Eredi della Shoah
è il suggestivo documentario Sky Original in due
episodi realizzato da Apnea Film, ideato e scritto da Roly
Kornblit e Gianfranco Scancarello e diretto da Francesco Fei, in
esclusiva su Sky Documentaries in occasione del Giorno
della Memoria, il 27 gennaio alle 21.15, in streaming solo
su NOW e disponibile anche on demand.
Un viaggio da Tel Aviv in
Italia per indagare perché dopo 80 anni la Shoah è ancora attuale e
come condiziona il nostro presente. Uno sguardo nuovo e
contemporaneo per raccontare il presente e cosa significa crescere
nella ‘memoria’, invitandoci a riflettere sulla nostra
società. Sei storie, sei protagonisti.
A guidare la narrazione
Roly Kornblit, che con la sua storia personale e
familiare parte da Tel Aviv, città in cui è nato e cresciuto, alla
ricerca di sei “nipoti della Shoah” che vivono in Italia, suo paese
di adozione. Eredi di un passato che li accomuna.
Un racconto intimo e toccante che
tenta di offrire una nuova chiave di lettura sull’eredità della
Shoah, con l’obiettivo di raccontare perché questa eredità
appartiene a tutti noi e come e quanto l’Olocausto si sia
sedimentato nelle vite private e pubbliche dei nipoti dei
sopravvissuti, condizionando le loro scelte personali e di
partecipazione alla vita sociale e civile.
Una testimonianza ancora
necessaria, affidata ai racconti di Federica Astrologo, nipote di
Alberto Sed, che all’età di 70 anni ha fatto della testimonianza
stessa lo scopo della propria vita, tanto da aver ricevuto, nel
2015, un’onorificenza dal Presidente della Repubblica Italiana
Sergio Mattarella; Elio Limentani, che ad 11 anni è stato scelto
dalla nonna, Errina Fornaro Di Veroli, per tramandare i ricordi e
l’esperienza del campo di Auschwitz; Shulim Vogelmannn, titolare
della casa editrice Giuntina e nipote di Schulim Vogelmann, unico
italiano presente nella famosa lista di Schindler; Sarah Rugiadi,
nipote di Frida Misul, cantante lirica livornese sopravvissuta alla
Shoah grazie alla propria voce da soprano; Simone Santoro, ex
presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia e nipote di Giuliana
Fiorentino Tedeschi, scrittrice e testimone attiva; Lia
Tagliacozzo, giornalista e scrittrice romana le cui due famiglie,
paterna e materna, sono state profondamente segnate dalla Shoah. Al
termine del suo viaggio, carico di racconti ed emozioni, Roly
proverà a rispondere alla domanda che lo ha accompagnato lungo
tutto il percorso “Cos’è la memoria?” mentre al pianoforte
un’esibizione di Ivri Lider, noto cantautore
israeliano, compositore delle musiche del documentario e anche lui
erede della Shoah.
Sono ufficialmente aperte le
prevendite dei biglietti per il nuovo film Marvel StudiosAnt-Man and The Wasp: Quantumania.
L’epica avventura, che trasporta il pubblico nel vasto subatomico
Regno Quantico, arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane,
distribuito da The Walt Disney Company Italia. Per prenotare i
biglietti è possibile accedere al sito
https://www.antmanandthewaspquantumania.it/, in continuo
aggiornamento.
I Super Eroi Scott Lang
(Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile.
Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il
via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe,
arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane, distribuito da The
Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta
l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il
Conquistatore.
La legge di Lidia
Poët, la serie in 6 episodi, prodotta da Matteo
Rovere, una produzione Groenlandia, e creata da
Guido Iuculano e Davide Orsini, debutterà il 15
febbraio 2023 su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio
è attivo. Matilda De Angelis è Lidia Poët, la prima donna in Italia
ad entrare nell’Ordine degli Avvocati.
Nel cast, Matilda De Angelis nel ruolo della
protagonista, ed Eduardo Scarpetta in quello del giornalista
Jacopo Barberis. Pier Luigi Pasino è Enrico Poët,
fratello di Lidia, mentre Sara Lazzaro e
Sinéad Thornhill sono rispettivamente Teresa
Barberis, moglie di Enrico, e Marianna Poët, la
loro figlia. Dario Aita è Andrea Caracciolo. La
serie è diretta da Matteo Rovere e Letizia Lamartire e scritta da
Guido Iuculano, Davide Orsini, Elisa Dondi, Daniela Gambaro e Paolo
Piccirillo.
La trama di La
legge di Lidia Poët
Torino, fine 1800. Una
sentenza della Corte d’Appello di Torino dichiara illegittima
l’iscrizione di Lidia Poët all’albo degli avvocati, impedendole
così di esercitare la professione solo perché donna. Senza un
quattrino ma piena di orgoglio, Lidia trova un lavoro presso lo
studio legale del fratello Enrico, mentre prepara il ricorso per
ribaltare le conclusioni della Corte.
Attraverso uno sguardo
che va oltre il suo tempo, Lidia assiste gli indagati ricercando la
verità dietro le apparenze e i pregiudizi. Jacopo, un misterioso
giornalista e cognato di Lidia, le passa informazioni e la guida
nei mondi nascosti di una Torino magniloquente. La serie rilegge in
chiave light procedural la storia vera di Lidia Poët, la prima
avvocata d’Italia.
Ad oggi principalmente nota per la
sua attività musicale, Halle Bailey è ora pronta a
diventare anche una stella del cinema grazie al film live action
della Disney La
sirenetta. Sarà per lei l’occasione di affermarsi
ulteriormente dando prova del suo multiforme talento. C’è dunque da
aspettarsi che da qui in avanti si sentirà sempre più parlare di
lei.
Ecco 10 cose che non sai su
Halle Bailey.
Halle Bailey: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in una nota
serie TV. Nel 2007 la Bailey compie il suo debutto
televisivo recitando in due episodi della serie House of
Payne e successivamente è apparsa in Austin & Ally
(2013). Il grande successo lo ottiene però grazie alla serie
Grown-ish, dove interpreta Sky Forster per una cinquantina
di episodi tra il 2018 e il 2022, condividendo la scena insieme a
sua sorella maggiore, l’attrice Chloe Bailey.
2. Ha preso parte a film e
video musicali. Oltre alla televisione, l’attrice vanta
già anche qualche partecipazione in film e video musicali. Questi
sono L’ultima vacanza (2006), in cui recita quando ha
appena 6 anni, Let it Shine (2012) e Beyoncé:
Lemonade (2016). Quest’ultimo, composto da undici capitoli, è
stato realizzato come accompagnamento per l’album Lemonade
di Beyoncé. Nel 2023 la Bailey avrà invece il suo primo ruolo da
protagonista, quello di Ariel nel film La sirenetta, dove reciterà accanto a
Melissa
McCarthy, Javier Bardem e
SimoneAshley.
3. Ha altri progetti in
arrivo. Nel dicembre del 2023 potrebbe arrivare anche un
altro film per il cinema nel cui cast figura la Bailey. Si tratta
di Il colore viola, nuovo adattamento dell’omonimo
romanzo di Alice Walker del 1982. Da
questo era già stato tratto un film nel 1985 diretto da Steven
Spielberg e interpretato da Whoopy
Goldberg. In questa nuova trasposizione, la Bailey
avrà il ruolo di una giovane Nettie Harris, sorella minore di
Celie, la protagonista del racconto. La Bailey reciterà poi nei
panni di Annabelle Bascom nel drammatico The Line.
Halle Bailey è Ariel in La
sirenetta
4. Ha ottenuto il ruolo a
fronte di una forte competizione. Al momento di dover
scegliere l’attrice che avrebbe interpretato Ariel in La
sirenetta, c’erano diverse interpreti prese in considerazione
per il ruolo, come Zendaya e Maya Hawke.
Anche Lindsay Lohan aveva espresso
interesse ad interpretare la sirenetta, ma non è certo se sia stata
effettivamente presa in considerazione o meno. Alla fine è stata
però la Bailey ad ottenere il ruolo. La Hawke ha poi affermato di
considerare il non aver ottenuto tale ruolo come la più grande
delusione della sua carriera fino ad oggi.
5. È stato un ruolo molto
impegnativo. Interpretare Ariel non è però stato affatto
semplice per l’attrice. La Bailey si è infatti trovata a dover
lavorare con fili e altri apparati tecnici in modo da potersi
librare e fluttuare sopraelevata dal suolo, imitando i movimenti
della sirena di Ariel in acqua. L’attrice è poi stata seguita da
insegnanti di recitazione al fine di poter perfezionare la propria
interpretazione, ma anche da alcune figure di supporto psicologico
che l’hanno aiutata a gestire anche le scene emotivamente più
forti.
6. Ha dovuto rispondere alle
critiche sul suo casting. Quando venne annunciato che la
Bailey sarebbe stata l’interprete di Ariel nel live action, in
molti reagirono in maniera decisamente positiva alla notizia.
Tuttavia, una fetta di pubblico criticò la scelta dell’attrice e il
fatto che, nel live action, il personaggio di Ariel non avrebbe
avuto gli iconici “capelli rossi”. L’attrice ha in seguito
affermato di non voler perdere tempo a considerare i commenti
negativi nei suoi confronti, preferendo piuttosto concentrarsi
sull’esperienza di interpretare Ariel al meglio possibile.
Halle Bailey canterà Part of
Your World nel film Disney
7. Canterà una celebre
canzone nel film. Prima di essere un’attrice, la Bailey è
nota per la sua attività nel mondo della musica, avendo infatti ad
oggi pubblicato due album come cantante. Non sorprende dunque che
tale suo talento troverà spazio anche in La sirenetta,
dove l’attrice sarà chiamata ad interpretare alcune canzoni tra cui
l’iconica Part of Your World. Proprio
cantando tale brano ai provini la Bailey si è aggiudicata il ruolo,
avendo commosso tutti i presenti. La Bailey ha poi raccontato che
girare la sequenza dove si esegue il brano è stata l’esperienza più
bella della sua vita.
Halle Bailey non è in Avatar
2
8. Non ha recitato nel film
campione d’incassi. Negli ultimi mesi il nome della Bailey
è stato spesso accostato al film Avatar: La viadell’acqua, portando in molti a pensare che dietro uno
dei personaggi presenti nel film ci fosse proprio l’attrice. In
realtà, la Bailey non ha recitato nel film, ma semplicemente viene
associata ad esso poiché in occasione di Halloween ha deciso di
travestirsi da Na’vi e pubblicando le foto a riguardo sul proprio
profilo Instagram. Il suo è stato un costume particolarmente
apprezzato, tanto da averle fatto guadagnare l’invito alla premiere
ufficiale del film.
Halle Bailey è su Instagram
9. È presente sul social
network. L’attrice è presente sul social network
Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 3,9
milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre
200 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di
tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e
altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue novità.
Halle Bailey: età e altezza
dell’attrice
10. Halle Bailey è nata il
27 marzo del 2000 ad Atlanta, in Georgia, Stati Uniti.
L’attrice è alta complessivamente 1,57 metri.
Le prime immagini di Missing il
nuovo thriller di Sony Pictures scritto e diretto da Will
Merrick e Nick Johnson, tratto da una
storia di Sev Ohanian e Aneesh
Chaganty (autori
di Searching). Oltre a Storm
Reid (Euphoria,
The Last of Us) e Nia Long, il
film è interpretato anche da Joaquim de Almeida,
Ken Leung, Amy Landecker e
Daniel
Henney. Missing sarà
dal 9 marzo solo al cinema prodotto da Sony Pictures e distribuito
da Warner Bros. Entertainment Italia.
Missing, la trama
Missing
è un avvincente e misterioso thriller ricco di colpi di scena che
fa riflettere su quanto bene conosciamo le persone a noi più
vicine. Durante una vacanza in Colombia una donna (Nia Long)
scompare insieme al suo nuovo fidanzato. Sua figlia, June
(Storm Reid), inizia a cercarla ma viene
ostacolata dalla burocrazia internazionale. Bloccata a migliaia di
chilometri di distanza a Los Angeles, June utilizza in modo
creativo tutte le ultime tecnologie a sua disposizione per cercare
di ritrovarla prima che sia troppo tardi. Quando June scaverà a
fondo con la sua investigazione digitale solleverà più domande che
risposte e segreti su sua madre che le faranno scoprire di non
averla mai conosciuta veramente.
