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Ryan Gosling di nuovo a lavoro con Damien Chazelle, regista di Whiplash

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Il prossimo progetto di Ryan Gosling attualmente in fase di riprese è La la Land, film che lo vede tornare al fianco di Emma Stone, diretto da Damien Chazelle, regista rivelazione di Whiplash. Sembra che la collaborazione trai due sia stat così felici che Chazelle vorrebbe di nuovo Gosling per il suo prossimo progetto, di nuovo ambientato nel mondo della musica.

Si tratta di First Man, biopic di Neil Armstrong, basato sul romanzo biografico di James Hansen intitolato First Man: A Life Of Neil A. Armstrong e adattato per lo schermo da Josh Singer (Spotlight).

Il film si concentrerà sulla storica missione Apollo 11 e vedrà probabilmente Ryan Gosling nei panni dell’astronauta.

Fonte: Deadline

Ryan Gosling contrariato con l’Academy per le mancate nomination agli Oscar di Greta Gerwig e Margot Robbie

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Non c’è Ken senza Barbie“, così ha detto Ryan Gosling in una dichiarazione, dopo l’annuncio delle nomination agli Oscar 2024. Il protagonista maschile di Barbie, che ha ricevuto una nomination come miglior attore non protagonista, si è espressa contro l’Academy per aver ignorato il lavoro di attrice di Margot Robbie e quello di regista di Greta Gerwig.

“Sono estremamente onorato di essere nominato dai miei colleghi insieme ad artisti così straordinari in un anno di così tanti grandi film. E non avrei mai pensato di dirlo, ma sono anche incredibilmente onorato e orgoglioso che sia per aver interpretato una bambola di plastica di nome Ken”, inizia la dichiarazione di Gosling. “Ma non esiste Ken senza Barbie, e non esiste il film ‘Barbie’ senza Greta Gerwig e Margot Robbie, le due persone maggiormente responsabili di questo film storico e celebrato in tutto il mondo”.

Gerwig e Robbie erano due nomi che si davano per scontati alla vigilia di queste nomination, tanto che qualcuno pensava che Robbie avrebbe anche potuto ambire alla vittoria. Entrambe hanno avuto la loro nomination, Margot Robbie per il miglior film, essendo produttrice con la sua LuckyChap, e Greta Gerwig come sceneggiatrice, nella categoria riservata agli script adattati. Tuttavia si immaginavano per loro delle doppie nomination che non sono arrivate, generando lo scontento, tra gli altri, di Ryan Gosling.

“Nessun riconoscimento sarebbe possibile per qualcuno che ha partecipato al film senza il loro talento, la loro grinta e il loro genio. Dire che sono deluso dal fatto che non siano state nominate nelle rispettive categorie sarebbe un eufemismo”, continua Gosling. “Contro ogni previsione, con nient’altro che un paio di bambole senz’anima, poco vestite e, per fortuna, senza genitali, ci hanno fatto ridere, ci hanno spezzato il cuore, hanno smosso la cultura e hanno fatto la storia. Il loro lavoro dovrebbe essere riconosciuto insieme agli altri candidati molto meritevoli. Detto questo, sono così felice per America Ferrera e gli altri incredibili artisti che hanno contribuito con il loro talento a realizzare questo film così innovativo”.

Gosling nomina Ferrera, che ha ottenuto una nomination come migliore attrice non protagonista per la sua interpretazione in Barbie. La commedia ha ottenuto otto nomination in totale, tra cui costumi, scenografia e due canzoni originali (“I’m Just Ken” e “What Was I Made For?”). Per Ryan Gosling è la terza candidatura all’Oscar per l’attore, dopo due precedenti candidature per “Half Nelson” (2006) e “La La Land” (2016).

Il 10 marzo se la vedrà con Sterling K. Brown American FictionRobert De Niro Killers of the Flower Moon, Robert Downey JrOppenheimer e Mark RuffaloPovere Creature.

Ryan Gosling considerato per Sinister Six, ma lui vuole Ghostbusters 3

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Ryan GoslingNon tutti gli attori e i personaggi di Hollywood sono da scansare, anche perché se così fosse, la Sony non potrebbe lavorare con nessun attore famoso. Sta di fatto che, secondo il materiale diffuso in seguito al Sony Hack, pare che uno dei pochi attori a salvarsi sia il buon Ryan Gosling, che la Pascal vorrebbe a tutti i costi per Sinister Six.

Sembra però che le richieste di Gosling siano diverse. L’attore, secondo le e-mail, vorrebbe addirittura un ruolo in Ghostbusters 3, il reboot al femminile che sarà diretto da Paul Feig.

“C’è un ruolo maschile nel film che sta progettando Paul. Quanto sarebbe folle…. Vorrebbe anche Jennifer Lawrence e Emma Stone.” Si legge questo nelle e-mail di Amy Pascal a Hannah Minghella della Columbia.

In altre e-mail si legge che oltre ai Sinistri Sei, Ryan Gosling sarebbe stato considerato anche per Jobs.

Ryan Gosling conferma: sarà in Blade Runner 2

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Anche se era un po’ di tempo che non se ne parlava, il sequel di Blade Runner è sempre vivo e vegeto.

Durante un’intervista per promuovere La Grande Scommessa, Ryan Gosling ha confermato che il progetto procede e soprattutto che lui è coinvolto.

Ho un chip nel mio corpo e se provo a dire qualcos’altro mi farà esplodere“ ha scherzato l’attore.

Per Gosling sarà il uso prossimo progetto, il che vuol dire che non dovrebbe mancare molto all’inizio vero e proprio della produzione.

Harrison Ford ritornerà a essere il detective privato Deckhart, mentre pare che Ryan Gosling sia in trattative per un ruolo. La produzione entrerà nel vivo con le riprese nell’estate del 2016.

Blade Runner 2 sarà diretto da Denis Villeneuve con la direzione della fotografia di Roger Deakins.

Ryan Gosling avrebbe incontrato Kevin Feige per discutere il suo eventuale ingresso nel MCU

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Ryan Gosling era uno dei tanti nomi che si diceva fossero in fila per interpretare il Dottor Destino nel prossimo riavvio dei Fantastici Quattro, e mentre questa ipotesi sembra sfumata, Gosling potrebbe essere in trattative con i Marvel Studios per interpretare un personaggio diverso.

Secondo l’insider Daniel Richtman (tramite Patreon), Gosling ha incontrato Kevin Feige riguardo al potenziale ingresso nel Marvel Cinematic Universe. Non sappiamo se l’attore sia ufficialmente in trattative e Richtman non menziona alcun eroe o cattivo specifico, ma si dice che potrebbero discutere di più di un personaggio.

Questa è ovviamente solo una voce per ora, e Ryan Gosling si è recentemente separato dalla Universal e da Wolf Man di Blumhouse, a cui era legato da oltre tre anni. Questa situazione potrebbe essere una coincidenza, oppure no e c’è una possibilità che Gosling si sia allontanato dal progetto perché la Marvel è venuta a chiamarlo.

Gosling non è sembrato molto entusiasta della prospettiva di interpretare un supereroe o di unirsi al MCU nelle interviste precedenti, anche se ha menzionato Ghost Rider come un personaggio con cui potrebbe essere interessato a cimentarsi in un paio di occasioni.

Ryan Gosling sarà trai protagonisti della stagione dei premi grazie alla sua interpretazione di Ken in Barbie di Greta Gerwig.

Ryan Gosling ‘batte’ Stephen Colbert sul Signore degli Anelli

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Ryan Gosling e Russell Crowe stanno promuovendo The Nice Guys e presto arriveranno al Festival di Cannes. Intanto i due attori stanno facendo il classico giro di talkshow in Usa e hanno fatto tappa da Stephen Colbert, presentatore noto anche per la sua grande passione per Il Signore degli Anelli, e in questa occasione, Ryan Reynolds lo ha messo alla prova proprio su questa sua grande passione.

Ecco il video:

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Guarda il trailer italiano di The Nice Guys

Diretto da Shane Black, il film è un noir ambientato negli anni ’70 con un cast di superstar capitanato da Russell Crowe e Ryan Gosling. Con loro ci sono anche Kim Basinger, Matt Bomer, Keith David, Beau Knapp, Angourie Rice e  Margaret Qualley.

Nella Los Angeles degli anni 70, libertina, stravagante e decisamente trendy, un investigatore privato, Holland March, e un detective senza scrupoli, Jackson Healy, si alleano per risolvere il caso di una ragazza scomparsa e la morte di una porno star che apparentemente non sembrerebbero correlate: scopriranno che un semplice omicidio nasconde il caso del secolo! Il film è prodotto da Joel Silver.

Ryan Golsing non ha ancora permesso alle sue figlie di vedere Barbie

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Ryan Gosling ha spiegato perché non ha ancora permesso alle sue figlie di guardare Barbie. Da quando il film ha fatto il suo debutto nelle sale, Gosling ha ricevuto elogi per la sua carismatica interpretazione di Ken, e non solo, la canzone che interpreta nel film, “I’m Just Ken” scritta da Mark Ronson, è diventata un vero e proprio tormentone, oltre che aggiudicarsi il premio ai Critics Choice Awards 2024.

Parlando con E Online, Ryan Gosling ha rivelato perché non ha permesso alle sue figlie di guardare Barbie. L’attore ha due figlie piccole, di 10 e 8 anni, avute dalla compagna e collega Eva Mendes, che devono ancora vedere Barbie perché Gosling non “sa se dovresti guardare tuo padre nei panni di Ken”. Ecco cosa ha raccontato l’attore:

“Non so se dovresti guardare tuo padre nei panni di Ken. Non so quale sia l’età giusta per vedere tuo padre fare una cosa del genere. Diventa davvero pazzesco. Ne hanno visto piccole parti e sono venute sul set un giorno quando ho fatto un grande numero musicale.” Ma non hanno ancora avuto l’opportunità di vederlo completamente. Magari tra qualche anno sarà Gosling a essere pronto a mostrarsi alle sue bambine nei panni di Ken!

Chi c’era nel film di Barbie?

Barbie è stato diretto da Greta Gerwig da una sceneggiatura scritta insieme a Noah Baumbach. È stato prodotto da Margot Robbie e Tom Ackerly per LuckyChap e da Robbie Brenner di Mattel Films insieme a Josey McNamara e Ynon Kreiz. Durante la sua programmazione nelle sale, il film ha ottenuto un incasso mondiale di oltre 1,4 miliardi di dollari, diventando così il film di maggior incasso del 2023.

Il film è interpretato da Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir, Scott Evans, Kate McKinnon, Ariana Greenblatt, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Issa Rae, Michael Cera, Hari Nef, Will Ferrell, Helen Mirren, Dua Lipa e altri ancora.

Ryan Engle scriverà l’adattamento cinematografico del videogame Rampage

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New Line Cinema ha affidato a Ryan Engle il compito di scrivere l’adattamero per il grande schermo di Rampage, leggendario arcade

Ryan Eggold: 10 cose da sapere sull’attore di New Amsterdam

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Ryan Eggold: 10 cose da sapere sull’attore di New Amsterdam

Ryan Eggold è uno degli attori più brillanti degli ultimi anni e che ultimamente sta avendo un gran successo, sia in America, che nel nostro paese, grazie alla serie tv New Amsterdam. Per arrivare dove è oggi, Eggold ha lavorato davvero sodo e ha fatto una lunga gavetta, costellata da film e serie tv importanti, in cui ha avuto modo di sviluppare i suoi talenti artistici.

Ecco, allora, dieci cose che non sai su Eyan Eggold.

