Home Blog Pagina 537

Natale a tutti i costi: trailer della nuova commedia natalizia Netflix con Christian De Sica

Netflix annuncia l’arrivo di Natale a tutti i costi, l’esilarante commedia di Natale con protagonisti Christian De Sica e Angela Finocchiaro, insieme a Dharma Mangia Woods e Claudio Colica, scritta e diretta da Giovanni Bognetti. Il film è in arrivo solo su Netflix dal 19 dicembre e sono ora disponibili il Trailer ufficiale, il Poster e le prime immagini dal film.

Dopo venticinque anni la famiglia perfetta si separa: i figli, Alessandra e Emilio, abbandonano il nido e la provincia e vanno a vivere in città lasciando i genitori, Carlo e Anna, finalmente soli. I ragazzi nel giro di pochi mesi, presi dalla loro nuova vita, limitano i rapporti con i genitori a qualche breve chiamata, disertano i funerali dei parenti, non si presentano più ai compleanni e come ultima goccia, non trascorreranno il Natale insieme alla loro famiglia. Carlo e Anna, arrabbiati e disperati, decidono quindi di mentire fingendo di aver ereditato sei milioni di euro da una vecchia zia pur di riavere i loro figli. Il piano sembra funzionare e, spinti dalla speranza di poter avere la loro fetta di eredità per realizzare i loro sogni, i figli si ripresentano magicamente, assicurando persino di non potersi perdere il Natale in famiglia. Quanto potrà durare e quali conseguenze avrà la bugia di Carlo e Anna? Riusciranno a festeggiare il Natale con i loro figli? E a quale costo?

Il film è prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai per Colorado Film in associazione con Sony Pictures International Productions in collaborazione con RTI, e vede nel cast anche Iaia Forte, Fioretta Mari, Francesco Marioni, Alessandro Betti. Natale a tutti i costi è basato sul film “Mes Très Chers Enfants” scritto e diretto da Alexandra Leclère, una produzione UGC. Natale a tutti i costi sarà disponibile solo su Netflix dal 19 dicembre.

 
 

Zoe Saldana ricorda la sua stranissima audizione per Avatar

Zoe Saldana
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

Zoe Saldana, che è trai protagonisti di Avatar: la via dell’acqua e aveva già recitato in Avatar, rivela il suo incredibile processo di audizione per il film originale. L’attrice ha interpretato Neytiri, protagonista femminile e interesse amoroso di Jake Sully, nel 2009. Nel sequel, Neytiri non è solo la protagonista femminile, ma anche una madre poiché ha avuto dei figli con Jake nel tempo trascorso tra la storia del film originale e gli eventi di La via dell’acqua.

Ora, Zoe Saldana ha approfondito il surreale processo di audizione per Avatar del 2009 al The Tonight Show con Jimmy Fallon. Nel modo in cui Saldana pone la storia, non si poteva certo capire di cosa trattasse veramente Avatar, quando il film le è stato inizialmente proposto. Ecco cosa ha raccontato l’attrice:

“Prima mi hanno detto che si trattava di questo robot, questa donna robot. Ho pensato che fosse come Alita: Battle Angel. Ma era ambientato come nella giungla. E io ero tipo, ‘beh, non ha davvero alcun senso. Dovevo interpretare una principessa guerriera che era un robot, ma forse era come un robot senziente, cos’era?” Ma Mali Finn, che all’epoca era il direttore del casting, e il cui ruolo fu preso poi da Margery Simkin, mi chiamò. All’epoca vivevo ancora a New York, e mi proposero di registrare un video con l’audizione. A volte chiedevano cose tipo ‘Indossa qualcosa di attillato, voglio che ti arrampichi e fai delle ruote’. E io dicevo ‘okay’… Spostiamo dei mobili.’

Sento di essere stata in grado di ottenere la parte grazie al [mio background di danza]. E poi una volta, mi hanno chiamato e mi sono messa di nuovo registrata per loro, e loro mi hanno detto ‘fai solo tutti questi suoni’ *La lingua rotola* E io sono tipo ‘beh, okay’ pensando come James Cameron, una principessa guerriera robot che è nella giungla, e io sto facendo come *roteare la lingua* rotolare la mia R, non so cosa sia, ma mi piace. Mi hanno portato da New York a Los Angeles e mi hanno portato a Lightstorm. Ero tipo “oh mio dio, vado a incontrare il mio idolo, James Cameron”. E mi hanno rinchiuso in un ufficio, il che è stato un po’ spaventoso. E mi hanno dato la sceneggiatura. E la sceneggiatura era così spessa (fa un gesto con le dita). Mi hanno dato tre ore per leggerlo, io ne ho prese sei. Perché tutta la direzione che descriveva l’intero mondo di Pandora era davvero bizzarra per me. E l’inglese non è la mia prima lingua, quindi è stato un po’ difficile. E poi entra Jim, ed è stato così gentile. E lui ha detto: “Sei pronta a incontrare te stessa?” E io ho risposto “Cosa?” E in quel momento, la mia anima ha lasciato il mio corpo. E poi mi ha accompagnata nel suo ufficio, vedo questa grande ruota di una nave, non avevo idea che fosse la ruota del Titanic. Vedo il braccio del Terminator. Ero tipo, oh mio dio, sto vivendo un’esperienza fuori dal mio corpo. E il suo ufficio era bello e grande e con tutte queste cose che aveva tenuto da tutti i suoi film. E sul tavolino c’era una scultura del mio personaggio, Neytiri. Mentre osservo la scultura, è seduto di fronte a me come se mi stesse osservando. E penso “non è strano, non è strano, non comportarti in modo strano”.

E dopo due settimana Zoe Saldana ha ricevuto la chiamata che le ha cambiato completamente la vita. Ora la vedremo tornare nel ruolo di Neytiri in Avatar: la via dell’acqua.

 
 

Mercoledì: recensione della serie Netflix con Jenna Ortega

Mercoledì recensione

Netflix sceglie un mercoledì di novembre per rendere disponibile in catalogo Mercoledì, la nuova serie Jenna Ortega che vede Tim Burton in veste di regista di quattro degli otto episodi della prima stagione e produttore esecutivo insieme a Alfred Gough e Miles Millar, creatori della serie televisiva Smallville.

Un coming of age a cavallo trai generi

La serie si muove a cavallo di un crocevia di generi, spostandosi tra la commedia, l’horror, il mistery e ovviamente, il coming of are con elementi teen, dal momento che protagonista assoluta dello show è una sedicenne Mercoledì Addams, alle prese con le difficoltà di “trovare un suo posto nel mondo”. Il cliché dell’adolescente difficile è qui aumentato all’ennesima potenza, dal momento che la casa Mercoledì non è soltanto un’adolescente, ma è una Addams, per cui possiede tutta una serie di caratteristiche che non sono proprio “alla moda” tra gli adolescenti. Innanzitutto è allergica ai colori, per cui veste solo di bianco e nero, poi non ride mai, né mostra alcuna emozione, anche se non è escluso che ne provi qualcuna, come il desiderio di giustizia, che per lei è più voglia di vendetta, oppure fascinazione per cose macabre, nonché uno spiccato odio verso la madre Morticia (Catherine Zeta-Jones) e verso tutto ciò che lei rappresenta.

Mercoledì, la trama

Quando, per vendicare uno scherzo subìto da suo fratello Pugsley, decide di sguinzagliare dei piagna contro la squadra di nuovo della scuola, Mercoledì viene comprensibilmente espulsa e si ritrova spedita alla Nevermore Academy, la scuola per reietti guidata da Larissa Weems (Gwendoline Christie), integerrima Preside ed ex compagna di scuola proprio di Morticia. Per Mercoledì si tratta di una condanna: essere costretta a frequentare la stessa scuola della madre e implicitamente essere spinta verso il suo stesso percorso accademico, fatto di trofei sportivi, successi scolastici e ovviamente la corona di reginetta, l’ultimo anno. Ma la ragazza non si farà scoraggiare e promette un’evasione con i fiocchi. Fino a che, nella vicina cittadina di Jericho, un terribile mostro non comincia a uccidere in maniera feroce gli studenti della scuola. Il mistero sull’identità e le motivazioni del mostro convince Mercoledì a rimanere alla Nevermore e lì, suo malgrado, comincerà a trovare uno spazio per lei…

Tre punti di forza

I punti di forza indiscussi di Mercoledì di Netflix sono tre: in primo luogo la messa in scena, dai costumi di Colleen Atwood alle scenografie, alla musica firmata da Danny Elfman, la serie dimostra una cura che purtroppo non è scontata nelle produzioni della piattaforma ma che rivela grande impegno nei confronti di questo prodotto in particolare, probabilmente grazie all’impronta artistica di Burton, che da sempre ha fatto delle scenografie caratteristiche e di tutto il decor l’aspetto più indicativo dei suoi film. Il secondo aspetto interessante della serie è senza dubbio la storia; sviluppata in maniera non troppo banale ma comunque molto classica, la trama di Mercoledì è un mistery che si articola lungo un preciso percorso a tappe e che non lascia indietro nessun dettaglio. Avvincente quanto basta dal voler sapere sempre “cosa succede dopo”, fino anche all’ultimo episodio che lascia la porta aperta a un secondo ciclo, la storia non è sorprendente ma riesce a coinvolgere lo spettatore, merito soprattutto di Jenna Ortega.

E qui siamo al terzo punto di forza dello show. La giovane interprete, molto più grande del suo personaggio, è magnetica, la sua Mercoledì irresistibile, tanto che forse non è troppo credibile come outcast. Tutti le ruotano intorno, non solo gli spettatori, ma professori, studenti, pretendenti amiche e innamorati, e soprattutto potenziali rivali tra le mura scolastiche.

Il nome Mercoledì
Wednesday. (L to R) Luis Guzmán as Gomez Addams, Jenna Ortega as Wednesday Addams, Catherine Zeta-Jones as Morticia Adams in episode 101 of Wednesday. Cr. Courtesy Of Netflix © 2022

Jenna Ortega, il carisma “problematico” di Mercoledì

Proprio il carisma di Ortega è un’arma a doppio taglio. Se la Mercoledì di Christina Ricci era all’apparenza dimessa e scostante, che con parole e azioni però rivelava la sua vera natura nefasta, queste iterazione del personaggio è molto più accattivante. Occhio grandi, ciglia lunghissime, labbra carnose, questa sedicenne è un concentrato di carisma ed è impossibile non rimanere attratti da lei. L’effetto è quindi contraddittorio, perché mentre lei continua a sentirsi reietta tra i reietti, chi le sta intorno non fa altro che cercarla, adularla e, in alcuni casi, eleggerla a proprio avversaria, che nel linguaggio delle high school è comunque un riconoscimento di valore. Questa adolescente con gli hobby per la scrittura, la scherma e il violoncello è sin troppo a suo agio in questo contesto, è sicura di sé, non sbaglia mai e sembra inevitabilmente destinata al successo. Inattaccabile e impermeabile a quello che le succede, la vedremo poco a poco cedere alla normalità e ai sentimenti, i quali se da una parte per lei sono sintomo di debolezza, diventano un modo per umanizzarla e avvicinarla al pubblico.

