Durante le giornate del
CinemaCon al Caesars Palace di Las Vegas, è stato
svelato un nuovo poster di Wonder Woman 1984, in pieno stile
Anni Ottanta.
Il nuovo film, sequel del campione
d’incassi del 2017, sarà infatti ambientato nel 1984, come da
titolo, e vedrà Gal Gadot tornare nei panni di
Diana Prince, questa volta per affrontare una nuova minaccia, che
sarà portata in scena da Kristen Wiig. Nel film
tornerà anche Chris Pine nei panni di Steve Trevor
e ci sarà Pedro Pascal, in un ruolo ancora
misterioso.
Di seguito, ecco il poster che
mostra il logo del film su uno sfondo di rumore bianco, tanto da
sembrare un fotogramma di un VHS rovinato:
Vi ricordiamo inoltre che l’ordine
cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata
introdotta nell’era contemporanea di Batman v
Superman: Dawn of Justice per poi tornare al
vecchio secolo con Wonder Woman.
Il sequel vedrà ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta a
Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain
Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redidivo
Steve Trevor) e Pedro Pascal, in un ruolo ancora misterioso.
NETFLIX
ha annunciato ufficialmente The Umbrella Academy 2, è la
seconda stagione della serie The
Umbrella Academy con
Ellen Page basata sulla serie di fumetti scritta e
create da Gerard Way. The
Umbrella Academy è basata sulla serie di fumetti
scritta e create da Gerard Way, illustrate da Gabriel Bá e edita da
Dark Horse Comics. La serie TV è prodotta da
Universal Cable Productions per NETFLIX,
Steve Blackman è showrunner e produttore esecutivo, accanto a Jeff
F. King, Mike Richardson, Keith Goldberg, Gerard Way e Gabriel
Bá.
La prima stagione della serie
The
Umbrella Academy ha riscosso una grande
accoglienza da parte degli spettatori e Netflix ha sottolineato ad aprile 2019 nel corso del
suo report finanziario che The Umbrella Accademy è stata vista da
più di 45 milioni di abbonati nel corso del primo mese dal giorno
di distribuzione. La serie è stata accolta positivamente anche
dalla critica, sul sito Rotten Tomatoes ha un indice di gradimento
del 76% con un voto medio di 7,27 su 10, basato su 76 recensioni.
Mentre Su Metacritic, invece ha un punteggio di 62 su 100, basato
su 18 recensioni.
The Umbrella Academy 2: quando esce e dove vederla in
streaming
The Umbrella Academy 2 in
streaming sarà disponibile in tutti i Paesi in cui il
servizio NETFLIX
è attivo dal 31 luglio 2020.
The Umbrella Academy 2: la trama e il
cast
Ellen Page, Tom Hopper, David Castañeda, Emmy Raver-Lampman,
Robert Sheehan, Aidan Gallagher e Justin Min torneranno
nei propri ruoli. Nuovi membri del cast della seconda stagione
saranno annunciati prossimamente. Steve Blackman (Fargo,
Altered Carbon) sarà showrunner e produttore esecutivo
anche della seconda stagione. Jeff King (EP), Keith Goldberg (EP),
Mike Richardson (EP), Gerard Way (Co-EP) e Gabriel Bá (Co-EP)
lavoreranno alla seconda stagione in qualità di produttori
esecutivi accanto a Blackman. La seconda stagione sarà composta da
10 episodi della durata di 1 ora, prodotti da Universal Content
Productions per Netflix. Le riprese inizieranno quest’estate a
Toronto, Canada
Nello stesso giorno del 1989,
quarantatré neonati nascono in diverse parti del mondo, figli di
donne che non si conoscono e che fino al giorno prima non avevano
mostrato segni di alcuna gravidanza. Sette di loro vengono adottati
da un miliardario, che dà vita all’Umbrella Academy, una
particolare accademia casalinga dove addestra i suoi “bambini” a
salvare il mondo. La morte di Hargreeves fa riavvicinare i sei
membri sopravvissuti, che devono collaborare per cercare di
scoprire cosa si cela dietro la misteriosa morte del padre. Ma la
famiglia così ricomposta è nuovamente divisa dalle personalità
divergenti e dalle abilità contrastanti, oltre che dall’imminente
minaccia di un’apocalisse globale.
In The Umbrella Academy
2 protagonisti sono Vanya Hargreeves / Violino Bianco /
Numero Sette (stagioni 1-in corso), interpretata da
Ellen Page, Luther Hargreeves / Numero Uno / Spaceboy
(stagioni 1-in corso), interpretato da Tom Hopper,
Diego Hargreeves / Kraken / Numero Due (stagioni 1-in corso),
interpretato da David Castañeda, Allison
Hargreeves / Voce / Numero Tre (stagioni 1-in corso), interpretata
da Emmy Raver-Lampman, Klaus Hargreeves / Medium /
Numero Quattro (stagioni 1-in corso), interpretato da
Robert Sheehan, Numero Cinque / Il ragazzo
(stagioni 1-in corso), interpretato da Aidan
Gallagher, Cha-Cha (stagioni 1-in corso), interpretata da
Mary J. Blige, Hazel (stagioni 1-in corso), interpretato da
Cameron Britton, Leonard Peabody / Harold Jenkins
(stagione 1), interpretato da John Magaro, Pogo (stagioni 1-in
corso), interpretato da Adam Godley, Reginald
Hargreeves / Il Monocolo (stagioni 1-in corso), interpretato da
Colm Feore e Ben Hargreeves / The Horror / Numero
Sei (stagioni 2-in corso, ricorrente stagione 1), interpretato da
Justin H. Min.
Nei ruoli ricorrenti troviamo Grace Hargreeves / Mamma (stagioni
1-in corso), interpretata da Jordan Claire
Robbins, Eudora Patch (stagione 1), interpretata da
Ashley Madekwe e The Handler (stagioni 1-in
corso), interpretata da
Kate Walsh.
La Warner Bros. ha da poco diffuso
il primo poster ufficiale di Joker, il film
con Joaquin Phoenix che racconterà le
origini del noto antagonista di Batman e la sua trasformazione nel
clown principe del crimine che tutti conosciamo.
Domani invece arriverà il teaser trailer, come annunciato sul
profilo twitter dello studio.
Diretto da Todd Phillips (Una
notte da leoni), Joker vede nel
cast anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais. Il film
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato nel 1980 e racconterà l’evoluzione di un uomo ordinario
e la sua trasformazione nel criminale che tutti conosciamo.
Di seguito la prima sinossi ufficiale:
Joker ruota attorno all’iconico
arcinemico di Batman ed è una storia originale e autonoma mai vista
sul grande schermo. L’esplorazione di Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix), un uomo trascurato dalla società, non sarà solo lo studio
di un personaggio grintoso, ma anche il racconto di un tema molto
più ampio.
Il nuovo spot di
Avengers: Endgame diffuso poco fa dai Marvel Studios è al solito criptico e
ricchissimo di dettagli, alcuni dei quali inediti fino ad ora, che
ci spingono a riflettere sulle possibili direzioni della trama del
film.
L’inizio
dello spot “riparte” dal quartier generale degli Avengers, anche se
non è ancora chiaro in quale piano temporale (basta dare uno
sguardo ai capelli di Natasha, lunghi e rossi, dunque di sicuro non
siamo subito dopo gli eventi di Infinity
War).
Ci sono
tutti: Clint, ora Ronin,
Rhodey, Tony,
Steve, Nebula,
Rocket, Scott e, appunto,
Natasha. Nell’inquadratura mancano
Thor e Carol Danvers, che
però tornano più tardi nella ormai celebre scena del loro incontro
(e del “Mi piace questa qui” dopo il lancio del Mjolnir).
Questo significa che il team non combatterà mai realmente unito su
un solo fronte? È qui che avverrà l’attacco di Thanos e del suo
esercito già suggerito dal merchandise e dal terzo
trailer?
Natasha vola a Tokio per
Clint
Un’altra
scena inedita vede protagonista Natasha in quella
che sembra una location tipicamente orientale, dunque possiamo
ipotizzare che si tratti proprio di Tokio, la città dove l’eroina
troverà l’amico ClintBarton
convincendolo a riunirsi al gruppo dei sopravvissuti. Sembra che
anche la città sorvolata dal quinjet dei Vendicatori sia la
capitale giapponese, ma niente è scontato…
Tony riabbraccia Pepper
Tony è vivo e può finalmente riabbracciare
l’amata Pepper Potts, come mostrato nello spot.
