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Stanley Tucci: 10 cose che forse non sai sull’attore

Stanley Tucci: 10 cose che forse non sai sull’attore

Uno tra i volti più ricorrenti nel panorama hollywoodiano è quello di Stanley Tucci, attore che nella sua carriera ha dimostrato di poter passare con abilità da un ruolo comico a personaggi complessi, cupi, talvolta mostruosi. Nel corso degli anni ha partecipato ad alcuni tra i più celebri film del panorama statunitense, ottenendo di volta in volta le lodi di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che forse non sai di Stanley Tucci.

 

I film e i programmi TV di Stanley Tucci

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema con il film L’onore dei Prizzi (1985), con Jack Nicholson. Raggiunge poi una prima notorietà con Il bacio della morte (1995), per poi acquistare sempre più fama con film come Harry a pezzi (1997), Era mio padre (2002), The Terminal (2004), con Tom Hanks, Slevin – Patto criminale (2006), Il diavolo veste Prada (2006), con Anne Hathaway, Meryl Streep e Emily Blunt. In seguito, recita in pellicole come Julie & Julia (2009), Amabili resti (2009), con cui si consacra, Easy Girl (2010), Captain America – Il primo vendicatore (2011), Hunger Games (2012) e i suoi sequel, con Jennifer Lawrence, Il caso Spotlight (2015), La bella e la bestia (2017), A Private War (2018), The King’s Man – Le origini (2020), Whitney – Una voce diventata leggenda (2022) e Conclave (2024), con Ralph Fiennes.

I film su Netflix di Stanley Tucci

Alcuni dei film in cui ha recitato Tucci si possono ritrovare su Netflix, come Whitney – Una voce diventata leggenda, The Silence, Transformers 4 – L’era dell’estinzione e Transformers – L’ultimo cavaliere, ma anche la miniserie Inside Man.

Ralph Fiennes e Stanley Tucci
Ralph Fiennes e Stanley Tucci in Conclave – Cortesia Eagle Pictures

2. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera Tucci non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo, comparendo in alcuni episodi di serie come Oltre la legge – L’informatore (1988-1989), Murder One (1995-1996), 3 libbre (2006), E.R. – Medici in prima linea (2007-2008) e Fortitude (2015). Nel 2017 si è invece fatto apprezzare per il ruolo di Jack Warner nella miniserie Feud, mentre nel 2019 è stato invece tra i protagonisti di Limetown. Ha poi recitato in La fortuna (2021), Inside Man (2022) e Citadel (2023).

3. È anche regista e sceneggiatore. Negli anni Tucci ha dimostrato di non essere interessato soltanto alla recitazione, compiendo infatti il grande passo dietro la macchina da presa. Nel 1996 esordisce così alla regia del film Big Night, da lui anche scritto. Successivamente dirige Gli imbroglioni (1998), Il segreto di Joe Gould (2000), Blind Date (2007) e il recente Final Portrait – L’arte di essere amici (2017), dove dirige l’attore Armie Hammer.

Stanley Tucci in Hunger Games

4. Ha accettato il ruolo senza esitazioni. L’attore è presente in tutti e quattro i film di Hunger Games, ricoprendo il ruolo di Caesar Flickerman, il presentatore dei tributi e delle notizie sui giochi che danno il titolo ai film. Stanley Tucci aveva già lavorato in precedenza con il regista Gary Ross e ha accettato subito la sua offerta di interpretare tale ambiguo personaggio, senza nemmeno sapere di cosa parlasse il film.

Stanley Tucci e Jennifer Lawrence in Hunger Games
Stanley Tucci e Jennifer Lawrence in Hunger Games © 2012 – Lionsgate

Stanley Tucci in Amabili resti

5. Si è trasformato il più possibile. Dovendo interpretare il ruolo di un pedofilo nel film Amabili resti, l’attore decise di camuffarsi il più possibile poiché si sentiva a disagio all’idea di essere associato a tale personaggio. Per questo motivo ha infatti indossato dei denti finti, delle lenti a contatto azzurre, dei baffi finti, delle imbottiture per apparire più corpulento e degli occhiali da vista.

6. È stato nominato all’Oscar. L’attore è risultato particolarmente credibile e spaventoso nel suo ruolo, tanto da conquistare immediatamente le lodi della critica, che ha indicato la sua come una delle performance migliori dell’anno. Tucci ricevette infatti numerose nomination a importanti premi nel corso della stagione, arrivando poi a guadagnare la sua prima candidatura come miglior attore non protagonista ai premi Oscar.

Stanley Tucci, sua moglie e i figli

7. Si è sposato due volte. Nel 1995 l’attore ha sposato Kathryn Louise Spath, da cui ebbe due gemelli nati nel 2000, e una figlia nata nel 2002. La coppia, tuttavia, annuncia la separazione nel 2003. Decidono però di riconciliarsi, tornando insieme nel 2005, e rimanendo uniti fino al 2009, anno in cui la donna viene a mancare per via di un tumore. Nel 2011 l’attore annuncia il fidanzamento con Felicity Blunt, agente letterario e nota per essere la sorella dell’attrice Emily Blunt. I due si sposano l’anno successivo, dando poi alla luce due figli, nati rispettivamente nel 2015 e nel 2018.

Citadel Stanley Tucci
Stanley Tucci in Citadel. Cortesia di Prime Video

Stanley Tucci ha rivelato di aver avuto una malattia

8. Ha avuto un particolare tumore. In una recente intervista rilasciata al quotidiano britannico The Guardian, Stanley Tucci ha raccontato di aver scoperto nel 2019 di avere un tumore alla lingua. L’attore ha poi spiegato nel dettaglio cosa ha dovuto passare a causa di questo localizzato in bocca: “Avevo fame, ma il sapore in bocca era orribile“. Tucci è ancora interessato dalla difficoltà a deglutire, che spiega essere un effetto collaterale delle radiazioni, che fanno parte della terapia della cura a cui si è poi sottoposto.

 

Stanley Tucci parla italiano

9. Ha origini italiane. Figlio di Stanley Tucci Sr. e Joan Tropiano, l’attore vanta origini italiane da parte dei nonni. Quelli paterni, Stanislao Tucci e Teresa Pisani, erano infatti originari rispettivamente di Marzi, in provincia di Cosenza, e di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia. I nonni materni, invece, provengono da Cittanova, in provincia di Reggio Calabria. Proprio per onorare queste origini, Tucci ha realizzato la serie Stanley Tucci: Searching for Italy, un programma di viaggi e cucina, durante la quale ha dimostrato di parlare anche un poco di italiano.

L’età e L’altezza di Stanley Tucci

10. Stanley Tucci è nato a Peekskill, New York, Stati Uniti, l’11 novembre 1960. L’attore è alto complessivamente 1,72 metri.

Fonte: IMDb

Ralph Fiennes: 10 cose che forse non sai sull’attore

Ralph Fiennes: 10 cose che forse non sai sull’attore

Ralph Fiennes è tra i più talentuosi e intensi attori della sua generazione, capace di interpretazioni memorabili che lasciano senza fiato i suoi ammiratori. Distontosi tanto in progetti più autoriali quanto in blockbuster commerciale, Fiennes è ancora oggi un autentico fuoriclasse, dallo sguardo magnetico e dall’indole ineguagliabile che lo rendono straordinario ad ogni ruolo.

Ecco dieci cose da sapere su Ralph Fiennes.

I film di Ralph Fiennes

1. I film e la carriera. L’attore debutta al cinema con il film Cime tempestose (1992), per poi apparire in Schindler’s List – La lista di Schindler (1993), Quiz Show (1994), Stranger Days (1995), Il paziente inglese (1996), Oscar e Lucinda (1997), The Avengers – Agenti speciali (1998), Sunshine (1999), Spider (2002), Red Dragon (2002) e Un amore a 5 stelle (2002). In seguito, ha lavorato in The Constant Gardener (2005), Harry Potter e il calice di fuoco (2005), Harry Potter e l’Ordine della Fenice (2007), The Hurt Locker (2008), The Reader – A voce alta (2008), Tata Matilda e il grande botto (2010), Scontro tra titani (2010) e Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 (2010) e Parte 2 (2011). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Skyfall (2012), La furia dei titani (2012), Grand Budapest Hotel (2014), A Bigger Splash (2015), Spectre (2015), Ave, Cesare! (2016) e Holmes & Watson – 2 de menti al servizio della regina (2018).

I film di Ralph Fiennes oggi

A partire dal 2020, l’attore ha recitato nei film No Time To Die (2021) e The King’s Man – Le origini (2021), The Forgiven (2021), The Menu (2022), La meravigliosa storia di Henry Sugar e altre tre storie (2023), Conclave (2024), The Return (2024) e 28 anni dopo (2025).

Conclave Ralph Fiennes
Ralph Fiennesi in Conclave. Cortesia Eagle Pictures

2. È anche doppiatore, regista e produttore. Nel corso della sua carriera l’attore non ha praticato solo questa professione. Infatti, ha prestato la propria voce per il doppiaggio di film d’animazione come Il principe d’Egitto (1998), C’era una volta Gesù (2000), Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro (2005), Kubo e la spada magica (2016), LEGO Batman – Il film (2017), The LEGO Movie 2 – Una nuova avventura (2019) e Dolittle (2020). Inoltre, ha lavorato come regista e produttore dei film Coriolanus (2011), The Invisible Woman (2013) e Nureyev – The White Crow (2018).

 

Ralph Fiennes in Schindler’s List

3. Ha studiato a lungo il personaggio. Per prepararsi al personaggio, l’attore ebbe inoltre modo di parlare con quanti conobbero realmente il nazista Amon Goeth, arrivando a comprendere aspetti di lui che lo svelavano come un uomo fragile e da compatire. Una sopravvissuta dei campi di concentramento, incontrandolo sul set, ammise di essersi sentita a disagio per l’inquietante somiglianza tra i due. La paura che incuteva negli altri permise a Fiennes di calarsi ulteriormente nei panni del personaggio.

Ralph Fiennes è Voldemort in Harry Potter

4. Ha dato suggerimenti sul look del personaggio. Sul set dei film, Ralph Fiennes non era truccato per coprirsi il naso. Per rendere il personaggio più spaventoso, questo gli è stato rimosso digitalmente, con risultati che il trucco non poteva raggiungere. Inoltre, gli “occhi rossi simili a serpenti” descritti nel romanzo non sono stati aggiunti su suggerimento dell’attore che sosteneva che l’espressione dei suoi veri occhi avrebbe fornito un’idea migliore della follia e della malignità di Lord Voldemort.

ralph fiennes harry potter
Ralph Fiennes è Voldemort nella saga di Harry Potter

Ralph Fiennes in Il paziente inglese

5. Ha richiesto un complesso lavoro sul trucco. Per parte del film, Fiennes appare nel ruolo di Almásy fortemente ustionato. Il trucco necessario per queste scene richiedeva ben cinque ore di lavoro al giorno. Per poter comprendere meglio la condizione fisica del suo personaggio e quindi il suo stato emotivo e psicologico, Fiennes ha insistito per applicare il trucco su tutto il corpo anche per le scene in cui sarebbe stata girata solo la sua testa. Cosa a cui i truccatori non si sono opposti, comprendendo e ammirando le intenzioni dell’attore.

Ralph Fiennes in Red Dragon

6. Si è trasformato radicalmente per il ruolo. Per interpretare il serial killer Francis Dolarhyde in Red Dragon, Fiennes si è sottoposto ad un’intensa trasformazione fisica. Ha infatti messo su quindici chili di muscoli per il ruolo, così da divenire anche più minaccioso in tali panni. Inoltre, spendeva otto ore al giorno al trucco per farsi applicare il complesso tatuaggio che il personaggio sfoggia sulla propria schiena. Fiennes, infine, decise di costruire la follia del personaggio affinché questa non fosse troppo esternamente visibile. Ciò gli permise di distinguersi dalpersonaggio di Lecter.

Ralph Fiennes interpreta Ulisse/Odisseo in The Return

7. Era attratto dai dilemmi universali del personaggio. Parlando di The Return con Vogue, l’attore ha dichiarato che la rilevanza contemporanea del film deriva dal suo esame dell’umanità senza tempo. “Si potrebbe presumibilmente fare un’Odissea moderna. Si potrebbe dire che qualcuno torna dal fronte in Ucraina e torna a casa. Anche se questo è il mondo antico, il pubblico sente le emozioni umane che stiamo vivendo. Perché la gente va a vedere Il gladiatore? O le storie spaziali ambientate nel futuro? Togliendo tutto l’armamentario dei vestiti, le emozioni sono le nostre, con il dilemma umano al centro”.

 

Chi è la moglie di Ralph Fiennes?

8. Ha un matrimonio alle spalle. Nel corso della sua vita, l’attore si è sposato una sola volta, nel 1993: in quell’anno, infatti, è convolato a nozze con la collega Alex Kingston, dopo dieci anni di fidanzamento. I due si erano conosciuti nel 1983 alla Royal Academy of Dramatic Art, quando erano ancora degli studenti. Tuttavia, il loro matrimonio è durato poco, tanto che nel 1997 hanno divorziato. La coppia non ha avuto figli.

Ralph Fiennes in Il ritorno (The Return)
Ralph Fiennes in Il ritorno (The Return). Foto di © Maila Iacovell/Fabio Zayed

Ralph Fiennes ha una fidanzata?

Ha avuto diverse fidanzate. Verso la fine del suo matrimonio, l’attore ha conosciuto la collega Francesca Annis nel 1995, durante una rappresentazione teatrale dell’Amleto di Shakespeare. La coppia si è frequentata per quasi undici anni per poi lasciarsi nel 2006. Tra i vari flirt a lui attribuiti ci sarebbero poi quelli con personalità quali Gina Gershon, Amanda Harlech, Ellen Barkln, Lisa Robertsona e Patti Smith.

La pronuncia del nome di Ralph Fiennes

9. Il suo nome viene spesso pronunciato male. Sono tanti gli attori di Hollywood con nomi oggettivamente complessi e che vengono il più delle volte pronunciati male. Da Saoirse Ronan a Benedict Cumberbatch, Jake Gyllenhaal a Matthew McConaughey. Tra questi si annovera anche lo stesso Fiennes. Per sapere come pronunciare correttamente il suo nome, è bene sapere che la L in Ralph, non si pronuncia, con un risultato che suona dunque come “Reiph”. Mentre il cognome è da pronunciarsi come “Fains”.

L’età e l’altezza di Ralph Fiennes

10. Ralph Fiennes è nato il 22 dicembre del 1962 a Ipswich, nel Suffolk, in Inghilterra. La sua altezza complessiva corrisponde a 1,80 metri.

Fonti: IMDb, The Famous People, The Telegraph, Vogue

Ferry 2, la spiegazione della scena post credits: Ferry Bouman è ancora vivo?

Quando ho guardato per la prima volta Undercover di Netflix, non avevo idea che il personaggio dell’olandese Ferry Bouman fosse vagamente basato su Janus van Wessenbeeck, un boss dell’ecstasy di Eindhoven realmente esistito. Ma, come vedete, dopo il successo di Undercover, tutto ciò che Netflix ha messo in onda era solo per sfruttare la popolarità del personaggio. [E quando alla fine si sono resi conto che non c’era più una trama da esplorare, hanno semplicemente ucciso il personaggio. Considerando che le ferite di Ferry sono piuttosto ambigue, c’è una piccola possibilità che non sia del tutto morto e, se il film funziona bene, probabilmente farà un ritorno trionfale.

In caso contrario, possiamo dirgli addio. In ogni caso, nella scena dei titoli di coda di Ferry 2, Jezebel van Kamp o Jez, ha venduto un sacchetto di pillole di ecstasy a un misterioso acquirente che sembrava il proprietario di un nightclub. Dopo il fiasco con Lex, Jez e il suo fidanzato, Jeremy “Jer”, hanno deciso di non fare più ricorso a intermediari e hanno iniziato a vendere le pillole direttamente ai clienti. È possibile che, dopo gli eventi del film, Jez abbia allestito il suo nuovo laboratorio e abbia iniziato a produrre pillole, anche se non so da dove abbia preso i soldi. Una seconda possibilità è che Jez è riuscita in qualche modo a entrare in possesso della spedizione non pagata di Lex, quindi potrebbe avere con sé circa 400.000 pillole e le ci vorrà molto tempo per liberare lo scaffale. Tuttavia, la domanda importante è: Jez commetterà lo stesso errore di suo zio e finirà per diventare una criminale?

Jez non deve seguire le orme di Ferry

Il giorno della vigilia di Natale, Ferry aveva chiesto a Jez cosa avrebbe fatto con i soldi ricavati dall’affare e lei aveva risposto che avrebbe costruito un nuovo laboratorio per produrre più pillole. Non appena Ferry sentì quelle parole, capì l’ironia della situazione. Jez, essendo un Bouman, avrebbe commesso gli stessi errori di Ferry nei primi giorni della sua vita. Jez disse a Ferry che non era come lui e che avrebbe smesso quando ne avesse avuto abbastanza. Ma il fatto è che nessuno conosce l’esatta definizione di “abbastanza”. Ferry voleva solo far sapere alla nipote che più a lungo sarebbe rimasta in questo giro, più sarebbe stato difficile per lei andarsene. E alla fine, le avrebbe portato via tutto. Ferry non voleva che Jez perdesse Jer come Ferry aveva perso Danielle. Voleva che lei prendesse i soldi e si stabilisse in un bel posto come Aruba.

Tuttavia, se Jez deciderà di gettare le fondamenta del suo nuovo impero della droga contro il consiglio di Ferry, allora potremo aspettarci un sequel del franchise con una protagonista femminile al centro del conflitto, in cui Jez avrà a che fare con ogni sorta di problema nella gestione della sua attività di ecstasy. Tuttavia, non so chi sarà interessato a vedere un sequel del franchise di Ferry che non sia incentrato sul personaggio principale. Detto questo, spero solo che, dopo aver guadagnato abbastanza soldi, Jez abbia il coraggio di lasciarsi alle spalle la vita criminale e di stabilirsi in un posto tranquillo con Jer. Ma se non lo fa, sappiamo tutti come andranno a finire le cose per lei.

Ferry sembra molto morto, ma c’è ancora speranza

Per vostra informazione, il vero re degli XTC, Janus, non è morto né è in prigione. Nel 2015 un tribunale belga gli ha concesso la liberazione anticipata e da allora vive una vita tranquilla da qualche parte in Europa. Anche in Ferry 2 il protagonista ha scontato solo 3 anni di prigione, proprio come la sua controparte reale. Tuttavia, alla fine del film, vediamo il nostro olandese seduto su una panchina del parco che perde molto sangue a causa delle ferite da proiettile. In quel momento, ha immaginato l’amore della sua vita, Danielle, che lo aveva lasciato durante gli eventi di Undercover, uscire dalla sua roulotte e sedersi accanto a lui sulla panchina.

Per i fan di Narcos, questa scena ricorda molto gli ultimi momenti di Escobar, quando vede il suo migliore amico morto, Gustavo Gaviria, seduto accanto a lui. Senza offesa per gli olandesi, ma ho sempre visto Ferry come una versione allegra di Pablo Escobar. Forse i creatori dell’universo di Ferry hanno voluto rendere una sorta di omaggio (alla serie Narcos, e non al signore della droga). Comunque sia, Ferry sembra essere morto tra le braccia di Danielle, o almeno è quello che ha immaginato in quei momenti. Il finale di Ferry 2 non conferma se il protagonista sia davvero morto o meno. Ma da quello che si vede, sullo schermo sembra un uomo morto. È impossibile per chiunque sopravvivere a una tale perdita di sangue, soprattutto in assenza di cure mediche adeguate. Come già detto, si può sperare che possa tornare, ma in questo caso l’intera scena diventerebbe una barzelletta.

Supponendo che Ferry sia davvero morto, c’è solo un modo per riportare in vita il personaggio, ovvero realizzare un film prequel ambientato a metà strada: dopo gli eventi di Undercover e prima di Ferry 2. Come ricorderete, Ferry ha rivelato di aver scontato circa 3 anni dietro le sbarre. Tuttavia, si era isolato dal mondo criminale negli ultimi 8 anni, il che mi fa pensare a dove sia stato in quei cinque anni. Come ha fatto a sopravvivere e quando è arrivato in Costa Blanca? So che sto esagerando, ma diciamo che c’è ancora qualche speranza di rivedere il nostro amato personaggio sullo schermo. Potremmo tollerare un film incentrato su questi cinque anni, ma se i creatori del franchise non sono interessati a questo, allora sì, questa potrebbe essere la fine dell’olandese Ferry Bouman e la sua morte segnerà anche la fine del franchise.

Ferry 2, la spiegazione del finale: Ferry è morto? Cosa succede a Jezebel?

Ferry 2 è un’aggiunta del 2024 alla serie di thriller d’azione e criminali olandesi di Netflix, Ferry, anche se il fatto che questa nuova presentazione sia un film, mentre l’anno scorso era una serie, potrebbe confondere un po’ gli spettatori. Mentre il primo film omonimo e il successivo Ferry: The Series ci riportavano agli inizi della vita e della carriera di Ferry Bouman, il film sequel si svolge dopo gli eventi di Undercover, in cui il protagonista era stato catturato dalla polizia. La trama segue il viaggio di Ferry verso una vita di crimini e pericoli quando un membro della famiglia in difficoltà gli chiede aiuto, facendolo uscire dalla pensione. Nel complesso, Ferry 2 non offre nulla di nuovo o di eccitante e il franchise sta sicuramente perdendo il suo fascino, ed è anche per questo che i creatori fanno un certo passo per rinfrescare le cose proprio alla fine del film.

Avviso di spoiler

Di cosa parla il film di Netflix?

Ferry 2 inizia sulle calde e soleggiate spiagge della Costa Blanca, sulla costa meridionale della Spagna, dove molti anziani di tutta Europa vanno a trascorrere i loro giorni di pensione. Proprio come loro, anche il nostro protagonista, Ferry Bouman, vive in questo luogo, con l’intenzione di trascorrere qui il resto della sua vita, senza preoccuparsi della sua vita precedente. Dopotutto, Ferry aveva vissuto pericolosamente ed era diventato un noto criminale ricercato dalla legge durante la sua carriera professionale. Appartenente a un ambiente molto modesto e alimentato dalla rabbia di vedere il padre maltrattare quotidianamente la madre, Ferry aveva deciso di crearsi un nome e un’eredità. Quando gli si presentarono delle opportunità, le colse al volo e si ritrovò nel pericoloso ma redditizio business della droga nei Paesi Bassi e in Belgio.

Man mano che Ferry acquisiva esperienza sul campo, si trasformava in uno spacciatore incallito e in un capo banda che non doveva pensarci due volte prima di uccidere i suoi rivali o di torturarli quando necessario. Così, pochi anni dopo, Ferry Bouman si affermò come leader della più grande banda di spacciatori operante non solo nella regione ma anche a livello internazionale. Quando i suoi prodotti iniziarono a essere esportati in tutta Europa, Ferry fu coinvolto anche in una buona dose di omicidi e crimini simili, pur rimanendo indifferente alla natura violenta della sua professione. Voleva godersi i giorni con l’amore della sua vita, Danielle, che a poco a poco gli sembrava un sogno lontano. Nonostante abbia guadagnato tutte le ricchezze del mondo, Ferry ha iniziato a perdere tutte le persone più care della sua famiglia e del suo gruppo.

Se dapprima perse la cara sorella Claudia, deceduta a causa di un tumore alla testa, ben presto un’operazione di polizia per la sua cattura causò la morte dei suoi amici più stretti e dei suoi complici nel traffico di droga. Anche Danielle lo lasciò, dopo aver capito quanto fosse moralmente corrotto, prima che uno dei suoi stessi dipendenti, Dennis, lo vendesse alla polizia. Di conseguenza, Ferry viene arrestato e imprigionato per i suoi crimini, per poi essere rilasciato pochi mesi dopo. Nonostante la libertà, non poteva tornare alla sua vecchia vita e così Ferry fuggì in Spagna, dove vive da allora. Nel momento in cui Ferry 2decolla, lo si vede vivere in una piccola comunità, svolgendo il ruolo di Babbo Natale per i bambini del posto e cercando anche di corteggiare una sua coetanea. Ma questa vita tranquilla e regolare viene ancora una volta agitata e disturbata quando un parente della famiglia con cui desiderava tanto stare si presenta al suo camper, in cerca di aiuto.