Ryan Eggold: i suoi film e le serie TV

 

1. Ryan Eggold: i film e la carriera. La carriera di Ryan Eggold inizia nel 2006, quando comincia a partecipare ad alcune serie tv, come Related, Brothers & Sister e Veronica Mars, per poi continuare con Febbre d’amore (2007), Jimmy fuori di testa (2007), Dirt (2008) ed Entourage (2007-2008). La sua carriera prosegue tra serie tv, come 90210 (2008-2011) e film come First Dates (2010), I Will Follow You Into the Dark (2012), La scomparsa di Eleanor Rigby (2013), con Jessica Chastain, e Il club delle madri single (2014). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono i film Padri e figlie (2015), Lovesong (2016), BlackKklansman (2018), Mai raramente a volte sempre (2020) e le serie The Blacklist (2013-2018), con James Spader, The Blacklist: Redemption (2017) e New Amsterdam (2018-2019).

2. Non solo attore, ma anche sceneggiatore e regista. Nel corso della sua carriera, Ryan Eggold ha avuto modo di sperimentare diversi ambiti del cinema, tanto da vestire i panni del regista e dello sceneggiatore per il corto Literally, Right Before Aaron (2012). In seguito, nel 2017 questo corto è diventato un lungometraggio, sempre diretto e sceneggiato da lui. Nel 2020 ha invece diretto l’episodio Sabbath della serie New Amsterdam, di cui è anche protagonista.

ryan eggod

Ryan Eggold in New Amsterdam

3. Non pensava che la serie avesse un gran successo. Dal 2018 Eggold è il protagonista delle serie New Amsterdam, dove interpreta il dottor Max Goodwin, un medico eccentrico, carismatico e che spesso tralascia burocrazia e gerarchia per cercare di migliorare l’ospedale e di risolvere problemi sociali. Al momento di assumere tale ruolo, Eggold non era certo che la serie potesse divenire un grande successo. Si stupì dunque molto quando il pubblico mostrò per questa un grande interesse.

4. Trova il suo personaggio interessante in quanto mette se stesso all’ultimo posto. Ryan Eggold ha ammesso di ammirare molto il suo personaggio per il semplice motivo che l’ultima cosa di cui si preoccupa è se stesso: “Max ha una vera attenzione per la gente, e lui vuole sinceramente aiutare gli altri con desiderio. Penso anche che si stia nascondendo un po’ dalla verità spaventosa di avere quello che ha“.

Ryan Eggold è su Instagram

5. Ha un profilo Instagram ufficiale. Come la maggior parte dei suoi colleghi, anche Ryan Eggold ha aperto un proprio account Instagram ufficiale, seguito da circa 216 mila persone. L’attore è abbastanza attivo sul social e condivide molte foto che lo vedono protagonista tra momenti di lavoro e vita quotidiana.

Ryan Eggold in 90210

6. Ha recitato nella celebre serie. Dal 2008 al 2011 Eggold ha ricoperto il ruolo del professor Ryan Matthews nelle prime tre stagioni della seier 90210. Questa è la quarta serie del franchise di Beverly Hills 90210 ed è ambientata all’interno del liceo frequentato dai protagonisti, dove Eggold figura tra il corpo docente.

Ryan Eggold in BlacKkKlansman

7. Da Spike Lee ha imparato a non pensare troppo. Ryan Eggold, che ha fatto parte del cast di BlacKkKlansman, ha rivelato di imparato da Spike Lee di non cercare di rendere perfette le cose. Questo, perché “Spike non farebbe un sacco di riprese. Non farebbe più prove. Lo farebbe prima che tu possa programmarlo troppo, o pensarci, o entrare nella tua testa e dire “Questo è quello che sto per fare” o “Cosa pensi di X,Y e Z?”. Lui lo fa e basta. […] È stata una grande lezione nel non sovra pensare e nel mettersi semplicemente a fare le cose a livello viscerale”.

Ryan Eggold vita privata

Ryan Eggold e suo padre James Frederick Eggold

8. Suo padre è stato molto supportivo. Eggold è nato a Lakewood, in California, figlio di Karen (nata Benik) e James Frederick Eggold, entambi di origini tedesche, crote e austro-ebraiche. Dopo essersi laureato, Ryan ha deciso di intraprendere la carriera come attore e suo padre è stato per lui di gran supporto. L’attore ha infatti in più occasioni ringraziato il padre per averlo aiutato ad affrontare il periodo della sua gavetta, che lo ha portato oggi ad essere un interprete di successo.

Ryan Eggold: la sua vita privata

9. Ryan Eggold è single. Anche se della sua vita privata non si è mai saputo più di tanto, pare che l’attore attualmente sia single. In passato, però, gli sono stati attribuiti diversi flirt, come quello con Megan Boone, sua collega in Blacklist, e con l’attrice Ashley Greene, nota per aver interpretato Alice Cullen nella saga di Twilight.

10. Tiene molto alla sua vita privata. Lo stesso Ryan Eggold ha ammesso di essere un uomo molto all’antica, che preferisce mantenere lo stretto riserbo circa la sua vita privata, soprattutto sentimentale: “Non dico che non gestisco bene l’attenzione, direi più che magari ci inciampo. Non sono molto bravo con questo genere di cose. Sono un uomo di 90 anni sin da quando ne avevo 12. Non sono molto bravo, ma cerco di rimanere coinvolto in qualche modo”.

Fonti: IMDb, Collider, Bustle

Ryan Dorsey, chi è? Curiosità sull’attore di Justified

Ryan Dorsey, chi è? Curiosità sull’attore di Justified

Quello di Hollywood è un universo complesso in cui attori e attrici, interagendo tra loro, determinano il destino gli uni degli altri. Ci sono attori infatti, magari non eccessivamente famosi, che acquistano un po’ di notorietà in più grazie ai loro rispettivi compagni. Tra questi c’è anche Ryan Dorsey, attore principalmente di serie tv, diventato famoso grazie alla sua storia con una delle maggiori interpreti di Glee, Naya Rivera.

Scopriamo quindi tutto quello che c’è da sapere su Ryan Dorsey, sulla sua carriera in tv e sulla sua turbolenta vita privata e sentimentale.

Ryan Dorsey film e serie tv: gli inizi della sua carriera

Nato il 19 luglio del 1983 a Chesapeake, in West Virginia, Stati Uniti, Ryan Keith Dorsey comincia a interessarsi alla recitazione soltanto al liceo. Da sempre appassionato di sport, dopo le scuole medie, Ryan si trasferisce dalla piccola Chesapeake a Charlotte, in North Carolina. Il trasferimento in una città più grande, infatti, avrebbe dato al giovane Dorsey maggiori opportunità di successo. Purtroppo, a causa di un trauma cerebrale subito a causa di un incidente, Ryan è costretto a ritornare in West Virginia e a frequentare la Riverside High School.

Non potendo più praticare il suo tanto amato football a causa del trauma subito, il ragazzo decide di dedicarsi ad attività alternative. E’ in questo periodo infatti che comincia a interessarsi alla recitazione, aderendo al programma teatrale della scuola, gestito da un attore professionista di Hollywood ‘in licenza’.

Dopo il liceo, Ryan decide di iscriversi alla Western Carolina Univerisity con l’intenzione di unirsi poi alla squadra di football della scuola. Tuttavia, soltanto dopo il primo anno, Ryan abbandona la WCU per trasferirsi a New York e iscriversi al NY Conservatoryfor Dramatic Arts. Qui il ragazzo studia recitazione e arti drammatiche e comincia a gettare le basi della sua carriera nel mondo dello spettacolo.

In quegli anni Ryan comincia a partecipare ai primi progetti cinematografici e televisivi. Dopo aver girato alcuni cortometraggi, dal 2013 per Dorsey arrivano i primi ruoli importanti. L’attore ottiene piccoli ruoli in serie tv di successo come Southland (2013), Parks and Recreation (2013), Mob City (2013), You’re The Worst (2014), The Mentalist (2014) e Shameless (2015).

Ryan Dorsey in Justified – L’uomo della legge

Nel 2015, tuttavia, per Ryan Dorsey arriva la prima grande occasione. Quell’anno viene infatti scelto per entrare a far parte del cast della serie Justified – L’umo della Legge, creata da  Graham Yost per il canale della FX. La serie è basata sul personaggio immaginario di Marshal Raylan Givens, protagonista dei romanzi Pronto, A Caro Prezzo (Riding The Rap), Raylan e Fuoco in Buca (Fire in the Hole) di Elmore Leonard.

Il protagonista della serie è Raylan Givens (Timothy Olyphant), un ufficiale degli Stati Uniti dalla condotta decisamente anticonvenzionale. Nonostante faccia parte delle forze armate statunitensi e debba rispettare un certo codice di comportamento, con i suoi modi, Raylan è molto più simile a uno sceriffo del vecchio west.

La sua personalità abrasiva e la sua condotta ai limiti della legalità, lo mettono continuamente nei guai, rendendolo un target per le organizzazioni criminali e non solo. E’ proprio a causa di un diverbio con il suo superiore che Raylan viene riassegnato a Lexington, in Kentucky. Tra i vari distretti sotto la sua giurisdizione c’è anche Harlan County, sua piccola cittadina natale da cui Raylan era ‘fuggito’ quando era ancora molto giovane.

Ryan Dorsey in Justified interpreta il personaggio di Earl Lennon, fratello minore di Carl, nonché nuovo membro dell’impero criminale di Boyd Crowder. Introdotto nella sesta stagione della serie, inizialmente Dorsey avrebbe dovuto girare solo tre episodi che sono poi diventati cinque e infine dieci. La serie, in onda dal 2010 al 2015, conta ben 6 stagioni e 73 episodi e Ryan Dorsey compare in un arco di 10 episodi della sesta stagioni, composta da sole 13 puntate. [fonte: Fandom]

Ryan Dorsey in Blood Father

Dopo l’esaltante esperienza sul set di Justified, la carriera di Ryan prosegue a gonfie vele. Negli anni successivi lo vediamo, sempre in tv, nel cast di serie come Crowded (2016), The Vampire Diaries (2016), Animal Kingdom (2016), The Night Shift (2016) e Pitch 2016). Nel 2016 però si trasferisce brevemente dal piccolo al grande schermo, partecipando alla realizzazione del film Blood Father, diretto da Jean-François Richet e con Mel Gibson.

Il film – presentato al Cannes Film Festival – è tratto dall’omonimo romando di Peter Craig e raccona la storia dell’ex detenuto John Link (Mel Gibson). Ex biker di professione, dopo aver scontato nove anni di carcere per traffico d’armi John adesso è in libertà vigilata. Grazie alla riabilitazione e alle riunioni degli alcolisti anonimi, l’uomo ormai sembra essersi lasciato il suo passato criminale alle spalle. Adesso infatti riga dritto, vive in una roulotte nel deserto dell’Arizona e passa le sue giornate facendo tatuaggi e con Kirby Curtis (William H. Macy), il suo migliore amico. Nonostante adesso viva una vita onesta e tranquilla, John ha un grande rimpianto, ovvero aver abbandonato sua moglie e la sua bambina.

Un giorno però, John riceve una strana telefonata proprio da sua figlia Lydia (Erin Moriarty), ormai diciassettenne, che sembra essere in pericolo. Correndo in suo soccorso, John trova sua figlia visibilmente alterata; la ragazza è ubriaca e molto stanca e finisce con l’addormentarsi in macchina. Frugando tra i suoi effetti personali, John trova una pistola e capisce che Lydia è in guai seri. La ragazza è infatti in fuga, dopo aver sparato il suo ragazzo Jonah (Diego Luna), nipote del padrino del cartello messicano.

Lydia ha pestato i piedi alla persona sbaglia e adesso, per sfuggire agli scagnozzi di Jonah, a padre e figlia non resta che darsi alla fuga.

Ryan Dorsey 2020: i nuovi progetti

Nonostante il successo del film Blood Father, Ryan continua la sua carriera dedicandosi principalmente alla televisione. Negli anni successivi lo vediamo infatti in diverse serie tv di successo come Major Crime (2017), Colony (2017), Nashville (2017), Ray Donovan (2017), Runaways (2018), Bosh (2019), Yellowstone (2019), The I-Land (2019), SWAT (2019) e All Rise (2019).

