Uno tra i volti più ricorrenti nel
panorama hollywoodiano è quello di Stanley Tucci,
attore che nella sua carriera ha dimostrato di poter passare con
abilità da un ruolo comico a personaggi complessi, cupi, talvolta
mostruosi. Nel corso degli anni ha partecipato ad alcuni tra i più
celebri film del panorama statunitense, ottenendo di volta in volta
le lodi di critica e pubblico.
Ralph Fiennes e Stanley Tucci in Conclave – Cortesia Eagle
Pictures
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera Tucci
non ha mancato di recitare anche per il piccolo schermo, comparendo
in alcuni episodi di serie come Oltre la legge –
L’informatore (1988-1989), Murder One (1995-1996),
3 libbre (2006), E.R. – Medici in prima linea
(2007-2008) e Fortitude (2015). Nel 2017 si è invece fatto
apprezzare per il ruolo di Jack Warner nella miniserie
Feud, mentre nel 2019 è stato invece tra i protagonisti di
Limetown. Ha poi recitato in La fortuna (2021),
Inside Man (2022) e Citadel
(2023).
3. È anche regista e
sceneggiatore. Negli anni Tucci ha dimostrato di non
essere interessato soltanto alla recitazione, compiendo infatti il
grande passo dietro la macchina da presa. Nel 1996 esordisce così
alla regia del film Big Night, da lui anche scritto.
Successivamente dirige Gli imbroglioni (1998), Il
segreto di Joe Gould (2000), Blind Date (2007) e il
recente Final Portrait –
L’arte di essere amici (2017), dove dirige l’attore
Armie
Hammer.
Stanley Tucci in Hunger Games
4. Ha accettato il ruolo
senza esitazioni. L’attore è presente in tutti e quattro i
film di Hunger Games, ricoprendo il ruolo di Caesar
Flickerman, il presentatore dei tributi e delle notizie sui giochi
che danno il titolo ai film. Stanley Tucci aveva già lavorato in
precedenza con il regista Gary Ross e ha accettato
subito la sua offerta di interpretare tale ambiguo personaggio,
senza nemmeno sapere di cosa parlasse il film.
5. Si è trasformato il più
possibile. Dovendo interpretare il ruolo di un pedofilo
nel film Amabili resti, l’attore decise di camuffarsi il
più possibile poiché si sentiva a disagio all’idea di essere
associato a tale personaggio. Per questo motivo ha infatti
indossato dei denti finti, delle lenti a contatto azzurre, dei
baffi finti, delle imbottiture per apparire più corpulento e degli
occhiali da vista.
6. È stato nominato
all’Oscar. L’attore è risultato particolarmente credibile
e spaventoso nel suo ruolo, tanto da conquistare immediatamente le
lodi della critica, che ha indicato la sua come una delle
performance migliori dell’anno. Tucci ricevette infatti numerose
nomination a importanti premi nel corso della stagione, arrivando
poi a guadagnare la sua prima candidatura come miglior attore non
protagonista ai premi Oscar.
Stanley Tucci, sua moglie e i
figli
7. Si è sposato due
volte. Nel 1995 l’attore ha sposato Kathryn Louise
Spath, da cui ebbe due gemelli nati nel 2000, e una figlia
nata nel 2002. La coppia, tuttavia, annuncia la separazione nel
2003. Decidono però di riconciliarsi, tornando insieme nel 2005, e
rimanendo uniti fino al 2009, anno in cui la donna viene a mancare
per via di un tumore. Nel 2011 l’attore annuncia il fidanzamento
con Felicity Blunt, agente letterario e nota per
essere la sorella dell’attrice Emily
Blunt. I due si sposano l’anno successivo, dando poi
alla luce due figli, nati rispettivamente nel 2015 e nel 2018.
Stanley Tucci ha rivelato di aver avuto una malattia
8. Ha avuto un particolare
tumore. In una recente intervista rilasciata al quotidiano
britannico The Guardian, Stanley Tucci ha raccontato di
aver scoperto nel 2019 di avere un tumore alla lingua. L’attore ha
poi spiegato nel dettaglio cosa ha dovuto passare a causa di questo
localizzato in bocca: “Avevo fame, ma il sapore in bocca era
orribile“. Tucci è ancora interessato dalla difficoltà a
deglutire, che spiega essere un effetto collaterale delle
radiazioni, che fanno parte della terapia della cura a cui si è poi
sottoposto.
Stanley Tucci parla italiano
9. Ha origini
italiane. Figlio di Stanley Tucci Sr. e
Joan Tropiano, l’attore vanta origini italiane da
parte dei nonni. Quelli paterni, Stanislao Tucci e
Teresa Pisani, erano infatti originari
rispettivamente di Marzi, in provincia di Cosenza, e di Serra San
Bruno, in provincia di Vibo Valentia. I nonni materni, invece,
provengono da Cittanova, in provincia di Reggio Calabria. Proprio
per onorare queste origini, Tucci ha realizzato la serie
Stanley Tucci: Searching for Italy, un programma di viaggi
e cucina, durante la quale ha dimostrato di parlare anche un poco
di italiano.
L’età e L’altezza di Stanley
Tucci
10. Stanley Tucci è nato a
Peekskill, New York, Stati Uniti, l’11 novembre 1960.
L’attore è alto complessivamente 1,72 metri.
Ralph Fiennes è tra
i più talentuosi e intensi attori della sua generazione, capace di
interpretazioni memorabili che lasciano senza fiato i suoi
ammiratori. Distontosi tanto in progetti più autoriali quanto in
blockbuster commerciale, Fiennes è ancora oggi un autentico
fuoriclasse, dallo sguardo magnetico e dall’indole ineguagliabile
che lo rendono straordinario ad ogni ruolo.
Ralph Fiennesi in Conclave. Cortesia Eagle Pictures
2. È anche doppiatore,
regista e produttore. Nel corso della sua carriera
l’attore non ha praticato solo questa professione. Infatti, ha
prestato la propria voce per il doppiaggio di film d’animazione
come Il principe d’Egitto (1998), C’era una volta
Gesù (2000), Wallace & Gromit – La
maledizione del coniglio mannaro (2005), Kubo e la spada magica
(2016), LEGO Batman – Il film
(2017), The LEGO Movie 2 – Una nuova
avventura (2019) e Dolittle
(2020). Inoltre, ha lavorato come regista e produttore dei film
Coriolanus (2011), The Invisible Woman (2013) e
Nureyev – The White Crow (2018).
Ralph Fiennes in Schindler’s
List
3.Ha
studiato a lungo il personaggio. Per prepararsi al
personaggio, l’attore ebbe inoltre modo di parlare con quanti
conobbero realmente il nazista Amon Goeth, arrivando a comprendere
aspetti di lui che lo svelavano come un uomo fragile e da
compatire. Una sopravvissuta dei campi di concentramento,
incontrandolo sul set, ammise di essersi sentita a disagio per
l’inquietante somiglianza tra i due. La paura che incuteva negli
altri permise a Fiennes di calarsi ulteriormente nei panni del
personaggio.
Ralph Fiennes è Voldemort in Harry Potter
4. Ha dato
suggerimenti sul look del personaggio. Sul set dei film,
Ralph Fiennes non era truccato per coprirsi il naso. Per rendere il
personaggio più spaventoso, questo gli è stato rimosso
digitalmente, con risultati che il trucco non poteva raggiungere.
Inoltre, gli “occhi rossi simili a serpenti” descritti nel
romanzo non sono stati aggiunti su suggerimento dell’attore che
sosteneva che l’espressione dei suoi veri occhi avrebbe fornito
un’idea migliore della follia e della malignità di Lord
Voldemort.
Ralph Fiennes è Voldemort nella saga di Harry Potter
Ralph Fiennes in Il paziente inglese
5. Ha richiesto un complesso
lavoro sul trucco. Per parte del film, Fiennes appare nel
ruolo di Almásy fortemente ustionato. Il
trucco necessario per queste scene richiedeva ben cinque ore di
lavoro al giorno. Per poter comprendere meglio la condizione fisica
del suo personaggio e quindi il suo stato emotivo e psicologico,
Fiennes ha insistito per applicare il trucco su tutto il corpo
anche per le scene in cui sarebbe stata girata solo la sua testa.
Cosa a cui i truccatori non si sono opposti, comprendendo e
ammirando le intenzioni dell’attore.
Ralph Fiennes in Red Dragon
6. Si è trasformato
radicalmente per il ruolo. Per interpretare il serial
killer Francis Dolarhyde in Red Dragon, Fiennes si è
sottoposto ad un’intensa trasformazione fisica. Ha infatti messo su
quindici chili di muscoli per il ruolo, così da divenire anche più
minaccioso in tali panni. Inoltre, spendeva otto ore al giorno al
trucco per farsi applicare il complesso tatuaggio che il
personaggio sfoggia sulla propria schiena. Fiennes, infine, decise
di costruire la follia del personaggio affinché questa non fosse
troppo esternamente visibile. Ciò gli permise di distinguersi
dalpersonaggio di Lecter.
Ralph Fiennes interpreta Ulisse/Odisseo in The
Return
7. Era attratto dai dilemmi
universali del personaggio. Parlando di The
Return con Vogue, l’attore ha dichiarato che la rilevanza
contemporanea del film deriva dal suo esame dell’umanità senza
tempo. “Si potrebbe presumibilmente fare un’Odissea moderna. Si
potrebbe dire che qualcuno torna dal fronte in Ucraina e torna a
casa. Anche se questo è il mondo antico, il pubblico sente le
emozioni umane che stiamo vivendo. Perché la gente va a vedere Il
gladiatore? O le storie spaziali ambientate nel futuro? Togliendo
tutto l’armamentario dei vestiti, le emozioni sono le nostre, con
il dilemma umano al centro”.
Chi è la moglie di Ralph
Fiennes?
8. Ha un matrimonio alle
spalle. Nel corso della sua vita, l’attore si è sposato
una sola volta, nel 1993: in quell’anno, infatti, è convolato a
nozze con la collega Alex Kingston, dopo dieci
anni di fidanzamento. I due si erano conosciuti nel 1983 alla Royal
Academy of Dramatic Art, quando erano ancora degli studenti.
Tuttavia, il loro matrimonio è durato poco, tanto che nel 1997
hanno divorziato. La coppia non ha avuto figli.
Ha avuto diverse
fidanzate. Verso la fine del suo matrimonio, l’attore ha
conosciuto la collega Francesca Annis nel 1995,
durante una rappresentazione teatrale dell’Amleto di
Shakespeare. La coppia si è frequentata per quasi undici anni per
poi lasciarsi nel 2006. Tra i vari flirt a lui attribuiti ci
sarebbero poi quelli con personalità quali Gina Gershon,
Amanda Harlech, Ellen Barkln, Lisa Robertsona e
Patti Smith.
La pronuncia del nome di Ralph Fiennes
9. Il suo nome viene spesso
pronunciato male. Sono tanti gli attori di Hollywood con
nomi oggettivamente complessi e che vengono il più delle volte
pronunciati male. Da Saoirse Ronan a
Benedict
Cumberbatch, Jake Gyllenhaal
a Matthew
McConaughey. Tra questi si annovera anche lo stesso
Fiennes. Per sapere come pronunciare correttamente il suo nome, è
bene sapere che la L in Ralph, non si pronuncia, con un risultato
che suona dunque come “Reiph”. Mentre il cognome è da pronunciarsi
come “Fains”.
L’età e l’altezza di Ralph
Fiennes
10. Ralph Fiennes è nato il
22 dicembre del 1962 a Ipswich, nel Suffolk, in
Inghilterra. La sua altezza complessiva corrisponde a 1,80
metri.
Quando ho guardato per la prima
volta Undercover di Netflix, non
avevo idea che il personaggio dell’olandese Ferry Bouman fosse
vagamente basato su Janus van Wessenbeeck, un boss dell’ecstasy di
Eindhoven realmente esistito. Ma, come vedete, dopo il successo di
Undercover, tutto ciò che Netflix ha messo in onda era solo per sfruttare la
popolarità del personaggio. [E quando alla fine si sono resi conto
che non c’era più una trama da esplorare, hanno semplicemente
ucciso il personaggio. Considerando che le ferite di Ferry sono
piuttosto ambigue, c’è una piccola possibilità che non sia del
tutto morto e, se il film funziona bene, probabilmente farà un
ritorno trionfale.
In caso contrario, possiamo dirgli
addio. In ogni caso, nella scena dei titoli di coda di Ferry
2, Jezebel van Kamp o Jez, ha venduto un sacchetto di pillole
di ecstasy a un misterioso acquirente che sembrava il proprietario
di un nightclub. Dopo il fiasco con Lex, Jez e il suo fidanzato,
Jeremy “Jer”, hanno deciso di non fare più ricorso a intermediari e
hanno iniziato a vendere le pillole direttamente ai clienti. È
possibile che, dopo gli eventi del film, Jez abbia allestito il suo
nuovo laboratorio e abbia iniziato a produrre pillole, anche se non
so da dove abbia preso i soldi. Una seconda possibilità è che Jez è
riuscita in qualche modo a entrare in possesso della spedizione non
pagata di Lex, quindi potrebbe avere con sé circa 400.000 pillole e
le ci vorrà molto tempo per liberare lo scaffale. Tuttavia, la
domanda importante è: Jez commetterà lo stesso errore di suo zio e
finirà per diventare una criminale?
Jez non deve seguire le orme di
Ferry
Il giorno della vigilia di Natale,
Ferry aveva chiesto a Jez cosa avrebbe fatto con i soldi ricavati
dall’affare e lei aveva risposto che avrebbe costruito un nuovo
laboratorio per produrre più pillole. Non appena Ferry sentì quelle
parole, capì l’ironia della situazione. Jez, essendo un Bouman,
avrebbe commesso gli stessi errori di Ferry nei primi giorni della
sua vita. Jez disse a Ferry che non era come lui e che avrebbe
smesso quando ne avesse avuto abbastanza. Ma il fatto è che nessuno
conosce l’esatta definizione di “abbastanza”. Ferry voleva solo far
sapere alla nipote che più a lungo sarebbe rimasta in questo giro,
più sarebbe stato difficile per lei andarsene. E alla fine, le
avrebbe portato via tutto. Ferry non voleva che Jez perdesse Jer
come Ferry aveva perso Danielle. Voleva che lei prendesse i soldi e
si stabilisse in un bel posto come Aruba.
Tuttavia, se Jez deciderà di
gettare le fondamenta del suo nuovo impero della droga contro il
consiglio di Ferry, allora potremo aspettarci un sequel del
franchise con una protagonista femminile al centro del conflitto,
in cui Jez avrà a che fare con ogni sorta di problema nella
gestione della sua attività di ecstasy. Tuttavia, non so chi sarà
interessato a vedere un sequel del franchise di Ferry che
non sia incentrato sul personaggio principale. Detto questo, spero
solo che, dopo aver guadagnato abbastanza soldi, Jez abbia il
coraggio di lasciarsi alle spalle la vita criminale e di stabilirsi
in un posto tranquillo con Jer. Ma se non lo fa, sappiamo tutti
come andranno a finire le cose per lei.
Ferry sembra molto morto, ma
c’è ancora speranza
Per vostra informazione, il vero re
degli XTC, Janus, non è morto né è in prigione. Nel 2015 un
tribunale belga gli ha concesso la liberazione anticipata e da
allora vive una vita tranquilla da qualche parte in Europa. Anche
in Ferry 2 il protagonista ha scontato solo 3 anni di
prigione, proprio come la sua controparte reale. Tuttavia, alla
fine del film, vediamo il nostro olandese seduto su una
panchina del parco che perde molto sangue a causa delle ferite da
proiettile. In quel momento, ha immaginato l’amore della sua vita,
Danielle, che lo aveva lasciato durante gli eventi di
Undercover, uscire dalla sua roulotte e sedersi accanto a
lui sulla panchina.
Per i fan di Narcos,
questa scena ricorda molto gli ultimi momenti di Escobar, quando
vede il suo migliore amico morto, Gustavo Gaviria, seduto accanto a
lui. Senza offesa per gli olandesi, ma ho sempre visto Ferry come
una versione allegra di Pablo Escobar. Forse i creatori
dell’universo di Ferry hanno voluto rendere una sorta di
omaggio (alla serie Narcos, e non al signore della droga).
Comunque sia, Ferry sembra essere morto tra le braccia di Danielle,
o almeno è quello che ha immaginato in quei momenti.
Il finale di Ferry 2 non conferma se il protagonista
sia davvero morto o meno. Ma da quello che si vede, sullo schermo
sembra un uomo morto. È impossibile per chiunque sopravvivere a una
tale perdita di sangue, soprattutto in assenza di cure mediche
adeguate. Come già detto, si può sperare che possa tornare, ma in
questo caso l’intera scena diventerebbe una barzelletta.
Supponendo che Ferry sia davvero
morto, c’è solo un modo per riportare in vita il personaggio,
ovvero realizzare un film prequel ambientato a metà strada: dopo
gli eventi di Undercover e prima di Ferry 2. Come
ricorderete, Ferry ha rivelato di aver scontato circa 3 anni dietro
le sbarre. Tuttavia, si era isolato dal mondo criminale negli
ultimi 8 anni, il che mi fa pensare a dove sia stato in quei cinque
anni. Come ha fatto a sopravvivere e quando è arrivato in Costa
Blanca? So che sto esagerando, ma diciamo che c’è ancora qualche
speranza di rivedere il nostro amato personaggio sullo schermo.
Potremmo tollerare un film incentrato su questi cinque anni, ma se
i creatori del franchise non sono interessati a questo, allora sì,
questa potrebbe essere la fine dell’olandese Ferry Bouman e la sua
morte segnerà anche la fine del franchise.
Ferry 2 è
un’aggiunta del 2024 alla serie di thriller d’azione e criminali
olandesi di Netflix,
Ferry, anche se il fatto che questa nuova
presentazione sia un film, mentre l’anno scorso era una serie,
potrebbe confondere un po’ gli spettatori. Mentre il primo film
omonimo e il successivo Ferry:The
Series ci riportavano agli inizi della vita e della
carriera di Ferry Bouman, il film sequel si svolge dopo gli eventi
di Undercover, in cui il protagonista era stato catturato
dalla polizia. La trama segue il viaggio di Ferry verso una vita di
crimini e pericoli quando un membro della famiglia in difficoltà
gli chiede aiuto, facendolo uscire dalla pensione. Nel complesso,
Ferry 2 non offre nulla di nuovo o di eccitante e il
franchise sta sicuramente perdendo il suo fascino, ed è anche per
questo che i creatori fanno un certo passo per rinfrescare le cose
proprio alla fine del film.
Avviso di
spoiler
Di cosa parla il film di
Netflix?
Ferry 2
inizia sulle calde e soleggiate spiagge della Costa Blanca, sulla
costa meridionale della Spagna, dove molti anziani di tutta Europa
vanno a trascorrere i loro giorni di pensione. Proprio come loro,
anche il nostro protagonista, Ferry Bouman, vive in questo luogo,
con l’intenzione di trascorrere qui il resto della sua vita, senza
preoccuparsi della sua vita precedente. Dopotutto, Ferry aveva
vissuto pericolosamente ed era diventato un noto criminale
ricercato dalla legge durante la sua carriera professionale.
Appartenente a un ambiente molto modesto e alimentato dalla rabbia
di vedere il padre maltrattare quotidianamente la madre, Ferry
aveva deciso di crearsi un nome e un’eredità. Quando gli si
presentarono delle opportunità, le colse al volo e si ritrovò nel
pericoloso ma redditizio business della droga nei Paesi Bassi e in
Belgio.
Man mano che Ferry acquisiva
esperienza sul campo, si trasformava in uno spacciatore incallito e
in un capo banda che non doveva pensarci due volte prima di
uccidere i suoi rivali o di torturarli quando necessario. Così,
pochi anni dopo, Ferry Bouman si affermò come leader della più
grande banda di spacciatori operante non solo nella regione ma
anche a livello internazionale. Quando i suoi prodotti iniziarono a
essere esportati in tutta Europa, Ferry fu coinvolto anche in una
buona dose di omicidi e crimini simili, pur rimanendo indifferente
alla natura violenta della sua professione. Voleva godersi i giorni
con l’amore della sua vita, Danielle, che a poco a poco gli
sembrava un sogno lontano. Nonostante abbia guadagnato tutte le
ricchezze del mondo, Ferry ha iniziato a perdere tutte le persone
più care della sua famiglia e del suo gruppo.
Se dapprima perse la cara sorella
Claudia, deceduta a causa di un tumore alla testa, ben presto
un’operazione di polizia per la sua cattura causò la morte dei suoi
amici più stretti e dei suoi complici nel traffico di droga. Anche
Danielle lo lasciò, dopo aver capito quanto fosse moralmente
corrotto, prima che uno dei suoi stessi dipendenti, Dennis, lo
vendesse alla polizia. Di conseguenza, Ferry viene arrestato e
imprigionato per i suoi crimini, per poi essere rilasciato pochi
mesi dopo. Nonostante la libertà, non poteva tornare alla sua
vecchia vita e così Ferry fuggì in Spagna, dove vive da allora. Nel
momento in cui Ferry 2decolla, lo si vede
vivere in una piccola comunità, svolgendo il ruolo di Babbo Natale
per i bambini del posto e cercando anche di corteggiare una sua
coetanea. Ma questa vita tranquilla e regolare viene ancora una
volta agitata e disturbata quando un parente della famiglia con cui
desiderava tanto stare si presenta al suo camper, in cerca di
aiuto.
Perché Jezebel viene da
Ferry?
Quando Ferry torna al suo camper,
dopo aver fatto una pausa dal lavoro di Babbo Natale locale e dopo
aver ascoltato gli scherni di alcuni adolescenti che non lo amano
molto, vede un giovane uomo in piedi all’esterno, come se facesse
la guardia. Mentre si avvicina e gli chiede dei suoi affari, una
giovane donna fa capolino dal camper: si tratta della nipote di
Ferry, Jezebel. L’amata sorella del protagonista, Claudia, era
morta in età relativamente giovane a causa di un tumore al cervello
e anche sua figlia, Sonja, si era purtroppo ammalata dello stesso
male. Anche Sonja è morta, lasciando una figlia piccola, Jezebel,
che ha faticato ad accettare la perdita quando anche suo padre è
morto, in circostanze misteriose. Sebbene Ferry avesse sempre
voluto prendersi cura della sua famiglia, e in particolare della
nipote della sorella, Jezebel, non poteva farlo perché la polizia
lo stava già inseguendo.
Per questo motivo, è molto contento
di vedere Jezebel nel suo camper, dopo otto lunghi anni, ma
sospetta anche, a ragione, che ci sia qualcosa di sbagliato per cui
lei è venuta da lui. Jezebel dichiara innanzitutto con calma di
volere da lui cinquantamila euro, che ritiene essere una somma
adeguata per compensare la mancanza del patriarca dalla famiglia
per tutti questi anni. Ferry è ormai sicuro che qualcosa non va, e
mentre insiste per saperne di più, si scopre che la nipote ha
seguito le sue stesse orme. Jezebel e il suo fidanzato, Jer,
avevano avviato un’attività di produzione e vendita di pillole di
ecstasy, ma si erano imbattuti in un grosso problema quando avevano
ricevuto un grosso ordine da un trafficante di droga di nome Lex
van Dun.
