorno
in cui si intende utilizzare i biglietti e un
secondo giorno alternativo
nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di
posto.
Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui
siti dei cinema.È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato
che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.
I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei
cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un
documento di identità
Ecco il primo trailer di Margin
Call, thriller indipendente ambientato a Wall Street mentre
nell’anno 2008, cominciavano a emergere i primi segni
dell’imminente crisi economica. Grandissimo cast: Kevin
Spacey, Paul Bettany, Zachary Quinto, Stanley Tucci, Simon Baker e
Carla Gugino, Demi Moore, Mary McDonnell e Jeremy Irons.
La formazione come animatrice, la
fondazione del collettivo Muta
Animations durante il periodo della pandemia, lo sviluppo
del documentario animato The Meatsellers e
l’incontro con Luca
Guadagnino, la partecipazione alla Mostra del Cinema
di Venezia e infine il
David di Donatello per il Miglior cortometraggio. È questo il
percorso artistico compiuto fino ad oggi da Margherita
Giusti, classe 1991, che ospite al Bellaria Film
Festival svela i sogni, le speranze e le paure vissute in
questi anni tanto intensi che l’hanno però ora portata ad essere
guardata come una delle nuove voci dell’animazione italiana.
Il suo The
Meatsellers è la storia vera di Selinna
Ajamikoko, una ragazza nigeriana che sogna di diventare
una macellaia come sua madre. Per esaudire il proprio desiderio si
imbarca in un lungo viaggio verso l’Italia, pieno di atrocità e
bestialità. Si costruisce così una storia raccontata tramite il
colore, il sangue, il corpo e i tagli. Un viaggio animato che
accompagna la voce di Selinna e guida gli spettatori in quella
ricerca di identità che caratterizza l’essere umano.
“Mi sono diplomata al Centro
Sperimentale insieme a due colleghe, Elisabetta
Bosco e Viola Mancini, realizzando un
breve documentario animato. – racconta Margherita
Giusti–Una volta completati gli studi
volevo realizzare delle pillole di animazione incentrate su storie
di donne che si emancipano tramite il lavoro. È così che ho
conosciuto Selinna Ajamikoko, sulla cui esperienza
ho poi concepito The Meatsellers. Inizialmente il progetto doveva
coinvolgere anche altre donne, ma Selinna è emersa come un
personaggio troppo forte, che meritava uno spazio
maggiore“.
“A quel punto mi occorreva
trovare una produzione e ho deciso di mandare quello che avevo a
Luca Guadagnino, che aveva già visto il mio film
di diploma. Io volevo solo una consulenza, chiedergli come avrebbe
agito. Lui però ha apprezzato molto il progetto e si è offerto di
produrlo con la sua Frenesy Film Company. In pochi pensano
all’animazione in questa maniera. Luca è stato un vero coach. A
quel punto ho potuto iniziare a lavorare sull’animazione insieme
alle mie colleghe del collettivo Muta
Animation”.
Il collettivo Muta Animations
“Muta
Animationnasce perché io, Elisabetta Bosco e
Vera Mancini, abbiamo fatto il nostro film di diploma insieme e
volevamo continuare a lavorare come gruppo. – racconta
Margherita Giusti – Quando siamo partire purtroppo è scoppiato
il covid e ognuna era a casa propria. Facevamo una call una volta
ogni tot giorni e piano piano abbiamo deciso il nome, poi il logo e
così via. Ognuna di noi è specializzata in cose diverse. Quest’anno
però abbiamo chiamato anche Elisa Bonandin, che ha
fatto sempre con noi un altro corto di diploma, e siamo sempre
state tutte insieme“.
“Non siamo tutte registe,
abbiamo ruoli diversi rispetto all’animazione, ma in qualche modo
funzioniamo, anche se poi alla fine non siamo nulla ancora, quattro
freelancer insieme”. Aggiunge però che: “C’è il sogno di
aprire uno studio, solo che è un po’ complicato, perché per
sopravvivere ognuna di noi attualmente lavora anche ad altro. Però
è piaciuto molto avere a disposizione un team per The Meatseller.
Con Muta c’è la possibilità di sviluppare dei progetti che diano
lavoro anche ad altre persone. Questo per me resta il sogno. Poi
vedremo, speriamo“.
L’animazione in Italia
Impossibile non chiedere
alla giovane animatrice un suo parere sullo stato dell’animazione
in Italia, ancora troppo spesso trattata come un prodotto
esclusivamente per un pubblico di bambini. “In Italia abbiamo
maestranze bravissime, ma che lavorano all’estero per grandi Studi
come Disney e purtroppo qui non sono riconosciute.
In Italia non esiste un sistema produttivo che funzioni veramente
per l’animazione e credo per questo di essere stata molto
fortunata“.
La regista aggiunge però
anche che: “Credo comunque che ci sia una maggiore apertura nei
confronti dell’animazione. Il fatto che Luca Guadagnino volesse
produrre un’opera d’animazione è indicativo, e anche
Zerocalcare con la sua serie ha aiutato.
Secondo me la richiesta del pubblico è forte, perché arriva da
fuori. Anche il mondo del fumetto ha avuto un’esplosione negli
ultimi dieci anni. Piano piano arriveremo, ma il problema è prima
di tutto economico. L’animazione costa troppo per il nostro
cinema“.
“Io tendenzialmente
faccio 2D. Mi è piaciuto molto lavorare sulla carta, è una cosa che
vorrei continuare a fare. Ma se mi sposto sul lungometraggio è
difficile che il pubblico sia disposto a seguire il tipo di
sperimentazione adoperato per The Meatsellers. Ad ogni modo, è
pieno di donne nell’animazione, soprattutto quella 2D. Forse perché
è un mondo più chiuso e sereno rispetto ai set normali“.
Margherita Giusti racconta poi che: “Ho fatto 6 anni come aiuto
regista e sono stata davvero male. Ero molto giovane, intorno ai 20
anni. L’animazione mi ha salvata”.
“Certo, è un ambiente
competitivo, ma più sano rispetto al set. Io principalmente ho
fatto fiction e quelli sono set dove non si riesce a imparare
reciprocamente. Nell’animazione invece ti senti sicura perché è un
ambiente protetto. In realtà è un peccato che le donne non si
sentano troppo sicure sul set, ma credo che anche questa cosa stia
cambiando. Il punto è ch spesso le ragazze sul set non hanno punti
di riferimento“.
Guardando al futuro
Quando le viene chiesto
di cosa la aspetta ora nell’immediato futuro, Margherita Giusti
racconta: “Ora Luca vuole che non mi sieda sugli allori ma
continui a lavorare. Svilupperemo un lungometraggio insieme. Il
problema è che, appunto, si tratta di animazione, quindi ci vorrà
molto tempo. Una storia però c’è già, non posso dire molto ma non
sarà un altro documentario. Sicuramente sara in 2D, è la tecnica a
cui sono legata e che non ho intenzione di abbandonare“.
Margherita Hack ci ha lasciati il 29
giugno 2013, ma il 12 giugno 2022 ricorrevano i cento anni dalla
sua nascita, e in occasione di quella ricorrenza nasce il film
Margherita delle stelle, affidato dalla Rai a
Giulio Base – e a una “squadra molto importante”,
come la definisce Maria Pia Ammirati direttrice di Rai Fiction – e
dal 5 marzo disponibile in prima serata su Rai 1 e su RaiPlay.
A riportare in vita la
grande astrofisica italiana c’è Cristiana Capotondi, da poco apparsa sul
grande schermo con Alessandro Siani e nel
televisivo Le fate ignoranti, che qui troviamo
accompagnata da Cesare Bocci, Sandra Ceccarelli e
Flavio Parenti in alcuni ruoli chiave di questo
“ritratto intimo” e personale di colei che ancora oggi dovrebbe
essere un modello per tutti, di emancipazione, coraggio, libertà di
pensiero e impegno civile. Come dimostrano le sue parole, oggi più
che mai valide e attuali: “Cerchiamo di vivere in pace,
qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della
nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a
tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni
forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la
guerra“.
Margherita delle stelle, la trama
Come si vede sin dalle
prime scene del film, nelle quali ci viene presentata la piccola
Margherita (interpretata da Sveva Zalli), autonoma
e curiosa sin da bambina e sostenuta da due genitori
straordinariamente anticonformisti (Bocci e Ceccarelli) che le
insegnano la libertà di scegliere e di opporsi a certi dogmi dalla
società, primi fra tutti quelli dell’oppressiva ideologia fascista.
Vegetariana, amante dello studio e della natura, Margherita cresce
fuori dagli schemi, diversa, per modo di vestire e di pensare, da
tutte le sue coetanee, anche quando, liceale, alza la voce contro
l’espulsione di una insegnante ebrea dal proprio istituto,
rischiando di subire la stessa sorte. Ma sono anche gli anni della
scoperta dello sport agonistico, altra sua grande passione, della
scoperta delle stelle e del ritorno del piccolo Aldo (Parenti),
ormai cresciuto e con il quale nasce un legame che li unirà – anche
in matrimonio – fino alla morte. E che la accompagnerà nelle
successive tappe della sua vita, sempre affrontate con coraggio e
indipendenza, che l’hanno portata a emergere in un mondo fatto e
governato da soli uomini, grazie alle sue forza di volontà e
competenza, che da fenomenale ricercatrice l’hanno fatta arrivare
al centro Astronomico di Merate, dominato da dinamiche baronali e
maschiliste, e diventare la prima donna a dirigere l’Osservatorio
Astronomico di Trieste.
