Secondo film italiano in concorso
al Festival
di Cannes con La Chimera, il nuovo film di
Alice Rohrwacher che vede
protagonista Josh O’Connor, Carol
Duarte, Isabella
Rossellini, Alba
Rohrwacher e Vincenzo Nemolato. Tornato
nella sua cittadina sul Mar Tirreno, Arthur (Josh
O’Connor), un ladro di tombe etrusco alla ricerca del
suo amore perduto, si riunisce con la sua banda di
briganti. Dopo Le Meraviglie (Grand Prix nel 2014) e Lazzaro
Felice (Premio per la sceneggiatura nel 2018),
Alice Rohrwacher si interroga sulle tracce
del passato ne La Chimera. Ecco tutti i
protagonisti sulla croisette di Cannes.
Ambientato negli anni 80, nel mondo
clandestino dei “tombaroli”, La
Chimeraracconta di un giovane archeologo
inglese (Josh O’Connor) coinvolto nel traffico
clandestino di reperti archeologici. Completano il cast Isabella Rossellini, Carol
Duarte, Alba Rohrwacher e Vincenzo
Nemolato.
La Chimera, come
tutti i film di Alice Rohrwacher, è prodotto da Carlo Cresto-Dina
per tempesta con Rai
Cinema, in coproduzione con Amka Films
Productions (Svizzera) e Ad Vitam
Production (Francia) in collaborazione con Arte
France Cinema. L’uscita del film è prevista per il 2023,
distribuito in Italia da 01.
Quarto film e
quarto Festival
di Cannes per Alice Rohrwacher, che
dopo Corpo celeste (alla allora Quinzaine
des réalisateurs), Le meraviglie e Lazzaro felice torna in concorso per la
Palma d’Oro con La chimera. Il film sarà
distribuito da 01 Distribution entro la fine
dell’anno, ultimo dei tre film italiani presentati sulla Croisette
e a distanza sia da Il
sol dell’Avvenire di Nanni Moretti
sia dal Rapito
di Marco Bellocchio. Una anteprima comunque
importante per una artista che merita sempre attenzione, per quanto
sarà difficile che possa bissare i risultati del 2014 e del 2018,
quando conquistò – rispettivamente il Gran Premio della Giuria e
quello per la Migliore Sceneggiatura del festival francese. Che nel
frattempo ha applaudito la storia di tombaroli nella quale al
protagonista Josh O’Connor (The
Crown, God’s Own Country) si affiancano
Isabella Rossellini e Alba Rohrwacher.
Arthur e il mondo sotterraneo
Arthur è il giovane
archeologo inglese appena uscito dal carcere e intenzionato a
tagliare i ponti con i suoi (ex) amici tombaroli, molto attivi sul
mercato clandestino per le opere d’arte e i reperti archeologici
che trafugano dai sepolcri etruschi tra la Tuscia e la bassa
toscana. Ma ‘l’inglese’ è un elemento imprescindibile per la banda,
che senza la sua capacità di riuscire a percepire la presenza delle
tombe non saprebbe dove scavare. Un dono, del quale forse Arthur
farebbe volentieri a meno, visto che il vuoto che sente nella terra
corrisponde a quello che ha lasciato in lui il ricordo del suo
amore perduto, Beniamina. La sua chimera più dolorosa, quella che
sembra continuare a inseguire in questo viaggio tra vivi e morti,
tra boschi e solitudini.
Ognuno insegue la sua chimera
Ognuno insegue la sua
chimera, anche Alice Rohrwacher, che sceglie un
cast internazionale per arricchire ancora di più il mosaico di
personaggi, tempi, luoghi, livelli, vite e colori del suo nuovo
film. Un vero e proprio “caleidoscopio” nel quale la frammentazione
è complessità, possibilità, libertà, nonostante qualche problema
nel gestire l’armonizzazione e l’equilibrio tra le singole tessere.
Tante e distribuite tra il mondo di sopra e il mondo di sotto, il
presente e il passato, una realtà e l’altra o i diversi elementi di
cui si compone la ricerca della regista e sceneggiatrice, oltre che
autrice del soggetto insieme a Pietro Marcello e
Carmela Covino.
Il primo impatto con il
film è attraverso “l’inglese”,lo spaesato e solitario Arthur di
Josh O’Connor che ci accompagna e che seguiamo dall’inizio alla
fine. Più Caronte che Virgilio, volutamente tramite tra i mondi
diversi che la storia tiene insieme, volontariamente ai margini di
entrambi, dove la sua ricerca del suo scomparso amore è rimasta
delusa. Quella, sentimentale, la chimera del titolo, ma non solo.
Sono “chimere” anche quelle che gli permettono di stabilire un
contatto con l’oltretomba, etrusco nello specifico, per i tombaroli
fonte di sostentamento, per lui, spazio di libertà e di
speranza.
Temi e suggestioni sono
notevoli, spesso però da inseguire nella lunga elaborazione del
lutto che in qualche maniera racconta il film. Nel quale sembrano
esserci troppe deviazioni e parentesi, troppi film nel film, linee
narrative (geniale e felice quella del cantastorie che appare a più
riprese) che si intrecciano alla principale. Effettivamente come
accade nella vita, di tutti noi, che si interrompe, riprende,
cambia direzione, e spesso si ferma a seguire altre suggestioni,
possibilità o urgenze.
Anche lo stile, è quello
proprio della regista, che torna a utilizzare le tonalità tanto
amate e a guardare verso i diseredati, gli innocenti loro malgrado,
la natura e le sue creature. Una comunità ideale nei quali perdono
di senso i confini, tanto spaziali quanto temporali, e le regole,
dell’uomo e di una società che non ha rispetto di nulla e nessuno.
Nella quale non è banale che siano le donne a offrire e cercare
un’alternativa, e a mostrare – come detto dalla stessa Rohrwalcher
– una attitudine diversa nella costruzione delle cose, che dia loro
una vita nuova. Una donna apre e chiude il film, d’altronde, a una
donna è affidato il colpo di scena del plot, donne diverse
caratterizzano il percorso esistenziale di Arthur, dall’Italia di
Carol Duarte alla Flora di Isabella Rossellini, in un ruolo di poca
presenza ma di indubbio peso.
Piani paralleli, che si
sovrappongono e si sviluppano, finendo per tangere, pur con poche
speranze di ricavarne benefici. Soprattutto per l’affollarsi di
storie, livelli, personaggi e final, che non aiutano a rendere meno
involuto il film. Chiuso da immagini bucoliche, il più classico dei
Franco Battiato e un trionfo conciliatorio tra il
sognante e il visionario.
Sono stati annunciati, nell’ambito
del Festival
di Cannes 2023, i vincitori
della sezione collaterale Un Certain Regard.
Incentrata su film d’autore e artisticamente audaci, la selezione
Un Certain Regard 2023 ha incluso 20
lungometraggi, di cui 8 opere prime in competizione anche per la
Caméra d’or (il premio alla migliore opera prima di tutta la
selezione ufficiale).
Quest’anno, il film d’apertura è
stato Le Règne animal di Thomas
Cailley. Presieduta dall’attore americano John C.
Reilly, la giuria comprendeva la regista e sceneggiatrice
francese Alice Winocour, l’attrice tedesca
Paula Beer, il regista e produttore
franco-cambogiano Davy Chou e l’attrice belga
Émilie Dequenne. Un Certain
Regard 2023 si conclude con la proiezione del film
Une nuit di Alex Lutz.
Ecco tutti i vincitori di Un Certain Regard
2023
Un Certain Regard Prize – HOW TO HAVE SEX diretto da
Molly Manning Walker (1st film)
New Voice Prize – AUGURE (OMEN) diretto da Baloji
(1st
film)
Ensemble Prize – CROWRÃ (THE BURITI FLOWER) diretto da
João Salaviza & Renée Nader Messora
Freedom Prize – GOODBYE JULIA diretto da Mohamed
Kordofani (1st film)
Directing Prize – Asmae El Moudir per KADIB ABYAD (THE
MOTHER OF ALL LIES)
Jury’s Prize – LES MEUTES (HOUNDS) diretto da Kamal
Lazraq (1st film)
Di recente è arrivato su Netflix il film The Mother
(qui la recensione), thriller
d’azione con protagonista Jennifer Lopez nei
panni di una spietata killer che si riscopre madre nel momento in
cui la figlia viene rapita, intraprendendo dunque una vera e
propria caccia nei confronti dei rapitori. A pochi giorni di
distanza, è arrivata sulla piattaforma un’altra pellicola con una
premessa molto simile, ovvero Mother’s
Day. Di produzione polacca, questo thriller è diretto
dal regista Mateusz Rakowicz, da lui anche scritto
insieme a Likasz M.Maciejewski.
Mother’s Day offre dunque
un altra letale madre pronta a tutto pur di difendere il proprio
figlio. Il tutto si manifesta naturalmente in un film d’azione
particolarmente adrenalinico, con sequenze di combattimento
magnificamente coreografate e continui colpi di scena. Un titolo
dunque particolarmente consigliato agli amanti del revenge
movie, che potranno inoltre con Mother’s Day
imbattersi in nuovi elementi di genere propri della cinematografia
polacca. Prima di passare alla visione, però, ecco di seguito
maggiori dettagli sulla trama, il cast e, per chi non teme gli
spoiler, una spiegazione del finale del film.
La trama e il cast di Mother’s Day
Protagonista del film è
Nina, un’ex agente delle operazioni speciali della
NATO, che ha dovuto abbandonare suo figlio Makx
poco dopo averlo dato alla luce. La scelta è motivata dalla volontà
di tenere al sicuro il ragazzo, cosa che dato il suo lavoro Nina
non poteva garantire. Quando però dopo qualche anno scopre che il
ragazzo è stato rapito da una pericolosa organizzazione mafiosa,
decide di volerlo salvare lei stessa. In incognito, utilizzando
tutta l’esperienza e le armi a sua disposizione, parte dunque alla
ricerca di suo figlio. Per lei è l’occasione di dimostrare a se
stessa che è ancora un agente capace e che può finalmente essere
anche una buona madre.
Il cast del film è naturalmente
composto da attori polacchi, a partire da Agnieszka
Grochowska nei panni di Nina. L’attrice è nota in
particolare per aver recitato nel film candidato agli Oscar In
darkness (2011) e per aver partiecipato anche a Child 44 –
Il bambino n. 44 (2015), Teen Spirit – A un passo dal
sogno (2018). Accanto a lei, nel ruolo di Igor, vi è
l’attore Darius Chojnacki,
mentre Szymon Wroblewski è Woltomierz. Jowita
Budnik interpreta il personaggio noto unicamente come
Il Diplomatico, mentre Konrad Eleryk è Tytus.
L’attrice Adrianna Drozd, infine, è
l’interprete di Zosia, figlia di Igor.
Mother’s Day: la
spiegazione del finale del film
[SEGUONO SPOILER]
Alla fine, dopo diversi tentativi di
salvare suo figlio, Nina uccide i rapitori, ma Maks scappa in
quanto ha paura di quella donna che non sa essere sua madre. È
allora che il personaggio noto Il Diplomatico, specializzato nel
riciclaggio di denaro, prende Maks in ostaggio. Chiede poi a Nina
di irrompere in una stazione di polizia di Varsavia per ottenere i
soldi confiscati dal caveau dei rapitori. Quando completerà la
missione, le darà Maks. È a questo punto che Igor tradisce Nina, in
modo che lui e altri poliziotti corrotti possano rubare il denaro
nel caveau. Igor si svela essere il mandante del rapimento, in
quanto sapendo che poi Nina avrebbe ucciso i rapitori, i soldi di
questi sarebbero stati più facili da ottenere.
Quando Nina
racconta a Igor delle richieste di Il Diplomatico di rubare i
soldi, Igor fa schiantare deliberatamente la sua auto contro il
veicolo di Nina, facendola sbattere contro il
parabrezza.Nina viene presa in ostaggio.Igor rivela allora di aver
avuto bisogno dei soldi per trasferirsi e viaggiare per vedere sua
figlia, di cui ha perso la custodia in caso di divorzio. Quando
Igor e i suoi soci portano Nina nel bosco per ucciderla, la slegano
in modo che possa scavarsi la fossa. Mentre Igor aspetta in
macchina, sente degli spari e vede che Nina ora ha in mano una
pistola. Igor guida, fa schiantare il furgone e riesce a scappare,
ma guarda l’automobile esplodere mentre i soldi di Il diplomatico
iniziano a bruciare.
