Tra la scena post-credit di
The Marvels e il tanto atteso Deadpool &
Wolverine, è evidente che i mutanti – e, più
specificamente, Terra-10005 – giocheranno un ruolo cruciale. La
teoria più diffusa è che un’incursione tra Terra-10005 e Terra-616
porterà alla tanto attesa battaglia tra Vendicatori e
X-Men in live-action.
Secondo lo scooper @MyTimeToShineH,
Dafne Keen, interprete di X-23, è ora
confermata per entrambi i film degli Avengers. Una notizia attesa
da molti, che sperano di vedere finalmente il suo personaggio
interagire con il Wolverine di Hugh Jackman.
Anche Alex Perez di Cosmic
Circus ha rivelato su X che Hank McCoy/Bestia, interpretato da
Kelsey Grammer, apparirà in
Doomsday e Secret Wars.
Considerando che i Marvel Studios hanno ridisegnato il
personaggio per il suo cameo in The
Marvels, non è una sorpresa sapere che tornerà.
Parlando dell’ingresso degli X-Men
nel MCU, il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha dichiarato la scorsa estate:
“Penso che vedrete come questo tema continuerà nei prossimi film,
con alcuni protagonisti degli X-Men che potreste riconoscere.
Subito dopo, l’intera storia di Secret Wars ci condurrà in
una nuova era dei mutanti e degli X-Men. È uno di quei sogni che
diventano realtà: finalmente abbiamo di nuovo gli X-Men.”
Dafne Keen, da
parte sua, è entusiasta di tornare a interpretare Laura/X-23:
“Mi piacerebbe moltissimo tornare. Pagherei per farlo.
Interpretare Laura è stato il più grande onore della mia vita.
Penso che abbiamo solo scalfito la superficie del personaggio, che
è così complesso e potente. Dal punto di vista dei fan, c’è ancora
tantissimo da esplorare.”
Anche Kelsey
Grammer ha espresso la sua emozione per il ritorno di
Bestia: “Non c’è molto di cui possa parlare. Quello che so è
che c’è stata una grande esplosione di entusiasmo quando sono
apparso alla fine di The Marvels. La reazione è stata incredibile,
quasi travolgente, anche se non del tutto inaspettata. Questo ha
portato a delle conversazioni interessanti.”
Quindi, è ormai certo che X-23 e
Bestia avranno ruoli significativi nella chiusura della
Saga del Multiverso. Resta solo da vedere quanto saranno
centrali nella storia che si svilupperà nei prossimi capitoli del
MCU.
Creature Commandos si concentra su un’intera
squadra di mostri, ma solo uno di loro sembra essere un vero
cattivo. Anche se probabilmente possiamo incolpare il suo
creatore per almeno alcuni dei tratti meno attraenti della sua
personalità, Eric Frankenstein è un lavoro piuttosto cattivo sotto
molti aspetti, anche se David Harbour infonde al personaggio un
briciolo di umanità con il suo lavoro vocale stellare.
Il co-capo dei DC Studios
James
Gunn ha confermato che gli attori scritturati nei
progetti animati del DCU riprenderanno i loro ruoli nel live-action, e
ad Harbour è stato chiesto di tornare potenzialmente nei panni di
Frankenstein durante un’intervista con Collider.
L’attore di Stranger Things ha detto di
averne discusso con Gunn, ma non è sicuro che alla fine Eric
passerà al live-action.
“Io dico solo: ‘Vai
avanti.Mettilo là fuori!Perché
penso che sarebbe molto divertente.Ne abbiamo
parlato casualmente.Non c’è nulla di programmato,
ma gli ho parlato un po’ della realtà di come sarebbe in termini di
computer grafica o di effetti pratici, e lui ha avuto un sacco di
pensieri e idee diverse.Ma credo che stiano
ancora costruendo il loro universo, e questo è divertente.Man mano che lo costruiscono, credo che vedranno cosa piace
alla gente o cosa funziona, e questo sarà un elemento che li
porterà ad andare avanti.Ma è un’idea così
divertente che Batman si imbatta in un Frankenstein arrabbiato, o
in Superman, o in qualsiasi altra cosa!È
divertente che tutti questi personaggi esistano nello stesso
universo, e chissà dove andrebbero a finire?Sarebbe una figata”.
Ad Harbour è stato anche chiesto se
tornerà nei panni del suo personaggio dei Thunderbolts*
, Red Guardian, per Avengers:Doomsday, ma ha fatto finta di non
sentire la domanda!
A proposito di notizie,
James Gunn ha confermato che il finale di stagione
di Creature Commandos di questa settimana conterrà una
scena post-credits, ma non ha rivelato alcun dettaglio. In base ai
suoi commenti precedenti, è probabile che la scena post-credits
abbia un impatto sugli eventi di Superman
e/o sulla seconda stagione di Peacemaker.
James Gunn confirmed that this week’s
Creature Commandos episode, the season finale, will feature a
POST-CREDITS SCENE,
All’inizio del weekend potreste
aver visto un annuncio di Production Weekly che affermava
di rivelare il cast e la data di inizio delle riprese di
Avengers:
Doomsday. In generale, è meglio prendere questo tipo
di notizie con cautela, soprattutto considerando che spesso
risultano più imprecise che accurate.
Il cast del film ha iniziato a
delinearsi nelle ultime settimane, con Chris Evans, Hayley
Atwell, Tom Holland e Charlie Cox che si uniranno a
Robert Downey Jr. nel film previsto per il 2026.
Ora sembra che possiamo aggiungere un altro nome alla lista: Wanda
Maximoff/Scarlet Witch, interpretata da Elizabeth Olsen.
Lo scooper @MyTimeToShineH sostiene
di aver “confermato” che il personaggio apparirà in
Avengers: Doomsday e
suggerisce anche una possibile presenza in
Avengers: Secret Wars. Sebbene queste
affermazioni non provengano direttamente da fonti ufficiali, è
plausibile che
Scarlet Witch torni a far parte della storia.
In passato si era ipotizzato che
Scarlet Witch potesse allearsi con il Dottor Destino, forse come
riferimento alla trama di Avengers: Children’s Crusade. In
quella storia, Scarlet Witch perdeva la memoria e si innamorava di
Victor Von Doom; purtroppo, lui finiva per tradirla, rubandole i
poteri nel tentativo di riscrivere la realtà a proprio
vantaggio.
Lo scorso novembre, la star di
WandaVision
aveva spiegato che, sebbene il suo ruolo nel Marvel Cinematic Universe le
permetta di dedicarsi a progetti più personali, non è l’unico
motivo per cui continua a interpretare Scarlet Witch.
Cosa ha detto Elizabeth Olsen sull’interpretare Scarlet
Witch?
“Non ho mai avuto la mentalità del
‘uno per loro, uno per me’”, ha dichiarato la Olsen. “La Marvel è stata una presenza
costante a cui sono sempre potuta tornare, offrendo – come si dice?
– una sorta di sicurezza nella mia vita, che mi ha dato la libertà
di scegliere altri lavori. Non mi sono mai sentita obbligata a fare
questo per poter fare qualcos’altro.”
L’attrice ha inoltre aggiunto che
tornare nel MCU “è sempre stata una
scelta” e ha spiegato: “Ogni volta, tutto dipende dal
personaggio. Quando dicono: ‘Abbiamo questa idea ed è per questo
che vogliamo che tu torni’, allora accetto. Non è mai stato:
‘Inseritela in qualcosa a caso’.”
“Scarlet Witch è un personaggio
che amo riprendere, ma solo quando c’è un buon motivo per
farlo“, ha proseguito la Olsen, riflettendo sul suo futuro nel
MCU. “Sono stata fortunata
perché fin dall’inizio sono stata utilizzata bene, anche se per un
momento sembrava che non sapessero cosa fare con me. Se trovano un
modo convincente per usarla, sarò felice di tornare.”
Quando le è stato chiesto se la
Vendicatrice fosse ancora viva dopo gli eventi recenti, l’attrice
ha risposto: “Penso di sì. Lo immagino. C’era una luce rossa
esplosiva alla fine. Forse sono morta. Ma pregherei per lasciare
aperta una porta. Mi sono divertita moltissimo a interpretare
questo personaggio. Vorrei scoprire un modo intelligente per
tornare, anche come non-morta. Serviranno gli scrittori più
creativi per dare un senso a tutto ciò. Io sono aperta a qualsiasi
idea.”
“Essere in grado di creare
storie ed esplorare personaggi all’interno dell’universoMarvelha realizzato un sogno di una vita e abbiamo scoperto un
potente legame con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato.
Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e
l’intero teamMarvelper portare questa epica avventura nella narrazione in luoghi
nuovi e sorprendenti sia per i fan che per noi stessi”, hanno
affermato i fratelli Russo in una dichiarazione dopo il panel del
SDCC.
Ci aspettiamo che il primo trailer
di The
Fantastic Four: First Steps venga rilasciato
entro il prossimo mese, probabilmente in occasione del Super Bowl.
Nel frattempo, alcuni nuovi artwork del reboot sono stati avvistati
nel merchandising in vendita presso il Disney Dream Store
brasiliano.
Oltre ai noti profili della Prima
Famiglia Marvel, mostrati per le strade di
San Diego durante il Comic-Con dello scorso luglio, viene
menzionata anche la “Future Foundation”, un’organizzazione creata
nei fumetti da Mister Fantastic per servire al meglio il futuro
dell’umanità.
Una tagline che accompagna questa
nuova immagine è stata particolarmente apprezzata dai fan del
MCU sui social media:
“Eroi. Scienziati. Esploratori. Protettori.”
Un modo perfetto per descrivere i
Fantastici Quattro, non credete? A un livello più profondo, questa
frase suggerisce che i Marvel Studios abbiano compreso ciò che rende
questi personaggi così speciali, qualcosa che ci aspettiamo di
vedere sul grande schermo alla fine dell’estate.
Cosa ha detto il regista di The Fantastic Four:
First Steps ?
“È diverso sotto molti aspetti,
perché sono una vera famiglia,” ha detto il regista Matt
Shakman a proposito del suo approccio a The Fantastic Four: First
Steps. “Non una famiglia che si forma lungo
il cammino, come gli X-Men o i Vendicatori, ma una vera famiglia,
con tutti i problemi che ne derivano, simili a quelli dei Monarch.
Con tutto l’amore, il dolore e la complessità che questo
comporta.”
“Penso che sarà diverso da
qualsiasi cosa abbiate mai visto prima, e certamente diverso da
qualsiasi cosa Marvel abbiate mai visto,” ha
aggiunto. Date un’occhiata a questo nuovo sguardo a The
Fantastic Four: First Steps nei post su X qui
sotto.
Nouveau tee-shirt de ‘ THE FANTASTIC FOUR:
FIRST STEPS’ vu au magasin Dream Store, à São Paulo.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Fantastic Four: First Steps
Il film The
Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Jason Momoa ha condiviso un breve video su Instagram
in cui mostra di aver ricevuto la sceneggiatura di
Supergirl: Woman of Tomorrow. Sulla sceneggiatura si
legge bene la scritta: Solo per gli occhi di Lobo.
Alla fine del 2024
abbiamo avuto la conferma che Momoa avrebbe interpretato il
personaggio della DC Comics nel prossimo film sulla cugina di
Superman la quale esordirà proprio nel film
diretto da James
Gunn e avrà il volto di Milly
Alcock.
Supergirl:
Woman of Tomorrow è attualmente previsto come secondo
titolo DCU dei DC Studios e sarà diretto dal regista di
Crudelia Craig Gillespie. Ana Nogueira (The Vampire Diaries) ha
scritto la sceneggiatura dopo essere stata inizialmente ingaggiata
per scrivere il film di Supergirl con Sasha Calle.
Nel film dei DC Studios, Supergirl
viaggia attraverso la galassia per festeggiare il suo 21°
compleanno con Krypto il supercane. Lungo la strada, incontra una
giovane donna di nome Ruthye e si ritrova in una ricerca omicida di
vendetta. Supergirl: Woman of Tomorrow
arriverà nelle sale il 26 giugno 2026.
Ecco tutti i vincitori dei
Golden Globes 2025, i premi assegnati dalla
Hollywood Foreign Press Association, l’organizzazione formata
da giornalisti professionisti che rappresentano
l’industria del cinema statunitense in una varietà
di media, (giornali e riviste) al di fuori degli Stati
Uniti d’America. Attualmente, i 90 membri della HFPA lavorano in
almeno 55 paesi, ed hanno un bacino di lettori di oltre 250 milioni
di persone.
E’ stata un’edizione di prime volte
e di conferme per la HFPA.
Demi Moore, Zoe Saldana e Sebastian
Stan hanno vinto per la prima volta una statuetta,
mentre Colin Farrell e Ali Wong
hanno portato a casa di nuovo un riconoscimento dalla stampa
estera. I premi della serata sono stati generalmente ben
distribuiti con pochi film che hanno portato a casa più di un
premio, e tra questi l’imbattibile Emilia Perez,
che ha vinto nella categoria Miglior film in Lingua non Inglese, in
cui gareggiava l’Italia con Vermiglio, e in quella
per il miglior film comedy o musical.
Anche The Brutalist
di Brady Corbet ha portato a casa diversi
riconoscimenti, tra cui miglior regia, migliore attore a
Adrien Brody e miglior film drama. Per quanto
riguarda invece le serie, Shogun,
Hacks e Baby Reindeer sono stati
i più premiati.
Si apre ufficialmente la Season
Awards con il red carpet dei Golden Globes 2025 (qui
tutti i nominati), dove hanno sfilato i protagonisti
di Hollywood, nominati e non, presentatori e accompagnatori, per
celebrare le assegnazioni dei premi decisi dalla Hollywood Foreign
Press Association. Con una tendenza spiccatamente “metallica”, ecco
i look dal red carpet dei Golden Globes 2025:
Diretto da John Andreas
Andersen, il dramma bellico biografico di Netflix,
Numero 24 (Number 24), segue la storia di
Gunnar Sønsteby, che si unisce alla Resistenza
norvegese dopo l’occupazione nazista della Norvegia nel 1940. Il
film si concentra sui cinque anni di lavoro di Gunnar come
combattente della resistenza, durante i quali egli attraversa molti
alti e bassi. Sacrifica tutto per servire il suo Paese e liberarlo
dal regime fascista che odia con tutto il cuore. Il suo coraggioso
viaggio è fonte di ispirazione, ma incute anche timore e ci si
chiede come una persona possa aver fatto così tanto nell’arco di
cinque anni.
Numero 24 (Number
24) parla del coraggio di Gunnar Sønsteby durante la
Seconda Guerra Mondiale
Scritto da Erlend Loe, sulla base
di una sceneggiatura originale di Espen von Ibenfeldt,
“Numero 24 (Number 24) si concentra
interamente sugli eventi reali, per quanto incredibili possano
sembrare, accaduti nella vita di Gunnar Sønsteby. Nato l’11 gennaio
1918 in una piccola città chiamata Rjukan, Gunnar Fridtjof Thurmann
Sonsteby si trasferì a Oslo negli anni ’30 e studiò economia.
