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Blue Beetle in streaming sulle principali piattaforme!

Blue Beetle in streaming sulle principali piattaforme!

Dalla Warner Bros. Pictures arriva Blue Beetle (recensione), il film che segna il debutto sul grande schermo del supereroe della DC diretto da Ángel Manuel Soto, il protagonista è Xolo Maridueña nel ruolo che dà il  titolo al film, Blue Beetle, e in quello del suo alter ego, Jaime Reyes.

Il neolaureato Jaime Reyes torna a casa pieno di aspirazioni per il suo futuro ma scoprirà da subito che non è proprio come l’ha lasciata. Mentre cerca il suo scopo nel mondo, il destino fa sì che Jaime si ritrovi inaspettatamente in possesso di un’antica reliquia di biotecnologia aliena: lo Scarabeo. Jamie viene improvvisamente scelto dallo Scarabeo come suo ospite simbiotico e dotato di un’incredibile armatura capace di poteri straordinari e imprevedibili. Il suo destino cambierà per sempre e Jamie si trasformerà nel Supereroe Blue Beetle.

Al fianco di Maridueña (“Cobra Kai”) troviamo, Adriana Barraza (“Rambo: Last Blood”, “Thor”) nel ruolo della nonna di Jaime, Nana, Damían Alcázar (“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in quello di suo padre, Raoul Max Trujillo (i film di “Sicario”, “Mayans M.C.”) come Carapax, con il Premio Oscar Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man Walking”) come Victoria Kord e George Lopez (le saghe di “Rio” e “I Puffi”) nel ruolo di suo zio Rudy. Nel cast anche Elpidia Carrillo (“Mayans M.C.”, la saga di “Predator”) nel ruolo della madre, Bruna Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in quello di Jenny Kord, Belissa Escobedo(“American Horror Stories”, “Hocus Pocus 2”) nel ruolo della sorella di Jaime, Milagro, e Harvey Guillén (“What We Do in the Shadows”) che interpreta il Dott.Sanchez.

Soto (“Charm City Kings”, “The Farm”) dirige da una sceneggiatura di Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss Bala”), basata sui personaggi DC. John Rickard e ZevForeman sono i produttori e Walter Hamada, Galen Vaisman e Garrett Grant sono i produttori esecutivi.

Il team creativo del regista che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Pawel Pogorzelski (“Midsommar”, “Hereditary”), lo scenografoJohn Billington (“Bad Boys for Life”), il montatore Craig Alpert (“Deadpool 2”, “The Lost City”), la costumista candidata all’Oscar Mayes C. Rubeo (“Jojo Rabbit”, i film di “Thor”), il supervisore agli effetti visivi Kelvin McIlwain (“The Suicide Squad”, “Aquaman”) e il compositore Bobby Krlic (“Midsommar”, la serie “Snowpiercer”). Una presentazione Warner Bros. Pictures, una produzione Safran Company, “Blue Beetle” è stato dstribuito nelle sale cinematografiche italiane da Warner Bros. Pictures.

La Casa dei Fantasmi in streaming dall’11 ottobre su Disney+

La Casa dei Fantasmi in streaming dall’11 ottobre su Disney+

Disney ha annunciato che La Casa dei Fantasmi, il film di successo ispirato alla classica attrazione del parco a tema, arriverà l’11 ottobre in streaming su Disney+ e sarà disponibile anche in digitale. La divertente avventura da brividi, che ha debuttato nelle sale italiane il 23 agosto, è diretta da Justin Simien ed è interpreta da un cast stellare che include LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish, Owen Wilson, Danny DeVito, Rosario Dawson, Chase W. Dillon e Daniel Levy, con Jamie Lee Curtis e Jared Leto nel ruolo di The Hatbox Ghost.

L’11 ottobre i fan potranno anche aggiungere il film alla loro collezione digitale, quando La Casa dei Fantasmi sarà disponibile per l’acquisto presso tutti i principali rivenditori digitali, compresi Prime Video, Apple TV, Google Play & Rakuten TV, con esclusivi contenuti bonus dietro le quinte.  Casa dei Fantasmi racconta di una donna e di suo figlio che si rivolgono a un variegato gruppo di cosiddetti esperti spirituali per aiutarli a liberare la loro casa da intrusi soprannaturali. Il film è prodotto da Dan Lin e Jonathan Eirich, mentre Nick Reynolds e Tom Peitzman sono i produttori esecutivi.

Tex Week: una settimana con il ranger alla rinascente di Milano

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Tex Week: una settimana con il ranger alla rinascente di Milano

Tizzoni d’inferno! Sembra ieri ma sono passati 75 anni da quando, il 30 settembre 1948, debuttava in edicola il primo albo a striscia di Tex, il personaggio creato da Gianluigi Bonelli e realizzato graficamente da Aurelio Galleppini, destinato a diventare il più amato eroe del fumetto italiano e uno dei più longevi del fumetto mondiale.

Sergio Bonelli Editore celebra questo prestigioso traguardo in compagnia di Rinascente con la “Tex Week”: una settimana speciale dedicata al Ranger che si svolgerà presso la Rinascente Milano Piazza Duomo dal 3 al 9 ottobre per festeggiare un’icona capace di travalicare i confini del suo tempo, esaltare la bellezza della vita on the road, superare le frontiere e coinvolgere generazioni di lettori con le sue infinite storie.

Racconta Davide Bonelli, presidente di Sergio Bonelli Editore: “Quest’anno il nostro Tex compie 75 anni. Per questo vogliamo festeggiarlo con una settimana di iniziative, allestimenti ed eventi speciali dedicati a lui, proprio qui, a Milano, nella città di Sergio Bonelli Editore.  Assieme agli amici di Rinascente, appassionati di fumetti e preparatissimi sul mondo del Ranger e dei suoi pard, abbiamo pensato di offrire a tutti i fan di Aquila della Notte un’esperienza del tutto nuova, che speriamo possa conquistarli. L’augurio mio e di tutta la redazione di via Buonarroti è che durante la Tex Week chiunque visiti la Rinascente di piazza Duomo possa, per 7 giorni, sentirsi a Casa di Tex e celebrare con lui un compleanno sul sentiero dell’avventura. Il Ranger è un eroe sempre in viaggio. Il suo dura da 75 anni ma, come dimostrano i tantissimi lettori di ogni età, è un viaggio appena iniziato, come per ogni anniversario che si rispetti”.

Aggiunge Pierluigi Cocchini, AD di Rinascente: ““Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare la Milano Tex Week e festeggiare i 75 anni del più famoso fumetto italiano: Rinascente Milano Duomo è il medium ideale per un magnifico take over dedicato ad Aquila della Notte e ai suoi famosissimi pard. Tex è stato il mio primo fumetto e ricordo perfettamente le bellissime sensazioni nell’attesa di una nuova uscita, nell’odore della carta fresca di stampa, nelle stupende storie che mi trascinavano nel mitico mondo del far west: desideravo “essere” Tex Willer, non solo leggerlo. Da adulto le emozioni continuano come e più di allora: mai avrei pensato che Tex potesse campeggiare fiero nelle 8 vetrine della Rinascente, occupare l’AIR SNAKE con i prodotti celebrativi dedicati, caratterizzare come un saloon il bar del piano basement ed organizzare un emozionante party in una delle più belle location al mondo: le terrazze di Rinascente Duomo. TEX, insieme al vecchio cammello KIT CARSON, il figlio KIT, l’iconico TIGER JACK e naturalmente gli indiani Navajos, stanno per invadere Milano. Occhio, potrebbero aggirarsi in città anche El Morisco, la Tigre Nera, Jim Brandon, Capitan Barbanera, Tom Devlin, Lefty, El Muerto e quei tizzoni d’inferno di Mefisto e Yama: nei prossimi giorni, prevedo frequenti scazzottate e lunghe cavalcate nella Monument Valley. Tanti auguri, incredibile satanasso!”.

Festa del Cinema di Roma: tre nuovi film in programma

Festa del Cinema di Roma: tre nuovi film in programma

Tre nuovi titoli entrano nel programma della Festa del Cinema 2023. Li annuncia la Direttrice Artistica Paola Malanga, con Gian Luca Farinelli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, Direttrice Generale, Francesca Via Nella sezione Grand Public sarà presentato Gonzo Girl, film che segna l’esordio alla regia di Patricia Arquette, attrice di culto premiata con l’Oscar nel 2015 per Boyhood di Richard Linklater e interprete per cineasti come Tony Scott (Una vita al massimo), Tim Burton (Ed Wood) e David Lynch (Strade perdute). Gonzo Girl è ispirato all’omonimo romanzo autobiografico di Cheryl Della Pietra in cui la scrittrice racconta la sua folle esperienza come assistente di Hunter S. Thompson (l’autore di Paura e disgusto a Las Vegas), il padre del cosiddetto “gonzo journalism”, stile che combina elementi di giornalismo convenzionale, impressioni personali e artifici narrativi. Protagonisti di Gonzo Girl sono Willem Dafoe e Camila Morrone. 

La sezione Storia del Cinema ospiterà American Badass: A Michael Madsen Retrospective di Dominique Milano. Il documentario ripercorre la carriera di Michael Madsen dall’esordio sul grande schermo in film come Wargames – Giochi di guerra e Il migliore, passando per il successo di Thelma & Louise di Ridley Scott per giungere alle sue interpretazioni in alcuni capolavori di Quentin Tarantino come Le Iene, la saga di Kill Bill e The Hateful Eight. Il lungo viaggio alla scoperta dei suoi film, più di centosettanta, è reso possibile anche grazie alle testimonianze di tutti coloro che hanno lavorato con lui, fra i quali lo stesso Tarantino, John Travolta, Ron Perlman, Charlie Sheen e Daryl Hannah.

Nella sezione Freestyle si terrà l’anteprima di Lucio Amelio di Nicolangelo Gelormini. Lucio Amelio ha rappresentato una figura fondamentale per la scena artistica internazionale: è stato lui che nel 1980 ha messo Andy Warhol – il maggior esponente della pop art americana – in contatto con l’artista tedesco Joseph Beuys; ed è stato lui che, solo pochi mesi dopo questo memorabile incontro, ha riunito i più famosi artisti visivi del mondo nella sua città natale, Napoli, colpita dalle conseguenze di un terribile terremoto. Attraverso le interviste dirette e il materiale d’archivio, il documentario indaga lo spirito cangiante di Lucio Amelio: da un lato l’anfitrione devoto agli artisti, il pioniere delle nuove correnti del Novecento, il propugnatore delle teorie e il centro del dibattito poetico; dall’altro il businessman e genio partenopeo che ha colto le occasioni e letto la realtà per conquistare il mondo con Napoli e far conquistare Napoli dal mondo.

GONZO GIRL di Patricia Arquette, Stati Uniti, 2023, 107’

Cast: Willem Dafoe, Camila Morrone, Patricia Arquette, Elizabeth Lail, Ray Nicholson, Leila George, James Urbaniak – All’inizio degli anni ’90 Aley, giovane aspirante scrittrice che si guadagna da vivere come barista, accetta di assistere Walker Reade, il padre del giornalismo gonzo (quello in cui giocano un ruolo decisivo e innovativo le percezioni personali dell’autore) nella stesura del suo nuovo romanzo, che è in panne. Ambientato nella casa dello scrittore tra le Montagne Rocciose e ispirato al romanzo in cui Cheryl Della Pietra racconta la sua esperienza con Hunter S. Thompson (l’autore di Paura e disgusto a Las Vegas), l’esordio nella regia di Patricia Arquette (bionda icona di fine millennio con Una vita al massimo, Strade perdute, Boyhood, la serie Medium e tanti altri) è immerso nel caos, negli eccessi, nel carattere “bigger than life” di Reade (Willem Dafoe), delle donne che lo circondano (Camila Morrone è Aley, Arquette la segretaria), di amici, manager, editori. Sulfureo, ricorda il cinema USA anni ’70. 

AMERICAN BADASS: A MICHAEL MADSEN RETROSPECTIVE di Dominique Milano, Stati Uniti, 2022, 84’ | Doc |

La prima volta che si fece notare, tutto sommato, era un brav’uomo, anche se non aveva capito niente della sua compagna Louise (Thelma & Louise, 1991). Ma un anno dopo, nel 1992, ecco lo psicopatico rilassato e molleggiato che balla Stuck in the Middle With You degli Stealers Wheel con un rasoio in mano, pronto a colpire il poliziotto legato a una sedia nell’hangar di Le iene: indimenticabile, folle Mr. Blonde, il grande Michael Madsen, volto imperscrutabile e corpo dirompente in altri film di Tarantino (la saga di Kill BillHateful Eight) e non solo. Il documentario di Dominique Milano ne ripercorre la carriera, attraverso i suoi film (più di centosettanta) e le testimonianze di tutti quelli che hanno lavorato con lui. 

LUCIO AMELIO di Nicolangelo Gelormini, Italia, 2023, 75’ | Doc |

Lucio Amelio ha rappresentato una figura fondamentale per la scena artistica internazionale: è stato lui che nel 1980 ha messo Andy Warhol – il maggior esponente della pop art americana – in contatto con l’artista tedesco Joseph Beuys; ed è stato lui che, solo pochi mesi dopo questo memorabile incontro, ha riunito i più famosi artisti visivi del mondo nella sua città natale, Napoli, colpita dalle conseguenze di un terribile terremoto. In quell’occasione, i più grandi nomi dell’arte mondiale hanno rappresentato la tragedia e dato il loro apporto alla ricostruzione, creando il documento di un’epoca: la mostra “Terrae Motus”. Amelio è stato il deus-ex-machina e il genio, il mago che ha reso possibile l’impossibile.

DCU: James Gunn anticipa altri annunci ora che lo sciopero della WGA è terminato

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Il co-CEO dei DC Studios, James Gunn, ha recentemente comunicato ai fan del franchise di aspettarsi ulteriori annunci riguardanti l’Universo DC ora che lo sciopero della Writers Guild of America è terminato. Rispondendo a un fan su Threads, Gunn ha infatti rivelato che dovrebbe ora essere in grado di condividere nuove notizie sulla DCU. “Non so nemmeno a che punto siamo con il tutto, dato che non ho potuto parlare con gli sceneggiatori mentre era in corso lo sciopero“, ha spiegato.

