Home Blog

Festival di Cannes 2024: le foto dal red carpet di Furiosa: A Mad Max Saga

Anya Taylor-Joy
Anya Taylor-Joy al Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Si è tenuta nella sera il red Carpet di Furiosa: A Mad Max Saga, alla 77a edizione del Festival di Cannes al Palais des Festivals. Sul red tutto il cast del film insieme al regista George Miller, Anya Taylor-JoyChris Hemsworth accompagnato dalla moglie  Elsa Pataky. Presenti anche Pierfrancesco Favino, la presidentessa Greta Gerwig, Eva Green.

Il quinto capitolo della serie post-apocalittica Mad Max di George Miller. Con Furiosa: A Mad Max Saga, il regista australiano continua la sua saga di culto, questa volta puntando i riflettori sul personaggio di Furiosa. L’attrice Anya Taylor-Joy interpreta il ruolo principale, addentrandosi nel cuore della focosa guerriera e ritraendola da giovane. Chris Hemsworth interpreta il Dottor Dementus, un nome che parla da solo, in un ruolo malvagio che lo porta in una direzione molto diversa dal suo iconico personaggio Marvel, Thor.

Furiosa: A Mad Max Saga, Il sequel di Mad Max: Fury Road

Uscito in concorso nel 2015, Mad Max: Fury Road ha fatto scalpore. E per una buona ragione. Nel corso di una conferenza stampa, il suo regista, l’australiano George Miller, ha spiegato come abbia utilizzato non meno di 3.500 storyboard disegnati a mano al posto di una sceneggiatura, come una graphic novel su una scala completamente nuova. Lontano dal Mad Max a basso budget ma di grande impatto del 1979, il quarto capitolo della saga ha sfruttato al massimo il suo budget di 150 milioni di dollari con ampi effetti speciali e acrobazie reali, sotto forma di sequenze di inseguimento nel deserto girate in Namibia. Qui il regista ha toccato il tema chiave della sua opera: il movimento, rivelando un’umanità fondamentale che lotta in mezzo al caos del mondo. Come alter ego che rivelano la loro vera natura quando interagiscono, il personaggio di Max, interpretato da Tom Hardy, viene leggermente messo in ombra dall’eccezionalmente carismatica Furiosa, interpretata da Charlize Theron.

Ed è la storia delle origini di questo stesso personaggio, un tempo strappato al Luogo Verde, che il regista esplora ora in Furiosa: A Mad Max Saga, presentato fuori concorso. Da dove viene Furiosa? Cosa alimenta il suo desiderio di vendetta? L’attrice Anna Taylor-John (The Queen’s Gambit, 2020, Dune: Part Two, 2024) prende le redini di Charlize Theron, mentre Chris Hemsworth, nel ruolo del formidabile Dementus, affronta uno dei suoi ruoli più importanti fino ad oggi. Tom Burke, noto per la sua interpretazione di Orson Welles in Mank (2020) di David Fincher, interpreta il ruolo del pretoriano Jack.

Diamant Brut, recensione del film di Agathe Riedinger – Cannes 77

Il concorso di Cannes 77 apre le danze con un sapore alla Un Certain Regard: non abbiamo sbagliato sezione del Festival, ma il debutto alla regia di Agathe Riedinger, Diamant Brut, è un coming-of-age che sembra prelevato direttamente da quei titoli. Scelta che testifica certamente l’apertura dei confini di selezione, il desiderio di includere tra le fila del concorso anche progetti di esordienti, o dall’afflato indie certamente caro a Cannes che, ricordiamo, vedrà anche il nuovo film di Sean Baker, Anora, concorrere per la Palma d’oro.

Diamant Brut: vivere per un sogno

Liane ha 19 anni, sogna una vita da influencer famosa, ma vive con la madre e la sorellina a Fréjus, in Costa Azzurra. È ossessionata dal suo aspetto fisico, tanto che le sue amiche la definiscono “una Kim Kardashian wannabee”. Farebbe di tutto per appartenere alla cerchia di TikToker e personalità celebri che segue in televisione e sui social network, in primis modificare il suo corpo per raggiungere un’ideale di bellezza che, secondo la sua opinione, dovrà per forza essere considerato. Tutto questo potrebbe realizzarsi quando viene notata da una talent scout dietro la produzione di un reality tv tra i suoi preferiti, Miracle Island: la possibilità concreta per lasciarsi alle spalle i furti all’ordine del giorno, le rate di affitto arretrate, una madre da sempre assente.

Liane è emotività sussurrata

A trainare questo racconto di desideri fragili ma fortissimi, tentennamenti emotivi e tanta paura di crescere è una brillante Malou Khebizi, che ritrae in maniera convincente i conflitti di Liane, nascondendoli dietro a un’esuberanza fisica, al counturing, alla chirurgia plastica, al costante desiderio di modificare il proprio corpo per adeguarlo agli standard di chi, secondo lei, ce l’ha fatta nella vita. Chi, tramite la bellezza, è riuscito a riscattarsi ottenendo amore, soldi e riconoscimento (necessariamente in quest’ordine, dato che Liane ha impostato una perfetta timeline per la sua scalata al successo).

Non che la storia personale di sia particolarmente originale – si attiene a tropi ben conosciuti – ma non risulta mai troppo difficile per lo spettatore entrare in empatia con la protagonista, riconoscere delle emozioni molto umane in lei, voler capire in che modo deciderà di crescere e se presterà ascolto alla parola degli altri. Liane percorre un binario tutto suo, in cui non sono consentite deviazioni dettate dai ritmi altrui, in cui il desiderio egoista è l’unica chiave di accesso a una fetta di mondo diversa, dove si esiste per forza.

Diamant Brut (Wild Diamond)

La corsa per la vita di Liane

Tutte le emozioni e le cose che non riesce a esprimere Liane passano attraverso il suono, le note di un violoncello che prende le sembianze di una coscienza, che parla dove non arrivano le parole della nostra protagonista, che segue le sue corse sui tacchi, che trasporta tutta quella dolcezza che non ha mai riscontrato nel suo nido. E’ ancora presto per riscontrare un fil rouge nei film del concorso di Cannes 77 ma, in Diamant Brut, è percepibile l’eco dell’annata passata, il confronto genitori – figli, le responsabilità delle figure che dovrebbero educare, colonna portante dei titoli che hanno concorso per la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2023. A metà tra la Sevim di About Dry Grasses, così sicura di quello che crede sia il vero e il Joe di May December, a cui non è stato concesso di crescere quando era il giusto tempo di farlo, Liane riesce a farsi conoscere per quello che è, brutalmente onesta e ingenuamente sincera.

La corsa per la vita di Liane non è continua, come bene mette in evidenza Agathe Riedinger: ci sono altri pareri, punti di vista che contrastano con quello della ragazzina, più realisti e forse anche più obiettivi che, tuttavia, non riescono mai ad avere la meglio. Così, quando acquista corpo l’unico riconoscimento veramente necessario, l’unico affetto che potrebbe dare effettivamente valore alla persona di Liane, oltre il corpo, gli sguardi, i follower, questa reagisce ricercando l’opposto, accerchiandosi del male di cui sono fatti i suoi traumi, delle resistenze del suo passato, dell’idea che gli altri fuori da noi possano determinare al meglio chi siamo. La personalità di Liane si nutre di conflitti, che emergono forse non sempre con equilibrio all’interno di Diamant Brut e culminano in una chiusa ambigua che potrebbe non convincere. D’altra parte, Liane rimane un mistero, e forse è giusto così: se si è già conosciuta abbastanza, non ci è dato saperlo.

Per Peter Jackson, Gollum è stata una scelta facile per un nuovo film de Il Signore degli Anelli

Gollum

Pochi giorni dopo l‘annuncio del ritorno del Signore degli Anelli nelle sale cinematografiche con Il Signore degli Anelli: Caccia a Gollum, lo sceneggiatore/regista di tutti e sei i film live-action del franchise del Signore degli Anelli ha rotto il suo silenzio sul progetto in arrivo. Parlando con Deadline, Peter Jackson ha parlato di ciò che ha reso Gollum la scelta giusta per dare il via a una nuova serie di film e di quanto sia entusiasta di poter lavorare di nuovo con Andy Serkis. Andy Serkis ha interpretato Gollum sia nella trilogia originale del Signore degli Anelli che in quella de Lo Hobbit e dirigerà e interpreterà The Hunt for Gollum.

C’erano molti personaggi attorno ai quali avrebbe potuto ruotare il prossimo film live-action del Signore degli Anelli, ma per Jackson Gollum era la scelta più ovvia. Ha raccontato cosa lo ha spinto a preferire Gollum ad altri personaggi come Aragorn (Viggo Mortensen), Legolas (Orlando Bloom) o Gandalf (Ian McKellen):

Il personaggio di Gollum/Sméagol mi ha sempre affascinato perché Gollum riflette il peggio della natura umana, mentre il suo lato Sméagol è, probabilmente, abbastanza simpatico. Penso che sia in sintonia con i lettori e con il pubblico del cinema, perché c’è un po’ di entrambi in ognuno di noi. Vogliamo davvero esplorare la sua storia e approfondire le parti del suo viaggio che non abbiamo avuto il tempo di trattare nei primi film. È troppo presto per sapere chi incrocerà il suo cammino, ma è sufficiente dire che prenderemo spunto dal Professor Tolkien“.

Peter Jackson è entusiasta di lavorare di nuovo con Andy Serkis in “Caccia a Gollum”.

Tra il Leader Supremo Snoke nella trilogia sequel di Star Wars, l’iconico Cesare nei film del Pianeta delle Scimmie e Gollum/Sméagol nel Signore degli Anelli,Andy Serkis si è affermato come una forza formidabile per la motion capture e il doppiaggio. Saranno anche passati più di 10 anni da quando Andy Serkis ha indossato i panni di Gollum, ma secondo Jackson è l’unico in grado di affrontare il personaggio:

Andy è stato una gioia lavorare con lui alla regia della Seconda Unità de Lo Hobbit. Ha l’energia e l’immaginazione e, soprattutto, una comprensione intrinseca del mondo e della storia che è necessaria per tornare nella Terra di Mezzo. Abbiamo collaborato a otto film insieme e ogni volta è stata un’esperienza fantastica. Non c’è nessuno su questa Terra meglio equipaggiato di Andy per affrontare la storia di Gollum“.

I partner originali di Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens, sono stati incaricati di scrivere la sceneggiatura de Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, oltre a Phoebe Gittins e Arty Papageorgious, che hanno entrambi lavorato al prossimo film d’animazione, Il Signore degli Anelli: La guerra dei Rohorrim. È stato riferito che Jackson non tornerà sulla sedia dello scrittore, ma continuerà a produrre e “sarà coinvolto in ogni fase del processo“.

Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum è atteso nelle sale nel 2026. La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è disponibile in streaming su Prime Video, in vista della première della seconda stagione il 29 agosto.

The Rookie: la cospirazione incombe nel trailer del finale della sesta stagione

The Rookie Nathan Fillion

Se c’è una cosa che The Rookie sa fare bene, è come creare un finale di stagione coinvolgente. Secondo il promo dell’imminente finale della sesta stagione, l’episodio terrà gli spettatori con il fiato sospeso quando lo show rivelerà un’importante cospirazione e i poliziotti si muoveranno per fermare un’importante operazione. La trama dell’episodio annuncia un finale di stagione ancora più spettacolare rispetto alle stagioni precedenti, in quanto il sergente Grey riesce finalmente ad avere un quadro completo della situazione e aiuta i suoi uomini a portare a termine un’enorme missione. Nel frattempo, si sviluppa una connessione tra tutti i casi sparsi nella stazione di polizia.

Il sergente Grey aiuta la squadra a prepararsi per la loro missione più importante. Nel frattempo, Aaron, Lopez, Celina, Tim e Smitty scoprono una sorprendente connessione nel loro caso.

Nel promo la dottoressa London è in fuga, perché tutto diventa troppo per lei. Questo sarebbe in contraddizione con il suo accordo con Nolan di aiutare il caso in cambio dell’immunità. “C’è ancora tempo. Puoi sistemare le cose”, cerca di convincere Nolan al telefono. La dottoressa London non si illude di sapere con chi ha a che fare, perché Monica non ha limiti a ciò che può fare. “È troppo pericoloso. Ha spie dappertutto”, valuta correttamente la dottoressa London mentre qualcuno la guarda salire in macchina e andarsene.

Che fine ha fatto ‘The Rookie: Feds’?

