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Spider-Man 3: confermato il ritorno di un volto noto

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Spider-Man 3: confermato il ritorno di un volto noto

Di recente è stato annunciato che Spider-Man 3 è stato nuovamente posticipato (anche se di poco): inizialmente previsto per Novembre 2021, il film arriverà adesso a Dicembre dello stesso anno. Si dice che le riprese inizieranno una volta che sarà terminata la produzione di Uncharted (orientativamente, tra Settembre e Ottobre), e che le stesse proseguiranno fino a Febbraio del 2021 (almeno, questo è ciò che avrebbe anticipato Tom Holland di recente).

Al momento sono ancora pochi i personaggi dei primi due film che sono stati confermati nel sequel di Spider-Man: Far From Home, che non ha ancora un titolo ufficiale: naturalmente, Tom Holland tornerà nei panni di Peter Parker, così come Zendaya, che sarà ancora una volta MJ. Considerata la scena post-credit di Far From Home, è probabile – ma non ancora certo – che nel terzo film dedicato allo Spider-Man del MCU possa fare la sua apparizione anche il J. Jonah Jameson di J.K. Simmons (di recente l’attore premio Oscar aveva anticipato che la sua prossima apparizione era già stata girata e che ne era prevista ancora un’altra).

Anche il regista Jon Watts è stato riconfermato dietro la macchina da presa, e adesso un nuovo report sembra indicare che anche uno dei compagni di classe di Peter tornerà in Spider-Man 3. Grazie ad un nuovo report di Deadline, infatti, apprendiamo che l’attore Tony Revolori sarà prossimamente impegnato con le riprese della seconda stagione della serie Servant (la serie Apple di M. Night Shyamalan) e con il “prossimo film del franchise di Spider-Man”: ciò significa che in Spider-Man 3 ritroveremo Eugene “Flash” Thompson (rivale di Peter), personaggio già interpretato da Revolori sia in Homecoming sia in Far From Home

Cosa sappiamo di Spider-Man 3?

Di Spider-Man 3 si sa ancora molto poco, sebbene la teoria più accredita è quella secondo cui il simpatico arrampicamuri sarà costretto alla fuga dopo essere stato incastrato per l’omicidio di Mysterio (e con il personaggio di Kraven il Cacciatore che sarebbe sulle sue tracce). Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di fornirci maggiori dettagli sulla trama, ma a quanto pare il terzo film dovrebbe catapultare il nostro Spidey in un’avventura molto diversa dalle precedenti…

CORRELATE: 

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming e Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Anthony Mackie chiarisce le critiche al MCU e alla mancanza di diversità

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Circa un mese fa Anthony Mackie, interprete di Falcon nell’Universo Cinematografico Marvel, si era duramente scagliato contro i Marvel Studios, criticando l’atteggiamento dello studio nei confronti della diversità, non solo in riferimento al cast dei film, ma anche e soprattutto alla troupe, quindi a tutte le persone che lavorano sul set.

Le dichiarazioni della star (che potete recuperare qui) avevano ricevuto molta risonanza, tant’è che anche Anthony e Joe Russo, registi di Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, avevano in qualche modo appoggiato il pensiero dell’interprete di Sam Wilson nell’universo condiviso (per recuperare le dichiarazioni dei due registi, cliccate qui).

Adesso, in una recente intervista con Fatherly, Anthony Mackie è tornato proprio su quelle dichiarazioni, cercando di chiarire meglio la sua posizione e sottolineando che le sue parole non erano in alcun modo collegate al razzismo: “Mi limiterò a dire questo: non penso che ciò che sta accadendo sia un problema di razzismo.”, ha spiegato l’attore. “Penso che sia un problema di inconsapevolezza. Credo che la Marvel e la maggior parte delle aziende pensano che questa sia la cosa giusta da fare. Ma questo non basta, nella maniera più assoluta.”

Mackie – che prossimamente ritroveremo nella serie The Falcon and the Winter Soldier – ha poi aggiunto: “Ho una proposta: più fatti e meno parole. Non puoi scegliere un attore nero per interpretare uno dei supereroi principali e non aspettarti che la cosa porti ad un dibattito. È nel mio DNA parlare di queste cose. Far parte dell’universo Marvel è per me una grande occasione, quindi il mio compito è assicurarmi che quest’universo sia il migliore possibile.”

La diversificazione all’interno del MCU

A partire da Black Panther, i Marvel Studios hanno iniziato ad abbracciare sempre di più il concetto di diversificazione all’interno delle loro produzioni: a tre donne è stata affidata la regia di tre cinecomics (Anna Boden ha co-diretto Captain Marvel, Cate Shortland ha diretto Black Widow e Chloé Zhao ha diretto Gli Eterni), mentre due registi non caucasici hanno diretto due cinecomics (di nuovo Chloé Zhao per Gli Eterni e Destin Daniel Cretton ingaggiato invece per Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings).

Scusate se esisto! con Raoul Bova in prima serata

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Scusate se esisto! con Raoul Bova in prima serata

Andrà in onda su Rai 1 in prima serata Scusate se esisto!, il film del 2014 diretto da Marco Milano con protagonisti Paola Cortellesi, Raoul Bova, Corrado Fortuna, Lunetta Savino, Marco Bocci, Ennio Fantastichini, Cesare Bocci, Stefania Rocca.

Il film è una commedia scritta da Paola Cortellesi, insieme a Furio Andreotti, Riccardo Milani e Giulia Calenda. Prodotto da Italian International Film e Rai Cinema. 

Scusate se esisto!: la trama

Il film racconta di Serena Bruno proviene da un paesino abruzzese, è laureata in architettura con il massimo dei voti, ha un master e conosce molte lingue straniere. Lavora a Londra, dove il suo talento e la sua dedizione sono adeguatamente apprezzati. Ma la nostalgia di casa è tanta, e Serena decide di tornare in Italia: naturalmente a Roma non trova un impiego nemmeno lontanamente paragonabile a quello che aveva in Inghilterra, e si arrabatta facendo tre lavori ben al di sotto delle sue capacità e competenze – arredatrice presso il Paradiso della cameretta, designer di cappelle funerarie per ricchi cafoni, e cameriera in un ristorante di lusso.

Protagonisti sono Paola Cortellesi nel ruolo di Serena Bruno, Raoul Bova come Francesco, Corrado Fortuna nel ruolo di Pietro, Lunetta Savino nel ruolo di Michela, Marco Bocci come Nicola, Ennio Fantastichini nel ruolo del Dott. Ripamonti, Cesare Bocci nel ruolo di Volponi, Stefania Rocca nel ruolo di Maria e Armando De Razza come Ennio Tintozzi.

Scusate se esisto!, trailer

Le clip

Black Widow conterrà 30 minuti di scene in IMAX

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Black Widow conterrà 30 minuti di scene in IMAX

In attesa di scoprire se Black Widow verrà ufficialmente posticipato al 2021 o se manterrà la sua release originale (fissata per il prossimo novembre), arriva una nuova interessantissima conferma per quanto riguarda il cinecomic Marvel che avrà come protagonista Scarlett Johansson.

Come riportato da Anton Volkov via Twitter, in occasione di una riunione con gli azionisti, la IMAX Corporation ha annunciato che il cinecomic interamente dedicato al personaggio di Vedova Nera conterrà ben 30 minuti di sequenze nel formato IMAX: ciò significa che circa mezz’ora del film che sarà diretto da Cate Shortland sarà nel formato 1.90:1.

Come i fan dell’universo condiviso certamente sapranno, i Marvel Studios hanno una lunga tradizione con il formato premium: basti pensare a Captain America: Civil War, la cui battaglia dell’aeroporto era stata girata in IMAX, o ad Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, girati da Anthony e Joe Russo interamente in IMAX. Anche il più recente Spider-Man: Far From Home è stato presentato nel formato speciale.

È probabile che l’impiego delle apparecchiature IMAX in Black Widow sarà riservato alle grandi scene d’azione del cinecomic, come ad esempio la sequenza della fuga dalla prigione che abbiamo già avuto modo di vedere nei vari trailer diffusi fino ad ora.

Black Widow verrà posticipato al 2021?

Di recente abbiamo appreso che Black Widow potrebbe essere nuovamente posticipato, questa volta direttamente al 2021. Se la cosa dovesse essere confermata, è probabile che il film andrà ad occupare l’attuale slot pensato per Gli Eterni: è ipotizzabile, quindi, il 12 Febbraio 2021 come nuova data di uscita. Naturalmente, ciò significherebbe un ritardo di un intero anno, che avrebbe un effetto a catena sul resto della Fase 4 del MCU, con ogni titolo successivo che arriverebbe dopo circa 9/10 mesi.

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Black Beauty arriverà in streaming su Disney+

Black Beauty arriverà in streaming su Disney+

Disney+ ha annunciato oggi che l’adattamento contemporaneo del romanzo classico del XIX secolo di Anna Sewell, Black Beauty, arriverà in anteprima sulla piattaforma di streaming entro la fine dell’anno. Black Beauty è una cavalla di razza mustang nata libera nell’America occidentale. Quando viene catturata e portata via dalla sua famiglia, la sua storia si intreccia con quella della diciassettenne Jo Green, anche lei in lutto per la perdita dei genitori. Le due sviluppano lentamente un legame che si basa sull’amore, il rispetto e la cura reciproca.

La vincitrice dell’Oscar Kate Winslet (The Reader – A voce alta) presta la voce a Black Beauty; il film è interpretato da Mackenzie Foy (Interstellar) nel ruolo di Jo Green; Iain Glen (Il Trono di Spade) in quello di John Manly; e Claire Forlani (Vi presento Joe Black) nel ruolo di Mrs. Winthorp.

Black Beauty è diretto da Ashley Avis (Adolescence) che ha anche scritto la sceneggiatura. Jeremy Bolt (Polar, Monster Hunter) di JB Pictures e Robert Kulzer (Polar) di Constantin Film sono i produttori, mentre Martin Moszkowicz, Edward Winters e Jon Brown sono i produttori esecutivi. Dylan Tarason è un co-produttore e Genevieve Hofmeyr (Mad Max: Fury Road), presidente della Moonlighting Films, è la produttrice per il Sud Africa. Black Beauty è prodotto da Constantin Film e JB Pictures.

Nicole Grimaudo: 10 cose che non sai sull’attrice

Nicole Grimaudo: 10 cose che non sai sull’attrice

Scoperta in seguito ad un provino televisivo, l’attrice Nicole Grimaudo è oggi un’apprezzata interprete di cinema e teatro, distintasi grazie a ruoli e generi spesso diversi tra loro. Tra le sue collaborazioni, si annoverano in particolare quelle avute con importanti registi o autori, esperienze dalla quali ha dimostrato di aver appreso molto, maturando come interprete. Oggi, attiva prevalentemente in televisione, continua a regalare interpretazioni degne di nota.

Ecco 10 cose che non sai di Nicole Grimaudo.

Nicole Grimaudo compagno

Nicole Grimaudo: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con il film Tu ridi (1998), diretto da Paolo e Vittorio Taviani. Negli anni successivi, si afferma grazie alle sue partecipazioni a Jolly Blu (1998), Ferdinando e Carolina (1999), Liberi (2003), Perdutoamor (2003), Un giorno perfetto (2008), di Ferzan Özpetek, Baarìa (2009), Mine vaganti (2010), con Riccardo Scamarcio, Baciato dalla fortuna (2011), Workers – Pronti a tutto (2012), con Francesco Pannofino, All’ultima spiaggia (2012), Buongiorno papà (2013), di Edoardo Leo con Raoul Bova, e Le leggi del desiderio (2015).

9. È nota per i suoi ruoli televisivi. Particolarmente nota per i ruoli interpretati in televisione, l’attrice debutta sul grande schermo con il film Sorellina e il principe del sogno (1996), per poi recitare nella miniserie Racket (1997) e nei film Ultimo (1998), L’amore oltre la vita (1999). A consacrarla sono però le serie Questa casa non è un albergo (2000), Il bello delle donne (2001), Giulio Cesare (2002), e R.I.S. – Delitti imperfetti (2005-2006), dove interpreta il tenente Anna Giordano. Negli anni successivi ha poi recitato in Il mostro di Firenze (2009), Medicina generale (2007-2010), con Marco Giallini, Dov’è mia figlia (2011), Immaturi – La serie (2018), con Ricky Memphis, Nero a metà (2019), Ognuno è perfetto (2019) e Passeggeri notturni (2020), con Claudio Gioè.

8. Ha recitato a teatro per un noto regista. Attiva anche a teatro, l’attrice si è resa inizialmente nota per aver recitato nello spettacolo Il giardino dei ciliegi, di Anton Cechov, diretto da Gabriele Lavia. La Grimaudo vanta poi la collaborazione con il celebre regista premio Oscar Roman Polánski, il quale la scelse per recitare nel suo spettacolo Amadeus, basato sulla pièce teatrale di Peter Shaffer. L’attrice recitò per questa sia nel debutto del 1999 sia in alcune repliche del 2001.

Nicole Grimaudo: il fidanzato e il figlio

7. È molto riservata. L’attrice ha in più occasioni fatto sapere di essere particolarmente intenzionata a mantenere un netto distacco tra la propria vita lavorativa e quella privata. Di lei, al di fuori delle scene, si sa infatti molto poco. Solo di recente ha rivelato il nome del compagno, Francesco, il quale lavora come giornalista per la Rai. Dalla loro relazione è poi nato Pietro, nel 2014. Per tale occasione, l’attrice prese una pausa dai set di circa due anni, per potersi così dedicare esclusivamente alla famiglia.

Nicole Grimaudo non è su Instagram

6. Non possiede un profilo personale. Tenendo fede al suo principio di riservatezza, l’attrice ha affermato di non possedere un profilo personale sul social network Instagram. Sembra infatti non essere attratta dal funzionamento della piattaforma, la quale inevitabilmente rischia di esporre la propria vita ad un ampio numero di persone. Senza l’utilizzo di questa, l’attrice riesce più facilmente a conciliare il desiderio di mantenere una vita privata lontana dai riflettori.

Nicole Grimaudo Mine vaganti

Nicole Grimaudo in Mine vaganti

5. Ha sostituito un’altra attrice. Nel film Mine vaganti, del 2010, l’attrice ricopre il ruolo di Alba Brunetti, una delle protagoniste principali. Originariamente, tuttavia, il ruolo era stato affidato all’attrice Alba Rohrwacher, la quale dovette però rinunciare per via di altri impegni precedentemente presi. Furono dunque prese in considerazioni altre attrici come Cristiana Capotondi e Micaela Ramazzotti, ma la scelta ricadde infine sulla Grimaudo, che aveva già lavorato con il regista turco nel suo precedente film.

4. Ha vinto un prestigioso premio. Il ruolo di Ambra si è rivelato particolarmente importante per l’attrice, poiché le ha permesso di affermarsi ulteriormente a livello nazionale arrivando a vincere diversi premi per la sua interpretazione. In particolare, le venne conferito dalla stampa internazionale il prestigioso Globo d’Oro come miglior attrice rivelazione. Fu l’unica del ricco cast a ricevere tale premio.

Nicole Grimaudo in Non è la Rai

3. Sostenne un provino per caso. All’età di 15 anni l’attrice si ritrova a Roma per fare visita alle sorelle, le quali frequentavano l’Università lì. Girando per la capitale, la madre decide di accompagnarla ad un provino per il programma Non è la Rai, al quale la Grimaudo decise di partecipare desiderosa di vedere Cinecittà. Il provino andò poi particolarmente bene, e così la giovane si ritrovò a partecipare al programma, diventando una delle ragazze più amate di questo. In diverse occasioni, ebbe anche l’occasione di condurre diverse puntate di questo.

