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The Deliverance – La redenzione, spiegazione del finale: chi sopravvive al film horror demoniaco di Netflix?

Non capita spesso di vedere un film horror soprannaturale con un cast quasi interamente nero, soprattutto se si tratta di possessione demoniaca, ma l’ultimo film di Lee Daniels, The Deliverance – La redenzione, mira a cambiare le cose. Entrato nella Top 10 dei film più visti di Netflix dopo la sua uscita il 30 agosto, The Deliverance è un’interpretazione diversa dei demoni standard che vediamo nella maggior parte dei film horror, anche se riesce comunque a soddisfare tutte le esigenze a cui siamo abituati. Dopo che la madre single Ebony Jackson (Andra Day) trasferisce la sua famiglia in una nuova casa, i suoi figli vengono presto colpiti dall’antico male che vi abita. Come in tutti i film horror infestati da demoni, come L’esorcista, Il presagio o L’evocazione – The Conjuring, l’unico modo per affrontare veramente il problema del demonio è rivolgersi a Dio stesso. Come finisce The Deliverance? Beh, il titolo stesso è un indizio inequivocabile…

Qual è il problema della casa dei Jackson?

The Deliverance - La redenzione Caleb McLaughlin
Caleb McGlaughlin nel ruolo di Nate e Andra Day nel ruolo di Ebony in The Deliverance – La redenzione. Cr. Aaron Ricketts/Netflix © 2024

Non passa molto tempo da quando la famiglia Jackson e la madre di Ebony, Alberta (Glenn Close), si trasferiscono nella loro nuova casa di Pittsburg prima che le cose diventino inquietanti. All’insaputa della madre, il figlio minore di Ebony, Andre (Anthony B. Jenkins), inizia a parlare con una presenza in casa che chiama Trey, e questa forza spirituale è tutt’altro che un amico. Ben presto, Trey si rivela più maligno di quanto non lasciasse intendere all’inizio e Andre, suo fratello maggiore, Nate ( Caleb McLaughlin di Stranger Things), e la loro sorella, Shante (Demi Singleton), iniziano a mostrare segni di abuso fisico. Questo complica le cose per Ebony che, a causa dei suoi precedenti penali e della sua storia di alcolismo, è già tenuta sotto stretta osservazione dall’agente dei servizi sociali Cynthia (Mo’Nique), la quale crede che la madre stia abusando fisicamente dei suoi figli, salvo poi assistere lei stessa alla possessione di Andre.

Mentre il demone inizia a manifestarsi in ognuno dei tre figli di Ebony, trasformandoli nei loro terrori a casa e a scuola, tutto arriva al culmine quando uccide Alberta. Sebbene Ebony avesse un rapporto complicato con la madre, questa perdita è la goccia che fa traboccare il vaso e, oltre a perdere la custodia dei figli, si rivolge alla Chiesa per chiedere aiuto. Sebbene Alberta non sia riuscita a convincere il suo ministro a fare qualcosa per l’infestazione demoniaca, Ebony si confronta con una donna di nome Bernice James (Aunjanue Ellis-Taylor), un’autoproclamata apostola che ha già avuto a che fare con questa specifica casa e questo particolare demone. I Jackson non sono i primi a essere perseguitati da questo spirito maligno, ma sono i primi a sopravvivere. Bernice racconta a Ebony la storia dei precedenti proprietari della casa e di come l’intera famiglia sia stata uccisa dal demone al suo interno, che sperava di reclamare l’anima del giovane Trey, che per primo aveva iniziato un’amicizia con lo spirito maligno. Ora, fingendosi Trey, il demone ha continuato la sua missione con Andre.

Non è chiaro da quanto tempo il demone viva nella nuova casa dei Jackson, né da quanto tempo sia presente il buco nel seminterrato (probabilmente un portale per l’inferno), ma sono chiare le sue intenzioni. Non vuole solo far impazzire la famiglia, vuole che si uccidano a vicenda, come è chiaro quando il demone usa Nate per far quasi annegare Andre nella vasca da bagno. Allo stesso modo, l’uccisione di Alberta, l’unica cristiana nata (anche se in difficoltà nel vivere la sua fede) della casa, l’ha tenuta al riparo da altri potenziali pericoli.

Come fa Ebony a scacciare il demone?

The Deliverance - La redenzione Andra Day
The Deliverance. Andra Day nel ruolo di Ebony e Anthony B. Jenkins nel ruolo di Andre in The Deliverance – La redenzione. Cr. Aaron Ricketts/Netflix © 2024

I demoni non sono esattamente i più facili da eliminare, soprattutto quando hanno fatto di una particolare abitazione la loro casa, ed Ebony Jackson lo impara a sue spese. Con l’aiuto di Bernice James, anch’essa ministro ordinato, Ebony porta Andre a casa loro per eseguire una “liberazione”. A differenza dell’esorcismo cattolico (che a volte prende questo nome), in questo caso la liberazione invoca direttamente il potere di Gesù Cristo, anziché passare attraverso un sacerdote, un santo o l’autorità della Chiesa cattolica romana. Questo tipo di liberazione deriva da ambienti più carismatici del cristianesimo che credono nell’uso moderno dei doni dello Spirito Santo di cui si parla in 1 Corinzi 12, come il parlare in lingue e la guarigione fisica. Così, Bernice ed Ebony affrontano il demone da sole, e l’operazione va bene per la metà di quanto avrebbero sperato.

Durante il conflitto, il demone passa dalla forma di Andre a quella di un’Alberta dall’aspetto demoniaco, con Glenn Close che offre un’interpretazione straordinaria, spaventosa sia per noi sul divano che per Ebony, che vede la madre defunta di nuovo viva in una forma corrotta. Ma le cose vanno in tilt quando il demone fugge e uccide Bernice, non lasciando a Ebony altra scelta che portare a termine la liberazione da sola. Nell’affrontare il demone nel seminterrato, vicino allo stesso buco da cui è strisciato fuori, Ebony – che è prima contorta e tormentata dall’angelo caduto – invoca il nome di Gesù per essere liberata, e le sue preghiere vengono presto esaudite. Lo spirito maligno, che a questo punto ha preso le sembianze di Ebony, perde il suo potere ed è costretto a tornare da dove è venuto.

Prima di morire, Bernice si premura di dire a Ebony di non avere paura. La Bibbia ci dice di “non avere paura” in 365 occasioni, una per ogni giorno dell’anno, e Bernice sottolinea questo fatto con il suo ultimo respiro. Anche se ha fallito nella sua missione, lasciando che la paura si insinuasse nel suo cuore, esorta Ebony a mettere da parte la paura di perdere i suoi figli per l’influenza del demonio, e persino la morte, e ad avere invece fede che Dio la libererà. Come dice Giacomo 4:7, solo quando ci si sottomette a Dio si può resistere efficacemente al diavolo. Alla fine, Ebony fa esattamente così e la sua famiglia viene salvata.

La liberazione della famiglia Jackson è più di quanto si possa immaginare

The Deliverance - La redenzione storia vera
Athony B Jenkins nel ruolo di Andre in The Deliverance – La redenzione. Cr. Aaron Ricketts/Netflix © 2024.

Sei mesi dopo, con l’aiuto di Cynthia, Ebony ottiene di nuovo la custodia dei suoi figli. Ma soprattutto, si dimostra una donna cambiata dopo la sua esperienza soprannaturale. Quando si è incontrata con Bernice prima della liberazione, Ebony si è confrontata con la dura realtà di dover ricevere Gesù Cristo come suo Signore e Salvatore per combattere questa battaglia spirituale. Sebbene non fosse sicura di potersi impegnare con Dio, ritenendo di essere troppo avanti con gli anni, Bernice le spiegò che non si trattava di un impegno transazionale. Consegnare la sua vita a Cristo non significava solo liberarsi del demone, ma doveva essere un vero e proprio cambiamento del cuore che avrebbe cambiato radicalmente la sua prospettiva sul mondo. Quando è costretta a eseguire la liberazione da sola, vediamo che Ebony inizia miracolosamente a parlare in lingue sconosciute, che in alcuni ambienti cristiani è considerato un segno esteriore che una persona è stata battezzata dallo Spirito Santo. Solo dopo aver ricevuto questo dono, il demone viene effettivamente scacciato e la famiglia Jackson viene liberata da questo male.

Essendosi veramente impegnata nella fede, la Ebony che vediamo alla fine del film è ben lontana dalla donna troppo aggressiva ed enfaticamente insicura che vediamo all’inizio. Non incolpa più gli altri per i suoi problemi, non picchia più i suoi figli e non impreca come un marinaio, ma ha messo da parte le sue tendenze alla rabbia e alla dipendenza in cambio dell’appagamento e del perdono che ha trovato in Cristo. Per molti versi, La liberazione non riguarda solo l’esorcismo di un demone dai figli dei Jackson, ma anche la liberazione di Ebony dalla paura alla fede e il modo in cui trasformare e migliorare se stessa è l’unico modo in cui la sua famiglia può rimanere veramente unita. Questi temi di guerra spirituale dimostrano che il soprannaturale non è l’unica battaglia (né gli angeli caduti sono gli unici demoni) che i cristiani devono affrontare. Spesso è il nemico interiore che è più difficile da sconfiggere, ed è solo battendo se stessa – da qui il motivo per cui il demone prende le sembianze di Ebony – che la nostra eroina riesce alla fine a vincere.

Quando la famiglia Jackson torna a Philadelphia, riunita dopo mesi di lontananza, Ebony è una donna cambiata. È sobria di mente e di corpo, sta migliorando le circostanze della sua vita e sta cercando di riconciliarsi con il marito che l’ha abbandonata. Sebbene a volte il film fatichi a decollare, è il finale pieno di speranza del film – che dimostra che la liberazione del titolo non riguardava solo Andre, ma anche l’anima mortale di Ebony – a far sì che il film sia all’altezza. Non sappiamo cosa succederà alla famiglia Jackson, ma sappiamo che affronteranno le sfide insieme, con una madre che ora vuole essere la donna che è chiamata a essere.

The Accident, la spiegazione del finale: Charro ha ucciso Emiliano?

Diretta da Klych López e Gracia Querejeta, The Accident offre il meglio di entrambi i mondi, combinando l’emozione di un dramma messicano con il ritmo lento della telenovela. Con dieci episodi, l’ultima offerta messicana di Netflix segue un gruppo di personaggi interessanti, ognuno con le proprie motivazioni e i propri conflitti, dopo che un tragico incidente ha causato la morte di tre bambini. Le conseguenze dell’incidente gettano le basi per un thriller messicano ricco di suspense e caratterizzato da crimine, lussuria e senso di colpa. Man mano che la serie si dipana, la trama si infittisce quando altri personaggi rimangono invischiati in una rete che tiene legati i loro destini. Estremamente ricco di emozioni e drammi, The Accident espande la sua semplice premessa per offrire un thriller che tiene a bada i suoi segreti fino alla fine. In particolare, il finale di The Accident fa sì che ci sia ancora molto da esplorare se la serie dovesse tornare per un’altra uscita su Netflix.

Un incidente fatale decide il destino di tutti in The Acciden

L‘evento scatenante di The Accident è la tragica morte di tre bambini – Rodrigo (Yago Andreu Sandoval), Gabriel (Dhaniel Cardoza) e Mateo (Sebastián Guevara) – quando una casa gonfiabile viene spazzata via da una forte raffica di vento durante la festa di compleanno di Rodrigo. Naturalmente, la morte dei tre bambini lascia i genitori dei ragazzi in una situazione di spaccatura emotiva. Tuttavia, ogni coppia gestisce la situazione a modo suo. I genitori di Rodrigo, Emiliano (Sebastián Martínez) e Daniela (Ana Claudia Talancón), hanno difficoltà a digerire la notizia della morte del figlio nel giorno del suo compleanno. Allo stesso modo, la madre di Mateo, Brenda (Valentina Acosta), perde la sua stabilità emotiva e inizia a fare pressioni sul marito Javier (Ruben Zamora) per avere un altro figlio, una proposta che non va giù a Javier.

D’altro canto, il padre di Gabriel, Charro (Alberto Guerra), cerca di vendicarsi per la morte del figlio. È interessante notare che l’amica di Rodrigo, Paula (Pau Menna), è caduta in un fiume vicino durante l’incidente ed è stata salvata in seguito dal padre, Fabián (Erick Elias), e da Daniela. Inizialmente, la colpa dell’incidente ricade sulla governante di Emiliano, Moncho (Silverio Palacios), che sembra aver dimenticato di fissare correttamente il palo che avrebbe dovuto tenere la casa a terra. Tuttavia, per il pubblico diventa chiaro che la colpa è di Emiliano, che aveva detto a Moncho che si sarebbe occupato del paletto, ma se ne era dimenticato quando aveva ricevuto un’importante telefonata d’affari che stava aspettando.

Chi è responsabile della morte di Moncho in The Acciden?

All’inizio della prima stagione, Emiliano e Javier convincono Moncho ad assumersi la colpa dell’incidente in cambio di un passaggio sicuro negli Stati Uniti per la sua famiglia. Tuttavia, quando Charro viene a sapere della negligenza di Moncho, trama per farlo uccidere in prigione. Ma prima che Charro riesca nel suo intento, Moncho viene ucciso da un uomo di nome Barroso (Esteban Soberanes), dando vita a un’indagine di polizia da parte del capo Santos (Mauricio Isaac). La lista dei sospettati comprende tutti i genitori che avevano chiari motivi per uccidere Moncho, compresa Daniela, che fa parte del corpo di polizia. Sebbene la moglie di Moncho, Yolanda (Shani Lozano), e Santos sospettino che Emiliano sia il responsabile della morte di Moncho, solo nell’episodio finale viene rivelata la vera identità del responsabile della morte di Moncho.