Margherita Hack, stella polare
Già protagonista di
documentari e imperdibili interviste (disponibili su RaiPlay, oltre
che su YouTube), Margherita Hack continua a essere un raro esempio
di libertà e onestà intellettuale, oltre che di tenacia.
Caratteristiche che insieme allo studio indefesso e a una
incrollabile forza di volontà l’hanno resa la donna corretta,
indipendente e geniale che non poteva che meritare un ulteriore
approfondimento. Che in questo caso si ispira – “liberamente” al
libro “Nove vite come i gatti” scritto dalla stessa Hack con
Federico Taddia, dal quale Monica Zapelli ha tratto la
sceneggiatura di quello che si configura come vero e proprio
romanzo di formazione, un coming of age che sceglie di
raccontare Margherita più che la Professoressa Hack, non a caso
partendo dalla sua infanzia e adolescenza.
Una missione, in un certo
senso, dalla valenza educativa più auspicata che dichiarata, ma che
della unicità del singolarissimo personaggio fa il suo principale
punto di forza. Una chiave perfetta per raccontare la possibilità
di non piegarsi alle barbarità – passate e presenti – della nostra
società, senza abbandonarsi alla pigrizia (non solo mentale) o
cedere al sopruso, che vive della simpatia e delle conquiste della
protagonista, encomiabilmente interpretata da una Cristiana
Capotondi resa dal trucco quasi più credibile come Margherita
adolescente che con il doppio mento e i capelli grigi. Elementi che
sicuramente hanno pesato sul ritorno di Giulio Base alla produzione
televisiva dopo più di dieci anni e dopo l’ultimo À la
recherche presentato alla Festa del Cinema di Roma, ma che non
possono non averlo condizionato – e in definitiva frenato – nella
sua intenzione di realizzare un “racconto poco ortodosso, poco
lineare, poco scontato” e capace di emozionare.
Margherita delle stelle, da vedere
Compito non semplice,
d’altronde, dovendo selezionare ampiamente tra i tanti momenti
fondanti di una vita come quella della Hack e gli episodi più
rappresentativi e coerenti con la storia di empowerment femminile,
ma non priva di leggerezza, che si puntava a costruire. Nella quale
sono sorprese positive gli inserimenti di materiale di repertorio e
foto d’epoca, ma che procede spesso per tappe fin troppo sintetiche
e affrettate. Che nulla tolgono al valore di testimonianza e
dell’operazione in generale, ma che non riescono a far dimenticare
l’origine celebrativa della stessa e a toccare le corde
sperate.
Ispirato liberamente
all’autobiografia Nove vite come i gatti. I miei
primi novant’anni laici e ribelli, il film
Margherita delle stelle (qui
la recensione) porta in TV la storia di Margherita Hack, tra
le più apprezzate astrofisiche a livello internazionale e
incarnazione di una serie di valori e ideali tanto nobili quanto
troppo spesso trascurati. A dirigere questo biopic è Giulio
Base (già regista di film come Il maledetto e À la recherche), che affida a Cristiana Capotondi il ruolo della Hack,
raccontata dalla giovinezza e fino all’età adulta, ripercorrendo le
tappe più importanti della sua vita e facendone emergere l’unicità
d’animo e di pensiero.
Il film, che attinge da fonti
inedite ed esclusive, tra cui la già citata autobiografia Nove
vite come i gatti, scritta dalla stessa Hack insieme al
giornalista e divulgatore scientifico FedericoTaddia, celebra dunque le battaglie portate avanti
dall’astrofisica contro il regime fascista, contro il maschilismo
degli ambienti accademici, ma anche la sua passione per lo sport,
l’amore con il compagno di tutta una vita e il forte legame con i
genitori. Nel 2022 ricorreva il centenario dalla nascita di Hack,
motivo per cui il film a lei dedicato diventa l’occasione per
riscoprire una delle personalità che più hanno conferito prestigio
all’Italia.
Coprodotto da Rai Fiction e Minerva
Pictures e scritto da Monica
Zapelli insieme allo stesso Taddia, Margherita
delle stelle si presenta dunque come un coming of age intimo ed emozionante di una donna che è
stata, oltre che una grande astrofisica, un vero modello di
emancipazione, curiosità e autenticità. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e ad alcuni accenni sulla storia
vera di Margherita Hack. Infine, si riporterà dove e
quando poter vedere il film in TV o in streaming.
La trama e il cast di Margherita delle stelle
Il film racconta gli anni meno noti
di Margherita Hack, dall’infanzia agli anni
scolastici dove è costretta a scontrarsi con le imposizioni di un
mondo maschile e con la diffusione dell’ideologia fascista.
Margherita cerca di opporsi però a tutte le forze che le si pongono
contro, cercando di crescere mantenendo sempre quella voglia di
libertà e autonomia insegnatale dai due amorevoli genitori.
L’adolescente diventa poi la giovane donna che si innamora del
mondo delle stelle e, a dispetto di tutte le convenzioni e i limiti
posti alle aspirazioni femminili, riuscirà ad emergere in un mondo
fatto e governato da soli uomini.
Ad interpretare Margherita
Hack vi è l’attrice Cristiana Capotondi, nota per film come
Notte prima degli esami, Nome di
donna e la miniserie Le fate ignoranti. Capotondi interpreta qui la
scienziata dai suoi anni giovanili fino a quelli dell’anzianità,
sfoggiando per questi ultimi un trucco che le ha permesso di
somigliare maggiormente alla vera Hack. Nel ruolo di Aldo
de Rosa, amico e poi marito di Margherita, vi è invece
l’attore Flavio Parenti, recentemente visto anche
in La lunga notte – La caduta del Duce. Cesare
Bocci (il celebre Mimi Augello di Il commissario
Montalbano e Sandra Ceccarelli interpretano
invece Roberto e Maria Luisa Poggesi Hack, genitori di
Margherita.
La vera storia dietro Margherita delle stelle
Il film, dunque, si concentra sul
racconto dei primi anni di vita di Margherita Hack, durante i quali
si formerà come persona e svilupperà le idee che la porteranno poi
a diventare la celebrata astrofisica che oggi conosciamo. Hack, che
nasce nel 1922, anno della Marcia su Roma, consegue nel 1940 il
diploma di maturità classica, laureandosi poi in fisica cinque anni
più tardi, nel 1945 con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi,
realizzata presso l’osservatorio di Arcetri di
Firenze. Proprio in quegli anni, però, Hack si trova a
scontrarsi con le imposizioni del regime fascista, che mal vedevano
la presenza di una donna in ambienti considerati esclusivamente
maschili.
Hack dichiererà infatti di essere
stata “fascista fino al 1938, fino al giorno in cui entrarono
in vigore le leggi razziali“, momento a partire dal quale capì
che il nazionalismo professato dal partito intendeva porsi al di
sopra di tutto e tutti, cosa che non era disposta ad accettare.
Ebbe dunque numerosi scontri negli ambienti accademici, dove
dovette in più occasioni dimostrare il doppio dei colleghi uomini
per provare di meritarsi il proprio posto in quel contesto. Dopo
aver insegnato all’Università di Firenze dal 1948
al 1951, dal 1954 al 1963 passa a lavorare all’Osservatorio
astronomico di Merate e ottenendo poi nel 1964 la cattedra
di astronomia all’Università di Trieste dove
insegnerà fino al 1º novembre 1992
È stata la prima donna italiana a
dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal
1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale. Oltre al suo
lavoro di scienziata, Hack in gioventù praticò con successo la
pallacanestro e l’atletica leggera e fu campionessa di salto in
alto e in lungo in campionati universitari. Negli anni, si betté
poi per i diritti civili, da quelli per gli omosessuali a quello
per l’eutanasia e fino a quelli della vita animale. Accanto a lei,
per tutto il tempo, c’è stato il marito Aldo de
Rosa, sposato il 19 febbraio 1944 e con il quale rimase
insieme fino alla fine dei loro giorni.
Il trailer di Margherita delle
stelle e quando vedere il film su Rai 1 e in streaming su
RaiPlay
Il film è presente nel palinsesto
televisivo di martedì 5 maggio alle ore
21:25 sul canale Rai 1. Di
conseguenza, sarà poi presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
Se c’è un’attrice simbolo delle
commedie borghesi, scalcagnate e un po’ sfigate dell’Italia anni
’90, quella è proprio Margherita Buy. Diventata
famosa già piuttosto giovane, ha esordito nel 1986 ne La
seconda notte di Nino Bizzarri e dopo diverse partecipazioni
ad altri film, nel 1990 lavora ne La stazione di Sergio Rubini, grazie al quale inizia a
ricevere i primi riconoscimenti fino ad arrivare, oggi, a un totale
di sette David di Donatello, sette Nastri d’argento, cinque Globi
d’oro e tredici Ciak d’oro, detenendo il record di attrice con il
maggior numero di premi vinti.
