Arriva alla Festa di Roma 2016The Rolling Stones Olé Olé Olé! A Trip Across Latin
America, il documentario che segue il
tour dei Rolling Stones nei primi mesi del 2016 attraverso dieci
città latinoamericane concluso con un concerto all’aperto
all’Avana, Cuba, dove la band si è esibita per la prima volta. Un
road movie che celebra il potere rivoluzionario del Rock in modo
divertente e indagatore.
The Rolling Stones Olé Olé
Olé! A Trip Across Latin America
The Rolling Stones Olé Olé
Olé! A Trip Across Latin America racconta il tour, la
cultura locale e il legame unico che esiste tra i popoli
dell’America Latina e i Rolling Stones e combina le vibranti
riprese dal vivo con altre piu` intime che ci portano nel mondo dei
Rolling Stones.
Oggi
per la prima volta Netflix sarà alla
Festa di Roma 2016 per promuovere il
documentario originale Into the Inferno, in cui
Werner Herzog e il vulcanologo Clive Oppenheimer intraprendono un viaggio alla
scoperta di alcuni dei vulcani più leggendari del mondo, dalla
Corea del Nord all’Etiopia, dall’Islanda fino all’Arcipelago di
Vanuatu.
Into the
Inferno
Into the
Inferno è l’occasione per riflettere sul significato
filosofico che si cela dietro ai vulcani.
Louise en Hiver è un delicato
e poetico film in animazione tradizionale 2D, che racconta con rara
sensibilità la storia di Louise, una vecchietta solitaria, dal
nasone spropositato e un po’ burbera, che è solita trascorrere i
mesi estivi in un paesino sperduto in Normandia, dove era solita
villeggiare da bambina e poi adolescente a casa della nonna.
Alla fine dell’ennesima, affollata e
chiassosa stagione estiva, Louise si prepara stancamente e quasi
con rassegnazione a tornare in città, ma perde per un soffio
l’ultimo treno utile, rimanendo bloccata in un paese deserto,
minacciato dal tempo inclemente e dalla furia delle maree. Louise
non si perde d’animo e accetta con semplicità il suo isolamento
forzato, abbandonando la sua casa fredda e umida e costruendosi una
baracca sulla spiaggia, dove vivrà come un naufrago o un
sopravvissuto a chissà quale catastrofe.
Nessuno verrà a cercare Louise e
nessuno si affaccerà per mesi nella cittadina fantasma, nessuno
proverà a telefonare. Quello che nella realtà potrebbe sembrare
totalmente incredibile nel film assume una riuscitissima dimensione
fiabesca e astratta, che permette allo spettatore di accettare la
situazione con naturalezza, portando a quella sospensione
dell’incredulità spesso tanto difficile da ottenere.
In Louise en
Hiver, i riferimenti a Robinson Crusoe sono innumerevoli e continui, ma
vengono in mente anche le storie di morti viventi o le apocalissi
nucleari. Ma la nostra protagonista non è una giovane aitante,
anche se l’intraprendenza non le manca certamente; la sopravvivenza
a cui è costretta sarà il naturale spunto per ritrovare se stessa e
far riaffiorare nella sua mente ormai stanca ricordi che aveva
rimosso da tempo.
I disegni di Louise en
Hiver sono semplici, ma allo stesso tempo accurati
Non mancano in questo viaggio i
compagni di solitudine, come il tenero cagnone, ormai alla fine dei
suoi giorni, che saprà dare all’amica inaspettata tutto quell’amore
e quel supporto emotivo che solo gli amici a quattro zampe sanno
regalare, o lo scheletro del paracadutista appeso ad un albero dai
tempi dello sbarco in Normandia, che con grande pazienza raccoglie
confidenze, sogni e timori di Louise da quando era bambina.
I disegni di Louise en
Hiver sono semplici, ma allo stesso tempo incredibilmente
accurati, riescono a trovare una sintesi grafica felice e di rara
efficacia. Con poche pennellate sembra di trovarsi sulla sommità
delle scogliere francesi e l’acquarello, sporcato di spuma di
pastello, riesce ad evocare magnificamente la furia del mare. Le
texture sono funzionali alla narrazione, le trame delle carte
martellate affiorano tra le pennellate, offrendo una sensazione di
libertà espressiva che fa bene agli occhi e al cuore.
Il cinema di animazione francese,
per sua grande fortuna e vanto, non è certo nuovo a film di questo
genere, viene in mente Sylvain Chomet su tutti, ma ogni volta ci si
sorprende e ci si abbandona volentieri all’affabulazione disegnata
che tante volte viene invece snobbata o etichettata come cinema per
bambini.
Dopo il successo del suo esordio
La mafia uccide solo d’estate, Pierfrancesco Diliberto “Pif”,
presenta il suo secondo lungometraggio, In guerra per
amore, in anteprima nazionale mercoledì 12 ottobre, come
preapertura della Festa del Cinema di Roma 2016, e in sala dal 27
ottobre.
In In guerra per
amore Arturo (Pif)
è un giovane siciliano nella New York del ‘43. Lui e Flora
(Miriam
Leone) si amano, ma quando lo zio di lei la promette
in sposa al figlio di un boss locale, la ragazza non può opporsi.
L’unica speranza per i due innamorati è che Arturo vada in Sicilia
a chiedere al padre dell’amata il consenso al suo matrimonio con la
figlia. Senza un soldo, Arturo decide di arruolarsi nell’esercito
americano, che prepara in quei giorni lo sbarco sull’isola, per
poter raggiungere il paesino siciliano dove vive il padre di
Flora.
Il regista palermitano sceglie un
sentiero consolidato, deludendo forse chi si aspettava una maggiore
originalità o un più deciso passo in avanti: l’impianto dell’opera,
i due personaggi principali e l’idea di fondo restano gli
stessi, ma non è detto che sia un male. Si coniugano storia
personale e Storia nazionale, intrecciate a quella della mafia,
colta in un’altra fase cruciale.
In guerra per
amore è infatti una sorta di prequel dell’esordio: dopo
gli omicidi e le stragi mafiose degli anni ’80 e ’90, qui
ritroviamo Arturo e Flora durante la Seconda Guerra Mondiale,
quando Cosa Nostra fornì un aiuto fondamentale agli Usa nel
controllo di un territorio a loro sconosciuto, in occasione dello
sbarco alleato sulle coste siciliane. Aiuto in cambio del quale
ottenne mano libera e possibilità d’espansione uniche. Aiuto
testimoniato da alcuni documenti, base storica del film, tra cui il
rapporto del capitano Scotten (nel film Philip Catelli,
Andrea Di Stefano) che evidenziava i rischi e le possibili
gravi conseguenze per la Sicilia e l’Italia di un patto tra Usa e
mafia.