Il diplomatico permette a quel punto
a Nina e Maks di vivere su richiesta del proprio figlio. Una
possibile ragione è che il figlio del diplomatico ha iniziato a
fare amicizia con Maks perché, poche scene prima, giocavano insieme
a scacchi. Possiamo ipotizzare che il figlio del diplomatico possa
aver rispettato Maks come un degno avversario sulla scacchiera,
proprio come sua madre ha trovato in Nina un degno avversario nel
mondo criminale. Nina può così spiegare a Maks di essere sua madre,
rivelandogli le sue vere origini. Sul finire del film, Nina riceve
poi la visita di sua madre, la quale la mette in guardia nei
confronti di alcuni suoi vecchi nemici, che ora sanno che lei è
viva ed ha un figlio. La scena sembra dunque aprire ad un possibile
sequel nel quale esplorare il passato di Nina.
Il trailer di Mother’s Day
e come vedere il film su Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Mother’s Day unicamente grazie alla
sua presenza nel catologo di Netflix, dove
attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti
sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo
in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi
anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.
Oggi a Cannes il photocall
di Gran
Turismo, il nuovo film Sony Pictures diretto da
Neill Blomkamp. Il film, tratto dalla celebre saga
dei racing game, si ispira alla storia vera di un giovane giocatore
di Gran
Turismo, Jann Mardenborough, che, vincendo una serie
di gare competitive del videogioco, riesce a diventare un pilota
professionista nella realtà. Nel cast oltre a
David Harbour (Stranger Things) e
Orlando Bloom (Il Signore degli Anelli),
Archie Madekwe (I Miserabili) nel ruolo del
protagonista, Darren Barnet (Non ho mai…),
Djimon Hounsou (Blood Diamond – Diamanti di
sangue) e Geri Halliwell-Horner (Spice Girls – Il
film). Gran
Turismo sarà dal 20 settembre solo al cinema prodotto
da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
Gran Turismo, la
trama
Ispirato da una storia vera, il film
racconta il coronamento del sogno di Jann Mardenborough, un
giocatore adolescente di Gran Turismo, che grazie alle sua abilità
di gioco vince una serie di competizioni della Nissan per diventare
un pilota professionista.
“Grazie, e
buonanotte!” Si chiude così ogni numero di Midge
Maisel e queste parole risuonano anche alla fine dei suoi
quattro minuti al Gordon Ford Show. Midge ce l’ha fatta, ma questo
lo sapevamo già.
L’ultima stagione de
La Fantastica Signora Maisel, sovvertendo lo stile
di narrazione dei cicli precedenti, ci ha detto da subito che Midge
ce l’avrebbe fatta, che avrebbe sfondato e si sarebbe costruita una
“bella vita” con belle cose, successo e nessun partner, perché
quelli ormai sono spunti per i suoi numeri e non più compagni di
vita. L’episodio 9 della quinta stagione della serie di Amy
Sherman-Palladino ha fatto calare il sipario sulla sua
storia sfruttando il trucco del flashforward per tranquillizzarci
tutti: Midge ce la fa. Ma quanto è stato appassionante il viaggio?
Quante le difficoltà? Quante le regole da rompere e le persone da
convincere che lei, Miriam, potesse essere molto di più che una
madre e moglie con la passione per i cappellini e un girovita da
urlo?
La Fantastica Signora Maisel
infrange le regole
Fino alla fine, Midge ha dovuto
combattere e giocare sporco, ha dovuto infrangere le regole, per
dare voce ai suoi pensieri e alla sua ambizione. E se da una parte
è vero che a una donna non si perdona l’ambizione, e lo si sta
ripetendo sempre di più tanto che la rivendicazione ha ormai perso
potenza, Amy Sherman-Palladino e Rachel Brosnahan, la fantastica signora Maisel
in persona, non hanno paura di raccontare una donna che ambisce
all’indipendenza e al successo, ma anche al lusso, ai begli abiti,
alle comodità, a tutta una serie di cose che nella narrativa legata
alle donne sono sempre state messe da parte in nome di ideali più
alti, come la dignità e la libertà.
Midge vuole tutto, anche
tutta quella serie di benefit lussuosi che sempre vengono accostati
all’ambizione maschile. Perché Midge è davvero moderna e onesta e
francamente insostenibilmente isterica, e allo stesso tempo
adorabile. Non fa niente per nascondere le sue nevrosi, che poi
sono nevrosi di Palladino, ma la sua tenacia ci impone quasi di
tifare per lei.
Abe Weissman, il revisionismo
storico
Chiaramente Midge non è
sola in questa avventura, ed è bello vedere in che modo tutti i
personaggi che l’hanno accompagnata sono cambiati e si sono evoluti
anche grazie a lei e alle sue scelte di vita non convenzionali. Su
tutti citiamo Abe Weissman (Tony Shalhoub), un
personaggio straordinario, che nel constatare la straordinarietà
della figlia si fa testimone, nel penultimo episodio, di una
riflessione sulla parità di genere proponendo un “what
if?”, un revisionismo storico che niente ha a che vedere con
gli slogan con cui si riempie la bocca una certa fetta dei
rappresentati della cultura contemporanea. Un manifesto non solo
originale, ma onesto e autentico di quello che potrebbe voler dire
essere donna se il mondo prendesse un po’ più sul serio le donne
stesse. Una rivendicazione che pian piano sta cambiando il
paradigma e sta diventando sempre più constatazione di un dato di
fatto e di una effettiva parità. La strada è lunga, ma è stata
imboccata.
Susie e Lenny sempre all’angolo di
Midge
È chiaro che Midge è
un’eccezione. Non tutte le donne hanno il suo talento, la sua
ambizione, né tantomeno la fortuna di incrociare sul suo cammino
sostenitori e partner del calibro di Susie Myerson (Alex
Borstein) o Lenny Bruce (LukeKirby), difensori, promotori, sponsor, alleati
trai più preziosi perché hanno dato a Midge quello che nessuno le
aveva dato prima: credito e fiducia. Nessuna grande impresa si
porta avanti in solitudine, e per quanto gli ultimi metri vadano
corsi in autonomia, c’è sempre chi lungo la strada lancia un
asciugamano o una borraccia, per sostenere l’impresa. All’angolo di
Midge ci sono sempre stati loro, e ci restano fino alla fine. Ce lo
raccontano bene i flashforward, le finestre che questa stagione
apre sul futuro.
Con l’espediente che
Six Feet Under ha usato nella sua ineguagliabile
puntata finale, in cui vediamo tutta la vita dei protagonisti fino
alla fine dei loro giorni, anche La fantastica Signora
Maisel ci mostra quello che sarà e che non vivremo, e così
possiamo sbirciare quella che sarà la carriera brillante
dell’agente Susie, la miseria del di lì a poco suicida Lenny Bruce,
ma anche tutte le vite che hanno gravitato intorno a Midge e che ne
hanno subito la grandezza. I figli, ad esempio, quei Esther
e Ethan che sono stati in ombra per così tanto tempo e che
in questa stagione hanno finalmente assunto la statura di
personaggi, oppure lo stesso Joel (Michael Zegen),
che si pente di aver tradito e lasciato Midge, ma che allo stesso
tempo è la vera causa scatenante senza la quale la Signora Maisel
non sarebbe mai e poi mai diventata Fantastica.
L’investitura ufficiale
E quell’investitura, quel
Fantastica Signora Maisel arriva, quel Titolo che
da sei anni stiamo ripetendo e che per la prima volta si sente
chiaro e tondo alla fine di questo episodio conclusivo di serie,
per bocca di uno dei tanti ostacoli che Midge ha dovuto aggirare,
superare e sconfiggere, quel Gordon Ford che prima
si era chiamato Shy Baldwin e prima ancora
Sophie Lennon, ovvero quei rappresentanti
dell’élite che ce l’ha fatta e che non vuole assolutamente che ce
la facciano gli altri.
Amy
Sherman-Palladino ha fatto di nuovo la sua magia, e anche
se è vero che la sua voce è quella di tutti i suoi personaggi ed è
inverosimile che chiunque popoli il suo mondo sia tanto arguto e
spontaneo, è riuscita lo stesso a raccontare una storia che per
quanto specifica è anche collettiva, una storia di emancipazione e
di scoperta, di compromesso e di rinuncia, ma anche di trionfi.
Midge Maisel ce l’ha fatta, giocando sporco,
infrangendo le regole, ma anche segnando nuovi confini, nuovi
limiti da superare, nuovi obbiettivi per arrivare a conquistare
quella fama tanto grande che la farà amare da tutti. Con
sfrontatezza e consapevolezza, il messaggio più potente e
divertente che Midge possa lasciarci è quello di tenere sempre la
schiena dritta, sorridere e andare avanti… “Tette in su!”.
Adeline Rudolph,
che ha fatto il suo debutto come parte di Le terrificanti
avventure di Sabrina di Netflix, si è unita a Tati
Gabrielle, la sua co-protagonista nella serie Netflix, in
Mortal
Kombat2, sequel del film del
2021.
Simon McQuoid, che
ha diretto il film precedente basato sul franchise di videogiochi,
è tornato dietro la mdp per il nuovo lungometraggio, che vede
Karl Urban alla guida dell’ensemble e del cast
diversificato.
Mortal
Kombat2 è scritto da Jeremy
Slater e sarà nuovamente diretto dall’australiano Simon
McQuoid. Il film sarà prodotto da Atomic
Monster di James Wan e Broken
Road Productions di Todd Garner. La produzione è stata
attirata dal governo del Queensland grazie alla strategia di
attrazione della produzione di Screen Queensland. La produzione
sarà inoltre elegibile per il regime di compensazione
recentemente rivisto del governo federale australiano.
“Con una spesa locale stimata di oltre $
68 milioni, Mortal Kombat 2 è un grande successo per l’economia
dello stato, creando almeno 560 posti di lavoro per il cast e la
troupe del Queensland“, ha dichiarato Annastacia Palaszczuk,
premier del Queensland. “Sono così orgoglioso che Atomic
Monster sia in grado di portare le riprese di ‘Mortal Kombat
2‘ in Australia“, ha dichiarato James Wan,
produttore. “Girare il primo film in Australia è stata
un’esperienza fantastica, sono entusiasta che con l’aiuto di Screen
Australia e Screen Queensland, possiamo mostrare le maestose
location del Queensland e lavorare con i talenti artistici di
prim’ordine che vivono lì.”
Mortal
Kombat 2 è prodotto da Wan e Michael Clear per Atomic
Monster, Todd Garner, Simon McQuoid e E. Bennett Walsh. Il film, An
Atomic Monster/A Broken Road Production, sarà distribuito dalla
Warner Bros. Pictures.
Il regista Robert
Rodriguez torna al Festival
di Cannes per presentare il suo Hypnotic che vede
protagonista Ben Affleck nei panni di un detective che
indaga su un mistero che coinvolge la figlia scomparsa e un
programma segreto del governo. Sulla croissette assente Ben Affleck, presenti solo il
regista con uno dei protagonisti William Fichtner, insieme
ai produttori Artur Galstian, Gareth West e Vahan
Yepremyan.
In Hypnotic,
l’attore e regista ora al cinema con Air – La storia del
grandesalto, interpreta il detective della polizia
Daniel Rourke, mentre cerca la figlia scomparsa Minnie
(Hala Finley). Presto scopre però che è associata
a una serie di rapine in corso condotte da un uomo misterioso
(William Fichtner) che afferma di essere dotato di
poteri ipnotici.
Con l’assistenza della sensitiva
Diana Cruz (Alice Braga),
Daniel partirà dunque all’inseguimento dell’uomo misterioso legato
a sua figlia e ad una serie di rapine con l’intento di riportare
Minnie a casa sana e salva. Come anticipato nel trailer, però, le
persone con poteri ipnotici possono costringere le loro vittime a
vedere e sentire cose che non sono reali. Il film, e il poster
sembra confermare tutto ciò, sembra dunque promettere giochi
mentali pronti ad ingannare tanto il protagonista quanto gli
spettatori. D’altrone, come riportato anche dalla tagline del
poster, “il controllo è un illusione”.