Sebbene Glass Onion – Knives Out sia
appena arrivato su Netflix il mese scorso, il regista
Rian Johnson ha già alcune idee su come potrebbe
essere un terzo film.Parlando recentemente
con Empire
Magazine, Johnson ha detto che il prossimo film
che intende realizzare sarà il terzo capitolo della
serie Knives
Out e che ha alcune idee in preparazione
per quella che potrebbe essere la prossima avventura di Benoit
Blanc.
“Sto girando il prossimo
[film di Benoit Blanc]“, ha detto Johnson. “Perché è
la cosa più eccitante in questo momento per me. Mi è servito
molto bene. Mi sento come ogni film che sto girando, ho
bisogno di farlo perché non riesco a immaginare di fare
nient’altro. Passerò al prossimo Benoit Blanc perché non
riesco a pensare a un’altra storia… ho una grande nuvola di idee,
ma non è ancora tutto a fuoco. È eccitante, però, ed è molto,
molto diverso da questo. Questo è ciò di cui sono
entusiasta”
Glass
Onion – Knives Out è stato ancora una volta
scritto e diretto da Rian Johnson, che ha prodotto il film insieme
a Ram Bergman tramite il loro banner T-Street Productions. Il
sequel segue il detective Benoit Blanc di
Daniel Craig mentre si reca in Grecia per svelare gli
strati di un mistero che coinvolge un nuovo cast di pittoreschi
sospetti.
Nel sequel di CENA
CON DELITTO – KNIVES OUT (Rian Johnson), il
detective Benoît Blanc va in Grecia per risolvere un mistero con un
nuovo cast di stravaganti sospetti. Benoit Blanc torna a risolvere
un mistero nel nuovo giallo di Rian Johnson. Questa nuova avventura
vede l’intrepido detective in una lussuosa proprietà su un’isola
greca, ma come e perché ci sia arrivato è solo il primo dei tanti
misteri da scoprire. Blanc incontra presto un gruppo poco omogeneo
di amici giunti su invito del miliardario Miles Bron per la loro
riunione annuale. Tra gli ospiti ci sono l’ex socio di Miles Andi
Brand, la governatrice del Connecticut Claire Debella, l’innovativo
scienziato Lionel Toussaint, la stilista ed ex modella Birdie Jay
con la coscienziosa assistente Peg, l’influencer Duke Cody e la
fedele fidanzata Whiskey. Come in tutti i gialli che si rispettino,
ogni personaggio ha i propri segreti, bugie e motivazioni. Quando
ci scappa il morto, sono tutti sospettati.
Ha fatto il suo debutto nella notte
negli USA il secondo episodio dell’acclamata serie HBO
The Last of
Us. Ebbene in attesa del debutto in Italia questa sera
su SKY ATLANTIC, vi sveliamo tutte le foto ufficiali di
The Last of Us episodio 2.
Insieme a Gabriel Luna nella serie The Last of
Us ci sono Pedro Pascal e Bella Ramsey nei panni di Joel ed Ellie,
Nico Parker (Dumbo) nei panni della
figlia di Joel, Sarah, Anna Torv (Mindhunter) nei panni di
Tess, e Merle Dandridge (The Flight
Attendant) mentre riprende il ruolo del video. giochi nei
panni di Marlene, la leader di un gruppo di resistenza noto come le
lucciole. Nel cast anche Jeffrey Pierce
(Bosch) nei panni di Perry, Murray
Bartlett (The White Lotus) nei panni di Frank, Con
O’Neill (Chernobyl) nei panni di
Bill e Storm Reid (Euphoria) nei
panni di Riley.
Già apprezzatissima dalla critica
internazionale e italiana, la serie racconta una storia che si
svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel,
un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una
ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta
sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma
presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si
troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a
dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere. La serie è scritta da
Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco
The Last Of Us) che ne sono anche i produttori esecutivi.
The Last of
Us è una co-produzione Sony Pictures Television
con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e
Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è
prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e
Naughty Dog.
È stato annunciato il programma
integrale del Festival di Berlino 2023, che si svolgerà nella
capitale tedesca dal 16 al 26 febbraio. Il direttore artistico
della Berlinale Carlo Chatrian e la direttrice
esecutiva Mariëtte Rissenbeck hanno svelato la
selezione principale del Concorso e degli Incontri per la 73a
edizione del festival continentale.
Secondo un recente rapporto
esclusivo di Empire
Magazine, Mick Scoresby di Brendan
Cowell apparirà di nuovo in Avatar
3, così come Payakan, la
creatura Tulkun che ha un ruolo importante in Avatar: La
Via Dell’Acqua.In Avatar: La
Via Dell’Acqua, uno dei punti principali
della trama del film arriva quando uno dei figli di Jake Sully,
Lo’ak, fa amicizia con Payakan the Tulkun – le creature
che sembrano simili alle balene – e si lega alla
creatura. Payakan ha un ruolo così importante nel film che ha
persino una sorta di nemesi: Mick Scoresby, un cacciatore
che guadagna vendendo il fluido cerebrale dei Tulkun e li uccide
per accedervi.
Alla fine di Avatar: La
Via Dell’Acqua, Payakan e Scoresby hanno
una resa dei conti, con Payakan che apparentemente uccide
Scoresby strappandogli il braccio e lasciandolo
trascinato alla deriva. Nonostante il finale apparentemente letale
per Scoresby, il produttore Jon Landau ha
affermato che non solo la relazione tra Payakan e Lo’ak sarà
esplorata ulteriormente in Avatar
3, ma che anche Scoresby tornerà.“Vediamo Payakan come un personaggio, non solo come una
creatura“, ha detto Landau. “Continueremo a esplorare
la sua relazione con Lo’ak.“
Sebbene
Landau non abbia spiegato quale sarà il ruolo di Scoresby
nel terzo film, ha confermato che il personaggio sarebbe
tornato. Dato che ha perso un braccio per mano di Payakan, è
possibile che cerchi la sua vendetta sia contro Payakan che contro
il popolo Na’vi nel suo insieme.
Attualmente sono previsti altri tre
film del franchise, con Avatar
3 programmato provvisoriamente per il 20
dicembre 2024, Avatar
4 fissato per il 18 dicembre 2026 e Avatar
5 il 22 dicembre 2028.
Con Avatar: La
Via Dell’Acqua, l’esperienza cinematografica raggiunge
nuove vette: Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di
Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione. Ambientato
più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via Dell’Acqua inizia a
raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro
figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad
arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che
combattono per rimanere in vita e delle tragedie che
affrontano.
Diretto da
James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la
produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da
Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Sigourney
Weaver, Stephen Lang e
Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James
Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di
James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh
Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i
produttori esecutivi.
Tom Hanks è stato per l’industria del cinema
americana contemporanea quello che Spencer Tracy
rappresentava per la Hollywood della cosiddetta epoca classica.
Ovvero il volto liberal dello showbusiness, capace di impersonare
al massimo livello i migliori valori democratici e progressisti. La
differenza invece sta nel fatto che il tessuto sociale e civile
dell’America di Hanks in particolar modo negli ultimi anni ha
svelato macchie, zone oscure, discrepanze e contraddizioni che
l’attore ha scelto di non ignorare.
Se prima tale discorso
sociale e civile sulla nostra contemporaneità veniva portato avanti
anche attraverso produzioni mainstream quali ad esempio Forrest Gump, Salvate il soldato Ryan, Cast Away e altri titoli che potremmo citare,
da qualche anno a questa parte Hanks sembra aver scelto di
continuare a sviluppare determinate tematiche adoperando un tipo di
cinema più “piccolo” e intimo. Un esempio calzante è stato il
recente Finch realizzato per Apple
TV+, mentre adesso arriva l’ispirato e commovente
Non così vicino (A
Man Called Otto), remake aggiornato del film svedese
A Man Called Ove (a sua volta ispirato dal romanzo
omonimo del 2012 scritto da Fredrik Backman).
Non così vicino, la
trama
Dopo essere rimasto
vedovo, costretto a un pensionamento anticipato e defraudato del
proprio ruolo di supervisore del complesso edilizio in cui vive, al
costantemente accigliato Otto Anderson (Tom
Hanks) non rimane molto per cui vivere. La decisione
di farla finita in un modo o nell’altro è quindi una conseguenza
logica della propria condizione di vita. Ma i vari tentativi di
suicidio non vanno a buon fine, soprattutto perché nella vita
dell’uomo entra di prepotenza la nuova vicina di casa Marisol
(Mariana Treviño) con la sua famiglia chiassosa e
tutta al sua vitalità latina. E così a Otto non resta che
continuare a vivere, non fosse altro che per evitare che i nuovi
arrivati radano al suolo la piccola oasi tranquilla in cui ha
vissuto per decenni…
Anche se negli ultimi
anni la carriera del regista Marc Forster ha
incontrato alcuni incidenti di percorso, soprattutto a livello
artistico, in passato il cineasta di origine tedesca ha dimostrato
di saper raccontare con attenzione e partecipazione i personaggi
dei suoi film, adoperando con pienezza toni gentili e introspezione
psicologica. Finding Neverland e Stranger
Than Fiction ne sono gli esempi maggiormente calzanti.
Grazie a Non così vicino torna a questo tipo
di cinema pacato, sensibile, che lavora su situazioni e atmosfere
per costruire un universo filmico in cui i personaggi sanno
esprimere tutta la loro potenza espressiva.
Un equilibrio tra commedia
e dramma
Rispetto all’originale la
propensione verso la commedia di situazione viene alleviata in
favore di un equilibrio più efficace di commedia e dramma. In
particolar modo l’utilizzo dei numerosi flashback che raccontano la
lunga e tenerissima storia d’amore tra Otto e sua moglie Sonya –
ottimamente interpretati da Truman Hanks e
Rachel Keller – dotano il film di una sua
dimensione emotiva impossibile da ignorare. L’adattamento di
David Magee (già collaboratore di Forster ai tempi
di Finding Neverland) si rivela preciso nel
lavorare su tale equilibrio, fino ad arrivare a un finale tanto
prevedibile quanto commovente.
Il resto lo fanno
ovviamente gli attori, con Tom Hanks ovviamente a
capo di un cast esemplare. Il suo lavoro sulla fisicità e sul
linguaggio del corpo di Otto conferma che l’attore due volte premio
Oscar (e sono pochi…) non ha perso il tuo tocco magico, che
consiste nel tratteggiare i propri personaggi in maniera sempre
originale e allo stesso modo rimanere sempre e comunque Tom
Hanks, portatore di valori e un senso morale che
rispecchiano il meglio dell’essere americano.
L’omaggio a Walter Matthau
Nel caso di Non
così vicino l’attore rende poi omaggio piuttosto
esplicito a uno dei più grandi caratteristi della storia del
cinema, ovvero Walter Matthau. Soprattutto nella
prima parte del film, quando il personaggio viene sviluppato nella
sua dimensione più burbera e brontolona, è praticamente impossibile
non notare le somiglianze con lo stile di Matthau, e questo non fa
che aumentare l’ammirazione per Hanks. Ma la dramedy di Forster non
è soltanto il suo protagonista, tutt’altro: notevole prova la
regala anche una Mariana Treviño vitale,
energetica, a tratti inebriante nel suo ruolo. Molto simpatico
anche Cameron Britton, amato dal pubblico dello
streaming per il notevole ruolo di edmund Kemper nella serie di
culto Mindhunter (Netflix).
Non così
vicino è quel classico tipo di film che non riserva vere e
proprie sorprese ma sa condurre lo spettatore al risultato finale
in maniera coerente, sensibile e soprattutto emotivamente profonda.
Un risultato che bisogna abbracciare considerato quanto latiti nel
cinema americano contemporaneo.
