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Il pianeta delle scimmie: la spiegazione del finale del film del 1968

La scioccante conclusione dell’adattamento originale de Il pianeta delle scimmie (qui la recensione) è stato – ed è tutt’oggi – uno dei finali cinematografici più memorabili di tutti i tempi. Basato sul romanzo di Pierre Boulle, la storia immagina un pianeta in cui le scimmie diventano la specie dominante e gli esseri umani sono sottomessi come animali. Ricco di commenti politici, il film è anche un pezzo fondamentale del cinema di fantascienza e di quello a tema post-apocalittico, elevandosi da film di serie B a vero e proprio successo al botteghino. La sua impresa più importante è però stata quella di lanciare un enorme franchise cinematografico, che continua ancora oggi.

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Con Charlton Heston nei panni dell’astronauta Taylor, la semplice premessa de Il pianeta delle scimmie era arricchita da un brillante lavoro di trucco e da una colonna sonora sorprendente. Spesso ricordato come uno dei film di fantascienza più strabilianti degli anni ’60, Il pianeta delle scimmie non ha perso nulla della sua forza nei molti decenni trascorsi dalla sua uscita. Non basandosi solo sulle idee della fantascienza classica, il film mescola anche elementi di mistero, azione e orrore, dando all’adattamento un tono unico che ha contribuito a distinguerlo dal diluvio di fantascienza della fine degli anni Sessanta. Il colpo di scena finale, poi, conclude la storia in un modo particolarmente scioccante.

La spiegazione del finale de Il pianeta delle scimmie

Dopo aver fatto amicizia con gli scienziati Cornelius e Zira, Taylor viene liberato dagli utili primati e portato con la sua compagna di prigionia, Nova, nella Zona Proibita. Lì, a Taylor viene mostrato un gruppo di manufatti umani che provano che un tempo l’uomo era stato industrioso sul pianeta. Arriva però il Dr. Zaius e rivela di essere sempre stato a conoscenza dei manufatti umani. Zaius permette a Taylor e Nova di esplorare la Zona Proibita, ma li avverte che ciò che troveranno potrebbe non piacergli. Zira e Cornelius vengono invece portati via dal dottor Zaius e processati per eresia, mentre Nova e Taylor iniziano a esplorare l’arida terra desolata in cerca di risposte.

Dopo aver presumibilmente esplorato per qualche tempo, il duo umano si ritrova su un tratto di costa che termina con la presenza di una distrutta Statua della Libertà. È a questo punto che Taylor si rende conto di essere stato sulla Terra per tutto il tempo e che il suo viaggio di secoli non lo ha fatto precipitare su un altro pianeta ma gli ha solo permesso di evitare il massiccio evento di estinzione causato dall’uomo che ha distrutto la civiltà umana e ha portato le scimmie ad assumere il controllo. Per lui non c’è dunque nessun pianeta terra su cui tornare, poiché non lo ha mai lasciato.

Charlton Heston, Kim Hunter e Roddy McDowall in Il pianeta delle scimmie
Charlton Heston, Kim Hunter e Roddy McDowall in Il pianeta delle scimmie © 1968 20th Century Fox. All rights reserved.

Il dottor Zaius sa a cosa va incontro Taylor

Il cattivo dr. Zaius è anche uno dei personaggi principali più intelligenti de Il pianeta delle scimmie e sa di non avere più motivo di trattenere Taylor. Dopo aver permesso all’umano curioso di esplorare la Zona Proibita, sa che qualsiasi cosa Taylor scopra lì non farebbe alcuna differenza. Si può presumere che Zaius sappia già tutto ciò che Taylor avrebbe trovato, e non c’era modo di minacciare la società delle scimmie con questa conoscenza, dato che a nessuno importava cosa pensassero o sentissero gli umani. Taylor sarebbe dunque rimasto nella Zona Proibita o sarebbe tornato nelle città delle scimmie per essere ricatturato e tornare a vivere da schiavo.

Il dottor Zaius vuole mantenere il segreto sui manufatti umani

Il pianeta delle scimmie ha rivelato che il dottor Zaius non solo ha fatto arrestare Zira e Cornelius alla fine per eresia, ma ha anche ordinato di sigillare la grotta piena di artefatti umani. Le linee temporali de Il pianeta delle scimmie divergono negli eventuali sequel e reboot della serie, ma la ricerca di Zaius di sedare la conoscenza era ancora parte integrante del dominio della società delle scimmie. Allo stesso modo in cui la società umana copriva gli aspetti più oscuri della sua storia, la decisione di Zaius di mantenere il passato segreto permetteva alla struttura sociale di rimanere intatta.

Con frasi come “legge delle scimmie” lanciate di frequente, era ovvio che la società di questo pianeta fosse fondata sulla presunta superiorità delle scimmie su tutti gli altri esseri viventi. Se si scoprisse che gli umani sono in realtà esseri altamente capaci, questo potrebbe non solo dare forza agli umani soggiogati, ma anche portare gli umili gorilla a mettere in discussione il loro posto nella società. In linea con l’elemento migliore de Il pianeta delle scimmie, i suoi cattivi, il dottor Zaius ha ritenuto di suo interesse mantenere il segreto sui manufatti umani e su ciò che essi rivelano, per evitare che il suo posto elevato nella società venga messo in discussione.

Maurice Evans in Il pianeta delle scimmie
Maurice Evans in Il pianeta delle scimmie © 1968 20th Century Fox. All rights reserved.

Il significato della Statua della Libertà

La rivelazione della Statua della Libertà alla fine del film è un’immagine suggestiva che ha lasciato gli spettatori sotto shock, ma il suo scopo nel film va ben oltre il semplice valore di shock. Il romanzo di Boulle era stato scritto per un pubblico francese e tutti i suoi punti di riferimento attingevano alla cultura francese. Tuttavia, l’adattamento del 1968 fu prodotto negli Stati Uniti e quei riferimenti dovevano dunque essere modificati. Il finale di Planet of Apes – Il pianeta delle scimmie, film del 2001 di Tim Burton, era ad esempio più fedele al romanzo, ma il film originale ha creato un proprio immaginario che ha contribuito a distinguerlo dal resto del franchise de Il pianeta delle scimmie.

Considerando che la Statua della Libertà è stata usata come simbolo degli Stati Uniti, era l’immagine perfetta per rivelare a Taylor che si trovava sulla Terra e nel suo Paese natale. Al di là del modo in cui lo collegava al suo pubblico primario, aveva anche implicazioni su quanto avvenuto sulla Terra e sembra suggerire che gli Stati Uniti abbiano avuto un ruolo importante nella caduta dell’uomo. La rabbiosa diatriba di Taylor sui suoi predecessori che hanno fatto saltare tutto in aria dimostra che ha capito che la sua ex nazione deve essere stata la causa dell’estinzione.

Il vero significato del finale de Il pianeta delle scimmie

Sebbene il primo sequel, L’altra faccia del pianeta delle scimmie (1970), sia particolarmente cupo, lo è anche il suo predecessore, solo in modo più sottile. Il romanzo è piuttosto esplicito nel commentare la classe e il dominio dell’uomo sulla Terra, mentre il film del 1968 affronta le stesse idee ma senza essere troppo esplicito. Molti media dell’epoca della Guerra Fredda avevano lanciato foschi avvertimenti sulla guerra nucleare, ma tutti avevano l’idea piuttosto egoistica che la distruzione dell’uomo sarebbe stata la fine del mondo stesso. Il finale de Il pianeta delle scimmie era completamente diverso, in quanto suggeriva che la distruzione dell’uomo non avrebbe posto fine al pianeta, ma solo al suo dominio.

Copshop – Scontro a fuoco: la spiegazione del finale del film

Copshop – Scontro a fuoco: la spiegazione del finale del film

Copshop è un termine dello slang britannico che si riferisce a una stazione di polizia locale. Ed è proprio all’interno di questo ambiente che si svolge il film Copshop – Scontro a fuoco, thriller d’azione diretto da (regista di A-Team e The Grey, entrambi interpretati da Liam Neeson) che fa della sua unità di luogo l’elemento a partire dal quale costruire tutta l’adrenalina e la tensione. Un film che si rifà ad una lunga tradizione di film di questo genere, tra cui spicca il capolavoro del 1976 di John Carpenter Distretto 13 – Brigate della morte. Ma Copshop – Scontro a fuoco, a differenza di molti suoi simili, offre anche un finale aperto piuttosto particolarmente sorprendente.

La trama e il cast di Copshop – Scontro a fuoco

Tutto ha inizio quando l’agente di polizia di Gun Creek, Valerie Young (Alexis Louder) arresta uno sconosciuto, Theodore “Teddy” Murretto (Frank Grillo), in fuga da imprecisati inseguitori e colpevole di aver dato un pugno proprio a Valerie. Mentre Valerie porta Teddy allo sportello della polizia, scopre che ha una ferita da arma da fuoco. Valerie si prende quindi cura della ferita di Teddy, mentre altri due agenti ritrovano la sua Crown Vic non contrassegnata non lontano dal luogo dell’arresto. Mentre ricuce Teddy, Valerie ipotizza che qualcuno stia cercando di ucciderlo e che sia per questo che Teddy si è fatto arrestare di proposito.

Anche la sua auto rubata e non immatricolata è infatti piena di fori di proiettile, che sembrano confermare la sua teoria. Teddy chiede quindi di fare una telefonata e chiama rapidamente la sua amante, Lorraine Faith. Vuole avvertirla di prendere il loro bambino, Ryan, e di scappare, ma lei non risponde alla chiamata. Valerie rinchiude a quel punto Teddy in una cella isolata e continua le sue indagini. Nel frattempo, un killer su commissione, Robert “Bob” Viddick (Gerard Butler), si comporta da ubriaco e cerca di schiantarsi con la sua auto contro i poliziotti dello Stato che indagano sull’auto di Teddy.

I due, a quel punto, arrestano Bob e lo portano alla stazione di polizia di Gun Creek. Lì l’uomo lascia un ordigno incendiario nel banco dei testimoni, dicendo però ai poliziotti che si tratta del suo dispositivo per l’insulina. La legge statale prevede che i poliziotti mettano i criminali intossicati in alloggi separati, e così Bob si ritrova a condividere la cella con un altro uomo ubriaco, mentre Teddy è confinato in quella di fronte. Quando Valerie si allontana, Bob informa Teddy che è venuto per ucciderlo. A quel punto ha inizio lo scontro tra i due uomini in quell’ambiente sicuro e pericoloso allo stesso tempo.

Gerard Butler e Frank Grillo in Copshop - Scontro a fuoco
Gerard Butler e Frank Grillo in Copshop – Scontro a fuoco

La vera identità di Teddy Murretto

Nel frattempo, Valerie Young indaga sui file di Teddy e scopre che è stato arrestato 22 volte ma non è ancora stato accusato. Capendo che c’è qualcosa che non va, chiede a Teddy di rivelarle la verità se vuole che lei lo aiuti a vivere. È a quel punto che lui gli rivela di essere un faccendiere di alto profilo che gestisce i clienti dell’industria del gioco d’azzardo del Nevada. Per un cliente, Teddy si rivolse al procuratore generale del Nevada William Fenton e cercò di comprarlo. Ma Fenton non accettò l’accordo e così il boss del casinò uccise Fenton. Dopo il brutale omicidio di Fenton, Teddy scopre però che la sua conversazione con Fenton è stata registrata e divulgata.

Per salvarsi la vita, Teddy fa un accordo con i federali. Il boss della mafia naturalmente lo scoprì e cercò di eliminarlo, ma lui sopravvisse all’esplosione di un’auto e si nascose sottoterra. Una coppia di poliziotti di Las Vegas ha poi portato Teddy fuori dalla città e ha promesso di consegnarlo ai federali. Tuttavia, Teddy scoprì in seguito che erano stati corrotti. Stavano infatti portando Teddy nel deserto isolato per seppellirlo. Fortunatamente, alcuni federali inseguirono Teddy e aprirono il fuoco contro i poliziotti corrotti. Nello scontro che ne è seguito, Teddy è riuscito a fuggire ed è a quel punto che ha incontro Valerie.

Nessuno di cui fidarsi

Una sottotrama del film si concentra sull’agente corrotto Huber (Ryan O’Nan). È stato visivamente stabilito che Huber è stato minacciato da un boss della mafia di rubare la droga confiscata dal caveau della polizia. Quando Bob Viddick arriva alla stazione di polizia, Huber riconobbe Bob e pensa che sia venuto per ucciderlo. Quando arriva però anche un secondo assassino, Anthony Lamb, anche lui dimostra di conoscere Huber. Ciò potrebbe significare che Huber lavora per lo stesso boss di Anthony e Bob. Se questo è vero, probabilmente il procuratore generale del Nevada William Fenton ha condotto una guerra contro i boss dei casinò per aver venduto droga nei loro casinò.

I boss mafiosi hanno dunque fatto fuori Fenton per salvare il loro impero illegale. Come si scoprirà più avanti nel film, i proprietari dei casinò hanno poi corrotto anche la detective Deena Schier del Dipartimento di Polizia di Las Vegas. Nella narrazione, Deena ha insabbiato le prove che avrebbero potuto condurre all’attività di spaccio o ai suoi proprietari. Come ha detto Teddy, le persone per cui lavorava hanno le mani in pasta in tutto e dunque sono molti gli agenti di polizia all’interno del film di cui non ci si può fidare.

Gerard Butler in Copshop - Scontro a fuoco
Gerard Butler in Copshop – Scontro a fuoco

La spiegazione del finale del film

Verso il finale del film, dunque, scopriamo che dato che Bob non è riuscito a finire Teddy, la detective Deena ha informato il boss della mafia per cui lavora che un’agente alle prime armi, Valerie Young, sta scavando troppo a fondo nei loro affari. Il sicario psicopatico Anthony viene quindi mandato alla stazione di polizia e trasforma l’ambiente in un campo di battaglia. Con la sua mitragliatrice a canna corta, Anthony uccide brutalmente tutti gli agenti lì presenti, tranne Valerie e Huber. Valerie, a quel punto, si chiude al sicuro nella zona blindata dove sono le celle. Fuori, Huber rivela la sua natura alleandosi con Anthony.

A quel punto, Valerie si accorge di essere stata ferita e si vede costretta a fidarsi pienamente di Teddy, divenuto nel frattempo furioso per aver scoperto che Anthony ha ucciso sua moglie e suo figlio. Valerie gli permette di uscire dalla cella e lui dà vita ad un feroce scontro a fuoco con Anthony e Huber. Nel mentre, Bob convince però Valerie che Teddy è un truffatore egoista e che non sarebbe tornato per salvarle la vita. Avendo poche opzioni dalla sua parte, Valerie consegna le chiavi della cella anche a Bob. Quest’ultimo abbatte poi definitivamente Huber e Anthony insieme a Teddy.

Sembra tutto finito, ma è a questo punto che Teddy dà fuoco all’intera stazione di polizia. Valerie, delusa dal suo tradimento, lo affronta e gli spara al braccio. Sopraggiunge però a quel punto Deena, pronta ad uccidere Valerie, ma Bob interviene prontamente per eliminare prima la detective corrotta e poi Teddy. A quel punto, l’uomo fugge dalla stazione con un’auto rubata. Valerie, invece, mentre viene portata via in ambulanza, sente della fuga di Bob. Fa dunque scendere gli infermieri e si impadronisce dell’ambulanza. Il film termina in un finale aperto, con Valerie all’inseguimento dell’ignaro Bob. Non sappiamo come terminerà la scontro tra i due, ma la poliziotta ha decisamente imparato dai suoi errori e non è disposta a farla passare liscia a nessuno.

Armie Hammer pronto per il ruolo da protagonista nel thriller di Uwe Boll The Dark Knight

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Il ritorno di Armie Hammer si sta concretizzando dopo che l’attore ha ottenuto il ruolo da protagonista nell’ultimo film di Uwe Boll, The Dark Knight. Hammer interpreterà il personaggio principale che combatte il crimine nel thriller di vigilantes, le cui riprese principali dovrebbero iniziare in Croazia il 27 gennaio.

L’attore, la cui carriera si è fermata nel 2021 a seguito di accuse di molestie sessuali, è tornato di recente a lavorare nel western di Travis Mills “Frontier Crucible”, che vede protagonisti anche Thomas Jane e William H. Macy.

A seguito di una lunga indagine, nel 2023 i procuratori di Los Angeles hanno rifiutato di accusare l’attore di alcun crimine. Prima delle accuse, Hammer ha recitato in film di alto profilo come “The Lone Ranger” di Gore Verbinski al fianco di Johnny Depp, “Operazione U.N.C.L.E.” di Guy Ritchie con Henry Cavill e Luca Guadagnino in “Chiamami col tuo nome” con Timothée Chalamet.

In una recente intervista podcast, Hammer ha detto che la sua carriera di attore è decollata così tanto che ha iniziato a rifiutare lavori. “Il mio carnet di ballo si sta riempiendo parecchio”, ha detto. “Quel primo lavoro che ho rifiutato dopo quattro anni di questa merda, voglio dire, è stata la sensazione migliore che abbia mai provato”.