Hypnotic
è stato diretto da Robert Rodriguez e da lui
scritto insieme a Max Borenstein. Nel cast, oltre
a BenAffleck, vi sono
William Fichtner, Alice Braga, Jeff Fahey, Kelly Frye, JD
Pardo e Hala Finley. Attualmente tale pellicola ha una
data d’uscita nelle sale statunitensi fissata al 12
maggio, mentre non è ancora nota una data per la sua
uscita in Italia.
Il film Disney e Pixar Elemental, dal 21
giugno nelle sale italiane, sarà presentato in anteprima mondiale
il 27 maggio come film di chiusura della 76esima edizione del
Festival
di Cannes.
Elemental
è diretto da Peter Sohn e prodotto da Denise Ream
p.g.a., mentre Pete Docter è il produttore
esecutivo. La sceneggiatura è di John Hoberg & Kat
Likkel e Brenda Hsueh, con un soggetto di
Sohn, Hoberg & Likkel e Hsueh. La colonna sonora originale del film
è stata composta e diretta da Thomas Newman.
Il film introduce Ember, una
tenace, acuta e “ardente” giovane donna, la cui amicizia con un
ragazzo di nome Wade, divertente, sdolcinato e “che segue la
corrente”, mette alla prova le sue convinzioni sul mondo in cui
vivono. Nella versione italiana del film, Valentina
Romani è la voce di Ember, una brillante
ragazza di fuoco sulla ventina con un grande senso dell’umorismo
che ama la sua famiglia ma che a volte si infiamma
facilmente; Stefano De
Martino è Wade, un attento ed empatico ventenne
di acqua che non ha paura di mostrare le proprie emozioni, che sono
difficili da non notare; Serra Yilmaz è la
voce della mamma di Ember, Cinder; e Hal
Yamanouchi del padre di Ember prossimo alla pensione,
Bernie.
Elemental
arriverà il 21 giugno nelle sale italiane insieme al nuovo
cortometraggio Pixar L’Appuntamento di Carl.
Marco Tullio Giordana torna dietro la
macchina da presa per “La vita accanto”, scritto
insieme a Marco
Bellocchio e Gloria Malatesta.
Lo rivela Variety, che annuncia anche l’inizio delle
riprese il prossimo 5 giugno tra Vicenza e dintorni.
Tratta dall’omonimo
romanzo di successo di Mariapia Veladiano (Einaudi, 2010), “La vita
accanto” è ambientato tra gli anni Ottanta e il Duemila e racconta
di una influente famiglia vicentina composta da Maria
(Valentina Bellè), dal marito Osvaldo
(Paolo Pierobon) e dalla gemella di quest’ultimo,
Erminia (Sonia Bergamasco), affermata pianista. La
loro vita viene sconvolta da un evento imprevedibile. Maria mette
al mondo Rebecca. La neonata, per il resto normalissima e di grande
bellezza, presenta un vistosa macchia purpurea che le segna
metà del viso. Quella macchia che niente può cancellare e rende i
genitori impotenti e infelici, diventa per Maria un’ossessione tale
da precipitarla nel rifiuto delle sue responsabilità di madre.
L’intera adolescenza di Rebecca sarà segnata dalla vergogna e dal
desiderio di nascondersi dagli altri. Ma fin da piccola rivela
straordinarie capacità musicali. La zia Erminia riconosce il suo
talento: Rebecca diventa sua allieva e il bisogno di cancellare la
“macchia” la spingerà ad affermarsi attraverso la musica.
Per il ruolo di
Rebecca adolescente, Giordana ha scelto la giovane pianista
italiana Beatrice Barison. Nel cast
anche Michela Cescon. Il film, prodotto
da Simone Gattoni e Beppe
Caschetto, è una produzione Kavac
Film e IBC
Movie con Rai Cinema con
il sostegno di Veneto Film Commission.
Prime
Video ha svelato il titolo del prossimo capitolo nello
Spyverse di Citadel,
Citadel: Diana, e la prima immagine di Matilda De Angelis (The Undoing),
protagonista della nuova serie Original italiana.
Citadel: Diana sarà disponibile in
esclusiva su Prime Video in
oltre 240 Paesi e territori nel mondo nel 2024.
Il finale della prima stagione di
Citadel, con
Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, è disponibile
da oggi su Prime Video. La prima serie nello
Spyverse del franchise globale conclude la sua prima
stagione con grandi colpi di scena e rivelazioni avvincenti, con
gli agenti di Citadel che scoprono l’identità della talpa che ha
fatto cadere l’agenzia nelle mani della fazione rivale Manticore. I
tradimenti saranno svelati e le domande troveranno risposta, mentre
le conseguenze del finale si ripercuoteranno attraverso tutto
lo Spyverse. Dopo l’episodio finale, un teaser di
Citadel: Diana svela un entusiasmante assaggio di ciò che
arriverà con l’espandersi dello Spyverse di
Citadel in questo nuovo capitolo.
Citadel:
Diana è stata creata, prodotta e girata in Italia, e
le riprese sono terminate all’inizio di quest’anno. La serie è
prodotta da Cattleya (ZeroZeroZero)
– parte di ITV Studios- e ha per showrunner ed
executive producer Gina Gardini, con Riccardo Tozzi, Marco Chimenz
e Giovanni Stabilini anch’essi nel ruolo di executive producer,
mentre Emanuele Savoini è co-executive producer.Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela
Russo-Ostot, Scott Nemes di AGBO e David Weil (Hunters)
sono executive producer di Citadel: Diana e di tutte le
serie nell’universo globale di Citadel. Midnight Radio è
executive producer di Citadel: Diana e tutte le serie
nell’universo globale di Citadel.
Citadel:
Diana è diretta da Arnaldo Catinari
e sviluppata da Alessandro Fabbri, che ricopre
anche il ruolo di head writer, ed ha scritto la
serie con Ilaria Bernardini, Laura Colella, Gianluca Bernardini e
Giordana Mari. Come già annunciato, nel cast al fianco di
Matilda De Angelis ci sono anche Lorenzo
Cervasio, Maurizio Lombardi, Julia Piaton, Thekla Reuten, Daniele
Paoloni, Bernhard Schütz e Filippo Nigro. Tutti gli
episodi della prima stagione della serie evento Citadel
sono ora disponibili in streaming su Prime Video.
Citadel
Otto anni fa, Citadel è caduta.
L’agenzia indipendente di spionaggio internazionale – nata con lo
scopo di difendere la sicurezza di tutte le persone – è stata
distrutta dagli agenti di Manticore, una potente associazione che
nell’ombra manipola il mondo. Con la caduta di Citadel, tutti
i ricordi degli agenti scelti Mason Kane (Richard Madden) e Nadia
Sinh (Priyanka Chopra Jonas) sono stati cancellati, ma loro sono
riusciti miracolosamente a salvarsi. Da allora sono rimasti
nascosti, costruendosi una nuova vita con nuove identità, entrambi
ignari del proprio passato. Fino alla notte in cui Mason viene
rintracciato dal suo ex collega di Citadel, Bernard Orlick (Stanley
Tucci), che ha disperatamente bisogno del suo aiuto per impedire a
Manticore di stabilire un nuovo ordine mondiale. Mason si mette
alla ricerca della sua ex collega Nadia, e le due spie
intraprendono una missione che li porta in giro per il mondo nel
tentativo di fermare Manticore, questo mentre devono fare i conti
con una relazione costruita su segreti, bugie e un amore pericoloso
ma senza tempo.
Da Amazon Studios e AGBO dei
Fratelli Russo, Citadel ha come executive producer
Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Otstot e Scott
Nemes per AGBO, con lo showrunner ed executive producer David Weil.
Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg sono
executive producer per Midnight Radio. Nel ruolo di executive
producer ci sono anche Newton Thomas Sigel e Patrick Moran.
Al via la 76esima edizione della
leggendaria manifestazione cinematografica della Costa Azzurra, che
ha aperto le danze del Festival di
Cannes 2023 con il film Jeanne
du Barry dell’attrice e regista francese
Maïwenn. Con questo primo, e tanto atteso red carpet,
si è dato inizio ad una delle kermesse dedicatate alla settima arte
e la più attesa dell’anno. Ogni anno il Festival di
Cannes porta sulla Croisette i più bei nomi del cinema
internazionale, dando il via a una 12 giorni fitta di proiezioni,
tra attori, attrici e registi da tutto il mondo, i party più
prestigiosi, feste e tanti eventi di vari genere ma, soprattutto, i
vestiti, gli abiti da sogno che le star indossano sulla montée des
Marches. L’elenco non segue un ordine di
preferenza.
Juliette Binoche è arrivata a Cannes 2023 come
protagonista in Concorso con il film
La Passion de Dodin Bouffant. L’attrice francese si è
presentata elegantissima con i capelli legati e molto casta in
bianco e nero con una gonna dritta abbinato ad un top strutturato
tutto firmato Dior.
Virginie Efira è tornata sul red
carpet di Cannes 2023 per una seconda montée des Marches. Questa
volta l’attrice ha optato per un abito corto nero molto sexy e
agghindato da una mantella, che mostra il suo pancione, di Saint
Laurent firmato da Anthony Vaccarello.
Sulla Croisette di
Last Summer è arrivata anche
Katherine Langford. L’attrice australiana ambasciatrice dal
2020 L’Oréal Paris e diventata famosa con la serie
Netflix Tredici ha indossato un abito scintillante da
vera diva tutto ricami e trasparenza di Prada.
La giovane Valentina Romani
sta vivendo un momento d’oro dopo il successo di Mare
Fuori dove interpreta Naditza. L’attrice è apparsa
elegantissima sul red carpet di
Il sol dell’Avvenire con un raffinato abito di raso lungo e
nero che possiede dei dettagli fatti di cristalli sul ventre.
Julia
Garner ha scelto un look alla “vecchia Hollywood” per sfilare
sul red carpet di Cannes 2023. La giovane attrice pluripremiata ha
indossato un abito di chiffon verde Gucci, di cui è anche
testimonial della nuova campagna pubblicitaria, da dea tutto pieno
di drappeggi e aperture.
Rosie Huntington-Whiteley per la premiere di
Asteroid City si è presentata con un abito bianco di Fendi
Couture della collezione primavera 2023. La modella britannica ha
mostrato il suo fisico perfetto grazie ad un vestito dallo stile
classico con spacco e nodo laterale reso glamour da un top con le
spalline.
Barbara Ronchi, David di Donatello
2023 come migliore attrice protagonista, ha sfilato con il cast di
Rapito indossando un elegantissimo abito lungo color blu notte.
La maestria del glamour di Armani è qualcosa da ammirare, solo
Giorgio riesce a trasformare una silhouette così semplice in uno
spettacolo da tappeto rosso serale.
Scarlett Johansson è da poco diventata la nuova testimonial
della casa di moda italiana di Miuccia Prada. Infatti per il suo
ritorno sul red carpet, era da anni che non si vedeva più a Cannes,
ha convinto tutti firmata, ovviamente in Prada, con un lungo tubino
rosa confetto senza spalline e stretto in vita da una sottile
cintura ton sur ton con un reggiseno bianco stile retrò a
vista.
Mia Wasikowska per l’anteprima del film in Concorso
Club Zero ha optato per un look davvero elegante e molto
raffinato. L’attrice australiana ha indossato un abito di seta
blu personalizzato Louis Vuitton ricamato con paillettes e
perline, ispirato alla collezione Resort 2023.
Alla prima della serie
The Idol la sua protagonista
Lily-Rose Depp è apparsa sul red carpet con un iconico abito
vintage che arriva dalla collezione autunno inverno 1994/1995 di
Chanel. Un tubino ricoperto di paillette, cortissimo senza spalline
che si caratterizza per la presenza di una coccarda floreale
realizzata in raso azzurro e con un fiocco in raso nero.
Per quest’anno, almeno per ora,
niente passerella sul red carpet di Cannes della top model Bella
Hadid ma per fortuna è arrivata la sorella bionda Gigi Hadid. La
modella ha indossato una creazione di Zac Posen, un abito lungo
beige composto da un corpetto a fascia senza spalline e una gonna a
sirena che dona una silhouette che celebra il trend
“Mermaidcore”.