The Rookie ha tentato di espandere il suo universo con The Rookie: Feds, ma lo spinoff è stato cancellato dopo una sola stagione. Lo show non ha affrontato la questione di cosa sia successo a Simone Clark e alla sua squadra. Il Mid-Wilshire si rende conto che la portata della cospirazione criminale che hanno scoperto è più profonda di quanto pensino, così chiedono l’aiuto dell’FBI. Felix Solis riprende il personaggio di Matthew Garza di Feds e rappresenta l’FBI. Questa sarà l’occasione per lo show di parlare di ciò che è accaduto alla squadra speciale da lui guidata.

Il promo si conclude con una nota positiva: gli agenti e i detective del distretto si avvicinano ai loro obiettivi. Promette molta azione: Thorsen viene coinvolto in una rissa in un negozio di biancheria; Chen si lancia in Fast and Furious saltando tra le auto in corsa; Lopez si imbatte in assalitori mascherati; Nolan e Harper trasformano il loro veicolo in un’arma mentre attraversano una tenda che sembra essere la base di un’operazione. L’episodio costituirà il cliffhanger per la prossima stagione, quando Monica cercherà di scoprire chi le sta dando la caccia e aiuterà il peggior nemico di Nolan, Oscar, a evadere di prigione in The Rookie Stagione 6, Episodio 10, “Piano di fuga”.

Il principe cerca moglie è stata la prima – e migliore – volta in cui Eddie Murphy ha interpretato più personaggi

Il principe cerca moglie film Eddie Murphy

Riusciremo mai a ritrovare il vecchio Eddie Murphy? E se è per questo, quando l’abbiamo perso? Sembra che sia passato così tanto tempo dall’ultima volta che abbiamo visto Murphy essere il singolare genio della commedia che è, e non aiuta il fatto che recentemente sia stato visto sprecare il suo tempo in progetti come You People e Il principe cerca moglie 2. Il fatto che Il principe cerca moglie 2 sia stato un fallimento così superficiale è particolarmente deprimente, se si considera che l’originale Il principe cerca moglie non solo è uno dei suoi più grandi trionfi artistici e una pietra di paragone per la cultura afroamericana, ma è anche la nascita di uno dei marchi di fabbrica di Eddie Murphy da sempre: interpretare più personaggi usando protesi e trucco. Si potrebbe sostenere che è proprio qui che la sua carriera inizia a declinare, in quanto diventa sempre più dipendente e dipendente da questa pratica per coprire le carenze del materiale dei suoi film successivi. In altre parole, è diventato un cliché inaridito di sua creazione.

La genialità di Il principe cerca moglie

La storia di Coming to America racconta di Akeem (Eddie Murphy), principe di Zamunda, e del suo fidato servitore Semmi (Arsenio Hall), in viaggio verso il Queens, a New York, per trovare il vero amore, una donna che ecciti sia i lombi di Akeem che il suo intelletto. Lungo la strada, entrambi incontrano un variopinto cast di eccentrici strambi, la maggior parte dei quali sono interpretati da Murphy e Hall con molte protesi e costumi. Nel caso di Murphy, egli interpreta Clarence, un barbiere chiassoso che fa affermazioni azzardate sulle celebrità che ammira e odia; Saul, un vecchio ebreo bianco che rimprovera costantemente Clarence per le sue stronzate; e Randy Watson, un musicista locale un po’ sciupato, leader della band Sexual Chocolate.

Per il pubblico dell’epoca si sarebbe trattato di una svolta epocale, poiché Eddie non aveva mai interpretato più personaggi prima di allora, nemmeno al SNL. L’idea è nata grazie all’influenza del regista John Landis, che in un’intervistato ha raccontato: “Avevo letto un articolo, che mi aveva molto offeso, sui comici ebrei con il volto nero… Ho pensato che fosse davvero ignorante, così ho detto: “Eddie, ti farò interpretare un vecchio ebreo“”. Così, quando hanno messo Murphy nel suo trucco da ebreo, non solo gli stava bene, ma “abbiamo scoperto che il trucco lo liberava. Una volta truccato, era fresco come quando aveva 19 anni. Una volta truccato, non era più Eddie“. Eddie Murphy si è appassionato così rapidamente a questo tipo di performance che poi ha inventato altri personaggi per sfruttarli.

Inutile dire che Eddie Murphy è una rivelazione in questa modalità. È un luogo comune dire che non sapreste mai che è Saul, Clarence o Randy, a meno che non lo sappiate già, ma è davvero impressionante la diversità di ognuno di loro. Eddie Murphy mostra una gamma così completa di emotività e le sue voci sono così distinte l’una dall’altra, che fa sentire questi uomini così a loro agio nella propria pelle (persino Randy, che è deliziosamente ignaro di quanto sia perdente). Questo dimostra anche la diversità che Murphy avrebbe potuto avere come attore vero e proprio, passando dall’autentico ebreo saputello all’anziano presuntuoso e vanaglorioso fino all’intrattenitore delirante in modo così fluido. Eddie, da giovane, era un interprete che dava il meglio di sé, che non consumava la scena e che interpretava i suoi personaggi in un modo che poteva essere definito sincero, se non proprio “serio”; si sentiva come un personaggio coinvolto attivamente in una scena, piuttosto che un cabarettista che faceva dei pezzi. Ma proprio qui sta il problema.

La comicità di Eddie Murphy è diventata sempre più autosufficiente in fatto di espedienti

In totale, Eddie Murphy ha interpretato più personaggi in un film per sei volte, compreso Coming to America, con risultati che vanno dal delizioso all’abominevole. Vampiro a Brooklyn è stato un tentativo malriuscito di commedia horror in cui ha interpretato un vampiro con un pessimo accento eurotrash, un predicatore con una pelle così plastica da farlo sembrare una tavoletta di cioccolato che si scioglie e un gangster bianco che sembrava un quadro di Michael Jackson sottoposto al trattamento Dorian Gray. Il professore matto è un film per il quale nutro una forte nostalgia; lo trovo ancora uno dei migliori film di Eddie Murphy in termini di comicità che invecchia bene e di capacità di infondere alla sua recitazione una reale sincerità. A parte la famigerata scena in cui interpreta l’intera famiglia Klump mentre cenano e continuano a scoreggiare, tutti i personaggi sembrano persone tangibili che presentano comportamenti coerenti. C’è una scena in cui Sherman viene consolato dalla madre che è una delle recitazioni più tenere che Eddie Murphy abbia mai fatto, ed è lui che recita con se stesso! Meno si parla del sequel, meglio è; è stato più o meno lo stesso, ma non in senso positivo.

Sebbene Bowfinger abbia ormai lo status di un classico di culto, è in qualche modo sottovalutato per quanto riguarda il ruolo di Eddie Murphy. Non solo è un colpo di genio nel ruolo di Jiff, uno dei pochi personaggi nella storia del cinema a riuscire a fare la battuta “sono così imbarazzato che sto guardando una ragazza nuda“, ma Murphy fa qualcosa di molto intelligente con la sua controparte Kit Ramsey: prende in giro la sua stessa reputazione di star del cinema. Ci sono innumerevoli storie che raccontano di Eddie Murphy come un gigantesco egocentrico che ha lasciato che il successo gli desse alla testa nei suoi giorni di gloria negli anni ’80, per non parlare del fatto che era molto sgradevole lavorare con lui. Che si tratti o meno di un commento consapevole da parte sua, e nonostante a volte sembri che il Murphy one man show stia uscendo dai binari, in questo caso è appropriato che lo faccia, dal momento che si suppone che sia un’odiosa testa calda circondata da persone che si comportano bene. Inoltre, dimostra che Murphy aveva ancora le sue innate doti comiche e che poteva essere esilarante senza bisogno di protesi e di nascondersi alla luce del sole.

Norbit ha rovinato tutto

Ecco perché è così doloroso e significativo che Norbit sia stata l’ultima volta in cui ha provato a fare quella sceneggiata. Un film così terribile nella sua esecuzione e così offensivo nella rappresentazione dei suoi personaggi e dei suoi atteggiamenti verso le persone, e Murphy è stato così ampiamente svergognato per il suo coinvolgimento nel film, che ha contribuito alla sua graduale recessione dal mondo del cinema. Nel podcast WTF di Marc Maron ha spiegato: “Stavo facendo film di merda… forse è ora di prendermi una pausa“. Sebbene Eddie Murphy non abbia mai menzionato esplicitamente l’uso di protesi o spiegato perché abbia smesso di farlo fino a Coming 2 America, si deve immaginare che l’infelicità di base di fare film scadenti che non comportano protesi e trucco pesante sia solo esacerbata dall’inclusione di questi fattori di stress.

Il vero problema del declino di Eddie Murphy non riguardava semplicemente le protesi, perché di solito era assistito dalla leggenda del trucco Rick Baker, vincitore di un Oscar, quindi anche nei suoi progetti peggiori, come Norbit, il trucco e le protesi fanno ancora la loro parte. Il problema vero e proprio è che più Murphy lo faceva, più si affidava a idee stereotipate e rimaneggiate. Si è continuamente affidato a tropi comportamentali afroamericani regressivi per riempire una caratterizzazione vuota e, considerando i suoi trascorsi nella stand-up comedy con Delirious e Raw, si potrebbe sostenere che stesse proiettando alcuni dei suoi stessi atteggiamenti e convinzioni tossiche su questi personaggi. Se a questo si aggiunge la prepotenza con cui insisteva nel voler essere al centro dei riflettori, e il fatto che ogni personaggio era una scusa per Eddie Murphy per fare riff e fare casino in modi che non si addicevano affatto alla scena, il tutto diventava dolorosamente stridente.

Per non parlare del fatto che, quando si chiudono gli occhi e si ascolta, ci si rende conto che in realtà non ha molte voci in repertorio. La sua voce di Ciuchino in Shrek è il risultato finale dell’uso della stessa voce per Papa Klump, il predicatore in Vampiro a Brooklyn, e ne ha fatto anche una versione femminile per Rasputia in Norbit. Mamma Klump ricorda il suo lavoro in Mulan e persino Randy Watson sembra il fratello di Sherman Klump, Ernie. Essere un genio non ti rende illimitato, e sembra che Eddie Murphy stesse sbattendo contro i muri delle sue mancanze. Per fortuna, sembra che abbia finalmente ritrovato il suo ritmo.

IF – gli amici immaginari: recensione del film di John Krasinski con Ryan Reynolds

If - gli amici immaginari recensione

Quando Atreju, nel film La Storia Infinita, incontra Gmork, quest’ultimo gli svela che Fantàsia sta morendo perché “la gente ha rinunciato a sperare. E dimentica i propri sogni”. Non essere più capaci di sognare e immaginare, relegando tutto ai toni grigi dell’esistenza, è al centro della avvincente storia di Wolfgang Petersen (e ancor prima di Michael Ende). Linee tematiche che si intersecano per ritrovarsi anche in IF – Gli amici immaginari, il nuovo film di John Krasinksi, ancora una volta in veste di regista, sceneggiatore e interprete. Chi rischia di scomparire in questa storia sono gli amici immaginari, bizzarre creature che accompagnano i bambini durante la loro infanzia e che, come l’universo in cui Bastian viene catapultato leggendo il libro, sono generati dalla pura fantasia.

Ed è proprio la fantasia a cui non bisogna mai rinunciare, poiché legata a doppio giro con il nostro “bambino interiore”, a cui un po’ troppo spesso si rinuncia per lasciare spazio all’ordinarietà di un quotidiano in bianco e nero. IF – Gli amici immaginari, oltre a Ryan Reynolds, Cailey Fleming, Fiona Shaw e lo stesso Krasinski nei panni degli umani, è interpretato da un cast vocale davvero eccezionale: a dare voce agli IF (abbreviazione di Imaginary Friends) troviamo infatti Emily Blunt, Matt Damon, Phoebe Waller-Bridge, Steve Carell, Louis Gossett Jr., Alan Kim, Sam Rockwell e Blake Lively. Il film arriva nelle sale dal 16 maggio distribuito da Eagle Pictures.

IF – Gli amici immaginari, la trama

Essere piccoli vuol dire poter esprimere la propria creatività in qualsiasi modo si voglia. Pensando a racconti incredibili, volando con la fantasia, creando amici immaginari con cui condividere le giornate e, perché no, confidarsi. E se si ha una famiglia stimolante, la vita diventa una bellissima favola a occhi aperti. Lo sa bene Bea, che da bambina spendeva il tempo giocando con i suoi speciali genitori. Hanno sempre mantenuto alta la sua immaginazione, non facendole mai perdere il sorriso. Da quando la madre è morta, per Bea le cose sono cambiate. È entrata nell’adolescenza, e ciò significa che è arrivato il momento di lasciarsi alle spalle divertimento e giochi. Non possono esistere nella sua nuova “vita da adulta”.

