Home Blog Pagina 497

The Flash: una nuova clip mostra maggiori dettagli della Batcaverna

0

Come noto, Michael Keaton tornerà ad indossare il costume di Batman dopo 31 anni da Batman – Il ritorno, prendendo parte al film The Flash. Una nuova clip del film (che può essere vista a questo link) permette ora ai fan di avere maggiori dettagli sulla Batcaverna, ma anche sull’iconica Batmobile. In questa clip, le due versioni di Barry Allen di Ezra Miller si fanno infatti strada attraverso una Batcaverna che sembra essere stata inutilizzabile per anni. Qui, coperta da un telo impolverato trovano anche la Batmobile originale vista nel film del 1989 e del 1992. Abbastanza presto, i due vengono accolti poi proprio dal Bruce Wayne di Keaton, che informa i due di essere disposto ad aiutarli a trovare Superman.

Viene così introdotta la presenza di Superman nel film, anche se non è specificato in che misura l’Uomo d’Acciaio apparirà in The Flash. Recentemente il regista Andy Muschietti ha rivelato che Nicolas Cage farà un’apparizione cameo nel film nei panni di Superman. Potrebbe essere questo il Superman che i due Flash e Batman andranno ricercando, come potrebbe essere invece un’altra variante del personaggio. Per scoprirlo non resta che attendere il 15 giugno, quando il film sarà in sala, ma nel mentre grazie a questa clip si può ammirare la Batcaverna in tutto il suo splendore, così come ci era stata presentata nei primi due film dedicati al cavaliere oscuro.

The Flash: la trama e il cast del film

In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

Festival di Cannes: foto dal red carpet di L’Ete Dernier (Last Summer)

In Last Summer, Catherine Breillat racconta l’amore tra un avvocato e suo genero di 17 anni. Incarnato da Léa Drucker e Samuel Kirscher, il film è un’ode alla bellezza incandescente dell’adolescenza. Ecco tutte le foto sulla croisette al Festival di Cannes dove il cast e alcuni ospiti internazionali hanno accompagnato il film per la prima:

Cosa ti ha sedotto in Dronnigen  (2019), il lungometraggio danese di May el-Toukhy di cui Last Summer è il remake?

Sono rimasto sbalordito da una sequenza totalmente vertiginosa in cui uno dei personaggi sta mentendo. È una scena da antologia che illustra perfettamente la famosa citazione di Jean Cocteau: “Sono una bugia che dice sempre la verità”. Proprio per aver avuto l’opportunità di dirigerlo, ho avuto un’incredibile opportunità di realizzare questo lungometraggio che affronta anche tutti i temi che mi sono cari. La menzogna, il moralismo… Last Summer è la sintesi di tutto il mio lavoro.

Come ti sei appropriato di questa storia?

Interamente! Il lungometraggio danese è molto crudo e questo mi ha un po’ destabilizzato perché ho scoperto che non esplorava quello che, secondo me, è il cuore del soggetto: l’adolescenza assoluta. Quello che mi interessava era la bellezza incandescente dell’adolescenza che irriga questa storia. Ho voluto filmare questa ribellione e questo dolore permanente che a volte gli adolescenti portano dentro di sé.

Esaminate incessantemente l’intimità dei vostri personaggi…

Questo è ciò che chiamo ultra-intimità. Ogni regista ha una firma e, da parte mia, mi piace l’espressionismo. Il cinema è l’arte dell’inquadratura e la mia ossessione è che lo spettatore sia affascinato da ogni immagine. Mi occupo anche di iscrivere visivamente i miei film in una presunta lentezza. Il ritmo è un elemento importante da domare affinché il cinema non sia nella realtà, ma nella verità.

Toy Story 5: Tim Allen offre aggiornamenti sul film Pixar

0
Toy Story 5: Tim Allen offre aggiornamenti sul film Pixar

Toy Story 3 è stato a lungo considerato dai fan come una conclusione perfetta per il franchise di Toy Story, il che ha reso il pubblico confuso quando la Disney e Pixar hanno annunciato lo sviluppo di Toy Story 4. Questo non ha infatti soddisfatto tutti, dividendo gli spettatori in chi ritiene che abbia concluso ulteriormente le avventure dello sceriffo Woody e chi invece ritiene che non fosse necessario tale capitolo in più. Quando nel febbraio di quest’anno è stato annunciato che un Toy Story 5 è in lavorazione, i fan sono rimasti ancor più perplessi. Per cercare di sciogliere i dubbi, è ora intervenuto l’attore Tim Allen, voce di Buzz Lightyear nella versione in lingua originale.

Toy Story 5 era stato programmato un po’ di tempo fa, ma non si riusciva ad andare avanti con lo sviluppo. Poi la Disney l’ha annunciato ufficialmente circa due mesi fa“, ha dichiarato Allen in un’intervista a Daily Mail. “Nel tempo ho stretto amicizia con tutte le persone di Toy Story, in particolare Tom Hanks [voce di Woody]. Quindi, per questo, sono fortunato ad avere questi amici nella mia vita. Amo quel personaggio. Amo quella storia. Quindi aspetto sempre una nuova sceneggiatura.” Quando poi la sceneggiatura del quinto film ha iniziato a prendere forma, Allen si è detto soddisfatto di essa, dichiarando che “se non poteva essere fatto davvero bene, so che nessuno avrebbe voluto farlo”.

L’attore non ha dunque fornito dettagli circa la storia o un’ipotetica data di uscita, ancora non rivelata. La sensazione è che potrebbe volerci ancora un po’ di tempo prima di poter vedere questo Toy Story 5 nelle sale. Per quanto i precedenti due film abbiano concluso le linee narrative del franchise, dati i loro incassi sopra il miliardo di dollari non deve sorprendere che la Disney voglia realizzare un quinto film, dato anche il momento difficile a livello economico in cui si trova attualmente. Allen ha cercato di rassicurare i fan circa la bontà dell’operazione e la validità della storia, ma non resta che attendere maggiori informazioni che possano fare ulteriore luce su questo atteso progetto.

Festival di Cannes: Wim Wenders presenta Perfect Days

Festival di Cannes: Wim Wenders presenta Perfect Days

Palma d’Oro con Paris, Texas nel 1984, Premio per la miglior regia nel 1987 con Les Ailes du Désir, Gran Premio della Giuria nel 1993 con So Far, So Close, e oggi Perfect Days, sesto film in selezione al Festival di Cannes per il regista Wim Wenders, con la storia di un uomo che pulisce i bagni nella città di Tokyo, portato dall’attore Koji Yakusho (Hirayama). Tutte le foto del regista e del cast che accompagnano sulla croisette:

Il film è ambientato a Tokyo, anni dopo le riprese di Tokyo-Ga (1985): perché Tokyo e tu ti sei ispirato a Yasujiro Ozu in Perfect Days ?

L’idea è nata a Tokyo e non avrebbe potuto essere realizzata da nessun’altra parte. Mi piace che una storia e il luogo in cui si svolge siano necessariamente legati. Abbiamo girato Perfect Dayss 60 anni dopo che Ozu aveva realizzato il suo ultimo film, Autumn Afternoon, a Tokyo. E non è un caso che il nostro eroe si chiami Hirayama

Cosa ha ispirato in te il soggetto del film? Da un lato il senso acuto del “servizio” e del “bene comune” in Giappone, dall’altro la bellezza architettonica di questi servizi igienici pubblici. Sono rimasto stupito di come i “bagni” possano entrare a far parte della cultura quotidiana, e non solo una necessità quasi imbarazzante.

Consideri questo film come uno dei tuoi più poetici? La “poesia” non è qualcosa che puoi desiderare in un film, ma piuttosto una bella scoperta, un dono che ricevi come regista, dagli attori, dai luoghi, dalla luce, da tutto ciò che deve essere messo insieme per formare qualcosa come ” poesia in movimento”.

The Movie Critic: Quentin Tarantino fornisce i primi dettagli sulla storia

0

Quentin Tarantino ha rivelato alcuni nuovi dettagli interessanti su The Movie Critic, il suo decimo e apparentemente ultimo film. Nel corso della sua illustre carriera, l’autore ha scritto e diretto nove lungometraggi, secondo i suoi calcoli, l’ultimo dei quali è stato C’era una volta a… Hollywood, e ha ora intenzione di ritirarsi dalla regia dopo il suo decimo. Questo decimo e ultimo film, intitolato appunto The Movie Critic, è stato rivelato lo scorso marzo e poiché è ambientato nel 1977, inizialmente si ipotizzava che il suo soggetto sarebbe stata la leggendaria critica cinematografica Pauline Kael. Tarantino ha però smentito quella teoria sul film, dicendo che è invece basato su un critico maschio realmente esistito ma sconosciuto.

Ora, in una nuova intervista con Deadline, Tarantino continua ha dunque rivelato nuovi dettagli su ciò che vagamente verrà raccontato in The Movie Critic. Uno dei primi lavori di Tarantino da adolescente è stato quello di caricare riviste in un distributore automatico e così ha scoperto che una di queste “aveva una pagina dedicata ai film davvero interessante“. “The Movie Critic è basato su un ragazzo realmente esistito, ma non è mai stato veramente famoso, e scriveva recensioni di film per un giornale porno. Tutte le altre cose erano troppo sdolcinate per essere lette, ma poi c’era questa rivista che aveva una pagina di film davvero interessante”, ha spiegato Tarantino.

“Ha scritto di film mainstream ed è stato il critico di seconda serie. Penso che sia stato un ottimo critico. Era cinico come l’inferno. Le sue recensioni erano un incrocio tra il primo Howard Stern e quello che potrebbe essere Travis Bickle se fosse stato un critico cinematografico”, ha poi aggiunto. “Ma lui era molto divertente e molto scortese. Ha imprecato. Ha usato insulti razzisti. Ma la sua merda era davvero divertente. Era maleducato come l’inferno. Ha scritto come se avesse 55 anni, ma era solo nella sua prima metà degli anni ’30. Morì verso la fine dei trent’anni. Non è stato chiaro per un po’, ma ora ho fatto qualche ricerca in più e penso che si trattasse di complicazioni dovute all’alcolismo“.

Tarantino non ha rivelato il nome del critico sconosciuto o della rivista pornografica per cui ha scritto, ma in The Movie Critic, la rivista fittizia si chiamerà “The Popstar Pages“. Sembra che il film potrebbe essere piuttosto audace se non anche controverso e sulla base del fatto che il critico è morto verso la fine dei suoi trent’anni per complicazioni dovute all’alcolismo, questo potrebbe anche dare al decimo e ultimo film di Tarantino una sfumatura tragica. Non si sa molto della sua vera storia, anche se Tarantino ha rivelato che non sarà una storia di vendetta, rompendo dunque una tradizione di lunga data per il regista, ovvero da Jackie Brown del 1997.

Nessuno è stato ancora scritturato in The Movie Critic, anche se Tarantino ha riconosciuto che alcuni dei suoi frequenti collaboratori come Leonardo DiCaprio e Brad Pitt sono troppo vecchi per interpretare la parte principale, che ha circa 35 anni. Invece, ha in programma di scritturare un nuovo protagonista con cui non ha mai lavorato prima, e ha già in mente qualcuno che secondo lui farebbe un ottimo lavoro, ma si è detto ancora indeciso. Tarantino ha anche escluso con riluttanza la possibilità di scegliere un attore britannico per la parte. Le riprese dovrebbero iniziare il prossimo autunno e a quel punto si potranno idealmente avere ulteriori informazioni riguardo al film.

Martin Scorsese sarà ospite della Casa del Cinema

0
Martin Scorsese sarà ospite della Casa del Cinema

Martin Scorsese, uno dei più grandi registi della storia della settima arte, sarà ospite della Casa del Cinema. Lo annunciano Gian Luca Farinelli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Paola Malanga, Direttrice Artistica, con Francesca Via, Direttrice Generale.

Il maestro statunitense sarà protagonista di un incontro con il pubblico che si terrà a partire dalle ore 21 presso il Teatro Ettore Scola, la grande arena all’aperto immersa nel parco di Villa Borghese. L’evento, che sarà a ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili, avrà luogo in occasione della proiezione di Mean Streets, uno dei capolavori firmati dal cineasta, e si svolgerà grazie alla collaborazione con i Soci Fondatori della Fondazione Cinema per Roma: Roma Capitale, Regione Lazio, Cinecittà (in rappresentanza del Ministero della Cultura), Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Roma, Fondazione Musica per Roma e con il sostegno della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia.

Nel corso della serata, Scorsese presenterà agli spettatori la rassegna “Carta bianca”, che si svolgerà alla Casa del Cinema fino al prossimo 4 giugno in collaborazione con la Cineteca di Bologna. Il programma, curato proprio dal maestro, ospiterà cinque coppie di film: a un titolo della sua straordinaria filmografia, Scorsese ha abbinato un’opera che ha costituito, per il suo lavoro, una fonte d’ispirazione. Queste le coppie di film proposte dal cineasta: Who’s That Knocking At My Door di Martin ScorseseShadows di John Cassavetes (29 maggio); Mean Streets di Martin ScorsesePrima della Rivoluzione di Bernardo Bertolucci (30 maggio); The Color of Money di Martin ScorseseIl sorpasso di Dino Risi (31 maggio); Goodfellas di Martin ScorseseOcean’s Eleven di Lewis Milestone (1° giugno); Cape Fear di Martin Scorsese e The Night of the Hunter di Charles Laughton (2 giugno). Le giornate del 3 e del 4 giugno ospiteranno sei repliche dei film in programma. La seconda parte di “Carta Bianca” a Martin Scorsese si terrà alla Casa del Cinema nel mese di settembre.

