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Superman: James Gunn sta scrivendo un nuovo film sull’Uomo d’Acciaio

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Il co-capo dei DC Studios James Gunn ha annunciato che sta scrivendo un nuovo lungometraggio su Superman. Al passo con il nuovo progetto, Gunn ha anche rivelato che Henry Cavill non tornerà nei panni dell’eroe.

“Peter e io abbiamo una lista DC pronta per partire, di cui non potremmo essere più al settimo cielo; saremo in grado di condividere alcune informazioni interessanti sui nostri primi progetti all’inizio del nuovo anno”, ha twittato mercoledì sera il regista diventato capo dell’etichetta.

Tra quelli sulla lista c’è Superman. Nelle fasi iniziali, la nostra storia si concentrerà su una parte precedente della vita di Superman, quindi il personaggio non sarà interpretato da Henry Cavill. Ma abbiamo appena avuto un grande incontro con Henry e siamo grandi fan e abbiamo parlato di una serie di interessanti possibilità di lavorare insieme in futuro.

Gunn lavora alla nuova storia di Superman da un po’ di tempo, dicono gli addetti ai lavori. La sceneggiatura si concentrerà sulla vita del personaggio come giovane reporter nella città immaginaria di Metropolis. E sembra che il pubblico lo incontrerà mentre incontra personaggi chiave, come la collega Lois Lane. Sembra chiaro quindi che l’allontanamento dal ruolo di Henry Cavill sia semplicemente dovuto al fatto che il personaggio che vuole raccontare Gunn è un ritorno alla solarità e alla energia positiva che rappresenta Superman nella Trinità DC, elemento fondante del personaggio e che sin dalla prima iterazione di Cavill era andato perduto per fare spazio a un personaggio più ombroso e arrabbiato.

Inoltre, fonti di Variety hanno affermato che il nuovo progetto Gunn non sostituirà il progetto di J.J. Abrams su Superman con Ta-Nehisi Coates (che è ancora in fase di sviluppo attivo).

Quello che ci sembra interessante, adesso, è scoprire in che modo Gunn e Safran sceglieranno di continuare a lavorare con Henry Cavill, quale personaggio sceglieranno di fargli interpretare e chi sarà invece il nuovo volto di Superman.

Henry Cavill NON sarà più Superman, ma potrebbe interpretare altri personaggi DC

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Fonti vicine alla DC hanno confermato a Variety che James Gunn, il suo co-presidente Peter Safran e Henry Cavill si sono incontrati di recente e hanno deciso che l’attore non sarà più il volto ufficiale del personaggio, ma sono tutti entusiasti di trovare qualcosa nell’universo dei fumetti che Cavill possa affrontare. Intanto, Henry Cavill ha confermato che non riprenderà il ruolo di Superman in una dichiarazione condivisa su Instagram.

“Ho avuto un incontro con James Gunn e Peter Safran ed ho una notizia triste. Non tornerò nei panni di Superman. Dopo che, lo scorso ottobre, mi è stato detto dallo studio di annunciare il mio ritorno, prima del loro ingaggio, questa notizia non è facile, ma cosi va la vita. Il cambio della guardia è qualcosa che accade. Lo rispetto. James e Peter hanno un universo da costruire. Auguro a tutti coloro coinvolti e a loro due il meglio per il nuovo universo che stanno costruendo, e le migliori delle fortune. Per tutti voi che mi siete stati accanto in questi anni: possiamo essere dispiaciuti per un po’, ma dobbiamo ricordarci che Superman è ancora là fuori. Tutto ciò che rappresenta ancora esiste, e gli esempi che fornisce a tutti noi sono ancora validi! Il mio turno di momento il mantello è passato, ma quello che rappresenta Superman non passerà mai. E’ stato un bel viaggio con tutti voi”.

Sembra però interessante che Gunn abbia anche dichiarato che vorrebbe continuare a lavorare con Cavill. Parlando della nuova storia su Superman a cui sta lavorando: “Nelle fasi iniziali, la nostra storia si concentrerà su una parte precedente della vita di Superman, quindi il personaggio non sarà interpretato da Henry Cavill. Ma abbiamo appena avuto un grande incontro con Henry e siamo grandi fan e abbiamo parlato di una serie di interessanti possibilità di lavorare insieme in futuro.

Cavill non è l’unica star dell’ultima era DC a farsi da parte con Gunn e Safran. Ben Affleck – che ha interpretato Batman in numerosi film dell’etichetta – ha recentemente incontrato la coppia per discutere in modo specifico della prospettiva di dirigere un prossimo film DC, hanno detto persone che hanno familiarità con quei colloqui.

La notizia di Superman arriva dopo una settimana incerta a seguito della decisione della Warner Bros. di non mandare avanti il terzo film di Wonder Woman con la regista Patty Jenkins. Martedì, Jenkins ha rilasciato una lunga dichiarazione in cui esponeva la sua versione dei fatti. Poco dopo, Gunn ha risposto con supporto, dicendo a Jenkins su Twitter: “Posso attestare che tutte le interazioni di Peter e le mie interazioni con te sono state solo piacevoli e professionali”.

Prima dell’alba: tutto quello che c’è da sapere sul film di Richard Linklater

Il cinema di Richard Linklater, nei suoi esempi migliori, riflette continuamente su elementi come la memoria, il tempo e il suo inesorabile trascorrere nella vita di ognuno di noi. Se relativamente a questi temi il suo film Boyhood è considerato il suo capolavoro artistico, altrettanto importante e significativa è la cosiddetta Trilogia Before, composta da Before Sunrise, Before Sunset e Before Midnight. Realizzati nell’arco di quasi vent’anni, questi tre film strutturalmente molto semplici affrontano le relazioni umane attraverso due personaggi colti in tempi e luoghi differenti. Il primo film, in Italia distribuito con il titolo Prima dell’alba, è a tal proposito una straordinaria dichiarazione d’intenti.

Uscito al cinema nel 1995, questo è ispirato ad un incontro che Linklater ebbe anni prima con una donna in un negozio di giocattoli. Conosciutisi per caso, i due conversarono fino a notte fonda passeggiando per tutta la città. A partire da questo spunto, il regista texano maturò dunque il desiderio di dar vita ad un film che proponesse un semplice lungo dialogo tra due personaggi, portato in scena attraverso un lungo pianosequenza che restituisse la realtà del momento, senza tagli né ellissi temporali di altro tipo. Prima dell’alba è allora il puro scorrere del tempo nel corso di un incontro tra due esistenze destinate a cambiarsi la vita.

Affermatosi negli anni come uno dei maggiori cult del cinema indipendente degli anni Novanta, Prima dell’alba può dunque sembrare un film molto semplice, ma è proprio da questa apparente semplicità che emergono tutti i principali interessi filosofici ed esistenziali di Linklater relativamente agli incontri che si fanno e al modo in cui questi possono influenzarci. Tematiche che nella loro evidente universalità si aprono all’intera umanità, facendo di questo un film ancora oggi amato e studiato. Decisamente un perfetto esempio di quanto il cinema di Linklater sia profondamente impegnato nello scandagliare l’animo umano attraverso il filtro del tempo e delle esperienze.

Prima dell’alba: la trama e il cast del film

Protagonisti del film sono Jesse, venticinquenne statunitense, e Céline, ventitreenne francese, imbattutisi l’uno nell’altro sul treno diretto a Vienna. Jesse, il mattino dopo, dovrebbe ripartire con l’aereo alla volta di casa, mentre la ragazza dovrebbe proseguire, con lo stesso treno, verso Parigi. Tuttavia, poco prima di salutarla, avendo intuito una certa sintonia con la ragazza, Jesse la invita a sostare con lui a Vienna per una notte e la convince a scendere dal treno. I due trascorrono così la notte passeggiando per la città, tra confidenze, giochi, sguardi e un’intesa che diviene sempre più forte e sorprendente. Quando l’alba è ormai prossima, per loro sarà il momento di stringere una sentita promessa.

Ad interpretare Jesse e Céline vi sono gli attori Ethan Hawke e Julie Delpy, entrambi ancora non particolarmente noti. Hawke, inizialmente, era stato ritenuto troppo giovane da Linklater, il quale però cambiò idea dopo averlo visto recitare a teatro. La francese Delpy viene invece scelta per dar vita all’incontro tra personaggi di nazionalità diverse. I due attori hanno poi attivamente partecipato alla creazione dei personaggi e alla riscrittura di significative porzioni di dialogo. Nonostante siano stati dunque in parte autori della sceneggiatura, i due attori non vennero inclusi come sceneggiatori nei crediti del film. Ciò avvenne però per i successivi due film della trilogia.

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Prima dell’alba: i sequel del film

Inizialmente concepita per essere raccontata in un unico lungometraggio, la storia di Jesse e Céline viene poi ripensata per dar vita ad una vera e propria trilogia. Prima dell’alba era dunque considerato un film autoconclusivo, nonostante il finale aperto, ed è solo con la volontà di realizzare un sequel che Linklater sviluppa un racconto molto più complesso. A nove anni di distanza, dunque, arriva al cinema Before Sunset – Prima del tramonto, dove i due personaggi vengono colti in un nuovo momento della loro vita, successivo al primo, andando a raccontare cosa è cambiato rispetto al loro primo incontro. Per questo secondo capitolo, Linklater decide poi di spingersi ancora oltre rispetto a quanto fatto con Prima dell’alba.

Egli gira infatti il film integralmente in tempo reale, limitando al minimo il montaggio per dar vita ad un vero e proprio flusso narrativo interrotto. Emergono così con ancor più forza gli elementi del tempo e della spontaneità che avevano decretato il successo del primo film. Nel 2013, infine, dopo altri nove anni, viene distribuito Before Midnight – Prima di mezzanotteSi tratta di un capitolo conclusivo molto meno leggero rispetto ai precedenti due. I due protagonisti, ormai persone di mezz’età, non parlano più di futuro ma riflettono sul passato, sugli errori commessi e le occasioni perse. L’amore idealizzato dei precedenti film lascia dunque qui spazio ad un sentimento affrontato sotto un punto di vista molto più realistico.

Prima dell’alba: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Prima dell’alba grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 14 dicembre alle ore 21:00 sul canale Warner TV.

Fonte: IMDb

Warner Bros. Discovery dà il via alla celebrazione del 100° Anniversario

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Warner Bros. Discovery in data odierna ha dato ufficialmente il via alla sua campagna globale Celebrating Every Story, in vista del 100° anniversario dei Warner Bros. Studios, il prossimo 4 aprile 2023. Nei prossimi 12 mesi, le celebrazioni del centenario prevedono una campagna completamente incentrata sui fan di tutto il mondo con programmazioni e contenuti speciali, il lancio di esclusivi prodotti di consumo e home entertainment, una pagina dedicata su HBO Max, campagne media omni-channel, eventi dal vivo e proiezioni.

Il logo ufficiale del centenario e il video celebrativo presentato oggi, sono disponibili sul sito web https://www.wb100.com/intl/it/, dove si potranno consultare le ultime notizie, gli eventi e le attività dedicate al centenario.

David Zaslav, CEO di Warner Bros. Discovery, ha dichiarato: “Il nome Warner Bros. è sinonimo di intrattenimento, e siamo onorati di celebrare il centenario di questo iconico Studio e il suo ricco patrimonio, che risale ai quattro fratelli che lo hanno fondato nel 1923. Negli ultimi 100 anni, la Warner Bros. ha creato alcuni dei film, programmi TV e personaggi più riconoscibili e amati mai realizzati, ed è lo standard di riferimento per le narrazioni di grande impatto che definiscono e riflettono la nostra cultura. Siamo entusiasti del futuro luminoso e dinamico della nostra azienda e, alle soglie del suo secondo secolo, ci impegniamo a continuare a raccontare storie che intrattengono, informano e ispirano il pubblico di tutto il mondo”.

Le celebrazioni del 100° anniversario della Warner Bros. includono:

  • Programmazione di un documentario in tre parti sulla storia della Warner Bros. di WB Unscripted Television che debutterà su HBO Max (e partner selezionati nei territori in cui HBO Max non è disponibile); maratone ed episodi speciali attraverso le oltre 40 reti e i canali internazionali di Warner Bros. Discovery; interviste d’archivio trasmesse su Extra sui set delle 29 stagioni delle serie; anteprime sul red carpet ed eventi; la proiezione nell’arco di tutto l’anno dei classici della Warner Bros. su TCM; la partnership con varie organizzazioni della community per il reclutamento di filmmaker da inserire nel progetto di un cortometraggio che rende omaggio ad alcuni dei film più iconici della Warner Bros.; e il collegamento dei fan al branding centenario e agli eventi televisivi, ai franchise e ai personaggi dello Studio.
  • Warner Bros. Home Entertainment rilascerà una serie di lungometraggi e bundles televisivi in digitale, Blu-ray e DVD, tra cui quattro cofanetti da collezione da 25 film e una raccolta di 100 titoli, oltre a collezioni complete di serie TV disponibili per la prima volta, e le compilation TV “Best of” dei franchise WBTV più amati. Nel corso dell’anno, Warner Bros. Home Entertainment rilascerà anche dieci titoli rimasterizzati disponibili per la prima volta in 4K Ultra HD, che vanno dalla Collezione di 5-Film di Superman, alle edizioni speciali per il 50° anniversario de I 3 dell’Operazione Drago e L’Esorcista.
  • HBO Max lancerà una programmazione tematica e stagionale dedicata, a fine gennaio. Estraendo contenuti dalle ineguagliabili librerie cinematografiche e televisive della Warner Bros. saranno presentate raccolte celebrative dedicate a festività ed eventi culturali tra cui Black History Month, Women’s History Month, AAPI Month e Pride/LGBTQ.
  • Consumer Products: dall’abbigliamento e articoli per la casa a giocattoli, oggetti da collezione, editoria, punti vendita e aziende di alimenti e bevande, Warner Bros. Discovery Global Consumer Products sta collaborando con alcuni dei marchi più famosi e potenti del mondo per celebrare questo anniversario. Per tutto il 2023, i prodotti di consumo presenteranno diverse esclusive con partner chiave, tra cui Amazon, Saks Fifth Avenue, Funko, Mattel, New Era, Running Press e altri. Inoltre, verrà presentata una nuova linea di prodotti con i personaggi Looney Tunes, una pietra miliare della storia della Warner Bros., vestiti da superfan di altre figure leggendarie dei franchise della WB come DC e il Wizarding World.
  • Esperienze: Warner Bros. Discovery presenterà numerosi eventi ed esperienze dal vivo ai fan di tutto il mondo nell’arco dell’intero anno, tra cui:
    • Una serie di Candlelight Concert, per accompagnare i fan in un viaggio musicale attraverso 100 anni della Warner Bros. che si svolgeranno in 100 città del mondo tra cui Los Angeles, New York, Londra, Toronto, Melbourne, Parigi, Singapore, Milano, San Paolo e Città del Messico;
    • Il TCM Classic Film Festival di Hollywood ad aprile celebrerà i film chiave e i maggiori talent della storia della Warner Bros. Pictures, come Casablanca, il 50° anniversario de L’esorcista, con la presenza del regista William Friedkin, I 3 dell’Operazione Drago, e restauri in prima mondiale di La Valle dell’Eden e Un dollaro d’onore
    • Proiezioni cinematografiche limitate di alcuni dei titoli cinematografici più popolari della Warner Bros. nel corso della sua storia;
    • Mostre museali del centenario e proiezioni commemorative con l’Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles;
    • Proiezioni commemorative al Warner Bros. Theatre presso il Museo nazionale di storia americana dello Smithsonian;
    • Attività presso hotel e parchi a tema Warner Bros. in tutto il mondo, tra cui The WB Abu Dhabi, Warner Bros. World Abu Dhabi, Parque Warner Madrid e Warner Bros. Movie World in Australia, che celebreranno il centenario con merchandising esclusivo, servizi fotografici, e altro ancora.
  • Studio Tour: Warner Bros. Studio Tour Hollywood, la prima attrazione al mondo volta ad avvicinare i fan all’intrattenimento che amano, contribuirà a celebrare il centenario in grande stile. Una mostra speciale per il 100° anniversario debutterà come parte del Tour a febbraio e, nel corso dell’anno, verranno svelate altre sorprese a tema centenario.

