Chris Pine ha
presenziato la celebrazione del decimo anniversario di Star
Trek, in cui, ricordiamo, interpreta il Capitano Kirk.
L’attore si è presentato domenica scorsa, 9 giugno, alla Hollywood
Forever, per la proiezione speciale del film, ma in quell’occasione
si è svolto un altro importante evento, la presentazione del
trailer del documentario Lova, Antosha, dedicato
ad Anton Yelchin.
Love, Antosha è un
film documentario diretto e prodotto da Garret Price, incentrato
sulla vita e la carriera del defunto attore Anton
Yelchin, che era il co-protagonista con Chris in Star
Trek. Il film è stato presentato in anteprima al Doc Sunder
Film Festival nel 2019 e sarà distribuito da Lurker Productions a
New York e Los Angeles il prossimo agosto.
Anton Yelchin si è
spento il 19 luglio
2016, a causa di un incidente stradale, a soli 27 anni. La
famiglia ha anche intentato una causa alla Fiat per
la morte del giovanissimo attore. Attivo sin da piccolissimo, Anton
ha partecipato a molti film, tra cinema indie e grandi blockbuster,
tra cui Terminator Salvation e Star
Trek.
Ghostbusters, l’imperdibile
classico amato da tutti torna per il suo 35° anniversario con due
edizioni da collezione imperdibili. Fan e appassionati della saga
di fantasmi e sovrannaturale più divertente della storia del cinema
si preparano a festeggiare il ritorno in home video del primo
leggendario capitolo di Ghostbusters, arrivato al suo
35° compleanno. Per l’occasione, Universal Pictures Home
Entertainment Italia realizza due imperdibili edizioni
speciali da collezione in uscita il prossimo 12
giugno, per rendere ancora più ricca la propria
collezione: verranno realizzati infatti lo Steelbook 4k
Ultra HD e l’incredibile Ghost Trap limited
edition, che contiene il disco del primo iconico film in
formato Blu-ray all’interno di un pack che ogni appassionato
desidera.
L’edizione Steelbook 4k Ultra HD
comprenderà inoltre la collection dei due film in formato Blu-ray
ed un intero disco di contenuti bonus totalmente inediti, per un
totale di 5 imperdibili dischi per rivivere al meglio la saga di
acchiappa-fantasmi che ha appassionato e divertito i pubblici di
tutto il mondo, in tutta l’alta definizione del formato 4k Ultra
HD. Per i collezionisti più sfrenati, sarà inoltre disponibile
l’esclusiva Ghost Trap limited edition, che contiene il disco del
primo iconico film in formato Blu-ray all’interno di un pack a
tiratura limitata che ogni appassionato desidera possedere.
Assolutamente da non farsi sfuggire! Per celebrare al meglio
l’anniversario, a Los Angeles si terrà un evento dedicato proprio
al primo film di Ghostbusters, a cui parteciperà il fan club di
Ghostbusters Italia.
Sia Ghostbusters che
Ghostbusters II sono diretti e prodotti da
Ivan Reitman (Polpette, Stripes – Un plotone di svitati), e
scritto da Dan Aykroyd (Papà ho trovato un amico) e Harold
Ramis (Molto Incinta). Ai film hanno partecipato tra
gli altri Bill Murray (St. Vincent), Dan Aykroyd (The
Blues Brothers – I fratelli del Blues), e Sigourney Weaver
(Aliens – Scontro Finale), Rick Moranis (Tesoro mi sis
ono ristretti i ragazzi), oltre a Ernie Hudson (la
serie televisiva “Oz”) e Annie Potts (la serie
televisiva “Quattro donne in carriera”).
Ghostbusters ha raggiunto la ventottesima posizione
nella classifica dei film americani più divertenti di sempre
stilata dall’American Film Institute.
Ghostbusters
Per un giugno tutto a tema
Ghostbusters, non mancherà in edicola in tutta Italia
PLAYMOBILSpecial 1/2019. In regalo con il magazine
sarà disponibile il personaggio originale Dr Raymond Stantz con
zaino protonico. Le 36 pagine del magazine ci faranno scoprire il
mondo Ghostbusters: prima la presentazione del team degli
Acchiappafantasmi e dei loro nemici; a seguire un fumetto dove si
assiste alla caccia e alla cattura dei terribili fantasmi che hanno
infestato il parco di Manhattan. Non mancheranno divertenti giochi
da fare in compagnia degli amici sfidandosi con curiosi indovinelli
e un gioco da tavolo. Completano il tutto 2 magnifici poster da
collezionare, assolutamente da non perdere!
Ghostbusters: I cittadini di New
York sono nel panico. Chi li salverà dall’invasione ectoplasmatica?
Il loro destino è nelle mani di tre sgangherati studenti
universitari in parapsicologia che, muniti delle loro strampalate
invenzioni, daranno vita alla Squadra Acchiappafantasmi, il pronto
intervento per spiriti e spiritelli. E allora si salvi chi può!
Ghostbusters II: Ormai sono famosi,
le armi sono diventate più potenti e l’esperienza davvero non gli
manca. Sono tornati per combattere “la melma che si nutre di
vibrazioni maligne” e per salvare il mondo. Questa volta il
pericolo si nasconde nella culla di un bambino innocente, il figlio
di Dana, che improvvisamente inizia a muoversi da solo per le
strade di New York. La donna capisce che l’Entità Soprannaturale è
tornata per tormentarla e allora non le resta che chiamare gli
Acchiappafantasmi!
CONTENUTI EXTRA ESCLUSIVI DELL’EDIZIONE STEELBOOK
4K:
GHOSTBUSTERS
Commento ai fan per il 35esimo anniversario
6 rarissime scene eliminate e mai viste, inclusa le
richiestissime scene di Fort Detmerring!
Include inoltre dei take non lavorati della sequenza di Central
Park Bums
Video di presentazione del 1984 in cui Bill Murray e Dan
Aykroyd presentano un rullo del film agli espositori!
Pubblicità televisiva di Ghostbusters + scene tagliate
GHOSTBUSTERS II
Commento al film per il 30esimo anniversario
“L’Oprah Winfrey Show: Cast di Ghostbusters II” del giugno
1989
Un raro teaser trailer non finito che contiene l’intera
pubblicità per il film!
THE REAL GHOSTBUSTERS
“The Real Ghostbusters – Pitch episodio pilota” – A Fan
Restoration
CONTENUTI EXTRA ESCLUSIVI DELLA GHOST-TRAP LIMITED
EDITION:
Chi chiamerai?
Una retrospettiva su Ghostbusters – Acchiappafantasmi
Tavola rotonda col regista Ivan Reitman e con Dan Aykroyd
Festeggia il decimo anno il
Festival di Cinema&Letteratura Del Racconto, il
Film l’unico itinerante del Sud Italia che coniuga la
passione per il grande schermo con quella per il libro in cui
vengono trattate tutte le sfaccettature del Sociale, organizzato
dalla cooperativa sociale “I bambini di Truffaut” sotto la
direzione artistica del giornalista e scrittore Giancarlo
Visitilli.
Le piazze e i luoghi di Bari,
Bitonto, Trani, Turi, Mola di Bari e Sannicandro di Bari si
apprestano dal 15 giugno al 21 luglio 2019, ad ospitare i 22
eventi: presentazioni di libri, proiezioni, spettacoli, attori,
scrittori, uomini e donne del sociale. Un traguardo importante,
quello del decimo anno, che si concluderà a Mola di Bari, lì dove
il festival è nato, con l’arrivo di Marco
Bellocchio, che dopo la presentazione del suo ultimo
film “Il traditore”, riceveràle chiavi
della città dal sindaco Giuseppe Colonna: un
riconoscimento sentito per l’artista e per la sua capacità di
interpretare il mondo e darne una visione critica il suo lavoro
riconosciuto in tutto il mondo.
Per la prima
volta, inoltre, il Festival introduce un concorso
con tre diverse sezioni: I quattrocento
colpi (film di carattere prettamente sociale);
La terra vista dalla luna (film di
carattere generale) Non ci resta che
leggere (letteratura). Al voto ci sarà una
giuria popolare e due giurie di esperti – una di Cinema presieduta
dall’attrice Francesca Inaudi e una di
Letteraratura presieduta dalla scrittrice Nadia
Terranova.
Il festival inizierà con una serie
di incontri pre-festival in programma nelle piazze dei comuni
aderenti alla “rete del Festival”, per arrivare al cuore della
rassegna dal 18 al 21 luglio a Mola di Bari,
proprio nella città in cui è nato. Per il secondo anno, il festival
ritorna nelle carceri a Turi, Bari e Trani per
coinvolgere ogni tipo di pubblico.
Tra i libri che verranno presentati
dagli autori ci sono: “Cose più grandi di noi” (Einaudi) di
Giorgio Scianna; Idda” (Einaudi) di
Michela Marzano; il finalista al Premio Strega “Il
risolutore” (Rizzoli) di Pier Paolo Giannubilo;
“Ti mangio il cuore” (Feltrinelli) di Carlo Bonini
e Giuliano Foschini; “La malalegna” (Mondadori) di
Rosa Ventrella; “Adesso tienimi”
(TerraRossa) di Flavia Piccinni; “Esercizi di
sepoltura di una madre” (Mondadori) di Paolo
Repetti; “Il ladro di giorni” (Feltrinelli) di
Guido Lombardi; “Le ultime lezioni” (Feltrinelli)
di Giovanni Montanaro e “Le parole che mancano al
cuore” (Sem) del conduttore Fabio Canino.
Alcuni tra i film che si potranno
vedere sono: “Il bene mio” di Pippo Mezzapesa;
“Dafne” del regista Federico Bondi, film vincitore
del Premio Fipresci, nella sezione Panorama dell’ultima Berlinale;
“L’esodo” di Ciro Formisano con protagonista
Daniela Poggi; film “Estate 1993” di Carla Simon
Pipó; “Il crimine non va in pensione” di Fabio
Fulco; “Karenina & I” di Tommaso Mottola;
“Ride”
opera prima di Valerio Mastandrea; “L’affido una
storia di violenza” di Xavier Legrand; “Directions
– Tutto in una notte a Sofia” di Stephan
Komandarev; “Selfie” di Agostino Ferrente
e l’ultima sera “Il
traditore” di Marco Bellocchio, di recente
andato nelle sale, dove Pierfrancesco Favino interpreta Tommaso
Buscetta, il primo importante pentito di mafia. Durante la serata
sarà presente il regista e Piergiorgio Bellocchio,
attore; Francesca Calvelli, montatrice;
Luigi Lonigro, distributore (Rai Cinema – 01
Ditribution), presidente nazionale Distributori
Anica.