L’eroe sembra turbato e il suo aspetto più trascurato, dunque è
possibile che sia appena tornato dall’esilio nello spazio in cui
era costretto dopo la fine di Infinity
War e la Decimazione.
Per
quanto riguarda lo sfondo, tutto ci lascia credere che si tratti
del misterioso campo dove
avevamo visto i Vendicatori nel vecchio spot del Super
Bowl, ipotizzando che il loro sguardo fosse rivolto verso
l’alto scrutando l’arrivo di qualche personaggio. Magari è proprio
Tony, insieme a Nebula?
Il tatuaggio di Ronin
Quello che ritroveremo in Endgame
sarà un Clint Barton decisamente diverso dal
passato. Il look aggressivo e l’evidente tatuaggio sul braccio
sinistro di Ronin testimoniano un
cambiamento che ha radici profonde (forse la morte della famiglia,
motivo di vendetta da consumare contro Thanos).
E chissà se quei disegni non
raccontino più di ciò che mostrano in apparenza…
Nebula e Rocket
I due
reietti, coloro che più di qualsiasi altro eroe hanno perso tutto,
una casa, la famiglia, gli affetti, si stringono in un gesto che fa
già commuovere. Parliamo di Nebula e
Rocket, gli unici superstiti del team dei Guardiani della Galassia, ora uniti
nel dolore e determinati a vendicare i caduti.
Tony, Steve e un dispositivo
misterioso
Interessante sotto ogni punto di vista la scena con
Steve e Tony che, messo da parte
il rancore della guerra civile e le incomprensioni, fanno pace e
tornano sul fronte comune per combattere Thanos.
Innanzitutto perché alle spalle degli eroi sembra esserci la
New York della battaglia di The Avengers,
distrutta dall’attacco dei chitauri e messa in salvo dal team
(un’altra prova degli ipotetici viaggi nel tempo che
saranno la chiave del film), e poi perché, se prestate attenzione,
all’orecchio di Cap c’è uno strano dispositivo: magari è un
dettaglio dell’equipaggiamento per il Regno
Quantico, o per affrontare le diverse realtà temporali?
Chi può dirlo adesso?
Captain Marvel guida gli eroi nello
spazio
L’intervento di Carol Danvers è stato
anticipato dalla scena post credits di Infinity
War, ma la sua presenza fisica viene rivelata soltanto
nella scena dopo i titoli di coda del suo standalone, dove la
vediamo arrivare al quartier generale degli Avengers, e nel terzo
trailer di Endgame, in
cui diventa protagonista di un simpatico siparietto con
Thor.
Ora,
grazie a questo spot, sappiamo che sarà lei a guidare nello spazio
i Vendicatori (non soltanto è un’esperta pilota, ma conosce luoghi
oltre il pianeta Terra che gli altri eroi non hanno mai visitato).
Insieme a Carol compaiono Natasha, Rhodey, Thor, Steve e
Rocket.
Piccolo appunto: nella scena Nat ha
i capelli corti e biondi. Vuol dire che Captain Marvel sarà
protagonista soltanto della prima parte del film successiva a
Infinity War?
La foto di Peter
Uno dei
momenti più commoventi dello spot vede Tony Stark
osservare con immenso rammarico e dolore la foto scattata con
Peter Parker, suo pupillo e figlio putativo.
Nell’immagine i due personaggi stringono tra le mani una sorta di
diploma delle Stark Industries assegnato al brillante ragazzo,
anche se al contrario (non vorrà mica dirci qualcosa sul
film?).
Il fallimento vi ha condotto di
nuovo da me
Dopo
tanta attesa, ecco ritornare in scena Thanos, più
minaccioso che mai, mentre dice ai vendicatori che “Non
potevate sopportare il vostro fallimento. Dove vi ha condotto? Di
nuovo da me”. Inutile dire quanto sia inquietante una frase
del genere, considerando l’esito del precedente confronto con il
Titano Pazzo…
Sul
finale vediamo le gambe di Iron Man,
Captain America e Thor avanzare
verso il villain (che sfoggia la sua nuova arma), presumibilmente
sul pianeta Titano (lo stesso dove si era svolta la battaglia prima
dello schiocco). La storia si ripete…
Ecco il nuovo spot di
Avengers: Endgame in cui vediamo,
finalmente, Tony Stark e Steve Rogers tendersi la mano. Non
vedevamo i due vendicatori schierati insieme, fianco a fianco, da
prima dei fatti di Civil War!
Lo spot sembra mostrare sempre e
solo la prima parte del film e in esso vediamo moltissimi momenti
che saranno senza dubbio emozionanti: Tony che riabbraccia Pepper,
Rocket e Nebula che si stringono la mano in segno di conforto
reciproco, visto che entrambi hanno perso la famiglia, un sorriso
di Vedova Nera e Clint Barton di nuovo alla Avengers Facility.
Il film arriverà nelle nostre sale
il prossimo 24 aprile.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
La Libreria Claudiana di Milano
(in Via Francesco Sforza, 12/A) sarà la sede della nuova tappa del
tour promozionale di Bibbia e Cinema, il nuovo
libro di Peter Ciaccio che racconta di come la
Bibbia abbia ispirato il cinema e di come il cinema si sia fatto
ricco con le storie che il testo sacro ancora offre.
Seguendo lo slogan per cui “la
Bibbia, come il cinema, non appartiene agli esperti ma a tutti”
Ciaccio, teologo e studioso dei rapporti tra cultura pop e fede,
racconta nelle pagine, edite da Claudiana/EMI, il proficuo connubio
tra cinema e Bibbia.
L’appuntamento è per martedì 2
aprile alle 18.00 presso la Libreria Claudiana di Milano (in Via
Francesco Sforza, 12/A). Dialoga con l’autore Chiara
Guida di Cinefilos.it.
Probabilmente, se non fosse stato
per l’influenza di Superman e del peso che questo
film ha avuto nel corso della storia dei blockbuster americani,
Christopher Nolan non avrebbe mai potuto
realizzare Batman Begins, il primo capitolo della
sua trilogia dedicata al Cavaliere Oscuro uscito nel 2005.
A rivelarlo è stato lo stesso
regista durante il Q&A dell’evento organizzato per il
ritorno nelle sale della trilogia, passando in rassegna parte
del processo che ha portato in sala il cinecomic con
Christian Bale nei panni di Bruce Wayne sette anni
dopo il flop di Batman & Robin di Joel Schumacher
con George Clooney. E se in alcuni casi un autore
riesce a gestire la volontà dello studio esercitando il proprio
controllo creativo, spesso accade il contrario e i dirigenti
spingono affinché la storia vada in una direzione diversa da quella
scelta in partenza.
Una situazione simile è accaduta con
Batman Begins, dove Nolan è stato costretto ad adottare un
approccio differente con l’obiettivo di convincere i produttori a
investire sulla sua idea. Ma come? Portando l’esempio di
Superman: The Movie, il classico del 1978 di
Richard Donner con Christopher
Reeve:
“Sono stato in grado di dire
‘Bene, Christopher Reeve non indossa il costume fino al minuto
53…possiamo farlo anche noi. In verità questa statistica non è
vera, perché accade un po’ prima, ma il concetto rimane“.
Di fatto uno degli aspetti studiati
dal regista per Batman Begins era il momento esatto in cui il
personaggio diventa un supereroe, abbracciando finalmente e
ufficialmente l’icona di difensore della giustizia. E chiunque
abbia visto il film sa che Bruce Wayne non assumerà l’identità di
Batman fino a metà del racconto, uno snodo narrativo che all’epoca
preoccupò i dirigenti della Warner Bros. Basti pensare al panorama
dell’epoca, decisamente meno “coraggioso” di quanto lo sia ora in
termine di cinefumetto.
Vi ricordiamo che una replica della
maratona speciale de Il Cavaliere Oscuro arriverà il 13 aprile a
New York all’Amc Lincoln Square, mentre altre proiezioni si
prevedono per la fine di aprile presso l’AMC Metreon di San
Francisco, il Cinesphere Ontario Place di Toronto e l’IMAX Theatre
dell’Indiana State Museum di Indianapolis. In tutte le serate verrà
trasmessa la registrazione del Q&A di Nolan sul
maxischermo.
Il regista di Dark
Phoenix, Simon Kinberg, ritiene che il
più grande errore commesso da X-Men: Conflitto
Finale sia stato il fatto che il film non includeva gli
aspetti cosmici della storia.
