In occasione dell’uscita nelle sale
italiane di Eternals,
al cinema dal 3 novembre distribuito da The Walt Disney
Company Italia, il cielo di Roma è stato illuminato da
duecento droni che hanno realizzato una spettacolare coreografia
vicino una delle sette meraviglie del mondo moderno: il
Colosseo.
L’imponente sciame di droni ha
sorvolato il Foro Romano all’interno del Parco Archeologico del
Colosseo creando una magica atmosfera tra storia, cultura,
tecnologia e creatività. I droni si sono sollevati dalla splendida
terrazza degli Horti Farnesiani e dalla Casa delle Vestali creando
una suggestiva scia luminosa che si è trasformata in una
costellazione tridimensionale ispirata al film, per poi formare
l’atteso titolo “Eternals”, largo oltre 130 metri e la scritta “Solo
al cinema”. La coreografia è stata visibile da molti luoghi della
capitale come dal Tempio di Venere e Roma, da dove hanno assistito
allo spettacolo il cast e la regista: Chloé Zhao,
Richard Madden,
Gemma Chan,
Angelina Joliee
Kit Harington.
L’operazione si è svolta grazie al
lavoro di quarantasette professionisti tra italiani e francesi,
diretti da Luca Toscano del Gruppo Artech e resa possibile dal
grande sforzo collaborativo delle istituzioni coinvolte. Un video
emozionale è stato realizzato con la direzione creativa e
produzione di T3KNE, e le riprese in volo di Skyters Drone, da
terra di BRAD&K Production.
Il terzo film della Fase Quattro
dell’Universo Cinematografico Marvel – diretto da Chloé Zhao, regista premio Oscar® per
Nomadland – porta sul grande schermo un’epica storia che
abbraccia migliaia di anni e vede protagonisti un nuovo team di
Super Eroi immortali, costretti a uscire dall’ombra per unirsi
contro il più antico nemico dell’umanità, i Devianti. Ad
interpretarli un cast che include Richard Madden, Gemma Chan, Kumail Nanjiani, Lia McHugh,
Brian Tyree Henry, Lauren
Ridloff, Barry Keoghan, Don
Lee,Kit
Harington,
Salma Hayek e
Angelina Jolie. Eternals arriverà nelle sale
italiane mercoledì 3 novembre, distribuito da The Walt Disney
Company Italia.
Arriva il 29 ottobre in esclusiva
su AppleTV+ la nuova serie originale che la piattaforma ha affidato
al genio di Reggie Rock Bythewood, si intitola
Swagger e ci accompagna un po’ per mano, un
po’ a spintoni, nel mondo del basket giovanile. Seguendo la
parabola sportiva di Jace Carson (Isaiah Hill),
teenager atleta molto promettente, Swagger ci accompagna tra spogliatoi,
palestre, scuole e uffici di rappresentanti sportivi, insomma,
tutti gli ambienti che accolgono il giovane Jace a caccia del suo
sogno di giocare nel NBA.
Abbiamo avuto il piacere di
incontrare (anche se attraverso uno schermo, con chilometri di
Oceano Atlantico a dividerci) i protagonisti di questa storia, che
svelano immediatamente il segreto di Swagger: la serie vede trai produttori
esecutivi la stella Kevin
Durant, alla cui giovinezza è ispirata la storia che
ci viene raccontata.
Tristan Mack
Wilds, che interpreta il personaggio di Alonzo, è stato
però molto chiaro in merito a questa ispirazione dalla vita vera.
Secondo Wilds, infatti, tutta la storia è una riscrittura
dell’esperienza di Durant, così ci troviamo di fronte personaggi
che, seppure basati su persona reali, sono comunque il risultato di
una elaborazione, prima in fase di scrittura e poi in fase di
costruzione del personaggio stesso. Secondo Wilds, l’ispirazione
per il suo personaggio è “un’amalgama di diversi personaggi, si
rifà a quei giovani che hanno grandi idee ma nessuno li ascolta,
principalmente però ho fatto tante ricerche su Sonny Vaccaro,
guardando documentari e leggendo libri sulla sua carriera. Guardare
come si è mosso nella struttura amministrativa della Nike, e come
ha messo a punto contratti personalizzati con atleti del calibro di
Michael Jordan o Coby Briant. È
stato sicuramente la persona a cui mi sono ispirato e che ha
cercato di capire cosa accadeva dietro alle porte chiuse, che ha
creato il pandemonio dietro alle scarpe da ginnastica.” E
proprio nei giorni in cui le nuove Jordan vanno a ruba anche in
Italia, si capisce perfettamente a quale “pandemonio”
Wilds si riferisca.
Quvenzhané Wallis e Caleel Harris sono Crystal e Musa in
Swagger
Swagger vede nel cast anche una serie di
giovani talenti, trai quali Quvenzhané Wallis (che
abbiamo amato, molti anni fa in Re delle Terra Selvaggia) e Caleel
Harris, che interpretano rispettivamente Crystal e
Musa.
Harris ha pochi dubbi, quando gli
viene chiesto il motivo del suo sì a questo progetto: “Per
Reggie, quando ci siamo incontrati mi ha portato nel suo ufficio e
mi ha presentato così dettagliatamente il progetto, e poi ne era
così appassionato, che sapevo che sarebbe stato speciale. Poi ho
detto sì anche per via del basket, volevo sfidarmi e imparare
qualcosa in cui non ero bravo. Mi sono ispirato a Michael B. Jordan
che si è completamente trasformato per Creed, sono molto contento
perché credo che il mio sforzo sia valso la pena, credo che sia
venuto poi fuori un bel lavoro.”
Diverso per Wallis che, dopo
l’esordio folgorante con tanto di nomination agli Oscar nel 2013,
ha quasi smesso di lavorare: “Per me è stato un progetto
provvidenziale, era un periodo difficile perché non stavo lavorando
molto, facevo audizioni ma non andavano mai bene, continuavo a
ricevere dei rifiuti. È stato difficile, non dico che ho mollato ma
ho cominciato a cercare altre strade. Poi è arrivata l’audizione
per Swagger ed ero molto titubante per prevedeva che sapessi
giocare a basket, non sapevo farlo, ero molto indecisa ma per
fortuna mia madre mi ha convinta a fare l’audizione. Poi ho parlato
solo una volta con Reggie, e mi ha dato così tanta fiducia, si è
mostrato così appassionato per il progetto e mi ha detto da subito
che io ero Crystal. Non c’è stato più verso di potermi dire di
no.”
Non c’è però squadra che tenga
senza un allenatore che riesca a tenere testa e a guidare questi
giovani talenti del parquet. O’Shea Jackson Jr.
interpreta Ike, una piccola leggenda del basket a cui viene
affidato il talento del protagonista Jace.
“Molte relazioni tra persone
che si incontrano a un certo punto della vita sono sempre
complicate. Non si tratta di qualcuno con cui sei cresciuto, ma di
qualcuno che piomba nella tua vita di punto in bianco – ha
detto Jackson, in merito alla relazione tra Ike e Jace – C’è
sempre una quantità di rispetto che va guadagnata, da entrambe le
parti. Io ho sempre lavorato con persone con le quali c’era una
certa chimica, ma sapevo che qui era più importante perché con
Isaiah (R. Hill, ndr) dovevo avere una relazione che fosse da una
parte di competizione, ma dall’altra di maestro e allievo, che poi
si trasformava in una relazione conflittuale e poi in una relazione
padre/figlio. È eccitante per me essere in un momento della mia
carriera in cui qualcuno mi chiede consigli e Isaiah è un ragazzo
speciale, mi ha chiesto tanti consigli e dritte. Per me è stata una
responsabilità molto importante e sarò sempre qui per lui. Penso
che le persone vedranno una vera amicizia tra me e lui, un’amicizia
cresciuta mentre lavoravamo insieme.”
O’Shea Jackson Jr. e Isaiah Hill in ‘”Swagger”
Photo Credit: Courtesy of Apple
Shinelle Azoroh
interpreta la madre di Jace, Jenna, e ovviamente per costruire
questo personaggio, l’attrice ha studiato qualche filmato di
repertorio e interviste che vedevano protagonista la mamma di
Kevin Durant, tuttavia il personaggio di Jenna è
anche il risultato di elementi universali e del talento
dell’attrice che è riuscita a dare un volto omogeneo a tutti gli
spunti per il personaggio. Parlando di Jenna, Azoroh spiega:
“Lei è consapevole che suo figlio è molto talentuoso, ma sa
anche che spesso le giuste decisioni sono fondamentali, più del
talento. Jenna lo valorizza, gli riconosce il suo talento
istintivo, ma sa anche che quel talento va indirizzato e coltivato,
fatto crescere con le decisioni giuste. Più in fondo, è una mamma
che considera suo figlio ancora piccolo e vuole ancora proteggerlo
da tutto il mondo che a breve lo divorerà. Vuole dirgli che deve
occuparsi di lui ancora per un po’.”
A capo di questa grande famiglia
che è Swagger c’è Reggie Rock
Bythewood, ideatore, sceneggiatore, produttore, regista,
mente unica dietro al lavoro di molti. Proprio sul lavoro di
squadra, Bythewood fonda il successo della sua serie: “Volevo
realizzare qualcosa che fosse elevato, quindi ho deciso di
costruire una writers room di grande talento. Qualche mio
collaboratore gioca a basket, due di loro sono portoricani, uno è
un genitore, ci sono donne molto in gamba, c’era una ricca varietà
di persone. La diversità di questo gruppo è diventata la ricchezza
della nostra sceneggiatura, per riuscire a trovare una scrittura
che fosse interessante per i nostri spettatori e per lo show.
Abbiamo cercato di essere all’altezza delle aspettative e di essere
il più inclusivi possibile.”
Swagger è l’ennesimo prodotto
Appletv+ che conferma l’attenzione della
piattaforma per la diversificazione del prodotto e l’attenzione a
un pubblico sempre più vario e ricco. In merito a questo ambiente
così attento alla diversità, Bythewood ha dichiarato: “Credo
sia importante riflettere il mondo in tutta la sua varietà. Quando
ho cominciato a lavorare, era difficile trovare persone come me che
operavano in questo campo, ma le persone hanno sempre voluto
ascoltare nuove storie da tanti punti di vista, e credo che sia un
grado superiore di consapevolezza quello che stiamo
raggiungendo.”
Swagger è disponibile su
Appletv+ dal 29 ottobre con i primi 3 episodi e
poi con un episodio a settimana, ogni venerdì, fino al 17 dicembre
2021.
Anche i supereroi del MCU
hanno bisogno di amici. Tutti i superpoteri del mondo non possono
riparare un cuore solitario e, dopo una lunga giornata spesa a
combattere il crimine e sconfiggere i cattivi, chi non vuole
rilassarsi con un amico intimo e confidente? In effetti, i
supereroi potrebbero avere bisogno di veri legami affettivi, più di
qualsiasi essere umano.
I supereroi Marvel
non sono l’eccezione a questa regola. Nel corso degli anni, molti
dei migliori e più brillanti eroi del MCU
hanno formato amicizie durature che sono diventate indissolubili
nel tempo. Queste rapporti hanno superato la prova del tempo,
diventando iconici quasi quanto i supereroi che hanno reso la
compagnia un titano dell’industria.
Il Professor X e Magneto
Charles
Xavier e Erik Lensherr hanno dato vita a
una delle dinamiche più complesse dei fumetti americani. A volte
amici, a volte nemici, la rivalità tra il Professor X e Magneto
rimanda a sogni e incubi shakespeariani. Si rispettano e apprezzano
la reciproca compagnia, questo è vero. Infatti, Xavier potrebbe
essere l’unica persona di cui Magneto si fida.
Nonostante ciò, sono costantemente
in contrasto tra loro. La loro visione del mondo non potrebbe
essere più diversa, e le loro differenze fondamentali rendono le
loro interazioni ancora più caotiche. Eppure, trovano un terreno
comune quando la situazione lo richiede e, nel corso della loro
storia, sono stati amici tante volte quanto sono stati rivali.
Wolverine e Nightcrawler
I fan dei fumetti sanno che
Wolverine non ha un carattere troppo
espansivo: dimostra infatti diversi problemi di fiducia, tendendo
sempre a preferire il comfort della solitudine. Dall’altro lato,
l’allegro Nightcrawler è amichevole con tutti e
apprezza il contatto umano. I due si sono uniti alla seconda
generazione degli X-Men e, dopo un inizio difficile, sono diventati
sparring partner e, infine, migliori amici.
Logan si riferisce notoriamente a
Kurt come “Elfo”, e i due si divertono a prendersi in giro a
vicenda con affetto, sapendo che l’altro in fin dei conti si
diverte. Durante le numerose missioni degli X-Men, questi due si coprono sempre le spalle
a vicenda. Il loro legame è così forte che Logan si sente a suo
agio nel dichiarare il suo amore per Kurt e per un personaggio
solitario come Logan, questo la dice lunga.
Captain America e Bucky Barnes
Capitan
America e Bucky Barnes rappresentano uno dei legami più
duraturi del MCU,
fin dall’Età dell’Oro dei fumetti. Tuttavia, il MCU
ha fatto l’impossibile e ha reso la loro amicizia ancora più
avvincente. Infatti, la connessione di Steve Rogers e Bucky Barnes
precede le loro identità di supereroi, essendo amici d’infanzia che
sono letteralmente cresciuti insieme.
La loro amicizia è sopravvissuta a
guerre, battaglie intergalattiche, S.H.I.E.L.D.,
HYDRA e tutto il resto. Alcuni considerano il loro
legame romantico, e molti fan si divertono ad esplorare una
potenziale relazione “Stucky” attraverso fanart e
fanfiction. Tuttavia, che siano romantici o platonici, Steve e
Bucky condividono un legame innegabile che probabilmente non si
spezzerà mai.