Sarà Magari, opera
prima della regista e produttrice italiana Ginevra Elkann ad aprire
mercoledì 7 agosto la 72esima edizione del Locarno Film
Festival, che si concluderà sabato 17 agosto dopo la
cerimonia di premiazione con Tabi no Owari Sekai no
Hajimari (To the Ends of the Earth) del
regista, sceneggiatore e scrittore giapponese Kiyoshi Kurosawa.
La cerimonia di apertura del 72esimo
Locarno Film Festival si terrà il 7 agosto in Piazza Grande, con la
prima mondiale di Magari, introdotto dalla regista Ginevra
Elkann accompagnata dai due straordinari interpreti del film, gli
attori italiani Alba Rohrwacher e Riccardo Scamarcio. Pellicola
italo-francese, il film ripercorre l’infanzia di tre fratelli figli
di genitori divorziati all’inizio degli anni Novanta. Nel cast
anche Céline Sallette, Brett Gelman, Milo Roussel, Ettore
Giustiniani, Oro De Commarque e Benjamin Baroche. Ginevra Elkann ha
recentemente prodotto con la sua Asmara Films
alcuni titoli di qualità tra cui Land (2018) di Babak
Jalali, White Shadow (2013) di Noaz Deshe e Cloro
(2015) di Lamberto Sanfelice, e distribuito con Good Films Anime Nere (2014) di Francesco
Munzi e Non essere cattivo (2015) di Claudio Caligari, dopo
aver diretto il cortometraggio Vado a Messa (2005),
selezionato alla 62esima Mostra di Venezia.
Il Festival si concluderà con la
cerimonia di premiazione sabato 17 agosto, seguita dalla proiezione
in prima internazionale di Tabi no Owari Sekai no
Hajimari (To the Ends of the Earth) del
maestro del thriller giapponese Kiyoshi Kurosawa. Sarà uno dei più
grandi registi giapponesi contemporanei a chiudere il Locarno Film
Festival. Dopo i successi che l’hanno reso famoso – Cure
(1997), Kairo (2001), Shokuzai (Penance,
2012) – e i suoi ultimi film presentati al Festival
di Cannes, Kishibe no tabi (Journey to the
Shore, 2015) e Sanpo suru shinryakusha (Before We
Vanish, 2017) – Kurosawa torna a lavorare con la ex
cantante J-pop Atsuko Maeda, che aveva già diretto in Sebunsu
kôdo (Seventh Code, 2013) e nel già citato Sanpo
suru shinryakusha (Before We Vanish, 2017),
e con gli attori Ryo Kase, Shôta Sometani, Adiz Radjabov e Tokio
Emoto. Girato in Uzbekistan, Tabi no Owari Sekai no
Hajimari (To the Ends of the Earth) segue tra sogno e
burlesco le vicende di Yoko, presentatrice di un popolare show
giapponese di viaggi, lungo i paesaggi dell’antica Via della Seta,
nel tentativo di catturare con la sua piccola squadra un pesce
mitologico.
Lili Hinstin, Direttrice artistica del Locarno Film Festival:
“Da un promettente primo film di una giovane regista europea
(tra Francia, Italia e Inghilterra), all’ultimo film del più
importante regista giapponese oggi in attività, il Locarno Film
Festival traccia così la sua traiettoria distintiva tra l’apertura
e la chiusura del Festival: quella di scoprire i talenti di domani
e accompagnare gli autori affermati nelle loro ricerche o
esperienze più inaspettate”.
Capace di accogliere fino a 8’000
spettatori, Piazza Grande è il cuore e la vetrina del Festival e
riunisce ogni sera i diversi pubblici di Locarno davanti a uno
degli schermi all’aperto più grandi d’Europa. La sezione ha due
premi: il Prix du public UBS del valore di 30’000 CHF, assegnato
dal pubblico, e il Variety Piazza Grande Award, attribuito da
critici della rivista presenti a Locarno a un film che si distingue
per qualità artistiche e potenziale commerciale.
Il programma completo del Festival 2019 verrà reso noto durante la
conferenza stampa del 17 luglio.
La 72esima edizione del Locarno Film
Festival si terrà dal 7 al 17 agosto 2019.
Magari di Ginevra
Elkann con Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher, Milo Roussel,
Ettore Giustiniani, – Oro De Commarque, Céline Sallette, Benjamin
Baroche e Brett Gelman. Una Produzione Wildside con Rai Cinema –
Prodotto da Lorenzo Mieli e Mario Gianani con Lorenzo Gangarossa
per Wildside Co-prodotto da Iconoclast eTribus P Films –
Distribuzione internazionale Rai Com
Tabi no Owari Sekai no
Hajimari(To the Ends of the Earth) di Kiyoshi
Kurosawa con Atsuko Maeda, Ryo Kase, Shôta Sometani, Adiz Radjabov
e Tokio Emoto. Una Produzione Loaded Films Ltd., Tokyo Theatres
Inc. Coproduzione King Records, National Agency Uzbekkino, Doha
Film Institute, Hakuhodo DY Holdings, Asahi Shimbun Newspaper, TBS
Radio – Distribuzione internazionale Free Stone Productions Co.,
Ltd
Qualche giorno fa era stato il sito
Geeks WorldWide a suggerire che il nuovo reboot dei
Fantastici 4 targato Marvel Studios sarebbe arrivato nelle sale nel
2022 con la regia di Peyton Reed, già dietro la macchina da presa
di Ant-Man e Ant-Man and The
Wasp, e la squadra di Kevin Feige pronta
a mettere le mani sulla famiglia di supereroi creata da Stan
Lee.
La notizia, ovviamente non
ufficiale, è stata commentata da Tim Story, che ha
diretto i primi due capitoli cinematografici sui personaggi nel
2005 e nel 2007 (I Fantastici Quattro e I
Fantastici Quattro e Silver Surfer) non del tutto
apprezzati da critica e pubblico ma lontani dal sonoro disastro del
riavvio di Josh Trank del 2015.
E a quanto pare Story avrebbe più di
un consiglio per chiunque siederà sulla poltrona di regista del
prossimo cinecomic, se e quando verrà realizzato:
“Per prima cosa, gli direi di
ascoltare Kevin Feige. Kevin Feige è la persona giusta. Secondo:
fare tutte le ricerche possibili su Reed Richards. Lo stretching
non è facile. Per il resto non ho molto da dire. I Marvel Studios sono sorretti da un
incredibile sistema e non credo abbiano bisogno di suggerimenti.
Onestamente non vedo l’ora di scoprire cosa combineranno con questi
personaggi“.
Secondo le ultime indiscrezioni, lo
studio starebbe pianificando il ritorno del franchise sui
Fantastici Quattro proprio per offrire al grande pubblico una
versione dei supereroi inedita con la speranza di ottenere
risultati migliori. Per farlo potrebbero affidarsi al regista di
Ant-Man e Ant-Man and The Wasp
Peyton Reed, che già l’anno scorso aveva rivelato il suo interesse
nel progetto.
Nei mesi che hanno anticipato
l’uscita di Avengers: Endgame e la fine della Fase 4,
Kevin Feige si era però detto ancora incerto
sull’argomento, dichiarando che per il momento non c’erano sono
progetti concreti:
“Per ora ci siamo concentrati
sull’uscita di Ant-Man and The Wasp, poi finiremo la produzione di
Captain Marvel, il montaggio di Avengers 4 e
le riprese di Spider-Man: Far From Home, quindi
sarà un anno piuttosto impegnativo. […] Non potremo parlare di
Fantastici 4 nel MCU finché non ne avremo la
certezza: ecco perché per adesso ho solo idee e vaghi sogni sul
loro arrivo“.
“La verità è che sono entusiasta
per tutti loro, e non sono solo per i nomi dei supereroi che
conosciamo già al cinema, ma per quel centinaia di personaggi che i
fumetti ci offrono. Ora che la Disney è così vicina dall’ottenere
l’ accesso a qualunque cosa, sento che il sogno di bambino si
realizzerà.”
Universal Pictures
e Skybound stanno collaborando alla realizzazione
di un film su Oblivion Song. Oblivion
Song è stata l’ultima nuova serie del creatore e scrittore
di The Walking Dead, Robert
Kirkman. A partire dal suo lancio, nel marzo 2018, sono
usciti 15 numeri del fumetto e adesso il marchio diventerà un
film di fantascienza su una
sceneggiatura scritta da Sean O’Keefe.
O’Keefe ha recentemente scritto
Wonderland, un film con Mark
Wahlberg diretto da Peter Berg, che ha
completato la produzione. In precedenza, O’Keefe aveva venduto a
Netflix uno script basato sulla serie
Spenser, sempre di Kirkman.
Oblivion Song sarà
prodotto dalla squadra di Skybound, che include
Kirkman, il produttore esecutivo di The Walking
Dead, David Alpert, insieme a
Bryan Furst e Sean Furst. Il Vice Presidente
esecutivo della Universal Studios, Jon Mone, e il
direttore dello sviluppo Lexi Barta
supervisioneranno il progetto per Universal.
I fumetti sono ambientati in un
mondo post-apocalittico in cui 300.000 cittadini di Philadelphia
sono stati improvvisamente persi in Oblivion. Dopo che il governo
ha rinunciato a cercare di salvare questi cittadini, l’eroe della
storia Nathan Cole ha continuato a tornare nel mondo abbandonato.
Facendo viaggi quotidiani, Nathan Cole rischia la vita per salvare
quelli intrappolati nella città della Pennsylvania. Tuttavia, le
motivazioni di Nathan sono più profonde di una semplice spinta ad
aiutare chi è rimasto indietro.
I fumetti di Kirkman hanno generato
franchise di enorme successo, come The Walking
Dead di AMC e la serie spin-off Fear the Walking
Dead. The Walking Dead si sta sviluppando
anche nella direzione di un film, con Andrew
Lincoln in procinto di riprendere il ruolo di Rick Grimes.
I suoi fumetti di Outcast hanno dato origine a una serie al
Cinemax, Invincible è stato sviluppato in una serie animata R-rated
e in un film live-action indipendente a opera di Seth
Rogen ed Evan Goldberg.
Nei mesi scorsi si è parlato molto
dei diversi costumi che Peter Parker indosserà in Spider-Man: Far
From Home, soprattutto in relazione all’utilizzo
specifico e ai misteri dietro questo cambio di look. Dalla sua
prima apparizione in Captain America: Civil
War a Avengers:
Endgame, Tom Holland ha avuto accesso a varie
versioni, tra cui la speciale Iron Spider sfoggiata per i viaggi
nello spazio con particolari funzioni, ma a quanto pare nel sequel
in uscita a Luglio l’eroe tornerà ad un’uniforme “tradizionale”
disegnata da lui stesso.
È ciò che suggerisce questa breve
clip diffusa dalla pagina twitter ufficiale del film in cui vediamo
i dettagli della “Upgraded Suit” per la battaglia
sul Tamigi a Londra. La città verrà attaccata dagli Elementali, le
creature provenienti dal Multiverso, ed è
probabile che per questa nuova missione Peter avrà bisogno di tutto
il sostegno possibile dei suoi poteri.