Ma quando il padre è costretto a ricoverarsi per un intervento al cuore, la ragazzina è costretta a trasferirsi dalla nonna dove, all’improvviso, inizia a vedere stravaganti creature che la conducono da Calvin, un uomo che vive con gli IF, gli amici immaginari, e sta provando ad aiutarli ad accoppiarsi con nuovi bambini, perché quelli con cui stavano un tempo sono grandi e non li vedono più. Bea prende a cuore la causa, decidendo di supportarlo in questa crociata, scoprendo che la chiave per restare felici è non dimenticarsi di quello che si è stati da bambini.

La metafora degli IF

Il nuovo film di John Krasinksi rivela le sue intenzioni partendo da una storia genuina e profondamente personale. È evidente, dalla spiccata componente emotiva che permea molte delle sue sequenze, che il regista abbia preso ispirazione da esperienze legate al suo cuore e ai suoi ricordi d’infanzia. Momenti plastici e sincere emozioni che non vuole dimenticare, e che gli hanno fatto sentire l’urgenza di immortalarle su pellicola, auspicando che questo funga da stimolo per risvegliare negli altri quella parte fanciullesca che si è anestetizzata nel passaggio all’età adulta.

If - gli amici immaginar

E a ben guardare il vero target del film sembrano essere proprio gli adulti. Una conferma avuta da Ciro Priello all’anteprima romana, voce italiana dell’IF Blue, il quale nell’agurare una buona visione a una sala gremita di spettatori di tutte le età, ci ha tenuto a ricordare (rivolgendosi proprio a loro) quanto sia fondamentale non smettere di rimanere in contatto con il nostro “io bambino”, l’unica parte di noi capace di contrastare pessimismo e disincanto, due mali che oggi hanno robuste radici. E la pellicola, la sua missione, la dichiara quasi subito. Compito di Bea, alla fine, sarà quello di far vedere nuovamente gli IF ai loro amici oramai cresciuti, per impedirgli che cancellino per sempre la loro infanzia.

Nonostante si presentasse più come una favola prettamente per bambini, che comunque fornisce loro un consiglio di vita, il significato del film è perciò molto più complesso e rivolto ai grandi, che guarda dritti negli occhi scavando nelle loro coscienze. Sono loro i veri protagonisti del racconto, quelli che devono essere risvegliati dal sonno della disillusione. Sono loro quelli che vengono invitati a riscoprire chi erano un tempo, riacquisendo gli strumenti necessari per tornare a sentirsi un po’ più leggeri. Non più schiacciati dal peso di un’esistenza fatta di sole responsabilità e preoccupazioni. L’incontro con il proprio IF di appartenenza diventa così una bella e toccante metafora visiva sul riabbracciare la parte di sé bambina che si è rifiutato, con la parte finale che in tal senso ingloba almeno un paio di scene commoventi da cui è difficile prendere le distanze. Ed esserne travolti sarà inevitabile.

Gli IF, creature incantevoli

Se a livello semantico IF – Gli amici immaginari è più valido di quanto potessimo immaginare, lo sono ancor di più i suoi protagonisti eccentrici. Ci riferiamo in particolare alle creature che popolano il film, una più stravagante dell’altra. Ogni IF è unico, testimonianza di un lavoro esemplare nel design dei personaggi. Colorati, sfaccettati, briosi pur con le loro fragilità. Una girandola di personaggi pittoreschi, pensati con cura grafica e portati sullo schermo attraverso un’ottima animazione, che riflette l’impegno e l’investimento creativo per renderli credibili e veri. Sì, proprio perché non ci si aspetterebbe nulla di diverso da vedere se non figure strambe, insolite, cartoonesche, specchio e prova visiva del potere della fantasia, diventando proprio per questo autentici.

Guardandoli, chiunque potrebbe rievocare il proprio IF, se ne ha avuto uno. Ripensando magari a quei disegni variopinti in cui non si sapeva bene come rappresentarlo, ma c’era comunque la voglia di imprimerlo su carta, come fosse una fotografia che non si sarebbe mai sbiadita. E poteva essere brutto, goffo, deforme, ma era qualcuno a cui si voleva bene, e non era fittizio. Lo si sentiva nel cuore e tanto bastava a renderlo reale, e di conseguenza a renderci felici. Con IF – gli amici immaginari, John Krasinksi vuole riaccendere nel pubblico la fiamma delle emozioni d’infanzia. Niente di più, niente di meno. E allora non dimentichiamoci di loro, perché la vita, senza immaginazione, è un posto troppo buio da affrontare. Da bambini lo sapevamo bene.

Titane: la spiegazione del finale del film Palma d’Oro a Cannes

Titane spiegazione finale

Titane si conclude con una nota sensibile e premurosa, diversa dagli ultraviolenti minuti iniziali del film, in quanto tutte le sue assurdità avvengono in modo del tutto naturale e si fondono in una narrazione tradizionale. Titane (la nostra recensione) segue Alexia, che dopo aver commesso una serie di omicidi si traveste da figlio di un pompiere scomparso da 10 anni. Il forte legame che i due sviluppano fa assopire la loro natura autodistruttiva, ma Alexia rimane incinta grazie a una macchina, ed è solo questione di tempo prima che la verità su di lei venga svelata.

Il vincitore della Palma d’Oro del 2021 è sia un film di body horror che un’avvincente storia d’amore. Segue le orme dell’altrettanto controverso film di David Cronenberg, Crash, mettendo insieme macchine ed esseri umani come vasi di cruda energia sessuale, che trasmettono parole non dette attraverso la pelle. Titane è il secondo lungometraggio di Julia Ducournau, che ha dimostrato di essere competente quando si tratta di bilanciare orrore e dramma con il suo inquietante debutto, Raw.

Cosa succede nel finale di Titane

Cosa succede nel finale di Titane

Anche dopo aver scoperto la vera identità e la gravidanza di Alexia, Vincent non la denuncia e continua ad amarla e a proteggerla come parte della sua famiglia. Tuttavia, quando Alexia fa emergere il suo vero io alla caserma dei pompieri, un misto di vergogna e delusione travolge Vincent, portando i due a percorrere ancora una volta la strada dell’autodistruzione: Vincent si ubriaca e si brucia con il fuoco, mentre Alexia si dedica a un’attività sessuale con un camion dei pompieri, provocando il crollo totale del suo corpo.

Con il bambino in arrivo, Alexia si precipita da Vincent per sentirsi al sicuro. Nell’inquietante scena finale dell’amato ma difficilmente raccomandabile film, Vincent aiuta Alexia con il bambino nonostante lo shock iniziale di vedere il suo corpo consumato dal titanio. Il bambino sopravvive, ma Alexia soccombe alle placche metalliche, lasciando Vincent con un bambino metà macchina e metà uomo che sostituisce sia il figlio scomparso che il ruolo di Alexia nella sua vita.

Qual è il significato della relazione tra Alexia e Vincent?

Titane Alexia e Vincent

Le circostanze che portano alla relazione tra Alexia e Vincent sono basate sulla brutalità. Sono personaggi tormentati che conducono la loro vita attraverso un percorso di autodistruzione: Alexia sfoga la rabbia dei suoi traumi nei rapporti sessuali con le auto, mentre Vincent attenua il dolore per la perdita del figlio iniettando dosi sconsiderate di steroidi nel suo corpo. Quando i due si incontrano, sembra che siano finalmente pronti a lasciar andare la violenza che infliggono a se stessi, ma è solo questione di tempo prima che i loro lividi esplodano di nuovo.

A parte il contenuto violento di Titane, che ha provocato l’abbandono del cinema, la più grande controversia del film ruota attorno alle allusioni all’incesto tra Alexia e Vincent, ma ciò che potrebbe sfuggire agli spettatori è che Vincent non ha mai creduto che Alexia fosse Adrien. Il più grande dilemma della loro relazione è che Alexia pensa che Vincent la ami solo perché proietta Adrien su di lei, mentre Vincent cerca di evitare ciò che prova realmente per Alexia perché non sa come esprimerlo. Quando accidentalmente vede chi è veramente lei nel bagno, i due sono costretti ad affrontare prematuramente i loro sentimenti, anche se non li hanno ancora capiti.

Nella scena finale del letto, l’amore genitoriale e quello romantico si scontrano in un momento scomodo, ma speciale, tra i due. Con il suo secondo film, Julia Ducournau presenta personaggi i cui corpi sono i vasi delle loro ossessioni, nascosti da strati di vestiti ma facilmente esposti ogni volta che si concedono a qualcuno. Solo che non si sono mai ritenute degne di una relazione sensibile fino a quando non si sono trovate l’una con l’altra, e non sapere come amare è pericoloso quanto arrendersi alla solitudine. Come se non bastasse, gli impulsi violenti di Alexia la trasformano in una vera e propria macchina, in contrasto con Vincent, che cerca disperatamente di sfuggire all’invecchiamento, che è alla base della condizione umana.

Cosa rappresenta il bambino di Alexia

In Titane, la famiglia è ciò che si crea. Gli anni trascorsi da Alexia con il padre violento la trasformano in una macchina indomabile, mentre Vincent proietta suo figlio in Alexia, liberando tutte le insicurezze che aveva come padre duro e violento. Nel mezzo di tutto questo, nasce l’inquietante figlio di Alexia: un neonato ricoperto di chiazze di titanio su tutto il corpo. Il bambino rappresenta la sconfitta di Alexia nel superare il suo passato oscuro e la frustrazione di Vincent nel non riuscire a proteggere di nuovo la sua amata, ma allo stesso tempo, il bambino è anche un simbolo di speranza per Vincent, che si guadagna una seconda possibilità.

Inoltre, il bambino di Alexia le ricorda costantemente che è umana, cosa contro cui cerca di lottare per la maggior parte del film. La placca di titanio sulla testa le dà uno scopo, ma le macchine non possono avere figli. In effetti, l’umanità è tecnicamente progettata per vivere e lasciar vivere. La maternità di Alexia la sfida ad accettare il suo vero io, ma il bambino rivela che il titanio ha preso completamente il sopravvento sugli interni di Alexias. Alla fine, quella che è la sua debolezza passa al bambino come la sua più grande forza: un corpo forgiato nel titanio, ma un pianto umano come quello di qualsiasi altro bambino.

Il vero significato della fine di Titane

Il vero significato della fine di Titane

Titane è un film legato all’autodistruzione e alla dissociazione. Sebbene il romanticismo, il sesso e la famiglia siano spesso considerati argomenti delicati della vita, Julia Ducournau decostruisce questi concetti come crudi fondamenti dell’umanità in una storia in cui l’umanità stessa ha perso il suo significato. Il film inizia con Alexia che rifiuta ogni briciolo di umanità: ha rapporti sessuali con le macchine, uccide i propri genitori, rifiuta ogni forma di affetto e compie una serie di omicidi. Tuttavia, Vincent entra nella sua vita e la fa sentire amata, e ora il concetto stesso di amore diventa contorto nella loro sconcertante relazione.

Talk to Me: la spiegazione del finale del film horror

Talk to Me spiegazione finale
Sophie Wilde in Talk to Me. Foto di Courtesy of A24 - © A24

Dopo aver fatto molto scalpore nei festival cinematografici, Talk to Me (qui la recensione) di Michael e Danny Philippou è diventato il successo horror a sorpresa dell’anno, nonché il film horror di A24 che ha incassato di più al botteghino nazionale, superando Hereditary di Ari Aster. E come se non bastasse, è già stato annunciato un sequel! Il film è ora disponibile nelle sale italiane, per gustarsi le brillanti interpretazioni e l’emozionante sceneggiatura che fanno di Talk to Me uno dei migliori film horror dell’anno.

Inoltre, la pellicola merita elogi anche per l’equilibrio tra le informazioni che fornisce al pubblico e quelle che preferisce tenere segrete, utilizzando l’ambiguità del mondo degli spiriti per tenere gli spettatori sulle spine per tutta la durata del film. Tuttavia, questa scelta creativa può anche rendere confusi alcuni aspetti di Talk to Me: abbiamo quindi deciso di analizzare il finale derl film spiegare tutto ciò che sappiamo con certezza sulla coinvolgente mitologia di questa piccola gemma horror.

