In occasione del Comic-Con@Home è
stato organizzato un panel dedicato al 15esimo anniversario di
Constantine, il film di Francis
Lawrence del 2005, basato sull’omonimo personaggio della
DC e interpretato da
Keanu Reeves. Al panel hanno partecipato sia Lawrence
sia Reeves che il produttore Akiva Goldsman: i tre – via Collider
– hanno rivelato un sacco di dettagli inediti sulla lavorazione del
film.
Francis Lawrence
ha parlato del rating imposto al film dall’MPAA e di quanto la
notizia del divieto venne accolta male dalla produzione: “La
Warner decise che doveva essere un film vietato ai minori di 13
anni per tutti i soldi che erano stati spesi. Per questo motivo
seguimmo alcune linee guida relativa a ciò che era consentito o
meno in un film PG-13. Seguimmo quelle regole alla lettera: quante
volte potevi dire “ca**o”, la nudità, il sangue, la violenza… tutte
queste cose. Mostrammo il film all’MPAA: ricordo che dopo soli
cinque minuti scrissero nei loro appunti che il film era
assolutamente da vietare ai minori per il ‘tono’. Un aspetto che,
tra l’altro, non era in quelle linee guida.”
Il regista ha poi aggiunto:
“Credo che avessero giustificato la cosa con un ‘senso di
timore opprimente’ dalla scena di apertura in poi. Non credevano
che potessimo fare nulla per cambiare le cose. Praticamente avevamo
tra le mani un film PG-13 con un visto censura R. La cosa mi
uccise, perché se avessi saputo del divieto ai minori, avrei girato
un film davvero vietato ai minori. Avremmo potuto insistere con
l’intensità, la violenza, il linguaggio, e invece da quel punto di
vista restammo praticamente fregati. Cercammo di lottare, ma non
vincemmo la battaglia.”
Il regista e Akiva Goldsman hanno poi rivelato che esiste
una scena dei titoli di coda alternativa, rivelando che quella
originale – in cui il personaggio di Shia LaBeouf esce dalla sua tomba – non
era stata girata durante le riprese principali. Si è poi parlato
del taglio del personaggio che avrebbe dovuto interpretare Michelle Monaghan, ossia Ellie, un mezzo
demone che avrebbe intrapreso una relazione con John
Constantine:
“Abbiamo avuto alcune buone
ragioni per farlo, soprattutto pratiche. L’interpretazione di
Michelle Monaghan non c’entra assolutamente nulla con il taglio del
personaggio: lei è un’attrice fantastica e aveva apprezzato davvero
tanto il lavoro che aveva fatto. Abbiamo però deciso che
Constantine stava meglio da solo, senza una compagna a cui
appoggiarsi in qualche modo, sia in termini emotivi sia
passionali.”
Un sequel di Constantine vedrà mai la luce?
Sempre nel corso del panel,
Goldsman ha confermato che tutti e tre hanno sempre voluto
realizzare un sequel vietato
ai minori,
come confermato in passato già dallo stesso Lawrence:
“Volevamo fare un sequel fin dall’inizio in realtà, un sequel
vietato ai minori”, ha spiegato il produttore. “Penso che,
dopo tutti questi anni, lo faremmo anche domani se ne avessimo la
possibilità. Credo che per gli studi che lo hanno realizzato,
ovvero Village Roadshow e Warner Bros., fu un film davvero strano.
Non aveva l’azione che si aspettavano, forse. Non è un film di
genere: aveva diverse sfumature, e forse è stata questa
caratteristica a far sì che comunque si distinguesse. Per quanto
riguarda il sequel, ne abbiamo parlato e abbiamo avuto diverse
idee. Avevamo pensato anche ad un incontro fra Constantine e Gesù…
Abbiamo davvero approfondito l’idea di un sequel”.
La leggendaria attrice
Olivia de Havilland, star di Via col vento e due volte vincitrice del
premio Oscar, è morta all’età di 104 anni. La notizia è stata
riportata da
Variety. De Havilland era l’unica dei quattro attori
protagonisti del capolavoro di Victor Fleming ancora in vita,
nonché una delle ultime star dell’era d’oro di Hollywood.
L’attrice si è spenta il 26 luglio a
Parigi, per cause naturali. Sorella maggiore di Joan
Fontaine, ha esordito al cinema nel 1935 in Sogno di
una notte di mezza estate, per poi prendere parte ad una serie
di film diretti da Michael Curtiz, tra cui Capitan
Blood, La carica dei seicento e La leggenda
di Robin Hood. Nel 1939 arriva la fama a livello mondiale
grazie al ruolo della dolce e coraggiosa Melania Hamilton in
Via col vento, accanto a Clark Gable, Vivien
Leigh e Leslie Howard.
Quel ruolo resterà la sua
interpretazione più celebre e ricordata, nonostante i due Oscar
vinti come migliore attrice nel 1947 e nel 1950, rispettivamente
per A ciascuno il suo destino e L’ereditiera. Nel
1949 aveva ricevuto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione
femminile grazie a La fossa dei serpenti. De Havilland si
ritirò definitivamente dal cinema nel 1979, mentre la sua ultima
partecipazione in un film televisivo risale al 1988.
I matrimoni di Olivia de Havilland
e la causa contro FX
Olivia de Havilland
è stata sposata due volte: nel 1946 con lo scrittore Marcus
Goodrich e nel 1955 con il giornalista francese Pierre Galante. Dal
2004, dopo la morte dell’attrice Luise Rainer, De Havilland era la
più anziana vincitrice dell’Oscar ancora in vita. Nel 2017 era
balzata all’attenzione dei media per aver fatto causa all’emittente
tv FX: l’attrice sosteneva di essere stata ritratta in maniera
fuorviante nella serie Feud creata da Ryan Murphy, in cui il
suo personaggio era interpretato da
Catherine Zeta Jones.
Sono passati sette anni da quando
L’Uomo d’Acciaio è arrivato al cinema, ma
ancora oggi i fan discutono a proposito del finale del film in cui
Superman si trova costretto a spezzare il collo del generale Zod –
uccidendolo! – per fermare il cattivo una volta per tutte. Mentre
in Batman v Superman: Dawn of Justice abbiamo
visto che il corpo del villain è stato utilizzato per dare vita a
Doomsday, nulla è stato invece rivelato o spiegato a proposito
delle motivazioni che hanno spinto Kal-El a compiere un tale
gesto.
Durante un’intervista con
Collider, lo sceneggiatore de
L’Uomo d’Acciaio,David S. Goyer, ha
spiegato che Superman, costretto ad uccidere Zod, avrebbe dovuto
dimostrare che l’eroe era stato messo alle strette, incapace di
poter optare per un’altra soluzione. Spiegando che si trattava di
un Superman che aveva da poco abbracciato la sua vera natura, Goyer
ha chiarito che l’eroe non era ancora sceso a patti con le regole
che da sempre contraddistinguono la sua morale (a differenza della
sua controparte fumettistica).
“Non è affatto consapevole
dell’entità dei suoi poteri”, ha spiegato Goyer. “Si è
imbattuto in qualcuno che ha detto:” Non mi fermerò. Non puoi
mandarmi in prigione. Non mi fermerò mai’. Volevamo metterlo in
stallo”. Per quanto controversa possa essere stata, la morte
di Zod avrebbe dovuto significare che Superman non avrebbe mai più
ucciso. “Si trovava in una posizione terribile e ha giurato di
non poterlo fare mai più. Non è uscito dalla rabbia, è stato
costretto a farlo.”
La Fortezza della Solitudine nel
finale alternativo de L’Uomo D’Acciaio
Goyer ha anche parlato di un finale
alternativo, che è stato scritto ma che alla fine è stato scartato:
“L’idea era che Superman avrebbe… c’era uno di quei tipi di
criptopod sulla nave che si sarebbe trasformata nella Fortezza
della Solitudine. Superman avrebbe messo Zod dentro a questo Pod
per poi rispedirlo nello spazio”, ha spiegato. “Ne abbiamo
parlato e forse alcune persone ne sarebbero state anche felici, ma
mi è sembrato soltanto un pretesto in riferimento alla storia che
stavamo raccontando”.
Guillermo del Toro, leggenda dei monster
movie, ha rivelato che se gli fosse stato offerto il giusto
sostegno finanziario, avrebbe già iniziato a lavorare su una
trilogia dedicato a Frankenstein, il celeberrimo
romanzo di Mary Shelley entrato nell’immaginario collettivo
anche grazie ai numerosi adattamenti sia cinematografici sia
televisivi.
L’opera immortale di Mary
Shelley è uno dei libri preferiti di Del Toro e negli anni
il regista de La Forma dell’Acqua – The Shape of Water non
ha mai nascosto il suo desiderio di trasporre il romanzo in un
film. Ci sono stati almeno 75 adattamenti cinematografici basati
sulla classica storia horror fantascientifica, molti dei quali non
sono mai stati in grado di coprire l’intera portata del romanzo
originale. Del Toro desidera avere l’opportunità di coprire tutte
quelle parti inesplorate del testo originale che nei vai film non
sono mai state raccontate, realizzando una vera e propria
trilogia.
Durante un panel
dedicato al film Antlers
in occasione del Comic-Con@Home a cui ha partecipato insieme al
regista Scott Cooper, a Guillermo del Toro è stato chiesto su quale
film avrebbero immediatamente iniziato a lavorare se avesse avuto
il budget necessario a disposizione. Del Toro ha dato due risposte:
la prima è stata l’adattamento di “Le Montagne della
Follia” di H.P. Lovecraft (che il regista stava per
portare al cinema anni fa); la seconda è stata proprio
“Frankenstein“. Del Toro ha spiegato che avrebbe
realizzato il film in due o tre parti perché “per afferrare
totalmente il senso di un libro come quello, si deve
necessariamente cambiare il punto di vista. Si tratta di un
processo complicato, di un esercizio difficile.”
Guillermo del Toro aggiorna sulle
riprese di Nightmare Alley, il suo prossimo film
Sempre in occasione del medesimo
panel, Guillermo del Toro ha avuto anche la
possibilità di aggiornare su Nightmare Alley, il suo nuovo film le cui
riprese sono state interrotte a causa della pandemia di Covid-19:
“Fortunatamente abbiamo un cast meraviglioso, ma le difficoltà
di riorganizzare il calendario sono davvero enormi, perché ogni
attore ha le sue richieste e bisogna lavorare tenendo conto degli
impegni di tutti. Penso che per ogni problema, in un film, ci sia
sempre un’ottima soluzione. A volte, però, non riusciamo a vederla.
Credo di aver trovato la soluzione giusta, anche se non è facile.
Non è semplice riuscire a prevedere come si sposterà il set, anche
per via delle precauzioni. In pratica è come se lavorassimo in una
sala operatoria. Bisogna creare ambienti sterili, far sì che tutte
le persone coinvolte siano disinfettate… e poi bisogna anche
mettere in scena il film. È un approccio totalmente
diverso.”
Come tutti ricorderete, nella scena
finale di Shazam! appare
il personaggio di Superman per fare una sorpresa al piccolo Freddy.
L’eroe kryptoniano in questione non è interpretato da Henry Cavill, ma da uno stunt, ed il
personaggio infatti viene inquadrato soltanto dal collo in giù.
Nella scena in questione, però, si sente in sottofondo il tema di
Superman realizzato da John Williams, e non quello
più recente di Hans Zimmer.
Di recente, è stato proprio chiesto
al regista di Shazam!,David F. Sandberg, come mai nel suo film abbia
deciso di utilizzare il tema originale del supereroe e non quello
che si sente nei film del DCEU con protagonista Cavill. La risposta
di Sandberg – via
Twitter – è stata la seguente: “È un tema fantastico che ti
dà la carica, ma pensavo che non fosse riconoscibile per il
pubblico quanto quello di Williams. Specialmente quando devi usare
soltanto poche note. Se ci fosse stata un’intera scena con Superman
che arrivava per combattere, allora avrebbe spaccato con
Zimmer.”
Sandberg ha poi aggiunto: “Ad
essere sinceri, quando ho fatto quel video sul collo lungo per
scherzo e ho usato il tema di Zimmer, ho davvero apprezzato le
sensazioni che ha scatenato, ma avremmo avuto bisogno di Cavill per
dargli davvero un senso”. Il video sul “collo lungo” a
cui fa riferimento il regista è uno
scherzo realizzato tempo fa su Twitter, in risposta alle
numerose richieste da parte dei fan di aggiungere il Superman di
Henry Cavill alla sequenza finale di
Shazam!.
Ricordiamo che Shazam! avrà
ufficialmente un sequel, che arriverà nelle sale americane il 1
aprile 2022. Il sequel sarà sceneggiato da Henry
Gayden e vedrà di nuovo David S. Sandberg impegnato dietro la macchina
da presa e
Zachary Levi nei panni dell’eroe protagonista. Al
momento non sappiamo quando partiranno le riprese.