L’esperienza di regia con
Dark Phoenix è la prima che Kinberg ha
finalizzato, nonostante faccia parte della produzione degli
X-Men sin dall’inizio e abbia lavorato come
sceneggiatore per Conflitto Finale, il film che
per primo ha tentato di portare al cinema la Saga di Fenice Nera,
una delle storie a fumetti dei Mutanti più belle e famose di
sempre.
“The Phoenix Saga” e
“The Dark Phoenix Saga” erano due archi correlati
pubblicati su Uncanny X-Men tra la fine degli anni
’70 e l’inizio degli anni ’80. Queste storie classiche sono state
scritte da Chris Claremont e disegnate da Dave Cockrum e
successivamente da John Byrne. I Mutanti della Marvel hanno fatto molta strada nel
corso degli anni, ma questa storia rimane una delle più note e
influenti del franchise.
I fan erano incredibilmente eccitati
quando il secondo film di X-Men di Bryan
Singer si era concluso con un indizio che puntava proprio
alla “resurrezione” di Jean Grey e alla saga di Fenice. Tuttavia,
Singer ha accantonato il terzo film per dedicarsi al mediocre
Superman Returns e il progetto è stato lasciato
nelle mani di Brett Ratner. I risultati sono stati
disastrosi e molti fan ritengono che Conflitto
Finale sia il peggior film dell’intero franchise.
Questo innegabile fallimento è
probabilmente ciò che ha spinto Fox a dare alla storia un’altra
possibilità cercando di offrire al pubblico un adeguato
adattamento. Dark Phoenix è il risultato di questo
tentativo, che sarà il debutto alla regia di Kinberg.
Il produttore Hutch
Parker ha paragonato il film a un thriller psicologico
alla Hitchcock. Parlando con Digital Spy, Kinberg
ha spiegato di ritenere che il più grande errore commesso con
Conflitto Finale sia stato quello di non esplorare
il lato cosmico della storia di Jean.
Ha dichiarato: “Ho sentito
davvero che uno degli errori che abbiamo fatto con X-Men 3, che ha
raccontato in un certo senso la storia della Fenice Nera come fosse
una sottotrama, è stato che non abbiamo affrontato l’aspetto
cosmico, come accade nei fumetti. Penso che sia stato un periodo
nei film di supereroi in cui quell’aspetto era nuovo, e ora viviamo
in un periodo in cui ci sono i Guardiani della Galassia, Thor: Ragnarok e così tanti film di fumetti
ambientati nello spazio che abbiamo colto questa
opportunità.”
Dark Phoenix è
stato descritto da Kinberg come l’inizio di un nuovo capitolo per
la serie di film di X-Men.
“Lo vedo come un nuovo capitolo.
Lo vedo come qualcosa che prende il franchise e lo lancia in una
direzione diversa con toni diversi. E questo non significa che il
prossimo avrà lo stesso tono, significa solo che il prossimo può
avere un tono diverso. Penso che per molti anni, gli X-Men di Bryan
[Singer] abbiano davvero trasformato il genere dei supereroi nel
2000 o 2001 quando è uscito il primo. Questo arriva quasi 20 anni
dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo, i film sui supereroi non
erano molto popolari, in realtà. C’erano stati alcuni fallimenti a
metà degli anni ’90, e non c’erano stati molti film sui
supereroi, e in quel periodo l’approccio sugli X-Men era
davvero rivoluzionario.”
Le uniformi “Advanced Tech” degli
eroi mostrate sia da alcuni concept leak, sia dal merchandise,
hanno debuttato ufficialmente nell’ultimo trailer di
Avengers:Endgame e secondo
le teorie più diffuse, i Vendicatori indosseranno queste speciali
divise per entrare nel Regno
Quantico.
E se invece venissero sfruttate per
affrontare i viaggi nel tempo?
Oppure, risposta più banale, i protagonisti ne avranno bisogno per
avventurarsi nello spazio? Sono tutte domande che troveranno
risposta nel film, in uscita il prossimo 24 aprile.
Facendo riferimento alla
storyline-evento di Infinity, una delle maggiori
ispirazioni di Avengers:
Infinity War, sappiamo che Steve Rogers guida la
squadra nello spazio per affrontare una minaccia, e che i
personaggi coinvolti indossano i loro rispettivi costumi modificati
solo con un ulteriore strato di armatura avanzata. Lì combattevano
contro un’antica razza aliena, ma in Endgame quel nemico potrebbe
essere Thanos.
Nel frattempo, ecco le tute Advanced
Tech nel nuovo banner HD dove compaiono Vedova
Nera, Thor, Iron Man, Hulk, Captain America, War Machine, Nebula,
Rocket Raccoon, Ant-Man e Ronin/Occhio di Falco.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Pur sposando alla perfezione la
natura del classico d’animazione Disney, il nuovo Dumbo
di Tim Burton presenta alcune differenze
sostanziali con l’originale uscito nel 1941. Ecco le più
importanti:
L’enfasi sui personaggi umani
L’originale film d’animazione del
1941 era tutto incentrato sul personaggio del titolo, che anche
senza parlare e grazie al potere dell’animazione, riusciva a
trovare un contatto speciale con il pubblico.
Per quanto riguarda invece il
live-action, Dumbo è stato reso più realistico possibile, e il film
allarga lo sguardo sugli altri protagonisti come il veterano di
guerra e circense interpretato da Colin Farrell, Holt Farrier, e i suoi due
figli, esplorando la loro emotività in relazione al confronto con
l’animale.
Gli animali non parlano
Contrariamente all’originale,
questo remake di Burton decide categoricamente di eliminare gli
animali parlanti in nome di un maggiore realismo. Certo, anche nel
film d’animazione Dumbo non parlava mai, ma a farlo erano il
topolino Timoteo, l’amico e mentore, il cui punto
di vista scompare del tutto nel live action.
Timothy compare però in un cameo
come topo addestrato per esibirsi nel circo.
La trama
Il Dumbo del 1941
durava poco più di un’ora, dunque è evidente che l’esigenza di
riempire un maggior numero di scene ha portato la Disney a rivedere
la storia aggiungendo storyline che non esistevano.
E se l’originale seguiva
principalmente Dumbo nel percorso che l’avrebbe portato a
ricongiungersi con la mamma, stavolta la trama sembra prendersi del
tempo per esplorare le varie situazioni dei diversi personaggi, con
la loro introduzione e lo sviluppo delle motivazioni.
Nessuna allucinazione
Probabilmente la sequenza più
memorabile del Dumbo del 1941 è la parata degli elefanti rosa, dove
vediamo l’elefantino e Timothy “ubriachi” in preda ad
un’allucinazione
Questo dettaglio viene però
sacrificato nel film di Burton, anche se rimane un omaggio
simbolico durante l’esibizione del protagonista nel circo di
Vandemere (Michael
Keaton) con le bolle di sapone e un rapido cenno di
sceneggiatura quando un clown offre da bere a Dumbo e Danny De Vito esclama “Niente champagne
vicino al bambino“.
Un parto “naturale”
Invece di mostrare la mamma
Jumbo incinta e spiegare ai bambini l’origine
della vita, la Disney degli anni quaranta preferì ricorrere
all’espediente della cicogna per raccontare l’arrivo di Dumbo.
Nel live-action questa strada è
stata abbandonata in favore, ancora una volta, del realismo, con
l’elefantessa che dà alla luce il suo cucciolo in maniera del tutto
naturale (anche se la scena non viene mostrata).
Qualcuno muore…
Dumbo un prodotto per bambini che
non esclude i suoi momenti tragici, tuttavia nessun personaggio
muore nell’originale, al contrario del remake.
Siamo all’inizio del film, durante
il primissimo spettacolo di Dumbo, con il pubblico
che lo prende in giro per le sue grandi orecchie e la madre che,
infuriata, colpisce una delle colonne di supporto della tenda
schiacciando un operaio.
La madre di Dumbo viene venduta
L’episodio scatenante del film
originale è la reclusione della mamma in prigione dopo che
l’elefantessa aveva attaccato il pubblico a causa della presa in
giro di suo figlio. Anche nel live action questo accade, con la
differenza che Jumbo viene restituita dal signor Medici al
vecchio proprietario, separandola quindi da
Dumbo.
Il protagonista allora cercherà di
guadagnare abbastanza soldi da poter “ricomprare” sua madre.
Il finale
Niente più del finale mette in luce
le differenze tra i due film. Nell’originale, Dumbo impara a volare
e si ricongiunge con sua madre, vivendo nel lusso al circo come
superstar, mentre nel remake la trama va nella direzione
esattamente opposta, con la la famiglia Farrier e gli artisti
circensi che aiutano i due elefanti Dumbo a fuggire da
Dreamland.
