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The idea of you: recensione del nuovo film con Anne Hathaway

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The idea of you: recensione del nuovo film con Anne Hathaway

Per quanto il cinema possa essere un’arte in grado di produrre opere complesse e intricate, talvolta ciò che il pubblico cerca è una semplice e rassicurante storia a lieto fine. Film come The idea of you sono perfetti per i momenti in cui serve una commedia romantica per evadere, anche solo per un po’, dalla realtà. Tratto dall’omonimo romanzo dell’attrice e scrittrice Robinne Lee (Sette anime), The idea of you presenta un cast di figure già ben affermate nel panorama cinematografico internazionale. Anne Hathaway (Oscar come miglior attrice non protagonista per Les Misérables) interpreta qui la protagonista Solène, mentre l’attore Nicholas Galitzine (Bottoms) è nel ruolo di Hayes.

The idea of you: l’amore ai tempi del Coachella

Solène è una madre divorziata, proprietaria di una piccola galleria d’arte contemporanea; all’alba dei suoi quarant’anni vive per la figlia Iz, facendo una vita tranquilla senza eccessi. Per un caso del destino si ritrova ad accompagnare la figlia al Coachella, e qui incontra Hayes, pop star poco più che ventenne. Tra i due si crea immediatamente un legame, scatta un improbabile colpo di fulmine. Per quanto Solène tema i suoi sentimenti per Hayes, e soprattutto i giudizi che deriverebbero da una loro relazione, i due sembrano perennemente attratti. Ma vivere sotto il continuo giudizio altrui non è facile: semplicemente alcune volte l’amore non è abbastanza, serve anche il giusto tempismo.

The Idea of You film 2024Un amore senza età

Fin dalla trama diviene chiaro al pubblico che The idea of you non è certamente una pellicola di alto spessore come tematiche trattate. Ciò però non significa che non raggiunga il suo principale scopo di intrattenere il pubblico. La commedia in sé si mantiene molto leggera, senza però cadere nella banalità.

Le rom-com tendono a raccontare prevalentemente storie d’amore tra teenager o giovani: ciò può essere ricollegabile ad un preconcetto sociale per cui la passione e l’innamoramento sono ricollegabili più alla gioventù. L’originalità in The idea of you sta proprio nel focus sull’età dei due personaggi: Solène ha appena compiuto quarant’anni, ha una figlia adolescente e un matrimonio alle spalle, mentre Hayes è nel pieno dei suoi vent’anni, con tanto successo davanti a sé. Per quanto tra i due ci possa essere un amore potente, la differenza d’età finisce per essere un problema.

Solène si mostra fin da subito in tutta la sua maturità: non riesce a fidarsi di Hayes e cerca di chiarire dalla prima uscita il loro rapporto. Il peso delle responsabilità verso sua figlia e gli altri sembra fermarla, finché non trova la forza di abbandonarsi totalmente a questa folle passione.

Il temibile giudizio dei social

Ogni essere umano in una comunità tende a conformarsi alle leggi sociali qui stabilite, temendo il giudizio altrui e una forma di esclusione dal gruppo. Questo fattore viene enormemente amplificato dai social: questi diventano una sorta di patibolo per tutti i martiri giudicati e condannati aspramente dalle figure già ben note come haters.

In The idea of you questo finisce per essere un elemento di rottura: il giudizio altrui. La paura di essere giudicata negativamente da amiche, familiari e dalla stessa figlia ferma Solène dal rendere pubblica la sua relazione con Hayes. Nel momento però in cui la notizia diviene pubblica gli attacchi sui social e sui magazine diventano continui e asfissianti, per Solène come anche per Iz.

La realtà presentata sembra sempre falsa, superficiale: per coloro che vivono sotto i riflettori è difficile essere visti per loro stessi, o anche solo poter essere loro stessi. Lo stesso Hayes sottolinea come lui non riesca a fidarsi facilmente delle persone.

E così viene da sé bollare le celebrità per ciò che sembrano al feroce pubblico dei social: Solène non era più una donna con un passato difficile ed un nuovo amore davanti a sé, ma solo una signora troppo matura, troppo avanti con l’età per poter stare con Hayes. Le critiche e gli insulti cechi diventano continui, solo perché Solène non corrisponde all’ideale della ragazza adatta ad una giovane pop star.

The idea of you si presenta come una classica commedia romantica, con un punto di vista originale. Pur rispettando queste aspettative, la pellicola non ha niente di più: con alcune mancanze dal punto di vista tecnico, quali l’utilizzo quasi casuale in poche scene dello split screen, The idea of you non è certamente un capolavoro di cinematografia. Ciononostante incanta un pubblico alla ricerca di una bella storia d’amore, così coinvolgente nella sua semplicità.

Senna: il teaser trailer della miniserie Netflix

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Senna: il teaser trailer della miniserie Netflix

Netflix ha diffuso il primo teaser di Senna, la miniserie in 6 episodi sul campione di Formula 1 e leggenda dello sport, Ayrton Senna, in arrivo solo sulla piattaforma nel 2024. Attraverso la storica telecronaca di Galvão Bueno e il grido di vittoria di Senna a Interlagos nel 1991, le primissime immagini di Senna ricreano il momento epico in cui il pilota vinse per la prima volta il Gran Premio di casa, dopo essere rimasto bloccato in sesta marcia.

Il teaser, disponibile da oggi, racconta i pensieri e le esperienze che hanno portato Ayrton, interpretato da Gabriel Leone, a quel punto della sua carriera e rivela anche alcuni personaggi iconici che hanno fatto parte della sua vita quell’anno, tra cui Xuxa (Pâmela Tomé), Alain Prost (Matt Mella), il team principal della McLaren, Ron Dennis (Patrick Kennedy), e Galvão Bueno (Gabriel Louchard).

Senna, cosa racconta la miniserie Netflix

Nel corso dei sei episodi, Senna mostrerà, per la prima volta, il viaggio di trionfi, delusioni, gioie e dolori di Ayrton, svelando la sua personalità e le sue relazioni personali. La serie racconterà la storia del tre volte campione del mondo di Formula 1 dall’inizio della carriera automobilistica, dal trasferimento in Inghilterra per competere nella Formula Ford, fino al tragico incidente di Imola, in Italia, durante il Gran Premio di San Marino.

Con Vicente Amorim come showrunner e co-regista, insieme a Julia Rezende, Senna è prodotto da Gullane e creato in collaborazione con Senna Brands e la famiglia del pilota. L’emozionante storia di uno dei più grandi eroi dello sport di tutti i tempi vede protagonisti anche Alice Wegmann (Lilian Vasconcelos, la prima moglie di Ayrton), Camila Márdila (Vivianne Senna, sua sorella), Christian Malheiros (Maurinho, il suo amico), Gabriel Louchard (Galvão Bueno), Hugo Bonemer (Nelson Piquet), Julia Foti (Adriane Galisteu), Marco Ricca (“Maurão” Senna, suo padre) e Susana Ribeiro (Zaza Senna, sua madre), oltre a un cast internazionale: Matt Mella (Alain Prost) , Kaya Scodelario (una giornalista immaginaria, Laura), Arnaud Viard (Jean-Marie Balestre), Patrick Kennedy (Ron Dennis), Joe Hurst (Keith Sutton), Johannes Heinrichs (Niki Lauda), Keisuke Hoashi (Osamu Goto), Leon Ockenden (James Hunt), Richard Clothier (Peter Warr), Steven Mackintosh (Frank Williams) e Tom Mannion (Sid Watkins), tra gli altri.

SENNA

  • Produttori: Fabiano Gullane e Caio Gullane
  • Capo Sceneggiatore: Gustavo Bragança
  • Scritto da: Álvaro Campos, Gustavo Bragança, Rafael Spínola, Thais Falcão e Álvaro Mamute
  • Registi: Vicente Amorim e Júlia Rezende
  • Regista: Vicente Amorim
  • Showrunner: Vicente Amorim

C’era una volta in America: dal cast alle location, 10 cose da sapere sul film

Tra i film più celebri della filmografia di Sergio Leone, e dell’intera storia del cinema, vi è C’era una volta in America (qui la recensione), gangster movie dai toni epici che ha consacrato Leone come uno dei massimi autori del cinema mondiale. Malgrado lo scarso successo di pubblico alla sua uscita, con il passare degli anni il film è stato definito unanimemente come uno dei più belli di sempre, posizionandosi quasi sempre nelle classifiche dei film preferiti di pubblico e di critica.

Ecco 10 cose che forse non sai su C’era una volta in America.

La trama di C’era una volta in America

La vicende del film si svolgono nell’arco di quarant’anni, e seguono le drammatiche vicissitudini del criminale David “Noodles” Aaronson e dei suoi amici, dal loro progressivo passaggio dal ghetto ebraico all’ambiente della malavita organizzata nella New York del proibizionismo e del post-proibizionismo.

C’era una volta in America è tratto da un libro

1. C’è un’ispirazione letteraria dietro il film. C’era una volta in America è tratto dal romanzo The Hoods, pubblicato dallo scrittore Harry Grey nel 1952. Il romanzo è basato sulle esperienze dello stesso Grey, criminale nei primi decenni del Novecento e la sua fu una delle poche autobiografie di un gangster mai pubblicate. Leone, da tempo desideroso di realizzare un gangster movie, rimase molto colpito dal libro e scelse di trarne ispirazione per il suo film, arrivando a definire quella come la trama che andava cercando ormai da un decennio.

 

C’era una volta in America: il cast del film

2. Ha un cast di grandi attori e giovani debuttanti. Avendo a disposizione un budget piuttosto elevato, Leone si avvalse di un cast misto, composto da grandi stelle internazionali e da attori debuttanti. Protagonista del film è Robert De Niro, nel ruolo di David Aaronson, a cui si affianca l’attore James Woods nel ruolo di Maximilian Bercovicz. Tra gli attori che conobbero la celebrità con il film si annoverano invece Tuesday Weld, Elizabeth McGovern e Jennifer Connelly. Al film partecipò anche l’attore Joe Pesci in un piccolo ruolo.

3. Pesci si era proprosto per un ruolo più importante. L’attore Joe Pesci, molto amico di De Niro, si era proposto per il ruolo di Maximilian Bercovicz, ma Leone non lo ritenne adatto per la parte. Gli propose così di scegliere un qualsiasi altro personaggio e Pesci scelse così la parte di Frankie, originariamente più ampia nella sceneggiatura e drasticamente ridimensionata nella versione finale del film.

4. Jennifer Connelly divenne celebre grazie al film. Jennifer Connelly, all’epoca giovanissima, fu notata da un addetto al casting di un altro film, il quale sapeva che il regista italiano stava cercando una ragazza da far danzare davanti alle cineprese. Dopo aver visto la Connelly ballare decise dunque di proporla a Leone, che la scritturò immediatamente, avviandola alla carriera cinematografica. Connelly è oggi una delle più apprezzate attrici della sua generazione ed è anche una vincitrice di premio Oscar.

5. De Niro cercò di incontrare un vero boss della malavita. Come suo solito, Robert De Niro cercò di prepararsi e approfondire quanto più possibile il suo personaggio. Per farlo, tra le altre cose, chiese ripetutamente di poter incontrare il boss della malavita Meyer Lansky, ma non ottenne mai una risposta positiva e non ebbe dunque modo di conoscerlo. La sua intenzione era quella di poter avere da lui qualche dettagli sulla sua vita, sui suoi modi di fare, traendo così ispirazione per il carattere del suo personaggio.

C'era una volta in America cast
© 1984 Warner Bros.

C’era una volta in America: le location del film, dagli USA all’Italia

6. Il film è stato girato in diverse parti del mondo. Per le riprese del film, Leone scelse il quartiere Brooklyn di New York, spostandosi poi anche in New Jersey per poi andare in Florida, con alcune riprese effettuate sulla St. Pete Beach del Don Cesar Hotel. Le scene nell’immaginario cimitero di Riverdale sono invece state girate nel Woodlawn Cemetery nel Bronx. Si annoverano poi diverse location europee: in Francia a Parigi si è svolta la scena in cui Noodles assiste alla partenza di Deborah in treno, mentra in Italia sono state girate molte scene (soprattutto quelle ambientate negli anni venti e trenta) nei set di Cinecittà, a Roma, ma anche al Lido di Venezia per la scena della cena al ristorante di Noodles e Deborah all’hotel Excelsior.

C’era una volta in America: la colonna sonora del film

7. La colonna sonora fu affidata ad Ennio Morricone. Leone non ebbe mai dubbi su chi ingaggiare per realizzare la colonna sonora del film, affidando tale ruolo ad Ennio Morricone, suo collaboratore di lunga data. La musica del film fu commissionata con così largo anticipo che veniva ascoltata, seppur non nella versione orchestrata, sul set durante le riprese. Oggi, questa è considerata tra i massimi capolavori di Morricone. Il film contiene però anche brani composti da altri, come Yesterday di Paul McCartney o un brano dalla celeberrima sinfonia dell’opera La gazza ladra di Gioachino Rossini.

 

C’era una volta in America non è stato candidato agli Oscar

8. Non ha ricevuto nessuna nomination al celebre premio. Nonostante sia ricordato come uno dei maggiori capolavori della storia del cinema, C’era una volta in America non ricevette nessuna candidatura ai premi Oscar. Il film aveva ricevuto diverse nomination ai premi BAFTA e le candidature per la Miglior regia e la Miglior colonna sonora ai Golden Globe, lasciando immaginare che in tali categorie il film potesse essere nominato anche agli Oscar, ma così non fù. Questa “mancanza” nulla toglie però al valore insindacabile del film.

C'era una volta in America Jennifer Connelly
© 1984 Warner Bros.

C’era una volta in America: le versioni del film

9. Esistono tre versioni del film. Versione cinematografica da 139 minuti, Versione internazionale dal 229 minuti e Versione extended director’s cut da 251 minuti: sono queste le copie esistenti del film. La prima lo vede privato di moltissime scene e caratterizzato da un montaggio che segue l’ordine cronologico degli eventi. La seconda, distribuita in tutto il mondo tranne che negli Stati Uniti, è universalmente riconosciuta come la vera versione, ovvero maggiormente aderente al progetto originario di Leone. Infine, nel 2012, è stata presentata la extended director’s cut, che include scene precedentemente tagliate.