2. Ha dovuto imparare a rimanere “con i piedi per terra”. Grazie al successo derivato da Non è la Rai, l’attrice divenne in breve tempo una vera e propria celebrità, con numerosi fan al suo seguito. Per lei, all’epoca giovanissima, fu un’esperienza unica e allo stesso tempo travolgente. La Grimaudo ha in particolare ricordato l’episodio di un ragazzo che si tatuò il suo nome sulla fronte. Una fama come questa poteva essere pericolosa, ma come affermato dall’attrice, grazie al supporto della famiglia ha potuto viverla mantenendo i piedi per terra.

Nicole Grimaudo: età e altezza

1. Nicole Grimaudo è nata a Caltagirone, in Sicilia, Italia, il 22 aprile del 1980. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Val Kilmer: 10 cose che non sai sull’attore

Val Kilmer: 10 cose che non sai sull’attore

Diventato famoso per il suo sguardo sexy e glaciale, Val Kilmer è stato uno dei Batman più amati del grande schermo. La sua è stata una carriera lunghissima, fatta di alti e bassi e di tanti successi.

Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Val Kilmer, ripercorrendo tutte le tappe più importanti della sua carriera.

Val Kilmer film: gli inizi della sua carriera

10. Nato a Los Angeles, in California, Stati Uniti, Val Edward Kilmer è il secondo di tre figli. Dopo il divorzio dei suo genitori, a otto anni Val si trasferisce a San Fernando Valley con il padre, il fratello maggiore Mark e il fratello minore Wesley, mentre la madre si trasferisce in Arizona e inizia a lavorare come hostess.

Ma la vita a San Fernando Valley per Val diventa un vero incubo. Nel 1977 suo fratello minore muore annegato a soli 15 anni e nel 1993 tocca a suo padre, che viene a mancare quando Val ha poco più di trent’anni.

Val Kilmer, Meg Ryan, Kyle MacLachlan, and Frank Whaley in The Doors
Val Kilmer, Meg Ryan, Kyle MacLachlan e Frank Whaley in The Doors – Fonte: IMDB

9. E’ proprio in questo periodo molto difficile della sua vita, dopo la morte del fratello Wesley, che Val Kilmer si avvicina alla Chiesa Cristiano Scientista. Oltre a frequentare lo stesso liceo di Kevin Spacey e Mare Winningham, dopo il diploma, Val viene accettato alla Julliard School, famosa scuola di arte drammatica. Qui Kilmer studiare recitazione e comincia a sperimentare con il suo talento.

Durante i suoi anni alla Julliard, Val Kilmer si unisce alla compagnia teatrale, scrivendo e recitando in vari spettacoli. Grazie al suo talento di attore e giovane autore, viene notato dal regista Francis Ford Coppola che, nel 1983, gli offre una parte nel film I Ragazzi della 56a Strada, ruolo che Val rifiuta per non abbandonare il suo gruppo di teatro.

Val Kilmer nel film The Doors
Val Kilmer nel film The Doors – Fonte: IMDB

Quello stesso anno, partecipa a uno spettacolo a Broadway, dal titolo The Slab Boys, insieme a Kevin Bacon e Sean Penn e in più appare in un episodio della serie tv ABC Afternoon Specials al fianco di Michelle Pfeiffer. Ispirato dall’incontro con la giovane Michelle, qualche anno più tardi Val Kilmer pubblica un suo libro di poesie dal titolo My Edens After Burns, attualmente in vendita su Amazon per quasi 2500 euro.

Val Kilmer filmografia

8. Finalmente nel 1984 Val Kilmer debutta al cinema all’età di 24 anni nel film Top secret!, commedia diretta da Jim Abrahams, David Zucker e Jerry Zucker. Nel film Val interpreta il ruolo del protagonista, Nick Rivers, una star del rock americano che per sbaglio viene invitato a un festival musical nella Germania Est, in pieno clima di Guerra Fredda.

A quel primo film, negli anni ottanta, ne seguirono molti altri. In questo periodo Val Kilmer recita in Scuola di Geni (1985), Willow (1988), Killing Me Again (1989) e ovviamente Top Gun (1985).

 

7. Diretto da Tony Scott e prodotto dal grande Jerry Bruckheimer, Top Gun è un film d’azione divenuto un vero e proprio cult del cinema degli anni ottanta. Val Kilmer in Top Gun interpreta il pilota Tom “Iceman” Kazinsky, e recita al fianco di Tom Cruise e Anthony Edwards.

 

Val Kilmer, Rick Rossovich, Whip Hubley, and Barry Tubb in Top Gun
Val Kilmer, Rick Rossovich, Whip Hubley e Barry Tubb in Top Gun – Fonte: IMDB

7. Diretto da Tony Scott e prodotto dal grande Jerry Bruckheimer, Top Gun è un film d’azione divenuto un vero e proprio cult del cinema degli anni ottanta. Val Kilmer in Top Gun interpreta il pilota Tom “Iceman” Kazinsky, e recita al fianco di Tom Cruise e Anthony Edwards.

Tom Cruise, Val Kilmer, Tom Skerritt, Rick Rossovich, and Adrian Pasdar in Top Gun
Tom Cruise, Val Kilmer, Tom Skerritt, Rick Rossovich e Adrian Pasdar in Top Gun – Fonte: IMDB

Il film racconta la storia di Pete ‘Maverick’ Mitchell (Tom Cruise), pilota della marina militare americana, scelto insieme al suo Navigatore Nick ‘Goose’ Bradshaw (Anthony Edwards) a partecipare alla famosa e prestigiosa scuola Top Gun. La pellicola di Tony Scott segue tutte le fasi della formazione di Mavercik, dal durissimo addestramento fino al fatale incidente durante le esercitazioni e l’abbattimento degli aerei nemici. A movimentare i mesi di duro lavoro di Maverick ci sono i suoi compagni di viaggio e una storia d’amore molto speciale con una delle sue istruttrici, Charlotte “Charlie” Blackwood (Kelly McGillis).

Val Kilmer in Batman Forever

6. Negli anni novanta, Val Kilmer gira numerosi film tra cui The Doors (1991), Cuore di Tuono (1992), Una Vita al Massimo (1993), Una Bionda Tutta d’Oro (1993), Tombstone (1993), Le Ali del Coraggio (1995), Heat (1995) e ovviamente Batman Forever.

Terzo capitolo in ordine cronologico nella “saga” dei film dell’uomo pipistrello, Batman Forever, diretto nel 1995 da Joel Schumacher, segna la svolta nella carriera di Val Kilmer.

Val Kilmer and Pat Hingle in Batman Forever
Val Kilmer e Pat Hingle in Batman Forever – Fonte: IMDB

Nel film siamo in una Gotham City funestata dall’arrivo di due nuovi malvagi criminai, Due Facce e l’Enigmista. Il primo è l’ex procuratore distrettuale Harvey Dent (Tommy Lee Jones) ferito da un getto d’acido che ha lasciato il suo volto deturpato; mentre il secondo è Edward Nygma (Jim Carrey), ex dipendente della Wayne Enterprises, nonché inventore di uno strano apparecchio chiamato The Box, capace di manipolare le onde cerebrali delle persone. Entrambi hanno giurato di distruggere Gotham City, la città che li ha fagocitati e poi risputati, e di vendicarsi di Batman.

Val Kilmer in Batman Forever
Val Kilmer in Batman Forever – Fonte: IMDB

Non sapendo come fermare questi due inarrestabili criminali, il detective James Gordon (Pat Hingle) chiede aiuto all’Uomo Pipistrello che, per l’occasione potrà avvalersi di un aiuto in più. Si tratta di Robin, alias Dick Grayson (Chris O’Donnell), giovane protetto di Bruce Wayne la cui famiglia è stata decimata dal perfido Due Facce. Il ragazzo, aiutato dal maggiordomo di casa Wayne, Alfred (Michael Gough), si trasforma in Robin, un secondo giustiziere mascherato, correndo in soccorso di Batman.

Jim Carrey and Tommy Lee Jones in Batman Forever
Jim Carrey e Tommy Lee Jones in Batman Forever – Fonte: IMDB

Il film, pur non essendo all’altezza dei primi due capitoli della saga, Batman e Batman Il Ritorno, entrambi diretti da Tim Burton, diventa comunque un grande successo e quell’anno porta a casa ben tre candidature agli Oscar per miglior fotografia, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro.

Val Kilmer in Il Santo

5. Gli anni novanta continuano senza sosta per Val Kilmer che continua a passare da un progetto a un altro. In questo periodo l’attore recita in film come Heat – La Sfida (1995), Dead Girl (1996), L’Isola Perduta (1996), Spiriti nelle Tenebre (1996), A Prima Vista (1999), Joe The King (1999) e in ultimo Il Santo.

Diretto da Phillip Noyce nel 1997, Il Santo è un film d’azione diventato negli anni un vero cult di genere. Il suo protagonista è ispirato al personaggio letterario di Simon Templar, detto appunto il Santo, nato nel 1928 dalla penna di Leslie Charteris con il romanzo giallo Meet The Tiger.

Val Kilmer and Elisabeth Shue in The Saint
Val Kilmer e Elisabeth Shue in The Saint – Fonte: IMDB

Il film racconta la storia di Simon Templar (Val Kilmer), un ladro molto astuto e dai modi sofisticati che opera su scala internazionale ed è in grandi di depistare chiunque lo insegua grazie alla sua straordinaria abilità nel cambiare identità.
Lavorando su commissione, Simon è veloce e non commette errori e passa continuamente da un lavoro all’altro viaggiando per il mondo. In uno dei suoi lavori sotto falso nome incontra la dottoressa Emma Russell (Elisabeth Shue) che travolgerà la sua perfetta routine criminale.

4. Negli anni duemila Val Kilmer continua la sua scalata dell’impero hollywoodiano, un film alla volta. Tra i suoi progetti più importanti ricordiamo Pollock (2000), The Missing (2003), Nella Mente del Serial Killer (2004), Alexander (2004), Kiss Kiss Bang Bang (2006), Conspiracy (2008), ll cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans (2009), MacGruber (2010) – commedia in cui recita al fianco di Will ForteMister Vendetta (2010), Twixt (2011), Wyatt Earp – La Leggenda (2012), Song to Song (2017), L’uomo di neve (2017) e ovviamente Top Gun: Maverick (2020).

Val Kilmer in Top Gun 2

3. A distanza di trentacinque anni dal primo film Val Kilmer nel 2020 si trova nuovamente a interpretare il ruolo di Tom “Iceman” Kazinsky nel sequel di Top Gun, dal titolo Top Gun – Maverick.

Jennifer Connelly and Tom Cruise in Top Gun - Maverick
Jennifer Connelly and Tom Cruise in Top Gun – Maverick – Fonte: IMDB

A più di trent’anni dalla scomparsa di Goose, suo compagno di volo, Maverick (Tom Cruise) è diventato uno dei nuovi istruttori della scuola di piloti Top Gun. Tra le nuove reclute dell’accademia, trova anche Bradley (Miles Teller), figlio del defunto Goose, che cerca di diventare pilota proprio come suo padre. Sarà quindi compito di Maverick addestrarlo e fargli da mentore durante la sua formazione.

Al cast del film, diretto da Joseph Kosinski, oltre a Tom Cruise e Val Kilmer che riprendono i loro vecchi ruoli, si aggiungono anche Miles Teller, Jennifer Connelly, Glen Powell e il grande Ed Harris.

Miles Teller in Top Gun - Maverick
Miles Teller in Top Gun – Maverick – Fonte: IMDB

Nonostante le riprese di Top Gun – Maverick siano finite ormai già lo scorso anno, a causa della pandemia di Corona Virus ancora in corso, l’uscita del film, prevista per il 2020, è stata posticipata di un altro anno, al 2 luglio del 2021.

Val Kilmer e la malattia: lotta contro il cancro

2. Guardando alla carriera di Vale Kilmer dagli inizi ad oggi, si nota una sostanziale discrepanza in termini quantitativi tra gli anni ottanta-novanta e gli anni duemila. La carriera dell’attore ‘losangelino’ ha infatti subito un rallentamento causato da una terribile malattia.

Nel 2014, a Val Kilmer è stato diagnosticato un tumore aggressivo alla gola, notizia che lo stesso attore ha reso nota via social. Così come racconta nel suo libro di memoria, dal titolo I’m Your Huckleberry, l’attore aveva disturbi alla gola già da tempo, segnali che ha trascurato fino quasi al punto di non ritorno. Una notte, infatti, racconta di essersi svegliato all’improvviso iniziando a tossire sangue; dopo aver chiamato il 911 è stato portato in ospedale dove gli esami hanno evidenziato una massa cancerosa proprio alla gola.

Val Kilmer ha combattuto per anni quel cancro così aggressivo affidandosi alla medicina e alla chemioterapia ma anche alla preghiera; l’attore è sempre stato molto religioso e crede siano state proprio le costanti preghiere sue e dei suoi cari a farlo guarire. Oggi Val Kilmer, all’età di sessant’anni, ha l’aspetto segnato dal tempo e dalle sofferenze causate dalla malattia, eppure continua a lottare e a fare quello che gli riesce meglio, recitare.

1. Per restare sempre aggiornati sulla vita professionale e privata di Val Kilmer, seguite il suo profilo Instagram ufficiale.

 

Fonte Wiki, IMDB, Il Giornale

Demet Özdemi: 10 cose che non sai sull’attrice

Demet Özdemi: 10 cose che non sai sull’attrice

Il pubblico italiano, sempre più appassionato di serie tv, fiction e soap opera straniera, sembra avere una nuova eroina televisiva. Si tratta dell’attrice turca Demet Özdemi conosciuta per aver interpretato il ruolo della protagonista in alcune serie di successo come DayDreamer, al fianco di Can Yaman.

Ma adesso scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere su Demet Özdemi.

Demet Özdemi biografia

10. Nata a İzmit, in Turchia, il 26 febbraio del 1992, Demet Özdemi viene da una famiglia di origini miste. Sua nonna emigrò dalla Bulgaria alla Turchia quando era ancora giovane per poi trasferirsi nuovamente, insieme a suo fratello, in Germania.

Dopo il divorzio dei suoi genitori, all’età di sette anni, Demet, la più piccola di tre figli, si trasferisce a Istanbul con la madre, il fratello Volkan e la sorella Derya.

9. Attratta da sempre dal mondo dell’intrattenimento, inizia da piccola a studiare danza. Per Demet, anche in età adulta, questa disciplina, più che un lavoro è una vera e propria espressione artistica ed emotiva. La sua carriera nello mondo dello spettacolo inizia, infatti, proprio come ballerina.

8. Grazie alla danza, Demet ottiene il suo primo lavoro come ballerina della cantante pop turca Bengü Ergen, meglio conosciuta solo come Bengü. In questo periodo partecipa anche alla realizzazione del video musicale della cantante, dal titolo Hodri Meydan.

Questo ingaggio le dà molta visibilità e le procura nuove opportunità lavorative. Successivamente, infatti, si unisce ai ballerini del gruppo Efes Kizlari, una crew di ballo tutta al femminile il cui look strizza l’occhio a quello alle cheerleader americane.

7. Il talento di Demet non passa inosservato e in breve tempo la sua carriera di ballerina prende il volo. Qualche anno dopo, infatti, la vediamo tra il corpo di ballo del video musicale Ateş Et Ve Unut di Mustafa Sandal, popolare cantante turco.

