Danny
Glover, Samuel
L. Jackson, Elaine May e
Liv Ullmann saranno le personalità del mondo
del cinema che in occasione degli Oscar 2022 saranno insigniti del
riconoscimento alla carriera. Ad annunciarlo è stata
l’Academy.
Il presidente dell’Academy,
David Rubin, ha commentato elogiando la
trasversalità da
Jackson, come un attore che ha attraversato i generi e
l’immaginario di generazioni, le doti di Elaine
May “come sceneggiatrice, regista e attrice”, le doti
interpretative ed emozionali di Liv Ullmann e
l’impegno decennale di Danny Glover per la
giustizia e per i diritti civili.
Dal 2009 l’Oscar alla carriera viene presentato in occasione
della cerimonia dei Governors Awards, anche per snellire la
cerimonia ufficiale degli Oscar.
Se si esclude la categoria delle
attrici, è raro vedere una donna premiata agli
Oscar. L’industria cinematografica fatica ancora a
lasciare spazio alle figure femminili, nonostante la presenza di
sempre più donne nelle troupe cinematografiche. Quando si tratta di
competizione tra uomini e donne nelle mansioni dietro le quinte,
sulla sedia da regista o al tavolo dello sceneggiatore, c’è ancora
un grande sbilanciamento.
Secondo The
Wrap, quest’anno le donne nominate agli
Oscar sono solo il 28%. Ciò significa che nemmeno
60 figure femminili sono presenti nella lista delle centinaia di
personalità candidate. Le donne che lavorano dietro le quinte
candidate sono una cinquantina: vediamo alcune delle nominate.
Ari Wegner – Il potere del
cane
Candidata per la categoria Migliore
fotografia
Ari Wegner ha
trascorso la maggior parte della sua carriera lavorando come
direttore della fotografia per cortometraggi e spot pubblicitari.
Essendo un’artista molto versatile, Wegner ha
partecipato a progetti diversissimi tra loro: dalle campagne
pubblicitarie per Apple fino al film western di Jane
Campion, Il potere del cane. Grazie al suo operato,
Wegner è la seconda donna nella storia degli
Oscar ad essere nominata per la categoria Miglior
fotografia.
In un’intervista con The
Creative Review, Wegner ha detto di amare
la sperimentazione e di non sentirsi vincolata ad un particolare
stile, sostenendo che ”se si ha l’abilità tecnica si può utilizzare
praticamente qualsiasi stile.” L’artista ha lavorato anche a film
come Lady Macbeth (2016) e Zola (2020).
Jane Campion – Il potere del
cane
Candidata per le categorie Miglior
regia, Miglior film e Migliore sceneggiatura non originale
Ari Wegner va a
comporre con la regista Jane
Campion il duo che ha lavorato alla messa in scena de
Il potere del cane. La coppia mostra agli
Oscar 2022 la forza delle donne nell’industria
cinematografica. Quest’anno, Campion concorre
in tre diverse categorie. Inoltre, è l’unica donna ad aver ricevuto
due nomination per la categoria Miglior film: la prima è stata nel
1993 con Lezioni di piano, film per il quale ha anche vinto un
Oscar alla Migliore sceneggiatura originale.
Non a caso, Jane
Campion è considerata una delle più grandi registe di
tutti i tempi: tra le sue opere ricordiamo anche Top of the
Lake con Elisabeth Moss, Holy Smoke! –
Fuoco sacro con Kate Winslet e Ritratto di
signora con Nicole Kidman. La regista ha
rivelato a The Guardian che fare cinema le ha permesso di trovare
sé stessa e di conoscere la libertà.
Jenny Beavan – Cruella
Candidata per la categoria Migliori
costumi
Cruella non è un film che
ha avuto grande successo a livello di critica, ma ha comunque
ricevuto una nomination agli Oscar grazie al
lavoro di Jenny Beavan. L’artista è una leggenda
nel mondo dei costumi: in totale è stata nominata 11 volte agli
Academy
Awards. Beavan non ha sempre vinto,
ma ha ricevuto un BAFTA nel 2016 per Mad
Max: Fury Road.
Beavan, con i suoi
abiti incredibilmente adatti al contesto, riesce a mettere davvero
la ciliegina sulla torta di film e spettacoli già eccelsi. Ha
partecipato alle produzioni di opere come Mad Max: Fury
Road, Camera con vista, Sherlock Holmes e
Il discorso del re.
Jacqueline West – Dune
Candidata per la categoria Migliori
costumi
Jacqueline West è
una costumista ben nota.Tra i suoi lavori più importanti ci sono
film come Il curioso caso di Benjamin Button, The tree
of Life, The Revenant, e infine anche
l’acclamato Dune.
Questa è per West la quarta nomination agli
Academy Awards per la categoria Migliori costumi.
Inoltre, l’artista ha già vinto un Satellite Award
per il suo lavoro ne Come l’acqua per gli
elefanti.
Brad Pitt ha lavorato un paio di volte con
West. L’attore ha descritto a
sheknows la precisione e il metodo della costumista nel suo
operato. Nella stessa intervista, West ha rivelato
un segreto sulla scelta degli abiti, “Dicono che quando si conosce
un personaggio abbastanza bene, si è in grado di vestirlo.”
Jessica Kingdon – Ascension
Candidata per la categoria Miglior
documentario
Jessica Kingdom ha
studiato cinema alla Columbia University. Ha
iniziato la sua carriera lavorando come sceneggiatrice, produttice
e regista di cortometraggi, sia documentari che narrativi. Nel
2017, Filmmaker Magazine l’ha inserita tra le “25
nuove facce del cinema indipendente.”
La critica ha già apprezzato il
lavoro di Kingdom in Commodity City
(2017), film per cui ha vinto un premio all’Ashland
Independent Film Festival nel 2018.
Ascension è la prima nomination agli
Oscar per Kingdom. Inoltre, il
film ha già ricevuto un premio come Miglior documentario al
Tribeca Film Festival.
Pamela Martin – King Richard: Una
famiglia vincente
Candidata per la categoria Miglior
Montaggio
Pamela Martin ha
lavorato a circa 28 progetti cinematografici. Quest’anno è
candidata agli Oscar per la categoria Miglior
montaggio con il biopic King Richard. In precedenza,
Martin ha ricevuto una nomination per l’editing
del film The Fighter. Gli spettatori possono anche
riconoscere il lavoro dell’artista in Hitchcock e
Little Miss Sunshine.
Martin ha amato
lavorare al montaggio di King
Richard, e si vede la passione messa nell’opera: la
capacità di Martin di usare la musica, il suono e
il montaggio contribuisce a rendere questa storia così
profonda.
Tamara Deverell – La fiera delle
illusioni
Candidata per la categoria Migliore
scenografia (Production designer)
Tamara Deverell ha
oltre trent’anni di esperienza alle spalle nel settore del set
design. Ha lavorato a scenografie di tutte le epoche e di tutti i
generi. Non è la prima volta
che Deverell collabora con il regista
Guillermo
del Toro: la loro produzione insieme è
iniziata nel 1997 con Mimic. Gli spettatori
potrebbero riconoscere il suo lavoro anche in Star Trek:
Discovery, X-Men e The Strain.
Ne La fiera delle illusioni,
Deverell è riuscita a ricreare un favolistico
carnevale anni ’30. Sono servite un sacco di ricerche per costruire
le scene. In un’intervista a
SlashFilm, Deverell ha detto che
“ Tutto è stato costruito ad hoc. È stato davvero un
lavoro personalizzato.“
Nancy Haigh – Macbeth
Candidata per la categoria Migliore
scenografia (Arredatrice di scena)
Nancy Haigh è il
cervello dietro al set di alcuni dei film più amati dalla società e
quest’anno concorre agli Oscar con
Macbeth. L’arredatrice di scena ha già vinto la statuetta
per i film Bugsy e C’era una volta a
Hollywood, mentre le nomination totali ammontano a
otto. Haigh è la mente dietro alla creazione
dei mondi di grandi film come Forrest Gump, The Truman Show e Il Grinta.
Maggie Gyllenhaal – The Lost
Daughter
Candidata per la categoria Migliore
sceneggiatura non originale
The Lost Daughter segna il debutto alla regia e alla
sceneggiatura di Maggie Gyllenhaal.
Maggie, come il fratello Jake, è
già un’attrice affermata: la vediamo recitare in film come
Donnie Darko e Il cavaliere
oscuro.
The Lost Daughter è
l’adattamento del libro omonimo di Elena Ferrante.
Con il film, la regista ha già vinto il Premio Miglior
Sceneggiatura alla Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia. La critica sembra quindi
apprezzare Gyllenhaal per il suo fedele
adattamento.
Sara Murphy – Licorice Pizza
Candidata per la categoria Miglior
Film (Producer)
Il film di
formazione Licorice
Pizzaè tra i nominati per la categoria Miglior film
agli Academy Awards di quest’anno. Sara
Murphy ha lavorato alla produzione del lungometraggio.
Tra i lavori di
Murphy si contano opere come Viaggio al
nord, Hunter Gatherer e Anima. Tra l’altro,
la producer ha già collaborato in ambito musicale con la
protagonista del film Alana Haim. L’attrice è
anche una nota cantante statunitense: fa parte del gruppo
Haim con le sorelle Este e
Danielle.
Su Sky Cinema
arriva una programmazione dedicata ai film che hanno trionfato agli
Oscar 2022: dal 29 al 31 marzo saranno
proposte tre grandi prime serate su Sky Cinema
Oscar (canale 303) – un intero canale dedicato ai film
premiati con l’ambita statuetta – con Coda – I Segni del
cuore,Dune e
Drive my car, tutti sempre disponibili anche
in streaming su NOW e on demand su
Sky. Su Sky Primafila sono disponibili on
demand Encanto, miglior film d’animazione,
Una Famiglia Vincente– King
Richard, Oscar per il miglior attore protagonista a
Will Smith, e Summer of Soul, miglior
documentario.
Inoltre, lunedì 28 marzo
dalle14.00 sullo stesso canale sarà
trasmessa la riproposizione integrale della Notte degli
Oscar 2022 e, dalle 21.15 su Sky Cinema Oscar e
Sky Uno “Il meglio della Notte degli Oscar 2022”,
disponibile anche on demand su Sky e NOW, e in
chiaro su TV8 sempre il 28 marzo alle 23.45.
Martedì 29 marzo alle
21.15 la prima serata sarà dedicata al film che ha
dominato alla 94ª edizione degli Academy
Awards, Coda – I Segni del
cuore, che ha confermato tutte e tre
le nomination ottenute vincendo il premio per il miglior film,
quello per il miglior attore non protagonista con Troy Kotsur e
quello per la migliore sceneggiatura non originale. L’emozionante
pellicola di Sian Heder, remake del pluripremiato film francese La
Famiglia Belier, narra con delicatezza il tema della disabilità
attraverso la storia dell’adolescente Ruby Rossi, unica persona
udente della sua famiglia, per la quale svolge da sempre il svolge
il ruolo di traduttrice e di interprete. La sua grande passione per
il canto la mette davanti a un bivio: abbandonare i suoi adorati
genitori per seguire il suo più grande sogno o continuare ad
aiutare la sua famiglia.