Tutto quello che c’è da sapere su Shazam!
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro di
noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di
Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché
questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per
gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno
di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se
stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i
superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i
compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità
con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare
rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male
controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.
Katherine Langford ha interpretato la versione
adulta di Morgan, la figlia di Tony Stark, in una scena di Avengers:
Endgame che è stata poi tagliata dal montaggio
finale del film. Adesso, l’attrice di Tredici ha parlato
del suo coinvolgimento nell’Universo Cinematografico Marvel in una recente intervista
con Smallzy.
Quando è stato chiesto alla giovane
attrice cosa provasse per essere stata tagliata dal cinecomic di
Anthony e Joe Russo, Langford
non è apparsa turbata dalla cosa: “Anche se sono stata tagliata
dal film… alla fine posso comunque dire di essere stata tagliata
dall’ultimo cinecomic sui Vendicatori”, ha spiegato l’attrice.
“Sono semplicemente felice di aver fatto quell’esperienza.
Soltanto girare quella scena è stato incredibile. Poi Disney+ l’ha comunque distribuita, e
devo ammettere che è stata una delle cose più cool che abbia mai
fatto. Quindi sono felice ugualmente.”
Katherine Langford, che di recente abbiamo
visto in
Cursed, nuova serie targata Netflix, ha poi ribadito che
le piacerebbe tornare ad interpretare Morgan Stark in un nuovo film
del MCU. A quel punto le è stato chiesto se ci fossero delle
trattative in atto, ma l’attrice ha spiegato che, anche se qualcosa
fosse davvero in corso, non potrebbe comunque rivelarlo:
“L’universo Marvel è qualcosa di veramente segreto ed ero
spaventata dopo aver girato la mia scena perché non potevo
veramente dirlo a nessuno. Se tornassi, non so se mi sarebbe
concesso dirlo. Sicuramente mi piacerebbe.”
Il significato della scena con Tony
e Morgan Stark tagliata da Avengers: Endgame
La scena con protagonista Robert Downey Jr. e Katherine Langford è molto toccante, perché
mostra un Tony Stark tanto speranzoso quanto disilluso, e per lui,
trovare la figlia adulta, conoscerla, e sentirle dire che è felice,
vale tutti i patrimoni del mondo. In questa scena c’è la
consacrazione di Tony ad eroe ma anche a uomo, a padre, e non c’è
niente di più lontano da quel playboy filantropo che abbiamo
conosciuto all’inizio dell’avventura del MCU.
Avengers:
Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile
2019. Nel cast del film Robert
Downey Jr., Chris
Evans, Mark
Ruffalo, Chris
Hemsworth e Scarlett
Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers:
Infinity War, l’universo è in rovina a causa
degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati
rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi
ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Durante una diretta Instagram in
compagnia di Serena Williams, la Portman ha parlato del suo ritorno
nell’Universo Cinematografico Marvel e di quanto sia entusiasta
all’idea di tornare a vestire i panni di Janes Foster che, come
sappiamo ormai da diverso tempo, nel nuovo film raccoglierà
l’eredità del figlio di Odino e solleverà il Mjolnir. L’attrice ha
inoltre confermato che le riprese del film partiranno in Australia
all’inizio del 2021.
A parte il fatto che
Jane Foster assumerà l’identità di Mighty Thor proprio come nei
fumetti, i dettagli sulla trama di Thor: Love and
Thunder sono ancora piuttosto scarsi.
Secondo quanto riferito negli ultimi mesi il
premio Oscar Christian Bale interpreterà l’antagonista
principale del film; inoltre, è stato confermato che il personaggio
di Valchiria interpretato da Tessa
Thompson andrà alla ricerca della sua “Regina” dopo
essere stata nominata nuovo re di Asgard.
In Thor: Love and Thunder si
parlerà anche della malattia di Jane Foster?
Sempre a proposito dell’amore
terreno del Dio del Tuono, al momento non sappiamo neanche se
Thor: Love and
Thunder affronterà il tema del cancro al seno
di Jane Foster, come accaduto nei fumetti. Tempo fa, in merito alla
questione,
Taika Waititi aveva dichiarato: “Non lo sappiamo.
Quell’arco narrativo nei fumetti è stato di grande ispirazione e ha
influenzato le prime bozze della sceneggiatura. Ma alla Marvel,
cambiamo sempre tutto. Potrei dire una cosa adesso, e tra due anni
sarebbe completamente l’opposto, addirittura quella cosa potrebbe
non esistere più. Continuiamo a scrivere anche in fase di
post-produzione.”
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il
Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è
fissata invece al 11 febbraio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Sono state
definite le composizioni delle
quattro Giurie internazionali
(Venezia
77, Orizzonti, Premio
Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, Venice Virtual
Reality) della 77. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica (2–12 settembre 2020), diretta
da Alberto Barbera e organizzata
dalla Biennaledi
Venezia.
Le personalità
chiamate a fare parte della Giuria del
Concorso di Venezia 77 sono:
Cate
Blanchett– presidente (Australia),
attrice internazionalmente acclamata e pluripremiata, nonché
produttrice, filantropa e attiva protagonista della comunità
artistica. Le sue numerose, straordinarie interpretazioni
cinematografiche le hanno fatto ottenere due Oscar (The
Aviator, 2004, e Blue Jasmine, 2013), tre Golden
Globe (Elizabeth, 1998, Io non sono qui,
2007, Blue Jasmine, 2013), tre premi Bafta e numerose
altre nomination. Alla Mostra di Venezia è stata interprete dei
film Elizabeth (1998) di Shekhar Kapur
e Io non sono qui (2007) di Todd Haynes, che le
valse la Coppa Volpi come miglior attrice. Il suo più recente
successo è Che fine ha fatto Bernadette? (2019)
di Richard Linklater.
Veronika
Franz (Austria), regista e
sceneggiatrice, inizia come giornalista di cinema per il quotidiano
viennese Tageszeitung Kurier. Dal 1997 segue il lavoro del regista
Ulrich Seidl come collaboratrice artistica, di cui è
co-sceneggiatrice per Dog
Days (Hundstage, 2001), Import
Export (2007) e la
trilogia PARADISE (2012/3). Il
documentario Kern (2012) è sia il suo debutto
come regista, sia il primo film realizzato insieme al regista
Severin Fiala, a cui segue il suo primo lungometraggio di
finzione, Goodnight Mommy (Ich seh Ich
seh, 2014), co-diretto insieme a Fiala e presentato a Venezia
Orizzonti. Il film ottiene numerosi premi e rappresenta l’Austria
agli Oscar. I due registi realizzano poi il loro primo film in
inglese, The Lodge, presentato al Sundance Film
Festival 2019.
Joanna Hogg (Gran
Bretagna), regista e sceneggiatrice, considerata oggi fra le più
importanti del suo Paese. Il primo
lungometraggio, Unrelated (2008), con Tom
Hiddleston, vince il premio della Fipresci al Festival di Londra.
Il secondo film, Archipelago (2010), ottiene una
Menzione speciale al Festival di Londra e un considerevole successo
di pubblico. Nel 2013 realizza Exhibition, con il
chitarrista degli Slits, Viv Albertine, e l’artista britannico Liam
Gillick. Il più recente The Souvenir, produttore
esecutivo Martin Scorsese, viene presentato al Sundance Film
Festival 2019 dove vince il Gran premio della Giuria.
Nicola
Lagioia (Italia), scrittore, dal 2016 è direttore del
Salone Internazionale del Libro di Torino. Ha pubblicato i
romanzi Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza
risparmiare se stessi) (minimum fax 2001, premio Lo
Straniero), Occidente per principianti (Einaudi
2004), Riportando tutto a casa (Einaudi 2009,
premio Vittorini, premio Volponi, premio Viareggio), La
Ferocia (Einaudi 2014, Premio Strega, Premio Mondello). È
una delle voci di Pagina3, rassegna stampa quotidiana di Radio3.
Scrive per testate quali «Repubblica», «Il Venerdì»,
«Internazionale», «La Stampa». I suoi libri sono tradotti in 15
Paesi.
Christian
Petzold (Germania), regista e sceneggiatore fra
i più significativi del cinema tedesco, è stato premiato tre volte
dai critici tedeschi per il miglior film con Die innere
Sicherheit (2000), presentato a
Venezia, Gespenster (2005)
e Yella (2007), presentati a Berlino. Nel 2008 è
a Venezia in concorso con Jerichow, per cui nel 2009
vince il Deutscher Filmpreis come miglior regista. Con La
scelta diBarbara nel 2012 ottiene l’Orso
d’argento a Berlino, dove nel 2018 consegue un grande successo
critico con La donna dello
scrittore (Transit). Sempre a Berlino, nel 2020
vince il premio della Fipresci con Undine.
Cristi Puiu (Romania),
regista e sceneggiatore, debutta nella regia nel 2001 con il
road-movie a basso costo Marfa şi
bani (Stuff and Dough), presentato alla
Quinzaines a Cannes e considerato il film che dà inizio al Nuovo
cinema rumeno. Nel 2005 il suo secondo lungometraggio, la commedia
nera La morte del signor Lazarescu, è un successo
critico e ottiene il Prix Un certain Regard a
Cannes. Analogo successo consegue Sieranevada,
presentato nel 2016 in concorso a Cannes. Nel
2020 Malmkrog vince il Premio per la miglior
regia nella sezione Encounters della
Berlinale.
Ludivine
Sagnier (Francia), attrice, appare per la prima volta
sul grande schermo nel 1989 in Voglio tornare a
casa! di Alain Resnais. Nel 1990 partecipa al
kolossal Cyrano de Bergerac. Nel 2003 è protagonista
di due film presentati a Cannes, La petite
Lili e Swimming Pool, e interpreta
in Peter Pan di P. J. Hogan il personaggio di
Campanellino. Recita spesso nei film del regista francese François
Ozon: Gocce d’acqua su pietre roventi, 8
donne e un mistero e Swimming Pool,
diventando una delle attrici francesi più apprezzate e note al
pubblico. Fra le sue ultime interpretazioni, La
vérité di Hirokazu Koreeda, film d’apertura della Mostra
di Venezia 2019, e la seconda serie di Paolo
Sorrentino The New Pope.
La
Giuria Venezia 77 assegnerà ai
lungometraggi in Concorso i seguenti premi
ufficiali: Leone d’Oro per il miglior
film, Leone d’Argento – Gran Premio
della Giuria, Leone d’Argento – Premio
per la migliore regia, Coppa Volpi per
la migliore interpretazione maschile, Coppa
Volpi per la migliore interpretazione
femminile, Premio per la migliore sceneggiatura,
Premio Speciale della Giuria, Premio Marcello
Mastroianni a un giovane attore o attrice
emergente.
La Giuria internazionale della
sezione Orizzonti è composta da:
Claire
Denis – presidente (Francia),
regista, sceneggiatrice e attrice francese, nasce a Parigi ma
cresce in Africa fino ai 13 anni. Si laurea nel 1972 all’IDHEC e
lavora come assistente di Jacques Rivette, Costa-Gavras, Jim
Jarmusch, Wim Wenders. Il suo film
d’esordio Chocolat (1988), riflessione sul
colonialismo, conquista la critica. Seguono Al diavolo la
morte (S’en fout la mort) (1990), in concorso a
Venezia, US Go Home (1994), Nénette e
Boni (Nénette et Boni) (1996), Beau
Travail (1999), presentato a Venezia, Cannibal
Love – Mangiata viva (2001) e Venerdì
sera (Vendredi soir) (2002). Il
successivo White Material (2009) è in concorso a
Venezia. Nel 2018, High Life viene premiato al
Festival di San Sebastián.
Oskar
Alegria (Spagna), regista spagnolo, dal 2013 al 2016
è stato direttore della rassegna Punto de Vista di Pamplona. Il suo
primo film, La casaEmak
Bakia (2012), documentario alla ricerca della casa sulla
costa basca dove Man Ray girò il suo Emak Bakia,
viene presentato in numerosi festival internazionali, tra cui
Telluride e San Sebastián, ottenendo molti riconoscimenti. Nel 2019
ha presentato in Orizzonti a Venezia il
documentario Zumiriki, sulla propria esperienza di
quattro mesi vissuta in una capanna isolata su un fiume.
Francesca
Comencini (Italia), regista, sceneggiatrice,
scrittrice, figlia del grande regista Luigi e sorella di Paola e
Cristina. Dirige in Francia, dove vive per 18 anni, il suo primo
film Pianoforte (1984), storia di due giovani
tossicodipendenti, vincitore del Premio De Sica a Venezia.
Collabora col padre alla sceneggiatura di Un ragazzo di
Calabria. Si avvicina al documentario con Elsa
Morante (1995), Shakespeare a
Palermo (1997), Carlo Giuliani,
ragazzo (2002), presentato a Cannes, e In
fabbrica (2007). Tra i suoi film di finzione, Le
parole di mio padre (2001), Lo spazio
bianco (2009) e Un giorno
speciale (2012) in concorso a Venezia, Amori che
non sanno stare al mondo (2017), presentato a Locarno.