Anche il 2020 per Ryan Dorsey, nonostante la pandemia da Coronavirus ancora in corso, è stato un anno abbastanza impegnativo dal punto di vista lavorativo. L’attore ha infatti interpretato diversi ruoli in progetti televisivi come Stumptown, The Rookie e Station 19. Inoltre, pare che l’attore sia impegnato anche con le riprese di un nuovo film, stavolta per il grande schermo.

Si tratta da Heavy Doom, un thriller scritto e diretto da Chad Edmund Smith con Ryan Dorsey, Rebecca Forsythe, Dustin Kerns. Del film, fermo ancora in fase di pre-produzione causa pandemia, purtroppo non si conoscono ancora molti dettagli. Il film racconta la storia di due fratelli che, nella notte di Halloween, scoprono un terribile segreto nella loro piccola città, un segreto che li porterà faccia a faccia con qualcosa di mostruoso…

Ryan Dorsey e Naya Rivera: una storia tormentata

Molto conosciuto negli States ma un po’ meno qui da noi in Italia, Ryan Dorsey ha acquisito negli ultimi cinque anni una certa popolarità grazie anche alla sua relazione con Naya Rivera, star della serie Glee.

I due si incontrano presumibilmente tra il 2013 e il 2014. All’epoca Naya era appena uscita da una relazione con il rapper Big Sean e sembra stesse affrontando le conseguenze fisiche e psicologiche di un aborto. Ryan è di grande conforto per Naya e cerca di starle vicino in questo momento assai doloroso. Complici gli amici e le circostanze, i due cominciano a frequentarsi tenendo la loro relazione il più privata possibile.

Dopo qualche tempo, tuttavia, a sorpresa Ryan e Naya decidono di sposarsi. Il loro matrimonio viene celebrato da Cabo San Lucas, in Messino, il 19 luglio del 2014, nel giorno del compleanno di Ryan. Nonostante l’estremo riserbo sulla loro vita privata, i due sembrano andare d’amore e d’accordo. Solo un anno più tardi, infatti, a febbraio del 2015 la coppia annuncia di aspettare un figlio. Il piccolo Josey Hollis nasce il 17 settembre di quell’anno, riempiendo d’amore la vita di entrambi.

Purtroppo però qualcosa sembra rompersi nel loro rapporto e nel novembre del 2016, a sorpresa, Naya chiede il divorzio, senza fornire troppe spiegazioni. I due si separano ufficialmente però quasi un anno più tardi, nell’ottobre del 2017. Ma i veri problemi cominciano qualche settimana dopo. Durante le feste del ringraziamento, Naya Rivera viene arrestata alla polizia per violenza domestica ai danni proprio di Ryan Dorsey, lasciando tutti senza parole.

Secondo quanto riportato da WCHS sembra che a causa di una discussione, Naya abbia attaccato Dorsey, colpendolo alla testa e al labbro. L’attrice, ammanettata e portata in centrale, viene rilasciata poche ore più tardi dietro pagamento di una cauzione da mille dollari. [fonte: WCHSTV]

Leggi anche: Naya Rivera: ritrovato il corpo dell’attrice di Glee

A seguito di quell’episodio, Ryan decide di ritirare le accuse contro Naya e i due, il 14 giugno del 2018, decidono di ufficializzare il loro divorzio e di optare per l’affidamento congiunto di Josey. Tuttavia, due anni più tardi, nel marzo del 2020, gli accordi sull’affidamento vengono modificati. Naya ottiene infatti la custodia esclusiva di Josey senza ovviamente interrompere i rapporto tra padre e figlio.

A mettere un punto alla storia travagliata di Ryan e Naya è purtroppo un tragico avvenimento. A luglio del 2020, Naya Rivera resta uccisa in un terribile incidente. Uscita in barca con il piccolo Josey, l’attrice annega trascinata dalle correnti del lago Piru, in California. Il suo corpo, scomparso tra i flutti, viene ritrovato senza vita solo una settimana più tardi. A seguito quindi di questa tragedia, la custodia di Josey viene assegnata al padre.

La morte di Naya Rivera è stata uno shock per la sua famiglia, per i suoi amici e anche per i suoi fan. Anche per Ryan, nonostante il divorzio, è stato difficile accettare la scomparsa della madre di suo figlio. Eppure, c’è chi ha accusato l’attore di essere già passato oltre la morte di Naya. Negli ultimi mesi, infatti, sono girate voci su di una possibile relazione tra Ryan Dorsey e Nickayla Rivera, sorella della defunta Naya.

Le voci sono state ovviamente smentite a gran voce da Dorsey che ha escluso ogni tipo di coinvolgimento sentimentale con l’ex cognata. Ryan ha infatti spiegato che Nickayla si è trasferita a casa sua per aiutarlo a prendersi cura di Josey, ancora piccolo e traumatizzato dalla morte della madre. Josey ha solo cinque anni ed è stato l’ultimo a vedere Naya prima che la corrente del lago la portasse via. [fonte: Tio]

Ryan Dorsey su Instagram

Per saperne di più sulla vita privata e professionale di Ryan Dorsey, vi consigliamo di seguire il suo account Instagram ufficiale.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom, WCHSTV, Tio

Ryan Coogler: 10 cose che non sai sul regista

Ryan Coogler: 10 cose che non sai sul regista

Tra i più promettenti registi degli ultimi anni vi è Ryan Coogler, che in breve ha portato al cinema lungometraggi che hanno riscontrato ottimi apprezzamenti di critica e pubblico. Coogler ha però dimostrato di non volersi fermare alla regia, ricoprendo anche altri ruoli all’interno dell’industria e costruendosi così un solido status. Ecco 10 cose che non sai di Ryan Coogler.

Parte delle cose che non sai sul regista

Ryan Coogler Instagram

Ryan Coogler: i suoi film

10. Si è affermato come regista e sceneggiatore. Coogler debutta alla regia nel 2013 con il film Prossima fermata Fruitvale Station, da lui anche scritto, e con protagonista l’attore Michael B. Jordan. Dopo il successo ottenuto grazie al primo film, gli viene assegnato il film Creed – Nato per combattere (2015), spin-off della saga di Rocky Balboa con protagonista Sylvester Stallone. Nel 2018 Coogler raggiunge notorietà mondiale con il film Marvel Black Panther, dove dirige gli attori Chadwick Boseman, Lupita Nyong’o, Daniel Kaluuya e Andy Serkis.

9. È anche produttore. Grazie alla popolarità raggiunta, Coogler ha avuto occasione di ricoprire anche il ruolo di produttori per diversi progetti. Tra questi si annoverano il film Creed II (2018), sequel del film da lui diretto, e i lungometraggi di prossima uscita Space Jam 2 (2021), Bitter Root, e Wrong Answer.

8. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Con il suo primo film, presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, Coogler ha vinto il premio “Avenir”, assegnato alle promesse del cinema. Con la stessa pellicola avrebbe poi vinto l’Indipendent Spirit Awards come miglior film di debutto. Ulteriore grande prestigio arriva grazie a Black Panther, con il quale riceve la nomination come miglior sceneggiatura non originale ai Writers Guild Award. Questo avrebbe poi ricevuto la nomination come miglior film ai Premi Oscar, divenendo il primo film di supereroi a ricevere tale riconoscimento.

Ryan Coogler non è su Instagram

7. Non ha un account personale. Il giovane regista ha in diverse occasioni di non apprezzare particolarmente i social network, e di non possedere pertanto un account sul social network Instagram. Così facendo, Coogler ha modo di mantenere quel velo di riservatezza sulla propria vita privata, evitando il clamore dei media.

Ryan Coogler: chi è sua moglie

6. È sposato. Nel 2016 il regista ha sposato la sua compagna di lunga data, Zinzi Evans, di cui si hanno poche notizie per via della riservatezza mantenuta dai due. Tra i pochi annunci pubblici fatti da Coogler riguardanti la propria vita privata vi è però quello secondo cui desidera avere quanto prima una figlia con la donna amata.

Parte delle cose che non sai sul regista

Ryan Coogler Black Panther

Ryan Coogler dirige Black Panther

5. Ha lavorato con esperti per costruire l’ambientazione del film. Per dar vita al Wakanda, la fittizia nazione africana dove si svolge gran parte del film, il regista si è avvalso della collaborazione di alcuni esperti di storia africana al fine di poter dar vita ad una mitologia e una cultura coerenti con quelle del vasto continente.

4. Ha insistito per avere determinati collaboratori. Nell’accettare di dirigere il film Marvel, Coogler ha richiesto di poter portare all’interno del progetto i suoi abituali collaboratori, dal direttore della fotografia allo scenografo e fino al compositore delle musiche. Ciò secondo lui gli avrebbe permesso di poter dare al film il proprio personale look, facendolo differenziare dagli altri prodotti Marvel.

3. Avrebbe voluto un villain diverso. Durante la fase di scrittura, Coogler espresse il desiderio di poter inserire nel film il personaggio di Kraven il cacciatore. Questi è un noto villain Marvel, celebre per essersi scontrato prevalentemente contro Spider-Man. Il suo desiderio non poté tuttavia essere esaudito, poiché i diritti del personaggio appartengono alla Sony, che non ne avrebbe concesso l’utilizzo.

Ryan Coogler: il suo patrimonio

2. Il suo patrimonio è notevolmente cresciuto. Con tre film diretti nell’arco di sette anni, e diverse produzioni all’attivo, Coogler vanta oggi un patrimonio stimato di circa 10 milioni di dollari. Tale cifra è destinata a crescere ancora nel corso degli anni, dati anche i grandi progetti in cantiere nel suo futuro di regista, tra cui l’atteso sequel di Black Panther.

Ryan Coogler: età e altezza

1. Ryan Coogler è nato a Oakland, California, Stati Uniti, il 23 maggio 1986. Il regista è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

Ryan Coogler, regista di Black Panther, scambiato per un rapinatore e arrestato

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Il regista di Black Panther, Ryan Coogler, è stato ingiustamente arrestato dalla polizia dopo che un tentativo di prelievo dal suo conto era stato scambiato per una tentata rapina in banca. Il celebre regista è ad Atlanta per lavorare al sequel del successo della Marvel, Black Panther: Wakanda Forever.

Variety riporta che nel gennaio di quest’anno, il regista di Black Panther è entrato in una sede della Bank of America di Atlanta e ha richiesto un prelievo di $ 12.000 tramite una nota scritta a mano, che richiedeva anche che il cassiere usasse discrezione nel contare i soldi, secondo un presunta lettera riportata da TMZ. Questa richiesta ha innescato un allarme, l’impiegata della Bank of America ha informato il suo superiore e insieme hanno chiamato la polizia per fermare Coogler. Due persone che stavano aspettando il regista fuori dalla banca sono state arrestate dalle autorità e lo stesso Coogler è stato portato fuori dalla struttura in manette. Un portavoce della Bank of America ha commentato l’errore, dicendo che si sono scusati con Coogler, ma la polizia di Atlanta non ha ancora commentato. Secondo TMZ, Ryan Coogler ha affermato che la cosa non sarebbe mai dovuta succedere, che è un fatto grave, ma che la Bank of America ha chiesto scusa e ha affrontato la situazione con professionalità.

Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Ryan Coogler spiega perché ha accettato Black Panther 2 nonostante la morte di Boseman

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Il mondo è rimasto letteralmente sconvolto quando, lo scorso agosto, è arrivata la notizia della tragica scomparsa di Chadwick Boseman. L’attore stava combattendo una lunga battaglia contro il cancro e coloro che lo conoscevano di persona hanno dovuto fare i conti non soltanto con la perdita di un illustre collega ma anche di un carissimo amico.

