Tra le più premiate e apprezzate
interpreti italiane, Giovanna Mezzogiorno si è da
sempre distinta per le sue scelte in ambito cinematografico, che
l’hanno portata in più occasioni a ricoprire ruoli da protagonista,
collaborando con importanti attori e registi, e ottenendo in più
occasioni il plauso della critica.
Tra i meriti della Mezzogiorno vi è
inoltre quello di aver portato sul grande schermo personaggi
tragici, esseri umani piegati dalla vita ma con ancora barlumi di
speranza a cui aggrapparsi.
Ecco 10 cose che non sai di
Giovanna Mezzogiorno.
Giovanna Mezzogiorno: i suoi
film
1. Ha recitato in noti film
italiani. L’attrice debutta al cinema nel 1997 con il film
Il viaggio della sposa, per poi recitare in Del
perduto amore (1998), Un uomo perbene (1999) e
Asini (1999). Nel 2001 ottiene grande popolarità grazie al
film L’ultimo bacio, di Gabriele
Muccino. Con la fama acquisita ottiene ruoli di
rilievo in film come La finestra di fronte (2003), La
bestia nel cuore (2005), Lezioni di volo (2007),
L’amore ai tempi del colera (2007), Palermo
Shooting (2008) e Vincere (2009), che le fa
guadagnare nuove lodi da parte della critica. Negli ultimi anni
recita in Basilicata coast to
coast (2010), I nostri
ragazzi (2014), Come diventare grandi
nonostante i genitori (2016), La
tenerezza (2017), Napoli
velata (2017) e Tornare (2019).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso degli anni la Mezzogiorno
è apparsa anche sul piccolo schermo, recitando sia in film come
Più leggero non basta (1999) e Il segreto di
Thomas (2003), sia in serie come I miserabili (2000),
Virginia, la monaca di Monza (2004) e nella terza stagione
di In Treatment (2017), dove ricopre il ruolo di Adele,
recitando accanto all’attore Sergio
Castellitto. Nel 2019 è invece protagonista in TV
della serie La compagnia del cigno.
3. Ha partecipato al
doppiaggio di un film. Nel 2016 l’attrice viene scelta per
partecipare al doppiaggio del film Il libro della giungla,
live-action del classico Disney diretto da Jon
Favreau. Qui l’attrice presta la voce al celebre
serpente Kaa, che in lingua inglese ha la voce di ScarlettJohansson.
Giovanna Mezzogiorno non è su
Instagram
4. Non ha un profilo su
Instagram. L’attrice si è dichiarata profondamente critica
nei confronti dei social network, affermando di ritenersi
«sbalordita da questa voglia di essere continuamente guardati in
ogni fase della propria vita». La Mezzogiorno ha per tanto
confermato di non possedere alcun profilo sui vari social
network.
Giovanna Mezzogiorno: marito e
figli
5. È sposata. Sul
set del film Vincere, l’attrice conosce il macchinista
Alessio Fugolo, con cui intraprende una relazione. Dopo pochi mesi
i due si sposano, nel 2009, con una cerimonia civile
particolarmente riservata, a chi sono invitati solo i parenti e gli
amici più stretti.
6. Hanno avuto due
gemelli. Nell’agosto del 2011 la coppia dà alla luce due
gemelli, e a comunicare la notizia è l’ufficio stampa dell’attrice.
Nel corso degli anni, come è normale che sia, i due genitori si
dimostrano particolarmente protettivi, evitando che i riflettori
della loro vita professionale si riversino anche su quella
privata.
Giovanna Mezzogiorno: chi sono i
suoi genitori
7. È figlia d’arte.
L’attrice è figlia del noto attore napoletano Vittorio
Mezzogiorno, celebre tanto per i suoi ruoli
cinematografici quanto per quelli teatrali. Sua madre è invece
Cecilia Sacchi, anche lei nota attrice, e figlia a
sua volta del celebre critico cinematografico Filippo
Sacchi, nonno di Giovanna.
Giovanna Mezzogiorno e Piazza
Fontana
8. Ha recitato nella
docufiction. Nel dicembre del 2019 l’attrice torna in
televisione con la docufiction Piazza Fontana. Io ricordo,
andata in onda proprio il 12 dicembre, nel cinquantesimo
anniversario dalla nota strage. Qui l’attrice ricopre il ruolo di
Francesca, attraverso cui si intreccia la narrazione storica con
l’amore di una figlia per il padre.
Giovanna Mezzogiorno: il suo
2019
9. È tornata a recita al
cinema. Il 2019 ha segnato il ritorno al cinema per
l’attrice, che ha recitato nel film Tornare, presentato
alla Festa del Cinema di Roma. Nello stesso anno ha poi preso parte
alle riprese del film Gli indifferenti, basato
sull’omonimo romanzo di Alberto Moravia, ed atteso
al cinema nel corso del 2020.
Giovanna Mezzogiorno: età e
altezza
10. Giovanna Mezzogiorno è
nata a Roma, Italia, il 9 novembre 1974. L’attrice è alta
complessivamente 168 centimetri.
Divenuto celebre per aver recitato
in celebri pellicole blockbuster, Sam Claflin ha
negli anni costruito una carriera degna di attenzioni, puntando
spesso a dimostrare la propria versatilità. Così facendo ha potuto
conquistare tanto un pubblico dedito a film d’azione, quanto quello
più appassionato di commedie romantiche.
Nel corso del decennio appena
conclusosi, Claflin ha inoltre avuto modo di collaborare con
importanti attori e attrici, avendo così modo, al loro fianco, di
maturare come interprete.
Ecco 10 cose che non sai di
Sam Claflin.
Sam Claflin: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha esordito al cinema recitando
accanto a Johnny Depp nel film Pirati dei
Caraibi – Oltre i confini del mare (2011), per poi prendere
parte a celebri pellicole come Biancaneve e il
cacciatore (2012), Hunger Games: La
ragazza di fuoco (2013), Le origini del male
(2014), #Scrivimiancora (2014), Hunger Games: Il
canto della rivolta – Parte 1 (2014), Hunger Games –
Il canto della rivolta – Parte 2 (2015), Il cacciatore e
la regina di ghiaccio (2016) e Io prima di
te (2016), dove ottiene maggior popolarità recitando
insieme all’attrice Emilia
Clarke. Negli ultimi anni recita poi in L’ora più
bella (2016), Rachel
(2017), Resta con me
(2018), The
Nightingale (2018) e Charlie’s Angels (2019).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. L’attore intraprende la propria
carriera recitando nella serie I pilastri della Terra
(2010), per poi ottenere ruoli di rilievo anche in Any Human
Heart (2010) e White Heat (2012). Nel 2019 ottiene il
ruolo di Oswald Mosley nella celebre serie Peaky Blinders,
mentre attualmente è al lavoro sulla serie Daisy Jones & The
Six.
Sam Claflin è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 3,2 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
notizie circa i suoi progetti da interprete, ma non mancano anche
foto scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o
colleghi.
Sam Claflin: moglie e figli
4. È stato sposato.
Durante il provino per un film, nel 2012, Claflin conosce l’attrice
Laura Haddock, celebre per aver recitato nel film
Guardiani della Galassia
(2014). Dopo essere apparsi insieme a diversi eventi mondani, la
coppia ha annunciato il fidanzamento, sposandosi poi nel luglio del
2013. Tuttavia, nell’agosto del 2019, i due annunciano con un post
sui rispettivi account social di essersi ufficialmente
separati.
5. Hanno avuto due
figli. Un paio d’anni dopo il matrimonio, i due danno alla
luce il primo figlio, nato nel dicembre del 2015. Successivamente,
nel gennaio del 2018, nasce il secondo figlio della coppia,
stavolta una bambina. In entrambi i casi, i due hanno mantenuto
piuttosto riservata la gravidanza, evitando che la notizia venisse
diffusa sui social media.
Sam Claflin in Io prima di te
6. Ha avuto difficoltà con
il ruolo. Nel 2016 l’attore è tra i protagonisti del film
Io prima di te, dove ricopre il ruolo di Will Traynor,
ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle in seguito ad un
incidente. In un’intervista, l’attore ha parlato delle difficoltà
riscontrate nell’interpretazione di tale personaggio. Claflin ha
infatti affermato di essere una persona che gesticola molto, e
doversi limitare al solo uso delle espressioni facciali è stata una
sfida non indifferente per lui.
7. Ha dovuto perdere molto
peso. Per ricoprire il ruolo del tetraplegico Will,
l’attore si è dovuto sottoporre ad una rigida dieta che lo ha
portato a perdere 18 chili. L’attore ha aggiornato i fan sui suoi
progressi di dimagrimento attraverso il proprio profilo Instagram,
dove ha postato diverse foto a riguardo.
8. Ha rischiato un incidente
con la co-protagonista. Durante una scena del film,
l’attrice Emilia Clarke, il cui personaggio
intraprende una complicata storia d’amore con quello interpretato
da Claflin, si ritrova sulle gambe di Will a manovrare la sedia a
rotelle. L’attore ha raccontato che per poco non si è verificato un
brutto incidente, poiché la Clarke aveva perso il controllo del
mezzo e stava per investire anche un cameraman.
Sam Claflin: il suo fisico
9. È pronto a trasformarsi
per i suoi personaggi. Dopo aver perso diversi chili per
il film Io prima di te, l’attore ha anche mostrato sui
propri social il processo per riacquistare una forma più salutare.
L’attore ha tuttavia dichiarato di essere pronto a cambiare il
proprio fisico per necessità narrative, e che potrebbe farlo
nuovamente qualcosa il personaggio lo richiedesse.
Sam Claflin: età e altezza
10. Sam Claflin è nato a
Ipswich, Inghilterra, il 27 giugno 1986. L’attore è alto
complessivamente 180 centimetri.
Nota attrice televisiva,
Maggie Siff si è negli anni fatta notare grazie
alla sua partecipazione ad importanti serie e film, distinguendosi
sempre per la classe con cui si dedica ad ogni nuovo ruolo.
Negli anni la Siff ha inoltre avuto
modo di recitare al fianco di celebri attori e per importanti
registi, dimostrando di saper padroneggiare la scena e di poter dar
vita a ruoli che le permettono di esaltare la propria
versatilità.
Ecco 10 cose che non sai di
Maggie Siff.
