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Weapons: Pedro Pascal protagonista del nuovo horror dal regista di Barbarian

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Pedro Pascal, il protagonista di The Last of Us della HBO, ha firmato per recitare in Weapons, il nuovo progetto cinematografico dei cineasti dietro l’horror di successo Barbarian. New Line è alla base del lungometraggio, che ha una sceneggiatura scritta da Zach Cregger, l’attore diventato regista che è anche seduto sulla sedia del regista.   Cregger produrrà anche insieme al suo team di produttori Barbarian, Roy Lee di Vertigo e JD Lifshitz e Raphael Margules di BoulderLight Pictures. Produce anche Miri Yoon di Vertigo.

I dettagli della trama non sono stati al momento resi noti, ma Weapons è descritto come un’epopea horror a più livelli interconnessa e ricorda dal punto di vista dei toni Magnolia del regista Paul Thomas Anderson. I dettagli del personaggio per Pascal non sono stati rivelati. Le riprese dovrebbero iniziare in autunno.

Weapons è stato oggetto di un’intensa guerra di offerte a gennaio, quando gli studi e gli streamer di Hollywood hanno combattuto per avere la possibilità di lavorare con Cregger, il cui Barbarian, prodotto per soli 4,5 milioni di dollari, è diventato un successo non solo di pubblico e di critica ma anche all’interno della stessa industria. La New Line ha vinto l’asta che si è venuta a creare concludendo un accordo che includeva, tra le altre clausole, un via libera garantito e un’uscita nelle sale garantita.

Pedro Pascal è apparso in serie come Narcos e Game of Thrones prima di interpretare il ruolo del cacciatore di taglie con l’elmetto Din Djarin nella serie di Star Wars The Mandalorian. E mentre il volto dell’attore non è stato visto spesso nello spettacolo, la popolarità di Mandalorian ha aumentato il fascino galattico di Pascal. Quest’anno ha recitato in The Last of Us, l’adattamento della HBO del videogioco Sony. Interpretando la figura paterna spezzata e dal cuore di pietra che guida una giovane donna testarda in un’America postapocalittica, lo spettacolo ha sfidato le aspettative del genere zombie per concentrarsi sul dramma e sulle relazioni. 

Medusa Deluxe di Thomas Hardiman in esclusiva su MUBI dal 4 agosto 2023

MUBI, il distributore globale, servizio di streaming e società di produzione, annuncia l’uscita di Medusa Deluxe, primo lungometraggio del regista e sceneggiatore Thomas Hardiman, che sarà in esclusiva su MUBI dal 4 agosto 2023. Da oggi disponibili anche trailer e manifesto.

Quando, durante un concorso di styling, un parrucchiere viene trovato morto, i concorrenti rimasti cercano di scoprire l’assassino durante il corso della serata. Le rivalità e le diffidenze aumentano quando il gruppo di concorrenti inizia a sospettare che qualcuno stia cercando di truccare la gara, eliminando in modo raccapricciante i partecipanti. Nel cast Clare Perkins (Segreti e Bugie, Censor, Eastenders), Kae Alexander (Fleabag, Maleficent 2 – Signora del Male), Harriet Webb (I May Destroy You, Big Boys), Darrell D’Silva(Informer) e Luke Pasqualino (Skins, Snowpiercer, Shantaram).

La splendida fotografia di Medusa Deluxe è del candidato al Premio Oscar Robbie Ryan (La Favorita, American Honey). Le folgoranti acconciature sono opera del rinomato stylist Eugene Souleiman e della hair e make-up designer Scarlett O’Connell, il cui lavoro è valso al film il premio per il miglior make-up & hairstyle ai British Independent Film Awards 2022. La colonna sonora è di Koreless. Candidato per i premi al Miglior Regista Esordiente e per la Miglior Scenografia ai British Independent Film Awards dello scorso anno.

Il film è prodotto da Michael Elliott, Louise Palmkvist Hansen e Lee Groombridge ed è una produzione EMU Films. Il film è stato sviluppato e finanziato dal BFI, che ha assegnato i fondi della National Lottery, e della BBC Film, e finanziato in associazione con Time Based Arts. I produttori esecutivi sono Eva Yates per BBC Film, Lizzie Francke per BFI e Jim Mooney e Walli Ullah per EMU.

Stefano Bessoni. La Mole delle Meraviglie, le foto della mostra!

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Stefano Bessoni. La Mole delle Meraviglie, le foto della mostra!

Il Museo Nazionale del Cinema propone Stefano Bessoni. La Mole delle Meraviglie, a cura di Stefano Bessoni e Domenico De Gaetano, la prima grande mostra dedicata al genio creativo del regista, illustratore e animatore, ospitata dal 10 maggio all’11 settembre 2023 al piano di accoglienza delle Mole Antonelliana, con ingresso libero negli orari di apertura del museo.

Le oltre 150 opere esposte – per lo più provenienti dall’archivio privato di Bessoni e dalle collezioni del Museo Nazionale del Cinema – raccontano gli ambiti in cui si muove la sua ricerca espressiva: dalle fiabe al mondo della scienza, dalle illustrazioni all’animazione stop-motion e alla fabbricazione di puppets, fino al grande amore per il cinema.

Tra fantastico e fiabesco, in un percorso popolato da burattini, illustrazioni, filmati, reperti e preparati scientifici, ci si ritrova immersi nel mondo di Stefano Bessoni, un’affascinante Wunderkammer all’interno della più maestosa e imponente fra le “camere delle meraviglie” torinesi, la Mole Antonelliana.

Oltre alla mostra sono previste una serie di iniziative che vedono protagonista Stefano Bessoni e la sua arte.

Venerdì 12 maggio 2023 alle ore 10:00 nella sala Blu del Palazzo del Rettorato, Stefano Bessoni dialogherà con Domenico De Gaetano nel corso della Masterclass Stop-motion. L’anima nera dell’animazione, realizzata dal Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e la Scuola Holden, a cui seguirà la visita guidata alla mostra (partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti).

Sempre venerdì 12 maggio al Cinema Massimo alle ore 20:30 verrà proiettato il lungometraggio Krokodyle, che sarà introdotto dal regista Stefano Bessoni e dal direttore del Museo Nazionale del Cinema Domenico De Gaetano.

Sono inoltre previsti, nei mesi di giugno e luglio, una serie di workshop organizzati dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Scuola Holden in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino.

Città in fiamme: la recensione della serie Apple Tv+

Città in fiamme: la recensione della serie Apple Tv+

La politica di Apple TV+ di portare sul piccolo schermo trasposizioni di romanzi di successo continua con Città in fiamme, ispirato dall’omonimo romanzo d’esordio di Garth Risk Hallberg pubblicato nel 2015. La storia ruota intorno a un crimine: una giovane donna viene trovata a Central Park in fin di vita, colpita da un proiettile. Chi le ha sparato? L’indagine della polizia coinvolge ben presto i personaggi più disparati, alcuni appartenenti alla scena musicale underground della Grande Mela ma anche esponenti estremamente elevati dell’alta società della metropoli.

Città in fiamme, l’ambientazione della serie

I creatori di Città in fiamme Josh Schwartz e Stephanie Savage hanno scelto un nuova ambientazione temporale rispetto al testo letterario di partenza, passando dagli anni ‘70 al 2003. Questo ha decisamente semplificato i problemi di messa in scena che una ricostruzione d’epoca avrebbe comportato, rivelandosi al tempo stesso una mossa piuttosto efficace per creare l’atmosfera giusta della serie. La New York in cui si dipanano infatti gli eventi che ruotano intorno al crimine risulta una città ostile, pervasa da un senso di minaccia incombente. Il trauma dell’11 settembre 2001 risulta ancora tangibile nelle strade che questa serie mostra, arterie notturne e feroci di un enorme girone infernale in cui le anime perse dello show si aggirano quasi senza meta.

Questo si presenta decisamente come il pregio migliore di Città in fiamme, produzione che altrimenti possiede poche frecce nell’arco al fine di intrattenere il pubblico. Il doppio universo in cui i personaggi principali sono relegati non si fonde mai pienamente in una narrazione omogenea, e questo rende Città in fiamme una serie altalenante, la quale non possiede un vero centro tematico, o meglio indebolisce eccessivamente la detection principale raccontando le vicende e i rapporti tra figure piuttosto stereotipate.

Il dramma non coinvolge

Il dramma che i personaggi principali vivono risulta in molti momenti piatto, non emotivamente coinvolgente. Questo non aiuta interpreti come Jemima Kirke, Ashley Zukerman o John Cameron Mitchell a esprimere il meglio delle proprie potenzialità. Il che alla fine risulta un errore piuttosto evidente poiché sono proprio i due poliziotti incaricati delle indagini la cosa maggiormente interessante di Città in fiamme: lo sviluppo delle psicologie del detective Parsa (Omid Abtahi) e del detective McFadden (Kathleen Munroe) risulta scandito con precisione.

Quando lasciano entrare  i loro problemi personali e una vita privata non sempre appagante dentro il lavoro che stanno svolgendo per  scoprire il colpevole, ecco che diventano figure drammatiche di rilievo, decisamente meglio raccontate e meno superficiali rispetto a quelle che dovrebbero in teoria trainare storia ed attenzione del pubblico. L’alchimia tra Abtahi e Munroe poi permette loro di sviluppare due personalità molto diverse che interagiscono con efficacia proprio in virtù di tali differenze. La coppia di investigatori diventa in questo modo un altro motivo valido per vedere Città in fiamme.

Città in fiamme non convince fino in fondo

Probabilmente il materiale di partenza non era facilissimo da trasporre in un prodotto seriale, rimane comunque il fatto che Città in fiamme rimane troppo sfilacciato e disomogeneo per convincere pienamente. Allo stesso tempo però questo non significa che non abbia alcuni punti di interesse: come già scritto l’ambientazione temporale e spaziale di una New York post-attacco alle Torri Gemelle funziona a dovere, così come la trama legata alle indagini riguardanti il crimine che fa partire la vicenda. Il resto però è un mix mal amalgamato di storie e personaggi già visti, già delineati con maggiore forza o originalità da qualche altra parte. Peccato, le premesse per uno show avvincente potevano esserci…

Guardiani della Galassia Vol. 3, le grandi rivelazioni di James Gunn

James Gunn ha risposto a decine di domande dei fan su Guardiani della Galassia Vol 3. Il tanto atteso debutto del film conclusivo della trilogia di Guardiani della Galassia di Gunn ha finalmente permesso al pubblico di vedere come finisce la trilogia e dove lascia i personaggi principali. Ma ha anche lasciato delle domande sul film stesso, tra cui cosa succederà a Rocket, Star-Lord e agli altri dopo le scene post-credits di Guardiani della Galassia.

Per celebrare l’uscita del film e fare chiarezza James Gunn ha risposto alle domande su Guardiani della Galassia Vol 3 che circolavano in rete facendo un Q&A su Twitter. Ha dedicato molto tempo a rispondere a varie domande sullo sviluppo del film e sulle decisioni relative alla storia, su cosa significhi per il futuro del Marvel Cinematic Universe e altro ancora. Senza dover scorrere tutti i tweet a cui ha risposto, ecco le 37 domande su Guardiani della Galassia Vol 3 a cui James Gunn ha risposto.

Guardiani della Galassia Vol 3: James Gunn risponde alle domande

Spiegazione finale Guardiani della Galassia Vol 3

In un modo o nell’altro, James Gunn ha forgiato i Guardiani della Galassia Vol 3. Il regista lascia il franchise del MCU ma prima di farlo risponde a delle domande riguardo il futuro del mondo Marvel. In particolare, si è esposto riguardo il casco di Peter Quill nell’ultimo capitolo. “C’è un motivo per cui Quill non ha il suo casco in Guardiani 3?” e “C’è una spiegazione in-universo del perché Quill abbia abbandonato l’elmetto e gli stivali a razzo?“. La risposta del regista non è mancata ad arrivare: “Hanno il jet pack. Gli stivali a razzo, in confronto, fanno schifo. Sembrano roba da poco che si trova nella versione intergalattica di Radio Shack. E Chris non avrebbe mai potuto fare quelle incredibili mosse nei corridoi con il casco“.

Un punto importante che ha incuriosito i fan è il mondo della Contro-Terra e in particolare della popolazione che lo abita. Le domande si concentrano sul linguaggio: “Sono MOLTO curioso di sapere come mai Drax conosceva il JOOB JOOB e Mantis no essendo la traduttrice di Ego?”, James Gunn risponde: “Drax conosceva la lingua fin dalla sua infanzia. Non è nei traduttori di nessuno. È una cultura di clausura. Sarebbe normale non avere la loro lingua umana nei traduttori“. Scongiurando qualsiasi rumors su possibili altri film dei Guardiani della Galassia, James Gunn risponde alla domanda su un prossimo film con il team protagonisti: non ci sarà un Vol 4 e non ci sarà una versione estesa del film. Aggiungendo qualcosa al futuro, il regista ha parlato dei precedenti film commentando le scelte compiute: James Gunn ha sempre avuto le idee chiare sulla conclusione del franchise fin da quando ha girato Guardiani della Galassia Vol 1.

Le più grandi rivelazioni di Guardiani della Galassia 3 fornite da James Gunn

James Gunn 2023Gran parte delle risposte fornite da James Gunn su Guardiani della Galassia 3 riguardano la sua collaborazione con i Marvel Studios per la realizzazione del film. In particolare, alla domanda su chi avesse scelto la nuova squadra di Guardiani della Galassia del MCU, ha risposto che è stato lui a scegliere la formazione, non i Marvel Studios. Sebbene il fatto che Rocket, Groot, Kraglin, Adam Warlock, Cosmo e Phyla-Vell facciano parte del nuovo gruppo segni l’ultima volta che Gunn darà forma al futuro della squadra, ha anche confermato di aver parlato con la Marvel di come vogliono utilizzare i Guardiani dopo Guardiani della Galassia Vol 3.