Lavorava come contabile e aveva solo ventidue anni quando ci fu
l’invasione tedesca. Nel suo libro di memorie, Gunnar ricorda
l’umiliazione provata nel vedere i soldati nazisti per le strade
del suo Paese. Per questo motivo non ci pensò due volte a unirsi
alla ribellione.
All’inizio pensò di andare in Gran
Bretagna per unirsi alla resistenza, ma quando il viaggio non andò
a buon fine, tornò a Oslo e si impegnò in altre attività. Insieme
ad altri come lui, pubblicò un giornale clandestino per contrastare
la propaganda nazista. Si unì anche al movimento di organizzazione
militare e, poco dopo, iniziò a raccogliere informazioni sui
movimenti degli ufficiali nazisti norvegesi. Il suo lavoro lo portò
più volte a fare avanti e indietro dalla Svezia, un viaggio che
spesso faceva a piedi. Nel 1941 entrò in contatto con l’ambasciata
britannica a Stoccolma e si unì allo Special Operations Executive
(SOE), dove divenne l’Agente 24. Un altro nome in codice che
ricevette fu Kjj. Un altro nome in codice che ricevette fu Kjakan,
alias Il Mento. Nel 1943 fu paracadutato a Oslo, dopo aver
completato il suo addestramento in Scozia.
Gunnar Sønsteby divenne una
seccatura per il regime nazista in Norvegia
Mentre il suo primo incarico
consisteva nel raccogliere informazioni sullo sviluppo del porto da
parte dei tedeschi per facilitare il loro trasporto navale, Gunnar
fu presto coinvolto in importanti atti di sabotaggio. Rubò le
lastre per la stampa delle banconote della banca di stato norvegese
per creare valuta falsa per finanziare la resistenza. Fu nominato
capo della Compagnia Linge e della banda di Oslo, con la quale
continuò la serie di eventi che tenevano i nazisti con il fiato
sospeso. Con le sue squadre, distrusse la fabbrica di armi
Kongsberg, distrusse gli impianti di produzione di acido solforico,
bombardò gli archivi dell’Ufficio di collocamento per impedire
l’arruolamento dei norvegesi nell’esercito tedesco e distrusse
75.000 registri per frenare l’ingiusto razionamento.
Si dimostrò un abile falsario,
spesso contraffacendo la firma di Karl Marthinsen, e creò più di 30
identità che gli permisero di sfuggire ai nazisti, dato che era
diventato molto presto uno degli uomini più ricercati della
Norvegia. Per arrivare a lui, suo padre fu arrestato dai tedeschi,
ma nemmeno questo scoraggiò Gunnar. Nel 1944, dopo l’invasione
della Normandia, Gunnar e la resistenza sabotarono le ferrovie in
modo che i tedeschi non potessero inviare rinforzi dalla Norvegia.
Negli ultimi giorni del 1944, bombardarono il quartier generale
della Gestapo a Oslo. Nel 1945 affondarono la nave da trasporto
tedesca. Grazie ai loro sforzi costanti, il regime nazista fu
indebolito, e l’impatto fu visibile non solo in Norvegia, ma
nell’intera arena della Seconda Guerra Mondiale.
Gunnar Sønsteby scelse una vita
più tranquilla dopo la guerra
Nonostante tutti i problemi che
causò ai nazisti e l’accanimento con cui lo cercarono, Gunnar
Sønsteby non fu mai catturato. Un’impresa impressionante che non
sfuggì ai servizi segreti britannici e norvegesi, che cercarono
entrambi di reclutarlo a guerra finita. Tuttavia, egli ritenne di
aver fatto la sua parte per il Paese e di aver visto troppe cose in
guerra per continuare a lavorare nello stesso campo. Nel 1945 si
recò in America e frequentò la Harvard Business School. Trovò
lavoro nell’industria petrolifera e tornò in Norvegia alcuni anni
dopo per avviare un’attività in proprio. Si è sposato con
Anne-Karin nel 1953 e hanno avuto tre figlie.
Pur non entrando nel mondo dello
spionaggio nel dopoguerra, Gunnar Sønsteby ha sempre sottolineato
l’importanza dei valori democratici. Per tutta la sua vita, ha
tenuto conferenze nelle scuole e nei college norvegesi e ha parlato
con i giovani del suo Paese della necessità di lottare per la loro
libertà e i loro diritti. Nel 1999 ha pubblicato un libro
intitolato “Report from #24”, in cui entra nei dettagli delle sue
missioni durante la guerra. Nel 2001 si è espresso contro la
proposta di intitolare una strada di Oslo a Knut Hamsun, il
romanziere noto per essere stato amico di nazisti come Joseph
Goebbels. Oltre a questo, ha svolto un ruolo importante nella
formazione della politica estera del Paese a diversi livelli.
Gunnar Sønsteby è morto il 10
maggio 2012, all’età di 94 anni. Essendo uno dei più grandi leader
del movimento di resistenza del Paese, ha ricevuto un funerale di
Stato, che si è tenuto il 25 maggio 2012, con tanto di guardia
d’onore, sei ufficiali come portatori di pallone e quattro F-16
dell’Aeronautica per il sorvolo. Alla cerimonia hanno partecipato
alcuni dei più importanti funzionari di Noway, tra cui il Primo
Ministro e il Re.
Gunnar Sønsteby rimane uno degli
eroi di guerra più decorati della Norvegia
Per il suo lavoro durante la
Seconda guerra mondiale, Gunnar Sønsteby ha ricevuto premi e
riconoscimenti da diversi Paesi. È stato insignito del
Distinguished Service Order britannico, della Medal of Freedom
statunitense con palma d’argento e del premio culturale della
American-Scandinavian Foundation. Ha ricevuto la più alta
onorificenza norvegese, la Croce di Guerra con Tre Spade, unico
norvegese a riceverla. È anche il primo non americano a ricevere la
Medaglia del Comando delle Operazioni Speciali degli Stati Uniti e
la prima persona a ricevere la Croce d’Onore della Difesa
norvegese. Ha ricevuto anche la Medaglia Pro Memoria dalla
Polonia.
Nel maggio 2007, una statua di
Gunnar Sønsteby è stata inaugurata dal Re di Norvegia in Solli
Plass a Oslo. Diversi membri della famiglia reale, tra cui il Re,
hanno partecipato al ricevimento per il suo 90° compleanno,
tenutosi presso il Museo della Resistenza norvegese nella Fortezza
di Akershus, un tempo sede della Gestapo. Nel 2011, il museo ha
presentato il suo ritratto, che è in mostra permanente. Nel 2018,
in occasione del centenario del suo compleanno, è stato emesso un
francobollo in suo onore. La sua eredità è portata avanti dal
Gunnar Sønsteby Memorial Fund, istituito nel 2013. Ogni anno viene
assegnato il premio Sønsteby ai “coraggiosi difensori dei valori
democratici fondamentali”.
Numero 24 (Number
24) è un emozionante biopic di guerra di Netflix
basato sulla
vita di Gunnar Sonsteby, il più grande eroe di guerra
norvegese, che guidò coraggiosamente la famigerata banda di Oslo,
che diede la caccia ai nazisti nel Paese durante la Seconda Guerra
Mondiale. La trama racconta l’introduzione del giovane Gunnar
Sonsteby nella vita di un membro della Resistenza, nonostante non
avesse mai avuto a che fare con l’esercito o il governo, e la sua
ascesa fino a diventare uno dei cittadini più decorati e venerati
della Norvegia. Nel complesso, Numero 24 (Number
24) è una visione molto interessante, soprattutto per
coloro che non conoscono bene Sonsteby e il suo contributo contro i
nazisti.
Di cosa parla il film?
Numero 24 (Number
24) inizia in una scuola della città di Rjukan, in
Norvegia, dove un uomo anziano viene invitato a salire sul palco
per parlare a un folto gruppo di studenti seduti in una sala. La
scena è ambientata in epoca moderna e l’anziano signore è Gunnar
Sonsteby, uno dei cittadini più rispettati del Paese, noto alla
maggior parte degli studenti come rinomato uomo d’affari che aveva
avuto un ruolo anche durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma quando
inizia a parlare del periodo trascorso nella Resistenza norvegese
quando i nazisti avevano preso il controllo del Paese, viene
rivelata la portata dei notevoli riconoscimenti e dei risultati
ottenuti da Gunnar, chiarendo il motivo per cui è ancora l’unica
persona ad aver ricevuto la Croce di Guerra con tre spade, la più
alta onorificenza militare norvegese.
Qual è l’episodio
scatenante?
Il primo grande sabotaggio di Gunnar
consiste nel far esplodere un edificio, ma il giorno dopo i
giornali non ne parlano. Questo porta a un inquietante parallelismo
con i giorni nostri, data l’epoca della disinformazione. Gunnar
deve persino portare con sé delle granate perché i nazisti
conoscono il suo nome, una precauzione da prendere in caso di
cattura. Questo dimostra quanto sia disposto a spingersi
all’estremo per assicurarsi che la sua missione rimanga intatta e
che non sveli nessuno dei suoi segreti. Come allude lo stesso
Gunnar in questo film, non si può mai sapere come si reagisce alla
tortura e nessuno penserebbe male di coloro che danno informazioni
nelle circostanze più dure.
Gunnar è così prolifico in questo
ruolo che incontra anche il Re, che incoraggia Gunnar a continuare
a sabotare a qualunque costo, pregandolo essenzialmente di cacciare
i tedeschi. Questo contribuisce a spronare Gunnar, ma purtroppo i
suoi due compagni più stretti, Tallak e Greggers, vengono
uccisi.
Senza Gunnar, entrano in contatto
con due tedeschi disertori della Luftwaffe. O meglio, pensavano di
essere disertori. Si scopre che in realtà erano nazisti ed entrambi
gli uomini sono stati tragicamente uccisi. Tallak fu colpito al
volto e sopravvisse miracolosamente, ma finì per essere torturato.
Tallak non voleva però tradire Gunnar e gli altri, scegliendo
invece di suicidarsi.
Chi uccide Gunnar?
In Numero 24 (Number
24) Gunnar Sønsteby deve affrontare una serie di
missioni più estreme. Gli viene affidato il compito di uccidere
Gunnar Lindvig, un nazista, e per questa missione prende con sé
Andreas. Andreas è fedele dopo che suo fratello è stato ucciso dai
nazisti sotto costrizione. Questo è uno dei tanti uomini uccisi da
Gunnar, ma il nostro protagonista rimane fermo, anche quando viene
interrogato nel presente, sul fatto che questa è la mossa giusta
per preservare la libertà del suo Paese, a qualunque costo.
Il caso controverso è quello di Karl
Marthinsen. È il responsabile dei campi di concentramento in
Norvegia e si dà il caso che sia il più grande assassino di massa
della storia norvegese, quindi ovviamente doveva morire. Purtroppo,
i tedeschi si sono vendicati e hanno ucciso 28 norvegesi, sia
combattenti della resistenza che passanti innocenti. Questo getta
immediatamente grandi dubbi sulla missione di Gunnar e sul fatto
che le sue azioni abbiano messo in pericolo più norvegesi del
necessario.
Chi è Erling Solheim?
In Numero 24 (Number
24) Erling Solheim è in realtà un parente di una
delle donne presenti nella folla durante il discorso dei giorni
nostri. Si scopre che era un uomo che intendeva denunciare alla
polizia Gunnar e altri membri del movimento di resistenza. Essendo
Gunnar a questo punto il capo del movimento di resistenza, decise
che bisognava “prendersi cura di lui” per mantenere vivo il loro
sogno di libertà.
Erling, nella sua lettera
intercettata dalla resistenza, afferma di avere informazioni su
Sonsteby, Haughland e Heiberg. Dato che intercettano la lettera,
Gunnar ha orchestrato l’intera missione, mandando diversi agenti a
prelevarlo e ingannando Erling affinché andasse con loro nella
capitale, con la promessa di una grossa ricompensa a Oslo.
Sfortunatamente, viene ucciso.
Naturalmente, Gunnar conosce
quest’uomo, visto che è il suo amico d’infanzia con cui era in
montagna all’inizio del film. Questa azione dimostra quanto Gunnar
fosse disposto a rinunciare per garantire la libertà del suo
Paese.
Non molto tempo dopo, la Norvegia
viene liberata dalle catene naziste, grazie alla fine della Seconda
Guerra Mondiale.
Come finisce Numero 24?
Nel presente, Gunnar parla con lo
studente che l’ha sfidato per la morte di Erling. Qui, da solo,
Gunnar alla fine rivela la verità su ciò che è accaduto, ma gli fa
male parlarne e deve essere persuaso con dolcezza ad affrontare i
suoi demoni del passato.
Questo si ricollega all’inizio del
film, dove Gunnar stesso parla dei suoi “cinque cassetti” che si
riferiscono a diverse parti della sua memoria. Il quinto e ultimo
cassetto è quello inferiore, che ha tenuto chiuso dall’8 maggio
1945. È così che è riuscito ad andare avanti per tutto questo
tempo, ma naturalmente per altri non è così facile acclimatarsi
agli orrori della guerra.
Andreas ha iniziato a bere
pesantemente il giorno della Liberazione e non ha smesso prima di
spararsi nel 1965.
Cosa è successo a
Gunnar?
Gunnar non fu mai arrestato dai
tedeschi. Anzi, condusse più di 20 missioni di sabotaggio durante
la guerra ed è il cittadino norvegese più decorato, nonché l’unico
ad aver ricevuto la croce di guerra con tre spade. Gunnar ha
sposato la sua amata, Anne-Karin, nel 1953, e ha trascorso 7 anni
della sua vita ad aiutare coloro che hanno lottato con gli effetti
della guerra.
Quest’uomo straordinario, che ha
sempre giurato di fare tutto il possibile per la libertà del suo
Paese, ha fatto ciò che si era prefissato nella sua vita, chiudendo
la sua eredità come il prolifico Numero 24.
La seconda stagione della serie
drammatica intelligente e ricca di suspense
Departure di Vince Shiao
vede l’acclamata investigatrice Kendra Malley occuparsi del caso di
un altro incidente. In questa stagione, la storia si fa
letteralmente terra terra, spostando la sua attenzione
dall’aviazione alla ferrovia. La tavolozza dei colori diventa più
calda e i personaggi più avvincenti.
Il mistero inizia con l’incidente
di un treno automatico superveloce e immerge il pubblico in una
trama labirintica dalle implicazioni devastanti. Il mistero
è abbondante e sconfinato, cosparso della giusta dose di bugie,
inganni e intrighi politici. Se il finale della storia vi
sta facendo riflettere in silenzio, lasciateci dare forma ai vostri
pensieri.
Recap della seconda stagione di
Departure
Il mistero della stagione inizia
con il deragliamento del treno automatizzato ad alta velocità
Apollo, in viaggio da Toronto a Chicago. A 140 miglia orarie, il
treno perde il controllo in una curva difficile e colpisce
un’autocisterna a un incrocio. In totale muoiono settantadue
passeggeri, compreso il conducente, Walter Mack. Su raccomandazione
di Howard, l’investigatrice dell’incidente Kendra Malley e il suo
assistente Theo volano dall’altra parte dell’oceano per assistere
la FTSA nelle indagini. Collaborano con l’agente dell’FBI
Ellen, la collega appassionata di computer Charlotte e lo sceriffo
locale Parker per risolvere il caso. Il detective di Scotland Yard
Dom si unisce alle indagini. Il deragliamento del treno ci
porta su molti binari del mistero, conducendo a una rivelazione
scioccante.
