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Sorellanza: la recensione della nuova serie Netflix

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Ismaël Bazri / NETFLIX

Cosa si sarebbe disposti a fare per proteggere la propria famiglia? In un clima teso ed intenso, Sorellanza ci mostra i sacrifici che si possono fare in difesa dei propri cari. Si tratta di una nuova serie crime francese, formata al momento da una sola stagione di otto episodi, ognuno da circa trenta minuti. La serie, prodotta e distribuita da Netflix, è stata ideata da Nawell Madani, in collaborazione con lo sceneggiatore Simon Jablonka.  Nel cast ritroviamo la stessa Madani nei panni della protagonista Fara; a lei si affiancano Vincent Rottiers (Renoir), Paola Locatelli (Le relazioni pericolose) e Djebril Zonga (I miserabili).

Sorellanza, la famiglia prima di tutto

Protagonista di Sorellanza è Fara, una giovane giornalista di origine algerine che cerca di farsi pazientemente la sua strada in una carriera ambiziosa: diventare conduttrice del telegiornale per cui lavora. L’arrivo del fratello Selim a casa sua con un misterioso furgone cambia la sua vita. Una volta che Fara e le sue sorelle scoprono che lui è effettivamente ricercato per aver investito un poliziotto faranno di tutto per proteggerlo, bruciando il furgone di Selim per coprire le sue tracce. Selim, però, non è più il piccolo innocente che Fara e le sue sorelle immaginano.

Il ragazzo, infatti, lavora come corriere della droga per un importante organizzazione criminale, guidata localmente dall’affascinante e spietato Oumar. Ora che Fara ha distrutto tutta la droga, rimasta bruciata insieme al furgone, dovrà in ogni modo cercare di saldare l’enorme debito con lo spacciatore. Grazie all’aiuto delle sorelle e della giovanissima nipote Lina, Fara preparerà dunque il piano perfetto per ripagare Oumar e proteggere la sua famiglia. Tra intrecci amorosi, soffiate alla polizia ed ostaggi, non mancheranno certamente i colpi di scena.

Sorellanza serie tv recensione
Ismaël Bazri / NETFLIX

I sacrifici dei quartieri più poveri

Una delle tematiche fulcro di Sorellanza è proprio la continua ingiustizia quotidiana che vivono le persone più povere, provenienti da quartieri malfamati e mal frequentati; a ciò si affianca la spulare difficoltà nel farsi da sé. Oumar e Fara sono due personaggi emblema delle disparità sociali: i due personaggi sembrano essere, per il loro carattere molto combattivo ed ambizioso, simili ed allo stesso tempo speculari. Il  primo, proveniente da una famiglia così povera che la madre è costretta alla prostituzione per mantenere i figli, ha scelto la via per lo spaccio perché vista come l’unica per potersi prendere cura della propria famiglia, ed ora punta a raggiungere i gradini più alti dell’organizzazione criminale.

A differenza di Oumar, Fara, pur essendo tenace e razionale, ha dei valori che mantiene saldi, cerca di mantenere la propria integrità. Lei si mostra dal primo episodio per ciò che è: una self-made woman. Da bambina aspira ad essere una giornalista televisiva e fa di tutto per raggiungere il posto che le spetta. Inizialmente ha un rapporto contrastante con le due sorelle, donne e madri: le tre hanno una visione diversa della vita. Fara risulta essere tra le tre la più coraggiosa, in grado di mettere più volte in pericolo la propria stessa vita per salvare Selim e la sua famiglia.

Le vicende di queste figure centrali in Sorellanza si svolgono in un clima perennemente teso, in cui non mancano scene di suspense e d’azione. Si tratta di una serie molto avvincente, che sembra però perdere valore nel finale. L’ultimo episodio chiude infatti le vicende in maniera molto veloce e sbrigativa, così da non permettere una chiara spiegazione allo spettatore.

Sorellanza serie netflix
Ismaël Bazri / NETFLIX

Un rapporto madre-figlia burrascoso

Un altro tema centrale in Sorellanza è poi il  rapporto tra Lina e sua madre. Le due hanno visioni totalmente contrastanti: Lina è una ragazza giovane, con una grande sete di vita ma anche con l’immaturità propria dell’adolescenza. Si atteggia da adulta, mente e scappa dalla madre quando non viene assecondata. La madre, invece, ha una mentalità molto chiusa e tradizionalista: è una mussulmana molto fedele, che rispetta il corano e prega tutti i giorni.

Lei cerca di proteggere la figlia da uno stile di vita che considera immorale e pericoloso: non si rende conto che, così facendo, allontana Lina sempre di più da lei. Solamente alla fine accetterà la figlia così com’è, cercando di capirla. Le darà addirittura la sua benedizione per la relazione tra Lina ed un giovane e ricco calciatore francese. In questo rapporto madre figlia emerge dunque quella che è la vera e profonda differenza tra la cultura islamica, rappresentata dalla madre, e la cultura occidentale, rappresentata invece da Lina.

 
 

Suzume: dal 27 aprile al cinema il nuovo film di Makoto Shinkai

Suzume film 2023

Presentato in anteprima all’ultima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino, nella sezione Concorso, Suzume sarà nelle sale italiane dal 27 aprile. Diretto da Makoto Shinkai, Suzume è il tredicesimo film del celebre regista giapponese, dopo Weathering with You che nel 2019 ha vinto il premio “Animation of the Year” del 43° edizione del Japan Academy Film Awards. Nel 2016, sempre in occasione dei JAFA, Shinkai ha inoltre vinto il premio “Director of the Year” per il film Your Name, il cui successo lo ha reso il terzo film animato giapponese più visto nel mondo. Tra i lavori precedenti di Shinkai The Garden of Words, Children Who Chase Lost Voices e 5 Centimeters per Second.

Suzume sarà al cinema da giovedì 27 aprile distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

La trama del film

Mentre il cielo si tinge di rosso e la terra trema, il Giappone è sull’orlo della catastrofe. Suzume, un’adolescente determinata, partirà in missione per salvare il suo paese. In grado di vedere le forze soprannaturali che gli altri non possono vedere, sarà lei l’unica capace di chiudere le misteriose porte che stanno diffondendo il caos ovunque. Suzume affronterà un viaggio pericoloso per salvare il destino di tutto il Giappone.

 
 

Amori (e guai) a Parigi: in arrivo una nuova serie su SKY e NOW

Amori (e guai) a Parigi serie tv sky

Bridget Jones ci insegna che a volte, quando meno te lo aspetti, l’amore arriva nel modo più inaspettato, vestendo i panni di un uomo meraviglioso che fino a quel momento avremmo potuto solo sognare. La storia di Jul, la protagonista della nuova serie tv Amori (e guai) a Parigi ce lo ricorda ancora una volta: con un pizzico di fortuna e tanta determinazione, dopo aver toccato il fondo si può solo risalire.

Amori (e guai) a Parigi è creata da Pascale Pouzadoux (Sarà perché ti amo) è una dolce e ironica commedia francese con protagonista Maud Baecker (Demain nous appartient).  Amori (e guai) a Parigi è prodotta da France Television, produttori esecutivi Alain Pancrazi, Jean-Baptiste Frey, Laurent Bacri.

Amori (e guai) a Parigi: quando esce e dove vederla in streaming

Amori (e guai) a Parigi uscirà da domenica 9 aprile 2023 su Sky. Amori (e guai) a Parigi uscirà  in streaming solo su NOW.

La trama e il cast di Amori (e guai) a Parigi uscirà

Sdraiata sul sedile posteriore del taxi che la riporta a casa, dopo il movimentato matrimonio della sua sorellina che ha avuto il cattivo gusto di sposarsi prima di lei, Julie, soprannominata Jul, 36 anni, spunta tutte le caselle del test della perfetta perdente: scaricata, senza figli, disoccupata, presto quarantenne, maldestra… Il che ovviamente le conferma, se ancora ne dubitava, che la sua vita è finita!

Ma una telefonata cambierà le cose: al telefono, Max le fa una proposta di matrimonio stupenda. Se lei accetta la sua proposta, lui le dà appuntamento dopo tre giorni nel bar dove si sono incontrati. Jul è estasiata, finché non capisce che il telefono che stringe freneticamente contro di lei non è suo ma quello che un’altra donna ha dimenticato nel taxi e che, in ogni caso, non conosce nessun Max. Sconvolta da questa sublime dichiarazione d’amore, Jul, con l’aiuto delle sue due migliori amiche, Ava e Manon, decide di non avvertire la fortunata alla quale Max ha appena proposto di sposarsi.  Tocca ora o mai più a Jul lanciarsi nella più grande avventura della sua vita: ritrovare, sedurre e sposare quest’uomo ideale… A costo di calpestare tutti i suoi principi!

Nel cast anche Nadia Roz (La vie scolaire), il cantante e attore Tom Leeb (8 Rue de l’Humanitè), prossimamente su Sky e NOW fra i protagonisti della nuova stagione della serie TV di Gabriele Muccino A Casa Tutti Bene, e François Vincentelli (The Tourist).

 
 

I migliori giorni: tutto quello che c’è da sapere sul film con Edoardo Leo

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Le festività e le ricorrenze sono il momento migliore per riunirsi con la propria famiglia o i propri amici e trascorrere giornate all’insegna dell’affetto e della spensieratezza. O almeno così dovrebbe essere. Con il film I migliori giorni, tuttavia, i registi Edoardo Leo e Massimiliano Bruno puntano a raccontare con tono dissacrante i rapporti umani e come questi arrivino ad un punto di esasperazione proprio in occasione di eventi come il Natale, il Capodanno o le altre feste presenti in Italia nel corso degll’anno. Un film ad episodi, dunque, nel perfetto stile dei tantissimi realizzati nel corso della storia del cinema italiano.

Per I migliori giorni gli episodi in questione sono quattro, ambientati durante la cena di Natale, la cena di Capodanno, San Valentino e la Giornata internazionale della donna, che come noto cade l’8 marzo. Quattro episodi per raccontare le ipocrisie e la difficoltà a trascorrere momenti realmente sereni, specialmente quando di mezzo ci sono tematiche divisive, come ad esempio il Covid-19 di cui si parla tanto nel primo episodio. Con Leo che dirige proprio questo e il terzo, mentre Bruno si è occupato del secondo e del quarto, il film può poi contare su un cast di noti e apprezzati attori, pronti a dare volto alle tante sfumature dell’italiano medio.

La trama di I migliori giorni

Come anticipato, il racconto proposto da I migliori giorni si snoda su quattro differenti festività. Nel primo, la deputata Stefania invita alla cena della Vigilia di Natale il segretario del suo partito sperando in un futuro sostegno, ma la presenza dei suoi due fratelli, Alessandro Luca eterni rivali e aspramente in contrasto sul tema del Covid-19, mette a rischio serata e carriera. Nel secondo, Bruno Amenta, un ricco imprenditore, tenta di rifarsi un’immagine pubblica passando il Capodanno alla mensa dei poveri, ma lì incontra il suo ex autista, Alberto, ingiustamente licenziato e deciso a vendicarsi.