Per molto tempo c’è stata parecchia incertezza in merito al futuro del franchise di Black Panther, fino a quando il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige non ha ufficializzato il sequel, confermando che Boseman non sarebbe né stato ricreato in CGI né sostituito da un altro attore. All’epoca della morte dell’interprete di T’Challa, il regista Ryan Coogler aveva già terminato la sceneggiatura, che ha dovuto poi riscrivere dal momento che il personaggio del Re di Wakanda non sarà più al centro della storia.

Ora, in una recente intervista con The Hollywood Reporter, è stato proprio Coogler ha spiegare perché ha deciso di rimanere a bordo del progetto Marvel nonostante la dipartita di Boseman. “È difficile, ma devi comunque andare avanti quando perdi una persona a te cara. So che Chad non avrebbe voluto che ci fermassimo. Era una persona che aveva molto a cuore il concetto di collettività. E per lui, Black Panther era quello. È entrato a far parte del progetto prima di chiunque altro… prima che venissi assunto io, prima che venisse assunto qualsiasi altro attore.”

“Sul set del film, anche se stava passando quello che stava passando, era comunque a disposizione di tutti”, ha continuato Coogler. “Aveva tutto sotto controllo. Voleva assicurarsi che le cose andassero bene e che tutti si sentissero a loro agio. Anche se non fosse stato il protagonista del film, sarebbe comunque rimasto a bordo del progetto… chissà, forse per aiutare gli altri attori con le loro interpretazioni o con le loro battute. Quindi non avrei mai potuto decidere di non dirigere il sequel. Me lo immagino mentre mi urla contro: ‘Cosa stai facendo?’. Quindi si va avanti.”

Black Panther 2 arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

Ryan Coogler e Michael B. Jordan tornano a collaborare per un film di genere

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L’attore Michael B. Jordan e il regista Ryan Coogler torneranno a collaborare nuovamente per un film di genere originale ancora avvolto nel mistero. Il progetto, come riportato da Variety, segna la prima sceneggiatura di Coogler attraverso la sua società di produzione, Proximity Media e lo riunirà con Jordan per la quinta volta, dato che l’attore è apparso in tutti i film del regista, da Prossima fermata: Fruitvale Station a Creed – Nato per combattere e fino a Black Panther e Black Panther: Wakanda Forever.

Il primo di questi, presentato al Sundance Film Festival del 2013 con il plauso della critica, ha posto entrambi nei radar di Hollywood, mentre con Creed, spinoff del franchise di Rockysi sono ulteriormente affermanti entrambi. Sebbene Coogler si sia poi allontanato dalla direzione della serie, Jordan ha recitato in altri due film, assumendo la regia del terzo. Nel frattempo, Coogler è entrato a far parte della famiglia Marvel, dirigendo Black Panther, con Michael B. Jordan che ha lì interpretato l’antagonista Erik Killmonger nel primo film e che è tornato per un cameo nel sequel del 2022 Wakanda Forever.

I quattro film di Ryan Coogler hanno guadagnato complessivamente più di 2,4 miliardi di dollari al box office mondiale e c’è dunque molta curiosità riguardo questo suo quinto film da regista, il primo lontano dai Marvel Studios. Si tratterà anche del primo lungometraggio originale di Coogler dopo il suo film esordio e sarà interessante scoprire a quale genere il regista deciderà di dedicarsi dopo il dramma, il film sportivo e i cinecomic d’azione. Non resta dunque che attendere maggiori dettagli riguardo questo misterioso progetto.

Ryan Coogler dirigerà Black Panther 3, ma la Marvel lo vuole anche per X-Men?

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Ryan Coogler, già regista di Black Panther e Black Panther: Wakanda Forever, ha sempre detto che sarebbe più che felice di rimanere a bordo del franchise e tornare alla guida di un terzo film, e una nuova voce ora sostiene che abbia firmato per fare proprio quel progetto.

Tuttavia, i Marvel Studios potrebbero tenere d’occhio il regista per un altro prossimo progetto MCU! Secondo MyTimeToShineHello, lo studio vuole che Ryan Coogler prenda il timone del previsto riavvio di X-Men. Sembra che anche il regista di Mufasa: Il Re Leone, Barry Jenkins, potrebbe essere nel radar della Marvel.

Per quanto riguarda gli X-Men, si prevede che presto verrà annunciato uno sceneggiatore e non avremmo problemi a credere che Kevin Feige e co. vorrebbero che un regista del calibro di Coogler riportasse gli eroi mutanti sul grande schermo, anche se la volontà di Feige non corrisponde per forza con la disponibilità di Coogler a dirigere quel film.

Ryan Coogler sta attualmente girando il suo film sui vampiri senza titolo con Michael B. Jordan, e sta anche producendo una serie di progetti Disney+ MCU, oltre a occuparsi del riavvio di X-Files. Se ha effettivamente firmato per dirigere Black Panther 3, potrebbe pensarci due volte prima di aggiungere un altro enorme franchise al suo carico di lavoro.

Ruth Wilson nel film Walk Among The Tombstones

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Lasciati i fastosi abiti d’epoca del nuovo adattamento di Anna Karenina diretto da Joe Wright e le atmosfere cupe della serie tv Luther, Ruth Wilson è ora impiegata negli oscuri meandri del nuovo progetto di Scott Frank dal titolo Walk Among The Tombstones, adattamento del regista dal romanzo di Lawrence Block. In questi giorni è stato definito il cast che include Dan Stevens al fianco del protagonista Liam Neeson.

La storia tratta di un ex ufficiale NYPD impegnato come investigatore privato al servizio di un trafficante di droga a cui è stata rapita la moglie e che si ritrova ben presto al centro di una faida tra bande rivali. In attesa di vedere il ritorno della Wilson nei panni della psicopatica Alice di Luther, avremo l’opportunità di ammirarla in due nuovi lungometraggi prodotti dalla Disney; The Lone Ranger e un nuovo adattamento inedito e fantasioso di Mary Poppins dal titolo Saving Mr Banks.

Fonte: empire

Ruth Negga: 10 cose che non sai sull’attrice

Ruth Negga: 10 cose che non sai sull’attrice

L’attirce Ruth Negga si è fatta notare negli anni prendendo parte ad alcuni film di successo, alcuni anche vincitori di Oscar. La stessa Negga ha poi ricevuto una nomination come miglior attrice per il film Loving, che ne ha consacrato il talento. Da quel momento la carriera dell’attrice ha conosciuto nuova vita, tanto al cinema quanto in televisione.

Ecco 10 cose che non sai di Ruth Negga.

Ruth Negga film

1. Ha recitato in film di successo. La carriera cinematografica dell’attrice ha inizio nel 2004 con il film Capital Letter. Successivamente prende parte a Breakfast on Pluto (2005), Isolation – La fattoria del terrore (2005), Corduroy (2009), Bleach (2010), Fury (2012) e World War Z (2013), dove recita in entrambi i casi accanto a Brad Pitt, 12 anni schiavo (2013), dove recita invece insieme a Chiwetel Ejiofor, Jimi: All Is by My Side (2014), Warcraft – L’inizio (2016), Loving (2016) e Ad Astra (2019).

2. Lavora anche in televisione. L’attrice è apparsa anche in numerose serie televisive, recitando in Criminal Justice (2008), Personal Affairs (2009), Five Daughters (2010), Misfits (2010), The Nativity (2010), Love/Hate (2010-2011), ed ottenendo ruoli di rilievo anche in Agents of S.H.I.E.L.D. (2013-2018) e Preacher (2016-2019).

Ruth Negga Instagram

3. Non è presente sul social network. L’attrice non possiede un proprio profilo su Instagram, preferendo mantenere lontana dai social network la propria vita. Esistono tuttavia alcune fan page dove è possibile trovare foto dell’attrice o aggiornamenti sui propri progetti futuri.

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Ruth Negga Dominic Cooper

4. Era fidanzata con l’attore. La Negga ha conosciuto l’attore Dominic Cooper quando recitò al suo fianco nello spettacolo teatrale Phèdre, nel 2010. I due hanno convissuto a lungo, recitando poi nuovamente insieme nella serie Preacher e nel film Warcraft. Dopo otto anni, nel 2018, la coppia annuncia di essersi separata.

Ruth Negga pronuncia

5. Il suo cognome viene spesso pronunciato male. Ci sono tanti attori costretti a combattere con le pronuncie errate dei propri nomi o cognomi. Una di queste è proprio Ruth Negga. L’attrice ha più volte spiegato che il suo nome si pronuncia “rooth” e il cognome invece come “nay-guh”, togliendo così ogni dubbio a riguardo.

Ruth Negga Misfits

6. La serie l’ha resa celebre. Nonostante fosse attiva già da qualche anno nel mondo dello spettacolo, è stata la serie Misfits nel 2010 a regalare una buona popolarità all’attrice. Pur comparendo soltanto nella seconda stagione interpretando Nikki, l’attrice ha saputo farsi notare caratterizzando il suo personaggio a tal punto da rubare spesso la scena agli stessi protagonisti.

Ruth Negga Agents of S.H.I.E.L.D.

 7. Ha avuto un ruolo ricorrente. Nella serie targata Marvel l’attrice ha ricoperto il ruolo di Raina, comparendo in ben 18 episodi. Il suo personaggio è diventato così influente all’interno della narrazione che un episodio è stato rinominato in suo onore: Girl in the Flower Dress, per via dell’abitudine del personaggio di portare sempre vestiti a fiori.

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Ruth Negga Ad Astra

8. Il regista l’ha fortemente voluta per un ruolo. James Gray, regista di Ad Astra ha chiesto all’attrice di ricoprire un ruolo nel film dopo averla vista recitare in Loving, rimanendone sbalordito. Secondo Gray, l’attrice è dotata di un’anima estremamente passionale, che si riflette nei personaggi da lei interpretati. Pur avendo un piccolo ruolo, l’attrice è stata infatti in grado di rendersi importante nel film.

Ruth Negga Venezia

9. Ha partecipato all’ultima edizione del Festival. L’attrice era presente al Festival di Venezia per presentare il film Ad Astra. Si è fatta notare anche nel momento della sfilata sul red carpet, indossando un abito floreale firmato Louis Vuitton, indicato come uno dei più eleganti e raffinati visti quest’anno.

Ruth Negga età e altezza

10. Ruth Negga è nata ad Addis Ababa, in Etiopia, il 7 gennaio 1982. L’altezza complessiva dell’attrice è di 160 centimetri.

Fonte: IMDb

Ruth & Alex – L’amore cerca casa: recensione del film con

Ruth & Alex – L’amore cerca casa: recensione del film con

Arriva al cinema Ruth & Alex – L’amore cerca casa, il nuovo film di Richard Loncraine con protagonisti nel cast Morgan Freeman e Diane Keaton.

In Ruth & Alex – L’amore cerca casa dopo oltre 40 di vita a New York il pittore Alex Carven e la moglie Ruth decidono, a causa dell’età e della mancanza di un ascensore condominale, di mettere in vendita il loro appartamento, confidando nell’aumento del costo degli immobili in un quartiere diventato nel corso degli anni molto alla moda. Grazie all’aiuto dell’iperattiva nipote e agente immobiliare Lily, nel mentre che la città è in subbuglio a causa di un presunto attacco terroristico, i due anziani sposi iniziano una serie di roccambolesche trattative con un grottesco gruppo di acquirenti, accorgendosi ben presto che quell’appartamento impregnato di ricordi forse vale qualcosa di più di qualche faticosa rampa di scale. I luoghi hanno il potere di assorbire come una spugna le memorie e le emozioni di coloro che li abitano, diventando nel frattempo una vera fotografia vivente e dinamica dello scorrere del tempo in cui gli uomini possono riconoscersi e rivivere la propria storia personale. Dunque non c’è da stupirsi se un uomo di tarda età come Alex, il quale ha consacrato la propria vita all’arte e ai ricordi non sia poi così convinto di questo grande passo.