Ma prima di questo, raccontiamo i
passeggeri del treno. Uno dei passeggeri chiave tra i deceduti è
Philip Hogan, uno dei progettisti originali del software del modulo
Apollo. Più tardi, durante l’autopsia, si scopre che gli hanno
sparato a distanza ravvicinata. Jordan Cole, cofondatore e
amministratore delegato di URSA, arriva sulla scena del crimine per
assicurare alla polizia l’assistenza nelle indagini. Ha
studiato al college con Philip, ma non vuole fornire i dati di log
del software di Apollo.
Fortunatamente, la scatola nera
viene ritrovata pochi istanti dopo l’incidente. Dalla registrazione
della sala macchine, si sente il grido di aiuto di Walter, il
pilota. Secondo il referto dell’autopsia, ha una ferita da
proiettile nella testa altrimenti decimata, ma poco dopo viene
escluso il suicidio. Nel frattempo, gli investigatori riescono a
rintracciare Bill Ratch, l’operaio ferroviario locale, e di
conseguenza Bill viene licenziato dall’azienda.
Ci sono alcuni sopravvissuti sparsi
in giro. Tra i sopravvissuti c’è un bambino di otto anni di nome
Lucas, che viaggiava con la madre. Purtroppo la madre di
Lucas è morta e la squadra investigativa ha la custodia di Lucas
dopo il suo recupero. Un fuggitivo di nome Max O’Neil, che
l’FBI stava scortando, è in fuga. Dopo un incontro fortuito con
Kendra, Max e lei si accordano in modo piuttosto amichevole.
La sua posizione porta gli
investigatori a un potenziale coinvolgimento di una banda.
La moglie di Max, Maria, era la sorella di Carlos Ortega,
il capo della banda Matalona, e Max pensa che Ortega possa volerlo
morto. Max pensa anche che l’FBI sia coinvolta, ma si
rivela una sua percezione fallace. Fin dall’inizio, però, si
delinea come un massacro istigato da una banda. Ma alcune persone
potrebbero ostacolare Kendra nelle indagini.
Kendra ha un tête-à-tête con la
candidata governatore locale Diana Bright, che vuole motivare la
gente ad agire poiché un pericoloso fuggitivo è in libertà.
Il figlio di Diana, Richard, trova Bill Ratch e lo convince
a fornire una dichiarazione pubblicitaria per la campagna
elettorale. Su istigazione della dichiarazione di Diana,
qualcuno spara a Max, che finisce nello stesso ospedale di Lucas.
Quando Lucas viene a salutare Max, Max chiede a Lucas di mantenere
un segreto e noi non riusciamo a sentire il loro sussurro.
Tuttavia, in seguito viene rivelato
che Max ha un corriere per Kendra: un microchip pieno di
dati finanziari del cartello della droga, che porta l’FBI un altro
passo avanti verso Ortega e la banda. Max si dirige a
Chicago per incontrare Emilio, il suo amico fidato che sembra aver
fatto la spia. Con l’aiuto di Max, Ellen cattura Ortega. Ma in uno
dei tanti colpi di scena, Ortega non ha nulla a che fare con
l’incidente, il che ci riporta alla teoria della percezione errata
e della paranoia di Max. Forse non era Max
l’obiettivo.
Forse l’obiettivo era Philip Hogan.
Dopo un po’ di ricerche, Charlotte e Theo scoprono l’Accordo di
Partecipazione, un vincolo legale che garantisce che, se uno dei
titolari dei brevetti è deceduto, le azioni vengono redistribuite
al titolare principale. Per coincidenza, l’ultimo contatto
telefonico di Hogan prima del disastro è stato Connor Tate,
anch’egli morto in un altro incidente stradale. Come il
treno, anche l’auto mostra segni di manomissione dei freni. Dom e
l’investigatore della polizia locale Siobhan fanno visita a Rose,
la sorella di Connor, e la vista della foto di Hogan la rende
nervosa.
Anche se Rose non rivela nulla alla
polizia, le ricerche di Kendra e della squadra rivelano che
Rose è uno dei quattro azionisti principali
dell’URSA, insieme a suo fratello Connor, Philip Hogan e
Jordan Cole. Tra i quattro, due sono deceduti, il che restringe
apparentemente i sospetti a due. Dom torna a casa di Rose e la
trova nella vasca da bagno, priva di sensi dopo un tentativo di
suicidio. Jordan Cole sembra essere l’autore della serie di
omicidi, ma la situazione si fa ancora più confusa quando anche
Cole viene ucciso da un assalitore fantasma.
Finale della seconda stagione di
Departure: Chi è il fantasma? È vivo o morto?
Steve Wilkie/Shaftesbury/Greenpoint
Productions/Peacock
L’aggressore fantasma di Philip
Hogan in Departure torna sulla scena del crimine
per un altro atto di manomissione delle prove. Mentre Theo scopre
che i freni sono stati progettati per il disastro, l’assalitore
fantasma lo colpisce alle spalle. Mentre soccorre Theo,
Bill Ratch sembra riconoscere il fantasma. Veniamo a
sapere che quest’uomo è salito sul treno da Detroit, è rimasto
invisibile per la maggior parte del viaggio e ha sparato a Philip
Hogan a sangue freddo quando era il momento. Si fa chiamare con
diversi nomi, ma il suo vero nome è Tyler Brick, un ex-militare ed
ex-lavoratore dell’URSA che era sotto la supervisione di Bill.
L’aggressore fantasma di Philip
Hogan torna sulla scena del crimine per un altro atto di
manomissione delle prove. Mentre Theo scopre che i freni
sono stati progettati per il disastro, l’assalitore fantasma lo
colpisce alle spalle. Mentre soccorre Theo, Bill Ratch
sembra riconoscere il fantasma. Veniamo a sapere che quest’uomo è
salito sul treno da Detroit, è rimasto invisibile per la maggior
parte del viaggio e ha sparato a Philip Hogan a sangue freddo al
momento opportuno. Si fa chiamare con diversi nomi, ma il suo vero
nome è Tyler Brick, un ex-militare ed ex-lavoratore dell’URSA che
era sotto la supervisione di Bill.
Questo spiega la faccia sbalordita
di Bill quando vede l’aggressore e il motivo per cui ha nascosto
l’informazione alla polizia. Tyler Brick fa visita a Bill
poco dopo e, dopo un confronto, Bill si rende conto di una verità
devastante: il sistema frenante non è ancora
automatizzato. Ellen e la sua squadra si avvicinano a
Tyler, e Kendra insiste per unirsi al raid. Dopo un confronto con
Brick, Kendra, disarmata, si trova in una situazione precaria.
Mentre Ellen si precipita a
salvarla, il criminale riesce a scappare. Nel diario di
Tyler vengono trovati degli scritti che sembrano tentativi di
espiazione. Ha una visione del mondo piuttosto radicale e contorta.
Ellen emette un mandato di ricerca per Tyler, ma quest’ultimo
riesce comunque a raggiungere Jordan Cole. Dopo aver aggredito
Jordan, Tyler viene affrontato dalla polizia e cade in uno scontro
a fuoco. Questa è la fine di Tyler, ma non risponde alla domanda
più grande di tutte.
Chi ha orchestrato il
disastro in Departure 2? Come hanno fatto?
Alla fine risulta chiaro che il
disastro è stato orchestrato da Richard Bright, il
figlio del governatore eletto Diana Bright.
Richard e Rose sono apparentemente vecchi conoscenti e persino
amanti, almeno secondo la prospettiva di Rose. Richard voleva
acquistare l’URSA dagli azionisti originari, ma
c’è stato un forte disaccordo. Né Connor né Philip volevano vendere
l’azienda. La posizione di Jordan rimane ambigua
fino alla fine, ma il finale rivela che la sua ambiguità è una
facciata per mantenere l’immagine dell’azienda. In realtà, Jordan
sospetta che Richard abbia a che fare con gli omicidi di massa.
Richard provoca il disastro per
abbassare il prezzo delle azioni della URSA. Dopo
la morte di Jordan Cole, le azioni subiscono un
altro colpo. A questo punto, Richard intende acquistare l’azienda a
basso costo. La madre di Richard potrebbe essere complice, poiché
alla fine sfrutta il disastro per guadagnare voti. Inoltre,
conclude la storia con una dichiarazione apparentemente accorata
alle famiglie dei defunti, ma sappiamo che il politico che c’è in
lei è piuttosto abile nei tocchi personali.
Richard e sua madre usano
l’indottrinamento ideologico per motivare i colpevoli, mentre
cercano di mantenere le mani pulite. Uno degli ingegneri
dell’attacco è Tyler Brick. Brick non è un
superuomo che può manomettere i freni, sparare all’autista e a
Philip e fuggire indenne: deve avere un complice.
Il colpo di scena finale rivela che
lo sceriffo Parker è l’altro colpevole. Sembra che
sia stato spinto al gesto perché la tecnologia dell’automazione sta
rubando milioni di posti di lavoro. Tuttavia, capiamo che queste
sono solo informazioni manipolate dalla coppia madre-figlio
Bright. Lo sceriffo uccide il conducente, mentre
Tyler Brick si occupa dei freni. I freni richiedono ancora
l’assistenza manuale, e gli orchestratori sfruttano questa unica
vulnerabilità del software.
Cosa succede a Lucas in
Departure 2?
All’indomani dell’indagine, la reputazione di
Kendra le fa guadagnare un’offerta di lavoro
presso il Ministero dei Trasporti negli Stati
Uniti. Sembra che ci stia pensando, ma nel frattempo dovrebbe
tornare a Londra per incontrare AJ. AJ,
apprendiamo da Dom, sta completando il suo primo
anno di college a Oxford dopo il suo periodo di
vandalismo. Theo si avvicina con successo a
Charlotte e i due progettano sessioni di studio
per il futuro.
Tuttavia, ci si può chiedere che fine farà
Lucas. Il suo personaggio è un’aggiunta avvincente
alla storia. Il marito violento della madre defunta arriva per
prendere Lucas, ma lui non vuole andare via con l’uomo. Con il
sostegno di Ellen, Kendra riesce a tenere Lucas
con la squadra investigativa finché non viene rintracciato il
parente più prossimo del ragazzo. Lucas è un testimone chiave nello
svolgimento del mistero e, dopo l’inseguimento finale con lo
sceriffo, il suo trauma è solo immaginabile.
Alla fine degli eventi, Lucas parte con il nonno, il
signor Miller. Prima di partire, fa a Kendra la
promessa di tenersi in contatto.
Nel finale di stagione de The
Penguin, Oz Cobb ha posto fine alla sua faida con
Sofia Gigante svelando il suo ruolo nella distruzione di Crown
Point e facendo in modo che “Il Boia” tornasse ad Arkham.
È lì che Sofia riceve una lettera
dalla sua sorellastra, Selina Kyle, la vigilante che abbiamo visto
per la prima volta nei panni di Catwoman in The
Batman del 2022.
IndieWire ha recentemente parlato con Cristin Milioti del suo futuro come
personaggio e le ha chiesto cosa di Sofia spera di esplorare in
futuro.
“Non lo so ”, ha
ammesso. “Mi è sembrato che ci siano infinite possibilità
di dove potrebbe andare.Ovviamente vorrei vederla
uscire da Arkham.È la prima cosa da
fare.Non la voglio lì dentro.Quindi voglio vederla uscire da lì e poi
vendicarsi”.
“Forse ora sarebbe ancora
più una mina vagante, perché prima era piuttosto concentrata su di
lui e sull’acquisizione di potere, ma a seconda di quello che le
succede lì dentro, potrebbe essere un obiettivo ancora più
grande ”, ha continuato Milioti. “Mi piacerebbe
esplorare questo aspetto”.
Nonostante ciò, l’attore ha notato
che c’è una grande parte di lei che vorrebbe continuare a esplorare
Arkham. “Oh sì.[Quelle scene sono
divertenti.Quindi forse lei rimarrà lì per un po’
e io ne farò un paio”.
Riflettendo sull’ingresso
nell’Universo DC, Milioti ha dichiarato: “È stato
emozionante.Sono una fan sfegatata di Batman, il
mio sogno da sempre è quello di essere una cattiva di Batman e di
poter mostrare la sua intera storia.Il fatto che
questo venga dal cervello di una donna, lo si può percepire, lo si
può sentire.Soprattutto il fatto che
quell’episodio sia stato diretto dalla [regista] Helen [Shaver], è
stato sicuramente un elemento in più”.
Ci sono così tante cose che
Sofia fa nello show che, ovviamente, sono moralmente riprovevoli,
ma molte donne mi hanno detto: “Questa parte è stata così bella” o
“catartica” nel vederla affrontare tutto questo, e anch’io mi sono
sentita così.È incredibile ”, ha
concluso l’attrice.
The
Penguin ha battuto i record di spettatori sulla HBO ed
è stato un successo di critica, quindi quasi certamente vedremo
ancora la Sofia Falcone/Gigante preferita dai fan di Milioti. Se la
serie ambientata ad Arkham con il Joker e l’Enigmista fosse stata
realizzata, sarebbe stato divertente vederli incrociare le loro
strade (potrebbe ancora accadere, ovviamente). L’intera prima
stagione deThe Penguin è ora disponibile in
streaming su SKY. Per quanto riguarda il sequel di The
Batman, è stato spostato al 1° ottobre 2027.
Superman
di James Gunn non
sarà il primo incontro di
Nicholas Hoult con il genere dei supereroi (ha
interpretato Bestia nei film degli X-Men della
20th Century Fox), ma sarà la prima volta che interpreterà un
personaggio importante della DC Comics, dopo aver mancato per un
soffio la parte di Bruce Wayne/Cavaliere Oscuro in
The
Batman di Matt Reeves – e aver fatto il provino
per l’Uomo d’Acciaio stesso.
Nicholas Hoult era
in lizza per il ruolo di Superman prima che David
Corenswet venisse scritturato, ma leggendo la
sceneggiatura di Gunn ha capito che sarebbe stato più adatto alla
nemesi dell’eroe.
“È buffo, perché quando ho
letto la sceneggiatura per la prima volta, mi ricordo di averla
letta e c’era una piccola parte di me che diceva ‘Oh, penso che ti
saresti divertito a interpretare Lex ‘”, ha detto Hoult
durante una recente intervista con Deadline. “E non ho
detto nulla, e poi quando James [Gunn] mi ha chiamato per
interpretare Lex, ho fatto una specie di gracchiamento – credo sia
il modo in cui lo descriverei.Non ho detto
nulla”.
“Credo che mi abbia detto:
‘Vogliamo che tu interpreti Lex’, e io ho riso, perché credo che ci
fosse qualcosa nel mio istinto, quando ho letto per la prima volta
la sceneggiatura, in cui pensavo: ‘Penso che sia più quello che
dovrei fare in questa storia’”.
Nel corso di una nuova intervista
con Vanity Fair, Nicholas Hoult
ha parlato della storia e della sua interpretazione di Luthor, e
sembra che quest’ultima versione del cattivo possa essere più di un
semplice megalomane malvagio.