La serie The Last of
Us della HBO ha visto
il suo primo episodio in onda lo scorso fine settimana, presentando
al mondo le controparti live-action di alcuni personaggi molto
iconici. Uno di questi attori, Gabriel Luna, ha parlato di come è entrato nel
suo personaggio.
In una recente intervista
con The
Hollywood Reporter, a Gabriel Luna – che interpreta Tommy nella
serie – è stato chiesto quanto si affidasse alla performance di
Jeffrey Pierce (che interpretava Tommy nel gioco) per la
sua interpretazione. Secondo Luna, ha effettivamente giocato al gioco e ha
cercato di guardare il personaggio come una persona reale da
studiare.
“Ho sentito che era importante
giocarci e avere un’idea reale di ciò che Jeffrey Pierce aveva
fatto con la voce di Tommy e la performance capture nei
giochi”, ha detto Luna. “Così, mentre ci giocavo e
familiarizzavo con Tommy, è diventato sempre più evidente che
eravamo nello stesso canale, dal punto di vista energetico, storico
e culturale. C’erano molte somiglianze lì. Dopo che Craig
e Neil hanno guardato il mio nastro, mi hanno detto di aver visto
l’anima di Tommy, e ho iniziato a capire cosa stavano dicendo
mentre mi presentavano Tommy. Detto questo, conoscendo il
luogo in cui è nato e cresciuto, mi è sembrato piuttosto naturale
interpretarlo”.
“La cosa interessante è che
parliamo di lui come se fosse una persona reale”, ha
continuato Luna. “Essendo stato creato 10 anni fa, ha una
storia con i fan e un posto nello spazio di gioco, dal punto di
vista del personaggio. Quindi ti avvicini in qualche modo a un
film biografico su una persona che esiste nella vita. Ho
cercato di assorbire ciò che ritenevo importante e ciò che i
giocatori sperano in una vera traduzione del gioco“.
Luna ha anche detto che, dal
momento che entrambi sono tecnicamente di Austin, in Texas, è stato
in grado di entrare ancora di più nel personaggio in quel modo.
“Certo, devi anche vivere il momento con tutti i vari
cambiamenti nella storia che abbiamo incorporato nella nostra
versione. Devi rispondere a quelli nel modo più naturale e
onesto possibile, quindi il personaggio sarà naturalmente diverso a
causa della nuova circostanza. Ma Tommy è di
Austin. Vengo da Austin. Il personaggio e io siamo stati
simpatici per tutto il tempo “, ha detto Luna.
Insieme a Gabriel Luna nella serie The Last of
Us ci sono Pedro Pascal e Bella Ramsey nei panni di Joel ed Ellie,
Nico Parker (Dumbo) nei panni della
figlia di Joel, Sarah, Anna Torv (Mindhunter) nei panni di
Tess, e Merle Dandridge (The Flight
Attendant) mentre riprende il ruolo del video. giochi nei
panni di Marlene, la leader di un gruppo di resistenza noto come le
lucciole. Nel cast anche Jeffrey Pierce
(Bosch) nei panni di Perry, Murray
Bartlett (The White Lotus) nei panni di Frank, Con
O’Neill (Chernobyl) nei panni di
Bill e Storm Reid (Euphoria) nei
panni di Riley.
Cosa pensiamo quando
guardiamo Claudia Cardinale? È la stessa Diva a
chiedercelo, nel trailer del cortometraggio che la vede
protagonista, di nuovo davanti alla macchina da presa a 84 anni, in
questo caso quella di Manuel Maria Perrone. Solo
l’ultima apparizione – per ora – di una carriera lunga oltre 70
anni che nei prossimi giorni (dal 3 al 21 febbraio) verrà celebrata
dal MoMA di New York con Claudia Cardinale, l’indomabile,
una retrospettiva organizzata insieme a Cinecittà di una ventina
dei suoi film più celebri. Tra i quali spiccano i 12 restauri in 4K
realizzati dai laboratori degli Studios romani, presentati dalla
Presidente Chiara Sbarigi, “orgogliosa” del lavoro fatto e convinta
che la presenza dell’attrice avrà un “valore eccezionale” per il
pubblico statunitense che parteciperà all’evento.
L’omaggio del MoMa
“Celebrare un’attrice
vivente è un omaggio straordinario che il MoMA ha dedicato a
pochissimi eletti – spiega Joshua Siegel, senior
curator del dipartimento cinema del Museum of Modern Art. –
Siamo entusiasti di ammirarla nei suoi lavori italiani e
internazionali, che daranno al nostro pubblico la possibilità di
ritrovarla o scoprirla per la prima volta, grazie alla
collaborazione con Cinecittà che, ogni anno, ci consente di
proporre il meglio della produzione culturale italiana, in versioni
restaurate magnificamente”.
“Uno splendido omaggio”,
come lo definisce la stessa Claudia Cardinale, che si aprirà
proprio con La ragazza di Bube di Luigi Comencini,
che tra i suoi tantissimi “figli” rappresenta in maniera evidente
“quel lato indomabile” del carattere dell’attrice, “cui ho sempre
voluto dare ascolto e che mi ha permesso di vivere emozioni
grandissime”, come dice lei. Che continua: “Sentire che sono
ancora nei pensieri degli spettatori di tutto il mondo, mi emoziona
e mi dona gioia e energia”, e si proietta al futuro con i suoi
progetti, condiviso con i figli Claudia e Patrick, di “una
Fondazione a mio nome e di aprire la nostra casa ad artisti
provenienti da tutto il mondo”.
Il
racconto della figlia, Claudia Squitieri
“Una fondazione che
continui a portare nel mondo l’immagine di mamma, ma anche le sue
battaglie e il suo impegno in difesa delle donne e
dell’ambiente”, come dice la figlia Claudia. Che
l’accompagnerà nella Grande Mela e che ha curato il libro edito da
Cinecittà ed Electa che porta lo stesso titolo dell’omaggio,
Claudia Cardinale, l’indomabile. Un libro non solo
fotografico, ma tutto da scoprire, ricco di contributi, pubblici e
privati, legati dal fil rouge di quella “indomabilità” che
accompagna la Diva dalla sua Tunisia ai primi successi, alla Mostra
di Venezia e al Festival
di Cannes, dal matrimonio con Franco Cristaldi all’amore
con Pasquale Squitieri. Che Luchino Visconti
riconobbe, definendo la Cardinale “una splendida gatta soriana,
che per il momento graffia i cuscini del salotto…” e
prevedendo: “Ci si accorgerà che Claudia è una tigre”.
“Mamma sta benissimo,
e ancora oggi è indomabile, dice ancora Claudia Squitieri. – Io
stessa sono figlia di un incontro, di un atto di grande
indomabilità tra indomabili. Quella sua parte selvaggia che i
registi avvertivano e la invitavano a esprimere”. “E’
stato un lavoro su molti livelli – aggiunge, spiegando l’impegno
che ha richiesto la realizzazione di questo percorso. – Decidere di
fare un libro su mia madre, accompagnala nel processo, aveva tanti
risvolti”. Come il vivere la vita che ha vissuto, o l’essere
la figlia di Claudia Cardinale…
“E’ complicato –
prosegue. – Questa situazione era la normalità. Ci sono
cresciuta. Ed è stato un comprenderla sempre meglio più che un
confrontarmici. Dalla nascita ero in una casa dove ogni tanto si
faceva la pastasciutta e ogni tanto si andava al Festival di
Cannes. Ci ho messo anni a capire cose fosse l’alterità, un
percorso di comprensione delle cose che non è stato violento. E
questo libro ha sicuramente contribuito a capire da dove venissimo
e le nostre dinamiche familiari”.
Il
ricordo delle origini e l’amore
Ovviamente traspare
l’intenzione di “omaggiare papà, anche attraverso questo libro”,
risponde la Squitieri a chi le cita il padre Pasquale. “Quando si
sono incontrati le avevano fatto terra bruciata intorno, la
chiamavano anche di meno, d’altronde dopo la separazione da
Cristaldi nessuno osava metterselo contro… – ricorda. – Zeffirelli
le diede una parte nel suo Gesù di Nazareth, come poi
Comencini ne La storia; fu un momento difficile, di poco
lavoro, del quale però ha approfittato. Anni complicati nei quali
si stava divertendo con papà”.
“Si sono influenzati a
vicenda, ma erano come l’acqua e l’olio. Lei, gentile, lui ‘denso’,
pur se simpaticissimo – continua. – Il loro era uno scambio molto
profondo, che non si vedeva tanto. E che papà mi svelò nello sue
ultime ore di vita, in un momento di forze. Mi disse: ‘dì a claudia
che veniamo dal Sud’ e io ci ho messo un po’ a capire meglio cosa
intendesse. L’ho fatto quando è iniziata questa avventura, per lui
il Sud era questo senso di libertà della gente per la strada, come
il paesaggio, le città appartengano alla gente. Il modo in cui
mamma ha attraversato la vita ha a che vedere con questa visione.
Una cosa che avevano in comune, una stessa radice”.
Claudia Cardinale saluta il pubblico
I FILM DELLA
RETROSPETTIVA DEL MOMA DI NEW YORK
La ragazza di Bube, regia di Luigi Comencini
(1963)
Un maledetto imbroglio, regia di Pietro Germi
(1959)
La ragazza con la valigia, regia di Valerio Zurlini
(1961)
Rocco e i suoi fratelli, regia di Luchino Visconti
(1960)
Il bell’Antonio, regia di Mauro Bolognini
(1960)
La viaccia, regia di Mauro Bolognini (1961)
Senilità, regia di Mauro Bolognini (1962)
Il Gattopardo, regia di Luchino Visconti (1963)
Vaghe stelle dell’Orsa…, regia di Luchino Visconti
(1965)
I professionisti (The Professionals), regia di
Richard Brooks (1966)
C’era una volta il West, regia di Sergio Leone
(1968)
Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli
(1964)
Piano, piano non t’agitare! (Don’t Make Waves),
regia di Alexander Mackendrick (1967)
Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe
compaesana illibata, regia di Luigi Zampa (1971)
L’udienza, regia di Marco Ferreri (1972)
Libera, amore mio!, regia di Mauro Bolognini
(1975)
L’estate prossima (L’été prochain), regia di Nadine
Trintignant (1985)
Atto di dolore, regia di Pasquale Squitieri
(1990)
8½, regia di Federico Fellini (1963)
Twice Upon a Time in the West, regia di Boris
Despodov (2015)
Gebo e l’ombra, regia di Manoel de Oliveira
(2012)
Peacock ha annunciato che il
veterano attore premio Oscar Anthony
Hopkins ha firmato per un ruolo chiave nel
prossimo dramma sui gladiatori che sarà diretto da
Roland Emmerich, Those
About To Die (Quelli che stanno per morire).
Anthony Hopkins interpreterà il
personaggio principale di Vespasiano, l’imperatore di Roma e capo
della stirpe dei Flavi. Questo segna il ritorno in una grande
serie TV per Anthony Hopkins in quattro anni da quando
ha fatto la sua ultima apparizione nei panni del Dr. Robert
Ford durante la seconda stagione del dramma di
fantascienza Westworld.
La descrizione del personaggio di
Vespasian descrive il personaggio come “provato in battaglia,
un novellino rurale che ha reclamato il suo trono dopo aver vinto
una sanguinosa guerra civile durata dieci anni. Sta
invecchiando ed è disprezzato dai Patrizi che lottano per una
posizione nell’Impero e cercano di soppiantare i suoi eredi al
trono alla prima occasione che ne hanno.”
Those
About To Die sarà prodotto esecutivamente e
diretto da Emmerich attraverso la sua società Centropolis
Entertainment e lo sceneggiatore di Salvate il soldato
Ryan Robert Rodat, scriverà la sceneggiatura basata
sull’omonimo libro di saggistica di Daniel Mannix. La
produzione dovrebbe iniziare quest’anno in Italia. “È un dramma
epico ambientato nel mondo complesso e corrotto della competizione
tra gladiatori guidata dallo spettacolo“, recita la
sinossi. “La serie introduce un insieme di personaggi
diversi provenienti da tutte le parti della società romana che si
scontrano all’incrocio tra sport, politica e dinastie del mondo
antico.“
Those
About To Die segna il primo progetto televisivo
di Roland Emmerich in un decennio dal suo debutto alla regia
televisiva nel 2012 con Dark Horse. È meglio
conosciuto per aver diretto film di sopravvivenza ai disastri
come Universal Soldier, Independence
Day, Godzilla , The Day After
Tomorrow, 2012 e Moonfall.
