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Sophie Turner: “Lavorare con Bryan Singer non è stato piacevole”

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Due mesi fa, in concomitanza con la stagione dei premi, Rami Malek aveva finalmente rotto il silenzio circa la vicenda Bryan Singer (licenziato dalla regia di Bohemian Rhapsody prima della fine delle riprese) definendo l’esperienza sul set “per niente piacevole” e dicendo che “Nessuno sapeva che sarebbe successo, ma credo che doveva succedere e così è stato”. Ora, proprio come il collega, anche Sophie Turner si unisce al coro degli “scontenti” parlando del regista a Rolling Stone.

Nell’intervista la star di Game of Thrones, che ha esordito nel franchise degli X-Men nel 2016 con Apocalisse, fa un breve cenno alla sua collaborazione con Singer usando lo stesso termine di Malek, “poco piacevole“, riferendosi al tempo trascorso insieme durante la lavorazione del cinecomic.

Vi ricordiamo che nelle scorse settimane erano emerse nuove e pesanti accuse di molestie sessuali rivolte a Singer, dopo che ad Ottobre scorso il regista era stato pubblicamente denunciato dalla rivista Esquire. Questa volta le vittime sono quattro attori, di cui uno soltanto ha rivelato la sua identità (Victor Valdovinos), che nel report pubblicato da Atlantis parlava di violenze e rapporti sessuali contro la volontà dei ragazzi.

Come saprete, non è la prima volta che il filmaker viene accusato di un tale crimine: nel 2014, da Michael Egan e nel 2017, da Cesar Sanchez-Guzman, che lo accusò di averlo costretto ad avere un rapporto sessuale nel 2003. Sanchez-Guzman, all’epoca dei fatti un attore, aveva riportato che Singer si era offerto di aiutarlo con la sua carriera. Il regista ha tentato di far cadere le accuse e indicando la bancarotta di Sanchez-Guzman nel 2014 come causa principale dell’accusa.

Dark Phoenixtutti i mutanti che potrebbero morire nel film

Rivedremo la Turner sul grande schermo in Dark Phoenix, debutto alla regia di Simon Kinberg e nuovo capitolo della serie cinematografica sui Mutanti che uscirà il 6 giugno 2019. Nel cast anche Jennifer Lawrence, James McAvoy, Michael Fassbender, Evan Peters, Nicholas Hoult.

In Dark Phoenix, gli X-Men devono fronteggiare uno dei loro peggiori nemici: uno di loro, Jean Grey. Durante una missione di soccorso nello spazio, Jean resta quasi uccisa quando viene investita da una oscura forza cosmica. Una volta tornata a casa, scopre che questa forza non solo l’ha resa infinitamente più potente, ma anche molto più instabile. Combattendo con queste entità dentro di lei, Jean libera i suoi poteri in modi violentissimi, che nemmeno lei riesce  capire o contenere. Con Jean completamente fuori controllo, ferendo le persone che più ama, si inizia a sfaldare il tessuto che tiene insieme gli stessi X-Men. Ora, con la famiglia che cade a pezzi, devono trovare un modo per rimanere uniti, non solo per salvare l’anima di Jean, ma per salvare il pianeta da alieni che vorrebbero utilizzare questa forza per governare sulla galassia.

Fonte: Rolling Stone

Avengers: Endgames, Chris Evans invita ad “aggrapparci all’ultimo brandello di speranza”

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Dopo gli intensi poster dedicati a tutti i protagonisti del MCU, i Marvel Studios hanno diffuso una featurette di Avengers: Endgame in cui gli attori che interpretano alcuni dei personaggi sopravvissuti commentano ciò che ha significato Infinity War e cosa sarà per i Vendicatori Endgame.

Ad aprire le danze è ovviamente Robert Downey Jr., ma è a Chris Evans che è affidato il messaggio che sembra più importante. Captain America dice: “Ci hanno davvero fatto abbassare la testa, non solo letteralmente ma moralmente ed emotivamente… la cosa buona è che è sempre più facile ricostruire le persone dopo che sono state abbattute. Questo è ciò che la Marvel è brava a fare. È quel briciolo di speranza che tutti cercano.”

La featurette mostra alcune scene di Avengers: Endgame (in sala dal 24 aprile) e scene di Avengers: Infinity War, il capitolo più cupo del MCU, da cui gli eroi sono usciti per la prima volta sconfitti, ma anche il più remunerativo del franchise ($ 2.05 miliardi in tutto il mondo).

Anche Feige è presente nel video, in cui dichiara: “La reazione dei fan alla fine di Infinity War, quando metà dei loro personaggi preferiti si è trasformata in polvere, è stata indicativa di quanto il mondo sia emotivamente connesso a questi personaggi”.

In realtà, sappiamo che il film semplicemente segue la grande tradizione dell’industria dei fumetti americana, che ha “ucciso” ciascuno dei suoi personaggi principali almeno una volta e, in alcuni casi sfortunati, più volte. L’idea che Spider-Man non possa tornare dalla morte non regge troppo bene se si considera che è già stato rilasciato un trailer per il suo prossimo film, Spider-Man: Far From Home, e il filmato non contiene né zombi né angeli.

Proprio tenendo a mente questo, sappiamo che qualche eroe tornerà in Endgame, e qualche altro dirà addio per sempre al MCU, ma è solo questione di tempo. Come nei fumetti, la morte di un personaggio può essere solo provvisoria e sappiamo che a tempo debito un nuovo titolare di quel personaggio arriverà a dare vita in sala la tantissime pagine di fumetti che ancora ci sono da raccontare. Magari avrà un volto diverso, ma parteciperà comunque all’universo condiviso immaginario dei fan Marvel.

Avengers: Endgame, cosa ci dicono i nuovi poster sul film

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

La sinossi:

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, cosa ci dicono i nuovi poster sul film

Avengers: Endgame, cosa ci dicono i nuovi poster sul film

Ad un mese esatto dall’uscita nelle sale i Marvel Studios hanno rilasciato tutti i nuovi character poster di Avengers: Endgame, e sappiamo quanto ogni dettaglio del marketing sia studiato per suggerire ipotesi sul film e sui personaggi. O quasi…

Ma cosa ci dicono queste locandine? Ecco qualche teoria:

Valchiria è viva (ma sarà nel film?)

Lo sospettavamo da tempo e questo poster sembra avercelo confermato: Valchiria è viva, e probabilmente avrà anche un ruolo nel corso di Avengers: Endgame.

Il personaggio interpretato da Tessa Thompson in Thor: Ragnarok non era presente in Avengers: Infinity War, e dopo la distruzione della nave degli asgardiani dove si trovata insieme a Thor e Loki on abbiamo più avuto sue notizie.

Resta da capire in che modo verrà utilizzata, se in una semplice scena di flashback o nella battaglia finale contro Thanos…

Shuri non è sopravvissuta alla Decimazione

L’ultima volta che abbiamo visto Shuri, la principessa del Wakanda era stata portata via da Corvus Glaive mentre cercava invano di salvare la gemma della mente togliendola da Visione, senza però capire se fosse sopravvissuta o meno allo schiocco. Ora il character poster sembra suggerire che è stata polverizzata come il fratello T’Challa.

Cosa significa? M’Baku prenderà le redini del regno, visto che entrambi gli eredi sono morti?

Pepper Potts e Happy Hogan torneranno

È evidente che il ritorno sulla Terra di Iron Man verrà accolto dai suoi due più fidati collaboratori, ovvero Pepper Potts e Happy Hogan, dal momento che i poster sembrano confermare la loro presenza e il fatto che sono vivi e vegeti.

Non esattamente una sorpresa, perché sappiamo che Pepper indosserà l’armatura di Rescue (come suggerito da un’immagine trapelata online diversi mesi fa…), mentre su Hogan abbiamo qualche dubbio.

Wong sarà il nuovo stregone supremo?

Una delle vittime dello schiocco alla fine di Avengers: Infinity War è Doctor Strange, e Thanos si è impossessato della gemma del tempo custodita dallo stregone supremo. Tuttavia rimane ancora il Sanctum Sanctorum da proteggere, e chi meglio di Wong può portare a termine questo compito?

Alla fine del film, Wong non viene mostrato, così come molti altri personaggi del MCU. Non sappiamo quindi se e come sono sopravvissuti allo schiocco, né cosa hanno fatto fino a questo momento, ma è stato Benedict Wong a confermare che ha lavorato come guardia ufficiale del tempio.

Loki è definitivamente morto (?)

Che Loki sia definitivamente morto dopo Infinity War sembra confermarlo il suo character poster in bianco e nero come le altre vittime (e Thanos aveva detto “niente più resurrezioni stavolta” dopo averlo strangolato), ma niente è mai sicuro quando si tratta del Dio dell’Inganno.

Inoltre le foto scattate sul set di Endgame hanno mostrato dil ritorno agli eventi di The Avengers con Loki arrestato dallo S.H.I.E.L.D., cosa che ha fatto subito pensare alla possibilità dei viaggi nel tempo…questo significa che rivedremo Tom Hiddleston?

Tutti i caduti torneranno?

I Marvel Studios hanno pubblicato sedici poster a colori e sedici in bianco e nero, e la differenza principale è che il primo gruppo riunisce i vivi, l’altro i caduti della Decimazione.

Certo ci sono alcune mancanze degne di nota (come Hank Pym, Maria Hill, Hope Van Dyne etc), ma vogliamo prendere gli esempi di Gamora o Loki come un’indicazione sul film e sul loro ritorno in azione.

D’altronde l’eroina e il Dio dell’Inganno non sono morti per lo schiocco, ma uccisi da Thanos…

Nessun segno di Thanos

Considerando che Avengers: Infinity War si è concluso con l’immagine di Thanos che guarda il sole sorgere su un universo “riconoscente”, ci sorprende non vederlo tra i character poster di Avengers: Endgame, né nei trailer.

Che la Marvel abbia deciso di mantenere i riflettori accesi soltanto sugli eroi? Ad Empire lo sceneggiatore McFeely aveva spiegato che se Infinity War era il racconto degli eventi dal punto di vista di Thanos, il cambiamento più grande di Endgame è la prospettiva concentrata sui Vendicatori e non sul villain: “Il precedente film aveva 23 personaggi sul poster, e questa abbondanza ha dettato un certo tipo di ritmo. Qui ci sono solo nove eroi sul poster…forse dovremmo aspettarci un diverso tipo di narrazione.

Dov’è Hulk?

Abbiamo visto Hulk in forma di action figure e sul materiale promozionale, eppure non c’è traccia del gigante di giada in questi nuovi poster, ma solo di Bruce Banner, la sua controparte “umana”.

È probabile che i Marvel Studios si stiano riservando il meglio per il film, con un effetto a sorpresa che annuncerà il ritorno di Hulk come lo avevamo conosciuto in passato. Magari realizzando il sogno di vedere nel MCU Professor Hulk

CORRELATO – Avengers: Endgame, 6 cose che vorremmo accadessero prima della fine

Fonte: CBM

Tim Burton presenta il suo Dumbo in live action a Roma

Tim Burton presenta il suo Dumbo in live action a Roma

Tim Burton, regista di film come Edward mani di forbice Sweeney Todd, arriva a Roma per presentare il suo nuovo film Dumbo, versione live action di uno dei più celebri film d’animazione Disney, con protagonisti attori del calibro di Colin Farrell, Eva Green, Danny De Vito e Michael Keaton. Il film sarà in sala dal 28 marzo, mentre il 27, in occasione dei premi cinematografici David di Donatello, il regista riceverà il premio alla carriera.