Dal 2014 dirige 15 episodi di Gomorra – La serie,
trasposizione tv dell’omonimo romanzo di Roberto Saviano.
Katriel
Schory (Israele), produttore israeliano, fonda nel
1974 la compagnia Belfilms, che ha prodotto più di 150 film e
spettacoli televisivi, inclusi lungometraggi, documentari e
coproduzioni internazionali. Dal 1999 al 2019 è Direttore esecutivo
dell’Israel Film Fund, dove ha autorizzato più di 300
lungometraggi, molti dei quali sono stati selezionati nei maggiori
festival vincendo prestigiosi premi, fra i quali Leoni d’oro e
d’argento a Venezia, Orsi d’oro e d’argento a Berlino, Camera d’or
a Cannes e quattro nomination agli Oscar.
Christine
Vachon (Usa), produttrice statunitense vincitrice
dell’Independent Spirit Award e del Producer Award del Gotham
Independent Film Award. Ottiene il suo primo successo con la
produzione del film d’esordio di Todd Haynes, Poison,
Gran Premio della Giuria al Sundance. Nel 1995 fonda, insieme a
Pamela Koffler, la compagnia di produzione cinematografica e
televisiva Killer Film, che vince l’Oscar con Boys Don’t
Cry di Kimberley Peirce. Produce alcuni dei film
indipendenti più acclamati, ottenendo nomination agli Oscar con i
capolavori di Todd Haynes Lontano dal Paradiso, Io non
sono qui e Carol.
La
Giuria Orizzonti assegnerà – senza
possibilità di ex-aequo – i seguenti premi: Premio
Orizzonti per il miglior film, Premio
Orizzonti per la migliore regia, Premio
Speciale della Giuria Orizzonti, Premio Orizzonti per
la miglior interpretazione maschile, Premio
Orizzonti per la migliore interpretazione
femminile, Premio Orizzonti per la
miglior sceneggiatura, Premio
Orizzonti per il miglior cortometraggio.
La Giuria internazionale
del Premio Venezia Opera
Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del
Futuro, è composta da:
Claudio
Giovannesi – presidente (Italia),
regista, sceneggiatore e musicista. Il suo film La paranza
dei bambini (2019), tratto dall’omonimo romanzo di
Roberto Saviano e presentato in concorso a Berlino, ha vinto l’Orso
d’argento per la migliore sceneggiatura ed è stato distribuito in
oltre 20 Paesi. Fiore (2016), in concorso
nella Quinzaine a Cannes, ha ricevuto il Nastro
d’argento speciale. Alì ha gli occhi
azzurri (2012), Premio Speciale della Giuria al Festival
di Roma, è stato presentato in concorso al Tribeca. Il
documentario Fratelli d’Italia (2009), ha avuto
la Menzione speciale della giuria al Festival di Roma. Per la
televisione ha diretto due episodi della seconda stagione della
serie Gomorra.
Remi
Bonhomme (Francia), direttore e programmatore di
festival internazionali, è il nuovo direttore artistico del
Festival del film di Marrakech e direttore degli Atlas Workshops,
la piattaforma industriale del Festival che sostiene il cinema del
continente africano e del Medio Oriente. Dal 2009 al 2020 è stato
coordinatore generale della Semaine de la Critique al Festival di
Cannes e direttore di Next Step, un workshop per registi di
cortometraggi che si accingono a girare il loro primo
lungometraggio.
Dora
Bouchoucha (Tunisia), produttrice e direttrice di
festival, dal 1994 ha prodotto numerosi lungometraggi,
cortometraggi e documentari tunisini e di altri Paesi con la sua
società Nomadis Images. I suoi film sono stati selezionati ai
festival di Venezia, Cannes e Berlino. Ha creato l’Atelier de
Projets alle Giornate cinematografiche di Cartagine, di cui è stata
direttrice nel 2008, 2010 e 2014. Nel 2017 ha fatto parte della
Giuria internazionale del Festival di Berlino. Dal 2018 è
direttrice del festival mediterraneo di Manarat.
La Giuria
del Premio Venezia Opera Prima assegnerà
senza possibilità di ex aequo, tra tutte le opere prime di
lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della
Mostra (Selezione ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele),
il Leonedel Futuro – Premio
Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, e un premio di
100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro, che sarà suddiviso
in parti uguali tra il regista e il produttore.
La Giuria internazionale della
sezione Venice Virtual Reality è
composta da:
Celine
Tricart – presidente (USA),
regista e sceneggiatrice, esperta di Realtà virtuale e 3D nota in
tutto il mondo per la forza emotiva delle sue storie e il
particolare stile visivo. I suoi lavori sono stati presentati in
festival internazionali quali Venezia, Sundance, Tribeca, SXSW. A
Venezia nel 2019 ha vinto con The Key il Gran
premio della Giuria per la migliore opera Vr immersiva. Al Tribeca
ha ottenuto lo Storyscapes Award. Ha fondato la Lucid Dreams
Productions, specializzata nell’utilizzo delle nuove tecnologie per
creare storie innovative e per incrementare il ruolo delle donne e
delle voci minoritarie nel fare cinema.
Asif Kapadia (Gran
Bretagna) è un regista di film e documentari noto per lo stile
visuale e per le scelte di personaggi estremi da raccontare. Il
suo Amy, presentato in prima mondiale a Cannes nel
2015, che narra la storia della cantante Amy Winehouse, ha vinto
l’Oscar come migliore documentario. Il film è stato il più grande
successo al box office in Gran Bretagna per un documentario,
vincendo anche il Bafta, l’Efa e un Grammy. Nel 2001 ha
co-sceneggiato e diretto il proprio debutto nel film
narrativo, The Warrior, girato nel deserto del
Rajasthan e fra le nevi dell’Himalaya. Nel 2010, nel
documentario Senna, ha raccontato la storia del
campione brasiliano di Formula Uno Ayrton Senna. Nel 2017 ha
diretto due episodi della serie Netflix Midhunter.
Nel 2019 ha presentato a Cannes il
documentario Maradona, nominato ai Bafta.
Hideo
Kojima (Giappone) è un autore di videogiochi noto in
tutto il mondo per aver allargato i confini della creatività in
questo campo. E’ considerato il padre del
genere stealth, videogioco d’azione basato
sull’abilità del giocatore di evitare di essere rilevato dal
nemico. Nel 2015 fonda la società Kojima Productions, adottando il
motto From sapiens to ludens. Nel 2019 la società
realizza il suo primo titolo, Death Stranding, per
PlayStation 4. Dalla sua uscita,Death
Stranding ha ottenuto numerosi premi e un
successo mondiale.
La
Giuria Venice Virtual Reality assegnerà
i seguenti premi: Gran Premio della
Giuria per la Migliore opera VR
immersiva, Migliore esperienza
VR immersiva e Migliore storia
VR immersiva.
Divenuto celebre grazie ad una
serie di titoli di buon successo, l’attore Lorenzo
Zurzolo è oggi principalmente noto per il ruolo di Niccolò
nella serie Netflix Baby. In attesa di poterlo rivedere nella terza ed
ultima stagione, il giovane interprete ha continuato a recitare in
film che gli hanno permesso di ottenere una sempre maggior
visibilità, in attesa del ruolo che possa consacrarlo
definitivamente. Ecco 10 cose che non sai su Lorenzo
Zurzolo.
2Parte delle cose che non sai
sull’attore
Lorenzo Zurzolo non è fidanzato
5. È single. Da quando è
diventato particolarmente famoso e seguito sui social, l’attore ha
sempre dimostrato una certa attenzione nei confronti di ciò che
condivide della propria vita privata. Sui suoi profili social
traspare infatti molto poco a riguardo, ed è pertanto difficile
stabilire se egli sia o meno impegnato in una relazione
sentimentale. Attualmente, tuttavia, sembra certo il suo essere
single, ma nessun’affermazione è arrivata da parte dell’attore a
riguardo.
Lorenzo Zurzolo non è in Skam
4. Non recita nella celebre
serie. Per via della sua frequente partecipazione a film o
serie di carattere “teen”, l’attore viene spesso associato a
prodotti nei quali non ha in realtà mai recitato. Il più noto di
questi è probabilmente la serie Skam Italia, distribuita
anch’essa sulla piattaforma Netflix. Zurzolo viene spesso
erroneamente scambiato con l’attore Ludovico
Tersigni, protagonista e personaggio ricorrente della
serie nel ruolo di Giovanni, ma ad oggi non ha ancora mai
partecipato neanche ad uno solo degli episodi di questa.
Lorenzo Zurzolo in Baby
3. Si riconosce nel proprio
personaggio. Divenuto celebre per il ruolo di Niccolò, uno
dei protagonisti della serie Baby, l’attore ha in più
occasioni affermato di apprezzare molto il suo personaggio,
giudicandolo complesso e con continui aspetti da scoprire. In
particolare, Zurzolo ha dichiarato come, pur con le dovute
differenze, riesca a riconoscersi in molte delle caratteristiche di
Niccolò, condividendo la consapevolezza di possedere aspetti
privati di sé e di volere che questi restino tali.
Lorenzo Zurzolo non è realmente
cieco
2. Ha interpretato un ragazzo non
vedente. Nel nuovo film italiano targato Netflix,
Sotto il sole di Riccione, l’attore ha interpretato il
ruolo di Vincenzo. Questi è un ragazzo non vedente che grazie ad un
suo amico ha modo di scoprire l’amore per la prima volta. Zurzolo
non è realmente non vedente, ma la sua performance è stata così
convincente da spingere molti a pensare che lo fosse. L’attore si è
dichiarato grato per questo ruolo, nel quale ha riposto molta
preparazione, affermando che permette ulteriormente di avvicinarsi
al “diverso”, che tale in realtà non è.
Lorenzo Zurzolo: età e altezza
1. Lorenzo Zurzolo è nato a
Roma, Italia, il 21 marzo del 2000. L’attore è alto
complessivamente 180 centimetri.
Oggi popolarissima, la giovane
Ludovica Martino è diventata in breve tempo una
dei volti di riferimento per l’adolescenza al cinema e in
televisione. Interprete di titoli di grande successo, ha dimostrato
doti da attrice che la rendono spontanea e incisiva, in grado di
catturare l’attenzione di un pubblico variegato. Attualmente
impegnata in diversi progetti di rilievo, il suo è sicuramente uno
dei nomi su cui puntare per il futuro.
Ecco 10 cose che non sai di
Ludovica Martino.
2Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Ludovica Martino è laureata
5. Ha portato a termine i suoi
studi. L’attività di attrice non ha impedito alla Martino
di portare avanti anche i propri studi, iniziati dapprima con il
liceo classico e proseguiti poi all’Università. Qui, l’attrice si è
laureata in interpretariato e traduzione, sua altra grande
passione. Sul suo profilo Instagram, a riguardo, si possono
ritrovare le immagini relative a quell’evento, condiviso dalla
Martino insieme ai suoi cari.
Ludovica Martino è fidanzata?
4. Ha avuto una relazione con un
collega. Grazie al set della serie Skam,
l’attrice conosce Luca Grispini, che ricopre il
ruolo di Federico, e con il quale intraprende poi una relazione.
Benché molto riservati, i due non hanno mancato di condividere
diversi scatti che li ritraggono insieme, come ad esempio quelli
relativi alla laurea di lei. Ad oggi, tuttavia, non si hanno
notizie su di loro, lasciando intendere una possibile separazione.
Se così fosse, l’attrice potrebbe essere adesso single.
Ludovica Martino in Sotto il sole di
Riccione
3. Ha studiato molto per il suo
personaggio. Per prepararsi al ruolo di Camilla in
Sotto il sole di Riccione, l’attrice ha raccontato di aver
studiato a lungo il personaggio, ricercando i suoi obiettivi più
profondi e sperimentando nell’improvvisazione delle sue scene.
Insieme alla sua coach di recitazione, ha così avuto modo di
identificare le caratteristiche del ruolo, facendole proprie.
Inoltre, ha raccontato di aver visto molti film da cui poter trarre
ispirazione.
2. È rimasta entusiasta dal valore del
film. Raccontando del film, l’attrice ha affermato di aver
particolarmente apprezzato il modo in cui il film tratta la
gioventù di oggi, ritrovandosi in molti degli aspetti e delle
tematiche affrontate. L’idea di assumere un’eredità come quella dei
film balneari di Vanzina, inoltre, è stata da lei accolta con
quanta più “incoscienza” possibile, poiché, come da lei dichiarato,
era necessario non sentire il peso dell’influenza di tali film
affinché si potesse realizzare la nuova versione di quelle storie
balneari.
Ludovica Martino: età e altezza
1. Ludovica Martino è nata a
Roma, Italia, il 26 febbraio 1997. L’attrice è alta
complessivamente 165 centimetri.