James Gunn ha anche risposto ad alcune domande su Guardiani della Galassia Vol 3 che alcuni ritenevano sviste o buchi nella trama. Gunn ha anche rivelato che la Disney non si è opposta alle scene più cupe del film, come i momenti legati a chi morirà o le parolacce. Comprensibilmente, molte delle altre domande su Guardiani della Galassia Vol 3 a cui James Gunn ha risposto riguardano la fine della sua collaborazione con il franchise. Ha confermato che non ci sono finali alternativi per il film. Tutto ciò contribuisce a segnalare che Guardiani della Galassia Vol 3 è la fine del suo viaggio nel MCU, in quanto diventerà co-CEO dei DC Studios per i prossimi anni.

Ritorno a Seoul: recensione del film di Davy Chou

Ritorno a Seoul: recensione del film di Davy Chou

Ritorno a Seoul è diretto da Davy Chou, regista quarantenne franco-cambogiano che ha iniziato la sua carriera prima con i cortometraggi e poi, nel 2012, con un documentario sugli anni d’oro del cinema cambogiano degli anni ’60 e ’70 intitolato Le Sommeil d’or. Nel 2016 gira il suo primo lungometraggio di finzione, Diamond Island, presentato alla Settimana della Critica durante il Festival di Cannes di quello stesso anno. Proprio come Ritorno a Seoul, selezionato sempre per Cannes l’anno scorso nella sezione Un Certain Regard. Diversi sono i riconoscimenti che Davy Chou consegue nel corso degli anni, anche e soprattutto grazie al suo fine sguardo registico sulla realtà del suo Paese e non solo. Tanto che questa sua ultima pellicola è stata scelta come rappresentante della Cambogia per la candidatura a Miglior film internazionale agli Oscar 2023.

Ritorno a Seoul, dalla Francia

Ritorno a Seoul, in sala dall’11 maggio, è infatti la storia di Frédérique Benoît (Park Ji-Min), una 25enne coreana che vive in Francia e che viene adottata quando è ancora molto piccola da una coppia francese, appunto. Mossa da un’iniziativa presa più o meno d’impulso, decide di partire alla volta della capitale della sua patria d’origine alla ricerca dei suoi genitori biologici, senza però condividerlo con quelli adottivi.

L’idea di questa specifica storia al regista è venuta a partire dalla vita personale di una sua cara amica e di un particolare episodio accaduto nel 2011 nel quale è stato direttamente coinvolto. Laure Badufle – questo il nome della vera protagonista dei fatti – aveva chiesto a Davy Chou di accompagnarla in Corea a conoscere i suoi genitori naturali che tanti anni prima l’avevano affidata ad un orfanotrofio dal quale poi sarebbe partita con i suoi nuovi mamma e papà per crescere in Francia. Assistere a un tale sconvolgimento esistenziale ha così toccato Chou che ha deciso di farne un film.

Ritorno a Seoul film recensioneOgni dettaglio dipinto nel film è dunque un condensato dell’esperienza diretta dei suoi veri interpreti principali: iniziando dalle emozioni che contrastano tra i passionali toni europei e quelli asiatici accennati, a volte carichi di slanci sacrificali, fino alle descrizioni degli spazi, i luoghi e i colori.

Ritorno a Seoul, il cui titolo inizialmente avrebbe dovuto essere All the people I’ll never be, racconta quindi con grazia e un’ottima consapevolezza dell’uso della macchina da presa e del flusso narrativo, il tentativo disperato di una ragazza di cercare le proprie radici e un’identità.

Davy Chou descrive otto anni a partire dall’arrivo di Frédérique per la prima volta a Seoul, scorrendo lungo una serie di momenti che scandiranno i disorientati percorsi che lei proverà a intraprendere nella speranza di arrivare finalmente a conoscere chi è e da dove viene. E la descrizione, Chou, la fa con grandi stacchi temporali, a volte anche rispetto alla trama, dettando una corrispondenza nel ritmo sincopato con gli stati d’animo sempre borderline che lei prova, accompagnato dalle grandi differenze tra i posti e le esperienze che Frédérique vive.

Un film profondamente delicato

L’attrice Park Ji-Min è poi incredibilmente brava a rendere la glaciale disperazione della sua Frédérique, che non conosce mezze misure, vaga senza meta per poi trovarsi spesso a sbattere a ripetizione come una mosca contro un vetro. E curiosamente coincide anche con la sua di storia personale: Park Ji-Min è davvero una coreana cresciuta in Francia, anche se con suoi genitori biologici, quindi non adottata, ma ben consapevole di quello smarrimento congenito di chi non sente salde le proprie radici.

Davy Chou è dunque estremamente abile nell’uso delle luci e dei suoni, che conducono sempre la protagonista e le sue emozioni, e se ne lascia condurre a sua volta, seguendola nelle sue pungenti ostinazioni. Il taglio che il regista riesce a dare ad ogni sequenza è profondamente delicato, calibrato e molto chiaro nel racconto della storia: differenziando sempre il ritmo e usando la pazienza e l’attenzione necessarie a lasciar trapelare dolore, disagio e la necessità di sapere che chi ti ha messo al mondo l’ha fatto desiderandoti sul serio.

Guardiani della Galassia Vol. 3: la reazione di Florence Welch a “quella” scena

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ATTENZIONE, L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU Guardiani della Galassia Vol. 3

Guardiani della Galassia Vol. 3 si conclude con una scena molto emozionante, allegra ma allo stesso tempo malinconica, con in sottofondo una canzone dei Florence & The Machine, “Dog Days Are Over”, e la cantante della band, Florence Welch, ha reagito a quel momento in maniera molto emozionata.

Guardiani della Galassia Vol. 3 segna la fine della trilogia del team nell’MCU. Mentre il regista James Gunn e alcuni attori lasceranno il Marvel Cinematic Universe con il film, Guardiani della Galassia Vol. 3 non è stata una faccenda triste ma una celebrazione. Il film si conclude in bellezza con una canzone di Florence & The Machine perfettamente selezionata.

Su TikTok, @indiemixtape ha condiviso la reazione di Florence Welch al momento in cui si sente “Dog Days Are Over” di Florence & The Machine. Si può vedere il cantante emozionarsi per l’uso della canzone nel finale del film. La scena con “Dog Days Are Over” è stata molto importante per il film, poiché è arrivata dopo che la squadra ha battuto l’Alto Evoluzionario e ha deciso di sciogliersi. La canzone è stata usata per un momento celebrativo del viaggio dei Guardiani, con i personaggi che prendono strade diverse e si mettono a ballare al ritmo del brano su Ovunque.

Guardiani della Galassia Vol. 3 è scritto e diretto da James Gunn ed è interpretato da Chris PrattZoe SaldanaDave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, con Vin Diesel  nei panni di Groot e Bradley Cooper in quelli di Rocket nella versione originale, oltre a Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Maria Bakalova. Il film è prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Nikolas Korda, Simon Hatt e Sara Smith sono i produttori esecutivi. Il film è al cinema dal 5 maggio.

Alita: Battle Angel, incoraggianti aggiornamenti sul sequel da Robert Rodriguez

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Il regista Robert Rodriguez rimane fiducioso che i piani per Alita: Battle Angel 2 continueranno ad andare avanti, stando ai recenti commenti del produttore Jon Landau in merito al progetto.

Basato sul manga giapponese creato da Yukito Kishiro, l’adattamento live-action di Alita: Battle Angel del 2019 era originariamente destinato a generare più sequel, anche se questi piani sono stati successivamente messi in dubbio a seguito all’acquisizione della 20th Century Fox da parte della Disney. Le speranze per la continuazione della serie, tuttavia, sono state recentemente riaccese quando Landau ha suggerito che stava parlando attivamente con Rodriguez e la protagonista, Rosa Salazar, del potenziale ritorno per un sequel.

Durante una recente intervista con Collider, a Robert Rodriguez è stato chiesto dei suoi piani per Alita: Battle Angel 2 e a che punto si trovava attualmente il progetto. Ammettendo che inizialmente non era sicuro che un sequel sarebbe mai stato realizzato, il regista rivela che le sue speranze per un ritorno alla PI sono state sostenute grazie al fatto che anche altri progetti della Fox erano andati avanti. Tuttavia, conferma che i colloqui sono attualmente in corso e, sebbene non ci siano notizie più definitive di queste, rimane fiducioso.

“Non ero sicuro che sarebbe mai successo perché anche quando è uscito il primo film, la Disney aveva appena comprato la Fox, quindi anche i nostri addetti al marketing, tutti, se n’erano andati quando è uscito quel film. E poi non sono stati realizzati film della Fox per anni perché la Disney era ancora impegnata a realizzare le proprie cose Disney. Ma ora ho visto uscire alcuni film della Fox, quindi questo mi ha dato speranza. E poi quando Jon [Landau, produttore] ne ha parlato, e poi [James Cameron] e io abbiamo parlato del fatto che avremmo sempre voluto fare un sequel di ‘Alita’. Ha delineato, molto accuratamente, un secondo e un terzo film, quindi c’è già del materiale lì. Quindi sì, speriamo che ciò accada. Ma non c’è niente di definitivo.”

Uscito nel 2019, Alita – Angelo della Battaglia aveva ottenuto un buon successo di pubblico, ma non abbastanza da far subito confermare un suo sequel. Dato anche il finale aperto del film, i fan per anni hanno chiesto a gran voce di poter avere almeno un altra pellicola dedicata alla letale cyborg. Il successo di Avatar – La via dell’acqua sembra dunque aver ora favorito il riprendere dei lavori su tale sequel, che potrà a quanto pare benificiare anche dei nuovi traguardi tecnologici raggiunti dal film diretto da Cameron. Come sempre, non resta ora che attendere nuovi aggiornamenti, che forniscano maggiori dettagli sui progressi nello sviluppo del film.

Denti da squalo: il primo trailer del film con Claudio Santamaria

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Ecco il primo trailer di Denti da squalo, opera prima di Davide Gentile, con Virginia Raffaele, Claudio Santamaria, Edoardo Pesce e, per la prima volta sul grande schermo, il giovane protagonista Tiziano Menichelli.

Da un’idea di Valerio Cilio e Gianluca Leoncini che firmano soggetto e sceneggiatura vincitori del Premio Solinas, un racconto di formazione poetico e avventuroso.  Prodotto da Goon Films, Lucky Red, Ideacinema con Rai Cinema, in collaborazione con Prime Video. Il film vede per la prima volta alla regia Davide Gentile, classe 1985, già autore del pluripremiato cortometraggio “Food for Thought”.

La trama del film

Questa è la storia di Walter e della più incredibile estate della sua vita. La scuola è finita e Walter, 13 anni, ha appena perso suo padre. Nel suo vagare apparentemente senza meta per il litorale romano, è un luogo affascinante e misterioso a catturare la sua attenzione: una villa abbandonata con una gigantesca, torbida, piscina. Ma la villa non è incustodita e inizierà per lui un viaggio indimenticabile.

La Sirenetta: ecco uno sguardo ravvicinato a Sebastian!

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La Sirenetta: ecco uno sguardo ravvicinato a Sebastian!

Una nuova clip di La Sirenetta offre offre uno sguardo ravvicinato al granchio Sebastian. Si tratta di una clip che rievoca l’iconica In fondo al mar, la canzone più rappresentativa del film originale.

Con la cantante Halle Bailey nei panni della principessa sirena Ariel, l’adattamento live-action del 2023 è basato sull’omonimo classico del 1989, che a sua volta è stato ispirato dalla fiaba del 1837 di Hans Christian Anderson. La star di Wonder e Hamilton Daveed Diggs interpreta il minuscolo granchio, un fedele servitore del re Tritone (Javier Bardem) e compositore musicale per la corte del re.

Entertaiment Tonight ha recentemente diffuso una nuova clip dal remake live-action de La Sirenetta della Disney che porta Sebastian al centro della scena. Guarda il video qui di seguito:

https://twitter.com/etnow/status/1656011151220801536?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1656011151220801536%7Ctwgr%5Efe766e447f3af659c4b9fbcfc55d502b93346bad%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Flittle-mermaid-remake-under-the-sea-clip%2F

La sirenetta, la trama e il cast del film

La Sirenetta racconta l’amata storia di Ariel, una bellissima e vivace giovane sirena in cerca di avventura. Ariel, la figlia più giovane di Re Tritone e la più ribelle, desidera scoprire di più sul mondo al di là del mare e, mentre esplora la superficie, si innamora dell’affascinante principe Eric. Alle sirene è vietato interagire con gli umani, ma Ariel deve seguire il suo cuore e stringe un patto con la malvagia strega del mare, Ursula, che le offre la possibilità di sperimentare la vita sulla terraferma, mettendo però in pericolo la sua vita e la corona di suo padre.

Il film è interpretato dalla cantante e attrice Halle Bailey (grown-ish) nel ruolo di Ariel; Jonah Hauer-King (Un viaggio a quattro zampe) nel ruolo del principe Eric; Noma Dumezweni (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo della regina Selina; Art Malik (Homeland – Caccia alla spia) nel ruolo di Sir Grimsby; con il vincitore del premio Oscar® Javier Bardem (Non è un paese per vecchi) nel ruolo di Re Tritone; e con la due volte candidata all’Academy Award® Melissa McCarthy (Copia originale, Le amiche della sposa) nel ruolo di Ursula.

La Sirenetta è diretto dal candidato all’Oscar® Rob Marshall (Chicago, Il Ritorno di Mary Poppins), con una sceneggiatura del due volte candidato all’Oscar David Magee (Vita di Pi, Neverland – Un sogno per la vita). Le musiche delle canzoni sono composte dal pluripremiato agli Academy Award® Alan Menken (La Bella e la Bestia, Aladdin), con i testi di Howard Ashman e i nuovi testi del tre volte vincitore del Tony Award® Lin-Manuel Miranda. Il film è prodotto dal due volte vincitore dell’Emmy® Marc Platt (Jesus Christ Superstar Live in Concert, Grease: Live!), da Lin-Manuel Miranda, dal due volte vincitore dell’Emmy John DeLuca (Tony Bennett: An American Classic) e da Rob Marshall, mentre Jeffrey Silver (Il Re Leone) è il produttore esecutivo.

Beetlejuice 2: ecco la data d’uscita e le new entry nel cast

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Beetlejuice 2: ecco la data d’uscita e le new entry nel cast

Dopo molte voci e tanti annunci, finalmente Warner Bros ha diffuso una data ufficiale d’uscita per Beetlejuice 2, che vedrà trai protagonisti Jenna Ortega, attrice della nuova serie di Scream diventata famosa grazie al personaggio di Mercoledì di Netflix.