“Creato da Peter
Parker” è inoltre la descrizione che ogni fan
aspettava da tempo, oltre che omaggio diretto ai fumetti: finora
nel MCU Spider-Man ha sempre
beneficiato di costumi progettati e migliorati dalla tecnologia di
Tony Stark, mentre stavolta è lui l’autore del suo
“destino”. Chissà quali sfide lo attendono e se il suo lavoro sarà
all’altezza del mentore scomparso di recente durante gli eventi di
Endgame…
Nel frattempo, potete dare uno sguardo alla clip qui sotto.
Diretto ancora una volta da
Jon Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider vista in Avengers: Infinity War.
Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli
occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo
perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova
maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano,
durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Prima di dirigere Rocketman,
Dexter Fletcher ha completato le riprese di
un altro biopic musicale, Bohemian Rhapsody, dopo
l’improvviso licenziamento di Bryan Singer,
ma a quanto pare le due pellicole potevano avere più di un elemento
in comune.
A rivelarlo è proprio il regista
spiegando che il personaggio di Freddy Mercury doveva comparire nel
film interpretato da Rami Malek creando una
sorta di cross over a sorpresa per gli spettatori. Sfortunatamente
il progetto non è stato mai concretizzato e il frontman dei Queen
viene solo nominato in una scena:
“Ad un certo punto mi era
venuta questa idea: Elton in un ristorante con sua madre, e seduti
in un altro tavolo ci sarebbero stati John Reid e Freddie Mercury.
Sarebbe stato fantastico, ma non è successo….D’altronde non sto
cercando di creare un universo cinematografico!“.
Di fatto tra i due biopic esiste
già un collegamento ed è rappresentato dal personaggio di Reid, il
manager musicale di Mercury e collaboratore, oltre che amante, di
John. Ironia dells sorte, viene interpretato sullo schermo da due
attori della serie Game of Thrones in entrambi i film, ovvero
Aidan Gillen in Bohemian Rhapsody e
Richard Madden in Rocketman.
Avengers:
Endgame verrà ricordato come il film dei record
battuti: è uno dei cinque film della storia del cinema ad aver
superato quota 5 miliardi di incasso nel mondo in sole due
settimane di programmazione, sempre più vicino ad
Avatar, che rimane per ora in vetta alla
classifica, ma la vera impresa è stata compiuta da un fan che ha
comprato ben 110 biglietti, battendo a sua volta un altro record
(quello di Anthony Mitchell, che ha visto Avengers:
Infinity War 103 volte lo scorso anno).
L’autore dell’impresa è Agustin
Alanis, postando su Twitter una foto per ogni biglietto staccato.
Il precedente detentore del record era riuscito ad attirare
l’attenzione dei fratelli Russo, e venne invitato sul set di
Endgame e alla premiére di aprile in America ricevendo cinquanta
pass per guardare in versione IMAX Ant-Man and The
Wasp.
Vi ricordiamo che ad aprile Steve
Ruppel, chiropratico del Wisconsin e fan dei Marvel Studios, era riuscito a vedere Captain
Marvel 116 volte al cinema.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Gaspar Noé è stato a Milano
presso la Fondazione Prada dove ha tenuto una conferenza su
Climax, il film presentato alla 71° edizione del
festival
di Cannes e in uscita al cinema in Italia a partire dal 13
giugno grazie a Mial Vision ed
Europictures. Una lunga conversazione che, partendo da
Climax, ha toccato tutti i punti fondamentali del suo
cinema. Dall’improvvisazione attoriale e registica alla cinefilia,
dall’utilizzo delle sostanze psicotrope a scopo creativo, fino alle
nuove tecniche cinematografiche, come la realtà virtuale, che ci
proiettano verso una nuova concezione di cinema.
Alla domanda sul divieto ai minori
di 18 che il film ha subito in Italia, Noé ha risposto: “Non mi
interessa essere categorizzato come provocatore. Quando faccio un
film non penso all’effetto che avrà sullo spettatore e in realtà
non credo che i miei film siano scioccanti ma se lo sono non mi
dispiace. Quando ero ragazzo, come succede a tutti, più un film
aveva il divieto, più mi veniva voglia di vederlo.”
Soffermandosi in seguito sulla contemporaneità e sulla censura dei
social media, il regista ha affermato: “Credo sia assurdo che si
oscuri un simbolo di vita come i capezzoli delle donne… stiamo
tornando al Medioevo!”
In relazione al divieto ai minori di
18 anni imposto dai censori italiani, la distribuzione sta
valutando di promuovere un’iniziativa del tutto innovativa. “Non
riteniamo che questo film meriti una tale limitazione, non ci sono
scene particolarmente scabrose, sicuramente meno di quello che si
vede in tante serate in tv. È un grande film e deve essere visto al
cinema per la sua qualità visiva e per la potenza della colonna
sonora. Ricorreremo in appello ma se il divieto verrà confermato
stiamo pensando di regalare il biglietto ai minori che si
presentino in sala accompagnati da un genitore. L’operazione si
chiamerà “Fatti portare dalla mamma” fanno sapere i
distributori.
Dopo il film scandalo Love,
il violento Irréversible e l’ipnotico Enter the Void, Noé mescola ora coreografie,
colori, e incubi in un viaggio lisergico che porta lo spettatore
verso un climax visivo e sonoro. Climax vede
protagonisti, assieme a Sofia Boutella, un ensemble di eccezionali
ballerini, tutti professionisti, e una colonna sonora strepitosa in
pieno clima anni ’90, con brani dei Daft Punk, Rolling Stones,
Giorgio Moroder, Aphex Twin, Cerrone e tanti altri. Mial Vision ed
Europictures vi invitano a prendere visione nelle sale italiane a
partire dal 13 giugno di Climax, film
vincitore dell’Art Cinema Award alla Quinzaine des Réalisateurs
durante la 71° edizione del Festival di Cannes.
Ispirato a un fatto di cronaca,
siamo nel 1996. Una compagnia di ballerini si ritrova in una sala
prove isolata, vicino una foresta, non ci sono ancora né cellulari,
né internet. Alla fine delle prove i ragazzi decidono di fare una
festa per rilassarsi ma qualcuno ha versato una strana sostanza
nella sangria. Da qui un tuffo nella follia e nell’orrore, in un
delirio collettivo da trance, tutti saranno condotti verso il
caos.
L’Ischia Film Festival
2019, diciassettesima edizione, annuncia il concorso
internazionale, composto dalle sezioni dedicate ai lungometraggi di
finzione, ai documentari e ai cortometraggi. Una selezione che i
due direttori arstistici, Michelangelo Messina e
Boris Sollazzo, e il comitato di selezione hanno
scelto tra gli oltre 700 film che sono arrivati quest’anno da tutto
il mondo. E proprio quello di abbracciare quante più culture
possibili è stato uno dei criteri fondamentali della selezione,
com’è nella natura stessa dell’Ischia Film Festival, la cui
filosofia è proprio quella di esplorare, conoscere, scoprire,
luoghi e le storie a questi legate. Storie grandi e piccole, storie
di donne, tante quest’anno, come quella di
Celeste, madre e vedova segnata dalla vita, con
una meravigliosa Radha Mitchell, in anteprima italiana nel concorso
lungometraggi.
Mentre è in anteprima mondiale
Angela, straordinaria opera terza del cineasta
colombiano Agamenon Quintero, potentissimo racconto di come nascere
donna possa essere una tremenda condanna. Una protagonista
adolescente, come la coppia di Fiore Gemello di
Laura Luchetti, un road movie come In viaggio con Adele, anche qui
con due protagonisti, Sara Serraiocco e Alessandro Haber, in cerca
di loro stessi. Tanto cinema italiano in concorso, anche quello che
va all’estero, come Vinicio Marchioni nel noir svizzero
Cronofobia, e Giovanni Pompili, tra i produttori
giovani più interessanti, che ha trovato in Belgio i partner per
Coureur (tra gli interpreti un magnifico Fortunato
Cerlino). L’Italia in concorso è rappresentata anche da Nico
Cirasola e il suo Rudy Valentino e dal solitario
resistente Sergio Rubini di Il bene mio di Pippo
Mezzapesa. Ma i nostri cineasti dicono la loro anche nei concorsi
documentario e cortometraggi, con, tra gli altri, Christian
Carmosino e la sua riflessione sulla guerra in
Kobarid, Life is but a dream, lo
sguardo di Margherita Pescetti su una famiglia di coloni israeliani
in uno sperduto avamposto in Palestina, fino al premiatissimo corto
di Vito Palmieri Il mondiale in piazza.
Dal Burkina alla Cina,
dalla Grecia agli Stati Uniti, dall’Australia all’Argentina,
passando per l’Iran, la Polonia, la Spagna. Forse mai come
quest’anno l’Ischia Film Festival ha esteso la sua esplorazione del
mondo, alla ricerca di luoghi che raccontato storie e persone, per
dare un segnale forte in un momento storico mondiale in cui la
memoria e l’umanità sembrano essere sempre meno importanti. E non è
certamente così.