Maggie Siff: i suoi film e le serie
TV
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’esordio al cinema dell’attrice risale al
2007, quando recita nel film Michael Clayton al fianco di
George Clooney e Tilda
Swinton. Successivamente prende parte ai
film Quando tutto cambia (2007), Push
(2009), Funny People (2009), Fratelli in erba
(2010), Concussion (2013) e La quinta onda
(2016).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. Dopo aver recitato in alcuni episodi di
Squadra d’emergenza (2004), Rescue Me (2005),
Law & Order – Unità vittime speciali (2006), 3
libbre (2006) e Grey’s Anatomy (2007), la Siff acquista
popolarità grazie al ruolo di Rachel Menken nella serie Mad
Men (2007-2015), dove recita accanto a Jon
Hamm. Successivamente ricopre il ruolo di Tara Knowles
nella serie Sons of Anarchy (2008-2013), mentre dal 2016
recita nel ruolo di Wendy Rhoades nella serie Billions, accanto all’attore Paul
Giamatti.
Maggie Siff non è su Instagram
3. Non ha un profilo
social. L’attrice ha dichiarato di non possedere alcun
profilo ufficiale sul social network Instagram, preferendo tenere
lontana la propria vita privata dall’esposizione mediatica dei
social network. Esiste tuttavia una fan page a lei dedicata,
seguita da 20,6 mila persone, dove vengono continuamente postate
nuove foto dell’attrice così come gli ultimi aggiornamenti sui suoi
progetti.
Maggie Siff: Paul Ratliff e i
figli
4. È sposata.
Particolarmente riservata, l’attrice è sempre restìa a condividere
dettagli riguardo la propria vita sentimentale. È tuttavia risaputo
che nel 2012 ha sposato Paul Ratliff, noto giocatore di baseball,
con il quale l’attrice ha ancora oggi una solida relazione.
5. Hanno una
figlia. Nell’aprile del 2014 nasce la prima figlia della
coppia, chiamata con il nome di Lucy. I due si sono da sempre
dimostrati protettivi nei suoi confronti, evitando che circolassero
sue foto sui social network o sul Web, continuando così a
mantenersi lontani da riflettori.
Maggie Siff in Sons of Anarchy
6. Non si aspettava le sorti
del suo personaggio. Nella sesta stagione della serie
Sons of Anarchy, il personaggio interpretato dall’attrice
va incontro ad una inaspettata fine. La Siff ha dichiarato di aver
saputo soltanto all’ultimo della decisione presa dagli
sceneggiatori, e di aver dovuto passare diverso tempo a
metabolizzare la notizia.
7. È particolarmente grata
al ruolo. Per sei anni l’attrice ha vissuto con il
personaggio di Tara al suo fianco, e anche dopo aver appeso i panni
al chiodo, l’attrice ha dichiarato di ricordare con affetto per
quel ruolo, poiché è stato quello che più di altri le ha aperto
numerose porte nell’industria, spingendola a convincersi che quella
era la strada giusta da intraprendere.
Maggie Siff in Billions
8. È felice dell’evoluzione
intrapresa dalla serie. Nel ricoprire il ruolo di Wendy
Rhoades per la serie Billions, l’attrice si è dichiarata
particolarmente felice delle trasformazioni narrative proposte,
dovute anche al cambiamento della società americana. Stando alle
sue parole, la serie sarebbe infatti diventata maggiormente
inclusiva da un punto di vista del gender.
Maggie Siff in Grey’s Anatomy
9. Ha recitato nella celebre
serie. Prima di ottenere una buona popolarità, l’attrice
era apparsa nel ruolo di Ruthie Sales nella celebre serie medical drama. Qui, il personaggio ricoperto
dall’attrice soffriva di osteoporosi giovanile, un delicato caso
che ha messo in difficoltà i protagonisti nell’episodio The
Heart of the Matter.
Maggie Siff: età e altezza
10. Maggie Siff è nata a New
York, Stati Uniti, il 21 giugno 1974. L’attrice è alta
complessivamente 168 centimetri.
Birds of Prey e la
Fantasmagorica rinascita di Harley Quinn è stato un
gigante flop al botteghino, ma la Warner Bros non vuole mollare e
tenta il rilancio del progetto cambiando addirittura il titolo del
film.
Lo studio ha infatti deciso per una
mossa di marketing che sembra assolutamente inutile ma può essere
un tentativo di scuotere i fan e puntare l’attenzione su quello che
è l’elemento di maggiore interesse del film: Harley
Quinn.
Il film ha incassato fino a questo
momento 33 milioni negli USA e 48 in tutto il mondo, con una
previsione di incasso a fine programmazione di circa 300 milioni.
Una cifra decisamente bassa rispetto alle aspettative.
Harley Quinn: Birds of Prey è il
nuovo titolo del film
A seguito di questo tonfo, la Warner
Bros ha pensato che possa essere una mossa intelligente e proficua
quella di sostituire il titolo del film con Harley
Quinn: Birds of Prey. In questo modo, il personaggio
di Harley, vero e proprio centro del film e di nuovo interpretato
da Margot Robbie, viene messo davvero al centro
dell’attenzione.
Sarà una mossa adeguata? Riuscirà a
risollevare il destino al box office del film?
Birds of
Prey, diretto
da CathyYan, arriverà
nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast
anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee
Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black
Canary), Rosie Perez (Renee Montoya)
e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).
Ewan McGregor interpreta invece uno dei
due principali villain del film, Maschera
Nera, alter ego di Roman Sionis.
Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi
nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi
del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham
City.
Di seguito la nuova sinossi ufficiale:
“Avete mai sentito la storia del
poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della
principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita
di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa
Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista
di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz,
puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta
per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e
Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra
scelta che allearsi per abbattere Roman.“
Un finale ambiguo è qualcosa di
molto difficile da concepire per un regista e, forse, qualcosa di
ancora più difficile da metabolizzare per lo spettatore. Quasi
sempre, il pubblico si approccia alla visione di un film con la
speranza che tutti i nodi della trama vengano sciolti prima del suo
epilogo. Non sempre però accade, e molto spesso alla fine di un
film ci troviamo con più domande che risposte.
Per costruire un finale aperto, bisogna essere estremamente
abili, lasciare allo spettatore le giusti tasselli per arrivare ad
una propria chiave di lettura, o altrimenti si correrà il rischio
di deludere le sue aspettative.
Di seguito abbiamo raccolto i 10 film con i finali più
ambigui della storia del cinema:
A Serious Man
A Serious
Man dei Fratelli Coen, ambientato negli anni ’60,
è la storia – ricca di riferimenti biblici – di un uomo ebreo la
cui tranquilla vita suburbana si sgretola sotto ai suoi occhi nel
giro di una settimana. Alla fine di quella settimana – che
corrisponde al finale del film -, un gigantesco tornado si abbatte
sulla città in cui vive.
Questo avviene
subito dopo che Larry, il protagonista del film, riceve una
telefonata dal suo medico, il quale gli spiega che deve
urgentemente parlargli dei risultati di una sua recente radiografia
al torace…
Shining
Shining di
Stanley Kubrick si chiude in modo decisamente ambiguo. Jack
Torrance è ormai preda della follia più bieca e tenta di uccidere
sua moglie e suo figlio, che riescono a sfuggirli e a farlo perdere
all’interno di un labirinto, cosa che gli provocherà una morte per
congelamento.
Prima dei titoli di
coda, però, la macchina da presa si avvicina lentamente ad una
fotografia scattata decenni prima dei fatti narrati nel film, in
cui vediamo Jack festeggiare all’Overlook Hotel insieme ad altri
ospiti. Nonostante le migliaia di analisi di appassionati cinefili
e non, nessuno è mai riuscito a spiegare cosa Kubrick avesse
davvero voluto dire con il finale del suo film.
Il braccio violento della legge
Alla fine del thriller poliziesco
Il braccio violento della legge di William Friedkin,
termina la caccia di Jimmy Doyle nei confronti del misterioso
trafficante Charnier. Quando Doyle scopre di aver sparato per
errore a Mulderig, l’agente federale con cui era in servizio, lo
stesso rivela a Cloudy che stava ancora dando la caccia a
Charnier.
Il personaggio esce poi
dall’inquadratura e lo spettatore sente un singolo colpo risuonare
prima che lo schermo diventi nero. Una serie di didascalie ci
informano che Charnier non venne mai catturato e che Doyle e Cloudy
vennero trasferiti in un altro dipartimento. Non è mai stato
chiarito cosa quello sparo abbia comportato.
Blade Runner
Rick Deckard è un replicante? Questa
è la domanda che ha letteralmente torturato gli appassionati di
fantascienza per circa 40 anni. Blade Runner di Ridley
Scott sfrutta sapientemente tutti gli elementi tipici del noir in
un film dall’ambientazione futuristica, con dove il personaggio di
Rick Deckard interpretato da Harrison Ford ha il compito di scovare
androidi che si sono mescolati alla società umana.
Il finale non chiarisce davvero se
lo stesso Deckard sia o meno un androide. Il sequel di Denis
Villeneuve, Blade Runner
2049, usciti a diversi anni di distanza dal film
originale, avrebbe finalmente potuto fornire la risposta definitiva
alla questione, ma ha nuovamente lasciato Deckard incerto a
proposito delle sue vere origini, esattamente come lo
spettatore.
Birdman
L’oscura satira messa in
piedi da Alejandro G. Iñárritu in Birdman
termina con Riggan Thomson che esce sul palco e si spara di fronte
agli spettatori. Nell’epilogo, lo troviamo ricoverato in ospedale e
perseguitato dalla stampa: la sua esibizione è stata elogiata e sua
figlia Sam sembra volersi finalmente riavvicinare a lui. Si tratta
di una conclusione molto simile a quelle di film come Taxi
Driver e Re per una notte, dove il protagonista
decide di andare incontro ad un destino nefasto per poi vedere
tutti i suoi sogni diventare realtà in un finale a dir poco
incredibile.
Negli ultimi minuti di
Birdman, Riggan si getta dalla finestra e Sam si precipita
a guardare fuori. I suoi occhi si spostano verso l’alto. Riggan ha
davvero spiccato il volo? O l’intera sequenza finale è balenata
davanti agli occhi di Riggan prima di morire? Quest’ultima è
l’ipotesi più accreditata, anche se il film non lo chiarisce
mai.
