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Le sorelle Macaluso di Emma Dante in Concorso a Venezia 77

Le sorelle Macaluso di Emma Dante in Concorso a Venezia 77

Sette anni dopo Via Castellana Bandiera, Emma Dante torna alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, selezione ufficiale, con LE SORELLE MACALUSO, tratto dalla sua omonima pièce teatrale che ha ricevuto il Premio Ubu per il Miglior Spettacolo e la Miglior Regia. Scritto da Emma Dante, Elena Stancanelli e Giorgio Vasta, il film è una produzione Rosamont e Minimum Fax Media con Rai Cinema che arriverà in sala il 10 settembre distribuito da Teodora Film.

Le Sorelle Macaluso è interpretato da Alissa Maria Orlando, Susanna Piraino, Anita Pomario, Eleonora De Luca, Viola Pusatieri, Donatella Finocchiaro, Serena Barone, Simona Malato, Laura Giordani, Maria Rosaria Alati, Rosalba Bologna, Ileana Rigano.

«Con grandi emozioni sette anni fa per la 70ª edizione della Mostra fu presentato a Venezia il mio primo film, Via Castellana Bandiera; oggi con la gioia di una bambina ancora più incantata e felice per la 77ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica tornerò a Venezia con il mio secondo film, Le sorelle Macaluso» – dichiara la regista Emma Dante – «Spero che questa famiglia di donne di tre generazioni possa far affiorare i ricordi di noi bambine dentro le stanze dell’infanzia dove strette da un legame fortissimo siamo state sorelle».

USCITA: 10 SETTEMBRE 2020

SINOSSI

Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella. L’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque sorelle nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo. Una casa che porta i segni del tempo che passa come chi ci è cresciuto e chi ancora ci abita. La storia di cinque donne, di una famiglia, di chi va via, di chi resta e di chi resiste.

Captain America: l’evoluzione dell’eroe nel corso del MCU

Captain America: l’evoluzione dell’eroe nel corso del MCU

Steve Rogers, aka Captain America, era un personaggio dei fumetti già estremamente popolare prima della nascita dell’Universo Cinematografico Marvel. È chiaro però che i film abbiamo contribuito a  trasformato in uno degli eroi cinematografici più iconici di tutti i tempi. Grazie anche all’accattivante performance di un Chris Evans sempre dedito e impegnato, il personaggio è diventato forse l’eroe più importante del MCU. Con Avengers: Endgame l’arco narrativo di Cap nel MCU, iniziato con Captain America: Il primo vendicatore, si è ufficialmente concluso. Nel corso degli anni, come evidenziato da Screen Rant, il personaggio ha attraversato alcuni importanti cambiamenti, tanto fisici quanto emotivi. Ecco di seguito i principali:

Il costume

Non era certamente facile adattare il costume di Cap per un live action senza correre il rischio di dare vita a qualcosa di buffo. Il Primo Vendicatore ha cercato di collegare il costume al tentativo dei militari di creare una figura di propaganda, e lo ha fatto con estrema intelligenza, dato che il costume si è adattato sorprendentemente all’avventura raccontata nel film, profondamente radicata nel passato.

Quando Cap è arrivato nel mondo moderno in The Avengers, il costume è finalmente apparso in tutto il suo splendore. In Endgame è addirittura diventato qualcosa sul quale poter scherzare. Negli altri film abbiamo visto una versione dello stesso più radicata ed elegante, forse più appropriata al contesto narrativo.

Steve e Bucky

Forse la relazione più importante che Steve ha avuto durante i suoi tre film in solitaria è stata quella con il suo amico d’infanzia Bucky Barnes. La loro amicizia ha motivato molte delle azioni di Steve nel MCU: quando hanno iniziato a combattere fianco a fianco, sono stati poi costretti a combattere l’uno contro l’altro: alla fine, Steve ha lottato per proteggere Bucky.

È stata una relazione commovente che forse, nel MCU, non si è conclusa nel modo in cui avrebbe dovuto. Con così tante accadute in Avengers: Infinity War ed Endgame, la storyline dedicata a Steve e Bucky non ha ricevuto molta attenzione. Dopotutto, sembra strano che la relazione tra i due sia finita nel modo in cui ci ha mostrato il cinecomic di Anthony e Joe Russo

Il boy scout

Uno dei principali problemi, da un punto di vista narrativo, con un personaggio come Captain America è che potrebbe risultare fin troppo bravo. Non è sempre divertente, infatti, vedere un personaggio così potente fare sempre la cosa giusta e non commettere mai errori.

Quando Cap venne introdotto nel MCU, il suo spirito nobile era accattivante, ma rischiava di invecchiare abbastanza velocemente. Saggiamente, con i film si è iniziato ad irruvidire un pochino il personaggio, rendendolo più imperfetto, come quando ha trattenuto la verità sui genitori di Tony.

Lo stile di combattimento

Come se non ci fossero abbastanza lotte per giustificare l’arrivo di Cap sul grande schermo, il fatto che il suo principale stile di combattimento fosse lanciare un grande scudo non ha certamente aiutato. Fortunatamente, una volta che Cap venne portato nel mondo moderno, sembrò imparare alcuni nuovi trucchi.

Nella scena d’azione iniziale di Captain America: The Winter Soldier, assistiamo al nuovo stile di combattimento di Cap, qualcosa di davvero elettrizzante. È tattico, brutale e frenetico, il che ha aggiunto un nuovo grado di eccitazione ai suoi film e alle scene di lotta che lo vedevano coinvolto.

Patriottismo indiscusso

Il MCU è diventato un franchising così imponente che è popolare in tutto il mondo e le sue storie si estendono in tutto l’universo. Quindi, avere un personaggio di nome Captain America che indossa letteralmente la bandiera americana, potrebbe apparire limitante.

I film hanno fatto un ottimo lavoro fin dall’inizio nel rendere Steve Rogers qualcuno che non si riferisse solo all’America, ma alla giustizia in generale. Soprattutto gli ultimi titoli, esplorano meravigliosamente l’idea che spesso il patriottismo significa mettere in discussione coloro che sono al potere.

La sua eredità

Tutti gli eroi del MCU hanno una buona parte di difetti, ma Cap è sempre apparso come quello non macchiato, capace di tenere tutti gli eroi con i piedi per terra. Era il simbolo di ciò che un eroe dovrebbe essere e un modello a cui tutti devono guardare.

Quell’aspetto nobile del personaggio non è mai scomparso, ma il modo in cui viene percepito dagli altri è indubbiamente cambiato. Dopo gli eventi di Captain America: Civil War, Cap passa dall’essere il più grande eroe americano al più grande fuggitivo. È stata una direzione sicuramente interessante che la Marvel ha deciso di far intraprendere al personaggio.

Un pesce fuor d’acqua

Alla fine de Il Primo Vendicatore, Cap si sveglia nel 21° secolo e si rende conto che il mondo che conosceva non esiste più. È stato un momento che ha cambiato il personaggio in una sorta di eroe tragico, anche se i film si sono divertiti molto con l’umorismo legato al suo essere spesso un “pesce fuor d’acqua”.

Col passare del tempo, e anche in maniera piuttosto rapida, Cap sembrò a suo agio con il nuovo mondo. In poco tempo lo vediamo trasformarsi e sentirsi come a casa, nonostante il suo passato ogni tanto abbia continuato a compromettere qualche sua azione o qualche suo comportamento.

Steve e Tony

Non appena si incontrano per la prima volta in The Avengers, era chiaro che Steve e Tony Stark avrebbero sviluppato una relazione molto particolare. Si scontrano quasi subito prima di sviluppare un sincero rispetto reciproco in qualità di eroi.

Quella tensione tra loro dà poi vita ad un’affascinante amicizia. Si avvicinano come compagni di squadra prima di dividersi in modo sostanziale. Alla fine, questi due eroi si renderanno conto che, nonostante tutto, vogliono combattere fianco a fianco. 

Fascino e simpatia

È difficile non restare affascinati da Steve Rogers e dal suo viaggio nella sua storia di origini, ma probabilmente Capitan America non è stato il Vendicatore preferito di molte persone, almeno non dall’inizio. I suoi compagni eroi sembravano essere certamente più divertenti dell’eroe apparentemente perfetto.

Tuttavia, Cap è diventato molto più simpatico con l’avanzare del franchise. La sua determinazione e il suo buon cuore lo hanno trasformato da personaggio un po’ noioso alla tipologia di eroe di cui i fan avevano bisogno. 

La storia d’amore con Peggy

Il romanticismo nel MCU è sempre stato un po’ complicato. Fra tutta l’azione dei supereroi, le trame d’amore sono sempre apparsi un po’ forzate. Ne Il Primo Vendicatore, la relazione tra Steve e Peggy Carter è stata alquanto dolce, ma non ha avuto molto tempo per svilupparsi prima di essere totalmente ignorata.

Sorprendentemente, nonostante non fosse stato dedicato altro tempo alla loro storia al di là di quel primo film, il franchise ha continuato a consolidare il legame tra i due personaggi. A parte uno sfortunato passo falso con Sharon Carter, Steve non ha mai esitato nel suo amore, il che ha reso il suo lieto fine ancora più gratificante.

Cari Compagni di Andrei Konchalovsky in Concorso a Venezia 77

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Cari Compagni di Andrei Konchalovsky in Concorso a Venezia 77

Sarà presentato in Concorso alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica CARI COMPAGNI! di Andrei Konchalovsky. Il regista – vincitore di un Leone d’Argento Gran Premio della Giuria nel 2002 con “Dom Durakov – La casa dei matti” e poi del Leone d’Argento per la Miglior Regia nel 2014 con “Le notti bianche del postino” e nel 2016 con “Paradise” – è anche autore della sceneggiatura con Elena Kiseleva.  Tratto da una storia vera, il film è interpretato da Julia Vysotsakaya (“Paradise”) nel ruolo della protagonista. CARI COMPAGNI! è stato realizzato con il supporto della Fondazione di Beneficenza “Arte, Scienza e Sport”, del Ministero della Cultura della Federazione Russa e del Canale Tv Russia 1.

URSS, Novocherkassk, 1962. Lyudmila è un membro del partito comunista locale,  una convinta militante che nutre un’ incrollabile fiducia negli ideali comunisti e un profondo disprezzo per ogni forma di dissenso. Durante una manifestazione operaia in una fabbrica di locomotive, la donna assiste a una sparatoria sui dimostranti ordinata dal governo per reprimere lo sciopero: un evento che cambierà per sempre la sua visione del mondo. Molti i feriti e numerosi i dispersi, la città è sconvolta dagli arresti, da condanne sommarie e dal coprifuoco.  E in quei giorni la figlia di Lyudmila scompare nel nulla. Per la donna inizia così un’affannosa, quanto rischiosa, ricerca senza sosta e senza quartiere – a dispetto del blocco della città, degli arresti e dei tentativi di insabbiamento da parte delle autorità.

Il film è basato su un fatto realmente accaduto a Novocherkassk il 2 giugno del 1962 e secretato fino agli anni ’90. Nel 1992 venne avviata la prima inchiesta. Le vittime del massacro erano state occultate in tumuli sotto falso nome perché non venissero mai ritrovate. I principali sospetti fra gli alti vertici governativi erano già morti. I responsabili non sono mai stati condannati.

Venezia 77: un’edizione che guarda a Oriente. Il programma

Venezia 77: un’edizione che guarda a Oriente. Il programma

È stato presentato con una conferenza stampa in live streaming il programma di Venezia 77, un’edizione particolare della Mostra d’Arte Cinematografica Internazionale, che si svolge nel mondo post lockdown, con Paesi ancora nella morsa del coronavirus e con lo spettro della pandemia ancora aleggiante su ogni cosa.

Eppure, questa edizione è importante proprio per questo, perché dà un segno di ripartenza, di rinascita e di nuova vita che deve partire anche dal cinema e dall’arte, che la Mostra da sempre rappresenta. Non sorprende, quindi, che la maggior parte dei film selezionati vengano da Est, con il Medio Oriente che recita la parte del leone (insieme all’Italia) in una selezione che presenta molti punti di interesse, numerosi ritorni di registi affezionati al Lido e opere prime che non mancheranno di destare curiosità.

Ecco il programma di Venezia 77

Concorso ufficiale

In Between Dying, Hilal Baydarov

Le sorelle Macaluso, Emma Dante

The World to Come, Mona Fastvold

Nuevo Orden, Michel Franco

Amants, Nicole Garcia

Laila in Haifa, Amos Gitai

Dorogie Tovarischi (Dear Comrades), Andrei Konchalovsky

Spy No Tsuma (Wife of a Spy), Kyoshi Kurosawa

Khorshid (Sun Children), Majid Majidi

Pieces of a Woman, Kurnél Mundruczó

Miss Marx, Susanna Nicchiarelli

Padrenostro, Claudio Noce

Notturno, Gianfranco Rosi

Never Gonna Snow Again, Małgorzata Szumowska, Michał Englert

The Disciple, Chaitanya Tamhane

Und Morgen Die Ganze Welt (And Tomorrow the Entire World), Julia Von Heinz

Quo Vadis, Aida?, Jasmila Zbanic

Nomadland, Chloé Zhao

Fuori concorso

Sportin’ Life, Abel Ferrara

Crazy, Not Insane, Alex Gibney

Greta, Nathan Grossman

Salvatore – Shoemaker of Dreams, Luca Guadagnino

Final Account, Luke Holland

La verità su La dolce vita, Giuseppe Pedersoli

Molecole, Daniele Segre (film di pre-apertura)

Narciso Em Ferias, Renato Terra, Ricardo Calil

Paolo Conte, Via con me, Giorgio Verdelli

Hopper/Welles, Orson Welles

City Hall, Frederick Wiseman

Lacci, Daniele Luchetti (film d’apertura)

Lasciami andare, Stefano Mordini (film di chiusura)

Mandibules, Quentin Dupieux

Di Yi Lu Xiang (Love After Love), Ann Hui

Assandia, Salvatore Mereu

The Duke, Roger Mitchell

Night in Paradise, Park Soon-Jung

Mosquito State, Filip Jan Rymsza

Fuori concorso – Proiezioni speciali

30 Monedas – Episodio 1, Alex De La Iglesia

Princesse Europe, Camille Lotteau

Omelia contadina, Alice Rohrwacher

Orizzonti

Apples, Christos Nikou (film d’apertura)

La Troisieme Guerre, Giovanni Aloi

Milestone, Ivan Ayr

The Wasteland, Ahmad Bahrami

The Man Who Sold His Skin, Kaouther Ben Hania

I predatori, Pietro Castellitto

Mainstream, Gia Coppola

Genus Pan, Lav Diaz

Zanka Contact, Ismael El Iraki

Guerra e pace, Martina Parenti, Massimo D’Anolfi

La Nuit Des Rois, Philippe Lacôte

The Furnace, Roderick Mackay

Careless Crime, Shahram Mokri

Gaza Mon Amour, Tarzan Nasser, Arab Nasser

Selva tragica, Yulene Olaizola

Nowhere Special, Uberto Pasolini

Listen, Ana Rocha De Sousa

La 77° Mostra d’Arte Cinematografica Internazionale di Venezia si svolgerà al Lido dal 2 al 12 settembre.