Lex aveva già versato un acconto
per la partita di droga che avrebbe dovuto ricevere da loro, con il
quale Jezebel e Jer avevano acquistato un laboratorio e le materie
prime per produrre le pillole. Tuttavia, prima che potessero
produrre e consegnare l’ordine, la polizia bussò alle loro porte e
confiscò l’attrezzatura e le materie prime. Quando Jezebel,
impotente, ha informato Lex della questione, il gangster non ha
voluto sentire scuse e ha insistito perché l’ordine di 250.000
pillole gli venisse consegnato senza ulteriori ritardi. Per questo
motivo i due si sono rivolti a Ferry, chiedendo i soldi per poter
ricominciare da capo e consegnare l’ordine. Sebbene Ferry Bouman si
rifiuti inizialmente di partecipare a una situazione così
incasinata, la notizia dell’aggressione fisica di Lex a Jezebel lo
fa arrabbiare. Alla fine, Ferry decide di uscire dalla pensione e
lasciare la Spagna per aiutare Jezebel e Jer in modo più
diretto.
Cosa vuole davvero Lex da
questo accordo?
Mentre torna dalla Spagna nella sua
città natale, Ferry chiama una vecchia conoscenza per saperne di
più sul malvagio Lex van Dun, e gli viene subito detto di stare
attento. A quanto pare, Lex è un uomo che si diverte a torturare e
uccidere le persone, e commette crimini orribili anche per
capriccio, senza una particolare ragione. Ferry incontra Lex e gli
dice che gli verrà restituito l’intero denaro che era stato dato a
Jezebel come acconto e che l’accordo stipulato in precedenza verrà
annullato. Ciò significa che non ci sarà più bisogno della droga
ordinata e che Jezebel e Jer saranno liberi. Tuttavia, Lex si
rifiuta di partecipare a questo accordo e insiste sul fatto che ha
bisogno della partita di droga senza alcun fallimento. In modo
psicopatico, Lex van Dun sostiene che l’ordine è stato fatto da
qualcun altro e che lui deve eseguirlo per garantire che la sua
reputazione nel mercato della droga non venga danneggiata in alcun
modo.
È in questo momento che si scopre
che Jezebel è entrata in contatto con Lex attraverso un altro suo
conoscente, Dennis, al quale è molto legata. Dopo che il padre di
Jezebel è stato ucciso e lei è rimasta orfana, è stato Dennis a
prendersi cura di lei e ad aiutarla nei momenti di bisogno.
Tuttavia, Ferry non è affatto felice di vedere Dennis, poiché è lo
stesso uomo che aveva venduto il protagonista alla polizia,
causandone l’arresto e l’incarcerazione. Attualmente, Dennis sembra
lavorare per Lex e, sebbene continui a fingere di prendersi cura di
Jezebel e Jer, in realtà è complice del vero piano ordito da Lex.
Non appena Lex si accorge che Ferry Bouman è tornato in città,
decide di far uccidere il veterano della droga per evitare
qualsiasi concorrenza sul suo territorio.
Lex ingaggia quindi un assassino,
Xia, per distruggere il camper di Ferry e uccidere l’uomo. Lo
spacciatore psicopatico le ordina chiaramente di uccidere Jezebel e
i suoi amici se tentano di intervenire, chiarendo che ovviamente
non gli importa più della droga o dei soldi. Lex sa che, finché
Ferry sarà vivo, dovrà lasciare Jezebel a piede libero, nonostante
non sia riuscita a consegnare la droga in tempo. Anche se Lex può
sicuramente ricostruire la sua reputazione in seguito, non vuole
essere coinvolto in una situazione del genere perché non vuole
inchinarsi a Ferry e accettare il suo ritorno. Per questo motivo,
assume Xia per uccidere l’uomo e la sua famiglia, ma non si rende
conto che Ferry ha già capito il suo piano e ha offerto
all’assassino una somma molto più alta per uccidere Lex.
Perché Jezebel accoltella
Dennis?
Al centro di Ferry 2 c’è
una trama di tradimenti tenuta segreta per molti anni. Viene
rivelato che Ferry stesso aveva ucciso il marito di Sonja, cioè il
padre di Jezebel, quando aveva sospettato che l’uomo fosse una
talpa nella sua banda. Tra i due c’è stato un litigio che ha
portato Ferry a ordinare l’omicidio del marito di Sonja, ma lui
crede sinceramente di averlo fatto solo per proteggere il resto
della sua banda. Tuttavia, Dennis aveva iniziato a odiare Ferry a
causa dell’omicidio di un uomo innocente, soprattutto perché era il
padre di una giovane figlia che aveva già perso la madre. È stato
soprattutto a causa di questo omicidio che Dennis ha deciso di dare
le informazioni su Ferry alla polizia, e per questo odia ancora in
larga misura il protagonista.
Sebbene Jezebel non abbia idea di
ciò che il fratello di sua nonna ha fatto a suo padre, alla fine lo
viene a sapere da Dennis in un momento molto intenso. A quel punto,
aveva sentito Ferry parlare più volte di come Dennis fosse solo un
traditore, ma aveva comunque mantenuto buoni contatti con l’uomo,
solo per quello che aveva fatto per lei dopo che era rimasta
orfana. Tuttavia, Jezebel diventa estremamente frustrata e pugnala
Dennis, chiamandolo traditore. Può darsi che Jezebel non creda
davvero a ciò che Dennis le dice di suo padre e che pensi che stia
cercando di metterla ingiustamente contro Ferry. Oppure, potrebbe
anche essere che Jezebel decida di agire in base agli eventi
attuali, quando Ferry fa di tutto per tirarla fuori dai guai,
mentre Dennis rischia la vita solo per far uccidere Ferry. Alla
fine, Jezebel onora i suoi legami di sangue e sceglie di stare con
Ferry, che spara a Dennis uccidendolo.
Ferry ha salvato
Jezebel?
Nel finale di Ferry 2,
Jezebel, Jer e Ferry devono affrontare un ultimo scontro con Lex e
i suoi uomini. Sebbene il protagonista avesse ingaggiato Xia per
uccidere il criminale, la donna non ha agito in tempo e si è
scoperto che lavorava per Ferry, il che ovviamente l’ha portata a
essere uccisa. Mentre Ferry e Jezebel eliminano gli uomini di Lex
uno dopo l’altro, alla fine devono combattere contro il cattivo con
estremo coraggio. Poiché Ferry è già stato colpito e si rende conto
di essere in fin di vita, decide di sfruttare l’occasione per
proteggere Jezebel a tutti i costi. Così, crea un diversivo per
Jezebel e Jer per fuggire dal posto mentre si avvicina a Lex e
sembra arrendersi a lui. Ma al momento giusto, Ferry estrae una
seconda pistola e spara a Lex, prima di inciampare lui stesso su
una panchina vicina. Nei suoi ultimi istanti, Ferry immagina che la
sua amata, Danielle, si avvicini a lui e si sieda accanto a lui, il
che rimane il suo più grande sogno irrealizzato, mentre muore sulla
panchina tutto solo nella realtà.
La scena di metà film di Ferry
2 presenta anche un aggiornamento su Jezebel, confermando che
non è scappata dalla vita di droga e crimine. Al contrario,
consegna un ordine di pillole di ecstasy, per il quale viene pagata
profumatamente, e la giovane donna sembra davvero godersi la vita.
Forse sarà Jezebel a guidare il franchising Ferry da qui
in avanti, perché potrebbe raggiungere lo stesso livello di fama e
notorietà del nipote. D’altra parte, potrebbe anche accadere che
Jezebel impari dalla vita di Ferry e si lasci alle spalle la vita
criminale. Con i soldi guadagnati con lo spaccio di droga, potrà
andare a stabilirsi in qualche paese straniero con Jer, e potranno
vivere il resto della loro vita in pace.
The Six Triple Eight di
Netflix
si basa su una storia vera e stimolante che culmina in un finale
potente. Il film, diretto da Tyler Perry, racconta la storia del
6888° Battaglione dell’Ufficio Postale Centrale, un battaglione
composto interamente da donne nere durante la Seconda Guerra
Mondiale. Il cast di Six Triple Eight vede la
partecipazione di Kerry Washington nel ruolo del Maggiore
Charity Adams, la prima donna di colore ad essere un ufficiale del
Women’s Army Corps e l’ufficiale comandante del 6888°
Battaglione.
Durante la guerra, si verificò un
eccessivo arretrato di posta, poiché non c’era abbastanza personale
per gestire i milioni di pezzi di posta che venivano inviati da e
per il fronte. Questo problema, inizialmente trascurato, si
trasformò in una questione importante, poiché i soldati
americani durante la Seconda guerra mondiale non ricevevano lettere
dai loro cari e i loro cari non ricevevano lettere dai
soldati. La mancanza di comunicazione contribuì al declino
del morale. Il film di Netflix rivela come il 6888° Battaglione affrontò
questo problema e divenne un eroe non celebrato.
Come il Six Triple Eight ha
smistato 17 milioni di pezzi di posta in meno di 90 giorni
Il generale Halt (Dean Norris)
voleva vedere il 6888° Battaglione fallire, dando loro condizioni
pessime e solo sei mesi per smistare 17 milioni di pezzi di posta.
Sotto la guida di Adams, la sua unità lavorò instancabilmente,
riuscendo a organizzare la posta arretrata da anni in meno di 90
giorni. La Adams fece dividere la sua unità in turni diurni
e notturni, in modo che i progressi fossero compiuti a
tutte le ore del giorno. Hanno sviluppato strategie intelligenti e
assegnato persone con competenze specifiche per gestire determinate
sfide.
Una di queste strategie prevedeva
di capire quando le lettere erano state inviate per determinare
dove l’unità fosse diretta in seguito. Nei casi in cui non c’erano
informazioni sufficienti per determinare dove una lettera doveva
essere spedita, le buste venivano aperte e le lettere venivano
lette per trovare indizi che identificassero il destinatario. Per
ogni lettera spruzzata di profumo, i soldati erano in grado di
usare la loro conoscenza dei profumi per abbinare il mittente allo
Stato in cui il profumo era venduto e quindi risalire al
destinatario.
Chi ha scritto la lettera
sporca di sangue a Lena e il suo significato
Conteneva un messaggio
potente
Six Triple Eight inizia
con un aereo che precipita in un campo di battaglia della Seconda
Guerra Mondiale e una lettera macchiata di sangue che viene
sottratta al pilota deceduto. Come spiegato nel finale, Abram David
(Gregg Sulkin) ha scritto la lettera ed è il pilota morto che si è
schiantato sul campo di battaglia all’inizio del film. Abram e Lena
Derriecott King (Ebony Obsidian) erano innamorati e progettavano di
vivere una lunga vita insieme dopo la fine della guerra. Dopo aver
saputo della morte di Abrams, Lena decise di unirsi allo sforzo
bellico per servire il suo Paese attraverso il 6888°
Battaglione.
Mentre smista i milioni di pezzi di
posta, la compagna di Lena, Johnnie Mae (Shantice Shanay), scopre
la lettera macchiata di sangue e la consegna a Lena. Nella lettera,
Abram sottolinea il suo amore per Lena e, pur sapendo che lei lo
stava aspettando, incoraggia Lena a continuare a vivere e a
godersi la vita senza di lui. Anche se la sua tragica
morte significava la fine di un futuro con Lena, non voleva che
questo le impedisse di continuare a vivere la sua bella vita.
Come le azioni dei Sei Tripli
Otto hanno influenzato la Seconda Guerra Mondiale
The Six Triple Eight. (L-R) Milauna Jackson as Captain Campbell,
Kerry Washington as Major Charity Adams and Dean Norris as General
Halt in The Six Triple Eight. Cr. Bob Mahoney / Perry Well Films 2
/ Courtesy of Netflix
Riaprirono le linee di
comunicazione
Come si vede quando le lettere
vengono consegnate alla fine del film, le azioni del 6888°
Battaglione diedero un notevole impulso al morale. I
soldati d’oltremare erano felicissimi di avere finalmente notizie
dei loro cari a casa e i loro cari erano sollevati di avere
finalmente notizie di loro. Le lettere furono consegnate nel 1945,
l’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale. L’aumento della
speranza e del morale aiutò i soldati a superare gli ultimi mesi di
quella terribile guerra.
I membri del 6888° Battaglione
furono spesso trattati male dai loro colleghi militari, i cui
atteggiamenti pregiudizievoli nei confronti dell’unità erano in
gran parte modellati dal razzismo e dal sessismo. Il generale Halt
e altri non riuscirono ad andare oltre le loro opinioni bigotte.
Tuttavia, c’erano anche molti membri dell’esercito che sapevano
cosa aveva fatto il 6888° Battaglione e gli erano grati per aver
riaperto le linee di comunicazione e aumentato il morale, come si
vede dai soldati che li salutano alla fine del film.
I Six Triple Eight ebbero mai
il riconoscimento che meritavano?
Bob Mahoney / Perry Well Films 2 / Netfli
Non sono stati riconosciuti
fino a molti decenni dopo
Nonostante la loro incredibile
impresa, i membri del 6888° Battaglione non ricevettero alcun
riconoscimento al loro ritorno negli Stati Uniti d’America. Anzi,
furono trattati meglio in Europa che nel loro Paese d’origine.
Molti decenni dopo, quando il Presidente Barack Obama era in
carica, il 6888° Battaglione iniziò finalmente a ricevere un
riconoscimento atteso da tempo, con i suoi membri che
ricevettero la Medaglia d’Oro del Congresso per il
Servizio, oltre all’erezione di un monumento per
commemorare i loro successi.
In una clip mostrata durante i
titoli di coda del film, la First Lady Michelle Obama ha reso
omaggio a Mary Ragland e Alyce Dixon, che hanno servito entrambe
nel Six Triple Eight. Il regista ha sottolineato come il 6888°
Battaglione sia stata l’unica unità di colore nell’esercito degli
Stati Uniti a prestare servizio oltreoceano durante la Seconda
Guerra Mondiale. Uno dei motivi principali per cui è stato girato
il film di Tyler Perry è che la straordinaria storia del 6888°
Battaglione possa diventare più nota.
Che fine hanno fatto i veri
membri del Six Triple Eight dopo la Seconda Guerra
Mondiale?
La vera Lena appare alla fine
del film
I vertici militari furono così
impressionati dalla capacità del 6888° Battaglione di smistare 17
milioni di pezzi di posta così velocemente che inviarono l’unità a
occuparsi di un altro arretrato di posta in Europa. Furono inviati
a Rouen, in Francia, dove il 6888° Battaglione usò le sue strategie
per organizzare e spedire la posta arretrata in un tempo record.
Dopo la fine della guerra, tornarono negli Stati Uniti e ripresero
le loro vite precedenti, senza sfilate di nastri o altri
riconoscimenti in onore di ciò che avevano fatto.
In seguito la Adams si sposò,
ebbe due figli e dedicò il resto della sua vita all’istruzione e
all’attivismo, diventando anche preside di college e fondando il
Black Leadership Development Program.
Una volta tornata a casa,
Lena sposò il soldato Hugh Bell (Jay Reeves), conosciuto
durante il periodo trascorso nel 6888° Battaglione. La
vera Lena, oggi centenaria, è apparsa alla fine del film e ha
condiviso lei stessa molte di queste informazioni. Quanto alla
Adams, fu promossa tenente colonnello e andò a lavorare al
Pentagono. In seguito si sposò, ebbe due figli e dedicò il resto
della sua vita all’istruzione e all’attivismo, diventando anche
preside di college e fondando il Black Leadership Development
Program (via National
Museum of the United States Army).
Il vero significato di Six
Triple Eight
The Six Triple Eight. Kerry Washington as Major Charity Adams in
The Six Triple Eight. Cr. Laura Radford / Perry Well Films 2 /
Courtesy of Netflix
Una storia di speranza e
resilienza su eroi non celebrati
The Six Triple Eight è una
storia di speranza e resilienza umana. Lena, Adams e tutti i membri
della loro unità sono stati respinti e sminuiti semplicemente
perché erano donne di colore. Anche quando avevano un compito
apparentemente impossibile, questo non le ha fermate dall’essere
all’altezza della situazione e hanno lavorato insieme per garantire
che i soldati e i loro cari ricevessero le loro lettere. La loro
intraprendenza, determinazione e ingegno hanno fatto la differenza
in innumerevoli vite.
Sebbene esistano molti film sulla
Seconda Guerra Mondiale, ci sono ancora molte storie di coraggio e
onore non raccontate. Questo rende ancora più significativo
per Perry e il suo team creativo raccontare la storia del 6888°
Battaglione, il cui contributo è stato sconosciuto e non
riconosciuto per troppo tempo. Le donne di questa unità non hanno
servito per la gloria, ma perché sapevano che era la cosa giusta da
fare. The Six Triple Eight è una storia
potente di eroi non celebrati.
Il nuovo dramma di Netflix sulla
Seconda Guerra Mondiale, The Six Triple Eight, si basa sulle
imprese reali del 6888° Battaglione, composto da soli neri e da
sole donne, che riaprì le linee di comunicazione tra le prime linee
e il fronte interno durante le ultime fasi della guerra. Scritto e
diretto da Tyler Perry, The Six Triple Eight drammatizza
alcuni dei momenti più intimi della narrazione, ma nel complesso
rimane fedele alla realtà quando esplora le avversità affrontate
dal Battaglione e dal suo leader, il Maggiore Charity Adams,
interpretato da
Kerry Washington.
Tecnicamente, The Six Triple
Eight è stato ispirato da un articolo di Kevin M. Hymel
sulla rivista History della Seconda Guerra Mondiale,
che a sua volta analizzava in dettaglio il contributo del 6888°
Battaglione Centrale di Reparto Postale del Corpo Militare
Femminile. Come descritto nel film, i coraggiosi membri reali del
Battaglione hanno servito a pieno titolo nell’esercito, superando
le aspettative e affrontando incessanti dubbi e discriminazioni.
Per quanto The Six Triple Eight sia
divertente dal punto di vista drammatico, la storia reale del 6888°
è altrettanto incredibile.
Il 6888° Battaglione
dell’Ufficio Postale Centrale era un battaglione dell’Esercito
degli Stati Uniti composto esclusivamente da donne e da
neri.
Il 6888° Battaglione dell’Ufficio
Postale Centrale nacque grazie agli sforzi dell’attivista
ed educatrice Mary McLeod Bethune (interpretata da
Oprah Winfrey nel film) che fece pressione per
ottenere il sostegno della First Lady Eleanor Roosevelt (Susan
Sarandon) nel creare un ruolo significativo per le donne nere
nello sforzo bellico durante la Seconda Guerra Mondiale. Il 6888°
faceva formalmente parte del blWomen’s Army Corps (WAC), il ramo
femminile dell’esercito degli Stati Uniti creato nel maggio 1942.
L’unità era parzialmente composta da donne che avevano già prestato
servizio in altre funzioni all’interno del WAC, oltre a nuove
reclute.
Il 6888° fu l’unica unità a
maggioranza nera del Women’s Army Corps a essere inviata
all’estero nella Seconda guerra mondiale. Proprio come qualsiasi
altra unità, i suoi membri ricevettero un addestramento di base
sulle funzioni e le procedure essenziali dell’esercito degli Stati
Uniti e sui protocolli dell’essere un soldato. Nel febbraio del
1945 ricevettero l’ordine di andare oltreoceano per aiutare a
smaltire lo straordinario arretrato di posta in Gran Bretagna, che
si era accumulato a causa della carenza di soldati disponibili per
gestire il servizio postale.
Il maggiore Charity Adams guidò
oltre 850 donne nel “Six Triple Eight”
The Six Triple Eight. Kerry Washington as Major Charity Adams in
The Six Triple Eight. Cr. Laura Radford / Perry Well Films 2 /
Courtesy of Netflix
Kerry Washington interpreta
l’ufficiale nero di più alto grado della Seconda guerra
mondiale
I soldati del 6888°, più
informalmente noto come “Six Triple Eight”, erano 855 e guidati dal
maggiore Charity Adams (nome completo Charity Adams Earley).
Adams fu la prima donna nera a diventare ufficiale del
Corpo Ausiliario Femminile dell’Esercito, che sarebbe
stato rinominato Corpo Femminile dell’Esercito. Alla fine della
Seconda guerra mondiale, l’esemplare servizio di Adams la vide
salire di grado fino a diventare la donna nera di più alto rango
nell’esercito; terminò la sua carriera militare come tenente
colonnello.
Charity Adams è stata riconosciuta
come una persona che ha combattuto attivamente contro il razzismo e
la segregazione sia a livello personale che professionale. In
un’occasione, quando un generale tentò di inviare un ufficiale
bianco per mostrarle come gestire la sua unità, lei rispose
notoriamente “Sul mio cadavere, signore”.
Adams si arruolò nel Corpo
Ausiliario Femminile dell’Esercito nel 1942 e salì rapidamente di
grado fino a diventare supervisore dell’addestramento a Fort Des
Moines, in Iowa, la prima tappa dell’addestramento del WAC. Nel
1944 fu promossa ufficiale del Centro di addestramento con
l’obiettivo specifico di migliorare l’efficienza e le tecniche di
addestramento. Fu il suo lavoro al Centro di addestramento a farle
ottenere l’incarico di guidare il 6888° Battaglione e la
sua capacità di migliorare l’efficienza giocò un ruolo
fondamentale nel far sì che il Six Triple Eight fosse così
efficace nei suoi obiettivi postali primari.
Prima che il 6888° Battaglione
partisse per l’Inghilterra, Adams fu assegnata a Birmingham, in
Inghilterra, dove guidò l’unica compagnia di donne nere del Women’s
Army Corps nei loro compiti tipici di supporto allo sforzo bellico.
Sebbene il lavoro principale di Adams fosse la supervisione
dell’unità postale, il suo compito era anche quello di
sollevare il morale delle donne all’interno del Women’s Army Corps
e delle donne civili. Secondo Black
History Now, Adams riuscì in questo intento aprendo una
serie di saloni di bellezza in cui le donne potevano socializzare.
Si era già affermata come artefice del cambiamento prima che il
6888° mettesse piede in Inghilterra.
Gli sforzi del 6888°
Battaglione nella Seconda Guerra Mondiale in Gran Bretagna e in
Francia spiegati
The Six Triple Eight. (L-R) Milauna Jackson as Captain Campbell,
Kerry Washington as Major Charity Adams and Dean Norris as General
Halt in The Six Triple Eight. Cr. Bob Mahoney / Perry Well Films 2
/ Courtesy of Netflix
Il battaglione rimediò
all’enorme arretratezza della posta da e per il fronte
Le donne del 6888° furono
incaricate di ripulire il catastrofico arretrato di posta
personale che si era accumulato durante gli anni centrali della
guerra. Il 6888° partì per l’Inghilterra nel febbraio 1945
con l’obiettivo di aiutare a risolvere l’arretrato, poiché la
mancanza di corrispondenza influiva sul morale sia sul fronte
interno che su quello del fronte. Come descritto in The Six
Triple Eight, c’erano letteralmente milioni di articoli che
dovevano essere smistati e spediti; la stima accettata è di circa
17 milioni di pezzi di posta in totale.
Il loro lavoro diede vita al motto
e al grido di battaglia del Battaglione: “Niente posta, morale
basso”. Il loro lavoro per eliminare l’arretrato è stato una
dimostrazione di pura forza di volontà e di ingegno
nell’efficienza, poiché il maggiore Adams e altri membri
dell’unità hanno ideato un sistema di smistamento della posta
utilizzando schede che allineavano i nomi dei soldati ai
loro numeri di serie, consentendo uno smistamento efficace e
accurato di lettere e pacchi. Utilizzarono un sistema a tre turni,
in modo che l’unità smistasse la posta in qualche modo 24 ore al
giorno, sette giorni su sette, fino al completamento del
lavoro.