Anche se sono molto soddisfatto del risultato, lo sciopero è stato sicuramente una vera scossa nel processo, quindi dovrò vedere a che punto siamo con i vari progetti nelle prossime due settimane. Ma sì, immagino che usciranno più notizie in un futuro non troppo lontano.“, ha poi aggiunto il regista, il cui Superman: Legacy atteso in sala per l’11 luglio 2025 aprirà ufficialmente il DCU. Con lo sciopero degli attor ancora in corso, gli annunci di Gunn potrebbero riguardare presumibilmente la presenza di determinati registi e/o scrittori per i progetti ad ora annunciati.

Al momento, la maggior parte dei progetti DCU confermati è ancora senza un regista/sceneggiatore, eccetto per Superman: Legacy scritto e diretto dallo stesso Gunn, Swamp Thing scritto e diretto da James Mangold e The Brave and the Bold diretto da Andy Muschietti. Non resta dunque che attendere le prossime settimane per scoprire quali annunci Gunn intende fare e quali sorprese ha dunque in serbo per il suo chiacchieratissimo riavvio del DC Universe al cinema.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Omar Sy: 10 cose che non sai sull’attore

Omar Sy: 10 cose che non sai sull’attore

Da ormai più di un decennio, Omar Sy è uno dei più popolari attori francesi in attività, dimostratosi capace anche di oltrepassare i confini nazionali per prendere parte a prestigiosi progetti di produzione statunitense. È così arrivato a guadagnare una grandissima popolarità presso pubblici diversi, che lo apprezzano per il suo naturale talento nel passare dalla commedia al dramma, senza dimenticare anche gli altri generi, fornendo sempre interpretazioni di alto livello.

Ecco 10 cose che forse non sai di Omar Sy.

Omar Sy: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Il primo film in cui Sy ha recitato è stato La Tour Montparnasse (2001), per poi prendere parte a diversi film francesi fino a Troppo amici (2009) e Quasi amici – Intouchables (2011), che lo consacrano a livello internazionale. Da quel momento ha recitato in film come Due agenti molto speciali (2012), Mood Indigo – La schiuma dei giorni (2013), X-Men – Giorni di un futuro passato (2014), Samba (2014), Jurassic World (2015), Il sapore del successo (2015), Mister Chocolat (2016), Inferno (2016), Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse (2016), Wolf Call – Minaccia in alto mare (2019), Il richiamo della foresta (2020), Il principe dimenticato (2020), Jurassic World – Il dominio (2022) e Io sono tuo padre (2022). Dal 2021, invece, per Netflix ricopre il ruolo di protagonista nella serie Lupin.

2. Ha lavorato come doppiatore. Un’altra attività che Sy porta avanti da anni è quella del doppiaggio. Ha infatti dato voce – nelle edizioni francesi – a personaggi dei film Surf’s Up – I re delle onde (2007), Bolt – Un eroe a quattro zampe (2008), Arthur e la vendetta di Maltazard (2009), Mune – Il guardiano della luna (2015), Angry Birds – Il film (2016), Il viaggio di Norm (2016), Sahara (2017), Arctic – Un’avventura glaciale (2019) e Soul (2020). Ha poi dato voce al Transformers Hot Rod in Transformers – L’ultimo cavaliere (2017).

3. È anche sceneggiatore e produttore. Oltre a lavorare come attore, Sy ha avuto modo anche di partecipare in qualità di scrittore ad alcune sceneggiature. Ciò è avvenuto per la serie comedy Omar et Fred (2001), per il film televisivo La vraie vie d’Omar & Fred (2009) e per la serie SAV de emissions (2010-2012). È poi invece stato produttore per i film Samba, Il viaggio di Yao (2018) e per Io sono tuo padre. Ha infine svolto il ruolo di produttore artistico per alcuni episodi della serie Lupin.

Quasi Amici
Omar Sy in Quasi amici

 

 

Omar Sy in Quasi amici

4. Il personaggio è stato modificato per lui. Per il film Quasi amici, sebbene il “Driss” nella vita reale fosse un giovane algerino chiamato Abdel, i registi Éric Toledano e Olivier Nakache hanno cambiato la nazionalità del personaggio in senegalese, poiché si erano divertiti a lavorare con Omar Sy in Troppo amici, e volevano davvero che interpretasse la parte. Anche Sy, in ogni caso, ha vissuto l’esperienza di vivere nelle povere periferie francesi, proprio come Driss, immedesimandosi dunque subito nel personaggio.

5. Ha vinto un prestigioso riconoscimento. Grazie alla sua interpretazione di Bakari “Driss” Bassari in Quasi amici, Sy si è consacrato come uno dei più brillanti attori francesi della sua generazione, arrivando inoltre a vincere l’ambito premio César (l’Oscar francese) come Miglior attore. In quell’edizione, quella del 2012, egli vinse il premio battendo il candidato più favorito, ovvero Jean Dujardin per The Artist, il quale per la sua interpretazione in quel film ha invece vinto il premio Oscar.

Omar Sy in Io sono tuo padre

6. Inizialmente doveva ricoprire un altro ruolo. Ambientato durante la prima guerra mondiale, il film racconta di un padre che si arruola nell’esercito francese per stare con il figlio diciassettenne, reclutato contro la sua volontà. Il progetto è rimasto per anni in attesa di essere realizzato e inizialmente Sy avrebbe dovuto interpretare il ruolo del figlio. Con il passare degli anni l’attore divenne però troppo vecchio per il ruolo, meditando dunque di abbandonare il film. Alla fine, però, accettò di assumere il ruolo del padre.

Omar Sy Io sono tuo padre
Omar Sy in Io sono tuo padre

Omary Sy in Lupin

7. Conosceva il personaggio. Nella serie Netflix Lupin, Sy interpreta Assane Diop, un uomo che cerca di vendicare la morte del padre ispirandosi alle avventure di Arsenio Lupin. L’attore ha dichiarato che naturalmente conosceva il personaggio di Lupin prima di recitare nella serie, specificando però che il suo primo vero incontro con Lupin si è verificato grazie al Giappone, ai manga e alla serie d’animazione ispirata a Lupin lì realizzate.

8. Era interessato a raccontare Lupin oggi. Nell’approcciarsi al progetto, Sy ha affermato che ciò che lo interessava di più era costruire un personaggio attraverso cui poter esaltare le caratteristiche e le problematiche del suo contesto storico, proprio come avveniva con il personaggio di Maurice Leblanc. Ha così spinto affinché si sviluppasse un protagonista attraverso cui far emergere temi come la lotta di classe nella Francia dei nostri giorni.

Omar Sy: chi è sua moglie

9. È sposato. Il 5 luglio 2007, dopo dieci anni di relazione, Sy ha sposato Hélène, madre dei suoi cinque figli, a Tremblay-sur-Mauldre. Hélène gestisce CéKeDuBonheur, un’organizzazione no-profit che sostiene i reparti pediatrici degli ospedali francesi, e Siyah Organics, un’azienda senegalese-americana di integratori alimentari biologici. La famiglia risiedeva a Montfort-l’Amaury, un comune dell’Île-de-France, ma dal 2012 si è trasferita a Los Angeles.

Omar Sy: età e altezza dell’attore

10. Omar Sy è nato il 20 gennaio 1978, a Trappes, Francia. L’attore è alto 1,90 metri.

Fonte: IMDb

Daniel Radcliffe ricorda l’attore Michael Gambon

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Daniel Radcliffe ricorda l’attore Michael Gambon

Daniel Radcliffe ha recentemente reso omaggio a Michael Gambon, l’attore che ha interpretato Silente nella seconda metà della serie di Harry Potter e che è morto la scorsa settimana. Intervenendo durante l’annuale Business of Broadway Breakfast di Variety, Radcliffe ha parlato brevemente di Gambon e ha elogiato l’attore. Radcliffe ha detto che non hanno mai parlato del loro amore per il teatro, nonostante entrambi abbiano una lunga storia nel mondo di Broadway. Invece, ha detto Daniel Radcliffe, i due parlava spesso di altri hobby.

“La cosa meravigliosa di Michael è che non era un attore con cui si parlava di recitare“, ha detto Daniel Radcliffe. “La sua vera passione era restaurare le pistole da duello italiane del XIX secolo.” Daniel Radcliffe ha continuato sottolineando che la capacità di Michael Gambon di passare da un’emozione all’altra è stata incredibile, sottolineando che “sa di dare il meglio di sé quando è più giocoso. La sua capacità di commuoversi non era seconda a nessuno“, ha continuato l’attore.

Michael Gambon ha avuto una prolifica carriera di attore

Michael Gambonn è morto la scorsa settimana all’età di 82 anni. Per molti pubblici più giovani, sarà ricordato soprattutto per aver interpretato Albus Silente nella serie di Harry Potter. Tuttavia, Gambon ha avuto anche una prolifica carriera di attore nei teatri e sul palco. La sua prima interpretazione professionale fu una produzione del 1962 dell’Otello di William Shakespeare. Successivamente è stato assunto dalla National Theatre Company di Laurence Olivier e ha poi recitato in numerose altre opere di Shakespeare, tra cui Amleto e Macbeth. Ha vinto tre Olivier Awards nel corso della sua carriera ed è stato nominato per un Tony Award nel 1997.

Anche il debutto cinematografico di Gambon è stato Otello, uscito nel 1965 e diretto da Olivier. Ha continuato a recitare negli anni ’70 e ’80, recitando infine in film come The Insider del 1999, Sleepy Hollow del 1999, Open Range del 2003 e Le avventure acquatiche con Steve Zissou del 2004, tra molti altri. Gambon ha assunto il ruolo di Albus Silente dopo che Richard Harris, che interpretava il personaggio nei primi due film di Harry Potter, è morto nel 2002. Dopo la sua prima interpretazione come Silente in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban del 2004, Gambon ha continuato a riprendere il ruolo di Albus Silente per il resto del franchise fino all’ultimo capitolo è Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II del 2011.

Killers of the Flower Moon: un nuovo video presenta l’Ernest Burkhart di Leonardo DiCaprio

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La Paramount Pictures ha pubblicato un altro video di Killers of the Flower Moon, il prossimo film drammatico di Martin Scorsese, con protagonisti i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. L’uscita del film nei cinema è prevista per il 19 ottobre, distribuita in Italia da 01 Distribution, seguita dal suo debutto su Apple TV+ in una data successiva non ancora annunciata.

Il nuovo contributo mette in risalto il personaggio di Ernest Burkhart interpretato da  Leonardo DiCaprio, che viene incaricato da suo zio di sposare la Mollie Kyle di Lily Gladstone nel tentativo di corteggiarla per la ricchezza della sua famiglia. Prende in giro le cose orribili che è disposto a fare per soldi e come ciò influenzerà il suo rapporto con sua moglie. Guarda il video di Killers of the Flower Moon qui sotto:

Killers of the Flower Moon, il film

Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A Star is BornLeonardo DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche Brendan Fraser e John Lithgow.

Killers of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio Oscar Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi, William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy, Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.

Il mondo dietro di te: teaser trailer del film con Julia Roberts e Mahershala Ali

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Netflix ha diffuso il teaser trailer di Il mondo dietro di te, il nuovo film Originale Netflix diretto da Sam Esmail con protagonisti Julia Roberts e Mahershala Ali in arrivo dall’8 dicembre su Netflix.

Una vacanza di famiglia viene sconvolta da due estranei sopraggiunti nel cuore della notte per sfuggire a un cyberattacco che diventa sempre più terrificante, obbligando tutti a venire a patti con il proprio ruolo in un mondo prossimo al collasso.

La trama di Il mondo dietro di te

In questo thriller apocalittico dal premiato sceneggiatore e regista Sam Esmail (Mr. Robot), Amanda (il premio Oscar Julia Roberts) e il marito Clay (il candidato agli Oscar Ethan Hawke) affittano una casa di lusso per un fine settimana con i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie). La vacanza viene subito sconvolta dall’arrivo di notte di due sconosciuti: G.H. (il premio Oscar Mahershala Ali ) e la figlia Ruth (Myha’la), che li informano di un misterioso cyberattacco e vogliono rifugiarsi nella casa di cui dicono di essere i proprietari. Le due famiglie fanno il punto del disastro che incombe e che diventa sempre più terrificante, obbligandoli a venire a patti con il loro ruolo in un mondo prossimo al collasso. Il film è tratto dal romanzo – candidato ai National Book Award – di Rumaan Alam, Il mondo dietro di te, ed è prodotto da Esmail Corp e Red Om Films. La produzione esecutiva è di Higher Ground Productions.

Apple TV+ ha svelato il trailer di Messi Meets America

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Apple TV+ ha svelato il trailer di Messi Meets America

Oggi Apple TV+ ha svelato il trailer di Messi Meets America, il nuovo documentario in sei parti che racconta il dietro le quinte di questo nuovo capitolo della carriera da record di Messi. Dopo oltre vent’anni indimenticabili di eccellenza calcistica, primati inarrivabili raggiunti tra Barcellona e Paris Saint-Germain, e dopo aver vinto la Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022 con la nazionale di calcio argentina, Leo Messi ha preso una decisione epocale che ha cambiato per sempre il volto del calcio in Nord America, unendosi alla Major League Soccer e all’Inter Miami CF. Grazie a un accesso senza precedenti a Messi e alla sua nuova famiglia dell’Inter Miami CF, “Messi Meets America” porta gli spettatori dietro le quinte della vita e della carriera del più grande giocatore mai sceso in campo, osservandolo condurre la sua nuova squadra alla conquista del titolo in Coppa di Lega e oltre.

Dal record di sold out registrato in tutta l’America a una velocità impressionante, all’incredibile gol vincente segnato all’ultimo minuto della sua prima partita, ai momenti trascorsi con i suoi compagni di squadra dell’Inter Miami CF, la serie racconta l’immersione di Leo in America, la trasformazione dell’Inter Miami CF e, soprattutto, l’impatto che sta attualmente avendo sul calcio in Nord America, mentre la “Messi Mania” attraversa l’intero continente.

