A quanto pare, l’attesa dei fan per
il ritorno del Joker di Jared Leto nella Snyder
Cut di Justice
League, ha raggiunto picchi enormi sui social media.
Il Joker di Leto è stato una figura divisiva fin dalla sua
introduzione in Suicide
Squad del 2016. Da allora, non è apparso in nessun altro
film del DCEU: Leto non è apparso né in Birds of
Prey con Margot Robbie né apparirà in The Suicide
Squad di James
Gunn.
Tuttavia, Zack Snyder sembra interessato a riportare
indietro il personaggio. Lo scorso ottobre, infatti, è stato
annunciato che Leto avrebbe ripreso i panni del Clown Principe del
Crimine nella versione di Justice
League ad opera di Snyder. Il film sarà una
miniserie in quattro parti che verrà distribuita su HBOMax nel
2021. La miniserie conterrà altre due ore e mezza di materiale
inedito, girato prima del coinvolgimento di Joss Whedon nella produzione. Nonostante i fan
stessero aspettando la
Snyder Cut da tantissimo tempo, nulla ha
stuzzicato il loro interesse più del ritorno di Leto nei panni del
Joker.
Secondo Netbase
Quid, una società di analisi dei social media, le storie sul
ritorno del Joker di Jared Leto sono state di gran lunga superiori
a qualsiasi altro argomento relativo alla Snyder
Cut di Justice
League. Il numero di storie ha superato qualsiasi
notizia, inclusa la disputa in corso tra Ray Fisher e la Warner
Bros. L’interesse è aumentato a metà ottobre, con il 31% dei post
sui social media relativi a Justice
Leaguefocalizzati proprio sul potenziale
coinvolgimento di Leto. L’interesse non è diminuito: anche se sono
trascorse diverse settimane, la
Snyder Cut e Joker continuano ad essere temi
caldi.
Il ritorno di Leto come Joker è,
comprensibilmente, molto atteso. Anche se il suo ruolo in Suicide
Squad è stato molto controverso, l’opportunità di vederlo
in coppia con Batman nella Snyder
Cut di Justice
League è davvero eccitante. Uno dei motivi per cui Joker è
stato accolto così male in Suicide
Squad è stato il breve minutaggio a disposizione. Il
marketing del film aveva esaltato il suo ruolo, così come tutte le
voci che avevano dato Leto come significativo all’interno della
storia. Tuttavia, le aspettative non sono state all’altezza del
clamore sollevato.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
L’attore britannico naturalizzato
australiano Hugh Keays-Byrne, che ha interpretato
il cattivo Toecutter nel primo Mad Max del 1979 e che era
tornato nella saga come interprete di Immortan Joe in Mad
Max: Fury Road, è morto all’età di 73
anni.
Nato il 18 maggio 1947 a Srinigar,
nel Kashmir, due anni prima della formazione dell’India, da
genitori britannici, Keays-Byrne è cresciuto in Inghilterra. Ha
iniziato a recitare negli anni ’60, apparendo in diverse produzioni
per la Royal Shakespeare Company. Il suo debutto cinematografico è
stato nel 1974 in Stone, dove ha interpretato Toad, un
membro di una banda di motociclisti fuorilegge.
L’anno successivo ha recitato ne
Il Drago di Hong Kong, una parodia di James
Bond con l’ex interprete di 007, George Lazenby. È apparso in
molti altri titoli ozploitation degli anni ’70, culminati
con il ruolo di Toecutter, il cattivo squilibrato del primo Mad
Max di George Miller. Keays-Byrne è tornato nel franchise
grazie a Mad
Max: Fury Road, interpretando ancora una
volta il cattivo, Immortan Joe.
Il regista Ted
Geoghegan ha rivelato via Twitter
che Keays-Byrne è morto martedì, all’età di 73 anni. Geoghegan ha reso omaggio alle interpretazioni dell’attore nel
franchise di Mad Max, sottolineando il suo grande impegno
umanitario. La notizia è stata confermata anche su
Facebook da Brian Trenchard-Smith, il regista
britannico che aveva scelto Keays-Byrne per Il Drago di Hong
Kong. Trenchard-Smith ha reso omaggio al senso dell’umorismo
di Keays-Byrne e ha anche menzionato la sua coscienza sociale.
Sebbene abbia avuto una carriera
ampia e variegata, non c’è dubbio che Hugh
Keays-Byrne sarà ricordato sempre per il suo doppio ruolo
nel franchise di Mad Max. Il fatto che sia tornato
a recitare in Mad
Max: Fury Road a 35 anni di distanza dalla sua
prima apparizione nel franchise è stata una testimonianza della sua
incredibile longevità in qualità di attore. Interpretando ruoli
molto diversi, Keays-Byrne è riuscita a rendere sia Toecutter che
Immortan Joe due villain tanto terrificanti quanto iconici. Non c’è
dubbio che le sue interpretazioni abbiano giocato un ruolo chiave
nella duratura popolarità di entrambi i film.
Jamie Foxx ha ironizzato in merito alla sua
presenza in Spider-Man 3, dichiarando che sarebbe
felice di tornare a vestire i panni di Electro e lasciando
intendere che nessun accordo è stato ancora firmato. Molto prima
che Tom Holland interpretasse il simpatico
arrampicamuri nel MCU,
Andrew Garfield ha interpretato Peter Parker per il
franchise The Amazing Spider-Man targato Sony. Nel sequel
del 2014,
The Amazing Spider-Man – Il potere di Electro,
Jamie Foxx ha interpretato Max Dillon, un mite dipendente della
Oscorp che, in seguito ad un incidente devastante, diventa il
cattivo Electro. La Sony aveva grandi progetti per il franchise,
che alla fine sono andati in pezzi a seguito proprio del flop di
The Amazing Spider-Man 2.
Tuttavia, recenti voci sembrano
indicare che la saga di The Amazing Spider-Man non sia
totalmente finita nel dimenticatoio. All’inizio di ottobre,
infatti, è arrivata la notizia che Jamie Foxx apparirà nell’attesissimo
Spider-Man 3 del MCU, dove tornerà a vestire i
panni proprio di Electro. Il ritorno di Foxx, ovviamente, apre ad
una serie di possibilità infinite in merito al Multiverso del MCU e
al modo in cui si collegherà ai precedenti film dedicati a
Spider-Man. Ad oggi, la Marvel non ha ancora confermato la presenza
di Foxx nel film, il che getta più di un dubbio sul fatto che il
casting possa davvero concretizzarsi.
In una recente intervista con
CinemaBlend in occasione della promozione di Soul,Jamie Foxx ha parlato della possibilità di
tornare ad interpretare Electro in Spider-Man 3.
All’attore è stato chiesto se l’Electro che vedremo nel MCU sarà un
prosieguo del personaggio già apparso sul grande schermo o una
nuova iterazione dello stesso; com’era prevedibile, l’attore non ha
potuto rivelare nulla. Tuttavia, la cosa più sorprendente, è che la
risposta di Foxx ha lasciato intendere che l’attore non abbia
ancora neanche firmato con la Marvel per apparire nel film. Il
premio Oscar si è limitato a dire che sarebbe aperto alla
possibilità e che sarebbe felice di tornare nei panni del villain.
“Hai assolutamente ragione, non posso dire nulla. Ma se faccio
parte del film, allora ne sarò davvero felice”, si è limitato
a dire Foxx.
Foxx ha eluso la domanda, ma ciò non
significa che non farà parte del cast del film, visto che ad
ottobre aveva confermato il suo ritorno
attraverso un post condiviso su Instagram (poi subito
eliminato). A questo punto, gli scenari ipotizzabili sono
molteplici: non avendo confermato ancora nulla, è probabile che
neanche i Marvel Studios siano convinti della presenza di Electro
nel film; oppure, semplicemente, Jamie Foxx non è ancora autorizzato a parlare
del suo coinvolgimento, come accade di frequente quando si tratta
di grandi blockbuster o di film di supereroi (l’ultimo caso
esemplare, in tal senso, è
Mads Mikkelsen, che aveva negato il suo coinvolgimento in
Animali Fantastici 3, per poi essere confermato nel cast
soltanto pochi giorni dopo).
Cosa sappiamo di Spider-Man 3?
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si
sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter
Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave
all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film
dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un
altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi
del MCU.
La Compagnia dell’Anello si è
riunita per una nuova missione: salvare e preservare l’ex casa di
J.R.R Tolkien, dove l’autore britannico ha scritto
Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. L’acclamato ed
influente scrittore, spesso indicato come il padre del genere
fantasy, è famoso soprattutto per le storie ambientate
nella Terra di Mezzo. Dati gli immensi contributi di Tolkien alla
letteratura, è giusto che la sua storia venga preservata.
Tolkien viene ricordato soprattutto
per le sue vaste opere di narrativa fantastica, nonostante nella
sua carriera si sia dedicato anche ad altro. Era uno studioso di
letteratura e mitologia europea medievale (che ha fortemente
influenzato le sue opere originali), un professore dell’Università
di Oxford per decenni, un soldato nella Prima Guerra Mondiale
(un’altra influenza significativa) e un padre di quattro figli.
Durante i suoi anni a Oxford, Tolkien ha vissuto in una casa
signorile al numero 20 di Northmoor Road, casa che ora è stata
messa in vendita.
Sembra, però, che l’ex cast degli
adattamenti cinematografici basati sull’opera di Tolkien abbia
qualcosa da dire al riguardo. Secondo quanto riportato da
People, Ian McKellen (Gandalf), John
Rhys-Davies (Gimli) e Martin Freeman (Bilbo Baggins) si sono uniti
ad una campagna per acquistare e preservare la casa in cui Tolkien
scrisse le sue opere più famose. “Project
Northmoor” – questo il nome della campagna – spera di
raccogliere 6 milioni di dollari per acquistare la casa, ripararla
e ringiovanirla (insieme al giardino), e dare vita ad un vero e
proprio centro letterario di Tolkien, completo di tour, lezioni e
programmazione sia in presenza che virtuale.
Il Signore degli Anelli e l’eredità di Tolkien
Sebbene Il Signore degli Anelli sia divenuto molto
popolare a partire dagli anni ’60, ha subito una sorta di rinascita
soprattutto negli ultimi due decenni, in gran parte graziea i film
di successo diretti da Peter Jackson. La prima trilogia ha ridefinito
la narrativa e la struttura del genere fantasy, portando
il pubblico a scoprire l’immensa influenza di Tolkien attraverso un
nuovo mezzo (quello cinematografico, appunto). Le opere dello
scrittore britannico sono state pubblicate anche dopo la sua morte:
il figlio Christopher, infatti, ha curato diversi scritti inediti
come The Silmarillion, Unfinished Tales, The Children of
Húrin e Beren e Lúthien, l’ultimo dei quali
pubblicato nel 2017. Purtroppo, Christopher Tolkien è deceduto a
gennaio di quest’anno.
L’impatto continuo che Tolkien ha
avuto sul mondo della letteratura, sia in vita che nei 50 anni
successivi alla sua morte, giustifica certamente una certa
conservazione dei suoi contributi. Secondo il sito web di “Project
Northmoor”, “non esiste un centro dedicato a Tolkien in
nessuna parte del mondo”. La campagna per salvare la vecchia
casa dell’autore creerebbe finalmente un luogo simile ed è
incoraggiante vedere gli attori delle trasposizioni
cinematografiche de
Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit unirsi
alla causa.
In una nuova intervista, Mads Mikkelsen ha parlato per la prima volta
di Gellert Grindelwald, il personaggio che
interpreterà in Animali Fantastici 3, andando a sostituire il
collega Johnny Depp. Nel 2016 la Warner Bros. ha
riportato sul grande schermo il magico mondo di J.K. Rowling grazie
ad Animali
Fantastici e Dove Trovarli, prequel della saga
principale di Harry
Potter, basato su un libro di testo di Hogwarts.
Sebbene inizialmente la serie
sembrasse concentrarsi sulle avventure del magizoologo Newt
Scamander (Eddie
Redmayne), ben presto è stato confermato
che Animali Fantastici avrebbe coperto il
periodo in cui il mago oscuro Grindelwald terrorizzava il mondo
magico. Johnny
Depp è apparso alla fine del primo Animali
Fantastici nei panni di Gellert Grindelwald, prima di avere un ruolo
più importante nel sequel I
Crimini di Grindelwald del 2018. Era pronto ad
interpretare il personaggio per l’intero franchise, ma a seguito
della perdita di una causa per diffamazione contro il quotidiano
britannico The Sun che lo ha definito un “picchiatore di
mogli”, la Warner Bros. ha chiesto all’attore di abbandonare
la saga.