Saranno loro a caricare Dumbo e
Jumbo su una barca diretta in Asia orientale, dove i due potranno
vivere in libertà.
Per gli italiani nessuno è come
Green
Book. Il film con Viggo Mortensen e
Mahershala Ali, con i suoi 9,5 milioni di euro è
da oggi ufficialmente il maggiore incasso nel nostro Paese, tra le
pellicole vincitrici dell’Oscar come Miglior Film, superando
i 9,4 milioni di The Departed – Il bene e il male,
uscito nel 2006.
Vincitore di 3 Premi Oscar per
il Miglior Attore Non Protagonista, Migliore Sceneggiatura
Originale e Miglior Film, Green
Book ha debuttato nelle nostre sale
cinematografiche il 31 gennaio, acquisito da Eagle
Pictures e Leone Film Group, e dopo
nove settimane è ancora programmato con successo in tutta
Italia.
Ispirato
alla storia vera di Tony Lip, padre dello sceneggiatore Nick
Vallelonga, racconta l’inaspettata l’amicizia tra un buttafuori
italoamericano e un pianista afroamericano nell’America negli anni
sessanta.
Se conoscete il modus operandi dei
Marvel Studios (almeno per quanto riguarda
progetti particolari, vedi il franchise di
Avengers) e la loro politica della segretezza
assoluta, allora saprete anche che per prevenire qualsiasi rischio
di anticipazioni vengono consegnate agli attori false
sceneggiature, oppure versioni ridotte, come spiegato dal regista
Joe Russo a Comicbook.
E chi, tra questi, avrà ottenuto un
trattamento “speciale”? Ovviamente Tom
Holland, il re degli spoiler,
che lo scorso anno era riuscito a rivelare il finale del terzo
capitolo sui Vendicatori ad un’intera platea di fan (qui i video) e
che a quanto pare non ha ricevuto alcuno script dei due film girati
insieme – Infinity
War e Avengers:
Endgame – ma solo le battute relative al suo
personaggio.
“Sì, Tom Holland non ha avuto la
sceneggiatura. Tom Holland ottiene le sue battute e basta“, ha
raccontato Russo al lancio promozionale di Endgame. “Non sa
nemmeno con chi avrà di fronte nella scena. In pratica usiamo
termini molto vaghi per descrivergli cosa sta succedendo solo
perché ha difficoltà a tenere la bocca chiusa.“
Tendenzialmente ogni attore del
MCU viene tenuto all’oscuro sulla
trama dei film, perché secondo i fratelli Russo “diventa un
peso in meno da sopportare, mentre forse è più facile leggere un
copione falso scaricando la pressione di sapere cosa succede senza
avere l’obbligo di nasconderlo agli altri“.
Riuscirà Holland, almeno stavolta, a non rovinare tutto?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Mark Ruffalo è
ormai noto per essere uno degli attori appartenenti al
Marvel Cinematic Universe
che non riesce a mantenere i segreti sulle trame dei film a cui
partecipa e offre spoiler anche involontari al pubblico.
In occasione del 1° Aprile, l’attore
ha “SPOILERATO” Avengers: Endgame sul suo account
Instagram… più o meno. Il Post in questione consiste in un
minivideo in cui, con la didascalia, Ruffalo promette un piccolo
spoiler dal film, peccato che arrivati al punto, compaia una
scritta che indica un Pesce d’Aprile, un April Fools!
Mark Ruffalo è trai vendicatori
originali che torneranno in Avengers: Endgame per
provare a rimediare alla loro unica ed enorme sconfitta contro
Thanos. Che sarà un viaggio indietro nel tempo, una incursione nel
Regno Quantico, a rischio della propria vita, non lo sappiamo
ancora con certezza. Sappiamo però che Endgame dovrebbe essere
molto significativo per il personaggio di Bruce Banner, in quanto
l’arco narrativo di Hulk/Banner arriverà a compimento dopo ciò che
abbiamo visto ed è stato sviluppato tra Thor: Ragnarok e Avengers: Infinity War.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
La coincidenza tra le riprese di
Mission
Impossibile: Fallout e i reshoot di Justice
League ha creato non pochi problemi alla Warner Bros.,
obbligata dalla Paramount a non “intervenire” sui baffi di Henry Cavill e a rimuoverli digitalmente.
Risultato? Una cgi grossolana che non rende giustizia all’attore e
un’inevitabile ondata di commenti negativi e altri goliardici da
parte del popolo del web.
“Ero rimasto un po
‘sorpreso” aveva dichiarato Cavill in un’intervista,
“perché quando abbiamo deciso di tenere i baffi non mi
aspettavo certo che tutti gli eventi si svolgessero in quel modo. E
di certo non mi aspettavo che i reshoot di Justice League fossero così costosi…”
Ma quale sarebbe stato l’aspetto
reale dell’attore senza effetti digitali? L’immagine che vedete qui
sotto mostra Superman (in sala di montaggio) durante le riprese
aggiuntive del film. Un look “inedito” che sicuramente non avrebbe
scontato le pene del web…
Tempo fa il regista di Fallout, Christopher McQuarrie,
aveva fatto chiarezza e messo finalmente un punto definitivo sulla
questione spiegando che “Quando è arrivata la richiesta da
parte della Warner Bros. per il reshoot di Justice League, Charles
Roven mi ha chiamato e ha detto: “Abbiamo bisogno del tuo aiuto e
dobbiamo radere i baffi di Henry [Cavill] per queste riprese. Gli
risposi che naturalmente avrei fatto tutto il possibile per
aiutarli, ma che dovevo anche pensare al nostro film.”
“Così cercai di parlare con
tutti e capire quale sarebbe la programmazione […] La soluzione
sarebbe stata far ricrescere i baffi di Henry e poi riempire
digitalmente ciò che mancava, però dei baffi finti in primo piano
su un obiettivo da 75mm sembreranno sempre un paio di baffi finti
[…]Successivamente abbiamo offerto il
nostro compromesso, calcolando i soldi necessari per questa
operazione, e si aggiravano intorno ai 3 milioni di dollari per gli
effetti visivi. Ecco quanto sarebbe costato aggiungere digitalmente
i baffi di Henry Cavill, quindi abbiamo detto di sì alla proposta
della Warner. A quel punto la Paramount Pictures è entrata in scena
e si è categoricamente rifiutata.“
Diretto da Zack
Snyder, il film presenta una invidiabile lineup di
SuperEroi DC: Ben Affleck nei panni di
Batman, Henry Cavill come
Superman, Gal Gadot nel ruolo
dell’irresistibile Wonder Woman, Ezra
Miller come The
Flash, Jason Momoa nei panni di
Aquaman e Ray Fisher come
Cyborg.
Considerando il numero incredibile
di soluzioni con cui ci può lasciare la fine di Endgame, i
Marvel Studios stanno già facendo
scouting e cercando altri volti per i prossimi supereroi che
porteranno sul grande schermo, nella Fase 4.
Parlando con Hindustan Times,
Joe Russo ha fatto il nome di Priyanka Chopra per
indicare un’attrice indiana con cui gli piacerebbe lavorare nel
MCU e a quanto pare le cose sono
anche più avanzate di quanto non pensiamo, visto che lo studio
sarebbe già in trattative con lei. “Mi piacerebbe molto
lavorare con Priyanka. Sorrido perché in realtà stiamo già
trattando con lei di una proposta, ma non dirò ancora nulla.”
ha dichiarato Russo in India, durante la campagna promozionale per
Endgame.
Priyanka Chopra è
passata con discreto successo dalla moda al mondo della
recitazione, limitandosi, per ora, a ruoli che non l’hanno esposta
molto al grande pubblico. Ricordiamo la serie Quantico, oppure il
ruolo da villain in Baywatch, con Dwayne
Johnson, e ancora la parte della comprimaria in Non è
romantico, la divertentissima comedy su Netflix con Rebel Wilson.
Ma è il suo ruolo nello show ABC che potrebbe far pensare a lei
come alla persona giusta per interpretare uno dei prossimi eroi
Marvel al cinema.
Dopo la notizia che anche
Angelina Jolie sarebbe in trattative per un ruolo nel MCU, il
futuro dell’universo Marvel al cinema sembra destinato
alla bellezza e al carisma di queste donne.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Come annunciato dal primo trailer di
Spider-Man: Far
Frome Home, nel film vedremo Nick Fury richiedere
l’aiuto di Peter Parker per combattere gliElementali,
creature spuntate in tutta Europa di cui una fatta di sabbia
(Zephyr), acqua (Hydron) e fuoco
(Magnum). Questi personaggi provengono dai fumetti
e verranno introdotti nel MCU in un modo davvero inedito,
forse presentandosi come i veri antagonisti di Spidey al posto
di Mysterio.