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Salvatore – Shoemaker of Dreams: il docufilm di Luca Guadagnino

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Salvatore – Shoemaker of Dreams: il docufilm di Luca Guadagnino

Salvatore – Shoemaker of Dreams, il docufilm diretto da Luca Guadagnino alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Scritto da Dana Thomas e diretto da Luca Guadagnino è prodotto da Francesco Melzi d’Eril e Gabriele Moratti con Stella Savino come produttore esecutivo.

Sinossi: L’appassionante storia umana, artistica e imprenditoriale di Salvatore Ferragamo, dall’infanzia a Bonito, dove ha realizzato le sue prime scarpe, al viaggio in America in cerca di fortuna, dalle esperienze a Hollywood al ritorno in Italia, dal rischio del fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla definitiva consacrazione. Carattere, istinto, genio, curiosità e straordinaria intuizione: Salvatore – Shoemaker of Dreams mostra il mistero e il fascino di una figura complessa, un’icona della moda italiana e mondiale che non ha mai perso di vista l’importanza dei legami famigliari. Il docufilm, con la voce narrante di Michael Stuhlbarg, si avvale di immagini inedite e testimonianze che vedono protagonisti, accanto ai membri della famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti, giornalisti, critici di moda e cinematografici.

Il regista Luca Guadagnino dichiara: “Cosa è il genio? Come nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo (1898-1960), protagonista e testimone del XX secolo è la risposta a queste domande”.

I predatori di Pietro Castellitto in Concorso in Orizzonti

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I predatori di Pietro Castellitto in Concorso in Orizzonti

I predatori, film d’esordio alla regia di Pietro Castellitto sarà presentato in Concorso in Orizzonti alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Protagonisti sono Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Pietro Castellitto, Giorgio Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Antonio Gerardi, Nando Paone, Vinicio Marchioni, Claudio Camilli, Liliana Fiorelli, Renato Marchetti, Giulia Petrini, Francesco Borghese.

Sono profondamente felice – dichiara il regista – che il mio film venga presentato nella sezione Orizzonti. Lo sconquasso della pandemia ha distrutto molte certezze aprendo le porte a un nuovo scontro fra culture e visioni del mondo, premessa fondamentale per qualsiasi era artistica. C’è un che di bellico in quest’alba veneziana e farne parte è motivo di orgoglio. Ringrazio Alberto Barbera e tutti i selezionatori per la fiducia data. Spero di esserne all’altezza.

       Pietro.

Nel film  I predatori È mattina presto, il mare di Ostia è calmo. Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara. Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti predatori.

I predatori è una produzione FANDANGO con RAI CINEMA prodotto da Domenico Procacci e Laura Paolucci, opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo.

Captain Marvel 2 adatterà Secret Invasion?

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Captain Marvel 2 adatterà Secret Invasion?

È da un po’ di tempo che circolano diversi rumor secondo cui i Marvel Studios avrebbero grandi progetti per Captain Marvel 2, l’annunciato sequel che vedrà il ritorno di Brie Larson nei panni di Carol Danvers. Adesso, secondo un nuovo report di The Direct, la posta in gioco sarà persino più alta del previsto.

Apparentemente, il personaggio di Ms. Marvel avrà un ruolo secondario nel sequel, mentre lo stesso “includerà anche molti nuovi ed importanti personaggi del MCU”, con la fonte che lo descriverà come una sorta di “mini-film dedicato ai Vendicatori”. Ciò è in linea con le voci che si sono già susseguite in passato: sembra quindi che il sequel adatterà la tanto agognata trama di “Secret Invasion“, il crossover a fumetti che si concentra sull’invasione della Terra da parte degli Skrull.

Nel sequel potremmo quindi vedere Carol Danvers tornare sulla Terra per affrontare un’invasione di Skrull: ciò potrebbe confermare anche che il sequel svelerà se nel MCU ci sono degli Skrull che in realtà si sono nascosti dietro l’identità degli eroi più potenti della Terra, ma tutto dipenderà ovviamente da quanto il film sarà fedele ai fumetti. Ricordiamo che per il momento si tratta esclusivamente di rumor.

Tutto ciò che sappiamo sul sequel di Captain Marvel

Captain Marvel 2, il sequel del cinecomic con protagonista il premio Oscar Brie Larson che ha incassato 1 miliardo di dollari al box office mondiale, sarà sceneggiato da Megan McDonnell, sceneggiatrice dell’attesa serie WandaVision.

Sfortunatamente, Anna Boden e Ryan Fleck, registi del primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: a quanto pare, i Marvel Studios sarebbero interessati ad affidare la regia del nuovo film ad una sola regista donna. Secondo la fonte, Boden e Fleck potrebbero essere comunque coinvolti in una delle serie Marvel attualmente in sviluppo e destinate a Disney+.

Nessun dettaglio sulla trama del sequel è stato rivelato, ma l’ambientazione del film dovrebbe spostarsi dagli anni ’90 ai giorni nostri. Naturalmente, Brie Larson tornerà nei panni di Carol Danvers. Il sequel di Captain Marvel dovrebbe arrivare già nel 2022.

Shining: il prequel avrebbe svelato il mistero della foto di Jack

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Overlook Hotel, il prequel di Shining, avrebbe dovuto spiegare l’origine della misteriosa foto di Jack Torrance che si vede alla fine del film originale diretto da Stanley Kubrick. Acclamato come uno dei thriller più influenti di tutti i tempi, Shining è ricordato soprattutto per le citazioni iconiche, i personaggi complessi ed immagini dal forte impatto visivo. Sicuramente, uno degli aspetti più ambigui e controversi del film è la scena finale: il film si chiude, infatti, con una carrellata su una foto d’epoca scattata durante la festa di gala del 4 luglio 1921, la quale ritrae tra i partecipanti un Jack Torrance sorridente ed in abito elegante.

Le teorie sul perché il personaggio di Jack Nicholson appaia nella foto in bianco e nero si sono ovviamente sprecate: secondo la più accreditata, Jack sarebbe la reincarnazione di un precedente funzionario dell’hotel e che l’Overlook abbia ufficialmente preso il controllo dell’anima dello scrittore. Tuttavia, Stanley Kubrick non ha mai spiegato davvero il significato di quella scena. Lo scorso anno è arrivato nelle sale Doctor Sleep, sequel del film di Kubrick basato sull’omonimo romanzo di Stephen King, mentre per lungo tempo si è parlato di un prequel, Overlook Hotel, appunto, che però non ha mai visto la luce e che è stato accantonato proprio per realizzare il sequel con Ewan McGregor.

Adesso, sembra che il prequel di Shining avrebbe dovuto spiegare proprio il significato di quella fotografia che appare alla fine del film originale del 1980. Intervistato da Bloody Disgusting, Glen Mazzara, sceneggiatore di Overlook Hotel, che spiegato che il suo film avrebbe potuto spiegare proprio l’origine di quella foto con Jack. Il prequel era basato su un prologo inedito del romanzo originale di King, intitolato “Before the Play”, che venne eliminato dal romanzo del 1977. Il prequel avrebbe dovuto seguire la storia di Bob T. Watson, un ricco barone che parte con la sua famiglia e una squadra di costruttori per realizzare il suo progetto da sogno: un grande hotel sulle Montagne Rocciose.

Brad Pitt era stato considerato per il prequel mai realizzato di Shining

Dopo il ballo inaugurale dell’Overlook, nella Golden Room dell’hotel viene organizzata una serata di gala. In base alla sceneggiatura di Mazzara, durante la serata un fotografo avrebbe scattato la foto che vediamo alla fine di Shining. Secondo quanto riferito, Mazzara aspirava a realizzare la scena in modo da non permettere allo spettatore di capire se il Jack del film di Kubrick fosse effettivamente coinvolto al centro dello scatto oppure no. Brad Pitt era stato considerato per il ruolo di Bob, mentre Mark Romanek (One Hour Photo, Non lasciarmi) era stato incaricato di occuparsi della regia.

Di recente è stato annunciato che HBO Max produrrà una serie ambientata nel famoso Overlook Hotel, affidata a J.J. Abrams e intitolata semplicemente Overlook. L’esatta natura dello show non è ancora stata rivelata, così come non sono state confermate eventuali somiglianze con la sceneggiatura di Mazzara.

Justice League: non è stato Zack Snyder a scegliere Joss Whedon

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Justice League: non è stato Zack Snyder a scegliere Joss Whedon

Il regista Zack Snyder ha rivelato di non essere stato lui a scegliere Joss Whedon per terminare i lavori su Justice League. Snyder dovette abbandonare le riprese del cinecomic DC a causa di una tragedia personale: a quel punto, Whedon firmò per portare a termine il film. Tuttavia, le cose non sono andate secondo i piani.

Justice League doveva essere la risposta DC ai film del MCU dedicati agli Avengers. Nel film Batman, Wonder Woman, Aquaman, The Flash, Cyborg ed un Superman risorto si uniscono per sconfiggere l’alieno Steppenwolf e il suo esercito di Parademoni. Invece di trasformarsi in un successo strepitoso, il film non ha performato secondo le aspettative al box office ed è stato stroncato dalla critica per la sceneggiatura, il modo in cui villain principale è stato tratteggiato e l’utilizzo a dir poco discutibile della CGI (con particolare riferimento alla rimozione dei baffi di Henry Cavill). Ovviamente, una delle più grandi critiche che sono state mosse al film era relativa al tono decisamente irregolare, dovuto essenzialmente al fatto che al film avevano lavorato due registi con due visioni diametralmente opposte. 

I film di Snyder sono noti per essere molto dark, dai toni grintosi e profondamente stilizzati, in netto contrasto con lo stile più leggero, quasi “da commedia”, di Whedon. Ecco perché molti fan si sono chiesti perché la Warner Bros. abbia scelto proprio il regista di The Avengers per portare a compimento i lavori su Justice League. Durante un panel in occasione dell’evento Justice-Con, a Zack Snyder è stato chiesto se fosse stata una sua decisione quella di “consegnare” il film a qualcun altro: il regista ha rivelato che mentre è stata sua la decisione di abbandonare il film, nella scelta di un eventuale sostituto non è stato in alcun modo coinvolto; ha detto che la scelta è stata fatta “dal comitato” e che all’epoca le sue forze e le sue energie erano focalizzata altrove.

Perché WB e DC hanno scelto Joss Whedon per terminare Justice League?

Sebbene non sia stato rivelato il motivo per cui Whedon è stato scelto per sostituire Snyder, i fan hanno ipotizzato che probabilmente è stato scelto a causa del suo lavoro nell’Universo Cinematografico Marvel. Whedon ha diretto i primi due film dedicati ai Vendicatori, il primo dei quali è diventato uno dei più alti incassi di tutti i tempi. The Avengers è stato un crossover ambizioso come forse non ne erano mai stati realizzati prima, e Whedon è riuscito a cavarsela in maniera eccellente. Questo probabilmente ha spinto la Warner Bros. e la DC a chiedere a Whedon di finire Justice League, considerata la natura “ensemble” del progetto.

Vi ricordiamo che la Snyder Cut di Justice League uscirà nel 2021 sulla piattaforma streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori notizie.

Justice League è il film del 2017 diretto da Zack Snyder e rimaneggiato da Joss Whedon. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come SupermanBen Affleck come BatmanGal Gadot come Wonder WomanEzra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast anche Amber HeardAmy AdamsJesse EisenbergWillem DafoeJ.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Rakuten TV: le novità di Agosto 2020

Rakuten TV: le novità di Agosto 2020

Brividi assicurati per tutta la famiglia questa estate su Rakuten TV con alcuni dei titoli in arrivo in premiere digitale: Scooby!, primo film animato dedicato al famoso cane  in 4K HDR, The tunnel – Trappola nel buio, Shortcut e la Spider Week

Rakuten TV si prepara ad un agosto da brivido. Tra i film che arrivano in premiere digitale The tunnel – Trappola nel buio, action thriller svedese ad alta tensione con protagonista Thorjorn Harr della nota serie TV “Vikings”. Shortcut, misterioso horror italo tedesco. Da segnalare anche Scooby!, primo feauture film di Scooby-Doo tutto in CG (Computer Graphic), già disponibile in 4K HDR dal 15 luglio.  Escono direttamente sulla piattaforma Beyond the law- L’infiltratoultimo action crime con la star assoluta del genere Steven Seagal. Killerman con Liam Hemswroth nei panni di un riciclatore di denaro che si sveglia senza memoria e con milioni di dollari in contanti e droghe rubati in una corrotta New York. River runs red con Taye Diggs, John Cusack e Luke Hemswroth, film di grande attualità sulla questione razziale. El Chicano action drama ambientato nel mondo della droga statunitense.

Con Ci rivediamo lassù, tratto dal romanzo “Au revoir là-haut” di Pierre Lemaitre, vincitore del Premio Goncourt, il più prestigioso dei premi letterari francesi, Albert Dupontel firma un film trionfatore ai César 2018 e ancora 1918 I giorni del coraggio. Risate assicurate con The Day shall come, storia di un predicatore impoverito che lotta per salvare la sua famiglia dallo sfratto. Per i più piccini in arrivo L’incantesimo del lago: Un matrimonio reale, sequel della saga animata L’incantesimo del Lago, ispirata al balletto di Tchaikovsky“Il lago dei cigni”.

Tra le promozioni da non perdere la Spider Week, dal 31 luglio al 10 agosto con tutti i film dell’universo Marvel dedicati al mitico supereroe in offerta speciale: Spider-Man (2002), Spider-Man 2, Spider-Man 3, The amazing Spider-Man, The amazing Spider-Man 2, Spider-Man Home Coming, Spider-Man far from home e Venom.

Hawkeye: Hailee Steinfeld sarà Kate Bishop?

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Hawkeye: Hailee Steinfeld sarà Kate Bishop?