Attraverso i toni leggeri e pacati della più tipica delle commedie americane e con un pizzico di introspezione psicologica, Ruth & Alex – L’amore cerca casa dimostra la sapiente capacità di Richard Loncraine nel tessere le fila di una storia semplice e lineare ma dal grande valore emozionale, una storia di vecchiaia e di memoria in cui la frenesia della vita contemporanea, rappresentata dalla giungla delle offerte del mercato immobiliare e dalla fauna umana delle orde di acquirenti, si fonde mirabilmente con lo spessore della memoria evocata dal luogo più intimo; la propria casa. Il titolo originale (5 rampe di scale) rimanda metaforicamente non solo alle fatiche della vita ma a un sotteso sistema metaforico di salite e discese che caratterizzano la vita di due persone che hanno saputo volersi bene dinnanzi a ogni difficoltà.

Morgan Freeman dimostra ancora una volta uno spessore interpretativo di rara bellezza nel dipingere le sembianze di un artista che deve ormai confrontarsi con l’inattualità e l’inappetibilità commerciale del suo lavoro, al pari di Diane Keaton che nelle vesti della genuina Ruth sa perfettamente rendere l’immagine di una donna che ha dovuto lottare per tutta la vita difendendo l’amore per il proprio uomo.

Attraverso una serie di rimandi intertestuali alla difficoltà e ai pregiudizi dell’esistenza, coagulati nella sub-trama di fondo che vede la caccia a un presunto terrorista di cui nulla si sa con certezza, il film usa alcune suggestioni nevrotiche tipiche dello stile di Woody Allen (rappresentante in primis dalla bravissima Cynthia Nixon alias Lily) e della commedia sentimentale di Rob Reiner per portare lo spettatore in un piacevole e spensierato viaggio ricco di riflessioni e di emozioni sincere, tutte polarizzate verso la sacrosanta verità secondo la quale “il miglior nido è casa propria”.

Rutger Hauer: morto a 75 anni il Roy Batty di Blade Runner

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Rutger Hauer, il versatile attore olandese reso famoso da Blade Runner nel 1982, è morto lo scorso 19 luglio in Olanda, nella sua casa. Aveva 75 anni. L’agente di Hauer, Steve Kenis, ha confermato la notizia e ha detto che il funerale di Hauer si è tenuto oggi, mercoledì.

La sua performance più amata è stata quella di Roy Batty, il replicante che non voleva morire, dopo aver visto, nella sua breve e folgorante vita, “cose che noi umani non possiamo neanche immaginare”. Nel film era l’antagonista di Harrison Ford e del suo Deckard, ma in molti lo considerano il vero eroe, la macchina che vuole ribellarsi al suo creatore e rifiuta di adempiere al suo triste destino.

Ma la sua carriera è stata lunga e ricca di ruoli, Verhoeven, Olmi, Noyce, in moltissimi si sono avvalsi della sua presenza scenica e del suo carisma. Per il grande pubblico, oltre a Blade Runner, è noto principalmente per LadyHawke, il film fantasy di Richard Donner in cui interpretò Etienne Navarre, condannato a non poter vivere il suo amore con la bella Isabeau, a causa di una maledizione.

Di recente ha recitato anche in Valerian e la città dei mille pianeti per Luc Besson. La sua ultima apparizione cinematografica è quella in I fratelli Sisters, di Jacques Audiard, del 2018.

Vi lasciamo con il più vivido ricordo che ha regalato alla storia del cinema:

Fonte: Variety

Rutger Hauer incontra i Fan Italiani per il 30° anniversario di Blade Runner!

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In occasione del 30° anniversario del rivoluzionario film di Ridley Scott, Blade Runner, il protagonista della pellicola cult Rutger Hauer sarà ospite in Italia per presentare il Cofanetto

Rutger Hauer in Dracula 3D

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Dall’European Film Market del festival di Berlino, arriva la notizia che vorrebbe Rutger Hauer partecipare al prossimo Dracula 3D diretto da Dario Argento. Lo riferisce la Film Export Group di Roberto Di Girolamo, che produrrà il film, aggiungendo che Hauer interpreterà il suo conterraneo stokeriano, il prof. Van Helsing.

Rustin: la storia vera dietro al film Netflix

Rustin: la storia vera dietro al film Netflix

Nel corso degli anni sono stati realizzati diversi film basati sulle vere vite di attivisti dei movimenti per i diritti civili degli afroamericani. Dal Malcolm X di Spike Lee passando per Selma – La strada per la libertà, incentrato su Martin Luther King e fino a Judas and the Black Messiah, dedicato a Fred Hampton. Ora, Netflix ha distribuito sulla propria piattaforma il biopic dedicato ad uno dei più ingiustamente dimenticati di quel gruppo di attivisti che nel corso degli anni Sessanta contribuì a cambiare il volto degli Stati Uniti: Bayard Rustin. Su di lui si concentra dunque il film Rustin, diretto dal regista George C. Wolfe, regista anche di Ma Rainey’s Black Bottom.

Il film, scritto da Julian Breece e Dustin Lance Black, si concentra dunque sul riportare alla luce questa personalità troppo spesso dimenticata, dimostrando la sua vitale importanza all’interno del movimento per i diritti civili attivo negli anni Sessanta. In particolare, ci si concentra sul rapporto di Rustin con lo stesso Luther King, ma anche nelle sue problematiche personali e sull’organizzazione dell’evento che dimostrò il suo indiscutibile valore nella lotta per i diritti degli afroamericani. Rustin è dunque un film che permette di riscoprire tutto ciò, oltre a proporre una storia nota ma da un punto di vista diverso.

Per gli appassionati di quel periodo storico e di biopic su personalità di questo tipo, si tratta allora di un titolo da non perdere, molto apprezzato dalla critica e dal pubblico. Il merito è anche di ottime interpretazioni, a partire da quella del protagonista. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le procedure da seguire per poter vedere Rustin in streaming su Netflix.

La trama e il cast di Rustin

Il film ha per protagonista Bayard Rustin, attivista afroamericano per i diritti civili e omosessuale dichiarato, che per tutta la sua vita ha dovuto lottare contro le tante forme di discriminazione nei suoi confronti. Nonostante ciò, Rustin continua a lottare per ciò in cui crede ed ispirato da Martin Luther King decide di partecipare attivamente all’organizzazione della marcia su Washington prevista per il 28 agosto del 1963. Prima di quel momento, tuttavia, Rustin si troverà a scontrarsi più che mai con il razzismo ma anche contro i propri compagni del movimento, i quali preferirebbero tenerlo in ombra.

Ad interpretare Bayard Rustin vi è l’attore Colman Domingo, il quale aveva già recitato in un film incentrato sulla marcia su Washington. Si tratta di Selma – La strada per la libertà, dove però egli interpretava Ralph Abernathy mentre Rustin era interpretato da Ruben Santiago-Hudson. In Rustin recitano poi anche Chris Rock nel ruolo di Roy Wilkins, Glynn Turman in quelli di A. Philip Randolph e Aml Ameen nel ruolo di Martin Luther King Jr. CCH Pounder interpreta Anna Arnold Hedgeman, Michael Potts è Cleveland Robinson e Jeffrey Wright veste i panni di Adam Clayton Powell Jr. Infine, Audra McDonald è Ella Baker e Da’Vine Joy Randolph è Mahalia Jackson.

Rustin Netflix

Rustin: la storia vera dietro il film

Nato nel 1912, nel dopoguerra Rustin iniziò a svolgere un ruolo attivo nel movimento contro le cosiddette leggi Jim Crow per mettere fine alla segregazione razziale ed alla discriminazione degli afroamericani negli Stati Uniti, sostenendo il metodo della disobbedienza civile e la necessità di una cooperazione tra “bianchi” e “neri” nella risoluzione della questione razziale. Nel 1953, tuttvia, Rustin fu arrestato per omosessualità, all’epoca reato in numerosi stati degli Stati Uniti. L’attivista non nascose mai il proprio orientamento sessuale, anche se questo fu poi utilizzato contro di lui dai suoi detrattori, che lo tennero così dietro le quinte del movimento senza mai diventarne portavoce.

Ciò non impedì però a Rustin di diventare uno tra i principali organizzatori del movimento per i diritti civili promuovendo e gestendo l’organizzazione della famosa Marcia su Washington per il lavoro e la libertà. Questa, con oltre duecentomila persone pertecipanti, segnò la svolta del movimento. Proprio in occasione della marcia, Martin Luther King (che proprio da Rustin fu “istruito” agli inizi della sua carriera al metodo della nonviolenza) pronunciò il famoso discorso “I have a dream“. Dopo l’approvazione del Civil Rights Act del 1964 che mise fine alla segregazione legale degli afroamericani, Rustin focalizzò la sua attenzione sui problemi economici e occupazionali della comunità afroamericana.

Egli sostenne la necessità, per il movimento per i diritti civili, di passare dalla semplice “protesta” alla “politica” adottando un approccio più pragmatico e costruendo per questo un’alleanza con il movimento operaio. Decisosi ad entrare in politica, nel 1964 Rustin assunse la leadership del Philip Randolph Institute promuovendo la sindacalizzazione degli afro-americani, per poi, negli anni settanta, divenire segretario del Partito Socialista Americano. Partecipò poi a numerose missioni umanitarie, impegnandosi in particolar modo sul tema dei rifugiati e dei campi profughi in Cambogia e Vietnam, ma anche sul tema dei diritti delle comunità LGBT. Morì poi nel 1987, all’età di 75 anni.

Il trailer di Rustin e come vedere il film in streaming su Netflix

È possibile fruire di Rustin unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nella piattaforma.

Rustin, recensione del film Netflix diretto da George C. Wolfe

Rustin, recensione del film Netflix diretto da George C. Wolfe

Rustin, il biopic diretto da George C. Wolfe e dedicato all’attivista nero che diventò la “mente” dietro la storica marcia su Washington del 1963, deve essere quasi necessariamente valutato adoperando due metodi di giudizio separati, ovvero quello specifico volto alla critica del film nella sua riuscita estetica e quello che invece lo inserisce in un discorso e un contesto cinematgorafico maggiormente ampi.

Rustin, la trama

Partendo dalla valutazione prettamente rivolta a Rustin, bisogna scrivere che pur rappresentando un evidente passo indietro rispetto al più viscerale Ma Rainey’s Black Bottom – in quel caso molto probabilmente contava il fatto di appoggiarsi sul testo di un grande autore quale era August Wilson – questo nuovo lungometraggio di Wolfe non possiede alcun evidente difetto che ne mina la riuscita in maniera perentoria. Ogni elemento del film biografico – dalla regia al montaggio, dalle interpretazioni alla ricostruzione storica – contribuisce alla composizione di un prodotto di qualità, ideato e realizzato con attenzione ai particolari e la volontà di soddisfare le esigenze dei un pubblico ampio.

Nel ritmo della narrazione quanto nell’esposizione filmica Rustin si sviluppa sui binari consolidati di questo tipo di produzioni, offrendo uno spettacolo sufficientemente efficace. Colman Domingo come protagonista in molti momenti regge il film sulle proprie spalle con un’interpretazione certamente istrionica ma che non sconfina mai nella forzatura. In un cast di contorno pieno di attori e caratteristi di consumata professionalità spiccano a nostro avviso un carismatico Glynn Turman, la sempre efficace CCH Pounder e Jeffrey Wright che si distingue pur avendo praticamente a disposizione una sola vera sequenza. Sono senza dubbio un gruppo di attori affiatati e capaci di rimanere sempre sulla stessa lunghezza d’onda il pregio maggiore di questo  biopic di indubbia solidità.