5La mano di Talk to Me

Talk to Me mano
Foto di Courtesy of A24 – © A24

La storia di Talk to Me ruota attorno a una mano di ceramica che permette alle persone di vedere le anime perdute. Nessuno sa da dove provenga, ma ci sono alcune curiose teorie. Secondo i racconti degli adolescenti che giocano con l’oggetto maledetto, la mano apparteneva a un essere umano, un medium o un satanista. Dopo essere stata staccata dal corpo del suo proprietario, è stata imbalsamata per essere conservata. Sebbene non si possa affermare con certezza che questa storia sia vera, le regole che governano il potere della mano sono un po’ più precise. Per usare la mano, bisogna innanzitutto accendere una candela, che apre la porta tra il regno dei vivi e quello dei morti, guidando gli spiriti verso la mano. Dopodiché, una persona deve afferrare l’oggetto e ripetere le parole “Parla con me”. Questo permette di vedere il fantasma che ha risposto alla chiamata della candela. Dopodiché, chi tiene la mano può cedere il controllo del proprio corpo dicendo allo spirito: “Ti lascio entrare”.

Per espellere lo spirito, la candela deve essere spenta, chiudendo la porta che le anime erranti utilizzano. Inoltre, se un corpo umano ospita un fantasma per più di 90 secondi, gli spiriti in visita potrebbero decidere di rimanere, con conseguenze raccapriccianti per tutte le persone coinvolte. Infine, come racconta la storia, se qualcuno muore mentre uno spirito abita il suo corpo, la sua anima è persa per sempre nel limbo, costretta a unirsi alla massa di spiriti perduti che vagano nel buio.

Indietro

Natasha Lyonne si unisce al cast dei Fantastici Quattro!

natasha-lyonne-instagram

I Marvel Studios continuano ad ampliare il loro cast stellare per il suo prossimo film sui Fantastici Quattro: Natasha Lyonne si unirà all’attesissimo film Marvel. L’attrice di Russian Doll si unisce a un cast che include già Pedro Pascal che interpreterà Reed Richards (alias Mr. Fantastic), Vanessa Kirby è Sue Storm (alias la Donna Invisibile), Joseph Quinn è Johnny Storm (alias la Torcia Umana) ed Ebon Moss-Bachrach è Ben Grimm (aka la Cosa). Anche Julia Garner sarà nel cast per interpretare Silver Surfer, con Paul Walter-Hauser, John Malkovich e Ralph Ineson.

Il regista di WandaVision Matt Shakman dirigerà Fantastici Quattro da una sceneggiatura di Ric Pearson, Josh Friedman, Jeff Kaplan e Ian Springer. La produzione inizierà quest’estate e il film uscirà il 25 luglio 2025. I Marvel Studios non hanno commentato. I dettagli della trama vengono tenuti nascosti, così come i dettagli dei personaggi.

Natasha Lyonne ha avuto un grande successo negli ultimi tempi dopo il suo ruolo nominato agli Emmy in Poker Face di Rian Johnson, che produce anche attraverso il banner Animal Pictures. La serie è stata nominata in tutti i premi più importanti tra cui i Peabody Awards, i Golden Globe e gli Emmy, con vittorie ai WGA e ai TCA, ed è in produzione per la sua seconda stagione. Oltre a recitare e produrre, Lyonne scrive e dirige lo show. Per quanto riguarda Animal Pictures, la società ha recentemente firmato un accordo first look con Sister.

Prima di Poker Face, Lyonne ha ottenuto un enorme successo con la serie Netflix acclamata dalla critica Russian Doll, creata e interpretata da Lyonne, che ha vinto tre Emmy Awards e ha ottenuto un totale di 14 nomination agli Emmy, tra cui Comedy Series e Lead Actress, una nomination come attore ai Golden Globes, due nomination alla WGA e il premio TCA per l’eccezionale nuovo programma. Il 2024 ha segnato l’uscita dello speciale comico Netflix di Animal, acclamato dalla critica, Jacqueline Novak: Get On Your Knees, diretto da Lyonne.

Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul film

Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear. Fanno parte del cast anche Julia Garner, Paul Walter Hauser, John Malkovich e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus.

Al momento circolano voci su una possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra 616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia Garner è stata scelta per interpretare Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che sembrerebbe confermare anche quella di Galactus come villain principale. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025.

Jodie Comer per Kenneth Branagh in The Last Disturbance of Madeline Hynde

Fantastici Quattro Jodie Comer

Kenneth Branagh ha trovato il suo prossimo progetto e soprattutto la sua nuova protagonista: Jodie Comer sarà la protagonista del nuovo film di Branagh The Last Disturbance of Madeline Hynde, che ha scritto e dirigerà. Il film viene descritto come un thriller psicologico contemporaneo, ma la trama è tenuta segreta. La produzione del film, finanziato in modo indipendente, inizierà ad agosto nel Regno Unito.

Branagh collaborerà nuovamente con i suoi produttori di Belfast Tamar Thomas, Laura Berwick e Becca Kovacik, insieme a Matthew Jenkins, Ashley Fox e Johnny Pariseau di Maximum Effort. Quando nelle ultime settimane si è sparsa la voce che Branagh aveva il suo nuovo progetto pronto, la città era in fermento soprattutto da quando la sua ultima sceneggiatura originale, Belfast, gli è valsa un Oscar. Dato quanto è impegnata Comer, il suo rapido attaccamento è un buon segno che Branagh ha un’altra emozionante storia originale in serbo per il pubblico.

A proposito di programmi fitti, Jodie Comer ha recentemente recitato in The End We Start From, un thriller tratto da SunnyMarch di Benedict Cumberbatch, Hera Pictures, Anton e BBC Film. Il film è uscito in sale selezionate a New York e Los Angeles l’8 dicembre 2023 ed è stato ampliato nelle sale americane il 19 gennaio 2024.

Successivamente, Jodie Comer sarà protagonista del prossimo film drammatico di Jeff Nichols, The Bikeriders, insieme a Austin Butler e Tom Hardy. Il film sarà distribuito da Focus Features il 21 giugno 2024. Comer inizierà presto la produzione del nuovo capitolo della trilogia di 28 anni dopo, diretto da Danny Boyle, insieme ad Aaron-Taylor Johnson, Ralph Fiennes e Jack O’Connell.

Wicked: il trailer e il poster del film con Cynthia Erivo e Ariana Grande

Wicked, uno dei musical più amati e più longevi degli ultimi vent’anni, finalmente, fa il suo atteso debutto sul grande schermo a novembre, presentandosi come un evento cinematografico spettacolare e simbolo di una generazione.

Wicked, la storia inedita delle streghe di Oz, vede la pluripremiata Cynthia Erivo (Harriet, The Color Purple di Broadway), vincitrice di Emmy, Grammy e Tony, nel ruolo di Elphaba, una giovane donna incompresa a causa della sua insolita pelle verde, ancora ignara del suo vero potere. Accanto a lei, Ariana Grande, vincitrice di Grammy e superstar mondiale, pluripremiata col disco di platino, interpreta Glinda, una giovane donna popolare, adornata dal privilegio e dall’ambizione, ancora alla ricerca della sua vera essenza.

Wicked – il poster

wicked

Le due si incontrano come studentesse all’Università di Shiz nella fantastica Terra di Oz dove stringono un’amicizia improbabile ma profonda. Dopo un incontro con il Meraviglioso Mago di Oz, la loro amicizia giunge a una svolta e le loro vite prendono strade molto diverse. La sete di popolarità di Glinda la porta ad essere sedotta dal potere, mentre la determinazione di Elphaba di rimanere fedele a sé stessa e agli altri avrà conseguenze inaspettate e scioccanti sul suo futuro. Le loro straordinarie avventure a Oz le porteranno infine a compiere i loro destini come Glinda la Buona e la Strega Cattiva dell’Ovest.

Il film vanta anche la presenza di Michelle Yeoh, vincitrice di un premio Oscar®, nel ruolo della regale preside dell’Università di Shiz, Madame Morrible; Jonathan Bailey (Bridgerton, Compagni di Viaggio) nel ruolo di Fiyero, un principe arrogante e spensierato; Ethan Slater, candidato al Tony (Spongebob Squarepants di Broadway, Fosse/Verdon) nel ruolo di Boq, un generoso studente Munchkin; Marissa Bode al suo debutto cinematografico nel ruolo di Nessarose, la sorella prediletta di Elphaba; e l’icona della cultura pop Jeff Goldblum nel ruolo del leggendario Mago di Oz.

Il cast include Pfannee e ShenShen, due astuti compatrioti di Glinda interpretati dal candidato all’Emmy Bowen Yang (Saturday Night Live) e da Bronwyn James (Harlots), e un nuovo personaggio creato per il film, la Signorina Coddle, interpretata dalla candidata al Tony Keala Settle (The Greatest Showman).

Diretto dal rinomato regista Jon M. Chu (Crazy & Rich, Sognando a New York – In the Heights), Wicked è il primo capitolo di un entusiasmante evento culturale. L’arrivo al cinema della seconda parte di Wicked è previsto per novembre 2025.

Wicked è prodotto da Marc Platt (La La Land, La Sirenetta), i cui film, spettacoli televisivi e produzioni teatrali hanno ottenuto complessivamente 46 candidature agli Oscar®, 58 candidature agli Emmy e 36 candidature ai Tony, insieme a David Stone, plurivincitore del Tony (Kimberly Akimbo, Next to Normal), con il quale Platt ha prodotto il blockbuster del musical teatrale Wicked. I produttori esecutivi sono David Nicksay, Stephen Schwartz e Jared LeBoff.

Basato sul bestseller di Gregory Maguire, Wicked è adattato per lo schermo dalla sceneggiatrice Winnie Holzman, e dal leggendario compositore e paroliere vincitore di Grammy e Oscar® Stephen Schwartz. Il musical teatrale di Broadway è prodotto da Universal Stage Productions, Marc Platt, l’Araca Group, Jon B. Platt e David Stone.

Keira Knightley protagonista di The Woman in Cabin 10 per Netflix

Keira Knightley 2021

L’attrice Keira Knightley è stata ingaggiata da Netflix per essere la protagonista dell’adattamento cinematografico del romanzo bestseller di Ruth Ware dal titolo The Woman in Cabin 10. In quello che segna uno dei primi via libera di Dan Lin in qualità di nuovo capo del servizio di streaming, il film segue una giornalista di viaggio (Keira Knightley) incaricata di partecipare al varo di uno yacht di lusso.

Quando però assiste al lancio in mare di un passeggero nel cuore della notte, nessuno crede però alla sua storia perché tutti i passeggeri della nave sono stati registrati. La donna cerca allora ostinatamente le risposte a quell’enigma, mettendo in pericolo la propria vita mentre la nave attraversa il desolato Mare del Nord. Il film, come il romanzo, si configura dunque con un vero e proprio giallo, con un mistero da risolvere e dietro il quale sembra nascondersi qualcosa di molto più grande e pericoloso del previsto.

Il film – come riportato da Variety – sarà diretto da Simon Stone, i cui crediti includono il progetto Netflix del 2021 “The Dig”, con Carey Mulligan, Ralph Fiennes e Lily James, e il dramma con Geoffrey Rush del 2015 “The Daughter”. Joe Shrapnel e Anna Waterhouse (“Snake Eyes: G.I. Joe – Le origini”) hanno invece scritto la sceneggiatura di  The Woman in Cabin 10, di cui però al momento non si hanno informazioni né sull’inizio delle riprese né su una possibile data di uscita.

Un nuovo ruolo da protagonista per Keira Knightley

Il libro di Ware è molto amato e segna un nuovo ruolo da protagonista per la candidata all’Oscar Keira Knightley. Attualmente sta girando la serie Netflix “Black Doves” e recentemente è apparsa in “Lo strangolatore di Boston” e “The Aftermath”. Le sue due nomination agli Oscar sono invece arrivate con la rivisitazione di “Orgoglio e pregiudizio” del 2005, un successo di botteghino, e con “The Imitation Game” del 2014.

Godzilla e Kong – Il nuovo Impero in streaming sulle principali piattaforme

Godzilla e Kong - Il nuovo impero

L’epica battaglia continua! Il Monsterverse cinematografico di Legendary Pictures dà seguito allo scontro esplosivo di “Godzilla vs. Kong” con una nuovissima avventura che vedrà l’onnipotente Kong e il temibile Godzilla combattere fianco a fianco contro una colossale minaccia sconosciuta che si cela nel nostro mondo, mettendo a dura prova la loro stessa esistenza… e la nostra. “Godzilla e Kong – Il nuovo Impero” approfondisce ulteriormente le storie e le origini di questi due Titani, nonché i misteri di Skull Island, tra gli altri, svelando la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi esseri straordinari e li ha legati per sempre all’umanità.

Adam Wingard torna a dirigere il film Godzilla e Kong – Il nuovo Impero, interpretato da Rebecca Hall (“Godzilla vs. Kong”, The Night House – la casa oscura”), Brian Tyree Henry (“Godzilla vs. Kong”, “Bullet Train”), Dan Stevens (la serie TV “Gaslit”, “Legion”, “La Bella e la Bestia”), Kaylee Hottle (“Godzilla vs. Kong”), Alex Ferns (“The Batman”, “La furia di un uomo – Wrath of Man”, “Chernobyl”) e Fala Chen (“Irma Vep”, “Shang Chi e la leggenda dei Dieci Anelli”).