Molte produzioni e diversi progetti dei Marvel Studios sono stati sospesi o posticipati a causa della pandemia di Coronavirus purtroppo ancora in corso. Naturalmente, l’annunciata serie Hawkeye destinata a Disney+ non ha fatto eccezione, nonostante di recente siano stati rivelati i nomi dei registi che si occuperanno di dirigere parte degli episodi dello show.

E sempre a proposito dei personalità artistiche coinvolte nella realizzazione della serie, oggi torniamo a parlare di casting, in particolare della scelta dell’attrice che andrà a vestire i panni di Kate Bishop: sappiamo infatti da diverso tempo che il progetto coinvolgerà anche Jeremy Renner, ossia il Clint Barton del MCU, e che la storia ruoterà attorno al passaggio di consegne tra l’eroe e la sua erede.

Adesso, sempre che nei panni di Kate Bishop sia stata confermata un’attrice che da tempo era stata associata al ruolo. Come riportato da The Illuminerdi, infatti, sembra che Hailee Steinfeld abbia ufficialmente firmato per unirsi al cast di Hawkeye ed interpretare proprio il futuro membro degli Young Avengers al fianco di Renner. Inoltre, come riportato sempre dalla fonte, sembra che la produzione della serie dovrebbe partire il prossimo ottobre e svolgersi ad Atlanta, in Georgia.

Era da molto tempo che si parlava della possibilità di Hailee Steinfeld potesse interpretare Kate Bishop nella serie. La giovane attrice, classe 1996, è nota per aver esordito al cinema ne Il Grinta dei fratelli Coen, ruolo grazie al quale venne nominata all’Oscar come migliore attrice non protagonista. Durante la sua carriera ha recitato in pellicole quali Ender’s Game, Tutto può cambiare, Pitch Perfect 2, 17 anni (e come uscirne vivi) e Bumblebee.

Iscriviti a Disney+ e inizia a guardare le più belle storie Marvel e molto altro!

Hawkeye fa parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios che avrebbero dovuto uscire su Disney+ a partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere stato The Falcon and The Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre serie tv includono WandaVision (sempre nel 2020?)Loki (primavera 2021) oltre a HawkeyeTutti vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.

Hawkeye, la serie tv

Hawkeye è l’annunciata spin off del franchise di Avengers e fa parte della fase 4 del Marvel Cinematic Universe che si estenderà nel racconto seriale per debuttare su Disney+.

La trama si svolge dopo gli eventi di Avengers: Endgame e si baserà sulle avventure di Young AvengerKate Bishop, che ha assunto il ruolo dopo dopo che Clint Barton lascia in seguito agli eventi di Endgame. La serie vedrà Jeremy Renner tornare nei panni del personaggio, e l’attore stesso ha presentato il progetto alla gremita Hall H durante il Comic-Con di San Diego. Secondo le parole di Renner la serie racconta “la fibra di ciò che è Occhio di Falco, ovvero un supereroe senza super poteri, e questo vuol dire che tutti possono essere dei supereroi.” Secondo le prime indiscrezioni nella serie Kate Bishop utilizza le sue notevoli capacità di combattimento per combattere delle buone battaglia, sia come come Young Avenger, al fianco del mentore Clint Barton, sia da sola.

Laetitia Casta: 10 cose che non sai sull’attrice

Laetitia Casta: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta celebre come supermodella, Laetitia Casta è in seguito diventata una nota attrice, attiva tanto in Francia, sua terra natale, quanto in Italia e negli Stati Uniti. Ad oggi, ha infatti avuto modo di collaborare con diversi importanti registi e attori di questi paesi, grazie ai quali ha potuto maturare come interprete, arrivando così ad affermarsi presso un ampio pubblico. Nella sua filmografia è infatti possibile ritrovare sia film più commerciali che titoli di maggior rilievo artistico.

Ecco 10 cose che non sai di Laetitia Casta.

Laetitia Casta marito

Laetitia Casta: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri film. L’attrice debutta al cinema nel 1999 con il film Asterix & Obelix contro Cesare, con Roberto Benigni. Successivamente, ha modo di recitare in ruoli di rilievo nei film Les âmes fortes (2001), Le Grand Appartement (2006), Nés en 68 (2008), Visage (2009) e Gainsbourg, vie héroīque (2010). Nel 2011 recita nel ruolo della protagonista in La guerra dei bottoni, accanto a Guillaume Canet, mentre l’annno seguente è nel cast del film statunitense La frode, con Richard Gere. Recita poi nell’italiano Una donna per amica (2014), con Fabio De Luigi, in 11 donne a Parigi (2014) e L’uomo fedele (2018), con Lily-Rose Depp.

9. È protagonista di una mini-serie. Nel corso della sua carriera l’attrice non ha mancato di recitare anche per la televisione, comparendo nella miniserie La bicicletta blu (2000), nel film Luisa Sanfelice (2004), con Adriano Giannini, dove interpreta la nobildonna del titolo, protagonista del romanzo di Alexandre Dumas, e in Arletty, une passion coupable (2015). Tra il 2019 e il 2020 ha poi ricoperto il ruolo della protagonista Théa nella mini-serie Une île, incentrato su una storia che mescola crime e fantasy.

8. Ha scritto, diretto e prodotto un cortometraggio. Nel 2016 l’attrice debutta alla regia di En moi, cortometraggio di genere drammatico incentrato sulla relazione tra un regista cinematografico e l’attrice del suo film. Per l’occasione, la Casta si è cimentata anche nella sceneggiatura, da lei scritta insieme a Maude Ameline, come anche nella produzione del corto. Questo venne presentato durante la cerimonia di chiusura della Settimana internazionale della critica nel corso del Festival di Cannes.

Laetitia Casta: chi è suo marito

7. Ha avuto una relazione con un noto attore italiano. Divenuta celebre anche in Italia, la Casta ottenne su di sé ancor più attenzioni nel momento in cui fu resa nota la sua relazione con l’attore Stefano Accorsi, protagonista di film come Baciami ancora e Veloce come il vento. I due sono infatti stati una coppia dal 2003 al 2013, anno in cui poi si sono separata lasciando semplicemente intendere che il rapporto era giunto ad una naturale conclusione. Dalla loro relazione sono però nati due figli, rispettivamente nel 2006 e nel 2009.

6. Si è sposata con un regista francese. Dopo la separazione da Accorsi, nel 2015 l’attrice ritrova l’amore nel momento in cui si lega al regista e attore francese Louis Garrel, celebre per aver recitato in The Dreamers e L’ufficiale e la spia. I due si sono poi sposati in Corsica nel giugno del 2017, e nel 2018 hanno recitato insieme nel film L’uomo fedele, da lui anche scritto e interpretato. Attualmente, la coppia non ha avuto figli, avendo con sé quelli che l’attrice aveva avuto dalla precedente relazione.

Laetitia Casta fisico

Laetitia Casta a Sanremo

5. Ha condotto il celebre Festival della musica italiana. Il 1999 si rivelò un anno fondamentale per l’attrice, che ebbe modo di debuttare al cinema e anche di farsi conoscere nel mondo dello spettacolo italiano conducendo il Festival di Sanremo insieme a Fabio Fazio. Sempre Fazio, la chiama come ospite nell’edizione del 2014 da lui condotta. In tale occasione, presente nel corso della prima puntata, l’attrice si esibì nell’esecuzioni dei brani Meraviglioso e Silvano.

Laetitia Casta è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 356 mila persone. All’interno di questo la Casta è solita condividere prevalentemente immagini relative al suo lavoro di modella, con servizi fotografici realizzati per riviste o eventi particolari. È tuttavia possibile ritrovare anche immagini relative a suoi momenti di svago e post promozionali dei suoi progetti da attrice. Così facendo, può tenere costantemente aggiornati i propri follower circa le sue attività presenti o future.

Laetitia Casta: il suo fisico e le misure

3. È considerata l’ideale di modella sensuale. Da quando venne scoperta a 15 da un fotografo, la Casta non ha mai smesso di posare come modella per alcuni tra i principali nomi del settore, arrivando ad essere la testimonial ufficiale di L’Oréal. Oggi, a quarantadue anni, la Casta è ancora considerata una delle donne più sensuali e belle del mondo della moda. Nonostante il passare degli anni ha infatti mantenuto un fisico particolarmente invidiabile, che ha più volte sfoggiato anche senza veli per importanti riviste. Le misure del suo corpo rispettivamente 89-59-90.

Laetitia Casta e i suoi denti

2. Non è mai ricorsa alla chirurgia estetica. L’attrice si è dichiarata profondamente contraria alla chirurgia, considerandola una forma di distruzione, e affermando invece che da sempre il suo personale segreto di bellezza è essere in pace con il proprio corpo. Per questo motivo, l’attrice si è anche sempre rifiutata di correggere la forma dei suoi denti, da alcuni giudicati inadatti ad una modella, ma divenuti con il tempo il suo segno distintivo, nonché una delle sue caratteristiche più apprezzate.

Laetitia Casta: età e altezza

1. Laetitia Casta è nata a Pont-Audemer, in Francia, l’11 maggio 1978. L’attrice è alta complessivamente 172 centimetri.

Fonte: IMDb

Solo: A Star Wars Story, il sequel è in sviluppo per Disney+?

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Solo: A Star Wars Story, il sequel è in sviluppo per Disney+?

Solo: A Star Wars Story, lo spin-off di Star Wars uscito nelle sale a maggio 2018, nonostante sia stato un flop al botteghino è riuscito comunque a conquistare negli anni una grossa fetta di appassionati della saga fantascientifica ambientata nella galassia lontana, lontana. Sono in molti, infatti, ad aver chiesto a gran voce un sequel delle avventure di Han Solo, soprattutto perché nel film diretto da Ron Howard i fan hanno assistito al ritorno di Darth Maul.

Di recente si è parlato della possibilità che Donald Glover tornasse a vestire i panni di Lando Calrissian, così come della possibilità che Darth Maul potesse apparire in diversi progetti targati Disney+ e dedicati alla saga. Sempre di recente, l’attore Alden Ehrenreich aveva rivelato di aver sentito alcune discussioni in merito alla possibilità di continuare la storia di Solo, possibilità che adesso sembra essere diventata molto più concreta.

Come riportato da Jeremy Conrad of Star Wars Unity (via The Direct), sembra che le avventure raccontate in Solo: A Star Wars Story continueranno su Disney+. A quanto pare, la storia dovrebbe ripartire proprio dalla fine del film, con i membri del cast originale pronti a tornare nei panni dei rispettivi personaggi. Al momento non sappiamo se questo nuovo racconto sarà una miniserie, una serie tv o un sequel a tutti gli effetti realizzato esclusivamente per la piattaforma di streaming.

Di cosa potrebbe parlare un prosieguo di Solo?

Un eventuale prosieguo delle avventure di Solo potrebbe vedere certamente il ritorno di Alden Ehrenreich nei panni del noto contrabbandiere e di Donald Glover in quelli di Lando, con Darth Maul che potrebbe figurare questa volta come antagonista principale. Da un punto di vista strettamente narrativo, l’eventuale progetto potrebbe trattare di sindacati del crimine e di organizzazioni criminali legate alla figura di Maul, come il Crimson Dawn o il Black Sun.

Solo: A Star Wars Story è un film del 2018 diretto da Ron Howard con Alden EhrenreichWoody HarrelsonEmilia ClarkeDonald Glover Thandie Newton. Attraverso una serie di audaci bravate nel profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa amicizia con il suo futuro possente copilota Chewbacca e incontra il famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che determinerà il futuro di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.

Batman Begins: lo sceneggiatore smentisce una teoria su Ra’s al Ghul

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Uscito nel 2005, Batman Begins è ancora un oggi argomento di accesa discussione tra i fan del Crociato di Gotham: sebbene non si tratti del capitolo migliore della trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, è stato sicuramente un ottimo apripista. Focalizzandosi in particolare sulle origini di Bruce Wayne, nel film abbiamo visto l’Uomo Pipistrello combattere contro il suo vecchio mentore Ra’s al Ghul, che nello scontro finale sul treno non uscirà vivo, dopo che Batman decide di non ucciderlo ma nemmeno di salvarlo, facendolo precipitare assieme ai vagoni.

Il finale del film è stato molto criticato dai fan, al punto da generare una curiosa teoria: quando Henri Ducard va incontro al suo destino, in realtà sapeva che sarebbe sopravvissuto risorgendo attraverso il fenomeno del Pozzo di Lazzaro. Adesso però, in una recente intervista con Collider, è stato proprio David S. Goyer, sceneggiatore di Batman Begins, a smentire la teoria in questione: “Penso che siano andati un po’ oltre con la lettura della cosa. Di sicuro, io e Chris non abbiamo mai discusso della cosa”. Goyer ha poi parlato dell’approccio che lui e Christopher hanno avuto nei confronti del personaggio di Batman, lasciando intendere che l’utilizzo del Pozzo di Lazzaro non si adattava all’universo che avevano creato.

“Se ci pensate, è stato un approccio abbastanza realistico”, ha spiegato lo sceneggiatore. “Penso che se avessimo introdotto qualcosa come il Pozzo di Lazzaro nella nostra storia… Non sto dicendo che non si può raccontare una bella storia utilizzando il Pozzo di Lazzaro, penso che si può… Semplicemente, non credo che il Pozzo di Lazzaro avrebbe legato con il nostro tipo di approccio a quel mondo.”

Le parole di David S. Goyer hanno perfettamente senso: se Ra’s al Ghul fosse tornato, sicuramente l’avremmo rivisto ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, quando Talia al Ghul si unisce a Bane per mettere in ginocchio Batman e Gotham City. Voi cosa ne pensate di questa fan theory?

Il futuro di Batman sul grande schermo

Ricordiamo che le avventure del Crociato di Gotham vivranno in una nuova iterazione cinematografica grazie a The Batman, l’atteso film di Matt Reeves attualmente in fase di produzione, che vedrà Robert Pattinson interpretare l’Uomo Pipistrello. Nel cast anche Andy Serkis (Alfred), Colin Farrell (Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista), John Turturro (Carmine Falcone), Peter Sarsgaard (Gil Colson) e Jayme Lawson (Bella Reál).

Tenet arriverà al cinema prima in Europa e poi in America

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Tenet arriverà al cinema prima in Europa e poi in America

Dopo le speculazioni dello scorso weekend, la Warner Bros. ha ufficializzato che Tenet, l’attesissimo nuovo film di Christopher Nolan uscirà prima in Europa e poi negli Stati Uniti. Il lancio internazionale del film, fissato al 26 agosto, interesserà oltre 70 paesi europei: per quanto riguarda gli Stati Uniti, il film arriverà il 3 settembre, soltanto in alcune città, essendo la situazione legata all’emergenza Coronavirus ancora critica.