  • Celebrazioni globali: la Warner Bros. ha avuto fin dalla sua fondazione una presenza internazionale. Per riconoscere la popolarità globale del marchio e dei suoi contenuti, saranno attivate offerte per i consumatori, e molteplici attività da parte dei team di tutto il mondo. Dalle celebrazioni del centenario in Cina e una mostra a tema durante il Beijing International Film Festival ai canali pop-up in Germania, e dalle mostre cinematografiche in tutta Europa ai prodotti di consumo e linee di moda globali, il centenario della Warner Bros. sarà davvero un evento globale.
  • Social media: e, infine, il coinvolgimento multipiattaforma è una componente importante della celebrazione del centenario. Per consentire ai fan della Warner Bros di partecipare ai festeggiamenti, verranno lanciate campagne a tema su misura sui social media, tra cui This Day in History, Backlot Journeys e 100 Iconic WB Moments, oltre a mashup con IP di alto livello, attivazioni in occasione di eventi dal vivo, contenuti generati dagli utenti, operazioni fotografiche e filtri e altro ancora. Seguiteci su IG: @warnerbrosentertainment; Facebook: Warner Bros. Entertainment; Twitter: @WBHomeEnt; TikTok: @warnerbrosmovies; e YouTube: @warnerbrosentertainment.

La Warner Bros. è stata fondata da Albert, Sam, Harry e Jack Warner e costituita ufficialmente il 4 aprile 1923. Ad oggi, lo Studio detiene una delle collezioni di marchi di maggior successo al mondo, ed è all’avanguardia in ogni aspetto dell’industria dell’intrattenimento: dalla produzione di lungometraggi, programmi televisivi e direct-to-consumer all’animazione, fumetti, videogiochi, prodotti di consumo, intrattenimento a tema, studio tour e brand licensing. La vasta library dello Studio, una delle più prestigiose e preziose al mondo, è composta da oltre 145.000 ore di programmazione, inclusi 12.500 lungometraggi e 2.400 programmi televisivi composti da oltre 150.000 singoli episodi. Warner Bros. detiene anche un portfolio di franchise tra i più diversificati ed amati al mondo, come Looney Tunes, Wizarding World, DC, FRIENDS, Il trono di Spade, Hanna-Barbera solo per citarne alcuni.

Da domani 15 dicembre su Prime Video gli ultimi tre episodi di The Bad Guy

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Escono domani in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo gli ultimi tre episodi della serie Original italiana The Bad Guy, con Luigi Lo CascioClaudia Pandolfi, Vincenzo Pirrotta, Selene Caramazza, Giulia Maenza, Antonio Catania, Fabrizio Ferracane. The Bad Guy è una serie in sei episodi diretta daGiuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana.

The Bad Guy unisce il crime con la dark comedy e racconta l’incredibile storia di Nino Scotellaro (Luigi Lo Cascio), pubblico ministero siciliano che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la mafia e che improvvisamente viene accusato di essere uno di coloro che ha sempre combattuto: un mafioso. Dopo la condanna, senza più nulla da perdere, Nino decide di mettere a segno un machiavellico piano di vendetta, diventando il “bad guy” in cui è stato ingiustamente trasformato.

La serie è creata e scritta da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, diretta da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana e prodotta da Nicola Giuliano, Francesca Cima e Carlotta Calori per Indigo Film con Amazon Studios, ed è stata presentata in anteprima mondiale – fuori concorso – alla 40a edizione del Torino Film Festival. Hanno collaborato a The Bad Guy anche i cantautori Colapesce Dimartino firmando per la colonna sonora il brano originale “Cose da Pazzi” – nuovo singolo disponibile su tutte le piattaforme digitali – e il jingle originale “Wowterworld” che compare nella serie.

The Bad Guy si unirà a migliaia di film, show e serie già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Original Autumn BeatPrisma, Bang Bang Baby, Gianluca Vacchi: Mucho Más, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie, All or Nothing: Juventus, Anni da cane, Dinner Club, Vita da Carlo, FERRO, Celebrity Hunted – Caccia all’uomo, e LOL: Chi ride è fuori; le serie pluripremiate Fleabag The Marvelous Mrs. Maisel e i grandi successi come Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del PotereJack Ryan di Tom Clancy, Samaritan, Tredici Vite, The Tender Bar, A proposito dei Ricardo, La guerra di domani, Reacher e Il principe cerca figlio oltre a contenuti in licenza disponibili in oltre 240 Paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Fra le altre produzioni Original italiane già annunciate Everybody Loves Diamonds, Dinner Club S2, The Ferragnez – La Serie Stagione 2 e il capitolo italiano dell’universo Citadel.

Fallen: libro, cast e sequel del film con Jeremy Irvine

Fallen: libro, cast e sequel del film con Jeremy Irvine

Grazie al grande successo della saga di Twilight, hanno preso vita sul grande schermo numerose storie d’amore per giovani di carattere fantasy, dove uno dei due amanti si rivelava appartenere ad una sempre diversa specie di creature fantastiche. Tra i titoli più famosi di questo genere vi è Fallen, arrivato sul grande schermo nel 2016 per la regia di Scott Hicks, noto per film come Shine, Sapori e dissapori e Ho cercato il tuo nome. Al centro della storia qui narrata vi è l’amore tra una giovane e problematica adolescente e un misterioso angelo caduto, portatore di terribili verità.

Tale pellicola è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo scritto da Lauren Kate nel 2009. Questo è il primo di una serie composta da cinque libri, proseguita con Torment, Passion, Fallen in Love e Rapture. Esistono inoltre altri due romanzi, Angels in the Dark e Unforgiven, identificati come spin-off della serie. Divenuto da subito popolare, il primo di questi libri entrò nei desideri di diversi studios di produzione cinematografica, tra cui la Disney. Ad ottenerne i diritti fu però infine la Lotus Entertainment, che diede il via alla realizzazione del film, girato prevalentemente in Ungaria e nella città di Budapest.

Arrivato infine in sala, il film venne accolto piuttosto malamente dalla critica, riuscendo invece ad affermarsi come un modesto risultato al box office. A fronte di un budget di 40 milioni di dollari, Fallen arrivò infatti a guadagnarne 41 a livello globale. Cifra poi aumentata grazie alle vendite per l’home video. Prima di lanciarsi nella visione del film può certamente essere utile approfondire ulteriori dettagli circa la sua trama e il cast di attori coinvolti. Proseguendo nella lettura sarà qui possibile scoprire tutto ciò, come anche le piattaforme dove è possibile ritrovare il film per una comoda visione casalinga.

Fallen: la trama del film

Protagonista del film è Lucinda “Luce” Price, una diciassettenne accusata di un crimine mai commesso, per il quale è ora costretta a lasciare la sua casa e iscriversi al riformatorio Sword & Cross. La vita nella lugubre struttura sembra essere una condanna troppo crudele per la diciassettenne, presa di mira dalle nuove compagne. La situazione cambia radicalmente grazie all’incontro con il carismatico Daniel Grigiori. Nonostante il giovane sembra nutrire una naturale antipatia per la nuova arrivata, Luce percepisce un legame particolare che la spinge a tentare di avvicinarsi a lui.

Contemporaneamente, tuttavia, la ragazza non riesce a resistere al fascino del misterioso Cam Briel, che sembra essere molto interessato a lei e si mostra estremamente protettivo. Man mano che il tempo passa, i ricordi del passato vengono a galla e Luce inizierà ad intuire che un mistico destino la lega ad un mondo lontano e leggendario. Ben presto, Daniel si rivelerà essere ben altro che un semplice ragazzo, e tale rivelazione porterà Luce a doversi confrontare con verità difficili da sostenere. Una simile consapevolezza la costringerà a scegliere da che parte schierarsi.

Fallen cast

Fallen: il cast del film

Per interpretare i giovani personaggi della storia, gli autori del film intrapresero una lunga ricerca per trovare gli interpreti più idonei ai ruoli, che sapessero apportare a questi ulteriore carisma. È così che ad interpretare Luce è infine stata scelta l’attrice Addison Timlin. Divenuta celebre grazie a film come Quel momento imbarazzante e alla serie Californication, la giovane interprete ha raccontato di essersi preparata al ruolo leggendo il libro da cui è tratto il film, approfondendo così i vari aspetti della personalità di Luce. Accanto a lei, si ritrova poi Juliet Aubrey, la quale interpreta qui il ruolo di Doreen, madre di Luce. Daisy Head è invece Arriane Alter, una giovane del riformatorio che prenderà Luce sotto la propria protezione.

Ad interpretare il tenebroso Daniel Grigori, è invece l’attore Jeremy Irvine. Divenuto celebre come protagonista di War Horse, questi aveva in passato avuto l’occasione di recitare nel ruolo di Peeta Mellark in Hunger Games e in quello di Tobias Eaton in Divergent. Irvine non desiderava infatti diventare famoso per via di ruoli di questo tipo, ma dopo essersi imbattuto nell’angelo Daniel cambiò idea, accettando la parte. Harrison Gilbertson è invece l’attore chiamato a ricoprire il ruolo del protettivo Cameron “Cam” Briel. Lola Kirke è Pennyweather, amica di Luce nel riformatorio, mentre Sianoa Smit-McPhee è Molly Zane, ragazza che invece la infastidirà durante la sua presenza lì.

Fallen: il sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Nell’acquisire i diritti sul libro Fallen, i produttori si assicurarono di poter avere anche quelli relativi ai successivi romanzi della saga. L’intenzione era infatti quella di dar vita anche a dei sequel, imitando così il modello già realizzato con Twilight. Il modesto risultato economico del film pose però un freno a tale volontà, e ancora oggi il progetto di adattare il secondo dei libri, Torment, sembra bloccato. I produttori del film hanno infine dichiarato nel 2019 di star lavorando ad una sceneggiatura per il sequel, che potrebbe in realtà divenire una serie televisiva. Fan da tutto il mondo hanno richiesto il proseguimento della storia, invocando anche diverse piattaforme, tra cui Netflix, nell’aiutare a concretizzare ciò. Ad oggi non vi sono però notizie ufficiali a riguardo.

In attesa di tale ipotetico sequel, è per ora possibile fruire di Fallen grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 14 dicembre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

Critics Choice Awards 2023, tutte le nomination

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Critics Choice Awards 2023, tutte le nomination

Le nomination ai Critics Choice Awards sono state annunciate, e il film di The Daniels Everything Everywhere All at Once ha guidato la classifica dei film più nominati con ben 14 nomination, incluso il miglior film. Tra i suoi enormi riscontri c’erano quattro menzioni per la recitazione per Michelle Yeoh come migliore attrice, Ke Huy Quan come attore non protagonista e Jamie Lee Curtis e Stephanie Hsu come attrice non protagonista. I Daniels hanno ricevuto doppi riconoscimenti per aver scritto e diretto il film, vero successo al botteghino di A24.

The Fabelmans di Steven Spielberg ha ottenuto 11 nomination, tra cui due candidature come attore non protagonista per Paul Dano e Judd Hirsch. Altri favoriti sono stati Babylon di Damien Chazelle, che ha raccolto 10 cenni, e Gli Spiriti dell’Isola, che ne ha ricevuti nove.

Critics Choice Awards 2023, tutte le nomination:

Best Picture

  • Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios)
  • “Babylon” (Paramount Pictures)
  • “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • “Elvis” (Warner Bros.)
  • “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • “The Fabelmans” (Universal Pictures)
  • “Glass Onion: A Knives Out Mystery” (Netflix)
  • “RRR” (Variance Films)
  • “Tár” (Focus Features)
  • Top Gun: Maverick” (Paramount Pictures)
  • “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing)

Best Actor

  • Austin Butler – “Elvis” (Warner Bros.)
  • Tom Cruise – “Top Gun: Maverick” (Paramount Pictures)
  • Colin Farrell – “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • Brendan Fraser – “The Whale” (A24)
  • Paul Mescal – “Aftersun” (A24)
  • Bill Nighy – “Living” (Sony Pictures Classics)

Best Actress

  • Cate Blanchett – “Tár” (Focus Features)
  • Viola Davis – “The Woman King” (Sony Pictures)
  • Danielle Deadwyler – “Till” (Orion/United Artists Releasing)
  • Margot Robbie – “Babylon” (Paramount Pictures)
  • Michelle Williams – “The Fabelmans” (Universal Pictures)
  • Michelle Yeoh – “Everything Everywhere All at Once” (A24)

Best Supporting Actor

  • Paul Dano – “The Fabelmans” (Universal Pictures)
  • Brendan Gleeson – “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • Judd Hirsch – “The Fabelmans” (Searchlight Pictures)
  • Barry Keoghan – “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • Ke Huy Quan – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Brian Tyree Henry – “Causeway” (A24/Apple Original Films)

Best Supporting Actress

  • Angela Bassett – “Black Panther: Wakanda Forever” (Marvel Studios)
  • Jessie Buckley – “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing)
  • Kerry Condon – “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • Jamie Lee Curtis – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Stephanie Hsu – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Janelle Monáe – “Glass Onion: A Knives Out Mystery” (Netflix)

Best Young Actor/Actress

  • Frankie Corio – “Aftersun” (A24)
  • Jalyn Hall – “Till” (Orion/United Artists Releasing)
  • Gabriel LaBelle – “The Fabelmans” (Universal Pictures)
  • Bella Ramsey – “Catherine Called Birdy” (Amazon Studios)
  • Banks Repeta – “Armageddon Time” (Focus Features)
  • Sadie Sink– “The Whale” (A24)

Best Acting Ensemble

  • “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • “The Fabelmans” (Universal Pictures)
  • “Glass Onion: A Knives Out Mystery” (Netflix)
  • “The Woman King” (Sony Pictures)
  • “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing)

Best Director

  • James Cameron – “Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios)
  • Damien Chazelle – “Babylon” (Paramount Pictures)
  • Todd Field – “Tár” (Focus Features)
  • Baz Luhrmann – “Elvis” (Warner Bros.)
  • Daniel Kwan, Daniel Scheinert – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Martin McDonagh – “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • Sarah Polley – “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing)
  • Gina Prince-Bythewood – “The Woman King” (Sony Pictures)
  • S.S. Rajamouli – “RRR” (Variance Films)
  • Steven Spielberg – “The Fabelmans” (Universal Pictures)

Best Original Screenplay

  • Charlotte Wells – “Aftersun” (A24)
  • Martin McDonagh – “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • Daniel Kwan, Daniel Scheinert – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Steven Spielberg, Tony Kushner – “The Fabelmans” (Universal Pictures)
  • Todd Field – “Tár” (Focus Features)

Best Adapted Screenplay

  • Rian Johnson – “Glass Onion: A Knives Out Mystery” (Netflix)
  • Kazuo Ishiguro – “Living” (Sony Pictures Classics)
  • Rebecca Lenkiewicz – “She Said” (Universal Pictures)
  • Samuel D. Hunter – “The Whale” (A24)
  • Sarah Polley – “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing)

Best Cinematography

  • Russell Carpenter – “Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios)
  • Linus Sandgren – “Babylon” (Paramount Pictures)
  • Roger Deakins – “Empire of Light” (Searchlight Pictures)
  • Janusz Kaminski – “The Fabelmans” (Universal Pictures)
  • Florian Hoffmeister – “Tár” (Focus Features)
  • Claudio Miranda – “Top Gun: Maverick” (Paramount Pictures)

Best Production Design 

  • Dylan Cole, Ben Procter, Vanessa Cole – “Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios)
  • Florencia Martin, Anthony Carlino – “Babylon” (Paramount Pictures)
  • Hannah Beachler, Lisa K. Sessions – “Black Panther: Wakanda Forever” (Marvel Studios)
  • Catherine Martin, Karen Murphy, Bev Dunn – “Elvis” (Warner Bros.)
  • Jason Kisvarday, Kelsi Ephraim – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Rick Carter, Karen O’Hara – “The Fabelmans” (Universal Pictures)

Best Editing

  • Stephen Rivkin, David Brenner, John Refoua, James Cameron – “Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios)
  • Tom Cross – “Babylon” (Paramount Pictures)
  • Matt Villa, Jonathan Redmond – “Elvis” (Warner Bros.)
  • Paul Rogers – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Monika Willi – “Tár” (Focus Features)
  • Eddie Hamilton – “Top Gun: Maverick” (Paramount Pictures)

Best Costume Design

  • Mary Zophres – “Babylon” (Paramount Pictures)
  • Ruth E. Carter – “Black Panther: Wakanda Forever” (Marvel Studios)
  • Catherine Martin – “Elvis” (Warner Bros.)
  • Shirley Kurata – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • Jenny Eagan – “Glass Onion: A Knives Out Mystery” (Netflix)
  • Gersha Phillips – “The Woman King” (Sony Pictures)

Best Hair and Makeup

  • “Babylon” (Paramount Pictures)
  • “The Batman” (Warner Bros.)
  • “Black Panther: Wakanda Forever” (Marvel Studios)
  • “Elvis” (Warner Bros.)
  • “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • “The Whale” (A24)