Messi Meets America è prodotto esecutivamente dal vincitore dell’Emmy Tim Pastore (“Free Solo – Sfida estrema”, “Jane”), dai vincitori dell’Emmy e del Tony Award Patrick Milling Smith e Brian Carmody, e dal vincitore dell’Emmy Matt Renner (“Free – Sfida estrema”, “Limitless con Chris Hemsworth“) di SMUGGLER Entertainment, insieme a Scott Boggins (“The Circus”, “24/7”). La serie è prodotta per Apple da SMUGGLER Entertainment e realizzata in associazione con la Major League Soccer.

Reptile: la spiegazione del finale del film Netflix

Reptile: la spiegazione del finale del film Netflix

Uno dei generi più popolari su Netflix è senza dubbio quello del thriller. Solo di recente, titoli come Fair Play, Il morso del coniglio, Infiesto o Paradise si sono affermati come tra i più visti di questo genere sulla piattaforma. Ad essi si aggiunge ora anche Reptile (qui la recensione), debutto alla regia di un lungometraggio di Grant Singer, il quale si era però già distinti per aver diretto diversi video musicali e un film documentario, Shawn Mendes: In Wonder (2020). Con questo suo primo film di fiction, Singer porta ora lo spettatore a confrontarsi con un caso dove le apparenze non fanno che ingannare nel corso dell’intero racconto.

Il film, una storia originale che ma presenta alcune somiglianze con l’omicidio irrisolto dell’agente immobiliare canadese Lindsay Buziak, presenta infatti una situazione apparentemente canonica, la quale va però poi ad arricchirsi di sempre più dettagli ed elementi che spingono a mettere in discussione quanto fino a quel momento visto. Per tutti gli appassionati di questo genere, Reptile è dunque il film da vedere in questo momento, che oltre alla sua storia ambigua offre anche interpretazioni di ottimo livello da parte di interpreti eccezionali.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Per chi ha già visto il film o per chi non teme gli spoiler, si entrerà poi nel dettaglio del racconto per una spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le procedure da seguire per poter vedere Reptile in streaming su Netflix.

Reptile Benicio del Toro Alicia Silverstone

La trama e il cast di Reptile

Il racconto del film si svolge in una tranquilla città del New England, dove però un giorno una giovane agente immobiliare di nome Summer viene assassinata. I principali indiziati sono tre: Will Grady, collega e fidanzato della vittima; Sam Gifford, il suo ex con cui era ancora sposata e che fa lo spacciatore; e infine Eli Phillips, un uomo inquietante e dai comportamenti ossessivi nei confronti di Will. Il caso si rivela particolarmente complesso e viene dunque affidato al detective Tom Nichols, il quale però nel tentativo di arrivare alla verità, si troverà a dover mettere dura prova tutte le sue certezze.

Ad interpretare il protagonista, vi è l’attore premio Oscar Benicio del Toro, il quale ha anche partecipato al processo di scrittura del film, venendone dunque accreditato come co-sceneggiatore. Accanto a lui, nel ruolo di sua moglie Judy vi è invece l’attrice Alicia Silverstone. Summer è interpretata dall’attrice italiana con cittadinanza statunitense Matilde Lutz, mentre i sospettati Will, Sam ed Eli sono rispettivamente interpretati da Justin Timberlake, Karl Glusman e Michael Pitt. Recitano poi nel film gli attori Eric Bogosian nei panni del capitano di polizia Robert Allen e Domenick Lombardozzi in quelli dell’agente Wally.

Justin Timberlake nei panni di Will Grady in Reptile. Cr. Daniel McFadden/Netflix ©2023

La spiegazione del finale di Reptile e il significato del titolo

Il finale del film offre una risposta alla domanda “Chi ha ucciso Summer?”, lasciando però volutamente irrisolte alcune questioni, così da fornire allo spettatore un finale ambiguo sui cui riflettere e cercare di costruirsi una propria opinione. Ma andiamo con ordine. Nel terzo atto di Reptile, viene rivelato che Summer è stata uccisa da Will per impedirle di parlare all’FBI di una truffa che coinvolge ogni livello del dipartimento di polizia a cui fa capo Nichols. La cosa viene allo scoperto quando Nichols inizia a trovare sospetto Summer vendesse case per un’agenzia immobiliare senza però ricevere alcuna commissione per le vendite.

Queste vendite facevano infatti parte di un piano di riciclaggio di droga architettato dall’agente Wally e dalla maggior parte della polizia del dipartimento. Summer aveva però iniziato a chiamare l’FBI per prepararsi a dire loro la verità sul fatto che la White Fish era una società di comodo ma Will, scoprendo cosa aveva intenzione di fare, la uccide prima che possa rivelare quel sistema corrotto. Nichols scopre infine la truffa quando riconosce un pacco di eroina sequestrato nella proprietà dell’ex marito di Summer come lo stesso apparso in un’altra operazione antidroga.

Ben presto deduce quindi che Summer era l’intermediario dei Grady e che una telefonata da lei fatta all’FBI era un tentativo di informare sul suo ragazzo e sua madre, senza coinvolgere il dipartimento di polizia, a sua volta complice. Scoprendo ciò, Nichols può dunque procedere alla risoluzione del caso, smontando il giro di riciclaggio che Summer aveva cercato di denunciare. Nei momenti finali del film, dunque la sessione di golf di Grady viene interrotta dai federali, che lo arrestano e pongono fine alla vicenda una volta per tutte.

Alla luce di ciò, perché il film si chiama Reptile? La risposta ce la fornisce lo stesso regista, che ha dichiarato che “nel film i personaggi vengono introdotti come una cosa e si rivelano essere qualcos’altro. Si verifica una mutazione della loro pelle e dunque Reptile, rettile, sembrava una metafora appropriata“. Allo stesso tempo, come qualsiasi cosa abbia che sangue freddo, questi personaggi-rettili risultano essere degli abili strateghi, capaci di operare in modo malvagio senza la minima preoccupazione morale.

Il trailer di Reptile e come vedere il film su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Reptile unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente è al 2° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nella piattaforma.

Fonti: IMDb, Netflix

Allison Janney: 10 cose che non sai sull’attrice

Allison Janney: 10 cose che non sai sull’attrice

Ad alcuni il nome Allison Janney potrà non dire molto, ma è bene sapere che si parla di una delle più talentuose attrici della sua generazione, che vanta una lunga carriera ricca di titoli di successo tra cinema e TV, oltre ad innumerevoli premi di grande prestigio vinti, tra cui un Oscar. Negli ultimi anni Janney ha poi conosciuto una sempre maggior popolarità anche grazie ad opere più commerciali che le hanno permesso di farsi conoscere presso un pubblico sempre più vasto. Ruolo dopo ruolo, inoltre, l’attrice continua a dimostrare di essere un puro talento della recitazione.

Ecco 10 cose che forse non sai di Allison Janney.

Allison Janney: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice ha iniziato a recitare per il cinema negli anni Novanta, apparendo in film come Wolf – La belva è fuori (1994), Miracolo nella 34ª strada (1994), Celebrity (1998) e American Beauty (1999). In seguito ha preso parte a film come The Hours (2002), Hairspray – Grasso è bello (2007), Juno (2007), The Help (2011), Una bugia di troppo (2012), Professore per amore (2014), Tammy (2014), La ragazza del treno (2016) e Tonya (2017), grazie a cui si consacra. In seguito ha recitato in Ma (2019), Bombshell – La voce dello scandalo (2019), To Leslie (2022), Lou (2022) e The Creator (2023).

2. È nota per alcune popolari serie TV. Oltre che al cinema, Janney si è dedicata molto anche alla televisione, recitando in diverse celebri serie TV. In particolare si ricorda la sua partecipazione a West Wing – Tutti gli uomini del Presidente (1999-2006), grazie alla quale ha ottenuto grande popolarità, vincendo importanti premi. Ha in seguito preso parte in qualità di guest star ad episodi di serie quali Due uomini e mezzo (2007), Lost (2010), Masters of Sex (2013-2016) e Il metodo Kominsky (2019). Un’altra serie per cui è nota è però Mom, dove ha recitato dal 2013 al 2021.

3. È anche doppiatrice. Nel corso del tempo l’attrice ha però avuto modo di recitare non solo in carne ed ossa davanti la macchina da presa, ma anche con la semplice voce, partecipando al doppiaggio di diversi film animati. Ha infatti doppiato il personaggio Diva in Alla ricerca di Nemo (2003), Gladys Sharp in La gang del bosco (2006), Mrs. Grunion in Mr. Peabody e Sherman (2014), Madge Nelson in Minions (2015) e di nuovo Diva in Alla ricerca di Dory (2016). Nel 2019 ha invece fornito la propria voce al personaggio Margaux Needler in La famiglia Addams.

Allison Janney Tonya
Allison Janney in Tonya

Allison Janney in Mom

4. È l’unico membro del cast a recitare in ogni episodio. Nella popolare serie Mom, l’attrice ricopre il ruolo di Bonnie Plunkett, madre della protagonista Christy, con la quale ha però un rapporto piuttosto complicato. La serie si compone di 8 stagioni per un totale di 170 episodi, con Janney che compare in ognuno di essi, senza averne mai saltato uno. Ciò fa di lei l’unico membro del cast di Mom ad aver recitato in ogni episodio, un traguardo che neanche l’iniziale protagonista, Anna Faris, interprete di Christy può vantare, avendo lasciato la serie alla fine della settima stagione.

5. Per la sua interpretazione ha ricevuto importanti riconoscimenti. Grazie alla sua interpretazione, Janney ha potuto guadagnare ancor più popolarità e riconoscimenti di quelli fino a quel momento già in suo possesso.  Ha infatti vinto due Primetime Emmy Awards consecutivi come Miglior attrice non protagonista in una serie comedy nel 2014 e 2015, venendo poi nominata nel 2016 nella medesima categoria, mentre nel 2017 e nel 2018 è stata nominata come Miglior attrice protagonista in una serie comedy.

Allison Janney in Lost

6. È apparsa in un episodio della celebre serie. Nel maggio del 2010 l’attrice è apparsa nel quattordicesimo episodio della sesta stagione della serie televisiva ABC Lost, interpretando la madre adottiva di Jacob e dell’Uomo in nero. Si tratta di un personaggio quantomai misterioso e importante ai fini della comprensione del finale della serie. La stessa Janney ha in seguito ammesso di essere rimasta confusa dalla natura del suo personaggio e dal finale stesso di Lost, pur avendo avuto un ruolo attivo nella definizione di esso.

Allison Janney Lou film 2022
Allison Janney in Lou

Allison Janney in Lou

7. Lou è il film che attendeva da tempo. Nel corso della sua carriera Janney si è distinta per interpretazioni molto diverse in opere altrettanto diverse. Eppure, quando le è stato proposto di recitare da protagonista nel thriller d’azione Lou, l’attrice ha capito di aver atteso quel tipo di progetto da molto tempo. Questo perché il film le ha dato l’occasione di cimentarsi con un vero e proprio ruolo d’azione, con un personaggio di poche parole ma azioni concrete. Per il ruolo, si è inoltre addestrata nel combattimento e nell’uso di armi da fuoco.

Allison Janney, premio Oscar per Tonya

8. Ha vinto un Oscar. Nel film Tonya, dedicato alla vita dell’omonima pattinatrice su ghiaccio, l’attrice interpreta la madre di Tonya, LaVona, ruolo scritto appositamente per Janney. L’interprete ha in seguito dichiarato di essersi approcciata a tale personaggio cercando di non giudicarlo. Questo è stato per lei il ruolo più complesso della sua carriera, richiedendole una caratterizzazione particolarmente complessa. L’interpretazione le è però valsa la sua prima nomination all’Oscar, da lei poi vinto come Miglior attrice non protagonista.

Allison Janney ha un marito?

9. Non si è mai sposata. Come da lei affermato, l’attirce non si è mai stata sposata e non ha figli. “Non ho mai avuto l’istinto di avere figli e sono in pace con ciò“, ha infatti dichiarato. Nel tempo Janney è stata legata ad alcune personalità dello spettacolo, come l’attore Richard Jenik, ma nessuna di queste relazioni ha mai spinto l’attrice a compiere il passo verso l’altare. Ad oggi, invece, non è noto se sia impegnata o meno in una nuova relazione.

Allison Janney: età e altezza dell’attrice

10. Allison Janney è nata il 19 novembre del 1959, Boston, Massachusetts, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,83 metri.

Fonti: IMDb, Variety

Talk To Me: divieto VM 18 dalla commissione del MIC dopo il successo al box office di apertura

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Continua a far parlare di sé la pellicola horror fenomeno dell’anno Talk to Me , diretta dagli emergenti  e talentuosi gemelli Danny e Michael Philippou. Fresco del suo ottimo primo weekend in sala in Italia in ben 250 copie grazie a Midnight Factory, Talk to Me  è stato vietato ai minori di 18 anni dalla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura.

Le emozioni forti e le scene disturbanti, unite ad un’atmosfera angosciante e inquietante che caratterizzano il film hanno evidentemente impressionato la Commissione a tal punto da reputarlo non adatto ai minori perché “la violenza è mostrata in maniera esplicita e insistita in numerose scene e può essere pericolosa per gli individui; inoltre, essendo mostrata e contestualizzata nell’ambito di un gruppo di amici che si divertono di fronte al pericolo che corrono alcuni di essi, tale violenza può generare emulazione ed apparire come desiderabile”. Da qui la decisione di alzare il divieto per la visione ai maggiorenni.

Plaion Pictures, che distribuisce in Italia il film attraverso la propria etichetta horror Midnight Factory, ha appreso con stupore la nuova richiesta di classificazione e annuncia che intende fare ricorso. Commenta la direttrice marketing Frida Romano: “Ci dispiace che al pubblico più giovane venga in questo modo negata la possibilità, attraverso un film di intrattenimento horror, di fruire di temi importanti e di crescita, che sono indirizzati invece proprio agli adolescenti”.

Nel weekend intanto sono stati numerosi gli spettatori che hanno scelto di recarsi nei cinema a vedere Talk to Me, che si posiziona primo tra le nuove uscite, con la media copia più alta (2.996 euro), conquistando la seconda posizione assoluta al box office nel fine settimana e totalizzando a oggi un totale di incasso pari a 737.081 euro per 94.000 spettatori.