Nell’episodio 10, “Il verdetto”, si scopre che la moglie di Charro, Lupita (Eréndira Ibarra), ha ingaggiato Eulogio Pinto, alias Barroso, per uccidere Moncho, responsabile della morte del figlio Gabriel. Questa rivelazione è una sorpresa perché, altrimenti, Lupita continua a essere torturata e maltrattata dal marito criminale, Charro. Infine, quando Barroso cerca di ricattare Lupita per ottenere più soldi, Lupita uccide Barrosso avvelenandolo, proprio come lui aveva avvelenato Moncho. Incastra anche Charro per la morte di Barrosso utilizzando bonifici bancari dal conto di Charro a Barrosso, rivendicando finalmente una vita libera dalla paura per sé e per il figlio Alex (Sebastian Dante).

Come finisce Emiliano in prigione?

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Credit Netflix

L’accordo di Emiliano con i “gringos” (gli americani) per il parco divertimenti che intendeva costruire rimane un punto di discussione per tutti i dieci episodi de The Accident. Inizialmente, è l’eccitazione per l’affare che costringe Emiliano a commettere un errore, causando la morte dei bambini. Su insistenza dei suoi soci d’affari, Javier e David, Emiliano cerca di nascondersi dalla responsabilità delle morti perché se Emiliano venisse condannato, l’affare da quaranta milioni di dollari con gli americani cadrebbe. Tuttavia, alla fine arriva al punto di rottura e ammette la sua colpa, facendosi arrestare per l’omicidio colposo dei tre bambini. In seguito, quando Lucia (Macarena García Romero), la figlia di Emiliano, scappa con Alex, il figliastro di Charro, Emiliano ottiene la libertà provvisoria con l’aiuto di Javier per andare a cercare la figlia.

Infuriato per la scomparsa della figlia insieme ad Alex, Emiliano si reca da Charro e lo minaccia di conseguenze, facendo sì che Charro invii il suo scagnozzo Peyote (Cayetano Arámburo) a uccidere Lucia e a cercare vendetta per il ruolo di Emiliano nella morte del figlio. Fortunatamente, il tempestivo intervento di Emiliano salva Lucia dalle mani di Peyote, anche se la trova priva di sensi a causa di un’overdose. Peyote fa un altro tentativo in ospedale, ma Daniela spara a Peyote, facendo credere a Charro che Daniela lo stia cercando. La morte di Peyote porta Charro a stringere una nuova alleanza con il procuratore Ulises (Luis Ernesto Franco), che è anche l’ex amante di Daniela. Ulises intende tornare con Daniela dopo aver messo Emiliano dietro le sbarre. Sebbene Lucia si salvi e Daniela ed Emiliano trovino una piccola occasione per riconciliarsi, Emiliano viene nuovamente arrestato da Ulises per aver minacciato Charro dopo essere entrato con la forza nella sua proprietà. Questo accade anche dopo che Carla (Regina Blandón), sorella di Daniela e giornalista, pubblica un’intervista a Yolanda che rivela il segreto del tentativo di Emiliano di corrompere Moncho per fargli assumere la colpa. L’intervista di Carla a Yolanda chiarisce che è Emiliano il responsabile delle morti.

Charro cerca di ottenere un pezzo dell’affare di Emiliano

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Credit Netflix

Prima di essere arrestato per l’omicidio di Barrosso, Charro stringe un accordo con Javier e David. Con Emiliano accusato di omicidio colposo, Charro trova l’opportunità di costringere Javier e David a rimuovere Emiliano dall’affare del parco divertimenti e a fare di Charro un socio. Purtroppo per Charro, le cose non vanno come voleva. Dopo il ritrovamento di antichi manufatti nel cantiere, gli americani si tirano indietro, lasciando Charro arrabbiato con i suoi nuovi soci. Per dare un po’ di sollievo a Charro, Emiliano riceve due anni di carcere per la sua negligenza, nonostante i tentativi di Javier. Con Emiliano dietro le sbarre, Charro punta a regolare un vecchio conto con David, che in precedenza aveva avuto un rapporto sessuale con Lupita.

Sotto l’apparenza di una discussione d’affari, Charro convoca David al cantiere e gli spara a bruciapelo prima di seppellirlo nel cantiere che verrà presto sgomberato. Nonostante le mosse calcolatrici di Charro, Lupita si vendica di tutte le angherie subite incastrando Charro per l’omicidio di Moncho. Anche quando va in prigione, Charro inizia a preparare la sua prossima mossa. Si ritrova una cella nella stessa prigione in cui Emiliano ha trascorso la sua pena. Tuttavia, quando Charro affronta Emiliano, vede una nuova versione di Emiliano, che sembra determinato a uscire e a stare di nuovo con la sua famiglia.

Cosa succede agli altri personaggi di The Accident?

Il finale di The Accident  stabilisce il corso del futuro di tutti i suoi personaggi. Per Emiliano potrebbe non essere facile finire in prigione con Charro così vicino. All’esterno, Daniela sta aiutando sua figlia Lucia a rimettersi in piedi dopo la sua lotta contro la tossicodipendenza. Per fortuna, Lucia ha dalla sua parte il sostegno di Alex. Con la scomparsa di David, Carla avvia una campagna online per cercare il suo compagno. Javier e Brenda guardano a un nuovo inizio: la coppia decide di iniziare a cercare un figlio. Potrebbe essere anche l’inizio di un nuovo inizio per Lupita, ora che la presenza di Charro non la perseguita più. Fabián si schiera anche contro la madre di Paula, Roxana (Paulina Dávila), dopo che questa ha cercato di ottenere la custodia di Paula. Nel finale, si vede Yolanda imbarcarsi su un volo per gli Stati Uniti dopo aver ricevuto l’aiuto promesso da Emiliano, nonostante Yolanda abbia rilasciato un’intervista contro Emiliano.

Il finale di The Accident lascia la storia e i personaggi a un interessante punto di svolta dopo questa stagione. La serie messicana ha già esplorato la maggior parte delle trame e degli archi dei personaggi. Tuttavia, ha anche un ampio margine di approfondimento se dovesse tornare per un’altra stagione. Complessivamente, The Accident si diverte con la sua drammaticità a mantenere vivo il mistero, permettendo ai personaggi di costruire il proprio percorso nel corso dei dieci episodi. Con quasi tutti gli episodi che hanno un cliffhanger episodico, The Accident termina anche il finale con una nota di tensione, promettendo altri colpi di scena ad alta intensità – qualcosa che non sembra finire con questa serie messicana di Netflix.

Todd Phillips svela che Joaquin Phoenix ha voluto fortemente un sequel di Joker

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Anche se la performance del 2019 di Joker al botteghino ha fatto facilmente intuire che un sequel sarebbe stato rapidamente autorizzato, i fan sono rimasti un po’ sorpresi quando Joker: Folie à Deux (recensione) è stato annunciato perché il primo film sembrava praticamente autonomo. C’era però un elemento che faceva sperare i fan sulla qualità del nuovo capitolo: Joaquin Phoenix, un attore che ha dichiarato di non amare i sequel, ha accettato di riprendere il ruolo del protagonista. Durante una domanda e risposta dopo una proiezione anticipata del film, alla quale Collider era presente, il regista Todd Phillips ha rivelato che, sorprendentemente, è stato Phoenix a spingere perché Joker avesse un sequel.

Durante il Q&A, Phillips ha rivelato che a metà delle riprese di Joker, lui e Phoenix stavano già giocando con le idee per un sequel. Il regista ha anche osservato che un indicatore del fatto che fossero pronti per qualcosa di più era la loro sensazione generale una volta che la produzione aveva raggiunto gli ultimi giorni:

“Ricordo di aver postato una foto dell’ultimo giorno del primo Joker, molti anni fa, e Joaquin mi abbracciava con le lacrime agli occhi, e questo non è normale per la fine di un film. Non perché non mi avrebbe più rivisto, ma perché ci siamo innamorati di Arthur e pensavamo che ci fosse altro da raccontare nel suo viaggio. Joaquin ha detto scherzando: “Avremmo potuto girare per altri tre mesi il primo film”, e io la pensavo allo stesso modo. Anche in questo caso, di solito, dico: “Tiratemi fuori di qui. Portami in sala di montaggio e cerchiamo di capire cos’è questo”. Ma in Joker 1 abbiamo semplicemente amato Arthur, e so che anche Joaquin lo ha amato”.

Joaquin Phoenix voleva che Joker 2 lo “spaventasse”

Joaquin Phoenix Venezia 81 - 07
Joaquin Phoenix a Venezia 81 Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Todd Phillips ha aggiunto che il rallentamento durante la pandemia ha dato loro spazio per iniziare a esplorare diversi scenari per Arthur Fleck e che sarebbe stato interessante vedere il personaggio affrontare le conseguenze delle sue azioni. Infine, Phoenix ha concordato con Phillips la realizzazione di un sequel a patto che si sentisse “spaventato” come nel primo film, nel senso che si sarebbero presi dei rischi con la storia e avrebbero davvero esplorato le possibilità del personaggio e del mondo in cui vive.

Joker: Folie à Deux vede nel cast anche Lady Gaga (A Star Is Born), Zazie Beetz (Deadpool 2), Ken Leung (Avatar: The Last Airbender), Catherine Keener (The Adam Project), Steve Coogan (The Trip) e Brendan Gleeson (The Banshees of Inisherin).

Ariana Grande e Cynthia Erivo sfidano la forza di gravità nel nuovo trailer di Wicked

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Anche se siamo tristi per la fine dell’estate, ringraziamo il cielo che sia settembre perché mancano poco più di due mesi all’arrivo di Wicked: Parte 1. Per celebrare l’occasione, la Universal Pictures ha rilasciato l’ultimo teaser che anticipa ciò che accadrà nella prima parte dell’adattamento cinematografico di Jon M. Chu del musical vincitore del Tony Award. Ariana Grande e Cynthia Erivo continuano a rubare la scena in quest’ultimo teaser, lasciando che le loro voci volino più in alto che mai.

Divisa in due parti per motivi di tempo, la prima metà di Wicked presenterà al pubblico Galinda Upland (Grande) ed Elphaba Thropp (Erivo), due nuove studentesse della Shiz University che non potrebbero essere più diverse – o almeno così pensano. Galinda ha conosciuto solo una vita di popolarità e rosa, mentre Elphaba è sempre stata vista come un’emarginata, soprattutto grazie alla sua pelle verde. I loro mondi si scontrano all’università magica ed entrambe le giovani donne si influenzano a vicenda, stringendo un’amicizia che le porterà nella Città di Smeraldo, dove incontreranno il Mago di Oz. Ma le cose non sono come sembrano e presto le strade delle due donne si separeranno mentre lottano contro le ingiustizie che le circondano.

Sapevamo che il cast di Wicked sarebbe stato molto ricco, soprattutto quando Erivo e Grande hanno firmato, ma la lista dei partecipanti è cresciuta fino a diventare qualcosa di più grande dell’ego di Oz stesso. Al cast di quello che sarà senza dubbio uno dei film più importanti dell’anno partecipano Michelle Yeoh (Everything Everywhere All at Once), Jeff Goldblum (Thor: Ragnarok), Jonathan Bailey (Fellow Travelers), Ethan Slater (Fosse/Verdon), Peter Dinklage (Game of Thrones), Bowen Yang (Saturday Night Live) e altri ancora.

Jon M. Chu punta al successo con ‘Wicked’

Dopo aver debuttato alla regia con Step Up 2: The Streets del 2008 (probabilmente il miglior film della serie Step Up ), Chu ha continuato a sfidare la gravità e a diventare grande negli ultimi dieci anni. Il regista si è cimentato in vari generi con il suo occhio dietro a titoli come G.I. Joe: Retaliation, Now You See Me 2 e Crazy Rich Asians, ma siamo entusiasti di riaverlo dietro a un altro adattamento musicale. In precedenza, Chu ha diretto la trasposizione per il grande schermo di In the Heights di Lin-Manuel Miranda, che ci ha regalato le impressionanti interpretazioni di Anthony Ramos (Twisters), Melissa Barrera (Abigail) e altri ancora. Ora, è destinato a rifare tutto da capo con entrambe le parti di Wicked.

Perché Adar sembra diverso nella seconda stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere?

La serie fantasy epica di Prime Video basata sulle opere di J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, è tornata per la sua seconda stagione. Ambientata durante la Seconda Era della Terra di Mezzo, la serie si concentra sui vari uomini, elfi e nani che cercano di mettere da parte i vecchi pregiudizi e di fare fronte comune contro la crescente malvagità di Sauron (Charlie Vickers). Dopo essere riuscito a convincere gli elfi a forgiare tre anelli del potere, Sauron si adopera per manipolare i suoi nemici e farli combattere tra loro, mentre usa il fabbro elfico Celebrimbor (Charles Edwards) per forgiare altri anelli con cui dominare tutta la Terra di Mezzo.

