Prima che la campagna
#ReleaseTheSnyderCut
entrasse nel vivo, molti fan avevano suggerito che la versione di
Justice
League di Zack Snyder potesse essere adattata in un
fumetto o in un film d’animazione. Questo avrebbe sicuramente fatto
risparmiare alla Warner Bros. un sacco di soldi, dato che lo studio
ha speso decine di milioni di dollari per finire la
Snyder Cut destinata al servizio di streaming HBO
Max.
Come riportato da
Omelete (via
CBM), durante l’evento CCXP di questo fine settimana, lo
scrittore e fumettista Scott Snyder (meglio
conosciuto per il suo lavoro su titoli come “Batman” e
“Dark Nights: Metal”) ha rivelato che gli eraq stato
chiesto di lavorare ad un adattamento a fumetti di Justice
League, una sorta di “espansione” della storia di
Zack Snyder.
Anche se non è entrato nei
dettagli, Snyder ha ammesso di aver dovuto rifiutare il progetto,
aggiungendo: “Avevo molti lavori davanti a me e non posso più
affrontare le persone che ci confondono”. L’ultima parte della
dichiarazione è, ovviamente, una battuta, dal momento che entrambi
condividono lo stesso cognome. È un peccato che il suo
coinvolgimento non sia andato a buon fine, ma sembra improbabile
che i piani per questo tie-in fumettistico siano stati
completamente abbandonati.
Ma cosa avrebbe potuto riguardare
quest’eventuale “espansione” della storia di Zack Snyder nel DCEU?
Probabilmente si sarebbe focalizzata sulla sequenza onirica
denominata “Knightmare”, vista in
Batman v Superman, o forse avrebbe colmato alcune lacune
che il regista non era stato in grado di colmare (come la storia di
Darkseid, ad esempio). Tuttavia, ciò che sarebbe davvero davvero
interessante è un “sequel” a fumetti che avrebbe adattato la
seconda parte di Justice
Leagueprima che i piani sul cinecomic
cambiassero.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Come molti di voi sapranno sono già
iniziate le riprese di Hawkeye,
l’attesissima nuova serie Marvel Studios che
vedrà protagonisti Jeremy Renner e Hailee Steinfeld.
Nelle prime immagini possiamo vedere Clint Barton e Kate Bishop.
Le riprese sono in corso a New York:
🚨 The sign behind them translates to
‘Auditory therapist’, confirming that Clint will lose his hearing
in
#Hawkeye series. pic.twitter.com/FGg5mSxAJC
Hawkeye
fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios
che avrebbero dovuto uscire su Disney+ a
partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere
stato The Falcon and The
Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa
della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre
serie tv includono WandaVision (sempre
nel 2020?), Loki (primavera
2021) oltre a Hawkeye. Tutti
vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.
La trama si svolge dopo gli eventi
di Avengers:
Endgame e si baserà sulle avventure
di Young Avenger, Kate Bishop,
che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in
seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy
Renner tornare nei panni del personaggio, e
l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H
durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la
serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco,
ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che
tutti possono essere dei supereroi.” Secondo le prime
indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue
notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone
battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint
Barton, sia da sola.
Un universo condiviso di Tyler
Rake è in lavorazione a Netflix, secondo quanto dichiarato dai produttori
Anthony e Joe Russo. Basato
sulla graphic novel “Ciudad” creata dagli stessi Russo insieme ad
Ande Parks e Fernando León González, Tyler Rake vede
protagonista Chris
Hemsworth nei panni di un mercenario del mercato
nero incaricato di proteggere il figlio di un boss del crimine
internazionale.
Il film è stato distribuito sulla
piattaforma di streaming ad aprile di quest’anno e, sulla scia
delle recensioni essenzialmente positive, è diventato un grande
successo targato Netflix. In effetti, i dati hanno rivelato che
Tyler
Rake è il film più visto di sempre del colosso dello
streaming. Proprio per questo, non sorprende che Netflix abbia già
messo in cantiere un sequel, con Hemsworth che potrebbe tornare a
vestire un’altra volta i panni di Rake (nonostante l’attore abbia
firmato un contratto per un solo film).
Al di là della conferma di un sequel
di Tyler
Rake, al momento i dettagli sul nuovo film sono
piuttosto scarsi. Qualche settimana fa, Joe Russo aveva confermato di essere al lavoro
sulla sceneggiatura e che i piani erano di iniziare a girare nel
2021. Molti si aspettano che Hemsworth torni per il sequel, anche
se il finale del primo film ha lasciato il destino del suo
personaggio sospeso: Rake è caduto in un fiume dopo essere stato
colpito alla schiena, quindi nessuno sa se sia effettivamente
sopravvissuto oppure no.
Di recente, Anthony e Joe Russo hanno
parlato del futuro di Tyler
Rake con
Collider, in occasione del CCXP, rivelando che potrebbe esserci
più di un sequel del film in futuro. L’idea, infatti, sarebbe
quella di approfondire l’universo e i personaggi ad esso collegati,
non soltanto quello di Rake. A tal proposito, Joe Russo ha spiegato: “Continuo a non
impegnarmi perché penso che sia più eccitante sorprendere le
persone, ma dirò questo: stiamo lavorando per costruire un universo
di film che potrebbe potenzialmente esplorare alcuni degli altri
personaggi del primo e alcuni nuovi personaggi… vedere più
interazioni storiche tra i personaggi. Quindi, se sei interessato
al personaggio di David Harbour, potresti vederlo in un futuro film
di Tyler Rake.”
La storia di Tyler Rake
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che Tyler
Rake racconta la storia di un mercenario che opera nel
mercato nero e che non ha nulla da perdere quando viene ingaggiato
per salvare il figlio rapito di un boss del crimine internazionale.
Ma nel torbido mondo dei trafficanti di armi e di droga, questa
missione, che da pericolosissima diventa pressoché impossibile,
cambierà per sempre la vita di Rake e del ragazzo.
La backstory mai raccontata di
Rocket Raccoon nel MCU potrebbe essere uno dei
retroscena più tragici dell’intero universo condiviso. Rocket è
stato un personaggio alquanto trascurato nell’Universo
Cinematografico Marvel, in parte a causa dello
status dei Guardiani della Galassia come seconda grande squadra del
franchise, in parte a causa dello stesso team, in cui l’attenzione
è sempre stata focalizzata maggiormente su Star-Lord e Gamora.
In generale, Rocket Raccoon è sempre
stato considerato una figura di supporto e, a differenza di altri
personaggi come Peter Quill, Gamora e Drax, le sue origini non sono
mai stata realmente affrontate all’interno della saga. È un vero
peccato, perché in realtà Rocket ha una backstory tanto insolita
quanto affascinante, che è stata soltanto accennata nel MCU.
Nei fumetti, Rocket
Raccoon inizia la sua storia come creatura geneticamente
modificata resa senziente da robot che avevano il compito di
prendersi cura di un pianeta abitato da malati di mente. Cercando
di lasciare il pianeta, i robot custodi hanno ingegnerizzato gli
animali fino a quando non hanno potuto soddisfare la loro
direttiva, per dirigersi poi verso l’altra parte del pianeta,
denudando questa metà mentre estraevano risorse.
Questo pianeta – chiamato
“Halfworld” – è il luogo da cui viene mostrato Rocket in
Guardiani della Galassia, per gentile concessione
della sua fedina penale, suggerendo che questa parte della sua vita
è la stessa sia nei fumetti che nel MCU. Se fosse così, i fan
potrebbero essere pronti per la backstory più devastante del
franchise…
La storia mai raccontata di Rocket Raccoon nel MCU
Al di là della tragedia legata
all’origine di Rocket nei fumetti, in un panel del 2017 James Gunn aveva affermato che la backstory di
Rocket nel MCU è “leggermente più devastante di quello che
conosciamo grazie ai fumetti”, suggerendo che il fatto che sia
stato abbandonato dai creatori di robot non è nulla se paragonato a
ciò che ha invece subito nel MCU. È probabile che le parole di Gunn
facciano riferimento al fatto che Rocket si sia spezzato a causa
dei continui esperimenti scientifici fatti su di lui e che alla
fine abbia fatto qualcosa di terribile; o che forse i suoi creatori
gli hanno fatto qualcosa che gli ha provocato un danno
permanente.
Ad ogni modo, sembra chiaro che il
Rocket Raccoon mostrato nel primo film dei
Guardiani vive ancora in balia delle cicatrici del suo passato.
Sebbene sia facile considerare la sua natura aggressiva e la sua
propensione alla violenza come tratti intrinseci, è più probabile
che questi siano il risultato del suo brutale rifiuto del ruolo di
custode e sugli esperimenti che sono stati condotti.
Questo spiegherebbe anche perché
Rocket trova così difficile sia in
Guardiani della Galassia che in
Guardiani della Galassia Vol. 2 fidarsi dei suoi amici
e mostrare loro affetto in maniera aperta, poiché la sua storia
pregressa testimonia che non ha mai imparato del tutto come si
faccia… almeno fino agli eventi dei film.
Una scena ritenuta controversa è
stata rimossa da Monster
Hunter di Paul W.S. Anderson, in seguito alle forti
critiche del pubblico cinese sui social media. Il film è
l’adattamento della popolarissima serie di videogiochi Capcom. La
storia racconta di una forza militare d’élite degli Stati Uniti che
entra accidentalmente in un wormhole e viene inviata in un mondo
abitato da tutte le creature con cui i fan della saga videoludica
hanno familiarizzato nel corso degli anni. In Cina è uscito lo
scorso 3 dicembre, mentre negli Stati Uniti uscirà il giorno di
Natale.
Subito dopo
l’uscita, il film ha suscitato un vero polverone a causa di una
battuta contenuta al suo interno e considerata razzista. Il punto
focale della controversia è, appunto, una battuta pronunciata dal
personaggio di Jin Au-Yeung, che si baserebbe su
un gioco di parole tra “knees” (ginocchia) e
“chinese/chi-knees (cinese)”: tale gioco di parole
richiama ad una battuta che in Asia è ritenuta molto offensiva, con
accezione razzista e sessista. Come risultato, il film è stato
ritirato dalla sale cinesi ad un solo giorno
dall’uscita.
Adesso
Deadline riporta che la battuta è stata ufficialmente rimossa
dal film. Una delle società di produzione coinvolte nel film, la
Constantin Film, si è scusata e ha annunciato di aver rimosso la
battuta offensiva. Tuttavia, al momento non è chiaro se il film
tornerà nei cinema cinesi. Tencent, un’altra società di produzione
che ha lavorato a Monster
Hunter e che si occupa della sua distribuzione in
Cina, sta attualmente negoziando con il governo del paese per il
ritorno del film nelle sale.
In una nota ufficiale, Constantin
Film ha dichiarato: “Non c’era assolutamente alcuna intenzione
di discriminare, insultare o offendere in altro modo nessuno di
origini cinesi. Constantin Film ha ascoltato le preoccupazioni
espresse dal pubblico cinese e ha rimosso la battuta che ha portato
a questo malinteso involontario.”
Tutto quello che sappiamo su
Monster Hunter
Monster
Hunter è l’adattamento dell’omonimo videogioco
sviluppato da Capcom. Il film, scritto e diretto da Paul
W.S. Anderson (regista della saga
di Resident
Evil), annovera nel cast Milla
Jovovich, Tony Jaa, T.I., Ron Perlman, Meagan
Good e Diego Boneta. L’uscita
nelle sale americane è fissata per il 30 dicembre 2020.
Dietro il nostro
mondo, ce n’è un altro: un mondo di mostri pericolosi e potenti che
governano il loro dominio con ferocia mortale. Quando il tenente
Artemis (Milla
Jovovich) e i suoi fedeli soldati vengono trasportati
dal nostro mondo al loro, il tenente imperturbabile subisce uno
shock. Nella sua disperata battaglia per la sopravvivenza contro
enormi nemici con poteri incredibili e attacchi inarrestabili,
Artemis si unirà a un uomo misterioso che ha trovato il modo di
reagire.
Brian Herbert, il figlio di Frank
Herbert, ha dichiarato che Dune di
Denis Villeneuve sarà l’adattamento definitivo
del celebre romanzo di fantascienza. Herbert ha raccolto l’eredità
di suo padre, portando avanti la saga attraverso fumetti e romanzi
prequel.
Dune
è stato adattato più volte, sia al cinema che in televisione.
Alejandro Jodorowsky ha cercato di realizzare
un primo adattamento negli anni ’70, ma purtroppo quel progetto non
superò mai la fase di sviluppo. Nel 2000 c’è stato anche un
adattamento per il piccolo schermo targato SyFy, ma è la versione
del 1984 ad opera di David Lynch quella certamente più famosa.
L’imminente adattamento di
Villeneuve, che è stato posticipato da dicembre di quest’anno al 1
ottobre 2021, è uno dei film in uscita più attesi. Interpretato da
Timothée
Chalamet,
Zendaya,
Oscar Isaac e Rebecca
Ferguson, il film adatterà la prima metà del
capolavoro di fantascienza di Herbert. Di recente è stato
confermato che il film arriverà contemporaneamente nelle sale e su
HBO Max.
In un’intervista con
Inverse, Brian Herbert ha rivelato di aver visitato il set di
Budapest e, dopo aver visto il trailer, è fiducioso che i fan
saranno soddisfatti dell’adattamento. Herbert e sua moglie hanno
visto il cast girare diverse scene durante la loro visita ed è
rimasto particolarmente impressionato dalla grandezza della
produzione.
“Sono rimasto molto colpito dal
trailer ed ero entusiasta di essere effettivamente sul set del film
a Budapest l’anno scorso, dove io e mia moglie abbiamo visto le
riprese di diverse scene. Questo è un film davvero grande, un
progetto importante che sarà per sempre considerato l’adattamento
cinematografico definitivo del classico romanzo di Frank Herbert. I
fan adoreranno questo film. Denis Villeneuve è il regista perfetto
per Dune.”