La sceneggiatura di Godzilla e Kong – Il nuovo Impero è di Terry Rossio (“Godzilla vs. Kong”, la serie “Pirati dei Caraibi”), Simon Barrett(“You’re Next”) e Jeremy Slater (“Moon Knight”), da una storia di Rossio, Wingard e Barrett, basato sul personaggio “Godzilla” di proprietà e creato da TOHO Co., Ltd.. Il film è prodotto da Mary Parent, Alex Garcia, Eric Mcleod, Thomas Tull, Jon Jashni e Brian Rogers, mentre i produttori esecutivi sono Wingard, Jen Conroy, Jay Ashenfelter, Yoshimitsu Banno, Kenji Okuhira.

Wingard torna a collaborare con il direttore della fotografia Ben Seresin (“Godzilla vs. Kong”, “World War Z”), lo scenografo Tom Hammock(“Godzilla vs. Kong”, “X: A Sexy Horror Story”, “The Guest”), il montatore Josh Schaeffer (“Godzilla vs. Kong”, “Molly’s Game”), la costumista Emily Seresin (“L’uomo invisibile”, “Top of the Lake – Il mistero del lago”). Le musiche del film sono opera dei compositori Tom Holkenborg (“Godzilla vs. Kong”, “Mad Max: Fury Road”) e Antonio Di Iorio (musica aggiuntiva su “Godzilla vs. Kong”, i film “Sonic”).

Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures presentano una produzione Legendary Pictures, un film di Adam Wingard: “Godzilla e Kong – Il nuovo Impero”. Il film è stato distribuito nelle sale cinamatografiche italiane da Warner Bros. Pictures.

È colpa tua? le foto del secondo capitolo ispirato alla trilogia di best-seller Culpables

È colpa tua? film 2024

Prime Video ha svelato che il film Original spagnolo È colpa tua? sarà disponibile a dicembre 2024 dopo il successo di È colpa mia?, che ha debuttato su Prime Video l’8 giugno 2023 riscontrando un successo senza precedenti a livello mondiale.

Il film, basato sulla trilogia di best-seller Culpables di Mercedes Ron, si è classificato nella top 10 dei titoli più visti in oltre 190 Paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Australia, India, Argentina e Francia. Il sequel È colpa tua??, di cui oggi sono state rilasciate anche le prime immagini ufficiali, punta a raggiungere lo stesso risultato del film precedente e dal prossimo dicembre sarà disponibile su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. È colpa tua? è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese.

È colpa tua? vede nuovamente Nicole Wallace (Skam Spagna, Parot) e Gabriel Guevara (Domani è oggi – Tomorrow is Today, Hit) nei rispettivi ruoli di Noah e Nick. Nel cast torneranno anche Marta Hazas (Quando meno te lo aspettiDías mejores, Piccole Coincidenze), Iván Sánchez (Bosé, Hospital Central), Victor Varona (Cielo Grande, Dani Who?) e Eva Ruiz. Inoltre, si uniscono al cast nel sequel anche Goya Toledo (Amores perros, Veneno) nel ruolo di Anabel, Gabriela Andrada (Los protegidos A.D.N, Gli eredi della terra) come Sofía, Álex Béjar (Élite, Al fondo hay sitio), nei panni di Briar, Javier Morgade (Desaparecidos, Delfines de plata) nel ruolo di Michael, Felipe Londoño(Entrevías, Profilo falso – Faje profile) nei panni di Luca e Fran Morcillo (La casa di carta, Ballo ballo) come Simón.

L’amore tra Noah e Nick sembra essere indissolubile, nonostante i tentativi da parte dei genitori di separarli. Ma il lavoro di Nick e l’inizio dell’università per Noah aprono le loro vite a nuove relazioni. La comparsa di un’ex fidanzata in cerca di vendetta e le intenzioni poco chiare della madre di Nick scuoteranno le fondamenta non solo del loro rapporto, ma della stessa famiglia Leister. Quando così tante persone fanno di tutto per distruggere una relazione, può davvero andare a finire bene?

È colpa tua? è diretto da Domingo González (È colpa mia?, The Bar), che torna anche in veste di sceneggiatore insieme a Sofía Cuenca. Il film sarà prodotto da Pokeepsie Films (Banijay Iberia) (Veneciafrenia, 30 Coins – Trenta denari, The Bar), con Álex de la Iglesia e Carolina Bang nel ruolo di produttori.

Dune: Prophecy, il primo trailer della serie prequel

Dopo le recenti notizie riguardanti alcuni nuovi nomi nel cast di Dune: Prophecy, è ora stato rilasciato il primo trailer ufficiale della serie, che si configura come un prequel rispetto ai due film per il cinema diretti da Denis Villeneuve. La serie è ispirata al romanzo “Sisterhood of Dune” scritto da Brian Herbert e Kevin J. Anderson.

La sinossi ufficiale recita: “Ambientata nell’ampio universo di ‘Dune’, creato dall’acclamato autore Frank Herbert, e 10.000 anni prima dell’ascensione di Paul Atreides, ‘Dune: Prophecy“ segue due sorelle Harkonnen mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la mitica setta che diventerà nota come Bene Gesserit

Tutto quello che sappiamo su Dune: Prophecy

Dune: Prophecy sarà interpretato anche da: Emily WatsonOlivia WilliamsTravis FimmelJohdi MayMark StrongSarah-Sofie BoussninaJosh HeustonChloe LeaJade AnoukaFaoileann CunninghamEdward DavisAoife HindsChris Mason e Shalom Brune-Franklin. La serie ha avuto un lungo percorso di avvicinamento allo schermo, con diversi cambi di showrunner e un reset creativo nel 2023.

Alison Schapker è showrunner e produttore esecutivo. Diane Ademu-John ha co-sviluppato la serie e funge da produttore esecutivo. Anna Foerster ha prodotto e diretto diversi episodi, tra cui il primo. Jordan GoldbergMark TobeyJohn CameronMatthew King, Scott Z. Burns e Jon Spaihts producono esecutivamente insieme a Brian Herbert, oltre a Byron Merritt e Kim Herbert come produttori esecutivi per la proprietà di Frank Herbert. Anderson è co-produttore. La serie è co-prodotta da Max e Legendary Television e Legendary produce anche il franchise cinematografico.

The Last of Us – stagione 2: svelate le prime immagini dei nuovi episodi

The Last of Us - stagione 2 Pedro Pascal
© HBO

Rilasciate oggi le prime immagini dai nuovi, attesissimi episodi della serie HBO e Sky Exclusive The Last of Us, che dopo una prima stagione da record tornerà nel 2025 in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Basata sull’acclamato omonimo videogioco sviluppato da Naughty Dog per le console PlayStatio, la seconda stagione della serie si mostra negli scatti dei protagonisti, Pedro Pascal nei panni di “Joel” e Bella Ramsey nei panni di “Ellie”.

La serie The Last of Us racconta una storia di sopravvivenza che si svolge vent’anni dopo che la civiltà moderna è stata distrutta. Joel, un sopravvissuto, viene ingaggiato per far uscire di nascosto Ellie, una ragazza di 14 anni, da un’opprimente zona di quarantena. Quello che sembrava un incarico di poco conto diventa presto un viaggio brutale e straziante, poiché entrambi dovranno attraversare gli Stati Uniti e dipendere l’uno dall’altro per riuscire a sopravvivere.

The last of us 2 Bella Ramsey Ellie

La seconda stagione vede di nuovo protagonisti Pedro Pascal e Bella Ramsey nei panni, rispettivamente, di Joel e Ellie insieme a Gabriel Luna che interpreta Tommy e Rutina Wesley nel ruolo di Maria. Le già annunciate new entry nel cast sono invece Kaitlyn Dever che vestirà i panni di Abby, Isabela Merced nel ruolo di Dina, Young Mazino sarà Jesse, Ariela Barer interpreterà Mel, Tati Gabrielle nei panni di Nora, Spencer Lord in quelli di Owen e Danny Ramirez che invece sarà Manny. Catherine O’Hara sarà guest star della nuova stagione.

The Last of Us è scritto e prodotto esecutivamente da Craig Mazin e Neil Druckmann. La serie è una co-produzione con Sony Pictures Television ed è prodotta esecutivamente da Carolyn Strauss, Jacqueline Lesko, Cecil O’Connor, Asad Qizilbash, Carter Swan e Evan Wells. Società di produzione: PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint e Naughty Dog.

Furiosa: A Mad Max Saga, George Miller ha valutato il de-aging per Charlize Theron

Furiosa: A Mad Max Saga

Il regista di Mad Max, George Miller, aveva preso in considerazione l’idea di utilizzare la tecnologia di de-aging per permettere a Charlize Theron di recitare nel prequel Furiosa: A Mad Max Saga, ma ha dichiarato che “sarebbe stato difficile” realizzarlo. Invece, ha scelto di affidare il ruolo di Furiosa a una nuova attrice: Anya Taylor-Joy. Parlando con Variety, Miller ha infatti dichiarato di aver osservato con molta attenzione la tecnologia di de-invecchiamento a cui sono ricorsi film come “The Irishman” di Martin Scorsese e “Gemini Man” di Ang Lee con Will Smith.

Entrambi erano registi magistrali, ma non è mai stato convincente”, ha detto Miller a proposito della tecnologia. “Pensavo che la gente avrebbe guardato solo Charlize che sembrava giovane e sapeva che si trattava di un effetto. Con il passare del tempo e le controversie con la Warner Bros, abbiamo dovuto trovare qualcuno di più giovane”. (Nel 2017, Miller ha fatto causa allo studio per un bonus di 7 milioni di dollari che sosteneva gli fosse dovuto per “Mad Max: Fury Road”).

Il regista ha aggiunto che una delle cose che lo ha interessato di più del cinema di oggi sono tutti i nuovi strumenti per gli effetti. “C’è una differenza abissale tra i tempi della celluloide analogica e l’era digitale”, ha detto. “Ho avuto la fortuna di entrarci abbastanza presto, in particolare con i film ‘Babe’ e ‘Happy Feet’”. Ma in questo caso gli strumenti non erano abbastanza buoni. “Voglio dire, in pratica, stiamo seguendo qualcuno dall’età di 10 anni fino a 26, 28, qualcosa del genere”, ha continuato Miller. “Sarebbe stato difficile”.

Fortunatamente, Anya Taylor-Joy – salita alla ribalta come protagonista della serie di successo di Netflix “La regina degli scacchi” – era pronta per la sfida di assumere un personaggio già reso famoso dalla Theron. Miller ha visto per la prima volta le sue capacità quando il collega regista Edgar Wright lo ha portato a una proiezione del suo film “Last Night in Soho”, in cui Taylor-Joy recitava. “Aveva, dal punto di vista fisico, tutte le caratteristiche di quel personaggio: una persona con molte abilità e capacità naturali e in grado di sopravvivere nella Terra Desolata, che è un mondo piuttosto intransigente. Lei incarnava tutto questo“, ha detto Miller.

Furiosa: A Mad Max Saga, tutto quello che sappiamo sul film

In Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy assume il ruolo che è stato di Charlize Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi ufficiale recita: mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

Taylor-Joy ha rivelato che il film è molto diverso da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come un racconto più “epico, che si svolge su un più lungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è scritto, diretto e prodotto da George Miller insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film ci sarà anche Chris Hemsworth nel ruolo del villain. Furiosa debutterà nelle sale il 23 maggio 2024.

Le Deuxième Acte: recensione del film con Louis Garrel – Cannes 77

Le Deuxième Acte recensione film
Louis Garrel e Vincent Lindon in Le Deuxième Acte.

Quentin Dupieux ha abituato il suo pubblico ad un cinema dove la realtà e la sua messa in scena si confondono (Réalité, Au Poste!, Yannick – La rivincità dello spettatore, Daaaaaalì), dove il fantastico è tutt’altro che impossibile (Incredibile ma vero) e dove il grottesco è la condizione a partire dalla quale rileggere la nostra quotidianità (Doppia pelle, Mandibules – Due uomini e una mosca). Con Le Deuxième Acte, presentato come film d’apertura del Festival di Cannes 2024, il regista francese torna dunque a confrontarsi con queste dinamiche, raccontando attraverso il cinema un’umanità sempre più in crisi.