Una questione di contesto

Perché dunque Rustin risulta un lungometraggio che verosimilmente non lascerà tracce considerevoli nella storia del cinema di impegno civile? E questo ci porta adesso a considerare il secondo fatto di cui abbiamo accennato all’inizio della recensione, ovvero il contesto a cui appartiene e in cui è stato realizzato. Appare ormai evidente che l’establishment hollywoodiano cerca ormai il consenso di una fetta di pubblico ben precisa gratificando le esigenze con film che non problematizzano più quello che raccontano, e peggio ancora non prendono più in considerazione molti dei temi e dei problemi presenti nel passato della storia americana almeno quanto nel presente.

rustin recensione filmNon possiamo parlare di cinema agiografico, forse il termine è eccessivo, ma di certo non si tratta di un prodotto che spinge lo spettatore verso un qualsiasi tipo di turbamento emotivo o intellettuale. Se pensiamo ai film che negli ultimi anni hanno raccontato le tappe storiche della battaglia per i diritti civili negli Stati Uniti, e di conseguenza la piaga del razzismo nelle sue molteplici forme, pochissime situazioni o questioni vengono realmente presentate come elemento capace, anzi desideroso di generare dibattito sul presente.

Rustin non si sforza di farsi metafora del presente

Rustin rispecchia questa univocità di visione in maniera puntuale quanto, in almeno una scena come quella dell’”addestramento” degli agenti di polizia, francamente sconfortante. Un lungometraggio che rimane nel passato e non proietta alcuno sforzo per farsi metafora di quello che non funziona oggi nella società americana. Questo tipo di cinema, ed è forse il suo peggior torto, si sta facendo sempre piû classista: si rivolge infatti – e sembra sempre piû voler compiacere – una fetta di pubblico che rappresenta un contesto socioeconomico elevato, stabile, mentre la popolazione rimasta in condizioni maggiormente disagiate, e che proprio per questo subisce le varie declinazioni del pregiudizio in maniera ancor più drammatica, non trova piú rappresentazione a Hollywood.

La lezione di Spike Lee – fino al suo ultimo, “sbagliato” ma schierato Da 5 Bloods – appare tristemente dimenticata, se non addirittura “ripudiata” al fine di dimostrare che, come Rustin appunto, il cinema nero ha raggiunto posizione di saldezza all’interno dell’industria dello spettacolo americana. Ma quale costo è stato pagato? Se vi capita di vedere o rivedere Fa’ la cosa giusta, Malcolm X o He Got game, tanto per citare alcuni titoli di Lee, allora lo capirete…

Russia: Warner Bros, Disney e Sony sospendono le uscite, compreso The Batman

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La Warner Bros. ha annunciato di aver interrotto i suoi piani per l’uscita di The Batman in Russia. “Alla luce della crisi umanitaria in Ucraina, WarnerMedia ha sospeso l’uscita del suo film ‘The Batman’ in Russia”, ha affermato un portavoce di WarnerMedia in una nota. “Continueremo a monitorare la situazione mentre si evolve. Speriamo in una soluzione rapida e pacifica a questa tragedia”.

Dopo la decisione di WarnerMedia, anche Sony Pictures ha fatto sapere che non ha intenzione di distribuire il suo prossimo film, Morbius, nelle sale russe. “Data l’azione militare in corso in Ucraina e la conseguente incertezza e la crisi umanitaria che si sta verificando in quella regione, metteremo in pausa le nostre uscite previste nelle sale in Russia, incluso l’imminente Morbius”, ha detto lunedì un portavoce della Sony Pictures Entertainment. “I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con tutti coloro che sono stati colpiti e speriamo che questa crisi si risolva rapidamente”.

Lo stesso discorso si applica a Disney, che aveva in uscita in quei territori Assassinio sul Nilo, di 20th Century Fox, e Red, della Pixar.

“Data l’invasione non provocata dell’Ucraina e la tragica crisi umanitaria, stiamo mettendo in pausa l’uscita di film cinematografici in Russia, incluso il prossimo Red della Pixar”, ha detto un portavoce della Disney in una dichiarazione. “Prenderemo future decisioni aziendali in base alla situazione in evoluzione. Nel frattempo, data la portata dell’emergente crisi dei rifugiati, stiamo lavorando con le nostre ONG partner per fornire aiuti urgenti e altra assistenza umanitaria ai rifugiati”.

Gli studi di Hollywood in generale stanno discutendo la prospettiva di distribuire contenuti in Russia durante l’invasione dell’Ucraina da parte delle forze militari russe.

Russell Tovey: 10 cose che non sai sull’attore

Russell Tovey: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Russell Tovey ha costruito la sua carriera dividendosi tra cinema e televisione, dove è diventato celebre grazie al ruolo di Harry Doyle nella serie Quantico. Ad oggi Tovey si divide tra progetti più indipendenti e altri più mainstream, in cerca del ruolo che possa consacrarne il talento e la popolarità.

Ecco 10 cose che non sai su Russell Tovey.

Russell Tovey: i suoi film

1. Ha recitato in diversi lungometraggi. L’attore debutta al cinema nel 2001 con il film I vestiti nuovi dell’imperatore, per poi recitare in The History Boys (2006), Words of the Blitz (2010), Grabbers (2012), Effie Gray – Storia di uno scandalo (2014), Muppets 2 – Ricercati (2014), Pride (2014), The Lady in the Van (2015), The Pass (2016), Mindhorn (2016) e L’inganno perfetto (2019), dove recita accanto agli attori Helen Mirren e Ian McKellen.

2. È celebre per i suoi ruoli televisivi. L’attore è principalmente noto per aver ricoperto personaggi di rilievo in alcune popolari serie TV. Tra queste si annoverano Poirot (2001-2002), Doctor Who (2007-2010), Being Human (2009-2012), Sherlock (2012), Him & Her (2010-2013), Looking (2014-2015), Quantico (2016-2018), The Flash (2017), Legends of Tomorrow (2017) e Years and Years (2019-in corso).

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Russell Tovey è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 638 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche numerose immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Russell Tovey e Steve Brockman

4. Ha una relazione sentimentale. Apertamente gay, l’attore ha intrapreso una storia all’inizio del 2018 con Steve Brockman, ex giocatore di rugby. I due si erano poi separati sul finire del 2018, ma sono tornati insieme pochi mesi dopo, attestando la cosa con una foto rilasciata sui rispettivi profili Instagram.

Russell Tovey in The Pass

5. È stato protagonista del film. Nel 2016 l’attore è il protagonista nel ruolo di Jason del film The Pass, il quale tratta il tema dell’omosessualità nel mondo del calcio. L’attore ha dichiarato di essere molto fiero del film, che porta alla luce un argomento spesso taciuto ma reale.

6. Aveva già ricoperto il ruolo in precedenza. Il film è basato sull’omonima opera teatrale di John Donnelly, e Tovey aveva già ricoperto il ruolo di Jason proprio a teatro, nel 2014.

Russell Tovey in Quantico

7. Non sapeva se sarebbe tornato nella serie. Nella serie Quantico, l’attore ricopre il ruolo di Harry Doyle, con il quale è diventato celebre. Dopo essere stata rinnovata per una terza stagione, l’attore si era detto incerto riguardo il suo ritorno o meno. Fortunatamente Tovey e la produzione hanno raggiunto un nuovo accordo, permettendo all’interprete di continuare a far parte del cast principale.

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Russell Tovey in Legends of Tomorrow

8. Ha interpretato un supereroe gay. L’attore è apparso nella serie Legends of Tomorrow ricoprendo il ruolo di The Ray, supereroe che ha acquisito i suoi poteri dopo essere stato esposto ad una bomba. I produttori hanno inoltre confermato che il suo personaggio sarà dichiaratamente omosessuale.

Russell Tovey in Sherlock

9. Ha recitato nella serie con Benedict Cumberbatch. L’attore è stato guest star in un episodio della serie Sherlock, precisamente in quello intitolato Il Mastino di Baskerville, dove ha ricoperto il ruolo di Henry Knight.

Russell Tovey età e altezza

10. Russell Tovey è nato nell’Essex, Inghilterra, il 14 novembre 1981. L’altezza complessiva dell’attore è di 177 centimetri.

Fonte: IMDb

Russell Crowe: forza e onore del Gladiatore di Hollywood

Russell Crowe: forza e onore del Gladiatore di Hollywood

Eroico gladiatore, genio della matematica, pugile disperato, leggendario arciere britannico, spietato ispettore e padre di Superman: ecco i mille volti di Russell Crowe. Tra le icone di Hollywood degli ultimi dieci anni, Russell Crowe è uno dei divi più intensi e carismatici della celluloide, in grado di misurarsi con film di generi diversi e di trasformarsi in personaggi memorabili in pellicole di ampio respiro che spesso si reggono interamente sulle sue spalle. Fascino rude, voce profondissima, fisico imponente e magnetico carisma, Russell Crowe ha la presenza di un leader, e non ha caso ha spesso vestito i panni di condottieri di impagabile dignità, sfruttando l’autorità e l’immagine di guida che ispira gli altri.

La Biografia

Russell Crowe nasce il 7 aprile 1964 a Wellington, in Nuova Zelanda, figlio di Alex e Jocelyn, addetti al servizio catering sui set cinematografici. Suo nonno, Stan Wemyss, era un operatore filmico che ha ripreso le drammatiche immagini della Seconda Guerra Mondiale, ottenendo per il lavoro svolto un’onorificenza dalla Regina Elisabetta. Russell Crowe è alto 1 metro e 82 centimetri.

Russell Crowe a-beautifull-mind

I genitori decidono di tentare nuove opportunità professionali, così nel 1968 si trasferiscono in Australia insieme ai figli Terry e Russell. Quest’ultimo fa la sua prima comparsa davanti alle telecamere ad appena sei anni, in un episodio della serie tv australiana Spyforce.

A 14 anni, il giovane Russell torna in Nuova Zelanda insieme alla famiglia, quando il padre ottiene la gestione di un pub. Durante il liceo, il ragazzo mette su una rock band chiamata 30 Odd Foot of Grunts, di cui è cantante e chitarrista. L’esperienza in ambito musicale contribuisce alla sua decisione di intraprendere una carriera nello show business. Così a 18 anni torna in Australia e ottiene un ruolo in una versione teatrale di Grease e in seguito in The Rocky Horror Show.

Nel 1990 il regista George Ogilvie lo sceglie Russell Crowe come protagonista del film drammatico The Crossing. Sul set di questo film, l’attore conosce Danielle Spencer che, dopo un lungo fidanzamento, diventerà sua moglie nel 2003 e gli darà i figli Charles (2003) e Tennyson (2006). I due si separeranno nel 2012.

La filmografia di Russell Crowe

Dopo aver attirato l’attenzione della critica in Proof, vincendo il premio come migliore attore non protagonista assegnato dall’Australian Film Institute, ottiene la rilevanza a livello internazionale nel 1992 per la sua performance in Skinheads, in cui interpreta il cinico e spavaldo Hando, leader di una gang di skinheads.

ìFolgorando una diva del calibro di Sharon Stone, Russell Crowe comincia a essere paragonato a star già affermate, come Mel Gibson, per la sua presenza carismatica nei film e sul grande schermo, e mostra di saper spaziare abilmente tra i generi, passando da drammi storici a film per l’infanzia.

Russell Crowe nel 1997 recita nell’acclamato Film thriller L.A. Confidential insieme a Guy Pearce e Kevin Spacey. Crowe interpreta il duro detective Bud White, conquistando Hollywood con la sua performance.

Ormai lanciatissimo, nel 1999 riscuote ampi consensi nel ruolo del dottor Jeffrey Wigand in Insider – Dietro la verità di Michael Mann, per il quale viene candidato per la prima volta agli Academy Awards come Migliore attore protagonista. Crowe mette su diversi chili per calarsi nei panni di un uomo di mezz’età che rischia la vita e la reputazione e, in virtù della sua grandiosa abilità mimetica, viene paragonato a icone quali Marlon Brando e Robert De Niro.