La conferenza stampa di presentazione del film diventa ben presto l’occasione per ripercorrere la carriera del celebre autore, trattando tutti quelli che sono i temi chiave della sua poetica.

“Gli occhi sono fondamentali per me.” – esordisce Burton – “Sono il primo mezzo attraverso cui si recita. Poiché in questo film il protagonista è un personaggio muto, abbiamo ricercato un modo puro e semplice per permettergli di esprimere le sue emozioni, e gli occhi sono sempre la soluzione migliore. Abbiamo lavorato molto sulla natura dei suoi grandi occhi azzurri.”

Dumbo, Tim Burton presenta il nuovo film

“Dumbo è sempre stato il film animato Disney che maggiormente mi colpisce.” – continua il regista – “Lavorarci su mi ha permesso di rimettere mano a tutti i temi a me più cari. Non era possibile per me fare solo un remake, l’impegno era quello di trasformarlo per farne qualcosa di nuovo e allo stesso tempo fedele.”

Nel film ritornano infatti tutti i temi cari al regista, dal protagonista emarginato e diverso, al fare proprio di quella diversità qualcosa di prezioso. A questi si aggiunge inoltre una riflessione molto attuale sul mondo dello spettacolo, tra artisti indipendenti e grandi produttori, e un appello ad un circo senza animali. “Pur avendo fatto un film sul circo, non ne sono mai stato un grande appassionato.” – esclama Burton – “In particolare non amo i circhi che utilizzano animali. Gli animali non dovrebbero mai fare cose strane che vanno al di là della loro natura.”

Molto forte in Dumbo è anche la componente umana. “Nella sceneggiatura, e nel film, troviamo parallelismi tra personaggi umani e animali.” – dichiara il regista – “Volevo che ci fosse un equilibrio tra le due parti. Per tutti c’è un senso di perdita generale. Ognuno dei protagonisti ha perso qualcosa, e questo lo definisce.”

Dumbo, Tim Burton presenta il nuovo film

“Per un film sulla famiglia avevo bisogno di attori che fossero come una famiglia per me.” – continua Burton – “Se ci pensiamo bene, il circo è come un film: un gruppo di persone che si uniscono per cercare di realizzare un grande spettacolo. Tornare a lavorare con Danny De Vito, Eva Green e Michael Keaton è stata un’esperienza bellissima.”

Nel corso degli anni il cinema di Burton è diventato sempre più digitale, sia da un punto di vista di supporti che di elementi scenografici. “Certo che mi manca il modo tradizionale di fare cinema, – dichiara a riguardo il regista – ma allo stesso tempo oggi abbiamo a disposizione nuovi strumenti e nuove tecnologie che penso sia bellissimo poter esplorare. Ma nonostante ciò sono e sempre sarò un amante della natura tattile del cinema, e quella è una cosa che non verrà mai a mancare nei miei film. In Dumbo, ad esempio, è quasi tutto ricostruito. Penso che gli attori abbiamo bisogno di vivere all’interno di un set reale. La CGI si limita ad alcuni green screen o alla realizzazione del piccolo elefantino. Ma in realtà anche lui era presente concretamente sul set. Abbiamo ricostruito un fantoccio con cui gli attori potessero relazionarsi, e che poi è stato animato in post-produzione.”

Per chiudere la conferenza stampa, viene chiesto a Burton come si sente all’idea di ricevere il premio alla carriera ai David di Donatello. “Dal momento che non ricevo molti premi, è bello riceverne uno alla carriera. È un riconoscimento a cui tengo particolarmente, perché avverto un profondo debito nei confronti della cinematografia italiana. Tra i miei maestri ci sono Fellini, Bava, Argento. È un onore ricevere questo premio proprio qui.”

Dumbola recensione del film di Tim Burton

Dumbo, la recensione del film di Tim Burton

Dumbo, la recensione del film di Tim Burton

A quasi dieci anni da Alice in Wonderland, Tim Burton torna a collaborare con la Disney, per la quale dirige un nuovo adattamento in live action. Il regista di Edward Mani di Forbice si dedica stavolta alla favola di Dumbo, quarto classico d’animazione Disney, avvalendosi di attori quali Danny De Vito, Michael Keaton, Eva Green e Colin Farrell. Per la realizzazione del film Burton sposa perfettamente la natura dell’originale, riadattandone le tematiche al proprio, celebre, stile, e realizzando così uno dei suoi migliori film degli ultimi anni.

La storia ha inizio nel 1919, quando Holt Farrier (Colin Farrell), ex star del circo, ritrova la sua vita messa a soqquadro quando torna dalla guerra, privo di un arto. Non potendo più eseguire i suoi numeri a cavallo, il proprietario del circo, Max Medici (Danny De Vito), lo ingaggia per prendersi cura di un elefante appena nato, le cui orecchie giganti lo rendono oggetto di scherno di un circo in difficoltà economiche. Tutto cambia quando i due figli di Holt, Milly e Joe, scoprono che il piccolo elefante, chiamato Dumbo, è in grado di volare.

Dumbo, il film

Quando Tim Burton fu nominato regista dell’adattamento del film Disney, si temeva che lo stile e la poetica dell’autore sarebbero nuovamente state sacrificate in nome di un prodotto più affine alla grande major. Ciò che avviene invece in Dumbo è un ottimo compromesso tra il canone Disney e quello dell’autore di film come Beetlejuice. La mano di Burton c’è, si avverte e si vede per l’intero film, manifestandosi poi ancor più apertamente in quelle che sono, non a caso, le sequenze più belle del film.

Burton prende la materia del film e ne riadatta alla sua esperienza le tematiche già di loro a lui così confacenti. Il diverso torna ad essere protagonista di un suo film. Quel diverso che nonostante gli scherni altrui arriverà a fare dei propri difetti qualcosa di prezioso. Il piccolo Dumbo diventa così l’ennesima rappresentazione che l’autore fa di sé, e all’interno del quale infonde tutta la bontà di cui i suoi reietti sono ricchi. A colpire sono proprio gli occhi di Dumbo, quegli occhi attraverso cui Burton ha sempre saputo far esprimere i suoi personaggi. I grandi occhi azzurri, così come l’intero elefantino in sé, raggiungono un realismo nuovamente sbalorditivo, capace non solo di comunicare ma di emozionare.

Ed è proprio sotto questo punto di vista che Burton vince un’altra sfida. L’autore riesce a coinvolgere ed emozionare lo spettatore, senza il bisogno per far ciò di ricorrere a mezzi facili. La drammaticità degli eventi non viene mai calcata, ma mostrata quel tanto che basta per generare un emozione, e il film in sé ne regala di molteplici. Merito anche della struggente e vivace colonna sonora realizzata da Danny Elfman, da sempre alter ego musicale del regista, che conferma ancora una volta di saper sempre dotare le immagini di Burton dell’accompagnamento più adatto.

Dumbo non è, e probabilmente non voleva essere, il ritorno del Tim Burton di un paio di decenni fa. Ma è la prova di un autore capace ancora, con il giusto materiale tra le mani, di regalare grande intrattenimento e grandi emozioni. È un Burton che cura nel dettaglio tutto ciò che c’è sul set, per restituire quella sensazione di materialità che lo ha sempre contraddistinto. Un Burton che, tornando a parlarci di diversità, si dimostra particolarmente attuale, e che come sempre riesce a rendere i suoi film delle favole in grado di raccontare molto più di quel che sembra.

Dumbo, il trailer

Us (Noi): la prima clip in italiano dal film con Lupita Nyong’O

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Us (Noi): la prima clip in italiano dal film con Lupita Nyong’O

È stata diffusa una prima clip in italiano per il nuovo horror Noi (US), scritto e diretto da Jordan Peele, premio Oscar per la migliore sceneggiatura di Scappa – Get Out, e con protagonista il premio Oscar Lupita Nyong’O.

Dopo aver scosso la cultura contemporanea definendo un nuovo standard di film horror provocatorio e socialmente consapevole, con il suo debutto alla regia “Scappa – Get Out”, il visionario regista premio Oscar® Jordan Peele torna con un altro incubo originale che ha scritto, diretto e prodotto.

Ambientato ai giorni nostri lungo l’iconica costa della California del Nord, Noi, di Monkeypaw Productions, ha come protagonista l’attrice premio Oscar® Lupita Nyong’o nel ruolo di Adelaide Wilson, una donna che torna alla sua casa d’infanzia sul mare con il marito Gabe (il Winston Duke di Black Panther) e i due figli (Shahadi Wright Joseph e Evan Alex) per un’idilliaca vacanza estiva.

In Noi Tormentata da un trauma irrisolto del suo passato e sconvolta da una serie di inquietanti coincidenze, Adelaide sente crescere e materializzarsi la sua ossessione e capisce che qualcosa di brutto sta per accadere alla sua famiglia.

Dopo un’intensa giornata trascorsa in spiaggia con i loro amici, i Tyler (l’attrice vincitrice dell’Emmy Elisabeth Moss, Tim Heidecker, Cali Sheldon e Noelle Sheldon), Adelaide e la sua famiglia tornano a casa. Quando cala l’oscurità, i Wilson vedono sul vialetto di casa la sagoma di quattro figure che si tengono per mano.
Noi traccia la contrapposizione fra un’affettuosa famiglia americana e un terrificante e misterioso avversario: i sosia di ciascuno di loro.

Lo sceneggiatore e regista Jordan Peele produce il film per Monkeypaw Productions al fianco di Sean McKittrick, Jason Blum e Ian Cooper di Monkeypaw. Noi sarà distribuito a marzo 2019 da Universal Pictures.

Border – Crature di confine, dal 28 marzo al cinema

Border – Crature di confine, dal 28 marzo al cinema

Candidato all’Oscar per il Miglior Trucco, vincitore agli EFA per i Migliori effetti visivi, Miglior Film al Festival di Cannes, sezione Un Certain Regard, e in Italia Miglior Film all’ultimo Noir in Festival, BORDER – CREATURE DI CONFINE (guarda il trailer) sarà in sala dal 28 marzo, distribuito da WantedPFA e Valmyn.

Secondo lungometraggio del regista svedese di origini iraniane Ali Abbasi BORDER, è tratto dal racconto Gräns dello scrittore John Ajvide Lindqvist, definito lo “Stephen King scandinavo”, già autore del fortunato best seller horror vampiresco tradotto in 12 lingue Lasciami entrare (Marsilio).

