Dopo il primo poster di
Avengers: Endgame, che ha mostrato
tutti gli eroi del MCU schierati e pronti a vendicare
i caduti della Decimazione e a seguito dei character poster
diffusi nei giorni scorsi, che ci mostrano definitivamente chi è
sopravvissuto e chi no allo schiocco di Thanos, arriva dalla Cina
il primo poster ufficiale del film in cui fa il suo esordio
Thanos.
Ancora temibile e potentissimo, il
Titano Pazzo sovrasta i Vendicatori e i loro alleati, i pochi
rimasti in vita e anche le sagome di chi invece non ce l’ha fatta.
Nella parte alta infatti troviamo la sbiadita immagine di Thanos,
al centro gli eroi sconfitti e in basso gli eroi caduti, le cui
sagome scure sono in piedi, come in segno di una volontà di
continuare a combattere “a qualunque costo”.
Sotto al volto di Thanos vediamo, da sinistra a destra,
Okoye, War Machine, Ant-Man, Captain Marvel, Vedova Nera, Occhio di Falco,
Iron Man e Captain America, Thor, Bruce Banner, Valchiria, Wong,
Nebula e Rocket. A seguire, le sagome scure dei caduti
appartengono a Shuri, Visione, Bucky, Black Panther,
Mantis, Star Lord, Scarlet Witch, Nick Fury, Gamora, Spider-Man,
Falcon, Doctor Strange, Drax e Groot.
Il poster sembra confermare
le parole di Joe
Russo in merito al film e al suo tono, oltre che al
centro della sua narrazione. Se Infinity War era Thanos-centrico,
Endgame seguirà i protagonisti alle prese prima con il senso di
sconfitta, è la prima volta che perdono e si sentono smarriti, poi
mentre cercano di trovare un modo per invertire la loro sorte e la
piega che ha preso la storia a seguito della vittoria del Titano
Pazzo.
Ecco di seguito il poster cinese di
Avengers: Endgame:
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War
(2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano
Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo
schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per
annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine
nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
I poster di
Avengers: Endgame hanno mostrato al mondo i
protagonisti del MCU ancora in vita e quelli che
purtroppo sono stati spazzati via da Thanos.
I poster hanno anche
fatto chiarezza su alcuni dubbi che aveva il pubblico, tipo la
sorte toccata a chi è morto/sopravvissuto fuori scena.
Ad esempio, adesso sappiamo che
Valchiria è viva, da qualche parte, mentre che Shuri è stata
polverizzata insieme al fratello T’Challa. Mentre non sappiamo
nulla di Coulson o dei Difensori. Ecco di seguito i poster fan-made
di Avengers: Endgame:
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War
(2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano
Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo
schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per
annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine
nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Dall’acclamato regista
Jacques Audiard (Un sapore di ruggine e
ossa, Il profeta), e basato sul romanzo di Patrick
deWitt, I Fratelli Sisters è una
rivisitazione del genere Western in chiave spiritosa, intelligente
ed emozionante. Un’esplorazione, con funzione catartica, di ciò che
significa essere un uomo.
È il 1851, e Charlie ed Eli
Sisters (Joaquin Phoenix e John
C. Reilly) sono due fratelli e assassini, cresciuti in un
mondo selvaggio e ostile. Hanno le mani sporche di sangue: sangue
di criminali, sangue di vittime innocenti… sono dei pistoleri e
quella è l’unica vita che conoscono. Il più anziano dei due,
l’introspettivo Eli (Reilly) continua ad uccidere su commissione
insieme al fratello più giovane, ma sogna una vita normale. Il più
giovane dei due, Charlie (Phoenix) che è un grande bevitore, ha
preso entusiasta il controllo del duo nell’esecuzione dei cruenti
mandati. Ciascuno di loro mette però in discussione il metodo
dell’altro e la loro vita è un continuo battibecco.
Durante un viaggio nei territori del
Nord Ovest, i fratelli Sisters giungono sulle
montagne dell’Oregon, poi in un pericoloso bordello nella piccola
città di Mayfield e, infine, nella California della febbre
dell’oro. Il viaggio metterà a dura prova il legame tra i due
fratelli basato sulla loro attività omicida, ma potrebbe anche
trasformarsi nell’occasione per riscoprire ciò che resta della loro
umanità?
I Fratelli Sisters, è interpretato anche da
Jake Gyllenhaal nel ruolo dell’investigatore John
Morris e da Riz Ahmed nel ruolo del chimico
fuggiasco Hermann Kermit Warm.
Chris Evans ha
ripetutamente scherzato su un argomento che è molto caro ai suoi
fan e ai fan del Marvel Cinematic Universe.
L’attore ha nientemeno che “osato” scherzare sull’effettiva
possibilità che Steve Rogers, il suo personaggio
nell’universo condiviso, muoia definitivamente in Avengers: Endgame.
Entrato nel MCU nel 2011 con Captain
America: il primo vendicatore, l’attore ha ripreso il
ruolo altre sei volte (escludendo i cameo nella scena post-credit
di Ant-Man e Spider-Man: Homecoming) con
la una settima e ultima apparizione, prevista per il prossimo
mese.
Nel corso degli ultimi otto anni, i
fan hanno visto il personaggio evolversi da un soldato devoto a un
eroe fuorilegge che non ha esitato a confrontarsi con Thanos in
Avengers: Infinity War. Ora, lui e i
suoi compagni Avengers sono di fronte a quella che è potenzialmente
la loro missione più importante mentre cercano di ristabilire la
pace e l’ordine nella galassia dopo lo schiocco del Titano Pazzo,
che ha spazzato via metà dell’universo vivente.
In Endgame, Cap e gli altri sono
disposti a fare “tutto il necessario” per riportare indietro i loro
amici e per cercare di ripristinare la vita sulla Terra e
nell’universo così com’era prima che Thanos attuasse il suo
piano.
Mentre i fan attendono ansiosamente
di conoscere il suo destino in Endgame, Chris Evans sta cercando di
prendere l’intera situazione alla leggera. Parlando con THR,
l’attore ha ripetutamente scherzato sulla morte di Cap. “È
difficile l’idea di vedere la mia morte al cinema, sarà un film
lungo, questo è sicuro, e al primo montaggio la durata è di oltre
tre ore, i miei funerali arrivano a un’ora dall’inizio”, ha
scherzato Evans. Ha poi aggiunto che la sua morte potrebbe avvenire
tra le braccia di Tony Stark. Ovviamente sappiamo che tutto questo
è assolutamente falso, ma non abbiamo la certezza che
effettivamente il personaggio non muoia.
È difficile valutare il destino di
Cap sulla base delle osservazioni di Evans. Negli ultimi mesi ci
sono state notizie contrastanti sul suo contratto Marvel, che dovrebbe terminare con
Endgame e quindi sembra davvero difficile che Cap sopravviva agli
eventi di questo film.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Ecco il trailer di Stanlio &
Ollio, il film diretto da Jon S.
Baird e con Steve Coogan e John
C. Reilly dal prossimo 1 maggio al cinema,
distribuito da Lucky Red.
Presentato alla Festa del
cinema di Roma, accolto con un’ovazione del pubblico e
molto apprezzato dalla critica, Stanlio & Ollio di
Jon S. Baird interpretato da Steve
Coogan e John C. Reilly (candidato al
Golden Globe e all’Oscar come miglior attore protagonista) celebra
il profondo legame che ha unito per tutta la vita il duo comico più
amato al mondo.
Scritto da Jeff
Pope, sceneggiatore di Philomena, Stanlio &
Ollio racconta molto più del sodalizio artistico di due icone
della comicità. Linfa del film è la storia di due grandi amici che
hanno vissuto insieme qualcosa di molto speciale riuscendo a
creare, in più di 30 anni di carriera, una vera e propria magia per
cui ancora oggi sono apprezzati da un pubblico di tutte le età.
Un omaggio che mette in luce la
personalità dei due uomini fino a svelare il segreto del loro
immenso e imperituro successo: l’essersi voluti molto bene.
È stato diffuso il trailer di
5 cm al secondo, capolavoro che ha consacrato
al grande pubblico Makoto Shinkai già prima che il
maestro si rivelasse campione di incassi al cinema grazie a
Your Name.
Il film, diretto e prodotto da
Shinkai come suo secondo mediometraggio, è composto da tre
parti, Ōkashō (Racconto sui fiori di
ciliegio), Cosmonaut e Byōsoku 5 Centimeter ed è
stato premiato come miglior film all’edizione 2007 dell’Asia
Pacific Screen Awards. Nel 2008 ha vinto
il Lancia Platinum Grand
Prize al Future Film Festival di
Bologna “per la capacità di coniugare poesia, arte e perizia
tecnica, disegno animato e nuove tecnologie. Una storia emozionante
e profonda, dove ogni elemento strutturale del film, dalla
sceneggiatura fino al montaggio, ci comunica grande professionalità
e forte ispirazione”.
Protagonisti di 5 Cm al
secondo sono Takaki e Akari, due studenti delle scuole
elementari uniti da una comune passione per i libri. Quando la
ragazza si trasferisce, i due amici sono costretti a tenersi in
contatto solo attraverso uno struggente scambio epistolare. Così,
qualche tempo dopo, Takaki decide di intraprendere da solo un lungo
viaggio per incontrare per l’ultima volta la sua amica, durante una
sera d’inverno…
In occasione dell’evento al cinema,
5 Cm al secondo sarà accompagnato da Cross Road,
un inedito corto di 2 minuti realizzato da Makoto Shinkai nel 2014
per K-Zai, un’agenzia di formazione per corrispondenza.
Protagonisti del corto sono due studenti con due vite diverse e un
unico obiettivo. Riuscire ad entrare all’università. Riusciranno a
passare il difficile test di ingresso? Le loro strade si
incroceranno alla fine?
Makoto Shinkai è considerato,
soprattutto dopo l’enorme successo mondiale di Your Name
(con oltre 315 milioni di euro incassati), un maestro assoluto
dell’animazione giapponese, grazie alla sua padronanza delle arti
visive e a un’incredibile abilità narrativa. I suoi panorami
iper-realistici, le sue atmosfere malinconiche hanno commosso e
stregato milioni di fan in tutto il mondo in opere come Il
Giardino delle Parole, Oltre Le Nuvole e La Voce delle
Stelle.