Best Visual Effects

  • “Avatar: The Way of Water” (20th Century Studios)
  • “The Batman” (Warner Bros.)
  • “Black Panther: Wakanda Forever” (Marvel Studios)
  • “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • “RRR” (Variance Films)
  • “Top Gun: Maverick” (Paramount Pictures)

Best Comedy

  • “The Banshees of Inisherin” (Searchlight Pictures)
  • “Bros” (Universal Pictures)
  • “Everything Everywhere All at Once” (A24)
  • “Glass Onion: A Knives Out Mystery” (Netflix)
  • “Triangle of Sadness” (Neon)
  • “The Unbearable Weight of Massive Talent” (Lionsgate)

Best Animated Feature

  • “Guillermo del Toro’s Pinocchio” (Netflix)
  • “Marcel the Shell with Shoes On” (A24)
  • “Puss in Boots: The Last Wish” (DreamWorks Animation)
  • “Turning Red” (Pixar)
  • “Wendell & Wild” (Netflix)

Best Foreign Language Film

  • “All Quiet on the Western Front” (Netflix)
  • “Argentina, 1985” (Amazon Studios)
  • “Bardo, False Chronicle of a Handful of Truths” (Netflix)
  • “Close” (A24)
  • “Decision to Leave” (Mubi)
  • “RRR” (Variance Films)

Best Song

  • “Lift Me Up” – “Black Panther: Wakanda Forever” (Marvel Studios)
  • “Ciao Papa” – “Guillermo del Toro’s Pinocchio” (Netflix)
  • “Naatu Naatu” – “RRR” (Variance Films)
  • “Hold My Hand” – “Top Gun: Maverick” (Paramount Pictures)
  • “Carolina” – “Where the Crawdads Sing” (Sony Pictures)
  • “New Body Rhumba” – “White Noise” (Netflix)

Best Score

  • Michael Giacchino – “The Batman” (Warner Bros.)
  • Justin Hurwitz – “Babylon” (Paramount Pictures)
  • John Williams – “The Fabelmans” (Universal Pictures)
  • Alexandre Desplat – “Guillermo del Toro’s Pinocchio” (Netflix)
  • Hildur Guðnadóttir – “Tár” (Focus Features)
  • Hildur Guðnadóttir – “Women Talking” (MGM/United Artists Releasing)

Prime Video annuncia i nomi delle registe della seconda stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere

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Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, la serie vista da oltre 100 milioni di persone in tutto il mondo, successo globale senza precedenti divenuta la serie Original di Prime Video di maggior successo in ogni territorio alla sua prima stagione, ha confermato tre registe per la seconda stagione, attualmente in produzione nel Regno Unito.

Ciascuna delle tre registe – Charlotte Brändström, Sanaa Hamri e Louise Hooper – dirigerà più episodi della seconda stagione. Brändström, che ha già diretto due acclamati episodi della prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere (106/“Udûn” e 107/“L’occhio”), sarà la regista di quattro episodi e ricoprirà anche il ruolo di co-executive producer per la nuova stagione. Hamri e Hooper dirigeranno due episodi ciascuna. Brändström e Hamri hanno inoltre siglato degli overall deal con Amazon Studios.

Louise Hooper is an acclaimed British drama director, known for the 4-part limited thriller Flesh and Blood, starring Imelda Staunton and Stephen Rea; and Cheat, the 4-part drama starring Molly Windsor. Her additional directing credits include the first season finale of Neil Gaiman’s The Sandman, The Witcher, Inside No. 9, and Treason. Hooper began her career directing BBC Arts documentaries, working with David Lynch, Helmut Newton, Arthur Miller, David Attenborough, and Björk, and has also received a BAFTA nomination for directing Our Gay Wedding: The Musical.

Gli otto episodi della prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere sono disponibili in esclusiva su Prime Video in più di 240 Paesi e territori.

Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, la serie tv

Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere porta per la prima volta sugli schermi le eroiche leggende della mitica Seconda Era della storia della Terra di Mezzo. Questo dramma epico si svolge migliaia di anni prima degli eventi narrati in Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, e porta gli spettatori in un’era lontana in cui furono forgiati grandi poteri, regni ascesero alla gloria e caddero in rovina, improbabili eroi furono messi alla prova, la speranza appesa al più esile dei fili, e il più grande cattivo mai uscito dalla penna di Tolkien minacciò di far sprofondare tutto il mondo nell’oscurità. Partendo da un momento di relativa pace, la serie segue un gruppo di personaggi, alcuni già noti, altri nuovi, mentre si apprestano a fronteggiare il temuto ritorno del male nella Terra di Mezzo. Dalle più oscure profondità delle Montagne Nebbiose, alle maestose foreste della capitale elfica di Lindon, all’isola mozzafiato del regno di Númenor, fino ai luoghi più estremi sulla mappa, questi regni e personaggi costruiranno un’eredità che sopravvivrà ben oltre il loro tempo.

La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere ha ottenuto un successo senza precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming. L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita. Lo show ha inoltre battuto tutti i precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto precedentemente lanciato. Inoltre, Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere è la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America, Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo. Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426 ore nel weekend.

Kill Bill – Vol. 1: trama, cast e colonna sonora del film

Kill Bill – Vol. 1: trama, cast e colonna sonora del film

Impostosi come uno dei registi più innovativi e importanti degli ultimi 30 anni, Quentin Tarantino vanta nella propria filmografia grandi opere come Pulp Fiction, Bastardi senza gloria e C’era una volta a… Hollywood. Tra i suoi film più amati vi è però Kill Bill – Vol. 1, prima parte di un dittico incentrato sulla disperata ricerca di vendetta della sposa Beatrix Kiddo. Vera e propria summa della poetica di Tarantino, il regista ha fatto confluire in questo tutto il suo amore per il cinema e la cultura popolare. Tra violenza, citazionismo e sequenze ormai entrate nell’immaginario collettivo, prende così forma uno dei film ancora oggi più iconici di Tarantino.

La genesi di questo, come noto, risale al set di Pulp Fiction, dove il regista iniziò a concepire la storia insieme all’attrice Uma Thurman. A quasi dieci anni da quel momento, Kill Bill – Vol. 1 ha infine preso vita. Tarantino ha in seguito descritto la realizzazione di questo primo volume come un omaggio al cinema orientale da lui tanto amato. Si ritrovano infatti le atmosfere dei film di kung-fu, come anche numerosi riferimenti ai film con Bruce Lee e ai capolavori del genere come Cinque dita di violenza. I numerosi combattimenti che avvengono nel film sono infatti costruiti proprio su tale stile, ed hanno permesso l’ulteriore diffusione di un cinema altrimenti poco conosciuto.

Affermatosi da subito come un grandissimo successo, con un incasso mondiale di 180 milioni di dollari, Kill Bill – Vol. 1 ha così contribuito ulteriormente a consolidare la fama di Tarantino, rendendolo uno dei grandi autori della sua generazione. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori ed alla sua colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Kill Bill – Vol. 1: la trama del film

Protagonista del film è Beatrix Kiddo, anche nota come La Sposa, letale assassina membro del gruppo Deadly Viper Assassination Squad, capitanata dallo spietato Bill. Stanca di quella vita priva di certezze e punti fissi, Beatrix decide di staccarsi da tutta quella violenza nel momento in cui scopre di essere incinta. Fugge così in Texas, sotto falsa identità, innamorandosi di un giovane e organizzando con lui delle nozze sbrigative. Durante le prove di queste, però, si presenta a sorpresa in chiesa il suo vecchio capo Bill. Ben presto, quel luogo sacro si trasforma in un vero e proprio teatro di morte, da cui nessuno sembra poter uscire vivo. Creduta morta, Beatrix si risveglierà però dopo quattro anni di coma.

Comprende dunque cosa è successo, cosa le è stato fatto e cosa le è stato tolto per sempre. Senza pensarci decide dunque di organizzare una vendetta letale contro i suoi ex colleghi di lavoro, ricercandoli uno ad uno per ucciderli tutti. L’ultimo sulla sua lista è Bill, colpevole di aver organizzato quel tradimento. Per poter riuscire a prevalere contro assassini abili quanto lei, però, Beatrix avrà bisogno di armi speciali. Si recherà allora in Giappone, dal leggendario forgiatore di spade Hattori Hanzo. Questi realizzerà per lei una lama indistruttibile, assolutamente letale, con la quale potrà portare a termine la propria vendetta.

Kill Bill - Vol 1. cast

Kill Bill – Vol. 1: il cast del film

Il ruolo della protagonista, Beatrix Kiddo, è sempre stato unicamente pensato per l’attrice Uma Thurman, dato che il personaggio è stato sviluppato insieme a lei. Pur di averla nel progetto, Tarantino ha infatti atteso che l’attrice terminasse la propria gravidanza, rimandando dunque l’inizio delle riprese. Per poter assumere il ruolo, la Thurman si è poi sottoposta a diversi allenamenti, tanto per il combattimento corpo a corpo quanto nell’utilizzo della spada. Grande rivale di questo primo volume è poi l’assassina O-Ren Ishii. Per darvi vita, Tarantino intendeva assumere un’attrice giapponese, ma dopo aver conosciuto Lucy Liu, decise di modificare il personaggio con origini cinesi. Ciò gli permise di affidare alla Liu la parte.

Ad interpretare lo spietato Bill vi è David Carradine, nonostante questi non appaia mai realmente in questo primo volume. Tale personaggio era stato offerto anche agli attori Jack Nicholson, Kurt Russell e Mickey Rourke, i quali l’avevano però rifiutato. Altri attori presenti sono Vivica A. Fox, nei panni di Vernita Green, nota con il nome da assassina di Testa di Rame. Michael Madsen, attore ricorrente nel cinema di Tarantino, interpreta Budd, altro assassino ora attivo come semplice buttafuori. Daryl Hannah è invece Elle Driver, la più cattiva degli assassini di Bill. Il celebre Hattori Hanzo è interpretato dall’attore giapponese Sonny Chiba, mentre Samuel L. Jackson, attore feticcio di Tarantino, è presente con un cameo nei panni del suonatore di organo in chiesa.

Kill Bill – Vol. 1: la colonna sonora del film

Anche Kill Bill, come ogni film di Tarantino, si avvale di una colonna sonora assai ricercata, piena anch’essa, come il film, di citazioni e riferimenti. Molti delle canzoni presenti sono infatti tratte da altri film, dando vita a legami che arricchiscono questo volume 1 di ulteriori significati. In generale, ogni brano sembra essere la perfetta descrizione di quanto avviene in scena o nell’interiorità dei personaggi. Tra i brani più noti tra quelli presenti si annoverano Bang Bang (My Baby Shot Me Down) di Nancy Sinatra e Don’t Let Me Be Misunderstood dei Santa Esmeralda. Sono poi presenti i brani Ironside, tratto dal film Cinque dita di violenza e The Flower of Carnage, tema principale del film Lady Snowblood.

Sono poi presenti anche omaggi al cinema italiano, come il brano Da uomo a uomo, tratto dall’omonimo film e composto da Ennio Morricone. Il tema portante del film Sette note in nero, eseguito da Vince Tempera, è a sua volta presente in un momento fondamentale del film. Un omaggio a Bruce Lee è inoltre presente con il Green Hornet Theme, canzone della sigla della serie che rese celebre il noto attore di Hong Kong. Ulteriori riferimenti al cinema orientale si ritrovano invece con i brani Battle Without Honor or Humanity, tema princiaple del film Another Battle e The Yagyu Conspiracy, tratto dall’omonimo film giapponese.

Kill Bill – Vol. 1: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Kill Bill – Vol. 1 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play e Now TV. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 14 settembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Apple TV+ annuncia un documentario in due parti sulla leggenda del tennis Boris Becker

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Apple TV+ ha annunciato oggi il nuovo documentario in due parti su Boris Becker del regista premio Oscar Alex Gibney (“Taxi to the Dark Side”, “Enron – L’economia della truffa”, “The Armstrong Lie”, “Going Clear – Scientology e la prigione della fede “) e del produttore premio Oscar John Battsek (“Un giorno a settembre”, “Searching for Sugar Man”, “Hillsborough”, “The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi”).  La docuserie, ancora senza titolo, si propone di esplorare ogni aspetto dell’uomo che è diventato un fenomeno del tennis dopo aver vinto i campionati di Wimbledon a soli 17 anni, arrivando a vincere 49 titoli in carriera, tra cui sei Grandi Slam e una medaglia d’oro olimpica, nonché la sua vita personale, spesso sotto i riflettori e a volte tumultuosa.

Per oltre tre anni i registi hanno avuto un accesso speciale e unico a Boris Becker, fino alla fine di aprile del 2022, quando è stato condannato a due anni e mezzo di carcere per aver nascosto beni e prestiti allo scopo di evitare di pagare i debiti contratti. La serie presenta interviste intime al campione tedesco, tra cui una conversazione esclusiva realizzata la settimana della sua condanna, insieme ai contributi dei suoi familiari e a quelli di altre stelle del tennis come John McEnroe, Bjorn Borg, Novak Djokovic, Mats Wilander e Michael Stich.

La serie è una coproduzione tra la Ventureland di Battsek e la Jigsaw Productions di Gibney, della Lorton Entertainment, i cui progetti includono anche “Diego Maradona” di Asif Kapadia, nominato ai BAFTA Award, e il recente documentario di Matt Smith “Rooney”, sul grande calciatore inglese Wayne Rooney.

La docuserie si aggiunge alla gamma in espansione di programmi non-fiction con protagonisti i grandi nomi dello sport presenti su Apple TV+, tra cui un documentario recentemente annunciato sulla vita e la carriera rivoluzionaria del sette volte campione del mondo di Formula Uno Sir Lewis Hamilton; il film documentario recentemente annunciato “Underrated”, con la leggenda dell’NBA Stephen Curry; la serie di documentari in quattro parti nominata agli Emmy “They Call Me Magic”, che racconta la vita e la carriera del due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin “Magic” Johnson; “The Dynasty”, una nuova serie di documentari sui New England Patriots, realizzata dalla Imagine Documentaries di Brian Grazer e Ron Howard, in associazione con NFL Films; “The Long Game: Bigger Than Basketball” sul fenomeno della pallacanestro Makur Maker; la docuserie “Make or Break”, che porta gli spettatori dietro le quinte alla scoperta dei migliori surfisti del mondo in lotta per il titolo di campione della World Surf League Championship Tour; “Greatness Code”, una serie breve non sceneggiata diretta da Gotham Chopra e coprodotta da Uninterrupted e Religion of Sports, che ha appena debuttato con la seconda stagione.

Spider-Man: Across The Spider-Verse: ogni variante di Spider-Man vista nel trailer

Il trailer di Spider-Man: Across the Spider-Verse (Parte I) presenta più varianti di Spider-Man di quanto ci si potesse aspettare! Nel 2018, è stato Spider-Man: Un nuovo universo della Sony a introdurre gli spettatori in un multiverso di varianti del supereroe. L’impatto del film è stato particolarmente significativo per la cura e l’attenzione prestata alla creazione di queste diverse versioni del personaggio, ognuna caratterizzata da un character design assolutamente accurato. La splendida animazione è stata completata da una storia straordinaria e commovente in cui il nuovo Spider-Man Miles Morales ha scoperto il suo posto in questo Spider-Verse.

Ieri, la Sony ha rilasciato un nuovo trailer di Spider-Man: Across the Spider-Verse (Parte I), che continuerà le avventure di Miles. A sorpresa, il trailer suggerisce che questa volta i cattivi sono gli stessi Spider-Men: c’è infatti una scena scioccante in cui Miles combatte contro un vero e proprio esercito di varianti di Spider-Man. Un nuovo Universo e Across the Spider-Verse sono liberamente ispirati all’evento fumettistico del 2015 di Dan Slott, Spider-Verse, che presentava ogni variante di Spider-Man apparsa nei fumetti dell’epoca – e sembra che il regista Joaquim Dos Santos abbia deciso di ripetere quell’impresa sul grande schermo. Ecco, dunque, tutti gli Spider-Man visti nel trailer di Spider-Man: Across the Spider-Verse (Parte I).

Miles Morales torna come protagonista di Spider-Man: Across The Spider-Verse

La storia di Spider-Man: Across the Spider-Verse (Part I) sembra seguire direttamente la trama del primo film e vede Miles Morales come Spider-Man principale e protagonista assoluto.

L’impostazione generale del trailer sembra suggerire che il posto di Miles nello Spider-Verse sia messo in discussione (principalmente da Spider-Man 2099), che lo lascia scappare attraverso il multiverso. È certamente una direzione scioccante per la storia, ma è perfettamente in linea con i temi di Spider-Man: Un nuovo universo. Fortunatamente, Miles troverà ancora degli alleati tra le varianti.