Dopo aver eliminato gli arretrati
in Gran Bretagna, le donne del 6888° furono inviate in Francia nel
giugno 1945, dopo la vittoria in Europa. In Francia
rimediarono a un altro enorme accumulo di posta, alcuni
dei quali erano rimasti bloccati per più di tre anni. Gli ultimi
membri dell’unità tornarono negli Stati Uniti solo nel febbraio
1946, quando l’unità fu sciolta a guerra finita.
Cosa accadde a Charity Adams e
al 6888° dopo la fine della seconda guerra mondiale
Il meritato riconoscimento del
battaglione arrivò solo molto tempo dopo la guerra
Dopo la guerra, Charity Adams
ottenne un master in psicologia e nel 1949 si sposò. Con il marito
si stabilì a Dayton, in Ohio, nel 1952, dove Adams avrebbe condotto
una lunga vita nel campo dell’istruzione e del servizio alla
comunità. Nei suoi 83 anni di vita, la Adams ha ricevuto
numerosi riconoscimenti ed è stata premiata più volte per le sue
varie forme di servizio, tra cui l’inserimento nella Ohio
Women’s Hall of Fame nel 1979 e il Service to the Community Award
del Senato dello Stato dell’Ohio nel 1989.
L’eredità di Adams si ritrova oggi
in diversi luoghi, tra cui una scuola elementare femminile del
sistema scolastico pubblico di Dayton: la Charley Adams Earley
Girls Academy. In particolare, come si legge nell’epilogo di
The Six Triple Eight, il suo nome
compare sull’ex Fort Lee dell’esercito americano in Virginia,
ribattezzato Fort Greggs-Adams dopo che il Dipartimento
della Difesa ha deciso di rinominare le strutture dell’esercito
americano che portavano i nomi di ufficiali confederati. Adams è
morta nel gennaio 2002 nella sua città natale, Dayton.
Il 6888° Battaglione non ricevette
alcun riconoscimento pubblico per il suo servizio una volta
terminata la Seconda Guerra Mondiale, ma in seguito fu riconosciuto
per i suoi eccezionali risultati. L’unità ha ricevuto diverse
medaglie durante il servizio, tra cui la Medaglia di Buona Condotta
e la Medaglia della Vittoria della Seconda Guerra Mondiale, e nel
2019 il 6888° ha ricevuto la Meritorious Unit Commendation. Negli
anni successivi alla Seconda guerra mondiale, l’unità ha ricevuto
una serie di altre onorificenze e riconoscimenti e nel 2022 il
presidente Biden ha persino conferito all’intera unità la
Medaglia d’oro del Congresso.
Sebbene sia già uno dei film più
discussi dell’anno, It Ends with Us è ora oggetto di una
causa legale. Il dramma romantico, adattamento dell’omonimo romanzo
di Colleen Hoover, vede protagonisti
Blake Lively e Justin Baldoni nei panni di Lily e
Ryle, una coppia che scopre che la loro nascente relazione è
turbata dall’improvvisa ricomparsa del primo amore di lei e da
segni di abusi domestici da parte di Ryle che ha visto subire ai
suoi genitori. Diretto sempre da Baldoni, il film è stato un
successo al botteghino nonostante le
recensioni di It Ends with Us siano state in gran parte
contrastanti.
Ora, a quasi due mesi dal successo
su due diverse piattaforme di streaming, la
controversia su It Ends with
Uscontinua: Blake Lively ha intentato una
causa contro Baldoni, come riporta The Hollywood Reporter. Il documento indica che la
produttrice/star accusa il regista/star e la sua casa di produzione
Wayfarer Studios di molestie sessuali e di un ambiente di lavoro
ostile, che sarebbe sfociato nella necessità di una “riunione
di tutti i membri del personale” per affrontare le sue
preoccupazioni.
Tutto quello che è stato
riportato sulla causa della Lively contro Baldoni
Le fonti riferiscono che queste
preoccupazioni includevano “non mostrare video o immagini di
donne nude a Lively”, “non menzionare più la presunta
precedente ‘dipendenza dalla pornografia’di Baldoni”,
“non discutere più di esperienze sessuali di fronte a Lively e
ad altri”, “non menzionare più i genitali del cast e della
troupe”, “non chiedere più informazioni sul peso di
Lively” e “non aggiungere più
scene di sesso, sesso orale o climax in camera da parte di BL al di
fuori dell’ambito della sceneggiatura approvata da BL al momento
della firma del progetto”.
Secondo quanto riportato nella
causa, Wayfarer avrebbe “abbracciato e approvato” le
“richieste” della Lively, ma Baldoni sarebbe andato contro
l’accordo di mantenere tutta la promozione stampa incentrata sulla
“forza e la resilienza di Lily”, concentrandosi invece sul
dramma della storia per “spiegare il
motivo per cui molti del cast e della troupe del film non lo hanno
seguito sui social media”. La causa
prosegue affermando che Baldoni e il suo team non solo hanno usato
il “contenuto di sopravvivenza” del libro sulla violenza
domestica per aggiustare la sua immagine pubblica, ma hanno anche
intrapreso una campagna di “manipolazione sociale” per
“distruggere” quella di Lively.
Contemporaneamente alla notizia
della causa e al successivo abbandono di Baldoni da parte della sua
agenzia di rappresentanza, la WME, il New York Times ha pubblicato un ampio resoconto dei
resoconti degli addetti ai lavori a conoscenza della situazione,
tratti da “migliaia di pagine di
messaggi di testo e di e-mail” che
Lively ha ottenuto grazie a un mandato di comparizione, poi
esaminato dalla pubblicazione. Il tutto inizia con il fatto che
Baldoni e il produttore principale Jamey Heath avrebbero assunto
all’inizio di agosto l’esperta di relazioni pubbliche di crisi
Melissa Nathan con l’intenzione di “danneggiare la reputazione
della signora Lively”, alla quale lei ha risposto
“possiamo seppellire chiunque”.
L’avvocato di Wayfarer, Bryan
Freedman, ha successivamente risposto con una dichiarazione al
NYT per controbattere le affermazioni di Lively,
affermando che nessuna delle altre parti ha fatto nulla di
“proattivo o di ritorsione”, accusando invece il
produttore/star di “un altro disperato
tentativo di ‘aggiustare’ la sua reputazione
negativa”. La dichiarazione di
Freedman prosegue affermando:
Queste affermazioni sono
completamente false, oltraggiose e intenzionalmente salaci, con
l’intento di ferire pubblicamente e di riproporre una narrazione
nei media.[La signora Lively ha diffuso nei media storie
negative e completamente inventate e false [sul signor Baldoni,
che] è stato un altro motivo per cui i Wayfarer Studios hanno
deciso di assumere un professionista della crisi”.
Nell’ambito della causa contro
Baldoni, la Lively ha rilasciato una dichiarazione in cui ha
negato che lei o qualcuno del suo team
“abbia diffuso informazioni negative sul
signor Baldoni o sulla Wayfarer” e
ha espresso la speranza che la causa “facciacalare il sipario
su queste sinistre tattiche di ritorsione”:
Spero che la mia azione legale
contribuisca a far calare il sipario su queste sinistre tattiche di
ritorsione ai danni delle persone che denunciano una cattiva
condotta e contribuisca a proteggere altri che potrebbero essere
presi di mira”.
Il rapporto prosegue affermando
che, mentre la Lively ha iniziato a sentirsi a proprio agio sul set
dopo il teso incontro, ha lavorato con la Sony per creare
il proprio taglio diIt Ends with
Us, che comprendeva l’inserimento di nuovi montatori,
un compositore e l’aggiunta di una canzone di Taylor Swift. Alla
fine lo studio e Wayfarer hanno deciso di scegliere la sua versione
del film e le hanno dato un credito come produttrice.
All’inizio della collaborazione tra
Baldoni e il suo team e la Nathan, quest’ultima avrebbe suggerito
una serie di punti di discussione per i media,
“tra cui il fatto che la signora
Lively abbia usato uno squilibrio di potere per prendere il
controllo creativo del film”, solo
che il regista/star ha insistito di più, facendo riferimento a un
thread sui social media in cui una celebrità ha accusato un’altra
di comportamento prepotente e che ha generato 19 milioni di
visualizzazioni. Secondo quanto riferito, il team avrebbe anche
parlato con un redattore del Daily Mail della possibilità
di inserire dei pezzi “su quanto sia orribile lavorare con
Blake”.
Il rapporto prosegue notando il
contraccolpo che la Lively avrebbe dovuto affrontare durante la
promozione di It Ends with Us, ma osserva anche che è
“impossibile sapere quanta della pubblicità negativa sia stata
seminata” da Baldoni e dal suo team, con il gruppo che
invece si mandava costantemente messaggi di eccitazione per le
critiche che le venivano rivolte. Un messaggio di Nathan a
Jennifer Abel, un’altra dirigente delle pubbliche relazioni,
recitava:
E i social stanno davvero
aumentando.A suo favore, lei deve essere furiosa.È
davvero triste perché dimostra che c’è gente che vuole davvero
odiare le donne”.
I successivi scambi di messaggi
mostrano che Baldoni ha vissuto una serie di emozioni
riguardo alla campagna diffamatoria riportata, che vanno
dal suggerimento di far girare una storia positiva su Lively e Ryan
Reynolds contro il duo, alla preoccupazione che la gente capisca il
suo coinvolgimento e al timore che vengano usati account bot per i
loro obiettivi. Nathan ha assicurato al regista/star che non sono
stati utilizzati bot, poiché un team di PR digitali sarebbe
“troppo intelligente per ‘utilizzare qualcosa di così
ovvio’”. Nathan si è anche preso il merito della storia
pubblicata dal Daily Mail il 16 agosto, intitolata “Blake
Lively è destinata a essere CANCELLATA?”, definendosi “la
migliore” e chiedendo ad Abel “è per questo che mi hai
assunto, giusto?”.
Un rapporto acquisito dal
NYT da Terakeet , consulente di brand marketing
, sembra confermare che la Lively sia stata oggetto di
“un attacco online mirato e
multicanale” volto a danneggiare la sua
reputazione. I dati del rapporto affermano che il 35% dei
risultati di ricerca su Google con il nome di Lively includeva un
riferimento a Baldoni, cosa che secondo la società è “altamente
insolita data la durata della sua carriera” e che
“suggerisce che l’ambiente mediatico è stato
manipolato”.
FOTO di copertina: Blake Lively al
13° Annual LACMA Art + Film Gala 2024 presentato da Gucci. – Foto
di imagepressagency via Depositphotos.com
Dexter:New
Blood ha visto Dexter arrestato per l’omicidio di
Matt Caldwell, e alla fine è stato ucciso dal suo stesso figlio a
causa delle sue malefatte omicide. Questo ha apparentemente segnato
la fine della decennale furia del personaggio, ma l’annuncio di
Dexter:Resurrection suggerisce che potrebbe
essere sopravvissuto alla sparatoria. Insieme alla serie prequel,
Dexter:Original Sin, il classico franchise
televisivo degli anni ’80 sta diventando sempre più grande e
Michael C. Hall dovrebbe riprendere il suo
ruolo.
Il trailer di Superman
di James
Gunn risponde perfettamente alla battuta più bella di
Batman v Superman: Dawn of Justice. Le
rivelazioni del trailer di Superman del DCU sono state
numerose, dal primo sguardo a David Corenswet nei
panni del Figlio di Krypton, agli accenni al tono di speranza che
il film trasmetterà. Anche il resto del cast di Superman è
stato messo in evidenza nel trailer, tra cui il Lex Luthor di
Nicholas Hoult e la Lois Lane di Rachel
Brosnahan, dando vita al vero inizio dell’Universo DC in
vista della data di uscita del film, prevista per il luglio
2025.
Oltre ai collegamenti con quelli
che diventeranno i film e gli show
televisivi del primo capitolo del DCU, il trailer è anche
legato alla storia della DC. Non solo la musica utilizzata è un
riff dell’iconica colonna sonora di John Williams per Superman:
The Movie, ma elementi come Superman perseguitato da una folla
inferocita ricordano i punti della trama utilizzati per
l’iterazione dell’eroe di Henry Cavill nel DCEU. Per quanto
riguarda in particolare la versione di Cavill, il
trailer di Superman del 2025 ha dato una risposta
perfetta a una delle battute più belle del DCEU.
Il nuovo trailer di Superman si
apre con la sconfitta di Clark
Superman e Kripto in Superman. Cortesia di DC Studios
In primo luogo, vale la pena di
esplorare i momenti del trailer di Superman che forniscono
il collegamento al DCEU. Inizialmente, il trailer di
Superman si apre con ampie inquadrature di un paesaggio
ghiacciato, probabilmente l’area circostante la Fortezza della
Solitudine di Clark. Dopo un breve momento, Kal-El viene mostrato
mentre si schianta al suolo. Viene poi mostrato sconfitto,
abbattuto e insanguinato prima di fischiare a Krypto, il supercane,
di riportarlo a casa. Anche se non è chiaro come Superman sia
finito in questa posizione precaria, è un modo interessante per
iniziare il trailer.
Per prima cosa, mette in mostra il
lato umano di Clark Kent rispetto a quello alieno di Superman.
Clark può essere abbattuto, ma ciò che lo rende Superman è la
frequenza con cui si rialza per combattere per la speranza, la
giustizia e l’American Way. In ogni caso, mostrare Clark in un
momento di sconfitta è un modo sorprendente per iniziare il
materiale di marketing per il primo passo ufficiale del DCU e fornisce un collegamento interessante alla
linea temporale dei film del DCEU attraverso una voce divisa:
Batman v Superman: Dawn of
Justice.
Il primo contributo di Superman
di David Corenswet conferma che sanguina
Krypto dal trailer di Superman di James Gunn – Cortesia
WB
Il legame con Batman v
Superman: Dawn of Justice nasce dal precedente eroe del
titolo. Il
Batman di Ben Affleck si è dimostrato una forte opposizione al
Superman di
Henry Cavill nel DCEU. Nessuna scena lo ha dimostrato meglio
del finale del secondo atto dell’inseguimento in auto di Batman
v Superman con la Batmobile. Mentre la scena si conclude,
Superman arriva per porre fine al percorso di distruzione di
Batman, mettendolo in guardia dal regno di vendetta che il
Cavaliere Oscuro di Gotham sta portando avanti. Prima che Superman
voli via, Batman afferma“Dimmi,
sanguini?Lo farai”.
Sebbene Batman v Superman
risponda a questa domanda alla fine del film, facendo usare a
Batman armi alla kryptonite, anche Superman affronta la
questione. La rappresentazione di Clark nel suo punto più basso
dimostra che questa versione di Superman, l’iterazione del DCU, sanguina. Naturalmente, potrebbe essere
rivelato che Superman sanguina a causa dell’uso della kryptonite da
parte di Lex Luthor, dato che Gunn ha confermato che l’intensa
rivalità del duo è iniziata prima del punto di partenza del film.
Ciononostante, il Batman del DCU non avrà dubbi sul fatto che Superman
sanguini, se il primo trailer è un dato di fatto.
La battuta di Batman v Superman
“Do You Bleed” è ancora la più bella citazione del DCEU
Certo, questo collegamento potrebbe
sembrare insignificante, se non fosse per la forza della battuta
originale di Ben Affleck nel DCEU. Molti concordano sul fatto che
questo sia uno dei momenti più belli del franchise e che, per molti
versi, incarni i punti di forza di Zack Snyder come regista.
Nonostante la narrazione di Snyder sia spesso citata come una delle
sue debolezze, nessuno può negare l’occhio che il regista aveva per
i singoli momenti di grandezza. Batman v Superman ne ha
avuti molti, con il momento “Do you bleed” che spicca tra
tutti.
Il momento ha consolidato la
sottotrama che ha reso speciale BvS , dopotutto. Sebbene
l’impostazione del DCEU più ampio non si sia amalgamata
perfettamente come il resto della storia, la dinamica tra Affleck e
Cavill nei panni dei due supereroi titolari è stata eccellente. Il
fatto che questa battuta sia l’elemento migliore di questa dinamica
non fa che dimostrare quanto sia stata davvero fantastica. Che il
richiamo di Superman a questa battuta sia
stato intenzionale o meno da parte di Gunn, il fatto che il
pubblico possa fare questo collegamento richiama alla mente i
vantaggi duraturi dell’ormai defunto DCEU prima che il suo
successore abbia veramente inizio.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
James
Gunn ha spiegato perché ha deciso di realizzare
Supergirl:Woman of
Tomorrow il seguito di Superman. Il film
avrà come protagonista Milly Alcock di House of the Dragon nel ruolo di
Kara Zor-El/Supergirl, la cugina “maggiore” di Clark Kent/Superman.
Secondo
Omelete (via
Comic Book Resources), Gunn ha scelto
Supergirl per dirigere il secondo film dell’Universo DC grazie alla
qualità della sceneggiatura:
“Non sapevo necessariamente che
Supergirl sarebbe stato il secondo film che avremmo fatto, ma Ana
[Nogueira] ha scritto una sceneggiatura incredibile, e poi abbiamo
assunto un regista incredibile, e faremo questo film dopo Superman
perché era l’opzione migliore.Sono stati scritti altri
film, ma non erano buoni come questo.Quindi continuiamo con
questo ritmo.Tutto deve essere buono.La qualità
viene prima di tutto in ogni progetto che realizziamo.E
questo è più importante che raccontare una mega-narrazione
grandiosa”.
James Gunn ha
anche parlato della sua filosofia riguardo ai film che ottengono il
via libera dai DC Studios. Ha spiegato:
“Non sacrificherò mai il
presente per il futuro.Tutto sarà sempre incentrato sulla
storia che abbiamo davanti.Questa è la cosa più
importante.Non daremo il via libera a film senza
sceneggiature pronte”, ha assicurato.“Abbiamo dei piani di
base per ciò che accade nell’universo, ma se qualcosa non funziona
come vogliamo, allora cambierà.Abbiamo film e serie che ci
hanno sorpreso”.
Tutto quello che sappiamo su
Supergirl: Woman of Tomorrow
Supergirl:Woman of Tomorrow è
attualmente previsto come secondo titolo del DCU distribuito dai
DC Studios e sarà diretto dal regista di CrudeliaCraig Gillespie. Ana Nogueira
(The Vampire Diaries) ha scritto la sceneggiatura dopo
essere stata inizialmente ingaggiata per scrivere il film di
Supergirl con Sasha Calle di The
Flash.
Stando a quanto fino ad oggi
riportato, nel film dei DC Studios, Supergirl viaggia attraverso la
galassia per festeggiare il suo 21° compleanno con Krypto il
supercane. Lungo la strada, incontra una giovane donna di nome
Ruthye e si ritrova coinvolta in una ricerca omicida di
vendetta.
Quando Supergirl:Woman of Tomorrow è stato annunciato per la prima volta,
Gunn ha dichiarato: “Vediamo la differenza tra Superman, che è
stato mandato sulla Terra e cresciuto da genitori amorevoli fin da
quando era un neonato, e Supergirl, che è stata cresciuta su una
roccia, una scheggia di Krypton, e ha visto tutti quelli che la
circondavano morire ed essere uccisi in modi terribili per i primi
14 anni della sua vita, e poi è arrivata sulla Terra quando era una
giovane ragazza”.
“È molto più dura, non è
esattamente la Supergirl che siamo abituati a vedere”, ha
concluso. Prima di essere protagonista di un’uscita in solitaria,
ci aspettiamo che la Supergirl di Alcock faccia il suo debutto nel
DCU in Superman
la prossima estate. Accanto alla Alcock, sappiamo ci sarà
Matthias Schoenaerts nel ruolo del cattivo Krem delle
Colline Gialle, mentre Eve Ridley sarà Ruthye Mary
Knolle.
Mentre Dexter:New Blood era inizialmente la fine
della storia di Dexter, l’annuncio di
Dexter:Resurrection
rivela che non è ancora finita. New Blood ha
riportato
Michael C. Hall nei panni di Dexter Morgan per riscattare
l’odiato finale della serie originale, e ha anche riportato suo
figlio Harrison, sua sorella Debra e alcuni altri cammei della
serie originale per arricchire la nuova vita di Dexter a Iron Lake.
Il colpo di scena finale di Dexter:New Blood è
stato sorprendente e straziante, ma aveva senso come modo
inevitabile di chiudere la serie, perché la storia di
Dexter non poteva finire senza la morte di Dexter
Morgan.
Dexter:New
Blood ha visto Dexter arrestato per l’omicidio di
Matt Caldwell, e alla fine è stato ucciso dal suo stesso figlio a
causa delle sue malefatte omicide. Questo ha apparentemente segnato
la fine della decennale furia del personaggio, ma l’annuncio di
Dexter:Resurrection suggerisce che potrebbe
essere sopravvissuto alla sparatoria. Insieme alla serie prequel,
Dexter:Original Sin, il classico franchise
televisivo degli anni ’80 sta diventando sempre più grande e
Michael C. Hall dovrebbe riprendere il suo
ruolo.
Il mese di uscita di
Dexter:Resurrection è stato
anticipato
Sulla scia della première del
prequel, Dexter:Original Sin, l’ultima notizia
riguarda il mese di uscita di Dexter:Resurrection. L’aggiornamento è arrivato direttamente dal
produttore e showrunner Clyde Phillips, che ha parlato con Discussing Film sia del prequel che della prossima
serie sequel. Phillips ha rivelato che l ‘inizio delle
riprese diResurrectionè
previsto per il gennaio 2025 e la speranza di andare in onda nel
giugno dello stesso anno. Si tratta di una tempistica
piuttosto rapida per una serie, ma la sicurezza con cui Phillips ha
fornito l’aggiornamento suggerisce che lo show arriverà in
tempo.
Dexter:Resurrection è confermata
Mentre contemporaneamente si
pubblicizzava l’imminente serie prequel, Dexter:Original Sin, Michael C. Hall è apparso al San Diego
Comic-Con del 2024 per rivelare che avrebbe ripreso il suo ruolo in
un nuovo sequel, Dexter:Resurrection. Il sequel, che si svolgerà
all’indomani del finale di New Blood, prevede che
Dexter sia in qualche modo sopravvissuto alla sua presunta
morte e che tornerà nel sequel. In un’intervista a
Variety, Hall è stato piuttosto cauto nel rivelare i
dettagli, anche se ha detto: “Non so cosa sono autorizzato a
dire se non che fa molto freddo là fuori”.
Sono stati annunciati anche altri
dettagli sul sequel a sorpresa, e lo show è concepito come
una serie in corso che potrebbe andare avanti per diverse
stagioni. Da allora è stato rivelato che le riprese di
Resurrections dovrebbero iniziare nel gennaio 2025, ma non si
conosce ancora il programma completo. Lo showrunner e produttore
Clyde Phillips ha dichiarato di voler consegnare la serie
nel giugno del 2025, lasciando intendere che il sequel
avrà un programma di produzione piuttosto breve.
Dexter:New
Blood si è concluso il 9 gennaio 2022.
Dexter:Resurrezione
Cast
Michael C. Hall interpreterà di
nuovo Dexter
Con la serie sequel appena
annunciata ancora in fase embrionale, l’unico nome collegato è
quello di Michael C. Hall, che tornerà a
interpretare il serial killer moralista Dexter Morgan. Al di fuori
di Hall, qualsiasi ritorno del cast sarebbe puramente speculativo e
dipenderebbe interamente dalla direzione che prenderà la storia del
sequel. Jack Alcott potrebbe tornare nel ruolo del figlio di
Dexter, Harrison, così come Jennifer Carpenter potrebbe interpretare la
versione spettrale di Debra, la sorella di Dexter. A prescindere da
chi tornerà, il sequel introdurrà probabilmente una serie di nuovi
personaggi che vivranno ovunque Dexter si trasferisca.