Il loro aspetto è rimasto finora
nascosto, ma le immagini della nuova collezione di Funko Pop
dedicata al cinecomic con Tom
Holland sembrano aver finalmente svelato due dei
misteriosi Elementali, oltre all’illusionista interpretato da
Jake
Gyllenhaal (con e senza l’iconico casco).
E se di Mysterio avevamo avuto
un’anteprima già nelle scorse settimane grazie alle foto del
merchandise ufficiale trapelate online, ora è il turno di Molten
Man (nei fumetti alter ego di Mark Raxton, chiamato l’uomo di
metallo fuso) e Hydro Man (aka Morris Bench, che può trasformare il
proprio corpo o parte di esso in acqua).
Gli Elementali sono statii
introdotti sul numero Supernatural Thrillers #8 nel 1974,
incrociando la strada di Mrs. Marvel e di Spider-Man come gruppo
antico presumibilmente esiliato dal proprio universo a causa del
mancato tentativo di conquistare l’antico Egitto. In seguito questi
personaggi tornarono ai giorni nostri insieme alla Mummia Vivente
con i poteri da cui derivano i nomi Hellfire, Hydron, Magnum e
Zephyr.
È evidente che la versione che
vedremo nel MCU sarà diversa, tenendo però fede
all’originale, e che questi cattivi potrebbero essere delle
illusioni create da
Mysterio o animate in
qualche modo dai suoi “effetti speciali”. Intanto possiamo dargli
un’occhiata qui sotto.
Diretto ancora una volta da Jon
Watts, Spider-Man: Far From
Home arriverà nelle sale il 5
luglio 2019. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di
Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di
Nick Fury e Cobie Smulders in quelli
di Maria Hill.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle. Naturalmente il
film vedrà tornare anche Flash Thompson (Tony
Revolori) e Ned Leeds (Jacob Batalon),
gli altri compagni di scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente
della trama e quali teorie circolano intorno al nuovo titolo dei
Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider. vista in Avengers: Infinity War.
Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli
occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo
perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova
maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano,
durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Come confermato da
Kevin Feige durante la promozione di Captain
Marvel, Stan Lee era riuscito a
girare altri due cameo prima della sua scomparsa lo scorso
novembre, ma non era chiaro se tra questi era compresa la scena
inclusa in Avengers:
Endgame o se il presidente dei Marvel Studios si riferiva a del materiale
extra destinato a Spider-Man: Far
From Home (il prossimo capitolo del MCU in uscita a luglio).
Ora però le parole di Joe
Russo, arrivato in India per partecipare ad un evento con
i fan, sembrano confermare l’ipotesi che il cameo di Lee nel film
sarà anche l’ultimo del fumettista (almeno da vivo) nel Marvel Cinematic Universe:
“Credo che il suo ultimo cameo
sia in Endgame. Non ricordo se ci fosse abbastanza materiale per
un’altra scena in Spider-Man: Far From
Home…“
Sappiamo che Lee era solito filmare
più scene contemporaneamente, quindi è probabile che sia rimasto
del footage utile da utilizzare in Far From Home,
sequel sulle avventure in Europa di Peter Parker, oppure è
altrettanto possibile che – esattamente come accaduto in Captain
Marvel – i produttori abbiano deciso di inserire un omaggio
simbolico con una forma diversa dal cameo.
“Stan era incredibile. Sono
cresciuto leggendo i suoi fumetti, e avere l’opportunità di
lavorare su quel materiale, ma anche al fianco di un’icona così
importante per la mia infanzia, è un sogno diventato realtà“,
ha dichiarato Russo.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
In occasione del Primo Aprile, la
Warner Bros ha realizzato un personale April Fools
(il cosiddetto Pesce d’Aprile) in cui anticipa un teaser trailer di
Aquaman
2, in cui però prende subito il sopravvento
Shazam!
Ovviamente si tratta di un finto
trailer che è stato realizzato per promuovere il film con
Zachary Levi e in secondo luogo per prendere un
po’ in giro i fan del personaggio di Jason
Momoa.
Nel cast Zachary Levi,
Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe
Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans,
Djimon Hounsou.
La Sinossi: Abbiamo tutti un
supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo
fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola –
SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi
nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora
bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella
versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente
farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X?
Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue
capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà
padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze
mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.
Jeremy Renner ha
manifestato tutta la sua perplessità di fronte alla foto di un
banner di Avengers: Endgame che mostra
Occhio di Falco e che è stato posizionato nei pressi di un
orinatoio, in un bagno di un cinema.
L’attore, che dopo l’assenza da
Infinity War tornerà in questo capitolo conclusivo
della Fase 3 Marvel Studios, ha condiviso su
Instagram l’immagine,
commentando in maniera alquanto perplessa e dicendo che capisce che
in Europa la pubblicità funzioni diversamente, ma… forse attaccato
ad un orinatoio è un po’ troppo strano!
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
È plausibile per il regista tornare
a Cannes 2019, dopo esserci stato appena tre anni fa con il
delicatissimo Paterson. Il film
potrebbe essere una sorta di approfondimenti di quanto già
realizzato con Solo gli amanti sopravvivono, e il
film prevede la presenza della stessa Swinton.
Il film è scritto e diretto da
Jarmusch e nella prima sinossi si legge: il più grande cast di
zombie mai smembrato, con Bill Murray, Adam Driver, Tilda
Swinton, Chloë Sevigny, Steve Buscemi, Danny Glover, Caleb Landry
Jones, Rosie Perez, Iggy Pop, Sara Driver, RZA, Selena Gomez, Carol
Kane, Austin Butler, Luka Sabbat e Tom
Waits
Dopo dieci anni e ventidue film è
davvero difficile scegliere le scene che più ci hanno commosso
lungo tutta la narrazione del MCU, ricchissima di
azione, divertimento e tensione ma anche di sacrifici, lacrime e
morte.
Ecco allora di seguito i 10 momenti più emozionanti della
Infinity Saga:
Lo schiocco
L’evento culminante di tutta la
Infinity Saga arriva alla fine di Avengers:
Infinity War con Thanos schierato contro i più potenti
eroi che schiocca le dita dopo aver collezionato tutte le gemme
dell’infinito. Metà della popolazione dell’universo muore, l’altre
sopravvive nello sgomento più totale.
Il silenzio invade la scena, ed è un
momento drammatico senza precedenti nella storia del MCU. Groot, Doctor Strange, Black Panther, Spider-Man, e
molti altri polverizzati davanti ai nostri occhi. Nella testa
risuona solo la frase di Steve Rogers “Oh Dio.“
La morte di Yondu
Il sequel di Guardiani della
Galassia ha allargato lo spettro emotivo del franchise
diventando ancora più profondo per quanto riguarda i temi trattati;
come quello della paternità e del complicato rapporto tra Peter
Quill e il suo genitore biologico, Ego, che non rappresenta il
culmine perché sostituito da un altro momento strappalacrime: la
morte di Yondu, il suo “vero” padre. Quello del
cuore.
Per risparmiare la vita di Peter,
Yondu deve sacrificare la sua maschera di ossigeno mentre salgono
nello spazio, e la scena è resa ancora più speciale dalla frase
pronunciata: “Potrebbe essere tuo padre, ragazzo. Ma lui non
era tuo padre.“
Il sacrificio di Groot
Chi avrebbe mai pensato di piangere
per un gesto eroico di un albero parlante? È esattamente ciò che
succede alla fine di Guardiani della
Galassia, quando i protagonisti stanno per affrontano
un morte inevitabile su Xandar.
Qui Groot estende le sue braccia e
le sue radici, creando uno scudo sferico per proteggere tutti i
suoi compagni, con Rocket che dice “Non farlo, morirai.” e l’amico
che risponde: “Noi …siamo…Groot.“
La morte di Gamora
Thanos è stato senza dubbio il cuore
e il protagonista assoluto di Avengers:
Infinity War, e il suo rapporto con Gamora arriva ad
un punto di non ritorno con la scena in cui il Titano Pazzo decide
di sacrificare la vita della figlia adottiva per ottenere la gemma
dell’anima.