Dopo avervi parlato delle famose
attrici francesi Odile
Vuillemin e Juliette
Roudet, protagoniste della serie
Profiling, oggi ci spostiamo nella bella Svezia
per conoscere una delle sue artiste più promettenti. Stiamo
parlando di Ida Engvoll, protagonista di film e
serie tv di successo come Rebecka Martinsson e
Love and
Anarchy.
Se la vostra conoscenza della
Svezia si ferma alla sua geografia o al catalogo Ikea venite con
noi a scoprire tutto quello che c’è da sapere su Ida
Engvoll, una delle attrici svedesi più famose degli ultimi
anni.
Ida Engvoll film e serie tv: gli
inizi della sua carriera
Nata a Söderhamn,
in Svezia, il 6 ottobre 1985, Ida
Engvoll comincia a studiare recitazione fin da bambina seguendo
corsi di teatro e di musica. La
sua istruzione continua e, dopo aver ottenuto il diploma, Ida si
iscrive all’Accademia Teatro di Stoccolma che frequenta dal 2007 al
2010. Negli anni in cui frequenta l’accademia, è molto attiva e
partecipa come co-editrice anche a un progetto antologico teatrale
su scala nazionale.
Terminati i suoi studi a Stoccolma,
Ida è pronta per lanciarsi nel mondo dello spettacolo. L’attrice
comincia la sua gavetta e accetta alcune ‘comparsate’ e piccoli
ruoli in serie tv scandinave come Levande Begravd
(2009), Friedriks Nya Mamma (2011), De
Dödas Röster (2011) e Arne Dahl: Europa
Blues (2011). Il suo debutto sul grande schermo invece
arriva nel 2013 quando partecipa al film, diretto da Birger
Larsen, Mördaren Ljuger Inte Ensam.
La grande occasione cinematografica
per Ida Engvoll, tuttavia, arriva nel 2015 quando viene scelta per
un ruolo nel film Mr.Ove,
diretto da Hannes Holm. Adattamento
cinematografico del romanzo L’Uomo Che Metteva In Ordine Il
Mondo di Fredrik Backman, riceve nel 2017
due candidature agli Oscar.
Ove Lindahl (Rolf
Lassgård), è un sessantenne che vive in un quartiere
residenziale di cui è presidente e che gestisce con il pugno di
ferro. Dopo aver perso sua moglie Sonja (Ida
Engvoll) a causa di un cancro sei mesi prima, Ove è caduto
in una profonda depressione che ha influito inevitabilmente sulle
sue relazioni interpersonali.
Vedovo e pensionato, per Ove la
gestione del quartiere è diventata ormai la sua unica ragione di
vita. Per questo motivo, quando l’incarico gli viene tolto e
affidato a un suo ex amico, Rune (Börje Lundberg),
l’uomo decide di farla finita. Tuttavia, i suoi tentatii di
suicidio vengono continuamente interrotti…
Ida Engvoll in The Bridge
Nel 2015, oltre a partecipare al
film Mr. Ove, Ida fa il suo debutto nella famosa serie The
Bridge (in svedese, Bron), ideata da Hans
Rosenfeldt per la SVT1, famoso network
svedese. La serie crime thriller, in onda dal 2011 al 2018 per 4
stagioni e 38 episodi, fa strage di consensi tra pubblico e
critica, spingendo i produttori a venderne i diritti in diversi
paesi. Negli anni, infatti, spuntano ben cinque
remake della serie, uno statunitense, uno
franco-britannico (The Tunnel), uno russo-estone,
uno malese e uno austro-tedesco (Pagan Peak).
La serie, ambientata tra Svezia e
Danimarca, si apre con un misterioso duplice omicidio. Sul ponte di
Øresund vengono ritrovati dei resti umani
posizionati proprio sulla linea di confine tra i due paesi
scandinavi. Non sapendo bene di chi sia la giurisdizione, le forze
di polizia di entrambi i paesi cominciano a lavorare sul caso,
collaborando per l’identificazione del cadavere.
Le analisi
preliminari rivelano che i resti appartengono a due persone
differenti, una politica svedese e una prostituta danese. Per
questo motivo le autorità di entrambi i paesi sono ‘costrette’ a
collaborare per giungere alla risoluzione del caso. Le indagini
vengono quindi affidate alla detective svedese Saga Norén
(Sofia Helin) e all’agente danese Martin Rohde
(Kim Bodnia).
Durante le
investigazioni, il duplice omicidio viene rivendicato da un
presunto terrorista che, servendosi di un giornalista, denuncia la
società contemporanea e giura vendetta. Sarà compito di Saga e
Martin lavorare insieme per assicurare questo pericoloso assassino
alla giustizia.
Nella serie
The Bridge, Ida Engvoll
interpreta Tina, una giornalista che viene
licenziata dopo aver pubblicato una soffiata che causa la morte di
un uomo. L’attrice compare solo in tre episodi della terza
stagione.
Ida Engvoll in Rebecka
Martinsson
Nel 2017 per Ida Engvoll arriva la
grande occasione televisiva quando viene scelta per il ruolo della
protagonista nell nuova serie poliziesca Rebecka
Martinsson, basata sui romanzi di Åsa
Larsson. Diretta da Fredrik Edfeldt e
scritta da Mattias Grosin e Henrik
Engström, la prima stagione della serie è basata su ben
quattro dei romanzi della scrittrice, ovvero:
La serie debutta, con la sua prima
stagione di 8 episodi, su TV4, il
più grande canale svedese, nel marzo del 2017 ed ha come
protagonista Ida Engvoll. Nella seconda stagione –
ancora inedita in Italia – però molte cose cambiano, a partire
proprio dal ruolo di Rebecka Martinsson che viene
affidato a Sasha Zacharias. Inoltre, la seconda
stagione sembra non sia basata su nessuno dei libri di Åsa
Larsson che ha comunque deciso di partecipare alla stesura
dello script.
La serie racconta la storia di
Rebecka Martinsson (Ida Engvoll – Sasha
Zacharias), un brillante avvocato originaria di Kiruma ma
trasferitasi a Stoccolma per lavoro. Nonostante nella capitale
svedese Rebecka abbia ottenuto un grande successo, lavorando per un
prestigioso studio legale, la donna decide di tornare a casa.
A spingerla a questa decisione è la
scioccante notizia della morte improvvisa di una sua cara amica
d’infanzia. Quando Rebecka torna a Kiruma, scopre però che quella
morte misteriosa non è stata accidentale ma che si tratta di un
omicidio. Una delle sue più care amiche è stata uccisa e ora è
compito suo risolvere il caso…
Ida Engvoll in Love and
Anarchy
Negli anni successivi Ida continua
a lavorare quasi esclusivamente sul piccolo schermo e in serie tv
svedesi come Vår tid är nu
(2017-2019), Bonusfamiljen (2017-2018) e
Andra Åket (2018). Nel 2020 tuttavia, la Engvoll
fa un bel salto di qualità entrando a far parte del cast della
serie ‘dramedy’ dal titolo Love and
Anarchy (titolo originale, Kärlek & Anarki),
prodotta dal gigante dello streaming, Netflix. Ideata da
Lisa Langseth – regista e sceneggiatrice del film
del 2017 Euphoria con Alicia
Vikander ed Eva
Green -, Love and Anarchy è la seconda serie svedese
prodotta da Netflix, dopo Quicksand.
La serie è
ambientata nel 2018 a Stoccolma e ha come protagonista Sofie Rydman
(Ida Engvoll), una consulente aziendale molto
ambiziosa, nonché madre di due figlie e moglie frustrata di un
regista pubblicitario. A causa dei numerosi impegni lavorativi di
entrambi, la passione tra Sofie e suo marito si è ormai spenta e la
donna è costretta a trovare piacere altrove.
Quando Sofie
viene assunta dalla casa editrice Lund & Lagerstedt, la sua
monotona vita prende una svolta inaspettata. Sorpresa una sera in
ufficio a masturbarsi dal giovane addetto informatico Max Järvi
(Björn Mosten), la donna comincia con il suo
collega un gioco assai audace fatto di flirt e scappatelle.
Nonostante le regole prestabilite, il loro gioco si fa sempre più
‘pericoloso’ e ben presto sono i sentimenti a mettere a entrambi i
bastoni tra le ruote…
Love and
Anarchy è andata in onda per una sola stagione di
8 episodi e ad oggi non sappiamo se o quando
la serie tornerà con una nuova stagione. Netflix,
infatti, non ha ancora annunciato il rinnovo o la
cancellazione di Love & Anarchy ma la notizia
potrebbe arrivare entro la fine del 2020.
Ida Engvoll su
Instagram
Se volete essere
sempre aggiornati sulle ultime avventure professionali di
Ida Engvoll e sulla sua vita privata, vi
consigliamo di seguire il suo account Instagram ufficiale. Non
dimenticate inoltre di seguire l’account ufficiale della serie
Love and
Anarchy e ovviamente quello di Netflix per tutti gli
aggiornamenti.
Grazie al fenomeno Stranger
Things, serie originale targata Netflix,
negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere nuovi, giovani e
talentuosi attori. Tra questi, oltre all’ormai celebre Millie Bobby
Brown – protagonista dell’acclamato film Enola
Holmes -, c’è anche Noah Schnapp,
l’amatissimo interprete di Will in Stranger Things.
Scopriamo quindi insieme
tutto quello che c’è da sapere su Noah Schnapp,
sulla sua carriera in ascesa e qualche curiosità sulla sua vita
privata.
Noah Schnapp film e serie tv: gli
inizi della sua carriera
Noah Schnapp,
età 16 anni, è nato il 3 ottobre del
2004 a Scarsdale, New York, Stati Uniti, da Mitchell e
Karine Schnapp entrambi di origini canadesi di religione ebraica, e
ha una sorella gemella di nome Chloe. Sin da piccolo Noah sogna di
fare l’attore; in particolare all’età d cinque anni esprime
interesse per la recitazione dopo aver visto a
Broadway il musical Annie. Da allora il
piccolo di casa Schnapp continua il suo percorso di studio e
crescita, avvicinandosi sempre di più al mondo dello
spettacolo.
Comincia pian piano a prendere
confidenza con il palcoscenico partecipando a diversi spettacoli
scolastici e allo stesso tempo prendendo lezioni di recitazione.
All’età di otto anni Noah ha già a stoffa del professionista e i
genitori lo iscrivono a un programma intensivo di recitazione dello
Star Kidz di
Westchester. Qui Noah affina la sua tecnica e fa pratica con i vari
coach, preparandosi al mondo del cinema, del teatro e della tv.
La sua prima vera opportunità
lavorativa arriva nel 2015, quando a soli 11 anni Noah Schnapp
viene scelto dal regista Steven
Spielberg per interpretare un ruolo minore nel film
Il Ponte delle
Spie.
Ambientato negli anni della guerra
fredda, il film racconta dell’arresto e del relativo processo a
Rudolf Abel (Mark
Rylance), una pericolosa spia sovietica, poi
condannato al carcere per spionaggio. Ma mentre Abel viene
arrestato negli States, anche sul versante sovietico un cittadino
americano viene catturato e condannato. Si tratta Francis Gary
Powers (Austin Stowell) un pilota di un aereo-spia
abbattuto dai sovietici.
USA e URSS sono bloccati in un
impasse così James Donovan (Tom
Hanks), avvocato di Abel, suggerisce una via di
risoluzione alternativa. I prigionieri dei rispettivi paesi
verranno liberati e ‘scambiati’ sul Ponte di Glienicke, oggi famoso
come “ponte delle spie”.
Noah Schnapp in Stranger Things: il
successo con Netflix
Dopo il suo debutto al cinema con
Il Ponte delle
Spie, il giovane e promettente Noah continua la sua
carriera al cinema e in tv. La sua grande occasione, tuttavia,
arriva solo un anno più tardi, nel 2016, quando l’attore viene
scelto per entrare a far parte del cast della nuova serie targata
Netflix, dal titolo
Stranger
Things.
Ideata da Matt e Ross
Duffer, la serie è ambientata negli anni ottanta e
racconta della misteriosa sparizione di un bambino nella città
immaginaria di Hawkins, nell’Indiana.
Il 6 novembre del 1983, un ragazzino
di dodici anni, Will Byers (Noah Schnapp), parte
di un gruppo di quattro amici fraterni, scompare in circostanze
assai misteriose. Contemporaneamente, subito dopo la scomparsa di
Will, in città compare una misteriosa ragazzina dai capelli rasati
e dotata di straordinari poteri psicocinetici. La ragazza, è
scappata da un laboratorio segreto proprio nei pressi di Hawkins,
grazie alla distrazione fornita dall’attacco di una inquietante
creatura ai danni di un ricercatore.
Approfittando dell’incidente, la
ragazza scappa dal laboratorio dove era rinchiusa e, durante la
fuga, si imbatte nei migliori amici di Will, Mike Wheeler (Finn
Wolfhard), Dustin Henderson (Gaten
Matarazzo) e Lucas Sinclair (Caleb
McLaughlin). I ragazzi, alla disperata ricerca del loro
amico, decidono di aiutare la ragazza che, grazie al numero tatuato
sul suo braccio, viene identificata con il nome di Undici (Millie Bobby
Brown). Mike decide quindi di nasconderla a casa sua e
la ragazza, per sdebitarsi, aiuta i tre amici nelle ricerche di
Will. Ma presto i ragazzi scopriranno che il loro amico è in guai
molto grossi…
Stranger Things, in
onda dal 2016 e attualmente in corso d’opera, a oggi conta 3
stagioni e 25 episodi, disponibili in streaming su Netflix. La
quarta stagione, già annunciata, arriverà su
Netflix a marzo 2021.
Noah Schnapp e Millie Bobby
Brown
La serie Stranger
Things ha avuto e continua ad avere un successo
incredibile, facendo strage di consensi sia tra i giovanissimi che
tra gli adulti. Ma se questi ultimi sembrano apprezzarne
principalmente lo stile un po’ retro, per i più piccoli sono i
protagonisti la vera attrattiva. Giovani, talentuosi e con i piedi
per terra, gli attori della serie sono riusciti fin da subito a far
breccia nel cuore degli spettatori.