Altri produttori esecutivi sono Gianni Nunnari, Harald
Kloser, Herbert G. Kloiber, Oliver Berben, Martin Moszkowicz,
Stuart Ford, Lourdes Diaz e Jonas Bauer. È una
produzione di AGC Studios, con la produzione di Centropolis
Entertainment, Hollywood Gang Productions e Street
Entertainment.
Non si sa molto sull’imminente film
Madame
Web di Sony Pictures e basato sull’omonimo
personaggio dei Marvel Comics. Ma la star che
interpreterà il personaggi Dakota Johnson ha rivelato in una recente
intervista che le riprese sono terminate. L’attrice ha anche
parlato dell’esperienza di interpretare un supereroe.
In una recente intervista con
Variety, Dakota Johnson ha rivelato che le riprese
iniziali erano terminate e ha descritto la “selvaggia esperienza”
di girare un film di supereroi. “È stata un’esperienza
selvaggia“, ha detto Johnson. “Non credo che tu possa
essere preparato per affrontare qualcosa del genere, ma ho imparato
così tanto. È un modo completamente diverso di fare film,
sai? E poi, subito dopo, ho iniziato a realizzare uno dei
piccoli, minuscoli film della mia compagnia, quindi l’anno scorso
ho avuto un vero assaggio di diversi tipi di cinema.”
Creata dallo scrittore Denny
O’Neil e dall’artista John Romita Jr. nel 1980, Madame Web è una
sensitiva cieca che è diventata una protagonista nel mondo
di Spider-Man grazie
ai suoi legami con “The Great Web“, un costrutto
multiversale che lega insieme tutti i personaggi di
“Spider” in tutto il multiverso.
Nel cast di Madame
Web ci sono Dakota Johnson e Sydney
Sweeney. Lo studio si trova in una posizione di forza dopo
l’uscita di
Spider-Man: No Way Home, che ha incassato 1,74
miliardi di dollari a livello globale, l’incasso più alto nella
storia della Sony. Nel cast di Madame
Web sono stati confermati Dakota Johnson,
Sydney Sweeney, Isabela Merced,
Emma Roberts, Celeste O’Connor, Tahar Rahim, Mike Epps, Zosia
Mamet e Adam Scott.
Dopo il primo articolo sui possibili
scenari nascenti dal crossover X-MenMCU, ecco un
approfondimento ulteriore. Abbiamo già ipotizzato una possibile
serie sull’origine del team di supereroi, entriamo ora nel vivo
della questione.
L’ MCU ha
dimostrato negli ultimi anni una grande passione per le trilogie
(prima tra tutte quella di Spider-man), perché non
realizzarne una anche per gli X-Men? Ecco come potrebbero
essere organizzati i tre film.
X-Men
1 (by MCU)
Il primo capitolo
della trilogia fungerebbe da introduzione del team nel più ampio
MCU. Si potrebbe scegliere una strada abbastanza convenzionale e
presentare gli X-Men come una minacciosa orda di mutanti
pericolosi per la società. Anche se scontata, questa via permette
di esplorare lo scontro mutanti vs. umani, aspetto
storicamente legato alla questione X-Men. D’altronde, il fatto di
presentare un team di supereroi geneticamente modificati porterebbe
un impatto incredibile sull’MCU nel suo
complesso. Il primo film X-Men dell’MCU potrebbe aprirsi con
una serie di scene che mostrano la vita quotidiana dei mutanti
all’interno della scuola di Xavier. In questo modo si
introdurrebbero facilmente personaggi come Scott,
Jean, Gambit, Rogue, Iceman,
Angel e altri futuri X-Men.
Al centro del film
MCU potrebbe esserci
Bolivar Trask. Quest’uomo è il capo della difesa nonché un
consigliere del presidente. Trask ha anche molti amici e
alleati all’interno dell’FBI e
della CIA. Un’ipotesi interessante includerebbe una fuga di
informazioni sui mutanti da parte di individuo misterioso di nome
Michael Milbury.Milbury potrebbe raccontare a
Trask della presenza di creature estremamente potenti
perché modificate geneticamente. Trask, incuriosito e
insospettito, potrebbe riportare le nozioni apprese al presidente e
quest’ultimo avvierebbe sicuramente un’indagine mobilitando le
Sentinelle. L’armata delle Sentinelle sarebbe
così in grado diidentificare i mutanti attraverso lo scanner
facciale di tutti gli esseri umani e potrebbe così uccidere ogni
creatura inumana.
Proprio come è già
accaduto nei fumetti, alla fine del primo film MCU le Sentinelle
potrebbero iniziare a confondere umani e mutanti. In piena
confusione, le Sentinelle attaccherebbero sia i mutanti
che gli umani. In questo modo, nell’ultimo scontro potrebbero
esserci sul campo le Sentinelle, gli X-Men e
anche Bolivar Trask.
X-Men
2 (by MCU)
Un anno dopo gli
eventi del primo film, gli X-Men potrebbero essersi resi
una realtà assodata all’interno dell’MCU. Nel frattempo, anche
Xavier e la sua scuola potrebbero aver acquisito
notorietà, anche se probabilmente ancora nessuno sa che si tratta
di una scuola per mutanti.
Inoltre, questo
film sarebbe perfetto per l’introduzione di Magneto
nell’MCU. Abbiamo già accennato
nel precedente articolo ai luoghi in cui lo stato nasconde i
mutanti per fare esperimenti su di loro. Ecco, nel secondo film
Magneto potrebbe inscenare una fuga da una di queste
strutture. Magneto sarebbe sicuramente capace di uccidere
tutte le guardie e gli scienziati del luogo per fuggire e per
liberare i detenuti-mutanti. Dopo la fuga, Magneto e
i suoi compari potrebbero prendere il controllo di un sito
missilistico nucleare per minacciare il governo. In questo modo,
Magneto farebbe un tentativo per offire ai mutanti la
possibilità di vivere in pace.
Senza dubbio gli
X-Men si metterebbero all’opera per fermare
Magneto. Non sarebbe un’impresa facile. Anocra una volta
nel franchise, un singolo individuo rischierebbe di mettere in
discussione la forza di un’intera squadra MCU (suona
familiare). Il finale perfetto del film dovrebbe mostrare un
duello tra Xavier e il suo ex-amico Magneto. In
un epilogo ideale, solo Xavier riuscirebbe a convincere
Magneto a ritirarsi. In questo modo, il mondo si
salverebbe, ma sarebbe ancora più spaventato dalla presenza di
mutanti minacciosi come Magneto.
X-Men 3
(by MCU)
All’inizio del
terzo film MCU sugli X-Men,
la paura degli umani nei confronti dei mutanti sarà a livelli
altissimi. Nel precedente capitolo, Magneto ha dimostrato
che, se lo desiderano, alcuni mutanti sono capaci di distruggere
intere nazioni. Siamo in un punto critico: la società è pronta alla
guerra di specie.
In una situazione
simile, gli X-Men non potrebbero fare granché per evitare
lo scontro.Si creerebbe una vicenda molto simile a
Endgame. Durante la lotta, molti X-Men potrebbero
perdere la vita, come tanti altri supereroi. Potremmo assistere
alla prima battaglia MCU per diversi
personaggi: Wolverine e gli altri
X-Menricorrerebbero a qualsiasi mezzo pur di salvare il
proprio team e tutti i mutanti.
Una battaglia di
questa portata, magari contro la comunità di mutanti dei
Morlock, sarebbe un mezzo perfettoper mostrare
all’MCU quanto siano
pericolosi gli X–Men quando hanno le spalle al
muro. Una storia interessante potrebbe includere anche
SInister e un orfanotrofio in cui il personaggio fa
esperimenti su diversi bambini mutanti al fine di sintetizzare il
DNA del mutante più potente mai esistito. Il terzo
film MCU vedrebbe dunque uno
scontro su larga scala che coinvolgerebbe comunità di mutanti,
enemies umane e mutate, team di supereroi nuovi e consolidati.
Insomma, uno di quei momenti corali che distinguono il franchise e
che non si sa mai come potrebbero risolversi.
Ecco altre ipotesi
astratte quanto avvincenti sul futuro degli X-Men
nell’MCU. E voi cosa ne
pensate? Arriverà davvero una trilogia sui mutanti?
Diversi mesi dopo la conferma
di MaXXXine,
la star di PearlMia
Goth ha finalmente parlato dell’imminente terza e
ultima puntata del franchise
horror X di
Ti West.Parlando
con Variety ,
l’attrice inglese ha confermato che sta attualmente svolgendo un
lavoro di pre-produzione per MaXXXine,
anticipando che il film in uscita ha “di gran lunga la migliore
sceneggiatura dei tre” e sarà anche la “più grande
storia” della trilogia.
“Sarà il miglior film dei
tre“, ha detto Goth. “Siamo tutti così uniti
adesso. Questo sarà il nostro terzo film su cui lavoreremo
insieme e tutti torneranno insieme, quindi sta riunendo di nuovo la
band. Abbiamo solo una scorciatoia l’uno con
l’altro. Sappiamo come lavorano tutti e siamo tutti così
entusiasti. È la storia più grande delle tre con la posta in
gioco più alta e Maxine ne ha passate così tante a questo
punto. Quindi, quando la troviamo in questo nuovo mondo, è
solo una forza da non sottovalutare e attraversa alcune avventure
piuttosto selvagge.”
MaXXXine sarà
scritto e diretto da Ti West. È prodotto da A24,
Jacob Jaffke e West, e prodotto da Goth. Altri produttori
includono Kevin Turen e Harrison Kreiss. Oltre al ritorno alla
regia di West,
Mia Goth riprenderà il ruolo di Maxine, l’unica
sopravvissuta alla furia dell’anziana Pearl nel primo film.
Un nuovo film di riavvio di
Venerdì 13 potrebbe essere in lavorazione da
Sean S. Cunningham, secondo un recente rapporto di Bloody
Disgusting. Il rapporto rileva che Cunningham – che ha
co-creato e diretto l’originale Venerdì 13nel 1980 –
sta lavorando “per far decollare il suo Friday the
13th reboot”. Al momento, non si sa esattamente
come stia andando con Cunningham, soprattutto considerando l’area
grigia legale che esiste attorno al franchise.
Parlando con Bloody Disgusting, lo
scrittore e attore Jeff Locker ha parlato della collaborazione con
Cunningham al reboot di The Night Driver. In quelle
discussioni, Locker e il regista Jeremy Weiss hanno lanciato un
riavvio di venerdì 13 e sperano di
svilupparlo ulteriormente il progetto al fianco di Cunningham.
“Sean mi ha assunto per fare
una riscrittura di The Night Driver e dopo aver lavorato a stretto
contatto con il regista Jeremy Weiss e lui su questo, abbiamo
naturalmente parlato di Venerdì
13 e House“,
ha detto Locker. “Jeremy ed io abbiamo lanciato il nostro
reboot dei sogni di Venerdì
13 – con la benedizione di Sean di continuare a
svilupparlo con lui. Ovviamente, la serie TV prequel ha
riacceso l’interesse per un nuovo film, quindi speriamo che
l’entusiasmo circostante ispiri entrambe le parti a riunirsi e ci
dia di nuovo Jason sul grande schermo per la prima volta in 14
anni, ma abbiamo anche un Il piano B per un sequel dell’originale
pensiamo che i fan adoreranno assolutamente e dovrebbero evitare
qualsiasi coinvolgimento legale.”
La questione legale dietro a
Venerdì 13!
Per chi non lo sapesse, lo
scrittore Victor Miller ha vinto i diritti sulla
sceneggiatura e sui personaggi del primo film, ma non il titolo
stesso o l’aspetto iconico dello slasher che indossa la maschera da
hockey Jason Voorhees, poiché la maschera da hockey è apparsa per
la prima volta nel terzo film. Da allora, ha sviluppato una
serie basata sul franchise horror chiamata Crystal
Lake, che andrà in onda sul servizio di streaming
Peacock.