Il film arriverà al cinema il 6 settembre 2024, e Tim Burton e Michael Keaton torneranno a fare coppia per raccontare di nuovo in sala lo spiritello che tanto amato dal pubblico degli anni Ottanta.

Beetlejuice 2 dovrebbe anche riunire i membri del cast originale, oltre a Michael Keaton nei panni del “bio-esorcista” Betelgeuse, anche Winona Ryder in quelli Lydia, e Catherine O’Hara nel ruolo della matrigna di Lydia, Delia Deetz. Nel febbraio 2022, inoltre, si riportava che tale sequel sarebbe stato prodotto dalla Plan B di Brad Pitt. Al di là di queste indiscrezioni, però, non ci sono ancora conferme sull’effettiva realizzazione di questo sequel, atteso ormai da oltre 30 anni. Inoltre è stato anche confermato che Justin Theroux è entrato nel cast del film.

Tim Burton tornerà a dirigere la storia, e farà anche da produttore, insieme a Tommy Harper, Plan B, Marc Toberoff e David Geffen, con Alfred Gough e Miles Millar che sono stati incaricati di scrivere la sceneggiatura.

Iron Man: il produttore descrive una scena eliminata troppo “imbarazzante” per essere pubblicata

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15 anni dopo che Iron Man ha dato il via al Marvel Cinematic Universe, ci sono ancora parti del film che i fan non hanno mai visto. In una recente intervista con Screen Rant, il produttore Jeremy Latcham ha descritto una delle scene tagliate del film, rimaste inedite. Nell’era dell’home video e dello streaming, molti film metteno a disposizione dei fan le scene cancellate dei film. Tuttavia, c’è una scena apparentemente così brutta, che il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige non vuole che venga distribuita.

Latcham dice che ci sono tre o quattro scene cancellate così brutte di Iron Man che non pensa che verranno mai rilasciate. Una scena eliminata riguarda i Dieci Anelli, l’organizzazione che ha catturato Tony Stark (Robert Downey Jr.) all’inizio del film. I Dieci Anelli vogliono che Tony costruisca un missile per loro. Secondo Latcham, Tony doveva fare anche il bucato per i Dieci Anelli. “Ricordo che Kevin mi ha detto nel 2012, ‘Dovremmo far uscire le scene cancellate di Abu che fa il bucato?’ E Kevin ha detto, ‘No. Non potremo mai farlo’,” ha detto Latcham. “La gente saprà che non sapevamo cosa stavamo facendo. Sarà imbarazzante se vedranno queste scene”. Ma c’era un intero rullo in Iron Man in cui Tony Stark faceva il bucato e non credo che sia mai stato visto in giro”.

Nel film, mentre i Dieci Anelli pensano che Tony stia costruendo un missile, in realtà sta costruendo il primo costume di Iron Man con le risorse che ha a disposizione. Più avanti nel film, quando Obadiah Stane (Jeff Bridges) chiede agli scienziati di creare un’armatura per lui, dice loro che Tony ha costruito il suo abito “con una scatola di scarti”. La scena cancellata mostrava Tony che approfittava del momento in cui faceva il bucato dei Dieci Anelli. “Tony sta facendo il bucato per i rapitori, ma sta davvero rompendo la lavatrice e rubando parti da essa per costruire la tuta Mark 1”, ha detto Latcham. “È così assurdo. È selvaggio.”

Se Kevin Feige ha paura che il suo eroe più amato possa apparire ridicolo, forse è giusto che queste scene non vengano mai diffuse, tuttavia è innegabile che i fan, curiosi e innamorati di Tony Stark, amerebbero anche le scene più buffe che lo vedono protagonista.

Scarlett Johansson ha fatto visita a Jeremy Renner con Chris Evans dopo l’incidente

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La strada verso la guarigione di Jeremy Renner ha portato a una parziale reunion di The Avengers. Il mese scorso, Scarlett Johansson e Chris Evans hanno fatto un viaggio a Los Angeles per far visita a Renner, che è stato coinvolto in un incidente quasi fatale il 1° gennaio quando è stato schiacciato da un gatto delle nevi da 7 tonnellate. L’interprete di Occhio di Falco si è rotto più di 30 ossa e ha subito lesioni ortopediche e un trauma toracico mentre cercava di raggiungere suo nipote che era bloccato in un cumulo di neve.

“Onestamente ero così fottutamente felice di vederlo. Non sapevo se l’avrei mai più rivisto”, racconta la Scarlett Johansson a Variety in una cover story sui suoi 30 anni di carriera che include otto film Marvel, molti dei quali insieme a Renner. “Non solo vederlo di nuovo, ma vederlo prosperare e in uno stato mentale così sereno. È una persona molto spirituale in generale e una persona molto piena di sentimento. E puoi vederlo nel suo lavoro. Si sente. Ha una tale profondità. Ed ero così felice di vedere che è pieno di vita e luce, ed è anche divertente. Abbiamo riso un sacco.”

Evans, che ha iniziato a lavorare con Johansson quando era un’adolescente in The Perfect Score, offre alcuni dettagli di ciò che è accaduto quando i tre si sono ritrovati per una riunione, che non è stata pubblicizzata. “Niente lacrime. Un sacco di risate, sorrisi e abbracci”, dice Evans. “Lascia che sia Jeremy a prendere qualcosa di così potenzialmente tragico e trasformarlo in qualcosa di così stimolante.”

Il giorno dell’incidente, Scarlett Johansson stava girando il prossimo film della Apple Project Artemis con Channing Tatum quando si è svegliata con la notizia che il suo co-protagonista di Avengers, Renner, è stato quasi ucciso in un incidente.

“Ero molto arrabbiata”, ricorda. Ma mentre la prognosi di Renner migliorava rapidamente, lei e i suoi compagni Vendicatori hanno cominciato a scherzare con il loro compagno in convalescenza. “Sulla catena di messaggi di Avengers, siamo tipo, ‘OK, ci hai battuti tutti. Questo è tutto. Hai vinto”, dice. (il gruppo di messaggistica include i sei Vendicatori originali: Johansson, Evans, Renner, Robert Downey Jr., Chris Hemsworth e Mark Ruffalo.) “È come una vera roba da supereroi. È incredibile.”

Il processo di guarigione di Jeremy Renner è ancora lungo, ma gli ha permesso di essere presente alla presentazione della sua serie Disney+ “Rennervations”. Di recente ha anche pubblicato un video su Instagram di lui che si esercita in fisioterapia.

Mentre Chris Evans è al momento su Apple Tv+ con Ghosted, accanto a Ana De Armas, Scarlett Johansson farà parte della delegazione di Asteroid City di Wes Anderson al prossimo Festival di Cannes.

Venezia 80: Caterina Murino condurrà le serate di apertura e chiusura

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L’attrice Caterina Murino condurrà le serate di apertura e di chiusura dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera.

Caterina Murino aprirà l’80. Mostra nella serata di mercoledì 30 agosto 2023, sul palco della Sala Grande (Palazzo del Cinema al Lido) in occasione della cerimonia di inaugurazione, e guiderà la cerimonia di chiusura sabato 9 settembre, in occasione della quale saranno annunciati i Leoni e gli altri premi ufficiali dell’80. Mostra.

Nata a Cagliari, Caterina Murino ha studiato recitazione nel laboratorio teatrale della Scuola di Cinema e Teatro di Francesca De Sapio. Diventa volto e testimonial di molte campagne pubblicitarie. Dino Risi la vuole nella fiction tv Le ragazze di Miss Italia (2002).

Il suo debutto sul grande schermo avviene grazie al primo film dello scrittore cileno Luis Sepulveda Nowhere (2002), che in Francia riscuote successo di critica. Qualche anno dopo inizia la sua carriera francese con il film Il bandito corso (2004) con Christian Clavier e Jean Reno. In seguito al successo della pellicola, le arrivano molte proposte tra Italia e Francia.

Ma è nel 2006 che diventa famosa in tutto il mondo come nuova Bond Girl al fianco di Daniel Craig, nel ruolo di Solange in Casinò Royale. In seguito gira la commedia inglese Le ragazze del St.Trinian’s – La scuola può essere uno sballo (2007), per poi tornare in Italia per il film Non pensarci (2007) di Gianni Zanasi.

La incontriamo poi nei panni della protagonista ne Il seme della discordia (2008) di Pappi Corsicato presentato alla 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Impegnata su numerosi set tra il Canada e la Francia, è nel cast, tra gli altri,  di XIII – Il Complotto, (2008)  e Antigang – Nell’ombra del crimine (2015), in quest’ultimo al fianco di Jean Reno. Gira per la BBC accanto a Rufus Sewell Le inchieste dell’ispettore Zen (2011) una miniserie TV che racconta le indagini di Aurelio Zen, brillante ispettore di polizia che lavora a Roma. Successivamente, tesserà la tela in attesa del suo amato disperso, nella serie di Stéphane Giusti Il ritorno di Ulisse. Torna in Italia e partecipa all’ultimo lavoro del regista d’inchieste Renzo Martinelli, Ustica (2016) e all’opera prima del regista sardo Cesare Furesi Chi salverà le rose? (2017). Attrice versatile, nel 2017, la vediamo nel cast di due film, La voce della pietra di Eric D. Howell, e Agadah di Alberto Rondalli.

Nel 2018 interpreta Benedetta nel film Se son rose di Leonardo Pieraccioni. L’anno successivo è nella serie campioni di ascolti in Francia Le Temps est assassin, uscita anche su Canale 5 con il titolo L’ora della verità.

Nel 2020 Davide Livermore la sceglie per interpretare Triboulet di Le Roi s’amuse di Victor Hugo per la prima del Teatro alla Scala di Milano A Riveder le Stelle… Per Netflix è nel film di Roberto Capucci prodotto da Lotus Film dal titolo Mio Fratello Mia Sorella (2021). Nel 2022 esce con il nuovo film di Alex de la Iglesia Veneciafrenia. Nel maggio 2023 partirà con le riprese del film The Opera! per la regia di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco con Vincent Cassel e Rossy De Palma.

Jack Ryan di Tom Clancy: in arrivo la quarta e ultima stagione

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Jack Ryan di Tom Clancy: in arrivo la quarta e ultima stagione

Jack Ryan di Tom Clancy ritorna per un’ultima adrenalinica stagione! La quarta e ultima stagione della serie distintiva del servizio streaming con John Krasinski debutterà il 30 giugno su Prime Video con due episodi disponibili ogni venerdì fino all’epico finale il 14 luglio. La quarta stagione è disponibile a soli sei mesi dal debutto dell’emozionante terza stagione, per soddisfare i fan impazienti di conoscere il proseguimento della storia di Jack. La stagione in sei episodi sarà disponibile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

La quarta stagione di Jack Ryan di Tom Clancy: data di uscita e dove vederla in streaming

Gli appassionati possono recuperare le prime tre stagioni della serie già disponibili su Prime Video. La quarta stagione di Jack Ryan di Tom Clancy è l’ultima novità per i clienti Amazon Prime, che in Italia beneficiano di spedizioni veloci, offerte esclusive e intrattenimento, incluso Prime Video, con un solo abbonamento al costo di €49,90/anno o €4,99/mese

Jack Ryan di Tom Clancy 4: Trama e cast

La quarta e ultima stagione di Jack Ryan di Tom Clancy vede il protagonista affrontare la sua missione più pericolosa fino ad ora, alle prese con un nemico sia esterno che interno. Nel nuovo ruolo di Acting Deputy Director della CIA, Jack Ryan deve portare alla luce la corruzione interna; nella sua indagine scopre una serie di operazioni clandestine che potrebbero esporre la vulnerabilità del Paese. Nell’investigare fino a che punto si è infiltrata la corruzione, Jack e il suo team scoprono una realtà molto peggiore – la convergenza di un cartello della droga con un’organizzazione terroristica – che rivela quanto la cospirazione sia molto più vicina a loro di quanto pensassero, mettendo alla prova la fiducia del nostro eroe nel sistema che ha protetto e per cui ha sempre combattuto.

Il cast della serie vede John Krasinski nel ruolo di Jack Ryan, Wendell Pierce nei panni di James Greer, Michael Kelly come Mike November, e Betty Gabriel nel ruolo di Elizabeth Wright, Acting Director della CIA, con Abbie Cornish di nuovo nei panni di Cathy Mueller. Si uniscono al cast per questa nuova stagione Michael Peña nei panni di Domingo Chavez e Louis Ozawa nel ruolo di Chao Fah.

Jack Ryan di Tom Clancy è coprodotta da Amazon Studios, Paramount Television Studios e Skydance Television, con gli executive producer Allyson Seeger, Andrew Form, John Krasinski, Brad Fuller, Michael Bay e John Kelly. A loro si uniscono come executive producer della quarta stagione Tom Clancy e David Ellison, Dana Goldberg e Matt Thunell di Skydance Television insieme a Vaun Wilmott, Mace Neufeld e Carlton Cuse.

Shakespeare in Love: trama, attori e frasi del film con Gwyneth Paltrow

Celebre per innumerevoli motivi, da quelli più lusinghieri a quelli più controversi, il film del 1998 Shakespeare in Love ha portato sul grande schermo uno degli autori più famosi e amati di sempre, ancora oggi attuale nonostante il passare del tempo. Diretto dal regista John Madden, e scritto da Marc Norman e Tom Stoppard, il film non è però la trasposizione di una delle opere di Shakespeare, ma racconta bensì dell’innamoramento del drammaturgo per una nobildonna, il tutto durante i preparativi per la messa in scena a teatro del suo Romeo e Giulietta. Si tratta dunque di una storia inventata, che presenta però una serie di somiglianze con l’opera del poeta.

Nel film, infatti, vi sono una serie di eventi ripresi proprio da alcune tragedie o commedie scritte da Shakespeare. L’amore dei due protagonisti, ricalca a suo modo quello di Romeo e Giulietta, con tutte le differenze di classe sociale di appartenenza del caso. Libero dalla necessità di essere storicamente accurato, Shakespeare in Love sembra essere un film sulla vita dell’autore come se egli stesso l’avesse girato. Tra grandi passioni, conflitti e tutta la bellezza del teatro elisabettiano, si snoda così una vicenda tanto appassionante quanto bella anche solo da vedere per il piacere degli occhi. Non sorprende infatti l’enorme successo di pubblico ottenuto dal film.