Russell Crowe in Il gladiatore (2000)
© 2000 – Dreamworks LLC & Universal Pictures – All Rights Reserved

Il 2000 è l’anno della svolta professionale e della definitiva consacrazione. Russell Crowe torna in piena forma e inizia il proficuo sodalizio con il regista Ridley Scott, che lo sceglie come protagonista dell’indimenticabile kolossal Il Gladiatore. Crowe è Massimo Decimo Meridio, il valoroso generale ridotto in schiavitù che, dopo aver perso la famiglia assassinata, lotta come gladiatore nell’arena romana fino a scontrarsi direttamente con il viscido imperatore Commodo (un incredibile Joaquin Phoenix), che si era già macchiato del crimine di parricidio dopo aver ucciso il padre Marco Aurelio (il compianto Richard Harris).

Il Gladiatore è un trionfo di pubblico e di critica, conquista innumerevoli riconoscimenti, tra cui cinque statuette agli Academy Awards e lo stesso Russell Crowe vince l’Oscar come Migliore attore protagonista. La sua memorabile interpretazione entra nella storia del cinema, mentre il suo gladiatore si afferma come un’icona nell’immaginario collettivo. Numerose le citazioni che, dopo oltre dieci anni, evocano lo status immortale della sua performance. Tra le tante, la frase diventata ormai proverbiale: “Al mio segnale, scatenate l’inferno!”.

Dopo Il Gladiatore, Crowe entra definitivamente nell’olimpo delle star hollywoodiane più amate e ricercate e, infatti, i ruoli di primo piano si moltiplicano. L’attore si dimostra tuttavia molto selettivo, rifiutando diversi ruoli tra i quali Wolverine e Aragorn. Alla trilogia del Signore degli Anelli di Peter Jackson, girato nella nativa Nuova Zelanda, preferisce un progetto più intimo, che gli regalerà nuove soddisfazioni.

Il 2001 è infatti l’anno di un’altra acclamata interpretazione, quella del matematico John Nash nel biopic di Ron Howard, A Beautiful Mind. In questa grande prova attoriale, Crowe si cala perfettamente nei panni dello scienziato accusato di schizofrenia, ma che fu in grado di superare la malattia sino a vincere il Premio Nobel per l’economia. Per la sua interpretazione ricca di sfumature, Crowe ottiene la terza nomination consecutiva all’Oscar, ma questa volta si limita a vincere il Golden Globe come Miglior attore.

Inizia un periodo di crisi personale, quando Crowe mostra tratti della sua indole selvaggia (si ricordano, ad esempio, le sue minacce backstage al produttore dei BAFTA) e i media ne approfittano per gettare su di lui una luce negativa. Per l’eccessiva attenzione dei media alla sua vita privata, Crowe si nasconde per un paio d’anni dai riflettori, facendo ritorno sul grande schermo nel 2004 in Master & Commander: Sfida ai confini del mare. Nel kolossal storico di Peter Weir, l’attore rivela ancora una volta il suo carisma di leader nei panni del Capitano Jack Aubrey, il cui fervente onore e spirito patriottico palpitano sul volto dell’impavido interprete.

Nel 2005 ritrova Ron Howard, che lo dirige in Cinderella Man al fianco di Renée Zellweger, ispirato alla vera storia del pugile James Braddock. L’attore presta la sua fisicità al lottatore disperato che combatte con integrità per sopravvivere alla Grande Depressione e viene nuovamente candidato al Golden Globe.

Dopo un temporaneo arresto seguito all’ennesima dimostrazione del suo carattere irruente, l’attore si scusa pubblicamente per il suo comportamento durante un’apparizione al David Letterman Show. Si immerge nel lavoro, riprendendo la collaborazione con Ridley Scott in Un’ottima annata. Si tratta di una produzione meno imponente rispetto a quelle cui l’attore ci ha abituato, misurandosi anche con un ruolo inedito. Crowe è un funzionario bancario della City di Londra che, dopo la morte dello zio (Albert Finney), eredita una tenuta nella bucolica Provenza. Conquistato dalla campagna francese, l’uomo finisce per innamorarsi di un’affascinante cameriera, interpretata da una Marion Cotillard che comincia a farsi strada nel cinema americano.

L’attore  continua il sodalizio con Ridley Scott anche nella pellicola successiva, American Gangster, in cui  è un detective che dà la caccia al gangster Denzel Washington. Passa dall’altra parte della legge in Quel treno per Yuma, western di James Mangold in cui affianca Christian Bale e interpreta un pericoloso fuorilegge.

Russel Crowe Robin Hood Dopo la parentesi da cinico agente della CIA che collabora con Leonardo DiCaprio in Nessuna verità di Ridley Scott, altro ruolo per cui ingrassa di diversi chili, Crowe si misura con la leggenda dell’arciere più famoso di sempre nella pellicola successiva del regista, il kolossal Robin Hood. Il film è una sorta di prequel della storia del fuorilegge che, dopo aver combattuto nelle crociate al fianco di Re Riccardo, torna in Inghilterra per annunciare a Lady Marion (Cate Blanchett) la morte del marito. Robin Hood di Scott è la storia di come Robert Longstride divenne il fuorilegge della foresta di Sherwood perseguitato da Re Giovanni (Oscar Isaac) e dallo Sceriffo di Nottingham (Matthew Macfadyen). L’inizio della leggenda è dunque affidato a Crowe che, non sfoggiando più il fisico prestante di un tempo, interpreta ancora una volta un personaggio eroico.

Russel Crowe Les MiserablesIn arrivo sui nostri schermi, Les Misérables di Tom Hooper vanta un cast stellare capitanato da Hugh Jackman, in cui il nostro fronteggia la co-star australiana nei panni dello spietato ispettore Javert, che dà la caccia per tutta la vita a Jean Valjean. Nell’atteso musical di Tom Hooper, gli attori avranno modo di mostrarci le loro capacità canore. Così, per interpretare al meglio le canzoni del film, Crowe ha rivelato di aver preso lezioni di canto, benché il panorama musicale non sia del tutto inedito per l’attore che, come abbiamo visto, sin da ragazzo si è dedicato alla musica. Ricordiamo anche la sua esibizione a Roma, in Piazza di Spagna, insieme ad alcune co-star di Robin Hood durante la promozione del film nel 2010. Tuttavia, in quanto professionista che prepara minuziosamente i propri ruoli, Crowe ha voluto perfezionare la sua tecnica.

Carisma e forza nei film che interpreta

Dopo Les Misérables, Russell Crowe ha già in cantiere altri progetti sul grande schermo, di cui ricordiamo i due più attesi: Noah di Darren Aronofsky, l’adattamento cinematografico della storia biblica (in arrivo nel 2014) e L’uomo d’acciaio di Zack Snyder. Previsto per l’estate 2013, il film reinventa il mito del supereroe per antonomasia, Superman, che avrà il volto di Henry Cavill. E per interpretare il padre Jor-El (ruolo affidato in passato a Marlon Brando), è stato chiamato proprio Russell Crowe, ovvero l’interprete per eccellenza di valorosi condottieri in grado di infondere fiducia negli altri. Profetiche in tal senso le parole da lui pronunciate nel teaser trailer del film: “Tu darai alla gente un ideale al quale ispirarsi. Correranno con te, vacilleranno, cadranno, ma col tempo saranno accanto a te nella luce. Col tempo, li aiuterai a compiere meraviglie.”

Che sia un passaggio di testimone? L’immortalità delle immagini sul grande schermo saprà fornirci una risposta perché il cinema, per dirla come il gladiatore, “riecheggia nell’eternità”.

Russell Crowe: 10 cose che forse non sai sull’attore

Russell Crowe: 10 cose che forse non sai sull’attore

Russell Crowe è uno degli attori più apprezzati – ma anche controversi di Hollywood – in grado di saper sempre come conquistare il pubblico con le sue tante e diverse interpretazioni. Destreggiandosi tra piccoli film d’autore e grandi blockbuster, Crowe è stato considerato il migliore della sua generazione, con una popolarità senza eguali nei primi anni Duemila. Anche in tempi più recenti, tuttavia, si è distinto per la sua voglia di mettersi in gioco con film e ruoli insoliti.

Ecco, allora, dieci cose che forse non sai su Russell Crowe.

Russell Crowe: i suoi film

1. Russel Crowe: i film e la carriera. Crowe debutta al cinema nel 1990 con Giuramento di sangue, e prosegue la propria carriera sul grande schermo con The Crossing (1990), Pronti a morire (1995), L.A. Confidential (1997), Insider – Dietro la verità (1999), Il gladiatore (2000), Rapimento e riscatto (2000) e A Beautiful Mind (2001). In seguito, lavora in Master & Commander – Sfida ai confini del mare (2003), Cindarella Man – Una ragione per lottare (2005), Un’ottima annata – A Good Year (2006), Quel treno per Yuma (2007), American Gangster (2007), Nessuna verità (2008), State of Play (2009), Robin Hood (2010) e The Next Three Days (2010). Tra i suoi ultimi film vi sono Les Misérables (2012), Broken City (2013), L’uomo d’acciaio (2013), Noah (2014), The Water Diviner (2014), Padri e figlie (2015), The Nice Guys (2016), La mummia (2017), Boy Erased – Vite cancellate (2018) e The Kelly Gang (2019).

I film di oggi di Russell Crowe

A partire dal 2020, Crowe ha recitato nei film e Il giorno sbagliato (2020), Thor: Love and Thunder (2022), Una birra al fronte (2022), Prizefighter – La forza del campione (2022), L’esorcista del papa (2023), Land of Bad (2024), Sleeping Dogs (2024), L’esorcismo – Ultimo atto (2024) e Kraven – Il Cacciatore (2024), dove interpreta il padre del protagonista Aaron Taylor-Johnson.

I film di Russell Crowe su Netflix

Diversi sono anche i figli di Crowe oggi disponibili su Netflix, come American Gangster, Boy Erased – Vite cancellate, L’uomo d’acciaio e La mummia.

Russell Crowe e Cate Blanchett in Robin Hood (2010)
Russell Crowe e Cate Blanchett in Robin Hood (2010). Foto di David Appleby – © 2010 Universal Studios

2. È anche produttore e regista. Nel corso della sua carriera, l’attore ha avuto modo di sperimentare diversi ambiti cinematografici, tanto da vestire i panni del regista per il documentario Texas (2002), i corti 60 Odd Hours in Italy (2002), Danielle Spencer: Wish I’d Been Here (2009), Remedy (2014) e i film The Water Diviner e Poker Face (2022). Inoltre, l’attore è anche produttore: infatti, ha lavorato alla realizzazione dei film Texas, Robin Hood, Padri e figlie e delle serie tv Damage Control (2010) e The Loudest Voice (2019), di cui è anche interprete.

 

Russell Crowe in Robin Hood

3. Si è preparato molto per il ruolo. Crowe fu il primo ed unico attore considerato per la parte di Robin Hood. C’erano tuttavia diversi dubbi su di lui, essendo più anziano rispetto a quello che il personaggio richiedeva. Per poter essere agile e scattante, egli si allenò intensamente per diversi mesi, praticando anche il tiro con l’arco. Grazie al suo addestramento, arrivò infine a poter centrare un bersaglio da una distanza di 45 metri. Crowe si occupò anche di studiare approfonditamente quanto vi è di scritto su Robin Hood, consultando numerosi libri e testi al fine di darne una rappresentazione fedele.

Russell Crowe in Il gladiatore

4. Si è procurato diversi infortuni sul set. Durante le riprese del film Il gladiatore, l’attore ha subito diversi infortuni. Tra gli altri, ha perso la sensazione all’indice destro per due anni dopo i conflitti con la spada, ha aggravato l’infortunio ad un tendine d’Achille, ha rotto un osso del piede, ha incrinato un’anca e gli sono dovuti andare a recuperare con un’operazione alcuni tendini del bicipite.