Il sogno d’amore di Arturo,
antieroe timido e impacciato, s’intreccia con la Storia.
Coinvolgono l’incedere leggero e a tratti surreale del lavoro, un
protagonista stralunato e quasi inconsapevole di quanto accade
attorno – Forrest Gump è un chiaro riferimento –
ma che nel corso del film acquisirà consapevolezza, soprattutto
grazie alla sincera amicizia con Catelli. Efficace però anche il
racconto della guerra nei suoi aspetti più drammatici – la fame, i
bombardamenti, la morte, le speranze frustrate. Con leggerezza, ma
non senza far riflettere, si racconta la mafia, la tracotanza dei
boss, la spregiudicatezza alleata che se ne servì. Ad animare il
film sono anche le caratterizzazioni, specie quelle, spesso
tragicomiche, degli isolani – Teresa (Stella
Egitto), Saro e Mimmo (Sergio Vespertino
e Maurizio Bologna), Don Calò (Maurizio
Marchetti), Annina (Aurora Quattrocchi).
Assieme alla suggestiva ambientazione ad Erice – nel film un
paesino di fantasia – completano un lavoro godibile, che rende
plausibile e non fa pensare troppo anche un’operazione scivolosa
come cercare di bissare il successo dell’esordio sfruttando la
stessa formula.
Per un lavoro più impegnativo del
precedente, il regista – sceneggiatore con Michele
Astori e Marco Martani – sceglie
soluzioni semplici e alla propria portata, come una New York
ricostruita nel parco di divertimenti Cinecittà World. Ci si poteva
aspettare di più, ma Diliberto conferma lo stile personale e il
buon talento visivo per un risultato comunque apprezzabile.
Tra gli ospiti della Festa
del cinema di Roma 2016, c’è stato, nella giornata di
sabato 15 ottobre, Bernardo Bertolucci, grande
maestro del cinema italiano che ha anche presenziato a un incontro
con il pubblico dell’Auditorium.
“L’uomo pensa, Dio ride”. Non poteva
non provenire dal Talmud questa lapidaria, ma fondamentale,
riflessione sull’umorismo: quali dinamiche lo suscitano? È una
questione sociologica? Ma soprattutto: ognuno percepisce le battute
in modo diverso? Su cosa è possibile ironizzare e in che
modo? E la battuta, è davvero il risultato dell’equazione tragedia
più tempo?
Queste sono solo alcune delle
“domande corollario” sollevate da Ferne Pearlstein
nel suo documentario The Last Laugh,
presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma
2016: un inedito viaggio nel complesso universo
dell’umorismo ebraico a partire da una domanda scottante (quella
principale): è possibile ridere dell’Olocausto?
La Pearlstein sceglie di unire i
contributi dei sopravvissuti allo sterminio nazista con le
testimonianze dirette di comici e attori ebrei che hanno avuto a
che fare (direttamente o indirettamente) con questa tragedia,
creando un ponte tra gli anni, i secoli (XX e XXI) e le
generazioni. The Last Laugh è, letteralmente,
l’ultima risata (riconfermando in tal modo il suo legame con
l’argomento trattato), ma ascoltando bene e cogliendo le stringhe
sottili nascoste tra le parole di coloro che hanno scrutato
nell’abisso della Tragedia riuscendo a sopravvivere è soprattutto
“l’ultima parola”: quella sentenza finale che i sopravvissuti non
hanno voluto concedere ad Hitler e ai suoi seguaci, quell’ultimo
“sberleffo” definitivo che gli hanno regalato: come indica il
Talmud, hanno scelto di vivere. Ma soprattutto di ridere e di
sorridere.
Con l’ausilio di una molteplicità di
punti di vista differenti e dell’esperienza navigata di comici “di
rango” come Mel Brooks, Carl Reiner, Rob Reiner, Sarah
Silverman, Woody Allen, Sasha Baron Cohen, Gilbert Gottfried, Judy
Gold e molti altri, si esplorano le radici recondite
dei meccanismi nascosti nella risata, cercando di analizzare
lucidamente quali tabù possono essere infranti oggi nella
nostra società e quali potevano essere infranti nel dopoguerra o
negli anni ‘70; ma, soprattutto, si cerca di capire come affrontare
attraverso un punto di vista totalmente diverso dalle convenzioni
socialmente riconosciute un dramma oscuro che ha segnato la storia
del “Secolo Breve”, cercando di esorcizzarlo con l’arma più
potente: una risata.
Continua la storia d’amore del
regista irlandese John Carney con la musica, protagonista assoluta
del suo ultimo piccolo capolavoro Sing Street, qui
fuori concorso all’undicesima Festa del Cinema di
Roma nella sezione collaterale di Alice nella
Città.
Ambientato nei gloriosi anni
ottanta, Sing Street racconta la storia di Conor
(Ferdia Walsh-Peelo), un ragazzino di appena
quattordici anni che, per sfuggire dai problemi della sua famiglia
si rifugia nella musica. Preso di mira dai bulli della sua nuova
scuola, decide di metter su una band insieme ad alcuni suoi
compagni per fare colpo su una ragazza di qualche anno più grande
di lui.
Dopo l’acclamato Once del
2006 – film indipendente che vinse anche un Oscar per la migliore
canzone originale con Falling Slowly – e il meraviglioso
ma più recente Begin Again, John Carney torna a
farci assaporare il suo talento proponendoci ancora una volta un
film in cui la musica la fa da padrona. Il regista torna per
l’occasione della sua terra natia, raccontandoci di una Dublino,
quella degli anni ottanta, come di una città ancora troppo
arretrata dove i ragazzi sognano quella che sembra una lontanissima
Londra, la terra delle mille possibilità.
Ma quello che in assoluto incanta
del film è la bravura di questi ragazzi che, nonostante la loro
giovane età, sembrano già delle piccole star e che, sotto
l’abile direzione di Carney, ci accompagnano per mano in una sorta
di bizzarro viaggio musicale; la band dei Sing Street, in attesa di
trovare un proprio stile originale, trae infatti ispirazione da
alcuni dei gruppi più famosi di quegli anni come i The
Cure, i Duran Duran, senza dimenticare
ovviamente il mitico David Bowie pioniere dello
stile futuristico che è poi diventato un suo tratto distintivo.