Nel terzo episodio invece, ambientato a San Valentino, il racconto vede per protagonisti Gianni e Sonia, sposati da 25 anni e pronti a passare nuovamente insieme quella festività. La loro relazione, tutt’altro che solida, è però messa a dura prova dalla presenza dell’amante di lui, Clarissa, e la compagna di quest’ultima nonché collega di Sonia, Daniela. Infine, l’8 marzo, la famosa conduttrice TV Margherita Spinesi è costretta a chiedere scusa per la messa in onda di un servizio sulla “donna ideale” contestato sui social. Nasce dunque un litigio con Paolo, l’autore del programma, che li costringerà a ripensare al vero valore di quella festività.

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Il cast di I migliori giorni

Come anticipato, ad animare questi quattro episodi vi sono diversi noti attori del panorama italiano. Nel primo, Stefania è interpretata da Anna Foglietta, mentre i due fratelli Alessandro e Luca sono interpretati rispettivamente da Edoardo Leo e Massimiliano Bruno, anche registi del film. Il secondo episodio è invece interpretato da Max Tortora nei panni dell’imprenditore Brunto Amenta, con Paolo Calabresi nel ruolo del vendicativo ex autista Alberto. Nel terzo episodio, invece, la coppia composta da Gianni e Sonia è interpretata da Luca Argentero e Valentina Lodovini, mentre Clarissa e Daniela sono interpretate da Maria Chiara Centorami e Greta Scarano. Nell’ultimo episodio, invece, Claudia Gerini è Margherita Spinesi, mentre Stefano Fresi è Paolo.

Il sequel di I migliori giorni, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Come annunciato al momento dell’uscita in sala, I migliori giorni è il primo capitolo di un dittico sulle festività in Italia e su come durante queste gli italiani sappiano svelare il meglio o il peggio di sé stessi. Dopo aver raccontato il Natale, il Capodanno, San Valentino e l’8 marzo, è ora prevista per il 20 aprile l’uscita del secondo capitolo di questo dittico, intitolato I peggiori giorni. In esso, si affronteranno le festività del 1° maggio, ovvero la Festa dei Lavoratori, Ferragosto, Halloween e di nuovo il Natale, chiudendo così il cerchio. Attualmente non vi sono informazioni sulle trame degli episodi, né sugli attori che li interpreteranno. Edoardo Leo e Massimiliano Bruno saranno però ancora una volta co-registi del film.

In attesa di poter vedere questo secondo capitolo, è possibile fruire di I migliori giorni grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now, Tim Vision, Amazon Prime Video Netflix. Su quest’ultima piattaforma si trova attualmente al 1° posto nella Top 10 dei film più visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà allora noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

 
 

È colpa mia? prime foto del film Prime Video basato sulla trilogia best-seller Culpables di Mercedes Ron

È colpa mia film 2023

Prime Video ha svelato le foto ufficiale dell’atteso film È colpa mia?, basato sulla trilogia best-seller Culpables di Mercedes Ron (Culpa mía, Culpa tuya, Culpa nuestra). Il film vede protagonisti Nicole Wallace (Skam España, Parot), Gabriel Guevara (Mañana es hoy, Hit), Marta Hazas (Días mejores, Pequeñas coincidencias), Iván Sánchez (Bosé, Hospital Central), Eva Ruiz e Victor Varona (Cielo grande, Dani Who?).

È colpa mia? debutterà l’8 giugno su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. È colpa mia? è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

La trama di È colpa mia?

Noah deve lasciare la sua città, il suo fidanzato e I suoi amici per trasferirsi nella villa di William Leister, il nuovo marito ricco di sua madre. Diciassettenne, fiera e indipendente, Noah fa resistenza a vivere in una reggia circondata dal lusso. Lì incontra Nick, il suo nuovo fratellastro, e lo scontro fra le loro personalità forti è evidente da subito. Noah scopre presto che sotto la maschera del figlio modello Nick nasconde una vita di risse, scommesse e corse in auto clandestine, tutto ciò da cui lei si è sempre tenuta alla larga.

Nonostante la distanza abissale tra loro, entrambi iniziano a provare un’irresistibile attrazione che presto si tramuta in vera e propria passione. Né la loro rivalità né l’opposizione di tutti quelli intorno a loro li fermerà dall’innamorarsi follemente e segretamente. Ma il presente turbolento di Nick e il burrascoso passato di Noah metteranno a dura prova le loro vite e il loro amore proibito.

Il nuovo film Original È colpa mia? è prodotto da Pokeepsie Films (Veneciafrenia, 30 Coins, The bar), e ha come produttori Álex de la Iglesia e Carolina Bang mentre Domingo González ne è regista e sceneggiatore.

 
 

Warcraft – L’inizio: tutto quello che c’è da sapere sul film

Warcraft - L'inizio sequel

Negli ultimi trent’anni l’industria videoludica ha raggiunto traguardi artistici estremamente importanti, influenzando spesso e volentieri le altre forme d’arte esistenti. In particolare, molti videogiochi di successo hanno poi trovato nuova vita anche al cinema, con film basati sulle loro storie e i loro personaggi. Così è stato anche per Warcraft: Orcs & Humans (anche noto come Warcraft I), il videogioco sviluppato dalla Blizzard Entertainment nel 1994. Questo titolo è infatti stato adattato per il cinema con il film intitolato Warcraft – L’inizio (qui la recensione), diretto nel 2016 da Duncan Jones, già regista di Source Code, un film con dinamiche da videogioco.

Da tempo circolava ad Hollywood l’intenzione di dar vita ad un adattamento di Warcraft, gioco fantasy incentrato sugli scontri tra umani, orchi e altre specie di creature. Adattare tale universo narrativo ha però richiesto molto tempo e in un primo momento ad occuparsi della regia doveva essere il celebre Sam Raimi. Con l’uscita dal progetto di questi e l’ingresso di Jones, il film venne ricostruito affinché ci fosse più equilibrio tra i personaggi umani e quelli appartenenti alla specie degli orchi. Per Jones, infatti, questi ultimi non potevano essere i soli cattivi, poiché la cosa avrebbe reso il film troppo banale.

Warcraft venne però poi poco apprezzato dalla critica e dai fan del gioco, che lamentarono in particolare troppe semplificazioni dell’universo raccontato dai videogiochi. Al di là di ciò, il film è però un buon blockbuster per chi è in cerca di una visione spensierata. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire alcune curiosità relative ad esso. Proseguendo nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai sequel inizialmente previsti. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Warcraft – L’inizio: la trama del film

Il pacifico regno di Azeroth è sul piede di guerra e la sua civiltà è costretta ad affrontare una terribile stirpe di invasori: i guerrieri Orchi in fuga dalla loro terra agonizzante sono pronti, sotto la guida di Gul’dan, a colonizzarne un’altra. Quando il portale che collega i due mondi si apre, un esercito va incontro alla distruzione, mentre l’altro rischia l’estinzione. Da fronti opposti, un gruppo di eroi affronterà un conflitto che deciderà il destino delle loro famiglie, dei loro popoli e della loro terra. Anduin Lothar, comandante militare del regno di Azaroth, si troverà dunque a dover affrontare la guerra più pericolosa di tutta la sua vita.

Warcraft - L'inizio cast

Warcraft – L’inizio: il cast e i personaggi del film

Protagonista del film è l’attore Travis Fimmel, che interpreta Anduin Lothar, carismatico cavaliere che ha sacrificato tutto per proteggere il suo regno. L’attore accettò con interesse il ruolo, che prevedeva il dover recitare attraverso la tecnologia della motion capture. Fimmel ha però dichiarato di non aver mai sentito parlare di Warcraft prima di essere scelto per il film. L’attore Ben Foster interpreta invece Mdivh, Guardiano di Tirisfal, un protettore misterioso dotato di un enorme potere magico. Dominic Cooper, invece, recita nel ruolo di re Llane Wrynn, sovrano del regno umano di Azeroth.

Sono poi presenti gli attori Toby Kebbell nei panni di Durotan, nobile capoclan dei Lupi Bianchi, e Daniel Wu in quelli di Gul’dan, sinistro stregone Orco guidato da un bramoso desiderio di potere. La candidata all’Oscar Ruth Negga è lady Taria Wrynn, regina di Azeroth e sorella di Anduina. Paula Patton, invece, interpreta Garona la Mezz’Orchessa, un’ibrida Orco/Draenei nonché collegamento tra l’Alleanza e l’Orda. Robert Kazinsky, infine, è Orgrim Martelfato, secondo in comando e amico di Durotan, un Orco dalla straordinaria astuzia e tatticamente brillante, Orgrim è anche un guerriero coraggioso, destinato a brandire il leggendario Martelfato.

Warcraft – L’inizio: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Con un finale aperto, Warcraft – L’inizio lascia altrettanto aperte le porte ad un sequel, per il quale Jones ha espresso interesse a tornare come regista. Nel giugno del 2018, Jones ha però twittato che le possibilità che Warcraft ottenga un sequel “non sembrano buone“. Non è però stato reaso noto il motivo del disinteresse a riguardo. Nel settembre 2020, è però stato riferito che Legendary sta sviluppando un nuovo film di Warcraft, anche se non è noto se esso sarà un riavvio o un sequel. Ad oggi non vi sono però ulteriori notizie a riguardo, lasciando dunque del tutto incerto il futuro di Warcraft al cinema.

È possibile fruire di Warcraft – L’inizio grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 7 aprile alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

 
 

Il gigante: trama, cast e curiosità sul film con James Dean

Il gigante film

Sono bastati tre film all’attore James Dean per entrare nella storia del cinema come uno dei più importanti interpreti di sempre. Un talento unico il suo, tragicamente spezzato all’età di 24 anni in seguito ad un incidente d’auto. Tra il 1955 e il 1956 egli si è infatti distinto con le pellicole La valle dell’Eden, Gioventù bruciata e, in ultimo, Il gigante. Sono queste le sue uniche volte da protagonista, dove ha potuto dar prova di tutta la sua intensità e del suo valore. Il suo ultimo film, diretto da George Stevens e basato sull’omonimo romanzo di Edna Ferber, è ancora oggi considerato uno dei più belli della storia.

Il film è un ritratto epico di una potente famiglia di allevatori del Texas (il gigante del titolo) sfidata dai tempi che cambiano e dall’arrivo del grande petrolio. Allo stesso tempo, è un’opera che riflette sulla società statunitense, sul razzismo e sull’importanza dei diritti umani. Al momento della sua uscita in sala fu accolto da pareri critici estremamente entusiasti, che ne evidenziavano la profondità delle tematiche e della sua ricca messa in scena. Si rivelò anche un grande successo di pubblico, arrivando a guadagnare oltre 39 milioni di dollari a fronte di un budget di appena 5.