C’era una volta in America: la spiegazione della Teoria del Sogno

10. Leone ha detto la sua sulla celebre Teoria del Sogno. Il film inizia e finisce con la stessa scena del 1933, con Noodles che si nasconde in una fumeria d’oppio. Per questo motivo, alcuni interpretano la storia come un sogno o una fantasia indotta dalla droga, con Noodles che ricorda il suo passato e immagina il suo futuro. Gli oppositori di questa teoria citano però il fatto che la sequenza del 1968 include vari anacronismi: la musica dei Beatles, la televisione, e riferimenti alla guerra del Vietnam, gli hippy nella stazione che discutono su Jimi Hendrix, che ovviamente non esistevano nel 1933 e quindi Noodles non sarebbe stato in grado di sognarli.

I sostenitori affermano che varie scene avvalorano la teoria del sogno: per esempio il telefono che squilla ossessivamente nella mente di Noodles è il sintomo di una allucinazione ossessiva provocata dall’oppio ed egli viene immediatamente soccorso da un inserviente della fumeria che gli passa nuovamente la pipa facendolo immergere nuovamente nella storia. Alla fine del film, il sorriso di Noodles viene interpretato come il sollievo, nell’accorgersi di aver solo sognato, anche se Noodles sorride poco, dopo aver iniziato a fumare oppio. Lo stesso Leone affermò che secondo la sua visione del racconto Noodles, grazie all’oppio, ha effettivamente una visione del suo futuro.

C'era una volta in America colonna sonora
© 1984 Warner Bros.

C’era una volta in America: le frasi più belle del film

Il film è divenuto celebre anche per le sue numerose frasi entrate nella storia del cinema, che sanno racchiudere il senso e l’atmosfera del film e dei suoi personaggi. Ecco alcune delle frasi più belle.

Nessuno t’amerà mai come ti ho amato io. C’erano momenti disperati che non ne potevo più e allora pensavo a te e mi dicevo: “Deborah esiste, è là fuori, esiste!”. E con quello superavo tutto. Capisci ora cosa sei per me? (Noodles)

Il tempo non può scalfire. (Noodles)

A me piace da matti la puzza della strada, mi si aprono i polmoni quando la sento. E mi tira anche di più. (Noodles)

Ho rubato la tua vita e l’ho vissuta al tuo posto. T’ho preso tutto. Ho preso i tuoi soldi, la tua donna, ti ho lasciato solo 35 anni di rimorso. Per la mia morte. Rimorso sprecato. (Max)

Noodles, ci rimangono solo dei bei ricordi e se adesso uscirai da quella porta nemmeno quelli ti rimarranno. (Deborah)

Noodles, cos’hai fatto in tutti questi anni? – Sono andato a letto presto. (Fat Moe e Noodles)

Il trailer di C’era una volta in America e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di C’era una volta in America grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Now, Netflix e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 30 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Tra due mondi: la storia vera dietro il film

Tra due mondi: la storia vera dietro il film

Emmanuel Carrère è generalmente noto come scrittore, autore di celebri romanzi quali L’avversario e Limonov. Tuttavia, non tutti sanno che il suo primo lavoro è stato come critico cinematografico. La passione per il cinema si è poi ripresentata nel tempo, portandolo a realizzare come regista tre lungometraggi. Il suo ultimo, risalente al 2021, è Tra due mondi, presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs del 74º Festival di Cannes e incentrato su un noto romanzo-inchiesta della scrittrice e giornalista Florence Aubenas. In esso si racconta la vita degli “invisibili”, di coloro che svolgono lavori umilissimi e vivono alla giornata.

Dopo molti anni di trattative tra varie case di produzione e Florence Aubenas, quest’ultima ha finalmente accettato, nel 2015, che fosse Emmanuel Carrère – scrittore e regista – a adattare il suo libro al cinema. Carrère, la cui maggior parte delle opere è incentrate sulla riflessione su sé stessi e sul nesso fra illusioni e realtà, è infatti risultato essere il regista giusto per trasporre l’indagine svolta da Aubenas sul grande schermo. Ha così preso forma un film incentrato su un tema delicato e particolarmente importante, che permette di mostrare realtà che troppo spesso vengono ignorate, composte da persone la cui voce passa continuamente inascoltata.

È però anche un film sull’amicizia e i sinceri legami di solidarietà che possono nascere in situazioni di difficoltà, dove l’unione può realmente fare la differenza. Tra buoni sentimenti e commento sociale, è dunque questo un film da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Tra due mondi. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al libro e la storia vera che racconta. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Tra due mondi trama film

La trama e il cast di Tra due mondi

Protagonista del film è Marianne Winckler, una nota scrittrice che decide di iniziare a lavorare a un romanzo, che tratti il lavoro precario nella società francese. Per documentarsi sull’argomento, la donna decide di vivere lei stessa questa realtà e inizia a lavorare come “infiltrata” per alcuni mesi, come addetta alle pulizie sui traghetti che solcano la Manica. Quello che scopre va oltre il problema della precarietà, infatti le donne sono costrette a lavorare per pochi spicci in condizioni misere e ritmi massacranti, che restano invisibili agli occhi della società. Nonostante il lavoro sia umiliante, tra le sue compagne c’è una grande solidarietà, che le unisce in questa situazione delicata.

Per preservare l’aspetto documentaristico della storia di Aubenas, Carrère stabilì sin da subito che, fatta eccezione per la celebre attrice Juliette Binoche nel ruolo di Marianne Winckler, tutti gli altri interpreti del film sarebbero stati attori non professionisti. Egli costruisce dunque secondo questo principio il suo cast, a partire da Hélène Lambert nel ruolo di Christèle Thomassin, donna che sviluppa un forte legame di amicizia con Marianne. Tra gli altri ruoli di spicco si annoverano Lèa Carne nei panni di Marilou, Émily Madeleine in quello di Justine Leroy, Patricia Prieur in quello di Michèle e Évelyne Porée in quello di Nadège Porteur.

Tra due mondi cast

Il libro e la storia vera che racconta

Il film, come anticipato, è tratto dal libro Le Quai de Ouistreham, racconto autobiografico della giornalista Florence Aubenas pubblicato nel 2010. Questo è il culmine di un lavoro di indagine in cui, per sei mesi, la giornalista è stata pienamente impegnata nel vivere la vita dei più poveri, di coloro che passano da un lavoro umile all’altro, da un lavoro insicuro a uno part-time che non permette di guadagnarsi da vivere. Aubenas ha iniziato questo libro con una domanda: come definire e chiarire l’impatto della crisi economica sulla vita quotidiana delle persone più svantaggiate, che non sono state viziate dalla vita e che spesso non hanno conosciuto altro che lavoro temporaneo e disoccupazione?

L’autrice vuole capire i meccanismi dell’esclusione sociale e il vero significato della parola “crisi” per questa fetta di popolazione, e vuole darne testimonianza reale. Per diversi mesi si è dunque messa in gioco e ha indossato i panni di una donna di quarant’anni, senza formazione, senza esperienza professionale, che svolge lavori precari e che è semplicemente “invisibile” agli occhi dei più fortunati. Per far ciò sceglie Caen, una città di medie dimensioni senza particolari difficoltà, dove non ha legami, per cercare un lavoro, confrontarsi con i limiti e le incongruenze del sistema socio-economico e scoprire un sistema di agenzie di collocamento sopraffatte dalla portata delle richieste.

Uno dei numerosi lavori svolti dalla giornalista consisteva nel pulire i traghetti tra Caen-Ouistreham e Portsmouth quando attraccavano, da cui il titolo del libro. Nel corso della sua storia, l’autrice incontra persone ossessionate dalla sopravvivenza quotidiana, senza sapere cosa riserverà il domani. Ha ad esempio conosciuto le difficoltà e le umiliazioni di una donna divenuta sua amica che passa da lavori duri e poco interessanti che le permettevano a malapena di sopravvivere al doversi sacrificare per ottenere anche il più piccolo lavoro part-time ed essere costretta a non rispondere alle provocazioni. Questo ha permesso alla giornalista di tracciare bellissimi ritratti di donne, sopraffatte o trascese dalla loro condizione.

Il trailer di Tra due mondi e dove vedere il fim in streaming e in TV

È possibile fruire di Tra due mondi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 30 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Chris Hemsworth ha chiamato suo figlio con il nome di un personaggio di Brad Pitt

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L’attore Chris Hemsworth ha rivelato che uno dei suoi figli porta il nome di un amato personaggio interpretato in passato da Brad Pitt. Chris Hemsworth ha recentemente confermato che suo figlio, Tristan, prende il nome da un personaggio di Brad Pitt del 1994, Vento di passioni.

Il figlio di Chris Hemsworth si chiama come Tristan Ludlow

Tutti e tre i figli di Chris Hemsworth hanno nomi con ispirazioni significative. Tra i due gemelli, Tristan prende il nome dal personaggio del tormentato ranchero di Brad Pitt  in Vento di passioni, Tristan Ludlow.

In un’intervista con Karen Valby di Vanity Fair, Chris Hemsworth ha parlato del prossimo film Furiosa, della sua delusione per Thor: Love and Thunder e della storia del nome di Tristan.

Ha rivelato che lui e sua moglie, Elsa Pataky, hanno scelto il nome mentre rivedevano Vento di passioni quando la Pataky era incinta dei gemelli. Parlando del personaggio di Brad Pitt, ha detto:

Non c’è mai stato un uomo più bello sullo schermo“. Inoltre, ha detto a Pataky: “Non è il personaggio più bello del mondo? Penso che uno dei nostri figli debba chiamarsi Tristan“.

D’altra parte, il secondo gemello, Sasha, sarebbe stato chiamato come uno stuntman amico della famiglia  Hemsworth. Come riporta Metro, Chris Hemsworth ha anche rivelato che la sua prima figlia, India Rose, è stata chiamata come il paese sud-asiatico in una passata intervista con l’agenzia di stampa IANS. Durante la promozione di Men in Black: International nel 2019, ha dichiarato all’agenzia: “Mia moglie ha trascorso molto tempo in India e da lì è nato il nome“.

I prossimi film con Chris Hemsworth

Chris Hemsworth dovrebbe tornare in un potenziale quinto capitolo di Thor, oltre ai due prossimi film sugli Avengers. Inoltre, nel 2024, sarà protagonista di altri due film. Il primo sarà Furiosa: A Mad Max Saga, dove interpreterà l’antagonista, il Dr. Dementus. A seguire, il film d’animazione Transformers One. In questo film, Transformers One darà voce a una versione più giovane di Optimus Prime, Orion Pax.

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Furiosa: A Mad Max Saga, quello che sappiamo sul film

In Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy assume il ruolo che è stato di Charlize Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi ufficiale recita: mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

Taylor-Joy ha rivelato che il film è molto diverso da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come un racconto più “epico, che si svolge su un più lungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è scritto, diretto e prodotto da George Miller insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film ci sarà anche Chris Hemsworth nel ruolo del villain. Furiosa debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.

Tilda Swinton si unirà a Colin Farrell in The Ballad of a Small Player

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Tilda Swinton si unirà a Colin Farrell in The Ballad of a Small Player di Edward Berger per Netflix. La storia segue un giocatore d’azzardo ad alto rischio che, dopo essere stato tormentato dal suo passato e dai suoi debiti, decide di restare nascosto a Macao e incontra uno spirito affine che potrebbe contenere la chiave della sua salvezza. La produzione dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno. Il film segna il primo progetto nato dalla partnership creativa di Berger e dall’accordo globale per un film first look con Netflix, tramite la sua società Nine Hours.

Rowan Joffe adatterà la sceneggiatura, basata sul romanzo di Lawrence Osborne. Mike Goodridge produrrà attraverso la sua Good Chaos insieme a Berger per Nine Hours e Matthew James Wilkin. Swinton ha recentemente lavorato alla produzione di The Room Next Door di Pedro Almodovar e prevede il lancio di The End di Joshua Oppenheimer entro la fine dell’anno.

Colin Farrell continua a lavorare tanto sia sul grande che sul piccolo schermo. E’ appena uscita su Apple TV+ la sua serie Sugar e entro la fine dell’anno, uscirà l’attesissima serie Max, The Penguin, in cui riprende il suo ruolo acclamato dalla critica nei panni del gangster più famigerato di Gotham City già visto in The Batman.

ARF! Festival festeggia la X edizione

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ARF! Festival festeggia la X edizione

Dal 24 al 26 maggio 2024, a Roma, negli spazi della Pelanda al Mattatoio e della Città dell’Altra Economia, torna ARF! Festival, la festa di chi ama, scrive, disegna, legge e respira fumetti, che celebra il traguardo della sua decima edizione.

Ideato e organizzato da Daniele “Gud” Bonomo, Paolo “Ottokin” Campana, Stefano “S3Keno” Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi, ARF! offre tre giorni di “Storie, Segni & Disegni”: un’immersione totale nel Fumetto nel cuore del Testaccio, quartiere-simbolo del fermento creativo della Capitale.

In questa decima edizione di ARF! sarà possibile visitare ben 9 mostre super esclusive, che vedranno la presenza di tutti gli artisti. La prima Più di 100 proiettili della superstar argentina Eduardo Risso, organizzata da ARF! e l’Instituto Cervantes di Roma con inaugurazione il 17 maggio presso la Sala Dalì di Piazza Navona. Dal 24 al 26 maggio, nei luoghi del Festival (Mattatoio + CAE), troveremo Xtraordinarie! dedicata all’Arte di Silvio Camboni; O partigiano, portami via che celebra l’intera carriera artistica di Baru; l’immaginifica I dreamed a dream di Dave McKean; Slice of Summer della giovane mangaka vietnamita Lâm Hoàng Trúc; la potenza lisergica di Hurricane e del suo Euforico Hangover (nella Self Area); il talento della fumettista e illustratrice Iris Biasio (Premio Bartoli di ARF! 2023 “Miglior promessa del Fumetto italiano”) e Avatar (dalla celebre serie USA creata da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko) un percorso espositivo allestito nell’Area Kids. In mostra anche i due street artist SOLO & Diamond, autori dell’opera murale (che rappresenta anche la versione variant del manifesto di ARF! 2024) realizzata a Testaccio, lo storico rione che ospita il festival, per celebrare i 10 anni di ARF!.