Da quel momento parte la sua ascesa
nel mondo del cinema italiano, e inizia anche a delinearsi un
profilo stilistico recitativo, che poi diventerà la sua nota
caratteristica. È nel 1992 che prende parte all’iconico ruolo di
Maledetto il giorno che ti ho incontrato, per il quale
Carlo Verdone l’aveva appositamente scelta
regalandole la consacrazione ad esilarante nevrotica della commedia
romana. Da lì in poi le collaborazioni con registi dai nomi
altisonanti diventano innumerevoli: da Mario Monicelli a
Giuseppe Tornatore, Cristina Comencini, Daniele Luchetti, Paolo
Virzì, Roberto Faenza,
Ferzan Özpetek. Il regista turco, in particolare, le
cuce addosso un altro personaggio che le darà una nuova ondata di
meriti: nel 2001 con Le fate ignoranti si
designa un cult che resterà nella cinematografia nostrana come uno
dei punti fermi rispetto alle nuove tinte narrative emergenti,
oltre che lo specchio della necessità di mettere in scena tipi di
storie e caratteri che ancora si vedevano poco.
Esterno notte
Tra gli ultimi lavori che
l’hanno vista sul grande schermo c’è Esterno notte di
Marco Bellocchio: una serie suddivisa in sei puntate – ma è
stata definita “film lungo” da Toni Servillo che è parte del cast. Candidata
ai David di Donatello, vede nuovamente per il regista
l’approfondimento della vicenda del caso Moro, che aveva già
affrontato nel 2003 in Buongiorno, notte. Ogni puntata
segue uno dei protagonisti coinvolti negli eventi, con il suo punto
di vista e il suo stato d’animo. Si inizia ovviamente dal
presidente della DC, eseguito egregiamente da Fabrizio Gifuni, per poi proseguire con
Cossiga, descritto nella sua debolezza e spaesamento dall’attore
Fausto Russo Alesi, la terza puntata è su Papa Paolo VI fatto dalla
maestria di Toni Servillo, poi Adriana Faranda, la
brigatista parte attiva del sequestro interpretata da Daniela
Marra, e Eleonora Chiavarelli (Buy), moglie di Aldo Moro, che si
trova a dover reggere praticamente sola una situazione più grande
di lei e che Bellocchio riesce a raccontare molto bene. Uscito a
maggio dell’anno scorso, Esterno notte era stato diviso in
due parti e la seconda è andata in sala il mese successivo.
Presentato per intero a Cannes, è andato poi in onda a novembre
sulla Rai nell’attuale versione a puntate e da dicembre è
disponibile su Netflix. È stato un prodotto di grande
impatto sia sul pubblico che, ovviamente, sulla critica,
confermando la bravura nel lavoro di cesello del regista, che è
riuscito a mostrare dettagliatamente una ferita della storia della
politica italiana, rendendo il contesto in maniera profonda e
misurandone la tensione, potendosi appoggiare alle performance di
attori eccezionali.
Il primo giorno della mia
vita
Il primo giorno della mia
vita è in sala dal 26 gennaio. Scritto e diretto da
Paolo Genovese, è tratto da un suo stesso romanzo.
Qui Buy si cala nei panni di una poliziotta depressa, e divide il
set e l’umore sotto i tacchi insieme a Sara Serraiocco,
Valerio Mastandrea, di nuovo Toni
Servillo e il giovane Gabriele Cristini. L’eterogeneo
gruppo comprende persone che hanno deciso di mettere fine alla
propria vita, ognuno con le sue sacrosante motivazioni, ma ai quali
viene concessa una battuta d’arresto sul gesto fatale da un
personaggio non proprio terreno (Servillo) e con cui ciascuno di
loro potrà rivedere la propria vita nel pieno stile di Canto di
Natale di Charles Dickens.
Margherita Buy
aveva lavorato con Genovese già nel 2008 per la serie tv Mediaset
Amiche mie e dopo quindici anni tornano con una
collaborazione dal sapore, però, del tutto differente. Il regista
ha spiegato che questo film sorge da una fatica che è frutto del
periodo pandemico ma che ha molto dei temi a lui cari come,
soprattutto, le seconde possibilità. L’eco di
The Place da lontano un po’ si sente, così come un certo
cinismo spettrale che in effetti a poco della speranza che
notoriamente un’altra chance dovrebbe infondere. Ad ogni modo, le
prove attoriali sono ben riuscite e altrettanto l’intento del
messaggio. Certo è che tra i predecessori cinematografici che per
primi avevano affrontato il tema (La vita è meravigliosa,
Non buttiamoci giù) gli elementi arricchenti erano stati
di più.
10 minuti
Nel novero dei molti registi con i
quali per Buy è nato uno speciale sodalizio, c’è Maria Sole
Tognazzi di cui a breve uscirà con il film 10 minuti, le
riprese sono terminate proprio lo scorso autunno. Con la regista,
infatti, l’attrice aveva già partecipato nel 2013 a Viaggio
sola e nel 2015 a Io e lei con Sabrina Ferilli, pellicole che avevano
sondato a fondo personaggi femminili caleidoscopici, contraddittori
e dai quali sviluppano scelte imperniandole sulle loro relazioni.
Per entrambi i film Tognazzi vince il Nastro d’argento, Buy il
David di Donatello per Viaggio sola e Ferilli il Ciak d’oro.
Anche in questo caso Tognazzi si
concentra con passione traboccante sui volti e le storie di donne,
scandagliandone le pieghe, le contorsioni e le impennate
energetiche che cambiano la vita. La trama è tratta da un romanzo
di Chiara Gambareale e i dieci minuti del titolo fanno riferimento
ad un piccolo allenamento quotidiano che, fatto in quel lasso di
tempo apparentemente insignificante, possono addestrare una persona
al superamento della sua più grande paura, o al rivoluzionamento
del suo quotidiano. Del cast, oltre a Buy, fanno parte Barbara
Ronchi, Fotinì Peluso e Alessandro Tedeschi e la sceneggiatura è
stata scritta dalla regista insieme a Francesca Archibugi.
Il sol
dell’Avvenire
Del nuovo film di
Nanni Moretti è da poco uscito il trailer che
ha suscitato un’ondata di reazioni frementi e senza dubbio molto
incuriosite. Con ottime probabilità presente tra i film che saranno
proiettati a Cannes 2023, Il sol dell’avvenire ha un cast
nutrito e ognuno degli attori ha la sua bella dose di tratti
distintivi. Tra questi, insieme ovviamente a Margherita
Buy, spiccano Mathieu Almaric, Barbora Bobulova,
Silvio Orlando, Elena Lietti, Jerzy Stuhr e Valentina
Romani. In meno di due minuti di anticipazione, già
traspare tanto delle tracce pungenti e sarcastiche che il regista
romano ci ha fatto amare di sé: sicuramente assisteremo a
frecciatine verso gli attuali costumi produttivi e distributivi
dell’industria cinematografica, così come elementi politici e
naturalmente dissacranti. Buy interpreterà la sua compagna e già si
evince che non verranno evitati attimi di riflessione sui rapporti
di coppia e tanta autoanalisi. Moretti e l’attrice romana, tra
l’altro, condividono insieme un curriculum cinematografico che
vanta i quattro titoli de Il caimano, Habemus
papam, Mia madre e il
recentissimoTre piani. E stavolta, dopo
molto tempo, parrebbe che il regista abbia rispolverato alcune
delle sue vecchie glorie stilistiche, a partire dalle citazioni di
se stesso, l’uso di Franco Battiato nella colonna sonora e il
cinema nel cinema. Il sol dell’Avvenire sarà in
sala dal 20 aprile e l’attesa, dunque, è già trepidante.
Mai una parola fuori posto.
Carattere schivo e introverso. Una delle più grandi dive
(in)dimenticate dei nostri tempi e del cinema italiano
contemporaneo. Parliamo di Margherita Buy. Attrice
romana classe 1962, che ha sempre preferito far parlare di sé per
le sue grandi prove artistiche e i ruoli ricercati. Uscita dai
radar negli ultimi anni, vogliamo rivedere alcuni momenti della sua
carriera attraverso queste curiosità.
Ecco 10 cose che non sai su
Margherita Buy.
Margherita Buy e i suoi film
10. Ha recitato in oltre 60
film. La carriera di Margherita Buy è costellata
da moltissimi film di successo, ma in pochi sanno che il suo
curriculum ha all’attivo più di 60 pellicole: esordisce al
cinema ventiquattrenne nel 1986 con La seconda
notte, film di Nino Bizzarri; il primo
ruolo, quello di Lea, le vale anche il primo premio di una lunga
serie, il Globo d’oro come miglior “attrice rivelazione”. Al grande
pubblico inizia a farsi conoscere con La Stazione
(1990) di Sergio Rubini, ma è con Carlo
Verdone e il sua commedia campione di incassi Maledetto il
giorno che ti ho incontrata che la Buy spopola definitivamente.