Prima dell’uscita del film verranno installate adeguate misure di sicurezza nei cinema di tutto il mondo. Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Corea, Russia, Spagna e Regno Unito sono tra i paesi che vedranno il film alla fine del mese di agosto, mentre in Cina non è stata ancora programmata un’uscita. Di seguito il poster IMAX ufficiale del film:

Il futuro di Tenet al box office mondiale

Non è così inusuale che i grandi blockbuster arrivino prima nelle sale internazionali e poi in quelle americane (da questo punto di vista, i Marvel Studios insegnano!). Certo è che si tratta di una strategia che non rappresenta la prassi, adottata dalla Warner Bros. per cercare di adattarsi ad una “nuova normalità” in cui si cerca – nei limiti del possibile e rispettando sempre tutte le norme sanitarie – di convivere con l’emergenza.

A questo punto, sarà molto interessante vedere come Tenet performerà al box office mondiale: anche se in alcuni paesi la pandemia è sotto controllo e i cinema hanno riaperto, ci sono ancora tante persone che non si sentono sicure a tornare in sala, cosa che potrebbe limitare il potenziale del film al botteghino.

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Paolo Virzì: 10 cose che non sai sul regista

Il cinema italiano, dal neorealismo in poi, si è evoluto e negli ultimi trent’anni ha dato vita a una nuova generazione di autori, attori e registi di grande talento. Tra questi c’è anche Paolo Virzì, uno dei registi italiani più apprezzati in tutto il mondo.

Scopriamo insieme oggi tutto quello che c’è da sapere su Paolo Virzì e la sua folgorante carriera nel cinema.

Paolo Virzì film

10. Nato a Livorno il 4 marzo del 1964, Paolo Virzì passa tutta la sua infanzia a Torino per poi tornare nella sua città natale durante l’adolescenza. In questi anni si appassiona alla letteratura, sia italiana che straniera, e soprattutto quella inglese. Inizia a leggere i classici della letteratura con particolare attenzione ai romanzi di Charles Dickens e Mark Twain; grazie all’input di questi due grandi maestri, in quegli stessi anni si diletta a scrivere sceneggiature e testi teatrali, cimentandosi a volte anche come attore.

9. Al liceo conosce Francesco Bruni, celebre sceneggiatore e regista italiano, che diventa suo amico e collega, nonché co-sceneggiatore fidato. L’amicizia tra due sopravvive anche dopo il liceo quando Virzì si trasferisce a Pisa per frequentare la facoltà di lettere e filosofia.

8. Alla fine dei suoi studi lascia Livorno per trasferirsi a Roma e cominciare una carriera nel cinema. Qui entra al Centro Sperimentale di Cinematografia dove frequenta il corso di sceneggiatura fino al suo diploma nel 1987. Solo qualche anno più tardi, Paolo Virzì comincia a lavorare attivamente nel mondo del cinema. Nel 1989 viene arruolato da Giuliano Montaldo per lavorare alla alla sceneggiatura del film Tempo di Uccidere. Negli anni novanta, inoltre, Virzì lavora a tantissime sceneggiature per film come Turnè (1990), Condomino (1991) e Centro Storico (1992).

Paolo Virzì Filmografia

Sabrina Ferilli e Paolo Bigagli nel film La Bella Vita di Paolo Virzì
Sabrina Ferilli e Paolo Bigagli nel film La Bella Vita di Paolo Virzì

7. Soltanto nel 1994, Paolo Virzì finalmente debutta al cinema con il suo primo lungometraggio dal regista, il film La Bella Vita. Il film, sceneggiato da Paolo Virzì e Francesco Bruni, racconta la storia di una coppia di giovani sposi, Mirella (Sabrina Ferilli) e Bruno (Paolo Bigagli), alle prese con le difficoltà della vita quotidiana. Lei è una cassiera del supermercato mentre lui è un operaio metalmeccanico; i problemi cominciano quando Bruno perde il lavoro a causa della crisi economica e cade in una profonda depressione.

L’esordio di Paolo Virzì raccoglie i consensi sia del pubblico che della critica che gli assegna David di Donatello che il Nastro d’argento come miglior regista esordiente. Dopo un inizio così scoppiettante, Virzì continua la sua carriera e negli anni successiva sforna altri piccolo gioielli cinematografi come Ferie D’Agosto (1996), Intolerance [episodio Roma Ovest 143] (1996) e Ovosodo (1997).

Paolo Virzì dirige Ovosodo

Ovosodo di Paolo Virzì
Edoardo Gabbriellini e Marco Cocci in Ovosodo di Paolo Virzì

6. Uno dei film più amati di Virzì degli anni novanta è senza dubbio Ovosodo, girato nel 1997, e che probabilmente il regista ha realizzato prendendo spunto dalla sua adolescenza livornese.

Il film racconta la storia di Piero (Edoardo Gabbriellini), soprannominato Ovosodo, un ragazzo di un quartiere popolare di Livorno, costretto a crescere in un contesto sociale disagiato. La scuola è la sua oasi felice e il posto dove può trovare sostegno della professoressa Giovanna (Nicoletta Braschi) e nel suo amico Tommaso (Marco Cocci). Grazie a loro, Piero continua a studiare e a sognare un futuro migliore, lontano dalla povertà e dall’ignoranza delle sue origini. Tuttavia, quando Tommaso decide di partire per gli States, Piero si lascia andare e si arrende a una vita già prestabilita, fatta di famiglia e lavoro in fabbrica.

5. Per altri registi sarebbe difficile replicare il successo di un film come Ovosodo ma non per Virzì. Negli anni successivi il regista sforna altri piccoli capolavori per il grande schermo come Baci e Abbracci (1999), My Name is Tanino (2002), Caterina Va in Città (2003), N – Io e Napoleone (2006), Tutta La Vita Davanti (2008), La Prima Cosa Bella (2010) e Tutti i Santi Giorni (2012).

Paolo Virzì dirige Il Capitale Umano

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da Il Capitale Umano di Paolo Virzì.jpg

4. Uno dei film più importanti di Virzì e che ha consacrato la sua carriera di regista, è senza dubbio Il Capitale Umano, uscito nell’ormai lontano 2014.

Ispirato all’omonimo romanzo di Stephen Amidon, il film racconta la storia di due famiglie della provincia brianzola i cui destini si incrociano per caso il giorno della vigilia di Natale. Un ciclista viene, infatti, travolto da un SUV su di una strada provinciale e la Polizia comincia le indagini accumulando prove che porteranno i membri delle due famiglie a scagliarsi gli uni contro gli altri. Il film è un triste spaccato della società italiana raccontata dagli occhi di tutti i suoi personaggi che forniscono un punto di vista sempre diverso della vicenda.

Il Capitale Umano di Virzì fa strage di consensi tra pubblico e critica e quello stesso anno porta a casa 6 David di Donatello, 7 Nastri d’Argento, 4 Ciak d’Oro, un Globo d’Oro e viene scelto per concorrere agli Oscar di 2015 per la categoria Miglior Film Straniero. Nonostante i consensi ottenuti, però, il film di Paolo Virzì non riesce ad arrivare nella rosa finale.

Helen Mirren e Donald Sutherland in Ella e John - The Leisure Seeker di Paolo Virzì
Helen Mirren e Donald Sutherland in Ella e John – The Leisure Seeker di Paolo Virzì

3. Dopo il successo ottenuto con il suo Capitale Umano, il regista livornese torna all’attacco con La Pazza Gioia (2016), Ella e John – The Leisure Seeker (2017) – presentato alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia – e Notti Magiche (2018), ultimo film di Paolo Virzì. Tra il 2019 e il 2020, infatti, Virzì mette da parte la sedia del regista e si dedica alla sua attività di sceneggiatore curando lo script dei film Vivere di Francesca Archibugi e Tolo Tolo di Luca Medici.

Paolo Virzì vita privata

2. Virzì è sempre stato un uomo molto riservato anche se negli anni la sua vita sentimentale ha fatto molto discutere sui tabloid. Sappiamo, infatti, che il primo amore di Paolo Virzì è stato Paola Tiziana Cruciani, conosciuta dal regista durante il suo corso di studi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. I due sono stati insieme per anni e hanno avuto anche una figlia, Ottavia Virzì, prima di separarsi definitivamente.

Paolo Virzì e Micaela Ramazzotti

1. Tra tanti flirt o presunti tali nella vita di Vìrzi, ce n’è uno che si è ben presto trasformato in una bellissima storia d’amore. Nel 2008 il regista, impegnato sul set di Tutta La Vita Davanti, s’innamora perdutamente di una delle sue protagoniste, Micaela Ramazzotti. Il colpo di fulmine, ricambiato dall’attrice, porta la coppia dritta dritta all’altare. Solo un anno più tardi, nel 2009, Paolo sposa la sua Micaela. Durante il loro matrimonio, Paolo Virzì e Micaela Ramazzotti hanno avuto due figli, Jacopo e Anna Virzì.

Fonte: IMDB, WikiInstagram

After 2: trailer ufficiale del sequel di After

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After 2: trailer ufficiale del sequel di After

LEONE FILM GROUP e RAI CINEMA presentano il TRAILER UFFICIALE di After 2, sequel del film campione d’incassi nei cinema italiani dal 2 settembre 2020.

In After 2 dopo la loro rottura, Hardin (Hero Fiennes Tiffin) e Tessa (Josephine Langford) cercano di andare avanti ognuno per la propria strada. Mentre Hardin torna a perdersi in cattive abitudini, Tessa, forte della sicurezza acquisita, inizia a frequentare lo stage dei suoi sogni alla casa editrice Vance dove attira l’attenzione del suo collega Trevor (Dylan Sprouse), il ragazzo perfetto col quale intraprendere una relazione. Trevor è intelligente, spiritoso, attraente ma soprattutto è affidabile. Tessa, nonostante questo nuovo incontro, non riesce a togliersi dalla testa Hardin. Dopotutto lui è l’amore della sua vita e al di là dei loro fraintendimenti e delle difficoltà, non può negare ciò che prova. Vorrebbe essere in grado di andare avanti per la sua strada,  ma non è così semplice. Attraverso gli alti e i bassi della loro relazione, Tessa e Hardin lotteranno per stare ancora insieme anche se l’intero universo sembra tramare per tenerli separati.

Dopo il successo del primo film, “After”, uscito ad aprile 2019, che ha incassato più di 6 milioni di euro al boxoffice italiano, arriva prossimamente nei cinema After 2, basato sul secondo capitolo del romanzo best seller di Anna Todd con protagonisti Tessa Young (Langford) e Hardin Scott (Tiffin), diventato un fenomeno sensazionale come fan fiction su Wattpad. After 2 è diretto da Roger Kumble e vede protagonisti  Josephine LangfordHero Fiennes-Tiffin Dylan Sprouse, Selma Blair, Charlie Weber.

Galatea Ranzi: 10 cose che non sai sull’attrice

Galatea Ranzi: 10 cose che non sai sull’attrice

Formatasi come attrice teatrale, Galatea Ranzi ha negli anni conquistato anche il cinema e la televisione, affermandosi come una delle migliori interpreti della propria generazione. Grazie ai suoi ruoli in film di particolare successo, ha infatti saputo dar prova del proprio talento e della propria versatilità, conquistando tanto il pubblico quanto la stessa industria. Ancora oggi non manca di distinguersi in prodotti ricercati e con i quali può mettere in luce nuovi aspetti di sé.

Ecco 10 cose che non sai di Galatea Ranzi.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Galatea Ranzi marito

Galatea Ranzi: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo nel 1993 con il film Fiorile, per distinguersi anche in Va’ dove ti porta il cuore (1996), di Cristina Comencini, Un viaggio chiamato amore (2002), Il pranzo della domenica (2003), con Rocco Papaleo, Caterina va in città (2003), Tre metri sopra il cielo (2004), con Riccardo Scamarcio, La vita che vorrei (2004), L’educazione fisica delle fanciulle (2005), Ho voglia di te (2007) e La grande bellezza (2013), dove recita accanto a Toni Servillo, e grazie al quale ottiene nuovi importanti riconoscimenti. Negli anni successivi, recita in Ma che bella sorpresa (2015), La ragazza nella nebbia (2017), Copperman (2019), con Luca Argentero, e Lontano lontano (2019).

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Parallelamente alla carriera cinematografica, la Ranzi non manca di recitare anche per la televisione, partecipando inizialmente a film come L’ombra della spia (1988) e Gli ultimi giorni dell’umanità (1991), e in seguito a mini-serie come L’avvocato delle donne (1997) e La freccia nera (2006). Dal 2014 al 2015 ha invece recitato nella soap opera CentoVetrine. A partire dal 2018, invece, ricopre il ruolo di Elsa nella serie Netflix Baby, dove recita accanto ad Alice Pagani, Benedetta Porcaroli, Lorenzo Zurzolo e Claudia Pandolfi.

8. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Per la sua attività cinematografica, l’attrice ha in diverse occasioni ricevuto candidature ad importanti premi cinematografici, che le hanno permesso di far accrescere il proprio status. È stata infatti nominata ai Nastri d’Argento nel 1994 come attrice protagonista per Fienile, e nel 1997 come attrice non protagonista per Va’ dove ti porta il cuore. Ottiene poi due nomination come attrice non protagonista ai David di Donatello rispettivamente per i film La vita che vorrei e La grande bellezza.

Galatea Ranzi e il teatro

7. Si è formata presso una nota accademia. Prima di diventare l’apprezzata attrice che è oggi, la Ranzi ha speso alcuni anni per formarsi presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, dove si è poi diplomata nel 1988. La preparazione lì ottenuta le ha permesso di diventare un nome particolarmente richiesto, arrivando a lavorare in numerose produzioni dirette dal celebre Luca Ronconi. Nello stesso 1988 vinse inoltre il Premio Ubu come miglior attrice giovane, mentre nel 2012 le venne assegnato il prestigioso Premio Eleonora Duse.

6. Ha recitato in numerosi spettacoli di successo. Nel corso degli anni l’attrice ha avuto modo di prendere parte a spettacoli teatrali particolarmente apprezzati da critica e pubblico. Tra questi si annoverano i titoli Amor nello specchio (1987), Mirra (1988), Strano interludio (1989), L’uomo difficile (1990), Gli ultimi giorni dell’umanità (1991), Re Lear (1994), Il sogno (1999), Lolita (2000), Il candelaio (2000), Quel che sapeva Maisie (2001), Le Baccanti (2001), Prometeo incatenato (2002), Vecchi tempi (2005) e Un’ora di tranquillità (2016).