Il film, perfetto in ogni suo
elemento a cominciare dalla sceneggiatura che non consente alcun
calo di ritmo, è in sintonia con il resto della cinematografia del
regista che, grazie al suo stile pulito, semplice e diretto, non ha
bisogno di inutili sovrastrutture estetiche per far breccia nel
cuore del suo pubblico. Se tutto questo ancora non vi ha convinti a
recuperare questo piccolo gioiellino da festival, vi consigliamo di
dare un’occhiata alla colonna
sonora originale e non di Sing Street: sarà amore alla prima
nota!
Daniele Vicari
sostiene di aver voluto realizzare “un film semplice, come
il verso della canzone da cui è tratto il titolo, come semplici
sono le esistenze di cui racconta la storia. La vita quotidiana di
milioni di persone che non hanno una vita assicurata
dall’appartenenza sociale è invece molto difficile.”
Lo fa con un bel piglio registico,
soprattutto con un sapiente uso della camera a mano, e riesce a
seguire bene le vite delle due protagoniste, aiutato sicuramente
dalla loro buona interpretazione. Isabella Ragonese ed Eva
Grieco si muovono bene con i caratteri dei loro
personaggi, apparendo naturali e spigliate e quindi credibili.
Anche Francesco montanari, nel ruolo del marito di Eli, offre una
buona prova. Cosa che purtroppo non sempre avviene per i tanti
personaggi di contorno, spesso ridotti a meri caratteri di
servizio, quando non cadono inesorabilmente nel solito
macchiettismo tipico di tanto cinema italiano. Forse è proprio la
troppa “semplicità” a portare il film in quel limbo del già visto,
o peggio, del televisivo.
In Sole Cuore
Amore Eli e Vale sono amiche da tanto tempo, vivono nello
stesso palazzo sul desolato litorale romano. Hanno fatto scelte di
vita completamente diverse. Eli è trentenne, ha un marito
disoccupato e quattro figli. Ogni giorno impiega due ore per andare
a lavorare in un bar, dove è sfruttata ed è costretta a tollerare
condizioni inumane. Non ha comunque scelta, è l’unico modo per
riuscire a sostenere la sua famiglia. Lei però ha un carattere
solare, il contatto con gli altri le piace ed è sempre carica di un
ottimismo inaspettato. Vale invece, sua coetanea, è una danzatrice,
vorrebbe fare danza come espressione, ma è costretta ad esibirsi in
discoteche e night club. A volte Vale aiuta Eli durante il
giorno, accudendo i bambini e aiutandoli a studiare. Ma l’ottimismo
e il buonumore non bastano da soli a far fronte all’immane
fatica e ai tanti problemi che ogni giorni si presentano,
cominciando oltretutto a minare la salute di Eli.
Sono storie e difficoltà di gente
comune e quindi proprio per questo Sole Cuore
Amore potrebbe attecchire su quel pubblico perennemente in
cerca di vicende difficili, dolorose, lacrimevoli, che nel buio di
una sala gli facciano pensare “Beh, meno male, c’è chi sta peggio
di me”.
È strano pensare che Sole
Cuore Amore sia di quella stessa mano ispirata e
coraggiosa che ha diretto Diaz, soprattutto quando
il folgorante testo della canzone di Valeria Rossi
arriva ( ce lo aspettavamo con timore fin dal titolo)e viene
canticchiato biecamente da due ragazzini nel bar in cui la
protagonista è strizzata come un limone.
Uno sguardo più personale, scelte
più coraggiose e una rottura di schemi ormai imposti e obsoleti
avrebbero certamente reso il film assai più interessante e avrebbe
spronato lo spettatore a riflettere sulle problematiche importanti
che sono alla base della storia e nelle intenzioni del regista.
Manca palesemente un’esigenza
espressiva e narrativa che avrebbe fatto la differenza, e tale
mancanza relega il film nel mero mestiere.
Ecco un nuovo trailer internazionale
per Wonder Woman, diretto da Patty Jenkins e interpretato da
Gal Gadot che vedrà debuttare da
protagonista l’eroina dell’Universo dei Fumetti DC.
Di seguito il video:
https://www.youtube.com/watch?v=rXBiKUZsYI0
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Gal Gadot ha fatto
il suo esordio nei panni di Wonder Woman
in Batman v Superman Dawn of
Justice di Zack Snyder, al fianco di
Ben Affleck e Henry Cavill.
Trama: “Prima di diventare
l’eroina che tutti conosciamo, Wonder Woman era Diana, principessa
delle Amazzoni, addestrata per diventare una guerriera invincibile.
Cresciuta in una paradisiaca isola protetta, quando un pilota
americano, in seguito a un incidente, approda sulle sue rive e
annuncia un grandissimo conflitto che infuria nel mondo esterno,
Diana lascia la sua casa, convinta di poter fermare la minaccia.
Combattendo insieme all’uomo in una guerra che potrebbe mettere
fine a tutte le guerre, Diana scoprirà i suoi straordinari poteri
andando incontro al suo vero destino”.
Il film è prodotto
da Charles Roven, Zack Snyder
e Deborah Snyder, con Richard
Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller, Geoff Johns, Connie
Nielsen e Rebecca Roven come executive
producers.
Vi ricordiamo che il film è diretto
da Patty
Jenkins e vedrà protagonista Gal
Gadot affiancata da Chris Pine, Connie
Nielsen, Robin Wright, David Thewlis, Danny Huston,
Elena Anaya, Ewen BremnereSaïd
Taghmaoui. Il film arriverà al cinema il 23 giugno
2017.
Protagonista indiscusso della
seconda giornata di festival è stato il celebre regista
statunitense Oliver Stone, a Roma quest’anno per
presentare il suo ultimo film, l’avvincente biopic
Snowden con un grande protagonista, Joseph
Gordon-Levitt.