A fronte di un budget di soli 25 milioni di dollari, questo è infatti arrivato a guadagnarne circa 290 in tutto il mondo. Vincitore poi di ben 7 premi Oscar, tra cui quello per il miglior film, Shakespeare in Love, amato o odiato, si è comunque affermato come uno dei film più importanti dei suoi anni. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle frasi più belle del film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Shakespeare in Love: la trama del film

La vicenda è ambientata nel 1953, a Londra. Qui l’impresario Philip Henslowe, oppresso dai debiti, promette al suo creditore Hugh Fennyman che presto potrà ripagarlo grazie ai guadagni della commedia di prossima rappresentazione. L’autore di questi è William Shakespeare, il quale però si trova in piena crisi creativa, senza una figura femminile che possa servirgli da musa. Il drammaturgo non immagina minimamente che nella zona aristocratica della città la giovane Lady Viola De Lesseps recita a memoria i suoi versi, coltivando il desiderio di poter far parte di una vera compagnia teatrale, attività all’epoca però negata alle donne.

Con lo spettacolo da realizzare al più presto, hanno dunque inizio i provini per i ruoli dei protagonisti. In particolare, Shakespeare è colpito dalla bravura di un certo Thomas Kent, un giovane tanto talentuoso quanto riservato. Il drammaturgo non sospetta minimamente che sotto i panni di questi si nasconde in realtà Lady Viola. Ben presto avrà inizio un complesso gioco di seduzione che porterà la giovane a rischiare sempre di più con il suo travestimento, e con l’avvicinarsi del debutto a teatro l’imprevedibile non mancherà di accadere, tra gelosi pretendenti e amori impossibili.

Shakespeare in Love cast

Shakespeare in Love: il cast del film

Il film si avvale di alcuni tra i più celebri interpreti del cinema mondiale, tra cui diversi premi Oscar. Ad interpretare il ruolo del celebre William Shakespeare è Joseph Fiennes. Per prepararsi ad un personaggio tanto complesso, l’attore si dedicò ad un approfondito studio della vita e delle opere di questi, cercando di costruire però una propria versione del drammaturgo. Accanto a lui, nei panni dell’impresario Philip Henslowe vi è il celebre Geoffrey Rush, il quale venne poi candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione. Rupert Everett è invece il poeta Christopher Marlowe, contemporaneo di Shakespeare. Tom Wilkinson interpreta Hugh Fennyman, il creditore di Henslowe.

Vera e propria star del film è l’attrice Gwyneth Paltrow, presente nei panni di Viola de Lessemps e del fantomatico Thomas Kent. L’attrice aveva inizialmente rifiutato il ruolo, volendosi prendere una pausa dalla recitazione. Grazie alla sua interpretazione, tuttavia, arrivò a vincere il premio Oscar come miglior attrice protagonista, battendo altre celebri candidate. Colin Firth è presente nei panni di Lord Wessex, promesso sposo di Lady Viola, mentre Ben Affleck interpreta Ned Alleyn, attore realmente esistito e noto come uno dei più popolari del teatro elisabettiano. Infine, vi è la celebre Judi Dench nei panni della regina Elisabetta I. L’attrice ottenne poi il premio Oscar come miglior attrice non protagonista, pur comparendo soltanto in quattro scene per un totale di sei minuti.

Le frasi più belle di Shakespeare in Love, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile vedere o rivedere tale film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Shakespeare in Love è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 9 maggio alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Qui di seguito si riportano invece alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del film:

  • Chi sei tu che, avvolta nella notte, inciampi così nei miei pensieri più profondi? (William Shakespeare)
  • Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita. (William Shakespeare)
  • I drammaturghi ci imbrogliano sull’amore. Lo rendono carino, comico, lascivo, ma non possono renderlo vero. (Regina Elisabetta I)
  • Io voglio avere poesia nella mia vita e avventura e amore… Amore soprattutto. Non gli artificiosi atteggiamenti dell’amore, ma l’amore che sconvolge. (Lady Viola)
  • Ho paura, poiché è notte, che sia soltanto un sogno troppo seducente e dolce per avere sostanza. (Lady Viola)

Fonte: IMDb

Gli show e le serie tv colpiti dallo sciopero degli sceneggiatori WGA

Alle 12:01 del 2 maggio 2023 è ufficialmente iniziato lo sciopero della Writers Guild of America del 2023 e l’incapacità della WGA e dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP) di raggiungere una soluzione accettabile alle trattative iniziate in settimana avrà un profondo effetto a catena sul panorama televisivo, in particolare su show della seconda serata e serie tv.

Lo sciopero degli sceneggiatori WGA del 2023 colpirà soprattutto la seconda serata, ma interromperà anche la produzione di diverse serie in streaming dopo aver fallito nel soddisfare le richieste dei membri della WGA. Con gli sceneggiatori in marcia da una costa all’altra, si tratta del più grande sciopero degli ultimi 15 anni, senza una chiara fine in vista.

Jimmy Kimmel Live!

Credits: https://abc.com/shows/jimmy-kimmel-live/news/schedule/jkl-schedule-for-05012023

Il talk show di satira politica in onda sulla ABC verrà messo in pausa, quindi i fan del particolare umorismo di Jimmy Kimmel non riceveranno la dose quotidiana delle sue affabili riflessioni sugli eventi di attualità per almeno due settimane, se non di più.

Nel frattempo, la ABC trasmetterà le repliche degli episodi passati in assenza del JKL ora e nel prossimo futuro. Lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood potrebbe ostacolare il ritorno di Kimmel per un bel po’ di tempo e, per questo motivo, si attendono aggiornamenti.

Il Tonight Show di Jimmy Fallon

Golden Globes 2017 jimmy fallonJimmy Fallon non porterà nel suo studio nessun nuovo ospite questa settimana, poiché la NBC ha messo in pausa il Tonight Show per le prossime settimane. Tutte le interviste agli ospiti e le esibizioni musicali saranno rimandate e le repliche degli episodi precedenti andranno in onda al posto del nuovo materiale.

L’ex collega del SNL non apparirà sugli schermi per almeno altre due settimane, ma in passato ha espresso il suo sostegno ai suoi autori.

Il Late Show di Stephen Colbert

Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=E6l0ObY2XVM

Insieme agli altri conduttori di talk show notturni, il Late Night Show di Stephen Colbert verrà sospeso in seguito all’inizio dello sciopero della WGA, il 2 maggio, e andranno in onda delle repliche del programma al posto dei nuovi episodi.

Colbert ha menzionato l’incombente sciopero nella puntata del 1° maggio, esprimendo il suo sostegno agli autori del suo show, ai sindacati e, in caso di sciopero, si è augurato di rivedere i suoi fan tra qualche settimana.

Late Night With Seth Meyers

Seth Meyers aveva già illustrato le condizioni dello sciopero della WGA nelle puntate precedenti del Late Night with Seth Meyers, preparandosi al momento in cui la NBC lo avrebbe sospeso.

Meyers, sceneggiatore egli stesso, ha ricordato lo sciopero della WGA che si è svolto tra il 2007 e il 2008 e che è durato 100 giorni, con ripercussioni sul suo lavoro al SNL e su innumerevoli altre serie. Meyers ha poi espresso la sua totale solidarietà agli sceneggiatori di Hollywood, salutando il pubblico per qualche settimana.

Real Time With Bill Maher

Real Time with Bill Maher della HBO, che di recente ha trasmesso un episodio controverso con ospite Elon Musk, è un altro dei talk show notturni che verrà messo in pausa durante lo sciopero degli autori.

Il conduttore del talk show, schietto e a volte aggressivo, ha affrontato il tema dello sciopere nelle scorse settimane e si preparerà a rientrare nel programma tra qualche settimana. Anche in questo caso, andranno in onda delle repliche dello show.

Last Week Tonight With John Oliver

Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=hsxukOPEdgg

L’altro talk show notturno della HBO, Last Week Tonight with John Oliver, verrà sospeso e il suo pungente conduttore apparirà solo in repliche per le prossime settimane.

Oliver ha discusso dello sciopero della WGA in precedenti episodi del suo programma e ha persino fatto riferimento allo sciopero della WGA di 15 anni fa, che ha interessato il suo periodo al Daily Show. Ha espresso grande solidarietà ai membri della WGA e spera di rivedere presto i suoi fan.

The Daily Show

Il Daily Show ha già detto addio al suo ultimo conduttore Trevor Noah e ora Comedy Central sospenderà la serie a causa dello sciopero della WGA. Dopo la partenza di Noah, la serie ha avuto un cast di conduttori a rotazione, gestione che dovrebbe proseguire anche quando si ripartirà tra qualche settimana.

Anche prima del 2015, quando il conduttore di lunga data Jon Stewart se ne andò, il Daily Show ha sempre sostenuto i suoi autori e continuerà a mandare in onda delle repliche fino alla fine dello sciopero della WGA.

SNL

Mentre ci si chiedeva se il Saturday Night Live avrebbe rispettato lo sciopero della WGA, sembra che lo show settimanale di sketch comedy prenderà la stessa strada dei talk show notturni. L’ex allievo del SNL Pete Davidson avrebbe dovuto condurre la puntata del 6 maggio assieme all’ospite musicale Lil Uzi Vert, ma lo show è stato ufficialmente cancellato.

Al suo posto, la NBC trasmetterà un episodio di replica, una pratica che probabilmente continuerà il sabato successivo se non si riuscirà a raggiungere un chiaro consenso tra la WGA e l’AMPTP.

Yellowjackets

Yellowjackets serie tvAttualmente, alla sua seconda stagione, i lavori per la terza stagione di Yellowjackets si fermeranno dopo l’annuncio ufficiale dello sciopero della WGA. Con la writing room in sospeso, l’episodio 6 della seconda stagione del drama di Showtime ha una nuova data di uscita e non si sa se questo sia dovuto allo sciopero.

La co-creatrice Ashley Lyle è stata attiva sui suoi social media spiegando quanto sarà divertente riprendere a scrivere la terza stagione non appena la WGA troverà un accordo equo.

Abbott Elementary

Abbott ElementaryIl 2 maggio si sarebbe dovuta riunire la writers room per la terza stagione di Abbott Elementary, ma lo sciopero della WGA ha avuto la precedenza. Questo potrebbe influire sul numero di episodi che potranno essere scritti per la prossima stagione, a seconda di quanto durerà lo sciopero.

Poiché Abbott Elementary è uno show che viene scritto mentre va in onda, se lo sciopero si protrarrà per un periodo di tempo significativo, la terza stagione potrebbe non essere rilasciata come previsto e potrebbe anche essere molto più breve.

Cobra Kai

Tanner Buchanan Cobra KaiLa popolare serie tv Cobra Kai ha chiuso le porte della sua writers room dove si stava scrivendo la sesta stagione. Jon Hurwitz, co-creatore della serie nostalgica, si è espresso attivamente sui suoi social media per solidarizzare con lo sciopero degli sceneggiatori e per unirsi ai suoi colleghi fuori dal set della sesta stagione.

Come per Abbott Elementary, lo sciopero della WGA potrebbe influenzare il numero di episodi che i fan riceveranno nella prossima stagione.

Big Mouth

Dopo il recente annuncio da parte di Netflix dell’ottava e ultima stagione di Big Mouth, la writing room era pronta a mettersi al lavoro, ma lo sciopero WGA del 2023 ne ha bloccato il processo creativo. Si era già iniziato a sceneggiare l’ottava stagione della serie animata da sei settimane e i creatori avrebbero potuto terminarla ad agosto se non ci fossero state interruzioni.

Attualmente sono in solidarietà con i loro colleghi scrittori di Hollywood, e la pausa potrebbe influire sul numero di episodi di cui sarà composta la prossima stagione.

Stranger Things

Stranger Things 3La serie di punta del catalogo Netflix potrebbe essere in difficoltà. Non si sa ancora nulla sull’andamento della stagione 5 di Stranger Things, ma è possibile che i fratelli Duffer non ne abbiano ancora terminata la sceneggiatura, dunque lo sciopero della WGA potrebbe avere conseguenze sulla stagione finale, che andrà in onda nel 2024.

Con una conclusione così epica in arrivo, lo sciopero della Writers Guild of America potrebbe avere un impatto significativo sulle storyline della serie e ritardare la messa in onda del gran finale di Stranger Things.

Ready Player One, 7 easter egg di Ritorno al futuro

Ready Player One, 7 easter egg di Ritorno al futuro

Ready Player One ha disseminato nella pellicola degli easter egg di Ritorno al Futuro. In un 2045 distopico, l’adolescente Wade Watts cerca di trovare gli indizi che lo condurranno nella realtà virtuale O.A.S.I.S. o Oasis (Ontologically Anthropocentric Sensory Immersive Simulation).

Il giocatore che completa l’enigma ottiene il controllo completo dell’Oasis, che è esattamente ciò a cui aspirano gli avatar all’interno della realtà virtuale. Ironicamente, il film è disseminato altri easter egg in particolare su Ritorno al futuro.

Il brano di apertura è Jump di Van Halen (il chitarrista preferito di Marty McFly)

Van Halen

All’inizio di Ready Player One, il pubblico vede Wade lasciare la sua casa di Columbus, Ohio. È un 2045 distopico e tutti vivono in villaggi di baracche costruiti alla periferia della maggior parte delle grandi città durante la crisi energetica globale.

Mentre Wade scende dalla sua casa sopraelevata, saltando da una piattaforma all’altra, il brano di sottofondo è “Jump” dei Van Halen. Van Halen era il chitarrista preferito di Marty McFly, come si vede in Ritorno al futuro quando inserisce una cassetta nel lettore di cassette del padre.

L’avatar di Doc Brown appare nella scena di apertura di Oasis

Doc Ritorno al futuro

Oasis è la realtà virtuale in cui risiede Parzival, l’avatar virtuale di Wade. Tra di lui ci sono molti altri avatar, la maggior parte dei quali sono easter egg e riferimenti ad altri videogiochi e alla cultura pop. In una fase iniziale del film, uno di questi avatar viene visto sullo sfondo, dietro Parzival, e mostra un uomo vestito esattamente come Doc Brown in Ritorno al futuro parte II.