In seguito all’uscita di scena di
Depp, la major ha poi ufficializzato Mads Mikkelsen come nuovo interprete di
Grindelwald, e adesso, per la prima volta, l’attore svedese ha
finalmente parlato del ruolo. Intervistato da
EW, Mikkelsen ha anticipato alcuni dettagli in merito alla sua
interpretazione del mago oscuro, spiegando di voler sia onorare
l’eredità di Depp sia proporre agli spettatori qualcosa di nuovo.
Tuttavia, l’attore non ha potuto approfondire più di tanto
l’argomento, forse perché lui e il regista David
Yates sono ancora impegnati con la “nuova” costruzione del
personaggio.
“Beh, già il fatto che sarà io
ad interpretarlo è una novità”, ha ironizzato Mikkelsen.
“Scherzi a parte, questa è la parte più difficile. Ci stiamo
ancora lavorando. Dovrà esserci un ponte tra quello che ha fatto
Johnny e quello che farò io. Dovrò cercare di fare mio il
personaggio, ma allo stesso tempo dobbiamo anche trovare dei
collegamenti (con la versione precedente di Grindelwald), in modo
da non allontanarci completamente da ciò che è già stato
conquistato in maniera assolutamente magistrale.”
Come riportato da
Deadline, la candidata all’Oscar Margot Robbie è in trattative iniziali per
sostituire il premio Oscar Emma Stone nel nuovo film di Damien
Chazelle, il cui titolo ufficiale sarà Babylon.
Stone, che era già stata diretta da Chazelle in
La La Land, ha dovuto abbandonare il progetto a causa di
impegni pregressi.
Il cast del film annovera già il
premio Oscar Brad Pitt: se le trattative con la Robbie
dovessero andare a buon fine, si tratterà della seconda volta che i
due celebri e amatissimi attori lavoreranno fianco a fianco dopo
C’era una volta a Hollywood di
Quentin Tarantino. Babylon avrebbe segnato la
seconda collaborazione tra Damien Chazelle e Emma Stone dopo
l’incredibile successo di
La La Land.
Babylon è stato
descritto come un dramma audace e originale, dal budget
significativo, che sarà ambientato nel periodo in cui l’industria
di Hollywood è passata dal muto al sonoro. La Lionsgate avrebbe
dovuto accaparrarsi i diritti del film, ma è stata poi surclassata
dall’offerta ben più vantaggiosa avanzata dalla Paramount.
Il film, che sarà scritto e diretto
da Chazelle, dovrebbe arrivare nelle sale a Natale 2021 (con
un’uscita limitata) e successivamente a gennaio 2022 (con un’uscita
worldwide), giusto in tempo per l’awards season. Tra i produttori
figurano Olivia Hamilton, Matt Plouffe e Marc Platt.
La carriera di Damien Chazelle
Damien Chazelle è
diventato in un istante una figura interessante e di spicco nel
panorama hollywoodiano, a partire dal suo esordio, il folgorante
Whiplash, che nel 2014 ha
portato a casa ben tre premi Oscar, tra cui migliore attore non
protagonista, J.K. Simmons.
Whiplash ebbe un tale
successo che molti critici si chiesero se Chazelle potesse mai
essere in grado di replicare quel successo e quella bellezza.
Eventuali dubbi su questo fronte si sono rapidamente estinti quando
Chazelle ha presentato al Festival di Venezia 2016 La La
Land. L’affascinante tributo ai classici musical di
Hollywood vede Emma
Stonee Ryan
Gosling nei panni di una coppia di giovani
ambiziosi in cerca della loro carriera artistica nella Hollywood
dei sogni e delle illusioni. Il film è stato campione di incassi, e
non solo.
La La Land ha
raddoppiato il conteggio dei tre Oscar
di Whiplash, portando a casa sei premi tra cui
un Oscar come miglior regista per Chazelle e un trofeo per la
migliore attrice a Stone. Eppure, nonostante il successo
di Whiplash e La La Land, Chazelle
non è riuscito a ripetere la sua formula di grande successo
con First
Man – Il primo uomo del 2018. Anche se il film ha
visto il ritorno di Gosling con il regista, non è riuscito a
eguagliare le alture vertiginose dei precedenti lavori di Chazelle.
Il film è anche il primo caso in carriera, per Chazelle, di una
regia su sceneggiatura non sua.
Indicato come uno dei film che ha
contribuito alla forte attenzione del cinema italiano nei confronti
dei generi cinematografici, Lo chiamavano
Jeeg Robot segna il debutto ad un lungometraggio
di Gabriele Mainetti e Nicola
Guaglianone. Rispettivamente regista e sceneggiatore, i
due avevano già collaborato con successo a cortometraggi quali
Il produttore, Basette e Tiger Boy. Per il loro
esordio sul grande schermo, scelgono di dar vita al primo grande
supereroe italiano, il quale è però naturalmente calato all’interno
del forte contesto della periferia di Roma. Con il film di Mainetti
si è così aperta per il cinema italiano una nuova ricca
stagione.
Il titolo del film è un ovvio
riferimento al celebre manga Jeeg Robot d’acciaio, dove il
supereroe in questione si trova a dover salvare il mondo da nemici
ogni volta diversi. Allo stesso modo, il protagonista del film
italiano, Enzo Ceccotti, deve fare i conti con la criminalità di
Roma, e in particolare con un nemico che si rivelerà più
imprevedibile del previsto. Proprio per le grandi novità che il
film presentava, questo faticò inizialmente a trovare produttori
disposti ad investirvi. In seguito, tuttavia, il film riuscì a
prendere forma, arrivando ad ottenere un’anteprima alla Festa del
Cinema di Roma.
Arrivato infine in sala, il film
riesce ad affermarsi come uno dei migliori incassi della stagione,
arrivando ad un guadagno complessivo di quasi 6 milioni di euro a
fronte di un budget di quasi 2. Per Lo chiamavano Jeeg
Robot la strada verso il successo era però appena iniziata. Il
film divenne infatti un vero e proprio caso cinematografico,
arrivando a vincere alcuni tra i maggiori premi assegnati
dall’industria italiana. Grazie anche ad una distribuzione estera,
il film ha potuto dimostrare in tutto il mondo il pregio che ancora
oggi il cinema italiano può vantare.
Lo chiamavano Jeeg Robot: la trama
del film
Il film racconta di Enzo Ceccotti,
un uomo solitario che vive di espedienti nella periferia di Roma,
si nutre di budini alla vaniglia e guarda solo dvd pornografici. Un
giorno, inseguito dalla polizia per il furto di un orologio, si
tuffa nel Tevere e lì viene a contatto con una sostanza
radioattiva, che una volta tornato a casa gli causa un terribile
malessere. Superata la notte e apparentemente guarito, si organizza
per un nuovo colpo, commissionatogli dallo spietato criminale noto
come Lo Zingaro. A casa di uno dei suoi complici, Enzo incontra
Alessia, una ragazza con problemi mentali, che si comporta come una
bambina, fa fatica a distinguere tra finzione e realtà e ha una
vera e propria ossessione per il cartone animato Jeeg Robot
d’acciaio.
Durante un incontro con alcuni
corrieri di droga, Enzo rimane però coinvolto in una sparatoria, si
prende una pallottola e fa un volo di diversi metri.
Inspiegabilmente rimane illeso e realizza così di avere dei
“superpoteri”, acquisiti grazie alla sostanza radioattiva: oltre
all’invulnerabilità, possiede anche una forza sovrumana. Lo Zingaro
con i suoi scagnozzi si reca a casa di Alessia per avere
informazioni sul carico di droga, arrivando ad essere violento con
la giovane. Sentite le urla della ragazza, Enzo accorre e
interviene picchiando i criminali e salvando Alessia. I due,
costretti ora ad una latitanza, si ritrovano a stringere un
profondo legame. La loro tranquillità viene però messa a dura prova
proprio da Lo Zingaro, il quale è in cerca di vendetta.
Lo chiamavano Jeeg Robot: il cast
di attori del film
Tra gli elementi di maggior forza
del film vi è il suo cast di attori. Tutti premiati per le loro
interpretazioni, questi hanno dato vita a personaggi memorabili,
entrati da subito nell’immaginario collettivo del cinema italiano.
Grande protagonista è l’attore Claudio
Santamaria. Questi, tuttavia, aveva inizialmente
dovuto rifiutare il ruolo a causa di altri impegni. Poiché il
regista desiderava fortemente averlo nel film, però, le riprese
vennero posticipate in attesa che l’attore fosse libero. Ciò
avvenne però con la sua promessa di acquisire circa 20 chili,
arrivando ad un totale di 100, e assumendo l’imponenza richiesta
per il personaggio.
Accanto a lui nel film è poi
presente Luca
Marinelli, oggi tra i principali interpreti del cinema
italiano, che ha qui vestito i panni del criminale Lo Zingaro.
Affermatosi per il suo carattere sopra le righe, il personaggio è
oggi ricordato come uno dei villain più apprezzati del recente
cinema nazionale. Per dargli vita, Marinelli ha raccontato di
essersi ispirato ai personaggi di Hannibal Lecter e Buffalo Bill,
entrambi presenti in Il silenzio degli innocenti. Per il
ruolo di Alessia, invece, viene scelte l’attrice Ilenia
Pastorelli. All’epoca questa era ancora un’esordiente,
e per tale ragione il regista non era del tutto convinto di voler
affidare a lei il ruolo. A convincerlo fu però Guaglianone, lo
sceneggiatore, il quale dichiarò di aver scritto il personaggio con
lei in mente. Dopo averla incontrata, anche Mainetti si convinse
del fatto che era l’attrice giusta per il ruolo. Nel film è poi
presente anche l’attrice Antonia Truppo nel ruolo
della boss criminale Nunzia Lo Cosimo.
Lo chiamavano Jeeg Robot: i premi,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Lo chiamavano Jeeg Robot si
è affermato come uno dei film più acclamati e premiati del suo
anno. Questo è infatti stato candidato a numerosi premi di
particolare prestigio in Italia, come i David di Donatello e i
Nastri d’argento. Ai primi il titolo ricevette ben 17 nomination,
ottenendo poi 8 premi, tra cui quelli per i quattro interpreti
principali e quello per il miglior regista esordiente. Ai Nastri
d’argento il film guadagnò invece 10 nomination, mentre 12 furono
quelle ai Ciak d’Oro. Il film venne inoltre selezionato nella rosa
dei film tra cui scegliere per il candidato italiano all’Oscar per
il miglior film straniero, non ottenendo però tale possibilità.
Svariati sono poi stati i premi “minori” vinti sempre sul suolo
italiano.
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Lo chiamavano Jeeg Robot grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
iTunes, Netflix, Now TV, Rai Play e Tim Vision. Per
vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare
il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità
e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di
noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui
vedere il titolo. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il
giorno mercoledì 2 dicembre alle ore
21:10 sul canale Rai Movie.
Vedova Nera è uno dei supereroi del MCU più popolari. Fa parte dell’universo
condiviso dal 2010 e ha contribuito a salvare il mondo molte volte.
In qualità di ex spia, Natasha Romanoff ha molte abilità utili per
il suo lavoro da supereroe. Anche se non possiede alcun vero
superpotere come la maggior parte dei suoi compagni Vendicatori,
questo non le ha mai impedito di abbattere i cattivi.
Sfortunatamente, la vita di Vedova
Nera non è stata sempre facile, con molti episodi che hanno spesso
intristito i suoi fan. Dalle relazioni personali al suo passato,
Vedova Nera avrebbe spesso meritato di più di
quanto in realtà ha avuto:
1Troppi anni prima del suo
standalone
L’uscita dello standalone dedicato a Natasha è
stata posticipata a causa dell’emergenza Covid-19: il film, in
origine, sarebbe già dovuto arrivare nelle sale da un
pezzo.
Fatta eccezione per Occhio di Falco (che
apparirà prossimamente in una serie tutta sua), Natasha è stata
l’unica a non avere il suo film in solitiaria, non importa quanto
sia popolare o quanto i fan l’abbiano richiesto a gran voce. In
effetti, ha ottenuto il suo standalone a ben 11 anni di distanza
dalla sua prima apparizione nel MCU.
Dopo l’importante appuntamento di
LuccaChanges2020, che ha visto MINI tra i
grandi protagonisti del community event internazionale con
una celebrazione unica pensata per gli 80 anni di
Flash – in collaborazione con
PaniniComics -,
MINI torna ad addentrarsi nel mondo del fumetto
con un’iniziativa pensata per tutti gli appassionati di comics (e
non solo).