Capitan Marvel e Spider-Woman
I fumetti, in generale,
presentano una distinta mancanza di amicizie femminili. Tuttavia,
quelle che esistono sono a dir poco spettacolari, come il legame
tra Carol
Danvers e Jessica Drew nel MCU.
Le due si sono incontrate quando Jess ha portato una Carol quasi
morta all’ospedale dopo l’incontro di quest’ultima con
Rogue. Da lì, è sbocciata una bellissima amicizia,
che perdura tutt’ora.
Avengers Anual #10
è la storia definitiva della coppia, ma la loro complicità si è
evoluta nel corso degli anni. Insieme, sono entrati in nuovi
capitoli delle loro vite, sapendo sempre di poter contare l’uno
sull’altra, se la situazione lo richiedeva. Ad un certo punto,
durante la gravidanza di Jess, Carol le prende persino un
appuntamento con “uno dei migliori ospedali di maternità della
galassia”. Ora, questa si chiama amicizia!
Misty Knight & Colleen Wing
Collettivamente conosciute
come le Figlie del Drago, Misty Knight e
Colleen Wing sono uno dei duo più famosi del
MCU.
Wing, un’artista marziale giapponese, e Knight, un ex poliziotto
della polizia di New York con un braccio bionico, hanno formato
un’amicizia che dura da più di quarant’anni.
Insieme, hanno fondato la
Knightwing Restorations, un’agenzia specializzata
nella ricerca di persone scomparse. Hanno anche combattuto figure
criminali come Ricadonna e Steel
Serpent. Misty e Colleen non hanno un attaccamento
eccessivamente sentimentale; invece, hanno un’immensa empatia e si
capiscono davvero, per non parlare del loro continuo sostegno alle
imprese dell’altra. E alla fine, questo è ciò che consolida le vere
amicizie.
Rocket Racoon e Groot
Come ha fatto con Bucky e
Steve, il MCU ha anche
ampliato un’altra amicizia duratura dei fumetti, ovvero quella tra
Groot e Rocket. Questi due furfanti hanno una delle
relazioni più caotiche e stratificate di sempre, nonostante il
fatto che uno sia un procione geneticamente potenziato, e l’altro
sia letteralmente un albero parlante con un vocabolario
limitato.
Eppure, il loro legame è genuino e
sorprendentemente dolce. Non hanno fatto amicizia istantaneamente,
ma hanno imparato a stare bene l’uno con l’altro, sviluppando la
loro connessione fino a formare il legame che tutti conoscono e
amano oggi, e il loro affetto è cresciuto sempre più.
L’Uomo Ragno e la Torcia Umana
L’Uomo
Ragno ha stretti rapporti con molte figure di spicco
dell’Universo Marvel. Dopo tutto, è il loro
amichevole vicino di casa. I fan conoscono il suo legame con
Deadpool e la sua amicizia finita male con il
futuro Green Goblin, Harry Osborn. Tuttavia, la
sua collaborazione con Johnny Storm, alias la
Torcia Umana, rimane la più memorabile.
Il loro legame risale agli anni ’60.
Quando si incontrarono per la prima volta, non si piacevano perché
Peter si era introdotto nel Baxter Building
cercando di impressionare la Prima Famiglia della Marvel.
Tuttavia, trovarono presto un terreno comune, e negli anni ’70, la
loro amicizia cominciò ad essere sviluppata negli archi narrativi.
Johnny ha persino aiutato Peter a costruire la
Spider-Mobile e poi gli ha insegnato a guidarla.
Hanno avuto i loro alti e bassi, ma il loro legame si è solo
rafforzato nel corso degli anni.
Mr. Fantastic e La Cosa
La prima famiglia della
Marvel
ha un posto privilegiato nella storia dei fumetti. La loro dinamica
stratificata e confusionaria è stata la prima a nascere, rendendoli
quattro degli eroi con cui è più facile empatizzare.
Una delle basi di questa famiglia
imperfetta era il legame precedentemente stabilito tra Reed
Richards e Ben Grimm. La loro strana
dinamica di coppia era nota fin dal primo giorno, quando nacque una
scintilla innegabile tra i due. Sono diventati poi partner
professionali, condividendo un sodalizio radicato nel rispetto e
nell’ammirazione reciproca.
Luke Cage e Iron Fist
I fan dei fumetti conoscono
Iron Fist come un ragazzo gioviale e di mentalità
aperta che si dà il caso sia un eroe. D’altra parte, Luke Cage è più stoico e metodico ma
altrettanto premuroso. Insieme, hanno formato una delle partnership
più intriganti degli anni ’70. Le loro storie privilegiavano
l’umorismo e lo sviluppo dei personaggi rispetto all’azione,
creando una formula unica per il successo.
Dalle loro prime avventure insieme
come Heroes for Hire, Luke e Danny sono rimasti
strettamente associati. Non hanno ancora raggiunto un punto in cui
farebbero qualsiasi cosa l’uno per l’altro, ma si completano a
vicenda perfettamente, e l’Universo Marvel ha fatto un balzo in avanti
grazie a questa amicizia.
Matt Murdock e Foggy Nelson
Molte amicizie
Marvel
raffigurano due eroi che trovano un terreno comune a causa delle
loro situazioni simili. Tuttavia, pochi si concentrano su un
supereroe e un umano normale che riescono comunque a far funzionare
le cose, il che rende la partnership di Matt Murdock e Foggy Nelson
ancora più speciale.
Il personaggio di Foggy ha subito
notevoli cambiamenti dalla sua introduzione. Oggi, è spesso ridotto
ad essere il rilievo comico in contrasto con il suo amico troppo
pessimista, ma Foggy e Matt hanno condiviso una dinamica molto
complessa durante l’Età del Bronzo. Sono comunque riusciti ad
essere vicini e leali l’uno all’altro nonostante le loro molte
differenze, il che riassume perfettamente la loro amicizia. Foggy e
Matt hanno messo da parte le loro differenze per il bene del loro
legame, capendo che l’affetto che li unisce è più importante di
qualsiasi differenza caratteriale.
Entra nel vivo il programma di
Lucca Comics & Games 2021
per la seconda giornata di festival, sabato 30 ottobre, che
culminerà nella serata di premiazione nel corso della quale saranno
annunciati i vincitori dei Lucca Comics & Games
Awards, ovvero gli “Oscar” italiani del fumetto e del
gioco (ore 21.00, Teatro del Giglio). La serata di premiazione, cui
potrà partecipare anche il pubblico possessore di biglietto
del festival (previa prenotazione entro il 30
ottobre ore 11:00: https://bit.ly/2ZlmVy7), precede lo
speciale di Wonderland in onda su RAI 4 in seconda serata che
racconterà con clip e materiali esclusivi i vincitori di questa
edizione 2021.
Tra gli ospiti della giornata: la
prima volta a Lucca Comics & Games
di Roberto Saviano, che presenta al festival
il suoi esordio nel graphic novel con Sono Ancora
Vivo (Bao Publishing), un’opera molto personale in cui il
giornalista e scrittore si racconta in un’opera molto personale
realizzata dalla mano eccelsa del fumettista e illustratore
israeliano Asaf Hanuka (ore 11.00, Teatro del
Giglio); Maccio Capatonda, accompagnato da
Herbert Ballerina e Valerio Desirò, per presentare il suo nuovo
podcast per Audible (ore 21.30, Auditorium San
Francesco); Sio con il
suo La bambina che voleva diventare un
sasso(Feltrinelli Comics), una storia per bambini che parla
anche agli adulti (ore 12.30, Auditorium San Francesco),
accompagnato dalla musica e dalla compagnia di Fabio
Antonelli; Ensi, uno dei più importanti
rapper italiani, vera e propria icona del freestyle, presenta in
anteprima a Lucca il suo nuovo progetto, il graphic
novel Santuario 2105, in uscita per BeccoGiallo
editore il 4 novembre (ore 14.30, San Giovanni).
Sergio Bonelli
Editore rinnova la collaborazione con Lucca Comics & Games attraverso una
conferenza dal vivo sugli 80 anni della Casa editrice (ore 16.00,
San Giovanni) che sarà trasmessa, come è avvenuto l’anno scorso,
sui canali Twitch e YouTube e sui profili social del Festival e
della casa editrice. Nuovo appuntamento per il format Rock
‘n’ Comics con Caparezza (ore 14.00, San
Francesco), in dialogo insieme a Simone Bianchi, Andrea Rock e
la partecipazione del caricaturista Frank Federighi, per
presentare l’unveil della variant cover del suo ultimo geniale
album Exuvia, un eccezionale pop-up creato
per lui proprio dalla superstar a fumetti Bianchi.
L’UNICEF Italia e lo
streamer POW3R porteranno
a Lucca Comics & Games la loro
speciale collaborazione dedicata al mondo dei giovani e del
gaming: un evento che vedrà Pow3r in dialogo con il Direttore
dell’UNICEF Italia Paolo Rozera, affiancati da Emilio Cozzi,
giornalista ed esperto di cultura videoludica (ore 15.30,
Teatro del Giglio).
Il programma dell’Area Movie ospiterà due speciali masterclass:
alle 13.30 (Cinema Astra) dopo al proiezione di Yaya &
Lennie. The Walking Liberty, il
regista Alessandro Rak insieme a Marino
Guarnieri e Dario Sansone incontreranno il pubblico del festival;
sempre al Cinema Astra alle ore 14.00 appuntamento con la
masterclass dedicata a Encanto, film targato Walt
Disney Animation Studios nelle sale dal 24 novembre, con la
proiezione di contenuti esclusivi alla presenza degli artisti
italiani Giovanni
Rigano e Massimo Rocca che
hanno realizzato la Graphic Novel Global del film. Appuntamento
dedicato ai più piccoli, grazie a Rainbow e Rai Ragazzi, con
l’anteprima di Pinocchio and Friends – anteprima
mondiale con la speciale partecipazione dei protagonisti Pinocchio
e Freeda e del creatore Iginio
Straffi (ore 14.30, Cinema Centrale). Tra le
proiezioni della giornata: The
Night House – La Casa Oscura (ore 19.00, Cinema
Centrale); Meander, sci-fi thriller claustrofobico di
Mathieu Turi (ore 17.00, Cinema Centrale). Dall’universo Warner
Bros, anteprima della serie tv targata DC Superman
& Lois (ore 18.00, Cinema Astra), oltre ad una
speciale Matrix Night con la proiezione del
primo capitolo e contenuto speciale da Matrix resurrections e un
contenuto speciale con interviste al cast del nuovo Matrix:
Resurrections (ore 20.30, Cinema Astra).
Per
l’area videogames l’appuntamento
principale è nella splendida cornice dell’Auditorium San Romano,
anche quest’anno polo e-sportivo della manifestazione e
rinominato Esports Cathedral, con
il Pokémon Lucca Party, che si svilupperà
durante tutta la giornata del 30 ottobre celebrando le simpatiche
creaturine arrivate ormai al loro 25° anno di vita. Il tutto si
svolgerà in compagnia della community di Pokémon
Millennium. Durante la mattinata si terrà uno speciale
Invitational giocato su Pokémon Spada e Scudo con
quattro importanti giocatori italiani che si sfideranno senza
esclusione di colpi. Nel pomeriggio invece ecco la finale del
Community Challenge giocato su Pokémon Unite, con importanti
creator come Froz3n, PokeTonx e Dario Moccia. Approfondimenti e
talk dedicati ad altri titoli del franchise completano poi il
programma della giornata, che potrà essere seguita in presenza (nel
rispetto delle regole di sicurezza) o attraverso il canale Twitch
di Pokémon Millennium.
Dall’universo fantasy, appuntamento
con Fiore Manni e Michele
Monteleone che presentano Nel buio della
casa (ore 14.30, Auditorium Fondazione Banca del Monte),
il loro primo romanzo scritto a quattro mani (Sperling & Kupfer), e
dal mondo del gioco alle 15.00 (Real Collegio) appuntamento con
Gioca con l’Autore con Andrea Angiolino, tra
i creatori di Isla Dorada, e alle 17.30 (Sala Hotel San Luca)
Asmodee organizzerà (al festival come nei campfire aderenti) dei
tornei di Ticket to Ride in una edizione speciale, dedicata proprio
al Milite Ignoto.
Treccani a Lucca vuole
celebrare Dante Alighieri con la
presentazione del volume di Treccani dedicato alla storia delle
illustrazioni della Divina Commedia (ore 17.00, Auditorium del
Suffragio) analizzando la relazione tra immagini e parole durante
un dialogo tra Massimo Bray (direttore generale di Treccani); Lina
Bolzoni (critica letteraria) e Eike Schmidt (direttore delle
Gallerie degli Uffizi). Inoltre, il maestro Paolo Barbieri, artista
del promotion poster di Lucca 2021, performerà dal vivo realizzando
e commentando una tavola inedita, dedicata all’opera immortale del
Sommo Poeta. Il polo fiere ospiterà le riproduzioni di tavole di
due maestri che hanno segnato la storia del manga, Kazuo Kamimura
(L’età della convivenza, Lady Snowblood, Il club delle divorziate,
Una Gru Infreddolita, Storia Di Una Geisha, I Fiori del Male
portati in Italia da J-Pop) e Baron Yoshimoto (Seventeen, J-Pop),
pioniere del gekiga, che è stato uno dei primi mangaka a lavorare
negli Stati Uniti.