Un esordio che lascia decisamente il segno per Talk to Me, che – dopo aver conquistato critica e pubblico negli Stati Uniti –  anche in Italia si conferma come un prodotto cinematografico di alta qualità ed estremamente efficace nel portare a termine la sua missione di terrificare lo spettatore, ma allo stesso tempo di trasmettere con originalità e freschezza valori e tematiche profonde e di attualità.

Talk to Me è nelle sale italiane (con divieto VM 18) con Midnight Factory, etichetta horror di Plaion Pictures.

Talk To Me, la trama

Un gruppo di giovani amici scopre come evocare i demoni facendo uso di un’antica mano imbalsamata, finché uno di loro si spinge troppo oltre aprendo irrimediabilmente le porte al mondo degli spiriti. Perseguitato così da visioni soprannaturali, il gruppo si trova inconsapevolmente al centro di una possessione devastante che porterà a porsi una domanda importante: meglio fidarsi dei vivi o dei morti?

Nowhere: la vera storia dietro al film Netflix

Nowhere: la vera storia dietro al film Netflix

Negli ultimi anni le produzioni spagnole, grazie soprattutto alle piattaforme streaming, si sono moltiplicate, anche per via del grande successo ottenuto in termini di critica e pubblico. Titoli come La casa di carta, Dalla mia finestra: Al di là del mare, Élite, Fenómenas – Indagini occulte o Tin & Tina sono solo alcuni degli esempi più noti di come la produzione – di film o serie TV – spagnola abbia invaso gli schermi di tutto il mondo. Dalla penisola iberica, è ora arrivato sul Netflix un altro titolo immediatamente divenuto un grande successo, ovvero il thriller Nowhere.

A dirigerlo vi è il regista Albert Pintó, già distintosi per aver diretto un episodio della serie La casa di carta (il settimo della quinta stagione) e alcuni episodi della serie Sky Rojo, entrambe disponibili su Netflix. Con Nowhere egli dà invece vita ad un thriller claustrofobico, che pone la protagonista in una situazione al limite eppure non irrealistica. Il film si basa infatti su vere testimonianze di quanti si sono trovati in situazioni simili e così facendo offre non solo una visione ricca di suspence ma che invita anche lo spettatore a porsi nei panni di coloro che quelle condizioni le hanno vissute davvero.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location utilizzate. Si entrerà nel dettaglio del racconto per svelare se esso sia o meno ispirato ad una storia vera. Infine, si elencheranno anche le procedure da seguire per poter vedere Nowhere in streaming su Netflix.

La trama e il cast di Nowhere

Protagonista del film è Mia, una giovane donna incinta che vive con suo marito Nico in un Paese sotto dittatura e in guerra. Con l’obiettivo di far nascere la loro figlia in un posto migliore, la coppia decide di scappare da quel contesto. Durante la fuga, però, i due vengono separati con la forza e Mia si nasconde in un container di una nave mercantile. Quando poi il container viene scaraventato in acqua da una violenta tempesta e finisce alla deriva, Mia si trova a dover tentare di sopravvive a quelle condizioni estreme e apparentemente senza via di fuga.

Ad interpretare Mia vi è l’attrice Anna Castillo, attrice spagnola nota per le serie Club Super 3, Amar en tiempos revueltos e Estoy vivo, ma anche per i film Open Arms – La legge del mare e Girasoles silvestres. Sulla sua performance, svolta per lo più in solitaria, si basa naturalmente buona parte del film.  Accanto a lei, nel ruolo del marito Nico, vi è invece Tamar Novas, noto per i film Mare dentro e Gli abbracci spezzati. Recitano poi nel film Tony Corvillo nel ruolo di Gil, Mariam Torres in quelli di Lucia e Irina Bravo in quelli di Angela.

Nowhere Anna Castillo

Le location di Nowhere: ecco dove è stato girato il film

Nowhere è stato girato interamente in Spagna, in particolare nella provincia di Tarragona, sede di numerosi siti Patrimonio dell’Umanità (Acquedotto di Ferreres, monastero cistercense di Poblet, il Santes Creus e la vicina Vila-Seca, tanto per citarne alcuni). Questa offre anche una vista pittoresca sul mare aperto, il quale si è rivelato ideale per una produzione come questa, prevalentemente ambientata in mare aperto. In particolare, il porto di Tarragona e le zone circostanti sono stati trasformati in set cinematografici per diverse sequenze cruciali girate proprio sul posto.

Per ritrarre Tarragona come un paese totalitario, invece, la troupe ha ridipinto diverse strade e quartieri della provincia. Per quanto riguarda le scene del container che coinvolgono la protagonista, queste sembrano essere state registrate all’interno di un set costruito su un palcoscenico di uno degli studi cinematografici situati nella provincia di Tarragona e nei suoi dintorni. D’altra parte, le riprese aeree ed esterne del container che galleggia in mezzo al mare aperto sarebbero state effettuate da qualche parte nel Mar Mediterraneo.

Nowhere storia vera

La vera storia dietro Nowhere

La risposta a sé Nowhere sia ispirato ad una storia vera in particolare è no, ma sebbene il film non sia basato su di un preciso evento o su specifiche persone, la sceneggiatrice Indiana Lista ha rivelato di essersi ispirata alle esperienze di vita reale degli immigrati per formare la trama di base del racconto. Ciò è stato poi ribadito da Pintó nel corso di un’intervista, dove ha dichiarato che Lista conosceva una coppia di migranti messicani che hanno tentato di attraversare la frontiera nascondendosi all’interno di container e camion.

Per scrivere il film sono dunque poi stati intervistati i migranti e le loro storie hanno in parte ispirato quella proposta dal film. Pintó ha inoltre rivelato che il team di produzione ha studiato le rotte del traffico di esseri umani in Guatemala, Honduras, El Salvador e Nicaragua durante le ricerche per la sceneggiatura del film. Il regista ha anche notato che i naufragi sono comuni in Spagna e che la drammaticità di tali incidenti è stata incorporata nella sceneggiatura del film.

Sebbene la narrazione sia dunque fortemente influenzata da numerosi reali incidenti ed esperienze personali dei migranti, il film è però ambientato in un ambiente distopico del tutto immaginario, dove la protagonista, Mia, e suo marito devono fuggire da un paese totalitario in guerra. Il film non specifica le circostanze di questa guerra, ed è solo vagamente implicito che il paese in guerra sia la Spagna. Di conseguenza, in ogni caso, gli eventi sociopolitici che fanno da sfondo alla storia sono del tutto fittizi.

Il trailer di Nowhere e come vederlo in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Nowhere unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nella piattaforma.

Fonte: IMDb

I Leoni di Sicilia: trailer della serie serie originale italiana Disney+

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Disney+ ha diffuso il trailer ufficiale della serie originale italiana I Leoni di Sicilia con il nuovo singolo di Laura Pausini, l’artista italiana più premiata del mondo, reduce dalla vittoria di un Golden Globe, una nomination agli Oscar e in attesa di ricevere il prestigioso riconoscimento di Persona dell’Anno 2023 dalla Latin Recording Academy, nell’anno del suo trentennale di carriera, alle porte di un nuovo album di inediti e del suo decimo tour mondiale. Il singolo “Durare”, uscito il 15 settembre, è una potente ballad dedicata all’amore che scorre insieme alle varie tappe di due vite che si fondono in una sola, e sarà la end credit song di tutti gli otto episodi della serie, saga familiare tratta dall’omonimo bestseller di Stefania Auci.

Il brano sarà inoltre disponibile anche nella sua versione spagnola, intitolata “Durar”, selezionando l’audio degli episodi in spagnolo. “Conoscevo il libro di Stefania Auci” – racconta Laura Pausini – “e trovo sia meraviglioso il lavoro fatto da Paolo Genovese, gli sceneggiatori, gli attori e tutta la produzione, per trasformarla in una saga così avvincente. Sono veramente felice che la serie sia accompagnata dal mio brano, Durare. Credo ci sia un forte legame col significato del testo, la storia di questa famiglia è fatta di legami, relazioni intense, che resistono al passare del tempo e si fortificano. Racconta di passione e di testardaggine, coppie che credono nella possibilità di inventare un proprio destino, un futuro, una vita, avverando così i loro sogni. ‘Una vita pensata ed una da pensare insieme, una da inventare, una da impazzire e una da durare’. Questo è esattamente ciò che canto e trovo si sposi perfettamente con il mondo de ‘I Leoni di Sicilia’ ”.

I Leoni di Sicilia debutterà il 25 ottobre in esclusiva su Disney+ in Italia con i primi quattro episodi, mentre i restanti quattro saranno disponibili a partire dal 1° novembre. I Leoni di Sicilia sarà disponibile su Hulu negli Stati Uniti, su Star+ in America Latina e su Disney+ in tutti gli altri territori. La nuova serie originale italiana Disney+ sarà presentata in anteprima alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Dal regista Paolo Genovese, che ne è anche produttore creativo, la serie in otto episodi è prodotta da Francesco e Federico Scardamaglia per Compagnia Leone Cinematografica e da Raffaella Leone e Marco Belardi per Lotus Production, una società Leone Film Group. I Leoni di Sicilia è una serie scritta da Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo.

I Leoni di Sicilia è l’avvincente storia della famiglia Florio. I fratelli Paolo e Ignazio sono due piccoli commercianti di spezie fuggiti da una Calabria ancorata al passato e in cerca di riscatto sociale. In Sicilia s’inventano un futuro, dove a partire da una bottega malmessa danno vita a un’attività florida che il giovane figlio di Paolo, Vincenzo, con le sue idee rivoluzionarie, trasformerà poi in un impero. Tuttavia, a travolgere la vita di Vincenzo, e quella di tutta la famiglia, è l’arrivo dirompente di Giulia, una donna forte e intelligente, in contrasto con le rigide regole della società del tempo. I Leoni di Sicilia è un’epopea fatta di amore, famiglia, successi, guerre e rivoluzioni, che si svolge nella Sicilia dell’Ottocento fino all’Unità d’Italia del 1861.

La serie è interpretata da Michele Riondino nel ruolo di Vincenzo Florio, Miriam Leone in quello di Giulia Portalupi, Donatella Finocchiaro in quello di Giuseppina, Vinicio Marchioni nei panni di Paolo Florio, Eduardo Scarpetta nel ruolo di Ignazio Florio (figlio di Vincenzo), Paolo Briguglia in quello di Ignazio Florio, Ester Pantano nel ruolo di Giuseppina giovane e Adele Cammarata in quello di Giovanna D’Ondes.

Foe: recensione del film di Garth Davis

Foe: recensione del film di Garth Davis

Una delle componenti necessarie perché la fantascienza distopica funzioni è l’attenzione ai dettagli che la rendano credibile, ovvero dettagli magari anche non percepiti che, se mancanti, possano distrarre l’attenzione dello spettatore costretto a quel punto alla ricerca di verosimiglianza. Foe, il nuovo film Garth Davis – il suo precedente Lion con Nicole Kidman e Dev Patel ha addirittura ottenuto la nomination all’Oscar come miglior film dell’anno – dimostra immediatamente di non possedere questo requisito importante, se non addirittura fondamentale.

Foe si apre infatti con la didascalia che setta la storia nel Midwest americano, mentre in nemmeno cinque minuti di film ci si rende perfettamente conto che il film è stato girato nelle immense pianure dell’Australia. Trattandosi principalmente di raccontare una storia d’amore e della sua complessità, qualsiasi ambientazione che desse il senso di desolazione che i due protagonisti stanno vivendo sarebbe andata bene. Perché dunque sceglie di dare un setting preciso per poi smentirsi spudoratamente con le immagini stesse? Il Midwest americano è ben sedimentato nell’immaginario cinematografico mondiale, no?

Un melodramma “arricchito” dal genere

Questo chiaro errore di sottovalutazione è purtroppo soltanto il primo di una serie di difetti che il film targato Amazon evidenzia nel corso del proprio sviluppo. Adattamento del romanzo omonimo scritto da Ian Reid, Foe possiede il fardello che tanto cinema cosiddetto “alto” oggi possiede. Ovvero l’utilizzo di un genere per “arricchire” teoricamente quello che è in tutto e per tutto un melodramma amoroso, con il risultato di rendere l’intera operazione macchinosa, spesso confusa e peggio di tutto grondante retorica.

In un momento in cui il cinema a stelle e strisce e non soltanto si sta impegnando nella ricerca di una narrazione maggiormente veritiera del rapporto uomo-donna nel mondo contemporaneo – riguardo questo argomento vi rimandiamo alla recensione del notevole Fair Play in uscita su Netflix il 6 ottobre – il film di Davis al contrario cade dentro paludose schematicità nel mettere in scena l’insoddisfazione della protagonista, proponendo al pubblico un discorso che, senza voler fare spoiler, a nostro avviso alla fine diventa forse anche fuorviante.

Foe, una fantascienza gratuita

La sceneggiatura di Foe avrebbe funzionato molto meglio se si fosse allora concentrata sul lato sci-fi della storia e sulle sue implicazioni etiche, questione che se anche tentata viene soffocata dalla messa in scena di Davis che invece punta esplicitamente a farne un melodramma d’autore. A questo punto la componente di fantascienza si fa realmente inutile, anzi appesantisce l’operazione con una serie di spunti narrativi che non migliorano la trama né rendono i personaggi maggiormente profondi o interessanti.

In questa confusione totale di intenti e idee su come realizzarli i due attori principali Saoirse Ronan e Paul Mescal possono fare davvero poco per salvare la situazione. Se però l’attore molto apprezzato in All of Us Strangers, anch’esso presentato a questa edizione del New York Film Festival, riesce a tratti a rendere denso il ruolo di Junior, la sorpresa negativa di Foe arriva purtroppo dall’attrice già candidata per ben quattro volte all’Oscar prima di raggiungere i trent’anni.

Ronan si “rifugia” dentro un repertorio di istrionismo minimalista per cercare di interpretare una Hen che risulta fin dal principio una figura femminile schematica, sia nella sua insoddisfazione esistenziale che nel modo in cui cerca di combatterla. Una figura sviluppata senza spessore, che speriamo davvero rappresenti per la Ronan una scelta sbagliata, un incidente di percorso in una carriera che vorremmo sempre all’altezza delle sue grandi doti di attrice, dimostrate fin dai tempi di Espiazione.