Spider-Man: Across The Spider-Verse riporta in vita Spider-Gwen

Spider-Man Spider-Man: Un Nuovo UniversoSpider-Man: Across the Spider-Verse (Parte I) riporta anche Spider-Gwen (conosciuta anche come Spider-Woman, o anche come Ghost Spiders nei fumetti attuali). Spider-Gwen proviene da una linea temporale in cui Gwen Stacy è stata morsa da un ragno radioattivo e non da Peter Parker, ed è diventata una supereroina dopo aver fallito nel salvare il suo amico Peter da una discesa nella follia.

La storia di Spider-Gwen è stata replicata quasi perfettamente nel primo film, che l’ha posizionata come potenziale interesse amoroso per Miles. Nel trailer è ancora, chiaramente, dalla sua parte.

La Spider-Woman di Jessica Drew

Spider-Man: Across the Spider-Verse (Part I) introdurrà anche una nuova versione della Spider-Woman di Jessica Drew, proveniente da Terra-404.

Nel trailer, vediamo Jessica fare il suo ingresso in un combattimento tra Spider-Gwen, Miles e una versione dell’Avvoltoio che riesce a saltare tra più dimensioni. Sembra essere un altro degli “spider” che si schierano con Miles nella misteriosa guerra civile dello Spider-Verse.

L’antagonista: Spider-Man 2099

Il trailer presenta un’importante variante di Spider-Man come antagonista, se non come vero e proprio cattivo principale del film. Le immagini promozionali hanno già mostrato Miles Morales combattere contro Spider-Man 2099 e il filmato trasmesso al CinemaCon ne suggerisce il motivo: a quanto pare gli eventi del primo film hanno lasciato aperta una porta multiversale che i cattivi utilizzano per viaggiare tra le dimensioni.

Presumibilmente questo è in qualche modo legato direttamente a Miles, che spiega perché è diventato il bersaglio delle ire di Spider-Man 2099. Sembra che abbia riunito una sorta di “Consiglio dei Ragni” provenienti da tutto il multiverso, il che significa che in Spider-Man: Across the Spider-Verse (Part I) sono presenti più “spiders” di quanto ci si aspettasse.

Il ritorno di Peter Parker 616

spider-manGli spettatori saranno felici di vedere un altro volto familiare: Peter Benjamin Parker della Terra-616, la variante di Spider-Man che ha fatto da mentore a Miles Morales in Spider-Man: Un nuovo universo e che corrisponde allo Spider-Man dei fumetti.

Sembra che il vecchio Peter Parker sia tornato e senza dubbio aiuterà di nuovo Miles. A quanto pare, la vita di Peter è cambiata molto: è tornato con Mary Jane e hanno una figlia, Mayday. Nei fumetti, Mayday diventa la supereroina Spider-Girl.

Spider-Punk

Sony ha confermato che Spider-Man: Across the Spider-Verse (Part I) conterrà un’apparizione importante di Spider-Punk, un personaggio dei fumetti dal look molto particolare.

Nel trailer non c’è traccia di Spider-Punk, il che forse suggerisce che non si trova al nodo dello Spider-Verse ma è comunque possibile che Miles faccia squadra con Spider-Punk mentre scappa attraverso il multiverso.

Lo Spider-Man simbionte

Il misterioso nodo dello Spider-Verse ci viene presentato tramite scene di vari Spider-Men che chiacchierano (e poi si azzuffano). Non è chiaro quale ruolo importante avranno questi Uomini Ragno nella storia; potrebbero essere semplicemente degli easter egg ma che, di sicuro, faranno la gioia degli spettatori.

Uno dei più entusiasmanti è un assaggio dlla tuta nera di Spider-Man, costume che originariamente aveva acquisito durante il classico evento Secret Wars del 1984. Questo si è rivelato essere un simbionte e lui se ne è liberato, per poi legarsi a Eddie Brock e diventare Venom.

La variante “Spider-Man” di Tron

Nel 2010, la Marvel Comics ha pubblicato una serie di varianti di Tron con personaggi che indossavano nuovi costumi a lui ispirati. Quello dell’Uomo Ragno è stato integrato nella storia e presenta una fenomenale gamma di funzioni high-tech (compresa la furtività).

I colori cambiano a seconda delle funzioni attivate. Dal trailer del film, riusciamo a scorgere brevemente uno Spider-Man con il costume di Tron nello Spider-Verse.

Lo Spider-Man della Playstation 4

Il trailer di Spider-Man: Across the Spider-Verse presenta anche un breve sguardo a due personaggi molto familiari: il Peter Parker e il Miles Morales dei giochi per PlayStation 4 di Sony.

I giochi di Spider-Man della Marvel sono stati un successo assoluto e le storie dei personaggi sono proseguite anche nei fumetti: è bello vedere queste celebri iterazioni di Peter e Miles riconosciute nello Spider-Verse.

Lo Spider-Man “corazzato”

L’Uomo Ragno ha indossato molti costumi nei film, ma sono i fumetti ad avercene introdotti di memorabili; uno dei più sorprendenti è il costume corazzato dell’Uomo Ragno, creato per aiutarlo a far fronte all’aumento della violenza delle gang.

È stato inserito in Spider-Man: The Animated Series negli anni ’90 ed è ricordato con affetto dai fan. Non è dunque sorprendente vedere questo classico costume corazzato fare il suo ingresso in Spider-Man: Across the Spider-Verse.

Iron Spider della Marvel

Esiste un’interpretazione fedele ai fumetti dell’Iron Spider, un costume creato da Tony Stark che presentava una tecnologia straordinariamente avanzata (tra cui una vela-ragnatela che toglieva all’Uomo Ragno il suo tratto caratteristico di sparare ragnatele).

È famoso soprattutto per le braccia estensibili, anche se stranamente il design originale del fumetto ne aveva solo tre e non quattro. Sarà divertente vedere quante braccia avrà l’Iron Spider di Spider-Man: Across the Spider-Verse.

Manga Spider-Man

La Marvel ha una lunga storia di tributi ai Manga. Nei fumetti, Spider-Man Manga ha fatto il suo debutto nel 2002 come parte del cosiddetto “Nuovo Mangaverso”, e ha avuto un’origine molto diversa dalla versione tradizionale. Nel Nuovo Mangaverso, l’Uomo Ragno è stato addestrato come membro del Clan Ragno dei ninja da suo zio e dal suo sensei.

Questa incarnazione dell’Uomo Ragno è stata molto popolare ed è stata riproposta in diverse miniserie. Si spera che in Spider-Man: Across the Spider-Verse ci sia anche la sua versione di Mary Jane Watson, che è diventata la Donna Ragno del suo universo.

Spider-Cop

L’idea di Spider-Cop è una specie di leggenda nella storia dell’Uomo Ragno, con il personaggio che è apparso persino nel recente evento Spider-Geddon (che ha visto anche un cameo dello Spider-Man di Tom Holland).

Si è fatto strada nello Spider-Verse, dove sembra giocare a fare il vigile urbano: probabilmente si tratta solo di un divertente Easter Egg, ma ne siamo comunque entusiasti!

Spinneret e Spiderling

L’evento a fumetti Secret Wars del 2015 ha introdotto la linea temporale “Renew Your Vows”, in cui Peter Parker e Mary Jane sono rimasti insieme. La loro figlia Annie May ha ereditato i poteri di Peter, assumendo l’identità di Spiderling, e non ci è voluto molto perché diventassero una famiglia di supereroi.

Il trailer di Spider-Man: Across the Spider-Verse mostra lo Spinneret di Mary Jane e lo Spiderling di Annie May che fanno una passeggiata: speriamo quindi che abbiano un ruolo più importante nel film.

Lady Spider

Spider-Man: Across the Spider-Verse presenta molteplici universi e alcuni spettatori speravano davvero di vedere Lady Spider, una variante che proviene da un universo gloriosamente Steampunk. Il personaggio non è ancora entrato veramente in azione: si è unito a Spider-Man 2099 durante l’evento Spider-Verse del 2015 e da allora è comparsa solo una manciata di volte.

Il design ha chiaramente impressionato gli animatori della Sony, perché è uno dei personaggi più facili da individuare nel trailer di Spider-Man: Across the Spider-Verse (Part I).

Bag-Man

Uno degli easter egg più divertenti del trailer è una breve apparizione di Bag-Man. Nei fumetti, Peter Parker è rimasto senza tuta e ha dovuto prendere in prestito un costume dei Fantastici Quattro; le loro uniformi non prevedono una maschera, quindi ha dovuto improvvisare. Il costume peggiore dell’Uomo Ragno, il roboante Bag-Man, è diventato così una sorta di beniamino dei fan.

La Sony non ha i diritti dei Fantastici Quattro, quindi il costume è stato leggermente modificato per Spider-Man: Across the Spider-Verse: questa versione indossa un abito tradizionale di Spider-Man con un sacchetto di carta in testa.

Spider-Man licantropo

È difficile notarlo nel trailer, ma una delle varianti di Spider-Man: Across the Spider-Verse si trasforma effettivamente in un lupo. Potrebbe trattarsi dell’Uomo Ragno mannaro di Marvel Zombies vs. Army of Darkness, ma il design sembra invece un cenno a Spider-Man Unlimited.

Si tratta di un gioco per cellulari in cui diverse versioni dell’Uomo Ragno lavorano insieme, compreso un licantropo.

Scarlet Spider

Clone di Peter Parker, Ben Reilly è meglio conosciuto come lo Spider Scarlet, che appairà in Spider-Man: Across the Spider-Verse – come possiamo notare dal suo character design messo bene in evidenza nel marketing – ma il trailer include anche il suo successore Kaine in costume da Ragno Scarlatto, con un design meno riconoscibile.

È possibile che ci siano più Scarlet Spider; a dire il vero, ci sono innumerevoli versioni di Peter Parker, quindi non c’è motivo per cui lo stesso non possa valere per altri personaggi.

Lo Spider-Man della Future Foundation

L’Uomo Ragno si è poi unito ai Fantastici Quattro nei fumetti, sostituendo il suo amico Torcia Umana dopo che si pensava fosse stato ucciso nella Zona Negativa. Ha indossato una nuova uniforme della squadra, bianca, con un’insegna di ragno in stile digitale. L’Uomo Ragno della Future Foundation sembra essere uno degli antagonisti di Spider-Man: Across the Spider-Verse.

Agisce insieme a molte altre varianti che non sono ancora state identificate, il che significa che Spider-Man: Across the Spider-Verse (Part I) conterrà davvero tante versioni di Spider-man, molte più di quelle che credevamo.

Scream 6, il primo trailer!

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Scream 6, il primo trailer!

Svelato il trailer di Scream 6, dal 9 marzo al cinema! Dopo gli ultimi omicidi di Ghostface, i quattro sopravvissuti si lasciano alle spalle Woodsboro e iniziano un nuovo capitolo. In Scream 6, Melissa Barrera (“Sam Carpenter”), Jasmin Savoy Brown (“Mindy Meeks-Martin”), Mason Gooding (“Chad Meeks-Martin”), Jenna Ortega (“Tara Carpenter”), Hayden Panettiere (“Kirby Reed”) e Courteney Cox (“Gale Weathers”) tornano a ricoprire i loro ruoli nel franchise insieme a Jack Champion, Henry Czerny, Liana Liberato, Dermot Mulroney, Devyn Nekoda, Tony Revolori, Josh Segarra e Samara Weaving.

Diretto da Matt Bettinelli-Olpin & Tyler Gillett e scritto da James Vanderbilt & Guy Busick e BASATO SUI PERSONAGGI CREATI DA Kevin Williamson, Scream 6 è PRODOTTO DA William Sherak, James Vanderbilt, Paul Neinstein. PRODOTTO ESECUTIVAMENTE DA Kevin Williamson, Gary Barber, Peter Oillataguerre, Chad Villella, Courteney Cox, Ron Lynch, Cathy Konrad, Marianne Maddalena. Protagonisti sono Melissa Barrera, Jasmin Savoy Brown, Jack Champion, Henry Czerny, Mason Gooding, Liana Liberato, Dermot Mulroney, Devyn Nekoda, Jenna Ortega, Tony Revolori, Josh Segarra, Samara Weaving con Hayden Panettiere e Courteney Cox.

Natale a tutti i costi, la conferenza stampa del nuovo film di Natale con Christian De Sica e Angela Finocchiaro

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Oggi è stato presentato in conferenza stampa Natale a tutti i costi, il nuovo film di Natale con Christian De Sica. Il film, un remake della pellicola francese del 2021 Mes tres chers enfants, è opera del regista Giovanni Bognetti che mette su un cast formato da Christian De Sica, Angela Finocchiaro, Dharma Mangia Woods e Claudio Colica. Il film che uscirà anche su Netflix il 19 dicembre ci accompagnerà in questo periodo natalizio portando ancora una volta sul piccolo e grande schermo il re dei cinepanettoni.

Natale a tutti i costi, la trama

Dopo venticinque anni la famiglia perfetta si separa: i figli, Alessandra e Emilio, abbandonano il nido e la provincia. Vanno a vivere in città lasciando i genitori, Carlo e Anna, finalmente soli. I ragazzi nel giro di pochi mesi, presi dalla loro nuova vita, limitano i rapporti con i genitori a qualche breve chiamata, disertano i funerali dei parenti, non si presentano più ai compleanni. , non trascorreranno il Natale insieme alla loro famiglia. In conferenza stampa il tema della famiglia è stato più volte ripreso soprattutto in relazione alle dinamiche dentro e fuori il set che hanno coinvolto i protagonisti.

Non ho provato lo stesso senso di smarrimento che ha provato il mio personaggio, la sindrome del nido vuoto. I miei figli, fortunatamente, mi trovano abbastanza simpatico quindi gli piace passare del tempo insieme a me”, afferma Christian De Sica. Angela Finocchiaro è di un’altra veduta: “Io, invece, sono sempre stata ansiosa e iper protettiva, ma quando i miei figli hanno lasciato casa mi sono sorpresa. Un pensiero che faccio spesso è: se so che loro stanno bene, anche io sto bene”.

Dharma Mangia Woods, dopo La Stranezza, torna sul grande schermo con una commedia natalizia. L’attrice ha raccontato come è stato far parte di questa famiglia: “Entrare in relazione con Angela [Finocchiaro] Christian [De Sica] e Claudio [Colica] è stato molto semplice. Si è creata subito una grande intesa che nasce soprattutto da una grande stima che nutro nei loro confronti. Mi sono affidata a loro ed è stato tutto molto naturale, non percepito lo stacco tra lo stare in scena e non”. Claudio Colica, altro membro della famiglia Della Fava, fa parte del mondo della comicità già da molti anni grazie al successo de Le Coliche: “È stato un sogno, non è stato difficile considerarli genitori. Fuori dal set ci sentivamo come una famiglia. Anche io non ho percepito questo stacco tra realtà e finzione. Quando mi hanno detto che avrei recitato con De Sica ho urlato in mezzo alla strada, ho realizzato un grande sogno. Sono cresciuto con lui”.

Natale a tutti i costi film 2022

Christian De Sica e Angela Finocchiaro ancora insieme

Natale a tutti i costi rappresenta la quinta collaborazione del duo comico. Dopo aver interpretato rispettivamente Babbo Natale e la Befana, si ritrovano come una coppia di coniugi molto affiatati. Nel film Carlo e Anna, arrabbiati e disperati. Decidono quindi di mentire fingendo di aver ereditato sei milioni di euro da una vecchia zia pur di riavere i loro figli. Il piano sembra funzionare e, spinti dalla speranza di poter avere la loro fetta di eredità per realizzare i loro sogni, i figli si ripresentano magicamente, assicurando persino di non potersi perdere il Natale in famiglia.

Angela Finocchiaro ha parlato di questa nuova collaborazione con Christian De Sica: “La nostra coppia ha trovato una maturità dopo averne passate tante negli altri film.  Io sono felicissima non vedo l’ora di farne un altro”. Il film è prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai per Colorado Film in associazione con Sony Pictures International Productions in collaborazione con RTI, e vede nel cast anche Iaia Forte, Fioretta Mari, Francesco Marioni, Alessandro Betti.

Christian De Sica, invece, stuzzicato da una domanda parla delle sorti della commedia italiana soprattutto con il politicamente corretto: “Non rinnego i cinepanettoni. Fare una commedia diretta in questo modo da Bognetti è stato entusiasmante. È un regista che ha un grande occhio. Purtroppo, il politicamente corretto per un comico è un problema. Il comico è cattivo e questo di fatto induce a stare attenti a qualsiasi cosa si dica”.