Demet Özdemi serie tv

6. Dopo aver lavorato per anni come ballerina, Demet Özdemi decide a un certo punto di cambiare ambiente lavorativo e di provare a intraprendere la carriera di attrice. Il suo primo ingaggio televisivo risale solo al 2013 quando viene scelta da Fox Turchia per la serie Sana Bir Sir Verecegim.

Demet Özdemi in Sana Bir Sir Verecegim
Demet Özdemi in Sana Bir Sir Verecegim – Fonte: IMDB

La serie, una sorta di supernatural teen drama, racconta la storia di Aylin (Demet Özdemi) e Tilki (Ekin Koç), due ragazzi dotati di poteri sovrannaturali. Aylin può controllare l’elettricità e servirsene come arma, mentre Tilki ha il dono dell’invisibilità. Ma questi poteri causano non pochi problemi ai ragazzi che vorrebbero solo condurre una vita normale; i due infatti non possono avere nessun contatto diretto, non possono abbracciarsi né tanto meno baciarsi, limitazioni che rendono frustrante il loro rapporto.

5. L’anno successivo al suo debutto televisivo, Demet ottiene una parte seppur minore in un’altra serie tv turca dal titolo Kurt Seyit ve Sura, andata in onda per 2 stagioni e 21 episodi dal 2014 al 2015.

Demet Ozdemir
Kivanç Tatlitug e Farah Zeynep Abdullah in Kurt Seyit ve Sura – Fonte: IMDB

La serie racconta della drammatica ma intensa storia d’amore sbocciata tra Kurt Seyit (Kıvanç Tatlıtuğ), un maggiore dell’esercito e Sura (Farah Zeynep Abdullah), una ragazza russa di nobili origini, durante la Prima Guerra Mondiale. A causa della rivoluzione russa, i due amanti sono costretti a lasciarsi le loro rispettive vite e famiglie alle spalle e fuggire verso Istanbul, in cerca di un porto sicuro.

Demet Özdemi in DayDreamer

4. Negli anni successivi, Demet continua la sua scalata nel mondo televisivo turco, partecipando a serie tv come Çilek Kokusu (2015) e Room Number: 309 (2016). Tuttavia, solo nel 2018, Demet raggiunge il vero successo quando viene scelta per il ruolo della protagonista nella serie DayDreamer – Le Ali del Sogno.

 

Demet Özdemir
Demet Özdemir e Can Yaman in DayDreamer – Fonte: IMDB

La serie racconta la storia di Sanem Aydin (Demet Özdemir), una ragazza che sogna di fare la scrittrice e di vivere alle Galapagos ma che, per sfuggire a un matrimonio combinato, inizia a lavorare in un’azienda pubblicitaria, insieme alla sorella Leyla (Öznur Serçeler), segretaria di Emre (Birand Tunca), secondogenito del capo Aziz (Ahmet Somers).

Demet Özdemir
Demet Özdemir e Can Yaman in DayDreamer – Fonte: IMDB

Mentre Emre è un uomo d’affari senza scrupoli, suo fratello maggiore Can Devit (Can Yaman) è il suo opposto; è un spirito libero e gira il mondo facendo il fotografo. Quando Aziz scopre di essere gravemente malato, richiama il figlio Can per affidargli le redini dell’azienda e l’arduo compito di scovare la talpa che vende informazioni private sulla compagnia alla sua concorrente. Essere spodestato dal fratello maggiore rende furioso Emre che farà di tutto per estromettere Can e continuare con i suoi loschi affari. Nel frattempo Sanem incontra Can e tra i due nasce un rapporto che presto diventa ben più profondo di una semplice collaborazione lavorativa…

La serie in Turchia è andata in onda per una sola stagione da 51 episodi, ognuno dei quali da 120-140 minuti. Dal 10 giugno 2020, DayDreamer è approdata anche qui in Italia, su Canale 5, ma con una differente divisione degli episodi che saranno 152 e da 40-50 minuti ciascuno.

Demet Özdemi per Pantene: curiosità e vita privata

3. Demet Özdemi in Italia è diventata famosa grazie alla serie tv di successo DayDreamer ma a quanto pare nella sua Turchia, l’attrice è una vera e proprio star. Come Chiara Ferragni in Italia, in Turchia, invece, Demet è diventata il nuovo volto ufficiale di Pantene.

A dicembre dello scorso anno è stato realizzato uno spot pubblicitario poi diventato virale.

https://www.youtube.com/watch?v=B0QlLqujjbA

2. Passiamo ora a un po’ di sano gossip. La vita sentimentale di Demet, come accade per quasi tutte le star del cinema e della televisione, è costantemente monitorata dai giornali scandalistici.

Sappiamo che l’attrice, fidanzata dal 2018 con l’attore e presentatore turco Seckin Ozdemir, ha interrotto da poco la sua relazione e cancellato ogni traccia del suo ex dai suoi account social.

Nonostante l’attrice non abbia fornito dettagli sulla rottura don Seckin, per alcuni il motivo di questo repentino cambio di rotta sarebbe imputabile a una ‘simpatica’ nata tra Demet e il suo collega Can Yaman. Entrambi gli attori, però, hanno più volte smentito chiarendo che tra loro c’è solo una bella amicizia. Ma quindi Demet Özdemi con chi è fidanzata? Al momento la sua vita sentimentale è avvolta nel mistero…

1. Se volete seguire le avventure sentimentali e professionali della bella e brava Demet Özdemi, vi consigliamo di seguire i suoi account social e in particolare il suo profilo Instagram, sempre aggiornato e pieno di contenuti interessanti.

 

Fonte: Wiki, IMDB

The Umbrella Academy 2: recensione della serie Netflix

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The Umbrella Academy 2: recensione della serie Netflix

La recensione di The Umbrella Academy 2 che state per leggere è, naturalmente, senza spoiler. Tornano il 31 luglio su Netflix i fratelli Hargreeves, i sette supereroi cresciuti dallo scienziato pazzo Reginald che formano il gruppo noto come The Umbrella Academy e nati dalla mente di Gerard Way e Gabriel Bá. La serie si conferma un buon prodotto di intrattenimento che riesce anche a mantenere una certa coerenza nello sviluppo dei personaggi, il che già rappresenta un elemento di grande valore, dato il livello medio dell’ultima produzione Netflix.

Ma andiamo con ordine. Alla fine della prima stagione, i nostri eroi si rendono conto che Vanya, Numero Sette, non è disarmata e senza poteri, come loro hanno sempre creduto. Tutt’altro! Alla fine della stagione Luther, Klaus, Diego, Allison e Ben, guidati da Numero Cinque, hanno dovuto far fronte proprio alla sua rabbia e all’esplosione del suo potere che causa l’Apocalisse. All’inizio della seconda stagione, i sette eroi, fratelli non di sangue ma per circostanza, si trovano catapultati negli anni Sessanta, ognuno in un anno diverso.

The Umbrella Academy 2 è ambientato negli anni Sessanta

Costretti a stare da soli, ognuno cerca di fare del proprio meglio con gli strumenti che ha. Solo Cinque si trova di fronte ad una terribile verità: il loro viaggiare indietro nel tempo causa la fine del mondo, letteralmente. Dopo aver assistito alla fine del mondo, il fratello Hargreeves rimasto bambino ma più scaltro degli altri, viaggia nel tempo per chiamare a raccolta la famiglia e cerare di impedire che questa seconda Apocalisse abbia luogo. Naturalmente niente è semplice per questa famiglia sui generis e anche il compito di Cinque viene reso difficile dalle personalità, le strade, gli approcci diversi che gli altri fratelli hanno adottato nel corso del tempo trascorso in solitudine in questo tempo a cui non appartengono.

The Umbrella Academy 2 spinge i protagonisti fuori dalla loro confort zone, ogni personaggio si trova da solo ad affrontare un mondo che non conosce e tutti trovano una loro dimensione, cercando di sfruttare il proprio dono o potere. Luther, che ha sempre cercato la guida di una figura paterna, profondamente ferito dal comportamento del padre nei suoi confronti, diventa una specie di combattente invincibile al soldo di un uomo senza scrupoli. Allison trova l’amore ma anche la vocazione civile, in un periodo storico, gli anni ’60 appunto, in cui la popolazione di colore non poteva vivere liberamente. Diego, votato all’eroismo, decide di impedire l’assassinio di Kennedy, con il risultato di farsi rinchiudere in una clinica psichiatrica, dove fa un incontro molto particolare. Klaus sfrutta la sua capacità di comunicare con i morti e fonda addirittura un culto al cui centro dell’adorazione c’è proprio lui. Vanya, vittima di una forte amnesia, trova rifugio presso una famiglia in una fattoria, dove si reinventa baby sitter ed instaura un legame speciale con la moglie e madre e con suo figlio, un bambino affetto da una forma grave di autismo. La nuova normalità di ognuno di loro viene turbata da Cinque, che come un uragano arriva a scuoterli dal loro torpore e a coinvolgerli nel tentativo disperato di salvare ancora una volta il mondo.

Gli eroi si svincolano dalla paternità di Reggie

The Umbrella Academy 2Profondamente diversa per ritmo e approccio rispetto al primo ciclo, The Umbrella Academy 2 si concentra principalmente sull’obiettivo unico e condiviso della squadra di eroi. Se in un primo momento i sei fratelli hanno dovuto affrontare la presa di coscienza della loro individualità, l’autodeterminazione del loro essere non solo una squadra il cui leader era l’eccentrico Reggie Hargreeves, ma anche singoli individui con un cuore e una testa, non definiti dai loro poteri ma dal loro essere persone a tutto tondo, la seconda stagione li mette nella condizione di ritrovare quello spirito di squadra e questa volta di farlo per scelta, non per imposizione da parte di un padre padrone che, sembra, non ha voluto loro mai davvero bene.

Chiaramente le storie che si fondano sui viaggi nel tempo pagano ad un certo punto il prezzo di paradossi temporali, loop, “errori” e accavallamenti di linee che potremmo anche fingere di non notare per gettarci anima e corpo dentro questa girandola di emozioni ed avvenimenti concentrata in soli 10 giorni, quelli che precedono l’omicidio di Kennedy. L’evento storico diventa il filo rosso intorno al quale gravitano gran parte delle scelte e delle decisioni prese dal gruppo, un evento tragico nella storia di un Paese che i nostri credono di dover impedire, dal momento che si trovano nella condizione di poter intervenire e “fare la cosa giusta”. Tuttavia si renderanno presto conto che il loro compito è un’altro e tra avversità, emozioni, sensazioni e conflitti riusciranno a trovare il modo e la motivazione per lavorare insieme e fare di nuovo gli eroi.

La squadra di The Umbrella Academy si conferma vincente

Come nella prima stagione, il cast di The Umbrella Academy si rivela vivace e in parte, con un occhio di riguardo verso Aidan Gallagher al quale viene affidato il personaggio più complesso e consapevole, Cinque, e una nota di demerito a Tom Hopper che sembra calcare troppo la mano su una presunta stupidità di Luther, in contrapposizione alla sua forza fisica. Grande rivincita invece per Diego e Ben, che acquistano uno spazio molto più importante nella trama generale, mentre il Klaus di Robert Sheehan perde un po’ del brio che aveva caratterizzato la sua presenza nella prima stagione, senza però perdere fascino. Sempre molto equilibrato e volitivo il personaggio interpretato da Emmy Raver-Lampman, la sua Allison è una donna solida e devota, coraggiosa e impegnata, con le idee chiare e il cuore al posto giusto. Sboccia definitivamente la timida Vanya di Ellen Page; a tutti gli effetti la superstar del cast della serie, era rimasta in ombra per la maggior parte della prima stagione per poi trovare il suo giusto spazio alla fine della stessa e nel corso di tutta la seconda.

Con una scrittura divertente, dei personaggi che non si prendono mai troppo sul serio e un ritmo coinvolgente, The Umbrella Academy 2 conferma la buona qualità della prima stagione, replicandone il finale aperto, agganciando la curiosità dello spettatore e fidelizzando il suo pubblico.

Ferzan Özpetek: 10 cose che non sai sul regista

Ferzan Özpetek: 10 cose che non sai sul regista

Considerato uno dei più interessanti registi attualmente operanti in Italia, Ferzan Özpetek ha negli anni conquistato sempre più lodi grazie ai suoi film ricchi di sentimenti e intrecci narrativi. Nato in Turchia ma naturalizzato italiano, il regista ha portato la propria cultura nel cinema del Bel Paese, dando vita ad un’unione particolarmente apprezzata da critica e pubblico. I suoi film, attesi con particolare entusiasmo, vantano sempre un cast di grandi attori, attraverso i quali Özpetek lascia trasparire i temi a sé cari.

Ecco 10 cose che non sai di Ferzan Özpetek.

Ferzan Ozpetek libri

Ferzan Özpetek: la sua filmografia

10. Ha scritto e diretto celebri lungometraggi. Dopo aver lavorato a lungo come aiuto regista, Özpetek debutta alla regia del suo primo film nel 1997 con Il bagno turco, con Alessandro Gassmann. Gira poi ad Istanbul il suo secondo lungometraggio, Harem Suare (1999), per poi dirigere i titoli Le fate ignoranti (2001), con Stefano Accorsi, La finestra di fronte (2003), con Giovanna Mezzogiorno, Cuore sacro (2004), Saturno contro (2007), con Pierfrancesco Favino, Un giorno perfetto (2008), con Isabella Ferrari, Mine vaganti (2010), con Riccardo Scamarcio, Magnifica presenza (2012), con Elio Germano, Allacciate le cinture (2014), con Kasia Smutniak, Rosso Istanbul (2017), Napoli velata (2017), con Alessandro Borghi, e La dea fortuna (2019), con Edoardo Leo.

9. Ha diretto i videoclip di celebri cantanti. Oltre al cinema, Özpetek ha portato la propria passione per la regia anche nella direzione di alcuni recenti videoclip per i brani di noti cantanti italiani. Il primo di questi è per la canzone È l’amore, del 2016, di Mina e Adriano Celentano, per il quale ha svolto le riprese in Turchia. Ha poi realizzato il videoclip per Luna diamante, cantata da Mina e Ivano Fossati, brano presente nel suo ultimo film, La dea fortuna. Nel marzo del 2020 ha invece firmato la regia del video di Ho amato tutto, brano presentato da Tosca al Festiva di Sanremo.

8. È stato aiuto regista di Massimo Troisi. Nella sua formazione Özpetek vanta una collaborazione con il celebre Massimo Troisi. Il suo primo lavoro nel cinema fu infatti quello di aiuto regia per la commedia Scusate il ritardo (1982). Negli anni successi ha continuato a formarsi collaborando con altri noti nomi del cinema italiano, come Maurizio Ponzi, Sergio Citti e Francesco Nuti. Nel 1996 collabora con Ricky Tognazzi per il film Vite strozzate, che sarà il suo ultimo lavoro come aiuto regista. L’anno seguente, infatti, Özpetek debutta alla regia del suo primo lungometraggio.

Ferzan Özpetek: i suoi libri

7. Ha scritto diversi libri. Parallelamente alla carriera cinematografica, il regista ha continuato a coltivare anche la passione per la scrittura. Dopo aver firmato le sceneggiature dei suoi film, nel 2013 debutta con il suo primo romanzo, intitolato Rosso Istanbul e pubblicato con Mondatori. Dato il buon successo di questo, Özpetek porta avanti tale attività dando vita nel 2015 a Sei la mia vita. Dopo una pausa di cinque anni, nel 2020 pubblica il suo nuovo romanzo, intitolato Come un respiro, thriller incentrato sulla misteriosa figura di una donna fuggita anni prima dall’Italia e ora tornata con indicibili segreti.