Mercoledì 30 alle 21.15 sarà la volta di
Dune. Il film campione d’incassi del regista
Denis Villeneuve, forte di dieci nomination, si è aggiudicato il
riconoscimento per la migliore fotografia, la miglior colonna
sonora originale, il miglior suono, il miglior montaggio, i
migliori effetti speciali e la migliore scenografia. Basato
sull’omonimo romanzo di Frank Herber, il film fantascientifico
narra la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e
talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua
comprensione, che su Dune,
il pianeta più pericoloso dell’universo, dovrà lottare per
assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua gente.
Giovedì 31 marzo alle
21.15 infine sarà proposto Drive my car, toccante road movie di Ryûsuke
Hamaguchi, vincitore del premio comemiglior film internazionale.
Ispirato alla raccolta di racconti Uomini senza donne di Murakami
Haruki, il film narra la storia di Yûsuke, attore e regista che,
dopo aver perso la moglie, si trasferisce a Hiroshima. Attraverso
il rapporto con la ragazza che gli fa da autista, Yûsuke riuscirà
finalmente a rielaborare il lutto e i traumi del suo passato.
Erano almeno due anni che
la stagione dei premi non offriva red carpet così sfarzosi e si
vede che le star di Hollywood hanno sentito la mancanza di questi
grandi eventi, perché la stravaganza vista sul red carpet degli
Oscar
2022 è stata davvero rara e forse persino più
interessante di quanto non lo siano stati i premi in
sé.
A partire dai look
maschili che quest’anno si sono veramente superati. In genere
l’animale maschio sul red carpet tende a sparire dietro completi
scuri più o meno tutti uguali, ma gli Oscar 2022 hanno
definitivamente smentito questa tendenza, dopo diversi esempi negli
anni passati che avevano scalfito la convinzione che l’uomo fosse
destinato al nero o a scale di blu e grigi molto scuri.
Kodi Smit-McPhee e Simu Liu
guidano la carica in azzurrino e rosso sgargiante, seguito dal
vinaccia di Andrew Garfield, arrivando a
Timothee Chalamet, di nero vestito ma con
abbondanza di paillettes, merletti e rigorosamente a petto nudo,
sotto una giacca corta da torero.
Un’altro
trend del red carpet è stata sicuramente l’esuberanza, le
scollature, i tagli sghembi, le gambe in vista, le schiene nude, un
trionfo di sano esibizionismo che non mancherà di far parlare di sé
e di accentrare l’attenzione, come la nominata Kristen
Stewart, che opta per un completo Chanel con calzoncini
corti, giacca e camicia aperta, sotto niente. Come lei nessuna,
anche se la nuova Ariel, a parte forse
Halle Bailey che indossava un costume di scena
più che un abito. Anche Lily James, ormai
testimonial Versace, era molto procace e bellissima, nell’abito
scosciato e scollato di pizzo rosa antico, a differenza della
sempre sexy Zoe
Kravitz che ha optato per lo stesso colore ma per un
look alla Audrey Hepburn: divina, tra le nostre
preferite. Splendida dea argentata, Zendaya ha colpito come al solito per la
ricchezza dell’abito, la particolarità e lo stile con cui questa
giovane interprete riesce a calcare il tappeto rosso, per lei un
Valentino Haute Couture. Altra sirena argentata, ma in Louis
Vuitton, Alana Haim, elegantissima, a differenza
di Renate Reinsve, che con lo stesso marchio ha
avuto le idee un po’ confuse.
Hanno puntato al classico
Penelope Cruz e Vanessa Hudgens,
con abiti neri, ricchissimi ma composti e adatti alla loro età.
Particolarmente felici anche le scelte di abbigliamento delle
sorelle Williams che, Venus in Eli Saab e
Serena in Gucci, hanno conquistato il tappeto
rosso. Discorso a parte meritano invece le nominate Nicole
Kidman e Jessica Chastain: entrambe hanno
fatto tanto, forse troppo, ma mentre Kidman è risultata molto poco
a suo agio nell’abito carta da zucchero rigido firmato da Giorgio
Armani Privè, Chastain tra Rouches, paillettes, sfumature di
arancio e lilla, tulle e abbondanza di strati è riuscita comunque a
mantenere un’armonia tale da meritarsi il nostro pollice
all’insù.
Ma la tendenza più
ricorrente di quest’anno, sul red carpet, è stata questa ridondanza
di rosso. In tutte le sue forme e sfumature, il rosso (e sfumature)
è stato il colore che maggiormente è stato fotografato sul red
carpet: Ariana DeBose in Valentino, Tracee
Ellis Ross in Carolina Herrera, Kirsten
Dunst in Christian Lacroix vintage,
AmelieZilber in Dior,
Liya Kebede in Alaïa, Jennifer Garner in Brandon Maxwell,
Amy Forsyth in Marchesa, Rosie
Perez in Christian Siriano, Molly Sims in
Elie Saab, Luisa Ranieri in Atelier Versace,
Marlee Matlin in Monique Lhuillier, Simu
Liu in Atelier Versace, Sophie Turner in
Louis Vuitton.
Proprio tra questi
troviamo chi si porta a casa il nostro personale trofeo della
meglio vestita agli Oscar 2022. Si tratta di Luisa Ranieri, che facciata nel suo Atelier
Versace, era di una bellezza fuori scala. Sarà perché l’immagine di
zia Patrizia, che interpreta in E’ stata la mano di Dio, è ancora
vivida in noi, sarà per la naturale classe e bellezza dell’attrice
italiana, sarà perché la ricercatezza dell’abito coniugata alla
semplicità del look premia sempre, ma Ranieri è stata davvero la
nostra personale regina del tappeto rosso degli Oscar 2022.
La notte più attesa dell’anno da
tutti i cinefili si sta avvicinando: l’appuntamento è per domenica
27 marzo dalle 00.15 su Sky
CinemaOscar (canale 303 di Sky) per la
magica Notte degli Oscar 2022 con il Red
Carpet e tutte le premiazioni dal Dolby Theatre di
Los Angeles. La diretta della cerimonia sarà trasmessa anche su
Sky Uno, in streaming su NOW ein chiaro su
TV8, sempre dalle 00.15. Questi sono giorni di
scommesse, supposizioni e attesa nei riguardi di ogni principale
categoria, prime fra tutti quelle attoriali, che analizziamo
attentamente in questo articolo, valutando i papabili vincitori e
chi, invece, dovrebbe vincere.
Migliore attrice protagonista
Nicole Kidman, Being The
Ricardos
Per la sua interpretazione di
Lucille Ball in Being The Ricardos, Nicole Kidman ha vinto il Golden
Globe per la migliore attrice in un film drammatico. Ma
l’attenzione acutamente analitica che la Kidman
apporta al ruolo di una delle icone della comicità statunitensi è
probabilmente il motivo per cui non trionferà agli Academy
Awards. Infatti, questo personaggio è stato concepito
da Aaron Sorkin (sceneggiatore e regista del film)
innanzitutto tenendo conto del suo genio creativo, soffermandosi su
come l’affascinante e spigliata attrice, dotata di verve comica e
di mimica non comuni sia riuscita ad innovare la serialità
statunitense, ma la scelta di un’attrice tendenzialmente nota e
rinomata per i suoi ruoli drammatici si è dimostrata controversa,
con una performance da parte della Kidman che non
riesce a spodestare quelle delle altre attrici nominate.
Kristen Stewart, Spencer
L’inquietante performance di
Kristen Stewart
nei panni della principessa Diana lascia da parte
l’impersonificazione per favorire l’incarnazione di una vera e
propria donna cinematografica, che porta la firma del geniale
Pablo Larraìn. Per gran parte dello scorso anno,
la vittoria di Kristen Stewart per la sua
interpretazione della Principessa Diana sembrava
scontata, ma al di là della vittoria come Migliore
Attrice agli HCA Film Awards 2022, sembra
che la performance di Stewart rimarrà relegata al
castello di Sandringham. L’attrice ha regalato al pubblico prove
attoriali davvero notevoli negli ultimi anni (Sils
Maria, Personal Shopper, Still Alice), quindi questa non sarà
sicuramente l’ultima volta che la vedremo agli Oscar, ma è comunque
deludente vedere una performance così stupefacente cadere
inesorabilmente nel dimenticatoio.
Penelope Cruz, Madres
Paralelas
La performance di Penelope Cruz nel film di Pedro
AlmodóvarMadres Paralelas è straordinaria, ma più
per la sua presenza attoriale e la sua esecuzione di un ruolo
magnificamente scritto, che per qualsiasi cosa il personaggio
faccia, o abbia bisogno di fare, in esso. Ricordiamo che l’attrice
è stata premiata con la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema
di Venezia per questo ruolo ma, nell’ottica dell’Academy,
sembra poco probabile che riesca a replicare lo stesso successo di
Vicky Cristina Barcelona, per cui
Penelope Cruz vinse l’Oscar alla migliore
attrice non protagonista.
Olivia Colman, The Lost
Daughter
La performance della Colman in The Lost Daughter, esordio alla regia
dell’attrice Maggie Gyllenhaal e adattamento del
romanzo di Elena Ferrante è davvero fedele allo
spirito del personaggio sulla carta, che si svela man mano che si
prosegue con la lettura, e quindi anche con la visione del film.
Questa assenza di ambiguità, in funzione della regia di
Maggie Gyllenhaal, potrebbe essere la qualità che
l’Academy ricerca in una performance attoriale, non fosse che
l’attrice ha già vinto l’Oscar alla migliore
attrice nel 2019 per la sua interpretazione della
regina Anna in La Favorita, ed è stata nuovamente nominata
sempre nella stessa categoria lo scorso anno, per il film The Father.
Jessica Chastain, The Eyes of Tammy
Faye
La favorita di quest’anno è però
Jessica Chastain, che potrebbe accaparrarsi
l’Oscar alla migliore attrice protagonista grazie al film The Eyes of Tammy Faye, che narra le vicende
dei telepredicatori Tammy Faye Bakker e
Jim Bakker, dalla loro ascesa e fama fino agli
scandali sessuali e finanziari e la definitiva rovina. Anche se il
film in sé non è stato particolarmente acclamato, è probabile che
si porti a casa l’Oscar al miglior trucco e, dopo
la vittoria di Chastain agli Screen Actors
Guild Awards 2022, anche quello per la migliore attrice
protagonista, che l’attrice aveva sfiorato nel 2013 con il film
Zero Dark Thirty.
Migliore Attore Protagonista
Javier Bardem, Being The
Ricardos
In questa categoria si scontrano ben
3 attori che hanno interpretato i protagonisti di biopics; partiamo
con Javier Bardem che, a fianco di Nicole
Kidman nel ruolo di Desi Arnaz in
Being the Ricardos, ha fascino ed energia da
vendere, purtroppo depotenziati da una complessità caratteriale
vacillante, che non ha fatto brillare l’attore come di consueto.
Nonostante le nomination ai Golden Globe e agli
Screen Actors Guilds Awards di quest’anno,
Javier Bardem non si è portato a casa nessun
premio, dunque sembra improbabile che trionferà tra gli altri
candidati agli Oscar.