5 Cm al secondo è prodotto
da CoMix Wave Inc., la punta di diamante nel panorama delle case di
produzione “alternative” del cinema d’animazione asiatico.
5 cm al secondo arriverà al cinema
solo il 13, 14, 15 maggio.
Il sito ScreenRant
ha realizzato un divertentissimo video super cut di bloopers dietro
le quinte dei film Marvel Studios. Spesso lo spettatore
non pensa al fatto che per raggiungere il grado di perfezione e di
coordinazione che vediamo sullo schermo, gli attori devono passare
attraverso una lunga serie di “fallimenti” ed errori che spesso
sono godibili tanto quanto i film, se non di più.
Di seguito, ecco un video di
bloopers, come si chiamano in gergo questi errori, che mostrano
quanto è impegnativo, ma anche divertente, essere uno dei
protagonisti dei film Marvel Studios.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Il co-regista di Avengers: Endgame, Joe
Russo, ha dichiarato che il tono del film sarà molto
diverso rispetto a quello di Avengers: Infinity War. Tra
meno di un mese, i Marvel Studios porteranno a compimento l’arco
di 22 film che hanno avuto il via nel 2008, con Iron
Man.
Avendo il privilegio e l’onere di
seguire un film così ben accolto, la pressione per il regista, suo
fratello che ha co-diretto il film, e i due sceneggiatori,
Stephen Markus e Christopher McFeely, è senza
dubbio altissima.
Disney sta conducendo una campagna
di marketing estremamente misurata per Endgame, in modo da non
rivelare alcun punto significativo della trama che possa dare al
pubblico il minimo sentore di ciò che accadrà nel film. E infatti
già la promozione che stiamo avendo sembra un regalo da parte dello
studio, visto che si era detto che il film avrebbe avuto una
campagna marketing quasi inesistente.
Ma sulla base dei filmati pubblicati
finora, Avengers 4 si allontanerà molto
dall’atmosfera umoristica per cui è noto il MCU. Il tono è oscuro, gli eroi
sono cupi o straziati dal dolore- il che ha senso considerando che
sono alle prese con la loro prima sconfitta contro Thanos
(Josh Brolin). Rispetto ad Infinity
War, Joe Russo dice che l’imminente film
Marvel sarà diverso, spiegando
perché è stato fondamentale dividere il progetto iniziale in due
film.
Parlando con BoxOfficePro, Russo
ha spiegato (senza fornire dettagli) come Endgame sia diverso da
qualsiasi cosa i fan abbiano visto prima nell’MCU, ed è sicuramente diverso da
Infinity War, il che significa che sarà un’esperienza completamente
diversa per gli spettatori. A parte il tono, i fan possono anche
aspettarsi un cambiamento di prospettiva.
“È difficile rispondere senza
dire nulla sulla trama, ma dirò che il film è assolutamente unico
nel suo genere. Ha il suo spirito che è diverso da Infinity War, ed
è per questo che volevo che i film diventassero due. Certo, stiamo
distribuendo una narrazione suddivisa in 22 film. Tuttavia, questo
è diverso dal punto di vista tonale rispetto a Infinity War e viene
raccontato da un altro punto di vista. Era importante per noi
separare questi due film, perché non volevamo fare due volte lo
stesso film e differenziare il tono e i punto di vista è un modo
per raccontare delle storie diverse”.
Mentre Infinity War
era un film di Thanos-centrico, Endgame rimetterà
gli eroi rimanenti, in particolare i sei Vendicatori fondatori, al
centro. È passato un po’ di tempo da quando i fan hanno visto la
line-up completa di eroi, visto come sono andate le cose di
recente. Ma considerando quello che è successo in Avengers
3, la squadra deve tornare insieme, questa volta, per
vendicare l’intera galassia. Purtroppo, questo potrebbe anche
essere l’ultimo atto per alcuni, se non per la maggior parte della
squadra originale.
In termini di tono, Infinity
War ha fatto un ottimo lavoro infondendo umorismo anche in
alcuni momenti molto drammatici, senza mai però rovinare
l’atmosfera. In Endgame ci aspettiamo un arco
narrativo opposto, che partirà dal suolo, dal grado zero di
speranza, a cui i Vendicatori sono ridotti, ora.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Ecco le immagini dal red carpet dei
David di Donatello 2019, i premi dell’Accademia
del Cinema italiano, assegnati al meglio della settima arte che
abbiamo visto quest’anno in sala.
[brid video=”398152″ player=”15690″ title=”Premi David di
Donatello 2019 red carpet”]
Il successo e l’esposizione derivati
da Captain
Marvel hanno immerso Brie
Larson in un periodo di frenetica attività
promozionale coincisa con svariati impegni lavorativi (dalle
riprese di Just Mercy, terza collaborazione con il
regista di Short Term 12 e The Glass
Castle, Destin Cretton, ai lavori sulla serie prodotta da
Apple che sarà disponibile sulla nuova piattaforma streaming
dell’azienda Apple Tv +). Senza
contare che tra pochi giorni arriverà su Netflix il suo debutto alla regia – che la vede anche
protagonista – Unicorn
Store e a fine aprile l’attrice tornerà al cinema con
Avengers:
Endgame.
Forse questa abbondanza di impegni,
unita al bisogno fisico di prendersi una pausa, avrà spinto la
Larson ad abbandonare la produzione di I’m Thinking of
Ending Things, il prossimo film di Charlie
Kaufman (Anomalisa, Synecdoche
New York), progetto per cui era entrata in trattative e
che ora elimina dall’agenda favorendo l’ingresso di Jessie
Buckley (Beast), come confermato da Collider.
La sceneggiatura è tratta dal
romanzo omonimo di Iain Reid, che a sua volta racconta la storia di
Jake, in viaggio per andare a trovare i suoi genitori nella loro
fattoria isolata in compagnia della sua fidanzata che sta pensando
di terminare la loro relazione. Quando però il ragazzo prende una
decisione inaspettata lasciandola senza prospettiva, la coppia
entrerà in uno stato di palpabile tensione, fragilità psicologica e
puro terrore.
Confermati nel cast Jesse Plemons, Toni
Collette e David Thewlis.
Ci sarà comunque occasione per
rivedere Brie nei prossimi mesi, a partire dal 5 aprile con Unicorn
Store (su Netflix) e il 24 dello stesso mese al cinema con
Avengers: Endgame.
Vi ricordiamo che recentemente la
Larson ha firmato un accordo con il colosso dello streaming
mondiale che prevede, oltre alla distribuzione del suo debutto alla
regia, anche la produzione di un altro titolo originale
(Lady Business, commedia su due donne che
saranno costrette a inventarsi un socio d’affari uomo per poter
essere prese sul serio nel mondo del lavoro).
Sono ufficialmente terminate le
riprese del reboot di Jay and Silent Bob, film
scritto, diretto e interpretato da Kevin Smith.
Proprio il regista ha diffuso la notizia pubblicando l’ultimo
scatto dal set sul suo profilo Twitter.
“Missione compiuta! Ieri notte,
dopo ventuno giorni di riprese (lo stesso numero di giorni in cui
abbiamo girato CLERKS circa ventisei anni fa), abbiamo concluso il
mio Askewniverse #JayAndSilentBobReboot! Grazie alla mia squadra di
New Orleans, al mio cast e in particolare Jay Mewes per la sua
performance stellare“
Come già detto a Febbraio, in
concomitanza con l’inizio dei lavori, il film sarà sia un sequel
sia un soft reboot del franchise che si prenderà gioco
dell’ormai tradizionale tendenza hollywoodiana di far rivivere e
reinventare titoli di successo delle vecchie generazioni. Tornerà
protagonista il duo comico composto dallo stesso Smith e
Jason Mewes, che avevamo visto insieme l’ultima
volta sul grande schermo nel 2006 in Clerks II (ma
l’attore era comparso già nei cinque film precedenti dell’amico
ambientati all’interno del View Askewverse).
Jay and Silent Bob reboot uscirà
nelle sale a fine anno, almeno in America.
Vi ricordiamo che l’originale del
2001, intitolato Jay e Silent Bob Strike Back,
aveva segnato il debutto sulle scene della coppia di strafumati Jay
(Mewes) e Silent Bob (Smith), recatosi nella città degli angeli per
impedire che il loro fumetto Bluntman and Chronic venisse
trasformato in un film.
In questo nuovo capitolo i
personaggi continueranno nella loro folle impresa aiutati da Becky
(Rosario Dawson), che faceva già parte del cast di
Clerks 2. Con loro, nel film, anche Jason Lee, Brian O’Halloran,
Shannon Elizabeth, Frankie Shaw, Justin Long, Harley Quinn Smith,
Chris Jericho, Jason Biggs, James Van Der Beek, Grant Gustin e Tom
Cavanagh.
La star della commedia rivelazione
Crazy Rich AsiansSonoya Mizuno
sarà la protagonista di Mouse
Guard, adattamento cinematografico dei fumetti e
della graphic novel di David Petersen prodotto,
tra gli altri, da Matt Reeves. Insieme all’attrice ci saranno anche
Idris Elba, Andy Serkis e
Thomas Brodie-Sangster.
Dietro la macchina da presa del film
ci sarà invece Wes Ball, il giovane regista che ha
firmato la trilogia di Maze Runner, mentre il
progetto è stato descritto come una versione animata di
Game of Thrones ambientato in un universo
immaginario con i topi che verrà realizzato utilizzando l’ormai
tecnologia della motion capture sviluppata dallo stesso Serkis
in Il Signore degli Anelli.
L’originale Mouse Guard racconta di
un mondo medievale e dell’ordine di topi che svolgono il ruolo di
protettori giurati del loro regno, e Elba interpreterà una figura
sulla falsariga di un Obi-Wan Kenobi. A sua volta Serkis entrerà nei
panni dell’antagonista principale, il fabbro della Guardia noto
come Midnight, mentre Brodie-Sangster sarà
Lieam, uno dei membri giovani dell’esercito che sarà chiamato
a dimostrare il suo coraggio.