6. Ha tratto un film dal suo primo romanzo. Nel 2017 il regista realizza un adattamento cinematografico del suo primo romanzo, Rosso Istanbul. Questo è l’occasione per tornare a girare nella sua terra natale, con attori del luogo e nella lingua turca. La storia del film, che segue fedelmente il romanzo, è incentrata sulle peripezie di un giovane alle prese con un celebre regista turco e i preparativi per il suo nuovo film. A partire da questo, però, il giovane si troverà a dove fare i conti con il proprio passato e con quella terra lasciata tanti anni prima.

Ferzan Ozpetek La dea fortuna

Ferzan Özpetek: chi è il suo compagno

5. Ha sposato il suo compagno di lunga data. Özpetek è notoriamente riservato circa la propria vita privata, ma è noto che dai primi anni del 2000 vive una relazione con Simone Pontesilli, che definisce il suo “compagno di vita”. Di questi si sa ben poco, essendo una personalità schiva, non presente sui social e lontana dai riflettori dello spettacolo. I due, dopo anni di relazione, hanno infine deciso di unirsi civilmente il 27 settembre del 2016, nella sala consiliare del Campidoglio di Roma.

4. Ha dedicato a lui diverse opere. A testimoniare il forte legame che li lega, Özpetek ha negli anni dedicato al compagno alcune delle sue opere. Prima è venuto il romanzo Sei la mia vita, interamente incentrato su di lui, e il cui titolo trae ispirazione proprio da un messaggio che l’uomo inviò al regista. In seguito, invece, gli ha dedicato il suo ultimo film La dea fortuna, ambientato nel comune di Palestrina, di cui Pontesilli è originario.

Ferzan Özpetek dirige La dea fortuna

3. Ha raccontato una storia molto personale. Nell’approcciarsi al suo nuovo film, il regista di origini turche ha dichiarato di aver voluto realizzare un’opera estremamente personale, riponendo in essa tutta la sua vita e il suo mondo. Per realizzare La dea fortuna ha infatti cercato di eliminare da sé ogni timore logico, lasciandosi andare all’emozione e all’imprevedibilità dell’evoluzione del progetto. Così facendo, ha raccontato di essere riuscito ad emozionare prima di tutto sé stesso, capendo di essere riuscito a gestire al meglio il progetto.

2. Voleva costruire una storia sul destino. La scelta del titolo del film è un rimando al Santuario della Fortuna Primigenia, che si trova a Palestrina. Il regista ha raccontato di aver scelto tale titolo per la volontà di raccontare una storia sulla fortuna e il destino di tutti i giorni. Özpetek ha infatti raccontato come questo influenzi molto le vite di ognuno di noi, e partendo da tale influenza ha costruito le storie dei suoi personaggi, guidate o meno da tale concetto filosofico.

Ferzan Özpetek: le frasi più belle dei suoi film

1. I suoi film sono ricchi di frasi poetiche. Dotato di grande sensibilità, Özpetek è noto anche per le poetiche frasi scritte per i personaggi dei suoi film. Da scrittore, infatti, ha affermato di curare molto questo aspetto, ricercando le parole migliori per descrivere le emozioni e farle nascere nello spettatore. Ecco alcune delle frasi più belle tratte dai suoi film:

Non devi avere paura di lasciare, perché quello che conta non ti lascia mai. (Mine vaganti)

Resta così, non ti svegliare. Finché dormi sei il mio segreto, da sveglio sarai vero e di tutti. (Magnifica presenza)

La memoria costituisce la nostra più vera identità, ci aiuta a capire chi siamo e anche chi saremo. (La finestra di fronte)

L’unico modo per smettere un vizio è iniziarne un altro. (Saturno contro)

Fonte: IMDb

 

 

Filippo Nigro: 10 cose che non sai sull’attore

Filippo Nigro: 10 cose che non sai sull’attore

Tra gli attori italiani più validi della nuova generazione, Filippo Nigro è senza dubbio uno dei pià amati sia dal pubblico che dalla critica. Molto attivo sia al cinema che in televisione, è riuscito con il suo talento a fare breccia nel cuore di molti spettatori.

Ma scopriamo insieme adesso tutto quello che c’è da sapere su Filippo Nigro e la sua incredibile carriera.

Filippo Nigro serie tv

10. Nato a Roma il 3 dicembre del 1970, Filippo Nigro è rimasto nella Capitale per tutta la durata dei suoi studi. Dopo il liceo si iscrive all’università La Sapienza dove studia Storia Medievale; successivamente però si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia per studiare recitazione. Qui finalmente trova la sua dimensione e gode di un’insegnante d’eccezione, la grande Lina Wertmuller.

9. I suoi primi passi nel mondo dello spettacolo risalgono agli anni novanta quando inizia a lavorare in televisione in varie serie tv e soap opera come I Ragazzi del Muretto (1992), Un Posto Al Sole (1996), La Dottoressa Giò (1997-1998) e Il Maresciallo Rocca (1998).

Filippo Nigro in RIS Delitti Imperfetti
Filippo Nigro in RIS Delitti Imperfetti

Ma il primo ingaggio televisivo importante arriva nel 2005 quando viene scelto nel cast della serie tv crime RIS – Delitti Imperfetti.

La serie, andata in onda dal 2005 al 2009 per 5 stagioni e 89 episodi, racconta la storia reparto investigazioni scientifiche dei Carabinieri di Parma. In ogni episodio la squadra del Capitano Riccardo Venturi (Lorenzo Flaherty), cerca di risolvere intricati delitti partendo dalle prove sulla scena del crimine.

Filippo Nigro in Suburra – La Serie

8. Dopo il grande successo di RIS – Delitti Imperfetti, nel 2017 il bel Filippo dagli occhi azzurri entra a far parte del cast della fortunata serie Suburra.

Filippo Nigro in Suburra - La Serie
Filippo Nigro in Suburra – La Serie

Distribuita in Italia da Netflix, la serie è ambientata a Roma nel 2008, anno delle dimissioni del sindaco e soprattutto anno di lotte e contrattazioni illecite per l’assegnazione degli appalti per la costruzione del Porto turistico di Ostia. Ci sono molti interessi in ballo e non solo dal punto di vita edilizio; quello di Ostia è infatti un punto strategico per il traffico di droga a cui la criminalità organizzata non vuole rinunciare.

Nella serie, tra tanti criminali e personaggi poco raccomandabili, Filippo Nigro interpreta Amedeo Chinaglia, uno dei pochi politici onesti in circolazione nonché membro della Commissione Edilizia, incorruttibile e idealista.

7. Contemporaneamente a Suburra Filippo Nigro nel 2018 lavora anche ad un altro progetto televisivo che ha fatto strage di ascolti. Si tratta della serie I Medici – Lorenzo Il Magnifico, una mega produzione italo-britannica, in cui Filippo interpreta Luca Soderini, recitando al fianco di attore come Richard Madden, Dustin Hoffman, Sean Bean, Alessandro Preziosi, Raoul Bova, Alessandra Mastronardi e molti altri ancora.

Filippo Nigro Film

6. La carriera di Filippo Nigro, tuttavia, non si limita solo alla televisione. L’attore, attivo sul grande schermo sin dagli anni novanta, partecipa a tantissimi film di successo come ad esempio Le Fate Ignoranti di Ferzan Ozpetek (2011), regista con il quale instaura un rapporto lavorativo assai duraturo.

Filippo Nigro in Le Fate Ignoranti
Filippo Nigro in Le Fate Ignoranti – Fonte: IMDB

Il film dell’ormai lontano 2011, racconta la storia di una donna, Antonia (Margherita Buy), affranta per la prematura morte del marito che scopre pian piano una lunga serie di segreti. Non solo scopre che il suo defunto consorte aveva un amante uomo, Michele (Stefano Accorsi), ma che per anni le ha nascosto tutto un mondo fatto di libertà sessuale, personaggi bizzarri e pieno di vita.

5. Due anni dopo il successo de Le Fate Ignoranti, Ozpetek arruola nuovamente Filippo Nigro per il suo nuovo film dal titolo La Finestra di Fronte.

Filippo Nigro nel film La Finestra di Fronte
Filippo Nigro nel film La Finestra di Fronte

Il film racconta la storia di Giovanna (Giovanna Mezzogiorno) e Filippo (Filippo Nigro), una giovane coppia di sposi in crisi che un giorno incontra un uomo vecchio e solo che sembra aver perso la memoria. I due decidono di ospitare l’uomo e aiutarlo a ritrovare la strada di casa. In soccorso di Giovanni arriva Lorenzo (Raoul Bova), un giovane bancario che vive di fronte e che la donna spia in segreto da mesi. Ben presto Giovanna capisce che la sua cotta verso Lorenzo è ricambiata e tra i due comincia una breve ma intensa relazione.

La Finestra di Fronte, divenuto poi un classico del cinema italiano e uno dei film di Ozpetek più amati dal pubblico, nel 2003 fa strage di premi a porta a casa ben quattro David di Donatello.

Filippo Nigro Filmografia

4. Negli anni successivi la carriera di Filippo Nigro nel cinema prosegue con film come A Luci Spente (2004), Ho voglia di te (2007), Amore, bugie e calcetto (2008) Un gioco da ragazze (2008), Diverso da chi (2009), Dalla vita in poi  (2010), E La chiamano estate (2012), In fondo al bosco (2015), La dea fortuna (2019) – diretto da Ferzan Özpetek – e in ultimo The Book of Vision (2020).

Filippo Nigro
Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Filippo Nigro, Jasmine Trinca, Serra Yilmaz e Sara Ciocca in La dea fortuna – Fonte: IMDB

3. Continua i sodalizio artistico tra Filippo Nigro e il regista Ferzan Ozpetek. L’attore infatti partecipa nel 2019 al film La Dea Fortuna, con Edoardo Leo, Stefano Accorsi e Jasmine Trinca.

Il film racconta la storia di Arturo (Stefano Accorsi) e Alessandro (Edoardo Leo), insieme ormai da più di quindici anni. Arturo è un traduttore mentre Alessandro lavora come idraulico; tra i due ormai le cose non funzionano più e quella che sembrava una crisi passeggera potrebbe invece essere la fine del loro rapporto. Le cose però cambiano quando Annamaria (Jasmine Trinca), una loro amica, chiede a entrambi di occuparsi dei suoi figli. Questo inaspettato tuffo nella paternità forzata, stravolgerà le carte in tavola.

Filippo Nigro è su Instagram

2. Come tantissimi attori, anche Filippo Nigro è una persona molto riservata e preferisce tenere privati alcuni dettagli della sua vita. Tra le informazioni già conosciuto riguardo il suo privato, sappiamo che l’attore è sposato ormai da tanti anni con Gina Gardini, una produttrice cinematografica.

La coppia ha tre figli, Alessandro di 11 anni, Olivia di 5 anni e Claudio di 3 anni, ma pare che anni fa la povero Gina abbia perso un bambino intorno a settimo mese di gravidanza. La tragedia, seguita da un lungo periodo di lutto e isolamento, non è riuscita però a distruggere la coppia oggi più salda che mai.

1. Se volete essere sempre aggiornati sulla vita privata e professionale di Filippo Nigro, seguiti i suoi account social, Instagram, Facebook e Twitter.

Fonte: Wiki, IMDB

Benjamin Bratt: 10 cose che non sai sull’attore

Benjamin Bratt: 10 cose che non sai sull’attore

Con una carriera divisa tra il cinema e la televisione, Benjamin Bratt ha negli anni costruito la sua fama recitando in noti titoli per il grande e il piccolo schermo, guadagnando le lodi della critica e del pubblico. Ad oggi, viene in particolare apprezzato per i suoi ruoli action, ma grazie alla versatilità sfoggiata negli anni, Bratt ha potuto ricoprire ruoli sempre diversi e sempre con grande naturalezza.

Ecco 10 cose che non sai di Benjamin Bratt.

Benjamin Bratt moglie

Benjamin Bratt: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore inizia a farsi notare al cinema grazie ai film Patto di sangue (1993), Sotto il segno del pericolo (1994) e Sai che c’è di nuovo? (2003). Negli anni seguenti ha poi guadagnato sempre maggior popolarità grazie a titoli come Catwoman (2004), con Halle Berry, The Great Raid – Un pugno di eroi (2005), L’amore ai tempi del colera (2007), con Javier Bardem, Trucker (2008), Snitch – L’infiltrato (2013), Un poliziotto ancora in prova (2016), con Kevin Hart, Special Correspondents (2016), di Ricky Gervais, The Infiltrator (2016), Doctor Strange (2016), con Benedict Cumberbatch, e La fratellanza (2017).

9. È noto per i suoi ruoli televisivi. Parallelamente all’attività per il grande schermo, Bratt recita anche per la televisione, dove ha dato vita ad alcuni dei suoi personaggi più noti. Il primo di questi è il detective Ray Curtis di Law & Order – I due volti della giustizia (1995-2009). In seguito, ha recitato anche nelle serie E-Ring (2005-2006), The Cleaner (2008-2010), Modern Family (2010-2020), Private Practice (2011-2013), con Caterina Scorsone, e in 24: Live Another Day (2014), con Keifer Sutherland.

8. È anche doppiatore. Negli ultimi anni l’attore si è distinto anche per la sua attività di doppiaggio. Ha infatti prestato la propria voce per alcuni noti film d’animazione. Tra questi si annoverano Piovono polpette (2009) e Piovono polpette 2 – La rivincita degli avanzi (2013), dove interpreta Manny, Cattivissimo Me 2 (2013), nel ruolo di El Macho, e Coco (2017), il film della Pixar premiato con l’Oscar al miglior film d’animazione, dove Bratt dà voce al personaggio di Ernesto de la Cruz.

Benjamin Bratt è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 218 mila persone. All’interno di questo egli è solito condividere in prevalenza immagini o video promozionali dei suoi progetti futuri come interprete. Diverse a riguardo sono anche le foto di backstage scattate sui set a cui ha preso parte. Non mancano però anche diversi post relativi a luoghi visitati o momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Molto presenti sono inoltre le immagini legate alla sua famiglia.

Benjamin Bratt: chi è sua moglie

6. Ha sposato un’attrice. Nell’aprile del 2002 Bratt si sposa per la prima volta con l’attrice Talisa Soto, con cui aveva una relazione dal 2001. I due si erano però conosciuti per la prima volta durante i provini per il film Patto di sangue. Da quel momento, rimasti in contatto, si sono frequentati di tanto in tanto, arrivando però a concretizzare la loro relazione soltanto durante le riprese del film Piñero. La coppia ha ad oggi due figli, nati rispettivamente nel 2002 e nel 2005, di cui si possono ritrovare alcune foto sul profilo Instagram dell’attore.

Benjamin Bratt Modern Family

Benjamin Bratt e Julia Roberts

5. Ha avuto una relazione con la celebre attrice. A partire dal 1998, Bratt ha avuto una relazione con l’attrice Julia Roberts. I due, molto legati, si sono ben presto affermati come una delle coppie più in voga ad Hollywood, e fu proprio lui ad accompagnare la Roberts alla cerimonia dei premi Oscar nel 2001, dove lei vinse il premio come miglior attrice. In quello stesso anno, tuttavia, i due hanno annunciato la loro separazione, senza chiarire il motivo di tale decisione.

Benjamin Bratt in Modern Family

4. Ha interpretato un ruolo ricorrente. Nel corso della celebre sit-comedy Modern Family, l’attore ha partecipato a diversi episodi nel ruolo di Javier, l’ex marito di Gloria e il padre biologico di Manny. Questi ha fatto la sua prima comparsa nell’episodio Up All Night, l’undicesimo della prima stagione, ed è apparso negli anni in un totale di sei episodi, ovvero Lifetime Supply, Flip Flop, Patriot Games, The Graduates e Dead on a Rival, dell’undicesima stagione.