Oggi, in occasione del panel
dedicato a The
Witcher a Lucca Comics & Games, la
showrunner Lauren Schmidt Hissrich, i membri del cast Joey Batey
(Jaskier) e Kim Bodnia (Vesemir), il production designer Andrew
Laws e la costume designer Lucinda Wright hanno sorpreso i fan con
il lancio in anteprima mondiale dell’attesissimo trailer della
seconda stagione della serie.
Confermati
Henry Cavill (Mission:
Impossible – Fallout, Justice League) nel ruolo di Geralt
di Rivia, Anya Chalotra (Agatha Christie – La serie
infernale, Wanderlust) nel ruolo di Yennefer e
Freya Allan (La guerra dei mondi, Into The
Badlands) nel ruolo di Ciri e Joey Batey (Knightfall,
Strike) nel ruolo del personaggio più amato dai fan:
Jaskier.
Si uniranno al cast per la seconda
stagione Yasen Atour (Young Wallander) che interpreterà
Coen, Agnes Bjorn (Monster) nel ruolo di Vereena, Paul
Bullion (Peaky Blinders) che interpreterà Lambert, Thue
Ersted Rasmussen (Fast and Furious 9) nel ruolo di Eskel,
Aisha Fabienne Ross (The Danish Girl) nel ruolo di Lydia,
Kristofer Hivju (Il Trono di
Spade) che interpreterà Nivellen e Mecia Simson, nel ruolo
di Francesca.
La serie The
Witcher sarà diretta da Stephen Surjik
(The Umbrella Academy) per gli
episodi 02×01 e 02×02, Sarah O’Gorman (Cursed) per gli
episodi 02×03 e 02×04, Ed Bazalgette (The Last Kingdom) per gli
episodi 02×05 e 02×08 e Geeta V. Patel (Meet The Patels)
per gli episodi 02×06 e 02×07.
Riconfermati inoltre nei propri
ruoli MyAnna Buring (Kill List) Tissaia,
Tom Canton (Good Karma Hospital)
Filavandrel, Lilly Cooper (Peterloo)
Murta, Jeremy Crawford (Titans) Yarpin
Zigrin, Eamon Farren (Twin Peaks) Cahir,
Mahesh Jadu (Marco Polo) Vilgefortz,
Terence Maynard (Maledetto) Artorius,
Lars Mikkelson (House of Cards)
Stregobor, Mimi Ndiweni (Black Earth
Rising)Fringilla Vigo, Royce Pierreson
(Judy) Istredd, Wilson Radjou-Pujalte
(Hunter Street)Dara, Anna Shaffer
(Harry Potter)Triss Merigold, Therica Wilson
Read (Young Wallander) Sabrina.
La showrunner e produttrice
esecutive di The
Witcher, Lauren Schmidt Hissrich, ha dichiarato:
«Anche per la seconda stagione è stato mantenuto un altissimo
livello artistico del cast. Sophie Holland e il suo team hanno
nuovamente selezionato i migliori attori per incarnare questi
personaggi, siamo entusiasti di vedere queste nuove storie prendere
vita sotto la direzione di registi tanto affermati.»
The Witcher 2:
trama
Nella seconda stagione di The
Witcher, convinto che Yennefer sia morta
nell’epica battaglia di Colle Sodden, Geralt di Rivia porta Ciri
nel luogo più sicuro che conosce, la sua casa d’infanzia, Kaer
Morhen. Mentre i re, gli elfi, gli umani e i demoni del Continente
lottano per la supremazia fuori dalle sue mura, Geralt di Rivia
deve proteggere la ragazza da qualcosa di molto più pericoloso: il
misterioso potere dentro di sé.
The
Witcher, serie fantasy basata sull’omonima saga
bestseller, è il racconto epico di una famiglia e del suo destino.
Geralt di Rivia, un solitario cacciatore di mostri, lotta per
trovare il proprio posto in un mondo in cui le persone spesso si
dimostrano più malvagie delle bestie. Il suo destino si intreccerà
poi con quello di una potente strega e una giovane principessa con
un pericoloso segreto. I tre si ritroveranno ad attraversare
insieme un mondo sempre più instabile.
Giovedì 28 ottobre,
data di uscita nelle sale del film Freaks
Out, il regista Gabriele Mainetti e
l’interprete Claudio Santamaria hanno incontrato il
pubblico milanese per una lezione di cinema con il critico
Gianni Canova. Il Cinema Anteo ha accolto
gli ospiti nella sala Excelsior, creando un piacevole spazio
d’incontro e permettendo un dialogo entusiasmante tra regista,
attore, cinefili e fan.
Freaks out: la trama e i
personaggi
Freaks
Out racconta la storia di
quattro freaks, quattro fenomeni da baraccone che durante la
Seconda guerra mondiale vedono il proprio circo venire distrutto
dai bombardamenti. Dopo la scomparsa di
Israel (Giorgio Tirabassi), loro
direttore e padre putativo, Fulvio, Cencio,
Matilde e Mario vagano nella Roma del 1943
alla ricerca di un luogo in cui la loro diversità possa essere
accettata. In un racconto ucronico, i protagonisti percorrono un
viaggio di formazione che li porta a esplorare il brutale mondo
esterno ma soprattutto la loro interiorità.
In un periodo storico in cui la
diversità è fortemente perseguitata, Fulvio è un uomo
lupo. Cencio (Pietro
Castellitto) è un ragazzo albino in grado di
comunicare con gli
insetti. Matilde (Aurora
Giovinazzo) è la ”ragazza elettrica”, terrorizzata dal suo
stesso potere. Mario (Giancarlo
Martini) è un adulto con la testa da bambino dotato di
forza magnetica. I protagonisti non sono gli unici freaks, gli
outsider della storia. Il direttore del circo nazista,
Franz (Franz Rogowsky), è dotato di sei
dita e prevede il futuro. Anche i partigiani sono freaks a loro
modo: c’è ”il gobbo”, ”il guercio”, chi è mutilato.
Lezione di cinema con i Freaks
Ieri, grazie alla lezione di cinema
organizzata all’Anteo di Milano, Gabriele
Mainetti e Claudio Santamaria hanno
dato modo al pubblico di esplorare con loro la magia che sta dietro
a Freaks
Out. L’evento, moderato dal professore e critico
cinematografico Gianni Canova, è stato un
piacevole dialogo tra il palco e la platea, in cui domande non
banali hanno incontrato risposte cariche di entusiasmo e
passione.
Non appena sale sul palco,
Gabriele Mainetti confessa la sua felicità:
”È bello eh? É una grande emozione, voi siete il mio primo
vero pubblico, quello che serve, le persone per cui noi facciamo
veramente questo lavoro.” Tornare nelle sale è emozionante per
il regista come per l’attore Claudio Santamaria.
I due si riuniscono sul set di Freaks out
dopo la collaborazione in Lo chiamavano Jeeg Robot,
opera prima di Maietti che ha collezionato 8
David di Donatello e 3 Nastri d’argento.
La costruzione del freaks di
Santamaria
Nel film,
Santamaria è Fulvio, l’uomo lupo dotato
di forza sovrumana, scorbutico e cinico ma anche protettivo nei
confronti degli altri protagonisti. Parlando del suo personaggio,
ispirato ad un uomo ipertricotico esistito
davvero, Claudio Santamaria scherza ”Ma
io in realtà nel film non c’ero.” Interpretare il personaggio,
completamente coperto dal pelo, è stato il lavoro più duro della
sua carriera. Girare il film d’estate con quattro ore di trucco al
giorno, è stato difficilissimo. Però confessa: ”Se la
preparazione di Jeeg è stata più dura per altri aspetti,
in Freaks out mi sentivo più maturo. Fulvio
ha una maschera molto forte, bisognava trovare una personalità
che uscisse fuori da questa maschera. Avevo una libertà nella
costruzione del personaggio notevole, ho lavorato molto
d’improvvisazione. Essendo Fulvio un personaggio di
spettacolo, mi ha permesso di attingere molto anche alla mia
carriera e al mio passato.”
Santamaria
evidenzia l’importanza delle prove, il lavoro sul proprio passato,
sulle discriminazioni vissute lui stesso. Mainetti
conferma e aggiunge: ”É bello come l’attore prenda da un
gesto la storia del personaggio.”
Nell’interiorità dei freaks
Parlando del messaggio alla base del
film, Claudio Santamaria rivela:
”Possiamo parlare di maschera, di pelo, di diversità ma la cosa
fondamentale per sospendere l’incredulità e dare credibilità a
questi personaggi era lavorare su una costruzione forte di
relazioni tra di loro. Costruire questo fratello maggiore
(Fulvio) che si prende cura degli altri freaks e questo padre
putativo che è Israel.”
Il discorso sul padre è forte nel
film. Mainetti racconta come Nicola
Guaglianone, autore del soggetto del film, abbia attinto
alla propria vicenda personale per l’idea di Freaks
out. ”I personaggi del film guardano a quello che
è il mondo mio e di Guaglianone.
Nicola ha perso suo papà e voleva raccontare
quell’ossessiva ricerca del padre come una possibile protezione a
tutto. Una protezione che, quando tuo papà non c’è più non riesci a
trovare e che, una volta adulto, nessun padre può darti.”
I dettagli della realizzazione del
film
Mainetti affascina
poi il pubblico raccontando il modo in cui lavora con l’immagine,
gli attori, la musica. ”Il film ha una macchina ipercinetica,
che non trova pace, ma mette in scena un concerto virtuoso, che è
quello del movimento attoriale.”
Gli effetti speciali e i costumi in
Freaks
Out sono ciò che balza all’occhio del
pubblico. ”Ogni scena è il risultato di un concerto di
scenografi, trucco, parrucco, fotografia, attori… L’effetto
speciale è questo, l’unione di tutte le forze.”
Mainetti spiega poi
come ha lavorato alla ricostruzione storica della Roma del 1943,
facendo un’attenta analisi del periodo storico ma anche tradendolo
per un discorso puramente cinematografico. ”I tradimenti vanno
fatti quando sono funzionali a rendere l’immagine più espressiva.
Va poi capito come nei personaggi raccontare quel periodo senza
perdere la possibilità di essere comunicativi ad una platea
odierna, soprattutto quella dei giovani…”
L’obiettivo per il regista era
quello di ”Trovare personaggi che funzionassero in quel
contesto storico e ibridarli nella narrazione del fantastico, che
nel nostro paese non c’è, o c’è poco.”
La meraviglia del diverso
Un film storico, un po’ fantasy, ma
anche un racconto di crescita e di ricerca di sé. Gabriele
Mainetti mostra allo spettatore un mondo fantastico, che
coniuga verità storica e superpoteri, esibendo la meraviglia e
l’orrore delle stranezze. E afferma: ”L’identità ti rende
in qualche modo unico e se sei unico sei diverso da chi ti sta
accanto, ma in una forma meravigliosa.”
Freaks
Out è un unicum nel panorama nazionale. Rimanda
all’horror di Browning, al
thriller di Tarantino, all’azione
e al fantastico di Spielberg,
ma è tutto italiano, o forse romano. Un film che lascia a bocca
aperta per la precisione con cui tutto è stato costruito, una
favola che sembra reale nella sua assurdità. In Freaks
Out c’è un’incredibile forza attrattiva: dalla scena
di apertura dello spettacolo nel circo, ai piani sequenza dei
momenti di combattimento, dalle battute di spirito tra i freaks ai
dialoghi introspettivi.
Halloween
Kills è arrivato in sala tra la gioia dei fan della
saga che non vedono l’ora di continuare a capire in che modo
Michael troverà nuovi modi per ossessionare Lauire e come
quest’ultima tenterà di ammazzarlo, questa volta con l’aiuto della
sua famiglia.
Il film, secondo di una trilogia
affidata a David Gordon Green, è particolarmente
attento all’intera saga e non perde occasione per omaggiarla. Ecco
i riferimenti al franchise di Halloween in
Halloween Kills.
Michael alla sua Finestra
La
finestra nella stanza di Judy Myers sembra sempre molto intrigante
per Michael. Alla fine del film, Michael raggiunge finalmente il
suo obiettivo di stare alla finestra e guardare fuori. Non è la
prima volta nella serie che Michael sta lì a guardare la città
intorno a lui.
La scena ricorda l’originale
Halloween quando vediamo Michael che
guardare Laurie e le sue amiche fuori dalla stessa finestra. Appare
lì, in quella stessa posizione, in altri film della serie, in
particolare Halloween V, Halloween
VI e Halloween:
Resurrection.
Un’altra folla arrabbiata
Quando
Haddonfield scopre che il suo personale Uomo Nero è tornato di
nuovo nella sua città natale, i sopravvissuti di quella notte di
Halloween del 1978 guidano la città a caccia del mostro. La folla
arrabbiata di Haddonfield pronta al linciaggio è già stata vista in
questa serie prima, sia in
Halloween II che
in Halloween
IV: Il ritorno di
Michael Myers.
Nel sequel originale, una volta che
la città scopre che Myers è l’assassino, si aggrega in una folla
inferocita, ma la cosa più violenta che fa è vandalizzare la casa
di Myers. In Halloween IV, la città decide
anche di dargli la caccia, finendo con un’identificazione errata e
una tragedia.
Michael uccide una coppia di
anziani
Dopo che
Michael Myers fugge dalla trappola preparatagli così
scrupolosamente da Laurie, si dirige a casa del vicino in cerca di
un’arma. Questa scena è stranamente simile a quando Myers entra in
una casa e prende un enorme coltello da macellaio, all’inizio di
Halloween II. Questo è film della saga è così controverso trai fan
che, paradossalmente,
Michael Myers è considerato tra i personaggi più
piacevoli della storia.