Quest’anno abbiamo visto la Mizuno,
giapponese naturalizzata britannica, nella miniserie di NetflixManiac al fianco di
Emma Stone e Jonah Hill, nella
rom-com campione di incassi Crazy Rich Asians, e
negli scorsi anni anche in Ex
Machina e Annientamento (entrambi
diretti da Alex Garland), nel live action de La bella e la
bestia e con un piccolo ruolo in La La
Land di Damien Chazelle.
Come riportato in esclusiva da
Variety, Sonequa Martin-Green è ufficialmente in
trattative per interpretare uno dei personaggi principali di
Space Jam
2, sequel che vedrà protagonista la star
dell’NBA LeBron James e alla
regia Terence Nance (Random Acts of
Flynes).
L’attrice, nota al grande pubblico
come volto di Sasha Williams in The Walking Dead e
del primo ufficiale Michael Burnham in Star Trek:
Discovery, dovrebbe calarsi nei panni della moglie di
James. Non ci sono ulteriori dettagli in merito, se non fosse per
le indiscrezioni rivelate da That Hashtag Show che descrivono la
donna come una madre di tre figli che ama incondizionatamente e
colonna portante della famiglia.
Questi invece dovrebbero essere gli altri personaggi del
sequel:
Dom, uno dei
figli di LeBron, giovane promessa del basket, preferisce giocare
per divertimento che per ambizione. Ha un talento speciale per i
videogiochi e cerca disperatamente di trovare un legame con suo
dare al di là della pallacanestro.
Malik, il
direttore commerciale di LeBron, il suo migliore amico e braccio
destro. I due sono cresciuti insieme nello stesso quartiere e si
conoscono da quando erano bambini.
Darius, il figlio
maggiore di LeBron e un giocatore di pallacanestro. Protettivo,
nonostante i caratteri diversi, verso il fratellino Dom, molto
vicino a suo padre mentre sogna di diventare un giorno un suo
compagno di squadra.
Xosha, la figlia
più giovane di LeBron, oltre che il suo pupillo. Adora stare sul
campo e studiare le statistiche di gioco di suo padre.
Vi ricordiamo che pellicola vanterà
la produzione di Ryan Coogler, regista
di Black
Panther, Creed e Fruitvale
Station, e uscirà nelle sale il il 16 Luglio
2021. Nell’originale del 1996, Bugs Bunny arruolava il
campione di basket americano Michael
Jordan e altre superstar dell’NBA per sfidare sul
campo l’alieno Swackhammer e riconquistare la sua libertà e quella
degli amici.
L’impegno politico, l’insofferenza
verso l’attuale presidente americano, l’ammirazione per Tom Brady,
i vecchi amori e le voci su un possibile ritiro dalle scene: si è
parlato di questo, e molto altro, nell’intervista dell’Hollywood
Reporter a Chris
Evans, che tra meno di un mese tornerà (forse per
l’ultima volta?) nei panni di Captain America in
Avengers:
Endgame.
Film evento, culmine narrativo di
un universo condiviso che non ha precedenti nella storia del
cinema, il quarto capitolo sui Vendicatori potrebbe significare –
per l’attore – l’addio a Steve Rogers, membro originale del team e
figura insostituibile tanto quanto il collega Tony Stark, con il
volto e il carisma di Robert Downey
Jr.
“L’umiltà è ciò che
caratterizza Chris“, ha dichiarato Downey. I due hanno
recitato insieme in cinque diversi titoli del franchise, primo dei
quali è The Avengers del 2012. “E questo è il motivo che lo rende
il nostro perfetto team leader […] Avrò girato un centinaio di
scene con questo ragazzo, e nessuno mi ha fatto ridere più di lui,
eppure ho sempre visto negli ultimi dieci anni il suo tentativo di
scuotere l’ansia sociale per crescere e essere sempre più a suo
agio nella sua stessa pelle.”
Prima di indossare il costume di
Cap, Evans aveva fronteggiato l’esperienza del fallimento dopo i
due Fantastici Quattro diretti da Tim Story, e
quando i Marvel Studios decisero di contattarlo per
offrirgli il ruolo arrivarono dei “piccoli attacchi di
panico” che sommati alle frenetiche settimane di promozione e
interviste lo facevano sentire “un po’ giudicato, cosa che mi
rendeva incerto su chi fossi, all’epoca“. Fortunatamente ha
sempre avuto dalla sua parte Kevin Feige, l’uomo
dietro il successo del MCU:
“Avevamo il personaggio, tutto
era definito, ma mentre continuavamo a non trovare l’attore giusto
ci siamo decisi a tornare alla lista iniziale dove c’era anche
Chris. All’epoca pensai a Patrick Stewart, che ha interpretato
Jean-Luc Picard e Charles Xavier, o a
Harrison Ford, che era stato sia Han Solo che Indiana Jones…dunque a
chi importava se Chris era stato la Torcia Umana in un altro
cinecomic?“.
Nell’intervista c’è spazio per
parlare – senza spoiler e piuttosto generalmente – di
Endgame e del destino di Steve. Evans sorride e
scherza, confessando di aver pianto “tre volte durante
la visione di un’ora del film.” Perché Cap muore?
“Esatto, morirà tra le braccia di Tony. E sai cosa? Non posso
andare oltre.[…] La cosa incredibile è che siano riusciti a montare
un trailer, che tra l’altro è pieno di spoiler, ma vedrete…Molti
dei personaggi hanno…forse non dovrei dirlo“.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
A pochi giorni dalla pubblicazione
del primo full trailer,
ecco arrivare tramite Disney UK il nuovo trailer internazionale di
Toy
Story 4, quarto capitolo del franchise che ha
inaugurato con successo il progetto Pixar e che tornerà in sala con
una storia tutta da scoprire.
L’uscita è fissata al 27 giugno
2019, con il ritorno di Bo Peep, l’amica di Woody,
Buzz e della banda di giocattoli. Diretto da Josh
Cooley, prodotto da Jonas
Rivera e Mark Nielsen, il film
vedrà Woody e Buzz alle prese con un viaggio in compagnia di vecchi
e nuovi amici.
La sinossi ufficiale:
Woody ha sempre saputo quale
fosse il suo posto nel mondo e la sua priorità è sempre stata
prendersi cura del suo bambino, che si trattasse di Andy o di
Bonnie. Quando Forky, il nuovo progetto scolastico di Bonnie
trasformato in un giocattolo, si autodefinisce “spazzatura” e non
giocattolo, Woody decide di mostrargli gli aspetti positivi di
questa nuova vita.
Ma quando Bonnie porta con sé
tutta la banda di giocattoli in un viaggio con la sua famiglia,
Woody fa un’inaspettata deviazione, che lo porta a ritrovare la sua
amica scomparsa da tempo, Bo Peep. Dopo aver trascorso anni per
conto proprio, lo spirito avventuroso di Bo e la vita “on the road”
hanno rovinato la sua porcellana. Woody e Bo scopriranno che le
loro rispettive vite come giocattoli sono ormai agli antipodi, ma
presto si renderanno conto che questo è l’ultimo dei loro
problemi.
Il poster di Star Wars: Episodio
IX trapelato online nelle ultime ore sembra aver
svelato qualche anticipazione sul film e sui personaggi che vedremo
in azione, come gli attesi cavalieri di Ren e il nuovo design di
navicelle spaziali mai viste prima in tutto il franchise.
Ma andiamo con ordine e proviamo ad analizzare questi presunti
spoiler:
Nuovi personaggi
Due grandi novità degne di nota
vengono evidenziate nel poster: l’arrivo nel franchise di
Jannah, interpretata da Naomi
Ackie, e di Zorii (probabilmente il
personaggio interpretato da Keri Russell). Da come sono posizionate sulla
locandina possiamo ipotizzare che sceglieranno il bene, e che
Jannah sia una guerriera ribelle mentre Zorii potrebbe essere
benissimo un cacciatore di taglie (visto il look).
I
cavalieri di Ren
Sempre parlando di nuovi
personaggi, noterete quelli che si trovano di fianco a Kylo Ren, e
tutto ci porta a dire che si tratti dei Cavalieri di
Ren, visti per la prima volta in Star Wars: Il
Risveglio della Forza. A quanto pare le voci sono
state confermate e i guerrieri compariranno nel prossimo episodio
con un ruolo ancora più importante rispetto ai film precedenti.
Nuove navi spaziali
Sullo sfondo del poster compaiono
invece nuove astronavi della Resistenza, e come previsto,
torneranno in scena anche gli A-Wings e gli
Y-Wings (sembra esserci persino un
X-Wing rosso / arancione). Dal lato del Primo
Ordine è stato inserito una sorta di TIE Fighter inedito, forse una
versione aggiornata di un modello passato affidato a Kylo Ren.
La spada laser di Kylo
Ren sembra la stessa di Episodio
VII e VIII, forse non poi così
minacciosa come una volta (ma staremo a vedere che sviluppi ci
saranno nel film), e per quanto riguarda Rey, sembra che l’eroina
abbia finalmente ricostruito la vecchia arma di Luke…
La
maschera di Kylo Ren
Diverse fonti avevano ipotizzato
che in Episodio IX
Kylo Ren avrebbe sfoggiato un nuovo modello di maschera,
ricostruito “usando una sorta di materiale adesivo rosso
cristallino”. Il poster sembrerebbe confermarle, e
l’elmetto sarà quindi una specie di incrocio tra quella di
Kylo stesso, più quella di Darth
Vader e ovviamente ci sarà qualche richiamo a quella
di Darth Maul, anche
solo per l’utilizzo del rosso, tinta che si associa
inequivocabilmente al Lato Oscuro.
I
tre originali
I tre principali eroi della nuova
trilogia vengono schierati al centro del poster come assoluti
protagonisti, e i loro costumi sembrano suggerirci qualche
informazione sul film: Rey
è vestito con i colori di un Jedi in fiducia; Finn
sembra un veterano della Resistenza; Poe infine ha
un’uniforme da soldato, il che ci porta a credere che trascorrerà
molto tempo sul campo di battaglia.