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Galatea Ranzi La grande bellezza

Galatea Ranzi: il marito e i figli

5. Ha sposato un suo compagno di corsi. Frequentando l’Accademia Silvio d’Amico, l’attrice conosce Marco Andriolo, che frequentava i corsi insieme a lei. I due, innamoratisi, decidono poi di sposarsi ancor prima di diplomarsi. Dalla loro relazione nasceranno poi tre figli, rispettivamente nel 1996, nel 1999 e nel 2007. Contrariamente alla moglie, Andriolo si è poi specializzato in regia, lavorando prevalentemente dietro la macchina da presa.

Galatea Ranzi in La grande bellezza

4. Ha recitato nel film premio Oscar. Nel 2013 l’attrice torna al cinema recitando nel film La grande bellezza, diretto da Paolo Sorrentino. Nella pellicola, che ha poi vinto il Premio Oscar al miglior film straniero, la Ranzi interpreta Stefania, una delle amiche radical chic del protagonista Jep Gambardella. In particolare, è rimasta nota la sua scena dove si trova a subire uno spietato monologo di questi, dove la sua vita fatta di apparenza viene smontata pezzo per pezzo.

Galatea Ranzi in Baby

3. È la madre della protagonista. In Baby, serie italiana targata Netflix, l’attrice recita nel ruolo di Elsa Altieri. Questa è la madre di Chiara, la giovane protagonista della storia. Nel corso della vicenda, la donna si troverà a dover fare i conti con la sua vita tutt’altro che perfetta, ma retta in piedi soltanto da menzogne e segreti. Nel raccontare del suo personaggio, la Ranzi ha affermato di aver talvolta avuto difficoltà nell’immedesimarsi in esso, ma di aver sempre ricercato il modo più umano per dar vita alle sue emozioni.

Galatea Ranzi non è su Instagram

2. Non ha un profilo sul social. L’attrice ha in diverse occasioni confermato di non possedere un profilo sul social network Instagram, non apprezzando tanto il suo funzionamento quanto l’esposizione mediatica a cui inevitabilmente questo espone. La Ranzi ha infatti sempre cercato di mantenere un certo distacco tra la propria vita privata e quella lavorativa, evitando che l’una possa influenzare l’altra.

Galatea Ranzi: età e altezza

1. Galatea Ranzi è nata a Roma, Italia, il 24 gennaio del 1967. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Sabrina Impacciatore: 10 cose che non sai sull’attrice

Sabrina Impacciatore: 10 cose che non sai sull’attrice

Il panorama italiano cinematografico e televisivo, vanta alcune incredibili attrici la cui carriera sembra inarrestabile. Tra queste c’è senza dubbio Sabrina Impacciatore, amata per i suoi ruoli comici e impareggiabile in quelli drammatici.

Scopriamo insieme oggi tutto quello che c’è da sapere su Sabrina Impacciatore.

Sabrina Impacciatore film e tv: tra cinema e televisione

10. Nata il 29 marzo del 1968 a Roma, Sabrina comincia subito a manifestare interesse per il mondo dello spettacolo. La Impacciatore, infatti, ha la possibilità durante la sua formazione attoriale di seguire dei corsi di recitazione al prestigioso Actor Studio di New York.

9. Dopo aver studiato recitazione nella Grande Mela, Sabrina torna a Roma dove continua la sua formazione. Qui viene scoperta da Gianni Boncompagni, famoso autore e regista televisivo, che la ‘arruola’ per il suo nuovo programma, Non è la Rai.

Sabrina Impacciatore in Non è la Rai

8. Chi è cresciuto negli anni novanta, ricorda benissimo Non è la Rai e tutti i suoi personaggi, compresa Sabrina Impacciatore.

Non è la Rai è un programma televisivo creato da Gianni Boncompagni e Irene Gherdo, andato in onda dal 1991 al 1995, per quattro edizioni. Si tratta di una sorta di varietà con tanto di balletti e canzoni, giochi telefonici, tutti eseguiti da un enorme gruppo di adolescenti o poco più che ventenni. Inizialmente condotto da Enrica Bonaccorti e poi da Paolo Bonolis, il programma è poi passato nelle mani di Ambra Angolini.

La trasmissione, oltre alla Impacciatore e alla Angolini, diventa il trampolino di lancio di moltissime attrici e soubrette italiane come Nicole Grimaudo, Lucia Ocone, Romina Mondello, Antonella Elia, Miriana Trevisan e molte altre ancora.

Sabrina Impacciatore a Non è la Rai si occupava di intrattenere il pubblico a casa con piccoli sketch divertenti e che toccavano argomenti vicino al mondo femminile e delle adolescenti. Eccone un piccolo esempio:

Dopo il successo ottenuto in tv, la Impacciatore resta nell’universo Boncompagni, e qualche anno dopo partecipa a Rock n Roll, spinoff preserale di Non è la Rai.

Sabrina Impacciatore in tv: tra fiction e varietà

7. Ormai lanciatissima in televisione grazie a Boncompagni, Sabrina Impacciatore comincia a lavorare in alcune trasmissioni d’intrattenimento come Macao (1997), Ciro, il figlio di Target (1999) e Convenscion (1999).

6. Negli anni novanta e più precisamente nel 1997, prende parte anche alla sua prima serie tv, dal titolo Disokkupati.

La serie racconta la storia di Amelio Spina (Paolo Ferrari), un uomo anziano che, per arrotondare, decide di subaffittare una stanza di casa sua a tre giovani, Caterina (Sabrina Impacciarore), Ignazio Settimo Porcu (Pier Francesco Loche) e Speranzo Zammattaro (Adolfo Margiotta). I ragazzi sono tutti alla ricerca di un lavoro stabile e si arrangiano in qualunque modo per pagare l’affitto e vivere nella Capitale.

5. Negli anni duemila, Sabrina Impacciatore è molto attiva in tv con trasmissioni come Raiot- Armi di distrazione di massa (2003), La Valigia dei Sogni (2005) e Mai Dire Grande Fratello (2006), uno dei programmi più amati al pubblico, ancora oggi.

Nello stesso periodo, però, la Impacciatore partecipa anche a molte serie e miniserie tv come Le Ragioni del Cuore (2002), Doppio Agguato (2003), Liberi di Giocare (2007), Donne Assassine (2008), Due Mamme di Troppo (2009), L’amore Non Basta (Quasi Mai…) (2011) e Immaturi – La Serie (2018).

Sabrina Impacciatore e Alberto Sordi

4. In occasione del centenario della nascita del grande Alberto Sordi, la Rai manda in onda il 13 giugno 2020 un documentario di Silvio Governi, dal titolo Alberto Sordi, Un Italiano Come Noi. Nel documentario, Sabrina Impacciatore racconta della vita privata e professionale di Alberto Sordi, dagli esordi fino ai suoi ultimi progetti, senza dimenticare storie inedite, aneddoti, testimonianze e piccoli spezzoni di film mai visti prima.

Il documentario non è attualmente disponibile in streaming sul sito della Rai ma su RayPlay, potrete trovare tantissimi contenuti dedicati al grande Alberto Sordi

Sabrina Impacciatore filmografia

3. Sin dagli anni novanta, Sabrina Impacciatore è sempre stata molto attiva anche sul grande schermo. Al suo primo film, Il Compagno (1999), ne sono infatti seguiti molti altri. Tra i suoi film più famosi ricordiamo L’Ultimo Bacio (2001), Concorrenza Sleale (2001), Gente di Roma (2003), La Passione di Cristo (2004), Manuale d’Amore (2005), N (io e Napoleone) (2006), Baciami Ancora (2010) – sequel de L’Ultimo Bacio -, Una Donna per la Vita (2011), Pane e Burlesque (2014), Sei Mai Stata Sulla Luna? (2015), A Casa Tutti Bene (2018) e Amiche da Morire (2013).

Sabrina Impacciatore in Amiche da Morire

2. Nel 2013 Sabrina Impacciatore partecipa come protagonista al film scritto e diretto da Giorgia Farina, dal titolo Amiche da Morire.

Il film racconta la storia di tre donne siciliane, molto diverse tra loro; Gilda è una prostituita (Claudia Gerini), Crocetta è una donna che tutti credono porti sfortuna (Sabrina Impacciatore) e Olivia (Cristiana Capotondi) è la più invidiata del paese perché bellissima e sposata con un aitante pescatore. Quando Olivia scopre i traffici illeciti del marito e in un impeto di rabbia lo uccide, le tre donne faranno di tutto per custodire quel segreto e proteggersi a vicenda.

Sabrina Impacciatore curiosità

1. Negli anni i media hanno seguito molto da vicino la vita sentimentale della Impacciatore, cercando sempre di individuare l’ultima fiamma dell’attrice. A oggi, però, Sabrina Impacciatore non ha un compagno né tanto meno un marito e dei figli. Sabrina è single e felice di esserlo perché una donna non ha bisogno di un uomo accanto per sentirsi completa.

Per restare sempre aggiornati sulla vita privata e professionale dell’attrice, seguito il profilo Instagram ufficiale di Sabrina Impacciatore.

Fonte: Wiki, IMDB, Rai

Isabella Ferrari: 10 cose che non sai sull’attrice

Isabella Ferrari: 10 cose che non sai sull’attrice

Apprezzata e pluripremiata, Isabella Ferrari è considerata una delle grandi interpreti della sua generazione. Distintasi grazi a ruoli in film di particolare successo, l’attrice ha negli anni guadagnato sempre più consensi, affermandosi per carisma e versatilità. Nel corso della sua carriera, non ha mancato di recitare anche per la televisione, in alcune note serie televisive.

Ecco 10 cose che non sai di Isabella Ferrari.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Isabella Ferrari figli

Isabella Ferrari: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con Sapore di mare (1983), con cui diventa subito una celebrità. Negli anni successivi continua a confermare il proprio talento con titoli come Dagobert (1984), Appuntamento a Liverpool (1988), Willy signori e vengo da lontano (1990), Romanzo di un giovane povero (1995), con cui si consacra. Negli anni successivi recita in Vite in sospeso (1998), La lingua del santo (2000), Saturno contro (2006), con Pierfrancesco Favino, Caos calmo (2008), Due partite (2008), con Paola Cortellesi, E la chiamano estate (2012), La grande bellezza (2013), con Toni Servillo, La vita oscena (2014), con Cristiano Caccamo, Diva! (2017), Napoli velata (2017), con Alessandro Borghi, Euforia (2018) e Sotto il sole di Riccione (2020), con Ludovica Martino.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. La Ferrari ottiene popolarità in televisione ricoprendo il ruolo del commissario Giovanna Scalise in Distretto di polizia (2000), Distretto di polizia 2 (2001) e Distretto di polizia 3 (2002), con Ricky Memphis. In seguito, ha recitato nella serie Cuore contro cuore (2004-2005), nei film Liberi di giocare (2007), Nel bianco (2010), Storia di Laura (2011) e nella terza stagione di Una grande famiglia (2015), con Alessandro Gassmann. Dal 2018 ricopre il ruolo di Simonetta nella serie Netflix Baby, recitando accanto ad Alice Pagani, Benedetta Porcaroli, Claudia Pandolfi e Lorenzo Zurzolo.

8. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Nel corso della sua carriera la Ferrari ha ottenuto alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti cinematografici a livello italiano. Il primo di questi, vinto nel 1995 alla Mostra del Cinema di Venezia, è la Coppa Volpi come miglior attrice non protagonista per Romanzo di un giovane povero. È stata poi nominata ai David di Donatello come miglior attrice non protagonista per i film Arrivederci amore, ciao e Caos calmo. Nel 2008, di nuovo alla Mostra di Venezia, le viene invece conferito il Premio Pasinetti alla miglior attrice per Un giorno perfetto.

Isabella Ferrari è su Instagram

7. Ha un profilo personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo attualmente seguito da 181 mila persone. Qui la Ferrari, ad oggi, ha pubblicato oltre 600 post, principalmente relativi a propri momenti di svago o di luoghi da lei visitati. Non mancano però anche su curiosità e fotografie scattate sui set di film in cui ha partecipato. Così facendo, l’attrice ha anche modo di promuovere il proprio lavoro tramite il social, aggiornando i propri fan sui suoi attuali e futuri progetti.

Isabella Ferrari ha dei figli

6. È mamma di tre figli. Nel 2002 l’attrice si è sposata con il regista Renato De Maria, conosciuto grazie al film Hotel paura (1996) e con il quale ha poi lavorato anche per Amatemi, La vita oscena e la prima stagione di Distretto di polizia. Dalla loro relazione sono poi nati due figli. La Ferrari aveva però già avuto una figlia, chiamata Teresa, da una precedente relazione con l’imprenditore Massimo Osti. L’attrice si è sempre dimostrata giustamente protettiva nei confronti dei figli, evitando che potessero essere soggetti ad un’eccessiva esposizione mediatica.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Isabella Ferrari Baby

Isabella Ferrari in Baby

5. Non condivide l’umanità del suo personaggio. Nell’acclamata serie Baby, l’attrice ricopre il ruolo di Simonetta, madre di Ludovica. Nel raccontare il proprio personaggio, da lei molto amato, l’attrice non ha nascosto di aver particolarmente faticato nel comprendere il suo concetto di umanità. Dal momento in cui rimane muta davanti alle prove della prostituzione della figlia, tra l’attrice e il personaggio si è infatti generato un divario incolmabile, che ha richiesto alla Ferrari un grande sforzo di immedesimazione.

4. Accettò il ruolo convinta dal regista. Tra i principali motivi che l’attrice ha indicato per la sua scelta di accettare il ruolo nella serie vi è stata la possibilità di lavorare con il regista Andrea De Sica. La Ferrari aveva infatti visto il suo film d’esordio, I figli della notte, rimanendone particolarmente colpita. Dopo aver incontrato il regista, e aver letto la sceneggiatura, si convinse inoltre della qualità del progetto, decidendo perciò di ricoprire il ruolo di Simonetta.

Isabella Ferrari in Sotto il sole di Riccione

3. Ha un ruolo nel nuovo film italiano di Netflix. A luglio 2020 arriva sulla piattaforma Netflix il film Sotto il sole di Riccione, scritto da Enrico Vanzina, che è un omaggio ai film balneari degli anni Ottanta, in primis a quel Sapore di mare, che segnò proprio il debutto della Ferrari. In questa nuova pellicola l’attrice interpreta Irene, madre possessiva di Vincenzo, che finirà poi per vivere la sua storia d’amore con il bodyguard Lucio, interpretato da Luca Ward.