Perché Jezebel viene da Ferry?

Ferry 2

Quando Ferry torna al suo camper, dopo aver fatto una pausa dal lavoro di Babbo Natale locale e dopo aver ascoltato gli scherni di alcuni adolescenti che non lo amano molto, vede un giovane uomo in piedi all’esterno, come se facesse la guardia. Mentre si avvicina e gli chiede dei suoi affari, una giovane donna fa capolino dal camper: si tratta della nipote di Ferry, Jezebel. L’amata sorella del protagonista, Claudia, era morta in età relativamente giovane a causa di un tumore al cervello e anche sua figlia, Sonja, si era purtroppo ammalata dello stesso male. Anche Sonja è morta, lasciando una figlia piccola, Jezebel, che ha faticato ad accettare la perdita quando anche suo padre è morto, in circostanze misteriose. Sebbene Ferry avesse sempre voluto prendersi cura della sua famiglia, e in particolare della nipote della sorella, Jezebel, non poteva farlo perché la polizia lo stava già inseguendo.

Per questo motivo, è molto contento di vedere Jezebel nel suo camper, dopo otto lunghi anni, ma sospetta anche, a ragione, che ci sia qualcosa di sbagliato per cui lei è venuta da lui. Jezebel dichiara innanzitutto con calma di volere da lui cinquantamila euro, che ritiene essere una somma adeguata per compensare la mancanza del patriarca dalla famiglia per tutti questi anni. Ferry è ormai sicuro che qualcosa non va, e mentre insiste per saperne di più, si scopre che la nipote ha seguito le sue stesse orme. Jezebel e il suo fidanzato, Jer, avevano avviato un’attività di produzione e vendita di pillole di ecstasy, ma si erano imbattuti in un grosso problema quando avevano ricevuto un grosso ordine da un trafficante di droga di nome Lex van Dun.

Lex aveva già versato un acconto per la partita di droga che avrebbe dovuto ricevere da loro, con il quale Jezebel e Jer avevano acquistato un laboratorio e le materie prime per produrre le pillole. Tuttavia, prima che potessero produrre e consegnare l’ordine, la polizia bussò alle loro porte e confiscò l’attrezzatura e le materie prime. Quando Jezebel, impotente, ha informato Lex della questione, il gangster non ha voluto sentire scuse e ha insistito perché l’ordine di 250.000 pillole gli venisse consegnato senza ulteriori ritardi. Per questo motivo i due si sono rivolti a Ferry, chiedendo i soldi per poter ricominciare da capo e consegnare l’ordine. Sebbene Ferry Bouman si rifiuti inizialmente di partecipare a una situazione così incasinata, la notizia dell’aggressione fisica di Lex a Jezebel lo fa arrabbiare. Alla fine, Ferry decide di uscire dalla pensione e lasciare la Spagna per aiutare Jezebel e Jer in modo più diretto.

Cosa vuole davvero Lex da questo accordo?

Mentre torna dalla Spagna nella sua città natale, Ferry chiama una vecchia conoscenza per saperne di più sul malvagio Lex van Dun, e gli viene subito detto di stare attento. A quanto pare, Lex è un uomo che si diverte a torturare e uccidere le persone, e commette crimini orribili anche per capriccio, senza una particolare ragione. Ferry incontra Lex e gli dice che gli verrà restituito l’intero denaro che era stato dato a Jezebel come acconto e che l’accordo stipulato in precedenza verrà annullato. Ciò significa che non ci sarà più bisogno della droga ordinata e che Jezebel e Jer saranno liberi. Tuttavia, Lex si rifiuta di partecipare a questo accordo e insiste sul fatto che ha bisogno della partita di droga senza alcun fallimento. In modo psicopatico, Lex van Dun sostiene che l’ordine è stato fatto da qualcun altro e che lui deve eseguirlo per garantire che la sua reputazione nel mercato della droga non venga danneggiata in alcun modo.

È in questo momento che si scopre che Jezebel è entrata in contatto con Lex attraverso un altro suo conoscente, Dennis, al quale è molto legata. Dopo che il padre di Jezebel è stato ucciso e lei è rimasta orfana, è stato Dennis a prendersi cura di lei e ad aiutarla nei momenti di bisogno. Tuttavia, Ferry non è affatto felice di vedere Dennis, poiché è lo stesso uomo che aveva venduto il protagonista alla polizia, causandone l’arresto e l’incarcerazione. Attualmente, Dennis sembra lavorare per Lex e, sebbene continui a fingere di prendersi cura di Jezebel e Jer, in realtà è complice del vero piano ordito da Lex. Non appena Lex si accorge che Ferry Bouman è tornato in città, decide di far uccidere il veterano della droga per evitare qualsiasi concorrenza sul suo territorio.

Lex ingaggia quindi un assassino, Xia, per distruggere il camper di Ferry e uccidere l’uomo. Lo spacciatore psicopatico le ordina chiaramente di uccidere Jezebel e i suoi amici se tentano di intervenire, chiarendo che ovviamente non gli importa più della droga o dei soldi. Lex sa che, finché Ferry sarà vivo, dovrà lasciare Jezebel a piede libero, nonostante non sia riuscita a consegnare la droga in tempo. Anche se Lex può sicuramente ricostruire la sua reputazione in seguito, non vuole essere coinvolto in una situazione del genere perché non vuole inchinarsi a Ferry e accettare il suo ritorno. Per questo motivo, assume Xia per uccidere l’uomo e la sua famiglia, ma non si rende conto che Ferry ha già capito il suo piano e ha offerto all’assassino una somma molto più alta per uccidere Lex.

Perché Jezebel accoltella Dennis?

Al centro di Ferry 2 c’è una trama di tradimenti tenuta segreta per molti anni. Viene rivelato che Ferry stesso aveva ucciso il marito di Sonja, cioè il padre di Jezebel, quando aveva sospettato che l’uomo fosse una talpa nella sua banda. Tra i due c’è stato un litigio che ha portato Ferry a ordinare l’omicidio del marito di Sonja, ma lui crede sinceramente di averlo fatto solo per proteggere il resto della sua banda. Tuttavia, Dennis aveva iniziato a odiare Ferry a causa dell’omicidio di un uomo innocente, soprattutto perché era il padre di una giovane figlia che aveva già perso la madre. È stato soprattutto a causa di questo omicidio che Dennis ha deciso di dare le informazioni su Ferry alla polizia, e per questo odia ancora in larga misura il protagonista.

Sebbene Jezebel non abbia idea di ciò che il fratello di sua nonna ha fatto a suo padre, alla fine lo viene a sapere da Dennis in un momento molto intenso. A quel punto, aveva sentito Ferry parlare più volte di come Dennis fosse solo un traditore, ma aveva comunque mantenuto buoni contatti con l’uomo, solo per quello che aveva fatto per lei dopo che era rimasta orfana. Tuttavia, Jezebel diventa estremamente frustrata e pugnala Dennis, chiamandolo traditore. Può darsi che Jezebel non creda davvero a ciò che Dennis le dice di suo padre e che pensi che stia cercando di metterla ingiustamente contro Ferry. Oppure, potrebbe anche essere che Jezebel decida di agire in base agli eventi attuali, quando Ferry fa di tutto per tirarla fuori dai guai, mentre Dennis rischia la vita solo per far uccidere Ferry. Alla fine, Jezebel onora i suoi legami di sangue e sceglie di stare con Ferry, che spara a Dennis uccidendolo.

Ferry ha salvato Jezebel?

Nel finale di Ferry 2, Jezebel, Jer e Ferry devono affrontare un ultimo scontro con Lex e i suoi uomini. Sebbene il protagonista avesse ingaggiato Xia per uccidere il criminale, la donna non ha agito in tempo e si è scoperto che lavorava per Ferry, il che ovviamente l’ha portata a essere uccisa. Mentre Ferry e Jezebel eliminano gli uomini di Lex uno dopo l’altro, alla fine devono combattere contro il cattivo con estremo coraggio. Poiché Ferry è già stato colpito e si rende conto di essere in fin di vita, decide di sfruttare l’occasione per proteggere Jezebel a tutti i costi. Così, crea un diversivo per Jezebel e Jer per fuggire dal posto mentre si avvicina a Lex e sembra arrendersi a lui. Ma al momento giusto, Ferry estrae una seconda pistola e spara a Lex, prima di inciampare lui stesso su una panchina vicina. Nei suoi ultimi istanti, Ferry immagina che la sua amata, Danielle, si avvicini a lui e si sieda accanto a lui, il che rimane il suo più grande sogno irrealizzato, mentre muore sulla panchina tutto solo nella realtà.

La scena di metà film di Ferry 2 presenta anche un aggiornamento su Jezebel, confermando che non è scappata dalla vita di droga e crimine. Al contrario, consegna un ordine di pillole di ecstasy, per il quale viene pagata profumatamente, e la giovane donna sembra davvero godersi la vita. Forse sarà Jezebel a guidare il franchising Ferry da qui in avanti, perché potrebbe raggiungere lo stesso livello di fama e notorietà del nipote. D’altra parte, potrebbe anche accadere che Jezebel impari dalla vita di Ferry e si lasci alle spalle la vita criminale. Con i soldi guadagnati con lo spaccio di droga, potrà andare a stabilirsi in qualche paese straniero con Jer, e potranno vivere il resto della loro vita in pace.

The Six Triple Eight, la spiegazione del finale: chi ha scritto la lettera insanguinata e cosa diceva

The Six Triple Eight di Netflix si basa su una storia vera e stimolante che culmina in un finale potente. Il film, diretto da Tyler Perry, racconta la storia del 6888° Battaglione dell’Ufficio Postale Centrale, un battaglione composto interamente da donne nere durante la Seconda Guerra Mondiale. Il cast di Six Triple Eight vede la partecipazione di Kerry Washington nel ruolo del Maggiore Charity Adams, la prima donna di colore ad essere un ufficiale del Women’s Army Corps e l’ufficiale comandante del 6888° Battaglione.

Durante la guerra, si verificò un eccessivo arretrato di posta, poiché non c’era abbastanza personale per gestire i milioni di pezzi di posta che venivano inviati da e per il fronte. Questo problema, inizialmente trascurato, si trasformò in una questione importante, poiché i soldati americani durante la Seconda guerra mondiale non ricevevano lettere dai loro cari e i loro cari non ricevevano lettere dai soldati. La mancanza di comunicazione contribuì al declino del morale. Il film di Netflix rivela come il 6888° Battaglione affrontò questo problema e divenne un eroe non celebrato.

Come il Six Triple Eight ha smistato 17 milioni di pezzi di posta in meno di 90 giorni

Il generale Halt (Dean Norris) voleva vedere il 6888° Battaglione fallire, dando loro condizioni pessime e solo sei mesi per smistare 17 milioni di pezzi di posta. Sotto la guida di Adams, la sua unità lavorò instancabilmente, riuscendo a organizzare la posta arretrata da anni in meno di 90 giorni. La Adams fece dividere la sua unità in turni diurni e notturni, in modo che i progressi fossero compiuti a tutte le ore del giorno. Hanno sviluppato strategie intelligenti e assegnato persone con competenze specifiche per gestire determinate sfide.

Una di queste strategie prevedeva di capire quando le lettere erano state inviate per determinare dove l’unità fosse diretta in seguito. Nei casi in cui non c’erano informazioni sufficienti per determinare dove una lettera doveva essere spedita, le buste venivano aperte e le lettere venivano lette per trovare indizi che identificassero il destinatario. Per ogni lettera spruzzata di profumo, i soldati erano in grado di usare la loro conoscenza dei profumi per abbinare il mittente allo Stato in cui il profumo era venduto e quindi risalire al destinatario.

Chi ha scritto la lettera sporca di sangue a Lena e il suo significato

Conteneva un messaggio potente

Six Triple Eight inizia con un aereo che precipita in un campo di battaglia della Seconda Guerra Mondiale e una lettera macchiata di sangue che viene sottratta al pilota deceduto. Come spiegato nel finale, Abram David (Gregg Sulkin) ha scritto la lettera ed è il pilota morto che si è schiantato sul campo di battaglia all’inizio del film. Abram e Lena Derriecott King (Ebony Obsidian) erano innamorati e progettavano di vivere una lunga vita insieme dopo la fine della guerra. Dopo aver saputo della morte di Abrams, Lena decise di unirsi allo sforzo bellico per servire il suo Paese attraverso il 6888° Battaglione.

Mentre smista i milioni di pezzi di posta, la compagna di Lena, Johnnie Mae (Shantice Shanay), scopre la lettera macchiata di sangue e la consegna a Lena. Nella lettera, Abram sottolinea il suo amore per Lena e, pur sapendo che lei lo stava aspettando, incoraggia Lena a continuare a vivere e a godersi la vita senza di lui. Anche se la sua tragica morte significava la fine di un futuro con Lena, non voleva che questo le impedisse di continuare a vivere la sua bella vita.

Come le azioni dei Sei Tripli Otto hanno influenzato la Seconda Guerra Mondiale

The Six Triple Eight film
The Six Triple Eight. (L-R) Milauna Jackson as Captain Campbell, Kerry Washington as Major Charity Adams and Dean Norris as General Halt in The Six Triple Eight. Cr. Bob Mahoney / Perry Well Films 2 / Courtesy of Netflix

Riaprirono le linee di comunicazione

Come si vede quando le lettere vengono consegnate alla fine del film, le azioni del 6888° Battaglione diedero un notevole impulso al morale. I soldati d’oltremare erano felicissimi di avere finalmente notizie dei loro cari a casa e i loro cari erano sollevati di avere finalmente notizie di loro. Le lettere furono consegnate nel 1945, l’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale. L’aumento della speranza e del morale aiutò i soldati a superare gli ultimi mesi di quella terribile guerra.

I membri del 6888° Battaglione furono spesso trattati male dai loro colleghi militari, i cui atteggiamenti pregiudizievoli nei confronti dell’unità erano in gran parte modellati dal razzismo e dal sessismo. Il generale Halt e altri non riuscirono ad andare oltre le loro opinioni bigotte. Tuttavia, c’erano anche molti membri dell’esercito che sapevano cosa aveva fatto il 6888° Battaglione e gli erano grati per aver riaperto le linee di comunicazione e aumentato il morale, come si vede dai soldati che li salutano alla fine del film.

I Six Triple Eight ebbero mai il riconoscimento che meritavano?

Kerry Washington in The Six Triple Eight
Bob Mahoney / Perry Well Films 2 / Netfli

Non sono stati riconosciuti fino a molti decenni dopo

Nonostante la loro incredibile impresa, i membri del 6888° Battaglione non ricevettero alcun riconoscimento al loro ritorno negli Stati Uniti d’America. Anzi, furono trattati meglio in Europa che nel loro Paese d’origine. Molti decenni dopo, quando il Presidente Barack Obama era in carica, il 6888° Battaglione iniziò finalmente a ricevere un riconoscimento atteso da tempo, con i suoi membri che ricevettero la Medaglia d’Oro del Congresso per il Servizio, oltre all’erezione di un monumento per commemorare i loro successi.

In una clip mostrata durante i titoli di coda del film, la First Lady Michelle Obama ha reso omaggio a Mary Ragland e Alyce Dixon, che hanno servito entrambe nel Six Triple Eight. Il regista ha sottolineato come il 6888° Battaglione sia stata l’unica unità di colore nell’esercito degli Stati Uniti a prestare servizio oltreoceano durante la Seconda Guerra Mondiale. Uno dei motivi principali per cui è stato girato il film di Tyler Perry è che la straordinaria storia del 6888° Battaglione possa diventare più nota.

Che fine hanno fatto i veri membri del Six Triple Eight dopo la Seconda Guerra Mondiale?

La vera Lena appare alla fine del film

I vertici militari furono così impressionati dalla capacità del 6888° Battaglione di smistare 17 milioni di pezzi di posta così velocemente che inviarono l’unità a occuparsi di un altro arretrato di posta in Europa. Furono inviati a Rouen, in Francia, dove il 6888° Battaglione usò le sue strategie per organizzare e spedire la posta arretrata in un tempo record. Dopo la fine della guerra, tornarono negli Stati Uniti e ripresero le loro vite precedenti, senza sfilate di nastri o altri riconoscimenti in onore di ciò che avevano fatto.

In seguito la Adams si sposò, ebbe due figli e dedicò il resto della sua vita all’istruzione e all’attivismo, diventando anche preside di college e fondando il Black Leadership Development Program.

Una volta tornata a casa, Lena sposò il soldato Hugh Bell (Jay Reeves), conosciuto durante il periodo trascorso nel 6888° Battaglione. La vera Lena, oggi centenaria, è apparsa alla fine del film e ha condiviso lei stessa molte di queste informazioni. Quanto alla Adams, fu promossa tenente colonnello e andò a lavorare al Pentagono. In seguito si sposò, ebbe due figli e dedicò il resto della sua vita all’istruzione e all’attivismo, diventando anche preside di college e fondando il Black Leadership Development Program (via National Museum of the United States Army).

Il vero significato di Six Triple Eight

The Six Triple Eight film
The Six Triple Eight. Kerry Washington as Major Charity Adams in The Six Triple Eight. Cr. Laura Radford / Perry Well Films 2 / Courtesy of Netflix

Una storia di speranza e resilienza su eroi non celebrati

The Six Triple Eight è una storia di speranza e resilienza umana. Lena, Adams e tutti i membri della loro unità sono stati respinti e sminuiti semplicemente perché erano donne di colore. Anche quando avevano un compito apparentemente impossibile, questo non le ha fermate dall’essere all’altezza della situazione e hanno lavorato insieme per garantire che i soldati e i loro cari ricevessero le loro lettere. La loro intraprendenza, determinazione e ingegno hanno fatto la differenza in innumerevoli vite.

Sebbene esistano molti film sulla Seconda Guerra Mondiale, ci sono ancora molte storie di coraggio e onore non raccontate. Questo rende ancora più significativo per Perry e il suo team creativo raccontare la storia del 6888° Battaglione, il cui contributo è stato sconosciuto e non riconosciuto per troppo tempo. Le donne di questa unità non hanno servito per la gloria, ma perché sapevano che era la cosa giusta da fare. The Six Triple Eight è una storia potente di eroi non celebrati.

The Six Triple Eight: la storia vera dietro al film Netflix sulle donne del 6888° battaglione

Il nuovo dramma di Netflix sulla Seconda Guerra Mondiale, The Six Triple Eight, si basa sulle imprese reali del 6888° Battaglione, composto da soli neri e da sole donne, che riaprì le linee di comunicazione tra le prime linee e il fronte interno durante le ultime fasi della guerra. Scritto e diretto da Tyler Perry, The Six Triple Eight drammatizza alcuni dei momenti più intimi della narrazione, ma nel complesso rimane fedele alla realtà quando esplora le avversità affrontate dal Battaglione e dal suo leader, il Maggiore Charity Adams, interpretato da Kerry Washington.

Tecnicamente, The Six Triple Eight è stato ispirato da un articolo di Kevin M. Hymel sulla rivista History della Seconda Guerra Mondiale, che a sua volta analizzava in dettaglio il contributo del 6888° Battaglione Centrale di Reparto Postale del Corpo Militare Femminile. Come descritto nel film, i coraggiosi membri reali del Battaglione hanno servito a pieno titolo nell’esercito, superando le aspettative e affrontando incessanti dubbi e discriminazioni. Per quanto The Six Triple Eight sia divertente dal punto di vista drammatico, la storia reale del 6888° è altrettanto incredibile.

Il 6888° Battaglione dell’Ufficio Postale Centrale era un battaglione dell’Esercito degli Stati Uniti composto esclusivamente da donne e da neri.

Il 6888° Battaglione dell’Ufficio Postale Centrale nacque grazie agli sforzi dell’attivista ed educatrice Mary McLeod Bethune (interpretata da Oprah Winfrey nel film) che fece pressione per ottenere il sostegno della First Lady Eleanor Roosevelt (Susan Sarandon) nel creare un ruolo significativo per le donne nere nello sforzo bellico durante la Seconda Guerra Mondiale. Il 6888° faceva formalmente parte del blWomen’s Army Corps (WAC), il ramo femminile dell’esercito degli Stati Uniti creato nel maggio 1942. L’unità era parzialmente composta da donne che avevano già prestato servizio in altre funzioni all’interno del WAC, oltre a nuove reclute.

Il 6888° fu l’unica unità a maggioranza nera del Women’s Army Corps a essere inviata all’estero nella Seconda guerra mondiale. Proprio come qualsiasi altra unità, i suoi membri ricevettero un addestramento di base sulle funzioni e le procedure essenziali dell’esercito degli Stati Uniti e sui protocolli dell’essere un soldato. Nel febbraio del 1945 ricevettero l’ordine di andare oltreoceano per aiutare a smaltire lo straordinario arretrato di posta in Gran Bretagna, che si era accumulato a causa della carenza di soldati disponibili per gestire il servizio postale.

Il maggiore Charity Adams guidò oltre 850 donne nel “Six Triple Eight”

The Six Triple Eight film
The Six Triple Eight. Kerry Washington as Major Charity Adams in The Six Triple Eight. Cr. Laura Radford / Perry Well Films 2 / Courtesy of Netflix

Kerry Washington interpreta l’ufficiale nero di più alto grado della Seconda guerra mondiale

I soldati del 6888°, più informalmente noto come “Six Triple Eight”, erano 855 e guidati dal maggiore Charity Adams (nome completo Charity Adams Earley). Adams fu la prima donna nera a diventare ufficiale del Corpo Ausiliario Femminile dell’Esercito, che sarebbe stato rinominato Corpo Femminile dell’Esercito. Alla fine della Seconda guerra mondiale, l’esemplare servizio di Adams la vide salire di grado fino a diventare la donna nera di più alto rango nell’esercito; terminò la sua carriera militare come tenente colonnello.

Charity Adams è stata riconosciuta come una persona che ha combattuto attivamente contro il razzismo e la segregazione sia a livello personale che professionale. In un’occasione, quando un generale tentò di inviare un ufficiale bianco per mostrarle come gestire la sua unità, lei rispose notoriamente “Sul mio cadavere, signore”.

Adams si arruolò nel Corpo Ausiliario Femminile dell’Esercito nel 1942 e salì rapidamente di grado fino a diventare supervisore dell’addestramento a Fort Des Moines, in Iowa, la prima tappa dell’addestramento del WAC. Nel 1944 fu promossa ufficiale del Centro di addestramento con l’obiettivo specifico di migliorare l’efficienza e le tecniche di addestramento. Fu il suo lavoro al Centro di addestramento a farle ottenere l’incarico di guidare il 6888° Battaglione e la sua capacità di migliorare l’efficienza giocò un ruolo fondamentale nel far sì che il Six Triple Eight fosse così efficace nei suoi obiettivi postali primari.

Prima che il 6888° Battaglione partisse per l’Inghilterra, Adams fu assegnata a Birmingham, in Inghilterra, dove guidò l’unica compagnia di donne nere del Women’s Army Corps nei loro compiti tipici di supporto allo sforzo bellico. Sebbene il lavoro principale di Adams fosse la supervisione dell’unità postale, il suo compito era anche quello di sollevare il morale delle donne all’interno del Women’s Army Corps e delle donne civili. Secondo Black History Now, Adams riuscì in questo intento aprendo una serie di saloni di bellezza in cui le donne potevano socializzare. Si era già affermata come artefice del cambiamento prima che il 6888° mettesse piede in Inghilterra.