Il laureato
Il laureato è la storia di
un giovane ragazzo di nome Benjamin Braddock, interpretato da
Dustin Hoffman, che
una volta terminato il college si trova a dover fare i conti con il
suo futuro. Una fase della vita che abbiamo attraversato tutti. Il
finale si collega direttamente a questo passaggio della vita del
protagonista, con Benjamin che cerca di impedire alla sua ragazza,
Elaine, di sposarsi e di convincerla invece a scappare con lui.
La maggior parte delle commedie
sentimentali avrebbe chiuso così la storia, ma ne Il laureto le
cose vanno in maniera un tantino diversa: prima che compaiano i
titoli di coda, infatti, vediamo Benjamin ed Elaine salire su un
autobus, diretti verso una destinazione ignota.
Inception
Probabilmente, il finale più ambiguo
della storia del cinema recente. Inception di Christopher
Nolan termina con Cobb (Leonardo DiCaprio)
che torna a casa dai suoi figli, tutto ciò che l’uomo ha sempre
desiderato dall’inizio della storia: assicurarsi di essere nel
mondo reale e di non essere in preda ad un sogno prima di tornare
da loro.
Sul finale, una volta a casa, Cobb
fa girare il totem, ma viene distratto dai suoi due figli che può
finalmente riabbracciare, prima che l’oggetto gli riveli se si
tratti di un sogno oppure no. Lo spettatore vede che la parte
superiore del totem sta iniziando a cedere, ma prima che l’oggetto
concluda definitivamente il suo giro, lo schermo diventa nero.
Un colpo all’italiana
Dopo che una rapina pianificata al
dettaglio riesce alla perfezione e la squadra si allontana con il
bottino, Un colpo all’italiana termina con un enorme
cliffhanger: il furgone della squadra resta bloccato sul
bordo di una scogliera, barcollando dall’alto verso il basso. Il
bottino pende sul retro e la squadra non è in grado di
avanzare.
Prima che il film termini, il
personaggio di Michael Caine
afferma: “Aspettate un attimo, ragazzi, ho avuto una grande
idea”. Sfortunatamente, non riusciamo a vedere quale sia
quest’idea e se abbia avuto effettivamente successo.
2001: Odissea nello spazio
Il finale di 2001: Odissea nello
spazio di Stanley Kubrick è un autentico spettacolo
visivo. Dave Bowman viene risucchiato attraverso un vuoto nelle
profondità dello spazio esterno e lanciato “oltre l’infinito”. Si
vedono luci lampeggianti, paesaggi surreali e colori brillanti; poi
approda in una misteriosa camera da letto futuristica.
C’è un monolite in mezzo al
pavimento, Dave vede una versione più vecchia di se stesso intento
a cenare. Va a letto, invecchia rapidamente e poi muore, rinascendo
sotto forma di feto cosmico. Un finale meraviglioso, sicuramente
ambiguo, ma decisamente stimolante per lo spettatore.
Taxi Driver
Se facciamo riferimento agli eventi
così come ci vengono raccontati sullo schermo, Taxi Driver
sembra concludersi in maniera apparentemente felice. La sanguinosa
furia di Travis Bickle nel bordello ha permesso ad Iris di tornare
a casa dai suoi genitori. Una volta ripresosi dalle sue ferite,
invece di essere condannato, Travis viene celebrato come un eroe
metropolitano; persino Betsy sembra voler ritornare sui suoi
passi.
In realtà, non è assolutamente ciò
che è accaduto. Il finale è così assurdamente idealizzato – e anche
ottimista, in contrasto con il tono del resto del film – che quasi
sicuramente si tratta di un allucinazione partorita dalla mentre di
un delirante Travis in punto di morte.
Abbiamo già parlato di abiti agli
Oscar 2020, dei top e dei flop da red
carpet, dei trend in fatto di colori e sfumature di paillettes,
ma non avevamo ancora affrontato il trend più “hot” della notte
delle stelle di Hollywood, che ha visto
Parasite incoronato miglior film
dell’anno.
Ebbene sì, perché in nome della
sostenibilità e di una moda più “conscious”, come direbbero gli
americani, ovvero una moda più attenta all’inquinamento e
sostenibile, diverse star hanno deciso di “riciclare”, persino per
una notte così glamour.
Sapevamo di Joaquin
Phoenix, che lungo il suo percorso netto di vittorie, dai
Golden Globes agli Oscar, aveva detto che avrebbe
indossato sempre lo stesso completo. Una promessa che è stata
mantenuta. Ma non è stato il solo. Ecco chi, insieme a Joaquin, ha
riciclato l’abito!
Arianna Huffington al Vanity Fair
Oscars After-Party (2020, 2013)
Arianna Huffington
ricicla così come ha fatto la Duchessa di Cambridge ai BAFTA (ma
anche in diverse altre occasioni). “Quando possiedi un abito che
ami, indossalo più e più volte, risparmierai tempo, soldi,
mindshare e soprattutto l’ambiente.” Ecco quanto ha dichiarato
dalla giornalista greca, naturalizzata statunitense, fondatrice
dell’Huffinton post.
Elizabeth Banks al Vanity Fair
Oscars After-Party (2020, 2004)
Anche Elizabeth ha
riciclato per questi Oscar all’insegna della
sustainable fashion. L’attrice, regista e
produttrice ha scelto un abito di ben 16 anni fa, dimostrando che
l’alta moda non invecchia, e a quanto pare nemmeno lei.
“È magnifico e mi sta bene… quindi
perché no?!” ha rivelato Banks su Instagram. Il Badgley Mischka
rosso è stato effettivamente indossato per sottolineare
“l’importanza della sostenibilità nella moda e nel consumismo in
relazione ai cambiamenti climatici, produzione e consumo,
inquinamento degli oceani, lavoro e donne”. Banks era partner di
RAD, una associazione filantropica dei red carpet, e con la New
Standard Institute, per aiutare i brand ad abbassare l’uso di
inquinanti e raggiungere una maggiore sostenibilità.
Joaquin Phoenix durante la season
awards 2020.
Joaquin Phoenix, il
supereroe green della stagione dei premi 2020, ha indossato lo
stesso Stella McCartney tuxedo per tutto il suo “tour della
vittoria” per Joker. Uomo di parola, che ha profuso il suo impegno
per la salvaguardia dell’ambiente anche in ogni singolo di discorso
di ringraziamento che ha pronunciato in occasione delle sue
vittorie.
Jane Fonda agli Oscar 2020 e al
Festival di Cannes 2014
Il look da Oscar di Jane Fonda non
solo è un abito riciclato, ma anche i suoi accessori sono stati
acquistati eticamente. L’attrice ha scelto gioielli Pomellato,
“perché utilizza solo oro responsabile, eticamente raccolto e
diamanti sostenibili”. In più, con lei sul palco, durante la
proclamazione del miglior film (Parasite), ha portato il suo
cappotto rosso, divenuto il simbolo della sua lotta (e quella di
molti) per la sensibilizzazione del Congresso degli Stati Uniti
alla promulgazione di leggi in merito al cambiamento climatico.
Rita Moreno agli Academy Awards
(2018, 1962)
Rita Moreno ha lanciato
il trend etico before it was cool. L’attrice, presentatrice degli
Oscar 2018, ha indossato lo stesso abito che aveva nel 1962, quando
venne premiata come migliore attrice non protagonista in West Side
Story. Dati gli anni passati, il vestito ha avuto bisogno di
qualche adeguamento da look per giovane attrice a look per attrice
non più tanto giovane, tuttavia il risultato è incredibile in
entrambi i casi.
Nuove immagini dal set delle riprese
aggiuntive di Morbius rivelano un nuovo
collegamento con lo Spider-Man di Tom
Holland. Il primo trailer del
film con Jared Leto ci ha permesso di dare un
primo sguardo all’atteso cinecomic Sony, confermando la presenza
del personaggio di Avvoltoio interpretato da Michael
Keaton (già apparso in Spider-Man: Homecoming).
Adesso, nuove immagini dal set ci
forniscono ulteriori dettagli sul modo in cui Peter Parker verrà
inserito all’interno della narrazione. Sono attualmente in corso,
infatti, alcune riprese aggiuntive del film diretto da
Daniel Espinosa e come mostrato da alcune foto
apparse su Twitter, un autobus con un annuncio del Daily Bugle
anticipa la sparizione dell’Uomo Ragno.
Le immagini sono state condivise dall’account Twitter MorbiusUpdates:
Al momento non sappiamo ancora in
che modo i film dell’Universo Sony saranno connessi tra di loro,
cosa che crea ancora più confusione in relazione al collegamento
tra gli stessi ed il MCU. A lungo si è parlato di un
cameo di Tom Holland in
Venom di Ruben Fleischer, ma alla fine le
cose sono andate diversamente.
Inoltre, tutti questi dettagli sulla
presenza di Spider-Man in
Morbius non confermano che Holland
apparirà effettivamente nel film; piuttosto, l’annuncio apparso
sull’autobus potrebbe essere collegato a ciò che vedremo invece
nella terza avventura in solitaria dell’Uomo Ragno.
È una premessa interessante pensare
che Spider-Man sia scomparso dopo essere stato incastrato per la
morte di Mysterio (Jake Gyllenhaal) alla fine di Far From Home.
Considerate le circostante, sembra l’occasione perfetta per il
debutto di Kraven il Cacciatore
nella narrazione.
Jared Leto è
il protagonista dello spin-off dedicato al personaggio dello
Spider-Verse in produzione alla Sony, Morbius: il
Vampiro Vivente. Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael
Morbius, un biochimico che tenta di curare una fatale malattia del
sangue iniettandosi un siero derivato da pipistrelli. Diventando
Morbius, ha tutte le qualità di un vampiro – incluso il gusto per
il sangue umano.
Tyrese Gibbs, Adria
Arjona e Jared
Harris completano il cast del film, che uscirà
nelle sale il 31 luglio 2020. La Arjona interpreterà Martine
Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei
fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di
sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una
strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della
tradizione.