La giornata del 30 maggio sarà completamente dedicata a Martin Scorsese: a partire dalle ore 11, le due sale principali della Casa del Cinema (Cinecittà e Fellini) ospiteranno la proiezione dell’incontro riservato, organizzato in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, che il regista terrà il giorno precedente, lunedì 29 maggio, con gli studenti del CSC – Scuola Nazionale di Cinema. L’accesso alle sale della Casa del Cinema sarà gratuito previo ritiro coupon a partire da trenta minuti prima dell’inizio della proiezione.

Venerdì 2 giugno, Martin Scorsese sarà a Bologna, ospite della Cineteca: il regista statunitense incontrerà il pubblico venerdì 2 giugno al Cinema Arlecchino (via delle Lame, 59/a), in occasione della proiezione del suo Goodfellas – Quei bravi ragazzi, abbinata, per scelta dello stesso Scorsese, a quella di Colpo grosso, il primo Ocean’s Eleven, realizzato nel 1960 da Lewis Milestone. Questo il programma della giornata di venerdì 2 giugno al Cinema Arlecchino: alle ore 17, proiezione di Ocean’s Eleven (Colpo grosso); alle ore 20, proiezione di Goodfellas – Quei bravi ragazzi, presentata da Martin Scorsese. Il biglietto unico per entrambe le proiezioni è di 15 euro (intero) e 12 euro (ridotto).

48 ore: trama, cast e curiosità sul film con Eddie Murphy

48 ore: trama, cast e curiosità sul film con Eddie Murphy

Prima di diventare celebre a livello internazionale grazie ad acclamati film come Una poltrona per due, Beverly Hills Cop e Il principe cerca moglie, Eddie Murphy si è guadagnato un proprio posto nel mondo del cinema debuttando come protagonista di 48 ore, film di genere poliziesco ricco di comicità diretto nel 1982 da Walter Hill (principalmente noto per aver diretto il cult I guerrieri della notte). Da Hill scritto insieme a Roger Spottiswoode e Steven E. de Souza, il film è noto per aver dato grande risalto al buddy cop movie, quei film che vedono due personaggi caratterialmente molto diversi tra loro costretti a collaborare per un unico fine.

Appartengono a questo filone anche titoli come Arma Letale o Bad Boys, ma 48 ore fu uno dei primi a definire le regole di questa tipologia di narrazione, rendendola celebre anche al di fuori degli Stati Uniti. Prima di arrivare al risultato che oggi ammiriamo, furono però necessarie numerose riscritture, necessarie a coniugare tanto le scene prettamente d’azione con i momenti più comici e spensierati. Il risultato fu infine un successo straordinario, con circa 80 milioni di dollari guadagnati a fronte di un budget di appena 12.

Ancora oggi 48 ore è un film particolarmente significativo all’interno del suo genere, che non manca di sorprendere spettatori di ogni età, specialmente quanti sono cresciuti seguendo queste coppie cinematografiche. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

48 ore: la trama del film

La vicenda del film si apre sull’evasione di galera dei detenuti Albert Ganz e Billy Bear. Arrivati a San Francisco, i due si dedicano subito a ricercare la refurtiva di vecchio colpo, nascosta in un luogo segreto di cui solo il loro ex compare Luther è a conoscenza. Mentre attendono che quest’ultimo recuperi il malloppo, Ganz e Bear aspettano pazienti in un albergo, finendo però con l’imbattersi in tre agenti di polizia, tra cui vi è anche Jack Cates. Riconoscendo i due evasi, i poliziotti danno inizio ad una sparatoria nel quale però a perire sono propri i due colleghi di Jack. Desiderosi di fare loro giustizia, Jack decide di farsi assegnare il caso, consapevole di avere bisogno di un nuovo alleato.

La persona ideale risulta essere Reggie Hammond, anche lui ex membro della banda di Ganz e Bear, attualmente in carcere per scontare una pena di quattro anni. Con la promessa di consegnargli i soldi rubati, l’agente convince Reggie ad aiutarlo: il poliziotto ottiene dunque un rilascio di 48 ore per il detenuto, durante le quali cercherà di ritrovare e arrestare i due fuggitivi. Le differenze caratteriali tra i due, però, saranno particolarmente difficili da superare. Jack e Reggie dovranno quindi prima di tutto imparare ad andare d’accordo se vogliono riuscire a trovare i due criminali e consegnarli alla giustizia.

48 ore cast

48 ore: il cast del film

Dopo aver valutato vari interpreti, ad ottenere il ruolo di Reggie Hammond fu l’attore Eddie Murphy, che all’epoca non aveva nessuna esperienza pregressa al cinema. Egli era infatti divenuto celebre prevalentemente grazie al suo lavoro nello show Saturday Night Live. Quando gli fu comunicato che aveva ottenuto il ruolo, Murphy chiese però che il nome del personaggio venisse cambiato da Willie Biggs a Reggie Hammond, poiché riteneva che Willie fosse un nome troppo stereotipato per un personaggio di colore. Murphy ebbe poi grande libertà di improvvisazione sul set e fu solo al termine delle riprese che scoprì che i produttori avevano quasi pensato di licenziarlo non ritenendolo sufficientemente divertente.

Nel ruolo del poliziotto Jack Cates vi è invece l’attore candidato all’Oscar Nick Nolte. Anche per lui questo fu uno dei primi ruoli importanti della sua carriera, per il quale venne pagato un milione di dollari. Per prepararsi alla parte, inoltre, egli condusse diverse interviste con veri poliziotti, al fine di imparare i trucchi del mestiere. Nel ruolo del criminali Albert Ganz, Billy Bear e Luther vi sono invece gli attori James RemarSonny Ladham e David Patrick Kelly. L’attrice Annette O’Toole interpreta invece Elaine. Originariamente, tale personaggio compariva in molte più scene, tra cui alcune di nudo. Queste vennero poi tagliate in fase di montaggio.

48 ore: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo del film, a distanza di 8 anni è stato realizzato il suo sequel ufficiale: Ancora 48 ore. Nuovamente diretto da Hill e con Murphy e Nolte di nuovo nei loro rispettivi ruoli, il film vede coinvolti Reggie e Jack in un nuovo caso da risolvere. A differenza del precedente, però, in questo caso e Murphy ad essere indicato come protagonista primario e anche la sua paga aumentò dai 450 mila dollari del primo film ai 7 milioni di questo, complice anche l’accresciuta popolarità al cinema guadagnata nel corso degli anni Ottanta. Anche questo sequel si affermò come un grande successo, con oltre 150 milioni di dollari incassi a fronte di un budget di 50.

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. 48 ore è infatti disponibile nei cataloghi di Chili, Google Play, Infinity e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 25 maggio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Diablo IV: il “terrificante” trailer live-action diretto da Chloé Zhao

0

Blizzard Entertainment via Variety ha rilasciato un nuovo trailer live-action per Diablo IV prima del suo debutto il 6 giugno, diretto dal premio Oscar “Nomadland Chloé Zhao Il trailer, intitolato “Saviors Wanted” e co-diretto da Kiku Ohe e offre al pubblico un primo assaggio di ciò che accadrà nel quarto capitolo della serie di giochi di ruolo. Il trailer di Zhao cattura l’inquietante essenza cinematografica di Diablo IV, afflitto da conflitti, paura e totale distruzione.

 

GUARDA il TRAILER CLICCANDO QUI

“Saviors Wanted” mette in mostra il mondo oscuro di Sanctuary, una terra afflitta da mostri atroci e battaglie combattute da High Heavens e Burning Hells. “Con una storia avvincente che intreccia emozione e umanità nei personaggi del gioco, il film promozionale porta gli spettatori in un viaggio di distruzione per mano di Lilith, la Beata Madre determinata a regnare su Sanctuary ancora una volta.”

Durante il trailer, i personaggi che vivono all’interno del Santuario fanno suppliche agghiaccianti direttamente, chiedendo aiuto al pubblico e chiedendo aiuto dall’ira di Lilith. “Lavorando con Blizzard, abbiamo avuto la meravigliosa opportunità di dare vita al mondo oscuro, emozionante e fantasioso di Diablo IV“, ha commentato la regista Zhao. “I fan di Diablo sono molto appassionati e molti seguono il gioco da oltre due decenni. Vogliamo fare la cosa giusta per i fan, onorare le ricche tradizioni del gioco e la viscerale costruzione del mondo evocando le forti emozioni che i giocatori provano mentre si immergono nel gioco.

Diablo IV offrirà il gioco multipiattaforma su PC Windows, Xbox Series X | S, Xbox One, PlayStation 5, PlayStation 4, oltre alla modalità cooperativa sul divano su console al momento del lancio.

Barbie: il main trailer del film di Greta Gerwig

0
Barbie: il main trailer del film di Greta Gerwig

E’ stato diffuso un nuovo trailer di Barbie, il film scritto (a quattro mani con Noah Baumbach) e diretto da Greta Gerwig con Margot Robbie e Ryan Gosling nei panni dei protagonisti.

Oltre a Margot Robbie e Ryan Gosling nei panni di Barbie e Ken ci saranno infatti anche America Ferrera, Kate McKinnon, Michael Cera, Ariana Greenblatt, Issa Rae, Rhea Perlman e Will FerrellFanno poi parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne, Emma Mackey, Hari Nef, Alexandra Shipp, Kingsley Ben-Adi, Simu Liu, Ncuti Gatwa, Scott Evans, Jamie Demetriou, Connor Swindells, Sharon Rooney, Nicola Coughlan, Ritu Arya e il premio Oscar Helen Mirren. Il film, diretto da Greta Gerwig e da lei scritto insieme a Noah Baumbach arriverà in sala dal 21 luglio.

Citadel: Prime Video rinnova la serie per la seconda stagione

0
Citadel: Prime Video rinnova la serie per la seconda stagione

Prime Video ha annunciato oggi che la serie di successo globale Citadel (leggi la recensione) sarà rinnovata per una seconda stagione, con Joe Russo alla regia di tutti gli episodi e l’executive producer David Weil nuovamente nel ruolo di showrunner. Lo spy thriller – interpretato da Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, e con Lesley Manville e Stanley Tucci – continua a godere di uno straordinario successo in tutti i Paesi del mondo, tra cui l’India, l’Italia, il Brasile, il Sudafrica, il Regno Unito e gli Stati Uniti. È la seconda nuova serie originale più vista di Prime Video al di fuori degli Stati Uniti, e la quarta più vista in tutto il mondo. Tutti gli episodi della prima stagione di Citadelsaranno disponibili per gli spettatori di Prime Video da venerdì 26 maggio.

Con tutti gli episodi della prima stagione di Citadel disponibili per il binge watching, il primo episodio sarà reso disponibile anche per coloro che non dispongono di un abbonamento Prime. Al di fuori degli Stati Uniti, il primo episodio di Citadel sarà disponibile senza abbonamento Prime su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo da venerdì 26 maggio a domenica 28 maggio.

Citadel è un fenomeno veramente globale”, ha detto Jennifer Salke, head of Amazon e MGM Studios. “Il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare un nuovo franchise basato su un’idea originale che avrebbe fatto crescere il pubblico internazionale di Prime Video. Questo show ha attirato su Prime Video un numero enorme di nuovi spettatori da molte parti del mondo. L’enorme pubblico globale di questo debutto è una testimonianza della straordinaria visione di Joe e Anthony Russo, dell’incredibile talento di Richard Madden, Priyanka Chopra Jonas, Lesley Manville e Stanley Tucci, e del lavoro instancabile dei team creativi, del cast e della troupe. Alla luce dello straordinario numero di clienti che hanno apprezzato questo show, non solo siamo entusiasti di rendere disponibile il primo episodio di Citadel a livello globale senza abbonamento, ma siamo inoltre felici di confermare che la serie tornerà per una seconda stagione.”

“AGBO è entusiasta di entrare in questa prossima fase dello spyverse con Jen, Vernon e l’intero team di Amazon”, hanno detto i produttori esecutivi Anthony e Joe Russo. “L’innovativo storytelling di Citadel ha aperto la strada ad un’incredibile collaborazione mondiale con menti creative davanti e dietro la macchina da presa.”

La passion de Dodin Bouffant, recensione del film con Juliette Binoche – Cannes 76

Molto atteso dal pubblico francese, che non vedeva Juliette Binoche e Benoît Magimel insieme dai tempi di I figli del secolo (quando iniziò la loro relazione, conclusasi nel 2003), rischia una ingiusta sordina quel La passion de Dodin Bouffant che segna un altro dei grandi ritorni di questo Festival di Cannes 2023. A distanza di più di cinque anni dall’ultimo Éternité e oltre dieci dal precedente Norwegian Wood, infatti, è un piacere registrare la presenza del Trn Anh Hùng di Il profumo della papaya verde, vincitore del Leone d’oro 1995 con Cyclo. Per altro in un film nel quale la cucina è sovrana, più della coppia di protagonisti.

In cucina con Juliette e Benoît

Francia, 1885, il famoso gastronomo Dodin Bouffant passa le sue giornate cucinando, studiando menu e condividendo la sua passione con una ristretta cerchia di amici, i pochi in grado di capirlo ed apprezzare la sua arte fino in fondo. Ad aiutarlo, da venti anni, la bravissima Eugénie, cuoca in grado di trasformare in perfette preparazioni le creazioni del suo genio e vera anima della casa, della quale tiene in ordine l’orto e gestisce la cucina. Un ruolo fondamentale, che la donna assolve con passione e che la rende indispensabile al buongustaio, con il quale rapporto professionale e personale si sono andati mescolando, negli anni, fino a far nascere un sentimento dalla reciproca ammirazione. Tuttavia, Eugénie non è sicura se legarsi a Dodin, che in un momento particolare della loro vita si dimostra pronto a mettersi al suo servizio e cucinare per lei.