Andrew Garfield, Tick Tick
Boom
Nei panni del compositore e
drammaturgo Jonathan Larson, autore di un musical
sensazionale come Rent, Andrew Garfield canta e danza con un carisma
impressionante nel film NetflixTick Tick Boom, diretto da Lin-Manuel Miranda. L’attore, che si è fatto
ampiamente largo ad Hollywoood con performance straordinarie fin
dalla giovane età (Silence,
La battaglia di Hawcksaw Ridge) si è
aggiudicato il Golden Globe come miglior attore
protagonistain un film commedia o
musicale, e sarebbe giusto che l’Academy riconoscesse
finalmente il suo enorme talento, che lo contraddistingue come uno
degli attori più poliedrici del panorama contemporaneo.
Denzel Washington, The Tragedy of
Macbeth
La performance di
Washington in The tragedy of Macbeth è in gran parte una
conseguenza del vigore e dell’autorità drammatica della sua
presenza nel film, poiché la rielaborazione registica di
Joel Coen della recitazione shakespeariana non è
stata particolarmente lodata né apprezzata dal pubblico. Allo stato
attuale delle cose, è improbabile che Denzel Washington riesca a battere Will Smith al fanta-Oscar, soprattutto
considerando che il primo è stato nominato ben 9 volte agli Oscar,
vincendone due, per i film Glory (Miglior
attore non protagonista) e Training Day
(Miglior Attore), mentre Smith è
stato candidato due volte prima di King Richard, per i film Alì
e La ricerca della felicità, ma senza mai
vincere.
Benedict Cumberbatch, The Power of
The Dog
Benedict
Cumberbatch offre una performance concettualmente
interessante nel film Il potere del Cane, grazie alla quale è
riuscito a farsi conoscere ancora di più come performer poliedrico,
capace di abbracciare più stili e generi cinematografici. Il film
ha ricevuto ben 12 nomination agli Oscar 2022, e
la regista Jane Campion in particolare è stata
lodata per la regia, vincendo il Leone D’Argento
alla Mostra del Cinema di Venezia e un
Golden Globe alla Miglior Regia. Se King Richard non fosse uscito quest’anno, la
vittoria di Cumberbatch agli Oscar sarebbe stata
probabile, ma si pensa che Il Potere del Cane dovrà “accontentarsi”
purtroppo soltanto degli Oscar tecnici.
Will Smith, King Richard
Il favorito agli
Oscar è lui, Will Smith, la cui probabile vittoria come
Miglior Attore Protagonista era già stata
ipotizzata da tempo. Nei panni di Richard
Williams, padre e allenatore delle sorelle
Venus e Serena Williams, Will Smith ha conquistato il pubblico
americano, investendo il ruolo di padre di famiglia con forti
principi, passione autorevole e, soprattutto, un grande cuore. Dopo
essersi guadagnato il Golden Globe al Miglior
Attorein un film drammatico, si pensa
che sia giunta l’ora per Will Smith di portarsi a
casa il tanto ambito riconoscimento.
Migliore Attrice Non
Protagonista
Fonte:
https://www.taipeitimes.com/
Tutte le interpretazioni delle
attrici nominate nella categoria Miglior attrice non
protagonista sono degne di nota e hanno contribuito ad
aggiungere senso e significato alle opere in cui queste hanno
recitato. La performance di Aunjanue Ellis in
King Richard le ha fatto guadagnare una
candidatura al Golden Globe, al Critics
Choice Award, allo Screen Actors Guild
Award e ai premi BAFTA , mentre Ariana DeBose, Anita nel West
Side Story di Steven Spielberg ha vinto il
Golden Globe, lo Screen Actors Guild
Award, il Critics’ Choice Award e il
BAFTA alla migliore attrice non
protagonista.
Jessie Buckley è
stata invece candidata ai BAFTA per The
Lost Daughter ma, per quanto abbia già dimostrato di
essere un’attrice estremamente talentuosa in film quali Sto pensando di finirla qui e
Romeo+Juliet (2021), sembra non sia ancora questo
il suo momento per accaparrarsi l’ambito premio. Ha poi sorpreso la
nomination di DameJudi Dench tra le
attrici, soprattutto vista l’accoglienza tiepida riservata a
Belfast di Kenneth Branagh,
per cui è davvero poco probabile vederla trionfare. Per quanto
riguarda Kirsten Dunst, la sua performance ne Il potere del Cane è davvero degna di nota ma,
come già riportato, è difficile che gli attori protagonisti di
questo film si portino a casa qualche premio. La favorita in
assoluto sembra essere Ariana DeBose, che ha conquistato pubblico e
critica con la sua performance energica ed entusiasmante,
dimostrando le sue eccelse qualità in tre ambiti distinti:
recitazione, canto e danza.
Miglior Attore Non
Protagonista
Fonte:
https://harshlightnews.com/
Per quanto riguarda la categoria del
Miglior Attore Non Protagonista, sembrano esserci
ben pochi dubbi: il favorito è Troy Kotsur, uno
dei protagonisti del film
CODA, film vincitore del Sundance
2021 e che ha continuato a fare incetta di premi in questi
ultimi mesi. Nel ruolo di un padre pescatore non udente, la
performance di Kotsur è magnifica, delicata ma
estremamente toccante ed ha fatto guadagnare all’attore due
Screen Actors Guild Awards, un Critics
Choice Award, un Independent Spirit Award
e altrettante nomination ai festival più prestigiosi.
Poca speranza è riservata alle altre
interpretazioni, tutto sommato incisive, ma di impatto non
paragonabile a quella di Kotsur: J.K. Simmons ci offre una consueta ottima
performance nei panni di William Frawley in
Being The Ricardos, che si attiene alla
tipologia di personaggio cinematografico sviluppata dall’attore nel
corso della sua carriera. Kody Smit-McPhee
interpreta un personaggio teso e riflessivo e, nei momenti di
grande dramma, sublimemente controllato ne Il Potere del Cane, regalandoci forse la
performance davvero più notevole del film. Ciarán
Hinds ha ricevuto una nomination ai Golden
Globe e una ai British Academy Film
Awards per la sua interpretazione nella pellicola
semi-autobiografica Belfast, ma non sembra comunque essere
considerato tra i favoriti. Per quanto riguarda Jesse
Plemons (nominato assieme alla moglie Kirsten Dunst agli Oscar 2022), qualora Il potere del
Cane dovesse essere premiato nelle categorie attoriali, è
molto più facile che l’Oscar venga dato a Kody
Smit-McPhee.
Categorie attoriali: tutti i candidati all’Oscar 2022
Si è conclusa la cerimonia di
presentazione degli Oscar 2021, il primo evento
live dopo circa un anno di pandemia e di distanziamento sociale e
cerimonie su Zoom. Una premiazione insolita per i fasti del
riconoscimento, ma sicuramente interessante e che ha mostrato la
voglia di tornare alla normalità con un evento frutto di un grande
sforzo organizzativo e produttivo.
Nomadland è il
grande vincitore, con i premi a Miglior film, Miglior regia e
Migliore attrice protagonista, e la sua regista, Chloé
Zhao, si unisce a quella compagnia di due delle registe
premio Oscar. Mentre Frances McDormad si unisce a
Meryl Streep e Daniel Day Lewis e
altri, alla compagnia degli attori che hanno vinto tre premi Oscar,
aggiungendo però anche un premio come produttrice per
Nomadland.
Non è la prima volta che si parla
della possibilità che la cerimonia di premiazione degli
Oscar 2021 venga ufficialmente posticipata a causa
della pandemia di Covid-19. Già lo scorso maggio, infatti,
un report di Variety aveva suggerito che la prossima edizione
degli Academy
Awards potrebbe non avere luogo a causa delle conseguenze
dell’emergenza Coronavirus.
Al momento la nuova edizione degli
Oscar è prevista per il 28 febbraio del prossimo
anno, ma stando a quanto riportato online nelle ultime ore, sembra
che il consiglio di amministrazione dell’Academy si riunirà
virtualmente proprio in queste ore per discutere del futuro della
93esima edizione del prestigioso riconoscimento, che – lo
ricordiamo – per la prima volta nella storia considererà per le
votazioni insieme ai titoli che sono usciti (o che usciranno) in
sala, anche i film che hanno debuttato direttamente in
streaming (senza quindi passare per la sala
cinematografica).
Il nuovo aggiornamento in merito
agli Oscar 2021 arriva da The Hollywood Reporter
(via
ComingSoon.it), secondo cui l’Academy deciderà proprio in
queste ore le sorti della cerimonia e l’eventuale rinvio: stando
alla fonte, la cerimonia potrebbe essere posticipata fino a otto
settimane dopo la data inizialmente prevista (28 febbraio).
Inoltre, l’Academy dovrà decidere se estendere o meno la finestra
di eleggibilità dei film ben oltre la data del 31 dicembre 2020,
sempre in considerazione dell’attuale situazione mondiale che ha
letteralmente stravolto l’industria cinematografica.
Le nuove regole dell’Academy, dal
numero di titoli candidabili a Miglior Film alla nascita
dell’Academy Screening Room
Sempre di recente, l’Academy aveva
annunciato
una serie di novità relative al proprio regolamento, un vero e
proprio processo di ristrutturazione che resterà in vigore almeno
fino al 2025: dalla cerimonia del prossimo anno, infatti,
il numero di candidati al miglior film resterà fissato a
10, e non sarà più un numero variante tra 5 e 10. Inoltre,
sempre a partire dal prossimo anno verrà istituita
l’Academy Screening Room, una sala cinematografica
virtuale accessibile dal sito ufficiale degli Oscar che permetterà
ai tutti i membri registrati di poter visione i lungometraggi
qualificabili per le specifiche categorie.
La Commissione di selezione per il
film italiano da designare agli Oscar®, istituita dall’ANICA lo
scorso luglio su incarico dell’ “Academy of Motion Picture Arts and
Sciences”, riunita davanti a un notaio e composta da Nicola
Borrelli, Simone Gattoni, Paolo Genovese, Carlo Poggioli, Cristina
Priarone, Gloria Satta, Baba Richerme ha votato “ Notturno” di Gianfranco Rosi quale film che
rappresenterà l’Italia alla 93ma edizione degli Academy
Awards nella selezione per la categoria “International Feature
Film Award”.
“Notturno”
concorrerà per la shortlist che includerà i dieci film
internazionali selezionati dall’Academy e che sarà resa nota il 9
febbraio 2021. L’annuncio delle nomination (la cinquina dei film
nominati per concorrere al premio) è previsto per il 15 marzo 2021
mentre la cerimonia di consegna degli Oscar® si terrà a Los Angeles
il 25 aprile 2021.
A poche ore dall’inizio della
cerimonia di premiazione degli Oscar 2021, che
quest’anno sarà decisamente atipica, ecco le previsioni sui
vincitori. Non si tratta di titoli preferiti, o di scommesse,
semplicemente di quali sono i titoli e i personaggi che più
probabilmente verranno premiati questa notte.