Gli sforzi del 6888° Battaglione nella Seconda Guerra Mondiale in Gran Bretagna e in Francia spiegati

The Six Triple Eight film
The Six Triple Eight. (L-R) Milauna Jackson as Captain Campbell, Kerry Washington as Major Charity Adams and Dean Norris as General Halt in The Six Triple Eight. Cr. Bob Mahoney / Perry Well Films 2 / Courtesy of Netflix

Il battaglione rimediò all’enorme arretratezza della posta da e per il fronte

Le donne del 6888° furono incaricate di ripulire il catastrofico arretrato di posta personale che si era accumulato durante gli anni centrali della guerra. Il 6888° partì per l’Inghilterra nel febbraio 1945 con l’obiettivo di aiutare a risolvere l’arretrato, poiché la mancanza di corrispondenza influiva sul morale sia sul fronte interno che su quello del fronte. Come descritto in The Six Triple Eight, c’erano letteralmente milioni di articoli che dovevano essere smistati e spediti; la stima accettata è di circa 17 milioni di pezzi di posta in totale.

Il loro lavoro diede vita al motto e al grido di battaglia del Battaglione: “Niente posta, morale basso”. Il loro lavoro per eliminare l’arretrato è stato una dimostrazione di pura forza di volontà e di ingegno nell’efficienza, poiché il maggiore Adams e altri membri dell’unità hanno ideato un sistema di smistamento della posta utilizzando schede che allineavano i nomi dei soldati ai loro numeri di serie, consentendo uno smistamento efficace e accurato di lettere e pacchi. Utilizzarono un sistema a tre turni, in modo che l’unità smistasse la posta in qualche modo 24 ore al giorno, sette giorni su sette, fino al completamento del lavoro.

Dopo aver eliminato gli arretrati in Gran Bretagna, le donne del 6888° furono inviate in Francia nel giugno 1945, dopo la vittoria in Europa. In Francia rimediarono a un altro enorme accumulo di posta, alcuni dei quali erano rimasti bloccati per più di tre anni. Gli ultimi membri dell’unità tornarono negli Stati Uniti solo nel febbraio 1946, quando l’unità fu sciolta a guerra finita.

Cosa accadde a Charity Adams e al 6888° dopo la fine della seconda guerra mondiale

Il meritato riconoscimento del battaglione arrivò solo molto tempo dopo la guerra

Dopo la guerra, Charity Adams ottenne un master in psicologia e nel 1949 si sposò. Con il marito si stabilì a Dayton, in Ohio, nel 1952, dove Adams avrebbe condotto una lunga vita nel campo dell’istruzione e del servizio alla comunità. Nei suoi 83 anni di vita, la Adams ha ricevuto numerosi riconoscimenti ed è stata premiata più volte per le sue varie forme di servizio, tra cui l’inserimento nella Ohio Women’s Hall of Fame nel 1979 e il Service to the Community Award del Senato dello Stato dell’Ohio nel 1989.

L’eredità di Adams si ritrova oggi in diversi luoghi, tra cui una scuola elementare femminile del sistema scolastico pubblico di Dayton: la Charley Adams Earley Girls Academy. In particolare, come si legge nell’epilogo di The Six Triple Eight, il suo nome compare sull’ex Fort Lee dell’esercito americano in Virginia, ribattezzato Fort Greggs-Adams dopo che il Dipartimento della Difesa ha deciso di rinominare le strutture dell’esercito americano che portavano i nomi di ufficiali confederati. Adams è morta nel gennaio 2002 nella sua città natale, Dayton.

Il 6888° Battaglione non ricevette alcun riconoscimento pubblico per il suo servizio una volta terminata la Seconda Guerra Mondiale, ma in seguito fu riconosciuto per i suoi eccezionali risultati. L’unità ha ricevuto diverse medaglie durante il servizio, tra cui la Medaglia di Buona Condotta e la Medaglia della Vittoria della Seconda Guerra Mondiale, e nel 2019 il 6888° ha ricevuto la Meritorious Unit Commendation. Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, l’unità ha ricevuto una serie di altre onorificenze e riconoscimenti e nel 2022 il presidente Biden ha persino conferito all’intera unità la Medaglia d’oro del Congresso.

Blake Lively cita in giudizio il regista e star di It Ends With Us Justin Baldoni per molestie sessuali

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Sebbene sia già uno dei film più discussi dell’anno, It Ends with Us è ora oggetto di una causa legale. Il dramma romantico, adattamento dell’omonimo romanzo di Colleen Hoover, vede protagonisti Blake Lively e Justin Baldoni nei panni di Lily e Ryle, una coppia che scopre che la loro nascente relazione è turbata dall’improvvisa ricomparsa del primo amore di lei e da segni di abusi domestici da parte di Ryle che ha visto subire ai suoi genitori. Diretto sempre da Baldoni, il film è stato un successo al botteghino nonostante le recensioni di It Ends with Us siano state in gran parte contrastanti.

Ora, a quasi due mesi dal successo su due diverse piattaforme di streaming, la controversia su It Ends with Us continua: Blake Lively ha intentato una causa contro Baldoni, come riporta The Hollywood Reporter. Il documento indica che la produttrice/star accusa il regista/star e la sua casa di produzione Wayfarer Studios di molestie sessuali e di un ambiente di lavoro ostile, che sarebbe sfociato nella necessità di una “riunione di tutti i membri del personale” per affrontare le sue preoccupazioni.

Tutto quello che è stato riportato sulla causa della Lively contro Baldoni

It Ends with Us - siamo noi a dire basta
Foto di Courtesy Sony Pictures Ent. – © 2024 CTMG, Inc. All Rights Reserved

Le fonti riferiscono che queste preoccupazioni includevano “non mostrare video o immagini di donne nude a Lively”, “non menzionare più la presunta precedente ‘dipendenza dalla pornografiadi Baldoni”, “non discutere più di esperienze sessuali di fronte a Lively e ad altri”, “non menzionare più i genitali del cast e della troupe”, “non chiedere più informazioni sul peso di Lively” e non aggiungere più scene di sesso, sesso orale o climax in camera da parte di BL al di fuori dell’ambito della sceneggiatura approvata da BL al momento della firma del progetto.

Secondo quanto riportato nella causa, Wayfarer avrebbe “abbracciato e approvato” le “richieste” della Lively, ma Baldoni sarebbe andato contro l’accordo di mantenere tutta la promozione stampa incentrata sulla “forza e la resilienza di Lily”, concentrandosi invece sul dramma della storia per spiegare il motivo per cui molti del cast e della troupe del film non lo hanno seguito sui social media. La causa prosegue affermando che Baldoni e il suo team non solo hanno usato il “contenuto di sopravvivenza” del libro sulla violenza domestica per aggiustare la sua immagine pubblica, ma hanno anche intrapreso una campagna di “manipolazione sociale” per “distruggere” quella di Lively.

Contemporaneamente alla notizia della causa e al successivo abbandono di Baldoni da parte della sua agenzia di rappresentanza, la WME, il New York Times ha pubblicato un ampio resoconto dei resoconti degli addetti ai lavori a conoscenza della situazione, tratti da “migliaia di pagine di messaggi di testo e di e-mail che Lively ha ottenuto grazie a un mandato di comparizione, poi esaminato dalla pubblicazione. Il tutto inizia con il fatto che Baldoni e il produttore principale Jamey Heath avrebbero assunto all’inizio di agosto l’esperta di relazioni pubbliche di crisi Melissa Nathan con l’intenzione di “danneggiare la reputazione della signora Lively”, alla quale lei ha risposto “possiamo seppellire chiunque”.

L’avvocato di Wayfarer, Bryan Freedman, ha successivamente risposto con una dichiarazione al NYT per controbattere le affermazioni di Lively, affermando che nessuna delle altre parti ha fatto nulla di “proattivo o di ritorsione”, accusando invece il produttore/star di “un altro disperato tentativo di ‘aggiustare’ la sua reputazione negativa. La dichiarazione di Freedman prosegue affermando:

Queste affermazioni sono completamente false, oltraggiose e intenzionalmente salaci, con l’intento di ferire pubblicamente e di riproporre una narrazione nei media. [La signora Lively ha diffuso nei media storie negative e completamente inventate e false [sul signor Baldoni, che] è stato un altro motivo per cui i Wayfarer Studios hanno deciso di assumere un professionista della crisi”.

Nell’ambito della causa contro Baldoni, la Lively ha rilasciato una dichiarazione in cui ha negato che lei o qualcuno del suo team “abbia diffuso informazioni negative sul signor Baldoni o sulla Wayfarer e ha espresso la speranza che la causa “facciacalare il sipario su queste sinistre tattiche di ritorsione”:

Spero che la mia azione legale contribuisca a far calare il sipario su queste sinistre tattiche di ritorsione ai danni delle persone che denunciano una cattiva condotta e contribuisca a proteggere altri che potrebbero essere presi di mira”.

Il rapporto prosegue affermando che, mentre la Lively ha iniziato a sentirsi a proprio agio sul set dopo il teso incontro, ha lavorato con la Sony per creare il proprio taglio di It Ends with Us, che comprendeva l’inserimento di nuovi montatori, un compositore e l’aggiunta di una canzone di Taylor Swift. Alla fine lo studio e Wayfarer hanno deciso di scegliere la sua versione del film e le hanno dato un credito come produttrice.

All’inizio della collaborazione tra Baldoni e il suo team e la Nathan, quest’ultima avrebbe suggerito una serie di punti di discussione per i media, tra cui il fatto che la signora Lively abbia usato uno squilibrio di potere per prendere il controllo creativo del film, solo che il regista/star ha insistito di più, facendo riferimento a un thread sui social media in cui una celebrità ha accusato un’altra di comportamento prepotente e che ha generato 19 milioni di visualizzazioni. Secondo quanto riferito, il team avrebbe anche parlato con un redattore del Daily Mail della possibilità di inserire dei pezzi “su quanto sia orribile lavorare con Blake”.

Il rapporto prosegue notando il contraccolpo che la Lively avrebbe dovuto affrontare durante la promozione di It Ends with Us, ma osserva anche che è “impossibile sapere quanta della pubblicità negativa sia stata seminata” da Baldoni e dal suo team, con il gruppo che invece si mandava costantemente messaggi di eccitazione per le critiche che le venivano rivolte. Un messaggio di Nathan a Jennifer Abel, un’altra dirigente delle pubbliche relazioni, recitava:

E i social stanno davvero aumentando. A suo favore, lei deve essere furiosa. È davvero triste perché dimostra che c’è gente che vuole davvero odiare le donne”.

I successivi scambi di messaggi mostrano che Baldoni ha vissuto una serie di emozioni riguardo alla campagna diffamatoria riportata, che vanno dal suggerimento di far girare una storia positiva su Lively e Ryan Reynolds contro il duo, alla preoccupazione che la gente capisca il suo coinvolgimento e al timore che vengano usati account bot per i loro obiettivi. Nathan ha assicurato al regista/star che non sono stati utilizzati bot, poiché un team di PR digitali sarebbe “troppo intelligente per ‘utilizzare qualcosa di così ovvio’”. Nathan si è anche preso il merito della storia pubblicata dal Daily Mail il 16 agosto, intitolata “Blake Lively è destinata a essere CANCELLATA?”, definendosi “la migliore” e chiedendo ad Abel “è per questo che mi hai assunto, giusto?”.

Un rapporto acquisito dal NYT da Terakeet , consulente di brand marketing , sembra confermare che la Lively sia stata oggetto di “un attacco online mirato e multicanale” volto a danneggiare la sua reputazione. I dati del rapporto affermano che il 35% dei risultati di ricerca su Google con il nome di Lively includeva un riferimento a Baldoni, cosa che secondo la società è “altamente insolita data la durata della sua carriera” e che “suggerisce che l’ambiente mediatico è stato manipolato”.

FOTO di copertina: Blake Lively al 13° Annual LACMA Art + Film Gala 2024 presentato da Gucci. – Foto di imagepressagency via Depositphotos.com

Dexter: Resurrection, teaser promo della nuova serie in arrivo nel 2025

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Showtime ha diffuso un teaser promo di Dexter: Resurrection, l’annunciata nuova serie sequel di Dexter e Dexter: New Blood. Dopo aver visto come ha iniziato, scoprite dove andrà a finire Dexter. Michael C. Hall torna a vestire i panni di Dexter Morgan, il serial killer preferito da tutti. Dexter: Resurrection con Michael C Hall debutta nell’estate 2025 sul programma Paramount+ con Showtime.

Cosa ci aspettiamo da Dexter: Resurrection?

Dexter: New Blood ha visto Dexter arrestato per l’omicidio di Matt Caldwell, e alla fine è stato ucciso dal suo stesso figlio a causa delle sue malefatte omicide. Questo ha apparentemente segnato la fine della decennale furia del personaggio, ma l’annuncio di Dexter: Resurrection suggerisce che potrebbe essere sopravvissuto alla sparatoria. Insieme alla serie prequel, Dexter: Original Sin, il classico franchise televisivo degli anni ’80 sta diventando sempre più grande e Michael C. Hall dovrebbe riprendere il suo ruolo.

Il trailer di Superman di James Gunn ha la risposta perfetta alla battuta più bella di Batman V Superman

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Il trailer di Superman di James Gunn risponde perfettamente alla battuta più bella di Batman v Superman: Dawn of Justice. Le rivelazioni del trailer di Superman del DCU sono state numerose, dal primo sguardo a David Corenswet nei panni del Figlio di Krypton, agli accenni al tono di speranza che il film trasmetterà. Anche il resto del cast di Superman è stato messo in evidenza nel trailer, tra cui il Lex Luthor di Nicholas Hoult e la Lois Lane di Rachel Brosnahan, dando vita al vero inizio dell’Universo DC in vista della data di uscita del film, prevista per il luglio 2025.

Oltre ai collegamenti con quelli che diventeranno i film e gli show televisivi del primo capitolo del DCU, il trailer è anche legato alla storia della DC. Non solo la musica utilizzata è un riff dell’iconica colonna sonora di John Williams per Superman: The Movie, ma elementi come Superman perseguitato da una folla inferocita ricordano i punti della trama utilizzati per l’iterazione dell’eroe di Henry Cavill nel DCEU. Per quanto riguarda in particolare la versione di Cavill, il trailer di Superman del 2025 ha dato una risposta perfetta a una delle battute più belle del DCEU.

Il nuovo trailer di Superman si apre con la sconfitta di Clark

Superman 2025
Superman e Kripto in Superman. Cortesia di DC Studios

In primo luogo, vale la pena di esplorare i momenti del trailer di Superman che forniscono il collegamento al DCEU. Inizialmente, il trailer di Superman si apre con ampie inquadrature di un paesaggio ghiacciato, probabilmente l’area circostante la Fortezza della Solitudine di Clark. Dopo un breve momento, Kal-El viene mostrato mentre si schianta al suolo. Viene poi mostrato sconfitto, abbattuto e insanguinato prima di fischiare a Krypto, il supercane, di riportarlo a casa. Anche se non è chiaro come Superman sia finito in questa posizione precaria, è un modo interessante per iniziare il trailer.

Per prima cosa, mette in mostra il lato umano di Clark Kent rispetto a quello alieno di Superman. Clark può essere abbattuto, ma ciò che lo rende Superman è la frequenza con cui si rialza per combattere per la speranza, la giustizia e l’American Way. In ogni caso, mostrare Clark in un momento di sconfitta è un modo sorprendente per iniziare il materiale di marketing per il primo passo ufficiale del DCU e fornisce un collegamento interessante alla linea temporale dei film del DCEU attraverso una voce divisa: Batman v Superman: Dawn of Justice.

Il primo contributo di Superman di David Corenswet conferma che sanguina

Krypto
Krypto dal trailer di Superman di James Gunn – Cortesia WB

Il legame con Batman v Superman: Dawn of Justice nasce dal precedente eroe del titolo. Il Batman di Ben Affleck si è dimostrato una forte opposizione al Superman di Henry Cavill nel DCEU. Nessuna scena lo ha dimostrato meglio del finale del secondo atto dell’inseguimento in auto di Batman v Superman con la Batmobile. Mentre la scena si conclude, Superman arriva per porre fine al percorso di distruzione di Batman, mettendolo in guardia dal regno di vendetta che il Cavaliere Oscuro di Gotham sta portando avanti. Prima che Superman voli via, Batman afferma “Dimmi, sanguini? Lo farai”.

Sebbene Batman v Superman risponda a questa domanda alla fine del film, facendo usare a Batman armi alla kryptonite, anche Superman affronta la questione. La rappresentazione di Clark nel suo punto più basso dimostra che questa versione di Superman, l’iterazione del DCU, sanguina. Naturalmente, potrebbe essere rivelato che Superman sanguina a causa dell’uso della kryptonite da parte di Lex Luthor, dato che Gunn ha confermato che l’intensa rivalità del duo è iniziata prima del punto di partenza del film. Ciononostante, il Batman del DCU non avrà dubbi sul fatto che Superman sanguini, se il primo trailer è un dato di fatto.

La battuta di Batman v Superman “Do You Bleed” è ancora la più bella citazione del DCEU

Batman v Superman: Dawn of Justice
© 2015 Warner Bros. Entertainment Inc., Ratpac-Dune Entertainment LLC and Ratpac Entertainment, LLC

Certo, questo collegamento potrebbe sembrare insignificante, se non fosse per la forza della battuta originale di Ben Affleck nel DCEU. Molti concordano sul fatto che questo sia uno dei momenti più belli del franchise e che, per molti versi, incarni i punti di forza di Zack Snyder come regista. Nonostante la narrazione di Snyder sia spesso citata come una delle sue debolezze, nessuno può negare l’occhio che il regista aveva per i singoli momenti di grandezza. Batman v Superman ne ha avuti molti, con il momento “Do you bleed” che spicca tra tutti.

Il momento ha consolidato la sottotrama che ha reso speciale BvS , dopotutto. Sebbene l’impostazione del DCEU più ampio non si sia amalgamata perfettamente come il resto della storia, la dinamica tra Affleck e Cavill nei panni dei due supereroi titolari è stata eccellente. Il fatto che questa battuta sia l’elemento migliore di questa dinamica non fa che dimostrare quanto sia stata davvero fantastica. Che il richiamo di Superman a questa battuta sia stato intenzionale o meno da parte di Gunn, il fatto che il pubblico possa fare questo collegamento richiama alla mente i vantaggi duraturi dell’ormai defunto DCEU prima che il suo successore abbia veramente inizio.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

James Gunn spiega perché Supergirl: Woman of Tomorrow sarà il prossimo film del DCU dopo Superman

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James Gunn ha spiegato perché ha deciso di realizzare Supergirl: Woman of Tomorrow il seguito di Superman. Il film avrà come protagonista Milly Alcock di House of the Dragon nel ruolo di Kara Zor-El/Supergirl, la cugina “maggiore” di Clark Kent/Superman. Secondo Omelete (via Comic Book Resources), Gunn ha scelto Supergirl per dirigere il secondo film dell’Universo DC grazie alla qualità della sceneggiatura:

“Non sapevo necessariamente che Supergirl sarebbe stato il secondo film che avremmo fatto, ma Ana [Nogueira] ha scritto una sceneggiatura incredibile, e poi abbiamo assunto un regista incredibile, e faremo questo film dopo Superman perché era l’opzione migliore. Sono stati scritti altri film, ma non erano buoni come questo. Quindi continuiamo con questo ritmo. Tutto deve essere buono. La qualità viene prima di tutto in ogni progetto che realizziamo. E questo è più importante che raccontare una mega-narrazione grandiosa”.

James Gunn ha anche parlato della sua filosofia riguardo ai film che ottengono il via libera dai DC Studios. Ha spiegato:

“Non sacrificherò mai il presente per il futuro. Tutto sarà sempre incentrato sulla storia che abbiamo davanti. Questa è la cosa più importante. Non daremo il via libera a film senza sceneggiature pronte”, ha assicurato. “Abbiamo dei piani di base per ciò che accade nell’universo, ma se qualcosa non funziona come vogliamo, allora cambierà. Abbiamo film e serie che ci hanno sorpreso”.

Tutto quello che sappiamo su Supergirl: Woman of Tomorrow

Supergirl: Woman of Tomorrow è attualmente previsto come secondo titolo del DCU distribuito dai DC Studios e sarà diretto dal regista di Crudelia Craig Gillespie. Ana Nogueira (The Vampire Diaries) ha scritto la sceneggiatura dopo essere stata inizialmente ingaggiata per scrivere il film di Supergirl con Sasha Calle di The Flash.

Stando a quanto fino ad oggi riportato, nel film dei DC Studios, Supergirl viaggia attraverso la galassia per festeggiare il suo 21° compleanno con Krypto il supercane. Lungo la strada, incontra una giovane donna di nome Ruthye e si ritrova coinvolta in una ricerca omicida di vendetta.

Quando Supergirl: Woman of Tomorrow è stato annunciato per la prima volta, Gunn ha dichiarato: “Vediamo la differenza tra Superman, che è stato mandato sulla Terra e cresciuto da genitori amorevoli fin da quando era un neonato, e Supergirl, che è stata cresciuta su una roccia, una scheggia di Krypton, e ha visto tutti quelli che la circondavano morire ed essere uccisi in modi terribili per i primi 14 anni della sua vita, e poi è arrivata sulla Terra quando era una giovane ragazza”.

“È molto più dura, non è esattamente la Supergirl che siamo abituati a vedere”, ha concluso. Prima di essere protagonista di un’uscita in solitaria, ci aspettiamo che la Supergirl di Alcock faccia il suo debutto nel DCU in Superman la prossima estate. Accanto alla Alcock, sappiamo ci sarà Matthias Schoenaerts nel ruolo del cattivo Krem delle Colline Gialle, mentre Eve Ridley sarà Ruthye Mary Knolle.

Supergirl: Woman of Tomorrow, arriverà nelle sale il 26 giugno 2026.

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Dexter: Resurrection – Cast, storia e tutto quello che sappiamo

Dexter: Resurrection – Cast, storia e tutto quello che sappiamo

Mentre Dexter: New Blood era inizialmente la fine della storia di Dexter, l’annuncio di Dexter: Resurrection rivela che non è ancora finita. New Blood ha riportato Michael C. Hall nei panni di Dexter Morgan per riscattare l’odiato finale della serie originale, e ha anche riportato suo figlio Harrison, sua sorella Debra e alcuni altri cammei della serie originale per arricchire la nuova vita di Dexter a Iron Lake. Il colpo di scena finale di Dexter: New Blood è stato sorprendente e straziante, ma aveva senso come modo inevitabile di chiudere la serie, perché la storia di Dexter non poteva finire senza la morte di Dexter Morgan.

Dexter: New Blood ha visto Dexter arrestato per l’omicidio di Matt Caldwell, e alla fine è stato ucciso dal suo stesso figlio a causa delle sue malefatte omicide. Questo ha apparentemente segnato la fine della decennale furia del personaggio, ma l’annuncio di Dexter: Resurrection suggerisce che potrebbe essere sopravvissuto alla sparatoria. Insieme alla serie prequel, Dexter: Original Sin, il classico franchise televisivo degli anni ’80 sta diventando sempre più grande e Michael C. Hall dovrebbe riprendere il suo ruolo.

Il mese di uscita di Dexter: Resurrection è stato anticipato

Sulla scia della première del prequel, Dexter: Original Sin, l’ultima notizia riguarda il mese di uscita di Dexter: Resurrection. L’aggiornamento è arrivato direttamente dal produttore e showrunner Clyde Phillips, che ha parlato con Discussing Film sia del prequel che della prossima serie sequel. Phillips ha rivelato che l ‘inizio delle riprese diResurrection è previsto per il gennaio 2025 e la speranza di andare in onda nel giugno dello stesso anno. Si tratta di una tempistica piuttosto rapida per una serie, ma la sicurezza con cui Phillips ha fornito l’aggiornamento suggerisce che lo show arriverà in tempo.

Dexter: Resurrection è confermata

Mentre contemporaneamente si pubblicizzava l’imminente serie prequel, Dexter: Original Sin, Michael C. Hall è apparso al San Diego Comic-Con del 2024 per rivelare che avrebbe ripreso il suo ruolo in un nuovo sequel, Dexter: Resurrection. Il sequel, che si svolgerà all’indomani del finale di New Blood, prevede che Dexter sia in qualche modo sopravvissuto alla sua presunta morte e che tornerà nel sequel. In un’intervista a Variety, Hall è stato piuttosto cauto nel rivelare i dettagli, anche se ha detto: “Non so cosa sono autorizzato a dire se non che fa molto freddo là fuori”.