Questo nuovo lungometraggio di Garth Davis si presenta come un prodotto confuso nella progettazione e approssimativo nella realizzazione. Un film di fantascienza distopica che invece fantascienza proprio non è. Perché allora non scegliere la via della semplicità e raccontare una storia d’amore e di incomprensione, di passione e frustrazione? Un interrogativo a cui Foe e i suoi realizzatori proprio non hanno saputo rispondere.

Superman: Legacy: 8 modi in cui il film potrebbe essere influenzato dai fumetti

Con l’avvicinarsi della fine del vecchio mondo DC, James Gunn ha suscitato entusiasmo per il film che darà il via al nuovo universo, Superman: Legacy, rivelando le principali influenze fumettistiche alla base del progetto. In un paio di tweet, Gunn ha indicato Superman for All Seasons e All-Star Superman come le principali influenze del nuovo progetto su Superman. Pubblicati rispettivamente nel 1998 e nel 2005, sono due delle pubblicazioni di Superman più singolari e al contempo meglio accolte, il che è un segnale promettente per le prospettive di Superman: Legacy. Tenendo conto di ciò, si possono facilmente trarre alcune ipotesi dal fatto che queste storie a fumetti sono state apparentemente scelte come colonna portante del film per dare il via al DCU.

Superman: Legacy sarà probabilmente colorato e vivace

Superman Legacy

Visti i precedenti di James Gunn con i film di supereroi, una delle rivelazioni meno sorprendenti di Superman: Legacy potrebbe essere la rappresentazione di un Universo DC più colorato e vivace. Le influenze fumettistiche di Gunn lo confermano, dato che la vivace grafica di Superman for All Seasons e All-Star Superman è particolarmente degna di nota. Si tratterebbe di una gradita boccata d’aria fresca per il supereroe, la cui uscita più recente è stata decisamente tenue per quanto riguarda la tavolozza dei colori, nonostante abbia sfoggiato una nuova versione del costume ampiamente apprezzata.

La tuta adotterà uno stile classico

Superman Legacy eredità Henry Cavill

Mentre il costume di Superman in Man of Steel della DC è popolare, l’iconico ensemble della vecchia scuola riapparirà probabilmente in Superman: Legacy, dato che entrambe le influenze fumettistiche di Gunn presentano il costume in tutta la sua gloria classica. Questo si sposerà bene con un universo più colorato, dato che la vibrante tuta rosso-blu di Superman dovrebbe essere sorprendente. Continuerà la tendenza dei film su Superman, iniziata fin dai primi giorni con una rappresentazione dell’armatura fedele ai fumetti, a differenza delle numerose iterazioni dell’armatura di Batman viste nelle sue varie uscite sul grande schermo.

Lex Luthor potrebbe avere un ruolo centrale

SUPERMAN PRESIDENTE LUTHOR

In entrambe le influenze fumettistiche, l’arcinemico di Superman, Lex Luthor, svolge un ruolo fondamentale, fungendo persino da voce narrante in una delle puntate di Superman For All Seasons. In quella stessa pubblicazione, Lex Luthor combatte essenzialmente contro Superman per il controllo di Metropolis, un’azione che lui definisce “una storia d’amore”. Non sarebbe sorprendente, visti i precedenti dei film di Superman, che Luthor apparisse ancora una volta in un ruolo di cattivo centrale. Anche se il ruolo non è ancora stato scelto, la conferma di Corenswet come Superman ha dato maggior credito alla voce che Nicolas Hoult potrebbe interpretare Lex Luthor.

Superman: Legacy potrebbe contenere le 12 fatiche di Superman

Anche se Gunn ha dichiarato che Superman: Legacy non sarà un adattamento del fumetto All-Star Superman, ciò non significa che non prenderà in prestito dalle sue pagine. Non adattare il fumetto è probabilmente la cosa migliore, perché introdurre sul grande schermo solo una delle 12 fatiche di Superman introdurrà una posta in gioco eccezionalmente alta, dato che include imprese come creare la vita, rispondere alla Domanda senza risposta e sconfiggere la morte. Tuttavia, sarebbe sicuramente un inizio col botto per il DC, vista l’importanza delle 12 fatiche.

Superman: Legacy sarà probabilmente più divertente

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Una critica di lunga data nel vecchio universo DC è stata la sua tendenza a privilegiare motivi cupi e tristi, in netto contrasto con l’approccio più spensierato del MCU a circostanze altrettanto tumultuose. Superman in All-Star Superman, in particolare, mostra un carattere molto più gioviale rispetto alle recenti rappresentazioni cinematografiche, anche di fronte alle terribili circostanze in cui si trova. Inoltre, sarebbe in linea con la capacità di Gunn di iniettare umorismo nei franchise di supereroi, come dimostrano Guardiani della Galassia e Suicide Squad. Questo renderà rinfrescante la nuova interpretazione di Clark Kent, che potrebbe anche lasciarsi sfuggire una o due battute mentre si accinge a salvare Metropolis dalla prima minaccia del DCU.

L’umanità di Clark Kent potrebbe essere esplorata più a fondo

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Gran parte delle precedenti iterazioni di Clark Kent si sono concentrate sui suoi poteri divini e su quanto siano miseri i mortali al confronto. Superman For All Seasons contrasta questa tendenza concentrandosi sull’umanità di Clark Kent, sui suoi tentativi di affrontare le lotte e le relazioni umane e sulla sua volontà di fornire assistenza a Metropolis. Peter Safran ha già confermato i piani per Superman: Legacy, così come la scelta di un Clark Kent più giovane, che probabilmente dovrà fare i conti con i suoi poteri.

Superman: Legacy potrebbe spingersi verso la fantascienza

Superman vola attorno alla terra

Uno degli aspetti più singolari di All-Star Superman è il suo tema fantascientifico: trascorre molto tempo nello spazio, esplora i viaggi nel tempo e presenta persino la stella artificiale Solaris. Si tratta di una strada ben battuta da Gunn, che ha affrontato con abilità i crossover tra supereroi e fantascienza nel suo incarico con Guardiani della Galassia. Il sole gioca un ruolo importante nella storia di Superman e in particolare in All-Star Superman, dove essenzialmente condanna a morte l’eroe titolare, anche se è estremamente improbabile che il nuovo universo DC si apra con questa linea di trama.

Superman: Legacy darà priorità alle relazioni e alla storia

Mentre Man of Steel vedeva Superman radere al suolo Metropolis nella sua tumultuosa lotta con Zod, Superman: Legacy si concentrerà più probabilmente sulla storia di Superman e sulle relazioni che intrattiene con figure centrali come Lois Lane. Entrambe le influenze fumettistiche citate da James Gunn danno priorità al rapporto di Clark Kent con la sua famiglia, i suoi colleghi e i suoi amici, compresi alcuni strazianti momenti finali con Lois in All-Star Superman. Anche Lana Lang potrebbe avere un ruolo più importante in Superman: Legacy, dato il suo ruolo di primo piano in Superman for All Seasons e nella prima vita di Clark Kent.

20 Days in Mariupol: recensione del documentario di Mstyslav Chernov

Un fortissimo scroscio di applausi ha interrotto il silenzio assordante durato tutti i 99 minuti della proiezione pomeridiana del documentario 20 Days in Mariupol diretto da Mstyslav Chernov – con il supporto del collega di una vita Evgeniy Maloletka – presentato durante Mondovisioni, la rassegna di documentari su attualità, diritti umani e informazione (all’interno della quale è stato presentato anche Praying for Armageddon) curata da CineAgenzia per il Festival di Internazionale a Ferrara, che si è svolto nella città dell’Emilia-Romagna dal 29 settembre al 1 ottobre.

Film, continua a filmare

Filma, continua a filmare”, queste sono le parole che vengono ripetute più spesso all’interno di 20 Days in Mariupol. Continua a filmare, perché il mondo ha bisogno di sapere quello che sta accadendo qui; continua a filmare perché i colpevoli di questo scempio vedano gli occhi di chi stanno uccidendo; continua a filmare affinché non ci si volti dall’altra parte. A pronunciare queste frasi sono militari, civili, medici che esortano i giornalisti dietro le videocamere per paura che ad un certo punto essi smettano, per pudore, per l’orrore, per il dubbio che la testimonianza sfoci in voyeurismo e pornografia del dolore. Ma in questo caso non c’è scelta, e lo sanno bene i reporter di The Associated Press, infatti non si esimono mai dal puntare i loro obiettivi in direzione di donne incinte col bacino frantumato, bambini neonati in arresto cardiaco, ragazzi di neanche vent’anni con le gambe esplose mentre giocavano a pallone per la città prima di un raid aereo improvviso.

Mstyslav e Evgeniy sono gli unici due giornalisti rimasti nella città di Mariupol durante tutti i primi venti giorni dell’assedio, quindi le immagini che ci vengono proposte all’interno del doc le abbiamo viste e riviste, sui giornali, in TV, sui social media. Ma mai in questo modo, non con questa forza narrativa ed emotiva, mai con questa devastante percezione di mancanza di senso. Significativa in questo caso è l’immagine di una donna che non riesce più a reggersi in piedi dopo aver appreso che suo figlio di appena 18 mesi non ce l’ha fatta, che i medici non sono riusciti a rianimarlo. La donna sostenuta dal marito urla verso il cielo “Perché? Perché?” Non riesce a darsi una spiegazione a tutto quel male e a quel dolore.

I due reporter si trovano più volte in situazioni di pericolo, sono costretti a nascondersi nelle case, nei seminterrati, si trovano schiacciati contro le pareti assieme a decine di persone sfollate, assistono in prima persone all’attacco scellerato contro un ospedale che ospitava un reparto maternità. Eppure non si tirano mai indietro, sono pronti, sempre pronti a rialzarsi, a gettarsi ancora più dentro al pericolo, forse nella speranza di far arrivare quelle riprese, quelle foto, questo documentario, alle persone responsabili di quello scempio e far balenare in loro l’idea che basta così, che non c’è motivo di fare ancora peggio. Ovviamente, come sappiamo, quel momento, ad oltre un anno dallo scoppio del conflitto, non è ancora arrivato.

20 Days in Mariupol recensione

Radiografia di una guerra

Vedere 20 Days in Mariupol è come essere gettati in prima persona nell’orrore della guerra. Lo spettatore non può far altro che guardare, guardare e ancora guardare. Non c’è neanche il tempo di pensare, di immagazzinare tutte quelle informazioni. Da un certo punto in poi gli occhi diventano pesanti, hai la testa che ronza e sei teso come se anche tu fossi in pericolo di vita. Vorresti che la cosa finisse presto o che ci fosse un lieto fine. Ma come i due giornalisti di AP hanno continuato a filmare, lo spettatore non può far altro che guardare. E così come se lo chiedono i due reporter, anche chi guarda comodamente seduto sulla poltrona del cinema si chiederà, posso fare di più? Ci si sente inutili e in colpa. Si vorrebbe riuscire a fare di più. Ed è dura, è veramente dura.

La guerra è come una radiografia, fa vedere l’interno degli esseri umani. Chi è buono diventa più buono, chi è cattivo, diventa più cattivo” afferma uno dei medici dell’ospedale da campo della città e 20 Days in Mariupol riesce in un compito ancora più difficile, ci consegna una radiografia della guerra. Uno scenario agghiacciante, immagini fortissime, le voci delle persone che sono state vittime di quell’inferno; tutto, ogni momento, lascia con un senso di vuoto e di tristezza senza precedenti.

Rocky III: trama, cast e curiosità sul film di Sylvester Stallone

Il film del 1976 Rocky è una delle più celebri pellicole della storia del cinema, un classico intramontabile del genere sportivo capace di vincere l’Oscar come miglior film e lanciare la carriera del suo attore e sceneggiatore Sylvester Stallone. Il successo fu tale che i produttori decisero poi di dar vita ad un sequel nel 1979, Rocky II, il quale fu poi seguito nel 1982 da Rocky III. Come per il precedente, anche in questo caso Stallone firmò la sceneggiatura e si occupò della regia, dando così vita ad un nuovo capitolo della storia di Rocky, reduce dalla vittoria di campione dei pesi massimi avvenuta nel precedente film.

Se nei primi due l’avversario principale di Rocky era stato l’iconico Apollo Creed, il protagonista si trova stavolta di fronte ad un nuovo avversario. Stallone sentiva infatti il bisogno per questo terzo film di dar vita a qualcosa di nuovo, pur mantenendosi fedele all’impostazione dei primi due film. Atteso da molti, questo terzo film si affermò come un successo anche maggiore di Rocky II, confermando l’influenza culturale ormai esercitata da questa serie di film. Questo terzo, inoltre, è il primo film in cui compare la celebre statua di bronzo raffigurante Rocky.

Per chi ha amato i primi due film, anche questo terzo è un capitolo assolutamente imperdibile, che offre nuove sfide, nuovi attori e nuovi ostacoli che il protagonista è chiamato a superare. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Si forniranno poi anche alcune informazioni sui successivi tre sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Rocky III: la trama del film

Divenuto campione mondiale dopo aver sconfitto Apollo Creed, Rocky Balboa difende con successo il titolo in numerose occasioni, dimostrandosi dominante come non mai. Fuori dal ring, egli conduce invece una vita da vero e proprio divo, insieme alla moglie Adriana e al loro figlio. Capendo di essere all’apice della carriera e di non poter reggere ancora a lungo a quel livello, Rocky annuncia il suo ritiro nel giorno in cui gli viene dedicata una statua fuori il Philadelphia Museum of Art. Prima di poter appendere definitivamente i guantoni al chiodo, però, si vede sfidato per un’ultima volta.

A presentarsi come suo nuovo sfidante, infatti, arriva un mastodontico pugile afroamericano di nome Clubber Lang. Contro il parere del suo allenatore Mickey Goldmill, Rocky accetta l’incontro, per il quale si prepara però in modo blando e svogliato. Il giorno in cui si trova a salire sul ring con Clubber, accade dunque qualcosa di inaspettato, che segnerà la vita di Rocky per sempre. Da quel momento, il campione capirà cosa è davvero importante e rinunciando ai falsi amici della celebrità tenterà di riconquistare il suo furore giovanile, l’unica cosa che può riportarlo ad essere il pugile straordinario che era un tempo.