Tra le tante sorprese che ci ha
riservato la cerimonia di premiazione degli Oscar 2021, c’è sicuramente il trionfo di
Anthony Hopkins come Miglior attore
protagonista per The Father – Nulla è come sembra, dal momento
che il favorito sembrava essere agli occhi di tutti Chadwick Boseman, che grazie alla sua ultima
interpretazione in Ma Rainey’s Black Bottom era già riuscito a
conquistare il Golden Globe, il Critics’ Choice Award e lo Screen
Actor Guild.
Essendo l’ultimo lungometraggio
girato da Boseman prima della sua tragica scomparsa, Ma Rainey’s Black Bottom ha goduto di una notevole
pubblicità prima della distribuzione su Netflix, per poi essere apprezzato tanto dalla
critica quanto dal pubblico in seguito alla sua uscita, soprattutto
per le interpretazioni di Boseman e di Viola Davis. Naturalmente, un eventuale Oscar
postumo a Boseman era ritenuto da molti un tributo più che
appropriato ad una delle più grandi star del cinema del 21°
secolo.
Tuttavia, lo scenario è cambiato
quando ad essere proclamato Miglior attore è stato Anthony Hopkins per la sua interpretazione in
The Father, sconvolgendo i fan di Boseman e tutti coloro
che avevano puntato sulla sua vittoria, per i quali la cerimonia si
è chiusa con una nota tanto strana quanto deludente. In seguito
alla vittoria di Hopkins, molti si sono scagliati contro l’Academy,
dando vita ad una vera e propria polemica per la mancata vittoria
della star di Black
Panther.
Tuttavia, a mettere ufficialmente la
parola fine alla sciocca diatriba, è stato Derrick
Boseman, fratello di Chadwick, che intervistato da
TMZ (via
IndieWire) ha spiegato che lui e la sua famiglia non sono
affatto turbati dalla decisione dell’Academy. Nonostante la
vittoria di Chadwick come Miglior attore sarebbe stato un grande
risultato, Derrick e la sua famiglia sanno che Boseman non è mai
stato ossessionato dagli Oscar. “Me li ha sempre descritti come
una campagna”, ha spiegato Derrick.
Il fratello di Chadwick ha poi
difeso la vittoria di Anthony Hopkins, congratulandosi anche da
parte della sua famiglia con il celebre attore per la vittoria.
“Se Chad avesse vinto, anche Anthony si sarebbe
congratulato”, ha aggiunto Derrick. E in un certo senso, è
quello che Hopkins ha fatto, dal momento che nel suo
discorso di ringraziamento arrivato sui social la mattina
seguente, l’attore ha reso omaggio proprio a Chadwick Boseman.
Gli Oscar 2021 ci
saranno, ma non il 28 febbraio, come annunciato dall’Academy prima
del COVID-19. L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha
annunciato che la trasmissione televisiva della 93a edizione degli
Academy
Awards è stata posticipata di due mesi, al 25 aprile 2021.
“Per oltre un secolo, i film
hanno svolto un ruolo importante nel confortarci, ispirarci e
intrattenerci nei momenti più bui. Lo hanno fatto certamente
quest’anno. La nostra speranza, nel prolungare il periodo di
ammissibilità dei nostri premi, è di fornire la flessibilità
necessaria ai cineasti per finire e distribuire i loro film senza
essere penalizzati per qualcosa al di fuori del controllo di
chiunque – hanno dichiarato il presidente dell’Academy
David Rubin e il CEO Dawn Hudson
in una nota congiunta – I prossimi Oscar e l’apertura del
nostro nuovo museo segneranno un momento storico, chiedendo ai fan
del cinema di tutto il mondo di unirsi attraverso il
cinema”.
L’Accademia ha anche annunciato che
il galà dei Governors Awards, che si svolgerà in autunno, è stato
posticipato a una data successiva non specificata. L’inaugurazione
dell’Academy Museum of Motion Pictures è stata spostata ad aprile
in coincidenza con gli Oscar 2021.
La cerimonia di premiazione degli
Oscar 2021 potrebbe saltare a causa della pandemia
di Covid-19. Se ciò dovesse accadere davvero, l’Academy si unirà ai
tantissimi altri eventi, uscite in sala e convegni che sono stati
cancellati o posticipati proprio in seguito all’emergenza
Coronavirus.
Al momento è molto difficile
riuscire a prevedere quando la situazione tornerà alla normalità.
Proprio a causa dell’attuale situazione mondiale, di recente
l’Academy aveva reso noto che – in via del tutto eccezionale e
soltanto per il prossimo anno – in vista della 93esima edizione del
prestigioso riconoscimento, i film che hanno debuttato direttamente
in streaming (senza quindi passare per la sala cinematografica)
verranno considerati per le votazioni insieme ai titoli che sono
usciti (o che usciranno) in sala.
Nel comunicato ufficiale si leggeva: “Fino
a nuovo avviso, e solo per la 93esima edizione degli Academy
Awards, i film che avevano una distribuzione cinematografica
pianificata e che invece sono stati resi disponibili per lo
streaming commerciale su un servizio VOD, possono qualificarsi
nella categoria Miglior film e nelle altre categorie, purché
vengano rispettati i seguenti parametri:
Il film dovrà essere reso disponibile sul
sito di streaming riservato ai membri dell’Academy entro 60 giorni
dalla sua uscita in VOD;
Il film dovrà soddisfare tutti gli altri requisiti di
ammissibilità.”
Adesso, stando ad un nuovo report di
Variety, la cerimonia degli Oscar 2021 sarebbe a rischio,
almeno in base alle modalità previste al momento. Le fonti
suggeriscono che “è molto probabile che la cerimonia venga
posticipata”. Ad ogni modo, la ABC non ha ancora comunicato
nulla al riguardo, con gli Oscar 2021 che restano
ancora fissati per il 28 febbraio del prossimo anno.
Si brancola, dunque, nel buio, in
attesa di una comunicazione ufficiale che chiarisca quale saranno
le sorti della notte più amata e attesa dall’industria
cinematografica e non solo, che forse per la prima volta nella
storia si vedrà costretta a rivedere la sua tradizionale
formula.
È stata senza dubbio un’edizione
strana, quella degli Oscar 2021, un’edizione senza
orchestra, senza numero comico d’apertura, senza tanti ospiti, un
evento che a ragione poteva sembrare sottotono e che invece ha
dimostrato la voglia di esserci, il ritorno ad un red carpet in
presenza, anche se contenuto, di nuovo persone che si guardano
negli occhi, anche se a distanza, ma in presenza.
E forse è questa la magia più grande
della scorsa notte, un assaggio di normalità, l’idea che la notte
delle stelle di Hollywood si sia trasformata in una specie di party
esclusivo con pochi e selezionati invitati che, in presenza, hanno
celebrato il cinema. Ma l’eccezionalità dell’evento non lo ha
risparmiato dal collezionare una serie di momenti memorabili che vi
raccontiamo di seguito.
Chloé Zhao da record
La prima donna cinese a vincere un
premio Oscar per la regia e per il miglior film, Zhao entra in quel
club esclusivo di due, insieme a Kathryn
Bigelow, un club che ci auguriamo possa infoltirsi molto
di più nei prossimi anni. La regista ha portato a casa due premi su
quattro nomination, dal momento che oltre a dirigere e produrre
Nomadland, lo ha anche scritto e montato.
Frances McDorman ulula a
sorpresa
Prima l’ululato a chiusura del
discorso di ringraziamento per il miglior film, poi un altro
discorso, brevissimo e forse figlio della sorpresa di essere stata
premiata per la terza volta dall’Academy. Quell’ululato è stato un
omaggio a Michael Wolf Snyder, il sound mixer di
Nomadland, scomparso da poco a soli 35 anni. Ma
oltre alla parentesi colorita, McDormand ha anche invitato tutti a
tornare in sala, a vedere i film tutti i film nominati.
La prima volta di una coreana a
Hollywood
Yuh-Jung Youn,
vincitrice dell’Oscar come attrice non protagonista in
Minari, ha tenuto il discorso di ringraziamento
forse più divertente che la storia recente del premio ricordi.
Visibilmente emozionata, l’attrice ha scherzato sull’aver
finalmente incontrato Brad
Pitt, che ha presentato il premio, chiedendogli anche perché
mai non avesse fatto visita al set del film durante le riprese. Ha
poi perdonato tutti coloro che, in America, pronunciano male il suo
nome, e si è detta semplicemente più fortunata di Glenn
Close, perché la fortuna è l’unico motivo per cui lei
poteva vincere contro l’attrice. Yuh-Jung Youn è
la prima attrice coreana a vincere un Oscar.
Daniel Kaluuya colpisce ancora
Dopo la gaffe ai Golden Globes,
durante i quali ha pronunciato metà del suo discorso di
ringraziamento a microfono spento, Daniel Kaluuya
colpisce ancora. Durante il discorso di ringraziamento per il suo
Oscar per il migliore non protagonista in Judas and the
Black Messiah, l’attore ha ringrazia persino il fatto che
i suoi genitori abbiano fatto sesso per concepirlo e metterlo al
mondo. “Sono così felice di essere vivo” ha detto Kaluuya,
e senza dubbio capiamo le sue intenzioni, tuttavia l’espressione
della madre che reagisce live a quanto dichiarato dal figlio non
era esattamente di felicità.
Glenn Close goes wild
L’unico momento di spettacolo e
intrattenimento, durante la serata, ha visto Glenn Close
protagonista; l’attrice nominata ha sfoggiato le sue conoscenze
musicali e le sue abilità da ballerina. Il quiz ha coinvolto i partecipanti che
cercavano di identificare un segmento di canzone e indovinare se la
canzone fosse o meno tra quelle che avevano vinto agli Oscar nel
corso degli anni. Dopo le risposte traballanti di Andra Day
e Kaluuya, Close ha risposto con grande precisione alla
sua domanda e ha identificato correttamente una clip di “Da Butt”,
scritta da Marcus Miller ed eseguita dalla
Experience Unlimited tratta dal film del 1988 di Spike Lee
Aule turbolente. Close si è poi esibita in una breve
sequenza di ballo che l’ha portata nei trend topic di Twitter,
vincendo comunque a modo suo la serata.
Anthony Hopkins vince a
sorpresa
La serata degli Oscar 2021 ha visto
anche un piccolo cambio di programma, dal momento che a fine serata
si è palesato il fatto che la scaletta avrebbe previsto prima il
premio al miglior film, vinto da Nomadland, e per
finire quello alla migliore attrice e al migliore attore.
Quest’ordine di eventi ha fatto pensare che il premio maschile
sarebbe andato postumo a Chadwick Boseman e che la
cerimonia si sarebbe conclusa con un suo ricordo. Tuttavia, dopo la
vittoria di Frances McDormand per le attrici, è
arrivata sempre a sorpresa un’altra vittoria per l’ottantatreenne
Anthony Hopkins, che non era
presente alla cerimonia. L’attore di The Father ha
così conquistato un secondo Oscar dopo quello per Il Silenzio degli
Innocenti, e solo in mattinata ha diffuso un suo videomessaggio in
cui esterna la sua sorpresa e la sua gratitudine, oltre a dedicare
un pensiero proprio a Boseman “che ci è stato tolto troppo
presto”.