Candidato a ben nove premi Oscar, ma vincitore soltanto di quello per la miglior regia, il film è dunque un’opera imprescindibile per i cinefili e gli appassionati spettatori. La grandezza de Il gigante è infatti anche quella di saper apertamente parlare anche al pubblico di oggi. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Il gigante: la trama del film

La vicenda si svolge nel Texas degli anni Venti, un’epoca di transizione e di pieno sviluppo per gli Stati Uniti, sempre più indirizzati verso la modernità. In questo contesto il barone Bick Benedict sposa la bellissima Leslie Lynnton e la relega al ruolo di moglie. La donna deve infatti da subito misurarsi con una serie di difficoltà all’interno della sua nuova casa, tra cui l’ostilità della cognata Luz Benedict, ma anche il modo di pensare locale, estremamente chiuso e patriarcale. Allo stesso tempo, anche Bick ha i suoi problemi, notando i mutamenti del suo mondo ma incapace ad adattarvisi per via dei suoi valori ormai all’antica. Ciò è ben presto causa di crisi economica per la famiglia.

Tra i braccianti di Bick spica Jett Rink, il quale si innamora perduta di Leslie, pur consapevole dell’impossibilità di dare un futuro a quell’amore. Inaspettatamente, egli si ritrova però ad ereditare un piccolo terreno che cambierà per sempre le sue sorti. Quel pezzo di terra, infatti, rivela giacimenti di petrolio che conferiranno al giovane ricchezza e prestigio inimmaginabili. Ora egli ha la possibilità di conquistare Leslie e condurla verso una vita felice. Prima, però, dovrà fare i conti con Bick, il quale non è disposto a vedersi privato anche della sua donna. La rivalità tra i due avrà così inizio, destinata a durare per anni.

Il gigante cast

Il gigante: il cast del film

Ad interpretare il ruolo del bracciante Jett Rink vi è l’attore James Dean, il quale desiderava così tanto recitare in questo film da accettare di lavorare per il minimo salariale. Per interpretare al meglio il suo ruolo, egli fece in modo che i cowboy locali gli insegnassero come maneggiare un lazo e il cappello affinché potesse risultare più realistico nel maneggiarli. Egli decise infatti di calarsi quanto più possibile nel ruolo, assumendo una serie di atteggiamenti e movenze tipiche di un uomo di quel periodo. Tale metodo lo portò ad avere diversi scontri con il regista, il quale però non riuscì a fargli cambiare atteggiamento. Per la sua intensa interpretazione, Dean venne candidato ai premi Oscar come miglior attore protagonista e fu il primo a ricevere tale onore postumo.

Nei panni di Bick Benedict vi è invece il noto attore Rock Hudson. Questi venne scelto principalmente per la sua possibilità di risultare realistico sia come uomo di trent’anni che come sessantenne, come appare il suo personaggio alla fine del film. Durante le riprese, però, Hudson non ebbe un buon rapporto con Dean, criticando anch’egli il suo metodo lavorativo. L’astio tra i due li aiutò a risultare ancor più realistici nel dar vita a quello dei loro personaggi. Per il ruolo di Leslie Lynnton, fu infine Hudson a scegliere l’attrice Elizabeth Taylor. Nel film sono poi presenti Dennis Hopper nel ruolo di Jordan Benedict III e Carroll Baker per Luz Benedict II. L’attrice Mercedes McCambridge è invece Luz Benedict, sorella di Bick.

Il gigante: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il gigante è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 6 aprile alle ore 21:00 sul canale Warner TV.

Fonte: IMDb

 
 

The Acolyte: la descrizione del primo footage della nuova serie di Star Wars

The-Acolyte-star-wars The Acolyte: La Seguace

Lucasfilm ha mostrato un primo filmato della prossima serie Disney+ The Acolyte, raccontata dal punto di vista dei Sith. La serie originale si svolge verso la fine dell’Alta Repubblica e prima della Minaccia Fantasma. A far parte di questo progetto sono Amandla Stenberg insieme a Dafne Keen e Lee Jung-Jae, star di Squid Game. Mentre i dettagli dei loro personaggi rimangono un mistero, almeno saranno raggiunti da un Wookie Jedi, interpretato da Joonas Suotamo. La serie si trova ancora bel mezzo della produzione, ma grazie allo Star Wars Celebration, il mondo ha ora la prima descrizione del filmato della serie.

Il filmato inizia con il Maestro Jedi di Lee Jung-Jae che insegna ad alcuni giovani, dove, stando a quando descritto da The Direct, dice loro: “Chiudi gli occhi. I tuoi occhi possono ingannarti. Non dobbiamo fidarci di loro.” Poi sembra apparire il personaggio misterioso di Carrie Anne-Moss, seduto a un tavolo, incappucciato, in un bar. Viene quindi attaccata da Amandla Stenberg, che indossa una veste viola e due coltelli. La Jedi interpretata da Charlie Barnett ottiene invece solo pochi secondi, durante i quali viene però rivelato che ha una spada laser gialla.

Sullo schermo si alternano poi sequenze di combattimenti grintosi, con otto Jedi che vengono mostrati mentre estraggono le loro spade laser mentre si affacciano su uno spettacolo sconosciuto. Si possono anche vedere brevemente le specie Neimoidiani della Federazione dei Mercanti (come quella di Nute Gunray). Un’altra frase proveniente dal filmato sembrerebbe essere “non si tratta di essere buoni o cattivi. Si tratta di chi è autorizzato a usarlo.”, anche se non è chiaro a cosa ci si riferisca. Questo è quanto viene ad ora riferito.

In attesa di poter vedere questo trailer con i propri occhi, è bene ricordare che The Acolyte sarà un’avventura piuttosto unica nella saga di Star Wars. Per prima cosa, verrà raccontato un epoca mai visto prima in live-action, ma soprattutto sarà, come già accennato, il primo progetto live-action incentrato e raccontato dalla prospettiva del cattivo. Se il progetto si rivelerà all’altezza delle aspettative, potrebbe facilmente diventare uno dei titoli di maggior interesse per i prossimi anni per quanto riguarda Star Wars. Il suo arrivo è previsto su Disney+ per il 2024.

Fonte: TheDirect

 
 

Daisy Ridley torna a interpretare Rey nel seguito di L’Ascesa di Skywalker

Il futuro del film di Star Wars è appena diventato più nitido: Rey di Daisy Ridley sarà il fulcro del primo lungometraggio del franchise dall’uscita di L’Ascesa di Skywalker del 2019. Lo ha annunciato la presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy in occasione della Star Wars Celebration di Londra. Sharmeen Obaid-Chinoy (Ms. Marvel) dirigerà il film da una sceneggiatura di Steven Knight (Peaky Blinders). Il film segue gli eventi di L’Ascesa di Skywalker e si concentrerà su Rey mentre costruisce un nuovo Ordine Jedi.

Il progetto, ancora senza titolo, segna diverse pietre miliari per il franchise: Obaid-Chinoy è la prima donna e la prima persona di colore a dirigere un film di Star Wars. La cineasta pakistana ha vinto due Oscar per il cortometraggio documentario, nel 2011 per “Saving Face” e nel 2015 per “A Girl in the River: The Price of Forgiveness”, e di recente ha diretto due episodi di Ms. Marvel per Disney+.

Il progetto forma una trilogia con altri due film annunciati nel corso della celebration che però non costituiranno una unità narrativa ma tre storie differenti. Il film diretto da James Mangold tornerà agli albori dei Jedi, mentre il progetto affidato a Dave Filoni si concentrerà sulla Nuova Repubblica e “chiuderà” le storie interconnesse che vengono raccontate nelle serie tra cui The Mandalorian, The Book of Boba Fett, Ahsoka e altri programmi Disney+.

Nel dicembre 2020, Kathleen Kennedy ha annunciato che la regista di Wonder Woman Patty Jenkins avrebbe diretto il primo lungometraggio post-L’Ascesa di Skywalker, intitolato Star Wars: Rogue Squadron. L’uscita era prevista per dicembre 2023, ma dopo anni di zero progressi nel progetto, la Disney ha ritirato il film dal suo programma a settembre scorso. A marzo, Variety ha riferito che non era più in fase di sviluppo attivo presso Lucasfilm.

Un destino simile è toccato a un film senza titolo di Star Wars che doveva essere prodotto da Kevin Feige, capo dei Marvel Studios. La notizia del coinvolgimento di Feige è stata annunciata nel settembre 2019 e il progetto sembrava essere attivo nel maggio 2022. Ma fonti attendibili hanno detto a Variety che Lucasfilm ha da allora accantonato il progetto e che nemmeno questo era più in fase di sviluppo attivo.

Taika Waititi (Thor: Ragnarok) sta sviluppando un film di Star Wars che dirigerà e in cui reciterà, e Shawn Levy si conferma impegnato a dirigere un film di Star Wars una volta concluso il lavoro con Deadpool 3 della Marvel e con la serie limitata di Netflix “Tutta la luce che non possiamo vedere”.

Il ritorno di Daisy Ridley al franchise potrebbe essere una buona idea, data l’accoglienza generalmente positiva che la sua Rey ha ottenuto con la nuova trilogia.

 
 

Indiana Jones e il Quadrante del Destino: ecco il nuovo trailer del film con Harrison Ford

Il nuovo trailer di Indiana Jones e il Quadrante del Destino è appena stato rivelato e fornisce maggiori informazioni sull’ultima avventura di Harrison Ford nei panni del celebre archeologo. Rilasciato durante lo Star Wars Celebration 2023, il nuovo trailer ci mostra infatti Indy intento a scoprire un artefatto che può apparentemente riavvolgere e manipolare il tempo. Diretto da James Mangold, questo nuovo capitolo vedrà Indiana Jones uscire dalla pensione, dopo aver rinunciato al cappello e alla frusta per una vita più tranquilla. Spinto in una nuova ricerca dalla sua figlioccia Helena (Phoebe Waller-Bridge), il duo parte ora per un’altra avventura mondiale per sconfiggere un gruppo di sostenitori nazisti che cercano il potenziale distruttivo del Quadrante.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino sarà anche l’ultima volta che Ford interpreterà l’iconico archeologo, dopo aver indossato per la prima volta tali panni nel classico film d’avventura Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta del 1982. Parlando del futuro del franchise, la presidente di Lucasfilm Kathleen Kennedy ha infatti rassicurato i fan che lo studio non ha intenzione di continuare senza l’amato attore. “Non faremmo mai Indiana Jones senza Harrison Ford“, ha detto Kennedy. “Avendo appena finito il quinto film, posso dirvi che non c’è stato un giorno in cui ero sul set in cui non ho pensato, ‘Sì, questo è Indiana Jones.’