“Ogni elemento di quel
mondo che [Gunn] sta creando è speciale.Lo stesso
vale per il modo in cui sta ritraendo Lex nella
sceneggiatura.È un personaggio sfaccettato e
dimensionale”.
In passato Lex è stato
rappresentato come una figura un po’ più simpatica e Gunn ha
recentemente rivelato di aver preso spunto dalla miniserie di Brian
Azzarello del 2005 Lex Luthor:Man of Steel di
Brian Azzarello, che ha mostrato un nuovo lato dello spietato
cattivo esplorando le motivazioni che spingono Luthor a essere un
nemico costante dell’Uomo d’Acciaio in una città che lo ha
ampiamente accolto.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Nicholas Hoult è Lex Luthor in Superman. Cortesia di DC
Studios
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto
come una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
L’ottava stagione
di Un passo dal cielo torna – in sei serate
su Rai 1, a partire dal 9 gennaio 2025 –
raccontando un presente sempre più attento ai cambiamenti climatici
e alla salvaguardia del pianeta, con uno sguardo pieno di
speranza.
Un passo dal cielo
8 è prodotta da Lux Vide, società del Gruppo Fremantle, in
collaborazione con Rai Fiction. Da un’idea di Salvatore Basile, i
soggetti di serie sono scritti da Mario Ruggeri, Enrico Oldoini,
Andrea Valagussa, Francesca De Michelis, Salvatore Basile. La regia
è di Alexis Sweet e Laszlo Barbo.
Cosa succederà nell’ottava stagione di Un passo dal
cielo
I fratelli Nappi
sono ormai una coppia perfettamente consolidata nelle
indagini: Vincenzo (Enrico
Ianniello) è sempre un vicequestore generoso, scaltro e
ligio al dovere, e Manuela (Giusy Buscemi) ha
intanto affinato le sue abilità nello studio della prossemica,
diventando una risorsa sempre più importante per la squadra. Un
talento, il suo, che potrebbe offrirle nuove opportunità anche
lontano da San Vito di Cadore, anche se lei tra quelle montagne sta
bene.
Lì c’è la sua
famiglia, c’è Vincenzo che ha finalmente imparato a fidarsi di lei
e del suo intuito, e poi
c’è Nathan (Marco
Rossetti). Della storia di Nathan si sa poco o perlomeno
quello che lui ricorda: è stato trovato nel bosco da una coppia di
antropologi che lo ha adottato. Prima, Nathan ricorda solo che
un’orsa si è presa cura di lui, poi crescendo ha provato a vivere
in società ma, non sentendosi capito, a diciott’anni ha deciso di
tornare nella natura, unico luogo al quale ha sempre sentito di
appartenere. Dopo aver conosciuto Manuela e Vincenzo, però, ha
scoperto che gli esseri umani non sono tutti uguali. Di alcuni di
loro ci si può fidare, con altri si può collaborare e, di qualcuno,
a volte, ci si può anche innamorare o, almeno, questo è quello che
spera Manuela.
Dopo mesi dalla
promessa d’amore silenziosa che i due si sono fatti al cospetto
delle Cinque Torri alla fine della scorsa stagione, Manuela spera
infatti che Nathan le dica di non lasciare San Vito e di rimanere
con lui. Ma Nathan sarà pronto per questo? Forse, prima di legarsi
a qualcuno, ha bisogno di fare chiarezza sul suo passato, scoprire
chi è davvero, quale sia la sua storia e come ha fatto a ritrovarsi
nel bosco, così piccolo, da solo.
Ad aiutarlo a far
luce sulle sue origini, potrebbe essere un nuovo
personaggio: Stephen Anderssen (Raz Degan),
un ricercatore affascinante, idealista e carico di mistero che
arriva con la sua squadra a San Vito di Cadore e si stabilisce alle
pendici di un ghiacciaio con un sogno: salvarlo. Stephen sa infatti
che se scoprisse un modo per impedire lo scioglimento di un solo
ghiacciaio, potrebbe salvare anche tutti gli altri e in questo
modo, forse, salvare l’intero pianeta. Questo esperimento affascina
Manuela e sarà lei, grazie al suo sguardo sensibile e acuto, a
scoprire che la fragilità di quell’imponente ghiacciaio nasconde
invece un segreto.
Della squadra di
Stephen fanno parte diversi scienziati, tra
cui Gabriele (Alberto Malanchino), un
ragazzo molto ambizioso e pronto a tutto per la salvaguardia del
pianeta, Laura (Alice Arcuri), storico
braccio destro di Stephen che lo aiuta anche nella parte
burocratica dell’associazione, e Anna (Cecilia
Bertozzi), un’orfana che Stephen ha preso sotto la
sua ala protettiva. Anna è una ragazza dotata di spirito selvaggio
che si batte per quello in cui crede e sembra comprendere
perfettamente il modo di vivere di Nathan. Il loro incontro metterà
quindi in crisi l’uomo degli orsi, che si troverà tra due
personalità completamente differenti: Anna, così simile a lui, e
Manuela, che ha rivoluzionato il suo mondo.
Così come
rivoluzionata sarà anche la famiglia di Vincenzo. Lui
e Carolina (Serena Iansiti)verranno infatti
messi alla prova e dimostreranno come, grazie alla persona amata,
si possa trovare la forza di rialzarsi in tutte le prove della
vita. E le prove, in questa nuova stagione, per loro saranno tante:
dalla gestione di una famiglia sempre più grande con l’arrivo della
terzogenita Nina e dello zio di Carolina, Nino (Nino
Frassica), ai colpi di testa di Paolino (Alvise
Marascalchi) che, sempre innamorato perso di Lisa (Francesca
Masini), mostrerà di essere cresciuto molto più in fretta di quanto
Carolina stessa sia pronta ad ammettere.
Infine, la vita
di Vincenzo sarà stravolta da un evento inaspettato, diverso da
tutti quelli che ha dovuto affrontare fino a questo momento nella
sua carriera in Polizia. E così, per la prima volta, dopo tanti
anni da napoletano sradicato, Vincenzo – insieme
a Huber (Gianmarco Pozzoli), Carolina e
tutta la famiglia di “Un passo dal cielo” – dovrà imparare ad amare
davvero la montagna, perché per la prima volta si troverà a
osservarla da un punto di vista completamente nuovo.
Nel corso della sua lunga e
prolifica carriera l’attore
Nicolas Cage si è distinto anche per diversi
adrenalinici action movie, tra cui si ricordano in
particolare
The Rock, Con Air e Face/Off – Due facce di un
assassino. Un altro suo popolare lungometraggio, sempre
appartenente a questo genere, è Fuori in 60
secondi. Diretto nel 2000 da Dominic Sena, regista
anche di Whiteout – Incubo
bianco e L’ultimo dei templari,
il film è ambientato nel corso di una sola notte, durante la quale
il protagonista è chiamato a compiere un’impresa impossibile per
salvare la vita di suo fratello.
Il film, scritto da
ScottRosenberg, è il remake di
Rollercar – Sessanta secondi evai!,
pellicola cult del 1974 più volte omaggiata anche dal premio Oscar
Quentin Tarantino. La crescente popolarità di
questo film spinse il produttore Jerry Bruckheimer
a volerne realizzare una nuova versione, che si discosta però molto
dall’originale. Mentre questo era incentrato sugli inseguimenti in
città e sull’azione, dedicando davvero poco tempo alle parti
dialogate, il remake invece concentra molto l’attenzione sui
preparativi per il “grande furto” e indaga più a fondo nei rapporti
umani fra i personaggi della storia.
Nonostante lo scarso favore da parte
della critica cinematografica, il film ha ottenuto un buon successo
di pubblico, dimostrandosi un titolo in grado di offrire del sano
intrattenimento tra grandi scene d’azione e sentimenti. In questo
articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative
ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama,
al cast di attori e alle automobili
utilizzate. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Protagonista del film è
Randall “Memphis” Raines, leggendario ladro di
automobili, noto per impiegare solamente 60 secondi per disattivare
l’antifurto di qualsiasi vettura. Ormai ritiratosi però dal mercato
delle auto rubate, egli cerca ora di condurre una vita tranquilla e
lontana da guai. A ritrascinarlo in quella vita frenetica, però, ci
pensa il fratello Kip Raines, il quale è a sua
volta un aspirante ladro d’auto, privo però del talento del
fratello. Questi ha commesso l’errore di aver promesso al gangster
Raymond Calitri di rubare per lui ben cinquante
auto di lusso. Quando però fallisce nel suo obiettivo, Kip viene
fatto rapire dal criminale.
Sarà a questo punto che Randall si
vedrà costretto ad entrare nella faccenda, nel tentativo di salvare
il fratello. Per far sì che Raymond liberi Kip e consideri
annullato il suo debito, Randall deve ora rubare le cinquanta
automobili in una sola notte. L’impresa è quantomai complessa, ma
il celebre ladro può contare sull’aiuto del suo vecchio mentore
Otto Halliwell, sull’istruttore di guida
Donny Astricky, sul becchino muto
Sphynx e, in particolare, su Sara “Sway”
Wayland, l’ex fidanzata di Randall, di professione
meccanico. Con la polizia alle calcagna, ha per Randall l’ultima
missione, la più importante di sempre, che lo porterà anche a
confrontarsi con l’unica auto che non è mai riuscito a rubare.
Il cast di attori
Come anticipato, ad interpretare il
protagonista del film vi è l’attore Nicolas Cage.
Particolarmente affascinato dal progetto, egli ha eseguito la
maggior parte delle acrobazie di guida previste. Ha inoltre
frequentato la Bondurant Driving School a Phoenix, in Arizona, e la
Bobby Ore Stunt Driving School in preparazione per il film. Gli
piaceva così tanto la scuola di guida per auto da corsa che ha
continuato a praticarla come hobby anche dopo che le riprese erano
state completate. Accanto a lui, nei panni del fratello Kip vi è
invece l’attore Giovanni Ribisi, il quale a sua
volta si è addestrato nella guida di auto sportive.
Il film vanta poi un cast di
comprimari di tutto rispetto, da Angelina Jolie
nei panni di Sara Wayland al premio Oscar Robert
Duvall in quelli di Otto Halliwell. La Jolie accettò di
recitare in Fuori in 60 secondi in quanto grande
appassionata di auto. Duvall, invece, ha lavorato con un
tecnico professionista per prepararsi al suo ruolo. Nel film sono
poi presenti Christopher Eccleston nel ruolo del
criminale Raymond Calitri, Delroy
Lindo in quelli del detective Roland Castlebeck
eTimothy
Olyphantper il ruolo del detective Drycoff.
Completano il cast gli attori Will
Patton nei panni di Atley Jackson, Chi
McBride in quelli di Donny Astricky
e Vinnie Jones in quelli di Sphinx.
Nel film, grandi protagoniste sono
le auto. Per completare l’elenco delle cinquanta vetture da rubare,
sono stati scelti modelli che vanno dal 1957 al 2000. Fra le auto
presenti nel film, oltre alla FordShelby Mustang GT500 del 1967, l’auto mai rubata
dal protagonista, si possono citare la Ferrari 275
GTB, la Ferrari F355, la Ferrari
550 Maranello, la Jaguar XJ220, la
Ford Thunderbird, la Cadillac
Eldorado e l’Escalade, la
Lamborghini Diablo, svariate
Porsche, Corvette e auto d’epoca.
Ad ogni auto nel film, inoltre, viene associato un nome di
donna.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Fuori
in 60 secondi grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes, Disney+, Prime Video e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di sabato 4
gennaio alle ore 21:20 sul canale
Rai 4.
Una delle più grandi problematiche
oggi esistenti negli Stati Uniti è quella della diffusione e
dipendenza da oppiacei. Un dramma che miete ogni anno innumerevoli
vittime e che si è cercato di affrontare tanto con discussioni
pubbliche quanto con film, romanzi e ogni altro mezzo di
comunicazione. Tra i più recenti ad aver ribadito l’urgenza di un
intervento su tale dinamica vi è il film Confini e
dipendenze, il cui titolo originale è
Crisis. Questo è stato girato nel 2021 dal regista
Nicholas Jarecki,
specializzato in documentari ma autore anche di film quali The
Outsiders (2005) e il thriller finanziario La frode (2012).
Jarecki torna dunque alla regia di
un film di fiction per dar vita ad un’opera dal sapore
documentaristico, con cui va ad indagare una tragica realtà e i
suoi retroscena, con l’obiettivo di contribuire allo smascheramento
di coloro che si nascondono dietro questa emergenza sociale.
Realizzato in modo totalmente indipendente, Confini e
dipendenze non ha potuto contare su particolari spinte
distributive ed è dunque passato grossomodo inosservato. Nonostante
ciò, può vantare la presenza di diversi celebri attori,
dichiaratisi interessati al tema e a prendere parte ad un film che
lo affronta con questo vigore.
Grazie al suo arrivo su alcune
piattaforme streaming, Confini e dipendenze è
divenuto uno dei titoli più visti del momento e ciò sta dunque
permettendo una sua riscoperta, a cui consegue una nuova
riflessione sull’emergenza affrontata nel film. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Confini e dipendenze. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla storia vera dietro il film.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
Michelle Rodriguez e Armie Hammer in Confini e
dipendenze
La trama e il cast di Confini e dipendenze
La vicenda si svolge negli Stati
Uniti d’America. Sullo sfondo di un’anomala serie di overdose da
farmaci oppioidi, si incrociano tre storie diverse, quella
dell’agente Jake Kelly, infiltrato della DEA
in un’operazione di contrabbando di Fentanyl, quella di
Claire Reimann, architetto che si sta riprendendo
dalla dipendenza da ossicodone e deve affrontare la morte del
figlio e infine quella del professore universitario Tyrone
Brower, ricercatore per un farmaco antidolorifico esente
da dipendenza alternativo all’ossicodone. Per quanto slegate, le
loro vicende si riveleranno in realtà essere più correlate del
previsto.
Ad interpretare quest’ultimo, il
professore Tyron Brower vi è l’attore Gary Oldman, mentre Armie Hammer è l’agente Jake Kelly, della DEA.
Evangeline Lilly interpreta Claire Reimann,
architetto e tossicodipendente in fase di recupero, mentre
Greg Kinnear è Dean Talbot, superiore di Brower
all’Università di Everett. Nel cast si ritrova poi anche Michelle Rodriguez nel ruolo del Supervisore
Garrett, superiore di Kelly alla DEA, Luke Evans nel ruolo del Dr. Bill Simons, un
membro del consiglio di amministrazione della Northlight
Pharmaceuticals e Lily-Rose Depp nel ruolo di Emmie Kelly,
sorella minore di Jake e tossicodipendente.
La storia vera dietro il film
Il film Confini e
dipendenze non è direttamente ispirato ad una vicenda
reale, ma il regista Nicholas Jarecki, anche
sceneggiatore del film, ha però rivelato di essersi basato per la
scrittura della storia su alcuni elementi reali come anche sulla
sua esperienza personale di perdita di persone che conosceva a
causa della dipendenza da oppioidi. Il film esplora infatti i
meccanismi interni e l’emergenza sanitaria indotta dalla crisi
degli oppioidi negli Stati Uniti, in particolare dal
Fentanyl. L’impatto emotivo dei
decessi legati alla droga e il lavoro delle forze dell’ordine per
arginare il traffico di stupefacenti sono dunque tratti da fatti
realmente accaduti.