In occasione della quinta edizione
del Free Comic Book Day Italia, la giornata
interamente dedicata all’invito alla lettura del fumetto prevista
per giovedì 3 dicembre (che quest’anno si
estenderà eccezionalmente lungo tutto il mese di dicembre), MINI
presenta MINI Republic 4 Comics, un concorso a
premi che mette in palio 5 buoni del valore di
200€ da spendere in fumetti sul sito ufficiale del gruppo
Panini.
Nelle oltre 230 fumetterie che
aderiscono al Free Comic Book Day Italia, i lettori potranno
ritirare gratuitamente – insieme agli albi inediti pensati
esclusivamente per l’evento e alle importanti preview di volumi in
uscita nei prossimi mesi – una litografia della Nuova MINI
Full Electric con i disegni del Velocista Scarlatto
realizzata dal disegnatore italiano CarmineDiGiandomenico a Lucca Changes.
Un pezzo da collezione contenente anche un QR Code
che rimanderà al sito ufficiale di MINI Republic dove, dal
9 al 24 dicembre si potrà sfidare la fortuna per
conquistare uno dei preziosissimi “buoni fumetto” in palio (tutti i
dettagli del concorso sono su republic.mini.it).
MINI si conferma
così sempre pronta a condividere con la sua community (e non solo)
passioni, interessi ed esperienze speciali, e con
MINIREPUBLIC4
COMICS partecipa a un appuntamento importante come il
FreeComic Book Day che
quest’anno, oltre a continuare a promuovere la lettura, ha
l’intento di supportare le fumetterie in un periodo che si è
dimostrato difficile, avvicinando nuovi lettori e riportando chi se
ne era allontanato.
Terminator: Destino Oscuro è stato diretto da
Tim Miller, regista di Deadpool, e
ha visto il coinvolgimento di James Cameron – regista dei primi due iconici
episodi del franchise – in qualità di produttore. Ciononostante, il
film non è riuscito a catturare l’attenzione degli spettatori: le
recensioni sono state per lo più positive, ma al box office il film
ha incassato “appena” 261 milioni in tutto il mondo, facendo così
ripiombare la saga in una sorta di limbo.
Durante una recente intervista con
il podcast
Happy Sad Confused (via
CBM), la co-protagonista del film, Mackenzie Davis, è tornata a parlare sul
fallimento di
Terminator: Destino Oscuro. “Mi è piaciuto
tantissimo lavorare aquel film. È stata un’esperienza dura, ma le
persone coinvolte erano incredibili. Tim è stato un regista
meraviglioso, sempre concentrato nel provare a fare il miglior
lavoro possibile”, ha spiegato l’attrice. “Ma parlando in
termini di box office era comunque un Terminator 6 e nessuno aveva
visto gli ultimi tre. Questo non significa che abbiamo fatto un
brutto film, ma che forse l’appetito della gente per questa saga si
è esaurito.”
Poi ha aggiunto: “Non voglio
neanche entrare nel merito del fatto che sia andato male perché
aveva tre donne come protagoniste, perché sono fattori che non
posso controllare. Sono una donna, mi è piaciuta davvero tanto la
mia parte. Sono orgogliosa di quello che abbiamo fatto e non potrei
mai dire: ‘È andato male perché il pubblico è sessista’.
Sembrerebbe una scappatoia per non ammettere che forse sei film
sono troppi. Adesso lo sappiamo.”
Sempre nel corso della medesima
intervista, Mackenzie Davis ha anche parlato dei piani per
il sequel mai realizzato di Destino
Oscuro:“Avrebbe avuto a che fare con la timeline.
Avrebbe esplorato una linea temporale diversa. Nessuna
resurrezione… sarebbe venuta dal futuro”. L’attrice non ha
rivelato null’altro, dal momento che – sebbene il sequel non sai
più nei piani della Paramount e della Skydance – quell’idea
potrebbe comunque essere utilizzata prima o poi.
Ad oggi, il futuro del franchise di
Terminator rimane un mistero, soprattutto dopo
le deludenti performance di Destino
Oscuro. Forse la saga si evolverà e magari ne verrà tratta
una serie tv. Per quanto riguarda il grande schermo, l’insuccesso
dell’ultimo capitolo è indice di quanto i concetti ormai familiari
alla basa del franchise siano diventati davvero troppo stantii e
privi di fascino per il pubblico.
La trama di Terminator: Destino Oscuro
La protagonista della storia
di Terminator:
Destino Oscuro è Sarah Connor. La donna,
invecchiata e indurita dalla vita, è una cacciatrice di Terminator,
vive così e, quando si trova ad avere a che fare con Dani Ramos,
apparentemente una persona normale, e Grace, un essere umano
potenziato che è stato mandato dal futuro per proteggere la
ragazza, capisce che in giro c’è anche un nuovo Terminator, che,
come accadde a lei tanto tempo fa, è stato mandato per compiere la
sua missione e uccidere il suo obbiettivo. Il loro cammino però è
difficile e impervio, e per riuscire a sopravvivere al nuovo e
straordinariamente forte modello di macchina, un Rev 9, non possono
che chiedere aiuto al T-800 più famoso della storia del cinema,
quel Terminator che ha inseguito Sarah per tutta la sua
giovinezza.
Dopo essere stato presentato
all’ultima Festa del Cinema di Roma, Mi chiamo Francesco Totti arriva in home video
in formato DVD insieme a Universal Pictures Home Entertainment
Italia a partire dal prossimo 3 dicembre.
Diretto da Alex
Infascelli, il documentario si pone l’obiettivo di
raccontare con umiltà l’uomo dietro la leggenda e oltre “il
capitano”, ripercorrendo la sua vita con le parole dello stesso
protagonista. Il regista porta quindi Totti sulla stessa dimensione
dello spettatore, senza però ridurre le sue gesta sportive. Per
riuscire in questo, viene scelta la modalità del racconto in prima
persona, coinvolgendo così totalmente Francesco, che diventa la
sola voce narrante della storia. Una narrazione che è diretta
rappresentazione di ciò che Totti per primo evidenzia come
importante nella sua storia, la storia che lo ha portato sino a
qui: una storia di calcio, certo, ma soprattutto di famiglia e
senso di appartenenza.
È la notte che precede il suo addio
al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la
sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli
spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave
della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un
racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo.
Arrivato al suo sesto
lungometraggio, il regista Alex Infascelli ha già
ottenuto due David di Donatello, un Nastro d’Argento e un Ciak
d’Oro, oltre ad aver diretto più di 50 video musicali e due
miniserie per Sky, per il quale ha ottenuto il premio come miglior
regista italiano al Roma Fiction Fest.
Soggetto e sceneggiatura di
Alex Infascelli e Vincenzo
Scuccimarra, il film è tratto dal libro Un
Capitano scritto da Francesco Totti con
Paolo Condò (edito da Rizzoli). Prodotto da
Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia
Valsecchi, una produzione The Apartment e
Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Capri
Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai Cinema, in
collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.
Il cast del nuovo attesissimo
capitolo di Scream
– intitolato semplicemente Scream – ha ricevuto delle
sceneggiature “fake” in modo che nessuno potesse conoscere il vero
finale del film. Uscito nel 1996, il primo Scream ha rivitalizzato il genere slasher e
dato vita ad una nuova saga di successo, elogiata soprattutto per
il suo approccio meta-horror, qualcosa che i futuri prodotti del
genere avrebbero spesso cercato di riproporre.
Dopo anni di rumor, il nuovo
Scream è stato ufficialmente confermato, e
proprio di recente abbiamo appreso che le riprese si sono
finalmente concluse. Essendo Wes Craven – registi di tutti i precedenti
episodi – scomparso nel 2015, il nuovo film sarà diretto da
Matt Bettinelli-Olpin e Tyler
Gillett, registi dell’horror Finché morti non ci
separi. Nel nuovo Scream ritroveremo Neve Campbell nei
panni di Sidney Prescott, insieme a David Arquette
(Dewey Riley) e Courtney Cox (Gale Weathers). Tra
le new entry, invece, figurano Melissa Barrera, Jack Quaid, Kyle
Gallner e Dylan Minnette.
Naturalmente, il più grande mistero
legato al film sarà ancora una volta l’identità di Ghostface, e
pare che questa volta nessuno – neanche i membri del cast – sappia
chi si nasconda dietro il costume dell’ormai iconico serial killer
cinematografico. Parlando con
Cinemablend, infatti, il produttore William
Sherak ha rivelato che al cast sono state consegnate
differenti versioni della sceneggiatura proprio per evitare che
nessuno conosca la vera identità di Ghostface e, di conseguenza,
impedire spoiler sul film.
“Esistono più versioni della
sceneggiatura e la maggior parte del cast non sa se ha letto la
versione definitiva oppure no”, ha spiegato Sherak.
“Abbiamo giocato con loro e il bello di un film di Scream è che
tutti sono colpevoli fino a prova contraria. Quindi, l’obiettivo è
continuare così il più a lungo possibile e divertirci
ancora.”
Scream: dalla finzione alla realtà!
Dalla finzione alla realtà, quindi.
Tale espediente dovrebbe essere ben noto ai fan della saga di
Scream. Nel terzo capitolo uscito nel 200,
infatti, esistevano diverse versioni della sceneggiatura di
Stab 3, “il film nel film” basato sugli eventi di
Woodsboro e del Windsor College. In Scream 3, i personaggi
della storia erano incapaci di prevedere quale sarebbe stata la
prossima vittima di Ghostface proprio perché, nonostante
l’assassino stesse iniziando ad ucciderli in base all’ordine in cui
morivano in Stab 3, esistevano differenti versioni del
copione.
Ricordiamo che Scream arriverà nelle sale americane il 14
gennaio 2022. In Italia il film verrà distribuito nello stesso anno
da Eagle Pictures. Kevin Williamson, storico
produttore e sceneggiatore della saga, è stato nuovamente coinvolto
nel nuovo film.
Quando Avengers:
Endgame è uscito nelle sale lo scorso anno, è
diventato il film con il maggior incasso di tutti i tempi,
arrivando a guadagnare circa 2,8 miliardi di dollari. Nonostante
ciò, molti dei titoli prodotti dai Fratelli Russo stanno arrivando
sui servizi di streaming: basti pensare a Tyler Rake con Chris Hemsworth, arrivato su Netflix, o a Cherry con
Tom Holland, che arriverà su Apple
TV+.
Intervistato da
Collider, a Joe Russo è stato chiesto un commento sulla
decisione della Warner Bros. di distribuire Wonder
Woman 1984 contemporaneamente nelle sale
cinematografiche e su HBO Max. “[Patty Jenkins] ha realizzato
qualcosa in cui ha messo una quantità incredibile di amore e gioia,
e ora è pronta a condividerlo con il mondo”, ha spiegato il
regista. “Le circostanze stanno dettando che avere più opzioni
per permettere al pubblico di vedere un film è forse la cosa
migliore. Alcune persone vogliono andare al cinema; altre, per
motivi di salute, potrebbero aver bisogno di vederlo a
casa.”
Abbiamo sentito
molti registi scagliarsi contro l’idea che i film vengano
distribuiti sulle piattaforme digitali, al fine di proteggere
l’esperienza del grande schermo, ma a quanto pare Joe Russo ritiene che questo tipo di
distribuzione “congiunta” sia una mossa “audace e
coraggiosa” e che, secondo lui, rappresenterà “il futuro
dell’industria.”
“Può esserci spazio sia per il
digitale che per la sala e, in effetti, entrambi potrebbero forse
migliorare gli affari e l’esperienza l’uno dell’altro”, ha
aggiunto. “Ma ci sono molte persone in tutto il mondo che
preferiscono il digitale alla sala, e questo è solo un modo per
raggiungerle. Quindi, da regista, penso che, se il tuo obiettivo è
far vedere il tuo film al maggior numero possibile di spettatori,
una visione cinematografica e digitale insieme è un modo
incredibile per farlo.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Julius Avery, noto
per aver diretto il fanta-horror Overlord
del 2018, è stato scelto per dirigere il reboot di Van
Helsing per conto della Universal. James Wan, noto al grande pubblico per le
saghe di Insidious e The Conjuring e anche per aver diretto Aquaman,
figurerà in qualità di produttore.