Indiana Jones e il Quadrante del Destino arriverà nelle sale italiane il 28 giugno. Ecco qui di seguito il nuovo trailer:

Nel lungometraggio Lucasfilm Indiana Jones e il Quadrante del Destino, Harrison Ford torna nel ruolo del leggendario eroe archeologo insieme a Phoebe Waller-Bridge (Fleabag), Antonio Banderas (Dolor y gloria), John Rhys-Davies (I predatori dell’arca perduta), Toby Jones (Jurassic World – Il regno distrutto), Boyd Holbrook (Logan – The Wolverine), Ethann Isidore (Mortale) e Mads Mikkelsen (Animali Fantastici – I segreti di Silente). Diretto da James Mangold, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Frank Marshall e Simon Emanuel, mentre Steven Spielberg e George Lucas sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è composta ancora una volta da John Williams, che ha firmato le musiche di ogni avventura di Indiana Jones a partire dall’originale I predatori dell’arca perduta nel 1981.

 
 

Star Wars: Dave Filoni e James Mangold dirigeranno i prossimi film

Star Wars film in uscita

Dave Filoni e James Mangold dirigeranno due nuovi film di Star Wars, ha rivelato Lucasfilm. I registi dirigeranno due film separati della serie. Nel frattempo, un terzo film incentrato su Rey di Daisy Ridley sarà diretto dal regista vincitrice di Emmy e Oscar Sharmeen Obaid-Chinoy.

La presidente della Lucasfilm, Kathleen Kennedy, ha fatto l’annuncio in occasione della Star Wars Celebration di Londra, dove i fan si aspettavano l’annuncio di un singolo film e sono rimasti piacevolmente sorpresi da una tripletta di progetti.

Il film di Mangold tornerà agli albori dei Jedi, mentre il progetto di Filoni si concentrerà sulla Nuova Repubblica e “chiuderà” le storie interconnesse che vengono raccontate nelle serie tra cui The Mandalorian, The Book of Boba Fett, Ahsoka e altri programmi Disney+.

James Mangold ha recentemente diretto Logan, il film del 2017 che ha raccontato la fine di Wolverine, e ora parteciperà al Festival di Cannes dove presenterà il quinto capitolo della saga dell’archeologo più amato di tutti i tempi, con Indiana Jones e il quadrante del Destino, che arriverà al cinema questa estate, mentre Dave Filoni è meglio conosciuto come showrunner di The Mandalorian e Ahsoka, entrambe serie Disney+. Questo lo rende amatissimo dal pubblico di Star Wars che vede in The Mandalorian, in particolare, uno dei pochi prodotti di successo di quest’ultima fase dell’Universo di Star Wars.

Il film di Obaid-Chinoy sarà ambientato dopo gli eventi di L’Ascesa di Skywalker del 2019 e vedrà Rey mentre costruisce un nuovo Ordine Jedi. Lo sceneggiatore di Peaky Blinders e Spencer, Steven Knight, scriverà la sceneggiatura.

Il progetto, ancora senza titolo, segna diverse pietre miliari per il franchise: Obaid-Chinoy è la prima donna e la prima persona di colore a dirigere un film di Star Wars. La cineasta pakistana ha vinto due Oscar per il cortometraggio documentario, nel 2011 per “Saving Face” e nel 2015 per “A Girl in the River: The Price of Forgiveness”, e di recente ha diretto due episodi di Ms. Marvel per Disney+.

 
 

Andor 2: svelato il first look in occasione della Star Wars Celebration

Diego Luna
Cassian Andor (Diego Luna) in Lucasfilm's ANDOR, exclusively on Disney+. ©2022 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

Luscasfilm ha svelato il primo sguardo alla seconda stagione della sua serie Disney+ Andor, come parte della convention dei fan di Star Wars Celebration a Londra.

La prima stagione di 12 episodi di Andor, creata e prodotta esecutivamente dal co-sceneggiatore di Rogue One: A Star Wars Story Tony Gilroy, ha debuttato a settembre riscuotendo un grande successo per la sua rappresentazione realistica e profonda della formazione dell’Alleanza Ribelle. Ambientata cinque anni prima degli eventi di Rogue One, la prima stagione ripercorre un anno nella vita di Cassian Andor (Diego Luna) mentre si trasforma da un piccolo criminale cinico in un uomo pronto a unirsi alla lotta contro i Galattici Impero.

Gilroy ha spiegato che il team sta lavorando il più rapidamente possibile per completare la seconda stagione. Le riprese sono iniziate a novembre e dovrebbero concludersi ad agosto. Il creatore ha previsto che la serie arriverà su Disney+ nell’agosto 2024.

Il filmato della seconda stagione mostrato in anteprime nel corso dell’evento di Londra mostrava Mon Mothma che cercava di organizzare una ribellione. Anche il cattivo Syril Karn (Kyle Soller) sembra avere un ruolo più importante nello show. Nel frattempo, Cassian Andor di Luna è stato mostrato con una nuova pettinatura. La stagione 2 introduce una serie di nuovi personaggi.

La prossima stagione di “Andor” dovrebbe svolgersi in un formato molto diverso dalla prima stagione. Luna torna a guidare il cast della serie, insieme a Kyle Soller, Adria Arjona, Stellan Skarsgård, Denise Gough, Genevieve O’Reilly, Faye Marsay , Varada Sethu. Ma piuttosto che svolgersi nell’arco di un anno, la stagione di 12 episodi si svolgerà nell’arco di quattro anni prima degli eventi di Rogue One. Ai fan è stato da tempo anticipato che la seconda stagione descriverà come Cassian ha trovato e riprogrammato il droide imperiale K-2SO, doppiato da Alan Tudyk nel film con Felicity Jones.

 
 

Star Wars: Skeleton Crew, annunciato il cast. La descrizione del primo footage

Star Wars: Skeleton Crew
Cortesia di Disney

La prossima serie Star Wars: Skeleton Crew ha trovato il suo spazio tra gli annunci della di Star Wars Celebration di Londra. La serie, che si concentra su un gruppo di bambini e si dice che evochi i classici film di Amblin, è interpretata da Jude Law, che ha presentato i suoi giovani compagni di cast alla Celebration, tra cui Ravi Cabot-Conyers, Kyriana Kratter e Robert Timothy Smith. È stato anche mostrato il primo filmato della serie, comprese le riprese dei bambini sugli speeder, a scuola, sulle astronavi e un’anticipazione di un cattivo familiare di The Mandalorian. La clip si è conclusa con un primo sguardo a Jude Law nei panni di un Jedi.

Lo spin-off di “Star Wars” è stato annunciato per la prima volta alla Star Wars Celebration del 2022, tenutasi ad Anaheim, in California. I dettagli sono scarsi per la serie, a parte la seguente descrizione: “Lo spettacolo si svolge durante il periodo di ricostruzione post-‘Il ritorno dello Jedi’ che segue la caduta dell’Impero, la stessa di “The Mandalorian“, ma la sua trama rimane un segreto. È stato creato e prodotto esecutivamente dal regista Jon Watts, che ha realizzato Spider-Man: Homecoming per la Marvel, e dallo sceneggiatore Chris Ford. È stato richiesto un avviso di casting per quattro bambini, di età compresa tra gli 11 e i 12 anni. All’interno di Lucasfilm, la serie viene descritta come una versione galattica dei classici film d’avventura di Amblin degli anni ’80.”

Skeleton Crew vanta un talentuoso team di registi, tra cui i registi premio Oscar Daniel Kwan e Daniel Scheinert, il duo dietro Everything Everywhere All at Once, e il regista di The Green Knight David Lowery.

Watts e Ford saranno i produttori esecutivi di Star Wars: Skeleton Crew insieme a Jon Favreau e Dave Filoni, due delle menti di Star Wars dietro The Mandalorian, The Book of Boba Fett e Ahsoka.

 
 

Ahsoka: ecco il teaser trailer della serie Star Wars con Rosario Dawson

Lucasfilm ha rilasciato il primo trailer di Ahsoka, che mostra la nuova avventura di Ahsoka Tano, l’amata padawan di Anakin Skywalker. Il trailer è stato rilasciato come parte della Star Wars Celebration di Londra.

La prossima serie Disney+ ha come protagonista Rosario Dawson nei panni di Ahsoka, un Jedi in esilio che un tempo era l’apprendista di Anakin prima che lui si rivolgesse al lato oscuro e diventasse Darth Vader. La serie sarà presentata in anteprima ad agosto, ha confermato la Disney durante l’evento.

Kathleen Kennedy e Jon Favreau hanno elogiato lo showrunner di Ahsoka Dave Filoni, che è stato raggiunto sul palco da Dawson e Natasha Liu Bordizzo, che interpreta Sabin Wren, un guerriero mandaloriano, rivoluzionario e artista di graffiti che è apparso per la prima volta in Star Wars Rebels. A sorprendere anche i fan del Regno Unito è stata Mary Elizabeth Winstead, che ha rivelato che interpreterà Hera Syndulla di Rebels.

 
 

Transatlantic: recensione della serie storica di Netflix

Transatlantic recensione
Deleila Piasko as Lisa Fittko, Ralph Amoussou as Paul Kandjo, Lucas Englander as Albert Hirschmann, Gillian Jacobs as Mary-Jayne Gold, Cory Michael Smith as Varian Fry and Amit Rahav as Thomas Lovegrove in Transatlantic, Courtesy of Netflix © 2023

Basata su fatti realmente accaduti a Sud della Francia durante il regime collaborazionista di Vichy è disponibile su Netflix dal 7 aprile Transatlantic. Questa serie storica è creata da Anna Winger (co-ideatrice di Unorthodox) assieme a Daniel Hendler e racconta la storia vera di un gruppo di giovani eroi che aiutarono, agli inizi degli anni Quaranta, tantissimi profughi, a fuggire dalla Francia e salvarsi. Questi sette episodi sono ispirati alla storia della missione del giornalista newyorkese Varian Fry, dell’ereditiera americana Mary Jayne Gold e dell’Emergency Rescue Committee, ma anche al romanzo della scrittrice Julie Orringer, The Flight Portfolio.

La trama di Transatlantic

Questa serie è un racconto corale ambientato a Marsiglia, tra il 1940 e il 1941, quando la Francia era invasa dai nazisti. In quei mesi gli americani, anche se si dichiaravano neutrali, crearono con il sostegno della First Lady Eleanor Roosevelt, l’Emergency Rescue Committee (ERC) e inviarono nella città portuale Varian Fry (Cory Michael Smith) un intellettuale che già durante gli anni Trenta, mentre era corrispondente estero per un giornale a Berlino, scriveva delle discriminazioni e della violenza da parte dei tedeschi nei confronti degli ebrei. Il giornalista però non era da solo in questa missione umanitaria ma finanziato da Mary Jayne Gold (Gillian Jacobs) anche lei in trasferta lì, che aiutava di persona i profughi, pagando a loro i passaggi sui transatlantici che traccavano al porto.