La top model è tornata una seconda
volta a sfilare sulla Croisette della 76esima edizione del Festival
di Cannes. Carla Bruni con gioielli Chopard ha sfoggiato un peplo
monospalla aderente color blu, come i suoi occhi, firmato da
Anthony Vaccarello il direttore creativo di Yves Saint Laurent.
Alicia Vikander per la montée des Marches del suo film Firebrand,
dove interpreta delle l’ultima delle sei mogli di Enrico VIII re
d’Inghilterra si è fatta accompagnare dal compagno di vita
Michael Fassbender. L’attrice svedese si è presentata con un
vestito color pesca decorato con ricami d’argento di Louis
Vuitton.
Durante il photocall del
documentario
Bread and Roses della regista Sahra Mani ha posato con le
attrici anche il Premio Oscar
Jennifer Lawrence. L’attrice con una tunica preziosa firmata
Dior, di cui è testimonial da diversi anni, è a Cannes nel ruolo di
produttrice del toccante docufilm che racconta la vita delle donne
di Kabul dopo il ritorno del regime talebano.
La top model Naomi Campbell non si
smentisce mai e durante la premiere di Killers of the Flower Moon si è presentata sul
red carpet in un rosso Valentino. La Venere Nera ha attirato tutti
i flash su di lei avvolta in un abito dalle aperture geometriche,
con maxi gonna e uno strascico di colore rosa composto sull’orlo da
piume.
Sul red carpet di
May December la rossa
Julianne Moore si è presentata con un lungo abito con maniche
lunghe di Louis Vuitton. La collega
Natalie Portman invece ha incantato tutti con una nuova
versione di Maria Grazia Chiuri dell’iconico “Junun dress” di
Christian Dior, l’originale del 1949 è esposto al Metropolitan
Museum of Art di New York.
Kirsten Dunst ha accompagnato a Cannes il
marito Jesse Plemons, attore conosciuto nel 2016
sul set della serie televisiva Fargo, sfilando insieme sul red
carpet del film Killers of the Flower Moon. La
vincitrice nel 2011 del Prix d’interprétation féminine per
l’occasione ha indossato un elegantissimo abito nero vintage
firmato Chanel.
Natalie Portman porta sulla Croisette la sua
semplicità e la sua delicatezza innocente con i capelli castani
sciolti e il suo incarnato perfetto con al collo una collana di
Chopard. L’attrice ha sfoggiato un abito blu e azzurro firmato
Christian Dior che valorizza ancora di più il suo corpo grazie alla
cinturina nera in vita.
La divina Cate Blanchett, ospite sul red carpet del film
The Zone of Interest di Jonathan Glazer sale gli scalini della
Montée de Marche con un outfit bianco e nero di Louis Vuitton. La
creazione dello stilista è un esempio di ciò che oggi è l’eleganza
contemporanea e Cate riesce a valorizzare con la sua classe innata
quest’opera d’arte di Nicolas Ghesquière.
Carla
Brunianche questa volta a Cannes ha
attirato tutti gli obiettivi e i flash su di sé come solo lei sa
fare. La top model degli anni Novanta ha falcato la Croisette con
al collo una parure di gioielli Chopard un corto abito argento
firmato Céline, composto da bustier tempestato di strass e una
gonna con dietro un lungo strascico.
Non è la prima volta che
l’attrice e drammaturga londinese si presenta a Cannes, aveva già
sfilato nel 2018 perché faceva parte del numeroso cast di Solo: A Star Wars Story. La
protagonista di Fleabag alla premiere mondiale di
Indiana Jones e il quadrante del destino ha sfoggiato il suo
immancabile caschetto retrò con dei guanti di seta e uno
Schiapparelli nero della collezione Inferno Couture.
L’attrice protagonista di The Great
la serie liberamente basata sull’ascesa come imperatrice di
Caterina II di Russia conferma anche quest’anno la sua presenza sul
red carpet dell’inaugurazione di Cannes 2023.
Elle Fanning ha incantato tutti martedì con una
straordinaria creazione Alexander McQueen tempestata di perline e
cristalli con un corpetto scultoreo ornato di petali.
L’attrice gallese finalmente lascia
il nero della sua Morticia per optare e indossare un vestito
lungo rosso Haute Couture firmato Elie Saab
con una profonda scollatura a V.
Catherine Zeta-Jones accompagnata dalla splendida
figlia Carys Zeta Douglas ha rubato la scena, almeno sul carpet, al
marito Michael Douglas lì per ritirare la Palma d’Oro
onoraria.
L’EGOT Viola Davis accompagnata dal marito Julius
Tennon ha sorpreso tutti sul red carpet di “Monster” firmata
Valentino mercoledì sera. L’attrice che abbiamo visto ultimamente
nel ruolo di madre di Michael Jordan nel film Air – La storia del
grande salto è arrivata sulla Croisette avvolta in una mantella
bianca con piume e un abito monospalla color avario disegnato per
lei da Pierpaolo Piccioli.
L’attrice italiana che sta
conquistando gli americani grazie al ruolo di
Lucia nella seconda stagione della serie The White
Lotus ha onorato l’Italia con la sua splendida
presenza. Infatti dopo aver sfilato durante la prima montée des
Marches, è tornata anche una seconda volta con un abito di Lanvin,
bianco e decorato con un lungo strascico.
Karlie Kloss dopo l’abito premaman
sfoggiato al MET Gala ha stupito tutti ancora una volta con un look
degno di una Dea greca scesa tra noi mortali. La modella americana
ha sfilato con un abito a taglio impero color oro con un drappeggio
sulla spalla di Dior abbinato ad un sottile cerchietto con veletta
sul viso.
La tanto temuta stretta di
Netflix sulla condivisione delle password
degli account si è infine concretizzata anche in Italia. Mentre
molti utenti hanno tratto vantaggio nel corso degli anni
utilizzando gli account di amici, familiari o ex, era da tempo noto che la piattaforma
stesse portando avanti provvedimenti per arginare tale pratica.
Stando ora a quanto comunicato tramite email agli utenti possessori
di account, ma anche secondo quello che si legge sulla
pagina Condivisione dell’account
Netflix sul sito ufficiale della piattaforma, il nuovo modello
è pronto per essere applicato.
Con le nuove disposizioni emesse
dall’azienda, l’account potrà essere condiviso solo da persone
appartenenti allo stesso nucleo domestico. Per “Nucleo domestico”
si intende l’insieme dei dispositivi connessi a Internet
nel luogo principale da cui si guarda Netflix. Tutti gli
altri dispositivi che utilizzano il proprio account Netflix sulla
stessa connessione Internet apparterranno automaticamente al
proprio Nucleo domestico Netflix. In alternativa, è
possibile acquistare al costo di 4,99€ uno slot per utente
extra per quindi poter aggiungere un utente esistente al
di fuori del proprio nucleo domestico all’account.
I titolari di account con un piano
Standard potranno aggiungere solo un
utente extra, mentre i possessori di piano Premium potranno aggiungere due utenti premium.
L’utente extra deve però essere attivato nello stesso paese
in cui il titolare dell’account ha creato il proprio
account. Non è invece possibile aggiungere utenti extra al
piano Standard con pubblicità. Sarà poi utile sapere che quando si
apre un nuovo account o si aggiunge un utente extra, è
possibile trasferire un profilo da un account esistente a quello
nuovo, inclusi i suggerimenti, l’attività di visione,
La mia lista, i giochi
salvati, le impostazioni e altro, senza dunque perdere nulla di
tutto ciò. Gli utenti extra potranno naturalmente godere degli
stessi vantaggi del proprietario dell’account, ma con alcune
differenze. Gli utenti extra possono infatti guardare Netflix su
qualsiasi dispositivo, ma solo su uno alla volta e
potranno anche scaricare titoli, ma solo su uno smartphone o un
tablet alla volta.
I prezzi degli abbonamenti rimangono
gli stessi, con il piano Standard con 2 accessi in
contemporanea e contenuti in Full HD al prezzo di 12,99€ al
mese e il piano Premium con 4 accessi in contemporanea e
contenuti in 4K a 17,99€euro al
mese. Rimangono poi validi anche i piani Base di Netflix,
ovvero quello con pubblicità al costo 5,49€ al
mese e quello senza pubblicità al prezzo di 7,99€
al mese. Netflix utilizzerà diverse informazioni per
determinare se un utente possa o meno appartenere a un Nucleo
domestico, tra queste: indirizzo IP, ID dei dispositivi e attività
dell’account.
Molti grandi cineasti hanno provato,
senza riuscirci, a entrare nelle grazie dei produttori per dirigere
un film della saga di James
Bond. Tra questi vi è anche Quentin
Tarantino, che negli anni Novanta, dopo il successo di
Pulp Fiction, provò a
realizzare un proprio film basato sul personaggio. Parlando con
Deadline, Tarantino ha
confermato di aver avuto l’intenzione di adattare il romanzo
Casino Royale, i cui diritti non appartenevano alla EON
Productions, società nata per produrre film dai romanzi di
Ian Fleming. “Questo è quello che volevo fare
dopo Pulp Fiction. Volevo realizzare la mia versione di Casino
Royale, che avrebbe avuto luogo negli anni ’60 e non sarebbe stato
un capitolo della serie di film di Bond“, ha rivelato Quentin
Tarantino.
“Avremmo scelto un attore e
sarebbe stata un’avventura soltanto. Quindi ho pensato che avremmo
potuto farlo. Ma poi si è scoperto che tre anni prima quelli della
EON Productions avevano capito che qualcuno avrebbe provato a fare
quello che ho fatto e così hanno stretto un accordo generale con la
tenuta dei Fleming della serie “abbiamo i diritti cinematografici
di tutto ciò che ha scritto. Ti daremo un mucchio di soldi per ogni
singola cosa che ha scritto”. Se qualcuno vuole farne un film, deve
venire da noi.‘”. Un accordo che ha dunque impedito a
Tarantino di adattare il romanzo senza il bisogno di rivolgersi
alla EON.
Il regista ha quindi parlato del
futuro di Bond, che ogni volta
che viene cambiato protagonista la storia ricomincia da capo:
“Ci ho pensato. Quello che credo dovrebbero fare, e penso che
lo avrebbero dovuto fare da tempo, è che ci sono così tanti libri
che hanno realmente dei nomi classici e delle avventure classiche.
Nella maggior parte dei casi non hanno adattato i libri o le
storie. Hanno preso gli elementi principali della trama, e forse la
Bond Girl o il villain, e poi sono andati per la loro strada. Penso
che non dovrebbero realizzare i remake dei film, ma semplicemente
adattare i libri e farlo nel modo in cui sono stati scritti.
Sarebbe qualcosa di totalmente nuovo“.
La
Sirenetta di Rob Marshall è
arrivato finalmente nelle sale italiane. Una storia immortale,
quella raccontata nel 1989, e ancor prima scritta da Hans Christian
Andersen, che la
Disney ha voluto offrire in forma
live action regalando al pubblico la magnifica performance –
attoriale e sonora – di Halle Bailey, la quale incarna alla perfezione
la dolce e piccola Ariel.
Il remake di Rob Marshall,
sceneggiato da David Magee, ripercorre pedissequamente gli eventi
della sua controparte animata, pur contenendo qualche arricchimento
interessante sia nei personaggi e nelle dinamiche, che nei testi
cantanti. Il finale de La
Sirenetta è leggermente diverso rispetto a quello del
1989, nonostante rimanga, a livello visivo e contenutistico,
impattante e funzionale alla narrazione. Cerchiamo perciò di
spiegarlo, cogliendone le progressioni principali che conducono
alla sua risoluzione.
Perché Ariel infrange le regole del
padre?
Per capire il finale de
La Sirenetta nella sua complessità,
bisogna prima capire perché Ariel è così desiderosa di andare in
superficie. Il padre, Re Tritone (Javier
Bardem), a causa della morte della madre – avvenuta per mano
degli umani – non vuole che la figlia abbia alcun contatto con
loro, e questo implica anche non andare mai in superficie. Da
quando è nata, infatti, Tritone ha sempre bloccato la curiosità di
Ariel di conoscere la terraferma, e questo, crescendo, l’ha fatta
sentire ancora più attratta dagli umani.