The Pot au Feu, un bollito d’altri tempi

Sono pochi i film che iniziano con il primo piano di un sedano rapa, ma forse l’originalità di questo gradito ritorno del regista della Trilogia Vietnamita sta tutta in questo incipit. Nel quale colpisce subito lo stile della ex pasticcera di Chocolat qui in versione contadina, elegantissima con il suo cappello di paglia portato sulle ventitrè. Una grazia che la sua Eugénie mette in tutto quello che fa, anche mentre danza tra pentole e fuochi nell’esercizio delle sue funzioni, come vediamo nella lunghissima scena – quasi mezz’ora – che introduce la storia e il suo rapporto con il personaggio creato dallo scrittore svizzero Marcel Rouff nel romanzo del 1920 “La vie et la Passion de Dodin-Bouffant, Gourmet (The Passionate Epicure)” e ispirato alla figura del francese Jean Anthelme Brillat-Savarin.

Una eleganza affettata, forse, ma certo coerente con il contesto in cui ci si muove (non solo per la scelta di un castello dell’Anjou come location principale) e nel quale vivono tutti i protagonisti, molto lontani da noi e dal nostro quotidiano proprio per questa loro appartenenza a una sorta di casta di gourmet che a un film in costume ambientato alla fine del XIX secolo. Difficile partecipare emotivamente alla storia, d’altronde, concentrata in gran parte sulle splendide e affascinanti preparazioni culinarie che vediamo riprese con attenzione, ritmo e gusto dei dettagli. Forse anche troppo, visto che in alcuni casi la verosimiglianza cede il passo al piacere per la composizione artistica con delle nature morte piuttosto ingiustificate (di lattughe risparmiate o carni alla mercé di insetti e intemperie) sullo sfondo dell’azione che vediamo svolgersi.

Ricette e immagini da stella Michelin

Ma sono dettagli, appunto, e secondari. Ché arricchiscono le tante sequenze nelle quali il movimento sovrasta il dialogo, e piatti, ricette, tempi di cottura, impiattamenti e i meravigliosi colori di questi veri e propri affreschi culinari (realizzati grazie anche alla consulenza dello chef Pierre Gagnaire, 14 stelle Michelin) almeno fino a quando non interviene un nuovo elemento a modificare il rapporto tra i due cuochi e la direzione del film. Che dall’amore per il cibo – assolutamente mai abbandonato, anche perché strumentale a questo secondo livello – passa a rappresentare il particolarissimo sentimento che lega Dodin ed Eugénie. A quanto pare sono due le passioni del cosiddetto “Napoleone della gastronomia“, che il regista aspettava di raccontare almeno dal 2017.

Un tempo molto ampio che in qualche modo corrisponde alla ‘cottura a fuoco lento’ dello spettatore, avvolto dai colori caldi della fotografia di Jonathan Ricquebourg, interrotti solo dall’alternanza di buio e luce didascalicamente utilizzata a rappresentare gli stati d’animo del padrone di casa. Il Pot-au-feu stesso (dal titolo internazionale del film), d’altronde, è un bollito contadino tipico del nord della Francia nel quale manzo e verdure vengono cotti a bassa temperatura per ore, emblematico del valore che il regista da alla memoria, le radici e le stagioni, della vita prima di tutto. Temi toccanti, importanti, che fanno solo da corollario a un lungo carnevale ‘for foodies’ e alla digressione drammatica più che romantica, che poco spazio lascia anche a una ironia che solo si intuisce in alcune battute della donna. Una figura troppo subordinata, se osservata con una sensibilità più moderna e rispettosa di spazi e diritti, e che non sembra riuscire ad rendere l’importanza datale in origine in questa celebrazione del mangiare e del vivere bene.

MCU: 23 tra film e serie tv in arrivo nel 2023 (e oltre)

MCU: 23 tra film e serie tv in arrivo nel 2023 (e oltre)

In soli due anni, i Marvel Studios hanno rilasciato 17 film e titoli in streaming nella Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe, il primo atto di quella che il capo dello studio Kevin Feige ha battezzato la Saga del Multiverso. L’improvvisa esplosione di contenuti Marvel è il risultato diretto del lancio di Disney+ che ha anche accelerato drasticamente il ritmo della narrazione del franchise. La Fase 5 del MCU inaugurata nel 2023 con Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha lasciato molto perplesso il pubblico che solo con il recente Guardiani della Galassia Vol. 3 ha visto un miglioramento.

All’orizzonte ci sono anche i sequel di Captain America, con il regista Julius Onah, e di Deadpool, con le star Ryan Reynolds e Hugh Jackman e il regista Shawn Levy, nonché i tanto attesi reboot di Blade, con l’attore Mahershala Ali, e di Fantastic Four, con il regista Matt Shakman. Su Disney+ vedremo gli adattamenti di uno spinoff di WandaVision con Kathryn Hahn, un revival della serie Daredevil di Netflix e uno show di Wonder Man con Yahya Abdul-Mateen II. Sono in fase di sviluppo anche altri titoli, tra cui uno show ambientato nel Regno di Wakanda e un secondo spin-off di WandaVision con la Visione di Paul Bettany.

Secret Invasion – 21 giugno 2023

Secret Invasion MCU

Samuel L. Jackson, Ben Mendelson, Cobie Smulders, Martin Freeman e Don Cheadle torneranno per dare vita alla storia dei fumetti del 2008, che racconta di un gruppo di Skrull mutaforma che si sono infiltrati sulla Terra e hanno (presumibilmente) sostituito molti amati supereroi. Appariranno anche Emilia Clarke, Olivia Colman e Kingsley Ben-Adir, che sarà il cattivo principale – lo Skrull che sta organizzando l’invasione. Kyle Bradstreet ha creato la serie e Thomas Bezucha e Ali Selim sono alla regia.

Il legame con il MCU non è chiaro. Al di là degli attori che stanno già tornando nella serie, Feige ha dichiarato che questo è l’evento crossover più ambizioso del MCU dopo i film degli Avengers, quindi ci si aspettano apparizioni di personaggi di altri titoli del franchise.

Loki 2 – 6 ottobre 2023

Loki 2 MCU

Nel finale della prima stagione di Loki, Tom Hiddleston e la sua controparte femminile – e primo vero amore – Sylvie (Sophia Di Martino) affrontano la misteriosa mente dietro l’Autorità per le Variazioni Temporali, un uomo noto come Colui che Rimane (Jonathan Majors). Alla fine, Sylvie frattura la linea temporale nel multiverso uccidendo il cattivo. Loki viene rimbalzato in un’altra realtà, in cui il suo amico della TVA, Mobius (Owen Wilson), non lo riconosce nemmeno.

Nelle scene post-credit di Ant-Man and the Wasp: Quantumania i personaggi di Loki e Mobius sono indaffarati a scoprire nuove versioni di Kang. La produzione della seconda stagione vede Eric Martin, sceneggiatore della prima stagione, che scriverà tutti gli episodi e Justin Benson e Aaron Moorhead, registi di Moon Knight, che dirigeranno la maggior parte degli episodi.

The Marvels – 10 novembre 2023

The Marvels

Nia DaCosta dirigerà il sequel del film. Il nuovo titolo, tuttavia, chiarisce che non si tratterà solo di una storia su Carol Danvers, ma di una piccola avventura di squadra tutta al femminile. Megan McDonnell ha scritto la sceneggiatura. La star di Ms. Marvel, Iman Vellani, sarà co-protagonista del progetto nel ruolo di Kamala Khan.

Teyonah Parris interpreterà l’adulta Monica Rambeau, che si è trasformata in una supereroina durante la serie WandaVision, che si è conclusa con l’invito degli Skrull ad andare nello spazio.

Echo – 29 novembre 2023

Echo MCU

Alaqua Cox sarà la protagonista di questa serie spin-off di Hawkeye nei panni di Maya Lopez, una supereroina nativa americana sorda in grado di copiare perfettamente i suoi avversari in battaglia. Lo show è la prima serie di supereroi standalone su un personaggio nativo americano. Il cast comprende Zahn McClarnon che riprende il ruolo del padre di Maya, e Graham Greene, Chaske Spencer, Tantoo Cardinal, Devery Jacobs e Cody Lightning.

Per la prima volta per la Marvel, tutti e sei gli episodi della serie saranno trasmessi in contemporanea. Nella serie Maya incontrerà il suo vecchio capo, Kingpin (Vincent D’Onofrio), che ha creato qualche problema prima in Daredevil e poi in Hawkeye. Con Matt Murdock apparso in Spider-Man: No Way Home e in She-Hulk: Attorney at Law, è probabile che possa apparire anche in questa serie. Inoltre, nei fumetti Marvel, Echo ha incrociato le strade di Moon Knight e degli Avengers e ha partecipato alla storyline Secret Invasion, quindi potrebbe finire in diverse serie del MCU.

Captain America: New World Order – 3 maggio 2024

Captain America New World Order

Malcolm Spellman, sceneggiatore di The Falcon and the Winter Soldier, e Dalan Musson, scrittore dello staff, stanno scrivendo la sceneggiatura che continuerà la storia di Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo che questi ha finalmente preso lo scudo di Capitan America nel finale dello show, sfoggiando un nuovo costume rosso-bianco-blu – e ali di falco – per gentile concessione del Wakanda.

Julius Onah dirige il film, che vede Sam combattere senza il supporto degli Avengers, sciolti dopo Endgame. Tornano dalla serie anche Carl Lumbly nel ruolo di Isaiah Bradley, alias il primo supersoldato nero e Danny Ramirez nel ruolo di Joaquín Torres, che eredita da Sam il soprannome di Falcon. Shira Haas si unisce al cast nel ruolo di Ruth Bat-Seraph, alias Sabra. Nei fumetti, Sabra è una mutante che lavora come agente del Mossad israeliano, ma un portavoce della Marvel ha dichiarato a Variety che i registi stanno adottando “un nuovo approccio” al personaggio.

Thunderbolts – 26 luglio 2024

Thunderbolts

Risposta del MCU alla Suicide Squad della DC, Thunderbolts è una squadra di antieroi – o di cattivi riformati – che si formano inizialmente per fare causare scompiglio ma poi decidono di cercare di rimediare ai loro errori. Jake Schreier dirigerà da una sceneggiatura di Eric Pearson. Il team comprenderà Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes, Florence Pugh nel ruolo di Yelena Belova, David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker, Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr, Olga Kurylenko nel ruolo di Taskmaster e Julia Louis-Dreyfus nel ruolo di Valentina Allegra de Fontaine.

Tutti questi personaggi portano con sé un bagaglio di esperienze precedenti, che senza dubbio influiranno su ciò che accadrà in Thunderbolts. Con Captain America: New World Order nelle sale solo due mesi prima, ci si aspetta che Sam Wilson possa avere un qualche ruolo qui. Anche il personaggio interpretato da Daniel Brühl è importante nei Thunderbolts nei fumetti, è facile immaginare che possa comparire anche lui.

Blade – 6 settembre 2024

Blade

Quando stava girando la serie Marvel Luke Cage per Netflix, Mahershala Ali ha fatto sapere ai Marvel Studios di voler recitare in un remake di Blade, il franchise di supereroi interpretato per la prima volta da Wesley Snipes (e accreditato da molti per aver aperto la strada alla rinascita del cinema dei supereroi). Stacy Osei-Kuffour è stato incaricato di scrivere la sceneggiatura.

Yann Demange dirigerà il film, sostituendo il regista Bassam Tariq che ha abbandonato il progetto nel settembre 2022, due mesi prima dell’inizio delle riprese. La Disney ha poi spostato Blade dal 2023 al 2024. Ali ha fatto un cameo solo audio in una delle scene post-credits di Eternals con il Dane Whitman di Kit Harington.

Deadpool 3 – 8 novembre 2024

Deadpool 3

Mentre i film della Fox sugli X-Men si sono ufficialmente conclusi con i due flop di Dark Phoenix e The New Mutants prima della vendita alla Disney, i due spin-off di Deadpool rimangono quelli di maggior successo finanziario mai realizzati, con un guadagno complessivo di 1,57 miliardi di dollari.

E infatti solo a settembre 2022 arriva la notizia che Deadpool e Wolverine (con Hugh Jackman che torna nel ruolo) è già in produzione con le riprese in atto. Al momento, le storie di Deadpool e Wolverine non hanno nessuna correlazione con il franchise del MCU ma con l’introduzione del multiverso tutto potrebbe cambiare.

Ironheart – 2024

Ironheart MCU

Dominique Thorne interpreterà Riri Williams, che nei fumetti è un prodigio dell’ingegneria che sviluppa una propria supertuta simile a quella di Iron Man di Tony Stark. La sceneggiatrice Chinaka Hodge sarà la responsabile della scrittura. Sam Bailey e Angela Barnes si divideranno i compiti di regia, mentre Proximity – la casa di produzione co-fondata dal regista di Black Panther Ryan Coogler – produrrà insieme ai Marvel Studios.

Anthony Ramos interpreta Parker Robbins, alias The Hood, che inizia come un alleato di Riri ma finisce per diventare un antagonista. Il cast comprende anche Lyric Ross, Manny Montana, Alden Ehrenreich e Shea Couleé. Williams è apparsa per la prima volta nel 2022 in Black Panther: Wakanda Forever, mentre Jim Rash riprenderà il suo ruolo di Preside del MIT da Captain America: Civil War.