3. Ha sostituito un altro attore per il ruolo. Originariamente, il ruolo di Javier avrebbe dovuto essere interpretato dall’attore Alfred Molina. Tuttavia, poiché i produttori desideravano dare al personaggio delle origini sudamericane, il casting di questo venne ripensato, e la parte andò infine a Bratt, il quale avendo origini peruviane corrispondeva meglio al profilo del personaggio.

Benjamin Bratt in Law & Order

2. Ha ricevuto una nomination ai premi Emmy. Nel 1999 Bratt ottiene una nomination agli Emmy Awards come miglior attore non protagonista. Diventa così uno degli unici cinque interpreti principali della serie a ricevere tale riconoscimento. Tuttavia, ciò non fece cambiare idea all’attore circa la sua volontà di lasciare la serie, desideroso di lavorare maggiormente per il cinema. Tornerà però a recitare in un episodio della serie nel 2009, apparendo come guest star.

Benjamin Bratt: età e altezza

1. Benjamin Bratt è nato a San Francisco, in California, Stati Uniti, il 16 dicembre del 1963. L’attore è alto complessivamente 187 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Horror: 10 villain ispirati a persone realmente esistite

Horror: 10 villain ispirati a persone realmente esistite

I film horror hanno molteplici influenze. Alcuni sono basati su leggende, come le classiche storie di lupi mannari, vampiri e zombi. Altri, invece, sono basati sulla fervida ed iperattiva immaginazione degli sceneggiatori. Eppure, ci sono molti film horror che si basano su persone realmente esistite, in alcuni casi ancora più spaventose dei mostri iconografici che hanno turbato i nostri sogni. Screen Rant ha raccolto 10 cattivi di altrettanti celebri film horror che son stati ispirati da persone della vita reale:

L’insaziabile (1999)

Nel 1999, la regista Antonia Bird ha diretto L’Insaziabile (in originale Ravenous), divenuto negli anni un vero e proprio cult tra gli appassionati del genere. Il film è interpretato da Guy Pearce, Robert Carlyle e David Arquette, e racconta una storia di cannibalismo ambientata nella California del 1840.

La storia si basa sulla vita vera dei delitti di Alfred Packer che della fallita Spedizione Donner. Packer faceva parte di un gruppo che viaggiava attraverso il Colorado e che venne colpito da una tempesta di neve: per sopravvivere, ricorse al cannibalismo. 

Henry, pioggia di sangue (1986)

Il film Henry, pioggia di sangue (in originale Henry: Portrait of a Serial Killer) vede Michael Rooker (che anni dopo avrebbe interpretato Yondu Udonta nel franchise Guardiani della Galassia) nei panni di un serial killer di nome Henry.

Si tratta di un film che offre una prospettiva davvero scomoda: anziché narrare i fatti secondo un punto di vista oggettivo, Henry, pioggia di sangue mostra le vicende basandosi sulle confessioni del killer. Il film è infatti ispirato alla vita del serial killer Henry Lee Lucas, condannato per l’omicidio di 11 persone, che confessò erroneamente di averne uccise circa 100.

Wolf Creek (2005)

Wolf Creek, horror australiano del 2005 che ha generato una serie tv e anche un sequel,  racconta una storia molto efficace che la maggior parte degli spettatori ha però odiato (il film ha anche ricevuto una F su CinemaScore), e questo a causa delle scene cruente e dello stato di desolazione alla base della storia.

Il film parla di tre turisti che vengono rapiti e poi perseguitati dal serial killer Mick Taylor ed è basato sulla storia vera di due diversi serial killer molti noti in Australia: il primo, Ivan Milat, che negli anni ’90 uccise sette turisti muniti di zaino e sacco a pelo; il secondo, Bradley Murdoch, che nel 2001 che ha ucciso una persona.

Psyco (1960)

Siamo tutti d’accordo sul fatto che Alfred Hitchcock fosse il maestro del brivido e dei film di suspense: nel 1960 si è addirittura messo alla prova con il genere horror. Il risultato fu Psyco, basato sul romanzo di Robert Bloch. Hitchcock ha usato il libro come riferimento, ma ha fatto comunque suo il film, che è la storia di un proprietario di un motel che in realtà è anche un serial killer.

Come molti altri film horror usciti sia prima che dopo, anche Psyco è stato influenzato dalla storia di Ed Gein, un serial killer del Wisconsin, noto per essere stato anche un profanatore di tombe. Anche Non aprite quella porta e Il silenzio degli innocenti hanno usato la figura di Gein come riferimento rispettivamente per Leatherface e Buffalo Bill.

Scream (1996)

Negli anni ’90, quando il genere horror era fortemente in crisi, Wes Craven ha contribuito a rivitalizzarlo ancora una volta dando vita alla saga di Scream. Il primo film può essere considerato a tutti gli effetti un gioiello, soprattutto per il modo in cui ha saputo ribaltare le regole non scritte del genere e, al tempo stesso, prendersene gioco.

Insieme a tutti gli omaggi ai grandi classici del genere horror, anche il personaggio dell’iconico Ghostface è stato ispirato da una persona realmente esistita, ossia Danny Rolling, noto come lo squartatore di Gainesville, un serial killer che nel 1990 uccise cinque studenti in Florida. 

Il silenzio degli innocenti (1991)

Prima della serie Hannibal, c’è stato Il Silenzio degli Innocenti, film vincitore di ben 5 premi Oscar (tutti nelle principali categorie), ancora oggi considerato uno dei migliori thriller della storia del cinema. Il film vede Jodie Foster nei panni di un’agente dell’FBI che viene incaricata di intervistare un serial killer affetto da cannibalismo, noto come Hannibal Lecter (Anthony Hopkins), nel tentativo di ricevere aiuto circa la cattura di un altro omicida, Buffalo Bill.

Mentre Bill era basato sul già citato Ed Gein, lo scrittore Thomas Harris, creatore del personaggio di Lecter, aveva basato l’ex psichiatra e criminologo su un medico serial killer realmente esistito di nome Alfredo Balli Trevino, un uomo che lo stesso Harris aveva intervistato in prigione quando era un giovane reporter.

IT (2017/2019)

Stephen King ha scritto il romanzo IT nel 1986, e da allora è stato adattato ben due volte: la prima volta per la tv e la seconda per il cinema. Nel romanzo, un mostro si presentava ogni 27 anni per uccidere i bambini nella città di Derry, nel Maine. Nel romanzo, Pennywise, il clown ballerino, è uno dei tanti alter ego del mostro, nonché la forma attravers cui si mostra ai bambini per attirarli a sé ed ucciderli.

L’idea del pagliaccio assassino si basa sul serial killer realmente esistito John Wayne Gacy, che venne proprio soprannominato “Killer Clown”. Gacy venne condannato a morte per aver rapito, torturato, sodomizzato e ucciso 33 vittime, tutte adolescenti e di sesso maschile.

Dracula (1939)

Dracula è un mostro creato nel romanzo horror seminale di Bram Stoker e da allora è diventato il più famoso dei mostri/vampiri nei racconti di fiction e nei film. Tuttavia, vi fu una chiara influenza sulla creazione dell’iconico Conte, influenza con la quale il personaggio condivide persino il nome: Vlad l’Impalatore.

Vlad era un sovrano che guidò una grande guerra e saccheggiò i villaggi sassoni, impalando tutti coloro che aveva catturato. Ha massacrato decine di migliaia di persone prima della sua morte, sulla quale esistono differenti teorie.

Misery non deve morire (1990)

Stephen King scrisse Misery nel 1987. La storia racconta di uno scrittore di romanzi famoso in tutto il mondo che rimane coinvolto in un incidente e viene salvato da un’infermiera di nome Annie Wilkes, una donna che si professa la sua “ammiratrice numero uno”, ma che in realtà è soltanto una psicopatica che lo tiene prigioniero e gli ordina di scrivere un nuovo libro soltanto per lei, incapace di distinguere la realtà dalla finzione.

Il personaggio della Wilkes (interpretato dall’immensa Kathy Bates) era basato su un infermiera realmente esistita, Genene Jones, una donna che ha ucciso innumerevoli persone con letali iniezioni di droghe.

Le colline hanno gli occhi (1977)

I mostri de Le colline hanno gli occhi di Wes Craven non sembrano essere basati su persone realmente esistite. Nel film una famiglia viene catturata e uccisa da un gruppo di persone mutate da alcune radiazioni in una collina nel Nevada. Il film era piuttosto grottesco e pieno di personaggi terrificanti. Tuttavia, anche questo film è stato influenzato dalla vita reale.

La sceneggiatura, infatti, era basata sul cannibale Sawney Bean, il capo di un clan che durante il 16° secolo uccise e cannibalizzò oltre 1.000 persone in 25 anni. Quando l’identità e le atrocità di Bean vennero rivelate, i cittadini locali uccisero brutalmente sia lui che la sua famiglia. Anche se non ci sono prove sufficienti che confermano o negano l’esistenza di Bean, il suo mito persiste ancora oggi…

El Chicano: dal 6 agosto on demand, ecco il trailer

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El Chicano: dal 6 agosto on demand, ecco il trailer

EL CHICANO, diretto da Ben Hernandez Bray (stuntman con una carriera di 25 anni alle spalle) e scritto con Joe Carna (regista e autore di The Grey, Narc, A- Team), sarà disponibile dal 6 agosto (distribuito da Cloud 9 Film) sulle migliori piattaforme digitali: SKY PRIMAFILA, CHILI, RAKUTEN, TIM VISION, APPLE TV, INFINITY TV, GOOGLE PLAY, CG DIGITAL e THE FILM CLUB.

EL CHICANO è un film d’azione old school, un tuffo nella Los Angeles dei latinos, delle gang immersa nei rituali, nei combattimenti e nelle vendette vecchio stile.

Il cast è interamente latino americano; gli interpreti principali sono Raúl Castillo (Quando eravamo Fratelli), Aimee Garcia (Dexter serie TV) e George Lopez.

SINOSSI

Quando al detective del dipartimento della polizia di Los Angeles, Diego Hernandez (interpretato da Raul Castillo), viene assegnata un’indagine su un pericoloso cartello della droga messicano, si scoprono i legami col presunto suicidio di suo fratello e contemporaneamente affiora una lotta in atto per il territorio che sta devastando il suo quartiere. Combattuto tra il dovere di attenersi alle regole e le ricerca della giustizia, Diego fa risorgere la leggenda di El Chicano e innesca una sanguinosa guerra per difendere la sua città e vendicare l’omicidio di suo fratello. 

Brie Larson vuole essere Samus Aran in un film su Metroid

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Brie Larson vuole essere Samus Aran in un film su Metroid

Brie Larson, l’interprete di Captain Marvel nell’Universo Cinematografico Marvel, non ha mai nascosto di essere una grande fan di Samus Aran, la protagonista di Metroid, il videogioco a piattaforme del 1986 sviluppato e pubblicato da Nintendo per Famicom Disk System.

Sono anni che l’attrice premio Oscar per Room sostiene la realizzazione di un adattamento cinematografico, sostenuta anche dai fan che la vorrebbero nel ruolo dell’eroina protagonista. L’interesse dell’attrice nei confronti del ruolo ha ovviamente fatto il giro del mondo, tanto da spingere il celebre artista Boss Logic a realizzare una fan-art che ha permesso ai fan di volare con la fantasia e di immaginare come apparirebbe Larson nelle vesti di Samus Aran.

Adesso, è stata la stessa attrice, attraverso il suo account Twitter, ha ricondividere la fan-art in questione e a suggerire nuovamente che sarebbe disponibile per un eventuale adattamento. Nella didascalia che ha accompagnato il post, infatti, Larson ha scritto: “Facciamo in modo che accada!”.

Brie Larson su Metroid: “Samus Aran era il mio personaggio preferito quando giocavo a Super Smash Bros.”

In una recente intervista, l’attrice aveva così parlato della possibilità di interpretare Samus Aran al cinema: “Mi piacerebbe tantissimo. Era il personaggio che interpretavo sempre quando giocavo a Super Smash Bros., e l’amavo. Mi piacerebbe davvero fare quel film. Assolutamente, mi piacerebbe partecipare. Quindi, Nintendo, ancora una volta, sappi che amerei fare quel film.”

Purtroppo, non ci sono notizie di alcun tipo circa un possibile film basato su Metroid in questo momento. Tuttavia, Nintendo sta attualmente lavorando con Illumination ad un nuovo film dedicato a Super Mario. Ciò non significa necessariamente che un film su Metroid arriverà: semplicemente, il fatto che Nintendo sia al lavoro su un nuovo film di Mario potrebbe spingere per l’adattamento di altri franchise videoludici. Se Brie Larson dovesse davvero interpretare Samus, questo potrebbe diventare il ruolo più importante dell’attrice al di là di Captain Marvel.

Quello di Carol Danvers è stato certamente un ruolo che ha cambiato la vita sia privata che professionale diBrie Larson. Più volte l’attrice ha dichiarato di aver inizialmente nutrito dei dubbi in merito alla parte, ma dopo aver accettato di entrare a far parte della grande famiglia Marvel ha anche spiegato che il personaggio l’ha aiutata a diventare più forte. Ricordiamo che l’attrice tornerà nei panni dell’eroina nell’annunciato Captain Marvel 2, di cui però non si hanno ancora molti dettagli: sappiamo soltanto che il film arriverà al cinema l’8 luglio 2022.

Tenet: le prime reazioni al film arrivano dai dipendenti IMAX

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Tenet: le prime reazioni al film arrivano dai dipendenti IMAX

Come riportato da Deadline, alcuni dipendenti della IMAX Corporation hanno già avuto la possibilità di vedere Tenet, il nuovo attesissimo film di Christopher Nolan che arriverà prima in Europa (a partire dal 26 agosto) e poi in alcune città selezionate degli Stati Uniti (a partire dal 3 settembre). Il fatto che alcuni dipendenti della compagnia abbiano già avuto modo di vedere il film non dovrebbe sorprendere: i fan di Nolan, infatti, sapranno bene quanto sia profondo il legame tra il regista britannico, la società e il sistema di proiezione.

Così Richard Gelfond, CEO di IMAX Corporation, durante una conference call con alcuni analisti di Wall Street, ha spiegato: “Molte persone che lavorano per IMAX sono state coinvolte nella fase di post-produzione di Tenet. La loro reazione è stata comune: ‘Oh santo cielo, avevo dimenticato quanto fosse bello stare al cinema!’. Tenet è una pellicola girata in maniera perfetta, realizzata meravigliosamente… è un film grandioso. E non è una cosa che è stata detta da una singola persona, di una data età… ma da un numero eterogeneo di dipendenti IMAX che me lo hanno riferito in maniera del tutto spontanea.”

Il futuro delle sale IMAX e l’esperienza cinematografica offerta da Tenet

IMAX prevede che circa il 90% della sua rete globale, composta da circa 1.400 sale, sarà di nuovo agibile entro la fine di Agosto. Tenet, che è stato posticipato più volte dalla Warner Bros. nel corso degli ultimi mesi, debutterà adesso in circa 70 paesi europei e anche in Canada, prima di arrivare negli Stati Uniti e in altri paesi a Settembre. Il film è stato interamente realizzato con apparecchiature IMAX e Nolan ha da sempre sostenuto l’esperienza di vederlo nei cinema della compagnia, dove le dimensioni dello schermo e delle sale in generale sono notevolmente superiori.