Rocky III cast

Rocky III: il cast del film

Sylvester Stallone riprende per la terza volta il ruolo di Rocky Balboa, inserendo anche in questo film alcuni elementi biografici. In particolare, Stallone si concentrò sul mostrare il modo in cui Rocky si relaziona con la celebrità, proprio come l’attore si trovava a fare nella realtà in quello che era il suo momento di massima popolarità. Per il film, inoltre, Stallone si è allenato duramente al fine di poter sfoggiare lo stesso fisico mostrato nel precedente film. Allo stesso tempo, però, per far sì che il personaggio di Clubber Lang risultasse più massiccio di lui, Stallone perse circa 20 chili con una dieta particolarmente severa.

Per il ruolo di Clubber, Stallone incontrò numerosissimi candidati, ma la scelta ricadde infine su Mr. T, divenuto celebre dopo aver vinto la competizione America’s Toughest Bouncer. Oggi noto anche per la serie A-Team, Mr. T si allenò duramente per quello che era il suo primo ruolo cinematografico, sfoggiando una presenza fisica impressionante. Nel film ritornano poi anche Talia Shire nei panni di Adriana, Carl Weathers in quelli di Apollo Creed e Burgess Meredith per il ruolo di Mickey. Rocky III segna anche il debutto cinematografico del celebre wrestler Hulk Hogan, qui presente nei panni di Labbra Tonanti, uno degli avversari di Rocky.

Rocky III: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Come anticipato, Rocky III è stato poi seguito da altri tre sequel. Il primo di questi, Rocky IV (1985), è celebre per lo scontro tra Rocky e il pugile russo Ivan Drago, una delle rivalità più memorabili della saga. Nel 1990 è invece stato realizzato Rocky V, dove un Rocky ormai costretto al ritiro per problemi medici si trova a dover difendere il suo onore contro Tommy Gunn, pugile che proprio Rocky aveva aiutato negli allenamenti. A distanza di sedici anni, nel 2006, è infine arrivato l’ultimo capitolo della saga: Rocky Balboa, incentrato su un Rocky sessantenne e vedovo che accetta di combattere contro il campione in carica dei massimi Mason “The Line” Dixon.

Prima di vedere questi sequel, è possibile fruire di Rocky III grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 settembre alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Hercules – Il guerriero: trama, cast e curiosità sul film

Hercules – Il guerriero: trama, cast e curiosità sul film

Tra i personaggi più celebri della mitologia greca e roma vi è certamente Hercules, noto per la sua forza sovrumana e per le sue tante eroiche imprese. Ad aver contribuito ulteriormente alla sua popolarità vi sono oggi i tanti film a lui dedicati, che ne hanno nel corso degli anni proposto riletture e nuove versioni sempre più spettacolari. Dai tanti peplum realizzati a partire dagli anni Sessanta, fino al film animato della Disney uscito nel 1997. Più recentemente, sono usciti nello stesso 2014 ben due film dedicati al personagggio: Hercules – La leggenda ha inizio  e Hercules – Il guerriero (qui la recensione), interpretato da Dwayne Johnson.

Mentre La leggenda ha inizio si configura come una origin story del personaggio, facendo dunque forte riferimento a quanto narrato dalla mitologia, Hercules – Il guerriero è invece basato sulla graphic novel Hercules: La guerra dei Traci, di Admira Wijaya e Steve Moore. Il modo in cui tale opera riscrive il celebre personaggio mitologico ha portato il fumetto ad essere un grande successo editoriale e a guadagnare le attenzioni di Hollywood. Non è dunque passato troppo tempo prima che i diritti dell’opera venissero acquistati per farne un film. Diretto da Brett Ratner, questo titolo si è poi affermato come un grande successo.

Ancora oggi per i fan di questo genere di film, dove fantasy e avventura si combinano a spettacolari sequenze action, Hercules – Il guerriero è una pellicola di grosso richiamo. Inoltre, l’interpretazione di Johnson del personaggio è già di per sé un motivo per non perdere il film. Prima di intraprenderne una visione, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Hercules – Il guerriero: la trama del film

Tutti conoscono la leggenda di Ercole e delle sue dodici fatiche. La storia di questo film comincia però dopo tali eventi. Ossessionato da un errore del suo passato, Hercules ha voltato le spalle all’Olimpo ed è diventato un mercenario senza pietà, sempre impegnato in battaglie sanguinarie. Nel corso degli anni, egli è inoltre riuscito a formare una squadra di imbattibili guerrieri, composta dal cugino Iolaus, il veggente Amphiaraus, il combattivo Tydeus, il ladro Autolycus e l’amazzone Atalanta. Insieme ai suoi cinque fedeli compagni, viaggia dunque in lungo e in largo nell’antica Grecia vendendo i suoi servizi per l’oro grazie alla sua leggendaria reputazione di intimidire i nemici.

Per lui tutto cambierà però quando il sovrano della Tracia, Cotys, e sua figlia cercheranno il suo aiuto. Ad  Hercules chiedono di addestrare il loro esercito in vista dell’imminente guerra contro le legioni del fratello di Cotys, Rhesus, composte da temibili centauri. Colpito dalla tenacia di quel popolo, Hercules acconsente a dare loro il suo aiuto e il suo sapere in battaglia. Quando lo scontro si avvicinerà, però, il semidio si troverà a dover fare i conti con il suo passato una volta per tutte. Ben presto, ogni certezza cadrà e Hercules dovrà farsi carico delle scelte fatte e assumersi la responsabilità di quanto è ora chiamato a compiere.

Hercules - Il guerriero cast

Hercules – Il guerriero: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare Hercules vi è l’attore Dwayne Johnson. Per prepararsi al ruolo, egli ha intrapreso una routine di allenamento estenuante, affermando: “Mi sono allenato più duramente che mai per 8 mesi per questo ruolo. Ho vissuto da solo e mi sono rinchiuso (come un lunatico monaco di 260 libbre) a Budapest per 6 mesi durante le riprese. L’obiettivo era trasformarmi completamente in questo personaggio. Scomparire nel ruolo.” Alla domanda se avrebbe rifatto tutto ciò per questo personaggio, Johnson ha dato risposta affermativa, chiarendo di essere sempre stato affascinato dalla figura di Hercules e dai suoi crucci interiori.

Nel film, nei panni dei compagni di guerra di Hercules compaiono gli attori Rufus Sewell per Autolycus, Reece Ritchie per Iolaus e Aksel Hennie per Tideus. L’attore Ian McShane, celebre anche per la serie American Gods, interpreta Amphiaraus, mentre l’attrice norvegese Ingrid Bolso Berdal è l’amazzone Atalanta. Nel ruolo di Cotys, re della Tracia, vi è invece il celebre attore John Hurt, mentre Rebecca Ferguson è Ergenia, principessa della Tracia. Sono poi presenti gli attori Joseph Fiennes nei panni di re Euristeo e Peter Mullan in quelli del generale Sitacle. Ad interpretare il pericoloso Rhesus vi è Tobias Santelmann, mentre l’attrice e modella Irina Shayk compare nel ruolo di Megara, moglie di Hercules.

Hercules – Il guerriero: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Hercules – Il guerriero grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 1 ottobre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

Praying for Armageddon: recensione del documentario di Tonje Hessen Schei e Michael Rowley

Sala affollata per la proiezione serale del documentario Praying for Armageddon di Tonje Hessen Schei e Michael Rowley, presentato durante Mondovisioni, la rassegna di documentari su attualità, diritti umani e informazione curata da CineAgenzia all’interno del Festival di Internazionale a Ferrara, che si svolge nella città dell’Emilia-Romagna dal 29 settembre al 1 ottobre.

Praying for Armageddon: una nuova ansia per tutti

In un periodo storico in cui nessuno di noi si sente troppo al sicuro, in cui ogni giorno siamo bombardati con notizie sui cambiamenti climatici, sulle crisi politiche, su alluvioni, su guerre e su malattie, Praying for Armageddon è pronto a generarvi una nuova ansia, quella di una setta religiosa molto vicina ai massimi poteri americani che inneggiano all’apocalisse (e che probabilmente hanno tutti i mezzi per scatenarla).

Il film segue passo passo l’inchiesta di Lee Fang, un giornalista di The Intercept, che sta cercando di capire cosa stiano combinando gli evangelisti – sia nel microscopico che nel macroscpico – all’interno della nazione americana, ma dedica anche tempo sufficiente ai pastori delle chiese indipendenti, ai politici del Partito Repubblicano, agli osservatori israeliani e palestinesi, nonché a Mission: M25, una sorta di gang evangelica che attraversa il paese su motociclette dalle dimensioni di auto compatte per fare proselitismo e talvolta anche per nominarsi “cavalieri” con spade (esemplare a riguardo è la scena in cui degli omoni tatuati e in giacca di pelle si proclamano cavalieri in stile medievale).

Il film di Schei e del co-direttore e direttore della fotografia Rowley può sembrare un po’ dispersivo, poiché affronta la questione da molti punti di vista e salta continuamente dagli Stati Uniti a Israele e viceversa inserendo sempre nuovi personaggi e tasselli alla sua tesi il che non lo rende un film di facile fruizione.

La tesi fondamentale su cui si basa il film è tuttavia chiara e terribile: ci sono un numero crescente di individui in posizioni di potere di rilievo nella politica statunitense e nella società in generale che stanno lavorando attivamente per provocare la fine del mondo così come lo conosciamo. Non è una situazione tranquillizzante poiché mentre il termine “fondamentalista cristiano” di solito si riferisce a qualcuno che crede che ogni parola della Bibbia sia letteralmente vera, questo gruppo sembra interessato solo all’Apocalisse, senza preoccuparsi delle parti più pacifiche che parlano di “porgere l’altra guancia” e “amare il prossimo”.

Follie e tesi portate alla luce da Schei e Rowley

Burd, ovvero il capo della setta di motociclisti, suggerisce che l’abbraccio del pensiero apocalittico sia una reazione all’incertezza dei tempi. “Stiamo entrando in un periodo della nostra storia in cui non sappiamo cosa ci aspetta“, afferma. È una dichiarazione retorica, vuota e priva di senso, poiché quando abbiamo mai saputo cosa stava per accadere? Le sue tesi, le sue idee sono come quelle di tutti gli altri fanatici applicabili a qualsiasi momento della storia contemporanea o lontana… Alluvioni, guerre, incendi e terremoti arrivano ciclicamente come sostenuto ad esempio da Jared Diamond in Armi, acciaio e malattie.

Un’altra affermazione abbastanza ridicola e priva di senso risulta essere quella di Lauren Boebart quando, intervistata da Fang a Washington, afferma che “ci sono solo due nazioni create per onorare Dio: Israele e gli Stati Uniti d’America” (affermazione che ha inevitabilmente scaturito una forte risata in sala) o quando Ralph Drollinger indica come demoni del mondo contemporaneo “il movimento omosessuale, l’ammissione dei transgender nelle nostre forze armate, la questione dell’aborto“.

Molte teorie dei fanatici all’interno del film possono dunque sembrare ridicole, ma è importante ricordare che sottovalutare un’entità politica solo perché appare eccentrica e facilmente ridicolizzabile non ha portato a buoni risultati negli ultimi anni. Il fanatismo trova conferme ovunque. Ne è un esempio la sequenza dell’incidente in moto di Burd, che rischia di non raggiungere l’evento a cui doveva presenziare a Lebanon. L’incidente non è però visto come un segno divino per impedirgli di andare avanti, anzi, l’uomo sposta l’attenzione sulla sua rapida guarigione che gli permette alla fine di partecipare. Il messaggio di Dio è chiaro: Burd deve andare avanti.

Ciò che è molto più spaventoso è come queste persone influenzino in modo subdolo la geopolitica, specialmente per quanto riguarda Israele, allo scopo di creare le condizioni favorevoli all’Armageddon (che si prevede avverrà su una vasta pianura vicino a Meggido, nel nord del paese). Infine uno degli intervistati più affascinanti di Fang è il pastore televangelista Robert Jeffress, un commentatore regolare su Fox News e leader di una delle più grandi comunità ecclesiali indipendenti della nazione, il quale ci assicura che “la fine del mondo non è motivo di paura”.

Un pensiero quanto meno audace. Tuttavia, per coloro che sono restii all’idea, Praying for Armageddon rappresenta una rivelazione che mette in luce l’entità finora inimmaginabile di un tipo di follia politica che affiderebbe il destino del mondo e dell’umanità a coloro che sembrano desiderare che non ci sia affatto un futuro.

Beverly Hills Cop III: cast, colonna sonora e sequel del film

Beverly Hills Cop III: cast, colonna sonora e sequel del film

La trilogia cinematografica di Beverly Hills Cop è una delle più apprezzate di sempre, in particolare per la sua capacità di mescolare crime e commedia in modo originale e brillante. Con guadagni elevatissimi in tutto il mondo, i film della serie si sono affermati come veri e propri cult, merito soprattutto dell’indomabile protagonista Alex Foley, interpretato dall’attore Eddie Murphy. Il terzo, e ad oggi conclusivo, film, Beverly Hills Cop III – Un piedipiatti a Beverly Hills III, uscito nel 1994 e diretto da John Landis, ha infine rappresentato un punto di svolta nella vicenda, andando a rappresentare una maturazione tanto nei temi quanto nell’approccio dei personaggi.

Per Murphy, infatti, il film doveva segnare un netto distacco rispetto ai precedenti, con il protagonista ormai cresciuto e non più in vena di dar vita a certi siparietti comici. Proprio per tale volontà, realizzare il terzo capitolo fu un’esperienza strana per tutti. Il regista Landis, che aveva già lavorato con Murphy per Una poltrona per due, ha raccontato di aver avuto in più occasioni contrasti con Murphy proprio riguardo al tono che il film avrebbe dovuto avere. Questo e l’assenza di alcune delle caratteristiche dei primi due film resero Beverly Hills Cop III il titolo di minor successo della trilogia.