2. Il personaggio le ha ricordato il suo ruolo in Sapore di mare. Nel dar vita ad Irene in Sotto il sole di Riccione, l’attrice ha affermato di aver ritrovato in lei molto della sua Selvaggia, personaggio da lei ricoperto in Sapore di mare. Per la Ferrari, infatti, entrambi condividono uno sguardo malinconico. Nonostante le somiglianze, le è stato però più semplice interpretare Irene, ritrovandosi nel suo carattere di madre ossessiva e apprensiva.

Isabella Ferrari: età e altezza

1. Isabella Ferrari è nata a Ponte dell’Olio, in Emilia-Romagna, Italia, il 31 marzo 1964. L’attrice è alta complessivamente 162 centimetri.

Fonte: IMDb

Venezia 77: Nomadland di Chloé Zhao presentato anche a Toronto, Telluride e New York

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La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia è lieta di condividere la presentazione, con i Festival di Toronto, Telluride e New York, di Nomadland, il terzo lungometraggio della regista Chloé Zhao (Songs my Brothers Taught me, The Rider – Il sogno di un cowboy), prodotto e  interpretato dall’attrice premio Oscar® Frances McDormand, tratto dal libro Nomadland: un racconto d’inchiesta (2017) della giornalista Jessica Bruder. Searchlight Pictures ha acquisito i diritti internazionali del film.

Nomadland sarà presentato alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia venerdì 11 settembre in Sala Grande al Palazzo del Cinema del Lido.

“Le strade americane mi affascinano. Sono di una bellezza sconvolgente e complessa.” – ha dichiarato la regista Chloé Zhao – Le ho  percorse per molti anni nei miei viaggi e ho sempre sperato di poterne catturare una visione particolare. Sono molto felice di aver potuto realizzare Nomadland, ed emozionata che il pubblico potrà seguire Fern (Frances McDormand) nelle sue avventure”.

“È un grande piacere oltre che un onore contribuire a dar visibilità internazionale al nuovo, sorprendente film di Chloé Zhao – ha dichiarato il direttore artistico della Mostra di Venezia, Alberto Barbera –  Nomadland è un viaggio coraggioso e toccante dentro un mondo sconosciuto, lontano dalla nostra coscienza sociale, che acquista un significato del tutto particolare in questo periodo di isolamento causato dalla pandemia, e che dimostra come alcuni valori quali la solidarietà reciproca e il forte senso di comunità possono salvarci dalla solitudine, dal fallimento e dalla disperazione. Sono felice di condividere l’opportunità di supportare questo film eccezionale assieme agli amici dei festival di Telluride, Toronto e New York: è questo un segno concreto di solidarietà e collaborazione in un periodo di grande difficoltà”.

Nomadland è un autentica scoperta” – dichiarano i presidenti di Searchlight Pictures Nancy Utley e Steve Gilula – “Siamo grati a Chloé e a tutta la troupe di Nomadland, oltre alla comunità dei festival che è di fondamentale importanza per il successo dei film indipendenti”.

Nomadland segue Fern (McDormand), una donna che, dopo il collasso economico di una cittadina rurale nel Nevada, fa i bagagli e parte nel suo van per provare la vita on-the-road, fuori dalla società convenzionale, da moderna nomade. Il film include i nomadi veri Linda May, Swankie e Bob Wells che fanno da mentori e compagni a Fern nel suo viaggio attraverso il vasto paesaggio dell’Ovest americano.

Nomadland è prodotto da Frances McDormand (Olive Kitteridge su HBO), Peter Spears (Chiamami col tuo nome), Molly Asher (The Rider), Dan Janvey (Re della Terra Selvaggia), e Chloé Zhao (The Rider – Il sogno di un cowboy). Protagonista del film, oltre a McDormand, è David Strathairn (Good Night, and Good Luck.). Zhao torna a lavorare con il suo direttore della fotografia per The Rider, Joshua James Richards (La terra di Dio). Le musiche nel film sono del compositore italiano Ludovico Maria Enrico Einaudi e il montaggio di Zhao. Alla Searchlight, il film è stato coordinato dai presidenti della produzione Matthew Greenfield e David Greenbaum e dal vice presidente della produzione Taylor Friedman.

Chloé Zhao è una regista, sceneggiatrice, montatrice, e produttrice rinomata per il suo lavoro nel suo film d’esordio, Songs My Brothers Taught Me (2015), presentato in prima mondiale al Sundance Film Festival. Il suo secondo lungometraggio, The Rider (2017), ha ricevuto diversi riconoscimenti fra i quali le candidature agli Independent Spirit Awards per miglior film e miglior regista. Zhao ha diretto il film di prossima uscita dei Marvel Studios Eternals, programmato per il 2021 e distribuito da Walt Disney Studios.

Avengers 5: gli eroi che potrebbero rivelarsi membri degli Illuminati

Nei giorni scorsi è arrivata la notizia – chiaramente non confermata – che i Marvel Studios avrebbe intenzione di realizzare un film dedicato agli Illuminati, il gruppo di personaggi della Marvel Comics creati da  Brian Michael Bendis (testi) e Steve McNiven (disegni). È innegabile quanto un ipotetico Avengers 5 possa trasformarsi nell’occasione ideale per introdurre i personaggi, o almeno scoprire quali eroi del MCU potrebbero segretamente far parte della società segreta. The Direct ha ipotizzato quali personaggi del MCU potrebbero far parte degli Illuminati nel quinto film dedicato Vendicatori: 

Doctor Strange

Nei fumetti, Tony Stark è stato colui che ha formato gli Illuminati a causa della sua mente futurista e della sua tendenza a prepararsi per potenziali minacce. Tuttavia, con Stark ormai morto, è una scommessa aperta che Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) potrebbe eventualmente prendere il posto di Stark nel condurre il gruppo contro minacce imminenti. Vale la pena sottolineare che il Maestro delle Arti Mistiche è stato colto di sorpresa dell’attacco di Thanos sulla Terra durante Infinity War: perciò avrebbe senso che Strange abbia voluto escogitare un piano per evitare di sperimentare la stessa cosa.

A questo punto, Strange ha acquisito familiarità con la maggior parte degli eroi più potenti della Terra. Detto questo, Strange potrebbe benissimo reclutare gli eroi che ritiene degni di prendere parte agli Illuminati. Le conoscenze dello stregone circa il regno mistico dovrebbe rivelarsi utile agli scopi generali della squadra, con il Sanctum di New York che potrebbe facilmente essere la sede del team per le loro riunioni segrete. Inoltre, l’avventura dello stregone nel sequel The Multiverse of Madness potrebbe addirittura fornire ulteriore supporto dietro la formazione della squadra. Tutto sommato, il coinvolgimento e la potenziale leadership di Stephen Strange rappresentano la combinazione perfetta per una squadra segreta come gli Illuminati.

Captain Marvel

Captain Marvel 2Un altro ipotetico eroe che potrebbe avere far parte degli Illuminati è Carol Danvers (Brie Larson). La familiarità del personaggio con il cosmo dovrebbe rivelarsi utile al gruppo nascosto per identificare e sottomettere terrificanti minacce aliene. Inoltre, la lunga esperienza dell’eroina nello spazio potrebbe giustificare il fatto che la stessa è stata esposta a diversi cattivi e a diverse guerre. In un certo senso, Danvers potrebbe aiutare gli eroi della Terra ad avere la meglio nelle battaglie contro nemici sconosciuti, mettendo in atto una strategia basata su una risposta coordinata.

Parte del divertimento nel vedere insieme grandi eroi è la presenza di conflitti, e gli Illuminati non ne sono certamente estranei. In diverse occasioni, i membri del gruppo non sono stati d’accordo, con alcune discussioni che hanno persino portato ad uno scontro fisico. La relazione di Danvers con gli Skrull potrebbe essere vitale se il MCU decidesse di portare avanti la trama di “Secret Invasion”: una storyline molto interessante che potrebbe essere affrontata tra le fila degli Illuminati e che potrebbe anche portare all’inevitabile scontro tra gli eroi.

Sersi

Gli Eterni introdurrà un nuovo ed intrigante set di eroi ai fan del MCU. Il team di esseri simili a Dio fornirà risposte alla storia dell’universo raccontato nel MCU, fornendo anche le basi per storie future e connessioni passate con la mitologia del franchise. In questo caso, c’è motivo di credere che un membro degli Eterni alla fine si unirà agli Illuminati. Tra la lunga lista dei suoi membri, Sersi (Gemma Chan) è la prima candidata a far parte della squadra segreta grazie alla sua connessione con la squadra dei Vendicatori e alla vasta esperienza del personaggio nella storia della Terra.

È interessante notare che Sersi, insieme a Dane Whitman, si dice che sarà la protagonista de Gli Eterni in termini di trama, suggerendo che un ruolo enorme sarà in serbo in futuro per il personaggio. Le foto sul set hanno rivelato che Sersi si è mescolata con gli umani, e questo potrebbe significare che è più che consapevole dei principali eventi che nel MCU sono già stati affrontata. Unendosi agli Illuminati, la conoscenza della storia da parte di Sersi potrebbe essere considerata utile, mentre la passione del personaggio per gli umani dovrebbe servire da bussola morale per questo gruppo di eroi clandestino.

Bestia

In ogni iterazione degli Illuminati, il Professor X è stato il rappresentante dei mutanti. Nonostante ciò, il MCU è noto per cambiare alcuni elementi dai fumetti, come evidenziato da alcune scelte fatte in alcuni film, come ad esempio Stark che ha creato Ultron al posto di Hank Pym o l’assenza del personaggio di Morte durante la vittoria di Thanos. Tenendo ben in mente ciò, è ipotizzabile che Charles Xavier non si unirà agli Illuminati (o almeno, non all’inizio!), e che un degno sostituto possa essere Hank McCoy/Bestia.

Non dovrebbe sorprendere troppo che l’intelletto così geniale di McCoy e l’esperienza con i mutanti possano rivelarsi utili nel gestire minacce incombenti. Semmai, il ruolo attivo di McCoy nella promozione dei diritti dei mutanti ha il potenziale per ampliare la prospettiva della squadra quando si tratta di proteggere degli ostili incompresi.

Shuri

Il coinvolgimento di Shuri con gli Illuminati potrebbe risultare discutibile per alcuni, che magari preferirebbero vedere T’Challa al suo posto. Tuttavia, l’inclusione di Shuri ha davvero senso poiché si tratta dell’eroe più intelligente del MCU. Insieme alla grande quantità di risorse a Wakanda a cui Shuri ha accesso, Doctor Strange potrebbe reclutarla per affidarle il compito di principale mente scientifica del gruppo.

Anche se è sorprendente che un giovane eroe come Shuri possa prendere parte a una società segreta come quella degli Illuminati, la cosa potrebbe spianare la strada ad un ruolo più ampio per il personaggio nel futuro dell’universo condiviso. L’aggiunta di una mente più giovane e profondamente intelligente al gruppo potrebbe spostare le dinamiche della squadra in diversi modi, e questo offrirebbe a Shuri l’opportunità di professarsi come rappresentante delle giovani generazioni di eroi che arriveranno nel MCU.

Falcon

anthony-mackie-falcon ant-manUn’aggiunta interessante alla versione del MCU degli Illuminati potrebbe essere Sam Wilson. Con il personaggio che diventerà il nuovo Captain America del franchise, non è così assurdo immaginare il coinvolgimento di Wilson nella squadra. Con così tanti conflitti che si troverà ad affrontare in futuro, la bussola morale e l’integrità dell’eroe potrebbero giovare un ruolo chiave nel processo decisionale del gruppo, soprattutto quando si tratterà di dover trovare la soluzione giusta per tutti.

Non si sa ancora molto del ruolo di Wilson nel più ampio quadro narrativo del MCU, ma è un dato di fatto che emulerà ciò che Steve Rogers ha fatto con il personaggio di Captain America. In un certo senso, Wilson che funge da rappresentante dei Vendicatori (e degli eroi legati alla Terra) offre al personaggio l’opportunità di farsi avanti e prendere il comando della squadra. Se Wilson dovesse davvero assumere il ruolo di guida degli Avengers durante il quinto film dedicato al team, è probabile che il destino del personaggio sarà già scritto, anche in termini di sicurezza della Terra; a questo punto, il suo coinvolgimento con gli Illuminati potrebbe rivelarsi essenziale.

Constantine: svelati dettagli inediti sul film e sul possibile sequel

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In occasione del Comic-Con@Home è stato organizzato un panel dedicato al 15esimo anniversario di Constantine, il film di Francis Lawrence del 2005, basato sull’omonimo personaggio della DC e interpretato da Keanu Reeves. Al panel hanno partecipato sia Lawrence sia Reeves che il produttore Akiva Goldsman: i tre – via Collider – hanno rivelato un sacco di dettagli inediti sulla lavorazione del film.

Francis Lawrence ha parlato del rating imposto al film dall’MPAA e di quanto la notizia del divieto venne accolta male dalla produzione: “La Warner decise che doveva essere un film vietato ai minori di 13 anni per tutti i soldi che erano stati spesi. Per questo motivo seguimmo alcune linee guida relativa a ciò che era consentito o meno in un film PG-13. Seguimmo quelle regole alla lettera: quante volte potevi dire “ca**o”, la nudità, il sangue, la violenza… tutte queste cose. Mostrammo il film all’MPAA: ricordo che dopo soli cinque minuti scrissero nei loro appunti che il film era assolutamente da vietare ai minori per il ‘tono’. Un aspetto che, tra l’altro, non era in quelle linee guida.”

Il regista ha poi aggiunto: “Credo che avessero giustificato la cosa con un ‘senso di timore opprimente’ dalla scena di apertura in poi. Non credevano che potessimo fare nulla per cambiare le cose. Praticamente avevamo tra le mani un film PG-13 con un visto censura R. La cosa mi uccise, perché se avessi saputo del divieto ai minori, avrei girato un film davvero vietato ai minori. Avremmo potuto insistere con l’intensità, la violenza, il linguaggio, e invece da quel punto di vista restammo praticamente fregati. Cercammo di lottare, ma non vincemmo la battaglia.”

Il regista e Akiva Goldsman hanno poi rivelato che esiste una scena dei titoli di coda alternativa, rivelando che quella originale – in cui il personaggio di Shia LaBeouf esce dalla sua tomba – non  era stata girata durante le riprese principali. Si è poi parlato del taglio del personaggio che avrebbe dovuto interpretare Michelle Monaghan, ossia Ellie, un mezzo demone che avrebbe intrapreso una relazione con John Constantine:

“Abbiamo avuto alcune buone ragioni per farlo, soprattutto pratiche. L’interpretazione di Michelle Monaghan non c’entra assolutamente nulla con il taglio del personaggio: lei è un’attrice fantastica e aveva apprezzato davvero tanto il lavoro che aveva fatto. Abbiamo però deciso che Constantine stava meglio da solo, senza una compagna a cui appoggiarsi in qualche modo, sia in termini emotivi sia passionali.”

