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Giovanna Mezzogiorno: 10 cose che non sai sull’attrice

Giovanna Mezzogiorno: 10 cose che non sai sull’attrice

Tra le più premiate e apprezzate interpreti italiane, Giovanna Mezzogiorno si è da sempre distinta per le sue scelte in ambito cinematografico, che l’hanno portata in più occasioni a ricoprire ruoli da protagonista, collaborando con importanti attori e registi, e ottenendo in più occasioni il plauso della critica.

Tra i meriti della Mezzogiorno vi è inoltre quello di aver portato sul grande schermo personaggi tragici, esseri umani piegati dalla vita ma con ancora barlumi di speranza a cui aggrapparsi.

Ecco 10 cose che non sai di Giovanna Mezzogiorno.

Giovanna Mezzogiorno: i suoi film

1. Ha recitato in noti film italiani. L’attrice debutta al cinema nel 1997 con il film Il viaggio della sposa, per poi recitare in Del perduto amore (1998), Un uomo perbene (1999) e Asini (1999). Nel 2001 ottiene grande popolarità grazie al film L’ultimo bacio, di Gabriele Muccino. Con la fama acquisita ottiene ruoli di rilievo in film come La finestra di fronte (2003), La bestia nel cuore (2005), Lezioni di volo (2007), L’amore ai tempi del colera (2007), Palermo Shooting (2008) e Vincere (2009), che le fa guadagnare nuove lodi da parte della critica. Negli ultimi anni recita in Basilicata coast to coast (2010), I nostri ragazzi (2014), Come diventare grandi nonostante i genitori (2016), La tenerezza (2017), Napoli velata (2017) e Tornare (2019).

2. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso degli anni la Mezzogiorno è apparsa anche sul piccolo schermo, recitando sia in film come Più leggero non basta (1999) e Il segreto di Thomas (2003), sia in serie come I miserabili (2000), Virginia, la monaca di Monza (2004) e nella terza stagione di In Treatment (2017), dove ricopre il ruolo di Adele, recitando accanto all’attore Sergio Castellitto. Nel 2019 è invece protagonista in TV della serie La compagnia del cigno.

3. Ha partecipato al doppiaggio di un film. Nel 2016 l’attrice viene scelta per partecipare al doppiaggio del film Il libro della giungla, live-action del classico Disney diretto da Jon Favreau. Qui l’attrice presta la voce al celebre serpente Kaa, che in lingua inglese ha la voce di Scarlett Johansson.

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Giovanna Mezzogiorno non è su Instagram

4. Non ha un profilo su Instagram. L’attrice si è dichiarata profondamente critica nei confronti dei social network, affermando di ritenersi «sbalordita da questa voglia di essere continuamente guardati in ogni fase della propria vita». La Mezzogiorno ha per tanto confermato di non possedere alcun profilo sui vari social network.

Giovanna Mezzogiorno: marito e figli

5. È sposata. Sul set del film Vincere, l’attrice conosce il macchinista Alessio Fugolo, con cui intraprende una relazione. Dopo pochi mesi i due si sposano, nel 2009, con una cerimonia civile particolarmente riservata, a chi sono invitati solo i parenti e gli amici più stretti.

6. Hanno avuto due gemelli. Nell’agosto del 2011 la coppia dà alla luce due gemelli, e a comunicare la notizia è l’ufficio stampa dell’attrice. Nel corso degli anni, come è normale che sia, i due genitori si dimostrano particolarmente protettivi, evitando che i riflettori della loro vita professionale si riversino anche su quella privata.

Giovanna Mezzogiorno: chi sono i suoi genitori

7. È figlia d’arte. L’attrice è figlia del noto attore napoletano Vittorio Mezzogiorno, celebre tanto per i suoi ruoli cinematografici quanto per quelli teatrali. Sua madre è invece Cecilia Sacchi, anche lei nota attrice, e figlia a sua volta del celebre critico cinematografico Filippo Sacchi, nonno di Giovanna.

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Giovanna Mezzogiorno e Piazza Fontana

8. Ha recitato nella docufiction. Nel dicembre del 2019 l’attrice torna in televisione con la docufiction Piazza Fontana. Io ricordo, andata in onda proprio il 12 dicembre, nel cinquantesimo anniversario dalla nota strage. Qui l’attrice ricopre il ruolo di Francesca, attraverso cui si intreccia la narrazione storica con l’amore di una figlia per il padre.

Giovanna Mezzogiorno: il suo 2019

9. È tornata a recita al cinema. Il 2019 ha segnato il ritorno al cinema per l’attrice, che ha recitato nel film Tornare, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Nello stesso anno ha poi preso parte alle riprese del film Gli indifferenti, basato sull’omonimo romanzo di Alberto Moravia, ed atteso al cinema nel corso del 2020.

Giovanna Mezzogiorno: età e altezza

10. Giovanna Mezzogiorno è nata a Roma, Italia, il 9 novembre 1974. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Sam Claflin: 10 cose che non sai sull’attore

Sam Claflin: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre per aver recitato in celebri pellicole blockbuster, Sam Claflin ha negli anni costruito una carriera degna di attenzioni, puntando spesso a dimostrare la propria versatilità. Così facendo ha potuto conquistare tanto un pubblico dedito a film d’azione, quanto quello più appassionato di commedie romantiche.

Nel corso del decennio appena conclusosi, Claflin ha inoltre avuto modo di collaborare con importanti attori e attrici, avendo così modo, al loro fianco, di maturare come interprete.

Ecco 10 cose che non sai di Sam Claflin.

Sam Claflin: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore ha esordito al cinema recitando accanto a Johnny Depp nel film Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare (2011), per poi prendere parte a celebri pellicole come Biancaneve e il cacciatore (2012), Hunger Games: La ragazza di fuoco (2013), Le origini del male (2014), #Scrivimiancora (2014), Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte 1 (2014), Hunger Games – Il canto della rivolta – Parte 2 (2015), Il cacciatore e la regina di ghiaccio (2016) e Io prima di te (2016), dove ottiene maggior popolarità recitando insieme all’attrice Emilia Clarke. Negli ultimi anni recita poi in L’ora più bella (2016), Rachel (2017), Resta con me (2018), The Nightingale (2018) e Charlie’s Angels (2019).

2. Ha preso parte a produzioni televisive. L’attore intraprende la propria carriera recitando nella serie I pilastri della Terra (2010), per poi ottenere ruoli di rilievo anche in Any Human Heart (2010) e White Heat (2012). Nel 2019 ottiene il ruolo di Oswald Mosley nella celebre serie Peaky Blinders, mentre attualmente è al lavoro sulla serie Daisy Jones & The Six.

Sam Claflin è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 3,2 milioni di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere notizie circa i suoi progetti da interprete, ma non mancano anche foto scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi.

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Sam Claflin: moglie e figli

4. È stato sposato. Durante il provino per un film, nel 2012, Claflin conosce l’attrice Laura Haddock, celebre per aver recitato nel film Guardiani della Galassia (2014). Dopo essere apparsi insieme a diversi eventi mondani, la coppia ha annunciato il fidanzamento, sposandosi poi nel luglio del 2013. Tuttavia, nell’agosto del 2019, i due annunciano con un post sui rispettivi account social di essersi ufficialmente separati.

5. Hanno avuto due figli. Un paio d’anni dopo il matrimonio, i due danno alla luce il primo figlio, nato nel dicembre del 2015. Successivamente, nel gennaio del 2018, nasce il secondo figlio della coppia, stavolta una bambina. In entrambi i casi, i due hanno mantenuto piuttosto riservata la gravidanza, evitando che la notizia venisse diffusa sui social media.

Sam Claflin in Io prima di te

6. Ha avuto difficoltà con il ruolo. Nel 2016 l’attore è tra i protagonisti del film Io prima di te, dove ricopre il ruolo di Will Traynor, ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle in seguito ad un incidente. In un’intervista, l’attore ha parlato delle difficoltà riscontrate nell’interpretazione di tale personaggio. Claflin ha infatti affermato di essere una persona che gesticola molto, e doversi limitare al solo uso delle espressioni facciali è stata una sfida non indifferente per lui.

7. Ha dovuto perdere molto peso. Per ricoprire il ruolo del tetraplegico Will, l’attore si è dovuto sottoporre ad una rigida dieta che lo ha portato a perdere 18 chili. L’attore ha aggiornato i fan sui suoi progressi di dimagrimento attraverso il proprio profilo Instagram, dove ha postato diverse foto a riguardo.

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8. Ha rischiato un incidente con la co-protagonista. Durante una scena del film, l’attrice Emilia Clarke, il cui personaggio intraprende una complicata storia d’amore con quello interpretato da Claflin, si ritrova sulle gambe di Will a manovrare la sedia a rotelle. L’attore ha raccontato che per poco non si è verificato un brutto incidente, poiché la Clarke aveva perso il controllo del mezzo e stava per investire anche un cameraman.

Sam Claflin: il suo fisico

9. È pronto a trasformarsi per i suoi personaggi. Dopo aver perso diversi chili per il film Io prima di te, l’attore ha anche mostrato sui propri social il processo per riacquistare una forma più salutare. L’attore ha tuttavia dichiarato di essere pronto a cambiare il proprio fisico per necessità narrative, e che potrebbe farlo nuovamente qualcosa il personaggio lo richiedesse.

Sam Claflin: età e altezza

10. Sam Claflin è nato a Ipswich, Inghilterra, il 27 giugno 1986. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

Maggie Siff: 10 cose che non sai sull’attrice

Maggie Siff: 10 cose che non sai sull’attrice

Nota attrice televisiva, Maggie Siff si è negli anni fatta notare grazie alla sua partecipazione ad importanti serie e film, distinguendosi sempre per la classe con cui si dedica ad ogni nuovo ruolo.

Negli anni la Siff ha inoltre avuto modo di recitare al fianco di celebri attori e per importanti registi, dimostrando di saper padroneggiare la scena e di poter dar vita a ruoli che le permettono di esaltare la propria versatilità.

Ecco 10 cose che non sai di Maggie Siff.

Maggie Siff: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’esordio al cinema dell’attrice risale al 2007, quando recita nel film Michael Clayton al fianco di George Clooney e Tilda Swinton. Successivamente prende parte ai film Quando tutto cambia (2007), Push (2009), Funny People (2009), Fratelli in erba (2010), Concussion (2013) e La quinta onda (2016).

2. È celebre per i ruoli televisivi. Dopo aver recitato in alcuni episodi di Squadra d’emergenza (2004), Rescue Me (2005), Law & Order – Unità vittime speciali (2006), 3 libbre (2006) e Grey’s Anatomy (2007), la Siff acquista popolarità grazie al ruolo di Rachel Menken nella serie Mad Men (2007-2015), dove recita accanto a Jon Hamm. Successivamente ricopre il ruolo di Tara Knowles nella serie Sons of Anarchy (2008-2013), mentre dal 2016 recita nel ruolo di Wendy Rhoades nella serie Billions, accanto all’attore Paul Giamatti.

Maggie Siff non è su Instagram

3. Non ha un profilo social. L’attrice ha dichiarato di non possedere alcun profilo ufficiale sul social network Instagram, preferendo tenere lontana la propria vita privata dall’esposizione mediatica dei social network. Esiste tuttavia una fan page a lei dedicata, seguita da 20,6 mila persone, dove vengono continuamente postate nuove foto dell’attrice così come gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti.

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Maggie Siff: Paul Ratliff e i figli

4. È sposata. Particolarmente riservata, l’attrice è sempre restìa a condividere dettagli riguardo la propria vita sentimentale. È tuttavia risaputo che nel 2012 ha sposato Paul Ratliff, noto giocatore di baseball, con il quale l’attrice ha ancora oggi una solida relazione.

5. Hanno una figlia. Nell’aprile del 2014 nasce la prima figlia della coppia, chiamata con il nome di Lucy. I due si sono da sempre dimostrati protettivi nei suoi confronti, evitando che circolassero sue foto sui social network o sul Web, continuando così a mantenersi lontani da riflettori.

Maggie Siff in Sons of Anarchy

6. Non si aspettava le sorti del suo personaggio. Nella sesta stagione della serie Sons of Anarchy, il personaggio interpretato dall’attrice va incontro ad una inaspettata fine. La Siff ha dichiarato di aver saputo soltanto all’ultimo della decisione presa dagli sceneggiatori, e di aver dovuto passare diverso tempo a metabolizzare la notizia.

7. È particolarmente grata al ruolo. Per sei anni l’attrice ha vissuto con il personaggio di Tara al suo fianco, e anche dopo aver appeso i panni al chiodo, l’attrice ha dichiarato di ricordare con affetto per quel ruolo, poiché è stato quello che più di altri le ha aperto numerose porte nell’industria, spingendola a convincersi che quella era la strada giusta da intraprendere.