Jarecki ha parlato con giornalisti
che si sono occupati della crisi degli oppioidi e ha raccolto
informazioni da agenti della narcotici sotto copertura che hanno
scoperto la verità dietro l’abuso di farmaci e gli scienziati delle
case farmaceutiche. La dipendenza, potenzialmente letale, che
colpisce la gente comune, deriva dalle pillole che vengono
prescritte per alleviare il dolore. L’incursione di Jarecki nella
verità che si cela dietro il ruolo delle multinazionali e delle
autorità di regolamentazione lo ha portato a narrare una situazione
in cui gli stessi antidolorifici sono diventati assassini. Un
aspetto narrato anche nel recente romanzo premio Pulitzer
Demon Copperhead, di Barbara
Kingsolver.
Gary Oldman in Confini e dipendenze
La crisi degli oppioidi è iniziata
negli anni ’90, quando le grandi aziende farmaceutiche hanno
commercializzato in modo aggressivo i loro antidolorifici da
prescrizione, rassicurando i medici che gli antidolorifici non
inducevano dipendenza nei pazienti. Con l’impennata dei prezzi dei
farmaci, si sono poi attivati diversi canali illegali che hanno
iniziato a spacciare gli oppioidi, soprattutto la droga sintetica,
il Fentanyl. Dall’inizio del secolo, gli oppioidi da prescrizione
sono stati la presunta causa di morte di oltre 450.000 americani.
Quando le tariffe di prescrizione sono state aumentate per
scoraggiare l’uso incessante di oppioidi, i consumatori hanno
cercato alternative più economiche.
Nel dicembre 2015, l’allora
Presidente Barack Obama autorizzò uno stimolo
finanziario per finanziare la ricerca sugli oppioidi, al fine di
sottrarre la società ai danni dell’epidemia di oppioidi. Nel 2017,
l’ex presidente Donald Trump ha invece dichiarato
la crisi degli oppioidi un’emergenza di salute pubblica. Poco dopo,
diversi Stati hanno intrapreso misure importanti per affrontare il
grave problema. Ancora oggi si tratta di una guerra silenziosa, che
miete migliaia di vittime ogni anno. Solo nel 2022, infatti, si
stimano circa 100 mila morti per overdose da oppiacei.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 4
gennaio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Conosciuto a livello mondiale per i
suoi ruoli in film d’azione come Terminator,Last Action Hero o Danni collaterali,
l’attore Arnold Schwarzenegger si è cimentato nel
2015 in un progetto per lui inedito. Questo è
Contagious (qui la recensione), film a tema
zombie dove ricopre il ruolo di un protettivo padre. Un ruolo
drammatico attraverso il quale l’attore ha potuto mettere in mostra
nuovi aspetti della sua personalità, lasciandosi scoprire
attraverso un genere che non sembrava potergli appartenere. A
dirigere il film vi è Henry Hobson, noto
principalmente per la regia di alcuni spot pubblicitari e qui al
suo debutto con un lungometraggio.
Il film, scritto da John
Scott 3, era stato inserito nella nota Black
List, contenente le migliori sceneggiature non ancora adattate
per il grande schermo. Per diversi anni si è cercato di fare in
modo che la sua realizzazione avesse luogo, ma nessuno sembrava
pronto ad investire in un film di genere che si concentra più su
aspetti emotivi che non orrorifici. Venuto a conoscenza del
progetto, però, Schwarzenegger accettò tanto di recitarvi quanto di
svolgere il ruolo di produttore. La sua partecipazione ha così
permesso a Contagious di prendere forma.
Come accennato, non si tratta del
solito horror commerciale, bensì di un film psicologico che esplora
le tematiche dell’abbandono, della paura e di cosa si sarebbe
disposti a fare pur di proteggere i propri cari. Un’opera delicata,
resa struggente in particolare dall’interpretazione dei due
protagonisti. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Contagious
Il film è ambientato in un mondo
dove un virus noto come Necroambulist si sta spargendo
rapidamente in ogni dove, colpendo senza distinzioni. Chi contrae
tale virus è condannato lentamente a trasformarsi in creature
simili a zombie, estremamente pericolose. In tale contesto di morte
e distruzione, la società cerca di andare avanti come può, con la
necessità però di sottostare a rigide leggi marziali al fine di
garantire l’incolumità di coloro che non sono ancora stati
infettati. Da questi pochi individui dipende infatti la salvezza
della razza umana. Tra questi vi sono anche Maggie
Vogel e suo padre Wade. Ben presto, però,
anche i loro tentativi di continuare a vivere in tranquillità
crollano inesorabilmente.
Anche Maggie si ritrova ad essere
contagiata dal virus, ed è solo questione di tempo prima che si
trasformi in una creatura terribile, senza ricordi né emozioni. In
attesa di quel momento inevitabile, suo padre decide di prendersi
cura di lei come può, tenendola in casa al riparo da minacce
esterne. Nell’attesa che il peggio avvenga, Wade si trova però
costretto anche a relazionarsi con i pericoli circostanti e con la
situazione pronta a sfuggire in ogni momento proteggere sua figlia
sarà sempre più complesso. Gli servirà tutto il suo amore di padre
per poter fare ciò che deve essere fatto e di più.
Il cast del film
Come anticipato, nel ruolo del
protettivo padre Wade vi è l’attore Arnold
Schwarzenegger. Dopo aver letto la sceneggiatura,
questi si innamorò profondamente della storia raccontata, tanto da
accettare di recitare nel film senza percepire alcun compenso. Si
tratta inoltre del suo primo film a tema zombie, nonché del film
con il budget più basso di tutta la sua carriera. Attratto dal
potenziale drammatico del suo personaggio, Schwarzenegger si
preparò a lungo per cercare di calarsi quanto più possibile nella
mentalità di questi. La sua struggente performance è inoltre stata
indicata come una delle sue più belle degli ultimi anni, facendogli
guadagnare numerosi riconoscimenti.
Accanto a lui, nel ruolo di sua
figlia, avrebbe originariamente dovuto esserci l’attrice Chloe Grace
Moretz. A causa di altri impegni, però, questa fu
costretta a rinunciare al ruolo, andato poi alla candidata
all’Oscar Abigail
Breslin, celebre per il film Little Miss
Sunshine. Per l’attrice è stato particolarmente importante
rendere realistico il processo degenerativo a cui il suo
personaggio va incontro. Oltre a loro nel film si ritrovano anche
gli attori Joely Richardson, nei panni della
matrigna Caroline Vogel, e Aiden Flowers e
Carsen Flowers in quelli dei fratellini più
piccoli Bobby e Molly Vogel. Questi ultimi, entrambi alla loro
prima esperienza cinematografica, vennero scelti proprio in quanto
veri fratelli.
Nel finale del film, Wade conduce
Maggie in un bosco e le mostra un giardino di margherite che fu
piantato da sua madre per lei. È l’unica cosa che Wade può mostrare
a Maggie per cercare di risollevarle l’umore e le giura di non
farla portare via da nessuno: Maggie allora supplica suo padre,
dicendogli che quando sarà il momento di morire vuole che sia lui a
farlo e nessun altro. Ritornati a casa, Wade riceve un’ultima
visita da parte del dottor Vern che consiglia a Wade di usare il
fucile. Ben presto, la ragazza è ormai quasi completamente
trasformata.
Il mattino dopo Wade se ne sta
seduto sulla poltrona armato di fucile, che però è privo della
pallottola. Maggie vede suo padre (che finge di dormire) e si
avvicina chinandosi ad annusarlo. Inaspettatamente, la ragazza lo
bacia sulla fronte e tornando al piano di sopra raggiunge il punto
più alto della casa. Wade si alza dalla poltrona ma prima che possa
raggiungere la figlia, Maggie salta dal tetto mentre i suoi occhi
diventano completamente neri. Nei suoi ultimi istanti di vita,
Maggie ha un flashback della sua infanzia con sua madre ancora
viva, e l’ultimo ricordo che ha è mentre coglie una margherita.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Contagious è
infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes,
Infinity+, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
4 gennaio alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Cosa succede quando uno
sperimentatore del cinema incontra un’opera letteraria di
indiscutibile valore concettuale e spirituale? La risposta arriva
nelle sale cinematografiche, a partire dal 9 gennaio, grazie a
Eagle Pictures. Arriva infatti al cinema
Here (qui
il trailer), di Robert Zemeckis, adattamento
dell’omonimo fumetto di Richard McGuire. Il
risultato è un’operazione tecnicamente impegnativa, che da una
parte ha spinto Zemeckis a ragionare sul cinema in maniera inedita
e allo stesso tempo gli ha concesso di fare una riflessione sulla
vita, limitatamente a un solo luogo nell’arco di un tempo
lunghissimo.
Here è un film sulla
memoria dei luoghi
Protagonisti del film,
Tom Hanks e Robin
Wright, che Zemeckis aveva già diretto, giovani e
belli, inForrest
Gump. Il regista, ringiovanendo e invecchiando i due
attori, racconta la storia di una coppia, di una famiglia, che vive
in un posto che esisteva prima di loro e prima di loro è stato
foresta, prateria, cantiere, casa coloniale, villetta a schiera, e
tutta una serie di passati e presenti che si susseguono senza
linearità, ma si sovrappongono, tutti raccontati dallo stesso punto
di vista, un angolo del soggiorno. E lo spettatore diventa
testimone costante dello scorrere del tempo in quella stanza, con
il mondo fuori da una finestra.
Here di Robert Zemeckis – Credits Eagle Pictures
Con riquadri sovrapposti
all’immagine e il montaggio firmato da Jesse
Goldsmith, il film abbraccia secoli di storia americana,
dall’era dei dinosauri fino al presente segnato dal Covid. In
questo spazio si intrecciano le vite di diverse famiglie, in
particolare quella di Richard (Tom Hanks) e
Margaret (Robin Wright). Richard è un pittore
costretto a sacrificare i suoi sogni per scendere a compromessi con
le urgenze della vita, mentre Margaret si ritrova stanca di una
casa che è al tempo stesso rifugio e prigione, in una vita che le
ha chiesto troppo presto di sacrificare le sue ambizioni, che le è
fuggita tra le mani senza che lei se ne accorgesse, come ci rivela
in una toccante scena del film (e come troppo spesso accade nella
vita reale).
Un viaggio non lineare
nel tempo
Il film, il cui
adattamento dal fumetto è firmato dallo stesso Zemeckis insieme a
Eric Roth (Forrest Gump),
è una celebrazione del cinema come arte che unisce tecnica e
storytelling. Utilizzando uno sguardo fisso, teatrale, ci invita a
osservare come il tempo e gli eventi modellino lo spazio e le vite
che lo abitano, riducendolo a un unico angolo di mondo che affronta
lo scorrere del tempo, delle epoche, degli arredi, degli stili.
Here è un trattato sull’umanità. La casa,
protagonista silenziosa, è lo specchio delle trasformazioni della
società americana e delle vite che vi si intrecciano.
Dagli arredi anni
Cinquanta alle mascherine del Covid, ogni dettaglio riflette
un’epoca e una mentalità, mettendo in luce quanto il progresso
tecnologico influenzi la nostra concezione dello spazio domestico e
della memoria. L’espediente della camera fissa, che richiama le
origini del dispositivo cinematografico, trasforma la scenografia
in sceneggiatura e viceversa, offrendo un’esperienza immersiva che
cattura l’attenzione emotiva dello spettatore. Questa fissità
concentrata si stravolge poi con un finale di grande eleganza
cinematografica che celebra la circolarità della storia umana, un
ciclo di eterno ritorno.
Here di Robert Zemeckis – Paul Bettany e Kelly Reilly – Credits
Eagle Pictures
Zemeckis: artigiano
curioso, genio inventore
Con
Here, Robert Zemeckis dimostra
ancora una volta di essere un autore geniale, capace di mescolare
tecnica avanzata e storytelling emozionale, andando sempre a
esplorare territori insoliti che gli consentono di forzare il
linguaggio cinematografico per dare vita a qualcosa di nuovo: un
inventore costantemente curioso e disposto a mettersi in gioco, un
visionario che riesce a vedere possibilità di racconto dove nessun
altro riesce. Il regista arricchisce la sua filmografia di una
intensa riflessione sul mondo e sullo scorrere del tempo, e si fa
anche invenzione linguistica per la settima arte che, nonostante
sia sulla soglia dei 130 anni, continua a affascinare, stupire e
intrattenere.
Pur rinunciando ai
segmenti ambientati nel futuro che rendevano ancora più potente il
concetto ideato e sviluppato da Richard McGuire
nel suo fumetto, l’aspetto interessante di Here è
proprio la riflessione filosofica sul nostro rapporto con lo spazio
e il tempo. Attraverso il linguaggio della camera fissa, Zemecckis
pone lo spettatore al centro di un racconto che scorre nel tempo
(non nello spazio) davanti a lui e gli consente di giocare con il
suo senso di prospettiva, trasformando ogni finestra, ogni schermo,
ogni riquadro in sovrimpressione in un frammento di realtà che ci
riposiziona nel nostro mondo.
Here di Robert Zemeckis – Tom Hanks e Robin Wright – Credits Eagle
Pictures
Il film è una meditazione
sulla memoria e sull’oblio, un’esplorazione del rapporto tra l’uomo
e il suo ambiente. Here si spinge anche oltre,
integrando la tecnologia per offrire una visione del futuro del
cinema. In quest’ottica, l’uso del de-aging non è un semplice
trucco visivo, ma una parte integrante della narrazione, che
riflette le trasformazioni interiori ed esteriori dei personaggi
che attraversano il tempo.
In Here,
la casa al centro della storia diventa un luogo universale, dove si
consumano infinite esistenze e dove ognuno di noi può
rispecchiarsi. Zemeckis riafferma la sua grandezza, troppo spesso
dimenticata, e offre al suo pubblico un’esperienza di cinema allo
stato puro: una celebrazione della vita, che stimola i piani
emotivi e mentali dello spettatore.
Ritorna sullo schermo una delle
coppie dell’animazione più amate di sempre,
Wallace e Gromit, ovvero
l’inventore pasticcione e il suo fidato cagnolino sempre pronto a
riparare ai guai del suo padrone. L’occasione è il secondo
lungometraggio a loro dedicato, Wallace e Gromit – Le piume
della vendetta (il cui titolo originale è il più simpatico
Vengeance Most Fowl), realizzato per
Netflix
a quindici anni di distanza da Wallace e Gromit – La
maledizione del coniglio mannaro, vincitore del premio
Oscar come Miglior film d’animazione. Alla regia vi è come sempre
Nick Park,
accompagnato però stavolta da Merlin
Crossingham.
Proprio per i tanti riconoscimenti
ottenuti nel tempo, si tratta dell’IP più popolare della
Aardman Animation, che negli anni ha dato vita
anche ad opere come Galline in fuga, I
primitivi e Shaun, vita da pecora – Il film. Opere caratterizzate
dai personaggi realizzati in plastilina, perfettamente malleabili
per assumere forme e dimensioni di ogni genere, stupendo
continuamente grazie ad un’animazione divenuta ormai un marchio di
fabbrica. E proprio richiamando i primi lavori della Aardman,
questo nuovo lungometraggio è un sequel del cortometraggio del 1993
(anch’esso premiato con l’Oscar) dal titolo I pantaloni
sbagliati.