Thomas Vitenberg dedica il premio
alla figlia
Nominato anche nella cinquina dei
migliori registi, Thomas Vitenberg ha ritirato
l’Oscar per il miglior film internazionale, Another
Round. Il regista ha pronunciato un accorato discorso di
ringraziamento, dedicato alla figlia adolescente, Ida, che avrebbe
dovuto avere una parte nel film e che è scomparsa a causa di un
incidente d’auto a pochi giorni dall’inizio delle riprese.
Vitenberg ha dedicato la vittoria a lei. “Abbiamo finito per
realizzare questo film per lei, in sua memoria. Quindi, Ida, questo
è un miracolo che è appena accaduto e tu sei parte di questo
miracolo, magari anche tirando dei fili da qualche parte. Ma questo
è per te.”
Il ritorno del red carpet
Come anticipato, dopo un anno di
cerimonie e premi via Zoom, gli Oscar 2021 hanno fatto srotolare di
nuovo un tappeto rosso. E sono tanti i nomi di coloro che hanno
sfilato, da Audra Day, audacissima in Vera Wang,
oppure Carey Mulligan, regale in Valentino Haute
Couture, così come la meravigliosa Zendaya che anche con un colore rischioso
come il giallo canarino era assolutamente impeccabile. E ancora
Vanessa Kirby, regale in Gucci, e
Margot Robbie in Chanel, semplice ed
elegante. Halle Berry ha scelto Dolce &
Gabbana e Viola Davis Alexandra McQueen. In total
white come lei c’era Maria Bakalova, con un look
principesco firmato da Louis Vuitton, mentre Amanda
Seynfield non è passata certo inosservata nel suo abito
rosso fuoco di Armani Privè. Il glamour è tornato e anche se si è
trattato di un piccolo assaggio rispetto al solito splendore da
Oscar, è stata una bella emozione. Per una volta abiti, trucchi e
gioielli non sono stati soltanto una frivolezza.
Il numero di apertura di Regina
King
All’attrice e regista Regina
King è stato affidato il compito di introdurre la
cerimonia. E il suo discorso di apertura è stato molto serio e
rigoroso, si è aperto con la commemorazione di tutti coloro che
abbiamo perso quest’anno a causa della pandemia ed ha continuato
con un deciso piglio politico.
“È passato un anno e siamo
ancora nel bel mezzo della pandemia”, ha detto King.
“Stiamo piangendo la perdita di così tanti, e devo essere onesta,
se le cose fossero andate diversamente la scorsa settimana a
Minneapolis, avrei potuto scambiare i miei tacchi con stivali da
marcia”. Il polso dell’America batte ancora troppo
velocemente, ed è giusto che Hollywood continui a portare
all’attenzione pubblica i problemi della società.
In un anno strano anche per il
cinema, l’ANICA ha diffuso la tradizionale lista di titoli di film
italiani che verranno valutati e trai quali verrà scelto il film
che concorrerà ad entrare nella cinquina di titoli nominati nella
categoria del Miglior Film in lingua non inglese agli Oscar
2021.
La commissione di selezione,
istituita presso l’ANICA su richiesta dell’Academy, si riunirà per
votare il titolo designato il prossimo 24 novembre 2020. L’annuncio
ufficiale di tutte le nomination è previsto per il 15 marzo 2021 e
la cerimonia degli Oscar si terrà a Los Angeles il 25 aprile
2021.
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· TUTTO IL MIO FOLLE AMORE di Gabriele Salvatores
· L’UOMO DEL LABIRINTO di Donato Carrisi
· LA VERITA’ SU LA DOLCE VITA di Giuseppe Pedersoli
·
LA VITA DAVANTI A SÉ di Edoardo Ponti
· VOLEVO NASCONDERMI di Giorgio Diritti
Si svolgerà alle 13.15, ora
italiana, l’annuncio delle nomination agli Oscar
2021. A proclamare le cinquine sono stati chiamati
dall’Academy l’attrice e produttrice Priyanka Chopra e
il cantante Nick Jonas, che, essendo anche sposati
nella vita privata, non avranno problemi a stare nello stesso
posto, in tempo di pandemia.
Ecco il link dove seguire la diretta:
La cerimonia di premiazione si
svolgerà nella notte tra il 24 e il 26 aprile, in diretta ma in
location differenti, così come è accaduto per i Golden Globes
2021.
Come sappiamo ormai da tempo, la
cerimonia di premiazione degli Oscar 2021 è stata
rinviata di due mesi a causa della pandemia di Covid-19. Ora, come
riportato da
Variety, arrivano anche i primi dettagli su quello che sarà
l’effettivo svolgimento della serata: la fonte annuncia che la
93esima edizione degli Academy
Awards si svolgerà dal vivo, ma da location diverse.
Tra queste, ovviamente, ci sarà
anche il Dolby Theatre di Los Angeles, che dal 2001 ormai ospita
l’appuntamento più importante per l’industria cinematografica
hollywoodiana. In risposta alla chiusura delle sale
cinematografiche a causa dell’emergenza sanitaria, l’Academy aveva
già modificato – temporaneamente – il suo regolamento interno per
includere nei film candidabili anche i titoli che hanno saltato la
sala cinematografica e che sono arrivati direttamente in
streaming.
“In questo anno
unico che ha chiesto così tanto a così tanti di noi, l’Academy è
determinata a presentare una cerimonia degli Oscar come nessun
altra, dando la priorità alla salute pubblica e alla sicurezza di
tutti coloro che parteciperanno”,ha
detto un portavoce dell’Academy in una nota ufficiale.“Per creare il
tradizionale show in presenza che il nostro pubblico globale vuole
vedere, adattandosi chiaramente ai requisiti della pandemia, la
cerimonia sarà trasmessa in diretta da più location, incluso il
famoso Dolby Theatre. Non vediamo l’ora di condividere presto
maggiori dettagli.”
Lo scorso settembre, sempre a causa
dell’emergenza sanitaria, già la cerimonia degli
Emmy aveva proposto una formula ibrida che ha
coinvolto tanto lo spettacolo dal vivo quanto lo streaming. Più di
recente, è stato confermato che anche la cerimonia dei
Golden Globes si svolgerà da due differenti
location: le due conduttrici, Tina Fey e Amy Poehler, infatti,
presenteranno rispettivamente da New York e da Los Angeles.
Le nomination degli Oscar
2021 verranno annunciate ufficialmente il prossimo 15
marzo. La cerimonia di premiazione avrà luogo, invece, la sera del
25 aprile. Al momento non sappiamo ancora chi si occuperà della
conduzione, mentre la produzione sarà a cura di Jesse Collins,
Stacey Sher e Steven Soderbergh.
Si è svolta ieri la cerimonia di
premiazione degli
Oscar 2021, in cui – a sorpresa – ha trionfato come miglior
attore protagonista Anthony Hopkins, premiato per la sua
interpretazione in
The
Father – Nulla è come sembra (che arriverà nelle sale
italiane prossimamente).
A sorpresa perché il favorito
sembrava essere il compianto Chadwick Boseman, che per il suo ruolo in
Ma Rainey’s Black Bottom (premiato con due
Oscar, migliori costumi e miglior trucco) è riuscito ad
aggiudicarsi il Golden Globe, il Critics’ Choice Award e lo Screen
Actors Guild. Tuttavia, la vittoria del BAFTA da parte di Hopkins
aveva in qualche modo preannunciato che nel corso della notte degli
Oscar ci sarebbe stato un effettivo colpo di scena.
Anthony Hopkins, che non ha preso parte alla
cerimonia di premiazione (neanche da remoto), ha condiviso
attraverso il suo account Instagram
un prezioso video di ringraziamento. Grazie alla vittoria per
The Father, Hopkins (83 anni) è diventato l’attore più
anziano ad aver ottenuto un Oscar alla recitazione. Inoltre, per
Hopkins si tratta del secondo Oscar come miglior attore
protagonista: il primo, vinto grazie al suo indimenticabile
Hannibal Lecter nel capolavoro Il silenzio degli innocenti, gli è stato
conferito nel 1992.
“Buongiorno, eccomi qui nella
mia patria, il Galles, e all’età di 83 anni non mi aspettavo di
ricevere questo premio. Davvero non me l’aspettavo”, ha detto
Hopkins nel video condiviso attraverso i social (via
THR), in cui ha poi reso omaggio proprio a Chadwick Boseman: “Sono grato all’Academy.
Grazie. Voglio rendere omaggio a Chadwick Boseman che ci è stato
portato via troppo presto. Ancora una volta, grazie mille a tutti.
Non me lo aspettavo davvero, quindi mi sento incredibilmente
privilegiato e onorato. Grazie ancora.”
A quanto pare, ad Anthony Hopkins sarebbe stata negata la
possibilità di tenere il suo discorso di ringraziamento durante la
cerimonia di premiazione degli Oscar 2021 a causa delle regole dell’Academy,
che quest’anno non prevedevano collegamenti via Zoom.
Assolutamente a sorpresa,
considerato che il favorito era per tutti Chadwick Boseman, Hopkins ha trionfato nella
categoria Miglior attore protagonista grazie alla sua
interpretazione in The Father – Nulla è come sembra, portandosi a
casa il secondo Oscar vinto nella medesima categoria (il primo
risale al 1992, quando venne premiato per Il silenzio degli innocenti) e diventando, a
83 anni, l’attore più anziano ad aver ricevuto l’ambita
statuetta.
A differenza delle altre cerimonie
di premiazione che quest’anno, a causa della pandemia di Covid-19,
si sono dovute adeguare a nuove forme di spettacolo e di
conduzione, gli Oscar non hanno implementato le videochiamate Zoom
per permettere il coinvolgimento degli ospiti non presenti
fisicamente al Dolby Theatre di Los Angeles. I candidati che non
erano fisicamente al Dolby Theatre, infatti, sono stati coinvolti
tramite degli hub istituiti in varie parti del mondo, procedura che
comunque richiedeva un coinvolgimento in presenza.
Hopkins è stato assente dalla
cerimonia di premiazione (non era né presente fisicamente né
collegato in alcun modo), che di fatto si è conclusa senza alcun
discorso di ringraziamento, con l’Academy che ha accettato il
premio a suo nome (stranamente, il premio al Miglior film è stato
assegnato prima di quelli agli attori protagonisti).
Anthony Hopkins e il mancato
discorso di ringraziamento agli Oscar 2021
Ora, secondo quanto riportato da
IndieWire, Anthony Hopkins avrebbe fatto richiesta di
accettare l’eventuale premio via Zoom, richiesta che sarebbe stata
negata dai produttori della trasmissione. L’attore si trova
attualmente in Galles e non aveva intenzione di recarsi negli hub
allestiti a Dublino e a Londra: ha quindi scelto di restare a casa
e, in base a quanto riportato, pare che stesse già dormendo quando
è stato annunciato come vincitore. Una situazione analoga si è
verificata anche con Ann Roth, la costumista
ottantanovenne che ha vinto l’Oscar per i migliori costumi grazie a
Ma Rainey’s Black Bottom.