In questa commedia metacinematografica, composta essenzialmente da cinque macro-sequenze, Dupieux si dimostra infatti interessato a raccontare i temi che dividono oggigiorno l’umanità utilizzando la settima arte quale mezzo ideale per mostrare il sempre più labile confine tra vero e falso. In un continuo alternarsi di questi estremi, si stabilisce dunque l’intento di porre in crisi gli spettatori, senza privarli però di abbondante intrattenimento che permette di digerire meglio il tutto e rendere Le Deuxième Acte piacevole da guardare come tutti i precedenti film di Dupieux.

La trama di Le Deuxième Acte

La vicenda ruota attora a Florence (Lèa Seydoux), che vuole presentare David (Louis Garrel), l’uomo di cui è follemente innamorata, a suo padre Guillaume (Vincent Lindon). Ma David non è attratto da Florence e vuole sbarazzarsi di lei gettandola tra le braccia del suo amico Willy (Raphaël Quenard). I quattro personaggi si incontrano in un ristorante in mezzo al nulla ed ha così inizio quello che dovrebbe essere un tranquillo e banale momento conoscitivo. Ma i quattro sono in realtà attori alle prese con la realizzazione di un film, cosa che porrà in crisi la veridicità di quanto si osserva.

Compendio delle nevrosi dell’umanità

Cosa ci pone oggi in crisi? Cosa ci fa sentire inadeguati rispetto al mondo circostante o ci fa credere che questo sia oggetto di una profonda e incomprensibile degenerazione? Quentin Dupieux ha delle idee a riguardo e le riporta in Le Deuxième Acte, film fondato sulla parola e che pertanto trova nelle lunghe conversazioni tra i protagonisti la sua cifra stilistica, attraverso cui far emergere tematiche come l’omosessualità, le guerre attualmente in corso, l’ipocrisia del luccicante mondo dei divi e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Ognuno di questi aspetti trova il suo spazio nel film dando vita sia a interruzioni comiche quanto anche a squarci che fanno entrare nel racconto una realtà che sempre più si vorrebbe ignorare. Ecco allora che per i personaggi diventa proibito affrontare le tematiche poc’anzi citate, pena il rischio di finire sulla lista nera e vedersi banditi per sempre da quello che è il loro mondo. Quando capita loro di allontanarsi da ciò a cui devono attenersi – la sceneggiatura, da intendere come metafora delle linee guida di questa società ipocrita – subentra dunque quella realtà che si dimostrano del tutto impreparati a gestire.

Come per evitare di doversi trovare di fronte a questa incombenza, l’umanità sviluppa allora l’intelligenza artificiale, che con i suoi algoritmi, le sue percentuali e le sue feree regole sembra a suo modo venire in nostro soccorso. Questa ulteriore presenza serve però a Dupieux non solo per ironizzare su chi vorrebbe utilizzare tali strumenti in campo cinematografico (richiamando dunque alla mente i recenti scioperi hollywoodiani), ma anche per immaginare la sterilità di una settima arte governata da queste dinamiche, con trame banali e dialoghi privi di spessore umano.

Le Deuxième Acte Lèa Seydoux
Lèa Seydoux e Raphaël Quenard in Le Deuxième Acte.

Un divertissement per ridere di sé stessi

Sarebbe però ingiusto etichettare Le Deuxième Acte come un film satirico nei confronti di questi aspetti e, in generale, del politicamente corretto. Dupieux si inserisce senza dubbio in questo genere di discorsi, ma il suo interesse sembra essere non quello di prendere una vera e propria posizione a tal riguardo quanto offrire una semplice raffigurazione di quanto questi temi abbiano portato allo sviluppo di vere e proprie nevrosi nel genere umano, sempre più diviso dinanzi a tali argomenti. Una raffigurazione che però non ha particolari pretese di profondità intellettuale o di esplorazione di tali dinamiche.

Alcune di esse vengono appena accennate, ad altre è dedicata maggiore attenzione, ma tutte appaiono voler essere affrontate da Dupieux come dei veri e propri divertissement, frecce da scoccare nella mente dello spettatore per sollevare riflessioni su cui sviluppare poi autonomamente una propria opinione. In mezzo a questo brillante caos, che regala ben più di una risata, spiccano i quattro attori protagonisti, egualmente eccellenti nel dar vita a questi personaggi che entrano ed escono dalla finzione, lasciando allo spettatore il compito di chiedersi a cosa si stia effettivamente assistendo.

Léa Seydoux sul movimento #MeToo in Francia: “È meraviglioso che le donne parlino apertamente”

Léa Seydoux e Louis Garrel 1
Léa Seydoux e Louis Garrel assistono al red carpet della proiezione e della cerimonia di apertura del 77° Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Léa Seydoux ha commentato il crescente movimento #MeToo francese in occasione della conferenza stampa del Festival di Cannes per la commedia di Quentin Dupieux The Second Act, che ha aperto il festival martedì sera.

“È una cosa meravigliosa che le donne ora parlino apertamente. Le cose stanno chiaramente cambiando ed era giunto il momento di farlo”, ha detto. “Ho l’impressione che questo cambiamento sia effettivamente avvenuto. Anche il film gioca con questa idea, parla anche di eventi molto attuali e di questo movimento, in cui le donne ora parlano, e questo è stato di fondamentale importanza affinché questo cambiamento avvenisse”.

Seydoux ha continuato: “#MeToo è molto importante. È una questione molto seria. Credo però che sia necessario anche saperne parlare con umorismo. Nel film, questo viene evidenziato in un modo molto divertente. Sui set c’è rispetto, non c’è più questa familiarità, quando giriamo certe scene c’è più rispetto e sento un cambiamento globale”.

Alla conferenza stampa della giuria, la presidente Greta Gerwig ha dichiarato: “Ho visto cambiamenti sostanziali nella comunità cinematografica americana e penso che sia importante continuare ad espandere quella conversazione. Quindi penso che si stia solo muovendo tutto nella direzione corretta per mantenere aperte quelle linee di comunicazione”.

Léa Seydoux, un pilastro del cinema francese, ha guadagnato popolarità tra il pubblico di lingua inglese come Bond Girl in Spectre del 2015, e più recentemente ha interpretato il ruolo di Lady Margot in Dune: Parte Due di Denis Villeneuve.

Viola come il mare 2: recensione delle ultime puntate della fiction con Can Yaman e Francesca Chillemi

Viola come il mare 2 recensione

La strategia di Mediaset di introdurre Viola come il mare 2 facendola passare prima in streaming su Infinity e poi in prime time, è stata vincente. Lo hanno dimostrato i numeri: quasi 3 milioni di telespettatori hanno visionato il prodotto per la prima puntata su Canale 5 (nonostante la concorrenza dei David di Donatello su Rai 1), arrivando al 16,70% di share, mentre sulla piattaforma è stato il contenuto on demand più fruito. Un successo ripetutosi con i medesimi numeri la settimana successiva con la seconda puntata, e che sono andati a dimostrare quanto non solo ci sia un pubblico affezzionato e fedele, ma che le fiction targate Lux Vide funzionano sempre. Merito, lo abbiamo già detto, di essere trasversali quanto interessanti.

Sanno a chi rivolgersi, sanno come farlo. Divertono, intrattengono, fanno riflettere. E c’è una morale. Non è una sorpresa, perciò, se Viola come il mare abbia ottenuto un certo tipo di fama, merito anche dei suoi protagonisti, Viola e Francesco, indubbiamente ben scritti per essere un serial televisivo, ma anche ben interpretati da Francesca Chillemi e Can Yaman, e che nella seconda season sono più approfonditi. E così, da qui, Mediaset ha deciso di compiere un ulteriore passo: ha offerto ai propri utenti le ultime tre puntate della stagione sulla piattaforma. Ma non c’è da temere: la messa in onda settimanale resta. La seconda tranche di episodi (ricordiamo che sono 6 per 3 puntate) è andata a chiudere alcune storyline, risolvendo parte dei misteri che ci avevano accompagnati sin dalla prima stagione. E come vedremo nella recensione, dobbiamo ammettere che c’è stato un ultieriore miglioramento molto apprezzato.

Viola come il mare 2, trama delle ultime puntate

Mentre Francesco sta cercando di capire chi ha provato a uccidere la madre, deve fare i conti con un nuovo cambiamento nella propria vita. Farah, la ragazza coinvolta nel traffico di esseri umani che nella precedente stagione aveva aiutato, si è presentata a casa sua incinta. Il padre della futura nascitura è però scomparso, lasciandole un messaggio in cui dice di non voler più avere a che fare con loro. A quel punto, Francesco decide di riconoscere la bambina, per permettere a Farah di rimanere in Italia. Ciò che però non si aspetta è di dover prendersene cura da solo. Viola, che ha sempre desiderato una famiglia, comincia ad aiutarlo, rendendosi conto di quanto quel sogno sia per lei importante da realizzare. Deve però fare i conti con la sua malattia, che non sa dove potrà portarla. Nel frattempo, scopre chi è il padre. Appurata la sua condizione, la donna cade nello sconforto più totale, e quando è ad un passo dall’ iniziare la sua storia d’amore con Francesco, decide di tirarsi indietro.

Viola come il mare 2

Viola e Francesco: lo sviluppo coerente dei personaggi

Viola come il mare 2 è senza dubbio partito con il piede giusto. Lo avevamo già scritto nella nostra recensione delle prime tre puntate (le trovate qui), e lo possiamo ribadire. In tal caso, però, è da notare che gli ultimi sei episodi hanno una marcia in più, sotto tanti punti di vista. Alcuni dei casi crime della fiction sono più avvincenti, e si legano direttamente ai loro main characters. Insieme ad alcune sub-trame, come l’arrivo di Farah e la nascita di Johanna, spingono Francesco e Viola a confrontarsi con le loro paure e a riflettere su se stessi. La loro evoluzione è coerente e funzionale al percorso fin qui affrontato, con la seconda parte che ne conferma la loro ben studiata e solida caratterizzazione. Si imbattono in nuove sfide, esplorano nuovi lati caratteriali, affrontano insicurezze e fragilità, e si calano in nuovi panni senza però snaturarsi o distaccarsi mai veramente dal loro baricentro etico e morale, per quanto a volte tentanti. Il glow up, che va di pari passo con la scoperta di nuovi indizi riguardanti le loro famiglie, è graduale, non avventato, rendendo Viola e Francesco credibili e onesti nei confronti del pubblico.

Individui in cui può essere facile riconoscersi, proprio perché imperfetti, al di là della loro bellezza estetica. Francesca Chillemi e Can Yaman incarnano bene i loro personaggi, dimostrando di essere fortemente legati a essi tanto da riuscire a esprimere i loro turbamenti principalmente con gli occhi, poiché ne hanno asorbito stati d’animo e sentimenti. È infatti nei loro sguardi che si misura l’intensità delle emozioni che stanno provando, e proprio per questo risultano essere bravi tanto nelle sequenze comiche quanto in quelle drammatiche. Inoltre, sono i canali preferenziali attraverso cui vengono esplicitate delicate tematiche quali la famiglia e l’importanza di non arrendersi seppur sia disfunzionale, o il concetto di malattia, spesso legato all’incapacità di poter sognare un futuro. I due attori avevano perciò un compito, dimostrarsi sinceri in quello che si stava raccontando e mai caricaturali o fuori posto, per non rischiare di perderne il valore. E ci sono riusciti.

Una nota di merito per la regia

Arrivati alla fine, è doveroso concludere con una considerazione tecnica. Anche in questa seconda parte, ma in generale in tutta la stagione, a colpire di più – confrontandola con altre fiction e la stessa prima stagione di Viola come il mare – è la regia. Se a livello di sceneggiatura è facile cadere in alcuni didascalismi e luoghi comuni, caratteristica riscontrata in particolare nei dialoghi, l’operazione dietro la macchina da presa è decisamente superiore.

Palermo, teatro naturale delle vicende della serie, è catturata da suggestive inquadrature, che siano panoramiche o campi lunghi, in cui uno dei protagonisti principali è il mare con le sue acque cristalline; le scene di inseguimento sono ancor più adrenaliniche ed efficaci, segno che c’è stato un maggiore impegno nella loro preparazione, al fine di ottenere più coinvolgimento; c’è più energia e ritmo nei cambi di scena, e di conseguenza si elevano tensione, trasporto e attenzione. La regia è dunque valida, e contribusice a non far essere Viola come il mare 2 monotono, cosa che invece accade spesso nelle opere destinate alla televisione, e da cui bisognerebbe smarcarsi.