Mercoledì serie tv netflix recensione

Diverso è bello, fino a un certo punto

Ma anche in questo caso la serie dice una cosa facendone una opposta: l’inno alla diversità, e all’importanza di esserlo, così in tema per il nostro tempo, si schianta contro questa normalizzazione di Mercoledì che si apre agli altri. Per cui il messaggio sembra essere che va benissimo ed è importante essere diversi, purché si mantenga un minimo di normalità per consentire agli altri di avere accesso alla nostra persona. Non si tratta di un demerito della serie, che comunque fa il suo dovere da un punto di vista dell’intrattenimento, ma è chiaro che siamo ancora lontani dal concetto di accettazione del reietto, quello vero, senza doti o carisma. Tutti i reietti con doti particolari che ci vengono presentati sono tutti bellissimi.

In questo senso, Mercoledì perde il suo potenziale di rappresentazione pur rimanendo un ottimo prodotto di intrattenimento, ben confezionato e interpretato. Alla fine tutti vorremmo uscire con la protagonista, o essere lei, e questo sentimento, per quanto vincente nell’ottica del successo della serie, sembra tradire lo spirito di un personaggio che è sempre stato piuttosto macabro e respingente e per questo affascinante.

 
 

1923: la nuova serie con Harrison Ford, prequel di Yellostone

1923 Serie tv 2023
Foto di JACOB CARA © Paramount +

Paramount+ presenta il trailer della nuova attesissima serie drammatica 1923, interpretata dal premio Oscar Helen Mirren e dal candidato all’Oscar Harrison Ford. Realizzata dal candidato all’Oscar Taylor Sheridan, prequel di 1923.

1923 debutterà domenica 18 dicembre negli Stati Uniti e in Canada e lunedì 19 dicembre su Paramount+ nel Regno Unito e in Australia. In Italia, 1923 debutterà su Paramount+ nel corso del 2023. 

1923, la trama

1923, il nuovo capitolo della storia della famiglia Dutton, introdurrà una nuova generazione di Dutton guidata dal patriarca Jacob (Ford) e dalla matriarca Cara (Mirren). La serie esplorerà i primi anni del XX secolo, quando pandemie, siccità storiche, la fine del proibizionismo e la Grande Depressione affliggono l’Ovest montano e i Dutton che lo chiamano casa.

1923, il cast

Oltre a Harrison Ford e Helen Mirren, 1923 è interpretato anche da Darren Mann (“Animal Kingdom”), Michelle Randolph (“A Snow White Christmas”), James Badge Dale (“Hightown”), Marley Shelton (“Scream”), Brian Geraghty (“Big Sky”), Aminah Nieves (“Blueberry”) e Jerome Flynn (“Game of Thrones”).

Prodotto da MTV Entertainment Studios, 101 Studios e Bosque Ranch Productions, 1923 è prodotto esecutivamente da Taylor Sheridan, John Linson, Art Linson, David C. Glasser, Ron Burkle, David Hutkin, Bob Yari e Ben Richardson. 1923 è l’ultima novità nel crescente programma di Sheridan su Paramount+, che oltre a 1883 e MAYOR OF KINGSTOWN, comprende TULSA KING e le prossime serie LIONESS e LAND MAN.

Trailer della serie

 
 

Bones and All – Masterclass con Luca Guadagnino a Milano

Bones And All

Dopo la presentazione di Bones and All del 12 Novembre al The Space in Piazza Duomo, Luca Guadagnino è tornato a Milano per incontrare il pubblico al Cinema Anteo. Dopo la proiezione del film, il regista ha raccontato i dettagli della realizzazione del lungometraggio, rispondendo alle domande dell’audience.

Cinque anni dopo Chiamami col tuo nome, la combo Luca Guadagnino Timothée Chalamet torna al cinema per un nuovo film. Bones and All è di nuovo la storia di un amore giovanile tra due outsider, ma ha poco a che vedere con il film del 2017. Dall’Italia ci spostiamo negli Stati Uniti: i protagonisti non sono più due giovani omosessuali ma due cannibali solitari, dal mondo borghese si passa ai margini della società. Ciò che resta dal film precedente è invece il potere immaginifico della storia e la spettacolarità delle inquadrature di Guadagnino.

L’idea dietro Bones and All

A differenza di Chiamami col tuo nome, questo film non è stato scritto da Luca Guadagnino. Il regista ammette di non essersi interessato in prima persona al progetto di Bones and All, ma confessa anche di essersi presto appassionato al romanzo Fino all’osso di Camille DeAngelis (da cui è tratto il film). ”Non ho partecipato al film nelle sue fasi di sviluppo. Non avevo letto il romanzo, non avevo preso i diritti né partecipato alla scrittura della sceneggiatura, che era stata affidata a David KajganichBones and All era stato sviluppato per un regista che io stimo, Antonio Campos.”

Fortunatamente per GuadagninoCampos ha scelto di non fare il film. ”A quel punto, quando perse il suo regista, David mi propose di fare il film.‘ Guadagnino confessa poi di aver avuto qualche resistenza: ”In parte perché avevo molte cose da fare, in parte perché non avevo un particolare slancio verso una storia di cannibali, stesso slancio che non avevo per l’ennesima storia di signori in piscina dopo A bigger splash per Chiamami col tuo nome.” Tuttavia, non appena ha letto la sceneggiatura di David Kajganich , che già aveva collaborato con Guadagnino per A Bigger Splash Suspiria, il regista è stato catturato dalla storia e ha iniziato ad immaginarsi come metterla in scena.

Il primo pensiero va a Timothee Chalamet

A progetto concluso, Guadagnino mostra il suo entusiasmo verso ambientazioni – gli Stati Uniti della Route 66 – e protagonisti diversi dal suo mondo. In particolare i protagonisti, si è legato molto a Maren (Taylor Russell) e Lee (Timothée Chalamet). Dice di loro: ”Sono personaggi così dolenti, soli e abbandonati, sono i figli negletti di un’idea di realizzazione di sé molto americana.” Guadagnino ha colto in questi aspetti la potenzialità del film, ”Mi sembrava molto bella l’idea che i personaggi avessero un forte rapporto con il paesaggio, si stagliassero contro un paese contraddittorio, gigantesco, potente ma anche fragile come gli Stati Uniti”. 

Per quanto riguarda i personaggi, il regista di Bones and All dice chiaramente di aver pensato subito a Timothée non appena ha ”scoperto” il personaggio di Lee nella sceneggiatura. ”Mi aveva commosso leggere di lui. Ho subito pensato, in maniera istintiva, al mio Timothée. Ho detto: se Timothée accetta, allora questo potrebbe essere davvero il primo film che girerei in America. E così tutto è partito.”

Un film on the road tra le back valleys americane

Bones and allCon Bones and AllGuadagnino attraversa l’oceano e porta la sua troupe in America. La dimensione spaziale è assolutamente rilevante nel film. Il paesaggio e la cura degli ambienti sono elementi cardine di Bones and All. Dalle praterie americane invase dal colore, alle cittadine rurali fatte di piccole botteghe e supermercati sgarrupati, tutti gli spazi sono curati ed esaltati dalla macchina da presa. Una grande rilevanza viene data anche alle abitazioni: gli interni domestici in cui Marion, Lee e gli altri personaggi si trovano a vivere sono molto comunicativi: case mobili squallide e spoglie, piccoli nidi d’amore, case di anziani, ogni spazio racconta qualcosa di rilevante per il film.

Lo scoglio dell’epica della frontiera

Bones and AllAltro elemento essenziale del film è il viaggio. Il viaggio da un lato dà linearità alla storia – in Bones and All mancano completamente i flashback, dall’altro è emblematico del ricco percorso compiuto da Lee Marion, un percorso di crescita che è anche lo sviluppo di un amore e un’iniziazione. Il viaggio per le vallate americane non è cosa nuova. La novità, questa volta, è che un regista intimista e italiano come Guadagnino decide di affrontare questo percorso. Parlando di viaggio, il confronto con i registi americani sull’epica della frontiera appare inevitabile.

Nonostante ciò, Guadagnino non sembra cercare, e tantomeno temere, questa comparazione. ”Cerco di evitare di lavorare con una cifra che parte dal lavoro di altro regista. Preferisco lasciarmi guidare dall’inconscio di spettatore più che concentrarmi con le sinapsi sui registi che stimo.” E aggiunge: ”Ho avuto invece un’azione diretta nel guardare al lavoro dell’artista americano William Eggleston, che prende a soggetto l’America delle cosiddette back valleys, il retro delle strade principali.” Per Guadagnino, il lavoro di Eggleston sui paesaggi, sulla luce e con le inquadrature è stato fondamentale per la creazione della fotografia di Bones and All.

Perché Taylor Russell come protagonista?

Se con Timothee Chalamet il sodalizio era già avviato, per la protagonista di Bones and All Guadagnino ha scelto la giovane attrice Taylor Russell. ”L’avevo già vista recitare nel film Waves. Nel film, Taylor interpreta la parte della sorella del protagonista, poi ad un certo punto il fratello finisce in galera e nell’ultima parte lei prende in mano il film come protagonista. Quando ho iniziato a lavorare al Bones and All, ho ripensato a Waves. Ho fatto con Taylor una chiamata via Zoom e ho parlato con questa donna. Taylor è una donna ma sembra una bambina: ho trovato in lei i tratti giusti per farle interpretare il personaggio di Maren.” E la cosa ha funzionato: Russell e Chalamet sono un ottimo match, coinvolgente perché in primo luogo coinvolto.

Ancora una volta, in Bones and All l’armonia domina un film di Guadagnino, e questo aspetto si percepisce nonostante la stranezza dei personaggi, l’assurdità della storia d’amore e la desolazione della storia.

 
 

MCU: tutto ciò che sappiamo sulla Fase 5

MCU-fase-5

Il mega panel dei Marvel Studios al Comic-Con 2022 di San Diego ha fornito una moltitudine di notizie sulla Fase 5 dell’MCU. Ora che anche Black Panther: Wakanda Forever è uscito in sala, la Fase 4 può dirsi conclusa. Resta fuori solo lo Speciale Natalizio di Guardiani della Galassia e poi si entrerà a pieno nella Fase 5 MCU.

Le Fasi 4, 5 e 6 fanno tutte parte della nuova Saga del Multiverso dell’MCU (le prime tre fasi compongono invece la Saga dell’Infinito). Vediamo dunque i progetti che costituiranno l’essenza della Fase 5. Come è già successo in passato, i Marvel Studios potrebbero cambiare questa tabella di marcia con progetti aggiuntivi, cancellazioni, o riprogrammazioni. In ogni caso, ecco tutto quello che sappiamo per ora sulla Fase 5.

1Thunderbolts

Thunderbolts

La Fase 5 si chiuderà con il film dei Thunderbolts, in arrivo nel 2024. La squadra di antieroi Marvel uscirà allo scoperto nell’MCU con Thunderbolts: nel film appariranno personaggi come Soldato d’Inverno, Yelena Belova, U.S Agent, Red Guardian, Abominio, Taskmaster. La squadra sarà guidata dalla Contessa Valentina Allegra de Fontaine.

Il perché il fondatore dei Thunderbolts Barone Zemo non sia nel roster dei personaggi rimane un mistero, o per lo meno un aspetto da chiarire.