Overlord,
che inizialmente si diceva facesse parte dell’universo di
Cloverfield, è stato prodotto da J.J. Abrams, ed è stato il sec.ondo
lungometraggio di Avery. Il suo debutto, Son of a Gun,
interpretato da Brenton Thwaites e Ewan McGregor, era ambientato
nella sua nativa Australia. Attualmente il regista sta lavorando a
Samaritan, un oscuro film di supereroi con protagonista
Sylvester Stallone.
Il personaggio di Van
Helsing, introdotto per la prima volta nel romanzo
originale “Dracula” di Bram Stoker, è apparso sullo schermo diverse
volte. Il personaggio è stato rilanciato in qualità di vendicativo
assassino nel Van Helsing del 2004. Ad interpretarlo in
quel film c’era Hugh Jackman, con la Universal che sperava di
poter dare vita ad un nuovo franchise. Sfortunatamente, il film si
rivelò un flop, stroncato dalla critica e bistrattato anche dal
pubblico. Ora, la Universal spera di bandire definitivamente il
ricordo di quel fallimento con una nuova interpretazione del
personaggio.
Deadline riporta che un nuovo film dedicato alla figura di
Van Helsing sarà diretto da Avery e prodotto da
Wan. Pare ci sia già una sceneggiatura, ma Avery è stato incaricato
di di riscriverla, una pratica standard quando si tratta di grande
blockbuster. Secondo la fonte, il nuovo film sarà ambientato
nell’universo dei mostri di Van Helsing, ma potrebbe non seguire
necessariamente il personaggio in qualità di protagonista. Al
momento, però, si tratta di una mera speculazione, dal momento che
nessun dettaglio sulla trama è stato rivelato.
Inoltre, il film non si collegherà
al Dark Universe della Universal, progetto naufragato in seguito al
terribile flop del reboot de La Mummia con Tom Cruise. Si tratterà, dunque, di una
pellicola autonoma, sulla scia del successo de
L’uomo invisibile uscito quest’anno, diretto da Leigh
Whannell e distribuito sempre da Universal.
Euphoria,
l’acclamato ritratto a luci al neon della Generazione Z che è valso
a Zendaya un Emmy Award come migliore attrice
protagonista, torna con un attesissimo speciale intitolato
“Trouble Don’t Last Always“, il primo di due
episodi che faranno da ponte tra la prima e la seconda
stagione della serie e di cui viene rilasciato oggi il teaser.
Scritto e diretto dal creatore della serie Sam
Levinson, lo speciale andrà in onda su Sky
Atlantic e NOW TV in contemporanea
assoluta con la messa in onda americana, nella notte fra il
6 e il 7 dicembre alle 3.00 e poi dalle 23.00 il 7
dicembre.
Dal 7 dicembre, inoltre, On Demand
su Sky e in streaming su NOW TV anche l’intera prima stagione del
cult HBO. Il primo episodio speciale è dedicato a Rue, che dopo
essere stata lasciata da Jules alla stazione ferroviaria e aver
avuto una ricaduta, trascorre un giorno di Natale particolare. Tra
i protagonisti dello speciale, oltre a Zendaya, anche Colman Domingo
(Fear
the Walking Dead), già apparso nella prima
stagione della serie nei panni dello sponsor di Rue, e
Hunter Schafer che torna ad interpretare
Jules.
Euphoria – trouble don’t last always: la trama
New York. Rue e Jules vivono
insieme come una coppia felice nella Grande Mela. Una sequenza
introduttiva quasi perfetta, che tuttavia si rivelerà essere
soltanto un sogno, apre l’episodio speciale. Durante la vigilia di
Natale, Rue (Zendaya) e il suo sponsor Ali (Colman Domingo) si
trovano in una tavola calda a mangiare pancakes dopo la rituale
riunione degli alcolisti anonimi. L’uomo aiuta Rue a riflettere e a
capire come spezzare il ciclo della sua dipendenza dalla droga. La
ragazza si troverà a ripensare all’influenza che Jules ha avuto
sull’astinenza che aveva raggiunto e sulla sua ricaduta.
Euphoria – trouble don’t last
always farà da ponte tra la prima e la seconda stagione .
Scritta e diretta dal creatore della serie Sam
Levinson con Zendaya, Hunter
Schafer e Colman Domingo
EUPHORIA – TROUBLE DON’T LAST
ALWAYS| In contemporanea con la messa in
onda americana, nella notte fra il 6 e il 7 dicembre alle 3.00 su
Sky Atlantic e in streaming su NOW TVe poi
dalle 23.00 il 7 dicembre
Nonostante i numerosi ritardi
causati dalla pandemia di Covid-19, Wonder
Woman 1984 è finalmente pronto a fare il suo
debutto sia nelle sale che su HBO Max il giorno di Natale. Manco
poco e finalmente avremmo la possibilità di vedere – tra le altre
cose – la guerriera Amazzone combattere contro il malvagio Maxwell
Lord, un grande cattivo dei fumetti che ha rappresentato una
minaccia per Diana Prince e la Justice League in più di un’occasione.
Durante un’intervista con
Entertainment Weekly, la star dell’acclamata serie The
Mandalorian,
Pedro Pascal, ha parlato dell’opportunità di
interpretare il cattivo e di averlo sempre considerato come un
tipico cattivo ragazzo degli anni ’80. “In Wonder Woman 1984,
sono Gal
Gadot e Kristen Wiig a guidare l’azione. Io mi limito a
gigioneggiare”, ha spiegato l’attore al sito. “Sto dando
spettacolo!”. Durante l’intervista è emerso che Pascal si è
persino ispirato a Nicolas Cage per una scena, elogiando la
sceneggiatura per avergli fornito tutto ciò di cui aveva
bisogno.
“Non dovevo prendere qualcosa e
capire come mettere più carne al fuoco. Dovevo arrivare ad entrare
nella pelle di ciò che mi veniva presentato”, ha spiegato
l’attore confrontando la sua esperienza con la serie Narcos.
“Per me, la Colombia era quasi il personaggio centrale, e poi mi è
stato permesso di renderlo depressivo e di interpretare tonalmente
quello che era il personaggio. E in questo caso, su Wonder Woman
1984, c’era così tanto da abbracciare piuttosto che
inventare.”
“È stata un’incredibile gioia,
ma anche una grande sfida, perché Patty Jenkins è una regista che
ama gli attori e quando vede che può chiedere di più, lo fa senza
problemi”, ha concluso Pascal. “E non c’è stato nessuno di
meglio, nella mia esperienza, a cui dare di più.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Aaron Eckhart crede che Harvey Dent avrebbe
detto la verità alla fine de Il Cavaliere Oscuro. La trasformazione di Dent
in Due Facce avviene alla fine del film, dopo la tragica morte di
Rachel Dawes, con il villain che medita vendetta. I suoi piani
includo anche l’omicidio dei poliziotti che erano sul libro paga di
Joker e che hanno aiutato a portare Rachel nel luogo
dell’incidente.
Batman e Jim Gordon
fermano la furia omicida di Dent mentre questi tenta di uccidere la
famiglia del Commissario. Batman finisce per uccidere Dent,
spingendolo alla morte dopo che Dent gli ha sparato. Il film si
conclude con Batman che convince Gordon ad attribuire gli omicidi
di Dent al Crociato Incappucciato, per mantenere l’immagine eroica
di Dent agli occhi della gente di Gotham. Ciò preserverebbe il
fragile stato della città, dopo i giochi contorti di Joker
all’inizio del film.
In una nuova intervista con
THR, Aaron Eckhart ha parlato proprio della scelta
del personaggio di Batman di attribuire gli omicidi a sé stesso.
Nonostante le loro buone intenzioni, Eckhart pensa che Dent si
sarebbe opposto alla decisione del Crociato di Gotham e di Gordon,
citando l’intrinseca onestà di Dent come motivazione principale.
Eckart crede che, nonostante la trasformazione di Dent in Due
Facce, il centro morale del personaggio sia rimasto sempre vivo. In
qualità di procuratore distrettuale, Dent ha sempre combattuto per
la verità, ed Eckhart ritiene che non sarebbe stato diverso se
fosse sopravvissuto allo scontro con Batman.
“Avrebbe detto la verità. Questa
è la cosa più incredibile di Harvey Dent. Indipendentemente da ciò
che sta accadendo, rimane la bocca della verità. È un esempio di
moralità. Harvey Dent ha sempre combattuto per ogni uomo e donna,
per la verità e la giustizia, e si è sempre messo in gioco. Ma dopo
averlo fatto, è stato morso ed è stato cambiato per sempre. Ma non
vorresti mai perdere persone come Harvey Dent nella vita. Non
importa quanti soldi o pressione ci siano, non importa quanta
coercizione, controllo o corruzione ci siano: Harvey Dent rimarrà
fedele alla moralità e alla verità. Le persone possono fare
affidamento su questo e oggi è sempre più difficile
accorgersene.”
E se Harvey Dent fosse
sopravvissuto alla fine de Il Cavaliere Oscuro?
Se Dent fosse sopravvissuto alla
fine de Il Cavaliere Oscuro, l’intera narrativa
della trilogia sarebbe cambiata. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno si apre con Batman
che è scomparso per otto anni e con Bruce Wayne che è diventato un
recluso. La decisione di mentire alla fine de Il Cavaliere Oscuro prepara il film all’arco della
redenzione di Batman, una parte cruciale del capitolo finale della
trilogia di Christopher Nolan. Senza la redenzione di
Batman e l’apparizione di Bane e Talia al Ghul, il film avrebbe
potuto perdere l’occasione di chiudere un cerchio ideale e di
ricollegarsi agli inizi della trilogia, quindi a Batman
Begins.
Il network americano
ABC ha diffuso promo e trama di Big Sky
1×04, il quarto episodio dell’annunciata nuova serie tv
Big
Sky in arrivo questo autunno.
In Big Sky 1×04
che si intitolerà “Unfinished Business” Insoddisfatte delle
indagini ora che la scomparsa delle ragazze ha fatto notizia,
Cassie e Jenny prendono le cose nelle loro mani, sfruttando i loro
punti di forza individuali per fare progressi nel caso. Nel
frattempo, Legarski cerca di mantenere la calma, ma Ronald adotta
un approccio diverso per proteggersi. Ancora prigionieri, Danielle
e Jerrie si prendono cura di Grace, che prende una decisione
dolorosa nel tentativo di salvarli tutti, nel nuovissimo episodio
di “Big Sky”, che debutterà martedì 8 dicembre, su ABC.
Big Sky in
streaming è disponibile su Star,
il nuovo canale per adulti di Disney+.
Big
Sky è la nuova serie tv creata da David E.
Kelley per il network americano ABC. David E. Kelley sarà
lo showrunner della prima stagione. Basato sulla serie di libri di
CJ Box, “Big Sky” è prodotto da David E. Kelley, Ross
Fineman, Matthew Gross, Paul McGuigan, CJ Box e
Gwyneth Horder-Payton, ed è prodotto da 20th
Television. 20th Television fa parte dei Disney Television
Studios, insieme a ABC Signature e Touchstone Television.
La serie racconta
degli investigatori privati Cassie Dewell e Cody Hoyt
uniscono le forze con la sua ex moglie ed ex poliziotta, Jenny
Hoyt, per cercare due sorelle che sono state rapite da un
camionista su una remota autostrada nel Montana. Ma quando scoprono
che queste non sono le uniche ragazze scomparse nella zona, devono
correre contro il tempo per fermare l’assassino prima che un’altra
donna venga rapita. Big Sky vede protagonisti
Katheryn Winnick nei panni di Jenny Hoyt,
Kylie Bunbury nei panni di Cassie Dewell,
Brian Geraghty nei panni di Ronald Pergman,
Dedee Pfeiffer nei panni di Denise Brisbane,
Natalie Alyn Lind nei panni di Danielle Sullivan,
Jade Pettyjohn nei panni di Grace Sullivan,
Jesse James Keitel nei panni di Jerrie Kennedy,
Valerie Mahaffey come Helen Pergman con
John Carroll Lynch come Rick Legarski e
Ryan Phillippe come Cody Hoyt.
Il regista Rian
Johnson ha rivelato di aver preso in considerazione l’idea
di includere il Fantasma di Forza di Anakin Skywalker in
Star Wars: Gli Ultimi Jedi. Uscito nel 2016, il film è
stato l’episodio centrale della trilogia sequel dell’amatissima
saga fantascientifica, riprendendo le fila del racconto proprio dal
finale de Il Risveglio della Forza di J.J. Abrams. Oltre a
portarea vanti la storia dei nuovi personaggi, ossia Rey, Finn, Poe
e Kylo Ren, il film ha finalmente rivelato cosa aveva fatto Luke
Skywalker dopo essersi ritirato in esilio.