Considerato il fuso orario (esiste
una differenza di circa otto ore tra Los Angeles e il Galles),
Hopkins avrebbe dovuto recarsi a Dublino o a Londra e restare
lì fino alle 4 del mattino. Essendo Boseman il favorito, è
probabile che Hopkins avesse pensato che non avrebbe mai potuto
vincere, e che quindi la sua assenza alla cerimonia non sarebbe
stata rilevante: dopotutto, viaggiare a 83 anni nel corso di una
pandemia mondiale può essere davvero pericoloso.
Ad ogni modo, il giorno dopo
Anthony Hopkins ha trovato comunque il modo
per ringraziare l’Academy, condividendo via Instagram
un bellissimo video direttamente dal Galles, in cui ha palesato
la sua incredulità per la meritatissima vittoria e in cui ha anche
reso omaggio a Chadwick Boseman.
A causa dell’attuale situazione
mondiale, e in seguito alla chiusura dei cinema, l’Academy
of Motion Pictures Arts and Sciences si è riunita per
prendere una decisione molto importante in vista della prossima
edizione degli Oscar: l’organizzazione ha infatti
votato per includere nei film candidabili anche i titoli che hanno
saltato (o che salteranno) la sala cinematografica e che sono
arrivati (o arriveranno) direttamente in streaming.
Con le sale cinematografiche di
tutto il mondo chiuse per cercare di arginare la diffusione del
Coronavirus, molti film sono stati posticipati al
2021, mentre altri sono arrivati direttamente sulle varie
piattaforme VOD. Per questo motivo, in molti hanno iniziato a
chiedersi quale sarebbe stato il futuro di una cerimonia come
quella degli Oscar, che a causa delle regole stabilite dall’Academy
in termini di qualificazione, può contare per le sue candidature
esclusivamente sui film arrivati in sala.
Se in passato film come Roma
o The
Irishman sono stati tra i grandi protagonisti
della notte delle stelle, è stato perché il colosso dello streaming
si era assicurato un passaggio – limitato, ma pur sempre conforme
alle regole dell’Academy – dei film nelle sale cinematografiche
prima della distribuzione online. La questione non ha fatto altro
che alimentare tutta una serie di polemiche nei confronti
dell’organizzazione professionale, spesso tacciata di non voler
abbracciare le attuali e sempre più diversificate modalità di
fruizione di un prodotto cinematografico. Adesso però, sembra che
l’Academy sia stata messa alle strette…
In un comunicato ufficiale diramato
attraverso
il sito ufficiale degli Oscar, l’Academy ha rivelato che
soltanto per quest’anno, proprio a causa della pandemia di
Covid-19, i film che hanno debuttato direttamente in
streaming, senza quindi passare per la sala
cinematografica, verranno considerati per le votazioni insieme ai
titoli che sono usciti (o che usciranno) in sala. Nel comunicato
ufficiale di legge:
“Fino a nuovo
avviso, e solo per la 93esima edizione degli Academy
Awards, i film che avevano una distribuzione cinematografica
pianificata e che invece sono stati resi disponibili per lo
streaming commerciale su un servizio VOD, possono qualificarsi
nella categoria Miglior film e nelle altre categorie, purché
vengano rispettati i seguenti parametri:
Il film dovrà
essere reso disponibile sul sito di streaming riservato ai membri
dell’Academy entro 60 giorni dalla sua uscita in
VOD;
Il film dovrà soddisfare tutti gli altri requisiti di
ammissibilità.”
L’Academy ha inoltre ufficializzato
che, a partire dalla prossima edizione, le categorie Sound
Mixing (Missaggio Sonoro) e Sound Editing
(Montaggio Sonoro) verranno assemblate in un’unica
categoria dedicata al suono.
“Greyhound,” Odin Benitez, Jason King,
Christian P. Minkler, Michael Minkler, Jeff
Sawyer
“Mank,” Ren Klyce,
Jeremy Molod,
David Parker, Nathan Nance, Drew Kunin
“News of the
World,” John Pritchett,
Mike Prestwood Smith, William Miller, Oliver Tarney, Michael
Fentum
“Soul,” Coya
Elliott, Ren Klyce, David Parker, Vince
Caro
“Sound of
Metal,”Phillip
Bladh, Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc,
Carlos Cortés, Carolina Santana
Migliore sceneggiatura adattata
“Borat
Subsequent Moviefilm,”
Peter Baynham,
Sacha Baron Cohen, Jena Friedman, Anthony Hines, Lee Kern, Dan
Mazer, Nina Pedrad, Erica Rivinoja,
Dan Swimer
Nella giornata di ieri sono state
annunciate le
nomination degli Oscar 2021. Al di là dei
tradizionali discorsi sugli “esclusi” e sui “dimenticati”, le
candidature della 93esima edizione hanno battuto diversi record in
termini di diversità e rappresentazione, due aspetti su cui
l’Academy è stata più volte criticata in passato. Ma quali sono,
nello specifico, tutti questi record infranti? Scopriamolo insieme,
grazie a Screen
Rant:
Più nomination per le donne rispetto alle passate edizioni
Gli Oscar 2021 hanno
battuto il record per il maggior numero di nomination femminili in
qualsiasi categoria, con ben 70 donne che hanno ricevuto ben 76
nomination in quest’edizione. Ciò riflette indubbiamente una
maggiore attenzione nei riguardi delle donne dietro la macchina da
presa, con ruoli in cabina di regia e alla produzione che,
storicamente, sono per la maggior parte stati affidati per lo più
agli uomini.
In particolare, i risultati più
importanti sono stati raggiunti nella categoria miglior regista e
miglior film (in quest’ultima, in particolare, è possibile trovare
ben sette produttrici candidate). Nomadland
e Promising Young Woman sono certamente i due titoli degni
di nota: entrambi, infatti, hanno ricevuto numerosi riconoscimenti
sotto la guida creativa delle regista Chloé Zhao ed Emerald
Fennell.
Per la prima volta, due donne
candidate alla miglior regia
Insieme all’aumento
complessivo delle nomination che includono artiste donne, gli Oscar
2021 hanno fatto la storia anche per un altro motivo. Per la prima
volta, ben due donne figurano nella cinquina del miglior regista:
Chloé Zhao è stata nominata per Nomadland,
mentre Emerald Fennell è stata nominata per Promising Young
Woman.
Tali storiche candidature arrivano
in seguito ad un anno in cui il 27% di tutti i titoli idonei a
contendere per la categoria miglior film sono stati diretti da
donne, un record a tutti gli effetti. Se anche agli Oscar Nomadland
seguirà il percorso già tracciato dai Golden Globes, Zhao potrebbe
essere pronta a scrivere nuovamente la storia.
Hollywood e l’Academy hanno ancora
tanta strada da fare in termini di equità razziale, ma l’elenco di
quest’anno è tuttavia un momento significativo e fondamentale che,
si spera, segnerà una vera e propria tendenza in futuro.
Viola Davis è l’attrice nera più nominata agli Oscar
Grazie alla nomination come
miglior attrice per Ma
Rainey’s Black Bottom, Viola Davis è diventata l’attrice
nera più nominata nella storia degli Oscar, nonché l’unica attrice
nera ad aver ricevuto due nomination come miglior attrice
protagonista.
La Davis è stata precedentemente
nominata come migliore attrice non protagonista per le sue
interpretazioni in Barriere (per il quale ha vinto l’ambita statuetta) e
per Il dubbio. È stata invece nominata come migliore
attrice protagonista per il ruolo di Aibileen Clark in The
Help. Davis si è affermata come una delle migliori interpreti
di Hollywood nel corso degli anni: tale riconoscimento si riflette
debitamente nella sua quarta storica nomination.
Chloé Zhao è la donna più nominata agli Oscar in un solo
anno
Chloé Zhao sta battendo
diversi record grazie agli Oscar 2021. Oltre ad essere una delle
due donne nominate nella categoria miglior regia, Zhao ha fatto la
storia grazie alle sue quattro nomination totali, il più alto
numero in assoluto per una donna, agli Oscar, in un solo anno.
Le altre tre nomination ricevute da
Zhao sono per il miglior film, la migliore sceneggiatura non
originale e il miglior montaggio, tutte ovviamente per Nomadland.
Zhao è anche la prima donna di origine asiatica ad essere stata
nominata nella categoria miglior regia. Ad oggi, Nomadland è
considerato il favorito per trionfare come miglior film.
Steven Yeun è il primo asioamericano candidato
come miglior attore
Dopo aver trionfato come
miglior film straniero ai Golden Globes, Minari ha
ricevuto sei nomination all’Oscar, tra cui niglior film e miglior
attore protagonista per Steven Yeun. Yeun è, in assoluto, il primo
attore asioamericano ad essere in lizza per il premio: prima di
lui, c’erano stati soltanto due attori di sola discendenza asiatica
ad essere candidati, ossia Ben Kingsley e Yul Brynner (entrambi
hanno anche vinto l’ambita statuetta).
La performance di Yeun è stata
ampiamente elogiata da pubblico e critica, e l’impatto culturale di
Minari
potrebbe essere l’inizio di una sorta di rinascita per la star dopo
la sua ascesa grazie alla popolare serie The Walking
Dead.
Youn Yuh-Jung è la prima coreana
candidata ad una Oscar per la recitazione
Steven
Yeun non è l’unica star di Minari che
ha aperto tutta una serie di nuovi orizzonti all’interno delle
candidature degli Oscar 2021. Youn Yuh-jung, che interpreta la
nonna Soon-ja nel film, è la prima attrice coreana ad essere
nominata per un Academy Award (nonostante abbia vinto quattro Oscar
nel 2019, Parasite
non ha ricevuto alcuna nomination per quanto riguarda le categorie
attoriali).
Youn è da decenni un nome di spicco
nel panorama cinematografico e televisivo coreano: il
riconoscimento da parte degli Oscar è indubbiamente meritato.
Riz Ahmed è il primo musulmano candidato come miglior
attore
Grazie alla sua interpretazione inSound of
Metal,Riz Ahmed è
diventato il primo interprete musulmano a ricevere una candidatura
agli Oscar come miglior attore protagonista. Il film ha ricevuto
ben 6 nomination, incluso quella per il miglior film.
Nonostante una vasta carriera nel mondo
dell’arte (dal cinema alla musica), Ahmed è diventato noto a
livello internazionale soltanto quando ha debuttato nell’universo
di Star
Wars grazie allo spin-off Rogue
One: A Star Wars Story. Ahmed è da tempo sostenitore di
una maggiore rappresentanza dei musulmani nel cinema: si spera,
quindi, che il successo di Sound of
Metal possa essere un passo significativo in quella
direzione.
Netflix ha il maggior numero di nomination agli Oscar di
sempre
Per il secondo anno
consecutivo, Netflix è riuscito ad ottenere il maggior numero di
nomination all’Oscar rispetto a qualsiasi altro studio. Anche se
non così inaspettato, il successo di Netflix è emblematico in
merito alla sempre più costante distribuzione dei titoli in
streaming.
Questa tendenza si è ovviamente
amplificata nel 2020, in seguito alla chiusura delle sale in tutto
il mondo a causa della pandemia di Covid-19. Tuttavia, è
improbabile che questa stessa tendenza si attenui dopo che la
pandemia si sarà placata.
Ecco tutti i vincitori degli
Oscar 2020 fotografati con i loro premi, durante
il loro discorso di ringraziamento o nel backstage. I nuovi
Oscar winner!