Nella prima stagione, la vera identità di Sauron non è stata rivelata. Era invece travestito da Halbrand, un uomo che incontra Galadriel (Morfydd Clark) ed è apparentemente dalla parte del bene prima che venga rivelato che ha manipolato dall’ombra per tutta la stagione. Al posto di Sauron come Signore Oscuro, la serie ha creato un nuovo cattivo di nome Adar, interpretato da Joseph Mawle . Tuttavia, nella seconda stagione, Mawle è stato sostituito da Sam Hazeldine, ma la domanda è: perché?

Chi è Adar de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere?

Durante i Giorni Antichi della Terra di Mezzo, Adar era uno degli elfi originari catturati dal primo Signore Oscuro, Morgoth. Fu torturato e stravolto dalla crudeltà di Morgoth e usato per creare la prima generazione di orchi. Questo gli valse il titolo di “signore padre” tra le generazioni successive di orchi. Alla fine Sauron lo liberò dalla prigionia e, poco dopo, Morgoth fu sconfitto e bandito dal mondo. Sauron tentò di dichiararsi il prossimo Signore Oscuro, ma Adar aveva imparato ad amare gli orchi come suoi figli e non apprezzava il fatto che Sauron fosse disposto a gettare via le loro vite per la sua ambizione. Così, guidò i suoi orchi nella ribellione e distrusse la forma fisica di Sauron (interpretato da Jack Lowden).

La seconda stagione vede Adar e gli orchi sottomettere tutti i sopravvissuti delle Terre del Sud che riescono a trovare e uccidere quelli che non si sottomettono. Tra i suoi prigionieri c’è Halbrand, il presunto re delle Terre del Sud e attuale travestimento di Sauron. Halbrand convince Adar che Sauron non solo è vivo, ma si è alleato con gli elfi per distruggere Adar e i suoi orchi. In cambio della vita degli abitanti delle Terre del Sud, Halbrand promette di infiltrarsi tra gli elfi di Eregion mentre Adar raduna i suoi eserciti per distruggerli.

Perché l’attore di Adar è stato sostituito?

La decisione di sostituire l’attore di Adar è stata presa dopo la prima stagione. Mawle ha dichiarato su X (ex Twitter) che avrebbe lasciato la serie. Ha annunciato di aver deciso di lasciare la serie per poter esplorare altre opportunità di carriera, ma ha dichiarato di essersi divertito a interpretare il personaggio e di essere entusiasta dell’accoglienza positiva ricevuta. In effetti, anche tra le persone che non hanno apprezzato Gli anelli del potere, il sostegno per Adar è stato forte. Mawle lo ha interpretato con un’aura ossessiva di stanchezza del mondo. Questo ha aiutato il pubblico a compatirlo tanto quanto a detestarlo per le sue azioni crudeli nei confronti dei personaggi principali. Ora, Hazeldine è un ottimo attore ed è apparso in serie fantasy di successo come Sandman di Netflix. Le scene che ha interpretato finora nella seconda stagione dimostrano la sua capacità di catturare il dolore interiore di Adar e il mix sfumato di amore per gli orchi e odio per tutti gli altri. Nel corso della seconda stagione, quando Adar guiderà ancora una volta i suoi orchi alla guerra, il pubblico avrà molte opportunità di vedere cosa c’è di diverso nella versione di Hazeldine di Adar.

La decisione di reinserire Adar nel cast si distingue anche per il personaggio di Bronwyn (Nazanin Boniadi), una dottoressa delle Terre del Sud che ha guidato la sua gente nella resistenza contro gli orchi. Come Mawle, Boniadi ha rifiutato di tornare per la seconda stagione e, nonostante il suo personaggio si sia ripreso dalle ferite riportate in battaglia, si scopre che è morta a causa di un veleno persistente nell‘episodio 3 della seconda stagione, “L’aquila e lo scettro”. Mentre il ruolo di Bronwyn nella storia era più insignificante, e quindi potevano permettersi la sua morte, Adar era chiaramente posizionato come un antagonista importante. Nella Stagione 1 era l’antagonista principale, soprattutto perché l’identità di Sauron era sconosciuta. Mentre la seconda stagione si concentra principalmente su Sauron come antagonista principale, Adar svolge ancora un ruolo importante, soprattutto perché possiede un esercito di orchi e sta stringendo alleanze con il troll Damrod (doppiato da Benjamin Walker) per attaccare Eregion.

Only Murders in the Building avrà una quinta stagione per Disney+

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Disney+ ha annunciato che la serie comedy Only Murders in the Building, vincitrice degli Emmy e prodotta da 20th Television, è stata rinnovata per una quinta stagione composta da dieci episodi. La quarta stagione di Only Murders in the Building è attualmente disponibile in streaming su Disney+, con nuovi episodi ogni martedì.

Il cast della quarta stagione è il più ricco di star, con il ritorno si Meryl Streep, pluripremiata agli Oscar/Emmy, e di Eugene Levy, Zach Galifianakis, Eva Longoria, Richard Kind, Melissa McCarthy, Kumail Nanjiani e Molly Shannon che si uniscono a Steve Martin, Martin Short, Selena Gomez e Michael Cyril Creighton.

I co-creatori e sceneggiatori di Only Murders in the Building sono Steve Martin e John Hoffman (Grace and Frankie, Looking). I produttori esecutivi della quarta stagione includono John Hoffman, Steve Martin, Martin Short, Selena Gomez, Dan Fogelman and Jess Rosenthal. La serie è stata sempre ben accolta dalla critica e la quarta stagione è Certified Fresh on Rotten Tomatoes al 97%. La terza stagione ha ottenuto 21 nomination agli Emmy, il numero più alto di nomination agli Emmy per la serie ad oggi.

Todd Phillips fa chiarezza sul coinvolgimento di James Gunn in Joker: Folie à Deux

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Collider ha recentemente assistito a una proiezione anticipata dell‘attesissimo Joker: Folie à Deux , dove, insieme ad altri membri della stampa, ha avuto l’opportunità di sedersi con il regista Todd Phillips e il co-sceneggiatore Scott Silver per un Q&A. La conversazione ha toccato vari aspetti della produzione del film, compreso il coinvolgimento dei nuovi vertici dei DC Studios, James Gunn e Peter Safran.

Con l’enorme successo del primo film sul Joker nel 2019, che ha incassato oltre 1 miliardo di dollari in tutto il mondo e ha fatto guadagnare a Joaquin Phoenix un premio Oscar, le aspettative per il sequel sono alte. Tuttavia, il panorama della DC Films è cambiato radicalmente dall’uscita del Joker originale. I nuovi DC Studios, guidati da Gunn e Safran, hanno inaugurato una nuova era di narrazione interconnessa e direzione creativa. Questo ha portato a chiedersi se la produzione di Joker: Folie à Deux (la nostra recensione) sia stata influenzata dalla nuova leadership dei DC Studios. Quando gli è stato chiesto se il processo di produzione fosse cambiato con la nuova era dei DC Studios, o se Gunn e Safran avessero avuto qualche input, Phillips è stato chiaro nella sua risposta:

“Con tutto il rispetto per loro, questo è una specie di film della Warner Bros. Anche loro volevano che fosse come dire: ‘Ok, Todd ha fatto la sua cosa, lasciamo che Todd continui a fare la sua cosa’”.

Silver, che ha co-scritto sia l’originale che il sequel insieme a Phillips, ha chiarito ulteriormente la tempistica, dicendo: “Abbiamo iniziato prima ancora che loro salissero a bordo”. I commenti del duo sottolineano che lo sviluppo di Joker: Folie à Deux era già ben avviato prima che Gunn e Safran prendessero le redini dei DC Studios.

La nuova dirigenza DC non ha “nulla a che fare” con Joker 2

Joker: Folie à Deux Lady Gaga

Todd Phillips ha anche sottolineato che il film è stato autorizzato prima dell’insediamento della nuova dirigenza, aggiungendo: “Quindi, anche se hanno visto una parte del film, non è come la DC vera e propria, anche se dopo ci sarà scritto DC. Ha senso?”. Silver è intervenuto nuovamente per sottolineare l’autonomia del loro progetto, affermando senza mezzi termini: “Sì. No, non hanno nulla a che fare con il film”.

La distinzione è fondamentale per i fan. Mentre Joker: Folie à Deux porta il marchio DC, rimane comunque un progetto di Todd Phillips, libero dall’influenza della più ampia pianificazione dell’Universo DC. I commenti di Phillips suggeriscono che la Warner Bros. ha riconosciuto la visione unica che ha portato al primo film e ha voluto preservare questa indipendenza creativa per il sequel. Il film sembra rientrare nella stessa categoria dei film di The Batman di Matt Reeves, nelle storie “elseworlds” della DC.

Con l’avvicinarsi dell’uscita di Joker: Folie à Deux si avvicina, è chiaro che il film si distinguerà dalle narrazioni interconnesse del più ampio Universo DC, offrendo ai fan un’altra immersione profonda nell’inquietante mondo di Gotham attraverso la lente singolare di Phillips. Il coinvolgimento di James Gunn e Peter Safran, a quanto pare, inizia e finisce con una visione, lasciando l’oscura e grintosa arte di Joker saldamente nelle mani di Phillips.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, episodio 4: clip presenta Tom Bombadil

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Prime Video ha pubblicato la prima clip del quarto episodio di domani della seconda stagione Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere (qui la recensione), e introduce un personaggio che i fan dell’opera di J.R.R. Tolkien aspettavano di vedere portato in vita sullo schermo da molto tempo.

Nella clip, vediamo lo Straniero mettersi nei guai quando cerca di estrarre un ramo da un albero per costruire il suo bastone da mago. In un momento che ricorda Merry e Pipino che cadono in balia del Vecchio Salice nel libro, lo Straniero viene intrappolato e consumato dall’albero finché il vecchio Tom Bombadil (Rory Kinnear) non arriva in soccorso.

Se avete letto la trilogia fondamentale di Tolkien, dovreste avere molta familiarità con questo misterioso personaggio, introdotto insieme alla moglie Goldberry quando Frodo e la sua compagnia attraversano la Vecchia Foresta in La Compagnia dell’Anello.

Bombadil era chiaramente un individuo molto potente, in grado di indossare l’anello senza diventare invisibile o essere influenzato dal suo male.

Tolkien non ha mai rivelato molto su Tom Bombadil, ma ha affermato di essere esistito prima che il Signore Oscuro arrivasse ad Arda, il che ha portato a speculare sul fatto che potrebbe essere stato vivo prima dell’arrivo dei Valar. Resta da vedere se Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere approfondirà un po’ di più il personaggio, ma se lo facesse incorrerebbe probabilmente nell’ira di molti puristi di Tolkien.

La serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere

La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha ottenuto un successo senza precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming. L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita.

Lo show ha inoltre battuto tutti i precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto precedentemente lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America, Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo. Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426 ore nel weekend.

La seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne & Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom, i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.

M – Il Figlio del Secolo: recensione della serie di Joe Wright con Luca Marinelli – Venezia 81

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Tra gli eventi speciali del Fuori Concorso di Venezia 81, c’è anche  a presentazione di M – Il Figlio del Secolo, la serie Sky diretta da Joe Wright e interpretata da Luca Marinelli, e adattamento del l’omonimo romanzo premio Strega di Antonio Scurati.

La trasposizione, a opera di Stefano Bises e Davide Serino, propone un ritratto moderno e graffiante di Benito Mussolini e della sua ascesa politica, dalla fondazione dei Fasci di Combattimento fino all’imposizione della più feroce dittatura che l’Italia abbia conosciuto. Un’ascesa fulminea, acclamata da una popolazione allo stremo dopo le sofferenze della Prima Guerra Mondiale, che ha permesso l’apertura verso un movimento che avrebbe dovuto risollevare l’italianità ferita e che ha invece trascinato il Paese, dopo indicibili e ingiustificabili violenze interne, verso la disfatta della Seconda Guerra Mondiale.

M – Il Figlio del Secolo ha il ritmo della contemporaneità

Gli elementi caratteristici di M – Il Figlio del Secolo sono innanzitutto linguistici. Joe Wright, regista di comprovato rigore e inventiva, si affida ancora una volta a Valerio Bonelli, montatore con cui lavora dal 2017, e conferisce alla serie un ritmo forsennato e allo stesso tempo ordinato , che replica la velocità e il rigore del Futurismo, corrente letteraria all’interno della quale è fiorito il contesto culturale in cui si inserisce Mussolini filosofo della nuova italianità. Il fascismo nasce dalle aberrazioni di quella corrente di pensiero e il ritmo che Bonelli e Wright danno alla serie lo rappresenta in maniera eccellente.

M – Il Figlio del Secolo Foto Sky

Interessante è anche l’uso della musica contemporanea con il coinvolgimento del Chemical Brothers: far risultare moderno e d’impatto un pensiero come quello fascista ricorrendo alla filologia musicale dell’epoca, sarebbe stato controproducente. Invece, una musica moderna e di rottura ha sullo spettatore contemporaneo lo stesso effetto che deve aver avuto il pensiero fascista sull’italiano medio di inizio novecento.