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Maggie Siff in Billions

8. È felice dell’evoluzione intrapresa dalla serie. Nel ricoprire il ruolo di Wendy Rhoades per la serie Billions, l’attrice si è dichiarata particolarmente felice delle trasformazioni narrative proposte, dovute anche al cambiamento della società americana. Stando alle sue parole, la serie sarebbe infatti diventata maggiormente inclusiva da un punto di vista del gender.

Maggie Siff in Grey’s Anatomy

9. Ha recitato nella celebre serie. Prima di ottenere una buona popolarità, l’attrice era apparsa nel ruolo di Ruthie Sales nella celebre serie medical drama. Qui, il personaggio ricoperto dall’attrice soffriva di osteoporosi giovanile, un delicato caso che ha messo in difficoltà i protagonisti nell’episodio The Heart of the Matter.

Maggie Siff: età e altezza

10. Maggie Siff è nata a New York, Stati Uniti, il 21 giugno 1974. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

Birds of Prey cambia titolo e spera nel rilancio, dopo il flop al box office

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Birds of Prey e la Fantasmagorica rinascita di Harley Quinn è stato un gigante flop al botteghino, ma la Warner Bros non vuole mollare e tenta il rilancio del progetto cambiando addirittura il titolo del film.

Lo studio ha infatti deciso per una mossa di marketing che sembra assolutamente inutile ma può essere un tentativo di scuotere i fan e puntare l’attenzione su quello che è l’elemento di maggiore interesse del film: Harley Quinn.

Il film ha incassato fino a questo momento 33 milioni negli USA e 48 in tutto il mondo, con una previsione di incasso a fine programmazione di circa 300 milioni. Una cifra decisamente bassa rispetto alle aspettative.

Harley Quinn: Birds of Prey è il nuovo titolo del film

A seguito di questo tonfo, la Warner Bros ha pensato che possa essere una mossa intelligente e proficua quella di sostituire il titolo del film con Harley Quinn: Birds of Prey. In questo modo, il personaggio di Harley, vero e proprio centro del film e di nuovo interpretato da Margot Robbie, viene messo davvero al centro dell’attenzione.

Sarà una mossa adeguata? Riuscirà a risollevare il destino al box office del film?

Birds of Prey, recensione del film con Margot Robbie

Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).

Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.

Di seguito la nuova sinossi ufficiale:

Avete mai sentito la storia del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per abbattere Roman.

Birds of Prey: intervista a Margot Robbie e al cast del film

Inception e gli altri: i 10 finali più ambigui del cinema

Inception e gli altri: i 10 finali più ambigui del cinema

Un finale ambiguo è qualcosa di molto difficile da concepire per un regista e, forse, qualcosa di ancora più difficile da metabolizzare per lo spettatore. Quasi sempre, il pubblico si approccia alla visione di un film con la speranza che tutti i nodi della trama vengano sciolti prima del suo epilogo. Non sempre però accade, e molto spesso alla fine di un film ci troviamo con più domande che risposte.

Per costruire un finale aperto, bisogna essere estremamente abili, lasciare allo spettatore le giusti tasselli per arrivare ad una propria chiave di lettura, o altrimenti si correrà il rischio di deludere le sue aspettative.

Di seguito abbiamo raccolto i 10 film con i finali più ambigui della storia del cinema:

A Serious Man

A Serious Man dei Fratelli Coen, ambientato negli anni ’60, è la storia – ricca di riferimenti biblici – di un uomo ebreo la cui tranquilla vita suburbana si sgretola sotto ai suoi occhi nel giro di una settimana. Alla fine di quella settimana – che corrisponde al finale del film -, un gigantesco tornado si abbatte sulla città in cui vive.

Questo avviene subito dopo che Larry, il protagonista del film, riceve una telefonata dal suo medico, il quale gli spiega che deve urgentemente parlargli dei risultati di una sua recente radiografia al torace…

Shining

Shining di Stanley Kubrick si chiude in modo decisamente ambiguo. Jack Torrance è ormai preda della follia più bieca e tenta di uccidere sua moglie e suo figlio, che riescono a sfuggirli e a farlo perdere all’interno di un labirinto, cosa che gli provocherà una morte per congelamento. 

Prima dei titoli di coda, però, la macchina da presa si avvicina lentamente ad una fotografia scattata decenni prima dei fatti narrati nel film, in cui vediamo Jack festeggiare all’Overlook Hotel insieme ad altri ospiti. Nonostante le migliaia di analisi di appassionati cinefili e non, nessuno è mai riuscito a spiegare cosa Kubrick avesse davvero voluto dire con il finale del suo film. 

Il braccio violento della legge

Alla fine del thriller poliziesco Il braccio violento della legge di William Friedkin, termina la caccia di Jimmy Doyle nei confronti del misterioso trafficante Charnier. Quando Doyle scopre di aver sparato per errore a Mulderig, l’agente federale con cui era in servizio, lo stesso rivela a Cloudy che stava ancora dando la caccia a Charnier.

Il personaggio esce poi dall’inquadratura e lo spettatore sente un singolo colpo risuonare prima che lo schermo diventi nero. Una serie di didascalie ci informano che Charnier non venne mai catturato e che Doyle e Cloudy vennero trasferiti in un altro dipartimento. Non è mai stato chiarito cosa quello sparo abbia comportato.

Blade Runner

Rick Deckard è un replicante? Questa è la domanda che ha letteralmente torturato gli appassionati di fantascienza per circa 40 anni. Blade Runner di Ridley Scott sfrutta sapientemente tutti gli elementi tipici del noir in un film dall’ambientazione futuristica, con dove il personaggio di Rick Deckard interpretato da Harrison Ford ha il compito di scovare androidi che si sono mescolati alla società umana.

Il finale non chiarisce davvero se lo stesso Deckard sia o meno un androide. Il sequel di Denis Villeneuve, Blade Runner 2049, usciti a diversi anni di distanza dal film originale, avrebbe finalmente potuto fornire la risposta definitiva alla questione, ma ha nuovamente lasciato Deckard incerto a proposito delle sue vere origini, esattamente come lo spettatore.

Birdman

L’oscura satira messa in piedi da Alejandro G. Iñárritu in Birdman termina con Riggan Thomson che esce sul palco e si spara di fronte agli spettatori. Nell’epilogo, lo troviamo ricoverato in ospedale e perseguitato dalla stampa: la sua esibizione è stata elogiata e sua figlia Sam sembra volersi finalmente riavvicinare a lui. Si tratta di una conclusione molto simile a quelle di film come Taxi Driver e Re per una notte, dove il protagonista decide di andare incontro ad un destino nefasto per poi vedere tutti i suoi sogni diventare realtà in un finale a dir poco incredibile.

Negli ultimi minuti di Birdman, Riggan si getta dalla finestra e Sam si precipita a guardare fuori. I suoi occhi si spostano verso l’alto. Riggan ha davvero spiccato il volo? O l’intera sequenza finale è balenata davanti agli occhi di Riggan prima di morire? Quest’ultima è l’ipotesi più accreditata, anche se il film non lo chiarisce mai.

Il laureato

Il laureato è la storia di un giovane ragazzo di nome Benjamin Braddock, interpretato da Dustin Hoffman, che una volta terminato il college si trova a dover fare i conti con il suo futuro. Una fase della vita che abbiamo attraversato tutti. Il finale si collega direttamente a questo passaggio della vita del protagonista, con Benjamin che cerca di impedire alla sua ragazza, Elaine, di sposarsi e di convincerla invece a scappare con lui.

La maggior parte delle commedie sentimentali avrebbe chiuso così la storia, ma ne Il laureto le cose vanno in maniera un tantino diversa: prima che compaiano i titoli di coda, infatti, vediamo Benjamin ed Elaine salire su un autobus, diretti verso una destinazione ignota.

Inception

Probabilmente, il finale più ambiguo della storia del cinema recente. Inception di Christopher Nolan termina con Cobb (Leonardo DiCaprio) che torna a casa dai suoi figli, tutto ciò che l’uomo ha sempre desiderato dall’inizio della storia: assicurarsi di essere nel mondo reale e di non essere in preda ad un sogno prima di tornare da loro.

Sul finale, una volta a casa, Cobb fa girare il totem, ma viene distratto dai suoi due figli che può finalmente riabbracciare, prima che l’oggetto gli riveli se si tratti di un sogno oppure no. Lo spettatore vede che la parte superiore del totem sta iniziando a cedere, ma prima che l’oggetto concluda definitivamente il suo giro, lo schermo diventa nero.

Un colpo all’italiana

Dopo che una rapina pianificata al dettaglio riesce alla perfezione e la squadra si allontana con il bottino, Un colpo all’italiana termina con un enorme cliffhanger: il furgone della squadra resta bloccato sul bordo di una scogliera, barcollando dall’alto verso il basso. Il bottino pende sul retro e la squadra non è in grado di avanzare.

Prima che il film termini, il personaggio di Michael Caine afferma: “Aspettate un attimo, ragazzi, ho avuto una grande idea”. Sfortunatamente, non riusciamo a vedere quale sia quest’idea e se abbia avuto effettivamente successo.

2001: Odissea nello spazio

Il finale di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick è un autentico spettacolo visivo. Dave Bowman viene risucchiato attraverso un vuoto nelle profondità dello spazio esterno e lanciato “oltre l’infinito”. Si vedono luci lampeggianti, paesaggi surreali e colori brillanti; poi approda in una misteriosa camera da letto futuristica.

C’è un monolite in mezzo al pavimento, Dave vede una versione più vecchia di se stesso intento a cenare. Va a letto, invecchia rapidamente e poi muore, rinascendo sotto forma di feto cosmico. Un finale meraviglioso, sicuramente ambiguo, ma decisamente stimolante per lo spettatore.

Taxi Driver

Se facciamo riferimento agli eventi così come ci vengono raccontati sullo schermo, Taxi Driver sembra concludersi in maniera apparentemente felice. La sanguinosa furia di Travis Bickle nel bordello ha permesso ad Iris di tornare a casa dai suoi genitori. Una volta ripresosi dalle sue ferite, invece di essere condannato, Travis viene celebrato come un eroe metropolitano; persino Betsy sembra voler ritornare sui suoi passi.

In realtà, non è assolutamente ciò che è accaduto. Il finale è così assurdamente idealizzato – e anche ottimista, in contrasto con il tono del resto del film – che quasi sicuramente si tratta di un allucinazione partorita dalla mentre di un delirante Travis in punto di morte.

Fonte: ScreenRant

Oscar 2020 trend: chi ha indossato un abito riciclato?

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Abbiamo già parlato di abiti agli Oscar 2020, dei top e dei flop da red carpet, dei trend in fatto di colori e sfumature di paillettes, ma non avevamo ancora affrontato il trend più “hot” della notte delle stelle di Hollywood, che ha visto Parasite incoronato miglior film dell’anno.

Ebbene sì, perché in nome della sostenibilità e di una moda più “conscious”, come direbbero gli americani, ovvero una moda più attenta all’inquinamento e sostenibile, diverse star hanno deciso di “riciclare”, persino per una notte così glamour.

Sapevamo di Joaquin Phoenix, che lungo il suo percorso netto di vittorie, dai Golden Globes agli Oscar, aveva detto che avrebbe indossato sempre lo stesso completo. Una promessa che è stata mantenuta. Ma non è stato il solo. Ecco chi, insieme a Joaquin, ha riciclato l’abito!

Arianna Huffington al Vanity Fair Oscars After-Party (2020, 2013)

Arianna Huffington ricicla così come ha fatto la Duchessa di Cambridge ai BAFTA (ma anche in diverse altre occasioni). “Quando possiedi un abito che ami, indossalo più e più volte, risparmierai tempo, soldi, mindshare e soprattutto l’ambiente.” Ecco quanto ha dichiarato dalla giornalista greca, naturalizzata statunitense, fondatrice dell’Huffinton post.

Elizabeth Banks al Vanity Fair Oscars After-Party (2020, 2004)

Anche Elizabeth ha riciclato per questi Oscar all’insegna della sustainable fashion. L’attrice, regista e produttrice ha scelto un abito di ben 16 anni fa, dimostrando che l’alta moda non invecchia, e a quanto pare nemmeno lei.

“È magnifico e mi sta bene… quindi perché no?!” ha rivelato Banks su Instagram. Il Badgley Mischka rosso è stato effettivamente indossato per sottolineare “l’importanza della sostenibilità nella moda e nel consumismo in relazione ai cambiamenti climatici, produzione e consumo, inquinamento degli oceani, lavoro e donne”. Banks era partner di RAD, una associazione filantropica dei red carpet, e con la New Standard Institute, per aiutare i brand ad abbassare l’uso di inquinanti e raggiungere una maggiore sostenibilità.

Joaquin Phoenix durante la season awards 2020.

Joaquin Phoenix, il supereroe green della stagione dei premi 2020, ha indossato lo stesso Stella McCartney tuxedo per tutto il suo “tour della vittoria” per Joker. Uomo di parola, che ha profuso il suo impegno per la salvaguardia dell’ambiente anche in ogni singolo di discorso di ringraziamento che ha pronunciato in occasione delle sue vittorie.