Gli Oscar
2020 hanno riservato moltissime sorprese ma anche un
certo numero di film e personaggi snobbati, lasciati in un angolo e
ignorati dall’Academy.
Sorpresa: Parasite vince il miglior
film
Nel momento in
cui Parasite ha vinto la migliore
sceneggiatura originale, si è capito che sarebbe stata una grande
serata per il film sudcoreano. Già galvanizzato dalla vittoria per
la migliore regia, Parasite ha portato a
casa il premio più ambito della serata, il suo quarto Oscar della
notte.
La vittoria segna la prima volta
nella storia di 92 anni dell’Academy che un film in lingua
straniera vince il premio più prestigioso. L’anno 2020 passerà alla
storia degli Oscar. È una vittoria sorprendente ma non certo
completamente inattesa, dati alcuni pronostici. Sebbene
1917 fosse considerato il primo favorito
in classifica, Parasite era una concreta
minaccia alla sua vittoria.
Snobbato: Scarlett Johansson
Povera Scarlett. Nominata
per i suoi primi due Oscar in una sola notte, l’attrice di talento
è andata a casa a mani vuote. Non si aspettava di vincere nella
categoria di migliore attrice per Storia di un matrimonio, con
Renée Zellweger data per certa, ma poteva essere
una scelta interessante per il premio da non protagonista,
categoria nella quale era candidata per Jojo
Rabbit. Alla fine, ha vinto Laura
Dern, sua co-protagonista in Storia di un
Matrimonio, con cui ha condiviso molte scene.
Siamo sicuri che Scarlett sia orgogliosa di lei.
Sorpresa: Bong Joon-Ho vince la
migliore regia
Il regista sudcoreano Bong
Joon-Ho ha ottenuto il miglior risultato della serata con
la sua vittoria per la regia, battendo il favorito Sam
Mendes (1917). Mendes aveva vinto il premio come
miglior regista ai Golden Globes, ai BAFTA, ai Critics Choice e ai
Director’s Guild Awards. In precedenza aveva anche vinto un Oscar,
nel 1999, per American Beauty.
Snobbato: The Irishman
Nominato per 10 Oscar, The
Irishman di Martin Scorsese è andato
a casa a mani vuote. Il film prodotto da Netflix ha debuttato con grande successo di critica e
si prevedeva che sarebbe diventato un contendente importante agli
Oscar, ma il suo slancio si è smorzato con il tempo e al suo posto
hanno incalzato 1917 e
Parasite, che piano piano si sono presi
la scena.
Sorpresa: Parasite vince per la
migliore sceneggiatura originale
Parasite ha avuto una
grande serata, con quattro premi vinti su sei nomination. Il
team di scrittori di Parasite
formato da Bong Joon-Ho e Jin Won
Han ha battuto i pesi massimi Quentin
Tarantino per C’era una
volta a Hollywood e Noah
Baumbach per Storia di un
Matrimonio. È la prima volta che un film in lingua
straniera vince l’Oscar della sceneggiatura originale da quando
Pedro Almodóvar è stato onorato con questo
riconoscimento per Parla con lei, nel
2003.
Snobbato: registe donne
Sapevamo che questo particolare
problema sarebbe finito nei discorsi pronunciati durante lo show ed
è un problema molto grave che non dovrebbe essere trascurato. Nel
2019, ci sono state molte registe donne che hanno lavorato a film
di grande importanza. Tuttavia, nessuno è stato nominato come
miglior regista agli Oscar. Greta Gerwig (Piccole
donne), Lulu Wang (Una
Bugia Buona – The Farewell) e Olivia
Wilde (La rivincita delle
sfigate) erano solo tre degne candidate che non
potevano essere nominate. Sul red carpet, Natalie
Portman ha indossato un mantello che portava sopra tutti i
nomi delle registe escluse quest’anno.
Sorpresa: Toy Story 4 vince la
migliore film d’animazione
Questa è in realtà una
mezza sorpresa. Toy Story 4 è stato
scelto per vincere il premio come miglior film d’animazione, ma c’è
stato un momento in cui, dopo la vittoria di Missing
Link ai Golden Globe e quella di
Klaus agli Annie Awards, sembrava che il
film potesse perdere la sua pole position. Entrambi i premi sono
infatti buoni indicatori da Oscar. La divisione di questi
riconoscimenti ha mostrato che Hollywood non era univocamente
schierata, tuttavia è stato chiaro che l’Academy almeno non ha
avuto “curiosità” e si è affidata al titolo rassicurante Pixar.
Sorpresa:
Eminem ci riporta al 2002
Ci fu delusione agli
Academy
Awards del 2003 quando, nonostante la nomination alla migliore
canzone, Eminem non si esibì in “Lose Yourself”
durante la cerimonia. Non era nemmeno lì, in effetti, eppure vinse
nella categoria. Ma la scorsa notte, Hollywood ha ottenuto il suo
risarcimento con 17 anni di ritardo. Dopo un omaggio alle canzoni
degli Oscar del passato, Eminem è apparso sul
palco per eseguire il successo del 2002, brano portante della
colonna sonora di 8 Mile. La folla è
rimasta sicuramente sorpresa!
David Lynch, Wes Studi e
Lina Wertmüller riceveranno degli Oscar onorari alla
carriera mentre a Geena Davis sarà assegnato con
il Premio Umanitario Jean Hersholt, a dare l’annuncio è l’Academy
of Motion Picture Arts & Sciences in vista degli Oscar 2020. Le
quattro statuette degli Oscar saranno consegnate durante l’11°
Annual Governors Awards dell’Academy di domenica 27 ottobre, e i
nomi selezionati sono il risultato di un cambiamento più ampio
dell’organizzazione dietro ai prestigiosi premi cinematografici per
riconoscere donne e membri di gruppi sotto-rappresentati.
“Questi premi ogni anno
riconoscono le persone che si sono dedicate a una vita di
realizzazione artistica e hanno apportato contributi eccezionali al
nostro settore, e non solo – ha dichiarato il presidente
dell’Academy, John Bailey– È con grande
piacere che annunciamo i destinatari di quest’anno.”
A Geena Davis,
premio Oscar per Turista per caso e la star di Thelma & Louise,
sarà riconosciuto il suo impegno per la difesa della parità di
genere nei media.
Wes Studi è un
attore Cherokee-Americano i cui crediti includono Balla coi Lupi,
L’Ultimo dei Moicani e Heat La Sfida. In un comunicato stampa che
annunciava la selezione di Studi, l’Accademia lo ha lodato per aver
“…ritratto forti personaggi nativi americani con intensità e
autenticità” e ha evidenziato il suo coinvolgimento nella politica
e nell’attivismo dei nativi americani.
Lina Wertmüller ha
fatto storia nel 1976 quando è diventata la prima donna a ricevere
una nomination all’Oscar per la regia con Pasqualino Settebellezze.
Ad oggi, solo cinque donne sono state nominate al premio. Kathryn
Bigelow (The Hurt Locker) è l’unica regista donna ad aver vinto il
premio.
David Lynch è un
regista pioneristico che sicuramente non ha bisogno di
presentazioni. Ha contribuito a introdurre elementi d’avanguardia
nel cinema popolare con film del calibro di Velluto Blu e
Mulholland Drive. Ha ricevuto tre nomination all’Oscar per
Mulholland Drive, Velluto Blu e The Elephant Man, oltre a una
sceneggiatura adattata per quest’ultimo. È, tra le altre cose,
l’autore di Twin Peaks, serie televisiva con cui è in debito tutta
la produzione contemporanea di serie per la tv e le nuove
piattaforme.
È arrivato come ogni anno
l’appuntamento più atteso dal mondo del cinema: nella notte tra
il 9 e il 10 febbraio Sky trasmetterà in
diretta la 92ª edizione degli Academy
Awards®. Appuntamento dalle 22.45 su
Sky Cinema Oscar® (canale 303 di Sky) per la
magica Notte degli Oscar 2020 con il Red Carpet e
tutte le premiazioni dal Dolby Theatre di Los Angeles. La diretta
della cerimonia sarà trasmessa anche su Sky Uno
(dalle 00.30) e in chiaro su TV8
(dalle 23.50).
Dagli studi Sky Francesco
Castelnuovo accompagnerà gli spettatori per l’intera
serata, commentando i momenti salienti insieme al “Cinemaniaco”
Gianni Canova e la giornalista di Sky Cinema
Barbara Tarricone. Insieme a loro, ospiti in
studio la giornalista di Sky TG24 Denise Negri, il
ristoratore, musicista e showman Joe Bastianich,
il giornalista esperto di moda Ildo Damiano e
l’attrice Euridice Axen.
La Notte degli Oscar®
2020 sarà riproposta integralmente lunedì 10
febbraio su Sky Cinema Oscar® a partire
dalle 10.45 circa, mentre in prima serata
l’appuntamento con “Il meglio della Notte degli Oscar®
2020” sarà in onda dalle 21.15 su
Sky Cinema Oscar® e su Sky Uno,
disponibile anche on demand su Sky e NOW TV.
Tutte le notizie e gli aggiornamenti
sulla programmazione e sul live sono disponibili su
skycinema.it/oscar, sulle pagine Facebook, Instagram e Twitter di
Sky Cinema.
L’Academy ha pubblicato le sue
previsioni agli Oscar 2020. Giunta alla sua 92a
edizione, la cerimonia di assegnazione degli Oscar si svolge dal
1929 e con il tempo è diventata la notte più attesa di Hollywood e
l’Academy Award il riconoscimento più importante della scena
cinematografica americana e mondiale.
Questa importanza ha sempre generato
un certo grado di curiosità da parte del pubblico e dei media su
chi vince e chi porta a casa i grandi premi. Le cerimonie passate
hanno visto sconvolgimenti importanti e non poche controversie, dal
momento che la vittoria di un Oscar può determinare e condizionare
per sempre la carriera di un interprete o di un regista o ancora di
un tecnico del cinema.
Pochi possono dimenticare il fervido
discorso di accettazione di Michael Moore dopo
aver vinto l’Oscar per il miglior documentario con
Bowling a Columbine nel 2002, per
esempio, e ancora meno se ne dimenticano quando l’Oscar per il
miglior film è stato erroneamente assegnato a La La
Land invece di
Moonlight.
Finora, la stagione dei premi a
Hollywood è andata avanti senza grosse sorprese. La cerimonia degli
Oscar è fissata per domenica 9 febbraio (la notte tra domenica e
lunedì 10, per noi in Italia) e la votazione per gli ambìti premi
si sono concluse il 4 febbraio.
Allo stato attuale delle cose, dato
l’andamento della stagione dei premi dai Golden Globes a oggi, passando per i BAFTA, è difficile aspettarsi sorprese,
tuttavia una mossa dell’Academy potrebbe far pensare
diversamente.
In un Tweett, poi cancellato,
dell’account ufficiale dell’Accademia, sono stati pubblicati quelli
che dovrebbero essere le previsioni di vittoria dell’Academy
stessa. E se invece si fosse trattato di un errore e quelli fossero
in realtà i vincitori?
Ecco cosa ha pubblicato l’Academy,
che ve ne pare?