Allahu Akbar (Stati Uniti, 2019 –
ANTEPRIMA EUROPEA) di Farhat Qazi
Ángela
(Colombia, 2019 – ANTEPRIMA MONDIALE) di Agamenon Quintero
Il bene mio (Italia, 2018) di Pippo
Mezzapesa
Celeste (Australia, 2018) di Ben
Hackworth
Club de jazz (Cuba, 2018) di Esteban
Insausti
Coureur (Belgio e Italia, 2019) di
Kenneth Mercken
Cronofobia (Svizzera, 2018) di
Francesco Rizzi
Fiore Gemello (Italia, 2018) di Laura
Luchetti
In viaggio con Adele (Italia, 2018) di
Alessandro Capitani
Kazantakis (Grecia, 2017 – ANTEPRIMA
ITALIANA) di Yannis Smaragdis
Major Arcana (Stati Uniti, 2018 –
ANTEPRIMA ITALIANA) di Josh Melrod
Rudy Valentino (Italia, 2018) di Nico
Cirasola
IN CONCORSO – Documentari
Burkinabè Bounty: Agroecology in Burkina
Faso (Burkina Faso, 2019) di Iara Lee El cuarto reino (Stati Uniti, 2019
– ANTEPRIMA ITALIANA) di Alex Lora Cercos A Donkey called Geronimo (Germania, 2018
– ANTEPRIMA ITALIANA) di Arjun Talwar A family in the Sinkhole (Cina, 2017 –
ANTEPRIMA ITALIANA) di Zubiao Yao Kobarid (Italia, 2019) di Christian
Carmosino Mereu Life is but a dream (Italia, 2018)
di Margherita Pescetti Lost reactor (Germania, 2018 – ANTEPRIMA
ITALIANA) di Alexandra Westmeier La nostra pietra (Germania e Italia,
2018) di Alessandro Soetje Sa femina accabadora, la dama della buona
morte (Italia, 2018) di Fabrizio Galatea So sempe chille (Italia, 2019 –
ANTEPRIMA MONDIALE) di Romano Montesarchio Storia dal qui (Italia, 2018) di
Eleonora Mastropietro Stupor Mundi (Italia, 2019 – ANTEPRIMA
MONDIALE) di Gian Luca Bianco
Summa (Polonia, 2018 – ANTEPRIMA ITALIANA) di Andrei
Kutsila Tara’s footprint (Argentina, 2018 –
ANTEPRIMA ITALIANA) di Georgina Barreiro
IN CONCORSO – Cortometraggi
Le avventure di Mr. Food e Mrs. Wine
(Italia, 2018) di Antonio Silvestre
Bosa (Spagna, 2019) di Aitana
Serrallet
Cold fish (Australia, 2018) di David
Hay
The day of duty (Iran, 2018) di Ali
Farahani Difficult people (Stati Uniti, 2018) di
Sohil Vaidya
Maelstrom (Stati Uniti, 2018 –
ANTEPRIMA EUROPEA) di Juhee Jane So Man stands still (Austria, 2018 –
ANTEPRIMA EUROPEA) di David Lindinger
Matchstick Willie (Stati Uniti, 2018 –
ANTEPRIMA EUROPEA) di D. R. Garrett
Il mondiale in piazza (italia, 2018)
di Vito Palmieri
L’ora di porto (Italia, 2018) di Dario
Di Viesto
Rear wiew mirror (Australia, 2019 –
ANTEPRIMA ITALIANA) di jonathan Terence may Slaughter (Iran, 2019 – ANTEPRIMA
ITALIANA) di Saman Hosseinpuor
Storia triste di un pugile scemo
(Italia, 2018) di Paolo Strippoli
Vivi la vita (Italia, 2019) di Valerio
Manisi e Giovanni Siliberto
Nonostante non stia raccogliendo
grandi consensi, sia di pubblico che di critica, X-Men:
Dark Phoenix (qui la nostra
recensione) è molto importante nella storia cinematografica del
franchise dei mutanti al cinema, visto che rappresenta il punto di
arrivo dell’intera saga.
Anche per questo, è interessante
scoprire e intercettare nel film le Easter Eggs, i
cameo e i riferimenti al fumetto
originale che sono nascosti dentro al film. Eccone alcuni:
“Se n’è andata”
X-Men:
Dark Phoenix si conclude di nuovo con il sacrificio di
Jean Gray, che rinuncia alla sua vita per distruggere Vux. Bene,
quando tutto questo accade, Cyclops dice “Se n’è andata” e quella è
esattamente la stessa frase con cui Wolverine chiude in X2.
Come vedremo, il film presenta
molte citazioni di quella trilogia originale e Kinberg dimostra
così che non si vergogna affatto di X-Men: Conflitto
Finale mentre Jean polverizza i nemici durante l’atto
finale esattamente allo stesso modo di Famke Janssen, nel 2006.
La Regina Nera
Non c’è segno dell’Hellfire
Club nel film, ma Selene fa un’apparizione nei panni di uno dei
membri della Fratellanza di Magneto. Lei è stata la Regina Nera di
quella sinistra organizzazione, ma è ritratta come un villain
generico in questo film, in cui usa i suoi poteri psichici per
rallentare leggermente l’avanzata di Xavier.
In realtà, l’unica cosa che ha in
comune con il bellissimo personaggio dei fumetti è il nome, visto
che il ruolo non è memorabile.
Un discorso familiare
X-Men:
Dark Phoenix si apre con un discorso in voice over di
Sophie Turner/Jean Grey. Se prestate attenzione, però,
potrete rintracciare nelle parole della giovane Jean le stesse che
Patrick Stewart/Xavier pronuncia all’inizio di
X2.
Stranamente, Kinberg omaggia anche
il primo X-Men con un’inquadratura identica dei merli che volano
via dal campo di basket della scuola.
I D’Bari
I nemici, in X-Men:
Dark Phoenix, sono terribili, c’è poco da dire, ma si
connettono con i fumetti. Tornando indietro ad Uncanny X-Men #135,
la Fenice vola nello spazio e si schianta contro una stella, evento
che porta alla decimazione di un intero sistema solare. Una delle
razze spazzate via in questo incidente sono i D’Bari.
Questo può sembrare un
collegamento, ma la natura muta-forma di questi alieni conferma i
recenti report secondo cui i nemici sarebbero dovuti essere gli
Skrull prima che venissero cambiati.
Vuk
Che ci crediate o no, il
personaggio di
Jessica Chastain che è creato dal nulla, potrebbe
invece ricollegarsi a un altro personaggio che esiste nei fumetti.
Vuk è in realtà un uomonel fumetti ed è stato rivelato essere
l’ultimo membro della razza dei D’Bari, sopravvissuto perché era
sulla Terra quando l’esplosione ha avuto luogo.
Cosa faceva? Dunque, in Avengers #4
stava combattendo contro gli Eroi più Potenti della Terra,
arrivando persino a trasformarli in pietra!
Chris Claremont
X-Men:
Dark Phoenix ci presenta un mondo in cui gli
X-Men che sono amati dalle persone comuni e dal
governo degli Stati Uniti, tanto che vediamo il Professor X
partecipare a un evento alla Casa Bianca. Se tenete gli occhi
aperti in quella sequenza, vedrete che tra la folla c’è anche Chris
Claremont, lo sceneggiatore della saga a fumetti.
Nonostante sia l’autore della
storia originale da cui è stato tratto questo film, è difficile che
a conti fatti sia felice o soddisfatto di quello che ha visto al
cinema!
La X finale
È tradizione, nell’ambito
del franchise degli
X-Men, che la X finale del logo della 20th Century Fox
a inizio film rimanga illuminata anche dopo che il logo si è
dissolto nel nero. Lo stesso accade in X-Men:
Dark Phoenix, ma questa volta, invece di rimanere
gialla, la X assume le sfumature rosse dell’energia di Fenice.
Anche se The New
Mutants avrà una distribuzione in sala, il senso comune
dice che questo sarà l’ultimo film degli X-Men a godere di questo
effetto grafico, soprattutto in vista del fatto che tutti questi
personaggi, prima o poi, saranno raccontati di nuovo al cinema dal
Marvel Studios.
Macbeth
Dark Phoenix è anche il
debutto alla regia di Simon Kinberg, che prova a diventare un po’
troppo smart rispetto anche al suo stesso pubblico. Come accade
quando Jean cerca di strofinare il sangue di Mystica via dalla sua
maglietta; questo è un riferimento pesante e ovvio a Macbeth.
Dazzler
C’era rumors che Dazzler
sarebbe apparsa nel film durante tutta la produzione di Dark
Phoenix, e Halston Sage finisce certamente per interpretare la
mutante canterina, nella scena nel bosco.
I fan speravano da tempo di vederla
sul grande schermo, e finalmente è accaduto, anche se si tratta
solo di un cameo senza una singola battuta, è però significativo
che il debutto del personaggio nei fumetti avviene proprio nella
Saga di Fenice Nera.
Bishop
Abbiamo visto Bishop
l’ultima volta in X-Men: Giorni di un Futuro Passato e mentre
nessuno si aspettava di vederlo tornare in Dark Phoenix, è giusto
dire che c’era molto di più che poteva essere fatto con il
personaggio.
Nel film, leggiamo il suo nome sul
fianco di un camion che vediamo per strada. Forse, in questa linea
temporale, il mutante ha intrapreso una carriera nel trasporto su
grandi mezzi!
La partita a scacchi
È diventato un punto fermo del
franchise degli X-Men vedere Charles ed Erik giocare a una partita
a scacchi, e quella tradizione vive fino a Dark Phoenix. Questa
volta, arriva proprio alla fine del film, con i due potenti mutanti
che si fronteggiano in uno scambio che sarà avvincente.
Anceh se vedremo entrambi i
personaggi, in futuro, nel MCU, sarà difficile immaginare che
li vedremo ancora a giocare a scacchi.
“Gli ultimi della prima
classe”
X-Men: L’Inizio di Matthew
Vaughn ha raccontato di nuovo la serie dall’inizio, concentrandosi
su storie ambientate nel passato, a partire dagli anni ’70. Kinberg
non si è tirato indietro nel riferirsi a quella linea temporale,
con l’esempio più chiaro durante una conversazione tra Bestia e
Mystica, nella quale si riferiscono a loro stessi come agli “ultimi
della prima classe”.
A seguito della morte di Raven,
Charles e Bestia bevono insieme nella X-Mansion e il Professor X
riflette sul fatto che quello è il posto dove l’aveva incontrata
per la prima volta, come avviene, in effetti, nel film di
Vaughn.
La “Jean Grey School For Higher
Learning”
Dopo uno “scisma” nel mondo
degli X-Men, Ciclope andò da una parte e Wolverine da un’altra.
Quest’ultimo riaprì la scuola di Charles Xavier e la chiamò la Jean
Grey School for Higher Learning.
Bene, durante il montaggio di
chiusura di Dark Phoenix, apprendiamo che Scott Summers ha deciso
di rinominare in quel modo la scuola per rendere omaggio alla
ragazza che lui amava e al suo sacrificio.
Genosha
Non è mai stata nominata
nel film, ma la nuova casa di Magneto (fondamentalmente un
campeggio su un’isoletta) è Genosha. È una imitazione piuttosto
scadente della versione dei fumetti, ma prima di suggerire che
forse non è quel posto lì, vi raccomandiamo di fare attenzione ai
titoli di coda, dove un attore è definito Sentinella di
Genosha.
Definire questa rappresentazione
deludente sarebbe un eufemismo, ma è proprio così.
Un’ultima anticipazione
Si tratta semplicemente di
una citazione, di un modo per chiudere in maniera iconica il film.
Alla fine, nel cielo blu di Parigi, vediamo una scintilla di fuoco
prendere la forma di una fenice, segno che forse Jean Grey è ancora
viva. Alla luce del fatto che il franchise è chiuso e passato ad
altre mani, sappiamo che non vuol dire nulla, se non, appunto, un
omaggio al personaggio.
Arriva in home video grazie a
Warner Bros. Entertainment ItaliaThe
LegoMovie 2: Una nuova
avventura, disponibile in DVD e Blu
Ray dal 13 Giugno. L’attesissimo
seguito del primo film, dedicato alle avventure dei personaggi LEGO
apprezzato da critica e pubblico, riunisce tutti gli eroi di
Bricksburg in una nuova avventura piena di azione e sorprese, in
cui i nostri coraggiosi protagonisti saranno costretti a fare di
tutto per salvare la loro amata città.