Dettagli sulla trama di
Dexter:Resurrection
Il sequel riprende dopo New
Blood
Come il controverso finale
dell’ottava stagione di Dexter, anche
Dexter:New Blood
èstato un finale piuttosto ambiguo, che ha
dato il via alla nuova serie sequel. La serie si
concludeva con Angela che chiamava Angel Batista a Iron Lake per
confermare che Dexter era il Macellaio di Bay Harbor, Harrison che
uccideva Dexter e Angela che lasciava che Harrison lasciasse la
città mentre lei si prendeva la colpa della morte di Dexter.
Nonostante la conclusione, il finale sembra fatto apposta per
lasciare aperta la porta a ulteriori sviluppi futuri.
Senza una conclusione su dove
Harrison stia andando dopo aver “ucciso” suo padre o se Dexter sarà
effettivamente confermato come il Macellaio di Bay Harbor,
Dexter:Resurrection ha molto su cui lavorare. Se
a tutto ciò si aggiunge il fatto che Michael C. Hall tornerà a
vestire i panni di Dexter Morgan, Resurrection potrebbe
diventare la serie continuativa promessa. Il coinvolgimento di Hall
è curioso, e non è ancora confermato se Dexter tornerà come
umano o come figura spettrale che visita Harrison (proprio come
Debra perseguitava Dexter).
Basato sull’omonimo racconto del
1957 scritto dal Dr. Seuss, nel 2018 è arrivato
al cinema il terzo adattamento cinematografico della storia del
Grinch, dopo lo speciale televisivo del 1966 e il
lungometraggio live-action del 2000 con protagonista Jim Carrey.
Questo nuovo film, diretto da Yarrow Cheney e
Scott Mosier ripropone dunque attraverso
l’animazione il racconto della celebre creatura verde che odia il
Natale ed escogita piani malvagi di ogni tipo per rovinarlo. Con un
incasso di 511 milioni di dollari in tutto il mondo, questo nuovo
Il Grinch è
diventando il film di Natale con il maggior incasso di tutti i
tempi, nonché l’adattamento cinematografico del Dr. Seuss con il
maggior riscontro economico.
Questo perché ormai, per quanto egli
cerchi di rovinarlo, il Grinch è diventato un’icona imprescindibile del
Natale e i film a lui dedicati sono considerati dei classici natalizi: una cosa che
probabilmente al Grinch non farebbe piacere sapere. In questo
articolo approfondiamo alcune curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di doppiatori originali e italiani. Si
vedranno poi anche le differenze con le precedenti
versioni del personaggio e le frasi più
belle di questo nuovo film. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
titolo nel proprio catalogo.
La trama di Il Grinch
Nella città di Chi Sarà, le creature
simili agli umani chiamate Chi Saranno sono entusiaste di
festeggiare il Natale. L’unico a non essere divertito è
un’irascibile creatura dal pelo verde chiamata Il
Grinch, che ha un cuore “di due taglie più
piccolo” e vive in una caverna sulla cima di un monte, appena
a nord di Chi Sarà. L’unico amico del Grinch è il suo fedele cane
domestico Max ed entrambi visitano la città solo
quando il Grinch ha bisogno di comprare cibo o fare cose cattive.
Nel frattempo, Cindy Chi Lou, sei anni, si accorge
che sua madre Donna è troppo oberata di lavoro per
prendersi cura di lei e dei suoi due fratellini Buster e Bean.
All’inizio, la piccola decide di
inviare una lettera a Babbo Natale per aiutare la madre, ma dopo
aver incontrato il Grinch, che le dice sarcasticamente che dovrà
parlarne con Babbo Natale faccia a faccia, decide di provare a
intrappolare Babbo Natale con l’aiuto dei suoi amici. La cosa però
si ritorce inaspettatamente contro lo stesso Grinch, che ha in
mente di travestirsi da Babbo Natale per rubare tutti i regali agli
abitanti di Chi Sarà. Nel corso di questa sua malvagia missione,
però, si troverà a dover fare i conti proprio con Cindy, la quale è
pronta a tutto pur di veder esaudito il proprio desiderio.
Il cast di doppiatori italiani e
originali dei personaggi
A dare voce al Grinch nella versione
originale vi è l’attore britannico Benedict
Cumberbatch. Questi, tuttavia, si oppose all’idea dei
produttori di farlo recitare con la sua voce naturale, poiché
accortosi che il resto degli interpreti coinvolti è americano,
ritenne che anche il Grinch avrebbe dovuto avere quell’accento.
L’attore ha poi raccontato di aver trovato molteplici somiglianze
tra il Grinch e Smaug, il drago da lui interpretao nella trilogia
di Lo Hobbit. Entrambi,
infatti, vivono reclusi su una montagna che sovrasta una cittadina
ed entrambi apprezzano proprio la loro solitudine. A fornire la
voce italiana al Grinch, invece, è stato scelto l’attore Alessandro
Gassmann.
Sempre per la versione originale,
invece, Cindy Chi Lou è doppiata da Cameron Seely,
che ha invece in Italiano la voce di Lucrezia
Roma. La madre, Donna, è invece doppiata da
Rashida Jones in una versione e da Daniela
Calò nell’altra. Per la versione originale si annoverano
poi Angela Lansbury
per il ruolo del sindaco McGerkle (Vittoria Fabbi
in italiano), Kenan Thompson per quello di
Bricklebaum (Alessandro Quarta in italiano) e
Brad O’Hare per il personaggio di Groopert
(Gabriele Meoni in italiano), il migliore amico di
Cindy. Infine, nella versione originale la voce narrante è del
cantante Pharrell Williams, mentre nella versione
italiana si può ascoltare quella di Emiliano
Coltorti.
Le differenze con gli altri film dedicati al Grinch
Tra questo film e i precedenti
adattamenti del personaggio ideato dal Dr. Seuss, ci sono alcune
somiglianze ma anche numerose differenze nel modo in cui il Grinch
viene raffigurato. Innanzitutto, la sua origin
story è diversa da quella del film del 2000, dove era
stato pubblicamente umiliato alle elementari per essersi dovuto
radere alla sua età. Un’altra differenza rispetto proprio a quel
film la si ritrova nella totale assenza di Martha May
Whover, qui completamente eliminata in quanto gli
sceneggiatori hanno ritenuto che un interesse amoroso voluttuoso
non fosse il tipo di messaggio che si voleva trasmettere questa
volta. O ancora, in tutte le altre versioni, il Grinch non trova
mai una renna che lo aiuti nel rubare i regali, quindi si serve di
Max. In questo adattamento, invece, riesce a trovarla.
Nei precedenti due adattamenti, il
Grinch ha l’idea di travestirsi da Babbo Natale quando vede il
volto di Max ricoperto di neve che assomiglia vagamente al volto di
Babbo Natale. Nel libro e in questa versione, invece, il Grinch
matura da solo l’idea di travestirsi da Babbo Natale. Sempre questa
nuova versione del Grinch insiste nel volersi calare quanto più
possibile nei panni di Babbo Natale e indossa una barba bianca, a
differenza delle versioni precedenti che non se ne preoccupavano
nemmeno. C’è infine un elemento evidente che accomuna lo speciale
del 1966, il film del 2000 e questa versione de Il Grinch, ovvero
la presenza della canzone “Welcome Christmas” scritta dal
Dr. Seuss e da Albert Hague e cantata dagli abitanti di Chi
Sarà.
Ecco ora alcune tra le frasi più
belle e simpatiche del film Il Grinch, attraverso le quali
si può costruire un prima idea di cosa aspettarsi dal protagonista
e dal racconto:
Pietosoni di tutto il mondo, unitevi!
Ciao, creaturina… Come hai
osato entrare nella tana del Grinch?! Quale impudenza! Quale
audacia! Che inaudita faccia tosta! Tu hai voluto attirare il
fulmine, quindi tieniti pronta a fare, bum! E ora, guarda in faccia
la paura! Blblbl!
So che cosa fare! Mi inventerò un modo per rubare il loro
Natale!
Bambini d’oggi. Troppo desensibilizzati da cinema e
televisione.
Se ti azzardi a pronunciare anche una sola sillaba, ti darò
la caccia e ti sventrerò come un pesce! Per mandare un fax premere
invio adesso (segreteria telefonica del Grinch)
Che faccia tosta quei Nonsochi.
Invitarmi laggiù… con tanto poco preavviso. Perfino se volessi
andare i miei impegni non me lo consentirebbero. Ore 16:
autocommiserazione. 16:30: fissare il muro. Ore 17: risolvere la
fame nel mondo e non dirlo a nessuno. 17:30: ginnastica. 18:30: la
cena con me, questo non lo posso rimandare ancora. Ore 19: lottare
contro il disprezzo per me stesso. L’agenda è piena. Certo se
sposto l’autodisprezzo alle 21 avrò ancora il tempo di sdraiarmi a
letto a fissare il soffitto e scivolare lentamente nella pazzia. Ma
che vestito mi metto?
Il trailer del filmme dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Il
Grinch grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes,Prime Video, Infinity+, Now, Tim Vision
e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
21 dicembre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Già protagonisti dei film I mercenari e I mercenari 2, gli
attori Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger
si sono trovati nuovamente a recitare insieme per Escape
Plan – Fuga dall’inferno (qui la recensione), diretto nel
2013 da Mikael Håfström.
Questo è in realtà il primo vero film dove i due si incontrano sul
grande schermo per ben più che qualche breve scena, come accade
invece nei due titoli sopra citati. Quello in questo
lungometraggio, infatti, è stato definito come il confronto tanto
atteso tra due delle maggiori star del cinema d’azione dagli anni
Ottanta in poi, da molti paragonato all’incontro tra
Robert De Niro e
Al Pacino nel
thriller Heat – La sfida.
Il progetto per Escape Plan
– Fuga dall’inferno circolava in realtà da molto a
Hollywood, ma il susseguirsi di registi e interpreti diversi ha
continuamente ritardato la sua produzione. Soltanto con l’arrivo di
Håfström, regista già di 1408 e Il rito, il tutto
si è infine concretizzato. Grazie al coinvolgimento dei due noti
attori, Escape Plan – Fuga dall’inferno ha così
subito guadagnato l’interesse tanto della critica quanto degli
amanti del genere. In linea con i film precedentemente interpretati
dai due, questo si configura come un thriller d’azione
particolarmente duro e spietato nella raffigurazione delle carceri
statunitensi, ambiente in cui si svolge gran parte del film.
Accolto in modo positivo dalla
critica e dal pubblico, Escape Plan – Fuga
dall’inferno è arrivato ad un guadagno di circa 137
milioni di dollari in tutto il mondo. Da questo successo sono poi
nati due sequel, che hanno espanso il racconto qui proposto. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e ai suoi sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è Ray
Breslin, una delle principali autorità mondiali nel campo
della sicurezza delle strutture carcerarie, il quale decide di
accettare un ultimo incarico prima di ritirarsi ad una vita più
tranquilla e solitaria. Egli dovrà evadere dall’ultra-segreto e
tecnologico penitenziario di ultimissima generazione, chiamato “The
Tomb”. Egli tuttavia, si vede ingannato ed ingiustamente
imprigionato, ritrovandosi così senza via di fuga. Da grande
esperto, egli è però convinto dell’esistenza di almeno una falla
nella sicurezza che possa condurlo alla libertà. Per riuscire
nell’impresa, però, dovrà coinvolgere un altro detenuto,
Emil Rottmayer. Insieme, cercheranno di evadere
dal più sicuro ed inespugnabile carcere mai concepito e costruito
dall’uomo.
Il cast e le location del film
Per il ruolo di Ray Breslin, i
produttori sapevano già di volere un noto attore di film d’azione.
Inizialmente vennero considerati Bruce Willis e lo stesso Schwarzenegger.
Entrambi però rifiutarono per via di altri impegni. Il ruolo fu
allora offerto a Sylvester Stallone, che
accettò la parte. Con il suo coinvolgimento, Schwarzenegger si
decise a partecipare a sua volta al progetto, accettando un ruolo
minore, quello del detenuto Emil Rottmayer. I due interpreti e
amici cercavano infatti da tempo un progetto in cui poter recitare
a più stretto contatto, trovandolo infine in questo. Per entrambi,
il set non fu però semplice e in più occasioni i due hanno
riportato alcuni infortuni a seguito di scene piuttosto
complesse.
Accanto a loro, nel ruolo del
direttore del carcere Willard Hobbes vi è Jim Caviezel, mentre
50 Cents è Hush, il miglior amico di Ray.
Sam Neill interpreta il
dottor Kyrie, operante nel carcere, mentre Vincent D’Onofrio è
Lester Clark, socio di Ray. Come base per la ricostruzione della
prigione e le riprese in interni sono stati utilizzati gli spazi
del Michoud Assembly Facility di New Orleans, struttura NASA in
disuso da anni adibita in precedenza all’assemblaggio di
giganteschi serbatoi esterni degli Space Shuttle. In questo luogo è
stato ricostruito quanto si vede nel film, curando il tutto al
minimo dettaglio. Circa il 90% del film si svolge infatti in questo
ambiente, reso il più realistico possibile.
A cinque anni di distanza dal film,
è arrivato in sala il suo primo sequel: Escape Plan 2 – Ritorno
all’inferno. In questo Stallone riprende il suo
personaggio, impegnato ancora una volta nel dover testare la
sicurezza di un nuovo carcere. Ad affiancarlo in questo caso non vi
è Schwarzenegger, bensì l’ex wrestler Dave Bautista. Dopo il
buon successo del secondo film, i produttori decisero di dar vita
ad un capitolo conclusivo di quella che è così diventata a tutti
gli effetti una trilogia. Uscito nel 2019, Escape Plan 3 – L’ultima
sfida si avvalse di un budget ridotto ma di una
sceneggiatura più solida. Ciò portò il terzo film ad affermarsi a
sua volta come un buon successo di critica e pubblico, riproponendo
il cast del secondo film.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Escape Plan – Fuga
dall’inferno è infatti disponibile nei cataloghi di
Apple iTunes, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di sabato 21 dicembre
alle ore 21:20 sul canale Rai
4.
Un flash mob unico nel suo
genere ha visto sfilare le iconiche Pink Guards e la celebre
bambola Young-hee, simboli della serie di successo mondiale
SQUID
GAME, nei pressi del Bacino di San Marco, della Riva
degli Schiavoni e del molo di San Marco davanti al Palazzo
Ducale.
La seconda
stagione di Squid
Game, in esclusiva su Netflix dal 26
dicembre, promette di emozionare ancora una volta il pubblico di
tutto il mondo con nuovi giochi e colpi di scena. L’iniziativa ha
trasformato il cuore di Venezia in un palcoscenico unico, dove il
mistero e il fascino della serie si sono mescolati con l’atmosfera
magica della città lagunare.
Sinossi: Tre anni dopo
aver vinto lo Squid Game, il Giocatore 456 rimane determinato a
trovare le persone che stanno dietro a questo gioco e a porre fine
al loro sport malvagio. Utilizzando i soldi che ha vinto per
finanziare la sua ricerca, Gi-hun inizia dal luogo più ovvio:
cercare l’uomo in abito elegante che gioca a ddakji nella
metropolitana. Ma quando i suoi sforzi producono finalmente dei
risultati, la strada per distruggere l’organizzazione si rivela più
letale di quanto immaginasse: per porre fine al gioco, deve
rientrarvi.
Numero episodi: 7 episodi
Scrittore/regista: Hwang Dong-hyuk
Produttori esecutivi: Kim Ji-yeon, Hwang
Dong-hyuk
Prodotta da: Firstman Studio
Cast principale: Lee
Jung-jae, Lee Byung-hun, Wi Ha-jun, Gong Yoo, Yim Si-wan, Kang
Ha-neul, Park Gyu-young, Lee Jin-uk, Park Sung-hoon, Yang
Dong-geun, Kang Ae-sim, Lee David, Choi Seung-hyun, Roh Jae-won, Jo
Yu-ri e Won Ji-an.
I fan più fedeli di Superman hanno
molta familiarità anche con il suo cane, Krypto,
che nel film di James
Gunn sarà importante per la storia,
almeno a giudicare dal
primo trailer! Ma chi è Krypto? Qual è la sua storia?
Il personaggio esiste dal 1955,
quando la DC lo ha inserito per la prima volta in Adventure Comics
n. 210 per quella che doveva essere una trama unica. L’arco
narrativo ha riscosso così tanto successo, che non passò molto
tempo prima che Krypto tornasse, ancora e ancora, scatenandosi
regolarmente attraverso una varietà di imprese dei fumetti di
Superman e Superboy.
Qual è la storia di Krypto?
La storia delle origini
di Krypto, o “Skip”, come viene chiamato quando vive in incognito
nella fattoria Kent in Kansas, è un po’ oscura dopo così tanti
decenni di storie scritte da diversi autori. Ma ecco le basi: il
cane era un soggetto di prova per un prototipo di uno di quei razzi
che il padre di Superman ha usato per trasportare il figlioletto in
salvo prima che Krypton esplodesse. Ma come spesso accade nella
mitologia di Krypton, qualcosa è andato terribilmente storto con il
lancio, l’astronave è uscita dalla rotta e Krypto ha vagato nello
spazio per anni prima di trovare finalmente la strada per la Terra,
dove lui e Superman, ormai adolescente, si sono riuniti.
Oltre ad apparire in una serie di
fumetti e, in seguito, in un mucchio di cartoni animati, Krypto è
apparso negli ultimi anni in prima serata in TV in
Smallville, Titans e Superman &
Lois. Ha fatto il suo esordio sul grande schermo nel 2022,
in DC League of Super-Pets, un film d’animazione
per il quale è stato scelto Dwayne Johnson come
sua voce. Ricordiamo che il personaggio non parla nei fumetti e i
suoi pensieri a volte sono illustrati con fumetti di testo, il che
era abbastanza strano, e nella serie animata del 2005 di Cartoon
Network Krypto the Superdog, gli è stato dato un
dispositivo di traduzione un po’ come quello che Ed Asner usava per
chiacchierare con i segugi in Up. Ma no, il
Superdog non sa parlare. Come i cani della Terra, abbaia.
Quali sono i poteri di
Krypto?
I poteri che possiede esattamente
l’animale dipendono dall’universo DC in cui viene raccontato. Ma ci
sono alcune costanti. È più intelligente dei cani normali, più
veloce, più forte e può volare, in altre parole, può fare
praticamente tutto ciò che fa il suo padrone, solo a quattro zampe.
Come Superman, Krypto indossa un mantello rosso quando combatte il
crimine, sfoggia anche un collare dorato e una targhetta con una
grande “S” rossa. La sua razza è incerta: in alcune
rappresentazioni sembra un Labrador Retriever, altre volte più un
Pitbull;
nel trailer di Gunn sembra avere qualità da terrier, ma la sua
pelliccia è sempre bianca come la neve. A meno che, ovviamente, non
si travestisse da Skip, nel qual caso i Kent aggiungono una macchia
di tintura nera in stile dalmata sulla sua schiena, un po’ come
Clark Kent che si infila un paio di inutili occhiali di corno.
Krypto – fumetti
Ovviamente, Krypto
ha un potere aggiuntivo che supera di gran lunga le sue (e persino
quelle di Superman) altre abilità: è carino. Si
potrebbe persino dire super carino. Questa è una caratteristica più
critica di quanto si possa pensare. Uno dei motivi per cui il
trailer di Gunn è stato così ben accolto tra i fan è proprio la
presenza di Krypto.
Guardare Krypto correre nella tundra
artica
nel trailer di Gunn, sollevando una nuvola di neve mentre
scatta al fischio del suo padrone ferito, è un momento così dolce e
toccante che potrebbe scaldare persino il cuore di Lex Luthor.
Il finale di Assassinio sull’Orient Express spiega che
questo non è solo un giallo di Agatha Christie, ma forse il suo
migliore. Il film è una rivisitazione contorta del genere di sua
proprietà che spinge l’iconico detective Hercule Poirot ai limiti
della sua morale. Il film di Kenneth Branagh del 2017, da lui diretto e
interpretato, è una versione patinata, ricca di star, ma per lo più
fedele. Il primo film della nuova serie di Agatha Christie ha
riportato Hercule Poirot all’attenzione del pubblico.
Assassinio sull’Orient
Express introduce gli spettatori a Poirot a Gerusalemme,
dove sta risolvendo un crimine con una logica tipicamente
sherlockiana, ma è tutto un preambolo al caso vero e proprio.
Costretto a tornare in Inghilterra per contribuire a un’indagine
precedente, Poirot prende l’Orient Express insieme a un gruppo
sorprendentemente numeroso di altri passeggeri, considerando che
siamo in pieno inverno. La situazione si fa subito strana e,
poco dopo che una valanga fa deragliare il treno, viene
scoperto un cadavere.
Ci sono dodici assassini, tutti
collegati alla vittima
La vittima è l’assassino John
Cassetti
La vittima è Samuel Ratchett
(Johnny
Depp). Con un’inquietante cicatrice sull’occhio
destro, gli indizi fanno pensare ai suoi precedenti crimini di
vendita di tappeti falsi ai gangster, ma la verità emerge
rapidamente dopo la sua morte. Si tratta di John Cassetti,
che qualche anno prima aveva rapito la piccola Daisy
Armstrong dalla casa dei genitori e, dopo essere stato
pagato il riscatto, l’aveva uccisa, causando l’aborto della madre
Sonia e spingendo il padre al suicidio. Tuttavia, l’ha fatta
franca. Una cameriera è stata ingiustamente condannata per il
crimine.
Il risultato è l’intensa forma di
giustizia vigilante del film: tredici persone che hanno qualche
legame con la famiglia Armstrong e con l’indagine che ne è seguita
si riuniscono per vendicarsi. Ognuno di loro ha un ruolo da
svolgere, intrappolando Cassetti in un’elaborata trappola che
culmina con il ritrovarsi tutti insieme sull’isolato Orient
Express. Prima di entrare nel merito di come hanno eseguito
l’omicidio, però, ecco come sono collegati tra loro:
Mentre indaga, Poirot scopre queste
connessioni e, alla luce dell’alto livello di prove contraddittorie
da parte dei sospettati, formula due possibili soluzioni: la prima
è che uno dei nemici della mafia di Ratchett si sia intrufolato nel
treno e lo abbia ucciso; la seconda è che siano tutti colpevoli.
Egli razionalizza correttamente che la seconda soluzione è
quella più orribile e rivela la sua conclusione agli assassini
dell’Ultima Cena (che sostituisce il classico
salotto).
Il gruppo ha pianificato un
modo per commettere l’omicidio con ragionevole dubbio
La Arden della Pfeiffer è la mente
del piano, che riunisce gli altri nel tentativo di vendicarsi.
Sanno di aver bisogno di un luogo remoto e isolato per l’omicidio,
dove non possano essere interrotti, e l’Orient Express
viene deciso come terreno ideale per la messa in scena.
MacQueen e Masterman si fingono subalterni di Ratchett,
assicurandosi che finisca sul treno mentre gli altri si preparano
alla fuga. Il piano di base consiste nel drogare il caffè di
Ratchett e poi far sì che tutti e dodici lo accoltellino una volta
sola, sia per fare giustizia che per mantenere il vero colpo di
grazia un mistero.