Agatha: Coven of Chaos – 2024

Agatha Coven of Chaos

Kathryn Hahn sarà la protagonista di questa serie spin-off di WandaVision su Agatha Harkness. La sceneggiatrice di WandaVision, Jac Schaeffer, scriverà e produrrà la serie, nell’ambito del suo accordo globale con i Marvel Studios e la 20th Television. In linea con l’interpretazione della Hahn, il nuovo show – inizialmente intitolato House of Harkness sarà una dark comedy. Joe Locke avrà un ruolo non specificato, mentre Emma Caulfield Ford riprenderà il ruolo di Dottie da WandaVision.

Il legame di Agatha con Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) sembra offrire ampie possibilità narrative, soprattutto perché l’ultima volta che abbiamo visto Agatha era stata intrappolata da Wanda nel suo personaggio di Agnes, la vicina ficcanaso. Schaeffer sta anche sviluppando un secondo spin-off di WandaVision incentrato sulla Visione di Paul Bettany.

Daredevil: Born Again – 2024

Daredevil Born Again

Dopo che Daredevil ha lasciato Netflix nel 2018, Matt Murdock (Charlie Cox) è tornato nell’ombra quando lo streamer ha tagliato i ponti con la Marvel in vista del debutto di Disney+. Murdock è riapparso come avvocato di Peter Parker in Spider-Man: No Way Home nel 2021 – e la sua nemesi, Kingpin (Vincent D’Onofrio), è riemersa lo stesso mese come cattivo principale in Hawkeye. Nel maggio del 2022, Variety ha riportato che Matt Corman e Chris Ord hanno firmato per scrivere e produrre esecutivamente una nuova serie che si svilupperà in 18 episodi nella prima stagione – il triplo del numero abituale per una serie drammatica nel MCU.

In Hawkeye abbiamo appreso che Clint Barton (Jeremy Renner) e soprattutto Maya Lopez (Alaqua Cox) hanno avuto una relazione complicata con Kingpin, quindi entrambi i personaggi potrebbero essere presenti nella serie. Anche la nascente relazione di Matt con Jennifer Walters (Tatiana Maslany).

Fantastici 4 – 14 febbraio 2024

Fantastici Quattro

Quando la Disney ha acquistato la 20th Century Fox, i fan MCU hanno capito subito che ciò avrebbe significato che gli X-Men e i Fantastici Quattro – i due franchise classici della Marvel che fino ad allora erano esistiti al di fuori del MCU – si sarebbero finalmente riuniti.

Matt Shakman dirigerà il film. Subentra a Jon Watts, regista di Spider-Man, che era stato inizialmente annunciato da Feige nel dicembre 2020, ma si era tirato indietro dal progetto nell’aprile 2022, citando la stanchezza da cinema di supereroi. Nei fumetti i Fantastici Quattro hanno un ruolo fondamentale nella serie Secret Wars.

Avengers: La Dinastia Kang – 2 maggio 2025

Avengers La dinastia Kang

Allo stesso modo in cui Avengers: Infinity War ha portato a Avengers: Endgame, la Fase 6 del MCU – e la Saga del Multiverso – si concluderà con due film sugli Avengers. La regia è affidata a Destin Daniel Cretton ma al momento non è stato annunciato alcun casting.

Data la crescente importanza del personaggio di Jonathan Majors nel franchise, La Dinastia Kang potrebbe esplorare la lotta tra i buoni e le versioni di Kang nel multiverso. Più volte nei film si è oltrepassata questa linea e la Saga del Multiverso serve proprio a questo.

Avengers: Secret Wars – 1 maggio 2026

Avengers Secret Wars

Nel 2015, la Marvel Comics ha pubblicato una miniserie intitolata Secret Wars, in cui un’incursione tra l’universo Marvel principale (Terra-616) e l’universo Ultimate Marvel (Terra-1610) ha causato la distruzione di entrambi. In seguito, molte varianti dei personaggi MCU si ritrovano a vivere su un pianeta post-apocalittico chiamato Battleworld.

Come l’MCU arriverà a questo punto (se questa è davvero la trama del film) rimane un mistero, dal momento che diversi protagonisti della storia dei fumetti – tra cui i Fantastici Quattro e il loro nemico mortale Victor von Doom – non sono ancora apparsi nell’MCU. Michael Waldron scriverà la sceneggiatura.

Wonder Man – inedita

Wonder Man MCU

Cosa succederebbe se si perdesse contro Tony Stark, non come supercattivo, ma come uomo d’affari? Simon Williams lo sa bene: nei fumetti, è il figlio di un capitano d’industria la cui azienda cede sotto la pressione delle Stark Industries. Simon si rivolge quindi al Barone Zemo, che lo trasforma nel supereroe noto come Wonder Man.

Il regista di Shang-Chi Destin Daniel Cretton sta sviluppando la serie insieme allo sceneggiatore Andrew Guest, nell’ambito dell’accordo generale di Cretton con i Marvel Studios e Onyx Collective. Cretton potrebbe anche dirigere. Yahya Abdul-Mateen II interpreterà Williams.

Armor Wars – inedita

Armor Wars

Nei fumetti, la trama di Armor Wars descriveva l’orrore di Tony Stark quando la sua tecnologia Iron Man finiva nelle mani sbagliate. Con la morte di Stark nel MCU, il protagonista di questo adattamento sarà il James Rhodes di Don Cheadle. Yassir Lester  sarà lo sceneggiatore.

Originariamente sviluppato come serie Disney+, i Marvel Studios hanno annunciato nel settembre 2022 che Armor Wars diventerà un lungometraggio.

What If…? 2 – inedita

What If 2 MCU

Come ha dichiarato lo sceneggiatore A.C. Bradley a Variety, i fan possono aspettarsi che le storyline della prima continuino nella seconda stagione, che rimane ancora inedita. Tra le altre realtà alternative della seconda stagione ci sarà un episodio ambientato tra cavalieri medievali nel 1602; i personaggi di Shang-Chi che combattono contro Odino e gli Asgardiani; e Tony Stark che si unisce a Valchiria in un episodio dambientato sul pianeta Sakaar di Thor: Ragnarok.

Bradley è stato chiaro sul fatto che la serie esista all’interno del canone del MCU come parte del multiverso. Il modo in cui questo funzionerà è incerto; anche se una versione di Captain Carter è apparsa in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, non era la stessa versione vista in What If…?

X-Men ’97 – inedita

X-Men 97

La Marvel sta pensando a una rivisitazione dell’iconica serie degli anni ’90 sugli X-Men. Andata in onda per cinque stagioni dal 1992 al 1997 è considerata da molti il motivo per cui la Fox ha deciso di realizzare un film in live-action sugli X-Men. La serie continuerà la storia della serie originale, concentrandosi sui mutanti Rogue, Bestia, Gambit, Jean Grey, Wolverine, Tempesta, Jubilee e Ciclope; saranno guidati da Magneto, che sfoggia capelli lunghi e un abito viola. Nel finale della serie originale, il Prof. Charles Xavier è costretto a lasciare la Terra per curarsi dopo un attacco paralizzante.

Gli X-Men saranno affiancati da Cable, Bishop, Forge, Morph e Nightcrawler e si scontreranno con il Club Infernale con Emma Frost e Sebastian Shaw. Appariranno anche Mr. Sinister e Bolivar Trask.

Spider-Man: Freshman Year – inedita

Spider-Man freshman year

A differenza del look morbido e moderno di What If…?, questa serie animata si rifarà alle origini fumettistiche di Peter Parker, che inizia il suo viaggio per diventare Spider-Man. Questa versione della vita di Peter vedrà la presenza di un gruppo di nuovi personaggi, tra cui Nico Minoru, della squadra Runaways; una nuova cotta che non è Mary Jane o Gwen Stacey; Amadeus Cho, che diventa un nuovo Hulk nei fumetti; uno studente di scambio Wakandiano; e Harry Osborn, con il padre di Harry, Norman, che funge da mentore di Peter. Almeno all’inizio.

Charlie Cox doppierà il ruolo di Daredevil e apparirà anche Doctor Strange (anche se non è chiaro se Benedict Cumberbatch doppierà quel ruolo). Paul F. Tompkins darà voce a un nuovo personaggio chiamato Bentley Witman. I primi materiali di stampa indicavano che questo show sarebbe un prequel della storyline di Tom Holland nel MCU, ma i dettagli svelati al San Diego Comic-Con 2022 hanno svelato il contrario.

Marvel Zombies – inedita

Marvel Zombies

Un’apocalisse di zombie fa sì che la maggior parte dei Vendicatori si trasformi in non morti superpotenti e divoratori di carne. Il titolo deriva dalla miniserie a fumetti del 2005-2006 scritta da Robert Kirkman, creatore di The Walking Dead, e disegnata da Sean Phillips; quei fumetti erano già stati liberamente adattati in un episodio della prima stagione di “What If…?”.

Questa serie presenterà versioni zombie di Clint Barton, Capitan Marvel, Capitan America, l’Abominio de L’incredibile Hulk e Shang-Chi Ghost di Ant-Man and the Wasp, Scarlet Witch, Okoye di Black Panther e Ikaris di Eternals. Ad affrontarli ci saranno Yelena Belova e Red Guardian (insieme a una squadra di Vedove) di Black Widow. Il regista di What If…? Bryan Andrews dirige anche questa serie, mentre Zeb Wells è il capo sceneggiatore e produttore esecutivo.

Una serie ambientata in Wakanda – inedita

Wakanda MCU

Nel febbraio 2021, la Disney ha annunciato che il regista di Black Panther Ryan Coogler stava sviluppando una serie per Disney+ ambientata nel Regno di Wakanda, la nazione africana che ospita la Pantera Nera e la sua famiglia reale. La serie fa parte di un accordo televisivo pluriennale tra la casa di produzione di Coogler, Proximity Media, e la Walt Disney Company.

Il progetto Wakanda non ha ancora ricevuto l’ordine di diventare una serie completa, ma in una dichiarazione che annunciava l’accordo, Coogler ha lasciato intendere che non si tratta dell’unica serie basata sul MCU che Proximity sta sviluppando per Disney+.

Nova – inedita

Nova MCU

Lo scrittore di Moon Knight Sabir Pirzada sta sviluppando un progetto basato su Nova, il supereroe intergalattico legato ai Nova Corps della Marvel Comics. Non è chiaro se questo progetto sarà una serie per Disney+ o un lungometraggio.

Anche se i Nova Corps erano una parte centrale di Guardiani della Galassia del 2014 – e in Avengers: Infinity War del 2018, Thanos ha devastato Nova Prime per assicurarsi una delle Pietre dell’Infinito.

Vision Quest – inedita

Vision Quest MCU

Il secondo spin-off di WandaVision dopo Agatha: Coven of Chaos. Questa serie avrebbe seguito le imprese di Visione, la riproduzione fisica priva di emozioni del personaggio di Paul Bettany del MCU. Una serie a fumetti Marvel degli anni ’80 ha lo stesso titolo dello show, ma i suoi eventi sono stati ampiamente coperti in “WandaVision”; si ritiene che la serie seguirà invece il nuovo Visione mentre tenta di recuperare i suoi ricordi.

Jac Schaefer, creatore e sceneggiatore capo di WandaVision e Agatha, è a capo anche di questa serie e Paul Bettany tornerà nel ruolo. La trama non è chiara ma se c’è qualcosa che può far risorgere Wanda Maximoff da sotto le macerie della Wundagore Mountain, è il ritorno di Visione. Inoltre, la serie di fumetti Vision Quest faceva parte del titolo West Coast Avengers, quindi gli eventi di Avengers: La dinastia Kang e Avengers: Secret Wars potrebbero essere presi in considerazione, a seconda della rapidità con cui lo show entrerà in produzione.

Festival di Cannes 2023: foto dal red carpet di Il Sol dell’avvenire

Ieri sera è stato il giorno di Nanni Moretti, secondo italiano in concorso dopo Bellocchio, al Festival di Cannes 2023, con Il Sol dell’Avvenire. Con lui, sul tappeto rosso della croisette, il suo cast, che si è lasciato andare in una danza che replica non solo una bellissima scena del film, ma un ballo divenuto iconico grazie a Franco Battiato, sulle note di Voglio vederti danzare.

Sul tappeto rosso c’erano: Nanni Moretti, Margherita Buy, Barbora Bobulova, Valentina Romani, Blu Yoshimi, Elena Lietti.

MerPeople, la recensione della docuserie su Netflix

MerPeople, la recensione della docuserie su Netflix

Nel 1989, la Disney regala a tutto il mondo una storia intramontabile: La Sirenetta. Da allora, intere generazioni di bambine, ma anche di bambini, hanno sognato di poterlo essere. Cosa? Una sirena, ovviamente. Eppure la magia, ad un certo punto, ha dovuto retrocedere per dare il passo alla realtà, in cui queste affascinanti creature marine non esistono. O forse sì. Netflix porta in catalogo MerPeople, nuova docu-serie che racconta una storia affascinante, nella quale magia e realtà si mescolano, incanalandosi in alcune figure dalla grande fascinazione e appeal: le sirene professioniste.

I quattro episodi, incentrati ognuno su un aspetto di questo business, sono diretti da Chyntia Wade, la quale attraverso questo racconto getta una luce su un mondo sfaccettato, strabiliante e faticoso. Fatto di persone che sacrificano tutta la loro vita per poter svolgere questo lavoro, e che ci credono talmente tanto da andare contro qualsiasi cosa, anche la famiglia. MerPeople arriva in piattaforma proprio al momento giusto, considerata l’uscita del nuovo remake in live action Disney: La Sirenetta, appunto.