Tanto che, ad un certo punto, dopo
una furiosa lite con il padre per avergli disobbedito proprio
andando in superficie, Ariel decide di infrangere le
regole e – per frustrazione ma anche curiosità –
raggiunge la superficie. Compiendo questo gesto,
la sirenetta vuole essere libera e capace di giudicare lei gli
uomini, senza affidarsi alle descrizioni di Tritone.
Perché Ariel sacrifica la sua voce
con Ursula?
Arrivata in superficie, Ariel si
trova in balia di una tempesta in mare che vede coinvolta una nave
piratesca. Lì c’è anche Eric, il quale ad un certo
punto cade in acqua ed è privo di sensi. Dopo averlo salvato e aver
visto con i propri occhi gli umani, la sirenetta è ancor più
convinta di volersi unire a loro per scoprire quel mondo
affascinante al quale pensa continuamente e poterlo così
sperimentare ed esplorare.
Lei ha bisogno di soddisfare
la sua curiosità, e non vuole più essere costretta ad una
coda e a un fondale che non le permette di ballare o prendere il
sole. È questo, principalmente, che la spinge a sacrificare la sua
voce con Ursula (Melissa
McCarty) quando si reca da lei per farsi aiutare. Il trasporto
che inizia ad avere per il principe la lega ancor di più alla
terraferma, è un catalizzatore, ma non è la ragione principale per
cui Ariel stringe il patto con la Strega dei Mari.
Qual è il piano vendicativo di
Ursula?
Sin dalle prime sequenze de
La Sirenetta vediamo Ursula tenerla
d’occhio con la speranza che Ariel, ad un certo punto, commetta un
errore. La Strega dei Mari l’ha presa di mira per un motivo ben
specifico: Ariel è la figlia di Tritone, suo fratello, il quale
anni prima l’ha bandita condannandola agli abissi. L’unica missione
di Ursula è entrare in possesso del tridente di
Tritone, per poter avere tutto il suo potere.
Lei sapeva molto bene che il patto
con Ariel avrebbe attirato il padre, e che questi avrebbe fatto
l’impossibile per salvarla, ivi compreso cedere il suo tridente.
Sarebbe stato tutto molto semplice per Ursula, visto che il patto
stretto con la sirenetta era praticamente impossibile lei lo
vincesse. Ariel avrebbe dovuto dare il bacio del vero amore, a
Eric, in pochissimo tempo e senza la voce che l’aveva salvato.
Perché Eric sceglie Vanessa
nonostante sia innamorato di Ariel?
Quando Ariel arriva sulla
terraferma, incontra il principe Eric con il quale passa momenti
indimenticabili e romantici. I due hanno molte cose in
comune, fra queste il voler scoprire nuovi mondi e culture
e l’essere “prigionieri” di due genitori troppo apprensivi. E così,
lentamente, iniziano ad innamorarsi, e Ariel – pur senza una voce –
riesce a dialogare con lui attraverso sguardi e gesti. Ad un certo
punto, però, Ursula si trasforma in Vanessa per impedire alla
nipote – che ci stava quasi riuscendo – di farsi dare il bacio del
vero amore.
Quando arriva anch’ella in
superficie, con indosso una collana il cui ciondolo contiene la
voce di Ariel, la usa per incantare Eric facendogli credere che sia
davvero innamorato di lei. Seppur il principe abbia dei momenti di
confusione, grazie ai sentimenti forti provati per Ariel,
l’incantesimo è talmente forte da fargli credere che sia Vanessa la
donna che l’ha salvato e quindi decide di sposarla.
Ma quando il matrimonio sta per
essere suggellato, Ariel riesce a distruggere il ciondolo di
Ursula/Vanessa, impossessandosi nuovamente della sua voce. A quel
punto, cantando, il principe capisce che è lei la ragazza che stava
cercando e di cui, alla fine, si è innamorato. Ursula però riesce
ugualmente a impedire che si scambino il bacio del vero
amore, riportando Ariel in acqua che nel frattempo si è di
nuovo trasformata in sirena essendo il tempo del patto scaduto.
Come muore Ursula?
Nell’atto finale de La
Sirenetta c’è un lungo scontro fra Ursula, che nel
frattempo si è impossessata del tridente, e Ariel ed Eric. Con
tutto quel potere per sé, Ursula cresce prendendo il controllo del
mare e mette in moto una forte tempesta volta a distruggere
qualsiasi cosa.
La sua furia però dura poco poiché,
nella battaglia, Ariel riesce a conficcare il bompresso di
una nave naufragata nel petto di Ursula, uccidendola. La
Strega dei Mari affonda e, una volta sconfitta, la calma in mare
ritorna. Il suo regno malvagio è giunto al termine.
La morte e la resurrezione di Re
Tritone
Prima che Ursula prenda il controllo
dei mari, Re Tritone si sacrifica per salvare Ariel, prendendo il
suo posto. A quel punto, con il tridente, Ursula lo riduce in
polvere, facendolo sprofondare negli abissi. Seppur Tritone sia
effettivamente morto, l‘uccisione di Ursula da
parte di Ariel, la quale riesce a recuperare anche il tridente,
fa resuscitare il padre.
Con la sconfitta di Ursula, ogni
incantesimo si annulla, ivi compreso quello con il fratello che, in
quel caso, può tornare in vita perché il patto si è estinto con
lei. Riavuto il suo tridente, alla fine, Tritone capisce quanto sia
importante per Ariel vivere fra gli umani e per questo, in un
momento molto toccante, le restituisce nuovamente le gambe,
lasciandola libera di scegliere come vuole condurre la sua
vita.
L’unione di Ariel ed Eric: cosa
significa?
Nella scena finale de La
Sirenetta, Eric e Ariel si ricongiungono e sono
pronti a salpare verso nuove terre e mari. Il loro legame segna,
finalmente, l’alleanza fra mondo umano e marino, e le paure che gli
uni avevano degli altri – prima che loro si innamorassero – in
questo modo svaniscono.
Tritone, che era il primo a temerli,
capisce che non sono tutti malvagi, esattamente come la madre di
Eric, la Regina, comprende che il mare non è un mostro che vuole
distruggerli e punirli. L’amore che Ariel ed Eric provano
sancisce il legame fra umani e sirene, fra terraferma e
mare, in cui tutti riconoscono che hanno tanto da imparare e
conoscere gli uni dagli altri e che i loro universi possono
coesistere in armonia.
Star-Lord ha un
nuovo nome nel MCU dopo Guardiani della Galassia Vol. 3, The
Legendary Star-Lord, e questo fa presagire un grande futuro
per il personaggio di
Chris Pratt. Peter Quill lavora ancora una
volta con la squadra dei Guardiani della Galassia
per salvare l’universo nella Fase 5 del film. Ancora provato dalla morte di
Gamora in
Avengers: Infinity War,Star-Lord riflette
sulle sue decisioni di vita nel corso di Guardiani della Galassia 3 e sul ruolo che
deve svolgere per proteggere la galassia. Mantis gli dice
ripetutamente che deve riconnettersi con la famiglia umana che ha
ignorato per oltre 30 anni, il che porta Star-Lord a prendere una
decisione che gli cambierà la vita.
Dopo aver contribuito a fondare e
guidare i Guardiani della Galassia dal 2014, il
finale di Guardiani della Galassia 3 vede Star-Lord
allontanarsi dalla squadra. Il suo ritorno sulla Terra e il
ricongiungimento con il nonno Jason Quill
potrebbero rappresentare per certi versi la fine del ruolo di
Chris Pratt nel MCU. Tuttavia, i
Marvel Studios hanno confermato che Star-Lord
tornerà in un momento non specificato del futuro. Questo significa
che Peter Quill avrà un nuovo nome nel MCU: ora si chiama
ufficialmente The Legendary Star-Lord. Ecco cosa significa
il nuovo titolo per il futuro di
Chris Pratt nel MCU dopo Guardiani della Galassia 3.
Il nome del leggendario Star-Lord
proviene dai fumetti della Marvel
Il nuovo nome di
Star-Lord nel MCU, Legendary
Star-Lord, è un titolo che i Marvel Studios hanno ripreso
direttamente dai fumetti. Peter Quill ha ottenuto
questo nuovo nome nel 2014, nell’ambito di una serie a fumetti
solista di 12 numeri scritta da Sam Humphries e
disegnata da Paco Medina. Legendary Star-Lord ha esplorato
il periodo di assenza di Peter Quill dai
Guardiani della Galassia e le varie avventure
cosmiche che ha intrapreso da solo. La scena post-credits di
Guardiani della Galassia 3, che si conclude
con la conferma che questo è il nuovo nome di
Star-Lord nel MCU, è perfettamente
in linea con l’impostazione generale, in cui Peter Quill è da solo
e un eroe conosciuto.
Il fatto che il MCU abbia dato a
Chris Pratt il nome leggendario di Star-Lord è
anche un modo per chiudere il cerchio della sua avventura nella
prima trilogia di Guardiani della Galassia. Non solo la sua storia
attuale lo vede riunirsi con il nonno per la prima volta da quando
è stato rapito da Yondu nel 1988, ma questo epiteto aggiornato
riflette l’incredibile viaggio che ha affrontato. Il primo
Guardiani della Galassia lo presentava come un autoproclamato
“leggendario fuorilegge”, il cui nome non era molto conosciuto come
a lui piaceva ed era più che altro una presa in giro. Dopo aver
contribuito più volte a salvare l’universo, Peter
si è ufficialmente guadagnato il diritto di essere chiamato The
Legendary Star-Lord.
Cosa significa il nuovo nome di
Star-Lord per il futuro di Chris Pratt nel MCU
Il nuovo nome di
Star-Lord potrebbe essere indicativo di ciò che ci
aspetta nel futuro del MCU di
Chris Pratt. La serie Legendary Star-Lord di
Humphries e Medina, composta da
12 numeri, si concentra su alcuni aspetti diversi della storia di
Peter. Tra questi, la visita e l’aiuto ripetuti a un orfanotrofio
cosmico, che gli permette di aiutare i bambini che hanno perso i
genitori proprio come lui. Ci sono anche sviluppi importanti come
il debutto della sorellastra Capitan Victoria e il
ritorno del suo padre biologico a fumetti ed ex imperatore di
Spartax noto come J’Son. Peter si impegna anche a sconfiggere
Thanos, combatte i Badoon e sviluppa la sua storia
d’amore con la futura mutante del MCUKitty
Pryde.
È impossibile per i Marvel Studios adattare
direttamente la serie di fumetti a causa delle differenze tra le
storie di Star-Lord nel MCU e nei fumetti.
Tuttavia, la Marvel potrebbe continuare ad
adattare liberamente parti del materiale di partenza e adattarle
all’interno del MCU. È molto
probabile che questo avvenga quando l’universo condiviso porterà
sullo schermo la storia d’amore tra Kitty Pryde e Star-Lord.
Guardiani della Galassia 3 mostra che Gamora e
Star-Lord non torneranno insieme, aprendo la porta a Peter per
perseguire nuovi interessi amorosi. Se il MCU intende dare al
personaggio di Chris Pratt una nuova storia
romantica, Kitty Pryde dovrebbe essere coinvolta.
Ora che Star-Lord è
lontano dai Guardiani con Rocket a capo della
nuova squadra dei Guardiani della Galassia del
MCU, il suo
periodo come Star-Lord leggendario potrebbe includere il contatto
con l’Impero Spartax e i Badoon. Ci vorrebbe una retcon seria per
avere Peter Quill collegato al potente Impero Spartax, ma forse
Jason Quill ha un suo passato segreto. In ogni
caso, le avventure in solitaria del leggendario
Star-Lord, compresa la lotta contro i Badoon e
l’Impero Spartax, contribuirebbero a portare nel MCU alcuni
importanti elementi comici finora ignorati.
Quando tornerà il leggendario
Star-Lord nel MCU
I Marvel Studios hanno confermato
alla fine di Guardiani della Galassia 3 che il leggendario
Star-Lord tornerà, ma non hanno rivelato quando
ciò avverrà. La promessa post-credits indica che ci sono dei piani
in atto per Chris Pratt per interpretare di nuovo
il suo personaggio nel MCU. Questo è in
linea con i commenti fatti prima dell’uscita di Guardiani della Galassia 3, secondo cui
sarebbe felice di continuare a interpretare Peter Quill, anche se
James
Gunn non sarà più coinvolto. I Marvel Studios non annuncerebbero
il nuovo nome di Star-Lord nel MCU con
un’anticipazione del suo ritorno se non fossero già in corso le
discussioni su quando questo avverrà.