Tina (Eva Melander), impiegata alla dogana, è nota per il suo olfatto eccezionale. È come se riuscisse a fiutare il senso di colpa, la paura, la vergogna. Tina si dimostra infallibile fino al giorno in cui Vore (Eero Milonoff), un uomo all’apparenza sospetto, le passa davanti e le sue abilità per la prima volta sono messe alla prova. Tina sente che Vore nasconde qualcosa che, però, non riesce a decifrare. Peggio ancora, ne è irresistibilmente attratta e la storia d’amore con lui  le farà scoprire la sua vera identità. Con Vore, infatti, Tina condivide una natura segreta. Tutta la sua esistenza non è stata che una menzogna e ora dovrà scegliere se continuare a vivere una bugia o accettare la sconvolgente verità che le ha offerto Vore.

«Per me il film non parla della contrapposizione “Noi / Loro” ma di una persona che può ed è in grado di scegliere la propria identità. Voglio credere che tutti siamo in grado di scegliere chi essere. […] Vedo gli esseri umani come degli animali particolarmente evoluti e mi interessano tutte quelle situazioni in cui i nostri istinti bestiali cozzano contro la struttura della società».

Border – Creature di confine, la recensione

Avengers: Endgame, caduti e sopravvissuti negli intensi nuovi poster

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Sono stati diffusi i nuovi character poster di Avengers: Endgame, in cui possiamo vedere non solo gli eroi destinati a Vendicare i compagni morti in Infinity War, ma anche i caduti a seguito dello schiocco di Thanos.

Tra i protagonisti confermati, possiamo vedere anche Tessa Thompson/Valchiria e Jon Favreau/Happy Hogan, abbiamo quindi la conferma che i due personaggi sono sopravvissuti, visto che i loro ritratti sono a colori, a differenza di quelli dedicati agli eroi caduti, che invece sono in bianco e nero.

Ecco di seguito gli intensi character poster di Avengers: Endgame. Scritto in evidenza sui volti di ogni eroe, potete leggere la scritta: Avenger the fallen, ovvero: Vendica i caduti!

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

La sinossi:

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Una giusta causa: al cinema dal 28 marzo

Una giusta causa: al cinema dal 28 marzo

Da giovedì 28 marzo sarà in sala Una giusta causa di Mimi Leder con Felicity Jones e Armie Hammer. Un tributo a una delle figure più influenti del nostro tempo, Ruth Bader Ginsburg, seconda donna a essere nominata Giudice alla Corte Suprema; un omaggio a tutte le donne, un invito a non farsi sopraffare.

La candidata all’Oscar Felicity Jones è Ruth Bader Ginsburg, una delle nove donne a entrare, nel 1956, al corso di Legge dell’Università di Harvard e che, nonostante il suo talento, fu rifiutata da tutti gli studi legali in quanto donna. Sostenuta dall’amore del marito Martin Ginsburg (Armie Hammer) e dall’avvocato progressista Dorothy Kenyon (il premio Oscar Kathy Bates), Ruth accettò un controverso caso di discriminazione di genere. Contro il parere di tutti, vinse il processo, determinando un epocale precedente nella storia degli Stati Uniti sul fronte della parità dei diritti.

Diretto da Mimi Leder, sceneggiato da Daniel Stiepleman e interpretato anche da Justin Theroux, Jack Reynor, Cailee Spaeny, Stephen Root, Sam Waterston, UNA GIUSTA CAUSA sarà al cinema da giovedì 28 marzo distribuito da Videa.

Fast & Furious Presents: Hobbs & Shaw, Idris Elba in azione

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Idris Elba sarà trai protagonisti di Fast & Furious – Hobbs & Shaw, il primo spin off del franchise su quattro ruote, film che si preannuncia decisamente adrenalinico. L’attore inglese di Luther sarà il villain contro cui dovranno scontrarsi Hobbs e Shaw, appunto, ovvero Dwayne Johnson e Jason Statham, che uniranno le forze per far fronte comune a questa nuova minaccia. Al loro fianco, l’affascinante Vanessa Kirby.

Ecco l’immagine di Elba condivisa su Twitter da Hiram Garcia, produttore del film:

Fast & Furious Presents: Hobbs & Shaw

Fast & Furious – Hobbs & Shaw, leggi la recensione

A dirigere lo spin off Fast & Furious – Hobbs & Shaw è stato chiamato David Leitch, che gira il film basandosi sulla sceneggiatura di Chris Morgan. Nel cast del film ci sono Dwayne Johnson, Jason Statham, Vanessa Kirby, Idris Elba, Eiza González e Eddie Marsan.

In una recente intervista, Dwayne Johnson aveva consolidato il suo affetto per la saga, mostrandosi però piuttosto incerto su un suo eventuale ritorno in Fast & Furious 9: Non c’è altro franchise che mi stia più a cuore di questo. Per l’incredibile team ci lavora, per la Universal che è stata un ottimo partner, e per le mie fantastiche colleghe che amo alla follia. Il discorso cambia per i miei colleghi uomini […] Alcuni si comportano da uomini e da veri professionisti, mentre altri no.

Attenti a quelle due: il trailer italiano con Anne Hathaway e Rebel Wilson

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Ecco il trailer italiano di Attenti a quelle due, la nuova commedia al femminile con Anne Hathaway e Rebel Wilson diretta da Chris Addison e distribuita in Italia, dal 16 maggio, da Eagle Pictures. Si tratta del remake al femminile di Dirty Rotten Scoundrels (la pellicola uscita nel 1988 con Steve Martin e Michael Caine era a sua volta il rifacimento di I due seduttori del 1964).

Una è affascinante e sofisticata, l’altra imbranata e pasticciona. Un’abilità in comune: ingannare gli uomini raggirandoli con una scaltrezza tutta al femminile. L’attrice premio Oscar® Anne Hathaway e la “strabordante” Rebel Wilson (Pitch Perfect, Le amiche della sposa, Single ma non troppo) sono l’inedita ed esplosiva coppia di truffatrici nella commedia più divertente dell’anno, Attenti a quelle due. Remake al femminile di Due figli di… con Michael Caine e Steve Martin, il film è diretto da Chris Addison, sulla sceneggiatura di Jac Schaeffer (Captain Marvel), e sarà distribuito in Italia dal 16 maggio da Eagle Pictures.

Hulk: tutto quello che non sapevate sull’eroe di Mark Ruffalo

Hulk: tutto quello che non sapevate sull’eroe di Mark Ruffalo

Ha “esordito” nell’universo cinematografico Marvel con il volto di Edward Norton, ma è grazie a Mark Ruffalo che Bruce Banner, aka Hulk, ha finalmente trovato la sua ragion d’essere nel racconto contemporaneo del personaggio. Fragile, tormentato, ironico, questo eroe potrebbe trovare la conclusione del suo arco narrativo in Avengers: Endgame o continuare il suo viaggio verso luoghi inesplorati.

Ecco di seguito tutto quello che non sapevate sull’Hulk interpretato da Ruffalo nel MCU:

Ruffalo vede Bruce come il perfetto opposto di Tony Stark

Per come lo vede Mark Ruffalo, Bruce Banner è l’esatto opposto e l’alternativa a Tony Stark dell’universo Marvel:

Credo sia la versione di un angelo caduto di Tony. Professore rinnegato, ribelle, arrogante, che faceva cose che non erano proprio ortodosse. Tra di loro c’è vera ammirazione, und dinamica interessante che spinge Stark a godere davvero quando vede questo ragazzo trasformarsi in Hulk.”

Thor: Ragnarok è stato importante per il suo arco narrativo

Archiviata la parentesi di Avengers: Age of Ultron, Hulk lascia temporaneamente i Vendicatori e ritorna protagonista in Thor: Ragnarok e di Bruce Banner non c’è quasi traccia. Svolta narrativa che ha permesso all’attore di lavorare in modo differente con il personaggio.

Per Ruffalo il film ha rappresentato un passo importante per lo sviluppo di Hulk, perché l’ha reso “molto più di un individuo rabbioso e macchina da guerra, e mi ha dato l’opportunità di scavare nella sua emotività“.

Probabilmente non avrà mai il suo standalone

I diritti del personaggio sono ancora nelle mani della Universal, cosa che rende alquanto improbabile – al momento – la realizzazione di uno standalone su Hulk nel MCU.

Ma sappiamo quanto i Marvel Studios siano capaci di scendere a compromessi, come accaduto con la Sony e la condivisione di Spider-Man, quindi la stessa situazione potrebbe verificarsi con il gigante di giada…mai dire mai.

Ruffalo era già in lizza per L’Incredibile Hulk

Non tutti sanno che insieme a Edward Norton,  scelto per interpretare Bruce Banner nel film del 2008, anche Mark Ruffalo era in lizza per il ruolo, arrivato fino alla shortlist finale. Questo sostanzialmente è il motivo per cui l’attore è stato scelto subito dopo l’addio di Norton al franchise e in previsione di The Avengers.

Insomma, i Marvel Studios sapevano già chi volevano per il nuovo volto di Hulk, e sembra che non abbiano faticato per ottenerlo.

Il design di Hulk combina il volto di Ruffalo con il fisico di uno spogliarellista

Nell’universo cinematografico Marvel il corpo di Hulk viene interamente animato al computer, ma gli artisti degli effetti visivi hanno comunque bisogno di un punto di riferimento con cui iniziare.

La parte inferiore si basa sulla ricostruzione del fisico di un bodybuilder e spogliarellista di Long Island di nome Steve Romm mentre il volto è modellato su quello di Mark Ruffalo.

Piccola curiosità: Romm era così felice di prestare il suo corpo a Hulk che ha chiamato il suo gatto Lou Ferrigno, una delle sue più grandi ispirazioni e interprete di Bruce Banner nella celebre serie tv.

La voce di Hulk è un misto di Ruffalo e Lou Ferrigno

A proposito di Lou Ferrigno, sapevate che la voce di Hulk è il risultato della combinazione della sua voce con quella di Mark Ruffalo? Un ottimo modo per omaggiare l’attore e culturista americano e volto originale dell’eroe in tv.

Prima della CGI, Ferrigno interpretò Hulk dipingendosi di verde senza effetti speciali e con i vestiti strappati.

Infinity War ha messo in scena il conflitto tra Hulk e Bruce

Avengers: Infinity War ha sicuramente rappresentato un punto di “stallo” per Bruce Banner, dal momento che nel film l’eroe non riesce mai a trasformarsi nel Gigante di Giada (fatta eccezione del prologo, quando affronta Thanos). Tuttavia dietro questo passo indietro del personaggio esistono delle ragioni dipendenti dal percorso iniziato in Thor: Ragnarok che –  con molte probabilità – si concluderà in Avengers: Endgame.

A spiegarlo sono stati i registi del film Anthony e Joe Russo:

Diverse persone hanno interpretato questa incapacità di Bruce come la reazione alla paura.  Si, è vero, è spaventato e traumatizzato, eppure ha già avuto momenti simili in passato, è già stato battuto da qualcuno e preso a pugni. Questo però è il risultato del viaggio di Ragnarok. Bruce e Hulk sono due personaggi costantemente in conflitto fra loro, sempre in bilico sul filo del controllo.

L’arco narrativo di Thor: Ragnarok si basa su Planet Hulk

Come è noto, Thor: Ragnarok ha incluso nella sua storyline anche alcuni eventi che ripercorrono le avventure di Hulk nella celebre serie Planet Hulk. E in mancanza della possibilità di realizzare un film MCU tutto sul Gigante di Giada, lo Studio ha pensato bene di accorpare le due linee narrative.

“C’è anche Hela e Balder e Beta Ray Bill – ha spiegato Kevin Feige – e ci sono tante altre cose che non abbiamo ancora inserito. Ma in termini di personaggi che conoscevamo già, abbiamo pensato che sarebbe stato divertente inserire un personaggio avrebbe aumentato la portata eroica del film, un duo che era stato già apprezzato tantissimo, Hulk e Thor. La coppia ha dimostrato grande potenziale comico, soprattutto negli scambi da pesci fuor d’acqua tra Banner e Thor. E così abbiamo pensato che quell’aereo, alla fine di Age Of Ultron, sarebbe potuto andare nello spazio e così avremmo avuto la possibilità di vedere il Pianeta dei Gladiatori.”

L’autoironia di Bruce ha una ragione specifica

Mark Ruffalo interpreta Bruce Banner con grande autoironia, e non si tratta di una coincidenza, ma della naturale progressione del personaggio da dove l’aveva lasciato Edward Norton alla fine de L’incredibile Hulk.

Stiamo solo riprendendo la strada conclusa da Ed. Adesso c’è un vecchio Banner, in fuga da lungo tempo, ed è arrivato al punto in cui è stanco di correre, e ha un certo senso dell’umorismo nei confronti di se stesso che lo aiuta ad affrontare il mostro dentro di lui“.

Joss Whedon ha scritto le battute di Hulk durante le riprese di Age of Ultron

Mark Ruffalo ha dovuto aspettare più dei suoi colleghi la sceneggiatura con le sue battute di Avengers: Age of Ultron, e la colpa è da addossare nientemeno che a Joss Whedon. A quanto pare infatti il regista ha scritto le sue scene durante la lavorazione del film.

Whedon ha poi spiegato che “Ciò che rende Hulk così difficile da portare sulla pagina è il fatto che finga di essere una specie di lupo mannaro quando è un supereroe. Quindi, la domanda è: come progredisce? Come possiamo apportare cambiamenti a ciò che fa Hulk?

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Fonte: ScreenRant

Festival di Cannes 2019: Nadine Labaki presidente di Giuria Un Certain Regard

Dopo aver emozionato i cuori dei partecipanti all’ultimo Festival di Cannes con il suo Cafarnao, candidato all’Oscar e al Golden Globe, che ha vinto il Premio della giuria a Cannes 2018, la regista libanese Nadine Labaki subentrerà all’attore Benicio Del Toro come presidente di Giuria di Un Certain Regard per la 72esima edizione del Festival.

I tre lungometraggi di Nadine Labaki l’hanno consegnata alla fama internazionale, dalla cerimonia del tappeto rosso del Festival di Cannes alla cerimonia degli Oscar pochi mesi fa. La carriera di regista, attrice e sceneggiatrice è stata lanciata per la prima volta sulla Croisette, ed è qui che sono stati presentati tutti i suoi film.

“Ricordo quando andavo a Cannes come studente di cinema, ero così eccitata di partecipare al festival più prestigioso del mondo – ha affermato – Allora, mi sembrava così fuori dalla mia portata: mi ricordo che mi alzavo presto, la mattina, e le code infinite per ottenere un biglietto, sembra ieri, ma quindici anni fa ho riempito il Modulo di registrazione per la cinéfondation del Festival, con il mio cuore pieno di speranza e la mia mano tremante. Oggi sono il presidente della giuria di Un Certain Regard, che dimostra che a volte la vita può essere persino migliore dei tuoi sogni. Non vedo l’ora di discutere, di essere scossa, di trovare ispirazione nel lavoro di altri artisti”.

Dopo essersi diplomata in studi audiovisivi presso l’Università di Beirut, ha diretto pubblicità e video musicali, anche premiati. Nel 2004, ha ottenuto un Festival de Cannes Cinéfondation Residency per scrivere e sviluppare Caramel, il suo primo lungometraggio, girato due anni dopo e presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del 2007. Questa gioiosa, ribelle ode al cameratismo femminile è stata distribuita in tutto il mondo e divenne l’esportazione cinematografica libanese di maggior successo di tutti i tempi. Nadine Labaki ha continuato a esplorare la condizione femminile e le tensioni religiose in Where Do We Go Now ?, una favola universale e audace sulla tolleranza, presentata per la prima volta a Un Certain Regard nel 2011.

Nel 2018, Nadine Labaki è stata selezionata per la competizione con il suo potente Cafarnao, un commovente manifesto sull’infanzia danneggiata, i rifugiati e le ferite in una società che gira le spalle all’umanità, che ha catturato la Croisette, vincendo il Premio della giuria, quell’anno presieduta da Cate Blanchett, e ha tenuto un discorso indimenticabile accompagnato dal giovane attore e rifugiato siriano Zain Al Rafeea. Nominato per il Golden Globe e l’Oscar come miglior film straniero, Cafarnao ha fatto della sua regista libanese la prima donna del mondo di lingua araba ad essere nominata in questa categoria.

Le proiezioni Un Certain Regard prenderanno il via il 15 maggio con un’introduzione della giuria in serata, un giorno dopo l’apertura della 72esima edizione del Festival de Cannes, martedì 14 maggio. I vincitori di Un Certain Regard saranno annunciati venerdì 24 maggio.

Spider-Man: Un Nuovo Universo, ecco le battute tagliate di Stan Lee

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Uno degli ultimi cameo ufficiali di Stan Lee figura in Spider-Man: Un Nuovo Universo, inserito proprio durante le battute iniziali del film quando Miles Morales si reca in un negozio per acquistare la maschera di Spider-Man da indossare al funerale di Peter Parker. È lì che incontra il celebre fumettista Marvel, scomparso di recente, nelle vesti del proprietario dello shop, che rassicura il ragazzo dicendogli “Alla fine si adatta sempre”.

Ma come rivelato da uno dei registi, Rodney Rothman, su Twitter, la battuta da far pronunciare a The Man è stata scelta fra varie alternative, tutte con il loro peso emotivo e un profondo significato nascosto tra le pieghe che i veri fan avrebbero potuto cogliere senza problemi.

Ecco allora le altre frasi doppiate da Stan Lee che non sono state incluse nel film:

  • Non riesco a crederci. Non pensavo che Spider-Man potesse morire
  • Perché questa roba riesca a vendere, non lo saprò mai
  • Ho sempre pensato che avrebbe vissuto oltre me stesso

La prima, quasi profetica, potrebbe essere interpretata come un pensiero che ogni appassionato di fumetti avrà avuto riguardo la morte di Lee; la seconda parla indubbiamente del successo tra fumetti e pubblico che perdura nel tempo anche grazie a lui; infine la terza, la più commovente, ci riporta alla mente l’idea che Spider-Man è davvero sopravvissuto a Stan Lee e che la sua eredità non morirà mai.

Spider-Man: Un nuovo universo, in arrivo sequel e spin off al femminile

Vi ricordiamo che in Spider-Man: Un Nuovo Universo è presente un ulteriore cameo, come confermato dall’animatore Nick Kondo, visibile solamente mandando al rallentatore una scena in particolare (quella della corsa del treno con Miles in volo).

Sul cameo della maschera, i produttori avevano spiegato che “Il calore di quel momento è impagabile e vedendo la reazione del pubblico sempre entusiasta ci ha confermato che era la scelta giusta. C’è ancora la gioia di vedere Stan sullo schermo, anche se ci manca tantissimo, e le persone sono con noi. Perché vogliono rivedere ancora un vecchio amico“.

Spider-Man: Un Nuovo Universo racconta le vicende del teenager Miles Morales e delle infinite possibilità dello Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo genere.

Il film è diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman, con Shameik Moore e Jake Johnson. Uscita al cinema il 25 dicembre 2018. Durata 117 minuti. Distribuito da Warner Bros. Italia.

Il cast di doppiatori americano comprendere gli attori Shameik Moore, Jake Johnson, Mahershala Ali, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Liev Schreiber, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, Nicolas Cage.

Spider-Man: Un nuovo universo, la recensione

Fonte: Rodney Rothman

Michael B. Jordan sarà un uomo senza età per Methuselah della WB

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Michael B. Jordan ha firmato per interpretare un uomo senza età in Methuselah, un nuovo film in produzione della Warner Bros. Jordan è uscito da un anno impegnativo in cui ha recitato in grandi successi commerciali come Creed II e Black Panther, film vincitore di tre premi Oscar, e nel film della HBO Tv, Fahrenheit 451.

Methuselah è in sviluppo presso la WB da anni e all’inizio aveva come protagonista Tom Cruise, mentre nel 2016 è stato assunto Joachim Rønning (Pirati dei Caraibi: Dead Men Tell No Tales) per la regia, da una sceneggiatura di Zach Dean (Deadfall). Tuttavia, Rønning si è allontanato dal progetto qualche tempo dopo e si è dedicato alla regia del film Disney Maleficent: Mistress of Evil. Anche Cruise ha abbandonato il film a un certo punto, creando così uno spazio per un attore di serie A, il posto perfetto per Jordan.

Deadline riporta che Jordan ha ora firmato per partecipare e produrre Methuselah per la WB. Il film di Methuselah prende il nome dalla figura biblica, che si dice abbia vissuto fino all’età di 969. Secondo Deadline, la sceneggiatura del film ruota attorno a un uomo che è già vivo da oltre 400 anni, ma non mostra segni dell’età. Non sembra nemmeno un semplice racconto biblico, poiché lo studio paragona questa mitologia alla serie di Highlander.

Jordan ha generalmente fatto buone scelte ogni volta che ha lavorato con uno studio importante (con l’ovvia eccezione dei Fantastici Quattro del 2015), per cui, il suo coinvolgimento nel progetto potrebbe rappresentare un’attestazione di merito a un film che sulla carta potrebbe invece avere più di un aspetto rischioso.

Bohemian Rhapsody: la censura cinese taglia le scene sulla sessualità di Mercury

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Si torna a parlare di Bohemian Rhapsody, dopo la contraddittoria stagione dei premi e le dichiarazioni di Brian May circa il presunto boicottaggio della stampa, e stavolta in merito ad un’analisi riportata dalla CNN che ha rilevato l’esclusione di due minuti di scene dal film da parte della censura cinese. Il footage in questione riguarderebbe momenti legati alla sessualità di Freddie Mercury, tra cui i baci con un altro uomo e il taglio della parola “gay”.

Questa politica che definire medioevale è alquanto approssimativo viene adottata dal governo del paese dal 2016, da quando è stata legalmente vietata la rappresentazione di “comportamenti sessuali anormali” (comprese le relazioni gay e lesbiche) in televisione e spettacoli online. Come diretta conseguenza, diversi membri della comunità LGBT cinese hanno definito l’uscita di Bohemian Rhapsody nelle sale una “vittoria” per la loro comunità, considerando il cospicuo numero di titoli occidentali che ogni anno raggiunge i cinema locali.

Se tutti si accontentano di questo tipo di ‘vittoria’, allora il mondo intero si sottometterà sempre all’autorità, gli artisti non saranno rispettati e non ci sarà protezione per gli interessi del pubblico”, ha detto Fan Popo, documentarista e attivista.

Queste, nel dettaglio, le scene tagliate dal montaggio finale di Bohemian Rhapsody:

  • Un primo piano del bacino di Mercury ripreso in tv
  • Il bacio tra Mercury e Paul Prenter, il suo manager
  • Il confronto tra Freddie e Maria sulla sua sessualità
  • Il dialogo tra Mercury e il suo futuro partner Jim
  • Tutta la sequenza del video di “I want to break free”

Bohemian Rhapsody – in sala dal 29 novembre – ha incassato in Italia ad oggi oltre 25 milioni di Euro, divenendo un successo globale, con un box office internazionale di oltre 750 milioni di dollari.

Bohemian Rhapsody: i Queen pensano a un sequel?

Per quanto riguarda il futuro del film, nelle scorse settimane è tornato a parlarne lo stesso May, membro originale dei Queen e produttore della pellicola, aprendo le porte ad un possibile seguito:

Credo che il film finisca con un climax naturale, ed era qualcosa che avevano deciso fin dall’inizio nella sceneggiatura. Tutti pensavamo che fosse quello l’apice, il concerto del Live Aid, e non la morte di Freddie come molti avrebbero voluto, lasciando che il resto raccontasse la vita della band senza di lui. Beh, non è così. Il film è dedicato a Freddie, e ricordare il Live Aid era il modo giusto per lasciarlo andare. Ma chissà, potrebbe esserci un seguito…“.

Fonte: CNN

Captain Marvel: Kevin Feige spiega perché non c’è una love story

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Captain Marvel: Kevin Feige spiega perché non c’è una love story

Portare diversità e maggiore rappresentazione al cinema è un obiettivo che i Marvel Studios stanno raggiungendo passo dopo passo, compiendo piccole ma significative rivoluzioni all’interno dei propri racconti di uomini, donne, eroi e eroine, in un unico grande immaginario dove Carol Danvers aka Captain Marvel è solo l’ultima di una serie di grandi personaggi (non perfetti, ma sicuramente ammirevoli).

Nel cinecomic con Brie Larson, ad esempio, manca una componente che nella tradizione del cinefumetto era diventata quasi d’obbligo: la love story. Qui invece, quella stessa dinamica viene sviluppata in maniera alternativa, attraverso l’amicizia che lega Carol a Maria Rambeau, e l’interesse sentimentale non è contemplato come elemento formativo per la supereroina.

A motivare le ragioni di questa scelta è stato il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige in una recente intervista con ScreenRant:

Fin dall’inizio, quando stavamo lavorando alla sceneggiatura mettendo insieme le storie dei fumetti come sempre, non abbiamo mai pensato di inserire un interesse amoroso per Carol. Non era questo il film. Captain Marvel era la storia di una donna in cerca di se stessa, che cresceva, commetteva errori e che veniva sostenuta da un mentore, Wendy Lawson, e dalla sua amica Maria. Queste relazioni erano molto più importanti“.

Dunque è chiaro che Captain Marvel non è mai stato concepito come una storia d’amore, o almeno non come un cinecomic con all’interno uno snodo narrativo del genere, tenendo fede alle promesse di Feige sul “nuovo tipo di origin story” effettivamente realizzata. Il cuore sembra essere la memoria come sfondo del suo viaggio di ritorno sulla Terra (e in se stessa), dove ritrova i veri “amori” della sua vita: Maria e Monica Rambeau.

LEGGI ANCHE – Captain Marvel e le donne del MCU: ecco perché Carol ne è solo l’erede

CORRELATI:

Captain Marvel è nelle nostre sale dal 6 marzo 2019.

Il cast ufficiale: Brie LarsonSamuel L. JacksonBen MendelsohnDjimon HounsouLee PaceLashana LynchGemma ChanAlgenis Perez SotoRune TemteMcKenna GraceClark GreggJude LawAnnette Bening.

Basato sul personaggio dei fumetti Marvel apparso per la prima volta nel 1968, il film segue Carol Danvers mentre diventa uno degli eroi più potenti dell’universo. Quando la Terra viene coinvolta in una guerra galattica tra due razze aliene, è lì che l’eroina interverrà. Ambientato negli anni ’90, il cinecomic è un’avventura tutta nuova che racconterà un periodo inedito nella storia dell’universo cinematografico Marvel.

Captain Marvel: 7 cose che vorremmo vedere nel sequel

Fonte: ScreenRant

Betty Gilpin: la star di Glow in The Hunt

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Betty Gilpin: la star di Glow in The Hunt

Betty Gilpin è entrata nel cast del thriller politico The Hunt. Secondo Deadline, la star di Glow si unirà ai già annunciati Ike Barinholtz, Emma Roberts, Justin Hartley e Glenn Howerton.

Non è stato rivelato ancora nessun dettaglio del ruolo dell’attrice. The HUnt sarà distribuito il prossimo 18 ottobre da Universal. Non c’è ancora nessun dettaglio ufficiale sulla trama del film, ma si dice che esplori l’aggressività crescente tra destra e sinistra politica nell’America moderna. La sceneggiatura è firmata da Damon Lindelof (Watchmen, The Leftovers), Nick Cuse, con Craig Zobel (Compliance), che aveva precedentemente lavorato con Lindelof quando ha diretto alcuni episodi di The Leftovers.

I dirigenti universali Erik Baiers, Jay Polidoro e Mika Pryce supervisioneranno il progetto per conto dello studio. Il film è prodotto da Jason Blum e Lindelof, attraverso la sua etichetta White Rabbit.

Betty Gilpin è attualmente protagonista della serie Netflix Glow, nei panni di Debbie/Liberty Bell, e sarà co-protagonista nella commedia Stuber, con protagonista l’inedita coppia Kumail Nanjiani / Dave Bautista, che uscirà quest’estate.

L’abbiamo vista di recente in Non è romantico? il film Netflix con protagonista Rebel Wilson, una rilettura in chiave ironica di tutti i luoghi comuni delle commedie romantiche.

Macchine mortali finalmente in home video

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Macchine mortali finalmente in home video

Centinaia di anni dopo la disfatta della nostra civilizzazione, un nuovo mondo è emerso in Macchine Mortali. Una misteriosa giovane donna di nome Hester Shaw (Hera Hilmar, Anna Karenina) dirige una banda di emarginati nella lotta per impedire a Londra – ora una gigantesca città su ruote – dal divorare qualunque cosa sul suo percorso.

Macchine Mortali offre un’esperienza visiva ad altissima definizione degli incredibili effetti speciali del film. Sono presenti oltre sessanta minuti di contenuti speciali del dietro le quinte, tra cui uno sguardo in profondità a come la troupe ha dato vita alla visione del futuro di Macchine Mortali e un commento del regista Christian Rivers.

 Basato sulla premiata saga di libri di Philip Reeve, Macchine Mortali è un’epica avventura diretta dal premio Oscar per gli effetti speciali Christian Rivers (King Kong). Insieme a Rivers, i film-maker protagonisti delle trilogie di Lo Hobbit e Il signore degli anelli, vincitori degli Academy Award per tre volte, Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens, che hanno scritto la sceneggiatura.

Macchine Mortali nel formato 4K Ultra HD enfatizza gli effetti speciali da rimanere a bocca aperta, creati dal team Weta Digital guidato da Ken McGaugh, Kevin Smith, Luke Millar e Dennis Yoo. A bordo in qualità di produttori ci sono Zane Weiner (la trilogia de Lo Hobbit), Amanda Walker (la trilogia de Lo Hobbit) e Deborah Forte (Piccoli brividi), insieme a Walsh e Jackson. Ken Kamins (la trilogia de Lo Hobbit) si unisce a Boyens come produttore esecutivo. Macchine Mortali include nel cast Hera Hilmar (Anna Karenina), Robert Sheehan (Geostorm, Three Summers), Jihae (“Mars”), Hugo Weaving (Il Signore degli anelli, V per Vendetta), e Stephen Lang (Avatar, Man in the dark).

CONTENUTI BONUS ESCLUSIVI NEI FORMATI 4K ULTRA HD, BLU-RAY 3D, BLU-RAY E DVD:

  • Benvenuti a Londra – In questo dietro le quinte suddiviso in 5 parti, i produttori rivelano i segreti dietro l’ambizioso progetto di mettere un’intera città in movimento su ruote.
    • La creazione della Bestia
    • I livelli di Londra
    • I più piccoli dettagli
    • Il museo di Londra
    • Medusa e St. Paul’s
  • Commento al film con il regista Christian Rivers
  • La fine degli antichi – Scoprite i segreti della Guerra dei Sessanta Minuti mentre viaggiate attraverso il Museo di Londra. Guidati dal Corpo degli Storici, scoprite cosa ha segnato la fine degli Antichi migliaia di anni prima degli eventi di Macchine mortali.
  • La serie di personaggi – Uno sguardo in profondità ai personaggi del film.
    • Hester Shaw
    • Tom Natsworthy
    • Anna Fang
    • Thaddeus Valentine
    • Shrike
  • Nell’aria – Unisciti alla Lega Anti-Trazionista e scopri cosa è successo nella creazione dell’Airhaven.
  • E molto altro!

Il film sarà disponibile in 4K Ultra HD in una confezione doppia che include il 4K Ultra HD Blu-rayTM e il Blu-rayTM. Il disco 4K Ultra HD disc comprende gli stessi contenuti extra della versione Blu-rayTM, tutti nella straordinaria risoluzione 4K.

  • 4K Ultra HD è la migliore esperienza visiva per la visione di un film. Il 4K Ultra HD presenta la combinazione della risoluzione 4K di quattro volte superiore al classico HD, la brillantezza dei colori dell’High Dynamic Range (HDR) con una resa audio totalmente immersiva per un’esperienza sonora multidimensionale.
  •  Blu-rayTM sfodera il potere della tua TV HD e si dimostra il modo migliore per vedere i film a casa, con la risoluzione di 6 volte superiore rispetto al DVD, extra esclusivi e un sonoro in modalità surroud, come al cinema.

Annabelle Comes Home: la prima foto ufficiale

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Annabelle Comes Home: la prima foto ufficiale

È James Wan in persona a condividere sul suo account Instagram ufficiale la prima foto di Annabelle Comes Home, il nuovo capito della saga horror che ha per protagonista la demoniaca bambola. Le riprese sono al momento in corso.

Lo sceneggiatore Gary Dauberman (“The Nun – La Vocazione del Male“, “IT“, “Annabelle”) dirige il suo primo lungometraggio nel franchise da 1,5 miliardi di dollari di The Conjuring. Il nuovo film horror è nuovamente prodotto dal creatore dell’universo di The Conjuring, James Wan attraverso la sua società di produzione Atomic Monster, e da Peter Safran, che ha prodotto tutti i film con The Safran Company.

Determinati a impedire ad Annabelle di continuare a seminare il caos, i demonologi Ed e Lorraine Warren portano la bambola posseduta nella stanza dei manufatti chiusa a chiave della loro casa, mettendola “al sicuro” dietro un vetro consacrato e ottenendo la santa benedizione di un sacerdote. Ma li attende una spietata notte di orrore, quando Annabelle risveglia gli spiriti maligni nella stanza, pronti a mettere gli occhi su un nuovo bersaglio: Judy, la figlia di dieci anni dei Warren, e le sue amiche.

Nel film recitano McKenna Grace (“The Haunting of Hill House” in TV, “Gifted – Il Dono del Talento”, e l’imminente “Captain Marvel“) nel ruolo di Judy; Madison Iseman (“Jumanji: Benvenuti nella Giungla“, “Piccoli Brividi 2: I Fantasmi di Halloween”) è la sua babysitter, Mary Ellen; e Katie Sarife (“Youth and Consequences” e “Supernatural” in TV) nei panni dell’amica tormentata Daniela, mentre Patrick Wilson (i film di “The Conjuring” e “Insidious”, e l’imminente “Aquaman”) e Vera Farmiga (i film di “The Conjuring”, l’imminente “Godzilla: King of the Monsters”, “Bates Motel” in TV) riprendono rispettivamente i loro ruoli di Ed e Lorraine Warren.

Dauberman ne ha anche scritto la sceneggiatura da una storia di Wan e Dauberman. I produttori esecutivi sono Michael Clear e Michelle Morrissey. La squadra creativa di Dauberman che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Michael Burgess (l’imminente “La Llorona – Le Lacrime del Male”), la scenografa Jennifer Spence (“Annabelle: Creation”, “The Nun – La Vocazione del Male”) e la costumista Leah Butler (“Annabelle: Creation”).

Il film targato New Line Cinema uscirà nel 2019 e sarà distribuito da Warner Bros. Pictures.

Premi David di Donatello 2019: mercoledì 27 in diretta su RaiUno

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Premi David di Donatello 2019: mercoledì 27 in diretta su RaiUno

Carlo Conti condurrà la cerimonia di premiazione della 64ª edizione dei Premi David di Donatello, in diretta mercoledì 27 marzo su Rai 1 dalle ore 21.25 con la regia di Maurizio Pagnussat e la scenografia di Riccardo Bocchini. A partire dalle ore 20, in diretta su Rai Movie, andrà in onda il red carpet con Livio Beshir. Dalle ore 21 Rai Radio2, radio ufficiale dei David di Donatello, trasmetterà in diretta nel programma “Gli Sbandati di Radio2”, in contemporanea con Rai 1, la 64ª edizione del Premio.

La serata più importante del nostro cinema vedrà sul palco alcune grandi star italiane e internazionali. A Tim Burton, uno dei più celebri e amati autori della storia della settima arte, andrà il David alla Carriera – David for Cinematic Excellence 2019: il riconoscimento sarà consegnato da Roberto Benigni. Il regista e sceneggiatore Dario Argento, maestro indiscusso nell’arte della paura e del thriller, riceverà un David Speciale. Lo stesso riconoscimento sarà conferito a Francesca Lo Schiavo, premio Oscar® ed eccellenza del cinema italiano nel mondo.

Il tenore Andrea Bocelli, uno dei cantanti italiani più celebri a livello globale, eseguirà “Nelle Tue Mani” (Now We Are Free) dal film “Il Gladiatore” e duetterà con il figlio Matteo nel brano “Fall On Me”. Il premio Oscar® Alfonso Cuarón ritirerà il David al Miglior film straniero per Roma. Nel corso della cerimonia, tanti protagonisti del cinema italiano e internazionale consegneranno i venticinque David di Donatello e i David Speciali: da Stefania Sandrelli a Stefano Accorsi, da Raoul Bova a Isabella Ferrari, da Serena Rossi a Enrico Brignano.

David di Donatello 2019: annunciate le cinquine nominate

I Premi David di Donatello sono organizzati dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello e dalla RAI: Piera Detassis è il Presidente e Direttore Artistico della Fondazione, il Consiglio Direttivo è composto da Francesco Rutelli, Carlo Fontana, Mario Turetta, Francesca Cima, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Domenico Dinoia, Edoardo De Angelis, Francesco Ranieri Martinotti, Giancarlo Leone. La 64a edizione della manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il contributo del MiBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per il Cinema, d’intesa con AGIS e ANICA e con la partecipazione, in qualità di partner istituzionali, di SIAE e Nuovo IMAIE. L’Università Telematica Pegaso e Ferragamo Parfums sono Partner ufficiali.

L’edizione del 2019 ha introdotto una serie di importanti riforme del regolamento dei premi. Fra le numerose novità, una nuova giuria e la modifica del sistema di voto, entrambi adeguati ai modelli proposti dai grandi riconoscimenti internazionali; nuove regole di ammissione dei film che concorrono all’assegnazione dei premi; la nascita del David dello Spettatore. Attraverso questa serie di rilevanti modifiche, l’Accademia del Cinema Italiano punta a rinnovarsi proponendosi come una realtà ancor più autorevole e incisiva nell’ambito del panorama cinematografico italiano e internazionale, al passo con le rapide trasformazioni in atto nell’intero sistema dell’audiovisivo.

Chris Evans rivela la sua scena di combattimento preferita di Cap

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Ogni messaggio o dichiarazione di Chris Evans riguardo il personaggio di Steve Rogers, o più in generale sul percorso di Captain America nel MCU, suona oggi come un velato e malinconico addio all’eroe che l’ha reso popolare e figura insostituibile nell’immaginario dei fan. Come saprete, il contratto dell’attore con i Marvel Studios è in scadenza, ed è più che probabile che Steve lascerà i Vendicatori al termine di Avengers: Endgame svincolando definitivamente l’attore.

Del passato e dei migliori ricordi dell’esperienza lavorativa con la Marvel, Evans ha parlato in una recente intervista a cuore aperto con l’Hollywood Reporter, rivelando – tra le tante cose – qual è la sua scena di combattimento preferita:

Sarò di parte, ma la mia preferita è quella girata nell’ascensore, la prima del secondo film di Captain America. Una serie di prime volte: la prima volta che lavoravo con i fratelli Russo, la prima volta in cui ho sentito che Steve era davvero da solo […] Nel primo film era come se tutti mi tenessero la mano, poi è arrivato The Avengers, e ho fatto del mio meglio per non intromettermi. Ma è grazie a The Winter Soldier che ho sentito veramente la pressione tutta su di me, e quel combattimento in ascensore rimane una scena eccezionale“.

La sequenza a cui si riferisce l’attore è posizionata nelle fasi iniziali di Captain America: The Winter Soldier: mentre lo S.H.I.E.L.D. sta letteralmente crollando intorno a lui, Steve Rogers viene messo alla prova, soprattutto quando si rende conto che non può più fidarsi di nessuno (tranne che di se stesso).

Celebre la battuta di Cap, che dopo riesce ad abbattere ben dieci agenti dell’HYDRA sotto copertura: “Prima che iniziamo, qualcuno vuole uscire?

https://www.youtube.com/watch?v=oRwFd1G6_U4

Chris Evans: c’è la possibilità di un futuro nel MCU, dopo Endgame

Rivedremo però Chris Evans nei panni di Steve Rogers in Avengers: Endgame, al cinema il 24 Aprile 2019, diretto da Anthony e Joe Russo.

CORRELATI:

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

La sinossi:

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Fonte: The Hollywood Reporter

Morbius: dal set arriva un misterioso easter egg

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Morbius: dal set arriva un misterioso easter egg

Sono partite in Inghilterra le riprese di Morbius, secondo spin-off ufficiale dell’universo Sony dedicato ai villain di Spider-Man (il primo era Venom, uscito nelle sale lo scorso ottobre) che vede protagonista Jared Leto nei panni di Michael Morbius, anche detto “il vampiro vivente”, nei fumetti introdotto come un brillante scienziato affetto da leucemia a cui viene iniettato il sangue di un pipistrello per sopravvivere.

Nel frattempo dal set è trapelata un’immagine (che potete vedere in calce all’articolo), poi pubblicata su Reddit, che ci mostra un misterioso easter egg relativo a Kraven il cacciatore, altro personaggio dell’universo di Spidey che secondo gli ultimi aggiornamenti arriverà al cinema con un suo standalone scritto da Richard Wenk e basato sulle storie di Sergei Kravinoff della Marvel Comics.

Creato da Stan Lee e Steve Ditko, Kraven è apparso per la prima volta in Amazing Spider-Man vol.1 nell’agosto del 1964, e questo dettaglio inciso sul lato di un camion potrebbe suggerire o un suo cameo nel film con Leto, oppure un’anticipazione di ciò che la Sony sta preparando per il franchise.

Tempo fa era stato lo stesso Wenk a dichiarare che “Antoine Fuqua sarebbe il mio candidato ideale a dirigere un film su Kraven. Non è solo un grande filmaker, ma uno dei migliori nel settore, un amico e collaboratore di lunga data. Gli parleremo del progetto e poi lui deciderà in base alla sceneggiatura, anche se posso parlare a nome mio e della Sony quando penso che sarebbe un gran colpo avere Antoine a bordo“.

Che ne pensate?

morbius

Morbius: Jared Leto condivide la prima foto dal set

Lo spin-off vedrà Tyrese Gibbs (star del franchise di Fast & Furious) nei panni di un agente dell’FBIMatt Smith, già confermato nel cast, in quelli di Loxias Crown, il principale antagonista.

Secondo i rumor questo personaggio potrebbe essere una variante di un villain presente nei fumetti degli X-Men e Spider-Man tramutatosi in Hunger. L’Hollywood Reporter lo descrive come il migliore amico di Morbius, affetto dalla stessa malattia del sangue e con uguali, se non migliori, abilità e poteri da vampiro.

Per quanto riguarda Adria Arjona, vista recentemente in Pacific Rim: Uprising e nella serie Good Omens, l’attrice darà il volto a Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius.

Con Morbius continua il piano della Sony per espandere un universo parallelo a quello dei Marvel Studios, inaugurato quest’anno da Venom di Ruben Fleischer, mentre la produzione di Morbius è iniziata da poche settimane con la regia di Daniel Espinosa.

La sceneggiatura del film è stata firmata da Matt Sazama e Burk Sharpless, che vantano nel proprio curriculum titoli come Power RangersDracula UntoldThe Last Witch Hunter – L’Ultimo Cacciatore di Streghe e Gods of Egypt.

Fonte: Reddit

Shazam!, ecco la descrizione delle scene post credits

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Shazam!, ecco la descrizione delle scene post credits

ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU SHAZAM!

Al cinema dal prossimo 3 aprile, Shazam! si preannuncia un cambio di rotta ancora più deciso di quanto fatto dalla Warner Bros con Aquaman, per quanto riguarda il trattamento cinematografico degli eroi DC al cinema.

Come ogni film di supereroi che si rispetti ormai, la tradizione vuole che presenti una o più scene post credits, e nel caso di Shazam! sono due. La prima scena, a metà dei titoli di coda, mostra il Dr. Thaddeus Sivana (Mark Strong) nella sua cella di prigione, che è stata scarabocchiata con vari simboli magici. Dopo la sua sconfitta contro Shazam, Sivana è diventato pazzo, più di quanto non fosse prima e, mentre è intento a riprodurre i simboli e gli scarabocchi sulle pareti, una voce lo chiama.

La voce parla dell’ossessione di Sivana proprio per questi simboli e di quanto primitivi siano come strumento di comunicazione. Mentre la telecamera si sposta attorno alla cella, scopriamo che la voce proviene da Mister Mind. Si tratta di un super cattivo che appare in Shazam! nei panni di un… bruco, ma in realtà proviene da una razza aliena altamente intelligente chiamata Venusian.

La mente malvagia si mostra anche all’inizio del film, quando Sivana viene evocato dal mago Shazam da ragazzo. Dopo aver commentato l’uso dei simboli da parte di Sivana, Mister Mind parla di come esistano altri modi per acquisire la magia. Mister Mind parla anche dei Sette Regni, tema che sarà probabilmente esplorato in modo più dettagliato una volta che uscirà un sequel.

Potrebbe essere in uno di quei regni che i fan incontreranno Black Adam, che sappiamo sarà interpretato da Dwayne “The Rock” Johnson sul grande schermo?

Tessa Thompson sogna un film Marvel tutto al femminile

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Tessa Thompson sogna un film Marvel tutto al femminile

Il futuro del MCU e la pianificazione dei Marvel Studios per i prossimi anni sono ancora variabili misteriose, e se la decisione finale spetta – ovviamente – a produttori e creativi, qualcun’ altro del team potrebbe avere già in mente delle idee per lo sviluppo di qualche progetto. A partire da Tessa Thompson, interprete di Valchiria in Thor: Ragnarok, che come la collega Brie Larson sogna di recitare in un cinecomic tutto al femminile.

Questo è ciò che ha raccontato a Cinemablend in occasione dell’uscita di Little Woods, il nuovo film che la vede protagonista insieme a Lily James:

Brie è un’amica, e mi piace passare del tempo con lei. E sai cosa, sono entusiasta in questo momento […] L’anno scorso, mentre facevamo attività stampa, si era parlato di un’ idea con Kevin Feige riguardo un cinecomic tutto al femminile, qualcosa del tipo A-Force, che avesse a che fare con tutte queste donne incredibili e di talento già esistenti nel MCU finalmente al lavoro da sole, egoisticamente. Quindi mi sono detta, perché non farlo? Magari combattendo i nemici perse nello spazio?“.

Tessa Thompson: “Voglio lavorare con Brie Larson”

Durante la promozione di Captain Marvel, primo titolo dell’universo Marvel ad avere una supereroina come protagonista, la Larson si era detta disposta al 100% a partecipare ad un progetto collettivo con le altre eroine:

Al momento sono spaventata e non so nemmeno cosa ci riserverà il futuro. Purtroppo non posso ancora partecipare a questi incontri top secret, quindi vedremo cosa accadrà. Amo tantissimo tutti i personaggi femminili del MCU, quindi l’idea mi interessa ovviamente. Dico si al 100% ad un film sugli Avengers al femminile perché sarebbe bello vedere le supereroine interagire insieme.

Su questo sodalizio promosso dal popolo dell’internet con varie illustrazioni e messaggi di sostegno, la Thompson ha poi raccontato che “lavorare con Brie è uno dei miei obiettivi. Guardavo quelle fan art di Carol e Valchiria e pensavo, wow! Siamo noi insieme! Due volti nuovi nel MCU, cosa sta succedendo? Stiamo occupando uno spazio, e siamo donne. Inoltre l’idea di fare qualcosa di cui le ragazzine sono entusiaste, e con cui potranno identificarsi è davvero bello. Quindi chissà se riusciremo a fare qualcosa insieme…

Fonte: Cinemablend

Apple TV +: l’azienda presenta il suo servizio streaming

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Apple TV +: l’azienda presenta il suo servizio streaming

La “mela” è pronta a fare il grande salto nel mondo delle piattaforme streaming, sfidando la concorrenza dei colossi Netflix e Amazon Prime Video: è stato annunciato ieri durante un evento di lancio Apple TV +, il servizio streaming della Apple che arriverà in autunno (insieme ad un aggiornamento della già esistente applicazione TV), promosso da Steven Spielberg e molte altre personalità dello show business americano come Oprah Winfrey, Reese Witherspoon. Sul palco insieme al regista c’era Tim Cook, presidente dell’azienda.

Amiamo la TV, perché non è solo semplice intrattenimento, ma anche cultura” ha dichiarato Cook, spiegando al pubblico che la piattaforma sarà adatta a tutta la famiglia e che la app verrà organizzata in maniera più intuitiva possibile proprio per garantire agli utenti di dedicare meno tempo alla “ricerca” del titolo e più per la visione.

Subito dopo è stato proiettato il video di presentazione introdotto da Spielberg e ricco di contributi da parte di J.J. Abrams, Reese Witherspoon, Jennifer Aniston e Sofia Coppola. “Tutti hanno il diritto di raccontare la loro storia“, è il messaggio che risuona forte e chiaro dalle immagini.

Tra i prodotti originali in sviluppo ci sono la serie The Morning Show con Steve Carell, See di Steven Knight con Jason Momoa, e due documentari con Oprah (uno è Toxic Labor, riguardante il tema degli abusi sul posto di lavoro, mentre l’altro tratterà in forma di docu-serie le malattie mentali).

Per quanto concerne invece la versione aggiornata della Apple TV, si potranno vedere contenuti da Amazon Prime, Hulu, Starz, HBO, Showtime, CBS All Access, BBC America, Epix, oltre a eventi live sportivi, come dichiarato dal vicepresidente Apple per i servizi Peter Stern. Questo grazie a Apple TV Channels che sarà collegata a diversi canali permettendo al pubblico di abbonarsi e pagare solo i canali desiderati già a partire da maggio 2019. I contenuti potranno essere scaricati e visti offline.

A questi contenuti si aggiungono quelli che verranno resi disponibili tramite il nuovo servizio Apple TV+ annunciato proprio oggi. L’app sarà disponibile in più di cento paesi, non conterrà annunci pubblicitari e distribuirà in esclusiva i contenuti originali di Apple. Non sono state diffuse informazioni sul prezzo.

Di seguito potete dare uno sguardo ai due video di presentazione.

https://youtu.be/RrdbT4hpwBk

https://youtu.be/A-j8QaoTeWU

Fonte: Deadline

Avengers: Endgame, confermata la durata di oltre tre ore

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Avengers: Endgame, confermata la durata di oltre tre ore

Dopo i primi rumors, arrivano le conferme ufficiali secondo le quali Avengers: Endgame durerà oltre tre ore. Il film diretto dai Fratelli Russo sarà il più lungo non solo della storia dei Marvel Studios, ma anche il blockbuster più lungo a uscire su larga scala, dai tempi di King Kong di Peter Jackson, era il 2005 e il film durava 3 ore e 7 minuti.

A confermarlo è anche IMDb.com, che riporta una durata di tre ore e due minuti, 182 in tutto. Con una durata del genere, gli spettacoli non potranno che essere due al giorno per sala, con una limitazione per le proiezioni in IMAX.

Non sappiamo se e come questa limitazioni inciderà sugli incassi, che comunque si prospettano stratosferici per il film che chiuderà un importantissimo ciclo narrativo per i Marvel Studios e un importante capitolo della storia del cinema.

Nonostante la durata importante, Avengers: Endgame sarà comunque più corto di 12 rispetto a Titanic, che è uno dei film che ha incassato di più nella storia del cinema e che Endgame ha tutte le carte in regola per superare al box office.

Inoltre, il film avrà una tale mole di informazioni e storie da fornire e chiudere, che persino tre ore sembreranno poche ai fan più accaniti!

Avengers: Endgame, i duelli che sogniamo di vedere nel film

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Vi ricordiamo che il film arriverà nelle nostre sale il prossimo 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

La sinossi:

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Captain Marvel e le donne del MCU: ecco perché Carol ne è solo l’erede

Il ruolo della donna nel mondo (del cinema) non è mai stato così sotto i riflettori come nell’ultimo periodo e, da bravi rappresentanti dei propri tempi, anche i Marvel Studios si sono messi in pari: l’8 marzo (il 6 in Italia) è uscito al cinema Captain Marvel, il film con Brie Larson, considerato apripista di una rivoluzione “femminista” per lo studio e per il cinema di supereroi. Quanto c’è di vero?

Carol Danvers è la prima vera eroina del Marvel Cinematic Universe, la prima donna ad essere protagonista assoluta di un cinecomic in casa Marvel, la più forte, la più autentica, la più indipendente, la donna che non deve chiedere l’approvazione di un uomo, di nessuno, per essere se stessa. A pensarci bene, Carol è più o meno tutto quello che sono tutte le donne della Marvel, da quando è nato l’universo condiviso al cinema.

Ebbene sì, il film di Anna Boden e Ryan Fleck è innovativo nella sua rappresentazione della donna/eroe esclusivamente perché istituzionalizza, con tanto di posto nel titolo, ciò che la donna è sempre stata nel MCU. A partire da Pepper Potts. L’elegante segretaria di Tony Stark è una donna in carriera, indipendente e spiritosa, tanto in gamba da essere il nome ideale per guidare le Stark Industries. Alla fine diventa persino l’eroe che salva la vita al suo amato, rifuggendo dallo stereotipo della “donzella in difficoltà”.

Ma Pepper non è la sola. Prendiamo ad esempio Vedova Nera, la donna con la carriera più lunga nel MCU e quella con il ruolo più sottovalutato dal pubblico nel corso delle avventure dei Vendicatori. Mai seconda, mai inferiore, se a qualcuno venisse in mente di dirle “cosa fare” o “come comportarsi” sarebbe sicuramente qualcuno che non ha osservato attentamente. Donna fatta e finita, seducente e bellissima, è determinante per ogni momento chiave del MCU, dalla scoperta del piano di Loki, al risveglio di Occhio di Falco, passando per la “gestione” di Hulk fino alla decisione difficile ma giusta di Civil War. L’unico luogo comune a cui sottosta Natasha è quello relativo al fatto che un uomo (o un gruppo di uomini) è perso senza l’aiuto di una donna.

Ma argomenti simili hanno tutte le donne che Kevin Feige e soci hanno portato al cinema, dal fumetto. Che dire di Nebula e Gamora, ribelli all’autorità paterna, alla ricerca di autodeterminazione? E della geniale Shuri che non ha rivali in fatto di ingegno e, adolescente, è la responsabile dello sviluppo tecnologico di una nazione? E ancora, l’Antico di Tilda Swinton, senza il quale il MCU non avrebbe avuto il suo Doctor Strange, l’indomita Valchiria, alcolizzata, tutt’altro che una donnetta bisognosa di un cavaliere, e persino la dottoressa Jane Foster, che forse è il personaggio meno riuscito di questo elenco, ma che comunque è una scienziata dagli indiscussi meriti.

Un altro pregio di Captain Marvel, secondo la critica e secondo il pubblico fomentato da cotanta femminile potenza, è il fatto che il suo costume è funzionale alla missione, non mostra né ostenta forme. Ebbene, chi parla di novità deve essersi distratto durante la visione di Ant-Man and the Wasp, dove abbiamo visto l’energica ed atletica Evangeline Lilly sudata e spettinata, dopo una sequenza action, una volta rimosso l’elmetto del costume.

E a proposito di costumi e corpi nel MCU, sembra proprio che la rivendicazione di un’eroina che non ha bisogno di mostrarsi sia completamente fuori luogo, visto che gli unici sessualizzati attraverso l’esposizione del corpo, nel MCU, sono i signori uomini! A partire da Captain America, divenuto celebre per il piano americano con gli ondeggianti pettorali a vista, appena uscito dalla macchina che lo ha trasformato nel Super Soldato, oppure Tony Stark, che lavora il metallo a suon di martellate e con strumenti vari rigorosamente in canotta, oppure ancora Thor, che viene fatto spogliare in qualsiasi situazione, senza una vera necessità (c’è un torso nudo e guizzante di Chris Hemsworth, completamente gratuito, quasi in ogni film a cui ha partecipato l’attore nel MCU).

Una menzione speciale merita Peggy Carter, l’agente che ha contribuito alla formazione dello SHIELD. Lungi dall’essere soltanto il delicato interesse amoroso di Cap, Peggy è il personaggio che più di ogni altro ha contribuito a fornire dei modelli realistici e moderni di donna per la Marvel al cinema ma anche in tv, con i due cicli di episodi della serie tv a lei dedicata. Una donna adulta, che non ha bisogno di sentirsi etichettare con un gergo (quello sì, maschilista) che la definirebbe “con le palle” o “cazzuta”, Peggy è una persona di valore, di coraggio, all’altezza di tutto, compassionevole e dolce, che usa con la stessa destrezza il rossetto e la pistola. Nel confronto con Carol, poteri a parte, Peggy rappresenta lo stadio successivo in quanto se la prima capisce che “non deve chiedere il permesso di essere ciò che è”, la seconda è già consapevole di sé. Carol è ancora una post adolescente, mentre Peggy è già un’adulta.

C’è una bella illustrazione, che circola in rete (e potete vedere in calce), un’immagine che mostra tutte le donne del MCU, dalla Darcy di Kat Denning alla Nakia di Lupita Nyong’O, passando Mantis, Lady Sif, Maria Hill, Okoye, Wanda e Sharon. Su tutte campeggia Peggy, bellissima e volitiva, e in basso a destra, come il punto fermo di un lungo periodo, una chiusura, per aprire un nuovo e più consapevole capitolo, c’è Carol.

Perché Captain Marvel, e con esso Carol, è una presa di coscienza di quello che è sempre esistito, in sottofondo e in silenzio, nel Marvel Cinematic Universe. Grazie al suo rumoroso esordio al cinema e nell’immaginario dei fan, senza proporre niente di nuovo, Carol ha formalizzato il ruolo della donna nel MCU, da sempre indipendente e autodeterminata, poggiandosi sulle spalle di tutte coloro che l’hanno preceduta.

Spider-Man: Far From Home, a spasso per l’Europa nei poster ufficiali

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Il viaggio in Europa di Peter Parker e dei suoi compagni di scuola torna protagonista nei tre nuovi poster ufficiali di Spider-Man: Far From Home, secondo avventura solista del supereroe interpretato da Tom Holland, che dovrà fronteggiare l’attacco degli Elementali tra  i canali di Venezia, ai piedi della porta di Brandenburg a Berlino e in cima a London Eye di Londra.

Queste tre particolari location sono proprio al centro delle locandine diffuse pochi minuti fa dai Marvel Studios. Non c’è traccia di Mysterio, o di qualsiasi altro personaggio del film, dunque è evidente che fino a poche settimane dall’uscita la campagna marketing si concentrerà quasi esclusivamente su Spidey senza far trapelare ulteriori dettagli sulla trama.

Potete dargli uno sguardo qui sotto.

Spider-Man: Far From Home, tutte le risposte che vorremmo dal film

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Spider-Man: Far From Home è stato diretto ancora una volta da Jon Watts ed uscirà nelle sale il 5 luglio 2019. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle. Secondo IMDb, nel cast sono presenti anche Jake Gyllenhaal, Michael Keaton, Samuel L. Jackson Cobie Smulders.

Le riprese del film sono durate circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle (Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Spider-Man: Far From Home, le domande poste dal trailer

MCU: le scene “fastidiose” che potevano essere evitate

MCU: le scene “fastidiose” che potevano essere evitate

Ci sono scelte che cambiano per sempre il corso degli eventi, e senza queste il fascino delle storie interconnesse del MCU perderebbe tutto il suo fascino. Tuttavia ce ne sono state alcune che, col senno di poi, sembrano aver peggiorato lo svolgimento dei film, apparentemente noiose e “inutili”.

Ecco allora le scene più fastidiose che potevano essere evitate:

La morte di Bucky

Il povero James Buchanan Barnes ne ha passate di ogni fin dall’inizio del suo percorso nel MCU, perché tutto ciò che riguarda la sua trasformazione nel Soldato d’Inverno ha avuto a che fare con sofferenza, sacrificio e grande dolore da parte dell’amico Steve Rogers.

Ma, ironia della sorte, l’origine dell’assassino potrebbe essere stata scatenata da un errore facilmente evitabile e fatale: se ricordate, in Captain America: Il Primo Vendicatore vediamo Cap e Bucky che stanno combattendo contro un soldato dell’Hydra su un treno in movimento, quando improvvisamente Barnes viene spinto giù dal mezzo.

Riesce ad aggrapparsi a qualcosa ma prima che Steve riesca ad intervenire cade e muore…o forse no. L’Hydra lo trova nella neve, senza un braccio, e il resto è storia…Dunque a cosa è servito quel momento?

Lo stupido errore di Doctor Strange

Stephen Strange si è reso protagonista di uno dei momenti più fastidiosi per qualsiasi essere umano, un fatale incidente automobilistico che gli ha compromesso l’uso delle mani.

A volte è colpa di qualcun’ altro, spesso si tratta solo di sfortuna, ma nel suo caso è frutto di uno stupidissimo errore compiuto per un eccesso di sicurezza che ha messo in discussione carriera, amici e amante.

Il piano impossibile

Questo è un azzardo, da prendere con la dovuta cautela: possibile che l’evento cruciale di Captain America: Civil War non sia altro che la conseguenza di una serie di errori facilmente evitabili? Certo che si.

I Vendicatori si trovano in una situazione di stallo dopo l’arresto di Bucky Barnes e l’apparente omicidio di Re T’Chaka scatenato dal Barone Zemo, e quell’evento porta confusione e squilibrio all’interno del team.

Gli eroi combatteranno divisi in due fazioni ideologicamente opposte, Iron Man toglierò lo scudo a Steve Rogers, e sapete a cosa porterà questa frattura…Ciò non toglie che il piano di Zemo fosse fin troppo complesso e troppo improbabile per funzionare.

Loki ruba il Tesseract

Il lupo perde il pelo ma non il vizio: mai proverbio fu più azzeccato per descrivere il percorso di Loki all’interno del MCU, fatto di alti e bassi e decisioni prese per motivazioni complesse.

Fratello ripudiato, torna come principale minaccia in The Avengers, resuscita e si ripresenta in Thor: Ragnarok come spalla esilarante che raccoglie l’eredità di Asgard per onorare suo padre Odino. Eppure il riscatto personale non basta a negare l’evidenza: è l’unico motivo per cui Thanos ha massacrato metà della popolazione asgardiana, uccidendo Heimdall e Loki stesso.

Perché? La ragione è semplice. In Ragnarok Loki si precipita nella stanza del tesoro di Odino per recuperare la fiamma eterna e decide di trafugare il Tesseract portandolo a bordo della nave. Tutto tranne un’ottima idea quando hai alle calcagna un Titano Pazzo con manie omicide…

Confusione su Avvoltoio

Spider-Man: Homecoming ha raccontato il percorso un inesperto Peter Parker alle prese con i suoi poteri, e uno degli errori più fatali arriva poco prima della battaglia finale quando riesce a rintracciare Adrian Toomes, bloccando la sua mano su un tavolo. Ma sfortunatamente, Avvoltoio è un essere umano, e ha un’altra mano disponibile per agire…

Da lì inizia una serie di eventi abbastanza confusionari, e ciò che importa è che Toomes sfugge e sta per uccidere Spider-Man. Tutto va bene, e il film finisce per il meglio, ma c’erano così tante situazioni inutilmente disordinate da poter essere evitate.

Il patto fra Tony e Steve

Molte cose hanno indirettamente portato al risultato di Infinity War, ma non c’è dubbio che la rottura tra Vendicatori sia stata una delle più importanti, ed è qui che entra ancora in gioco Captain America: Civil War nel momento in cui Tony Stark tenta di persuadere Steve Rogers a firmare gli accordi di Sokovia.

Rogers sembra che stia per firmare e Stark afferma di aver temporaneamente vietato a Wanda di lasciare l’edificio, in modo da evitare qualsiasi altra complicazione dopo l’incidente iniziale, e questa scelta fa immediatamente scattare l’ira di Cap…

Taserface

Ironicamente, Yondu è stato il responsabile della sua stessa morte in Guardiani della Galassia Vol.2 E tutto perché non è riuscito a uccidere un uomo, ovvero Taserface quando Rocket, Groot e Yondu cercano di scappare dalla nave dei Ravagers.

Le sue frecce sono micidiali per tutti, tranne per Taserface? Il personaggio muore alla fine, ma non prima di aver fornito ad Ayesha la posizione dei Guardiani…insomma, ogni tentativo sembra essere stato inutile.

La prematura chiamata del Bifrost

Thor Ragnarok

Thor: Ragnarok ha segnato la fine di Odino e l’introduzione di sua figlia Hela, che si è presentata ai suoi due fratelli dimostrando di ciò che era capace (distriggere il Mjolnir, ad esempio). Ma per sfruttare la sua forza ha bisogno di recarsi ad Asgard e non c’era alcun modo possibile per arrivarci…se non fosse stato per l’aiuto involontario di Thor e Loki.

Cosa è successo al Dio dell’Inganno mentre convocava il Bifrost proprio di fronte a lei?Ecco che uno stupido errore può costare la vita a innumerevoli Asgardiani!

Uccidere Ultron…o quasi

In Age of Ultron i Vendicatori si trovano nel mezzo della loro seconda battaglia epocale per salvare la Terra dopo quella di New York, e prima dell’intervento decisivo di Nick Fury avevano evacuato la città galleggiante di Sokovia e quasi ucciso Ultron grazie alla strategia vincente messa in atto da Thor, Visione e Iron Man. Eppure il villain è riuscito a sfuggire…

Perché si siano fermati, nessuno lo sa. Certo, Ultron è tornato qualche minuto dopo, uccidendo Quicksilver e rimanendo vittima degli eroi, ma resta il dubbio…

LEGGI ANCHE – MCU: i migliori momenti improvvisati dagli attori

Fonte: CBR

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