The
LegoMovie 2: Una nuova
avventura inizia immediatamente dopo gli eventi
del primo film: i Lego DUPLO hanno invaso Bricksburg sconvolgendo
per sempre l’equilibrio della città. 5 anni dopo gli abitanti sono
rassegnati che tutto sia perduto, la vita non sembra poter più
tornare quella di un tempo. Ma c’è una speranza? Tutto può
ancora essere meraviglioso come dice il positivo Emmet a
Lucy? Non resta che scoprirlo in questa nuova avventura che ci
porterà ai confini dell’universo assieme a tanti altri
personaggi tra cui LEGO Batman, LEGO Superman, il nuovo
Rex Dangervest e la regina Wello Ke-Wuoglio. Preparate la vostra
fantasia, mettete in moto la creatività prima di imbarcarvi in
questa corsa coloratissima in cui il divertimento è assicurato per
tutta la famiglia!
Tra i contenuti speciali di questa
nuova avventura potremo ammirare, nell’edizione
Blu-Ray, alcune scene eliminate dal montaggio
cinematografico, divertirci con un video musicale e incuriosirci
con lo speciale They Come in Pieces: assembling
The Lego Movie 2 dedicato alla creazione di Brickland e
dei suoi abitanti. Scopriremo come i mattoncini LEGO hanno preso
vita nel film e il grande lavoro del reparto animazione ed effetti
speciali.
Nella versione originale, molti
attori amati hanno ripreso il loro ruolo di doppiatori dal primo
film per The
LegoMovie 2: Una nuova
avventura come Chris Pratt (Guardiani della galassia,
Jurassic World) che interpreta Emmet; Elizabeth Banks (i
film di Hunger Games, Love & Mercy) è Lucy, detta
Wyldstyle; Will Arnett (LEGO
Batman – Il film, Arrested Developement per la
TV) dà voce a
LEGO Batman; Alison Brie (interprete delle serie TV Glow e
Community) è Unikitty; Nick Offerman (Fargo,
Parks and Recreation) come MetalBeard; Charlie Day (i film
della serie Come ammazzare il capo… e vivere felici,
C’è sempre il sole a Philadelphia per la televisione) è
Benny; sono raggiunti da attrici come Tiffany Haddish (Il
viaggio delle ragazze, Keanu), e Stephanie Beatriz
(Short Term 12, Brooklyn Nine-Nine per la TV)
rispettivamente nei panni dei nuovi personaggi Regina Wello
Ke-Wuoglio e Generale Sconquasso, infine Maya Rudolph (Le
amiche della sposa e la serie Big Mouth) è mamma.
The LegoMovie 2: una nuova
avventura è diretto da Mike Mitchell (Shrek e
vissero felici e contenti, Trolls, Sky High –
Scuola di superpoteri) e prodotto da Dan Lin, Phil Lord,
Christopher Miller e Roy Lee, il team dietro al franchise sin dal
primo The LEGOMovie e Jinko Gotoh. La
sceneggiatura è stata scritta dal duo Lord and Miller, produttori
vincitori dell’Oscar per il film Spider-Man: un nuovo
universo, Trisha Gum è il direttore dell’animazione. Tra
i produttori esecutivi figurano Jill Wilfert, Keith Malone, Matthew
Ashton, Chris McKay, Zareh Nalbandian, Ryan Halprin, Will Allegra e
Chris Leahy. Il production designer è Patrick Marc Hanenberger,
mentre il montaggio è stato affidato a Clare Knight mentre Mark
Mothersbaugh ha composto la musica del film.
Arriverà il sala il prossimo 27
novembre Frozen II: Il Segreto di Arendelle, il
sequel del film dei record che ha rilanciato la Walt Disney. Di
seguito ecco il nuovo trailer del film.
Frozen II: Il Segreto di
Arendelle è l’atteso sequel del film
d’animazione diretto da Chris Buck e
Jennifer Lee.
Della squadra premio Oscar
torneranno Lee e Chris Buck in regia, il
produttore Peter Del Vecho, il cast
originale, Idina
Menzel, Kristen Bell, Jonathan
Groff e Josh Gad, e le musiche
di Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez.
Walt Disney Animation
Studios distribuirà il film nei cinema USA dal 27 novembre
2019.
Sam Rockwell,
attore amatissimo dal pubblico e premio Oscar nel 2018 per la sua
grande performance in Tre Manifesti a Ebbing,
Missouri, è entrato a far parte del cast di The
Ballad of Richard Jewell, il prossimo film di
Clint Eastwood per la Warner Bros.
Variety ha riportato per primo la notizia che ha trovato conferma
in Deadline.
Il film seguirà Jewell, la guardia
di sicurezza la cui vita viene sconvolta dopo che le forze
dell’ordine lasciano trapelare la notizia, tramite un giornalista,
che lui è un possibile sospetto nell’attentato al Parco Olimpico
durante le Olimpiadi di Atlanta del 1996.
Rockwell interpreterà l’avvocato che
ha difeso Jewell dopo essere stato accusato ingiustamente. La parte
di Jewell non è ancora stata assegnata. Nonostante gli anni che per
lui sembrano non passare mai, Eastwood è la regia e alla produzione
del film attraverso la sua etichetta Malpaso.
Terrence Malick
torna al lavoro e ancora una volta sceglie l’Italia come set per il
suo prossimo film. Si intitolerà The Last Planet e
racconterà alcune scene della vita di Cristo. Le prime
informazioni, ovviamente, sono scarse, ma sembra che la location
scelta dal regista texano sarà la riserva naturale di Tor Caldara,
nel comune di Anzio.
Su Comingsoon.it
leggiamo che il film dovrebbe avere una “tematica storica e
religiosa forte, alla scoperta di alcuni passaggi della vita di
Cristo, con la rappresentazione di parabole evangeliche, alcune
delle quali saranno girate, a metà giugno, proprio a Tor Caldara e
dintorni.”
Il sindaco di Anzio, Candido
De Angelis, ha detto: “La città di Anzio è onorata di
essere stata scelta da un regista e artista contemporaneo dello
spessore internazionale di Terrence Malick”. Sembra che il
film sia in corso di lavorazione da qualche settimana, ma non si
hanno notizie in merito al cast coinvolto. Per quello che riguarda
lo stile del film, possiamo ipotizzare che si tratterà di uno stile
poco narrativo.
Terrence Malick ha inaugurato la sua
riflessione sulla spiritualità e la divinità, ufficialmente, con
The Tree of
Life, anche se questo aspetto non è mai stato
completamente estraneo anche alle sue pellicole precedenti. Nella
sua ultima apparizione
pubblica, a Cannes 2019 in occasione della premiere di
A Hidden Life (qui la nostra
recensione), il regista aveva mostrato un ulteriore
passo in questa riflessione legata alla fede e alla
spiritualità.
Il film parla infatti di un
obbiettore di coscienza che, durante la Seconda Guerra Mondiale, si
rifiuta di andare a combattere tra le fila naziste, fino a pagarne
le conseguenze estreme. Il film è stato accolto con calore dal
pubblico del festival e dalla stampa internazionale, tanto da
essere considerato il film della ripresa per il regista stesso, che
da The Tree of Life in poi ha presentato una serie
di film molto inferiori rispetto agli standard e alle grandi
aspettative che il pubblico ha nei suoi confronti.
Un piede nel passato e uno nel
futuro. È così che Jason Reitman ha descritto
l’operazione dietro Ghostbusters 3, terzo capitolo
del franchise le cui riprese partiranno a breve e che vede il
regista raccogliere l’eredità del padre Ivan (autore dei primi due
film).
“Vogliamo che sia una lettera
d’amore ai fan, e sinceramente fino a qualche tempo fa non credevo
fosse possibile…d’altronde ero solo un ragazzo che girava pellicole
indipendenti per il Sundance“, ha raccontato Reitman al
Ghostbusters Fan Fest. “E poi è arrivato questo personaggio,
una ragazzina di dodici anni. Non sapevo chi fosse, o perché mi
fosse saltata in testa, ma l’ho vista con un pacchetto di protoni e
la storia ha cominciato a formarsi“.
Dunque sembra evidente che la trama
del film ruoterò intorno alle vicende della giovane protagonista
interpretata da Mckenna Grace, e della sua
famiglia formata dalla madre (Carrie Coon) e dal
fratello (Finn Wolfhard).
“Abbiamo contattato tutti gli
attori del cast originale, la troupe, insomma le persone che hanno
contribuito a realizzare Ghostbusters, proprio per conservare lo
spirito della saga. Non posso dirvi niente, tranne che sarà una
storia nuova, con nuovi personaggi e una nuova location.
Spero solo che i fan li amino quanto me, perché sono
straordinari, e non vedo l’ora di presentarveli“.
Come dichiarato in un’intervista da
Sigourney Weaver, l’attrice parteciperà al nuovo
film riprendendo il ruolo di Dana Barrett e insieme a lei ci
saranno anche Dan Aykroyd e Bill
Murray.
Le riprese di Ghostbusters
3, che ha “Rust City” come titolo di
lavorazione, inizieranno il 25 Giugno a Calgary e proseguiranno per
circa 15 settimane. La produzione non ha diffuso ulteriori dettagli
sulla pellicola, che come saprete sarà il sequel diretto dei due
Ghostbusters diretti da Ivan Reitman (papà di Jason), senza nessun
collegamento con il reboot al femminile di Paul
Feig del 2016.
Trovare un villain che sia
all’altezza di Thanos non sarà facile ma a quanto pare i Marvel Studios sarebbero già al lavoro per
lanciare il primo grande antagonista della Fase 4 dell’universo
cinematografico. L’indiscrezione, riportata dal sito Geeks
WorldWide, spiega che un personaggio nominato “Il
Benefattore” è nel mirino dello studio e la squadra
guidata da Kevin Feige sta cercando un attore preferibilmente
caucasico, di età compresa tra i quaranta e i 60 anni e che i test
verranno effettuati tra pochi mesi ad Atlanta.
Sebbene ancora vaga, questa
descrizione suggerisce che si stia parlando di Norman
Osborn, già antagonista di Spider-Man nei
film diretto da Sam Raimi, e se ricordate bene in Ant-Man
and the Wasp veniva nominato il misterioso “benefattore”
da Sonny Burch, quindi è probabile che si tratti proprio del leader
della Oscorp Industries.
Pochi giorni fa era trapelata la
notizia, non ufficiale, secondo cui la scena mid-credits di
Spider-Man:Far From
Home (ultimo episodio della Fase 4) avrebbe annunciato
al pubblico l’ingresso di Osborn nel
franchise, con la star di The Walking DeadDavid
Morrissey contattata dalla Marvel. Da qui le speculazioni: il
villain recluterà Mysterio, Camaleonte, Avvoltoio, Shocker e
Scorpion alla fine del film formando i Sinistri Sei? Quentin Beck,
interpretato da Jake Gyllenhaal, lavora in realtà per lui? Oppure i
nuovi nemici dei Vendicatori saranno i Dark
Avengers, gruppo in cui hanno combattuto Abominio,
Mysterio e Venom?