Transatlantic si apre con un primo episodio in cui Fry e Miss Gold, possono senza problemi, radunare artisti europei o personaggi illustri o laureati, con l’obiettivo di farli scappare perchè possano rifugiarsi negli Stati Uniti. Però il vento sta cambiando anche sulle coste francesi di Vichy e Varian deve affanarsi per trovare nuove sisteminazioni per i rifugiati. Con l’aiuto di Paul (Ralph Amoussou) il concierge nordafricano all’Hotel Splendide, Albert (Lucas Englader) un ebreo tedesco e l’antifascista Lisa (Deleila Piasko) riesce a trasferirli tutti nella residenza in campagna di Villa Air-Bel che appartiene al suo amico, e amante, Thomas (Amit Rahav). Nelle serie ci sono anche degli antagonisti che però non si riveleranno mai cattivi veri, neanche il gruppo di ufficiali nazisti di passaggio, durante il quarto episodio, che non fanno altro che pavoneggiare per le strade di Marsiglia. Il capo della polizia nazionale francese Philippe Frot (Grégory Montel) anche quando scopre dove sono nascosti i ricercati non fa niente per catturarli. Il console Patterson (Corey Stoll) non denuncia mai nessuno al regime e non lo fa neanche mademoiselle Letoret (Lolita Chammah) che non si capisce mai se sta dalla parte degli americani o dei tedeschi.

Gillian Jacobs as Mary-Jayne Gold, Mila Rigaudon as Aube Breton, Cory Michael Smith as Varian Fry and Amit Rahav as Thomas Lovegrove in Transatlantic, Courtesy of Netflix © 2023

Gli sforzi di Fry alla ERC includevano, per salvare più gente possibile, l’ottenimento di passaporti falsi, l’organizzazione di scorte per guidare i fuggitivi attraverso i Pirenei in Spagna, via sicura trovata da Lisa e l’assicurazione del passaggio su navi dirette a New York, Martinica e Marocco. Nel sesto e penultimo Varian con l’aiuto di Mr Bingham (Luke Thompson) un impiegato al consolato che falsifica i visti, riesce a far imbarcare sulla nave del comandante DuBois ben 257 persone tra cui anche André Breton, Marcel Duchamp e il rivoluzionario russo Victor Serge. Il finale di Transatlantic lascia decisamente un amaro in bocca dove Paul, Albert, Lisa e Thomas rimangono in Francia, per far parte della resistenza contro il nemico comune, Varian va in Spagna con Marc e Bella Chagall e invece Mary Jayne in compagnia del suo cagnolino Dagobert vola via con il suo aereo privato per tornare a Chicago.

Il surrealismo

Tra i numerosi ospiti di Villa Bel-Air ci sono stati molti artisti e il terzo episodio è quello che spiega la bellezza dell’arte. L’occasione è l’arrivo della collezionista d’arte Peggy Guggenheim e della festa di compleanno del pittore Max Ernst dove gli ospiti si danno sfogo al grido della diversità e alla liberta. Infatti tutti indossano vestiti come opere d’arte e tutto questo è anche merito alle creazione del team artistico diretto dalla costumista Justine Seymour. Impossibile non notare l’abito Haute Couture di Miss Gold formato da guanti che rimanda all’arte surrealista e alla stilista Elsa Schiapparelli, una delle più influenti figure della moda in quell’epoca. Sebbene l’influenza del surrealismo sia raramente avvertita all’interno del testo vero e proprio della serie, i titoli di coda, girati in bianco e nero granuloso, catturano un’intersezione tra surrealismo ed espressionismo tedesco in un modo giocoso come una pellicola cinematografica amatoriale.

Transatlantic una commedia storica

Questa serie autoconclusiva è un ottimo prodotto riuscito sia dalla parte visiva e nella scelta di girare proprio a Marsiglia, ma anche per la parte più romanzata della trama tratta dal libro Julie Orringer. Transatlantic per concludere avrebbe potuto usare più di quell’eccentricità e più evocazione all’arte e alle avanguardie storiche del periodo in cui è ambientata la storia. La serie storica di Anna Winger e Daniel Handler si dirige per tutti i setti episodi nel suo romanticismo in stile hollywoodiano, con evasioni e fughe, che rimandano anche ad un classico come Casablanca, con sfumature però da commedia che rispecchiano il senso di divertimento senza mai prendersi sul serio.

 
 

Il caso Alex Schwazer, la recensione della docuserie su Netflix

Il caso Alex Schwazer recensione serie

Ci sono storie piene di ferite, sudore, lacrime amare e sangue. Storie di persone con dei sogni, il cui futuro sembra fiorente, prima di diventare un incubo dentro al quale si rischia di soffocare. E quando si è lì, in quel tunnel buio in cui neppure un lembo di luce si intravede, si desidera solo chiudere gli occhi e sperare che tutto finisca al più presto. Fin quando qualcuno, con una forza indescrivibile, ti afferra e ti riporta in superficie dove puoi, finalmente, respirare.

Questo è quello che accade in Il caso Alex Schwazer, nuova docu-serie Netflix che sembra ricordare molto, all’inizio, il film Whiplash di Damien Chazelle. Perché il racconto costruito da Massimo Cappello, sotto un attenta scrittura di Marzia Maniscalco, è pieno di sacrifici, lotte e dolori, tutti incanalati per poter raggiungere un obiettivo: vivere della propria passione e forse, in alcuni casi, diventare la propria passione. Il più delle volte, come succede nella finzione ad Andrew e nella realtà ad Alex Schwazer, il voler essere nel firmamento dei grandi nomi, il voler diventare immortale, può spingerti oltre quel limite consentito che, alla fine, ti farà o precipitare o bruciare per sempre.

Nel caso del marciatore italiano, l’ambizione mista alla depressione che lo portò a farsi un’iniezione di eritropoietina nel 2012, fu solo l’inizio di un percorso tortuoso in cui, l’iniziale – eccessiva – fama di gloria del campione olimpico, fu sostituita da un complotto (purtroppo mai ammesso) ai suoi danni per opera di organi sportivi.

Il caso Alex Schwazer, la trama

È il 2012 quando su tutti i notiziari arriva, in diretta da Bolzano, una dichiarazione dell’atleta Alex Schwazer, in cui afferma di essersi volontariamente dopato. Una confessione che lo porta alla squalifica per ben quattro anni e che, nel frattempo, lo fa arrivare alla casa di Sandro Donati, allenatore nonché personaggio attivo nella lotta contro il doping. Dopo un periodo di dolori e depressione, Schwazer si rimette in sesto, pronto ad allenarsi più e meglio di prima, in vista delle Olimpiadi di Rio che si terranno quattro anni dopo.

Ma il 1 gennaio del 2016, un controllo (ambiguo) antidoping lo sorprende a casa e qualche mese dopo, poco prima dell’iscrizione alle gare, risulterà nuovamente positivo. Fermo nella sua innocenza, il campione medaglia d’oro delle Olimpiadi di Pechino del 2008, inizierà una battaglia con Donati, in un’indagine che colpirà sia la WADA che la Federazione internazionale di atletica leggera. Squalificato comunque fino al 2024, nel 2021 il giudice Pelino lo dichiara innocente, confermando una manomissione nelle sue urine al fine di farlo risultare dopato. Le Federazioni sportive, però, non hanno mai smesso di ritenerlo colpevole.

Un racconto che funziona

Quello che è accaduto ad Alex Schwazer è una storia che ben si adatta al linguaggio seriale, coerente con le offerte del colosso streaming e sapientemente inserita in un catalogo folto di prodotti documentaristici dalla grande fascinazione. Il caso Alex Schwazer non è da meno, in quanto presenta una struttura che oscilla fra il legal drama e il thriller. Un giallo, quello che ha avvolto il campione altoatesino, su cui si è voluto investire al fine di gettare una nuova luce su quello che è avvenuto nel 2016 e che, ad oggi, non ha trovato nessun colpevole.

In un’attenta operazione a incastro, Massimo Cappello inizia a modellare un racconto che segue due principali filoni narrativi: la storia di Schwazer e del suo periodo d’oro, a cui è seguita la caduta nel baratro, e la storia antidoping, nella quale è andata inserendosi l’indagine compiuta sulla WADA (Agenzia mondiale antidoping) e la Federazione internazionale di atletica leggera. La bellezza della docuserie, la cui attenzione proprio per questo mai oscilla, è che nonostante il suo pattern didascalico, riesce a formulare un racconto dinamico e coinvolgente, pieno di plot twist, dando quasi l’impressione di assistere a una fiction.

Seppur la storia del marciatore abbia intasato letteralmente i notiziari nostrani per anni e anni, non si può non rimanere esterrefatti per alcune scoperte inedite che si raccolgono lungo le quattro puntate, a volte ritrovandosi ad essere parte attiva della stessa narrazione. Merito di una mirata scrittura di Maniscalco, supportata da una dosata ma accattivante regia di Cappello, con un’esposizione degli eventi volta a entusiasmare il pubblico che si sente chiamato a investigare simultaneamente.

Un viaggio di dolore e rinascita

Oltre alle scioccanti rivelazioni emerse nelle quasi quattro ore di fruizione, in cui vengono distribuite interviste, stralci televisivi e ricostruzioni con alcuni brevi momenti recitativi, è dato un importante rilievo al percorso personale e psicologico affrontato da Alex Schwazer, che innesta un ponte empatico ed emotivo fra lui e il pubblico. Il caso Alex Schwazer si apre proprio con un suo piano medio, in cui l’atleta è posto di fronte alla macchina da presa, come a voler instaurare subito un contatto con lo spettatore, in una conversazione – o meglio confessione – fra lui e l’altra persona, ossia noi.

Parole a cuore aperto, che fluiscono spontanee e si incidono nelle sequenze delle Olimpiadi, dei duri allenamenti, negli attimi di sconforto e in quelli in cui il campione si è sentito talmente perso da voler porre fine alla sua vita. Sono racconti duri, cicatrici che nei suoi occhi sempre lucidi non sembrano poi così rimarginate ma anzi danno l’impressione di sanguinare ancora. Quello a cui si assiste è un viaggio dentro i suoi tumulti interiori, in cui per tutti questi anni (giustamente) si è solo potuta vedere la punta dell’iceberg, senza pensare alla restante massiccia roccia di ghiaccio tesa verso un profondo abisso pieno di mostri, a cui nessuno aveva mai avuto accesso fin’ora. Ma quello di Schwazer è anche un viaggio di crescita personale, di consapevolezze e di rinascita, un po’ come quello tipico dell’eroe descritto da Christopher Vogler.