In The Dark Knight, basato su una sceneggiatura originale di Boll, Armie Hammer interpreta Sanders, che si fa giustizia da solo mentre si mette a dare la caccia ai criminali. Mentre la sua crociata lo trasforma in una star dei social media e in un eroe agli occhi del pubblico, il capo della polizia locale lo vede come una minaccia per la società e mira ad abbatterlo.

Attacco al potere 2: dal cast ai sequel, tutte le curiosità sul film con Gerard Butler

Con il film del 2013 Attacco al potere – Olympus Has Fallen, il regista Antoine Fuqua aveva portato sul grande schermo il racconto di un attentato terroristico al principale centro del potere degli Stati Uniti, ovvero la Casa Bianca. Affermatosi come un grande successo, nel 2016 è stato poi realizzato un Attacco al potere 2 (qui la recensione), il cui titolo originale è London Has Fallen. Come questo lascia intuire, alla base della vicenda vi è ora la capitale dell’Inghilterra, obiettivo di un nuovo attacco terroristico, per un film ricco di azione, esplosioni e grande ritmo. A dirigere questo non vi è però Fuqua, sostituito dal regista iraniano Babak Najafi.

Anche questo sequel si è affermato come un vero e proprio blockbuster filo-statunitense simile sotto più punti di vista a titoli simili realizzati negli anni Ottanta e Novanta. Si costruisce così la vicenda di un uomo pronto a tutto pur di affermare i valori della giustizia, della libertà e della pace ad ogni costo. Di natura quasi supereroica, il protagonista è il diretto discendente di personaggi come il John McClane interpretato da Bruce Willis nella saga di Die Hard. Anche se accusato di sfruttare la paura derivata dagli attacchi terroristici verificatisi nel corso del 2015, il film si è comunque affermato come un buon successo.

Con un incasso di oltre 200 milioni di dollari, Attacco al potere 2 ha confermato l’interesse verso questo format, permettendo poi la realizzazione nel 2019 di Attacco al potere 3 – Angel Has Fallen. Un ulteriore capitolo, attualmente intitolato Night Has Fallen, sembra ora essere in lavorazione, per quella che diventa dunque a tutti gli effetti una saga. Prima di intraprendere una visione del secondo film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Attacco al potere 2 film
Gerard Butler in Attacco al potere 2 © 2016 – Focus Features

La trama del film Attacco al potere 2

Il film vede di nuovo in azione gli stessi protagonisti che si muovono nei piani alti del potere statunitense. Questi sono il presidente americano Benjamin Asher, il vicepresidente Allan Trumbull, il capo dei servizi segreti Lynne Jacobs e l’uomo chiave della scorta del presidente, tale Mike Banning. Tutto ha inizio quando la morte totalmente inaspettata del primo ministro britannico costringe il presidente a presenziare ai funerali di Stato. L’evento, tuttavia, si rivela ben presto essere una trappola organizzata dal terrorista e trafficante d’armi Aamir Barkawi, che ha giurato vendetta per l’eccidio della sua famiglia.

Per portarla a termine non esita ad uccidere tutti i capi di Stato presenti alla cerimonia. Solo il presidente americano riesce a salvarsi, grazie all’intervento, risoluto ed essenziale, di Mike. Ma la strada verso la salvezza è lastricata di ostacoli e minacce d’ogni tipo. L’agente Banning dovrà infatti partecipare ad una vera e propria corsa contro il tempo, cercando di individuare e fermare Barkawi prima che possa compiere una nuova strage. Con la paura sempre più dilagante di quanto può accadere da un momento all’altro, l’uomo si troverà così a dover fronteggiare situazioni estremamente pericolose. Obiettivo primario è salvare i suoi cari e il presidente.

Il cast del film

Ad interpretare nuovamente il ruolo dell’agente Mike Banning vi è l’attore Gerard Butler, che riprende così il ruolo per la seconda volta. Particolarmente devoto al personaggio, egli si allenò anche in questo caso al fine di poter eseguire quante più acrobazie senza dover ricorrere a controfigure. Ad interpretare il presidente degli Stati Uniti Benjamin Asher vi è nuovamente l’attore Aaron Eckhart, noto anche per lungometraggi come Thank You for Smoking e Il cavaliere oscuro. Per lui questo è stato l’ultimo film in cui compare in tale ruolo, non avendolo poi ripreso per il terzo capitolo. Nel film compaiono poi anche gli attori Alon Moni Aboutboul nei panni del terrorista Aamir Barkawi e Robert Forster in quelli del Generale dell’esercito Edward Clegg.

Il premio Oscar Morgan Freeman riprende i panni del vicepresidente Allan Trumbull, affermando di aver accettato nuovamente la parte unicamente per il ricco compenso offertogli. Per via di altri impegni, però, Freeman si è trovato a dover girare tutte le sue scene in breve tempo, spesso non comparendo in scena con gli altri attori. Angela Bassett, interprete del capo dei servizi segreti Lynne Jacobs, non ha infatti avuto neanche una scena da dividere con Freeman, nonostante avesse accettato di partecipare al film proprio per poter recitare con il premio Oscar. Completano il cast Jackie Earle Haley nel ruolo di deputato della Casa Bianca Mason, e Melissa Leo in quello della segretaria alla difesa Ruth McMillan.

Morgan Freeman e Melissa Leo in Attacco al potere 2
Morgan Freeman e Melissa Leo in Attacco al potere 2. Foto di David Appleby – © 2016 – Focus Features

I sequel di Attacco al potere – Olympus Has Fallen

Gli attori del film sono poi tornati nei rispettivi ruoli anche per il terzo film. Uscito nel 2019, Attacco al potere 3 – Angel Has Fallen, vede lo stesso protagonista come principale accusato di un attentato al presidente. I produttori hanno poi confermato la volontà di dar vita anche ad altri tre film, con il titolo del quarto che sarà Night Has Fallen. Nel settembre 2023, il produttore Les Weldon ha confermato che il sequel è ancora in cantiere. Weldon ha fatto dipendere i futuri capitoli dal successo di Night Has Fallen, il che conferma che è già in atto un piano per continuare il franchise se le cose andranno bene. Weldon ha dichiarato: “Se funziona bene come i tre precedenti, allora tutto è possibile”.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

In attesa di vedere il terzo capitolo, è possibile fruire del secondo film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Attacco al potere 2 è infatti disponibile nei cataloghi di Infinity+, Apple iTunes, Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 7 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Jacob Elordi in trattative per sostituire Paul Mescal in The Dog Stars di Ridley Scott

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Jacob Elordi è nelle prime trattative per recitare nel thriller post-apocalittico di Ridley Scott “The Dog Stars” per la 20th Century, in sostituzione di Paul Mescal, che ha avuto problemi di programmazione. Mescal, che recita nel sequel Il Gladiatore, era pronto per recitare nel film su un virus influenzale catastrofico che spazza via quasi tutta l’umanità. Ma è stato costretto ad abbandonare a causa delle riprese dell’antologia dei Beatles di Sam Mendes.

Basata su un romanzo del 2012 di Peter Heller, la sceneggiatura di “Dog Stars” è stata scritta da Mark L. Smith (“Twisters”) e Christopher Wilkinson (“Ali”) e dovrebbe essere il prossimo film di Scott dopo un film biografico sui Bee Gees per la Paramount. Se il suo accordo si chiudesse, come previsto, Elordi interpreterebbe un pilota di nome Hig che fa amicizia con un pistolero scontroso mentre cercano di sopravvivere a una banda di spazzini vaganti chiamata Reapers.

Durante una conversazione di dicembre con il collega regista Christopher Nolan, seguita alla proiezione di Il Gladiatore 2, Scott ha lasciato intendere che il coinvolgimento di Mescal nel progetto era precario. “Paul è in realtà impegnato, dopo si occuperà dei Beatles. Quindi potrei doverlo lasciare andare”, ha detto a Nolan.

L’agenda impegnata di Jacob Elordi

Ma anche Jacob Elordi ha un programma fitto, con l’ultima stagione di “Euphoria” della HBO e Cime Tempestose” della Warner Bros. con Margot Robbie che dovrebbero entrare in produzione nel primo trimestre del 2025. Si dice che anche Scott stia tenendo d’occhio una data di inizio per la primavera del 2025, quindi non è chiaro quale di queste produzioni, se ce ne sono, rinvierà per consentire a Elordi di impegnarsi per “Dog Stars“.

Lavorando con Scott, Elordi continua a collezionare la sua serie di registi di prima categoria. L’attore australiano, il cui ruolo di successo è stato nel film Netflix “The Kissing Booth”, ha recentemente recitato nei panni di Elvis in “Priscilla” di Sofia Coppola e interpreta il mostro titolare nel prossimo “Frankenstein” di Guillermo del Toro.

Tom Hanks e Robert Zemeckis: tutte le loro collaborazioni in attesa di Here

La collaborazione cinematografica tra l’attore Tom Hanks e il regista Robert Zemeckis è stata una delle più amate del cinema moderno. Da Forest Gump a Here, in sala in Italia dal 9 Gennaio, Hanks e Zemeckis sono riusciti a camminare sulla sottile linea di confine tra l’appeal popolare mainstream e l’arte duratura che ha davvero resistito alla prova del tempo. Con tanto umorismo e tanta compassione, Hanks e Zemeckis hanno reciprocamente giovato alle loro carriere.

Indipendentemente dal risultato, questo duo ha sempre puntato alla qualità e, nel processo, ha realizzato alcuni dei personaggi più iconici del cinema contemporaneo. Con l’uscita di Here all’orizzonte, una nuova collaborazione si aggiunge ai 30 anni insieme, ed ecco di seguito tutti i film che Tom Hanks e Robert Zemeckis hanno realizzato insieme.

Here (2024)

Here film 2024Diretto da Robert Zemeckis, questo film è un’esplorazione del tempo e della memoria, che svela le vite e le storie intrecciate di famiglie attraverso le generazioni in un’ambientazione unica, un salotto di una casa del New England.

Oltre a Zemeckis dietro la telecamera e Hanks davanti, Here si è avvalso di tantissimi altri talenti. La sceneggiatura del film è scritta da Zemeckis ed Eric Roth (Killers of the Flower Moon). Il film vede anche la partecipazione di Robin Wright nel ruolo della moglie di Hanks, Paul Bettany in quello del padre e Kelly Reilly in quello della madre. Nonostante le critiche negative raccolte negli USA, il film è un piccolo gioiellino, una riflessione sul tempo e la vita, per mano di un regista che non dimentica mai di fra passare lo storytelling attraverso l’inventiva e la tecnica cinematografica.

La premessa del film prevede di inquadrare un solo appezzamento di terreno specifico per un periodo di tempo prolungato per seguire le vite di coloro che vivono lì (prima e dopo che una casa viene costruita su di essa). Una singola telecamera in una singola stanza della casa è utilizzata per seguire gli eventi, il che significa che il film è più simile a un’opera teatrale filmata che a un film. Nella nostra recensione si legge: “L’espediente della camera fissa, che richiama le origini del dispositivo cinematografico, trasforma la scenografia in sceneggiatura e viceversa, offrendo un’esperienza immersiva che cattura l’attenzione emotiva dello spettatore. Questa fissità concentrata si stravolge poi con un finale di grande eleganza cinematografica che celebra la circolarità della storia umana, un ciclo di eterno ritorno.”

In fase di annuncio e promozione, si è fatto ovviamente leva sulla grande reunion che Here propone, ovvero Tom Hanks e Robin Wright che tornano a essere diretti da Robert Zemeckis come ai tempi di Forrest Gump.

Pinocchio (2022)

Film Disney 2022 PinocchioTom Hanks recita nel ruolo di Geppetto. Questo Pinocchio è un adattamento del 2022 diretto da Robert Zemeckis,e si inserisce nel filone di adattamento in live action della Disney. Sebbene qualsiasi collaborazione tra Tom Hanks e Robert Zemeckis sarebbe una prospettiva entusiasmante, persino i loro più strenui difensori devono ammettere di aver mancato il bersaglio con Pinocchio. Questo adattamento live-action di una storia classica non aveva l’appeal dell’amata versione Disney del 1940 e, sfortunatamente, è uscito lo stesso anno di Pinocchio di Guillermo del Toro, una rivisitazione di gran lunga superiore e molto più pertinente della storia rispetto all’originale di Collodi. Mentre Hanks nei panni di Geppetto poteva inizialmente sembrare una buona idea, tutto in questo film sembrava superfluo.

La versione di Pinocchio di Zemeckis non è riuscita a giustificare la sua esistenza nello stesso modo in cui sono riuscite a fare altre uscite di film per bambini con Hanks, come The Polar Express, e sebbene gli effetti visivi sembrassero fantastici, la sceneggiatura non è riuscita a catturare la stessa magia. Purtroppo, Pinocchio è entrato a far parte delle peggiori uscite recenti live-action e fotorealistiche della Disney e, insieme alla versione aggiornata di Dumbo e Lilli e il Vagabondo, è stato rapidamente dimenticato dal pubblico. Soprattutto, è stato difficile entusiasmarsi per il film, mentre la versione di Del Toro ha creato molto più clamore e ricevuto molti più elogi.

Sebbene sia vero che Pinocchio sia stata una grande delusione, bisogna anche ammettere che Tom Hanks ha dato una discreta interpretazione di Geppetto e lui, insieme agli effetti visivi, è stato uno degli aspetti più forti del film.

Mentre molti remake live-action della Disney hanno ricevuto una distribuzione cinematografica, Pinocchio è stata distribuito direttamente su Disney Plus che ha lasciato intendere, prima ancora di uscire, che non sarebbe stata all’altezza dell’eredità dell’originale. Ma il film non era affatto inguardabile, semplicemente non sembrava un film che doveva essere realizzato e ha rappresentato un punto basso per il sodalizio di Hanks e Zemeckis.

Polar Express (2004)

Polar ExpressBasato sul libro di Chris Van Allsburg, Polar Express è un film di animazione fantasy natalizio del regista Robert Zemeckis. Un ragazzino viene rapito la vigilia di Natale a bordo del magico Polar Express, dove incontra nuovi amici in un viaggio per riscoprire la loro fede nel Natale.

Polar Express ha raggiunto l’impossibile; è diventato un nuovo film natalizio per il 21° secolo di cui si può parlare con lo stesso tipo di amore e ammirazione di La vita è meravigliosa o Miracolo sulla 34a strada. Basato su un libro per bambini del 1985 di Chris Van Allsburg, Polar Express è stata una meraviglia visiva che ha visto Tom Hanks interpretare più ruoli come animazione computerizzata motion-capture fusa con personaggi umani. Questa tecnica ha dato a Polar Express uno stile visivo unico che lo ha fatto risaltare nel panorama cinematografico del 2004.

Mentre Zemeckis in precedenza aveva realizzato film che potevano piacere ai bambini, come All’inseguimento della pietra verde e la serie Ritorno al futuro, Polar Express è sembrato diverso ed è stato elogiato come un classico natalizio istantaneo. Raccontando la storia di un ragazzino su un misterioso treno diretto a Babbo Natale e al Polo Nord, Hanks e Zemeckis hanno catturato qualcosa di profondo della meravigliosa magia del periodo natalizio. Anche lo stile del film stesso ha contribuito alla sua insolita atmosfera perché, sebbene i personaggi a volte sembrassero leggermente inquietanti, questo faceva anche parte del suo fascino unico.

L’amore e la cura con cui sia Hanks che Zemeckis hanno presentato questa storia significano che ha resistito alla prova del tempo. Con una forte atmosfera festosa, il film ha sfruttato i punti di forza di Zemeckis come regista e, nel suo lavoro vocale, Hanks ha attinto agli stessi manierismi energici e iconici che hanno reso Woody di Toy Story un’icona dell’animazione così duratura. Hanks ha utilizzato le sue abilità in molti ruoli, tra cui Hero Boy, il capotreno, il burattino di Ebenezer Scrooge e persino Babbo Natale stesso.

In sostanza, The Polar Express era una storia natalizia duratura che è sempre stata una delle preferite delle feste e, per molti, è diventata una visione obbligatoria ogni dicembre. Mentre gran parte delle critiche ricevute dal film erano legate alla sensazione inquietante della rappresentazione del suo personaggio, ciò significava semplicemente che era un prodotto del suo tempo e che rischi come questo erano necessari per spingere l’animazione in avanti e testare i limiti degli effetti speciali.

Cast Away (2000)

Tom Hanks in Cast Away
Tom Hanks in Cast Away

Diretto da Robert Zemeckis nella sua seconda collaborazione con Tom Hanks, Cast Away racconta la storia del dirigente della FedEx Chuck Noland, che si sforza di sopravvivere su un’isola deserta dopo un incidente aereo. Il film, che si svolge principalmente sull’isola disabitata, ha fatto vincere a Hanks un Golden Globe come miglior attore protagonista.

Essendo la storia di un uomo solo bloccato su un’isola disabitata, è stato sorprendente che Cast Away sia riuscito a essere emozionante dall’inizio alla fine. Guidato da un’incredibile performance di Tom Hanks e da una sceneggiatura davvero impressionante di William Broyles Jr., Cast Away ha rappresentato il meglio della collaborazione di Robert Zemeckis con Hanks e ha rappresentato perfettamente ciò che ha reso la loro partnership così efficace, riducendola all’osso. Cast Away è sembrata una vera esperienza cinematografica, poiché il pubblico è stato sottoposto alle estenuanti sfide, alle difficoltà tortuose e alle gioie occasionali di questa storia di sopravvivenza.