Thanos e Gamora si
trovano su Vormir, il pianeta dove è custodita e protetta da
Teschio Rosso, che
gli racconta come fare per impossessarsi del tesoro. Mentre le
lacrime gli rigano il viso, il villain sacrifica l’anima di una
persona amata e getta l’eroina giù da un dirupo.
Tony attraversa il portale
Il primo grande evento del MCU, The
Avengers, ha visto trionfare i nostri eroi non senza
qualche sacrificio e gesti eclatanti. Come quello compiuto da Iron
Man sul finale che rimarrà nella storia del personaggio e
dell’universo condiviso.
I Vendicatori sono a New
York e stanno avendo la meglio sugli invasori Chitauri, ma finché
il portale spaziale rimarrà aperto i rinforzi alieni continueranno
ad affluire. Nel frattempo, il consiglio ha deciso di inviare un
missile nucleare per distruggere i nemici insieme alla popolazione
residente: è qui che Tony Stark usa tutte le forze per deviare il
missile verso il portale e lo attraversa, colpendo la nave madre
dei Chitauri.
La morte di Quicksilver
Quicksilver ha avuto
vita breve all’interno del MCU, ma ciò non significa che la
sua morte sia stata trascurata o resa in modo meno emozionante di
tanti altri momenti.
I Vendicatori stanno
combattendo contro l’esercito di Ultron cercando di impedire al
robot di mettere in pratica l’ultima parte del suo piano. Con loro
ci sono anche Nick Fury, War Machine e Maria Hill a bordo di un
helicarrier. Pietro Maximoff però muore per salvare Occhio di Falco
e un bambino che l’eroe stava aiutando e subito dopo Wanda,
disperata, abbandona la sua postazione per distruggere
l’androide.
Cap e l’addio a Peggy
Ci troviamo nella fase
conclusiva di Captain America:
Il Primo Vendicatore, e il quartier generale di
Teschio Rosso sulle
Alpi viene attaccato ma il villain riesce a fuggire a bordo di
un’Ala volante e subito dopo raggiunto da Steve grazie all’aiuto
del colonnello Phillips e Peggy Carter.
Cap impedisce al villain
di bombardare le più importanti città statunitensi con armi
terribili, ma si accorge che i comandi sono bloccati verso
l’obiettivo fatale, la città di New York, e compresa la gravità
della situazione decide di sacrificarsi per il bene delle possibili
vittime. È qui che scambia le sue ultime parole con Peggy via
radio, promettendole che sarà presente al loro appuntamento…
Hulk lascia il gruppo
In Avengers: Age of
Ultron Bruce Banner affronta le difficoltà del suo
mostro alter-ego, e sviluppa il suo rapporto con Vedova Nera tra i
soliti alti e bassi emotivi, finendo per lasciare il team e
ritrovare se stesso.
La battaglia di Sokovia è giunta al
termine, con l’eroe che sale su un jet per volare via dopo che
Natasha l’aveva implorato di farle sapere in quale luogo si sarebbe
diretto. Ma in un momento di sincera accettazione, riattacca la
chiamata sapendo che la loro storia d’amore era condannata.
Odino condanna Loki
Il primo film del franchise di
Thor
è impostato come una classica tragedia familiare shakespeariana e i
tre personaggi principali (Thor, Odino e Loki) si muovono sullo
schermo come attori sul palcoscenico così come lo aveva concepito
il regista Kenneth Branagh.
Nel corso del cinecomic Loki
stringe un patto con Laufey, il re dei Giganti di Ghiaccio, cn
quest’ultimo che ha il permesso di recarsi ad Asgard e uccidere
Odino durante il suo sonno magico, assicurando a Loki il trono
senza essere rinnegato dal popolo asgardiano. Più tardi, sentendosi
inadeguato e non accettato, Loki salva Odino uccidendo Laufey, che
poi era il padre che l’aveva abbandonato.
Ma non c’è spazio per il perdono, e
il sovrano di Asgard rinnega il figlio senza sentire ragione e non
giustificando il suo piano. Un momento carico di emozione che
culmina con il Dio dell’Inganno, tradito e incompreso, che si
lascia cadere nel vuoto cosmico…
La morte di Killmonger
Siamo all’atto finale di Black
Panther, con l’atteso e inevitabile confronto tra
T’Challa e Killmonger che si battono entrambi con
le armature del Re di Wakanda nella grotta dove è custodito il
vibranio. È però l’eroe del titolo a spuntarla, pugnalando a morte
il cugino.
Prima di morire Erik chiede, davanti
al tramonto, che la sua salma sia gettata in mare come quella di
uno schiavo pronunciando l’emozionante frase: “Seppelliscimi
nell’oceano con i miei antenati che saltavano dalle navi perché
sapevano che la morte era meglio della schiavitù.“
Warner Bros Italia ha diffuso il
trailer italiano di Dolor y Gloria il nuovo film
di Pedro Almodòvar che torna a dirigere
Antonio Banderas, Penelope Cruz e Cecilia
Roth, già protagonisti di alcuni dei suoi più bei
film.
Il film narra di Salvador Mallo, un
regista al suo declino, che è alle prese con diversi incontri,
nella sua vita, alcuni reali, altri che appartengono solo al
ricordo. Il film racconta la sua infanzia negli anni ’60, quando
emigrò con i suoi genitori a Paterna, una città vicino Valencia in
cerca di prosperità, il primo desiderio, il suo primo amore adulto
e la Madrid degli anni ’80, il dolore della rottura di questo amore
quando era ancora vivo in lui.
L’unica terapia contro tutti questi
ricordi e persone, è la scrittura che serve per lui a dimenticare
l’indimenticabile, la prima scoperta del cinema e del vuoto,
l’incommensurabile vuoto prima dell’impossibilità di
continuare.
Dolor y Gloria
parla della creazione, della difficoltà di separare la creazione
dalla propria vita e dalle passioni che gli danno significato e
speranza. Nel recupero del suo passato, Salvador trova l’urgente
necessità di narrarlo, e in quel bisogno, trova anche la sua
salvezza.
Ancora una volta il film si presenta
un toccante racconto, un delicato sguardo del regista alla sua
stessa vita.
Ancora tre settimane e il mondo
potrà finalmente assistere al capitolo conclusivo della Infinity Saga,
Avengers:
Endgame, culmine narrativo di una storia iniziata nel
2008 con Iron Man e ora giunta al suo atto finale. E proprio a
proposito del supereroe interpretato da Robert Downey
Jr., sono arrivate online le immagini ufficiali
dell’action figure firmata Hot Toys che rivela tutti i dettagli
della nuova Mark 85.
Tra questi ci sono due versioni
dell’elmetto intercambiabili e una funzione di illuminazione a LED
che rendono il design dell’armatura di Iron Man ancora più
complessa delle versioni precedenti. Rimane intatto l’Arc Reactor
sul petto e il Nano Lightning Refocuser posizionato sulla schiena
più altri accessori la cui funzione verrà probabilmente rivelata
nel film.
Tuttavia questa non è l’unica novità
in materia di merchandise, e come potete vedere di seguito anche la
Diamond Select Toys ha svelato la sua prossima collezione di action
figure personalizzate a tema Endgame che
raffigurano cinque dei Vendicatori sopravvissuti (Ant-Man, Hulk,
Iron Man, Vedova Nera e Captain America) e Thanos.
Forse l’elemento più significativo è
il look del gigante di giada, per la prima volta a fuoco dopo la
versione stilizzata dei Funko Pop, con
l’uniforme nera e viola degli Avengers. Tra questi solo Scott Lang
indossa la divisa speciale da Regno Quantico che abbiamo visto nel
terzo e ultimo
trailer.
Terminiamo la carrellata di immagini
con quelle della serie Marvel Legends dedicata a Ronin e War Machine, i
personaggi interpretati da Jeremy Renner e
Don Cheadle. Anche in questo caso i costumi degli
eroi sembrano aver subito un discreto upgrade rispetto al passato,
come noterete soprattutto nell’aspetto del braccio destro di Tony
Stark.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
L’espressione “è solo un cinecomic”
non è più applicabile ai film tratti dai fumetti, dal momento che
questo genere si è gradualmente aperto alla contaminazione con
altre tipologie di spettacolo, dalla pellicola storica
(Captain America: Il Primo Vendicatore) all’horror
(New Mutans), passando per racconti dalla forte
identità politica (Black
Panther) ad altri meno impegnati e più “teen”
(Spider-Man:
Homecoming). Insomma definire un cinefumetto con una
sola etichetta è impreciso, e sembra che questa stessa formula si
riscontrerà in Dark
Phoenix, nuovo capitolo sulle avventure dei Mutanti
Marvel.