Di recente, un fan a chiesto su
Twitter a Rian Johnson se ci fosse mai stato
un momento durante il processo creativo in cui ha pensato di
inserire nella storia de
Gli Ultimi Jedi il Fantasma di Forza di Anakin
Skywalker. Sorprendentemente, il regista ha risposto di sì,
spiegando anche in che tipo di contesto sarebbe tornato il
personaggio: “Brevemente, avevo considerato il Fantasma di
Forza di Anakin Skywalker per la scena dell’albero in fiamme ad
Ahch-To. Ma la relazione di Luke era con Vader, e non con Anakin,
quindi avrebbe reso le cose ancora più complicate. Quindi, alla
fine, mi sono reso conto che Yoda si sarebbe adattato meglio a
quella sequenza in termini di narrazione.”
Sempre via
Twitter, e in risposta alla curiosità di un altro fan, Johnson
ha anche rivelato di essere stato lui ad avere l’idea del titolo
del film, ossia Gli
Ultimi Jedi, e che lo stesso non gli è stato suggerito
dalla Lucasfilm. La domanda era piuttosto lecita, dal momento che i
ben informati sanno quanto la società di produzione abbia un
elevato controllo durante il processo creativo di uno dei suoi
progetti. La risposta di Johnson evidenzia ancora una volta come al
regista di una stata concessa parecchia libertà durante la
lavorazione di Episodio
VIII, libertà che ovviamente non si è limitata ad una
“semplice” titolo, ma che ha profondamente influenzato anche la
narrativa interna del longevo franchise.
Il futuro della saga di Star Wars
Per quanto riguarda il futuro della
saga di Star Wars, sappiamo che Rian
Johnson dirigerà un’ulteriore trilogia di film della saga
che non saranno legati alla storia degli Skywalker; tuttavia, è da
tempo ormai che non si hanno aggiornamenti in merito al progetto.
Sappiamo, inoltre, che Taika Waititi, l’acclamato regista di Thor:
Ragnarok e JoJo
Rabbit, è stato incaricato di scrivere e dirigere un nuovo
film del franchise. Inoltre, un altro progetto legato alla saga
dovrebbe essere in sviluppo per conto del regista JD
Dilliard e dello sceneggiatore Matt
Owens.
Che il genere western sia da sempre
uno dei più apprezzati e memorabili della storia del cinema è cosa
ormai nota. Con i suoi paesaggi e personaggi caratteristici, questo
influenza ancora oggi numerose opere più o meno esplicitamente ad
esso appartenenti. Tra i maggiori casi a riguardo vi è il film
d’animazione Rango, diretto
nel 2011 da Gore Verbinski. Divenuto un vero e
proprio caso cinematografico, questo ha permesso alle atmosfere del
vecchio west di prendere nuovamente vita sul grande schermo con
un’animazione che ne esalta tutte le principali caratteristiche,
dalla polvere alla natura macabra di certi particolari.
Per il regista, reduce dalla
complessa esperienza dei primi tre film dei Pirati dei
Caraibi, Rango era l’occasione di dar vita ad un
progetto più piccolo. Egli tuttavia sottovalutò la complessità
della realizzazione grafica richiesta, per il quale fu necessario
molto più lavoro del previsto. Il risultato è però particolarmente
sorprendente, e ancora oggi il film vanta un caratteristiche
estetiche che gli permettono di distinguersi tra i tanti film
d’animazione ogni giorno sempre più curati al minimo dettaglio. Il
successo fu tale che Rango arrivò ad ottenere alcuni dei
maggiori riconoscimenti cinematografici dell’anno.
A fronte di un considerevole budget
di circa 135 milioni di dollari, questo riuscì ad incassarne
complessivamente 245 in tutto il mondo. In seguito, il titolo
arrivò a vincere il premio Oscar come miglior film d’animazione.
Questo fu il primo film non prodotto dalla Disney o dalla Pixar a
vincere il premio dal 2006 a quel momento, e mantenne tale primato
sino al 2018. Numerose altre sono però le curiosità legate al film,
molte delle quali legate agli attori che prestarono la propria voce
per i personaggi principali del film. Proseguendo nella lettura
sarà qui possibile scoprire tutto ciò che c’è da sapere su
Rango.
Rango: la trama del film
Protagonista del film è il
camaleonte di nome Rango, il quale improvvisamente si ritrova
strappato dal suo tranquillo terrario in seguito ad una brusca
manovra dell’auto su cui stava viaggiando. Egli si ritrova così nel
bel mezzo della strada che attraversa il Deserto del Mojave.
Totalmente inadatto alla vita selvaggia, egli si trova sin da
subito a doversi scontrare con una serie di pericoli mortali, che
lo porteranno a comprendere la gravità della sua nuova situazione.
Ad aiutarlo, per sua fortuna, troverà Borlotta, una giovane iguana
con un involontario meccanismo di difesa che la porta a
paralizzarsi ogni volta che si arrabbia. Questa, attratta dai modi
di fare del camaleonte, decide di portarlo con sé nella cittadina
di Polvere, la quale è attraversata da una grave siccità.
Qui per Rango ha inizio una nuova
vita, e riuscito involontariamente ad uccidere il falco che
terrorizzava il paese si ritrova nominato sceriffo. Colto da un
eccesso di orgoglio, egli inizia così ad attribuirsi una serie di
gesta eroiche mai realmente compiute. C’è però una minaccia di cui
Rango non è a conoscenza, e che rischierà di far saltare i suoi
sogni di gloria. L’aver ucciso il falco, infatti, ha aperto la
strada ad un predatore ben più temibile e pericoloso, il quale è
pronto ad abbattersi su Polvere. Allo stesso tempo, in qualità di
sceriffo, Rango è chiamato a risolvere il problema della siccità,
per il quale scoprirà esserci un motivo particolarmente
inaspettato.
Rango: i personaggi e il cast di
attori
Per dare vita alle voci dei
personaggi protagonisti del film, il regista Verbinski decise di
riunire tutti gli attori in un unico ambiente, permettendo loro di
interagire concretamente nella loro attività di doppiaggio. Questo,
come anche il dotare gli interpreti di veri costumi western,
contribuì non solo ad una maggiore immedesimazione, ma anche a dar
vita ai brillanti scambi di battute presenti nel film. Per la voce
di Rango, il camaleonte protagonista, Verbinski
scelse l’attore Johnny
Depp, con cui aveva già collaborato per Pirati
deiCaraibi. L’attore, noto per il non riguardare i
propri film, ammise che Rango è la sua unica eccezione a
riguardo. Accanto a lui, nel ruolo dell’iguana
Borlotta, si ritrova invece l’attrice Isla
Fisher, mentre il celebre Ned Beatty
dà voce al sindacoJohn, una
tartaruga del deserto.
Alfred Molina è
invece la voce di Carcassa, un armadillo che fornirà a Rango una
serie di lezioni utili sotto forma di metafore. L’attore Bill
Nighy, già villain in Pirati dei Caraibi, dà
qui voce al temibile Jake Sonagli, un serpente che
al posto del caratteristico sonaglio al termine della coda vanta un
fucile mitragliatore a canne girevoli. Egli sarà il principale
problema di Rango all’interno del film. Sono poi presenti Abigail
Breslin nei panni del roditore
Priscilla, Harry Dean Stanton in
quelli della talpa Balthazar, e Ray
Winstone per il mostro di gila Bill.
Vincent Kartheiser, noto per la serie Mad
Men, è qui Ezechiele, figlio di Balthazar.
L’attore Timothy
Olyphant, infine, da voce al personaggio chiamato
Spirito del West, il quale viene raffigurato con
le sembianze di Clint
Eastwood all’epoca dei suoi primi film western.
Rango: il sequel, il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
Dato il grande successo del film,
Rango divenne da subito un prodotto particolarmente
gettonato, ampliandosi anche al mercato dei giocattoli e dei
videogiochi. Era inoltre lecito aspettarsi la conferma di un
sequel, che avrebbe così ampliato l’universo narrativo da molti
apprezzato. Per anni, tuttavia, nessuna informazione concreta è
stata rilasciata a riguardo, e le speranze di rivedere sul grande
schermo il simpatico camaleonte sono così infine state messe a
tacere. Nel 2017, tuttavia, in occasione della presentazione del
suo nuovo film, La cura del
benessere, Verbinski ha dichiarato di non aver mai
pianificato un sequel, ma di essere aperto alla possibilità di
realizzarlo qualora la giusta idea si presentasse sul tavolo.
In attesa di ulteriori notizie, per
gli appassionati del film è possibile fruire di Rango
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti
disponibile nel catalogo di Rakuten TV,Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 1
dicembre alle ore 21:10 sul canale
Paramount Channel.
dalla serie Under The Dome -
Rachelle Lefevre [fonte: IMDB]
Facciamo insieme un piccolo viaggio
indietro nel tempo fino al 2008, anno in cui al cinema debuttava
Twilight, il primo film
della famosa saga sui vampiri ispirata ai libri di Stephenie
Meyer. Grazie alla tetralogia della scrittrice
americana, e ai successivi film, sono state lanciate le carriera di
tantissimi attori come Robert
Pattinson, Kristen
Stewart, Cam
Gigandet, Taylor
Lautner, Jackson
Rathbone, Nikki
Reed e molti altri ancora. In tanti hanno beneficiato
della fama di Twilight, eppure c’è chi come Rachelle
Lefevre ha abbandonato la nave troppo presto.
Oggi vi parliamo quindi delle
bellissima interprete di Victoria, la bella e letale vampira dai
capelli rossi. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da
sapere su Rachelle Lefevre, sulla sia vita privata e
soprattutto sulla sua carriera post Twilight.
Rachelle Lefevre film e serie tv:
gli inizi della sua carriera
Nata a Montréal il
1º febbraio del 1979, Rachelle Marie Lefevre è
figlia di una psicologa e un insegnante d’inglese e ha tre sorelle.
Dopo aver studiato arti creative al Dawson College e teatro alla
Walnut Hill School, Rachelle comincia il suo percorso di studi alla
McGill University con indirizzo educazione e
letteratura. Impegnatissima negli studi, la
Lefevre intraprende la carriera d’attrice un po’ per caso.
Durante gli anni del college,
infatti, Rachelle lavora part time come cameriera in un famoso
sushi bar di Westmount, quando un cliente abituale le propone un
provino. Grazie al suo aiuto ottiene un’audizione per la sitcom
Student Bodies ma purtroppo non ottiene la parte.
Poco più tardi però, Rachelle riceve una telefonata dal direttore
del casting di un’altra serie tv canadese, Big Wolf on
Campus (1999), che le offre la sua prima parte. Rachelle
ottiene il ruolo di Stacey Hanson nella serie e continua a
recitare nonostante gli studi universitari.
Grazie al suo debutto con Big
Wolf on Campus, Rachelle continua a lavorare sul piccolo
schermo. Negli anni successivi la vediamo in serie tv come
The Hunger (2000) Undressed
(2002), Largo Winch (2003), Streghe
(2003), Bones (2005), Veronica
Mars (2006), The Class – Amici per
Sempre (2006), A Proposito di Brian
(2006-2007), How I Met Your
Mother (2007), The Closer (2007),
CSI: NY (2007), Boston Legal
(2008), CSI: Scena dei Crimine (2008), Eli
Stone (2008) e Better Off Ted – Scientificamente
pazzi (2009).
Rachelle Lefevre partecipa anche a
diversi film per la tv come The Legend of Sleepy
Hollow (1999), See Jane Date (2003),
Picking Up & Dropping Off (2003), Pool
Guys (2005), The Legend of Butch &
Sundance (2006), Life on Mars (2008),
Do You Know Me (2009) e Gimme
Shelter (2010).
Rachelle Lefevre in How I Met Your
Mother
Tra le ‘comparsate’ o i ruoli
minori più famosi di Rachelle c’è quella nella celebre sitcom
How I Met Your
Mother. Creata da Craig Thomas e
Carter Bays per la CBS, in onda
dal 2005 al 2014 per ben 9 stagioni e 208
episodi, HIMYM è diventata una delle sitcom più famose ed
amate dal pubblico in tutto il mondo.