9. Ha lavorato con registi del
calibro di Virzì, Özpeteck,
Moretti e Monicelli. Il talento
di Margherita Buyl’ha poi portata a collaborare
con alcuni dei registi più in vista del nostro cinema. Nel 1995
recita in Facciamo paradiso, film diretto dal re
della satiraMario
Monicelli, che però si
rivelerà un flop di critica e botteghino. Nel nuovo millennio è un
giovane e promettenteFerzan Özpetecka regalarle uno dei ruoli più importanti
della sua carriera con Le fate ignoranti; la collaborazione tra i
due proseguirà anche in Saturno contro (2007)
eMagnifica Presenza(2011). È conPaolo Virzìinvece che nei primi anni 2000 la
Buy torna alla commedia inCaterina va in città(2003), pellicola che le vale il doppio
premio ai Nastri ed ai David.
Di tutti questi grandi autori è
Nanni Moretti a fare approdare ai lidi
del Festival di Cannes l’attrice romana:
Il Caimano (2006) è la prima parte rivestita in un
film di Moretti, con cui lavorerà anche per Habemus Papam (2011) e Mia Madre (2015). Un autentico sodalizio
quello che si è andato ad instaurare tra l’attrice e il regista,
tanto che per
il suo ultimo film prossimo all’uscita nel 2020, Nanni Moretti abbia scelto nuovamente la
Buy come protagonista del suo Tre piani, questa
volta assieme a
Riccardo Scamarcio.
Negli ultimi anni Margherita Buy è
stata coinvolta in numerosi progetti che
spaziavano dallo struggente dramma romantico alla commedia
in costume: nel 2016 recita in
Io & Lei in duo con Sabrina Ferilli,
l’anno dopo è la volta dello “scontro” con Claudia Geriniin Nemiche per la pelle, passando sempre nel 2016
per Questi
giorni, La
vita impossibile e Come diventare grande
nonostante i genitori. Nel 2017 all’attivo solo
Piccoli crimini coniugali, mentre chiudono gli
anni ’10 del 2000 la commedia teologica Io
c’è (2018) e la commedia d’avventura Moschettieri
del Re (2018) di Veronesi. Nel 2020 l’attrice
esordirà alla regia con il film NON HO TEMPO, in
co-regia conGiuseppe Piccioni e vedrà protagonisti
Mauro Marino e
Silvio Orlando.
Margherita Buy e la pioggia di premi
8. Buy pigliatutto:
record di Nastri d’argento e David di Donatello. Vi avevamo già
anticipato di onorificenze parlandovi della sua carriera, eppure in
pochissimi sanno che Margherita Buy è la “Meryl
Streep” italiana: detiene il record di vittorie sia ai
David di Donatello, sia ai Nastri d’argento. Numeri da capogiro,
con 16 candidature e ben 7 vittorie ai David, altrettante vittorie
e 15 nomination ai Nastri. A questi premi vanno aggiunti 5 Globi
d’oro e 13 Ciak d’oro.
7. Lavora da gli anni ’80 nel
teatro. Margherita Buy si è diplomata
all’Accademia Nazionale dell’Arte Drammatica di Roma, dove ha
iniziato con piccoli ruoli teatrali, il primo ne Ascesa e
caduta della città di Mahagonny (1985). Nel corso della
sua carriera non ha mai abbandonato il teatro, con l’ultimo
spettacolo del 2014 dal titolo Nel nome del padre
basato sul soggetto di Luigi Lunari, per la regia
di Patrick Rossi Gastaldi.
Margherita Buy e Sergio Rubini
6. Margherita Buy
è stata sposata con l’attore
Sergio Rubini. Durante il suo percorso accademico
incontra Sergio Rubini (Manuale
d’amore): i due diventano coinquilini, recitano insieme
nel film La Stazione e nel 1991 si sposano. Il matrimonio con il
collega però dura solo un paio d’anni e i due si separano.
Nonostante l’allontanamento sentimentale, tra i due prosegue un
ottimo rapporto soprattutto sui set cinematografici.
Margherita Buy ha una figlia dalla relazione con Renato
De Angelis
5. Margherita Buy ha una
figlia. Dalla relazione successiva, con il chirurgo
Renato De Angelis, nasce nel 2001 la sua prima ed
unica figlia, Caterina. Nelle interviste rilasciate
Margherita Buy si è sempre detta molto legata alla
figlia, tanto da aver rinunciato ad alcuni ruoli anche importanti
per poter starle vicino ed essere un modello per lei.
4. Non si guarda mai nei
film in cui ha recitato. Verrebbe da chiedersi chissà, con
tutti i film girati in carriera, quante volte Margherita
Buy si sarà rivista sul grande schermo… In realtà
pochissime, quasi nessuna. L’attrice ha sempre dichiarato di
trovarsi a disagio di fronte a se stessa mentre recita, e di avere
paura di non piacersi. Preferisce piuttosto fidarsi del parere di
amici e amiche, che commentano il suo lavoro.
3. LaBuy
approda in radio nel 2017. Non solo
cinema e teatro, ma anche radio: dal 2017 è ospite fissa negli
studi di Radiodue nel programma d’attualità “Non è un paese per
giovani” condotto e diretto da Massimo Cervelli e Giovanni
Veronesi.
Margherita Buy e la parodia nel film
Boris
2. Vittima di una parodia nel film
Boris. Quando i fari della ribalta ti illuminano e
vieni visto come un modello, lo scherzo è sempre dietro l’angolo.
Dopo aver lavorato anche in alcune serie tv italiane,
Margherita Buy qui diventa preda della satira
parodistica di Boris: nel 2011 il film sugli studios televisivi
italiani, il personaggio di Marilita Loly viene presentato come
l’attrice italiana più in voga del momento e non può non richiamare
proprio Margherita Buy. Una bellissima parodia e un attestato di
stima enorme, vedere per credere.
Età e altezza.Margherita Buy
è nata a Roma, il 15 gennaio 1962. L’attrice è alta 168 cm.
Curiosità: Margherita Buy è su instagram
L’attrice ha un profilo pubblico su
Instagram sul quale posta sia materiale promozionali sulla sua
carriera ma anche numerose finestre sulla sua vita privata.
Margherita Buy e
Claudia Gerini per la prima volta insieme.
Arriverà nelle sale italiane il prossimo 14 aprile Nemiche per la
pelle, la nuova commedia di Luca Lucini
(Tre metri sopra al cielo, Solo un padre)
che annovera nel cast anche Giampaolo Morelli e
Paolo Calabresi.
La pellicola racconta la storia di
Lucia e Paola, due donne che si conoscono da anni e che per anni si
sono contese l’amore di Paolo, ex marito di Lucia e attuale marito
di Fabiola. La morte dell’uomo sembra segnare l’ultimo momento che
le due donne saranno costrette a condividere. Paolo però, che con
loro due di figli non ne aveva mai voluti, ha lasciato al suo amico
e avvocato Stefano una lettera in cui invita le due donne a
prendersi cura congiuntamente di un bambino di cui nessuna delle
due era a conoscenza. Lucia e Fabiola iniziano così un viaggio
dentro se stesse e dentro una maternità tardiva e inattesa.
Questa mattina il cast e il regista
hanno presentato alla stampa il film, nato da un’idea della stessa
Margherita Buy insieme Doriana
Leondeff e Francesca Manieri. A tal
proposito, l’attrice ha dichiarato: “Volevo mettere a confronto
due donne diverse. È un cosa che mi ha sempre affascinato. Ogni
donna è un mondo a parte e ognuna guarda l’altra a volte con
ammirazione, a volte con grandissima curiosità. Mi divertiva l’idea
di mettere a confronto due universi femminili diametralmente
opposti con un bambino, nel mezzo, a fare da collante. La commedia
è un genere che mi piace molto. Nella mia carriera spesso mi
succede di inseguire un genere ben preciso. Poi, quando decido di
esplorare, mi piace farlo con la commedia. Credo inoltre che la
commedia con protagoniste le donne abbia una possibilità in più.
Quando si esplora il nostro mondo, anche in maniera esasperata, è
sempre divertente.”
Il regista Luca
Luchini ha invece spiegato l’idea di film che aveva in
mente, facendo anche riferimento al lavoro sul set con Margherita e
Claudia: “Lavorare con queste due attrici meravigliose è stato
stupendo. Sono complementari quando sono in scena, sotto tutti i
punti di vista. Sono una coppia incredibile. Quando eravamo sul
set, c’è qualcosa di magico nell’aria. Tutto sembrava funzionare
alla perfezione grazie alla loro intesa. È stata una grandissima
sorpresa, anche perché non è così scontata come cosa.