L’avatar indossava una lunga giacca gialla, una camicia rossa brillante sotto, pantaloni marrone chiaro e occhiali video argentati avvolgenti che, in Ritorno al futuro, erano occhiali da sole contenenti un display video interno.

La DeLorean scelta da Parzival in Ready Player One

DeLorean Ready Player One

Dopo che i personaggi hanno appreso che l’ormai defunto James Halliday ha lanciato delle sfide ai giocatori, Parzival decide di affrontare la cosiddetta corsa imbattibile, che è la prima delle sfide di Halliday.

Mentre Parzival si prepara per la gara, vediamo schierati una serie di veicoli virtuali pronti ad affrontare la corsa impossibile, tra cui un monster truck Bigfoot, la moto di Kaneda di Akira, la Batmobile e la Ford Interceptor di Mad Max 2. Il veicolo scelto da Parzival, tuttavia, non è altro che la macchina del tempo DeLorean di Ritorno al futuro. Anche l’auto è equipaggiata in modo appropriato, con i caratteristici cavi esterni.

Art3mis si riferisce a Parzival come McFly

Art3mis

Dopo la gara, Parzival e Art3mis si ritirano nel laboratorio di Aech, dove sono disseminati numerosi riferimenti e uova di Pasqua. Una di queste uova di Pasqua (che viene pronunciata verbalmente ed è così esplicita che è praticamente impossibile non notarla) è quando Art3mis si riferisce a Parzival chiamandolo McFly.

Si tratta di un ovvio riferimento a Marty McFly di Ritorno al futuro che, ovviamente, guida una DeLorean proprio come Parzival nella gara precedente. È una scena che vede Parzival e Art3mis flirtare, dando alla sequenza un tocco romantico e, considerando che Marty McFly era una specie di rubacuori, è un momento che favorisce la scintilla del flirt.

“Il cubo di Zemeckis” aiuta Parzival a tornare indietro nel tempo

Zemeckis

Wade e Art3mis visitano il nightclub Distracted Globe per cercare indizi su come vincere le sfide di Halliday. È qui che Wade confessa ad Art3mis il suo amore. Questa rivelazione, che sorprende Art3mis e mette in allerta i suoi nemici, favorisce l’avanzata degli assalitori verso la loro posizione.

Sotto attacco, Parzival decide di usare un oggetto che ha comprato di recente. Si tratta di un cubo di Rubik che, una volta attivato e lanciato in aria, riporta istantaneamente indietro il tempo di 60 secondi, dando loro il tempo di fuggire. L’oggetto si chiama Cubo di Zemeckis, essendo Robert Zemeckis, ovviamente, il regista di tutti e tre i film di Ritorno al futuro.

Alan Silvestri in Ready Player One

Alan Silvestri

Di solito i registi hanno dei compositori con cui tendono a fare coppia nel corso dei loro progetti. Steven Spielberg, per esempio, è solito avere John Williams come partner nei suoi progetti cinematografici. Alan Silvestri è il compositore del famoso tema di Ritorno al futuro, che di solito firma le colonne sonore insieme al regista Robert Zemeckis. Ready Player One, diretto da Steven Spielberg, è stato invece firmato da Alan Silvestri. Ma c’è un’ottima ragione per questo.

Nel momento esatto in cui Parzival completa il cubo di Rubik e attiva il suo potere di riavvolgimento del tempo, la famosa colonna sonora di Ritorno al futuro arriva puntuale. Un momento che è un omaggio al grande Robert Zemeckis, regista della trilogia di Ritorno al futuro. La colonna sonora di Ritorno al futuro compare anche alla fine del film, quando Sorrento e F’Nale sono sul retro dell’auto della polizia dopo essere stati arrestati.

Il manifesto recita “Rieleggete il sindaco Goldie Wilson” di Ritorno al futuro

Sindaco Wilson

Un ultimo easter egg di Ritorno al futuro in Ready Player One, ed è talmente piccolo che è facile non notarlo. Quando Parzival si trova ancora una volta nel laboratorio di Aech, c’è un momento in cui viene mostrato un poster sulla parete accanto a Parzival.

Il manifesto mostra il sindaco Goldie Wilson e chiede a tutti gli astanti di rieleggerlo come sindaco di Hill Valley.

Guardiani della Galassia 3: 12 domande senza risposta lasciate dal film

Guardiani della Galassia Vol. 3 ha concluso la trilogia del MCU di James Gunn, ma ha lasciato alcune domande senza risposta. Nonostante sia una storia incentrata principalmente sul personaggio di Rocket Raccoon, Guardiani della Galassia 3 ha portato a termine le storie di tutti gli eroi principali. Sorprendentemente, l’elenco dei personaggi morti in Guardiani della Galassia 3 non include nessuno dei Guardiani. Pertanto, il futuro dei membri dei Guardiani della Galassia, vecchi e nuovi, è in sospeso dopo gli eventi del terzo volume.

Guardiani della Galassia 3 doveva essere un capitolo conclusivo per il viaggio dei Guardiani, cosa in cui il film è riuscito. Infatti, nè la mancanza di morti degli eroi né l’introduzione di una nuova squadra di Guardiani della Galassia hanno ostacolato il senso di chiusura che James Gunn ha dato a Guardiani della Galassia Vol. 3. Tuttavia, la Fase 5 della Marvel è in corso e si prevede che diversi punti della trama di Guardiani della Galassia Vol. 3 avranno un ruolo importante nelle storie future.

Come ha fatto Groot a dire “Vi voglio bene” in Guardiani della Galassia 3?

Uno dei momenti più sorprendenti di Guardiani della Galassia 3 è stato sentire Groot pronunciare la frase “Vi voglio bene ragazzi“. Finora, ogni versione di Groot nel MCU poteva comunicare solo in “Groot”. Prima di Guardiani della Galassia 3, l’unica volta che Groot ha detto qualcosa di diverso da “Io sono Groot” è stato alla fine di Guardiani della Galassia (2014), durante il quale il Groot originale ha dichiarato “Noi siamo Groot”. La scena “Vi voglio bene ragazzi” di Guardiani della Galassia 3 ha funzionato come richiamo alla morte del Groot originale, ma è stata comunque scioccante. Tra l’altro, il film non spiega perché Groot sia in grado di parlare inglese.

Nei fumetti, Groot era originariamente in grado di parlare inglese. La situazione è cambiata solo dopo la morte del personaggio e il suo ritorno nella serie a fumetti Guardiani della Galassia del 2008. Il Groot dell’MCU si basa su questa versione retconned di Groot, che era in grado di comunicare solo attraverso frasi del tipo “Io sono Groot“. Anche se alcuni personaggi del MCU parlano correntemente “Groot”, come Rocket e Thor, la maggior parte dei Guardiani non lo fa. Groot che dice “vi voglio bene” in inglese potrebbe essere stata solo una scelta stilistica di James Gunn; qualcosa di simile a quando un personaggio dovrebbe parlare in una lingua aliena, ma l’attore pronuncia le sue battute in inglese.

L’Alto Evoluzionario è davvero morto?

Alto EvoluzionarioI Guardiani della Galassia hanno sconfitto l’Alto Evoluzionario alla fine del film. Dopo aver orchestrato gli eventi di Guardiani della Galassia 3, l’Alto Evoluzionario è riapparso verso la fine del film per affrontare i Guardiani e reclamare Rocket. Dopo aver salvato le altre cavie e liberato i suoi amici, Rocket ha avuto la possibilità di uccidere l’Alto Evoluzionario. Tuttavia, nonostante tutto ciò che il cattivo aveva fatto contro di lui e i suoi amici d’infanzia, Rocket Raccoon non ha ucciso l’Alto Evoluzionario. Rocket ritiene che uccidere non sia qualcosa che un Guardiano della Galassia dovrebbe fare, il che dimostra quanto il personaggio sia cambiato.

Detto questo, la nave dell’Alto Evoluzionario è stata attaccata ed è esplosa con il cattivo a bordo. Presumibilmente l’Alto Evoluzionario è morto alla fine di Guardiani della Galassia 3. Non è infatti tornato in nessuna delle scene post-credit di Guardiani della Galassia Vol. 3, il che suggerisce che il cattivo sia davvero morto. Tuttavia, dato che l’Alto Evoluzionario è morto fuori dallo schermo in un’esplosione, non si può escludere che il cattivo sia ancora vivo. Se l’Alto Evoluzionario è davvero morto, allora tutti e tre i cattivi principali della trilogia di Guardiani della Galassia sono morti nei rispettivi film.

Che fine hanno fatto i Sovereign?

I Sovereign, introdotti in Guardiani della Galassia Vol. 2, hanno svolto un ruolo significativo in Guardiani della Galassia 3. Sappiamo che sono stati creati dall’Alto Evoluzionario e sono all’origine della creazione di Adam Warlock. L’Alto Evoluzionario ha incaricato i Sovereign – più precisamente Adam Warlock – di trovare e catturare Rocket. Tuttavia, nonostante avesse creato i Sovereigh, l’Alto Evoluzionario non esitò ad attaccare la Contro-Terra quando l’Alta Sacerdotessa, madre di Adam Warlock, mentre era ancora lì e rimase uccisa nell’esplosione. La morte di Ayesha ha cambiato il corso della storia di Adam Warlock, ma ciò che accade al resto dei Sovereign ora è un mistero.

Quando e come tornerà il leggendario Star-Lord?

Star-LordGuardiani della Galassia Vol. 3 si conclude con la promessa che “Il leggendario fuorilegge Star-Lord tornerà“. Peter Quill non è morto in Guardiani della Galassia 3, anche se il film ha giocato con le aspettative del pubblico riguardo al destino di Star-Lord. Se non fosse stato per Adam Warlock, Star-Lord sarebbe morto. Tuttavia, alla fine del film Peter Quill non faceva più parte dei Guardiani della Galassia. Il finale di Guardiani della Galassia 3 vede il ritorno di Star-Lord sulla Terra e il riavvicinamento di Peter Quill alla sua famiglia per la prima volta dopo la morte della madre. In un certo senso, la storia di Peter Quill nel MCU è giunta al suo termine.

Ciò che accade a Star-Lord alla fine di Guardiani della Galassia Vol. 3 avrebbe potuto rappresentare la fine del viaggio del personaggio. Tuttavia, il MCU ha chiarito che Star-Lord tornerà. Una solida previsione è che Peter Quill ritorni in Avengers: The Kang Dynasty o Avengers: Secret Wars. Chris Pratt potrebbe anche tornare a vestire i panni di Peter Quill in un film da solista su Star-Lord o in una serie TV Disney+ su Star-Lord. Probabilmente, però, Quill non lavorerà con i nuovi Guardiani della Galassia, in quanto ciò ridurrebbe l’impatto del finale di Guardiani della Galassia vol. 3.

Cosa succederà alla nuova squadra dei Guardiani della Galassia?

La scena mid-credits di Guardiani della Galassia Vol. 3 ha introdotto un nuovo roster di Guardiani della Galassia. Sebbene nessuno dei Guardiani sia morto in Guardiani della Galassia Vol. 3, il che è stato sorprendente, la squadra come il pubblico l’ha conosciuta dal 2014 non esiste più. La nuova formazione dei Guardiani della Galassia comprende Rocket Raccoon, Groot, Cosmo, Kraglin, Adam Warlock e Phylla-Vell. Il fatto che i Guardiani della Galassia esistano ancora alla fine del Vol. 3 suggerisce che la squadra tornerà prima o poi. Inoltre, personaggi come Adam Warlock e Phylla-Vell, appena introdotti, hanno probabilmente un futuro nel MCU.

I nuovi Guardiani della Galassia potrebbero tornare in Avengers: The Kang Dynasty, in modo simile a come i Guardiani della Galassia originali hanno partecipato ad Avengers: Infinity War. Allo stesso modo, tutti i principali personaggi Marvel dovrebbero essere coinvolti in Avengers: Secret Wars. Pertanto, i nuovi Guardiani della Galassia torneranno sicuramente prima della fine della Saga del Multiverso. Sarà interessante vedere se i nuovi Guardiani della Galassia avranno un film tutto loro, che potrebbe essere l’inizio di una seconda trilogia di Guardiani della Galassia.

Come si è unita Phyla ai nuovi Guardiani della Galassia?

L’aggiunta più sorprendente alla nuova formazione dei Guardiani della Galassia è stata quella di Phyla-Vell. Phyla, personaggio dei fumetti Marvel Comics, era uno dei bambini usati come cavie dall’Alto Evoluzionario. Phyla è stata liberata dai Guardiani, ma non è rimasta a Knowhere. Al contrario, Phyla-Vell si è unita ai nuovi Guardiani della Galassia a un certo punto tra la battaglia finale di Guardiani della Galassia 3 e la prima scena post-credits. Nei fumetti, Phyla-Vell è stato il quarto personaggio a utilizzare il titolo di Capitan Marvel. Phyla faceva anche parte della formazione di Guardiani della Galassia del 2008. 15 anni dopo, Phyla si unisce finalmente ai Guardiani del MCU.

Gamora tornerà nel MCU dopo Guardiani della Galassia 3?

Guardiani della Galassia Vol. 3Gamora è morta in Avengers: Infinity War, ma una versione passata di Gamora è stata portata dal 2016 al 2023 in Avengers: Endgame. Sebbene la “Gamora del 2016” si sia ricongiunta ai Guardiani della Galassia, non era la stessa persona che conoscevano un tempo. Guardiani della Galassia Vol. 3 ha riconosciuto che si trattava di una Gamora diversa, che non aveva mai vissuto gli eventi dei primi due film di Guardiani della Galassia. Per questo motivo Gamora ha scelto di rimanere con i Ravagers invece di unirsi a Quill o ai nuovi Guardiani della Galassia. Zoe Saldana aveva precedentemente accennato al fatto che Guardiani della Galassia Vol. 3 sarebbe stato il suo ultimo film nei panni di Gamora.

Qual è il futuro di Nebula nel MCU?

Nebula attriceNonostante si sia unita ai Guardiani della Galassia alla fine del secondo film, Nebula sta già lasciando la squadra. Nebula non fa parte della nuova formazione dei Guardiani della Galassia. Al contrario, ha deciso di rimanere su Knowhere per aiutare i bambini sottoposti a esperimenti da parte dell’Alto Evoluzionario. Considerando che Nebula è stata cresciuta da Thanos, ha perfettamente senso che voglia dare a quei bambini una vita migliore rispetto a quella che ha avuto lei. Dopo aver trascorso gran parte della sua vita a combattere battaglie in tutta la galassia, Nebula potrebbe stare lontana dall’azione per un po’.