Ambientata nella New York del terzo
millennio, la serie racconta delle vite e delle vicissitudini
sentimentali e non di cinque amici, Ted (Josh
Radnor), Robin (Cobie
Smulders), Marshall (Jason
Segel), Lily (Alyson Hannigan) e
Barney (Neil Patrick
Harris). In ogni episodio vediamo i ragazzi alle prese
con problemi lavorativi, familiari o di cuore, protagonisti di
avventure ai limiti della follia. Tuttavia, il filo conduttore
della serie è Ted, pasticcione e un po’ sfortunato in amore, alla
costante ricerca della sua anima gemella.
https://youtu.be/BzXJY_A0QBk
Rachelle Lefevre
compare come guest star nell’episodio 2×18 “Movin
Day “ (in italiano Il Trasloco) di
How I Met Your
Mother, e interpreta Sarah. In questo
episodio Ted e Robin decidono di vivere insieme nell’appartamento
di lei ma Barney darà loro del filo da torcere. Intanto anche a
Lily Marshall le cose non vanno meglio. Vivendo da poco da soli, si
rendono conto in fretta che molte delle commissioni relative alla
gestione della casa erano affidate a Ted e ora sono una loro
responsabilità.
Rachelle Lefevre in Twilight
Contemporaneamente alla sua
carriera in tv, Rachelle Lefevre comincia a muovere i primi passi
anche sul grande schermo. Il suo debutto cinematografico risale al
2000, anno in cui l’attrice partecipa al film
Stardom, diretto da Denys Arcand. Ma grazie alla
sua esperienza in tv, alla sua formazione e al suo talento per la
recitazione, Rachelle in breve tempo riesce a farsi largo tra la
folla.
Negli anni successivi la vediamo in
molti altri film come Abandon – Misteriosi Omicidi
(2002), Confessioni di Una Mente Pericolosa (2002)
– diretto da George
Clooney -, La Preda (2003),
Un Amore Sotto L’Albero (2004), The River
King (2005) e Fugitive Pieces (2007).
Tuttavia, il successo più grande
per Rachelle arriva nel 2008 quando l’attrice viene scelta per
entrare a far parte del cast di Twilight. Diretto
da Catherine
Hardwicke, Twilight è il primo di una saga di quattro
film, ispirati alla famosa tetralogia letteraria di Stephenie
Meyer dedicata ai vampiri.
Il film racconta la storia di Bella
Swan (Kristen
Stewart), una diciassettenne che da Phoenix si
trasferisce a Fork, una piccola cittadina piovosa nello stato di
Washington. A causa delle continue trasferte della madre e del suo
nuovo compagno, un giocatore di baseball di serie B, Bella viene
mandata a vivere a Fork da padre, Charlie Swan (Billy
Burke).
Durante il suo primo giorno nella
nuova scuola, Bella, nonostante il suo carattere un po’ introverso
e cupo, riesce subito a farsi degli amici. A darle il benvenuto ci
sono Jessica Stanley (Anna
Kendrick), Angela Weber (Christian
Serratos), Eric Yorkie (Justin Chon)
e Mike Newton (Michael Welch). Ma c’è qualcun
altro che riesce a catturare l’attenzione di Bella. Si tratta di
Edward Cullen (Robert
Pattinson), un ragazzo bellissimo e misterioso, figlio
del ricchissimo e famoso medico Carlisle Cullen (Peter
Facinelli).
Ma Bella non è la sola ad aver
notato Edward. Il giovane Cullen e i suoi fratelli e sorelle,
Rosalie (Nikki
Reed), Alice (Ashley
Greene), Emmett (Kellan
Lutz) e Jasper (Jackson
Rathbone), sono i più ammirati della scuola. Tuttavia,
sembra che il giovane Edward non sopporti neanche la vista di Bella
che, sconfortata e confusa, cerca di stargli alla larga.
Quello che però all’inizio sembra
essere ‘disgusto’, si rivela essere tutta un’altra cosa. I due
ragazzi si ritrovano spesso a interagire, dentro e fuori scuola,
imparando così a conoscersi meglio. E ben presto, una semplice ma
strana amicizia, si trasforma in attrazione travolgente. Eppure c’è
ancora qualcosa riguardo Edward che Bella non riesce a capire.
Con l’aiuto di Jacob Black
(Taylor
Lautner), membro della tribù dei Quileute e figlio di
un amico di vecchia data di suo padre, Bella impara a conoscere
molte delle leggende del posto e dell’antica lotta tra umani,
licantropi e vampiri. Grazie alle informazioni ottenute, la ragazza
capisce che dietro la facciata da bello e impossibile di Edward si
nasconde molto di più, un pericoloso e oscuro segreto che non vede
l’ora di scoprire.
Rachelle Lefevre in
Twilight
interpreta Victoria, una bellissima
vampira dai capelli rossi che diventerà l’antagonista principale di
Bella e dei Cullen in New
Moon ed Eclipse,
secondo e terzo capitolo della saga. In Twilight, Victoria viene
presentata come membro di un trio di vampiri assetati di sangue che
terrorizza lo stato di Washington. Insieme al suo compagno James
(Cam
Gigandet) e al terzo vampiro della congrega, Laurent
(Edi Gathegi), Victoria attacca gli esseri umani,
arrivando anche a minacciare Bella e mettendosi quindi contro i
Cullen.
Rachelle Lefevre e Bryce Dallas
Howard: l’evoluzione di Victoria
Forse pochi sanno che il ruolo di
Victoria non è stato assegnato a caso a
Rachelle Lefevre. Pare infatti che l’attrice fosse
una grande fan della saga della Meyer nonché di Catherine
Hardwicke e che, per ottenere una parte nel nuovo film
di Twilight, abbia
scritto una lettera particolarmente ispirata alla regista.
Appassionata di fantasy e
di vampiri da quando era stata abbastanza grande da leggere
Dracula di Bram Stoker, Rachelle
riesce a convincere la Hardwicke che le assegna il ruolo di
Victoria. Il suo personaggio, considerato come secondario nei film
Twilight e New
Moon, nel terzo capitolo della saga avrebbe invece
avuto maggiore importanza. Se nei primi due film le minacce alla
vita di Bella non arrivano mai a concretizzarsi, in Eclipse Victoria è al
centro dell’azione, pronta a sferrare il suo attacco mortale.
Nonostante però l’entusiasmo
iniziale, a sorpresa, Rachelle Lefevre rinuncia al ruolo di
Victoria in Eclipse
lasciando i suo fan senza parole. L’attrice, già impegnata in quel
periodo con tanti altri progetti, decide di abbandonare il treno di
Twilight. A prendere però il suo posto in Eclipse è Bryce Dallas
Howard, scelta dal regista David
Slade per dare nuova vita al personaggio di Victoria.
Rachelle Lefevre in Under The
Dome
Grazie alla notorietà acquisita con
Twilight e
New Moon,
Rachelle continua la sua carriera passando da un progetto
all’altro. In quegli anni la vediamo in moltissimi film tra i quali
ricordiamo La versione di Barney (2010),
Il Gioco dei Soldi (2010), Sotto Assedio –
White House Down (2013), Pawn Shop
Chronicles (2013), Homefront (2013),
Reclaim (2014), Il Volto della
Verità (2016) e Hollow In The Land
(2017).
Anche in tv la sua carriera
prosegue a gonfie vele. Dal 2011 la vediamo nelle serie tv
Off The Map (2011), A Gifted Man
(2011-2012), Law & Order –
Unità Vittime Speciali (2017), Philips K.
Dick’s Electric Dreams (2017) e Mary Kills
People (2018). Ma tra i suoi progetti televisivi più
importanti c’è di sicuro Under The Dome,
serie tv creata da Brian K. Vaughan per la
CBS, basata sul romanzo The Dome
di Stephen
King.
La serie racconta delle vicende
degli abitanti di Chester’s Mill, una piccola cittadina dello stato
del Maine, tagliati improvvisamente fuori dal mondo. Attorno alla
città infatti è comparso dal nulla uno strano e invisibile campo di
forza che impedisce ai cittadini di uscire e agli esterni di
entrare. Intrappolate e senza via di scampo, le persone cominciano
a cedere al panico e, in breve tempo, tutte le strutture sociali e
governative crollano. Sarà compito dei più audaci e illuminati
riportare l’ordine in città e trovare un modo per sorpassare la
barriera.
Nella serie Rachelle
Lefevre interpreta Julia
Shumway, una giornalista caduta in disgrazia che da
Chicago si trasferisce a Chester’s Mill per ricostruire la sua
carriera. Under The
Dome è andato in onda dal 2013 al 2015 per 3
stagioni e 39 episodi.
Rachelle Lefevre 2020
A causa della pandemia da
Coronavirus moltissime produzioni sia cinematografiche che
televisive sono state bloccate e molti attori, per cause di forza
maggiore, hanno dovuto smettere di recitare. Solo pochi progetti, a
cavallo tra il 2019 e il 2020, sono riusciti a vedere la luce e tra
questi c’è anche la miniserie drama thriller dal titolo
The Sounds con Rachelle
Lefevre.
Creata da Sarah-Kate
Lynch, la serie racconta la storia di una giovane coppia
di sposi alle prese con una famiglia invadente. Maggie
(Rachelle Lefevre) e Tom Cabbott (Matt
Whelan) si sono trasferiti nella città di Pelorus per
sfuggire all’influenza opprimente della famiglia di Tom. Ma quando
l’uomo scompare misteriosamente, Maggie è costretta a fare i conti
con una lunga serie di scoperte inquietanti che riapriranno vecchie
e dolorose ferite.
La serie The
Sounds è andata in onda sul canale canadese CBC
Television dal 3 settembre 2020 al 12 ottobre 2020, per
una sola stagioni di 8 episodi della durata di
circa 40 minuti ciascuno.
Rachelle Lefevre Instagram
Per essere sempre aggiornati sulle
ultime avventure professionali di Rachelle Lefevre
e sulla sua vita privata, vi consigliamo di seguire il suo account
Instagram
ufficiale.
Elliot Page, la
star nominata all’Oscar di
Juno e protagonista di The Umbrella
Academy, ha annunciato di essere transgender. Elliot,
precedentemente noto come Ellen Page, si è rivolto
ai suoi numerosi follower sui social media
dicendo:
“Ciao amici, voglio condividere
con voi che sono trans, i miei pronomi sono lui / loro e il mio
nome è Elliot. Mi sento fortunato a scrivere questo. Essere qui. Di
essere arrivato a questo punto nella mia vita. Sento un’incredibile
gratitudine per le persone incredibili che mi hanno sostenuto in
questo viaggio. Non riesco a esprimere quanto sia straordinario
amare finalmente chi sono abbastanza per perseguire il mio sé
autentico. Sono stato continuamente ispirato da così tanti nella
comunità trans. Grazie per il vostro coraggio, la vostra generosità
e il lavoro incessante per rendere questo mondo un luogo più
inclusivo e compassionevole. Offrirò tutto il supporto possibile e
continuerò a lottare per una società più amorevole ed equa”,
ha scritto.
“Adoro il fatto di essere
trans. E adoro il fatto di essere queer. E più mi tengo vicino e
abbraccio pienamente chi sono, più sogno, più il mio cuore cresce e
più prospero. A tutte le persone trans che ogni giorno si occupano
di molestie, disgusto di sé, abusi e minacce di violenza: ti vedo,
ti amo e farò tutto il possibile per cambiare questo mondo in
meglio”, ha continuato Page.
Nick Adams, Direttore di
Transgender Media di GLAAD, ha dichiarato: “Elliot Page ci ha
regalato personaggi fantastici sullo schermo ed è stato un schietto
difensore di tutte le persone LGBTQ. Ora sarà un’ispirazione per
innumerevoli persone trans e non binarie. Tutte le persone
transgender meritano la possibilità di essere loro stesse e di
essere accettate per quello che siamo. Celebriamo oggi lo
straordinario Elliot Page”.
Page ha recitato nel famoso film
indipendente di Jason Reitman e Diablo CodyJuno,
per il quale Page ha ricevuto una nomination all’Oscar, tra gli
altri riconoscimenti.
I suoi ruoli importanti includono
Kitty Pryde nella serie
X-Men,
Inception di Christopher Nolan. Ha prodotto e
interpretato film come Tallulah e
Freeheld e lo scorso anno ha segnato il suo
debutto alla regia esaminando il razzismo ambientale affrontato
dalle persone di colore e dalle comunità delle Prime Nazioni del
Canada.
Prima della transizione, Page era
uno degli attori gay più in vista di Hollywood. L’annuncio
arricchisce ulteriormente la sua eredità e lo aggiunge a un piccolo
ma crescente numero di creatori e star trans di Hollywood.
Otto anni dopo
Homecoming, Eugene Ashe,
regista, sceneggiatore ed ex musicista di Harlem, torna dietro la
macchina da presa con Sylvie’s Love, una produzione
originale Amazon Studios e iAm21
Entertainment in associazione con lo stesso
Ashe e la sua Seven Letters Word
Films.