Jane Fonda agli Oscar 2020 e al Festival di Cannes 2014

Il look da Oscar di Jane Fonda non solo è un abito riciclato, ma anche i suoi accessori sono stati acquistati eticamente. L’attrice ha scelto gioielli Pomellato, “perché utilizza solo oro responsabile, eticamente raccolto e diamanti sostenibili”. In più, con lei sul palco, durante la proclamazione del miglior film (Parasite), ha portato il suo cappotto rosso, divenuto il simbolo della sua lotta (e quella di molti) per la sensibilizzazione del Congresso degli Stati Uniti alla promulgazione di leggi in merito al cambiamento climatico.

Rita Moreno agli Academy Awards (2018, 1962)

Rita Moreno ha lanciato il trend etico before it was cool. L’attrice, presentatrice degli Oscar 2018, ha indossato lo stesso abito che aveva nel 1962, quando venne premiata come migliore attrice non protagonista in West Side Story. Dati gli anni passati, il vestito ha avuto bisogno di qualche adeguamento da look per giovane attrice a look per attrice non più tanto giovane, tuttavia il risultato è incredibile in entrambi i casi.

Fonte

Morbius: un nuovo collegamento con Spider-Man

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Morbius: un nuovo collegamento con Spider-Man

Nuove immagini dal set delle riprese aggiuntive di Morbius rivelano un nuovo collegamento con lo Spider-Man di Tom Holland. Il primo trailer del film con Jared Leto ci ha permesso di dare un primo sguardo all’atteso cinecomic Sony, confermando la presenza del personaggio di Avvoltoio interpretato da Michael Keaton (già apparso in Spider-Man: Homecoming).

Adesso, nuove immagini dal set ci forniscono ulteriori dettagli sul modo in cui Peter Parker verrà inserito all’interno della narrazione. Sono attualmente in corso, infatti, alcune riprese aggiuntive del film diretto da Daniel Espinosa e come mostrato da alcune foto apparse su Twitter, un autobus con un annuncio del Daily Bugle anticipa la sparizione dell’Uomo Ragno.

Le immagini sono state condivise dall’account Twitter MorbiusUpdates:

https://twitter.com/MorbiusUpdates/status/1226394642049953799?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1226394642049953799&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fmorbius-movie-set-photos-more-spider-man-connections%2F&fbclid=IwAR2HwLaTN-U1on3SY3hPIj2k_IWc8otSsxhEPymAtPnOtu0oArK9g2S-4Lk

Al momento non sappiamo ancora in che modo i film dell’Universo Sony saranno connessi tra di loro, cosa che crea ancora più confusione in relazione al collegamento tra gli stessi ed il MCU. A lungo si è parlato di un cameo di Tom Holland in Venom di Ruben Fleischer, ma alla fine le cose sono andate diversamente.

Inoltre, tutti questi dettagli sulla presenza di Spider-Man in Morbius non confermano che Holland apparirà effettivamente nel film; piuttosto, l’annuncio apparso sull’autobus potrebbe essere collegato a ciò che vedremo invece nella terza avventura in solitaria dell’Uomo Ragno.

È una premessa interessante pensare che Spider-Man sia scomparso dopo essere stato incastrato per la morte di Mysterio (Jake Gyllenhaal) alla fine di Far From Home. Considerate le circostante, sembra l’occasione perfetta per il debutto di Kraven il Cacciatore nella narrazione.

LEGGI ANCHE – Morbius: nel film vedremo il personaggio di Doctor Octopus?

Jared Leto è il protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius: il Vampiro Vivente. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.

Tyrese Gibbs, Adria Arjona Jared Harris completano il cast del film, che uscirà nelle sale il 31 luglio 2020. La Arjona interpreterà Martine Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della tradizione.

Con Morbius continua il piano della Sony per espandere un universo parallelo a quello dei Marvel Studios, inaugurato lo scorso anno da Venom di Ruben Fleischer. Il film sarà diretto da Daniel Espinosa (Safe House – Nessuno è al sicuro, Life – Non oltrepassare il limite), mentre la sceneggiatura è stata firmata da Matt Sazama e Burk Sharpless, che vantano nel proprio curriculum titoli come Power RangersDracula UntoldThe Last Witch Hunter – L’Ultimo Cacciatore di Streghe e Gods of Egypt.

Creato dallo scrittore Roy Thomas e dall’artista Gil Kane, il personaggio di Morbius è apparso per la prima volta nei panni di un criminale di Spider-Man nell’ottobre 1971 e si è evoluto in una specie di eroe dei fumetti nel corso dei decenni.

Avengers: Endgame, Thanos “vittima” di un errore di VFX

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Avengers: Endgame, Thanos “vittima” di un errore di VFX

È stato scovato un errore di VFX in Avengers: Endgame, il cinecomic Marvel campione d’incassi diretto da Anthony e Joe Russo. L’erroe in questione riguarda il personaggio del temibile Thanos interpretato da Josh Brolin.

Dopo aver decimato metà della popolazione mondiale alla fine di Infinity War, Thanos è tornato in Endgame in un modo che – almeno dal punto di vista narrativo – non ha avuto lo stesso impatto del precedente capitolo dedicato ai Vendicatori. In effetti, la presenza del personaggio in tutta la sua grandezza si è avvertita soltanto nel corso dell’epica battaglia finale, durante la quale lui e il suo esercito hanno praticamente affrontato ogni singolo supereroe del MCU. A causa però dell’elevato numero di inquadrature che sono state realizzate per la scena in questione, era quasi inevitabile che venisse commesso un errore in fase di post-produzione, durante il processo di perfezionamento del girato attraverso l’utilizzo degli effetti visivi.

In una nuova puntata di “VFX Artists React” del canale YouTube Corridor Crew, Matt Aiken, artista della WETA Digital che ha lavorato ad Avengers: Endgame, è stato messo dai presentatori dello show di fronte ad un errore di VFX scovato nel cinecomic Marvel. Ad un certo punto, nel video, Corridor Crew fa notare come Thanos abbia avuto un problema di taglio quando schiocca le dita con il Guanto dell’Infinito costruito con la nanotecnologia di Tony Stark (Robert Downey Jr.). Candidamente, Aiken ammette di non aver mai notato l’errore.

Potete vedere il momento a partire dal minuto 5:03 del video a seguire:

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Ricordiamo che Avengers: Endgame è il film di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei Marvel Studios, che con l’avventura diretta da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un esperimento produttivo senza pari.

Fonte: ScreenRant

Thor: Love and Thunder, Lady Sif potrebbe tornare

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Thor: Love and Thunder, Lady Sif potrebbe tornare

Sembra che i Marvel Studios stiano pianificando il ritorno di Jaimie Alexander nei panni di Lady Sif. Il personaggio in questione, creato da Stan Lee e Jack Kirby, è apparso nei primi due capitoli di Thor e successivamente nella serie tv Agents of SHIELD. Da allora, è completamente sparito dal MCU.

E se le cose stessero per cambiare? In una recente intervista emersa inizialmente su Reddit, alla Alexander è stato chiesto di ricordare la sua esperienza nei panni della temibile guerriera asgardiana e se era davvero capace di brandire una spada mentre cavalcava: “Sì, una volta ero in grado di farlo e credo che potrei rifarlo in futuro. Non ho ancora perso quel dono… o almeno, si spera.”

Quando è stato poi chiesto all’attrice dei suoi piani per il futuro, la stessa ha dichiarato: “Probabilmente smetterebbero di esistere se vi dicessi davvero ciò che sta per succedere, ma grazie per avermelo chiesto.”

Naturalmente, sono subito partite le speculazioni a proposito di un possibile ritorno del personaggio di Sif in Thor: Love and Thunder o magari nella serie Loki, o magari in entrambi i progetti. Sarà davvero così? Non ci resta che attendere maggiori dettagli.

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Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo”.

L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.

Fonte: ComicBookMovie

Harley Quinn e Groot insieme? James Gunn dice sì

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Harley Quinn e Groot insieme? James Gunn dice sì

James Gunn ha rivelato che lui e Margot Robbie adorano l’idea di un film che veda schierati insieme i personaggi di Harley Quinn e Groot. Il regista e l’attrice candidata all’Oscar torneranno a lavorare insieme per The Suicide Squad, nuovo adattamento cinematografico dedicato alla Task Force X dopo il film del 2016 diretto da David Ayer.

Nel film di Gunn ci saranno tantissimi nuovi personaggi interpretati da attori quali John Cena, Taika Waititi, Idris Elba, Alice Braga e Nathan Fillion. Fortunatamente, una delle poche cose che sono state apprezzate della versione di Ayer, ossia l’incarnazione della Mattacchiona ad opera della Robbie, sarà presente nel reboot.

Di recente Margot Robbie è tornata a vestire i panni di Harley Quinn in Birds of Prey, film che la stessa ha scelto di sviluppare al posto di Gotham City Sirens, e che a differenza di Suicide Squad è stato accolto positivamente dalla critica. Adesso, come rivelato da James Gunn, il regista incaricato di riportare nuovamente la Harley di Margot al cinema, sembra che lui e la diretta interessata abbiano discusso a proposito di un’idea davvero unica per una nuova potenziale storia della supercriminale sul grande schermo.

Su Twitter, Gunn ha risposto ad un fan che gli ha chiesto quale membro dei Guardiani della Galassia inserirebbe in The Suicide Squad se ne avesse la possibilità. La risposta del regista è stata: “Ho ampiamente parlato di questa cosa con Margot Robbie e penso che Harley e Groot potrebbe essere i protagonisti di avventure favolose insieme”. Poi ha aggiunto: “Ci sono altre grandi combinazioni a cui mi piacerebbe dare vita… se le cose con #TheSuicideSquad non fossero così segrete…”

Cosa avrà voluto “insinuare” James Gunn con quest’ultima affermazione? Nonostante il regista stia attualmente lavorando sia per la DC sia per la Marvel, è altamente improbabile che un giorno riuscirà davvero ad avere i personaggi di Harley Quinn e Groot all’interno dello stesso film.

Eppure, le parole di Gunn sembrano lasciare aperta la possibilità che in The Suicide Squad potremmo vedere insieme personaggi – chiaramente appartenenti all’Universo DC – che forse non avremmo mai immaginato di vedere fare squadra sul grande schermo…

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Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Secondo le ultime indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento metallico antigravità.

Altri nomi circolati nelle ultime settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano che Sean Gunn potrebbe vestire i panni di Weasel e Flula Borg quelli di Javelin; Pete Davidson potrebbe interpretare Blackguard, mentre Michael Rooker Savant.

Robert Downey Jr. voleva essere Occhio di Falco nel MCU

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Robert Downey Jr. voleva essere Occhio di Falco nel MCU

Robert Downey Jr. ha rivelato che, se non avesse interpretato Iron Man in 10 film del MCU, gli sarebbe piaciuto vestire i panni di Occhio di Falco in The Avengers. L’attore ha debutto nel franchise di successo nel lontano 2008 con il primo Iron Man, il cinecomic che ha stabilito il tono dei futuri film dell’Universo Cinematografico Marvel e influenzato profondamente quella che sarebbe stata la forma dell’interno MCU. Lo scorso anno, Downey è uscito ufficialmente dal franchise dopo la morte del personaggio di Tony Star in Avengers: Endgame, sacrificatosi per fermare il temibile Thanos una volta per tutte.

In una recente intervista con BBC Radio 1 in occasione della promozione di Dolittle, a Robert Downey Jr. è stato chiesto quale altro supereroe avrebbe voluto interpretare se non fosse stato ingaggiato dai Marvel Studios per il ruolo di Tony Stark. Questa la sua risposta:

“Non riesco a pensare a nessun gagliardo ragazzo americano che non abbia mai sognato di essere Spider-Man durante la sua infanzia”, ha spiegato Downey. “Ad ogni modo, guardando indietro dalla posizione in cui mi trovo adesso – e anche perché sono un grande fan di Jeremy Renner e del suo modo così cool di aver interpretato il personaggio, soprattutto quando si è trasformato in Ronin in Endgame – direi che mi sarebbe piaciuto interpretare Occhio di Falco.”

Potete vedere il video dell’intervista di seguito:

Anche se è difficile immagine un altro attore nei panni di Tony Stark, forse non tutti sanno che inizialmente il ruolo era stato proposto a Tom Cruise. Se all’epoca la star di Hollywood avesse accettato la parte, forse oggi avremmo davvero Robert Downey Jr. come incarnazione di Occhio di Falco nel MCU e non Jeremy Renner.