Captain America: Brave New World, Il leader di Tim Blake Nelson è stato realizzato “senza l’uso di VFX”

Captain America: Brave New World

Dopo i ritardi causati dagli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA dello scorso anno, Captain America: Brave New World ha ora un’uscita nelle sale fissata al prossimo febbraio. Nel film, Sam Wilson dovrebbe scontrarsi con Hulk Rosso, ma da qualche parte sullo sfondo si pensa che il Leader sarà il vero villain, nonché la mente criminale dietro gli eventi al centro del racconto. Interpretato da Tim Blake Nelson, il cattivo non è mai stato ufficialmente introdotto nel MCU, ma è comparso nella sua versione umana nota come Samuel Stern in L’incredibile Hulk del 2008, dove solo sul finale subisce la trasformazione che lo porterà ad essere Il Leader.

In una recente intervista con Michael Rosenbaum, Nelson ha parlato del suo ritorno nei panni di Samuel Sterns dicendo: “Sono molto contento. È un film meravigliosamente diretto da Julius Onah. Per quanto riguarda il mio personaggio, posso dirvi che abbiamo fatto tutto il possibile – e questo è stato interamente supportato dalla Marvel e sono così grato a Kevin Feige e Nate Moore per aver supportato questo: erano a bordo al 100% – per realizzare il personaggio nel modo più pratico possibile, con un’assenza di effetti digitali”.

L’attore ha proseguito: “Merito della Marvel e anche di Julius per aver voluto fare un film di supereroi molto basato sulla realtà, per quanto possa sembrare ossimorico. Per quanto riguarda il nostro approccio a Il Leader, è proprio lì che siamo andati e sono stato davvero gratificato di farlo in questo modo”. Questo è in linea con quanto ha raccontato Nelson all’inizio di quest’anno, quando ha confermato che “ho lavorato con il team Marvel e con un meraviglioso truccatore di nome David Atherton per l’aspetto del Leader”.

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, il film è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

Anthony Mackie ha recentemente dichiarato che questo film è “10 volte più grande” della sua serie Disney+ e ha parlato della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui non mi piaceva Bucky“. “Questo film è un chiaro reset. Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film, si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che la Marvel vuoole essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter Soldier“.

Mortal Kombat 2: fissata al 2025 la data di uscita in sala

Mortal Kombat 2 film 2024

Il tanto atteso sequel di Mortal Kombat, Mortal Kombat 2, ha finalmente una data di uscita. Un paio di anni fa, Warner Bros. e il regista Simon McQuoid si sono uniti per riportare sul grande schermo l’iconica serie di videogiochi e il film, arrivato nelle sale e su HBO Max contemporaneamente come parte della strategia di uscita modificata per via del Covid-10, si è affermato come un buon successo. La cosa ha fornito alla Warner Bros. una ragione sufficiente per ordinare un sequel, che ora arriverà l’anno prossimo.

Martedì la Warner Bros. Pictures ha fatto diversi annunci sulle prossime date di uscita, tra cui quello di Supergirl per il 2026. Anche Mortal Kombat 2 ha finalmente ricevuto una data di uscita come parte dell’ondata di annunci. L’attesissimo sequel arriverà nei cinema e negli IMAX il 24 ottobre 2025. Non resta a questo punto che attendere qualche informazione in più sul film, come foto ufficiali o un primo teaser. Di certo, gli elementi che rendono questo secondo capitolo un titolo tanto atteso sono molti. Bisognerà attendere ancora più di un anno, ma l’attesa potrebbe essere ben ricompensata.

Tutto quello che c’è da sapere su Mortal Kombat 2

Mortal Kombat 2 è diretto da Simon McQuoid da una sceneggiatura scritta dallo sceneggiatore di Moon Knight Jeremy Slater. Il sequel vedrà il ritorno di Lewis Tan come Cole Young, Jessica McNamee come Sonya Blade, Josh Lawson come Kano, Tadanobu Asano come Lord Raiden, Mehcad Brooks come Jax, Ludi Lin come Liu Kang, Chin Han come Shang Tsung, Joe Taslim come Bi-Han e Sub-Zero, Hiroyuki Sanada nei panni di Hanzo Hasashi e Scorpion e Max Huang nei panni di Kung Lao.

Il sequel d’azione introdurrà anche una serie di nuovi personaggi oltre al Johnny Cage di Karl Urban, ovvero Adeline Rudolph (Resident Evil) nei panni di Kitana, Tati Gabrielle (You) nei panni di Jade, Martyn Ford (F9) nei panni dell’imperatore Shao Kahn, Damon Herriman di Mindhunter nei panni del demone di Netherrealm Quan Chi, Desmond Chiam (The Falcon and the Winter Soldier) nei panni del Re Edeniano Jerrod e Ana Thu Nguyen (Get Free) nei panni della Regina Sindel. Ulteriori dettagli sulla trama sono ancora tenuti nascosti. Il film è prodotto da James Wan, Michael Clear, Todd Garner e E. Bennet Walsh.

Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy si è sentita sola durante la lavorazione del film

Furiosa: A Mad Max Saga cast

Furiosa: A Mad Max Saga, il film prequel di George Miller, sarà presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes mercoledì sera. In vista di questo momento, l’attrice Anya Taylor-Joy ha raccontato a Deadline qualcosa in più sul film, come ad esempio il fatto di essersi sentita molto sola. “Non sono mai stata così sola come nel fare quel film… Non voglio andare troppo a fondo, ma tutto quello che pensavo sarebbe stato facile è stato difficile“. “Per la natura stessa del programma di riprese, ero molto spesso sola e lei è un personaggio che vive in un mondo tutto suo ed è molto, molto silenziosa, quindi tutto ciò che mi circondava spingeva a quel senso di isolamento“.

Tutti i personaggi che ho interpretato mi arrivano in modo diverso“, ha poi aggiunto l’attrice. “A volte mi sento come ‘Oh, ho appena vissuto qualcosa, posso raccontare la storia con un po’ di senno del poi. Lo sentirò ancora, ma avrò un po’ più di spazio tra le emozioni del personaggio e le mie. In questo caso, dal momento in cui ho letto la sceneggiatura, sarà tutto in tempo reale, dovrò provare queste emozioni e questa è la verità che verrà fuori sullo schermo“, ha spiegato Taylor-Joy. “Ad essere onesti, penso che sia veritiero per il personaggio e sono entrata in questa esperienza per essere spinta oltre le mie capacità“.

Ciò che mi ha colpito nel lavorare con George (Miller) è che le unità hanno girato contemporaneamente e tuttavia nulla viene approvato senza che George ci metta la firma su tutto“, ha detto l’attrice parlando della lavorazione di Furiosa: A Mad Max Saga. “Ho lavorato molto sulla seconda unità, sui clandestini, ed è eccezionale il livello di meticolosità di George: Potresti fare 20 riprese di qualcosa e poi George lo vedrebbe e direbbe: ‘Oh, è perfetto, ma ho bisogno che il tuo casco sia un centimetro più alto sulla tua testa! È quel livello di dettaglio“.

Furiosa: A Mad Max Saga, quello che sappiamo sul film

In Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy assume il ruolo che è stato di Charlize Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi ufficiale recita: mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

Taylor-Joy ha rivelato che il film è molto diverso da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come un racconto più “epico, che si svolge su un più lungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è scritto, diretto e prodotto da George Miller insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film ci sarà anche Chris Hemsworth nel ruolo del villain. Furiosa debutterà nelle sale il 23 maggio 2024.

Una Storia Nera, recensione del film con Laetitia Casta e Andrea Carpenzano

una storia nera recensione
Foto ©FabioLovino

Potrebbe ricordare Anatomia di una caduta, Una Storia Nera, l’opera seconda di Leonado D’Agostini che arriva in sala con 01 Distribuito a partire dal 16 maggio. I punti di contatto con la storia pluripremiata di Justine Triet sono innumerevoli: un marito (ex in questo caso) morto in circostanze misteriose, una donna poliglotta accusata e processata per l’omicidio, un tribunale ansioso di giudicare.

Tuttavia se la cineasta francese fonda il suo racconto sulla semina del dubbio e sulla ricerca di un punto di vista che non corrisponde per forza alla verità, D’Agostini racconta di violenza domestica in una forma più articolata e complessa di quello che lascia intuire sia la trama breve del film che il materiale promozionale.

Una storia nera, la trama

L’affascinante Carla, madre di tre figli due dei quali giovani adulti, viene accusata dell’omicidio dell’ex marito, che lei aveva lasciato dopo anni di violenze e maltrattamenti. La donna affronta con dignità il suo processo sostenendo che per lei si è trattato di legittima difesa. Nella vicenda vengono coinvolti non solo i figli della sfortunata coppia, ma anche la famiglia di lui, che vuole a tutti i costi prendersi cura di Mara, la più piccola dei tre, separandola dal fratello Nicola e dalla sorella Rosa, la quale in cuor suo pensa che sia una buona soluzione affidarsi alla cura della zia. La prospettiva di vedere la famiglia separata non piace però al maggiore dei figli di Carla, che cercherà di mantenere unita la famiglia.

Dopo Il Campione, D’Agostini si approccia a una storia che mette sotto i riflettori un fenomeno difficilissimo da sradicare e che non sarà mai denunciato abbastanza, eppure riesce a raccontarlo sotto una luce ancora diversa. Non è “solo” la violenza che Una storia nera racconta (e condanna), non solo il processo per le conseguenze di quella violenza, ma anche come quel comportamento sistematico e tossico viene assorbito negli anni da chi lo subisce indirettamente.

Foto ©FabioLovino

Laetitia Casta e Andrea Carpenzano: le conseguenze della violenza

Se la prima parte del film è dominata dalla presenza di Laetitia Casta, splendida nei panni di Carla, capacissima a destreggiarsi con un personaggio così ferito eppure fiero, nella seconda parte avanza in maniera inequivocabile quello che è il vero protagonista del film: Andrea Carpenzano. A lui è affidato il ruolo di Nicola, il primogenito, il figlio che molto più degli altri ha assistito alla violenza, che più degli altri ha assunto su di sé il compito di protezione nei confronti della madre e delle sorelle, colui che vedendo il dolore causato dal comportamento del padre si è caricato intrinsecamente del peso di schermare i deboli da quella violenza.

Eppure è proprio Nicola che, nei momenti più tesi, alza la voce, alza anche le mani, dimostrando che il suo essere cresciuto in un contesto violento gli è entrato nel DNA, lo ha pervaso e ha reso quell’atteggiamento un vero e proprio automatismo. Nicola è vittima due volte, perché oltre a farsi carico della cura e della protezione, è anche involontariamente colui che viene maggiormente segnato, nel modo di essere, dalla violenza che il padre ha perpetrato per tanti anni sulla madre sotto ai suoi occhi.

In questo, Leonado D’Agostini si affida completamente a Carpenzano, che già aveva diretto ne Il Campione e che si conferma un interprete solido e intenso, soprattutto per ruoli che richiedono una recitazione contenuta. Nel film il suo carisma è un accentratore inevitabile di attenzione.

Con uno stile elegante e diretto, con Una Storia Nera, D’Agostini propone una riflessione sul patriarcato, inquadrato da un punto di vista di chi lo subisce e lo introietta, che lascia spazio a una conversazione che è necessario fare, quando si denuncia la violenza domestica.

Foto ©FabioLovino

Keanu Reeves e Kirsten Dunst nel nuovo film di Ruben Östlund

keanu reeves

Keanu Reeves è stato confermato per il prossimo film di Ruben Östlund, dal titolo The Entertainment System Is Down, e Deadline rivela ora che nel cast sarà affiancato anche da Kirsten Dunst (Civil War). Oltre a loro, sarà nel film anche Daniel Brühl (Rush). Sono inoltre stati rivelati alcuni punti intriganti della trama e della produzione della nuova satira sociale del regista di The Square e Triangle of Sadness.

Deadline riporta che il due volte vincitore della Palma d’Oro, Östlund, ha acquistato un Boeing 747 non più in attività per il progetto, e che l’aereo sarà utilizzato in scala reale per le riprese in studio. Il film sarà infatti ambientato su un volo a lungo raggio in cui il sistema di intrattenimento si guasta. I passeggeri saranno dunque costretti ad affrontare l’orrore della noia. Non è noto al momento quale sarà il personaggio di Keanu Reeves né quello degli altri attori, ma sempre Deadline riporta che le riprese sono previste per l’inizio del 2025.

Nel preparare il film, il regista svedese si è ispirato a uno studio psicologico sociale della Virginia University intitolato “The Challenge Of The Disengaged Mind“. L’esperimento ha rilevato che i partecipanti non amavano trascorrere da 6 a 15 minuti in una stanza da soli, senza nulla da fare se non pensare. Per fare un ulteriore passo avanti nell’esperimento, i ricercatori hanno aggiunto una novità: con la semplice pressione di un pulsante, i soggetti del test potevano, se lo desideravano, darsi una scossa elettrica innocua ma molto dolorosa. È risultato che un quarto delle donne e due terzi degli uomini hanno scelto di premere il pulsante. Un uomo ha persino trovato così insopportabile stare da solo con i suoi pensieri che, durante i 15 minuti, si è dato 190 scosse elettriche.