Grottesco e rivolto direttamente al pubblico

A questo comparto tecnico ricercato e puntuale si aggiunge un’interpretazione di Luca Marinelli sempre sul limite della macchietta. Il tono grottesco adottato per la maggior parte delle scene della serie, le inquadrature forzate, i punti di vista insoliti sono senza dubbio elementi che contribuiscono a dipingere un Mussolini sgradevole e spregiudicato, ma fermamente convinto dei suoi mezzi e del suo scopo alto, della sua investitura ad ammodernatore dello Stato. Il Mussolini di Marinelli si vuole differenziare da tutti quelli che gli stanno intorno, mente a tutti e per questo alla fine è davvero solo. Persino chi lo segue, adottandone i metodi di violenza e prevaricazione, viene poi allontanato e Benito, guardando più volte in macchina, come a parlare con se stesso e con lo spettatore, si trova costretto a prendere le distanze da quello che lui stesso ha creato.

M. Il figlio del secolo
photo credits Andrea Pirrello

E Marinelli porta a compimento un lavoro egregio, soprattutto alla luce delle sue dichiarazioni in cui confessa che “da antifascista, sospendere il giudizio sul personaggio è stata una delle cose più difficili e dolorose che abbia mai fatto nella mia carriera”. Accanto a Marinelli nel cast Francesco Russo, che interpreta Cesare Rossi; Barbara Chichiarelli nei panni di Margherita Sarfatti; Benedetta Cimatti in quelli di Donna Rachele; Federico Majorana interpreta Amerigo Dumini; Lorenzo Zurzolo è invece Italo Balbo.

M – Il Figlio del Secolo si candida a essere l’evento televisivo italiano più importante di questa stagione e forse anche per le stagioni a venire, un prodotto che parla purtroppo anche della contemporaneità e che potrebbe essere accolto con favore anche al di fuori dei confini nazionali.

Wolf Man: primo sguardo al mostro ridisegnato del film Blumhouse

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Wolf Man: primo sguardo al mostro ridisegnato del film Blumhouse

C’è molto fermento intorno a Wolf Man del prossimo gennaio, l’ultimo film della Blumhouse che punta i riflettori su un classico mostro della Universal. Tuttavia, questo primo sguardo… beh, crediamo che non sia quello che molti di voi si aspettavano.

Il personaggio ha appena fatto il suo debutto ufficiale all’ultimo Halloween Horror Nights degli Universal Studios e, anche se questo costume potrebbe non essere rappresentativo di ciò che vedremo nel film finale, il design stesso sta dividendo le opinioni. Di certo non ha l’aspetto di un Wolf Man tradizionale e questa sembra una decisione creativa che potrebbe ritorcersi contro il reboot.

Naturalmente è troppo tardi per cambiarlo e, se non altro, questo sneak peek suggerisce che il nuovo Uomo Lupo sarà una creazione pratica al 100%; è chiaro che il piano è quello di puntare sulla stessa atmosfera del classico del 1941 e ci sono alcune somiglianze in questo senso.

Pochi dettagli ufficiali sono stati rivelati su questa nuova versione, anche se abbiamo sentito che il film ruota attorno a una famiglia terrorizzata da un predatore letale. Ryan Gosling era stato scritturato come protagonista di una precedente iterazione, ma non se ne fece nulla.

All’inizio di quest’anno, il produttore di Wolf Man, Ken Kao, ha dichiarato: “Da estraneo, direi che il Dark Universe de La Mummia, a mio modesto parere, si sentiva come se fosse reattivo a ciò che stava accadendo con tutta la roba dei supereroi – l’MCU e l’universo DC, e sappiamo che si è parlato molto di ciò che è accaduto con tutto questo [nell’] ultimo anno o giù di lì”.

E ha aggiunto: “Credo che si possa definire un approccio più simile a quello del Joker. A mio parere, soprattutto se si tratta di pezzi contenuti come la Blumhouse è davvero brava a fare, [ha] molto più senso per me. Quindi è un buon manuale”.

Il regista di L’uomo invisibile Leigh Whannell sarà al timone; lui, Corbett Tuck e Lauren Schuker Blum & Rebecca Angelo hanno lavorato alla sceneggiatura, che è prevista come un reboot del film del 1941 intitolato L’uomo lupo.

 

Tutto quello che sappiamo su Wolf Man

Christopher Abbott guida il cast nel ruolo di Lawrence “Larry” Talbot/l’Uomo Lupo e sarà affiancato da Julia Garner, Sam Jaeger e Matilda Firth. L’uscita di Wolf Man è prevista per il 17 gennaio 2025. Date un’occhiata al nuovo design qui sotto e rimanete sintonizzati per gli aggiornamenti.

Joker: Folie à Deux ha ottenuto un punteggio aggiornato su Rotten Tomatoes

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L’embargo sulle recensioni di Joker: Folie à Deux (la nostra recensione) è stato revocato ieri ed è stato chiaro che la critica è stata contrastante nei confronti del sequel DC. Alcune ore dopo, è stato generato un punteggio su Rotten Tomatoes: 59%.

Il film è così entrato nel territorio del “marcio” e si è ritrovato con una temuta macchia verde. Non è che il Joker del 2019 fosse un beniamino della critica con il 69%, ma questo è stato comunque un duro colpo visto l’entusiasmo che circondava questo seguito musicale con Lady Gaga (come potete vedere qui sotto, si è parlato molto della sua standing ovation di 12 minuti a Venezia).

Ora, però, c’è stato un piccolo cambiamento: con un totale di 43 recensioni contate, è salito a un “Fresh” del 60%. Non è chiaro per quanto tempo riuscirà a mantenerlo, poiché ci aspettiamo che almeno un altro paio di centinaia di verdetti si aggiungano al totale attuale nelle prossime settimane.

Su Metacritic, il film ha ottenuto 54/100 sulla base di 23 recensioni di critici.

Nonostante le recensioni contrastanti, Joker ha comunque ricevuto l’attenzione del mainstream e ha fatto vincere un Oscar a Joaquin Phoenix; ha inoltre incassato più di un miliardo di dollari al botteghino, anche se prima della pandemia.

“Una delle cose divertenti [di Joker: Folie à Deux] credo che per il pubblico sia che risponde a molte domande”, ha detto recentemente il regista Todd Phillips a IGN. “Molte persone mi dicono: ‘Cosa era reale, cosa non lo era? Nel primo film aveva un sacco di fantasie’. Questo film trova davvero la risposta di Arthur a tutto ciò che riguarda il fatto che quel film è realmente accaduto. Tutte quelle cose sono successe davvero”.

“Ha davvero ucciso Murray Franklin, Robert De Niro. Ha davvero ucciso quei bambini nella metropolitana. Ed eccolo qui, pronto ad affrontare la musica, in mancanza di una parola migliore, e a pagare per i crimini che ha commesso. Quindi è molto logico che due anni dopo, nel mondo del cinema, troviamo Arthur”.

Il regista ha aggiunto: “È Arthur che ha vissuto il primo film, quindi non può essere la stessa persona. Ma è diventato un’icona involontaria di Gotham per un certo sottoinsieme di persone, mentre per altre è un cattivo orribile”.

Spider-Man: Tom Holland alimenta le speculazioni con una foto del “Giorno delle riprese segrete”

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Tom Holland si è guadagnato la reputazione di rivelare un po’ troppo sui suoi prossimi film di Spider-Man/MCU durante le interviste, al punto che ormai è diventata una battuta ricorrente. Tuttavia, quando l’attore parla di un progetto “segreto”, i suoi fan prestano attenzione.

Holland ha condiviso sui social media una nuova foto del dietro le quinte con la didascalia “Giornata di riprese segrete”. È altamente improbabile che si tratti di Spider-Man 4 (il film non entrerà in produzione prima dell’anno prossimo e non ha nemmeno un regista), ma si ipotizza che possa trattarsi di qualcos’altro legato a Spidey.

Venom: The Last Dance è anch’esso un’ipotesi remota (il threequel uscirà il mese prossimo), ma che dire di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse? Si diceva che Holland avrebbe fatto un’apparizione nel film precedente, Across the Spider-Verse, e i rapporti indicano che c’erano dei piani iniziali per la sua interpretazione di Peter Parker prima che un conflitto di programmazione si mettesse di mezzo.

Onestamente, diremmo che si tratta di qualcosa di completamente diverso. Holland è stato recentemente avvistato a Los Angeles con un taglio di capelli molto diverso da quello di Parker e sembra sfoggiare lo stesso look o uno molto simile in questo scatto.

A che punto è Spider-Man 4

Spider-Man 4
Tom Holland in Spider-Man: No Way Home (2021) © Marvel Studios

Secondo precedenti indiscrezioni, Tom Rothman della Sony e Kevin Feige, capo dei Marvel Studios, avrebbero avuto delle divergenze per quanto riguarda la trama complessiva di Spider-Man 4, con quest’ultimo che spera di ridimensionare gli elementi del Multiverso per una storia più piccola. Rothman, invece, si dice che voglia capitalizzare il successo di No Way Home riportando Tobey Maguire e Andrew Garfield nei rispettivi ruoli di Peter Parker.

Facendo delle ipotesi, diremmo che è più probabile che Garfield e Maguire tornino per Avengers: Secret Wars, ma ciò non significa che il prossimo film di Spidey in solitaria non getterà le basi.

Il regista di No Way Home Jon Watts non tornerà a dirigere il prossimo film. Si dice che diversi registi siano in trattative per sostituirlo, tra cui Justin Lin (Fast and Furious), Drew Goddard (The Cabin in the Woods) e Adil El Arbi e Bilall Fallah (Ms. Marvel, Batgirl).

ARCANE: trailer ufficiale della seconda stagione

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ARCANE: trailer ufficiale della seconda stagione

Netflix e Riot Games hanno pubblicato il trailer ufficiale, insieme a nuove immagini, per il secondo e ultimo capitolo di ARCANE.

L’esplosivo trailer è accompagnato dalla collaborazione con Ashnikko per “Paint The Town Blue”, il primo singolo della colonna sonora originale della seconda stagione di Arcane di Riot Games / Virgin Music Group. “Paint The Town Blue” ha debuttato oggi insieme al trailer e i fan possono ascoltare il singolo qui.

La serie vincitrice del Primetime Emmy Award torna a novembre, solo su Netflix. Non perdetevi le prossime news su ARCANE durante il GEEKED WEEK LIVE FAN EVENT giovedì 19 settembre!

A PROPOSITO DELLA SECONDA STAGIONE DI ARCANE

In questo capitolo finale, l’attacco di Jinx al Consiglio getta le basi per una terribile escalation del conflitto tra Piltover e Zaun.

Da Riot Games, ARCANE torna per la sua seconda e ultima stagione a novembre su Netflix. La serie animata, basata League of Legends e una delle serie animate di maggior successo di Netflix, è stata creata da Christian Linke e Alex Yee. Tra i produttori esecutivi figurano Linke, Marc Merrill e Brandon Beck.  Lo studio di animazione è Fortiche Productions. Tra le voci figurano Hailee Steinfeld (Vi), la vincitrice dell’Annie Award Ella Purnell (Jinx) e Katie Leung (Caitlyn), Reed Shannon (Ekko), Amirah Vann(Sevika), Mick Wingert (Heimerdinger), Ellen Thomas (Ambessa), Brett Tucker (Singed) e altri ancora da annunciare.

La prima stagione di ARCANE ha consolidato la posizione di Netflix come leader nell’adattamento di franchise di videogiochi in fenomeni culturali animati. Apprezzata a livello mondiale come una delle migliori serie televisive del 2021, la serie si è aggiudicata anche quattro PRIMETIME EMMY AWARDS (2022), tra cui Outstanding Animated Program – prima serie in streaming vincitrice di tale premio. La serie ha conquistato gli Annie Awards 2022 vincendo in nove categorie, tra cui Miglior TV/Media, Miglior scrittura, Miglior voce (Ella Purnell), Miglior regia, Miglior design di produzione, Miglior animazione dei personaggi, Miglior storyboard, Miglior design dei personaggi e Miglior FX. La serie è stata riconosciuta anche dalla community dei videogiochi, vincendo il premio come miglior adattamento ai The Game Awards (2022).  Inoltre, l’album Arcane è stato nominato per un Billboard Music Award 2022 come Top Soundtrack.

M – il figlio del Secolo, intervista Joe Wright e Luca Marinelli: “Il fascismo è la politicizzazione della mascolinità tossica”

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Debutto in anteprima mondiale all’81° edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, per la nuova serie Sky Original M – il figlio del Secolo, dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale (edito da Bompiani) che racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere di Benito Mussolini.

A parlarne sono intervenuti il regista Joe Wright, e il protagonista, Luca Marinelli, che per regalarci questa interpretazione, ha dolorosamente e faticosamente messo da parte il suo essere antifascista convinto.

Joe Wright: “Per quello che riguarda il personaggio, l’uomo e il politico non sono scindibili. Per me il fascismo è la politicizzazione della mascolinità tossica. Mussolini è fatto di rapporti intessuti a livello familiare, con gli amici e poi con la nazione e il mondo. Era importante sottolineare questo suo essere unico.”

M – il figlio del Secolo, lo sguardo in macchina di Mussolini

“Lo sguardo in macchina del protagonista è il modo che abbiamo trovato di raccontare allo spettatore la maniera in cui lui si esprime rispetto ai suoi pensieri. E’ stato un uomo che non ha mai detto cosa pensava perché ha sempre ingannato tutti quelli che aveva intorno, dalla famiglia alla nazione e forse a se stesso. Abbiamo pensato di farlo parlare direttamente al pubblico per far capire al pubblico quali fossero i suoi pensieri, sicuramente ha cercato di controllare sempre la sua narrazione, perché solo così poteva avere la possibilità di vincere.”