Con Morbius continua il piano
della Sony per espandere un universo parallelo a quello dei
Marvel Studios, inaugurato lo scorso anno
da Venom di Ruben
Fleischer. Il film sarà diretto da Daniel
Espinosa (Safe House – Nessuno è al sicuro, Life –
Non oltrepassare il limite), mentre la sceneggiatura è stata
firmata da Matt Sazama e Burk Sharpless, che vantano nel proprio
curriculum titoli come Power
Rangers, Dracula Untold, The Last Witch
Hunter– L’Ultimo Cacciatore di
Streghe e Gods of Egypt.
Creato dallo
scrittore Roy Thomas e
dall’artista Gil Kane, il personaggio di
Morbius è apparso per la prima volta nei panni di un criminale di
Spider-Man nell’ottobre 1971 e si è evoluto in una specie di eroe
dei fumetti nel corso dei decenni.
È stato scovato un errore di VFX in
Avengers: Endgame, il
cinecomic Marvel campione d’incassi diretto
da Anthony e Joe Russo. L’erroe
in questione riguarda il personaggio del temibile
Thanos interpretato da Josh
Brolin.
Dopo aver decimato metà della
popolazione mondiale alla fine di Infinity War, Thanos è
tornato in Endgame in un modo che – almeno dal punto di
vista narrativo – non ha avuto lo stesso impatto del precedente
capitolo dedicato ai Vendicatori. In effetti, la presenza del
personaggio in tutta la sua grandezza si è avvertita soltanto nel
corso dell’epica battaglia finale, durante la quale lui e il suo
esercito hanno praticamente affrontato ogni singolo supereroe del
MCU. A causa però dell’elevato
numero di inquadrature che sono state realizzate per la scena in
questione, era quasi inevitabile che venisse commesso un errore in
fase di post-produzione, durante il processo di perfezionamento del
girato attraverso l’utilizzo degli effetti visivi.
In una nuova puntata di “VFX Artists
React” del canale YouTube Corridor Crew,
Matt Aiken, artista della WETA
Digital che ha lavorato ad Avengers:
Endgame, è stato messo dai presentatori dello show di
fronte ad un errore di VFX scovato nel cinecomic Marvel. Ad un certo punto, nel
video, Corridor Crew fa notare come Thanos abbia avuto un problema
di taglio quando schiocca le dita con il Guanto dell’Infinito
costruito con la nanotecnologia di Tony Stark (Robert
Downey Jr.). Candidamente, Aiken ammette di non aver mai
notato l’errore.
Potete vedere il momento a partire dal minuto 5:03 del video a
seguire:
Ricordiamo
che Avengers: Endgame è il film
di maggiore incasso dell’anno, nonché il più grande successo dei
Marvel Studios, che con l’avventura diretta
da Anthony e Joe Russo hanno chiuso un arco
narrativo lungo 22 film e 11 anni, portando a termine un
esperimento produttivo senza pari.
Sembra che i Marvel Studios stiano pianificando il ritorno
di Jaimie Alexander nei panni di Lady
Sif. Il personaggio in questione, creato da Stan Lee e
Jack Kirby, è apparso nei primi due capitoli di Thor e
successivamente nella serie tv Agents of SHIELD. Da
allora, è completamente sparito dal MCU.
E se le cose stessero per cambiare?
In una recente intervista emersa inizialmente su Reddit, alla
Alexander è stato chiesto di ricordare la sua esperienza nei panni
della temibile guerriera asgardiana e se era davvero capace di
brandire una spada mentre cavalcava: “Sì, una volta ero in
grado di farlo e credo che potrei rifarlo in futuro. Non ho ancora
perso quel dono… o almeno, si spera.”
Quando è stato poi chiesto
all’attrice dei suoi piani per il futuro, la stessa ha dichiarato:
“Probabilmente smetterebbero di esistere se vi dicessi davvero
ciò che sta per succedere, ma grazie per avermelo
chiesto.”
Naturalmente, sono subito partite le
speculazioni a proposito di un possibile ritorno del personaggio di
Sif in Thor: Love and Thunder o
magari nella serie Loki, o magari
in entrambi i progetti. Sarà davvero così? Non ci resta che
attendere maggiori dettagli.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto
capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika
Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame.
L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto The Mighty
Thor, descritto da Waititi come “la perfetta
combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con
la prima Thor femmina dell’universo”.
L’uscita nelle sale è fissata invece
al 5 novembre 2021.
James
Gunn ha rivelato che lui e Margot
Robbie adorano l’idea di un film che veda schierati
insieme i personaggi di Harley Quinn e
Groot. Il regista e l’attrice candidata all’Oscar
torneranno a lavorare insieme per The Suicide Squad, nuovo adattamento
cinematografico dedicato alla Task Force X dopo il film del 2016
diretto da David Ayer.
Nel film di Gunn ci saranno
tantissimi nuovi personaggi interpretati da attori quali
John Cena, Taika Waititi, Idris Elba, Alice Braga
e Nathan Fillion. Fortunatamente, una delle poche
cose che sono state apprezzate della versione di Ayer, ossia
l’incarnazione della Mattacchiona ad opera della Robbie, sarà
presente nel reboot.
Di recente Margot
Robbie è tornata a vestire i panni di Harley Quinn in
Birds of
Prey, film che la stessa ha scelto di sviluppare
al posto di Gotham City
Sirens, e che a differenza di Suicide
Squad è stato accolto positivamente dalla critica.
Adesso, come rivelato da James Gunn, il regista
incaricato di riportare nuovamente la Harley di Margot al cinema,
sembra che lui e la diretta interessata abbiano discusso a
proposito di un’idea davvero unica per una nuova potenziale storia
della supercriminale sul grande schermo.
Su Twitter, Gunn ha
risposto ad un fan che gli ha chiesto quale membro dei
Guardiani della Galassia
inserirebbe in The Suicide Squad se ne
avesse la possibilità. La risposta del regista è stata: “Ho
ampiamente parlato di questa cosa con Margot Robbie e penso che
Harley e Groot potrebbe essere i protagonisti di avventure favolose
insieme”. Poi ha aggiunto: “Ci sono altre grandi
combinazioni a cui mi piacerebbe dare vita… se le cose con
#TheSuicideSquad non fossero così segrete…”
Cosa avrà voluto “insinuare”
James Gunn con quest’ultima affermazione?
Nonostante il regista stia attualmente lavorando sia per la DC sia
per la Marvel, è altamente improbabile che
un giorno riuscirà davvero ad avere i personaggi di Harley
Quinn e Groot all’interno dello stesso
film.
Eppure, le parole di Gunn sembrano
lasciare aperta la possibilità che in The Suicide
Squad potremmo vedere insieme personaggi –
chiaramente appartenenti all’Universo DC – che forse non avremmo
mai immaginato di vedere fare squadra sul grande schermo…
Il cast ufficiale
di The Suicide Squad comprende
i veterani Margot
Robbie (Harley Quinn), Viola
Davis (Amanda Waller), Joel
Kinnaman (Rick Flag) e Jai
Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris
Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn,
David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film
reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio,
Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice
Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.
Secondo le ultime
indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe
interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti
ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri
arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento
metallico antigravità.
Altri nomi circolati nelle ultime
settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano
che Sean Gunn potrebbe vestire i panni
di Weasel e Flula Borg quelli di
Javelin; Pete Davidson potrebbe
interpretare Blackguard, mentre Michael
Rooker Savant.
Robert Downey Jr. ha rivelato che, se non
avesse interpretato Iron Man in 10 film del
MCU, gli sarebbe piaciuto vestire i
panni di Occhio di Falco in The Avengers.
L’attore ha debutto nel franchise di successo nel lontano 2008 con
il primo Iron Man, il cinecomic che ha stabilito il tono
dei futuri film dell’Universo Cinematografico Marvel e influenzato profondamente
quella che sarebbe stata la forma dell’interno MCU. Lo scorso anno, Downey è
uscito ufficialmente dal franchise dopo la morte del personaggio di
Tony Star in Avengers:
Endgame, sacrificatosi per fermare il temibile Thanos una
volta per tutte.
In una recente intervista con
BBC Radio 1 in occasione della promozione
di Dolittle, a
Robert Downey Jr. è stato chiesto quale altro
supereroe avrebbe voluto interpretare se non fosse stato ingaggiato
dai Marvel Studios per il ruolo di Tony Stark.
Questa la sua risposta:
“Non riesco a pensare a nessun
gagliardo ragazzo americano che non abbia mai sognato di essere
Spider-Man durante la sua infanzia”, ha spiegato Downey.
“Ad ogni modo, guardando indietro dalla posizione in cui mi
trovo adesso – e anche perché sono un grande fan di Jeremy Renner e
del suo modo così cool di aver interpretato il personaggio,
soprattutto quando si è trasformato in Ronin in Endgame – direi che
mi sarebbe piaciuto interpretare Occhio di Falco.”
Potete vedere il video dell’intervista di seguito:
Anche se è difficile immagine un
altro attore nei panni di Tony Stark, forse non tutti sanno che
inizialmente il ruolo era stato proposto a Tom
Cruise. Se all’epoca la star di Hollywood avesse
accettato la parte, forse oggi avremmo davvero Robert
Downey Jr. come incarnazione di Occhio di Falco nel
MCU e non Jeremy
Renner.
La ABC ha
rinnovato la serie drammatica di successo The Good
Doctor per la quarta stagione che arriverà nel
2020-2021. La notizia è stata annunciata oggi da Karey Burke,
presidente di ABC Entertainment. La serie The Good
Doctor è prodotta da Sony Pictures Television e
ABC Studios. ABC Studios fa parte di Disney Television
Studios, una collezione di studi composta da 20th Century Fox
Television, ABC Studios e Fox 21 Television Studios.
“‘The Good
Doctor è stato una pietra miliare il lunedì sera ed è
una di quelle serie sentite che affronta senza paura
l’incisività”, ha detto Burke. “Lo storytelling ponderato
di David Shore, combinato con un cast incredibile guidato dalla
performance sfumata di Freddie Highmore nei panni del Dr. Shaun
Murphy, è ciò che ha reso questa serie un successo eccezionale
nelle ultime tre stagioni, e sono entusiasta di vedere dove ci
porteranno dopo”
“Siamo incredibilmente grati
alla ABC per tutto il suo continuo supporto e a David Shore per
aver portato “‘The Good
Doctor” in televisione nel momento giusto; il viaggio
complicato, sorprendente ed emotivo dello spettacolo è la ricetta
perfetta per ora”, ha dichiarato Jason Clodfelter,
copresidente della Sony Pictures Television.