MerPeople, la trama

Il documentario ruota attorno a cinque principali storie: Eric Ducharme, ragazzo omosessuale e con la sindrome di Tourette, fondatore dell’azienda Mertailor, lavoratrice di code da sirena personalizzate; Morgana Alba, fondatrice del Circus Siren Pod, Sparkles, artista che cerca di seguire la strada della sirena professionista, affrontando ostacoli, delusioni e sconfitte; Ché Monique, fondatrice di The Society of Fat Mermaids; Blixunami, una persona non binaria che sfoggia tutta la sua vena artistica nelle performance, nel trucco e nella sua coda coloratissima. Ognuno di loro racconta la propria storia, le difficoltà affrontate una volta intrapresa la professione, analizzando il background che li ha spinti, poi, ad essere sirene. A lavorare in un mondo in cui appartengono, mentre il contorno non li accetta.

Nuotare, nuotare, nuotare!

Fra le tante proposte Netflix fin’ora disponibili, MerPeople è di sicuro una di quelle più interessanti, insieme alla docuserie Volo MH370, seppur abbiano tagli e toni diversi. La scelta di far conoscere questa industria – da circa 500mila dollari – in continua espansione non può che considerarsi furba proprio per la sua tematica attrattiva, ma anche – quasi – promozionale per il settore di cui si parla. Perché per quanto siano tante le persone che (negli Stati Uniti) siano spinte dal desiderio di essere una sirena a tutti gli effetti, la verità è che questo mondo non è ancora conosciuto a molti e, come sottolineano alcune intervistate, offre poco lavoro. Quel poco per, forse, riuscire a pagare le bollette. Ma a volte neanche quello.

L’universo delle sirene professioniste è comunque molto vasto, e Chyntia Wade lo sciorina da diverse prospettive: gli artisti, i fondatori di club professionali e i fabbricanti delle bellissime code con cui i performer nuotano in diverse acque: piscine, vasche e addirittura l’oceano. Ognuno di loro regala un punto di vista diverso, nel quale si ritrovano le difficoltà affrontate durante il percorso, i background familiari complessi, ma anche i pensieri comuni, fra questi l’amore verso le sirene e verso un’arte – definita tale da molti – riuscita a scaldare il cuore di tanti bambini, perché capace di non interrompere la magia sprigionata dal mito, continuando a far sognare a occhi aperti.

Essere sirene è difficile, ma non impossibile

Essere guardati con pregiudizio e non andare oltre l’apparenza è però uno dei problemi che il mondo delle sirene professioniste deve subire, poiché visto – ma solo da alcuni – con distacco e scetticismo. Ma come dimostrano alcuni artisti, fra questi la sirena Sparkles che ha una storia in primo piano all’interno di MerPeople, è un lavoro che richiede anni di preparazione per le immersioni subacquee. Si va incontro a tutto una volta intrapresa la “carriera”: infezioni, PH delle piscine sbagliati che provocano danni agli occhi, minuti in apnea, esibizioni difficili, ipotermia. Lo ribadisce anche Morgana Alba, fondatrice del Circus Siren Pod (sirene professioniste d’élite): le performance sott’acqua a volte sono persino pericolose. Ogni artista deve affrontare un ostacolo nel momento in cui non è più in superficie, nel suo habitat naturale, e spesso si ritrova a dover nuotare con altre specie marine, squali compresi.

Ma per restituire al pubblico la giusta emozione, travolgendolo nell’atmosfera suggestiva e nella mitologia delle creature che rappresentano, i professionisti devono far sembrare tutto reale, anche nei movimenti che devono essere sinuosi e mai forzati. Mantenendo poi un’espressione distesa e carismatica, nonostante magari l’acqua sia fredda. Essere sirene richiede concentrazione, connessione con il proprio corpo e con lo spettatore, sfide con se stessi. Ma, come dimostra il fondatore di Mertailor, una delle aziende più grosse di produzione di code, Eric Ducharme, diventa anche dimensione salvifica, luogo di pace, estensione del proprio io, e terapia – o medicina – delle malattie. Come la sua, la sindrome di Tourette, che lo stesso Ducharme è riuscito a gestire solo stando a contatto con l’acqua e facendo quello che amava più di ogni altra cosa: la sirena.

L’intento di Chyntia Wade, percepitosi in tutto il prodotto, è dunque quello di far vivere fra le quattro pareti dell’inquadratura una magia immortale, sospinta da sempre dalla bellezza che questa mitologia, antichissima, sprigiona. E portare all’attenzione una comunità in cui molte persone si ritrovano, sentendosi nel posto giusto, a fare la cosa giusta, con i colleghi che arrivano a considerare famiglia. Seppur alcune storie di MerPeople, rispetto ad altre, scorrano troppo veloci e alcune si frammentino un po’ troppo spesso riducendo la fluidità della narrazione, il risultato risulta comunque discreto e convince. A essere altalenante è invece il montaggio, definito nelle scene sott’acqua, e disorientante invece nel passaggio da una storia all’altra a causa delle brusche interruzioni. A trapelare però, più che l’intreccio e la messa in scena a volte poco curata, è la sua anima pura, con la conferma che spesso sono le professioni apparentemente inutili, ad essere le più significative nell’impatto che hanno sia su se stessi, che sull’altro. Basta guardare oltre, in profondità.

C’era una volta a Hollywood, ecco perché Margot Robbie ha i piedi sporchi nella scena del cinema

0

Margot Robbie spiega perché i suoi piedi erano sporchi nella scena di C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino che la vede protagonista, in cui l’attrice, che interpreta Sharon Tate, va in sala a guardarsi sul grande schermo.

Se una scena dell’ode a Hollywood di Tarantino, ambientata nel 1969, cattura la pura gioia di andare al cinema, è proprio il momento in cui Sharon Tate di Robbie entra in un cinema per guardarsi sullo schermo, e Robbie viene vista mentre guarda con gioia le scene del vero in cui recita Tate in uno dei suoi (purtroppo) pochi film. Oltre a catturare l’essenza dolce e innocente della versione di Tarantino di Tate, la scena offre al regista la possibilità di indulgere in uno dei suoi feticci cinematografici preferiti, mentre i piedi nudi notevolmente sporchi di Margot Robbie vengono visti appoggiati allo schienale di una poltroncina del cinema, mentre lei sorride guardando il film.

Il feticismo cinematografico dei piedi di Tarantino ovviamente è saltato fuori molte volte prima di C’era una volta a Hollywood, ma la scena con Margot Robbie in sala sembrava dare un elemento ulteriore aggiungendo lo sporco. In una nuova intervista con Vogue, Robbie ha parlato del suo contributo al catalogo delle famose inquadrature di piedi di Tarantino, e ha spiegato come mai i suoi piedi erano nudi e non lavati.

“Il mio personaggio entra in un cinema per vedere se stessa sul grande schermo e si toglie gli stivali, alza i piedi e si sistema per guardare il film. Ma i miei piedi erano sporchi perché stavo camminando scalza sul set. Sono rimasti sporchi nel film perché Quentin ha detto: “No. Non pulirli”. Un assistente del set è corso per pulirmeli e lui ha detto: “No, è vero, tienilo”.”

La storia di C’era una volta a Hollywood si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso… Sharon Tate (Margot Robbie).

Nel cast del film Leonardo DiCaprioBrad Pitt e Margot Robbie al fianco di Damian Lewis, Dakota Fanning, Nicholas Hammond, Emile Hirsch, Clifton Collins Jr., Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen. Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria Pedretti. Il film segnerà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo.

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Quentin Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Nanni Moretti contro gli streamer a Cannes 76, ha detto che i registi “si inchinano alle piattaforme”

Nonostante Il sol dell’avvenire sia nelle sale italiane da settimane, è arrivato oggi il suo grande giorno al Festival di Cannes 76, dove Nanni Moretti ha presentato in Concorso il suo ultimo film, apprezzatissimo in casa.

In Italia si conosce molto bene l’approccio ironico di Moretti alla vita e al mondo del cinema che popola da anni, e nemmeno alla stampa estera è sfuggita la scena del film, visibile già nel trailer, in cui il suo alter ego del film si confronta con dei responsabili di Netflix, in una conversazione folle su sceneggiature e tempi di coinvolgimento dello spettatore nella storia.

In occasione della conferenza stampa si Il sol dell’avvenire, Nanni Moretti ha spiegato che in quell’occasione non si stava limitando a punzecchiare specificatamente Netflix, ma stava puntando il dito contro tutti gli streamer e contro la loro invasione del cinema. “C’è questo fenomeno che mi crea dispiacere: un certo numero di registi e sceneggiatori si limitano a lasciare il posto alle piattaforme, si inchinano alle piattaforme”, ha detto Moretti. “Per quanto mi riguarda, penso che dovremmo continuare a sentirci coinvolti emotivamente, psicologicamente ed economicamente vis a vis con il cinema”, ha proseguito il regista.

“Quando ho un film che mi viene in mente; non penso al tredicenne in Pennsylvania che guarda il suo telefono mentre prende la metropolitana”, ha detto Moretti riguardo al suo pubblico previsto. “Quando penso di fare un film, lo faccio per le sale cinematografiche dove gli spettatori vengono a vedere immagini più grandi e continuo a scrivere sceneggiature e fare film pensando alle sale cinematografiche”.

Moretti ha affermato di aver originariamente concepito una parte della sceneggiatura diversi anni fa, incentrandola sempre sui moti ungheresi del 1956. “Non siamo riusciti a scrivere la sceneggiatura, quindi ho rinunciato a quell’idea”, ha detto. Tuttavia, quando è tornato in contatto con lo sceneggiatore, ha cercato di esplorare la vita e tutte le nevrosi di quel regista che invece stava girando un film sulle vicende del ’56.

Il sol dell’avvenire, recensione del film di Nanni Moretti

Protagonisti Nanni Moretti,  Margherita Buy, Silvio Orlando, Mathieu Amalric, Barbora Bobulova. Tra i temi del film ci sono il cinema, il circo, gli anni ’50.

Up: la casa di Carl Fredricksen ricostruita con più di 68.000 mattoncini LEGO

0

La casa di Carl Fredricksen, brontolone protagonista di Up della Pixar, è stata ricreata con oltre 68.000 mattoncini LEGO prima di prendere il volo con dei palloncini. Up è uscito nel 2009, e racconta la storia di Carl Fredricksen, un uomo di 78 anni che usa i palloncini per far volare la sua casa fuori città con lo scopo di raggiungere le Cascate Paradiso, senza accorgersi che insieme alla sua casetta colorata, porta via anche Russell, un piccolo Esploratore della Natura Selvaggia. Il film è stato co-diretto da Pete Docter e Bob Peterson ed è stato un successo di critica e pubblico, guadagnando oltre 735 milioni di dollari in tutto il mondo e classificandosi come uno dei film Pixar più amati.

Mentre la Disney celebra 100 anni di meraviglie, il canale ufficiale della Casa di Topolino ha pubblicato un nuovo episodio di Making Wonder su Youtube in cui si mostra la ricostruzione della casa di Carl con l’incredibile cifra di 68.753 mattoncini LEGO. Non solo, una volta ricostruita, la casa è stata fatta anche volare con un numero spropositato di palloncini!

https://www.youtube.com/watch?v=5MwdXy72Q4c&t=3s

La Pixar è nota per i personaggi iconici che attraversano i suoi numerosi film d’animazione acclamati dalla critica. Che si tratti di Woody di Toy Story, WALL-E o Mike e Sully di Monsters and Co, lo studio di animazione ha lasciato un segno indelebile nelle generazioni. E Up ha continuato la tendenza, regalandoci personaggi memorabili come Carl, Russell e Dug.

Barbie: il film è parzialmente basato sul romanzo di successo, Reviving Ophelia

0

La storia del film di Barbie è basata su un libro di successo, rivela Greta Gerwig. Il tanto atteso film è stato scritto da Noah Baumbach insieme a Gerwig che ha anche diretto, reduce dai suoi successi dietro alla macchina da presa: Lady Bird e Piccole Donne, entrambi arrivati all’attenzione degli Oscar. A parte la Barbie di Margot Robbie e il Ken di Ryan Gosling che lasciano Barbieland alla ricerca della vera felicità nel mondo reale, non si sa molto altro sulla storia del film.

Parlando con Vogue, Greta Gerwig ha rivelato un dettaglio significativo sulla storia del film di Barbie. Il film è in parte basato sul libro best seller Reviving Ophelia, che Gerwig ha letto quando era bambina. La sceneggiatrice-regista afferma che il libro di saggistica del 1994, che esamina il brusco cambiamento che si verifica nelle ragazze quando passano all’adolescenza e soccombono alle pressioni della società, ha parzialmente ispirato l’arco narrativo del film.

Sembra che quindi il passaggio al mondo reale della Barbie protagonista del film sia in qualche modo una metafora dell’ingresso nell’adolescenza, nella maturità sessuale, in un mondo nuovo che contestualizza e destruttura la considerazione di sé nel mondo. Il film assume dunque una luce metaforica, che già aveva, ma indirizza meglio il faro su quello che sarà il vero centro narrativo della storia.

Oltre a Margot Robbie e Ryan Gosling nei panni di Barbie e Ken ci saranno infatti anche America Ferrera, Kate McKinnon, Michael Cera, Ariana Greenblatt, Issa Rae, Rhea Perlman e Will FerrellFanno poi parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne, Emma Mackey, Hari Nef, Alexandra Shipp, Kingsley Ben-Adi, Simu Liu, Ncuti Gatwa, Scott Evans, Jamie Demetriou, Connor Swindells, Sharon Rooney, Nicola Coughlan, Ritu Arya e il premio Oscar Helen Mirren. Il film, diretto da Greta Gerwig e da lei scritto insieme a Noah Baumbach arriverà in sala dal 21 luglio.

The Flash, il regista conferma un cameo importante con un passato lungo 25 anni

0

Dopo i risultati deludenti di Black Adam e Shazam! La Furia degli Dei, Warner Bros. punta tantissimo su The Flash, che dovrebbe segnare il definitivo punto di svolta per il franchise DC Comics al cinema, stando almeno a quello che ha dichiarato James Gunn.