Successivo

Spider-Man 4 di Sam Raimi, ecco il costume di Avvoltoio mai arrivato al cinema

Spider-Man 4

Una nuova immagine dietro le quinte del mai realizzato Spider-Man 4 rivela uno sguardo ravvicinato a quello che sarebbe stato il costume di John Malkovich nei panni di Avvoltoio, il cattivo pianificato del film. Dopo aver interpretato per la prima volta il personaggio in Spider-Man del 2002, Tobey Maguire è tornato per due sequel con il regista Sam Raimi, tra cui l’acclamato Spider-Man 2 nel 2004 e il controverso Spider-Man 3 nel 2007.

Nonostante la tiepida accoglienza ricevuta da Spider-Man 3, un quarto film di Raimi era in lavorazione ma la Sony alla fine ha accantonato il progetto. Negli ultimi anni sono emersi dettagli riguardanti il ​​film di Spider-Man demolito, rivelando che John Malkovich avrebbe dovuto interpretare una versione molto oscura dell’Avvoltoio.

Ora, lo scrittore e disegnatore di fumetti Ken Penders ha rivelato uno sguardo più da vicino a come sarebbe stato il costume di Avvoltoio in Spider-Man 4 di Sam Raimi. Anche se l’immagine non mostra Malkovich che indossa il costume, dà un’indicazione di come il personaggio sarebbe stato portato in vita sullo schermo, incluso il tono generale più scuro che era stato immaginato per l’iconico cattivo.

 
 

Super Mario Bros: il nuovo poster mostra una location nota

Super Mario Bros.

Illumination ha pubblicato su Twitter un nuovo poster del film di Super Mario Bros. – il film. Il poster key art stuzzica la memoria dei fan del gioco, mostrando l’iconica location del videogioco, il Castello di Peach, che sarà inclusa nel film, e che apparentemente prenderà in prestito il design per i suoi interni da Super Mario 64. Ecco di seguito l’immagine:

https://twitter.com/illumination/status/1597354010365030400?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1597354010365030400%7Ctwgr%5E436fe0e52ae7b46c680ad9b5c261209407aae1ba%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fsuper-mario-bros-movie-poster-peach-castle-image%2F

Nella versione originale Chris Pratt sarà affiancato  dall’ex di Filadelfia Charlie Day nei panni di Luigi, Anya Taylor-Joy nei panni della Principessa Peach, Jack Black nei panni di Bowser, Keegan-Michael Key nei panni di Toad, Seth Rogen nei panni di Donkey Kong, Fred Armisen nei panni di Cranky Kong, Kevin Michael Richardson come Kamek e Sebastian Maniscalco come Spike.

 
 

Black Panther: Wakanda Forever, un concept inedito dell’armatura di Ironheart

Riri Williams in Wakanda Forever

Come rivelato da Adi Granov su Instagram, i primi concept art della tuta di Ironheart per Black Panther: Wakanda Forever mostrano una resa più elegante rispetto al prodotto finale del film. Granov dice che questo primo progetto per l’armatura di Ironheart era l’unica ripresa che aveva fatto, ma è comunque contento di come il concept designer Phil Saunders ha interpretato l’armatura nel film finito.

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione del film Marvel

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

 
 

James Gunn rivale qual è il personaggio DC che i fan vogliono vedere al cinema!

James Gunn

James Gunn rivela quali tra gli eroi DC i fan vogliono maggiormente vedere entrare a far parte dell’Universo DC, e la risposta potrebbe essere un po’ sorprendente. Ora che Gunn è co-CEO dei DC Studios, sta lavorando con Peter Safran per mappare cosa riserva il futuro per quell’universo condiviso. Ciò include anche capire cosa il pubblico vuole vedere dalla prossima serie di film e programmi TV DC. Anche se questo includerà l’uso di personaggi che sono già consolidati nel DCU, Gunn è stato anche aperto a anticipare nuovi personaggi che potrebbero unirsi all’universo. Ha stuzzicare il suo potenziale interesse per Mister Terrific, Lobo e altro, ma questa è solo una parte dell’equazione.

DCU: tutti i film a cui James Gunn ha accennato finora

Il co-CEO dei DC Studios ha precedentemente utilizzato i social media per chiedere ai fan chi volevano vedere unirsi alla DCU. Il nuovo piano per i personaggi DCU di James Gunn includeva la richiesta all’enorme fandom di quale eroe che non ha già avuto il proprio film / show tv vogliono vedere entrare a far parte della DCU. Le risposte includevano alcuni suggerimenti non sorprendenti come i membri di Batfamily Batgirl e Nightwing, ma non erano il suggerimento più popolare. Secondo James Gunn, Booster Gold era l’eroe più richiesto per unirsi alla DCU. Il regista ha ancche chiarito che questo non garantisce che si stia già sviluppando un film su Booster Gold, ma è comunque affascinato dai risultati.

 
 

James McAvoy tornerà nel MCU come Xavier? Ecco la sua grande critica al franchise degli X-Men

James McAvoy

James McAvoy rivela la sua unica critica al franchise degli X-Men quando riflette sul suo ruolo di fondatore degli X-Men, il Professor Xavier, nella serie di film Marvel prodotta dalla Fox. McAvoy si è unito al franchise nel film prequel di Matthew Vaughn del 2011 X-Men: L’inizio nei panni della versione più giovane del personaggio interpretato per la prima volta da Patrick Stewart, riprendendo il suo ruolo in tre film successivi. X-Men: L’inizio ha presentato al pubblico Charles Xavier di McAvoy nel 1962, dove incontra il giovane Erik Lensherr (Michael Fassbender) e riunisce un gruppo di giovani mutanti per opporsi all’Hellfire Club di Sebastian Shaw (Kevin Bacon), con i film seguenti che esplorano in seguito conflitti con i nemici degli X-Men, comprese le Sentinelle, così come il reclutamento dei membri più riconoscibili della squadra.

In un’intervista con GQ, McAvoy ha riflettuto sul suo periodo nei panni di Charles Xavier nel franchise X-Men di Fox innanzitutto alla luce di un suo eventuale ritorno nell’ambito del MCU. L’attore ha avuto modo di rivelare l’unica critica che ha avuto in merito al ruolo e ai film in cui lo ha interpretato (X-Men: L’inizio, X- Men: Giorni di un futuro passato, X-Men: Apocalisse e X-Men: Dark Phoenix). L’attore ha rivelato di ritenere che i seguenti film non sfruttassero la dinamica stabilita per la prima volta tra Xavier e Lensherr nel primo film ed esplorassero ulteriormente la complessa relazione della coppia.

“La mia più grande critica a ciò che abbiamo fatto durante i quattro film dopo la prima esperienza, è stato che non abbiamo approfittato del rapporto tra [Xavier e Magneto], che ha davvero costituito la spina dorsale del primo film. Quindi mi chiedo come avremmo mai potuto sfruttare quell’incredibile arma che avevamo?”. Mentre, in merito alla sua partecipazione al MCU, James McAvoy ha dichiarato: “Sicuramente non ho ricevuto la chiamata. E se la avessi ricevuta, sicuramente non te lo direi.”

 
 

Spider-Man: Across the Spider-Verse, Miles e i genitori in una nuova foto dal film

Spider-Man: Across the Spider-Verse

Ecco una nuova foto da Spider-Man: Accross the Spider-verse in cui vediamo Miles Morales e alle sue spalle i suoi genitori. Ecco l’immagine di seguito condivisa da Nick Kondo:

https://twitter.com/NickTyson/status/1595833039233466371?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1595833039233466371%7Ctwgr%5Ef9d6302fb9713629fad81207681a2f0e1776f66e%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fspider-verse-2-image-miles-morales-family%2F

Spider-Man: Accross the Spider-verse arriverà il 2 giugno 2023 al cinema negli USA.

Sony Pictures Animation ha ingaggiato Joaquim Dos Santos (Voltron: Legendary Defender, La leggenda di Korra), il candidato all’Oscar Kemp Powers (Soul) e Justin K. Thompson (Piovono polpette) per dirigere Spider-Man: Accross the Spider-verse, utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil Lord e Chris Miller (che tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione con David Callaham (Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci AnelliWonder Woman 1984).

Non è stato ancora confermato, ma sia Shameik Moore che la candidata all’Oscar Hailee Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro voci nel primo film, tra cui Jake Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, John Mulaney, Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason Schwartzman.

 
 

Emancipation – Oltre la libertà, Will Smith teme ritorsioni sul film per lo “schiaffo agli Oscar”

Emancipation
Cortesia di Apple Original Films

Will Smith affronta il modo in cui il suo famigerato momento degli Oscar 2021 potrebbe influenzare il successo del suo prossimo film, Emancipation – Oltre la libertà. Smith ha subìto un duro colpo alla carriera in seguito all’incidente agli Oscar di quest’anno. Durante la stessa cerimonia in cui ha ricevuto il suo primo premio come miglior attore, l’attore veterano ha invece trovato un lato oscuro della medaglia dal momento che ha reagito in modo violento, con uno schiaffo ai danni di Chris Rock, a una battuta, seppure di cattivo gusto. Le conseguenze hanno visto diversi progetti di Will Smith rinviati e numerosi colleghi di Hollywood hanno espresso la loro rabbia.

L’ira si è per lo più placata negli otto mesi successivi allo schiaffo. La prima uscita post-slap di Smith, Emancipation – Oltre la libertà, debutterà questo dicembre negli USA. Il film è un thriller storico che segue il personaggio di Smith mentre sfugge dai cacciatori di schiavi nelle paludi della Louisiana, avventurandosi a nord in cerca della libertà. Emancipation è diretto da Antoine Fuqua, ed è il tipo di film che probabilmente guadagnerebbe un notevole clamore agli Oscar se non fosse per il pregresso di SMith con l’Academy (che lo ha espulso). Mentre parlava con il giornalista Kevin McCarthy (tramite Variety), Will Smith ha parlato della possibilità che il contraccolpo riemergesse prima dell’uscita del film.

“Capisco perfettamente: se qualcuno non è pronto, lo rispetterei assolutamente e gli concederei lo spazio per non essere pronto. La mia più grande preoccupazione è la mia squadra: Antoine ha fatto quello che penso sia il più grande lavoro di tutta la sua carriera. Le persone di questa squadra hanno svolto alcuni dei migliori lavori della loro intera carriera e la mia speranza più profonda è che le mie azioni non penalizzino la mia squadra. A questo punto, è quello per cui sto lavorando. Spero che il materiale – la potenza del film, l’attualità della storia – spero che il bene che si può fare apra almeno il cuore delle persone per vedere, riconoscere e supportare gli incredibili artisti dentro e fuori questo film.”

Emancipation – Oltre la libertà racconta la storia incredibile di Peter (Will Smith), un uomo nato schiavo che fugge dalla schiavitù affidandosi al suo ingegno, alla sua fede incrollabile e all’amore profondo per la sua famiglia per tentare in tutti i modi di eludere i cacciatori a sangue freddo e sopravvivere alle spietate paludi della Louisiana alla ricerca della libertà. Il film si ispira alle foto della schiena di “Whipped Peter” (Peter il fustigato) scattate durante una visita medica dell’esercito dell’Unione e pubblicate nel 1863 su Harper’s Weekly; in particolare, una delle immagini nota come “La schiena flagellata” (The Scourged Back), che mostra la schiena nuda di Peter completamente ricoperta da cicatrici, frutto di tutte le frustate ricevute dai suoi schiavisti, contribuì alla crescente opposizione pubblica alla schiavitù.