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Accordo Universal e AMC: ridotta a 17 giorni la finestra cinematografica

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La Universal e i cinema della catena AMC hanno annunciato un accordo pluriennale in cui i film distribuiti con i marchi Universal Pictures e Focus Features saranno distribuito nei cinema AMC negli Stati Uniti con una finestra di esclusiva di 17 giorni. Fino ad ora, la finestra cinematografica era di 90 giorni. Il nuovo accordo prevede che i film distribuiti da Universal Pictures e Focus Features possano essere proiettati nei cinema AMC per tre fine settimana prima di essere proiettati su piattaforme video on demand premium, tra cui AMC Theatres On Demand. Per quello che riguarda gli accordi internazionali, le due parti non si sono ancora esposte.

“L’esperienza cinematografica continua ad essere la pietra angolare della nostra attività – ha dichiarato Donna Langley, presidente della Universal Filmed Entertainment Group – La partnership che abbiamo stretto con AMC è guidata dal nostro desiderio collettivo di garantire un futuro fiorente per l’ecosistema di distribuzione cinematografica e di soddisfare la domanda dei consumatori con flessibilità e opzionalità”.

Peter Levinsohn, vicepresidente della Universal e Chief Distribution Officer, ha aggiunto: “L’impegno di Universal per l’innovazione nel modo in cui forniamo contenuti al pubblico è ciò che tutti i nostri artisti, partner e azionisti si aspettano da noi, e siamo entusiasti dell’opportunità che questo nuovo accordo presenta per far crescere la nostro attività commerciale. Siamo grati ad AMC per la collaborazione e la leadership che hanno dimostrato nel lavorare con noi per raggiungere questo storico accordo.”

L’accordo rivoluzionario segue le turbolente vicende del 2020 che hanno visto opporsi proprio Universal e AMC Theatres. La compagnia ha annunciato ad aprile che stava considerando l’idea di mettere al bando i titoli della Universal Pictures dopo che lo studio stesso aveva distribuito Trolls World Tour direttamente su piattaforme PVOD, con un successo notevole. Lo studio ha anche infranto la finestra cinematografica dei 90 giorni per rendere disponibili film come The Invisible Man, The Hunt ed Emma sulle piattaforme, dato che le uscite cinematografiche erano state falsate dalla pandemia.

L’esperienza positiva degli incassi di Trolls World Tour, direttamente in PVOD, ha dato sicurezza allo studio e ha inasprito un rapporto che alla luce dell’accordo annunciato oggi da Indiewire sembra essersi ricucito. La sigla a questo contratto lascia aperto un panorama decisamente nuovo per la fruizione cinematografica i cui sviluppi potrebbero cambiare definitivamente il profilo della distribuzione delle grandi major.

Justice League: la Warner Bros. non voleva Superman in nero

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Justice League: la Warner Bros. non voleva Superman in nero

Durante la sua apparizione al Justice-Con organizzato dai fan in occasione dello scorso fine settimana, Zack Snyder ha mostrato la prima clip di Superman con indosso il costume nero tratta dalla Snyder Cut di Justice League. Il filmato, una sorta di secondo teaser che anticipa il primo vero trailer della versione del film ad opera di Snyder che dovrebbe essere svelato in occasione del DC FanDome, svela l’uomo d’acciaio (Henry Cavill) appena risorto che indossava l’armatura scura mentre parla con Alfred (Jeremy Irons).

Durante il panel di è discusso della genesi di quella scena, che nella versione cinematografica non è presente (o meglio, nel film uscito al cinema Superman indossa il costume classico). Secondo quanto raccontato da Snyder, la Warner Bros. era contraria all’idea di inserire il costume nero di Superman in Justice League perché dava l’impressione di un film estremamente dark, cosa che lo studio voleva accuratamente evitare. All’epoca, quindi, non c’è mai stato un vero costume nero che Henry Cavill ha indossato sul set: per la Snyder Cut, quindi, è stato usato il classico abito rosso e blu, che è stato poi colorato di nero durante i lavori sulla nuova versione. Un processo che non è stato facile come sembra…

Come ha ricordato Snyder, sono stati aggiunti “alcuni piccoli accorgimenti al costume originale in modo da poterlo rimaneggiare con più facilità, e creare un maggiore effetto di contrasto”. Per assicurarsi che avrebbero potuto facilmente cambiare il colore dell’abito senza farlo apparire troppo modificato, hanno persino fatto degli esprimenti privati in vista del lavoro riservato alla post-produzione. A giudicare da ciò che i fan hanno visto nella clip rilasciata pochi giorni fa, è giusto affermare che Snyder e il suo team dei VFX sono stati in grado di trovare il giusto modo per garantire che ciò che volevano realizzare fosse assolutamente credibile.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Star Trek: Discovery 3, rivelata la data di uscita

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Star Trek: Discovery 3, rivelata la data di uscita

CBS ALL ACCESS e Netflix hanno rivelato la data di uscita di Star Trek: Discovery 3, l’attesissima terza stagione di Star Trek: Discovery.

I primi episodi di Star Trek: Discovery 3 debutteranno giovedì 15 ottobre 2020 come annunciato dal nuovo inedito promo:

https://youtu.be/Rxn8imp7yBA

Star Trek: Discovery 3

Star Trek: Discovery 3 è la terza attesa stagione della serie tv Star Trek: Discovery  creata da Bryan Fuller e Alex Kurtzman per il network americano della CBS, in Italia trasmessa da Netflix. La terza stagione della serie televisiva americana Star Trek: Discovery segue l’equipaggio della USS Discovery mentre viaggiano per il futuro, oltre 900 anni dopo gli eventi del originale di Star Trek serie . La stagione è prodotta da CBS Television Studios in associazione con Secret Hideout e Roddenberry Entertainment, con Alex Kurtzman e Michelle Paradise come showrunner .

In Star Trek: Discovery 3 protagonisti sono Sonequa Martin-Green come Michael Burnham, Doug Jones nel ruolo di Saru, Anthony Rapp come Paul Stamets, Mary Wiseman nel ruolo di Sylvia Tilly, Wilson Cruz nel ruolo di Hugh Culber, David Ajala nel ruolo di Cleveland “Book” Booker. Nei ruoli ricorrenti troviamo Adil Hussain, mentre tra le guest star confermata Michelle Yeoh come Philippa Georgiou.

Start Trek, uno degli show più iconici del mondo televisivo mondiale, torna 50 anni dopo la première di Star Trek: Discovery. Nella serie vedremo una nuova navicella, nuovi personaggi e missioni, ritrovando però gli stessi valori e la stessa speranza per il futuro che ha ispirato una generazione intera di sognatori.

Star Trek: Discovery è prodotta da CBS Television Studios in associazione con Secret Hideout di Alex Kurtzman, Living Dead Guy Production di Bryan Fuller e Roddenberry Entertainment. Alex Kurtzman, Bryan Fuller, Heather Kadin, Gretchen J. Berg & Aaron Harberts, Akiva Goldsman, Rod Roddenberry e Trever Roth sono i produttori esecutivi.

 

Shang-Chi: perché il film sarà importante per la comunità asiatica

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L’atteso Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings dei Marvel sarà estremamente importante per la comuncità asiatica. Creato da Jim Starlin e Steve Englehart, l’eroe dei fumetti è stato presentato per la prima volta nella “Special Marvel Edition #15” del 1973, durante il picco dei film sulle arti marziali negli Stati Uniti.

Il “Maestro del Kung-Fu” è un potente guerriero che ha sconfitto avversari come Wolverine e persino Spider-Man. Il live action del MCU sarà la prima apparizione dell’eroe sul grande schermo. Il personaggio del titolo sarà interpretato da Simu Liu, mentre l’antagonista della storia, il Mandarino, sarà interpretato da Tony Leung.

Un film di Shang-Chi era in sviluppo già dal 2006, anche prima di Iron Man. Purtroppo, si è dovuto attendere il 2019 prima che il film venisse annunciato ufficialmente. Questo non sarà solo il primo film di supereroi con protagonista un eroe asiatico, ma anche il primo film di supereroi il cui cast è composto per il 98% da attori appartenenti alla comunità. Nel corso della storia del cinema e della televisione americana, ci sono stati solo una manciata di film o serie tv con protagonista un cast prevalentemente asiatico.

Adesso Mariko Carpenter, vicepresidente della Strategic Community Alliances di Nielsen, ha parlato con Screen Rant della rappresentanza asioamericana al cinema e in tv, discutendo nello specifico del significarto e dell’importanza di un film come Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings: “Non biasimo le persone per la loro ignoranza, soprattutto se non appartengono ad una minoranza. Ma spero davvero che capiranno quanto è importante”, ha spiegato Carpenter. “Significa molto per la nostra comunità avere un’opportunità del genere. Quando si tratta del primo film a fare una cosa del genere, è chiaro che venga esaminato attentamente. Perché sei il primo, non c’è stato nessun altro prima, quindi ci si aspetta significhi molto, per tutti.”

Carpenter ha anche parlato del valore che un film come Shang-Chi possa rappresentare per gli spettatori più piccoli. “Se qualcuno è interessato a diventare un’artista nel campo dell’animazione o a diventare attori, deve poter sapere che c’è qualcuno che li assomiglia e che ce l’ha fatta. Se non hai dei modelli, pensi che non potrai riuscirci.” 

I primi dettagli sulla trama di Shang-Chi

Stando ai primi dettagli sulla trama, Shang-Chi non sarà soltanto il Maestro delle arti marziali che i fan hanno imparato a conoscere grazie ai fumetti: sembra, infatti, che il protagonista avrà l’abilità di dare vita ad una serie di cloni di se stesso (un potere simile a ciò che è già in grado di fare nei fumetti), e sarà proprio quest’abilità a metterlo nel radar del Mandarino. Cresciuto in uno speciale orfanotrofio dov’è stato addestrato al combattimento, Shang-Chi decide di fuggire per poi finire, anni dopo, di nuovo nelle grinfie del villain. Il Mandarino promette a Shang-Chi soldi, potere e – cosa ancora più importante – la libertà, se accetterà di combattere in un torneo dove al vincitore verranno consegnati i Dieci Anelli a cui fa riferimento il titolo.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings è fissata al 7 maggio 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12 e The Glass Castle (di recente è uscito il suo ultimo lavoro Il Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx e Brie Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

The New Mutants cambiato a causa del flop di X-Men: Apocalisse

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The New Mutants cambiato a causa del flop di X-Men: Apocalisse

In una recente intervista, il regista di The New Mutants, Josh Boone, ha rivelato che il film conterrà un riferimento al personaggio di Charles Xavier e che, nella prima bozza della sceneggiatura, era presente anche il personaggio di Tempesta. Al momento la data di uscita del film è ancora fissata per il prossimo 28 agosto nelle sale americane.

Intervistato da Slash Film, Boone ha discusso del modo in cui The New Mutants si sarebbe collegato all’universo più ampio degli X-Men. Il regista ha spiegato che inizialmente, nel film, erano previste le apparizioni sia di Tempesta che di Charles Xavier, sottolineando che nel film sono ancora presenti dei riferimenti al Professor X: “Nel film vedremo i protagonist che parlano di Charles, della scuola, dei mutanti… ma non ci sarà alcun cameo del personaggio”, ha spiegato il regista.

Boone ha poi spiegato che, nei piani originali, il film doveva essere ambientato negli anni ’80 e che la sua linea temporale si sarebbe intersecata con quella di X-Men: Apocalisse, in cui era stata introdotta la versione di Tempesta interpretata da Alexandra Shipp. Tuttavia, quando quel film si rivelò un flop al box office e arrivò un nuovo capo a guida della Fox, le cose cambiarono e l’ambientazione del film venne spostata ai giorni nostri. Ciò ha portato Boone a tagliare il personaggio di Tempesta dal film.

“Nelle prime bozze la storia era ambientata nella stessa linea temporale di Apocalisse, quindi originariamente il film era ambientato negli anni ’80. Inizialmente erano presenti sia il Professor X che Tempesta, con quest’ultima recitava molto il ruolo che Alice Braga ha nella versione definitiva. Nel corso dei mesi, è arrivato un nuovo capo dello studio e hanno detto che non volevano più film di X-Men ambientati nel passato… come se fosse stato quello il motivo per cui Apocalisse ha fallito.”

Le collocazione di The New Mutants nell’universo X-Men

Le dichiarazioni di Boone lasciano intendere che, sin dall’inizio, The New Mutants ha faticato a trovare una propria specifica collocazione nell’universo X-Men. Anche se alcuni dei problemi del film sono ben noti e documentati, ora è chiaro che gli stessi sono iniziati molto prima che la produzione partisse ufficialmente. Tuttavia, dato che ora la Disney detiene i diritti sui celebri mutanti, la mancanza di personaggi dell’universo già noti al grande pubblico potrebbe certamente rivelarsi un vantaggio per il film.

The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

Luca Marinelli sarebbe un perfetto Solid Snake per Hideo Kojima

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Luca Marinelli sarebbe un perfetto Solid Snake per Hideo Kojima

Il creatore di Metal Gear Solid, Hideo Kojima, ha dichiarato che Luca Marinelli, visto di recente in The Old Guard al fianco di Charlize Theron, sarebbe un perfetto Solid Snake. Rilasciato nel 1987 per i computer, l’originale Metal Gear ha dato il via ad un longevo franchise di giochi d’azione e avventura stealth che sarebbe cresciuto fino a diventare uno dei più grandi e conosciuti al mondo. Con il rilascio di Metal Gear Solid su Playstation, la serie è ufficialmente entrata nel mondo dei giochi 3D ed è diventata ancora più amata.

Naturalmente, gran parte del successo della serie è dovuto al suo personaggio principale, ossia Solid Snake, un’unità per le operazioni speciali modellata sul personaggio di Jena Plissken interpretato da Kurt Russell dal classico cult di John Carpenter, 1977: Fuga da New York. Data la natura estremamente cinematografica del gameplay di Metal Gear Solid, oltre allo status iconico dello stesso Solid Snake, i fan hanno sempre chiesto che la serie di videogiochi venisse adattata per il grande schermo. Un grande fan della serie sembra essere Jordan Vogt-Roberts, regista di Kong: Skull Island, che fin dal lontano 2014 era al lavoro su un film ispirato al videogioco, che però non ha ancora ricevuto il via libera.

Da parte sua, il leggendario creatore di Metal Gear, Hideo Kojima, ha recentemente parlato di chi potrebbe interpretare Solid Snake in un eventuale adattamento cinematografico della serie di videogiochi, e bisogna riconoscere che la sua idea è davvero molto intrigante. Kojima, infatti, ha suggerito via Instagram che l’attore Luca Marinelli possiede l’aspetto giusto per interpretare il protagonista principale di un film basato su Metal Gear Solid: Ci sono molti attori che seguo. Di recente Luca Marinelli ha attirato la mia attenzione dopo aver visto Martin Eden e The Old Guard. Ha interpretato un malvagio impressionante in Lo Chiamavano Jeeg Robot, ma penso che la sua fama e la sua popolarità aumenteranno. Inoltre, penso che se indossasse una bandana, sarebbe l’immagine sputata di Solid Snake!”

Il talento di Luca Marinelli, apprezzato tanto in Italia quanto all’estero

In effetti, molte più persone – a livello internazionale – sono ora a conoscenza del talento di Luca Marinelli grazie alla sua interpretazione di Nicky in The Old Guard. Prima di unirsi a Charlize Theron nel cast dell’adattamento della graphic novel, Marinelli ha recitato in diverse grandi produzioni italiane, tra cui La grande bellezza, il film con cui Paolo Sorrentino ha vinto il premio Oscar. Nel suo discorso, Kojima ha anche fatto riferimento al ruolo che ha definitivamente consacrato Marinelli nel nostro paese, ossia quello dello Zingaro in Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti. Prima di The Old Guard, Marinelli era apparso anche nella miniserie Trust, diretta da Danny Boyle e incentrata sul rapimento di John Paul Getty III.