Stormtroopers rossi
Gli Stormtroopers che vedete ai
piedi del poster potrebbero trarre in inganno: si tratta di una
nuova tipologia di soldati del Primo Ordine, o semplicemente di
quelli che conoscevamo illuminati da un bagliore rosso? Il mistero
rimane, ma è possibile che nel film debutterà una squadra d’elite
delle solite guardie.
I
grandi assenti
Nessuna traccia. almeno sulla
locandina, di Leia, Luke, e altri
personaggi chiave come R2-D2 e Lando
Calrissian. Questo non significa necessariamente che
avranno ruoli secondari nel film, ma il pericolo è dietro l’angolo.
E che dire di C-3PO che impugna un’arma?
Proseguono in quel di Manchester le
riprese di Morbius, il secondo spin-off ufficiale
dell’universo
Sony dedicato ai villain di Spider-Man (il primo
era Venom, uscito nelle sale
lo scorso ottobre) che vede protagonista Jared
Leto nei panni di Michael Morbius, meglio conosciuto dai
lettori dei fumetti come “il vampiro vivente”, un brillante
scienziato affetto da leucemia a cui viene iniettato il sangue di
un pipistrello per sopravvivere.
Le immagini che trovate di seguito
sono state pubblicate da Just Jared e mostrano l’attore con la
classica divisa arancione delle prigioni americane. Non è ancora
chiaro di cosa parlerà il cinecomic, ma è possibile che il
personaggio arrivi a compiere qualche “impresa” criminale finendo
tra le sbarre.
Qui sotto invece possiamo finalmente
dare uno sguardo al personaggio di Matt
Smith, Loxias Crown, annunciato come il principale
antagonista di Morbius. Vestito con abiti civili, l’attore potrebbe
subire nel corso del film un cambio di look che probabilmente non
sarà svelato fino alla fine della produzione.
Secondo le prime teorie, questo
villain potrebbe essere una variante di un personaggio presente nei
fumetti degli X-Men e Spider-Man tramutatosi in Hunger. L’Hollywood
Reporter lo descrive come il migliore amico di Morbius, affetto
dalla stessa malattia del sangue e con uguali, se non migliori,
abilità e poteri da vampiro.
Vi ricordiamo inoltre che lo
spin-off vedrà Tyrese Gibbs (star del
franchise di Fast & Furious) nei panni di un
agente dell’FBI e
Adria Arjona, vista recentemente
in Pacific Rim: Uprising e nella
serie Good Omens, che invece darà il volto a
Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius.
Con Morbius continua il piano della
Sony per espandere un universo parallelo a quello dei Marvel Studios, inaugurato quest’anno
da Venom di Ruben
Fleischer, mentre la produzione
di Morbius è iniziata da poche settimane
con la regia di Daniel Espinosa.
La sceneggiatura del film è stata
firmata da Matt Sazama e Burk Sharpless, che vantano nel proprio
curriculum titoli comePower
Rangers, Dracula
Untold, The Last Witch
Hunter– L’Ultimo Cacciatore di
Streghe e Gods of
Egypt.
Angelina
Jolie è ufficialmente entrata in trattative per
interpretare uno dei personaggi de Gli Eterni,
prossimo titolo dei Marvel Studios che porterà al cinema i fumetti
creati da Jack Kirby. La notizia è stata riportata
in esclusiva dall’Hollywood Reporter, e per l’attrice si
tratterebbe della seconda esperienza in un cinecomic dopo
Wanted del 2007 (tratto dalla graphic novel di
Mark Millar).
Il progetto, secondo gli ultimi
aggiornamenti, includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come
Eterni e i
mostruosi Devianti, creati da esseri
cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti
hanno inoltre rivelato al The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia
d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e
Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.
Vi ricordiamo che il film sarà
diretto da Chloe Zhao, l’acclamata regista
indipendente di The Rider, e che la sceneggiatura
è stata scritta da Matthew e Ryan
Firpo. Non abbiamo ulteriori dettagli, tranne che l’uscita
nelle sale dovrebbe essere stata fissata al 2020 e che il cinecomic
potrebbe vedere in azione il primo eroe apertamente gay della
storia.
Non c’è ancora una conferma
ufficiale da parte degli studios, tuttavia l’ipotesi rientra
perfettamente nella discussione posta
da Kevin Feige lo scorso dicembre
riguardante il bisogno di una rappresentazione generale della
società sullo schermo:
“Porteremo sempre più donne nei
prossimi anni e cercheremo di promuovere la diversità di genere,
sia per quanto riguarda i personaggi che per le persone che
lavorano a questi film” aveva dichiarato
Feige, “Sono convinto che se hai diverse voci, allora
otterrai storie migliori e sorprendenti.
“Sono un gruppo, e ci piaceva
l’idea di introdurre un ensemble realizzando un film collettivo fin
dall’inizio anziché introdurli singolarmente come abbiamo fatto con
i primi Avengers. Ci muoveremo nello stesso
modo dei Guardiani, non per il tono, ma in termini di introduzione
di un nuovo team di persone. Jack
Kirby ha creato questa enorme e incredibile epopea
che dura da decine di migliaia di anni, ed è anche un tempo e
un’ambientazione che non abbiamo mai affrontato finora…è proprio
questo che ci stimola“.
Nel frattempo la
Jolie tornerà protagonista in Those Who
Wish Me Dead, nuovo progetto del regista e
sceneggiatore Taylor Sheridan (Wind
River, Sicario, Soldado) tratto dal
romanzo di Michael Koryta pubblicato nel 2016, e del sequel di
Maleficent insieme a Elle Fanning.
Il film è stato diretto
da Joachim Ronning e Espen
Sandberg, i registi di Pirati dei Caraibi –
La vendetta di Salazar.
Ecco tutti i vincitori dei Premi
David di Donatello 2019, la 64° edizione del
riconoscimento, assegnati durante la prima serata di RaiUno del 27
marzo. Ha trionfato su tutti, con molti premi annunciati e qualcuno
a sorpresa (quello a Edoardo Pesce), Dogman,
di Matteo Garrone, con 9 premi, tra cui il miglior
film e la migliore regia.
Nonostante le molteplici
nomination, vanno via a mani vuote i film delle due registe donne
in gara, Euforia di Valeria
Golino e Lazzaro Felice di Alice
Rohrwacher. Conquista invece tre premi Sulla mia
Pelle, tra cui il riconoscimento ad Alessandro
Borghi come migliore protagonista e a Alessio
Cremonini, che ha vinto nella categoria miglior regista
alla opera prima, con sorpresa, perché non si trattava certo della
sua prima volta dietro alla macchina da presa (anche se il
regolamento considera opere prime solo quelle distribuite in sala.
Decisamente da rivedere).
Vincono due riconoscimenti a testa
Chiamami col tuo nome di Luca
Guadagnino e Capri-Revolution di
Mario Martone, mentre Netflix arriva a quota 4 David, con i premi al film
di Cremonini e a Roma di Alfonso
Cuaron, presente alla cerimonia.
Per quanto sia una grande gioia per
i fan di Garrone, la goleada di David per Dogman ha
impedito di dare un riconoscimento più equo a tutti i film
nominati, soprattutto in riferimento a Lazzaro
Felice e Euforia, che fanno parte di quel
cinema bello e meritevole che è stato prodotto e distribuito in
Italia nell’ultimo anno.
Ecco tutti i vincitori dei Premi David di Donatello
2019
MIGLIOR
FILM
– Dogman –
prodotto da ARCHIMEDE, LE PACTE con RAI CINEMA
per la regia di Matteo GARRONE
MIGLIOR REGIA
– Dogman Matteo GARRONE
MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE – PREMIO GIAN LUIGI
RONDI
Il premio alla Carriera è andato a
Tim Burton, mentre il nuovo riconoscimento, David
dello spettatore, al film con il maggior numero di presenze in
sala, è andato a A casa tutti
bene, di Gabriele Muccino. A
Uma Thurman, Dario Argento e
Francesca Lo Schiavo il premio David
Speciale.
Lo spettacolo, condotto con
eleganza da Carlo Conti, non ha brillato per
efficacia, soprattutto nella costruzione di alcune gag e nella
gestione impacciata degli ospiti internazionali, Uma
Thurman e Tim Burton.
Ecco le interviste dal red carpet
di Londra di Dumbo,
il nuovo live action Disney firmato da Tim Burton.
Abbiamo intervistato il regista e i protagonisti del film:
Colin Farrell, Eva Green e Danny
DeVito.
In Dumbo
il proprietario del circo Max Medici (Danny
DeVito) arruola l’ex star Holt Farrier (Colin
Farrell) e i suoi figli Milly (Nico
Parker) e Joe (Finley Hobbins) per
prendersi cura di un elefante appena nato le cui orecchie enormi lo
rendono un’attrazione, in un circo già in difficoltà. Ma quando
scoprono che Dumbo può volare, tutto il circo trae giovamento da
questo fenomeno, attirando l’imprenditore V.A. Vandevere
(Michael Keaton), che recluta lo strano pachiderma
per la sua più nuova, grandiosa avventura per l’intrattenimento,
Dreamland. Dumbo sale a nuove vette accanto a un’affascinante e
spettacolare artista aerea, Colette Marchant (Eva
Green), finché Holt scopre che sotto la sua patina lucida,
Dreamland è piena di oscuri segreti.
Nel cast umano del film
protagonisti Eva Green, Michael
Keaton, Colin
Farrell, Danny DeVito, Alan
Arkin e DeObia
Oparei. Prodotto da Justin
Springer (Tron: Legacy, Oblivion) il film è un misto di
CGI e Live Action.
Sono stati diffusi da Focus
Features i primi character poster di Downton
Abbey – il Film. Nei quattro
poster sono riconoscibili non solo Lady Mary e Lady Edith
(Michelle Dockery e Laura
Carmichael) ma anche Thomas Barrow e Andy (Robert
James-Collier e Michael Fox).
Sono confermati nel
cast Maggie Smith, Hugh Bonneville, Laura
Carmichael, Michelle Dockery e Elizabeth
McGovern, già star della serie, mentre si aggiungono alla
squadra per la trasposizione cinematografica
anche Imelda Staunton, Geraldine James, David
Haig, Tuppence Middleton, Simon Jones, Kate Phillips
e Stephen Campbell Moore.