Oltre a sfruttare l’approvazione di personaggi come Tom Cruise, Stephen King e persino il capo dei DC Studios James Gunn (che insiste nel dire che questo The Flash è il suo film preferito del 2023), è stata presa la decisione di presentare in anteprima un montaggio incompiuto del film da oltre 220 milioni di dollari durante il CinemaCon di aprile. Gli spoiler hanno subito iniziato a trovare la loro strada online, mentre le proiezioni per i fan si stanno svolgendo a poco meno di un mese prima dell’uscita del film nelle sale.

In un’intervista con Esquire Middle Earth, il regista Andy Muschietti ha lanciato una vera bomba confermando che Nicolas Cage farò un’apparizione cameo nel film nei panni di Superman. “Nic è stato assolutamente meraviglioso”, dice il regista al sito. “Anche se il ruolo era un cameo, si è tuffato in esso… Ho sognato per tutta la vita di lavorare con lui. Spero di poter lavorare di nuovo con lui presto”. “È un grande fan di Superman. Un fanatico dei fumetti”, ha aggiunto Muschetti.

Nicolas Cage era originariamente stato scelto per interpretare l’Uomo d’Acciaio nello sfortunato Superman Lives di Tim Burton, 25 anni fa. Il progetto è andato in pezzi per una serie di motivi, anche se le foto di una prova costume di Nicolas Cage in completo di tuta blu e mantello rosso circolano ancora in rete.

In merito a come sarà effettivamente questo cameo, pare che il personaggio verrà mostrato mentre combatte contro il famigerato ragno gigante che una volta era uno dei cattivi principali del film.

The Flash: la trama e il cast del film

In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

Spider-Man: Across the Spider-Verse: svelato il cameo in live aciton del film?

0

Una clip tratta da uno spot televisivo internazionale di Spider-Man: Accross the Spider-verse, sembra rivelare al pubblico, prima dell’uscita del film, il tanto discusso cameo live-action che vedremo in questa seconda avventura cinematografica di Miles Morales.

I fan avevano sperato in Tom Holland, invece si tratta semplicemente della Signora Chen, un personaggio secondario di Venom. In quello che sembra essere un filmato riciclato da Venom: La Furia di Carnage, la proprietaria del negozio si trova brevemente faccia a faccia con La Macchia, anche se chiaramente non è impressionata dal supercriminale che salta tra le realtà (immaginiamo perché sia avvezza a questo tipo di situazioni, data la sua amicizia con Eddie Brock). A QUESTO LINK POTETE VEDERE LA CLIP.

Spider-Man: Accross the Spider-verse, la trama

Miles Morales torna nel nuovo capitolo della saga Spider-Verse, vincitrice di un premio Oscar®, Spider-Man: Across the Spider-Verse. Dopo essersi riunito con Gwen Stacy, l’amichevole Spider-Man di quartiere di Brooklyn viene catapultato nel Multiverso, dove incontra una squadra di “Spider-Eroi” incaricata di proteggerne l’esistenza. Ma quando gli eroi si scontrano su come affrontare una nuova minaccia, Miles si ritrova contro gli altri “Ragni” e dovrà ridefinire cosa significa essere un eroe per poter salvare le persone che ama di più.

Spider-Man: Accross the Spider-verse arriverà il 1° giugno 2023 al cinema

Sony Pictures Animation ha ingaggiato Joaquim Dos Santos (Voltron: Legendary Defender, La leggenda di Korra), il candidato all’Oscar Kemp Powers (Soul) e Justin K. Thompson (Piovono polpette) per dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil Lord e Chris Miller (che tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione con David Callaham (Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci AnelliWonder Woman 1984).

Non è stato ancora confermato, ma sia Shameik Moore che la candidata all’Oscar Hailee Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro voci nel primo film, tra cui Jake Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, John Mulaney, Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason Schwartzman.

Deadpool 3: Hugh Jackman sfoggia un look familiare. Al via le riprese!

0

Stefan Kapicic (Colosso) ha confermato che le riprese di Deadpool 3 sono cominciate, e anche se il protagonista Ryan Reynolds (Wade Wilson) o dal regista Shawn Levy non hanno ancora confermato quello che ha dichiarato l’attore, Hugh Jackman è apparso su Instagram mostrando un look molto familiare: l’attore australiano ha sfoggiato la sua tipica barba da Wolverine, indicandoci che anche per lui è imminente il momento di tornare sul set e far rivivere, è il caso di dirlo, il suo Logan.

Hugh Jackman non menziona il trequel dell’MCU nel suo post, ma nelle ultime settimane si era fatto crescere la barba per poi rasarsi “le costolette di montone di Logan” (anche se non sono così definite come lo erano nel primi film degli X-Men) in preparazione delle riprese londinesi.

Deadpool 3: quello che sappiamo sul film

Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3 non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine di tornare e potenzialmente viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

In attesa di ulteriori conferme, sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione matura. Deadpool 3 uscirà il 8 novembre 2024.

Il film, oltre a presentare naturalmente Ryan Reynolds di nuovo nei panni di Deadpool, vanterà anche il tanto atteso team-up tra l’irriverente protagonista e Wolverine, con Hugh Jackman che uscirà dal suo pensionamento da supereroe per riprendere il suo ruolo iconico degli X-Men. Anche Emma Corrin e Matthew Macfadyen si sono uniti al cast in ruoli ancora non del tutto resi noti, anche se la Corrin dovrebbe interpretare uno dei villain del film. La pellicola sarà il primo film della serie di film di Deadpool ad essere distribuito dopo l’acquisizione da parte della Disney della 20th Century Fox.

 

Captain America: New World Order, svelato il ruolo di Rosa Salazar?

0

La scorsa settimana, alcune foto rubate dal set di Captain America: New World Order dei Marvel Studios sembravano rivelare che Sam Wilson (Anthony Mackie), alla sua prima “uscita pubblica” nei panni della Sentinella della Libertà, si sarebbe dovuto scontrare con il gruppo malvagio noto come Serpent Society.

La superstar della WWE Seth Rollins è stata avvistata accanto a una donna misteriosa (che si ritiene fosse Diamondback in base al suo abbigliamento), e ora sembra che l’identità misteriosa dell’attrice sia stata rivelata. Secondo Murphy’s Multiverse, Rosa Salazar (Alita: Battle Angel) apparirà nel film nei panni di Diamondback.

Serpent Society è un gruppo di supercriminali composto da persone con poteri “a tema” di rettili e hanno tutti nomi di serpenti come Cobra, Anaconda, oppure Diamondback. QUI le foto dal set.

Captain America: New World Order

Julius Onah dirige Captain America: New World Order, su una sceneggiatura di Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3 maggio 2024.

Rhea Seehorn da Better Call Saul al cast di Bad Boys 4

0
Rhea Seehorn da Better Call Saul al cast di Bad Boys 4

Arriva da Deadline la conferma che la due volte candidata ai Primetime Emmy Rhea Seehorn è entrata a far parte del cast di Bad Boys 4. Adil El Arbi e Bilall Fallah tornano alla regia da una sceneggiatura di Chris Bremner, con il cast del terzo capitolo, Bad Boys for Life, che torna a bordo: prima di tutto Will Smith e Martin Lawrence e poi anche Paola Núnez, Vanessa Hudgens e Alexander Ludwig. Eric Dane potrebbe interpretare il villain del nuovo film.

Jerry Bruckheimer, Will Smith e Doug Belgrad sono tornati alla produzione; con Martin Lawrence, James Lassiter, Chad Oman, Mike Stenson, Barry Waldman e Jon Mone che si occuperanno della produzione esecutiva.

Seehorn ha recitato in 61 episodi di Better Call Saul nei panni dell’avvocato Kim Wexler e della fidanzata di Jimmy McGill/Saul Goodman, un ruolo che l’anno scorso ha ottenuto una nomination ai Primetime Emmy come attrice non protagonista. Ha anche ricevuto una nomination ai Primetime Emmy nel 2022 come miglior attrice in una commedia o serie drammatica di breve durata per Cooper’s Bar. Altri crediti televisivi includono Whitney e Veep e il film Linoleum con Jim Gaffigan.

Renfield, da oggi al cinema il nuovo film con Nicolas Cage

Renfield, da oggi al cinema il nuovo film con Nicolas Cage

Da oggi, solo al cinema, arriva Renfield, il nuovo film con Nicolas Cage, nei panni di Dracula, e Nicholas Hoult, in quelli del suo servo fidato, in cui si immagina un’altra storia per il personaggio del titolo, nato dalla penna di Bram Stoker.

Il male non sarebbe eterno senza un piccolo aiuto. In questa mostruosa avventura moderna del fedele servitore di Dracula, il candidato all’Emmy Nicholas Hoult (Mad Max: Fury Road, la saga di X-Men) interpreta Renfield, il tormentato aiutante del boss più narcisista della storia, Dracula (il premio Oscar® Nicolas Cage). Renfield è costretto a procurare le vittime del suo padrone ed a eseguire ogni suo ordine, per quanto spregevole. Ma ora, dopo secoli di servitù, Renfield è pronto a scoprire se c’è una vita al di fuori dell’ombra del Principe delle Tenebre. Se solo riuscisse a capire come porre fine alla sua codipendenza.

Renfield è diretto dal vincitore dell’Emmy Chris McKay (La guerra di domani, LEGO Batman – Il film) da una sceneggiatura di Ryan Ridley (la serie di Ghosted, la serie di Rick & Morty), basata su un’idea originale di Robert Kirkman, creatore di The Walking Dead e di Invincible.

Renfield – leggi la recensione

Il film è interpretato dalla vincitrice del Golden Globe Awkwafina (The Farewell – Una bugia buona, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli), dalla vincitrice dell’Emmy e candidata al premio Oscar® Shohreh Aghdashloo (Casa Saddam, La Casa di Sabbia e Nebbia), Ben Schwartz (Sonic, The Afterparty) e Adrian Martinez (I sogni segreti di Walter Mitty, Focus – Niente è come sembra).

Renfield è una produzione Skybound/Giant Wildcat, prodotto da Chris McKay, Samantha Nisenboim (co-produttrice, La guerra di domani), Bryan Furst (Daybreakers – L’ultimo vampiro), Sean Furst (Daybreakers – L’ultimo vampiro) Robert Kirkman e David Alpert (The Walking Dead). Il produttore esecutivo è Todd Lewis (manager dell’unità di produzione, Jason Bourne).

Le Retour, recensione del film di Catherine Corsini – Cannes 76

Le Retour, recensione del film di Catherine Corsini – Cannes 76

Dopo aver presentato in concorso al Festival di Cannes 2021 Parigi, tutto in una notte, Catherine Corsini torna in competizione alla Croisette con Le Retour (2023), un viaggio emotivo nel passato e nella ricerca di identità di due ragazze, Jessica e Farah che, assieme alla madre Khédidja, fanno ritorno in Corsica quindici anni dopo aver lasciato il loro paese natale. Il film si addentra nella complessità di questa esperienza di trasferimento, rivelando segreti familiari e tensioni sociali tra mondi diversi, compreso il razzismo con cui si troveranno a fare i conti.

La trama: ritorno in Corsica

Nella trama del film di Corsini in concorso a Cannes 76, Khédidja, tata di professione, è stata invitata in Corsica da una famiglia benestante per occuparsi dei loro figli piccoli in vacanza. Le sue due figlie la raggiungono per l’estate: sono Jessica (Suzy Bemba), 18 anni, studiosa e distante, e Farah (Esther Gohourou), 15 anni, che si sente poco apprezzata e vive nel caos. Il viaggio è movimentato: le ragazze sono nate in Corsica, ma non hanno alcun ricordo del luogo, a parte la consapevolezza che il padre è morto lì. Khédidja nasconde informazioni sul loro passato, cosa che Jessica e Farah non sopportano.

Nonostante ciò, almeno inizialmente, tutto sembra rispettare i requisiti del meraviglioso viaggio estivo per le sorelle che, tra giornate passate in spiaggia e nella piscina a casa dei proprietari, non si sono mai sentite così libere. Farah, un vero e proprio peperino, riesce a mettersi nei guai con un gruppetto di ragazzi bianchi “boss” della spiaggia, mentre Jessica inizia a provare sentimenti inediti per Gaia (Lomane de Dietrich), la figlia coetanea dei suoi datori di lavoro, un’adolescente ribelle.

Le Retour, Catherine Corsini, Cannes 2023

Dell’ultimo film della Corsini se ne è parlato già prima della sua presentazione al Festival e non per le migliori ragioni: sono state avanzate denunce per le cattive condizioni di lavoro sul set, a cui si è aggiunto il ritiro dell’investimento statale da parte del Centre national du cinéma et de l’image animée perché la casa di produzione ha dimenticato di dichiarare una scena di sesso tra minori. All’indomani della prima sulla Croisette, la Corsini ha poi spiegato che nel realizzare questo film, la cui storia ha un legame particolare con il proprio passato familiare, forse l’orgoglio le ha giocato un brutto scherzo ed è stata troppo “pretenziosa”, pensando di potersi sostituire alla figura di un coordinatore dell’intimità sul set di Le Retour.

Formarsi nella terra del passato

Corsini usa il pretesto del ritorno di una madre e le due figlie al paese natale per instaurare un dialogo col pubblico su come le differenze di classe e di etnia determinino il destino di una famiglia e pone l’attenzione sulla necessità di riconciliarsi con il presente per proiettarsi in un futuro migliore. Si immerge nelle vite di questi giovani e nelle loro ricerche in tempi di crisi, esplorando come queste circostanze possano sia distruggere che dare vita alla loro creatività. La narrazione offre uno sguardo autentico e onesto sulla vita degli adolescenti in tempi di cambiamento e di scoperta, avvalendosi di un realismo documentaristico notevole.