Fondamentalmente, Nemiche per la pelle è una commedia femminile,
non solo nei personaggi, ma anche e soprattutto nella scrittura. E
credo sia stata proprio questa componente femminile così forte a
dare una tridimensionalità a questi personaggi, che nel film è uno
degli aspetti cruciali. È una commedia, sicuramente. Ma è una
commedia che tocca temi profondi attraverso personaggi profondi.
Temi che sono diventati ancora più attuali rispetto a quando
Doriana (Leondeff) e Francesca (Manieri) hanno iniziato a
scriverlo.”
A proposito dei loro personaggi, le
due protagoniste hanno spiegato: “I nostri sono due personaggi
che collaborano nell’educazione di questo bambino”, ha detto
Claudia Gerini. “Si parla di una maternità
imposta, non scelta. Quindi cerchiamo di tirare fuori il nostro
lato materno per riuscire ad occuparci al meglio di questa
creatura. Non diventiamo amiche: siamo due donne che collaborano, e
questo credo sia un concetto molto importante. Fabiola è una donna
completamente diversa da me. È cinica, attaccata al denaro. Forse i
tacchi sono l’unica cosa che ci accomuna (ride). Al di là delle
diversità è stato comunque molto divertente
interpretarla.”
“Sono due personaggi molto
diversi da noi – ha aggiunto Margherita Buy –
Forse Lucia mi assomiglia un po’ nel look, ma al di là di
questo non ci sono cose che ci accomunano. Io sono madre e in
quanto tale non potrei essere così egoista come invece è il mio
personaggio nel film. Come ha detto però Claudia, è stato
bellissimo interpretarlo proprio perché è una donna lontana anni
luce da quella che sono io.”
Nemiche per la
pelle verrà distribuito da Good Films in circa 200
copie.
Alla Casa del Cinema
di Roma è stato presentato alla stampa il nuovo film di
Margarethe Von Trotta, Hannah
Arendt, con Barabara Sukowa e
Alxel Milberg. Alla conferenza oltre alla regista
era presente Angelo Draicchio della Ripley’s Film.
Il film sarà nelle sale il 27 e 28 gennaio.
– Ciò che sembra emergere dal
film, è che forse Hannah Arendt è stata anche l’oggetto di accuse
di revisionismostorico. C’è stata una grande difficoltà, al
tempo, nel capire il suo pensiero in relazione al processo di
Eichmann. La sua opinione a proposito?
M. Von Trotta:
La questione della cooperazione dei capi ebrei nelle
deportazioni ai lager era una tematica venuta fuori proprio durante
il processo. La Arendt sosteneva che se doveva fare la reporter al
processo, non poteva lasciare fuori questo elemento solo perché
avrebbe sollevato critiche. Inoltre questo fattore era qualcosa che
toccava il suo stesso popolo, essendo lei stessa ebrea.
Oggi si dice che la Arendt non
abbia capito Eichmann: beh, al processo c’era anche uno scrittore
olandese, anch’egli ebreo, e anche lui descrisse tutto alla stessa
maniera. Nessuna delle persone che hanno accusato la Arendt in
America erano presenti al processo.
–Il discorso toccato nel film
attraverso la figura della Arendt è di un’attualità estrema: non si
ama un popolo, si amano le persone. Come mai ha scelto una chiave
così diversa e interessante per raccontarlo?
M.V.T: Ne “Le
origini del totalitarismo” la Arendt fa un paragone tra il nazismo
e il comunismo, che noi non potevamo accettare perché non si poteva
neanche toccare il comunismo, per noi che inoltre venivamo dal ’68.
Dopo la caduta del muro di Berlino abbiamo capito molte cose, ci
siamo resi conto che lei aveva visto cose prima di noi. È per
questo che la Arendt è diventata così importante, perché ha posto
la questione di pensare con la propria testa e la nostra capacità
di ragionare. Un problema fondamentale anche per voi italiani, che
venite dal periodo del berlusconismo…
– Secondo lei la reazione così
dura alla Arendt è stata anche una questione di genere; avrebbe
avuto un altro trattamento se non fosse stata una donna?
M.V.T: Sì,
credo di sì. Ho girato alcune scene nell’ufficio del Rettore
americano all’Università di Lussemburgo, il quale mi ha detto che
in vita sua non aveva mai sentito un rimprovero verso un suo
collega maschile così accanito come quello di cui fu oggetto la
Arendt.
– La relazione con Heiddeger è
stata molto importante nella vita della filosofa. Come mai ha
scelto di voler raccontare questo personaggio solo sullo sfondo,
con dei flashback?
M.V.T: Certo,
se avessi scelto di raccontare la loro storia d’amore, avrei
sicuramente più successo: la storia tra il filosofo filo-nazista e
la ragazza-allieva ebrea. Ma non era questo che mi interessava.
Inoltre lei parla sempre del nazista Eichmann come di qualcuno che
non sa pensare, è lei la pensatrice e Heidegger era il suo maestro
di pensiero. Un maestro che, nonostante tutto, cadde di fronte al
nazismo.
Ma con la Arendt resta questa
utopia della filosofia come qualcosa che può salvare la
persona.
– Come mai il film esce solo per
2 giorni?
Draicchio:In
realtà il film doveva uscire lo scorso ottobre, ma poi non è stato
possibile. E quindi abbiamo ri-organizzato in poco tempo per farlo
uscire adesso, in occasione della Giornata della Memoria. Esce il
27 e il 28 ma poi forse continuerà ad essere nelle sale, in circa
100 sale italiane. C’è una grande attenzione da parte di molte
associazioni, per non parlare delle scuole, quindi speriamo possa
proseguire il suo percorso.
– Secondo lei, l’orrore di
un’esperienza come il nazismo come è potuto accadere nella
Germania, un paese civile? Forse l’abitudine che il popolo tedesco
ha sempre avuto, sin dall’infanzia, nei confronti
dell’obbedienza?
M.V.T:Forse
sì, anche. L’obbedienza, sin dai tempi della Prussia, era
considerata una delle “virtù” e dei pregi del popolo tedesco. Può
darsi che questo fattore storico abbia contribuito.
–Che risposta di pubblico ha
avuto il film in Germania e America?
M.V.T:Per ora
sta avendo successo in Germania, Francia, Spagna e America. Per
essere un film così difficile sta andando molto bene, e ne sono
felice: ho aspettato 8 anni per trovare i fondi. In Germania c’è
stata solo la polemica di qualche storico che dice di aver trovato
dei documenti dimostranti la falsità di Eichmann. Ma quando si fa
un film sulla Arendt, bisogna seguire lei, il suo pensiero, senza
andare oltre o cercare di scoprire e narrare la Storia.
Anche l’ultimo assistente di
Hannah ha molto apprezzato l’opera, dicendomi che per la prima
volta in un unico film vengono mostrate la parte privata e quella
intellettuale della Arendt. È uscito anche in Israele, dove ho
avuto molti supporti, tra cui quello della Film Commission. Strano
considerato che il suo libro (La banalità del male, ndr), in
Israele è uscito solo nel 2002 per la controversia che lei aveva
avuto con Gurian.
Margaret Qualley,
tenera ed elettrizzante attrice americana, ha sfilato sul tappeto
rosso del Festival di Cannes 2022 per
presentare Stars at Noon, un thriller romantico tratto
dal romanzo di Denis Johnson del 1986 e portato sul grande schermo
dalla regista francese Claire Denis.
In concorso nella selezione
ufficiale del Festival, il film racconta una storia d’amore sullo
sfondo di una rivoluzione politica. Una storia che vede
protagonista Margaret Qualley, una giovane attrice
che ha già tutte le carte in regola per diventare una grande
attrice. In attesa di scoprirla i prossimi ruoli, ecco tutto
quello che c’è sapere sulla giovane attrice.
Margaret Qualley è appassionata di
danza
Appassionata di danza,
Margaret Qualley si è inizialmente formata come
ballerina, entrando a far parte di rinomate
compagnie (North Carolina School of the Arts, American Ballet
Theatre, Professional Children’s School di New York). In seguito,
ha trasformato la sua passione in un ruolo cinematografico,
interpretando la ballerina e coreografa Ann Reinking, un’artista
che ammirava da tempo, nella serie statunitense Fosse/Verdon.
Margaret Qualley come modella
Ha poi deciso di fare la modella,
firmando con la prestigiosa agenzia IMG Models nel 2015. Ha
partecipato a diverse campagne, è apparsa su riviste di moda e ha
calcato le passerelle di importanti case come Valentino,
Alberta Ferretti e Chanel, di cui è una musa. Per la
stagione Autunno/Inverno 2021-2022, Margaret
Qualley è stata anche la sposa prescelta per la sfilata di
haute couture di Chanel, chiudendo così lo show.
Nel 2016 il volto di
Margaret Qualley era ovunque, ed è diventata un
nome noto grazie al suo ruolo nello spot del profumo Kenzo World.
In questo potente video diretto da Spike Jonze, la
giovane donna offre una vera e propria performance artistica con
l’aiuto del coreografo Ryan Heffington, lasciando
che la danza si impossessi di lei come una trance euforica, in un
abito verde smeraldo.