Downton
Abbey – il Film arriverà in sala il 13 settembre
2019 nel Regno Unito e a partire dal 20 settembre 2019 in tutto il
resto del mondo. Il film è scritto da Julian
Fellow, l’ideatore dello show, e diretto
da Michael Engler, che
ha firmato la regia dell’ultima stagione della serie
stessa.
È stato diffuso il trailer
internazionale di Angry
Birds 2 – nemici amici per sempre, il sequel del film
d’animazione che per la prima volta nel 2016 è arrivato al
cinema.
I pennuti arrabbiati e gli astuti
maialini verdi arrivano nei cinema con una nuova avventura, Angry
Birds 2: Il Film. All’emergere di una nuova minaccia, che metterà
in pericolo entrambe le loro isole, Red (Jason Sudeikis), Chuck
(Josh Gad), Bomb (Danny McBride), e Grande Aquila (Peter Dinklage)
recluteranno la sorella di Chuck, Silver (Rachel Bloom) e si
uniranno alla squadra dei maialini, Leonard (Bill Hader), il suo
assistente Courtney (Awkwafina) e il tecnologico Garry (Sterling K.
Brown) per giungere a una tregua e creare un’improbabile
supersquadra per salvare le loro isole.
Capolavori straordinari che
raccontano la storia della Spagna e di un intero
continente. Ci troviamo in uno dei templi dell’arte mondiale,
un luogo di memoria e uno specchio del presente con 1700 opere
esposte e un tesoro di altre 7000 conservate. Una collezione che
racconta le vicende di re, regine, dinastie, guerre, sconfitte,
vittorie. Ma anche la storia dei sentimenti e delle emozioni degli
uomini e delle donne di ieri e di oggi, lei cui vite sono
intrecciate a quella del museo: regnanti, pittori, artisti,
architetti, collezionisti, curatori, intellettuali, visitatori.
In questo 2019 che ne celebra il
duecentesimo anniversario, raccontare il Prado di
Madrid dal giorno della sua “fondazione” – quel 19 novembre
1819 in cui per la prima volta si parlò di Museo Real
de Pinturas – significa percorrere non solo questi ultimi 200
anni, ma almeno sei secoli di storia, perché la vita della
collezione del Prado ha inizio con la nascita della Spagna come
nazione e con il matrimonio tra Ferdinando d’Aragona e Isabella di
Castiglia. Un’unione che sancisce l’avvio del grande impero
spagnolo. Eppure, per molto tempo nel corso dei secoli, la pittura
è stata una lingua universale, che non ha conosciuto frontiere. E
se c’è un museo dove si rende evidente che la pittura non è stata
toccata dai nazionalismi, questo è proprio il Prado, con le sue
collezioni eclettiche e sfaccettate capaci di raccontare come
l’arte non abbia passaporti limitanti, ma sia al contrario un
viatico universale in grado di comprendere e raccontare i pensieri
e i sentimenti degli esseri umani.
Per questo protagonisti de
IL MUSEO DEL PRADO. LA CORTE DELLE MERAVIGLIE sono
i suoi capolavori, i grandi maestri che li hanno realizzati, le
teste coronate che li hanno raccolti, ma anche l’ispirazione
europea e libertaria di un museo che è uno scrigno di tesori e di
storie. È questo il fil rouge che si snoda nel nuovo
docu-film scritto da Sabina Fedeli e diretto da Valeria Parisi, una
produzione 3D Produzioni e Nexo Digital in
collaborazione con il Museo del Prado, con il
sostegno di Intesa Sanpaolo e con la partecipazione di SKY
Arte. IL MUSEO DEL PRADO. LA CORTE DELLE
MERAVIGLIE, nuovo appuntamento del progetto della Grande
Arte al Cinema in arrivo nelle sale italiane solo per tre giorni,
15, 16, 17 aprile (elenco a breve su www.nexodigital.it), vede tra
l’altro una novità d’eccezione: la partecipazione
straordinaria del Premio Oscar®Jeremy Irons (ll mistero Von Bulow, Il danno,
Mission, Io ballo da sola, La casa degli spiriti, La
Corrispondenza…), che guiderà gli spettatori alla scoperta di
un patrimonio di bellezza e di arte a partire dal Salon de
Reinos, un’architettura volutamente spoglia che si anima di
vita, luci, proiezioni, riportando il visitatore al glorioso
passato della monarchia spagnola e al Siglo de Oro quando
alle pareti erano appesi molti dei capolavori oggi esposti al
Prado. Allora in questo spazio si danzava, si svolgevano feste e
spettacoli teatrali. Questo era uno dei cuori pulsanti di Madrid e
della Spagna intera, così come lo furono il Barrio de las
Letras, dove abitavano scrittori e artisti del Siglo de
Oro, e, nel Novecento, la Residencia de Estudiantes,
dove si incontravano gli intellettuali della Generazione del ‘27,
da Buñuel a Lorca sino a Dalí.
I dipinti del Prado riflettono
un’epopea unica nel suo genere, che ha dato origine ad uno dei
musei più importanti del mondo. Una raccolta “fatta più con il
cuore che con la ragione”; perché re e regine hanno scelto solo ciò
che amavano. Un inventario di gusto e di piacere che narra vicende
pubbliche, dinastie, porporati, guerre e coalizioni. E un
inventario di questioni private: un matrimonio, una tavola
imbandita, la pazzia di una regina. È un intreccio di teste
coronate, hidalgos, majas y caballeros, tutti con le loro
vite, le loro verità, i loro messaggi. È la storia di un’epoca di
grande mecenatismo, di amore dei monarchi spagnoli per i grandi
maestri, come Goya, presente al Prado con un
corpus ricchissimo di oltre novecento opere, compresi gran parte
dei disegni e delle lettere, come la corrispondenza con l’amico
d’infanzia Martin Zapater. L’arte di Goya ha influenzato molti
artisti moderni. Come nel caso di 3 maggio 1808, dipinto
che narra l’effetto della rivolta degli spagnoli contro l’esercito
francese. Un’opera che diventerà simbolo di tutte le guerre e che
ispirerà Picasso per la sua
Guernica. Come Picasso, anche Dalì e Garcia Lorca
rimasero ammaliati dal museo mentre lo scrittore e pittore Antonio
Saura, che tornava qui di continuo per calarsi nell’atmosfera di un
ambiente magico, definì il Prado “un tesoro di intensità”.
Dunque, un’arte che illumina il presente e che ci interroga:
che cosa è stato il Museo del Prado in questi duecento
anni, che cos’è oggi e che cosa continuerà a rappresentare per le
generazioni future questo museo vivo, questo museo che è
stato un faro per tutti gli spagnoli nei momenti bui della
dittatura, una patria a cui tornare per artisti e intellettuali in
esilio?
L’obiettivo delle autrici è stato
dunque quello di raccontare non solo la bellezza formale e il
fascino della collezione del Prado ma anche quanto attuali siano i
temi trattati dalle opere esposte, capaci di narrare attraverso la
storia dell’arte, anche quella della società, coi suoi ideali, i
suoi pregiudizi, i vizi, le nuove concezioni, le scoperte
scientifiche, la psicologia umana, le mode.
IL MUSEO DEL PRADO. LA CORTE
DELLE MERAVIGLIE non è solo la narrazione delle sue
straordinarie opere, che saranno il cuore del documentario, ma
anche il paesaggio delle architetture Reali che sono state teatro e
custodi della nascita e dello sviluppo delle collezioni d’arte. Un
patrimonio universale che comprende non soltanto le opere di
Vélazquez, Rubens,
Tiziano, Mantegna,
Bosch, Goya, El
Greco conservate al Prado, ma anche
l’Escorial, Pantheon dei reali, il Palazzo
Reale di Madrid, il Convento de Las Descalzas
Reales, il Salon de Reinos. Un affresco
che contrappone interni ed esterni, quadri e palazzi, pennellate e
giardini. La nascita del Museo del Prado è una storia avvincente.
Nel 1785 Carlo III di Borbone, incaricò
l’architetto di corte Juan de Villanueva di
disegnare un edificio per ospitare il Gabinete de Historia Natural.
Non lo diventerà mai. L’edificio verrà infatti trasformato nel
Museo che oggi conosciamo. Camminare in questo luogo di bellezza,
significa lasciarsi stupire, snidare pregiudizi e contraddizioni,
scoprire i miti e i simboli di un mondo meraviglioso, a volte
rivoluzionario. Significa confrontarsi con se stessi, attraverso la
storia dell’arte. Significa rimanere estasiati di fronte a
capolavori come la deposizione del fiammingo Van der Weyden,
l’Adamo ed Eva di Tiziano, le pitture nere dell’ultimo
Goya, Les Meninas di Vélasquez (“L’aria contenuta
ne Las Meninas è l’aria di migliore qualità che
esista”, sentenziò Dalì), le figure ritorte, allungate, fuori
dagli schemi di El Greco, Il giardino delle delizie di
Bosch, che risveglia nei visitatori di qualsiasi nazionalità e di
qualsiasi cultura, curiosità, aspettativa, attenzione, o l’opera
della fiamminga Clara Peters, che ha il coraggio di dipingere dei
micro-autoritratti all’interno delle sue tele e rivendicare il
ruolo femminile dell’arte o ancora la Donna barbuta di
Ribera, dove una donna con il volto coperto da una folta barba
allatta al seno il neonato che porta in braccio.