Secondo lo showrunner di
Crystal Lake, Bryan Fuller, in un
recente episodio del podcast The
Kingcast , nonostante ciò che i fan avrebbero potuto
pensare inizialmente, il team dietro l’imminente serie prequel può
usare tutto ciò che vuole per lo spettacolo.
Spider-Man: No Way Home è uscito nel 2021 con
recensioni estremamente positive e numeri da record al botteghino.
Sebbene il film sia stato chiaramente limitato dalla pandemia (ecco
perché Thomas Haden Church e Rhys
Ifans sono apparsi solo attraverso filmati d’archivio), è
comunque riuscito a essere decisamente spettacolare.
Tuttavia, non abbiamo potuto fare a
meno di essere delusi dal fatto che Mysterio di Jake
Gyllenhaal non fosse presente nei panni del sesto
“sinistro” e quindi è sfumata la possibilità di vedere i Sinistri
Sei tutti insieme sullo schermo. La teoria era che Quentin Beck
provenisse davvero da un altro universo e che sarebbe potuto
tornare, visto che aveva finto la sua morte.
Tuttavia, scopriamo soltanto ora che
la previsione di riportare Mysterio nel film era più che mai
fondata, dal momento che un nuovo storyboard mostra il
momento in cui il villain interpretato da Jake
Gyllenhaal rientra in scena, e si tratta esattamente
del momento più drammatico del film. Esattamente dopo la morte di
zia May per mano del Green Goblin.
Con le voci che circolano da
un po’ di settimana sul fatto che Jason Momoa potrebbe rinunciare al suo ruolo
di Aquaman nell’universo DC, l’attore ha
recentemente affermato che sarà sempre il personaggio, ma potrebbe
anche interpretare altri ruoli nel DCU.
Parlando con
Variety, ha parlato del suo futuro come Aquaman.
All’attore è stato chiesto del suo ultimo incontro (di
cui vi avevamo già parlato) con i co-CEO dei DC Studios
James
Gunn e Peter Safran, che secondo Momoa è andato alla
grande in un recente video. Jason Momoa ha ribadito che è stato un grande
incontro, e in seguito ha detto che nessuno sarebbe venuto a
soffiarli il ruolo Aquaman, prima di notare che avrebbe potuto
interpretare un sacco di altri personaggi se avesse
voluto.
“Sarò sempre
Aquaman. Non c’è nessuno che viene lì a prendere merda”,
ha detto Momoa. “Potrebbero esserci anche altri
personaggi. Posso interpretare anche altre cose. Posso essere
divertente, selvaggio e affascinante.” I commenti arrivano tra
precedenti rapporti secondo cui il futuro di Jason Momoa nella DCU potrebbe cambiare. Un rapporto
di The
Hollywood Reporter rivela che Momoa potrebbe potenzialmente
finire per interpretare l’eroe sottomarino dopo aver interpretato
Aquaman nel prossimo sequel Aquaman e il
regno perduto, che uscirà il 25 dicembre 2023.
Successivamente, Momoa potrebbe passare al personaggio di Lobo, un
alieno sboccato che lavora come mercenario interstellare e
cacciatore di taglie.
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in
Aquaman e
il regno perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno
anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori.
Aquaman e
il regno perduto uscirà nelle sale americane il
21 dicembre 2023.
Dopo
avervi rivelato la data di uscita la DC COMICS ha diffuso il
trailer ufficiale di Batman: The Doom That Came to
Gotham, l’annunciato film animato basato sull’universo di
Batman.
Ispirato alla serie di
fumetti di Mike Mignola, Richard Pace e Troy Nixey, Batman:
The Doom That Came to Gotham è un racconto ambientato
negli anni ’20 che vede l’esploratore Bruce Wayne scatenare
accidentalmente un antico male, accelerando il suo ritorno a Gotham
City dopo due pausa decennale.Il Batman guidato dalla
logica e dalla scienza deve combattere le forze soprannaturali
lovecraftiane che minacciano la pura esistenza di Gotham, lungo la
strada viene aiutato e affrontato da versioni reinventate dei suoi
famosi alleati e nemici, tra cui Green Arrow, Ra’s al Ghul, Mr.
Freeze, Killer Croc, Due Facce, James Gordon e gli amati reparti di
Bruce.Preparati per un’avventura mistica, spesso
terrificante, di Batman come nessun’altra. Batman: The Doom
That Came to Gothamsarà disponibile negli
USA in digitale, 4K e Blu-ray il 28 marzo 2023.
Anche se manca ancora una settimana
alla fine di Gennaio, non abbiamo avuto gli annunci promessi da
James Gunn in merito ai progetti DC Studio.
Non sappiamo quando arriveranno le comunicazioni “ufficiali” ma per
il momento lo stesso Gunn è sempre molto generoso, su Twitter, con
le risposte riservate ai fan.
Tra le varie risposte, una in
particolare sembra importante per capire cosa ci aspetta per i
prossimi film DC Comics. In queste parole, sembra
che James Gunn abbia fornito il criterio con cui
si sceglieranno i nuovi volti degli eroi in forze alla Warner Bros.
“Abbiamo centinaia di ruoli che necessitano di essere
interpretati. Come ho sempre fatto, alcuni saranno volti nuovi di
zecca, alcuni saranno attori con cui ho lavorato prima, [e] alcuni
saranno attori noti con i quali non ho mai lavorato, per ora. Ciò
che conta di più è che l’attore si adatti al ruolo e che sia facile
lavorare con lui.”
Indipendentemente da ogni possibile
ipotesi, il co-CEO dei DC Studio sottolinea che gli attori della
DCU devono essere accessibili, deve essere facile
lavorare con loro, è molto interessante dato quello che si è
sentito di recente sul comportamento di Dwayne
Johnson durante la lavorazione di Black
Adam. Ma potrebbe anche trattarsi soltanto di un modo per
dire di avere intenzione di lavorare in un clima disteso.
Con un po’ di fortuna, nei prossimi
giorni avremo più informazioni a riguardo.
We have hundreds of roles to cast. As I’ve
always done, some will be brand new faces, some will be actors I’ve
worked with before, & some will be actors you know who I’ve never
worked with. What matters most is the actor fits the role & they’re
easy to work with. https://t.co/akXKoj70AS
Avatar: La
Via Dell’Acqua ha ufficialmente superato la soglia dei
2 miliardi di dollari al botteghino mondiale. Il sequel di
James Cameron si attesta a 2,024 miliardi di
dollari a livello globale, il che lo rende il sesto film nella
storia del cinema a raggiungere questo traguardo.
Cameron è anche il
primo regista nella storia ad avere tre dei suoi film nella
classifica dei film che hanno superato la soglia dei 2 miliardi di
dollari. Inoltre, Zoe Saldana, che interpreta Neytiri, fa parte
del cast di quattro dei sei film che hanno superato i 2 miliardi di
dollari, essendo apparsa sia nei film di Avatar
che in Avengers: Infinity War e
Endgame.
Se il sequel di Avatar
riuscirà a superare Star Wars: Il risveglio della
Forza , cosa che dovrebbe verificarsi entro questa
settimana, diventerà il quarto film con l’incasso più alto di
sempre al mondo.
Ad essere onesti, anche i grandi fan
del primo film sono rimasti sorpresi dal livello di successo di
Avatar: La
Via Dell’Acqua, ma il film ha dimostrato di essere un
enorme colosso al botteghino e non mostra segni di
rallentamento.
Attualmente sono previsti altri tre
film del franchise, con Avatar
3 programmato provvisoriamente per il 20
dicembre 2024, Avatar
4 fissato per il 18 dicembre 2026 e Avatar
5 il 22 dicembre 2028.
Con Avatar: La
Via Dell’Acqua, l’esperienza cinematografica raggiunge
nuove vette: Cameron trasporta il pubblico nel magnifico mondo di
Pandora in un’avventura spettacolare e ricca di azione. Ambientato
più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via Dell’Acqua inizia a
raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro
figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad
arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che
combattono per rimanere in vita e delle tragedie che
affrontano.
Diretto da
James Cameron e prodotto da Cameron e Jon Landau, la
produzione Lightstorm Entertainment è interpretata da
Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Sigourney
Weaver, Stephen Lang e
Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da James
Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver, e il soggetto è di
James Cameron & Rick Jaffa & Amanda Silver & Josh
Friedman & Shane Salerno. David Valdes e Richard Baneham sono i
produttori esecutivi.
Le riprese di The Walking Dead:Dead City non sono ancora terminate,
ma dal set dello spin-off della fortunata serie AMC arriva un video
spoiler che sta facendo discutere molti fan, on line.
Sappiamo che Maggie (Lauren
Cohan) e Negan (Jeffrey
Dean Morgan) faranno squadra per il loro piccolo viaggio nella
Grande Mela, ma
Jeffrey Dean Morganha già indicato che il suo
personaggio potrebbe subire una regressione ai suoi vecchi e
violenti modi di fare. Il video in questione sembra mostrare
Maggie che accoltella Negan alla spalla e l’ex leader dei Salvatori
che si vendica prendendo a calci la moglie dell’uomo che ha
brutalmente assassinato molti anni prima, l’indimenticato
Glenn!
The Walking Dead:Dead City trova Maggie e Negan che
viaggiano in una Manhattan post-apocalittica molto tempo fa
tagliata fuori dalla terraferma. La città fatiscente è piena di
morti e abitanti che hanno fatto di New York City il proprio mondo
pieno di anarchia, pericolo, bellezza e terrore. Il cast include
anche Gaius Charles come Perlie Armstrong,
Željko Ivanek come The Croat, Jonathan
Higginbotham come Tommaso, Mahina
Napoleon come Ginny, Trey Santiago-Hudson come
Jano e Karine Ortiz come Amaia.
Quattro sconosciuti si presentano,
armati, alla porta di una casa nel bosco, dove soggiornano due
uomini e la loro figlia adottiva. Chiedono di entrare, non
necessariamente con le buone maniere, e affermano di dover
sottoporre i tre membri della famiglia ad una decisione dolorosa ma
irrinunciabile, da cui dipendono le sorti dell’umanità. È questa la
premessa alla base del nuovo film Bussano
alla porta di M. Night
Shyamalan, regista divenuto celebre per film come
Il sesto senso, The Village e, più
recentemente, Split e Old, con cui, tra allegorie
e simbolismi, torna una volta di più a parlare della nostra
contemporaneità.
Incontrando la stampa romana per
presentare e spiegare questo suo nuovo progetto, liberamente tratto
dal romanzo La casa alla fine del mondo
di Paul Tremblay, M. Night
Shyamalan decide di partire parlando di famiglia. “La
famiglia è diventata sempre più centrale nei miei film,
evidentemente per via del mio essere diventato padre. Ma le mie
figlie oggi sono grandi, a breve potrebbero lasciare la nostra casa
ed è difficile accettare di non poterle proteggere sempre. Il film
nasce anche a partire da questa paura, dall’idea che un giorno
qualsiasi potrebbe arrivare qualcuno a bussare alla tua porta e
mettere in pericolo tutto ciò che conosci“.
Il peso delle scelte secondo
Shyamalan
“Quando ho letto il romanzo di
Tremblay, – continua Shyamalan – ne sono rimasto
affascinato. Una serie di elementi mi hanno spinto verso questa
storia. Il senso generale di paura, il fatto che si svolga in un
unico ambiente, l’utilizzo degli elementi soprannaturali e
naturalmente l’aspetto centrale della scelta tragica. Decisi che
era qualcosa su cui volevo investire il mio tempo, ma da subito
sapevo anche di non voler dar vita ad una sua trasposizione fedele,
quanto piuttosto ad una mia versione del racconto“. I
cambiamenti apportati dal regista si ritrovano in particolare nel
finale del film, a cui naturalmente non si farà qui riferimento per
preservare il piacere della visione in sala del film.