Come ogni anno non mancheranno gli attesissimi incontri della Sala Talk, la Job ARF!, format di successo che, attraverso colloqui di lavoro tra autrici, autori esordienti e case editrici, crea vere opportunità professionali,  l’ARFist Alley per incontrare decine di stelle del comicdom nazionale e internazionale (Rafael Albuquerque, Ivàn Brandon, Otto Schmidt, Sara Pichelli, il Collettivo Moleste e Rita Petruccioli solo per citarne alcune).
Inoltre le due aree a ingresso gratuito: la Self ARF!, un “festival nel Festival” interamente dedicato al mondo delle autoproduzioni e della microeditoria indipendente e l’ARF! Kids, l’area pensata per i giovanissimi, che si conferma come uno degli appuntamenti più attesi con i suoi laboratori creativi non-stop di qualità, gli incontri con i libri, le letture e il disegno sotto la guida dei migliori talenti dell’editoria italiana per l’infanzia.

Completano il programma le attesissime Lectio Magistralis tenute dai Maestri Vittorio Giardino e Baru, indiscutibili veterani del Fumetto italiano e franco-belga.

Nato nel 2015, in dieci anni il festival è diventato un punto di riferimento nel panorama delle manifestazioni italiane, posizionandosi efficacemente nel calendario nazionale degli eventi di settore con carattere e identità. ARF! è anche co-fondatore di RIFF • Rete Italiana Festival Fumetto, l’Associazione nazionale di categoria dell’intero comparto, di cui Stefano Piccoli (direttore di ARF!) è presidente.

La decima edizione di ARF! Festival è promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo e le partnership di ATAC, PressUp e Koh-I-Noor.

VARIANT POSTER di ARF! X realizzato dagli street artist SOLO & DIAMOND

Fallout: i 10 migliori easter eggs dei videogiochi nella serie

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Fallout: i 10 migliori easter eggs dei videogiochi nella serie

La serie di Prime Video, Fallout, è – come noto – l’adattamento dell’omonimo franchise videoludico e naturalmente non poteva non presentare al proprio interno numerosi riferimenti proprio ai vari titoli che lo compongono. Nonostante sia perfettamente fruibile anche da chi non ha mai giocato ad uno dei vari capitoli di Fallout, la serie offre a quanti invece sono avvezzi ai vari videogiochi diversi easter eggs, provenienti tanto dal Fallout del 1997 quanto anche da capitoli successivi come Fallout: New Vegas, Fallout 3 e Fallout 4. Alcuni di questi easter eggs sono solo esempi di come la serie sia rimasta fedele al gioco, mentre altri ancora hanno un certo peso ai fini della trama e del futuro della serie. Scopriamo allora i 10 easter eggs più interessanti!

La serie Fallout svela le origini del pollice in sù di Vault Boy

Fallout Vault Boy

 

Non sorprende che Vault Boy, la mascotte della Vault-Tec, appaia in Fallout. Personaggio dei cartoni animati che appare nel materiale promozionale della Vault-Tec, sui Pip Boys e sui poster e altrove, Vault Boy cattura il look retro-futuristico della serie con il suo design. Spesso visto ammiccare e fare il pollice in su, Vault Boy è fondamentale anche per l’interfaccia del videogioco. Tuttavia, la serie di Fallout si spinge un po’ più in là dei poster, offrendo agli spettatori la storia delle origini dell’iconico pollice in sù del personaggio.

Nel primo episodio della stagione 1 di Fallout, la storia si apre nel 2077. Il Cooper Howard pre-Ghoul di Walton Goggins, allora attore di Hollywood, si esibisce in trucchi di corda da cowboy alla festa di compleanno di un bambino ricco. La figlia di Cooper, Janey (Teagan Meredith), non riesce a smettere di pensare all’imminente catastrofe nucleare che si presume avverrà da un giorno all’altro. Ex soldato, Cooper spiega a Janey il trucco del pollice: se la nuvola a fungo di un’esplosione nucleare è più piccola del suo pollice, deve scappare. Se è più grande, scappare non serve a niente.

Altri flashback raccontano l’uso del pollice in su da parte di Cooper come testimonial nelle pubblicità della Vault-Tec. Il coinvolgimento dell’attore nella società malintenzionata deriva in parte dalla moglie, Barb Howard (Frances Turner), che è una dirigente della Vault-Tec. Nel corso della serie, i progettisti della produzione hanno abilmente nascosto i bobblehead di Vault Boy, un riferimento agli oggetti da collezione della serie di videogiochi. Il Vault 33 vanta persino un biliardino con le figurine dei Vault Boy.

L’episodio pilota di Fallout fa riferimento alla storia di Fallout 3

New Vegas citta fallout

La guerra. La guerra non cambia mai“, secondo l’iconica frase di apertura dei videogiochi. Sebbene questo particolare riferimento non emerge nella serie fino all’episodio 8, Fallout fa riferimento ad alcune apparenti somiglianze con le narrazioni dei giochi nell’episodio pilota. Jonathan Nolan – autore e regista dei primi episodi – è un fan dichiarato del terzo capitolo della serie e rende omaggio all’episodio che ha rilanciato la serie di giochi post-apocalittici facendo in modo che Lucy lasci il Vault per rintracciare suo padre. All’inizio, l’azione incitante sembra familiare, ma lo show si allontana drasticamente da qualsiasi vibrazione di Fallout 3 facendo di Hank un antagonista chiave nel finale della stagione 1.

LEGGI ANCHE: Fallout: la spiegazione del finale della prima stagione

Di tanto in tanto entrano in gioco altri elementi narrativi tratti dai giochi esistenti della serie. Ad esempio, il punto della trama relativo al congelamento criogenico – Hank e altri dipendenti devoti della Vault-Tec sono stati congelati nel 2077 per poter portare avanti i piani della Vault-Tec in futuro – deriva da Fallout 4. In effetti, persino l’apertura della serie con una festa di compleanno per bambini è un sottile riferimento all’apertura di Fallout 3, in cui il personaggio del giocatore festeggia il suo decimo compleanno.

La serie Fallout è ricca di elementi RPG

Fallout Lucy Ella Purnell
Ella Purnell (Lucy) in Fallout. Courtesy of Prime Video.

Una delle parti migliori di Fallout di Prime Video sono tutti i riferimenti agli elementi di gioco della serie. Invece di ignorare il fatto che sta adattando un gioco a favore di una tecnologia e di un’azione realistiche, Fallout abbraccia il suo materiale di partenza. Quando Lucy viene introdotta per la prima volta, sta esaminando le sue statistiche per il consiglio del Vault 33. Menzionando le sue abilità di riparazione, scienza e linguaggio, Lucy fa un riferimento banale alle regole S.P.E.C.I.A.L. di Fallout. Dalle sfide di hacking e dagli Stimpak al negozio di articoli vari che vanta “Salvage, Buy, Sell, or Trade” (recupero, acquisto, vendita o commercio) in riferimento al menu di azione degli oggetti di Fallout.

L’iconico Grognak il barbaro di Bethesda appare in Fallout

Fallout Grognak il Barbaro

Nel corso della prima stagione di 8 episodi, si fa anche riferimento a diversi oggetti tecnologici del mondo e a linee di media popolari. Nell’episodio 1, si vedono i bambini guardare spezzoni di Grognak il Barbaro, una serie ricorrente di cartoni animati e fumetti che appare nei giochi di Bethesda. In seguito, si vedono spezzoni di Cooper Howard giocare su un televisore marchiato Radiation King, che compare nei giochi. Il fratello di Lucy, Norm (Moisés Arias), gioca persino a Atomic Command sul suo Pip Boy, mentre sullo sfondo delle inquadrature compaiono riviste in-universe come Tesla Science Magazine e Capital Post.

Orange Colored Sky” di Nat King Cole diventa un tema chiave della serie

Ella Purnell (Lucy) in “Fallout”. Courtesy of Prime Video.

Una canzone chiave della serie Fallout è “Orange Colored Sky“, eseguita da Nat King Cole e dalla Stan Kenton Orchestra. Il motivo compare nell’episodio 1 della serie di Prime Video, ma è stato utilizzato anche nelle pubblicità televisive di diversi giochi di Bethesda, tra cui Fallout: New Vegas, Fallout 4 e Fallout 76. L’utilizzo di musica degli anni ’40 e ’50 rende l’ambientazione unica e retrofuturistica.

Fallout anticipa altri personaggi e trame di gioco

Fallout Super Mutanti

Sebbene la stagione 1 non possa racchiudere ogni singolo riferimento ai videogiochi essa lascia intendere molti elementi interessanti che potrebbero concretizzarsi nella stagione 2. Ad esempio, in una scena, una barella passa davanti al dottor Wilzig. Sebbene il corpo sia coperto da un lenzuolo, un braccio floscio di colore verdognolo sporge dalla copertura. Questa è simile a quella dei Super Mutanti della serie. Il dettaglio potrebbe anche fare riferimento all’esistenza del Virus Evolutivo Forzato dell’Enclave. La serie presenta anche un Assaultron delle RobCo Industries ricoperto di sabbia e il teschio di un Deathclaw.

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Gli easter eggs sul cibo sono dappertutto

Fallout Nuka-Cola

Oltre all’immancabile Nuka-Cola di Fallout, la serie TV presenta numerose immagini di marche e prodotti alimentari noti nell’universo videoludico. Anche in questo caso, questo tipo di easter egg deriva dall’insistenza con cui lo show si appoggia agli elementi RPG dei giochi: nella serie Fallout, i giocatori consumano ogni sorta di oggetti per curarsi o aumentare altre statistiche. Per quanto riguarda gli alimenti, nella prima stagione di Fallout si vedono i cereali Sugar Bombs, le torte Fancy Lads, i Mac & Cheese della Blamco e persino l’iguana su bastoncino e la carne secca misteriosa. Anche RadAway, il detergente Abraxo fa una fugace apparizione.

Le armi sono per lo più tratte dai giochi

Il Cavaliere Titus e Maximus in Fallout. Foto: JoJo Whilden/Prime Video.

Tutti i fan dei videogiochi speravano che l’arsenale della serie TV fosse paragonabile a quello del materiale di partenza. Dopotutto, parte del divertimento di Fallout consiste nel curare una serie di armi pratiche e fantastiche. Sebbene Lucy inizi la serie con una pistola a dardi, alla fine impugna armi familiari del franchise, come una pistola da 10 mm che ricorda Fallout 4 e lo Squartatore, un vibroblade portatile che lacera la carne e spezza le ossa. Mentre la Colt 6520 in stile revolver di Maximus è un riferimento ai primi giochi della serie, Moldaver (Sarita Choudhury) sfoggia l’elegante pistola laser nel finale. Anche il Junk Jet di Fallout 4 compare nel primo episodio.

Il codice di Hank è un riferimento al videogioco originale

Fallout
Ella Purnell e Kyle MacLachlan in Fallout. Courtesy of Prime Video

Nel finale della prima stagione, Hank MacLean sblocca il ricercatissimo reattore a fusione fredda inserendo un codice fondamentale: 101097. Il codice a sei cifre è in realtà uno dei riferimenti più inventivi della serie: Il 10 ottobre 1997 è la data di uscita del primo titolo della serie videoludica. Dal momento che lo show televisivo di Fallout è il più lontano nel futuro di tutti i titoli attuali, non sorprende che la maggior parte dei suoi riferimenti si riferisca a Fallout 3 e 4. Tuttavia, è bello vedere la serie rendere omaggio al luogo in cui tutto è iniziato. All’inizio della stagione, lo fa rendendo il Vault-Tec Water Chip – il MacGuffin che dà il via alla storia del primo gioco – un punto chiave della trama.

La serie anticipa la città di New Vegas

Fallout New Vegas

Interpretato da Rafi Silver, Robert Edwin House – spesso chiamato semplicemente Mr. House – fa un cameo nell’episodio finale della stagione 1. Fondatore della RobCo, Mr. House è legato a una delle società chiave del franchise con cui la Vault-Tec collabora segretamente. Alla fine, il personaggio diventa il sovrano di New Vegas. È chiaro che New Vegas sarà collegata alla seconda stagione di Fallout, dato che Hank si dirige verso la città nel finale della stagione. Detto questo, ha senso che lo show parli di Mr. House, anche se il suo ruolo rimane poco chiaro visti i molteplici finali potenziali di Fallout: New Vegas.

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Christian Bale sul set di The Bride con la regista Maggie Gyllenhaal – FOTO

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Dopo il first look ufficiale affidato a Instagram, arrivano altre foto rubate dal set di The Bride, il prossimo adattamento di Frankeinstein di Mary Shelley con Christian Bale nei panni della creatura e con Maggie Gyllenhaal alla sedia di regia.

Christian Bale è stato avvistato per la prima volta sul set del film. L’attore premio Oscar ha ricevuto alcuni suggerimenti dalla regista Maggie Gyllenhaal mentre si preparavano a girare le scene di The Bride lunedì (29 aprile) a New York City.

Christian è stato visto completamente coperto con uno sporco trench di pelle nera e con una sciarpa nera avvolta intorno al viso mentre indossava minuscoli occhiali da sole e un cappello nero mentre trasportava due valigie.

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The Bride è ambientato nella Chicago degli anni ’30 e offre una rilettura all’iconica tradizione di Frankenstein. Il film è il secondo impegno da regista di Gyllenhaal. Il suo primo è stato La Figlia Oscura, che Netflix ha distribuito nel 2021. Il film ha ottenuto tre nomination ai 94esimi Academy Awards: migliore attrice (Olivia Colman), migliore attrice non protagonista (Buckley) e migliore sceneggiatura adattata.

The Bride di Gyllenhaal non è l’unico film di Frankenstein in arrivo. Guillermo del Toro sta attualmente girando il suo Frankenstein, con Jacob Elordi nei panni dell’iconico mostro. Il film di Del Toro è supportato da Netflix e vede protagonisti Oscar Isaac, Mia Goth, Lars Mikkelsen, David Bradley Christian Convery, Charles Dance e Christoph Waltz.

La Warner Bros. pubblicherà The Bride di Maggie Gyllenhaal nelle sale e Imax il 2 ottobre 2025.

Il Prigioniero: al via le riprese del nuovo film di Alejandro Amenábar con Alessandro Borghi

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Alejandro Amenábar torna sul set con Il Prigioniero un film che racconta le avventure del giovane Miguel de Cervantes, interpretato da Julio Peña (La Casa di Carta: Berlino) imprigionato nella città pirata di Algeri sotto il controllo del tiranno Hasán, interpretato da Alessandro Borghi (Le Otto Montagne).