Sono stati annunciati anche altri dettagli sul sequel a sorpresa, e lo show è concepito come una serie in corso che potrebbe andare avanti per diverse stagioni. Da allora è stato rivelato che le riprese di Resurrections dovrebbero iniziare nel gennaio 2025, ma non si conosce ancora il programma completo. Lo showrunner e produttore Clyde Phillips ha dichiarato di voler consegnare la serie nel giugno del 2025, lasciando intendere che il sequel avrà un programma di produzione piuttosto breve.

Dexter: New Blood si è concluso il 9 gennaio 2022.

Dexter: Resurrezione Cast

Michael C. Hall interpreterà di nuovo Dexter

Con la serie sequel appena annunciata ancora in fase embrionale, l’unico nome collegato è quello di Michael C. Hall, che tornerà a interpretare il serial killer moralista Dexter Morgan. Al di fuori di Hall, qualsiasi ritorno del cast sarebbe puramente speculativo e dipenderebbe interamente dalla direzione che prenderà la storia del sequel. Jack Alcott potrebbe tornare nel ruolo del figlio di Dexter, Harrison, così come Jennifer Carpenter potrebbe interpretare la versione spettrale di Debra, la sorella di Dexter. A prescindere da chi tornerà, il sequel introdurrà probabilmente una serie di nuovi personaggi che vivranno ovunque Dexter si trasferisca.

Dettagli sulla trama di Dexter: Resurrection

Il sequel riprende dopo New Blood

Come il controverso finale dell’ottava stagione di Dexter, anche Dexter: New Blood èstato un finale piuttosto ambiguo, che ha dato il via alla nuova serie sequel. La serie si concludeva con Angela che chiamava Angel Batista a Iron Lake per confermare che Dexter era il Macellaio di Bay Harbor, Harrison che uccideva Dexter e Angela che lasciava che Harrison lasciasse la città mentre lei si prendeva la colpa della morte di Dexter. Nonostante la conclusione, il finale sembra fatto apposta per lasciare aperta la porta a ulteriori sviluppi futuri.

Senza una conclusione su dove Harrison stia andando dopo aver “ucciso” suo padre o se Dexter sarà effettivamente confermato come il Macellaio di Bay Harbor, Dexter: Resurrection ha molto su cui lavorare. Se a tutto ciò si aggiunge il fatto che Michael C. Hall tornerà a vestire i panni di Dexter Morgan, Resurrection potrebbe diventare la serie continuativa promessa. Il coinvolgimento di Hall è curioso, e non è ancora confermato se Dexter tornerà come umano o come figura spettrale che visita Harrison (proprio come Debra perseguitava Dexter).

Il Grinch: personaggi, doppiatori e altre curiosità sul film d’animazione

Basato sull’omonimo racconto del 1957 scritto dal Dr. Seuss, nel 2018 è arrivato al cinema il terzo adattamento cinematografico della storia del Grinch, dopo lo speciale televisivo del 1966 e il lungometraggio live-action del 2000 con protagonista Jim Carrey. Questo nuovo film, diretto da Yarrow Cheney e Scott Mosier ripropone dunque attraverso l’animazione il racconto della celebre creatura verde che odia il Natale ed escogita piani malvagi di ogni tipo per rovinarlo. Con un incasso di 511 milioni di dollari in tutto il mondo, questo nuovo Il Grinch è diventando il film di Natale con il maggior incasso di tutti i tempi, nonché l’adattamento cinematografico del Dr. Seuss con il maggior riscontro economico.

Questo perché ormai, per quanto egli cerchi di rovinarlo, il Grinch è diventato un’icona imprescindibile del Natale e i film a lui dedicati sono considerati dei classici natalizi: una cosa che probabilmente al Grinch non farebbe piacere sapere. In questo articolo approfondiamo alcune curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di doppiatori originali e italiani. Si vedranno poi anche le differenze con le precedenti versioni del personaggio e le frasi più belle di questo nuovo film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

La trama di Il Grinch

Nella città di Chi Sarà, le creature simili agli umani chiamate Chi Saranno sono entusiaste di festeggiare il Natale. L’unico a non essere divertito è un’irascibile creatura dal pelo verde chiamata Il Grinch, che ha un cuore “di due taglie più piccolo” e vive in una caverna sulla cima di un monte, appena a nord di Chi Sarà. L’unico amico del Grinch è il suo fedele cane domestico Max ed entrambi visitano la città solo quando il Grinch ha bisogno di comprare cibo o fare cose cattive. Nel frattempo, Cindy Chi Lou, sei anni, si accorge che sua madre Donna è troppo oberata di lavoro per prendersi cura di lei e dei suoi due fratellini Buster e Bean.

All’inizio, la piccola decide di inviare una lettera a Babbo Natale per aiutare la madre, ma dopo aver incontrato il Grinch, che le dice sarcasticamente che dovrà parlarne con Babbo Natale faccia a faccia, decide di provare a intrappolare Babbo Natale con l’aiuto dei suoi amici. La cosa però si ritorce inaspettatamente contro lo stesso Grinch, che ha in mente di travestirsi da Babbo Natale per rubare tutti i regali agli abitanti di Chi Sarà. Nel corso di questa sua malvagia missione, però, si troverà a dover fare i conti proprio con Cindy, la quale è pronta a tutto pur di veder esaudito il proprio desiderio.

il grinch film
Cortesia di © Universal Pictures

Il cast di doppiatori italiani e originali dei personaggi

A dare voce al Grinch nella versione originale vi è l’attore britannico Benedict Cumberbatch. Questi, tuttavia, si oppose all’idea dei produttori di farlo recitare con la sua voce naturale, poiché accortosi che il resto degli interpreti coinvolti è americano, ritenne che anche il Grinch avrebbe dovuto avere quell’accento. L’attore ha poi raccontato di aver trovato molteplici somiglianze tra il Grinch e Smaug, il drago da lui interpretao nella trilogia di Lo Hobbit. Entrambi, infatti, vivono reclusi su una montagna che sovrasta una cittadina ed entrambi apprezzano proprio la loro solitudine. A fornire la voce italiana al Grinch, invece, è stato scelto l’attore Alessandro Gassmann.

Sempre per la versione originale, invece, Cindy Chi Lou è doppiata da Cameron Seely, che ha invece in Italiano la voce di Lucrezia Roma. La madre, Donna, è invece doppiata da Rashida Jones in una versione e da Daniela Calò nell’altra. Per la versione originale si annoverano poi Angela Lansbury per il ruolo del sindaco McGerkle (Vittoria Fabbi in italiano), Kenan Thompson per quello di Bricklebaum (Alessandro Quarta in italiano) e Brad O’Hare per il personaggio di Groopert (Gabriele Meoni in italiano), il migliore amico di Cindy. Infine, nella versione originale la voce narrante è del cantante Pharrell Williams, mentre nella versione italiana si può ascoltare quella di Emiliano Coltorti.

Il Grinch frasi
Cortesia di © Universal Pictures

Le differenze con gli altri film dedicati al Grinch

Tra questo film e i precedenti adattamenti del personaggio ideato dal Dr. Seuss, ci sono alcune somiglianze ma anche numerose differenze nel modo in cui il Grinch viene raffigurato. Innanzitutto, la sua origin story è diversa da quella del film del 2000, dove era stato pubblicamente umiliato alle elementari per essersi dovuto radere alla sua età. Un’altra differenza rispetto proprio a quel film la si ritrova nella totale assenza di Martha May Whover, qui completamente eliminata in quanto gli sceneggiatori hanno ritenuto che un interesse amoroso voluttuoso non fosse il tipo di messaggio che si voleva trasmettere questa volta. O ancora, in tutte le altre versioni, il Grinch non trova mai una renna che lo aiuti nel rubare i regali, quindi si serve di Max. In questo adattamento, invece, riesce a trovarla.

Nei precedenti due adattamenti, il Grinch ha l’idea di travestirsi da Babbo Natale quando vede il volto di Max ricoperto di neve che assomiglia vagamente al volto di Babbo Natale. Nel libro e in questa versione, invece, il Grinch matura da solo l’idea di travestirsi da Babbo Natale. Sempre questa nuova versione del Grinch insiste nel volersi calare quanto più possibile nei panni di Babbo Natale e indossa una barba bianca, a differenza delle versioni precedenti che non se ne preoccupavano nemmeno. C’è infine un elemento evidente che accomuna lo speciale del 1966, il film del 2000 e questa versione de Il Grinch, ovvero la presenza della canzone “Welcome Christmas” scritta dal Dr. Seuss e da Albert Hague e cantata dagli abitanti di Chi Sarà.

Il Grinch recensione
Cortesia di © Universal Pictures

Le frasi più belle del film

Ecco ora alcune tra le frasi più belle e simpatiche del film Il Grinch, attraverso le quali si può costruire un prima idea di cosa aspettarsi dal protagonista e dal racconto:

  • Pietosoni di tutto il mondo, unitevi!
  • Ciao, creaturina… Come hai osato entrare nella tana del Grinch?! Quale impudenza! Quale audacia! Che inaudita faccia tosta! Tu hai voluto attirare il fulmine, quindi tieniti pronta a fare, bum! E ora, guarda in faccia la paura! Blblbl!
  • So che cosa fare! Mi inventerò un modo per rubare il loro Natale!
  • Bambini d’oggi. Troppo desensibilizzati da cinema e televisione.
  • Se ti azzardi a pronunciare anche una sola sillaba, ti darò la caccia e ti sventrerò come un pesce! Per mandare un fax premere invio adesso (segreteria telefonica del Grinch)
  • Che faccia tosta quei Nonsochi. Invitarmi laggiù… con tanto poco preavviso. Perfino se volessi andare i miei impegni non me lo consentirebbero. Ore 16: autocommiserazione. 16:30: fissare il muro. Ore 17: risolvere la fame nel mondo e non dirlo a nessuno. 17:30: ginnastica. 18:30: la cena con me, questo non lo posso rimandare ancora. Ore 19: lottare contro il disprezzo per me stesso. L’agenda è piena. Certo se sposto l’autodisprezzo alle 21 avrò ancora il tempo di sdraiarmi a letto a fissare il soffitto e scivolare lentamente nella pazzia. Ma che vestito mi metto?

Il trailer del filmme dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il Grinch grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Prime Video, Infinity+, Now, Tim Vision e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 21 dicembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Escape Plan – Fuga dall’inferno: tutto quello che c’è da sapere sul film

Già protagonisti dei film I mercenari e I mercenari 2, gli attori Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger si sono trovati nuovamente a recitare insieme per Escape Plan – Fuga dall’inferno (qui la recensione), diretto nel 2013 da Mikael Håfström. Questo è in realtà il primo vero film dove i due si incontrano sul grande schermo per ben più che qualche breve scena, come accade invece nei due titoli sopra citati. Quello in questo lungometraggio, infatti, è stato definito come il confronto tanto atteso tra due delle maggiori star del cinema d’azione dagli anni Ottanta in poi, da molti paragonato all’incontro tra Robert De Niro e Al Pacino nel thriller Heat – La sfida.

Il progetto per Escape Plan – Fuga dall’inferno circolava in realtà da molto a Hollywood, ma il susseguirsi di registi e interpreti diversi ha continuamente ritardato la sua produzione. Soltanto con l’arrivo di Håfström, regista già di 1408 e Il rito, il tutto si è infine concretizzato. Grazie al coinvolgimento dei due noti attori, Escape Plan – Fuga dall’inferno ha così subito guadagnato l’interesse tanto della critica quanto degli amanti del genere. In linea con i film precedentemente interpretati dai due, questo si configura come un thriller d’azione particolarmente duro e spietato nella raffigurazione delle carceri statunitensi, ambiente in cui si svolge gran parte del film.

Accolto in modo positivo dalla critica e dal pubblico, Escape Plan – Fuga dall’inferno è arrivato ad un guadagno di circa 137 milioni di dollari in tutto il mondo. Da questo successo sono poi nati due sequel, che hanno espanso il racconto qui proposto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Escape Plan - Fuga dall'inferno trama film
Sylvester Stallone in Escape Plan – Fuga dall’inferno. Foto di Alan Markfield – © 2013 Summit Entertainment, LLC. All rights reserved.

La trama di Escape Plan – Fuga dall’inferno

Protagonista del film è Ray Breslin, una delle principali autorità mondiali nel campo della sicurezza delle strutture carcerarie, il quale decide di accettare un ultimo incarico prima di ritirarsi ad una vita più tranquilla e solitaria. Egli dovrà evadere dall’ultra-segreto e tecnologico penitenziario di ultimissima generazione, chiamato “The Tomb”. Egli tuttavia, si vede ingannato ed ingiustamente imprigionato, ritrovandosi così senza via di fuga. Da grande esperto, egli è però convinto dell’esistenza di almeno una falla nella sicurezza che possa condurlo alla libertà. Per riuscire nell’impresa, però, dovrà coinvolgere un altro detenuto, Emil Rottmayer. Insieme, cercheranno di evadere dal più sicuro ed inespugnabile carcere mai concepito e costruito dall’uomo.

Il cast e le location del film

Per il ruolo di Ray Breslin, i produttori sapevano già di volere un noto attore di film d’azione. Inizialmente vennero considerati Bruce Willis e lo stesso Schwarzenegger. Entrambi però rifiutarono per via di altri impegni. Il ruolo fu allora offerto a Sylvester Stallone, che accettò la parte. Con il suo coinvolgimento, Schwarzenegger si decise a partecipare a sua volta al progetto, accettando un ruolo minore, quello del detenuto Emil Rottmayer. I due interpreti e amici cercavano infatti da tempo un progetto in cui poter recitare a più stretto contatto, trovandolo infine in questo. Per entrambi, il set non fu però semplice e in più occasioni i due hanno riportato alcuni infortuni a seguito di scene piuttosto complesse.

Accanto a loro, nel ruolo del direttore del carcere Willard Hobbes vi è Jim Caviezel, mentre 50 Cents è Hush, il miglior amico di Ray. Sam Neill interpreta il dottor Kyrie, operante nel carcere, mentre Vincent D’Onofrio è Lester Clark, socio di Ray. Come base per la ricostruzione della prigione e le riprese in interni sono stati utilizzati gli spazi del Michoud Assembly Facility di New Orleans, struttura NASA in disuso da anni adibita in precedenza all’assemblaggio di giganteschi serbatoi esterni degli Space Shuttle. In questo luogo è stato ricostruito quanto si vede nel film, curando il tutto al minimo dettaglio. Circa il 90% del film si svolge infatti in questo ambiente, reso il più realistico possibile.

Escape Plan - Fuga dall'inferno location
Arnold Schwarzenegger in Escape Plan – Fuga dall’inferno. Foto di Alan Markfield – © 2013 Summit Entertainment, LLC. All rights reserved.

I sequel di Escape Plan – Fuga dall’inferno

A cinque anni di distanza dal film, è arrivato in sala il suo primo sequel: Escape Plan 2 – Ritorno all’inferno. In questo Stallone riprende il suo personaggio, impegnato ancora una volta nel dover testare la sicurezza di un nuovo carcere. Ad affiancarlo in questo caso non vi è Schwarzenegger, bensì l’ex wrestler Dave Bautista. Dopo il buon successo del secondo film, i produttori decisero di dar vita ad un capitolo conclusivo di quella che è così diventata a tutti gli effetti una trilogia. Uscito nel 2019, Escape Plan 3 – L’ultima sfida si avvalse di un budget ridotto ma di una sceneggiatura più solida. Ciò portò il terzo film ad affermarsi a sua volta come un buon successo di critica e pubblico, riproponendo il cast del secondo film.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Escape Plan – Fuga dall’inferno è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 21 dicembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Squid Game 2 invade Venezia!

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Squid Game 2 invade Venezia!

Un flash mob unico nel suo genere ha visto sfilare le iconiche Pink Guards e la celebre bambola Young-hee, simboli della serie di successo mondiale SQUID GAME, nei pressi del Bacino di San Marco, della Riva degli Schiavoni e del molo di San Marco davanti al Palazzo Ducale.

La seconda stagione di Squid Game, in esclusiva su Netflix dal 26 dicembre, promette di emozionare ancora una volta il pubblico di tutto il mondo con nuovi giochi e colpi di scena. L’iniziativa ha trasformato il cuore di Venezia in un palcoscenico unico, dove il mistero e il fascino della serie si sono mescolati con l’atmosfera magica della città lagunare.

Squid Game 2: trailer e poster dell’attesa serie Netflix

  • Data di uscita: 26 dicembre 2024
  • Sinossi: Tre anni dopo aver vinto lo Squid Game, il Giocatore 456 rimane determinato a trovare le persone che stanno dietro a questo gioco e a porre fine al loro sport malvagio. Utilizzando i soldi che ha vinto per finanziare la sua ricerca, Gi-hun inizia dal luogo più ovvio: cercare l’uomo in abito elegante che gioca a ddakji nella metropolitana. Ma quando i suoi sforzi producono finalmente dei risultati, la strada per distruggere l’organizzazione si rivela più letale di quanto immaginasse: per porre fine al gioco, deve rientrarvi.
  • Numero episodi: 7 episodi
  • Scrittore/regista: Hwang Dong-hyuk
  • Produttori esecutivi: Kim Ji-yeon, Hwang Dong-hyuk
  • Prodotta da: Firstman Studio
  • Cast principale: Lee Jung-jae, Lee Byung-hun, Wi Ha-jun, Gong Yoo, Yim Si-wan, Kang Ha-neul, Park Gyu-young, Lee Jin-uk, Park Sung-hoon, Yang Dong-geun, Kang Ae-sim, Lee David, Choi Seung-hyun, Roh Jae-won, Jo Yu-ri e Won Ji-an.

Krypto: breve storia del cane di Superman

Krypto: breve storia del cane di Superman

I fan più fedeli di Superman hanno molta familiarità anche con il suo cane, Krypto, che nel film di James Gunn sarà importante per la storia, almeno a giudicare dal primo trailer! Ma chi è Krypto? Qual è la sua storia?

Il personaggio esiste dal 1955, quando la DC lo ha inserito per la prima volta in Adventure Comics n. 210 per quella che doveva essere una trama unica. L’arco narrativo ha riscosso così tanto successo, che non passò molto tempo prima che Krypto tornasse, ancora e ancora, scatenandosi regolarmente attraverso una varietà di imprese dei fumetti di Superman e Superboy.

Qual è la storia di Krypto?

kryptoLa storia delle origini di Krypto, o “Skip”, come viene chiamato quando vive in incognito nella fattoria Kent in Kansas, è un po’ oscura dopo così tanti decenni di storie scritte da diversi autori. Ma ecco le basi: il cane era un soggetto di prova per un prototipo di uno di quei razzi che il padre di Superman ha usato per trasportare il figlioletto in salvo prima che Krypton esplodesse. Ma come spesso accade nella mitologia di Krypton, qualcosa è andato terribilmente storto con il lancio, l’astronave è uscita dalla rotta e Krypto ha vagato nello spazio per anni prima di trovare finalmente la strada per la Terra, dove lui e Superman, ormai adolescente, si sono riuniti.

Oltre ad apparire in una serie di fumetti e, in seguito, in un mucchio di cartoni animati, Krypto è apparso negli ultimi anni in prima serata in TV in Smallville, Titans e Superman & Lois. Ha fatto il suo esordio sul grande schermo nel 2022, in DC League of Super-Pets, un film d’animazione per il quale è stato scelto Dwayne Johnson come sua voce. Ricordiamo che il personaggio non parla nei fumetti e i suoi pensieri a volte sono illustrati con fumetti di testo, il che era abbastanza strano, e nella serie animata del 2005 di Cartoon Network Krypto the Superdog, gli è stato dato un dispositivo di traduzione un po’ come quello che Ed Asner usava per chiacchierare con i segugi in Up. Ma no, il Superdog non sa parlare. Come i cani della Terra, abbaia.

Superman kryptoQuali sono i poteri di Krypto?

I poteri che possiede esattamente l’animale dipendono dall’universo DC in cui viene raccontato. Ma ci sono alcune costanti. È più intelligente dei cani normali, più veloce, più forte e può volare, in altre parole, può fare praticamente tutto ciò che fa il suo padrone, solo a quattro zampe. Come Superman, Krypto indossa un mantello rosso quando combatte il crimine, sfoggia anche un collare dorato e una targhetta con una grande “S” rossa. La sua razza è incerta: in alcune rappresentazioni sembra un Labrador Retriever, altre volte più un Pitbull; nel trailer di Gunn sembra avere qualità da terrier, ma la sua pelliccia è sempre bianca come la neve. A meno che, ovviamente, non si travestisse da Skip, nel qual caso i Kent aggiungono una macchia di tintura nera in stile dalmata sulla sua schiena, un po’ come Clark Kent che si infila un paio di inutili occhiali di corno.

Krypto – fumetti

Ovviamente, Krypto ha un potere aggiuntivo che supera di gran lunga le sue (e persino quelle di Superman) altre abilità: è carino. Si potrebbe persino dire super carino. Questa è una caratteristica più critica di quanto si possa pensare. Uno dei motivi per cui il trailer di Gunn è stato così ben accolto tra i fan è proprio la presenza di Krypto.

Guardare Krypto correre nella tundra artica nel trailer di Gunn, sollevando una nuvola di neve mentre scatta al fischio del suo padrone ferito, è un momento così dolce e toccante che potrebbe scaldare persino il cuore di Lex Luthor.

Assassinio sull’Orient Express, la spiegazione del finale

Assassinio sull’Orient Express, la spiegazione del finale

Il finale di Assassinio sull’Orient Express spiega che questo non è solo un giallo di Agatha Christie, ma forse il suo migliore. Il film è una rivisitazione contorta del genere di sua proprietà che spinge l’iconico detective Hercule Poirot ai limiti della sua morale. Il film di Kenneth Branagh del 2017, da lui diretto e interpretato, è una versione patinata, ricca di star, ma per lo più fedele. Il primo film della nuova serie di Agatha Christie ha riportato Hercule Poirot all’attenzione del pubblico.

Assassinio sull’Orient Express introduce gli spettatori a Poirot a Gerusalemme, dove sta risolvendo un crimine con una logica tipicamente sherlockiana, ma è tutto un preambolo al caso vero e proprio. Costretto a tornare in Inghilterra per contribuire a un’indagine precedente, Poirot prende l’Orient Express insieme a un gruppo sorprendentemente numeroso di altri passeggeri, considerando che siamo in pieno inverno. La situazione si fa subito strana e, poco dopo che una valanga fa deragliare il treno, viene scoperto un cadavere.

Ci sono dodici assassini, tutti collegati alla vittima

Assassinio sull'Orient Express

La vittima è l’assassino John Cassetti

La vittima è Samuel Ratchett (Johnny Depp). Con un’inquietante cicatrice sull’occhio destro, gli indizi fanno pensare ai suoi precedenti crimini di vendita di tappeti falsi ai gangster, ma la verità emerge rapidamente dopo la sua morte. Si tratta di John Cassetti, che qualche anno prima aveva rapito la piccola Daisy Armstrong dalla casa dei genitori e, dopo essere stato pagato il riscatto, l’aveva uccisa, causando l’aborto della madre Sonia e spingendo il padre al suicidio. Tuttavia, l’ha fatta franca. Una cameriera è stata ingiustamente condannata per il crimine.

Il risultato è l’intensa forma di giustizia vigilante del film: tredici persone che hanno qualche legame con la famiglia Armstrong e con l’indagine che ne è seguita si riuniscono per vendicarsi. Ognuno di loro ha un ruolo da svolgere, intrappolando Cassetti in un’elaborata trappola che culmina con il ritrovarsi tutti insieme sull’isolato Orient Express. Prima di entrare nel merito di come hanno eseguito l’omicidio, però, ecco come sono collegati tra loro:

Mentre indaga, Poirot scopre queste connessioni e, alla luce dell’alto livello di prove contraddittorie da parte dei sospettati, formula due possibili soluzioni: la prima è che uno dei nemici della mafia di Ratchett si sia intrufolato nel treno e lo abbia ucciso; la seconda è che siano tutti colpevoli. Egli razionalizza correttamente che la seconda soluzione è quella più orribile e rivela la sua conclusione agli assassini dell’Ultima Cena (che sostituisce il classico salotto).