“Penso che i personaggi nel
libro non compiano una vera e propria scelta – spiega però
M. Night Shyamalan – ma la forza di quel
racconto sta proprio nel fatto che dovresti essere chiamato a
farla. Può essere positiva o negativa, non c’è una risposta giusta
o sbagliata, ma devi fare una scelta.È lì che mi sono
discostato dal romanzo, portando i miei personaggi a scontrarsi con
la domanda «cosa faresti se fossi costretto a scegliere tra la tua
famiglia e il destino dell’umanità?». Nel film si esplorano
entrambe le possibilità, per poter infine giungere a proporre una
soluzione a questo quesito.”
Bussano alla porta, tra
religione, Apocalisse e speranze future
Come già avvenuto in suoi precedenti
film, anche con Bussano
alla portaM. Night
Shyamalan condisce tale spunto di partenza con
elementi biblici, da cui scaturiscono riflessioni sull’Apocalisse e
le scelte che ogni essere umano può compiere nel suo quotidiano.
“Il film si basa sullo scegliere di credere o meno a qualcosa.
I personaggi sono persone comuni chiamate a qualcosa di grande, a
dimostrazione che tutti siamo importanti, tutti possiamo fare una
scelta e abbiamo la responsabilità di quello che ci succede
attorno. Io provengo da una famiglia molto religiosa e ho imparato
che tutti hanno bisogno di una storia a cui credere, in particolare
i giovani, che si chiedono insistentemente il significato di alcune
cose che accadono.”
Foto di Giulia Parmigiani – Cortesia di Universal Pictures
Italia
“Ma oggi è più difficile dare
risposte a tutto ciò, perché ci siamo sempre più isolati e
concentrati su noi stessi. – continua il regista – Il
Covid ci ha fatto capire ancor di più che siamo tutti vulnerabili,
non solo in senso biologico ma soprattutto emotivo. Questo è uno
dei temi del film e sinceramente non trovo che le scelte dell’uomo
e il concetto di Apocalisse siano così distanti tra loro. Anzi, non
sono sicuro che ci sia una differenza tra le due cose. Siamo
arrivati ad un punto molto critico e ci saranno rimasti appena un
centinaio di anni se continuiamo così. Bisogna dunque ricordare che
ciascuno di noi può fare qualcosa per gli altri e la comunicazione
diventa fondamentale a tal proposito”.
Il gusto di un film “vecchio stile”
“Quello che mi è piaciuto di
questa storia è che è vicina al cinema che preferisco. –
spiega poi M. Night Shyamalan – Ho perfino
chiesto alla Universal di poter usare il loro vecchio logo. È un
film vecchio stile, anche le lenti che ho usato sono degli anni
Novanta, qualcosa addirittura degli anni Cinquanta. Ho usato
strumenti pesanti, assolutamente poco pratiche rispetto a quelle di
oggi. Ma in tutto questo c’è una bellezza che può venire soltanto
da questo genere di limitazioni, non si può ottenere in altro modo.
Puoi usare il dolly solo in maniera limitata, ad esempio, e questo
costituisce un linguaggio, irriproducibile con gli strumenti
moderni. Anche con la fotografia e la tavolozza dei colori siamo
stati molto rigidi. Un regista è come un linguista: ha bisogno
della sua ‘stele di rosetta’.”
“Sotto questo punto di vista, il
film ricorda E venne il
giorno, ma la differenza è che lì il destino
dell’umanità era già segnato. Si trattava solo di decidere come
affrontarlo, cercando di controllarlo e tentare di salvarsi. Qui
sono i personaggi a decidere. Questo ci permette di individuare la
natura preziosa delle cose, delle nostre scelte. Possiamo percepire
l’importanza delle nostre scelte. Tutte le cose orribili che sono
accadute nella storia dell’umanità, ciascuno di noi è capace di
farle. Siamo tutti capaci di cose orribili in determinate
circostanze, ma anche di cose meravigliose. SeE
venne il giornoera molto categorico da questo
punto di vista, Bussano alla portasi
pone invece più domande a riguardo. D’altronde sono affascinato dai
personaggi di confine, mentre non ho mai avuto vero interesse per
le storie prive di sfumature.
Il nuovo film di Shyamalan promette
dunque di offrire una visione che chiama ad una partecipazione
attiva, spingendo lo spettatore a porsi domande su questioni
particolarmente attuali. Sembra proprio che anche questa volta il
regista non lascerà indifferente il suo pubblico, provocando
reazioni che, positive o negative che siano, potrebbero avere un
impatto tutt’altro che passeggero. Per scoprire se ciò avverrà,
bisogna attendere che il film arrivi in sala il 2
febbraio, distribuito dalla Universal.
Nel cast, si potranno ritrovare gli attori Dave Bautista,
Jonathan Groff, Ben Aldridge,
Nikki Amuka-Bird, Kristen Cui,
Abby Quinn e Rupert Grint.
Celebre primo film di una saga di
stampo poliziesco, Arma
Letale è tutt’oggi considerato un classico del
suo genere, merito anche all’iconico duo di protagonisti. Benché
all’interno di questi vengano trattati anche temi come la morte e
la violenza, i quattro film che compongono il franchise sono
considerati delle vere e proprie commedie. Al loro interno,
infatti, si possono ritrovare numerose situazioni insolite e
divertenti, che hanno fatto la fortuna tanto dei titoli quanto
della coppia di protagonisti. Dopo il primo capitolo uscito nel
1987 e il secondo nel 1989, nel 1992 è
stato rilasciato Arma Letale 3,
nuovamente diretto da Richard Donner.
Ormai consolidata la fama della saga
e le sue caratteristiche di base, con questo terzo capitolo si
puntò ancor di più sulla spettacolarità visiva e narrativa. I due
protagonisti si trovano qui alle prese con un caso di grande
portata e diverse sono le sequenze particolarmente complesse che
ancora oggi non mancano di sorprendere gli spettatori. Con un
incasso globale di 320 milioni di dollari, questo è il film dal
maggior successo della saga, oltre ad essere anche stato il quinto
maggior incasso del suo anno.
Il film è poi stato seguito da
Arma Letale 4 nel 1998.
Da quel momento a lungo si è parlato della possibilità di
realizzare un quinto capitolo, di cui però attualmente non si hanno
notizie certe. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Arma Letale 3
Con il terzo film, per Roger
Murtaugh sembra finalmente giunto l’atteso momento di
andare in pensione. A soli otto giorni dall’evento, tuttavia, lui e
il suo compagno Martin Riggs si ritrovano, per via
di un avventato intervento, a far saltare in aria un intero
edificio. Per questo motivo si ritrovano ad essere degradati e
spediti a dirigere il traffico. Mentre si trovano a svolgere questo
compito, assistono a una tentata rapina a un furgone portavalori.
Grazie alla loro esperienza, riescono ad arrestare uno dei
malviventi coinvolti, Billy Phelps, e trovano
nella sua pistola una pallottola in grado di perforare i giubbotti
antiproiettile.
Mentre i due poliziotti tentano di
indagare a riguardo, Phelps viene misteriosamente ucciso. Le
telecamere nascoste rivelano, con un primo piano, l’autore
dell’omicidio: l’ex sergente Jack Travis, riuscito
a entrare nella centrale di polizia con credenziali false. Riusciti
a farsi reintegrare nella omicidi, Riggs e Murtaugh hanno ora modo
di svolgere al meglio le indagini, e le loro ricerche li conducono
ad un furto di armi illegali, a cui sembra essere irrimediabilmente
collegato Travis. I due agenti non saranno però soli stavolta,
poiché dall’Ufficio degli Affari Interni gli viene affiancata
l’affascinante Lorna Cole, dal carattere deciso e
disposta a tutto pur di risolvere il caso.
Arma Letale 3: il cast del film
Buona parte del successo dei film è
dovuto ancora una volta all’ottima coppia di protagonisti. Per dar
vita a questa, però, lo studios ha dovuto condurre numerose
ricerche e casting, al fine di trovare gli interpreti più adatti.
Inizialmente, prima che la saga avesse inizio, per il ruolo di
Riggs erano stati presi in considerazione gli attori Bruce
Willis e SylvesterStallone. Nonostante fosse più giovane
dell’età prevista per il personaggio, Mel Gibson
venne infine preferito per la parte, essendo stato in quegli anni
già protagonista di titoli di gran successo. Per il ruolo del
pacato Murtaugh, invece, lo studios scelse l’attore Danny
Glover, reduce dal successo del film Il colore
viola. Glover e Gibson diedero ottimi risultati al momento dei
provini, convincendo tutti sul loro potenziale di coppia. Compare
poi nuovamente anche Joe Pesci nei
panni di Leo Getz, anche se originariamente il suo personaggio non
era previsto.
Anche per questo sequel i due
decisero di allenarsi insieme per raggiungere la forma fisica
richiesta. Visitarono anche alcuni distretti di polizia, per
parlare con gli agenti e studiare lo svolgersi delle loro giornate.
Grazie ai film di Arma Letale, inoltre, Glover è diventato
celebre per la battuta “sono troppo vecchio per queste
stronzate”, ripetuta più volte nel corso della serie e
divenuta un vero e proprio tormentone. Per il ruolo
dell’antagonista Jack Travis sono invece stati presi in
considerazione attori come Jack Nicholson e
Robert De Niro, ma il ruolo venne infine affidato
a Stuart Wilson, attore noto per le sue
interpretazioni da cattivo. Lorna Cole è invece interpretata da
Rene Russo, dopo che Winona Ryder
fu ritenuta troppo giovane per la parte.
Arma Letale 3: la colonna
sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Particolarmente apprezzata del film
è anche la sua colonna sonora. Rilasciata parallelamente al film,
questa è stata composta da Michael Kamen,
Eric Clapton e David Sanborn. In
particolare, sono note le tracce It’s Probably Me e
Runaway Train, eseguite dallo stesso Clapton in
collaborazione con Sting la prima e con
Elton John la seconda. Nel 2013, inoltre, la
La-La-Land Records ha rilasciato un disco contenente la
colonna sonora completa, dove sono presenti una serie di brani
assenti nella precedente versione. Pur se uscita a distanza di
molti anni dall’uscita del film, questa nuova edizione riscosse un
buon successo, venendo indicata una volta di più come un’ottima
colonna sonora per il film.
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Arma Letale
2 è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV,Google Play, Apple iTunes,
Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
domenica22 gennaio alle ore
21:10 sul canale TwentySeven.
Dopo il grande successo di Gone
Baby Gone, Ben Affleck
torna alla regia di un secondo lungometraggio dando vita a The
Town. Distribuito al cinema nel 2010, questo è basato sul
romanzo poliziesco Il principe dei ladri, di Chuck
Hogan. Per l’occasione, Affleck decide di comparire anche
nel ruolo del protagonista, dando vita ad una storia che intreccia
passioni amorose e pericolosi colpi criminali. Come il precedente,
anche questo nuovo film di Affleck è stato particolarmente
apprezzato dalla critica, con l’attore che ha rivelato di essersi
ispirato a film come Gomorra e The
Departed.
Dopo la pubblicazione del libro di
Hogan nel 2004, per diversi anni si tentò di realizzare una
trasposizione del romanzo. Il progetto prese infine piede con
l’ingresso di Affleck come regista e interprete. Prima di essere
distribuito in sala, The Town venne presentato fuori
concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, dove riscosse i primi consensi. Il titolo si
confermò poi un grande successo anche al box office, dove guadagnò
globalmente circa 154 milioni di dollari a fronte di un budget di
soli 37.
Il film divenne in seguito anche uno
dei principali protagonisti durante la stagione dei premi. In
particolare, fu l’attore Jeremy
Renner a ricevere i principali onori, venendo
candidato come non protagonista ai Golden Globe e agli Oscar.
The Town è comunque stato indicato come uno dei migliori
film del suo anno, nonché uno dei più significativi nella carriera
di Affleck. Diverse sono le curiosità legate al titolo, in
particolare quelle relative al grande cast di attori che vi ha
partecipato. Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire
queste, come anche dove è possibile vedere il film in
streaming.