Potrebbe essere più facile per
Chris Pratt tornare nel MCU ora che
Star-Lord è di stanza sulla Terra. Questo gli
permette di fare apparizioni a sorpresa in progetti basati sulla
Terra, mentre gli altri personaggi di Guardiani della Galassia
hanno bisogno di storie cosmiche per spiegare al meglio il loro
ritorno. La Marvel potrebbe far apparire
Star-Lord a sorpresa in The
Marvels o Captain
America: New World Order. C’è anche la possibilità che
Peter vada sulla Terra per collegarsi al progetto
solista Nova in fase di sviluppo.
Per il resto, il ritorno di
Star-Lord nel MCU è molto
probabile che avvenga in
Avengers: The Kang Dynasty e/o
Avengers: Secret Wars. Ha già esperienza di combattimenti al
fianco dei Vendicatori grazie ad
Avengers: Infinity War e
Avengers: Endgame, quindi sarebbe logico che si ricorresse
nuovamente alle sue capacità quando il Consiglio dei Kang inizierà
il suo attacco multiversale. Questa potrebbe essere l’occasione per
Star-Lord, la nuova squadra dei Guardiani
della Galassia e altri ex membri di riunirsi dopo aver
trascorso un po’ di tempo lontani. La Marvel potrebbe quindi realizzare
Guardiani della Galassia 4 con il ritorno di
Chris Pratt in un ruolo importante.
Un’altra opzione per il ritorno di
Star-Lord nel MCU è un progetto da
solista. L’introduzione da parte dei Marvel Studios del nuovo nome di
Star-Lord nel MCU potrebbe essere
collegata ai piani per la realizzazione di un film in solitaria, di
una serie Disney+ o di una presentazione speciale
di The Legendary Star-Lord. Si tratterebbe di uno sviluppo
un po’ sorprendente, considerando quanto tempo su schermo è già
stato riservato a
Chris Pratt nel franchise. Tuttavia, ci sono ancora molte
storie che meritano di essere raccontate sulla vita e le avventure
di Peter Quill. The Legendary Star-Lord
potrebbe essere l’occasione per dimostrare perché il nuovo nome di
Star-Lord nel MCU dopo Guardiani della Galassia Vol. 3 è così
appropriato.
Mother
Mary, il prossimo film del regista David
Lowery (Sir Gawain e il Cavaliere
Verde,Peter Pan e Wendy) ha
aggiunto un’altra grande star al proprio cast. L’attrice
di EuphoriaHunter
Schafer ha infatti concluso un accordo per recitare nel
film prodotto dalla A24. Si unisce dunque ai già annunciati
protagonisti Anne Hathaway e
Michaela Coel. Scritto e diretto da Lowery,
Mother Mary è ad ora descritto semplicemente come un
epico melodramma pop che segue una musicista (Hathaway) e la sua
relazione con un’iconica stilista (Coel). Si ritiene che Schafer
interpreterà Hilda, l’assistente del designer di Coel, Sam.
Lowery, Toby
Halbrooks e James M. Johnston produrranno
insieme a Jeanie Igoe di Homebird
Productions e Jonas Katzenstein,
Maximilian Leo e Jonathan Saubach
della Augenschein Filmproduktion di Colonia. La colonna sonora del
film avrà invece brani originali scritti da Jack
Antonoff e Charli XCX. Ad ora non sono
però noti maggiori dettagli sul film, come ad esempio la data di
inizio delle riprese o quando avverrà la sua uscita in sala. Al
momento il progetto sarebbe ancora in fase di casting, con il set
che potrebbe idealmente svolgersi nei prossimi mesi.
Il progetto sarà in ogni caso
un’ottima occasione per la Schafer per affermarsi sempre di più
anche sul grande schermo. Oltre ad essere nota per aver
interpretato il ruolo di Jules Vaughn in Euphoria della HBO, distinguendosi poi per il
doppiaggio del film d’animazione Belle. Attualmente è
attesa nell’imminente Hunger Games: La ballata
dell’usignolo e delserpente, che rappresenterà
il suo debutto sul grande schermo e dove interpreterà Tigris Snow.
La sua attività da interprete continua dunque a farsi sempre più
intensa e il suo ingresso nel cast di Mother Mary è il
segno concreto di ciò.
Prime Video acquisterà i diritti
pre-internazionali di L’uomo dei
ghiacci 2 un sequel del film d’azione di successo
L’uomo dei ghiacci – The Ice Road. E’ quanto
ha annunciato un recente rapporto diDeadline.Il sequel, intitolato L’uomo dei ghiacci 2: Road To
The Sky, vedràLiam Neeson tornare a
recitare nel film. Secondo il rapporto di Deadline, non è
stato concluso alcun accordo ufficiale, ma le loro fonti affermano
che Amazon è estremamente vicina all’acquisizione dei diritti del
film nel mercato internazionale al di fuori della
Germania.
Di cosa parlerà L’uomo dei ghiacci
2?
Il sequel vedrà Liam Neeson riprendere il ruolo del pilota di
strade ghiacciate Mike McCann, che sta viaggiando in Nepal per
onorare l’ultimo desiderio del suo defunto fratello di spargere le
sue ceneri sul Monte. “Mentre si trovano su un affollato
autobus turistico che attraversa il terreno mortale di 12.000 piedi
della famigerata Road to the Sky, McCann e la sua guida alpina
incontrano un gruppo di mercenari nepalesi e devono combattere non
solo per salvare se stessi e il loro carico, ma anche gli abitanti
dei villaggi locali”, si legge nella sinossi del film. Insieme
a Neeson, anche lo sceneggiatore e regista Jonathan Hensleigh
tornerà nel film. Il film originale era interpretato da
Neeson, Benjamin Walker, Amber Midthunder, Marcus Thomas,
Laurence Fishburne e molti altri, ma non è chiaro se
qualcuno tornerà per il sequel.
E’ la Blu
Yoshimi di Piuma e
Il sol dell’Avvenire la protagonista femminile del
film d’esordio di Mattia Temponi, Nest –
Rimani al sicuro, un’opera prima vista a Trieste al TSFF
2021 e che solo da giovedì 25 maggio arriva nelle sale italiane –
distribuito da Minerva Pictures – prima di arrivare a giugno sulle
migliori piattaforme digitali (Chili, Rakuten, Google Play,
Prime Video e Apple TV). Un thriller psicologico
molto attuale nel quale l’attrice è affiancata da Luciano Cáceres
in un lungo confronto tra loro e con noi stessi.
L’apocalisse da dietro una porta
La fuga di Sara è stata
inutile, è stata morsa. Ora è sdraiata sul letto in un ‘Nest’, un
moderno rifugio nel quale Ivan le spiega di doverla tenere in
quarantena. Lei, una ragazza di 18 anni problematica proveniente da
una buona famiglia borghese, Lui, un volontario dall’aspetto
anonimo e innocuo, ma che nasconde un passato oscuro. Lì dentro i
due sono al sicuro e protetti dal mondo esterno, mentre fuori
imperversa una epidemia che trasforma le persone in bestie feroci e
irrazionali. Apparentemente nel luogo più sicuro della terra,
presto dovranno affrontare insieme il fatto che la ragazza è stata
infettata e si sta lentamente trasformando in uno dei mostri dai
quali cercando di difendersi. Invece di eliminarla, però, Ivan
decide di provare a curarla, senza sapere se riusciranno ad avere
una possibilità di salvezza. Ma verità e finzione sono in bilico in
una spirale di manipolazione e inganni.
Nest – Rimani al sicuro – Chi controlla il
controllore?
Che fosse in partenza un
film di zombi o se sia figlio della pandemia poco importa, tanto le
premesse sarebbero simili, tra loro e a quelle di altri del genere
(tra gli ultimi il 10
Cloverfield Lane del 2016). Più ancora delle cause
del contagio o dei rischi che comporta, tutto si concentra sul
rapporto tra i due protagonisti, al contempo vittime e carnefici in
una situazione che gioca – si fa per dire – con il vissuto recente
di gran parte della popolazione mondiale. E con paure altrettanto
diffuse e universali.
Un’attenzione importante,
trattandosi di una coproduzione italo-argentina (prodotta da Alba
Produzioni e 3C Films Group) con ambizioni internazionali. Che
l’ambientazione claustrofobica e il generico riferimento a
protocolli e Apocalisse assecondano. Sono molti gli elementi
lasciati nell’indefinito, non approfonditi o spiegati, forse anche
oltre il consigliabile, vista la scelta – di concentrare
l’attenzione sui personaggi piuttosto che sul contesto – ripagata
in una prima parte nella quale la costruzione del rapporto tra i
due costretti funziona e pone le basi per il successivo alternarsi
dei due al centro della scena.
Tra esercizi di
manipolazione, seduzione, proposte esplicite, minacce e terrorismo
psicologico, Blu Yoshimi e Luciano
Cáceres continuano a mettere in discussione le reciproche
sicurezze, ma sia le singole fasi che si succedono sia le
caratterizzazioni di entrambi appaiono incompiute. E in generale
poco convincenti, nel loro continuo sfidare la sospensione
dell’incredulità dello spettatore, pronto ad accettare le
incomprensibili caratteristiche del virus e le incoerenti regole
del “supereroe” del rifugio per andare avanti.
Un peccato, perché tanto
le premesse quanto l’idea di caratterizzazione e del gioco di ruolo
tra i due non erano affatto banali, e non avrebbero avuto bisogno
di una serie di luoghi comuni che invece di rinnovare il genere ne
indeboliscono la carica di tensione. Ma soprattutto di uno sviluppo
dei due personaggi che ne estremizzasse i tratti, senza
preoccuparsi di coerenza e dialoghi a sostegno. I testi, in
generale, sembrano più adatti a un impianto teatrale, come si
intrecciassero due monologhi contrapposti più che mettere in scena
la condivisione di un dramma. Che procede per accumulo – di minacce
e sottintesi, confessioni e presunti colpi di scena, aspettative e
stereotipi (soprattutto relativi al femminile, oggetto di una forma
d’amore tossico) – e conseguenti spiegoni, quando magari avrebbe
funzionato limitarsi all’essenziale per rendere più penetrante la
comunque interessante riflessione alla base, sulle nostre
“contemporaneità” e “alienazione”.
Apple TV+
ha rilasciato il trailer di “Hijack”, una serie thriller in sette
episodi interpretata e prodotta esecutivamente dal vincitore del
SAG Award e candidato all’Emmy Award Idris Elba (“Luther”). Creata da George Kay
(“Lupin”, “Criminal”) e Jim Field Smith (“Criminal” “Truth
Seekers”), il primo sceneggiatore e il secondo regista principale
della serie, “Hijack” è interpretata anche dal vincitore dell’Emmy
Award e del NAACP Image Award Archie Panjabi (“The Good Wife”,
“Snowpiercer”, “Blindspot”). “Hijack” farà il suo debutto mondiale
su Apple
TV+ con i primi due episodi mercoledì 28 giugno, seguiti da un
nuovo episodio ogni mercoledì fino al 2 agosto.
Hijack è stato
prodotto da 60Forty Films, la società di produzione fondata dai
produttori esecutivi vincitori dell’Emmy Award Jamie Laurenson e
Hakan Kousetta (“Slow
Horses“, “Il
serpente dell’Essex“) nell’ambito del suo accordo con Apple
TV+, insieme a George Kay e alla società di produzione di Jim FIeld
Smith, Idiotlamp Productions, segna anche la prima serie
dell’accordo tra Idris Elba e la sua Green Door Pictures e Apple
TV+. George Kay e Jim Field Smith sono entrambi produttori
esecutivi insieme a Elba, Jamie Laurenson, Hakan Kousetta e Kris
Thykier.
Con le riprese di
Deadpool 3 ufficialmente in corso,
iniziano a circolare sempre più teorie circa ciò che avverrà nel
film. Una nuova teoria suggerisce ora che la premio Oscar Halle Berry
potrebbe prendere parte al film tornando dunque nei panni di
Tempesta. Le speculazioni a riguardo hanno preso
piede da quando l’attrice ha recentemente condiviso
su Twitter una propria foto e ai fan non ci è voluto molto per
notare che la Berry sfoggia dei capelli color argento, tipici di
quando ha interpretato Tempesta nei precedenti film degli
X-Men.