Emancipation – Oltre la libertà è diretto da Antoine Fuqua, da una sceneggiatura di William N. Collage. Il film è prodotto da Will Smith e Jon Mone per conto di Westbrook Studios, Joey McFarland per conto di McFarland Entertainment e Todd Black per conto di Escape Artists. Chris Brigham, Antoine Fuqua, James Lassiter, Heather Washington, Cliff Roberts, Glen Basner e Scott Greenberg sono i produttori esecutivi.

 
 

Cocain orso, il poster dell’incredibile film basato su una storia vera

Cocainorso

La Universal svela il primo poster ufficiale del film Cocain orso, ed è esattamente quello che ci si può aspettare. Dopo aver diretto Pitch Perfect 2 e Charlie’s Angels del 2019, entrambi accolti piuttosto male, l’attrice e regista Elizabeth Banks si è diretta in una direzione completamente diversa con il suo terzo lungometraggio dietro la macchina da presa: un thriller chiamato Cocainorso. Ispirato da un’incredibile storia vera, il film in uscita seguirà un orso bruno che si scatena in una furia omicida in una foresta del Kentucky dopo aver involontariamente ingerito cocaina.

Ora, tre mesi prima dell’uscita nelle sale, il primo poster ufficiale di Cocain orso è stato svelato su Twitter. Basti dire che il poster è esattamente quello che ci si aspetterebbe da un film su un orso che ingerisce cocaina. Il poster evidenzia che il film è “ispirato da eventi reali” con un sottotitolo “un film stupefacente”.

 
 

Warwick Davis: 10 cose che non sai sull’attore

Warwick-Davis-Willow

L’attore Warwick Davis è noto per aver recitato in alcuni dei più celebri film cult degli anni Ottanta, ma anche per la sua partecipazione a grandi saghe fantasy o di fantascienza. Oggi Davis vanta dunque uno status da icona, personaggio estremamente popolare e amato dal grande pubblico, che continua giustamente a celebrarlo. Con ogni sua interpretazione, Davis non solo regala nuove emozioni ma abbatte continuamente limiti e stereotipi.

Ecco 10 cose che non sai su Warwick Davis.

Warwick Davis: i suoi film e le serie TV

1. Ha preso parte a celebri film. Il debutto sul grande schermo avviene per Davis in Il ritorno dello Jedi (1983), con Mark Hamill. Da quel momento recita poi in Labyrinth – Dove tutto è possibile (1986), Willow (1988), con Val Kilmer, la saga di Leprechaun (1993-2003), La minaccia fantasma (1999), la saga di Harry Potter (2002-2011), con Daniel Radcliffe, Guida galattica per autostoppisti (2005), con Martin Freeman e Le cronache di Narnia – Il principe Caspian (2008). Negli ultimi anni ha recitato in Il cacciatore di giganti (2013), Il risveglio della Forza (2015), Rogue One: A Star Wars Story (2018), Gli ultimi Jedi (2017), Solo: A Star Wars Story (2018), Maleficent – Signora del male (2019) e L’ascesa di Skywalker (2019).

2. Ha recitato anche per la televisione. Oltre ad aver recitato in popolarissimi film per il cinema, l’attore ha preso parte anche a numerosi progetti per la televisione. In particolare, ha recitato nei film L’avventura degli Ewoks (1984) e Il ritorno degli Ewoks (1985). Ha poi recitato nelle serie Le cronache di Narnia (1989-1990), Il magico regno delle favole (2000), Merlin (2010), Life’s Too Short (2011) e Doctor Who (2013). Dal 2022 è uno dei protagonisti della serie Willow.

3. È anche sceneggiatore e produttore. Oltre ad essersi distinto come attore, Davis ha nel corso della sua carriera ricoperto anche il ruolo di sceneggiatore. Ha infatti partecipato alla scrittura di Agent One-Half, delle serie Life’s Too Short e Dwarves Assemble e del cortometraggio Making of Star Wars Caravan of Courage an Ewok Adventure. Per questi progetti, a lui molto cari, Davis ha poi ricoperto anche il ruolo di produttore.

Warwick-Davis-Harry-Potter

Warwick Davis in Harry Potter

4. Ha interpretato un professore di magia. Nella saga di Harry Potter l’attore ha ricoperto più ruoli, ma quello principale e più iconico è quello del professor Filius Vitious, insegnante di incantesimi e direttore di Corvonero, caratterizzato naturalmente dalla bassa statura, che gli rende necessario salire su una pila di libri per vedere al di là della cattedra. Il personaggio sarà presente in quasi tutti i film, acquisendo sempre più importanza, specialmente ne I Doni della Morte, dove lo si può ritrovare anche intento in alcuni duelli contro i Mangiamorte.

Warwick Davis in Star Wars

5. Ha interpretato diversi personaggi nel corso della saga. La carriera di Davis è strettamente legata alla saga di Star Wars, per la quale ha interpretato diversi personaggi. In Il ritorno dello Jedi, suo debutto cinematografico, ha interpretato il guerriero ewok Wicket. W. Warrick, poi ripreso anche per i film L’avventura degli Ewok e Il ritorno degli Ewok. In La minaccia fantasma ha invece è comparso brevemente in tre ruoli differenti, mentre ha poi interpretato Wollivan in Il risveglio della forza, Weeteef Cyubee in Rogue One, Wodibin in Gli ultimi Jedi, Weazel in Solo, e infine di nuovo Warrick in L’ascesa di Skywalker.

Warwick Davis in Willow

6. Il film è stato scritto appositamente per lui. Dopo aver lavorato con l’attore sul set di Il ritorno dello Jedi, George Lucas decise di dar vita ad un film dove Davis potesse essere il protagonista indiscusso, dimostrando le proprie qualità come interprete. È così nato Willow, film fantasy divenuto un vero e proprio cult, per il quale l’attore si è dovuto preparare imparando un accento diverso dal suo solito, apprendendo come prendersi cura di un bambino, come cavalcare un cavallo, come combattere con la spada e come eseguire la magia.

7. Ha ripreso il ruolo a trent’anni di distanza. In più occasioni Davis ha espresso forte interesse all’idea di poter tornare ad interpretare Willow, per scoprire cosa è cambiato nel corso della sua vita. Dopo anni di speculazioni, l’occasione è infine arrivata grazie alla serie Willow, disponibile dal 30 novembre su Disney+. Davis ha raccontato a riguardo di essersi sentito sopraffatto dalle emozioni nel corso delle riprese, avendo non solo avuto la possibilità di interpretare nuovamente il suo caro personaggio ma anche di rivedere alcuni luoghi dove era stato girato il film, ritrovandoli sempre meravigliosi.

Warwick-Davis-Star-Wars

Warwick Davis: la moglie e i figli

8. È sposato. Sul set del film Willow, che lo ha reso particolarmente celebre, Davis conosce l’attrice Samantha D. Burroughs, anch’ella affetta da nanismo. I due si sposano poi nel 1991 e sono ancora oggi una coppia molto solida. Dal loro matrimonio sono nati quattro figli, dove i primi due sono però deceduti subito dopo la nascita. Annabelle è invece nata nel 1997 e Harrison, l’ultimo figlio della coppia, è nato nel 2003.

Warwick Davis è su Instagram

9. Ha un profilo sul social network. Warwick Davis è presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 99.2 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena una ventina di post, principalmente relativi a momenti trascorsi in compagnia di amici o della famiglia in varie occasioni. Non mancano però anche curiosità legate al suo lavoro che l’attore condivide con i propri fan. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Warwick Davis: età e altezza dell’attore

10. Warwick Davis è nato a Epsom, in Inghilterra, il 3 febbraio del 1970. L’attore, affetto da nanismo, è alto complessivamente 1,07 metri.

Fonte: IMDb

 
 

Black Panther: Wakanda Forever, la campagna per gli Oscar sarà in “tutte le categorie”

Angela Bassett Black Panther- Wakanda Forever
Angela Bassett in Black Panther: Wakanda Forever - Credit Marve/Disney

I Marvel Studios lanciano la loro campagna per gli Oscar di Black Panther: Wakanda Forever mettendo in risalto la performance dell’attrice Angela Bassett. Dalla sua uscita nelle sale questo mese, il sequel di Black Panther ha incassato 676 milioni di dollari in tutto il mondo, senza segni di rallentamento. Inoltre, proprio come il suo predecessore, l’uscita è stata accolta con elogi dalla critica e pubblico entusiasta. Black Panther: Wakanda Forever segna la chiusura della Fase 4 del MCU.

La Marvel punta i riflettori sulla regina Ramonda di Angela Bassett nella loro campagna per gli Oscar per Black Panther: Wakanda Forever. Il poster, che pone l’accento sul ruolo fondamentale di Bassett nel film e tutto il coinvolgimento nella storia, chiarisce che la Marvel intende presentare il film per le nomination agli Oscar in “tutte le categorie”.

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione del film Marvel

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

 
 

Bones and All: il vero significato del film di Luca Guadagnino

Bones and All recensione

Bones and All di Luca Guadagnino si presenta come la storia di due ragazzi cannibali, ma il suo vero significato è molto più profondo. Il film segue il viaggio di Maren (Taylor Russell) e Lee (Timothée Chalamet) negli Stati Uniti dell’era reaganiana, il loro legame romantico e il percorso di crescita e scoperta di sè che passa anche attraverso l’orrore che condividono: la loro natura di cannibali.

Bones & All è una storia d’amore, non una storia di cannibali

bones and all recensioneI protagonisti di Bones and All saranno anche dei cannibali, ma la loro storia è soprattutto una storia d’amore. Con Chiamami col tuo nome, Guadagnino ha adottato un approccio più diretto, raccontando quella che potrebbe essere una storia d’amore controversa ma di facile comprensione; questa volta, il regista si serve della metafora del cannibalismo per rappresentare qualcosa che la società disprezza e in modo che il pubblico possa capire che i due protagonisti sono diversi da tutti gli altri. Infatti, la maggior parte delle persone faticherebbe a empatizzare con una storia di cannibalismo, ma il sentirsi diversi dagli altri è un qualcosa che ci accomuna molto più facilmente. Questo è il cuore pulsante del film: non il cannibalismo di Maren e Lee, ma il fatto che si amano perché riescono a vedersi per quello che sono. È anche il motivo per cui il finale lascerà molti con il cuore spezzato, perché il fatto che Maren perda Lee cibandosene come testimonianza assoluta del loro amore reciproco è un’immagine estremamente potente quando si capisce cosa alimenta questo amore.