Come sempre il regista, dall’aspetto
serioso e che mette quasi soggezione, si è concesso prima alla
stampa per poi allietare il suo affezionato pubblico con un
incontro che ha ripercorso attraverso delle clip tratte dai alcuni
dei suoi film più famosi – Wall Street, Platoon,
Nixon, per citarne solo un paio – le tappe più importanti
della sua carriera. Ma se l’incontro con il pubblico, moderato come
da tradizione dal presidente del festival Antonio
Monda, si è svolto senza grandi sorprese, ad accendere gli
animi è stata la conferenza stampa che, data la spinosa tematica di
Snowden, ha trasformato una semplice conversazione sul cinema in un
vero e proprio dibattito politico. Il nuovo film di Stone racconta
infatti la vera storia di Edward Snowden, ex
tecnico informatico della CIA e collaboratore
dell’NSA (National Security Agency), che nel
2013 rese pubblici alcuni documenti relativi a programmi che il
governo americano e britannico usavano per spiare il traffico in
rete di utenti in tutto il mondo. Una delle prime domande poste a
Stone ha riguardato proprio l’accoglienza del film in un periodo
così difficile per la società americana ormai da mesi ostaggio di
una prepotente campagna elettorale.
“Trovare i finanziamenti per
poter produrre un film come questo è stato molto difficile. In
America nessuno studio voleva averci a che fare quindi siamo venuti
in Europa e abbiamo trovato i fondi di cui avevamo bisogno di
Germania e in Francia. Abbiamo deciso di girare a Monaco ma devo
dire che la realizzazione di questo film è stata davvero
un’impresa, soprattutto per quanto riguarda la stesura della
sceneggiatura; le informazione che avevamo ottenuto da [Edward]
Snowden erano così dettagliate e complesse che dovevamo trovare un
modo per renderle accessibili a tutti. Le reazioni del pubblico in
America sono state le più disparate; c’è chi ha amato il film, che
ha poi ricevuto delle ottime critiche, e chi invece l’ha stroncato
perché si aspettava di vedere un classico spy movie più che un
biopic onesto e veritiero.”
Parlando di sceneggiatura e delle
difficoltà incontrare in fase di pre produzione per cercare di
rendere il film quanto più comprensibile possibile, il regista ha
anche raccontato di come l’aiuto di Edward Snowden sia stato
fondamentale.
“Edward è stato molto
coinvolto nel processo creativo. Ha letto ben due volte la
sceneggiatura e ci ha aiutato a rendere chiari i passaggi più
complicati della storia fornendoci anche di informazioni tecniche
che non avevamo guidandoci anche sul set. Per noi era importante
che lui approvasse il film e che la sua storia fosse raccontata in
modo quanto più veritiero possibile nonostante il poco tempo a
disposizione; la sua odissea è durata ben nove anni mentre noi
avevamo a disposizione solo due ore.”
A chi invece ha chiesto un parere
riguardo le prossime elezioni americane e i due chiacchieratissimi
candidati, Oliver Stone non ha risparmiato commenti pungenti sulle
presidenze presenti, passate e future.
“Voi in Europa temete tanto
Trump ma in realtà non penso che abbia serie probabilità di
vincere, non le ha mai avute. Quello che è più preoccupante è che
la [Hillary] Clinton non è in grado di rappresentare l’America; lei
è stata coinvolta molto più di Obama nelle questioni di carattere
militare e potrebbe non essere la scelta giusta per riformare il
paese.”
Kevin Feige
continua a rilasciare dichiarazioni sul MCU e sui suoi
prossimi progetti, tra cui Avengers Infinity
War.
Sappiamo ormai da diverso tempo che
il film non sarà più diviso in due parti, e che ci sarà
un Avengers 4 che non ha ancora un
titolo ufficiale.
Intervistato da IGN, il presidente dei Marvel Studios ha spiegato il
motivo del perché è stato necessario assegnare un nuovo titolo
alla quarto film dedicato ai Vendicatori. Queste le sue parole:
“C’è un motivo per cui abbiamo
ufficialmente chiamato il terzo film Infinity War, mentre il quarto
non ha ancora un titolo. Il motivo è che i due film ai quali stiamo
lavorando – nonostante la presenza di diverse connessioni, come in
tutti i film del nostro Universo – non saranno la prima e la
seconda parte dello stesso film. Saranno a tutti gli effetti
due film diversi. Questo è tutto quello che posso dire.”
Avengers Infinity
War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018.
Christopher Markus e Stephen McFeely si
occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è
affidata a Anthony e Joe
Russo. Vi ricordiamo che i prossimi film del Marvel Cinematic
Universe saranno Spider-Man
Homecoming, prima collaborazione con la Sony
Pictures,Doctor
Strange e Thor
Ragnarok.
Diretto da Jon
Watts, Spider-Man
Homecoming vedrà protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya sarà invece Michelle. Al
cast si aggiungono Michael
Keaton, Michael Barbieri, Donald
Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham
Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella
Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael
Mando, Bokeem
Woodbine, Tyne
Daly e Kenneth
Choi.
Thor
Ragnarok sarà diretto da Taika Waititi. Nel cast del film
Chris Hemsworth sarà ancora Thor;
Tom Hiddleston il fratello
adottivo di Thor, Loki; Il vincitore del Golden Globe e Screen
Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins interpreterà
nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nel 1915 The Birth of a
Nation di David Wark Griffith celebrava l’origine
degli Stati Uniti. Dopo 101 anni, Nate Parker
realizza un film con lo stesso titolo, che questa volta non
inneggia ma colpevolizza, che guarda in macchina e racconta una
pagina sanguinosa ed eroica della storia americana. Con il suo
The Birth of a Nation, Parker, attore alla sua
opera prima dietro la macchina da presa che scrive, dirige, recita
e celebra un eroe rivoluzionario, lo schiavo Nathaniel
Turner, che nel 1931, nella Contea di Southampton in
Virginia, guidò una rivolta di schiavi che durò 48 ore e venne
affogata nel sangue. Uno Spartaco del XX secolo che in pochi
ricordano ma che la pellicola, presentata già in trionfo al
Sundance 2016, racconta nei suoi antefatti e nel suo breve e
furente svolgimento.
Nate Parker
comincia il suo racconto come una fiaba oscura e onirica, in cui
uno sciamano profetizza al piccolo Nat un futuro di saggezza e
grandezza per il suo popolo. Nat è un bambino intelligente e
sensibile, da sempre amico (nei limiti del possibile in un contesto
del genere) del padroncino Sam e benvoluto da sua madre, la Signora
Turner, grazie alla quale impara le sacre scritture e la parola di
quel Dio che tanto ama. La sua fede, la sua intelligenza, lo
portano a essere uno schiavo in qualche modo privilegiato, che gode
del favore del padrone pur rimanendo sempre un oggetto di suo
proprietà. Ma il senso di appartenenza e l’innegabile brutalità e
ingiustizia a cui sono sottoposti i neri svegliano in lui il furore
biblico di vendetta e giustizia. Nat diventa il leader, il braccio
armato di una folle rivolta di appena due giorni. Giorni di sangue
e di polvere, ma anche di libertà e di vita.