La coppia che viene uccisa in
Halloween Kills che omaggia la coppia nel
vecchio film non si toglie dai piedi tanto facilmente. Michael non
è dell’umore per afferrare silenziosamente un’arma e allontanarsi,
ma preferisce sbarazzarsi di entrambi prima di afferrare la sua
arma preferita e andare a seminare altra morte.
Michael viene smascherato
C’è
una strana tradizione in cui Myers viene smascherato da un
personaggio femminile che è sopravvissuto ai suoi attacchi. Questo
film non è diverso, con Myers senza maschera che alla fine affronta
una folla di suoi sopravvissuti. Questa volta, la persona che lo
smaschera è Karen Nelson, la figlia di Laurie.
Nei film precedenti, solo Jaime,
Laurie e lo stesso Myers hanno rimosso la maschera, gesto che
conferisce a chi lo fa il potere di fermare momentaneamente
Michael, il killer definitivo, almeno momentaneamente. Finora,
l’unica persona (al di fuori di se stesso) che si è completamente
tolta la maschera ed è sopravvissuta è Laurie, e il pubblico sta
aspettando la loro resa dei conti finale in Halloween
Ends del prossimo anno.
Qualcuno dice: “Corri”
Lindsey
Wallace ha affrontato
Myers
al fianco di Tommy Doyle e Laurie Strode nel 1978 ed è
sopravvissuta. Era perseguitata da quella notte, come lo erano gli
altri, diventando una donna forte e capace, pronta a proteggere gli
altri nel momento in cui quell’incubo sarebbe ritornato a
perseguitarla.
Lindsey si dimostra abile nel
provocare
Myers mentre riesce ancora una volta a sopravvivere, e al suo
apice, urla ai bambini sulle altalene nel parco di correre e
nascondersi prima che lui li uccida tutti. In Halloween V: La
vendetta di
Michael Myers, anche Tina, la preferita dai fan,
si sforza di proteggere i bambini nel film, alla fine urlando a
Jaime di scappare mentre si sacrifica per tentare di portare
Michael fuori dal suo obiettivo.
Maschere Silver Shamrock
Quando hanno concluso i
libri su Halloween II, i creativi hanno creduto che il
franchise sarebbe continuato come una serie antologica, e la terza
puntata, infatti, è stata Halloween III: Season of the
Witch. Anche se ora è un film con uno status di cult
movie, è stato un flop e quasi immediatamente è stato dimenticato
dai fan.
Molti di coloro che hanno visto quel
film non saranno mai in grado di dimenticare le maschere Silver
Shamrock. Halloween Kills è quanto di più lontano possa
esserci da Season of the Witch, eppure i corpi nel
parco, con le maschere e tanto di targhetta Silver Shamrock in
vista sono un chiaro omaggio a quel film, nonostante tutto.
Tutti hanno diritto a un bello
spavento
Nel film originale del
1978, parte della genialità derivava dall’uso della suspense da
parte di John Carpenter invece che del sangue per
scatenare la paura negli spettatori. Uno dei migliori riferimenti
nel film arriva grazie allo sceriffo Brackett, interpretato da
Charles Cypher, che torna ad Haddonfield. Brackett
è artefice di una delle migliori scene “di paura”, urtando
accidentalmente Laurie che si allontana da casa Myers. Mentre la
rassicura, sorride, dicendo: “Sai che è Halloween. Immagino che
tutti abbiano diritto a un bello spavento”.
Immagina la gioia dei fan quando
Leigh Brackett si avvicina a Myers in Halloween
Kills per vendicarsi di Myers e fa partire la carica
all’Uomo Nero quando dice: “Ehi Michael. È Halloween. Tutti hanno
diritto a un bello spavento”.
La parte dell’infermiera
Marion
Dalla corsa sul tetto
dell’auto alla rievocazione fotogramma per fotogramma della sua
fuga dalla Smith’s Grove Institution, il rifacimento di una delle
scene più iconiche del film originale era una delle più attese alla
premiere del film – e ha affatto non deluso.
Non è solo il miglior ritorno al
passato di un precedente film di Halloween, ma è forse uno dei
migliori omaggi in un sequel/reboot che ha impreziosito il grande
schermo di recente. Anche se questa volta non è fuggita, Marion è
stata una delle migliori vittime dell’intero film. Nel film si
rende persino omaggio alla sua fuga iniziale, con un altro
passeggero vestito con un costume incredibilmente simile a quello
che indossava quel 31 ottobre 1978, mentre cade sul marciapiede
allo stesso modo. Sfortunatamente per lei, alla fine Myers ha
rivendicato la vittima.
La perdita di controllo è un tema
ricorrente nei film horror, indipendentemente dal budget. Può
presentarsi visivamente tramite la figura di serial killer che
perseguita una vittima e stravolge gli equilibri e lo stile di vita
suburbano, o una creatura mostruosa che invade una tranquilla città
di mare. Il body horror è un sottogenere
particolarmente conturbante perché, più che una perdita di
controllo di un luogo o di una situazione specifica, la vittima
perde il controllo di ciò che sta accadendo al proprio corpo… un
sottogenere da riscoprire assolutamente per
Halloween.
Il genere è andato ampiandosi
sempre di più nel corso degli anni, conoscendo picchi di creatività
sanguinaria. Può includere qualsiasi storyline ormai, da lupi
mannari o infezioni parassitarie a mutazioni scientifiche o
amputazioni forzate. Qualunque siano i gusti dei fan dell’horror,
c’è un tipo di body horror da brivido per tutti secondo IMdB, da rivedere in
occasione di Halloween!
Film da vedere ad Halloween: Cabin
Fever (2002) – 5.7
Scritto
e diretto dal guru del gore
Eli Roth,
Cabin Fever
farà sicuramente accapponare la pelle agli spettatori. Una vacanza
in una baita nei boschi va storta quando un gruppo di amici del
college viene esposto a un virus mangia-carne altamente contagioso
che si diffonde rapidamente in tutto il gruppo.
Pieno di effetti visivi
accapriccianti che sono sufficienti a far ricredere i fan
dell’horror su ogni formicolio o prurito, il film è assolutamente
la visione perfetta per una festa di
Halloween!
Film da vedere ad Halloween: The
Ruins (2008) – 5.9
Non è raro che il body
horror coinvolga i parassiti, ma The Ruins fa un
passo avanti con il suo uso di antiche viti carnivore che
distruggono la loro preda dall’interno.
Mentre sono in vacanza in Messico,
due coppie visitano uno scavo archeologico Maya, dove entrano in
contatto con un male a lungo celato che i locali speravano non
sarebbe mai stato esposto al mondo esterno. È difficile non
contorcersi guardando le piante feroci che si fanno strada sotto la
pelle delle loro vittime.
Film da vedere ad Halloween: The
Perfection (2018) – 6.1
Più circoscrivibile alle
caratteristiche del film di suspense e mistero rispetto all’horror
tradizionale, The Perfection è un inquietante giro
di emozioni psicologiche che segue un prodigio musicale respinto
andare alla ricerca della nuova allieva prodigio del suo
insegnante, con cui è stata rimpiazzata.
Con Allison Williams e Logan
Browning, quella che inizia come una storia di vendetta si
evolve in un’orribile spirale discendente di terrore e abusi –
tutto in nome del raggiungimento della vera perfezione.
Film da vedere ad Halloween:
American Mary (2012) – 6.3
Una talentuosa studentessa
di chirurgia abbandona la scuola di medicina dopo essere stata
violentata da un professore e, invece, viene coinvolta nello strano
mondo della chirurgia clandestina e della modifica estrema del
corpo.
Scritto e diretto da Jen e
Sylvia Soska, conosciute anche come The Twisted
Twins, American Mary approfondisce la
storia di una giovane donna promettente e le oscure conseguenze che
affrontano gli abusatori quando si rendono conto di essersi messi
contro la persona sbagliata.
Film da vedere ad Halloween:
Scanners (1981)- 6.8
Un classico degli anni ’80
direttamente dalla mente geniale ma contorta dello scrittore e
regista David Cronenberg, Scanners introduce il pubblico in un mondo in
cui alcune persone nascono con incredibili capacità telepatiche e
telecinetiche.
Temendo ciò che questo gruppo
potrebbe fare al resto del mondo, uno scienziato recluta una di
queste persone per aiutare a cacciare e distruggere altri come
lui.
Film da vedere ad Halloween:
Hellraiser (1987) – 7.0
Un uomo alla ricerca del
massimo piacere apre accidentalmente un portale per l’inferno, che
celerà più sofferenza di quanto pensasse immaginabile, nel debutto
alla regia di Clive Barker. Demoni, torture e
sadismo – il mix perfetto per una visione di
Halloween estrema!
Hellraiser è il primo film del
franchise ed è servito come una terrificante introduzione a Pinhead
e alla sua lega di altri sadici demoniaci, conosciuti come i
Cenobiti.
Film da vedere ad Halloween:
Martyrs (2008) – 7.1
Il regista francese
Pascal Laugier spinge ogni limite in questo
horror depravato che esplora temi di vendetta, abusi e
filosofie pericolose.
Vittime di abusi su minori
determinate a venire a patti con i loro traumi si ritrovano rapite
da una setta che crede che la vera consapevolezza e la conoscenza
scaturiscano dal reiterarsi di atroci torture.
Film da vedere ad Halloween:
Videodrome (1983) – 7.2
Il presidente di una
piccola stazione televisiva nota per il suo intrattenimento X-rated
è alla ricerca della prossima grande macchina da soldi del canale,
in Videodrome di
David Cronenberg.
Scopre un programma intrigante e
macabro che capitalizza quello che lui pensa siano torture e
lesioni simulate. Più si immerge nella sua indagine sul misterioso
programma, più si rende conto che potrebbe non essere finto, dopo
tutto.
Film da vedere ad Halloween: La
mosca (1986) – 7.6
C’è
una ragione per cui ben tre film diCronenberg
figurano in questa lista, dal momento che il regista ha sempre dato
il meglio di sé esplorando storyline macabre ed inquietanti. Il
remake del 1986 diThe
Fly
intreccia la storia di uno scienziato i cui esperimenti ben
intenzionati vanno terribilmente male.
Tanto straziante quanto veramente
disgustoso, gli spettatori assistono alla decomposizione del corpo
di Jeff Goldblum, con parti di lui che
letteralmente si sgretolano, mentre muta lentamente in un orribile
ibrido umano-mosca.
Film da vedere ad Halloween: La
cosa (1982) – 8.1
Il corpo umano si converte
nel posto più confortevolmente accogliente per nascondersi nel
classico horror fantascientifico di John
Carpenter. Un team di scienziati di stanza nell’Antartide
del 1980 è infiltrato da un alieno mutaforma con la capacità di
imitare l’aspetto delle persone che uccide.
Il montaggio originale del film era
così sanguinoso e inquietante che più scene hanno dovuto essere
tagliate per togliere alcuni dei momenti più disgustosi al fine di
essere ampiamente rilasciato in alcuni paesi.
Alla chiusura di WandaVision gli spettatori della serie
Disney+ sono stati lasciati con due
brucianti desideri. Il primo era quello di sapere subito
cosa sarebbe accaduto a Wanda e ai suoi smisurati poteri, il
secondo era che un personaggio affascinante come quello di
Agatha Harkness non poteva aver esaurito il suo arco
narrativo.
E infatti dopo poche settimane
dalla chiusura della serie, si è cominciato a parlare di uno
spin-off
completamente dedicato a Agatha con protagonista Kathryn Hahn. Ora però l’attrice si è rivelata
molto cauta in merito al progetto, spiegando che non c’è niente di
confermato, ma che con i Marvel Studios tutto è possibile.
Ecco cosa ha dichiarato: “Non
so se esiste uno spin-off di WandaVision. Devo essere onesta, tutto quello che
posso dire è che amo Agatha. Come sappiamo, alla Marvel può succedere di tutto.
Quindi chi lo sa?”
WandaVision ha esplorato un po’ la storia di
Agatha Harkness, anche se sarà interessante vedere
come i Marvel Studios progettano di
renderla una simpatica protagonista dopo gli eventi della serie. Il
personaggio è stato uno di quelli con cui ci siamo divertiti a
passare il tempo, ma tra l’uccisione di Sparky e il tentativo di
rubare i poteri di Scarlet Witch, è anche giusto
dire che Agatha ora ha bisogno di redenzione! Allo stesso tempo,
non sarebbe necessariamente una brutta cosa seguire il suo arco
narrativo da villain, tanto per cambiare.
Abbiamo recentemente appreso che il
regista della Justice LeagueZack Snyder realizzerà il suo film ispirato ai
Sette Samurai ambientato nello spazio, in un’altra
galassia molto, molto lontana! A luglio, è stato annunciato che il
prossimo progetto di Snyder per Netflix dopo Army of Thieves, sarebbe stato un
fantasy/sci-fi epico intitolato Rebel Moon, che Snyder scriverà insieme allo
sceneggiatore di Army of the Dead, Shay
Hatten, e al co-sceneggiatore di 300,
Kurt Johnstad.
La trama ruota attorno a “una
colonia pacifica ai margini della galassia che è minacciata dagli
eserciti di un reggente tirannico di nome Balisarius. Persone
disperate inviano una giovane donna con un misterioso passato a
cercare guerrieri dai pianeti vicini per aiutarli a prendere
posizione.” Parlando con Post-Cred Podcast, il regista ha
paragonato il film alle scene di apertura di L’uomo d’Acciaio ambientate a
Krypton. “L’inizio de L’Uomo d’Acciaio ha elementi di
fantascienza piuttosto importanti, giusto? Krypton… è un po’ quello
che stiamo facendo in Rebel Moon, ma con più steroidi che posso
dargli. Francamente, quello che mi interessa davvero in questo
progetto è creare un film romantico di fantascienza su una scala
larghissima.”