Cosa significa davvero mangiare qualcuno in “Bones & All”

Bones and all TimotheeIl concetto di mangiare qualcuno “fino all’osso” viene introdotto nel film da Jake, uno dei tanti personaggi cannibali di Bones and All. Michael Stuhlbarg fa un lavoro fenomenale nell’interpretare Jake in questa scena, creando un’atmosfera estremamente inquietante: descrive a Maren e Lee che Brad (David Gordon Green) – con cui sembra avere una relazione romantica – in origine non era un eater, ma è Jake che lo ha convertito. In seguito, dice a Maren e Lee che, nel momento in cui mangeranno qualcuno fino all’ossa, la potenza di questo atto cannibale cambierà per sempre la loro vita. Questo fa pensare che mangiare qualcuno in quel modo faccia parte della crescita, ma la dicitura fino all’osso potrebbe anche avere un significato nell’economia della storia d’amore tracciata nel film.

Nel corso di Bones and All, Maren e Lee si nascondono da tutti coloro che non sono cannibali. Prima di incontrare Lee, Maren si imbatte in Sully, la cui attrazione per Maren viene confermata alla fine del film. Tuttavia, Maren non ricambia mai i sentimenti che Sully prova per lei. Al contrario, è estremamente cauta con lui. D’altro canto, però, si apre completamente a Lee e non ha nulla da nascondergli. Ecco perché la prima volta che Maren mangia qualcuno “fino all’osso” è alla fine del film, quando decide di mangiare Lee. “Bones and all” suona molto simile all’espressione “warts and all“, che si riferisce a tutte le qualità di una persona, comprese quelle negative. Ciò significa che, in un contesto romantico, mangiare qualcuno “fino all’osso” potrebbe riferirsi alla condivisione dell’amore con qualcuno che ci accetta completamente per quello che siamo, proprio come Maren e Lee.

Il road trip di Bones & All ha a che fare con la propria casa e identità

Il road trip di Bones and All inizia come il viaggio di Maren alla ricerca di sua madre; tuttavia, questo raggiunge un epilogo insperato quando la madre tenta di ucciderla. Inoltre, l’avventura di Maren e Lee attraverso il Midwest degli Stati Uniti ha un significato molto più profondo: uno dei temi principali di Bones and All è l’identità, in particolare il modo in cui questi due giovani personaggi stanno capendo chi sono in questo mondo estremamente complicato. Il concetto di casa è molto importante per le loro identità, per ragioni diverse. Maren sta compiendo un viaggio alla scoperta di se stessa e di chi è senza più il padre nella sua vita, e parte di questo processo consiste nel trovare un posto da chiamare casa. Questo obiettivo viene raggiunto, almeno per un po’, quando lei e Lee si sistemano alla fine del film. Dall’altra parte, Lee va costantemente a trovare la sorella minore a casa. È un simbolo di come la casa di una persona sia sempre una parte di essa, che si tratti di famiglia, ricordi, valori o altro.

D’altra parte, l’ambientazione nel Midwest si collega a un messaggio universale che il film trasmette sull’identità. La relazione romantica tra Jake e Brad, insieme a una scena che presenta un incontro sessuale tra Lee e un altro uomo, allude al fatto che la trama cerca anche di affrontare la questione dell’omosessualità in America. Come già detto, sentirsi diversi dagli altri è un’emozione piuttosto universale, ma sapere che gli altri vedono qualcuno in modo diverso può portare quella persona a nascondere parti di sé. Nel Midwest americano ci sono molti pregiudizi e spesso odio verso le comunità emarginate: per questo motivo, l’ambientazione di Bones and All assume ancora più significato.

Bones and All sarà eccessivo per alcuni spettatori, ma è ben lontano da ciò che ci si aspetterebbe da un film sul cannibalismo. Mentre film come Fresh usano il cannibalismo per creare una sorta di anti-romanzo, questo film è forse la storia più romantica dell’anno. La ricchezza tematica di Bones and All garantisce che il film venga analizzato a lungo alla ricerca di significati più profondi.

 
 

Michelle Williams ringrazia la sua co-star di Dawson’s Creek ai Gotham Awards

michelle williams

Onorata con il riconoscimento alla carriera ai Gotham Awards 2022, Michelle Williams ha ritirato il suo premio dalle mani del collega e amico Paul Dano (che ha sostituito Steven Spielberg, che ha contratto il Covid), e nel discorso di ringraziamento ha porto lei stessa un tributo a Mary Beth Peil, l’attrice che in Dawson’s Creek interpretava la nonna di Jen, il personaggio culto di Williams.

A partire dal minuto 1:51:50, ecco l’introduzione di paul Dano e il discorso di ringraziamento di Michelle Williams:

The Fabelmans è scritto da Spielberg insieme al drammaturgo Premio Pulitzer Tony Kushner, storico collaboratore del regista, due volte candidato all’Oscar® per le sceneggiature di Lincoln e Munich. I produttori sono la candidata all’Oscar® Kristie Macosko Krieger, Spielberg e Kushner.

The Fabelmans, uno spaccato intenso e personale dell’infanzia americana del XX secolo, è il racconto di formazione di un giovane che scopre uno sconvolgente segreto di famiglia e il potere salvifico del cinema. Il film, che ha già vinto il Premio del Pubblico al Festival di Toronto, è interpretato dalla quattro volte candidata all’Oscar® Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle e dal candidato all’Oscar® Judd Hirsch, con le musiche del premio Oscar® John Williams, la fotografia del premio Oscar® Janusz Kaminski e il montaggio dei premi Oscar® Michael Kahn e Sarah Broshar.

Prodotto da Amblin Entertainment, The Fabelmans è un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group con Rai Cinema e sarà al cinema dal 22 dicembre con 01 Distribution.

 
 

Gotham Awards 2022: tutti i vincitori. Everything Everywhere All at Once porta a casa il premio principale

Gotham Awards

Everything Everywhere All at Once ha portato a casa il premio principale durante la cerimonia dei Gotham Awards 2022, i premi al cinema indipendente USA. Il film ha portato a casa anche il premio alla migliore performance da non protagonista, assegnato a Ke Huy Quan, meglio noto per il suo ruolo di Data ne I Goonies e di Shorty in Indiana Jones e il Tempio Maledetto.

Di seguito, tutti i vincitori della serata:

BREAKTHROUGH TELEVISION UNDER 40 MINUTES

Abbott Elementary” (ABC)
“As We See It” (Amazon Prime Video)
“Mo” (Netflix) – WINNER
“Rap Sh!t” (HBO Max)
“Somebody, Somewhere” (HBO)

BREAKTHROUGH TELEVISION OVER 40 MINUTES

“Pachinko” (Apple+) – WINNER
“Severance” (Apple+)
“Station Eleven” (HBO Max)
“This Is Going To Hurt” (AMC+)
“Yellowjackets” (Showtime)

TELEVISION PERFORMERS

Bilal Baig (“Sort Of”)
Ayo Edebiri (“The Bear”)
Janelle James (“Abbott Elementary”)
Matilda Lawler (“Station Eleven”)
Britt Lower (“Severance”)
Melanie Lynskey (“Yellowjackets”)
Sue Ann Pien (“As We See It”)
Minha Kim (“Pachinko”)
Zahn McClarnon (“Dark Winds”)
Ben Whishaw (“This Is Going To Hurt”) – WINNER

BREAKTHROUGH NONFICTION SERIES

“The Andy Warhol Diaries”
“The Last Movie Stars”
“Mind Over Murder”
“The Rehearsal”
“We Need to Talk About Cosby” – WINNER

BREAKTHROUGH DIRECTOR

Charlotte Wells (“Aftersun”) – WINNER
Owen Kline (“Funny Pages”)
Elegance Bratton (“The Inspection”)
Antoneta Alamat Kusijanovic (“Murina”)
Beth De Araújo (“Soft & Quiet”)
Jane Schoenbrun (“We’re All Going to the World’s Fair”)

BEST SCREENPLAY

Kogonada (“After Yang”)
James Gray (“Armageddon Time”)
Lena Dunham (“Catherine Called Birdy”)
Todd Field (“Tár”) – WINNER
Sarah Polley (“Women Talking”)

BREAKTHROUGH PERFORMER

Frankie Corio (“Aftersun”)
Kali Reis (“Catch the Fair One”)
Gracija Flipovic (“Murina”) – WINNER
Anna Diop (“Nanny”)
Anna Cobb (“We’re All Going to the World’s Fair”)

OUTSTANDING SUPPORTING PERFORMANCE

Mark Rylance (“Bones and All”)
Brian Tyree Henry (“Causeway”)
Ke Huy Quan (“Everything Everywhere All at Once”) – WINNER
Raúl Castillo (“The Inspection”)
Gabrielle Union (“The Inspection”)
Nina Hoss (“Tár”)
Noémie Merlant (“Tár”)
Hong Chau (“The Whale”)
Ben Whishaw (“Women Talking”)
Jessie Buckley (“Women Talking”)

OUTSTANDING LEAD PERFORMANCE

Cate Blanchett (“Tár”)
Danielle Deadwyler (“Till”) – WINNER
Dale Dickey (“A Love Song”)
Colin Farrell (“After Yang”)
Brendan Fraser (“The Whale”)
Paul Mescal (“Aftersun”)
Thandiwe Newton (“God’s Country”)
Aubrey Plaza (“Emily the Criminal”)
Taylor Russell (“Bones and All”)
Michelle Yeoh (“Everything Everywhere All At Once”)

BEST INTERNATIONAL FEATURE

“Athena”
“The Banshees of Inisherin”
“Corsage”
“Decision to Leave”
“Happening” – WINNER
“Saint Omer”

BEST DOCUMENTARY FEATURE

“All That Breathes” – WINNER
“All the Beauty and the Bloodshed”
“I Didn’t See You There”
“The Territory”
“What We Leave Behind”

BEST FEATURE

“Aftersun”
“The Cathedral”
“Dos Estaciones”
“Everything Everywhere All at Once” – WINNER
“Tár”

I Gotham Independent Film Awards sono premi cinematografici statunitensi destinati al cinema indipendente, assegnati annualmente a partire dal 1991. Presentati dall’organizzazione non a scopo di lucro Independent Filmmaker Project (IFP), i premi erano originariamente destinati solo ai film prodotti negli Stati Uniti nord-orientali, in particolare nello stato di New York, per poi ampliarsi nel corso degli anni a tutti gli Stati Uniti.

 
 

Oceano di fuoco – Hidalgo: tutto quello che c’è da sapere sul film

Oceano-di-fuoco-hidalgo-storia-vera

Non tutti i film western raccontano storie grossomodo inventate basate sullo scontro tra cowboy e indiani o sul continuo espandersi della frontiera statunitense. Ci sono infatti molti film che propongono uno sguardo più attento sulla vita di personalità realmente esistite in quel tempo. Tra questi si colloca il film Oceano di fuoco – Hidalgo, diretto nel 2004 dal regista Joe Johnston (noto per aver diretto anche Jurassic Park III e Captain America – Il primo vendicatore). Tale film narra infatti la storia di un noto cowboy e del rapporto con il suo straordinario cavallo Mustang.

Girato in stati americani quali California, Dakota del Sud, Montana e Oklahoma, ma anche in Marocco, dove si sono svolte le scene relative alla corsa tra cavalli, Oceano di fuoco – Hidalgo propone dunque una storia poco nota ma estremamente epica, nella quale in molti hanno ritrovato metafore sulla politica attuale, negate però dallo sceneggiatore John Fusco. Si tratta dunque di un film particolarmente epico, realizzato con un imponente budget di 100 milioni di dollari. Pur non avendo ottenuto il successo sperato, la pellicola ha negli anni guadagnato sempre più fama, sia per la presenza di noti attori che per alcune scene divenute molto celebri.