Un sequel di Constantine vedrà mai la luce?

Sempre nel corso del panel, Goldsman ha confermato che tutti e tre hanno sempre voluto realizzare un sequel vietato ai minori, come confermato in passato già dallo stesso Lawrence: “Volevamo fare un sequel fin dall’inizio in realtà, un sequel vietato ai minori”, ha spiegato il produttore. “Penso che, dopo tutti questi anni, lo faremmo anche domani se ne avessimo la possibilità. Credo che per gli studi che lo hanno realizzato, ovvero Village Roadshow e Warner Bros., fu un film davvero strano. Non aveva l’azione che si aspettavano, forse. Non è un film di genere: aveva diverse sfumature, e forse è stata questa caratteristica a far sì che comunque si distinguesse. Per quanto riguarda il sequel, ne abbiamo parlato e abbiamo avuto diverse idee. Avevamo pensato anche ad un incontro fra Constantine e Gesù… Abbiamo davvero approfondito l’idea di un sequel”.

Morta Olivia de Havilland, l’attrice di Via Col Vento aveva 104 anni

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La leggendaria attrice Olivia de Havilland, star di Via col vento e due volte vincitrice del premio Oscar, è morta all’età di 104 anni. La notizia è stata riportata da Variety. De Havilland era l’unica dei quattro attori protagonisti del capolavoro di Victor Fleming ancora in vita, nonché una delle ultime star dell’era d’oro di Hollywood.

L’attrice si è spenta il 26 luglio a Parigi, per cause naturali. Sorella maggiore di Joan Fontaine, ha esordito al cinema nel 1935 in Sogno di una notte di mezza estate, per poi prendere parte ad una serie di film diretti da Michael Curtiz, tra cui Capitan BloodLa carica dei seicentoLa leggenda di Robin Hood. Nel 1939 arriva la fama a livello mondiale grazie al ruolo della dolce e coraggiosa Melania Hamilton in Via col vento, accanto a Clark Gable, Vivien Leigh e Leslie Howard.

Quel ruolo resterà la sua interpretazione più celebre e ricordata, nonostante i due Oscar vinti come migliore attrice nel 1947 e nel 1950, rispettivamente per A ciascuno il suo destino e L’ereditiera. Nel 1949 aveva ricevuto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile grazie a La fossa dei serpenti. De Havilland si ritirò definitivamente dal cinema nel 1979, mentre la sua ultima partecipazione in un film televisivo risale al 1988.

I matrimoni di Olivia de Havilland e la causa contro FX

Olivia de Havilland è stata sposata due volte: nel 1946 con lo scrittore Marcus Goodrich e nel 1955 con il giornalista francese Pierre Galante. Dal 2004, dopo la morte dell’attrice Luise Rainer, De Havilland era la più anziana vincitrice dell’Oscar ancora in vita. Nel 2017 era balzata all’attenzione dei media per aver fatto causa all’emittente tv FX: l’attrice sosteneva di essere stata ritratta in maniera fuorviante nella serie Feud creata da Ryan Murphy, in cui il suo personaggio era interpretato da Catherine Zeta Jones.

L’Uomo d’Acciaio: la morte di Zod e il finale alternativo

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Sono passati sette anni da quando L’Uomo d’Acciaio è arrivato al cinema, ma ancora oggi i fan discutono a proposito del finale del film in cui Superman si trova costretto a spezzare il collo del generale Zod – uccidendolo! – per fermare il cattivo una volta per tutte. Mentre in Batman v Superman: Dawn of Justice abbiamo visto che il corpo del villain è stato utilizzato per dare vita a Doomsday, nulla è stato invece rivelato o spiegato a proposito delle motivazioni che hanno spinto Kal-El a compiere un tale gesto.

Durante un’intervista con Collider, lo sceneggiatore de L’Uomo d’Acciaio, David S. Goyer, ha spiegato che Superman, costretto ad uccidere Zod, avrebbe dovuto dimostrare che l’eroe era stato messo alle strette, incapace di poter optare per un’altra soluzione. Spiegando che si trattava di un Superman che aveva da poco abbracciato la sua vera natura, Goyer ha chiarito che l’eroe non era ancora sceso a patti con le regole che da sempre contraddistinguono la sua morale (a differenza della sua controparte fumettistica).

“Non è affatto consapevole dell’entità dei suoi poteri”, ha spiegato Goyer. “Si è imbattuto in qualcuno che ha detto:” Non mi fermerò. Non puoi mandarmi in prigione. Non mi fermerò mai’. Volevamo metterlo in stallo”. Per quanto controversa possa essere stata, la morte di Zod avrebbe dovuto significare che Superman non avrebbe mai più ucciso. “Si trovava in una posizione terribile e ha giurato di non poterlo fare mai più. Non è uscito dalla rabbia, è stato costretto a farlo.”

La Fortezza della Solitudine nel finale alternativo de L’Uomo D’Acciaio

Goyer ha anche parlato di un finale alternativo, che è stato scritto ma che alla fine è stato scartato: “L’idea era che Superman avrebbe… c’era uno di quei tipi di criptopod sulla nave che si sarebbe trasformata nella Fortezza della Solitudine. Superman avrebbe messo Zod dentro a questo Pod per poi rispedirlo nello spazio”, ha spiegato. “Ne abbiamo parlato e forse alcune persone ne sarebbero state anche felici, ma mi è sembrato soltanto un pretesto in riferimento alla storia che stavamo raccontando”. 

Guillermo del Toro pensa ancora alla sua trilogia di Frankenstein

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Guillermo del Toro, leggenda dei monster movie, ha rivelato che se gli fosse stato offerto il giusto sostegno finanziario, avrebbe già iniziato a lavorare su una trilogia dedicato a Frankenstein, il celeberrimo romanzo di Mary Shelley entrato nell’immaginario collettivo anche grazie ai numerosi adattamenti sia cinematografici sia televisivi.

L’opera immortale di Mary Shelley è uno dei libri preferiti di Del Toro e negli anni il regista de La Forma dell’Acqua – The Shape of Water non ha mai nascosto il suo desiderio di trasporre il romanzo in un film. Ci sono stati almeno 75 adattamenti cinematografici basati sulla classica storia horror fantascientifica, molti dei quali non sono mai stati in grado di coprire l’intera portata del romanzo originale. Del Toro desidera avere l’opportunità di coprire tutte quelle parti inesplorate del testo originale che nei vai film non sono mai state raccontate, realizzando una vera e propria trilogia.

Durante un panel dedicato al film Antlers in occasione del Comic-Con@Home a cui ha partecipato insieme al regista Scott Cooper, a Guillermo del Toro è stato chiesto su quale film avrebbero immediatamente iniziato a lavorare se avesse avuto il budget necessario a disposizione. Del Toro ha dato due risposte: la prima è stata l’adattamento di “Le Montagne della Follia” di H.P. Lovecraft (che il regista stava per portare al cinema anni fa); la seconda è stata proprio “Frankenstein“. Del Toro ha spiegato che avrebbe realizzato il film in due o tre parti perché “per afferrare totalmente il senso di un libro come quello, si deve necessariamente cambiare il punto di vista. Si tratta di un processo complicato, di un esercizio difficile.”

Guillermo del Toro aggiorna sulle riprese di Nightmare Alley, il suo prossimo film

Sempre in occasione del medesimo panel, Guillermo del Toro ha avuto anche la possibilità di aggiornare su Nightmare Alley, il suo nuovo film le cui riprese sono state interrotte a causa della pandemia di Covid-19: “Fortunatamente abbiamo un cast meraviglioso, ma le difficoltà di riorganizzare il calendario sono davvero enormi, perché ogni attore ha le sue richieste e bisogna lavorare tenendo conto degli impegni di tutti. Penso che per ogni problema, in un film, ci sia sempre un’ottima soluzione. A volte, però, non riusciamo a vederla. Credo di aver trovato la soluzione giusta, anche se non è facile. Non è semplice riuscire a prevedere come si sposterà il set, anche per via delle precauzioni. In pratica è come se lavorassimo in una sala operatoria. Bisogna creare ambienti sterili, far sì che tutte le persone coinvolte siano disinfettate… e poi bisogna anche mettere in scena il film. È un approccio totalmente diverso.”

Shazam!: la verità sul “tema di Superman” nella scena finale

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Shazam!: la verità sul “tema di Superman” nella scena finale

Come tutti ricorderete, nella scena finale di Shazam! appare il personaggio di Superman per fare una sorpresa al piccolo Freddy. L’eroe kryptoniano in questione non è interpretato da Henry Cavill, ma da uno stunt, ed il personaggio infatti viene inquadrato soltanto dal collo in giù. Nella scena in questione, però, si sente in sottofondo il tema di Superman realizzato da John Williams, e non quello più recente di Hans Zimmer.

Di recente, è stato proprio chiesto al regista di Shazam!, David F. Sandberg, come mai nel suo film abbia deciso di utilizzare il tema originale del supereroe e non quello che si sente nei film del DCEU con protagonista Cavill. La risposta di Sandberg – via Twitter – è stata la seguente: “È un tema fantastico che ti dà la carica, ma pensavo che non fosse riconoscibile per il pubblico quanto quello di Williams. Specialmente quando devi usare soltanto poche note. Se ci fosse stata un’intera scena con Superman che arrivava per combattere, allora avrebbe spaccato con Zimmer.”

Sandberg ha poi aggiunto: “Ad essere sinceri, quando ho fatto quel video sul collo lungo per scherzo e ho usato il tema di Zimmer, ho davvero apprezzato le sensazioni che ha scatenato, ma avremmo avuto bisogno di Cavill per dargli davvero un senso”. Il video sul “collo lungo” a cui fa riferimento il regista è uno scherzo realizzato tempo fa su Twitter, in risposta alle numerose richieste da parte dei fan di aggiungere il Superman di Henry Cavill alla sequenza finale di Shazam!.

Ricordiamo che Shazam! avrà ufficialmente un sequel, che arriverà nelle sale americane il 1 aprile 2022. Il sequel sarà sceneggiato da Henry Gayden e vedrà di nuovo David S. Sandberg impegnato dietro la macchina da presa e Zachary Levi nei panni dell’eroe protagonista. Al momento non sappiamo quando partiranno le riprese.

Tutto quello che c’è da sapere su Shazam!

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

MCU: Katherine Langford vorrebbe tornare nei panni di Morgan Stark

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Katherine Langford ha interpretato la versione adulta di Morgan, la figlia di Tony Stark, in una scena di Avengers: Endgame che è stata poi tagliata dal montaggio finale del film. Adesso, l’attrice di Tredici ha parlato del suo coinvolgimento nell’Universo Cinematografico Marvel in una recente intervista con Smallzy.

Quando è stato chiesto alla giovane attrice cosa provasse per essere stata tagliata dal cinecomic di Anthony e Joe Russo, Langford non è apparsa turbata dalla cosa: “Anche se sono stata tagliata dal film… alla fine posso comunque dire di essere stata tagliata dall’ultimo cinecomic sui Vendicatori”, ha spiegato l’attrice. “Sono semplicemente felice di aver fatto quell’esperienza. Soltanto girare quella scena è stato incredibile. Poi Disney+ l’ha comunque distribuita, e devo ammettere che è stata una delle cose più cool che abbia mai fatto. Quindi sono felice ugualmente.”

Katherine Langford, che di recente abbiamo visto in Cursed, nuova serie targata Netflix, ha poi ribadito che le piacerebbe tornare ad interpretare Morgan Stark in un nuovo film del MCU. A quel punto le è stato chiesto se ci fossero delle trattative in atto, ma l’attrice ha spiegato che, anche se qualcosa fosse davvero in corso, non potrebbe comunque rivelarlo: “L’universo Marvel è qualcosa di veramente segreto ed ero spaventata dopo aver girato la mia scena perché non potevo veramente dirlo a nessuno. Se tornassi, non so se mi sarebbe concesso dirlo. Sicuramente mi piacerebbe.”

Il significato della scena con Tony e Morgan Stark tagliata da Avengers: Endgame

La scena con protagonista Robert Downey Jr. e Katherine Langford è molto toccante, perché mostra un Tony Stark tanto speranzoso quanto disilluso, e per lui, trovare la figlia adulta, conoscerla, e sentirle dire che è felice, vale tutti i patrimoni del mondo. In questa scena c’è la consacrazione di Tony ad eroe ma anche a uomo, a padre, e non c’è niente di più lontano da quel playboy filantropo che abbiamo conosciuto all’inizio dell’avventura del MCU.

https://www.youtube.com/watch?v=OcMPjlHa1vo&feature=emb_title

Avengers: Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile 2019. Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris Hemsworth e Scarlett Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War, l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Thor: Love and Thunder, Natalie Portman svela l’inizio delle riprese

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Di recente è stato il regista Taika Waititi a parlare di Thor: Love and Thunder, anticipando che il film sarà una vera e propria storia d’amore. Adesso, arriva dall’attrice premio Oscar Natalie Portman un nuovo piccolo aggiornamento sulla tanto attesa quarta avventura del Dio del Tuono nel MCU.

Durante una diretta Instagram in compagnia di Serena Williams, la Portman ha parlato del suo ritorno nell’Universo Cinematografico Marvel e di quanto sia entusiasta all’idea di tornare a vestire i panni di Janes Foster che, come sappiamo ormai da diverso tempo, nel nuovo film raccoglierà l’eredità del figlio di Odino e solleverà il Mjolnir. L’attrice ha inoltre confermato che le riprese del film partiranno in Australia all’inizio del 2021.

A parte il fatto che Jane Foster assumerà l’identità di Mighty Thor proprio come nei fumetti, i dettagli sulla trama di Thor: Love and Thunder sono ancora piuttosto scarsi. Secondo quanto riferito negli ultimi mesi il premio Oscar Christian Bale interpreterà l’antagonista principale del film; inoltre, è stato confermato che il personaggio di Valchiria interpretato da Tessa Thompson andrà alla ricerca della sua “Regina” dopo essere stata nominata nuovo re di Asgard. 

In Thor: Love and Thunder si parlerà anche della malattia di Jane Foster?