Le cose si complicano solo con
l’ingresso di Hercule Poirot. Quando viene fatto salire sul treno
all’ultimo momento proprio accanto alla cabina di Ratchett, gli
assassini devono costruire una narrazione alternativa per distrarre
il detective. Dopo una falsa agitazione per distrarre Poirot e
disorientarlo sulle specifiche dell’omicidio, la maggior parte
delle quali consiste in semplici bugie quando li interroga, creano
una falsa serie di eventi che crea il mistero del conduttore basso
e acuto del treno.
Inoltre, gli forniscono
numerosi indizi falsi, come l’ora regolata sul cronometro,
il bottone del guardiano disonesto e il fatto di nascondere le
prove nel suo bagaglio, lasciandogli intravedere Debenham con la
vestaglia rossa. Naturalmente, anche senza Hercule Poirot accanto,
a causa dell’equipaggio del treno, dovevano essere segreti, ma solo
il suo coinvolgimento li ha portati a recitare e incorniciare in
modo così intricato gli eventi della serata.
Egli razionalizza che poteva
accadere solo in America, alludendo a un incontro
precedente.
Alcuni aspetti chiave del caso,
presenti nel libro, non sono presenti nel film. Poirot si rende
conto che c’è qualcosa che non va nella fusione delle provenienze
che compongono gli abitanti del treno – è così diversa che
razionalizza che potrebbe accadere solo in America, alludendo a un
incontro precedente – mentre il cambio di fuso orario porta
a confondere l’ora in cui è avvenuto l’omicidio. Ci sono
altri sottili cambiamenti (il guardiano è uno degli assassini in
origine), ma l’etica dell’omicidio è la stessa. Ciò che differisce
un po’ è la risoluzione.
Forse la cosa più scioccante della
dozzina di assassini è che Poirot li lascia andare via. Racconta la
prima falsa storia di un clandestino alle autorità, che se la
bevono grazie alla sua identità. Questo sembra un grande
tradimento di tutto ciò che rappresenta – soprattutto per
il rigore di Branagh – ma rappresenta un’evoluzione del suo
personaggio e un maggiore apprezzamento del grigiore morale della
sua area di competenza. Il gruppo ha ucciso un uomo, ma le azioni
di Cassetti li hanno anche danneggiati e segnati emotivamente.
Quasi all’inizio, Poirot dice
a Ratchett che ha un’età in cui sa cosa gli piace e cosa
no.
Non si tratta di un semplice atto
di giustizia giustizialista – occhio per occhio – ma piuttosto di
un modo per superare il danno che ha causato. Quando Arden tenta il
suicidio piuttosto che mettere a tacere l’uomo che si sente in
dovere di rivelare la verità, si rende conto della portata della
colpa. Quasi all’inizio, Poirot dice a Ratchett che ha un’età in
cui sa cosa gli piace e cosa no; il colpo di scena lo mette in
discussione, dimostrando che non è mai troppo tardi per cambiare e
crescere.
Se in un primo momento questo
sembra spezzare irreversibilmente la determinazione del detective e
fargli desiderare di abbandonare la sua professione – inizialmente
ignora una richiesta di aiuto – dopo una pausa di riflessione, si
rimette in gioco, pronto per una nuova avventura. Questa
versione diAssassinio sull’Orient
Expressha l’impressione di voler essere una
dissezione di Poirot, esplorando le caratteristiche di un
individuo così unico. Questo mistero in particolare è un’entrata in
scena molto intelligente, perché mina intrinsecamente i suoi ideali
e lo vede poi uscire rafforzato.
Il vero significato del finale
di Assassinio sull’Orient Express
Assassinio sull’Orient
Express è una sovversione del giallo – un omicidio in cui
tutti sono colpevoli – che usa i tropi che ci si aspetta contro di
noi. La maggior parte delle “prove” è una distrazione delle
vittime. Branagh ha preso questo aspetto e lo ha usato per
esplorare il detective. Alla fine del film, Poirot capisce
chi sono gli assassini e sceglie di non fare nulla. Questo
perché sa che quello che hanno fatto è sbagliato, ma lo hanno fatto
per una ragione che lui comprende perfettamente.
Il fatto che Hercule abbia
scelto di girare la testa la dice lunga.
Anche questo è un grande colpo di
scena, perché dimostra che non si trattava di un giallo che portava
il detective a una sola persona che avrebbe potuto arrestare. Il
fatto che tutti i passeggeri del treno fossero responsabili
dell’omicidio dimostra che dimostrare la colpevolezza di qualcuno
sarà praticamente impossibile. Il fatto che Hercule abbia scelto di
girare la testa, ma anche che abbia capito che insistere
ulteriormente sul caso non sarebbe servito a nulla e avrebbe ferito
ancora di più le persone già vittime. L’omicidio è sbagliato, ma in
questo caso era giustificato.
Come il finale di Assassinio
sull’Orient Express si confronta con gli altri film di Hercule
Poirot
Hercule Poirot è più umano nel
film Assassinio sull’Orient Express di Branagh
Hercule Poirot è un detective
brillante, attento e meticoloso, che nel corso della sua carriera
si è assicurato di trovare sempre l’assassino. Questo è uno dei
motivi per cui i detective credono a tutto ciò che dice alla fine
di Assassinio sull’Orient Express, anche se sta mentendo
su tutto. Questo è stato il primo film della carriera di Kenneth
Branagh nei panni di Hercule Poirot, proseguita con Morte
sul Nilo e Un mistero a Venezia. Assassinio sull’Orient
Express mostra quanto sia diversa la sua versione.
Nelle precedenti versioni delle
storie di Agatha Christie, Hercule è per lo più analitico e
determinato unicamente a risolvere i crimini, con pochi o nessun
retroscena. Nella versione di Branagh, invece, ha una storia
tragica, quasi un’amante e un lato sensibile che non possiede nelle
versioni precedenti. Qui raramente vuole accettare un caso, e il
finale di Assassinio sull’Orient Express
mostra che Hercule è anche disposto a voltare le spalle a un caso
quando si rende conto che le circostanze giustificano il
crimine.
Il regista tedesco Edward
Berger (Niente
di nuovo sul fronte Occidentale) difende l’inaspettato
finale del suo ultimo film Conclave
(2024). Basato sull’omonimo romanzo del 2016, il thriller politico
vede
Ralph Fiennes nei panni del cardinale Thomas Lawrence,
che viene incaricato di qualcosa che inizia a sembrare sempre più
impossibile: eleggere il prossimo papa. Ambientato all’interno del
Vaticano, Lawrence deve destreggiarsi tra tensioni politiche,
spirituali e personali tra i suoi pari e potenziali candidati e, in
ultima analisi, affrontare il futuro incerto e traballante della
Chiesa cattolica.
Attenzione! Seguono Spoiler su
Conclave
In un’intervista con Vanity
Fair, Berger interviene sull’audace finale di Conclave
e sulla possibilità che questo susciti indignazione tra il pubblico
religioso. Fedele al romanzo, il thriller offre un audace colpo di
scena alla fine del film: il prossimo papa eletto Benitez
(Carlos Diehz) è nato intersessuale. Il regista
del film ha affrontato la questione, riconoscendo la natura
controversa della conclusione del film e affermando la sua
intenzione di accendere il dibattito, piuttosto che puntare a un
accordo universale.
Non tutti devono essere
d’accordo con il film. Amo quando le persone non sono d’accordo e
possiamo discutere a riguardo, una discussione davvero animata.
Questo è ciò che Benitez vuole fare: unire le persone, promuovere
la discussione e non soffocarla. Quindi se le persone non sono
d’accordo, il che, a dire il vero, accadrà ovviamente. Ma non mi
sto preparando, perché sento che cerchiamo di gestire [la
rivelazione] con diligenza, sensibilità senza usarla come
espediente narrativo o altro. Non è nemmeno un’azione di
demolizione della chiesa. Guarda davvero le persone di quella fede
con onestà, cercando di capire e servire la storia di
tutti.
Cosa significa per il pubblico la risposta del regista di
Conclave
Il regista invita gli spettatori a esplorare la fede e la
complessità umana
Sergio Castellitto in Conclave – Cortesia Eagle
Pictures
I commenti di Berger suggeriscono
che non solo accetta, ma accoglie con favore una serie di
interpretazioni e reazioni all’audace finale di Conclave.
La sua risposta sottolinea la sua convinzione nel valore delle
discussioni cinematografiche, specialmente per i film che toccano
argomenti delicati come la fede e il potere istituzionale.
Incoraggiando il pubblico a impegnarsi in una “discussione
animata”, Edward Berger sottolinea il rispetto per
le diverse prospettive e invita gli spettatori a esaminare le
proprie convinzioni e i propri pregiudizi nel contesto dei temi del
film, che circondano persino l’incertezza stessa.
Per molti versi, la prospettiva di
Berger consente al pubblico di vivere Conclave
senza aver bisogno di una conclusione certa per convalidare le
proprie opinioni. Questa scelta consente agli spettatori di
giungere alle proprie interpretazioni, soprattutto considerando
l’argomento sfumato che il film esplora. Infatti, il
regista insiste sul fatto che la maggior parte delle persone non
vuole comunque parlare del finale. Osserva: “In genere
vogliono solo parlare [del] sentimento delle diverse agende
politiche, che sembrano rispecchiare il discorso del
giorno”.
Star Wars ha
appena confermato che
The Mandalorian & Grogu ha terminato la
produzione ed è pronto per la data di uscita del 22 maggio 2026.
The Mandalorian & Grogu è il prossimo
film in uscita di Star Wars e, sebbene manchi più di
un anno alla data di uscita, c’è già molta attesa per il film. Come
spin-off di una delle migliori serie televisive di Star
Wars e primo film di Star Wars dopo anni,
The Mandalorian & Grogusegnerà
davvero un momento monumentale nel franchise.
C’è stata anche molta incertezza
sul futuro di Star Wars, dato che lo stato di molti show e
film che si pensava fossero in fase di sviluppo non è attualmente
chiaro, ma sembra che The Mandalorian & Grogu sia sulla
buona strada. Secondo un recente rapporto sull’anno in corso di
Star Wars:
Jon Favreau e Dave Filoni hanno
completato la produzione di The Mandalorian and Grogu, la
prima uscita nelle sale cinematografiche di Star Wars dopo
Star Wars: The Rise of
Skywalker del 2019, e non potremmo essere più felici di
vedere Din Djarin e Grogu accendere un jetpack e andare nelle
sale.Il film sarà interpretato da Pedro Pascal e Sigourney
Weaver, e l’assaggio che abbiamo avuto al D23 promette altri volti
familiari, tra cui Zeb Orrelios e un gruppo di Anzellani.Ci
dispiace, 2024, ma stiamo già pensando al 22 maggio 2026.
Questo aggiornamento è davvero
entusiasmante e conferma che The Mandalorian &
Groguha fatto passi da gigante e dovrebbe
arrivare in tempo.
Cosa significa l’aggiornamento
di The Mandalorian & Grogu per Star Wars
I recenti risultati di Star
Wars hanno lasciato anche i fan più sfegatati un po’ incerti
sul futuro del franchise. Dopo aver avuto per anni una serie
significativa, attualmente i
prossimi spettacoli di Star Wars comprendono solo la
seconda stagione di Andor e la
seconda stagione di Ahsoka. Dei film in sviluppo,
The Mandalorian & Grogu è l’unico con una data di uscita
confermata. Questo programma limitato arriva anche sulla scia di
altre decisioni sorprendenti, tra cui la cancellazione di The
Acolyte.
La notizia cheThe Mandalorian & Groguha
terminato la produzione è la perfetta rassicurazione che il futuro
diStar Warsrimane
luminoso, e arriva proprio al momento giusto. Gli annunci
di Star Wars potrebbero essere un po’ silenziosi nei
prossimi mesi, dato che la Star Wars Celebration 2025 si terrà ad
aprile e includerà senza dubbio molti annunci importanti. Questo
aggiornamento di fine anno su The Mandalorian & Grogu
servirà quindi a tenere il pubblico in attesa di ulteriori
aggiornamenti sui nuovi show e film in arrivo per il franchise.
Mufasa:Il Re Leone
continua l’amato franchise Disney con frequenti easter eggs e
riferimenti ai precedenti episodi de Il Re Leone. Questo franchise ha avuto inizio con
Il re leone del 1994, ma non era certo la fine delle
storie di Pride Rock. Oltre ai vari sequel animati, la Casa del
Topo si è tuffata nel mondo del fotorealismo in CGI, con Il Re
Leone del 2019 che riproduce la storia originale di Simba
in un mezzo completamente nuovo. Ora, Mufasa: Il Re Leone ha
mantenuto questa tendenza con un sequel e un prequel tutto in
uno.
Mufasa:Il Re
Leone introduce la versione in CGI della figlia di Simba e
Nala, Kiara, che si accontenta del racconto di Rafiki su come suo
nonno Mufasa sia diventato re delle Terre dell’Orgoglio. Mentre la
storia salta tra il passato e il presente, diventa chiaro che la
Disney ha modificato il suo canone narrativo. Le cose sono andate
in una direzione diversa rispetto ai precedenti sequel e prequel de
Il Re Leone, tra cui Il Re Leone II: L’orgoglio di
Simba o i libri prequel della Disney degli anni Novanta.
Tuttavia, Mufasa:Il Re
Leonecontiene diversi riferimenti a queste
opere dell’amato franchise.
Omaggio a James Earl
Jones
Forest Whitaker e James Earl Jones alla 15ª edizione degli Screen
Actors Guild Awards. – Foto di s_bukley via Depositphotos.com
L’attore James Early Jones ha
prestato memorabilmente la sua voce a Mufasa nel film Il Re
Leone del 1994 e nel remake in CGI del 2019. Essendo un film
prequel, Mufasa:Il re leone ha avuto bisogno di
rifondare il personaggio, dando a Mufasa la voce più giovane di
Aaron Pierre. Tuttavia, il film del 2024 si apre con la
voce di Jones nei panni di Mufasa, che pronuncia alcune
parole di conforto al figlio prima dell’inizio ufficiale della
storia.
La voce fuori campo di Jones è
seguita da un testo che rende omaggio all’attore, scomparso il 9
settembre 2024. È stato un modo toccante per ricordare al pubblico
l’uomo che per primo ha reso Mufasa così memorabile, assicurando
che la continuazione della storia di questo personaggio onorasse
ancora Jones.
La scena di apertura attraverso
le Terre dell’Orgoglio
Forse la scena più iconica de
Il Re Leone del 1994 è la sequenza di apertura, che mostra
gli animali delle
Terre dell’Orgoglio che salutano il sole prima di dirigersi
alla Roccia dell’Orgoglio per dare il benvenuto al piccolo Simba.
Il remake del 2019 ha replicato questa scena con un effetto
spettacolare e ora Mufasa:Il Re Leone ha ripreso
qualcosa di simile.
All’inizio di
Mufasa:Il Re
Leonedà il benvenuto al pubblico nelle Terre
dell’Orgoglio governate da Simba, è chiaro che questo
paradiso è altrettanto prospero quanto lo era sotto Mufasa. Vediamo
molti degli stessi gruppi di animali, dagli enormi elefanti e
giraffe alle minuscole formiche che si muovono sul terreno. Il
cerchio della vita è ancora in pieno svolgimento.
Kiara – Figlia di Simba e
Nala
Mufasa:Il Re
Leone è chiaramente una versione diversa del canone rispetto a
Il Re Leone II: L’orgoglio di Simba. Il sequel del 2024
riprende con Nala pronta a dare alla luce un altro cucciolo, cosa
che non accade mai nel vecchio sequel direct-to-video. Tuttavia, la
Disney non ha abbandonato tutti gli aspetti del film del 1998.
La figlia di Simba e Nala viene
presentata come Kiara in Mufasa:Il Re Leone, ed
è lo stesso nome che aveva inIl Re
Leone II: L’orgoglio di Simba. Finora non si è
parlato di Kovu e l’introduzione del fratellino di Kiara separa
ulteriormente questi due sequel. Tuttavia, il nome di Kiara era un
riferimento significativo per chi ha amato il sequel originale del
1998.
Le battute Hakuna Matata di
Timon e Pumbaa
Proprio come ne Il Re
Leone del 1994, Timon e Pumbaa hanno rotto la quarta parete in
Mufasa:Il Re Leone. Hanno spesso fatto battute
metaforiche per intrattenere il pubblico, particolarmente
divertenti perché si riferivano alla loro iconica canzone “Hakuna
Matata”.
In Mufasa:Il Re
Leone, Timon e Pumbaa scherzavano sul fatto che il loro numero
musicale nel primo film era abbastanza potente da far “cantare
e ballare” Simba, anche quando credeva di aver appena ucciso
suo padre. Inoltre, hanno detto di aver cantato la canzone
per sei anni di fila, facendo riferimento al fatto che
“Hakuna Matata” è stato un montaggio di invecchiamento per Simba,
che era un leone adulto quando la canzone è finita ne Il Re
Leone.
“Vive in te, vive in
me”
Mufasa:Il Re Leone presentava spesso le canzoni
originali de Il Re Leone, ma c’erano anche alcuni
riferimenti ai numeri musicali del musical del Re Leone e
de Il Re Leone II: L’orgoglio di Simba. Un esempio è l’uso
ripetuto della frase “Lui vive in te, lui vive in me”, che
compare sia nelle canzoni che nei dialoghi.
La frase “vive in te, vive in
me” è presente nella canzone di Mufasa:Il Re
Leone, canzone “Milele”.
“He Lives in You” è una
delle canzoni del musicalIl Re
Leonee deIl Re Leone
II: L’orgoglio di Simba, e anche se il numero in sé
non era presente, il suo testo era una presenza frequente in
Mufasa:Il Re Leone. È stato utilizzato durante
le storie di Mufasa e Kiara per fare riferimento al posto che i
loro antenati continuano a occupare nei loro cuori.
La canzone “Circle of Life”
rappresenta perfettamente Il Re Leone, poiché il suo testo
e il suo tono generale si adattano perfettamente ai temi del film.
Per questo motivo, ha senso che la musica e il testo di questa
canzone appaiano occasionalmente in Mufasa:Il Re
Leone.
Le memorabili note iniziali
di “Circle of Life” possono essere ascoltate inMufasa:Il Re
Leone quando il piccolo Mufasa cade in acqua e viene
trascinato sotto. Mentre si contorce, incapace di nuotare, queste
note suonano. È una dimostrazione del posto che Mufasa occupa nel
cerchio della vita e di come il suo essere spazzato via
dall’inondazione faccia parte del suo destino.
Taka afferra le zampe di
Mufasa
Mufasa:Il Re
Leone rivela che Mufasa e Scar non erano fratelli biologici.
Scar, originariamente chiamato Taka, era invece un giovane
principe che salvò Mufasa dal fiume dopo essere stato spazzato via
dalla sua famiglia.
Più tardi, nel film del 2024,
quando Taka si trova di nuovo di fronte alla scelta di salvare
Mufasa o di condannarlo, posiziona le sue zampe esattamente nello
stesso modo.
Quando il piccolo Taka salva la
vita di Mufasa in Mufasa:Il re leone, ha
appoggiato le sue zampe su quelle del cucciolo e ha conficcato gli
artigli. In quel momento, la musica si è spostata in
corrispondenza del momento in cui Scar ha messo le sue zampe su
quelle di Mufasa prima di spingere il fratello giù dalla scogliera
verso la morte. Più tardi, nel film del 2024, quando Taka
si trova di nuovo di fronte alla scelta di salvare Mufasa o di
condannarlo, posiziona le sue zampe esattamente nello stesso
modo.
Il montaggio
dell’invecchiamento inMufasa: IlRe Leone
Il Re Leone fa invecchiare
Simba durante la canzone “Hakuna Matata”. Iniziava la canzone come
un giovane cucciolo e la terminava come un leone adulto. Ora,
Mufasa:The LionKing ha fatto qualcosa
di simile con la canzone “I Always Wanted a Brother”.
Questo riferimento è interessante
perché sia “Hakuna Matata” che “Ho sempre voluto un fratello” sono
incentrate sulle relazioni che Simba e Mufasa hanno instaurato dopo
essere stati separati dalla loro famiglia. Proprio come Timon e
Pumbaa sono stati la nuova famiglia di Simba, Taka è diventato un
fratello per Mufasa. Naturalmente, questo montaggio
sull’età è agrodolce, poiché il pubblico sa cosa
diventeranno Taka e Mufasa.
“Hakuna Mufasa” di Timon e
Pumbaa
Timon e Pumbaa hanno fatto
riferimento al loro grande momento “Hakuna Matata” in
Mufasa:Il Re Leone, ma alla fine hanno ottenuto
una scena per eseguire il numero musicale. Naturalmente, questa
volta hanno cambiato il testo per dire “Hakuna
Mufasa”.
Naturalmente, la nuova sciocca
canzone di Timon e Pumbaa è stata accompagnata da una serie di
battute sui diritti legali e sulle cause. La rottura della
quarta parete è sempre stata una parte importante del fascino di
questi personaggi, che continuano a farlo per tutto il
tempo trascorso in Mufasa:Il Re Leone.
Paralleli con la corsa degli
elefanti
La corsa degli elefanti in
Mufasa:Il Re Leone è pieno di riferimenti e
parallelismi con la grande corsa degli elefanti che uccise Mufasa
ne Il Re Leone. Innanzitutto, la colonna sonora è
molto simile, con diversi momenti culminanti del film originale
ripresi nel prequel del 2024.
Inoltre, molte singole inquadrature
di questa scena di Mufasa:Il Re Leone si
allineano con i momenti de Il Re Leone. Sarabi, appeso a
un ramo, fa un parallelo con i tentativi disperati del piccolo
Simba di rimanere al di sopra della folla, mentre Taka, che guarda
oltre il bordo della scogliera, è simile al suo ruolo
successivo.
Timon e Pumbaa: riferimento al
musical del Re Leone
Il musical di
BroadwayIl Re Leone ha debuttato nel 1997 e da allora ha
riscosso un enorme successo. Il design dei costumi è
eccezionalmente mozzafiato, ma Timon e Pumbaa fanno alcune battute
proprio su questo aspetto in Mufasa:Il Re
Leone.
A un certo punto, durante la storia
di Rafiki, Pumbaa menziona la
“commedia” e Timon si
agita immediatamente. Dice di averla vista più volte e di
essere presentato come un “burattino” per tutta la durata
del film. Si tratta di un riferimento metaforico al musical reale
Il Re Leone, che utilizza i burattini, oltre ad altri
metodi creativi per portare gli animali sul palcoscenico.
Taka ottiene la sua
cicatrice
Mufasa: Il Re Leone – Fotogramma dal film
Una delle domande più importanti de
Il Re Leone è dove Scar si sia procurato la sua omonima
ferita. La serie di libri d’avventura del Re Leone ha
fornito la propria spiegazione negli anni ’90. In quell’occasione
fu rivelato per la prima volta che il vero nome di Scar era
Taka, un dettaglio cheMufasa:Il Re Leone haripreso.
Tuttavia, il film prequel del 2024 ha fornito una spiegazione
diversa su come Taka sia diventato Scar.
Mufasa:Il Re
Leone ha preso una direzione diversa e Taka ha ricevuto la sua
cicatrice mentre salvava la vita a Mufasa.
Nei libri del Re Leone,
Taka riceve la cicatrice quando disobbedisce incautamente agli
ordini di Mufasa e viene ferito da alcuni bufali. Mufasa:Il Re Leone prende una direzione diversa e Taka riceve la
cicatrice mentre salva la vita di Mufasa (dopo aver messo in
pericolo il fratello).