Hanks ha interpretato Chuck Noland, un analista di sistemi FedEx che, dopo essere sopravvissuto a un incidente aereo nell’Oceano Pacifico, è stato trascinato a riva ed è stato costretto a sopravvivere da solo su un’isola. Con il passare degli anni, Chuck è diventato barbuto e spettinato, ma ha anche imparato a conoscere e comprendere i costumi dell’isola. Con nient’altro che un pallone da pallavolo Wilson a tenergli compagnia, il potere di Cast Away era interamente nell’interpretazione di Hanks, poiché ha portato il peso emotivo del film sulle sue spalle e ha dimostrato di essere uno dei più grandi attori dell’era moderna.

Il film ha tratto grande ispirazione dal classico romanzo d’avventura di Daniel Defoe Robinson Crusoe, che raccontava in modo simile la storia di un uomo naufragato su una remota isola tropicale deserta. Questi dettagli hanno giocato sul realismo al centro della storia di Cast Away, poiché gli spettatori si chiedevano come avrebbero affrontato le stesse difficoltà di Chuck.

Il successo di Cast Away è dovuto al modo fantastico in cui Tom Hanks e Zemeckis hanno lavorato insieme. Poiché questo è stato il primo film in cui Hanks ha anche partecipato come produttore, è stato più coinvolto che mai nel dietro le quinte della produzione. Dopo Forrest Gump, Hanks e Zemeckis avevano già instaurato un forte rapporto di lavoro e sono stati in grado di portarlo ancora oltre in questa occasione.

Forrest Gump (1994)

Forrest GumpIn questo iconico pezzo di storia del cinema americano, le presidenze di Kennedy e Johnson, gli eventi della guerra del Vietnam, il Watergate e altri avvenimenti storici si svolgono attraverso la prospettiva di un uomo dell’Alabama con un QI di 75.

Forrest Gump è stato un successo al botteghino che ha attratto spettatori di ogni genere ed è diventato il film con il maggior incasso del 1994. Come prima collaborazione cinematografica tra Tom Hanks e Robert Zemeckis, questo film unico ha raccontato la storia dell’America moderna attraverso l’esperienza vissuta di una persona straordinaria con un’intelligenza inferiore alla media. Con una vasta storia che incorporava tutto, dalla nascita del rock ‘n’ roll alle conseguenze della guerra del Vietnam, parte del fascino di Forrest Gump era quanto bene fondeva commedia e dramma.

Con la famosa frase “La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai cosa ti capita”, l’interpretazione di Hanks di Forrest è stata tra le più iconiche della sua intera carriera. Per il suo lavoro in Forrest Gump, Hanks si è portato a casa l’Oscar come miglior attore e il film ha fatto incetta di premi nella cerimonia con sei vittorie, tra cui miglior film, miglior regista e migliore sceneggiatura non originale. Con una performance sincera e tanto cuore, Hanks ha camminato su un filo sottile con la sua caratterizzazione, che, nelle mani di un altro attore, sarebbe potuta risultare esagerata o addirittura offensiva.

Forrest Gump è stata un’ode all’America del XX secolo che ha evidenziato, nella terra della libertà, che chiunque poteva avere un impatto importante e lasciare il segno nella cultura popolare. Sebbene Forrest Gump potesse essere apprezzato da tutti gli spettatori, era anche pieno di complessità e simbolismo politico poiché Forrest interagiva con eventi storici reali e si trovava faccia a faccia con tutti, da John F. Kennedy a John Lennon. L’uso unico di effetti speciali del film ha inserito Forrest in filmati storici d’archivio, che gli hanno dato un efficace senso di realismo.

Come film con il maggior incasso nella carriera di Zemeckis, Forrest Gump ha incassato la sorprendente cifra di $ 678.226.465 (tramite Collider) e ha segnato un punto alto per l’acclamato regista nell’appeal popolare mainstream. L’eredità del lavoro di Zemeckis con Hanks su Forrest Gump avrebbe alimentato ogni futura collaborazione e gli spettatori si sono presentati costantemente per vedere se potevano ripetere l’incredibile successo della loro prima uscita. Nei tre decenni trascorsi dalla sua uscita, Forrest Gump è rimasto un film importante da apprezzare da ogni generazione successiva.

Robin Wright: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Robin Wright: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Grazie alla sua partecipazione ad alcuni celebri film, Robin Wright si è affermata come una delle interpreti più carismatiche e talentuose della sua generazione. Ricordata in particolare per il ruolo di Jenny in Forrest Gump, si è poi distinta grazie a numerosi altri titoli tra cinema e TV, sempre mettendosi alla prova e dando continua dimostrazione delle tante sfumature del suo talento.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Robin Wright.

I film di Robin Wright

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1986 con Hollywood Vice Squad (1986). Ha poi recitato in La storia fantastica (1987), Stato di grazia (1990), Toys – Giocattoli (1992), Forrest Gump (1994), 3 giorni per la verità (1995), Prove d’accusa (1997) e Bugie, baci, bambole & bastardi (1998). Successivamente, ha lavorato in film come Le parole che non ti ho detto (1999), Unbreakable – Il predestinato (2000), La promessa (2001), Il castello (2021), Una casa alla fine del mondo (2004), La leggenda di Beowulf (2007), New York, I Love You (2009), State of Play (2009), The Conspirator (2010) e L’arte di vincere (2011). Tra i suoi ultimi lavori, vi sono The Congress (2013), Two Mothers (2013), Millennium – Uomini che odiano le donne (2011), La spia – A Most Wanted Man (2014), Everest (2015), Wonder Woman (2017), Blade Runner 2049 (2017), Justice League (2017), Wonder Woman 1984 (2020), Land (2021) e La vetta del diavolo (2023).

I film 2024 di Robin Wright

Nel 2024 l’attrice ha preso parte a due film, ovvero Damsel, fantasy con protagonista Millie Bobby Brown, e Here, dove torna a recitare accanto a Tom Hanks a 30 anni di distanza da Forrest Gump.

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Tom Hanks e Robin Wright in Here

I film di Robin Wright su Netflix

Sono diversi i film di Robin Wright oggi presenti nel catalogo di Netflix, tra cui alcuni tra i suoi titoli più celebri. Al momento, sulla piattaforma si possono infatti vedere in streaming La promessa (2001), L’arte di vincere (2011), Wonder Woman (2017), Wonder Woman 1984 (2020), Damsel (2024), ma anche il suo debutto come regista Land (2021) e la serie House of Cards.

2. Ha lavorato per il piccolo schermo ed è anche doppiatrice e produttrice. Nel corso della sua carriera l’attrice non è comparsa solo sul grande schermo, ma è apparsa anche in diverse serie tv come Santa Barbara (1984-1988), Empire Falls – Le cascate del cuore (2005) e House of Cards – Gli intrighi del potere (2013-2018). In quanto doppiatrice ha invece prestato la propria voce per A Christmas Carol (2009) ed è la narratrice di First Ladies (2020), in quanto produttrice ha poi lavorato alla realizzazione dei film Virgin (2003), Hounddog (2007), The Congress (2013), When Elephants Fight (2015), Land (2021) e della serie House of Cards.

 

Robin Wright in Forrest Gump

3. Ha patito il freddo. Nel film pluripremiato agli Oscar la Wright interpreta Jenny, la donna amata dal protagonista. Il set, per lei, non è però stato sempre una passeggiata. L’attrice ha infatti raccontato di essersi ammalata per il freddo mentre stava filmando la scena del nightclub. A dispetto di ciò, si sentiva ancora in grado di cantare durante le riprese, nonostante fossero quasi ventiquattro ore ininterrotte in cui era quasi nuda al freddo, tranne che per una chitarra che la copriva.

Robin Wright Forrest Gump
Tom Hanks e Robin Wright in Forrest Gump

4. Non ha trascorso molto tempo con Tom Hanks sul set. Robin Wright ha rivelato di non essere riuscita a passare molto tempo con Tom Hanks durante le riprese, perché lui era sempre “in giro a correre”. “Correvamo in giro per le riprese di quel film e ad ogni pausa pranzo Tom era fuori a correre”, ha ricordato la Wright del periodo trascorso sul set. “Correva ovunque riuscisse a farlo. Quindi non abbiamo avuto modo di frequentarci”. L’attrice ha comunque aggiunto che si sono divertiti “moltissimo” quando i loro programmi si sono sincronizzati sul set.

Robin Wright in House of Cards

5. Ha avuto potere decisionale sul proprio personaggio. Il regista David Fincher ha offerto alla Wright il ruolo di Claire Underwood nella serie House of Cards dopo aver lavorato con lei per il film Millennium – Uomini che odiano le donne. Fincher la convinse promettendo che avrebbe contribuito alla creazione del personaggio e così è stato. La Wright ha infatti sempre avuto forte potere decisionale su ciò che Claire avrebbe detto o fatto nel corso della serie, come anche sui costumi da lei indossati.

Robin Wright sfoggia il fisico in Wonder Woman

6. Ha interpretato la celebre amazzone. Nel film Wonder Woman e nel suo sequel Wonder Woman 1984, la Wright ricopre il ruolo di Antiope, sorella di Ippolita, la regina delle amazzoni, e zia di Diana. Per vestire i panni della guerriera, l’attrice ha raccontato di essersi sottoposta ad un duro allenamento volto a farle acquisire la fisicità e la muscolatura necessaria a poter anche interpretare alcune scene di battaglia molto complesse.

Robin Wright regista di Land

7. Inizialmente doveva essere solo la regista del film. Inizialmente Robin Wright era stata scritturata solo come regista per Land, ma per un problema di programmazione si è fatta avanti per diventare anche protagonista. La Wright ha dichiarato: “Ci siamo trovati di fronte a un problema di programmazione e di tempi stretti: dovevamo girare questo film in una finestra di tempo, e avevamo solo 29 giorni per girarlo. E non potevamo correre il rischio di cercare qualcuno in quel lasso di tempo. E allora i produttori mi hanno detto: ‘Beh, perché non lo fai tu?’, e io ho risposto: ‘Beh, tanto ci sarò comunque, quindi ok’”.

robin wright
Robin Wright in Wonder Woman

 

Chi è il marito di Robin Wright?

8. Si è sposata tre volte. L’attrice si è sposata per la prima volta nel 1986 con l’attore Dane Whiterspoon, ma il matrimonio è durato poco e i due hanno divorziato già nel 1988. Dopo un secondo matrimonio con Sean Penn, durato dal 1996 al 2007, ha frequentato il collega Ben Foster dal 2012 al 2015. In seguito, l’attrice si è sposata per terza volta nel 2018 con il manager Clement Giraudel: i due si erano conosciuti solo l’estate precedente. La coppia, però, ha poi divorziato nel 2022.

Robin Wright, Sean Penn e i figli

9. È stata sposata con il noto attore. L’attrice ha sposato il collega Sean Penn nell’aprile del 1996, dopo sei anni di fidanzamento. I due si erano conosciuti sul set del film Stato di grazia nel 1990 e dalla loro unione sono poi nati i figli Dylan Frances (nata nel 1991) e Hopper Jack (nato nel 1993), entrambi divenuti a loro volta attori. Alla fine del 2007 la coppia annuncia la separazione, salvo poi riconciliarsi brevemente un paio di volte, per poi annunciare il divorzio definitivo il 28 luglio 2010. Nel corso della loro relazione, l’attrice ha partecipato in diversi film diretti da Penn, ovvero 3 giorni per la verità (1995) e La promessa (2001).

L’età e l’altezza di Robin Wright

10. Robin Wright è nata l’8 aprile del 1966 a Dallas, nel Texas. La sua altezza complessiva corrisponde a 1,68 metri.

Fonti: IMDb, Biography

Here: l’espediente visivo che il film usa per emulare il fumetto

Here: l’espediente visivo che il film usa per emulare il fumetto

Il film del 2024 di Robert Zemeckis Here usa pannelli su tutta l’inquadratura per rappresentare nello stesso quadro epoche diverse, per emulare quello che avviene nel fumetto da cui è tratto il film, realizzato da Richard McGuire. L’ultimo film sperimentale di Zemeckis utilizza un espediente in cui il film è girato con un’unica angolazione della telecamera. Tuttavia, il film usa anche molto i pannelli, delle finestre in epoche diverse.

Tom HanksRobin Wright e Robert Zemeckis si riuniscono dopo Forrest Gump per Here, che mostra un singolo appezzamento di terra, seguendo gli eventi catturati dal singolo fotogramma, dall’era preistorica agli anni ’20.

L’utilizzo dei riquadri in Here è un omaggio al materiale originale

L’uso dei riquadri di Here è in realtà un omaggio al materiale originale del film. Here è basato sulla graphic novel di Richard McGuire, pensata inizialmente come una storia di 6 pagine pubblicata nel 1989 prima di essere espansa in una di 304 pagine pubblicata nel 2014. La graphic novel di Here è stata acclamata dalla critica al momento della sua uscita, catturando l’attenzione del regista Robert Zemeckis e guadagnandosi un adattamento cinematografico.

Il fumetto Here utilizza spesso pannelli all’interno delle vignette, con questo stile artistico unico che rende Here così celebre. Il film di Robert Zemeckis tenta di ricreare questa iconografia dal materiale originale, con pannelli più piccoli che si aprono all’interno dell’inquadratura. Ciò accade per tutta la durata di Here, tanto che anche il trailer lo mostra.

Here
Here di Robert Zemeckis – Paul Bettany e Kelly Reilly – Credits Eagle Pictures

L’utilizzo dei riquadri è una delle parti migliori del fumetto Here, e si tratta dell’aspetto più interessante del film e il motivo per cui Zemeckis è riuscito a forzare il linguaggio del cinema rendendolo uguale a quello del fumetto. Nei fumetti, i lettori si aspettano di vedere vignette e pannelli. Sebbene le vignette di Here siano leggermente diverse dai tipici riquadri dei fumetti, sono già sulla pagina, il che significa che in qualche modo ci si aspetta di vederli usati.

Il film Here di Robert Zemeckis, invece, fa apparire i riquadri sullo schermo, delle finestre che invece di affacciarsi su dei luoghi si affacciano in un tempo preciso, nel passato o nel presente. Questa scelta consente agli spettatori di non perdersi mai nella storia ma di essere sempre consapevoli di ciò che stanno guardando, regalando al film una dimensione di autocoscienza superiore rispetto agli altri film “normali”.

Suits LA: Gabriel Macht ritornerà come Harvey Specter

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Suits LA: Gabriel Macht ritornerà come Harvey Specter

Suits L.A. segnerà il ritorno di uno dei personaggi più iconici del franchise, Harvey Specter, e anche se sarà bello vedere l’avvocato ancora una volta sullo schermo, la sua apparizione significa che una tendenza controversa continuerà. Presente nella serie dalla prima stagione, Gabriel Macht ha interpretato Harvey per tutta la durata della serie originale, lasciando un’eredità duratura. Ora, Harvey Specter passerà a Suits LA, un prossimo spinoff incentrato su uno studio legale di Los Angeles, e Macht ha confermato di apparire in un arco di tre episodi.

Anche se non è ancora chiaro che tipo di ruolo avrà, il ritorno di Harvey indica che potrebbe essere amico di Ted Black (Stephen Amell), dato che Black ha lavorato a New York prima di trasferirsi a Los Angeles. A prescindere dai suoi potenziali legami, la presenza di Harvey nello spinoff aggiungerà una certa legittimità al suo cast, facendo sentire i personaggi principali più importanti ora che saranno legati alla serie originale. Di conseguenza, il fatto che Macht riprenda il suo ruolo aggiunge sicuramente molto clamore al prossimo progetto Suits, ma mantiene anche una tendenza divisiva che va avanti dal 2019.

Il ritorno di Harvey in Suits LA non coinvolgerà Mike (per quanto ne sappiamo)

Nonostante la conferma che Harvey sarà coinvolto in Suits LA, non è stato detto che Mike Ross farà parte del progetto. Entrambi i personaggi hanno condotto lo show originale per sette stagioni, ma a parte tre episodi della stagione 9, il duo non è più stato insieme dal 2018. Purtroppo, Suits LA sembra che continuerà la tendenza a separarli, poiché nonostante Mike faccia parte delle migliori scene di Suits di Harvey e viceversa, non sembra che le loro strade si incroceranno di nuovo a breve, anche se Patrick J. Adams tornerà nel franchise attraverso lo spinoff.

Se da un lato la conferma di Harvey è importante per il prossimo show drammatico, dall’altro Mike sarebbe un’opportunità ancora più grande per il progetto, visto che negli ultimi sei anni non ha avuto molte apparizioni nel franchise.