La trama di Wallace e Gromit – Le piume della
vendetta
In questo nuovo capitolo, la
preoccupazione di Gromit che
Wallace stia diventando troppo dipendente dalle
sue invenzioni si dimostra giustificata quando il suo padrone
pasticcione inventa uno gnomo “intelligente” che sembra sviluppare
una mente propria: Norbot. Ben presto, questa
nuova presenza mette in ombra il ruolo di Gromit all’interno della
casa, ma quando il diabolico pinguino Feathers
McGraw torna in cerca di vendetta, toccherà proprio a
Gromit lottare contro le sinistre forze scatenatesi e salvare il
suo padrone… o Wallace potrebbe non inventare più niente!
Per un franchise con protagonista un
inventore, non essere al passo con i tempi sarebbe un vero crimine!
Ecco dunque che l’ovvio sviluppo per questo nuovo lungometraggio
della Aardman Animations è quello di inserire
l’intelligenza artificiale, sempre però nello stile comico che ha
reso celebri Wallace e Gromit. 32 anni dopo quel
gioiello animato di 30 minuti che è I pantaloni
sbagliati, facciamo dunque la conoscenza dello gnomo
Norbot, che è solo la più recente di una serie di intelligenze
artificiali che, per via di agenti esterni, si riprogrammano su un
comportamento cattivo.
Come la M3GAN del film omonimo, anche in questo caso tale presenza
diventa l’occasione – in questo caso comica – per riflettere
sull’abuso di queste tecnologie, sui loro possibili pericoli e
sulla nostalgia per una vita “analogica”, di cui Gromit cerca
invece di farsi custode tra le tante invenzioni superflue del suo
sbadato padrone. Al di là della vicenda principale – la vendetta di
Feathers McGraw – il film si muove dunque tra
questi due poli, raccontando il tutto insieme ad un altro scontro
che si svolge in modo forse meno esplicito, ovvero massiccio
supporto della CGI che sovrasta la tradizionalità della materia e
dell’animazione in stop motion.
I primi lavori della Aardman si sono
distinti proprio per questa loro peculiare tecnica animata, che
anche nelle forme più grezze riusciva a sorprendere e incantare.
Vederla oggi stemperata dal supporto della CGI, per quanto
comprensibile (dati i costi e i tempi di lavoro richiesti dalla
pura stop motion) dispiace, anche se fortunatamente non tutto
l’incanto si perde per strada. È però indubbiamente interessante
come il film affronti il tema della tecnologia attraverso questi
due discorsi, un po’ come a suo tempo faceva Toy Story(primo film
interamente realizzato in CGI) con il tradizionale Woody e il
futuristico Buzz Lightyear.
Un film che si muove tra mancanze e idee brillanti
In un panorama di opere d’animazione
che sempre più tendono al fotorealismo, è però un bene che ci siano
ancora film come questo (o Il
robot selvaggio e Flow – Un mondo da salvare) che ci ricordano la
bellezza dell’animazione che si lascia andare alle imperfezioni per
far emergere il proprio cuore pulsante. Un cuore che, però, in
Wallace e Gromit – Le piume della vendetta è in
parte troppo legato proprio a I pantaloni
sbagliati, di cui ripropone diverse dinamiche (ad esempio,
il processo di risveglio di Wallace), che strappano ancora oggi
sorrisi, ma senza apportare anche qualche necessaria nuova trovata
al tutto.
Ad inficiare parzialmente sul
risultato finale c’è anche la sensazione di non assistere ad un
adeguato numero di gag e battute tali da giustificare il formato
lungometraggio, ma fortunatamente si arriva ad un finale su larga
scala che, citando grandi classici dell’azione, si apre ad una
serie di scenari intriganti oltreché emozionanti. Certo, manca una
sequenza capolavoro come quella dell’inseguimento nel trenino
elettrico in I pantaloni sbagliati, ma una serie
di altre azzeccate intuizioni di messa in scena permettono comunque
al film di arrivare al suo risultato, intrattenendo e divertendo.
Il carisma dei due protagonisti, ovviamente, fa il resto.
Batman ha fatto la
sua
prima apparizione ufficiale nel DCU, con un
breve cameo che dimostra quanto
James Gunn conosca veramente il Cavaliere Oscuro. Gunn, ora al
timone dei DC Studios insieme a Peter Safran, è
stato incaricato di rilanciare il futuro del DCU. L’universo rinnovato ha svelato il
Superman del DCU e ha finalmente offerto un primo
sguardo al Crociato Incappucciato, con una breve apparizione
nell’episodio 6 di Creature
Commandos.
Prima puntata del DCU Chapter One: Gods and Monsters,
Creature Commandos offre un tono nuovo al
DCU, esplorando personaggi eccentrici e
meno conosciuti. Questa serie animata si concentra su una squadra
di agenti soprannaturali, mescolando umorismo, orrore e azione.
Tuttavia, uno dei momenti più elettrizzanti è stato l’inserimento
del Crociato di Gotham, che ha segnato la prima apparizione
ufficiale del
nuovo Batman nel DCU.
Batman appare in Creature
Commandos
Nell’episodio 6 di Creature
Commandos, “Priyatel Skelet”, la storia si addentra
nell’agghiacciante passato del Dottor Phosphorus. Un tempo
scienziato nucleare al servizio del boss mafioso Rupert Thorne, la
vita del Dottor Phosphorus prende una svolta oscura quando viene
tradito, la sua famiglia uccisa, e subisce un incidente
catastrofico. Questa trasformazione lo spinge a vendicarsi,
uccidendo Thorne e prendendo il controllo del suo impero criminale.
L’apice dell’arco narrativo si raggiunge durante una sequenza di
ballo bizzarra e memorabile.
Quando le luci sfarfallano
improvvisamente e la corrente si interrompe, la stanza piomba
nell’oscurità. In un momento di suspense sapientemente realizzato,
Batman viene rivelato. In omaggio ai titoli di testa di
Batman: The Animated Series, la sua sagoma appare
per prima, per poi essere illuminata da un fulmine. Si tratta di un
momento sbalorditivo che sottolinea lo status di Batman come
creatura della notte e maestro della paura.
Il cameo di Batman in Creature
Commandos dimostra che James Gunn ne capisce sul Cavaliere
Oscuro
Il regista statunitense James
Gunn arriva alla premiere di Los Angeles della Warner Bros.
‘The
Flash’ tenutasi al TCL Chinese Theatre IMAX il 12 giugno 2023 a
Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti. — Foto di
imagepressagency – DepositPhotos
La breve apparizione di Batman in
Creature Commandos racchiude tutto ciò che gli
spettatori amano del personaggio. La sua minacciosa introduzione,
emergendo dall’ombra, si allinea perfettamente con l’essenza del
Cavaliere Oscuro: una figura che si nutre della paura dei suoi
nemici. Questa comprensione della psicologia di Batman dimostra che
Gunn ha colto l’identità del personaggio.
Il cameo rivela anche dettagli
cruciali sul design del nuovo Batman del DCU. I suoi occhi bianchi, che ricordano le
rappresentazioni dei fumetti, suggeriscono un approccio più
classico e stilizzato. Le orecchie da pipistrello più corte e il
lieve accenno a una combinazione di colori blu e grigio evocano la
nostalgia per le interpretazioni iconiche del personaggio.
Suggerisce un allontanamento
dall’estetica corazzata e completamente nera dei film recenti.
Intrecciando questi elementi in un debutto animato, Gunn costruisce
un’anticipazione per l’introduzione completa di Batman in
live-action, pur rimanendo fedele al suo mito. In pochi secondi, il
cameo di Batman in Creature Commandos rassicura
che l’eredità del Cavaliere Oscuro è in mani capaci sotto la guida
di James Gunn.
C’è una grande quantità di intrighi
intorno a The
Fantastic Four: First Steps, in particolare per
l’azione ambientata in un’altra realtà. La natura della
Saga del Multiverso significa che la Prima Famiglia Marvel viaggerà nella Sacra Linea
Temporale, ma prima dovrà affrontare Galactus e Silver Surfer.
Si è parlato molto della
possibilità che Galactus sia un cattivo del Multiverso. Abbiamo
anche sentito che Franklin Richards sarà legato al personaggio e
probabilmente una parte importante di ciò che porta i Fantastici
Quattro sulla Terra-616 in Avengers:Doomsday grazie alle sue potenti
abilità mutanti.
Oggi, abbiamo qualche nuova
informazione da parte dello scooper @MyTimeToShineH su dove
troveremo gli eroi quando inizierà The Fantastic Four: First
Steps. L’autrice afferma che “la squadra si
scioglie dopo la nascita di Franklin Richards, ma si riunisce
quando Silver Surfer arriva sulla Terra per avvertirli di
Galactus”.
In precedenza è stato riferito che
un montaggio ci mostrerà le precedenti avventure dei Fantastici
Quattro (e molti dei loro nemici più iconici), per poi rivelare che
non sono più una squadra e che il loro status di celebrità ha
subito un duro colpo.
Con i Marvel Studios che hanno saltato la storia
delle origini inThe Fantastic Four: First Steps,
ha senso riprendere gli eroi dopo il loro scioglimento. Perché?
Beh, se non li vedremo riunirsi per la prima volta, vederli mettere
da parte le loro differenze per ricomporsi sarà la cosa migliore e
molto divertente.
Dopotutto, proprio come nei
fumetti, quale modo migliore per farli tornare insieme se non
quello di metterli contro il Divoratore di Mondi?
“È stato davvero
umiliante”, ha dichiarato l’attore di Galactus Ralph
Ineson in una recente intervista. “Quando l’hanno
annunciato, mi sono chiesto: ‘Come andrà a finire?’, perché c’erano
un sacco di grandi nomi che erano stati coinvolti.Mi aspettavo che la gente dicesse: “Scusa, chi?” È stato
bello e molto commovente”.
“Mi ha dato molta fiducia
nell’affrontare il lavoro, ad essere sincero, sapendo che sembra
che ci sia una grande porzione di fan a cui piace l’idea che io lo
faccia”, ha aggiunto.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Fantastic Four: First Steps
Il film The
Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il
25 luglio 2025. Come al solito con
la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti,
i Fantastici Quattro sono astronauti che
vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi
cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il
suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la
fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per
diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il
fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà
la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene
completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi
arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super
forza.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul
Walter Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Captain America: Brave New World è stato
sottoposto l’anno scorso a quelli che, secondo molti, sono stati
dei significativi restyling. Se i soliti sospetti devono essere
creduti, i Marvel Studios hanno tagliato completamente o
ridotto significativamente il ruolo svolto dalla Società del
Serpente.
Almeno due membri del gruppo sono
stati avvistati durante le riprese: Rosa Salazar (Alita:
Battle Angel) e la Superstar della WWE Seth Rollins.
Lasciarli in disparte sembra estremo e possiamo solo ipotizzare che
qualcosa nell’inclusione della Società nel film non
funzionasse.
Tuttavia, con
Giancarlo Esposito nel ruolo del leader del gruppo, Sidewinder,
ci aspettiamo di vedere qualcosa della Serpent Society nel
prossimo film di Captain America.
In un articolo in cui si parla
dell’ingresso della Salazar nel cast di Einstein della NBC,
Variety conferma che “la Salazar apparirà nel prossimo
film della Marvel ‘Captain America:Brave New World“ nel ruolo di Rachel Leighton, alias
Diamondback, il cui debutto è previsto per febbraio”.
Sospettavamo da tempo che fosse
così, ma è la notizia più vicina a un annuncio ufficiale del suo
ruolo nel MCU.
L’anno scorso è stato riportato che
in un primo montaggio di Captain America:Brave New
World, la Società dei Serpenti era composta da Diamondback,
Constrictor, Rattler, Asp e Cobra, tutti con tatuaggi segmentati
che si aprivano per rivelare potenziamenti cibernetici. Questa
parte è un po’ vaga, ma il leak ha rivelato che, insieme, avrebbero
dato vita al “Serpent”.
Diamondback poteva sparare
proiettili dalle dita, Rattler aveva poteri da boom sonico,
Constrictor scatenava bobine cariche dalle braccia, Asp aveva pugni
di fuoco e Cobra poteva sputare acido dalle zanne.
Speriamo che Salazar abbia un ruolo
decente in Captain America:Brave New World
insieme al resto della Serpent Society, perché c’è una tonnellata
di potenziale per la squadra di cattivi nel MCU oltre a questo film.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America.
Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato
come uno dei titoli più importanti della Fase
5. Anthony Mackie ha recentemente dichiarato
che questo film è “10 volte più grande” della sua
serie Disney+ e ha parlato
della dinamica tra Cap e il nuovo Falcon, Joaquin Torres. “Sono
in coppia alla pari“, ha scherzato. “Sono entrambi
militari. Io ero il suo ufficiale comandante. Tra noi c’è più
amicizia rispetto al modo in cui ammiravo Steve o al modo in cui
non mi piaceva Bucky“.
“Questo film è un chiaro reset.
Ristabilisce davvero l’idea di cosa sia e cosa sarà questo
universo“, ha aggiunto Mackie. “Penso che con questo film,
si stia ottenendo un chiaro, nuovo marchio di ciò che
la Marvel vuoole
essere nello stesso modo in cui hanno fatto con Captain America: The Winter
Soldier“.
Bill Skarsgård rivela quali sono state le
sfide affrontate durante le riprese
del finale di Nosferatu.
L’adattamento di Robert Eggers racconta il classico racconto gotico
dell’ossessione del conte Orlok (Skarsgård) per una giovane donna,
Ellen (Lily-Rose
Depp). Il cast di Nosferatu comprende
Skarsgård, Depp, Nicholas Hoult, Willem Dafoe, Emma Corrin
e Ralph Ineson. Il nuovo adattamento è stato
acclamato dalla critica e sta ottenendo buoni risultati al
botteghino. Al momento in cui scriviamo, il film ha incassato oltre
56 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando così uno dei
film horror di maggior incasso del 2024.
Parlando con CinemaBlend, Skarsgård ha parlato delle difficoltà
incontrate nel girare il finale di Nosferatu. L’attore del
Conte Orlok ha descritto l’enorme quantità di protesi che ha
indossato per interpretare il vampiro titolare: “coperto di
lattice, tutto il corpo”. Durante le riprese della scena
finale, il team ha dovuto fare 30 riprese.
Skarsgård era esausto perché ha iniziato a sudare
attraverso gli strati di trucco. Il sudore ha persino
“creato questa bolla gigante sul [suo] stomaco”. Guarda la
citazione completa qui sotto:
Per quanto riguarda il
sudore?Non sul viso.Non c’era nulla sul viso.Tutto è come se fossi ricoperto di lattice, su tutto il
corpo.L’unica superficie di ME sono i miei occhi e le
piante dei piedi.Era l’unica cosa.Tutto era
coperto.E quando abbiamo girato il finale, il momento
conclusivo del film, abbiamo fatto 30 riprese.Senza
rovinare tutto, si tratta di una performance fisica molto
intensa.Sei completamente esausto e stai sudando.E
siccome il sudore non poteva uscire da nessuna parte, si è creata
una bolla gigante sul mio stomaco, che ha iniziato a crescere come
un tumore.Ha iniziato a crescere come un tumore.E
poi, tra una ripresa e l’altra, hanno dovuto bucarla.… E
poi, sopra a tutto questo, sangue finto, sudore e saliva.Era un pasticcio cruento.