La storia di Oceano di fuoco – Hidalgo è infatti quantomai appassionante, ricca di tutti quegli elementi che rendono questa tipologia di film irresistibili. Gli appassionati di contesti western ma in cerca di racconti diversi dai soliti, troveranno in questo film il titolo giusto da vedere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Oceano di fuoco – Hidalgo: la trama e il cast del film

Ambientato nel 1897, il film ha per protagonista il cowboy Frank T. Hopkins, un tempo tra i Pony Express più veloci dell’esercito degli Stati Uniti e ora, tra i problemi d’alcolismo e il rimorso per quanto compiuto in guerra, finito ad esibirsi in alcuni show insieme al suo cavallo Hidalgo. Quando un giorno Frank viene invitato a partecipare all’Oceano di Fuoco, una gara di sopravvivenza di 3000 miglia nel deserto arabo, la vita sembra concedergli quella seconda opportunità che attendeva. Arrivato in Medio Oriente, però, Frank si troverà a doversi scontrare con numerosi ostacoli, rappresentati sia dalle avverse condizioni naturali sia dall’ostilità degli altri partecipanti.

Ad interpretare Frank T. Hopkins vi è l’attore Viggo Mortensen, scelto sulla base del successo della trilogia di Il Signore degli Anelli. Per tale ruolo, l’attore si allenò al fine di poter eseguire personalmente quanti più stunt possibile, senza ricorrere a controfigure. Al termine delle riprese, Mortensen decise anche di adottare uno dei cavalli utilizzati, più precisamente quello chiamato T.J., che appare anche sulla locandina del film. Accanto a Mortensen si ritrovano anche Omar Sharif, interprete dello Sceicco Riyadh, ammiratore di Hopkins, e Zuleikha Robinson in quelli di Jazira, la sua figlia che stringe una tenera amicizia con il protagonista.

Oceano-di-fuoco-hidalgo-cast

Oceano di fuoco – Hidalgo: la vera storia dietro al film

Come anticipato, Oceano di fuoco – Hidalgo racconta le vicende che vedono Frank T. Hopkins (vissuto dal 1865 al 1951) partecipare alla competizione nota come Oceano di Fuoco nel deserto arabo. Il resoconto di tale competizione sarebbe descritto nelle memorie dello stesso Hopkins, consultate dallo sceneggiatore al momento della scrittura della sceneggiatura. Che Hopkins sia esistito è certo, ma ci sono molti dubbi sia sulla sua partecipazione alla competizione indicata sia sull’esistenza stessa di quest’ultima. Anzi, quanto raccontato da Hopkins è oggi generalmente ritenuto come falso, interamente frutto della sua fantasia.

Hopkins racconta di come la competizione Oceano di Fuoco si sia svolta per oltre mille anni in Arabia Saudita, prevedendo l’attraversamento a cavallo di 3 mila miglia di deserto e di come egli sia stato il primo non arabo a prendervi parte. Tutto ciò è in seguito stato smentito, con anche il governo dell’Arabia Saudita che ha precisato come una tale competizione non abbia mai avuto luogo. La storia raccontata dal film, dunque, non può essere considerata come basata su eventi realmente avvenuti, nonostante è così che sia stata pubblicizzata. Oceano di fuoco – Hidalgo è piuttosto basato sulla fantasia dello stesso Hopkins, personalità su cui ancora oggi ci sono scarse documentazioni.

Oceano di fuoco – Hidalgo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Oceano di fuoco – Hidalgo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 28 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb, Slate

 
 

L’uomo sulla strada, la recensione del film di Gianluca Mangiasciutti

L'uomo sulla strada recensione film

Gianluca Mangiasciutti si posiziona ufficialmente dietro la macchina da presa con L’uomo sulla strada, per regalare una pellicola drammatica dalle venature romantiche che sancisce il suo esordio in regia. Per corroborare il suo prodotto, il regista cala nei panni dei suoi protagonisti un’intensa Aurora Giovinazzo, conosciuta soprattutto per Freaks Out, e un cupo Lorenzo Richelmy dallo sguardo magnetico.

L’opera prima di Mangiasciutti è stata presentata ad Alice nella città, sezione a parte della Festa del Cinema di Roma 2022. Il film può vantare già una vittoria, ossia il Premio Solinas come miglior soggetto scritto. L’uomo sulla strada è distribuito da Eagles Pictures e arriverà nelle sale italiane dal 7 dicembre.

L’uomo sulla strada, la trama

Irene (Aurora Giovinazzo) ha 8 anni quando, in una mattinata trascorsa in compagnia del padre a raccogliere funghi, si trova ad assistere alla sua morte improvvisa. Il colpevole, il cui volto lei vede attraverso il finestrino della sua utilitaria, fugge via senza neppure soccorrerlo o chiedere aiuto. Passano dieci anni, la sua vita è cambiata. Essendo lei l’unica testimone dell’incidente, nessuno è riuscito a trovare il pirata della strada, ma Irene è decisa a scovarlo e fargliela pagare. Non ha altri obiettivi nella vita, se non quello di ricordarsi il suo volto che da allora la tormenta.

Quando inizia a lavorare in una fabbrica, abbandonando momentaneamente la scuola, la ragazza incontra Michele (Lorenzo Richelmy), il proprietario, nonché unico responsabile della morte del padre. Lei non lo riconosce, non sa chi sia. Lui invece non ha dubbi a riguardo, e dopo l’incontro con Irene il senso di colpa inizia a crescere a dismisura. I due però cominciano a frequentarsi e gradualmente a provare dei sentimenti l’uno per l’altra, in una relazione pericolosa che nasconde un terribile segreto.

Una narrazione che si ferma in superficie

Mangiasciutti predispone la narrazione con un incidente scatenante intrigante, ponendo sul piatto diegetico un thriller che sembra strutturarsi su buone premesse. Il regista decide di focalizzarsi sulla protagonista, Irene, con un approccio quasi totalizzante, conferendole un temperamento impulsivo/aggressivo su cui tenta di fare un lavoro di formazione. Giovinazzo a primo impatto sembra ricordare l’Amanda Clarke di Revenge: in questo caso il suo obiettivo è trovare l’assassino del padre, anche a costo di mettere a repentaglio la sua vita già molto incrinata. La ricerca ossessiva, che dovrebbe permeare tutto il tessuto narrativo di L’uomo sulla strada, dopo alcune sequenze diventa però quasi effimera e nel progredire del racconto si discioglie come ghiaccio al sole.

Il desiderio di vendetta inizia gradualmente a non scandire più le scene che si susseguono dopo il primo atto, cedendo il passo solo alla tematica amorosa rappresentata dalla relazione pericolosa e fragile di Irene e Michele che, nel tentativo di stabilizzarsi in fretta all’interno della pellicola, perde un po’ di mordente. Molti anche i momenti appena accennati e ai quali non si concede lo spazio di un approfondimento per raggiungere un climax ultimo pregno di patos. Lo script attraverso cui i personaggi devono costruirsi non sembra porre l’accento sulla loro tridimensionalità, ed è come se la mdp avesse paura ad andare oltre, fermandosi in superficie tramite un montaggio di primi piani che purtroppo però oltre a restituire le emozioni del momento – grazie alla bravura degli attori e al setting ridotto all’osso per risaltarne la presenza – non riesce a connettere davvero lo spettatore al vero cuore dei protagonisti.

Il punto di forza è la suspense

L’universo hitchcockiano si è sempre fondato sull’elemento della suspense come meccanismo principale per confezionare un prodotto attrattivo. Tale tecnica, che costituisce il punto cardine delle pellicole del cineasta – si ricordi La finestra sul cortile o Pyscho – è sempre stata indispensabile per avere una fruizione il cui effetto ansiogeno è predominante. Lo spettatore è indotto a partecipare attivamente nonostante non possa agire direttamente da buon voyeur quale sia, e questo induce ad avere uno sguardo sulla scena molto più trepidante. Il successo di un buon thriller sta nel saperlo usare con astuzia, e Mangiasciutti riesce ad inserirlo in modo funzionale in L’uomo sulla strada.

Sin dalla prima sequenza dell’omicidio si conosce il volto del pirata della strada, ma mai quello del padre, le cui fattezze rimangono ignote per poter veicolare l’attenzione esclusivamente sull’assassino, unica vera ossessione di Irene. Questo artificio narrativo il regista lo sfrutta per stabilire la rotta attraverso cui il racconto si dipanerà, che non è approfondire la fragilità psicologica della protagonista a causa del trauma, ma piuttosto il legame con il colpevole del reato. Quando la vita di Irene comincia a intrecciarsi inconsapevolmente con quella del “killer”, il loro rapporto agli occhi di chi lo osserva oltre la quarta parete diventa molto più inquietante.

Lo spettatore, a differenza della protagonista, sa cosa è realmente accaduto e soprattutto conosce l’identità della persona che le sta di fronte. In tal modo egli vive quell’ansia caratterizzante della suspense che lo induce a domandarsi cosa succederà quando la verità sarà portata alla conoscenza di Irene. È questa la principale ragione per cui l’attenzione rimane alta, nonostante la presenza di alcune scene statiche.

È chiaro dunque che L’uomo sulla strada sia stato più un test per Mangiasciutti, una preparazione del terreno per le prossime opere il cui risultato sarà di certo più completo e approfondito. I presupposti ci sono tutti affinché il regista possa creare storie di un livello alto, sia nella disposizione narrativa che contenutistica. Seppur nella pellicola si evinca la sofferenza nel dispiegare la storia, non si può negare che Mangiasciutti conosca l’arte della cinematografia. Semplicemente, con il tempo, saprà masticarla meglio.

 
 

Mercoledì: i 7 Easter Eggs più belli della Famiglia Addams

Mercoledì

L’universo degli Addams si è risvegliato con l’arrivo di Mercoledì, serie televisiva firmata da Tim Burton, approdata il 23 novembre sulla piattaforma Netflix. Obiettivo del regista era far rivivere uno dei personaggi più iconici e anticonformisti del piccolo schermo, quello dell’inquietante e gotica Mercoledì, adolescente sopra le righe e figlia di Morticia e Gomez Addams. Un outsider che porta in scena una outsider, questo il rapporto fra la Mercoledì e Tim Burton, e che “battezza” la sua protagonista.

Degli Addams, creati dalla fantasia di Charles Addams, sono state realizzate molte versioni in passato, ma è stato solo Barry Sonnenfeld con le sue pellicole del 1991 e del 1993 a conferire un taglio macabro e mortuario a Mercoledì, con l’impeccabile interpretazione di Christina Ricci, scatenandone il successo. Seppur Tim Burton abbia scelto di focalizzarsi sul coming of age di Mercoledì, la popolarità di questa stravagante famiglia non è mai scemata. Ecco perché nelle serie non potevano mancare degli Easter Eggs riconducibili agli adattamenti più famosi degli Addams, a partire proprio dalla sitcom degli anni Sessanta. Scopriamo insieme quali sono.