The Town: la trama del
film
Protagonista del film è Doug
MacRay, capo di una banda di ladri nella città di
Charlestown, nel Massachusetts. I loro colpi, organizzati con
massima cura, vengono commissionati da un fiorista, il quale
segretamente ricopre una posizione di spicco nella criminalità di
quartiere. Questi affida loro un nuovo importante compito: rapinare
la banca della città. Durante tale operazione, il gruppo prende in
ostaggio la giovane direttrice, liberandola soltanto in seguito.
Per essere sicuro che questa non sia in possesso di elementi che
potrebbero aiutare le forze dell’ordine nell’identificazione dei
rapinatori, Doug decide di pedinare la donna, studiandone
attentamente i movimenti. Seguendola, però, egli finisce per
innamorarsene, decidendo allora di volerla conoscere in modo più
approfondito.
Per poterla frequentare, però, Doug
è costretto a mantenere segreta la propria identità, al fine di
evitare prevedibili guai. Egli deve così gestire la relazione con
la donna e allo stesso tempo cercare di non cadere nella trappola
dell’agente FBIAdam Frawley, il quale svolge senza sosta delle
indagini sull’identità dei rapinatori. Non riuscendo a sopportare
tale pressione, Doug annuncia di voler abbandonare il mondo del
crimine, ma il suo boss non è d’accordo con quest’idea. Questi,
infatti, lo ricatta minacciandolo di fare del male alla donna che
ama. Doug comprende allora che liberarsi di quella situazione sarà
molto più complesso e doloroso del previsto.
The Town: il cast del
film
Per il suo secondo film da regista,
Affleck scelse nuovamente di circondarsi di celebri attori del
cinema e della televisione. A questi sono infatti stati affidati i
ruoli principali del film, contribuendo a decretarne il successo.
Come anticipato, nel personaggio del protagonista, Doug, vi è
proprio Affleck. Per prepararsi al ruolo, egli ha trascorso molto
tempo a condurre ricerche sulle vite di veri criminali, tentando di
acquisirne le caratteristiche. Nel film sfoggia inoltre una
possente corporatura, frutto di diverse settimane di allenamento.
Tale forma fisica gli ha permesso di poter interpretare
personalmente anche molte delle sequenze più spericolate del film.
Nel ruolo di Claire Keesey, la donna di cui Doug si innamora, vi è
invece l’attrice Rebecca
Hall, nota per Vicky Cristina Barcelona.
Per il ruolo di James Coughlin,
membro della banda criminale di Doug, Affleck ricercò a lungo il
giusto interprete. Fu infine suo fratello Casey
Affleck a suggerirgli Jeremy Renner,
divenuto celebre grazie a The Hurt Locker. Per prepararsi
al ruolo, egli trascorse diverso tempo a contatto con veri
rapinatori di banche, imparando da loro i trucchi del mestiere e
prendendo spunto dal loro accento. Nel ruolo dell’agente Adam
Frawley vi è invece l’attore Jon
Hamm, in quegli anni all’apice del successo grazie
alla serie Mad Men. Blake
Lively compare invece nel ruolo di Krista Coughlin,
sorella di James ed ex ragazza di Doug. Il premio Oscar
Chris Cooper veste invece i panni di Stephen
MacRay, padre carcerato di Doug, mentre il celebre Pete
Postlethwaite, noto per film come Nel nome del
padre e Romeo + Giulietta di William Shakespeare è
Fergus Colm, il minaccioso capo dell’organizzazione criminale.
The Town: il trailer e
dove vedere il film completo in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. The
Town è infatti presente su Rakuten Tv, Chili
Cinema, Google Play, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per venerdì20gennaio alle ore 21:00 sul
canale 20 Mediaset.
Dissacrante e originale nella sua
messa in scena, il film del 2017 Tonya, diretto
da Craig Gillespie ripercorre uno dei più
clamorosi scandali sportivi nella storia degli Stati Uniti. La
storia è infatti basata sulla pattinatrice su ghiaccio Tonya
Harding, divenuta leggendaria tanto per i suoi meriti artistici
quanto per i burrascosi eventi che la videro coinvolta e la
portarono ad avere non pochi problemi con la giustizia. A darle
volto è l’attrice Margot
Robbie, divenuta dopo The Wolf of Wall
Street una delle più apprezzate e richieste interpreti di
Hollywood.
Girato in stile mockumentary, con
tanto di finte interviste e rottura della quarta parete, il film
riporta i reali eventi attraverso una chiave di lettura inedita.
Tutto si basa infatti sull’inaffidabilità dei personaggi
protagonisti e del loro racconto. Attraverso di questi, infatti, si
ottengono più punti di vista sull’evento principale, portando ad un
ritratto della Harding che in parte la dipinge come la vera vittima
dell’accaduto. La sceneggiatura del film è stata scritta da
Steven Rogers, il quale ha avuto l’intuizione dopo
aver visto un documentario sul pattinaggio su ghiaccio dove si
menzionava la Harding.
Dopo essere stato presentato in
anteprima al Toronto Film Festival, Tonya è diventato uno
dei titoli di maggior successo della stagione, guadagnando consensi
dalla critica e dall’industria. Diversi sono infatti i premi
ottenuti dal titolo, a cui si aggiungono tre nomination ai premi
Oscar. Anche al box office il film si è affermato con un ottimo
risultato. A fronte di un budget di 11 milioni di persone, questo è
infatti riuscito a guadagnarne circa 53 in tutto il mondo. In
particolare, ad aver segnato il successo della pellicola sono state
le interpretazioni dei protagonisti, come anche la costruzione del
racconto particolarmente accattivante.
Tonya: la trama del
film
Il film inizia con il raccontare la
vita di Tonya Harding sin dalla sua infanzia,
seguendola poi attraverso la sua difficile crescita tra una madre
particolarmente severa e la passione per il pattinaggio. A causa
della sua bassa estrazione sociale e del suo atteggiamento
aggressivo, però, Tonya non sembra destinata a possedere la grazia
necessaria all’ottenimento di validi risultati in questa
disciplina. La giovane non vuole però demordere, e assunta una
preparatrice inizia ad impegnarsi sempre più per dimostrare le
proprie capacità. In breve, riesce realmente ad affermarsi come una
talentuosa pattinatrice, stabilendo anche importanti record e
primati.
Al di fuori dello sport, Tonya
frequenta invece lo scapestrato Jeff Gillooly, un
giovane dalle dubbie capacità. I due, molto innamorati, finiscono
per sposarsi, ma la loro relazione viene da subito segnata da una
serie di abusi e violenze reciproche. Queste si riveleranno una
fonte di grande stress per la pattinatrice, che inizia a riportare
i turbamenti della propria vita privata anche nella sua vita
pubblica. Le sue prestazioni iniziano infatti a calare, vedendosi
superata dalla rivale Nancy Kerrigan. Mentre si
prepara ai campionati del 1994, Tonya manifesta sempre più
squilibri, i quali la porteranno a compiere gesta gravi e da cui
non è più possibile tornare indietro.
Tonya: il cast del
film
Ad interpretare il ruolo di Tonya
Harding vi è la celebre attrice Margot Robbie.
Questa rivelò in seguito di non essere stata a conoscenza del fatto
che la sceneggiatura si basava su una storia vera. Fu soltanto dopo
aver terminato la lettura della sceneggiatura che scoprì la storia
di Tonya, iniziando a documentarsi su di lei. L’attrice guardò
infatti quanti più video possibili su di lei, cercando di
riprodurne gli atteggiamenti e il modo di parlare. Per poter girare
personalmente le scene di pattinaggio, limitando la presenza di
controfigure, la Robbie praticò tale sport per circa quattro mesi,
raggiungendo il livello richiesto. Dovette infine sottoporsi ad un
lavoro di trucco volto ad “imbruttirla” e farla assomigliare alla
vera Tonya.
Il ruolo della madre della
protagonista, LaVona, è invece stato scritto appositamente per
l’attrice Allison Janney, nota per la sit-com
Mom. L’interprete ha in seguito dichiarato di essersi
approcciata al personaggio cercando di non giudicarlo. Questo è
stato per lei il ruolo più complesso della sua carriera,
richiedendo una caratterizzazione particolarmente complessa.
L’interpretazione è però valsa alla Janney un Oscar come miglior
attrice non protagonista. Sebastian
Stan, meglio noto per essere Bucky Burnes
nell’MCU, è qui Jeff Gillooly,
marito di Tonya. Julianne Nicholson interpreta
l’allenatrice Diane Rawlinson, Paul Walter Hauser
è il goffo Shawn Eckhardt e Bobby Cannavale
ricopre i panni di Martin Maddox.
Tonya: la vera storia
dietro il film
Come affermato anche dallo stesso
sceneggiatore, il film non è basato sugli effettivi eventi svoltisi
nel 1994. Esso è piuttosto il frutto di una serie di interviste con
le vere persone coinvolte, da Tonya al marito Jeff. Queste hanno
fatto emergere una serie di punti di vista diversi e spesso
contraddittori tra loro. Unendo tutto ciò, Rogers diede vita ad un
ritratto variegato, che porta alla luce nuovi aspetti della storia.
Al di là di ciò, nella realtà degli eventi, Tonya era però
realmente in competizione con Nancy Kerrigan. Questa subì poi un
attacco orchestrato dal marito di Tonya e il suo amico Shawn.
L’aggressione avviene in seguito ad un allenamento, e la
pattinatrice si ritrova improvvisamente con il ginocchio
spezzato.
L’FBI
riesce però a catturare i due aggressori dopo aver ascoltato Shawn
vantarsi dell’accaduto. In breve, la stessa Tonya viene accusa di
essere complice e consapevole di quanto sarebbe accaduto alla
rivale. La campionessa diventa così il bersaglio dei mass media, e
la sua carriera cade ben presto in rovina. Dopo aver partecipato
alle Olimpiadi, dove si classifica ottava, Tonya è poi chiamata al
processo. Durante questo riesce evitare il carcere, ma si ritrova
condannata ad una squalifica a vita dal pattinaggio. Termina così
la sua carriera in tale disciplina, ma il suo nome rimarrà per
sempre impresso in essa non solo per gli scandali ma anche per i
grandi traguardi raggiunti.
Tonya: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Tonya è infatti
presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Tim Vision e Apple
iTunes. Per poter usufruire del film, sarà necessario
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta
comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di tempo. Il
film è inoltre in programma in televisione per venerdì 20
gennaio alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Tra gli eventi più affascinanti da
vedere al cinema vi è senza ombra di dubbio l’Apocalisse. I film
dedicati a tale catastrofe hanno sempre catturato l’attenzione del
pubblico, a cui viene data l’occasione di vedere qualcosa a cui si
spera di non dover mai essere diretti testimoni nella realtà. Uno
dei film più recenti che ha portato la fine del mondo sul grande
schermo è Segnali del futuro, diretto nel
2009 da Alex Proyas, già autore di film
fantascientifici come Io, Robot o Dark
City. All’interno di questo suo nuovo film, egli ha dunque
raccontato l’imminente arrivo di uno scenario apocalittico,
preannunciato da drammatici eventi.
Il progetto era stato concepito dal
romanziere Ryne Douglas Pearson, il quale aveva
immaginato non solo l’approssimarsi della fine del mondo, ma anche
una sua previsione. Il film, infatti, si concentra su come la
possibilità di anticipare il futuro influisca sulle vite dei
protagonisti. Dopo anni di rinvii, Proyas si disse interessato alla
tematica, ed entrando nel progetto favorì la sua realizzazione. Per
il regista, inoltre, era importante dare un forte senso di realismo
a tutte le fantastiche profezie presenti nel film, così da farle
risultare ancor più spaventose per gli spettatori, impotenti come i
personaggi dinanzi a ciò che succede.