Tra i momenti più curiosi ed
esilaranti della Justice Con, la video call con
Zack Snyder in merito alla sua Justice
League c’è stato il momento in cui gli è stato chiesto se
userà anche qualche scende del fim girata da Joss
Whedon.
Zack nel
rispondere non ci è andato troppo leggero e probabilmente ne ha
tutte le ragioni: “Non c’è alcuna possibilità che
io utilizzi inquadrature che non siano state girate da me.
Distruggerei l’intero film e gli darei fuoco se ci fosse anche solo
una scena non girata da me. Farei saltare tutto, letteralmente. Ma
sappiate che qualsiasi cosa vi ricordi il film uscito nel 2017 (che
io non ho MAI visto), in qualche modo vi tornerà alla memoria,
perché originariamente l’avevo girata io così. Al cinema è uscito
una specie di mostro di Frankenstein.” QUI TUTTI I DETTAGLI RIVELATI DAL REGISTA NELLA
VIDEOCALL
Chiaramente, questa è la prova che
qualsiasi tipo di influenza che Joss Whedon ha
avuto sul film di Snyder sarà cancellata dalla storia una volta per
tutte da questa versione originale di Justice
League che sarà pubblicata su HBO Max all’inizio
della metà del 2021.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Durante il panel della notte alla
Justice Con, la live tenutasi con il regista
Zack Snyder e dedicata alla sua versione della
Justice League in arrivo su HBO
MAX nel 2021, oltre a
svelare una clip dal film, il regista ha commentato e svelato
numerosi dettagli sul film.
Prima di tutto ha confermato che il
montaggio a cui stanno lavorando è il suo editing ultimato alla
fine del 2017. Ha poi aggiunto che è una versione superlunga e nei
mesi successivi insieme al team lavorarono ad accorciare la durata
secondo le indicazioni della Warner, ma quel taglio non fu mai
applicato. Quindi ora secondo le sue indicazioni sono tornati a
lavorare su quel gigantesco montaggio originale.
Ha poi aggiunto che: “Ogni
giorno lavora al montaggio. Reinserire Steppenwolf comporta
tantissimo lavoro. Ad ogni inquadratura originale bisogna valutare
come cambiare gli effetti visivi, quindi si tratta quasi di un
restauro perché ci sono così tanti effetti visivi. Ci sono
moltissime scene aggiuntive che hanno molti effetti da fare da
zero.” Ha inoltre ammesso di divertirsi moltissimo in questo
processo perché è come ritrovare il film originale e già all’epoca
pensava a come mostre quella lunga versione, perché un film di 4
ore non era poi così necessario uscisse al cinema.
Nella video call ha poi confermato
che Steppnwolf avrà il design originale che trova
un personaggio davvero spaventoso e figo. Inoltre avendolo già
usato nei materiali della previsualizzazione non è difficile
reperirlo nel montaggio. “Non sarà umanoide e non avrà alcuna
empatia e farà ciò che vuole per raggiungere il suo
scopo”.
Riguardo al titolo ha ammesso che è
d’accordo con i fan: “Zack Snyder’s Justice
League“, e il regista sta lavorando in questo senso:
“Anche noi vorremmo chiamarlo Zack Snyder’s Justice
League, ma c’è un impedimento legale per cui non sarà
possibile. Stiamo cercando una soluzione per aggirare questa cosa.
In merito a JunkieXL: “Sta
lavorando tantissimo proprio in questo momento. Diverse parti le
avevamo già fatte, ma moltissime scene vanno musicate da zero. Ho
parlato con lui questa mattina, lavoriamo benissimo insieme e siamo
perfettamente allineati.
In merito al formato invece ha
rivelato che il primo estratto pubblicato di HBO MAX è il suo film
originale, ovvero quello girato in un formato inedito: 1.43:1. La
sua intenzione era quella di rendere possibile la proiezioni nelle
sale IMAX. Il restauro a cui faceva riferimento verte proprio su
questo, recuperare quelle scene danneggiate dal crop fatto per la
versione finale non pensata come è stata girata. Secondo il regista
si tratta di un’estetica completamente diversa e nelle scene viste
nelle versione in 35 molte porzioni dell’immagine sono state
semplicemente tagliate.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Come anticipato nei giorni scorsi
il regista Zack Snyder ha partecipato alla
Justice con nel quale ha mostrato un breve
estratto dalla Snyder
Cut di Justice League. Nella
brevissima clip possiamo vedere Superman indossare il famoso
costume nero.
La scena è una sequenza tagliata
nel quale Superman incontra Alfred. La clip è stata già vista ma
nella sequenza mostra Superman indossava il vestito classico, ora
nella Snyder Jut lo vediamo invece in nero:
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Il nuovo film del regista veneziano
Andrea Segre (Io sono Li, L’ordine
delle cose, Il pianeta in mare), il documentario
Molecole (68’) realizzato nella Venezia
chiusa per il coronavirus, sarà proiettato nella serata di
Pre-apertura di martedì1settembre della 77.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della
Biennale di Venezia, in Sala
Darsena (Palazzo del Cinema) al Lido.
Tra febbraio e aprile 2020 il
regista Andrea Segre, mentre preparava due
progetti per il teatro e per il cinema, è rimasto bloccato a
Venezia a causa della diffusione del coronavirus e delle
conseguenti misure di quarantena nazionale. Venezia è la città che
ha ospitato e che ospita molti dei suoi progetti lavorativi, era la
città di suo padre, una città complessa sotto molteplici aspetti.
Questa pandemia ha “congelato” e svuotato il capoluogo veneto,
riconsegnandolo alla sua natura e alla sua storia, ma anche – a
livello personale – alle memorie familiari del regista, che in quei
giorni ha raccolto appunti visivi e storie nel documentario
Molecole. Riemerge così il legame con il
padre veneziano, scienziato chimico-fisico e vero protagonista del
film, morto dieci anni fa. Si mescolano in questo modo l’isolamento
della città e quello più intimo e personale del regista, autore
anche della sceneggiatura originale. Il film uscirà nelle sale
cinematografiche a partire dal 3 settembre 2020.
“Per fare un film bisogna pensarlo,
scriverlo, organizzarlo, girarlo. Per MOLECOLE non c’è stato nulla
di tutto ciò. Non mi sono nemmeno accorto di girarlo. L’ho vissuto
ed è uscito da solo, in un tempo e una dimensione che non potevo
prevedere. MOLECOLE è sgorgato. Come l’acqua. Poterlo presentare
come film di pre-apertura della Mostra è per me un grande onore, il
modo migliore per ringraziare la città che lo ha fatto
nascere.”
Andrea Segre
Molecole
regia: Andrea Segre
sceneggiatura: Andrea Segre interpreti: Gigi
Divari, Elena Almansi, Maurizio Calligaro, Giulia Tagliapietra,
Patrizia Zanella musica: Teho Teardo produzione:
ZaLab Film con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto
Luce Cinecittà, in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto
Carlo Goldoni distribuzione: ZaLab Film Italia
2020, 68’
La 77. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica si terrà al Lido di Venezia dal
2 al 12 settembre 2020 diretta da Alberto
Barbera e organizzata dalla Biennale di
Venezia.
Andrea Segre (Dolo,
Italia, 1976) è regista di film e documentari. Il pianeta in
mare (2019) è stato presentato Fuori Concorso alla Mostra del
Cinema di Venezia 2019. Il suo primo lungometraggio di finzione,
Io sono Li (2011), è stato presentato a Venezia alle
Giornate degli Autori, La prima neve (2013) ha partecipato
alla sezione competitiva Orizzonti alla Mostra di Venezia,
L’ordine delle cose (2017) è stato presentato alla Mostra
come Proiezione Speciale. Tra i documentari, ha realizzato Lo
sterminio dei popoli zingari (1998, film d’esordio),
Marghera Canale Nord (2003, Proiezione Speciale a
Venezia), Come un uomo sulla terra (2008), Il sangue
verde (2010, presentato alle Giornate degli Autori), Mare
Chiuso (co-diretto con Stefano Liberti, 2012, Evento
Collaterale del Consiglio d’Europa a Venezia) e I sogni del
lago salato (2015, Progetto Speciale alle Giornate degli
Autori).
Non sappiamo ancora con certezza
quali siano i piani della Sony Pictures per i personaggi dei
Sinistri Sei, così come non sappiamo se il gruppo
di supercriminali farà prima o poi il suo esordio nell’Universo Cinematografico
Marvel. In attesa di una qualche conferma ufficiale,
ComicBookMovie ha raccolto 10 villain della formazione che in
un ipotetico film non dovrebbero mancare:
1Green Goblin
Nel
corso degli anni, Green Goblin non è stato molto coinvolto nelle
avventure dei Sinistri Sei, ma una volta ha guidato una squadra
composta da dodici cattivi assetati del sangue di Spidey!
Nell’universo Ultimate, tuttavia, ha guidarto il gruppo di
criminali nella ricerca per uccidere Peter Parker (costringendolo
anche ad unirsi a loro ad un certo punto), con la tensione tra
Goblin e il resto della squadra è stata spesso affascinante da
vedere.
Questo è sicuramente una trama sulla quale
potrebbe concentrarsi un possibile film: anche se il personaggio è
già apparso diverse volte al cinema, è necessaria una nuova
iterazione. Con un po ‘di fortuna, un nuovo film potrebbe
significare anche un costume molto più accurato e fedele ai
fumetti, senza considerare il fatto che si tratta di un cattivo
talmente iconico che potrebbe avere un futuro sullo schermo – e nel
MCU – al di là dei Sinistri Sei.
Ryan
Reynolds e gli sceneggiatori dei primi due film sono
piuttosto certi che Deadpool 3 si farà, anche se ad oggi non
sappiamo ancora quali siano i piani della Disney e della Marvel in merito all’eventuale
ingresso del Mercenario Chiacchierone nel MCU. Chi ha invece sempre
sostenuto che il film potrebbe non vedere mai la luce è Rob Liefeld, creatore del personaggio di Wade
Wilson.
In una recente intervista con
IGN in occasione del Comic-Con@Home, Liefeld è tornato a
parlare proprio del futuro di Deadpool sul
grande schermo, rivolgendosi ai fan e attaccando senza troppi giri
di parole la Disney e il suo modello produttivo: “Lo sto per
dire: f*****o i film! F*****o tutto questo discorso sul prossimo
film di Deadpool, va bene?”, ha dichiarato Liefeld. “Ecco
cosa direi io: ‘Hey, Disney. Ciao, sono Rob. Hai speso 70 miliardi
di dollari per compare la Fox. Ok? Hai speso 70 miliardi di
dollari. Non riesci più a gestire i tuoi parchi a tema, che
rappresentano il 50% dei tuoi guadagni complessivi, e sono anche
stati chiusi per cinque mesi. Non hai neanche modo di portare in
sala i tuoi film da tre miliardi di dollari. Nessun Mulan, nessun
Black Widow, nessun Gli Eterni. Gli animatori possono lavorare da
casa. Gli artisti digitale anche. I cartoni animati di Deadpool, i
videogiochi di Deadpool: è su questo che vi dovreste concentrare.
Iger, chiunque stia guidando adesso la nave… cosa state facendo per
ottenere un ritorno concreto da questi 70 miliardi?”
Il fumettista statunitense continua:
“Certo che dovrebbero creare più videogiochi di Deadpool, certo
che dovrebbero creare più serie animate di Deadpool. Che diavolo!
Kevin Feige, ti voglio bene amico mio, sei un genio, ma ne esistono
anche altri di geni. I ragazzi che hanno realizzato Spider-Man: Un
Nuovo Universo, ad esempio. Sono dei geni! E la Disney non ha avuto
nulla a che fare con quel film. La Disney non ha avuto nulla a che
vedere con Deadpool, Deadpool 2, Logan. Lascia che questi altri
luogotenenti ti rendano un ritorno nei tuoi investimenti. Non ho
bisogno di un altro film su Deadpool, né io né i fan. Ne abbiamo
già due fantastici. Sono perfetti. Naturalmente c’è una richiesta,
e spero che riescano a soddisfarla, ma non sono certo che lo
faranno.”
Per Rob Liefeld la Disney non
dovrebbe puntare a Deadpool 3, ma bensì ad uno spin-off su
Cable
Di recente Rob Liefeld aveva anche dichiarato che la
Disney dovrebbe concentrarsi su
uno spin-off dedicato a Cable, personaggio
interpretato da
Josh Brolin in Deadpool
2 che il fumettista considera assolutamente
meritevole di un film in solitaria: “Se Deadpool è stato in
circa 330 fumetti, Cable è stato in circa 520. Sì, ho
contato!”, aveva spiegato Liefeld. “Durante la lavorazione
di Deadpool 2, sia durante la pre-produzione che durante la
post-produzione, mi sono avvicinato molto a Josh. Ed era molto
entusiasta all’idea di esplorare Cable in possibili
sequel.”