Si prevede dunque una nuova satira sociale per Östlund, che aveva già messo alla berlina il mondo dell’arte, della moda e delle celebrità in generale con i suoi due precedenti film. Il regista, noto infatti per i suoi film incentrati sullo studio delle degenerazioni umane, si prepara dunque ad un nuovo film ad alto profilo, come la presenza di attori del calibro di Keanu Reeves e Kirsten Dunst lascia presagire.

Scarlett Johansson produttrice di The Blond Phantom per i Marvel Studios?

Scarlett Johansson
Scarlett Johansson al Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Abbiamo detto addio a Natasha Romanoff in Avengers: Endgame, e sebbene il personaggio sia tornato per un’avventura prequel nel film solista in Black Widow, Scarlett Johansson ha chiarito di aver ufficialmente smesso di interpretare l’eroina, ma questo non significa che abbia chiuso completamente con il MCU. Durante la promozione di Black Widow, qualche anno fa, Kevin Feige ha rivelato che stava collaborando con la Johansson in qualità di produttore per un “progetto top-secret dei Marvel Studios non legato alla Vedova Nera”, e l’attrice ha confermato di essere ancora a bordo durante un’intervista nel 2023.

È ancora in corso. Sì“, ha dichiarato la Johansson a ComicBook.com durante la presentazione di Asteroid City. “Sta ancora accadendo, [ma] non attualmente perché non sta accadendo nulla in questo momento. Siamo tutti in una sorta di fase di attesa, mentre aspettiamo che si risolva lo sciopero degli sceneggiatori e potenzialmente il nostro sciopero della corporazione, e così via. Prima dello sciopero, eravamo nel bel mezzo dello sviluppo, mentre ora tutto è fermo”, ha aggiunto l’attrice.

Un recente rumor ha invece riportato che il misterioso progetto sarebbe stato una serie Disney+, e GFR riporta ora che questa sarà basata su un personaggio relativamente oscuro dei fumetti Marvel Comics chiamato The Blonde Phantom. Louise Grant, alias il Fantasma Biondo, è stata introdotta sulle pagine di All Select Comics nel 1946, prima di essere protagonista di una serie personale. Il personaggio è stato poi reintrodotto come Louise Mason nei fumetti di The Sensational She-Hulk dal 1989 al 1994.

È però bene sottolineare che nonostante questa fonte abbia fatto trapelare alcuni grossi scoop in passato, non ha un’ottima reputazione. Tuttavia, il più affidabile scooper MTTSH sostiene a sua volta che una serie di The Blonde Phantom per Disney+ è in fase di sviluppo, anche se non si parla della Johansson. Vale anche la pena di notare che Scarlett Johansson ha menzionato il personaggio in una vecchia intervista, parlando di altri personaggi che era in lizza per interpretare quando ha parlato con i Marvel Studios per entrare nel MCU come Vedova Nera.

Non resta allora che attendere maggiori informazioni, non solo sulla natura del progetto ma anche sul suo attuale stato dei lavori.

Agatha All Along, finalmente il titolo ufficiale!

agatha all along

It was Agatha All Along! Durante la presentazione degli Upfront 2024 della Disney, i Marvel Studios hanno finalmente svelato la data e il titolo ufficiale del suo prossimo spin-off di WandaVision, che arriverà su Disney+ il 18 settembre con un debutto di 2 episodi.

Come ipotizzato, i vari titoli rivelati nel corso dei mesi scorsi erano una mossa di marketing solo per confondere la gente, dato che lo show si chiamerà infatti Agatha All Along. Nessun trailer, sfortunatamente, è stato mostrato ma la Marvel ha rilasciato un promo teaser con i titoli precedenti e una canzone molto familiare.

Agatha All Long si concentrerà sulla potente strega Agatha Harkness, che è quasi riuscita a sconfiggere Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) nel finale di stagione di WandaVision prima di essere sconfitta e intrappolata a Westview nel suo personaggio di “vicina ficcanaso Agnes”. Sebbene non sia prevista la comparsa di Olsen, si ipotizza che Wanda potrebbe avere qualcosa a che fare con l’innesco della storia in seguito agli eventi di Doctor Strange nel Multiverso della follia.

Jac Schaeffer, che ha un accordo globale congiunto con Marvel e 20th Television, fungerà da sceneggiatore e produttore esecutivo e dirigerà anche diversi episodi insieme a Gandja Monteiro (Wednesday; The Chi) e Rachel Goldberg (Cloak & Dagger; Mayans M.C.).

“Nel primo episodio, vediamo Agatha finalmente liberarsi dall’incantesimo in cui è rimasta intrappolata”, si legge in una sinossi pubblicata di recente. “Non vede l’ora di tornare ai suoi vecchi modi omicidi solo per scoprire di essere impotente. L’unica via da seguire per lei è intraprendere una pericolosa ricerca per recuperare i suoi poteri con l’aiuto di uno o due improbabili amici. “

Fantastici Quattro: Paul Walter Hauser parla del suo “personaggio molto distinto”

Fantastici Quattro film 2025

La star di Crudelia e Richard Jewell, Paul Walter Hauser, è una delle aggiunte più interessanti al film Fantastici Quattro, ma mentre scriviamo non si sa ancora chi interpreterà. L’Uomo Talpa è la proposta più popolare tra i fan dei fumetti, anche se è altrettanto facile immaginarlo nel ruolo di H.E.R.B.I.E., per esempio. La Prima Famiglia della Marvel ha molti alleati e nemici, quindi Hauser potrebbe interpretare un qualsiasi personaggio nel prossimo reboot.

Parlando con Screen Rant, Hauser ha però ora rotto il suo silenzio sull’ingresso nei Fantastici Quattro e ha confermato che interpreterà qualcuno già presente nei fumetti. “Tutto quello che posso dire è che io, in qualche iterazione, sarò nel film I Fantastici Quattro fino a quando non verrò licenziato o non farò un nuovo casting. Quindi non posso dire nulla sul personaggio che interpreterò, ma so che fa parte del lessico e della mitologia delle storie dei Fantastici Quattro“, ha detto l’attore. “È un personaggio molto distinto che sono entusiasta di interpretare e sto cercando di capire cosa fare in questo momento”.

Ma ho sempre voluto far parte di un universo cinematografico. Ho passato molto tempo a cercare di fare una campagna per interpretare il Pinguino nel film di Matt Reeves, e ovviamente la parte è andata a Colin Farrell, che ha fatto un lavoro magistrale e totalmente diverso da quello che stavo cercando di fare io. Quindi apprezzo molto il fatto che la Marvel mi abbia dato la possibilità di affidarmi un ruolo in qualche modo che mi permetta di far parte di quella famiglia”.

Riguardo a ciò che lo ha attirato nel progetto, l’attore ha aggiunto: “Penso che siano le persone coinvolte. Gli sceneggiatori e il regista, Matt Shakman, i suoi capi reparto e il cast da solo. L’ho guardato e ho pensato: ho l’istinto di pensare che questo sarà un film speciale, con o senza di me, e voglio farne parte”. L’attore ha poi aggiunto che: “Qualunque sia il piccolo pezzo del puzzle che interpreterò in quel film, darò tutto il mio cuore e la mia anima, e cercherò di godermi il processo, perché è molto speciale essere un bambino che è cresciuto apprezzando i fumetti, gli spettacoli e i film d’animazione, e che ora può essere parte di tutto questo. È davvero speciale”.

La presenza di Galactus e Silver Surfer in Fantastici Quattro suggerisce che il film sarà un’avventura in gran parte cosmica, il che significa che dovremmo guardare anche allo spazio quando si tratta del possibile ruolo che Hauser ricoprirà in questo reboot. Per ora, chi egli interpreterà rimane però un mistero, come un mistero rimane ad ora il ruolo che andrà ad interpretare l’attore John Malkovich. Gli altri attori confermati, invece, hanno tutti un ruolo assegnato.

Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul film

Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear. Fanno parte del cast anche Julia Garner, Paul Walter Hauser, John Malkovich e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus.

Al momento circolano voci su una possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra 616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia Garner è stata scelta per interpretare Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che sembrerebbe confermare anche quella di Galactus come villain principale. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025.

Daredevil: Born Again e Ironheart hanno finalmente una data ufficiale!

Daredevil: Born Again

I Marvel Studios hanno annunciato le date delle premiere sia di Daredevil: Born Again che di Ironheart durante la presentazione Disney Upfronts. Born Again, che servirà da rilancio della serie Daredevil Netflix, arriverà sul servizio di streaming a marzo del prossimo anno. La star Charlie Cox ha confermato che la stagione durerà nove episodi. Anche Ironheart sarà presentato in anteprima nel 2025, ma non è stata rivelata una data esatta.

La Marvel ha proiettato i primi trailer di entrambe le serie per i presenti, ma non sono stati pubblicati online. Tuttavia, i nuovi loghi delle due produzioni sono stati condivisi da CBM.

Insieme a Cox nei panni di Matt Murdock e Vincent D’Onofrio nei panni di Wilson Fisk ci saranno Deborah Ann Woll (Karen Page) ed Elden Henson (Foggy Nelson), che originariamente non dovevano far parte della nuova serie. Jon Bernthal riprenderà anche il ruolo di Frank Castle/The Punisher, insieme a Wilson Bethel nel ruolo del malvagio Bullseye. Anche Michael Gandolfini, Margarita Levieva, Nikki M. James, Michael Gaston, Arty Froushan, Clark Johnson, Lou Taylor Pucci e Hunter Doohan sono nel cast in ruoli secondari.

I dettagli specifici della trama sono ancora nascosti, ma sappiamo che Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil confrontarsi con la sua vecchia nemesi Kingpin, che abbiamo visto l’ultima volta tornare di corsa a New York nel finale di stagione di Echo. Fisk probabilmente sarà candidato a sindaco di New York o sarà già stato eletto per la carica quando la storia inizierà.

Ironheart continuerà le avventure di Riri Williams (Dominique Thorne), che abbiamo incontrato per la prima volta in Black Panther: Wakanda Forever. Nei fumetti, Riri è incoraggiata a vestirsi e combattere il crimine da Tony Stark, che diventa una sorta di mentore. La morte di Stark in Avengers: Endgame renderebbe ovviamente quella particolare dinamica molto difficile da replicare, ma ci si aspetta che Ironheart porti avanti l’eredità di Iron Man (almeno in una certa misura).

Per quanto riguarda i cattivi, Anthony Ramos (In The Heights, Transformers: Rise of the Beasts) interpreterà The Hood, e anche se il suo casting non è stato ancora annunciato ufficialmente, Sacha Baron Cohen (Sweeney Todd, Borat) dovrebbe interpretare il suo debutto nel MCU come Mephisto (a meno che non si presenti prima in Agatha All Along).

Supergirl: Woman of Tomorrow al cinema il 26 giugno 2026

Supergirl: Woman of Tomorrow

Supergirl: Woman of Tomorrow debutterà il 26 giugno 2026 in Imax, e sarà il secondo lungometraggio dell’universo DC appena riavviato ad assicurarsi un posto nel calendario delle uscite, dopo Superman di James Gunn. Il film vede protagonista Milly Alcock (“House of the Dragon”) nel ruolo della Ragazza d’Acciaio, con Craig Gillespie (Crudelia) che dirige da una sceneggiatura di Ana Nogueira (“The Vampire Diaries”).

Il progetto, adattato da una serie di fumetti del 2022 con lo stesso titolo, di Tom King e Bilquis Evely, porta Supergirl lontano dalla Terra mentre viaggia attraverso il cosmo con il suo fidato cane, Krypto il Supercane, per sfuggire a una vita perennemente all’ombra di suo cugino, Superman. Incontra una ragazza aliena di nome Ruthye, decisa a vendicare la morte di suo padre, e recluta Supergirl per aiutarla.

Milly Alcock ha ottenuto il ruolo principale di Kara Zor-El nel film sui supereroi a gennaio, dopo la sua interpretazione nella prima stagione di “House of the Dragon” della HBO che ha attirato l’attenzione del co-direttore della DC James Gunn. Alcock ha fatto un provino per il ruolo – incluso indossare il costume di Supergirl – sul set di Superman.

Quando Gunn annunciò per la prima volta il progetto “Supergirl” nel gennaio 2023 insieme al co-capo Peter Safran, “Non è esattamente la Supergirl che siamo abituati a vedere”, ha detto Gunn.

TOP STORIES