In questo caso un affrontare due antagonisti: se stessi in primis e poi le istituzioni sportive, la vera condanna dell’atleta. Istituzioni che imponevano un’etica e delle regole, ma che poi si scoprivano i primi a non rispettarle. Un campione, Alex Schwazer, ma prima di tutto un uomo nelle mani di persone sbagliate che, arrivato a bussare alla porta del suo angelo nonché allenatore Sandro Donati, è riuscito a riemergere da quelle acque sporche che lo avevano inghiottito, seppur ancora oggi pesi su di lui una squalifica, nonostante la conferma che nel 2016 non si sia dopato di nuovo, ma anzi sia stato incastrato. Un leone lui, come dirà il suo avvocato Gerhard Brandstaetter, a cui è stato impedito di ruggire ma che, come ricorda, anche da morto sarebbe rimasto tale. Gli sciacalli, invece, rimangono sciacalli.

Il caso Alex Schwazer è un’ulteriore prova su schermo di quanto accaduto anni fa a uno degli atleti migliori che l’Italia possa vantare. Un riscatto personale di un grande marciatore, al quale è stata data l’opportunità di rilasciare una sua personalissima e intima testimonianza, trasformatasi anche in una lettera d’amore a se stesso e allo sport, nonostante tutto. Ma anche un’indagine dettagliata, decisa e puntuale, sciorinata da Cappello insieme al comparto tecnico, che la enfatizza con un preciso montaggio e una buona colonna sonora. Una dimostrazione, poi, di quanto possano esserci a volte perfino comportamenti mafiosi dietro le istituzioni sportive. Di quanto la competizione spesso non sia pulita e, se sei troppo bravo, farti fuori è l’unica missione che conta. Il regista porta a casa un lavoro complesso ma compiuto, intricato ma narrativamente fluido, e nonostante la difficoltà nell’assamble, derivante dal ricco e pesante materiale a disposizione, non c’è proprio nessuna sbavatura.

 
 

The Batman – Parte 2: James Gunn smentisce le voci su uno spin-off di Poison Ivy

Il co-CEO dei DC Studios James Gunn ha messo le cose in chiaro per quanto riguarda uno spin-off di The Batman dedicato alla celebre Poison Ivy, la femme fatale capace di usare tossine vegetali e feromoni per il controllo della mente per le sue attività criminali. In un tweet di giovedì, Gunn ha infatti risposto alle recenti indiscrezioni secondo cui è in lavorazione un film dedicato alla celebre villain, il quale sarebbe ambientato all’interno del canone dei film di The Batman di Matt Reeves. A chi glielo ha chiesto, Gunn ha smentito la cosa in modo lapidario  con un semplice “Nope“.

Anche se questa potrebbe essere una notizia scoraggiante per i fan che vorrebbero nuovamente vedere il personaggio sul grande schermo, dopo l’interpretazione che ne ha fatto Uma Thurman in Batman & Robin, la risposta di Gunn non esclude che in futuro Poison Ivy possa effettivamente fare la sua comparsa in un nuovo progetto DC, sia esso parte del cosiddetto Elseworld che del canone ufficiale del DC Universe a cui Gunn, insieme a Peter Safran, sta lavorando.

Attualmente, infatti, ad avere un proprio spin-off confermato è solo Il Pinguino, personaggio interpretato da Colin Farrell e presente in The Batman. Se anche The Batman – Parte 2 dovesse avere successo, è probabile che si decida di espandere ulteriormente tale universo narrativo, includendo nuovi personaggi e nuovi villain, magari con opere a loro interamente dedicate. Al momento, oltre al ritorno di Il Pinguino e dell’Enigmista di Paul Dano, per The Batman – Parte 2 si vocifera che i villain possano essere il Joker brevemente interpretato da Barry Keoghan nel primo film e Clayface. Tale sequel è atteso in sala per il 3 ottobre 2025.

Fonte: ComicBookMovie

 
 

I Pionieri: il backstage esclusivo del film di Luca Scivoletto

Ecco un backstage esclusivo di I Pionieri, il film di Luca Scivoletto con Mattia Bonaventura, Francesco Cilia, Danilo Di Vita, Matilde Sofia Fazio, Peppino Mazzotta, Lorenza Indovina, Eleonora Rancò con la partecipazione di Claudio Bigagli. Al cinema dal 13 aprile distribuito da Fandango.

I pionieri, la trama

Sicilia, 1990. Due ragazzini figli di militanti comunisti decidono di scappare di casa e rifondare i Pionieri, i gloriosi e ormai estinti scout del Partito. La perfetta scusa per vivere un’estate all’insegna dell’avventura e della libertà. Ma non tutto andrà secondo i loro piani.

I Pionieri, il trailer

 
 

Ike Perlmutter, ex capo della Marvel, si oppone all’approccio dei film MCU della Disney

Avengers-Endgame-Marvel

L’ex capo della Marvel Ike Perlmutter ha criticato l’approccio al botteghino del Marvel Cinematic Universe della Disney. Perlmutter, come noto, è stata una delle figure più controverse della Marvel per diversi anni. Nel corso del tempo ci sono infatti state numerose segnalazioni su quanto fosse difficile lavorare con lui, soprattutto per i reparti creativi. In effetti, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha quasi lasciato la compagnia nel 2015, quando doveva ancora riferire a Perlmutter, proprio per via di conflitti con quest’ultimo.

Alla fine di marzo, tuttavia, Perlmutter è stato licenziato dalla Marvel e dalla Disney, ma l’ex dirigente ha ora rotto il silenzio a riguardo. In una rara dichiarazione rilasciata al Wall Street Journal, Perlmutter ha parlato di come è stato licenziato, spiegando cosa ha portato alla sua uscita. “Non ho dubbi che la cessazione del mio contratto sia stata basata su differenze fondamentali negli affari tra il mio pensiero e la leadership Disney, perché ci tengo al ritorno sull’investimento. Tutto ciò di cui parlano e si preoccupano loro è il box office, solo il box office”.

Affermare che i film MCU sono alcuni dei film più costosi di Hollywood è un eufemismo. Tuttavia, l’MCU rimane il franchise di punta della Disney, anche alla luce del suo guadagno totale di 23 miliardi di dollari. Negli ultimi anni, però, ci sono stati risultati contrastanti per Disney e Marvel Studios. La Fase 4 è iniziata nel bel mezzo della pandemia globale di COVID-19, che si è rivelata decisamente impegnativa per tutti gli studi cinematografici. Finora, ad ogni modo, nessuno ai Marvel Studios o alla Disney ha risposto alla dichiarazione di Perlmutter. Mentre l’MCU avanza nella sua Fase 5, solo il tempo dirà se Perlmutter ha ragione.

Fonte: ScreenRant

 
 

Scream VI raggiunge un importante traguardo al box office

Scream VI

Scream VI (qui la recensione) ha ottenuto un’altra pietra miliare al box office, che non veniva raggiunta da Ghostface da ben 26 anni. Secondo Variety, Scream VI è infatti destinato a superare la soglia dei 100 milioni di dollari al botteghino statunitense, il che lo rende il primo capitolo del franchise a raggiungere tale traguardo da Scream 2 del 1997, che ha concluso la sua corsa con 101 milioni di dollari di vendite di biglietti nazionali. Attualmente, al 5 di aprile, Scream VI ha incassato 99,9 milioni al box office statunitense.

Scream VI, inoltre potrebbe superare il risultato al box office nazionale del primo film, che toccò quota 103 milioni. Adeguato all’inflazione, Scream del 1996 è ancora il re della saga, ma il nuovo capitolo sembra avrà presto il diritto di vantarsi quale maggior incasso del franchise negli Stati Uniti. La strada del film verso la supremazia al botteghino è iniziata già durante il suo weekend di apertura, quando ha segnato un miglior esordio del franchise di Scream con 44,5 milioni di dollari. In berve, il sesto capitolo ha superato gli 81,6 milioni di dollari del suo predecessore.

Con un incasso lordo di 56,25 milioni di dollari a livello internazionale fino ad oggi, il sesto capitolo porta il suo totale mondiale a 156 milioni di dollari, ben al di sopra dei 137,7 milioni di dollari guadagnati a livello globale dal capitolo del 2022. Risultati straordinari, dunque, che lasciano sempre più aperte le porte ad un settimo capitolo, già ampiamente richiesto dai fan. Ricordiamo che Scream VI, diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, vede i sopravvissuti del lungometraggio del 2022, tra cui la Sam interpretata da Melissa Barrera e sua sorella Tara, interpretata da Jenna Ortega, lasciare Woodsboro per New York City, solo per diventare ancora una volta il bersaglio di un nuovo Ghostface.

Fonte: CBR

 
 

Super Mario Bros. – Il film, John Leguizamo si rifiuta di guardare il nuovo adattamento

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L’attore John Leguizamo, noto per film quali Carlito’s Way e Mouline Rouge, ha nel 199 recitato nei panni di Luigi nel film in live action Super Mario Bros. Come noto, quel film è stato ampiamente criticato, diventando un famigerato disastro di adattamento di videogiochi che ha costretto Nintendo a rifuggire da tali operazioni per decenni. Ora, Super Mario Bros. – Il film, opera d’animazione ispirata sempre all’iconico idraulico e il suo mondo di gioco, sta invece ottenendo un grande successo di critica e pubblico.

Leguizamo non sembra però interessato alla cosa e ha infatti affermato che non guarderà il nuovo film, ma ha anche chiarito le sue ragioni. “No, non guarderò Super Mario Bros. Avrebbero potuto includere un personaggio latino. Hanno incasinato l’inclusione, hanno dis-incluso! Basta assumere gente latina. Siamo il 20% della popolazione. Le persone più numerose del gruppo di colore, e siamo sottorappresentati. Tuttavia, siamo sovrarappresentati per i lavori peggiori“.

L’attore torna dunque a criticare il film per la mancanza di un cast diversificato in quanto ad etnie, chiedendo maggiore inclusività. Quando gli è poi stato chiesto di nuovo se guarderà mai il film, ha offerto una risposta schietta, affermando: “Diavolo, no“. Tuttavia, il film di Super Mario Bros. sembra non essere stato influenzato dalle varie controversie, ma è anzi reduce da un incredibile primo giorno d’apertura con un guadagno di 66,4 milioni di dollari in tutto il mondo, con attuali previsioni che lo vorrebbero superare i 200 milioni di dollari in tutto il mondo in pochi giorni.

Fonte: ScreenRant

 
 

Indiana Jones e il Quadrante del Destino sarà l’ultimo capitolo della saga

Indiana Jones e il Quadrante del Destino Harrison Ford
Indiana Jones (Harrison Ford) in Lucasfilm's IJ5. ©2022 Lucasfilm Ltd. & TM. All Rights Reserved.

Disney e Lucasfilm hanno ufficialmente indicato l’imminente Indiana Jones e il Quadrante del Destino come l’ultimo capitolo della celebre saga d’avventura iniziata nel 1982 con I predatori dell’arca perduta. Se da un lato era lecito immaginare che questo quinto capitolo avrebbe rappresentato l’ultima avventura di Harrison Ford nei panni di Indiana Jones, sembra ora invece che, coerentemente con quanto già affermato in passato, non ci sarà nessun nuovo film senza il suo iconico interprete originale. Sia Ford sia la saga, dunque, stanno giungendo al capolinea.