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Fonte: ScreenRant

The Good Doctor: ABC rinnova per la quarta stagione

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The Good Doctor: ABC rinnova per la quarta stagione

La ABC ha rinnovato la serie drammatica di successo The Good Doctor per la quarta stagione che arriverà nel 2020-2021. La notizia è stata annunciata oggi da Karey Burke, presidente di ABC Entertainment. La serie The Good Doctor è prodotta da Sony Pictures Television e ABC Studios. ABC Studios fa parte di Disney Television Studios, una collezione di studi composta da 20th Century Fox Television, ABC Studios e Fox 21 Television Studios.

“‘The Good Doctor è stato una pietra miliare il lunedì sera ed è una di quelle serie sentite che affronta senza paura l’incisività”, ha detto Burke. “Lo storytelling ponderato di David Shore, combinato con un cast incredibile guidato dalla performance sfumata di Freddie Highmore nei panni del Dr. Shaun Murphy, è ciò che ha reso questa serie un successo eccezionale nelle ultime tre stagioni, e sono entusiasta di vedere dove ci porteranno dopo”

“Siamo incredibilmente grati alla ABC per tutto il suo continuo supporto e a David Shore per aver portato “‘The Good Doctor” in televisione nel momento giusto; il viaggio complicato, sorprendente ed emotivo dello spettacolo è la ricetta perfetta per ora”, ha dichiarato Jason Clodfelter, copresidente della Sony Pictures Television.

The Good Doctor è lo spettacolo più visto della ABC in questa stagione dopo 35 giorni di visione su tutte le piattaforme lineari e digitali, con una media di 15,6 milioni di visualizzatori totali con riproduzione multipiattaforma.

The Good Doctorè il miglior show televisivo della stagione nella riproduzione TV in Total Viewers, impennata di +6,41 milioni di spettatori dalla sua media Live + stesso giorno alla sua media Live + 35 giorni. Inoltre, il dramma della ABC quasi triplica la sua valutazione Live + Same Day Adult 18-49 dopo 35 giorni di riproduzione, aumentando del + 175% fino a diventare il miglior guadagno della trasmissione in questa stagione. Basato su trasmissioni originali, “The Good Doctor” è la serie numero 1 di lunedì in Total Viewers e si colloca tra le prime 10 serie della stagione in totale (n. 9).

The Good Doctor 4

The Good Doctor 4 è la quarta stagione della serie tv The Good Doctor creata da David Shore per il network americano della ABC. David Shore è il produttore esecutivo e showrunner. Daniel Dae Kim, Erin Gunn, David Kim e Sebastian Lee sono anche produttori esecutivi.

In The Good Doctor 4 Dr. Shaun Murphy (Freddie Highmore), un giovane chirurgo con autismo e sindrome dei savant, continua a usare la sua straordinaria regali medici presso l’unità chirurgica dell’ospedale San Bonaventura. Mentre le sue amicizie si approfondiscono, Shaun lavora più duramente di quanto abbia mai fatto prima di iniziare a uscire, mentre naviga nel suo ambiente e nelle sue relazioni per dimostrare ai suoi colleghi che il suo talento come chirurgo salverà delle vite. La serie è di David Shore (“House”), e “Lost” e “Hawaii Five-0” star Daniel Dae Kim.

In The Good Doctor protagonisti Freddie Highmore nei panni del Dr. Shaun Murphy, Antonia Thomas nel ruolo del Dr. Claire Browne, Nicholas Gonzalez nel ruolo del Dr. Neil Melendez, Hill Harper come Dr. Marcus Andrews, Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman, Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona Gubelmann come Dr. Morgan Reznick, Will Yun Lee come Dr. Alex Park, Paige Spara come Lea Dilallo e Jasika Nicole come Dr. Carly Lever.

Star Wars: il film di Kevin Feige sarà “unico ed emozionante”

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Star Wars: il film di Kevin Feige sarà “unico ed emozionante”

Joe Russo, co-regista di Avengers: Endgame, ha rivelato che il film di Star Wars affidato a Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, sarà unico ed emozionante. L’Ascesa di Skywalker potrà anche aver messo la parola fine alla saga degli Skywalker, ma sappiamo che la Disney e la Lucasfilm non hanno alcuna intenzione di fermarsi con il franchise.

Tra i numerosi progetti in sviluppo, ci sarebbe anche un film ambientato nella Galassia lontana, lontana alla quale sta attualmente lavorando Kevin Feige. Il boss della Casa delle Idee aveva così commentato il suo coinvolgimento nella celebre saga: “Adoro quel mondo e adoro l’idea di esplorare nuovi personaggi e nuovi luoghi in quell’universo. Ma questo è tutto ciò che si può dire per ora.”

Adesso, in una recente intervista con THR, Joe Russo, co-regista di Avengers: Endgame, ha parlato brevemente del coinvolgimento di Feige nella saga di Star Wars, sottolineando quanto siano autentici l’amore e la passione del produttore cinematografico nei confronti del franchise:

“Star Wars è il primo vero amore di Feige”, ha spiegato Russo. “Ha un seminterrato veramente, veramente grande, pieno zeppo di memorabilia di Star Wars sufficienti a riempire un museo. Qualsiasi cosa farà con la saga, sarà appassionato, emozionante e unico.”

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In attesa di nuovi dettagli su quello che sarà il film attualmente in sviluppo per mano di Feige, ricordiamo che a Rian Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, è stata affidata la scrittura di una nuova trilogia basata su nuove storie e nuovi personaggi. In passato, anche ai creatori di Game of Thrones, David Benioff e D.B. Weiss, era stato affidato lo sviluppo di una trilogia parallela: sfortunatamente, il duo ha deciso poi di abbandonare il progetto.

Black Widow: una Natasha più giovane in alcuni flashback

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Black Widow: una Natasha più giovane in alcuni flashback

In Black Widow potremmo vedere alcuni flashback con una giovane Natasha Romanoff. Vedova Nera è uno dei membri fondatori degli Avengers, nonché uno dei primi supereroi ad essere stato introdotto nell’Universo Cinematografico Marvel. Nel corso della sua carriera, Scarlett Johansson è apparsa in 7 film del MCU, a partire da Iron Man 2 del 2010. In Avengers: Endgame abbiamo visto il personaggio sacrificare la propria vita per ottenere la Gemma dell’Anima, ma adesso sarà finalmente protagonista di uno standalone che i fan hanno sempre richiesto a gran voce.

In occasione del red carpet della 92esima edizione degli Oscar, Variety ha avuto l’opportunità di intervistare Paul Gooch e David White, nominati nella categoria Miglior Trucco e Acconciatura per Maleficent: Signora del Male. Parlando brevemente del loro lavoro in Black Widow, i due hanno spiegato: “Torneremo indietro nel tempo, a quando i personaggi erano molto più giovani. Abbiamo attori che interpretano gli stessi personaggi ma in età differenti.”

Essendo Black Widow il primo film interamente dedicato al personaggio di Vedova Nera, è quasi scontato che la trama racconterà delle sue origini. Sicuramente, il film spiegherà come Natasha ha incontrato Red Guardian e tutti gli altri personaggi della storia. Ad ogni modo, le parole di Gooch e White non sembrano lasciare spazio all’immaginazione: saranno gli stessi attori ad interpretare le versioni più giovani dei loro personaggi; è probabile, dunque, che verrà impiegata anche la CGI.

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La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh, e Rachel Weisz.

Dopo lo straordinario successo di Avengers: Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale di sempre, Scarlett Johansson riprende il suo ruolo di Natasha Romanoff/Black Widow.

Fonte: ScreenRant

Oscar 2020: i top e i flop di un red carpet “neutro”

È stato un red carpet “neutro” quello degli Oscar 2020. Un anno che ha visto la rivoluzione scendere in campo per quello che riguarda i premi assegnati, si è invece rivelato molto tradizionalista e anonimo dal punto di vista dei look e dell’abbigliamento sfoggiato dalle star sul tappeto rosso sul Hollywood Boulevard.

Quest’anno, proprio a sottolineare l’austerità all’insegna della quale i vip hanno operato le loro scelte di stile, nessuno degli invitati uomini è stato inserito nella nostra gallery, con la sola eccezione del sempre magnifico Billy Porter. Tutti gli altri, con sporadiche eccezioni, si sono affidate allo smoking nero, un capo basic, oseremo dire, che non ha fatto sfigurare nessun in favore di altri. Un socialismo dello stile che, forse motivato da scelte politiche, appiattisce il brio e la bellezza del red carpet più importante dell’anno (con le dovute eccezioni, vedi Spike Lee e Timothée Chalamet).

E veniamo invece alle ospiti, attrici, produttrici, regista, alcune nominate, altre solo invitate a presentare. In poche hanno osato e ancora in meno sono riuscite a lasciare il segno. Tra le migliori, in fatto di stile, spiccano senz’altro le bionde Charlize Theron e Margot Robbie. Affidatesi rispettivamente a Dior e Chanel, le due bellissime bionde sono tra le meglio vestite, complice anche un look (anche qui) semplice che si concede solo un sorriso rosso fuoco sul viso di Margot.

Nota di merito a Natalie Portman, che accompagna un elegante Dior lungo e nero con inserti in oro con un cappotto che sui bordi porta i cognomi delle registe non nominate agli Oscar 2020. Politicamente impegnata, sì, ma con grande stile.

Non sfigura affatto anche la ex vincitrice premio Oscar, Regina King, che in un principesco Versace rosa cipria arricchito da ricami argento era tra le più eleganti e particolari della serata. La nostra preferita però è Scarlett Johansson. Una sirena d’argento (in Oscar de la Renta) con abito aderente sui fianchi e corpetto a rete metallica, Scarlett vince soprattutto per il look, che evidenzia lo sguardo e lascia libero un sorriso nude. Assolutamente radiosa.

Tra chi ha invece fatto scelte azzardate, annoveriamo da una parte Sandra Oh, che ha scelto un Elie Saab senza rinunciare al tulle, ai ricci, alle paillettes e al velluto, risultando comunque molto elegante, dall’alta Kristen Wiig, in un rosso Valentino strutturato, accompagnato da guanti neri. Probabilmente la peggiore della serata.

In un limbo di medietà, comunque gradevole, si posizionano le due vincitrice dell’Oscar per la recitazione, Laura Dern e Renee Zellwegger, e quasi tutte le altre ospiti, non particolarmente ispirate, quest’anno a voler fare bella figura su quello che, in fin dei conti, non è stato affatto il più elegante red carpet della stagione.

Le scelte scure

Le scelte chiare

I colori

I top

I flop

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Oscar 2020: sorprese e snobbati alla 92° edizione

Gli Oscar 2020 hanno riservato moltissime sorprese ma anche un certo numero di film e personaggi snobbati, lasciati in un angolo e ignorati dall’Academy.

Sorpresa: Parasite vince il miglior film

parasite oscar 2020Nel momento in cui Parasite ha vinto la migliore sceneggiatura originale, si è capito che sarebbe stata una grande serata per il film sudcoreano. Già galvanizzato dalla vittoria per la migliore regia, Parasite ha portato a casa il premio più ambito della serata, il suo quarto Oscar della notte.

La vittoria segna la prima volta nella storia di 92 anni dell’Academy che un film in lingua straniera vince il premio più prestigioso. L’anno 2020 passerà alla storia degli Oscar. È una vittoria sorprendente ma non certo completamente inattesa, dati alcuni pronostici. Sebbene 1917 fosse considerato il primo favorito in classifica, Parasite era una concreta minaccia alla sua vittoria.

Snobbato: Scarlett Johansson

Povera Scarlett. Nominata per i suoi primi due Oscar in una sola notte, l’attrice di talento è andata a casa a mani vuote. Non si aspettava di vincere nella categoria di migliore attrice per Storia di un matrimonio, con Renée Zellweger data per certa, ma poteva essere una scelta interessante per il premio da non protagonista, categoria nella quale era candidata per Jojo Rabbit. Alla fine, ha vinto Laura Dern, sua co-protagonista in Storia di un Matrimonio, con cui ha condiviso molte scene. Siamo sicuri che Scarlett sia orgogliosa di lei.

Sorpresa: Bong Joon-Ho vince la migliore regia

Il regista sudcoreano Bong Joon-Ho ha ottenuto il miglior risultato della serata con la sua vittoria per la regia, battendo il favorito Sam Mendes (1917). Mendes aveva vinto il premio come miglior regista ai Golden Globes, ai BAFTA, ai Critics Choice e ai Director’s Guild Awards. In precedenza aveva anche vinto un Oscar, nel 1999, per American Beauty.

Snobbato: The Irishman

Nominato per 10 Oscar, The Irishman di Martin Scorsese è andato a casa a mani vuote. Il film prodotto da Netflix ha debuttato con grande successo di critica e si prevedeva che sarebbe diventato un contendente importante agli Oscar, ma il suo slancio si è smorzato con il tempo e al suo posto hanno incalzato 1917 e Parasite, che piano piano si sono presi la scena.