Dato che il coinvolgimento di Harvey è stato pubblicizzato come un arco di tre episodi, sembra improbabile che Mike abbia qualcosa di più di un cameo nella prima stagione dello spinoff, data la mancanza di annunci. Se da un lato la conferma di Harvey è importante per il prossimo show drammatico, dall’altro Mike sarebbe un’opportunità ancora più grande per il progetto, visto che negli ultimi sei anni non ha avuto molte apparizioni nel franchise. Tuttavia, anche se Mike potrebbe avere i suoi episodi prima o poi, la notizia del ritorno di Adams sarebbe probabilmente già stata diffusa, il che significa che Harvey presumibilmente continuerà il suo viaggio in Suits senza il suo ex protetto.

Suits ha fatto di Harvey il suo unico personaggio principale dopo l’abbandono di Patrick J. Adams

Dopo che Mike ha lasciato la serie verso la fine della stagione 7, Harvey è diventato l’unico protagonista, dato che la storia ruotava quasi interamente intorno a lui. Sebbene si possa sostenere che Suits sia sempre stato incentrato su Harvey, Mike è stato innegabilmente altrettanto importante e i due si sono divisi la responsabilità di essere protagonisti, creando alcune interessanti trame. La loro chimica e il loro rapporto hanno aggiunto una dinamica cruciale alla serie che ha contribuito a elevare il dramma, ma con l’uscita di Patrick J. Adams da Suits nella stagione 7, le cose sono cambiate drasticamente. Piuttosto che cercare di sostituire Mike, il franchise ha optato per un cambio di rotta, facendo diventare Harvey l’unico protagonista.

Altri personaggi sono stati valorizzati, ma Harvey è stato al centro dell’azione, rendendo chiaro che era ufficialmente il personaggio principale di Suits. La partenza di Adams avrebbe potuto portare alla conclusione della serie dopo sette stagioni per evitare potenziali problemi, ma la decisione di continuare a tenere Harvey sotto i riflettori ha dato i suoi frutti a lungo termine. Anche se le stagioni 8 e 9 non sono state all’altezza delle precedenti, hanno comunque offerto un intrattenimento abbondante, una conclusione soddisfacente e hanno mantenuto vivo l’interesse per il franchise tanto da giustificare un altro spinoff, battendo al contempo i record di Netflix.

James Mangold promette che il nuovo film sulle origini Jedi di Star Wars sarà qualcosa di mai visto prima

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James Mangold ha recentemente parlato del suo prossimo film di Star Wars, fornendo accenni su ciò che il pubblico può aspettarsi. Il prossimo film di Star Wars è stato ufficiosamente intitolato “L’alba dello Jedi”, con l’intenzione di esplorare una parte iniziale della linea temporale di Star Wars. Rispetto all’ordine cronologico degli altri film di Star Wars, il film di Mangold sarà ambientato 25.000 anni prima di Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma. Resta da vedere se la storia dell’Alba dello Jedi di Star Wars si verificherà o meno, ma Mangold ha fornito alcune anticipazioni su cosa aspettarsi.

In un’intervista a MovieWeb, Mangold ha espresso il desiderio di sfruttare la libertà di creare qualcosa di nuovo in Star Wars. Mangold ha insistito sul fatto che questo è l’obiettivo principale per lui e il suo co-sceneggiatore, Beau Willimon, durante la stesura della sceneggiatura, affermando che il duo sta cercando di trovare un modo per “dire qualcosa di originale”. Mangold ha riassunto questi pensieri affermando che:

“Il film di Star Wars si svolgerà 25.000 anni prima di qualsiasi film di Star Wars conosciuto. È un’area e un campo di gioco che ho sempre [voluto esplorare] e a cui mi sono ispirato da adolescente. Non sono interessato ad essere ammanettato da una tradizione così grande da essere quasi inamovibile, e non si può accontentare nessuno”.

Evidentemente, Mangold sta dedicando molta attenzione a questo progetto. Approfondendo ulteriormente la linea temporale di Star Wars, Mangold sta cercando di portare un senso di originalità a Guerre Stellari che potrebbe non essere così prevalente negli orpelli familiari della Saga degli Skywalker.

James Mangold capisce il fascino emotivo di Star Wars

James Mangold, Harrison Ford
James Mangold, Harrison Ford al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

A un livello più profondo, i commenti di Mangold significano che egli comprende veramente il fascino emotivo del franchise di Star Wars. Affermando che il franchise si sente come un parco giochi a cui si è ispirato fin da quando era un adolescente, ha capito cos’è Star Wars nel suo nucleo. Star Wars è un franchise che ispira, sia i bambini che lo guardano per la prima volta, sia gli adolescenti che guardano i progetti più maturi, sia gli adulti che si fanno prendere dalla nostalgia.

L’insistenza di Mangold nell’attingere a questo sentimento di ispirazione e nel creare una storia svincolata da altri episodi del franchise riassume bene Star Wars. Dopo tutto, il franchise è nato grazie alla pura determinazione di George Lucas di raccontare una storia spaziale stravagante che nessuno, lui compreso, credeva sarebbe stata un successo. Fortunatamente, Mangold sa che la sandbox di Star Wars è esattamente questo, un luogo in cui l’immaginazione e l’ispirazione possono guidare la creazione di una storia avvincente.

Wolf Man: le prime reazioni elogiano il terrificante reboot

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Wolf Man: le prime reazioni elogiano il terrificante reboot

Le prime reazioni di Wolf Man si stanno diffondendo sui social media e gli spettatori stanno lodando il nuovo reboot del film sui mostri. Diretto da Leigh Whannell, l’imminente rivisitazione del classico mostro della Universal vede Christopher Abbott nel ruolo del protagonista Blake, un padre che inizia una terrificante trasformazione mentre si trova in una baita isolata con la sua famiglia, interpretata da Julia Garner e Matilda Firth. I trailer di The Wolf Man sono stati attenti a non rivelare troppo della versione di Whannell dell’iconico mostro, ma ora il film è stato proiettato, svelando finalmente l’agghiacciante visione del regista.

In vista dell’uscita nelle sale di Wolf Man il 17 gennaio, gli spettatori che hanno visto il film in anteprima stanno condividendo le loro reazioni positive sui social media. Le reazioni elogiano l’atmosfera tesa e gli spaventi sorprendenti, ma affermano anche che c’è una forte storia emotiva sotto tutto questo terrore. Anche l’interpretazione di Abbott viene considerata un punto di forza. Di seguito sono riportate alcune reazioni:

WOLF MAN di Leigh Whannell è una rivisitazione al cardiopalma e super divertente del classico cinema sui licantropi”, scrive Andrew J. Salazar. “Meno è più in questo efficace racconto sul senso di colpa generazionale. Anche il design “infetto” dell’Uomo Lupo funziona molto meglio sullo schermo”.

Tessa Smith scrive che “L’Uomo Lupo non è solo terrificante, ma ha anche un forte impatto emotivo. Mi sono ritrovata a saltare dalla pelle e poi a versare lacrime. La recitazione è di alto livello e la fotografia è pazzesca. Il modo in cui la macchina da presa cambia il punto di vista è una vera e propria masterclass dell’orrore. L’ho adorato!”.

A continuare il sentimento positivo sono i commenti di That Hashtag Show, che definisce il film “uno degli horror più eccellenti della memoria recente”. Una trasformazione lenta che vi farà star male, ma che racconta una storia che ha un forte impatto sulla famiglia. Un grande cast sottolinea un film assolutamente terrificante”.

“L’uomo lupo vi lascerà con la paura del buio”, scrive Rachel Leishman. “Ho guardato questo film con i piedi in aria perché ero terrorizzata da ciò che poteva afferrarmi le caviglie. Un brivido di suspense dall’inizio alla fine. Christopher Abbott è una star e lo amo tantissimo!”.

Nick L’Barrow definisce Wolf Manun thriller teso e diretto che vede Christopher Abbott scatenare la battaglia tra umani e animali attraverso la sua forte interpretazione! Julia Garner è il cuore e l’umanità del dramma. La folle creatività visiva e uditiva di Leigh Whannell è incredibile!”.

Wolf Man è tutto quello che volevo e anche di più”, scrive Hunter Bolding. Lo definisce “un film dell’orrore davvero eccellente che offre orrore corporeo, orrore familiare e alcuni effetti raccapriccianti. L’intero cast è eccellente, ma Christopher Abbott lo porta su un altro livello come classico ‘personaggio’”.

Anthony definisce il film “spaventoso e commovente”. Scrive che l’Uomo Lupo presenta “alcuni dei migliori jumpscares che mi siano capitati guardando un film horror da un po’ di tempo a questa parte! Le protesi sono pazzesche, la recitazione è grandiosa, ma la quantità di tempo in cui ho dovuto chiudere gli occhi per la paura/il disgusto è ciò che mi è rimasto impresso quando ho lasciato il cinema…”.

Cosa significano le prime reazioni per Wolf Man

Julia Garner e Christopher Abbott in Wolf man (2025)
Foto di Photo Credit: Nicola Dove/Univer – © 2024 Universal Studios.

Una delle prime impressioni che il pubblico ha avuto dell’Uomo Lupo è stata la mostra del film all’evento Halloween Horror Nights degli Universal Studios Orlando. Il design è stato ampiamente deriso in rete perché assomigliava più a un goblin che a un lupo mannaro. Whannell ha affrontato la questione in un’intervista rilasciata a SFX Magazine a dicembre, confermando che quello avvistato al parco a tema non è l’aspetto dell’Uomo Lupo di Abbott nel film finale, ma rivelando anche che la creatura del film è “pratica al 100%.

Le prime reazioni rivelerebbero che le preoccupazioni iniziali sul design dell’Uomo Lupo potrebbero essere state mal riposte. Nessuna delle reazioni è in contrasto con il design del personaggio e sembra proprio che il lupo mannaro sarà un elemento molto spaventoso e inquietante del film. Non è chiaro se questo sentimento sarà condiviso dal pubblico in generale, ma il film, come l’acclamato L’uomo invisibile di Whannell del 2020, si preannuncia come un revival ben accolto di un mostro classico della Universal.

Denis Villeneuve denuncia gli Oscar per aver squalificato la colonna sonora di Dune 2 di Hans Zimmer

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Denis Villeneuve ha criticato l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences per aver squalificato la colonna sonora di Dune: Parte Due di Hans Zimmer non è stata presa in considerazione per la categoria Miglior colonna sonora originale agli Oscar del 2025. Secondo le regole dell’Academy, la colonna sonora di un sequel deve essere composta per almeno l’80% da composizioni originali per potersi qualificare. Poiché il lavoro di Zimmer per la Seconda Parte incorpora elementi sostanziali di Dune: Parte Uno, purtroppo non ha soddisfatto questo criterio. Zimmer aveva già vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora originale nel 2022 per Dune: Parte Uno.

Secondo Slash Film, Villeneuve ha affrontato la decisione dell’Academy durante una recente proiezione di Dune: Parte Due. Le musiche del sequel, pur attingendo a piene mani dal suo predecessore, presentano arrangiamenti e temi originali e Villeneuve, nei suoi commenti, ha elogiato Zimmer definendolo un genio. Di seguito sono riportati i commenti completi di Villeneuve sulla squalifica:

“Sono assolutamente contrario alla decisione dell’Academy di escludere Hans, francamente, perché ritengo che la sua colonna sonora sia una delle migliori dell’anno. Non uso spesso la parola genio, ma Hans lo è”.

Cosa significa questo per il franchise di Dune e per la stagione dei premi

Le regole dell’Academy mirano a garantire che la musica di un sequel si distingua da quella del film precedente, dando priorità all’originalità nella categoria. Mentre Dune: Parte Due introduce diversi nuovi brani musicali, la sua dipendenza da motivi, strumenti e leitmotiv del primo film è in linea con la visione di Villeneuve della serie di Dune. Questa continuità, tuttavia, è diventata un fattore critico per l’inammissibilità della colonna sonora.

Per questo motivo, la delusione di Villeneuve per la decisione riflette le sfide che i sequel devono affrontare durante la stagione dei premi. Sebbene la colonna sonora di Zimmer migliori l’esperienza complessiva del film, la decisione dell’Academy deriva dalla volontà di premiare l’originalità piuttosto che la coerenza tematica. Con il compositore già nominato undici volte all’Oscar per il primo film, la squalifica del sequel mette in luce la complessità di premiare i franchise all’interno delle linee guida dell’Academy.

Finora, in questa stagione dei premi, Dune: Parte Due ha dovuto affrontare altri ostacoli legati ai premi. Tra gli ostacoli si annoverano fattori come l’uscita ritardata a causa dello sciopero della Writers Guild of America del 2023, che ha spostato la prima del film dal novembre 2023 al marzo 2024. Questo ritardo ha potenzialmente influito sulla sua visibilità e sullo slancio della campagna di premiazione, mettendo ulteriore pressione sul suo riconoscimento agli Oscar del 2025.

Until Dawn: Sony conferma che il film si discosta in modo significativo dal gioco

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Sony ha confermato che l’imminente adattamento cinematografico di Until Dawn si discosterà in modo significativo dal gioco, differenziando il film dal materiale di partenza. Basato sull’omonimo videogioco del 2015, il prossimo film di Until Dawn segue un gruppo di personaggi terrorizzati da misteriose forze soprannaturali. Nel gioco, questo accade quando un gruppo di amici pernotta insieme in una baita e il giocatore deve fare delle scelte che determinano chi vivrà per tutto il gioco e chi morirà lungo il percorso.

Ora, parlando a una presentazione durante il CES 2025 (via TechRadar), Sony ha confermato che il prossimo adattamento cinematografico di Until Dawn , che uscirà il 25 aprile 2025, sarà caratterizzato da una nuova storia e da nuovi personaggi. La conferma dello studio significa che il film non sarà un adattamento diretto del gioco. Al contrario, seguirà un gruppo diverso di persone con una nuova trama, con l’unico ritorno di Peter Stormare nel ruolo del Dr. Alan J. Hill.

Il regista David F. Sandberg ha anche postato su Instagram un video del discorso sul film al CES. Durante il discorso, è stato confermato che appariranno alcuni elementi del gioco e che si tratterà di un “omaggio” alla storia originale. Stormare conferma anche il suo ritorno insieme alla nuova storia e ai nuovi personaggi, affermando che il film è perfetto sia per i fan che per i nuovi arrivati. Il video di Sandberg può essere visto qui sotto:

 

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Cosa significa la nuova storia di Until Dawn per l’adattamento cinematografico

Le scelte più importanti di Until Dawn riguardano la vita o la morte del personaggio in determinate situazioni. L‘interattività del giocatore è una parte importante del gioco, che si basa anche su elementi slasher e di terrore soprannaturale per offrire un’esperienza horror unica. Tuttavia, la notizia che l’adattamento cinematografico avrà un cast e una storia diversi significa che alcuni elementi non verranno riproposti. Uno dei principali è lo Psycho, un cattivo slasher che è in realtà un personaggio del gioco, motivato da un evento importante che è il motivo per cui i personaggi si recano alla baita.

Tuttavia, il film potrebbe continuare a utilizzare gli stessi elementi soprannaturali, come i wendigo, che sarebbero facili da inserire in una storia originale grazie alla loro versatilità. Purtroppo, questo significa che personaggi classici come Josh (Rami Malek), Sam (Hayden Panettiere) e Mike (Brett Dalton) non torneranno in nessuna veste. Tuttavia, ciò significa che il nuovo cast interpreterà personaggi diversi a cui il pubblico potrà affezionarsi prima dell’inizio degli orrori, e che l’adattamento del videogioco live-action si differenzierà per questa decisione.

Toy Story 5, Tim Allen lancia un grande messaggio sulla storia: “È davvero fantastica”

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Tim Allen svela un punto importante della trama di Toy Story 5. Allen ha doppiato Buzz Lightyear fin dal primo film di Toy Story e riprenderà il ruolo per Toy Story 5, la cui uscita è prevista per il 19 giugno 2026. Diretta da Andrew Stanton, regista di Alla ricerca di Nemo e WALL-E, la storia di Toy Story 5 è confermata e vedrà il ritorno di Woody e Buzz alle prese con l’impatto della tecnologia su Bonnie. Anche un esercito di Buzz Lightyears bloccati in modalità giocattolo è coinvolto nella storia.

Durante un’intervista con Good Morning America, Allen rivela che Toy Story 5 vedrà Jessie in difficoltà e bisognosa di aiuto. Pur non essendo sicuro di ciò che gli è stato permesso di condividere sulla trama, Allen ha parlato di come stia registrando le battute di Buzz del terzo atto del film e ha sottolineato quanto sia impressionato dalla storia che il sequel sta raccontando. Ha anche anticipato che in Toy Story 5 c’è un notevole intrigo intorno a Buzz. Scoprite i commenti di Allen qui sotto:

Ho già iniziato, ora sono al terzo atto. È straordinario quello che hanno fatto… alla Pixar non mi hanno detto che non potevo dire nulla, ma… vorrei poterlo fare… C’è molto intrigo con Buzz. Jessie ha un grosso problema, ha bisogno di aiuto, quindi è una cosa davvero bella.