The Good
Doctor è lo spettacolo più visto della ABC in questa
stagione dopo 35 giorni di visione su tutte le piattaforme lineari
e digitali, con una media di 15,6 milioni di visualizzatori totali
con riproduzione multipiattaforma.
The Good
Doctorè il miglior show televisivo della stagione
nella riproduzione TV in Total Viewers, impennata di +6,41 milioni
di spettatori dalla sua media Live + stesso giorno alla sua media
Live + 35 giorni. Inoltre, il dramma della ABC quasi triplica la
sua valutazione Live + Same Day Adult 18-49 dopo 35 giorni di
riproduzione, aumentando del + 175% fino a diventare il miglior
guadagno della trasmissione in questa stagione. Basato su
trasmissioni originali, “The Good Doctor” è la serie numero 1 di
lunedì in Total Viewers e si colloca tra le prime 10 serie della
stagione in totale (n. 9).
The Good Doctor 4
The Good Doctor
4 è la quarta stagione della serie tv
The Good Doctor creata da David Shore per il network
americano della ABC. David Shore è il
produttore esecutivo e showrunner. Daniel Dae Kim, Erin Gunn, David
Kim e Sebastian Lee sono anche produttori esecutivi.
In The Good Doctor
4 Dr. Shaun Murphy (Freddie
Highmore), un giovane chirurgo con autismo e sindrome dei
savant, continua a usare la sua straordinaria regali medici presso
l’unità chirurgica dell’ospedale San Bonaventura. Mentre le sue
amicizie si approfondiscono, Shaun lavora più duramente di quanto
abbia mai fatto prima di iniziare a uscire, mentre naviga nel suo
ambiente e nelle sue relazioni per dimostrare ai suoi colleghi che
il suo talento come chirurgo salverà delle vite. La serie è di
David Shore (“House”), e “Lost” e “Hawaii Five-0” star Daniel Dae
Kim.
In The Good
Doctor protagonisti
Freddie Highmore nei panni del Dr. Shaun Murphy,
Antonia Thomas nel ruolo del Dr. Claire Browne,
Nicholas Gonzalez nel ruolo del Dr. Neil Melendez,
Hill Harper come Dr. Marcus Andrews,
Richard Schiff come Dr. Aaron Glassman,
Christina Chang come Dr. Audrey Lim, Fiona
Gubelmann come Dr. Morgan Reznick, Will Yun
Lee come Dr. Alex Park, Paige Spara come Lea Dilallo e Jasika Nicole
come Dr. Carly Lever.
Joe Russo,
co-regista di Avengers: Endgame, ha rivelato che il
film di Star
Wars affidato a Kevin Feige,
presidente dei Marvel Studios, sarà unico ed emozionante.
L’Ascesa di
Skywalker potrà anche aver messo la parola fine alla saga
degli Skywalker, ma sappiamo che la Disney e la Lucasfilm non hanno
alcuna intenzione di fermarsi con il franchise.
Tra i numerosi progetti in sviluppo,
ci sarebbe anche un film ambientato nella Galassia lontana,
lontana alla quale sta attualmente lavorando Kevin
Feige. Il boss della Casa delle Idee aveva così commentato
il suo coinvolgimento nella celebre saga: “Adoro quel mondo e
adoro l’idea di esplorare nuovi personaggi e nuovi luoghi in
quell’universo. Ma questo è tutto ciò che si può dire per
ora.”
Adesso, in una recente intervista
con THR, Joe
Russo, co-regista di Avengers: Endgame, ha
parlato brevemente del coinvolgimento di Feige nella saga di
Star Wars, sottolineando quanto siano
autentici l’amore e la passione del produttore cinematografico nei
confronti del franchise:
“Star Wars è il primo vero amore
di Feige”, ha spiegato Russo. “Ha un seminterrato
veramente, veramente grande, pieno zeppo di memorabilia di Star
Wars sufficienti a riempire un museo. Qualsiasi cosa farà con la
saga, sarà appassionato, emozionante e unico.”
In attesa di nuovi dettagli su
quello che sarà il film attualmente in sviluppo per mano di Feige,
ricordiamo che a Rian
Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, è stata
affidata la scrittura di una nuova trilogia basata su nuove storie
e nuovi personaggi. In passato, anche ai creatori di Game of
Thrones,David
Benioff e D.B. Weiss, era stato
affidato lo sviluppo di una trilogia parallela: sfortunatamente, il
duo ha deciso poi di abbandonare il progetto.
In Black Widow potremmo vedere alcuni
flashback con una giovane Natasha Romanoff. Vedova
Nera è uno dei membri fondatori degli Avengers, nonché uno dei
primi supereroi ad essere stato introdotto nell’Universo
Cinematografico Marvel. Nel corso della sua
carriera, Scarlett Johansson è apparsa in 7
film del MCU, a partire da Iron Man
2 del 2010. In Avengers: Endgame abbiamo visto il
personaggio sacrificare la propria vita per ottenere la Gemma
dell’Anima, ma adesso sarà finalmente protagonista di uno
standalone che i fan hanno sempre richiesto a gran voce.
In occasione del red carpet della
92esima edizione degli
Oscar, Variety ha avuto
l’opportunità di intervistare Paul Gooch e
David White, nominati nella categoria Miglior
Trucco e Acconciatura per Maleficent: Signora del Male.
Parlando brevemente del loro lavoro in Black
Widow, i due hanno spiegato: “Torneremo indietro
nel tempo, a quando i personaggi erano molto più giovani. Abbiamo
attori che interpretano gli stessi personaggi ma in età
differenti.”
Essendo Black
Widow il primo film interamente dedicato al
personaggio di Vedova Nera, è quasi scontato che la trama
racconterà delle sue origini. Sicuramente, il film spiegherà come
Natasha ha incontrato Red Guardian e tutti gli altri personaggi
della storia. Ad ogni modo, le parole di Gooch e White non sembrano
lasciare spazio all’immaginazione: saranno gli stessi attori ad
interpretare le versioni più giovani dei loro personaggi; è
probabile, dunque, che verrà impiegata anche la CGI.
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby).
Insieme alla Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence Pugh,
e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
È stato un red carpet “neutro”
quello degli Oscar 2020. Un anno che ha visto la
rivoluzione scendere in campo per quello che riguarda i premi
assegnati, si è invece rivelato molto tradizionalista e anonimo dal
punto di vista dei look e dell’abbigliamento sfoggiato dalle star
sul tappeto rosso sul Hollywood Boulevard.
Quest’anno, proprio a sottolineare
l’austerità all’insegna della quale i vip hanno operato le loro
scelte di stile, nessuno degli invitati uomini è stato inserito
nella nostra gallery, con la sola eccezione del sempre magnifico
Billy Porter. Tutti gli altri, con sporadiche
eccezioni, si sono affidate allo smoking nero, un capo basic,
oseremo dire, che non ha fatto sfigurare nessun in favore di altri.
Un socialismo dello stile che, forse motivato da scelte politiche,
appiattisce il brio e la bellezza del red carpet più importante
dell’anno (con le dovute eccezioni, vedi Spike Lee
e Timothée Chalamet).
E veniamo invece alle ospiti,
attrici, produttrici, regista, alcune nominate, altre solo invitate
a presentare. In poche hanno osato e ancora in meno sono riuscite a
lasciare il segno. Tra le migliori, in fatto di stile, spiccano
senz’altro le bionde Charlize Theron e
Margot Robbie. Affidatesi rispettivamente a
Dior e Chanel, le due bellissime bionde sono tra
le meglio vestite, complice anche un look (anche qui) semplice che
si concede solo un sorriso rosso fuoco sul viso di Margot.
Nota di merito a Natalie
Portman, che accompagna un elegante Dior lungo e
nero con inserti in oro con un cappotto che sui bordi porta i
cognomi delle registe non nominate agli Oscar 2020. Politicamente
impegnata, sì, ma con grande stile.
Non sfigura affatto anche la ex
vincitrice premio Oscar, Regina King, che in un
principesco Versace rosa cipria arricchito da ricami
argento era tra le più eleganti e particolari della serata. La
nostra preferita però è Scarlett Johansson. Una sirena
d’argento (in Oscar de la Renta) con abito aderente sui
fianchi e corpetto a rete metallica, Scarlett vince soprattutto per
il look, che evidenzia lo sguardo e lascia libero un sorriso nude.
Assolutamente radiosa.
Tra chi ha invece fatto scelte
azzardate, annoveriamo da una parte Sandra Oh, che
ha scelto un Elie Saab senza rinunciare al tulle, ai
ricci, alle paillettes e al velluto, risultando comunque molto
elegante, dall’alta Kristen Wiig, in un rosso
Valentino strutturato, accompagnato da guanti neri.
Probabilmente la peggiore della serata.
In un limbo di medietà,
comunque gradevole, si posizionano le due vincitrice dell’Oscar per
la recitazione, Laura Dern e Renee
Zellwegger, e quasi tutte le altre ospiti, non
particolarmente ispirate, quest’anno a voler fare bella figura su
quello che, in fin dei conti, non è stato affatto il più elegante
red carpet della stagione.
Ecco tutti i vincitori degli
Oscar 2020 fotografati con i loro premi, durante
il loro discorso di ringraziamento o nel backstage. I nuovi
Oscar winner!
Gli Oscar
2020 hanno riservato moltissime sorprese ma anche un
certo numero di film e personaggi snobbati, lasciati in un angolo e
ignorati dall’Academy.
Sorpresa: Parasite vince il miglior
film
Nel momento in
cui Parasite ha vinto la migliore
sceneggiatura originale, si è capito che sarebbe stata una grande
serata per il film sudcoreano. Già galvanizzato dalla vittoria per
la migliore regia, Parasite ha portato a
casa il premio più ambito della serata, il suo quarto Oscar della
notte.
La vittoria segna la prima volta
nella storia di 92 anni dell’Academy che un film in lingua
straniera vince il premio più prestigioso. L’anno 2020 passerà alla
storia degli Oscar. È una vittoria sorprendente ma non certo
completamente inattesa, dati alcuni pronostici. Sebbene
1917 fosse considerato il primo favorito
in classifica, Parasite era una concreta
minaccia alla sua vittoria.