Sorpresa: Parasite vince per la migliore sceneggiatura originale

Parasite ha avuto una grande serata, con quattro premi vinti su sei nomination. Il team  di scrittori di Parasite formato da Bong Joon-Ho e Jin Won Han ha battuto i pesi massimi Quentin Tarantino per C’era una volta a Hollywood e Noah Baumbach per Storia di un Matrimonio. È la prima volta che un film in lingua straniera vince l’Oscar della sceneggiatura originale da quando Pedro Almodóvar è stato onorato con questo riconoscimento per Parla con lei, nel 2003.

Snobbato: registe donne

Sapevamo che questo particolare problema sarebbe finito nei discorsi pronunciati durante lo show ed è un problema molto grave che non dovrebbe essere trascurato. Nel 2019, ci sono state molte registe donne che hanno lavorato a film di grande importanza. Tuttavia, nessuno è stato nominato come miglior regista agli Oscar. Greta Gerwig (Piccole donne), Lulu Wang (Una Bugia Buona – The Farewell) e Olivia Wilde (La rivincita delle sfigate) erano solo tre degne candidate che non potevano essere nominate. Sul red carpet, Natalie Portman ha indossato un mantello che portava sopra tutti i nomi delle registe escluse quest’anno.

Sorpresa: Toy Story 4 vince la migliore film d’animazione

Questa è in realtà una mezza sorpresa. Toy Story 4 è stato scelto per vincere il premio come miglior film d’animazione, ma c’è stato un momento in cui, dopo la vittoria di Missing Link ai Golden Globe e quella di Klaus agli Annie Awards, sembrava che il film potesse perdere la sua pole position. Entrambi i premi sono infatti buoni indicatori da Oscar. La divisione di questi riconoscimenti ha mostrato che Hollywood non era univocamente schierata, tuttavia è stato chiaro che l’Academy almeno non ha avuto “curiosità” e si è affidata al titolo rassicurante Pixar.

Sorpresa: Eminem ci riporta al 2002

Ci fu delusione agli Academy Awards del 2003 quando, nonostante la nomination alla migliore canzone, Eminem non si esibì in “Lose Yourself” durante la cerimonia. Non era nemmeno lì, in effetti, eppure vinse nella categoria. Ma la scorsa notte, Hollywood ha ottenuto il suo risarcimento con 17 anni di ritardo. Dopo un omaggio alle canzoni degli Oscar del passato, Eminem è apparso sul palco per eseguire il successo del 2002, brano portante della colonna sonora di 8 Mile. La folla è rimasta sicuramente sorpresa!

Oscar 2020 commento: Parasite show ma poco spettacolo

La 92° edizione degli Academy Awards, gli Oscar 2020 (tutti i vincitori), è partita con tutti i presupposti per essere una delle cerimonie più noiose e scontate della storia del premio e di questa season awards. La (quasi) certezza dei premi che sarebbero stati assegnati e l’assenza, per il secondo anno consecutivo, di un presentatore ufficiale sembravano, su carta, elementi che avrebbero determinato il fallimento dello show e invece, come nei film più belli, la serata ha riservato sorprese e qualche momento genuinamente emozionante insieme a sporadiche ma memorabili sequenze di spettacolo.

La ABC, network che ha ancora una volta ospitato le oltre tre ore di cerimonia, ha portato a casa un risultato discreto, date le premesse, e questo grazie alle decisioni dell’Academy, che una volta tanto si è spinta oltre la sua confort zone.

È Parasite show agli Oscar 2020

parasite oscar 2020Parasite, film sud coreano, scritto e diretto da Boong Joon-Ho, ha portato a casa quattro statuette, quattro premi che rendono il film un pezzo di storia dell’Academy. Si tratta infatti del primo film in lingua non inglese ad aver vinto nella categoria più ambita, quella di Miglior Film (a chi punta il dito su The Artist, film di produzione francese diretto da Michel Hazanavicius, ricordiamo che quello era un film muto, e che l’unica battuta recitata nel film è in inglese, caso chiuso).

Non solo, Bong ha portato a casa anche i premi alla sceneggiatura, battendo l’agguerrita concorrenza di Quentin Tarantino, dato per favorito, al miglior film Internazionale, ovvero il miglior film straniero che da quest’anno cambia dicitura, in nome di una nomenclatura più inclusiva e universale, alla migliore regia, premio letteralmente strappato dalle mani di Sam Mendes, che aveva vinto ai BAFTA, ai Golden Globes e persino ai DGA.

La sorpresa è stata generale e comunque bene accolta, dato l’impatto che ha avuto Parasite in tutto il mondo. Dalla sua presentazione al Festival di Cannes 2019, dove ha vinto la Palma d’Oro, il film ha raccolto consensi a strascico, che si sono concretizzati in recensioni entusiaste e incassi importanti. E sembra quindi quasi logico che l’Academy abbia voluto tenere la scia.

Il quartetto di attori vincenti, invece, non ha sorpreso nessuno. Dai Golden Globes fino a questi Oscar 2020, Joaquin Phoenix, Renée Zellweger, Laura Dern e Brad Pitt hanno fatto un percorso netto, dritti alla meta e al premio che corona carriere incredibili e, nel caso di Zellweger, segna un ritorno importante.

Con le sorprese ai “vertici della classifica” e le retrovie abbastanza prevedibili, gli Oscar 2020 hanno visto i migliori guizzi nei molti momenti musicali, da Eminem che con Lose Yourself ha dato una scossa ad una platea (ed una compagine casalinga) addormentata, a Billie Eilish, che invece ha ammaliato tutti con la sua versione di Yesterday, come sottofondo al video In Memoriam, a Cynthia Erivo e Idina Menzel che hanno brillato con le loro performance canore.

Oscar 2020 – In Memoriam

https://www.youtube.com/watch?v=FKmqtaxIS3Y

La performance spettacolare di Janelle Monáe in apertura ha fatto intendere che il tono della serata potesse essere più vivace, e invece, dopo il discorso di ringraziamento di Brad Pitt che ha tirato in gioco anche l’impeachment trumpiano, la serata si è assestata su una costante ma diluita e poco incisiva richiesta di unione e impegno. Esemplari di questa tendenza sono stati i discorsi di ringraziamento di Phoenix e Zellwegger, ma non sufficienti a rimanere memorabili.

Quello che il pubblico italiano non ha visto, sono stati però i commercial andati in onda sulla ABC durante la serata, pubblicità davvero incredibili con protagonisti attori, registi, protagonisti delle passate edizioni degli Oscar. Certo, l’organizzazione ha comunque tentato di dare movimento alla serata, affidando il monologo iniziale a Steve Martin e Chris Rock, oppure le premiazioni a coppie comiche collaudate, come Maya Rudolph e Kristen Wiig oppure Rebel Wilson e James Corden (che si sono profusi in una auto parodia dell’orribile Cats), tuttavia non è bastato.

Un breve sketch di Olivia Colman, introduttivo alla proclamazione del miglior attore protagonista, è stato più trascinante di molti dei discorsi e delle battute preparate a tavolino dei presentatori che si sono avvicendati sul palco. Forse l’attrice britannica potrebbe essere proposta il prossimo anno come host, e fare in modo che la cerimonia sia di nuovo degna di essere seguita, al netto dei numeri musicali.

Raccontami di un giorno perfetto: trailer del film originale Netflix

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Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di Raccontami di un giorno perfetto, il film originale Netflix con protagonisti Elle Fanning e Justice Smith.

Diretto da Brett Haley e scritto da Liz Hannah, il film si basa sull’omonimo romanzo scritto da Jennifer Niven. Echo Lake Entertainment e FilmNation Entertainment hanno prodotto il film, con Fanning, Paula Mazur, Mitchell Kaplan, Doug Mankoff, Andrew Spaulding e Brittany Kahn come produttori, mentre Hannah sarà il produttore esecutivo.

Raccontami di un giorno perfetto: quando esce e dove vederlo in streaming

Raccontami di un giorno perfetto in streaming debutterà solo su Netflix il 28 febbraio.

Raccontami di un giorno perfetto: la trama e il cast

Sconvolta dalla morte della sorella, l’introversa Violet Markey (Elle Fanning) riscopre la gioia di vivere quando incontra l’eccentrico e imprevedibile Theodore Finch (Justice Smith). Tratto dal romanzo bestseller internazionale di Jennifer Niven.

Nel cast anche Alexandra Shipp nel ruolo di Kate, Keegan-Michael Key nel ruolo di Embry, Luke Wilson come James, Kelli O’Hara nel ruolo di Sheryl, Felix Mallard nel ruolo di Roamer, Virginia Gardner nel ruolo di Amanda, Lamar Johnson nel ruolo di Charlie e Sofia Hasmik nel ruolo di Brenda.

Il romanzo

All the Bright Places è un romanzo per adulti scritto da Jennifer Niven ed è stato pubblicato per la prima volta il 6 gennaio 2015 tramite la società di edizioni Knopf Publishing Group ed è il primo lavoro per giovani adulti di Niven. All the Bright Places è scritto in uno stile soggettivo dal punto di vista dei due personaggi principali, Finch e Violet. Il romanzo è composto da brevi sezioni narrate da Finch e Violet, che generalmente si alternano tra i due personaggi. Questo stile di scrittura permette ai lettori di comprendere i cambiamenti in Violet mentre guarisce dalla morte di sua sorella e Finch mentre si ammala progressivamente più mentalmente durante il romanzo.

Billions 5: teaser promo dalla nuova stagione

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Billions 5: teaser promo dalla nuova stagione

Showtime ha diffuso il teaser promo di Billions 5, la quinta stagione della serie tv di Billions con protagonista Damian Lewis e Paul Giamatti.

La stagione 5 di Billions sarà presentata in anteprima domenica 3 maggio su SHOWTIME. Nella quinta stagione di Billions, Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck Rhoades (Giamatti) vedono riaccendersi la loro feroce rivalità, mentre nuovi nemici si alzano e prendono la mira. Il pioniere dell’impatto sociale Mike Prince (Stoll) rappresenta una vera minaccia per il dominio di Axe e Chuck fa la febbre con un formidabile procuratore distrettuale. Taylor Mason (Asia Kate Dillon) è costretto a tornare ad Ax Capital, dove devono lottare per proteggere i loro dipendenti e le loro risorse. Wendy Rhoades (Maggie Siff) rivaluta la sua lealtà e crea sorprendenti nuove alleanze che la mettono in contrasto sia con Chuck che con Ax. In questa stagione, la lotta per il potere diventa una lotta per la sopravvivenza e tutti i personaggi devono adattarsi o rischiare l’estinzione. Margulies interpreterà Catherine Brant, professore di sociologia della Ivy League e autore di bestseller.

Billions 5

In Billions 5 protagonisti sono il premio Oscar, vincitore di Emmy e Golden Globe, Paul Giamatti e vincitore dell’Emmy e Golden Globe Damian Lewis, Billions è una delle serie drammatiche più importanti della rete, con una media di cinque milioni di spettatori settimanali su tutte le piattaforme. Le prime tre stagioni di Billions sono andate in onda in Italia su Sky Atlantic e sono disponibili su Now Tv.

Quando tutti sono fuori per cercare vendetta, nessuno è al sicuro.  Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck Rhoades (Giamatti), ex nemici, e Wendy Rhoades (Maggie Siff), moglie del primo e fidata consigliere del se condo, si sono uniti per formare un’alleanza difficile da pensare ma molto efficace, mirata allo sradicamento di tutti i loro rivali, tra cui Grigor Andolov (guest star John Malkovich), Taylor Mason (Asia Kate Dillon), Brian Connerty (Toby Leonard Moore) e Waylon “Jock” Jeffcoat (guest star Clancy Brown). L’ambizione e il tradimento sono da sempre al centro di BILLIONS, e in questa stagione tutti i personaggi scoprono esattamente quanto è alto il prezzo che dovranno pagare per soddisfare tali esigenze. La serie vede protagonisti nel cast anche David Costabile, Condola Rashad, Kelly AuCoin, Jeffrey DeMunn e Malin Akerman.

Billions è stato creato e prodotto esecutivamente dagli showrunner Brian Koppelman e David Levien. La serie è stata creata anche da Andrew Ross Sorkin.

Oscar 2020: i vincitori, il trionfo di Parasite

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È senza dubbio Parasite il vincitore della serata che ha visto assegnare gli Oscar 2020 dall’Academy of Motion Pictures. Il film di Bong Joon-Ho, già Palma d’Oro ha portato a casa ben 4 premi Oscar, miglior film internazionale, migliore sceneggiatura, migliore regia e miglior film, il primo non in lingua inglese a vincere il riconoscimento.

I premi agli attori non hanno riservato sorprese, Phoenix, Zellwegger, Pitt e Dern portano a casa le statuette, mentre un po’ penalizzato rispetto alle aspettative è stato 1917, che porta a casa solo fotografia, missaggio sonoro e effetti visivi.