Alla fine di Mufasa:Il Re Leone, Mufasa tiene un discorso ispiratore agli
animali di Milele, incoraggiandoli ad aiutare contro gli Estranei
piuttosto che stare a guardare. Pronuncia la frase “Siamo tutti
uno”, spiegando il suo punto di vista secondo cui sono tutti
pezzi essenziali del cerchio della vita.
Questa frase è significativa perché
“Siamo uno” è un’altra canzone deIl
Re Leone II: L’orgoglio di Simba. Simba la canta a
Kiara per spiegarle il suo posto nel Cerchio della Vita,
richiamando così l’attenzione sulle lezioni iniziate con Mufasa e
trasmesse lungo la sua linea reale.
L’iconico logo del Re Leone nel
cielo
Kiara ha lottato per essere
coraggiosa in Mufasa:Il Re Leone, ma la storia
di Rafiki su Mufasa le ha ricordato da dove viene il coraggio. Si è
arrampicata sulla cima della Roccia dell’Orgoglio e ha ruggito
nella tempesta, che alla fine ha rivelato il volto di un leone tra
le nuvole, proprio come quando Simba ha guardato il cielo alla
ricerca di suo padre.
È interessante notare che il volto
del leone visto tra le nuvole alla
fine di Mufasa:Il Re
Leone non era quello di un leone fotorealistico
in CGI. Si trattava invece della familiare immagine in 2D
che Simba aveva visto nel film del 1994. Il volto fiero
ricorda anche l’iconico logo della versione musicale de Il Re
Leone. È stato il riferimento perfetto per concludere questo
commovente sequel e prequel.
Jared Leto, premio Oscar per
Dallas Buyers Club, si unirà al prossimo film
live-action di Amazon MGM Masters of the
Universe nel ruolo di Skeletor, l’acerrimo nemico
con la faccia da teschio del più grande guerriero di Eternia,
He-Man (Nicholas Galitzine).
Il regista Travis
Knight (“Bumblebee“) ha anche scelto
alcuni degli scagnozzi di Skeletor. Sam C. Wilson
(“House of the Dragon”) interpreterà Trap
Jaw; Kojo Attah (“The Beekeeper”) interpreterà
Tri-Klops; e Hafthor Bjornsson (“Game of Thrones”)
interpreterà Goat Man.
Si uniranno al cast già annunciato
formato da Alison Brie (“Promising Young Woman”) nel
ruolo del luogotenente di Skeletor, Evil-Lyn;
Camila Mendes (“Riverdale”) nel ruolo della fidata compagna di
He-Man, Teela; e Idris Elba (“Hijack”) nel ruolo del padre
di Teela, Man-at-Arms.
Chris Butler
(“ParaNorman”), che ha lavorato con Knight al prossimo
film d’animazione stop-motion di Laika “Wildwood“,
ha scritto l’ultima bozza della sceneggiatura, seguendo gli
scrittori David Callaham e Aaron e Adam
Nee. Escape Artists e Mattel Films stanno producendo il
film, la cui uscita è prevista per il 5 giugno 2026.
Il personaggio di Skeletor è
l’ennesimo nel recente curriculum di Jared Leto, tradizione iniziata con la sua
versione punk rock del Joker in “Suicide Squad” del 2016, seguita dal
suo diabolico CEO in “Blade Runner 2049” del 2017
e dal vampiro vivente titolare in “Morbius” del
2022 (che, per essere onesti, era più un antieroe che un cattivo).
Interpreterà il ruolo principale in “Tron: Ares”
della Disney con Evan Peters e Greta
Lee.
Tutto quello che sappiamo
sull’adattamento di Masters of the Universe
“Masters of the
Universe” ha affrontato un viaggio particolarmente
tortuoso di oltre due decenni per arrivare al grande schermo. Il
progetto è stato avviato dalla Warner Bros. e dalla Sony prima di
passare a Netflix, che lo ha poi
eliminato dai suoi programmi nel 2023 per problemi di budget.
Innumerevoli registi, tra cui il regista di “Kung
Fu Panda” John Stevenson, il regista di
“Wicked” Jon M. Chu, il regista di
“Charlie’s Angels” McG e il duo di
“The Lost City” Aaron e Adam
Nee, si sono avvicendati alla regia del progetto dal
2007.
Chris Butler sta
scrivendo la sceneggiatura dopo che David Callaham
e i fratelli Nee avevano fatto un primo tentativo, basato
sull’action figure del 1982. I dettagli della trama non sono per
ora stati resi noti. Confermati nel cast Nicholas
Galitzine,
Camila Mendes,Alison
Brie, Idris Elba e Jared Leto.
Secondo una precedente sinossi dello
studio, il film segue il Principe Adam, alias He-Man, che da
bambino precipita sulla Terra con un’astronave e, decenni dopo,
torna sul suo pianeta natale per difenderlo dalle forze malvagie
del cattivo conosciuto come Skeletor. Ma per sconfiggere il potente
cattivo, deve scoprire i misteri del suo passato e diventare
He-Man, definito in questo mondo “l’uomo più potente
dell’universo”.
Mufasa:Il Re Leone
introduce un nuovo gruppo di cattivi leoni bianchi. Questi
“Estranei”, come vengono chiamati nel film prequel della
Disney, rappresentano una seria minaccia per i vari branchi di
leoni della valle. È a causa loro che Mufasa e Taka devono
intraprendere il loro viaggio e con questi Outsider leoni bianchi
ha luogo la resa dei conti finale di Mufasa:Il Re Leone. Sono certamente dei
cattivi intriganti, ma i leoni bianchi non sono un’invenzione della
Disney. Questo nuovo film del Re Leone si ispira a gruppi
reali di leoni mutati che si trovano in Sudafrica da
generazioni.
Mufasa:Il Re
Leone è un sequel e un prequel, in quanto Rafiki racconta alla
figlia di Simba e Nala, Kiara, la storia di come Mufasa è diventato
re. Una rivelazione significativa dell’inizio del film è che Mufasa
non è nato con sangue reale. Era un leone comune che si è separato
dai genitori e che alla fine è stato accettato da un nuovo branco.
Tuttavia, la famiglia adottiva di Mufasa fu tormentata da
un gruppo di Estranei che cercò di eliminare i re leoni
della valle fino a quando il loro leader, Kiros, rimase l’ultimo in
piedi.
Gli Estranei di
Mufasa:Il Re Leone è un branco
di leoni bianchi. Sono più grandi dei leoni tipici del Re
Leone e più volte più crudeli. Rafiki alla fine spiega che
questi leoni bianchi non sono nati tutti in questo singolo branco.
Invece, sono nati dai tipici leoni fulvi e sono stati
scacciati a causa delle loro differenze: la loro pelliccia
bianca. Nel corso degli anni, questi leoni scartati si
sono riuniti per formare un unico branco guidato da Re Kiros.
Rafiki ha spiegato che l’essere stati rifiutati e non amati dai
loro branchi originari ha provocato in questi leoni bianchi una
terribile rabbia, che ha portato al loro desiderio di vendetta.
Il branco di leoni bianchi di Kiros
divenne una leggenda tra gli altri branchi della Valle dei Re. Il
padre di Taka, Obasi, non li aveva mai visti prima, ma temeva molto
gli “estranei” che potevano introdursi e distruggere un
branco. Per questo motivo, Obasi temeva Mufasa. Tuttavia, alla fine
il padre di Taka scoprì chi erano i veri Estranei quando
attaccarono e spazzarono via il suo branco in
Mufasa:Il Re Leone.
Perché gli Estranei davano la
caccia a Mufasa e Taka
Mentre Mufasa e sua madre adottiva,
Eshe, stavano cacciando, furono attaccati da due Estranei maschi.
Mufasa ne uccise uno, mentre l’altro rimase ferito e tornò al suo
branco per fare rapporto a Kiros. Alla fine si scopre che
il leone ucciso da Mufasa era il figlio di Kiros e l’erede
del suo branco. Per vendicarsi, Kiros conduce un attacco
contro il branco di Obasi. Tuttavia, prima della comparsa dei leoni
bianchi, Obasi manda via
Mufasa e Taka. Poiché Mufasa era il responsabile della morte
del figlio di Kiros e Taka era l’erede di Obasi, i leoni outsider
inseguirono entrambi fino a Milele.
I leoni bianchi
esistono?
Mufasa:Il Re
Leone si è naturalmente preso alcune libertà creative con le
dinamiche dei branchi di leoni, ma la Disney non ha inventato del
tutto i leoni bianchi. Secondo il Global White Lion Protection Trust,
questi animali sono originari della regione della biosfera
Kruger-to-Canyons in Sudafrica. Il primo avvistamento
registrato di leoni bianchi in quest’area risale al 1938, ma le
testimonianze orali indicano che vivono e si moltiplicano in
quest’area da diversi secoli. Nel corso degli anni, i Leoni bianchi
sono stati presi di mira dai cacciatori, per cui il loro numero è
diminuito, anche se gli sforzi degli attivisti ne hanno visto
aumentare la popolazione.
Come in Mufasa:Il Re
Leone, i Leoni bianchi nascono tra la popolazione generale di
tordo. Non sono affetti da albinismo. La colorazione unica dei
leoni bianchi deriva invece da una specifica mutazione genetica, le
cui caratteristiche sono state identificate solo nel 2013. Per un
certo periodo si è creduto che i leoni bianchi si fossero estinti,
ma nel 2006 hanno iniziato a riapparire nella regione della
biosfera Kruger-to-Canyon, dimostrando ulteriormente che il gene
responsabile di questi leoni continua a essere naturalmente
presente in questo luogo specifico del mondo.
Come i leoni bianchi sono
diversi dai leoni normali
Mufasa: Il Re Leone – Fotogramma dal film
In Mufasa:Il
Re Leone, i leoni bianchi sono più grandi e più
potenti dei leoni di razza standard. Tuttavia, questo non è il caso
nella vita reale. A parte la colorazione, i leoni bianchi
presentano pochissime differenze rispetto alla popolazione
generale. I leoni bianchi possono variare da un colore più
biondo a un bianco quasi puro, e il loro colore generale è chiamato
“leucismo”. A differenza degli animali albini, i Leoni
bianchi non sono soggetti ad altre difficoltà genetiche. La loro
vista è tipica e, a parte il fatto di essere un bersaglio più
importante per i cacciatori di trofei umani, i Leoni bianchi non
hanno svantaggi di sopravvivenza.
Un tempo si credeva che i leoni
bianchi non potessero sopravvivere in natura a causa degli
svantaggi della caccia. Si pensava che la loro pelliccia rendesse
difficile la mimetizzazione. Tuttavia, uno studio condotto
dal Global White Lion Protection Trust nell’arco di 10 anni ha
rilevato che i Leoni bianchi sono cacciatori altrettanto
efficaci dei loro simili in aree libere. Inoltre, nel
mondo reale non vi è alcuna prova che i leoni bianchi debbano
affrontare una sorta di ostracizzazione da parte dei gruppi di
pettirossi, come accade in Mufasa:Il Re Leone.
Inoltre, in Africa non sono stati registrati branchi di leoni
bianchi.
I leoni bianchi nel mondo
oggi
I leoni bianchi sono ormai
presenti in tutto il mondo
Oggi i leoni bianchi sono ancora
osservati e cacciati in natura, dove sono considerati poco
preoccupanti dalla Convenzione sul commercio internazionale delle
specie minacciate di estinzione. Questo status viene combattuto dal
Global White Lion Protection Trust, che cerca di proteggere questi
esseri dai colori unici. Per garantire la sopravvivenza dei leoni
bianchi, è stato istituito un programma di riproduzione
nella Inkwenkwezi Private Game Reserve, dove non possono
essere cacciati.
Inoltre, ci sono leoni bianchi in
cattività in diversi zoo. Lo zoo di Toronto ha ricevuto tre Leoni
bianchi nel 2012 e, grazie a loro, altri quattro Leoni bianchi sono
nati nello zoo nel 2015. Allo zoo di Cincinnati, il famoso
Siegfried & Roy era in possesso di due Leoni bianchi, finché
l’ultimo è morto nel 2022. Oltre a molti altri esemplari in Nord e
Sud America, i Leoni bianchi sono tenuti in cattività in quasi
tutti i continenti. Quindi, anche se non sono più presenti nelle
Terre dell’Orgoglio di Simba dopo Mufasa:Il Re Leone, i Leoni bianchi continuano a
vivere in tutto il mondo.
Il seguito cinematografico della
serie di successo di Prime Video,
Tom Clancy’s Jack
Ryan, dovrebbe iniziare le
riprese all’inizio del prossimo anno. La serie di quattro stagioni,
basata sugli iconici romanzi del Ryanverse di Clancy, segue
l’analista della CIA diventato operativo Jack Ryan, interpretato da
John Krasinski, mentre affronta lo spionaggio
internazionale e le minacce geopolitiche. Apprezzato per la sua
narrazione modernizzata del franchise action-thriller e per
l’avvincente interpretazione di Krasinski, lo show si colloca tra
le serie originali di Prime Video di maggior successo a livello
globale, con uno spinoff di Rainbow Six e un film sequel
in lavorazione.
Secondo quanto riportato da
Collider,
le riprese del filmsu Jack
Ryaninizieranno nel gennaio 2025 a
Londra, in Inghilterra. Il film, diretto da Andrew
Bernstein, già regista della serie, e scritto da Aaron
Rabin, sceneggiatore della quarta stagione, introdurrà alcuni volti
nuovi accanto a quelli che ritornano tra i fan, tra cui
Wendell Pierce, Michael Kelly e la nuova arrivata
Sienna Miller.
Cosa significa la finestra di
riprese di Jack Ryan
Il nuovo annuncio dei tempi di
lavorazione di Jack Ryan conferma l’impegno di Amazon MGM
Studios nei confronti del Ryanverse. Questo sarà il primo film su
Jack Ryan dopo La recluta ombra di Chris Pine del
2014, rompendo un vuoto decennale per il personaggio in un
lungometraggio. L’intervallo di 11 anni tra un film e l’altro
indica il tanto atteso ritorno del personaggio sul grande schermo,
anche se in una continuazione della serie di successo in streaming.
Tuttavia, Amazon MGM non ha ancora annunciato se il film
arriverà prima nelle sale o se debutterà esclusivamente sulla
piattaforma di streaming.
Il film dovrebbe prendere
le mosse dall’esplosivo finale della
quarta stagione diJack Ryan, che ha messo a dura prova
l’intraprendenza e la determinazione degli agenti. Krasinski
tornerà nel mondo delle avventure ad alto rischio nei panni del
personaggio principale, affiancato da Sienna
Miller nel ruolo della sua controparte britannica
dell’M-I6, mentre i veterani della serie Pierce (James
Greer) e Kelly (Mike November)
riprenderanno il loro ruolo di compatrioti più stretti di Ryan.
Anche se la trama non è ancora stata resa nota, la location
londinese e il ritorno dei suoi protagonisti lasciano intendere una
continuazione senza soluzione di continuità della trama di
spionaggio internazionale che ha reso l’avvincente dramma politico
di Amazon un successo.
Dato che il film non avrà la stessa
durata di produzione di un’intera stagione dello show precedente,
l’inizio delle riprese diJack
Ryannel gennaio 2025 potrebbe far pensare a
un’uscita rapida. Anche se sembra improbabile un’uscita
nello stesso anno, dato che lo studio non ha ancora confermato se
sarà nelle sale o in streaming, e dato che le stagioni dello show
uscivano di solito poco più di un anno dopo l’inizio delle riprese,
sembra possibile che il film debutterà alla fine dell’estate 2026.
Con il mese di settembre in cui è previsto solo il film su Clayface
di Mike Flanagan, questa potrebbe essere la finestra perfetta per
l’uscita di Jack Ryan.
Il cast e la troupe del film di
Superman hanno
parlato con ScreenRant e altri membri della stampa in occasione
della proiezione del trailer di Superman e dell’evento
Q&A, fornendo alcune eccellenti informazioni sull’iconico
costume dell’eroe dell’Universo DC. Il
costume di Superman è stato reinventato più volte nel corso degli
anni e questa nuova versione è una delle più interessanti e
insolite. Con un colletto rigido e un emblema che ricorda i fumetti
di “Kingdom Come”, è stato espresso un notevole interesse per
l’aspetto della tuta in azione. I dettagli sono stati condivisi dal
regista e dalle star del film.
Parlando del costume, la star
David Corenswet ha chiarito che “la
tuta sembra molto più fredda di quanto sembri”. Ha
spiegato nei dettagli che indossare la tuta non è stato
“affascinante”, in quanto l’attore è stato legato a gru e
carrucole. Ha descritto questo processo, descrivendo la tuta come
calda, prima di entrare nei dettagli su come si sentiva il costume
e su cosa significava essere visti con esso. Sebbene indossare il
costume abbia un significato in sé, ha sottolineato l’importanza
del fatto che gli altri lo vedano con quel costume.
È come quando ti fai, non so, un
bel taglio di capelli e te ne dimentichi, ma poi vai in giro e
tutti ti dicono: “Wow, stai benissimo”.Per una volta, ho
camminato sul set e c’erano altri che mi vedevano per la prima
volta con l’abito.Così ho visto altre persone vedere
Superman, e io non mi sono sentito Superman, ma è stato così bello
vedere i miei compagni di cast e i membri della troupe che stanno
lavorando a questo straordinario pezzo storico di media.I
momenti in cui l’hanno visto per la prima volta o in cui hanno
visto Superman volare per la prima volta, senza essere in prima
persona, ma potendo assistere a loro, a questa esperienza.E
poi la cosa più bella è vedere i bambini quando la troupe portava i
figli sul set o vedere in prima persona un bambino di cinque o sei
anni vedere Superman.Non c’è niente di simile.È
incredibile”.
Con lui c’era James
Gunn, che ha fornito ulteriori dettagli
sulla progettazione e la creazione del costume, dicendo
che“non voleva che sembrasse una
maglietta bagnata” e“non voleva che avesse un mucchio di muscoli
finti”. Si trattava di un compito difficile in una
produzione di supereroi, che ha portato a qualche dubbio una volta
terminato. Gunn racconta di essere stato convinto da Corenswet che
l’abito era davvero adatto al personaggio, e il regista spiega come
la percezione di Corenswet del costume colorato e del carattere di
Superman lo abbia influenzato.
David ha detto: “Sì, è un alieno
proveniente dallo spazio, super potente, che non vuole che i
bambini abbiano paura di lui.E mi ha toccato sul momento, e
mi tocca anche adesso, perché è questo che è, ed è da lì che viene
il costume, e questo va d’accordo con la visione originale di Jerry
e Joe, con il ritorno ai lottatori nel circo e a queste altre
cose.Ed è questo che è Superman.Ed è per questo che
ha una ragione per il suo colore; il suo costume è così
colorato.È perché non vuole spaventare i bambini.Ha
dei raggi rossi che escono dagli occhi.Può soffiare sulle
cose con il suo respiro.Non vuole fare paura ai
bambini”.
L’influenza di vedere questo
costume sul set è stata significativa per tutte le parti coinvolte.
Nicholas Hoult, che nel film interpreta Lex Luthor, ha detto
che vedere il costume lo ha lasciato in soggezione e lo ha fatto
“sentire caldo e confuso
dentro”. Poiché l’iconografia del
costume di Superman è così importante dal punto di vista culturale,
sembra che l’aspetto familiare abbia avuto un impatto anche durante
la lavorazione del film. Hoult ha continuato dicendo:
“Mi ha fatto sentire di nuovo un
bambino.C’era una scena in cui volava sul set, e io stavo
guardando, e avevo un piccolo sorriso, un piccolo sorriso privato
sulla mia faccia.Pensavo: “È fantastico”.Poi mi
sono girato e ho visto tutti gli altri nella stanza con la stessa
espressione sul viso, che lo guardavano.Ed è questo
l’effetto che ha avuto su tutti quello di cui parla.È
davvero speciale”.
Cosa significano i commenti di
James Gunn e David Corenswet sul costume di Superman
Il costume di Superman ha un grande
significato per molte persone, e vederlo realizzato in colori
brillanti e gloriosi sembra fare leva sulle corde del cuore di
tutte le persone coinvolte. Ogni iterazione di Superman in carne e
ossa ha indossato una versione di questo costume, con le proprie
varianti. Tuttavia, la descrizione dei colori e dei bauli
aiuta a definire questa versione come familiare. Gran
parte del discorso sull’eredità del personaggio sembra essere
rapidamente accessibile dai semplici colori e dal design della tuta
stessa.
L’identità di Superman è
fondamentale per i temi del film ed è emozionante sapere
che questo aspetto è importante sia a livello di sceneggiatura che
di design e immagini del personaggio. Sentire Gunn e
Corenswet parlare del costume e del suo utilizzo suggerisce che
sono riusciti a creare qualcosa di speciale e unico per il film.
Questo è stato confermato dalle prime immagini del personaggio: il
design di Superman è qualcosa di veramente unico ed
emozionante.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la
sua solita cifra stilistica, James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere
umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Come molti film di Christopher Nolan, Interstellar
ha creato una schiera di fan che lo considerano non solo il miglior
film della sua filmografia, ma anche uno dei migliori film in
assoluto. Quindi, ovviamente, l’idea di Interstellar 2 farebbe piacere a gran parte
degli spettatori. Peccato per loro che Nolan faccia raramente dei
sequel. A parte quella volta in cui l’ha fatto due volte e potrebbe
aver accidentalmente dato vita a un’eternità di film di supereroi.
Ma per la maggior parte, la filmografia di Nolan è piena di film
che terminano la loro storia alla fine del tempo di esecuzione e
lasciano poco spazio ai sequel.
Le sue idee sono così imponenti e
le sue immagini così spettacolari che, per qualcosa come Oppenheimer
o Tenet,
terminare con un accenno al fatto che c’è ancora qualcosa da
raccontare sarebbe quasi un disservizio nei confronti del film che
lo ha preceduto. Non voglio sorbirmi 3 ore di terrore e tensione
sulle coste di Dunkirk
solo perché il film mi suggerisce che era solo l’antipasto di ciò
che verrà dopo. Certo, ci sono molti sequel che non tolgono nulla
al primo film, ma i film di Nolan non lasciano esattamente
la porta aperta, tranne forse in un caso.
Torniamo quindi a
Interstellar e all’interesse occasionale che alcuni
commentatori online sembrano avere per Interstellar 2. Per
dirla senza mezzi termini, non ce n’è bisogno.
Interstellar non è certamente il mio preferito tra i film
di Nolan, ma mi piace comunque molto. La musica, le immagini,
l’importanza fondamentale per la rinascita di
Matthew McConaughey a Hollywood, la tensione che crea quando la
squadra di astronauti diventa sempre più disperata, non solo per
salvare il mondo, ma forse anche per vedere le loro famiglie
un’ultima volta. È fantastico. Tutto ciò non significa che
Interstellar 2 debba essere realizzato.
Vincono alla fine di
Interstellar. È finita. Il mondo stava morendo, non c’era
più cibo e le speranze dell’umanità erano affidate a un ex pilota
della NASA, Joseph Cooper (McConaughey). Viaggiando nello spazio,
nel tempo e… forse nelle emozioni? L’equipaggio
dell’Endurancetrova
finalmente un pianeta abitabile per l’umanità. Anche se
non si capisce del tutto
il finale di Interstellar, è chiaro che quando Cooper
torna dal suo viaggio, ha avuto successo.