Come tutti ormai sapranno,
l’industria cinematografica di trova a fronteggiare una situazione
parecchio complicata, dal momento che la pandemia di Covid-19 ha
costretto non soltanto i cinema alla chiusura ma anche le case di
distribuzione a rivedere continuamente il calendario delle uscite
in sala. Numerosi sono i grandi blockbuster che sono stati più e
più volte posticipati: proprio ieri abbiamo appreso delle
nuove date di uscita di Star Wars e di
Avatar, e adesso la medesima sorte potrebbe toccare anche
a Black Widow,
l’atteso cinecomic Marvel che inaugurerà ufficialmente
la Fase 4 del MCU.
Il film interamente dedicato a
Vedova Nera, atteso da anni da parte dei fan del personaggio
interpretato da Scarlett
Johansson, sarebbe dovuto arrivare in sala lo scorso
Maggio, ma l’uscita è stata poi posticipata al prossimo novembre:
trattandosi del film che darà il via alla Fase 4, ovviamente
l’intero calendario delle uscite Marvel ha subito delle profonde
variazioni, con Gli
Eterni – ad esempio – che è stato posticipato da Novembre
2020 a Febbraio 2021. Ora che però la situazione in merito alla
riapertura delle sale negli Stati Uniti continua ad essere sempre
più incerta, sembra proprio che i Marvel Studios stiano valutando
la possibilità di far uscire Black
Widow direttamente il prossimo anno.
L’indiscrezione è stata riportata su
Twitter (via
We Got This Covered) da Grace Randolph, creatrice del format
YouTube Beyond the Trailer, secondo la quale il cinecomic Marvel
potrebbe essere posticipato al 2021, insieme ad una serie di altri
titoli molto attesi, tra qui Wonder Woman
1984, Dune e
No Time
to Die, il 25esimo capitolo della saga di James Bond.
Anche se dovesse arrivare a novembre, l’uscita di Black Widow segnerà
comunque il più ampio divario tra le release di due film del MCU,
dal momento che l’ultimo titolo in ordine di uscita, ossia
Spider-Man:
Far From Home, risale a luglio dello scorso anno.
Black Widow potrebbe andare ad
occupare l’attuale slot pensato per Gli Eterni?
Se Black Widow dovesse
essere nuovamente posticipato, è probabile che il film andrà ad
occupare l’attuale slot pensato per Gli
Eterni: è ipotizzabile, quindi, il 12 Febbraio 2021
come nuova data di uscita. Naturalmente, ciò significherebbe un
ritardo di un intero anno, che avrebbe un effetto a catena sul
resto della Fase 4 del MCU, con ogni titolo successivo che
arriverebbe dopo circa 9/10 mesi. Non ci resta che attendere una
conferma ufficiale dai parte dei Marvel Studios.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson(The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Il 24 luglio di quattro anni fa, in
occasione del Comic-Con di San Diego, veniva rivelato che
Brie Larson avrebbe interpretato
Captain
Marvel nell’Universo Cinematografico Marvel. Due anni dopo, il cinecomic
sarebbe arrivato ufficialmente nelle sale, riscuotendo un ottimo
successo di critica e pubblico, arrivando ad incassare oltre un
miliardo di dollari al box office mondiale.
Adesso, in occasione
dell’anniversario di quel grande annuncio, è stata proprio
Brie Larson a celebrare la cosa
condividendo attraverso il suo account Twitter dei nuovi scatti dal
backstage del film diretto da Anna Boden e
Ryan Fleck: tra le varie immagini diffuse
dall’attrice, un selfie con l’elmetto di Carol Danvers, un
dispenser di dolci a tema Captain Marvel, una toppa con il nome
dell’attrice, una serie di scatti dalla première del film, un
poster ufficiale e anche una foto di Larson insieme ad alcuni
Skrull.
Brie Larson sarà ancora Carol Danvers in Captain Marvel 2
Quello di Captain
Marvel è stato certamente un ruolo che ha cambiato la
vita sia privata che professionale di
Brie Larson. Più volte l’attrice ha dichiarato di
aver inizialmente nutrito dei dubbi in merito alla parte, ma dopo
aver accettato di entrare a far parte della grande famiglia Marvel
ha anche spiegato che il personaggio l’ha aiutata a diventare più
forte. Ricordiamo che l’attrice tornerà nei panni di Carol Danvers
nell’annunciato Captain
Marvel 2, di cui però non si hanno ancora molti
dettagli: sappiamo soltanto che il film arriverà al cinema l’8
luglio 2022.
Glen Mazzara ha rivelato i dettagli sulla trama
di Overlook Hotel, prequel di Shining che non è mai stato realizzato. Il
progetto risale al lontano 2013, quando venne rivelato che lo
sceneggiatore e il produttore esecutivo di serie come The
Shield e The Walking Dead aveva scritto un prequel
del celeberissimo film di Stanley Kubrick basato
sul romanzo omonimo di Stephen King.
Overlook Hotel era
basato su un prologo inedito del romanzo originale di King,
intitolato “Before the Play”: tal prologo delineava la storia
dell’Overlook e degli eventi che lo avevano portato ad essere
occupato Jack, Wendy e Danny Torrance in Shining. Nonostante l’interesse per il
progetto nel corso degli anni, alla fine la Warner Bros. ha deciso
di cancellare il film e di realizzare al suo posto Doctor
Sleep, basato sull’omonimo romanzo sequel e
interpretato da
Ewan McGregor nei panni di un Danny Torrance
ormai adulto (il film è uscito nelle sale lo scorso anno, e
nonostante sia stato accolto particolarmente bene dalla critica,
non è stato un grande successo di pubblico).
In una recente intervista con
Bloody Disgusting, Mazzara ha approfondito i dettagli della sua
sceneggiatura e del perché crede che al progetto non sia ancora
stato dato il via libera. Overlook Hotel,
ambientato all’inizio del XX secolo, seguiva la storia di Bob T.
Watson, un ricco barone che parte con la sua famiglia e una squadra
di costruttori per realizzare il suo progetto da sogno: un grande
hotel sulle Montagne Rocciose. Il figlio più giovane di Bob,
Richard (che sembra possedere la Luccicanza, anche se nella
sceneggiatura il suo potere non viene indicato come tale), iniziava
a vedere i fantasmi della famiglia di Delbert Grady dopo essersi
addentrato nel bosco, cosa che scatena una serie di eventi a dir
poco strazianti, tra cui una pioggia torrenziale che uccide quasi
l’intera squadra di costruttori.
Il resto della sceneggiatura
descrive una serie di eventi raccapriccianti che avvengono durante
i primi giorni di apertura dell’hotel, tra cui la tragica morte del
figlio maggiore di Bob, Boyd, durante una tracheotomia mal
riuscita, e sua moglie Sarah che cade da una scala e si paralizza
dopo aver visto il fantasma del figlio morto. Col passare del tempo
e con l’arrivo dell’inverno, il resto della famiglia Watson vive
isolata nell’hotel e per Bob inizia una discesa nella follia simile
a quella che colpirà Jack Torrance di
Shining: affoga la moglie paralizzata nella vasca da bagno
della stanza 217 (modificata in 237 nell’adattamento di Kubrick) e
tenta di uccidere suo figlio minore prima che entrambi muoiano
apparentemente a causa di un incendio che sembra distruggere
l’hotel. Nell’epilogo, l’Overlook è riaperto e aperto sotto una
nuova gestione, con i fantasmi della famiglia Watson intrappolati
nell’edificio sotto forma di fattorini, cameriere e servitori.
Glen Mazzara e la sfida più grande
in relazione al prequel mai realizzato di Shining
Durante
l’intervista, Glen Mazzara ha parlato anche di
quanto sia stato importante restare fedele al romanzo di King sia
al film di Kubrick (nonostante lo stesso King abbia più volte
ammesso di non aver mai amato l’adattamento del regista!), e al
tempo stesso provare a creare una storia originale ed avvincente
con personaggi completamente nuovi. Le difficoltà che atto di
bilanciamento come questo possono comportare sono state una delle
principali critiche mosse contro il Doctor
Sleep di Mike Flanagan, in
particolare al terzo atto del film, troppo votato alla nostalgia e
all’omaggio.
Di recente è stato annunciato che
HBO Max produrrà una serie ambientata nel famoso Overlook Hotel,
affidata a J.J. Abrams e intitolata semplicemente
Overlook. L’esatta natura dello show non è
ancora stata rivelata, così come non sono stati confermate
eventuali somiglianze con la sceneggiatura di Mazzara.
Dopo Intervista col vampiro
del 1994, Tom Cruise e Brad Pitt sarebbero potuti tornare a lavorare
insieme in
Le Mans ’66 – La grande sfida. Uscito lo scorso anno,
il film di James Mangold che racconta della rivalità tra
le scuderie Ford e Ferrari nella fatidica gara, è stato un
grandissimo successo di critica e pubblico, arrivando ad incassare
225 milioni di dollari a livello mondiale e ottenendo anche quattro
candidature agli Oscar 2020 (e vincendo nelle categorie miglior
montaggio e miglior montaggio sonoro).
Naturalmente, uno dei motivi che
hanno contribuito al grande successo del film è stata la presenza
nel cast di due fuoriclasse come
Matt Damon e
Christian Bale. Durante gli anni in cui
Le Mans ’66 era ancora in sviluppo, quindi molto prima che
il film arrivasse sul grande schermo, né Mangold né Damon e Bale
erano coinvolti nel progetto: inizialmente, la regia del film era
stata affidata a Joseph Kosinski, regista di
Tron: Legacy, Oblivion e dell’attesissimo
Top Gun:
Maverick, il quale aveva in mente altri due attori nei
panni dei due protagonisti.
Intervistato da Collider in
occasione del Comic-Con@Home,
Kosinski ha spiegato che all’epoca del suo coinvolgimento in
Le Mans ’66 – La grande sfida avrebbe voluto nel cast
Tom Cruise e Brad Pitt: “Un progetto a cui penso sempre
e che alla fine non ho realizzato è Go Like Hell, che poi è stato
realizzato ed uscito in sala come Ford v Ferrari (titolo
originale di Le Mans ’66, NdR). Ho sempre voluto fare
un film sulle corse, ma purtroppo per giustificare la realizzazione
di un film del genere c’è bisogno di una storia a dir poco
straordinaria alla base.”
Tom Cruise e Brad Pitt protagonisti
ideali di Le Mans ’66 per il regista Joseph Kosinski
Il regista ha poi aggiunto: “In
quel caso si trattava di una grande storia d’amicizia, di
un’amicizia e al tempo stesso di una rivalità incredibili. Non ci
siamo mai avvicinati alla produzione del film, ma siamo arrivati al
punto in cui una volta ci siamo ritrovati al tavolo con Tom Cruise
e Brad Pitt, che hanno letto la sceneggiatura insieme. È stato un
momento davvero fantastico. Purtroppo non siamo riusciti ad
ottenere il budget necessario.”
Vincitore di due premi Oscar per il
miglior montaggio e il miglior montaggio sonoro,
Le Mans ’66 – La grande sfida ha conquistato in pieno
sia il pubblico che la critica, raccontando con successo una storia
realmente accaduta. Il film è basato sull’incredibile storia vera
del visionario designer di automobili Carroll Shelby
(Matt
Damon) e dell’intrepido pilota britannico Ken Miles
(Christian
Bale), che insieme si batterono contro l’interferenza
delle corporation, le leggi della fisica e i loro demoni personali
per costruire una rivoluzionaria auto da corsa per la Ford Motor
Company e sfidare le imbattibili auto di Enzo Ferrari alla 24 Ore
di Le Mans in Francia nel 1966.
Una nuova generazioni di talentuosi
attori si sta affermando nel panorama cinematografico italiano. Tra
questi nuovi talenti in ascesa c’è anche Andrea
Carpenzano, un giovanissimo attore romagnolo diventato
famoso per la serie Immaturi.
Ma adesso scopriamo insieme
tutto quello che c’è da sapere su Andrea
Carpenzano.
Andrea Carpenzano filmografia
10. Nato il 24
agosto 1995 a Lugo, in provincia di Ravenna, in Emilia Romagna,
Andrea Carpenzano intraprende la sua carriera nel mondo del cinema
e della tv quasi per caso. Nel 2015 accompagna un’amica alle
audizioni per un ruolo minore in un film e viene notato dal
regista che offre invece a lui una parte.
9. Il suo primo
vero ingaggio, infatti, risale proprio al 2015 quando viene scelto
dal regista Francesco Bruni per il suo nuovo film
Tutto Quello Che Vuoi.
Andrea Carpenzano in Tutto Quello Che Vuoi
Il film, tratto dal romanzo
Poco Più di Niente di Cosimo Calamini,
racconta la storia di Alessandro (Andrea
Carpenzano), un ragazzo di ventidue anni, che accetta il
lavoro di accompagnatore di un anziano poeta di ottantacinque anni,
Giorgio (Giuliano Montaldo), malato di Alzheimer.