Ecco tutti i vincitori dei 92° Academy Awards, gli Oscar 2020

Miglior Film:

Parasite

Migliore attore protagonista:

Joaquin Phoenix – Joker

Migliore attrice protagonista:

Renee Zellweger – Judy

Migliore attore non protagonista:

Brad Pitt – C’era una volta a Hollywood

Migliore attrice non protagonista:

Laura Dern – Storia di un matrimonio

Regia:

Bong Joon Ho – Parasite

Sceneggiatura adattata:

Jojo Rabbit – Taika Waititi

Sceneggiatura originale:

Parasite – Bong Joon-ho, Jin Won Han

Miglior Fotografia:

1917 – Roger Deakins

Miglior film internazionale:

Parasite – Bong Joon Ho

Miglior montaggio:

Le Mans ’66 – Michael McCusker, Andrew Buckland

Miglior montaggio sonoro:

Le Mans ’66 – Don Sylvester

Miglior missaggio sonoro:

1917

Miglior Scenografia:

C’era una volta a Hollywood – Barbara Ling e Nancy Haigh

Miglior colonna sonora originale:

Joker – Hildur Guðnadóttir

Miglior canzone originale:

“I’m Gonna Love Me Again,” “Rocketman”

Trucco e capelli:

Bombshell

Migliori costumi:

Piccole Donne -Jacqueline Durran

Effetti visivi:

1917

Miglior film d’animazione:

Toy Story 4 – Josh Cooley

Corto d’animazione:

Hair Love – Matthew A. Cherry

Miglior documentario:

American Factory – Julia Rieichert, Steven Bognar

Miglior corto documentario:

Learning to Skateboard in a Warzone – Carol Dysinger

Miglior cortometraggio:

The Neighbors’ Window – Marshall Curry

Noah Centineo: 10 cose che non sai sull’attore

Noah Centineo: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre per aver preso parte ad alcune popolari commedie sentimentali, l’attore Noah Centineo ha potuto affermarsi in breve tempo grazie ai suoi ruoli cinematografici e televisivi. Con un ampio seguito di fan, l’attore vive infatti da un paio d’anni un periodo d’oro, che lo ha visto particolarmente richiesto in progetti spesso differenti gli uni dagli altri. Ecco 10 cose che non sai di Noah Centineo.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Noah Centineo: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in popolari film adolescenziali. Dopo aver recitato in piccoli ruoli in film come The Gold Retrievers (2009), Another Assembly (2014) e Can’t Take It Back (2017), l’attore diventa noto grazie al suo ruolo nel film Sierra Burges è una sfigata (2018), e acquista ulteriore popolarità con il ruolo di Peter in Tutte le volte che ho scritto ti amo (2018). Nel 2019 vive un anno particolarmente prolifico, recitando nei film The Perfect Date, The Diary e Charlie’s Angels, dove recita accanto all’attrice Kristen Stewart. Nel 2020 riprende il ruolo che l’ha reso celebre nel sequel P.S. Ti amo ancora. L’attore vestirà poi i panni del celebre He-Man nell’atteso film Masters of the Universe.

9. È noto per alcune produzioni televisive. Nel corso della sua carriera l’attore si è reso celebre anche per la partecipazione ad alcune serie TV di successo. Tra queste si annoverano Austin & Ally (2011-2012), #TheAssignment (2013) e The Fosters (2015-2017), dove ha un ruolo da protagonista interpretando Jesus Adams Foster. Un altro ruolo importante è anche quello nella serie T@gged (2017), con il personaggio di Hawk. Centineo recita poi anche nel film televisivo Come creare il ragazzo perfetto (2014).

8. Ha partecipato alla produzione di una serie TV. Tra i ruoli più importanti fino ad ora nella carriera di Centineo vi è quello nella serie #TheAssignment. Legato al progetto, l’attore ha contribuito alla scrittura degli episodi in cui ha recitato, Stepmom e Babysitter, e ha inoltre svolto il ruolo di produttore per venti episodi della serie.

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Noah Centineo è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 17,6 milioni di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere numerosi scatti tratte dalle premiere a cui ha preso parte, come anche immagini e video promozionali dei suoi progetti. Non mancano tuttavia anche foto scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o della sua fidanzata.

Noah Centineo e Alexis Ren

6. Ha una relazione con una nota modella. Dopo diverse voci su una loro presunta relazione, l’attore ha confermato di essere fidanzato con la modella Alexis Ren. Classe 1996, la Ren ha esordito nel mondo della moda all’età di 13, acquistando nel tempo grandissima popolarità sui social media e arrivando ad essere inclusa nell’elenco delle donne più sexy del mondo nel 2019. Sui rispettivi social network i due sono soliti condividere foto o video dei loro momenti insieme.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Noah Centineo in Austin & Ally

5. È stato il suo debutto televisivo. Nel 2011 l’attore partecipa nel ruolo di Dallas alla serie di Disney Channel Austin & Ally, incentrata su due ragazzi caratterialmente opposti che, con la passione per la musica, diventeranno particolarmente popolari vincendo le loro paure. Centineo ha in particolare recitato negli episodi Secrets & Songbooks, Club Owners & Quinceaneras e World Records & Work Wreckers.

Noah Centineo in Tutte le volte che ho scritto ti amo

4. Ci ha messo un po’ per stringere amicizia con la protagonista. Nel film distribuito da Netflix Tutte le volte che ho scritto ti amo, l’attore recita insieme all’attrice Lana Condor. Durante un’intervista, Centineo ha raccontato che durante i primi giorni sul set i due non avevano ancora stretto un legame. L’attore cercò di farsi intraprendente chiedendo alla co-protagonista di ripassare insieme le battute, ma lei declinò gentilmente l’invito. In seguito sono tuttavia diventati migliori amici.

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3. Ha annunciato il sequel con un post su Instagram. Tramite il proprio profilo Instagram l’attore ha comunicato ai fan che Netflix aveva deciso di dare un sequel al fortunato film. In P.s. Ti amo ancora, in arrivo il 12 febbraio 2020 sulla piattaforma streaming, sarà possibile scoprire quali evoluzioni ha assunto la storia d’amore tra Lara Jena e Peter, i due protagonisti.

Noah Centineo in Swiped

2. È il protagonista del film. Tra gli altri lungometraggi interpretati dall’attore nell’ultimo periodo vi è Swiped, che ruota intorno al personaggio di Lance Black, interpretato da Centineo, il quale decide di realizzare un’app di incontri che possa aiutarlo a portare il proprio successo con le donne ad un altro livello.

Noah Centineo: età e altezza

1. Noah Centineo è nato a Miami, in Florida, Stati Uniti, il 9 maggio 1996. L’attore è alto complessivamente 185 centimetri.

Fonte: IMDb

Ben Affleck: 10 cose che non sai sull’attore

Ben Affleck: 10 cose che non sai sull’attore

Tra le più celebri personalità di Hollywood vi è Ben Affleck, attore, regista e produttore che negli anni si è affermato grazie ad alcuni brillanti ruoli in film particolarmente celebri. Da anni uno dei nomi di punta dell’industria, Affleck ha saputo distinguersi per la sua poliedricità, ottenendo alcuni tra i più ambiti riconoscimenti cinematografici.

Ecco 10 cose che non sai di Ben Affleck.

Ben Affleck: i suoi film

1. È stato protagonista di celebri lungometraggi. Affleck debutta al cinema con il film Buffy – L’Ammazza Vampiri (1992), ma ottiene celebrità grazie ai suoi ruoli nei film La vita è un sogno (1993) e Generazione X (1995). Successivamente recita nei film Will Hunting – Genio ribelle (1997), Armageddon – Giudizio finale (1998) e Shakespeare in Love (1998) che ne aumentano la popolarità. Da quel momento prende parte a celebri film come Dogma (1999), Pearl Harbor (2001), Daredevil (2003), Amore estremo (2003), Jersey Girl (2004), La verità è che non gli piaci abbastanza (2008), The Company Men (2010), The Town (2010), Argo (2012), To The Wonder (2012), L’amore bugiardo – Gone Girl (2014), Batman v Superman: Dawn of Justice (2016), The Accountant (2016), La legge della notte (2016), Justice League (2017), Triple Frontier (2019), Tornare a vincere (2020) e Il suo ultimo desiderio (2020).

2. È un apprezzato regista. Nel 2007 Affleck debutta alla regia con il film Gone Baby Gone (2007), seguito da The Town (2010). Entrambi i film ottengono un ottimo riscontro da parte della critica, che apprezza le qualità registiche di Affleck. Il successo avviene con Argo (2012), suo terzo film, che vince l’Oscar come miglior film. Nel 2016 dirige invece La legge della notte.

3. Ha vinto un Oscar per la miglior sceneggiatura. Oltre ad aver scritto le sceneggiature dei propri film, Affleck è noto per essere, insieme all’amico Matt Damon, l’autore della sceneggiatura del film Will Hunting – Genio ribelle. Proprio per questo loro scritto, i due vinsero l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, imponendosi sin da giovanissimi all’interno dell’industria hollywoodiana.

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Ben Affleck: chi è sua moglie

4. È stato sposato. Dopo aver conosciuto l’attrice Jennifer Garner sul set dei film Pearl Harbor e Daredevil, i due si sposano nel giugno del 2005. Dalla loro relazione nascono tre figli, rispettivamente nel 2005, nel 2009 e nel 2012. Dopo dieci anni di matrimonio, tuttavia, nel giugno del 2015 la coppia annuncia l’intenzione di divorziare, avviando la pratica nel 2017. Nonostante ciò hanno affermato di essere rimasti in buoni rapporti, e di voler continuare a crescere i figli insieme.

Ben Affleck e suo fratello

5. Suo fratello è un noto attore. Affleck ha un fratello minore, Casey Affleck, anch’egli attore e vincitore di un premio Oscar. I due hanno in più occasioni condiviso il set, sia recitando insieme nel film Will Hunting – Genio ribelle, sia nei ruoli di attore e regista per il film The Town. Gli Affleck sono una delle coppie di fratelli più note dell’attuale panorama cinematografico, ed entrambi hanno raggiungo importanti traguardi in tale campo, manifestando sempre il loro supporto reciproco.

Ben Affleck: il suo fisico

6. È stato criticato per il suo crollo fisico. Tra i motivi per cui Affleck è noto presso il grande pubblico vi è anche la sua imponenza. L’attore, particolarmente alto, ha infatti sfoggiato in più occasioni un fisico particolarmente scolpito e allenato per i ruoli d’azione previsti per alcuni film da lui interpretati. Negli ultimi anni tuttavia l’attore ha ricevuto critiche per il suo decadimento fisico, dalle quali si è difeso affermando che è la conseguenza di alcuni difficili momenti famigliari e della sua dipendenza dall’alcol.

Ben Affleck è Batman

7. Ha ricevuto critiche per il suo casting. Nel 2016 l’attore ricopre il ruolo del celebre supereroe nel film Batman v Superman. Affleck è stato ampiamente criticato, giudicato una scelta errata per il ruolo. Egli ha affermato di aver evitato di leggere ogni commento negativo per evitare di esserne influenzato, e ha cercato di dar vita ad una versione differente del personaggio, che ha infine riscosso l’apprezzamento da parte di una fetta di fan del cavaliere oscuro.

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8. Ha acquisito molta massa muscolare. Per dar vita ad una nuova versione del personaggio di Batman, l’attore ha messo su circa dieci chili di muscoli, raggiungendo il livello di solo l’8% di massa grassa nel suo corpo. Quello di Affleck è infatti un Batman particolarmente possente, ma che si dimostra anche appesantito dagli anni.

Ben Affleck, oggi

9. È pronto a tornare al cinema. Dopo un periodo di silenzio in cui l’attore ha avuto modo di risolvere alcuni problemi personali, Affleck è pronto a tornare al cinema recitando nel film Tornare a vincere, dove interpreta un ex promessa della pallacanestro che trova una possibilità di riscatto nell’allenare una squadra giovanile. Un ruolo particolarmente sentito da Affleck, per un film da lui anche prodotto.

Ben Affleck: età e altezza

10. Ben Affleck è nato a Berkeley, in California, Stati Uniti, il 15 agosto 1972. L’attore è alto complessivamente 192 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Henry Golding: 10 cose che non sai sull’attore

Henry Golding: 10 cose che non sai sull’attore

Di origine malaysiana, l’attore Henry Golding intraprende la propria carriera prima come conduttore televisivo e in seguito come attore cinematografico. In pochi anni recita in alcune tra le commedie di maggior successo, affermandosi così presso il grande pubblico. Particolarmente richiesto, Golding sembra ora essere in cerca del ruolo che possa consacrarne popolarità e carriera.

Ecco 10 cose che non sai di Henry Golding.

Henry Golding: i suoi film

1. È stato protagonista di una celebre commedia. Nel 2018 l’attore esordisce al cinema nel ruolo di Nick Young nel film Crazy Rich Asians, commedia campione d’incassi della stagione che permette subito a Golding di ottenere una buona popolarità nell’ambiente hollywoodiano. Prende poi parte con un ruolo di rilievo al film thriller Un piccolo favore (2018), dove recita accanto alle attrici Anna Kendrick e Blake Lively, mentre durante il periodo natalizio del 2019 è al cinema con la commedia sentimentale Lash Christmas, dove recita con l’attrice Emilia Clarke. Nel 2020 sarà invece tra i protagonisti del nuovo film di Guy Ritchie, intitolato The Gentlemen.