Santa Pola, 30 aprile 2024. Nelle scorse settimane sono iniziate a Santa Pola le riprese de Il Prigioniero di Alejandro Amenábar. A maggio il set si sposterà al Castello di Santa Barbara ad Alicante, e negli studi Ciudad de la Luz, per proseguire in diverse località della provincia di Valencia e per concludersi a metà giugno nel Real Alcazar di Siviglia.

Il Prigioniero – la trama

Anno 1575. Il giovane Miguel de Cervantes, ferito in uno scontro navale, durante il suo ritorno in Spagna, viene catturato in mare aperto dai corsari algerini. Consapevole che una morte crudele lo attende ad Algeri se il suo riscatto non sarà pagato al più presto, Miguel trova rifugio nella sua passione per il racconto di storie. I suoi affascinanti racconti ridanno speranza anche ai suoi compagni di prigionia e attirano l’attenzione di Hasán, il misterioso e temuto governatore di Algeri, con il quale inizia a sviluppare una strana affinità. Mentre i conflitti crescono tra i suoi disperati compagni, Miguel, guidato dal suo incrollabile ottimismo, inizia a pianificare un audace piano di fuga.

Il regista e autore Alejandro Amenábar dichiara, “In questo film, come nei precedenti, giocherò con i contrasti: dall’oscura realtà in cui viveva Miguel de Cervantes al potere delle sue storie, i suoi epici tentativi di fuga, le dure condizioni di prigionia, la crudeltà dei suoi carcerieri, il paradiso e la lussureggiante esuberanza dell’hamam, o l’allegria delle strade di Algeri. Miguel de Cervantes ha vissuto tutto questo, ed è esattamente ciò che ha plasmato l’umanismo e la complessità della sua opera.

Si sa che uno dei suoi racconti nel Don Chisciotte, intitolato Il prigioniero, contiene numerosi riferimenti autobiografici. Miguel de Cervantes ha lasciato una grande storia non raccontata: la sua. È tempo di conoscerla.

Il Prigioniero è una coproduzione Spagna – Italia realizzata da Mod Producciones, Himenóptero (produttori di The Others, Mare Dentro e Agorà), Misent Produzioni e Propaganda Italia, con la partecipazione di Netflix, RTVE, RAI Cinema e il supporto di ICAA-Ministero della Cultura, Generalitat Valenciana, Lazio Cinema International ed Eurimages.

La produzione esecutiva è affidata a Fernando Bovaira, produttore di tutti i film di Alejandro Amenábar e di serie di successo come I Farad, La Fortuna, Crematorio e El día de mañana. Il team tecnico  è composto da capi reparto che hanno già un sodalizio con il regista come: Álex Catalán, direttore della fotografia, lo scenografo Juan Pedro de Gaspare il tecnico del suono Gabriel Gutiérrez, a cui si aggiungono la costumista italiana  Nicoletta Taranta (nominata ai David di Donatello per L’isola delle Rose, 5 è il numero perfetto e Agadah e vincitrice per Romanzo Criminale), e al trucco e acconciature Ana López Puigcerver e Belen López Puigcerver (nominate agli Oscar® per La Società della Neve). La colonna sonora sarà composta dallo stesso Alejandro Amenábar.

The Ugly Stepsister, arriva un horror su una delle sorellastre di Cenerentola

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Dopo l’uscita di Cenerentola’s Revenge nei cinema USA, arriverà anche un film su una delle due sorellastre dell’amato personaggio reso immortale da Disney, rigorosamente in chiave horror. Secondo quanto riferito, Memento International ha aderito al progetto, intitolato The Ugly Stepsister, che seguirà la feroce ricerca di Elvira per trovare un modo di eclissare la sua bella sorellastra. Il film, descritto come una combinazione di commedia e horror, sarà guidato dall’attrice esordiente norvegese Lea Myren.

Oltre a Myren nel ruolo di Elvira, il debutto alla regia della regista norvegese Emilie Blichfeldt vedrà nel cast anche Thea Sofie Loch Naess (The Last Kingdom) e Ane Dahl Torp (The Wave). Oltre ai nomi coinvolti nel progetto, le altre informazioni su The Ugly Stepsister sono ancora relativamente scarse. Tuttavia, l’outlet ha condiviso che il film seguirà “Elvira mentre combatte per competere con la sua bellissima sorellastra in un regno dove la bellezza è un affare brutale. Farà di tutto per catturare l’attenzione del principe”, pronto a dare al pubblico una versione contorta dell’amata storia attraverso il punto di vista inedito della sorellastra di Cenerentola. Memento International avvierà le vendite di The Ugly stepsister a Cannes questo maggio.

Mufasa: Il Re Leone, Blue Ivy Carter, figlia di Beyoncé, interpreterà Kiara

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Una delle sorprese arrivate con il primo trailer di Mufasa: Il Re Leone è stata la rivelazione che Blue Ivy Carter farà il suo debutto come doppiatrice nel film. Nella storia interpreterà nientemeno che… la figlia di Beyoncé. Darà la voce all’erede di Simba (Donald Glover) e Nala (Beyoncé Knowles-Carter), e durante un’intervista con Empire il regista del film Barry Jenkins (Moonlight) ha rivelato perché la decisione di scegliere Blue Ivy Carter per il ruolo di Kiara è stata una “no-brainer”, ovvero una decisione semplice e quasi scontata.

Jenkins ha commentato che il talento vocale di Blue Ivy ha attirato la sua attenzione per la prima volta quando ha ascoltato la versione audiolibro del libro per bambini Hair Love. Jenkins ha definito il lavoro della ragazza “assolutamente straordinario“, e questo alla fine gli ha fatto pensare che avere madre e figlia che interpretavano una madre e una figlia sullo schermo avrebbe aiutato a trasmettere questo tipo di connessione che a volte è difficile da trasmettere sullo schermo. Il premio Oscar non sembra pentirsi della sua decisione:

“Guardare [Beyoncé] convivere con sua figlia, e quanto sia adorabile, gentile e incoraggiante è stato davvero speciale. Penso che abbia influenzato anche le performance che hanno offerto. Penso che questa sarà davvero una bellissima capsula del tempo per loro due, in questo momento in cui potranno condividere questa parte della loro relazione come questi personaggi.”

Mufasa: Il Re Leone, il nuovo film in arrivo il 19 dicembre nelle sale italiane, che esplora l’ascesa dell’amato re delle Terre del Branco. È stato annunciato anche il cast stellare che darà voce ai nuovi personaggi e a quelli più amati nella versione originale del film. Inoltre, il pluripremiato compositore Lin-Manuel Miranda firma le canzoni del film, prodotte da Mark Mancina e Miranda, con musiche aggiuntive e performance di Lebo M.

Miranda ha affermato: “Elton John. Tim Rice. Hans Zimmer. Lebo M. Mark Mancina. Beyoncé, Labrinth, Ilya Salmanzadeh. Beau Black, Ford Riley, l’incredibile team musicale di The Lion Guard e tanti altri collaboratori musicali nel corso degli anni. Il Re Leone ha un’eredità musicale incredibile, con brani di alcuni dei più grandi compositori in circolazione, e sono onorato e orgoglioso di farne parte. È stata una gioia lavorare al fianco di Barry Jenkins per dare vita alla storia di Mufasa e non vediamo l’ora che il pubblico possa vedere questo film al cinema”.

La trama de Mufasa: Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki, la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.

Nella versione originale del film prestano le proprie voci:
– Aaron Pierre nel ruolo di Mufasa
– Kelvin Harrison Jr. nel ruolo di Taka, un principe leone dal futuro radioso che accoglie Mufasa nella sua famiglia come un fratello
– Tiffany Boone nel ruolo di Sarabi
– Kagiso Lediga nel ruolo del giovane Rafiki
– Preston Nyman nel ruolo di Zazu
– Mads Mikkelsen nel ruolo di Kiros, un leone straordinario con grandi progetti per il suo branco
– Thandiwe Newton nel ruolo della madre di Taka, Eshe
– Lennie James nel ruolo del padre di Taka, Obasi
– Anika Noni Rose nel ruolo della madre di Mufasa, Afia
– Keith David nel ruolo del padre di Mufasa, Masego
– John Kani nel ruolo di Rafiki
– Seth Rogen nel ruolo di Pumbaa
– Billy Eichner nel ruolo di Timon
– Donald Glover nel ruolo di Simba
– Blue Ivy Carter nel ruolo di Kiara, figlia di Re Simba e della Regina Nala
– Beyoncé Knowles-Carter nel ruolo di Nala

Il cast di voci originali comprende anche Braelyn Rankins, Theo Somolu, Folake Olowofoyeku, Joanna Jones, Thuso Mbedu, Sheila Atim, Abdul Salis e Dominique Jennings. Unendo tecniche cinematografiche live-action con immagini fotorealistiche generate al computer, Mufasa: Il Re Leone è diretto da Barry Jenkins e prodotto da Adele Romanski & Mark Ceryak, mentre Peter Tobyansen è il produttore esecutivo.

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Megalopolis, la prima foto ufficiale di Adam Driver nel film di Francis Ford Coppola

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In esclusiva per Vanity Fair, ecco la prima foto di Adam Driver in Megalopolis di Francis Ford Coppola. Il film, che il regista sognava di realizzare da oltre un decennio, parteciperà in Concorso al prossimo Festival di Cannes 2024.

Di cosa parla Megalopolis?

L’idea di Megalopolis è stata ispirata dalla seconda Congiura di Catilina. Tuttavia, il film sarà caratterizzato da un’ambientazione futuristica e sarà incentrato su un ambizioso architetto che cova l’idea innovativa di ricostruire New York City come un’utopia all’indomani di un disastro naturale che ha rovinato le infrastrutture della città. Il pubblico può aspettarsi immagini straordinarie poiché si dice che il film sia girato utilizzando una tecnologia rivoluzionaria che impiega nuove tecniche simili a quelle utilizzate per The Mandalorian.

Coppolla, che scrive e dirige il film, ha riunito un emozionante cast costellato di star per quello che potrebbe essere il suo canto del cigno. Oltre a Adam Driver, nel cast compaiono anche Forest WhitakerNathalie Emmanuel, Jon Voight, Laurence Fishburne, Aubrey Plaza, Talia Shire, Shia LaBeouf, Jason Schwartzman, Grace Vanderwaal, Kathryn Hunter e James Remar. Ad oggi non si hanno però notizie sulla data di uscita del film, che potrebbe però arrivare in sala nel corso del 2024.

Let It Be: il trailer della versione restaurata del film

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Let It Be: il trailer della versione restaurata del film

Il team di Let It Be, il film originale del 1970 sui Beatles del regista Michael Lindsay-Hogg meticolosamente restaurato dal team di Peter Jackson alla Park Road Post Production, ha partecipato a una proiezione speciale a New York che si è tenuta ieri al Lincoln Square Cinema di AMC. Michael Lindsay-Hogg e Jonathan Clyde di Apple Corps Ltd. erano presenti al Q&A moderato dal giornalista e autore musicale Alan Light insieme agli ospiti dell’evento, tra cui Sean Lennon ed Elvis Costello.

Let it Be debutterà l’8 maggio in esclusiva su Disney+. È la prima volta che il film torna disponibile dopo oltre 50 anni.

Uscito nel maggio del 1970, nel pieno dello scompiglio per lo scioglimento dei Beatles, Let It Be occupa ora il posto che gli spetta nella storia della band. Visto in passato attraverso una lente più oscura, il film viene ora riportato alla luce grazie al restauro e nel contesto delle rivelazioni fatte in The Beatles: Get Back di Peter Jackson. Uscita su Disney+ nel 2021, la docuserie vincitrice di diversi Emmy Award® mostra il calore e l’affiatamento dell’iconico quartetto, catturando un momento cruciale della storia della musica.

Let It Be contiene filmati non inclusi in The Beatles: Get Back, portando gli spettatori negli studi e sul tetto della Apple Corps a Londra nel gennaio 1969. Qui, i Beatles, insieme a Billy Preston, scrivono e registrano l’album Let It Be, vincitore del GRAMMY Award®, e la canzone omonima, premiata con l’Oscar®. È anche il momento dell’ultima esibizione dal vivo del gruppo. Con l’uscita di The Beatles: Get Back, i fan hanno manifestato un forte desiderio di vedere il film originale Let It Be. Con il pieno sostegno di Lindsay-Hogg, la Apple Corps ha incaricato la Park Road Post Production di Peter Jackson di eseguire un meticoloso restauro del film dal negativo originale in 16 mm. Questo processo ha incluso la rimasterizzazione del suono utilizzando la stessa tecnologia di de-mix MAL applicata alla docuserie The Beatles: Get Back di Peter Jackson.

Let It Be, diretto da Michael Lindsay-Hogg, ha come protagonisti John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, con un’apparizione speciale di Billy Preston. Il film è stato prodotto da Neil Aspinall con i Beatles in qualità di produttori esecutivi. Il direttore della fotografia è Anthony B Richmond. Let It Be debutterà in esclusiva su Disney+ l’8 maggio 2024.

Marcello Mio: il trailer del film in Concorso a Cannes 2024

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Marcello Mio: il trailer del film in Concorso a Cannes 2024

Marcello Mio di Christophe Honoré è uno dei lungometraggi più intriganti in corsa per la Palma d’Oro del Festival di Cannes di quest’anno. In esclusiva per Deadline arriva adesso il trailer del film.

In concomitanza con il centenario della nascita dell’iconico Marcello Mastroianni nel 1924, il lungometraggio esplora momenti iconici della sua vita e della sua filmografia attraverso la figura di Chiara Mastroianni. Secondo la sinossi ufficiale: il film è la storia di una donna di nome Chiara. È un’attrice, figlia di Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, che un’estate in cui la sua vita è in subbuglio, dice a se stessa che preferirebbe vivere la vita di suo padre. Si veste come lui, parla come lui, respira come lui, con tale forza che chi le sta intorno inizia a crederci e comincia a chiamarla “Marcello”.

Chiara Mastroianni offre una performance spavalda mentre adotta la personalità e l’aspetto di suo padre con stupore di coloro che la circondano, tra cui madre Deneuve, Fabrice Luchini, Melvil Poupaud, Benjamin Biolay, Nicole Garica e Hugh Skinner, che interpretano anche versioni in parte reali e in parte romanzate di se stessi.

«È come se mi perseguitasse, anzi, sono diventata il fantasma di mio padre», dichiara a un certo punto Mastroianni. Questo viaggio porta Mastroianni a Roma, città natale di suo padre, dove rivisita vecchi luoghi di ritrovo e scenari chiave della sua filmografia, saltando anche nella Fontana di Trevi per replicare l’iconica scena de La Dolce Vita.