Cosa significa questo per
Nosferatu
Lily-Rose Depp è Ellen Hutter in ‘Nosferatu’. Crediti foto: FOCUS
FEATURES
Il
finale di Nosferatu vede il vampiro di Skarsgård
recarsi a casa di Ellen per un’ultima volta. In un momento tanto
violento quanto appassionato, Orlok tiene Ellen ferma sul
letto mentre si nutre di lei, succhiandole il sangue dal
petto. Questo è il “sangue finto” che Skarsgård descrive e
che è abbondante in questa sequenza finale. Sebbene Ellen abbia
ceduto a Orlok, è anche lei a provocarne la morte, attirandolo in
casa poco prima dell’alba. Quando la luce del sole inonda la stanza
di Ellen all’alba, il vampiro cattivo si scotta, appassisce e muore
sopra Ellen.
Questa sequenza finale è altamente
emotiva, ma il racconto di Skarsgård fa da intrigante
contraltare alla difficoltà degli aspetti tecnici. Data la
quantità di protesi ed effetti pratici utilizzati nella sequenza,
ha senso che la produzione abbia dovuto girare la scena così tante
volte. L’esecuzione contrasta con il film originale
Nosferatu del 1922. Anche il Conte Orlok di Max Schreck
viene mostrato mentre succhia Ellen, ma non risuona con le stesse
potenti emozioni e immagini della versione di Eggers. La tecnologia
aggiornata gioca un ruolo fondamentale nell’elevare la scena
rispetto al film muto, il che significa anche maggiori
considerazioni tecniche.
Alcuni registi del MCU hanno condiviso ciò che li ha
colpiti di più di Tom Holland durante il suo provino per
Spider-Man e perché sapevano che era perfetto per
il ruolo. Holland ha interpretato per la prima volta Spider-Man
nella
linea temporale del MCU in Captain America:Civil
War, unendosi alla squadra di Iron Man nella sua lotta contro
Capitan America. Dal suo debutto, ha interpretato il ruolo in tre
film da solista e in Avengers:Infinity e
Avengers:Endgame. Ha lavorato anche con due
registi: Jon Watts, regista della trilogia Homecoming, e i
fratelli Russo, che hanno diretto Civil War e i due
film degli Avengers.
Il MCU ha subito molte pressioni per
trovare l’attore perfetto per il live-action di Spider-Man dopo le
eccellenti performance di Tobey Maguire e Andrew
Garfield. Tuttavia, più di un regista del MCU ha dichiarato di sapere che
Holland era perfetto per il ruolo e di essere rimasto subito
colpito da lui. In un’intervista a
Men’s Health, Jon Watts e Joe Russo hanno
dichiarato di essere rimasti colpiti dalla fisicità di Holland,
oltre che dal fascino e dalla sicurezza che ha dimostrato come
attore:
Watts:“Era così
giovane, dolce e affascinante e poi, durante il provino, ha fatto
una capriola all’indietro completa, come una capriola in piedi,
oltre a essere davvero fantastico sul nastro…È
stato come guardare un video del vero Peter Parker”.
Joe Russo: “Era tutto ciò
che mi ricordava quello che amavo di Peter Parker da
bambino…Ed era una star del cinema.Aveva quella qualità da star del cinema…Il
carisma, la sicurezza, l’energia…In una delle audizioni è
entrato in scena facendo un salto mortale!”.
Cosa significano i commenti dei
registi del MCU per lo Spider-Man di Tom Holland
Tom Holland arriva alla première di “Spider-Man: No Way Home” –
Foto di imagepressagency via Depositphoto.com
Lo Spider-Man di Holland è unico
perché è stata la prima volta che un Peter Parker in età liceale è
stato interpretato da qualcuno di quell’età. Holland aveva 19 anni
quando è stato scritturato per il ruolo nel 2015, mentre Maguire e
Garfield avevano entrambi 27 anni quando hanno firmato per
interpretare il web-slinger. Holland ha iniziato la sua carriera in
giovane età, con ruoli in film come The Impossible, quindi
aveva un’esperienza di recitazione che si è distinta per questi
registi.
Aveva anche una fisicità unica che
i registi hanno apprezzato. Poteva fare molte delle sue acrobazie,
il che significava che non tutte le mosse di Spidey dovevano essere
realizzate in CGI. Holland ha anche un fascino e un carisma
naturali ed è in grado di esprimere perfettamente la sicurezza di
Spider-Man e la deliziosa goffaggine di Peter. I registi hanno
chiaramente immaginato un giovane Peter Parker con l’aspetto e la
voce di un adolescente ma con gli attributi fisici dell’Uomo Ragno,
ed è esattamente quello che hanno ottenuto.
La star di Dune:Parte
DueZendaya
ha rivelato di aver avuto un colpo di calore durante le
riprese dell’acclamato blockbuster fantascientifico. Diretto da
Denis Villeneuve, che ha diretto anche Dune del
2021, il sequel è arrivato nelle sale all’inizio di quest’anno e
segue il Paul Atreides di Timothée Chalamet mentre diventa leader dei
Fremen su Arrakis. Dune:Parte
Due è stato recensito in modo estremamente positivo, con elogi
particolari per l’interpretazione di Zendaya nel ruolo di Chani,
l’amante Fremen di Paul.
Sebbene Zendaya sia stata un punto
di forza del film, ora rivela che le riprese del film nei deserti
della Giordania hanno comportato alcune sfide. In una recente
intervista a
W Magazine, l’attrice rivela di aver avuto un
colpo di calore durante le riprese perché non beveva abbastanza
acqua. Zendaya spiega che stava cercando di evitare di
andare in bagno, un’impresa piuttosto ardua se si indossa
un costume da scena. Guardate il ricordo di Zendaya di questa
esperienza qui sotto:
Eravamo in Giordania.Faceva molto caldo e ricordo di aver pensato: “Oh, cavolo, i
bagni sono così lontani”, perché dovevamo camminare per raggiungere
i luoghi.Se devi fare pipì, ti servono almeno 10 minuti per
uscire dai costumi.Pensavo: “Accidenti, non voglio bere
troppa acqua”.Avevo una tale paura di farmi la pipì o di
cagare, onestamente, nel costume sul set.
Un giorno non ho bevuto
abbastanza e ho avuto un colpo di calore.Mi sentivo così a
pezzi.Ricordo di aver chiamato mia madre sul pavimento del
bagno, dicendo: “Mi sento malissimo”.E lei: “Hai bevuto
acqua oggi?”.Le ho risposto di no.Pensavo di essere
intelligente, ma non si può fare.Quindi, ho imparato la
lezione.
Cosa significa girare in
Giordania per Dune:Parte Due
Le riprese in un vero deserto hanno
ovviamente comportato una serie di sfide, ma hanno anche portato
benefici a Dune:
Parte Due. Come nel primo capitolo, la rappresentazione di
Villeneuve del pianeta Arrakis è uno dei punti di forza del
film, e non avrebbe avuto lo stesso aspetto se fosse stato
girato davanti a uno schermo verde. Dune: Parte Due ha fatto
sentire Arrakis come un luogo reale, e questo è senza dubbio parte
del motivo per cui il sequel ha un punteggio di critica del 92% e
di pubblico del 95% su Rotten
Tomatoes.
Gran parte del tempo di Dune: Parte
Due si svolge nel deserto, dove si sviluppa l’amore tra Paul e
Chani e dove Paul diventa veramente un Fremen. Il deserto,
tuttavia, non è solo un’ambientazione passiva del film, e
le sfide di vivere in un luogo del genere giocano un ruolo
importante nella narrazione, in particolare i vermi e la mancanza
d’acqua. Le riprese nei veri deserti della Giordania hanno
evidentemente contribuito a rendere questo ambiente bello e
inospitale allo stesso tempo.
L’episodio 7 della serie thriller
politica di Paramount+The Agency “Hard Landing” vede Osman
avvicinarsi alla vera identità di Martian, che finisce per
avvicinarlo a Samia. Creata per la televisione americana da Jez e
John-Henry Butterworth (Edge of Tomorrow, Ford v
Ferrari), The Agencyè un
adattamento della serie thriller franceseThe
Bureaudel 2015, acclamata dalla critica
e creata da Eric Rochant. Michael Fassbender guida il cast di The
Agency insieme a Jeffrey Wright, Richard Gere,
Katherine Waterson, John Magaro, Saura Lightfoot-Leon e Jodie
Turner-Smith.
Durante l’episodio 1 “The Bends” e
l’episodio 2 “Wooden Duck” di The Agency, il personaggio
di Fassbender “Paul Lewis” viene tirato fuori da una missione sotto
copertura durata sei anni per aiutare a localizzare un agente
bielorusso della CIA scomparso di nome Coyote.
L’episodio 3 di The Agency, “Hawk from a Handsaw ‘, segue tre
agenti ’Felix” sotto copertura che cercano di fuggire dall’Ucraina
occupata dai russi. Martian incontra un agente del KGB di nome
Mikhail nell’episodio 4 di The Agency “Quarterback Blitz
‘, che aiuta la CIA a trovare la ’moto” scomparsa nell’episodio 5
diThe Agency “Rat Trap”.
L’ episodio 6 diThe Agency approfondisce la caccia all’agente
Coyote da parte della CIA, mentre l’episodio 7 porta Samia
all’ovile in un’ultima mossa di Martian.
Spiegato il piano di Martian
per reclutare Samia nella CIA
Dopo che Osman ha scoperto la
figlia di Martian, Poppy, e ha fatto perquisire dai suoi uomini la
sua stanza d’albergo come “Paul Lewis” nel precedente episodio di
The Agency, Martian inizia a capire che non può uscire da
questa situazione da solo. Fino all’ultima scena dell’episodio 7 di
The Agency, Samia credeva che Paul fosse solo un
insegnante e un aspirante scrittore. È stupita di vedere
Paul in un ufficio dell’università da cui aveva ottenuto il visto
per vivere a Londra.
Il marziano attira Samia in un
incontro privato che la CIA ha incastrato come una minaccia allo
status del visto di Samia a Londra. Anche se Osman si accorge di
“Paul” negli episodi 6 e 7, non prevede che l’e-mail accademica sia
fraudolenta, ed è così che Martian e Samia riescono a incontrarsi
faccia a faccia alla fine dell’episodio 7 di The Agency. Paul ha
discusso con Naomi e Henry prima dell’operazione che la sua
missione era quella di reclutare Samia, mentre in realtà
forse stava tramando per fuggire con lei e lasciarsi
definitivamente alle spalle l’Agenzia.
Perché Martian ha costretto
Alexei ad affrontare il generale Volchok, leader del
Valhalla
Alexei torna a essere utile a
Martian dopo che la sua fedeltà alla CIA è stata messa brutalmente
alla prova nel secondo episodio. Dopo aver appreso dal generale
Novikov il piano del generale Volchok di consegnare l’agente Coyote
al governo russo nell’episodio 6 di The Agency,
Martian capisce che la sua carta migliore da giocare è
Alexei per avvicinarsi a Volchok. Alexei torna in
Bielorussia dove viene prelevato dai soldati di Valhalla, un gruppo
di mercenari gestito da Volchok. Alexei inventa una storia che lo
fa apparire utile, sostenendo che la sua compagnia ha derubato
Volchok per 300.000 dollari.
Volchok mette alla prova Alexei
facendogli puntare una pistola alla schiena dalla sua guardia del
corpo, notando che Alexei non si è pisciato addosso come hanno
fatto altri uomini nella sua posizione. Volchok si chiede dove
Alexei abbia trovato un tale coraggio e diventa sospettoso nei suoi
confronti. La sua guardia del corpo raccoglie informazioni su di
lui e ne esce pulito. Tuttavia, Volchok vede Alexei per
quello che è in realtà: un’esca per gli americani che sono venuti a
bussare per Coyote. Se Volchok smaschera Alexei, quasi
certamente morirà, o forse userà Alexei per fornire false
informazioni alla CIA.
Come Danny usa Edward per
vincere la borsa di studio di Teheran
Tutta la pressione su Martian
nell’episodio 7 di The Agency ha lasciato Danny a fare
affidamento sulle proprie risorse, che si dà il caso siano quelle
del collega Edward. Danny viene a sapere che alla cocca
dell’insegnante è stata offerta la borsa di studio che doveva
ottenere per portare avanti la sua missione. Il suo obiettivo
principale era quello di accedere a un prestigioso istituto di
Teheran per scoprire informazioni sulle armi nucleari e sulle
capacità dell’Iran. Temendo di essere sull’orlo del fallimento,
chiede a Edward di aiutarla a intimidire lo studente
fingendo di minacciare la sua famiglia. L’aiuto di Edward
apre la porta a Danny per vincere la borsa di studio.
La dottoressa Blake, psicologa
della CIA, capisce subito il possibile interesse romantico di Naomi
per Martian e le dice, attraverso le sue espressioni facciali, che
pensa che Naomi lo stia proteggendo. Questo spinge Naomi a rimanere
fino a tardi nella sede di Londra per fare i suoi controlli di base
con Martian mentre lui è sul campo in Etiopia. È chiaro che conosce
Martian meglio di chiunque altro in quell’ufficio e ha sottilmente
instaurato un legame più stretto con lui, che si avvicina più a
un’amicizia che a una “vicinanza professionale”.
Naomi trova un video in cui Martian
dice che se potesse stare con Samia dopo la fine della sua
missione, lo farebbe. Questo potrebbe essere considerato
come una prova a sostegno dell’affermazione che Martian non sta
effettivamente cercando di reclutare Samia nella CIA, ma piuttosto
sta tramando per fuggire con lei.
Volchok ha smascherato la
copertura di Alexei?
Alla fine dell’episodio 7 di
The Agency, Volchok sembra rendersi conto che Alexei non è
chi dice di essere e che è stato mandato da lui dagli americani.
Probabilmente il marziano sapeva che Volchok avrebbe capito
le affermazioni di Alexei che stava solo cercando di
fargli sapere che era stato truffato, il che significa che il
marziano potrebbe aver incastrato Alexei per stabilire un contatto.
Sebbene sarebbe sorprendente se la CIA avesse gettato uno dei suoi
sotto l’autobus in questo modo, Martian ricatta Alexei affinché
torni in Bielorussia e si incontri con Volchok. Volchok che scopre
che Alexei lavora per gli americani potrebbe essere stato il piano
fin dall’inizio.
Le prossime mosse di Martian e
Samia nell’Agenzia
Nei primi episodi di The
Agency c’era il sospetto che anche Samia fosse un agente
segreto che lavorava per un’agenzia di intelligence, come Osman. A
questo punto della serie, questa teoria è probabilmente nulla, a
meno che le incredibili capacità recitative non facciano parte
delle specialità segrete di Samia. Samia scoprirà la vera identità
di Paul come agente della CIA, che era l’unico modo per salvarla
dalla morsa di Osman.