Dove andrà a finire Mantis?

MantisNonostante si sia unita ai Guardiani della Galassia alla fine del secondo film, Nebula sta già lasciando la squadra. Nebula non fa parte della nuova formazione dei Guardiani della Galassia. Al contrario, ha deciso di rimanere su Knowhere per aiutare i bambini sottoposti a esperimenti da parte dell’Alto Evoluzionario. Considerando che Nebula è stata cresciuta da Thanos, ha perfettamente senso che voglia dare a quei bambini una vita migliore rispetto a quella che ha avuto lei. Dopo aver trascorso gran parte della sua vita a combattere battaglie in tutta la galassia, Nebula potrebbe stare lontana dall’azione per un po’.

La storia di Drax nel MCU è davvero finita?

Drax il DistruttorePrima di Guardiani della Galassia Vol. 3, Dave Bautista ha confermato che il film sarebbe stato la sua ultima interpretazione di Drax. Detto questo, Drax non è morto in Guardiani della Galassia Vol. 3. Il personaggio ha invece deciso di rimanere su Knowhere per aiutare i bambini catturati dall’Alto Evoluzionario. Come Nebula, Drax ha incontrato la possibilità di trasformare il dolore del suo passato in qualcosa di buono. Considerando che la famiglia di Drax è stata uccisa da Thanos, il finale di Drax nel Vol. 3 è abbastanza adatto al personaggio. Se Drax non dovesse mai tornare nel MCU, Guardiani della Galassia Vol. 3 è stato il perfetto commiato per lui.

Guardiani della Galassia 3 è davvero l’ultimo film?

Spiegazione finale Guardiani della Galassia Vol 3Guardiani della Galassia Vol. 3 rappresenta la fine della trilogia di Guardiani della Galassia di James Gunn. Questo non significa che sia la fine del franchise di Guardiani della Galassia nel MCU. Finora non sono stati fatti annunci ufficiali riguardo a Guardiani della Galassia 4. In tutto il MCU, solo i franchise di Avengers, Thor e Captain America hanno ricevuto più di tre film. Tuttavia, ora che c’è un nuovo team di Guardiani della Galassia nel MCU, Guardiani della Galassia 4 potrebbe benissimo essere realizzato in futuro. In tal caso, probabilmente non sarà diretto da James Gunn.

I Guardiani della Galassia originali torneranno mai insieme?

Guardiani della Galassia Vol 3Nessuno dei Guardiani della Galassia è morto nel Vol. 3. In altre parole, sebbene Guardiani della Galassia 3 abbia concluso la saga del MCU di James Gunn, i Guardiani della Galassia originali potrebbero ancora tornare insieme prima o poi. Non si può escludere una riunione dei Guardiani della Galassia, poiché raramente il MCU abbandona un personaggio per sempre. Anche se alcuni membri del cast di Guardiani della Galassia decidessero di non continuare a far parte del franchise, un ritorno occasionale potrebbe sempre essere previsto. Guardiani della Galassia Vol. 3 introduce una nuova squadra, ma lascia anche aperta la porta a un eventuale ritorno della squadra originale.

Chi interpreta Robert Downey Jr. in Oppenheimer?

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Chi interpreta Robert Downey Jr. in Oppenheimer?

Con un nuovo trailer appena uscito, il desiderio di sapere il più possibile sull’attesissimo film biografico Oppenheimer è sempre più difficile da appagare. L’epopea diretta da Christopher Nolan sarà uno dei film estivi più attesi e discussi (soprattutto perché uscirà lo stesso giorno di un altro dei titoli più attesi dell’anno, Barbie). Il film descriverà in dettaglio gli eventi che circondano J. Robert Oppenheimer e lo sviluppo della prima bomba atomica che sarebbe stata usata contro il Giappone per porre fine alla seconda guerra mondiale. La pellicola presenterà un ensemble di prim’ordine che includerà Cillian Murphy nei panni dello scienziato titolare incaricato del non invidiabile lavoro di scatenare il potere dell’atomo sull’umanità a Hiroshima.

Tra i tanti attori di talento che recitano al fianco di Murphy c’è Robert Downey Jr.  nel ruolo di Lewis Strauss. Non si sa molto su Strauss come  anche su altri grandi protagonisti della storia come lo stesso Oppenheimer e il generale Leslie Groves che hanno puntato tutto sullo sviluppo militare di quest’arma e che saranno interpretati tra gli altri anche da Matt Damon. Sembra essere il casting perfetto in quanto Downey ha tutta la versatilità per interpretare il dinamico motore e agitatore dell’eredità ebraica che ha indossato molte vesti e altrettanti ruoli tra cui quello di ufficiale di marina, finanziere, industriale e filantropo che alla fine ha trovato la sua strada nel dirigere l’Atomic Energy Commission e la cerchia ristretta del famigerato Progetto Manhattan.

Strauss aiutò gli ebrei a fuggire da Hitler e dal Terzo Reich

OppenheimerStrauss nacque a Charleston, West Virginia nel 1896, quasi 50 anni prima di acquisire notorietà a livello nazionale per il suo ruolo nello sviluppo della prima bomba atomica. Cresciuto a Richmond, in Virginia, Strauss è salito alla ribalta lavorando per Herbert Hoover dopo la prima guerra mondiale fornendo assistenza e sollievo con la ditta Kuhn, Loeb & Co. Fu durante i suoi 20 e 30 anni che il brillante banchiere accumulò la maggior parte della sua considerevole fortuna che in seguito avrebbe utilizzato per avanzare questioni che erano importanti per lui. Uno dei suoi ruoli più importanti è arrivato in risposta all’ascesa di Hitler e agli eventi che circondano la seconda guerra mondiale. In qualità di membro del comitato esecutivo dell’American Jewish Committee e di molti altri comitati, Strauss ha lavorato per rendere più facile il viaggio dall’Europa agli Stati Uniti per le persone di origine ebraica. In particolare quelli che stavano fuggendo dal Terzo Reich e dall’orribile regime nazista che salì al potere negli anni ’30 e nei primi anni ’40. Ha anche conseguito il grado di ammiraglio nella riserva navale per il suo servizio dal 1941 al 1945 ed è stato anche insignito della medaglia del Congresso della libertà.

Il coinvolgimento di Strauss nell’energia nucleare e nella bomba atomica

oppenheimerStrauss è stato nominato dal presidente Harry S. Truman come membro fondatore dell’Atomic Energy Council e in seguito ne sarebbe stato il presidente. L’AEC è stata una contromisura all’emergere della Guerra Fredda alla fine degli anni ’40. Secondo il National Museum of Nuclear Science & History, è stato uno dei più accesi sostenitori di stare al passo con l’Unione Sovietica nella ricerca e nello sviluppo dell’energia atomica, oltre a insistere sulla necessità di mantenere il progresso americano nell’area il più silenzioso possibile. Questa è l’area in cui avrà una grande influenza in Oppenheimer, poiché il tema generale dietro la segretezza del progresso americano nelle bombe Fat Man e Little Boy e nel Progetto Manhattan è diventato un aspetto critico della sua attuazione, nel bene e nel male. Strauss non era affatto un falco politico guerrafondaio affamato di usare la bomba, ed era noto per aver sostenuto l’uso pacifico dell’energia atomica e come alla fine potesse diventare una fonte di energia sostitutiva ampiamente utilizzata alternativa all’elettricità. La sua presenza nel film (e il ritratto di Downey) rifletteranno probabilmente il cauto ottimismo che Strauss aveva sul potere distruttivo di ciò che J. Robert Oppenheimer stava creando. Fu solo dopo che l’Unione Sovietica testò la sua prima bomba atomica nel 1949 che Strauss iniziò una campagna per lo sviluppo di armi termonucleari come risposta.

Strauss vedeva Oppenheimer come una minaccia per gli Stati Uniti

OppenheimerSecondo il National Museum of Nuclear Science & History, dopo essersi scontrati con la ricerca e lo sviluppo della bomba all’idrogeno, Strauss e Oppenheimer sono diventati nemici politici. Oppenheimer non vedeva la necessità di creare un’arma così letale e pensava che la prospettiva del suo potere distruttivo fosse disumana, ma Strauss credeva che non farlo avrebbe rappresentato una certa minaccia alla sicurezza nazionale dell’Unione Sovietica e di altri paesi che già lavoravano per realizzare il bomba. Strauss arrivò persino a fare appello all’allora presidente Dwight D. Eisenhower affermando che “non avrebbe potuto svolgere il lavoro all’AEC se Oppenheimer fosse stato collegato in qualche modo al programma”. I due avrebbero continuato a litigare sull’energia atomica negli anni avvenire dopo il Progetto Manhattan e il dispiegamento delle bombe sul Giappone all’inizio di agosto 1945. Diversi anni dopo aver sganciato le uniche bombe all’idrogeno mai usate sui civili, il governo ha privato Oppenheimer del suo nulla osta di sicurezza per presunti legami comunisti da parte del Consiglio per la sicurezza del personale della Commissione per l’energia atomica. Il comitato che ha ritirato le sue credenziali è stato presieduto dallo stesso Strauss in una serie di udienze molto pubbliche e controverse che lo hanno portato a essere considerato da molti una figura antipatica. Successivamente, quando la sua nomina a Segretario al Commercio degli Stati Uniti arrivò al Congresso, non passò al Senato nel giugno 1959.

Quello che sarà in grado di apportare al personaggio Robert Downey Jr resta da vedere e non possiamo far altro che aspettare il 21 luglio (23 agosto in Italia). Detto questo, guardando indietro alla sua lunga e variegata carriera, siamo certi che Robert Downey Jr  aggiungerà un tocco in più alla rappresentazione di uno dei protagonisti meno annunciati ma più importanti nello sviluppo della bomba atomica. Lo ha fatto in passato interpretando personaggi della vita reale come Roger Avery in Zodiac di David Fincher e la sua interpretazione nominata all’Oscar di Charlie Chaplin in Chaplin.

Indiana Jones e il Quadrante del Destino alla 69esima edizione del Taormina Film Fest

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Indiana Jones e il Quadrante del Destino, il lungometraggio Lucasfilm diretto da James Mangold, sarà presentato in anteprima italiana alla 69esima edizione del Taormina Film Fest alla presenza del cast. Interpretato da Harrison Ford nel ruolo del leggendario eroe archeologo, l’attesissimo ultimo capitolo dell’amato franchise, un’epica e travolgente avventura in giro per il mondo, arriverà il 28 giugno nelle sale italiane.

Insieme a Harrison Ford, il cast del film include Phoebe Waller-Bridge (Fleabag), Antonio Banderas (Dolor y gloria), John Rhys-Davies (I predatori dell’arca perduta), Toby Jones (Jurassic World – Il regno distrutto), Boyd Holbrook (Logan – The Wolverine), Ethann Isidore (Mortale) e Mads Mikkelsen (Animali Fantastici – I segreti di Silente).

Diretto da James Mangold (Le Mans ‘66 – La grande sfidaLogan – The Wolverine) e con una sceneggiatura scritta da Jez Butterworth & John-Henry Butterworth e David Koepp e James Mangold, basata sui personaggi creati da George Lucas e Philip Kaufman, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Frank Marshall e Simon Emanuel, mentre Steven Spielberg e George Lucas sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è composta ancora una volta da John Williams, che ha firmato le musiche di ogni avventura di Indiana Jones a partire dall’originale I predatori dell’arca perduta nel 1981.

Fast X: il 12 Maggio il cast del film al Moderno di Roma

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Fast X: il 12 Maggio il cast del film al Moderno di Roma

Un appuntamento speciale quello di venerdì 12 maggio al The Space Cinema Moderno di Roma che darà la possibilità a tutti i fan della saga di Fast & Furious di salutare il cast alle ore 19:00 fuori dal multisala romano grazie all’allestimento di una Fan Zone dedicata che offrirà al pubblico l’occasione di assistere all’arrivo del cast allo Special Screening di Fast X.

In questo nuovo film Dominic Toretto e la sua famiglia affrontano la minaccia più letale. Emerge dal passato, è nutrita dalla vendetta ed è determinata a distruggere la famiglia. Il nemico da sconfiggere è Dante, figlio di Hernan Reyedel, il boss della droga che Dom e la sua famiglia hanno affrontato e ucciso in Fast Five, che è in cerca di vendetta e il suo obiettivo è il figlio Dom, che ha solo otto anni.

Il film sarà in programmazione in tutti i The Space Cinema dal prossimo 18 maggio. Sono state aperte le prevendite dei biglietti del film Fast X ed è, quindi, possibile assicurarsi il proprio posto in sala visitando la sezione dedicata sul sito di The Space Cinema.

Fast X, La fine della corsa ha inizio

Fast X uscirà nelle sale il 18 maggio 2023 ed è diretto dal regista di Transporter  Louis Leterrier, che ha raccolto il timone dopo che Justin Lin ha improvvisamente abbandonato il progetto a causa di divergenze creative. Il film è scritto da Justin Lin e Dan Mazeau, con Justin Lin ancora impegnato come produttore del film.

La fine della corsa ha inizio. Fast X, il decimo film della saga di Fast & Furious, dà il via ai capitoli finali di uno dei più leggendari e popolari franchise cinematografici, giunto al suo terzo decennio e ancora sostenuto dallo stesso cast e dagli stessi personaggi degli esordi. Nel corso di molte sfide e contro ostacoli impossibili, Dom Toretto (Vin Diesel) e la sua famiglia hanno superato in astuzia, coraggio e abilità tutti i nemici che hanno incontrato sul loro cammino. Ora si trovano di fronte all’avversario più letale che abbiano mai affrontato: una minaccia terribile che emerge dalle ombre del passato, alimentata dalla vendetta, determinata a disperdere la famiglia e a distruggere per sempre tutto e tutti i suoi cari.