Cosa significa questo per Toy Story 5

Il fatto che Jessie sia in difficoltà e abbia bisogno dell’aiuto degli altri giocattoli aggiunge un tassello importante al puzzle, al di là delle teorie su Toy Story 5. Oltre al ritorno di Woody e Buzz, all’esplorazione dell’impatto della tecnologia sui bambini e a un esercito di Buzz Lightyears bloccato in modalità giocattolo, in precedenza si sapeva ben poco della trama del sequel. La situazione di Jessie potrebbe essere parte del conflitto principale che Woody, Buzz e i loro compagni dovranno risolvere.

Sarà interessante vedere se la situazione di Jessie è collegata alle sfide poste dalla tecnologia, dall’esercito di Buzz Lightyears, o se si tratta di una situazione completamente separata. Il ruolo di primo piano che Allen lascia intendere per Jessie è un segnale incoraggiante: Joan Cusack tornerà a vestire i panni del personaggio che ha doppiato a partire da Toy Story 2. Il ritorno di Allen e Tom Hanks alla voce di Woody e Buzz è emozionante e lo sarà ancora di più se a loro si aggiungeranno la Cusack e altri veterani del franchise.

Dexter: Original Sin introduce una scioccante consapevolezza su Dexter Morgan

L’episodio 5 di Dexter: Original Sin, episodio 5, “F Is For F**k-Up”, rivela che Dexter si è lasciato andare nei suoi giorni più giovani, cosa che non ha mai fatto nella serie originale. Dopo una forte première di Dexter: Original Sin e un doppio episodio vintage con gli episodi 2 e 3, gli episodi 4 e 5 di Dexter: Episodi 4 e 5 continuano a fare passi avanti impressionanti e divertenti per la serie. Dexter: Original Sin episodio 5 si concentra sulla storia di Harry attraverso molteplici linee temporali.

Il cast di Dexter: Original Sin è guidato da Patrick Gibson nei panni del nuovo protagonista, insieme ai nuovi arrivati Molly Brown, Christian Slater, Patrick Dempsey e Sarah Michelle Gellar. Dexter: Original Sin, episodio 4, prolunga il grande slancio dell’episodio 3 dopo che Dexter ha eliminato il suo secondo killer, Tony Ferrer, e l’infermiera Mary nell’episodio precedente. I nuovi episodi di Dexter: Original Sin escono ogni venerdì in esclusiva su Paramount+.

Dexter non si è mai fatto o ubriacato nella serie originale (a differenza di molti altri personaggi importanti)

Nella serie originale di Dexter, diversi personaggi come Deb, Batista e Quinn si sballano o si ubriacano in vari momenti, ma mai Dexter. Ogni tanto beve, ma ha sempre il controllo di se stesso, cosa che ribadisce a Deb in Dexter: Original Sin. Questo dimostra quanto sia diventato difficile per lui controllare il suo Passeggero Oscuro man mano che invecchiava e continuava a uccidere, poiché non poteva rischiare di perdere il controllo con le droghe o l’alcol.

Le abitudini alimentari di Dexter nella serie originale erano ancora più diffuse durante i primi giorni di uccisioni in Original Sin, ed è così che ha finito per sballarsi con i brownies all’erba di Deb. Questo gli ha permesso di essere più aperto e poco serio con Deb in un modo che lei non aveva mai visto prima, il che ha portato i due a frequentarsi per la prima volta come veri fratelli, anche se tecnicamente non lo erano. All’inizio di Original Sin, Deb viene umiliata per aver portato Dexter a una festa. Cinque episodi dopo, inizia a formarsi lo stretto legame tra Deb e Dexter, che è il fulcro della serie originale.

Dexter che si sballa accidentalmente in Original Sin Stagione 1 Episodio 5 rivela il vero inizio del suo legame con Deb

Sebbene Dexter che si sballa con i brownies all’erba non fosse nelle carte della tombola di Original Sin , questo episodio fornisce un contesto sul perché Dexter non si sia mai dato alle droghe o all’alcol da adulto, vivendo tra l’altro a Miami. Anche molti dei suoi colleghi poliziotti, e in particolare Deb, trovano il modo di rilassarsi, ma Dexter non rischia mai, sapendo che le conseguenze sarebbero troppo gravi. Quel momento in Dexter: Original Sin, episodio 5, tra Deb e Dexter è davvero la prima volta che si comportano come i loro personaggi della serie originale, cioè quando sono già vicini da anni.

Helldivers: in sviluppo un film da PlayStation Productions

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Helldivers: in sviluppo un film da PlayStation Productions

Helldivers 2, il videogioco di successo di Arrowhead Game Studios, sta per ottenere un adattamento live-action. Sviluppato e pubblicato per PlayStation 3, PlayStation 4 e PlayStation Vita nel 2015, Helldivers è uno sparatutto dall’alto che mette i giocatori contro tre diverse specie nemiche per contribuire alla sopravvivenza della Super Terra. Il gioco originale ha ricevuto il plauso della critica e ha venduto oltre quattro milioni di unità, con un sequel, Helldivers 2, considerato uno dei migliori sparatutto cooperativi sul mercato, uscito nel 2024.

Durante la conferenza stampa di Sony al CES 2025 (via Geoff Keighley), Asid Quizilbash, responsabile di PlayStation Productions, ha annunciato che è in sviluppo un film su Helldivers. Quizilbash ha dichiarato: “Guardando al futuro, sono entusiasta di annunciare che stiamo lavorando con Sony Pictures allo sviluppo di un adattamento cinematografico del nostro popolarissimo gioco per PlayStation Helldivers 2”. Guarda il post di Keighley qui sotto:

Cosa aspettarsi dal film Helldivers

Al momento non si sa molto altro, se non che il film previsto sarà una produzione di PlayStation Productions e Sony Pictures. Sebbene l’annuncio abbia confermato che il film sarà l’adattamento di Helldivers 2, è molto probabile che il film combini elementi di entrambi i giochi, prendendo le parti più forti di ciascuno per realizzare il miglior film possibile. I videogiochi si sono dimostrati notoriamente difficili da adattare negli anni passati, e la deviazione dal materiale di partenza è stata spesso oggetto di critiche.

Tuttavia, il successo di progetti recenti come The Last Of Us e The Super Mario Bros. Movie ha rinnovato l’interesse per gli adattamenti dei videogiochi, e la popolarità di Helldivers 2 significa che potrebbe esserci un forte pubblico per questo film. Molte risposte al post di Keighley hanno notato somiglianze tra Helldivers 2 e Starship Troopers, il classico cult della fantascienza di Paul Verhoeven del 1997 che è stato citato come una grande influenza per il gioco. Quel film potrebbe fornire un percorso per dare forma a questa storia per il grande schermo.

Sebastian Stan parla del ritorno di Robert Downey Jr e Chris Evans in Avengers: Doomsday

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Sebastian Stan condivide la sua opinione sui ritorni di Avengers: Doomsday, il ritorno delle due più grandi star del Marvel Cinematic Universe: Robert Downey Jr. e Chris Evans. Dal 2019, l’MCU non ha avuto un solo ingresso nel suo franchise più importante. Tuttavia, le cose cambieranno nel 2026, e i Marvel Studios stanno mettendo insieme una potente formazione per il primo film dei Vendicatori nella saga del Multiverso. Avengers: Doomsday include i ritorni nel MCU di RDJ ed Evans, che reciteranno nel prossimo film del MCU insieme ai Fantastici Quattro, al Dottor Strange e ad altri ancora, tra cui i membri dei Thunderbolts*, in cui compare il Bucky Barnes di Sebastian Stan.

Parlando con Entertainment Tonight, Sebastian Stan ha commentato come il ritorno di RDJ e Chris Evans nel MCU faccia parte delle idee fuori dagli schemi della Marvel che portano a film migliori. Sebbene l’attore di Bucky Barnes non abbia fatto i nomi delle due star del MCU dopo che gli è stato chiesto del loro ritorno, Stan ha affermato che fa parte del desiderio della Marvel di continuare a esplorare, cosa che ammira dello studio. Con il multiverso come espediente per la trama, le possibilità per i prossimi due Avengers sono infinite e, se Stan ha ragione, potrebbero portare ad alcuni dei migliori film del MCU. Di seguito riportiamo l’intera citazione:

“Penso che quello che apprezzo è che c’è sempre un modo di pensare aperto. I [Marvel Studios] non si chiudono e non si mettono in tasca niente. Vogliono solo continuare a esplorare, ed è questo che penso porti a film grandiosi e migliori”.

Cosa significano i commenti di Sebastian Stan su Avengers: doomsday

Dal momento che il casting di Chris Evans per Avengers: Il giorno del giudizio è stato reso noto solo ora, Sebastian Stan ha probabilmente evitato di fare commenti più specifici sul suo ritorno e su quello di RDJ, in attesa che la Marvel annunci ufficialmente il ritorno di Evans. Dopo l’annuncio del casting del Dottor Destino di Robert Downey Jr. da parte della Marvel, Stan è stato uno degli attori che ha commentato il ritorno di RDJ nel MCU, dicendo: “Spero di essere in una scena con lui”. In base a questo e ai suoi commenti sul nuovo Avengers: Doomsday, l’attore di Bucky Barnes sembra essere entusiasta di come si stanno svolgendo le riprese del prossimo Avengers.

Avengers: Endgame ha apparentemente posto fine ai viaggi di Evans e Downey nel MCU: Captain America è rimasto nel passato con Peggy Carter ed è diventato un uomo anziano nel presente, mentre Iron Man si è sacrificato per fermare Thanos e il suo esercito. Tuttavia, la Marvel non si è lasciata bloccare in un angolo a causa di queste decisioni e ha riportato entrambe le star nel MCU. Sebbene alcuni fan siano preoccupati che il franchise si stia concentrando troppo sul passato, Stan sembra essere un fan della mossa, in quanto considera eccitanti le recenti mosse scioccanti della Marvel.

Matt Reeves commenta le voci su Robert Pattinson come Batman del DCU

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Il regista di The Batman Matt Reeves ha parlato delle possibilità di Robert Pattinson di essere il Batman del nuovo Universo DC. Recentemente, il capo creativo dei DC Studios, James Gunn, ha rivelato di aver preso in considerazione la possibilità di includere il Batman di Pattinson nell’universo condiviso. Questo dopo che Gunn aveva precedentemente affermato che Pattinson non si sarebbe unito ai prossimi film del DCU, in quanto il regista di The Batman Matt Reeves non voleva unire i franchise. Gli ultimi commenti di Gunn sembrano più positivi sulla situazione e, dopo che le voci hanno iniziato ad aumentare nelle ultime settimane, un nuovo aggiornamento potrebbe contribuire a scuotere il primo capitolo del DCU.

Parlando con Josh Horowitz, Matt Reeves ha apparentemente lasciato la porta aperta all’ingresso del Batman di Robert Pattinson nel DC Universe di James Gunn.

Reeves non ha dato una risposta definitiva a nessuna delle due parti in causa, ma il creatore del franchise di Batman ha rivelato che dipenderà “dal fatto che abbia senso o meno”. L’obiettivo immediato di Reeves è finire di scrivere la storia di The Batman – Parte II. Il film è stato recentemente posticipato al 2027 per permettere al regista di terminare la sceneggiatura, ma Reeves si è impegnato a iniziare le riprese nel 2025. Per quanto riguarda Pattinson nel DCU, c’è ancora speranza, come dice Reeves: “Dobbiamo vedere come va a finire”. Guarda la citazione completa qui sotto:

“Si tratta davvero di capire se ha senso o meno. Penso che l’aspetto positivo sia che si tratta di un tipo di storia che volevo raccontare – la chiamiamo “La saga del crimine epico” e tutto il resto – che è il fulcro di ciò che vogliamo fare, ed è stato importante poterlo fare.

James e Peter sono stati davvero fantastici al riguardo e ci hanno permesso di farlo. E cosa ci riservi il futuro, non so dirvelo. Non ne ho idea in questo momento, se non che la mia testa è concentrata sulla realizzazione di The Batman – Parte II e sulla realizzazione di qualcosa di veramente speciale, che, ovviamente, è la cosa più importante. Non so, dovremo vedere come andrà a finire”.

Il significato delle dichiarazioni di Matt Reeves su Robert Pattinson nel DCU Batman

The Batman - Parte 2- Jeffrey Wright Jim Gordon nel sequel

È interessante notare che gli ultimi commenti di James Gunn e Matt Reeves sulle possibilità di Robert Pattinson di diventare il Batman del DCU sono più positivi di un tempo. Batman ha persino fatto la sua prima apparizione nell’universo condiviso, con una versione più robusta del Cavaliere Oscuro che appare come cameo in Creature Commandos. Poiché Gunn ha dichiarato che gli eroi che fanno un cameo nella serie animata non avranno necessariamente l’aspetto che hanno nella serie nei futuri progetti live-action, Pattinson potrebbe ancora interpretare il Batman del DCU.

I commenti di Reeves lasciano aperta la porta a questa possibilità. Il regista fa intendere che al momento non c’è una risposta precisa a questa domanda, quindi il Batman di Pattinson potrebbe benissimo essere quello del DCU se si verificassero due cose. Reeves sostiene che dovrebbe avere un senso perché ciò avvenga. Inoltre, il regista ritiene importante realizzare i suoi piani per il franchise di Batman, cosa che i co-CEO dei DC Studios James Gunn e Peter Safran gli permettono di fare. Finché la visione creativa di Reeves rimarrà intatta, il Batman di Pattinson potrebbe finire nel DCU.

The Last Of Us – Stagione 2: cast, storia, trailer e tutto ciò che sappiamo

The Last of Us – Stagione 2, la seconda stagione di The Last of Us è in arrivo dopo il primo capitolo ricco di azione dell’adattamento del videogioco della HBO. La prima stagione si è rivelata un successo: Pedro Pascal e Bella Ramsey hanno fornito interpretazioni ipnotiche nei panni di Joel ed Ellie. La chimica tra i due è unica e credibile e progredisce a ogni episodio, mentre i protagonisti formano un legame potente in un mondo post-apocalittico. A differenza di molte serie di zombie e adattamenti di videogiochi, The Last of Us investe molto tempo nel dramma dei suoi personaggi, offrendo studi avvincenti che portano a un finale memorabile (e piuttosto scioccante).

Il finale della prima stagione prepara la seconda stagione di The Last of Us in molti modi, a partire dallo scioccante dilemma di Joel, che sceglie di dare priorità alla vita di Ellie piuttosto che all’umanità dopo aver scoperto il piano delle Lucciole. Mentre Joel uccide molte persone che cercano di fermarlo in ospedale, sembra che le sue azioni avranno delle conseguenze, dato che una Lucciola è riuscita a fuggire. Dato che The Last of Us II si svolge cinque anni nel futuro, sarà interessante vedere come gli sceneggiatori e gli showrunner adatteranno nuovamente il materiale di partenza per la seconda stagione di The Last of Us.

The Last Of Us Stagione 2 Ultime notizie

Rivelato un nuovo trailer

Con l’uscita dello show nel 2025 molto attesa, le ultime notizie arrivano sotto forma di un trailer per la stagione 2 di The Last of Us. Incorniciato da una conversazione tra il personaggio di Catherine O’Hara (che forse è una psichiatra) e Joel, il trailer va avanti e indietro tra un periodo relativamente tranquillo nell’insediamento del Wyoming e l’imminente invasione delle orde infette. Nel frattempo, lo spettro delle azioni compiute da Joel nel finale della prima stagione pesa chiaramente su di lui e potrebbe essere il cuneo che allontana Ellie da lui. Il teaser si conclude ribadendo la finestra di uscita del 2025.

Confermata la seconda stagione di The Last Of Us

Un’altra stagione è in arrivo

Il successo immediato diThe Last of Us ha portato a un rapido rinnovo, e poco dopo la première del secondo episodio dello show, la seconda stagione diThe Last of Us è stata ufficialmente rinnovata da HBO. Sembra che non ci siano grossi cambiamenti nemmeno in sala di scrittura, visto che Craig Mazin e Neil Druckmann hanno già iniziato a parlare dei loro piani per la seconda stagione e per quelle successive.

Il cast della seconda stagione di The Last Of Us

Il cast della seconda stagione di The Last of Us sarà composto dalle due star che ritornano. Dopo essersi rivelati un successo, sia Pedro Pascal che Bella Ramsey sono tornati dopo le rispettive nomination agli Emmy. Con il ritorno di Joel ed Ellie a Jackson alla fine di The Last of Us, anche Gabriel Luna ha lasciato intendere che tornerà nella seconda stagione per interpretare Tommy. Poiché è sposato con Maria, è probabile che torni anche Rutina Wesley.

Altri membri del cast confermati sono Kaitlyn Dever, che è stata scritturata per il ruolo di Abby Anderson, un soldato violento in cerca di vendetta, e Jesse di Young Mazino, che è un membro gentile e generoso della comunità. Inoltre, Isabela Merced si unisce al cast della seconda stagione nel ruolo di Dina. La vincitrice dell’Emmy Catherine O’Hara apparirà nella seconda stagione, anche se il suo ruolo non è ancora stato rivelato.