Ha recitato nel video Sweet Sounds
of Ignorance dell’attrice e cantante Soko nel 2017, accanto alla
sorella Rainey Qualley.
Margaret Qualley, i film che
l’hanno lanciata nel firmamento di Hollywood
Margaret Qualley
ha avuto a che fare con alcuni dei più grandi nomi di Hollywood,
fin dal suo debutto cinematografico. Nel 2013 ha ottenuto un
piccolo ruolo nel film indipendente
Palo Alto di Gia Coppola, che le ha dato l’opportunità
di recitare accanto a
Emma Roberts e
James Franco. Ma l’avventura era solo all’inizio,
perché un film dopo l’altro si susseguivano sempre più ruoli. Nel
2016 è apparsa nella commedia The Nice
Guys, con Ryan Gosling, poi con Kristen Stewart in Seberg nel 2019. Nello stesso anno ha
interpretato Cat, una hippie della Manson Family, accanto
a
Leonardo DiCaprio, Brad
Pitt, Margot
Robbie in C’era
una volta… a Hollywood di
Quentin Tarantino.
Margaret Qualley è la figlia dell’attrice Andy MacDowell
La mamma di Margaret Qualley
è Andy MacDowell, modella e attrice
affermata, e di Paul Qualley, musicista ed ex modello.
Un’eredità forte come la sua già intensa carriera.
Margaret Qualley in MAID
Nel 2021, l’attrice si è riunita
con sua madre, Andy MacDowell, davanti alla
telecamera nella serie sensazionale di Netflix
Maid. La serie è stata diretta da Molly Smith Metzler
ed è basata sul libro di memorie di Stephanie Land Maid: Hard
Work, Low Pay, and a Mother’s Will to Survive, che è diventato
un bestseller quando è stato pubblicato in Francia nel 2020. Sul
piccolo schermo, Margaret assume il ruolo di
Alex, una giovane madre single maltrattata da un partner
violento e dalla povertà, che lotta per tirare avanti e provvedere
a sua figlia. Acclamata per la sua inquietante precisione, questa
interpretazione le è valsa una nomination ai Golden Globes
del 2022, insieme a
Kate Winslet, Cynthia Erivo e
Jessica Chastain.
Margaret Qualley instagram
L’attrice non ha un profilo instagram come molte delle sue
coetanee. Ha fatto una scelta contro corrente e probabilmente
saggia.
Fresco del successo di Hit
Man (qui
la recensione), il prossimo progetto di Richard
Linklater sarà girato a breve e si è già assicurato un
cast stellare. Margaret Qualley, Ethan Hawke, Andrew Scott e Bobby
Cannavale saranno i protagonisti di Blue
Moon. Il film è stato acquistato da Sony Pictures Classics
e le riprese inizieranno quest’estate a Dublino, in Irlanda. Si
tratta di un progetto che appassiona da tempo Linklater e sarà
incentrato sugli ultimi giorni di vita del famoso cantautore
Lorenz Hart, che insieme al collaboratore
Richard Rodgers ha scritto una serie di classici
dello spettacolo, tra cui “The Lady Is a Tramp“, “My
Funny Valentine” e “Bewitched, Bothers and
Bewildered“.
“Blue Moon“, da cui il film
prende il titolo, era una delle loro canzoni più popolari ed è
stata notoriamente coverizzata da Elvis Presley.
Tuttavia, la vita di Hart fu breve e tragica: lottò contro
l’alcolismo e la sua omosessualità nascosta e fu devastato dalla
morte dell’amata madre nel 1943. Il 17 novembre 1943, Hart si
lasciò andare a una sbronza durante la prima di un revival del
musical A Connecticut Yankee di lui e Rodgers. In seguito
sviluppò una polmonite da esposizione e morì quattro giorni dopo.
Il film sarà ambientato qualche mese prima, durante la prima di
Oklahoma!, la prima collaborazione di Rodgers con il suo
nuovo partner, Oscar Hammerstein II.
La breve e infelice vita di Hart era
stata precedentemente rappresentata, in una versione asettica, nel
film Words and Music del 1948, in cui era interpretato da
Mickey Rooney. La sceneggiatura di Blue
Moon sarà scritta da Robert Kaplow, il
cui romanzo Me and Orson Welles Linklater ha adattato in
un film nel 2009. Oltre a dirigere, Linklater produrrà il film
insieme a Mike Blizzard e John
Sloss. Macdara Kelleher, Donna
Eperon e John Keville della Wild
Atlantic, David Kingland, Lisa
Crnic e Aaron Wiederspahn della Renovo
Media Group e Steven Farneth della Cinetic saranno
i produttori esecutivi. Non è ancora stata fissata una data di
uscita.
Geraldine Viswanatha, Margaret Qualley e Beanie Feldstein in una
scena di Drive-Away Dolls.
Dove abbiamo visto di recente Margaret Qualley?
Margaret Qualley si è fatta notare con la sua
interpretazione di un membro della Manson Family in
C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino. All’inizio di quest’anno,
ha recitato nel film di Ethan Coen, Drive-Away
Dolls, e dovrebbe recitare anche nel suo film successivo,
Honey Don’t!. Sempre di recente ha avuto un piccolo ruolo
in Povere
creature!, tornando poi a collaborare con Yorgos
Lanthimos in Kinds of
Kindness. È inoltre tra le protagoniste del body horror
The
Substance, premiato a Cannes.
Per quanto riguarda gli altri attori
coinvolti in Blue Moon, Ethan Hawke è un collaboratore di lunga
data di Linklater, a partire da Prima dell’alba del 1995; Hawke ha recitato anche nei
due sequel di Linklater, Prima del tramonto e Prima di mezzanotte, oltre che in molti dei suoi
progetti successivi, tra cui The Newton Boys, Waking
Life e la sua opera decennale Boyhood. Recentemente ha recitato accanto a Julia Roberts e Mahershala Ali in Il
mondo dietro di te.
Bobby Cannavale si
è fatto notare per la prima volta nella serie della NBC Third
Watch e ha già lavorato con Linklater nel suo adattamento di
Fast Food Nation. Prossimamente apparirà nell’attesissimo
sequel horror MaXXXine
di Ti West e nel dramma sul wrestling
Unstoppable. L’attore britannico Andrew Scott è invece noto al pubblico
internazionale per aver interpretato Moriarty in Sherlock
e “Hot Priest” in Fleabag. attualmente sta facendo parlare
di sé per il ruolo del sociopatico Tom Ripley in Ripley di Netflix, ma lo abbiamo visto di recente anche in
Estranei.
Margaret Qualley si è ritirata dal
ruolo di Amanda Knox nella prossima serie limitata
di Hulu per motivi di programmazione. L’attrice sta vivendo un
periodo davvero impegnato che l’ha spinta a tirarsi indietro dal
progetto
annunciato all’inizio di marzo 2024.
Il progetto senza titolo dello
sceneggiatore KJ Steinberg e della 20th Television
in associazione con The Littlefield Company, ha avuto il via libera
ufficiale il mese scorso con Qualley a bordo come protagonista e
produttore esecutivo. Il ruolo è ora in fase di riformulazione. Lo
sviluppo non avrà alcun impatto sui piani di produzione poiché le
riprese della serie di otto episodi dovrebbero iniziare a
ottobre.
Margaret Qualley,
due volte nominata agli Emmy per
Maid di Netflix e Fosse/Verdon di FX, ha
appena visto i suoi due film in uscita, Kinds of
Kindness e The Substance, entrambi
selezionati per essere presentati in anteprima al Festival di Cannes. Vista di recente in
Povere Creature, attualmente sta girando
Honey Don’t! e ha altre funzionalità in programma.
L’abbiamo vista di recente nelle nostre sale in
Drive-Away Dolls(qui
la recensione).
La serie limitata di Hulu copre il
viaggio di 16 anni della Knox per liberarsi dopo essere stata
ingiustamente condannata per l’omicidio della sua compagna di
stanza Meredith Kercher. Legati alla serie ci sono il produttore
esecutivo di Steinberg con Warren Littlefield,
Lisa Harrison, Ann Johnson e Graham
Littlefield di The Littlefield Company; così come
Monica Lewinsky, Knox e Chris
Robinson della Knox Robinson Productions.
La storia della Knox è già stata
oggetto di numerosi progetti cinematografici. Oltre a diversi
servizi speciali e documentari, Lifetime ha trasmesso il film
originale “Amanda Knox: Murder on Trial in Italy” nel
2011. Nel 2021 è uscito il film “La
ragazza di Stillwater” con Matt Damon, Abigail Breslin e Camille
Cottin, che si ritiene sia stato ispirato dalla storia
della Knox. Questa miniserie con Margaret Qualley, pronta dunque a
tornare sul piccolo schermo, sarà però il primo progetto di fiction
esplicitamente dedicato alla Knox ad averla dunque compre
principale protagonista.