I miei leggendari collaboratori ed io siamo molto entusiasti di condividere con voi una nuovissima e ultima avventura di Indiana Jones“, ha dichiarato il regista James Mangold durante un’intervista rilasciata a seguito dell’annuncio che Indiana Jones e il Quadrante del Destino debutterà Fuori Concorso al Festival di Cannes a maggio, prima del suo ampio rilascio in sala nel mese di giugno. Inoltre, un nuovo comunicato stampa della stessa Disney descrive il film come “l’attesissimo capitolo finale dell’amato franchise“.

In particolare, la presidente della Lucasfilm Kathleen Kennedy aveva in precedenza dichiarato, come si accenna poc’anzi, che lo studio non avrebbe mai riformulato il ruolo di Indiana Jones, implicando apparentemente che il franchise come lo conosciamo sarebbe finito con la performance finale di Ford come personaggio. “Non faremmo mai Indiana Jones senza Harrison Ford“, ha detto. L’apparente conferma della Disney che Indiana Jones e il Quadrante del Destino concluderà definitivamente la storia di Indy non fa che rendere ancor più grande l’attesa del film, previsto nei cinema italiani per il 28 giugno.

Fonte: CBR

 
 

Guardiani della Galassia: Vol 3, nuove foto offrono uno sguardo più ravvicinato ad Adam Warlock

Guardiani della Galassia Vol. 3

Manca ormai un mese all’arrivo in sala di Guardiani della Galassia Vol. 3, e per sottolineare ciò Empire Magazine ha svelato due nuove immagini esclusive del film, permettendo di avere uno sguardo più ravvicinato al personaggio di Adam Warlock, interpretato da Will Poulter, e ai nuovi costumi dei protagonisti. La prima immagine ci mostra dunque Chris Pratt, Dave Bautista e Karen Gillan particolarmente eleganti nelle loro nuove uniformi. La seconda invece, ci mostra Warlock in compagnia di Ayesha, interpretata da Elizabeth Debicki, leader e alta sacerdotessa di una razza aliena geneticamente modificata nota come Sovereign, con lo scopo di eliminare i Guardiani della Galassia.

Parlando del casting di Poulter per il ruolo chiave di Adam Warlock, il regista James Gunn ha affermato quanto segue: “È un po’ più complicato. Ma sicuramente non è un bravo ragazzo. Quello che stiamo vedendo è la forma infantile di Adam Warlock, appena uscito dal bozzolo, e non capisce molto bene la vita. È fondamentalmente un bambino. Le persone online dicevano “Oh, Tom Cruise dovrebbe essere Adam Warlock”. Volevo qualcuno che fosse giovane, e volevo qualcuno che avesse doti drammatiche e comiche, non solo per questo film ma anche per quello per cui la Marvel userà Adam Warlock in futuro. Potrebbe diventare un personaggio davvero importante”.

La nuova immagine sembra dunque anticipare che il rapporto tra Adam e Ayesha sia ancora molto forte, quasi materno, con la sacerdotessa che potrebbe facilmente manipolare la mente e le azioni di Warlock. Non resta dunque che attendere l’arrivo del film in sala, il 5 maggio, per scoprire quale sarà il ruolo effettivo del potente personaggio interpretato da Poulter all’interno di Guardiani della Galassia Vol. 3. Di seguito, ecco le immagini diffuse da Empire:

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via Empire
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via Empire

Fonte: Empire

 
 

Norman Reynols: morto lo scenografo premio Oscar di Star Wars e I predatori dell’arca perduta

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Norman Reynolds, il due volte premio Oscar per la produzione e l’art designer di vari film di Star Wars e Indiana Jones, che il regista Steven Spielberg una volta ha definito il “nucleo creativo” dei franchise, è morto. Aveva 89 anni. La LucasFilm LTD ha confermato la sua morte, riportata per la prima volta dalla BBC, che ha affermato che Reynolds “è morto pacificamente con sua moglie Ann e le tre figlie al suo fianco“. Spielberg, che ha collaborato per la prima volta con Reynolds in I predatori dell’arca perduta del 1981, ha dichiarato: “Norman sorrideva sempre con entusiasmo e non c’era nulla che non potesse far funzionare. Era gioioso e amichevole e un talento enorme“.

Tra i molti contributi di Reynolds ai franchise a cui ha lavorato, c’è la scultura dell’iconico idolo d’oro che l’Indiana Jones di Harrison Ford tenta di rubare durante la scena di apertura de I predatori dell’arca perduta. Reynolds ha basato l’idolo su una scultura della fertilità inca che aveva raccolto in un viaggio all’estero. “L’eredità di questo lavoro si estende da film e serie a videogiochi, intrattenimento coinvolgente ed esperienze nei parchi a tema“, ha affermato LucasFilm LTD. “In ogni dettaglio del design spaziale di Star Wars c’è il lavoro fondamentale svolto da Reynolds e dai suoi colleghi“.

E proprio per il primo Star Wars Reynolds ha ricevuto il suo primo Oscar per la miglior scenografia, nel 1978. Reynolds ha poi vinto il suo secondo Oscar per il già citato I predatori dell’arca perduta. In seguito, si è distinto per aver lavorato alle scenografie di film come, tra gli altri, L’impero colpisce ancora (1980), Il ritorno dello Jedi (1983), Piramide di paura (1985), Nel fantastico mondo di Oz (1985), L’impero del sole (1987), Alien³ (1992), Alive (1993), Mission: Impossible (1996) e L’uomo bicentenario (1999).

Fonte: Deadline

 
 

Monstrous Beauty: Bella Ramsey sarà la protagonista del film in costume

Bella-Ramsey-Instagram

Stando a quanto riportato da Deadline, la star di The Last of Us Bella Ramsey è stata scelta per recitare nel dramma in costume per metà storico e per metà immaginario dal titolo Monstrous Beauty, in un ruolo che la vedrà interpretare un drammaturgo emergente coperto di capelli a causa di una rara condizione. Insieme alla Ramsey, il cast include anche Dominic West (The Crown), Ruth Negga (Loving) e Fiona Shaw (Killing Eve). Un poster pubblicato insieme all’annuncio mostra uno sfondo colorato con il personaggio della Ramsey incorniciato e con un velo bianco che le copre la testa.

Monstrous Beauty è stato scritto e sarà diretto da Romola Garai, segnando la sua seconda incursione nel cinema dopo il film horror del 2020, Amulet. Prima di immergersi nel mondo della regia, Garai è però forse meglio conosciuta per i suoi ruoli in film d’epoca tra cui Espiazione e Vanity Fair. Per questo suo nuovo film, Garai modellerà dunque la finzione con la realtà. Stando alla prima sinossi rilasciata, Monstrous Beauty sarà ambientato nel 17° secolo e racconterà, come già accennato, la storia di Barbara Field (Ramsey), una contadina nata con una rara condizione che la rende ricoperta di capelli. Barbara è però adeguatamente istruita e, per questo arriva ad occupare un posto alla corte del re Carlo II (West) come “meraviglia naturale“.

Incontrando altri con caratteristiche fuori dal comune, Barbara si sforzerà di essere vista oltre il suo aspetto e per il suo talento di drammaturga. A corte, incontra la famosa attrice Nell Gwyn (Negga), un’amante del re, che vuole dimostrare a Carlo che c’è di più in una persona oltre che il suo aspetto. Usando le sue nuove conoscenze, Barbara otterrà allora l’aiuto del famoso drammaturgo Aphra Behn (Shaw) per aiutarla a mettere in scena uno spettacolo per cambiare le opinioni del pubblico. Ad ora, non è stata fissata alcuna data di uscita per Monstrous Beauty, ma è possibile dare un’occhiata al primo poster del film qui sotto.

 

Fonte: Deadline

 
 

Red Dead Redemption: Jack Black spera in un adattamento del celebre videogioco

Basato sul videogioco Naughty Dog, la prima stagione di The Last of Us ha seguito il viaggio di Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey) attraverso gli Stati Uniti post-apocalittici. Un viaggio che continuerà con la seconda stagione. Tale adattamento del videogioco ha infatti riscontrato un grandissimo successo, spezzando finalmente la cosiddetta maledizione dei videogiochi trasposti al cinema o in televisione. Tra i suoi più grandi fan vi è anche l’attore Jack Black, attualmente al centro delle attenzioni per aver dato voce al personaggio Bowser nel film Super Mario Bros. – Il film, un altro apprezzato adattamento del noto videogioco.

Proprio a riguardo, Black recentemente parlato alla BBC dell’ascesa degli adattamenti dei videogiochi. L’attore, grande fan di questa forma d’arte, ha citato proprio il successo di The Last of Us come prova che gli adattamenti dei videogiochi possono funzionare bene. Tuttavia, Black pensa che Red Dead Redemption possa rivelarsi ancora migliore. “Sono un fan degli adattamenti, se fatti bene. The Last of Us è stato fantastico. E la cosa pazzesca è quanto sia fedele al materiale originale.” – ha affermato Black – “E ci sono alcuni fantastici giochi che devono ancora essere esplorati in televisione o al cinema. Forse ci sarà un film su Red Dead Redemption? Dovrebbe esserci, perché penso che abbia una storia altrettanto buona o ancora migliore di The Last of Us”.

Il franchise Red Dead di Rockstar comprende attualmente due episodi principali, Red Dead Redemption del 2010 e il suo prequel Red Dead Redemption 2 del 2018. Entrambi sono stati accolti con grande successo di critica e commerciale e, come The Last of Us, sono considerati tra i migliori videogiochi di tutti i tempi. Red Dead è dunque stato visto subito come un potenziale adattamento televisivo o cinematografico a causa dei suoi personaggi ben sviluppati, del gameplay coinvolgente, del mondo espansivo e della storia avvincente. Il potenziale problema è però che non ha una trama coesa, il che rappresenta una grossa sfida nell’adattarlo in modo soddisfacente. Bisognerà dunque vedere se il successo di The Last of Us riuscirà ad aprire le porte anche a questo altro atteso adattamento.

Fonte: ScreenRant

 
 

James Gunn pensa che un crossover tra Marvel e DC sia ora più probabile che mai

Kevin Feige e James Gunn

James Gunn, nuovo co-CEO dei DC Studios, non esclude la possibilità di un crossover tra la Marvel e la DC in futuro. Parlando con Empire, Gunn ha infatti rivelato che ci sono stati dei primi discorsi sul fare un crossover tra Marvel e DC. “Sono certo che è più probabile ora che sono al comando [alla DC]“, ha detto. “Chi può dirlo!” Gunn ha poi però aggiunto che i piani immediati non sono in lavorazione, ma ha notato che ci sono state “discussioni” in corso sulla questione. “Sono passati molti anni, però“, ha detto. “Penso che prima dobbiamo stabilire cosa stiamo facendo [alla DC]. Mentirei dicendo che non ne abbiamo discusso. Ma tutte le discussioni sono state molto, molto leggere e divertenti“.