Subito dopo la dichiarazione di Kojima, il celebre artista BossLogic ha prontamente realizzato una nuova fan-art che immagina come sarebbe Marinelli nei panni del soldato/agente segreto.

Deadpool 3: Ryan Reynolds attira l’attenzione della Marvel

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Deadpool 3: Ryan Reynolds attira l’attenzione della Marvel

La riuscita fusione della Disney con la Fox dello scorso anno ha significato che il tanto atteso debutto degli X-Men e dei Fantastici Quattro nell’Universo Cinematografico Marvel arriverà presto. Al momento non è chiaro in che modo i personaggi saranno adeguatamente integrati nell’universo condiviso; quel che è certo è che i Marvel Studios sono già al lavoro per preparare il loro debutto. Tra la lunga lista di personaggi che dovrebbe essere integrati nel MCU, il Deadpool di Ryan Reynolds sembra rappresentare un caso speciale.

Il Mercenario Chiacchierone è già stato protagonista di ben due film di successo – entrambi vietati ai minori – sotto l’egida della Fox, ma non è ancora certo che i Marvel Studios si atteneranno a quella tipologia di narrativa e, soprattutto, di toni una volta che il personaggio avrà debuttato nel franchise. Nonostante ciò, Reynolds ha ammesso che avere Deadpool nel MCU sarebbe una “vittoria per tutti”, suggerendo anche che ci sarebbere “infinite possibilità” per il personaggio nell’universo condiviso.

Adesso Ryan Reynolds continua a prendersi gioco del debutto del suo Deadpool nel franchise miliardario, com’è naturalmente nel suo stile ironico al quale ci ha abituati in tutti questi anni. Via Twitter, infatti, Reynolds ha voluto celebrare il “leakaversary” del test-footage del primo film trapelato online diversi anni fa. Per l’occasione, l’attore ha condiviso un video che fa il verso al programma tv di criminologia “Unsolved Mysteries” (disponibile anche su Netflix”. Nella didascalia che ha accompagnato il video, Reynolds ha scritto: “È per questo che il prossimo film di Deadpool ci sta mettendo così tanto tempo. Stiamo ancora cercando di risolvere questo mistero”. Potete vederlo cliccando sull’immagine di seguito:

Deadpool 3: realtà o miraggio?

Prima dell’enorme successo del franchise di Deadpool, il primo film vietato ai minori ha dovuto lottare parecchio per ottenere il via libera da parte della Fox. Le cose sono cambiate proprio quando è trapelato online quel test-footage, che ha generato ampie discussioni sulla possibilità di un ipotetico film e ha spinto la Fox ad approvare il progetto. Adesso, il video condiviso da Reynolds potrebbe aver fatto luce sulla debacle che sembra riguardare Deadpool 3.

Per un po’ di tempo, il creatore del personaggio di Deadpool, Rob Liefeld, è stato abbastanza categorico sul destino del personaggio nel MCU, sottolineando più volte quanto in realtà la Marvel non abbia intenzione di integrare il personaggio all’interno del suo universo. A questo punto, non esiste ancora nulla di ufficiale sul modo in cui l’anti-eroe debutterà nel monumentale franchise. Forse le continue prese in giro di Reynolds attireranno prima o poi l’attenzione dei Marvel Studios.

21 grammi: le curiosità sul film con Sean Penn

21 grammi: le curiosità sul film con Sean Penn

Presentato nel 2003 alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film 21 grammi è l’opera seconda del regista pluripremiato agli Oscar Alejandro Gonzáles Iñárritu. Si tratta inoltre del suo primo lungometraggio in lingua inglese composto da un cast di grandi stelle del cinema statunitense. La pellicola, caratterizzata da una narrazione non lineare, è il secondo film della Trilogia sulla morte, composta dal precedente Amores perros e dal successivo Babel.

Il titolo si riferisce alla teoria del medico Duncan MacDougall, il quale agli inizi del ventesimo secolo tentò di stabilire l’ipotetico peso dell’anima. Dalle sue ricerche, dove misurò la massa persa da un essere umano al momento del trapasso, questi arrivò a stabilire un peso di circa 21 grammi. Benché tali studi siano stati ritenuti non scientifici per mancanza di dettagli sul metodo, tale teoria è oggi entrata a far parte dell’immaginario collettivo, ed è stata lo spunto per il film del regista messicano.

Scritto da Iñárritu insieme al fidato Guillermo Arriaga, il film si è affermato come uno dei maggiori successi di critica dell’anno. Vinse inoltre numerosi premi di prestigio come la Coppa Volpi per la migliore interpretazione a Sean Penn. Ottenne poi cinque nomination ai Bafta Awards e due nomination al premio Oscar per gli attori Naomi Watts e Benicio del Toro. Anche da un punto di vista commerciale il film fu ben recepito. Complessivamente, guadagnò più di 60 milioni di dollari in tutto il mondo, a fronte di un budget di 20 milioni.

21 grammi: la trama del film

La storia del film si compone di continui salti indietro e in avanti nel tempo, e intreccia le drammatiche vite di tre persone completamente differenti tra loro.
Questi sono Jack Jordan (Benicio Del Toro), un ex detenuto che ha abbracciato la fede religiosa in modo cieco e integralista, tentando di riprendersi dalla tossicodipendenza e dall’alcolismo; Paul Rivers (Sean Penn), un professore di matematica con una patologia cardiaca letale in attesa di un trapianto di cuore per riuscire a sopravvivere; e Cristina Peck (Naomi Watts) una ex tossicodipendente che si è ricostruita una vita grazie al marito e le due figlie.

Le loro storie si incrociano in modo tragico e inaspettato quando Jack uccide la famiglia di Cristina in un incidente stradale. Il cuore del marito viene in seguito donato a Paul. Desideroso di scoprire da chi ha avuto il cuore, riuscendo infine a rintracciare Cristiana. Dalla donna, distrutta dal dolore e tornata a far uso di droghe, apprende dell’incidente. Insieme, decideranno di cercare Jack Jordan per ucciderlo e vendicare la famiglia della donna. Compiere tale gesto, tuttavia, si rivelerà più complesso del previsto.

21 grammi cast

21 grammi: il cast del film

Nel film, l’attrice Naomi Watts ricopre la parte di Cristina Peck, oggi considerato uno dei suoi ruoli più importanti. Il regista Iñárritu la contattò per il ruolo andandola a trovare sul set del film The Ring, dove la Watts stava in quel momento recitando. L’attrice era tuttavia preoccupata per quell’incontro, temendo che facendosi trovare con il costume e l’acconciatura di scena non avrebbe avuto un aspetto consono. Il regista messicano, invece, dichiarò che proprio vedendola così conciata si convinse che era l’attrice che cercava. La Watts accettò poi il ruolo senza neanche voler leggere la sceneggiatura, e per la sua interpretazione fu nominata al premio Oscar.

Il due volte premio Oscar Sean Penn ricopre invece il ruolo di Paul Rivers. Penn si era dichiarato particolarmente attratto dalle opere di Iñárritu e accettò ben volentieri di ricoprire la parte di uno dei protagonisti nel film. L’esperienza fu per lui particolarmente entusiasmante, e diede vita all’amicizia che ancora oggi lo lega al regista. In quello stesso anno, l’attore era anche impegnato nelle riprese del film Mystic River, di Clint Eastwood, e nel corso della stagione dei premi ottenne numerose nomination grazie ad entrambi i film. Nell’edizione del 2004 dei premi Oscar, in cui i suoi due colleghi vennero nominati per 21 grammi, Penn ha invece ottenuto la nomination per Mystic River, vincendo poi il premio.

Per il ruolo dell’ex galeotto Jack, il regista indicò da subito Benicio Del Toro come sua prima ed unica scelta. Per l’autore di Birdman, l’attore messicano era l’interprete migliore per un ruolo tanto emotivamente intenso. Del Toro, che era reduce dall’Oscar vinto nel 2001 con Traffic, del regista Steven Soderbergh, si dichiarò entusiasta della parte, iniziando da subito a costruire una personale idea del personaggio e della sua psicologia. Il suo intenso lavoro lo portò infine a dar vita ad uno dei ruoli più apprezzati della sua carriera, che gli permise di ottenere una nuova nomination all’Oscar come attore non protagonista.

21 grammi: il trailer e dove vedere il film in streaming

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. 21 grammi è infatti presente su Rakuten TV, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

 

 

Valentina Cervi: 10 cose che non sai sull’attrice

Valentina Cervi: 10 cose che non sai sull’attrice

Distintasi per la sua attività artistica tanto in Italia quanto negli Stati Uniti, l’attrice Valentina Cervi ha negli anni collezionato una serie di importanti ruoli con i quali ha potuto sfoggiare tutto il suo carisma e la sua versatilità. Apprezzata in generi spesso diversi tra di loro, la Cervi non ha mancato di portare il suo fascino e il talento anche sul piccolo schermo, dove ha recitato per alcune delle principali serie italiane degli ultimi anni, conquistando così ulteriormente le simpatie del grande pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Valentina Cervi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Valentina Cervi marito

Valentina Cervi: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in noti lungometraggi italiani. L’attrice debutta sui grandi schermi italiani nel 1988 con il film Mignon è partita, per poi affermarsi grazie a titoli come Oasi (1994), La notte e il momento (1995), Escoriandoli (1996), Figli di Annibale (1998) e La via degli angeli (1999). Inizia poi a recitare anche a livello internazionale, senza però dimenticare l’Italia. Continuerà infatti a recitare nel Bel Paese per apprezzati film come L’anima gemella (2002), di Sergio RubiniMundo civilizado (2003), Provincia meccanica (2005), Fine pena mai (2007), Il resto della notte (2008), Sleepless (200), Mi rifaccio vivo (2013), Senza lasciare traccia (2016), Dove non ho mai abitato (2017), Euforia (2018), di Valeria Golino, Vivere (2019), con Micaela Ramazzotti, e Gli infedeli (2020), con Riccardo Scamarcio.

9. Ha preso parte anche a film statunitensi. Nel 1996 l’attrice recita per la prima volta al di fuori dell’Italia per Ritratto di signora (1996), con Nicole Kidman. Da quel momento, inizia così a recitare anche per film di altre nazionalità, e prevalentemente per la Francia e gli Stati Uniti. Tra i titoli a riguardo si annoverano dunque Artemisia – Passione estrema (1997), Rien sur Robert (1999), Hotel (2001), Le valigie di Tulse Luper – La storia di Moab (2003), Miracolo a Sant’Anna (2008), e Jane Eyre (2011), con Mia Wasikowska.

8. È nota per i suoi ruoli televisivi. Nel corso della sua carriera, diversi sono anche i titoli televisivi a cui l’attrice ha preso parte tra l’Italia e gli Stati Uniti. Tra questi si annoverano il film James Dean – La storia vera (2001), con James Franco, Guerra e pace (2007), con Clémence Poésy, Le inchieste dell’ispettore Zen (2011), Distretto di polizia (2011-2012), Una grande famiglia (2012-2015), con Alessandro Gassmann, e True Blood (2012), dove interpreta la vampira Salome Agrippa recitando accanto ad Alexander Skarsgård. Negli anni successivi ha invece recitato nelle celebri serie italiane I Borgia (2012), Solo per amore (2015-2017), I Medici (2016) e nel film I ragazzi dello Zecchino d’Oro (2019), con Matilda de Angelis.

Valentina Cervi: chi è suo padre

7. È figlia di un noto regista. Come suggerisce il cognome, l’attrice è figlia del regista e produttore Tonino Cervi, noto in particolare per aver prodotto alcuni dei film dei più grandi autori del cinema italiano, da Antonioni a Rosi, da Bertolucci a Bolognini, come anche per la sua collaborazione con grandi interpreti del panorama cinematografico nazionale come Sordi, Gassmann e Villaggio. A sua volta, Tonino era figlio dei celebri attori Gino Cervi e Ninì Gordini Cervi, nonni dunque di Valentina, che si affermarono come grandi e versatili interpreti della prima metà del Novecento.

Valentina Cervi: il marito e i figli

6. Ha sposato un regista. Nel 2005 l’attrice recita nel ruolo della protagonista per il film Provincia meccanica, opera prima del regista Stefano Mordini. Con questi, poi, l’attrice intraprende una relazione, da cui nascerà la figlia Margherita e pochi anni dopo un secondo figlio. L’esperienza della maternità è stata da lei descritta come «l’esperienza più folgorante che potessi vivere». Nel 2020, infine, l’attrice torna a collaborare con Mordini per il suo nuovo film da regista, Gli infedeli, distribuita sulla piattaforma Netflix.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Valentina Cervi True Blood

Valentina Cervi in I Medici

5. Ha interpretato un noto personaggio. Comparsa in tre episodi della celebre serie di carattere storico, l’attrice ha impersonato qui la parte di Alessandra degli Albizzi. Personaggio influente, questa è membro dell’importante famiglia degli Albizzi, nobili che acquisendo potere nella città di Firenze hanno contribuito ad orientarne la cultura e la politica locale. Ella è la moglie del capofamiglia, Rinaldo, nonché madre di Ormanno. Per l’attrice, si è inoltre trattando di un ritorno al costume, avendo già in precedenza recitato in film e serie ambientate in epoche passate.

4. Ha condotto diverse ricerche sul personaggio. Per prepararsi al ruolo di Alessandra degli Albizzi, l’attrice ha raccontato di aver studiato il personaggio svolgendo diverse ricerche su di esso. Documentandosi, ha infatti potuto scoprire aspetti inediti, non accennati nella sceneggiatura, ma che le sono tornati utili per costruire la psicologia del personaggio. Pur essendo comparsa soltanto in tre episodi della prima stagione, l’attrice ha avuto modo di portare in scena un’apprezzata versione della nobildonna.

Valentina Cervi in True Blood

3. Si è totalmente affidata al giudizio del regista per il suo ruolo. Spesso sono gli stessi attori a proporre modifiche o varianti per quanto riguarda il carattere o l’aspetto dei personaggi che dovranno interpretare. Per la sua partecipazione alla serie True Blood, dove interpreta la vampira di oltre duemila anni Salomè Agrippa, la Cervi ha invece deciso di affidarsi totalmente alle scelte del regista. L’attrice infatti aveva in mente di proporre una versione del personaggio che ricordasse un’epoca passata, ma il regista volle invece dar risalto alla modernità del personaggio, cambiandovi perfino look. La Cervi si affidò a queste nuove indicazioni, e costruì il personaggio poi visto sullo schermo e tanto apprezzato.

2. È affascinata dalla tragicità del personaggio. Parlando del suo ruolo, la Cervi ha raccontato di come si sentisse particolarmente attratta dalla sua psicologia e dal suo credo. In particolare, era affascinata dalla tragicità intrinseca alla sua natura, e ha cercato pertanto di rendere il personaggio il più umano possibile. Ha dunque lavorato per spogliarlo di qualsiasi egocentrismo rispetto alle sue azioni, ricercando un fondo di verità e umanità in esse. Altro aspetto che l’attrice avrebbe poi desiderato approfondire è il coinvolgimento politico della vampira, nella serie soltanto accennato.

Valentina Cervi: età e altezza

1. Valentina Cervi è nata a Roma, Italia, il 13 aprile 1974. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Lina Sastri: 10 cose che non sai sull’attrice

Lina Sastri: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre interprete italiana, Lina Sastri ha conosciuto grande popolarità nel corso degli anni Ottanta, decennio in cui partecipò a film di importanti autori che le permisero di ottenere prestigiosi riconoscimenti di critica e pubblico. Affermatasi anche come cantante, la Sastri è una delle grandi interpreti della canzone napoletana, tramandata attraverso una serie di album di successo. Ancora oggi continua a guadagnare apprezzamenti per il suo lavoro cinematografico e musicale.