Non ci resta che attendere la
visione di Far From Home e scoprire quali saranno i piani dello
studio…
Diretto ancora una volta da Jon
Watts, Spider-Man: Far From
home arriverà nelle sale il 2 Luglio (invece che il
5). Confermati nel cast del film il
protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di
Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di
Nick Fury e Cobie Smulders in quelli
di Maria Hill.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle. Naturalmente il
film vedrà tornare anche Flash Thompson (Tony
Revolori) e Ned Leeds (Jacob Batalon),
gli altri compagni di scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente
della trama e quali teorie circolano intorno al nuovo titolo dei
Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider vista in Avengers: Infinity War.
Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli
occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo
perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova
maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano,
durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Oltre al nuovo film di
Dune che come sappiamo sarà scritto, prodotto e
diretto da Denis Villeneuve, WarnerMedia, il
prossimo servizio di streaming di Warner Bros annuncia oggi la
serie Dune: The
Sisterhood, una versione femminile incentrata
sull’amato romanzo di Frank Herbert. Il regista Denis Villeneuve
dirigerà il pilot della nuova serie.
Dune: The
Sisterhood sarà scritto da Jon Spaihts e sarò
prodotto dalla Legendary Television. Villeneuve e
Spaihts saranno i produttori esecutivi insieme a Brian
Herbert, Byron Merritt, Kim Herbert e Frank
Herbert. Kevin J. Anderson co-produrrà.
Spaihts ha collaborato alla sceneggiatura insieme
a Villeneuve.
Il film Dune come
sappiamo invece sarà prodotto dalla Legendary Entertainment sarà
distribuito al cinema dalla Warner Bros. Pictures e ha iniziato le
riprese a marzo. Nel cast protagonisti sono Timothee Chalamet come protagonista,
Paul Atreides, Rebecca Ferguson, Dave Bautista, Stellan
Skarsgard, Charlotte Rampling,
Javier Bardem, Josh Brolin, Jason Momoa, Zendaya,
Oscar Isaac e David Dastmalchian. La
pellicola uscirà in anteprima il 20 novembre 2020.
Il romanzo di Herbert
Duneesamina un
futuro in cui l’umanità si è espansa attraverso la galassia in
migliaia di mondi, tutti governati dall’Imperatore Padishah, The
Imperium. Dune: The Sisterhood si svolge nello stesso
universo ed esplora il futuro attraverso gli occhi di un misterioso
ordine di donne: the Bene Gesserit. Grazie alle abilità
acquisite grazie alla padronanza del corpo e della mente, le Bene
Gesserit intrecciano sapientemente le politiche feudali e gli
intrighi dell’Imperium, perseguendo piani che li condurranno infine
all’enigmatico pianeta Arrakis, conosciuto dai suoi abitanti come
Dune.
“Le Bene Gesserit sono sempre
state affascinanti per me. Concentrare una serie attorno a quel
potente ordine delle donne non è sembrato solo rilevante e
stimolante, ma anche un contesto dinamico per le serie
televisive“, ha detto Villeneuve La serie TV e il
lungometraggio sono la punta dell’iceberg del piano più ampio nei
piani di Legendary per Dune, che comprende anche
videogiochi, pacchetti di contenuti digitali e serie di
fumetti. Il leggendario CEO Joshua Grode ha dichiarato
ad The Hollywood Reporter ad aprile che il
piano era quello di dividere Dune in due film,
anche se è stato programmato solo il primo. Ad oggi, ci sono
stati più di 20 libri nella serie di Dune, i
primi sei scritti da Herbert. Suo figlio, Brian e Kevin J.
Anderson, hanno continuato la serie.
Il servizio di streaming di
WarnerMedia è previsto per il lancio in versione beta alla fine del
2019. La piattaforma presenterà una serie di prodotti originali
creati da script oltre a contenuti provenienti da piattaforme di
proprietà di WarnerMedia tra cui HBO, TBS, TNT, CNN e altro ancora.
Dune è la terza serie in lavorazione per
il servizio SVOD, e si unisce all’annunciata serie antologica
comica di Paul Feig Love Live, con Anna Kendrick, e il
dramma action sulle automobili di Ansel Egort, Tokyo Vice.
Oltre allla serie animata di Gremlins è in
lavorazione.
Non tutte le storyline del Marvel Cinematic Universe hanno
avuto lo stesso trattamento, ma capita che nel corso di undici anni
(e ventidue film) qualcuna venga lasciata in sospeso favorendo lo
sviluppo di altre trame ritenute più importanti. Di sicuro si
inserisce in questo discorso la relazione sentimentale tra
Bruce Banner e Natasha Romanoff e
la capacità dell’eroina di “placare” la rabbia di Hulk, ma a quanto
pare in Avengers:
Infinity War erano previste delle scene – poi
eliminate – come rivelato dagli sceneggiatori Stephen McFeely e
Christopher Markus:
“Ci abbiamo provato, volevamo
continuare quella storyline, e in Infinity War avevamo delle scene
scritte. Frasi del tipo “Sei andato via, mi sono trasferito”, quel
genere di conversazione, ma era diventato chiaro che se una scena
non aveva un posto definito nella trama, non poteva sopravvivere
all’infinito. Quel rapporto doveva correre su binari indipendenti
per funzionare o arrivare al traguardo“.
Natasha e Bruce hanno condiviso
qualche momento negli ultimi due film di Avengers, anche se non
sono mai sembrati così intimi come in Age of
Ultron, picco massimo del loro interesse sentimentale.
Ovviamente le riflessioni di McFeely e Markus hanno senso se
confrontate con la ricchezza di materiale da cui attingere in
Infinity War e Endgame, dove
l’obiettivo primario era bilanciare tutti i percorsi dei personaggi
con la ricerca delle gemme e il racconto di Thanos.
Ma chi dice che queste dinamica non
possa essere esplorata ancora nel futuro del franchise?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Puntualmente, quando si parla di
cinecomic, arriva il momento di passare in rassegna tutte le scene
mostrate dai trailer ed eliminate dal montaggio della versione
finale. È questo il caso di X-Men:
Dark Phoenix, dove più di una sequenza manca
all’appello. Scopriamole di seguito:
La nuova confraternita
Questa scena ha dato inizio a
diverse speculazioni in merito alla formazione della nuova
confraternita dei mutanti, guidata da Magneto che
sembra aver perso il suo elmetto dopo l’incontro con Jean. Insieme
a lui ci sono Nightcrawler,
Tempesta e Bestia.
Forse questi eroi stavano per
abbandonare il loro team per unirsi a Magneto, oppure ci trovavamo
nell’atto finale del film con i Mutanti pronti a combattere la
Fenice?
X-Mansion in rovina
Diverse scene con il
Professor X sono state eliminate, tra cui quella
ambientata nell’X-Mansion apparentemente abbandonata a e in rovina.
È probabile che nella versione originale del film avremmo assistito
allo scioglimento della squadra con Charles lasciato solo.
Così facendo avremmo avuto uno
scenario futuro in cui Xavier, animato da motivazioni oscure,
sarebbe diventato il prossimo villain del franchise (che forse non
vedremo mai).
Cyclope vs Professor X
Molti dialoghi inseriti nei trailer
sono stati rimossi dal film, come quello accesso tra
Cyclope e Charles Xavier con il
leader della squadra che ammette di non sapere cosa fare con
Jean.
Questo alimenta le teorie sulla
svolta dark di Professor X, disposto a tutto pur di salvare i
Mutanti, anche a costo di sacrificare la vita della sua
pupilla.
Doppia personalità
Dopo aver involontariamente ucciso
Mystica, Jean piange sotto la pioggia parlando a
se stessa e chiedendo “Perché mi hai fatto fare questo?“.
Questa scena sembra essere un’indicazione abbastanza chiara del
fatto che la versione precedente di Dark Phoenix avrebbe trattato
questo nuovo potere come un’entità separata con cui Jean stava
combattendo. Troppo simile a X-Men: Conflitto
Finale?
Un emozionante addio
Scott Summers
trascorre la maggior parte del film cercando di rintracciare Jean,
ma una reunion vera e propria manca e non riusciamo mai a vederli
insieme dopo la separazione. Si, Cyclope la protegge durante
l’attacco del treno, ma non è abbastanza.
In effetti nel trailer questa scena
c’è, dove Scott parla con la sua ragazza.
Massacro alle Nazioni Unite
Diverse fonti affidabili hanno
confermato che una delle sequenze mancanti avrebbe visto i mutanti
protagonisti di una battaglia nella sede della Nazioni Unite
durante l’atto finale del film. La razza aliena dei
D’Bari (originariamente dovevano essere gli
Skrull) è stata invece relegata a qualche momento
action, come la corsa sul treno, e poco altro.
Il “permesso” di Magneto
“Non sei venuta qui a cercare
risposte…sei venuta qui a chiedere il permesso.” diceva
Magneto a Jean nel trailer, e in questo frangente
l’eroina sembrava aver finalmente abbracciato la sua parte
malvagia. Nella realtà, i due personaggi hanno un breve scambio su
Genosha ma niente di tutto ciò è finito nel film.
Hank sulla tomba di Raven
C’è un’inquadratura del teaser
trailer di X-Men:
Dark Phoenix che mostra Hank McCoy su
quella che è a tutti gli effetti la tomba di Raven. Di datto nel
film lo vediamo schierarsi dalla parte di Magneto, ma manca quel
dettaglio che può motivare ulteriormente la scelta.
Un incontro segreto
L’incontro tra il personaggio di
Jessica Chastain e il suo alleato viene mostrato
in un parcheggio, mentre il trailer suggeriva una location
totalmente diversa: una chiesa.
Non sappiamo perché questa scena è
stato tagliata, ma di sicuro avrebbe avuto un impatto decisamente
più forte del risultato finale.
Intervistato da Empire in occasione
del tour promozionale di C’era una volta a
Hollywood (in uscita negli Stati Uniti a luglio),
Quentin Tarantino ha avuto modo di parlare non
soltanto del film, presentato a Cannes poche settimane fa, ma anche
del recupero dei cinecomic Marvel di cui è grande appassionato
e che lo stanno preparando alla visione di Avengers:
Endgame, culmine narrativo del MCU.