Il film è stato girato a Parigi, Roma e nella località balneare di Formia, la scorsa estate. Honoré e Mastroianni avevano già collaborato in On A Magical Night (Chambre 212), presentato in anteprima a Un certain Regard e vincitore del premio come migliore attrice per Mastroianni.

Spider-Man: rare foto dal backstage di Civil War accendono la polemica sul costume

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Rispetto alla portata e alla scala di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, Captain America: Civil War può sembrare decisamente piccolo, ma nel 2016, quando è uscito, è stato senza dubbio il più grande film dell’MCU fino a quel momento.

Nonostante la controparte a fumetti ha riscritto il panorama delle storie Marvel, il film ha principalmente introdotto nel universo condiviso Black Panther e Spider-Man. E proprio il giovane uomo ragno di Tom Holland è il protagonista di alcune rare foto dal dietro le quinte del film che sono riemerse in rete e stanno creando polemica.

Il design del costume è in gran parte lo stesso che abbiamo visto in Captain America: Civil War, anche se con alcune differenze fondamentali. Per cominciare, questo è un abito reale che Tom Holland ha indossato sul set; nel montaggio finale, è stata presa la decisione di mettere l’eroe in un costume VFX e, da allora, l’attore ha indossato principalmente un completo da mo-cap.

Ci sono altre differenze significative; per cominciare, le linee delle regnatele sul costume di Spidey sono molto più scure e molto più pronunciate (portandole più in linea con ciò che siamo abituati a vedere sulla pagina). Anche il logo sul petto è completamente diverso, quindi cosa è successo?

Spider-Man è stato aggiunto a Captain America: Civil War in una fase relativamente avanzata della produzione a causa di un accordo con Sony Pictures, il che significa che questa tuta era probabilmente lontana dal progetto finale fino a quando i Marvel Studios non avrebbero potuto ultimare il lavoro sul personaggio con gli effetti visivi.

Tornando al motivo per cui condividiamo ancora una volta queste foto, i fan sono divisi sul fatto se la tuta sia migliore del risultato in computer grafica che da allora ha ampiamente dominato le apparizioni di Spider-Man. Cosa ne pensate?

https://twitter.com/Earth_928_2099/status/1784448581883105449?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1784448581883105449%7Ctwgr%5E8e578e1cbc3091c6cb3623bd047a2fec4d7c9197%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Fcaptain-america%2Fcaptain-america-civil-war%2Frarely-seen-photos-of-spider-mans-original-mcu-costume-resurfaceand-theyre-splitting-opinions-a210701

Alden Ehrenreich si unisce al cast dell’horror Weapons

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Alden Ehrenreich si unisce al cast dell’horror Weapons

Alden Ehrenreich (Fair Play) è la nuova aggiunta al cast di Weapons, il thriller horror prodotto da New Line dello sceneggiatore-regista Zach Cregger.

Mentre i dettagli sulla trama del film e sul ruolo di Alden Ehrenreich sono per ora nascosti, l’attore si unisce a un cast che comprende anche Julia Garner e Josh Brolin.

I dettagli della trama non sono stati al momento resi noti, ma Weapons è descritto come un’epopea horror a più livelli interconnessa e ricorda dal punto di vista dei toni Magnolia del regista Paul Thomas Anderson. I dettagli del personaggio per Pascal non sono stati rivelati. Le riprese dovrebbero iniziare in autunno.

Weapons è stato oggetto di un’intensa guerra di offerte a gennaio, quando gli studi e gli streamer di Hollywood hanno combattuto per avere la possibilità di lavorare con Cregger, il cui Barbarian, prodotto per soli 4,5 milioni di dollari, è diventato un successo non solo di pubblico e di critica ma anche all’interno della stessa industria. La New Line ha vinto l’asta che si è venuta a creare concludendo un accordo che includeva, tra le altre clausole, un via libera garantito e un’uscita nelle sale garantita.

Alden Ehrenreich è reduce dall’acclamato dramma romantico di Chloe Domont Fair Play, che Netflix ha acquistato dopo il suo debutto al Sundance, e da Oppenheimer di Christopher Nolan, vincitore del miglior film agli Oscar. Sempre nel 2023, l’attore ha recitato in Cocainorso di Elizabeth Banks per la Universal, al fianco di Keri Russell e del compianto Ray Liotta.

Avengers: Endgame, Kerry Condon racconta quanto è stato difficile tenere il segreto della morte di Tony Stark

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Dopo che J.A.R.V.I.S. è diventato Visione in Avengers: Age of Ultron del 2015, Iron Man ha trovato una nuova A.I. assistente in F.R.I.D.A.Y. Lei rimane al suo fianco fino a quando Tony Stark non compì l’estremo sacrificio quattro anni dopo in Avengers: Endgame.

Parlando con Empire, l’attrice nominata all’Oscar Kerry Condon, che ha prestato la voce a F.R.I.D.A.Y., ha riflettuto sul ruolo che l’ha vista partecipare a film come Captain America: Civil War, Spider-Man: Homecoming e Avengers: Infinity War.

“(F.R.I.D.A.Y.) Vive ancora nei parchi a tema e quant’altro, ma la cosa abbastanza divertente è che ho incontrato Robert Downey Jr. solo per la prima volta qualche mese fa,” ha detto dopo che le era stato chiesto se ci fossero possibilità per lei di riprendere il ruolo. “E’ stato folle perché sono stata la sua assistente a tutti gli effetti e non ci eravamo mai incontrati prima!”

“È stato davvero surreale e più divertente di ogni altra cosa perché pensavo: ‘Sono io, ero quella voce tutto il tempo! È stata un’esperienza pazzesca e fortunata per me perché non avrei mai pensato che ci sarebbero stati così tanti film”, Condon continuò. “Pensavo solo che sarebbe stato ‘Age Of Ultron’.”

Dopo aver parlato di quanto le sia piaciuto entrare nella cabina di registrazione per il suo ruolo nell’MCU, Kerry Condon ha rivelato com’era essere una delle ultime voci che Iron Man sente quando F.R.I.D.A.Y. dichiara: “Funzioni vitali critiche”. “È divertente perché non capisco la sceneggiatura; non me l’hanno fatta leggere perché è top secret, giuro su Dio, è tanto frustrante che vuoi solo bere”, ha detto ridendo. “E io ho pensato, ‘Ma non è davvero morto, vero? Non è completamente morto?’ e non hanno risposto, perché non vogliono rispondere nel caso in cui andassi a dirlo a tutti, e tutti mi hanno guardato con tristezza e hanno detto: ‘Dì solo che è la cosa più triste che tu abbia mai detto.’ “

Si dice che Iron Man ritorni in Avengers: Secret Wars, con Robert Downey Jr. che riprenderà il ruolo. Tuttavia, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha fortemente lasciato intendere che Tony Stark rimarrà morto, il che potrebbe significare che l’attore interpreterà una variante. Il destino futuro di F.R.I.D.A.Y. è certamente legato alla eventuale apparizione di Tony!

Oceania 2: Dwayne Johnson è impegnato nelle sessioni di doppiaggio di Maui

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Sembra che Oceania 2, la cui uscita nelle sale è prevista per il 27 novembre 2024, stia ora procedendo con la registrazione delle voci dei talent. Dwayne Johnson ha recentemente condiviso alcuni post su Instagram e X/Twitter delle sue sessioni di registrazione per doppiare Maui, scrivendo: “È così divertente diventare di nuovo MAUI – un personaggio che ha cambiato la mia vita in molti modi – incluso il fatto che il personaggio di MAUI è ispirato dal mio defunto nonno, l’Alto Capo Peter Maivia.”

“Il significato culturale polinesiano del ruolo e della nostra storia ha toccato famiglie in tutto il mondo ed è diventato facilmente uno degli onori più autentici da portare in vita e condividere. Sono entusiasta che voi e le vostre famiglie in tutto il mondo vi uniate a noi in questo viaggio.”

Cosa sappiamo su Oceania 2?

Oceania 2, l’epico musical animato dei Walt Disney Animation Studios, porta il pubblico in un nuovo viaggio con Vaiana, Maui e un nuovo equipaggio di improbabili marinai. Dopo aver ricevuto un’inaspettata chiamata dai suoi antenati, Vaiana deve viaggiare verso i mari lontani dell’Oceania e in acque pericolose e lontane per un’avventura diversa da qualsiasi altra che abbia mai affrontato. Diretto da Dave Derrick Jr. con le musiche dei vincitori del Grammy Abigail Barlow ed Emily Bear, del candidato al Grammy Opetaia Foa’i e del tre volte vincitore del Grammy Mark Mancina (Lin-Manuel Miranda non tornerà nel ruolo), Oceania 2 uscirà nelle sale il 27 novembre 2024.

Gli attori Auli’i CravalhoDwayne Johnson riprenderanno i loro ruoli da doppiatori rispettivamente per Vaiana e Maui. Sappiamo però che inizialmente la Disney aveva previsto di continuare la storia di Oceania come serie in streaming su Disney+. Tuttavia, quando il progetto ha iniziato a prendere forma e la popolarità dell’originale è aumentata, la Disney ha deciso di trasformare la serie in un lungometraggio per le sale cinematografiche. È dunque stato annunciato che Oceania 2 arriverà nelle sale il 27 novembre, rispettando la tradizione di distribuire ogni anno un film d’animazione nel giorno del Ringraziamento.

 

Spider-Man 4: Jacob Batalon spera di tornare ma non ha ancora ricevuto la chiamata

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Anche se stiamo ancora aspettando un annuncio ufficiale, sappiamo che sono in atto i piani per uno Spider-Man 4, con Tom Holland e Zendaya che riprenderanno i rispettivi ruoli di Peter Parker e MJ.

Dopo essere apparso nei tre film precedenti e aver interpretato un ruolo fondamentale in Spider-Man: No Way Home, si potrebbe supporre che anche l’amico di Peter Parker, Ned Leeds, avrà un ruolo nella storia, ma l’attore che lo interpreta Jacob Batalon dice che non ha ancora ricevuto la chiamata. “Voglio dire, io lo spero,” ha detto l’attore a The Direct quando gli è stato chiesto se è pronto a tornare per Spider-Man 4. “Penso che chiunque abbia lavorato per la Marvel sappia che ti piace aspettare una chiamata. Forse succede, forse no. Ma è qualcosa che sicuramente puoi solo sperare e aspettare.”

A Batalon è stato poi chiesto se avesse parlato con Holland di come la storia potrebbe continuare, e la sua risposta sembra indicare che sta cercando di non rivelare troppo. “Ancora una volta, ci sono alcune cose che potrebbero accadere, ma onestamente non ne sono sicuro.”

In passato ci sono state alcune speculazioni sul fatto che Ned potesse eventualmente diventare Hobgoblin come succede alla sua controparte dei fumetti, voce che si è riaccesa quando è arrivato on line un concept art che lo vedeva nel ruolo. Tuttavia, l’artista Phil Saunders ha spiegato in un’intervista del 2023, che il suo era solo un omaggio alla storia a fumetti del personaggio.

Il prossimo film di Spider-Man potrebbe ovviamente funzionare senza Ned, ma sarebbe un peccato se non tornasse dopo che l’incantesimo del Dottor Strange gli ha fatto dimenticare che Peter/Spider-Man sia mai esistito, alla fine di No Way Home.

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Jeff Bridges avrà una parte in Tron: Ares!

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Jeff Bridges avrà una parte in Tron: Ares!

Jeff Bridges tornerà in griglia. L’attore 74enne ha dichiarato al podcast Film Comment (tramite The Playlist) che apparirà in Tron: Ares, il terzo film della lunga serie di fantascienza che Bridges ha inaugurato nel 1982 con Tron e ripreso con Tron: Legacy nel 2010. Il nuovo film vede Jared Leto nel ruolo del personaggio principale Ares, con Joachim Rønning (Maleficent – Signora del male) alla regia su una sceneggiatura di Jesse Wigutow e Jack Thorne.

“Partirò questo sabato per recitare una parte nel terzo capitolo della storia di Tron”, ha detto Bridges. “Jared Leto è il protagonista di questo terzo. Sono davvero ansioso di lavorare con lui. Ho ammirato il suo lavoro.” Contattato da Variety, un rappresentante di Bridges ha detto che l’attore ha registrato il podcast “qualche tempo fa” e aveva già concluso il suo lavoro su Tron: Ares. Bridges ha aggiunto di aver sentito che “ci saranno ancora meno elementi legati all’intelligenza artificiale” nel film e che la produzione sta utilizzando più “set pratici” per il nuovo progetto. “Ci sono dei set bellissimi che ho visto” ha detto.

L’attore non ha fornito ulteriori dettagli sul suo personaggio e non c’è alcuna garanzia che sarà Kevin Flynn. Alla fine di Tron: Legacy, Flynn riassorbe Clu e li cancella entrambi dal mondo virtuale, permettendo al figlio di Flynn, Sam (Garrett Hedlund), e Quorra (Olivia Wilde), un essere umano digitale senziente, di fuggire nel mondo reale.

Cosa sappiamo su Tron: Ares?

Interpretato da Jared Leto, Tron: Ares segue un programma altamente sofisticato, Ares, che viene inviato dal mondo digitale a quello reale per una missione pericolosa, segnando il primo incontro dell’umanità con esseri A.I.. Alla regia di Tron: Ares c’è Joachim Rønning, che ha diretto sia Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar che Maleficent – Signora del male per la Disney dopo il suo successo con Kon-Tiki del 2012.

Jared Leto, Evan Peters, Jodie Turner-Smith e Greta Lee completano il cast del film scritto da Jesse Wigutow e Jack Thorne, la cui produzione dovrebbe iniziare ad agosto (dipendentemente dallo sciopero degli attori SAG-AFTRA). Emma Ludbrook, Jeffrey Springer e Leto produrranno, con Russell Allen come produttore esecutivo.

Jesse Wigutow e Jack Thorne hanno scritto la sceneggiatura di Tron: Ares, mentre Sean Bailey, Jeffrey Silver, Justin Springer, Leto, Emma Ludbrook e Steven Lisberger hanno prodotto insieme al produttore esecutivo Russell Allen. L’uscita del film è prevista per il 2025.