Alla sua prima regia, Parker
dimostra un occhio allenato alla composizione del quadro, spesso
invaso dalla luce del sole che filtra attraverso alberi o assi di
legno, una luce che tenta di raggiungere l’oscurità degli animi
narrati e che si diffonde attraverso la nebbia delle albe di
lavoro, i campi di cotone, i cortili delle case padronali, quasi a
rappresentare una divina presenza sempre invocata e ricercata ma
apparentemente inesistente o almeno indifferente alle vicende
umane. Grazie alla preziosa e invadente colonna sonora di
Henry Jackman, The Birth of a
Nation si lascia andare a sequenze liriche e potenti,
momenti di grande impatto emotivo che ricordano i grandi classici
del cinema hollywoodiano, come Braveheart o
Il Gladiatore, con in più del peso della Storia
che non fa sconti a nessuno.
E lo stesso sguardo del narratore è
anche quello iniettato di sangue, che dice addio all’ultimo alito
di vita e che si rivolge alla macchina, è uno sguardo d’accusa
all’umanità, allo spettatore che guarda nella sicurezza della sua
poltrona, al senso di appartenenza alla razza umana che dovrebbe
spingerci alla compassione. Per non ripere la Storia.
Ewan McGregor ha
rilanciato la sua ambizione di riprendere il ruolo di Obi-One
Kenobi. L’attore spera di rivestire i panni del celebre jedi, ma
ancora LucasFilm e Disney non hanno realizzato il suo
desiderio.
Parlando con Premiere McGregor ha
addirittura suggerito un doppio film per il suo amato
personaggio, una storia divisa in due parti di
Star
Wars Anthology, concentrandosi sul
periodo di tempo trascorso tra i prequel e trilogia
originale.
Sarebbe
divertente girare quella storia ora che sono più vecchio.
Avrei l’età giusta. Ho quarantacinque anni, Alec Guinnes
quanti ne aveva, sessanta? Avrei la possibilità di girarne
due!
Riguardo alla possibilità di
rivedere il personaggio e al momento in cui il suo desiderio potrà
realizzarsi, Ewan McGregor ha aggiunto:
Spero che
vadano ad esplorare generi diversi sotto il franchise Star
Wars e uno di essi possa essere un film su Obi-Wan Kenobi. O
due! The Obi-Wan Kenobi Story Part 1 e Part 2!
Per ora comunque l’attore ha
confermato di non aver parlato con nessuno in studio
per rendere realtà un film dedicato al personaggio. Se sarà
realizzato o meno resta da vedere, ma visto il piano Disney
di rilasciare film Anthology ogni due anni e l’importanza di
Obi-Wan nel franchise, le possibilità dovrebbero esserci.
Intanto vi ricordiamo che il
prossimo film del franchise è Rogue One A Star Wars
Story, la cui uscita in Italia è prevista
per il 14 dicembre 2016.
Rogue One A Star Wars
Story: Darth Vader nelnuovo trailer ufficiale
Diretto da Gareth
Edwards su una sceneggiatura di Gary
Whitta e Chris Weitz,Rogue
One a Star Wars Story è un film prequel ambientato
negli anni tra La Vendetta dei Sithe
Una Nuova Speranza. Nel cast del
film Felicity Jones, Mads
Mikkelsen, Rizz Ahmed, Diego
Luna, Forest Whitaker, Jiang
Wen e Ben Mendelsohn.
Il film sarà certamente
ambientato durante a “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III e
IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star Wars.
Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella storia
tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno sullo
sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco di
nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi
droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti
nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo
droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i
piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle
pronta per la battaglia.
Robert Downey
Jr. riesce sempre a far parlare di se, e non solo per
i suoi progetti cinematografici. Ma andiamo con ordine…
Sappiamo ormai da diverso tempo che
Mark Zuckerberg, il “papà” di Facebook, ha
cominciato a lavorare allo creazione di un’intelligenza artificiale
che dovrebbe assomigliare a Jarvis (l’A.I. al
servizio di Tony Stark nell’Universo
Cinematografico Marvel).
A nove mesi dall’annuncio del
progetto, la nuova A.I. pare stia prendendo sempre
più piede: lo stesso Zuckerberg sembrerebbe infatti già arrivato
alla fase di assegnazione della “voce”.
Nella scelta, l’imprenditore
statunitense si è affidato ai suoi seguaci di Facebook, ai quali ha
chiesto il seguente consiglio: “È il momento di dare una voce
alla mia A.I. Jarvis, a chi dovrei chiederlo?”
In molti hanno proposto Paul Bettany (voce di Jarvis nei film
del MCU e interprete del personaggio di Visione), altri
Benedict Cumberbatch, altri ancora
Robert Downey Jr.
Proprio quest’ultimo ha deciso di
candidarsi autonomamente, dichiarando: “Lo farei anche subito,
a patto che venga pagato Paul Bettanye e che lui donerà il suo
compenso ad un’associazione scelta da Benedict Cumberbatch. Ecco un
modo davvero STRANGE di fare le cose.”
La risposta di Zuckerberg non si è
fatta attendere: “Ok, questa cosa è diventata reale!”
Cosa ne pensate?
Robert
Downey Jr. è arrivato sul set di Spider-Man Homecoming
È stata svelata la durata del
prossimo attesissimo film Marvel, Doctor
Strange.
La British Board of Film
Classification ha infatti confermato il runtime ufficiale, che sarà
di 114 minuti e 49 secondi. Quasi due ore di film, in linea
con i precedenti Marvel in fatto di primi capitoli, ovvero
paragonato al primo film Iron Man, Thor, Ant-Man ad esempio.
Doctor Strange:
il trailer italiano del film
con Benedict Cumberbatch
L’uscita di Doctor
Strange è prevista per il 4 novembre 2016.
Dirige Scott Derrickson da una
sceneggiatura di Jon
Aibel e Glenn Berger,
rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del
film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati
confermati Tilda
Swinton, Rachel
McAdams e Chiwetel Ejiofor.
Dai Marvel Studios arriva la
storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen
Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a
seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina
tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue
speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come
Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di
guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze
oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà.
Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove
capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi
tutto alle spalle e ergersi contro il male.