2. Ha condotto diversi programmi televisivi. Prima di diventare un noto attore di Hollywood, Golding ha lavorato in più occasione come conduttore di alcuni programmi documentaristi come Welcome to the Railworld Malaysia (2012), The Travel Show (2014), Welcome to the Railworld Japan (2015) e Surviving Borneo (2017). La maggior parte di questi programmi sono stati trasmessi su note emittenti come BBC World News o Discovery Channel Asia, che hanno permesso all’attore di ottenere una prima visibilità.

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Henry Golding è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 1,1 milioni di persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere curiosità quotidiane o luoghi visitati, ma non mancano anche numerose immagini e video promozionali dei suoi progetti da interprete. Diverse sono anche le foto scattate in momenti di svago, o ancora durante le premier a cui Golding ha preso parte.

Henry Golding: chi è sua moglie

4. La sua è una storia d’amore da film. Durante le celebrazioni di Capodanno, il 1 gennaio del 2011 l’attore incontra in un locale Liv Lo, presentatrice televisiva ed istruttrice di yoga. Dopo una serata in cui si erano limitati ad osservarsi, i due hanno infine trovato il coraggio di parlarsi, dandosi appuntamento per rivedersi. Hanno poi intrapreso una relazione coronatasi, nell’agosto del 2016, con il matrimonio.

Henry Golding in Crazy Rich Asians

5. Aveva rifiutato il ruolo. Quando fu contattato per la parte da protagonista nel film Crazy Rich Asians, Golding rifiutò più volte l’offerta, non sentendosi adeguato al ruolo e avendo all’attivo solo esperienze da conduttore. Fu soltanto quando il regista si presentò fisicamente da lui per parlare del progetto che Golding si convinse ad accettare la parte, che gli avrebbe poi aperto le porte di Hollywood.

6. Ha dovuto ridurre la propria luna di miele. Nel momento della pre-produzione del film, l’attore si era da poco sposato ed aveva intrapreso il tradizionale viaggio per la luna di miele. Tuttavia fu costretto a rientrare in anticipo, poiché i produttori avevano fissato una prima prova tra Golding e l’attrice Constance Wu, scelta per il ruolo di protagonista femminile.

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Henry Golding in Last Christmas

7. Ha recitato nel film natalizio. Nel film Last Christmas l’attore ricopre il ruolo di Tom, e proprio il suo personaggio è al centro di un importante snodo narrativo. Golding ha dichiarato di essere rimasto particolarmente sorpreso quando questo gli fu rivelato, dovendo a quel punto esercitarsi a partire da quello spunto ed evitare che altri potessero intuire di cosa si trattava. Un compito che ha richiesto tutta la concentrazione possibile da parte dell’attore.

Henry Golding ed Emilia Clarke

8. Ha recitato a stretto contatto con la celebre attrice. Per rendere credibile il rapporto tra i due protagonisti, Golding e l’attrice Emilia Clarke hanno trascorso diverso tempo insieme, imparando a conoscersi e a stabilire una chimica di coppia. Golding ha scherzosamente ammesso di aver approfittato della presenza della Clarke per cercare di farsi rivelare il finale di Il Trono di Spade, senza ottenere risultati.

Henry Golding in The Gentlemen

9. Sarà il villain del film. Nell’atteso film The Gentlemen, l’attore si ritroverà a ricoprire il ruolo di Dry Eye, il villain che si contrapporrà al personaggio interpretato da Matthew McConaughey. L’attore ha dichiarato di aver accettato il ruolo anche per liberarsi dall’etichetta di attore per commedie, potendo così finalmente dar vita ad un personaggio per lui inedito.

Henry Golding: età e altezza

10. Henry Golding è nato a Betong, in Malesia, il 5 febbraio 1987. L’attore è alto complessivamente 186 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Oscar 2020, le foto dal red carpet: tutti gli ospiti della serata

La serata fresca e la leggera pioggia che hanno “funestato” il tappeto rosso srotolato nelle ultime ore sul Hollywood Boulevard, davanti al Dolby Theatre non hanno scoraggiato le star nominate e invitate alla serata degli Oscar 2020. La passerella è stata infatti (come da tradizione) affollata di vip, ospiti, nominati e presentatori, tutti al loro meglio per la serata più importante dell’anno. Ecco il red carpet degli Oscar 2020.

Laura Dern

 

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Rooney Mara e Joaquin Phoenix

 

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2020 Spirit Awards: tutti i vincitori dei premi al cinema indie americano

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Come da tradizione, 24 ore prima della cerimonia degli Oscar, che celebra il meglio di Hollywood e dell’industria cinematografica americana, vengono assegnati gli Spirit Awards, i premi al cinema indipendente americano.

Ma come quest’anno, con pochissime eccezioni, i titoli nominati e quelli che saranno i vincitori differiscono in maniera quasi diametrale, dal momento che il vincitore della categoria Miglior Film è stato Una Bugia Buona – The Farewell, neanche nominato agli Oscar, mentre Diamanti grezzi, ugualmente ignorato dall’Academy, ha vinto tre premi molto importanti, regia, montaggio e Adam Sandler miglior protagonista.

Ecco di seguito tutti i vincitori dei 2020 Spirit Awards

Best Feature
A HIDDEN LIFE
CLEMENCY
THE FAREWELL (Winner)
MARRIAGE STORY
UNCUT GEMS

Best Director
Robert Eggers – THE LIGHTHOUSE
Alma Har’el – HONEY BOY
Julius Onah – LUCE
Benny Safdie, Josh Safdie – UNCUT GEMS (Winner)
Lorene Scafaria – HUSTLERS

Best First Feature
BOOKSMART (Winner)
THE CLIMB
DIANE
THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO
THE MUSTANG
SEE YOU YESTERDAY

Best Female Lead
Karen Allen – COLEWELL
Hong Chau – DRIVEWAYS
Elisabeth Moss – HER SMELL
Mary Kay Place – DIANE
Alfre Woodard – CLEMENCY
Renée Zellweger – JUDY (Winner)

Best Male Lead
Chris Galust – GIVE ME LIBERTY
Kelvin Harrison Jr. – LUCE
Robert Pattinson – THE LIGHTHOUSE
Adam Sandler – UNCUT GEMS (Winner)
Matthias Schoenaerts – THE MUSTANG

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Best Supporting Female
Jennifer Lopez – HUSTLERS
Taylor Russell – WAVES
Zhao Shuzhen – THE FAREWELL (Winner)
Lauren “Lolo” Spencer – GIVE ME LIBERTY
Octavia Spencer – LUCE

Best Supporting Male
Willem Dafoe – THE LIGHTHOUSE (Winner)
Noah Jupe – HONEY BOY
Shia Labeouf – HONEY BOY
Jonathan Majors – THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO
Wendell Pierce – BURNING CANE

Best Screenplay
Noah Baumbach – MARRIAGE STORY (Winner)
Jason Begue, Shawn Snyder – TO DUST
Ronald Bronstein, Benny Safdie, Josh Safdie – UNCUT GEMS
Chinonye Chukwu – CLEMENCY
Tarell Alvin Mccraney – HIGH FLYING BIRD

Best First Screenplay
Fredrica Bailey, Stefon Bristol – SEE YOU YESTERDAY (Winner)
Hannah Bos, Paul Thureen – DRIVEWAYS
Bridget Savage Cole, Danielle Krudy – BLOW THE MAN DOWN
Jocelyn Deboer, Dawn Luebbe – GREENER GRASS
James Montague, Craig W. Sanger – THE VAST OF NIGHT

Best Cinematography
Todd Banhazl – HUSTLERS
Jarin Blaschke – THE LIGHTHOUSE (Winner)
Natasha Braier – HONEY BOY
Chananun Chotrungroj – THE THIRD WIFE
Pawel Pogorzelski – MIDSOMMAR

Best Editing
Julie Béziau – THE THIRD WIFE
Ronald Bronstein, Benny Safdie – UNCUT GEMS (Winner)
Tyler L. Cook – SWORD OF TRUST
Louise Ford – THE LIGHTHOUSE
Kirill Mikhanovsky – GIVE ME LIBERTY

John Cassavetes Award
BURNING CANE
COLEWELL
GIVE ME LIBERTY (Winner)
PREMATURE
WILD NIGHTS WITH EMILY

Robert Altman Award
Storia di un Matrimonio

Best Documentary
AMERICAN FACTORY (Winner)
APOLLO 11
FOR SAMA
HONEYLAND
ISLAND OF THE HUNGRY GHOSTS

Best International Film
INVISIBLE LIFE, Brazil
LES MISERABLES, France
PARASITE, South Korea (Winner)
PORTRAIT OF A LADY ON FIRE, France
RETABLO, Peru
THE SOUVENIR, United Kingdom

Piaget Producers Award
Mollye Asher
Krista Parris
Ryan Zacarias

Someone to Watch Award
Rashaad Ernesto Green – PREMATURE
Ash Mayfair – THE THIRD WIFE
Joe Talbot – THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO

Truer Than Fiction Award
Khalik Allah – BLACK MOTHER
Davy Rothbart – 17 BLOCKS
Nadia Shihab – JADDOLAND (Winner)
Erick Stoll & Chase Whiteside – AMÉRICA

Annual Bonnie Award
Marielle Heller
Lulu Wang
Kelly Reichardt (Winner)

Oscar 2020 previsioni: chi vincerà, chi dovrebbe vincere

Oscar 2020 previsioni: chi vincerà, chi dovrebbe vincere

Domenica notte verranno assegnati gli Oscar 2020 (qui le nomination) e, mentre alcune previsioni per i 92° Academy Awards sono scontate, è divertente “giocare” a “chi vincerà e chi dovrebbe vincere”, tenendo d’occhio da una parte le probabilità e quello che la stagione dei premi ha raccontato fino a questo momento, e dall’altra i meriti effettivi di una performance (nella recitazione, nella scrittura, nella regia) rispetto ad un’altra.

Ecco chi vincerà e chi dovrebbe vincere nelle categorie principali agli Oscar 2020

Miglior Film

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VINCERÀ: 1917

La votazione preferenziale e l’internazionalizzazione dell’Academy metterebbero in crisi qualsiasi previsione, ma l’epopea della prima guerra mondiale in 1917 rappresenta un tipo di cinema solido, già riconosciuto dai premi PGA, DGA, BAFTA, Critics ‘Choice e Golden Globe. Non ha avuto nomination per gli attori, come Parasite che però dovrebbe vincere ad occhi chiusi il premio al Miglior Film Internazionale. I cani sciolti sono invece C’Era una volta a Hollywood e Jojo Rabbit.

DOVREBBE VINCERE: The Irishman

Martin Scorsese ha realizzato un affresco di incredibile profondità non solo dell’esperienza umana, ma anche del mondo del cinema e di un certo ambiente mafioso che da sempre ha caratterizzato l’habitat del suo cinema. Uno sforzo produttivo incredibile da parte del cineasta newyorkese, ma anche un film testamento che riconsidera il tempo e la vita in una maniera del tutto nuova per la sua filmografia. Nonostante la categoria vanti capolavori del calibro di C’Era una volta a Hollywood e Parasite.

Miglior regista

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VINCERÀ: Sam Mendes, 1917

Con il premio ai DGA, Mendes ha messo in cassaforte l’Oscar alla regia, il secondo in carriera dopo quello di 20 anni fa per il bellissimo American Beauty. I Golden GLobes e i Critics Choice hanno consolidato la sua posizione di favorito. Effettivamente il suo lavoro di orchestrazione della scena in 1917 è ammirevole e testimone di una perizia tecnica e drammatica davvero lodevole. C’è da considerare solo il fatto che Bong Joon Ho non è troppo lontano dalle preferenze dell’Academy.

DOVREBBE VINCERE: Quentin Tarantino, C’era una volta a Hollywood

Definire “rilassata” la regia di C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino potrebbe essere considerata una critica, ma, come scrive anche THR, si tratta di un grande complimento, dal momento che il film confezionato da Tarantino è la testimonianza di quanto la proprio passione personale può diventare non solo osservazione ombelicale ma anche grande cinema di intrattenimento.

Miglior attore

VINCERÀ: Joaquin Phoenix, Joker

Anche quelli che non amano Joker ammirano la performance di Joaquin Phoenix dell’antieroe protagonista, motivo per cui, alla sua quarta nomination, l’attore porterà quasi sicuramente a casa la sua prima statuetta. Si tratterà dunque della seconda volta che un attore che interpreta il personaggio DC vince un premio Oscar (il primo fu Heath Ledger con il suo Oscar postumo). Adam Driver di Marriage Story si posizionerà poco distante, ma alla sua seconda nomination e come Phoenix prima di lui, dovrà aspettare il suo turno.