Come hanno effettivamente commesso l’omicidio

Judi Dench e Olivia Colman in Assassinio sull'Orient Express (2017)
© 20th Century Fox

Il gruppo ha pianificato un modo per commettere l’omicidio con ragionevole dubbio

La Arden della Pfeiffer è la mente del piano, che riunisce gli altri nel tentativo di vendicarsi. Sanno di aver bisogno di un luogo remoto e isolato per l’omicidio, dove non possano essere interrotti, e l’Orient Express viene deciso come terreno ideale per la messa in scena. MacQueen e Masterman si fingono subalterni di Ratchett, assicurandosi che finisca sul treno mentre gli altri si preparano alla fuga. Il piano di base consiste nel drogare il caffè di Ratchett e poi far sì che tutti e dodici lo accoltellino una volta sola, sia per fare giustizia che per mantenere il vero colpo di grazia un mistero.

Le cose si complicano solo con l’ingresso di Hercule Poirot. Quando viene fatto salire sul treno all’ultimo momento proprio accanto alla cabina di Ratchett, gli assassini devono costruire una narrazione alternativa per distrarre il detective. Dopo una falsa agitazione per distrarre Poirot e disorientarlo sulle specifiche dell’omicidio, la maggior parte delle quali consiste in semplici bugie quando li interroga, creano una falsa serie di eventi che crea il mistero del conduttore basso e acuto del treno.

Inoltre, gli forniscono numerosi indizi falsi, come l’ora regolata sul cronometro, il bottone del guardiano disonesto e il fatto di nascondere le prove nel suo bagaglio, lasciandogli intravedere Debenham con la vestaglia rossa. Naturalmente, anche senza Hercule Poirot accanto, a causa dell’equipaggio del treno, dovevano essere segreti, ma solo il suo coinvolgimento li ha portati a recitare e incorniciare in modo così intricato gli eventi della serata.

Egli razionalizza che poteva accadere solo in America, alludendo a un incontro precedente.

Alcuni aspetti chiave del caso, presenti nel libro, non sono presenti nel film. Poirot si rende conto che c’è qualcosa che non va nella fusione delle provenienze che compongono gli abitanti del treno – è così diversa che razionalizza che potrebbe accadere solo in America, alludendo a un incontro precedente – mentre il cambio di fuso orario porta a confondere l’ora in cui è avvenuto l’omicidio. Ci sono altri sottili cambiamenti (il guardiano è uno degli assassini in origine), ma l’etica dell’omicidio è la stessa. Ciò che differisce un po’ è la risoluzione.

Perché Poirot decide di lasciarli andare

Johnny Depp in Assassinio sull'Orient Express (2017)
© 20th Century Fox

Hercule Poirot sceglie di ignorare il crimine

Forse la cosa più scioccante della dozzina di assassini è che Poirot li lascia andare via. Racconta la prima falsa storia di un clandestino alle autorità, che se la bevono grazie alla sua identità. Questo sembra un grande tradimento di tutto ciò che rappresenta – soprattutto per il rigore di Branagh – ma rappresenta un’evoluzione del suo personaggio e un maggiore apprezzamento del grigiore morale della sua area di competenza. Il gruppo ha ucciso un uomo, ma le azioni di Cassetti li hanno anche danneggiati e segnati emotivamente.

Quasi all’inizio, Poirot dice a Ratchett che ha un’età in cui sa cosa gli piace e cosa no.

Non si tratta di un semplice atto di giustizia giustizialista – occhio per occhio – ma piuttosto di un modo per superare il danno che ha causato. Quando Arden tenta il suicidio piuttosto che mettere a tacere l’uomo che si sente in dovere di rivelare la verità, si rende conto della portata della colpa. Quasi all’inizio, Poirot dice a Ratchett che ha un’età in cui sa cosa gli piace e cosa no; il colpo di scena lo mette in discussione, dimostrando che non è mai troppo tardi per cambiare e crescere.

Se in un primo momento questo sembra spezzare irreversibilmente la determinazione del detective e fargli desiderare di abbandonare la sua professione – inizialmente ignora una richiesta di aiuto – dopo una pausa di riflessione, si rimette in gioco, pronto per una nuova avventura. Questa versione di Assassinio sull’Orient Express ha l’impressione di voler essere una dissezione di Poirot, esplorando le caratteristiche di un individuo così unico. Questo mistero in particolare è un’entrata in scena molto intelligente, perché mina intrinsecamente i suoi ideali e lo vede poi uscire rafforzato.

Il vero significato del finale di Assassinio sull’Orient Express

Assassinio sull'Orient Express film

Assassinio sull’Orient Express è una sovversione del giallo – un omicidio in cui tutti sono colpevoli – che usa i tropi che ci si aspetta contro di noi. La maggior parte delle “prove” è una distrazione delle vittime. Branagh ha preso questo aspetto e lo ha usato per esplorare il detective. Alla fine del film, Poirot capisce chi sono gli assassini e sceglie di non fare nulla. Questo perché sa che quello che hanno fatto è sbagliato, ma lo hanno fatto per una ragione che lui comprende perfettamente.

Il fatto che Hercule abbia scelto di girare la testa la dice lunga.

Anche questo è un grande colpo di scena, perché dimostra che non si trattava di un giallo che portava il detective a una sola persona che avrebbe potuto arrestare. Il fatto che tutti i passeggeri del treno fossero responsabili dell’omicidio dimostra che dimostrare la colpevolezza di qualcuno sarà praticamente impossibile. Il fatto che Hercule abbia scelto di girare la testa, ma anche che abbia capito che insistere ulteriormente sul caso non sarebbe servito a nulla e avrebbe ferito ancora di più le persone già vittime. L’omicidio è sbagliato, ma in questo caso era giustificato.

Come il finale di Assassinio sull’Orient Express si confronta con gli altri film di Hercule Poirot

Hercule Poirot è più umano nel film Assassinio sull’Orient Express di Branagh

Hercule Poirot è un detective brillante, attento e meticoloso, che nel corso della sua carriera si è assicurato di trovare sempre l’assassino. Questo è uno dei motivi per cui i detective credono a tutto ciò che dice alla fine di Assassinio sull’Orient Express, anche se sta mentendo su tutto. Questo è stato il primo film della carriera di Kenneth Branagh nei panni di Hercule Poirot, proseguita con Morte sul Nilo e Un mistero a Venezia. Assassinio sull’Orient Express mostra quanto sia diversa la sua versione.

Nelle precedenti versioni delle storie di Agatha Christie, Hercule è per lo più analitico e determinato unicamente a risolvere i crimini, con pochi o nessun retroscena. Nella versione di Branagh, invece, ha una storia tragica, quasi un’amante e un lato sensibile che non possiede nelle versioni precedenti. Qui raramente vuole accettare un caso, e il finale di Assassinio sull’Orient Express mostra che Hercule è anche disposto a voltare le spalle a un caso quando si rende conto che le circostanze giustificano il crimine.

Conclave, il regista sul finale controverso del film: “Non tutti devono essere d’accordo”

Il regista tedesco Edward Berger (Niente di nuovo sul fronte Occidentale) difende l’inaspettato finale del suo ultimo film Conclave (2024). Basato sull’omonimo romanzo del 2016, il thriller politico vede Ralph Fiennes nei panni del cardinale Thomas Lawrence, che viene incaricato di qualcosa che inizia a sembrare sempre più impossibile: eleggere il prossimo papa. Ambientato all’interno del Vaticano, Lawrence deve destreggiarsi tra tensioni politiche, spirituali e personali tra i suoi pari e potenziali candidati e, in ultima analisi, affrontare il futuro incerto e traballante della Chiesa cattolica.

Attenzione! Seguono Spoiler su Conclave

In un’intervista con Vanity Fair, Berger interviene sull’audace finale di Conclave e sulla possibilità che questo susciti indignazione tra il pubblico religioso. Fedele al romanzo, il thriller offre un audace colpo di scena alla fine del film: il prossimo papa eletto Benitez (Carlos Diehz) è nato intersessuale. Il regista del film ha affrontato la questione, riconoscendo la natura controversa della conclusione del film e affermando la sua intenzione di accendere il dibattito, piuttosto che puntare a un accordo universale.

Non tutti devono essere d’accordo con il film. Amo quando le persone non sono d’accordo e possiamo discutere a riguardo, una discussione davvero animata. Questo è ciò che Benitez vuole fare: unire le persone, promuovere la discussione e non soffocarla. Quindi se le persone non sono d’accordo, il che, a dire il vero, accadrà ovviamente. Ma non mi sto preparando, perché sento che cerchiamo di gestire [la rivelazione] con diligenza, sensibilità senza usarla come espediente narrativo o altro. Non è nemmeno un’azione di demolizione della chiesa. Guarda davvero le persone di quella fede con onestà, cercando di capire e servire la storia di tutti.

Cosa significa per il pubblico la risposta del regista di Conclave

Il regista invita gli spettatori a esplorare la fede e la complessità umana

Conclave Sergio Castellitto
Sergio Castellitto in Conclave – Cortesia Eagle Pictures

I commenti di Berger suggeriscono che non solo accetta, ma accoglie con favore una serie di interpretazioni e reazioni all’audace finale di Conclave. La sua risposta sottolinea la sua convinzione nel valore delle discussioni cinematografiche, specialmente per i film che toccano argomenti delicati come la fede e il potere istituzionale. Incoraggiando il pubblico a impegnarsi in una “discussione animata”, Edward Berger sottolinea il rispetto per le diverse prospettive e invita gli spettatori a esaminare le proprie convinzioni e i propri pregiudizi nel contesto dei temi del film, che circondano persino l’incertezza stessa.

Per molti versi, la prospettiva di Berger consente al pubblico di vivere Conclave senza aver bisogno di una conclusione certa per convalidare le proprie opinioni. Questa scelta consente agli spettatori di giungere alle proprie interpretazioni, soprattutto considerando l’argomento sfumato che il film esplora. Infatti, il regista insiste sul fatto che la maggior parte delle persone non vuole comunque parlare del finale. Osserva: “In genere vogliono solo parlare [del] sentimento delle diverse agende politiche, che sembrano rispecchiare il discorso del giorno”.

The Mandalorian & Grogu finisce ufficialmente la produzione: il nuovo film di Star Wars arriverà nel 2026

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Star Wars ha appena confermato che The Mandalorian & Grogu ha terminato la produzione ed è pronto per la data di uscita del 22 maggio 2026. The Mandalorian & Grogu è il prossimo film in uscita di Star Wars e, sebbene manchi più di un anno alla data di uscita, c’è già molta attesa per il film. Come spin-off di una delle migliori serie televisive di Star Wars e primo film di Star Wars dopo anni, The Mandalorian & Grogu segnerà davvero un momento monumentale nel franchise.

C’è stata anche molta incertezza sul futuro di Star Wars, dato che lo stato di molti show e film che si pensava fossero in fase di sviluppo non è attualmente chiaro, ma sembra che The Mandalorian & Grogu sia sulla buona strada. Secondo un recente rapporto sull’anno in corso di Star Wars:

Jon Favreau e Dave Filoni hanno completato la produzione di The Mandalorian and Grogu, la prima uscita nelle sale cinematografiche di Star Wars dopo Star Wars: The Rise of Skywalker del 2019, e non potremmo essere più felici di vedere Din Djarin e Grogu accendere un jetpack e andare nelle sale. Il film sarà interpretato da Pedro Pascal e Sigourney Weaver, e l’assaggio che abbiamo avuto al D23 promette altri volti familiari, tra cui Zeb Orrelios e un gruppo di Anzellani. Ci dispiace, 2024, ma stiamo già pensando al 22 maggio 2026.

Questo aggiornamento è davvero entusiasmante e conferma che The Mandalorian & Grogu ha fatto passi da gigante e dovrebbe arrivare in tempo.

Cosa significa l’aggiornamento di The Mandalorian & Grogu per Star Wars

The Mandalorian 4

I recenti risultati di Star Wars hanno lasciato anche i fan più sfegatati un po’ incerti sul futuro del franchise. Dopo aver avuto per anni una serie significativa, attualmente i prossimi spettacoli di Star Wars comprendono solo la seconda stagione di Andor e la seconda stagione di Ahsoka. Dei film in sviluppo, The Mandalorian & Grogu è l’unico con una data di uscita confermata. Questo programma limitato arriva anche sulla scia di altre decisioni sorprendenti, tra cui la cancellazione di The Acolyte.

La notizia che The Mandalorian & Grogu ha terminato la produzione è la perfetta rassicurazione che il futuro di Star Wars rimane luminoso, e arriva proprio al momento giusto. Gli annunci di Star Wars potrebbero essere un po’ silenziosi nei prossimi mesi, dato che la Star Wars Celebration 2025 si terrà ad aprile e includerà senza dubbio molti annunci importanti. Questo aggiornamento di fine anno su The Mandalorian & Grogu servirà quindi a tenere il pubblico in attesa di ulteriori aggiornamenti sui nuovi show e film in arrivo per il franchise.

Mufasa: Il Re Leone, 14 easter eggs che sono riferimenti e richiami al franchise

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Mufasa: Il Re Leone continua l’amato franchise Disney con frequenti easter eggs e riferimenti ai precedenti episodi de Il Re Leone. Questo franchise ha avuto inizio con Il re leone del 1994, ma non era certo la fine delle storie di Pride Rock. Oltre ai vari sequel animati, la Casa del Topo si è tuffata nel mondo del fotorealismo in CGI, con Il Re Leone del 2019 che riproduce la storia originale di Simba in un mezzo completamente nuovo. Ora, Mufasa: Il Re Leone ha mantenuto questa tendenza con un sequel e un prequel tutto in uno.

Mufasa: Il Re Leone introduce la versione in CGI della figlia di Simba e Nala, Kiara, che si accontenta del racconto di Rafiki su come suo nonno Mufasa sia diventato re delle Terre dell’Orgoglio. Mentre la storia salta tra il passato e il presente, diventa chiaro che la Disney ha modificato il suo canone narrativo. Le cose sono andate in una direzione diversa rispetto ai precedenti sequel e prequel de Il Re Leone, tra cui Il Re Leone II: L’orgoglio di Simba o i libri prequel della Disney degli anni Novanta. Tuttavia, Mufasa: Il Re Leone contiene diversi riferimenti a queste opere dell’amato franchise.

Omaggio a James Earl Jones

Forest Whitaker e James Earl Jones alla 15ª edizione degli Screen Actors Guild Awards. – Foto di s_bukley via Depositphotos.com

L’attore James Early Jones ha prestato memorabilmente la sua voce a Mufasa nel film Il Re Leone del 1994 e nel remake in CGI del 2019. Essendo un film prequel, Mufasa: Il re leone ha avuto bisogno di rifondare il personaggio, dando a Mufasa la voce più giovane di Aaron Pierre. Tuttavia, il film del 2024 si apre con la voce di Jones nei panni di Mufasa, che pronuncia alcune parole di conforto al figlio prima dell’inizio ufficiale della storia.

La voce fuori campo di Jones è seguita da un testo che rende omaggio all’attore, scomparso il 9 settembre 2024. È stato un modo toccante per ricordare al pubblico l’uomo che per primo ha reso Mufasa così memorabile, assicurando che la continuazione della storia di questo personaggio onorasse ancora Jones.

La scena di apertura attraverso le Terre dell’Orgoglio

Milele terra dell'orgoglio il re leone

Forse la scena più iconica de Il Re Leone del 1994 è la sequenza di apertura, che mostra gli animali delle Terre dell’Orgoglio che salutano il sole prima di dirigersi alla Roccia dell’Orgoglio per dare il benvenuto al piccolo Simba. Il remake del 2019 ha replicato questa scena con un effetto spettacolare e ora Mufasa: Il Re Leone ha ripreso qualcosa di simile.

All’inizio di Mufasa: Il Re Leone dà il benvenuto al pubblico nelle Terre dell’Orgoglio governate da Simba, è chiaro che questo paradiso è altrettanto prospero quanto lo era sotto Mufasa. Vediamo molti degli stessi gruppi di animali, dagli enormi elefanti e giraffe alle minuscole formiche che si muovono sul terreno. Il cerchio della vita è ancora in pieno svolgimento.

Kiara – Figlia di Simba e Nala

Kiara - Figlia di Simba e Nala

Mufasa: Il Re Leone è chiaramente una versione diversa del canone rispetto a Il Re Leone II: L’orgoglio di Simba. Il sequel del 2024 riprende con Nala pronta a dare alla luce un altro cucciolo, cosa che non accade mai nel vecchio sequel direct-to-video. Tuttavia, la Disney non ha abbandonato tutti gli aspetti del film del 1998.

La figlia di Simba e Nala viene presentata come Kiara in Mufasa: Il Re Leone, ed è lo stesso nome che aveva in Il Re Leone II: L’orgoglio di Simba. Finora non si è parlato di Kovu e l’introduzione del fratellino di Kiara separa ulteriormente questi due sequel. Tuttavia, il nome di Kiara era un riferimento significativo per chi ha amato il sequel originale del 1998.

Le battute Hakuna Matata di Timon e Pumbaa

Timon and Pumbaa

Proprio come ne Il Re Leone del 1994, Timon e Pumbaa hanno rotto la quarta parete in Mufasa: Il Re Leone. Hanno spesso fatto battute metaforiche per intrattenere il pubblico, particolarmente divertenti perché si riferivano alla loro iconica canzone “Hakuna Matata”.

In Mufasa: Il Re Leone, Timon e Pumbaa scherzavano sul fatto che il loro numero musicale nel primo film era abbastanza potente da far “cantare e ballare” Simba, anche quando credeva di aver appena ucciso suo padre. Inoltre, hanno detto di aver cantato la canzone per sei anni di fila, facendo riferimento al fatto che “Hakuna Matata” è stato un montaggio di invecchiamento per Simba, che era un leone adulto quando la canzone è finita ne Il Re Leone.

“Vive in te, vive in me”

Mufasa: Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone presentava spesso le canzoni originali de Il Re Leone, ma c’erano anche alcuni riferimenti ai numeri musicali del musical del Re Leone e de Il Re Leone II: L’orgoglio di Simba. Un esempio è l’uso ripetuto della frase “Lui vive in te, lui vive in me”, che compare sia nelle canzoni che nei dialoghi.

La frase “vive in te, vive in me” è presente nella canzone di Mufasa: Il Re Leone, canzone “Milele”.

“He Lives in You” è una delle canzoni del musicalIl Re Leone e de Il Re Leone II: L’orgoglio di Simba, e anche se il numero in sé non era presente, il suo testo era una presenza frequente in Mufasa: Il Re Leone. È stato utilizzato durante le storie di Mufasa e Kiara per fare riferimento al posto che i loro antenati continuano a occupare nei loro cuori.

“Cameo della canzone ”Circle Of Life

Mufasa: Il re leone (2024)
Foto di Courtesy of Disney – © Disney

La canzone “Circle of Life” rappresenta perfettamente Il Re Leone, poiché il suo testo e il suo tono generale si adattano perfettamente ai temi del film. Per questo motivo, ha senso che la musica e il testo di questa canzone appaiano occasionalmente in Mufasa: Il Re Leone.

Le memorabili note iniziali di “Circle of Life” possono essere ascoltate in Mufasa: Il Re Leone quando il piccolo Mufasa cade in acqua e viene trascinato sotto. Mentre si contorce, incapace di nuotare, queste note suonano. È una dimostrazione del posto che Mufasa occupa nel cerchio della vita e di come il suo essere spazzato via dall’inondazione faccia parte del suo destino.

Taka afferra le zampe di Mufasa

mufasa

Mufasa: Il Re Leone rivela che Mufasa e Scar non erano fratelli biologici. Scar, originariamente chiamato Taka, era invece un giovane principe che salvò Mufasa dal fiume dopo essere stato spazzato via dalla sua famiglia.

Più tardi, nel film del 2024, quando Taka si trova di nuovo di fronte alla scelta di salvare Mufasa o di condannarlo, posiziona le sue zampe esattamente nello stesso modo.

Quando il piccolo Taka salva la vita di Mufasa in Mufasa: Il re leone, ha appoggiato le sue zampe su quelle del cucciolo e ha conficcato gli artigli. In quel momento, la musica si è spostata in corrispondenza del momento in cui Scar ha messo le sue zampe su quelle di Mufasa prima di spingere il fratello giù dalla scogliera verso la morte. Più tardi, nel film del 2024, quando Taka si trova di nuovo di fronte alla scelta di salvare Mufasa o di condannarlo, posiziona le sue zampe esattamente nello stesso modo.

Il montaggio dell’invecchiamento in Mufasa: Il Re Leone

mufasa e take

Il Re Leone fa invecchiare Simba durante la canzone “Hakuna Matata”. Iniziava la canzone come un giovane cucciolo e la terminava come un leone adulto. Ora, Mufasa: The Lion King ha fatto qualcosa di simile con la canzone “I Always Wanted a Brother”.

Questo riferimento è interessante perché sia “Hakuna Matata” che “Ho sempre voluto un fratello” sono incentrate sulle relazioni che Simba e Mufasa hanno instaurato dopo essere stati separati dalla loro famiglia. Proprio come Timon e Pumbaa sono stati la nuova famiglia di Simba, Taka è diventato un fratello per Mufasa. Naturalmente, questo montaggio sull’età è agrodolce, poiché il pubblico sa cosa diventeranno Taka e Mufasa.

“Hakuna Mufasa” di Timon e Pumbaa

Timon and Pumbaa

Timon e Pumbaa hanno fatto riferimento al loro grande momento “Hakuna Matata” in Mufasa: Il Re Leone, ma alla fine hanno ottenuto una scena per eseguire il numero musicale. Naturalmente, questa volta hanno cambiato il testo per dire “Hakuna Mufasa”.

Naturalmente, la nuova sciocca canzone di Timon e Pumbaa è stata accompagnata da una serie di battute sui diritti legali e sulle cause. La rottura della quarta parete è sempre stata una parte importante del fascino di questi personaggi, che continuano a farlo per tutto il tempo trascorso in Mufasa: Il Re Leone.

Paralleli con la corsa degli elefanti

Corsa elefanti Mufasa

La corsa degli elefanti in Mufasa: Il Re Leone è pieno di riferimenti e parallelismi con la grande corsa degli elefanti che uccise Mufasa ne Il Re Leone. Innanzitutto, la colonna sonora è molto simile, con diversi momenti culminanti del film originale ripresi nel prequel del 2024.

Inoltre, molte singole inquadrature di questa scena di Mufasa: Il Re Leone si allineano con i momenti de Il Re Leone. Sarabi, appeso a un ramo, fa un parallelo con i tentativi disperati del piccolo Simba di rimanere al di sopra della folla, mentre Taka, che guarda oltre il bordo della scogliera, è simile al suo ruolo successivo.

Timon e Pumbaa: riferimento al musical del Re Leone

Mufasa: Il Re Leone

Il musical di BroadwayIl Re Leone ha debuttato nel 1997 e da allora ha riscosso un enorme successo. Il design dei costumi è eccezionalmente mozzafiato, ma Timon e Pumbaa fanno alcune battute proprio su questo aspetto in Mufasa: Il Re Leone.

A un certo punto, durante la storia di Rafiki, Pumbaa menziona la “commedia” e Timon si agita immediatamente. Dice di averla vista più volte e di essere presentato come un “burattino” per tutta la durata del film. Si tratta di un riferimento metaforico al musical reale Il Re Leone, che utilizza i burattini, oltre ad altri metodi creativi per portare gli animali sul palcoscenico.