Eppure, il desiderio di far prevalere l’aspetto crime della vicenda lascia intravedere alcuni aspetti interessanti, che avrebbero forse meritato un maggior sviluppo. Pur con i suoi difetti, il film rappresenta una conclusione piacevole della trilogia, anche se un quarto capitolo sembra essere ad un passo dall’essere realizzato. Prima di intraprendere una visione di questo terzo film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alla sua colonna sonora e al probabile sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Beverly Hills Cop III: la trama del film

Nella terza delle sue avventure, il poliziotto Alex Foley deve fare i conti con l’assassinio del suo storico capo, l’ispettore Douglas Todd. Questi viene infatti ucciso da un misterioso criminale, coinvolto nelle losche operazioni di cui aveva scoperto qualcosa di troppo. Ancora una volta, Foley desidera fare giustizia, e le sue ricerche lo condurranno nuovamente a Los Angeles. Qui incontra il vecchio collega Billy Rosenwood, ora divenuto vicedirettore del comando speciale. I due devono però fare i conti con il pensionamento di Taggart, e ad affiancarli avranno ora un nuovo collega, chiamato Jon Flint. Conducendo delle indagini, questi vengono indirizzati verso il parco divertimenti Wonder World.

Qui Foley riconosce il capo della sicurezza Ellis De Wald come responsabile della morte di Todd. Sfortunatamente, non ha prove per incastrarlo e deve dunque trovare una via alternativa per riuscirvi. Intrufolatosi nel parco, riesce ad esplorare delle attrazioni ancora in fase di progettazione. All’interno di una di esse si imbatte però in una stamperia segreta di banconote false. Foley ha ora le prove che cercava, ma dovrà studiare molto attentamente il suo piano. Il minimo errore rischierebbe di compromettere la missione, la sua vita e anche quella dei suoi colleghi. Per rendere giustizia al suo vecchio capo, dovrà per una volta seguire i consigli di questi e agire come un vero poliziotto. Foley, però, non farà di certo mancare la sua irruenza nel tentare di risolvere il caso.

Beverly Hills Cop III cast

Beverly Hills Cop III: il cast del film

Ad interpretare il celebre poliziotto Alex Foley, come anticipato, vi è nuovamente l’attore Eddie Murphy. Questi, che in quel periodo aveva visto molti dei suoi film andare male al box office, decise di smettere di puntare solo sulla commedia. Per questo motivo insistette per rendere più maturo il suo personaggio. Accanto a lui torna l’attore Judge Reihold, il quale riprende per la terza volta il personaggio di Billy Rosenwood, ora divenuto sergente. Sono poi presenti gli attori Gilbert R. Hill nei panni del capo della polizia Douglas Todd, e Héctor Elizondo in quelli del nuovo collega Jon Flint. Timothy Carhart è il controverso Ellis De Wald, mentre Theresa Randle è Janice, impiegata del parco giochi, di cui Alex si infatuerà. Nel film è inoltre presente un cameo del celebre George Lucas, padre di Star Wars, che compare nei panni di un anonimo signore in cui Alex si imbatté al luna park.

Beverly Hills Cop III: il sequel del film

Un quarto capitolo della serie era stato inizialmente annunciato già in seguito all’uscita del terzo, nella metà degli anni Novanta. Tuttavia, per anni il progetto è finito in un limbo, con innumerevoli tentativi di realizzarlo davvero ma senza che nulla avvenisse davvero. Beverly Hills Cop IV sembrava dunque essere destinato a non vedere mai la sua realizzazione. Nel 2019, tuttavia, Murphy ha annunciato che una nuova sceneggiatura era stata scritta e che le riprese sarebbero iniziate subito dopo la conclusione di quelli di Il principe cerca figlio. Il film, inoltre, sarebbe stato realizzato con il supporto di Netflix, che l’avrebbe poi distribuito tramite la propria piattaforma. A causa della pandemia di Covid-19, tuttavia, il progetto si è fermato e ad oggi non ci sono novità in merito.

Beverly Hills Cop III: la colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Anche il terzo capitolo della trilogia si è naturalmente avvalso di una grande colonna sonora che ne supportasse il ritmo e le scene. Tale soundtrack, in particolare, è composta da brani di genere R&B e Hip Hop, tra cui spiccano The Right Kinda Lover di Patty LaBelle, Luv 4 Dem Gangsta’z di Eazy-E e The Place Where You Belong di Shai. Altri brani sono Mood di Chanté Moore e Axel F di Nile Rodgers e Richard Hamilton. Al momento del suo rilascio, l’album raggiunge la posizione numero 158 della prestigiosa Billboard 200, e negli anni è una colonna sonora che i fan del film ricercano continuamente.

Ad oggi è possibile fruire di Beverly Hills Cop III grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 1 ottobre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

Netflix: tutti i titoli in arrivo ad ottobre sulla piattaforma

Netflix: tutti i titoli in arrivo ad ottobre sulla piattaforma

Netflix arricchisce il suo catalogo per questo mese di ottobre, aprendo ufficialmente la stagione autunnale. Tante le novità, fra queste l’attesissima terza parte di Lupin e Fair Play, thriller erotico con Phoebe Dynevor, e molti ritorni imperdibili e amati dai fan come American Beauty, il franchise di Mission Impossible, The Amazing Spider-Man e Dune. Ma quali sono tutti i prodotti che si potranno fruire sulla piattaforma della N rossa? Scopriamolo insieme con le tutte le uscite del mese.

1 Ottobre

Mission-Impossible-III-cast-location

4 Ottobre

Beckham

  • Beckham (Documentario)
  • Keys to the Heart
  • Sfida per la vetta (Documentario)
  • Super Pumped: La battaglia per Uber: Stagione 1

5 ottobre

Lupin - stagione 3

  • Everything Now
  • Khufiya
  • Lupin: Parte 3
  • Sex Tape – Finiti in rete

6 Ottobre

Fair Play film 2023

9 Ottobre

After film

  • After
  • Blippi
  • Ilhados com a sogra

10 Ottobre

DI4RI Netflix
“Diari” Netflix
  • DI4RI: Stagione 2 Parte 1
  • Ne rimarrà solo 1: gara di improvvisazione tragicomica: Stagione 2

Ottobre 11

Maika Monroe It Follows

  • Big Vape: Ascesa e caduta of Juul (Documentario)
  • It Follows
  • Aiuto sono mia sorella
  • The Pact

12 Ottobre

La caduta della casa degli Usher
EIKE SCHROTER/NETFLIX

13 Ottobre

Spy Kids

  • La conferenza
  • Ijogbon
  • Spy Kids
  • Spy Kids 2: L’isola dei sogni perduti
  • Spy Kids 3: Game Over

14 Ottobre

Tammy

 

  • Tammy
  • The Misfits

16 ottobre

Non succede, ma se succede... film

17 Ottobre

Il Lato Positivo

19 Ottobre

Crypto Boy

  • Bebefinn: Stagione 2
  • Bodies
  • Captain Laserhawk: A Blood Dragon Remix
  • Crashing Eid
  • Crypto Boy
  • Ghost Hunters: Stagioni 8-9
  • Neon

20 Ottobre

Élite cast e personaggi

  • Big Mouth: Stagione 7
  • Creature
  • Disco Inferno
  • Doona!
  • Elite: Stagione 7
  • Flashback
  • Kandasamys: The Baby
  • Old Dads
  • Un paradiso da salvare – Racconti di un ecosistema
  • Vjeran Tomic: Lo Spider-Man di Parigi (Documentario)

24 Ottobre

Minions

  • Altro che caffè: Stagioni 1-4
  • Get Gotti (Documentario)
  • Minions

25 Ottobre

La vita sul nostro pianeta Netflix

  • Absolute Beginners
  • La vita sul nostro pianeta (Documentario)

Ottobre 26

Pluto

27 Ottobre

Sorella Morte (Sister Death)

  • Pain Hustlers – Il business del dolore
  • Sorella Morte
  • Tore
  • Yellow Door: ’90s Lo-fi Film Club

WAKANDA: lo spin-off BLACK PANTHER di Ryan Coogler sarà una serie animata su Disney+?

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Durante il Comic-Con del 2022 a San Diego, i Marvel Studios hanno presentato le sue prossime offerte animate in un panel specificamente dedicato ai prossimi progetti Disney+. Da allora, gli aggiornamenti sono stati pochi e rari, portando i fan a pensare che titoli come Spider-Man: Freshman Year e Marvel Zombies potrebbero essere caduti nel dimenticatoio. Al memento i più ottimisti pensano ancora che la seconda stagione di What If? e X-Men ’97 arriveranno nel 2024, ma oltre a ciò, possiamo solo supporre che il resto rimanga in varie fasi della produzione. The Cosmic Circus  ha recentemente condiviso un aggiornamento dopo aver scavato e portato alla luce una serie di società di produzione fondate dai Marvel Studios.

Questi sono tutti per i prossimi progetti animati, incluso uno chiamato “Maglev Train” che sta lavorando su “Golden City“. Quelli erano precedentemente riservati a quella che si pensava fosse la serie spin-off ambientata a Wakanda del regista di Black Panther Ryan Coogler, ma il progetto live-action sarà ora animato. Questo potrebbe essere stato il piano fin dall’inizio, ovviamente, dato che ci si basata solo ed esclusivamente sulle voci arrivate online, e questa è oggi la voce più recente sul progetto. In merito alla serie si dice che la Dora Milaje sia il punto focale di uno spettacolo che riprenderà dopo gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever e speriamo di avere ragione nel supporre che Coogler utilizzerà uno stile di animazione unico che rende omaggio alle opere d’arte africane.

Altrove, il sito ipotizza che “Great Pumpkin” possa essere un cenno a  Spider-Man: Freshman Year o Marvel Zombies, anche se non sono sicuri a cosa potrebbe fare riferimento “Rock the Bells” trovato nei documenti di Battle Anybody Productions LLC. È qui che le cose si fanno davvero interessanti, però; il sito ritiene che “Mortlach” della Speyside Productions LLC potrebbe essere legato a X-Men ’97, forse indicando che uno spin-off è in lavorazione. Sembra che i Marvel Studios stiano puntando tutto sul seguito di X-Men: La serie animata , quindi potrebbero avere in programma di espandere il franchise (forse, come suggerisce il sito, con uno spettacolo basato sui Morlock, un clan underground). società dei mutanti). Al momento ovviamente si tratta solo di voci, dunque dovremo aspettare una conferma, ma sembra che l’animazione avrà un posto nel MCU in futuro!

Prey 2: un sequel del prequel di Predator è in sviluppo?

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Prey 2: un sequel del prequel di Predator è in sviluppo?

Il prequel Predator di Dan Trachtenberg, nominato agli Emmy, Prey, è arrivato su Hulu (in Italia su Disney+) lo scorso anno e non ha impiegato molto tempo a diventare il titolo più visto sul servizio di streaming HULU fino ad oggi, compresi tutti i debutti di film e serie TV. Il film è stato anche un grande successo di critica, con un impressionante 94% su Rotten Tomatoes. La decisione di Disney/20th Century Studios di far debuttare il film in streaming invece che nelle sale è stata ampiamente criticata, ma è giusto dire che la mossa ha dato i suoi frutti, e ora abbiamo appreso che Prey 2, un sequel è in sviluppo per Hulu.

Non c’è stato alcun annuncio ufficiale, ma World of Reel ha attirato l’attenzione su un elenco di Production Weekly che afferma che Prey 2 è effettivamente in lavorazione. Il primo film si concludeva con la protagonista Naru (Amber Midthunder) che sconfiggeva il quasi inarrestabile cacciatore di alieni (con l’aiuto del suo amico) e tornava alla sua tribù.Tuttavia, l’artwork dei titoli di coda sembrava suggerire che altri Predator sarebbero presto arrivati ​​per vendicare il loro compagno caduto. Ci sono state molte speculazioni sul fatto che un altro film di Prey potrebbe spostare l’azione su una sequenza temporale diversa, ma abbandonare Midthunder come protagonista sarebbe davvero una buona idea dopo che la star di Legion ha dato al franchise uno dei suoi migliori protagonisti? Che dire non resta che aspettare ulteriori sviluppi e magari un annuncio ufficiale su un sequel di Prey. Nell’attesa date un’occhiata a una clip da una delle featurette che saranno incluse nel Blu-ray.

Jason Schwartzman: 10 cose che non sai sull’attore

Jason Schwartzman: 10 cose che non sai sull’attore

Film dopo film, l’attore Jason Schwartzman si è costruito una carriera di tutto rispetto, distinguendosi sempre per scelte coraggiose che lo hanno portato a variare continuamente tra generi, toni e personaggi molto diversi tra loro. Oggi è uno dei più interessanti attori in circolazione, capace di aggiungere sempre qualcosa in più ai propri ruoli, rimanendo impresso nella memoria degli spettatori.

Ecco 10 cose che non sai su Jason Schwartzman.

Jason Schwartzman: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Il debutto sul grande schermo è arrivato per Schwartzman nel 1998, con il film Rushmore, dove recita accanto a Bill Murray. Da quel momento ha poi recitato in noti film come Vita da strega (2005), Marie Antoinette (2006), di Sofia Coppola, Il treno per Dajeeling (2007), con Owen Wilson, Funny People (2009), Scott Pilgrim vs. The World (2010), Moonrise Kingdom (2012), Saving Mr. Banks (2013) e Grand Budapest Hotel (2014), con Ralph Fiennes. Negli ultimi anni ha invece recitato in Big Fish (2014), Il re della Polka (2017), Nessuno di speciale (2020), The French Dispatch (2021), Asteroid City (2023), con Scarlett Johansson e Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente (2023).

2. Ha preso parte a progetti televisivi. Oltre che al cinema, Schwartzman ha avuto modo di recitare anche per il piccolo schermo, comparendo ad esempio in serie come Sabrina, vita da strega (1998), Cracking Up (2004-2006), Bored to Death (2009-2011), Parks and Recreation (2013), Mozart in the Jungle (2014-2016), Wet Hot American Summer: First Day of Camp (2015), Wet Hot American Summer: Ten Years Later (2017) e Fargo (2020).