È riuscito a fornire le equazioni
necessarie al passato in modo che l’umanità possa costruire colonie
spaziali e, con Amelia Brand (Anne
Hathaway) su un nuovo pianeta adatto agli esseri umani,
il futuro appare luminoso dopo decenni di oscurità
letterale sotto tempeste di polvere che uccidono i
raccolti. Non c’è molto altro da capire che richieda
Interstellar 2. Cooper si mette alla ricerca di Brand alla
fine del film, ma non si tratta tanto di una missione di
salvataggio quanto di essere la seconda nave ad atterrare su
Plymouth Rock.
Inoltre, Cooper non è invecchiato
alla fine di Interstellar, mentre tutti, tranne Brand,
sono prossimi alla fine della loro vita o sono già morti. Non ci
sono nemmeno vecchi personaggi che Interstellar 2 potrebbe
riportare in vita. Dovrebbero essere tutti nuovi. Potremmo
concentrarci sulla grande famiglia allargata di Cooper mostrata
alla fine di Interstellar. Non so, The Family
Stone ambientato sul pianeta Edmunds, o qualcosa del genere.
“TARS, ridurre l’impostazione dell’umorismo al 65%”.
Interstellar 2 probabilmente
non si farà perché la storia è completa
Interstellar ha ottenuto
il 73% su Rotten
Tomatoes, ha guadagnato 726 milioni di dollari al
botteghino (via BoxOfficeMojo)
e ha ottenuto 1 su 5 agli Academy Awards e 0 su 1 ai Golden Globes.
È il tipo di film per cui i dirigenti degli studi
cinematografici ucciderebbero per farne un sequel, ma non
tutti i sequel sono creati allo stesso modo e molti sequel mancano
completamente il senso del film originale. Si può scommettere che,
a meno che non sia stata posta la massima cura nella realizzazione
di Interstellar 2 e che Nolan sia stato coinvolto, il
sequel avrebbe tratto tutte le lezioni sbagliate dal primo
film.
Interstellar è
certamente una corsa fantascientifica da brivido in alcuni punti,
ma non è affatto l’intera storia del film.
Interstellar è certamente
una corsa fantascientifica da brivido in alcuni punti, ma non è
affatto l’intera storia del film. C’è una buona possibilità che un
sequel, soprattutto se realizzato senza Nolan, ricordi solo la
scena del pianeta oceano e la sequenza dell’attracco e renda
l’intero film un pezzo dopo l’altro, senza alcuna emozione nel
mezzo. Sarebbe una disfatta. Nolan non è il tipo di regista che si
piega alle pressioni del pubblico per tornare a una storia già
conclusa. Ha altro da fare che viaggiare indietro nel tempo.
Se mai film di Christopher
Nolan avrà un sequel, dovrebbe essere The Prestige
Tuttavia, se, e questo “se” è molto
impegnativo, Christopher Nolan decidesse di fare
un sequel, credo che ci sia solo un film che potrebbe scegliere e
che sarebbe appropriato: il suo thriller psicologico del 2006
The Prestige. Incastrato tra l’uscita di Batman
Begins e quella de Il cavaliere oscuro, The
Prestige è una voce un po’ dimenticata della celebre
biblioteca di Nolan. Il film è interpretato da
Hugh Jackman nel ruolo del “Grande Danton” e da
Christian Bale in quello del “Professore”, due maghi del XIX
secolo che fanno di tutto per superare l’altro sul palco.
Pieno di colpi di scena, The
Prestige non merita di essere rovinato e ogni scena ha
qualcosa che merita attenzione. È un film emozionante sulla
scenotecnica, l’ossessione e la natura dell’essere, ma
evita due firme di Nolan che lo rendono un possibile
concorrente per un sequel. In primo luogo, non ci sono
scene strabilianti che debbano essere superate in un sequel. Ci
sono solo piccoli momenti sapientemente realizzati che
contribuiscono a creare un insieme più intrigante, un compito meno
arduo da replicare per un sequel rispetto a qualcosa come un
corridoio che si capovolge.
Christopher Nolan è il produttore
esecutivo dei film del DCEU di Zack Snyder, quindi sembra che sia
interessato solo ai sequel di supereroi.
In secondo luogo, The
Prestige non si conclude con una vittoria, come molti altri
film di Nolan in cui gli eroi riescono a compiere una rapina, una
fuga o una vendetta. C’è un vero senso di incompiuto in The
Prestige, anche alla fine, che vede un piccolo momento di
felicità. La folle ricerca di fama e di essere il migliore non è
finita per nessuno dei due uomini, semplicemente entrambi hanno
perso. Un sequel potrebbe continuare a esplorare le oscure emozioni
umane legate alla ricerca del successo.
La figlia del “professore”
sopravvive alla fine di The Prestige, così come il
personaggio di Michael Caine, che funge da mentore per i maghi.
Prestige 2potrebbe riguardare
una nuova generazione di maghi che non hanno ancora imparato dai
peccati dei loro padri e gettano via l’amore e persino la
vita nel tentativo di creare una vera magia.
Non credo che
Interstellar 2 o The Prestige 2
siano davvero nelle carte a questo punto, non mentre a Nolan
sembrano mancare le idee per i film. Ma chissà, Nolan ha reso
possibile l’impossibile sullo schermo. Forse deciderà che il modo
migliore per stupire il pubblico è quello di realizzare un
sequel.
Il film era stato precedentemente
annunciato come un progetto horror di Lee Cronin senza nome, ma la
Blumhouse ha annunciato la sua vera natura sul suo account
ufficiale di Twitter con un’immagine animata della prima pagina
della sceneggiatura con il titolo rivelato, accompagnato da un
canto inquietante che ricorda le colonne sonore dei precedenti film
della Mummia.
Sarà il terzo dei classici della
Universal Classic Monsters a essere riportato in vita dalla
Blumhouse, con L’uomo invisibile di
Leigh Whannell che ha debuttato con successo di
critica e commerciale nel 2020, e il suo seguito, Wolf
Man, che sarà proiettato il mese prossimo.
Non sono ancora stati rivelati altri dettagli sul film, ma Cronin
ha promesso: “Questo sarà diverso da qualsiasi altro film sulla
Mummia che abbiate mai visto prima. Sto scavando nelle
profondità della terra per tirare fuori qualcosa di molto antico e
molto spaventoso”.
Di cosa parla il franchise de
La mummia?
Le mummie, i morti conservati e
avvolti nel lino dell’Antico Egitto, sono state un punto fermo
della narrativa horror fin da quando il racconto “Lot No.
249” di Arthur Conan Doyle terrorizzò i
lettori vittoriani nel 1892. La prima volta sul grande schermo è
stata nel 1932, quando la Universal ha lanciato “La
mummia”, con la leggenda dell’horror Boris
Karloff nei panni di Imhotep, un nobile egiziano
resuscitato alla ricerca del suo amore reincarnato nei giorni
nostri. Il film fu un successo per lo studio e generò una serie di
sequel. Il concetto di mummia vivente, come molti altri classici
dell’orrore della Universal, è stato rivisitato dagli
specialisti britannici dell’orrore Hammer, che hanno
realizzato la loro versione de La mummia nel 1958 con
Peter Cushing e Christopher
Lee.
La Universal stessa ha rivisitato
La mummia nel 1999, trasformandola in un’avventura
horror soprannaturale, con Brendan Fraser e
Rachel Weisz nei panni di una coppia di
esploratori contrapposti al resuscitato Imhotep (Arnold
Vosloo); il film ha avuto un enorme successo e ha avuto
due sequel. Meno successo ha avuto La
mummia del 2017, un tentativo di lanciare il Dark
Universe (un universo cinematografico in stile MCU), con Tom
Cruise nei panni di un mercenario che attira l’attenzione
indesiderata della non-morta Ahmanet (Sofia
Boutella). Il film è stato una delusione finanziaria e di
critica e il franchise è tornato nel suo sarcofago… fino ad
oggi.
La mummia sarà prodotto da
James Wan, Jason
Blum e John Keville. Il film sarà
prodotto da Michael Clear, Judson
Scott e Macdara Kelleher. Alayna
Glasthal supervisionerà il progetto per Atomic Monster. Il
film è una produzione di New Line, Atomic Monster e Doppelgängers.
La mummia arriverà nelle sale il 17 aprile
2026.
M. Night Shyamalan ha
notoriamente attraversato un periodo di forte crisi nei primi anni
del decennio scorso, facendo seguire al successo di film come
Il sesto senso e Unbreakable una serie di insuccessi di critica. Dopo
il flop di After
Earth, tuttavia, Shyamalan ha apportato alcune correzioni
di rotta. Con The
Visit, del 2015, il regista ha fatto un passo indietro,
realizzando un film a basso budget e ricco di idee. Shyamalan ha
dato seguito a quel progetto con l’apprezzato Split
(qui
la recensione), la sua storia più stratificata da oltre un
decennio a questa parte.
Split è liberamente
ispirato a una storia vera e segue tre ragazze rapite e rinchiuse
da Kevin (James
McAvoy), un uomo con 23 personalità distinte nascoste
al suo interno. Due delle personalità più oscure hanno preso il
sopravvento e sperano di usare le ragazze come parte di un oscuro
piano evolutivo. I film di Shyamalan hanno sempre finali ricchi di
colpi di scena che lasciano lo spettatore con delle domande e
Split
non fa eccezione. Ci sono informazioni a pioggia sulla trama
principale, un retroscena francamente inquietante su uno dei
personaggi principali e probabilmente il miglior colpo di scena di
M. Night Shyamalan dai tempi de Il sesto senso.
Il personaggio “principale” è Kevin,
un ragazzo normale che, a causa di una serie di eventi infantili
traumatici, ha creato una serie di personalità alternative, o alter
ego, la maggior parte delle quali è mentalmente più forte di quella
iniziale. In questo mondo, il disturbo dissociativo dell’identità
non porta solo a un cambiamento psicologico, ma anche fisico; Kevin
può infatti alterare il suo corpo con ogni cambio di personalità,
il che significa che alcune personalità possono avere un disturbo
ossessivo compulsivo e necessitare di occhiali, mentre altre hanno
bisogno di iniezioni di insulina.
Chi è Kevin in un dato momento
dipende da chi è entrato nella “luce” della sua mente, cosa
tipicamente controllata dalla personalità nota come Barry. Le
personalità principali sono Dennis,
Patricia, Hedwig e
Barry. I primi due – che si fanno chiamare
l‘Orda – sono i lati più oscuri
di Kevin, che sono stati precedentemente respinti da Barry e dagli
altri, ma che riescono ad emergere manipolando l’infantile
Edvige, che può prendere il controllo della luce a
suo piacimento. Altri cercano di aprirsi un varco per lanciare un
grido d’aiuto, ma l’Orda li respinge ripetutamente.
È importante notare che, pur essendo
il corpo di Kevin, la sua personalità non sembra complice di ciò
che sta accadendo al suo interno: quando finalmente emerge, implora
di essere ucciso, rivelando che anche se Barry e co. sono i buoni,
stanno comunque andando contro la volontà dell’alter ego originale.
Il piano dell’Orda è quello di liberare la Bestia,
una mitica (almeno nella psiche di Kevin) ventiquattresima
personalità. Nel film è solo accennata, ma la Bestia sembra essere
basata sugli animali dello zoo sopra cui vive Kevin.
Nel terzo atto, la Bestia evade
grazie a Dennis e uccide due delle ragazze rapite, ma permette alla
protagonista Casey di vivere a causa del suo
passato travagliato, riconoscendo un legame tra loro. Dopo questa
serie di omicidi, Kevin sembra aver raggiunto un punto in cui
l’Orda ha il pieno controllo e può far uscire la Bestia
indistruttibile a suo piacimento, rendendolo un supereroe quasi
alla Jekyll e Hyde. E sì, supereroe è davvero la parola giusta,
come dimostra il sequel Glass.
Come il passato di Casey l’ha
protetta dalla Bestia
Sebbene il film sia apparentemente
incentrato sul passato di Kevin, la persona il cui passato viene
elaborato in modo più esplicito è quello di Casey. Viene presentata
come la ragazza strana che sta sempre per conto suo e si mette
costantemente nei guai. Nonostante questi difetti sociali, mostra
una proattività e una comprensione della situazione disastrosa che
le permettono di riuscire dove gli altri falliscono. La verità che
si cela dietro a tutto questo, tuttavia, è piuttosto
inquietante.
In una serie di flashback, il
pubblico vede che il padre le insegna a cacciare, inizialmente
ritenuta la causa della sua visione distorta del mondo, ma in
seguito rivelata come contesto per gli orribili abusi subiti per
mano dello zio. Il film offre una rappresentazione agghiacciante
della pedofilia – la scena dell’adescamento, con l’adulto che vuole
“giocare agli animali”, è terrificante, così come il potere che lo
zio esercita anche quando è tenuto sotto tiro – e si impegna a
fondo per mostrare come abbia influenzato la vita di Casey durante
la sua crescita.
La storia si risolve con Casey che
finalmente trova la forza di parlare delle sue esperienze, una
decisione in netto contrasto con Kevin. Piuttosto che lasciare che
un passato tormentato si manifesti, sceglie di affrontare il
problema, il che si collega direttamente al tema centrale del film.
Un tema che continua nel già citato Glass,
l’ultimo film della trilogia.
La spiegazione dei temi sull’abuso
e il trauma generazionale
A livello tematico,
Split si concentra prevalentemente sul modo in cui
le persone affrontano gli abusi. Sia la protagonista che
l’antagonista sono il prodotto di un’infanzia turbolenta che li ha
portati a diventare degli emarginati. Per Casey, questo si
manifesta nel suo desiderio di stare da sola, e il silenzio è
essenzialmente il suo meccanismo di coping: crea problemi per
essere mandata in punizione e allontanarsi da tutti. Quello di
Kevin è un caso più estremo, che si intuisce provenire da un
passato più oscuro, in cui ha completamente represso il dolore e ha
dato vita a nuove personalità per far fronte al trauma.
C’è un’interessante connessione tra
queste persone “danneggiate”. Casey usa la sua vaga comprensione
della frattura mentale di Kevin per cercare di aiutarsi a fuggire
mentre gli altri ostaggi non riescono a concentrarsi. In seguito,
la Bestia non uccide Casey perché vede le sue cicatrici
autolesioniste che gli mostrano che è simile a lui. È una
riflessione brutale ma stranamente toccante su come le persone che
soffrono di problemi mentali possano vedersi sole, non vedendo il
loro legame con il mondo esterno. Questo si collega alla soluzione
più grande a questo pensiero insulare che il regista presenta:
trovare e accettare la compassione e la comprensione degli
altri.
Nel corso del film, a Kevin viene
offerta l’empatia della dottoressa Fletcher, nonostante le prese in
giro dei vicini e dei coetanei, ma la personalità di Dennis
continua a ignorarla, portandolo volontariamente sul sentiero
oscuro della Bestia – trovando letteralmente conforto solo in se
stesso. Al contrario, Casey impara ad affrontare il proprio
passato, muovendosi attivamente contro di esso e avviandosi verso
una traiettoria migliore. È un concetto piuttosto semplice, ma ben
intenzionato. Il film predica l’accettazione e l’apertura, sia
verso se stessi che verso gli altri.
Il finale di Split
offre un colpo di scena affascinante molto prima che il David Dunn
di Bruce Willis apparisse per manifestare il
legame tra questo film e Unbreakable. La scena di David che collegava Unbreakable a Split era
divertente per i fan, ma aveva poco o nulla a che fare con la vera
storia che M. Night Shyamalan stava raccontando in
questo film. La Bestia è un mostro che uccide e non ha quasi
nessuna empatia per nessuno. Tuttavia, il finale del film dimostra
che questo non è del tutto vero. C’è una persona per cui Kevin
Wendell Crumb prova empatia: Casey Cooke.
Questo è importante perché dimostra
che la Bestia vede in Casey uno spirito affine. Vede che ha vissuto
anni di abusi e che ha le cicatrici per dimostrarlo. Riconosce in
lei qualcosa che ha in sé. Kevin ha costruito queste personalità
per proteggersi dal dolore della sua vita e vede che Casey potrebbe
non avere la stessa protezione, ma è distrutta come lui. Sceglie
quindi di lasciarla vivere perché è una persona che ha sofferto e
non vuole farla soffrire ancora.
Questo finale si svolge in Glass
dall’altro lato della medaglia. Casey ha vissuto un’esperienza
orribile ed è fortunata ad esserne uscita viva. Tuttavia, invece di
odiare il mostro che l’ha torturata e quasi uccisa, vede il mostro
come lui ha visto lei: un’anima torturata che lotta e si scaglia
contro un mondo ingiusto. Split si conclude con la
Bestia che lascia vivere Casey e, sebbene abbia fallito nel
tentativo di salvarlo in Glass, gli
ha permesso di trovare un modo per vedere almeno l’accettazione
prima di morire.
Il finale di John Wick
3 – Parabellum (qui
la recensione) include un sorprendente tradimento e crea un
importante cliffhanger, mentre il finale prepara sapientemente
John Wick
4 e The
Continental. Dopo aver ucciso Santino
D’Antonio, John Wick (Keanu
Reeves) è stato dichiarato “scomunicato”, cioè
ufficialmente inserito nella lista nera di The Continental, una
zona sicura per assassini e altri personaggi della malavita. C’è
una taglia di 14 milioni di dollari sulla vita di Wick e un
consiglio di signori del crimine chiamato Gran
Tavola trama contro di lui. Wick si reca allora a
Casablanca per chiedere aiuto – introducendo la Sofia di Halle Berry – e poi torna a New York.
A New York, John trova ad attenderlo
La Giudicatrice (Asia
Kate Dillon) del misterioso High Table, insieme a
numerosi assassini. Il colpo di scena nel finale di John Wick
3 – Parabellum vede quindi John tradito da
Winston (Ian
McShane), il direttore del Continental, colpo di scena
che spinge a chiedersi perché Winston spari a John Wick. Nonostante
sia ancora una volta pesantemente ferito, il protagonista non tarda
a prepararsi per una nuova azione ad alto numero di giri per cui la
serie è diventata famosa. Tutto ciò ha contribuito a gettare le
basi per il sequel e la serie prequel di The
Continental.
Winston “uccide” John Wick per
salvare il The Continental dalla Gran Tavola
Il finale di John Wick
3 – Parabellum, spiegato dal punto di vista di John,
riguarda il destino di Winston. John ha un rapporto di scambio con
il proprietario del Continental. Nel
John Wick originale, relativamente più breve, il
personaggio di Reeves è appena tornato dalla pensione, ma è
rispettato da Winston perché è una leggenda vivente. A questo
punto, Wick non ha ancora mancato di rispetto a Winston. In
John Wick
2, però, infrange la regola d’oro e uccide un signore
della camorra al Continental. Non sorprende che Winston dichiari
Wick “scomunicato” per aver danneggiato la reputazione
dell’istituzione (oltre che la sua). Come John Wick, Winston vive
secondo un codice di condotta personale, ma manipola anche il
sistema a suo vantaggio.
Ian McShane in John Wick 3 – Parabellum
Nel finale di John Wick 3 –
Parabellum, il personaggio di Reeves stringe un accordo
con il “John Wick Anziano” della Gran Tavola. John accetta di
uccidere Winston per far cancellare la taglia di 14 milioni di
dollari sulla sua testa. Al culmine del film, Wick si rifiuta di
eseguire l’ordine, inducendo La Giudicatrice a “sconsacrare” il
Continental, il che significa che l’uccisione è ora consentita sul
territorio del Continental. Winston spara quindi a John Wick dopo
aver negoziato con La Giudicatrice il ritorno all’ovile. In questo
universo cinematografico, i personaggi credono davvero che Wick sia
stato eliminato. Ma il tradimento è solo un espediente per alzare
ulteriormente la posta in gioco nel finale.
John Wick sopravvive e viene
portato al Bowery King
Sembra poco plausibile che qualcuno
possa sopravvivere sia a una ferita d’arma da fuoco che a una lunga
caduta da un hotel di New York, ma questo è John Wick. Naturalmente
indossa un giubbotto antiproiettile e riesce a non rompersi tutte
le ossa del corpo. Tuttavia, deve ancora trovare un posto dove
riprendersi e sfuggire all’ira della Gran Tavola per aver violato
la neutralità del Continental nel precedente film. John
Wick 3 – Parabellum crea dunque una nuova sottotrama
sotterranea con questa svolta narrativa.
Per aver precedentemente aiutato
John Wick in John Wick 3 – Parabellum, Bowery King
(Laurence
Fishburn) viene punito da La Giudicatrice. Riceve
sette frustate (o fendenti) dall’assassino Zero, ma
sorprendentemente sopravvive e appare nel finale del film. Proprio
come in John Wick
2, curerà il personaggio ferito di Reeves. Entrambi
gli uomini hanno un grosso problema con la Gran Tavola ed entrambi
vengono essenzialmente licenziati. Questo concetto rafforza la
tensione insita nel franchise tra l’elaborato sistema di controllo
della Gran Tavola e il mondo violento su cui governa.
Il vero significato del finale di
John Wick 3 – Parabellum
Il finale di John Wick 3 –
Parabellum spiega già come può svolgersi la trama di
John Wick
4. Mentre il terzo film è principalmente incentrato
sulla sopravvivenza e sull’immediatezza, il quarto offre una
maggiore profondità dei personaggi. Quando John Wick riesce a
sopravvivere, è assistito da Tick Tock Man, un socio di King
Bowery, a sua volta a capo della Soup Kitchen, una rete di
intelligence clandestina. Il
franchise di John Wick esamina infatti la
perdita, la prospettiva e l’esistenzialismo.
Questi concetti non sono però
limitati a John. Finora al terzo film, la saga di John
Wick si è concentrata principalmente sul personaggio di
Keanu Reeves, ma il mondo si espanderà con i
capitoli successivi del franchise. John Wick 3 –
Parabellum lascia presagire ciò che accadrà attraverso il
dialogo di King Bowery. Egli afferma: “Sotto il tavolo è dove
si fa la merda”. Questa citazione suggerisce che c’è un chiaro
conflitto narrativo tra i personaggi dei bassifondi e quelli con un
potere immenso, come la Gran Tavola e forse anche la famiglia di
John Wick.
Il quarto capitolo è una vendetta
contro la Continental e la Gran Tavola
Per John Wick
4, il franchise ha cambiato sottilmente la sua
premessa. Invece di concentrarsi sulla ricerca di vendetta da parte
di un uomo, la trama ora coinvolge gli scontri tra sistemi di
classe. È una storia di Davide contro Golia. Questo è perfettamente
messo in atto nella scena iniziale, quando Wick uccide l’Anziano.
Questo permette al franchise di rappresentare diverse fasce
demografiche e di offrire un commento alla società, pur rimanendo
fedele a concetti pratici come il rifugio, la sopravvivenza e i
legami personali, come l’amicizia tra John Wick e Winston.
Keanu Reeves in John Wick 3 – Parabellum
Tuttavia, il cuore della storia
rimane lo stesso. John Wick è stato tradito e vuole vendicarsi
dell’intero sistema, anche se La Giudicatrice è misteriosamente
assente in John Wick 4. Mentre Winston è l’amico
sleale che ha lasciato John morto, si scopre che la sparatoria era
il loro piano di riserva. Ora John Wick è ancora più assetato di
sangue e farà di tutto per cancellare la sua taglia e abbattere il
Marchese e chiunque si metta sulla sua strada. John Wick
4 vede infatti John affrontare letteralmente l’alta
borghesia sotto forma di Marchese di Gramont, che lo sfida a un
duello tutt’altro che leale.