1Scooby Doo

Scooby Doo

Nel quarto episodio, Woe What a Night, Mercoledì ha una sorta di diverbio con lo sceriffo Donovan Galpin, il quale cerca di placare la sua inclinazione all’investigazione dicendole “Senti Velma, perché tu e la banda di Scooby non vi dedicate ai vostri compiti e lasciate le indagini ai professionisti?

Il riferimento è senza dubbio alla terza puntata della prima stagione di Speciale Scooby, che si chiamava Scooby Doo incontra la famiglia Addams, anche se il titolo originale è Wednesday is Missing, andata in onda 23 settembre del ’73. In quella puntata crossover, gli Addams lasciano il gruppo di investigatori insieme a Mercoledì e Pugsley, ma quando lei scompare, la compagnia di detective è obbligata a risolvere il caso della sua scomparsa prima del ritorno dei genitori.

Successivo

BABYLON: nuovo trailer con Brad Pitt e Margot Robbie

Più grande è il sogno, più alto è il prezzo. Guarda il nuovo trailer di BABYLON di Damien Chazelle con Brad PittMargot Robbie e Diego Calva. #BabylonIlFilm dal 19 gennaio 2023 al cinema. Dal Premio Oscar Damien Chazelle, regista di LA LA LAND e WHIPLASH, un racconto memorabile ambientato nella Los Angeles degli anni ’20.

BABYLON, una storia di ambizioni smisurate e di eccessi oltraggiosi, che ripercorre l’ascesa e la caduta di molteplici personaggi in un’epoca di sfrenata decadenza e depravazione nella sfavillante Hollywood. Con Brad PittMargot Robbie e Diego Calva, e un cast corale che comprende Jovan Adepo, Li Jun Li e Jean Smart. SCRITTO E DIRETTO DA  Damien Chazelle PRODOTTO DA Marc Platt, p.g.a., Matthew Plouffe, p.g.a., Olivia Hamilton, p.g.a. PRODUTTORI ESECUTIVI Michael Beugg, Tobey Maguire, Wyck Godfrey, Helen Estabrook, Adam Siegel.

CAST Brad PittMargot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo, Li Jun Li, P.J. Byrne, Lukas Haas, Olivia Hamilton, Tobey Maguire, Max Minghella, Rory Scovel, Katherine Waterston, Flea, Jeff Garlin, Eric Roberts, Ethan Suplee, Samara Weaving, Olivia Wilde

 
 

Il mistero dei templari – La serie dal 14 dicembre su Disney+

Il mistero dei templari - La serie

La nuova serie originale Disney+, Il mistero dei templari – La serie prodotta Disney Branded Television prodotta da ABC Signature per Disney+ proseguirà poi ogni mercoledì con un nuovo episodio a settimana.

Il mistero dei templari – La serie, quando esce e

Disney+, Il mistero dei templari – La serie in streaming debutterà il 14 dicembre sulla piattaforma streaming con i primi due episodi.

Il mistero dei templari – La serie, la trama e il cast

La vita di Jess Valenzuela (Lisette Olivera) viene stravolta quando un enigmatico sconosciuto le dà un indizio su un tesoro secolare che potrebbe essere collegato a suo padre, morto da tempo. Jess ha un talento per risolvere gli enigmi e la sua abilità viene messa alla prova quando lei e i suoi amici seguono una serie di indizi nascosti in manufatti e monumenti americani. Ma riuscirà Jess a superare in astuzia un trafficante di antichità del mercato nero in una corsa per trovare il più grande tesoro perduto della storia e scoprire la verità sul passato della sua famiglia?

Il mistero dei templari - La serie

Oltre a Lisette Olivera, la serie è interpretata da Zuri Reed (Flatbush Misdemeanors) nel ruolo di Tasha, l’amica di Jess che si unisce alla caccia al tesoro e che sarà costretta a riconsiderare il suo modo di pensare per aiutare la sua migliore amica; Antonio Cipriano (Jagged Little Pill a Broadway) nei panni di Oren, un simpatico ma egocentrico imbranato con una conoscenza enciclopedica delle teorie cospirative che cerca di riconquistare l’affetto di Tasha; Jordan Rodrigues (Lady Bird) nel ruolo di Ethan, il migliore amico d’infanzia di Jess di cui è innamorato sin dal giorno in cui si sono conosciuti; Jake Austin Walker (Rectify) nei panni di Liam, un musicista in difficoltà che piace a tutti, sempre con il dente avvelenato, che proviene da una lunga stirpe di cacciatori di tesori; Catherine Zeta-Jones (Chicago) nel ruolo di Billie, una miliardaria tosta, esperta di antichità sul mercato nero e cacciatrice di tesori che vive secondo il proprio codice; e Lyndon Smith (Parenthood) nei panni dell’agente dell’FBI Ross, un investigatore ostinato che si rende conto che una cospirazione più grande è in atto. Inoltre, Harvey Keitel (Pulp Fiction), che ha interpretato Peter Sadusky nel franchise cinematografico de Il mistero dei Templari, si unisce al cast della serie come guest star nello stesso ruolo.   Jerry Bruckheimer, Cormac e Marianne Wibberley, Jonathan Littman e KristieAnne Reed sono gli executive producer della serie insieme a Rick Muirragui, che è anche sceneggiatore. Anche Jon Turteltaub è executive producer. Mira Nair è regista ed executive producer.

Il trailer ufficiale

 
 

Jonathan Majors: 10 cose che non sai sull’attore

Jonathan-Majors-film

L’attore Jonathan Majors è impegnato tra cinema e televisione solo da pochi anni, ma è già diventato un nome estremamente popolare grazie alla sua partecipazione a progetti di alto profilo. Ora che è stato scelto come prossimo grande cattivo del Marvel Cinematic Universe, la sua popolarità è destinata a crescere negli anni e sempre più egli avrà modo di dar prova di tutto il suo talento.

Ecco 10 cose che non sai su Jonathan Majors.

Jonathan Majors: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in noti film. L’attore debutta sul grande schermo nel 2017 con il western Hostiles – Ostili, con protagonista Christian Bale. In seguito ha recitato in Cocaine – La vera storia di White Boy Rick (2018), con Matthew McConaughey, Out of Blue – Indagine pericolosa (2018), The Last Black Man in San Francisco (2019), Captive State (2019) e Da 5 Bloods – Come fratelli (2020), di Spike Lee. Ha poi recitato in The Harder They Fall (2021) e Devotion (2022). Nel 2022 lo si ritroverà come antagonista nei film Ant-Man and the Wasp: Quantumania (2023), con Paul Rudd, e Creed III (2023), diretto da Michael B. Jordan.

2. Ha preso parte ad alcune serie TV. Oltre a recitare per il cinema, Majors è apparso anche in alcune serie TV di particolare popolarità. Ha infatti recitato in When We Rise (2017) ed è poi stato tra i protagonisti della serie horror Lovecraft Country – La terra dei demoni (2020). Nel 2021 ha invece recitato nell’ultimo episodio della serie Marvel Loki, dedicata al celebre dio dell’inganno e con protagonista Tom Hiddleston.

3. È anche produttore. Majors non si sta interessando solo di recitazione, ma anche di produzione. Prossimamente, infatti, egli ricoprirà il ruolo di produttore esecutivo per i film The Man in My Basement e Magazine Dreams, nei quali comparirà naturalmente anche come attore. Majors sta dunque dimostrando di volersi occupare sempre di più di cinema a 360°, sostenendo attivamente i progetti che lo vedono coinvolto e nei quali crede di più.

Jonathan-Majors-Kang

Jonathan Majors è Kang nel Marvel Cinematic Universe

4. È entusiasta del ruolo. Come noto, Majors interpreterà Kang il Conquistatore nella Saga del Multiverso della Marvel. Dopo essere comparso in Loki, egli sarà presente anche in Ant-Man and the Wasp: Quantumania e in Avengers: The Kang Dynasty. L’attore si è detto entusiasta di poter dar vita a tale personaggio e in particolare di interpretare un cattivo tanto complesso e pericoloso. Sarà lui il grande protagonista delle prossime fasi dell’MCU e l’attore si sente particolarmente gratificato dal ruolo assegnatogli.

5. Si sta sottoponendo ad un duro allenamento. L’attore ha affermato che l’aspetto più difficile del dover interpretare Kang è il dover raggiungere una forma fisica impeccabile. Per rendere minaccioso il personaggio, Majors si sta infatti sottoponendo ad un durissimo allenamento fisico fatto di ore ed ore in palestra ed una rigida dieta a base di pollo, tacchino e riso. Stando a quanto svelato da alcune foto, l’attore sta però riuscendo nell’intento di metter su una massa muscolare incredibile, che renderà Kang ancor più pericoloso.

Jonathan Majors in Loki

6. Ha tenuto nascosto il suo coinvolgimento nella serie. Come noto a chi ha visto la serie Loki, l’attore compare nell’ultimo episodio nei panni di Colui Che Rimane, una delle varianti di Kang il Conquistatore. Benché ci fossero molte teorie sul coinvolgimento del personaggio nella serie, Majors è riuscito a mantenere il segreto sulla propria partecipazione fino all’ultimo. L’attore ha infatti affermato di non parlare molto con le persone e di tenere sempre un profilo basso nel proprio quotidiano. Ciò gli ha permesso di preservare il segreto e l’effetto sorpresa.

Jonathan Majors in Creed 3

7. Sarà l’avversario del protagonista. Nel nuovo capitolo della serie di film spin-off della saga di Rocky, dove Michael B. Jordan interpreta Adonis Creed, figlio di Apollo, Majors interpreta Anderson Dame, ex amico di Adonis in cerca di riscatto. Parlando del personaggio, l’attore ha anticipato che sarà un’antagonista molto umano e che sarà difficile per gli spettatori odiarlo proprio per via del suo difficile vissuto e il suo desiderio di riscatto. Majors ha poi affermato di essersi affezionato molto al personaggio e di considerarlo tra i suoi preferiti di sempre.

Jonathan-Majors-Creed-3

Jonathan Majors non è su Instagram

8. Non possiede un account. Cercando l’attore su Instagram si potrà notare come egli non possieda alcun account. Majors ha infatti confermato di non avere profili ufficiali sul noto social network, preferendo per ora non condividere le proprie attività su di esso. Come noto, l’attore ci tiene ad essere quanto più riservato possibile e non sembra intenzionato a gestire anche le responsabilità di un account su Instagram. Tuttavia è possibile seguire alcune fan page molto attive nel condividere novità legate unicamente alla sua vita professionale.

Jonathan Majors: chi è la sua fidanzata

8. È molto riservato. Come anticipato, Major è molto riservato circa la sua vita al di fuori del set e non è solito condividere particolari a riguardo. Non è dunque noto se attualmente egli sia più o meno impegnato in una relazione. L’attore ha però rivelato di aver una figlia di 9 anni, ma non ha svelato chi sia la madre della bambina né se abbia ancora una frequentazione sentimentale con tale donna. Majors si è però detto molto attento alla formazione della figlia, seguendola passo passo affinché possa crescere come una persona responsabile e attenta alle dinamiche del mondo.