Snobbato: Scarlett Johansson
Povera Scarlett. Nominata
per i suoi primi due Oscar in una sola notte, l’attrice di talento
è andata a casa a mani vuote. Non si aspettava di vincere nella
categoria di migliore attrice per Storia di un matrimonio, con
Renée Zellweger data per certa, ma poteva essere
una scelta interessante per il premio da non protagonista,
categoria nella quale era candidata per Jojo
Rabbit. Alla fine, ha vinto Laura
Dern, sua co-protagonista in Storia di un
Matrimonio, con cui ha condiviso molte scene.
Siamo sicuri che Scarlett sia orgogliosa di lei.
Sorpresa: Bong Joon-Ho vince la
migliore regia
Il regista sudcoreano Bong
Joon-Ho ha ottenuto il miglior risultato della serata con
la sua vittoria per la regia, battendo il favorito Sam
Mendes (1917). Mendes aveva vinto il premio come
miglior regista ai Golden Globes, ai BAFTA, ai Critics Choice e ai
Director’s Guild Awards. In precedenza aveva anche vinto un Oscar,
nel 1999, per American Beauty.
Snobbato: The Irishman
Nominato per 10 Oscar,
The
Irishman di Martin Scorsese è
andato a casa a mani vuote. Il film prodotto da Netflix ha debuttato con grande successo di critica e
si prevedeva che sarebbe diventato un contendente importante agli
Oscar, ma il suo slancio si è smorzato con il tempo e al suo posto
hanno incalzato 1917 e
Parasite, che piano piano si sono presi
la scena.
Sorpresa: Parasite vince per la
migliore sceneggiatura originale
Parasite ha avuto una
grande serata, con quattro premi vinti su sei nomination. Il
team di scrittori di Parasite
formato da Bong Joon-Ho e Jin Won
Han ha battuto i pesi massimi Quentin
Tarantino per C’era una
volta a Hollywood e Noah
Baumbach per Storia di un
Matrimonio. È la prima volta che un film in lingua
straniera vince l’Oscar della sceneggiatura originale da quando
Pedro Almodóvar è stato onorato con questo
riconoscimento per Parla con lei, nel
2003.
Snobbato: registe donne
Sapevamo che questo particolare
problema sarebbe finito nei discorsi pronunciati durante lo show ed
è un problema molto grave che non dovrebbe essere trascurato. Nel
2019, ci sono state molte registe donne che hanno lavorato a film
di grande importanza. Tuttavia, nessuno è stato nominato come
miglior regista agli Oscar. Greta Gerwig (Piccole
donne), Lulu Wang (Una
Bugia Buona – The Farewell) e Olivia
Wilde (La rivincita delle
sfigate) erano solo tre degne candidate che non
potevano essere nominate. Sul red carpet, Natalie
Portman ha indossato un mantello che portava sopra tutti i
nomi delle registe escluse quest’anno.
Sorpresa: Toy Story 4 vince la
migliore film d’animazione
Questa è in realtà una
mezza sorpresa. Toy Story 4 è stato
scelto per vincere il premio come miglior film d’animazione, ma c’è
stato un momento in cui, dopo la vittoria di Missing
Link ai Golden Globe e quella di
Klaus agli Annie Awards, sembrava che il
film potesse perdere la sua pole position. Entrambi i premi sono
infatti buoni indicatori da Oscar. La divisione di questi
riconoscimenti ha mostrato che Hollywood non era univocamente
schierata, tuttavia è stato chiaro che l’Academy almeno non ha
avuto “curiosità” e si è affidata al titolo rassicurante Pixar.
Sorpresa:
Eminem ci riporta al 2002
Ci fu delusione agli
Academy Awards del 2003 quando, nonostante la nomination alla
migliore canzone, Eminem non si esibì in “Lose
Yourself” durante la cerimonia. Non era nemmeno lì, in effetti,
eppure vinse nella categoria. Ma la scorsa notte, Hollywood ha
ottenuto il suo risarcimento con 17 anni di ritardo. Dopo un
omaggio alle canzoni degli Oscar del passato,
Eminem è apparso sul palco per eseguire il
successo del 2002, brano portante della colonna sonora di
8 Mile. La folla è rimasta sicuramente
sorpresa!
La 92° edizione degli
Academy Awards, gli Oscar 2020
(tutti i vincitori), è
partita con tutti i presupposti per essere una delle cerimonie più
noiose e scontate della storia del premio e di questa season
awards. La (quasi) certezza dei premi che sarebbero stati
assegnati e l’assenza, per il secondo anno consecutivo, di un
presentatore ufficiale sembravano, su carta, elementi che avrebbero
determinato il fallimento dello show e invece, come nei film più
belli, la serata ha riservato sorprese e qualche momento
genuinamente emozionante insieme a sporadiche ma memorabili
sequenze di spettacolo.
La ABC, network
che ha ancora una volta ospitato le oltre tre ore di cerimonia, ha
portato a casa un risultato discreto, date le premesse, e questo
grazie alle decisioni dell’Academy, che una volta tanto si è spinta
oltre la sua confort zone.
È
Parasite show agli Oscar
2020
Parasite,
film sud coreano, scritto e diretto da Boong
Joon-Ho, ha portato a casa quattro statuette, quattro
premi che rendono il film un pezzo di storia dell’Academy. Si
tratta infatti del primo film in lingua non inglese ad aver vinto
nella categoria più ambita, quella di Miglior Film (a chi punta il
dito su The Artist, film di produzione
francese diretto da Michel Hazanavicius,
ricordiamo che quello era un film muto, e che l’unica battuta
recitata nel film è in inglese, caso chiuso).
Non solo, Bong ha portato a casa
anche i premi alla sceneggiatura, battendo l’agguerrita concorrenza
di Quentin Tarantino, dato per favorito, al
miglior film Internazionale, ovvero il miglior film straniero che
da quest’anno cambia dicitura, in nome di una nomenclatura più
inclusiva e universale, alla migliore regia, premio letteralmente
strappato dalle mani di Sam Mendes, che aveva
vinto ai BAFTA, ai Golden
Globes e persino ai DGA.
La sorpresa è stata generale e
comunque bene accolta, dato l’impatto che ha avuto Parasitein
tutto il mondo. Dalla sua presentazione al Festival
di Cannes 2019, dove ha vinto la Palma
d’Oro, il film ha raccolto consensi a strascico, che
si sono concretizzati in recensioni entusiaste e incassi
importanti. E sembra quindi quasi logico che l’Academy abbia voluto
tenere la scia.
Il quartetto di attori vincenti,
invece, non ha sorpreso nessuno. Dai Golden Globes
fino a questi Oscar 2020, Joaquin Phoenix, Renée
Zellweger, Laura
Dern e Brad
Pitt hanno fatto un percorso netto, dritti alla meta e
al premio che corona carriere incredibili e, nel caso di Zellweger,
segna un ritorno importante.
Con le sorprese ai “vertici della
classifica” e le retrovie abbastanza prevedibili, gli Oscar 2020
hanno visto i migliori guizzi nei molti momenti musicali, da
Eminem che con Lose Yourself ha dato una
scossa ad una platea (ed una compagine casalinga) addormentata, a
Billie Eilish, che invece ha ammaliato tutti con
la sua versione di Yesterday, come sottofondo al video
In Memoriam, a Cynthia
Erivo e Idina Menzel che hanno brillato con le loro
performance canore.
Oscar 2020 – In Memoriam
https://www.youtube.com/watch?v=FKmqtaxIS3Y
La performance spettacolare di
Janelle Monáe in apertura ha fatto intendere che
il tono della serata potesse essere più vivace, e invece, dopo il
discorso di ringraziamento di Brad Pitt che ha
tirato in gioco anche l’impeachment trumpiano, la serata
si è assestata su una costante ma diluita e poco incisiva richiesta
di unione e impegno. Esemplari di questa tendenza sono stati i
discorsi di ringraziamento di Phoenix e
Zellwegger, ma non sufficienti a rimanere
memorabili.
Quello che il pubblico italiano non
ha visto, sono stati però i commercial andati in onda
sulla ABC durante la serata, pubblicità davvero
incredibili con protagonisti attori, registi, protagonisti delle
passate edizioni degli Oscar. Certo, l’organizzazione ha comunque
tentato di dare movimento alla serata, affidando il monologo
iniziale a Steve Martin e Chris
Rock, oppure le premiazioni a coppie comiche collaudate,
come Maya Rudolph e Kristen Wiig
oppure Rebel Wilson e James
Corden (che si sono profusi in una auto parodia
dell’orribile Cats), tuttavia non è
bastato.
Un breve sketch di
Olivia Colman, introduttivo alla proclamazione del
miglior attore protagonista, è stato più trascinante di molti dei
discorsi e delle battute preparate a tavolino dei presentatori che
si sono avvicendati sul palco. Forse l’attrice britannica potrebbe
essere proposta il prossimo anno come host, e fare in modo
che la cerimonia sia di nuovo degna di essere seguita, al netto dei
numeri musicali.
Diretto da Brett
Haley e scritto da Liz Hannah, il film si
basa sull’omonimo romanzo scritto da Jennifer
Niven. Echo Lake Entertainment e FilmNation Entertainment
hanno prodotto il film, con Fanning, Paula Mazur, Mitchell Kaplan,
Doug Mankoff, Andrew Spaulding e Brittany Kahn come produttori,
mentre Hannah sarà il produttore esecutivo.
Raccontami di un giorno perfetto:
quando esce e dove vederlo in streaming
Raccontami di un giorno perfetto in
streaming debutterà solo su Netflix il 28
febbraio.
Raccontami di un giorno perfetto:
la trama e il cast
Sconvolta dalla morte della
sorella, l’introversa Violet Markey (Elle
Fanning) riscopre la gioia di vivere quando incontra
l’eccentrico e imprevedibile Theodore Finch (Justice Smith). Tratto
dal romanzo bestseller internazionale di Jennifer Niven.
Nel cast anche Alexandra
Shipp nel ruolo di Kate, Keegan-Michael
Key nel ruolo di Embry, Luke Wilson come
James, Kelli O’Hara nel ruolo di Sheryl,
Felix Mallard nel ruolo di Roamer,
Virginia Gardner nel ruolo di Amanda,
Lamar Johnson nel ruolo di Charlie e Sofia Hasmik
nel ruolo di Brenda.