Uno dei punti di forza dello show,
arrivato ormai alla sua quarta stagione, è anche l’incredibile
chimica creatasi tra i protagonisti, amici sul set e nella
vita reale. Accomunati dall’età, dalla stessa passione per
la recitazione e dallo stesso stile di vita un po’ folle per degli
adolescenti, gli interpreti di Stranger Things ormai sono visti
quasi come un’indissolubile gang.
Una delle amicizie più chiacchierate
e amate dal pubblico è senza dubbio quella tra Noah Schnapp
e Millie Bobby Brown. I due attori, conosciutisi sul set
di Stranger Things, sono ormai inseparabili. Prima della scoppio
della pandemia da Coronavirus, infatti, li si vedeva spesso
insieme, in giro a far danni o a intrattenere i fan con simpatici
video pubblicati sui social.
In particolare, uno dei video più
amati dai loro rispettivi fandom, risale a circa un anno
fa ed è stato pubblicato dallo stesso Noah. L’attore infatti,
gestisce un suo personalissimo canale Youtube dove
pubblica video con la sua gemella Chloe, piccoli
vlog, challenge, video collaborazioni con altri
youtuber, contenuti inediti e molto altro ancora. In
questo simpatico video di circa sette minuti, Noah e Billie si
divertono a ‘testare’ la loro amicizia, rispondendo a delle
domande, in una classica “best friends challenge”.
Noah Schnapp 2020: i nuovi
progetti
La pandemia da
Coronavirus, oltre ad aver causato la morte di centinaia
di persone in tutto il mondo, è riuscita anche a bloccare tutte le
produzioni cinematografiche e televisive. Un gran numero di film e
serie tv sono infatti ferme in fase di pre o post produzione,
aspettando che il virus rallenti per poter ripartire.
Tuttavia, ci sono molti dei
contenuti girati tra la metà e la fine del 2019 che sono stati
rilasciati proprio quest’anno. Tra questi ci sono anche due film
che vedono la partecipazione del nostro giovanissimo attore. Il
primo dei due titoli in questione è Wainting For
Anya, diretto da Ben Cookson, e uscito
nelle sale a febbraio del 2020.
Ambientato negli anni della Seconda
Guerra Mondiale, il film racconta la storia di Jo (Noah
Schnapp), un giovane pastore che, insieme all’aiuto della
vedova Horcada (Anjelica Houston), aiuta i bambini
ebrei a passare il confine francese e a raggiungere la Spagna.
Con il secondo film cambiamo
completamente registro. Hubie Halloween è infatti
una commedia, diretta da Steven Brill, che ha come
protagonista Adam
Sandler. Nel cast del film – in cui Noah interpreta un
ruolo minore – spiccano anche i nomi di Steve
Buscemi, Ray
Liotta, Maya
Rudolph, Ben
Stiller e molti altri ancora.
Il film gira tutto attorno alla
festività di Halloween e alla città di Salem. Il protagonista,
Hubie Dubois (Adam
Sandler) conosciuto per la sua ossessione per
Halloween, è negli anni diventato lo zimbello della città.
Quest’anno però qualcosa andrà storto durante le feste e sarà
compito di Hubie salvare la situazione.
Hubie Halloween è
disponibile in streaming su Netflix dal
7 ottobre 2020.
Noah Schnapp su Instagram
Per essere sempre aggiornati sulle
ultime avventure professionali di Noah Schnapp e
ficcanasare un po’ nella sua vita privata, vi consigliamo di
seguire il suo account ufficiale Instagram. Inoltre, se
volete una dose extra di contenuti, tenete sempre d’occhio il suo
canale Youtube.
dalla saga di Harry Potter -
Evanna Lynch nei panni di Luna Lovegood
Ci sono saghe cinematografiche che
nel corso degli anni sono riuscite a far sognare milioni di
spettatori e che ancora oggi fanno strage di visualizzazioni sulle
maggiori piattaforme di streaming. Oltre all’iconica e immortale
trilogia de Il Signore degli
Anelli, l’altra saga cinematografica per eccellenza è
quella dedicata a Harry Potter. I libri
dedicati al maghetto con gli occhiali hanno incantato intere
generazioni di lettori e i film sono riusciti a portare sul grande
schermo le stesse magiche atmosfere delle pagine di J.K.
Rowling. I film, inoltre, ci hanno permesso di
scoprire nuovi talenti della recitazione come Daniel
Radcliffe, Emma
Watson, Rupert
Grint, Tom
Felton e ovviamente Evanna Lynch.
La Luna Lovegood
della saga letteraria di Harry Potter trova il
suo doppio cinematografico nella bella Evanna che dà vita a un
personaggio davvero iconico. Oggi quindi vi parliamo di questa
giovane ma straordinaria attrice e della sua carriera prima e dopo
il fenomeno Harry Potter. Scopriamo insieme tutto quello
che c’è da sapere su Evanna Lynch.
Evanna Lynch biografia: l’infanzia
e il magico incontro con J.K. Rowling
Evanna Lynch,
età 29 anni, è nata il 16 agosto del
1991 a Termonfeckin, un piccolo villaggio irlandese della
contea di Louth. Figlia d Marguerite e Donald Lynch, Evanna ha due
sorelle maggiori, Emily e Mairead, e un fratello minore di nome
Patrick. Fin da bambina sembra mostrare un forte interesse e quasi
un’ossessione per i libri di J. K.
Rowling, dedicati a Harry Potter. Il suo
amore per questa saga letteraria la spinge più volte a scrivere, da
fan, lettere all’autrice, sperando un giorno di poterla
incontrare.
La sua passione per Harry Potter le
è stata di grande conforto in un periodo molto buio della sua
adolescenza. Dagli undici ai tredici anni, infatti, Evanna soffre
di anoressia, malattia che non riesce a tenere a
bada. Per molto tempo, costretta in un letto d’ospedale, i libri e
le lettere di risposta della Rowling sono state per Evanna una vera
e propria terapia, spingendola a trovare la forza per uscire da
quell’incubo.
Durante il suo periodo in ospedale,
in occasione dell’uscita del romanzo Harry Potter e L’Ordine della
Fenice, Evanna riesce a ottenere un permesso speciale di un’ora per
poter ricevere una copia autografata del libro. In quell’occasione
la ragazza riesce finalmente a incontrare J.K. Rowling con la quale
fin a quel momento aveva parlato solo tramite lettera.
Durante il loro incontro, Evanna
confessa alla Rowling di voler interpretare il ruolo di Luna nella
saga cinematografica e le promette che per allora sarà in salute e
fuori pericolo. Con questa promessa in tasca, Evanna continua la
sua riabilitazione fino a quando finalmente riesce a tornare a
casa.
Evanna Lynch film e serie tv: Harry
Potter e la promessa mantenuta
Libera dal suo letto d’ospedale e di
nuovo in forma, Evanna continua con la sua vita e i suoi studi,
cominciando anche a prendere lezioni di recitazione. La sua
preparazione artistica si arricchisce giorno per giorno e continua
per molti anni fino a quando, nel gennaio del 2006, Evanna tenta la
sua prima audizione. La ragazza si presenta ai casting a Londra
proprio di Harry Potter e
L’Ordine della Fenice ovviamente per il ruolo di
Luna Lovegood. Dopo aver ‘combattuto’ contro altre
15mila ragazze e dopo lo screen test con Daniel
Radcliffe, Evanna riesce ad aggiudicarsi la parte.
Molti anni più tardi, purtroppo,
cominciano a girare spiacevoli voci a proposito di un
coinvolgimento della Rowling nel casting di Evanna. Secondo alcuni,
infatti, il suo incontro anni prima con la Rowling, potrebbe averla
agevolata durante l’audizione. Tuttavia, sono la stessa scrittrice
e i produttori a smentire queste voci. Sembra infatti che la
Rowling non sapesse nulla del provino di Evanna e che la decisione
finale di assegnarle la parte sia stata presa principalmente dal
produttore David Heyman. Quest’ultimo infatti
dichiara: “le altre potrebbero interpretare Luna; Evanna invece
è Luna”.
L’affinità di Evanna con il
personaggio di Luna Lovegood, spinge i produttori
ad assegnarle il ruolo nonostante la sua giovane età – ha soli 14
anni – e la sua mancanza di esperienza come attrice professionista.
Incredibile ma vero, Harry Potter e
L’Ordine della Fenice segna il debutto cinematografico
di Evanna Lynch che tornerà poi anche nei capitoli successivi della
saga.
Evanna Lynch in Harry Potter: il
suo debutto al cinema
Nel 2007 nelle sale cinematografiche
esce il quinto film della saga del maghetto con gl occhiali,
Harry Potter e
L’Ordine della Fenice, ovvero il debutto sul grande
schermo di Evanna Lynch. Il film, diretto da David
Yates, segue come sempre le avventure di Harry e dei suoi
amici, ormai sempre più vicini alla battaglia finale con il
malvagio Voldemort.
Dalla morte di Cedric Diggory
(Robert
Pattinson) ucciso da Voldemort (Ralph
Fiennes) nel labirinto, durante il torneo tre maghi,
il mondo della magia è completamente cambiato. Tra maghi e streghe
serpeggia il dubbio e in molti non credono o non vogliono credere a
fatto che il signore oscuro sia davvero tornato. Questo scetticismo
generale è avallato dalle discutibili dichiarazioni del Ministero
della Magia che, per evitare il panico, nega l’evidenza.
Harry (Daniel
Radcliffe), ancora provato dalla morte di Cedric, si
sente isolato e appesantito da un’oscurità che sembra non lasciarlo
mai da solo. A Hogwarts nessuno crede alla storia di Voldermort e
all’assassinio di Cedric, dandogli dell’agitatore visionario.
Nonostante il sostegno dei suoi migliori amici Ron (Rupert
Grint) e Hermione (Emma
Watson), Harry si sente sempre più solo e impotente.
Potter vorrebbe infatti esercitarsi con la magia per poter un
giorno affrontare Voldermort in battaglia ma c’è chi a Hogwarts
pare abbia ‘bandito’ ogni attività magica.
La Gazzetta del Profeta ha
pubblicato un articolo in cui, oltre a negare il ritorno del
signore oscuro, accusa Silente (Michael
Gambon) di un imminente colpo di stato. Secondo il
giornale, il preside di Hogwarts pare stia mettendo su un esercito
per prendere con la forza il comando del Ministero della Magia. Per
paura quindi che queste voci siano reali, il Ministero stesso invia
a Hogwarts un’ispettrice, Dolores Umbridge (Imelda
Staunton), che oltre a bandire la magia pratica dalla
scuola, crea un regime di terrore tra gli studenti.
Nel frattempo Harry, seguendo
l’esempio di Silente, Sirius Black (Gary
Oldman), Remus Lupin (David
Thewlis) e Alastor “Malocchio” Moody (Brendan
Gleeson), tutti membri della società segrete
dell’Ordine della Fenice, crea una sua piccola setta di maghi,
L’Esercito di Silente. Comincia egli stesso a insegnare magia ai
suoi compagni, studiando gli incantesimi più avanzati e
preparandosi a una futura battaglia.
Sono tante le responsabilità di
Harry che, purtroppo, deve anche affrontare un altro grande
problema. Da mesi ormai soffre di incubi ricorrenti che hanno come
protagonista sempre la stessa persona, Voldermort. Nei suoi incubi
Harry vede cose che non riesce a spiegarsi, alcune che sembrano
ricordi passati e altre visioni del presente. Grazie a Silente e
incredibilmente a Piton (Alan
Rickman), Harry scoprirà che la mente di Voldemort e
la sua sono in comunicazione e che il signore oscuro sta cercando
qualcosa, un “oggetto” che gli permetterà di sferrare il suo
terribile attacco…
Evanna Lynch in
Harry Potter e
L’Ordine della Fenice interpreta Luna
Lovegood, strega purosangue, figlia della defunta
Pandora e di Xenophilius Lovegood
(Rhys
Ifans), editore della rivista il Cavillo. Luna è
bizzarra, stravagante, con la testa sempre fra le nuvole ma anche
buona e generosa nonché incredibilmente coraggiosa. Grazie a lei e
alle sue stranezze, Harry si sentirà meno solo…
Evanna Lynch e Robbie Jarvis: un
amore nato sul set
Accade spesso che attori e attrici,
obbligati a passare tante ore sul set insieme, finiscano con lo
sviluppare sentimenti che vanno ben oltre la semplice amicizia. E
se gli attori in questioni sono un gruppo di adolescenti, il
rischio di flirt è dietro l’angolo.
In particolare, nel corso degli
anni, il cast della saga di Harry Potter ha visto la nascita di
numerosissimi amori rivelatisi più o meno duraturi. Tra le varie
coppiette formatesi negli anni ricordiamo Bonnie
Wright, la Ginny Weasley della saga,
e Jamie Campbell
Bower, interprete del giovane Gellert
Grindelwald. Il loro amore, nato nel 2009 sul set di
Harry Potter e I
Doni della Morte – Parte 1, è durato fino al 2012 per
poi dissolversi nel nulla.
Ancora, a essere colpiti dalla
freccia di cupido sono Tom
Felton, il malvagio Draco Malfoy, e
Jade Olivia
interprete di Astoria Greengrass, moglie di Malfoy
in Harry Potter e I
Doni della Morte – Parte 2. I due piccioncini sono
stati insieme per ben sette anni prima di lasciarsi definitivamente
nel 2016. [fonte:
Fandom]
L’ultimo flirt della lista, non di
certo per importanza, vede protagonista Evanna Lynch e
Robbie Jarvis, interprete del giovane James
Potter, padre di Harry. I due, conosciutisi sul set di
Harry Potter e L’Ordine della Fenice, si sono frequentati solo per
un anno, rompendo nel novembre del 2016. Ma la bella Evanna sembra
aver già dimenticato la storia con Robbie. Sembra infatti che
l’attrice attualmente sia impegnata con con il musicista Andel con
il quale ha una relazione a distanza. Mentre infatti Evanna vive a
Londra, Andel vive a Los Angeles. [Fonte: Daily
Entertainmente News – Celebritux]
Evanna Lynch su Instagram
Attrice, vegana convinta, animalista
e attivista, Evanna Lynch è sempre impegnata con
qualche nuovo progetto. Per restare sempre aggiornati sulla sua
vita privata e professionale, vi consigliamo di seguire il suo
account Instagram
ufficiale.
Il 2020 non è stato di certo un buon
anno per i fan dei cinecomics. Nonostante l’uscita nelle sale di
Birds of Prey lo scorso febbraio (che ha comunque
raccolto pareri contrastanti), la pandemia di Coronavirus ha
letteralmente stravolto il calendario delle uscite delle più grandi
major americane, con il conseguente rinvio di alcuni dei titoli più
attesi dell’anno al 2021. Naturalmente, l’emergenza sanitaria ha
avuto effetti irreversibili anche sul MCU e sul DCEU.
Tuttavia, pare che le cose stiano
lentamente migliorando, con l’uscita ormai imminente
dell’attesissimo Wonder
Woman 1984 di Patty Jenkins. Come sappiamo, infatti, il film
uscirà nei cinema internazionali a partire dal 16 dicembre (in
Italia arriverà soltanto il 28 gennaio), mentre negli Stati Uniti
arriverà il giorno di Natale, con un’uscita “congiunta” sia al
cinema che su HBO Max.
Una manciata di critici americani ha
avuto la possibilità di vedere Wonder
Woman 1984 in anteprima, ed ecco che online sono
arrivate le primissime reazioni al sequel di Patty Jenkins, il quale ha ricevuto
un’accoglienza decisamente positiva. Potete leggere alcuni commenti
a caldo estrapolati da Twitter di seguito:
Erik Davis (Fandango): “Sono così felice di
annunciare che #WW84 è un vero spasso, dall’inizio alla fine. Un
complimento eccezionale per il primo film: è pieno di cuore,
speranza, amore, azione, romanticismo e umorismo. @PattyJenks,
@GalGadot e il team hanno prodotto uno dei migliori sequel della
DC. Ero in lacrime quando è finito. Non posso dire molto sulla
trama a causa degli spoiler, ma è super intelligente. La sola
sequenza di apertura è sbalorditiva e ogni scena d’azione è diversa
e unica. Penso anche che quella di Hans Zimmer sia una delle sue
migliori colonne sonore… e, per chi se lo stesse chiedendo, la
chimica tra Gadot e Pine è ancora una volta
incandescente.”
Joblo.com: “Il nostro @JimmytotheO ha cavalcato il fulmine
per una MERAVIGLIA di film! @PattyJenks e @GalGadot l’ho fatto di
nuovo! @WonderWomanFilm #WW84 è un glorioso successo! Dalla
sequenza di apertura mozzafiato all’atto finale originale e
rivitalizzante, c’è molto per cui gioire. Gadot cattura
perfettamente l’essenza di Wonder Woman ancora una volta!
@PedroPascal1 e #KristenWiig sono scelte di cast a dir poco
brillanti. E sì, il ritorno insolito e ispirato di #ChrisPine è un
valore aggiunto, sia a livello di umorismo sia a livello di
sentimenti.”
Perri Nemiroff (Collider): “Preferisco Wonder Woman a
Wonder Woman 1984. Ma preferisco di gran lunga vedere i registi
percorrere nuove, grandi oscillazioni con i sequel e questo è
sicuramente ciò che Patty Jenkins e la sua squadra fanno qui. Non
tutto quadra, ma il valore dell’altruismo, dell’amore e della
compassione traspaiono. #WW84”
Terri Schwartz (IGN): “Ho avuto la fortuna di essere tra i
primi a vedere (finalmente!) Wonder Woman 1984. L’ho adorato. Il
primo Wonder Woman è il mio preferito dei film DC moderni. #WW84
compi e tutti i passi successivi in modo intelligente, raccontando
una storia molto umana e bellissima per Diana Prince. Penso che ciò
che mi ha sorpreso di più sia stato che il messaggio: ciò che #WW84
ti lascia sembra essere ancora più importante in relazione alla
fine di quest’anno, e di certo @PattyJenks non avrebbe potuto
prevederlo quando ha realizzato il film. Inoltre, è così eccitante
avere di nuovo grandi film, gioiosi e di successo, pronti ad
uscire.”
Josh Horowitz (MTV News): “Il più grande complimento che
posso fare a #WW84 è che a volte sembra un film perduto dell’era
dei supereroi di Richard Donner. C’è molto da amare in questo
sequel. Ho alcune cose interessanti da cucinare con il cast e
@PattyJenks. Rimanete sintonizzati!”
Amy Ratcliffe (Nerdist): “Ieri ho visto Wonder Woman 1984
e… onestamente è proprio quello di cui avevo bisogno. Quello di cui
tutti abbiamo bisogno. È edificante, pieno di speranza e
assolutamente… Wonder Woman! Un bel film con temi che ti colpisco
dritto al cuore. #WW84. Non ho intenzione di fare spoiler, ma dirò
anche che WW84 non ha l’aspetto o il mode di nessun altro film di
supereroi moderno. Non vedo l’ora di parlarne tutti
insieme!”
Germain Lussier (io9): “Ieri ho visto Wonder Woman 1984 a
casa ed era tutto ciò di cui avevo bisogno, e tanto altro ancora.
Il film è estremamente ambizioso, incredibilmente eccitante e pieno
di speranza, cosa davvero necessaria di recente. È anche molto
lungo, ma mi ha ricordato quanto bene possa farti sentire un grande
blockbuster.”
Wonder
Woman 1984 uscirà il 25 Dicembre 2020 in America
e il 14 Gennaio 2021 in Italia. Il film è stato definito dal
produttore Charles Roven un
sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso
personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che
seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non
dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale
definendolo “la prossima iterazione della
supereroina”.
L’ordine cronologico del personaggio
di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta
nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn
of Justiceper poi tornare al vecchio secolo
con Wonder
Woman. Il sequel vedrà
ancora Gal
Gadot nei panni di Diana Prince opposta
a Kristen
Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel
cast figureranno anche Chris
Pine (volto del redivivo Steve Trevor)
e Pedro
Pascal (nei panni di Maxwell Lord).
Nora Ephron è
universalmente riconosciuta come una delle migliori sceneggiatrici
della commedia romantica
statunitense. Negli anni ha infatti regalato al cinema opere
iconiche come Harry, ti presento
Sally…, C’è posta per te e Julie & Julia. Tra i
suoi lavori più apprezzati si annovera però anche il film del 1993
intitolato Insonnia d’amore, il cui titolo originale è
Sleepless in Seattle. Giocando ancora una volta con i
sentimenti dei protagonisti, l’autrice, qui anche regista,
costruisce la romantica vicenda di due personaggi attratti l’uno
dall’altra ma separati da una considerevole distanza
geografica.
Come sempre, la Ephron si dimostra
una maestra nel dar vita ad una serie di ostacoli che arricchiscono
il racconto, evitando con grande astuzia cliché e simili. Prende
così vita uno dei film sentimentali più noti degli anni Novanta,
apprezzato ancora oggi come modello esemplare per il suo genere di
riferimento. Ad arricchire questo vi sono anche le interpretazioni
di due tra i maggiori interpreti di Hollywood del momento, che
hanno saputo rendere particolarmente umani e memorabili i
rispettivi personaggi. A dare ulteriore prestigio al film vi sono
poi i risultati da questo ottenuti in seguito alla sua
distribuzione in sala.
Insonnia d’amore arrivò
infatti ad affermarsi come uno dei titoli più redditizi del suo
anno, guadagnando un totale di 227 milioni di dollari a livello
mondiale a fronte di un budget di soli 21. Il film venne poi
candidato al prestigioso premio Oscar nelle categorie per la
miglior canzone originale “A Wink and a Smile”, e per la
miglior sceneggiatura originale. Ancora oggi questo è il film
perfetto da riguardare in occasione di una serata di puro piacere,
ma prima di fare ciò è certamente utile scoprire alcune delle
principali curiosità legate a tale opera. Proseguendo nella lettura
sarà dunque possibile scoprire molte di queste, dalla trama al cast
alle piattaforme su cui è disponibile il film.
Insonnia d’amore: la trama del
film
Protagonista del film è Sam Baldwin,
giovane architetto rimasto da poco vedovo. Per tentare di elaborare
il lutto, egli decide di trasferirsi da Chicago a Seattle con suo
figlio Jonah, di 8 anni. Nonostante il passare del tempo, però, Sam
sembra non riuscire proprio ad accettare l’assenza dell’amata
moglie. Stanco di vedere il padre così triste, suo figlio decide di
attuare un piano per aiutarlo. Jonah si rivolge infatti ad un noto
programma radiofonico, confidando il desiderio di vedere il padre
nuovamente innamorato e felice. Il caso di Sam raggiunge in breve
una portata nazionale, suscitando la commozione di numerose
donne.
Tra queste vi è la giornalista Annie
Reed, la quale però vive a Baltimora, dall’altra parte degli Stati
Uniti. La donna, inoltre, è prossima alle nozze con il fidanzato
Walter Jackson, un brav’uomo per il quale tuttavia non avverte quel
sentimento magico sperato. Dopo aver scritto quasi per gioco a Sam,
la lettera di Annie viene pescata tra tante, suscitando l’interesse
dell’architetto. Ha così inizio un’accesa corrispondenza tra i due,
che porterà entrambi a riscoprire l’amore. La distanza che li
separa è però considerevole, e i due dovranno mettercela tutta per
riuscire ad incontrarsi e coronare i loro desideri.
Insonnia d’amore: il cast del
film
Come sempre accade per questo genere
di film, molto del successo si basa sulla giusta scelta degli
interpreti principali e sulla chimica di coppia che si forma tra
questi. Per il ruolo di Sam Baldwin, dunque, vennero condotte
lunghe ricerche che portarono a considerare attori come
Dennis Quai, Michael Keaton e John
Travolta. Alla fine, tuttavia, venne scelto Tom
Hanks, il quale era diventato disponibile in seguito
allo stop di un suo altro progetto. L’attore viveva però un periodo
particolarmente impegnato, e mentre recitava in Insonnia
d’amore doveva anche registrare le sue battute di dialogo per
il film Pixar Toy Story. Per il ruolo di Annie Reed, allo
stesso modo, vennero considerate diverse attrici.
Tra queste si annoverano
Julia Roberts, celebre per le sue
commedie romantiche, Kim Basinger,
Michelle Pfeiffer e Jodie Foster.
Tutte finirono però con il rifiutare il ruolo, o per via di altri
impegni o non credendo nella validità del progetto. Alla fine, fu
Meg
Ryan ad ottenere la parte. L’attrice era già divenuta
celebre per aver recitato nel precedente film della Ephron
Harry, ti presento Sally…. Accanto a loro, nel ruolo del
fidanzato Walter, vi è invece l’attore Bill
Pullman, noto per Independence Day. Ross
Malinger, che oggi non svolge più la professione di
attore, interpreta invece Jonah, il figlio di Sam. Vi sono poi le
attrici Rosie O’Donnell nei panni di Becky,
Gaby Hoffmann in quelli di Jessica, e
Carey Lowell come Maggie Abbott, la defunta moglie
di Sam.
Insonnia d’amore: le frasi più
belle, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Insonnia d’amore grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e
Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato
5 dicembre alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Nel film sono inoltre presenti
diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si
tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non
solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti
che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più
importanti del film.
“Il destino è una cosa che ci siamo inventati per non
affrontare il fatto che tutto succede in modo assolutamente
casuale.” (Annie Reed)
“Tu non vuoi essere innamorata, tu vuoi essere innamorata
in un film!” (Becky)
“È più facile essere uccisi da un terrorista che sposarsi
dopo aver superato i quaranta.” (Victoria)
“Te lo mostro io un segno… Dov’è Seattle? Dov’è Baltimora?
Aha, qui! Uno, due, tre, quattro! Ci saranno venti stati tra qui e
Baltimora. Questo è un segno!” (Sam Baldwin)
Negli anni Novanta sono molti i film
dedicati alla figura del serial killer, realmente esistito o meno,
arrivati sul grande schermo. La violenza divenne infatti un
elemento sempre più sdoganato, forse troppo, e le vite di questi
super criminali divennero sempre più attraenti. Tra i film più
emblematici a riguardo si ritrova Assassini Nati –
Natural Born Killers, diretto nel 1994 dal premio
Oscar Oliver Stone. Con un montaggio
particolarmente dinamico, registri stilistici diversi e ulteriori
stravaganze, il regista è così tornato con quest’opera a parlare
della violenza, qui però elaborata per assumere un effetto
satirico, evidenziando così lo stretto rapporto che lega questa al
sempre più vasto mondo dei media.
Originariamente la prima versione
della sceneggiatura era stata scritta da Quentin
Tarantino, affermatosi in quello stesso anno con
Pulp
Fiction. Al centro di quanto da lui scritto vi era una
trama particolarmente complessa e con numerosi riferimenti alla
corrente dell’avanpop, a cui si aggiungevano inoltre violenza
dilagante e dialoghi particolarmente espliciti e frenetici.
Stone, tuttavia, decise di rimettere mano a tale sceneggiatura,
privilegiando il rapporto tra violenza e media. Alla fine, con la
sua riscrittura non era rimasto quasi più nulla di quanto ideato da
Tarantino, il quale prese a quel punto le distanze dal progetto
fino a chiedere di rimuovere il suo nome dai titoli.
Per via delle sue scene e tematiche
controverse, il film fu accolto da subito da grandi polemiche. In
molti, infatti, videro nel film un pericoloso esempio di
esaltazione della violenza e dei suoi artefici. Nonostante ciò, una
volta giunto il sala questo riuscì ad affermarsi come un discreto
successo, incassando un totale di 50 milioni di dollari a fronte di
un budget di 34. Sono molte le curiosità legate al film, sia quelle
relative al suo cast di attori che quelle legate ad una serie di
eventi avvenuti in seguito alla sua distribuzione pubblica.
Proseguendo qui nella lettura sarà possibile scoprire tutto ciò,
certamente utile ai fini di una visione più completa.
Assassini Nati – Natural Born
Killers: la trama del film
Protagonista del film è la coppia
formata da Mickey e Mallory Knox, i quali sono degli spietati
serial killer, privi di qualsiasi scrupolo morale. La loro scia di
omicidi si manifesta nuovamente in un bar lungo la celebre strada
Route 66. Da qui ha inizio il racconto sulle origini della loro
storia d’amore e della loro sete di morte e violenza. I due, dal
turbolento passato, hanno infatti vissuto una vita sempre macchiata
dalla morte e dalla follia, elementi che ora sono anche le loro
uniche linee guida nella vita di tutti i giorni. I loro omicidi
iniziano però a fare sempre più rumore, attirando le attenzioni del
detective Jack Scagnetti, il quale si propone di trovare e
catturare la coppia di assassini. Allo stesso tempo però, anche il
cronista Wayne Gale si interessa al caso, facendo diventare Mickey
e Mallory una vera e propria coppia di celebrità.
Assassini Nati – Natural Born
Killers: il cast del film
Per dar vita agli iconici personaggi
del film, Stone ebbe la necessità di trovare gli interpreti più
idonei a poter rappresentare la follia presente in ognuno di
questi. Dopo aver condotto attente ricerche, il regista non però
alcun dubbio: ad interpretare Mickey Knox doveva essere l’attore
Woody
Harrelson. Il regista lo scelse per via del suo
enigmatico sorriso, come anche per la sua capacità di apparire allo
stesso tempo innocuo e inquietante. Il padre dell’attore, inoltre,
è realmente stato un serial killer, e secondo Stone ciò favoriva la
presenza in Harrelson di una mentalità di quel genere. Per il ruolo
di Mallory, invece, venne scelta Juliette
Lewis. L’attrice ottenne il ruolo dopo aver dimostrato
il suo desiderio a dar vita ad un personaggio folle come quello
dell’assassina. La Lewis, inoltre, entrò talmente tanto nella parte
da rompere realmente il naso ad uno degli attori coinvolti.
Il premio Oscar Tommy Lee
Jones compare poi nel film nel ruolo di Dwight
McClusky, il direttore del penitenziario. Entusiasta di partecipare
al film, questi lavorò a lungo sul proprio personaggio, arrivando a
decidere egli stesso l’abbigliamento e il taglio di capelli che
questi avrebbe sfoggiato. Jones ancora oggi ricorda il film come
uno dei migliori della sua carriera. Robert Downey
Jr., invece, compare nei panni del cronista Wayne
Gale. Per prepararsi a tale parte, egli spese diverso tempo a
stretto contatto con il conduttore di programmi shock Steve
Dunleavy. Grazie a questi apprese i segreti del mestiere, come
anche l’accento australiano che sfoggia poi nel film. L’attore
Tom Sizemore, divenuto celebre proprio grazie a
questo film, interpreta invece il personaggio del detective Jack
Scagnetti. Per ottenere tale parte, l’attore scrisse un monologo,
poi recitato davanti a Stone stesso. Rimastone colpito, il regista
decise di affidargli il ruolo.
Assassini Nati – Natural Born
Killers: le vere storie dietro al film
Pur non essendo basato direttamente
su una storia vera, reali sono le vicende verificatesi in seguito
alla distribuzione in sala del film. Negli anni, infatti,
Assassini Nati – Natural Born Killers ha dato vita a
diversi casi emulazione. Tra i più celebri tra questi vi è quello
della diciottenne Sarah Edmondson e il suo ragazzo Benjamin Darras,
i quali sembra abbiano visto il film prima di ordire una rapina
trasformatasi poi in efferato omicidio. I parenti di una delle
vittime hanno in seguito intentato una causa contro Stone. Un altro
particolare caso fu quello del diciassettenne Nathan K. Martinez,
il quale nell’ottobre del 1994 sembra avesse visto il film circa
una dozzina di volte, arrivando perfino a rasarsi i capelli per
assomigliare al protagonista. Il ragazzo, in seguito, uccise
brutalmente la matrigna e la sorellastra.
Uno dei più noti casi è però quello
relativo al massacro della Columbine High School. Passato alla
storia come uno dei più drammatici attacchi in una scuola
statunitense, questo ha in Eric Harris e Dylan Klebold i suoi due
responsabili. Questi, si scoprì in seguito, erano grandi fan del
film, e ne erano rimasti talmente tanto affascinati da averlo visto
più e più volte. In particolare, a colpirli, sembra sia stato il
vedere due spietati assassini diventare delle vere e proprie
celebrità grazie ai media. Forse in cerca della stessa notorietà, i
due arrivarono ad uccidere ben 13 persone e ferirne altre 24 prima
di esser definitivamente fermati. Tali casi non fecero altro che
far inasprire le già dure polemiche nei confronti del film.
Assassini Nati – Natural Born
Killers: il trailer e dove vedere in streaming e in TV il film
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Assassini Nati – Natural Born Killers
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Il film è infatti
disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Google Play e
Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato
5 dicembre alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Il tanto atteso adattamento di
Metal Gear Solid di Sony sembra aver acquisito
un notevole slancio a seguito della notizia che rivela
Deadline che Oscar Isaac è stato chiamato a interpretare
Solid Snake nel film di Jordan Vogt-Roberts. Il
film è attualmente in fase di sviluppo presso Sony Pictures con
Vogt-Roberts alla regia.
Il film è basato sul videogioco
Metal Gear Solid creato da Hideo
Kojima e pubblicato da Konami. La
sceneggiatura è stata scritta da Derek Connolly.
Avi Arad sta producendo. Peter
Kang è il supervisore esecutivo dello studio.
Il gioco è stato lanciato per la
prima volta su PlayStation nel 1987 e segue Snake, un soldato che
si infiltra in un impianto di armi nucleari per neutralizzare la
minaccia terroristica di Foxhound, un’unità delle forze speciali.
Il gioco ha ricevuto un’accoglienza calorosa su molti fronti, ma la
sua narrazione che ha un mood cinematografico ha sempre fatto
pensare che un adattamento cinematografico sarebbe stato
inevitabile.
L’attore aveva espresso diversi
mesi fa il suo interesse nel ruolo, ma la sua dichiarazione non era
stata presa troppo sul serio dai fan, che sanno quanto poco possano
contare le “speranze” dichiarate degli attori a fronte delle
decisioni degli studios.
Dato il programma estremamente
fitto di Isaac, una data di inizio della produzione è ancora
sconosciuta, ma il suo coinvolgimento rende questa proprietà una
priorità assoluta per lo studio, in futuro. Per quanto riguarda
Isaac, Metal Gear Solid potrebbe essere l’altro
importante franchise della sua carriera, dopo la partecipazione
alla terza trilogia di Star
Wars.
Nel prossimo futuro di Oscar Isaac ci sono Scene da un
matrimonio, con Jessica Chastain, per la
HBO e il ruolo ambitissimo di Moon Knight,
prossima serie Marvel di Disney+. Nel prossimo futuro, invece,
lo vedremo in Dune di Denis Villeneuve e in
The Card Counter di Paul
Schrader. Inoltre reciterà e produrrà l’adattamento del
fumetto Ex Machina di Brian K.
Vaughn intitolato The Great Machine e
reciterà in Francis And The Godfather di Barry
Levinson, al fianco di Jake
Gyllenhaal.
Alessandro
Genovesi, alle prese con il sequel dell’acclamato
10
giorni senza mamma, che gli aveva permesso di vincere
il “Biglietto d’oro” come film più visto in sala nell’annata
2018/2019, ripropone, stavolta sul piccolo schermo, le vicende
della famiglia Rovelli, disponibili dal 4 dicembre su Amazon Prime video.
Stavolta abbiamo una new
entry che fa la differenza: Diego Abatantuomo, il quale
veste con maestria e dolcezza i panni di un inedito Babbo Natale; a
fargli quasi da spalla un Fabio De Luigi un po’ meno
divertente di 10
giorni senza mamma, ma che comunque non perde la sua
verve.
In 10 giorni con Babbo
Natale troviamo una famiglia cresciuta (invecchiata) e
problematica: Carlo (Fabio De Luigi) è il mammo (come lo
definisce Bianca) disoccupato, Giulia (Valentina Lodovini) è
la perfetta donna in carriera mai a casa, Camilla (Angelica
Elli) è alle prese con un’adolescenza ambientalista e Tito
(Matteo Castellucci) sta attraversando una fase di
disincanto sfociata in filo-fascismo, mentre Bianca (Bianca
Usai) rimane la piccola di casa, che fa qualche osservazione di
troppo.
A fare da molla due
esigenze contrapposte, ma non inconciliabili: da un lato la
necessità di Giulia di raggiungere Stoccolma nelle feste di Natale
per un colloquio di lavoro e dall’altra quella di Carlo di non
perdere la sua famiglia; di qui la decisione di Carlo di rimettere
in moto il vecchio van dove era sbocciato il loro amore e
trascorrere il Natale tutti
insieme. Nonostante l’entusiasmo della truppa non
sia esattamente alle stelle, l’incontro di un uomo vestito da Babbo
Natale cambierà radicalmente la direzione del loro
viaggio.
Il Film è il classico racconto di Natale che però si blocca
a metà fra realtà e fantasia, forse non soffermandosi abbastanza
nell’indagine dell’una né dell’altra. Si propone di esplorare una
famiglia problematica, come lo sono tutte (chi più, chi meno) alla
ricerca di una serenità da tempo perduta.
10 giorni con Babbo
Natale è un Road Movie
È un road movie dove il lato “road” della storia non
sempre convince: a volte si impantana, rallenta, ma non per questo
non riesce nella resa dei conflitti, accentuandoli ed inasprendoli
in un climax ascendente di dissapori, di parole non dette e gesti
esagerati, alleggeriti dalla comicità esilarante e sempre
convincente di un Diego Abatantuomo straordinariamente in
parte.
Il film tocca i temi più disparati, dal razzismo al conflitto
genitori – figli, dalla disoccupazione all’elemento magico,
soffermandosi su di alcuni più di altri, peccando talvolta di poca
sostanza, poco pragmatismo.
Alessandro
Genovesi firma la regia di una commedia di
Natale che non supera, né tantomeno eguaglia i livelli
di comicità e compiutezza del capitolo precedente; tuttavia riesce
a dotare di una dimensione più spirituale e ragionata un film
leggero, che lascia col sorriso lo sguardo a volte disilluso di
chi, crescendo, ha scordato la magia del Natale.
Fuori era primavera, il film collettivo di
Gabriele Salvatores, sarà disponibile su RaiPlay
dal 10 dicembre in anteprima assoluta e andrà in onda in prima
visione su Rai3 sabato 2 gennaio 2021.
Prodotto da Indiana Production con
Rai Cinema, Fuori era primavera è un
intimo racconto degli italiani in lockdown: dalle meravigliose
piazze italiane vuote, agli eroi in prima linea nelle corsie degli
ospedali, ai balconi in festa, alle riprese domestiche. Una
testimonianza collettiva filtrata attraverso la regia e la visione
di un grande artista che,con un vero e proprio film documentario,
restituisce alla nostra futura memoria una fotografia autentica e
completa dell’Italia di oggi.
“Seguiamo l’ordine cronologico
ed emotivo degli eventi – afferma Gabriele
Salvatores – a partire da quando l’Italia
guardava alla Cina e al virus come un problema lontano, passando
per la graduale consapevolezza dell’emergenza, per arrivare
all’inizio della fase due. Al di là degli aspetti tecnici, quello
che vorrei emergesse è la sincerità di questi racconti, che siano
veri, fatti col cuore. C’è poi un altro tema che ho particolarmente
a cuore che emergerà dal racconto: la rinascita della
natura“.
Star Trek: Discovery 3 è l’attesissima terza
stagione della serie tv Star
Trek Discovery creata da Bryan Fuller
e Alex Kurtzman per il network americano della
CBS.
Star Trek: Discovery
3, quando esce e dove vederla in streaming
La stagione di Star
Trek: Discovery 3 di 13 episodi è stata presentata in
anteprima sul servizio di streamingCBS All
Accessil 15 ottobre 2020 e si è conclusa il 7 gennaio
2021. In Italia Star Trek: Discovery 3 in streaming ha
debuttato su Netflix. Star Trek: Discovery 3 in streaming
è disponibile su Paramount+
La trama di Star Trek: Discovery 3
Dopo aver viaggiato nel futuro per
proteggere i dati intelligenti della Sfera da Controllo,
un’intelligenza artificiale canaglia destinata a distruggere tutta
la vita senziente, Michael Burnham arriva nell’anno 3188 e scopre
di aver avuto successo: la vita esiste in questo futuro. Burnham si
schianta contro la nave di Cleveland “Book” Booker, un corriere che
trasporta merci rubate. Spiega che in un evento chiamato “The
Burn”, la maggior parte del dilitio della galassia (l’elemento
utilizzato dalle astronavi per viaggiare a velocità di curvatura) è
esploso, distruggendo molte astronavi inclusa la maggior parte
della Flotta Stellare.
Ora la galassia è disconnessa e non
è più governata dalla Federazione Unita dei Pianeti. Burnham aiuta
Book a proteggere il suo carico, un verme di trance in via di
estinzione che sta portando in un santuario, da altri corrieri. In
cambio, Book la porta in una stazione spaziale della Federazione
apparentemente abbandonata dove trovano Aditya Sahil, un
“collegamento con la Federazione” in attesa nella speranza che un
ufficiale della Flotta Stellare arrivi un giorno alla stazione.
Burnham gli dà un incarico di recitazione per la Flotta Stellare.
Sahil non è in grado di localizzare la USS Discovery , che stava
viaggiando nel futuro con Burnham.
Il cast di Star Trek: Discovery 3
Nel cast di Star Trek:
Discovery 3 Sonequa Martin-Greeninterpreta Michael
Burnham, primo ufficiale della Discovery ,
insieme al ritorno di Doug Jones , Anthony Rapp , Mary
Wiseman e Shazad Latif. A loro si uniscono David
Ajala e Rachael Ancheril. La stagione è stata
ordinata a febbraio 2019, con Paradise promosso a co-showrunner
insieme al co-creatore della serie Kurtzman. Hanno concluso
la seconda stagione con la Discovery che
viaggiava nel futuro, oltre la continuità esistente di Star
Trek , che ha permesso loro di esplorare un nuovo periodo
di tempo per il franchise, inclusi nuovi design e tecnologie dello
scenografo Phillip Barker. La stagione introduce i primi
personaggi di Star Trek esplicitamente non
binari e transgender, rispettivamente interpretati dagli
ospiti ricorrenti Blu del
Barrio e Ian
Alexander .
Da quando è arrivata la notizia – ad
oggi non ancora confermata ufficialmente – che Jamie Foxx tornerà a vestire i panni di
Electro in Spider-Man 3 (l’attore aveva anche
condiviso un posto sul proprio Instagram, salvo poi eliminarlo alla
velocità della luce), siamo stati bombardati da report secondo cui
il trequel introdurrà finalmente la versione live action dello
Spider-Verse.
Si vocifera che anche Tobey Maguire e
Andrew Garfield riprendano i rispettivi ruoli di
Peter Parker nel nuovo film, e la cosa sembra ora essere stata
anticipata preso da un video apparso su YouTube e condiviso da
Sony
Channel Latinoamérica. Si tratta di un canale ufficiale con
182.000 abbonati che promuove di tutto, da Hell’s Kitchen
a The Good Doctor, passando per America’s Got
Talent.
È possibile che non ci sia nulla di
ufficiale in merito a ciò che viene presentato nel video, ma
The Direct ha comunque tradotto il testo contenuto al suo
interno, il quale recita: “Chi è il tuo Spider-Man preferito?
Non devi scegliere! Nel Multiverso della Marvel, tutto può succedere. E in
Spider-Man 3, è molto probabile che li vedrai tutti. Sì, esatto! I
tre Peter Parker che salvano il mondo insieme.”
In precedenza era stato rivelato che
una grossa “bomba” in merito alla trama di Spider-Man
3 sarebbe stata confermata entro la fine dell’anno, anche
se ad oggi ancora non sappiamo di cosa potrebbe trattarsi.
Indipendentemente da ciò, il video in questione contribuisce
sicuramente a dare un po’ di credibilità in più alle voci secondo
cui la collaborazione tra Sony Pictures e Marvel Studios potrebbe
espandersi ben oltre le nostre aspettative…
Di Spider-Man
3 – che arriverà al cinema il 17 Dicembre 2021 – si
sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella
secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga
dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il
personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce).
Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori
dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe
catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle
precedenti…
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni di Peter
Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave
all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film
dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro
film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi
del MCU.
Il
MCU è pieno di zeppo di supereroi ma anche di personaggi
secondari parecchio intriganti, che si tratti di spalle, cattivi o
interessi amorosi. Tuttavia, alcuni personaggi ricevono
semplicemente più attenzione di altri, o perché sono parte
integrante di una squadra o perché sono i protagonisti di saghe a
loro dedicate.
L’universo dei supereroi esiste dal
2008 e durante la sua esistenza è riuscito a cambiare le vite dei
suoi eroi in più di un’occasione. A volte in meglio, a volte in
peggio. Tuttavia, è impossibile negare che alcuni supereroi hanno
avuto un grandissimo arco narrativo, mentre altri non sono stati
così fortunati, come sottolineato da una nuova “lista” di
Screen Rant:
1Iron Man
Alla fine, il miglior arco narrativo di un
personaggio appartiene nientemeno che a Tony Stark, ossia Iron Man.
Stark ha iniziato come un ricco playboy sbadato che di tanto in
tanto vendeva armi e annegava i suoi dispiaceri nell’alcol. Gli ci
è voluto un po’ di tempo, ma alla fine ha cambiato le cose e ha
dimostrato di essere molto più di un semplice uomo con un vestito
elegante, salvando il mondo più volte.
Si
è sistemato, ha messo su famiglia ed è uscito di scena con il botto
quando ha salvato il mondo – anzi, l’universo – da Thanos ancora
una volta. È persino riuscito a riconciliarsi in qualche modo con
suo padre, così come con Captain America.
Il MCU ha sempre raccontato di amicizie piuttosto
iconiche. Tuttavia, ci sono buone probabilità che non tutti questi
accoppiamenti sopravvivano alla
Fase 4 che partirà ufficialmente il prossimo anno con l’arrivo
di Black
Widow.CBR ha
realizzato un esclusivo video in cui vengono analizzate alcune
delle amicizie più significative dell’Universo
Cinematografico Marvel che potrebbero non durare in futuro, o
perché alcuni personaggi usciranno di scena o perché alcuni si
riveleranno essere dei cattivi.
L’analisi parte dal rapporto tra
Peter Parker/Spider-Man e Ned Leeds, una delle migliori amicizie
presenti nel
MCU. I due, da sempre migliori amici, hanno spesso lavorato
insieme dando ottimi risultati, con Ned che funge da mago della
tecnologia per conto di Peter. Tuttavia, i due potrebbero
ritrovarsi presto ad intraprendere percorsi diversi. Per molti
versi, il Ned del
MCU è un sostituto di Harry Osborn, mentre per altri assomiglia
all’amico di Miles Morales, Ganke Lee. È qui che le cose si fanno
interessanti: nei fumetti, Ned Leeds assume il ruolo di Hobgoblin,
uno dei cattivi più pericolosi di Spider-Man. In quanto tale, il
Ned del
MCU potrebbe finire per diventare un cattivo in futuro.
Di seguito il video che analizza
quali amicizie potrebbero finire nella
Fase 4 del
MCU, tra cui quella tra Rocket e Groot, Carol Danvers/Captain
Marvel e Nick Fury, e tante, tante
altre…
Il futuro del MCU dopo gli eventi di Avengers: Endgame
Dopo gli eventi di Avengers:
Endgame, non è ancora del tutto chiaro quale forma
prenderà la prossima fase dell’Universo
Cinematografico Marvel. Sebbene ci siano buone possibilità che
i personaggi che la Disney ha acquisito dalla Fox arriveranno molto
presto sul grande schermo, non ci sono ancora informazioni concrete
su quando o come potrebbe accadere. Allo stato attuale, ci sono
molte potenziali direzioni che il
MCU potrebbe prendere in futuro, anche se resta da vedere
esattamente quale sarà quella definitiva.
Nonostante la Snyder
Cut di Justice
League contenga già numerose sorprese per tutti i fan
di Zack Snyder, il ritorno del Joker di Jared Leto è sicuramente uno degli aspetti più
intriganti della nuova versione del cinecomic DC. Definire il Joker
di Leto divisivo, vorrebbe dire usare un mero eufemismo. In molti
credevano che l’attore avrebbe offerto una performance che avrebbe
in qualche modo “omaggiato” il lavoro di Heath Ledger, ma alla fine la versione del
Joker di Leto si è rivelata molto diversa da quella dell’attore
scomparso prematuramente.
Come molti hanno sottolineato negli
anni trascorsi dall’uscita di Suicide
Squad, il Joker di Leto è stato in qualche modo la
versione “Hot Topic” del personaggio, con tanto di vestiti
attillati, capelli lisci, gioielli ingombranti e tatuaggi.
Probabilmente, il premio Oscar non avrà avuto alcuna voce in
capitolo riguardo al look del supercriminale; ciò che invece è
stata quasi esclusivamente una sua responsabilità è
l’interpretazione del personaggio, anche se non è da escludere che
i numerosi problemi che hanno caratterizzato la produzione del
cinecomic possano aver in qualche modo inficiato la sua
performance.
Tuttavia, sono passati quattro anni
da quando il Joker di Jared Leto è apparso sullo schermo, e
quelli che hanno apprezzato la sua interpretazione sono ansiosi di
vedere l’attore tornare nei panni del personaggio. Allo stesso
tempo, i suoi detrattori sono curiosi di scoprire se Snyder sarà in
grado di fornire un’iterazione migliore dell’iconico villain.
Perché tutti parlano del Joker di
Leto nella Snyder Cut di Justice League?
Di tutti gli
aspetti confermati del taglio di Justice
League ad opera di Zack Snyder, quello che ha maggiormente
attirato l’attenzione sui social media negli ultimi tempi (come
confermato anche da un recente studio) è stato proprio il
ritorno del Joker di Leto. Sebbene possa sembrare strano, ci sono
alcune ragioni piuttosto logiche dietro questa curiosità così
spasmodica. In primis, si tratta di un’aggiunta completamente nuova
al film, non avendo avuto il Joker alcun ruolo nella versione
cinematografica di Joss Whedon. Un altro fattore da
considerare è che, al di là di quanto sia stata divisiva la
performance di Leto, il Joker, in qualità di personaggio, è e sarà
sempre motivo di grande interesse e dibattito. Di conseguenza,
l’aggiunta del Clown Principe del Crimine a qualsiasi film DC lo
rende automaticamente un progetto di altissimo profilo.
Inoltre, è risaputo
che i fan non hanno mai avuto modo di verificare la totalità di ciò
che Leto e il regista David Ayer avevano in mente per la loro
versione del Joker, poiché gran parte delle scene di Leto sono
state tagliate dal montaggio finale a causa delle pressanti
ingerenze della Warner Bros. Resta da vedere se una Ayer Cut di Suicide
Squad vedrà mai la luce. Tuttavia, c’è la possibilità
che la versione del Joker di Leto ad opera di Snyder possa
incorporare alcune delle cose rimosse in passato dal cinecomic del
2016, se non altro per migliorare la caratterizzazione del
personaggio a livello complessivo.
Infine, c’è
parecchio interesse tra i fan della DC riguardo alla presenza del
Joker in Justice
League a causa del fatto che la versione di Jared Leto non sembra adattarsi logicamente ai
piani di Zack Snyder per il suo taglio. È una sorta di
jolly rispetto alla storia che tutti conosciamo, e questo è
sicuramente un fattore eccitante, anche per chi non ha mai
particolarmente apprezzato il ritratto dell’attore in Suicide
Squad.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
La Paramount ha affermato che un
quarto film della saga de Il Padrino è una possibilità. Negli ultimi
mesi si è tornato a parlare della celebre trilogia in seguito alla
notizia della distribuzione della Director’s Cut de Il Padrino – Parte III, che uscirà
alla fine del mese di dicembre con il titolo “Mario Puzo’s The
Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone”. Secondo
Diane Keaton, a cui non era piaciuta la conclusione
originale della trilogia, il nuovo taglio ha migliorato
notevolmente il film.
Nel 1990, all’epoca della sua uscita
in sala, Il Padrino – Parte III è stato accolto in
maniera negativa rispetto ai primi due capitoli, da sempre
considerati due dei migliori film della storia del cienma. Francis Ford Coppola ha iniziato a lavorare
sulla Director’s Cut all’inizio di quest’anno, un lavoro più o meno
simile a quanto già fatto in passarto con Apocalypse Now
Redux. Secondo quanto riportato, la nuova versione del film
sarà corredata da un nuovo inizio, un nuovo finale e anche da una
serie di riprese alternative di alcune scene, oltre a nuovi spunti
musicali.
Adesso, in una
dichiarazione ufficialmente rilasciata al
New York Times, la Paramount Pictures ha affermato che un
quarto capitolo de Il Padrino è una possibilità. Lo studio ha
specificato che la decisione di dare o meno il via libera ad un
nuovo film dipenderà dall’arrivo nelle loro mani della “storia
giusta”. In passato, Coppola si era sempre dichiarato
contrario ad un nuovo eventuale capitolo. Tuttavia, la decisione
finale spetta comunque alla Paramount, in possesso dei diritti
sulla saga.
“Sebbene non ci siano piani
imminenti per un altro film nella saga de Il Padrino, dato il
potere duraturo della sua eredità, rimane una possibilità qualora
venisse fuori la storia giusta”, questa la dichiarazione
ufficiale della Paramount.
I progetti in cantiere legati alla saga de Il Padrino
Attualmente, ci sono diversi
progetti in lavorazione incentrati sul making of de
Il Padrino. Tra questi, figura anche Francis and The Godfather con Oscar Isaac e Jake Gyllenhaal, che racconterà proprio della
realizzazione del film e del conflittuale rapporto tra Coppola e il
produttore Robert Evans. Il film, che sarà diretto da Barry
Levinson, si concentrerà infatti sulle battaglie
leggendarie e selvagge che hanno portato alla realizzazione del
classico del 1972.
Mark Ruffalo ha condiviso una nota contenente
alcuni spoiler relativi ad Avengers:
Infinity War, incluso il colpo di scena finale.
Conosciuto per aver involontariamente rivelato dettagli top secret
sulle trame dei film dei Marvel Studios, una volta Ruffalo
arrivò persino a trasmettere in live streaming i primi minuti di
Thor:
Ragnarok.
Nonostante Kevin Feige e il suo team amino pianificare con
largo anticipo le varie fase del loro universo condiviso, nel corso
degli anni hanno anche fatto un ottimo lavoro nel cercare di
mantenere segreti alcuni punti delle trame dei loro film, per non
rovinare la sorpresa ai fan e agli spettatori. Se si considera
l’interesse – spesso morboso – che esiste nei confronti del MCU e
l’era social in cui viviamo (dove il rischio spoiler è quasi sempre
elevatissimo!), si tratta di un’impresa davvero incredibile.
Tuttavia, i Marvel Studios hanno spesso dovuto tenere d’occhio
alcuni dei membri del cast dei loro film, che spesso si sono
lasciato sfuggire dettagli considerati assolutamente top
secret.
Ora che la Saga dell’Infinito è
giunta al termine, Mark Ruffalo può tirare un sospiro di sollievo
e parlare liberamente dei grandi momenti del MCU, inclusi quelli
più recenti, che hanno rappresentato un enorme cambiamento
all’interno della narrativa del franchise. Attraverso il suo
account
Twitter, l’attore ha condiviso uno screenshot di una nota
salvata sul suo telefono che elenca alcuni grossi spoiler che –
probabilmente – aveva appuntato come promemoria: tra questi, figura
anche il finale di Avengers:
Infinity War, in cui Thanos ha fatto fuori metà della popolazione
mondiale.
Mark Ruffalo e il “problema” degli spoiler nel MCU
Le altre due voci segnate da Ruffalo
nella nota fanno riferimento a Thor:
Ragnarok e ad Avengers:
Endgame. La frase “Being a friend from work”
si riferisce alla scena in cui Thor ritrova Hulk nella Battaglia
dei Campioni ospitata dal Gran Maestro Sakaar. La cosa interessante
è che, tecnicamente, non si tratta di uno spoiler, dal momento che
quella scena faceva parte del marketing del film ed era
presente in numerosi trailer e spot tv.
Gli emoji dei taco, invece, fanno
riferimento la scena in cui Smart Hulk ha distribuito i taco ad
Ant-Man dopo che il suo cibo è stato spazzato dal vento dopo
l’arrivo del Benatar al quartier generale degli Avengers. Non si
tratta di uno spoiler così grande; tuttavia, è un dettaglio che è
stato comunque tenuto nascosto, dal momento che tutto ciò che
riguardava Smart Hulk era considerato “spoiler”.
Joe Manganiello non è mai riuscito a lasciare
un segno indelebile nei panni di Slade Wilson/Deathstroke,
apparendo nei panni del personaggio soltanto in una breve scena
post-credits della versione cinematografica di Justice
League. Tuttavia, si spera che la
Snyder Cut, in cui l’ex star di True Blood
tornerà nei panni del letale mercenario, possa finalmente rendere
giustizia al ruolo.
Prima di essere scelto come
interprete di Deathstroke, Manganiello è stato uno dei principali
contendenti al ruolo di Superman ne
L’uomo d’acciaio (sempre diretto da
Zack Snyder), ma è stato costretto a ritirarsi dalla
“corsa” a causa dei suoi impegni con la serie True Blood.
Durante una nuova intervista con Light
Cast (via
CBM), l’attore ha parlato proprio della mancata possibilità di
indossare l’iconico costume rosso e blu.
“Non mi piace soffermarmi troppo
su cose che non sono accadute”, ha dichiarato Joe Manganiello quando gli viene chiesto se
cova ancora del risentimento per aver perso il ruolo. “Cosa
puoi farci? Sono stato legato per 6 anni ad uno show televisivo…
quello era il mio lavoro.”
Tuttavia, qualcosa
di buono è comunque venuto fuori da quell’incontro con Snyder,
perché alla fine Manganiello è stato scelto come interprete di
Deathstroke nel DCEU. Il personaggio avrebbe dovuto figurare come
villain principale del Batman di Ben Affleck, progetto poi naufragato e passato
nelle mani di Matt Reeves (che lo ha reso l’attesissimo
The
Batman che arriverà al cinema nel 2022).
Ciononostante,
Joe Manganiello ha anticipato che potrebbe
esserci qualcos’altro in lavorazione per il personaggio, oltre alla
sua imminente apparizione nella
Snyder Cut di Justice
League. L’attore si è rifiutato di scendere nei
particolari, limitandosi a dire che che lui e
Zack Snyder hanno in serbo delle cose davvero
interessanti e molto divertenti.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Dafne Keen, la giovane star di Logan
– The Wolverine, ha rivelato che, prima
dell’acquisizione da parte della Disney, la Fox aveva dei piani per
un potenziale spin-off incentrato su X-23. Keen è attualmente la
protagonista della serie HBO
His Dark Materials – Queste oscure materie, adattamento
della trilogia letteraria di successo di Philip Pullman, in cui è
presente anche il padre dell’attrice, Will Keen, meglio conosciuto
per aver interpretato Michael Adeane in The
Crown.
Dafne Keen ha interpretato Laura/X-23 nell’ultimo film in cui
Hugh Jackman ha interpretato l’iconico Wolverine. La
giovane attrice ha quasi rubato la scena alla star australiana,
prestando la giusta dose di rabbia ed emozione al ruolo del clone
mutante di Logan.
Proprio in base alla forza di
quella performance, erano in molti a pensare che Dafne Keen sarebbe ancora apparsa sul grande
schermo. Tuttavia, quei piani sono stati ufficialmente sospesi dopo
l’acquisizione della Fox da parte della Disney, che messo la parola
fine all’universo cinematografico degli X-Men conosciuto fino a
quel momento. La stessa Keen ha dichiarato di essere pronta a
riprendere il ruolo di X-23 quando i mutanti verranno finalmente
introdotti nell’Universo Cinematografico Marvel. Nonostante la Marvel non
abbia ancora rivelato i suoi piani in merito ai personaggi, è quasi
certo che quando il franchise verrà riavviato ci saranno nuovi
attori ad interpretare i celebri mutanti.
Ora, Dafne Keen ha rivelato che c’erano davvero dei
piani per un sequel di Logan
– The Wolverine incentrato su X-23; o almeno, questo è
quello che le era stato riferito durante la produzione del film.
Parlando con
Elle in occasione della promozione della seconda stagione di
His
Dark Materials, Keen ha spiegato che, dopo essere stata
informata sulla possibilità di un eventuale sequel, non è stata più
contattata da nessuno. La giovane attrice ha però dichiarato che,
dal suo punto di vista, la storia di X-23 non si è ancora conclusa,
e che ci sarebbe molto altro da raccontare, sottolineando che
sarebbe disposta a tornare nei panni del personaggio per il
MCU.
“Mi era stato detto da alcune
persone alla Fox che forse ci sarebbe stato un altro film. Ma
questo è stato molto tempo fa, quando stavamo girando. Non mi hanno
mai più contattata”, ha spiegato l’attrice. “Mi sento come
se la storia di X-23 fosse solo all’inizio. C’è ancora tanto da
dire: è come una staffetta. Io sono entrato in gioco quando aveva
già scritto e fatto la pre-produzione, quando avevano già deciso di
fare il film. Quindi, non appena diranno: ‘Andiamo!’, io ci
sarò.”
Tutto quello che sappiamo su Logan – The Wolverine
Logan
– The Wolverine è stato universalmente acclamato come
il migliore adattamento dedicato al singolo personaggio e in
generale il miglior film sugliX-Men mai
visto al cinema. Il film ha debuttato al Festival di Berlino ed è
stato nominato agli Oscar per la migliore sceneggiatura adattata,
primo cinecomic a raggiungere tale livello di riconoscimento
dall’industria.
A sei anni dal suo ultimo film,
L’Amore Bugiardo – Gone Girl, David
Fincher si siede di nuovo sulla sedia di regia e regala al
mondo
Mank, la sua undicesima fatica disponibile
direttamente su Netflix a partire dal 4 dicembre 2020. Ed è paradosso
che un lavoro del genere, di tale scopo e grandezza, arrivi
direttamente sulla piattaforma, confinato sugli schermi di casa o,
peggio, dei pc degli abbonati. Certo, Fincher ha un rapporto
privilegiato con il colosso dello streaming, alla luce della sua
produzione seriale, eppure come Martin Scorsese,
che ha trovato spazio solo su Netflix per il suo The Irishman, così il regista di
Seven ha trovato il suo spazio per raccontare la
sua storia.
Mank è il
nomignolo di Herman J. Mankiewicz, brillante
sceneggiatore e personaggio scomodo, alcolista e avversario del
golden boy di Hollywood, quell’Orson Welles a cui,
a soli 24 anni, la RKO offrì carta bianca per realizzare il suo
debutto al cinema, Quarto Potere. Il film
ripercorre il processo creativo di Mankiewicz per realizzare la
sceneggiatura che conquistò il premio Oscar nel 1942. Il lavoro di
Fincher, che si avvale di una sceneggiatura firmata dal padre
Jack Fincher molti anni fa e che lui ha certamente
rimaneggiato pur non comparendo nel credits, non si può assimilare
né al biopic su Mank, né al racconto del making of del più grande
film della storia del cinema.
Ficher racconta il presente
attraverso la contemporaneità di Mank
Ammantando la
storia che vuole raccontare di nostalgia, David
Fincher utilizza lo spazio del film per mettere in scena
il suo Paese, le difficoltà che esso affronta sia da un punto di
vista politico sia da quello dell’informazione, attraverso un
lavoro che percorre tanti punti di vista, tanti personaggi, tante
situazioni, scegliendo la forma del flashback per giustificare e
raccontare qual è il mondo, la Hollywood nella quale Mank stesso
vive a dalla quale attinge il materiale che riverserà nella storia
di Charles Foster Kane. Le writers room, la crisi
economiche, le elezioni in California, la nube che si addensa
sull’Europa, William Randolph Hearst (magnate
della comunicazione su cui varrà modellato il Kane immaginario), la
dolce Marion Davies, l’alcol, la devozione di e
per Sara, ma soprattutto l’impossibilità di tacere qualsiasi
pensiero, anche il più scomodo, che passa per la testa del
protagonista.
L’humus in cui prospera
Mankiewicz è ricchissimo e David
Fincher lo racconta con un occhio clinico, mai schierato,
sebbene venga il sospetto, a vedere confronti aspri tra il
protagonista e il bimbo prodigio, che l’ago del regista penda dalla
parte del primo. Tuttavia non viene mai messa in scena solo la sua
voce, ma un insieme di punti di vista, di personaggi, che danno
spessore alla storia, rendendola viscosa da attraversare.
Gli omaggi a Quarto
Potere si sprecano, nelle inquadrature, nelle scelte
estetiche, nella disposizione degli oggetti in scena, tuttavia il
vero punto di contatto tra Mank
e il film del 1941 sembra essere il forte parallelismo costruito
tra la mente di Mank stesso e la misteriosa
Rosabella. La funzione dello slittino di Kane, quell’oggetto
misterioso che dà il via alla narrazione e che in qualche modo
contiene la soluzione dell’enigma sulla vera natura e identità del
protagonista del film di Welles, è la stessa che per Fincher ha la
mente del protagonista, intorno alla quale si costruisce una storia
polifonica, rivolta all’attualità, al mondo in cui vive il regista
di Denver. In questo parallelo si esplica al meglio l’amore per il
cinema thriller che ha Fincher e che in più di un’occasione ha
declinato nelle maniere più differenti nei suoi racconti per il
grande schermo.
La dicotomia tra racconto
contemporaneo e ricostruzione storica si rivela anche nello stile
che Fincher adotta per raccontare. La fotografia in bianco e nero,
le lenti scelte per inquadrare i suoi attori, le angolazioni, i
costumi, persino la ricostruzione musicale certosina dei soliti
ottimi Trent Reznor e Atticus Ross ci raccontano
un film girato 80 anni fa. Di contrasto le interpretazioni, le
battute affilate, i concetti che il film mette in scena sono
modernissimi e ne svelano l’effettiva contemporaneità. In
particolare le interpretazioni di Gary Oldman,
Amanda Seyfried, Lily Collins, Tuppence
Middleton,Tom Burke e di tutto il
cast del film regalano uno spessore e una polifonia di punti di
vista degni del miglior racconto corale.
Il lavoro svolto sull’immagine, che
sfarfalla e gracchia, è un messaggio d’amore profondo ad un
immaginario che non esiste più, tanto potente e attuale proprio
perché sarà fruito su schermi piccoli, casalinghi. Mank
è dunque un film che potrebbe rappresentare un vero e proprio
spartiacque per il futuro della sala, di fronte ad una situazione
contemporanea in cui l’istituzione stessa del cinema è messa in
pericolo.
Il grande cinema su
Netflix
Da un punto di vista distributivo,
Mank
è la prosecuzione di un lavoro organico e continuo che Netflix ha
cominciato ormai più di un paio di anni fa con Roma di Alfonso Cuaron, e che
ha portato avanti con grande successo con titoli del calibro del
citato The Irishman, ma anche Storia di un matrimonio e il recente Il processo ai Chicago 7. La casa del grande
cinema resta la sala, sicuramente, ma la piattaforma si offre
sempre più come un porto franco per quei cineasti che non si
piegano alle logiche degli studios, quelle figure ormai eroiche non
vogliono assoggettarsi alla logica che “l’unica vera star è Leo il
leone” (come dice in Mank un rampante
Louis B. Mayer riferendosi al logo della MGM),
quegli artisti del nostro tempo che vogliono ancora il loro spazio
per raccontare la contemporaneità, attraverso la propria lente.
Il decennio del 2010 era stato
inaugurato da David Fincher con uno dei migliori
film del cinema contemporaneo, The Social Network,
che ancora oggi dice moltissimo del mondo in cui viviamo. In
apertura del nuovo decennio, Fincher prova di nuovo a regalarci un
titolo che potrebbe accompagnarci per i prossimi dieci anni,
un’altra opera attuale, ricca, intelligente e personale.
Considerato uno dei migliori film
del suo decennio, Tra le
nuvole è, insieme a Juno, il più
noto tra i lungometraggi del regista Jason
Reitman. Questo venne portato in sala a partire dal 2009,
dopo essere stato presentato in anteprima al Toronto International
Film Festival e al Festival Internazionale del Film di Roma.
Affermatosi da subito come un grande successo, questo è incentrato
sul personaggio di Ryan Bingham, cinico manager costantemente in
viaggio, il quale non sembra avere neanche un briciolo di una vita
“stabile”. Tra commedia e grandi sentimenti, si snoda così la sua
storia, particolarmente coinvolgente.
Quanto narrato nel film è tratto
dall’omonimo romanzo del 2001 scritto da Walter
Kirn. Questi raccontò di aver ideato la storia in seguito
all’incontro con alcuni “tagliatori di teste”, la professione
svolta dal protagonista. Diventato un caso editoriale, il libro
finì nelle mani di Reitman solo qualche anno dopo. Rimastone
affascinato, questi decise di acquisire i diritti dell’opera con
l’intenzione di dar vita ad una trasposizione per il cinema.
Avvalendosi di un grande cast di interpreti, questa è infine
diventata film, il quale ha poi ottenuto alcuni dei maggiori
riconoscimenti dell’industria americana.
Costato appena 25 milioni di
dollari, Tra le nuvole è infatti arrivato ad incassarne
ben 166 in tutto il mondo. Tale successo ha permesso al film di
acquisire una particolare attenzione, divenendo poi uno dei
maggiori contendenti alla stagione dei premi. Ai premi Oscar, il
film ha infatti ricevuto ben 6 nomination, tra cui miglior film,
miglior regia e miglior attore protagonista. Proseguendo qui nella
lettura, sarà possibile scoprire alcune tra le principali curiosità
legate al film, molte delle quali legate al cast, come anche le
frasi più celebri e le piattaforme dove poter vedere il film in
streaming.
Tra le nuvole: la trama del
film
Protagonista del film è Ryan
Bingham, il cui lavoro è quello di occuparsi del licenziamento di
dipendenti, operando sull’intero territorio statunitense. Per
questo motivo, egli si trova a viaggiare di continuo, attraversando
ogni aeroporto esistente nel paese. La sua vita è così tutt’altro
che stabile, essendo privo di affetti e di una fissa dimora.
L’unico legame affettivo è quello che ha con le due sorelle, che
vede però naturalmente soltanto poche volte all’anno. Ogni tanto,
egli si concede fugaci avventure di una notte, come quella avuta
con la bella Alex, incontrata nell’albergo di Dallas in cui si
trovava a soggiornare. Con quest’ultima nasce però un’alchimia
nuova, che spinge Ryan a voler rincontrare la donna.
A spezzare la sua routine ci pensa
però il suo superiore, Craig Gregory, il quale richiamandolo nella
sede principale gli comunica delle sconvolgenti novità. La nuova
neoassunta Natalie, laureata e brillante nelle intuizioni, ha
infatti avuto l’idea di far risparmiare alla compagnia milioni di
dollari semplicemente comunicando dei licenziamenti attraverso
videochiamata. Per Ryan ciò significa però addio voli, addio
viaggio e addio vita lontano da ogni altra cosa che egli considera
un problema. Egli decide allora di opporsi, invitando Natalie a
seguirlo durante i suoi viaggi. Attraverso questi, le loro due
generazioni si troveranno a scontrarsi, andando incontro alla
necessità del rapporto umano, specialmente nei difficili casi di
licenziamento.
UP IN THE AIR
Tra le nuvole: il cast del
film
Per dar vita ad un personaggio
controverso come quello di Ryan, che di professione licenzia le
persone, il regista dichiarò di aver avuto la necessità di affidare
tale ruolo ad un attore ricco di fascino e carisma, che potesse
rendere simpatico anche il personaggio più sgradevole. Per Reitman,
dunque, la prima scelta fu il premio Oscar George
Clooney, che si disse lieto di accettare. Per
prepararsi alla parte, l’attore si documentò a lungo sul tipo di
lavoro svolto dal suo protagonista, ricercando una routine per
potersi calare in quella mentalità. L’attore richiese inoltre di
far entrare gli abiti per lui previsti per il film nella valigia
che egli porta sempre dietro con sé nel film. Questo dettaglio gli
permise di trovarsi a dover gestire un numero limitato di
indumenti, calandosi così ulteriormente nella scomodità vissuta dal
personaggio.
Anche il ruolo della brillante
Natalie è stato scritto pensando ad un’attrice in particolare. Si
tratta di Anna
Kendrick, che il regista disse di aver particolarmente
apprezzato nel film Rocket Science. Grazie a Tra le
nuvole, l’attrice ebbe modo di confermare la propria
popolarità, ottenendo anche una nomination agli Oscar come miglior
attrice non protagonista. Nelle stessa categoria venne candidata
anche Vera
Farmiga, qui presente nei panni dell’affascinante
Alex. L’attore Jason
Bateman, oggi noto per la serie Ozark, è
invece l’interprete di Craig Gregory, il superiore di Ryan. Il
premio Oscar J. K.
Simmons è invece presente nel ruolo di Bob, uno dei
dipendenti licenziati dal protagonista. Sam
Elliott è invece il pilota di aerei Maynard Finch.
Tra le nuvole: le frasi, il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Tra le nuvole grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Il film è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Infinity, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il
giorno giovedì 3 dicembre alle ore
21:15 sul canale Nove.
Nel film sono inoltre presenti
diverse frasi oggi entrate a far parte dell’immaginario comune. Si
tratta di battute e affermazioni che descrivono alla perfezione non
solo il contesto in cui si svolge la storia ma anche i protagonisti
che le pronunciano. Di seguito si riportano le più belle e più
importanti del film.
Stasera molti, rientrando a casa, saranno salutati da cani
saltellanti e figli che strillano; il loro coniuge chiederà “com’è
andata la giornata” e stasera si addormenteranno. Le stelle
usciranno discrete dai loro nascondigli diurni. E una di quelle
luci, appena più luminosa delle altre… sarà l’ala del mio aereo che
passa. (Ryan Bingham)
Se tu ripensi ai ricordi più belli, ai momenti più
importanti della tua vita, eri forse da solo? La vita è più bella
in compagnia. (Ryan Bingham)
Le cose che tutti odiano del viaggiare: l’aria riciclata,
la luce artificiale, i distributori automatici di succhi di frutta,
il sushi scadente sono calde reminiscenze che io sono a casa.
(Ryan Bingham)
Più lentamente si vive più velocemente si muore: non siamo
cicogne zoppe, siamo squali! (Ryan Bingham)
La Warner Bros ha
deciso che tutti i suoi film in uscita nel 2021 arriveranno
direttamente su HBO Max e in contemporanea in sala, così
come accade a Wonder Woman 1984. Lo studio di
Burbank, con sede in California, sta spostando la sua intera lista
di uscite del 2021 su HBO Max in base al mese di uscita previsto.
Dopo il periodo di accesso di un mese sulla piattaforma HBO Max a
livello nazionale, ogni film lascerà la piattaforma e continuerà la
sua vita nelle sale negli Stati Uniti e nei territori
internazionali, con tutte le finestre di distribuzione abituali che
si applicano al titolo.
I film interessati sono: The
Little Things, Judas and the Black
Messiah, Tom & Jerry, Godzilla vs.
Kong, Mortal Kombat, Those Who Wish Me Dead, The
Conjuring: The Devil Made Me Do It, In The Heights, Space Jam: A
New Legacy, The Suicide Squad, Reminiscence, Malignant,
Dune,
The Many Saints of Newark, King Richard, Cry Macho e
Matrix 4.
Il comunicato ufficiale recita: “Il
modello ibrido è stato creato come risposta strategica all’impatto
della pandemia globale in corso”. I cinema non sono propensi ad
essere completamente soddisfatti di questo e sarà interessante
vedere quanto faranno pagare un biglietto per i film Warner Bros.
Il rischio preso con Tenet ha evidentemente spaventato lo
studio.
Cosa succederà con la distribuzione
italiana non lo sappiamo ancora, tuttavia la scelta Warner, seppure
si comprende da un punto di vista commerciale, resta un brutto
precedente per il futuro della sala post-pandemia.
Esattamente puntuale per la stagione
natalizia, arriva Fata madrina cercasi
(Godmothered) il nuovo film originale Disney+ diretto da Sharon
Maguire che offre uno sguardo nuovo, moderno, femminista
sul concetto di “happily ever after”, ovvero il “per sempre felici
e contenti”.
Il film, dalla trama semplice e le
intenzioni pure, è la storia di Eleanor (la Jillian
Bell già protagonista di Brittany non si ferma più), una
giovane e inesperta fata madrina in formazione che, dopo aver
sentito che la professione da lei scelta rischia l’estinzione,
decide di mostrare al mondo che le persone hanno ancora bisogno di
queste figure tradizionalmente buone e propizie. L’intero mondo
delle Fate Madrine è infatti a rischio conversione in Fatine dei
denti, ma lei non ci sta. Dopo aver trovato una lettera smarrita di
una bambina di 10 anni in difficoltà, Eleanor la rintraccia e
scopre che la bambina in questione, Mackenzie, è ora una mamma
single di 40 anni (Isla
Fisher) che lavora in un notiziario di Boston. Aveva
trovato una lettera molto vecchia, la cui destinataria, nel
frattempo, aveva già avuto la sua vita o almeno aveva già
cominciato a vivere pienamente, anche se con qualche difficoltà.
L’intento di Eleanor, una volta fattasi accettare da Mackenzie, è
quello di regalare alla donna tutto ciò che serve per ottenere il
suo “felice e contenta”, tuttavia l’aspirante fata madrina non ha
fatto i conti con la vita vera, e con quello che succede quando le
cose non vanno esattamente secondo i piani.
Scritto da Kari
Granlund e Melissa Stack, Fata
madrina cercasi è un feel-good movie, perfetto per
l’atmosfera serena e un po’ pigra delle vacanze di Natale, che però
riesce a raccontare la fiaba classica della principessa che trova
la felicità in una chiave moderna e realistica, senza bisogno di un
principe azzurro e di una carrozza nuziale che si allontana verso
il tramonto, in chiusura.
Fata madrina cercasi offre un’alternativa al classico
“per sempre felici e contenti”
Con un cast e una
crew quasi completamente al femminile, Fata madrina
cercasi cerca di rintracciare nell’autonomia di una donna
moderna il suo scopo, la sua felicità. È così che mentre gli sforzi
di Eleanor sono rivolti a cercare un consono principe azzurro per
Mackenzie, la donna è presa soprattutto dalle figlie, dalla sorella
e dal lavoro, senza dare troppo peso a una eventuale relazione
romantica.
Così Eleanor capisce che il suo
scopo non è quello di lavorare secondo la tradizione che il suo
mestiere richiede, ma semplicemente quello di sbloccare una
situazione di felicità in latenza. Tutte le donne protagoniste del
film vivono un momento di stasi, e l’arrivo goffo, travolgente e
divertente di Eleanor porterà scompiglio e un nuovo ordine,
costringendo le protagoniste a guardare la vita da un’altra
prospettiva, mettendo loro a portata di mano la vera felicità, pur
essendone lei stessa inconsapevole.
Il film Disney+ offre quindi delle versioni
alternative del “e vissero per sempre felici e contenti”,
delle versioni che vanno a stimolare l’autonomia,
l’auto-affermazione delle giovani donne, perché è inevitabile che
il film si rivolga principalmente ad un pubblico femminile molto
giovane. Sembra quasi che Walt Disney stia portando avanti un
tentativo di retcon, andando a modificare il classico finale da
fiaba con principe e principessa finalmente insieme, sposi e
felici, o meglio, che stia proponendo un modello alternativo, come
già detto, che però viene presentato come più soddisfacente, più
accattivante e rock.
Anche i superpoteri subiranno una
sorta di restyling a partire dalla Fase 4 del MCU. Inoltre, l’esistenza dei mutanti – che
prima o poi verranno ufficialmente introdotti nell’universo
condiviso – solleva più di un’importante questione: cosa significa
davvero avere un’abilità sovrumana? Cosa succede quando un mutante
non vuole i suoi poteri? E se gli eroi già affermati del
MCU non avessero ottenuto i loro pot ri per pura coincidenza?
Se fosse stati dormienti nei loro geni dalla nascita? Screen
Rant ha raccolto i personaggi del
MCU che potrebbero essere mutanti da sempre:
1Ghost
Il conflitto principale di Ava
Starr, a.k.a. Ghost, è quello di non poter controllare i suoi
poteri – proprio come Rogue degli X-Men -, che derivano da un
incidente quantistico. Ant-Man
and the Wasp le ha garantito la sopravvivenza, quando
Janet Van Dyne le ha donato un po’ della sua energia
quantistica.
Come con Wasp, tutte
le abilità di Ghost potrebbero essere spiegate combinando la sua
storia di origine con la rivelazione dei suoi geni mutanti, il che
può dare ad Ava Starr un futuro pieno di speranza nel
MCU.
In Thor: Love and
Thunder,
Natalie Portman farà il suo tanto atteso
ritorno nell’Universo Cinematografico Marvel nei panni di Jane Foster.
Tuttavia, vedremo un lato completamente diverso del personaggio,
dal momento che è destinata a trasformarsi nel nuovissimo – almeno
per il pubblico della sala – Mighty Thor.
È stato al Comic-Con di San Diego
dello scorso anno che la Portman è salita sul palco del padiglione
H con in mano il Mjolnir, confermando ufficialmente il suo
coinvolgimento nell’atteso nuovo film di
Taika Waititi. Da allora, ha iniziato ad allenarsi per
assicurarsi di essere nella migliore forma possibile per
interpretare la versione femminile del Dio del Tuono.
“Sembra ultraterreno”, ha
ironizzato l’attrice. “E poi mi sento veramente ignorante su
questi argomenti… su come funzionino i muscoli, su come diventino
così. Ad esempio, dove va il sangue quando usi i muscoli? Perché
sembrano così pallidi. O forse è più un problema di abbronzatura da
muratore (ride). Ha un aspetto grandioso e proprio per
questo c’è molta pressione. Sembrerò sua nonna al
confronto.”
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il
Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è
fissata invece al 11 febbraio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta
combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con
la prima Thor femmina dell’universo“.