“Lavoro ormai da anni con Valerio Bonelli (montatore, ndr) e lui è in grado di leggere nella mia mente mente giro. Penso al montaggio mentre lavoro e lui riesce a tradurre questi miei pensieri. Per quello che riguarda invece la colonna sonora dei Chemical Brothers, avevo bisogno di qualcosa che desse ritmo rispetto all’estetica dell’epoca. I riferimenti sono stati molteplici, tra questi c’era il cinema di Dziga Vertov. E io volevo trasmettere l’energia del futurismo che ha caratterizzato quell’epoca, ma non potevo farlo con una musica che all’epoca risultava moderna, perché oggi sarebbe invece sembrata “d’epoca” e non avrebbe colto l’avanguardia di quello che era il fascismo all’epoca. In questo modo ho provato a dare un senso di vitalità.”

Come mai il fascismo è ancora oggi allettante? A questa domanda, Joe Wright ha risposto rintracciando all’interno dell’invenzione di Mussolini una volontà di sfruttamento dell’insoddisfazione delle persone nei periodi difficili.

“L’invenzione di Mussolini in riferimento al populismo dell’estrema destra è un’invenzione che ha ruotato intorno allo sfruttamento di legittime preoccupazioni delle persone, uno sfruttamento che ricorre alla paura. Naturalmente queste paure ci accompagnano e la società vive periodi sereni e difficili, durante i quali emergono queste figure che tentano a sfruttare le paure delle persone che a loro volta credono che questa sia la strada per risolvere le questioni.” 

M. Il figlio del secolo
photo credits Andrea Pirrello

Luca Marinelli si è sforzato di sospendere il giudizio per M – il figlio del Secolo

Luca Marinelli: “Come mi è stato presentato, passare attraverso al libro di Scurati, approcciarmi all’intelligente trasposizione cinematografica di quel libro, e sapere che tutto sarebbe stato diretto da Joe Wright mi ha fatto sentire le spalle protette. Abbiamo lavorato fianco a fianco e non avrei fatto un metro senza di lui.”

“Per fare questo lavoro bisogna approcciarsi al personaggio sempre sospendendo il giudizio, e diciamo che per quei sette mesi, da antifascista quale sono, sospendere il giudizio è stata una delle cose più dolorose che io abbia mai fatto. Ho pensato però che potesse essere l’approccio più onesto per tentare di avvicinarmi a questa persona.”

“Volevo che arrivasse tutta l’importanza del progetto, che tutti noi condividiamo una gigantesca ignoranza, me per primo, che non abbiamo fatto i conti con il passato, perché come vedete la storia si ripresenta, oggi, nel nostro presente. Ma soprattutto perché noi non abbiamo veramente conosciuto quello che ci ha preceduto.”

La scoperta di come era davvero “lui” attraverso scritti e ricerca

“Mi sono preparato come ogni ruolo, andando ad attingere dalle fonti, dal libro di Scurati prima di tutto, ma anche dai filmati dell’Istituto Luce, video molto controllati che offrono solo un aspetto trionfante di lui. Mi è stato molto utile un libro, scritto da Ranuccio Bianchi Bandinelli, che è stato un archeologo molto importante dell’epoca che venne costretto a fare da guida a Mussolini durante la visita di Hitler in Italia. E lì ho trovato una descrizione schiettissima di una persona antifascista che ne parla per quello che veramente era.”

M – il figlio del Secolo sarà disponibile su Sky a partire dall’inizio del 2025.

M – Il figlio del secolo in anteprima a Venezia 81

M – Il figlio del secolo in anteprima a Venezia 81

Debutto in anteprima mondiale all’81esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove viene presentata oggi, 5 settembre, fuori concorso, per la nuova serie Sky Original M – Il figlio del secolo, dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale (edito da Bompiani) che racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere di Benito Mussolini.

La serie, che al Lido di Venezia viene mostrata in tutti i suoi otto episodi e arriverà nel 2025 in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, è diretta da Joe Wright (L’ora più buia, Espiazione, Cyrano) e prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, in co-produzione con Pathé, in associazione con Small Forward Productions, in collaborazione con Fremantle, CINECITTÀ S.p.A.. La distribuzione internazionale è di Fremantle.

A interpretare il Duce uno fra i più apprezzati attori italiani, Luca Marinelli, vincitore del David di Donatello, del Nastro d’Argento, della Coppa Volpi a Venezia e del prestigioso Shooting Stars Award al Festival di Berlino.

Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un Paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri. Ripercorrerà la Storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in Parlamento nel 1925, dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Offrirà, inoltre, uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, con l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca.

Scritta da Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New Pope, ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), con soggetto di serie e soggetti di puntata firmati da Stefano Bises, Davide Serino e Antonio Scurati, la serie racconterà gli accadimenti che portarono Mussolini a impossessarsi dell’Italia e a fondare la dittatura in modo storicamente accurato, ampiamente documentato e testimoniato da più fonti.

La colonna sonora è composta da Tom Rowlands, noto anche per essere parte del duo britannico di musica elettronica The Chemical Brothers, tra i pionieri che hanno portato il big beat in prima linea nella cultura pop, scalando le classifiche di tutto il mondo. Pluripremiati, hanno all’attivo 6 Grammy Awards, 1 Brit Award, 1 MTV Europe Music Award e un NMA Award.

Il cast di M – Il Figlio del Secolo

Accanto a Marinelli nel cast Francesco Russo (Call My Agent – Italia, A classic horror story, Freaks Out), che interpreta Cesare Rossi; Barbara Chichiarelli (Suburra – La serie, The Good Mothers, Favolacce) nei panni di Margherita Sarfatti; Benedetta Cimatti (Ricordi?, Tina Anselmi – Una vita per la democrazia) in quelli di Donna Rachele; Federico Majorana (Prisma, Favolacce, Padre Pio) interpreta Amerigo Dumini; Lorenzo Zurzolo (EO, Prisma, Baby) è invece Italo Balbo. E ancora Federico Mainardi (Il ritorno di Casanova, Il mammone) che interpreta Albino Volpi; Maurizio Lombardi (The Young Pope, The New Pope, 1992, Ripley) nei panni di Emilio De Bono;  Gianmarco Vettori (La Belva, Briganti, Padrenostro) in quelli di Dino Grandi; Gaetano Bruno (Martin Eden, Indivisibili, Il Cacciatore, Doc – Nelle tue mani) che interpreta Giacomo Matteotti; Paolo Pierobon (Rapito, Esterno notte, Qui rido io, 1994) nei panni di Gabriele D’Annunzio; Elena Lietti (Il Miracolo,Anna, Il sol dell’avvenire, Siccità) è Velia Titta, moglie di Giacomo Matteotti; Gianluca Gobbi (Fabrizio De Andrè – Principe Libero) nel ruolo di Cesare Maria de Vecchi; Gabriele Falsetta (Io sono l’amore) in quello di Roberto Farinacci. Vincenzo Nemolato (La chimera, Tutto chiede salvezza, Supersex) interpreta Vittorio Emanuele III.

La trama di M – Il Figlio del Secolo

“M – Il Figlio del Secolo” racconta l’ascesa politica di Mussolini e della sua creatura: il fascismo. Prima un movimento, poi un partito che Mussolini conduce fino al vertice del governo italiano per poi sovvertire la democrazia e instaurare la dittatura.

Attraverso un linguaggio contemporaneo – con Mussolini che rompe la quarta parete e si rivolge direttamente a noi per rivelarci i suoi pensieri più inconfessabili e commentare le svolte della Storia – la serie offre un ritratto originale, “pop”, a tratti pregno di umorismo nero, dell’uomo che, pur avendo tradito ideali, persone e istituzioni, pur essendosi macchiato di atti di violenza inaudita, fece innamorare di sé l’Italia intera, diventandone l’incontrastato Duce.

Corti in Cortile, il Cinema in breve: i dettagli della XVI edizione

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Si inaugura l’11 settembre la XVI edizione del Festival internazionale del cortometraggio Corti in Cortile, il Cinema in breve. In programma, oltre ai 21 cortometraggi in concorso, numerosi panel e tavole rotonde, talk, masterclass e, visto il successo dello scorso anno, il Film Market, il primo networking per gli operatori dell’industria del cinema del Sud Italia.

Attesissimo appuntamento di fine estate, Corti in cortile, il Cinema in breve inaugura la sua sedicesima edizione l’11 settembre, come di consueto presso il Palazzo della Cultura di Catania (Palazzo Platamone).

Il Festival, sotto la direzione artistica di Davide Catalano, inserito nella rassegna Catania Summer Fest 2024 e co-organizzato dall’Associazione Visione Arte, dal Comune di Catania e riconosciuto e finanziato dall’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia, avrà quest’anno anche il patrocinio dell’Accademia delle Belle Arti di Catania e di Giffoni.

Un’edizione, la sedicesima, che si presenta con alcune novità. Innanzitutto i giorni della manifestazione, che diventano cinque.

Le prime due giornate del festival sono dedicate a importanti panel incentrati sulla distribuzione e il product placement e verranno, inoltre, proiettati corti appartenenti a una speciale sezione Documentari, a cura di Maria Arena – regista e docente dell’ABACT – in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Catania, che, sebbene fuori concorso generale, competeranno per un premio ad hoc, consistente in un anno di distribuzione sulla piattaforma Prime Video.

Le serate di proiezione dei corti in concorso, invece, restano tre, dal 13 al 15 settembre. Degli oltre 100 cortometraggi arrivati da tutto il mondo, ne sono stati selezionati 21; al vincitore andrà un anno di distribuzione su Prime Video e uno stage in una casa di produzione tra quelle aderenti alla manifestazione.

A giudicare i corti in concorso, una giuria di esperti, presieduta da Cateno Piazza, Presidente di FCS – Coordinamento Festival del Cinema in Sicilia, e composta da Sabina Murabito, responsabile della Comunicazione/Informazione – Film Commission Comune di Catania, Antonio Chiaramonte, produttore cinematografico della società di produzione Cinemaset, Stefano Raffaele, autore della trasmissione Stracult, Vincenzo Di Silvestro, musicista/violinista/compositore/cantautore, Antonio Mannino, Direttore Artistico di Etna Comics, Marta Limoli, attrice e autrice, Simone Dei Pieri, Direttore Artistico del Catania Book Festival e Patrizia Schiavo, distributore cinematografico estero della società di produzione Cinemaset.

La somma dei voti della giuria di esperti e quelli della giuria popolare che si esprimerà nel corso delle serate di proiezione, decreterà i vincitori delle varie categorie, che verranno premiati domenica 15 settembre.

Altra novità dell’edizione 2024 è la proposta di numerosi e interessanti eventi collaterali la proiezione dei cortometraggi in concorso, accomunati dal tema dell’inclusività; è il caso, ad esempio, dell’incontro e dibattito sui migranti che si terrà il 12 settembre alle 19.00 all’Auditorium Concetto Marchesi di Palazzo Platamone. Frutto della collaborazione con Refugees Welcome Italia, organizzazione indipendente che promuove la mobilitazione dei cittadini e delle cittadine per favorire l’inclusione sociale di persone rifugiate e migranti, l’incontro prevede la proiezione del cortometraggio Mångata della regista Maja Costa (già vincitore a Corti in Cortile 2023 per la Miglior Regia) e di Boza or die di Alessio Genovese, cui seguirà un dibattito (moderato da Andrea Rabbito – professore ordinario di Cinema, fotografia e televisione presso l’Università degli Studi di Enna “Kore”- e Davide Catalano) alla presenza del Prof. Cataldo Salerno – Presidente dell’Università degli Studi di Enna “Kore” -, di Ahmed Osman – Responsabile Attivismo Refugees Welcome Italia ETS -, di Ismail Adams – Attivista RWI/Gruppo territoriale Catania – e della regista Maja Costa.

Completano gli interessanti eventi collaterali, infine, la speciale serata Stracult dedicata al cinema siciliano con Guia Jelo, Aurelio Grimaldi, Aurora Quattrocchi e Alfio D’Agata e moderata da Marco Giusti e Stefano Raffaele, (il 12 settembre alle 21.00), lo spettacolo transmediale (il 13 settembre alle 21.00) Rageen vol. I degli Okiees – cui ha partecipato anche Pippo Delbono -, il dibattito (il 14 settembre, alle 18.00) a cura della dottoressa Susanna Basile, psicosessuologa e saggista, incentrato sulla serie TV Sex Education e l’incontro/talk con Danilo Arena (il 15 settembre alle 18.30), attore tra l’altro di Vanina – Un vicequestore a Catania, Il Cacciatore e Comandante, che per l’occasione firmerà anche le copie del suo ultimo lavoro come cantautore, Lettere mai spedite.

Il Premio alla Carriera, infine, quest’anno sarà consegnato al regista, sceneggiatore e scrittore Aurelio Grimaldi (il 14 settembre alle 20.00). A condurre le serate di questa spumeggiante edizione di Corti in Cortile, il Cinema in breve, infine, il conduttore, doppiatore, vocista e giornalista siciliano Antonello Musmeci.

Masters of the Universe: Alison Brie interpreterà la villain Evil-Lyn

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Alison Brie (Mad Men, Community) ha ottenuto il ruolo della cattiva Evil-Lyn nel film live-action Masters of the Universe di Amazon MGM Studios e Mattel Films. Come riportato da Deadline, la Brie si unisce così a un ensemble guidato da Nicholas Galitzine nel ruolo del Principe Adam alias He-Man e Camila Mendes, che interpreterà Teela. L’ultima bozza della sceneggiatura è stata scritta da Chris Butler.

Parte del franchise dei Masters of the Universe fin dai primi giorni, Evil-Lyn è stata introdotta sia nella linea di giocattoli della Mattel che nella serie animata He-Man and the Masters of the Universe nel 1983. Maga dalle formidabili capacità magiche, è una delle più fidate e potenti alleate della nemesi di He-Man, Skeletor. Nel film, molto probabilmente, li vedremo dunque l’uno al fianco dell’altra per cercare di ostacolare He-Man. Non resta a questo punto che attendere di poter avere un primo sguardo ad Alison Brie con il costume di questa iconica villain.

Tutto quello che sappiamo sull’adattamento di Masters of the Universe

Masters of the Universe” ha affrontato un viaggio particolarmente tortuoso di oltre due decenni per arrivare al grande schermo. Il progetto è stato avviato dalla Warner Bros. e dalla Sony prima di passare a Netflix, che lo ha poi eliminato dai suoi programmi nel 2023 per problemi di budget. Innumerevoli registi, tra cui il regista di “Kung Fu PandaJohn Stevenson, il regista di “WickedJon M. Chu, il regista di “Charlie’s AngelsMcG e il duo di “The Lost CityAaron e Adam Nee, si sono avvicendati alla regia del progetto dal 2007.

L’attore di “West Side Story”, Kyle Allen, era a un certo punto collegato al ruolo di He-Man ma non è chiaro quando le trattative si siano interrotte. Chris Butler sta scrivendo la sceneggiatura dopo che David Callaham e i fratelli Nee avevano fatto un primo tentativo, basato sull’action figure del 1982. I dettagli della trama non sono per ora stati resi noti.

Secondo una precedente sinossi dello studio, il film segue il Principe Adam, alias He-Man, che da bambino precipita sulla Terra con un’astronave e, decenni dopo, torna sul suo pianeta natale per difenderlo dalle forze malvagie del cattivo conosciuto come Skeletor. Ma per sconfiggere il potente cattivo, deve scoprire i misteri del suo passato e diventare He-Man, definito in questo mondo “l’uomo più potente dell’universo”.

Taxi Monamour: recensione del film di Ciro De Caro – Venezia 81

Taxi Monamour: recensione del film di Ciro De Caro – Venezia 81

Alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Caterina Carone aveva incantato il pubblico con I limoni d’inverno, una delicata riflessione su due solitudini che ritrovano la gioia di vivere l’una nell’altra. Un tema simile è al centro di Taxi Monamour di Ciro De Caro, presentato alla 21esima edizione delle Giornate degli Autori durante la Mostra del Cinema di Venezia. Questa volta, però, sono due donne a dominare la scena: Anna e Nadiya, interpretate rispettivamente da Rosa Palasciano, qui anche in veste di sceneggiatrice, e Yeva Sai, nota per il ruolo di Alina in Mare Fuori. Il film, distribuito da Adler Entertainment, ha debuttato nelle sale il 4 settembre.

Taxi Monamour, la trama

Anna e Nadiya sembrano due persone diverse, ma in realtà entrambe condividono la stessa solitudine e un dolore enorme. Anna è provata dalla sua malattia, che non ha svelato alla sua famiglia con la quale ha un rapporto conflittuale, mentre Nadiya è stanca di vivere in Italia e vorrebbe tornare in Ucraina, da cui era fuggita a causa della guerra. Il loro incontro sarà un toccasana per le loro vite in disequilibrio: condividendo momenti di spensieratezza, le due donne si lasciano andare a parentesi di leggerezza e libertà, che le aiuta ad affrontare meglio il loro complesso percorso. La meraviglia di un’amicizia reale, che non ha interessi come quella delle due protagoniste, è che può alleggerirti il pesante carico e renderti, per un attimo, felice.

Taxi Monamour

Due solitudini che si incontrano

Come ha spiegato la stessa Palasciano, Taxi Monamour è nato da un’immagine potente: due donne sedute su una spiaggia in inverno, osservando il mare. Un frammento di quotidianità intriso di malinconia, stemperato però da momenti di leggerezza e intimità. Non c’era bisogno di molte parole, perché la loro semplice presenza l’una accanto all’altra era già carica di significato. Questo istante è stato trasformato da De Caro in un film delicato e poetico, costruito sulle spalle di due personaggi femminili che colpiscono per la loro intensità e autenticità. Anna e Nadiya portano con sé ferite profonde: la malattia da un lato, la guerra dall’altro. Il loro incontro non mira a “salvarsi” a vicenda, ma piuttosto ad alleviare il dolore delle loro ferite in modo assolutamente dolce. La loro relazione non è una cura, ma una tregua emotiva, un sollievo nato dalla compagnia e dalla solidarietà femminile, che innesca in loro un senso di libertà.

La macchina da presa si avvicina alle protagoniste con delicatezza, costruendo un racconto visivo che esplora la bellezza della complicità e del supporto reciproco. Anna e Nadiya sono seguite con affetto e rispetto: il regista ha infatti saputo catturare l’intimità di un’amicizia che si nutre di sincerità e supporto reciproco, senza mai esagerare. La sua capacità di immortalare momenti di connessione vera tra le due donne diventa così il cuore pulsante di un film che celebra la forza di un legame nato dalla condivisione delle proprie fragilità. Le interpretazioni di Rosa Palasciano e Yeva Sai sono commoventi e ben eseguite, dimostrando di avere quella chimica necessaria che dona al film la sua forza emotiva. Entrambe le attrici offrono performance toccanti, in grado di trasmettere la complessità dei loro personaggi senza mai cadere nel sentimentalismo. Ed è soprattutto grazie a questo che Taxi Monamour riesce a coinvolgere totalmente lo spettatore, lasciandolo non indifferente una volta sopraggiunti i titoli di coda.

Will Smith abbandona il film d’azione Sugar Bandits

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Will Smith abbandona il film d’azione Sugar Bandits

Will Smith ha lasciato il suo ruolo di co-protagonista nel prossimo film d’azione Sugar Bandits. A quanto si apprende da Deadline, Smith e la sua casa di produzione Westbrook rimarranno produttori del progetto ad alto budget, le cui riprese dovevano iniziare nei prossimi mesi ma che si erano arenate a causa dell’incertezza sull’impegno di Smith sullo schermo.

Si dice che Smith stia abbandonando il ruolo di attore a causa di conflitti di programmazione. Tuttavia, non è chiaro quale progetto, se mai ce ne sarà uno, verrà invece accelerato per la star. Si dice che Westbrook stia cercando di cambiare il ruolo di Smith e che abbia ancora intenzione di girare Sugar Bandits nel 2025. Tuttavia, ora c’è un punto interrogativo sulle prospettive del film. Il progetto, del valore di circa 80 milioni di dollari, è stato venduto in tutto il mondo all’EFM e a Cannes a importanti distributori indipendenti e ad Amazon Prime con l’intesa che Smith ne sarebbe stato il protagonista.

Di cosa parla Sugar Bandits?

Il vincitore dell’Oscar Will Smith doveva interpretare un ex soldato delle forze speciali che dirige una squadra di vigilantes d’élite impegnata a stroncare il traffico di droga a Boston. Il regista di Senza rimorso e Soldado, Stefano Sollima è salito a bordo come regista all’inizio dell’anno. Il film è basato sulla sceneggiatura e sul romanzo Devils In Exile di Chuck Hogan (The Town). Il film era già in fase di pre-produzione in vista delle riprese previste a Montreal. Una volta concordata la data di inizio delle riprese, sarebbero arrivate offerte ad altri attori.

Will Smith è tornato al botteghino quest’estate con Bad Boys: Ride or Die, che ha fruttato oltre 400 milioni di dollari di incassi nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. È possibile che il successo di questo film abbia favorito la realizzazione di un film in studio più grande per la star.

X-Men ’97: Beau DeMayo risponde alle accuse di cattiva condotta e denuncia il razzismo dei Marvel Studios

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Dopo aver giurato di condividere la sua versione della storia su OnlyFans, lo showrunner di X-Men ’97 Beau DeMayo, licenziato dal ruolo poco prima della messa in onda della serie, ha ora effettivamente rivelato di più del suo scontro con i Marvel Studios e la Disney in una nuova intervista con Deadline. Questo avviene dopo che, il mese scorso, un’ondata di accuse su di lui ha iniziato a circolare online, suggerendo che avesse inviato foto inappropriate a colleghi e forse anche fatto avances fisiche indesiderate.

Inizialmente DeMayo aveva detto di essere stato licenziato per aver pubblicato fan art LGBTQ, suscitando una risposta severa da parte dei Marvel Studios e poi mormorii di cattiva condotta sessuale. “Le voci che si stanno diffondendo online su di me sono menzognere e offensive, ma la cosa più preoccupante è che si tratta di una campagna diffamatoria progettata per screditare la mia credibilità al fine di coprire l’egregia cattiva condotta pregiudizievole che si estende da alcuni membri della troupe di X-Men ’97, fino ai vertici dei Marvel Studios”, ha dichiarato oggi DeMayo.

Affermando che “queste accuse di grave cattiva condotta sono false”, ha aggiunto che i Marvel Studios promuovono un “ambiente tossico” e “condizioni di lavoro quasi criminali” che “mettono gli individui l’uno contro l’altro, alimentano la paranoia per garantire il rispetto delle regole”. DeMayo sostiene inoltre che “essere gay, nero e aperto ai Marvel Studios” era il vero problema e dopo aver riconosciuto che “i conflitti di personalità accadono” e che lui “non è la tazza di tè di tutti”, l’ex showrunner di X-Men ’97 ha affermato di “non sentirsi più al sicuro nello studio in quanto gay nero”.

Ma non è tutto, come ha aggiunto in seguito: “Alla fine, le offese che Marvel e altri hanno fatto trapelare hanno lo scopo di distrarti da ciò che li ha veramente offesi. Qualcuno come me ha osato dire la verità a persone come loro. Volevano che fossi il timbro nero di approvazione di questo progetto, io ho rifiutato. Volevano cancellare gli aspetti della mia personalità che si scontravano o si rivelavano scomodi con le narrazioni sbagliate che volevano stabilire. Ho rifiutato. Hanno cercato di intimidirmi con minacce esplicite e implicite”.

Non mi hanno intimidito. Tutto ciò che hanno fatto da allora è stato progettato non solo per mettermi a tacere e diffamarmi, ma per schiacciarmi e ricordarmi di conoscere il mio ruolo. Ho le ricevute e i testimoni oculari, finché non smetterete di costringerli a mentire, potete continuare ad attaccarmi con bugie e disinformazione, ma possiamo diventare la versione più brutta e fastidiosa di questo o potete iniziare a comportarvi come uno studio degno di uno show come X Men ’97”.

Ora, l’avvocato di DeMayo ha intentato un processo accelerato per ottenere la rimozione di una presunta “clausola illegale di non discriminazione” dai documenti del pacchetto di uscita dello showrunner. La denuncia sostiene che tale clausola era intesa a “mettere la museruola a un uomo nero apertamente gay e a limitare i suoi diritti statutari”. Come ci si può aspettare, si tratta di una situazione complicata, che sembra destinata a mettere DeMayo contro la House of Mouse, con esiti potenzialmente poco chiari.

Quello che c’è da sapere su X-Men ’97

X-Men ’97 si è rivelato un grande successo di critica e di fan: il finale del 15 maggio, “La tolleranza è l’estinzione, parte 3”, ha raccolto 3,5 milioni di visualizzazioni a livello globale nei primi cinque giorni su Disney+, diventando il finale di serie animata più visto dalla prima stagione di What If…?.

I Marvel Studios hanno chiaramente preso atto della popolarità della serie e stanno finalmente procedendo con il tanto atteso reboot degli X-Men in live-action. Recentemente abbiamo saputo che lo scrittore di Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente sarà lo sceneggiatore Michael Lesslie.

Il cast vocale di X-Men ’97 include Ray Chase nei panni di Ciclope, Jennifer Hale nei panni di Jean Grey, Alison Sealy-Smith nei panni di Tempesta, Cal Dodd nei panni di Wolverine, JP Karliak nei panni di Morph, Lenore Zann nei panni di Rogue, George Buza nei panni di Bestia, AJ LoCascio come Gambit, Holly Chou come Jubilee, Isaac Robinson-Smith come Bishop, Matthew Waterson come Magneto e Adrian Hough come Nightcrawler.

The Batman – Parte 2: Matt Reeves condivide i primi dettagli ufficiali sulla trama

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Le voci relative ai piani del regista di The Batman, Matt Reeves, per il suo attesissimo sequel si sono susseguite sin da poco dopo l’annuncio del film, e finalmente abbiamo un aggiornamento ufficiale sulla trama di The Batman – Parte 2 direttamente dal regista stesso. Reeves ha infatti condiviso una bozza della storia durante una nuova intervista con SFX Magazine, confermando che il film vedrà ancora una volta Batman indagare su un mistero. Non rivela nulla di troppo significativo, oltre a questo, ma i suoi commenti hanno scatenato molte speculazioni online.

Abbiamo condiviso [la sceneggiatura] con la DC e loro sono super eccitati”, ha dichiarato alla rivista. “Approfondirà la storia epica di una corruzione più profonda e si addentrerà in luoghi che [Bruce Wayne] non poteva nemmeno prevedere nel primo film”. Corruzione più profonda a Gotham City? Sembra che il Cavaliere Oscuro potrebbe incontrare la Corte dei Gufi! Questa setta oscura è stata introdotta nelle pagine della serie New 52 dello scrittore Scott Snyder e dell’artista Greg Capullo come organizzazione dei cittadini più ricchi e influenti di Gotham.

Il gruppo operava in segreto ed era rimasto sconosciuto tra la popolazione della città, a parte alcune leggende metropolitane incentrate sulla loro reputazione di macabri assassinii compiuti da agenti indottrinati noti come Talon. Naturalmente ci sono altre possibilità per l’antagonista o gli antagonisti principali del sequel, ma per quanto riguarda i cattivi contro cui il Crociato incappucciato potrebbe o non potrebbe scontrarsi, Reeves ha indicato che alcuni personaggi “fantastici” sono fuori discussione.

Per me era importante trovare un modo per prendere queste icone pop, questi personaggi mitici che tutti conoscono, e tradurli in modo che Gotham sembri un luogo del nostro mondo”, ha aggiunto. “Potremmo spingerci al limite del fantastico, ma non andremmo mai verso il fantastico completo. È destinato a sembrare abbastanza concreto”. Non resta a questo punto che attendere che il film entri in produzione per poter avere maggiori informazioni riguardo alla trama e ai personaggi che ne faranno effettivamente parte.

The-Batman-Selina-Kyle-Bruce-Wayne

Tutto quello che sappiamo su The Batman – Parte 2

Come già sottolineato, The Batman – Parte 2 ha dovuto fare i conti con una serie di indiscrezioni sulla produzione. Di recente, Jame Gunn è dovuto intervenire per smentire le voci secondo cui Boyd Holbrook sarebbe stato scritturato per interpretare Harvey Dent/Due Facce. L’inizio delle riprese del sequel era previsto per il novembre 2023, con un’uscita prevista per l’ottobre 2025. Tuttavia, in seguito agli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA del 2023, The Batman – Parte 2 è stato rinviato all’ottobre 2026. Le riprese del sequel inizieranno alla fine di quest’anno.

Reeves spera che il suo prossimo film su Batman abbia lo stesso successo del primo. The Batman del 2022 ha avuto un’ottima performance al botteghino, incassando oltre 772 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo un ampio consenso da parte della critica. Queste recensioni entusiastiche sono state portate avanti nella stagione dei premi, visto che il film ha ottenuto quattro nomination agli Oscar. Nel frattempo, Reeves è intenzionato a espandere la serie DC Elseworlds, dato che la serie spin-off di Batman, Il Pinguino, con Colin Farrell nei panni del boss della mafia, è prossima all’uscita. Con Farrell che ha annunciato una serie molto violenta, The Penguin debutterà su Max a settembre.

L’uscita di The Batman – Parte 2 è prevista per il 2 ottobre 2026. Nel cast Robert PattinsonZoë KravitzJeffrey WrightAndy SerkisColin Farrell.

The Life of Chuck: le prime immagini del film tratto dal racconto di Stephen King

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In vista della sua anteprima al Toronto International Film Festival, sono arrivate online le immagini in anteprima del prossimo adattamento di The Life of Chuck di Mike Flanagan, tratto da un racconto di Stephen King. Vanity Fair ha infatti pubblicato una manciata di immagini del film, incentrato sulla vita di Charles Krantz, che muore a 39 anni… all’inizio del film. Nelle interviste, il cast e i creatori del film lo descrivono come un film positivo e di incoraggiamento alla vita, quindi non aspettatevi il solito orrore alla King – questo è più nello spirito di Le ali della libertà o Stand By Me.

Non è nemmeno la prima volta che Flangan si cimenta con King; è salito alla ribalta in gran parte grazie al suo adattamento di successo de Il gioco di Gerald, a cui ha fatto seguito Doctor Sleep. The Life of Chuck, come anticipato, è basato su un racconto dell’antologia If It Bleeds, che contiene anche il racconto Mr. Harrigan’s Phone, adattato per Netflix e di prossima uscita. Il film è interpretato da Tom Hiddleston, Mark Hamill, Chiwetel Ejiofor, Karen Gillan, Matthew Lillard, Heather Langenkamp e alcuni attori abituali di Flanagan, tra cui Rahul Kohli e David Dastmalchian.

Il logline del progetto lo caratterizza come “tre storie separate collegate per raccontare la biografia di Charles Krantz al contrario, iniziando dalla sua morte per un tumore al cervello a 39 anni e finendo con la sua infanzia in una casa presumibilmente infestata”. Di seguito, ecco il post di Flanagan dove si riportano le immagini condivise da Vanity Fair:

Tom Hiddleston parla di The Life of Chuck

Parlando con Josh Horowitz, Hiddleston ha infatti raccontato quanto si sia divertito a girare La vita di Chuck, paragonandolo al celebre film Le ali della libertà, non solo considerato uno dei migliori film della storia ma anche uno dei migliori adattamenti di un’opera di King.

Quello che mi è piaciuto di questo progetto e del racconto da cui è tratto, è che sembra richiamare quello stesso Stephen King che ha scritto Le ali della libertà. C’è un calore e un tipo di spirito che è davvero dalla parte della vita, una cosa a cui mi sono davvero legato quando l’ho letta. Era una sceneggiatura straordinaria. Mi ci sono immedesimato immediatamente. E poi, è Mike Flanagan che ha scritto la sceneggiatura. Quando ci siamo incontrati, ho detto che era fantastico. Posso venire a farlo? Posso venire a farlo, per favore? E sì, ci siamo divertiti molto“.

Parole che fanno dunque ben sperare per questo nuovo progetto, con Flanagan che, come noto, si sta affermando come un grande esperto delle opere di King, nonché suo principale adattatore per il cinema.

Alien: Romulus, un concept art svela l’inquietante aspetto alternativo della Prole

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Alien: Romulus si è rivelato un successo di pubblico e di critica, rilanciando di fatto il franchise di Alien dopo che i fan avevano atteso per anni di vedere la saga fantascientifica riportata nella cultura pop, e gran parte del suo successo è dovuto ai modi in cui il regista Fede Álvarez si è fatto ambizioso con il materiale di partenza. Una delle sequenze più memorabili è stata quella finale, che ha visto un bizzarro ibrido umano-alieno attaccare i nostri eroi, con questa creatura chiamata “Prole”.

Su Twitter, il concept designer Col Price ha ora condiviso alcuni primi disegni della progenie che sono stati sperimentati prima di arrivare al macabro personaggio che appare in Alien: Romulus.

Durante Alien: Romulus, [Fede Álvarez] ci ha incoraggiato a provare l’ibrido. Non mi occupo molto di creature, ma ho fatto un tentativo con lo sculpt dei nomadi. So che a Fede sono piaciuti molto. È stato molto divertente”, ha commentato Price nella didascalia delle foto. La Prole del finale è certamente uno dei momenti più discussi di Romulus, anche se non tutte le conversazioni sono state positive, poiché alcuni spettatori hanno criticato l’assurdità della cosa. Tuttavia, non è la prima volta che il franchise esplora temi di questo tipo.

Alien: Resurrection si concludeva infatti con una creatura che era una grottesca miscela di DNA umano e alieno. Inoltre, il prequel Prometheus di Ridley Scott ha confermato che il familiare xenomorfo è il risultato della combinazione di DNA alieno e umano, con la progenie di Alien: Romulus che rappresenta solo una delle forme che tale combinazione genetica può assumere. Di seguito, ecco il concept art rilasciato da Col Price:

https://twitter.com/coldesign_ltd/status/1830859826722656279?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1830859826722656279%7Ctwgr%5E2529fb246934ad60df4c3131579bde162c2ae293%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbook.com%2Fhorror%2Fnews%2Falien-romulus-offspring-creature-design-concept-artwork%2F

Alien: Romulus, tutto quello che sappiamo sul film

Il film Alien: Romulus è interpretato da Cailee Spaeny  (Priscilla), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu. Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.

Nel film, un gruppo di giovani coloni spaziali, mentre rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, si ritrova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo. Dovranno allora cercare di sopravvivere e impedire che quel male possa diffondersi. Il film è al cinema dal 16 agosto.

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Steven Yeun potrebbe ricoprire un altro ruolo nel MCU dopo aver abbandonato Thunderbolts*

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Dopo le voci che giravano in rete, a gennaio abbiamo avuto la notizia ufficiale che Steven Yeun non sarebbe più apparso nel film Thunderbolts* dei Marvel Studios, mentre l’attore di Top Gun: Maverick e Salem’s Lot, Lewis Pullman ha preso il suo posto poco dopo. Sebbene il personaggio che Yeun avrebbe interpretato non sia ancora stato ufficialmente confermato, il creatore di The Walking Dead e Invincible, Robert Kirkman, è uscito allo scoperto e ha dichiarato: “Il mio buon amico Steven Yeun interpreterà Sentry in un film” qualche tempo dopo.

Sì, mi ha chiamato, è andato a fare la prova costume. Spero di non essere… Non credo che questo sia uno spoiler o qualcosa che possa mettere nei guai qualcuno. Non so, forse. Vedremo. Non mi interessa. Non lavoro per la Marvel. Cosa mi faranno? Mi ha chiamato e mi ha detto: “Sono appena tornato da una prova costume per Sentry. Immagino che io faccia solo supereroi gialli e blu”. Ha detto che era alla prova costume e ha pensato: “Avevo dimenticato che anche Invincible è giallo e blu’”.

Yeun non è mai entrato troppo nei dettagli sul motivo per cui ha deciso di separarsi dal film, ma ha citato gli scioperi di Hollywood come una delle sue ragioni. “Penso che per me il tempo che passa e le cose che si spostano mi abbiano spinto ad abbandonare il film”, ha spiegato Yeun in una recente intervista. “Ma voglio ancora fare un film della Marvel!”, ha aggiunto. Ebbene, l’attore potrebbe effettivamente ancora avere la sua occasione, perché lo scooper MTTSH riporta che Yeun sarebbe ora in trattative con i Marvel Studios per interpretare un altro personaggio del MCU.

Al momento non ci sono conferme né suggerimenti su quale ruolo potrebbe interpretare.

Tutto quello che c’è da sapere su Thunderbolts*

Diretto da Jake Schreier (Paper Towns), il cast di Thunderbolts* comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di Bob alias Sentry. Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della serie Marvel Disney Plus Occhio di Falco).

Inoltre, Julia Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine, con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di impegni). Lo sceneggiatore di Black Widow e Thor: Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts* arriverà nelle sale il 5 maggio 2025, in ritardo rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo, restate aggiornati sul MCU con la nostra guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.

Batman: Michael Keaton “non capirà mai” perché le persone avessero problemi con il suo casting

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Quando Michael Keaton fu annunciato per la prima volta come Bruce Wayne in Batman alla fine degli anni ’80, la reazione dei fan dei fumetti dell’epoca non fu positiva. L’attore non aveva mai interpretato un personaggio che avesse qualcosa in comune con il Cavaliere Oscuro e si dice che circa 50.000 fanboy abbiano scritto alla Warner Bros. per protestare contro il casting, ritenendo che Keaton – reduce da Beetlejuice – Spiritello porcello non possedesse la giusta cupezza per interpretare Batman.

Il Batman del 1989 finì poi per essere un successo e Batman – Il ritorno fu accolto altrettanto bene quando seguì tre anni dopo, nel 1992. In effetti, Keaton è ancora considerato tra i migliori interpreti che hanno indossato mantello e maschera. Ieri Tim Burton ha ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame in occasione dell’uscita di Beetlejuice Beetlejuice questo fine settimana. Keaton era presente per introdurre il suo collaboratore di lunga data e ha riflettuto sulla sua esperienza con Batman.

Mi consegna una sceneggiatura e mi dice: ‘Dimmi cosa ne pensi’”, ha osservato Keaton. “Questo dopo Beetlejuice. Dopo quella performance. Dopo quel tipo di film. Dice allo studio: ‘Voglio quell’uomo’. Non capirò mai perché qualcuno se ne sia interessato”. “Il clamore… avresti pensato che ci stessero invadendo. È stato incredibile. La stampa era impazzita. Ma lui era al mio fianco. Il coraggio che ci è voluto per sostenere quella decisione sarà sempre apprezzato da me”.

Ha poi aggiunto: “Ciò che quel film ha generato… ci sono molte persone che fanno un sacco di soldi con i loro film di supereroi grazie alla sua scelta e alla sua visione di ciò che quei film potevano essere, perché ha cambiato tutto”. Questo fa eco ad altri recenti commenti di Keaton, che ha detto che Burton “merita un enorme credito” per aver cambiato i blockbuster di Hollywood con Batman. Ha poi sottolineato: “Non posso necessariamente dirlo, ma è molto probabile che non ci sarebbe un Universo Marvel o un Universo DC senza Tim Burton!”.

IDDU con Toni Servillo e Elio Germano in concorso a Venezia 81

IDDU con Toni Servillo e Elio Germano in concorso a Venezia 81

Sarà presentato stasera in concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di IDDU di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Nel cast protagonisti Toni Servillo, Elio Germano, Daniela Marra, Barbora Bobulova, Giuseppe Tantillo, Fausto Russo Alesi, Antonia Truppo, Tommaso Ragno, Betti Pedrazzi, Filippo Luna, Rosario Palazzolo, Roberto De Francesco, Vincenzo Ferrera, Maurizio Marchetti, Gianluca Zaccaria, Lucio Patanè.

In merito al film i registi hanno commentato: “L’idea iniziale di questo film è nata dalla lettura dei numerosi pizzini ritrovati nel corso della lunga latitanza del capomafia Matteo Messina Denaro. Attraverso queste insolite lettere, il boss gestiva la sua vita in clandestinità e i suoi affari. I pizzini trascendevano però la funzione pratica di comunicazione criminale e lasciavano emergere aspetti della sua personalità e la natura del mondo tragico e ridicolo che intorno a lui volteggiava spericolatamente. Traendo libera ispirazione dai pizzini, Iddu racconta il carteggio fra Matteo, principe riluttante di un mondo insensato, e Catello, maschera grottesca di solare amoralità. Con Matteo e Catello ci immergiamo nel vuoto dentro il quale un popolo sguazza come fosse un gran mare baciato dal sole e dagli dei“.

La trama di IDDU

Sicilia, primi anni Duemila. Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo, ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca di approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio…

Kaos: recensione della nuova serie di Charlie Covell

Kaos: recensione della nuova serie di Charlie Covell

Dopo The end of the f***ing world, lo  sceneggiatore inglese Charlie Covell sorprende nuovamente il pubblico con Kaos. La serie è un’originale rivisitazione di alcuni miti greci, ambientati in una realtà in cui il politeismo si è mantenuto radicato nei secoli. Diretta da Runyararo Mapfumo (regista di Sex Education), Kaos è al momento formata da una sola stagione di otto episodi, ognuno di circa 50 minuti. Nel cast ritroviamo figure già note nel panorama cinematografico internazionale: Jeff Goldblum (Jurassic Park, Indipendence Day) qui interpreta Zeus, il dispotico ed eccentrico re degli dei, al suo fianco Janet McTeer (The menu) è nel ruolo di Era, regina dell’Olimpo. Altri personaggi principali sono interpretati dal britannico David Thewlis (Remus Lupin nell’universo di Harry Potter), il quale qui è nei panni di Ade, e Stephen Dillane (Stannis Baratheon ne Il trono di spade), che qui interpreta Prometeo.

Kaos: la caduta dell’Olimpo

Una linea appare, l’ordine si azzera

la famiglia cade, il caos regna.

Zeus vive allegramente sul monte Olimpo, circondato da sfarzo, con una schiera di servitori raccatta palle e  venerato da tutti gli umani. Pur essendo l’essere più potente dell’universo, la sua sete di potere e la paura di perdere il proprio trono si annidano continuamente nella sua mente. Ad amplificare la sua paura è la profezia che prevede la sua distruzione. L’apparire di una linea, di una ruga sul suo volto, sarà per Zeus l’inizio della sua fine.

Diverse sono le figure cruciali che dovranno adempiere al proprio destino affinché il dispotico re degli dei incontri il suo: Euridice dovrà morire, Orfeo dovrà scendere nell’Ade per riportarla indietro e Caronte dovrà aiutarlo. Tutto dovrà avvenire come previsto, e Prometeo, la voce narrante della storia, si premurerà, dall’alto della montagna in cui è stato esiliato da Zeus, che tutto vada secondo i piani.

Nel frattempo sulla terra gli dei non  sono più venerati come una volta: durante l’Olimpia, giorno sacro dedicato agli dei, viene profanato a Creta il tempio sacro. Zeus trama una feroce repressione contro tutti gli umani e gli dei ribelli.

Kaos: il politeismo ai giorni nostri

La mitologia greca può sembrare qualcosa di indicibilmente lontano rispetto ai giorni nostri: Kaos riesce a riempire questo gap temporale immaginando una società attuale in cui, presumibilmente, il cristianesimo e le altre religioni non siano mai esistite, in cui Creta è una grande potenza. In questo modo viene attualizzata la realtà terrestre, pur mantenendo alcune delle tradizioni legate proprio al politeismo: pur trattandosi di una società tecnologica come la nostra, continuano a perpetrarsi riti violenti quali i sacrifici umani in nome degli dei e le lotte all’ultimo sangue.

Gli stessi dei vengono rappresentati in una chiave più attuale: Poseidone, dio dei mari, vive in un enorme yacht in mezzo al mare, gli dei comunicano tra loro con un telefono e perfino le moire sono rappresentate come giudici che permettono agli umani di scendere nell’Ade!

A rendere la serie ancora più attuale contribuiscono anche le musiche utilizzate: lo stesso primo episodio si apre con la narrazione di Prometeo, accompagnata in sottofondo da Money for nothing dei Dire Straits. Dioniso, il dio del piacere, viene presentato sulle note di Gimme! Gimme! Gimme! degli ABBA.

Inesattezze mitiche

Nel vedere una serie come Kaos bisogna chiaramente tenere a mente che si tratta di una serie, un mero prodotto cinematografico, nel quale gli eventi narrati nei miti sono fusi e romanzati. Di conseguenza, per coloro che hanno una buona conoscenza della mitologia greca, sarà facile riconoscere come le vicende non rispecchino a pieno i personaggi dei miti.

Prima di tutto, non sono presenti dei miti specifici sulla morte di Zeus: il dio è soggetto al fato, forza superiore perfino a lui, ma il tema non è approfondito nella mitologia. Di conseguenza, il presupposto base della serie, presentato anche ne trailer, è un elemento inventato. Inoltre, la relazione segreta tra Poseidone ed Era non è presente nella mitologia greca.

Ciononostante, in Kaos ci sono abbastanza elementi vicini ai miti originali da attirare il pubblico verso questa rivisitazione: ne sono esempi Prometeo sospeso su una rupe con un aquila che gli divora costantemente il fegato e Orfeo che riesce a riportare indietro dall’oltretomba la sua amata.

Zeus il dio tiranno

In Kaos il re degli dei viene rappresentato in maniera assolutamente eccentrica e, specialmente all’inizio, comica. Con l’avanzare della preoccupazione per la sua profezia e del disappunto per il comportamento blasfemo degli umani, lo si vede pian piano mostrare, episodio dopo episodio, tutta la sua ferocia. Quando Zeus inizia a vedere anche gli altri dei come una minaccia, la sua violenta repressione si scatena anche contro di loro, dando così  lui stesso inizio alla sua fine.

Kaos risulta essere un prodotto originale, capace di attirare il pubblico. Con un finale cliffhanger in questa prima stagione, non resta che attendere e sperare in una seconda parte della serie!

Joker: Folie à Deux, Lady Gaga e Joaquin Phoenix nelle foto sul red carpet di Venezia 81

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Si è tenuta questa sera l’anteprima di Joker: Folie à Deux, il sequel del film Joker in concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica diretto da Todd Phillips con Joaquin PhoenixLady Gaga, Brendan Gleeson, Zazie Beetz.

In merito al film il regista ha dichiarato: “Quando lavoravamo a Joker nel 2018 non avremmo mai immaginato che avrebbe toccato corde così profonde nel pubblico di tutto il mondo. Con Joaquin avevamo parlato di un sequel, ma mai seriamente, finché non abbiamo assistito alle reazioni che la storia di Arthur stava provocando. Sapevamo che per farne un seguito dovevamo superare noi stessi: volevamo creare qualcosa di folle e temerario come lo stesso Joker. Con Scott Silver abbiamo quindi scritto una sceneggiatura che approfondiva ulteriormente l’idea di identità. Chi è Arthur Fleck? E da dove viene la sua musica interiore?”

La trama di Joker: Folie à Deux

Joker: Folie à deux vede Arthur Fleck internato ad Arkham, in attesa di processo per i suoi crimini nelle vesti del Joker. Alle prese con la sua doppia identità Arthur non solo si imbatte nel vero amore, ma scopre anche la musica che ha sempre avuto dentro di sé.

Diva Futura: recensione del film di Giulia Louise Steigerwalt – Venezia 81

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Dopo l’esordio con Settembre, Giulia Louise Steigerwalt propone in Concorso all’81° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, il suo secondo film, Diva Futura, un biopic sulla vita di Riccardo Schicchi, che ha il volto di Pietro Castellitto.

Cosa racconta Diva Futura?

Italia, anni Ottanta-Novanta. Con la sua agenzia Diva Futura, Riccardo Schicchi rivoluziona la cultura di massa trasformando l’utopia hippy dell’amore libero in un nuovo fenomeno: il porno. Sotto la sua guida, “ragazze della porta accanto” come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger e molte altre diventano all’improvviso dive di fama mondiale ed entrano nelle case degli italiani grazie al boom delle televisioni private e dei videoregistratori in VHS. L’espressione “pornostar”, coniata al tempo, segna l’inizio di una nuova era. L’impatto mediatico è talmente travolgente da sfociare nell’elezione al Parlamento di Ilona Staller, detta “Cicciolina”, nella nascita del Partito dell’Amore e nella candidatura di Moana Pozzi a sindaca di Roma. L’avventura di questa grande “famiglia” – dove esplodono gelosie, tormenti e contraddizioni i cui effetti generano una situazione fuori controllo nell’industria della pornografia – è raccontata attraverso lo sguardo di Debora, giovane segretaria dell’agenzia con un mutuo sulle spalle. Tutto questo è accaduto perché esisteva un desiderio tanto nascosto quanto grande: quello di tutti.

Una biografia affettuosa

Diva Futura racconta una storia che è collettiva e individuale. Se è vero che il punto di vista privilegiato/esterno è quello di Debora, una splendida Barbara Ronchi, è altrettanto vero che si tratta di un film biografico sulla visione di Riccardo Schicchi, che Castellitto mette in scena con grande dolcezza e ironia. Il personaggio che viene fuori dal ritratto di Giulia Louise Steigerwalt è delicato e tenero, di un uomo con una visione assolutamente controcorrente, l’unico che ha avuto la lucidità di affermare che “agli uomini piacciono le donne disinibite, purché non siano le loro compagne”.

Una mascolinità sana e femminista

Rappresentante sano di una mascolinità moderna e mai tossica, è comunque vittima delle sue gelosie e insicurezze in un mondo che cambia rapidamente intorno a lui e che trasforma il suo business in maniera imprevedibile. Il mondo del porno di Diva Futura è un mercato, una economia fiorente in cui le donne (le varie Staller, Henger e Pozzi sono co-protagoniste) sono veicolo di responsabilità economica ma sono sempre tutelate e “venerate”, come dice Castellitto/Schicchi, un modo di fare porno molto diverso da quello che poi verrà sdoganato dalla figura di Rocco Siffredi e che verrà anche influenzato dall’avanzare della tecnologia e dall’evoluzione della società. La vita di Schicchi non si conclude con una parabola ascendente, e questo Steigerwalt lo racconta con puntualità, peccato che poi il film stesso replica quella parabola, con una prima parte decisamente più interessante, ben scritta e divertente rispetto alla seconda.

Minecraft: il primo teaser trailer del film!

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Minecraft: il primo teaser trailer del film!

È passato molto tempo da quando è stato annunciato un film su Minecraft. Tuttavia, l’anno prossimo uscirà finalmente questo lungometraggio per la Warner Bros. e Legendary Pictures, il primo adattamento live-action per il grande schermo del videogioco più venduto di tutti i tempi. Di questo progetto è ora stato rilasciato il primo teaser trailer e il primo poster, dopo la fuga di notizie di quest’estate che ha permesso di dare un primo sguardo a diversi personaggi principali.

È chiaro che il film è stato realizzato pensando ai fan, quindi, se non avete mai giocato ai giochi di Minecraft, potreste rimanere a bocca aperta. Tutti sembrano divertirsi, tuttavia, e o il film ci sorprenderà o sarà un altro Borderlands. È difficile dirlo ora come ora. Intanto, con il primo trailer possiamo gettare un primo sguardo in particolare sull’estetica del film, che cerca di riprodurre quella morto particolare del videogioco, mentre a livello narrativo sembra ricalcare i recenti Jumanji: Benvenuti nella giungla e Jumanji: The Next Level.

Quello che sappiamo su Minecraft

Con un cast guidato da Jason Momoa (Aquaman e il Regno Perduto) e Jack Black (Super Mario Bros. – Il film), Minecraft è interpretato anche da Emma Myers (Mercoledì), Danielle Brooks (Peacemaker), Sebastian Eugene Hansen (Just Mercy) e Jennifer Coolidge (The White Lotus).

La sinossi recita: “Benvenuti nel mondo di Minecraft, dove la creatività non serve solo a creare oggetti, ma è essenziale per la sopravvivenza! Quattro disadattati – Garrett “The Garbage Man” Garrison (Momoa), Henry (Hansen), Natalie (Myers) e Dawn (Brooks) – si ritrovano a combattere con problemi ordinari quando vengono improvvisamente trascinati attraverso un misterioso portale nell’Overworld: un bizzarro paese delle meraviglie cubico che vive di immaginazione.

Per tornare a casa, dovranno dominare questo mondo (e proteggerlo anche da cose malvagie come i Piglins e gli Zombies) mentre si imbarcano in una ricerca magica con un inaspettato ed esperto artigiano, Steve (Black). Insieme, la loro avventura sfiderà tutti e cinque a essere coraggiosi e a riconnettersi con le qualità che rendono ciascuno di loro unico e creativo… le stesse abilità di cui hanno bisogno per prosperare nel mondo reale.