E a sorpresa, il regista ha anche svelato qual è il suo
preferito di tutto il franchise:
“Non mi sono tenuto aggiornato
con i cinecomic negli ultimi quattro anni, e penso che gli unici
film tratti da fumetti che ho visto l’anno scorso al cinema siano
stati Wonder Woman e Black
Panther. Però un paio di settimane fa ho iniziato a
recuperare alcuni film della Marvel per poter andare a vedere
Endgame: ho appena finito Captain America: Civil
War, quindi il prossimo è Doctor Strange. Ma in realtà l’ultimo
che ho visto è stato Thor:
Ragnarok. L’ho adorato. È il mio preferito della serie
da The Avengers – definitivamente il mio preferito.”
Vi ricordiamo che il decimo
lungometraggio di Tarantino, C’era una volta a
Hollywood, è stato presentato in anteprima e in
concorso al Festival
di Cannes ed è atteso nelle nostre sale a settembre 2019.
Nel cast Brad Pitt,
Leonardo DiCaprio, Margot Robbie,
Damian Lewis, Dakota
Fanning, Nicholas
Hammond,Emile
Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins
Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael
Madsen. Rumer Willis, Dreama
Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley,
Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon
Herriman sarà Charles Manson.
Di seguito la prima sinossi:
La storia si
svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene
chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton
(Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo
stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno
lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma
Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.
Circa un anno fa, in concomitanza
con le riprese di Captain Marvel, era stato Kevin Feige
a dichiarare
che uno dei personaggi che avrebbe voluto introdurre
nell’universo cinematografico per la Fase 4 c’era
anche Kamala Khan aka Ms.
Marvel, uno degli alter
ego della supereroina che ha debuttato nel 2013 sui fumetti.
“Come
sapete stiamo attualmente girando Captain Marvel con Brie Larson, ma abbiamo
già dei piani per portare nel MCU Ms. Marvel, personaggio dei fumetti che
si ispira proprio a lei. E contiamo di introdurla già dopo l’uscita
nelle sale del film su Carol Danvers“.
Di fatto in casa Marvel Studios sono già iniziate le
discussioni su come approcciare il personaggio e quale sia il modo
migliore per tradurre le sue avventure sul grande (o piccolo?)
schermo, e a confermarlo è Mindy Kaling in una
recente intervista con MTV News:
“Le persone dello
studio con cui ho parlato sono davvero entusiaste a riguardo. Penso
che stiano cercando di capire cosa farne, e ho detto loro che le
avrei aiutate in qualsiasi modo. Perché la amo davvero. Mi sono
sembrate interessate e credo che probabilmente faranno qualcosa,
soprattutto ora che c’è questa piattaforma di streaming in
arrivo.“
Nella
versione originale Kamala Khan è un’adolescente americana di
origini pakistane che ammira molto Carol Danvers e che acquisirà
accidentalmente il potere della superelasticità, entrando a far
parte dei Vendicatori, dunque sembra escluso un coinvolgimento
dell’attrice come protagonista. Secondo la Kaling la produzione
dovrebbe addirittura scegliere un’interprete sconosciuta per
calarsi nei panni della prima supereroina pakistana della storia,
ma è probabile che sapremo di più nei prossimi mesi.
Sull’argomento si era espressa anche
Brie Larson durante il tour promozionale del film,
dichiarando i suoi desideri per un eventuale sequel di Captain
Marvel:
“Il mio sogno sarebbe vedere Ms.
Marvel nel sequel. Questo è
l’obiettivo.“
È in arrivo un nuovo annuncio da parte dei Marvel Studios? Che ne pensate?
X-Men:
Dark Phoenix tratterà la storia di uno dei personaggi
più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si evolve
nell’iconica DARK PHOENIX. Nel corso di una pericolosa
missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza
cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i
tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi
demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi
legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il
pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai
realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli
X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve
affrontare il nemico più devastante: uno di loro.
Ecco la nostra intervista a
Alexandra Shipp, Evan Peters
e Tye Sheridan, trai protagonisti di X-Men:
Dark Phoenix e interpreti rispettivamente di
Tempesta, Quicksilver e Ciclope.
X-Men: Dark Phoenix, la trama
Dark Phoenix
tratterà la storia di uno dei personaggi più amati della saga degli
X-Men, Jean Grey, che si evolve nell’iconica DARK PHOENIX.
Nel corso di una pericolosa missione nello spazio, Jean viene
colpita da una potente forza cosmica che la trasforma in uno dei
più potenti mutanti di tutti i tempi. Lottando con questo potere
sempre più instabile e con i suoi demoni personali, Jean perde il
controllo e strappa qualsiasi legame con la famiglia degli X-Men,
minacciando di distruggere il pianeta. Il film è il più intenso ed
emozionante della saga, mai realizzato prima. È il culmine di
vent’anni di film dedicati agli X-Men, la famiglia di mutanti che
abbiamo amato e conosciuto deve affrontare il nemico più
devastante: uno di loro.
Dal 10 giugno è
possibile vedere Chernobyl in esclusiva su
Sky. Questa nuova
serie originale è nata dalla collazione tra Sky e
HBO e s’ispirata alla tragedia nucleare di Chernobyl
avvenuta il 26 aprile del 1986. Dalla catastrofe
che inevitabilmente colpì gran parte dell’Europa sono già passati
ben 33 anni: proprio il 26 aprile 1986 avvenne l’esplosione del
reattore numero 4 della centrale di Chernobyl, a 120 chilometri da
Kiev.
La serie in questione prende le
mosse proprio da questa indimenticata tragedia, sviluppandosi in
cinque episodi e raccontando una delle peggiori catastrofi mai
provocate dall’uomo. Tutto è nattato attraverso gli atti di
coraggio di quanti provarono a salvare l’Europa da un disastro
inimmaginabile. Scritta da Craig Mazin, la serie è
diretta da Johan Renck e nel cast
vi sono Jared Harris,
Stellan Skarsgård,
Emily Watson, Jessie Buckley, Paul Ritter, Adrian Rawlins, Con
O’Neill, Sam Troughton, Adam Nagaitis,
Ralph Ineson,
Mark Lewis Jones,
Fares Fares e David Densik.
Ecco, dunque, cinque cosa da sapere su
Chernobyl.
Uno dei personaggi è stato
romanzato
Il personaggio di Ulana
Khomyuk – interpretato da Emily Watson– è
l’unico personaggio romanzato, ed è un composito di diversi
scienziati coinvolti nel disastro di Chernobyl. Non è confermato
che tra loro vi fossero delle donne.
Avere il personaggio composito di
una donna, riflette in maniera accurata la percentuale
insolitamente elevata di donne che lavorano nel campo della scienza
e delle medicina nell’Unione Sovietica.
La HBO ha realizzato anche dei
podcast
Parallelamente allo
show, dopo la realizzazione di ogni episodio, la HBO ha
pubblicato un podcast per ogni puntata, in cui il
creatore/sceneggiatore Craig Mazin parla con
Peter Sagal dell’episodio in questione. Durante
queste puntate, Mazin ha rivelato molti dettagli dei dietro le
quinte, della sceneggiatura e della produzione della miniserie.
Inoltre, ha spiegato e parlato molto della storia e degli eventi
reali che si sono verificati, andando oltre la trama dell’episodio
e i personaggi inclusi. Questo approfondimento è stato intitolato
Il Podcast di Chernobyl.
La colonna sonora di Chernobyl è
composta da suoni naturali
Per registrare la colonna sonora
adatta allo show, il compositore Hildur
Guðnadóttir si è recato alla centrale elettrice dismessa
di Ignalina, in Lituania.
In questa zona è stata girata gran
parte della serie, e proprio qui si è recato il compositore per
registrare suoni ambientali unici, grazie anche all’aiuto di uno
specialista di registrazione del suono, Chris
Watson, e del produttore Sam Slater.Una
volta tornati in studio, hanno ascoltato ore di registrazioni,
provando i suoni da loro. In seguito, il compositore ha composto la
maggior parte della musica per la colonna sonora della miniserie da
quelle registrazioni.
La città di Pripyat è rimasta come
è stata lasciata il 27 aprile del 1986
Le autorità sovietiche,
inizialmente, ordinarono una evacuazione temporanea di tre giorni
con solo tre ore di anticipo e avvisarono i residenti di mettere in
valigia solo i beni personali di importanza vitale. Ritenendo che
sarebbero tornati a breve, la città fu sostanzialmente abbandonata
sul posto.
Durante l’operazione di pulizia,
tuttavia, la maggior parte dei mobili, automobili e altri oggetti
personali sono stati saccheggiati e rimossi illegalmente dalla zona
di esclusione. Quando la popolazione di Chernobyl fu evacuata, essi
furono informati che sarebbe andati via solo per alcune settimane
mentre la centrale sarebbe stata riparata. Ma, come la storia ha
insegnato, questo non è successo e la città si trova esattamente
come è stata lasciata nel 1986.
La serie di divide tra lingua
inglese e lingua russa
Sullo schermo, gli attori parlano
inglese con i loro accenti naturali senza troppi problemi in questo
senso. Tuttavia, tutto il discorso che viene ascoltato attraverso
mezzi artificiali – vale a dire attraverso radio, registrazioni
delle chiamate telefoniche di emergenza, notiziari televisivi
sovietici e gli annunci fatti attraverso i sistemi di comunicazione
pubblica – è espresso in lingua russa.
Pets
2 – Vita da animali
apre in testa al box office italiano, seguito da Aladdin e X-Men: Dark Phoenix. Incassi in calo
al box office italiano a causa del primo vero weekend estivo che ha
allontanato gli italiani dalle sale cinematografiche. Pets 2 – Vita da animali apre in
testa al botteghino con 1.034.000 euro incassati in 631 sale a
disposizione, registrando una media per sala pari a 1600 euro. Così
Aladdin scende in seconda posizione con
1.002.000 euro di incasso alla sua terza settimana di
programmazione, giungendo a quota 13 milioni.
X-Men: Dark Phoenix esordisce al
terzo posto con 913.000 euro incassati in 467 sale, un risultato
tutt’altro che esaltante come accaduto oltreoceano. Calo per
Il Traditore, arrivato a 3,5 milioni
con altri 459.000 euro, e Godzilla II: King of the Monsters,
che totalizza 1,6 milioni con altri 391.000 euro.
Rocketman perde oltre la metà rispetto
all’esordio raccogliendo 290.000 euro con cui giunge a un globale
di 1,2 milioni. Seguono le new entry
Polaroid (204.000 euro) e A
mano disarmata (141.000 euro). Dolor Y Gloria scende in nona
posizione con altri 111.000 euro per un totale di 2,8 milioni.
Chiude la top10 John
Wick 3 che raccoglie altri 44.000 euro e arriva a
quota 3,1 milioni.
Michael Shannon è
un attore che ha sempre saputo conquistare il pubblico grazie al
suo talento e a come trasmette la sua passione verso il cinema ai
suoi fan. L’attore ha sempre lavorato duramente e a lungo per
mettere in piedi una carriera solida e concreta come la sua, sempre
pronto a garantire impegno e talento in tutti i ruoli da lui
interpretati. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Michael
Shannon.