Il romanzo
All the Bright
Places è un romanzo per adulti scritto da Jennifer Niven
ed è stato pubblicato per la prima volta il 6 gennaio 2015 tramite
la società di edizioni Knopf Publishing Group ed è il primo lavoro
per giovani adulti di Niven. All the Bright Places è scritto in uno
stile soggettivo dal punto di vista dei due personaggi principali,
Finch e Violet. Il romanzo è composto da brevi sezioni narrate da
Finch e Violet, che generalmente si alternano tra i due personaggi.
Questo stile di scrittura permette ai lettori di comprendere i
cambiamenti in Violet mentre guarisce dalla morte di sua sorella e
Finch mentre si ammala progressivamente più mentalmente durante il
romanzo.
Showtime ha
diffuso il teaser promo di Billions 5, la quinta stagione della serie
tv di Billions
con protagonista
Damian Lewis e Paul Giamatti.
La stagione 5 di Billions
sarà presentata in anteprima domenica 3 maggio su SHOWTIME. Nella
quinta stagione di Billions,
Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck Rhoades (Giamatti) vedono
riaccendersi la loro feroce rivalità, mentre nuovi nemici si alzano
e prendono la mira. Il pioniere dell’impatto sociale Mike Prince
(Stoll) rappresenta una vera minaccia per il dominio di Axe e Chuck
fa la febbre con un formidabile procuratore distrettuale. Taylor
Mason (Asia
Kate Dillon) è costretto a tornare ad Ax Capital, dove
devono lottare per proteggere i loro dipendenti e le loro risorse.
Wendy Rhoades (Maggie Siff) rivaluta la sua lealtà e crea
sorprendenti nuove alleanze che la mettono in contrasto sia con
Chuck che con Ax. In questa stagione, la lotta per il potere
diventa una lotta per la sopravvivenza e tutti i personaggi devono
adattarsi o rischiare l’estinzione. Margulies interpreterà
Catherine Brant, professore di sociologia della Ivy League e autore
di bestseller.
Billions 5
In Billions 5 protagonisti sono il premio
Oscar, vincitore di Emmy e Golden Globe, Paul Giamatti e vincitore dell’Emmy e Golden
Globe
Damian Lewis, Billions
è una delle serie drammatiche più importanti della rete, con una
media di cinque milioni di spettatori settimanali su tutte le
piattaforme. Le prime tre stagioni di Billions
sono andate in onda in Italia su Sky Atlantic e sono disponibili su
Now Tv.
Quando tutti sono fuori per cercare
vendetta, nessuno è al sicuro. Bobby Axelrod (Lewis) e Chuck
Rhoades (Giamatti), ex nemici, e Wendy Rhoades (Maggie Siff),
moglie del primo e fidata consigliere del se condo, si sono uniti
per formare un’alleanza difficile da pensare ma molto efficace,
mirata allo sradicamento di tutti i loro rivali, tra cui Grigor
Andolov (guest star
John Malkovich), Taylor Mason (Asia
Kate Dillon), Brian Connerty (Toby Leonard Moore) e Waylon
“Jock” Jeffcoat (guest star Clancy Brown). L’ambizione e il
tradimento sono da sempre al centro di BILLIONS, e in questa
stagione tutti i personaggi scoprono esattamente quanto è alto il
prezzo che dovranno pagare per soddisfare tali esigenze. La serie
vede protagonisti nel cast anche David Costabile, Condola Rashad,
Kelly AuCoin, Jeffrey DeMunn e
Malin Akerman.
Billions
è stato creato e prodotto esecutivamente dagli showrunner Brian
Koppelman e David Levien. La serie è stata creata anche da Andrew
Ross Sorkin.
È senza dubbio Parasiteil
vincitore della serata che ha visto assegnare gli Oscar 2020
dall’Academy of Motion Pictures. Il film di Bong
Joon-Ho, già Palma d’Oro ha portato a casa ben 4 premi
Oscar, miglior film internazionale, migliore sceneggiatura,
migliore regia e miglior film, il primo non in lingua inglese a
vincere il riconoscimento.
I premi agli attori non hanno
riservato sorprese, Phoenix, Zellwegger, Pitt e Dern portano a casa
le statuette, mentre un po’ penalizzato rispetto alle aspettative è
stato 1917, che porta a casa solo
fotografia, missaggio sonoro e effetti visivi.
Ecco tutti i vincitori dei 92°
Academy Awards, gli Oscar 2020
Celebre per aver preso parte ad
alcune popolari commedie sentimentali, l’attore Noah
Centineo ha potuto affermarsi in breve tempo grazie ai
suoi ruoli cinematografici e televisivi. Con un ampio seguito di
fan, l’attore vive infatti da un paio d’anni un periodo d’oro, che
lo ha visto particolarmente richiesto in progetti spesso differenti
gli uni dagli altri. Ecco 10 cose che non sai di Noah
Centineo.
Parte delle cose che non sai sull’attore
Noah Centineo: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in popolari
film adolescenziali. Dopo aver recitato in piccoli ruoli
in film come The Gold Retrievers (2009), Another
Assembly (2014) e Can’t Take It Back (2017), l’attore
diventa noto grazie al suo ruolo nel film Sierra Burges è una
sfigata (2018), e acquista ulteriore popolarità con il ruolo
di Peter in Tutte le volte che ho scritto ti amo (2018).
Nel 2019 vive un anno particolarmente prolifico, recitando nei film
The Perfect Date, The Diary e Charlie’s Angels,
dove recita accanto all’attrice Kristen
Stewart. Nel 2020 riprende il ruolo che l’ha reso
celebre nel sequel P.S. Ti amo ancora.
L’attore vestirà poi i panni del celebre He-Man nell’atteso film
Masters of the Universe.
9. È noto per alcune
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attore si è reso celebre anche per la partecipazione ad alcune
serie TV di successo. Tra queste si annoverano Austin &
Ally (2011-2012), #TheAssignment (2013) e The
Fosters (2015-2017), dove ha un ruolo da protagonista
interpretando Jesus Adams Foster. Un altro ruolo importante è anche
quello nella serie T@gged (2017), con il personaggio di
Hawk. Centineo recita poi anche nel film televisivo Come creare
il ragazzo perfetto (2014).
8. Ha partecipato alla
produzione di una serie TV. Tra i ruoli più importanti
fino ad ora nella carriera di Centineo vi è quello nella serie
#TheAssignment. Legato al progetto, l’attore ha
contribuito alla scrittura degli episodi in cui ha recitato,
Stepmom e Babysitter, e ha inoltre svolto il
ruolo di produttore per venti episodi della serie.
Noah Centineo è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 17,6 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
numerosi scatti tratte dalle premiere a cui ha preso parte, come
anche immagini e video promozionali dei suoi progetti. Non mancano
tuttavia anche foto scattate in momenti di svago, in compagnia di
amici o della sua fidanzata.
Noah Centineo e Alexis Ren
6. Ha una relazione con una
nota modella. Dopo diverse voci su una loro presunta
relazione, l’attore ha confermato di essere fidanzato con la
modella Alexis Ren. Classe 1996, la Ren ha
esordito nel mondo della moda all’età di 13, acquistando nel tempo
grandissima popolarità sui social media e arrivando ad essere
inclusa nell’elenco delle donne più sexy del mondo nel 2019. Sui
rispettivi social network i due sono soliti condividere foto o
video dei loro momenti insieme.
Parte delle cose che non sai sull’attore
Noah Centineo in Austin & Ally
5. È stato il suo debutto
televisivo. Nel 2011 l’attore partecipa nel ruolo di
Dallas alla serie di Disney Channel Austin & Ally,
incentrata su due ragazzi caratterialmente opposti che, con la
passione per la musica, diventeranno particolarmente popolari
vincendo le loro paure. Centineo ha in particolare recitato negli
episodi Secrets & Songbooks, Club Owners & Quinceaneras e
World Records & Work Wreckers.
Noah Centineo in Tutte le volte che
ho scritto ti amo
4. Ci ha messo un po’ per
stringere amicizia con la protagonista. Nel film
distribuito da NetflixTutte le volte che ho scritto ti
amo, l’attore recita insieme all’attrice Lana
Condor. Durante un’intervista, Centineo ha raccontato che
durante i primi giorni sul set i due non avevano ancora stretto un
legame. L’attore cercò di farsi intraprendente chiedendo alla
co-protagonista di ripassare insieme le battute, ma lei declinò
gentilmente l’invito. In seguito sono tuttavia diventati migliori
amici.
3. Ha annunciato il sequel
con un post su Instagram. Tramite il proprio profilo
Instagram l’attore ha comunicato ai fan che Netflix aveva deciso di
dare un sequel al fortunato film. In P.s. Ti amo
ancora, in arrivo il 12 febbraio 2020 sulla piattaforma
streaming, sarà possibile scoprire quali evoluzioni ha assunto la
storia d’amore tra Lara Jena e Peter, i due protagonisti.
Noah Centineo in Swiped
2. È il protagonista del
film. Tra gli altri lungometraggi interpretati dall’attore
nell’ultimo periodo vi è Swiped, che ruota intorno al
personaggio di Lance Black, interpretato da Centineo, il quale
decide di realizzare un’app di incontri che possa aiutarlo a
portare il proprio successo con le donne ad un altro livello.
Noah Centineo: età e altezza
1. Noah Centineo è nato a
Miami, in Florida, Stati Uniti, il 9 maggio 1996. L’attore
è alto complessivamente 185 centimetri.
Tra le più celebri personalità di
Hollywood vi è Ben Affleck, attore, regista e
produttore che negli anni si è affermato grazie ad alcuni brillanti
ruoli in film particolarmente celebri. Da anni uno dei nomi di
punta dell’industria, Affleck ha saputo distinguersi per la sua
poliedricità, ottenendo alcuni tra i più ambiti riconoscimenti
cinematografici.
Ecco 10 cose che non sai di
Ben Affleck.