Segnali dal futuro ebbe
infatti un grandissimo successo di pubblico, arrivando a guadagnare
oltre 180 milioni nel mondo a fronte di un budget di 50. Pur se non
scientificamente accurato, il film risulta comunque un buon
prodotto d’intrattenimento, imperdibile per gli amanti del genere.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Segnali dal futuro: la trama del film
La vicenda si apre nel 1959, quando
Lucinda Embry partecipa insieme ai suoi compagni
di scuola elementare alla costruzione di una capsula del tempo, da
aprirsi 50 anni dopo. A loro è richiesto anche di disegnare ciò che
immaginano avverrà nel futuro. Contrariamente ai suoi compagni,
però, Lucinda inizia a scrivere sul proprio foglio una serie di
numeri apparentemente senza significato, guidata da alcune voci che
le bisbigliano nella testa. Il foglio viene poi inserito nella
capsula e rimandato al futuro. Passati 50 anni, lo scrigno viene
dunque aperto da una nuova generazione di studenti. A prendere il
foglio che fu di Lucinda è Caleb Koestler.
Questi è il figlio del professore
John Koeslter, astrofisico presso il MIT. Notando
il foglio riportato a casa dal figlio, egli comprende come la
sequenza di numeri non sia altro che un messaggio codificato. Dopo
averlo esaminato, John scopre che quanto scritto predice, con
perfetta precisione, data e numero delle vittime delle principali
catastrofi avvenute negli ultimi cinquant’anni. Stando a quanto
riportato, tre eventi devono ancora avvenire, con esiti devastanti.
John è dunque chiamato ad avvertire la comunità mondiale, nel
tentativo di prevenire gli scenari apocalittici che, per sua
sfortuna, avranno inizio da subito.
Segnali dal futuro: il cast del film
Ad interpretare il professore John
Koestler vi è l’attore Nicolas Cage,
il quale avrebbe poi recitato in film con argomenti simili come
Left Behind – La
profezia e 2030 – Fuga per il
futuro. L’attore, dichiaratosi da sempre affascinato dai
racconti con contesti apocalittici, partecipò con entusiasmo al
progetto. Interrogato sulla sua preparazione ad interpretare un
professore, egli rispose di essersi semplicemente basato sulla
personalità di suo padre, il quale era un professore. Egli ha così
riportato nel personaggio tutte le particolarità e le stranezze che
tale professione comporta. Ad interpretare suo figlio Caleb vi è
invece l’attore Chandler Canterbury, già noto per
aver interpretato una delle versioni da bambino del protagonista di
Il curioso caso di Benjamin
Button.
L’attrice Rose
Byrne, celebre per la serie Damages e per il film
La dea del ’67, è presente con il ruolo di Diana Wayland,
la figlia di Lucinda, che aiuterà John nella sua missione.
L’attrice Lara Robinson è invece presente con un
duplice ruolo. Questa è infatti inizialmente l’interperte di
Lucinda, per poi ritornare invece nei panni di Abby Wayland, figlia
di Diana. Sono poi presenti gli attori Nadia
Townsend nei panni di Grace Koestler, Alan
Hopgood in quelli del reverendo Koestler e Ben Mendelsohn
nel ruolo del professore Phil Beckman. Infine, è presente anche
l’attore Liam Hemsworth
nei panni di Spencer. Per lui, Segnali dal futuro ha
rappresentato l’esordio cinematografico.
Segnali dal futuro: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Segnali dal
futuro è infatti disponibile nel catalogo di
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione
o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in
totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che
in caso di noleggio si avrà a disposizione soltanto un dato periodo
temporale entro cui vedere il titolo. In alternativa, il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 20
gennaio alle ore 21:00 sul canale
Warner TV.
Ecco la nostra intervista a
Paola Buratto, Sara Lazzaro e
Kaze, tra le interpreti di
CALL MY AGENT – ITALIA, disponibile su Sky e NOW dal
20 gennaio.
CALL MY AGENT – ITALIA è l’attesissimo remake di
Dix pour cent (Call My Agent!). Scritto da Lisa
Nur Sultan (Sulla mia pelle, 7 donne e un
mistero, Studio Battaglia), per la regia di
Luca Ribuoli (Speravo de morì prima,
La mafia uccide solo d’estate, Noi),
l’adattamento italiano del cult francese è una serie
Sky
Original in sei episodi prodotta da Sky Studios e
Palomar, dal 20 gennaio con due episodi a settimana ogni
venerdì su Sky Serie (episodi che saranno ovviamente disponibili
anche on demand).
Le vicissitudini di
una potente agenzia di spettacolo e le storie dei suoi soci, alle
prese con le carriere delle più grandi star del cinema italiano,
per un viaggio ironico e dissacrante dietro le quinte del nostro
showbiz. Nella versione italiana, infatti, l’agenzia di management
di attori al centro del racconto, la CMA (Claudio Maiorana
Agency), si sposta da Parigi a Roma, e così le vicende,
fra lavoro e vita privata, dei suoi carismatici agenti e dei loro
assistenti.
Michele Di
Mauro (Studio Battaglia, I delitti del
BarLume, Santa Maradona), Sara Drago
(La grande abbuffata, Jezabel, S/HE),
Maurizio Lastrico (America Latina,
Fedeltà, Don Matteo) e Marzia
Ubaldi (I predatori, Suburra – La serie,
L’allieva) interpretano gli agenti di alcuni fra i più
grandi nomi del mondo dello spettacolo italiano, tutti alle prese
con tragicomiche problematiche da risolvere in ciascun episodio, in
una escalation di conflitti.
Straordinario il
cast di guest star: nei panni di loro stessi saranno Stefano
Accorsi, Paola
Cortellesi, Matilda
De Angelis, Pierfrancesco
Favino e Anna
Ferzetti, Corrado
Guzzanti e Paolo Sorrentinoa
dare filo da torcere agli agenti e ai loro assistenti, questi
ultimi interpretati da Sara
Lazzaro (Doc – Nelle tue mani, 18
regali, Volevo fare la rockstar), Francesco
Russo (L’Amica Geniale, A
Classic Horror Story), Paola
Buratto (Bang Bang Baby). E
con Kaze (Anni da cane) nel
ruolo di Sofia, la receptionist dell’agenzia,
ed Emanuela Fanelli in quello di una
delle più “stravaganti” attrici della CMA.
Call My Agent –
Italia, la trama
Benvenuti dietro le
quinte dello show business italiano dal punto di vista di chi si
occupa di gestire le carriere – e le vite – delle star, gli agenti.
Lea, Gabriele, Vittorio ed Elvira sono l’anima della CMA e a questa
danno l’anima, pronti a tutto pur di far brillare le loro stelle.
Manager, amici, confidenti e psicologi: un buon agente è tutto
questo e anche di più. E loro, ognuno col proprio stile, sono i
migliori. Tra giornate frenetiche e nottate mondane, a rimetterci è
la loro vita privata… Ma in fondo si divertono troppo per
accorgersene. Ma con la partenza del fondatore Claudio Maiorana le
cose si faranno un po’ più complicate.
Nell’immaginario collettivo,
Audrey Hepburn non è stata solamente una
eclettica protagonista nel panorama cinematografico
internazionale, ma anche una grande icona di
stile, riuscita a influenzare intere generazioni. La sua
bravura, accompagnata da un magnetico charme, l’ha consacrata come
diva di Hollywood fra gli anni Cinquanta e Sessanta, riflettendo
attraverso le sue pellicole anche la sua spiccata personalità.
In ricordo di Audrey Hepburn, a 30
anni dalla sua morte, ripercorriamo i suoi migliori
film, lungometraggi che hanno contribuito a renderla
immortale.
Sabrina
La pellicola del
1954, diretta da Billy Wilder, segue la storia di
Sabrina, a cui Audrey Hepburn dà il volto, figlia
dell’autista di una famiglia ricca che, dopo essere stata per due
anni a Parigi, torna a casa completamente cambiata. La sua versione
più chic ed elegante fa innamorare uno dei due rampolli della
dinastia, Linus, seppur lei sia invaghita dell’altro, David. In
questo film la Hepburn fu affiancata da due attori importanti nel
panorama di Hollywood, Humphrey Bogart e
William Holden, con il quale ultimo ebbe una
relazione nel periodo della sua produzione.
Fra l’altro, una delle curiosità più
interessanti di Sabrina, è che la produzione e Billy Winder stesso,
chiesero all’attrice di acquistare lei stessa nelle boutique
parigine alcuni capi d’abbigliamento che poi avrebbero utilizzato
sul set. Per la sua interpretazione la Hepburn ebbe una
nomination agli Oscar come miglior attrice mentre la
costumista Edith Head lo vinse per i migliori costumi.
Cenerentola a Parigi
In questa pellicola
diretta da Stanley Donen, e uscita nel 1957,
Audrey Hepburn interpreta Jo Stockton, una libraia
dalla bellezza irresistibile che strega un fotografo di moda di New
York, Dick Avery, interpretato da Fred Astaire.
Avery crede che Jo possa essere il nuovo volto della rivista di
moda Quality e così cerca di convincerla assieme alla direttrice
Maggie.
Il guardaroba della Hepburn, che nel
film finisce per essere una modella, è tutto firmato da Givenchy.
Cenerentola a Parigi fu il primo musical della diva, si ricordino
poi le famose canzoni How Long Has This Been Going On?,
brano che cantò da solista, e S’Wonderful, in duetto con
Astaire.
My Fair Lady
Un altro musical per
l’incantevole Audrey Hepburn, che in questa
pellicola interpreta una ragazza della classe operaia, la quale ben
presto si trasforma in una donna presentabile per l’alta società. A
insegnarle usi e modi corretti il professore Henry Higgins, un uomo
arrogante e presuntuoso. Il film, del 1964, ebbe in cabina di regia
George Cukor, cineasta molto famoso che diresse
anche Judy Garland nella pellicola cult È nata una
stella.
My Fair Lady è
considerato, per quegli anni, il lungometraggio su cui Hollywood
investì di più, ben 17 milioni di dollari, ma che ebbe d’altra
parte un grande successo al botteghino, incassandone 72 milioni.
Inoltre la Hepburn ebbe una nomination ai Golden Globe come
migliore attrice in un film commedia o musicale.
Colazione da Tiffany
Un titolo che non ha
bisogno di commenti.
Colazione da Tiffany è uno dei film cult per eccellenza,
prodotto nel 1961 con la regia di Black Edwards. La Holly Golightly
di Audrey Hepburn non solo è stata consacrata come
perfetta icona di una femminilità sopraffine, ma è anche diventata
un reale modello di stile da seguire. Seppur il personaggio
caratterizzato dall’attrice si discosti da quello rappresentato
nell’omonimo romanzo di Truman Capote, la sua
indole a tratti sognatrice, svampita e al tempo stesso elegante e
avvenente l’ha resa una delle migliori protagoniste nate da mamma
Hollywood.
La trama segue per l’appunto la vita
di Holly, una mondana newyorkese con l’obiettivo di trovare un uomo
ricco da sposarsi e poter così vivere da mantenuta. Nel suo stesso
palazzo incontra poi uno scrittore in piena crisi, interpretato da
George Peppard, del quale si innamora follemente.
Quando tutt’ora pensiamo alla pellicola, sono due gli elementi che
tornano alla mente; il primo è l’immagine della Hepburn che consuma
la sua colazione dinanzi al negozio di Tiffany; il secondo è la
sequenza memorabile al balcone, quando Holly intona Moon
River suonando una chitarra e ascoltata dal suo Paul.
Vacanze romane
Diretta da
William Wyler del 1953, Vacanze
romane è la pellicola che porta Audrey Hepburn
sotto le luci della ribalta, decretandone la sua fama. Qui
l’attrice si aggiudica il suo primo ruolo da protagonista in una
storia ambientata in un’Italia la cui Roma edulcorata e soleggiata
fanno da magico sfondo. La storia tesse infatti la sua tela attorno
alla principessa Ann la quale, stanca del suo calendario pieno di
incontri e appuntamenti, decide di scappare nella Capitale per
avere un momento di libertà. Lì incontra il giornalista americano
Joe Bradley, interpretato da Gregory Peck, con cui
vive un’indimenticabile avventura.
Nel panorama hollywoodiano – e non
solo – Vacanze romane è diventato un classico del cinema, e può
farsi vanto della scena iconica dei due protagonisti in sella ad
una Vespa Piaggio, diventata famosa grazie al film, mentre
attraversano Roma, da Via del Corso a Piazza del Popolo. Inoltre,
la Hepburn si aggiudicò un Oscar come migliore attrice e un
Golden Globe.