Tessa Thompson e Nnamdi
Asomugha sono i protagonisti di una storia d’amore a suon
di jazz, ambientata nella New York degli anni ’50 e ’60.
La trama di Sylvie’s
Love
1962, Sylvie, Tessa Thompson, e Robert, Nnamdi
Asomugha, si rincontrano dopo cinque anni davanti a un
teatro newyorkese, dove lei aspetta qualcuno e lui ha appena finito
le prove col suo gruppo jazz, l’ormai famoso Dickie Brewster
Quartet. Un sorriso e un saluto riportano alla mente di entrambi
gli inizi della loro storia, che forse non si è ancora conclusa.
Dal primo incontro nel negozio di dischi del padre di Sylvie, Mr.
Jay, Lance Reddick, dove Robert si era fatto
assumere come aiutante, al loro amore sbocciato di lì a poco,
nonostante le differenze sociali e il fatto che Sylvie fosse in
procinto di sposarsi, mentre Robert suonava il sax sperando che
qualcuno notasse la sua band. Dal momento in cui le loro strade si
erano divise per la prima volta, a quel 1962 che li ha fatti
ritrovare, lui ormai famoso, lei sposata, in carriera e con una
figlia, ma con un matrimonio che non la soddisfa più. Cosa faranno
del loro amore? Quanto durerà il successo per Robert? Riuscirà a
dare a Sylvie tutto quello che ha sempre voluto?
La storia d’amore di
Sylvie secondo Eugene Ashe
Per Eugene Ashe
dirigere Sylvie’s Love è stato un modo per
coniugare due sue passioni: cinema e musica. Il cinema amato dal
regista è presente soprattutto a livello di ispirazione.
Ashe ha infatti dichiarato in una recente
intervista di aver tenuto presenti per questo lavoro film quali
Come eravamo di Sydney
Pollack (1973) e ParisBlues di Martin Ritt (1961),
volendo anche rendere omaggio a questa seconda pellicola, citandone
una scena all’interno di Sylvie’s Love.
Il film però non è una riproposizione, ma un’interpretazione
originale e più attuale. Ashe fa della
protagonista, una donna di colore, interpretata con aderenza e
coinvolgimento da Tessa Thompson, una figura forte e
determinata, che non insegue solo il proprio sogno d’amore, ma
anche la realizzazione di sé e delle proprie ambizioni.
Sylvie’s
Love, perfetta ricostruzione Sixties che
porta dritti all’attualità
Ciò che colpisce fin dai primi
fotogrammi del film e dalle prime note è l’accuratezza estrema
della ricostruzione d’epoca: l’ambientazione nella New York anni
Cinquanta e Sessanta è perfettamente ricreata, non solo attraverso
il tappeto sonoro jazz che percorre tutto il film, ma anche con le
scenografie, i costumi di Phoenix Mellow – in
particolare quelli indossati da Tessa Thompson sono davvero notevoli – ma
anche il trucco e le acconciature. Tutto concorre ad una messa in
scena veramente molto ben fatta, che ha la capacità di riportare lo
spettatore immediatamente indietro nel tempo. Da notare anche
l’accorto uso del flashback, coerente e non eccessivo, raccordato
dal montaggio di Dana Congdon.
Pur mantenendo il
focus sulla storia d’amore tra Sylvie e Robert,
Ashe, anche sceneggiatore e co-produttore del
film, decide dunque di mettere al centro la figura di una donna in
carriera, di colore, anticipatrice dei tempi, molto in sintonia con
un oggi in cui le donne fanno sentire la loro voce in molti modi,
attraverso una sempre maggiore affermazione professionale, ma anche
con movimenti di denuncia come Me Too, in cui le strade americane
si affollano di manifestanti uniti al grido di “black lives
matter”. Al tempo stesso Sylvie’s
Love è una storia d’amore di impianto classico
– i protagonisti che si lasciano e si ritrovano varie volte, un
amore che va in crisi ma che non muore mai – giocata sulla
disparità sociale tra i due che pone ostacoli e introduce
l’elemento dell’inadeguatezza, dell’insicurezza da parte di uno dei
due. Stavolta però è l’uomo a non sentirsi all’altezza, mentre la
donna non si sente affatto sminuita nello stare accanto ad un uomo
che non è altrettanto “vincente”.
Anche questo un segno dei tempi.
Thompson (Veronica Mars,
Westworld, Selma – la strada
per la libertà) e Asomugha, attore
ed ex giocatore di football americano, danno vita a questa coppia.
Lei con maggiore efficacia, dimostrando duttilità espressiva e
capacità di coinvolgere emotivamente lo spettatore, lui con qualche
limite in più, ma comunque in maniera dignitosa. Sylvie’s
love è dunque un inno all’amore, ma anche
all’emancipazione femminile e alla possibilità per la comunità
black di prendersi la scena da protagonista, dimostrando di saperla
gestire efficacemente.
Accanto a Tessa
Thompson e Nnamdi Asomugha, vi sono
Aja Naomi King (The birth of a nation
– Il risveglio di un popolo, Sempre
amici), che interpreta la cugina di Sylvie, il già
citato Lance Reddick (The
Wire, Fringe, Sotto assedio –
White House Down) nei panni del padre di Sylvie, Mr.
Jay, l’attore e stand-up comedian Tone Bell nel
ruolo di Dickie, leader del gruppo in cui milita Robert, la loro
manager soprannominata La Contessa, Jemima Kirke, e l’amica Carmen, Eva
Longoria (Desperate Housewives,
La sposa fantasma, Dora e la
città perduta).
La musica è anch’essa protagonista
del film con una robusta e più che appropriata colonna sonora. Non
poteva essere altrimenti, dal momento che Ashe
stesso è stato, oltre che musicista, compositore di svariate
colonne sonore. Inoltre, pare che abbia tratto in parte ispirazione
dal suo passato nella band dei Funky Poets e dalla musica della
cantante Nancy Wilson. La sua The nearness of
you è infatti nella colonna sonora ad opera di Fabrice
Lecomte. Al suo interno anche brani come Waltz for
Debby di Bill Evans, cantata da
Smantha Sidley,Quizás, Quizás, Quizás di
OsvaldoFarrés, cantata da
Eva Longoria, ma anche See You Later
Alligator, nella versione di Bill Haley,My Little Suede Shoes di Charlie Parker e
naturalmente Summertime di George
Gershwin, cantata da Sam Cook. Scelte
oculate, che accompagnano in maniera ottimale i diversi momenti del
film, traghettando lo spettatore in un’altra epoca.
Sylvie’s
Love, dove e quando vederlo in
streaming
Sylvie’s
Love sarà disponibile in streaming su
Amazon Prime Video dal 23 dicembre sia
negli Usa che in Europa.
Rilasciate oggi le prime immagini
de I DELITTI DEL BARLUME, la produzione
Sky Original coprodotta con
Palomar, che tornerà con due nuove storie
in prima tv su Sky Cinema e in streaming
su NOW TVl’11 e il 18 gennaio
2021, disponibili anche on demand.
Anche quest’anno due nuovi casi
scuotono la quotidianità dell’immaginaria cittadina di
Pineta (come sempre ambientata a Marciana
Marina, sull’Isola d’Elba), chiamata a fare i conti con la
pandemia che condizionerà la vita di tutti i suoi abitanti.
I due nuovi capitoli
“Mare forza quattro” e “Tana
liberi tutti”, sempre ispirati al mondo dei romanzi
di Marco Malvaldi editi da Sellerio Editore, sono
scritti da Roan Johnson, Davide Lantieri, Ottavia Madeddu e
Carlotta Massimi.
Confermata nuovamente la regia di
Roan Johnson, così come gli storici personaggi che
hanno reso famoso il “BarLume”: Filippo Timi veste ancora i panni di Massimo
Viviani, Lucia Mascino quelli del Commissario
Fusco, Enrica Guidi è la Tizi, mentre
Stefano Fresi e Corrado Guzzanti
sono ancora una volta Beppe Battaglia e Paolo Pasquali. Sempre
insieme, anche se questa volta con l’ausilio della tecnologia, il
“quartetto uretra”, capitanato da Alessandro
Benvenuti (Emo), insieme ad Atos Davini
(Pilade) Marcello Marziali (Gino) e
Massimo Paganelli (Aldo).
Le due
nuove storie de I DELITTI DEL BARLUME –“Mare forza quattro”e
“Tana liberi tutti” – saranno in
prima TV lunedì 11 e 18 gennaio alle 21.15
su Sky Cinema e disponibili
anche on demand su Sky e in
streaming su NOW TV
Si terrà dal 10 al 21
marzo la prima edizione di MAX3MIN, festival di
cortometraggi con film di breve durata, per un massimo di 3 minuti.
Il festival è diretto da Martina Schmied,
scenografa italo-argentina che nella sua carriera ha lavorato sia
come producer di video musicali per numerosi artisti tra cui Sting,
Bluvertigo, Milva, Gino Paoli, Zucchero e molti altri, che come
curatrice di mostre d’arte contemporanea.
MAX3MIN nasce
dall’idea di raccontare delle storie condensate in un tempo minimo,
che fanno della brevità il loro marchio di fabbrica: storie di
emozioni che non hanno bisogno di tempo, storie che si possono
rivedere come si riascoltano le canzoni, storie che non vogliono
proporre nient’altro fuorché loro stesse.
Il bando di selezione è aperto: c’è
tempo fino al prossimo 14 gennaio per poter inviare le opere da
sottoporre ai selezionatori tramite l’apposito form sul
sito www.max3min.com. I cortometraggi
potranno essere di ogni genere e lingua, girati in qualsiasi
formato e in qualsiasi tempo, con un unico limite ovvero la durata
di massimo 3 minuti, esclusi i titoli.
Tutti i film saranno disponibili
sulla piattaforma del festival nella sala virtuale a cui si potrà
accedere tramite una semplice registrazione. Il festival ospiterà
film di ogni genere, con il solo limite della durata, ma senza
limiti geografici: la programmazione di MAX3MIN, infatti, non sarà
disponibile solo entro i confini nazionali ma worldwide.
Dopo la serata inaugurale
di mercoledì 10 marzo 2021, anch’essa in
streaming sulla piattaforma del festival, ogni giorno la sala
virtuale ospiterà un gruppo di cortometraggi, fruibili
gratuitamente in tutto il mondo per 24 ore. Il festival MAX3MIN si
chiuderà domenica 21 marzo 2021 con
la cerimonia di premiazione in live
streaming, nel corso della quale verranno annunciati i
cortometraggi vincitori.
A decretare il film vincitore della
1° edizione di MAX3MIN sarà una Giuria
Internazionale composta da professionisti provenienti
da tutto il mondo. Tra i primi giurati
confermati, Tony Kaye, registra britannico di
film, tra cui l’acclamato American History X, nonché
pluripremiato regista di spot e videoclip, tra cui Dani
California dei Red Hot Chili Peppers e God’s
Gonna Cut You Down di Johnny Cash, per il quale ha vinto
nel 2008 il Grammy Award al Miglior Videoclip Musicale. Accanto a
lui, farà parte della giuria internazionale
anche Elisa Bonora, montatrice italiana ma di
base a Los Angeles, che nella sua carriera ha collaborato con
registi del calibro di Oliver Stone, Cameron Crowe, James Keach,
Jerry Sherr, Cecilia Peck, oltre che con Tony Kaye. Nelle prossime
settimane sarà annunciata la giuria completa.
La Giuria internazionale
stilerà una classifica dei migliori 10 cortometraggi, e
il vincitore riceverà un premio del valore di 3.000 euro per la
produzione di un nuovo film. Sarà inoltre assegnato il Premio del
Pubblico, che tramite votazione on-line decreterà il film
vincitore.
Secondo quanto riferito, i Marvel Studios starebbe assemblando
un cast in stile Avengers per Thor: Love
and Thunder. Ecco, quindi, che
Screen Rant ha stilato una lista di alcuni personaggi del MCU
che potrebbero apparire nell’attesissimo cinecomic di Taika Watiti in arrivo a febbraio del
2022.
1Eitri
Thor: Love and
Thunder potrebbe anche essere il film in cui Peter
Dinklage potrebbe tornare nei panni di comeEitri. Si è unito al MCU
in Avengers:
Infinity War e ha aiutato Thor a costruire la sua
nuova arma preferita, lo Stormbreaker.