Taka ottiene la sua cicatrice

Mufasa: Il Re Leone
Mufasa: Il Re Leone – Fotogramma dal film

Una delle domande più importanti de Il Re Leone è dove Scar si sia procurato la sua omonima ferita. La serie di libri d’avventura del Re Leone ha fornito la propria spiegazione negli anni ’90. In quell’occasione fu rivelato per la prima volta che il vero nome di Scar era Taka, un dettaglio che Mufasa: Il Re Leone ha ripreso. Tuttavia, il film prequel del 2024 ha fornito una spiegazione diversa su come Taka sia diventato Scar.

Mufasa: Il Re Leone ha preso una direzione diversa e Taka ha ricevuto la sua cicatrice mentre salvava la vita a Mufasa.

Nei libri del Re Leone, Taka riceve la cicatrice quando disobbedisce incautamente agli ordini di Mufasa e viene ferito da alcuni bufali. Mufasa: Il Re Leone prende una direzione diversa e Taka riceve la cicatrice mentre salva la vita di Mufasa (dopo aver messo in pericolo il fratello).

“Siamo tutti uno”

John Kani in Mufasa: Il re leone (2024)
Foto di Disney/Disney Enterprises – © 2024 Disney Enterprises

Alla fine di Mufasa: Il Re Leone, Mufasa tiene un discorso ispiratore agli animali di Milele, incoraggiandoli ad aiutare contro gli Estranei piuttosto che stare a guardare. Pronuncia la frase “Siamo tutti uno”, spiegando il suo punto di vista secondo cui sono tutti pezzi essenziali del cerchio della vita.

Questa frase è significativa perché “Siamo uno” è un’altra canzone de Il Re Leone II: L’orgoglio di Simba. Simba la canta a Kiara per spiegarle il suo posto nel Cerchio della Vita, richiamando così l’attenzione sulle lezioni iniziate con Mufasa e trasmesse lungo la sua linea reale.

L’iconico logo del Re Leone nel cielo

Kiara ha lottato per essere coraggiosa in Mufasa: Il Re Leone, ma la storia di Rafiki su Mufasa le ha ricordato da dove viene il coraggio. Si è arrampicata sulla cima della Roccia dell’Orgoglio e ha ruggito nella tempesta, che alla fine ha rivelato il volto di un leone tra le nuvole, proprio come quando Simba ha guardato il cielo alla ricerca di suo padre.

È interessante notare che il volto del leone visto tra le nuvole alla fine di Mufasa: Il Re Leone non era quello di un leone fotorealistico in CGI. Si trattava invece della familiare immagine in 2D che Simba aveva visto nel film del 1994. Il volto fiero ricorda anche l’iconico logo della versione musicale de Il Re Leone. È stato il riferimento perfetto per concludere questo commovente sequel e prequel.

Jared Leto interpreterà Skeletor nel film Masters of the Universe

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Jared Leto, premio Oscar per Dallas Buyers Club, si unirà al prossimo film live-action di Amazon MGM Masters of the Universe nel ruolo di Skeletor, l’acerrimo nemico con la faccia da teschio del più grande guerriero di Eternia, He-Man (Nicholas Galitzine).

Il regista Travis Knight (“Bumblebee“) ha anche scelto alcuni degli scagnozzi di Skeletor. Sam C. Wilson (“House of the Dragon”) interpreterà Trap Jaw; Kojo Attah (“The Beekeeper”) interpreterà Tri-Klops; e Hafthor Bjornsson (“Game of Thrones”) interpreterà Goat Man.

Si uniranno al cast già annunciato formato da Alison Brie (“Promising Young Woman”) nel ruolo del luogotenente di Skeletor, Evil-Lyn; Camila Mendes (“Riverdale”) nel ruolo della fidata compagna di He-Man, Teela; e Idris Elba (“Hijack”) nel ruolo del padre di Teela, Man-at-Arms.

Chris Butler (“ParaNorman”), che ha lavorato con Knight al prossimo film d’animazione stop-motion di Laika “Wildwood“, ha scritto l’ultima bozza della sceneggiatura, seguendo gli scrittori David Callaham e Aaron e Adam Nee. Escape Artists e Mattel Films stanno producendo il film, la cui uscita è prevista per il 5 giugno 2026.

Il personaggio di Skeletor è l’ennesimo nel recente curriculum di Jared Leto, tradizione iniziata con la sua versione punk rock del Joker in “Suicide Squad” del 2016, seguita dal suo diabolico CEO in “Blade Runner 2049” del 2017 e dal vampiro vivente titolare in “Morbius” del 2022 (che, per essere onesti, era più un antieroe che un cattivo). Interpreterà il ruolo principale in “Tron: Ares” della Disney con Evan Peters e Greta Lee.

Tutto quello che sappiamo sull’adattamento di Masters of the Universe

Masters of the Universe” ha affrontato un viaggio particolarmente tortuoso di oltre due decenni per arrivare al grande schermo. Il progetto è stato avviato dalla Warner Bros. e dalla Sony prima di passare a Netflix, che lo ha poi eliminato dai suoi programmi nel 2023 per problemi di budget. Innumerevoli registi, tra cui il regista di “Kung Fu PandaJohn Stevenson, il regista di “WickedJon M. Chu, il regista di “Charlie’s AngelsMcG e il duo di “The Lost CityAaron e Adam Nee, si sono avvicendati alla regia del progetto dal 2007.

Chris Butler sta scrivendo la sceneggiatura dopo che David Callaham e i fratelli Nee avevano fatto un primo tentativo, basato sull’action figure del 1982. I dettagli della trama non sono per ora stati resi noti. Confermati nel cast Nicholas Galitzine, Camila Mendes, Alison Brie, Idris Elba e Jared Leto.

Secondo una precedente sinossi dello studio, il film segue il Principe Adam, alias He-Man, che da bambino precipita sulla Terra con un’astronave e, decenni dopo, torna sul suo pianeta natale per difenderlo dalle forze malvagie del cattivo conosciuto come Skeletor. Ma per sconfiggere il potente cattivo, deve scoprire i misteri del suo passato e diventare He-Man, definito in questo mondo “l’uomo più potente dell’universo”.

Mufasa: Il Re Leone, la spiegazione dei leoni bianchi del film e se esistono nella vita reale

Mufasa: Il Re Leone introduce un nuovo gruppo di cattivi leoni bianchi. Questi “Estranei”, come vengono chiamati nel film prequel della Disney, rappresentano una seria minaccia per i vari branchi di leoni della valle. È a causa loro che Mufasa e Taka devono intraprendere il loro viaggio e con questi Outsider leoni bianchi ha luogo la resa dei conti finale di Mufasa: Il Re Leone. Sono certamente dei cattivi intriganti, ma i leoni bianchi non sono un’invenzione della Disney. Questo nuovo film del Re Leone si ispira a gruppi reali di leoni mutati che si trovano in Sudafrica da generazioni.

Mufasa: Il Re Leone è un sequel e un prequel, in quanto Rafiki racconta alla figlia di Simba e Nala, Kiara, la storia di come Mufasa è diventato re. Una rivelazione significativa dell’inizio del film è che Mufasa non è nato con sangue reale. Era un leone comune che si è separato dai genitori e che alla fine è stato accettato da un nuovo branco. Tuttavia, la famiglia adottiva di Mufasa fu tormentata da un gruppo di Estranei che cercò di eliminare i re leoni della valle fino a quando il loro leader, Kiros, rimase l’ultimo in piedi.

Gli Estranei ne Il Re Leone spiegati

Estranei Mufasa: Il Re Leone
Foto di Disney/DISNEY – © 2024 Disney Enterprises

Chi sono gli Estranei?

Gli Estranei di Mufasa: Il Re Leone è un branco di leoni bianchi. Sono più grandi dei leoni tipici del Re Leone e più volte più crudeli. Rafiki alla fine spiega che questi leoni bianchi non sono nati tutti in questo singolo branco. Invece, sono nati dai tipici leoni fulvi e sono stati scacciati a causa delle loro differenze: la loro pelliccia bianca. Nel corso degli anni, questi leoni scartati si sono riuniti per formare un unico branco guidato da Re Kiros. Rafiki ha spiegato che l’essere stati rifiutati e non amati dai loro branchi originari ha provocato in questi leoni bianchi una terribile rabbia, che ha portato al loro desiderio di vendetta.

Il branco di leoni bianchi di Kiros divenne una leggenda tra gli altri branchi della Valle dei Re. Il padre di Taka, Obasi, non li aveva mai visti prima, ma temeva molto gli “estranei” che potevano introdursi e distruggere un branco. Per questo motivo, Obasi temeva Mufasa. Tuttavia, alla fine il padre di Taka scoprì chi erano i veri Estranei quando attaccarono e spazzarono via il suo branco in Mufasa: Il Re Leone.

Perché gli Estranei davano la caccia a Mufasa e Taka

Mentre Mufasa e sua madre adottiva, Eshe, stavano cacciando, furono attaccati da due Estranei maschi. Mufasa ne uccise uno, mentre l’altro rimase ferito e tornò al suo branco per fare rapporto a Kiros. Alla fine si scopre che il leone ucciso da Mufasa era il figlio di Kiros e l’erede del suo branco. Per vendicarsi, Kiros conduce un attacco contro il branco di Obasi. Tuttavia, prima della comparsa dei leoni bianchi, Obasi manda via Mufasa e Taka. Poiché Mufasa era il responsabile della morte del figlio di Kiros e Taka era l’erede di Obasi, i leoni outsider inseguirono entrambi fino a Milele.

I leoni bianchi esistono?

Mufasa: Il Re Leone si è naturalmente preso alcune libertà creative con le dinamiche dei branchi di leoni, ma la Disney non ha inventato del tutto i leoni bianchi. Secondo il Global White Lion Protection Trust, questi animali sono originari della regione della biosfera Kruger-to-Canyons in Sudafrica. Il primo avvistamento registrato di leoni bianchi in quest’area risale al 1938, ma le testimonianze orali indicano che vivono e si moltiplicano in quest’area da diversi secoli. Nel corso degli anni, i Leoni bianchi sono stati presi di mira dai cacciatori, per cui il loro numero è diminuito, anche se gli sforzi degli attivisti ne hanno visto aumentare la popolazione.

Come in Mufasa: Il Re Leone, i Leoni bianchi nascono tra la popolazione generale di tordo. Non sono affetti da albinismo. La colorazione unica dei leoni bianchi deriva invece da una specifica mutazione genetica, le cui caratteristiche sono state identificate solo nel 2013. Per un certo periodo si è creduto che i leoni bianchi si fossero estinti, ma nel 2006 hanno iniziato a riapparire nella regione della biosfera Kruger-to-Canyon, dimostrando ulteriormente che il gene responsabile di questi leoni continua a essere naturalmente presente in questo luogo specifico del mondo.

Come i leoni bianchi sono diversi dai leoni normali

Mufasa: Il Re Leone
Mufasa: Il Re Leone – Fotogramma dal film

In Mufasa: Il Re Leone, i leoni bianchi sono più grandi e più potenti dei leoni di razza standard. Tuttavia, questo non è il caso nella vita reale. A parte la colorazione, i leoni bianchi presentano pochissime differenze rispetto alla popolazione generale. I leoni bianchi possono variare da un colore più biondo a un bianco quasi puro, e il loro colore generale è chiamato “leucismo”. A differenza degli animali albini, i Leoni bianchi non sono soggetti ad altre difficoltà genetiche. La loro vista è tipica e, a parte il fatto di essere un bersaglio più importante per i cacciatori di trofei umani, i Leoni bianchi non hanno svantaggi di sopravvivenza.

Un tempo si credeva che i leoni bianchi non potessero sopravvivere in natura a causa degli svantaggi della caccia. Si pensava che la loro pelliccia rendesse difficile la mimetizzazione. Tuttavia, uno studio condotto dal Global White Lion Protection Trust nell’arco di 10 anni ha rilevato che i Leoni bianchi sono cacciatori altrettanto efficaci dei loro simili in aree libere. Inoltre, nel mondo reale non vi è alcuna prova che i leoni bianchi debbano affrontare una sorta di ostracizzazione da parte dei gruppi di pettirossi, come accade in Mufasa: Il Re Leone. Inoltre, in Africa non sono stati registrati branchi di leoni bianchi.

I leoni bianchi nel mondo oggi

Mufasa: Il re Leone

I leoni bianchi sono ormai presenti in tutto il mondo

Oggi i leoni bianchi sono ancora osservati e cacciati in natura, dove sono considerati poco preoccupanti dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione. Questo status viene combattuto dal Global White Lion Protection Trust, che cerca di proteggere questi esseri dai colori unici. Per garantire la sopravvivenza dei leoni bianchi, è stato istituito un programma di riproduzione nella Inkwenkwezi Private Game Reserve, dove non possono essere cacciati.

Inoltre, ci sono leoni bianchi in cattività in diversi zoo. Lo zoo di Toronto ha ricevuto tre Leoni bianchi nel 2012 e, grazie a loro, altri quattro Leoni bianchi sono nati nello zoo nel 2015. Allo zoo di Cincinnati, il famoso Siegfried & Roy era in possesso di due Leoni bianchi, finché l’ultimo è morto nel 2022. Oltre a molti altri esemplari in Nord e Sud America, i Leoni bianchi sono tenuti in cattività in quasi tutti i continenti. Quindi, anche se non sono più presenti nelle Terre dell’Orgoglio di Simba dopo Mufasa: Il Re Leone, i Leoni bianchi continuano a vivere in tutto il mondo.

Jack Ryan: rivelata la finestra di inizio riprese del film con John Krasinski

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Il seguito cinematografico della serie di successo di Prime Video, Tom Clancy’s Jack Ryan, dovrebbe iniziare le riprese all’inizio del prossimo anno. La serie di quattro stagioni, basata sugli iconici romanzi del Ryanverse di Clancy, segue l’analista della CIA diventato operativo Jack Ryan, interpretato da John Krasinski, mentre affronta lo spionaggio internazionale e le minacce geopolitiche. Apprezzato per la sua narrazione modernizzata del franchise action-thriller e per l’avvincente interpretazione di Krasinski, lo show si colloca tra le serie originali di Prime Video di maggior successo a livello globale, con uno spinoff di Rainbow Six e un film sequel in lavorazione.

Secondo quanto riportato da Collider, le riprese del film su Jack Ryan inizieranno nel gennaio 2025 a Londra, in Inghilterra. Il film, diretto da Andrew Bernstein, già regista della serie, e scritto da Aaron Rabin, sceneggiatore della quarta stagione, introdurrà alcuni volti nuovi accanto a quelli che ritornano tra i fan, tra cui Wendell Pierce, Michael Kelly e la nuova arrivata Sienna Miller.

Cosa significa la finestra di riprese di Jack Ryan

Il nuovo annuncio dei tempi di lavorazione di Jack Ryan conferma l’impegno di Amazon MGM Studios nei confronti del Ryanverse. Questo sarà il primo film su Jack Ryan dopo La recluta ombra di Chris Pine del 2014, rompendo un vuoto decennale per il personaggio in un lungometraggio. L’intervallo di 11 anni tra un film e l’altro indica il tanto atteso ritorno del personaggio sul grande schermo, anche se in una continuazione della serie di successo in streaming. Tuttavia, Amazon MGM non ha ancora annunciato se il film arriverà prima nelle sale o se debutterà esclusivamente sulla piattaforma di streaming.

Il film dovrebbe prendere le mosse dall’esplosivo finale della quarta stagione di Jack Ryan, che ha messo a dura prova l’intraprendenza e la determinazione degli agenti. Krasinski tornerà nel mondo delle avventure ad alto rischio nei panni del personaggio principale, affiancato da Sienna Miller nel ruolo della sua controparte britannica dell’M-I6, mentre i veterani della serie Pierce (James Greer) e Kelly (Mike November) riprenderanno il loro ruolo di compatrioti più stretti di Ryan. Anche se la trama non è ancora stata resa nota, la location londinese e il ritorno dei suoi protagonisti lasciano intendere una continuazione senza soluzione di continuità della trama di spionaggio internazionale che ha reso l’avvincente dramma politico di Amazon un successo.

Dato che il film non avrà la stessa durata di produzione di un’intera stagione dello show precedente, l’inizio delle riprese di Jack Ryan nel gennaio 2025 potrebbe far pensare a un’uscita rapida. Anche se sembra improbabile un’uscita nello stesso anno, dato che lo studio non ha ancora confermato se sarà nelle sale o in streaming, e dato che le stagioni dello show uscivano di solito poco più di un anno dopo l’inizio delle riprese, sembra possibile che il film debutterà alla fine dell’estate 2026. Con il mese di settembre in cui è previsto solo il film su Clayface di Mike Flanagan, questa potrebbe essere la finestra perfetta per l’uscita di Jack Ryan.

James Gunn e David Corenswet parlano del costume di Superman: “Non volevo che avesse un mucchio di muscoli finti”

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Il cast e la troupe del film di Superman hanno parlato con ScreenRant e altri membri della stampa in occasione della proiezione del trailer di Superman e dell’evento Q&A, fornendo alcune eccellenti informazioni sull’iconico costume dell’eroe dell’Universo DC. Il costume di Superman è stato reinventato più volte nel corso degli anni e questa nuova versione è una delle più interessanti e insolite. Con un colletto rigido e un emblema che ricorda i fumetti di “Kingdom Come”, è stato espresso un notevole interesse per l’aspetto della tuta in azione. I dettagli sono stati condivisi dal regista e dalle star del film.

Parlando del costume, la star David Corenswet ha chiarito che “la tuta sembra molto più fredda di quanto sembri”. Ha spiegato nei dettagli che indossare la tuta non è stato “affascinante”, in quanto l’attore è stato legato a gru e carrucole. Ha descritto questo processo, descrivendo la tuta come calda, prima di entrare nei dettagli su come si sentiva il costume e su cosa significava essere visti con esso. Sebbene indossare il costume abbia un significato in sé, ha sottolineato l’importanza del fatto che gli altri lo vedano con quel costume.

È come quando ti fai, non so, un bel taglio di capelli e te ne dimentichi, ma poi vai in giro e tutti ti dicono: “Wow, stai benissimo”. Per una volta, ho camminato sul set e c’erano altri che mi vedevano per la prima volta con l’abito. Così ho visto altre persone vedere Superman, e io non mi sono sentito Superman, ma è stato così bello vedere i miei compagni di cast e i membri della troupe che stanno lavorando a questo straordinario pezzo storico di media. I momenti in cui l’hanno visto per la prima volta o in cui hanno visto Superman volare per la prima volta, senza essere in prima persona, ma potendo assistere a loro, a questa esperienza. E poi la cosa più bella è vedere i bambini quando la troupe portava i figli sul set o vedere in prima persona un bambino di cinque o sei anni vedere Superman. Non c’è niente di simile. È incredibile”.

Con lui c’era James Gunn, che ha fornito ulteriori dettagli sulla progettazione e la creazione del costume, dicendo che “non voleva che sembrasse una maglietta bagnatae “non voleva che avesse un mucchio di muscoli finti”. Si trattava di un compito difficile in una produzione di supereroi, che ha portato a qualche dubbio una volta terminato. Gunn racconta di essere stato convinto da Corenswet che l’abito era davvero adatto al personaggio, e il regista spiega come la percezione di Corenswet del costume colorato e del carattere di Superman lo abbia influenzato.

David ha detto: “Sì, è un alieno proveniente dallo spazio, super potente, che non vuole che i bambini abbiano paura di lui. E mi ha toccato sul momento, e mi tocca anche adesso, perché è questo che è, ed è da lì che viene il costume, e questo va d’accordo con la visione originale di Jerry e Joe, con il ritorno ai lottatori nel circo e a queste altre cose. Ed è questo che è Superman. Ed è per questo che ha una ragione per il suo colore; il suo costume è così colorato. È perché non vuole spaventare i bambini. Ha dei raggi rossi che escono dagli occhi. Può soffiare sulle cose con il suo respiro. Non vuole fare paura ai bambini”.

L’influenza di vedere questo costume sul set è stata significativa per tutte le parti coinvolte. Nicholas Hoult, che nel film interpreta Lex Luthor, ha detto che vedere il costume lo ha lasciato in soggezione e lo ha fatto “sentire caldo e confuso dentro”. Poiché l’iconografia del costume di Superman è così importante dal punto di vista culturale, sembra che l’aspetto familiare abbia avuto un impatto anche durante la lavorazione del film. Hoult ha continuato dicendo:

“Mi ha fatto sentire di nuovo un bambino. C’era una scena in cui volava sul set, e io stavo guardando, e avevo un piccolo sorriso, un piccolo sorriso privato sulla mia faccia. Pensavo: “È fantastico”. Poi mi sono girato e ho visto tutti gli altri nella stanza con la stessa espressione sul viso, che lo guardavano. Ed è questo l’effetto che ha avuto su tutti quello di cui parla. È davvero speciale”.

Cosa significano i commenti di James Gunn e David Corenswet sul costume di Superman

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Il costume di Superman ha un grande significato per molte persone, e vederlo realizzato in colori brillanti e gloriosi sembra fare leva sulle corde del cuore di tutte le persone coinvolte. Ogni iterazione di Superman in carne e ossa ha indossato una versione di questo costume, con le proprie varianti. Tuttavia, la descrizione dei colori e dei bauli aiuta a definire questa versione come familiare. Gran parte del discorso sull’eredità del personaggio sembra essere rapidamente accessibile dai semplici colori e dal design della tuta stessa.

L’identità di Superman è fondamentale per i temi del film ed è emozionante sapere che questo aspetto è importante sia a livello di sceneggiatura che di design e immagini del personaggio. Sentire Gunn e Corenswet parlare del costume e del suo utilizzo suggerisce che sono riusciti a creare qualcosa di speciale e unico per il film. Questo è stato confermato dalle prime immagini del personaggio: il design di Superman è qualcosa di veramente unico ed emozionante.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano. 

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Interstellar 2 probabilmente non si farà – ma un altro film di Christopher Nolan meriterebbe un sequel

Come molti film di Christopher Nolan, Interstellar ha creato una schiera di fan che lo considerano non solo il miglior film della sua filmografia, ma anche uno dei migliori film in assoluto. Quindi, ovviamente, l’idea di Interstellar 2 farebbe piacere a gran parte degli spettatori. Peccato per loro che Nolan faccia raramente dei sequel. A parte quella volta in cui l’ha fatto due volte e potrebbe aver accidentalmente dato vita a un’eternità di film di supereroi. Ma per la maggior parte, la filmografia di Nolan è piena di film che terminano la loro storia alla fine del tempo di esecuzione e lasciano poco spazio ai sequel.

Le sue idee sono così imponenti e le sue immagini così spettacolari che, per qualcosa come Oppenheimer o Tenet, terminare con un accenno al fatto che c’è ancora qualcosa da raccontare sarebbe quasi un disservizio nei confronti del film che lo ha preceduto. Non voglio sorbirmi 3 ore di terrore e tensione sulle coste di Dunkirk solo perché il film mi suggerisce che era solo l’antipasto di ciò che verrà dopo. Certo, ci sono molti sequel che non tolgono nulla al primo film, ma i film di Nolan non lasciano esattamente la porta aperta, tranne forse in un caso.

Interstellar non dovrebbe mai avere un sequel

Matthew McConaughey and Anne Hathaway in Interstellar (2014)
Foto di Melinda Sue Gordon – © 2014 Warner Bros. Entertainment, Inc. and Paramount Pictures Corporation.

Torniamo quindi a Interstellar e all’interesse occasionale che alcuni commentatori online sembrano avere per Interstellar 2. Per dirla senza mezzi termini, non ce n’è bisogno. Interstellar non è certamente il mio preferito tra i film di Nolan, ma mi piace comunque molto. La musica, le immagini, l’importanza fondamentale per la rinascita di Matthew McConaughey a Hollywood, la tensione che crea quando la squadra di astronauti diventa sempre più disperata, non solo per salvare il mondo, ma forse anche per vedere le loro famiglie un’ultima volta. È fantastico. Tutto ciò non significa che Interstellar 2 debba essere realizzato.