È un fatto che Wonder
Woman sia uno dei personaggi più iconici della storia dei
fumetti, ma anche uno dei più rilevanti a livello sociale e
culturale.
Tale importanza è stata riconosciuta
anche dalla Nazioni Unite: l’organizzazione,
infatti, ha nominato Wonder Woman come
Ambasciatrice Onoraria per l’Emancipazione delle Donne e
delle Ragazze.
L’evento, che servirà a lanciare la
campgna globale delle Nazioni Unite per l’uguaglianza dei generi
(Gender Equality), si svolgerà il prossimo 21
ottobre presso la sede centrale delle Nazioni Unite a New York e
coinciderà con il Wonder Woman Day inaugurato
dalla DC Comics.
All’evento sarà presente anche un
ospite misterioso che non è ancora stato rivelato, insieme al
segretario generale delle Nazioni Unite Ban Kì-moon e al presidente
della DC Entertainment, Diane Nelson.
Ricordiamo il film dedicato a
Wonder Woman che avrà come protagonista
Gal Gadot, la quale ha già fatto il suo esordio
nei panni della supereroina in Batman v Superman Dawn of
Justice di Zack Snyder, al fianco di
Ben Affleck e Henry Cavill.
Trama: “Prima di diventare
l’eroina che tutti conosciamo, Wonder Woman era Diana, principessa
delle Amazzoni, addestrata per diventare una guerriera invincibile.
Cresciuta in una paradisiaca isola protetta, quando un pilota
americano, in seguito a un incidente, approda sulle sue rive e
annuncia un grandissimo conflitto che infuria nel mondo esterno,
Diana lascia la sua casa, convinta di poter fermare la minaccia.
Combattendo insieme all’uomo in una guerra che potrebbe mettere
fine a tutte le guerre, Diana scoprirà i suoi straordinari poteri
andando incontro al suo vero destino”.
Il film è prodotto
da Charles Roven, Zack Snyder
e Deborah Snyder, con Richard
Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller, Geoff Johns, Connie
Nielsen e Rebecca Roven come executive
producers.
Vi ricordiamo che il film è diretto
da Patty
Jenkins e vedrà protagonista Gal
Gadot affiancata da Chris Pine, Connie
Nielsen, Robin Wright, David Thewlis, Danny Huston,
Elena Anaya, Ewen BremnereSaïd
Taghmaoui. Il film arriverà al cinema il 23 giugno
2017.
I cimeli cinematografici sono da
sempre tra i più ricercati. Soprattutto quando si tratta di film
iconici, che hanno cambiato la natura stessa dell’intero settore o
di un genere.
Notizia di questi giorni è che
il dipinto originale da cui è stato tratto il poster di
E.T., il classico fantascientifico di
Steven Spielberg, è stato venduto per una cifra
vicina ai 400.000 $. Il compratore, che ha voluto rimanere anonimo,
ha infatti speso 394.000 $ per il dipinto originale, in acrilico su
tavola, realizzato da John Alvin.
Pare che il dipinto abbia trascorso
gli ultimi 13 anni appesa al muro di
Bob Bendetson, scrittore e produttore di
spettacoli come ALF e I
Simpson. Bendetson aveva apparentemente
acquistato il manifesto di un altro produttore.
E.T.
l’extra-terrestre (E.T. the
Extra-Terrestrial) è un film di fantascienza del 1982
diretto da Steven Spielberg.
Distribuito dalla Universal
Pictures, E.T. divenne un successo al
botteghino, sorpassando, all’epoca, Guerre
stellari come film che ha incassato di più nella
storia del cinema. Un record che ha mantenuto per undici anni, fino
all’uscita di Jurassic Park, che lo ha
battuto nel 1993.
In una recente intervista con
IGN, Kevin Feige ha parlato
della possibilità di vedere alcuni personaggi dell’Universo Cinematografico Marvel appartenenti al
piccolo schermo in Avengers Infinity War
e in Avengers 4 (ancora senza
titolo).
È da molto tempo ormai, soprattutto
in seguito all’arrivo su Netflix di moltissime serie tv della
Casa delle Idee (tra cui Daredevil, Jessica Jones e il più recente
Luke Cage) che gli appassionati
continuano a chiedersi se i personaggi della tv avranno mai la
possibilità di apparire sul grande schermo.
La domanda che ossessiona i fan è:
vedremo mai tutti i personaggi della Marvel uniti per combattare Thanos?
L’argomento è stato affrontato nell’intervista sopracitata, e
sembra che Feige non abbia negato la possibilità.
Parlando infatti di Avengers 3 e
4, il presidente dei Marvel Studios ha spiegato
che uno degli aspetti più divertenti del girare due film
praticamente insieme è quello di avere a disposizione “tutti” i
personaggi del MCU.
Quando gli è stato allora chiesto se
quel “tutti” si riferisse anche ai Defenders (la cui serie debutterà il
prossimo anno su Netflix), Feige ha simpaticamente risposto:
“SPOILER!”
Voi cosa ne pensate? Sperate in
questa possibilità?
Avengers Infinity
War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher
Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del
film, mentre la regia è affidata a Anthony e
Joe Russo.
Quando, nel luglio 2009, era
circolata la voce di un Ryan Reynolds in passato
vicino al ruolo di Hal Jordan/Lanterna
Verde nel film live-action basato sul celebre
supereroe DC, The Hollywood reporter aveva fatto anche i nomi di
Bradley Cooper, Justin Timberlake
e Jared Leto. Mentre i primi due hanno confermato
l’audizione, Leto non ha invece mai riconosciuto di essere stato in
lizza per il ruolo.
Venerdì sera, in occasione della
trentesima Annual American Cinematheque Award Ceremony in
onore di
Ridley Scotte Sue Kroll,
Bradley Cooper ha raccontato di aver ricevuto una
telefonata da Kroll, che lo informava di non aver ottenuto la
parte, a causa del suo volto “asimmetrico” che non si sarebbe ben
sposato con la maschera del supereroe. La notizia, però, è che
Bradley Cooper ha confermato che Jared
Leto era uno dei suoi concorrenti.
Cooper also mentions that Jared Leto was one
of those that auditioned for Green Lantern with him and
Reynolds.
Vi ricordiamo che la DC
Films ha annunciato un nuovo adattamento
su Lanterna Verde che si intitolerà
Lantern Corps e che farà parte del DC Extended
Universe.
Lanterna
Verde (Green Lantern) è un film
del 2011 diretto da Martin Campbell.