Al momento nulla conferma che il
cambio di look dell’attrice sia dovuto ad una sua partecipazione a
Deadpool 3, ma il tempismo è certamente sospetto e questa
non sarebbe la prima volta che il taglio di capelli di un attore
rivela quache dettaglio su un film di supereroi. Considerata la
presenza di Hugh Jackman che torna ad interpretare
Wolverine, non è dunque da escludere che anche qualche altro X-Men
di quelli presenti nella prima trilogia cinematografica faccia la
propria comparsa nel film e chi meglio di Tempesta? Solo il tempo
però ci dirà se tale rumor si rivelarà fondato o meno.
Deadpool 3: quello che sappiamo sul film
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3 non
siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i
Marvel
Studios di unire la serie di film di Deadpool
– l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta
all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che
i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò
preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo,
consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine di tornare e
potenzialmente viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre
Rhett Reese e Paul Wernick, che
hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone,
scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da
Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa
del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti
da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy
Molyneux. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai
fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due
film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale
classificazione matura. Deadpool 3 uscirà il
8 novembre 2024.
Il film, oltre a presentare
naturalmente Ryan Reynolds
di nuovo nei panni di Deadpool, vanterà anche il tanto atteso
team-up tra l’irriverente protagonista e Wolverine, con Hugh Jackman che uscirà dal suo pensionamento
da supereroe per riprendere il suo ruolo iconico degli X-Men. Anche Emma Corrin e
Matthew Macfadyen si sono uniti al cast in ruoli ancora
non del tutto resi noti, anche se la Corrin dovrebbe interpretare
uno dei villain del film. La pellicola sarà il primo film della
serie di film di Deadpool ad essere distribuito dopo l’acquisizione
da parte della Disney della 20th Century Fox.
I fan di Mission: Impossible – Dead
Reckoning Parte Uno possono prepararsi a
vedere molta azione nel nuovo film, poiché questo sarà il più lungo
della saga! Tramite Twitter, è stato riferito che
Dead Reckoning Parte Uno avrà infatti una durata di
2 ore e 45 minuti. Un minutaggio che batte
ampiamente Mission: Impossible – Fallout del 2018, che durava 2 ore e 28 minuti.
Inoltre, questo settimo film di Mission: Impossible durerà
quasi un’ora in più rispetto al film originale del 1996, che dura 1
ora e 50 minuti.
In Mission:
Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, Ethan Hunt
(Tom
Cruise) e la sua squadra dell’IMF si trovano di fronte
alla sfida più pericolosa che abbiano mai affrontato: trovare e
disinnescare una nuova terrificante arma che minaccia l’intera
umanità. Con il destino del mondo e il suo futuro appesi a un filo,
la squadra inizierà una frenetica missione in tutto il mondo, per
impedire che l’arma cada nelle mani sbagliate. Messo di fronte a un
nemico misterioso e onnipotente, tormentato da forze oscure del
passato, Ethan sarà costretto a decidere se sacrificare tutto per
questa missione, comprese le vite di coloro che gli stanno più a
cuore.
Non resta dunque che attendere
l’uscita di Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte
Uno, fissata in Italia al 12 luglio di
quest’anno, per poter assistere con i propri occhi alle spericolate
e spettacolari avventure che il film offrirà. Ricordiamo inoltre
che altri membri del cast includono Ving Rhames,
Simon Pegg,
Rebecca
Ferguson, Vanessa Kirby e
Henry Czerny, insieme ai nuovi arrivati in
franchising, tra cui Esai Morales, Shea
Whigham, Cary Elwes e le già citate
Hayley Atwelle
Pom Klemetieff.
A dirigere il film vi sarà invece ancora una volta il regista
Christopher McQuarrie.
Arriva in esclusiva su Sky
A Good
Person, film targato Sky
Original scritto e diretto dal candidato al Golden Globe
Zach Braff, dal 30 maggio alle 21.15 su
Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on
demand.
Scritto e diretto dal regista e
attore Zach Braff, al suo quarto film dietro la
macchina da presa, A Good
Person porta sullo schermo le complessità etiche ed
emotive della vita umana, in un delicato racconto che parla di
fallimenti, ma anche di redenzione e perdono. Protagonista è la
candidata all’ Oscar
Florence Pugh, attrice britannica tra
le più entusiasmanti della sua generazione, assieme alla leggenda
della recitazione e premio Oscar
Morgan Freeman. Con loro nel cast
anche Molly Shannon, Chinaza Uche, Celeste
O’Connor. La fotografia è curata dal premio Oscar®
Mauro Fiore. Il film è prodotto da Killer
Films, Elevation Films, Zach Braff e Florence
Pugh.
La trama di A Good Person
Allison (Florence Pugh) è una
giovane donna che ha davanti un futuro radioso: ha un fidanzato
meraviglioso, una carriera fiorente, una famiglia e degli amici che
la sostengono. Ma il suo mondo va in mille pezzi quando sopravvive
a un terribile incidente ed esce dalla clinica con una dipendenza
da oppioidi e un dolore irrisolto. Negli anni successivi, sarà
l’improbabile amicizia che stringe con l’aspirante suocero (Morgan
Freeman) a darle la possibilità di rimettersi in sesto e andare
avanti con la sua vita.
Alice Rohrwacher e
Nanni Moretti, italiani in concorso al Festival
di Cannes2023 (insieme a
Marco Bellocchio), hanno colto l’occasione del
palcoscenico importante su cui sono saliti per parlare della
situazione delle sale in Italia.
Sebbene l’Italia sia sempre stata un
pit-stop per Hollywood, non è mai stato un mercato così vivace come
Regno Unito, Germania o Francia. A maggior ragione in estate,
quando storicamente le città, dove si trovano le sale, si svuotano
e le persone vanno al mare.
Uscendo dalla pandemia, c’è stata
una significativa chiusura delle finestre cinematografiche e dei
cinema proprio; infatti 500 sale cinematografiche sono andate perse
nel 2022 due anni dopo la chiusura di 3,6 mila sale. Il botteghino
lo scorso anno ha totalizzato 328 milioni di dollari con 44,5
milioni di spettatori, vicino a un calo del 50% rispetto ai livelli
del 2017-2019.
In occasione di un’intervista con
Deadline, Alice
Rohrwacher e Nanni Moretti hanno parlato
dello stato del cinema italiano. Proprio ne Il
Sol dell’Avvenire, Moretti critica Netflix e la formula algoritmica di tutte le
piattaforme. Alice Rohrwacher presenta invece
La
Chimera.
Moretti sente personalmente il
dolore: “Sono 32 anni che possiedo un cinema e so benissimo che
il pubblico è sempre meno presente in sala”, eppure,
nonostante le cattive notizie, Moretti ritiene che il cinema si
“Conserverà intatto. È potere, è energia, è forza.” “Secondo me
le piattaforme (di streaming) vanno bene per le serie, ma i film
vanno bene per il cinema”, aggiunge Moretti.
“Siamo in un momento in cui allo
spettatore va bene essere solo piuttosto che con altre persone dopo
questa pademia”, riflette Rohrwacher. “(Per) le persone, è
molto meglio vedere (un) film in un’esperienza collettiva. Faccio
film perché mi fido dell’esperienza collettiva. Forse questo è il
motivo principale per cui giro un film. Come parte del pubblico,
non come regista, per me è molto importante andare in un posto, con
persone che non conosco e guardare tutti insieme la stessa storia e
sentire questo punto di vista su questa storia tutti insieme, e
scambiare le sensazioni con le persone.” “Il cinema riunisce le
persone”. Conclude Alice Rohrwacher.
Stando ad alcune fonti, le riprese
di Deadpool 3
sono ufficialmente iniziate, ma ecco arrivare subito una notizia
che non farà piacere ai fan del personaggio interpretato da
Ryan Reynolds.
All’attore, infatti, sarebbe stato impedito di improvvisare nuove
battute durante le riprese, discostandosi dunque da quelle presenti
in sceneggiatura. Mentre a Reynolds piacerebbe sicuramente
inventare battute creative se non anche ciniche o ironiche su
Deadpool che si unisce all’MCU, legalmente non può farlo.
Come riportato da Collider, l’inizio delle riprese di Deadpool 3 si svolgerà proprio durante lo
sciopero degli sceneggiatori della Writers Guild of America, cosa
che avrà un grande impatto sul film. Con la WGA in sciopero per
chiedere migliori condizioni di lavoro per gli scrittori di
Hollywood, si può fare solo una quantità minima di lavoro sui
copioni. Secondo l’accordo WGA del 2020, produttori e registi
possono apportare “piccoli aggiustamenti casuali al dialogo o
alla narrazione prima o durante il periodo delle riprese
principali“. Tuttavia, ciò non si applica alla star del
franchising Ryan Reynolds.
Come osserva The Hollywood Reporter,
in base alle regole dello sciopero WGA del 2023, in quanto Reynolds
è uno degli sceneggiatori di Deadpool 3, egli non è
autorizzato ad apportare modifiche alla sceneggiatura del film con
lo sciopero in corso. Poiché l’attore è noto per aver inventato
molti tipi diversi di battute durante le riprese, con Deadpool
3 dovrà fare a meno di questo aspetto chiave dei due film
precedenti del franchise, per il tempo in cui la produzione del
film sarà in essere durante lo sciopero della WGA.
L’improvvisazione di Reynolds per il personaggio è una parte
importante dei film di Deadpool, quindi resta da vedere
quanto la situazione influenzerà in tal senso Deadpool
3.
Deadpool 3: quello che sappiamo sul film
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3 non
siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i
Marvel
Studios di unire la serie di film di Deadpool
– l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta
all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che
i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò
preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo,
consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine di tornare e
potenzialmente viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre
Rhett Reese e Paul Wernick, che
hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone,
scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da
Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa
del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti
da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy
Molyneux. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai
fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due
film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale
classificazione matura. Deadpool 3 uscirà il
8 novembre 2024.
Il film, oltre a presentare
naturalmente Ryan Reynolds
di nuovo nei panni di Deadpool, vanterà anche il tanto atteso
team-up tra l’irriverente protagonista e Wolverine, con Hugh Jackman che uscirà dal suo pensionamento
da supereroe per riprendere il suo ruolo iconico degli X-Men. Anche Emma Corrin e
Matthew Macfadyen si sono uniti al cast in ruoli ancora
non del tutto resi noti, anche se la Corrin dovrebbe interpretare
uno dei villain del film. La pellicola sarà il primo film della
serie di film di Deadpool ad essere distribuito dopo l’acquisizione
da parte della Disney della 20th Century Fox.
Disney+ ha annunciato che
l’undicesima stagione di Futurama,
l’amata serie animata per adulti di Matt Groening e David
X. Cohen, debutterà in Italia lunedì 24 luglio solo sulla
piattaforma streaming, con nuovi episodi ogni settimana.
Dopo una breve pausa di dieci anni,
Futurama è uscito trionfalmente dalla
capsula criogenica, con il cast originale al completo e lo spirito
satirico intatto. I 10 episodi inediti dell’undicesima stagione
sono adatti a tutti: i nuovi spettatori infatti potranno iniziare
la serie da qui, mentre i fan di lunga data avranno le risposte che
aspettavano da un decennio, tra cui gli sviluppi dell’epica storia
d’amore tra Fry e Leela, il misterioso contenuto della lettiera di
Nibbler, la storia segreta del malvagio Babbo Natale Robot e la
sorte dei girini di Kif e Amy. Nel frattempo c’è una nuova pandemia
in città, mentre la troupe esplora il futuro dei vaccini, dei
bitcoin, della cancel culture e della TV in streaming.