Vincono alla fine di Interstellar. È finita. Il mondo stava morendo, non c’era più cibo e le speranze dell’umanità erano affidate a un ex pilota della NASA, Joseph Cooper (McConaughey). Viaggiando nello spazio, nel tempo e… forse nelle emozioni? L’equipaggio dell’Endurance trova finalmente un pianeta abitabile per l’umanità. Anche se non si capisce del tutto il finale di Interstellar, è chiaro che quando Cooper torna dal suo viaggio, ha avuto successo.

È riuscito a fornire le equazioni necessarie al passato in modo che l’umanità possa costruire colonie spaziali e, con Amelia Brand (Anne Hathaway) su un nuovo pianeta adatto agli esseri umani, il futuro appare luminoso dopo decenni di oscurità letterale sotto tempeste di polvere che uccidono i raccolti. Non c’è molto altro da capire che richieda Interstellar 2. Cooper si mette alla ricerca di Brand alla fine del film, ma non si tratta tanto di una missione di salvataggio quanto di essere la seconda nave ad atterrare su Plymouth Rock.

Inoltre, Cooper non è invecchiato alla fine di Interstellar, mentre tutti, tranne Brand, sono prossimi alla fine della loro vita o sono già morti. Non ci sono nemmeno vecchi personaggi che Interstellar 2 potrebbe riportare in vita. Dovrebbero essere tutti nuovi. Potremmo concentrarci sulla grande famiglia allargata di Cooper mostrata alla fine di Interstellar. Non so, The Family Stone ambientato sul pianeta Edmunds, o qualcosa del genere. “TARS, ridurre l’impostazione dell’umorismo al 65%”.

Interstellar 2 probabilmente non si farà perché la storia è completa

Interstellar Dr. Mann

Interstellar ha ottenuto il 73% su Rotten Tomatoes, ha guadagnato 726 milioni di dollari al botteghino (via BoxOfficeMojo) e ha ottenuto 1 su 5 agli Academy Awards e 0 su 1 ai Golden Globes. È il tipo di film per cui i dirigenti degli studi cinematografici ucciderebbero per farne un sequel, ma non tutti i sequel sono creati allo stesso modo e molti sequel mancano completamente il senso del film originale. Si può scommettere che, a meno che non sia stata posta la massima cura nella realizzazione di Interstellar 2 e che Nolan sia stato coinvolto, il sequel avrebbe tratto tutte le lezioni sbagliate dal primo film.

Interstellar è certamente una corsa fantascientifica da brivido in alcuni punti, ma non è affatto l’intera storia del film.

Interstellar è certamente una corsa fantascientifica da brivido in alcuni punti, ma non è affatto l’intera storia del film. C’è una buona possibilità che un sequel, soprattutto se realizzato senza Nolan, ricordi solo la scena del pianeta oceano e la sequenza dell’attracco e renda l’intero film un pezzo dopo l’altro, senza alcuna emozione nel mezzo. Sarebbe una disfatta. Nolan non è il tipo di regista che si piega alle pressioni del pubblico per tornare a una storia già conclusa. Ha altro da fare che viaggiare indietro nel tempo.

Se mai film di Christopher Nolan avrà un sequel, dovrebbe essere The Prestige

The Prestige Christian Bale Piper Perabo
Christian Bale e Piper Perabo in The Prestige. Foto di Francois Duhamel – © Touchstone Pictures and Warner Bros. Pictures. All Rights Reserved

Tuttavia, se, e questo “se” è molto impegnativo, Christopher Nolan decidesse di fare un sequel, credo che ci sia solo un film che potrebbe scegliere e che sarebbe appropriato: il suo thriller psicologico del 2006 The Prestige. Incastrato tra l’uscita di Batman Begins e quella de Il cavaliere oscuro, The Prestige è una voce un po’ dimenticata della celebre biblioteca di Nolan. Il film è interpretato da Hugh Jackman nel ruolo del “Grande Danton” e da Christian Bale in quello del “Professore”, due maghi del XIX secolo che fanno di tutto per superare l’altro sul palco.

Pieno di colpi di scena, The Prestige non merita di essere rovinato e ogni scena ha qualcosa che merita attenzione. È un film emozionante sulla scenotecnica, l’ossessione e la natura dell’essere, ma evita due firme di Nolan che lo rendono un possibile concorrente per un sequel. In primo luogo, non ci sono scene strabilianti che debbano essere superate in un sequel. Ci sono solo piccoli momenti sapientemente realizzati che contribuiscono a creare un insieme più intrigante, un compito meno arduo da replicare per un sequel rispetto a qualcosa come un corridoio che si capovolge.

Christopher Nolan è il produttore esecutivo dei film del DCEU di Zack Snyder, quindi sembra che sia interessato solo ai sequel di supereroi.

The Prestige Christian Bale
Christian Bale in The Prestige. Foto di Francois Duhamel – © Touchstone Pictures and Warner Bros. Pictures. All Rights Reserved

In secondo luogo, The Prestige non si conclude con una vittoria, come molti altri film di Nolan in cui gli eroi riescono a compiere una rapina, una fuga o una vendetta. C’è un vero senso di incompiuto in The Prestige, anche alla fine, che vede un piccolo momento di felicità. La folle ricerca di fama e di essere il migliore non è finita per nessuno dei due uomini, semplicemente entrambi hanno perso. Un sequel potrebbe continuare a esplorare le oscure emozioni umane legate alla ricerca del successo.

La figlia del “professore” sopravvive alla fine di The Prestige, così come il personaggio di Michael Caine, che funge da mentore per i maghi. Prestige 2 potrebbe riguardare una nuova generazione di maghi che non hanno ancora imparato dai peccati dei loro padri e gettano via l’amore e persino la vita nel tentativo di creare una vera magia.

Non credo che Interstellar 2 o The Prestige 2 siano davvero nelle carte a questo punto, non mentre a Nolan sembrano mancare le idee per i film. Ma chissà, Nolan ha reso possibile l’impossibile sullo schermo. Forse deciderà che il modo migliore per stupire il pubblico è quello di realizzare un sequel.

La Mummia: rivelato il logo ufficiale del nuovo film!

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La Mummia: rivelato il logo ufficiale del nuovo film!

Dopo avervi rivelato ieri che il franchise horror sta per tornare sotto il controllo di Lee Cronin di Evil Dead Rise, che scriverà e dirigerà il film La Mummia (The Mummy). per New Line Cinema e Blumhouse. Insieme all’annuncio, il film uscirà il 17 aprile 2026. Oggi è lo stesso regista e la Blumhouse tramite i loro profili social ha diffondere il title logo ufficiale del nuovo film che trovate di seguito.

 

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Il film era stato precedentemente annunciato come un progetto horror di Lee Cronin senza nome, ma la Blumhouse ha annunciato la sua vera natura sul suo account ufficiale di Twitter con un’immagine animata della prima pagina della sceneggiatura con il titolo rivelato, accompagnato da un canto inquietante che ricorda le colonne sonore dei precedenti film della Mummia.

Sarà il terzo dei classici della Universal Classic Monsters a essere riportato in vita dalla Blumhouse, con L’uomo invisibile di Leigh Whannell che ha debuttato con successo di critica e commerciale nel 2020, e il suo seguito, Wolf Man, che sarà proiettato il mese prossimo. Non sono ancora stati rivelati altri dettagli sul film, ma Cronin ha promesso: “Questo sarà diverso da qualsiasi altro film sulla Mummia che abbiate mai visto prima. Sto scavando nelle profondità della terra per tirare fuori qualcosa di molto antico e molto spaventoso”.

Di cosa parla il franchise de La mummia?

Le mummie, i morti conservati e avvolti nel lino dell’Antico Egitto, sono state un punto fermo della narrativa horror fin da quando il racconto “Lot No. 249” di Arthur Conan Doyle terrorizzò i lettori vittoriani nel 1892. La prima volta sul grande schermo è stata nel 1932, quando la Universal ha lanciato “La mummia”, con la leggenda dell’horror Boris Karloff nei panni di Imhotep, un nobile egiziano resuscitato alla ricerca del suo amore reincarnato nei giorni nostri. Il film fu un successo per lo studio e generò una serie di sequel. Il concetto di mummia vivente, come molti altri classici dell’orrore della Universal, è stato rivisitato dagli specialisti britannici dell’orrore Hammer, che hanno realizzato la loro versione de La mummia nel 1958 con Peter Cushing e Christopher Lee.

La Universal stessa ha rivisitato La mummia nel 1999, trasformandola in un’avventura horror soprannaturale, con Brendan Fraser e Rachel Weisz nei panni di una coppia di esploratori contrapposti al resuscitato Imhotep (Arnold Vosloo); il film ha avuto un enorme successo e ha avuto due sequel. Meno successo ha avuto La mummia del 2017, un tentativo di lanciare il Dark Universe (un universo cinematografico in stile MCU), con Tom Cruise nei panni di un mercenario che attira l’attenzione indesiderata della non-morta Ahmanet (Sofia Boutella). Il film è stato una delusione finanziaria e di critica e il franchise è tornato nel suo sarcofago… fino ad oggi.

La mummia sarà prodotto da James Wan, Jason Blum e John Keville. Il film sarà prodotto da Michael Clear, Judson Scott e Macdara Kelleher. Alayna Glasthal supervisionerà il progetto per Atomic Monster. Il film è una produzione di New Line, Atomic Monster e Doppelgängers. La mummia arriverà nelle sale il 17 aprile 2026.

Split, la spiegazione del finale: cosa accade a Casey?

Split, la spiegazione del finale: cosa accade a Casey?

M. Night Shyamalan ha notoriamente attraversato un periodo di forte crisi nei primi anni del decennio scorso, facendo seguire al successo di film come Il sesto senso e Unbreakable una serie di insuccessi di critica. Dopo il flop di After Earth, tuttavia, Shyamalan ha apportato alcune correzioni di rotta. Con The Visit, del 2015, il regista ha fatto un passo indietro, realizzando un film a basso budget e ricco di idee. Shyamalan ha dato seguito a quel progetto con l’apprezzato Split (qui la recensione), la sua storia più stratificata da oltre un decennio a questa parte.

Split è liberamente ispirato a una storia vera e segue tre ragazze rapite e rinchiuse da Kevin (James McAvoy), un uomo con 23 personalità distinte nascoste al suo interno. Due delle personalità più oscure hanno preso il sopravvento e sperano di usare le ragazze come parte di un oscuro piano evolutivo. I film di Shyamalan hanno sempre finali ricchi di colpi di scena che lasciano lo spettatore con delle domande e Split non fa eccezione. Ci sono informazioni a pioggia sulla trama principale, un retroscena francamente inquietante su uno dei personaggi principali e probabilmente il miglior colpo di scena di M. Night Shyamalan dai tempi de Il sesto senso.

LEGGI ANCHE: Split: l’inquietante processo penale che ha ispirato il film

Le tante personalità di Kevin in Split

Il personaggio “principale” è Kevin, un ragazzo normale che, a causa di una serie di eventi infantili traumatici, ha creato una serie di personalità alternative, o alter ego, la maggior parte delle quali è mentalmente più forte di quella iniziale. In questo mondo, il disturbo dissociativo dell’identità non porta solo a un cambiamento psicologico, ma anche fisico; Kevin può infatti alterare il suo corpo con ogni cambio di personalità, il che significa che alcune personalità possono avere un disturbo ossessivo compulsivo e necessitare di occhiali, mentre altre hanno bisogno di iniezioni di insulina.

James McAvoy in Split
James McAvoy in Split © 2016 – Universal Pictures

Chi è Kevin in un dato momento dipende da chi è entrato nella “luce” della sua mente, cosa tipicamente controllata dalla personalità nota come Barry. Le personalità principali sono Dennis, Patricia, Hedwig e Barry. I primi due – che si fanno chiamare l‘Orda – sono i lati più oscuri di Kevin, che sono stati precedentemente respinti da Barry e dagli altri, ma che riescono ad emergere manipolando l’infantile Edvige, che può prendere il controllo della luce a suo piacimento. Altri cercano di aprirsi un varco per lanciare un grido d’aiuto, ma l’Orda li respinge ripetutamente.

È importante notare che, pur essendo il corpo di Kevin, la sua personalità non sembra complice di ciò che sta accadendo al suo interno: quando finalmente emerge, implora di essere ucciso, rivelando che anche se Barry e co. sono i buoni, stanno comunque andando contro la volontà dell’alter ego originale. Il piano dell’Orda è quello di liberare la Bestia, una mitica (almeno nella psiche di Kevin) ventiquattresima personalità. Nel film è solo accennata, ma la Bestia sembra essere basata sugli animali dello zoo sopra cui vive Kevin.

Nel terzo atto, la Bestia evade grazie a Dennis e uccide due delle ragazze rapite, ma permette alla protagonista Casey di vivere a causa del suo passato travagliato, riconoscendo un legame tra loro. Dopo questa serie di omicidi, Kevin sembra aver raggiunto un punto in cui l’Orda ha il pieno controllo e può far uscire la Bestia indistruttibile a suo piacimento, rendendolo un supereroe quasi alla Jekyll e Hyde. E sì, supereroe è davvero la parola giusta, come dimostra il sequel Glass.

Split cast
Jessica Sula, Haley Lu Richardson, and Anya Taylor-Joy in Split © 2016 – Universal Pictures

Come il passato di Casey l’ha protetta dalla Bestia

Sebbene il film sia apparentemente incentrato sul passato di Kevin, la persona il cui passato viene elaborato in modo più esplicito è quello di Casey. Viene presentata come la ragazza strana che sta sempre per conto suo e si mette costantemente nei guai. Nonostante questi difetti sociali, mostra una proattività e una comprensione della situazione disastrosa che le permettono di riuscire dove gli altri falliscono. La verità che si cela dietro a tutto questo, tuttavia, è piuttosto inquietante.

In una serie di flashback, il pubblico vede che il padre le insegna a cacciare, inizialmente ritenuta la causa della sua visione distorta del mondo, ma in seguito rivelata come contesto per gli orribili abusi subiti per mano dello zio. Il film offre una rappresentazione agghiacciante della pedofilia – la scena dell’adescamento, con l’adulto che vuole “giocare agli animali”, è terrificante, così come il potere che lo zio esercita anche quando è tenuto sotto tiro – e si impegna a fondo per mostrare come abbia influenzato la vita di Casey durante la sua crescita.

La storia si risolve con Casey che finalmente trova la forza di parlare delle sue esperienze, una decisione in netto contrasto con Kevin. Piuttosto che lasciare che un passato tormentato si manifesti, sceglie di affrontare il problema, il che si collega direttamente al tema centrale del film. Un tema che continua nel già citato Glass, l’ultimo film della trilogia.

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Anya Taylor-Joy in Split © 2016 – Universal Pictures

La spiegazione dei temi sull’abuso e il trauma generazionale

A livello tematico, Split si concentra prevalentemente sul modo in cui le persone affrontano gli abusi. Sia la protagonista che l’antagonista sono il prodotto di un’infanzia turbolenta che li ha portati a diventare degli emarginati. Per Casey, questo si manifesta nel suo desiderio di stare da sola, e il silenzio è essenzialmente il suo meccanismo di coping: crea problemi per essere mandata in punizione e allontanarsi da tutti. Quello di Kevin è un caso più estremo, che si intuisce provenire da un passato più oscuro, in cui ha completamente represso il dolore e ha dato vita a nuove personalità per far fronte al trauma.

C’è un’interessante connessione tra queste persone “danneggiate”. Casey usa la sua vaga comprensione della frattura mentale di Kevin per cercare di aiutarsi a fuggire mentre gli altri ostaggi non riescono a concentrarsi. In seguito, la Bestia non uccide Casey perché vede le sue cicatrici autolesioniste che gli mostrano che è simile a lui. È una riflessione brutale ma stranamente toccante su come le persone che soffrono di problemi mentali possano vedersi sole, non vedendo il loro legame con il mondo esterno. Questo si collega alla soluzione più grande a questo pensiero insulare che il regista presenta: trovare e accettare la compassione e la comprensione degli altri.

Nel corso del film, a Kevin viene offerta l’empatia della dottoressa Fletcher, nonostante le prese in giro dei vicini e dei coetanei, ma la personalità di Dennis continua a ignorarla, portandolo volontariamente sul sentiero oscuro della Bestia – trovando letteralmente conforto solo in se stesso. Al contrario, Casey impara ad affrontare il proprio passato, muovendosi attivamente contro di esso e avviandosi verso una traiettoria migliore. È un concetto piuttosto semplice, ma ben intenzionato. Il film predica l’accettazione e l’apertura, sia verso se stessi che verso gli altri.

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James McAvoy e Anya Taylor-Joy in Split © 2016 – Universal Pictures

Il vero significato del finale di Split

Il finale di Split offre un colpo di scena affascinante molto prima che il David Dunn di Bruce Willis apparisse per manifestare il legame tra questo film e Unbreakable. La scena di David che collegava Unbreakable a Split era divertente per i fan, ma aveva poco o nulla a che fare con la vera storia che M. Night Shyamalan stava raccontando in questo film. La Bestia è un mostro che uccide e non ha quasi nessuna empatia per nessuno. Tuttavia, il finale del film dimostra che questo non è del tutto vero. C’è una persona per cui Kevin Wendell Crumb prova empatia: Casey Cooke.

Questo è importante perché dimostra che la Bestia vede in Casey uno spirito affine. Vede che ha vissuto anni di abusi e che ha le cicatrici per dimostrarlo. Riconosce in lei qualcosa che ha in sé. Kevin ha costruito queste personalità per proteggersi dal dolore della sua vita e vede che Casey potrebbe non avere la stessa protezione, ma è distrutta come lui. Sceglie quindi di lasciarla vivere perché è una persona che ha sofferto e non vuole farla soffrire ancora.

Questo finale si svolge in Glass dall’altro lato della medaglia. Casey ha vissuto un’esperienza orribile ed è fortunata ad esserne uscita viva. Tuttavia, invece di odiare il mostro che l’ha torturata e quasi uccisa, vede il mostro come lui ha visto lei: un’anima torturata che lotta e si scaglia contro un mondo ingiusto. Split si conclude con la Bestia che lascia vivere Casey e, sebbene abbia fallito nel tentativo di salvarlo in Glass, gli ha permesso di trovare un modo per vedere almeno l’accettazione prima di morire.

John Wick 3 – Parabellum: la spiegazione del finale del film con Keanu Reeves

Il finale di John Wick 3 – Parabellum (qui la recensione) include un sorprendente tradimento e crea un importante cliffhanger, mentre il finale prepara sapientemente John Wick 4 e The Continental. Dopo aver ucciso Santino D’Antonio, John Wick (Keanu Reeves) è stato dichiarato “scomunicato”, cioè ufficialmente inserito nella lista nera di The Continental, una zona sicura per assassini e altri personaggi della malavita. C’è una taglia di 14 milioni di dollari sulla vita di Wick e un consiglio di signori del crimine chiamato Gran Tavola trama contro di lui. Wick si reca allora a Casablanca per chiedere aiuto – introducendo la Sofia di Halle Berry – e poi torna a New York.

A New York, John trova ad attenderlo La Giudicatrice (Asia Kate Dillon) del misterioso High Table, insieme a numerosi assassini. Il colpo di scena nel finale di John Wick 3 – Parabellum vede quindi John tradito da Winston (Ian McShane), il direttore del Continental, colpo di scena che spinge a chiedersi perché Winston spari a John Wick. Nonostante sia ancora una volta pesantemente ferito, il protagonista non tarda a prepararsi per una nuova azione ad alto numero di giri per cui la serie è diventata famosa. Tutto ciò ha contribuito a gettare le basi per il sequel e la serie prequel di The Continental.

Winston “uccide” John Wick per salvare il The Continental dalla Gran Tavola

Il finale di John Wick 3 – Parabellum, spiegato dal punto di vista di John, riguarda il destino di Winston. John ha un rapporto di scambio con il proprietario del Continental. Nel John Wick originale, relativamente più breve, il personaggio di Reeves è appena tornato dalla pensione, ma è rispettato da Winston perché è una leggenda vivente. A questo punto, Wick non ha ancora mancato di rispetto a Winston. In John Wick 2, però, infrange la regola d’oro e uccide un signore della camorra al Continental. Non sorprende che Winston dichiari Wick “scomunicato” per aver danneggiato la reputazione dell’istituzione (oltre che la sua). Come John Wick, Winston vive secondo un codice di condotta personale, ma manipola anche il sistema a suo vantaggio.

Ian McShane in John Wick 3 - Parabellum
Ian McShane in John Wick 3 – Parabellum

Nel finale di John Wick 3 – Parabellum, il personaggio di Reeves stringe un accordo con il “John Wick Anziano” della Gran Tavola. John accetta di uccidere Winston per far cancellare la taglia di 14 milioni di dollari sulla sua testa. Al culmine del film, Wick si rifiuta di eseguire l’ordine, inducendo La Giudicatrice a “sconsacrare” il Continental, il che significa che l’uccisione è ora consentita sul territorio del Continental. Winston spara quindi a John Wick dopo aver negoziato con La Giudicatrice il ritorno all’ovile. In questo universo cinematografico, i personaggi credono davvero che Wick sia stato eliminato. Ma il tradimento è solo un espediente per alzare ulteriormente la posta in gioco nel finale.

John Wick sopravvive e viene portato al Bowery King

Sembra poco plausibile che qualcuno possa sopravvivere sia a una ferita d’arma da fuoco che a una lunga caduta da un hotel di New York, ma questo è John Wick. Naturalmente indossa un giubbotto antiproiettile e riesce a non rompersi tutte le ossa del corpo. Tuttavia, deve ancora trovare un posto dove riprendersi e sfuggire all’ira della Gran Tavola per aver violato la neutralità del Continental nel precedente film. John Wick 3 – Parabellum crea dunque una nuova sottotrama sotterranea con questa svolta narrativa.

Per aver precedentemente aiutato John Wick in John Wick 3 – Parabellum, Bowery King (Laurence Fishburn) viene punito da La Giudicatrice. Riceve sette frustate (o fendenti) dall’assassino Zero, ma sorprendentemente sopravvive e appare nel finale del film. Proprio come in John Wick 2, curerà il personaggio ferito di Reeves. Entrambi gli uomini hanno un grosso problema con la Gran Tavola ed entrambi vengono essenzialmente licenziati. Questo concetto rafforza la tensione insita nel franchise tra l’elaborato sistema di controllo della Gran Tavola e il mondo violento su cui governa.

John Wick 3 - Parabellum cast
Halle Berry in John Wick 3 – Parabellum. Foto di Mark Rogers – © Netflix

Il vero significato del finale di John Wick 3 – Parabellum

Il finale di John Wick 3 – Parabellum spiega già come può svolgersi la trama di John Wick 4. Mentre il terzo film è principalmente incentrato sulla sopravvivenza e sull’immediatezza, il quarto offre una maggiore profondità dei personaggi. Quando John Wick riesce a sopravvivere, è assistito da Tick Tock Man, un socio di King Bowery, a sua volta a capo della Soup Kitchen, una rete di intelligence clandestina. Il franchise di John Wick esamina infatti la perdita, la prospettiva e l’esistenzialismo.

Questi concetti non sono però limitati a John. Finora al terzo film, la saga di John Wick si è concentrata principalmente sul personaggio di Keanu Reeves, ma il mondo si espanderà con i capitoli successivi del franchise. John Wick 3 – Parabellum lascia presagire ciò che accadrà attraverso il dialogo di King Bowery. Egli afferma: “Sotto il tavolo è dove si fa la merda”. Questa citazione suggerisce che c’è un chiaro conflitto narrativo tra i personaggi dei bassifondi e quelli con un potere immenso, come la Gran Tavola e forse anche la famiglia di John Wick.

Il quarto capitolo è una vendetta contro la Continental e la Gran Tavola

Per John Wick 4, il franchise ha cambiato sottilmente la sua premessa. Invece di concentrarsi sulla ricerca di vendetta da parte di un uomo, la trama ora coinvolge gli scontri tra sistemi di classe. È una storia di Davide contro Golia. Questo è perfettamente messo in atto nella scena iniziale, quando Wick uccide l’Anziano. Questo permette al franchise di rappresentare diverse fasce demografiche e di offrire un commento alla società, pur rimanendo fedele a concetti pratici come il rifugio, la sopravvivenza e i legami personali, come l’amicizia tra John Wick e Winston.