Sempre a proposito dell’amore terreno del Dio del Tuono, al momento non sappiamo neanche se Thor: Love and Thunder affronterà il tema del cancro al seno di Jane Foster, come accaduto nei fumetti. Tempo fa, in merito alla questione, Taika Waititi aveva dichiarato: “Non lo sappiamo. Quell’arco narrativo nei fumetti è stato di grande ispirazione e ha influenzato le prime bozze della sceneggiatura. Ma alla Marvel, cambiamo sempre tutto. Potrei dire una cosa adesso, e tra due anni sarebbe completamente l’opposto, addirittura quella cosa potrebbe non esistere più. Continuiamo a scrivere  anche in fase di post-produzione.”

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Venezia 77: ecco le giurie, Cate Blanchett presidente

Sono state definite le composizioni delle quattro Giurie internazionali (Venezia 77OrizzontiPremio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, Venice Virtual Reality) della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2–12 settembre 2020), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia.

Le personalità chiamate a fare parte della Giuria del Concorso di Venezia 77 sono:

  • Cate Blanchett – presidente (Australia), attrice internazionalmente acclamata e pluripremiata, nonché  produttrice, filantropa e attiva protagonista della comunità artistica. Le sue numerose, straordinarie interpretazioni cinematografiche le hanno fatto ottenere due Oscar (The Aviator, 2004, e Blue Jasmine, 2013), tre Golden Globe (Elizabeth, 1998, Io non sono qui, 2007, Blue Jasmine, 2013), tre premi Bafta e numerose altre nomination. Alla Mostra di Venezia è stata interprete dei film Elizabeth (1998) di Shekhar Kapur e Io non sono qui (2007) di Todd Haynes, che le valse la Coppa Volpi come miglior attrice. Il suo più recente successo è Che fine ha fatto Bernadette? (2019) di Richard Linklater.
  • Veronika Franz (Austria)regista e sceneggiatrice, inizia come giornalista di cinema per il quotidiano viennese Tageszeitung Kurier. Dal 1997 segue il lavoro del regista Ulrich Seidl come collaboratrice artistica, di cui è co-sceneggiatrice per Dog Days (Hundstage, 2001), Import Export (2007) e la trilogia PARADISE (2012/3). Il documentario Kern (2012) è sia il suo debutto come regista, sia il primo film realizzato insieme al regista Severin Fiala, a cui segue il suo primo lungometraggio di finzione, Goodnight Mommy (Ich seh Ich seh, 2014), co-diretto insieme a Fiala e presentato a Venezia Orizzonti. Il film ottiene numerosi premi e rappresenta l’Austria agli Oscar. I due registi realizzano poi il loro primo film in inglese, The Lodge, presentato al Sundance Film Festival 2019.
  • Joanna Hogg (Gran Bretagna), regista e sceneggiatrice, considerata oggi fra le più importanti del suo Paese. Il primo lungometraggio, Unrelated (2008), con Tom Hiddleston, vince il premio della Fipresci al Festival di Londra. Il secondo film, Archipelago (2010), ottiene una Menzione speciale al Festival di Londra e un considerevole successo di pubblico. Nel 2013 realizza Exhibition, con il chitarrista degli Slits, Viv Albertine, e l’artista britannico Liam Gillick. Il più recente The Souvenir, produttore esecutivo Martin Scorsese, viene presentato al Sundance Film Festival 2019 dove vince il Gran premio della Giuria.
  • Nicola Lagioia (Italia), scrittore, dal 2016 è direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino. Ha pubblicato i romanzi Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi) (minimum fax 2001, premio Lo Straniero), Occidente per principianti (Einaudi 2004), Riportando tutto a casa (Einaudi 2009, premio Vittorini, premio Volponi, premio Viareggio), La Ferocia (Einaudi 2014, Premio Strega, Premio Mondello). È una delle voci di Pagina3, rassegna stampa quotidiana di Radio3. Scrive per testate quali «Repubblica», «Il Venerdì», «Internazionale», «La Stampa». I suoi libri sono tradotti in 15 Paesi.
  • Christian Petzold  (Germania), regista e sceneggiatore fra i più significativi del cinema tedesco, è stato premiato tre volte dai critici tedeschi per il miglior film con Die innere Sicherheit (2000), presentato a Venezia, Gespenster (2005) e Yella (2007), presentati a Berlino. Nel 2008 è a Venezia in concorso con Jerichow, per cui nel 2009 vince il Deutscher Filmpreis come miglior regista. Con La scelta di Barbara nel 2012 ottiene l’Orso d’argento a Berlino, dove nel 2018 consegue un grande successo critico con La donna dello scrittore (Transit). Sempre a Berlino, nel 2020 vince il premio della Fipresci con Undine.
  • Cristi Puiu (Romania), regista e sceneggiatore, debutta nella regia nel 2001 con il road-movie a basso costo Marfa şi bani (Stuff and Dough), presentato alla Quinzaines a Cannes e considerato il film che dà inizio al Nuovo cinema rumeno. Nel 2005 il suo secondo lungometraggio, la commedia nera La morte del signor Lazarescu, è un successo critico e ottiene il Prix Un certain Regard a Cannes. Analogo successo consegue Sieranevada, presentato nel 2016 in concorso a Cannes. Nel 2020 Malmkrog vince il Premio per la miglior regia nella sezione Encounters della Berlinale.
  • Ludivine Sagnier (Francia), attrice, appare per la prima volta sul grande schermo nel 1989 in Voglio tornare a casa! di Alain Resnais. Nel 1990 partecipa al kolossal Cyrano de Bergerac. Nel 2003 è protagonista di due film presentati a Cannes, La petite Lili e Swimming Pool, e interpreta in Peter Pan di P. J. Hogan il personaggio di Campanellino. Recita spesso nei film del regista francese François Ozon: Gocce d’acqua su pietre roventi8 donne e un mistero e Swimming Pool, diventando una delle attrici francesi più apprezzate e note al pubblico. Fra le sue ultime interpretazioni, La vérité di Hirokazu Koreeda, film d’apertura della Mostra di Venezia 2019, e la seconda serie di Paolo Sorrentino The New Pope.

La Giuria Venezia 77 assegnerà ai lungometraggi in Concorso i seguenti premi ufficiali: Leone d’Oro per il miglior film, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, Leone d’Argento – Premio per la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, Premio per la migliore sceneggiatura, Premio Speciale della Giuria, Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente.

La Giuria internazionale della sezione Orizzonti è composta da:

  • Claire Denis – presidente (Francia), regista, sceneggiatrice e attrice francese, nasce a Parigi ma cresce in Africa fino ai 13 anni. Si laurea nel 1972 all’IDHEC e lavora come assistente di Jacques Rivette, Costa-Gavras, Jim Jarmusch, Wim Wenders. Il suo film d’esordio Chocolat (1988), riflessione sul colonialismo, conquista la critica. Seguono Al diavolo la morte (S’en fout la mort) (1990), in concorso a Venezia, US Go Home (1994), Nénette e Boni (Nénette et Boni) (1996), Beau Travail (1999), presentato a Venezia, Cannibal Love – Mangiata viva (2001) e Venerdì sera (Vendredi soir) (2002). Il successivo White Material (2009) è in concorso a Venezia. Nel 2018, High Life viene premiato al Festival di San Sebastián.
  • Oskar Alegria (Spagna), regista spagnolo, dal 2013 al 2016 è stato direttore della rassegna Punto de Vista di Pamplona. Il suo primo film, La casa Emak Bakia (2012), documentario alla ricerca della casa sulla costa basca dove Man Ray girò il suo Emak Bakia, viene presentato in numerosi festival internazionali, tra cui Telluride e San Sebastián, ottenendo molti riconoscimenti. Nel 2019 ha presentato in Orizzonti a Venezia il documentario Zumiriki, sulla propria esperienza di quattro mesi vissuta in una capanna isolata su un fiume.
  • Francesca Comencini (Italia), regista, sceneggiatrice, scrittrice, figlia del grande regista Luigi e sorella di Paola e Cristina. Dirige in Francia, dove vive per 18 anni, il suo primo film Pianoforte (1984), storia di due giovani tossicodipendenti, vincitore del Premio De Sica a Venezia. Collabora col padre alla sceneggiatura di Un ragazzo di Calabria. Si avvicina al documentario con Elsa Morante (1995), Shakespeare a Palermo (1997), Carlo Giuliani, ragazzo (2002), presentato a Cannes, e In fabbrica (2007). Tra i suoi film di finzione, Le parole di mio padre (2001), Lo spazio bianco (2009) e Un giorno speciale (2012) in concorso a Venezia, Amori che non sanno stare al mondo (2017), presentato a Locarno. Dal 2014 dirige 15 episodi di Gomorra – La serie, trasposizione tv dell’omonimo romanzo di Roberto Saviano.
  • Katriel Schory (Israele), produttore israeliano, fonda nel 1974 la compagnia Belfilms, che ha prodotto più di 150 film e spettacoli televisivi, inclusi lungometraggi, documentari e coproduzioni internazionali. Dal 1999 al 2019 è Direttore esecutivo dell’Israel Film Fund, dove ha autorizzato più di 300 lungometraggi, molti dei quali sono stati selezionati nei maggiori festival vincendo prestigiosi premi, fra i quali Leoni d’oro e d’argento a Venezia, Orsi d’oro e d’argento a Berlino, Camera d’or a Cannes e quattro nomination agli Oscar.
  • Christine Vachon (Usa), produttrice statunitense vincitrice dell’Independent Spirit Award e del Producer Award del Gotham Independent Film Award. Ottiene il suo primo successo con la produzione del film d’esordio di Todd Haynes, Poison, Gran Premio della Giuria al Sundance. Nel 1995 fonda, insieme a Pamela Koffler, la compagnia di produzione cinematografica e televisiva Killer Film, che vince l’Oscar con Boys Don’t Cry di Kimberley Peirce. Produce alcuni dei film indipendenti più acclamati, ottenendo nomination agli Oscar con i capolavori di Todd Haynes Lontano dal Paradiso, Io non sono qui e Carol.

La Giuria Orizzonti assegnerà –  senza possibilità di ex-aequo – i seguenti premi: Premio Orizzonti per il miglior film, Premio Orizzonti per la migliore regia, Premio Speciale della Giuria Orizzonti, Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile, Premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile, Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura, Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio.

La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro, è composta da:

  • Claudio Giovannesi – presidente (Italia), regista, sceneggiatore e musicista. Il suo film La paranza dei bambini (2019), tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano e presentato in concorso a Berlino, ha vinto l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura ed è stato distribuito in oltre 20 Paesi. Fiore (2016), in concorso nella Quinzaine a Cannes, ha ricevuto il Nastro d’argento speciale. Alì ha gli occhi azzurri (2012), Premio Speciale della Giuria al Festival di Roma, è stato presentato in concorso al Tribeca. Il documentario Fratelli d’Italia (2009), ha avuto la Menzione speciale della giuria al Festival di Roma. Per la televisione ha diretto due episodi della seconda stagione della serie Gomorra.
  • Remi Bonhomme (Francia), direttore e programmatore di festival internazionali, è il nuovo direttore artistico del Festival del film di Marrakech e direttore degli Atlas Workshops, la piattaforma industriale del Festival che sostiene il cinema del continente africano e del Medio Oriente. Dal 2009 al 2020 è stato coordinatore generale della Semaine de la Critique al Festival di Cannes e direttore di Next Step, un workshop per registi di cortometraggi che si accingono a girare il loro primo lungometraggio.
  • Dora Bouchoucha (Tunisia), produttrice e direttrice di festival, dal 1994 ha prodotto numerosi lungometraggi, cortometraggi e documentari tunisini e di altri Paesi con la sua società Nomadis Images. I suoi film sono stati selezionati ai festival di Venezia, Cannes e Berlino. Ha creato l’Atelier de Projets alle Giornate cinematografiche di Cartagine, di cui è stata direttrice nel 2008, 2010 e 2014. Nel 2017 ha fatto parte della Giuria internazionale del Festival di Berlino. Dal 2018 è direttrice del festival mediterraneo di Manarat.

La Giuria del Premio Venezia Opera Prima assegnerà senza possibilità di ex aequo, tra tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele), il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, e un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro, che sarà suddiviso in parti uguali tra il regista e il produttore.

La Giuria internazionale della sezione Venice Virtual Reality è composta da:

  • Celine Tricart – presidente (USA), regista e sceneggiatrice, esperta di Realtà virtuale e 3D nota in tutto il mondo per la forza emotiva delle sue storie e il particolare stile visivo. I suoi lavori sono stati presentati in festival internazionali quali Venezia, Sundance, Tribeca, SXSW. A Venezia nel 2019 ha vinto con The Key il Gran premio della Giuria per la migliore opera Vr immersiva. Al Tribeca ha ottenuto lo Storyscapes Award. Ha fondato la Lucid Dreams Productions, specializzata nell’utilizzo delle nuove tecnologie per creare storie innovative e per incrementare il ruolo delle donne e delle voci minoritarie nel fare cinema.
  • Asif Kapadia (Gran Bretagna) è un regista di film e documentari noto per lo stile visuale e per le scelte di personaggi estremi da raccontare. Il suo Amy, presentato in prima mondiale a Cannes nel 2015, che narra la storia della cantante Amy Winehouse, ha vinto l’Oscar come migliore documentario. Il film è stato il più grande successo al box office in Gran Bretagna per un documentario, vincendo anche il Bafta, l’Efa e un Grammy. Nel 2001 ha co-sceneggiato e diretto il proprio debutto nel film narrativo, The Warrior, girato nel deserto del Rajasthan e fra le nevi dell’Himalaya. Nel 2010, nel documentario Senna, ha raccontato la storia del campione brasiliano di Formula Uno Ayrton Senna. Nel 2017 ha diretto due episodi della serie Netflix Midhunter. Nel 2019 ha presentato a Cannes il documentario Maradona, nominato ai Bafta.
  • Hideo Kojima (Giappone) è un autore di videogiochi noto in tutto il mondo per aver allargato i confini della creatività in questo campo. E’ considerato il padre del genere stealth, videogioco d’azione basato sull’abilità del giocatore di evitare di essere rilevato dal nemico. Nel 2015 fonda la società Kojima Productions, adottando il motto From sapiens to ludens. Nel 2019 la società realizza il suo primo titolo, Death Stranding, per PlayStation 4. Dalla sua uscita, Death Stranding ha ottenuto numerosi premi e un successo mondiale.

La Giuria Venice Virtual Reality assegnerà i seguenti premi: Gran Premio della Giuria per la Migliore opera VR immersiva, Migliore esperienza VR immersiva e Migliore storia VR immersiva.

Fonte: Biennale

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