Le idee visive non mancano a Catherine Corsini, che sa bene come entrare nella testa di due adolescenti, tuttavia, la maggior parte delle situazioni conflittuali in cui si trovano le due ragazze, quelle che effettivamente contraddistinguono i racconti di formazione e su cui sarebbe stato ottimo investire narrativamente, sono concentrate più che altro nella seconda parte della storia e rischiano di perdere credibilità. Un ammasso di problematiche, atti di ribellione che cercano di arrivare a un climax non fanno che lasciare lo spettatore ancora più confuso sulle vere intenzioni della Corsini. Probabilmente, Le Retour funziona più come opera personale, un racconto che la regista francese ha imbastito per riconciliarsi con le sue origini e una terra con cui ha sempre avuto un rapporto turbolento per sua stessa ammissione. Come storia di formazione, coming of age che dovrebbe sfruttare la presenza di queste ragazze in una terra a loro fondamentalmente estranea ma che è parte integrante delle loro radici, risulta incompleta.

Prima di andare via: recensione del film con Jenny De Nucci e Riccardo Maria Manera

0

Le vite di Luca (Riccardo Maria Manera) e Giulia (Jenny De Nucci) erano destinate a incrociarsi. Massimo Cappelli dirige Prima di andare via, questo dramma adolescenziale che ricorda Colpa delle stelle o Io prima di te per l’importanza dei temi trattati. I due giovani protagonisti sembrano legati da un destino inesorabile: un tumore inoperabile che ha devastato le loro vite a soli vent’anni. Ci sono diversi modi per reagire al dolore e all’interno del film la vivacità e la positività di Giulia trova l’abbraccio del tenebroso Luca, che inaspettatamente si ritrova a dover cambiare prospettiva.

Ad aiutarli, Samuel (interpretato da Emanuele Turetta) il goffo e strampalato coinquilino di Luca con cui condivide la sua vita da studente fuori sede. Entrambi i ragazzi fanno di tutto per arrivare a fine mese: Luca si arrangia con le consegne a domicilio e proprio durante una di queste consegne rivede la sua ex fidanzata storica, Sofia. Di ritorno alla pizzeria, sovrappensiero il ragazzo ha un’incidente e viene portato in ospedale. Così ha inizio Prima di andare via, il nuovo film Prime Video originale italiano con Jenny De Nucci e Riccardo Maria Manera che sarà disponibile in piattaforma dal 26 maggio.

Prima di andare via, la trama

L’incidente di Luca darà il via a una serie di eventi che riassunti in un’ora e mezza di film sembrano trattati in maniera quasi precipitosa. Al ragazzo viene diagnosticato un tumore inoperabile e fuori dall’ospedale conosce Giulia, anche lei con la stessa diagnosi. Il personaggio interpretato da Jenny De Nucci cerca di conferire positività e allegria, la vediamo mentre durante il gruppo di ascolto cerca di far imparare agli altri un balletto su TikTok ma nasconde comunque delle paure. Luca è un ragazzo che la vita, un po’, la subisce. Ha un migliore amico da tenere sotto controllo, un esame difficile da superare e un’ex ragazza che gioca con lui come il gatto col topo. Quando scopre di avere il tumore e conosce Giulia la sua vita cambia prospettiva.

Tutti i problemi che nei primi minuti sembrano insormontabili come l’affitto, gli esami universitari e l’ex ragazza sono diventano minuscoli in confronto a quello che gli sta capitando. Nel film questa spensieratezza che emana Giulia arriva dritta allo spettatore che anche se per poco smette di pensare per un attimo al dolore dietro la malattia e alla retorica della lotta contro un male incurabile. Luca e Giulia sono due ragazzi, due adulti che si stanno conoscendo. Hanno degli appuntamenti fuori dall’ordinario, e lì dove Luca vuole solo bere una birra cercando goffamente di sorprenderla, lei invece organizza cene a lume di candela super romantiche.

Prima di andare via film

Un palloncino

Il racconto di Prima di andare via corre spedito verso la fine e nasconde una verità dolceamara. Si scopre presto che in realtà la diagnosi di Luca deriva da un errore medico: sono state scambiate le cartelle con un omonimo. Questo Luca non lo sa, è un segreto che solo Samuel e lo spettatore conoscono. Il coinquilino ha preferito tenere per sé questa notizia “l’ho fatto per te”, gli dirà, perché vede nell’amico un modo diverso di affrontare la vita.  Solo quando la situazione di Giulia cambia e peggiora, i due conosceranno la verità. Così da complici, amici, confidenti Giulia e Luca diventano praticamente estranei. Luca cambia casa dopo aver litigato con Samuel e torna alla sua vita che, senza Giulia, perde vitalità. Il film rincorre sé stesso perché dopo poco il personaggio di Jenny De Nucci muore e senza di lei il film cambia tono.

Solo durante il funerale ci rendiamo conto dell’eredità lasciata da Giulia alle persone a lei più care. In particolare, ai membri del gruppo di ascolto che ha stimolato a reagire alla malattia piuttosto che subirla. Loro la omaggiano sulle note di Amore disperato con la coreografia che la ragazza stava preparando. Un simbolo del film è il palloncino che vola attraverso l’opera di Bansky e assume un significato di liberazione per Giulia. Luca ricorderà per sempre il palloncino e alla fine del film, dopo il funerale, quando ne vede uno volare ha consapevolezza del fatto che la presenza di Giulia vivrà per sempre nei suoi ricordi.

Deep Impact: tutto quello che c’è da sapere sul film di fantascienza

Tra gli eventi più affascinanti da vedere al cinema vi è senza ombra di dubbio l’Apocalisse. I film dedicati a tale catastrofe hanno sempre catturato l’attenzione del pubblico, a cui viene data l’occasione di vedere qualcosa a cui si spera di non dover mai essere diretti testimoni nella realtà. La fantascienza apocalittica è dunque un sottogenere particolarmente ricco, comprendente titoli come Meteor, 2012, The Day After Tomorrow e Segnali dal futuro. Un altro titolo particolarmente celebre e apprezzato dai fan del genere è Deep Impact, diretto nel 1998 dalla regista Mimi Leder, già autrice di The Peacemaker e The Code.

Originariamente il film doveva essere diretto dal premio Oscar Steven Spielberg, ma i suoi impegni con il film Amistad gli hanno impedito di ricoprire tale ruolo, limitandosi dunque ad essere produttore di Deep Impact. Nello stesso anno di uscita di questo film è poi stato realizzato anche un altro titolo pressocché identico nelle premesse narattive, ovvero Armageddon – Giudizio finale. Pur se quest’ultimo ottenne incassi maggiori, fu però Deep Impact ad ottenere il favore della critica, la quale lo indica come un film meno sensazionalistico e come il più scientificamente accurato tra i due.

Deep Impact rimane dunque un film ideale per ogni amante di questo genere di racconti, che offrono tensione, emozioni e grande intrattenimento, merito tanto degli effetti speciali quanto delle interpretazioni dei protagonisti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Deep Impact: la trama del film

Tutto ha inizio quando Leo Beiderman, un adolescente che ama l’astronomia, scopre uno corpo celeste mentre sta guardando il cielo col telescopio. Quando il ragazzino avvisa il suo insegnante, l’uomo decide di informare immediatamente l’astronomo Marcus Wolf, che capisce si tratti di una cometa in rotta di collisione con la Terra. Mentre corre per avvisare le autorità, tuttavia, muore in un tragico incidente d’auto, senza riuscire a informare nessuno, lasciando di fatto cadere nell’oblio la scoperta. Dopo un anno, il mondo viene infine a sapere che una cometa si sta dirigendo verso la Terra e che lo schianto provocherà terribili conseguenze per gli esseri umani.

Da subito le massime istituzioni del globo si mobilitano per cercare di distruggere l’asteroide ed evitare la distruzione del pianeta terra. Si progetta dunque di costruire un vettore in grado di atterrare sulla cometa, facendola poi esplodere. Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti Tom Beck annuncia la costruzione di bunker sotterranei, che possono ospitare però solo un milione di persone. Diretti verso di esso ci sono il giovane Leo e la sua famiglia, ma anche la giornalista Jenny Lerner. Mentre l’impatto è sempre più prossimo, i destini di tutti si incroceranno, in quelle che potrebbero essere le ultime ore dell’umanità.

Deep Impact cast

Deep Impact: il cast del film

Ad interpretare il giovane Leo, uno dei protagonisti del film, vi è l’attore Elijah Wood, qui in uno dei suoi ruoli di maggior rilievo prima di consacrarsi con la trilogia di Il Signore degli Anelli. L’attrice Téa Leoni, nota anche per Jurassic Park III e la serie Madam Secretary, interpreta invece la giornalista Jenny Lerner, impegnata a gestire il rapporto con i genitori Robin e Jason, interpretati da Vanessa Redgrave e Maximillian Schell. Altro grande protagonista del film è il premio Oscar Robert Duvall, qui nel ruolo del capitano Spurgeon Tanner, un astronauta veterano incaricato di pilotare il vettore incaricato di distruggere l’asteroide.

Morgan Freeman è invece il presidente degli Stati Uniti Tom Beck. Per interpretare il personaggio, l’attore chiese di poter sfoggiare un orecchino. La regista fu però contraria alla cosa, ma permise invece di far intravedere uno dei tatuaggi che l’attore ha sul braccio. Un dettaglio che, a sua detta, gli conferisce un aspetto da uomo qualunque. Sono poi presenti anche gli attori James Cromwell nei panni del Segretario del Tesoro Alan Rittenhouse, Jon Favreau in quelli del dottor Gus Partenza e Ron Eldard in quelli di Oren Monash, comandante del vettore.

Deep Impact: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Deep Impact grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 24 maggio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Platonic, la recensione della serie con Rose Byrne e Seth Rogen

Platonic, la recensione della serie con Rose Byrne e Seth Rogen

Finalmente una serie comica capace di allietare, far sorridere delle piccole disavventure che ognuno di noi affronta nella propria quotidianità. I creatori Nick Stoller e Francesca Delbanco hanno saputo carpire il cuore di ciò che significa essere persone comuni e lo hanno inserito in situazioni e personaggi che, esaltando la loro assoluta normalità, si fanno paladini spiritosi delle frustrazioni dell’uomo e donna contemporanei.

La storia su cui si dipana Platonic non potrebbe essere più semplice: un tempo migliori amici, Sylvia (Rose Byrne) e Will (Seth Rogen) decidono di incontrarsi anni dopo una lite che li ha tenuti lontani l’una dall’altro. E in questo modo scoprono quanto sono in realtà cambiati dai tempi del college e delle scorribande goliardiche di cui erano protagonisti: lei è una madre di famiglia che ha rinunciato alla carriera avvocatizia per accudire i tre figli, mentre lui ha appena divorziato e gestisce un bar nella paura costante di crescere.

Saper raccontare i problemi della vita quotidiana

Platonic propone una gamma ampia ed esaustiva di quelli che sono i problemi della vita quotidiana, e lo fa con un’ironia tanto precisa quanto ficcante. Fin dall’episodio pilota – che scriviamolo subito, non è neppure lontanamente il migliore di quelli proposti dalla stagione – entriamo dentro l’universo di due personaggi che potrebbero essere tranquillamente i nostri vicini di casa, tanto amabili quanto lontani anni luce da alcun tipo di “caratterizzazione” volta a renderli drammaticamente interessanti. Perché allora Platonic funziona così bene? Perché sa esattamente cosa vuole raccontare e come farlo nella maniera giusta: la verità e l’attenzione al lato assurdo delle situazioni in cui ognuno di noi potrebbe trovarsi in un giorno qualunque sono sviluppate con perizia, puntata dopo puntata, immergendo lo spettatore dentro un mondo tanto comprensibile quanto realmente divertente.

Platonic-Rose-Byrne-Seth-Rogen

Platonic e il valore dei suoi interpreti

E qui il merito principale della riuscita dello show deve essere attribuito ai due attori principali, in particolar modo alla Byrne. Se infatti Seth Rogen dimostra di essere maturato come attore continuando esplicitamente a interpretare il “tipo fisso” che propina al pubblico ormai da decenni – dimostrandolo anche nel recente The Fabelmans di Steven Spielberg –  Rose Byrne conferma definitivamente, se ce fosse stato ancora il bisogno, di essere un’attrice in grado di saper indossare la leggerezza delle proprie figure femminili con una precisione emotiva ammirevole.

La sua Sylvia diventa in questo modo una figura a tutto tondo, intendendo con questo amabile non soltanto per i suoi numerosi pregi ma anche, anzi forse soprattutto, per i piccoli difetti, le dolci e umanissime scorciatoie che prende come donna che deve fare i conti con le proprie piccole insoddisfazioni, tenendole a bada per il bene comune. La sua capacità di essere vera eppure sempre divertente, guizzante, in qualche caso ruvida al limite dell’isteria, ha ormai raggiunto un livello di competenza attoriale che a nostro avviso poche colleghe posseggono oggi quando si tratta di commedia. È senza dubbio lei il valore aggiunto di uno show comunque molto efficace nel suo studio di caratteri e situazioni.