I due hanno più di sessant’anni di differenza, appartengono a
generazioni lontane anni luce tra loro e vedono il mondo in modo
completamente diverso. Eppure, nonostante siano così
anagraficamente lontani, i due trovano il modo di comunicare,
trovando affetto e conforto l’uno nell’altro. Alessandro grazie ai
consigli di Giorgio riesce a riavvicinarsi al padre e Giorgio
trascorre serenamente gli ultimi giorni di vita che gli
restano.
Quella di Tutto Quello Che Vuoi è
una storia dolce e struggente, un ottimo debutto per Andrea
Carpenzano che per la sua interpretazione, riceve il Premio
Guglielmo Biraghi ai Nastri D’argento
2017.
Andrea Carpenzano film e serie
tv
8. Nello stesso
anno d’uscita di Tutto Quello Che Vuoi (2017), il
giovane Andrea lavora anche a un altro progetto molto importante.
Viene infatti scelto da Claudio Amendola in persona per partecipare
al suo nuovo film dal titolo Il Permesso – 48 Ore Fuori.
Il film racconta la storia di Luigi
(Claudio
Amendola), Donato (Luca
Argentero), Rossana (Valentina Bellè)
e Angelo (Giacomo Ferrara), quattro detenuti che,
ottenuto un permesso speciale, escono dal carcere di Civitavecchia
per sole 48 ore allo scadere delle quali dovranno tornare dietro le
sbarre; se non lo faranno saranno considerati degli evasi. Durante
questi due giorni di libertà, impariamo a conoscere le loro storie,
i loro drammi familiari, gli amici e gli amori perduti e sopratutto
il motivo per cui sono finiti al fresco.
Andrea Carpenzano e Max Tortora in La Terra
dell’Abbastanza
7. Nel 2018, un
anno dopo il suo debutto cinematografico, Andrea Carpenzano recita
in altre due produzioni italiane. La prima riguarda un
cortometraggio, diretto da Valerio Rufo, dal
titolo Via Lattea; il secondo progetto è invece un
film, dal titolo La Terra dell’Abbastanza, diretto da
Fabio e Damiano D’Innocenzo.
Opera prima dei fratello
D’Innocenzo, presentata a Festival di Berlino 2018 nella sezione
Panorama, la pellicola racconta la storia di Mirko (Matteo
Olivetti) e Manolo (Andrea Carpenzano),
due migliori amici che vivono alla periferia di Roma. Vivono
entrambi con genitori single e in condizioni ai limiti della
povertà; vanno ancora a scuola e si arrangiano con lavoretti
occasionali per sbarcare il lunario. Tuttavia i ragazzi condividono
lo stesso sogno, una vita fatta di agi, piena di soldi e donne
bellissime, una vita completamente diversa da quella che sembrano
destinati a vivere. Una sera, tuttavia, i ragazzi si trovano
invischiati in un brutto affare; mentre fanno una rapina a mano
armata, uccidono un uomo e vengono coinvolti con la mafia locale.
Quell’omicidio consegna i due ragazzi nelle mani del boss di zona
che li usa per i suoi loschi affari. La loro vita quindi cambia ma
in peggio e presto i ragazzi si ritrovano intrappolati in una
spirale di sangue e oscurità.
Andrea Carpenzano in Il
Campione
Andrea Carpenzano nel film Il Campione
6. L’ultimo
progetto cinematografico a cui Andrea Carpenzano ha lavorato è il
film Il
Campione, del 2019, esordio alla regia di
Leonardo D’Agostini.
Il film racconta la storia di
Christian (Andrea Carpenzano), un giovane
calciatore di talento ma dal temperamento assai imprevedibile. Dopo
il suo ultimo colpo di testa, il coach decide di assegnargli un
tutor che lo assista e tenga a bada il suo brutto carattere. Ecco
che a Christian viene assegnato Valerio (Stefano
Accorsi), un professore un po’ timido e solitario,
l’esatto opposto del giovane campione. Tra i due, così diversi tra
loro, volano subito scintille ma ben presto la loro relazione si
trasforma il reciproco affetto e rispetto.
Questo è senza dubbio il ruolo che
ha consacrato il talento cinematografico di Andrea, nonché quello
più amato dal pubblico, soprattutto dai giovani. Si tratta,
infatti, di un film di formazione, profondo ed emotivo, un film che
parla d’amicizia e di crescita interiore.
Andrea Carpenzano in Immaturi
Andrea Carpenzano in Immaturi – La Serie
5. Oltre a essere
diventato una delle nuove stelle del cinema italiano, Andrea è
riuscito a sfondare anche sul piccolo schermo. Nel 2018 ha
partecipato alla serie televisiva Immaturi – La
Serie, diretta da Rolando Ravello.
Ispirata al primo film
Immaturi,
diretto da Paolo
Genovese, la serie racconta di un gruppo di ex
compagni di scuola che alla soglia degli quarantanni si trova a
dover ripete l’esame di maturità, annullato dal Ministero della
Pubblica Istruzione. L’intera classe dovrà quindi rifrequentare
l’anno scolastico e prepararsi all’esame, mantenendo allo stesso
tempo immutate le proprie vite. Il gruppo di quarantenni si trova
quindi a dover fare un tuffo obbligato nel passato e a dover anche
interagire con le nuove generazioni di adolescenti.
4. Nonostante la
sua giovane età, Andrea Carpenzano è molto diverso dai suoi
coetanei. All’età di soli 25 anni, Andrea ama la
tranquillità e il silenzio; se l’idea di svago dei ragazzi
della sua età è la discoteca, per il giovane Carpenzano non c’è
niente di meglio di una lunga passeggiata nella natura.
3. Sappiamo che la
sua carriera è iniziata un po’ per caso ma in realtà ad Andrea il
mondo del cinema è sempre piaciuto. In più di un’occasione,
infatti, l’attore ha dichiarato di non aver mai pensato di poter
fare un giorno l’attore ma di aver immaginato invece di finire a
lavorare dietro la macchina da presa. Andrea da ragazzo
sognava di lavorare come montatore.
2. Un po’ come
tutti gli artisti, anche Andrea non ha mai avuto un bel
rapporto con la scuola. Nonostante abbia sempre fatto in
modo di superare l’anno scolastico, studiare non è mai stato nelle
sue corde. Ciò che l’ha aiutato ad arrivare al diploma è stato
principalmente il rapporto con i professori; nonostante non fosse
una cima a scuola, ha sempre avuto insegnanti dediti al proprio
lavoro che l’hanno aiutato a superare i momenti difficili.
1. Tra le sue
passione, oltre ovviamente al cinema, c’è il calcio e la Roma.
Andrea Carpenzano è un tifosissimo della Magica e
ovviamente dell’ex capitano Totti, suo unico grande eroe.
Segui la vita privata e professione di Andrea sul suo profilo
ufficiale Instagram.
Nonostante il personaggio sia morto,
negli ultimi mesi si è parlato a lungo della possibilità che
Jeffrey Dean Morgan potesse tornare nel
DCEU. Tali rumor, però, hanno iniziato ad affievolirsi dopo il
recente annuncio che Michael Keaton sarebbe in trattative per
tornare nei panni di Batman in The
Flash, il cinecomic dedicato al Velocista Scarlatto,
interpretato nel DCEU da Ezra Miller.
Durante una recente intervista,
ComicBook ha colto l’occasione per chiedere a Jeffrey Dean Morgan un commento circa il
ritorno di Keaton nei panni del Cavaliere Oscuro e, soprattutto, in
merito ad un suo eventuale ritorno nel DCEU: “Michael Keaton è
arrivato all’improvviso e mi ha rubato la scena. No, scherzo: penso
che sia veramente fantastico! Da quando Zack Snyder ha abbandonato
Justice League… è come se anche io me ne fossi andato con lui.
Tuttavia, ci sono sempre conversazioni in corso. Quindi,
vedremo!”
Molti fan speravano
di vedere Morgan riprendere il ruolo di Thomas Wayne in The
Flash, visto che il film dovrebbe adattare la celebre
miniserie “Flashpoint”. Si tratta di una famosa run in cui Barry
Allen torna indietro nel tempo per evitare la morte di sua madre,
creando al tempo stesso una linea temporale alternativa: in questa
nuova realtà, Thomas Wayne diventa Batman per vendicare l’omicidio
di suo figlio. È ovvio, dato anche il coinvolgimento di Keaton, che
ciò non accadrà, ma le parole di Morgan fanno intuire che forse
potrebbe esserci ancora una porta aperta nel futuro del DCEU per il
suo personaggio…
Inizialmente Colin
Trevorrow, regista di
Jurassic World, avrebbe dovuto dirigere Star Wars Episodio IX, ma a causa di alcune
divergenze creative con la Lucasfilm, a settembre del 2017 venne
ufficialmente annunciato che Trevorrow aveva abbandonato il
progetto. Per portare a compimento la trilogia sequel, venne
ingaggiato nuovamente
J.J. Abrams, regista de
Il Risveglio della Forza, che si occupò della
realizzazione de L’Ascesa di Skywalker che abbiamo tutti visto
nelle sale a dicembre dello scorso anno.
Da allora, grazie a vari concept art
e a numerosi dettagli sulla storia originale, abbiamo avuto la
possibilità di scoprire come sarebbe dovuta essere la versione di
Episodio IX ad opera di Trevorrow, ad oggi nota come
“Duel of the Fates“. La versione del film di
Trevorrow era molto diversa da quella di Abrams:
tra le principali differenze, c’era il fatto che l’antagonista
principale del film non sarebbe dovuto essere Palpatine, ma bensì
Kylo Ren.
In una recente intervista con
Collider, Colin
Trevorrow ha parlato nuovamente della sua
“separazione” dalla Lucasfilm, spiegando che lui e la casa di
produzione si erano avvicinate al finale della saga degli Skywalker
intraprendendo “percorsi totalmente differenti”, e aggiungendo:
“È stata una di quelle esperienze che, come potete immaginare,
può rivelarsi particolarmente traumatica, soprattutto quando in
ballo c’è qualcosa a cui tieni tanto e sulla quale hai investito
tanto.”
Colin Trevorrow sull’addio a Star
Wars: “Bisogna accettare le delusioni”
Il regista ha poi dichiarato:
“Ad ogni modo, è una delle cose che sei disposto ad accettare
quando lavori ad un film del genere, soprattutto quando diventi uno
storyteller: sai che il cuore di qualcuno si potrà spezzare. Sai
che ci possono essere delusioni schiaccianti, così come sai che ci
possono essere enormi vittorie. Alla fine speri soltanto che i due
aspetti si bilancino.”
È certamente un peccato non aver
avuto la possibilità di vedere sul grande schermo la visione di
Star Wars: Episodio IX ad opera di
Colin
Trevorrow. Forse, chissà… una campagna
#ReleaseTheTrevorrowCut (sulla scia della
Snyder Cut di Justice
League) potrebbe spingere la Disney, prima o poi, a
dare il via libera per la realizzazione di “Duel of the Fates”,
magari da far uscire direttamente in home video. Voi cosa ne
pensate?
Lucasfilm e il
regista J.J.
Abrams uniscono ancora una volta le forze per
condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia
lontana lontana con Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente
conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno
nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran,
con Ian McDiarmid e Billy
Dee Williams.
Warner Bros. sta contattando gli
espositori internazionali per un possibile lancio di fine agosto
per Tenet di
Christopher Nolan. Se si verificasse, ciò
significherebbe che il thriller di spionaggio, che dovrebbe essere
tra le uscite estive più redditizie dello studio, avrà un debutto
estero durante la stagione dei popcorn-movie, l’estate,
appunto.
Agli espositori nel Regno Unito, in
Francia e in Spagna è stato chiesto dallo studio di pianificare
un’uscita dal 26 al 28 agosto. Le date non sono confermate, anche
se le fonti indicano che i colloqui sono positivi. Resta inteso che
lo studio punta a distribuire il film anche in Asia, con gli
espositori della regione che prevedono di ricevere una nuova
comunicazione per una data nei prossimi giorni. Vale la pena
notare, tuttavia, che data la natura in rapida evoluzione della
crisi sanitaria globale, questi piani potrebbero cambiare
repentinamente.
Tenet era
originariamente programmato per il 17 luglio, ma è stato
posticipato in prima battuta al 31 luglio e poi il 12 agosto, in
riferimento alle date USA. Tuttavia, è arrivata poi la notizia che
la
Warner Bros aveva sospeso il film a data da destinarsi,
eliminandolo dal cartellone delle uscite prossime.
A volte bisogna imboccare strade
alternative per arrivare al traguardo. Ne sa qualcosa Jake
McLaughlin che, dopo aver servito l’esercito degli Stati
Uniti, è diventata una star del cinema e della televisione.
Scopriamo insieme oggi
tutto quello che c’è da sapere su Jake McLaughlin
e la sua incredibile carriera.