Sebbene l’MCU non abbia ancora avuto alcun tipo di crossover formale con il DCEU o il DCU, i due universi si sono effettivamente scontrati più volte nei fumetti. Uno degli esempi più notevoli è stato JLA/Avengers, una serie di prestigio pubblicata da Marvel e DC nel 2003 creata dallo scrittore Kurt Busiek e dall’artista George Pérez. Un altro crossover particolarmente amato dai fan, The Uncanny X-Men e The New Teen Titans, sono stati one-shot del 1982 di Chris Claremont e Walt Simonson, dove il team titolare di mutanti lavora con il team di supereroi DC per cercare di impedire a Darkseid di acquisire il potere del Fenice Oscura.

James Gunn ha poi recentemente parlato della sua visione per il DCU e di come vuole che sia diverso dalle storie precedentemente raccontate nel DCEU, che è iniziato nel 2013 con L’uomo d’acciaio di Zack Snyder. “Non credo che varrebbe la pena fare il film se fosse solo una ripetizione di qualsiasi altro adattamento di Superman“, ha detto. “Per prosperare davvero come studio, dobbiamo onorare il passato di questi personaggi vedendoli contemporaneamente sotto una nuova luce“. Chissà se dunque in futuro, una volta che il DCU si sarà poggiato su solide basi, ci sarà di nuovo occasione per parlare di un crossover con la Marvel. James Gunn sembra piuttosto ottimista a riguardo.

Fonte: CBR

 
 

Daylight – Trappola nel tunnel: trama, cast e curiosità sul film

Daylight - Trappola nel tunnel film

Regista di celebri film d’azione come Fast and Furious e xXx, ma anche di titoli come Dragonheart e Il ragazzo della porta accanto, Rob Cohen si è affermato come un maestro del cinema di genere, con un gusto per la suspence particolarmente ricercato. Tra i suoi titoli più apprezzati si ricorda anche Daylight – Trappola nel tunnel, lungometraggio del 1996 dove si mescolano azione, tensione e ambienti claustrofobici. Pur rimanendo all’interno dei canoni del suo genere, il film scritto da Leslie Bohem presenta sufficienti elementi di originalità per poter essere ricordato e visto con piacere, specialmente grazie ad alcune sequenze particolarmente memorabili.

Al momento della sua uscita i pareri riguardanti il film furono prevalentemente negativi, molti dei quali si concentravano sull’evidenziare come il film riproponesse situazioni già viste precedentemente al cinema, in particolare in un film Trappola di cristallo, il primo capitolo della saga di Die Hard. Con il tempo, però, Daylight – Trappola nel tunnel è stato riscoperto come un gioiello di tensione, con diversi momenti particolarmente vincenti da un punto di vista registico. Girato anche negli studi di Cinecittà a Roma, oggi il film vanta un proprio folto seguito di fan, anche per merito del suo attore protagonista, Sylvester Stallone.

Candidato anche al premio Oscar per il miglior montaggio sonoro, Daylight – Trappola nel tunnel è dunque un film valido sotto più punti di vista, che gli appassionati del genere non possono perdere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Daylight – Trappola nel tunnel: la trama del film

Protagonista del film è Kit Latura, ex dipendente dei Servizi Medici di Emergenza e ora impiegato come tassista. Da tempo lontano dall’azione, egli si ritrova improvvisamente a dover affrontare una situazione quantomai complessa. Un’esplosione di gas tossici, dovuti ad un incidente stradale causato da una gang di teppisti, porta un gruppo di dodici superstiti a rimanere imprigionati nel tunnel sottomarino del fiume Hudson, il quale collega Manhattan al New Jersey. Poiché i soccorsi tardano ad arrivare, Kit non esisterà a prendere la situazione in mano, convinto di poter trovare una via di uscita.

Comincia così per lui una sfida contro il tempo, con l’obiettivo di introdursi nel tunnel bloccato per portare in salvo quanti vi sono rimasti bloccati dentro. Riuscendo a passare attraverso i condotti di aerazione, egli raggiunge i superstiti, iniziando la ricerca di un passaggio attraverso cui farli uscire. La situazione, però, precipita rapidamente, il tunnel inizia ad allagarsi e il tempo sembra arrivare agli sgoccioli. Per riuscire nel suo intento, Kit dovrà ora fare affidamento a tutta la sua esperienza e abilità.

Daylight - Trappola nel tunnel cast

Daylight – Trappola nel tunnel: il cast del film

Come anticipato, protagonista del film nei panni di Kit Latura è l’attore Sylvester Stallone. Originariamente, però, Cohen desiderava assegnare il ruolo a Nicolas Cage, ma questi venne scartato dai produttori perché considerato più un caratterista che un attore, mentre Stallone era un attore più redditizio dal punto di vista commerciale. Curiosamente, proprio in quell’anno Cage vinse l’Oscar come miglior attore per Via da Las Vegas. Subentrato dunque Stallone, questi affermò di aver accettato la parte per superare la sua paura degli spazi stretti, proprio come aveva accettato di recitare in Cliffhanger – L’ultima sfida per superare quella dell’altezza.

Tra coloro che rimangono intrappolati nel tunnel si possono ritrovare gli attori Amy Brenneman, nota per la serie Giudice Amy, nel ruolo della scrittrice Madelyne Thompson, e Viggo Mortensen in quelli del noto sportivo Roy Nord. Jay O. Sanders e Karen Young sono i coniugi Steven e Sarah Crighton, mentre Stan Shaw è il poliziotto George Tyrell. Danielle Harris interpreta Ashley Crighton, figlia di Steven e Sarah, mentre Sage Stallone, figlio di Sylvester, interpreta Vincent. Infine, Dan Hedaya è Frank Kraft, ex collega di Kit operante nel Servizio Medico di Emergenza.

Altre curiosità su Daylight – Trappola nel tunnel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Le lunghe e complesse scene all’interno del tunnel sono proprio quelle girate negli studi di Cinecittà a Roma, su un set lungo quasi mezzo chilometro. La scelta di ambientare lì quelle scene è stata dovuta dalla presenza degli enormi palcoscenici inondabili, ideali per ciò che il film prevedeva. Per dar vita all’esplosione tossica che ostruisce le estremità del tunnel, invece, si è dovuti ricorrere ad un modellino, così da poter risparmiare sugli effetti speciali ma ottenere allo stesso tempo un risultato realistico e convincente. In ultimo, essendo il film ambientato negli Stati Uniti, i veicoli presenti nel tunnel non potevano ovviamente essere presi in Italia, e per questo quelli che si vedono sono tutti stati fatti arrivare dall’America.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Daylight – Trappola nel tunnel è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Now, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 6 aprile alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

 
 

Silo: trailer della nuova serie Apple TV+ con Rebecca Ferguson

Silo

Apple TV+ ha svelato oggi il trailer di Silo, l’avvincente serie Apple Original basata sulla trilogia di romanzi distopici di Hugh Howey, bestseller del New York Times, interpretata da un cast d’eccezione guidato da Rebecca Ferguson (“Dune“, “Mission: Impossible”), che è anche produttrice esecutiva. Silo è creata dallo sceneggiatore nominato agli Emmy Graham Yost (“Band of Brothers – Fratelli al fronte”, “Justified – L’uomo della legge”), che ne è anche showrunner. Il candidato all’Oscar Morten Tyldum (“In difesa di Jacob”, “The Imitation Game“) dirige i primi tre episodi.

Silo: quando esce e dove vederla in streaming

Silo in streaming uscirà su Apple TV+ il 5 maggio con i primi due episodi dei dieci totali, seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì fino al 30 giugno.

La trama e il cast di Silo

SILO racconta la storia degli ultimi diecimila abitanti della Terra, la cui casa profonda un miglio li protegge dal mondo esterno, tossico e mortale. Tuttavia, nessuno sa quando o perché il silo sia stato costruito e chi cerca di scoprirlo va incontro a conseguenze fatali. Rebecca Ferguson interpreta l’ingegnere Juliette che cerca risposte sull’omicidio di una persona cara e si imbatte in un mistero molto più intricato di quanto avrebbe mai potuto immaginare, portandola a scoprire che, se le bugie non ti uccidono, lo farà la verità.

Il cast della serie comprende Common (“The Chi”), la candidata agli Emmy Harriet Walter (“Succession”), Chinaza Uche (“Dickinson”), Avi Nash (“The Walking Dead”), il vincitore del Critics Choice Award e del NAACP David Oyelowo (“Selma”), la candidata agli Emmy Rashida Jones (“Parks and Recreation”) e il premio Oscar Tim Robbins (“Mystic River”).

SILO è prodotta per Apple TV+ da AMC Studios e basata sui romanzi di Hugh Howey. La serie è prodotta da Graham Yost, Hugh Howey, Morten Tyldum e Rebecca Ferguson, insieme a Nina Jack, Fred Golan, Rémi Aubuchon e Ingrid Escajeda.

 
 

Notorious Pictures distribuirà nelle sale italiane Jeanne du Barry

Jeanne du Barry: La Favorita del Re

Notorious Pictures distribuirà nelle sale italiane Jeanne du Barry di Maïwenn il film d’apertura della 76° edizione del Festival di CannesJeanne du Barry, diretto da Maïwenn, con Johnny Depp, aprirà il 76° Festival di Cannes e sarà proiettato in prima mondiale il 16 maggio sul grande schermo del Grand Théâtre Lumière ed uscirà lo stesso giorno nelle sale francesi.

Al suo sesto lungometraggio Maïwenn interpreterà Jeanne du Barry accanto a Johnny Depp nei panni di re Luigi XV. Nel cast anche le star Benjamin Lavernhe, Melvil Poupaud, Pierre Richard, Pascal Greggory e India Hair. Il film racconta la vita, l’ascesa e la caduta della favorita di re Luigi XV. Jeanne Vaubernier, una giovane donna della classe operaia affamata di cultura e piacere, usa la sua intelligenza e il suo fascino per salire uno dopo l’altro i gradini della scala sociale. Diventa la favorita del re Luigi XV che, ignaro del suo status di cortigiana, riacquista attraverso di lei il suo appetito per la vita. I due si innamorano perdutamente e contro ogni decoro ed etichetta, Jeanne si trasferisce a Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la corte…

Maïwenn è regista, sceneggiatrice, attrice e produttrice, il suo cinema è intriso di una certa realtà, liberamente ispirata alla sua stessa vita sulla quale modella i suoi personaggi e gli intrighi. Ricerca dell’identità, costruzione di sé e della famiglia in generale, tutti questi aspetti sono al centro anche di questo suo ultimo lavoro. Il film sarà distribuito da Notorious Pitures, presto sarà annunciata la data di uscita nelle sale italiane.