Se volete trascorrere una mezz’ora insieme a personaggi con cui potete specchiarvi, alle prese con problemi che potrebbero senza dubbio appartenervi, Platonic merita di essere abbracciata e coccolata. Per la sua semplicità, per la sua volontà di stuzzicare e magari anche far riflettere sui percorsi inaspettati, sui piccoli scarti di rotta che in fin dei conti possono decidere la vita di una persona almeno quanto le grandi decisioni. Si ride, si partecipa con affetto alle vicissitudini di questi due anti-eroi nel senso più profondo del termine. Non c’è proprio nulla di eroico in Sylvia e Will. E proprio per questo possiamo davvero rivederci in loro…

Asteroid City, recensione del film di Wes Anderson – Cannes 76

Asteroid City, recensione del film di Wes Anderson – Cannes 76

Per qualcuno il suo ultimo The French Dispatch è stato il film più emozionante del Festival di Cannes del 2021, e il più deludente, e a distanza di due anni il nuovo film di Wes Anderson sembra essere sulla stessa lunghezza d’onda. Di nuovo sulla Croisette per Asteroid City, di nuovo in concorso per la Palma d’Oro con un affresco dei suoi, costruito su diversi livelli e sceneggiato insieme a Roman Coppola, ma soprattutto nel quale – con Jason Schwartzman e Scarlett Johansson (la cui “breve nudità” ha causato problemi con la censura) – appaiono in ruoli diversissimi tra loro Tom Hanks, Jeffrey Wright, Tilda Swinton, Bryan Cranston, Adrien Brody, Margot Robbie e Steve Carell.

Benvenuti ad Asteroid City

Nulla è reale ad Asteroid City, come vediamo sin dalla prima scena, nella quale un autore (Edward Norton) sta scrivendo la storia di una occasionale e variegata comunità, raccolta nel deserto del SouthWest statunitense – forse tra Arizona e Nevada – per il raduno di “giovani astronomi e cadetti spaziali” che riunisce studenti dotati e i loro genitori in una località caratterizzata dalla caduta di un piccolo meteorite ormai circa 3.000 anni prima.

L’ambientazione e – soprattutto – gli eventi eccezionali che vi si svolgono e che vediamo mentre vengono letteralmente messi in scena sono quelli della fantascienza di una volta, ma le relazioni che si stabiliscono tra gli 87 abitanti e i suddetti visitatori sono quanto di più umano ci sia. E di coerente con i precedenti del regista, tra militari pomposi, scienziati alienati, attori famosi e meno famosi, cantanti country e famiglie disfunzionali di ogni tipo.

Wes Anderson sci-fi contro l’Intelligenza Artificiale

Non è detto che Wes Anderson apprezzerebbe di veder definito il suo film “delizioso”, come in molti hanno fatto. Soprattutto dopo tanti precedenti nei quali però il gusto estetico e il talento decorativo del regista texano erano sicuramente più funzionali alla storia narrata. Che qui, al contrario, e come nel precedente The French Dispatch, sembra più finalizzata a permettergli di sfogare il suo estro e regalare al suo pubblico più appassionato quei ‘dettagli’ che tanto ce lo hanno fatto amare.

Nei tableaux che compone ognuno può trovare quel che vuole, da Billy Wilder a Steven Spielberg, dalle tragedie esistenziali e familiari di frontiera ai B-movie di fantascienza anni 50, con i quali il film ha in comune un narratore (Bryan Cranston) da dramma radiofonico. Tra set televisivo e teatro, dal bianco e nero alla solita palette di colori caldi e pastello, il fine settimana intorno al cratere nel deserto si sviluppa gradualmente, come gli intrecci tra i suoi protagonisti.

Su tutti il vedovo fotografo di guerra Augie Steenbeck (Jason Schwartzman), diviso tra figli, suocero (Tom Hanks) e la star Midge Campbell (Scarlett Johansson), fotografata in bagno in pose che vanno dalle Pin Up dell’epoca al Marat di Jacques-Louis David. Grandi nomi, che difficilmente potranno ambire a una nomination agli Oscar per la mancanza della possibilità di offrire una vera interpretazione, a differenza di quanto accaduto in passato per le candidature raccolte dai suoi film – non a caso per animazione, colonna sonora e sceneggiatura – o i premi andati ai costumi, la scenografia e il trucco ottenuti di Grand Budapest Hotel nel 2012.

Nella vita, “non puoi sapere cosa succederà”

Ma non importa. Come dice Bryan Cranston è come nella vita, “non puoi sapere cosa succederà, quanto durerà o chi incontrerai, devi solo andare avanti”. E, incurante di renderla comprensibile, Wes continua a raccontare la storia che ha dovuto girare approfittando persino della pandemia e della vera quarantena che stavamo vivendo nel mondo reale, prima che in quello rappresentato sullo schermo. Nel quale tutto viene sublimato, non è una novità, ma dove le cose spesso assumono contorni e significati diversi, o addirittura mai sottesi al significante.

Ma non importa nemmeno questo, dove sia il confine – o dove lo si superi – tra la creazione originale dell’artista o quella rielaborata dallo spettatore. Tanto più in una pièce così strutturata, che cambia continuamente di piano – dalla Asteroid City rappresentata al backstage dove i suoi interpreti tornano attori (che interpretano attori) – in un gioco di scatole cinesi. In ciascuna delle quali c’è un pezzetto del cuore del regista, una sua paura, un trauma irrisolto, o trasformato in topos.

Meno slegato e inutilmente denso dell’ultimo, con qualche – apprezzatissimo – inserto animato, ovviamente nella stop motion più artigianale possibile, qui l’unità di luogo aiuta sicuramente a non perdersi tra tante divagazioni e intermezzi. Forse non del tutto giustificate o necessarie, per una volta. Una volta di più, purtroppo, ché l’analisi del mondo del teatro e della televisione, dopo quello del giornalismo di The French Dispatch, offre sì uno smascheramento della realtà, ma fa sentire la mancanza di storie tanto articolate quanto riuscite, nelle quali l’accumulo di situazioni, battute, fotografie, personaggi, rendesse la sensazione di un film e non di una striscia domenicale.

Valerio Mastandrea e Alessandro Borghi, il cinema attraverso Claudio Caligari – SALTO 2023

Dal 18 al 22 maggio, al Lingotto Fiere di Torino, tanti sono stati gli ospiti che hanno attraversato lo specchio al Salone Internazionale del Libro 2023. Fra questi, Valerio MastandreaAlessandro Borghi, che nella Sala Azzurra al Padiglione 3, moderati da Francesca Serafini, hanno incontrato il pubblico per parlare di Claudio Caligari, in un bell’omaggio al maestro e al modo di fare cinema. Per l’occasione i due attori hanno ripercorso alcune tappe salienti della loro carriera, regalando aneddoti e momenti toccanti. Del regista, scomparso per una malattia nel 2015, Valerio Mastandrea ricorda subito L’odore della notte del 1998, film facente parte di una trilogia apertasi con Amore tossico e conclusasi con Non essere cattivo, ultimo lavoro di Caligari prima di morire.

Il primo a prendere la parola, con la sua ironia, è proprio Mastandrea che in L’odore della notte interpreta Remo, il protagonista: “Io ho fatto Remo solo alla fine”, inizia, “ero stato chiamato per interpretare uno dei compagni del protagonista, tutt’altro personaggio, e ho conosciuto Claudio in quella occasione. Non lo avevo mai visto per intero, quindi quando l’ho incontrato pensavo fosse uno di Ostia e invece mi sono ritrovato davanti un uomo di Arona. E ho detto: Oh cavolo! Era la seconda volta che mi capitava perché avevo visto un altro film, Un’altra vita, di un altro grande maestro, Carlo Mazzacurati, ambientato in una Roma che soltanto un romano poteva conoscere, e quando scoprii che era di Padova mi prese un colpo.

Eppure in queste occasioni capii una cosa importante: come il cinema poteva essere strumento per conoscere le cose, raccontarle anche non essendoci nato dentro.”, prosegue l’attore, “Questo è un grande insegnamento: bisogna immergersi tanto prima di poter raccontare qualsiasi cosa. Tornando al film di Caligari, a venti giorni dalle riprese venni richiamato ed esaminato, e alla fine lui mi voleva chiedere se volevo fare Remo, il protagonista. Ci volevo pensare perché la proposta mi aveva emozionato. Alla fine ho accettato e da lì in poi con Claudio è nato un sodalizio così, come nascono le amicizie tra coetanei, che non sai quando ti sei conosciuto, perché ti sembra che nella tua vita avete sempre camminato insieme. E secondo me quelli sono gli amici con cui riesci a camminare nel presente.”

Claudio Caligari, il suo cinema con Alessandro Borghi e Luca Marinelli

Mastandrea, che con Claudio Caligari ha instaurato un rapporto di amicizia, è stato poi produttore della sua ultima opera, Non essere cattivo, diventato un cult. Proprio come ricorda Serafini, Caligari apprezzava molto Alessandro Borghi e Luca Marinelli, che nel film interpretano rispettivamente Vittorio e Cesare. Ed è proprio il primo a ricordare commosso il suo maestro, che come conferma lo stesso Borghi è stato fra quelli che più gli hanno insegnato la materia cinematografica. “Io sono stato molto travolto dall’aver conosciuto Claudio Caligari. Mi ha dato tanti insegnamenti senza rendersene neanche conto, e questa è una cosa molto bella. Era sempre uno scambio continuo di qualcosa che aveva a che fare con il racconto, con la grande passione di raccontare una storia.”

Valerio Mastandrea
Valerio Mastandrea – Crediti: Musacchio, Pasqualini, Fucilla/Musa

La prima cosa che ho imparato era la necessità di raccontare delle storie, a prescindere da tutto, al di fuori della dinamica del commercio, dei soldi, del tax credit. Io ho fatto dieci anni di televisione brutta e non mi rendeva felice. Facevo delle cose che quando le riguardavo mi vergognavo e non mi facevano stare bene. Poi ad un certo punto sono arrivati prima Stefano Sollima che mi ha fatto fare Suburra e subito dopo il film di Claudio Caligari, Non essere cattivo, una svolta. Ogni volta che ho un nuovo progetto, penso sempre a quello che mi ha insegnato, e lo applico. Io ho un prima e un dopo Claudio”, come “esiste un prima e un dopo Cristo”, gli fa eco il collega accanto.

Mastandrea ricorda anche le parole di Fabrizio Gifuni ai David di Donatello 2023, in memoria di Caligari e del suo saper “stare dentro le storie”: “Per lui doveva essere tutto credibile. Doveva filtrarlo prima lui, verificarne la credibilità.” Subito dopo, per rafforzare le parole del collega Borghi, è stato mostrato un video-saluto di Luca Marinelli, il quale ha omaggiato il regista con un aneddoto divertente ma profondo: “Un giorno, in una scena di Non essere cattivo, andai da Claudio preso da un dubbio sull’atteggiamento del mio personaggio (Cesare ndr). Arrivai da lui spiegandogli le sensazioni che secondo me il personaggio sentiva e tutti i ragionamenti che faceva nei confronti della madre. Ad un certo punto lo guardo, lui mi guarda e mi dice: se Cesare ragionasse così sarebbe un idiota.”

All’inizio pensavo si riferisse proprio a me, ma poi lui mi disse che non dovevo mai giudicare il personaggio che stavo interpretando, perché lui è un pianeta che fa parte di un sistema e sicuramente vuole entrare in comunicazione con un altro pianeta in orbita (che sono gli altri personaggi, in questo caso la madre di Cesare ndr). Questo mi aiutò molto e fu una grande lezione di cinema, molto diretta. E poi, se Valerio Mastandrea, Alessandro Borghi e io siamo diventati una grande famiglia è proprio grazie a Claudio.”

Alessandro Borghi
Alessandro Borghi- Crediti: Musacchio, Pasqualini, Fucilla/Musa

Da Non essere cattivo a Le otto montagne

Inevitabile, verso la fine, il pensiero a Le otto montagne, film di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, che ai David di Donatello 2023 si è portato a casa quattro premi, fra cui quello a Miglior film, oltre a vincere l’anno prima il Premio della giuria al Festival di Cannes. In realtà, Le otto montagne è debitore a Non essere cattivo di Caligari per il rapporto d’amicizia che si è creato fra i due protagonisti. “Ho ragionato molto su questa cosa mentre stavamo facendo il film (Le otto montagne ndr).”, ha detto Borghi, “Lì (in Non essere cattivo ndr), Luca ed io ci siamo uniti, siamo diventati fratelli, e la cosa è rimasta immutata nel tempo. Però poi è successa una cosa molto bella: su quelle montagne è come se avessimo riscoperto la nostra capacità di essere amici. Fino a che punto riuscivamo ad esserlo stando da soli a fare una pausa pranzo in mezzo a un prato. Abbiamo messo a disposizione dei personaggi la nostra amicizia e sarebbe stato stupido non farlo. Abbiamo parlato molto del fatto che Pietro e Bruno sono come noi, lontani, se si considera che io vivo a Roma e lui a Berlino e che, come me e Luca, si vedono una volta l’anno e che hanno, sempre come noi, due visioni completamente diverse della vita.”

Queste differenze enormi ci hanno uniti, e io non riuscirei ad immaginare più la mia vita senza Luca, professionalmente e umanamente. L’altro giorno ho fatto incorniciare una foto emblematica, io, Luca Marinelli e Valerio Mastandrea seduti su un divano a Los Angeles, per promuovere Non essere cattivo di Claudio Caligari, e quando la guardo è incredibile come lì ci siano tre universi diversi, e come questi tre universi riescano ad essere uno soltanto, più grande, quando sono insieme. Ed è la bellezza dell’unione di questo lavoro ma anche dell’amicizia nella sua essenza. Di essere liberi di parlarsi apertamente e dirsi quando le cose vanno bene o male e nell’applicazione del lavoro, prendere tutti quegli elementi e poterli mischiare e mixare, per metterli a disposizione di un’altra storia, è un grande regalo.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità