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poche settimane dal suo completo restyling diventa ancora più
accessibile a tutti gli appassionati di intrattenimento di qualità.
Da oggi anche sui dispositivi Apple TV di quarta
generazione (Apple TV HD e Apple TV 4K) è disponibile l’app di NOW:
entrando nell’App Store è possibile scaricarla,
registrarsi e abbonarsi a uno o più Pass sul sito nowtv.it ed
iniziare a godersi l’intrattenimento allo stato
puro.
A chi possiede una Apple
TV basterà solo un click per entrare nella homepage di NOW
e navigare in modo agile e intuitivo. La disposizione grafica, in
cui dominano le sfumature di verde della nuova identità di brand, e
la suddivisione per categoria rendono immediato il percorso tra
Serie TV, Show, Cinema e Sport per raggiungere i contenuti
desiderati. Una vetrina che stimola la curiosità con i titoli del
momento e con i grandi classici.
Le novità non finiscono qui, sempre
da oggi tutta l’offerta live e on demand del servizio in streaming
di Sky è visibile sul big screen in
qualità HD mentre per coloro che accederanno ai
Pass Cinema, Entertainment e Kids da un dispositivo
mobile è ora disponibile la visione in HDin qualità 720p come già previsto per il Pass
Sport.
Entrare in NOW è
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o giornaliera. Per i nuovi iscritti è valida la possibilità di
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Contenuti e tecnologia di
qualità ancora una volta al centro del mondo
NOW in continua evoluzione per soddisfare le
esigenze dei propri clienti.
Helena Bonham Carter è una delle attrici più
famose del pianeta, tanto che nel 2009 venne messa al primo posto
delle più grandi attrici britanniche di tutti i tempi secondo la
rivista The Times. La Carter si è sempre contraddistinta
per le sue indubbie capacità recitative, ma è molto più di
questo.
Ecco dieci cose che, forse,
non sapevate di Helena Bonham Carter.
Helena Bonham Carter: film e
carriera
1. Helena Bonham Carter è
nata nel 1966. La Carter è nata il 26 maggio del 1966 a
Golders Green, a Londra. Più piccola di tre fratelli di Elena, una
psicoterapeuta e di Raymond Bonham Carter, un
banchiere. Da parte del padre discende dal Primo Ministro
Herbert H. Asquith e il suo albero genealogico
comprende anche baroni e baronesse, diplomati e registi: il prozio
della Carter, Anthony Asquit realizzò
Pigmalione (1938) e L’importanza di chiamarsi
Ernesto (1952). Il nonno da parte di madre, Eduardo
Propper de Callejon, era un diplomato spagnolo che è stato
rinosciuto Giusto tra le Nazioni da Israele, per aver
aiutato degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. La nonna da
parte di madre, Hélène Fould-Springer, proveniva
da una famiglia ebrea di origini francesi, autriache e
tedesche.
2. Helena Bonham Carter ha
avuto un’infanzia dura. Helena Bonham Carter ha avuto
un’infanzia difficile, con la madre vittima di esaurimenti nervosi
e il padre colpito da paralisi dopo un’operazione al cervello. Ha
iniziato a studiare alla South Hampstead High School e alla
Westminster School a Londra, per poi diventare scegliere la
carriera di attrice. La sua carriera inizia molto preso, nel 1979,
quando, a tredici anni, vinse il secondo posto di una competizione
nazionale di poesia e uso la vincita per fare delle foto e
partecipare al casting di Spotlight. Cominciò presto ad
avere un’agente e il suo primo lavoro attoriale fu all’età di
sedici anni per una pubblicità. Successivamente, cominciò ad
interpretare ruoli di valore come nel film per la televizione A
Pattern of Roses (1983) e nel film di James Ivory Camera
con vista (1985). Recitò poi in Lady Jane (1986) e in
tra film: Maurice (1987), per il quale non venne
accreditata, Monteriano – Dove gli angeli non osano metter
piede (1991) e Casa Howard (1992).
3. Helena Bonham Carter ha
acquisito successo con Le ali dell’amore. Per
Helena Bonham Carter gli anni ’90 sono stati importanti, in quando
l’hanno resa famosa a livello internazionale. Nel 1997 partecipa al
film Le ali dell’amore, per il quale riceve la sua prima
nomination agli Oscar per la categoria di Migliore Attrice
Protagonista, così come per i Golden Globe, i BAFTA e i SAG. Da
Le ali dell’amore planò verso il film cult di
David Fincher, Fight Club nel 1999. Nei
tardi anni ’90 ottenne numerosi ruoli per film come La teoria
del volo (1998) di Paul Greengrass, La dodicesima
notte (1996) di Trevor Nunn, La dea dell’amore (1995)
di
Woody Allen e in Frankenstein di Mary Shelley
(1994) di
Kenneth Branagh.
Nel 2013 prende parte al film
The Lone Ranger, al fianco di Johnny Depp. Nel 2015 interpreta la Fata
Madrina nel film Disney Cenerentola,
diretto da Kenneth Branagh. Nello stesso anno è nel cast
di Suffragette, al fianco di Meryl Streep e Carey Mulligan.
Helena Bonham Carter in The Crown
Nel 2019-20 entra a far
parte del cast della terza stagione di The Crown, l’acclamata serie
tv originale Netflix che racconta la storia della
famiglia reale inglese. Nella serie tv interpreta il ruolo della
principessa Margaret. Ruolo che riprenderà anche nella
quarta stagione della serie che arriverà entro la fine del
2020.
Sempre nel 2020 sarà nel cast di
Enola
Holmes, il film giallo diretto da Harry
Bradbeer e basato sul romanzo di Nancy Springer che
racconta le vicende della sorella di Sherlock Holmes. L’attrice
reciterà al fianco di Millie Bobby Brown nel ruolo di Enola
Homes e di Henry Cavill nei panni di Sherlock
Holmes. Nel 2021 presterà la sua voce per doppiare il film
d’animazione The Land of Sometimes. Sempre quest’anno sarà
nel cast della serie tv The Cleaner.
5. Helena Bonham Carter ha
conosciuto Tim Burton sul set de Il Pianeta delle Scimmie.
Lei proveniva da una relazione di ben cinque anni con
Kenneth Branagh, iniziata nel 1994 e conclusasi nel
1999 e insieme hanno trovato la complicità. Dalla loro unione sono
nati Billy Raymond Burton, nato nel 2003, e Nell Burton, nata nel
2007. Nel 2014 la coppia ha annunciato la separazione, ma sono
rimasti in ottimi rapporti.
Helena Bonham Carter hot
6. Helena Bonham Carter ha
un lato hot. Grande animalista e con la fobia dei pesci,
la Carter ha posato per un servizio fotografico in cui stava
avvinghiata a un tonno, entrambi senza veli. Questo progetto, ha
fatto parte di un programma di sensibilizzazione della Blue
Foundation Marine contro la pesca intensiva, coinvolta da
Greta Scacchi.
Helena Bonham Carter:
curiosità
7. Helena Bonham Carter è
stata respinta da King’s College della Cambridge
University. La Carter aveva fatto richiesta per essere
ammessa al King’s College, ma è stata respinta. Le motivazioni non
riguardavano i risultati dei suoi test o altri punteggi; più che
altro i dirigenti della scuola erano preoccupati che lei avrebbe
potuto abbandonare a metà del percorso per seguire la sua carriera
di attrice. Date le circostanze, Helena decise di dedicarsi
completamente alla recitazione.
8. Helena Bonham Carter ha
un passato da stilista. Nel maggio del 2006 ha lanciato
una sua linea di moda chiamata The Pantaloonies, con la designer
Samantha Sage. La loro prima collezione, chiamata Bloomin’
Bloomers, con camicie e pantaloni in stile vittoriano.
9. Helena Bonham Carter è
stata onorata a Londra. Grazie ai suoi servizi redi
all’arte drammatica, Helena Bonham Carter è stata onorata con il
titolo di Commendatore dell’Ordine dell’Impero
Britannico.
10. Helena Bonham Carter non
ha nessun social. Con tutta probabilità, Helena Bonham
Carter preferisce mantenere la sua vita privata, tanto che non
possiede nessun account social.
Da quando è bambino, Daniel
Radcliffe ha fatto parte di diverse produzioni teatrali e
cinematografiche, prima di raggiungere il successo con
l’interpretazione di Harry Potter in tutti e otto
i film della saga. Daniel è un attore versatile che si mette sempre
alla prova, alla ricerca di ruoli diversi ed interessanti. Ma la
sua vita non è stata tutta rose e fiori.
Ecco dieci cose che non sai
su Daniel Radcliffe!
Daniel Radcliffe: film e
carriera
Daniel Radcliffe è sempre stato un attore.
Daniel Radcliffe, di secondo nome Jacob, è nato il 23
luglio del 1989 a Fullham, Londra, dall’agente di casting
Marcia Gresham e dall’agente letterario Alan George Radcliffe. Suo
padre è originario dell’Irlanda del Nord e ha un background
protestante, mentre la madre è nata in Sudafrica da una famiglia
ebrea (della Lituania, Polonia, Russia e Germania). Daniel ha
iniziato da piccolo in piccole produzioni scolastiche e ha preso
parte al ruolo del giovane David Copperfield in David
Copperfield del 1999. Un paio di anni dopo, ha interpretato il
ruolo di Mark Pendel in Il sarto di Panama (2001), figlio
di Harry e Louisa Pendel (interpretati da Geoffrey
Rush e Jamie Lee Curtis).
Daniel Radcliffe non è solo Harry Potter. Nel
2005 ha preso parte alle riprese di I ragazzi di dicembre,
girato in Australia (uscito poi due anni dopo). Nel 2007 ha
partecipato a My Boy Jack, film per la televisione. Dopo
aver dato la voce a un personaggio in un episodio della serie
The Simpson nel tardo 2010, Radcliffe ha debuttato nei
panni di J. Pierrepont Finch nello spettacolo di Broadway How
to succeed in Business without really trying, ruolo
precedentemente interpretato da Robert Morse e Matthew Broderick.
Il ruolo gli ha fatto guadagnare diversi premi teatrali, tra cui il
Drama Desk Award e il Drama League Award, mentre
la produzione ha ricevuto un totale di nove nomination ai
Tony Award. Il suo primo film post- Harry Potter è stato
nel 2012 con The woman in black, adattamento della storia
di Susan Hill realizzata nel 1983. Nel 2013
interpreta il poeta americano Allen Ginsberg nel drammatico
Giovani ribelli – Kill your darlings, diretto da John
Krokidas. Ha anche fatto parte nella commedia romantica
irlandese-canadese The F World diretta da Micheal
Dowseand. Radcliffe ha anche preso parte al Noel Coward Theatre
nella dark comedy di Martin McDonaghThe
cripple of inishmaan, nel ruolo di Billy Claven, per il quale
ha vinto il WhatsOnStage Award per la Miglior
Interpretazione.
Daniel Radcliffe: tra nudo e gli
ultimi anni.
Daniel Radcliffe non nasconde le proprie
nudità. Durante gli anni in cui stava ancora girando
Harry Potter, nel 2007 Daniel Radcliffe ha deciso di
partecipare all’opera teatrale di Peter Shaffer, Equus,
che narra la storia di uno psichiatra che tenta di curare un
ragazzo con attrazione patologica per i cavalli, apparendo
completamente nudo sul palco. Comparirà poi, ancora completamente
nudo in The F World e anche in
Kill your darlings.
Daniel Radcliffe ha scelto ruoli sempre più disparati
negli ultimi anni. Dal 2015, Daniel Radcliffe ha preso
parte a molteplici ruoli, tutti diversi tra loro. Dal ruolo di Igor
in Victor – La storia segreta del dott. Frankenstein a
quello di Walter Mabry in Now you see me 2 (2016), dall’interpretazione di un
cadavere nello strambo Swiss Army Man – Un amico multiuso (2016) insieme a
Paul Dano, al ruolo di Nate Foster in Imperium (2016),
un agente della sezione antiterrorismo dell’FBI che
lavora sotto copertura, per venti mesi, in un gruppo di neonazisti
americani. nel 2017 ha interpretato se stesso in Lost in London ed
è stato Yossi Ghinsberg in Jungle e Gareth / Thomas the Tank Engine
nella serie Robot Chicken. Nel 2018 invece è stat SeanBeast of Burden – Il trafficante. Nel 2019 ha prestato la
voce a Rex Dasher in Playmobil
The Movie. Ha inoltre interpretato Miles in Guns Akimbo. Nel 2020 Daniel
Radcliffe, nell’anno della pandemia COVID-19 è stato
Tim Jenkin nel thriller di successo
Escape from Pretoria e Prince Chauncley nella
serietv Miracle Workers. Nel 2022 sarà nel cast di
Lost City of D, l’atteso film di Aaron Nee, Adam Nee nel
quale recita al fianco di
Brad Pitt e
Sandra Bullock.
Daniel Radcliffe: tra malattia e
alcolismo
Daniel Radcliffe soffre di disprassia. Daniel
Radcliffe soffre di una malattia neurologica chiamata disprassia,
che influisce sulla coordinazione e il movimento. Il cervello non
riesce a comunicare con il corpo in alcune particolari situazioni e
ciò gli provoca dei problemi, soprattutto nella scrittura. Questa
malattia è stata anche uno dei motivi tale per cui ha iniziato con
la recitazione.
Daniel Radcliffe ha avuto problemi di
alcolismo. Durante le riprese di Harry Potter,
Daniel Radcliffe ha avuto un momento decisamente no. Durante
Harry Potter e il principe
mezzosangue, nel 2007, ha avuto una relazione complicata
con l’alcool. Ne era diventato completamente dipende e questo lo
aiutava a combattere la pressione psicologica per via del suo
grande successo. Ma dopo la fine delle riprese e dell’intera saga
ha proclamato il suo divorzio con le sostanze alcoliche; una
promessa che sta mantenendo tutt’ora.
Daniel Radcliffe: tra i social e la
fidanzata
Daniel Radcliffe non ha
account social ufficiali. Daniel Radcliffe ha ammesso in
diverse interviste di non amare i social e di non avere né una
pagina né un account ufficiale Instagram. Per un semplice motivo:
mantenere la sua vita privata come tale. L’unica fonte ufficiale
che possiede è un account su Google+, in cui promuove i
suoi progetti.
Daniel Radcliffe si sta per
sposare. Pare che Daniel Radcliffe abbia recentemente
chiesto la mano alla fidanzata Erin Darke, attrice
americana conosciuta sul set di Giovani Ribelli.
Daniel Radcliffe si è
schierato pubblicamente contro l’omofobia. Daniel
Radcliffe ha partecipato a diversi progetti che promuovessero la
consapevolezza dei gay e di prevenire la depressione e/o eventuali
tentativi di suicidio adolescenziali.
Nonostante abbia raccontato una
storia in parte autoconclusiva, The Falcon and the Winter Soldier ha anche
gettato le basi per alcune nuove grandi storie che potrebbero
trovare il loro spazio all’interno del MCU.
ComicBookMovie ha raccolto 8 modi in cui il finale della serie
Disney+ ha impostato il futuro
dell’Universo Cinematografico Marvel:
Un nuovo inizio per Bucky
Barnes
Nel finale di
The Falcon and the Winter Soldier, Bucky ha completamente
fatto ammenda per le sue azioni passate come Soldato d’Inverno. Il
suo passato potrebbe ancora perseguitarlo, ma il finale della serie
lascia intendere che ora lo attende un inizio totalmente nuovo.
Bucky non sarà più perseguitato dai suoi incubi o da ciò che
l’Hydra lo ha costretto a fare in qualità di assassino,
intraprendendo un cammino nuovo di zecca come supereroe.
Non possiamo sapere dove questo
cammino lo condurrà, ma un posto al fianco di Captain America
sarebbe più che appropriato. La Marvel Comics ha spesso faticato per trovare a
Bucky una giusta collocazione dopo la fine del suo periodo come
Captain America, quindi si spera che Kevin Feige abbia qualche asso
nella manica, quindi un’idea migliore rispetto alla controparte
fumettistica. La speranza, ora, è che Sebastian Stan voglia ancora
interpretare Bucky Barnes…
Il mistero di Steve Rogers
Prima dell’uscita di
The Falcon and the Winter Soldier, i fan si aspettavano
che la serie avrebbe chiarato dove si trovasse esattamente Steve
Rogers dopo gli eventi di Avengers:
Endgame. L’ultima volta che abbiamo visto l’originale
Captain America, Steve – ormai invecchiato – aveva deciso di
tornare nel passato per poter finalmente vivere la sua vita insieme
alla sua amata Peggy Carter. Steve ha quindi ottenuto il suo lieto
fine, ma… cosa è successo dopo?
Purtroppo, la serie non ha rivelato
nulla in merito, dunque il mistero del destino del Vendicatore
persiste. Sappiamo che Chris Evans dovrebbe fare ritorno nel
MCU, quindi è probabile che ci
siano davvero dei piani per approfondire quanto accaduto a Steve
durante la sua vita con Peggy…
La missione di Zemo è finita… per
ora?
Zemo è convinto che i
supersoldati non debbano esistere. Riesce ad uccidere con successo
i rimanenti Flag-Smashers nonostante sia rinchiuso “al sicuro” nel
Raft. Le sue macchinazioni sembrano per ora terminate, ma sappiamo
quanto il Barone possa essere una figura potente anche dietro le
sbarre. Potrebbe aver perdonato Bucky, ma là fuori ci sono molti
altri individui superpotenti che continuano a causare danni molti
simili a quelli che hanno portato alla caduta di Sokovia.
Per contrastarli e usurparli, Zemo
potrebbe creare una propria squadra. Naturalmente, questa è una
mera speculazione. Tuttavia, sembrerebbe essere un passo logico per
il futuro del personaggio…
Sharon Carter è in realtà uno
Skrull?
Le azioni di Sharon Carter
in
The Falcon and the Winter Soldier non hanno molto senso,
soprattutto perché tutto quello che ha fatto nella serie non si
“addice” a come, in genere, si comporterebbe il personaggio. È
normale che fosse amareggiata dopo che il paese che ha servito le
ha voltato le spalle, ma Sharon è un personaggio molto
intelligente, dunque era consapevole di ciò che aveva fatto durante
gli eventi di Captain
America: Civil War.
Ecco perché, secondo una delle
teorie più accreditate, Sharon sarebbe in realtà uno Skrull. In
qualità di Power Broker, ha creato supersoldati che l’Impero Skrull
potrebbe usare nella sua invasione della Terra. Inoltre, Sharon ora
ha anche accesso al tipo di informazioni che possono aiutare a
rendere la loro “invasione segreta” un po’ più facile…
Nuove “spalle”
La storia di Captain
America è destinata a continuare, non solo attraverso una seconda
stagione di
The Falcon and the Winter Soldier, ma anche grazie
all’annunciato quarto capitolo del franchise. In entrambi i
progetti, potrebbero trovare nuovo spazio i personaggi di Joaquin
Torres e Eli Bradley. Nei fumetti, quest’ultimo assume il ruolo di
Patriot e diventa il leader dei Young Avengers. Torres, invece,
diventa il nuovo Falcon dopo che Sam Wilson ha preso il posto di
Steve Rogers come Captain America. Tuttavia, spesso i Marvel Studios hanno introdotto personaggi
legati ai fumetti che poi non hanno più sviluppato.
Sarebbe decisamente interessante se
quanto detto prima si traducesse anche sul grande schermo.
Purtroppo, al momento, solo Kevin Feige sa cosa c’è davvero in
serbo per questi due personaggi…
U.S. Agent
John Walker è chiaramente
ancora affetto da disturbo da stress post-traumatico e il Siero del
supersoldato è servito solo per migliorare problemi di salute
mentale che forse aveva già avuto in passato. Nonostante ciò, ha
fatto la cosa giusta entrando in azione per salvare i membri del
GRC, dimostrando di essere, in fondo, un brav’uomo e un bravo eroe.
Che poi sia davvero capace di continuare su questa linea… questo è
un altro discorso.
Il suo modo di affrontare le cose
sembra essere molto diverso da quello di Steve e di Sam, ma essendo
ormai U.S. Agent, forse è giusto che sia così. È chiaro che ci sia
uno scopo per lui nell’America di oggi, e sebbene non abbia
(ancora) uno scudo, Valentina Allegra de Fontaine sembra avere
grandi progetti per il suo Captain America. Quali potrebbero
essere? Ecco la teoria più accreditata…
Oscuri Vendicatori
Da un lato, sembra che i
Thunderbolts debutteranno presto nel MCU. Dopotutto, Thunderbolt Ross
sarebbe il candidato ideale per mettere insieme un gruppo del
genere. Dall’altro, la Contessa potrebbe mettere insieme la sua
squadra di Vendicatori – teoria che ha decisamente più senso -, e
non c’è motivo per cui ciò non possa portare a un gruppo chiamato,
nel MCU, proprio Thunderbolts.
Nome a parte, il fatto che Val (che
potrebbe anche lei essere uno Skrull!) metta insieme una nuova
squadra di supercriminali potrebbe essere molto interessante per la
Fase 4 del MCU. Potrebbero operare dalla costa
occidentale o essere introdotti come risposta del Governo a quello
che vorrebbero fossero, in realtà, i Vendicatori.
Captain America and the Winter
Soldier
The
Falcon and the Winter Soldie si conclude con un nuovo
titolo: Captain America and the Winter Soldier. È un cambiamento
appropriato e, sebbene siamo un po’ sorpresi che Bucky non abbia
ottenuto un nome diverso, apparentemente ha finalmente fatto i
conti con ciò che significava essere il Soldato d’Inverno e con ciò
che significa ora. In altre parole, sta iniziando a fare sua
quell’identità, cosa che potrebbe aprire la strada ad una seconda
stagione dello show.
Il MCU ha un nuovo Captain America
ora, destinato a essere un personaggio molto importante nella
restante Fase 4. La speranza è che possa guidare qualunque altra
iterazione degli Avengers che arriverà in futuro.
Chris Hemsworth è
uno degli attori più amati del pianeta. Australiano,
intraprendente, meticoloso ma anche piacente, muscoloso e di gran
simpatia, Chris Hemsworth ha conquistato larga
parte del pubblico mondiale. Il suo successo è certamente dovuto
all’aver interpretato il personaggio Marvel di Thor,
ma non solo.
Ecco dieci cose che, forse,
non sapevate su Chris Hemsworth.
Chris Hemsworth: film e
carriera
1. Chris Hemsworth è
australiano. Christopher Hemsworth è nato l’11 agosto del
1983 a Melbourne, in Australia, da Leonie,
un’insegnante d’inglese e da Craig Hemsworth, un
amministratore dei servizi sociali. È secondo di tre fratelli, più
giovane di Luke e più grande di Liam, entrambi attori noti tra il piccolo e il
grande schermo. Ha origini tedesche, irlandesi, inglesi, scozzesi e
olandesi. Chris ha visto poco del territorio nella sua infanzia,
dopo che la sua famiglia di è trasferita al Nother Territory e
prima che finalmente tutti e cinque si stabilissero a Philip
Island, nel sud di Melbourne.
2. Chris Hemsworth ha
cominciato a recitare in alcune serie televisive. Chris
Hemsworth ha iniziato a recitare nel 2002 in alcune serie
televisive come Neightbours, Marshall Law, Ginevra Jones e
The Saddle Club. Nel 2004 aveva fatto un provino,
rivelatosi poi fallimentare, per la soap Home and Away:
tuttavia, fu richiamato per il ruolo di Kim Hyde che ha
interpretato fino al 2007. Nel 2006 ha partecipato a Ballando
con le stelle, esibendosi con la ballerina Abbey Ross, uscendo
dal programma, causa eliminazione, dopo 6 settimane.
3. La prima apparizione
hollywoodiana di Chris Hemswort è nel 2009. In quell’anno
Chris debutta ad Hollywood con Star Trek. Nello stesso
anno fa parte del cast del film A perfect getaway – Una
perfetta via di fuga, mentre l’anno successivo lo si vede in
Cash Game – Paga o muori. Dopo l’enorme successo avuto con
Thor nel 2011, l’anno successivo appare sul grande schermo
con Biancaneve e il cacciatore, interpretando il
cacciatore, ruolo poi ripreso nel sequel/spin-off in Il
cacciatore e la regina di ghiaccio del 2016. Nel 2013
interpreta James Hunt per il film Rush di Ron Howard, al fianco di
Daniel Brühl, e tornerà a lavorare con il regista americano per
Heart of the sea – Le origini di Moby Dick nel 2015.
Sempre nel 2015 Chris Hemsworth recita in Blackhat di Michael Mann, in Avengers: Age of Ultron e Come ti rovino le
vacanze. Nel 2016 entra nel cast di Ghostbusters, nel 2018 appare in 12 Soldiers e in 7 sconosciuti a El Royale. Nel 2019 ha ripreso il
ruolo del Dio del Tuono nell’epilogo della saga dell’infinito dei
Marvel Studios, Avengers: Endgame. Nello stesso hanno ha interpretato
Agent H in Men in Black: International, se stesso in Jay and
Silent Bob Reboot. Nel 2020, l’anno della pandemia globale
che ha messo in ginocchio l’industria cinematografica ha
interpretato Tyler Rake nel film Tyler Rake.
4. Chris Hemsworth deve
la sua fama a Thor. Nel 2009 Chris Hemsworth ottiene,
battendo anche suo fratello Liam e tanti altri contendenti, il
ruolo del dio Thor per l’adattamento omonimo di Kenneth
Branagh. Per ottenere e mantenere la parte ha dovuto lavorare
duramente sul proprio fisico, accumulando diversi chili di muscoli.
Il ruolo del dio del tuono è stato ripreso in The Avengers (2012), Thor: The Dark World (2013), Avengers: Age of Ultron (2015),
Thor: Ragnarok (2017), Avengers: Infinity War (2018) e nel 2019 iAvengers:
Endgam(2019).
Nel 2021 riprenderà il ruolo del Dio del Tuono nell’attesissimo
Thor:
Love and Thunder.
Chris Hemsworth: instagram
5. Chris Hemsworth ha un
profilo Instagram seguitissimo. Dire che l’account
Instagram di Chris sia seguitissimo è decisamente riduttivo. Chris
ha qualcosa come 21,6 milioni di follower, roba da far impallidire
chiunque. Chris è molto estroverso e spensierato e posta veramente
di tutto: dai tour promozionali dei suoi film fino ai backstage
degli stessi, dai diversi viaggi e dagli shooting che fa, alle
tantissime foto che lo ritraggono nella quotidianità. Sono
moltissime, infatti, le foto che lo ritraggono insieme a sua moglie
Elsa e ai suoi tre meravigliosi bambini o quelle che lo vedono
insieme alla sua famiglia e ai suoi due fratelli.
6. Chris Hemsworth ha anche
un profilo Twitter. Il suo account ufficiale, con 4,15
milioni di follower, è utilizzato da Chris per comunicare ai suoi
fan tutte le informazioni relativi ai vari progetti lavorativi di
cui Chris fa parte, oltre che essere un modo per condividere ciò
che posta sul suo profilo Instagram.
Chris Hemsworth: Elsa Pataky
7. Chris Hemsworth è sposato
dal 2010. Chris Hemsworth è sposato con
Elsa Pataky, attrice spagnola, dal 2010. I due, che
pare si siano conosciuti perché rappresentati dalla stessa agenzia,
si sono incontrati per la prima volta nel gennaio 2010 e si sono
sposati nel dicembre dello stesso anno, dopo 10 mesi di conoscenza,
di cui 5 di fidanzamento. I due hanno avuto la loro prima figlia,
India Rose, nel 2012, e i gemelli Tristan e Sasha nel 2014.
Chris Hemsworth: curiosità
8. Chris Hemswroth è
diventato un genio del computer. Per il suo ruolo di
Blackhat, Chris Hemswoth ha seguito delle lezioni di
computer per più di due mesi, cercando anche di scrivere a dieci
dita senza mai guardare la tastiera. Lezioni necessarie per rendere
il personaggio nel modo più realistico possibile (cosa a cui Chris
tiene tantissimo).
9. Chris ha dovuto fare
tantissimo allenamento per il ruolo di Thor. Per
interpretare Thor, Chris si è concentrato nel prepararlo
meticolosamente. Ha cominciato a fare molto esercizio fisico,
seguito da un esperto, e ha messo su diversi chili di muscoli.
Talmente tanti che, tra un film su Thor e uno sugli Avengers si è
dovuto dare un po’ una calmata, dato che la tuta cominciava persino
a stargli un po’ stretta.
10. Chris Hemsworth non
pensava di diventare un attore affermato. Chris ha sempre
pensato di fare dei lavori diversi, come il dottore. Ma a scuola
non c’era niente che lo coinvolgesse a pieno, mentre il corso di
arte drammatica era l’unica disciplina che lo interessava davvero.
Per arrivare a fare l’attore ha comunque svolto diversi lavori,
come il commesso e il muratore e ne va molto fiero.
Amber Heard ha confermato di aver iniziato ad
allenarsi in vista delle riprese di Aquaman
2, l’attesissimo sequel del cinecomic DC diretto da
James Wan che ha incassato 1,1 miliardi di dollari
in tutto il mondo.
Heard ha pubblicato una foto del suo
allenamento su Instagram
e ha confermato di essere tornata ad allenarsi in vista della
produzione di Aquaman
2. Ricordiamo che l’attrice è tornata nei panni di
Mera nella
Snyder Cut di Justice
League, per il quale ha dovuto prendere parte ad alcune
riprese aggiuntive. Ora, il personaggio di Mera dovrebbe avere un
ruolo di assoluto rilievo in Aquaman 2.
Di recente anche Patrick Wilson, che nel sequel tornerà nei
panni di Ocean Master, aveva confermato, sempre via
Instagram, di aver iniziato ad allenarsi in vista del primo
ciak, così come Yahya Abdul-Mateen II, che già
dallo scorso gennaio aveva mostrato
attraverso i social la sua preparazione fisica per tornare nei
panni di Black Manta.
Tutto quello che c’è da sapere su
Aquaman 2
Vi ricordiamo che Jason
Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe nel
sequel di Aquaman,
film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo
cinematografico DC. Diverse fonti fanno sapere che gli studios
vorrebbero riportare James
Wan dietro la macchina da presa
per Aquaman
2 ad una condizione: che sia lui a scegliere il
gruppo di sceneggiatori e a seguire da vicino il processo di
sviluppo.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente
di James
Wan(The Orphan, The Conjuring 2, The
Conjuring 3), scriverà la sceneggiatura del film insieme
a Will Beal, mentre il regista e Peter Safran saranno
co-produttori.
Sam Wilson è diventato ufficialmente
Captain America nel finale di The Falcon and the Winter Soldier. Ma in che
modo il suo costume è diverso da quello di Steve Rogers?
Scopriamolo insieme, grazie a
Screen Rant.
Grazie a Bucky, che ha chiesto un
favore alle Dora Milaje dopo aver consegnato loro il Barone Zemo
una volta terminata la loro alleanza, Sam ha ottenuto un costume
nuovo di zecca che mescola il meglio delle sue due identità da
supereroe: il suo costume da Falcon e le sue specifiche
caratteristiche, e il costume di Captain America. Anche nei fumetti
Sam Wilson è diventato Captain America ad un certo punto, e anche
in quell’occasione gli è stato donato un nuovo costume. I fan sono
stati quindi felici di vedere che il MCU ha deciso di rimanere fedele al
design dei fumetti, anche se con alcune modifiche per adattarsi
meglio allo stile di questo universo e renderlo più credibile.
Per quanto riguarda il look, il
costume da Captain America che Sam ha sfoggiato nel finale di
The Falcon and the Winter Soldier è una
versione più semplice di quella vista nei fumetti. Il costume
mantiene la stessa tavolozza di colori (blu, rosso e bianco), ed è
un mix tra il suo costume di Falcon e quello di Captain America.
Steve Rogers ha indossato diversi costumi di Captain America nel
corso della sua storia nel MCU, quindi per confrontare il suo
costume con quello di Sam, il modo migliore è farlo con il l’ultimo
sfoggiato dall’eroe, quello in Avengers:
Endgame.
Nel film di Anthony e Joe
Russo, Steve indossa un costume con una cotta di maglia, si è
rimesso la stella sul petto (se l’era tolta dopo gli accordi di
Sokovia e il conflitto di Civil War), così come il logo degli
Avengers. Dato che Steve era un Supersoldato, non aveva bisogno di
molta protezione da parte del costume, anche se sicuramente lo ha
aiutato ad assorbire diversi colpi. Anche il costume di Sam ha
un’evidente protezione, principalmente sul petto, i suoi guanti
tradizionali sono stati trasformati in guanti da combattimento, la
sua visiera ha la tecnologia dei sensori (grazie a Wakanda) e le
sue ali sono state aggiunte al costume, permettendogli così di
volare e proteggersi nel caso di un’esplosione o di un incidente.
Anche il suo fedele Redwing fa parte del nuovo costume.
Il futuro di Sam Wilson nei panni di Captain America
È importante ricordare che Sam non è
un Supersoldato, e per quanto sia stato addestrato al
combattimento, ha bisogno di più protezione di Steve e di anche di
altri personaggi con superpoteri, quindi la tecnologia di Wakanda
ha giocato un ruolo decisamente chiave nella sua concezione, anche
se al momento non sappiamo se i pezzi del costume sono fatti di
Vibranio oppure no.
Ovviamente, il finale di The Falcon and the Winter Soldier non sarà
l’ultima volta che i fan della Marvel vedranno Sam Wilson nel suo
nuovissimo costume da Captain America, dato che il suo arco come
nuovo Cap è appena iniziato. Mentre si adatta a questa nuova
identità e a questo nuovo ruolo nel MCU, lo stesso Sam – al pari degli
spettatori – continuerà ad imparare di più sul costume, sulle sua
composizione e su tutto ciò che può fare con esso.
Riaprono finalmente le sale
cinematografiche e anche se non tutti gli schermi saranno aperti
ecco la lista di film al cinema che potrete vedere
tra nuove uscite e ritorni sul grande schermo.
Trai titoli che spicchiano c’è su
tutti i film candidati all’oscar 2021 come Minari e
Una donna promettente. Arriva anche Mank il film originale
Netflix di David Fincher uscito a fine 2020. Debutta
sul grande schermo anche Est – Dittatura last minute, COLLECTIVE,
100% Lupo e Bad Luck banging or Loonay Porn. Di seguito tutti i
film.
Minari: dal 29 aprile
Minari
(dal nome di una pianta acquatica coreana simile al crescione
europeo) è ambientato negli Stati Uniti degli anni 80 e si ispira
alle vicende personali del regista. Tutto ha inizio quando Jacob
(Steven Yeun, The Walking Dead, Burning – L’amore brucia),
immigrato coreano, trascina la sua famiglia dalla California
all’Arkansas, deciso a ritagliarsi la dura indipendenza di una vita
da agricoltore. Sebbene Jacob veda l’Arkansas come una terra ricca
di opportunità, il resto della famiglia è sconvolto da questo
imprevisto trasferimento in un fazzoletto di terra nell’isolata
regione dell’Ozark. Ad aiutare Jacob nella fattoria il veterano di
guerra Paul, inarrestabile lavoratore estremamente religioso,
interpretato da Will Patton (Yellowstone). L’arrivo dalla Corea della
nonna (Yuh-Jung Youn, Youn’s Kitchen, The Housemaid), donna
imprevedibile e singolare, stravolgerà ulteriormente la loro vita.
I suoi modi bizzarri accenderanno la curiosità del nipotino David
(Alan Kim) e accompagneranno la famiglia in un percorso di
riscoperta dell’amore che li unisce.
Una donna promettente dal 29 aprile
Dalla visionaria regista Emerald
Fennell (Killing Eve) arriva un nuovo appassionante thriller sulla
vendetta. Tutti dicono che Cassie (Carey Mulligan) era una giovane
donna promettente… fino ad un misterioso evento che ha brutalmente
dirottato il suo futuro. Nella vita di Cassie però nulla è come
sembra: è perfidamente intelligente, seducente e astuta, e vive una
doppia vita segreta di notte. Ora un incontro inaspettato sta per
dare a Cassie l’opportunità di rimediare agli errori del passato in
questa avvincente e emozionante storia. La
recensione di Una donna promettente.
Mank
La Hollywood degli anni ’30 è
rivalutata attraverso gli occhi del graffiante critico sociale e
sceneggiatore alcolista Herman J. Mankiewicz, mentre si affanna a
finire il copione di Quarto potere per Orson Welles. Il cast
include il premio Oscar Gary Oldman, Amanda Seyfried, Lily Collins,
Arliss Howard, Tom Pelphrey, Sam Troughton, Ferdinand Kingsley,
Tuppence Middleton, Tom Burke e Charles Dance.
100% LUPO
Freddy Lupin è l’erede di
una orgogliosa famiglia di lupi mannari. Nel disperato tentativo di
diventare lui stesso un lupo mannaro, Freddy è scioccato quando al
suo tredicesimo compleanno la sua prima trasformazione in lupo va
male, trasformandolo in un feroce … barboncino. Proprio quando
Freddy pensa che la vita non possa andare peggio, viene curato
contro la sua volontà, inseguito per le strade e gettato nella
prigione del cane. Freddy e il suo nuovo amico, Batty, possono
scappare? Chi è l’uomo sinistro che segue ogni sua mossa?
Nonostante il suo esterno rosa e soffice, Freddy può dimostrare di
essere ancora lupo al 100%?
https://youtu.be/O_VKyKBEDM8
Est – Dittatura last minute
Diretto da Antonio Pisu,
EST –Dittatura Last Minute ha già conquistato
già in tempi non sospetti il plauso della critica e l’interesse
internazionale, vincendo diversi festival e catturando l’interesse
del noto regista Oliver Stone durante le Giornate degli Autori
nell’ambito della 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Forte anche di un primo passaggio negli ultimi mesi
sulle principali piattaforme di streaming on demand dove ha
raccolto ottimi giudizi e buoni risultati in termini di download,
EST –Dittatura Last Minute arriva ad animare
la programmazione dei cinema italiani in zona gialla che dal 26
aprile riapriranno in tutta sicurezza le proprie sale.
EST – Dittatura Last Minute
è ambientato nel 1989 alla vigilia della caduta del Muro, tratto da
una storia vera e girato tra il Cesenate e la Romania. Il film è
scritto e diretto da Antonio Pisu (che ritorna alla regia
dopo la sua opera prima Nobili Bugie) e prodotto da
Genoma Films diPaolo Rossi Pisu, in collaborazione
con Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi, già autori del libro
“Addio Ceausescu” da cui è tratta la sceneggiatura.
La storia nasce da un’idea degli
stessi Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi che nel 1989, giovani
ventiquattrenni dal grande entusiasmo, intrapresero con un amico il
viaggio raccontato nel film. Il ruolo del protagonista è affidato a
Lodo Guenzi – voce e chitarra de Lo Stato Sociale nonché
diplomato all’accademia di Arte Drammatica Nico Pepe – che con il
film EST – Dittatura Last Minute fa il suo esordio sul
grande schermo. Al suo fianco gli altri due attori esordienti
Matteo Gatta e Jacopo Costantini. Il film è stato
realizzato con il sostegno della Regione Emilia Romagna
Collective
Collective di Alexander Nanau (solo in
vos) – documentario d’inchiesta candidato agli Oscar come Miglior
Film Straniero e Miglior Documentario.
ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUL FINALE
DI THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER!
È chiaro, The Falcon and the Winter Soldier si è
concentrato principalmente su Sam Wilson e Bucky Barnes, ma la
serie ha anche introdotto un nuovo importante personaggio
nell’Universo Cinematografico Marvel, ossia John Walker,
interpretato da Wyatt Russell.
Il suo arco narrativo si è rivelato
forse il più affascinante: alla fine della serie, l’abbiamo visto
smettere i panni di Captain America e “abbracciare” l’identità di
U.S. Agent. Intervistato da
Vanity Fair proprio in merito alla finale della serie, l’attore
ha ammesso di aver avuto la stessa reazione di Walker di fronte al
suo nuovo costume. “Quando sono andato a vedere il costume, ho
pensato che ci sarebbe stato ancora molto da affrontare. Era… è
davvero lo stesso identico costume, soltanto che è nero e
rosso”, ha detto. “È bello che sia di un colore diverso,
ma è praticamente lo stesso costume. Io e Julia abbia avuto una
reazione molto divertita, al di là di quello che c’era scritto in
sceneggiatura.”
A parte il colore della sua
uniforme, Wyatt Russell ha rivelato che spera che
i fan, alla fine di The Falcon and Winter Soldier, se non hanno
imparato ad amare il personaggio di John Walker, abbiano almeno
compreso il viaggio che il personaggio ha intrapreso. “La
speranza è che alla fine il pubblico sia stato coinvolto dal suo
viaggio, al di là del fatto che il personaggio potrebbe essere
stato disprezzato. Che ti piaccia o no, che tu sia d’accordo o no
con quello che ha fatto, l’importante è aver capito il
perché.”
Per quanto riguarda, invece, il suo
futuro nel MCU, ha aggiunto molto vagamente:
“La Marvel opera in un modo davvero
fantastico e non prendono mai decisioni prima di vedere cosa
funziona e cosa no. Non faccio parte di nessuno di questi processi
decisionali, ovviamente”. Tuttavia, l’attore è ben consapevole
che ci sono dei piani futuri per il suo personaggio, ammettendo che
alla fine della serie John non è la più la stessa persona, e che
ciò potrebbe essere molto pericoloso…
Dopo The Falcon and the Winter Soldier…
Ricordiamo che sulla scia del finale
di The Falcon and the Winter Soldier è stato
ufficialmente annunciato Captain America 4, che sarà scritto
da Malcolm Spellman e
da Dalan Musson, che hanno già lavorato alla
serie Disney+. Del cast
del film non si sa ancora niente, ma possiamo scommettere che oltre
a Anthony Mackie, nel film ci sarà spazio anche
per Sebastian
Stan (Bucky), Emily
VanCamp (Sharon Carter), Wyatt
Russell (John Walkers) e Daniel
Bruhl (Zemo).
Stitches – Un
legame privato di Miroslav Terzić, che arriverà in
anteprima nelle sale italiane dal 13 maggio 2021 grazie a Trent
Film in associazione con Infilmica.
Ispirato a una storia
vera che arriva dal passato recente dei Balcani, il film è stato
presentato in anteprima nella sezione Panorama della 69° Berlinale,
dove ha vinto l’Europa Cinemas Label. Scritto da Elma Tataragić,
già autrice di “Dio è donna e si chiama Petrunya”, “Stitches – Un
legame privato” è un film che scava nelle emozioni fino alla
speranza, raccontando la storia di una donna tenace che diventa
un’eroina moderna, in lotta contro tutto e tutti per inseguire la
verità mettendosi sulle tracce del figlio scomparso.
La sceneggiatura è
ispirata alla testimonianza di una sarta di Belgrado che ha cercato
per quasi vent’anni tracce di suo figlio, dichiarato morto subito
dopo la nascita. Qualche giorno dopo il parto, l’ostetrica le aveva
comunicato la morte prematura del neonato, senza però restituirle
il corpo del bambino e senza mai indicarle il luogo della
sepoltura. La donna ha così combattuto contro l’ospedale, i medici,
la polizia, i tribunali e i pubblici ufficiali per ottenere un
certificato di morte autenticato, che indicasse dove trovare il
corpo del suo bambino. Nel corso di questa lunga battaglia la donna
ha scoperto numerose irregolarità tra le carte dell’ospedale,
rinvenendo documenti ufficiali del comune che hanno confermato i
suoi sospetti sul fatto che il suo bimbo non era veramente morto.
Dopo quasi vent’anni, è riuscita finalmente a scoprire la
verità.
“Sono diventato padre per
la prima volta nel 2001. Lo stesso anno, sono venuto a sapere della
storia dei rapimenti di neonati negli ospedali” – racconta il
regista Miroslav Terzić – “La vicenda delle loro vendite; i falsi
certificati di morte; le menzogne alle madri; le famiglie rovinate.
Ho cominciato a scavare, ad esaminare archivi e a cercare testimoni
che avessero la forza di dirmi qualcosa. Nessuno dei casi è mai
stato risolto. La maggior parte di essi sono avvenuti tra la fine
degli anni ’80 e i primi anni ’90, all’alba della guerra che
avrebbe lacerato la Jugoslavia. Sono più di 500 le famiglie che
stanno cercando di ritrovare i loro bambini. Sono più di 500 storie
diverse, e alcune del tutto inascoltate. Ho deciso di raccontarne
una”.
Si è svolta ieri la cerimonia di
premiazione degli
Oscar 2021, in cui – a sorpresa – ha trionfato come miglior
attore protagonista Anthony Hopkins, premiato per la sua
interpretazione in
The
Father – Nulla è come sembra (che arriverà nelle sale
italiane prossimamente).
A sorpresa perché il favorito
sembrava essere il compianto Chadwick Boseman, che per il suo ruolo in
Ma Rainey’s Black Bottom (premiato con due
Oscar, migliori costumi e miglior trucco) è riuscito ad
aggiudicarsi il Golden Globe, il Critics’ Choice Award e lo Screen
Actors Guild. Tuttavia, la vittoria del BAFTA da parte di Hopkins
aveva in qualche modo preannunciato che nel corso della notte degli
Oscar ci sarebbe stato un effettivo colpo di scena.
Anthony Hopkins, che non ha preso parte alla
cerimonia di premiazione (neanche da remoto), ha condiviso
attraverso il suo account Instagram
un prezioso video di ringraziamento. Grazie alla vittoria per
The Father, Hopkins (83 anni) è diventato l’attore più
anziano ad aver ottenuto un Oscar alla recitazione. Inoltre, per
Hopkins si tratta del secondo Oscar come miglior attore
protagonista: il primo, vinto grazie al suo indimenticabile
Hannibal Lecter nel capolavoro Il silenzio degli innocenti, gli è stato
conferito nel 1992.
“Buongiorno, eccomi qui nella
mia patria, il Galles, e all’età di 83 anni non mi aspettavo di
ricevere questo premio. Davvero non me l’aspettavo”, ha detto
Hopkins nel video condiviso attraverso i social (via
THR), in cui ha poi reso omaggio proprio a Chadwick Boseman: “Sono grato all’Academy.
Grazie. Voglio rendere omaggio a Chadwick Boseman che ci è stato
portato via troppo presto. Ancora una volta, grazie mille a tutti.
Non me lo aspettavo davvero, quindi mi sento incredibilmente
privilegiato e onorato. Grazie ancora.”
A gennaio,
Deadline aveva riportato la
notizia che Chris Evans era vicino a firmare un nuovo
accordo con i Marvel Studios per tornare nei panni di Steve
Rogers in un futuro film del MCU (lasciando una porta aperta
anche ad un eventuale secondo progetto).
Il diretto interessato, cioè Evans,
si è subito affrettato a negare la notizia attraverso i suoi
profili social, ma sappiamo che Justin Kroll – il giornalista di
Deadline che aveva riportato per primo la notizia – è una fonte
parecchio attendibile. Inoltre, sappiamo quanta riservatezza ruoti
attorno ai progetti dei Marvel Studios, quindi Evans
potrebbe essere stato “costretto” a smentire il report originale
(anche se probabilmente è già a conoscenza di quello che sarà il
suo futuro nell’universo condiviso).
Anche
Deadline ha ovviamente riportato la notizia, ma con un’aggiunta
sostanziale: a quanto pare, sembra che il nuovo film dedicato
all’eroe a stelle e strisce sarà un progetto totalmente diverso da
quello che dovrebbe segnare il ritorno di Evans: Captain America 4 si concentrerà su Sam Wilson
(Anthony
Mackie) e sulla sua nuova vita in qualità di nuovo
Cap, mentre il progetto che vedrà coinvolto Evans sarà qualcosa di
separato.
E se ciò fosse indice del fatto che
finalmente scopriremo cosa è successo quando Steve Rogers è tornato
indietro nel tempo per riportare le Gemme dell’Infinito al loro
posto legittimo? In passato, Anthony e Joe Russo aveva
dichiarato a
ComicBookMovie che sarebbero interessati a raccontare quella
storia, pur sottolineando che i Marvel Studios sono adesso
concentrati su altri personaggi e su altri eventi. Non ci resta che
attendere eventuali aggiornamenti…
Il mondo della distribuzione
cinematografica, lo sappiamo, è ormai in continua evoluzione. Sulla
scia della pandemia di Covid-19, sia gli studi che i distributori
stanno ripensando a come gestire quello che una volta sembrava
essere un business collaudato e inattaccabile. In una recente
intervista con il
Wall Street Journal, Scott Stuber di Netflix ha rivelato che il regista Christopher Nolan ha avuto alcune
conversazione con il colosso dello streaming in merito ad una
possibile collaborazione.
Nel corso dell’intervista Stuber,
capo dei film originali di Netflix, ha parlato del motivo per cui
molti registi sono ancora riluttanti nel voler realizzare film per
la società. Sturber riconosce che la distribuzione globale è ancora
importante per molti di loro, inclusi cineasti del calibro di
Nolan. “Penso che ci siano aspetti della distribuzione globale
che risultano ancora parecchio attraenti”, ha spiegato.
“Christopher Nolan e io abbiamo parlato un bel po’… è ancora
qualcosa che vuole profondamente. Se non possiamo garantirla, sarà
comunque un problema per lui.”
Sturber ha continuato dicendo che
Netflix è sempre impegnata in conversazioni con gli artisti più
disparati, proprio perché alla costante ricerca di nuovi progetti
in un panorama come quello dell’industria cinematografica che
cambia costantemente. Tuttavia, ha anche ammesso che apprezza il
modo in cui Netflix ha gestito finora le uscite cinematografiche,
in riferimento alla distribuzione limitata in sala che, in genere,
non hai superato le quattro settimane. “Penso che abbiamo un
modello che funziona e penso che abbiamo fatto un buon lavoro con i
cinema che hanno ospitato i nostri film”, ha detto. “Tutto
ciò che ha a che fare con il cinema sta cambiando. Abbiamo sempre
questo tipo di conversazioni per capire in che direzione andranno
le cose e quale sarà il panorama che ci aspetta in
futuro.”
Christopher Nolan e il valore dell’esperienza in sala
Nolan non è estraneo alle battaglie
per cercare di preservare il valore inestimabile dell’esperienza
cinematografica. Prima dell’uscita del suo ultimo film, Tenet, il regista britannico aveva sperato che
la situazione sarebbe tornata alla normalità e che la grande
maggioranza dei cinema avrebbe riaperto, dal momento che voleva che
gli spettatori potessero godere della sua ultima fatica sul grande
schermo. Anche se ciò è accaduto soltanto in parte, è chiaro che
Nolan continuerà ad essere un grande sostenitore dell’esperienza
cinematografica a 360 gradi, cioè all’interno della sala.
Per quanto riguarda un’effettiva
collaborazione tra Nolan e Netflix, è chiaro che il colosso dello
streaming dovrà garantire al regista una distribuzione a livello
globale dei suoi eventuali progetti futuri, se intende
effettivamente dare vita ad un accordo. Non ci resta che aspettare
e vedere come si evolveranno le cose…
In The Handmaid’s Tale
4 ritorneranno June Osborne / Difred (stagione 1-in
corso), interpretata da
Elisabeth Moss, Serena Joy Waterford (stagione
1-in corso), interpretata da Yvonne Strahovski, Comandante
Fred Waterford (stagione 1-in corso), interpretato da
Joseph Fiennes, Emily / Diglen /
Disteven (stagione 1-in corso), interpretata da
Alexis Bledel, Janine / Diwarren / Didaniel
(stagione 1-in corso), interpretata da Madeline
Brewer, Lydia Clements / Zia Lydia (stagioni 1-in
corso), interpretata da Ann Dowd, Luke Bankole
(stagioni 1-in corso), interpretato da O. T.
Fagbenle, Custode Nick Blaine (stagioni 1-in corso),
interpretato da Max Minghella, Moira Strand
(stagioni 1-in corso), interpretata da Samira
Wiley, Rita (stagioni 2-in corso, ricorrente stagione 1),
interpretata da Amanda Brugel e Comandante Joseph
Lawrence (stagioni 3-in corso, ricorrente stagione 2), interpretato
da Bradley Whitford.
La serie racconta di In un futuro
non lontano, il tasso di fertilità umana è in calo a causa di
malattie e inquinamento. Dopo una guerra civile, il regime
teocratico totalitario di Gilead prende il comando nella zona un
tempo conosciuta come Stati Uniti d’America. La società è
organizzata da leader assetati di potere e divisa in nuove classi
sociali, in cui le donne sono brutalmente soggiogate e non possono
lavorare, leggere o maneggiare denaro.
Con l’arrivo del primo film dei
Marvel Studios interamente dedicato ai
Fantastici Quattro, i fan non vedono l’ora di
vedere i personaggi di quell’universo fare il loro debutto nel
MCU. Naturalmente, tra i favoriti
ci sono Dottor Destino e Galactus, ma anche Silver
Surfer è sempre stato in cima alla maggior parte delle
liste dei desideri degli appassionati di cinecomics.
È chiaro che il potente araldo di
Galactus abbia un potenziale immenso per il MCU e a quanto pare il regista
Adam McKay è ancora interessato a realizzare un
film a lui interamente dedicato. Durante una recente intervista in
occasione del podcast “Happy
Sad Confused” di Josh Horowitz, a McKay è stato chiesto proprio
se fosse ancora interessato a portare la storia di Silver Surfer
sul grande schermo, ovviamente per conto della Marvel.
In passato il regista – noto per
aver diretto La grande
scommessa, Vice –
L’uomo nell’ombra e l’attesissimo Don’t Look
Up – aveva espresso interesse nel raccontare la storia di
Norrin Radd, ma all’epoca la Fox deteneva ancora i diritti sul
personaggio. “Silver Surfer è stato complicato”, ha
spiegato. “C’era qualcosa al riguardo, perché l’abbiamo
approfondito un paio di anni fa. Poi qualcosa si è intromesso nel
processo. Potrei ricordare male, ma c’era un motivo per cui alla
fine non se n’è fatto nulla… forse qualcun altro ci stava già
lavorando.”
McKay ha poi aggiunto: “Sarebbe
molto facile, adesso, usare la sua storia per creare una sorta di
allegoria ambientale. Penso che potrebbe essere un film
incredibile. Visivamente parlando, potrebbe essere il film Marvel più sbalorditivo che sia mai
stato realizzato. Non ho perso interesse nel progetto. In effetti,
ora che me lo dici, forse farò una telefonata e cercherò di capire
cosa sta succedendo…”
Il futuro de I Fantastici 4 sul grande schermo
A proposito de I
Fantastici 4, dopo il due film usciti rispettivamente
nel 2005 e 2007 (entrambi
diretti da Tim Story) e dopo il disastroso reboot del
2005 di Josh Trank, ricordiamo che i Marvel Studios, dopo l’acquisizione
di Fox da parte di Disney, hanno ufficialmente messo in cantiere un
nuovo film dedicato alla prima grande famiglia Marvel, che sarà diretto
da Jon
Watts, regista della saga
di Spider-Man con Tom
Holland.
Il produttore Todd Garner ha
rivelato via
Twitter che Mortal
Kombat è diventato il film vietato ai minori con
il maggior incasso dallo scoppio della pandemia. Nel suo tweet,
Garner ha accennato alla possibilità di un sequel, spiegando che se
il franchise continuerà, prenderanno tutto ciò che hanno imparato
dalla realizzazione del primo per dare vita ad un secondo film
ancora migliore.
Deadline riporta che, nel suo weekend di apertura, Mortal
Kombat ha incassato 22,5 milioni di dollari,
arrivando a conquistare il primo posto. Il film è uscito nelle sale
statunitense e su HBO Max lo scorso 23 aprile. In Italia ancora non
sappiamo quando verrà distribuito.
La sinossi ufficiale di Mortal
Kombat
In Mortal
Kombat, il campione di MMA Cole Young, abituato a
farsi picchiare per soldi, è ignaro della sua eredità—e anche del
perché l’Imperatore dell’Outworld Shang Tsung abbia mandato il suo
guerriero migliore, Sub-Zero, e altri Cryomancer ultraterreni, per
dargli la caccia. Preoccupato per la sicurezza della sua
famiglia, Cole parte alla ricerca di Sonya Blade responsabile della
Jax, Maggiore delle Forze Speciali che porta anche lei sulla pelle
lo stesso marchio del drago con cui Cole è nato. Molto
presto, si ritrova nel tempio di Lord Raiden, Antico Dio e
Protettore di Earthrealm, che assicura riparo a tutti coloro che
portano un marchio come il suo.
Qui, Cole si allena con guerrieri
esperti come Liu Kang, Kung Lao e l’implacabile mercenario Kano,
preparandosi a combattere con i più grandi campioni della Terra,
contro i nemici dell’Outworld, in una battaglia in cui è in gioco
il destino dell’universo. Riuscirà Cole ad essere abbastanza
motivato da scatenare il suo arcana—l’immenso potere
custodito nella sua anima—in tempo non solo per salvare la sua
famiglia, ma anche per sconfiggere Outworld una volta per
tutte?
Durante la 93° notte degli Academy
Awards è stato presentato il primo trailer di West
Side Story, il remake del classico musical ad opera di
Steven Spielberg e che dovremmo
vedere nei cinema nella prossima stagione.
Tutto quello che c’è da sapere su West Side Story
West
Side Story è basato sull’omonimo musical con libretto
di Arthur Laurents, parole di Stephen Sondheim e
musiche di Leonard Bernstein, già portato sul grande schermo
nel 1961 da Jerome Robbins e Robert Wise.
L’adattamento di
Steven Spielberg avrà come protagonisti Ansel Elgort e Rachel Zegler,
affiancati da Ariana DeBose, David Alvarez, Mike
Faist, Corey StolleBrian d’Arcy
James.
Rita Moreno, che
nell’originale del 1961 interpretava Anita (ruolo grazie al quale
vince l’Oscar come migliore attrice non protagonista), apparirà nel
film di Spielberg in un ruolo di supporto. West Side
Story verrà distribuito nelle sale americane il 10
dicembre 2021.
Si è conclusa la cerimonia di
presentazione degli Oscar 2021, il primo evento
live dopo circa un anno di pandemia e di distanziamento sociale e
cerimonie su Zoom. Una premiazione insolita per i fasti del
riconoscimento, ma sicuramente interessante e che ha mostrato la
voglia di tornare alla normalità con un evento frutto di un grande
sforzo organizzativo e produttivo.
Nomadland è il
grande vincitore, con i premi a Miglior film, Miglior regia e
Migliore attrice protagonista, e la sua regista, Chloé
Zhao, si unisce a quella compagnia di due delle registe
premio Oscar. Mentre Frances McDormad si unisce a
Meryl Streep e Daniel Day Lewis e
altri, alla compagnia degli attori che hanno vinto tre premi Oscar,
aggiungendo però anche un premio come produttrice per
Nomadland.
Si presenta come
l’outsider della corsa agli Oscar 2021 per i migliori
effetti speciali Love and
Monsters. Protagonista Dylan O’Brien, la star di Maze Runner
amata dai teenagers, che il regista Michael Matthews ha voluto per
interpretare Joel, in viaggio a rischio della vita in uno scenario
post-apocalittico pieno di creature naturali mostruose, per
ritrovare l’amore.
La trama di Love and
Monsters
Dopo che un asteroide,
rischiando di colpire la terra, è stato frantumato da missili
terrestri, con rilascio massiccio di sostanze chimiche, gli animali
a sangue freddo, ossia rettili, insetti e simili, hanno iniziato a
mutare, diventando enormi mostri capaci di attaccare e distruggere
l’uomo. Così il 17enne Joel, Dylan O’Brien, si è rifugiato assieme ad un gruppo di
superstiti in un bunker sotterraneo, dove vive da sette anni.
Mentre la minaccia dei mostri “naturali” si fa sempre più
pericolosa, Joel decide di uscire dal bunker e abbandonare la sua
colonia umana per andare a cercare Aimee, Jessica Henwick,
il suo amore, che era stato costretto a lasciare per scappare dai
mostri sette anni prima. Quello verso la colonia di Aimee sarà un
vero e proprio viaggio di formazione: pieno di insidie, ma anche
ricco di incontri e nuove amicizie, come quella con il cane Boy, e
farà del timido Joel un adulto consapevole e coraggioso.
Love and Monsters
nella corsa agli Oscar
Love
and Monsters conta sugli effetti speciali curati dai
supervisori Matt Sloan e Steve Boyle, che hanno
pensato un efficace mix di effetti reali e digitali per creare i
suggestivi mostri che danno filo da torcere al protagonista. Hanno
le fattezze di enormi rettili o insetti. Ci sono, ad esempio, la
formica gigante, la lumaca rocciosa, o anche il granchio. Ciascuno
con la sua caratteristica e il suo potere offensivo. Tutto ben
fatto. Tuttavia, la strada per ottenere la statuetta più preziosa
del cinema non sarà certo spianata. Il film, infatti, dovrà
vedersela con avversari più che temibili. Si parte da
Tenet di Christopher Nolan per passare a
The Midnight Sky di e con George Clooney.
Anche in quest’ultimo
lavoro, peraltro, gli umani superstiti si sono nascosti sottoterra
dopo la fine del mondo, a seguito di una serie di catastrofi
naturali e il protagonista si è rifugiato invece al Polo Nord.
Anche lui, come Joel, scopre di non essere solo. Vi sono poi
L’unico e insuperabile Ivan di Thea Sharrock,
film Disney con Bryan Cranston, che vede protagonista
uno scimpanzé, e Mulan di Niki Caro, remake
del film d’animazione omonimo, con Liu Yifei. Anche
questa una produzione Disney. La natura e le sue creature
non umane, il suo essere matrigna, è dunque molto presente in
questa edizione degli Oscar ancora segnata dalla
pandemia.
Amore e mostri, un
buon cinema per ragazzi che parla di oggi
Love and
Monsters è il classico film per ragazzi. È un racconto
di formazione, è avventuroso e coinvolgente. A catalizzare
l’attenzione c’è l’aspetto orrorifico, la pericolosità e la
spettacolarità dei mostri. Senza dimenticare l’amore. Quell’amore
romantico e da favola, irrinunciabile in ogni storia destinata ai
teenagers che è ben interpretato da due prtagonisti idoli dei più
giovani, come Dylan O’Brien (già nella serie tv Teen
Wolf, poi protagonista di Maze Runner) e Jessica Henwick
(Il Trono di
Spade, Iron Fist). Ma ci sono anche valori come l’amicizia, il
senso di comunità e c’è una lezione sul rispetto della natura che
sembra figlia dei tempi che stiamo vivendo. In un certo senso,
infatti, Love and Monsters è un po’ una metafora
della situazione che tutto il pianeta si trova ad affrontare con la
pandemia da Covid-19. Il mondo intero non è forse ostaggio di una
minaccia che arriva dalla natura stessa?
Durante il lockdown non
si è forse costretti a chiudersi in casa, letteralmente a
rifugiarvisi per sfuggire a questa minaccia, che è il virus? Si è
anche parlato di come l’insorgere del virus possa avere cause in
qualche misura legate ad alcuni comportamenti umani – le pratiche
utilizzate all’interno dei cosiddetti wet market, il disboscamento,
con conseguente ampliamento degli insediamenti umani,
l’inquinamento atmosferico. Allo stesso modo, nel film,
gli animali a sangue freddo diventano mostri pericolosi a causa dei
composti chimici contenuti nei missili che gli uomini lanciano
contro l’asteroide Agatha 616. La natura insomma, diventa nemica,
come conseguenza di un comportamento umano. Sta al protagonista
riscoprire, pian piano, che “La natura non è niente male quando non
vuole ucciderti”.
Il regista Michael Matthews, dunque, crea un mondo fantascientifico per invitare
il pubblico a riflettere su quanto sta accadendo.
I punti di forza del
film, oltre che la buona idea di partenza – il soggetto è di Brian
Duffield – e una efficace costruzione delle creature mostruose,
sono anche i bei disegni animati che accompagnano tutto il film.
Joel infatti disegna e tiene un diario in cui annota
tutte le creature che incontra e le esperienze che fa. Poi c’è
l’altro vero protagonista, il cane Boy, che diventa un inseparabile
amico di Joel a cui lo spettatore si affeziona subito. Simpatici
sono anche Clyde, Michael Rooker, e Minnow, Ariana Greenblatt. Il
regista riesce a bilanciare le diverse componenti – avventura,
amore, fantascienza, riflessione – e porta avanti il film con un
piglio ironico che non guasta. Il risultato è piacevole, tanto che
da più parti si parla già di un sequel. Per ora, Love
and Monsters è disponibile su Netflix, prodotto da 21 Lapse Entertainment,
Entertainment One e Paramount Pictures.
Sulla scia del fenomeno Game Of Thrones, prova eclatante di come HBO è
riuscita a sdoganare sul piccolo schermo il genere fantasy, che
aveva già ispirato Netflix a proporre nel proprio catalogo The Witcher, la piattaforma punta ora su un
altro successo letterario degli ultimi anni: Tenebre e
Ossa è infatti ispirata all’universo fantastico
GrishaVerse, creato dalla mente della scrittrice
Leigh Bardugo.
Tenebre e Ossa: la trama
Disponibile su Netflix dal
23 Aprile, Tenebre e Ossa narra la storia di
Alina Starkov (Jessie Mei Li),
un’orfana e una soldatessa facente parte, in qualità di cartografa,
dell’esercito di Ravka, una nazione soggetta a guerre incessanti e
che, in un passato non ben precisato, è stata divisa in due da
un’enorme barriera di oscurità perenne, la “Faglia”, abitata da
creature mostruose. Insieme all’amico di infanzia Malyen
Oretsev (Archie Renaux) si ritrova a
dover attraversare la spaventosa Faglia d’Ombra, che divide Ravka
dalla “nuova” Ravka Ovest. Proprio qui, Alina verrà a conoscenza di
possedere un potere straordinario e rarissimo che la rende una
Grisha, ovvero una persona dotata di poteri
particolari e rarissimi. La sua vità cambierà quindi drasticamente:
inizierà a doversi confrontare con i suoi poteri e ad avere a che
fare con il Generale Kirigan (Ben
Barnes), temibile capo dei Grisha. Alina dovrà inoltre
vedersela anche con l’eccentrica ebanda di criminali composta da
Kaz Brekker (Freddy Carter),
Inej (Amita Suman) e
Jesper Fahey (Kit Young).
Tenebre e Ossa: l’unione di
differenti spunti narrativi
In un numero complessivo di otto
episodi Tenebre e Ossa riesce a convogliare
l’immenso universo partorito dalla mente di Leigh Bardugo nei suoi
romanzi. Il libro principale a cui si rifà la trama è l’omonimo
Tenebre e Ossa, che affronta le vicende del
personaggio di Alina, a cui si aggiungono le storyline della banda
di criminali guidata da Kaz Brekker, trattate dalla duologia
Sei di Corvi, ambientata anni dopo la storia di
Alina. Ispirandosi al successo HBO di Game Of
Thrones, il produttore Eric Heisserer ha maturato l’idea
di non limitarsi nell’adattamento televisivo a un singolo punto di
vista, quello di Alina, ma includere altre figure ben note al vasto
pubblico di lettori. Questa scelta ardita e originale può
potenzialmente condurre lo spettatore a sentirsi confuso nel
marasma di nomi e personaggi, eppure nel complesso, a parte qualche
scivolone, le storyline aggiunte riescono a risultare convincenti,
grazie a un ottimo lavoro da parte degli sceneggiatori e della
scrittrice, che hanno lavorato assieme all’impianto narrativo della
serie tv.
Il risultato complessivo è
abbastanza convincente, anche se rischia di confondere gli
spettatori che non si sono ancora avvicinati all’opera originale, o
deludere qualche affezionato lettore non abituato all’elevato
numero di intrecci e personaggi, che vengono riassunti in poche
puntate.
Le informazioni da assimilare
risultano tante, soprattutto nelle prime puntate, tuttavia, una
volta entrati nel GrishaVerse, tra combattimenti
che lasciano col fiato sospeso, inseguimenti girati con maestria e
un egregio lavoro di effetti speciali (curati dallo stesso team che
ha lavorato al Demogorgone di Stranger Things) si riesce a rimanere
piuttosto colpiti dall’intreccio narrativo.
Un fantasy sorretto da personaggi
intriganti
Tenebre e Ossa
abbraccia totalmente il genere fantasy: la magia e l’elemento
soprannaturale sono preponderanti e si differenziano dal carattere
medievaleggiante a cui Game of Thrones aveva abituato il
pubblico.
Questo adattamento svetta
particolarmente per la capacità di Eric Heisserer di dare forma a
un universo ricco di dettagli e ben particolareggiato, in cui sono
evidenti richiami ad eventi storici di conflitti tra nazioni,
disuguaglianze sociali ed economiche, intolleranza nei confronti
del diverso e una lotta verso un potere che si vuole maneggiare
dispoticamente. La storyline tra Alina e Mal viene parzialmente
modificata nella serie, che ci presenta un rapporto più equilibrato
tra i due e un’eroina fortemente indipendente e determinata,
incarnata in maniera convincente dall’attrice Jessie Mei li.
Quest’ultima regala una performance soddisfacente della crescita
personale e formativa dell’eroina e di come riesca a
ridefinire i rapporti con Mal e con il Generale Kirigan, anche se
le dinamiche ed interazioni tra i personaggi appaiono a tratti un
po’ forzate. Il personaggio di Mal, viene purtroppo penalizzato
rispetto ai romanzi, dato che nella serie ci troviamo di fronte ad
un’eroina sempre in prima linea. Il trio composto da Kaz, Inej e
Jesper, invece, è un’aggiunta di spicco alla trilogia originale: le
peripezie affrontate da questo gruppo di personaggi riescono a
divertire e al contempo a sostenere il ritmo narrativo di azione e
tensione, mantenendo alto il livello di suspense. Menzione d’onore
a Ben Barnes che regala una performance incisiva nei panni di un
personaggio complesso ed intrigante, presenza estremamente
carismatica e ambigua, di cui si scopriranno progressivamente gli
spettri del passato e le reali intenzioni.
A livello visivo Tenebre conquista
però con una messa in scena elaborata e dettagliata, un buon lavoro
sulle scene d’azione e in sede di regia. Svettano in particolare
gli effetti speciali con cui si cerca di ricreare l’oscura Faglia
popolata dai mostruosi volcra, il leggendario Cervo di Morozova e i
poteri dei Grisha, in particolare le tenebre dominate dal Generale
Kirigan e la luce manipolata da Alina. Non sempre risulta invece
valido l’approccio adottato per combinare elementi young adult con
tematiche attuali e rilevanti, per cui si rischia di rendere
l’evoluzione dei personaggi approssimativa, oltre che lasciare
qualche buco di trama, svolte improvvise e non giustificate in
maniera ottimale.
Le premesse di Tenebre e Ossa
sono interessanti, si configura come un progetto fantasy
dalle buone possibilità che, tuttavia, a tratti, a causa
dell’ambiziosità del racconto corale, rischia di perdere il
controllo della narrazione. Oltrepassa gli stilemi tipici delle
saghe young adult, aggiungendo i sottotesti di scontri politici e
rivendicazioni sociali. Nonostante ciò, la trama è sorretta da
buone interpretazioni attoriali e un comparto tecnico degno di
nota, soprattutto per quanto riguarda la resa visiva degli effetti
speciali e un ottimo lavoro di messa in scena, tra costumi e
location suggestive.
A poche ore dall’inizio della
cerimonia di premiazione degli Oscar 2021, che
quest’anno sarà decisamente atipica, ecco le previsioni sui
vincitori. Non si tratta di titoli preferiti, o di scommesse,
semplicemente di quali sono i titoli e i personaggi che più
probabilmente verranno premiati questa notte.
Non c’è calamità, sciagura o
disgrazia che tenga, anche il cinema peggiore ha assegnato i suoi
riconoscimenti, in attesa degli Oscar 2021, nella notte del 25
aprile. I Razzie Awards sono un evento sempre
molto atteso e anche quest’anno hanno regalato parecchie
contraddizioni.
Ricordiamo ad esempio il 2009, anno
in cui Sandra Bullock vinse sia il Razzie che
l’Oscar di categoria (non con lo stesso film, naturalmente), oppure
quando Halle Berry si premurò di portare con sé
l’Oscar vinto per Money Ball l’anno prima, quando ritirò il Razzie
per Catwoman, oppure ancora quest’anno, in cui il sequel di Borat
ha due nomination agli Oscar e ha vinto due Razzie! Insomma, i
Razzie sono sicuramente i premi più divertenti del mondo di
Hollywood.
Sam Wilson/Falcon ha infatti
abbracciato l’eredità e lo scudo lasciatogli da Steve Rogers alla
fine di Avengers:
Endgame ed ha indossato una divisa a stelle e strisce
con tanto di ali, per omaggiare anche il suo vecchio titolo da
supereroe. Adesso ci aspetteranno delle avventure decisamente
interessanti!
Captain America 4 sarà scritto da
Malcolm Spellman e da Dalan
Musson che hanno già lavorato alla serie Disney+ e questa scelta indica il forte
desiderio dello studio di dare continuità tra piccolo e grande
schermo.
Del cast del film non si sa ancora
niente, ma possiamo scommettere che oltre a Anthony
Mackie, nel film ci sarà spazio per Sebastian
Stan (Bucky), Emily VanCamp (Sharon
Carter), Wyatt Russell (John Walkers) e
Daniel Bruhl (Zemo).
Cosa vuole fare la contessa
Valentina Allegra de la Fontaine con U.S. Agent, alias John Walker?
Per chi lavora?
“Le cose stanno per diventare
strane”, dice Val (Julia Louis-Dreyfus),
mentre regala al mondo U.S. Agent, il nuovo alias di John Walker.
L’ultima volta che vediamo Walker, l’uomo non è alle prese con le
conseguenze delle sue azioni, non è né condannato, né guidato verso
la gestione della sua rabbia, ma sta provando un costume nuovo che
somiglia molto a quello di Capitan America che ha indossato per
gran parte della serie, ma è nero. Val gli dice di tenere il
telefono a portata di mano: ora è di guardia.
Nei fumetti, la Contessa è
sentimentalmente legata al direttore dello SHIELD Nick Fury e ha
legami con Leviathan (lo stesso gruppo di cattivi russi introdotto
in “Agent Carter”) così come con Sharon Carter. Conosciuta anche
come Madame Hydra, il suo lignaggio di spia la colloca allo stesso
livello di Black Widow. Da quello che abbiamo visto però il
personaggio di Julia Louis-Dreyfus è
destinato a divergere da quello dei fumetti. La vedremo in Black
Widow?
Cosa succederà a Zemo rinchiuso nel
Raft? Rimarrà in prigione per sempre?
Il Barone Zemo è già evaso di
prigione una volta, e dato che il suo maggiordomo Oeznik ha fatto
saltare in aria gli ultimi Flag Smashers che avevano preso il siero
del Super Soldato, lasciando in vita solo Bucky Barnes, John Walker
e Isaiah Bradley (Carl Lumbly) come ultimi Super Soldati esistenti,
possiamo dire con serenità che anche dalla prigione del Raft, Zemo
ha ancora tanta influenza nel mondo esterno.
Quanto tempo impiegherà Val per
progettare un’evasione per Zemo? O stanno già lavorando insieme?
Come ha detto alla moglie di Walker, le cose non sarebbero potute
andare meglio per lei, neanche se fosse stata lei stessa a
pianificare il tutto. Ha aiutato Zemo o no?
Certamente, ci sono abbastanza
domande rimaste senza risposta in questo caso per giustificare
un’intera nuova stagione – e la serie è stata presentata agli Emmy
non nella categoria delle serie limitate ma in quella dedicata alle
serie normali, lunghi. Il fatto che nel finale di stagione, prima
della scena post credits, compaia l’intertitolo Captain America and
the Winter Soldier, sembra indicare che ci sarà un seguito, con
quel titolo proprio. Anche perché non si può battezzare un nuovo
Cap e poi non dargli uno spazio dedicato nel MCU, giusto? Infatti ci sarà un
nuovo film su Captain America, e sarà scritto da Malcolm
Spellman e da Dalan Musson.
“Abbiamo costruito questo paese,
con il nostro sangue”, dice Sam al Super Soldato dimenticato
Isaiah Bradley. “Non permetterò a nessuno di
dirmi che non posso lottare per questo. Non dopo quello che hanno
passato tutti prima di me, te compreso.”
Sam Wilson dovrà ancora essere
riconosciuto dal governo degli Stati Uniti come il nuovo Capitan
America ufficiale, dal momento che ha già conquistato i cuori e le
menti del mondo con il suo discorso in mondovisione, alla fine
dell’episodio. E a seguito di una scena molto toccante in cui Sam
ripristina il posto di Isaiah nella storia americana, mostrandogli
una statua che lo ritrae alla mostra dedicata a Captain America
allo Smithsonian, la porta è ora aperta per il nipote di Isaiah,
Eli Bradley (Elijah Richardson) che nei fumetti dà
il via agli Young Avengers. (Nel franchise Marvel’s Young Avengers, Eli è
conosciuto come Patriot.)
Cosa farà la nuova agente Carter,
appena riconfermata, ora che è stato rivelato che Sharon Carter è
Power Broker?
Nei titoli di coda, Sharon riceve
quel perdono che le era stato promesso e viene accolta di nuovo dal
governo degli Stati Uniti. Sorprendentemente, non abbandona la
strada della criminalità e la prima cosa che fa da ripristinata
Agente Carter, è fare delle telefonate per pianificare i suoi
prossimi interessi loschi.
Che cosa voleva ottenere nei panni
di Power Broker? Sappiamo che è fuggita dopo aver rubato lo scudo
di Cap ai funzionari governativi in Captain America: Civil War. Prima
di sparare a Karli, si è offerta di riportare l’adolescente al suo
ovile, perché “Possiamo fare la differenza insieme”. A che scopo
voleva usare i super soldati che lei stessa ha creato?Voleva rubare
più Monet per il suo Hard Rock Hotel? Non sembra plausibile…
Dove vedremo di nuovo Sharon Carter?
Finora, niente di ciò che è stato annunciato a breve termine, tra
cinema e tv, sembra abbastanza adatto. Non “Loki” o i sequel di
“Captain
Marvel“, “Black
Panther” o “Dr.
Strange.” C’è una sequenza di combattimento nel trailer di
“Shang Chi” che sembra ricordare Madripoor, ma si tratta di una
supposizione. Tutto quello che sappiamo è che si è allontanata
molto dall’eredità della sua onesta zia , trai fondatori dello
S.H.I.E.L.D., Peggy Carter. Per vergogna.
Dopo
l’esordio Songs My Brothers Taught
Me e The Rider, bellissimo lavoro presentato a
Cannes, Chloé Zhao, regista cinese con una formazione
occidentale, tra Londra e New York, torna a raccontare comunità
atipiche, dimenticate, ai margini del mondo con Nomadland,
un viaggio tra le (non) comunità di nomadi che popolano gli Stati
Uniti, spostandosi fra Sud e Nord Dakota, il Nebraska, il
Texas.
La storia è quella di
Fern, una donna che sceglie una vita da nomade dopo che la crisi
economica ha causato la chiusura dell’azienda per cui lavorava,
nelle campagne del Nevada, una crisi così nera che ha spinto
l’intera cittadinanza del paesino costruito intorno all’azienda ad
andare via, abbandonando quel posto, quelle case prefabbricata,
lasciando dietro di sé solo polvere, arbusti e stoppa. Portando con
sé tutti gli oggetti che in qualche modo le ricordano la vita in
quel posto e suo marito, scomparso da qualche anno, Fern, a bordo
del suo van percorre la strada, da sola o in compagnia, entrando di
volta in volta in contatto con nomadi come lei, percorrendo il
deserto, scrutando l’orizzonte, inventandosi una vita che non
riconosce più e ancorandosi al ricordo del passato che non tornerà
ma che continua a vivere proprio il quel ricordo.
Nomadland
è un omaggio a quella popolazione che sceglie di vivere su quattro
ruote, è un’ispezione in punta di piedi di un territorio
mozzafiato, ma è anche un viaggio interiore, una ricerca
esistenziale e il racconto del dolore che spinge ad andare avanti
ostinatamente, evitando qualsiasi altra possibilità di legame, di
stanziamento, di relazione che non sia con i proprio ricordi. Così
Fren stringe tante amicizie, intesse relazioni e rapporti, ma solo
per poi lasciarli cadere una volta risalita a bordo del suo van.
Persino quando un’amicizia romantica le offre la possibilità di un
focolare domestico, lei rifiuta e ci sembra che in quel rifiuto ci
sia rammarico, ma anche dispiacere e necessità di tornare indietro
ai proprio ricordi.
Un vuoto incolmabile, uno spazio senza confini
Fren deve riempire il
vuoto lasciatole dentro dalla perdita del suo posto, in cui per
tanto tempo ha vissuto di ricordi, ma sceglie di farlo con tanti
piccoli legami provvisori: l’amicizia con i nomadi che domani
potrebbe non incontrare più, i lavoretti saltuari a seconda del
posto in cui si trova. Solo tornare sui suoi passi e nei luoghi che
ha lasciato la metterà in pace con se stessa.Nomadland è un
viaggio in quel’America post crisi, senza industrie, senza futuro,
tra una generazione che a oltre metà della sua vita si è trovata
senza lavoro, senza più certezze, persone con mille e una risorsa
ma anche senza prospettive. Il racconto di Chloé Zhao è poetico, si
avvale di immagini mozzafiato e di paesaggi spettacolari, ma è
anche politico dal momento che fotografa una situazione di
precarietà profonda. E ancora, Nomadland è un racconto umano e
sociale, che evidenzia come, attraverso l’aiuto reciproco, anche
questa precarietà si può arginare, come mostrano le sparute ma
vivaci scene conviviali tra Fern e i nomadi che trova lungo la
strada.
Chloé
Zhao si affida a Frances McDormand che
produce anche il film e che interpreta una Fren strepitosa. Ogni
sua ruga, ogni sua espressione è dedicata ad una donna che sembra
conoscere e capire intimamente, un ruolo che non fa altro che
confermare la delicatezza di un’interprete che negli ultimi anni ha
dato prova di migliorare film dopo film, performance dopo
performance, nonostante partisse già da livelli altissimi. Ma oltre
McDormand, i volti che restano davvero impressi nella mente sono
quelli di Linda May, Swankie, Bob Wells, nomadi
veri, persone autentiche.
Nomadland, chi è ricordato non muore mai
L’occhio di Zhao mostra
e racconta con una compassione e una delicatezza rara, costruisce
il film passo dopo passo così come i suoi protagonisti un pezzo
alla volta ricostruiscono la loro vita, sempre proiettati lungo la
strada come fossero carovane di pionieri senza però nulla da
scoprire. La ricerca malinconica e disillusa di un nuovo posto in
cui stare si rivela presto essere solo una scusa per continuare ad
andare avanti, nel ricordo di persone e posti che non torneranno,
ma che, proprio perché ricordati, non moriranno mai.
Nomadland,
basato sull’omonimo romanzo di Jessica Bruder, ci
accompagna lungo queste strade desertiche e queste umanità spezzate
ma caparbie sulle note di Ludovico Einaudi che
invadono la scena, spesso stringendo anche con le immagini di
difficoltà, alle quali però conferiscono dignità e poesia. Zhao
realizza un ritratto dell’America post-industriale profondo,
delicato, dalla parte dei perdenti che comunque riescono a
ingegnarsi e ad andare avanti, senza mai dirsi addio, così come è
tradizione tra le comunità di nomadi. “Ci si vede lungo la strada”
si dicono, un arrivederci a non si sa quando ma un saluto fiducioso
verso un ignoto futuro.
Dal 26 aprile nelle zone gialle
italiane riapriranno finalmente anche le sale cinematografiche.
Quale occasione migliore per I Wonder
Pictures per permettere al pubblico di apprezzare sul
grande schermo alcuni tra i titoli più belli del proprio listino
2020 e alcune tra le novità più attese del 2021 che la casa di
distribuzione bolognese ha in serbo per tutti gli spettatori che
vorranno prendere parte al grande ritorno del cinema sul grande
schermo.
Si ricomincia a programmare in sala
il film Nuevo Orden, vincitore del Leone
d’Argento – Gran Premio della Giuria alla 77° Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia, diretto da Michel
Franco, cineasta messicano pluripremiato a Cannes e
vincitore del Leone D’Oro nel 2015 come produttore di Desde
allá. Nuevo Orden è una visione
distopica di un futuro non lontano dall’attuale fase storica e
politica del Messico contemporaneo, come sottolinea lo stesso
regista. Descrivendo una disparità sociale ed economica sempre più
diffusa e insostenibile, il film è anche un monito su quali
potrebbero esserne le epocali conseguenze.
UCI Cinemas annuncia una riapertura
delle proprie strutture al pubblico a partire da metà maggio.
“L’emozione del cinema tornerà molto presto”. Si tratta
del primo messaggio della nuova campagna di comunicazione del
circuito che prevede una riapertura posticipata di qualche
settimana rispetto alla possibilità di riaprire le multisale già
dal 26 aprile.
UCI Cinemas coglie questa occasione
per comunicare ai clienti affezionati che la volontà è quella di
riaprire presto i propri cinema e, nel corso delle prossime
settimane, comunicare il piano di riapertura. “Vogliamo offrire
ai nostri clienti la miglior esperienza cinematografica possibile e
desideriamo ringraziarli tutti per la loro pazienza e comprensione
durante questo lungo periodo difficile e per tutti i messaggi di
affetto che abbiamo ricevuto da parte loro”.
Nei siti che saranno pronti per la
riapertura sono stati garantiti, come l’anno scorso, i protocolli
di sicurezza a salvaguardia della salute e del benessere di tutto
il pubblico e dello staff, come le misure di distanziamento sociale
che includono limitazioni nel numero di posti disponibili per ogni
spettacolo e la garanzia di avere delle poltrone vuote tra gli
spettatori. Sono state mantenute misure speciali affinché il
percorso all’interno del cinema possa avvenire senza alcun tipo di
contatto diretto e infine sono state potenziate le procedure di
pulizia, con interventi più regolari.
Al ritorno in sala, gli spettatori
potranno assistere ai nuovi film in uscita ma anche ai grandi
successi delle passate stagioni potendo contare sulla grande
varietà di titoli che UCI, da sempre, sa offrire a tutti gli amanti
del cinema.
Sandra Bullock è
una della attrici più versatili e talentuose che la storia del
cinema abbia mai visto. Capace di incarnare qualsiasi ruolo,
l’attrice americana ha dimostrato di avere talento sia per ruoli
comici, sia per quelli drammatici.
Ma la sua vita non è stata proprio
rose e fiori. Ha combattuto diversi ostacoli, in ambito lavorativo
e privato, facendosi forza e conquistando il pubblico anche con le
sue doti da vera guerriera. Ecco dieci cose da sapere
su Sandra Bullock.
Sandra Bullock: film
1. Sandra Bullock: i film e
la carriera. La carriera di Sandra Bullock nel mondo della
recitazione inizia all’età di 23 anni, quando debutta nel film
Hangmen (1987) e partecipa in alcune serie televisive,
come Starting from Scratch (1988), Donna in
carriera (1990) e alcuni film per la tv come Scontro
bionico (1989) e Delitto al Central Park (1989).
Tuttavia, è il cinema che la fa innamorare e sul quale si
concentrerà, lavorando sodo e partecipando a film come Pozione
d’amore (1992), The Vanishing – Scomparsa (1993),
Quella cosa chiamata amore (1993), Speed (1994) e
Un amore tutto suo (1995). Dalla seconda metà degli anni
’90, l’attrice americana comincia a farsi conoscere grazie alle sue
interpretazioni in The Net- Intrappolata nella rete
(1995), Amori & Incantesimi (1998), Piovuta dal
cielo (1999), Miss Detective (2000), Formula per
un delitto (2002), Two Weeks Notice – Due settimane per
innamorarsi (2002) e La casa sul lago del tempo (2006). La sua carriera è
proseguita brillantemente, poi, con film come Ricatto d’amore (2009), The Blind Side (film
del 2009 che le farà ottenere l’Oscar come Miglior Attrice
Protagonista), Gravity (2013), All’ultimo voto (2015),
Ocean’s 8 (2018) e Bird Vox (2018).
2. Sandra Bullock è anche
regista,, sceneggiatrice, doppiatrice e produttrice. Nel
corso della sua trentennale carriera, Sandra Bullock non si è fatta
mancare niente, decidendo di sperimentare diversi ambiti. L’attrice
americana ha prestato la sua voce per il doppiaggio de Il
principe d’Egitto (1998), Aningaaq (2013) e Minions (2015), ed è stata produttrice di diversi film
come Miss Detective, Ricatto d’amore, All’ultimo voto e
Ocean’s 8. Ma l’attrice
ha svolto anche il ruolo di sceneggiatrice e regista: nel 1998,
infatti, ha realizzato un cortometraggio intitolato Making
Sandwiches.
Sandra Bullock: hot
3. Sandra Bullock non ha
mai girato scene hot. L’attrice
americana, in passato, è stata protagonista di diverse scatti
abbastanza hot che non hanno fatto altro che conclamare quanto sia
una delle donne più sexy del mondo. Nonostante ciò, l’attrice non
ha alcuna intenzione di girare scene di sesso e pare che questa sia
propria una clausola che rimane permanente nei suoi contratti.
4. Sandra Bullock si è
fatta licenziare a causa di approcci indesiderati. Non
molto tempo fa, la Bullock ha rivelato in un’intervista di essersi
fatta licenziare da un film per aver ricevuto degli approcci non
desiderati. L’attrice non ha rivelato il nome della persona in
questione, ma ha riferito che dopo aver provato a evitare la
faccenda anche con dell’umorismo, ha chiesto di farsi
licenziare.
Sandra Bullock e Bryan
Randall
5. Sandra Bullock è
fidanzata con Bryan Randall. Dopo la fine del matrimonio
con Jesse G. James nel 2010, l’attrice americana
non ha più avuto relazioni amorose importanti. Tuttavia, nel 2015,
la Bullock ha conosciuto il fotografo Bryan
Randall: ha già una figlia grande, e in passato ha avuto
problemi di tossicodipendenza e pare sia stato protagonista di
qualche comportamento molesto. Ma ormai il passato è passato e i
due, che sono insieme dal 2015, sono molto felici e convivono da
tempo.
6. Sandra Bullock ha avuto
una vita sentimentale agitata. Prima dell’odierna felicità
con il fotografo Bryan Randall, l’attrice è stata sposata per circa
cinque anni con il costruttore Jesse G. James: tuttavia, decise di
separarsi da lui quando scoprì (poco dopo aver vinto il suo primo
Oscar) che lui la tradiva con una pornodiva, tale Michelle
McGee. Ma ben prima di lui, la Bullock ha frequentato
diverse persone, colleghi come Tate Donovan,
Matthew McConaughey e Ryan Gosling, il giocatore di football
Troy Aikman e il musicista Bob
Schneider.
Sandra Bullock: altezza
7. Sandra Bullock ha una
statura media. La Bullock non è una donnona né una
piccoletta, ma gode di una statura che rientra nella media.
L’attrice, infatti, è alta 171 centimetri, un’altezza che non le ha
mai impedito di fare ciò che le piace, sentendosi sempre a proprio
agio.
8. Sandra Bullock è
sopravvissuta ad un incidente aereo. Di altezze ormai ne
sa qualcosa Sandra Bullock che, suo malgrado, per poco non rimaneva
vittima di un incidente aereo. Il 20 dicembre del 2000, l’attrice
era su un velivolo privato che la stava portando nel Wyoming per le
vacanze di Natale. Ha causa delle condizioni meteorologiche poco
favorevoli e per dei problemi tecnici, il jet dovette compiere un
atterraggio d’emergenza a Jackson Hole, uscendo di pista, finendo
in un prato e incidentando, perdendo il carrello di atterraggio e
riportando danni un po’ ovunque.
Sandra Bullock: figli
9. Sandra Bullock ha due
figli. L’attrice aveva già avviato le pratiche per
l’adozione quando era ancora sposata con Jesse G. James e, dopo
essersi separata, il suo desiderio di adozione non si è di certo
arrestato. Così, sempre nel 2010, ha adottato il piccolo
Louis e nel dicembre 2015 la piccola
Laila. Quello che la Bullock ha sempre sostenuto è
una famiglia è composta dall’amore e solo in questo senso può
allora definirsi tradizionale, difendendo le donne che crescono uno
o più figli da sole: le mamme single non sono mamme a metà.
Sandra Bullock: Oscar
10. Sandra Bullock ha vinto
l’Oscar e il Razzie Award lo stesso anno. Se nel 2010 la
Bullock ha vinto l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista per il
film The Blind Side, è anche vero che la sera prima vinse
ben due Razzie Award: l’attrice, infatti, li vinse come Peggior
Attrice Protagonista e Peggior Coppia (insieme a Bradley Cooper) per il film A proposito di
Steve.
Il mistero che circonda
l’attesissima serie Loki non è dovuto solo al ritorno di Tom Hiddleston nei panni del Dio dell’Inganno,
ma anche al fatto che il personaggio si diletterà con tutta una
serie di realtà alternative, aprendo così la strada ad una serie di
innumerevoli scenari da esplorare. Tuttavia, la serie dovrà
rispondere ad alcune domande fondamentali che riguardano,
essenzialmente, quanto accaduto in Avengers:
Endgame a causa del viaggio nel tempo…
Come può sopravvivere l’universo
senza le Gemme dell’Infinito?
In Doctor Strange, è stato stabilito che le
Gemme dell’Infinito sono ciò su cui si basa l’universo e che le
stesse sono necessarie per bilanciarlo. Tuttavia, in Avengers:
Endgame le Gemme sono state tutte distrutte
nell’universo principale, che continua a funzionare parecchio
bene.
Sebbene Loki sia ambientato in una
realtà alternativa, il Tesseract è un elemento chiave della trama,
cosa che potrebbe condurre ad un maggiore approfondimento delle
altre Gemme dell’Infinito. Dal momento che la serie riguarderà
diverse realtà, potrebbe forse spiegare come tutti questi universi
sono in grado di funzionare e quale sia l’esatta valenza delle
Gemme dell’Infinito.
Qual è lo stato dell’universo alternativo in cui sono
intervenuti i Vendicatori?
La maggior parte delle
teorie sulla serie hanno a che fare con gli eventi di Avengers:
Endgame, poiché i fan hanno visto più realtà
grazie a quel film. I Vendicatori sono intervenuti in questi vari
universi, come quando Capitan America si è rivelato un agente
dell’HYDRA e Star-Lord ha rifiutato la Gemma del Potere quando, in
realtà, avrebbe dovuto prenderla.
Tutti questi eventi dovrebbero aver avuto un forte impatto nei
rispettivi universi, ma i risultati non sono stati mostrati. Dal
momento che
Loki salterà da una linea temporale all’altra, la serie
dovrebbe stabilire quali sono state le conseguenze per l’intervento
dei Vendicatori e se il Dio dell’Inganno avrà bisogno di sistemare
anche tutte queste altre realtà.
Perché la Time Variance Authority non ha agito prima?
La Time Variance Authority
ha catturato Loki sia per il furto del Tesseract sia per sfruttare
la sua natura ambigua. Ciò che al momento non sappiamo è il motivo
per cui non sono intervenuti durante gli eventi di Avengers:
Endgame, dove il viaggio nel tempo fa sembrare la fuga di
Loki qualcosa di relativamente più piccolo se messo a
confronto.
A tal fine, la serie non dovrà solo
spiegare perché o quando la Time Variance Authority interverrà per
sistemare le realtà, ma anche dove si trovava durante Avengers:
Endgame. Il fatto che il film sia ambientato nel
futuro non dovrebbe essere un problema, dal momento che la TVA non
dovrebbe essere ostacolata dal tempo.
Quanti universi ci sono?
L’idea del Multiverso è
stata ripresa dai fumetti, in cui ci sono obiettivamente troppi
universi per tenere ragionevolmente un conto esatto. Poiché il
MCU ha introdotto questo concetto
solo di recente, una serie come
Loki è
nella giusta posizione per rispondere a quanti universi ci sono
effettivamente.
Probabilmente non c’è serie
migliore che possa spiegarlo, dal momento che la Time Variance
Authority può essere usata come un modo per dare una risposta
concisa, basata proprio sulla conoscenza della realtà da parte
dell’organizzazione. Renderebbe anche chiaro quali sono i confini
del Multiverso.
Il tempo può essere danneggiato in modo permanente?
Finora, la posta in gioco
nella serie di
Lokinon sembra essere molto alta,
poiché non è ancora sicuro quali siano le conseguenze delle azioni
del Dio dell’Inganno. Molti hanno ipotizzato che il tempo stesso
possa essere distrutto se non viene ripristinato, qualcosa che la
serie Disney+ dovrà confermare.
L’Antico aveva affermato sia in
Doctor Strange che in Avengers:
Endgame che il tempo può davvero portare alla rovina
se lasciato incontrollato, ma questa è ancora solo una teoria che
non è stata completamente confermata. Dal momento che Loki è
responsabile del ripristino del tempo, la serie è nella posizione
per poter rispondere a questa domanda.
La
magia asgardiana è autentica o è frutto di una scienza
avanzata?
La natura della magia è cambiata rispetto alla Fase Uno, in
quanto viene spesso chiamata “scienza avanzata” in film come
Thor: the Dark World. Tuttavia,
altri titoli come WandaVision e Doctor Strange si
riferiscono ad essa come vera magia.
A
causa di ciò, non è chiaro se gli Asgardiani si dilettassero
davvero con la magia o meno. Dopotutto, Frigga ha detto che è stata
allevata dalle streghe ed è stata identificata come tale, cosa che
ha fatto sorgere qualche incoerenza.
Loki tornerà ad Asgard e potrà finalmente rispondere
a questa domanda in maniera chiara.
Il MCU è esso stesso un universo
alternativo?
I fan dei fumetti sanno
bene che l’universo principale per la Marvel è la Terra-616, mentre il
MCU è designato sul modello
Terra-199999. Poiché si suppone che tutti siano interconnessi,
sembrerebbe che anche il MCU sia un universo
alternativo.
Loki non ha bisogno di saltare nell’universo dei
fumetti, ma quello che può fare è fornire riferimenti ad universi
come Terra-616 per confermare che fa effettivamente parte del
multiverso per il MCU. Insieme a ciò, può anche
spiegare se la Time Variance Authority fa parte della Terra-199999
o è collocata al di fuori di essa, nella propria bolla.
Lo Snap ha influenzato altre linee
temporali e altri universi?
Sembra difficile credere che il furto del Tesseract da parte
di Loki sia un affare più grande per la Time Variance Authority
rispetto a Thanos che ha effettivamente distrutto l’intero universo
con il suo Snap. Dopotutto, ha abusato del tempo anche durante la
sua ricerca delle Gemma.
Indipendentemente da ciò,
Loki deve stabilire l’effetto che lo Snap ha avuto su
altre realtà e linee temporali. Anche se il viaggio nel tempo ha
permesso ai personaggi di viaggiare nel passato prima dello Snap,
non ha mostrato però cosa è successo negli universi che corrono
paralleli a quello principale. Questo è il motivo per cui
Loki deve stabilire fino a che punto il potere
combinato delle Gemme dell’Infinito può influenzare il
Multiverso.
Qual è il vero potere del Tesseract?
Il Tesseract ha avuto un’influenza diretta in Captain
America: Il primo Vendicatore, The Avengers, Avengers: Infinity War, Captain Marvel e ora anche in
Loki. L’ossessione di Loki per il Tesseract ha portato
spesso i fan a prendere in giro il Dio dell’Inganno, ma la serie
Disney+ può effettivamente approfondire
molte cose su di esso.
Captain Marvel ha ottenuto i suoi poteri da
esso, mentre l’HYDRA e lo SHIELD hanno fabbricato armi grazie ad
esso, quindi spetta a
Loki mostrare il potenziale cosmico del Tesseract.
Poiché la Time Variance Authority lo ha ritenuto molto importante,
la serie deve mostrare quali sono i limiti a cui il Tesseract può
andare incontro.
Cosa succede dopo la morte nel MCU?
Dopo aver ingannato la
morte così tante volte, rimanendo fedele alla sua natura da
imbroglione, i ritorni di Loki sono diventati orima una
consuetudine. Tuttavia, la serie ha anticipato che andrà oltre le
varie diramazioni della realtà e che affronterà anche il concetto
di morte.
Questo deve necessariamente
accadere, poiché non è mai stato stabilito cosa succede nel
MCU una volta che qualcuno muore.
Poiché la serie Disney+ esaminerà più scenari che
riguardano proprio l’inversione della morte, è logico che dovrebbe
essere mostrato anche il luogo in cui finiscono i personaggi dopo
aver lasciato l’universo.
Dylan O’Brien è uno
degli attori più amati e popolari, soprattutto tra il giovane
pubblico: tra Maze Runner e Teen Wolf, si è fatto strada tra i cuori degli
adolescenti. È il protagonista di uno dei franchise televisivi più
famosi di sempre, ma non solo: è celebre per la sua simpatia e
fascino. Nella serie Teen
Wolf, interpreta Stiles, il miglior amico di Scott: è
simpatico e intelligente, disponibile.
Ecco dieci cose che probabilmente
non sapete su di lui:
Dylan O’Brien: curiosità
1. È nato il 26 agosto
1991, a New York. È cresciuto in New Jersey fino all’età
di 12 anni, quando si è trasferito in California.
È figlio d’arte: la madre è attrice e dirige una propria scuola di
recitazione, mentre il padre lavora in grandi film di Hollywood
come operatore. Dylan ha espresso il desiderio di lavorare nel
cinema sin da piccolo. All’inizio, però, aveva due passioni: il
giornalismo sportivo e il cinema.
Dylan O’Brien, fisico: Il nome di
battesimo Dylan Rhodes O’Brien ed è alto 1,78 cm
Dylan O’Brien: film, televisione, e
Youtube
2. Ha cominciato su
Youtube. È attorno ai quattordici anni che ha scoperto il
proprio talento per la recitazione e per l’umorismo, e ha aperto il
proprio canale Youtube, con il nome
“Moviekidd826”. Ci sono sketch comici e video che
raccontano della sua vita privata. Il nome ha attirato l’attenzione
di un agente di Hollywood, che l’ha incoraggiato a presentarsi ad
audizioni per serie televisive. Dylan afferma di essere orgoglioso
dei propri video. E di non ricordarsi la password del proprio
account: il che vuol dire che i video rimarranno sul canale per
sempre.
3. Ha rivelato di aver avuto
dei problemi durante la propria adolescenza: in
particolare, ha attraversato momenti di solitudine, in particolare
quando si è trasferito con la propria famiglia dal New Jersey alla
California nel 2008. Come tanti altri ragazzi, ha fatto fatica ad
inserirsi nel nuovo ambiente scolastico, ed è rimasto senza amici
per tre anni.
4. E una delle
battute che fa più spesso in pubblico, si riferisce proprio a quel
periodo. Ha spesso scherzato sul fatto che in quel periodo i suoi
unici “Friends” fossero quelli della famosa sitcom
americana. Il telefilm è il suo preferito di sempre, e
Dylan afferma di aver visto ogni episodio almeno 8
volte!
I suoi film come attore al cinema
Dylan O’Brien ha
ottenuto il successo al cinema nel 2014 con grazie al ruolo di
Thomas in Maze Runner – Il labirinto che ha dato il via
alla serie di film
Maze Runner basati sull’omonimo cicli di romanzi. Tuttavia è
apparso anche in alcuni film prima, infatti nel 2013 ha
interpretato Stuart nel film
Gli Stagisti e Dave Hodgman in The First Time. Nel 2018 ha prestato la sua voce a
Bumblebee nel film del 2018
Bumblebee, spin-off del franchise di Transformers. Nel 2020
ha interpretato Fredrick Fitzell in The Education of Fredrick
Fitzell, Joel in Love and
Monsters.
Dylan O’Brien oggi
Nel 2021 Dylan
O’Brien sarà Heinrich Treadway in Infinite,
pellicola attualmente in post-produzione e diretta da Antoine
Fuqua. L’attore ha recitato al fianco di Mark Wahlberg in uno
sci-fi thriller che si presenta avvincente. Nel 2022 sarà nel cast
del film The Outfit, pellicola in post-produzione.
Dylan O’Brien incidente sul
set
5. Sul set di Maze Runner, è
stato coinvolto in un incidente particolarmente
grave. Mentre faceva personalmente una scena di stunt,
è stato accidentalmente colpito da un’auto, e ha sofferto una
frattura facciale e un trauma al cervello. A tempo, è sparito dalla
scena pubblica, probabilmente per riprendersi. È riemerso
recentemente, per promuovere il nuovo film American
Assassin. Dice che gli ci sono voluti sei mesi per
riprendersi completamente, e che per lui è ancora difficile
parlarne.
I dettagli
sull’incidente
Qualche tempo dopo sono stari
rivelati
alcuni dettagli in merito all’evento. “Erano in corso le
riprese di una sequenza d’azione per un film. Questo giovane
lavoratore era appeso a un veicolo grazie a una imbragatura e un
sistema di corde e si stava arrampicando sul retro di un altro
veicolo. Quando il veicolo ha rallentato, il veicolo che lo
sosteneva ha rallentato più rapidamente dell’altro.”
Dylan O’Brien fidanzata?
6. Dylan è stato fidanzato
con l’attrice Britt Robertson dal
2012 fino al 2018. Britt è conosciuta per il ruolo di
Sofia nella serie televisiva Girlboss: una versione romanzata
dell’imprenditrice Sophia Amoruso. I due si sono incontrati sul set
della commedia The First Time. E’ stata inoltre la protagonista di
Tomorrowland: Il Mondo di domani, al fianco di George
Clooney.
Al momento non sappiamo se
Dylan O’Brien sia fidanzato. Infatti l’attore è
una persona estremamente riservata. Inoltre da quando la sua grande
storia d’amore è finita, è diventato molto più accorto nel rivelare
dettagli della sua vita privata.
7. Dice di essere un
nerd. Tra le sue passioni, ce ne sono alcune che
sicuramente lo fanno rientrare nella categoria di (adorabili) geek:
il baseball, X-Factor, ma soprattutto Star
Wars.
Teen Wolf: gli attori e Dylan
8. Teen Wolf è
stata la serie che ha portato Dylan alla fama.
Inizialmente, doveva fare l’audizione per il ruolo di
Scott. Ma ha chiesto di avere il copione di Stiles,
aggiudicandosi la parte. La sua simpatia innata, infatti, si sposa
benissimo con quella del personaggio. Se Scott e Stiles
sono migliori amici nella serie, i due sono vicini anche nella vita
reale. A quanto pare, tutto è cominciato durante le
audizioni, e i due sono diventati amici parlando di band e
skateboard.
9. Sa suonare la
batteria. A quanto pare, da ragazzino faceva parte di una
band chiamata “Slow Kids at Play”. In
un’intervista ha rivelato che il gruppo lo ha silurato usando
Snapchat: mandandogli un video di prove con un altro batterista.
Che cattiveria.
Dylan O’Brien su instagram
10. Nel giugno 2007 si è
sparsa la voce del fatto che Dylan e Britt fossero ufficialmente
fidanzati. Infatti, sull’account
Instagram della ragazza è comparsa una foto
di lui con la scritta “Sì, siamo ufficialmente fidanzati”. I fan
sono andati in delirio, ma molti si sono accorti del fatto che il
post fosse un fake. Il post è stato cancellato dopo poco, e i due
hanno confermato di non essere fidanzati.