3. È anche doppiatore e sceneggiatore. Oltre ad aver recitato davanti la macchina da presa, Schwartzman si è in diverse occasioni cimentato anche con il doppiaggio, in particolare per il film Fantastic Mr. Fox (2009), Klaus – I segreti del Natale (2019) e Spider-Man: Across the Spider-Verse (2023), dove dà voce all’antagonista, La Macchia. Ma Schwartzman ha ricoperto ruoli anche diversi da quello dell’attore, ad esempio partecipando alla scrittura delle sceneggiature di Il treno per Darjeeling e Mozart in the Jungle e firmando il soggetto dei film L’isola dei cani e The French Dispatch.

Jason Schwartzman Grand Budapest Hotel

Jason Schwartzman in Rushmore, Grand Budapest Hotel e Asteroid City di Wes Anderson

4. Rushmore ha segnato l’inizio della sua collaborazione con Wes Anderson. Nel 1998 Schwartzman viene scelto per il ruolo del protagonista nel film Rushmore, diretto da Wes Anderson. L’attore ha ricordato di essersi presentato alla sua audizione indossando un blazer da scuola elementare che sfoggiava una toppa Rushmore che aveva realizzato da solo. Anderson rimase colpito dalla sua dedizione e lo scelse per il film. In seguito, i due hanno ad oggi collaborato per altri 6 film e tre cortometraggi, tra cui Hotel Chevalier e Castello Cavalcanti.

5. Ha avuto un piccolo ruolo in Grand Budapest Hotel. Nel film pluripremiato del 2014 di Wes Anderson, Schwartzman interpreta M. Jean, il concierge del Grand Budapest Hotel nel 1968. Si tratta di un ruolo non particolarmente esteso all’interno del film, ma che ha permesso all’attore e al regista di collaborare nuovamente insieme, con Schwartzman che ha potuto così dar vita ad un altro particolarissimo personaggio del cinema di Anderson.

6. Asteroid City lo ha aiutato a riflettere sul proprio passato. In Asteroid City, Schwartzman interpreta Augie Steenbeck, un fotografo di guerra che deve dare la notizia ai suoi figli che la loro madre è morta. Nell’apprendere di tale compito del suo personaggio, Schwartzman si è trovato a fare nuovamente i conti con la propria giovinezza, quando a 13 anni è rimasto orfano di padre. L’attore ha poi dichiarato: “Quando mio padre morì, mia madre disse: “Ricorda, non esiste un modo sbagliato di sentirsi a riguardo”. All’epoca avevo 13 anni e non capivo, ma Asteroid City mi ha aiutato a capire cosa intendesse”.

Jason Schwartzman in Scott Pilgrim vs. The World

7. È stato l’antagonista del film. Nel film Scott Pilgrim vs. The World Schwartzman ha interpretato Gideon Graves, il leader della Lega dei malvagi ex, nonché il principale antagonista della serie, capace di manipolare la mente dei suoi nemici con i suoi poteri. A distanza di oltre dieci anni da quel ruolo, Schwartzman ha confermato che tornerà in quei panni come doppiatore del personaggio per Scott Pilgrim: La serie, nuovo progetto animato per Netflix.

Hunger Games - La ballata dell'usignolo e del serpente

Jason Schwartzman in Hunger Games

8. Reciterà nel film prequel della nota saga. Nell’atteso Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, Schwartzman interpreterà Lucretius “Lucky” Flickerman, il primo conduttore televisivo della decima edizione degli Hunger Games e presunto antenato di Caesar Flickerman, il personaggio interpretato da Stanley Tucci nei film principali della saga, che condurrà le edizioni successive dei Giochi.

Jason Schwartzman e i Phantom Planet: California

9. È stato il batterista del noto gruppo. Prima di intraprendere a pieno regime la carriera d’attore, Schwartzman è stato batterista dei Phantom Planet, gruppo del quale è stato uno dei fondatori e che ha poi lasciato proprio per dare priorità alla recitazione. Prima di tale separazione, però, Schwartzman ha avuto modo di essere il batterista della canzone più famosa del gruppo, California, la quale è poi stata utilizzata come sigla della serie The O.C.

Jason Schwartzman: età e altezza dell’attore

10. Jason Schwartzman è nato il 26 giugno 1980 a Los Angeles, California, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,68 metri.

Fonti: IMDb, IndieWire

Tron: il capo di Disney Animation svela che è in arrivo un film d’animazione su Tron

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Jennifer Lee, direttrice creativa dei Walt Disney Animation Studios, ha in programma di lanciare un film d’animazione su Tron. Parlando con Collider, a Jennifer Lee è stato chiesto se un film d’animazione su Tron potrà mai vedere la luce. Lee ha rivelato che lei e un certo numero di altri direttori dei Walt Disney Animation Studios si incontrano regolarmente per discutere di idee e ha detto che ne parlerà la prossima volta che saranno tutti insieme.

“Prometterò di farlo al mio prossimo pranzo con i registi. Una volta al mese pranzo insieme con tutti i registi e dico: “C’è stata una richiesta”. C’è qualcuno qui che ha sognato che ciò accadesse?’ Siamo guidati dai registi, quindi posso biasimarli, se ciò non accade. No, sto scherzando… lo scriverò e glielo porterò. Ingiustamente non l’ho ancora fatto, quindi lo farò. Lo amo.”

A che punto è il franchise Tron?

Steven Lisberger ha dato vita al franchise di Tron nel 1982 con un film con Jeff Bridges, Bruce Boxleitner e David Warner. Sebbene all’epoca non fosse un grande successo al botteghino, da allora ha sviluppato un seguito che lo ha redo un vero e proprio cult e ha continuato a ispirare diversi videogiochi, fumetti e altro ancora. Un seguito, Tron: Legacy, è arrivato nel 2010 dal regista Joseph Kosinski. Jeff Bridges, e Boxleitner hanno entrambi ripreso i loro ruoli insieme ai nuovi arrivati ​​Garrett Hedlund e Olivia Wilde. Spesso celebrato per la sua colonna sonora composta dai Daft Punk, il film ha incassato 400 milioni di dollari al botteghino mondiale con un budget di 170 milioni di dollari. 

Una serie televisiva animata, Tron: Uspiring, ha debuttato su Disney XD nel 2012. Ambientata tra gli eventi di Tron e Tron: Legacy, la serie è durata 19 episodi e comprendeva performance vocali di Boxleitner, Elijah Wood e Mandy Moore. Un altro film di Tron, Tron: Ares, è attualmente in lavorazione; tuttavia, ha avuto una storia di produzione lunga e travagliata, poiché il progetto è stato inizialmente annunciato nel 2010. Joachim Rønning dirige il film, con protagonisti Jared Leto e Evan Peters. Tron: Ares avrebbe dovuto iniziare la produzione nell’agosto 2023, ma le riprese sono state ritardate a causa dello sciopero SAG-AFTRA in corso.

Star Wars: il film Taika Waititi non è ancora morto!

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Star Wars: il film Taika Waititi non è ancora morto!

Nonostante i rapporti affermino che potrebbe essere stato demolito, sembra che il film Star Wars di Taika Waititi sia ancora in lavorazione. L’insider del settore Jeff Sneider ha parlato del prossimo film di Star Wars di Taika Waititi nell’episodio di oggi di The Hot Mic. Voci recenti sul film affermavano che fosse morto dopo essere stato annunciato per la prima volta nel 2020, spingendo Sneider a rivelare sul podcast che quelle voci non sono vere. L’insider ha notato che dopo aver verificato il film con le sue fonti, ha appreso che è attualmente prevista una bozza della sceneggiatura e ha affermato specificamente che il progetto non è morto.

“L’ho sicuramente verificato”, ha dichiarato Sneider. “Si prevede una bozza. Non è morto.” Guarda l’episodio qui sotto:

Lo scorso luglio, Waititi ha detto che non aveva ancora lavorato molto sul film. Il presidente della Lucasfilm  Kathleen Kennedy ha anche  rivelato all’inizio di quest’anno  che il regista è l’unico autore del progetto, sottolineando che avrebbero realizzato il film “un giorno“. La menzione più recente del film è arrivata da Waititi che scherzava su quanto tempo ci è voluto per finire la sceneggiatura mentre era ai TIFF Tribute Awards all’inizio di questo mese.

Quali altri film di Star Wars stanno per uscire?

Il futuro dei  film di Star Wars  è stato un argomento di conversazione molto caldo negli ultimi tempi. Oltre al film di Waititi, Lucasfilm ha annunciato lo sviluppo di tre film di Star Wars, che include un progetto con il ritorno di Daisy Ridley nei panni di Rey Skywalker. Il film senza titolo di Ridley sarà diretto da Sharmeen Obaid-Chinoy (Ms. Marvel), e si baserà su una sceneggiatura scritta dal creatore di Peaky Blinders Steven Knight. Ambientato 15 anni dopo gli eventi di The Rise of Skywalker, il film seguirà Rey mentre ricostruisce un nuovo Ordine Jedi.

Il secondo film senza titolo è annunciato come un evento crossover, che concluderà storie interconnesse raccontate in The Mandalorian,  The Book of Boba Fett e altri imminenti  spettacoli Disney+. Sarà diretto da Dave Filoni, meglio conosciuto per aver creato i famosi spettacoli animati Star Wars: The Clone Wars e Star Wars Rebels. Entrambe le serie hanno introdotto una serie di personaggi preferiti dai fan, tra cui Ahsoka Tano e Bo Khatan.

Lucasfilm ha anche arruolato il regista di Logan James Mangold per dirigere un film incentrato sull’alba degli Jedi. Sarà ambientato migliaia di anni prima di Una nuova speranza. Oltre ai tre nuovi progetti, i film di Star Wars di Taika Waititi e Rian Johnson sono ancora in fase di sviluppo attivo.

Killers of the Flower Moon: svelate le proiezioni d’incasso negli USA

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Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese è attualmente in corsa per incassare più di 20 milioni di dollari al botteghino durante il primo fine settimana di apertura. Secondo Deadline, si prevede che il film possa guadagnare circa 24 milioni di dollari quando il film uscirà nei cinema di tutti gli Stati Uniti il ​​20 ottobre 2023. Deadline riporta inoltre che il film sta avendo un buon riscontro sul target uomini e donne sopra i 25 anni. Killers of the Flower Moon è costato circa 200 milioni di dollari.

L’ultimo film di Martin Scorsese prima di Killers of the Flower Moon è stato The Irishman, che ha ricevuto solo un’uscita cinematografica limitata dato che era un film Originale Netflix. Ha incassato circa 7 milioni di dollari nelle sale nordamericane e un altro milione di dollari in altri territori. In precedenza, The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese ha incassato 19,4 milioni di dollari al botteghino degli Stati Uniti nel fine settimana di apertura. Alla fine della corsa ha incassato 406,9 milioni di dollari al botteghino mondiale ed è il film di Martin Scorsese con i maggiori incassi, il che significa che Killers of the Flower Moon potrebbe batterlo dato che le proiezioni del fine settimana di apertura sono ancora più alte.

Di cosa parla Killers of the Flower Moon?

Basato sul best-seller di David Grann, è ambientato nell’Oklahoma degli anni ’20 e racconta la storia dell’assassinio di numerosi membri della Osage Nation, una zona ricca di insediamenti petroliferi; una misteriosa serie di crimini brutali che divennero noti come “il regno del terrore di Osage”. Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A Star is BornLeonardo DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche Brendan Fraser e John Lithgow. 

Killers of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio Oscar Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi, William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy, Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.

I Marvel Studios hanno ripreso ad incontrare gli scrittori del film sugli X-Men

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Con lo sciopero della WGA ufficialmente terminato, i Marvel Studios stanno iniziando a incontrare gli scrittori per presentare proposte per un film degli X-Men. Ovviamente oltre ai titoli più attenzionati che vi abbiamo segnalato con la riprese degli sviluppi ci sono anche tutti i vari progetti in seno ai Marvel Studios. Secondo un nuovo rapporto di Deadline, i Marvel Studios organizzeranno incontri con gli scrittori nei prossimi mesi per presentare proposte per l’attesissimo film.Il rapporto afferma tuttavia che “non c’è fretta” per ricoprire il ruolo. La decisione finale su chi scriverà il prossimo film sui mutanti Marvel probabilmente non arriverà prima dell’inizio del 2024.

Anche se ci vorrà ancora un po’ prima che un film degli X-Men arrivi nei cinema, la notizia che la Marvel ha iniziato lo sviluppo del film live-action entusiasmerà sicuramente i fan del franchise che hanno chiesto un nuovo film dopo l’acquisizione della Disney. della 20th Century Fox e della sua libreria nel 2019. L’ universo degli X-Men è stato di gran lunga l’IP Marvel più popolare e redditizio che Fox controllava con sette film e un franchise spin-off di successo di Wolverine che ne ha prodotti altri tre. Dopo la deludente uscita di Dark Phoenix nel 2019, tuttavia, l’IP X-Men aveva bisogno di un restyling.

Cosa può accadere agli X-Men ora che lo sciopero è concluso?

In seguito all’acquisizione della Fox, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha supervisionato il processo di sviluppo, ma non c’è stata alcuna fretta di riavviare il franchise con così tanti altri progetti più avanti nello sviluppo. Detto questo, la Marvel si è divertita con i fan, stuzzicando il fatto che un film sugli X-Men fosse all’orizzonte lasciando indizi nei suoi film e programmi TV – in particolare alla fine della serie Ms. Marvel, dove un personaggio nella scena dei crediti ha eliminato la parola “mutante”. Questa scena sembrava segnalare l’emergere dei mutanti che compongono la squadra degli X-Men.

La Marvel si sta già tuffando nel mondo degli X-Men con un ritorno alla classica serie animata degli anni ’90; l’animazione X-Men ’97 debutterà all’inizio del 2024 su Disney+. Una volta concluso l’accordo tra WGA e AMPTP, si prevede che gli incarichi di scrittura pioveranno e quindi con annunci di ingaggi di sceneggiatori che dovrebbero aumentare nelle prossime settimane. Mentre gli scrittori già assegnati a determinati progetti hanno ripreso in mano la penna, altre aree e soprattutto le produzioni rimarranno bloccate o in sospeso finché lo sciopero SAG-AFTRA non sarà risolto.

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