Jake McLaughlin film: da soldato
ad attore
10. Nato il 7
ottobre del 1982 a Paradise, nella Contea di Mono, in California,
Stati Uniti, Jacob Adam McLaughlin, detto Jake,
intraprende la carriera d’attore un po’ più tardi rispetto ai suoi
colleghi. Prima di pensare alla recitazione, infatti, Jake decide
di arruolarsi nell’esercito americano e nel 2003 viene mandato a
combattere in Iraq. Nonostante le ferite riportate in guerra,
riesce a tornare a casa e si trasferisce a Chico, sempre in
California.
9. Il rientro per
Jake non è facile. Oltre a dover curare le sue ferite di guerra,
fisiche ed emotive, McLaughlin deve anche riadattarsi a una normale
routine da civile e pensare al futuro. In questo periodo lavora
come guardia di sicurezza e nel frattempo studia
per diventare attore.
8. Dopo aver
interpretato ruoli marginali in piccole produzioni, nel 2007
finalmente arriva il suo primo ruolo in una produzione
internazionale. Si tratta del film Nella Valle di
Elah, diretto da Paul Haggis.
Hank Deerfield (Tommy Lee
Jones), ex marine in pensione, riceve una telefonata
sconvolgente; suo figlio, tornato dalla guerra in Iraq, è scomparso
e nessuno sa dove sia finito. Iniziano quindi delle convulse
indagini delle forze dell’ordine e dell’investigatore Emiy Sanders
per scoprire cosa sia successo.
Nonostante McLaughlin interpreti un
ruolo minore nel film di Haggis, l’attore ha la possibilità di
confrontarsi con un set decisamente più impegnativo e con attori
del calibro di Tommy Lee
Jones, Charlize
Theron, Susan
Sarandon e James
Franco.
L’ultimo film girato da McLaughlin
s’intitola Home e purtroppo il progetto pare sia
ancora fermo in post-produzione a causa dell’epidemia di Corona
Virus.
Jake McLaughlin serie tv
Jake McLaughlin in Crash – Fonte: IMDB
6. Parallelamente
alla sua carriera nel cinema, Jake McLaughlin coltiva anche il suo
potenziale per la tv. Nei primi anni della sua carriera, lo vediamo
con piccoli ruoli o semplici ‘comparsate’ in serie tv molto famose
come CSI – Scena del crimine (2007), The
Unit (2007), CSI: Miami (2008),
Leverage – Consulenze illegali (2008),
Heroes (2009), Cold Case – Delitti
irrisolti (2009) e Criminal
Minds (2008).
5. Nel 2009, però,
arriva finalmente per Jake un progetto molto importante per il
piccolo schermo. Quell’anno, infatti, l’attore viene scelto per il
cast della nuova serie prodotta da Starz Entertainment dal titolo
Crash, basata sull’omonimo film del 2004 diretto
da Paul Haggis e vincitore del Premio Oscar.
La serie è ambientata a Los Angeles
e segue le vicende di molteplici personaggi, che cercano di andare
avanti in un mondo che corre troppo veloce. C’è uno spietato
discografico, un poliziotto dalla complicata vita sentimentale, un
immigrato sudamericano irregolare, un’aspirante attrice in cerca di
fortuna e un detective dal temperamento violento.
Crash è andata in
onda per due stagioni, dal 2009 al 2010 ed è stata purtroppo
cancellata a causa della morte di Dennid
Hopper, protagonista della serie.
4. Dopo la
chiusura improvvisa di Crash, Jake continua la sua scalata
televisiva un passo alla volta. In questi anni partecipa a serie
come NCIS: Los Angeles (2010), Grey’s
Anatomy (2010), The
Mentalist (2011) In Plain Sight – Protezione
testimoni (2011), Believe (2014),
Scorpion (2014) e
Quantico
(2015).
Una delle comparsate più famose è
senza dubbio quella di Jake McLaughlin in Grey’s
Anatomy. L’attore ha infatti interpretato un ruolo di
Aaron Karev, fratello di Alex Karev
(Justin
Chambers), nella puntata 6×19 dal
titolo “Sympathy for the Parents“.
3. Ma il vero
successo televisivo per Jake McLaughlin arriva nel 2015 quando
viene scelto come co-protagonista per la nuova serie spy-crime
della ABC dal titolo
Quantico.
La serie racconta la storia di Alex
Parrish (Priyanka Chopra
Jonas), una delle nuove reclute dell’FBI che comincia
la formazione a Quantico. Ognuno di essi sembra avere delle
capacità differenti ma nessuno è speciale come Alex, forse solo
Ryan Booth (Jake McLaughlin). Ex agente della CIA
reclutato da Liam O’Connor (Josh Hopkins) per
lavorare sotto copertura, Ryan finisce al mescolare la sua vita
privata a quella professionale, mettendo a rischio l’intera
operazione. Azione, segreti e colpi di scena, vi terranno col fiato
sospeso…
La serie è andata in onda per 3
stagioni e 57 episodi, dal 2005 al 2018.
Jake McLaughlin moglie e
figli
2. La vita privata
di Jake è abbastanza noiosa secondo gli standard della Hollywood di
oggi. L’attore infatti pare sia uno degli ultimi bravi ragazzi
rimasti in circolazione….beh non troppo in circolazione. Dal 2004
infatti Jake McLaughlin e Stephanie McLauglinsono ufficialmente sposati.
Non sappiamo molto del loro passato
e di come si siano conosciuto ma il loro è un amore vero e
profondo, che raramente si incontra al giorno d’oggi. La coppia,
ormai sposata da ben sedici anni, ha ben quattro figli, tre
femmine, Rowan, Reagan e Freya, e
un maschio, Logan.
Jake McLaughlin è su
Instagram
1. Se volete
essere costantemente aggiornati sulla vita personale e
professionale dell’attore, seguite il suo account ufficiale
Jake McLaughlin Instagram.
Si parla tanto di attori e attrici
d’oltreoceano e troppo poco delle star che abbiamo qui a due passi
da casa. Il cinema italiano, così come la televisione, straripano
di talenti e oggi vi parliamo proprio di uno di questi, l’attrice,
comica e conduttrice Paola Minaccioni.
Venite a scoprire con noi, quindi,
tutto quello che c’è da sapere su Paola
Minaccioni.
10. Nata a Roma il
25 settembre del 1971, Paola Minaccioni ha sempre avuto una grande
passione per la recitazione. Dopo aver avuto una formazione
prettamente classica, la Minaccioni entra al Centro
Sperimentale di Cinematografia di Roma e nel frattempo
frequenta il laboratorio di Serena Dandini. Qui
Paola si destreggia tra cinema, teatro, televisione e cabaret,
imparando a muoversi tra i vari generi e tecniche recitative.
9. Della sua vita
privata si parla poco poiché l’attrice pare sia una persona molto
riservata. Sappiamo a oggi che Paola Minaccioni non ha né marito né
figli ma potrebbe esserci un grande amore nella sua vita che
l’attrice vuole tenere privato. All’età di quasi cinquant’anni, la
Minaccioni si gode la vita e ricerca la felicità da sola. In una
recente intervista per Vanity
Fair, l’attrice ha dichiarato:
“ […] Anche se il mio motore
della mia è stato sempre quello di vivere le vite degli altri. Ma
oggi non cerco altre strade. Il mio obiettivo? Migliorare la mia
vita, viverla al meglio. […] (La mia idea di felicità è)
L’esercizio di stare da sola, l’imparare a stare da sola. Non che
non mi voglia aprire a una relazione, a un amore, ma in questo
momento il traguardo è quando mi sveglio al mattino piena di gioia.
Da sola e senza un motivo apparente. Quando si diventa
grandi, non si può più sprecare il tempo a stare male”.
[Fonte Vanity
Fair]
8. Dopo aver fatto
il suo debutto in teatro nei primi anni novanta, Paola Minaccioni
prosegue la sua carriera tra cinema e tv. Il suo primo film per il
grande schermo risale al 1993 quando viene scelta per il cast di
Le Donne Non Vogliono Più, diretto da Pino
Quartullo.
7. Parallelamente
al cinema, la Minaccioni comincia anche a muovere i suoi primi
passi in tv. Tra la fine degli anni novanta e i primi anni del
duemila, l’attrice partecipa a trasmissione televisive come
Avanti Un Altro (1994), Due Sul
Divano (2002), Visitors (2003) e
Bulldozer (2003-2005).
6. Ma l’avvenimento
che cambia radicalmente la vita e sopratutto la carriera di Paola
Minaccioni è l’incontro con Ferzan Ozpetek. Nel
2003, infatti, l’attrice entra nel cast del film Cuore
Sacro, uno se non il suo primo vero progetto importante
per il grande schermo.
5. La
collaborazione con Ozpetek, tuttavia, non si limita solo a Cuore
Sacro. Negli anni successivi la Minaccioni continua a lavorare per
il regista a film di successo come Mine
Vaganti (2010), Allacciate le
Cinture (2014) e Magnifica
Presenza (2012).
Il film Magnifica
Presenza racconta la storia di Pietro (Elio
Germano), un giovane pasticciere gay di Catania, che
decide di lasciare la Sicilia alla volta di Roma per realizzare il
suo sogno nel cassetto: diventare un attore. Pietro quindi parte e
si trasferisce nella Capitale, ospitato dalla cugina Maria
(Paola Minaccioni), e comincia a lavorare in un
panificio per contribuire alle spese. Dopo poco, Pietro riesce a
lasciare casa della cugina e prende in affitto un piccolo
appartamento che più tardi scoprirà essere infestato dai
fantasmi…
E’ proprio questo strano film
tragicomico a portare la Minaccioni alla gloria. L’attrice riceve
ben due candidature come miglior attrice non
protagonista per il Nastro d’Argento e il
Ciak d’Oro.
5. Naturalmente
portata per il genere comedy, Paola Minaccioni ha
collaborato con tantissimi registi, alcuni dei quali hanno
accompagnato tutta la sua carriera. Oltre ad
Ozpetek, l’attrice ha lavorato molto con Fausto
Brizzi a film come Notte Prima degli Esami –
Oggi (2007), Ex (2009) e Pazza di
Me (2013). Anche Carlo
Vanzina è stata una figura registica molto presente
nella carriera della Minaccioni che ha recitato in film come
Un’estate Al Mare (2008), Un Matrimonio da
Favola (2014), Torno Indietro e Cambio
Vita (2015) e Miami Beach (2016).
4. Uno dei progetti
più interessanti della carriera di Paola Minaccioni risale al 2012
quando Matteo
Garrone le offre una parte, seppur minore, nel suo
nuovo film dal titolo Reality.
Il film racconta la storia di
Luciano (Aniello Arena), un pescivendolo
napoletano, con un grande sogno nel cassetto: diventare una star
della televisione. Abituato a esibirsi spesso davanti alla su
pescheria e in occasione di cerimonie, un giorno Luciano, spinto
anche da amici e parenti, decide di partecipare ai provini per il
Grande Fratello. Ma l’attesa diventa per lui una
vera e propria tortura; prigioniero di uno stato di completa
ossessione e paranoia, Luciano comincia a confondere realtà e
finzione fino a perdere completamente il lume della ragione.
L’ultimo progetto di Paola
Minaccioni risale al 2019, anno in cui partecipa al film di
Riccardo Milano dal titolo Ma Cosa Ci Dice
il Cervello.
3. Gli amanti della
radio e delle strisce d’intrattenimento, di sicuro conoscono
Il Ruggito del
Coniglio. In onda dal 1995 su Radio
2, la trasmissione, condotta da Antonello
Dose e Marco Presta, tiene compagnia a
tutti i radioascoltatori reinterpretando le maggiori notizie
quotidiane con tanta ironia. Il programma, in onda tutti i giorni –
dal lunedì al venerdì dalle 7:50 fino alle 10:30 e il sabato e la
domenica dalle 10:37 alle 11:30 – si serve degli interventi esterni
dei radioascoltatori che spesso vengono invitati a commentare il
diretta o a raccontare le proprie esperienze, senza dimenticare un
tocco di humor.
Dopo aver condotto RTL
102.5 per anni, adesso Paola Minaccioni fa parte della
grande famiglia de Il Ruggito del Coniglio. Grazie alla
trasmissione, l’attrice ha potuto sperimentare tutto il suo
repertorio comico. La Minaccioni, infatti, si occupa di una piccola
porzione di programma chiamata Ada Magic in cui dà
improbabili consigli per gli acquisti; inoltre, Paola spesso
interviene in trasmissione con i suoi numerosi sketch comici,
interpretando vari personaggi.
Paola Minaccioni personaggi
2. Se la comicità è un’arte,
Paola Minaccioni è molto vicina all’essere
definita un’artista. Famosa sia al cinema che in tv, l’attrice però
dà il meglio di sé proprio alla radio. Grazie a Radio
2 e Il Ruggito del Coniglio, la
Minaccioni ha portato in radio alcune delle sue imitazioni
migliori. Tra queste ricordiamo quella di Sabrina
Ferilli, Melania Trump, Giorgia
Meloni, Irene
Pivetti e molte altre ancora.