Il film è basato su
Lanterna Verde, personaggio dei fumetti fantastici
DC Comics. Il film è stato distribuito negli Stati
Uniti d’America il 17 giugno 2011 mentre in Italia a partire dal 31
agosto 2011.
Lanterna Verde
Lanterna Verde
raccontava di un universo tanto vasto quanto misterioso, una
piccola ma potente forza esiste da secoli. Protettori di pace e
giustizia, vengono chiamati Green Lantern Corps. Una fratellanza di
guerrieri che hanno giurato fedeltà all’ordine
inter-galattico, Lanterna Verde indossa un
anello che gli conferisce dei super poteri. Ma quando un nuovo
nemico Parallax minaccia di distruggere l’equilibrio del potere
nell’Universo, il loro destino ed il destino della Terra è nelle
mani della nuova recluta, il primo essere umano mai scelto: Hal
Jordan.
Clive Owen è il
protagonista di The Escape, nuovo
cortometraggio di Neill Blomkamp realizzato
per la BMW. Ora è online il secondo trailer, che
vi mostriamo.
https://www.youtube.com/watch?v=xHp2wYmu5Qc
Il famoso marchio di automobili ha
annunciato con questo progetto il ritorno di BMWFilms. Il corto, un
omaggio in occasione del quindicesimo anniversario della serie
originale prodotta dalla casa automobilistica, vede nel cast anche
Dakota Fanning, Jon Bernthale
Vera Farmiga. The Escape debutterà domenica 23
ottobre su BMWFilms.com.
Amanda Seyfried e Clive Owen
sul set di Anon –foto
È stato pubblicato online il nuovo
poster di Nocturnal Animals, il film
diretto da Tom Ford e presentato
alla Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia 2016 dove ha vinto il
Gran Premio Della Giuria. Protagonisti del film Jake
Gyllenhaal e AmyAdams.
Ecco il poster:
Venezia 73: Nocturnal
Animalsrecensione del film
di Tom Ford
Il progetto, prodotto
dalla Focus Features, adatta il romanzo di Austin Wright
Tony e Susan e il cast comprende già
Jake Gyllenhaal, Amy Adams,
Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon e Kim
Basinger.
La storia racconta di una
donna (Adams) di nome Susan che riceve un manoscritto dal suo
ex-marito, un uomo che ha lasciato 20 anni prima, chiedendo la sua
opinione.
Il libro segue poi due storie: la
storia nel romanzo, dal titolo Nocturnal
Animal, che racconta di un uomo (Gyllenhaal) la cui
vacanza in famiglia diventa violenta e mortale; e la storia di
Susan, che si ritrova a ricordare il suo primo matrimonio e ad
affrontare alcune oscure verità riguardo se stessa.
Il canale Youtube della Lucky
Red ha diffuso il trailer italiano di È solo la fine
del mondo (Juste la fin du monde), il
nuovo film di Xavier Dolan presentato
all’ultimo Festival di Cannes 2016.
Alla kermesse francese, il film ha
comquistato il plauso della critica e del pubblico, oltre al
riconoscimento del Grand Prix Speciale della Giuria. È solo
la fine del mondo arriverà al cinema in Italia il prossimo
4 dicembre.
Ecco il trailer:
A dispetto del “piccolo film” però,
il regista non si risparmia nella scelta delle star, e seleziona un
cast stellare formato da Léa Seydoux,
Vincent Cassel,Nathalie Baye e
Gaspard Ulliel, e come ciliegina sulla torta,
Marion Cotillard nei panni della protagonista.
È solo la fine del mondo
recensione del film di Xavier
Dolan
Nel film, Gaspard
Ulliel interpreta un giovane che è stato lontano dalla
famiglia per 12 anni, fino a che non decide di tornare per un
pranzo in compagnia della madre, della sorella poco più che
ventenne, del fratello e della sua affascinante moglie. Peccato che
il nostro protagonista nasconde un segreto, che rischia di alterare
tutti gli equilibri delle parti in causa.
Ecco la simpatica reazione che ha
avuto Kylo Ren (Adam Driver) dopo aver visto il
terzo trailer di Rogue One a Star
Wars Story. Potete vedere il video a seguire:
Diretto da Gareth
Edwards su una sceneggiatura di Gary
Whitta e Chris Weitz, Rogue
One a Star Wars Story è un film prequel ambientato
negli anni tra La Vendetta dei Sithe
Una Nuova Speranza. L’uscita in Italia è
prevista per il 14 dicembre 2016. Nel cast del
film Felicity Jones, Mads
Mikkelsen, Rizz Ahmed, Diego
Luna, Forest Whitaker, Jiang
Wen e Ben Mendelsohn.
Il film sarà certamente
ambientato durante a “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III e
IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star Wars.
Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella storia
tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno sullo
sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco di
nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi
droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti
nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo
droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i
piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle
pronta per la battaglia.
Oliver Stone, con
Snowden, e Michael
Bublé, protagonista di Michael Bublé Tour Stop
148, sono stati i protagonisti della serata all’Auditorium
per la Festa di Roma 2016. Ecco le foto:
Continua il lungo percorso
promozionale di Logan su Instagram, dove il
profilo ufficiale del film, Wponx, ha
condiviso altre immagini, sempre in bianco e nero, dal film e dai
suoi set. In particolare un’immagine, che vediamo di seguito,
chiede: dove sono tutti i mutanti? Che si tratti di un indizio
relativo alla trama del film?
Di seguito le nuove foto:
Logan: il teaser poster italiano di Wolverine
3 con Hugh Jackman
Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni
del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta
(se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel
personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti
Marvel al cinema, una sorta di
Robert Downey Jr per il corrispettivo
MCU, e potrebbe essere arrivato alla fine del suo coinvolgimento
nel franchise proprio con Logan.
Logan ha un’uscita
prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James
Mangold (già regista di Wolverine
L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh
Jackman,Boyd Holbrook, Richard
E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La
Salle, Elise Neal e Patrick
Stewart.
Per la
Selezione Ufficiale saranno poi proiettati Louise en hiver
di Jean-François Laguionie, Sing Street di John Carney
(entrambi in collaborazione con Alice nella città) e The Last
Laugh di Ferne Pearlstein.