Commedia dai toni cupi

Natale a tutti i costi è un remake di un film francese. Questo ha fatto discutere molto sulle sorti del futuro del cinema: “Per quanto riguarda il cinema italiano è pieno di registi, produttori, attori e attrici di grande talento. Di sceneggiatori invece ce ne sono pochi. È difficile creare cose originali perché è stato tutto già detto. Senza contare che in Francia impiegano 5 mesi per scrivere una sceneggiatura, in Italia abbiamo molto tempo”, Christian De Sica ha continuato poi parlando del suo futuro in altri cinepanettoni: “Sui social tutti mi chiedono quando ritorno a fare di nuovo cinepanettoni. La verità è che non me ne hanno più offerti. Lo farei ma c’è anche un’età per ogni cosa”.

I primi quaranta minuti del film mettono davvero a dura prova lo spettatore che per un momento non sa se sta assistendo a una commedia o un film drammatico. In particolare, questi toni cupi sono portati in scena dalla coppia di figli interpretati da Dharma Mangia Woods e Claudio Colica. Per tutto il film infatti il personaggio di Alessandra non si sente realizzata. Di questo ne parla anche l’attrice: “La società è cambiata e ci sono diverse difficoltà per i giovani. Volevo normalizzare il fatto che a 26 anni è normale avere delle insicurezze e normalizzare una serie di sentimenti che sono considerati negativi”.

Regista e sceneggiatore di Natale a tutti i costi è Giovanni Bognetti che include nella sua commedia queste tinte cupe: “Abbiamo voluto fare una commedia dove i rapporti erano così naturali. Siamo andati in direzione di una commedia raccontando questa famiglia e la loro vita che come ogni altra ha dei momenti più cupi. Del film francese ho preso la struttura, che era la cosa che funzionava meglio. Poi io ho introdotto questi elementi cupi che sono molto nel mio stile”.

Steven Spielberg: 10 cose che non sai sul regista

Steven Spielberg: 10 cose che non sai sul regista

Steven Spielberg è un regista che non ha bisogno di presentazioni. Tra le più importanti personalità di cinema mai esistite, egli ha nel corso della sua carriera dato vita a grandissimi successi di critica e pubblico, coniugando alla perfezione autorialità e cinema popolare. I suoi film riescono infatti a parlare a spettatori di ogni tipo, facendo sognare grazie a storie fantastiche che permettono anche di riflettere sull’essere umano, i suoi valori e le sue virtù. Da molti considerato uno dei maggiori storyteller ancora oggi in attività, Spielberg è da sempre una vera e propria garanzia di qualità.

Ecco 10 cose che non sai di Steven Spielberg.

Steven Spielberg: i suoi film più famosi

1. Ha diretto numerosi celebri film. Spielberg debutta alla regia di un lungometraggio con Duel (1973), seguito poi da Sugarland Express (1974) e Lo squalo (1975), che gli conferisce grande popolarità. Seguono poi opere molto apprezzate come Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), I predatori dell’arca perduta (1981), E.T. – L’extraterrestre (1982), Il colore viola (1985), Hook – Capitan Uncino (1991), Jurassic Park (1993) e Schinderl’s List (1993), che lo consacra definitivamente come uno dei più importanti registi di Hollywood. Negli anni successivi ha poi diretto Salvate il soldato Ryan (1998), A.I. – Intelligenza artificiale (2001), Minority Report (2002), Prova a prendermi (2002), La guerra dei mondi (2005), Lincoln (2012), Il ponte delle spie (2015) e The Post (2017). I suoi ultimi film sono invece Ready Player One (2018), West Side Story (2021) e The Fabelmans (2022).

2. Ha prodotto molti film di successo. Grazie alla sua casa di produzione, la Amblin Entertainment, Spielberg si è occupato anche della produzione non solo dei suoi progetti ma anche dei film di altri registi. Tra i più noti vi sono I Goonies (1985), Ritorno al futuro (1985), Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988), Cape Fear – Il promontorio della paura (1991), Casper (1995), Man in Black (1997), Flags of Our Fathers (2006), Transformers (2007), Super 8 (2011), Jurassic World (2015), First Man – Il primo uomo (2018) e l’atteso Indiana Jones e la ruota del destino (2023).

3. Ha vinto 3 Oscar. Nel corso della sua carriera Spielberg ha ricevuto ben 20 candidature ai premi Oscar. In particolare, è stato nominato otto volte come miglior regista, trionfando nel 1994 per Schindler’s List e nel 1999 per Salvate il soldato Ryan, e undici come produttore del miglior film, vincendo in tale categoria nel 1994 per Schindler’s List. Nel 1987 gli è invece stato conferito il premio alla memoria Irving G. Thalberg, assegnato periodicamente a produttori creativi i cui lavori riflettono delle continue produzioni cinematografiche di alto livello.

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Steven Spielberg e Duel

4. Originariamente era pensato come film per la televisione. Duel rappresenta il vero e proprio debutto di Spielberg alla regia di un lungometraggio. Girato in soli 13 giorni e con mezzi molto scarsi, il film con la sua durata di 74 minuti era pensato per una distribuzione televisiva. Dato il buon successo ottenuto, però, a Spielberg fu chiesto di aggiungere alcune scene così da fargli raggiungere i 90 minuti di durata e poter essere distribuito nelle sale cinematografiche. Qui ottenne un successo ancora maggiore e fece guadagnare a Spielberg una buona notorietà.

Steven Spielberg e Lo squalo

5. Ha girato il film in mare aperto. Nel girare Lo squalo, il film che gli ha conferito un’enorme successo di critica e pubblico, Spielberg si rifiutò di girare in una vasca e preferì invece realizzare le riprese in mare aperto. Ciò comportò però numerose difficoltà, dalle onde che provocavano inquadrature mosse fino alla comparsa di altre barche all’orizzonte. Il problema principale però si verificò con il mancato funzionamento dello squalo meccanico, che costrinse la troupe a lunghe ed estenuanti attese. Per risolvere la situazione si decise di ridurne al minimo le apparizioni, sostituendole con momenti di attesa e suspense che paradossalmente decretarono il successo del film.

Steven Spielberg e il suo nuovo film The Fabelmans

6. È basato sulla sua infanzia. Nel 2021 Spielberg ha annunciato di essersi finalmente deciso a realizzare un film a cui da diverso tempo pensava, basato sulla sua infanzia. Più volte rimandato per la difficoltà di rapportarsi in modo tanto diretto con il proprio vissuto, Spielberg ha poi intitolato il film The Fabelmans, partecipando anche alla sceneggiatura e basandolo in modo più vago sulle proprie esperienze da ragazzo. In esso egli racconta la sua famiglia, il rapporto con i genitori e le sorelle e, naturalmente, anche della sua passione per il cinema.

Steven Spielberg e Superman

7. Avrebbe dovuto dirigere il film. Quando nel 1978 arrivò al cinema Superman, il primo film dedicato al celebre supereroe, Spielberg era stato considerato per dirigere il film. Egli, tuttavia, era in quel momento impegnato su altri progetti che suscitavano maggiormente il suo interesse e così la regia venne infine affidata a Richard Donner. Di recente, però, un incontro tra Spielberg e l’amministratore delegato della Warner Bros. David Zaslav ha spinto in molti a credere che lo studios starebbe cercando di offrire proprio al celebre regista l’opportunità di dirigere un nuovo film su Superman. Nulla a riguardo è però stato ad ora confermato.

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Steven Spielberg: la moglie e i figli

8. Si è sposato due volte. Spielberg è sempre stato molto riservato circa la propria vita privata, ma di lui si sa che è stato sposato dal 1985 al 1989 con l’attrice Amy Irving, alla quale era precedentemente stato legato dal 1976 al 1979. Al momento del loro divorzio, il giudice riconobbe come valido un accordo prematrimoniale scritto su un tovagliolo, stando al quale la Irving ricette una buonuscita di ben 100 milioni di dollari. In seguito, nel 1991 Spielberg ha sposato l’attrice Kate Capshaw, che nel 1984 aveva diretto nel film Indiana Jones e il tempio maledetto.

9. Ha diversi figli. Dal primo matrimonio Spielberg ebbe un figlio, nato nel 1989 e chiamato Max Samuel. In seguito, dalla Capshaw ha avuto tre figli naturali: Sasha, nata nel 1990 e oggi attivta come cantante e attrice, Sawyer, nato nel 1992 e Destry, nato nel 1996. Con la moglie aveva poi già adottato un bambino di nome Theo e una bambina di nome Mikaela. Spielberg ha inoltre come figliastra l’attrice Jessica Capshaw, nata nel 1976 dal precedente matrimonio della moglie.

Steven Spielberg: il suo patrimonio

10. È uno delle più ricche personalità del cinema. Spielberg è ormai attivo da cinquant’anni nell’industria cinematografica e ha raggiunto uno status pressocché unico. Grazie ai numerosi film diretti, prodotti o ad altri suoi coinvolgimenti in tale ambito, egli può oggi vantare un patrimonio di 8 miliardi di dollari. Una cifra che lo rende la seconda celebrità più ricca del mondo, secondo solo al suo vecchio amico George Lucas, che vanta invece una fortuna pari a 10 miliardi.

Fonte: IMDb, CelebrityNetWorth

Il mistero dei templari – La serie, si torna a cacciare tesori su Disney+

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Era il 2004 quando Nicolas Cage inaugurava un nuovo franchise con Disney, Il mistero dei templari, una storia d’avventura a metà strada tra Indiana Jones e Tomb Raider, con un potenziale enorme, che ha dato vita a due lungometraggi, entrambi con protagonista Cage, e adesso a una serie tv, disponibile su Disney+ dal 14 dicembre, dal titolo Il mistero dei templari – La serie.

A raccogliere il testimone di Ben Gates, una giovane eroina di nome Jess Morales (Lisette Olivera), in cerca di… green card! Proprio così, la serie Disney+ parte da un presupposto che più realistico non si può, per trasportare all’avventura lo spettatore in una mozzafiato caccia al tesoro, molto classica per sviluppi e svolte, ma anche divertente e di intrattenimento per un pubblico di giovani aspirante cacciatori. E anche in questo caso, come da diverso tempo a questa parte, si sceglie di fare di Il mistero dei templari – La serie una “cosa tra femmine”, visto che di fronte a Jess si erge la spietata villain della storia, Billie Pearce, interpretata da Catherine Zeta-Jones, con un caschetto biondo platino e la ferma intenzione di non lasciarsi sfuggire il tesoro che cerca da una vita.

Abbiamo incontrato le due attrici in occasione della conferenza stampa mondiale di presentazione dello show, momento in cui la semi esordiente Olivera ha raccontato così il suo stato d’animo in merito alla serie e alla produzione: “Onestamente è un onore far parte di questa serie, penso che fin dall’inizio, tutti noi ci siamo entusiasmati tantissimo. Abbiamo lentamente costruito la nostra famiglia su questo set, con un’energia positiva costante, fin dall’inizio. E penso che sarà un’avventura davvero divertente per tutti. Di sicuro ci siamo davvero divertiti a realizzarlo, è la migliore esperienza della mia vita e sono davvero eccitata.”

Veterana del grande schermo e ora nelle vesti di Morticia Addams su Netflix, Catherine Zeta-Jones sta inaugurando una nuova fase delle sua carriera nella serialità, abbracciando un inedito ruolo di villain Disney a tutti gli effetti: “Chi non ama una caccia al tesoro? Penso che questa serie sia una storia indipendente ma anche un grande omaggio a un grande franchise. E penso che questo sia possibile grazie a questa meravigliosa linfa giovane dei nostri protagonisti, a un’ottima sceneggiatura e al fatto che cercare tesori non perde mai il suo fascino, anche dopo 20 anni.” 

“Penso che la chiave per riportare in vita vecchi franchise sia dare loro una nuova vita. Certi film, certe serie TV sono nel nostro subconscio. Quando ho raccontato ai miei ragazzi, che ormai sono grandi, che avrei fatto National Treasure non erano molto entusiasti, ma i film li abbiamo visti quando erano piccoli e li hanno amati, quindi penso che ci sia anche un fattore generazionale. E ora gli stiamo dando una nuova vita. E lo stiamo facendo con gli strumenti che abbiamo oggi, inserendo nel racconto la tecnologia, che oggi è una parte fondamentale della nostra vita. Il mondo è completamente cambiato, ma quello che è rimasto lo stesso è la nostra capacità di divertirci. È un ottovolante. Sono davvero entusiasta di farne parte!”

Il mistero dei templari – La serie è disponibile su Disney+ dal 14 dicembre con i primi due episodi. Oltre a Lisette Olivera e a Catherine Zeta-Jones, la serie è interpretata da Zuri Reed (Flatbush Misdemeanors); Antonio Cipriano (Jagged Little Pill a Broadway); Jordan Rodrigues (Lady Bird); Jake Austin Walker (Rectify); e Lyndon Smith (Parenthood). Inoltre, Harvey Keitel (Pulp Fiction), che ha interpretato Peter Sadusky nel franchise cinematografico de Il mistero dei Templari, si unisce al cast della serie come guest star nello stesso ruolo.

Jerry Bruckheimer, Cormac e Marianne Wibberley, Jonathan Littman e KristieAnne Reed sono gli executive producer della serie insieme a Rick Muirragui, che è anche sceneggiatore. Anche Jon Turteltaub, regista dei film, è executive producer. Mira Nair è regista ed executive producer.

Anne Rice’s Mayfair Witches: trailer della nuova serie con Alexandra Daddario

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AMC ha diffuso il trailer ufficiale di Anne Rice’s Mayfair Witches, la nuova serie tv soprannaturale creata da Esta SpaldingMichelle Ashford, basata sulla trilogia di romanzi Lives of the Mayfair Witches di Anne Rice. La serie vedrà Alexandra Daddario nei panni della dottoressa Rowan Fielding, un neurochirurgo che scopre di essere l’erede della dinastia Mayfair. La serie debutterà l’8 gennaio 2023 su AMC e AMC+ negli USA.

La trama e il cast di Anne Rice’s Mayfair Witches

In Anne Rice’s Mayfair Witches il neurochirurgo Dr. Rowan Fielding scopre di essere l’erede di una dinastia di potenti streghe perseguitate da uno spirito sinistro. Nel cast della serie oltre Alexandra Daddario a anche Harry Hamlin nei panni di Cortland Mayfair, l’attuale patriarca di Mayfair. Tongayi Chirisa nei panni di Ciprien Grieve, un nuovo personaggio creato da AMC, che è una combinazione di Michael Curry e Aaron Lightner. Jack Huston nei panni di Lasher, un’entità potente e mutevole che è stata legata per secoli alle streghe di Mayfair. Nei ruoli ricorrenti troviamo invece Annabeth Gish nel ruolo di Deirdre Mayfair, Beth Grant nel ruolo di Carlotta Mayfair, Erica Gimpel nel ruolo di Ellie Mayfair e Jen Richards nel ruolo di Jojo.

Cassandro: prima foto di Gael Garcia Bernal nel film Prime Video

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Cassandro: prima foto di Gael Garcia Bernal nel film Prime Video

Amazon Studios ha diffuso la prima foto ufficiale di Gael Garcia Bernal in Cassandro, l’annunciato film Prime Original che arriverà nel 2023 su Prime Video in tutto il mondo. 

Il film è scritto da  David Teague, Roger Ross Williams, e Julián Herbert  e Prodotto da Gerardo Gatica, Todd Black, David Bloomfield, Ted Hope, Julie Goldman. Saúl Armendáriz, un wrestler amatoriale gay di El Paso, diventa famoso a livello internazionale dopo aver creato il personaggio di Cassandro, il “Liberace della Lucha Libre”. In questo suo percorso, non mette sottosopra solo il mondo machista del wrestling, ma anche la sua vita.

Cassandro film 2023
GAEL GARCÍA BERNAL in CASSANDRO Foto: Courtesy of Prime Video © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

At Midnight: le prime foto del nuovo film Paramount+

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At Midnight: le prime foto del nuovo film Paramount+

Paramount+ ha diffuso le prime immagini di At Midnight e ha annunciato che il film sarà disponibile da venerdì 10 febbraio in esclusiva su Paramount+ negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, in Australia, in America Latina, in Brasile e in Italia.