Jonathan Majors: età, altezza e fisico dell’attore

10. Jonathan Majors è nato a Lompoc, California, Stati Uniti, il 7 settembre del 1989. L’attore è alto complessivamente 1,83 metri. L’attore è inoltre noto per il suo fisico particolarmente possente, atletico e muscoloso, sfoggiato nel corso di alcuni servizi fotografici e per la preparazione ai film Creed III e Ant-Man and the Wasp: Quantumani.

Fonte: IMDb, People

 
 

Bussano alla porta: il poster del nuovo film di M. Night Shyamalan

bussano alla porta

È stato diffuso il primo poster di Bussano alla Porta  (Knock At The Cabin), il nuovo film di M. Night Shyamalan che arriverà nelle sale italiane il prossimo 2 febbraio 2023, distribuito da Universal. Eccolo:

Mentre sono in vacanza in una baita isolata, una bambina e i suoi genitori vengono presi in ostaggio da quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia di compiere una scelta impensabile per evitare l’apocalisse. Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in cosa credere prima che tutto sia perduto.

Prodotto dal visionario regista M. Night Shyamalan, Bussano alla Portaè interpretato da Dave Bautista (Dune, Guardiani della Galassia), dal candidato al Tony Award e all’Emmy Jonathan Groff (Hamilton, Mindhunter), da Ben Aldridge (Pennyworth, Fleabag), dalla candidata al BAFTA Nikki Amuka-Bird (Persuasione, Old), dall’attrice esordiente Kristen Cui, da Abby Quinn (Piccole donne, Landline) e da Rupert Grint (Servant, la saga di Harry Potter).

Universal Pictures presenta una produzione Blinding Edge Pictures, in associazione con FilmNation Features e Wishmore Entertainment, Bussano alla Porta  (Knock At The Cabin) un film di M. Night Shyamalan. La sceneggiatura è di M. Night Shyamalan e Steve Desmond & Michael Sherman, basata sul bestseller nazionale “The Cabin at the End of the World” di Paul Tremblay. Il film è diretto da M. Night Shyamalan e prodotto da M. Night Shyamalan, Marc Bienstock (Split, Glass) e Ashwin Rajan (Servant, Glass). I produttori esecutivi sono Steven Schneider, Christos V. Konstantakopoulos e Ashley Fox.

 
 

Corto Maltese: Frank Miller al lavoro sulla serie che adatterà il personaggio di Hugo Pratt

Deadline riporta che Studiocanal produrrà un adattamento live-action della serie di Hugo Pratt Corto Maltese, con Frank Miller che firmerà il progetto in veste di creatore, sceneggiatore e produttore esecutivo. In collaborazione con Canal+, Studiocanal svilupperà sei episodi della durata di un’ora.

L’EP della serie è Jemma Rodgers (The Railway Children Return), insieme a Silenn Thomas, l’ultimo dei quali è CEO di Frank Miller Ink. La supervisione degli effetti visivi è Phil Tippett, il cui lavoro include i franchise di Star Wars e Jurassic Park e Willow. Studiocanal EVP Global Production Ron Halpern e Executive Managing Director TV Francoise Guyonnet supervisioneranno per lo studio.

Hugo Pratt ha lanciato la serie nel 1967. Maltese è un audace capitano di mare le cui avventure si sono svolte nella prima parte del 20° secolo. Il racconto d’avventura riccamente disegnato fondeva fantasia e realtà mentre Maltese entrava in contatto con alcuni dei personaggi più influenti della letteratura – Jack London, Ernest Hemingway, Butch Cassidy – mentre attraversava mari e oceani.

Frank Miller, che ha co-diretto con Robert Rodriguez i primi due film di Sin City, e i cui fumetti e graphic novel includono 300, The Dark Knight Returns Batman: Year One e Daredevil: Born Again, quest’anno ha lanciato un nuovo banner editoriale, Frank Miller Presents.

“Ho scoperto Corto Maltese per la prima volta leggendo i libri al Forbidden Planet di New York da giovane”, ha detto Miller. “Poi durante i miei viaggi, ho studiato e scoperto un’edizione in un’edicola a Roma. L’opera d’arte era così espressiva e così audace che è saltata fuori dalla carta da giornale. Mi ha spazzato via. Era pieno di magia e avventura romantica. Maltese è un mascalzone che potrebbe parlare con gli dei. Per me ha mostrato il potere del fumetto in cui il linguaggio non è una grande barriera. Da allora sono un fan di Corto Maltese. Questo è il viaggio dell’eroe nella sua forma più classica, e non potrei essere più onorato di contribuire a portare in questa serie il romanticismo, l’eroismo e il misticismo di fondo della creazione di Pratt”.

Patrizia Zanotti, stretta collaboratrice di Pratt, ha affermato che c’era un alto livello di rispetto per Miller e le sue opere da parte del creatore di Corto Maltese, scomparso nel 1996. “Hugo Pratt ha apprezzato il lavoro di Frank Miller fin dall’inizio, tanto che lo ha pubblicato sulla rivista Corto Maltese nel 1988. Pratt come Miller sono studenti del fumetto classico americano come Milton Caniff con il loro uso di ombre, inchiostri drammatici e pennellate audaci. Chi meglio di Frank Miller per reinterpretare il mondo di Hugo Pratt dopo tutti i personaggi e i mondi che il leggendario creatore ci ha portato? Pratt sarebbe entusiasta di vedere rivivere il suo personaggio Corto Maltese attraverso un autore che ha la straordinaria capacità di portare avanti miti senza tempo presentando personaggi iconici alle nuove generazioni. Pratt ha detto attraverso uno dei suoi personaggi che “nulla è scritto che non possa essere riscritto”.

 
 

Eo, trailer italiano del film di Jerzy Skolimowski

Arthouse, label di I Wonder Pictures dedicato al cinema più autoriale e innovativo, porta in sala dal 22 dicembre il film Vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes, Eo del regista polacco Jerzy Skolimowski, già vincitore a Cannes del Premio alla Miglior Sceneggiatura con Moonlighting, e a Venezia del Gran Premio della Giuria con Essential Killing.

Presentato Fuori Concorso alla 40esima edizione del Torino Film Festival, Eorilegge un classico di Bresson, Au hasard Balthazar, e mettendosi nella testa di un asino – animale intelligente e sensibile, costretto allo spettacolo dell’umana violenza e dell’umana insensatezza – ne visualizza i pensieri, i ricordi, i desideri. Attraverso gli occhi e le vicissitudini di Eo, Skolimowski mette in scena un inedito ritratto delle relazioni sociali e dei cambiamenti culturali in atto nel mondo moderno.

Eo, la trama

Vincitore del Premio della Giuria a Cannes, e selezionato per rappresentare la Polonia agli Oscar, è la storia di un asino di nome EO, che liberato da un circo polacco inizia un viaggio attraverso l’Europa fino a giungere in Italia, incontrando e conoscendo le gioie e i dolori dell’umanità più varia. Una versione poetica, tenera, dolceamara e profondamente umanista di un “road movie”, un ritratto delle relazioni sociali e dei cambiamenti culturali in atto nel mondo moderno, che ci aiuta a estendere i confini della nostra empatia. L’ottantacinquenne Jerzy Skolimowski, in una rilettura di un classico di Bresson, ci porta dentro la testa dell’asino, animale intelligente, caparbio e sensibile, costretto allo spettacolo dell’umana insensatezza, e ne visualizza i pensieri, gli amori, i ricordi, i desideri.

Eo, il poster

 
 

The Fabelmans, il poster e nuove immagini dal film di Steven Spielberg

THE FABELMANS Steven Spielberg
Gabriel LaBelle as Sammy Fabelman in The Fabelmans, co-written, produced and directed by Steven Spielberg.

Leone Film Group e Rai Cinema presentano il poster italiano e le nuove immagini di The Fabelmans di Steven Spielberg che, dopo il debutto nelle sale americane, si conferma uno dei film più attesi della stagione cinematografica.

The Fabelmans è il nuovo film del regista quattro volte Premio Oscar Steven Spielberg – un’ icona nella storia del cinema – e la sua opera più intima e personale in cui per la prima volta mette in scena la sua vita, la sua famiglia, i suoi sogni, in un racconto di formazione appassionante e universale.

The Fabelmans – le foto e il poster

Il film, che ha già vinto il Premio del Pubblico al Festival di Toronto, è interpretato dalla quattro volte candidata all’Oscar® Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle e dal candidato all’Oscar® Judd Hirsch, con le musiche del premio Oscar® John Williams, la fotografia del premio Oscar® Janusz Kaminski e il montaggio dei premi Oscar® Michael Kahn e Sarah Broshar.

The Fabelmans, recensione del film di Steven Spielberg

Prodotto da Amblin Entertainment, The Fabelmans è un’esclusiva per l’Italia Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema e sarà al cinema dal 22 dicembre con 01 Distribution.

 
 

DCU: tutti i film a cui James Gunn ha accennato finora

James Gunn

Da quando ha assunto il ruolo di capo dei DC Studios, James Gunn ha accennato sui social a progetti di diversi eroi che potrebbero apparire nel futuro del DCU. Negli ultimi anni la popolarità dei film prodotti dai DC Studios è stata in calo, tanto che il contorto e disordinato DCEU è stato ribattezzato DCU, probabilmente influenzato dal MCU dei Marvels Studios, con il regista di Suicide Squad James Gunn al timone. La nuova direzione dello studio mira a costruire una storia coerente per il franchise e a farlo progredire ottimamente, introducendo nuovi personaggi e consolidando quelli già affermati dell’ormai defunto DCEU, tra cui Superman e Batman.

James Gunn, insieme al co-CEO Peter Safran, ha assunto questo nuovo incarico il 1° novembre 2022, ripromettendosi di portare lo studio in una nuova direzione e di iniziare a far crescere la domanda di progetti DC. Da allora, Gunn è stato molto attivo sui social media postando immagini di alcuni personaggi DC Comics meno noti, sollevando domande su chi potrebbe potenzialmente arrivare sul grande schermo nelle future proprietà del DCU.

1Jonah Hex

Jonah Hex ha avuto una carriera nel live-action superiore a quella di chiunque altro (eccetto Superman) a cui James Gunn si è riferito su Twitter. Da quando Josh Brolin lo ha interpretato nel film del 2010, Jonah Hex, è apparso come personaggio in DC’s Legends of Tomorrow e ha avuto una lunga carriera nei progetti di animazione DC. Il 16 novembre 2022, James Gunn ha postato un’immagine di Hex per celebrare il 50° anniversario del personaggio nei fumetti DC; oltre a celebrarne l’icona, pensiamo che Gunn abbia suggerito che un altro adattamento di Hex potrebbe essere in programma nel prossimo futuro.

Jonah Hex è un personaggio incredibilmente ricco di materiale da cui attingere e, se adattato nel nuovo DCU, il cinico cacciatore di taglie potrebbe rifondare il nuovo franchise con alcuni progetti più grintosi. È noto che James Gunn sia un grande fan dei film western, quindi è probabile che questo burbero cowboy possa arrivare presto sul grande schermo. In definitiva, il fatto che James Gunn sia stato incredibilmente attivo sui social media non può che essere una buona notizia per i DC Studios: sta cercando di far parlare di sé e di suscitare entusiasmo per le nuove storie del DCU.

Successivo