Snyder ha spesso detto che se gli
fosse stata data l’opportunità di dirigere un film di
Star
Wars, avrebbe reso omaggio al grande Akira
Kurosawa con un’epica avventura spaziale, ma sembra che si
sia stancato di aspettare la chiamata di
Lucasfilm! I dettagli sono ancora pochi, ma non
vediamo l’ora di scoprire di più su Rebel
Moon prima che sia troppo tardi.
Rebel Moon, il
film
Vi
ricordiamo che Rebel
Moon è il prossimo film di fantascienza originale Netflix
di Zack Snyder che si baserà su una sceneggiatura scritta dal
regista insieme a Shay Hatten e Kurt Johnstad. Protagonista
annunciata è Sofia Boutella, l’ex modella e sportiva Nike
diventata attrice, Boutella ha raggiunto il successo con il suo
ruolo nel franchise Kingsman. Ha poi recitato in La mummia con Tom
Cruise per Universal, Atomica bionda al fianco di Charlize
Theron, Fahrenheit 451 di Ramin Bahrini per HBO e
Climax di Gaspar Noé per A24.
Nel film
L’esercito del tiranno Regent Balisarius minaccia gli abitanti di
una colonia pacifica al confine della galassia, che decidono di
inviare una giovane donna dal passato misterioso a esplorare
pianeti vicini alla ricerca di guerrieri disposti a combattere al
loro fianco.
Alice Eve ha
partecipato nel 2013 al ricco cast di Star Trek Into Darkness, uscito nel 2013.
L’attrice ha interpretato Carol Marcus, ma non c’era traccia del
personaggio in Star Trek Beyond. Non c’erano piani
in corso per l’interesse amoroso del
Capitano Kirk, anche se qualcuno ha ipotizzato che l’attrice
potesse non voler più partecipare al franchise a causa della scena
in intimo, del tutto gratuita, che la vede protagonista nel film e
della quale si parlò tanto, a suo tempo.
Il produttore Damon Lindelof in seguito si è
scusato per quella scena, mentre J.J. Abrams
ha ammesso che poteva effettivamente essere evitata. Sembra
invece che la protagonista della stessa non abbia avuto niente da
ridire su una scena che, anzi, l’ha resa molto fiera.
“È stato qualcosa per cui ho
lavorato volontariamente con un trainer, per essere in forma, per
cui ero molto preparato e mi è piaciuto molto [farla ]: filmare,
eseguire, promuovere – ha recentemente dichiarato Eve a Inverse,
chiarendo che era attivamente coinvolta in tutte le scene di Carol
Marcus nel sequel di Star Trek – La sensazione che non avrei dovuto
farlo, o che si trattasse di sfruttamento, mi confondeva”.
“Ci sono molte cose nel mondo
che confondono – ha continuato l’attrice – L’ho attribuito
a una di quelle anomalie. Sono orgogliosa di quella scena e di
tutto il lavoro che ho fatto”.
Killmonger alla fine ha mostrato la
sua vera indole ed è finito intrappolato al fianco di Arnim Zola
dopo aver tentato di prendere per sé il potere di Ultron. Quella
era la fine che si meritava, ma il resto di questi eroi è tornato
alle rispettive realtà (o, nel caso di Natasha Romanoff, una
nuova).
Eagle Pictures e
Paramount hanno diffuso il secondo trailer di
House
of Gucci, l’atteso nuovo film diretto da
Ridley Scott ispirato alla sconvolgente storia
vera della famiglia che ha fondato Gucci la casa di alta moda
italiana diventata famosa in tutto il mondo. Il film racconta tre
generazioni di Gucci attraverso tre decenni. Potere, Creatività,
Ambizione, Tradimento, Vendetta e un omicidio. Tutto per il
controllo della Maison che portava il nome della loro famiglia. Nel
cast Adam Driver,Lady
Gaga,Jared
Leto,
Al Pacino e Jeremy Irons.
House of Gucci, i character poster
1 di 5
Tutto quello che sappiamo su House of Gucci
House
of Gucci sarà sceneggiato da Roberto
Bentivegna e sarà basato sul libro
di Sara Gay Forden dal titolo: “The
House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour and
Greed”. Per Ridley
Scott si tratta del secondo progetto sviluppato
dopo la fusione tra Fox e Disney, insieme a The
Last Duel, film che vedrà protagonisti Matt
Damon, Adam
Driver, Jodie Comer e Ben
Affleck.
House
of Gucci segna il ritorno di Scott in Italia, dov’era
stato ambientato anche
Tutti i soldi del mondo, uscito nel 2017. Il cast include
Adam Driver, Lady Gaga, Jared Leto, Al Pacino, Jack Huston,
Reeve Carney, Camille Cottin e Jeremy
Irons. L’uscita nelle sale è fissata per il prossimo
novembre.
Ana De Armas è in trattative per recitare in Ballerina,
il film spin-off di John Wick. Il primo film della
serie, uscito nel 2014, è valso alla Lionsgate un enorme successo,
che ha portato alla realizzazione di
diversi sequel e ora di uno spin-off al femminile.
Conosciuto solo come Ballerina,
il progetto è in sviluppo dal 2017. È stato poi riferito nel 2019
che il regista di Live Free or Die Hard,
Len Wiseman, avrebbe diretto il film. I fan hanno
avuto modo di capire come potrebbe essere un personaggio del
genere, protagonista di un film di questa serie, grazie al ruolo
che ha interpretato Angelica Huston in John Wick 3.
Dopo tutto questo tempo, sembra
adesso che Ballerina punti su
Ana De Armas nel ruolo di protagonista. Deadline
riporta che l’attrice è in trattative per interpretare il ruolo
principale, descritto come quello di una giovane assassina in cerca
di vendetta sulle persone che hanno ucciso la sua famiglia.
Abbiamo visto De Armas di recente in No Time to Die, e ancora
prima aveva già lavorato con Keanu Reeves nel film
Knock Knock. Non è chiaro, tuttavia, se Reeves
apparirà nello spin-off, ma il report di Deadline parla di una
possibilità concreta.
Il trailer di Lightyear
ha emozionato tutto il mondo degli appassionati Pixar, che hanno
avuto modo di dare uno sguardo al personaggio in carne e ossa che
ha ispirato l’amatissimo giocattolo Buzz, di Toy
Story. Non tutti però sono riusciti a capire che la voce
dell’astronauta protagonista è quella di Chris Evans, che si è detto emozionatissimo di
entrare a far parte del mondo Pixar.
Dal momento che internet è un posto
bellissimo e spesso le associazioni di idee più disparate generano
dei momenti preziosi, Bosslogic si è lasciato
ispirare da questa situazione e ha realizzato un bellissimo mash-up
in cui il volto di Lightyear compare sul maglione
bianco di Hugh Ransom Drysdale, interpretato da
Chris Evans in
Cena con delitto – Knives Out. Il risultato è
esilarante!
Il nuovo lungometraggio originale
Disney e Pixar arriverà nel 2022. Chris Evans (Cena
con delitto – Knives Out,
Avengers: Endgame) presta la propria voce a Buzz nella versione
originale del film. “La frase ‘un sogno che diventa realtà’ viene
usata spesso, ma non aveva mai significato così tanto nella mia
vita”, afferma Evans. “Chi mi conosce sa quanto io ami
profondamente i film d’animazione. Non posso credere di poter far
parte della famiglia Pixar e di lavorare con questi artisti davvero
brillanti che raccontano storie come nessun altro. Vederli lavorare
è a dir poco magico. Ogni giorno mi do un pizzicotto”.
Lightyear –
La vera storia di Buzz è diretto da Angus MacLane,
regista vincitore dell’Annie Award e animatore veterano di Pixar,
che ha co-diretto
Alla Ricerca di Dory del 2016. Il film è prodotto da Galyn
Susman (il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).
In un’intervista con
THR, il regista Denis Villeneuve
ha discusso della sua visione di Dune
e dei suoi sequel (la
parte due è stata annunciata ufficialmente). Quando gli è stato
chiesto di una delle scene più importanti del film, quella tra
Jessica (Rebecca
Ferguson) e Paul (Timothée
Chalamet) inorridito dalle visioni di una guerra in
arrivo, il regista ha parlato di come il momento sovverta le
aspettative solitamente associate alla narrativa del
“prescelto”/viaggio dell’eroe.
Dune, la scena preferita di Denis
Villeneuve
“Frank Herbert ha scritto
Dune
come un monito verso quelle figure messianiche, quei prescelti,
quelle figure salvatore – ha detto Villeneuve – Riguarda
quanto possono essere pericolosi questi tipi di riferimenti. È una
critica alla figura messianica. Questa è una delle mie scene
preferite del film e si poggia esclusivamente sulle spalle di
Timothée Chalamet e Rebecca Ferguson e sul loro talento. Questi due
attori sono rimasti intrappolati in quello spazio minuscolo, mentre
molte cose accadono all’interno e all’esterno di questo spazio
angusto in cui sono intrappolati. Il personaggio principale sta
diventando sempre più ossessionato e perseguitato da quelle
visioni, e poi finalmente si confronta con sua madre. Ma allo
stesso tempo piange anche suo padre. Quindi stanno accadendo molte
cose. È una sorta di rinascita cinematografica per il personaggio,
e Timothée ha offerto una performance che mi commuove ancora, ogni
volta che guardo il film”.
Viaggio mitico ed emozionante di un
eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides,
giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a
un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere
il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro
alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono
per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul
pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della
mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie
paure sopravviveranno.
Denis
Villeneuve ha diretto Dune e
ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth,
basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è
prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe
Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua
Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert,
Byron Merritt e Kim Herbert.
Spider-Man:
No Way Home riporterà sullo schermo lo scontro, che
Sam Raimi aveva reso grande, tra Spidey e Doc Ock,
ma ovviamente la tecnologia è cambiata da quando i due si sono
scontrati per la prima volta in sala, nel 2002.
No Way Home userà infatti tanta CGI,
come c’è da aspettarsi, soprattutto per i tentacoli del villain
interpretato da Alfred Molina. Questa scelta ha destato
qualche critica dai parte dei fan, che, senza vedere il nuovo film,
già lamentano i bei tempi andati con le tecniche practical usate da
Raimi. A queste lamentele, Tom
Holland ha risposto postando una foto
che lo mostra con la testa dentro le morse di Ocktopus che lui
commenta dicendo che non è stata usata CGI per il film, ma solo
metodo. Una risposta divertente ma anche diretta, contro chi
critica negativamente un film che non ha ancora visto.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel
Studios e da Amy Pascal per la
Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17
dicembre 2021.
Quando Nick Fury tentò per la prima volta di
reclutare Tony Stark per unirsi a Steve
Rogers e Natasha Romanoff nell’Iniziativa dei
Vendicatori, inizialmente l’eroe manifestò
titubanza. Tony si considerava più un lupo solitario:
“Apparentemente, sono volubile, ossessionato da me stesso e non
gioco bene in squadra con gli altri”.
Naturalmente, non solo ha finito
per unirsi ai Vendicatori; è diventato di fatto uno dei leader
della squadra, fornendo loro un quartier generale e compiendo
infine il sacrificio finale in modo che gli Eroi più forti della
Terra potessero vivere per continuare a combattere.
Bruce Banner
L’accattivante
collaborazione di Tony conBruce Banner
– il suo più vicino rivale per il titolo di “Vendicatore più
intelligente” fino all’arrivo di
Shuri
– ha fatto sì che la coppia fosse soprannominata
“Science
Bros.”
dai fan delMCU.
In Avengers: Age of Ultron, Tony e Bruce si sono uniti
per creare “un’armatura in tutto il mondo” che ha finito per
trasformarsi nella malvagia A.I., decisa a
spazzare via l’umanità. Dopo il monumentale fallimento del loro
primo esperimento di I.A., Tony e Bruce si sono uniti ancora una
volta per creare un’intelligenza artificiale in grado di
distruggere la primogenita.
Nebula
Il team-up di
Tony con Nebula è stato breve ma memorabile. Dopo lo
scioccante e polveroso finale cliffhanger di Infinity
War, Tony e Nebula erano gli unici due sopravvissuti
rimasti su Titano. Endgame si apre con la coppia che cerca
disperatamente di tornare sulla Terra con scorte di carburante
limitate.
Bloccati insieme nello spazio, Tony
e Nebula avrebbero potuto soccombere alla follia, ma hanno
mantenuto la loro sanità mentale lavorando instancabilmente per
riparare il motore e prendendosi pause regolari per giocare a
calcio con un pezzo di carta.
Doctor Strange
Tony
è la prima persona che Doctor Strange recluta quando
Banner lo avverte che Thanos sta
arrivando. Naturalmente, le personalità di Tony e Strange si
scontrano perché sono entrambi arroganti, ossessionati da sé stessi
e prepotenti.
Hanno comunque poi deciso di comune
accordo di unire le forze per combattere i Guardiani della Galassia (quando pensavano di
lavorare per Thanos) e poi Thanos stesso. Alla
fine, Strange ha rinunciato alla Pietra del Tempo
per salvare la vita di Tony, perché poteva prevedere quanto avrebbe
svolto un ruolo cruciale in Endgame. Potrebbero scontrarsi, ma c’è
chiaramente un rispetto reciproco.
Happy Hogan
Il regista di Iron ManJon Favreau ha dato
a se stesso il ruolo di supporto di Happy Hogan, che è diventato così amato dai
fan che ha continuato a rimanere nel MCU
dopo la tragica morte di Tony.
Nel film originale di Iron Man, Happy è stato introdotto come
guardia del corpo di Tony. Man mano che il franchise è andato
avanti, Happy ha sottolineato la crescente assurdità del suo titolo
di lavoro come “Iron’s man head of security “.
Harley Keener
Quando la casa di Tony
viene attaccata dai terroristi, Stark fugge con una delle armature,
che l’intelligenza artificiale J.A.R.V.I.S. indirizza
verso una cittadina del Tennessee, dove Stark
sperava di trovare indizi su una strage simile in modalità a quelle
del Mandarino. L’armatura di Stark non ha abbastanza energia per
tornare in California, e Stark
viene creduto morto. Lì, fa squadra con un ragazzo coraggioso di
nome Harley Keener per riparare la sua armatura e
tornare a casa.
Questa premessa ha creato un
interessante conflitto in Iron Man 3, dato che Tony non poteva contare
sulla sua tecnologia. Ha dovuto usare il suo ingegno per
infiltrarsi nel covo del Mandarino e ottenere delle risposte.
Guardiani della Galassia
QuandoIron Man
arriva su Titano con
Doctor Strange
e
Spider-Man
per attendere con ansia l’arrivo di Thanos, incontrano iGuardiani della
Galassia.
Supponendo che i Guardiani stiano lavorando con il Titano Pazzo,
inizialmente li combattono – finché non si rendono conto che
conoscono
Thor
e decidono di fare squadra.
Tony non era abituato alle persone
che sfidano la sua autorità fino a quando non incontra
Peter Quill, che senza mezzi termini gli dice: “Mi
piace il tuo piano, solo che fa schifo, quindi lasciami ordire il
piano e, in questo modo, potrebbe riuscire davvero bene”.
Tony e Nat si sono uniti per
combattere Bucky quando il lavaggio del cervello
dell’Hydra è stato riattivato e hanno guidato la carica nella
battaglia all’aeroporto (anche se Nat ha permesso a Steve e Bucky
di scappare come favore personale).
War machine
James
Rhodes è stato il migliore amico di Tony nel MCU
fin dall’inizio. Dopo che l’armatura di War
Machine è stata presentata nel primo film di Iron Man, ha potuto indossarla e combattere al
fianco di Tony nel sequel del 2010.
Anche se inizialmente Rhodey ruba
l’armatura di War Machine a un Tony ubriaco e odioso, i due eroi
corazzati finiscono per fare squadra per combattere insieme la
legione di scagnozzi robotici inviati da Justin
Hammer. Sconfiggono il grande cattivo,
Whiplash, unendo le forze (letteralmente) e
sparando i loro repulsori a vicenda.
Spider-Man
Tradizionalmente, la figura
paterna di Peter Parker è lo zio
Ben, la cui saggezza sul potere e la responsabilità ha
guidato la bussola morale di Spidey nei fumetti per decenni. Ma il
MCU
ha adottato un approccio diverso e ha reso Tony e Peter una sorta
di coppia Batman e Robin: un ricco supereroe che
prende sotto la sua ala un orfano.
Da quando si è unito a Tony in
Civil War, Spidey ha combattuto al suo fianco
a Central Park, sui resti post-apocalittici di Titano e persino
nella “Battaglia della Terra” che ha salvato
l’universo.
Capitan America
Tony si è scontrato con
Steve Rogers dal momento in cui si sono
incontrati nel primo film dei Vendicatori. Il loro conflitto è
arrivato al culmine in modo davvero straziante alla fine di
Civil War, quando hanno quasi combattuto fino
alla morte. Civil War si focalizza il conflitto intestino
tra le fazioni dei due leader, in disaccordo sulle modalità di
salvare la Terra.
L’accorata riunione del duo in
Endgame (compresa un’offerta di pace dello
scudo rinnovato di Cap) ha aperto la strada al trionfo finale dei
Vendicatori su Thanos. Se Tony e Steve si fossero parlati in
Infinity War, il Titano Pazzo forse non
avrebbe vinto.
Presentato Fuori Concorso alla 78.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia, il film di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures
Dune
disponibile da domani per l’acquisto e noleggio su Apple Tv app,
Amazon Prime Video, Youtube, Google Play,
TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio su
Sky Primafila e Mediaset Infinity. Il candidato all’Oscar
Denis Villeneuve (“Arrival”, “Blade Runner 2049”)
dirige Dune,
il film di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures, adattamento
per il grande schermo dell’omonimo celebre best seller di Frank
Herbert.
Dune,
un’epica avventura ricca di emozioni, narra la storia di Paul
Atreides, un giovane brillante e talentuoso, nato con un grande
destino che va ben oltre la sua comprensione, che dovrà viaggiare
verso il pianeta più pericoloso dell’universo per assicurare un
futuro alla sua famiglia e alla sua gente. Mentre forze maligne si
fronteggiano in un conflitto per assicurarsi il controllo esclusivo
della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una materia
prima capace di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità –
solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a
sopravvivere.
Villeneuve dirige Dune
da una sceneggiatura da lui scritta insieme a Jon Spaihts ed Eric
Roth, basata sull’omonimo romanzo di Frank Herbert. Villeneuve è
anche produttore del film insieme a Mary Parent, Cale Boyter e Joe
Caracciolo Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua
Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert,
Byron Merritt e Kim Herbert.
Dietro la macchina da presa,
Villeneuve ritrova la scenografa due volte candidata
all’Oscar® Patrice Vermette (“Arrival”, “Sicario”, “The
Young Victoria”), il montatore due volte candidato
all’Oscar® Joe Walker (“Blade Runner 2049”, “Arrival”,
“12 Anni Schiavo”), il due volte premio
Oscar®supervisore agli effetti visivi Paul Lambert
(“First Man”, “Blade Runner 2049”) e il premio Oscar®
per gli effetti speciali Gerd Nefzer (“Blade Runner 2049”).
Villeneuve collabora per la prima
volta con il direttore della fotografia candidato
all’Oscar® Greig Fraser (“Lion”, “Zero Dark Thirty”,
“Rogue One: A Star Wars Story”); la costumista tre volte candidata
all’Oscar® Jacqueline West (“The Revenant”, “Il Curioso Caso di
Benjamin Button”, “Quills – La penna dello scandalo”), il secondo
costumista Bob Morgan e il coordinator delle controfigure Tom
Struthers (la trilogia de “Il Cavaliere Oscuro”, “Inception”). Il
compositore premio Oscar® Hans Zimmer (“Blade Runner
2049”, “Inception”, “Il Gladiatore”, “Il Re Leone”) ha realizzato
la colonna sonora.
Dune,
girato in Ungheria e Giordania, è nelle sale cinematografiche
italiane dal 16 settembre, distribuito in tutto il mondo da Warner
Bros. Pictures e Legendary.
Nell’estate del 2019, per un
brevissimo periodo, lo Spider-Man di Tom
Holland è stato tirato fuori dall’Universo
Marvel. In quel breve periodo,
sembra che Holland, giovane interprete dell’arrampicamuri, venne
convocato a casa di Amy Pascal di SONY, che cercò di tirarlo su di
morale, parlando con lui delle incredibili opportunità che aveva il
suo Spider-Man anche lontano dalla Marvel.
In un’intervista con Empireper l’imminente uscita
di Spider-Man:
No Way Home, Tom Holland ha parlato proprio di
quell’incontro:
“Il giorno in cui è avvenuto
l’annuncio che non sarei più stato nell’MCU… sono andato a casa di
Amy Pascal e mi sono seduto con lei vicino alla
sua piscina, e ci siamo seduti lì per ore, chiacchierando e
immaginando film. Come avremmo fatto un film senza Marvel? Peter Parker sarebbe caduto
attraverso un portale e finito nel mondo di Venom? O potevamo fare
un film su Kraven the Hunter? È stata una bella distrazione… perché
da ragazzino ero così innamorato della Marvel, e sono stato così fortunato
a farne parte che quando mi hanno tolto il tappeto da sotto i
piedi, non ero ancora pronto per dire addio”.
Per fortuna di Holland e di tutti
gli appassionati della continuity Marvel al cinema, l’accordo è stato
poi ritrovato e adesso, anche a seguito di quanto visto in Venom 2, possiamo
solo pregustare un universo sempre più grande, intrecciato e
condiviso.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel
Studios e da Amy Pascal per la
Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17
dicembre 2021.
Sono passati ormai 4 anni
dall’annuncio ufficiale che Zachary Levi sarebbe
stato Shazam! per la Warner Bros. Dopo 4 anni,
l’attore celebra l’anniversario con un post social commosso e
tenero, dicendo che questo casting ha cambiato la sua vita per
sempre:
Shazam! Fury
of the Gods sarà diretto ancora una volta
da David F. Sandberg e vedrà il ritorno
di Zachary
Levi nei panni dell’eroe del titolo. Il film
uscirà al cinema il 2 giugno 2023. Nel cast è confermato il ritorno
di Asher Angel, mentre i villain saranno
interpretati dalle new entry Helen Mirren, Rachel
Zegler eLucy
Liu. Mark
Strong non tornerà nei panni del Dottor Sivana,
mentre Djimon
Hounsou sarà ancora una volta il Mago. Il primo
film è uscito nelle sale ad aprile 2019.
Con quattro milioni di visitatori
all’anno provenienti da ogni parte del globo, Pompei è il sito
archeologico più famoso al mondo, un luogo unico, una città perduta
e ritrovata, animata nel corso dei secoli da passioni violente e
dotata di un estro e una vitalità straordinari. I giochi di potere,
i legami amorosi, l’ambizione smodata e il genio creativo si
percepivano per le strade, si respiravano nei templi e si possono
ammirare ancora oggi negli affreschi, nelle rovine, nei reperti
sopravvissuti alla drammatica eruzione del 79 d.C. In uscita al
cinema solo il 29, 30 novembre e 1 dicembre, Pompei. Eros e
Mito è diretto dal poliedrico Pappi
Corsicato, che di recente ha firmato anche il documentario
dedicato a Julian Schnabel. Prodotto da Sky, Ballandi e
Nexo Digital, in collaborazione e con il contributo
scientifico del Parco Archeologico di Pompei e con
la partecipazione del MANN, Museo Archeologico Nazionale di
Napoli,POMPEI. EROS E MITO è un viaggio
che ci guida indietro nel tempo di duemila anni. Vengono messi a
nudo i miti e i personaggi che hanno contribuito a rendere
immortale questo sito archeologico unico al mondo che l’UNESCO ha
inserito nella lista dei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Dalla storia d’amore tra Bacco e Arianna nella celebre Villa dei
Misteri al rapporto ambiguo tra Leda e il Cigno, dalle lotte
gladiatorie sino alla disperata ricerca dell’immortalità di Poppea
Sabina (seconda moglie dell’imperatore Nerone), il docu-film
metterà in scena e analizzerà anche i lati meno noti e più segreti
della città. Gli stessi che nel XVIII secolo portarono la Chiesa
Cattolica a nascondere alcuni dei reperti più scandalosi e scabrosi
recuperati duranti gli scavi.
A condurci attraverso le strade di
Pompei sarà una narratrice d’eccezione: la pluripremiata
Isabella Rossellini. La sua presenza e la sua voce
accompagneranno gli spettatori in un percorso elegante e serrato
che mostrerà come i miti e le opere ritrovate abbiano ammaliato e
influenzato artisti come Pablo Picasso e
Wolfgang Amadeus Mozart. Arricchiscono il percorso
tra storia e arte anche le rievocazioni dei miti in chiave
contemporanea ideate da Pappi Corsicato: Bacco,
Arianna, Teseo, Leda, solo per citarne alcuni, indossano abiti
moderni e sono sospesi in un tempo che appartiene sia al passato
che al presente, per mostrare quanto l’eredità di Pompei sia ancor
oggi una continua fonte di ispirazione artistica.
La colonna sonora originale di
“Pompei. Eros e mito” (titolo internazionale: “Pompeii. Sin city”),
già disponibile sugli store digitali su etichetta Nexo Digital/Sony
Classical, è firmata dal compositore e
pianista Remo Anzovino, che conferma con
questo titolo la sua capacità unica di raccontare in musica i
tesori dell’arte mondiale, tanto da essere stato premiato ai Nastri
d’Argento 2019 con una Menzione Speciale per le sue colonne sonore
originali dei docufilm d’arte.
Era il 1748 quando re Carlo III di
Borbone promosse i primi scavi ufficiali a Pompei a seguito dei
primi ritrovamenti della vicina Ercolano. Fu da quel momento che
cominciarono a riemergere con sempre maggior chiarezza i dettagli
della catastrofe del 79 d.C., anno in cui il Vesuvio seppellì
intere città, tra cui Pompei ed Ercolano, e tutto il territorio
circostante. Nel corso degli scavi di Pompei sono stati rinvenuti
tesori, statue, affreschi, mosaici, reperti di vita quotidiana, ma
anche ville e abitazioni private che ancor oggi ci raccontano la
vita di una città vivace, con giardini, fontane e imponenti
apparati decorativi. Sarà lungo queste antiche vie e grazie alle
opere conservate al MANN – Museo Archeologico Nazionale di
Napoli, che avremo modo di conoscere la vita degli
abitanti di Pompei prima dell’eruzione. Attenzione particolare sarà
dedicata al Gabinetto Segreto del MANN, istituito
dai Borbone per custodire i reperti più “scandalosi” ed
esplicitamente erotici.
Le storie che esploreremo sono
quelle di uomini e donne di cui ci restano tracce concrete perché
quando il flusso piroclastico ad altissima temperatura che investì
Pompei ne provocò la morte istantanea per shock termico, i corpi
delle vittime rimasero nella posizione in cui si trovavano
lasciando la propria impronta dopo la decomposizione. A partire
dalla seconda metà dell’Ottocento, poco più di un centinaio di
calchi sono stati realizzati da queste impronte, ispirando poeti e
artisti, tra cui lo stesso Roberto Rossellini, che dedicò alla
scoperta di alcuni calchi una celebre scena del “Viaggio in
Italia”.
Tra gli interventi del film
quelli di Massimo Osanna, Direttore Generale del Parco Archeologico
di Pompei dal 2014 al 2020; Andrew Wallace-Hadrill, Professore
Emerito di Studi Classici, Università di Cambridge; Catharine
Edwards, Professore di Studi Classici e Storia Antica – Birkbeck,
Università di Londra; Darius Arya, Direttore American Institute for
Roman Culture; Ellen O’Gorman, Professore Associato di Studi
Classici, Università di
Bristol.
Pompei. Eros e
Mito di Pappi Corsicato è prodotto
Sky, Ballandi e Nexo Digital, in collaborazione e
con il contributo scientifico del Parco Archeologico di
Pompei e con la partecipazione del MANN, Museo
Archeologico Nazionale di Napoli. La Grande Arte al Cinema
è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital.
Il
XXVI Linea d’Ombra Festival a Salerno ha superato il giro
di boa con una serata ricca di suggestioni che ha visto darsi il
cambio due grandi talenti del cinema italiano come Mario Martone e
Valeria Golino.
L’attrice e regista è arrivata da Napoli, dove ha iniziato a
girare la serie tv La vita segreta degli adulti,
tratta dal romanzo omonimo di Elena Ferrante e diretta da Edoardo
De Angelis, e si è accomodata nel salotto di Linea d’Ombra alla
Sala Pasolini, intervistata dal direttore artistico Boris Sollazzo,
per parlare della sua carriera e dei suoi progetti futuri.
“NeLa vita segreta degli adultisarò solo
interprete, ma dopo questa inizierò a preparare la serie di cui
sarò invece regista, tratta dal romanzoL’arte della
gioia, di Goliarda Sapienza, inizieremo a girare l’estate
prossima e sono molto felice perché è un libro speciale che ho
amato molto”.
Proprio
una serie televisiva ha anche riportato Valeria Golino negli Stati Uniti, la seconda
stagione di The Morning Show, in cui interpreta Paola
Lambruschini, nella finzione documentarista nota per avere girato
un film in difesa di Amanda Knox e per le sue posizioni critiche
nei confronti del movimento #MeToo. Il personaggio esordisce con un
monologo che ha fatto il giro del mondo in poche ore appena la
serie è giunta su Apple
TV+.
“In
realtà ero preoccupata, ma non per quello che dice, anzi, ho
pensato subito che fosse una bella presentazione del personaggio.
Ero preoccupata perché volevo che venisse bene e quella scena è
stata la prima che ho girato appena arrivata sul set a Los Angeles.
Ma a parte questo, è come se ci fosse in atto una rivoluzione e
come in tutte le rivoluzioni ci sono anche cose sbagliate. Sono
imbarazzata dalla censura nei confronti delle parole, dei modi di
fare, dal fatto che viviamo un periodo in cui quasi niente di
quello che prima ci sembrava normale ora non lo è più, ed è vero
che c’erano e ci sono ancora sessismo, razzismo e che bisogna
lottare e farsi sentire, ma bisogna anche poter avere la libertà di
dissentire, di essere scorretti anche. In ambito artistico la
drammaturgia è scorretta perché l’essere umano è scorretto e non si
può pretendere che chi racconta storie, scrive libri, fa cinema o
teatro sia corretto per volere di un sistema, perché
significherebbe snaturare il nostro lavoro. Il movimento di questi
anni è importante, anche dal punto di vista dell’inclusione, ma il
processo con cui sta avvenendo lo trovo non del tutto
corretto”.
The
Morning Show ha riportato Valeria Golino a Los Angeles, dove ha vissuto
per molti anni. “Sono stata quattro mesi per le riprese della
serie e ho trovato la città molto cambiata, eravamo in pieno Covid
e l’atmosfera era molto cupa, ma sono stata felice di tornare per
un periodo così lungo dopo molti anni. Quando sono andata negli
Stati Uniti per fare il provino per il film di Tim Burton con Pee
Wee Hermann era il 1987, poi ho fatto il film e nel mentre i tanti
provini perRain Man. Ho incominciato a lavorare
tanto e alla fine sono rimasta lì fino al 2002. Ho imparato da
quell’esperienza cosa significhi essere molto professionali nel
fare questo lavoro, ma è un insegnamento che non sono mai riuscita
a fare mio fino in fondo, perché è sempre rimasta in me una
indisciplina legata al fatto di non avere fatto una scuola di
recitazione, di avere cominciato con autori come Peter Del Monte,
Citto Maselli, con cui ho vinto giovanissima la Coppa Volpi, che
avevano un metodo lontano anni luce da quello hollywoodiano. Ancora
oggi credo di avere la stessa indisciplina”.
Anche
regista di due bellissimi film come Miele ed
Euforia, Valeria Golino non pensa a un film a Hollywood
“ma mi piacerebbe girare un film internazionale, in cui poter
mettere a frutto tante cose ho imparato nel corso della mia vita e
della mia carriera, raccontare una storia che si dipani tra le
molte lingue che conosco con attori con cui poter parlare in
maniera diretta, condividendo con loro esperienza e
cultura”.
A
proposito di registi, Mario Martone si è collegato via Zoom
con il pubblico di Linea d’Ombra Festival per partecipare alla
presentazione del bel saggio di Giovanni De Luna Cinema
Italia, edito da UTET. E lo ha fatto in un giorno molto
speciale.
“Ho
finito oggi le riprese del mio nuovo film”, ovvero
Nostalgia, tratto dal romanzo Ermanno Rea, con
protagonisti Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva e Tommaso
Ragno. Martone è ancora in sala con Qui rido io, che dopo il trionfo di critica alla
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove era
in concorso, ha avuto un grande successo nelle sale
cinematografiche. E proprio alla sala va il pensiero del regista
napoletano.
“La
macchina comica, intesa come impianto della narrazione, del ritmo e
della struttura, ha bisogno della sala, come ne aveva bisogno la
commedia di Eduardo”. Sala cinematografica che come ha
detto lo storico e saggista Giovanni De Luna “inevitabilmente
perderemo e non si tornerà indietro, e con la sala perderemo la
costruzione di identità e di appartenenza che è stata parte
integrante del ‘900”.
Per
questo, come a chiosato il presidente di Linea d’Ombra Festival
Giuseppe D’Antonio, “la funzione dei festival è oggi
ancora più importante, perché mantiene vivo e indissolubile un
legame tra spettatore e luogo cinematografico tenendo viva una
tradizione che è stata fondamentale per la formazione del
patrimonio culturale collettivo del nostro paese”.
Ecco la nostra intervista a
Claudia Gusmano e Lorenzo Adorni, gli splendidi
protagonisti di Guida astrologica per cuori infranti, la nuova
serie Netflix disponibile in piattaforma, basata
sul romanzo di Silvia Zucca.
Guida astrologica per cuori infranti è la
nuova serie italiana Netflix, in 6 episodi, creata
da Bindu de Stoppani e diretta dalla stessa Bindu e da Michela Andreozzi. Prodotta da Italian
International Film – Gruppo Lucisano e tratta dall’omonimo successo
editoriale di Silvia Zucca edito da Casa Editrice Nord, la serie
debutta il 27 ottobre su Netflix in tutti i Paesi in cui il
servizio è attivo.
Amicizia, romanticismo,
carriera, incontri surreali e vicende tragicomiche sono solo alcuni
degli ingredienti di questa moderna commedia romantica che segue le
vicende della protagonista Alice, alla ricerca del grande amore e
della realizzazione lavorativa. L’incontro-rivelazione con l’amico
Tio farà entrare l’astrologia nella sua vita e la spingerà a
lasciarsi guidare dalle stelle, portandola sempre più vicino al
concretizzarsi dei suoi desideri.
Arturo (Fabio
De Luigi), un uomo che lavora zelantemente come
manager in un’azienda. Quando scopre un algoritmo che potrebbe
facilitare il lavoro alla ditta, ignora che la sua scoperta vada
tranquillamente sostituirlo, rendendolo un elemento non essenziale
per la stessa azienda. Arturo, in breve tempo, non perde solo il
suo lavoro, ma anche la fidanzata e il suo gruppo di amici.
L’unico impiego che riesce a trovare
è quello di rider per una multinazionale che si occupa di
tecnologia, la Fuuber, che ha sviluppato un’app particolare.
Installandola, Arturo scopre che l’app “dà vita” a un ologramma,
una donna di nome Stella (Ilenia
Pastorelli), con cui l’uomo trascorre le ore di
solitudine, finendo per legarsi così tanto a lei da invaghirsene.
Quando la settimana di prova gratuita con l’app della Fuuber
finisce, Arturo non ha soldi per poter pagare l’abbonamento e dovrà
fare tutto il possibile per riuscire a rivedere quella che è
diventata l’amore della sua vita, sempre se esiste veramente…
Ecco la nostra intervista a Frank
Matano, Diego
Abatantuono e Guido Chiesa,
rispettivamente protagonisti e regista di Una notte da
dottore, la nuova commedia al cinema dal 28 ottobre. Il
film è stato presentato in anteprima alla Festa del
Cinema di Roma 2021.
Pierfrancesco Mai
(Diego Abatantuono) è una guardia medica di 65
anni che, con mille acciacchi e poco entusiasmo, si muove in
macchina di notte per visitare i pazienti. Mario
(Frank Matano) è un fattorino di Deliveroo
spiritoso e affezionatissimo alla bici che gli permette di fare
consegne tra le strade di Roma. La vite dei due collidono,
letteralmente: Pierfrancesco investe con la sua auto
Mario. Il rider fortunatamente ne esce illeso, ma con
la bici inutilizzabile. Dal canto suo, dopo l’urto, il medico si
ritrova bloccato con la schiena. Dopo l’incontro-scontro, nessuno
dei due è più in grado di fare il proprio lavoro autonomamente.
L’unica soluzione sembra essere quella di unire le forze.
Pierfrancesco propone un accordo: Matano
potrà usare l’auto di Abatantuono per le sue
consegne, ma in cambio dovrà fingersi dottore. Visitando guidato
dalle sue dritte, guadagnerebbe dai salatissimi prezzi della
guardia medica. Mario, inizialmente dubbioso, accetta e i
due partono all’avventura nella notte romana. Affrontano così
pazienti ipocondriaci, clienti di Deliveroo arroganti, donne
partorienti, in un viaggio non solo fisico che a poco a poco
esplora le storie di due personaggi a prima vista inconciliabili.
Tra scambi di identità e mansioni illegali, riuscirà la coppia a
concludere il turno notturno senza fare danni?
Ecco la nostra intervista a
Drusilla Foer, special guest nel cast di
Sempre più
Bello, il film di Claudio Norza con
Ludovica Francesconi e Giancarlo
Commare. Il film arriverà al cinema il 10 febbraio 2022.
Il film è stato presentato in super anteprima alla Festa del
Cinema di Roma 2021.
Nel cast ritroviamo Ludovica
Francesconi, Jozef Gjura, Gaja Masciale, Riccardo Niceforo e le new
entry Giancarlo Commare, Jenny De Nucci, Giuseppe Futia e Diego
Giangrasso.
Ecco la nostra intervista a Francesco Di Leva, Denise
Capezza e Francesco Ferrante,
protagonisti di Un mondo in più di Luigi
Pane, presentato alla Festa del
Cinema di Roma 2021, sedicesima edizione.
Un mondo in più, la trama
Una periferia romana nella quale
l’arrivo della pandemia riscatena le tensioni sociali già presenti,
tra italiani ai margini e immigrati. Uno scenario complesso che
l’esordiente Luigi Pane, arricchisce con una trama noir a base di
amore, camorra e vendetta, senza dimenticare un omaggio costante al
cinema (e le parole) di Pasolini in Un mondo in più, al debutto in
Panorama Italia a Alice nella città, la sezione autonoma della
Festa del Cinema di Roma.
Vanessa Hudgens è
nata nel 1988 in California. La bellissima attrice ha un fascino
tutto particolare, così come le sue origini: la madre ha origini
cinesi, filippine e spagnole, mentre il padre ha origini irlandesi
e native americane. È diventata famosa per il suo ruolo
in High School Musical, ma ha cominciato a recitare
sin da bambina: la sua carriera è cominciata all’età di 8 anni, in
diverse opere teatrali, spot e spettacoli televisivi e continua con
successo ancora oggi.
Vanessa Hudgens: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attrice ha inizio
con il popolare film Thirteen – 13 anni (2003).
Successivamente recita in Thunderbirds (2004), High
School Musical 3: Senior Year (2008), Beastly (2011) e Sucker Punch (2011).
Entra poi a far parte del cast di Viaggio nell’isola
misteriosa (2012) e Il cacciatore di donne
(2013). Nel 2013 ha un ruolo molto intenso in Non lasciarmi
sola, per poi recitare in Machete Kills (2013) e
Spring Breakers – Una vacanza da
sballo (2013), con James Franco.
Negli ultimi anni ha invece recitato in Dog Days
(2018), Nei panni di una principessa (2018),
Ricomincio da me (2018), con Jennifer Lopez,
Bad Boys for Life
(2020), con WillSmith, Nei panni di una principessa: ci
risiamo! (2020) e Tick, Tick… Boom! (2021).
2. È nota anche per i suoi
lavori televisivi. Parallalemante alla carriera
cinematografica, la Hudgens si è dedicata molto anche alla
televisione. Ha infaatti recitato in alcuni episodi di serie
come Still Standing (2002), Give Me Five
(2005), Drake & Josh (2006) e Zack e Cody al Grand
Hotel (2006). La grande popolarità arriva però grazie ai film
High School Musical (2006) e High School Musical
2 (2007). Torna poi in televisione nel 2017 per la serie
Powerless, prima sitcom ambientata nell’Universo DC, dove
è la protagonista Emily Locke.
3. Ha diversi progetti in
programma. Attualmente la Hudgens ha diversi lavori in
programma, tra cui il terzo film della trilogia Nei panni di
una principessa, il cui sottotitolo inglese è Romancing
the Star. Questo, in fase di post-produzione, dovrebbe essere
rilasciato nel corso dei prossimi mesi. La Hudgens è invece ora
impegnata nelle riprese della serie animata Army of the Dead:
Lost Vegas, la quale rappresenterà uno spin-off del film
Army of the Dead. In questa l’attrice darà voce al
personaggio chiamato Willow.
Vanessa Hudgens è su Instagram
4. Ha un profilo molto
seguito. L’attrice è presente sul social network Instagram
con un profilo verificato seguito da oltre 42,9 milioni di
followers. Attualmente, con quasi 4 mila post, l’attrice utilizza
il social per condividere immagini relative al suo lavoro da
attrice, ai suoi progetti di prossima uscita o quelli ancora in
fase di sviluppo. Non mancano poi anche immagini legate alla sua
quotidianità, con luoghi visitati, momenti di svago o eventi in cui
è coinvolta. Seguendola sul social si potrà essere dunque sempre
aggiornati sulle sue attività.
5. Una sua foto su un social
le è costata una multa. Vanessa Hudgens ama usare il
proprio profilo Instagram, documentando la propria
vita costantemente. Forse anche troppo: nel 2016, infatti, ha
pubblicato una fotografia del proprio nome e di quello del compagno
Austin Butler incisi su una roccia rossa con un cuore durante un
viaggio a Sedona, Arizona. Peccato che fare ciò fosse illegale. Per
aver danneggiato un sito naturale, fu denunciata e finì per pagare
una multa di 1,000 dollari, che furono utilizzati per ripristinare
la superficie della roccia.
6. Condivide molto il suo
profilo con la sorella. Sul profilo Instagram di Vanessa
appaiono tantissime fotografie con la sorella Stella
Hudgens. La seconda, più giovane, fa anche lei l’attrice,
ma è meno conosciuta. Le due si assomigliano tantissimo, e sono
inseparabili: vengono spesso fotografate insieme: non soltanto a
feste ed occasioni, ma anche nella vita di tutti i giorni, a
pranzo, al Coachella, dopo lezioni di yoga.
Vanessa Hudgens, Zac Efron e il nuovo fidanzato
7. Ha avuto una relazione
con il celebre collega. Sul set del musical di Disney
Channel High School Musical, l’attrice conosce il collega
ZacEfron. Nel film, i loro personaggi vivono una
forte relazione sentimentale, legati dalla comune passione per la
musica. La relazione sullo schermo con l’attore è passata poi alla
vita reale nel 2005, protraendosi fino al 2010. Per questo periodo
i due sono stati una delle coppie dello spettacolo più seguite e
apprezzate.
8. Ha avuto una lunga
relazione con un altro attore. A partire dal settembre
2011 i media hanno cominciato a speculare su una relazione tra
l’attrice e Austin Butler,
dopo che quest’ultimo fu visto lasciare la casa della Hudgens.
Nello stesso mese, la rivista People li fotografò
insieme, che dividevano un milkshake, si tenevano la mano e si
baciavano. I due hanno poi confermato la loro relazione, durata
fino al 2020. Nel 2021, invece, la Hudgens ha confermato tramite il
proprio profilo Instagram di essere ora impegnata con il giocatore
di baseball Cole Tucker.
Vanessa Hudgens nuda
9.È
stata vittima di un leak delle sue foto. Nel 2007 fu una
delle prime attrici le cui fotografie di nudo diventarono di
dominio pubblico, venendo pubblicate online. All’epoca, aveva
solamente diciotto anni, e il suo agente rispose velocemente con
una dichiarazione che affermava il fatto che le fotografie possero
state scattate in privato e rilasciate senza il permesso di
Vanessa. In pubblico dichiarò di essere in grande imbarazzo per la
situazione, e fu costretta a scusarsi pubblicamente, in quanto si
stava ancora lavorando a High School Musical 3. “Al giorno
d’oggi, con internet, non si ha una vita privata. Niente è privato:
tutti sanno tutto, e possono scoprire ogni cosa su di te. Non è
sicuro come si crede, e devi prestare attenzione e diffidare anche
di chi ti sta accanto“, affermò.
Vanessa Hudgens: età e altezza
dell’attrice
10. Vanessa Hudgensè nata il 14 dicembre del 1988 a Salinas,
in California, Stati Uniti. L’attrice è alta
complessivamente 1.60 metri.
Con la DC Comics che va abbracciando un tono
narrativo complessivamente più oscuro, vari autori e illustratori
come Alan Moore e Greg Capullo
hanno esplorato i personaggi più macabri e insoliti che si aggirano
durante la notte. Oltre alla rinomata parata di supereroi del
DCEU, come
Superman e Flash,
esistono anche i mostri mutaforma.
Nell’Universo DC ci
sono molti mostri diversi che hanno avuto un impatto sui fan come
eroi crociati, antieroi cupi e cattivi nefasti: chi sono
effettivamente i migliori?
Gli uomini mostro di Hugo
Strange
Hugo
Strange è noto per i suoi contorti esperimenti
psicologici, ma con gli Uomini Mostro, Hugo
Strange è diventato uno scienziato pazzo a tutti gli effetti.
Abusando dei detenuti dell’Arkham Asylum, Hugo
Strange ha mutato e alterato le sue vittime fino a renderle bestie
deformi e senza cervello.
In questo caso, si potrebbe
sostenere che Hugo Strange è un essere più mostruoso dei suoi
stessi esperimenti, anche se essi contano comunque. Sono bestie
torreggianti che ricordano i mostri del folklore come gli orchi o i
troll, possiedono una forza immensa e sono cannibali, il che li
rende ancora più temibili.
Killer Croc
Waylon
Jones purtroppo è nato con un’afflizione da cui deriva il
suo aspetto epidermico a scaglie e, di conseguenza, è stato sempre
trattato come un mostro. Come molte storie tragiche simili,
l’essere stato sempre trattato come un essere deplorevole lo ha
forgiato: ne è derivato un metaumano mangia-uomini che vive nelle
fogne, il quale si è guadagnato così il nome di Killer
Croc.
Killer Croc è uno dei più famosi
nemici di Batman. La sua condizione unica lo ha portato ad avere
una forza sovrumana, artigli affilati e potenti mascelle di denti
aguzzi. Non solo Batman lotta spesso contro di lui, ma Killer Croc
si è guadagnato l’attenzione di Amanda Waller, diventando alla fine un membro
della Suicide
Squad.
The Trench
Le
leggende di mostri marini raccontate dai marinai probabilmente
impallidirebbero trovandosi di fronte a
The Trench.
Queste creature che abitano gli abissi sono meglio descritte come
versioni subacquee della creatura Xenomorfo della serie. Sono alti,
hanno denti affilati e corpi bipedi che li rendono una minaccia sia
dentro che fuori dall’acqua.
Non sono mai soli, viaggiano in
sciami di centinaia e possono affondare una nave in pochi minuti.
Veloce, mortale e famelico, il Trench è abbastanza per far temere
anche ad Aquaman di esplorare alcune parti del mare.
Fatto ancora più strabiliante è che sono guidati da una regina che
sovrasta tutti gli altri, di nuovo simile alla Regina
Xenomorfa in Aliens.
Etrigan
Nella sua vita,
Jason Blood era un cavaliere di Camelot fino a
quando Merlino ha legato un demone alla sua anima rendendolo così
immortale. Citando una poesia, Jason Blood si trasforma nel demone
conosciuto come Etrigan che combatte per il bene
nonostante i suoi metodi violenti e fatali.
È una situazione simile a quella di
Johnny Blaze e Ghost Rider nell’Universo
Marvel, tranne che Jason Blood tende ad operare
all’unisono con la sua altra metà anche se non sempre vanno
d’accordo. Etrigan è un mostro unico che vive molte avventure
mistiche, soprattutto con la squadra della Justice League Dark e, in alcune occasioni,
con Batman.
Clayface
Basil
Karlo (o Matt Hagen a seconda della
rappresentazione) era già una persona non proprio esemplare rima
dei suoi poteri. Dopo aver ottenuto la capacità di mutare forma, è
peggiorato soprattutto quando ha intrapreso attività criminali che
lo hanno ulteriormente allontanato dall’essere Basil Karlo e
trasformato nel mostro mutaforma conosciuto come
Clayface nel DCEU.
Clayface è un ritorno ai classici
attori horror, anche il suo nome è un gioco di parole con
Boris Karloff che ha interpretato La Mummia e il mostro di
Frankenstein. Con le sue abilità, Clayface può
trasformarsi in chiunque e formare armi da mischia dal suo corpo
come il T-1000 di Terminator 2: Judgment Day. Questo lo rende
feroce e quasi impossibile da sconfiggere, figuriamoci da
uccidere.
Frankenstein
Sì, la creatura del romanzo
di Mary Shelley esiste nel DCEU e
guida persino la sua squadra di mostri nel fumetto
Frankenstein: Agent Of S.H.A.D.E. Il colpo di
scena nel mondo DC è che il dottor
Victor Frankenstein ha usato il sangue di un
alieno per dare vita al mostro.
Questo Frankenstein ha combattuto il
male per decenni grazie alla sua immortalità e attraverso diverse
guerre tra cui la seconda guerra mondiale e la guerra del Vietnam.
Metaumano, non-morto e umano, Frankenstein è sempre pronto a
massacrare chiunque, anche nei giorni nostri. Già noto ai fan dei
fumetti e al pubblico in generale come uno dei più famosi mostri
dei film Universal,
questa versione DCEU è
notevolmente più potente e intelligente del suo predecessore sul
grande schermo.
Solomon Grundy
“Solomon Grundy, nato
di lunedì“: così comincia la famosa poesia che tipicamente
presenta questo personaggio. Un bruto non morto che ha infestato
Gotham dalla sua morte come Cyrus Gold nel XIX
secolo. È risorto come Solomon Grundy nel XX secolo come cattivo
dell’originale Lanterna Verde di Alan Scott.
Da allora, Solomon Grundy è stato un
cattivo e un antieroe ricorrente in molti franchise DCEU
diversi, arrivando persino a far parte di crossover come i fumetti
di Injustice. Mescola il classico tropo dello
zombie con una reminiscenza visiva del Mostro di Frankenstein.
Man-Bat
È la classica storia di
scienza finita male: un simpatico scienziato che cerca di curare la
sordità nel mondo prova a fondere il suo DNA con quello di un
pipistrello vampiro. Cosa potrebbe mai andare storto? Beh,
Kirk Langstrom finisce per trasformarsi
nell’enorme creatura fuori controllo conosciuta come
Man-Bat.
Sembra un personaggio proveniente da
un film dell’orrore e le storie simili di solito ne traggono pieno
vantaggio. In Batman: Arkham Knight, Man-Bat ci presenta una
delle missioni più spaventose della serie Arkham, specialmente con
il jump scare che introduce il personaggio nel gioco.
Doomsday
Se qualcosa nel DCEU può
essere classificato come un mostro, è Doomsday. È una creatura progettata per essere
un’arma vivente di distruzione di massa e nient’altro. Combatte,
uccide, e ad ogni combattimento diventa sempre più potente grazie
al suo fattore di guarigione, facendo crescere le sue sporgenze
ossee.
Doomsday è in grado di combattere
l’intera Justice League e ha persino ucciso
Superman, dimostrando di essere più forte
dell‘Uomo
d’Acciaio. Ha anche dimostrato di poter combattere il
potente Darkseid, ma ciò che rende Doomsday così
spaventoso è la sua mancanza di emozioni. Non si può parlare con
Doomsday o ragionare con lui, semplicemente uccide e continua a
trovare altri esseri da massacrare.
Swamp Thing
Anche se non ha creato
Swamp Thing, Alan Moore ha
rivoluzionato il personaggio creando un antieroe più complesso.
Dopo che il dottor Alec Holland viene ucciso, la
sua coscienza si fonde con una pianta per dar vita a una creatura
umanoide che combatte per la vita vegetale della Terra conosciuta
semplicemente come il Verde mentre cerca di mantenere la pace con
l’umanità.
Siamo lontani da un’origine tipica
dei supereroi e questa è meglio descritta come una tragica storia
di mostri, emulando ancora una volta i classici mostri della
Universal come The Creature e The Monster
From The Blue Lagoon. Swamp Thing ha agito come un
supereroe, tuttavia, e ha dimostrato di essere abbastanza potente
nell’espansivo DCEU. Con
il suo potere proveniente da The Green, che unisce
tutta la vita vegetale sulla Terra, Swamp Thing è di gran lunga il
“mostro” più potente della DC Comics e un eroe che ha salvato
innumerevoli vite dal suo debutto negli anni ’70.