L’attrice Margaret Qualley, ora al cinema con
il film Drive-Away
Dolls(qui
la recensione) è stata scritturata per interpretare
Amanda Knox in una miniserie da otto episodi da un
ora, ancora senza titolo, che è stata ordinata a Hulu, come ha
appreso
Variety. Nella descrizione ufficiale si legge che la serie è
“basata sulla vera storia di come la Knox è stata ingiustamente
condannata per l’omicidio della sua compagna di stanza Meredith
Kercher e sulla sua odissea di 16 anni per ottenere la
libertà“.
KJ Steinberg
(“This Is Us“, “Mistresses“, “Gossip
Girl“) è sceneggiatore e produttore esecutivo della serie.
Qualley sarà anche produttrice esecutiva oltre che protagonista.
Warren Littlefield, Lisa
Harrison, Ann Johnson e Graham
Littlefield della Littlefield Company saranno anche
produttori esecutivi insieme a Monica Lewinsky e a
Knox e Chris Robinson della Knox Robinson
Productions. Lo studio è la 20th Television.
Margaret Qualley torna in TV per
interpretare Amanda Knox
Questa sarà la seconda serie
limitata basata su una persona reale di cui Qualley sarà
protagonista. In precedenza ha recitato nella serie Netflix “Maid“,
basata sull’omonimo libro di memorie di Stephanie
Land. Il suo lavoro in quella serie è valso a Qualley una
nomination ai Golden Globe e agli Emmy. In precedenza aveva
ottenuto una nomination agli Emmy come miglior attrice non
protagonista in una serie limitata per aver interpretato Ann
Reinking in “Fosse/Verdon” di FX. Qualley è nota anche per
i suoi ruoli in show come “The Leftovers” e per film come
“C’era
una volta a… Hollywood” e “The Nice
Guys“.
La storia della Knox è già stata
oggetto di numerosi progetti cinematografici. Oltre a diversi
servizi speciali e documentari, Lifetime ha trasmesso il film
originale “Amanda Knox: Murder on Trial in Italy” nel
2011. Nel 2021 è uscito il film “La
ragazza di Stillwater” con Matt Damon, Abigail Breslin e Camille
Cottin, che si ritiene sia stato ispirato dalla storia
della Knox. Questa miniserie con Margaret Qualley, pronta dunque a
tornare sul piccolo schermo, sarà però il primo progetto di fiction
esplicitamente dedicato alla Knox ad averla dunque compre
principale protagonista.
L’eccentrico Larry
Clark torna a far cinema raccontando una storia di
confine, sui ragazzi, il sesso, la droga e la vita.
Marfa Girl racconta di Adam, sedici anni,
e dell’universo che gli gravita intorno nella cittadina di Marfa,
piccolo centro abitato in Texas a poche miglia dal confine con il
Messico. Adam è alle prese con la sua ragazza, con la madre single
e con gli amici, la droga e tutti quei tipi umani che trova nella
sua città.
Marfa Girl, il film
Clark ci conduce in un mondo reale,
fatto di discorsi sconclusionati, di follia dilagante, di artisti e
studenti, di skater e di pappagalli allevati in casa. Tutto nel
film confluisce nella composizione di un quadro tanto elementare
quanto incomprensibile, che ricostruisce con la ricchezza di un
documentario e con la passione di un romanzo uno spaccato di vita,
il giorno del sedicesimo compleanno del protagonista. Gli attori
giovani sono interpretati da veri abitanti di Marfa, che si
affiancano agli attori professionisti con grande naturalezza e
professionalità. Il film racconta però anche un conflitto razziale
insito nelle zone di confine, che si dispiega nel grande spazio
dato al paesaggio ma anche direttamente nei rapporti trai diversi
personaggi che incontriamo e dei quali non sempre riusciamo ad
afferrare le motivazioni. Sembra che Clark, preso completamente
dalla sua voglia di realtà e assorbito dal suo passato lavoro di
fotografo, continui a proporre gli stessi soggetti, talvolta
stancamente, riducendosi semplicemente e mostrare e fotografare,
appunto, uno spaccato di mondo che presenta elementi interessanti,
contrastanti ma a volte anche di scarso interesse per lo
spettatore.
Il titolo, Marfa
Girl, si riferisce probabilmente al personaggio di
Drake Brunette che interpreta la disinibita vicina
di Adam: in lei convergono tutti i personaggi e i racconti, a lei
sono affidati i momenti di maggiore azione e forse è anche suo il
compito di veicolare in qualche modo il pensiero del regista, anche
se quest’ultimo non sembra intenzionato a comunicare quanto a
mostrare. Marfa Girl è un film di difficile comprensione e ancora
più complessa giustificazione, che però può dire la sua in un
panorama cinematografico che ha bisogno anche di prodotti autonomi
e liberi da qualsiasi costrizione.
Maremetraggio, festival internazionale
di cortometraggi ed opere prime, si svolgerà quest’anno a Trieste
dal 1° al 7 luglio e dedicherà un intero spazio a Michele Alhaique,
giovane e promettente attore romano.
I primi due episodi della
nuova stagione di
Mare fuori, la serie dei record coprodotta da Rai e
Picomedia, sono stati presentati in anteprima nel
programma della ventunesima edizione di Alice nella città e
della diciottesima edizione della Festa del
Cinema di Roma.
Il red carpet con i protagonisti
della serie è iniziato a partire dalle ore 17.45 all’Auditorium
Parco della Musica Ennio Morricone. Ecco tutte le foto dei
protagonisti sul red carpet!
Alle ore 20.45, il cast sarà
sul red carpet di Alice nella città all’Auditorium
Conciliazione: per l’occasione via della Conciliazione sarà
chiusa al traffico, come è stato nelle precedenti edizioni per
Angelina Jolie, Johnny Depp e Russell Crowe, per consentire ai
tanti fan in attesa di poter vedere da vicino i loro
beniamini.
Nella quarta stagione di “Mare
fuori” i protagonisti si trovano metaforicamente a navigare in mare
aperto. Rosa, Carmine, Mimmo, Kubra, Dobermann, Cucciolo e
Micciarella vivono tutti la consapevolezza di non essere più
attaccati all’àncora salvifica della famiglia. Sono soli, spinti
dalla corrente verso il largo. Ora devono vincere ogni giorno le
loro più intime paure per affrontare la vita. Al loro fianco non
c’è più l’amore incondizionato della famiglia, ma quello degli
amici con cui scelgono di navigare. A contrastare questo racconto
ci sono Pino, Edoardo, Cardiotrap, Giulia e Silvia che, nel bene e
nel male, vivono ancora il peso dei legami familiari capaci di
condizionare la loro vita. È il momento di crescere e questo
significa capire chi si vuole diventare e cosa si desidera essere.
Ormai la maggior parte dei detenuti è maggiorenne. Il cambiamento è
inevitabile, ma la crescita personale è una scelta che richiede
coraggio. Bisogna decidere in che modo e verso dove orientare la
propria vita, il proprio viaggio. Chi non lo fa permette ad altri
di farlo per lui. La libertà non è solo fuori dal carcere, è anche
una conquista interiore dettata dal coraggio di scegliere. La
durezza della nuova direttrice forza i ragazzi a una scelta
necessaria: ribellarsi per la propria autodeterminazione. Lo
scontro fra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi è
inevitabile per capire chi si è, chi si vuole diventare e trovare
la voce per dirlo.
La quarta stagione di “Mare Fuori”,
con la regia di Ivan Silvestrini, è una coproduzione Rai Fiction –
Picomedia, prodotto da Roberto Sessa da un’idea originale di
Cristiana Farina, scritta con Maurizio Careddu.
I primi due episodi della nuova
stagione di Mare fuori saranno presentati in anteprima nel
programma della ventunesima edizione Alice nella città e della
diciottesima edizione della Festa del Cinema di
Roma: sul red carpet sfileranno i protagonisti della serie
dei record coprodotta da Rai e Picomedia.
Nella quarta stagione i protagonisti
della serie si trovano metaforicamente a navigare in mare aperto.
Rosa, Carmine, Mimmo, Kubra, Dobermann, Cucciolo e Micciarella
vivono tutti la consapevolezza di non essere più attaccati
all’àncora salvifica della famiglia. Sono soli, spinti dalla
corrente verso il largo. Ora devono vincere ogni giorno le loro più
intime paure per affrontare la vita. Al loro fianco non c’è più
l’amore incondizionato della famiglia, ma quello degli amici con
cui scelgono di navigare. A contrastare questo racconto ci sono
Pino, Edoardo, Cardiotrap, Giulia e Silvia che, nel bene e nel
male, vivono ancora il peso dei legami familiari capaci di
condizionare la loro vita. È il momento di crescere e questo
significa capire chi si vuole diventare e cosa si desidera essere.
Ormai la maggior parte dei detenuti è maggiorenne. Il cambiamento è
inevitabile, ma la crescita personale è una scelta che richiede
coraggio. Bisogna decidere in che modo e verso dove orientare la
propria vita, il proprio viaggio. Chi non lo fa permette ad altri
di farlo per lui. La libertà non è solo fuori dal carcere, è anche
una conquista interiore dettata dal coraggio di scegliere. La
durezza della nuova direttrice forza i ragazzi a una scelta
necessaria: ribellarsi per la propria autodeterminazione. Lo
scontro fra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi è
inevitabile per capire chi si è, chi si vuole diventare e trovare
la voce per dirlo.