Cosa succede nel sequel
John Wick 4?
John Wick
3– Parabellum spiegava che
l’assassino titolare era ancora vivo dopo la caduta dalla terrazza
del Continental e che Bowery King gli aveva dato un rifugio e un
posto dove guarire. John Wick 4 riprende otto mesi
dopo la scena finale del threequel, quando l’assassino si è
completamente ripreso ed è pronto a riprendersi la libertà. Wick
inizia uccidendo Il Reggente a Casablanca e poi
cerca rifugio nel Tokyo Continental. Dopo averlo ucciso, la taglia
di Wick continua ad aumentare e il mondo intero sembra intenzionato
a farlo fuori, compreso il suo vecchio amico Caine (Donnie
Yen) e il suo nuovo nemico Mr.
Questi assassini sono tutti ordinati
dal Marchese di Gramont, che lavora anche per la Gran Tavola. Alla
fine, usando pistole, auto, spade e proiettili di alito di drago,
Wick uccide senza sorpresa tutti quelli che gli si parano davanti.
John Wick 4 si conclude con un duello tra Caine e
Wick. Caine ha la meglio e riesce a uccidere Wick, ma non prima che
quest’ultimo spari in testa al Marchese. La scena finale vede
quindi Winston e The Bowery King visitare la tomba di John, ma con
John Wick 5 in fase di sviluppo, è improbabile che
Wick sia davvero morto.
Sono passati diversi anni da quando Interstellar
(qui
la recensione) ha debuttato al cinema, diventando uno dei
film
più affascinanti ma anche più complessi di Christopher Nolan. Un regista che non si è
spaventato davanti alla possibilità non solo di parlare di
astrofisica o di relatività (ricordiamo, comunque, che il
fisico teorico Caltech Kip Thorne è stato
consulente scientifico), ma addirittura immaginare cosa si celasse
dentro i buchi neri, corpi celesti ancora ignoti per la scienza.
Sarà stata la sua fervida immaginazione legata a doppio giro alla
sua genialità, a rendere Interstellar
fra le
pellicole più importanti di questi ultimi anni? Potrebbe
essere. Una cosa, però, è certa: il suo finale, nelle sue più fitte
teorie, lascia ancora con tanti punti interrogativi, alcuni
inspiegabili, altri invece a cui siamo riusciti a dare una risposta
e una spiegazione.
Le attività del Dr. Mann
In Interstellar la
caratteristica più evidente di cui Nolan vuole parlarci subito, e
che diventa pretesto e motore del film, è questa: le condizioni
sulla Terra non sono delle migliori. Il pianeta è sofferente a
causa di enormi tempeste di polvere, i raccolti stanno marcendo e
l’umanità potrebbe perire a causa della mancanza di risorse. In
cerca di risposte a tali eventi, la NASA guarda
alla galassia. Come apprendiamo all’inizio, un gruppo di 12
scienziati ha viaggiato attraverso un misterioso wormhole apparso
vicino Saturno, per vedere se i 12 pianeti dall’altra parte
potessero sostenere la vita umana. Alcuni anni dopo, l’Endurance e
il suo equipaggio – tra cui Joseph Cooper e Amelia
Brand – visitano i tre pianeti più promettenti nella
speranza di colonizzarne uno. Per spiegare bene il finale,
cominciamo da quando i due arrivano sul pianeta del dottor
Mann.
Una volta incontrato lo scienziato, questi
assicura loro che dove si trova lui, seppur sia freddo e
ghiacciato, è il luogo perfetto in cui gli esseri umani possono
vivere. Andando avanti, però, quelle parole si rivelaranno solo uno
stratagemma. Sebbene ciascuno dei 12 scienziati originari sapesse
che il loro viaggio era di sola andata, Mann ammette di non aver
mai considerato la possibilità che il suo pianeta sarebbe stato
inabitabile e che avrebbe potuto morire da solo, come invece si
evince. Nonostante abbia resistito all’impulso per anni, alla fine
ha falsificato i dati delle sue indagini per convincere un’altra
squadra a recarsi sul suo pianeta, con l’intenzione di usare
l’Endurance per fuggire. Disperato, e con l’impellente bisogno di
andare via, Mann è pronto a tutto, anche a commettere un omicidio.
E il primo che cerca di far fuori è proprio Cooper.
L’esito del piano di Mann
Qualcosa, però, nel piano del dottor Man va
storto. Intanto, per impedire che qualcuno possa scoprire che ha
falsificato i dati del sondaggio fino a dopo la sua fuga, Mann
mette una trappola esplosiva al robot che aveva immagazzinato i
dati falsi. La manomissione provoca però un’enorme esplosione, ma
il robot Endurance TARS riesce a fuggire. Non
solo: questi ha anche disabilitato la procedura di aggancio
automatico delle navette. Ciò si traduce in una sola cosa: anche se
Mann ha rubato la navetta di Cooper, non è in grado di agganciarsi
all’Endurance. Nel frattempo, quest’ultimo è fortunatamente
sopravvissuto al tentativo di Mann di ucciderlo, ed è riuscito a
chiedere aiuto. A salvarlo è Brand, la quale lo va a recuperare
nella seconda navetta dell’Endurance.
Sebbene Brand e Cooper avvertano Mann che
l’aggancio manuale all’Endurance non funzionerà, lo scienziato
tenta comunque di farlo, poiché oramai accecato dal desiderio di
scappare via a qualsiasi costo. Non appena però tenta di
depressurizzare la camera di compensazione della navetta per poter
entrare nell’Endurance, la camera di compensazione esplode,
uccidendo Mann e mandando l’Endurance in rapida rotazione. Intanto
Cooper con l’aiuto di TARS e dell’altro robot dell’Endurance, CASE,
riesce ad agganciarsi all’Endurance e a stabilizzare la rotazione.
Ma a quel punto la nave è gravemente danneggiata e non ha
abbastanza carburante per viaggiare in sicurezza, lasciando Cooper
e Brand bloccati nello spazio.
Il piano di Cooper per raggiungere il pianeta di Edmunds
Il terzo pianeta dove vogliono sbarcare Cooper e
Brand è stato colonizzato da uno scienziato di nome Edmunds. C’è
però un problema: la nave è rimasta senza carburante. A quel punto
Cooper propone di utilizzare la gravità del buco nero – che si
chiama Gargantua – per eseguire una manovra di fionda, la quale
garantirebbe una partenza all’Endurance poiché facendolo si
innescherebbe un’inerzia sufficiente a raggiungerlo. Sappiamo però,
grazie a ciò che è accaduto in precedenza, che ogni qual volta
l’equipaggio dell’Endurance si avvicina al buco nero, il suo campo
gravitazionale distorce la loro percezione del tempo a causa della
relatività, il che significa che il tempo vissuto da loro – che può
essere di pochi minuti – per chiunque sia al di fuori della gravità
di Gargantua si trasforma in anni.
Eseguendo comunque la manovra della fionda
pensata da Cooper, lui e Brand si ritroveranno a sperimentare un
“balzo temporale” di 51 anni. Entrambi capiscono in quel momento
che Cooper, al netto di questa conseguenza, non potrà rivedere i
suoi figli sulla Terra, poiché con molta probabilità quando lui
farà ritorno saranno passati troppi anni e loro saranno morti di
vecchiaia. Nonostante questo, Cooper deve necessariamente
proseguire, poiché consapevole che il suo piano è l’ultima
possibilità di sopravvivenza per l’umanità.
TARS e Cooper finiscono dentro Gargantua
L’unica soluzione per liberare l’Endurance dalla
gravità di Gargantua è, dopo aver completato la manovra della
fionda di Cooper, diminuirne il peso. A quel punto, prima di
eseguire la manovra prestabilita, l’ex pilota della NASA decide che
la navetta contenente il TARS si deve staccare e cadere nel buco
nero. Oltre a liberare l’Endurance dal peso della navetta, Cooper
spera che TARS possa raccogliere i dati quantistici dall’interno
del corpo celeste, importante per gli scienziati della NASA sulla
Terra per completare l’equazione gravitazionale
che permetterà all’umanità di andarsene e dunque salvarsi.
Nonostante le probabilità che questo accada siano molto scarse,
Cooper vuole comunque provarci, ma non dice a Brand che la perdita
della navetta di TARS non sarà sufficiente a ridurre il peso.
Purtroppo, per far sì che il piano vada in porto, deve staccarsi
un’altra navetta. In quel momento, Cooper decide che sarà lui a
morire, lasciando che Brand prosegua verso il pianeta di
Edmunds.
La sopravvivenza all’interno del buco nero
Una volta precipitato nel buco nero, Cooper
(Matthew
McConaughey) continua a registrare ciò che vede e lo
trasmette a TARS, sperando che i dati aggiuntivi possano aiutare
gli scienziati sulla Terra. Qui Nolan, grazie alla sua superba
regia, restituisce agli spettatori una visione davvero singolare di
come potrebbe essere questo corpo celeste. Dopo essere sceso in
picchiata dentro il buco nero, vediamo Cooper che invece di essere
schiacciato dalla gravità di Gargantua viene invece risparmiato,
mentre la sua navetta si distrugge. Da qui, le cose diventano tutto
fuorché semplici. Dopo essere sopravvissuto, Cooper si ritrova in
una sorto di biblioteca infinita e interdimensionale, la quale gli
permette di ripercorrere diversi momenti della camera da letto
dell’infanzia di sua figlia Murph, compreso il giorno in cui è
partito per la sua missione sull’Endurance.
TARS stabilisce che hanno attraversato Gargantua
vivi perché sono stati protetti da “loro”, i misteriosi esseri che
hanno costruito il tunnel spaziale che ha permesso all’Endurance di
viaggiare in questa nuova galassia. Nonostante la NASA avesse
capito che il wormhole – apparso vicino Saturno all’inizio di
Interstellar – fosse stato costruito
artificialmente da una specie di esseri intelligenti avanzati, le
informazioni su di loro erano pressocché pari a zero. TARS, così,
deduce che “loro” devono aver costruito questa biblioteca per
aiutare Cooper a comprendere la loro realtà a cinque
dimensioni.
Cooper vede Murph in Gargantua
Agli occhi dello spettatore, la biblioteca
di Interstellar in cui è
Cooper sembra infinita, ma ad un certo punto ci accorgiamo che ogni
parte della stanza serve come finestra sullo stesso identico posto:
la camera da letto di Murph (Jessica
Chastain), lo stesso che vediamo all’inizio del film.
In un primo momento Cooper crede di essere stato portato da lei per
il suo desiderio di rivederla, ma TARS lo aiuta a capire che “loro”
hanno costruito questa realtà tridimensionale per lui,
permettendogli di accedere a tutte e cinque le dimensioni in un
modo che non può comprendere.
Insieme a TARS, Cooper scopre che
attraverso la biblioteca può influenzare fisicamente diversi punti
dello spazio-tempo usando la gravità per spostare le cose
(ricordiamoci che il tempo e la gravità sono la quarta e la quinta
dimensione che esistono nella “loro” realtà). A quel punto, Cooper
ha un’intuizione: comprende di essere stato portato in quel luogo
per inviare un messaggio attraverso il tempo, usando la gravità, e
che Murph deve essere l’unica a riceverlo. Da lì si rende conto che
per “loro” è Murph la persona più importante, capace di salvare
l’umanità. La biblioteca, dunque, esiste per far sì che Cooper sia
in grado di fornire a sua figlia le informazioni di cui necessita
nel preciso momento in cui le necessita.
La missione di Cooper nella stanza di Murph
Di primo acchito, quando Cooper vede la figlia,
cerca in tutti i modi di inviarle un messaggio con il tentativo di
bloccare la sua stessa partenza con l’Endurance. Lo fa attraverso i
libri disposti sullo scaffale, per scrivere la parola “Stay” ossia
resta, con il codice Morse. E lo fa per una ragione ben precisa: se
riesce a farle recepire il messaggio, Murph fara sì che lui non
parta, potendo di conseguenza riunirsi alla sua famiglia e
cancellare gli anni persi. All’inizio di Interstellar, però,
sappiamo che questo non avverrà mai, poiché pur avendo Murph
ricevuto il messaggio, non è riuscita a convincere il padre.
La biblioteca, infatti, permette a
Cooper di percepire tutte e cinque le dimensioni, ma non
gli consente di cambiarne nessuna, ciò significa che non ha
l’abilità di riscrivere il tempo così come non può smettere di
essere tridimensionale. TARS, rendendosene conto, dice a Cooper che
“loro” non lo hanno portato lì per cambiare il passato, quanto
piuttosto per plasmare e influenzare il futuro. Così, con l’aiuto
di TARS, fornisce a Murph le coordinate della struttura della NASA
e condivide alcune informazioni che potrebbero salvare
l’umanità.
Chi sono “loro”?
La trasmissione dei dati quantistici raccolti da
TARS all’interno di Gargantua, perciò, aiuterà Murph a salvare
l’umanità. Cooper è, sostanzialmente, il messaggero
interdimensionale, scelto dalle stesse forze misteriose che hanno
costruito la biblioteca e creato il wormhole vicino a Saturno. Una
volta compreso il suo nuovo scopo, l’uomo capisce anche che le
creature che hanno assistito l’umanità non sono affatto
alieni, ma esseri umani. Capiamo così a nostra volta che,
a un certo punto – nel futuro – l’umanità sarà progredita talmente
tanto da usare la gravità per creare il wormhole che ha permesso
alla NASA di inviare gli scienziati a esplorare i 12 pianeti.
Tale umanità del futuro in Interstellar è la
stessa che ha protetto Cooper dagli effetti di Gargantua. Proprio
come Cooper è in grado di usare la biblioteca per influenzare
eventi che, per lui, sono già accaduti, gli umani del futuro hanno
usato la loro comprensione del tempo e della gravità per garantire
la propria sopravvivenza assistendo Cooper, Murph e la NASA,
facenti parte del passato.
Cosa succede dopo l’invio del messaggio?
Cooper invia i dati a Murph attraverso
l’orologio che le aveva dato prima di partire, dicendo a TARS che
lei lo troverà grazie all’amore, l’unica
chiave che può guidare la figlia, poiché questo è l’unico
sentimento che trascende tutte le dimensioni compreso spazio e
tempo. Murph, alla fine, l’orologio lo trova e da qui Interstellar prende una
piega differente. Murph sa che per risolvere l’equazione
gravitazionale che salverà l’umanità, sono necessari dati
quantistici raccolti dall’interno di un buco nero. Sa però anche
che raccoglierli dall’interno di un buco nero sia pressoché
impossibile, il che le fa pensare che l’umanità sia condannata. Ad
un certo punto, però, si rende conto che è Cooper ad essere il suo
“fantasma” nascosto nella camera da letto quando era piccola
(questa parte è presente all’inizio di Interstellar) e che è stato
dunque il padre a darle i dati di cui aveva bisogno, per l’appunto
con l’orologio. Murph, in tal modo, riesce a risolvere l’equazione,
garantendo la sopravvivenza della specie umana.
Tornando a Cooper, quando l’uomo le trasmette i
dati quantistici, il tesseract – ossia la biblioteca – inizia a
disintegrarsi, poiché ha adempiuto al suo compito. Intanto Cooper
perde conoscenza e quando si risveglia si ritrova in un habitat
spaziale in orbita attorno a Saturno. Così come l’umanità del
futuro ha portato Cooper in una biblioteca permettendogli di
comunicare con sua figlia e salvare l’umanità del suo presente, lo
ha anche riportato al sicuro terminata la sua missione. Invece però
di essere sulla Terra, si trova in un’enorme colonia che fluttua
nello spazio. Infatti, grazie ai calcoli di Murph e ai dati
acquisiti dal buco nero, gli esseri umani hanno potuto lasciare la
Terra e ora sono sparsi in diversi habitat spaziali.
Alla fine di Interstellar, dove va Cooper?
Quando in Interstellar Cooper
arriva sull’habitat spaziale noto come Cooper Station è ancora
giovane, perché per lui è passata solo qualche ora, mentre sua
figlia Murph, che ha visto per l’ultima volta da bambina, per il
discorso del balzo temporale è una donna anziana in punto di morte.
Se l’uomo è quindi felice di aver rivisto la figlia, quest’ultima
invece è consapevole che non vivrà ancora molto, suggerendo quindi
al padre di andarsene per non vederla morire e di ritrovare invece
Amelia Brand. Seguendo il suo consiglio, ruba una nave con
l’obiettivo di tornare indietro attraverso il tunnel spaziale e
raggiungere Brand sul pianeta di Edmunds. La scienziata sta
provando a costruire lì una nuova colonia umana e quando si toglie
il casco e respira l’aria della sua nuova casa, capisce che è
quello il pianeta che a lungo gli astronauti hanno cercato e dove
l’umanità potrà di nuovo prosperare.
Qual era l’equazione che Murph cercava di risolvere?
Uno dei fulcri di Interstellar rimane
l’equazione gravitanzionale; un’equazione che la scienziata Amelia
Brand prima, e Murph poi, cercano di risolvere. All’inizio Brand
dice a Cooper che per il successo del Piano A – che prevede il
trasferimento dell’umanità su un nuovo pianeta in un altro sistema
solare – è indispensabile risolvere l’equazione mentre l’Endurance
è in orbita per scoprire potenziali nuovi mondi. Solo dopo Brand
confesserà a Murph di essere sempre stata al corrente del fatto che
l’equazione è irrisolvibile senza i dati quantistici provenienti
dall’interno del buco nero e che il Piano A era solo una
messinscena.
Per quanto invece riguarda i risultati che
l’equazione stessa avrebbe dovuto raggiungere, – e che raggiunge
Murph – tutto si riconduce alla gravità. Affinché il Piano A
funzionasse, Brand doveva portare l’intera razza umana via dalla
Terra a bordo di ampie stazioni spaziali. Se gli esseri umani
avevano la tecnologia utile per lanciare le singole navette, le
stazioni spaziali delle dimensioni di una città erano invece un
problema ben più grande, poiché per mandarle nello spazio era
necessario che l’umanità imparasse a manipolare la gravità secondo
la sua volontà. Senza risolvere l’equazione gravitazionale, essa
sarebbe stata troppo grande per sollevarsi dalla Terra.
Il finale di Interstellar è un
paradosso?
Interstellar, alla
fine, solleva una domanda ben precisa, che sicuramente tutti si
saranno posti quando il film arriva alle sue battute conclusive.
Riguarda l’umanità del futuro, la quale come abbiamo spiegato
poc’anzi ha generato sia il tesseract che il wormhole, permettendo
di conseguenza che l’umanità del passato possa sopravvivere. Ma
come è possibile tutto questo, considerato che l’umanità del futuro
non può esistere senza che quella del passato sopravviva? La
spiegazione ce la fornisce una teoria, nota come “paradosso della
predestinazione“.
Questo è un ipotetico ciclo casuale nel viaggio
nel tempo in cui un evento causa un secondo evento, che in realtà
era la causa del primo. Pur essendo impossibile, la teoria può
essere traslata all’interno dell’universo della pellicola di Nolan,
dove potrebbe invece funzionare. Potrebbe essere che nella linea
temporale “originale” l’umanità si sia effettivamente estinta sulla
Terra, ma che la colonia “Piano B” di Amelia Brand sul pianeta di
Edmunds sia sopravvissuta, si sia evoluta e abbia infine sviluppato
la capacità di viaggiare nel tempo e cambiare il passato, creando
dunque una nuova linea temporale da cui poi si è sviluppata tutta
la vicenda di Cooper e Murph all’interno di Interstellar.
Il primo
trailer di James
Gunn di Superman ha fatto breccia in Internet
al momento della sua uscita, ma ha fatto molto di più che
entusiasmare i fan del film. Sono passate più di 24 ore da quando
il trailer è stato pubblicato su YouTube e ha già
generato più di 22 milioni di visualizzazioni a
livello globale. Si tratta di un numero più alto di tre
volte rispetto a quello messo assegno dall’ultimo film del DCEU,
Aquaman e il Regno
Perduto, che attualmente si attesta a sei milioni
di visualizzazioni nonostante sia stato proiettato più di un anno
fa. Le visualizzazioni dei trailer non corrispondono
necessariamente al successo al botteghino, ma i sei milioni di
visualizzazioni di Aquaman 2 sono
stati sufficienti a far superare al film i 400 milioni di dollari
al botteghino mondiale. Anche se questo non significa
che Superman sia garantito che faccia il triplo,
18 milioni di visualizzazioni in 24 ore fanno sicuramente ben
sperare, soprattutto considerando l’accoglienza per lo più
positiva.
Ci sono anche alcuni altri fattori
che aiuteranno Superman di James
Gunn per quanto riguarda i risultati al botteghino. Mancano
ancora più di sette mesi all’uscita del film nelle sale e la
promozione è già iniziata. Gunn ha anche l’impronta di
sceneggiatore e regista della trilogia di Guardiani della Galassia
per il MCU, che è presente nel trailer di
Superman e sarà sicuramente sufficiente a convincere
alcune persone che forse non avrebbero visto il film se fosse stato
prodotto da un regista che non conoscevano. IlSuperman di
Gunn ha anche un’atmosfera decisamente diversa rispetto all’Uomo
d’Acciaio del precedente regime; il trailer irradia speranza, cosa
che il team di Superman dovrebbe sfruttare quando inizierà il press
tour qualche mese prima dell’uscita del film.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Stranger
Things 5 ha concluso la sua produzione, così come
è stato annunciato su Instagram da Netflix. Non è
ancora stata rivelata una data di uscita per la finale, ma la serie
tornerà nel 2025. “Questo è il finale di ‘Stranger Things‘”, ha pubblicato
Netflix
su Instagram con alcune foto del dietro le quinte. “Ci vediamo
nel 2025“.
Il cast completo è tornato per la
quinta stagione:
Winona Ryder nel ruolo di Joyce Byers,
David Harbour nel ruolo di Jim Hopper,
Millie Bobby Brown nel ruolo di Eleven,
Finn Wolfhard nel ruolo di Mike Wheeler, Gaten
Matarazzo nel ruolo di Dustin Henderson, Caleb
McLaughlin nel ruolo di Lucas Sinclair, Noah
Schnapp nel ruolo di Will Byers, Joe
Keery nel ruolo di Steve Harrington,
Sadie Sinknel ruolo di Max
Mayfield, Natalia Dyer nel ruolo di Nancy Wheeler,
Charlie Heaton nel ruolo di Jonathan Byers,
Maya Hawke nel ruolo di Robin Buckley,
Brett Gelman nel ruolo di Murray Bauman,
Priah Ferguson nel ruolo di Erica Sinclair e
Jamie Campbell
Bower nel ruolo di Vecna. Anche la star di
“Terminator” Linda Hamilton si unisce al cast in
un ruolo misterioso.
La stagione 4 è stata presentata in anteprima
nell’estate del 2022 in due parti, pubblicate separatamente a
maggio e luglio. Gli episodi erano di dimensioni gigantesche, tutti
di oltre 60 minuti, e l’episodio finale della parte 2 è durato più
di due ore. Si è conclusa con una battaglia totale contro il
malvagio Vecna e i Demogorgoni nel Sottosopra, dove l’amato nuovo
arrivato Eddie Munson (Joseph
Quinn) si è sacrificato per salvare la banda. Vecna
è rimasto indebolito in seguito allo scontro, ma è ancora
abbastanza potente da diffondere il Sottosopra a Hawkins. A parte
Eddie, il cast principale sopravvive, ma Max rimane in coma dopo
che Vecna ha preso il controllo del suo corpo.