Il produttore Hutch
Parker l’ha infatti inscritto nella categoria “thriller
hitchcockiano”, in omaggio al maestro del genere, parlandone in
un’intervista con ScreenRant durante il WonderCon di Anaheim,
California, confermando la linea editoriale del franchise che ha
sempre dato un tono specifico ad ogni film.
Ad esempio, X-Men:
L’inizio di Matthew Vaughn era una spy story alla James
Bond, X-Men:
Apocalisse un disaster movie in stile Roland Emmerich,
mentre X-Men: Giorni di
Un Futuro Passato uno sci-fi ambientato nel corso di
più piani temporali. Con Dark Phoenix, ha spiegato
Parker, il pubblico potrà godere di un’esperienza ricca di suspense
nel pieno rispetto della tradizione di Alfred Hitchcock.
Come questo tono andrà a inserirsi
nella trama della nascita e crescita della Fenice è tutto da
vedere, dunque non resta che aspettare l’uscita nelle sale fissata
al prossimo 6 giugno in Italia. C’è sicuramente un elemento di
mistero legato al personaggio misterioso di Jessica
Chastain e alla morte di uno dei protagonisti, e speriamo
vengano affrontate con la giusta tensione.
Dark Phoenix è
stato descritto da Kinberg come l’inizio di un nuovo capitolo per
la serie di film di X-Men.
“Lo vedo come un nuovo capitolo.
Lo vedo come qualcosa che prende il franchise e lo lancia in una
direzione diversa con toni diversi. E questo non significa che il
prossimo avrà lo stesso tono, significa solo che il prossimo può
avere un tono diverso. Penso che per molti anni, gli X-Men di Bryan
[Singer] abbiano davvero trasformato il genere dei supereroi nel
2000 o 2001 quando è uscito il primo. Questo arriva quasi 20 anni
dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo, i film sui supereroi non
erano molto popolari, in realtà. C’erano stati alcuni fallimenti a
metà degli anni ’90, e non c’erano stati molti film sui
supereroi, e in quel periodo l’approccio sugli X-Men era
davvero rivoluzionario.”
Creato da Stan Lee e Steve Ditko nel
1964, Mysterio è l’alter ego
di Quentin Beck e farà il debutto ufficiale nel MCU a luglio in Spider-Man: Far
From Home, dove vestirà presumibilmente i panni
dell’antagonista principale di Spidey. Certezza che potrà essere
confermata soltanto dal film, dal momento che il primo trailer ci
mostra il personaggio schierato dalla parte dei “buoni” nella lotta
agli Elementali.
Nei fumetti Mysterio rappresenta la
trasformazione in supercriminale di uno stuntman e creatore di
effetti speciali a Hollywood, privo di superpoteri ma in grado di
giocare con le illusioni e confondere l’avversario. Insieme a Doc
Oc, Avvoltoio, Camaleonte, Uomo Sabbia e Kraven formerà invece il
team dei Sinistri Sei (e chissà che non siano proprio i Marvel Studios a introdurli sul grande
schermo…).
Quella che vedete qui sotto invece è
un’anteprima del suo costume, già svelato dal merchandise di
Far From Home trapelato online, e a quanto pare la
versione cinematografica rispetterà la controparte originale con
qualche variazione. Restano intatti il tradizionale casco
(scherzosamente paragonato ad una boccia per i pesci dai fan) e i
colori della divisa.
“Indossarlo è stato
incredibile” ha confessato Jake
Gyllenhaal in un’intervista, “perché è un costume
straordinario, dotato di tantissimi segreti e dettagli che non
posso svelare. Per ora vi dico che si illumina con vari
colori…“
Diretto ancora una volta da Jon
Watts, Spider-Man: Far From
Home arriverà nelle sale il 5
luglio 2019. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di
Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di
Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di
Maria Hill.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle
(Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare
anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned
Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di
scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali
teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider. vista in Avengers: Infinity War.
Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli
occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo
perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova
maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano,
durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Lo scorso Febbraio si era parlato di
una possibile svolta nella
trama di Birds Of Prey, spin-off che vede
protagonista Margot Robbie nei panni di Harley
Quinn, grazie ad alcune foto trapelate dal set in cui il
personaggio non mostrava più il suo tatuaggio dedicato a
Joker (il nomignolo “puddin” appariva infatti
sbarrato, suggerendo che i due non fossero più legati
sentimentalmente).
Ora però le immagini rubate durante
le riprese da Just Jared sembrano confermare che si, Harley e Joker
si separeranno, ma che il clown principe del crimine sarà nel film
in almeno una scena. Come potete vedere qui sotto, sembra che sarà
proprio il villain a cacciare di casa l’eroina con tanto di effetti
personali gettati dalla finestra.
Sicuramente quello nelle foto non è
Jared Leto, visto che l’attore è impegnato con la
produzione di Morbius a Manchester, in
Inghilterra, dunque possiamo ipotizzare che si tratti di una
controfigura. Questo significa che Joker sarà solo una presenza
“evocata” o che Leto reciterà in un’altra scena?
Vi ricordiamo che a novembre,
durante la promozione di Maria Regina di
Scozia, la Robbie aveva espresso i suoi desideri in
merito al film, spiegando che avrebbe voluto vedere insieme la sua
Harley Quinn e un’altra eroina dei fumetti:
“Se dai uno sguardo alle loro
storie, saprai che Poison Ivy e Harley
hanno una rapporto molto intimo. In alcuni fumetti viene descritto
come un’amicizia, in altri le due sono sessualmente coinvolte come
coppia. Ci sto provando e mi piacerebbe avere Poison Ivy
nell’universo cinematografico DC, perché la relazione tra questi
personaggi è uno degli aspetti dei fumetti che preferisco, e farò
di tutto per esplorarla sullo schermo…“
Come andranno davvero le cose?
Birds Of Prey: tutto quello che non sapete
sul film
Birds of
Prey (and the fantabulous emancipation of one Harley
Quinn) arriverà nelle sale il 7
febbraio 2020. Nel cast Margot
Robbie, che riprenderà il ruolo
di Harley Quinn, Mary Elizabeth
Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente
Cacciatrice e Black Canary), Rosie
Perez (Renee Montoya), Ella Jay
Basco (Cassandra Cain) e Ewan
McGregor (Maschera Nera).
La prima sinossi del film riporta:
Dopo essersi separata da Joker,
Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee
Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra
Cain da un malvagio signore del crimine.
Il film sarà diretto da Cathy Yan da
una sceneggiatura di Christina Hodson.
Come confermato nei giorni
scorsi, Avengers:
Endgame durerà tre ore e due minuti, diventando il
film più lungo non solo della storia dei Marvel Studios, ma anche il blockbuster più
lungo a uscire su larga scala dai tempi di King
Kong di Peter Jackson. E c’è
una ragione specifica dietro questa “scelta”, come spiegato da
Joe Russo in una recente intervista:
“Anche se abbiamo girato un
sacco di scene e scambiato le cose, l’acqua continuava a salire
allo stesso livello perché la storia è davvero densa. Abbiamo così
tanti personaggi con stavamo lavorando di nuovo che richiedevano
quel tipo di tempo di esecuzione. E poi c’è il fattore emotivo a
cui io e mio fratello siamo particolarmente affezionati, e
l’emozione richiede una storia costruita per bene, soprattutto
quando si dispone di una trama tentacolare con un sacco di
personaggi e relativi percorsi, oltre che tempo per farla
respirare. Dall’altra parte non ci piacciono i tempi di esecuzione
eccessivi, ma trattandosi qui del culmine di dieci anni di
storytelling, è stata una scelta obbligata“.
Russo ha inoltre spiegato che il
loro background televisivo prevedeva un approccio completamente
diverso, modificando la storia in segmenti di mezz’ora, e che
questa pratica di sfoltire la sceneggiatura è stata in qualche modo
riportata nei film girati per i Marvel Studios:
“Cerchiamo sempre di creare una
densità nella narrazione che faccia apparire i film compulsivi,
indipendentemente dalla lunghezza. Siamo molto rigorosi riguardo i
punti del racconto e trascorriamo mesi nella sala di montaggio
modificando e trasformandolo in tanti diversi fino a quando
pensiamo di aver sbloccato la versione migliore. Siamo inoltre
molto attenti alle reazioni del pubblico durante i test di prova,
soprattuto se possono dirci se siamo sulla strada giusta o se
stiamo prendendo decisioni sbagliate. Con Endgame abbiamo avuto una
delle risposte più incredibili nella storia della Marvel. E indipendentemente dalla
lunghezza, è stato costantemente abbracciato dal pubblico di
prova.“
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Contrariamente alle aspettative, in
Dark
Phoenix – nuovo titolo del franchise sui Mutanti in
arrivo fra pochi mesi – non ci sarà l’ormai tradizionale cameo di
Stan
Lee, scomparso a Novembre, ma la sua eredità
continuerà a viaggiare dai fumetti allo schermo come spiegato dal
regista Simon Kinberg a Cinemablend.