Ecco 10 cose che non sai di Lina Sastri.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Lina Sastri canzoni

Lina Sastri: i suoi film e le serie televisive

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema recitando nel film Il prefetto di ferro (1977), per poi affermarsi con i titoli Ecce bombo (1978), Café Express (1980), e Mi manda Picone (1984). Negli anni seguenti recita in Segreti segreti (1985), L’inchiesta (1987), La posta in gioco (1988), Piccoli equivoci (1989), Celluloide (1995), Vite strozzate (1996), Lascia perdere, Johnny! (2007), di Fabrizio Bentivoglio, Baarìa (2009), Passione (2010), di John Turturro, To Rome with Love (2012), con Roberto Benigni, e Napoli velata (2017), con Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera, la Sastri ha più volte recitato anche per il piccolo schermo, comparendo in diversi film, mini-serie o serie televisive. Tra i titoli più noti si annoverano Gli ultimi tre giorni (1977), Vita di Antonio Gramsci (1981), I giudici – Excellent Cadavers (1999), Don Bosco (2004), San Pietro (2005), Assunta Spina (2006), L’onore e il rispetto (2015), Con il sole negli occhi (2015), con Laura Morante, Le nozze di Laura (2015), Il bello delle donne… alcuni anni dopo (2017) e La vita promessa (2018), con Luisa Ranieri.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Grazie ai primi film in cui ha recitato, l’attrice ha potuto dare particolare prova delle proprie capacità, conquistando tanto il pubblico quanto l’industria. Quest’ultima l’ha infatti riconosciuta facendole vincere ben tre David di Donatello, due come miglior attrice protagonista per i film Mi manda Picone e Segreti segreti, e uno come attrice non protagonista per L’inchiesta.

Lina Sastri: i suoi album e le sue canzoni

7. Ha inciso numerosi album. Dal 1989 la Sastri ha intrapreso una florida attività nel campo musicale, arrivando a pubblicare un totale di 15 album, la maggior parte dei quali è dedicato alla canzone napoletana. Alcuni dei titoli di maggior successo sono Lina Sastri (1989), Tutta pe’ mme (1995), Concerto napoletano (2004), Live in Japan (2005), Reginella (2008) e Canzoni napoletane (2010). Nel corso della sua attività come cantante, vanta inoltre diverse importanti collaborazioni con nomi quali Gigi D’Alessio e Peppe Barra, con i quali ha inciso il brano Sole, Cielo e Mare.

6. Ha partecipato al Festival di Sanremo. Nel 1992, l’attrice partecipa per la prima volta nel concorso del Festival di Sanremo, presentando il brano Femmene ‘e mare, incluso poi nell’album Live on Broadway, dello stesso anno. La canzone, tuttavia, non si classificò tra i finalisti, ma permise comunque alla Sestri di ottenere una buona notorietà come cantante. Ad oggi quella rimane l’unica partecipazione dell’attrice e cantante al popolare Festival della musica italiana.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Lina Sastri Napoli Velata

Lina Sastri: il marito e i figli

5. Ha sposato un ballerino. Particolarmente riservata riguardo la sua vita privata, l’attrice è però nota per aver sposato nel 1994 il ballerino argentino Ruben Celiberti, con il quale non ha però avuto figli. Dopo sette anni di matrimonio, la coppia ha annunciato la separazione, rimanendo però in buoni rapporti. Da quel momento, la vita privata della Sastri si è ulteriormente fatta misteriosa, e l’attrice evita in tutti i modi di mischiare lavoro e privato. Motivo per cui non è possibile stabilire se abbia o meno un nuovo legame sentimentale.

Lina Sastri è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 5.950 persone. All’interno di questo, la Sastri è solita condividere prevalentemente immagini relative al suo lavoro di interprete e musicista, condividendo articoli di giornale, dietro le quinte e altre curiosità varie sui suoi lavori. Così facendo, mantiene aggiornati i propri follower sui suoi lavori attuali e futuri, evitando di condividere particolari informazioni sulla sua vita privata.

Lina Sastri in Napoli velata

3. Ha recitato nel film di Özpetek. In Napoli velata, l’attrice ha ricoperto il ruolo di Ludovica, che insieme a Valeria, interpretata da Isabella Ferrari, forma un duo di ambigue antiquarie che metteranno in guardia la protagonista dall’addentrarsi troppo nelle ricerche del caso che la ossessiona. Per la Sastri, da sempre innamorata e legata alla città di Napoli, recitare nel film è stata un’esperienza unica, che le ha permesso di ricongiungersi con aspetti del celebre capoluogo che credeva di aver dimenticato.

2. Ha dovuto modificare il proprio look. Recitare nel film non è però stato per lei semplice. Il regista di origini turche le ha infatti richiesto un radicale cambiamento nel proprio look, privandola così delle comodità a cui la Sestri ha sempre fatto affidamento. L’esperienza, stando alle sue parole, non è stata affatto semplice. L’attrice faticava infatti a riconoscersi, provando un certo disagio e una certa difficoltà nell’immedesimarsi nel personaggio. Allo stesso tempo, però, ciò è stato per lei costruttivo e le ha permesso di uscire dalla sua zona di comfort per dar vita ad un ruolo inaspettato.

Lina Sastri: età e altezza

1. Lina Sastri è nata a Napoli, in Italia, il 17 novembre del 1950. L’attrice e cantante è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

Notturno di Gianfranco Rosi in Concorso a Venezia 77

Notturno di Gianfranco Rosi in Concorso a Venezia 77

Gianfranco Rosi – Leone d’Oro con Sacro Gra, Orso d’Oro e Nomination agli Oscar con Fuocoammare – torna al Festival di Venezia in Concorso con Notturno, girato nel corso di tre anni trascorsi sui confini fra Siria, Iraq, Kurdistan, Libano.

Con questo film Rosi dà voce ad un dramma umano che trascende le divisioni geografiche e il tempo dei calendari; illumina, attraverso incontri e immagini, la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’ISIS. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un’unità che va al di là dei confini. La guerra non appare direttamente: la sentiamo nei canti luttuosi delle madri, nei balbettii di bambini feriti per sempre, nella messinscena dell’insensatezza della politica recitata dai pazienti di un istituto psichiatrico. Un cantore di strada intona le lodi dell’Altissimo. Un bracconiere fra i canneti e i pozzi di petrolio. La grazia delle guerrigliere peshmerga. I terroristi dello Stato Islamico in carcere. L’angoscia di una madre yazida per la figlia prigioniera. Alì, adolescente, che fatica per portare il pane ai suoi fratelli… Tutt’intorno, e dentro le coscienze, segni di violenza e distruzione: ma in primo piano è l’umanità che si ridesta ogni giorno da un notturno che pare infinito. Notturno è un film di luce dai materiali oscuri della storia.

«Durante tre anni di viaggio in Medio Oriente, – racconta Rosi – ho incontrato le persone che vivono nelle zone di guerra. Ho voluto raccontare le storie, i personaggi, oltre il conflitto. Sono rimasto lontano dalla linea del fronte, ma sono andato laddove le persone tentano di ricucire le loro esistenze. Nei luoghi in cui ho filmato giunge l’eco della guerra, se ne sente la presenza opprimente, quel peso tanto gravoso da impedire di proiettarsi nel futuro. Ho cercato di raccontare la quotidianità di chi vive lungo il confine che separa la vita dall’inferno».

La regia, fotografia e suono sono di Gianfranco Rosi, il montaggio di Jacopo Quadri, con la collaborazione di Fabrizio Federico.

Il film è una produzione 21Uno Film – Stemal Entertainment con Rai Cinema, con il contributo di Dg Cinema Audiovisivo – Mibact e con il supporto di Eurimages, in associazione con Istituto Luce – Cinecittà, prodotto da Donatella Palermo per Stemal Entertainment e Gianfranco Rosi per 21Uno Film.

Una coproduzione Italo Franco Tedesca con Les Films D’Ici in coproduzione con Arte France Cinéma e con No Nation Films – Mizzi Stock Entertainment. Il film è distribuito in Italia da 01 Distribution. Le vendite estere sono di The Match Factory.

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli in Concorso a Venezia 77

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli in Concorso a Venezia 77

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli sarà presentato nella selezione ufficiale in Concorso a Venezia 77. Il biopic vede protagonista Romola GaraiPatrick Kennedy.

Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx:  tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma dal destino tragico.

«Con la sua apparente incongruenza tra dimensione pubblica e privata – racconta la regista Susanna Nicchiarellila storia di Eleanor Marx apre un abisso sulla complessità dell’animo umano, sulla fragilità delle illusioni e sulla tossicità di certe relazioni sentimentali. Raccontare la vita di Eleanor vuol dire parlare di temi talmente moderni da essere ancora oggi, oltre un secolo dopo, rivoluzionari. In un momento in cui la questione dell’emancipazione è più che mai centrale, la vicenda di Eleanor ne delinea tutte le difficoltà e le contraddizioni: contraddizioni, credo, più che mai attuali per cercare di “afferrare” alcuni tratti dell’epoca che stiamo vivendo». E a proposito della partecipazione alla Mostra di Venezia aggiunge: «Alcuni dei momenti più belli della mia vita da appassionata di cinema e da regista sono legati alla Mostra. Ho visto dei film meravigliosi al Lido che mi hanno cambiato per sempre. E naturalmente non dimentico la felicità e la soddisfazione per l’accoglienza riservata al mio primo film, Cosmonauta, e poi al più recente Nico, 1988. Adesso poter tornare a Venezia, per la prima volta in Concorso, è – sia pure sullo sfondo di luoghi conosciuti e ormai famigliari – un’emozione ancora nuova».

Lasciami Andare di Stefano Mordini film di chiusura di Venezia 77

Lasciami Andare di Stefano Mordini è il film di chiusura di Venezia 77, e sarà presentato nella selezione ufficiale Fuori Concorso. Nel cast Stefano Accorsi, Valeria Golino, Maya Sansa, Serena Rossi, Antonia Truppo.

SINOSSI

Marco (Stefano Accorsi) e Anita (Serena Rossi) scoprono di aspettare un figlio. Finalmente un raggio di luce nella vita di Marco, messa duramente alla prova dal dolore per la scomparsa di Leo, il suo primogenito avuto con la prima moglie Clara (Maya Sansa).

Improvvisamente però, nella vita di Marco e della sua ex moglie, irrompe Perla (Valeria Golino), la nuova proprietaria della casa dove la coppia abitava fino al tragico incidente. La misteriosa donna sostiene di sentire costantemente una strana presenza e la voce di un bambino che tormenta sia lei che suo figlio. Marco si ritrova così combattuto tra i legami del passato e un futuro ancora da scrivere.

La verità su La Dolce Vita di Pedersoli Fuori Concorso a Venezia 77

In anteprima mondiale alla 77. Mostra del Cinema di Venezia, Fuori Concorso, il docufilm di Giuseppe Pedersoli, La verità su La Dolce Vita, che per la prima volta con documenti inediti e un’appassionata ricostruzione, svela la genesi e le avventure di uno dei capitoli immortali della storia del cinema.

Verso la fine del 1958 Federico Fellini attraversa un periodo professionale complicato. Ha già vinto due Oscar per “La Strada” e “Le Notti di Cabiria” ma nessun produttore vuole realizzare il suo nuovo progetto: una storia scritta da lui, Ennio Flaiano e Tullio Pinelli, intitolata La Dolce Vita. Soltanto un uomo, Giuseppe Amato, già famosissimo produttore di capolavori come “Umberto D.”, “Quattro passi tra le nuvole”, “Francesco Giullare di Dio”, “Don Camillo”, comprende la straordinarietà del soggetto. Amato sembra essere davvero l’unico a immaginare, e dire, che il copione che ha tra le mani contiene un capolavoro.   Con la sua esperienza trentennale intuisce anche che l’operazione sarà molto rischiosa ma nessun ostacolo può impedirgli di realizzare un progetto in cui crede.

La storia della realizzazione del film inizia con un viaggio fino a San Giovanni Rotondo, dove Amato, da uomo molto religioso, si reca per ottenere la benedizione di Padre Pio in persona, per iniziare il lavoro su “La Dolce Vita”. Amato non sbagliava in nessuna delle sue intuizioni: da lì partirà la storia del film italiano più popolare di sempre all’estero, un film mitico e iconico. E una realizzazione travagliatissima, la produzione più costosa fino a quel momento in Italia. Amato convince il magnate e suo storico socio Angelo Rizzoli a co-finanziare l’opera, che arriverà a costare il doppio di quanto preventivato e concordato con il regista. La lavorazione subirà liti, battute d’arresto, sfuriate, minacce. I contrasti tra Fellini e la produzione sono duri. Il primo montato, della durata di quattro ore, per Rizzoli non è distribuibile nei cinema. I coproduttori internazionali neppure lo prendono in considerazione. Il film sarà la causa della rottura del sodalizio ventennale tra Amato e Rizzoli.

E varrà una Palma d’oro a Cannes, un successo straordinario al botteghino, una delle polemiche più controverse mai registrate sui giornali italiani e internazionali. La gloria eterna al film.

Oggi, a sessant’anni dalla sua produzione, e nel centenario di Fellini, La verità su La dolce vita, docufilm diretto da Giuseppe Pedersoli, racconta per la prima volta, grazie a documenti inediti, tra cui soprattutto la corrispondenza tra Fellini, Giuseppe Amato e Angelo Rizzoli, la nascita e le irripetibili vicissitudini di uno dei più celebrati capolavori della storia del cinema. Raccontati attraverso una felice ricostruzione con attori professionisti, sequenze originali del film, importanti testimonianze d’archivio e odierne dei protagonisti della vicenda (in primis Fellini, Mastroianni, Amato, Dino De Laurentiis, e tanti altri).

E racconta uno dei più straordinari casi in cui il cinema ha creato, per merito di un regista fuori dal comune, un mondo che prima non c’era.

Soprattutto, racconta una vera storia d’amore per il cinema: quella di un produttore per un film, innamorato di un sogno fino quasi al costo della vita. Un film in cui nessuno voleva credere, e che oggi è un emblema del nostro amore per quest’arte.

La verità su La dolce vita, scritto (con Giorgio Serafini) e diretto da Giuseppe Pedersoli, è prodotto da Gaia Gorrini per Arietta Cinematografica, in associazione con Istituto Luce-Cinecittà che lo distribuisce per l’Italia, mentre la distribuzione per l’estero è affidata a Intramovies.

Il sessantesimo anniversario dalla produzione de “La Dolce Vita” e il centenario dalla nascita di Federico Fellini, costituiscono la migliore opportunità per ricostruire la genesi, la produzione e la vita commerciale di uno tra i piu’ famosi e iconici film della cinematografia mondiale.

Questo progetto si basa sulla copiosissima, originale e inedita corrispondenza tra Giuseppe Amato, Angelo Rizzoli e Federico Fellini, rispettivamente produttore, distributore e regista de “La Dolce Vita”. Sono gli stessi protagonisti a raccontarci, con la “voce” diretta dei loro scritti, ciò che hanno vissuto.

Attraverso un montaggio serrato e avvincente di interviste e letture, e scene ricostruite, si ricreano le atmosfere, i contrasti e le grandi passioni che formarono la sostanza fondante e la creazione di uno tra i più controversi prodotti della cinematografia italiana, universalmente riconosciuto come un capolavoro.

Giuseppe Pedersoli

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