Il recente candidato all’Oscar Jeffrey Wright riprenderà il suo ruolo di Isaac Dixon dal videogioco The Last of Us II e ha parlato un po’ di quello che potrebbe accadere in termini di storyline di Isaac. In un’intervista rilasciata a TVLine, in cui ha parlato del nuovo spy drama The Agency, Jeffrey Wright ha anche accennato al fatto che la seconda stagione di The Last of Us potrebbe raccontare la storia di Issac. “La gente ha chiesto… se avremo un po’ di retroscena su Isaac? Potremmo. Potrebbe non essere bella”. Anche se questo non ci dice molto – e in effetti si rifiuta di confermare direttamente se la sua backstory farà parte della stagione – il commento sul fatto che non sarebbe bella è eloquente e suggerisce che questa sarà una parte più importante della nuova stagione.

Dettagli sulla trama di The Last Of Us – Stagione 2

The Last of Us
© HBO

La stagione 1 ha creato diversi conflitti importanti

I dettagli sulla trama della stagione 2 diThe Last of Us rivelano che alcune parti della stagione 2 esploreranno gli eventi tra la Parte I e la Parte II.

I dettagli sulla trama di The Last of Us stagione 2 rivelano che alcune parti della stagione 2 esploreranno gli eventi tra la Parte I e la Parte II. Mentre nel gioco la morte di Joel avviene molto presto, nella stagione 2 di The Last of Us potrebbe vivere più a lungo per esplorare la nuova dinamica del personaggio. Con la promessa di mostrare nuovi stadi di varianti mortali del Cordyceps, anche la storia dello show verrà probabilmente esplorata di più. Sebbene Druckmann e Mazin abbiano apportato alcune modifiche al materiale di partenza, è probabile che la seconda stagione di The Last of Us torni ad affrontare il conflitto tra Abby, Ellie e Joel.

Trailer di The Last Of Us – Stagione 2

Nell’agosto del 2024 la HBO ha pubblicato un teaser che anticipa la programmazione futura per la fine del 2024 e il 2025. La stagione 2 di The Last of Us occupa la parte più lunga del teaser e presenta un filmato di Joel che viene intervistato dal nuovo personaggio di Catherine O’Hara. Inoltre, vengono mostrate diverse grandi sequenze d’azione e piccoli scorci di Jeffrey Wright nei panni di Isaac e Isabel Merced in quelli di Dina.

A gennaio del 2025 MAX ha diffuso un nuovo teaser trailer nel quale annuncia l’uscita della seconda stagione che arriverà ad Aprile 2025.

Mentre nel Marzo del 2025 è stato finalmente diffuso il trailer ufficiale che trovate di seguito:

Tom Hanks: 10 cose che forse non sai sull’attore

Tom Hanks: 10 cose che forse non sai sull’attore

Tom Hanks è uno degli attori più amati e talentuosi che la storia del cinema abbia mai conosciuto. Battezzato come il moderno James Stewart, Hanks ha regalato, in più di 40 anni di carriera, tanti personaggi memorabili e tante emozioni a spettatori di tutto il mondo. L’attore ha infatti conquistato tantissime generazioni di spettatori, dai più grandi ai più piccini, essendo stato protagonista di tante avventure e tanti film di ogni genere e spesso tratti da storie vere. Un attore eclettico, versatile e capace come pochi.

Ecco dieci cose che, forse, non sapevate su Tom Hanks.

Tom Hanks: i suoi film

1. Ha recitato in grandi capolavori. Hanks ha debuttato al cinema nel 1984 con Splash – Una sirena a Manhattan, per poi recitare in film come Big (1988), L’erba del vicino (1989) e Turner e il casinaro (1989). Dagli anni Novanta prende parte a grandi film come Joe contro il vulcano (1990), Il falò delle vanità (1990), Insonnia d’amore (1993), Philadelphia (1993), Forrest Gump (1994), Apollo 13 (1996), Salvate il soldato Ryan (1998), C’è posta per te (1998), Il miglio verde (1999), Era mio padre (2002), Prova a prendermi (2002), Il codice Da Vinci (2006), La guerra di Charlie Wilson (2007), Angeli e Demoni (2009), Molto forte, incredibilmente vicino (2011), Cloud Atlas (2012), Saving Mr. Banks (2013), Captain Phillips – Attacco in mare aperto (2012), Il ponte delle spie (2015), The Post (2017), Un amico straordinario (2019), Notizie dal mondo (2020) e Finch (2021), Elvis (2022), Pinocchio (2022), Non così vicino (2022), Asteroid City (2023) e Here (2024).

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Tom Hanks e Aaron Eckhart in Sully

I film con l’aereo e in aeroporto con Tom Hanks

Oltre ai film qui citati, ci sono tre titoli che vedono l’attore alle prese – in modi diversi – con aerei e aeroporti. Questi sono Cast Away (2000), The Terminal (2004) e Sully (2016), quest’ultimo basato su una storia vera. Il fatto che in tutti e tre i film Hanks riscontri problemi con questo mezzo di trasporto, ha portato ad ironizzare che è meglio non viaggiare con lui.

I film di Tom Hanks su Netflix

Sono diversi i film di Tom Hanks oggi presenti nel catalogo di Netflix, tra cui un paio tra i suoi titoli più celebri. Al momento, sulla piattaforma si possono infatti vedere in streaming Salvate il soldato Ryan (1998), Il miglio verde (1999), Molto forte, incredibilmente vicino (2011), Notizie dal mondo (2020), Non così vicino (2022)

2. Ha partecipato al doppiaggio di noti film d’animazione. Tom Hansk è noto anche per essere la voce originale di Woody in Toy Story – Il mondo dei giocattoli (1995). Ha poi ripreso tale ruolo anche per Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa (1999), Toy Story 3 – La grande fuga (2010) e Toy Story 4 (2019). Ha però partecipato anche al doppiaggio di diversi cortometraggi e videogiochi legati al mondo di Toy Story, sempre fornendo la sua voce per il personaggio dell’amato sceriffo Woody. Ha inoltre partecipato al doppiaggio di Polar Express (2004) e fa dei cameo vocali in Cars – Motori ruggenti (2006) e I Simpson – Il film (2007).

 

Tom Hanks e gli Oscar

3. Ha vinto due Oscar. Hanks, nel corso della sua carriera, ha ottenuto sei nomination agli Oscar, per Big, Philadelphia, Forrest Gump, Salvate il soldato RyanCast Away e Un amico straordinario, vincendone due. Infatti, vinse per due anni consecutivi, nel 1994 e 1995, l’Oscar al Migliore Attore per Philadelphia e Forrest Gump. Inoltre, Hanks è stato vice presidente dell’Academy e attualmente fa parte del consiglio di amministrazione.

Tom Hanks in Cast Away
Tom Hanks in Cast Away

Tom Hanks in Big

4. Ha eseguito una nota scena senza controfigure. Il giorno in cui Hanks e l’attore Robert Loggia hanno filmato la famosa scena della tastiera alla FAO Schwarz, entrambi hanno notato alcune controfigure vestite come loro, i quali sarebbero intervenuti nel caso in cui i due attori non fossero riusciti aad eseguire correttamente i passi di danza. Divenne il loro obiettivo quello di non farsi sostituire per l’intero numero e con un po’ di pratica ci riuscirono.

Tom Hanks in Cast Away

5. Gli ci è voluto molto tempo per perdere il necessario peso. Per sembrare un uomo di mezza età mediamente fuori forma in Cast Away, Tom Hanks non si è esercitato a lungo e si è permesso di diventare grassoccio. La produzione è stata poi interrotta per un anno in modo che potesse perdere circa 25 chili e far crescere i capelli, così da sottolineare il tanto tempo trascorso sull’isola deserta. Durante questa pausa, il regista Robert Zemeckis ha usato la stessa troupe per filmare Le verità nascoste.

6. Ha avuto lui l’idea per il film. In una recente intervista, Tom Hanks ha dichiarato di aver avuto l’idea del film dopo aver letto un articolo su FedEx. “Mi sono reso conto che i Boeing 747 pieni di pacchi volano attraverso il Pacifico tre volte al giorno. Cosa succede se uno di questi va giù?“, ha detto. L’attore ha poi preso quell’idea e l’ha combinata con il suo interesse per come sopravvivere senza i cinque elementi necessari: cibo, acqua, riparo, fuoco e compagnia.

Tom Hanks è Otto in Non così vicino

7. È stato ringiovanito per il film. Per la commedia Non così vicino, nella scena dell’auto con Otto e Reuben, il volto di Tom Hanks è stato ringiovanito digitalmente per farlo sembrare un trentenne. Il team VFX ha utilizzato filmati e fotogrammi de L’erba del vicino (1989) per creare una cianografia digitale al fine di ottenere questo effetto. In altre scene, invece, il giovane Otto è interpretato da Truman Hanks, figlio di Tom, che aveva 26 anni durante le riprese.

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Tom Hanks e Robin Wright in Here

Tom Hanks in Here, il suo ultimo film

8. È tornato a recitare con una sua cara amica. Il film Here segna la prima volta che Tom Hanks e Robin Wright tornano a recitare insieme dopo Forrest Gump (1994). Hanks ha dichiarato a proposito della reunion: “Abbiamo ripreso da dove ci eravamo lasciati. Dirò che ci amiamo perché siamo così facili l’uno con l’altra. È stato un lusso poter entrare e riprendere le stesse conversazioni che abbiamo avuto negli ultimi 30 anni”. Nel film, i due interpretano una coppia di sposi raccontati attraverso un ampio lasso temporale. Per questo motivo, nel corso del film i due sono stati anche ringiovaniti digitalmente.

LEGGI ANCHE: Robert Zemeckis spiega perché Here è il film più difficile che abbia mai realizzato

Tom Hanks, la moglie e i figli

9. Ha quattro figli da due mogli. Dal 1978 al 1987 l’attore è stato sposato con l’attrice Samantha Lewes, dalla quale ha avuto i figli Colin, nato nel 1977 ed Elizabeth, nata nel 1982. Colin, in seguito, ha seguito le orme del padre diventando un noto attore. Lo si può ritrovare in film come Orange County, King Kong e Jumanji – Benvenuti nella giungla. Il suo debutto è però avvenuto nel 1996 in Music Graffiti, diretto proprio dal padre. Nel 1988, invece, Hanks ha sposato l’attrice Rita Wilson, dalla quale ha avuto i figli Chester, nato nel 1990, e Truman Theodore, nato nel 1995.

L’età e l’altezza di Tom Hanks

10. Tom Hanks è nato il 9 luglio del 1956 a Concord, in California, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.83 metri.

Fonti: IMDb, Thefamouspeople, Biography

ACAB: trailer della serie italiana in arrivo su Netflix

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ACAB: trailer della serie italiana in arrivo su Netflix

Guarda il trailer di ACAB, l’attesa serie Netflix in 6 episodi prodotta da Cattleya – parte di ITV Studios. La serie, diretta da Michele Alhaique, vedrà come protagonisti Marco Giallini, Adriano Giannini, Valentina Bellè, Pierluigi Gigantee Fabrizio Nardi, e sarà disponibile su Netflix dal 15 gennaio 2025.

Tratta dall’opera letteraria “ACAB” di Carlo Bonini edita in Italia da Giangiacomo Feltrinelli Editore, la serie è ideata da Carlo Bonini e Filippo Gravino e scritta da Filippo Gravino, Carlo Bonini, Elisa Dondi, Luca Giordano e Bernardo Pellegrini, con lo story editing di Filippo Gravino.

La serie è anche ispirata al film “ACAB” prodotto da Cattleya con RAI Cinema e diretto da Stefano Sollima, che in questo progetto ricopre il ruolo di produttore esecutivo.

Cosa racconta la serie Netflix ACAB

Una notte di feroci scontri in Val di Susa. Una squadra del Reparto Mobile di Roma resta orfana del suo capo, che rimane gravemente ferito. Quella di Mazinga (Marco Giallini), Marta (Valentina Bellè) e Salvatore (Pierluigi Gigante), però, non è una squadra come le altre, è Roma, che ai disordini ha imparato ad opporre metodi al limite e un affiatamento da tribù, quasi da famiglia. Una famiglia con cui dovrà fare i conti il nuovo comandante, Michele (Adriano Giannini), figlio invece della polizia riformista, per cui le squadre come quella sono il simbolo di una vecchia scuola, tutta da rifondare. Come se non bastasse il caos che investe la nuova formazione nel momento di massima fragilità interna, si aggiunge quello dato da una nuova ondata di malcontento della gente verso le istituzioni. Un nuovo “autunno caldo” contro cui proprio i nostri sono chiamati a schierarsi e in cui ogni protagonista è costretto a mettere in discussione il significato più profondo del proprio lavoro e della propria appartenenza alla squadra.

Robert Zemeckis spiega perché Here è il film più difficile che abbia mai realizzato

Sebbene abbia affrontato avventure di viaggi nel tempo e storie fantasy classiche, Robert Zemeckis afferma che Here è probabilmente il film più difficile che abbia mai realizzato. Il cast di Here riunisce Zemeckis con le star di Forrest Gump Tom HanksRobin Wright, con la partecipazione anche di Paul Bettany e Kelly Reilly. Basato sull’omonima graphic novel di Richard McGuire, il film è ambientato in una sola stanza di una casa e segue diverse famiglie che occupano la casa nel corso di un secolo. Oltre alle limitazioni che comportano le riprese in una sola stanza, la storia di Here ha anche richiesto che Hanks e Wright fossero ringiovaniti.

In un’intervista con Variety, Zemeckis ha approfondito il motivo per cui Here è stato un film così impegnativo da realizzare, affermando che sarebbe stato impossibile realizzarlo cinque anni fa a causa delle sfide tecniche che hanno dovuto affrontare. Il regista ha spiegato cosa significava girare in una sola stanza (anche con una sola angolazione della telecamera) e ha descritto nei dettagli il processo di ringiovanimento degli attori:

“Non avremmo potuto realizzare questo film cinque anni fa. Si è rivelato essere forse il film più difficile che abbiamo mai realizzato. Ogni singola scena e ogni singolo momento dovevano svolgersi e funzionare perfettamente in questa inquadratura.”

Cosa dicono i commenti di Zemeckis sulle sfide di Here

Sebbene girare in una stanza con una sola angolazione della telecamera sia un’impresa impegnativa, ciò avrebbe potuto essere realizzato cinque anni fa. Tuttavia, il fatto che il team creativo dietro Here abbia dovuto ringiovanire Hanks e Wright è il motivo per cui Zemeckis ha sottolineato che questo film non sarebbe mai stato realizzato senza vari progressi tecnologici. Per ringiovanire Hanks e Wright, che a un certo punto del film interpretano degli adolescenti, il team creativo utilizzato migliaia di immagini d’archivio per creare una sorta di “trucco digitale” per entrambi gli attori, quindi lo ha sovrapposto ai loro volti durante la post-produzione e le riprese.

Dirigere Here è stato diverso da qualsiasi cosa Zemeckis abbia mai fatto prima

Here
Here di Robert Zemeckis – Tom Hanks e Robin Wright – Credits Eagle Pictures

Nella stessa intervista, Zemeckis ha spiegato che avrebbe guardato due monitor mentre giravano per vedere i veri volti degli attori e per vedere i loro volti con il loro “trucco digitale”. Pertanto, dirigere Here è stato diverso da qualsiasi cosa Zemeckis abbia mai fatto prima. Parlando del processo di utilizzo di due monitor, Zemeckis ha almeno riconosciuto che si trattava di un “grande strumento” sia per lui che per i suoi protagonisti, ma che le loro performance erano ciò che ha permesso all’illusione di “funzionare“.

Sebbene possa considerare Here il suo film più impegnativo fino ad oggi, non è certamente l’unico film di Zemeckis ad aver richiesto effetti visivi estesi per mantenere gli spettatori immersi nei rispettivi mondi. Tra la creazione della sua visione del futuro in Ritorno al futuro – Parte II, l’unione di cartoni animati e personaggi dal vivo in Chi ha incastrato Roger Rabbit?, l’inserimento di Hanks in Forrest Gump in momenti storici degni di nota o l’essere uno dei primi registi di motion capture con Polar Express e A Christmas Carol, il regista si è cimentato in una serie di sfide tecnologiche, confermandosi un visionario della settima arte.

Horizon Zero Dawn e Helldivers diventeranno un film per il cinema

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Sony ha confermato lunedì durante la presentazione del gigante dell’elettronica al Consumer Electronics Show di Las Vegas che Horizon Zero Dawn diventerà un film per il cinema.

Durante la sessione stampa, durata un’ora, i funzionari di Sony hanno anche rivelato che Columbia Pictures e Sony PlayStation stanno lavorando a un adattamento cinematografico del videogioco “Horizon Zero Dawn”. Questo titolo era in fase di sviluppo come serie per Netflix. Non sono stati rivelati altri dettagli sul progetto cinematografico, se non che le due unità di Sony stanno collaborando a un adattamento cinematografico, secondo quanto dichiarato dal capo di PlayStation Productions Asad Qizilbash.

È stato inoltre annunciato che lo sparatutto in terza persona “Helldivers” di Arrowhead Games sarà trasformato in un lungometraggio. L’originale “Helldivers” è stato un cult tra i giocatori in cooperativa, ma il franchise è esploso a livello mondiale quando il suo seguito “Helldivers 2” è stato pubblicato nel 2024. Il sequel è uno dei giochi per PlayStation più venduti di tutti i tempi, con 12 milioni di copie vendute nelle prime 12 settimane di commercializzazione.