In Fast Five del 2011, Dom e la sua squadra hanno eliminato il famigerato boss della droga brasiliano Hernan Reyes e distrutto il suo impero su un ponte di Rio De Janeiro. Quello che non sapevano è che il figlio di Reyes, Dante (Jason Momoa di Aquaman), ha assistito a tutto questo e ha passato gli ultimi 12 anni a elaborare un piano per far pagare a Dom il prezzo più alto. Il complotto di Dante spingerà la famiglia di Dom da Los Angeles alle catacombe di Roma, dal Brasile a Londra e dal Portogallo all’Antartide. Si stringeranno nuove alleanze e torneranno vecchi nemici. Ma tutto cambia quando Dom scopre che suo figlio di 8 anni (Leo Abelo Perry, Black-ish) è l’obiettivo finale della vendetta di Dante

Harmony Korine, Pardo d’onore Manor di Locarno 76

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Harmony Korine, Pardo d’onore Manor di Locarno 76

Dopo aver rivoluzionato la scena cinematografica indipendente degli anni Novanta, Harmony Korine ha sperimentato numerosi altri linguaggi come la fotografia, il videoclip, la pittura, la pubblicità e la musica (ultima in ordine di tempo la sua collaborazione con Miley Cyrus per il brano Handstand, contenuto nel nuovo album della cantante, Endless Summer Vacation), segnandoli con il suo stile e la sua estetica inconfondibili. Il Locarno Film Festival nel corso della sua 76esima edizione (2-12 agosto) renderà omaggio al regista di opere chiave del rinnovamento del cinema statunitense come Gummo, Mister Lonely (2007) e Spring Breakers con il Pardo d’onore Manor.

Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival: “Harmony Korine è un cineasta imprendibile e inclassificabile. Un autore il cui tocco è inconfondibile in ogni sua manifestazione. Anarchico e insurrezionale – pericoloso e poetico nella sua divertita e colta radicalità – Korine ha reinventato la nozione di “maverick” nel cinema statunitense, senza mai smarrire il sorriso e il divertimento del fare. Un autore al presente indicativo. In occasione del decennale di un film culto chiave come Spring Breakers, offrire il Pardo d’onore a Korine significa celebrare le forme infinite del cinema”.

Il programma dell’omaggio

Harmony Korine sarà in Piazza Grande nella serata di venerdì 11 agosto per ricevere il riconoscimento. Durante Locarno76 saranno proposti due titoli chiave della sua carriera:

  • Gummo – Stati Uniti – 1997
  • Spring Breakers – Stati Uniti, Francia – 2012

Sabato 12 agosto, inoltre, il pubblico del Festival avrà l’occasione di dialogare direttamente con il regista nell’ambito di una conversazione che si terrà al Forum @Spazio Cinema.

Il Pardo d’onore Manor del Locarno Film Festival è stato attribuito a cineasti come Manoel de Oliveira, Bernardo Bertolucci, Ken Loach, Jean-Luc Godard, Werner Herzog, Agnès Varda, Michael Cimino, Marco Bellocchio, John Waters e, nel 2022, Kelly Reichardt. A partire dal 2017, il Pardo d’onore è sostenuto da Manor, partner del Locarno Film Festival. Il 76esimo Locarno Film Festival si terrà dal 2 al 12 agosto 2023.

Harmony Korine – Biografia

Tra i registi più influenti e innovativi della sua generazione, Harmony Korine (nato nel 1973 a Bolinas, California) ha coltivato una pratica artistica multidisciplinare resistente alle categorizzazioni ed è ammirato a livello internazionale per l’improvvisazione, l’umorismo, il senso di nostalgia e la poesia che caratterizzano la sua produzione. Korine è salito alla ribalta dopo aver scritto la sceneggiatura di Kids(1995), graffiante film cult diretto da Larry Clark dove si raccontano 24 ore della vita di un gruppo di adolescenti newyorkesi durante la crisi dell’AIDS. Nel 1997 ha debuttato alla regia con Gummo, storia di due adolescenti emarginati che si aggirano in una piccola città dell’Ohio devastata da un tornado. Ispirato ai quartieri che Korine ha conosciuto durante la sua infanzia a Nashville e dintorni, Gummo è stato premiato al Festival di Venezia e a Rotterdam.

Nel 1998 ha diretto il suo primo video musicale per la canzone Sunday dei Sonic Youth, con Macaulay Culkin, e ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, A Crack-Up at the Race Riots. Dopo l’uscita del suo terzo film – Julien Donkey-Boy (1999), con Werner Herzog – Korine ha lasciato New York per l’Europa, dove ha preso una pausa dalla regia. È tornato dietro la macchina da presa con il lungometraggio Mister Lonely (2007), su un sosia di Michael Jackson che vive una vita solitaria a Parigi, per poi scrivere e dirigere la commedia grottesca Trash Humpers (2009), seguita da Spring Breakers (2012) e da Beach Bum (2019), con Matthew McConaughey. Negli ultimi anni Korine si è dedicato anche alla fotografia e alla regia commerciale, sfruttando la sua visione unica per creare campagne memorabili per una vasta gamma di marchi famosi.

Bradley Cooper sarebbe lieto di unirsi al DC Universe di James Gunn

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La star di Guardiani della Galassia Vol. 3, Bradley Cooper, ha recentemente dichiarato che si unirebbe volentieri al nuovo DC Univese se James Gunn gli offrisse un ruolo in esso. Parlando con Entertainment Tonight alla premiere di Los Angeles del nuovo film Marvel, nel quale dà come sempre voce a Rocket Raccoon, Bradley Cooper ha infatti affermato che “vado dove mi dice James”, senza però indicare un personaggio DC che gli piacerebbe interpretare o un progetto che gli piacerebbe dirigere. Cooper ha però rivelato di essere un grande fan di Peacemaker, la serie televisiva che Gunn ha scritto e parzialmente diretto per HBO Max.

Adoro Peacemaker. Adoro quella serie che ha fatto“, ha ammesso Cooper. “Ho pensato che fosse incredibile. Mi ha lasciato senza fiato. Sono solo contento che stia lavorando, realizzando film e serie TV“. Cooper non è però il primo attore di Guardiani della Galassia a esprimere interesse nel seguire Gunn alla DC. Karen Gillan, che interpreta Nebula nel Marvel Cinematic Universe, si è in precedenza dichiarata desiderosa di dare vita a Poison Ivy sul grande schermo. “Ho sempre pensato che Poison Ivy fosse davvero divertente“, ha detto l’attrice.

Dal canto suo, Gunn ha affermato che almeno un attore di Guardiani della Galassia Vol. 3 reciterà in Superman: Legacy, il primo progetto del DC Universe, pur non svelando chi e in che ruolo. Data l’abitudine del regista a lavorare spesso con gli stessi attori, non è da escludere che possa esserci posto anche per Cooper nel nuovo universo cinematografico in preparazione. Data la stima che l’attore candidato all’Oscar nutre per Gunn, sembra certo che non si farebbe sfuggire l’occasione di poter tornare a lavorare con lui, anche fosse solo per un piccolo ruolo.

Fonte: CBR

In The Clearing con Teresa Palmer dal 24 maggio su Disney+

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In The Clearing con Teresa Palmer dal 24 maggio su Disney+

Dopo avervi segnalato il trailer, oggi apprendiamo che Disney+ ha annunciato che la sua prima serie originale australiana, In The Clearing, debutterà il 24 maggio sulla piattaforma streaming. Gli episodi successivi verranno rilasciati a cadenza settimanale. In The Clearing è una serie thriller psicologica composta da otto episodi e basata sul best-seller poliziesco “In The Clearing” dell’autore J.P. Pomare, ispirata all’oscurità dei culti realmente esistenti in Australia e nel mondo.

Girato nello stato del Victoria, in Australia, In The Clearing è un thriller drammatico e psicologico che segue gli incubi di una setta e di una donna costretta ad affrontare i demoni del suo passato per fermare il rapimento e la coercizione di bambini innocenti nel futuro. La serie scava sotto la pelle e dentro la mente, confondendo i confini tra passato e presente, realtà e incubo in modo tormentato.

Teresa Palmer (A Discovery of Witches – Il manoscritto delle streghe), Miranda Otto (Unusual Suspects, Homeland – Caccia alla spia) e Guy Pearce (Jack Irish, Mare of Easttown) guidano una schiera stellare di attori australiani, tra cui Hazem Shammas (Safe Harbour), Mark Coles-Smith (Mystery Road), Kate Mulvany (The Twelve) e anche la star emergente Julia Savage (Blaze, Mr. Inbetween).

In The Clearing è diretta da Jeffrey Walker (Young Rock, Lambs of God) e Gracie Otto (Seriously Red, Bump, Deadloch). La serie è creata e scritta da Elise McCredie (Stateless) e Matt Cameron (Jack Irish), con il co-sceneggiatore Osamah Sami (Il matrimonio di Ali). La serie è prodotta per Disney+ da Jude Troy di Wooden Horse (The Other Guy 1 & 2), mentre Richard Finlayson di Wooden Horse ed Elizabeth Bradley di Egeria sono i produttori esecutivi insieme a Jeffery Walker, Jude Troy, Elise McCredie e Matt Cameron.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Matthew McConaughey protagonista del crime thriller The Rivals of Amziah King

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Come riportato da Collider, Matthew McConaughey reciterà in The Rivals of Amziah King, un nuovo thriller poliziesco scritto e diretto da Andrew Patterson, regista fattosi notare con il fantascientifico The Vast of Night, sua opera prima. I dettagli della trama di The Rivals of Amziah King sono attualmente tenuti nascosti dalle società di produzione Black Bear Pictures e Heyday Films, ma è stato reso noto che questo sarà un dramma poliziesco crudo e suggestivo ambientato nelle remote e terre dell’Oklahoma rurale.

McConaughey interpreterà qui il ruolo principale, Amziah King, su cui però altrettanto non ci sono ulteriori informazioni. Il dirigente di Heyday, David Heyman, ha affermato riguardo al progetto che “quando ho visto per la prima volta The Vast of Night, mi è stato chiaro che Andrew Patterson era un talento straordinario con una visione singolare. Sono incredibilmente entusiasta di lavorare con Andrew e di supportare lui e Matthew mentre portano Amziah a prendere vita e realizzare quello che credo sarà un film straordinario“.

Nativo dell’Oklahoma stesso, Patterson ha infatti ottenuto molte lodi per l’inquietante film di fantascienza The Vast of Night (disponibile su Prime Video), distintosi per le sue forti idee di regia e che è arrivato ad essere incluso in diversi elenchi dei migliori film del 2020. Non resta dunque che attendere ora maggiori informazioni sulla trama e sul restante cast di questo suo nuovo progetto, che otterrà sicuramente maggior risonanza grazie alla presenza di una star del calibro di Matthew McConaughey. Stando a quanto riferito, sarà presente al Mercato del Festival di Cannes di quest’anno, dove potrà ottenere l’attenzione di nuovi produttori e distibutori.

David di Donatello: la 68ª edizione domani in prima serata su Rai 1

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Carlo Conti con Matilde Gioli condurrà la 68ª edizione dei Premi David di Donatello in diretta domani, mercoledì 10 maggio, in prima serata su Rai 1 dalle ore 21:30, con la regia di Maurizio Pagnussat.

L’evento si svolgerà per la prima volta nei Cinecittà@Lumina, complesso di studi gestiti da Cinecittà. Nel corso della cerimonia saranno assegnati venticinque Premi David di Donatello e i David Speciali. Il David alla Carriera 2023 andrà a Marina Cicogna che ha prodotto alcuni tra i più importanti film della storia del cinema italiano e internazionale. Due i David Speciali assegnati nel corso di questa edizione: a Isabella Rossellini, una delle più note e apprezzate attrici italiane nel mondo, e a Enrico Vanzina, tra gli autori cinematografici più amati dal pubblico italiano, specialmente in coppia con il compianto fratello Carlo. Il grande giorno diretto da Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo è il film vincitore del David dello Spettatore, a Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella va il David di Donatello per il Miglior cortometraggio.

Tra gli ospiti della serata, l’attore e regista statunitense Matt Dillon, che sarà al prossimo Festival di Cannes fra i protagonisti di Asteroid City di Wes Anderson, e i cantanti Matteo Bocelli e Noemi.

I Premi David di Donatello sono organizzati dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello e dalla Rai, in collaborazione con Cinecittà S.p.A. Piera Detassis è Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia, il Consiglio Direttivo è composto da Francesco Giambrone, Francesco Rutelli, Nicola Borrelli, Francesca Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Valeria Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti.

La 68ᵃ edizione della manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il contributo del MiC Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e audiovisivo, d’intesa con AGIS e ANICA, con la partecipazione, in qualità di Soci Fondatori Sostenitori, di SIAE e Nuovo IMAIE.

La diretta si terrà nei Cinecittà@Lumina, complesso di studi situati a Roma Nord che Cinecittà gestisce per rispondere alla crescente domanda di produzioni e consolidare il suo posizionamento di mercato in vista dell’ampliamento degli storici spazi di via Tuscolana, dove sorgeranno ulteriori cinque teatri nei prossimi tre anni.

I PREMI DELLA 68ᵃ EDIZIONE

La Giuria dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello assegna 21 riconoscimenti ai film usciti in Italia dal 1° marzo 2022 al 31 dicembre 2022 nelle sale cinematografiche e 1 Premio David per il cinema internazionale.

  • 20 Premi David per il cinema italiano: film, regia, esordio alla regia, sceneggiatura originale, sceneggiatura non originale (adattamento), produttore, attrice protagonista, attore protagonista, attrice non protagonista, attore non protagonista, autore della fotografia, compositore, canzone originale, scenografia, costumi, trucco, acconciatura, montaggio, suono ed effetti visivi VFX.
  • 1 Premio Cecilia Mangini per il miglior documentario di lungometraggio: una commissione formata da otto esperti – Guido Albonetti, Pedro Armocida, Osvaldo Bargero, Raffaella Giancristofaro, Stefania Ippoliti, Elisabetta Lodoli, Pinangelo Marino e Giacomo Ravesi – ha il compito di preselezionare le dieci opere da sottoporre al voto della giuria per poi arrivare alla cinquina. Si intende in questo modo favorire una visione più sostenibile, informata e attenta del “cinema del reale” da parte della giuria. Il Premio David di Donatello per il Miglior Documentario è dedicato a Cecilia Mangini.
  • 1 Premio David per il miglior film internazionale, destinato a una delle opere straniere distribuite in Italia.

Una Giuria nazionale di studenti degli ultimi due anni di corso delle scuole secondarie di II grado vota, in una selezione di film stabilita in sinergia tra Agiscuola, Accademia del Cinema Italiano, Anec e Alice Nella Città

  • 1 Premio David Giovani, destinato al miglior film italiano con temi vicini alle nuove generazioni.

Un’apposita commissione, composta da Domenico Dinoia, Mauro Donzelli, Marzia Gandolfi, Francesco Giai Via, Paola Jacobbi, Maria Grazia Mattei, Claudia Panzica, Marina Sanna, Maria Carolina Terzi, assegna

  • 1 Premio David di Donatello per il Miglior cortometraggio: il premio David di Donatello per il Miglior cortometraggio va a Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella.

Il David dello Spettatore è un premio che intende manifestare l’attenzione e il ringraziamento dell’Accademia ai film e agli autori che hanno fortemente contribuito al successo industriale dell’intera filiera cinematografica

  • 1 David dello Spettatore al film italiano uscito entro il 31 dicembre 2022, che ha totalizzato il maggior numero di spettatori nelle sale cinematografiche calcolato entro la fine di febbraio 2023: Il grande giorno diretto da Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo è il film vincitore del David dello Spettatore

I David Speciali e il Premio alla Carriera, designati da Presidenza e Consiglio Direttivo, vengono assegnati a personalità del mondo del cinema: i David Speciali 2023 saranno assegnati a Isabella Rossellini e a Enrico Vanzina, il Premio alla Carriera a Marina Cicogna.

I NUMERI DELLA 68ª EDIZIONE

FILM ISCRITTI

  • 141 film italiani di lungometraggio di finzione iscritti al David di Donatello 2023
  • 20 diretti da registe donne
  • 48 opere prime iscritte al David di Donatello 2023
  • 132 documentari in concorso
  • 444 cortometraggi in concorso

FILM DI LUNGOMETRAGGIO NOMINATI IN CINQUINA

23 film italiani hanno ricevuto candidature

  • ESTERNO NOTTE 18
  • LA STRANEZZA 14
  • LE OTTO MONTAGNE 14
  • IL SIGNORE DELLE FORMICHE 11
  • NOSTALGIA 9
  • L’OMBRA DI CARAVAGGIO 5
  • IL COLIBRÌ 4
  • SICCITÀ 4
  • AMANDA 3
  • L’IMMENSITÀ 3
  • CHIARA 2
  • DIABOLIK – GINKO ALL’ATTACCO! 2
  • IL PATAFFIO 2
  • MARGINI 2
  • SETTEMBRE 2
  • ASTOLFO 1
  • BENTU 1
  • BRADO 1
  • CORRO DA TE 1
  • DAMPYR 1
  • DANTE 1
  • I RACCONTI DELLA DOMENICA – La storia di un uomo perbene 1
  • MARCEL! 1
  • PRINCESS 1
  • SPACCAOSSA 1
  • TI MANGIO IL CUORE 1

LA STORIA DEI DAVID DI DONATELLO

La storia dei David di Donatello inizia nel 1950, quando a Roma viene fondato l’Open Gate Club. Dato il rilievo sempre maggiore assunto dal cinema in quegli anni, tra il 1953 e il 1955 nasce il Comitato per l’Arte e la Cultura e il Circolo Internazionale del Cinema, che dà origine ai Premi David di Donatello destinati alla migliore produzione cinematografica italiana e straniera.

Il 5 luglio del 1956 ha luogo la prima cerimonia di premiazione dei David di Donatello: le pellicole Pane amore e… e Le grandi manovre sono premiate per la produzione italiana, Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida sono i Migliori attori protagonisti rispettivamente per le loro interpretazioni in Pane, amore e… e La donna più bella del mondo, Walt Disney è il Miglior produttore straniero per Lilli e il vagabondo. Nel corso degli anni si alternano le sedi delle premiazioni: Roma, Taormina, Firenze, poi dal 1981 ancora Roma.

Vittorio Gassman e Alberto Sordi sono gli attori che, per il maggior numero di volte, sette per la precisione, hanno ricevuto il Premio David di Donatello nella categoria Miglior attore protagonista; lo stesso riconoscimento è stato assegnato cinque volte a Marcello Mastroianni, quattro a Toni Servillo, Nino Manfredi, Giancarlo Giannini ed Elio Germano, tre a Ugo Tognazzi. Due premi a Carlo Verdone, Roberto Benigni, Sergio Castellitto, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea, Adriano Celentano, Francesco Nuti, Gian Maria Volonté e Silvio Orlando.

Sofia Loren è la primatista nella categoria Miglior attrice protagonista, con sette statuette; seguono Monica Vitti e Margherita Buy, cinque volte insignite del riconoscimento. Quattro Premi David sono andati a Mariangela Melato e Valeria Bruni Tedeschi, tre a Gina Lollobrigida e Silvana Mangano, due ad Anna Magnani, Claudia Cardinale, Giuliana De Sio, Elena Sofia Ricci, Lina Sastri, Florinda Bolkan e Asia Argento.

Francesco Rosi ha ottenuto il maggior numero di statuette per la Miglior regia: a lui, infatti, sono andati ben sei David. Quattro a Mario Monicelli e Giuseppe Tornatore, tre a Matteo Garrone, Marco Bellocchio, Ettore Scola, Ermanno Olmi, Federico Fellini. Tre i David a Paolo Sorrentino, due a Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Franco Zeffirelli, Gillo Pontecorvo, Pietro Germi e ai fratelli Taviani.

Per la sceneggiatura cinque riconoscimenti sono andati a Sandro Petraglia, quattro a Stefano Rulli e Ugo Chiti, tre a Furio Scarpelli, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Matteo Garrone e Francesco Piccolo, due a Francesco Bruni, Paolo Virzì, Ettore Scola, Paolo Sorrentino, Giancarlo de Cataldo, Massimo Gaudioso, Maurizio Braucci, Daniele Lucchetti, Francesca Archibugi, Carlo Verdone, Gianni Di Gregorio e Monica Zappelli.

Ennio Morricone ha ricevuto nove David come Miglior compositore, quattro sono andati a Nicola Piovani. Danilo Donati si è aggiudicato otto premi come scenografo e costumista, mentre quattro sono stati assegnati rispettivamente a Dante Ferretti (scenografia) e a Ursula Patzak (costumi). Luca Bigazzi ha ricevuto sette David come Miglior autore della fotografia, Tonino Delli Colli quattro. Cinque statuette sono state assegnate a Ruggero Mastroianni per il Miglior montaggio, tre a Esmeralda Calabria.

La ragazza del lago di Andrea Molaioli ha ottenuto dieci David di Donatello, nove per La grande bellezza di Paolo Sorrentino, Anime nere di Francesco Munzi, La vita è bella di Roberto Benigni, L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci, Pane e tulipani di Silvio Soldini, Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi e Dogman di Matteo Garrone. Otto riconoscimenti per Romanzo Criminale di Michele Placido e Vincere di Marco Bellocchio. Sette premi sono andati a Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, Il capitale umano di Paolo Virzì, Noi credevamo di Mario Martone, Il divo di Paolo Sorrentino, Gomorra di Matteo Garrone, Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli e Volevo nascondermi di Giorgio Diritti.

Di grande prestigio anche i numerosi David Speciali assegnati nel corso dei decenni: fra gli altri, a Steven Spielberg, Diane Keaton e Stefania Sandrelli, oltre a Dario Argento, Francesca Lo Schiavo, Uma Thurman, Tim Burton che ha ricevuto il David for Cinematic Excellence; alle star del cinema internazionale, da Martin Scorsese ad Al Pacino, da Sean Connery a Tom Cruise; agli interpreti del miglior cinema europeo, come Isabelle Huppert e Alain Delon; a tanti amati protagonisti del nostro cinema, che si aggiungono ai nomi già citati sopra, da Alida Valli a Virna Lisi, da Lina Wertmüller a Franca Valeri, da Dino Risi a Carlo Lizzani, da Paolo Villaggio a Bud Spencer e Terence Hill.

Il David Speciale 2022 è stato assegnato a Sabrina Ferilli e Antonio Capuano. Giovanna Ralli ha ricevuto il Premio alla Carriera.

Indiana Jones: un documentario di arte.tv racconta il mito pop

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Indiana Jones: un documentario di arte.tv racconta il mito pop

A pochi giorni dal Festival di Cannes, in partenza il prossimo 16 maggio, cresce il fermento per l’attesissima anteprima alla kermesse di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, quinto capitolo della saga con Harrison Ford, che vestirà nuovamente i panni dell’archeologo più amato del grande schermo.

In vista dell’uscita nelle sale del film diretto da James Mangold, prevista per fine giugno 2023, e a pochi giorni dall’inizio del festival, la piattaforma streaming europea arte.tv presenta Indiana Jones: alla ricerca della saga perduta: un documentario dedicato all’avventuriero, che ripercorre la genesi del personaggio nato dal sodalizio artistico tra George Lucas e Steven Spielberg. Il documentario sarà disponibile sulla piattaforma gratuitamente e sottotitolato in italiano a partire dal 19 maggio.

Celebrazione avvincente dedicata a esperti cinefili e spettatori occasionali, Indiana Jones: alla ricerca della saga perduta, co-diretto da Clelia Cohen e Antoine Coursat, ripercorre le vicende che portarono Harrison Ford, reduce dal successo di Guerre Stellari, a interpretare l’archeologo entrato nella leggenda. Per farlo, il mediometraggio mescola mezzi espressivi diversi (interviste, aneddoti, stralci di film e inediti dietro le quinte) partendo dalle origini del mito. È il 1977 e, alle Hawaii, due amici, Lucas e Spielberg, sono in spiaggia a riflettere su come riportare in auge la vecchia Hollywood del cinema d’avventura che avevano tanto amato da bambini. Ci riescono con una ricetta che ha già il sapore del successo: grazie a citazioni, influenze noir e spy, ritmi serrati ed effetti speciali a catena, danno vita a una narrazione irresistibile, che ancora oggi spinge milioni di fan in tutto il mondo a mettersi in fila fuori dalle sale cinematografiche.

Il primo film della serie, Indiana Jones e i Predatori dell’Arca Perduta, fece il suo debutto sul grande schermo il 12 giugno del 1981, ma il personaggio interpretato da Harrison Ford sembra non invecchiare mai, confermandosi un protagonista indiscusso dell’immaginario collettivo e un mito intramontabile: Henry Walton Jones Jr., detto Indiana, l’archeologo-avventuriero che, oggi, dopo più di 40 anni, si prepara nuovamente a sorprendere il pubblico.

Richard Dreyfuss sulle nuove regole sulla diversità per gli Oscar: “Mi fanno vomitare”

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Richard Dreyfuss, attore noto per i film Lo squalo Incontri ravvicinati del terzo tipo, nonché vincitore del premio Oscar per Goodbye amore mio!, ha dato vita a forti polemiche sui social media per i suoi commenti sulle nuove regole sulla diversità per i film che desiderano essere elegibili per il premio al Miglior film agli Oscar. “Mi fanno vomitare“, ha detto Dreyfuss su Firing Line della PBS. “Questa è una forma d’arte. È anche una forma di commercio e fa soldi, ma è un’arte. Nessuno dovrebbe dirmi come artista che devo cedere all’idea più recente e attuale di cosa sia la moralità“.

L’attore ha poi detto che non “pensa che ci sia una minoranza o una maggioranza nel paese che debba essere soddisfatta in questo modo“. “Mi è stato detto che non avrò mai la possibilità di interpretare un uomo di colore? Qualcun altro sta dicendo che se non si è ebrei non si dovrebbe interpretare il Mercante di Venezia? Siamo pazzi? Non sappiamo che l’arte è arte? Non dovrebbe esserci una differenza tra gruppi etnici perché è condiscendente“, ha concluso poi Dreyfuss, “ci dice che siamo così fragili che non possiamo ferire i nostri sentimenti. Dobbiamo anticipare il fatto che i nostri sentimenti vengano feriti o i sentimenti dei nostri figli. Non sappiamo come alzarci in piedi e colpire il bullo in faccia”.

Dichiarazioni che hanno naturalmente suscitato ampie polemiche ma che dimostrano come Hollywood e l’Academy Awards sia ancora profondamente scissa su tale argomento. Le regole stabilite dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, in ogni caso, entreranno in vigore nel 2024 e saranno dunque valide per la 96esima edizione del premio. Un edizione che già da ora si preannuncia particolarmente controversa e che nei prossimi mesi continuerà ad essere oggetto di analisi, critiche e riflessioni, come quella proposta da Dreyfuss.

Fonte: Deadline

Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole: trailer del film in arrivo al cinema

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I WONDER PICTURES ha diffuso il trailer italiano di Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole, il nuovo film di Zachary Wigon in arrivo nei cinema italiani dal 25 maggio.

Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole si svolge in una suite d’albergo di lusso, dove due personaggi agli antipodi – il ricco e impacciato rampollo Hal e la vorace e irrefrenabile Rebecca, interpretati dalla coppia di star emergenti Margaret Qualley (C’era una volta a… Hollywood) e Christopher Abbott (Comma 22, Possessor) – si avvicendano in mille ruoli. Tra realtà e finzione, in un perverso gioco al massacro che non conosce attimi di tregua, Rebecca e Hal si troveranno pericolosamente invischiati nell’estremo tentativo di conquistare il potere e avere il controllo dell’avversario.

Rebecca è una dominatrice, una professionista del sesso e Hal è il suo cliente, un ottimo cliente. Fa infatti parte di una ricca famiglia di cui sta per ereditare le fortune e non può più permettersi di avere una pericolosa relazione con una donna che conosce i suoi segreti e le sue perversioni. Così decide di vederla per un’ultima volta e dirle che tra loro è tutto finito, ma il suo tentativo di tagliare i legami gli si potrebbe ritorcere contro. Rebecca è tutt’altro che d’accordo e farà tutto il possibile per fargli cambiare idea.

Sanctuary – Lui fa il gioco, lei fa le regole di Zachary Wigon, con protagonisti assoluti Margaret Qualley e Christopher Abbott, arriverà nei cinema italiani dal 25 maggio con I Wonder Pictures.

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