Lo sviluppo del docu-film intreccerà
quindi alla narrazione d’arte anche lo studio dell’architettura e
l’analisi di preziosi materiali d’archivio e verrà
scandita dalle testimonianze dei vari esperti del
Museo intervistati: Miguel Falomir, Direttore del Prado, e i
Conservatori Andrés Úbeda de los Cobos, Vicedirettore Conservazione
Museo del Prado; Javier Portús, Curatore Capo Pittura Spagnola fino
al 1800 Museo del Prado, Manuela Mena, Conservatore Capo
Pittura 1800 e Goya Museo del Prado; Enrique Quintana,
Coordinatore Capo Conservazione Museo del Prado; Alejandro Vergara,
Conservatore Capo Pittura Fiamminga fino al 1700 e Scuole Nord
Europa Museo del Prado; Almudena Sánchez, Restauratrice pittura
Museo del Prado; Leticia Ruiz, Capo Dipartimento Pittura Spagnola
fino al 1700 Museo del Prado; José Manuel Matilla,
Conservatore Capo Stampe e Disegni Museo del Prado; José de
la Fuente, Restauratore Tavole Pittura Lignea Museo del
Prado. Inoltre, interverranno Lord Norman Foster, architetto del
progetto del Salón de Reinos (premio Priztker), Helena Pimenta,
Direttrice della Compañía Nacional de Teatro Clásico di Madrid;
Laura Garcia Lorca, Presidente della Fondazione intitolata allo
zio, il poeta Federico Garcia Lorca; Marina Saura, attrice e figlia
del Pittore Antonio Saura; Olga Pericet, ballerina; Pilar Pequeno,
fotografa.
IL MUSEO DEL PRADO. LA CORTE
DELLE MERAVIGLIE è prodotto da 3D Produzioni e da Nexo
Digital in collaborazione con il Museo del Prado con il sostegno di
Intesa Sanpaolo e in collaborazione con SKY Arte. Sarà nelle sale
solo il 15, 16, 17 aprile. Si ringraziano per la generosa
partecipazione Patrimonio Nacional e Madrid Destino per le riprese
realizzate in Spagna. La Grande Arte al Cinema è un progetto
originale ed esclusivo di Nexo Digital. Nel 2019 la Grande Arte al
Cinema è distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con
i media partner Radio Capital, Sky Arte e MYmovies.it.
Torino è per il terzo anno la casa
di Cartoons on the Bay, il festival internazionale
della televisione per ragazzi e dell’animazione cross-mediale,
promosso da Rai e organizzato da Rai Com, in collaborazione con la
Film Commission Torino Piemonte, la FIP e la Regione Piemonte. Un
connubio che ha portato splendidi frutti, viste le due
fortunatissime edizioni che hanno preceduto questa numero ventitre.
Ancora sotto la Mole, dove si appoggia la donna del futuro
disegnata da Maurizio Manzieri, uno dei più importanti illustratori
di fantascienza e fantastico del panorama internazionale.
E il fantastico nell’animazione è
proprio il tema dell’anno, edizione che celebra quei mondi, futuri,
alternativi, distopici, multidimensionali, fiabeschi, che hanno
fatto sognare generazioni di lettori, giocatori, spettatori. Tutti
quanti si troveranno a Torino, ancora una volta nella cornice
davvero unica di Palazzo Carignano, Museo Nazionale del
Risorgimento Italiano, dall’11 al 13 aprile 2019, per vivere nuove
avventure in mondi fantastici e incontrare molti artisti che questi
mondi li hanno creati.
A partire da Bill Plympton,
uno dei maestri dell’animazione indipendente, che con i suoi lavori
ha influenzato almeno un paio di generazioni di giovani animatori.
Ritirerà il Pulcinella Career Award dalle mani del direttore
artistico Roberto Genovesi, che spegne quest’anno dieci candeline
alla guida di Cartoons on the Bay. Era il 2009 quando a Rapallo
dichiarò aperta la sua prima edizione. Dieci anni che hanno visto
passare, tra la Liguria, Venezia e Torino, tanti grandi nomi
dell’animazione, dei videogiochi e del crossmediale, da Don Bluth a
Sylvia Anderson, da Yoshiyuki Tomino a Carlos Saldanha, passando
per Annette Tison e Talus Taylor, Mordillo e Bruno Bozzetto.
Una tradizione che si rinnova
quest’anno, con Plympton e con Michel Ocelot, che riceverà il
Pulcinella alla Carriera, con dicitura rigorosamente italiana per
l’animatore, regista, illustratore, artista francese, che incantò
il mondo nel 1998 con il suo primo lungometraggio, Kiriku e la
strega Karaba. E da allora non ha più smesso. Ripercorreremo
durante il festival parte della sua carriera con alcuni dei suoi
lungometraggi. Più uno. Nuovissimo e bellissimo.
Tutto questo mentre come sempre le
giurie ufficiali dei concorsi di Cartoons on the Bay decreteranno i
vincitori dei Pulcinella Award 2019, scelti tra le opere
selezionate tra oltre cinquecento produzioni internazionali,
provenienti da ogni parte del mondo.
Competizione, ma anche anteprime.
Una è proprio il nuovo film di Michel Ocelot, il bellissimo Dilili
a Parigi, in collaborazione con Movies Inspired e BIM. E ancora
dalla Francia, facciamo un salto nel futuro con A Spasso con Willy,
in collaborazione con Notorious Pictures.
Cartoons on the Bay è anche
videogiochi, e a proposito di fantasia, ce ne voleva davvero tanta
per riuscire a risolvere gli enigmi di Syberia, la trilogia
videoludica partorita dall’eclettico artista belga Benoît Sokal,
che riceverà il Pulcinella Career Award per i videogiochi.
THE KID WHO WOULD BE KING
Va invece alla Marvel Animation il premio di
studio dell’anno. La divisione televisiva della factory del
compianto Stan Lee presenterà una selezione delle sue serie animate
per il piccolo schermo, con protagonisti i supereroi che da oramai
un decennio dominano il box office cinematografico mondiale.
Appuntamento fisso quello con il
Pitch Me!, il concorso dedicato ai giovani che hanno un’idea nel
cassetto con il sogno di farla diventare realtà. Anche quest’anno
una giuria di esperti è chiamata a giudicare queste future opere
d’animazione e cross-mediali.
E come ogni anno Cartoons on the Bay
presenta un ricco programma anche per le scuole, con oltre 1300
studenti di Torino e provincia che verranno coinvolti nelle
mattinate del Cinema Ambrosio. Una tappa fissa e fondamentale nel
percorso del festival, come la collaborazione con Unicef e gli
incontri con gli artisti. Come Stefano Vietti e Luca Enoch, i
creatori di Dragonero, la serie a fumetti griffata Sergio Bonelli
Editore. Ian Aranill, il protagonista di Dragonero, compie
quest’anno dodici primavere, ed è a lui dedicata una mostra che
racconta il progetto crossmediale che lo coinvolge e che vede
collaborare Bonelli con Rai. Anche per i ragazzi sono previste
grandi anticipazioni, con le migliori serie in arrivo da Planeta
Junior, Nickelodeon e Rai Ragazzi.
Abbiamo parlato di primavere e ne
conta novanta il personaggio al centro dell’altra mostra di
quest’anno. “Omaggio a Topolino – La storia di una pop star”
sintetizza perfettamente il senso di questo storico compleanno, in
collaborazione con Walt Disney Italia.
Disney che presenterà anche tante
novità, tra cui l’attesa serie 101 Dalmatian Street, ispirata al
romanzo “I cento e uno dalmata” di Dodie Smith.
Anche quest’anno, infine, verranno
consegnati durante il festival due premi a cui Cartoons on the Bay
tiene particolarmente, Il Migrarti Cartoon Award e il premio alla
memoria di Giuseppe Laganà, arrivato quest’anno alla sua quarta
edizione.
Tutto questo e molto, molto di più,
a Cartoons on the Bay 2019.
Il concorso Pulcinella
Awards di Cartoons on the Bay 2019
Sono ben nove i titoli di Rai
Ragazzi che hanno ricevuto una nomination al Festival
Cartoons on the Bay 2019, che premia con il
Pulcinella Award le migliori serie di animazione e live-action
destinate a bambini e ragazzi.
Un record assoluto quest’anno
riguarda la cinquina della categoria live action, o fiction per
ragazzi, dove sono ben quattro i titoli Rai selezionati, tutti per
Rai Gulp: “Jams”, “Club 57”, “Find me in Paris” e “Penny on
M.A.R.S.”.
“Jams”, unico titolo già uscito su
Rai Gulp, è la prima serie per ragazzi che parla di molestie sui
minori. Una serie che coinvolge, informa, sensibilizza, con il
racconto di un gruppo di amici di prima media che scoprono che una
di loro è oggetto di molestie da parte di un vicino di casa. Dieci
episodi prodotti da Rai Ragazzi e da Stand By Me, con il supporto
di un team di specialisti.
“Club 57” è il nuovissimo titolo che
debutterà su Rai Gulp da metà aprile in prima serata e verrà poi
diffuso in tutto il mondo. Una coproduzione italo americana, tra
Nickelodeon e Rainbow, in collaborazione con Rai Ragazzi, con
riprese in Puglia e a Miami. Un viaggio anche nel tempo, ragazzi di
oggi che si trovano a vivere l’epoca dei loro nonni, tra i colori e
le musiche degli anni ’50.
M.A.R.S. (Musical Arts Reiner
School) invece, è un prestigioso liceo musicale dove sono state
ammesse la 14enne Penny e la sua amica del cuore Camilla. “Penny on
M.A.R.S.” è una serie italiana, girata in lingua inglese a Milano e
dintorni, prodotta da 3zero2 per Disney Channel e per Rai Gulp.
Dalla Pietroburgo del 1905 alla
Parigi di oggi: è “Cercami a Parigi” (“Find me in Paris”).
Protagonista una giovane ballerina russa che si ritrova catapultata
all’Opéra di Parigi, in una classe di danza, tra la vita dei
ragazzi di adesso. Una produzione Federation Entertainment per
Disney Channel, ZDF e per Rai Gulp, dove arriverà nel prossimo
autunno.
Nel campo delle serie a cartoni
animati per bambini, “44 gatti”, la serie prodotta dalla Rainbow in
collaborazione con l’Antoniano di Bologna e Rai Ragazzi, è
candidata come miglior serie tv prescolare. La serie, uno dei
grandi successi di Rai Yoyo, è distribuita in tutto il mondo.
Fra le serie prescolari, è candidata
anche “Gigantosaurus”. Sviluppata in CGI dallo studio francese
Cyber Group in collaborazione con Disney Channel e Rai Ragazzi,
vede le avventure di quattro giovani amici dinosauri che crescono
nel periodo Cretaceo fra nuovi vulcani che spuntano in
continuazione, brachiosauri e enormi triceratopi che vagano liberi,
piogge di meteoriti e un grande cattivo Gigantosauro che regna su
tutto.