The Last of Us – stagione 2 debutterà ad Aprile 2025, ecco un teaser trailer!

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Il mese di uscita della seconda stagione di The Last of Us è stato rivelato in un nuovo teaser trailer. La stagione 1 è uscita nel 2023 ed è stata accolta con favore dalla critica, anche per l’interpretazione di Pedro Pascal nel ruolo di Joel e di Bella Ramsey in quello di Ellie. La storia di The Last of Us – stagione 2 continuerà a seguire Joel ed Ellie, ma si concentrerà anche su un nuovo personaggio, Abby (Kaitlyn Dever). La seconda stagione è già stata confermata per l’uscita nel 2025, ma non è ancora stata annunciata una data o un mese specifico.

Max ha ora pubblicato un nuovo teaser trailer che rivela che la seconda stagione di The Last of Us debutterà ad aprile. Oltre al mese di uscita, vengono mostrati Joel (Pedro Pascal), Ellie (Bella Ramsey), Abby (Kaitlyn Dever), il nuovo personaggio di Jeffrey Wright, Isaac, e il ritorno del fratello di Joel, Tommy (Gabriel Luna). Anche gli infetti sono presenti, compresa un’inquadratura in cui si lanciano contro le mura di protezione di una comunità. Guardate il trailer qui sotto:

Nel teaser si vede per la prima volta Kaitlyn Dever nel ruolo di Abby, un personaggio nuovo per lo show ma che ha avuto un ruolo chiave nella serie di videogiochi “The Last of Us”. “Non importa se hai un codice come me”, dice dopo averla vista camminare lungo un corridoio buio, con la pistola in mano. “Ci sono cose che tutti concordano sul fatto che siano sbagliate”.

Cosa significa per The Last Of Us

The Last Of Us stagione 2

L’attesa per la seconda stagione è quasi finita

L’annuncio del mese di uscita conferma che l’attesa per la seconda stagione diThe Last of Us non sarà molto lunga. Era possibile che la serie finisse per debuttare nella seconda metà del 2025, ma ora mancano solo tre mesi alla sua ripresa. Mentre chi ha giocato ai videogiochi sa cosa succede a Joel ed Ellie dopo il finale della stagione 1 di The Last of Us, molti spettatori aspettano da due anni di scoprire cosa succederà dopo.

Tuttavia, come si è visto con la stagione 1, in particolare con l’emozionante storia di Bill (Nick Offerman) e Frank (Murray Bartlett), ci saranno sorprese in serbo per tutti gli spettatori, rendendo il mese di uscita confermato ancora più allettante. L’avvicinarsi dell’uscita della seconda stagione è una buona notizia anche per Max, che con la seconda stagione di The Last of Us è probabilmente il suo show più importante dopo il finale della seconda stagione di House of the Dragon dello scorso agosto. Il tanto atteso ritorno della serie porterà probabilmente a un aumento significativo degli abbonamenti ad aprile.

Grease: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Grease: dal cast al finale, tutte le curiosità sul film

Considerato ancora oggi come il musical di maggio successo nella storia del cinema, Grease arrivò nelle sale di tutto il mondo nel 1978, dando vita ad un fenomeno mai passato di moda. Diretto da Randal Kleiser, questo è basato sull’omonimo spettacolo di Jim Jacobs e Warren Casey. Divenuto uno grandissimo successo a Broadway, l’arrivo sul grande schermo non fece che confermarne la popolarità a livello mondiale grazie alle sue canzoni, alle tematiche e ai suoi protagonisti. Il film contribuì infatti a lanciare definitivamente le carriere di John Travolta e Olivia Newton-John.

Con un budget di soli 6 milioni di dollari, il film arrivo ad incassarne a livello mondiale oltre 394, affermandosi come il titolo più visto della sua stagione. L’incredibile successo di pubblico è stato accompagnato anche da un particolare favore di critica, la quale elogiava le energiche coreografie come anche le tematiche. Queste sono infatti insolite per un musical pensato per un ampio pubblico, comprendendo problematiche con la gravidanza adolescenziale e la violenza tra le bande. Fu però proprio la capacità di trattare queste in modo grossomodo leggero a conferire al film ulteriori elementi di fascino.

Tale popolarità ha portato nel 1982 alla realizzazione di un sequel, intitolato Grease 2, il quale però presenta un cast differente. Mancando questo, il titolo non ottenne il successo del suo predecessore. Ciò che rende l’originale unico, infatti, è il cast di attori, tra cui vi è un evidente e fortissima chimica, come anche i brani musicali entrati di diritto nell’immaginario collettivo. Numerose sono ancora oggi le curiosità da scoprire sul film, molte delle quali relative proprio a tali due elementi. Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire le principali tra queste, come anche dove è possibile trovare il film in streaming.

John Travolta, Jeff Conaway, Barry Pearl, Michael Tucci e Kelly Ward in Grease
John Travolta, Jeff Conaway, Barry Pearl, Michael Tucci e Kelly Ward in Grease. © 1978 – Paramount Pictures

 

La trama di Grease – Brillantina

Al centro della trama di Grease vi è il magico e romantico incontro tra l’affascinante Danny Zuko e la timida Sandy Olsson. Incontratisi durante una vacanza, quella tra loro sembrava destinata a rimanere una breve storia d’amore estiva, poiché al termine di questa la ragazza farà ritorno in Australia, dove è nata e cresciuta. Tutto cambia nel momento in cui invece Sandy rimane negli Stati Uniti per frequentare proprio la scuola dove va anche Danny. Nel momento in cui rincontra il ragazzo che l’ha fatta innamorare, Sandy si accorge però di come questi sia profondamente diverso da come lo credeva. Danny ha infatti una reputazione da duro, e con la sua banda chiamata Thunderbirds non sembra avere tempo da perdere con lei.

Di conseguenza, Sandy stringe amicizia con un gruppo di ragazze capitanato da Betty Rizzo, la quale le insegna a vivere secondo uno stile più libertino. Ciò che Sandy non sa, è che Danny è profondamente rammaricato per averla trattata male, e cerca in tutti i modi di farsi perdonare e riconquistarla. Prima che il loro amore possa compiersi, però, i due dovranno andare incontro a numerosi ostacoli, tra i problemi a scuola agli scontri con bande rivali. L’avvicinarsi della termine delle lezioni e del classico ballo di fine anno sarà per Danny l’occasione di dimostrare a Sandy tutto il suo amore, abbandonando così il ruolo da duro fino a quel momento interpretato.

Il cast del film

Come già accennato, motivo di grande fascino del film sono gli attori che vi hanno preso parte, capaci di conferire il giusto carisma ai personaggi principali, oggi divenuti iconici. Per il ruolo di Danny Zuko, ad esempio, è impensabile immaginare un volto diverso da quello di John Travolta. Eppure, originariamente il ruolo era stato offerto ad Henry Winkler, divenuto famoso in quegli anni per il ruolo di Fonzie in Happy Days, che presentava diverse somiglianze con il personaggio di Danny. Winkler però rifiutò la parte, che venne allora affidata a Travolta. Questi iniziò le riprese quattro giorni dopo aver completato quelle di La febbre del sabato sera, e si trovò così a vivere un periodo estremamente fortunato della propria carriera.

Olivia Newton-John, invece, recita nel ruolo di Sandy. Prima di tale film, ella era nota principalmente come cantante, e non aveva recitato che in pochi film. I produttori decisero allora di farle sostenere un provino insieme a Travolta, al fine di valutare la chimica di coppia tra di loro. Questo si rivelò particolarmente positivo, e fu così che la parte le venne affidata. Jeff Conaway è invece l’interprete di Kenickie, braccio destro di Danny. Per poter interpretare il ruolo, all’attore venne richiesto di cercare di apparire più basso rispetto a Travolta, così da far risaltare quest’ultimo. Infine, la pluripremiata Stockard Channing interpreta la grintosa Betty Rizzo, uno dei personaggi più amati del film. Al momento di doversi calare nei panni di questa, l’attrice aveva trentaquattro anni, e dovette essere truccata affinché potesse sembrare un’adolescente.

John Travolta e Olivia Newton-John nel finale di Grease
John Travolta e Olivia Newton-John nel finale di Grease. © 1978 – Paramount Pictures

Le canzoni del film Grease

Spesso ricordata come una delle colonne sonore più celebri del cinema, tutti hanno almeno una volta cantato le canzoni presenti nel film. Pubblicata come disco parallelamente all’uscita del film, questa è rimasta per diverse settimane al primo posto delle classifiche in molti paesi. Particolarmente celebri sono ancora oggi brani come Summer Nights, Look at Me I’m Sandra Dee, There Are Worse Things I Could Do, Sandy, You’re the One That I Want e We Go Together, su cui si chiude il film. Ad affermarsi più di tutti fu però il brano cantato dalla Newton-John intitolato Hopelessly Devoted to You, il quale ricevette anche una nomination al premio Oscar come miglior canzone originale.

La spiegazione del finale del film

Una popolare teoria dei fan su Grease offre una macabra spiegazione per il finale: Sandy è annegata all’inizio del film. Secondo questa teoria, l’intero Grease è quindi un’elaborata sequenza di fantasia che si svolge durante il coma di Sandy e che termina con la sua morte alla fine del film. La teoria parte dalla battuta di Danny “le ho salvato la vita, è quasi annegata” e ipotizza che Danny non sia riuscito a salvare la vita di Sandy e che il resto del film sia essenzialmente la realizzazione di un desiderio di Sandy. La teoria suggerisce anche che la famigerata auto volante rappresenti quindi la morte della regazza e la sua ascesa al cielo, anziché un simbolico lieto fine per lei e Danny. Questo spiegherebbe anche il motivo per cui Sandy e Danny non sono tornati in Grease 2.

La teoria è nel tempo divenuta così popolare che il creatore di Grease, Jim Jacobs, è dovuto intervenire per smentirla. Anche se probabilmente non rappresenta Sandy che va in paradiso, questa conclusione rappresenta comunque un lieto fine per entrambi i personaggi. Grease non è tanto uno sguardo realistico sugli studenti della Rydell High, quanto piuttosto uno sguardo nostalgico filtrato attraverso lenti rosa, e la conclusione del film con i personaggi che volano verso il tramonto rafforza questo tema. Anche se l’auto volante sembra fuori luogo in un film altrimenti quasi realistico, volare insieme verso il tramonto e abbracciare le opportunità del futuro è il finale perfetto per Grease.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di una delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Grease è infatti presente all’interno di Rakuten TV, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per poter usufruire del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma. In questo modo sarà poi possibile vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video, senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in televisione per lunedì 6 gennaio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Here e Ritorno al Futuro: la sfida tra de-aging e trucco prostetico

Here di Robert Zemeckis uscirà il 9 gennaio al cinema e offre la possibilità di confrontare questo lavoro con uno dei più famosi del regista americano: Ritorno al Futuro. Mentre Robert Zemeckis ha diretto tutti i tipi di film amati come Chi ha incastrato Roger Rabbit, Forrest Gump e Cast Away, Ritorno al futuro è probabilmente l’opera più popolare e influente del regista. Le impronte digitali di Ritorno al futuro sono ancora visibili 39 anni dopo l’uscita del film, con un aspetto di Here che richiama l’iconico film sui viaggi nel tempo.

Here del 2024 è il nuovo film del regista Robert Zemeckis, in cui il regista torna a dirigere Tom HanksRobin Wright come aveva fatto in Forrest Gump. Here è incentrato su una singola casa che viene mostrata nel corso dei decenni, sempre dallo stesso punto di vista. Il film utilizza solo un’angolazione della telecamera per tutta la sua durata, rendendo l’esperienza visiva davvero unica. Dal momento che i protagonisti del film attraversano diversi decenni, Zemeckis ha utilizzato l’ormai consolidata tecnica che de-aging per Hanks e Wright, a differenza di quanto invece fatto in Ritorno al Futuro, dove si è affidato al trucco prostetico.

Tecniche diverse per lo stesso obbiettivo

Ritorno al Futuro - Parte II cast
Michael J. Fox e Tom Wilson in Ritorno al futuro – Parte II. © Universal Studios – All Rights Reserved.

I personaggi di Tom Hanks e Robin Wright sono visti come studenti delle superiori e continuano ad apparire finché non sono anziani, con il film che deve mostrare come appaiono dopo i cambiamenti che si sono verificati nel corso della metà di un secolo. Here tenta di far sembrare Hanks e Wright più giovani di quanto non siano in realtà per la stragrande maggioranza del film, e solo in poche scene la tecnologia di invecchiamento viene usata per far sembrare gli attori più vecchi.

Questa non è la prima volta che Robert Zemeckis tenta di cambiare l’età degli attori, con il caso più famoso di Ritorno al futuro. Tuttavia, nel classico del 1985 e nei suoi due sequel, gli attori sono ricoperti di effetti di invecchiamento prostetici. Gli effetti usati per far sembrare più vecchi attori come Christopher Lloyd, Lea Thompson, Crispin Glover e Thomas F. Wilson sono alcune delle parti più acclamate del film, dato che il trucco di Ritorno al futuro che è stato rivoluzionario negli anni ’80 e ’90.

Gli effetti di invecchiamento di Ritorno al futuro sono superiori alla tecnologia anti-invecchiamento di Here

Here di Robert Zemeckis – Tom Hanks e Robin Wright – Credits Eagle Pictures

Nonostante Here abbia avuto quasi quattro decenni per migliorare le tecniche usate in Ritorno al futuro, gli effetti di invecchiamento nel film del 1985 di Robert Zemeckis sono ancora efficaci a schermo. Here e Ritorno al futuro affrontano i loro effetti di invecchiamento in modi molto diversi, Here usa la sua tecnologia di invecchiamento per far sembrare gli attori più giovani per la maggior parte del film, mentre Ritorno al futuro usa il suo trucco per far sembrare gli attori più vecchi. L’approccio di Ritorno al futuro è di gran lunga superiore, poiché, sebbene utilizzato con parsimonia, è molto più convincente degli effetti visti in Here.

La tecnologia di ringiovanimento di Here fa sembrare tutti gli attori come se avessero la pelle di plastica e, poiché il pubblico sa già che aspetto avevano questi attori quando erano giovani, non si può certo evitare una sensazione di straniamento. Oltre a ciò, gli effetti di ringiovanimento non aiutano a mascherare il fatto che gli attori si muovono come se fossero persone più anziane. Ritorno al futuro non ha avuto questo problema. Il pubblico non sapeva che aspetto avrebbero avuto questi attori quando sarebbero invecchiati e i giovani possono sempre fingere di muoversi come se fossero più anziani. Questi fattori e altri hanno portato il trucco a essere una delle parti più elogiate della trilogia.

La dipendenza di Here dalla tecnologia de-aging è l’esatto opposto dell’approccio di Ritorno al futuro

Ritorno al futuro - parte 2 Biff TannenLa più grande disparità negli approcci all’invecchiamento tra Here e Ritorno al futuro è la frequenza con cui li hanno usati. Nel film del 1985, gli effetti del trucco sono usati con parsimonia. Gli attori sono truccati da anziani solo durante le scene del 1985 che costituiscono l’inizio e la fine di Ritorno al futuro. La maggior parte del film si svolge nel 1955, il che significa che tutti gli attori sembrano semplicemente come sono naturalmente.

Qui, tuttavia, Tom Hanks, Robin Wright e gli altri attori sono ringiovaniti o invecchiati per la stragrande maggioranza del film. Ci sono pochissime scene in cui agli attori è permesso di essere semplicemente se stessi, il che rende l’intero effetto del film artificiale. Tuttavia, alla luce degli scopi completamente diversi dei due film, questo effetto “plastica” non crea certo un ostacolo per l’esito del film in sé. Sebbene in USA non siano stati troppo contenti del film, è innegabile che la sua ambizione e la capacità che ha di raccontare lo scorrere del tempo rispetto all’uomo e alla vita riesce a toccare le corde emotive degli spettatori maggiormente predisposti all’ascolto.

Golden Globes 2025: le più grandi sorprese della serata

Golden Globes 2025: le più grandi sorprese della serata

I Golden Globes Awards 2025 sono stati un bilanciato mix di premi attesi e autentiche sorprese. Tra le sorprese annoveriamo anche la freschezza della conduzione di Nikki Glaser che caustica ed elegante ha tenuto la barra dritta senza intoppi fino al finale della serata che ha incoronato Emilia Perez miglior film comedy/musical.

I veterani Demi Moore e Colin Farrell sono riusciti a salire sul palco, conquistando il loro premio, mentre Anora e Il Robot Selvaggio, trai titoli più amati della stagione, sono andati a casa a mani vuote. Diversi vincitori hanno esternato una genuina sorpresa, su tutti Fernanda Torres, splendida protagonista di Io sono ancora qui, premiata per la migliore interpretazione in un film drammatico. Insieme a lei anche Jacques Audiard, regista di Emilia Perez, salito sul palco più volte di quante avesse preventivato. Lui come Brady Corbet, per il suo The Brutalist che ha portato a casa i premi principali.