Ci si aspettava che
Eitri sarebbe tornato anche in Avengers:
Endgame, ma non è successo. Con la possibilità
che il Mjolnir ritorni, Eitri potrebbe tornare in Thor
4 per ricostruire il martello o creare un’altra
potente arma da far usare a Thor.
Lashana Lynch, che ha interpretato il
personaggio di Maria Rambeau in Captain
Marvel, ha rivelato di recente di aver sostenuto
provini per altri ruoli nel MCU. Maria è un personaggio
fondamentale del cinecomic del 2019, in quanto svolge un ruolo
fondamentale nel viaggio di Carol Danvers. In qualità di amica del
supereroe e collega pilota dell’Air Force, Maria rappresenta un
collegamento con la vita di Carol sulla Terra. Anche la figlia di
Maria, Monica, appare nel film ambientato negli anni ’90, ed è
stato già confermato che avrà un impatto sul futuro del MCU:
l’attrice Teyonah Parris, infatti, interpreterà la versione adulta
di Monica nella prossima serie Disney+ della Marvel, l’attesissima
WandaVision.
Lashana Lynch è una star decisamente in ascesa
in questo momento. Sebbene Captain
Marvel sia stato il suo primo ruolo cinematografico di
spicco, aveva già recitato in Still Star-Crossed della ABC
nel 2017, nei panni di Rosaline Capulet. Tuttavia, la sua
performance più rivelante arriverà l’anno prossimo, quando
finalmente uscirà al cinema No Time to
Die, in cui Lynch interpreterà Nomi (che nel film
assumerà temportaneamente l’identità di nuovo 007).
Nonostante manchino ancora diversi
mesi all’uscita di No Time to Die, il
cast è già impegnato con la promozione del film. Recentemente,
Lashana Lynch ha parlato con la versione
inglese di
GQ del ruolo, condividendo anche alcuni dettagli sul percorso
che l’ha portata ad ottenere una parte in Captain
Marvel: “Ho fatto provini per anni”, ha
spiegato Lynch. “Il direttore casting della Marvel, Sarah Finn, mi
conosceva benissimo perché ho sostenuto provini sia per ruoli
importanti che per ruoli minori: per Black Panther (non dirò per
quale personaggio, perché ho degli amici nel film), Venom, un film
degli Avengers… ce ne sono stati davvero tanti.”
I commenti di Lynch fanno eco a
quelli della protagonista Brie Larson, che è stata altrettanto aperta
circa la sua esperienza con le audizioni, incluse quelle per il
MCU. Tuttavia, Larson e Lynch non si sono mai contese alcun ruolo,
poiché Larson è stata provinata sia per
Iron Man 2 che per Thor.
Come accaduto con Larson, è difficile immaginare per quali
personaggi si fosse candidata Lynch. In Black
Panther, ci sono tre personaggi principali intorno all’età
dell’attrice: Nakia (Lupita Nyong’o), Okoye (Danai Gurira) e Shuri
(Letitia Wright). È probabile che abbia sostenuto un provino per
uno di questi, anche se potrebbe essere stato per un ruolo ancora
più secondario.
Dopo circa 6
settimane di riprese si chiuderanno tra pochi giorni le riprese
dell’ultimo film di Davide Ferrario, Tutto
qua (titolo provvisorio) girato a Torino dal 26 ottobre
scorso. Moltissime le location utilizzate in città (OGR, Officine
Ferroviarie, Environment Park, Grattacielo di Intesa Sanpaolo,
Campus ONU ITC-ILO, l’Hotel Double Tree by Hilton del Lingotto),
insieme ad alcune località limitrofe come Pecetto, Villastellone,
Pianezza e ad altre della provincia di Asti (Castelnuovo Don Bosco,
Passerano Marmorito, Albugnano).
Un cast artistico
di rilievo che vede protagonisti Neri
Marcorè, Marco Paolini, Giovanni
Storti e Giorgio Tirabassi, con
un’importante presenza di attori piemontesi: Paolo
Giangrasso, Linda Messerklinger, Luca De Stasio, Marilina Succo,
Mauro Morittu, Chiara Cardea, Toni Mazzara, Zoe
Tavarelli.
Altrettanto
massiccia la presenza di professionisti piemontesi nel cast
tecnico, con una troupe formata per il 95% da maestranze locali: la
regia di Davide Ferrario naturalmente,
la fotografia di Emanuele Pasquet, le
scenografie di Francesca Bocca, insieme
a Ladis Zanini in qualità di
organizzatore generale, Cristina
Vecchio come direttore di
produzione, Davide Spina come location
manager, Vito Martinelli al suono e
molti altri.
Tutto
qua racconta la storia di un gruppo di amici adulti uniti
dal legame e dalla passione per la musica, che molti anni fa li
aveva fatti incontrare. The Boys, questo il nome
della band, aveva avuto un grande successo con un disco negli anni
Settanta. Nella loro routine, tra vicende amorose e familiari
irrompe una nuova possibilità per tornare al professionismo, ma
dovranno fare i conti con i sogni e le ambizioni di un tempo e il
mondo di oggi.
Il film – prodotto
da Lionello
Cerri e Cristiana Mainardi, una
produzione Lumière & Co. con Rai
Cinema – è realizzato con il contributo del POR FESR
Piemonte 2014-2020 – Azione III.3c.1.2 – bando “Piemonte
Film TV Fund” e il sostegno di Film
Commission Torino Piemonte.
“In un momento
segnato gravemente dalla pandemia che ha penalizzato il comparto
della Cultura e in particolare quello dello spettacolo con la
chiusura delle sale e dei teatri – ha sottolineato
l’assessore alla Cultura, Vittoria
Poggio – era importante dare un segnale di
vitalità con la prosecuzione delle attività che hanno coinvolto
tecnici e attori valorizzando molte professionalità
piemontesi.”. “Grazie al sostegno di Film Commission,
degli sponsor, di Rai Cinema e della casa di produzione Lumier &
Co – ha
aggiunto Poggio – il Piemonte
si conferma attrattore di progetti e fucina di idee a conferma
della propria vocazione in campo culturale a 360°”.
L’attribuzione del
contributo del “Piemonte Film Tv Fund” a “Tutto Qua”, è stata resa
nota proprio in questi giorni, insieme ad ulteriori 4 titoli, nella
graduatoria del Bando POR FESR “Piemonte Film Tv Fund”, Fondo della
Regione Piemonte per il sostegno alla produzione di cinema, film tv
e serie tv, con contributi a singolo progetto fino a 200 mila Euro
(misura di aiuto nell’ambito dei fondi strutturali POS FESR
2014-2020).
Oltre al film di
Davide Ferrario sono 2 i lungometraggi e 2 le serie TV, che
prevedono la realizzazione nel 2021 su territorio piemontese: la
società piemontese Indyca con il lungometraggio “The
Store”; la società milanese Casa delle Visioni con il
lungometraggio “Peripheric love”; IIF Italian
International Film con la serie TV “Guida astrologica per
cuori infranti”; Viola Film, già due volte in Piemonte con
il sostegno della Regione Piemonte e di FCTP, con una nuova serie
Tv tedesca dal titolo “Der Feind Meines
Feindes”.
In Grey’s Anatomy 17×06 che si
intitolerà “No Time for Despair (Winter Finale)” Il Grey
Sloan Memorial deve affrontare nuove pressioni mentre il Seattle
Pres è sovraccarico e il Grey Sloan Memorial è ora sottoposto al
protocollo di capacità di picco. Nel frattempo, Owen e Amelia
si trovano ad affrontare uno degli interventi chirurgici più
controversi della loro carriera nel nuovo episodio di Grey’s
Anatomy che andrà in onda giovedì 17 dicembre sulla ABC.
La diciassettesima stagione di
Grey’s
Anatomy debutterà giovedì 12 novembre 2020. In
Grey’s Anatomy 17ritorneranno i personaggi
Meredith Grey (stagioni 1-in corso), interpretata da Ellen
Pompeo, Alexander “Alex” Michael Karev (stagioni 1-in
corso), interpretato da Justin
Chambers, Miranda Bailey (stagioni 1-in corso),
interpretata da Chandra
Wilson, Richard Webber (stagioni 1-in corso),
interpretato da James
Pickens, Jr., Owen Hunt (stagioni 5-in corso),
interpretato da Kevin
McKidd, Teddy Altman (stagioni 6-8, 15-in corso,
ricorrente 14), interpretata da Kim
Raver, Jackson Avery (stagione 7-in corso,
ricorrente 6), interpretato da Jesse
Williams, Josephine “Jo” Alice Wilson (stagione 10-in
corso, ricorrente 9), interpretata da Camilla
Luddington, Margaret “Maggie” Pierce (stagione 11-in
corso, guest 10), interpretata da Kelly
McCreary, Greg
Germann come Tom Koracick, Benjamin Warren
(stagioni 12-14, ricorrente 6-in corso, guest 7), interpretato
da Jason George, Andrew DeLuca
(stagione 12-in corso, guest 11), interpretato da Giacomo
Gianniotti e Caterina
Scorsone nei panni di Amelia Shepherd.
Grey’s Anatomy 17 è stato creato ed è prodotto da
Shonda Rhimes (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”, “Station
19”). Betsy Beers (“Scandal”, “How to Get Away with Murder”,
“Station 19”), Mark Gordon (“Saving Private Ryan”), Krista Vernoff
(“Shameless”), Debbie Allen, Zoanne Clack, Fred Einesman, Andy
Reaser e Meg Marinis sono i produttori esecutivi. “Grey’s Anatomy”
è prodotto da ABC Signature, che fa parte dei Disney Television
Studios, insieme a 20th Television e Touchstone Television.
Grey’s
Anatomy è stato creato ed è prodotto da Shonda Rhimes.
Betsy Beers, Mark Gordon, Krista Vernoff, Debbie Allen, Zoanne
Clack, Fred Einesman, Andy Reaser e Meg Marinis sono i produttori
esecutivi. “Grey’s Anatomy” è prodotto da ABC Signature, che fa
parte dei Disney Television Studios, insieme a 20th Television e
Touchstone Television.
Negli ultimi anni è stata prestata
molta più attenzione al modo in cui Hollywood racconta i personaggi
LGBTQ+ nei film e nelle serie tv. In passato, era abbastanza comune
per attori eterosessuali interpretare personaggi omosessuali ed
essere elogiati per quelle che venivano definite scelte di carriera
“coraggiose”.
Oggi assistiamo sempre più ad una
maggiore inclusione a livello di casting, con molti attori gay che
interpretano personaggi gay, aggiungendo forse più autenticità alle
loro performance. Uno dei titoli più recenti ad aver ricevere una
sorta di contraccolpo per le sue scelte di casting è stato
Falling, il debutto alla regia di Viggo Mortensen che vede l’attore candidato
all’Oscar interpretare proprio un uomo gay.
In un’intervista con il
Times (via
The Playlist), a Mortensen è stato chiesto proprio delle
critiche al fatto che, nel film, abbia deciso di interpretare il
protagonista Will, un uomo gay che vive a Los Angeles con suo
figlio John, il suo compagno Eric e la loro figlia, e che da sempre
ha un rapporto conflittuale con suo padre, il quale non ha mai
accettato la sua omosessualità. In risposta alle controversie, la
star de Il Signore degli Anelli e di
Green Book ha spiegato che le persone dovrebbero smetterla
di credere di sapere tutto a proposito della sua vita privata;
proprio per questo, dovrebbero smetterla di giudicare i ruoli che
decide di interpretare.
“Guarda, questi sono i tempi in
cui viviamo e penso che sia salutare che questi problemi vengano
sollevati”, ha detto Viggo Mortensen. “La risposta breve è che
non pensavo fosse un problema. Le persone poi mi chiedono: ‘E
allora Terry Chen (che interpreta mio marito nel film) è
omosessuale?’. La risposta è che non lo so. Non avrei mai il
coraggio di chiedere a qualcuno, durante un casting, se lo
sia.”
L’attore ha poi aggiunto: “E
poi… come fai a sapere qual è la mia vita? State dando per scontato
che io sia completamente eterosessuale. Forse lo sono, forse non lo
sono. E francamente non sono affari vostri. Voglio che il mio film
funzioni e voglio che il personaggio di John sia efficace. Quindi,
se non avessi pensato che fosse una buona idea, non l’avrei
fatto.”
Falling ha
debuttato al Sundance Film Festival di quest’anno ed è stato
ospitato in numerosi altri festival durante tutto l’anno.
Attualmente è in uscita in diversi mercati europei, ma deve ancora
essere annunciata una data di uscita ufficiale negli Stati
Uniti.