Affascinante commedia romantica, At Midnight è incentrata su Alejandro (Diego Boneta, “Il padre della sposa”), un ambizioso direttore d’albergo, e Sophie (Monica Barbaro, “Top Gun: Maverick”), una star del cinema che si muove con scaltrezza nelle dinamiche di Hollywood. Lui è concentrato sull’apertura del suo hotel boutique. Lei cerca di concentrarsi sulle riprese del suo nuovo film di supereroi Super Society 3, nella speranza di ottenere un proprio spinoff, ma scopre che il suo co-protagonista (e fidanzato!) Adam (Anders Holm, “Workaholics”) la tradisce. Il destino colpisce quando le riprese li portano tutti nell’hotel di Alejandro in Messico. Nonostante le loro vite radicalmente diverse, Alejandro e Sophie iniziano a incontrarsi segretamente A mezzanotte

At Midnight è interpretato anche da Casey Thomas Brown (“Father Of The Bride”) nel ruolo di Chris, il talent manager e vecchio amico di Sophie; Catherine Cohen (“Netflix’s Catherine Cohen: The Twist…? She’s Gorgeous”) nel ruolo di Rachel, la fedele migliore amica di Sophie e spirito libero; Fernando Carsa (“Acapulco”) nel ruolo di Tachi, il migliore amico di Alejandro e barista dell’hotel; Whitney Cummings (“Good Mourning”) nel ruolo di Margot, una potente agente di Hollywood che rappresenta sia Sophie che Adam; e Maya Zapata (“Selena’s Secret”) nel ruolo di Aurelia, la direttrice dell’hotel e severo capo di Alejandro.

At Midnight per Paramount+ è prodotto dagli studi internazionali di Paramount e da Fred Berger (“La La Land”), David Bernon (“Hearts Beat Loud”), Brian Kavanaugh-Jones (“Loving”), Eréndira Núñez Larios (“Sundown”), Josh Glick e Diego Boneta attraverso la sua società di produzione Three Amigos. Tra i produttori esecutivi figurano Michel Franco, Gemma Levinson e Cory Crespo. AT MIDNIGHT è diretto da Jonah Feingold (“Dating & New York”) e scritto da Feingold, Maria Hinojos (“Cindy la Regia”) e Giovanni M. Porta. Porta, Hinojos e Natalia Boneta sono co-produttori esecutivi.

In viaggio con Eugene Levy, la serie Apple Original condotta dal vincitore dell’Emmy Eugene Levy

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Apple TV+ ha annunciato oggi che In viaggio con Eugene Levy, una nuova serie sui viaggi condotta e prodotta dal vincitore dell’Emmy Eugene Levy (“Schitt’s Creek”), farà il suo debutto il 24 febbraio. La serie, composta da otto episodi, segue Levy in viaggio verso alcune delle destinazioni più belle e spettacolari del mondo: Costa Rica, Finlandia, Italia, Giappone, Maldive, Portogallo, Sudafrica e Stati Uniti, alla scoperta di hotel straordinari e dei luoghi e le culture che li circondano.

Pur consapevole di non essere il tipico conduttore di programmi itineranti, di non avere solitamente uno spirito avventuroso, né di essere un esperto di viaggi in giro per il mondo, Eugene Levy è convinto che sia finalmente arrivato il momento di allargare i suoi orizzonti. Così prepara la valigia con una certa trepidazione e con la speranza che quest’esperienza possa aprire un capitolo completamente nuovo della sua vita, anche se ciò potrebbe comportare l’affrontare alcune delle sue paure più grandi. Unitevi a lui mentre si allaccia la cintura alla volta di avventure sorprendenti e illuminanti!

In viaggio con Eugene Levy è prodotto per Apple TV+ da Twofour e lo stesso Levy, oltre a essere protagonista, è produttore esecutivo insieme a David Brindley. La serie si aggiunge alla crescente gamma di docuserie acclamate dal pubblico e premiate dalla critica presenti su Apple TV+, tra cui la serie di documentari “The Big Conn”, che racconta la più grande frode previdenziale della storia; il pluripremiato documentario evento “Prehistoric Planet”, con la voce narrante del nominato agli Oscar Sir David Attenborough; “Make or Break”, la docuserie sulla World Surf League; la docuserie sull’home-design nominata agli Emmy “Home”; la docuserie sulla guerra moderna nominata agli Emmy “The Line”; la serie di documentari in quattro parti “They Call Me Magic”, che racconta la vita e la carriera del due volte NBA Hall of Famer e icona culturale Earvin “Magic” Johnson; la docuserie “Watch the Sound with Mark Ronson”, nominata agli Emmy; “Gutsy”, il documentario delle produttrici esecutive e conduttrici Hillary e Chelsea Clinton che è un viaggio intimo alla scoperta di alcune delle donne più straordinarie del mondo.

Apple TV+ offre serie drammatiche e commedie avvincenti e di qualità, lungometraggi, documentari innovativi e intrattenimento per bambini e famiglie, ed è disponibile per la visione su tutti i tuoi schermi preferiti. Dopo il suo lancio il 1° novembre 2019, Apple TV+ è diventato il primo servizio di streaming completamente originale a essere lanciato in tutto il mondo, ha presentato in anteprima più successi originali e ha ricevuto riconoscimenti più velocemente di qualsiasi altro servizio di streaming. Ad oggi, i film, i documentari e le serie originali Apple sono stati premiati con 299 vittorie e 1.274 nomination ai premi, tra cui la commedia pluripremiata agli Emmy “Ted Lasso” e il vincitore dell’Oscar come Miglior film di quest’anno “CODA“.

Avatar – La via dell’acqua: recensione del film di James Cameron

Avatar – La via dell’acqua: recensione del film di James Cameron

Rivedere Avatar oggi, a 13 anni dalla sua uscita in sala, suscita ancora quelle emozioni viscerali che solo poche opere cinematografiche hanno la forza di evocare. Quanto da James Cameron ideato e prodotto ha resistito egregiamente al passare del tempo per presentarsi anche allo spettatore odierno come un’esperienza rara, a cui purtroppo si è sempre meno abituati. Il cinema degli ultimi anni è cambiamento profondamente, anche grazie allo stesso Avatar, e nonostante i progressi tecnologici siano stati enormi, i film-evento capaci di lasciare un segno significativo nella settima arte si contano sulle dita di una mano. C’era dunque grande attesa e curiosità nei confronti di Avatar – La via dell’acqua, il primo dei quattro sequel annunciati.

Ora che tale film è finalmente arrivato in sala (l’unico luogo possibile, stavolta più che mai, dove si può goderne per davvero al suo meglio), possiamo dirlo: James Cameron ha mantenuto ogni sua promessa, raggiungendo nuovi impressionanti traguardi artistici. Il ritorno su Pandora, quel meraviglioso e selvaggio mondo dove ogni creatura vive in profonda armonia e connessione con la natura circostante, si configura ancora una volta come un’esperienza cinematografica senza eguali, dove ogni elemento della mitologia ideata da Cameron è recuperato e fatto evolvere in nuove entusiasmanti forme.

Riguardo la trama, senza scendere troppo nei dettagli, basti sapere che Avatar – La via dell’acqua è ambientato più di un decennio dopo gli eventi del primo film e segue le vicende della famiglia Sully, composta da Jake (Sam Worthington), Neytiri (Zoe Saldana) e i loro quattro figli Neteyam, Lo’ak, Tuk e Kiri (Sigourney Weaver), nel loro incontro con nuove popolazioni e nella scoperta di nuovi straordinari habitat di Pandora, ma anche nello scontro con pericolosi nemici provenienti dal passato. Nel tentativo di proteggersi l’un l’altro, come ogni famiglia che si rispetti, i Sully capiranno ben presto di poter fare affidamento unicamente sull’amore che li lega l’un l’altro.

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Una scena subacquea dal fim Avatar – La via dell’acqua.

Avatar – La via dell’acqua e il potere delle immagini

Si può tranquillamente affermare che Avatar – La via dell’acqua sia il sequel più atteso dell’ultimo decennio. Questo perché il primo film rappresentò un significativo passo in avanti nell’uso della CGI e della tecnologia 3D, dando vita a nuovi livelli artistici a cui molti dei blockbuster arrivati sul grande schermo negli anni a venire non hanno potuto non ispirarsi, senza però eguagliare quei risultati. Con questo secondo capitolo Cameron aveva promesso ancora di più, sviluppando tecnologie che rendessero possibile concretizzare le sue ambiziosissime visioni e regalando un’esperienza di visione ancora superiore. In particolare, il regista premio Oscar aveva garantito che si sarebbe assistito alle scene subacquee più realistiche mai realizzate.

Avatar - La via dell'acqua
(L-R): Kiri and Sigourney Weaver as Dr. Grace Augustine in 20th Century Studios’ AVATAR: THE WAY OF WATER. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Le scene del film che comprendono l’elemento dell’acqua e l’esplorazione degli abissi risultano effettivamente qualcosa di mai visto prima, offrendo una cura per i dettagli straordinaria. Il modo in cui la luce filtra attraverso l’acqua, il modo in cui questa bagna i corpi dei personaggi e si agita al loro muoversi è fonte di continuo stupore. Un senso della meraviglia raro che Cameron riesce a far emergere da ogni immagine di questo tipo, spingendo lo spettatore a chiedersi come sia stato possibile realizzare tutto ciò. Difficile non sentirsi letteralmente immersi a propria volta in tale ambiente, avvolti dalle immagini che grazie al 3D, anch’esso portato ad un nuovo livello di magnificenza e di cui Cameron si dimostra maestro indiscusso, acquistano una fluidità e un senso di realtà ancora maggiore.

Ciò che è altrettanto piacevole constatare è come Avatar – La via dell’acqua vada contro la logica di molti blockbuster e non sbatta prepotentemente in faccia allo spettatore ogni cosa possibile e immaginabile, con il rischio di frastornare e confondere, ma offra invece un’esperienza seducente, coinvolgente, che sa dosare i propri elementi e verso la quale si diventa sempre più ben disposti. Le scene d’azione, ad esempio, non risultano mai caotiche ma sempre precise nel mostrare ciò che realmente serve, vantando un dinamismo e soluzioni di messa in scena che propongono con egual peso intrattenimento e bellezza estetica, generando una sana tensione emotiva ed uno stupore che si rinnova scena dopo scena.

Difficile descrivere meglio quanto realizzato da Cameron e dal suo team, in quanto ogni immagine sembra chiedere di essere vissuta in modo diretto e personale. Dalla fotografia di Russell Carpenter, già premio Oscar per Titanic, all’avvolgente lavoro sul sonoro (specialmente relativo alle scene subacquee), Cameron ancora una volta ci ricorda del potere delle immagini e la sua fiducia in esse e nel loro valore comunicativo, concependo forme, colori e composizioni che risvegliano da anni di prodotti pigri o, peggio ancora, standardizzati, davanti ai quali si può facilmente diventare spettatori passivi.

James Cameron e l’arte del perfetto blockbuster

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Jake e Neytiri in una scena di Avatar – La via dell’acqua.

Non c’è dunque più alcun dubbio, se mai poteva essercene stato uno, che Avatar – La via dell’acqua sia il raggiungimento di un nuovo livello dell’esperienza cinematografica in sala. Maggiori interrogativi c’erano invece dal punto di vista narrativo, considerando anche quanto il primo Avatar sia stato sbrigativamente bollato come un “Pocahontas con gli alieni blu”. Quella che era una storia certamente semplice, basata su archetipi da sempre ricorrenti, si legava però in modo particolarmente stretto alla componente tecnologica, la quale se anche rubava la scena consentiva di portare lo spettatore in un territorio incontaminato e di mostrarne tutte le sue meraviglie, proponendosi dunque anche come racconto ecologista in anticipo di alcuni anni rispetto alle tendenze odierne.

In questo sequel, la storia scritta da Cameron insieme a Rick Jaffa e Amanda Silver (autori anche di L’alba del pianeta delle scimmie e Heart of the Sea) si configura sì come maggiormente strutturata, incentrata fortemente sul desiderio di protezione e vendetta, ma ugualmente come un pretesto per raccontare primariamente attraverso le immagini. Cameron si concede lunghe digressioni durante le quali può dar vita a sempre nuove occasioni per mostrare tutta la bellezza degli inediti ambienti di Pandora. Queste “pause narrative”, che potrebbero urtare la pazienza di alcuni, risultano in realtà funzionali a far entrare in connessione con quanto viene mostrato, riflettendo su o anticipando quelli che sono i principali temi del film. Oltre alla cura della natura e allo spiritualismo che lega i personaggi ad essa, subentra qui in modo forte l’elemento della famiglia.

Famiglia declinata in più sfumature, da quella comprendente i legami di sangue fino a quella meno tradizionale, che si trasforma e rinnova continuamente. C’è quindi un fortissimo bisogno da parte di tutti i personaggi di sentirsi accettati e riconosciuti per il proprio valore. Avatar – La via dell’acqua rielabora allora i grandi temi del suo predecessore per parlarci nuovamente di connessioni, dove la collettività deve prevalere sull’ego e dove i legami tra padri, madri e figli sono realmente fonte di speranza per il futuro, di Pandora come del nostro mondo. Cameron rompe il suo silenzio cinematografico durato 13 anni per portare nei cinema di tutto il mondo un film che è il perfetto esempio di tutto ciò che un blockbuster dovrebbe essere, rifuggendo da ogni facile soluzione per offrire sano intrattenimento, suscitare stupore ed emozioni pure e offrire nuove riletture del nostro contemporaneo.

Spider-Man: Accross the Spider-verse, i concept dei nuovi personaggi, c’è anche la figlia di Peter B. Parker

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I produttori Phil Lord e Chris Miller rivelano i concept art per i nuovi personaggi di Spider-Man: Across the Spider-Verse. Sony e Marvel hanno avuto successo con l’uscita di Spider-Man: Into the Spider-Verse, che ha preso il famoso eroe Miles Morales (Shameik Moore) e lo ha inserito nell’animazione per un’avventura super stilizzata. Il trailer di Spider-Man: Across the Spider-Verse ha recentemente svelato personaggi come Spider-Man 2099 (Oscar Isaac) e Spider-Woman (Issa Rae). Oltre ai protagonisti, ci sono diversi cameo sfuggenti che senza dubbio popoleranno il nuovo film ed entusiasmeranno il pubblico.

Dopo l’uscita del trailer, Sony Pictures Entertainment ha tenuto un aftershow per i membri di YouTube Premium con i produttori Lord e Miller, oltre alla voce di Gwen Stacy, Hailee Steinfeld, e ha discusso di cosa accadrà per Spider-Man: Across the Spider-Verse. L’aftershow ha offerto il primo sguardo a tre personaggi unici: Mayday Parker, la figlia neonata di Peter B. Parker (Jake Johnson) e Mary Jane Watson (Zoë Kravitz); Hobie Brown (Daniel Kaluuya), un supereroe britannico noto come Spider-Punk; e Spider-Man India, una variante del personaggio che proviene da Mumbattan, una combinazione di Mumbai e Manhattan.

Guarda i concept di Spider-Man: Accross the Spider-verse

Sinossi: Miles Morales torna nel nuovo capitolo della saga Spider-Verse, vincitrice di un premio Oscar, Spider-Man: Accross the Spider-verse. Dopo essersi riunito con Gwen Stacy, l’amichevole Spider-Man di quartiere di Brooklyn viene catapultato nel Multiverso, dove incontra una squadra di “Spider-Eroi” incaricata di proteggerne l’esistenza. Ma quando gli eroi si scontrano su come affrontare una nuova minaccia, Miles si ritrova contro gli altri “Ragni” e dovrà ridefinire cosa significa essere un eroe per poter salvare le persone che ama di più.

Spider-Man: Accross the Spider-verse arriverà il 2 giugno 2023 al cinema negli USA.

Sony Pictures Animation ha ingaggiato Joaquim Dos Santos (Voltron: Legendary Defender, La leggenda di Korra), il candidato all’Oscar Kemp Powers (Soul) e Justin K. Thompson (Piovono polpette) per dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil Lord e Chris Miller (che tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione con David Callaham (Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci AnelliWonder Woman 1984).

Non è stato ancora confermato, ma sia Shameik Moore che la candidata all’Oscar Hailee Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro voci nel primo film, tra cui Jake Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, John Mulaney, Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason Schwartzman.

Maid: recensione della serie Netflix con Margaret Qualley

Maid: recensione della serie Netflix con Margaret Qualley

Dopo essere stata apprezzata largamente negli Stati Uniti, la serie Netflix Maid ha finalmente ottenuto il successo meritato anche in Italia. Il veterano della TV John Wells (ER, Southland) si è messo al lavoro con un team di produzione di tutto rilievo, che include Molly Smith Metzler e Margot Robbie, per adattare il bestseller Maid: Hard Work, Low Pay and a Mother’s Will to Survive di Stephanie Land. L’adattamento di un libro di memorie è riuscito a conferire a Maid la credibilità, mai spettacolarizzata, che molti progetti simili non riescono a raggiungere, filtrando la verità di Land attraverso l’interpretazione delicatamente esplosiva della giovane Margaret Qualley.