Naturalmente, cosa significheranno queste sorprese per la stagione dei premi in generale resta da vedere: non c’è sovrapposizione tra i membri della HFPA e degli Academy Awards, e la divisione in categorie per il dramma e la commedia/musical nei premi della stampa estera offre un ventaglio più ampio di vincitori rispetto agli Oscar. 

Fernanda Torres stupisce tutti (lei per prima)

La più grande sorpresa della serata è stata senza dubbio la vittoria di Fernanda Torres per Io sono ancora qui, in cui interpreta una donna che deve sopportare la scomparsa del marito durante la dittatura militare brasiliana (tratto da una storia vera). Il lavoro profondamente toccante e sobrio di Torres nel film si distingue dalle performance delle altre candidate, tutte impegnate in ruoli che le hanno invece spinte a superare dei limiti, basti pensare alle parti di Angelina Jolie e Nicole Kidman per le rispettive candidature (Maria e Babygirl). La gara per l’assegnazione dell’Oscar alla migliore attrice di quest’anno è un campo incredibilmente affollato e la vittoria di Torres ai Golden Globes sembra mescolare ancora di più le carte.

La categoria Musical o Commedia sorprende con le vittorie di Demi Moore e Sebastian Stan

Con una delle vittorie e gratificanti della serata, Demi Moore ha battuto le presunte favorite Cynthia Erivo e Mikey Madison per il suo ruolo nel body horror The Substance. Nel suo commovente discorso, Moore ha detto che durante la sua carriera pluri-decennale, questa è la prima volta che vince qualcosa per una sua interpretazione, e ha continuato dicendo che un produttore le aveva detto all’inizio della sua carriera che era un'”attrice da popcorn”, cosa che le aveva sempre fatto pensare di essere limitata nelle sue scelte. Ma quel produttore si sbagliava di grosso, come sa chiunque abbia visto la straordinaria interpretazione di Moore nel film scritto e diretto da Coralie Fargeat. Come accennato, la categoria per la migliore attrice è estremamente competitiva quest’anno, ma Moore potrebbe aver pronunciato il tipo di discorso che le garantirebbe una nomination all’Oscar.

Subito dopo la vittoria di Moore, Sebastian Stan è stato invitato sul palco per accettare il suo globo d’oro per l’interpretazione in A Different Man, in cui interpreta un attore nevrotico con la deturpante condizione di neurofibromatosi che si sottopone a una procedura sperimentale che lo cura così profondamente che finisce per assomigliare al Soldato d’Inverno. La maggior parte degli esperti vedeva Stan come outsider in questa categoria, con Jesse Eisenberg come principale contendente per la sua toccante interpretazione in A Real Pain, che ha anche diretto.

Emilia Perez batte Anora e Wicked

In una delle categorie più aperte in una stagione di premi straordinariamente incerta, Emilia Perez ha finito per portare a casa anche il Golden Globe per il miglior musical o commedia. Mentre l’operetta non convenzionale, sul capo di un cartello messicano (la candidata Karla Sofía Gascón) che diventa donna dopo essersi sottoposta a un intervento chirurgico di affermazione di genere, è già il musical più candidato nella storia dei Globes, la sua vittoria qui non era affatto scontata, anche perché il film era il favorito nella categoria di Miglior Film in lingua non inglese.

Anora ha incantato il pubblico da quando ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes; l’adattamento musicale di successo di Broadway Wicked ha battuto i record al botteghino per settimane; la satira nera The Substance è emersa come uno dei più grandi successi di passaparola della stagione; e il toccante A Real Pain ha incantato praticamente chiunque l’abbia visto.

Alla fine, il film di Audiard ha superato tutti i concorrenti e le sue molteplici vittorie (attrice non protagonista, canzone originale e film) hanno ufficialmente piazzato il film Netflix in pole position nella stagione dei premi.

Wicked vince solo il premio del botteghino

Wicked è per molti versi il film dell’anno, in quanto è stato un enorme successo al botteghino, è stato elogiato dalla critica ed è diventato un galvanizzante evento culturale. E sebbene il regista Jon M. Chu sia stato trascurato per il suo lavoro, l’organismo di voto dei Globes ha candidato il film per quattro premi, con Cynthia Erivo e Ariana Grande nelle categorie attrice e attrice non protagonista, e il film sia nella categoria miglior musical o commedia che nella nuova categoria dedicata ai film con il maggiore incasso della stagione. E alla fine, solo quest’ultimo è il Golden Globe che Wicked si porta a casa, battendo Deadpool & Wolverine di Ryan Reynolds, che era il favorito, mentre la stagione dei premi entra nel vivo.

Anora non vince niente

Anora era l’unico film tra i candidati principali ad aver vinto un premio cinematografico importante, ovvero la Palma d’oro al Festival di Cannes. Con i candidati per film (musical/commedia), regista, attrice, attore non protagonista e sceneggiatura, la maggior parte si aspettava che la frizzante commedia avrebbe vinto almeno un premio. Invece, Anora è stato il candidato di più alto profilo a tornare a casa a mani vuote.

Colin Farrell batte Richard Gadd

Un’altra delle sorprese della serata è stata la vittoria di Colin Farrell per The Penguin (categoria migliore interpretazione maschile in una miniserie). Farrell ha interpretato Oswald Cobb sotto strati di protesi, il che non gli ha impedito di offrire una performance sorprendente. La vittoria di Farrell ha impedito a Richard Gadd, vincitore dell’Emmy di categoria, di trionfare, anche se Baby Reindeer ha vinto nella categoria serie e nella categoria attrice non protagonista, in cui Jessica Gunning è stata premiata per la sua interpretazione della stalker, Martha.

Il trionfo di Shōgun, la rivincita di Tadanobu Asano

Per la sua performance nei panni dell’opportunista signore della guerra Yabushige, la star giapponese Tadanobu Asano aveva perso la gara per il miglior attore non protagonista agli Emmy a settembre, nonostante Shōgun quella sera abbia dominato. Ma contro una concorrenza formidabile ai Globes, in particolare Ebon Moss-Bachrach di The Bear, che ha vinto l’Emmy per il miglior attore non protagonista in una commedia, ha ottenuto una vittoria a sorpresa in questa categoria, che include drama, comedy e spettacoli limitati. E sembrava felice durante il suo discorso, presentandosi persino al pubblico: “Forse non mi conoscete. Sono un attore giapponese e mi chiamo Tadanobu Asano!”.

Ali Wong è la migliore stand-up comedian

Questo è solo il secondo anno in cui questa categoria riconosce gli speciali di stand-up come una categoria a sé stante (l’anno scorso ha vinto Ricky Gervais), quindi non ci sono molti precedenti su cui basarsi. Detto questo, persino Ali Wong è sembrata sorpresa di vincere per il suo speciale Netflix “Ali Wong: Single Lady” soprattutto guardando la concorrenza, in particolare Jamie Foxx per “Jamie Foxx: What Had Happened Was…“, che ha offerto i suoi primi commenti pubblici sull’ictus che ha subito nel 2023. La presentatrice della serata, Nikki Glaser, era una delle favorite per il suo speciale HBO “Nikki Glaser: Someday You’ll Die“, ma ha commentato la sconfitta con una brillante battuta. “Potrei non aver vinto stasera”, ha detto Glaser. “Ma il lato positivo è che ho appena guadagnato $ 11.000 scommettendo su Ali Wong su un sito di gioco d’azzardo europeo”.

The Penguin: la showrunner parla della probabile seconda stagione “Ci sono altre storie da raccontare”

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La showrunner Lauren LeFranc parla del successo di The Penguin e rivela se vorrebbe realizzare un progetto simile incentrato su un altro personaggio della DC. The Penguin è il primo spinoff dell’universo di The Batman di Matt Reeves. Sebbene il Batman di Robert Pattinson non appaia in The Penguin, la serie continua a costruire la grintosa Gotham City creata da The Batman del 2022 e prepara sottilmente The Batman – Parte II di Matt Reeves con uno sguardo più approfondito sul mondo criminale di Gotham e uno scossone nella gerarchia del crimine organizzato della città.

Parlando con ScreenRant ai Golden Globes del 2025, la showrunner del Pinguino Lauren LeFranc ha espresso la sua soddisfazione per l’accoglienza estremamente positiva dello show. LeFranc difende la natura di serie limitata di The Penguin e conferma che un seguito diretto sarà realizzato solo con “l’idea giusta o i personaggi giusti”. LeFranc afferma inoltre che sarebbe “onorata ‘ di dirigere un nuovo progetto nell’universo di The Batman di Matt Reeves, ma spiega che affronterebbe il progetto solo se trovasse ’qualcosa di unico e diverso” con i personaggi. Leggete i commenti completi di Lauren LeFranc qui sotto:

Lauren LeFranc: Dovevamo essere una serie limitata, quindi sono davvero orgogliosa della prima stagione e della storia che abbiamo realizzato. Ci sono sicuramente altre storie da raccontare, se riusciamo a trovare l’idea giusta o i personaggi giusti.

Non ne sono ancora sicura, ma sono davvero orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto.

ScreenRant: C’è un altro personaggio che le piacerebbe provare a portare nell’universo di Matt Reeves?

Lauren LeFranc: Per me si tratta solo di assicurarmi di trovare un legame personale con quel personaggio e di sentire che posso fare qualcosa di unico e diverso con lui. È quello che ho trovato con Oz, e poi in quel mondo ho potuto inserire Sofia e tutti gli altri personaggi. Quindi, per me, si tratta sempre di cercare qualcosa di personale. E se riuscirò ad agganciarlo, ne sarò onorato.

Cosa significano le dichiarazioni dello showrunner della DC per la seconda stagione di The Penguin

Colin Farrell è Oz Cobb The Penguin
Colin Farrell è Oz Cobb in The Penguni Episodio 6 – Cortesia di Max

Nell’epoca d’oro degli adattamenti dei fumetti live-action, sarebbe facile dare il via libera a più spinoff di The Batman e a più stagioni dopo il successo di The Penguin. Tuttavia, la showrunner di The Penguin, Lauren LeFranc, e il regista di The Batman, Matt Reeves, sono stati molto chiari sulla loro intenzione di mantenere il franchise strettamente limitato alle puntate necessarie. Reeves ha ancora intenzione di realizzare una trilogia standalone, mentre LeFranc insiste nel definire The Penguin una serie limitata. Naturalmente, il successo de The Penguin rende possibile una seconda stagione e sia Lauren LeFranc che la star principale Colin Farrell hanno lasciato la porta aperta a un eventuale ritorno, ma la seconda stagione de The Penguin si farà solo se riuscirà a eguagliare la qualità della prima.

Squid Game 2: una star conferma un dettaglio importante che molti spettatori hanno notato nella gara a sei zampe

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L’attore di Squid Game ‘Front Man’, Lee Byung-hun, conferma un dettaglio importante durante la gara a sei gambe. Il nuovo gioco della seconda stagione di Squid Game prevede che squadre di cinque persone abbiano le gambe legate insieme mentre ogni individuo deve completare una mini-competizione. Ogni squadra ha a disposizione solo cinque minuti per completare l’intera sfida, e la squadra che perde viene uccisa dalle guardie. Sotto le sembianze del Giocatore 001, il Front Man fa parte della stessa squadra di Seong Gi-hun (Lee Jung-jae) ed è responsabile della parte della gara che prevede l’uso della trottola.

In un video di Netflix dietro le quinte della stagione 2 di Squid Game, Lee conferma che il Front Man è mancino, ma usa la mano destra durante la gara. Lee era preoccupato di rendere la cosa convincente, dal momento che è destrorso, e il cambio è stato pensato per rendere più impegnativo per il Front Man completare la gara di trottole in modo tempestivo. L’attore afferma di essere preoccupato che questo possa portare a un numero eccessivo di bloopers. Guardate i commenti di Lee qui sotto:

Ecco il problema che ho incontrato. In realtà sono destrorso, ma il Front Man della serie è mancino. Temevo di avere troppi errori durante le riprese della scena.

Cosa significa questo per Squid Game

Con la squadra che si è comportata così bene nella gara a sei gambe, era chiaro che le difficoltà del Front Man con la trottola erano un tentativo deliberato di rendere la loro vittoria meno agevole. È riuscito a farlo usando intenzionalmente la mano non dominante durante la gara. Se avesse cercato di farlo con la mano sinistra, sarebbe stato più difficile per il Front Man far sembrare che stesse davvero lottando con il gioco. Usando la mano non dominante, il Front Man ha effettivamente avuto difficoltà con il gioco, come era nelle sue intenzioni.

Le riprese della scena hanno comportato l’ulteriore sfida di Lee, che è destrorso, ma è stato comunque in grado di far sembrare reale la lotta del Front Man. Scene come questa tra Gi-hun e il Front Man creano ulteriore attesa per l’inevitabile momento della storia di Squid Game, la terza stagione, in cui Gi-hun scoprirà che il Giocatore 001, di cui si è fidato e con cui ha lavorato a stretto contatto per tutta la durata dei giochi, è in realtà il Front Man. Questo cambierà completamente tutto ciò che Gi-hun pensava di sapere, compresa la sua comprensione di ciò che è accaduto durante la parte della gara a sei gambe con la trottola.

I DC Studios vogliono Josh Brolin per un altro ruolo

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I DC Studios vogliono Josh Brolin per un altro ruolo

A ottobre era circolata la voce che Josh Brolin fosse in trattativa per interpretare Hal Jordan nella prossima serie HBO Lanterns, e i giornali avevano apparentemente confermato la notizia iniziale quando era stato annunciato che Kyle Chandler (Friday Night Lights, Catch 22) aveva ottenuto la parte.

Brolin – che non è nuovo a ruoli di supereroi avendo già interpretato Thanos, Cable e Jonah Hex – avrebbe poi confermato di essere in trattative per il ruolo. La star di Dune  – Parte Due ha rifiutato di entrare nei dettagli, lodando invece l’uomo che vestirà i panni del veterano eroe con gli anelli nella serie del DCU.

“Sapete una cosa? Lanterna Verde non ha funzionato, ma va bene così ”, ha detto Brolin a ComicBook.com quando gli è stato chiesto se avesse rifiutato il ruolo perché era in attesa di un personaggio DC migliore. “Sta funzionando. Chi sarà, Kyle Chandler? Lo adoro come attore, penso che sia meraviglioso, in realtà. E, sai, vedremo cosa succederà in futuro”.

Non sappiamo esattamente perché le cose non abbiano funzionato (secondo quanto riferito, la parte era stata offerta a diverse altre star di prima grandezza, e si ritiene che il ruolo sia stato “macchiato” dal famigerato film su Lanterna Verde con Ryan Reynolds), ma sembra che James Gunn e co. siano ancora intenzionati a lavorare con Brolin.

Secondo Daniel Richtman, i DC Studios vogliono Brolin per un altro ruolo del DCU. Non cita alcun personaggio specifico, ma sembra che l’attore sia aperto alla possibilità di vestire i panni di un altro eroe (o cattivo) in futuro.

Richtman ha anche accennato al fatto che i DC Studios hanno “grandi progetti” per il Lobo di Jason Momoa, dopo la notizia che l’ex star di Aquaman debutterà come Main Man in Supergirl: Woman of Tomorrow (anche se non sarebbe una sorpresa).

Quale personaggio della DC Comics vorreste vedere interpretato da Brolin? Fatecelo sapere nella sezione commenti.

Chandler sarà affiancato da Aaron Pierre nel ruolo di John Stewart. Kelly MacDonald (The Radleys, Boardwalk Empire) interpreterà la protagonista femminile (che si pensa sia l’interesse amoroso di Jordan), lo sceriffo Kerry, mentre Garret Dillahunt sarà il cattivo William Macon, “un uomo moralista e cospiratore che maschera la sua spietata ambizione dietro una facciata affascinante e calcolata”.

James Hawes (Slow Horses, Penny Dreadful, The Mist, The Alienist, Snowpiercer) dirigerà i primi due episodi.

Si unisce a un team creativo che comprende il creatore di Lost e Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, lo showrunner di Ozark Chris Mundy e lo scrittore di fumetti Tom King. Si dice che anche Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden Kelly siano a bordo.

Lanterns “segue la nuova recluta John Stewart e la leggenda delle Lanterne Hal Jordan, due poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel cuore dell’America”.

La produzione di Lanterns dovrebbe iniziare all’inizio di quest’anno nel Regno Unito, il che potrebbe far pensare a un’uscita nel 2026.

Il Guy Gardner di Nathan Fillion, che debutterà nel reboot di Superman di Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie.

Una precedente serie televisiva di Lanterna Verde era in lavorazione prima che Gunn e Safran assumessero la direzione dei DC Studios. Quella versione era stata creata da Greg Berlanti e avrebbe avuto come protagonista Finn Wittrock nel ruolo di Guy Gardner.

Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011 Lanterna Verde.

“Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi, John Stewart e Hal Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato. “Ci sono anche altre Lanterne, ma si tratta di uno show televisivo su base terrestre, quasi come True Detective, con una coppia di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano il distretto terrestre e che scoprono un mistero terrificante che si collega alla nostra storia più grande del DCU”.

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