La quarta stagione di Mare Fuori, con la regia di
Ivan Silvestrini, è una coproduzione Rai Fiction –
Picomedia, prodotto da Roberto Sessa da un’idea originale di
Cristiana Farina, scritta con Maurizio Careddu: nel cast,
Carmine Recano, Lucrezia Guidone,
Massimiliano Caiazzo, Maria Esposito, Matteo Paolillo, Artem,
Domenico Cuomo, Kyshan Wilson, Clotilde Esposito, Giovanna Sannino,
Alessandro Orrei, Ludovica Coscione, Clara Soccini, Francesco
Panarella, Salahudin Tijani Imrana, Giuseppe Pirozzi, Vincenzo
Ferrera, Antonio De Matteo, Raiz, Pia Lanciotti.
Si sono
definitivamente chiusi i casting per il Musical Mare Fuori diretto da Alessandro
Siani e prodotto da Best Live che
debutterà il prossimo 14 dicembre al Teatro
Augusteo di Napoli. Il regista insieme
alla casting stanno ancora valutando alcune figure da inserire
all’interno del cast principale.
Questi i nomi dei
protagonisti che sono già stati selezionati. Oltre a Rosa
Ricci (Maria Esposito), Dobermann (Enrico
Tijani), Totò (Antonio Orefice),
Micciarella (Giuseppe Pirozzi),
Milos (Antonio D’Aquino), Nunzia
(Carmen Pommella) una delle guardie, il cantautore Andrea
Sannino, Yuri Pascale Langer,
Giulia Molino, e Sveva Petruzzelli, si aggiungono
al cast, Mattia Zenzola il ballerino vincitore
dell’ultima edizione di Amici, Bianca Moccia,
Antonio Rocco, Pasquale Brunetti,
Christian Roberto.
Si aggiungono anche nuove date al tour,
e i biglietti sono disponibili su www.ticketone.it
Di seguito l’elenco delle date
aggiornate
Napoli Teatro Augusteo dal 14 al 30
dicembre 2023. 1, 5,6,7 gennaio 2024
Ragusa Teatro Duemila 20 -21gennaio
2024
Reggio Calabria Teatro Cilea 23-24
2024
Cosenza Teatro Rendano Dal 26 al 28
gennaio 2024
Torino Teatro Alfieri dal 2 al 4
febbraio 2024
Milano Teatro Arcimboldi dal 14 al 18
febbraio 2024
In occasione della serie di
panel UltraPop proposti dalla Sala Talk di
Arf! Festival nella sua nona edizione (12
al 14 maggio 2023), il pubblico della fiera di fumetto, di casa
all’ex Mattatoio di Testaccio, ha avuto modo di
incontrare da vicino parte del cast di Mare Fuori,
la serie Rai diretta da Ivan Silvestrini che si è
rivelata un vero e proprio fenomeno di massa.
Ospiti del Festival sono stati lo
stesso Ivan
Silvestrini, regista della serie dalla metà della
seconda stagione in poi, Raiz, il cantante degli
Almamegretta che oltre a interpretare il boss
Salvatore Ricci è anche autore delle canzoni originali della serie,
e Giacomo Giorgio, interprete di Ciro Ricci,
personaggio amatissimo dal pubblico che muore alla fine della prima
stagione, ma che ricompare nella seconda e nella
terza in diversi flashback, soprattutto legati a Rosa Ricci
(Maria Esposito), sua sorella che ha un ruolo
importante dalla terza
stagione in poi.
Il fenomeno “Mare Fuori”
Il regista Ivan
Silvestrini non poteva certo avere idea del fenomeno
che sarebbe diventata la serie, quando è subentrato alla regia di
alcuni degli episodi della seconda stagione: “Ho preso in mano
la serie a metà della seconda stagione, ho continuato per tutta la
terza
e ora sono alle prese con la quarta. Già da subito ho percepito il
grande interesse intorno al progetto, ma mentre giravo la terza
stagione ho visto che il set era circondato tutti i giorni da
decine e decine di ragazzi che volevano incontrare i loro
beniamini. Noi narratori ci troviamo sempre di fronte a un grande
dilemma quando ci chiediamo se riusciremo a intercettare un
pubblico con le nostre storie. Ma mentre giravamo la terza
stagione, io non solo percepivo che il pubblico c’era e che la
nostra responsabilità era dare a tutti storie all’altezza delle
loro aspettative, ma avevo anche l’impressione, da spettatore
privilegiato quale sono, che questi ragazzi stavano davvero facendo
qualcosa di straordinario. Sapevo che Mare Fuori sarebbe stato
amato, ma non potevo aspettarmi quanto.”
Tutti i personaggio della serie
hanno un look molto distintivo. Ciro ad esempio ha sempre uno
sguardo fisso in avanti, quasi proteso al futuro, e indossa sempre
capi bianchi o neri, con delle decorazioni dorate, quasi fossero
una specie di divisa. Da dove nasce questo look, questo
approccio al personaggio così distintivo?
Giacomo Giorgio:
“Tutto quello che riguarda il personaggio è frutto di un lavoro
di squadra. Soprattutto la famiglia Ricci, i cattivi della serie,
sono molto caratterizzati sia per il look che per le
interpretazioni. Quando ho cominciato a interpretare Ciro, ho
scelto di non mettere in scena il classico cattivo con un
atteggiamento spocchioso, come sembra più logico fare. L’ho
immaginato proteso in avanti, come fosse una pantera, e questa
caratteristica dello sguardo l’ho rubata a un ragazzo che ho
conosciuto al IPM di Nisida, che era a tutti gli effetti il Ciro di
quel posto. Per quello che invece riguarda il look, il lavoro è
stato del reparto costumi: si era deciso di differenziare sempre
Ciro dagli altri, e così, mentre gli altri ragazzi detenuti avevano
abbigliamenti colorati, lui era sempre vestito di nero o di bianco,
perché doveva spiccare.”
I costumi da supereroi dei personaggi di Mare Fuori
E questo aspetto dei costumi si
ritrova in molti dei personaggi della serie, ad esempio il
Comandante Massimo Esposito (interpretato
da Carmine Recano) che indossa sempre tinte
di blu o azzurro. “C’è effettivamente uno studio cromatico sui
personaggi – interviene Silvestrini– è vero che il Comandante cambia molto poco la palette dei
suoi abiti, e come lui anche il personaggio della Direttrice
(Carolina Crescentini) ha sempre abiti dalle
tonalità marine, dato il valore simbolico che ha il mare in questa
serie. Mentre i personaggi di altro tipo usano tinte più aggressive
o neutre. Il personaggio di Beppe Romano (Vincenzio
Ferrara) usa poi una palette tra il marrone e il verde,
Lino (Antonio De Matteo) usa una palette su scala
di grigi, e così via. Nessuno di loro è mai uscito dalla propria
palette, e senza dubbio il mio passato di lavoro con i cartoni
animati, ma anche con Lorenzo Ceccotti sul film
Monolith, mi ha aiutato tanto a raggiungere questo
grado di attenzione ai dettagli.”
I personaggi di Mare
Fuori assumono quindi, sotto quest’ottica, una dimensione
iconica, come i personaggi dei fumetti, come un Dylan
Dog che non cambia mai l’abito che indossa. E proprio
all’epica a fumetti attinge Silvestrini quando si approccia alla
regia della serie, a quelle storie viscerali e a quei personaggi
che si fanno icona, in particolare con la messa in scena della
famiglia Ricci. “Non è un caso che proprio questi siano
diventati i personaggi più iconici di Mare Fuori, a partire dal
padre, Salvatore, passando per il figlio, Ciro, fino ad arrivare a
Rosa, la figlia, la nuova icona di Mare Fuori. È innegabile che lei
si è imposta subito, nel momento in cui è arrivata.”
A interpretare Salvatore Ricci,
capofamiglia e “imprenditore del crimine”, c’è
Raiz, che spiega come la presenza del personaggio
sia aleggiante sopra ai figli e sopra a tutta la storia nonostante
si tratti di una presenza secondaria: “Salvatore è presente
sempre nella cattiva educazione che ha dato ai suoi figli. Ha
cresciuto dei criminali, con il figlio che mira a essere come lui,
e Rosa che invece si sente in dovere di esserlo, anche se forse non
vuole.” Una presenza che aleggia sulla storia e la
determina, anche se non direttamente. E questo elemento sarà
determinante anche per la quarta stagione, a giudicare dal
cliffhanger con cui si è chiuso il terzo ciclo di episodi.
La quarta stagione di Mare
Fuori andrà in onda a partire dal febbraio 2024 su RaiDue
e vedrà tornare tutti i protagonisti delle stagioni precedenti,
Maria Esposito, Matteo Paolillo,
Massimiliano Caiazzo, Carmine Recano,
Nicolas Maupas, Artem e tutti gli altri
interpreti.