Russell Crowe nel film Il gladiatore (2000)
Russell Crowe nel film Il gladiatore © 2000 – Dreamworks LLC & Universal Pictures – All Rights Reserved

 

5. Non gli piaceva la sceneggiatura. Pare che Crowe fosse molto infelice della sceneggiatura, tanto da riscrivere da sé diversi passaggi per adattarli ai suoi scopi. Spesso se ne andava dal set se non si faceva ciò che diceva lui. Basti pensare che, quando doveva recitare la frase “E avrò la mia vendetta, in questa vita o nella prossima”, è arrivato addirittura a dire allo sceneggiatore William Nicholson: “Le tue battute sono spazzatura, ma io sono il più grande attore al mondo e riesco a rendere belli anche i rifiuti”.

Russell Crowe in Kraven – Il Cacciatore

6. È la seconda volta che interpreta il padre di un supereroe. In Kraven – Il Cacciatore, Crowe interpreta Nikolai Kravinoff, padre del protagonista Sergei Kravinoff alias Kraven il cacciatore. Per l’attore, si è trattata della seconda volta come padre di un supereroe, avendo già avuto modo di interpretare Jor-El, il padre biologico di Superman, in  L’uomo d’acciaio.

Russell Crowe non è un fan di Il Gladiatore II

7. È “geloso” di chi ha recitato in Il Gladiatore II. Come noto, Crowe non è ovviamente potuto tornare in Il Gladiatore II, essendo il suo personaggio morto al termine del primo film. Inizialmente, si pensava ad un sequel che gli permettesse comunque di riprendere il personaggio di Massimo Decimo Meridio, ma alla fine l’idea fu scartata. Quando i lavori sul sequel hanno preso altre direzioni, Crowe si è disinteressato del progetto, affermando anche di non gradirlo molto. “Non voglio soffermarmici troppo, perché mi riporta a un periodo in cui ovviamente ero significativamente più giovane. […] C’è una leggera punta di gelosia per il fatto che le persone abbiano quell’esperienza che ho avuto io una volta”, ha raccontato.

Kraven il Cacciatore
Russell Crowe in Kraven – Il cacciatore

La moglie e le fidanzate di Russell Crowe

8. Si è sposato una volta. La relazione più lunga dell’attore è quella con l’attrice Danielle Spencer, iniziata nel 1989, quando entrambi avevano condiviso il set australiano del film The Crossing, per poi lasciarsi all’inizio del 1990. Dopo diversi anni, i due si sono ritrovati nel 2001 e si sono sposati il 7 aprile del 2003, dando poi alla luce i figli Charles Spencer Crowe, nato il 21 dicembre 2003, e Tennyson Spencer Crowe, nato il 7 luglio 2007. I due si sono poi separati nell’ottobre 2012 e hanno divorziato nell’ aprile del 2018. Prima di sposarsi, nel 2000 Crowe ha avuto una relazione con l’attrice Meg Ryan.

Russell Crowe ha origini italiane?

9. Il suo legame con l’Italia è fortissimo. Recentemente, Crowe ha dichiarato: “È da molto tempo che cerco di rintracciare i miei antenati italiani. Ho scoperto che il mio trisavolo da parte di madre, che viaggiò in Nuova Zelanda nel 1864, si chiamava Luigi Ghezzi. Nato nel 1829 ad Ascoli Piceno, Marche, figlio di Augustine e Annunziata, nata a Parma”. L’attore ha così scoperto di avere lontane origini italiane, cosa che lo lega ancor di più ad un Paese che ha molto a cuore sin da quando ha girato Il gladiatore.

L’età e l’altezza di Russell Crowe

10. Russel Crowe è nato il 7 aprile del 1964 a Wellington, in Nuova Zelanda. La sua altezza complessiva corrisponde a 1,82 metri.

Fonti: IMDb, Daily Mail, X

Russell Crowe zittisce un ragazzo che ha criticato Master and Commander

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Il film del 2003 con Russell Crowe e diretto da Peter Weirs, Master and Commander: Sfida ai confini del mare, è diventato un argomento di tendenza su Twitter domenica scorsa, dopo che la sua star ha risposto a un ragazzo che aveva criticato il film sul social.

“Molte persone si sono lamentate della mancanza di sonno durante la pandemia. Posso consigliare Master And Commander con protagonista Russell Crowe, di solito accattivante e che attira l’attenzione – ha scritto un utente di Twitter accanto a una foto di Crowe nel film – Non ho mai superato i dieci minuti. Prego. E grazie Russell.”

L’utente ha anche taggato Crowe nel post, forse per assicurarsi che l’attore lo vedesse, ma certo non si aspettava che l’attore decidesse di impiegare parte del suo tempo per rispondergli a tono, è il caso di dirlo:

“Questo è il problema con i bambini di questi tempi. Nessun focus – ha risposto Crowe – Il film di Peter Weirs è brillante. Un racconto epico, rigoroso, attento ai dettagli, di fedeltà all’Impero e al servizio, indipendentemente dal costo. Incredibile fotografia di Russell Boyd e una maestosa colonna sonora. Sicuramente un film per adulti”.

Master and Commander: Sfida ai confini del mare conquistò, all’epoca dell’uscita, un grandissimo favore di critica e venne nominato per ben 10 Oscar alla 76° edizione degli Academy Awards. Ha vinto per la migliore fotografia e il miglior montaggio del suono.

Fonte: Variety

Russell Crowe sugli attori che si lamentano delle parti nei cinecomics: “È il vostro ruolo, interpretatelo”

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Russell Crowe non è nuovo ai film sui fumetti/supereroi, essendo già apparso in Man of Steel e Thor: Love and Thunder. Ha anche un ruolo nel prossimo Kraven il cacciatore della Sony Pictures, e sembra che il premio Oscar non abbia molto tempo per gli altri attori che firmano per questo tipo di film e poi si lamentano di non aver raggiunto un certo standard.

Nel corso di una chiacchierata con GQ, a Russell Crowe è stato chiesto di parlare della sua esperienza nella realizzazione di progetti di supereroi, in particolare alla luce del fatto che la star di Madame Web, Dakota Johnson, in una recente intervista ha dichiarato di sentirsi come se il film fosse stato realizzato “da un comitato”.

Non si può fare arte basandosi su numeri e algoritmi“, ha dichiarato l’attrice. “Da tempo ho la sensazione che il pubblico sia estremamente intelligente, mentre i dirigenti hanno iniziato a credere che non lo sia. Il pubblico sarà sempre in grado di riconoscere le stronzate. Anche se i film inizieranno a essere realizzati con l’intelligenza artificiale, gli esseri umani non vorranno vederli“.

Molti si sono detti d’accordo con i commenti della Johnson e l’hanno elogiata per la sua onestà dopo che Madame Web è stato brutalmente criticato, ma sembra che Russell Crowe ritenga che stia prendendo l’intera faccenda un po’ troppo sul serio.

Non voglio fare alcun commento su ciò che gli altri potrebbero aver detto o sulla loro esperienza, ma… stai facendo emergere la qualità impetuosa del mio umorismo. [Mi stai dicendo che hai firmato per un film della Marvel e per un universo di personaggi dei cartoni animati… e non hai avuto abbastanza pathos? Non sono sicuro di come possa migliorare la situazione per te. È una macchina gigantesca, e fanno film di una certa dimensione… sono lavori. Sai: ecco il tuo ruolo, recita la parte. Se vi aspettate che questo sia un evento che vi cambierà la vita, credo che siate qui per le ragioni sbagliate“.

Russell Crowe ha precisato che non stava facendo “un commento diretto su di lei perché non la conosco e non so cosa abbia passato“, riconoscendo che “si può avere un’esperienza di merda in un film… Sì, si può“.

Ma è questo il processo Marvel? Non sono sicuro che si possa dire così”, ha aggiunto. “Non ho avuto una brutta esperienza. Voglio dire [in ‘Thor’], ok, è un film Marvel, ma è il mondo di Taika Waititi, ed è stato un gas ogni giorno, essere sciocchi. E poi, con JC Chandor in ‘Kraven’, sto solo portando un po’ di peso alle circostanze, in modo che i giovani attori abbiano un attore a cui appoggiarsi. Lavorare con JC è stato divertente. Sai, molti di questi registi hanno un certo livello di abilità: sono dei veri e propri geni“.

Russell Crowe ha fatto delle considerazioni valide, ma è davvero troppo aspettarsi che un film, indipendentemente dal genere, raggiunga un certo livello di qualità?

Russell Crowe su La Mummia: “Vedetela dalla prospettiva di A Beautiful Mind”

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Ospita a Roma per la presentazione alla stampa di The Nice Guys, film scritto e diretto da Shane Black passato anche al Festival di Cannes 2016, Russell Crowe ha risposto con interesse alla domanda un po’ polemica relativa al suo coinvolgimento nell’ennesimo remake hollywoodiano, quello de La Mummia, con protagonista Tom Cruise. Il premio Oscar per Il Gladiatore interpreterà nel film un piccolo ruolo del Dottor Jekyll.

Russell Crowe cannes 2016Ecco cosa ha detto Russell Crowe: “Per quello che mi riguarda (in merito ai sequel e remake, ndr) è una questione di ambiente. Il cinema è un ambiente difficile, non è come il teatro, dove anche ogni anno esce fuori una rappresentazione di Amleto e nessuno se ne lamenta. Nel cinema questo sembra essere un problema. Nella Mummia interpreto un piccolo ruolo, ma non si tratta di un remake. Gli Studios stanno cercando di portare l’attenzione degli spettatori su cose che questi già conoscono, le loro risorse sono utilizzate per sviluppare un’idea che ha delle mire molto alte. Si tratta di riportare in auge l’Universo dei Mostri dei film anni ’40 e ’50, ci saranno tanti personaggi e tanti film a loro dedicati il Mostro della Laguna Nera, l’Uomo Invisibile, la Moglie di Frankenstein, per me è un’altra faccia del discorso di invecchiare bene continuando a fare cinema, in maniera consapevole. Si tratta di far parte dei trend, per esempio con i supereroi ho già dato, ho fatto il padre di Superman e mi sta bene. Ma per questo nuovo universo dei mostri Universal, beh, vedetela dalla prospettiva di A Beautiful Mind, dove andrà a parare questo racconto?”

Che ve ne pare? Sarà davvero un occhio moderno e interessante quello che ci racconterà i mostri Universal al cinema?

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Malgrado si pensasse che fosse al sicuro, deposta in una cripta sepolta nelle profondità dell’arido deserto, un’antica Regina (Sofia Boutella vista in Kingsman: Secret Service e prossimamente in Star Trek: Beyond), privata ingiustamente della vita, viene risvegliata ai nostri giorni portando con sé tutta la malevolenza cresciuta nel corso dei millenni e un terrore che sfida l’umana comprensione.

Dalle dune del deserto mosse dal vento nel Medio Oriente agli intricati labirinti sotterranei della Londra moderna, La Mummia porta una sorprendente intensità e un equilibrio di meraviglia ed emozioni in una nuova versione che inaugura un nuovo mondo di dei e mostri.

Il film, remake del classico horror del 1932, sarà ambientato ai nostri giorni, a differenza della trilogia con Brendan Fraser, e che il personaggio di Cruise non sarà un archeologo ma un militare in pensione, la Wallis sarà una scienziata. Sofia Boutella interpreterà la Mummia, mentre per Jake Johnson è stato creato appositamente un ruolo: sarà un membro dell’esercito.

La MummiaAlla regia ci sarà Alex Kurtzman, titolare dello sviluppo dell’Universo Condiviso dei Mostri Universal, e che la sceneggiatura è stata scritta da Jon Spaihts (Doctor Strange).

Nel cast del film Tom Cruise, Sofia Boutella, Annabelle Wallis, Russell Crowe e Jake Johnson.

Ricordiamo che il progetto è inserito nel contesto di un universo condiviso dei Mostri Universal che è organizzato con la supervisione di Alex Kurtzman. Trai progetti in sviluppo, oltre alla Mummia, ci sono L’uomo invisibile e La moglie di Frankenstein.

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