Per i bambini più grandi,
“OPS-Orrendi per sempre”, la nuova serie dello Studio Campedelli
con Samka Productions, Movimenti Production e Cosmos Animation su
uno strampalato e grottesco gruppo di amici, concorrerà nella
categoria Kids. Ispirata ai libri per ragazzi “Orrendi per sempre”,
pubblicati da Giunti Editore, la serie da 52 episodi di 12 minuti è
diretta da Alessandro Belli.
Candidata fra i programmi kids anche
“Artù e i Bambini della Tavola Rotonda”, una commedia epica piena
d’azione e mistero con una banda di bambini impegnata a proteggere
la magica spada Excalibur, serie in CGI della francese Blue Spirit
Productions, prossimamente su Rai Gulp.
Infine, nella categoria piloti di
serie, “Food Wizards”, progetto della società di produzione
Zocotoco in collaborazione con la MAD di Napoli e Rai Ragazzi, ha
ottenuto la candidatura al Pulcinella Award. Una serie sulla sana
alimentazione piena di avventure fuori e dentro il corpo umano, con
i disegni del giovanissimo talento Francesco Filippini.
La
Disney ha ufficialmente “assorbito” la
21st Century Fox, e come conseguenza diretta
della fusione, avrà accesso a tutti i personaggi Marvel finora gestiti dallo studio
concorrente. Questo, per i fan, significa una cosa sola: il
“ritorno” a casa dei loro eroi che ora potranno inserirsi nel
MCU e mescolare le loro
avventure a quelle dei Vendicatori.
Ma quali sono i team che vorremmo
vedere presto nell’universo cinematografico Marvel? Ecco 7 proposte:
Fantastici 4
La prima famiglia di supereroi
Marvel è la cosa migliore che
potrebbe arrivare nel MCU, almeno in termini di trame dei
fumetti e opportunità di crossover (Secret
Invasion, Dark Reign, Secret
Wars etc) con i già presenti personaggi.
D’altronde Mr. Fantastic, La donna
invisibile, La torcia Umana e La cosa sono il cuore pulsante
dell’universo condiviso, e questo gruppo rappresenta davvero ciò
che di meglio hanno da offrire i fumetti.
Ci ricordano che possiamo essere
grandi con l’umiltà e la fiducia negli altri che il perdono è
un’arma potentissima di fronte al caos, che si può imparare
dall’amore o abbassare la guardia nei momenti più difficili.
Insomma, è giunto il momento di dare spazio ai Fantastici
4 nel MCU dopo i due film poco riusciti
di Tim Story e il disastro di Josh
Trank.
X-Men
Il franchise cinematografico sugli
X-Men è iniziato nel
2000 con il film di Bryan Singer, e si concluderà
(almeno per quanto riguarda la distribuzione e produzione Fox) con
Dark
Phoenix quest’anno. Ma dopo? Che ne sarà dei mutanti?
Sbarcheranno o no nel MCU?
Stiamo pur sempre parlando di una
componente essenziale dell’universo Marvel a fumetti, e questa fusione
potrebbe portarli finalmente a contatto con gli altri supereroi
affrontando temi complessi come l’isolamento sociale – spesso
estranei a quelli dei Marvel Studios…ma niente è deciso e la
speranza è più viva che mai.
“Potremmo iniziare i nostri
progetti già nei primi sei mesi del prossimo anno.” ha
dichiarato nei mesi scorsi Kevin Feige, “L’idea di questo
ritorno a casa dei personaggi è grandiosa, ed è bello quando
un’azienda che li ha creati può avere accesso a tutti quei
personaggi. Sarebbe insolito non farlo“.
Illuminati
Team si personaggi creati da Brian
Michael Bendis e Steve McNiven, gli Illuminati
esordiscono sui fumetti Marvel in New Avengers n.7 nel 2005
ma la loro origine viene spiegata soltanto più tardi nel numero
speciale New Avengers: Illuminati.
Questo gruppo si rivela essenziale
sia all’interno delle vicende narrate in Civil
War, sia nelle premesse dello stesso crossover,
proprio perché figure determinanti nel corso della storia Marvel (vedi gli eventi di
Planet Hulk, dove esiliano il gigante di giada
nello spazio).
Per quanto riguarda la formazione,
ne fanno parte Iron Man, Namor, Dottor
Strange, Freccia Nera, il Professor Xavier e Mister Fantastic. Un
grande ensemble perfetto per il MCU no?
A-Force
L’A-Force formata
nei fumetti da She-Hulk comprende le supereroine più forti della
Marvel, ovvero Captain
Marvel, Jessica Jones, Phoenix e Spider-Woman (tanto
per citarne alcune). E a rendere unico questo team è l’intervento
in Secret Wars, dove Dr. Doom decide di
conquistare il mondo intero creando fazioni diverse.
Sappiamo quanto il futuro del
MCU e la pianificazione dei
Marvel Studios per i prossimi anni
siano ancora variabili misteriose, e se la decisione finale spetta
– ovviamente – a produttori e creativi, qualcun’ altro del team
potrebbe avere già in mente delle idee per lo sviluppo di qualche
progetto. A partire da Tessa Thompson, interprete
di Valchiria in Thor:
Ragnarok, che come la collega Brie
Larsonsogna di recitare in un
cinecomic tutto al femminile.
Queste poi sono state le parole di
Kevin Feige sul possibile arrivo di un film sulla
A-Force nel MCU:“Più della meta dei
personaggi che troveremo nelle prossime fasi del MCU saranno donne. E di certo
sarebbe fantastico vederle riunite nello stesso film un giorno, e
non soltanto uomini come è stato per la maggior parte dei film
finora prodotti. Ci stiamo lavorando...”
New Avengers
I Nuovi
Vendicatori, gruppo di supereroi creato ancora da Brian
Michael Bendis evolvendo il precedente team di Avengers, esordisce
sui fumetti Marvel nel settembre 2005
nell’omonima serie New Avengers.
Qual è la loro
caratteristica? Riunire alcuni dei più celebri eroi della Marvel come Captain America e Iron
Man insieme a personaggi estranei alla squadra come Wolverine e
Spider-Man.
Ecco perché i New
Avengers possono inserirsi perfettamente nel MCU: molti eroi sono già
nell’universo condiviso, altri arriveranno grazie alla fusione con
la Fox, e combinati darebbero vita ad un evento epico tanto quanto
Endgame.
Young Avengers
Lo scorso gennaio un rumor aveva reso
noto che i Marvel Studios avrebbero iniziato a
progettare un film interamente dedicato agli Young
Avengerscon personaggi mai visti prima nel
MCU. E al contrario di quanto
si possa immaginare, non si tratta della stessa formazione che
conosciamo in versione “giovane” ma di una squadra completamente
diversa composta da giovani supereroi.
L’ultima notizia relativa ad un
possibile arrivo degli Young
Avengers risale allo scorso giugno, quando
le parole
di Kevin Feige lasciavano intendere
che un film sui giovani Vendicatori era nei progetti futuri
dell’universo condiviso: “Vedremo in che modo si evolveranno
queste idee…Stiamo preparando il terreno.”, aveva commentato
il presidente dei Marvel Studios in merito al
personaggio di Cassie Lang, apparso nel franchise
di Ant-Man e membro storico del
team.
C’è effettivamente un modo per far
entrare questi personaggi in scena, e Avengers: Infinity
War potrebbe aver già gettato le basi grazie ad
una morte importante avvenuta durante gli eventi del film: saprete
– se avete visto il cinecomic –
che Thanos ha
ucciso Loki nel prologo e che il Dio
dell’Inganno dovrebbe tornare al 99% in Avengers
4, ma come? Magari reincarnandosi nel corpo di un
ragazzo che lavora con gli Young Avengers? Infinity
War ha spianato la strada ad un nuovo Kid Loki? Uno
scenario alquanto intrigante no?
Dark Avengers
Sempre a proposito di importanti
crossover, la trama di Dark Reign potrebbe fornire
i presupposti per l’arrivo nel MCU degli Oscuri
Vendicatori, coloro che dopo gli eventi di
Secret Invasion si riuniscono nello
stesso team formato da Norman Osborn (che nel
frattempo ha ottenuto poteri speciali dal governo americano).
Si tratta principalmente di una
squadra di supercriminali, sulla falsariga di una Suicide Squad, agli ordini di Osborn, con
costumi e nome di celebri supereroi. Tra questi ci sono Bullseye,
Moonstone, Venom, Ares, Sentry, Noh-Varr e Daken.
Un’ipotesi alquanto intrigante per
il MCU che non ha mai proposto un
cinecomic con villain assoluti protagonisti.
Arriva al cinema il 28 marzo
Bentornato Presidente, di Giancarlo
Fontana e Giuseppe G. Stasi, distribuito da Vision
Distribution in 500 copie.
Nel cast ritroviamo Claudio
Bisio insieme a Sarah Felberbaum,
Pietro Sermonti, Paolo Calabresi,
Guglielmo Poggi, Roberta Volponi, Antonio Milo, Antonio Petrocelli,
Marta Gastini, Franco Ravera, Marco Ripoldi, Iago Garcia, Maria
Chiara Giannetta, Liliana Fiorelli, Francesco Zenzola, Gigio
Morra e con Ivano Marescotti, con
Cesare Bocci e con Massimo
Popolizio.
Sono passati otto anni dalla sua
elezione al Quirinale e Peppino Garibaldi vive il suo idillio sui
monti con Janis e la piccola Guevara. Peppino non ha dubbi:
preferisce la montagna alla campagna… elettorale. Janis, invece, è
sempre più insofferente a questa vita troppo tranquilla e
soprattutto non riconosce più in lui l’uomo appassionato, di cui si
era innamorata, e che voleva cambiare l’Italia. Richiamata al
Quirinale, nel momento in cui il Paese è alle prese con la
formazione del nuovo governo e appare minacciato da oscuri
intrighi, Janis lascia Peppino e torna a Roma con Guevara.
Disperato, Peppino non ha scelta: tornare alla politica per
riconquistare la donna che ama.
Bentornato
Presidente é una coproduzione Indigo
Film e Vision Distribution. In
collaborazione con Sky Cinema ed in collaborazione
con TIMVISION.