Futurama
ha debuttato nel 1999 e si è rapidamente guadagnato un seguito di
fedelissimi e il plauso della critica, tra cui due Emmy come
Outstanding Animated Program. Nonostante l’ambientazione in un
futuro lontano, la serie è famosa per il suo commento satirico
sulla vita presente. La serie segue Phillip J. Fry (Billy West
nella versione originale), un ragazzo che consegna pizze a New
York, che si congela accidentalmente nel 1999 e viene scongelato
nell’anno 3000. In questa sorprendente “nuova” New York, fa
amicizia con il robot bevitore Bender (John DiMaggio nella versione
originale) e si innamora della ciclope Leela (Katey Sagal nella
versione originale). Il trio trova lavoro presso la Planet Express
Delivery Company, fondata dallo schivo discendente di Fry, il
professor Hubert Farnsworth. Insieme al contabile Hermes Conrad,
all’assistente Amy Wong e all’aragosta aliena Dottor John Zoidberg,
intraprendono emozionanti avventure che li portano in ogni angolo
dell’universo. Dopo la prima messa in onda su Fox Broadcasting
Network negli Stati Uniti, si è assistito a una serie di
cancellazioni e resurrezioni. Quattro uscite in DVD di successo nel
2007-2009 hanno portato alla rinascita dello show su Comedy Central
negli Stati Uniti dal 2010 al 2013. Poi, dopo un breve congelamento
di dieci anni nella camera criogenica, Futurama è riemerso
trionfalmente con un totale di 20 episodi commissionati che
debutteranno nel 2023.
La stagione, composta da 10
episodi, è interpretata nella versione originale da John
DiMaggio, Billy West, Katey Sagal, Tress MacNeille, Maurice
LaMarche, Lauren Tom, Phil LaMarr e David Herman.
Futurama è prodotta da 20th
Television Animation, parte dei Disney Television
Studios, con l’animazione realizzata dai Rough Draft
Studios. Futurama è creata da Matt Groening e sviluppata
da Groening e David X. Cohen. Tra i produttori esecutivi figurano
Groening, Cohen, Ken Keller e Claudia Katz.
Una sceneggiatura per un nuovo film
di Terminator è in fase di
scrittura, secondo James Cameron,
ideatore della saga. Per Total Film, lo sceneggiatore e
regista dei primi due film di Terminator nonché del
franchise Avatar ha spiegato come la crescita
dell’intelligenza artificiale lo abbia influenzato nella scrittura
di un nuovo film della serie. Cameron ha dunque rivelato che sta
scrivendo un nuovo progetto Terminator, ma sta aspettando
che l’intelligenza artificiale si sviluppi adeguatamente prima di
portare avanti il progetto. Non ha però specificato se il nuovo
film, ad ora noto come Terminator 7 sarà un
altro sequel o un riavvio completo del franchise.
Questa non è la prima volta che
Cameron anticipa una nuova storia di Terminator. Al
momento dell’uscita di Avatar: La via
dell’acqua, Cameron ha detto al podcast Smartless che era
in discussioni attive per rivisitare il franchise di Terminator con l’AI
come fonte di ispirazione. “Se dovessi fare un altro film di
Terminator e magari provare a lanciare di nuovo quel franchise, che
è in discussione, ma nulla è stato deciso, farei molto di più sul
lato dell’intelligenza artificiale rispetto ai robot cattivi
impazziti“, ha detto in quell’occasione Cameron. D’altronde,
l’intelligenza artificiale è diventata un elemento di discussione
molto caldo nell’ultimo anno con l’ascesa di strumenti come
ChatGPT.
Sembra dunque che Cameron abbia
molto potenziale da cui attingere e probabilmente ha ragione sul
fatto che diventerà sempre più interessante man mano che tutto ciò
si svilupperà ulteriormente. La notizia è dunque particolarmente
entusiasmante, anche se l’ultimo capitolo della saga, Terminator: Destino
Oscuro si è rivelato un flop tale da mettere in
discussione il futuro di essa. Se un Terminator 7 dovesse
tuttavia prendere vita, potrebbe comunque volerci un po’ di tempo
prima di vederlo in sala, stando all’intenzione di Cameron di
aspettare i giusti sviluppi riguardo le AI. Il regista, noto per la
sua pazienza nell’attendere le giuste tempistiche tecnologiche e
culturali, potrebbe infatti cullare il progetto a lungo prima di
ritenere maturi i tempi per la sua realizzazione.
Ecco la nostra intervista a
Jenny De Nucci e Riccardo Maria
Manera, i protagonisti di Prima di Andare via, il nuovo film Prime Video disponibile in piattaforma dal 26
maggio 2023.
Prima di andare via – la trama
Luca è un ragazzo che la vita, un
po’, la subisce. Ha un migliore amico da tenere sotto controllo, un
esame difficile da superare e un’ex ragazza che gioca con lui come
il gatto col topo. Ma la sua vita gli piace così com’è e quando
scopre di avere un male
incurabile il mondo gli crolla addosso. Può la malattia cambiare la
vita di una persona in meglio?
Sì, se incontri Giulia, che si trova nelle tue stesse condizioni.
Grazie a lei, Luca capirà che è giunto il momento di prendere in mano quello che resta della propria
esistenza.
Paramount+
presenta il trailer ufficiale dell’attesissima seconda stagione
della serie originale, acclamata dalla critica
Star Trek: Strange New Worlds. È inoltre disponibile
la locandina ufficiale della seconda stagione.
La seconda stagione di
Star Trek: Strange New Worlds sarà trasmessa in
anteprima giovedì 15 giugno su Paramount+
in Italia, oltre che negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in
Australia, America Latina, Brasile, Francia, Germania, Svizzera,
Austria e successivamente in Corea del Sud. Dopo la prima, i nuovi
episodi della stagione in 10 episodi verranno trasmessi ogni
giovedì.
Inoltre, il trailer svela un first
look dell’episodio speciale crossover annunciato in precedenza, che
vedrà la partecipazione di Tawny Newsome di
Star Trek: Lower Decks nel ruolo di Beckett
Mariner e di Jack Quaid nel ruolo di Brad Boimler
in forma live-action a bordo della U.S.S. Enterprise. L’episodio,
che sarà anche animato, è stato diretto dall’attore e regista di
“Star Trek: The Next Generation” e Star
Trek: Picard Jonathan Frakes.
La trama della seconda stagione di
Star Trek: Strange New Worlds
Nella seconda stagione di
Star Trek: Strange New Worlds, l’equipaggio
dell’U.S.S. Enterprise, sotto il comando del Capitano Christopher
Pike, affronta sfide sempre più pericolose, esplora territori
inesplorati e incontra nuove vite e civiltà. L’equipaggio
intraprenderà anche viaggi personali che continueranno a mettere
alla prova la loro determinazione e a ridefinire i loro destini.
Affrontando amici e nemici sia nuovi che familiari, le loro
avventure si svolgeranno in modi sorprendenti mai visti prima in
nessuna serie di “Star Trek”.
La serie è interpretata da Anson
Mount nel ruolo di Christopher Pike, Rebecca Romijn nel ruolo di
Una Chin-Riley, Ethan Peck nel ruolo di Spock, Jess Bush nel ruolo
di Christine Chapel, Christina Chong nel ruolo di La’An
Noonien-Singh, Celia Rose Gooding nel ruolo di Nyota Uhura, Melissa
Navia nel ruolo di Erica Ortegas e Babs Olusanmokun nel ruolo di
Joseph M’Benga. La seconda stagione vede anche il ritorno della
special guest star
Paul Wesley nel ruolo di James T. Kirk e la nuova
aggiunta Carol Kane nel ruolo ricorrente di Pelia.
La seconda stagione di
Star Trek: Strange New Worlds è prodotta da CBS
Studios, Secret Hideout e Roddenberry Entertainment. Akiva Goldsman
e Henry Alonso Myers sono i co-showrunner. Alex Kurtzman, Akiva
Goldsman, Jenny Lumet, Henry Alonso Myers, Aaron Baiers, Heather
Kadin, Frank Siracusa, John Weber, Rod Roddenberry e Trevor Roth
sono i produttori esecutivi.
La prima stagione di
Star Trek: Strange New Worlds è attualmente
disponibile in streaming in esclusiva su Paramount+ in Italia, oltre che negli Stati Uniti,
nel Regno Unito, in America Latina, Australia, Corea del Sud,
Francia, Germania, Svizzera e Austria. Va in onda su CTV Sci-Fi
Channel di Bell Media e in streaming su Crave in Canada e su
SkyShowtime nei Paesi nordici, nei Paesi Bassi, in Spagna, in
Portogallo e nell’Europa centrale e orientale. La serie è
distribuita da Paramount Global Content Distribution.
I Wonder Pictures annuncia le
acquisizioni di altri sei film presentati in
anteprima in questi giorni alla 76esima edizione del Festival
di Cannes, una lista di titoli tra fiction e non
fiction che include due candidati alla Palma d’Oro
e alcuni dei film più sorprendenti delle altre sezioni, che si
vanno ad aggiungere ai sei titoli già annunciati nei giorni
scorsi.
Tra i film in concorso, sarà
distribuita da I Wonder Pictures la nuova attesissima opera di
Jonathan Glazer (Under
the Skin), The
Zone of Interest, liberamente ispirata
all’omonimo romanzo dello scrittore britannico Martin Amis,
recentemente venuto a mancare. Un uomo e sua moglie tentano di
costruire una vita da sogno e una quotidianità perfetta, fatta di
cose semplici e momenti di tenerezza. Ma l’uomo in questione è
Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, e la casetta con giardino in
cui la famiglia vuole passare la propria vita insieme è situata a
poche centinaia di metri dalle mura del campo di
concentramento…
In corsa per la Palma d’oro anche
Four Daughters di Kaouther
Ben Hania. Tunisia: un giorno, due delle quattro figlie di
Olfa scompaiono senza lasciare traccia. Per riempire
quell’improvviso e inspiegabile vuoto, la regista invita due
attrici professioniste a unirsi alla famiglia della donna
interpretando le due ragazze sparite, mescolando così realtà e
finzione e disvelando progressivamente la storia di una famiglia
colpita dalla tragedia e dall’ignoto.
Arriverà in Italia con I Wonder
Pictures anche il film di apertura della sezione Un Certain Regard
The Animal Kingdom, opera seconda di
Thomas Cailley dopo il celebrato The Fighters
– Addestramento di vita. In un mondo affetto da misteriose
mutazioni che trasformano alcuni esseri umani in animali, François
tenta di ritrovare sua moglie – scomparsa dopo aver manifestato i
sintomi della mutazione – con l’aiuto del figlio sedicenne, Emile.
L’impresa cambierà per sempre le vite di entrambi. Nel cast:
Romain Duris, Paul Kircher e Adèle
Exarchopoulos.
Sempre da Un Certain Regard,
AUGURE è il primo lungometraggio diretto
da Baloji (rapper, mc e artista hip hop belga di
origini congolesi), un film corale che segue le vicende di quattro
persone accusate di stregoneria nell’Africa contemporanea.
Nonostante le rispettive sfortune, i quattro troveranno il modo di
aiutarsi e guidarsi l’un l’altro e sottrarsi al proprio
destino.
Dalla Quinzaine des Cinéastes,
THE SWEET EAST di Sean Price
Williams mette in scena il disordine mentale, sociale e
politico degli odierni Stati Uniti trasfigurandoli in una sorta di
variazione di Alice nel Paese delle meraviglie. La
studentessa liceale Lilian scappa durante una gita scolastica e si
imbarca in un viaggio nella pancia dell’America, tra estremismi e
follia, suprematismo bianco e islam radicale, tra neo-punk e
avanguardia woke. Un film picaresco e anarchico illuminato
dalla straordinaria interpretazione della stella emergente
Talia Ryder.
Dalla Semain de la Critique, arriva
invece l’accorato e commovente AMA GLORIA
di Marie Amachoukeli. Cléo ha sei anni e vuole un bene sconfinato
alla sua tata, Gloria. Quando Gloria deve tornare nel suo paese
d’origine, Capo Verde, per prendersi cura dei suoi figli, le due
dovranno riuscire a passare nel migliore dei modi l’ultima estate
insieme.
Queste sei nuove acquisizioni si
aggiungono agli altri titoli I Wonder Pictures presentati a Cannes
e già annunciati nei giorni scorsi: in Selezione Ufficiale,
Le Retour di Catherine Corsini (in
concorso), L’Abbé Pierre – Une vie de
combats di Frédéric Tellier e, nella sezione
Special Screenings, Robot Dreams di Paolo
Berger; i nuovi film di Martin Provost, Bonnard, Pierre
et Marthe (Cannes Premières), e Michel Gondry,
The Book of Solutions (Quinzaine des
Cinéastes); alla Semaine de la Critique, Vincent Must
Die di Stephan Castang.