L’Italia è fuori dalla corsa agli
Oscar 2020. Il Traditore, film
di Marco Bellocchio presentato a Cannes 2019 e
rappresentante del nostro Paese, non è riuscito ad entrare nella
shortlist per i nominabili nella cinquina che arriverà al Dolby
Theatre a giocarsi la statuetta per il miglior film in lingua non
inglese (miglior film internazionale, come si chiama adesso).
Dei 91 titoli in gara, quest’anno,
la commissione esaminatrice ne ha scelti sette, diventati poi dieci
con i titoli aggiunti dal comitato scientifico. Ovviamente, sono
riusciti ad arrivare nella short list tutti i favoriti, tra cui
Dolor y
Gloria, di Pedro Almodovar, e
Parasite, di
Bong Joon-ho, che partiti entrambi da Cannes 2019,
sono i due titoli che più probabilmente si giocheranno la
statuetta.
Ecco i dieci titoli presenti nella
shor-tlist per la cinquina del miglior film internazionale.
The Painted
Bird di Václav Marhoul (Repubblica
Ceca)
Truth and Justice
di Tanel Toom (Estonia)
Les
Misérables di Ladj Ly (Francia)
Those Who
Remained di Barnabás Tóth (Ungheria)
Honeyland di Tamara Kotevska, Ljubomir
Stefanov (Macedonia del Nord)
Corpus
Christi di Jan Komasais (Polonia)
Beanpole di Kantemir Balagov
(Russia)
Atlantique di Mati Diop (Senegal)
Parasite di Bong Joon-ho (Corea del
Sud)
Dolor y
gloria di Almodóvar (Spagna)
Le nomination agli Oscar
2020 saranno annunciate il prossimo 9 gennaio, mentre i
premi verranno assegnati il 13 febbraio.
Sarà Il Traditore di
Marco Bellocchio a rappresentare l’Italia nella
corsa alla nomination agli Oscar 2020 per il
miglior film straniero. La Commissione riunita all’Anica ha scelto
il film che ha incassato quasi cinque milioni di euro al botteghino
e ha trionfato ai Nastri d’argento con sette premi, dopo il debutto
internazionale al Festival di Cannes 2019.
Il Traditore di
Bellocchio ha sbaragliato una concorrenza di tutto rispetto,
formata da Martin Eden di Pietro
Marcello, La
paranza dei bambini di Claudio
Giovannesi, Il
primo Re di Matteo Rovere
e Il vizio
della speranza di Edoardo De
Angelis. Ma la vera sfida comincia ora, perché per
arrivare nella cinquina finale che concorrerà alla statuetta per il
Miglior Film Straniero (che manca dall’Italia dal 2014, anno de
La Grande Bellezza), il film con Pierfrancesco Favino dovrà scontrarsi
con Dorol y
Gloria di Pedro Almodovar, per la
Spagna, e Parasite, di Bong
Joon-ho per la Corea del Sud, tra gli altri.
Le nomination agli Oscar verranno
annunciate il prossimo 13 gennaio, mentre la cerimonia dei 92°
Academy
Awards si svolgerà a Los Angeles il 9 febbraio 2020.
Ecco le proposte di tutte le altre Nazioni:
Albania: The Delegation di Bujar Alimani
Algeria: Papicha di Mounia Meddour
Argentina: La odisea de los giles di Sebastián Borensztein
Austria: Joy di Sudabeh Mortezai
Bangladesh: Alpha di Nasiruddin Yousuff
Belgio: Nuestras madres di César Díaz
Bolivia: Tu me manques di Rodrigo Bellott
Bosnia e Herzegovina: The Son di Ines Tanović
Brasile: La vita invisibile di Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz
Bulgaria: Ága di Milko Lazarov
Cambogia: In the Life of Music di Caylee So, Sok Visal
Canada: Antigone di Sophie Deraspe
Cile: Araña di Andrés Wood
Colombia: Monos di Alejandro Landes
Corea del Sud: Parasite di Bong Joon-ho
Costa Rica: El despertar de las hormigas di Antonella Sudasassi
Croazia: Mali di Antonio Nuić
Cuba: Un Traductor di Rodrigo Barriuso, Sebastián Barriuso
Ecuador: La mala noche di Gabriela Calvache
Egitto: Poisonous Roses di Fawzi Saleh
Estonia: Truth and Justice di Tanel Toom
Etiopia: Running Against the Wind di Jan Philipp Weyl
Filippine: Verdict di Raymund Ribay Gutierrez
Finlandia: Stupid Young Heart di Selma Vilhunen
Francia: Les Misérables di Ladj Ly
Georgia: Shindisi di Dito Tsintsadze
Germania: System Crasher di Nora Fingscheidt
Ghana: Azali di Kwabena Gyansah
Giappone: Weathering with You di Makoto Shinkai
Grecia: When Tomatoes Met Wagner di Marianna Economou
Hong Kong: The White Storm 2 — Drug Lords di Herman Yau
India: Gully Boy di Zoya Akhtar
Indonesia: Memories of My Body di Garin Nugroho
Iran: Finding Farideh di Kourosh Ataee, Azadeh Moussavi
Israele: Incitement di Yaron Zilberman
Italia: Il traditore di Marco Bellocchio
Kenya: Subira di Ravneet Sippy Chadha
Kosovo: Zana di Antoneta Kastrati
Kyrgyzstan: Aurora di Bekzat Pirmatov
Lettonia: The Mover di Dāvis Sīmanis
Lituania: Bridges of Time di Kristine Briede, Audrius Stonys
Macedonia del Nord: Honeyland di Tamara Kotevska, Ljubomir
Stefanov
Marocco: Adam di Maryam Touzani
Messico: La camarista di Lila Avilés
Montenegro: Neverending Past di Andro Martinovic
Nepal: Bulbul di Binod Paudel
Norvegia: Out Stealing Horses di Hans Petter Moland
Olanda: Instinct di Halina Reijn
Pakistan: Laal Kabootar di Kamal Khan
Palestina: It Must Be Heaven di Elia Suleiman
Panama: Todos Cambiamos di Arturo Montenegro
Peru: Retablo di Alvaro Delgado-Aparicio
Polonia: Corpus Christi di Jan Komasa
Portogallo: A Herdade di Tiago Guedes
Repubblica Ceca: The Painted Bird di Václav Marhoul
Repubblica Dominicana: El proyeccionista di José María Cabral
Romania: La Gomera di Corneliu Porumboiu
Serbia: King Peter of Serbia di Petar Ristovski
Slovacchia: Let There Be Light di Marko Škop
Slovenia: History of Love di Sonja Prosenc
Spagna: Dolor y gloria di Pedro Almodóvar
Sud Africa: Knuckle City di Jahmil X.T. Qubeka
Svezia: And Then We Danced di Levan Akin
Svizzera: Wolkenbruch’s Wondrous Journey Into the Arms of a Shiksa
di Michael Steiner
Taiwan: Dear Ex di Mag Hsu, Hsu Chih-yen
Thailandia: Inhuman Kiss di Sitisiri Mongkolsiri
Tunisia: Dear Son di Mohamed Ben Attia
Turchia: Commitment di Semih Kaplanoğlu
Ucraina: Homeward di Nariman Aliev
Uganda: Kony: Order from Above di Steve T. Ayeny
Ungheria: Those Who Remained di Barnabás Tóth
Uruguay: Así habló el cambista di Federico Veiroj
Venezuela: Yo, imposible di Patricia Ortega
È senza dubbio Parasiteil
vincitore della serata che ha visto assegnare gli Oscar 2020
dall’Academy of Motion Pictures. Il film di Bong
Joon-Ho, già Palma d’Oro ha portato a casa ben 4 premi
Oscar, miglior film internazionale, migliore sceneggiatura,
migliore regia e miglior film, il primo non in lingua inglese a
vincere il riconoscimento.
I premi agli attori non hanno
riservato sorprese, Phoenix, Zellwegger, Pitt e Dern portano a casa
le statuette, mentre un po’ penalizzato rispetto alle aspettative è
stato 1917, che porta a casa solo
fotografia, missaggio sonoro e effetti visivi.
Ecco tutti i vincitori dei 92°
Academy Awards, gli Oscar 2020
È stato un red carpet “neutro”
quello degli Oscar 2020. Un anno che ha visto la
rivoluzione scendere in campo per quello che riguarda i premi
assegnati, si è invece rivelato molto tradizionalista e anonimo dal
punto di vista dei look e dell’abbigliamento sfoggiato dalle star
sul tappeto rosso sul Hollywood Boulevard.
Quest’anno, proprio a sottolineare
l’austerità all’insegna della quale i vip hanno operato le loro
scelte di stile, nessuno degli invitati uomini è stato inserito
nella nostra gallery, con la sola eccezione del sempre magnifico
Billy Porter. Tutti gli altri, con sporadiche
eccezioni, si sono affidate allo smoking nero, un capo basic,
oseremo dire, che non ha fatto sfigurare nessun in favore di altri.
Un socialismo dello stile che, forse motivato da scelte politiche,
appiattisce il brio e la bellezza del red carpet più importante
dell’anno (con le dovute eccezioni, vedi Spike Lee
e Timothée Chalamet).
E veniamo invece alle ospiti,
attrici, produttrici, regista, alcune nominate, altre solo invitate
a presentare. In poche hanno osato e ancora in meno sono riuscite a
lasciare il segno. Tra le migliori, in fatto di stile, spiccano
senz’altro le bionde Charlize Theron e Margot Robbie. Affidatesi
rispettivamente a Dior e Chanel, le due
bellissime bionde sono tra le meglio vestite, complice anche un
look (anche qui) semplice che si concede solo un sorriso rosso
fuoco sul viso di Margot.
Nota di merito a Natalie
Portman, che accompagna un elegante Dior lungo e
nero con inserti in oro con un cappotto che sui bordi porta i
cognomi delle registe non nominate agli Oscar 2020. Politicamente
impegnata, sì, ma con grande stile.
Non sfigura affatto anche la ex
vincitrice premio Oscar, Regina King, che in un
principesco Versace rosa cipria arricchito da ricami
argento era tra le più eleganti e particolari della serata. La
nostra preferita però è Scarlett Johansson. Una sirena
d’argento (in Oscar de la Renta) con abito aderente sui
fianchi e corpetto a rete metallica, Scarlett vince soprattutto per
il look, che evidenzia lo sguardo e lascia libero un sorriso nude.
Assolutamente radiosa.
Tra chi ha invece fatto scelte
azzardate, annoveriamo da una parte Sandra Oh, che
ha scelto un Elie Saab senza rinunciare al tulle, ai
ricci, alle paillettes e al velluto, risultando comunque molto
elegante, dall’alta Kristen Wiig, in un rosso
Valentino strutturato, accompagnato da guanti neri.
Probabilmente la peggiore della serata.
In un limbo di medietà,
comunque gradevole, si posizionano le due vincitrice dell’Oscar per
la recitazione, Laura
Dern e Renee Zellwegger, e quasi
tutte le altre ospiti, non particolarmente ispirate, quest’anno a
voler fare bella figura su quello che, in fin dei conti, non è
stato affatto il più elegante red carpet della stagione.