Kinberg è stato intervistato insieme
al produttore Hutch Parker durante il WonderCon di Anaheim, in
California, ammettendo senza troppi giri di parole che nel
cinecomic non sarà presente una scena con Lee in persona ma
soltanto un omaggio alla sua icona:
“Non abbiamo un cameo. Ma
abbiamo un tributo a lui, ed è qualcosa a cui ovviamente non
stavamo pensando durante la lavorazione del film perché all’epoca
era ancora vivo. Stan è stato una parte così importante di questo
universo nel corso degli anni, ha avuto i suoi cameo, ma anche
dato input nel processo di creazione“.
Questo dettaglio riscrive dunque la
storia del franchise, essendo stato il primo X-Men
del 2000 a ospitare un cameo del fumettista in un film di
supereroi, interpretando un venditore di hot dog su una spiaggia
nella scene con il senatore Kelly (Bruce Davison) che emerge
dall’oceano. A questo seguirono le apparizioni in
Spider-Man, Daredevil,
Hulk, Spider-Man 2,
Fantastici Quattro, X-Men: Conflitto
Finale, Deadpool, e X-Men:
Apocalypse.
“Ho trascorso molto tempo con
lui e per questo mi ritengo davvero fortunato” ha dichiarato
Kinberg. “Siamo andati a casa sua per il cameo in Apocalypse,
c’era anche sua moglie, e tutta la situazione fu speciale […]
La sua morte è stato un duro colpo e abbiamo sentito il suo
peso durante tutta la post-produzione di Dark Phoenix. Ci sembrava
già un film speciale per gli X-Men, perché è il culmine di tutti
questi film in così tanti modi, e perché è l’ultima corsa degli
X-Men. Ma la scomparsa di Stan ha dato sfumature nuove, perché per
me e per molti fan i Mutanti erano l’opera massima di
Stan“
Dark Phoenix è
stato descritto da Kinberg come l’inizio di un nuovo capitolo per
la serie di film di X-Men.
“Lo vedo come un nuovo capitolo.
Lo vedo come qualcosa che prende il franchise e lo lancia in una
direzione diversa con toni diversi. E questo non significa che il
prossimo avrà lo stesso tono, significa solo che il prossimo può
avere un tono diverso. Penso che per molti anni, gli X-Men di Bryan
[Singer] abbiano davvero trasformato il genere dei supereroi nel
2000 o 2001 quando è uscito il primo. Questo arriva quasi 20 anni
dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo, i film sui supereroi non
erano molto popolari, in realtà. C’erano stati alcuni fallimenti a
metà degli anni ’90, e non c’erano stati molti film sui
supereroi, e in quel periodo l’approccio sugli X-Men era
davvero rivoluzionario.”
Molte delle personalità
dei Marvel Studios avevano commentato positivamente la notizia
del reintegro di James Gunn alla regia di Guardiani della Galassia
Vol.3, ufficializzata dallo stesso filmaker nei giorni
scorsi (e tra queste figuravano Taika Waititi, Karen Gillan e suo
fratello Sean Gunn), e nelle ultime ore è arrivata anche la
reazione di Zoe Saldana in un’intervista con ET
online.
Queste le parole dell’attrice:
“Sono fiera di lui. Sono felice
che tornerà” ha dichiarato l’attrice che nel franchise interpreta
Gamora. “Sono così orgogliosa della Disney e che tutti i leader di
questa grande azienda abbiano deciso di dare l’esempio, mostrando
che la redenzione è importante e lanciando un forte
messaggio“.
Nell’intervista si è parlato
inoltre del recente successo di Captain
Marvel e dell’importanza del valore della
rappresentazione sul grande schermo, specialmente in un genere come
quello dei cinecomic aperto a tutto il pubblico:
“Ho amato tantissimo il film e
sono orgogliosa di Brie [Larson] e del lavoro dei Marvel Studios. Sono anche felice che le
persone abbiano reagito nel modo giusto sostenendolo, perché questa
è la parte principale di un’intera equazione. Dobbiamo andare e
supportare questi film con donne protagoniste in modo che le nostre
aziende capiscano che si possono fare affari investendo in storie
femminili”.
“È la rappresentazione migliore
di ciò che l’America è oggi“, ha detto l’attrice,
sottolineando come Black Panther sia un esempio pratico di quanto
la diversità sullo schermo paghi. “Non ci stiamo più chiedendo
se qualcuno possa permettere che ciò accada, ma viviamo in un
momento in cui è nostro dovere farlo accadere perché se non lo fa,
stai trascurando il 49 % del tuo pubblico“.
La sceneggiatura è
pronta da diversi mesi e si prospetta il ritorno nel cast della
stessa Saldana insieme al resto del team. Tutto dipende dagli
eventi di Avengers: Endgame e da quali
personaggi verranno “resuscitati” per continuare il loro viaggio
nel MCU.
Al momento il nucleo dei Guardiani
rimasti in vita si riduce al solo Rocket, che ha visto
polverizzarsi tra le sue braccia il giovane Groot, mentre Gamora è
stata uccisa da Thanos per entrare in possesso della Gemma
dell’Anima su Vormir, mentre gli altri membri della squadra si sono
polverizzati su Titano. Rimasta in vita anche Nebula, che come
abbiamo visto dal trailer
di Avengers: Endgame, si schiererà
ufficialmente dalla parte dei Vendicatori.
È stato diffuso il primo trailer di
Annabelle Comes Home, il terzo capitolo della saga
horror prodotta da James Wan che ha per
protagonista la bambola demoniaca.
Lo sceneggiatore Gary Dauberman
(“The Nun – La Vocazione del Male“, “IT“,
“Annabelle”) dirige il suo primo lungometraggio
nel franchise da 1,5 miliardi di dollari di The
Conjuring. Il nuovo film horror è nuovamente prodotto dal
creatore dell’universo di The Conjuring, James Wan
attraverso la sua società di produzione Atomic
Monster, e da Peter Safran, che ha
prodotto tutti i film con The Safran Company.
Determinati a impedire ad Annabelle
di continuare a seminare il caos, i demonologi Ed e Lorraine Warren
portano la bambola posseduta nella stanza dei manufatti chiusa a
chiave della loro casa, mettendola “al sicuro” dietro un vetro
consacrato e ottenendo la santa benedizione di un sacerdote. Ma li
attende una spietata notte di orrore, quando Annabelle risveglia
gli spiriti maligni nella stanza, pronti a mettere gli occhi su un
nuovo bersaglio: Judy, la figlia di dieci anni dei Warren, e le sue
amiche.
Nel film recitano McKenna
Grace (“The Haunting of Hill House” in TV, “Gifted – Il
Dono del Talento”, e l’imminente “Captain
Marvel“) nel ruolo di Judy; Madison
Iseman (“Jumanji:
Benvenuti nella Giungla“, “Piccoli Brividi 2: I Fantasmi di
Halloween”) è la sua babysitter, Mary Ellen; e Katie
Sarife (“Youth and Consequences” e “Supernatural” in TV)
nei panni dell’amica tormentata Daniela, mentre Patrick
Wilson (i film di “The Conjuring” e “Insidious”, e
l’imminente “Aquaman”) e Vera Farmiga (i film di
“The Conjuring”, l’imminente “Godzilla: King of the Monsters”, “Bates Motel” in
TV) riprendono rispettivamente i loro ruoli di Ed e Lorraine
Warren.
Dauberman ne ha
anche scritto la sceneggiatura da una storia di Wan e
Dauberman. I produttori esecutivi sono Michael
Clear e Michelle Morrissey. La squadra creativa di
Dauberman che ha lavorato dietro le quinte include il direttore
della fotografia Michael Burgess (l’imminente “La Llorona – Le
Lacrime del Male”), la scenografa Jennifer Spence (“Annabelle:
Creation”, “The Nun – La Vocazione del Male”) e la costumista Leah
Butler (“Annabelle: Creation”).
Il film targato New Line Cinema
uscirà nel 2019 e sarà distribuito da Warner Bros. Pictures.