Martian, Naomi e Henry dovrebbero
informare Samia che stanno cercando di farla entrare nell’Agenzia,
cosa che a prima vista sembra avere più insidie per Samia che
vantaggi. Samia potrebbe non voler collaborare in alcun modo dopo
aver scoperto quanto profonde siano le bugie di Martian. In questo
caso, potrebbe diventare un grosso peso, e persino una minaccia,
per Martian nell’Agenzia.
Lily-Rose Depp rivela quale film di Johnny Depp l’ha spaventata di più da bambina.
Figlia dell’attore che ha interpretato il famoso Capitano
Jack Sparrow nella serie Pirati dei
Caraibi e della cantante e attrice francese Vanessa
Paradis, la Depp è cresciuta immersa nella cultura, nell’arte e nel
cinema, dividendosi tra gli Stati Uniti e la Francia. Ha debuttato
nella recitazione con Tusk di Kevin Smith, prima di
recitare in tutto il mondo, da The King di Netflix a The Idol della HBO.
L’attore venticinquenne ha
recentemente recitato al fianco di Bill Skarsgård
in Nosferatu
2024 di Robert Eggers, remake dell’omonimo film
classico sui vampiri del 1922, insieme a Willem Dafoe, Emma
Corrin e Nicholas Hoult. Il suo ingresso nel genere horror
soprannaturale non è una sorpresa, dato che suo padre ha lavorato a
diversi film fantasy horror gotici che condividono
un simile fascino oscuro, tra cui Sleepy Hollow,
Sweeney Todd, e La sposa cadavere. Tuttavia, uno
dei lavori di Johnny Depp l’ha spaventata più degli altri.
Lily-Rose Depp è rimasta
“traumatizzata” da Edward Mani di Forbice
Nel 1990, Johnny Depp è apparso nel
fantasy gotico e romantico Edward mani di forbice di
Tim Burton, dove ha interpretato il protagonista, un
essere umano semicostruito, Edward, che ha un cuore gentile,
nonostante abbia delle forbici come mani. Il film segue la morte
dello scienziato e vede Edward trovare una nuova casa presso
l’amorevole commessa Peg (Dianne Wiest), dove si innamora della
figlia di Peg (Winona Ryder). Nonostante il suo cuore gentile,
l’apparizione strana di Edward provoca inevitabilmente un disturbo
in città.
Lily-Rose Depp racconta ad Harper’s Bazaar di essere rimasta
“traumatizzata” da Edward mani di forbice, un
film che le era stato permesso di vedere già a tre anni. L’attrice
chiarisce di non aver avuto paura del design del personaggio di
Edward, ma di essere rimasta
“pietrificata”
dal modo in cui gli abitanti della città si sono rivoltati contro
Edward, affermando che si tratta di “un ricordo
d’infanzia difficile” per lei, e spiegando anche che l’amato
dramma fantasy ha plasmato il modo in cui vede il Conte Orlok in
Nosferatu, verso il quale non può fare a meno di provare
“empatia” nonostante sia un mostro. Scoprite cosa ha detto
l’attore qui sotto:
Mi ha traumatizzato.Non
perché pensassi che fosse spaventoso, ma perché tutti si
comportavano in modo così cattivo con lui e io ero davvero
sconvolto.Ricordo di esserne rimasta pietrificata, il che è
strano, perché non ho molti ricordi di quando ero così giovane.È un ricordo d’infanzia difficile.Edward è il buono e
Nosferatu è il cattivo, ma c’è una parte di me che prova un po’ di
empatia per Nosferatu.Voglio dire, sono malato per aver
provato questo sentimento?
Il nuovo trailer della terza
stagione di Dark Winds mostra il
pedinamento del duo principale in vista del ritorno dello show.
Basato sui libri Leaphorn & Chee di Tony Hillerman, con
Zahn McClarnon e Kiowa Gordon nei rispettivi ruoli principali di
Chee e Leaphorn, l’adattamento ha debuttato nel giugno 2022. La
terza stagione di Dark Winds , che ha registrato
un’impennata di popolarità quando è stata aggiunta a Netflix l’anno scorso, insieme a molti altri
originali AMC, riprenderà diversi mesi dopo la vendetta di Leaphorn
nel finale della seconda stagione. L’ultima anteprima suggerisce
che la storia potrebbe prendere una piega oscura.
È stato presentato un nuovo teaser
trailer per la stagione 3 diDark
Winds, composta da otto episodi ,
che debutterà il 9 marzo su AMC e AMC+. Sebbene
duri solo 30 secondi, il teaser contiene molte nuove informazioni.
Tra queste, il primo sguardo ai personaggi interpretati da Jenna
Elfman (Fear
the Walking Dead) e Bruce Greenwood (The
Resident). Inoltre, il teaser lascia intendere che
Leaphorn sembra particolarmente infestato da un mostro
invisibile.
Teaser di What Happens In The
Dark Winds Stagione 3
L’adattamento del crime drama,
prodotto da
Robert Redford e George R. R. Martin, con John Wirth
come showrunner, cercherà di superare la ricerca di vendetta di
Leaphorn nel finale della seconda stagione di Dark Winds.
L’attenzione si concentrerà sugli sforzi di Leaphorn e Chee
per indagare sulla scomparsa di due ragazzi, nonostante
abbiano a disposizione solo una bicicletta abbandonata e alcune
macchie di sangue. Si aggiungeranno anche Elfman nel ruolo
dell’agente speciale dell’FBI
Sylvia Washington e Greenwood in quello di un barone del petrolio
di nome Tom Spenser.
Ci sono altri aspetti da
approfondire nella terza stagione, in particolare Bernadette
(Jessica Matten) che cerca di adattarsi alla vita di frontiera e
rimane coinvolta in una cospirazione per il contrabbando di droga.
Ma il tema principale del teaser è che un mostro sembra infestare i
sogni di Leaphorn. Una creatura oscura sembra perseguitare
il protagonista da dietro una tenda, indicando
potenzialmente gli elementi soprannaturali della stagione.
Leaphorn, tuttavia, sembra testardo e pronto ad affrontare
qualsiasi cosa.
Un personaggio di Sex & the City che ha fatto una sola apparizione nella
serie reboot,
And Just Like That…, tornerà per la
terza stagione. Guidata dallo stesso cast principale che ha
reso popolare la commedia-drama romantica originale, la serie
reboot offre un aggiornamento sulle vite di quattro migliori
amiche: Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker), Miranda Hobbes
(Cynthia Nixon), Samatha Jones (Kim Cattrall) e Charlotte York
(Kristin Davis) 11 anni dopo il matrimonio di Carrie e
Big nel film del 2008, Sex and the City.
Mentre Samantha è ancora molto
presente nella vita di Carrie, Cattrall è notevolmente assente
nella serie reboot. L’attrice ha più volte dichiarato di non essere
interessata a riprendere il suo ruolo, ma grazie alla popolarità
del reboot, la HBO ha reso possibile un piccolo cameo. Cattrall ha
sorpreso i fan con una breve scena di telefonata nel finale della
seconda stagione di And Just Like That…, anche se il
suo ritorno nella terza stagione è improbabile. Nella seconda
stagione, Carrie ha riallacciato i rapporti con
Aidan (John Corbett), divorziato, e il
suo passato ha portato inevitabilmente un altro personaggio.
Rosemarie DeWitt torna per And
Just Like That…Stagione 3
Rosemarie DeWitt
tornerà per la terza stagione di AndJust
Like That…, mentre Patti LuPone si unirà alla stagione come
nuovo membro del cast. La DeWitt è entrata a far parte del cast
nella seconda stagione con il ruolo dell’ex moglie di Aidan, Kathy,
una designer tessile con cui condivide tre figli. Nella seconda
stagione, Carrie ha ricominciato a vedere Aidan e ha chiesto di
incontrare Kathy, che le ha detto di non scrivere dei loro figli
nel libro. Nel frattempo, la LuPone, due volte vincitrice di un
Grammy, è apparsa sui piccoli schermi nel 2024 nel ruolo di una
strega divinatrice siciliana in Agatha All Along.
In un’intervista rilasciata a
Entertainment Weekly, il produttore esecutivo della
serie Michael Patrick King ha confermato le apparizioni della
DeWitt e della LuPone nella terza stagione di And Just Like
That…. King ha anticipato che la LuPone avrà
“un arco narrativo”
nella nuova stagione, anche se i dettagli sul suo ruolo
non sono ancora stati resi noti. Ha anche aggiunto che
Kristen Schaal diWhat We Do in the
Shadowsapparirà nella nuova
stagione.
Il creatore di Squid
Game Hwang Dong-hyuk spiega le sue condizioni per
continuare l’universo oltre la terza stagione. La serie più vista
di Netflix è tornata di recente per continuare
il viaggio di Gi-hun (Lee Jung-jae), con una nuova missione per
distruggere il gioco dall’interno. Tuttavia, i suoi tentativi hanno
avuto un costo, con una ribellione fallita a seguito di un
importante tradimento. Mentre il suo destino rimane incerto, è
stato anche confermato cheSquid
Gamesi concluderà con la terza
stagione, che arriverà nel 2025.
Parlando con The Hollywood Reporter, Hwang ha rivelato a quali
condizioni continuerà l’universo di Squid
Game. Il creatore ha affermato che per lui “la terza
stagione è il finale di questa storia”, il che significa
concludere l’arco narrativo di Gi-hun. Se dovesse mai tornare
nell’universo, vorrebbe che
“riguardasse personaggi diversi con un arco
narrativo diverso”, ad esempio
esplorando la storia delle guardie mascherate. Guardate la
citazione completa di Hwang qui sotto:
Personalmente, vedo la terza stagione come il finale di
questa storia.Questo perché credo di aver chiuso la storia
che volevo raccontare sulla società attraverso il personaggio di
Seong Gi-hun.Se mai volessi tornare nel mondo di Squid
Game, si tratterebbe di personaggi diversi con un arco
narrativo diverso.Una sorta di spinoff, forse.Per
esempio, le guardie mascherate.Come sono finite qui?Cosa fanno nel tempo libero?Qualcosa del genere,
forse.
Cosa significa questo per
l’universo di Squid Game
La
stagione 1 di Squid Gameè diventata la serie
più popolare di tutti i tempi di Netflix, addirittura più
vista della stagione 1 di Wednesday e della stagione 4 di
Stranger
Things. La seconda stagione non è stata da meno: nella
prima settimana ha già ottenuto 68 milioni di visualizzazioni,
diventando una delle stagioni non in lingua inglese più viste con
un ampio margine. Pertanto, l’immenso successo e gli enormi numeri
di spettatori faranno pressione sull’universo per continuare oltre
la terza stagione. Tuttavia, non si sa se Hwang sarà coinvolto,
dato che il creatore è stato categorico nel volersi prendere una
pausa dall’universo dopo tre anni difficili per lo sviluppo della
seconda stagione.
L’universo di Squid Game è
già stato oggetto di spinoff in varie forme. Tra questi, il reality
show Squid Game:The Challenge, che ha visto i
concorrenti giocare a giochi per bambini per un premio in denaro di
4,56 milioni di dollari. Un videogioco multiplayer intitolato
Squid Game:Unleashed , che offre ai fan un’altra
piattaforma per esplorare l’universo. Inoltre, si è già
parlato di una versione americana della serie, con
l’acclamato regista David Fincher legato al progetto.
Le star Rosalind Eleazar e
Sir Lenny Henry, insieme al creatore della serie e
scrittore del romanzo originale Harlan Coben,
parlano del
finale esplosivo di Missing You di
Netflix. Il thriller segue la detective Kat
Donovan (Eleazar) che, dopo aver scoperto la scomparsa del suo ex
fidanzato Josh Buchanan (Ashley Walters) su un’app di incontri,
entra in un labirinto di bugie e segreti legati all’omicidio
irrisolto di suo padre, Clint (Henry). La serie in cinque parti
tesse una rete di inganni, amori perduti e rivelazioni scioccanti,
con il cast di Missing You composto da Richard
Armitage, Jessica Plummer e Marc Warren.
In un’intervista con Tudum, Coben e il cast hanno approfondito il
peso emotivo della conclusione diMissing You. Kat di Eleazar viene a
sapere che suo padre, un rispettato poliziotto, è stato coinvolto
nella corruzione e infine ucciso durante un confronto con Josh,
mentre cercava aggressivamente di mantenere segreta la sua
relazione con l’amante Parker (Cyril Nri). Ecco cosa ha detto
l’attore:
Riesce a vedere che c’è un
dolore e un legame genuino che [Parker] aveva ovviamente con suo
padre.Ha capito quanto quest’uomo amasse suo padre e quanto
suo padre amasse lui.Ma in quel momento è stato così
difficile.Stai piangendo tuo padre, che è stato ucciso, ma
il fatto di non conoscere una parte così importante di lui
è una cosa dolorosa per Kat.
La verità sulla morte di Clint si
svela quando Kat affronta il suo superiore, l’ispettore capo Ellis
Stagger (Richard Armitage), che le rivela di aver
orchestrato una falsa confessione per proteggere Kat e sua
madre dalla dura realtà del lavoro di Clint per il boss
Calligan (James Nesbitt). Eleazar e Henry hanno riflettuto sulla
profondità emotiva di queste scene finali:
Eleazer &
Henry: Allo scopo di proteggere Kat e sua madre dalla
verità, [Stagger] ha fatto in modo che Monte Leburne, un criminale
già destinato a essere condannato per molteplici omicidi, si
prendesse la colpa anche dell’omicidio di Clint.
Eleazer:È stata una scena molto difficile da girare.Sia io che
Ashley eravamo distrutti alla fine di quella giornata, perché è
stata molto pesante.
Cosa significa il finale di
Missing You
Nello show di Netflix, l’omicidio
del padre di Kat sembra inizialmente risolto con la confessione di
Monte Leburne (Marc Warren), ma Kat scopre una rete di bugie
profondamente sepolte, a partire dal suo ex fidanzato. Coben,
parlando con Tudum, ha descritto l’“elettricità
nell’aria” tra Eleazar e Walters nella loro scena cruciale di
ricongiungimento. “Losenti la prima volta che lo vedi”, ha
osservato, mentre le interpretazioni cariche delle due star
diMissing Youarrivano
ad animare l’emozionante colpo di scena finale della
narrazione. La rivelazione dell’atto di esilio autoimposto
di Josh dà inizio a una serie di pugni emotivi per Kat.
Il
finale di Missing Youridefinisce la
comprensione del pubblico di Clint Donovan, trasformandolo
da una figura paterna idealizzata a un agente delle forze
dell’ordine, padre e amante complesso e ricco di sfumature. Dopo
aver scoperto la sua relazione con Calligan e la sua storia
nascosta con Parker, Kat si rende conto che suo padre era ben
lontano dalla figura onesta che un tempo venerava. Tuttavia,
questo rimodellamento del personaggio di Clint lo trasforma
da un lontano ricordo in un individuo pienamente
realizzato che ha lottato con lealtà contrastanti e ha
protetto la sua famiglia pur soccombendo ai suoi difetti.