Maid: la concretezza visiva della storia di Alex

Alex (Qualley), è una giovane madre che decide di lasciare il marito violento Sean (Nick Robinson) nel mezzo della notte. Con solo 18 dollari nel portafoglio, lotterà di giorno in giorno cercando si racimolare abbastanza soldi per un alloggio, cibo e sicurezza per lei e sua figlia. Il suo viaggio la porterà a trovare lavoro come “maid”, presso un’agenzia gestita da Yolanda (Tracy Vilar) e trovarsi a che fare con la madre bipolare Paula (Andie MacDowell, che è la vera madre di Qualley, il che aggiunge un ulteriore livello di realismo) assieme a quella del padre alienato Hank (un efficace Billy Burke). Si incrocerà anche con un’altolocata padrona di casa di nome Regina (un’incredibile Anika Noni Rose), che finisce per essere molto più di una semplice estranea.

L’incredibile successo di Maid, che è rientrato quasi immediatamente tra i titoli in tendenza su Netflix, risiede nel fatto che la serie non ha mai la pretesa di parlare per nessuno, tranne che per la propria protagonista; la storyline è talmente tanto incorporata nella prospettiva personale di Alex che l’esperienza soggettiva oltrepassa la realtà oggettiva, dimostrando che Maid non è alla ricerca di uno studio socio-culturale, bensì mira a dare concretezza visiva ai pensieri di chi avrebbe sempre sperato di trasferire la sua storia in parola scritta. La penna di Alex è sensibile, ma incisiva, fiorente di un’interpretazione superba, che trova l’umanità anche nel più freddo dei giorni, quando la rete di sicurezza sociale e un rifugio tanto anelato sono ormai inafferrabili.

MAID MARGARET QUALLEY
Cr. RICARDO HUBBS/NETFLIX © 2021

Il diario di Alex diviene libro aperto per lo spettatore: è il volto dell’attrice a sancire l’arco narrativo della protagonista, che combatte cercando di mantenere la compostezza di fronte a una pressione psicofisica insopportabile, e convoglia le traversie tramite gesti apparentemente impercettibili, che assumono però valenza simbolica: un labbro che si contrae, sbattere le ciglia, alzare il mento. Alex dovrà imparare un nuovo linguaggio, corporalmente disagevole, per far fronte a una cerchia di individui i cui rapporti sono già da tempo disarticolati: Paula entra ed esce dalla vita di Alex con il caos irresistibile di un tornado, un bipolarismo aggravante e un passato da rivalutare; Robinson interpreta la dualità minacciosa insita nel carattere di Sean, la cui storia dolorosa spiega, ma non scusa, il dolore che lui stesso infligge nel presente.

È il legame madre-figlia – e la tensione – a brillare di più per tutto l’arco narrativo della serie. Qualley e MacDowell sono indubbiamente le migliori partner di scena l’una per l’altra, con la giovane attrice che conferisce alla produzione realismo emotivo e la veterana dello schermo che probabilmente fa il lavoro più impressionante della sua carriera, fluttuando repentinamente attraverso pensieri e stati d’animo, come sfogliando le pagine di un libro.

MAID serie tv 2021Maid: il libro di Alex filtrato dagli occhi di Margaret Qualley

Maid è un avvincente racconto di guarigione e scoperta di sé, come non se ne vedevano da tempo sulla piattaforma. “Non sono davvero sicura di quello che mi è successo“, dice Alex al suo gruppo di terapia. Nonostante abbia frequentato sei scuole superiori durante un’infanzia in cui sua madre nomade è passata da un uomo all’altro, è stata accettata al college ma non ci è andata. Quando sua figlia dorme, scrive del suo nuovo lavoro e di quello che vede nelle case mentre curiosa in giro, il che fornisce una gradita struttura episodica allo show, così come la serie di situazioni abitative e sistemazioni di fortuna che deve costantemente cercare per avere un posto dove dormire la notte, che scandiscono un ritmo narrativo specchio del disinganno routinario di Alex.

È la vivida immaginazione di Alex che cerca di far fronte alla disillusione quotidiana, rifugiandosi in un mondo tutto mentale, ricordo di ciò che non è potuto essere e che è rimasto inspiegato, e prospetto immaginifico di una dimensione di supporto che è sempre mancata nella vita della giovane.

Maid conserva l’elemento più importante della scrittura di Land, ovvero una conoscenza duramente conquistata della nostra fragile rete di sicurezza sociale e dei suoi inghippi, radicata nell’esperienza di prima mano dell’autrice; la sceneggiatura non si dimentica comunque mai di cosa significhi essere una giovane donna, con ambizioni e voglia di riscatto, che ha reso lo studio e l’esperienza acquisita funzionale a un escapismo mentale, per garantirsi un ruolo nel libro della vita. Tutto è stato tolto ad Alex, ma non la sua fantasia creativa, centro propulsivo di un ancoramento al bene e all’affetto che non può dimenticarsi di ritagliare per sé stessa.

In dieci episodi Maid, o meglio il diario di Alex, offre uno sguardo spietato su ciò che significa essere una giovane donna, ritrovatasi improvvisamente in una condizione di povertà dilagante, senza appigli o affetto alcuni su cui fare affidamento. Maid è la storia individuale di un insieme sovrapposto di problemi strutturali, che mostra come la spirale della mobilità verso il basso è solo accelerata da fattori come il genere, la paternità e la salute mentale.

Qualsiasi descrizione di Maid rischia di suonare incessantemente cupa, ma non lo è. Nei momenti di gioia che affiorano, le piccole vittorie, le inaspettate dimostrazioni di sostegno, cementano il vero messaggio di Maid: ognuno di quei piccoli atti di gentilezza è davvero ciò che può far andare avanti Alex. E, realmente, ognuno di noi.

Ballerina: Norman Reedus si unisce al franchisae di John Wick

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Ballerina: Norman Reedus si unisce al franchisae di John Wick

La star di The Walking Dead Norman Reedus si è unita al franchise di John Wick e farà parte del cast del prossimo film Ballerina. Il franchise è una serie thriller d’azione neo-noir che è iniziata con il primo film, John Wick, nel 2014. Ha come protagonista Keanu Reeves nel ruolo del protagonista, un leggendario sicario in pensione che viene riportato negli inferi criminali.

La quarta puntata della serie, John Wick: Chapter 4, dovrebbe essere presentata in anteprima il 24 marzo 2023. Ad aprile, Lionsgate ha annunciato che ci sarebbe stato un film spin-off nell’universo di John Wick intitolato Ballerina. Il film vedrà Ana de Armas nei panni di Rooney, una ballerina e assassina introdotta per la prima volta in John Wick: Capitolo 3 – Parabellum, quando il ruolo era interpretato da Unity Phelan.

Ora, la Lionsgate ha annunciato che Reedus si è unito ufficialmente al cast di Ballerina. Il suo ruolo non è stato ancora rivelato, ma reciterà nel film insieme agli attori confermati Ian McShane, Lance Reddick e Anjelica Huston. La produttrice del film, Erica Lee, afferma che “Siamo grandi fan di Norman e siamo fiduciosi che i fan saranno entusiasti quanto noi che si unisca all’universo di Wick. Sarà un’aggiunta incredibile a Ballerina”.

Len Wiseman (Underworld ; Lucifer) dirigerà Ballerina, da una sceneggiatura di Shay Hatten (John Wick: Capitolo 3 – ParabellumArmy of the Dead).  John Wick: Chapter 4 uscirà nei cinema il 23 marzo 2023; Ballerina dovrebbe arrivare TBD 2023/2024. Nel cast sono per ora confermati Ana de Armas , Anjelica Huston, Ian McShane, Lance Reddick e Norman Reedus.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, una nuova foto mostra Scott e Cassie nel Regno Quantico

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Una nuova immagine di Ant-Man and the Wasp: Quantumania mostra Scott e Cassie Lang bloccati nel Regno Quantico. Nella sua prima apparizione da Avengers: Endgame, il terzo film di Ant-Man vede Scott Lang di Paul Rudd trascinato nel Regno Quantico insieme a Hope van Dyne aka Wasp (Evangeline Lilly), i suoi genitori Hank Pym (Michael Douglas) e Janet van Dyne (Michelle Pfeiffer) e sua figlia Cassie. Il personaggio è stato precedentemente interpretato da bambina da Abby Ryder Fortson nei precedenti film di Ant-Man, da adolescente da Emma Fuhrmann in Avengers: Endgame, e ora sarà interpretato da Kathryn Newton nota per la sua partecipazione a Big Little Lies.

Ora, l’ultimo sguardo al film è arrivato per gentile concessione di Total Film (tramite GamesRadar). La nuova immagine mostra Scott e Cassie intrappolati nel Regno Quantico mentre guardano minacciosamente in lontananza. Scott indossa il suo costume da Ant-Man, ma Cassie deve ancora ricevere un suo costume speciale. Ciò potrebbe significare che questa immagine è dall’inizio del film.

Guarda la foto di Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Ant-Man and the Wasp: Quantumania sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed, che già aveva diretto i primi due film. Nel cast tornano Paul RuddEvangeline LillyMichael Douglas Michelle Pfeiffer. In più Kathryn Newton sarà Cassie Lang e Jonathan Majors sarà Kang il Conquistatore. 

Mercoledì di Netflix infrange un altro record!

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Mercoledì di Netflix infrange un altro record!

La serie di successo di Netflix Mercoledì continua a scalare la lista delle serie più viste di tutti i tempi trai prodotti della piattaforma di streaming. Mercoledì è una serie spin-off della famiglia Addams che segue la primogenita della strampalata famiglia mentre viene mandata in un collegio chiamato Nevermore Academy. Qui, deve fare i conti con nuovi poteri psichici e una follia omicida che affligge la scuola e la città vicina. Con quattro episodi diretti da Tim Burton e Jenna Ortega nel ruolo principale, la serie ha rapidamente raccolto un ampio seguito e un forte numero di streaming.

Dopo la settimana dal 5 all’11 dicembre, ComicBook.com ha riferito che Mercoledì ha aggiunto altri 269 milioni di ore di streaming. Ciò pone la serie, al momento della stesura di questo articolo, a ben 1,022 miliardi di ore di streaming dall’uscita, conquistando il secondo posto nella lista delle serie TV in lingua inglese di Netflix più viste di tutti i tempi e scalzando Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story. L’unica serie che rimane imbattuta in vetta, al momento, è la stagione 4 di Stranger Things.

The Witcher 2: recensione della serie Netflix con Henry Cavill

The Witcher 2: recensione della serie Netflix con Henry Cavill

Gli elfi, i mostri e i bardi di The Witcher sono tornati! D’altronde, c’è ancora molto da narrare per immagini della Saga di Geralt di Rivia, la raccolta di romanzi e racconti dell’autore polacco Andrzej Sapkowski. Non senza differenze dalla prima stagione, The Witcher 2 riprende i personaggi già noti e li organizza in un nuovo capitolo, più ordinato e, sicuramente, più sentimentale.

The Witcher 2: dove eravamo rimasti

Il primo degli otto episodi di The Witcher 2 si apre al termine della battaglia di Sodden, proprio dove si era conclusa la prima stagione (ecco un breve video-riassunto degli episodi precedenti). Nilfgard ha perso il combattimento, ma la guerra è ancora in corso. Lo strigo Geralt di Rivia (Henry Cavill) è convinto che la maga Yennefer di Vengerberg (Anya Chalotra) sia morta sacrificandosi in battaglia. Nonostante lo sconforto per la perdita dell’amica – e amata – Yennefer, Geralt decide di portare la principessa Cirilla (Freya Allan) a Kaer Morhen, luogo in cui è cresciuto e ha imparato ad essere un witcher, un cacciatore di mostri. Lì tutti gli strighi passano l’inverno, riposandosi e preparandosi ad una nuova stagione di combattimenti. Ciri si trova a dover vivere con Vesemir (Kim Bodnia), lo strigo più anziano ed esperto, e un gruppo di witcher scorbutici.

Geralt ha il compito di proteggere Cirilla: la addestra in modo che sappia difendersi, non senza difficoltà. La giovane principessa possiede un potere indomabile e sconosciuto, che può mettere in pericolo lei stessa e l’intero mondo esterno. Nel frattempo re elfi e umani, mostri e demoni si fanno la guerra per la supremazia del continente. In tutto ciò, Ciri sembra essere la chiave, difficilmente interpretabile, per l’ordine.

The Witcher 2 Henry Cavill
Foto di Susie Allnut

Storie destinate ad incrociarsi

Rispetto alla prima stagione, The Witcher 2 è più ordinato. Nonostante la moltitudine di luoghi e personaggi mostrati, questa volta lo schema d’azione dei personaggi è più chiaro allo spettatore. C’è linearità nella narrazione: le vicende di ogni protagonista, o gruppo, sono incastrate in un montaggio alternato che abilmente porta tutte le linee a congiungersi in diversi momenti. Geralt e Ciri, Yennefer, Ranuncolo, sono soli e si rincontrano, per poi dividersi nuovamente, in un gioco che tiene in sospeso lo spettatore. Ogni personaggio ha solo una parte di informazioni necessaria a comprendere l’intero corso degli eventi e, solo grazie ai momenti di ricongiungimento è possibile dare senso a cosa accade.

Senza dubbio c’è un ordine maggiore, per buona parte della serie, ma, in ogni caso, non mancano i momenti di caos totale, eccessivo e demotivante per chi guarda. L’attenzione richiesta nella serie è a tratti impossibile. È necessario fare un grande sforzo per dare senso a eventi che, né per chi è sulla scena, né per la storia stessa, sembrano avere una logica razionale. Specialmente negli ultimi episodi, regna la confusione. Va bene il fiato sospeso, ma il cliffhanger estremo, senza chiudere mai un capitolo aperto, è spaesante.

La vera magia è nei luoghi di The Witcher

Un mondo magico perfettamente ricreato. Non si può dire nulla delle ambientazioni di The Witcher, incantano tutti, non solo gli amanti del genere fantasy. Boschi imbiancati dalla neve e dominati da piante umanizzate, castelli adornati da drappeggi e coperte in velluto, laboratori magici pieni di utensili scintillanti. L’utilizzo del CGI è magistrale, complice anche il budget più alto rispetto alla prima stagione.

The Witcher non vuole sembrare reale, ma preferisce dare vita ad un mondo tanto immaginario quanto assurdo, mai troppo vivido e, proprio per questo motivo, da sogno. Spesso la confusione che regna nella serie rimanda alla dimensione onirica: i sogni dei personaggi sono una parte essenziale nell’universo magico di The Witcher. Un sogno può essere premonitore e può scatenare forze e poteri non controllabili razionalmente.

The Witcher 2
Foto di Jay Maidment

Un mondo variegato

Il lungo sogno che è The Witcher comporta scenari e personaggi paradisiaci ma anche attimi da incubo. Sia i luoghi che i protagonisti creano varietà: ci sono scene che esaltano la bellezza, la purezza e la pace, avverse a sequenze in cui dominano l’orrido, il terrore, la rabbia. In pochi istanti, lo scenario può cambiare e spesso è lo stesso soggetto a mutare.

I volti che adornano The Witcher sono qualcosa di incantevole. La scelta di includere così tanti tratti somatici, colori, fisicità va apprezzata. Buona parte del valore dei personaggi di The Witcher è data dal loro aspetto. Forse l’apparenza vale più della recitazione, che risulta spesso enfatizzata, o dei dialoghi, mai troppo rivelatori e banalmente ironici e volgari. Il fisico imponente di Geralt, i capelli sinuosi e bionissimi di Ciri, tratti tipicamente nordici, si mescolano a quelli di personaggi dai colori più mediterranei, africani o asiatici, esaltati dagli abiti e dalle acconciature. Alla bellezza dei re e dei nobili, in una tipica visione del mondo medievale, vengono contrapposte le brutture e le deformità dei poveri e dei sudditi. In tutto ciò, c’è un ulteriore livello di orrido: quello dei mostri e degli stregoni che, per quanto sporchi e mal messi, risultano sempre affascinanti.