Il franchise di Tron è stato lanciato con l’omonimo film del 1982 con Jeff Bridges nei panni del creatore di videogiochi Kevin Flynn, che è stato lodato per i suoi effetti visivi e ha sviluppato un classico di culto dopo una difficile uscita nelle sale. A questo ha fatto seguito il sequel Tron: Legacy del 2010, che ha introdotto nel cast Garrett Hedlund e Olivia Wilde e che ha ottenuto poco più di 400 milioni di dollari al suo debutto durante le festività natalizie.

Scooby-Doo: in lavorazione una serie live action presso Netflix

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Scooby-Doo: in lavorazione una serie live action presso Netflix

Stando a quanto dichiarato da Variety, Netflix sarebbe al lavoro su una serie live-action dedicata a Scooby-Doo. Si dice che il progetto sia vicino a un accordo con lo streamer. I dettagli esatti della trama sono tenuti nascosti, a parte il fatto che sarà basato sul cartone animato di Hanna-Barbera. La Warner Bros. Television produrrà la serie, come seguito di un accordo che ha già visto il lancio della serie Dead Boys Detectives su Netflix.

Josh Appelbaum e Scott Rosenberg saranno gli sceneggiatori e saranno anche i produttori esecutivi insieme ad André Nemec e Jeff Pinkner sotto la loro banner Midnight Radio. Greg Berlanti, Sarah Schechter e Leigh London Redman saranno i produttori esecutivi tramite Berlanti Productions (la società ha attualmente un accordo globale con WBTV). Jonathan Gabay della Berlanti Productions e Adrienne Erickson saranno i co-produttori esecutivi.

Se il progetto andasse avanti, non sarebbe il primo adattamento in live action di Scooby-Doo. Il più famoso è “Scooby-Doo” uscito nel 2002 e interpretato da Freddie Prinze Jr., Sarah Michelle Gellar, Matthew Lillard e Linda Cardellini, con Neil Fanning che doppiava Scooby. Il film è stato un successo al botteghino, generando oltre 250 milioni di dollari in tutto il mondo. Un sequel con lo stesso cast, “Scooby-Doo: Monsters Unleashed”, è uscito nel 2004 e ha incassato oltre 180 milioni di dollari. C’era anche il film televisivo live-action “Scooby-Doo! The Mystery Begins” e il suo seguito usciti nel 2009 e nel 2010.

Nel corso degli anni ci sono stati anche numerosi progetti animati di Scooby-Doo, a cominciare dalla serie di cartoni animati originale della fine degli anni ’60. Nel corso degli anni si sono susseguite varie incarnazioni, con molteplici serie animate e film.

The Fall Guy: la recensione del film di David Leitch

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The Fall Guy: la recensione del film di David Leitch

Il primo maggio arriva in sala The Fall Guy, film del regista statunitense David Leitch, che torna al cinema due anni dopo Bullet Train, action movie con protagonista Brad Pitt. Scritto da Drew Pearce e ispirato alla serie televisiva anni ’80 Professione Pericolo – nella quale lo stuntman Colt Seavers (Lee Majors) interpretava un cascatore di Hollywood e cacciatore di taglie – l’opera di Leitch affida invece il ruolo a Ryan Gosling, fresco dell’esperienza di Barbie che lo ha ulteriormente consacrato agli occhi del grande pubblico.

A fianco dell’attore canadese figurano anche la vincitrice del Golden Globe Emily Blunt, Hannah Waddingham, Aaron Taylor-Johnson, Stephanie Hsu, Teresa Palmer, Winston Duke e lo stesso Lee Majors. Per un film che, fotografato da Jonathan Sela e musicato da Dominc Lewis, è stato girato presso i Disney Studios Australia.

The Fall Guy: la trama

Colt Seavers, un temerario stuntman interpretato da Ryan Gosling, si ritrova nuovamente catapultato nel mondo del cinema dopo un periodo di pausa dovuto a un brutto incidente su un set. Il suo ritorno avviene quando la celebre star Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson) svanisce nel nulla durante le riprese di un film diretto dalla ex di Colt Jody Moreno (Emily Blunt).

Colt, spinto dal desiderio di riconquistare Jody – infuriata con lui per essere sparito da tempo – e dalla sfida di sostituire il divo scomparso, si getta a capofitto nelle indagini, tra le più spericolate acrobazie. Ma la sua duplice missione, ritrovare Ryder e ottenere il perdono dell’amata, si complica quando lo stuntman si accorge che qualcuno sta facendo di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote.

Tra stunt mozzafiato e tristi canzoni d’amore, Colt – ragazzo loquace e casinista spiritualmente agli antipodi dal “pilota” di Drive (un altro Ryan Gosling) – prova in tutti i modi a risolvere il mistero, ma si troverà presto invischiato in un losco complotto che metterà a repentaglio la sua carriera e la sua vita.

The Fall Guy: una lettera d’amore fin troppo scritta

Li avevamo lasciati là, sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles; a bisticciare affettuosamente su chi dei due, in rappresentanza dei rispettivi film, avesse trascinato l’altro nel successo conseguito dal Barbenheimer. Li ritroviamo oggi – a lanciarsi nuove frecciatine “da copione” – sul set dell’ultima fatica di David Leitch The Fall Guy, rom-com action che ben si inserisce all’interno del percorso stilistico del suo autore e che, innanzitutto, rappresenta una lettera d’amore al mondo degli stuntman.

Il film, sesto lungometraggio del regista statunitense (ex cascatore) con protagonisti Ryan Gosling ed Emily Blunt, si propone infatti di raccontare quegli invisibili che abbiamo sempre davanti agli occhi, ma la cui missione, per l’appunto, è quella di celarsi dietro ai meccanismi della finzione cinematografica.

Per farlo Leitch si affida nuovamente a quei codici narrativi con cui tanto ha sperimentato a partire da John Wick (pur non comparendo accreditato); riproducendo però, in particolare, la vivacità un po’ cazzara e coloratissima del precedente Bullet Train (2022) – del quale tra l’altro, con esiti non eccelsi, sceglie di ricalcare l’artificiosità di scrittura.

The Fall Guy: perdere il controllo

Se un paio d’anni fa vi raccontavamo infatti di un’opera volutamente priva di particolari sotto testi e per lo più concentrata sul proprio ruolo di puro intrattenimento spettatoriale, The Fall Guy è una pellicola che, almeno nelle intenzioni, vorrebbe quantomeno suggerire una riflessione più strutturata (anche se dai toni leggeri) relativamente alle dinamiche di preparazione e realizzazione del prodotto film. Ragione per cui l’attenzione spasmodica rivolta a soggetto e sceneggiatura – anche dal punto di vista grafico (titoli di testa e coda) e ancora più che in Bullet Train – appare in questo senso una sorta di vezzo fuori contesto, responsabile della creazione di un lungometraggio che, sebbene potrebbe e dovrebbe spingere su una sregolatezza specificatamente “corporea”, appare invece rigidamente iper-controllato, imprigionato da ragionamenti meta piuttosto convenzionali e da ghirigori di trama francamente non richiesti – oltre che inutilmente elaborati.

A risollevare le sorti del film e trasformarlo in un’opera perfettamente godibile, al di là di un minutaggio comunque fin troppo esteso, cooperano fortunatamente la chimica tra i due principali interpreti del racconto e alcune preziose intuizioni del regista. Tra le quali Metalstorm, film nel film completamente nonsense e palese parodia di Dune, e la sequenza di pestaggio con protagonista Emily Blunt, durante la quale l’attrice, atomica bionda della situazione, malmena malamente il personaggio di Gosling in pieno stile “wickiano”.

Frangenti di lucidità che preparano ad un finale altrettanto liberatorio, con cui il cineasta dà finalmente sfogo alle tensioni inespresse per tutto il film; rivolgendo un convinto dito medio al sistema e distruggendo il set per mano dell’entità che ne costituisce la linfa vitale: lo stuntman.  Anche se, lo sottolineiamo, era lecito aspettarsi qualche cosa di più.

Fallout: 10 domande a cui la seconda stagione deve rispondere

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Fallout: 10 domande a cui la seconda stagione deve rispondere

La stagione 1 di Fallout ha lasciato in sospeso molte domande, dando dunque alla già confermata stagione 2 molte risposte da dover fornire. La storia principale della stagione 1 era incentrata su tre personaggi: Lucy MacLean, Maximus e il Ghoul. Al termine della stagione, le storie di tutti e tre i personaggi si sono intrecciate e hanno fornito risposte a diverse questioni che la misteriosa storia dello show aveva presentato. Lucy, interpretata da Ella Purnell, ha finalmente trovato suo padre dopo che era stato rapito da una donna di nome Moldaver.

Tuttavia, Moldaver si rivela come una persona che vuole semplicemente il meglio per gli abitanti delle Terre Desolate, mentre Hank lavora per favorire i piani sinistri della Vault-Tec. Il Ghoul, conoscendo i piani di Vault-Tec da prima dell’apocalisse nucleare, cerca invece Hank per trovare la sua famiglia. Nel frattempo, Maximus e la Confraternita d’Acciaio attaccano il complesso di Moldaver per prendere il controllo del suo esperimento sulla fusione fredda che fornirà energia quasi illimitata alle Terre Desolata. Il finale di Fallout intreccia perfettamente tutte queste trame nel finale, come avviene nella linea temporale dei videogiochi di Fallout.

Lucy scopre la verità sui piani del padre con la Vault-Tec e Hank sfugge alle grinfie di lei e del Ghoul. Quest’ultimo si mette sulle sue tracce con Lucy al seguito, mentre Moldaver muore a causa dell’attacco della Confraternita d’Acciaio. Maximus viene dunque promosso cavaliere della Confraternita e la stagione 1 di Fallout si conclude. Sebbene il finale abbia dunque fornito molte risposte, la sua natura misteriosa fa sì che la stagione 2 avrà ancora molte domande da risolvere riguardo le Terre Desolate di questo mondo post-nucleare e sui suoi abitanti.

Che fine ha fatto la famiglia del Ghoul?

Fallout
Walton Goggins (The Ghoul) in “Fallout”. Courtesy of Prime Video

Come accennato, il Ghoul si chiamava Cooper Howard, un attore che lavorava a Los Angeles nel 2070. Dopo l’apocalisse nucleare della serie Fallout, le radiazioni hanno trasformato Cooper, insieme a molte altre persone negli Stati Uniti, in Ghoul. Alcuni Ghoul, come Cooper, possono mantenere la loro umanità con l’aiuto di droghe provenienti dalle Terre Desolate, mentre altri si trasformano in mostri simil zombie. Cooper/Ghoul è uno dei pochi fortunati che ha mantenuto la sua personalità per oltre 200 anni, spinto dall’unico obiettivo di ritrovare la sua famiglia di prima dell’apocalisse.

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Gran parte della storia di Cooper riguarda la sua famiglia: sua figlia Janey e sua moglie Barb. Cooper scopre che Barb lavora per la Vault-Tec ed è stata in qualche modo coinvolta nell’orchestrazione di una guerra nucleare per favorire i piani della società per il controllo assoluto degli Stati Uniti. Tuttavia, dopo l’apocalisse nucleare, Cooper perde in qualche modo la sua famiglia e inizia a rintracciare i resti della Vault-Tec per ritrovarli. Alla fine della stagione 1, Cooper non riesce a trovarli e Hank fugge, per cui la stagione 2 di Fallout deve rivelare il destino di Barb e Janey.

Cosa è successo a Norm nel Vault 31?

Fallout Norm
Moisés Aria in “Fallout”. Foto: JoJo Whilden/Prime Video

Un’altra sottotrama della stagione 1 di Fallout coinvolge Norm, il fratello di Lucy, e la sua indagine sui Vault 31, 32 e 33. Norm alla fine scopre che il Vault 31 è pieno di dipendenti della Vault-Tec che si sono conservati in capsule prima della Grande Guerra. Norm alla fine scopre che il Vault 31 è pieno di dipendenti della Vault-Tec che si sono conservati in capsule prima della Grande Guerra. Questi baccelli si aprivano sistematicamente per consentire ai dipendenti della Vault-Tec di entrare nei Vault 32 e 33, riproducendosi con gli abitanti per creare una comunità orchestrata dall’organizzazione. Hank, il padre di Norm e Lucy, era uno di questi dipendenti.

Nel finale della stagione 1, Norm scopre queste capsule ma è ora rinchiuso nel Vault 31. Gli viene detto da un residuo di un gruppo di persone che si è fatto avanti e che ha trovato la sua famiglia. Un residuo di Bud Askins, un altro dipendente della Vault-Tec, gli dice che l’unico modo per Norm di sopravvivere è entrare nella vecchia capsula di stasi di suo padre. Non viene mai rivelato cosa sia successo a Norm, il che rende questa una domanda importante a cui la storia della seconda stagione di Fallout deve rispondere riguardo a un membro fondamentale del cast della serie.

Che ruolo ha New Vegas nella storia di Fallout?

Fallout New Vegas

 

Nelle riprese finali della stagione 1, Hank viene mostrato mentre vola via dalla Repubblica della Nuova California. Arriva in un luogo sconosciuto prima che la telecamera si sposti verso l’alto per rivelare New Vegas. Si tratta del luogo in cui è ambientato uno dei giochi principali del franchise, Fallout: New Vegas, il che porta a chiedersi quale ruolo importante avrà nel futuro della serie TV di Prime Video. Mentre i giochi di Fallout hanno finali diversi a seconda della scelta del giocatore, New Vegas era una località contesa dalla Repubblica della Nuova California e da diverse altre fazioni.

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Alla fine della stagione 1, non è chiaro cosa aspetti Hank a New Vegas. Il Ghoul ha lasciato intendere che ci sono persone al di sopra di Hank e degli abitanti del Vault 31 che impartiscono ordini, suggerendo ulteriori segreti Vault-Tec per la stagione 2. Sembra che questi segreti siano legati alla città di New Vegas, ma la prossima stagione di Fallout dovrà fornire queste risposte.

L’intera Nuova Repubblica Californiana è distrutta?

Fallout Moldaver

Nel finale della stagione 1, Moldaver viene uccisa insieme ai suoi alleati nel nascondiglio dell’Osservatorio Griffith. Questo, insieme alla distruzione di Shady Sands, lascia intendere che la Repubblica della Nuova California è praticamente distrutta. Tuttavia, una cosa che l’episodio 6 di Fallout e i giochi della serie chiariscono è che la Repubblica della Nuova California è stata a un certo punto la più grande potenza economica e politica delle Terre Desolate.

Visti gli eventi della stagione 1, il futuro della Repubblica della Nuova California è incerto. Questo rende il destino della fazione una delle domande più urgenti a cui la stagione 2 deve rispondere. A seconda del finale di Fallout: New Vegas scelto come canone della serie televisiva, potrebbe accadere che la Repubblica della Nuova California abbia una roccaforte a New Vegas. In ogni caso, il destino di essa deve essere confermato nella seconda stagione, in un modo o nell’altro.

Cosa farà la Confraternita d’Acciaio con il suo nuovo potere?

Fallout 04
Le tute armate della Confraternita d’Acciaio in “Fallout”. Courtesy of Prime Video

Per quanto riguarda la Confraternita d’Acciaio, la fazione ha ora il controllo del reattore a fusione fredda di Moldaver. La morte di Moldaver e l’uccisione dei suoi alleati dell’NCR significa che la Fratellanza ha preso l’Osservatorio di Griffith e il reattore che ora fornisce energia alle Terre Desolate. Per tutta la stagione 1, i leader della Confraternita d’Acciaio parlano continuamente di togliere il potere a chi li circonda, lasciando intendere un futuro oscuro per loro e per Maximus.

Con la stagione 2 di Fallout, viene richiesta una risposta su cosa ne sarà della Confraternita. È possibile che questa usi il suo nuovo potere per prendere il posto dell’NCR nella sezione delle Terre Desolate mostrata nella serie televisiva di Fallout. Resta da vedere se utilizzeranno questo potere per scopi benevoli o malevoli, cosa a cui la seconda stagione deve dare una risposta.

Maximus cercherà Lucy o resterà con la Confraternita?

Fallout Maximus
Aaron Moten (Maximus) in “Fallout”. Courtesy of Prime Video.

La seconda stagione di Fallout non deve solo rispondere a ciò che accade alla Confraternita nel suo complesso, ma anche a ciò che accade a Maximus. Il finale della stagione 1 lo ha visto elevato al rango di cavaliere dopo che è stato scambiato per l’assassino di Moldaver e la messa in sicurezza del reattore a fusione fredda. Tuttavia, la storia di Maximus prima di questo momento vedeva lui e Lucy impegnarsi a voler vivere in pace insieme in un Vault.

Ci si chiede quindi quale scelta farà Maximus. Potrebbe rimanere con la Confraternita e abbracciare il suo nuovo titolo di cavaliere, aiutando la fazione a portare avanti i nuovi piani che hanno escogitato. Al contrario, Maximus potrebbe andarsene e cercare Lucy per vivere con lei come hanno progettato insieme. Tuttavia, Maximus è stato avvertito di quanto possa essere difficile lasciare la Confraternita d’Acciaio, il che significa che la seconda stagione di Fallout ha diverse domande a cui rispondere riguardo al suo destino.

L’Enclave cercherà di vendicarsi del tradimento di Wilzig?

Che ruolo ha l'Enclave nello show _Fallout_ di Prime Video_
Michael Emerson in Fallout. Foto: JoJo Whilden/Prime Video

 

Il personaggio del dottor Wilzig è parte integrante della storia della stagione 1 di Fallout. L’impianto nella sua testa rendeva possibile la fusione fredda, anche se lavorava per una fazione nota come l’Enclave. Wilzig tradì l’Enclave a favore della Nuova Repubblica di California, portando la capsula della fusione fredda a Moldaver.

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Nonostante questa sia una parte importante della stagione 1, non è mai stato rivelato quali passi abbia fatto l’Enclave per consegnare Wilzig alla giustizia. L’Enclave era quasi inesistente nella storia della stagione 1 di Fallout, eppure si pensava che avrebbe cercato di rimediare al tradimento di Wilzig, data l’importanza di ciò che aveva rubato. Data la loro scarsa presenza, è probabile che l’Enclave possa avere un ruolo maggiore nella seconda stagione di Fallout. La loro reazione al tradimento di Wilzig potrebbe essere importante per il futuro, fornendo alla stagione 2 ancora più domande a cui rispondere.

Lucy e il Ghoul sono ora alleati?

Fallout
Walton Goggins (The Ghoul) in “Fallout”. Courtesy of Prime Video

Per gran parte della stagione 1 di Fallout, Lucy e il Ghoul hanno avuto un rapporto antagonistico. Il Ghoul veniva spesso mostrato mentre la usava per il proprio tornaconto, preoccupandosi poco di ciò che ne sarebbe stato di lei. Sebbene la bontà intrinseca di Lucy la rendesse più comprensiva nei confronti del Ghoul, non sarebbe corretto etichettare i due come alleati durante la storia della stagione 1 di Fallout.

Detto questo, nel finale della prima stagione i due si sono imbarcati insieme in una missione. Lucy si è unita a The Ghoul per seguire Hank e scoprire qualcosa di più sul suo complotto Vault-Tec, facendo sembrare i due una squadra. Sebbene questo sia abbastanza chiaro, la seconda stagione deve stabilire se i due sono veri alleati. È improbabile che i loro trascorsi ostili vengano dimenticati e la domanda se Lucy e il Ghoul di Walton Goggins possano diventare veri alleati è una risposta che deve essere fornita nella stagione di Fallout.

I Vault 32 e 33 scopriranno la verità sul Vault-Tec?

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Ella Purnell (Lucy) e Kyle MacLachlan (Hank) in “Fallout”. Courtesy of Prime Video.

Con Norm intrappolato nel Vault 31 alla fine della stagione 1 di Fallout, gli abitanti dei Vault 32 e 33 non sanno in che modo sono controllati dal Vault 31. Allo stesso modo, Lucy non mostra alcun intenzione di voler ritorna al Vault 33 nel prossimo futuro, il che significa che è improbabile che la verità venga a galla presto. Per questo motivo, una delle domande principali a cui la seconda stagione deve dare una risposta è cosa ne sarà dei Vault 32 e 33.

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Chet, il cugino di Lucy e Norm, è un personaggio in qualche modo consapevole del fatto che qualcosa non va nei Vault 32 e 33. Questo potrebbe portarlo ad assumere un ruolo più importante, più attivo nella seconda stagione di Fallout e a indagare sulla scomparsa di Norm. Questo potrebbe essere uno dei modi in cui la seconda stagione di Fallout esplorerà i segreti della Vault-Tec, rispondendo potenzialmente alla domanda su cosa ne sarà dei Vault 32 e 33.

Quali altre fazioni potrebbero essere introdotte nella stagione 2 di Fallout?

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La Fratellanza d’Acciaio e i Vertibirds in “Fallout”. Courtesy of Prime Video

Infine, l’ultima grande domanda a cui la seconda stagione di Fallout può rispondere è quali altre fazioni saranno introdotte nella serie. Dalla Confraternita d’Acciaio all’Enclave e fino alla Nuova Repubblica Californiana, le fazioni della stagione 1 sono state parte integrante di diversi giochi di Fallout. Detto questo, l’ampia storia di Fallout significa che diverse fazioni importanti non sono ancora apparse, e la stagione 2 offre l’opportunità di rispondere a quali potrebbero apparire in futuro.

Il coinvolgimento di New Vegas nella storia della serie televisiva di Fallout potrebbe significare la comparsa di fazioni tratte dall’omonimo gioco. Una di queste fazioni è la Legione di Cesare, uno dei gruppi in lotta per il controllo di New Vegas. Un’altra potenziale fazione che potrebbe apparire è quella dei Sotterranei, una massiccia organizzazione criminale che opera da una città chiamata The Hub nella Repubblica della Nuova California. Resta da vedere se queste fazioni appariranno o meno.

The Beast: tutto quello che c’è da sapere sul film sudcoreano

The Beast: tutto quello che c’è da sapere sul film sudcoreano

Dopo i film Special Delivery, Fuga da Mogadiscio e Blind War, il ciclo Orient Express, dedicato al miglior cinema asiatico contemporaneo, giunge al termine con The Beast, film thriller d’azione diretto da Lee Jung-ho, regista qui al suo lungometraggio d’esordio. Si tratta di una rivisitazione in chiave dark del polar 36 Quai des Orfèvres, il film francese del 2004 interpretato da Daniel Auteuil e Gérard Depardieu, il cui titolo è dato dall’indirizzo della sede storica del comando della polizia giudiziaria a Parigi e trae spunto da fatti realmente accaduti intorno alla metà degli anni ’80.

Diretto da Olivier Marchal, un ex ufficiale di polizia che ha trascorso 12 anni nella polizia francese, questo si basa infatti sulla celebre Gang des postiches, squadra di rapinatori che ha operato a Parigi tra il 1981 e il 1986, rapinando una trentina di banche. Il film The Beast, ambientato in una Seoul buia e piovosa, pur basandosi sul lungometraggio francese, offre una coppia di poliziotti in competizione feroce tra loro alle prese con un pericoloso e sadico serial killer miete vittime. L’atmosfera è dunque molto più cupa e feroce dell’originale francese.

Per gli appassionati del genere si tratta dunque di un film da non perdere, che per atmosfere e dinamiche ricorda un altro classico coreano di questo genere quale Memories of a Murder di Bong Joon-ho. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Beast. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di The Beast

Protagonisti di The Beast sono due detective in conflitto tra loro che devono fare squadra per risolvere un macabro omicidio. Dopo il ritrovamento del corpo mutilato di una ragazza scomparsa sulle rive di Incheon, Han-soo e Min-tae, rivali da anni, sono ora incaricati di trovare il colpevole. Il caso sembra destinato a risolversi rapidamente con un sospetto in custodia, ma le cose prendono una piega oscura quando Han-soo incontra un informatore che insiste nel dire di sapere chi è l’assassino. Mentre si susseguono insabbiamenti e accordi segreti, le tensioni tra i due detective aumentano quando la pressione per la risoluzione del crimine, che sta scuotendo la penisola coreana, arriva al culmine.

The Beast cast

Il cast del film

Ad interpretare il detective Han-soo vi è l’attore Lee Sung-Min, noto soprattutto per i suoi ruoli di supporto in televisione e al cinema, in particolare per le sue apprezzate interpretazioni in Golden Time (2012), Broken (2014), Misaeng: Incomplete Life (2014) e Reborn Rich (2022). Yoo Jae-Myung, invece, interpreta il detective Mn-tae. Egli è invece noto per i suoi ruoli nelle serie Reply 1988 (2015), Stranger (2017), Life (2018), Itaewon Class (2020) e Voice of Silence (2020). Recitano poi nel film gli attori Jeon Hye-Jin nel ruolo di Choon-bae, Choi Daniel in quello del detective Jong-chan e Kim Ho-jung in quello di Madame Oh.

Il trailer di The Beast e dove vedere il film in streaming e in TV

Sfortunatamente The Beast non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di lunedì 29 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Oppenheimer in streaming su NOW e in tv su SKY

Oppenheimer in streaming su NOW e in tv su SKY

Il film vincitore di più premi Oscar 2024, tra cui Miglior Film, arriva in prima TV su Sky: Oppenheimer, in onda lunedì 29 aprile alle 21:15 su Sky Cinema Uno (e alle 21:45 anche su Sky Cinema Collection), in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Scritto e diretto da Christopher Nolan, vincitore del premio Oscar per la Miglior Regia, Oppenheimer è un thriller epico girato in IMAX che catapulta il pubblico nell’adrenalinico paradosso dell’enigmatico uomo che per salvare il mondo è costretto a metterlo a rischio. Il film è tratto dal libro vincitore del Premio Pulitzer Robert Oppenheimer – Il Padre della Bomba Atomica – American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin, e racconta la vita e il lascito del fisico teorico J. Robert Oppenheimer, il cui epocale lavoro come direttore del Progetto Manhattan al laboratorio di Los Alamos, ha portato alla creazione della prima bomba atomica.

Oppenheimer in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Il film vede Cillian Murphy, premiato con l’Oscar come Miglior Attore Protagonista, nel ruolo di J. Robert Oppenheimer ed Emily Blunt nei panni di sua moglie, la biologa e botanica Kitty Oppenheimer. Matt Damon interpreta Leslie Groves, direttore del Progetto Manhattan e Robert Downey Jr., premiato con l’Oscar come Miglior Attore Non Protagonista, ha il ruolo di Lewis Strauss, membro fondatore della Commissione per l’Energia Atomica degli Stati Uniti. Florence Pugh veste i panni della psichiatra Jean Tatlock, Josh Hartnett quelli del pionieristico scienziato nucleare americano Ernest Lawrence e Casey Affleck interpreta Boris Pash, capo del controspionaggio dell’esercito al Presidio di San Francisco. Del cast fanno parte anche Rami Malek nel ruolo di David Hill e Kenneth Branagh in quello del fisico Niels Bohr.

Epica e avvincente, la storia di Oppenheimer scorre su due binari paralleli: da una parte scava in profondità nella psiche di una mente americana pressoché unica – il brillante scienziato dietro l’invenzione che ha sconvolto il mondo e che allo stesso tempo ha rappresentato il culmine dell’ingenuità umana, un’invenzione che avrebbe potuto rimodellare il concetto di civiltà e allo stesso tempo minacciare definitivamente il futuro dell’umanità; dall’altra viene raccontata l’eredità di Oppenheimer negli anni successivi al Progetto Manhattan centrando il racconto su Lewis Strauss, un altro dei protagonisti della politica nucleare degli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale, al quale, nel 1959, è stato assegnato il ruolo di Segretario di Commercio dal Presidente Dwight D. Eisenhower.

Oltre ai già citati premi Oscar, ai quali si aggiungono quello per la Miglior Fotografia, Miglior Montaggio e Miglior Colonna Sonora Originale, Oppenheimer è stato premiato anche con cinque Golden Globe e sette premi BAFTA.

SKY CINEMA COLLECTION – CHRISTOPHER NOLAN MANIA

In occasione della prima TV di OPPENHEIMER, saranno programmati su Sky Cinema Collection, da sabato 27 aprile a venerdì 3 maggio e sempre disponibili on demand, altre otto pellicole firmate dal grande regista Christopher Nolan: MEMENTO, il film che si dirama nei labirinti della mente con Guy Pearce; il thriller INSOMNIA con Al Pacino, Robin Williams e Hilary Swank; la pellicola sui misteri dell’illusionismo THE PRESTIGE, con Hugh Jackman e Christian Bale; il visionario INCEPTION, vincitore di 4 premi Oscar®, con Leonardo DiCaprio e Joseph Gordon-Levitt; il kolossal sci-fi, vincitore dell’Oscar® agli effetti speciali,INTERSTELLAR, con un grande cast capitanato da Matthew McConaughey e Jessica Chastain; e la trilogia sull’Uomo pipistrello, interpretato da Christian Bale, BATMAN BEGINS, IL CAVALIERE OSCURO e IL CAVALIERE OSCURO – IL RITORNO.

The White Lotus – stagione 3 sarà tutta incentrata sulla “morte”

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The White Lotus – stagione 3 sarà tutta incentrata sulla “morte”

Sebbene non si sappia molto su The White Lotus – stagione 3, la prossima stagione dell’acclamata serie The White Lotus della HBO, la star Carrie Coon ha dichiarato che il tema centrale dello show è quello della morte.

Parlando con Vanity Fair, la Carrie Coon ha dichiarato di non poter dire molto sulla serie, ma ha elogiato il suo “cast internazionale” e ha detto che lo show gioca con molte dinamiche interessanti. Una in particolare, come già toccato in precedenza, è la morte.

È un cast enorme. È un cast internazionale. E penso che stia giocando con alcune dinamiche davvero interessanti“, ha detto Coon. “Penso che sia qualcosa che continuerebbe a fare se glielo permettessero, perché credo che gli piacerebbe diventare più grande e più internazionale e mettere insieme gruppi di persone più strani – è questo che lo appassiona. E penso che sia importante in questo mondo, vedere persone che si scontrano tra loro in questo modo“.

Coon ha detto che lo show continua a fare satira sul mondo degli ultra-ricchi, e mentre le ultime due stagioni hanno riguardato i soldi e il sesso, questa si concentra completamente sulla morte.

Ovviamente sta facendo satira sui ricchi bianchi, e lo sta facendo molto bene. Sta parlando a persone che hanno bisogno di essere ascoltate in un modo davvero interessante“, ha detto Coon. “Ha avuto una stagione sui soldi e una sul sesso. E questa è la sua stagione sulla morte. Quindi ci troviamo in questo Paese buddista. Si scontra con alcune cose della mia vita in questo momento che sono davvero interessanti da pensare, e quindi mi sento incredibilmente gratificato. E la mia famiglia è incredibilmente stressata“.

Oltre a Coon, The White Lotus – Stagione 3 sarà interpretato anche da Leslie Bibb, Nicholas Duvernay, Arnas Fedaravičius, Christian Friedel, Walton Goggins, Scott Glenn, Sarah Catherine Hook e altri ancora.

Chi c’è nella terza stagione di The White Lotus?

Altri dettagli sulla terza stagione della serie antologica di successo di Mike White The White Lotus rimangono segreti. Secondo quanto riportato in precedenza, nella proprietà del White Lotus entrerà “una banda multigenerazionale”, tra cui “un patriarca, una donna dirigente d’azienda, un’attrice, una coppia di madri, una moglie di un country club, un disadattato e uno yogi“.

Charlotte Le Bon interpreterà un ruolo precedentemente affidato a Francesca Corney. Anche Julian Kostov sarà protagonista della serie, in un ruolo ancora non rivelato, dopo che la HBO ha interrotto i legami con Miloš Biković.

Lo show, attualmente in produzione in Thailandia, accoglierà anche nuovi membri del cast, tra cui Jason Isaacs, Christian Friedel, Dom Hetrakul, Morgana O’Reilly, Lek Patravadi, Shalini Peiris, Tayme Thapthimthong, Nicholas Duvernay, Arnas Fedaravičius e Lisa delle BLACKPINK.

The Instigators: le prime foto del thriller di Doug Liman con Matt Damon e Casey Affleck

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Sono state diffuse le prime immagini di The Instigators. The Instigators è un nuovo film thriller diretto da Doug Liman e interpretato da Matt Damon, Casey Affleck e Hong Chau. Entertainment Weekly ha condiviso le prime immagini del film in uscita ad agosto.

Le immagini, tramite un post di Discussing Film, sono riportate di seguito:

Cosa sappiamo di The Instigators?

Una rapina mal riuscita spinge due ladri a darsi alla fuga, trascinando con sé uno dei loro terapisti“, si legge nella sinossi del film. The Instigators è co-scritto da Casey Affleck e Chuck Maclean. Matt Damon produce il film insieme a Ben Affleck, Jeff Robinov, John Graham e Kevin J. Walsh. 

Casey Affleck e Chuck MacLean avevano creato dei personaggi fantastici e un mondo davvero divertente“, ha dichiarato Damon a Entertainment Weekly. “Più di ogni altra cosa, era la possibilità di lavorare con Doug e Casey insieme che mi entusiasmava di più. Ed è sempre bello tornare a Boston“.

Matt Damon, che non lavora con Liman dai tempi di The Bourne Identity del 2002, ha aggiunto: “Adoro lavorare con Doug. Non posso credere che ci siano voluti 20 anni per trovare qualcosa da fare insieme. Doug è una delle persone più creativamente tenaci che abbia mai conosciuto. Non si fermerà finché il film non sarà al massimo delle sue possibilità, e questa è la cosa migliore che si possa sentire da un regista. Mi fido completamente di lui“.

Casey Affleck ha paragonato il film a Fuga di mezzanotte del 1988 e a Butch Cassidey and the Sundance Kid del 1969. Ha anche sottolineato che ha sempre “voluto fare una commedia d’azione tra amici“.Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, Michael Stuhlbarg, Ving Rhames, Alfred Molina, Ron Perlman e Jack Harlow. The Instigators uscirà in sale selezionate degli Stati Uniti il 2 agosto 2024. Poi inizierà a essere trasmesso in streaming a livello globale su Apple TV+ il 9 agosto 2024.

Yellowstone: per Ian Bohen avrà il “miglior finale di serie della storia”

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La star di Yellowstone, Ian Bohen, che interpreta il ranchista Ryan, ha anticipato l’imminente conclusione del popolare dramma western di Paramount Network. Parlando con Entertainment Tonight, Bohen ha promesso ai fan in attesa che il finale della quinta stagione di Yellowstone sarà uno dei “migliori finali di serie” della storia della televisione. La serie Yellowstone dovrebbe tornare nel novembre 2024 per la seconda parte della quinta e ultima stagione.

I fan avranno la [migliore] conclusione che si possa scrivere. Tutto si svolgerà in modo perfetto. Molti show finiscono… e non ti soddisfano. Questo sarà completato in un modo che avrà senso. Non so se nessuna serie sia mai stata completata in modo così efficace“, ha proseguito. “Ci aspettiamo di avere il miglior finale di serie della storia. Forse sono troppo sicuro di me, ma credo che sarà così. Ringraziamo tutti per la pazienza… Varrà la pena aspettare, lo prometto“.

La quinta parte della stagione di Yellowstone non avrà come protagonista Kevin Costner

L’anno scorso è stato riferito che la star principale Kevin Costner non riprenderà il suo ruolo di John Dutton III nella seconda parte della quinta stagione di Yellowstone. La sua uscita di scena sarebbe stata dovuta a conflitti di programmazione con il progetto cinematografico di Kevin Costner e a divergenze creative. Nonostante la sua imminente conclusione, è stato confermato che un sequel di Yellowstone è attualmente in fase di sviluppo.

“La serie racconta la storia della famiglia Dutton, guidata da John Dutton, che controlla il più grande ranch di bestiame contiguo degli Stati Uniti“, si legge nella sinossi. “Tra alleanze mutevoli, omicidi irrisolti, ferite aperte e un rispetto duramente guadagnato, il ranch è in costante conflitto con coloro che confinano con lui: una città in espansione, una riserva indiana e il primo parco nazionale americano“.

Quando ritornerà in onda Yellowstone?

Il network ha annunciato in precedenza che la seconda metà della quinta stagione di Yellowstone, che chiuderà la serie principale, sarà trasmessa in anteprima a novembre. Anche se al momento non è chiaro se questo obiettivo sarà ancora realizzabile.

I precedenti commenti di Kevin Costner sulla situazione di stallo sono stati fatti durante la sua testimonianza all’udienza di divorzio alla fine del 2023, in cui ha affermato di essere in debito di 12 milioni di dollari per la seconda parte della quinta stagione, non ancora girata, dopo che la Paramount ha “abbandonato” le trattative. Il vincitore del Golden Globe ha anche detto che potrebbe portare lo show in tribunale per risolvere le loro divergenze.

L’uomo del giorno dopo: dal cast al libro, tutte le curiosità sul film

Nel corso della sua carriera l’attore e regista premio Oscar Kevin Costner ha preso parte ad ogni genere di film possibile, dal western al fantascientifico. Accanto a grandi successi come Balla coi lupi o Un mondo perfetto, si ritrovano poi anche film meno apprezzati, ma che negli anni hanno guadagnato la fama di cult. Uno di questi è il titolo del 1997 L’uomo del giorno dopo, diretto dallo stesso Costner e scritto da Eric Roth Brian Helgeland. È questa la seconda regia per Costner, che torna a misurarsi con il genere post-apocalittico dopo il film del 1995 Waterworld, ricordato anch’esso in modo contrastante.

L’uomo del giorno dopo è l’adattamento del romanzo di fantascienza Il simbolo della rinascita, scritto 1985 da David Brin, noto scrittore di diverse opere di questo genere. Costner rimase particolarmente affascinato dal messaggio di speranza che il libro lanciava, dove si configurava un’America futura dilaniata dagli scontri sociali e razziali, ma dove la rinascita di una nuova civiltà risulta ancora possibile. Brin, in particolare, voleva che la trasposizione del suo romanzo assomigliasse più ad un film L’uomo dei sogni (interpretato da Costner nel 1989) che non a Mad Max, dove invece ogni forma di speranza viene a mancare.

Nonostante le sue buone intenzioni, L’uomo del giorno dopo venne massacrato al momento della sua uscita, ottenendo incassi bassissimi e giudizi critici altrettanto negativi. Nel corso degli anni ha però ottenuto lo status di cult, dimostrandosi anche anticipatore di diverse tematiche oggi molto presenti negli Stati Uniti e nel mondo. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

L'uomo del giorno dopo cast

La trama di L’uomo del giorno dopo

La storia si apre nel 2013, in un territorio statunitense dove quindici anni prima si è verificato un conflitto che ha causato il crollo della società globale, decimando la popolazione e costringendo i sopravvissuti a dividersi in piccole comunità isolate. In questo nuovo contesto, bande di anarchici terrorizzano continuamente quanti vorrebbero invece poter tornare ad una pacifica normalità. La lotta per la sopravvivenza continua ad essere dunque l’unico valore ancora valido, che porta a scontrarsi tra loro anche quanti non vorrebbero essere costretti a farlo. A dettare regole e terrore, in particolare, vi è il gruppo degli Holnisti, miliziani armati comandati dal violento Generale Bethlehem.

In questo contesto si muove anche un misterioso straniero vestito da postino e per questo chiamato Portalettere. Sotto gli occhi increduli della gente, ormai avvezza alla diffidenza e al sospetto, l’uomo afferma di essere stato inviato dal nuovo governo nazionale per ripristinare le vie di comunicazione all’interno del Paese, a partire dalle vecchie lettere arretrate. Ben presto il Portalettere diventa un simbolo di speranza per un futuro migliore, tanto da ispirare le comunità a riprendere in mano la loro vita. Un cambiamento che Bethlehem non può però permettersi di far accadere, iniziando a contrastare con ogni mezzo le azioni del Portalettere.

 

Il cast del film

Sin da quando si iniziò a parlare di un adattamento cinematografico del libro di Brin, l’autore stesso indicò il premio Oscar Kevin Costner come attore da lui prediletto per il ruolo del protagonista. Rimasto affascinato dal progetto e dalle sue tematiche, Costner decise non solo di recitare nel film, ma anche di farne la sua seconda regia cinematografica. Per l’occasione, egli ebbe modo anche di sfoggiare le sue abilità equestri, destreggiandosi a cavallo in diverse scene. Costner in realtà si allenò al fine di poter interpretare quanti più stunt possibili, senza ricorrere così a controfigure. Nel film compaiono per la prima volta sul grande schermo i due figli dell’attore.

Nel ruolo dello spietato generale Bethlehem vi è invece l’attore Will Patton. Attore noto anche per film come Armageddon – Giudizio finale e Fuori orario. Egli aveva già recitato nei panni dell’antagonista di Costner nel film Senza via di scampo. Larenz Tate è Ford Lincoln Mercury, un giovane che si sentirà particolarmente ispirato dal Portalettere, affiancandolo nelle sue avventure. Olivia Wiliams è invece Abby, donna rapita da Bethlehem e che il Portalettere tenterà di salvare. Nei panni del sindaco di Bridge City compare invece il noto musicista Tom Petty. Proprio una decina di anni prima del film egli aveva dichiarato che avrebbe tanto voluto recitare in un film post-apocalittico.

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Le differenze tra il film e il libro

Oltre a condensare le trame, il film L’uomo del giorno dopo elimina anche alcuni personaggi ed elementi di fantascienza dalla storia. Una trama significativa nel libro è rappresentata dagli sforzi degli scienziati di Corvallis, nell’Oregon, di utilizzare un supercomputer artificialmente intelligente per aiutare a ricostruire la società. Allo stesso modo, nel libro i leader degli Holnisti sono super soldati che sono stati sottoposti a esperimenti militari per aumentare la loro forza e velocità. Il film elimina anche lo “Scudiero del Pan di Zucchero”, un leader di una comunità locale che il Postino cerca di arruolare per aiutarlo nella lotta contro gli Holnisti. Nel film, inoltre, il nome del protagonista non viene rivelato, mentre nel libro è Gordon Krantz.

Altre differenze sono che nel romanzo le principali città degli Stati Uniti sono state distrutte da diversi EMP e dal rilascio di armi biologiche. Nel film, poi, Nathan Holn, il fondatore degli Holnisti, è stato giustiziato qualche tempo prima degli eventi del romanzo. Gordon si allea con un tenace gruppo tribale composto da discendenti di allevatori, taglialegna e nativi americani, guidato da un veterano delle forze speciali nativo-americane, contro gli Holnisti, loro acerrimi nemici. Il romanzo si conclude con Gordon che scopre che gli Holnisti hanno un altro nemico organizzato a sud e identifica il loro simbolo: La Bandiera dell’Orso e gli Holnisti e i loro nemici si uniscono per far rinascere la civiltà.

Il trailer di L’uomo del giorno dopo e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. L’uomo del giorno dopo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 29 aprile alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

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