Produzione esecutiva di HT
Film. Uscirà nelle sale italiane distribuito da
Vision Distribution.
Mentre si comincia a parlare di
quello che sarà il programma di Cannes 2019,
arrivano le prime notizie in merito alla 72° edizione del
Festival francese, dai presidenti di Giuria (Inarritu per la selezione
ufficiale e la Labaki per Un Certain
Regrad) alle certezze in merito al fatto che anche quest’anno i
film Netflix saranno lasciati fuori.
Sappiamo comunque che il festival
riuscirà a mettere insieme una selezione ufficiale di tutto
rispetto, soprattutto valutando quali sono i registi e i film che
potrebbero essere disponibili nella seconda metà di maggio, in
tempo per la kermesse.
Il 2019 è un anno ricco di proposte
e possibilità, a partire dal misterioso Ad
Astra di James Grey, che da parecchio
tempo giace in silenzio, pronto per essere presentato, e con lui
Against All Enemies, con Kristen
Stewart, attrice molto cara al Festival e al cinema
francese, nei panni di Jean Seberg.
Dopo la polemica del 2018 e gli
attriti con Venezia, Netflix rimane fuori da
Cannes 2019, e questo significa niente The
Irishman di Martin Scorsese e nemmeno
niente nuovo film di Noah Baumbach con
Adam Driver. Sembra invece plausibile che proprio
sulla croisette vedremo Midsommar, il nuovo film
di Ari Aster (Hereditary), mentre
dovremo ancora aspettare per Wendy, l’attesissimo
ritorno al cinema di Benh Zeitlin, a sei anni da
Re della Terra
Selvaggia.
Inoltre, nome a cinque stelle per il
Festival, potrebbe essere quello di Quentin
Tarantino, che potrebbe festeggiare i 25 anni della
presentazione di Pulp Fiction proprio a Cannes,
con il suo attesissimo C’era una volta
a… Hollywood.
I sogni più selvaggi degli
appassionati di cinema si concentrano però su altri titoli, a
partire da About Endlessness di Roy
Andersson. Il regista svedese non fa film dal 2014, da
quando il suo bellissimo Un piccione seduto su un ramo che riflette
sull’esistenza vinse il Leone d’Oro a Venezia, e potrebbe decidere
di portare il suo nuovo film sulla croisette. Ma anche i fratelli
Dardenne potrebbero pensarla allo stesso modo,
dando il cambio a Godard, che l’anno scorso era sempre in concorso,
e occupando il posto che sembra riservato a un grande Maestro del
cinema, in ogni selezione che si rispetti.
Un altro sogno da croisette potrebbe
essere The Dead Don’t Die di Jim
Jarmusch. Con Chloe Sevigny, Adam Driver, Tilda
Swinton e Bill Murray, il regista
potrebbe tornare a Cannes 2019, dopo esserci stato appena due anni
fa con il delicatissimo Paterson. Il film
potrebbe essere una sorta di approfondimenti di quanto già
realizzato con Solo gli amanti sopravvivono, e il film prevede la
presenza della stessa Swinton.
Ancora, un nuovo nome papabile per
Cannes 2019 sarebbe Pablo Larrain, che aveva
scelto invece Venezia 73 per Jackie. Il suo nuovo
film che parla di nuovo spagnolo, Ema, vede
protagonisti Mariana Di Girolamo, Gael García Bernal,
Paola Giannini, Santiago Cabrera. Il film potrebbe essere
plausibilmente pronto per Cannes 2019 e riunisce il regista con
Bernal, che aveva già recitato per lui in Neruda e No – I
giorni dell’Arcobaleno.
Solo solo alcuni dei nomi che
potrebbero sfilare sulla Monteé de Marches, il prossimo
maggio, ma lo sapremo a tempo debito, intorno alla metà di aprile,
quando sarà annunciato il programma della 72° edizione del
Festival di Cannes (14-25
maggio).
Potrà anche non figurare tra i
protagonisti dei nuovi poster
ufficiali del film diffusi ieri, ma Hulk
sembra essere il protagonista assoluto del merchandise di
Avengers:
Endgame, di cui abbiamo i primi dettagli grazie alla
collezione Funko trapelata online.
E a quanto pare il gigante di giada
avrà a disposizione un costume alternativo, oltre a quello bianco e
rosso chiamato “Advanced Tech” indossato da tutti i colleghi
Vendicatori nell’ultimo trailer, come potete vedere qui sotto.
Insieme a Hulk trovate Ronin, il supereroe in
cui si trasformerà Clint Barton dopo la scomparsa della sua
famiglia (questa è la teoria più gettonata). L’eroe, grande assente
di Infinity War, tornerà in azione nei panni
di un samurai spietato e verrà presumibilmente richiamato al
quartier generale dei Vendicatori da Natasha.
Qualcosa di molto simile era stato
avvistato durante le riprese sugli attori e soprattutto nel
terzo
trailer del film, legato alla caviglia di Clint
Barton nella sequenza ambientata in campagna con la sua
famiglia. E se le teorie dovessero avverarsi, potrebbe essere
grazie a questo oggetto che i Vendicatori viaggeranno nel tempo o
attraverso il Regno Quantico.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Il Festival Internazionale
del DocumentarioVisioni dal Mondo, Immagini
dalla Realtà, organizzato dalla società di produzione
FRANKIESHOWBIZ, in calendario a Milano da
giovedì 12 a domenica 15 settembre, presenta
l’immagine ufficiale della quinta edizione.
Lo skyline dei grattacieli di Milano
è il protagonista del Festival 2019. Il gabbiano, che nelle
precedenti edizioni sorvolava il mondo per osservare
scrupolosamente il nostro pianeta, punta il suo sguardo sulla città
di Milano.
La nuova immagine, curata dal team
creativo interno, esprime il concept del Festival: una
vocazione internazionale, uno sguardo sulle storie contemporanee,
sulle trasformazioni e sulle evoluzioni della società moderna,
dalla città meneghina, una città cosmopolita, la città del Festival
Visioni dal Mondo, Immagini dalla Realtà.
Il Festival Internazionale del
Documentario promuove, infatti, il documentario come strumento
conoscitivo di cambiamento e innovazione, forma d’espressione per
la narrazione dell’oggi.
Scegliendo di rappresentare
l’edizione 2019 con l’immagine del gabbiano su Milano, il Festival
sottolinea il legame con la città e avvalora la sua view:
favorire la conoscenza, la cultura e la popolarità del genere
documentario che partendo da Milano, oltre a rappresentare un
modello di informazione, diviene uno sguardo sul mondo, il
cinema della
realtà.
Anche per le sedi della quinta
edizione, il Festival sceglie due luoghi simbolo della cultura del
capoluogo lombardo: il Teatro Litta, una delle più significative
opere dell’architettura lombarda, e il Museo Nazionale Scienza e
Tecnologia Leonardo da Vinci, il più importante museo della scienza
e della tecnologia in Italia e uno dei più importanti in Europa e
nel mondo, già sede di una delle sezioni della scorsa edizione del
Festival.
Il cinecomic sta definendo
un’epoca, la nostra, in cui questa tipologia di prodotto sembra
aver polarizzato l’attenzione del pubblico più di altri, e il ruolo
dei Marvel Studios e della DC Films è stato
fondamentale nel processo di cambiamento rispetto a dieci anni fa
(quando Hollywood aveva molto da offrire in termini di
blockbuster). Zack Snyder, in tal senso, è una
figura chiave, che da Watchmen a Justice
League ha dato la sua impronta personale al
genere sulla scia di cineasti come Christopher
Nolan e Tim Burton.
Eppure esiste un mondo al di là del
cinefumetto da scoprire, e l’incoraggiamento arriva direttamente da
Snyder, che durante un Q&A in occasione
dell’evento-maratona delle sue director’s cut a Pasadena ha
spiegato la sua opinione in merito (mettendo a tacere ogni presunta
“rivalità” tra DC e Marvel):
“Sapete, la cosa con i cinecomics è che…sono un fan. Vado a vederli e li
amo. Vado a vedere tutti i film degli Avengers, mi diverto, amo
quell’esperienza, ma deve esserci dell’altro. Come essere aperti ad
altre cose, oltre al divertimento“.
Un suggerimento che il pubblico
americano sembra aver preso alla lettera: al momento, la cima del
box office è contesa tra Captain
Marvel (vicino a quota 1 miliardo di incasso
globalmente) e Us di Jordan
Peele, un horror originale che prosegue con successo gli
ottimi risultati dello scorso anno di A Quiet
Place di John Krasinski.
Di certo i numeri saranno sempre
favorevoli ai titoli targati Marvel Studios (e aspettiamo di
vedere quanto riusciranno a incassare l’imminente Avengers:
Endgame, il vero evento cinematografico della stagione
2019) e Spider-Man: Far
From Home in estate…Avranno concorrenza oppure
voleranno in solitario verso le vette del botteghino?
Vi ricordiamo che il prossimo
progetto di Snyder sarà Army Of The
Dead, produzione originale Netflix che lo vede tornare alla regia dopo il
“travagliato” e deludente Justice
League. Il film sarà uno zombie-horror-thriller
prodotto insieme alla moglie, Deborah Snyder, e alla neonata
compagnia The Stone Quarry.
Di seguito la prima sinossi:
“L’avventura è ambientata
durante un’epidemia di morti viventi a Las Vegas, quando un uomo
decide di radunare un gruppo di mercenari per compiere un ultimo
grande colpo nella zona di quarantena e mettere a segno la più
grande rapina mai tentata.“
“Non avrò le mani legate in
questo progetto“, aveva dichiarato Snyder
all’Hollywood Reporter, probabilmente strizzando l’occhio al
trattamento subito dalla Warner Bros. nell’universo DC.
“Ho pensato che questo fosse un
buon modo per ricominciare e per realizzare qualcosa di divertente,
epico, folle e gratificante […] Vorrei onorare questo genere
di cinema e questa mi sembra l’occasione perfetta per raccontare
una storia puramente gioiosa ed esprimermi attraverso un genere. E
nessuno mi ha mai lasciato completamente libero come
stavolta“.