DOVREBBE VINCERE: Antonio Banderas, Dolore e Gloria

Antonio Banderas ha lavorato con Pedro Almodóvar dall’inizio della sua carriera. In Dolore e Gloria, interpreta brillantemente intime variazioni della personalità del regista, dalle sue dipendenze e passioni al suo rapporto con la madre, nel complesso e vivido diario emotivo che è il film per il regista madrileno.

Migliore attrice

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VINCERÀ: Renée Zellweger, Judy

Una vittoria per Renée Zellweger per Judy porterà l’attrice al suo Oscar numero 2 (16 anni dopo la sua vittoria per Ritorno a Cold Mountain) dopo un periodo non troppo brillante della sua carriera, grazie ad un ritratto universalmente applaudito di una leggenda di Hollywood. Ogni pronostico punta nella sua direzione, ad eccezione del fatto che il film ha solo un’altra nomination, per il trucco, mentre Scarlett Johansson, per Storia di un Matrimonio, gareggia con un film molto più apprezzato dall’Academy.

DOVREBBE VINCERE: Saoirse Ronan, Piccole donne

Saoirse Ronan ha solo 25 anni e, solo due anni fa, ha interpretato una liceale per Greta Gerwig in Lady Bird. Questa nomination è la numero 4 per un’attrice giovanissima e talentuosa, e la sua ultima collaborazione con la Gerwig, in Piccole Donne, va oltre e approfondisce il suo sfaccettato talento che, attraverso tutte le fasi della sua vita, ha brillato in performance diverse e tutte di altissimo livello. Se non è quest’anno, sarà presto, Saoirse Ronan porterà un Oscar nella sua Irlanda.

Miglior attore non protagonista

VINCERÀ: Brad Pitt, C’era una volta a Hollywood

Sono passati otto anni da quando Brad Pitt è stato nominato agli Oscar per un’interpretazione (contro 29 e 27 di Joe Pesci e Al Pacino per The Irishman, 22 per Anthony Hopkins per I due papi e 19 per Tom Hanks per Un amico straordinario). Pitt ha vinto un Oscar come produttore, per 12 Anni Schiavo, ma mai come interprete.

DOVREBBE VINCERE: Brad Pitt, C’era una volta a Hollywood

Questa è una delle categorie con il livello più alto di attori e interpreti, eppure presenta la scelta più semplice, ovvia diremmo; non solo quattro dei nominati hanno vinto almeno un Oscar per la recitazione, ma Brad Pitt è senza dubbio quello che quest’anno lo merita di più per una performance assolutamente irripetibile.

Miglior attrice non protagonista

VINCERÀ: Laura Dern, Storia di un matrimonio

Kathy Bates (Richard Jewell) ha avuto il suo momento; Scarlett Johansson (Jojo Rabbit), Florence Pugh (Piccole donne) e Margot Robbie (Bombshell) avranno il loro. Ma questo è l’anno di Laura Dern. Ha spazzato via i concorrenti con la sua brillante interpretazione dell’avvocato divorzista deliziosamente spietato in Storia di un Matrimonio, e a differenza dei suoi genitori, Bruce Dern e Diane Ladd, vincerà il suo premio Oscar.

DOVREBBE VINCERE: Laura Dern, Storia di un matrimonio

Negli ultimi anni, Laura Dern sta lavorando tantissimo, e sempre ad altissimi livelli, sia al cinema che in tv. Quest’anno è in due dei film nominati a miglior film, ma in Storia di un Matrimonio ha finalmente trovato un progetto in cui poteva mostrare la sua versatilità. Da un avvocato divorzista, hai bisogno di supporto morale o modalità di attacco? Lei riesce a darti entrambe le cose.

Miglior sceneggiatura adattata

jojo rabbit

VINCERÀ: Taika Waititi, Jojo Rabbit

Molti vorrebbero che Greta Gerwig vincesse questo Oscar per il suo adattamento di Piccole Donne, e lo US Scripter, che negli ultimi 10 anni ha indovinato 8 volte, ha scelto lei. Ma i membri dell’Academy tendono a premiare l’opera più originale, anche nella categoria delle sceneggiature adattate, motivo per cui la satira sull’Olocausto di Taika Waititi è favorita rispetto a un’altra interpretazione del romanzo di Louisa May Alcott o alla sceneggiatura di The Irishman di Steven Zaillian (come accaduto ai BAFTA).

DOVREBBE VINCERE: Anthony McCarten, I Due Papi

In termini di pura felicità di scrittura, di dialogo, di vivacità, niente di ciò che si è visto negli ultimi 12 mesi può essere paragonato all’arguzia, alla saggezza e alle assurdità talvolta arcaiche che fluiscono dalle bocche dei protagonisti de I Due Papi. Pochissimi sceneggiatori potevano scrivere dialoghi trai due personaggi protagonisti e renderli credibili, ma Anthony McCarten ce l’ha fatta

Migliore sceneggiatura originale

VINCERÀ: Bong Joon Ho e Han Jin-won, Parasite

Nonostante abbia già vinto in questa categoria, con C’era una volta a Hollywood, Quentin Tarantino “corre il rischio” di vincere ancora e sicuramente 1917, Cena con Delitto e Storia di un Matrimonio hanno il loro pubblico, tuttavia se c’è un punto su cui non ci sono dubbi, quando si tratta di testo “originale” è che il Parasite di Bong Joon Ho lo è davvero, originale. Questo farebbe del film il sesto vincitore in lingua non inglese di categoria, il primo degli ultimi 17 anni.

DOVREBBE VINCERE: Quentin Tarantino, C’era una volta a Hollywood

In questa categoria, di alta qualità, tutti i nominati hanno scritto e diretto il loro film (due in collaborazione) e le cinque sceneggiature nominate coprono una serie di temi e argomenti molto varia. Ma mentre quattro dei cinque script riguardano ambienti familiari, quello di Tarantino vola completamente in un’altra direzione, decisamente originale.

Miglior film d’animazione

toy story 4
TOY STORY 4

VINCERÀ: Toy Story 4

È stata una stagione strana, con il Golden Globe andato a Missing Link e i premi Annie e BAFTA a Klaus mentre a Frozen 2 è stata negata addirittura la nomination all’Oscar. Il terzo e ultimo film di Dragon Trainer non può essere contato, ma l’affetto storico dell’Academy per il franchise di Toy Story, oltre a Critics ‘Choice e PGA già vinti in questa stagione, lascia Toy Story 4 come il titolo da battere in categoria.

DOVREBBE VINCERE: Klaus

Dopo aver trionfato agli Annie e ai BAFTA, il film d’animazione Netflix dovrebbe portare al livello dell’Oscar la produzione originale animata del gigante dello streaming, così come ha fatto Roma lo scorso anno per la produzione in live action.

Migliore film internazionale

Parasite

VINCERÀ: Parasite

La vittoria di Parasite in questa categoria è la scommessa più sicura della prossima notte degli Oscar. Il primo film sudcoreano mai nominato per la categoria ha altre cinque nomination tra cui fotografia, regia e sceneggiatura. Certo, Dolore e Gloria, per la Spagna, ha anche una nomination per il migliore attore (Antonio Banderas), mentre Parasite non compare nella categoria, ma gli attori del sindacato di Hollywood hanno assegnato il SAG al cast, la prima volta che un cast non inglese vince un tale riconoscimento.

DOVREBBE VINCERE: Dolore e Gloria

Si tratta del migliore film di Almodovar da moltissimo tempo, un film tanto intimo quanto universale che si avvale di performance intense e di una sensibilità incredibile. Il regista madrileno è al suo meglio, e sarebbe bello se vincesse in questa categoria, visto che il principale favorito, Parasite, potrebbe spuntarla in una delle altre 5 categorie in cui è nominato.

Oscar 2020: la cerimonia in diretta su Sky Cinema

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Oscar 2020: la cerimonia in diretta su Sky Cinema

È arrivato come ogni anno l’appuntamento più atteso dal mondo del cinema: nella notte tra il 9 e il 10 febbraio Sky trasmetterà in diretta la 92ª edizione degli Academy Awards®. Appuntamento dalle 22.45 su Sky Cinema Oscar® (canale 303 di Sky) per la magica Notte degli Oscar 2020 con il Red Carpet e tutte le premiazioni dal Dolby Theatre di Los Angeles. La diretta della cerimonia sarà trasmessa anche su Sky Uno (dalle 00.30) e in chiaro su TV8 (dalle 23.50).

Dagli studi Sky Francesco Castelnuovo accompagnerà gli spettatori per l’intera serata, commentando i momenti salienti insieme al “Cinemaniaco” Gianni Canova e la giornalista di Sky Cinema Barbara Tarricone. Insieme a loro, ospiti in studio la giornalista di Sky TG24 Denise Negri, il ristoratore, musicista e showman Joe Bastianich, il giornalista esperto di moda Ildo Damiano e l’attrice Euridice Axen.

La Notte degli Oscar® 2020 sarà riproposta integralmente lunedì 10 febbraio su Sky Cinema Oscar® a partire dalle 10.45 circa, mentre in prima serata l’appuntamento con “Il meglio della Notte degli Oscar® 2020” sarà in onda dalle 21.15 su Sky Cinema Oscar® e su Sky Uno, disponibile anche on demand su Sky e NOW TV.

Tutte le notizie e gli aggiornamenti sulla programmazione e sul live sono disponibili su skycinema.it/oscar, sulle pagine Facebook, Instagram e Twitter di Sky Cinema.

A Quiet Place 2: al cinema dal 16 aprile

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A Quiet Place 2: al cinema dal 16 aprile

Arriva al cinema il 16 aprile A Quiet Place 2, sequel del thriller horror rivelazione della scorsa stagione cinematografica, con 341 milioni di dollari incassati nel mondo. Il secondo capitolo comincia proprio lì dove era terminato il primo: tra suspense e il terrificante silenzio ci fa scoprire qualcosa di più sull’invasione delle misteriose creature che infestano il pianeta. Dietro la macchina da presa torna John Krasinski, regista e sceneggiatore, con lui la moglie e protagonista Emily Blunt, insieme a Millicent Simmonds e Noah Jupe, componenti della famiglia Abbot; al cast conosciuto si aggiunge Cillian Murphy (Peaky Blinders, DunkirkInception), che preparerà i protagonisti ai pericoli del mondo “esterno”.

A Quiet place II sarà il primo film di Paramount Pictures distribuito in Italia da Eagle Pictures, in sala dal 16 aprile.

A Quiet Place II: il trailer del film con Emily Blunt

John Krasinski, il regista, ha spiegato che il sequel affronterà le stesse tematiche del suo predecessore: “Amo l’idea del primo film, in cui il mio personaggio e quello di Emily combattono contro il desiderio di sopravvivere e la voglia di vivere. Tutto quello che il mio personaggio voleva era sopravvivere. Il suo personaggio invece diceva: ‘Non è abbastanza. Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a questi ragazzi di vivere come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho amato vedere Emily combattere con tutto questo, con l’idea che la sopravvivenza sia forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse quella voglia di vivere era davvero troppo pericolosa…”

Andrà tutto bene, dal 19 marzo il nuovo film di Francesco Bruni

Andrà tutto bene, dal 19 marzo il nuovo film di Francesco Bruni

Arriverà il prossimo 19 marzo, distribuito da Vision Distribution, il nuovo film di Francesco Bruni, dal titolo Andrà tutto bene.

Nel cast del film KIM ROSSI STUART, LORENZA INDOVINA, BARBARA RONCHI, GIUSEPPE PAMBIERI, RAFFAELLA LEBBORONI,
FOTINÍ PELUSO, TANCREDI GALLI, NICOLA NOCELLA.
Il film è prodotto da PALOMAR con VISION DISTRIBUTION.

Andrà tutto bene – sinossi

La vita di Bruno Salvati è in una fase di sospensione.  I suoi film non hanno mai avuto successo e il suo produttore fatica a mettere in piedi il suo prossimo progetto. Sua moglie Anna, dalla quale si è recentemente separato, sembra già avere qualcun altro accanto.  E per i figli Adele e Tito, Bruno non riesce a essere il padre presente e affidabile che vorrebbe.

Un giorno Bruno scopre di avere una forma di leucemia. Si affida immediatamente a un’ematologa competente e tenace, che lo accompagna in quello che sarà un vero e proprio percorso a ostacoli verso la guarigione. Il  primo obiettivo è trovare un donatore compatibile di cellule staminali: dopo alcuni tentativi falliti, Bruno comincia ad avere seriamente paura.

Il padre Umberto, rivelandogli un segreto del suo passato, accende in tutti una nuova speranza.

Bruno e la sua famiglia intraprendono un inatteso percorso di rinascita, con la certezza in fondo al cuore che per loro Andrà tutto bene.

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