Michael Shannon film
1. Michael Shannon: i film e
la carriera. La carriera dell’attore americano è iniziata
nei primi anni ’90, apparendo in alcuni film tv, come Ricatto
in videotape (1992) e Angel Street (1992), e in
alcuni film come Ricomincio da capo (1993) e Reazione
a catena (1996). In seguito, l’attore ha lavorato in Pearl
Harbor (2001), Vanilla Sky (2001), World Trade Center
(2006), Onora il padre e la madre (2007), Revolutionary Road (2008) e The Iceman (2012). Tra i suoi ultimi film vi sono
L’uomo d’acciaio (2013), 99 Homes (2014), Freeheld – Amore, giustizia, uguaglianza (2015),
Midnight Special (2016), Elvis & Nixon (2016), Loving (2016), Animali notturni (2016) e La forma dell’acqua (2017). Ma non è tutto: l’attore,
infatti, ha lavorato anche per il piccolo schermo, apparendo in
alcune serie tv come Ultime dal cielo (1998-1999),
Boardwalk Empire – L’impero del crimine (2010-2014) e
Waco (2018).
2. È anche
produttore. Nel corso della sua carriera, Michael Shannon
ha avuto modo di sperimentare diversi ambiti del cinema, vestendo i
panni del produttore. L’attore, infatti, ha lavorato alla
produzione dei film Elvis & Nixon, Signature Move (2017) e
What They Had (2018), e della serie Waco
(2018).
Michael Shannon Animali
notturni
3. Il suo personaggio come
un angelo grottesco. Stando alle dichiarazioni
dell’attore, pare che all’inizio egli non fosse molto convinto del
suo ruolo. Tuttavia, il regista del film, Tom Ford, è riuscito a convincerlo, ammettendo
“È una storia oscura e c’è molta brutalità, ma mi è piaciuto molto
il personaggio di Bobby Andes e l’ho visto come un angelo molto
grottesco nell’intera storia, quasi come il personaggio di La
vita è meravigliosa (1946)”.
4. Ha visto il suo
personaggio come una rappresentazione del protagonista.
Secondo l’attore, il suo personaggio, Bobby, è una rappresentazione
di una parte della psiche di Edward, così come lo sono anche gli
altri personaggi: “La ragione per cui le persone tendono ad
apprezzare Bobby è il fatto che lui rappresenti un aspetto che
tutti desideriamo avere, in definitiva – un aspetto che si leverà
in piedi e che proteggerà chiunque non ha paura o scappa”.
Michael Shannon moglie
5. Ha una compagna da molto
tempo. L’attore non ha mai messo sotto i riflettori la sua
vita privata, ma è un fatto conclamato che da molto tempo, dal 2002
circa, egli sia il compagno della collega Kate
Arrington. Dalla loro unione, tra l’altro, la coppia ha
dato vita alle figlie Sylvia e
Marion.
Michael Shannon Elvis
6. Ha scoperto un lato di
Elvis inaspettato. L’attore ha espresso di aver apprezzato
molto il fatto di interpretare Elvis e di scoprirne il lato
privato: “Quando stavo esplorando la sua vita, mi sono reso conto
che c’era quasi un’intera versione di Elvis intrappolata in lui,
cosa che ero sorpreso di trovare. Voglio dire, ho trascorso molto
tempo con Jerry Schilling, uno degli amici più intimi di Elvis. Ed
è stato molto rivelatorio di quanto Elvis fosse contento di essere
Elvis Presley e con tutta la fortuna che gli ha portato, ha
affrontato un sacco di frustrazioni per il fatto che c’erano
aspetti di se stesso che non era in grado di esplorare
completamente”.
Michael Shannon The Iceman
7. Ha studiato come usare la
voce per interpretare il protagonista. L’attore è riuscito
ad emulare la vera voce di Richard Kuklinski
ascoltando le interviste televisive e il documentario HBO,
America Undercover: The Iceman Tapes: Conversations with a
Killer (1992).
8. Ha fatto un test per
provare il personaggio. Prima dell’inizio della
produzione, il regista Ariel Vromen ha girato una scena di prova
con Shannon nei panni di Richard Kuklinski e Michael
Wincott nei panni di Robert Pronge. L’attore ha mantenuto
il ruolo nella versione del film, mentre Chris Evans è stato scelto come Pronge, perché
Vromen voleva qualcuno di più giovane per quella parte.
Michael Shannon Revolutionary
Road
9. Teneva a fare il provino
per il film. L’attore ha dichiarato di essere un grande
fan del libro e di essere molto felice del fatto che stessero per
realizzarne un adattamento cinematografico. Anche se era nervoso
perché pensava di averlo scoperto troppo tardi, ha subito chiamato
per fissare un provino quando ha scoperto della produzione.
10. È stato candidato agli
Oscar. Grazie alla sua interpretazione di John Givings,
l’attore si è guadagnato una nomination agli Oscar nella categoria
del Miglior Attore non Protagonista. Tuttavia, non è riuscito a
vincere, battuto dalla vittoria postuma di Heath Ledger per Il cavaliere oscuro (2008).
Michael Shannon: età e altezza
Michael Shannon è nato il 7
agosto del 1974 a Lexington, nel Kentucky, e la sua
altezza complessiva corrisponde a 191 centimetri.
Papillon è un film
del 2017 che cerca di far riflettere il mondo, ancora un volta,
circa le condizioni di ingiustizia e di violazione dei diritti
umani dei detenuti. Questo film, così come il precedente, ha saputo
conquistare il pubblico con la sua grazia e con le intense
interpretazioni di tutti gli attori compresi nel film.
Ecco, allora, dieci cose da sapere su
Papillon.
Papillon film
1. Ci sono stati problemi
con le riprese. Secondo l’attore Yorick van
Wageningen, le scene della prigione, girate nel
Montenegro, sono state costantemente interrotte a causa del
maltempo che ha trasformato l’intero set in un gigantesco bagno di
fango. Inizialmente l’attore avrebbe dovuto lavorare al progetto
solo alcune settimane, ma i ritardi lo hanno costretto a rimanere
per due mesi.
2. Un film con temi
attuali. Stando alle dichiarazioni del regista
Michael Noer, il fatto di realizzare un
film del genere non risiedeva solo nell’adattamento, ma nel
fatto che la privatizzazione delle carceri e le violazioni contro i
detenuti sono temi ancora attuali.
Papillon streaming
3. È disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere per la prima volta
o rivedere Papillon, è possibile farlo grazie alla sua
presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale legale,
come Chili e iTunes.
Papillon cast
4. Charlie Hunnam è
dimagrito molto. Per dare un’interpretazione realistica
del suo personaggio, Hunnam ha dovuto perdere peso. Nella
fattispecie, per effettuare le riprese che raffigurano l’isolamento
solitario nel
film, l’attore ha perso circa 18 chili.
5. Hunnam aveva
inizialmente rifiutato il ruolo. Quando all’attore
è stato offerto il ruolo principale del nuovo adattamento
cinematografico dell’autobiografia di Henri Charrière, disse di no.
Secondo le sue dichiarazioni: “Ho cercato di collaborare
attivamente con Michael Noer – il regista del film – per un po’, ma
non ero sicuro che la storia avesse bisogno di un altro
adattamento. Tuttavia, dopo un primo incontro di 12 ore con il
regista danese, l’attore è stato persuaso ad interpretare lo
scassinatore parigino, incastrato per omicidio, che cerca
ripetutamente di sfuggire alla condanna a vita in una colonia
penale della Guyana francese.
6. Malek ha accettato di
fare il film per il punto di vista registico. Come il suo
collega, anche Rami Malek ha inizialmente esitato
dall’accettare il ruolo solo per il pensiero di rifare un classico
molto incisivo. Tuttavia, l’attore è rimasto corteggiato dalla
visione del regista: “Ho pensato che valesse la pena correre dei
rischi. Michael e Charlie sono artisti davvero, davvero talentuosi
e premurosi, e molto impegnati. È stato davvero un privilegio
essere circondato da persone che danno tanto e sono così
appassionate ogni giorno. Quello era uno dei miei aspetti preferiti
di questo film, sapendo che noi tre ci saremmo sostenuti l’un
l’altro e che ci saremmo trovati in circostanze molto dure”.
Papillon trama
7. Una condanna
ingiusta. Il film segue la vicenda di Henri “Papillon”
Charrièrel uno scassinatore che appartiene alla malavita parigina e
che viene incastrato per un omicidio che non ha mai commesso e, per
questo, condannato alla prigionia nella colonia penale francese,
situata sull’Isola del Diavolo. Papillon è deciso a voler
riconquistare la propria libertà, tanto da creare un’amicizia con
un altro condannato, Louis Dega, che accetta di finanziare la sua
fuga in cambio di protezione.
Papillon remake
8. Il film è un remake del
1973.Papillon è il remake dell’omonimo film
realizzato nei primi anni ’70. Questo film è stato diretto da
Franklin Schaffner e i due protagonisti assoluti
erano interpretati da Steve McQueen e Dustin Hoffman.
9. C’è un riferimento al
film precedente. Quando le guardie urlano i nomi quando i
prigionieri scendono dalla barca, uno di loro urla viene chiamato
Hoffman. Questo è un chiaro riferimento all’attore Dustin Hoffman,
che ha interpretato Louis Dega nella versione originale del
1973.
Papillon libro
10. È un adattamento
cinematografico. Questo film si basa sull’omonimo libro
pubblicato in Francia nel 1969 e scritto da Henri
Charrière. Il romanzo è ambientato in un periodo che va
dal 1931 al 1945 e che narra dell’incarcerazione di Papillon,
ovvero l’autore stesso, e della sua fuga dalla colonia penale
francese di Guyana in cui era stato recluso per la sua ingiusta
condanna all’ergastolo.
Guarda il primo teaser
trailer di 3 From Hell, il nuovo film horror diretto
da Rob
Zombie che molti additano come la chiusura della
trilogia iniziata con della Trilogia iniziata con La
casa dei 1000 corpi e proseguita con La
casa del diavolo.
3 From Hell e le
restanti pellicola racconto le storie folli dei “tre dall’inferno”,
e nel film ritroveremo Captain Spaulding (Sid
Haig), Otis (Bill Moseley)
e Baby (Sheri Moon Zombie) ovvero i
perversi membri della famiglia Firefly.
Nel film protagonisti Sheri
Moon, Bill Moseley e Sid Haig, Jeff Daniel
Phillips, Danny Trejo, Clint Howard, Richard Brake, Dee Wallace e
Austin Stocker. La pellicola non ha ancora una data
d’uscita ufficiale, ma dovrebbe debuttare entro la fine del 2019
negli USA.