In più, Paola ha anche dato vita a
personaggi del tutto inediti come Ada Magic,
un’improbabile televenditrice, Niculina, un’operatrice call
center dall’accento bizzarro, Putrida, una rapper
romana un po’ troppo naif e tanti altri.
Paola Minaccioni è su
Instagram
1. Per restare
sempre informati sulla vita privata e professionale di
Paola Minaccioni, vi invitiamo a seguire il suo
account Instagram, costantemente
aggiornato e pieno di riflessioni quotidiane e di stralci di cinema
e tv.
La FOX ha reso disponibile il panel
del ComicCon@Home con il regista e sceneggiatore
Josh Boone, le star di The
New Mutants, tra cui
Maisie Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton,
Alice Braga, Blu Hunt e Henry Zaga, e
il disegnatore Bill Sienkiewicz, è ora disponibile. Incluso nel
panel di 30 minuti, moderato da Ira Madison III, anche uno sguardo
esclusivo alla sequenza di apertura del thriller originale con
sfumature horror. Disponibili da oggi anche le emoji Twitter dei
personaggi, i poster ispirati dai fan e uno speciale poster
disegnato da Sienkiewicz, il celebre artista che ha iniziato a
illustrare la graphic novel dei Nuovi Mutanti nel 1984.
The
New Mutants è un thriller con sfumature horror,
originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di
giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano
ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti
e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di
fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto
da Boone e Knate Lee, il film vede nel
cast la presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton,
Alice Braga, Blu Hunt e Henry
Zaga.
Amazon Studios ha
annunciato oggi di aver ordinato ufficialmente una terza stagione
della sua serie di successo The
Boys, coprodotta con Sony Pictures Television, in
vista del suo atteso debutto nella seconda stagione il 4 settembre.
L’annuncio è stato fatto oggi durante The Boys Comic-Con
Home Panel. Inoltre, è stato rivelato che Aisha
Tyler, vincitrice del premio Emmy Award, sarà la
produttrice e produttrice esecutiva di The Boys
dopo il primo spettacolo Prime Rewind: Inside The Boys. In
ogni episodio di Prime Rewind: Inside The Boys, i membri del cast,
il team creativo e altri ospiti speciali si uniranno a
Tyler mentre analizzano gli eventi che si svolgono
in ogni episodio.
“Amazon, in una spinta audace e
storica per espandere la sua demografia” strana “, ha dato il via
libera alla Stagione 3 di The Boys! Gli scrittori e io stiamo
lavorando duramente nella stanza dello scrittore (virtuale) e siamo
tristi da dire, il mondo ci ha dato troppi materiali. Speriamo di
sparare all’inizio del 2021, ma dipende da un virus microscopico “,
ha dichiarato Eric Kripke, showrunner e produttore
esecutivo. “Come se ciò non bastasse, ti stiamo offrendo
una seconda stagione dopo lo spettacolo, Prime Rewind: Inside The
Boys. Doppio significato previsto. Ospitato dall’incomparabile
Aisha Tyler e ospite con il cast e la troupe, è un tuffo nel come
realizziamo questa cosa folle. Seriamente, grazie a Sony, Amazon e
ai fan. Adoriamo fare questo show così tanto, e siamo entusiasti di
poterne fare di più “.
“Eric Kripke e l’incredibile
cast di The Boys continuano a offrire una serie selvaggia e piena
d’azione piena di sorprese e momenti imperdibili che hanno reso la
serie un successo globale”, ha affermato Vernon Sanders,
Co-Head of Television, Amazon Studios. “Non potremmo
essere più entusiasti di vedere dove Eric porta The Boys e The
Supes nella terza stagione e di far entrare Aisha Tyler nella
famiglia The Boys come conduttrice di Prime Rewind: Inside The
Boys.”
Jeffrey Frost, Presidente, Sony
Pictures Television Studios ha aggiunto “The Boys è diverso da
qualsiasi altro programma televisivo. È incredibilmente divertente
e avvincente ed eleva la programmazione di genere a un livello
completamente nuovo. Siamo molto entusiasti della terza stagione
perché conosciamo Eric Kripke e questo cast di incredibile talento
alzerà ancora di più il livello. E Prime Rewind: Inside the Boys è
lo spettacolo perfetto per portare tutto a casa! “
Aisha Tyler ha aggiunto: “The
Boys è uno degli spettacoli più intelligenti, irriverenti,
inapologicamente tosti in streaming. Sono diventato fan durante la
Stagione 1 e in questa stagione sono entusiasta di far volare i fan
nel cuore dello spettacolo come conduttore di Prime Rewind : Inside
The Boys. La stagione 2 è più grande, più brutta e più audace che
mai, quindi unisciti a me dopo ogni episodio mentre scaviamo nella
pila di macerie dei nostri sentimenti. Prometto, lo supereremo come
The Boys – disfunzionale , ma insieme “.
Basato sul best-seller del New York
Times di Garth Ennis e Darick Robertson, The
Boys è stato sviluppato dallo showrunner Eric
Kripke (Supernatural), che è anche sceneggiatore e produttore
esecutivo. Insieme a Kripke come produttori esecutivi ci sono Seth
Rogen (Predicatore) di Point Gray Pictures, Evan Goldberg
(Predicatore) e James Weaver (Predicatore), Neal H. Moritz (Prison
Break) e Pavun Shetty (New Girl) di Original Film. Phil Sgriccia,
Craig Rosenberg, Rebecca Sonnenshine, Ken Levin e Jason Netter.
Ennis e Robertson sono anche coproduttori esecutivi insieme a
Michael Saltzman. La serie Amazon Original di otto episodi sarà
disponibile su Prime Video in oltre 200 territori in tutto il
mondo ed è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television
Studios con Point Gray Pictures, Kripke Enterprises e Original
Film.
La stagione 2,
ancora più intensa e folle, trova The Boys in fuga dalla legge,
cacciato dai Supes, e cerca disperatamente di raggrupparsi e
combattere contro Vought. Nascondendosi, Hughie (Jack Quaid),
Mother’s Milk (Laz Alonso), Frenchie (Tomer Capon) e Kimiko (Karen
Fukuhara) cercano di adattarsi a una nuova normalità, con Butcher
(Karl Urban) che non si trova da nessuna parte. Nel frattempo,
Starlight (Erin Moriarty) deve spostarsi in The Seven mentre
Homelander (Antony Starr) punta a prendere il controllo
completo. Il suo potere è minacciato dall’aggiunta di
Stormfront (Aya Cash), una nuova Supe esperta di social media, che
ha un’agenda tutta sua. Inoltre, la minaccia Supervillain è al
centro della scena e fa ondate mentre Vought cerca di capitalizzare
la paranoia della nazione.
Le Supes of The Seven includono
anche Queen Maeve (Dominique McElligott), A-Train (Jessie T.
Usher), The Deep (Chace Crawford) e Black Noir (Nathan
Mitchell).
Prime Rewind: Inside The
Boys, produttore esecutivo di Michael Davies, Aisha Tyler,
Julia Cassidy, Eden Sutley e Jennifer Ryan, debutterà il 28 agosto
con uno sguardo alla prima stagione e continua il 4 settembre per
tuffarsi in ogni episodio della Stagione 2 mentre si sviluppa
attraverso il finale della stagione del 9 ottobre. Amazon
Studios, Embassy Row e Sony Pictures Television producono le serie
complementari.
I membri Prime possono trasmettere
in streaming The Boys esclusivamente tramite l’app Prime Video per
TV, dispositivi collegati tra cui Fire TV, dispositivi mobili e
online. I membri possono anche scaricarlo su dispositivi
mobili per la visualizzazione offline senza costi aggiuntivi per la
propria iscrizione. La serie è disponibile in tutto il mondo e
disponibile su amazon.com/TheBoys per i membri Prime Video in oltre
200 paesi e territori.
Set of "Lacci" by Daniele
Luchetti. in the picture Luigi Lo Cascio, Alba Rohrwacher, Giulia
De Luca and Joshua Cerciello. Photo by Gianni Fiorito This
photograph is for editorial use only, the copyright is of the film
company and the photographer assigned by the film production
company and can only be reproduced by publications in conjunction
with the promotion of the film. The mention of the
author-photographer is mandatory: Gianni Fiorito. Set di "Lacci",
regia di Daniele Luchetti. Nella foto Luigi Lo Cascio, Alba
Rohrwacher, Giulia De Luca e Joshua Cerciello. Foto di Gianni
Fiorito Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto
d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato
dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo
da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’
obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni
Fiorito.
Lacci,
diretto da Daniele Luchetti (La nostra vita,
Mio fratello è figlio unico, Il portaborse) e
interpretato da Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura
Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini,
Linda Caridi è il film di apertura,
Fuoriconcorso, della 77.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 settembre
– 12 settembre 2020) diretta da Alberto Barbera e
organizzata dalla Biennale di Venezia.
“Negli ultimi tempi abbiamo avuto
paura che il cinema potesse estinguersi – ha dichiarato
Daniele Luchetti – E invece durante la
quarantena ci ha dato conforto, come una luce accesa in una
caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie,
i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai
festival, dunque, che permettono di celebrare
tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se qualcuno ha
pensato che potesse essere inutile, ora sa che serve a tutti. Con
Lacci sono onorato di aprire le danze del
primo grande festival di un tempo imprevisto”.
“Da 11 anni, la Mostra del Cinema
non veniva aperta da un film italiano – ha dichiarato
Alberto Barbera – La felice opportunità è offerta
dal bellissimo film di Daniele Luchetti, anatomia della difficile
coesistenza di una coppia, alle prese con tradimenti, ricatti
emotivi, sofferenze e sensi di colpa, non senza un piccolo giallo
che viene svelato solo nel finale. Sostenuto da un cast
eccezionale, il film è anche il segno del felice momento che sta
attraversando il nostro cinema, in continuità con la tendenza
positiva delle ultime stagioni che la qualità dei film invitati a
Venezia quest’anno non potrà che confermare”.
Napoli, primi anni ‘80: il
matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora
della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora
sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed
infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una
scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli
innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo di Domenico
Starnone, per il “New York Times” uno dei 100 migliori
libri del 2017, il nuovo film di Daniele
Luchetti.
Lacci sarà
proiettato mercoledì 2 settembre, nella
Sala Grande del Palazzo del
Cinema al Lidodi
Venezia, nella serata di apertura della 77.
Mostra. Prodotto da IBC Movie con
Rai Cinema, Lacci è
scritto da Domenico Starnone, Francesco
Piccolo e Daniele
Luchetti.
Daniele Luchetti – Nota
biografica
Daniele Luchetti nasce a Roma nel
1960. La Sacher Film produce il suo primo film da regista,
Domani accadrà (1988), che vince il David di Donatello per
il miglior regista esordiente. Il successivo Il portaborse
(1991) è il suo primo grande successo di critica, ottiene un’ottima
accoglienza al festival di Cannes e vince il David di Donatello per
la miglior sceneggiatura e per il miglior attore protagonista.
Successivamente dirige La scuola (1995), I piccoli
maestri (1998) e Mio fratello è figlio unico (2007),
protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene
presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica
5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa
volta in concorso, con il film La nostra vita interpretato
da Elio Germano che sulla Croisette si aggiudica il Premio per la
migliore interpretazione maschile. Il film ottiene inoltre tre
David di Donatello incluso quello per il miglior regista. Il film
più recente di Luchetti è Momenti di trascurabile
felicità, realizzato nel 2019.
Gli X-Men si
preparano a fare il loro debutto ufficiale nell’Universo Cinematografico
Marvel. Anche se ci vorrà ancora un bel po’ di tempo
prima che i fan possano finalmente vedere i celebri mutanti al
fianco degli eroi più potenti della Terra, nulla ci vieta di
immaginare quali storyline potrebbero essere raccontate
nell’universo condiviso. A tal proposito, ecco che
ComicBookMovie ha stilato una TOP 10 degli spin-off sugli
X-Men che
si spera vedranno la luce grazie proprio al MCU:
1Vecchio Logan
“Vecchio Logan” è stato un incredibile arco
narrativo ad opera di Mark Millar e Steve McNiven. Dopo che
Wolverine venne ingannato da Mysterio e costretto a massacrare i
suoi compagni mutanti, prima tentò il suicidio e poi si nascose
cercando di crearsi una propria famiglia.
Anni dopo Occhio di Falco si mise sulle sue
tracce: prende il via così una battaglia contro Teschio Rosso e una
famiglia di Hulk incestuosi davvero epica. A parte alcuni
personaggi che appartengono ancora alla Sony, i Marvel Studios
potrebbero adattare questa serie in un modo molto diverso da quello
fatto con Logan
– The Wolverine dalla Fox.