Festa di Roma 2016:
Louise en hiver e Sing Street
Nel
film di animazione di Laguionie (ore 20 Sala Petrassi), si racconta
l’ultimo giorno di estate di Louise: l’anziana donna, si rende
conto che l’ultimo treno è partito senza di lei. Si ritrova così da
sola in una piccola località balneare, abbandonata da tutti. Louise
prende questa situazione come una sfida. Alle ore 22 nella stessa
sala, sarà proiettato Sing Street, il nuovo lavoro di John
Carney, il regista di Once (2007), vincitore del premio del
pubblico al Sundance e dell’Oscar® per la migliore colonna sonora
originale, e Tutto può cambiare (2013), con Mark Ruffalo e
Keira Knightley.
Presso
il Teatro Studio Gianni Borgna alle ore 21.30 sarà la volta di
The Last Laugh, un documentario che tratteggia un intimo
ritratto di cinema verità dei superstiti di Auschwitz affiancato
dalle interviste con comici influenti e intellettuali, da Mel
Brooks a Sarah Silverman e Gilbert Gottfried fino agli autori Etgar
Keret, Shalom Auslander e Abraham Foxman.
The Birth of a Nation, in programma alle ore
22 presso la Sala Sinopoli, segna l’esordio dietro la macchina da
presa dell’attore Nate Parker che è anche
protagonista, sceneggiatore e produttore della
pellicola.
Già
interprete di film come The Great Debaters di
Denzel Washington, Red Tails di
Anthony Hemingway e La frode al fianco di Richard Gere e Susan
Sarandon, in The Birth of a Nation Parker veste i
panni di Nat Turner, uno dei personaggi più importanti
nella lotta della comunità afroamericana contro la schiavitù negli
Stati Uniti d’America: schiavo erudito, predicatore, testimone di
innumerevoli episodi di violenza contro il suo popolo, Turner ha
guidato la cruenta rivolta scoppiata in Virginia nell’agosto del
1831.
“Intitolando il film The Birth of a Nation, ho cercato di
spezzare il circolo di pregiudizio e odio perpetuato dal film di D.
W. Griffith a Hollywood e negli Stati Uniti – ha spiegato
Parker – Riadoperando questo titolo spero di riparare a
un’ingiustizia, trasformando il titolo in un’opera d’arte che può
incoraggiare e indirizzare tutti noi verso la riconciliazione e la
positività”.
Il titolo è un chiaro
riferimento ironico al controverso film muto del 1915 Nascita di
una nazione (The Birth of a Nation),
che glorifica il Ku Klux Klan. È stato presentato in anteprima
al Sundance Film Festival 2016, dove ha vinto il
premio del pubblico e il gran premio della giuria.
Il film è stato
presentato il 9 settembre 2016 al Toronto International
Film Festival, accolto da una standing ovation, poi è
stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi il 7
ottobre 2016. In Italia verrà presentato alla Festa del Cinema
di Roma 2016 e poi distribuito nelle sale il 19 gennaio 2017.
Bernardo Bertolucci, una delle voci più
importanti del cinema contemporaneo, sarà protagonista di un
Incontro Ravvicinato: primo e unico italiano a ricevere un Oscar
per la miglior regia (L’ultimo imperatore), autore di
capolavori come Il conformista,Ultimo tango a Parigi
e Novecento, Bertolucci parlerà al pubblico presso la Sala
Petrassi alle ore 18.
La
terza giornata della Festa del Cinema di Roma 2016
ospiterà l’anteprima del primo film italiano, Sole cuore
amore: domani, sabato 15 ottobre alle ore 19.30 presso
la Sala Sinopoli sarà proiettato l’ultimo lavoro di Daniele Vicari,
autore di Velocità massima, Il passatoè una terra
straniera, La nave dolce e Diaz – Non pulire questo
sangue (premiato con quattro David di Donatello e tre Nastri
d’Argento).
Il film
porta sul grande schermo una storia di sorellanza e solidarietà tra
due donne che hanno fatto scelte opposte nella vita.
“È
un film semplice, come il verso della canzone da cui è tratto il
titolo, come semplici sono le esistenze di cui racconta la
storia – ha detto Vicari – La vita quotidiana di milioni
di persone che non hanno una vita assicurata dall’appartenenza
sociale è invece molto difficile. Sole cuore amore si è rivelato
così un film più complesso da fare e da dominare di quanto mi
apparisse inizialmente sulla carta”.
[nggallery id=2947]
Sole cuore amore
Sole cuore amore
racconta una amicizia tra due giovani donne in una
città bella e dura come Roma e il suo immenso interland. Due
donne che hanno fatto scelte molto diverse nella vita: Eli ha
quattro figli, un marito disoccupato e un lavoro difficile da
raggiungere; Vale invece è sola, è una danzatrice e performer, e
trae sostentamento dal lavoro nelle discoteche. Legate da un
affetto profondo, da una vera e propria sorellanza, le due donne
sono mondi solo apparentemente diversi, in realtà sono due facce
della stessa medaglia, ma la solidarietà reciproca non sempre basta
a lenire le difficoltà materiali della loro vita.
Manca ancora un po’ all’uscita in
home video di Suicide Squad, e in attesa della
speciale edition con minuti inediti oggi arriva una nuova foto
inedito del Joker di Jared Leto dietro le
quinte del film.
Suicide Squad si
concentrerà sulle gesta di un gruppo di supercattivi dei fumetti DC
che accettano di svolgere incarichi per il governo in modo da
scontare le loro condanne.
Il film arriverà al cinema
il 13 agosto del 2016. Nel cast vedremo Will Smith nei panni
di Deadshot, Margot Robbie in quelli di Harley Quinn, Jay
Courtney nel ruolo di Capitan Boomerang, Cara Delevingne
sarà Enchantress, Joel Kinnaman nei panni di Rick Flag,
Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller e Jared Leto
sarà l’atteso Joker.
Tutte le news sul mondo dei film
della DC COMICS
nel nostro canale dedicata alla DC FILMS.
Trama: Un’agenzia governativa
segreta arruola i super cattivi in prigione per eseguire pericolose
missioni promettendo loro in cambio la libertà. Lo scopo della Task
Force è obbedire agli ordini o morire, così come chiariscono ai
componenti il leader della squadra Rick Flagg, la
sua spada giurata, la samurai Katana e il
dispositivo esplosivo inserito nei loro colli e gentilmente offerto
dalla Wayne Enterprise. Poi c’è il
Joker, che comparendo sia nel presente che in
alcuni flashback, cercherà di mandare a monte il piano della Waller
e di ricongiungersi con il suo vero amore,
Harley.