The Witcher 2 fa più attenzione all’interiorità e ai sentimenti

Non mancano nuovi personaggi in The Witcher 2, ma sicuramente la seconda stagione dà modo di esplorare in profondità i volti già noti del capitolo uno. Geralt è diventato molto più emotivo: la bontà prende il sopravvento sull’atteggiamento scorbutico iniziale. Per l’intera stagione è una figura paterna e protettiva per Ciri e mostra apertamente l’amore nei confronti di Yennefer. Anche la strega è vulnerabile, meno arroccata ed egoista. Il bardo Ranuncolo resta il volto gioioso e solare della prima stagione, l’amico fidato.

The Witcher 2 è disponibile su Netflix

In conclusione, The Witcher 2 è non solo il conseguimento, ma anche il miglioramento di una prima stagione un po’ deludente. Sicuramente sarà apprezzata da chi ha amato il primo capitolo, o comunque da chi è fan del genere fantasy. Le migliorie sono notevoli e vanno riconosciute, ma non sono sufficienti a rendere The Witcher un capolavoro della serialità.

Intanto è già prevista per il 2022 una nuova miniserie Netflix legata alla saga: The Witcher – Blood Origin.

Patty Jenkins rompe il silenzio su Wonder Woman 3: “Non me ne sono mai andata”

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Patty Jenkins ha rotto il silenzio sulla notizia che ha riportato il suo allontanamento dalla Warner Bros. e dal sequel di Wonder Woman 1984 del 2020. “Non me ne sono mai andata”, ha condiviso Jenkins in un post su Twitter. “Ero aperta a prendere in considerazione qualsiasi cosa mi venisse richiesta. Avevo capito che non c’era niente che potessi fare per andare avanti in questo momento. La DC è ovviamente sepolta nei cambiamenti che devono apportare, quindi capisco che queste decisioni siano difficili in questo momento.”

La dichiarazione di Jenkins arriva quasi una settimana dopo la prima notizia che la leadership della Warner Bros. aveva rifiutato il suo trattamento per un terzo film di Wonder Woman, che ha scatenato un torrente di speculazioni su ciò che le notizie potrebbero indicare sul futuro della DC. Ha anche suscitato titoli che suggerivano che Jenkins avesse respinto gli sforzi per rimodellare il film necessario per adattarlo ai piani nascenti per i DC Studios dei capi appena nominati James Gunn e Peter Safran.

Nella sua dichiarazione, Jenkins ha affermato che la storia è “semplicemente falsa”: “Non sono una che parla di questioni di carriera privata, ma non permetterò che le inesattezze continuino”. Circa un’ora dopo che Jenkins ha pubblicato la sua dichiarazione, Gunn l’ha supportata su Twitter, rispondendo: “Posso attestare che tutte le interazioni di Peter e le mie interazioni con te sono state solo piacevoli e professionali”.

Nella sua dichiarazione, Jenkins ha anche affermato che mentre rimane attiva nello sviluppo del film Star Wars, Rogue Squadron, aveva inizialmente abbandonato il progetto dopo aver realizzato che lavorare al film avrebbe ritardato un terzo film di Wonder Woman.

“Quando l’ho fatto, la Lucasfilm mi ha chiesto di prendere in considerazione l’idea di tornare a [Rogue Squadron] dopo [Wonder Woman 3], cosa che sono stata onorata di fare, quindi ho accettato”, ha scritto Patty Jenkins. “Hanno fatto un nuovo accordo con me. In effetti, ci sto ancora lavorando e da allora quel progetto è stato in attivo sviluppo. Non so se accadrà o meno. Non lo faremo mai finché il processo di sviluppo non sarà completato, ma non vedo l’ora che arrivi il suo potenziale”.

Lucasfilm e Jenkins hanno annunciato Rogue Squadron nel dicembre 2020; all’epoca, doveva essere il primo lungometraggio Star Wars della Lucasfilm dopo Star Wars: L’ascesa di Skywalker del 2019, ed era stato programmato per uscire in sala nel 2023. Ma la Disney ha ufficialmente ritirato il film dal suo programma in Settembre.

Il tono di speranza di Patty Jenkins su Rogue Squadron, tuttavia, è in contrasto con il resto della sua dichiarazione, che si legge come un addio al franchise di Wonder Woman. “Non voglio che quello che è stato un bellissimo viaggio con WW finisca con una nota negativa”, ha scritto Jenkins. “Ho adorato e sono stata così onorata di essere la persona che ha avuto modo di realizzare questi ultimi due film di Wonder Woman. È un personaggio incredibile”.

Insieme ai fan del film e alla sua troupe cinematografica, Jenkins ha reso omaggio all’attrice Lynda Carter, che ha interpretato il supereroe in TV alla fine degli anni ’70 e ha avuto un cameo in Wonder Woman 1984, e alla sua star, Gal Gadot: “Dove comincio anche io? Gal è il regalo più grande che ho ricevuto in tutto questo viaggio. Una cara amica, ispirazione e sorella.”

LEGGI TUTTA LA DICHIARAZIONE DI PATTY JENKINS

Bridgerton 2: recensione della serie Netflix

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Bridgerton 2: recensione della serie Netflix

Dopo un’uscita natalizia con una prima stagione travolgente, Bridgerton 2 si accinge a sbarcare su Netflix il 25 marzo, all’inizio della Primavera, dello sbocciare dei fiori, della nascita di nuovi amori, proprio quando inizia la nuova stagione in quel di Londra, quella in cui donne e uomini della piccola e media nobiltà britannica, durante questa Utopica era della reggenza, partecipano a balli e feste per cercare il compagno o la compagna ideale.

La trama di Bridgerton 2

Se nella prima stagione era stata Daphne Bridgerton a dover cercare marito, missione poi brillantemente portata a termine con un felice matrimonio con il Duca Simon Bassett, nel secondo ciclo è Anthony Bridgerton, primogenito della famiglia molto in vista nell’alta società, a decidere di trovare la donna giusta che possa diventare la sua viscontessa. Data l’importanza del suo titolo e la pesante responsabilità che sente, dovendo occuparsi di una madre e sei fratelli e sorelle più piccoli, Anthony decide che cercherà di conquistare qualunque dama la Regina nominerà “diamante della stagione”. La scelta della sovrana ricade sulla dolce e graziosa Edwina Sharma, che quindi diventa immediatamente l’obiettivo di Anthony. Ma la giovane ha una custode particolarmente attenta, sua sorella maggiore Kate. Per lei la felicità della sorellina è una priorità, e farà di tutto per scoraggiare i pretendenti che non le sembrano adatti. Tra lei e Anthony nascerà da subito un rapporto conflittuale, di grande competizione, che li metterà alla prova fino a farli riconoscere nell’altro. Su tutto e tutti però aleggia Lady Whistledown, impenitente commentatrice della stagione romantica della nobiltà inglese.

Anthony e Daphne: due pesi e due misure

Pur partendo dallo stesso punto di partenza e giungendo allo stesso punto d’arrivo, Chris Van Dusen, creatore di Bridgerton e in forze a Shonda Rhimes e a Shondaland, riesce a costruire una storia che ha i suoi tratti caratteristici e i suoi ostacoli, messi davanti ai protagonisti. E proprio qui c’è la prima criticità, che non è per forza un difetto ma vale la pena di essere sottolineata: l’ostacolo di Daphne, nella prima stagione, era non conoscenza di come nascessero i bambini, un impedimento che non le forniva gli strumenti per affrontare il problema. In questo caso, la costrizione di Anthony è autoimposta, proprio come lo era per il Duca, la sua è una questione di responsabilità e convinzioni, non di “ignoranza”, e questa disparità di trattamento se da una parte è ingiusta nei confronti di Daphne, è effettivamente plausibile, considerati i ruoli che avevano gli uomini e le donne, anche in una società utopica come quella di Bridgerton.

L’omaggio a Jane Austen

Per quanto riguarda invece le ispirazioni di questa seconda stagione, Jane Austen e il suo Orgoglio e Pregiudizio sono dietro l’angolo a ogni piè sospinto e questo tipo di suggestione non solo diventa citazione e omaggio, come nella scena in cui il visconte cade in acqua e ne esce completamente zuppo in camicia bianca, ma è anche lo stile di corteggiamento della coppia principale, le caratteristiche dei due coinvolti, i concetti che vengono espressi nei momenti delle dichiarazioni. Austen è cucita dentro i risvolti di Bridgerton 2 con cura e precisione, un regalo a chi ama la scrittrice e gli adattamenti dei suoi romanzi.

La relazione principale però non esaurisce i discorsi e i racconti intorno ai personaggi, che vengono più o meno approfonditi e che trovano il loro spazio, in preparazione delle prossime stagioni che vedranno protagonisti gli altri rampolli della famiglia Bridgerton. Interessante però il percorso che sembra stia prendendo il personaggio di Eloise, che quest’anno viene presentata in società, ma che sembra non volerne proprio sapere di seguire le orme della sorella e il cammino che è stato previsto per lei.

Un cambiamento di linguaggio rispetto alla prima stagione

Proprio per la natura austeniana dei due protagonisti principali, lo stile della scrittura e della regia si trasforma, rispetto alla prima stagione, che invece era molto più diretta ed esplicita. In Bridgerton 2 il corteggiamento diventa una gara, una danza, un percorso davvero spinoso che mantiene altissima la tensione della narrazione, fino alla liberazione nel finale. Certo, non si può parlare di colpo di scena, dal momento che l’esito della vicenda è scontato, ma è interessante che si siano fatti degli sforzi, anche con un prodotto che ormai ha un audience garantito, per arricchire lo stile del racconto e offrire al pubblico una storia emozionante e romantica.

Di4ri: recensione della nuova serie Netflix

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Di4ri: recensione della nuova serie Netflix

In un panorama cinematografico e televisivo saturo, in cui la scelta di “cosa guardare stasera” diventa sempre più difficile, con Di4ri Netflix propone la prima serie italiana per ragazzi, affidando la regia a Alessandro Celli (Mondocane) e andando a riempire un vuoto e quindi ad accontentare una fetta di pubblico, quello dei ragazzi sulla soglia della pubertà, che fino a questo momento non poteva ancora dirsi rappresentato.

Di4ri è una serie corale

In Di4ri, seguiamo le avventure di Pietro (Andrea Arru), Livia (Flavia Leone), Isabel (Sofia Nicolini), Daniele (Biagio Venditti), Monica (Federica Franzellitti), Giulio (Liam Nicolosi), Mirko (Pietro Sparvoli) e Arianna (Francesca La Cava), i ragazzi della 2°D della scuola media di Marina Piccola, giovani protagonisti di drammi, amicizie, confessioni, difficoltà, compiti e sfide sul campo di basket che si consumano nei corridoi della scuola, tra sospiri e incomprensioni, in quegli anni formativi fondamentali per i giovani adulti che questi ragazzi diventeranno.

La serie, prodotta da Stand By Me e che debutta il 18 maggio in Italia e dal 26 luglio in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo, è divisa in 15 episodi che rappresentano, come da titolo, il diario personale di ognuno dei protagonisti. In ogni puntata si assume infatti il punto di vista di uno dei ragazzi, cosa che crea non solo un racconto realmente corale, ma che evita la figura superiore del narratore, dal momento che con sguardo in macchina e battute e domande rivolte agli spettatori stessi, sono proprio i protagonisti a raccontarsi e a spiegarsi, trovando la loro voce personale tra le vicende, più o meno importanti, che accadono loro.

I temi toccati dalla serie sono molteplici, dalla scoperta della propria sessualità, alle ricadute che una separazione può avere su un figlio, passando per le troppe pressioni da parte della famiglia, ma anche la dislessia, l’ansia di crescere, la solitudine, le prime mestruazioni e l’accettazione di sé.

di4riLa cura con cui Di4ri è realizzato indica una grande attenzione al racconto, alle location, alla ricercatezza con cui si mettono in scena le situazioni e a come si sviluppano gli eventi,.

La forza del singolo è nel gruppo

Quello in cui la serie eccelle è la rappresentazione di come, a quell’età, la cosa più importante per ogni ragazzo sia l’amicizia, e come proprio attraverso questo legame ognuno dei protagonisti trova la forza per risolvere la sua difficoltà, per riconoscerla e per poter così progredire. In questo modo, i vari protagonisti, nel corso dell’intera stagione, arrivano ad essere un gruppo e tutti si scoprono in debito con quell’entità sociale che li ha aiutati, sorretti, protetti e riconosciuti in quanto se stessi.

Di4ri si avvale anche della partecipazione di Fortunato Cerlino, nel ruolo del collaboratore scolastico Paolo, una figura marginale per le vicende, ma comunque di riferimento per i nostri giovani protagonisti. Paolo è infatti un riassunto di tutti gli aspetti positivi che un adulto possiede agli occhi di un ragazzino: è saggio e dà consiglio, è sempre disposto ad ascoltare i suoi ragazzi e qualche volta si fa aiutare da loro, allo stesso tempo è loro amico e complice, senza mai perdere quel ruolo di autorevolezza che gli permette di essere un riferimento e una guida. La serie si impreziosisce anche del cameo di Larissa Iapichino, campionessa juniores di salto in lungo, e di Tancredi, che presta il suo nuovo singolo, “Isole”, alla sigla della serie e che compare in due episodi.

Quando Dio imparò a scrivere: recensione del film Netflix

Quando Dio imparò a scrivere: recensione del film Netflix

Il regista Oriol Paulo porta su Netflix un film angosciante e vorticoso. Quando Dio imparò a scrivere è la storia anni Ottanta di una malattia mentale più presunta che assodata. Con un cast tutto spagnolo – Bárbara LennieEduard FernándezLoreto MauleónJavier BeltránPablo Derqui – nel thriller si parla di schizofrenia, manicomi, psichiatri corrotti e malasanità.

La trama di Quando Dio imparò a scrivere

quando dio imparò a scrivere

Negli anni Ottanta, Alice (Bárbara Lennie) dice di essere una detective. Con l’intento di risolvere un caso di presunto omicidio, corrompe il marito e la sanità per farsi ricoverare all’interno di un ospedale psichiatrico. Spacciandosi per una donna schizofrenica capace di avvelenare il marito, Alice inizia a indagare tra gli archivi dell’ospedale, portando a galla diversi casi di malasanità. Non appena i suoi sospetti sembrano concretizzarsi, la diagnosi da lei inventata le si ritorce contro. Come chi grida ‘al lupo, al lupo’, Alice prima si è spacciata per pazza e ora non viene creduta più da nessuno. La donna finisce così in un vortice all’interno del quale è impossibile comprendere dove si trovi la verità.

Gli anni Ottanta e gli ospedali psichiatrici

Sicuramente il regista di Quando Dio imparò a scrivere ha bene in mente il cult che più di ogni altro ha denunciato la gestione della sanità: Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo’s Nest) di Miloš Forman. Il setting temporale, e di conseguenza le strutture, sono molto simili. Il film del 2022 è ambientano nel 1979, mentre quello di Forman è del 1975Alice è un po’ come McMurphy (Jack Nicholson ), un paziente difficilmente domabile che entra nella struttura e frantuma l’equilibrio esile con cui viene domata – o sedata – la follia. Entrambi interpretano un individuo pressoché sano di mente che, una volta finito in un ospedale psichiatrico, non viene curato ma finisce per impazzire. Il centro del discorso è lo stesso per entrambi i film e il citazionismo di Paulo è parecchio spinto.

Anche se il paragone a livello narrativo e recitativo non regge, è piacevole cogliere i riferimenti e le assonanze tra le due opere. In realtà, gli anni Ottanta non emergono troppo nelle immagini di Quando Dio imparò a scrivere e, anche le ambientazioni sono abbastanza edulcorate. Mancano nel film i classici stanzoni degli ospedali psichiatrici, le camicie di forza, i pazienti malmessi e tutti quegli aspetti inquietanti ma apprezzati dagli amanti del genere.

Indagini ai limiti della follia

Quando Dio imparò a scrivere aggiunge al discorso sulla sanità mentale la questione thriller e investigativa. Inizialmente, c’è ‘solo’ un caso di omicidio da risolvere ma, più ci si addentra nella storia, più gli aspetti indagabili aumentano. Dal direttore dell’ospedale psichiatrico, alquanto sospetto, ad altre morti non dichiarate, il centro medico ben presto si trasforma in un teatro degli orrori. Il luogo è ideale per l’Alice detective, ma non per l’Alice paziente. Tra le rappresentazioni, contorte anche a livello fotografico, i flashback, le anticipazioni e le molteplici linee narrative, Quando Dio imparò a scrivere risulta un film troppo arzigogolato che crea una matassa più grande minuto dopo minuto.

In conclusione, il film è adatto a chi, in questo periodo dell’anno, cerca un prodotto Netflix diverso dalla classica commedia natalizia spensierata. Nonostante ciò, il film non arriva alle vette di coinvolgimento che, scegliendo un tema simile, si era sicuramente preposto.