John Wick 3 - Parabellum trama film
Keanu Reeves in John Wick 3 – Parabellum

Tuttavia, il cuore della storia rimane lo stesso. John Wick è stato tradito e vuole vendicarsi dell’intero sistema, anche se La Giudicatrice è misteriosamente assente in John Wick 4. Mentre Winston è l’amico sleale che ha lasciato John morto, si scopre che la sparatoria era il loro piano di riserva. Ora John Wick è ancora più assetato di sangue e farà di tutto per cancellare la sua taglia e abbattere il Marchese e chiunque si metta sulla sua strada. John Wick 4 vede infatti John affrontare letteralmente l’alta borghesia sotto forma di Marchese di Gramont, che lo sfida a un duello tutt’altro che leale.

Cosa succede nel sequel John Wick 4?

John Wick 3 – Parabellum spiegava che l’assassino titolare era ancora vivo dopo la caduta dalla terrazza del Continental e che Bowery King gli aveva dato un rifugio e un posto dove guarire. John Wick 4 riprende otto mesi dopo la scena finale del threequel, quando l’assassino si è completamente ripreso ed è pronto a riprendersi la libertà. Wick inizia uccidendo Il Reggente a Casablanca e poi cerca rifugio nel Tokyo Continental. Dopo averlo ucciso, la taglia di Wick continua ad aumentare e il mondo intero sembra intenzionato a farlo fuori, compreso il suo vecchio amico Caine (Donnie Yen) e il suo nuovo nemico Mr.

Questi assassini sono tutti ordinati dal Marchese di Gramont, che lavora anche per la Gran Tavola. Alla fine, usando pistole, auto, spade e proiettili di alito di drago, Wick uccide senza sorpresa tutti quelli che gli si parano davanti. John Wick 4 si conclude con un duello tra Caine e Wick. Caine ha la meglio e riesce a uccidere Wick, ma non prima che quest’ultimo spari in testa al Marchese. La scena finale vede quindi Winston e The Bowery King visitare la tomba di John, ma con John Wick 5 in fase di sviluppo, è improbabile che Wick sia davvero morto.

Interstellar: la spiegazione del finale del film di Christopher Nolan

Sono passati diversi anni da quando Interstellar (qui la recensione) ha debuttato al cinema, diventando uno dei film più affascinanti ma anche più complessi di Christopher Nolan. Un regista che non si è spaventato davanti alla possibilità non solo di parlare di astrofisica o di relatività (ricordiamo, comunque, che il fisico teorico Caltech Kip Thorne è stato consulente scientifico), ma addirittura immaginare cosa si celasse dentro i buchi neri, corpi celesti ancora ignoti per la scienza. Sarà stata la sua fervida immaginazione legata a doppio giro alla sua genialità, a rendere Interstellar fra le pellicole più importanti di questi ultimi anni? Potrebbe essere. Una cosa, però, è certa: il suo finale, nelle sue più fitte teorie, lascia ancora con tanti punti interrogativi, alcuni inspiegabili, altri invece a cui siamo riusciti a dare una risposta e una spiegazione.

Le attività del Dr. Mann

In Interstellar la caratteristica più evidente di cui Nolan vuole parlarci subito, e che diventa pretesto e motore del film, è questa: le condizioni sulla Terra non sono delle migliori. Il pianeta è sofferente a causa di enormi tempeste di polvere, i raccolti stanno marcendo e l’umanità potrebbe perire a causa della mancanza di risorse. In cerca di risposte a tali eventi, la NASA guarda alla galassia. Come apprendiamo all’inizio, un gruppo di 12 scienziati ha viaggiato attraverso un misterioso wormhole apparso vicino Saturno, per vedere se i 12 pianeti dall’altra parte potessero sostenere la vita umana. Alcuni anni dopo, l’Endurance e il suo equipaggio – tra cui Joseph Cooper e Amelia Brand – visitano i tre pianeti più promettenti nella speranza di colonizzarne uno. Per spiegare bene il finale, cominciamo da quando i due arrivano sul pianeta del dottor Mann.

Una volta incontrato lo scienziato, questi assicura loro che dove si trova lui, seppur sia freddo e ghiacciato, è il luogo perfetto in cui gli esseri umani possono vivere. Andando avanti, però, quelle parole si rivelaranno solo uno stratagemma. Sebbene ciascuno dei 12 scienziati originari sapesse che il loro viaggio era di sola andata, Mann ammette di non aver mai considerato la possibilità che il suo pianeta sarebbe stato inabitabile e che avrebbe potuto morire da solo, come invece si evince. Nonostante abbia resistito all’impulso per anni, alla fine ha falsificato i dati delle sue indagini per convincere un’altra squadra a recarsi sul suo pianeta, con l’intenzione di usare l’Endurance per fuggire. Disperato, e con l’impellente bisogno di andare via, Mann è pronto a tutto, anche a commettere un omicidio. E il primo che cerca di far fuori è proprio Cooper.

Interstellar Dr. Mann

L’esito del piano di Mann

Qualcosa, però, nel piano del dottor Man va storto. Intanto, per impedire che qualcuno possa scoprire che ha falsificato i dati del sondaggio fino a dopo la sua fuga, Mann mette una trappola esplosiva al robot che aveva immagazzinato i dati falsi. La manomissione provoca però un’enorme esplosione, ma il robot Endurance TARS riesce a fuggire. Non solo: questi ha anche disabilitato la procedura di aggancio automatico delle navette. Ciò si traduce in una sola cosa: anche se Mann ha rubato la navetta di Cooper, non è in grado di agganciarsi all’Endurance. Nel frattempo, quest’ultimo è fortunatamente sopravvissuto al tentativo di Mann di ucciderlo, ed è riuscito a chiedere aiuto. A salvarlo è Brand, la quale lo va a recuperare nella seconda navetta dell’Endurance.

Sebbene Brand e Cooper avvertano Mann che l’aggancio manuale all’Endurance non funzionerà, lo scienziato tenta comunque di farlo, poiché oramai accecato dal desiderio di scappare via a qualsiasi costo. Non appena però tenta di depressurizzare la camera di compensazione della navetta per poter entrare nell’Endurance, la camera di compensazione esplode, uccidendo Mann e mandando l’Endurance in rapida rotazione. Intanto Cooper con l’aiuto di TARS e dell’altro robot dell’Endurance, CASE, riesce ad agganciarsi all’Endurance e a stabilizzare la rotazione. Ma a quel punto la nave è gravemente danneggiata e non ha abbastanza carburante per viaggiare in sicurezza, lasciando Cooper e Brand bloccati nello spazio.

Il piano di Cooper per raggiungere il pianeta di Edmunds

Il terzo pianeta dove vogliono sbarcare Cooper e Brand è stato colonizzato da uno scienziato di nome Edmunds. C’è però un problema: la nave è rimasta senza carburante. A quel punto Cooper propone di utilizzare la gravità del buco nero – che si chiama Gargantua – per eseguire una manovra di fionda, la quale garantirebbe una partenza all’Endurance poiché facendolo si innescherebbe un’inerzia sufficiente a raggiungerlo. Sappiamo però, grazie a ciò che è accaduto in precedenza, che ogni qual volta l’equipaggio dell’Endurance si avvicina al buco nero, il suo campo gravitazionale distorce la loro percezione del tempo a causa della relatività, il che significa che il tempo vissuto da loro – che può essere di pochi minuti – per chiunque sia al di fuori della gravità di Gargantua si trasforma in anni.

Matthew McConaughey in Interstellar (2014)
Foto di Melinda Sue Gordon – © 2014 Warner Bros. Entertainment, Inc. and Paramount Pictures Corporation. All Rights Reserved.

Eseguendo comunque la manovra della fionda pensata da Cooper, lui e Brand si ritroveranno a sperimentare un “balzo temporale” di 51 anni. Entrambi capiscono in quel momento che Cooper, al netto di questa conseguenza, non potrà rivedere i suoi figli sulla Terra, poiché con molta probabilità quando lui farà ritorno saranno passati troppi anni e loro saranno morti di vecchiaia. Nonostante questo, Cooper deve necessariamente proseguire, poiché consapevole che il suo piano è l’ultima possibilità di sopravvivenza per l’umanità.

TARS e Cooper finiscono dentro Gargantua

 

L’unica soluzione per liberare l’Endurance dalla gravità di Gargantua è, dopo aver completato la manovra della fionda di Cooper, diminuirne il peso. A quel punto, prima di eseguire la manovra prestabilita, l’ex pilota della NASA decide che la navetta contenente il TARS si deve staccare e cadere nel buco nero. Oltre a liberare l’Endurance dal peso della navetta, Cooper spera che TARS possa raccogliere i dati quantistici dall’interno del corpo celeste, importante per gli scienziati della NASA sulla Terra per completare l’equazione gravitazionale che permetterà all’umanità di andarsene e dunque salvarsi. Nonostante le probabilità che questo accada siano molto scarse, Cooper vuole comunque provarci, ma non dice a Brand che la perdita della navetta di TARS non sarà sufficiente a ridurre il peso. Purtroppo, per far sì che il piano vada in porto, deve staccarsi un’altra navetta. In quel momento, Cooper decide che sarà lui a morire, lasciando che Brand prosegua verso il pianeta di Edmunds.

La sopravvivenza all’interno del buco nero

 

Una volta precipitato nel buco nero, Cooper (Matthew McConaughey) continua a registrare ciò che vede e lo trasmette a TARS, sperando che i dati aggiuntivi possano aiutare gli scienziati sulla Terra. Qui Nolan, grazie alla sua superba regia, restituisce agli spettatori una visione davvero singolare di come potrebbe essere questo corpo celeste. Dopo essere sceso in picchiata dentro il buco nero, vediamo Cooper che invece di essere schiacciato dalla gravità di Gargantua viene invece risparmiato, mentre la sua navetta si distrugge. Da qui, le cose diventano tutto fuorché semplici. Dopo essere sopravvissuto, Cooper si ritrova in una sorto di biblioteca infinita e interdimensionale, la quale gli permette di ripercorrere diversi momenti della camera da letto dell’infanzia di sua figlia Murph, compreso il giorno in cui è partito per la sua missione sull’Endurance.

TARS stabilisce che hanno attraversato Gargantua vivi perché sono stati protetti da “loro”, i misteriosi esseri che hanno costruito il tunnel spaziale che ha permesso all’Endurance di viaggiare in questa nuova galassia. Nonostante la NASA avesse capito che il wormhole – apparso vicino Saturno all’inizio di Interstellar – fosse stato costruito artificialmente da una specie di esseri intelligenti avanzati, le informazioni su di loro erano pressocché pari a zero. TARS, così, deduce che “loro” devono aver costruito questa biblioteca per aiutare Cooper a comprendere la loro realtà a cinque dimensioni.

interstellar

Cooper vede Murph in Gargantua

 

Agli occhi dello spettatore, la biblioteca di Interstellar in cui è Cooper sembra infinita, ma ad un certo punto ci accorgiamo che ogni parte della stanza serve come finestra sullo stesso identico posto: la camera da letto di Murph (Jessica Chastain), lo stesso che vediamo all’inizio del film. In un primo momento Cooper crede di essere stato portato da lei per il suo desiderio di rivederla, ma TARS lo aiuta a capire che “loro” hanno costruito questa realtà tridimensionale per lui, permettendogli di accedere a tutte e cinque le dimensioni in un modo che non può comprendere.

Insieme a TARS, Cooper scopre che attraverso la biblioteca può influenzare fisicamente diversi punti dello spazio-tempo usando la gravità per spostare le cose (ricordiamoci che il tempo e la gravità sono la quarta e la quinta dimensione che esistono nella “loro” realtà). A quel punto, Cooper ha un’intuizione: comprende di essere stato portato in quel luogo per inviare un messaggio attraverso il tempo, usando la gravità, e che Murph deve essere l’unica a riceverlo. Da lì si rende conto che per “loro” è Murph la persona più importante, capace di salvare l’umanità. La biblioteca, dunque, esiste per far sì che Cooper sia in grado di fornire a sua figlia le informazioni di cui necessita nel preciso momento in cui le necessita.

La missione di Cooper nella stanza di Murph

 

Di primo acchito, quando Cooper vede la figlia, cerca in tutti i modi di inviarle un messaggio con il tentativo di bloccare la sua stessa partenza con l’Endurance. Lo fa attraverso i libri disposti sullo scaffale, per scrivere la parola “Stay” ossia resta, con il codice Morse. E lo fa per una ragione ben precisa: se riesce a farle recepire il messaggio, Murph fara sì che lui non parta, potendo di conseguenza riunirsi alla sua famiglia e cancellare gli anni persi. All’inizio di Interstellar, però, sappiamo che questo non avverrà mai, poiché pur avendo Murph ricevuto il messaggio, non è riuscita a convincere il padre.

La biblioteca, infatti, permette a Cooper di percepire tutte e cinque le dimensioni, ma non gli consente di cambiarne nessuna, ciò significa che non ha l’abilità di riscrivere il tempo così come non può smettere di essere tridimensionale. TARS, rendendosene conto, dice a Cooper che “loro” non lo hanno portato lì per cambiare il passato, quanto piuttosto per plasmare e influenzare il futuro. Così, con l’aiuto di TARS, fornisce a Murph le coordinate della struttura della NASA e condivide alcune informazioni che potrebbero salvare l’umanità.

Interstellar

Chi sono “loro”?

 

La trasmissione dei dati quantistici raccolti da TARS all’interno di Gargantua, perciò, aiuterà Murph a salvare l’umanità. Cooper è, sostanzialmente, il messaggero interdimensionale, scelto dalle stesse forze misteriose che hanno costruito la biblioteca e creato il wormhole vicino a Saturno. Una volta compreso il suo nuovo scopo, l’uomo capisce anche che le creature che hanno assistito l’umanità non sono affatto alieni, ma esseri umani. Capiamo così a nostra volta che, a un certo punto – nel futuro – l’umanità sarà progredita talmente tanto da usare la gravità per creare il wormhole che ha permesso alla NASA di inviare gli scienziati a esplorare i 12 pianeti.

Tale umanità del futuro in Interstellar è la stessa che ha protetto Cooper dagli effetti di Gargantua. Proprio come Cooper è in grado di usare la biblioteca per influenzare eventi che, per lui, sono già accaduti, gli umani del futuro hanno usato la loro comprensione del tempo e della gravità per garantire la propria sopravvivenza assistendo Cooper, Murph e la NASA, facenti parte del passato.

Cosa succede dopo l’invio del messaggio?

 

Cooper invia i dati a Murph attraverso l’orologio che le aveva dato prima di partire, dicendo a TARS che lei lo troverà grazie all’amore, l’unica chiave che può guidare la figlia, poiché questo è l’unico sentimento che trascende tutte le dimensioni compreso spazio e tempo. Murph, alla fine, l’orologio lo trova e da qui Interstellar prende una piega differente. Murph sa che per risolvere l’equazione gravitazionale che salverà l’umanità, sono necessari dati quantistici raccolti dall’interno di un buco nero. Sa però anche che raccoglierli dall’interno di un buco nero sia pressoché impossibile, il che le fa pensare che l’umanità sia condannata. Ad un certo punto, però, si rende conto che è Cooper ad essere il suo “fantasma” nascosto nella camera da letto quando era piccola (questa parte è presente all’inizio di Interstellar) e che è stato dunque il padre a darle i dati di cui aveva bisogno, per l’appunto con l’orologio. Murph, in tal modo, riesce a risolvere l’equazione, garantendo la sopravvivenza della specie umana.

jessica chastain

Tornando a Cooper, quando l’uomo le trasmette i dati quantistici, il tesseract – ossia la biblioteca – inizia a disintegrarsi, poiché ha adempiuto al suo compito. Intanto Cooper perde conoscenza e quando si risveglia si ritrova in un habitat spaziale in orbita attorno a Saturno. Così come l’umanità del futuro ha portato Cooper in una biblioteca permettendogli di comunicare con sua figlia e salvare l’umanità del suo presente, lo ha anche riportato al sicuro terminata la sua missione. Invece però di essere sulla Terra, si trova in un’enorme colonia che fluttua nello spazio. Infatti, grazie ai calcoli di Murph e ai dati acquisiti dal buco nero, gli esseri umani hanno potuto lasciare la Terra e ora sono sparsi in diversi habitat spaziali.

Alla fine di Interstellar, dove va Cooper?

 

Quando in Interstellar Cooper arriva sull’habitat spaziale noto come Cooper Station è ancora giovane, perché per lui è passata solo qualche ora, mentre sua figlia Murph, che ha visto per l’ultima volta da bambina, per il discorso del balzo temporale è una donna anziana in punto di morte. Se l’uomo è quindi felice di aver rivisto la figlia, quest’ultima invece è consapevole che non vivrà ancora molto, suggerendo quindi al padre di andarsene per non vederla morire e di ritrovare invece Amelia Brand. Seguendo il suo consiglio, ruba una nave con l’obiettivo di tornare indietro attraverso il tunnel spaziale e raggiungere Brand sul pianeta di Edmunds. La scienziata sta provando a costruire lì una nuova colonia umana e quando si toglie il casco e respira l’aria della sua nuova casa, capisce che è quello il pianeta che a lungo gli astronauti hanno cercato e dove l’umanità potrà di nuovo prosperare.

Interstellar

Qual era l’equazione che Murph cercava di risolvere?

 

Uno dei fulcri di Interstellar rimane l’equazione gravitanzionale; un’equazione che la scienziata Amelia Brand prima, e Murph poi, cercano di risolvere. All’inizio Brand dice a Cooper che per il successo del Piano A – che prevede il trasferimento dell’umanità su un nuovo pianeta in un altro sistema solare – è indispensabile risolvere l’equazione mentre l’Endurance è in orbita per scoprire potenziali nuovi mondi. Solo dopo Brand confesserà a Murph di essere sempre stata al corrente del fatto che l’equazione è irrisolvibile senza i dati quantistici provenienti dall’interno del buco nero e che il Piano A era solo una messinscena.

Per quanto invece riguarda i risultati che l’equazione stessa avrebbe dovuto raggiungere, – e che raggiunge Murph – tutto si riconduce alla gravità. Affinché il Piano A funzionasse, Brand doveva portare l’intera razza umana via dalla Terra a bordo di ampie stazioni spaziali. Se gli esseri umani avevano la tecnologia utile per lanciare le singole navette, le stazioni spaziali delle dimensioni di una città erano invece un problema ben più grande, poiché per mandarle nello spazio era necessario che l’umanità imparasse a manipolare la gravità secondo la sua volontà. Senza risolvere l’equazione gravitazionale, essa sarebbe stata troppo grande per sollevarsi dalla Terra.

Il finale di Interstellar è un paradosso?

 

Interstellar, alla fine, solleva una domanda ben precisa, che sicuramente tutti si saranno posti quando il film arriva alle sue battute conclusive. Riguarda l’umanità del futuro, la quale come abbiamo spiegato poc’anzi ha generato sia il tesseract che il wormhole, permettendo di conseguenza che l’umanità del passato possa sopravvivere. Ma come è possibile tutto questo, considerato che l’umanità del futuro non può esistere senza che quella del passato sopravviva? La spiegazione ce la fornisce una teoria, nota come “paradosso della predestinazione“.

Questo è un ipotetico ciclo casuale nel viaggio nel tempo in cui un evento causa un secondo evento, che in realtà era la causa del primo. Pur essendo impossibile, la teoria può essere traslata all’interno dell’universo della pellicola di Nolan, dove potrebbe invece funzionare. Potrebbe essere che nella linea temporale “originale” l’umanità si sia effettivamente estinta sulla Terra, ma che la colonia “Piano B” di Amelia Brand sul pianeta di Edmunds sia sopravvissuta, si sia evoluta e abbia infine sviluppato la capacità di viaggiare nel tempo e cambiare il passato, creando dunque una nuova linea temporale da cui poi si è sviluppata tutta la vicenda di Cooper e Murph all’interno di Interstellar.

Superman ha già battuto l’ultimo film del DCEU

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Superman ha già battuto l’ultimo film del DCEU

Il primo trailer di James Gunn di Superman ha fatto breccia in Internet al momento della sua uscita, ma ha fatto molto di più che entusiasmare i fan del film. Sono passate più di 24 ore da quando il trailer è stato pubblicato su YouTube e ha già generato più di 22 milioni di visualizzazioni a livello globale. Si tratta di un numero più alto di tre volte rispetto a quello messo assegno dall’ultimo film del DCEU, Aquaman e il Regno Perduto, che attualmente si attesta a sei milioni di visualizzazioni nonostante sia stato proiettato più di un anno fa. Le visualizzazioni dei trailer non corrispondono necessariamente al successo al botteghino, ma i sei milioni di visualizzazioni di Aquaman 2 sono stati sufficienti a far superare al film i 400 milioni di dollari al botteghino mondiale. Anche se questo non significa che Superman sia garantito che faccia il triplo, 18 milioni di visualizzazioni in 24 ore fanno sicuramente ben sperare, soprattutto considerando l’accoglienza per lo più positiva.

Ci sono anche alcuni altri fattori che aiuteranno Superman di James Gunn per quanto riguarda i risultati al botteghino. Mancano ancora più di sette mesi all’uscita del film nelle sale e la promozione è già iniziata. Gunn ha anche l’impronta di sceneggiatore e regista della trilogia di Guardiani della Galassia per il MCU, che è presente nel trailer di Superman e sarà sicuramente sufficiente a convincere alcune persone che forse non avrebbero visto il film se fosse stato prodotto da un regista che non conoscevano. IlSuperman di Gunn ha anche un’atmosfera decisamente diversa rispetto all’Uomo d’Acciaio del precedente regime; il trailer irradia speranza, cosa che il team di Superman dovrebbe sfruttare quando inizierà il press tour qualche mese prima dell’uscita del film.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Stranger Things 5: terminate le riprese. La serie arriverà nel 2025

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Stranger Things 5 ha concluso la sua produzione, così come è stato annunciato su Instagram da Netflix. Non è ancora stata rivelata una data di uscita per la finale, ma la serie tornerà nel 2025. “Questo è il finale di ‘Stranger Things‘”, ha pubblicato Netflix su Instagram con alcune foto del dietro le quinte. “Ci vediamo nel 2025“.

Il cast completo è tornato per la quinta stagione: Winona Ryder nel ruolo di Joyce Byers, David Harbour nel ruolo di Jim Hopper, Millie Bobby Brown nel ruolo di Eleven, Finn Wolfhard nel ruolo di Mike Wheeler, Gaten Matarazzo nel ruolo di Dustin Henderson, Caleb McLaughlin nel ruolo di Lucas Sinclair, Noah Schnapp nel ruolo di Will Byers, Joe Keery nel ruolo di Steve Harrington, Sadie Sink nel ruolo di Max Mayfield, Natalia Dyer nel ruolo di Nancy Wheeler, Charlie Heaton nel ruolo di Jonathan Byers, Maya Hawke nel ruolo di Robin Buckley, Brett Gelman nel ruolo di Murray Bauman, Priah Ferguson nel ruolo di Erica Sinclair e Jamie Campbell Bower nel ruolo di Vecna. Anche la star di “Terminator” Linda Hamilton si unisce al cast in un ruolo misterioso.

La stagione 4 è stata presentata in anteprima nell’estate del 2022 in due parti, pubblicate separatamente a maggio e luglio. Gli episodi erano di dimensioni gigantesche, tutti di oltre 60 minuti, e l’episodio finale della parte 2 è durato più di due ore. Si è conclusa con una battaglia totale contro il malvagio Vecna ​​e i Demogorgoni nel Sottosopra, dove l’amato nuovo arrivato Eddie Munson (Joseph Quinn) si è sacrificato per salvare la banda. Vecna ​​è rimasto indebolito in seguito allo scontro, ma è ancora abbastanza potente da diffondere il Sottosopra a Hawkins. A parte Eddie, il cast principale sopravvive, ma Max rimane in coma dopo che Vecna ​​ha preso il controllo del suo corpo.

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