Ben Affleck: i suoi film
1. È stato protagonista di
celebri lungometraggi. Affleck debutta al cinema con il
film Buffy – L’Ammazza Vampiri (1992), ma ottiene
celebrità grazie ai suoi ruoli nei film La vita è un sogno
(1993) e Generazione X (1995). Successivamente recita nei
film Will Hunting – Genio ribelle (1997), Armageddon –
Giudizio finale (1998) e Shakespeare in Love (1998)
che ne aumentano la popolarità. Da quel momento prende parte a
celebri film come Dogma (1999), Pearl Harbor
(2001), Daredevil (2003),
Amore estremo (2003), Jersey Girl (2004), La
verità è che non gli piaci abbastanza (2008), The Company
Men (2010), The Town (2010), Argo (2012),
To The Wonder
(2012), L’amore bugiardo –
Gone Girl (2014), Batman v Superman:
Dawn of Justice (2016), The
Accountant (2016), La legge della
notte (2016), Justice
League (2017), Triple
Frontier (2019), Tornare a vincere (2020) e
Il suo ultimo desiderio (2020).
2. È un apprezzato
regista. Nel 2007 Affleck debutta alla regia con il film
Gone Baby Gone (2007), seguito da The Town
(2010). Entrambi i film ottengono un ottimo riscontro da parte
della critica, che apprezza le qualità registiche di Affleck. Il
successo avviene con Argo (2012), suo terzo film, che
vince l’Oscar come miglior film. Nel 2016 dirige invece La
legge della notte.
3. Ha vinto un Oscar per la
miglior sceneggiatura. Oltre ad aver scritto le
sceneggiature dei propri film, Affleck è noto per essere, insieme
all’amico Matt
Damon, l’autore della sceneggiatura del film Will
Hunting – Genio ribelle. Proprio per questo loro scritto, i
due vinsero l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale,
imponendosi sin da giovanissimi all’interno dell’industria
hollywoodiana.
Ben Affleck: chi è sua moglie
4. È stato
sposato. Dopo aver conosciuto l’attrice Jennifer
Garner sul set dei film Pearl Harbor e
Daredevil, i due si sposano nel giugno del 2005. Dalla
loro relazione nascono tre figli, rispettivamente nel 2005, nel
2009 e nel 2012. Dopo dieci anni di matrimonio, tuttavia, nel
giugno del 2015 la coppia annuncia l’intenzione di divorziare,
avviando la pratica nel 2017. Nonostante ciò hanno affermato di
essere rimasti in buoni rapporti, e di voler continuare a crescere
i figli insieme.
Ben Affleck e suo fratello
5. Suo fratello è un noto
attore. Affleck ha un fratello minore, Casey
Affleck, anch’egli attore e vincitore di un premio
Oscar. I due hanno in più occasioni condiviso il set, sia recitando
insieme nel film Will Hunting – Genio ribelle, sia nei
ruoli di attore e regista per il film The Town. Gli
Affleck sono una delle coppie di fratelli più note dell’attuale
panorama cinematografico, ed entrambi hanno raggiungo importanti
traguardi in tale campo, manifestando sempre il loro supporto
reciproco.
Ben Affleck: il suo fisico
6. È stato criticato per il
suo crollo fisico. Tra i motivi per cui Affleck è noto
presso il grande pubblico vi è anche la sua imponenza. L’attore,
particolarmente alto, ha infatti sfoggiato in più occasioni un
fisico particolarmente scolpito e allenato per i ruoli d’azione
previsti per alcuni film da lui interpretati. Negli ultimi anni
tuttavia l’attore ha ricevuto critiche per il suo decadimento
fisico, dalle quali si è difeso affermando che è la conseguenza di
alcuni difficili momenti famigliari e della sua dipendenza
dall’alcol.
Ben Affleck è Batman
7. Ha ricevuto critiche per
il suo casting. Nel 2016 l’attore ricopre il ruolo del
celebre supereroe nel film Batman v Superman. Affleck è stato
ampiamente criticato, giudicato una scelta errata per il ruolo.
Egli ha affermato di aver evitato di leggere ogni commento negativo
per evitare di esserne influenzato, e ha cercato di dar vita ad una
versione differente del personaggio, che ha infine riscosso
l’apprezzamento da parte di una fetta di fan del cavaliere
oscuro.
8. Ha acquisito molta massa
muscolare. Per dar vita ad una nuova versione del
personaggio di Batman, l’attore ha messo su circa dieci chili di
muscoli, raggiungendo il livello di solo l’8% di massa grassa nel
suo corpo. Quello di Affleck è infatti un Batman particolarmente
possente, ma che si dimostra anche appesantito dagli anni.
Ben Affleck, oggi
9. È pronto a tornare al
cinema. Dopo un periodo di silenzio in cui l’attore ha
avuto modo di risolvere alcuni problemi personali, Affleck è pronto
a tornare al cinema recitando nel film Tornare a vincere,
dove interpreta un ex promessa della pallacanestro che trova una
possibilità di riscatto nell’allenare una squadra giovanile. Un
ruolo particolarmente sentito da Affleck, per un film da lui anche
prodotto.
Ben Affleck: età e altezza
10. Ben Affleck è nato a
Berkeley, in California, Stati Uniti, il 15 agosto 1972.
L’attore è alto complessivamente 192 centimetri.
Di origine malaysiana, l’attore
Henry Golding intraprende la propria carriera
prima come conduttore televisivo e in seguito come attore
cinematografico. In pochi anni recita in alcune tra le commedie di
maggior successo, affermandosi così presso il grande pubblico.
Particolarmente richiesto, Golding sembra ora essere in cerca del
ruolo che possa consacrarne popolarità e carriera.
Ecco 10 cose che non sai di
Henry Golding.
Henry Golding: i suoi film
1. È stato protagonista di
una celebre commedia. Nel 2018 l’attore esordisce al
cinema nel ruolo di Nick Young nel film Crazy Rich Asians,
commedia campione d’incassi della stagione che permette subito a
Golding di ottenere una buona popolarità nell’ambiente
hollywoodiano. Prende poi parte con un ruolo di rilievo al film
thriller Un piccolo
favore (2018), dove recita accanto alle attrici
Anna Kendrick e Blake
Lively, mentre durante il periodo natalizio del 2019 è
al cinema con la commedia sentimentale Lash
Christmas, dove recita con l’attrice Emilia
Clarke. Nel 2020 sarà invece tra i protagonisti del
nuovo film di Guy Ritchie, intitolato The
Gentlemen.
2. Ha condotto diversi
programmi televisivi. Prima di diventare un noto attore di
Hollywood, Golding ha lavorato in più occasione come conduttore di
alcuni programmi documentaristi come Welcome to the Railworld
Malaysia (2012), The Travel Show (2014), Welcome
to the Railworld Japan (2015) e Surviving Borneo
(2017). La maggior parte di questi programmi sono stati trasmessi
su note emittenti come BBC World News o Discovery Channel Asia, che
hanno permesso all’attore di ottenere una prima visibilità.
Henry Golding è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 1,1 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
curiosità quotidiane o luoghi visitati, ma non mancano anche
numerose immagini e video promozionali dei suoi progetti da
interprete. Diverse sono anche le foto scattate in momenti di
svago, o ancora durante le premier a cui Golding ha preso
parte.
Henry Golding: chi è sua
moglie
4. La sua è una storia
d’amore da film. Durante le celebrazioni di Capodanno, il
1 gennaio del 2011 l’attore incontra in un locale Liv
Lo, presentatrice televisiva ed istruttrice di yoga. Dopo
una serata in cui si erano limitati ad osservarsi, i due hanno
infine trovato il coraggio di parlarsi, dandosi appuntamento per
rivedersi. Hanno poi intrapreso una relazione coronatasi,
nell’agosto del 2016, con il matrimonio.
Henry Golding in Crazy Rich
Asians
5. Aveva rifiutato il
ruolo. Quando fu contattato per la parte da protagonista
nel film Crazy Rich Asians, Golding rifiutò più volte
l’offerta, non sentendosi adeguato al ruolo e avendo all’attivo
solo esperienze da conduttore. Fu soltanto quando il regista si
presentò fisicamente da lui per parlare del progetto che Golding si
convinse ad accettare la parte, che gli avrebbe poi aperto le porte
di Hollywood.
6. Ha dovuto ridurre la
propria luna di miele. Nel momento della pre-produzione
del film, l’attore si era da poco sposato ed aveva intrapreso il
tradizionale viaggio per la luna di miele. Tuttavia fu costretto a
rientrare in anticipo, poiché i produttori avevano fissato una
prima prova tra Golding e l’attrice Constance Wu,
scelta per il ruolo di protagonista femminile.
Henry Golding in Last
Christmas
7. Ha recitato nel film
natalizio. Nel film Last Christmas l’attore
ricopre il ruolo di Tom, e proprio il suo personaggio è al centro
di un importante snodo narrativo. Golding ha dichiarato di essere
rimasto particolarmente sorpreso quando questo gli fu rivelato,
dovendo a quel punto esercitarsi a partire da quello spunto ed
evitare che altri potessero intuire di cosa si trattava. Un compito
che ha richiesto tutta la concentrazione possibile da parte
dell’attore.
Henry Golding ed Emilia Clarke
8. Ha recitato a stretto
contatto con la celebre attrice. Per rendere credibile il
rapporto tra i due protagonisti, Golding e l’attrice Emilia
Clarke hanno trascorso diverso tempo insieme, imparando a
conoscersi e a stabilire una chimica di coppia. Golding ha
scherzosamente ammesso di aver approfittato della presenza della
Clarke per cercare di farsi rivelare il finale di Il Trono di
Spade, senza ottenere risultati.
Henry Golding in The Gentlemen
9. Sarà il villain del
film. Nell’atteso film The Gentlemen, l’attore si
ritroverà a ricoprire il ruolo di Dry Eye, il villain che si
contrapporrà al personaggio interpretato da Matthew
McConaughey. L’attore ha dichiarato di aver accettato
il ruolo anche per liberarsi dall’etichetta di attore per commedie,
potendo così finalmente dar vita ad un personaggio per lui
inedito.
Henry Golding: età e altezza
10. Henry Golding è nato a
Betong, in Malesia, il 5 febbraio 1987. L’attore è alto
complessivamente 186 centimetri.
La serata fresca e la leggera
pioggia che hanno “funestato” il tappeto rosso srotolato nelle
ultime ore sul Hollywood Boulevard, davanti al Dolby Theatre non
hanno scoraggiato le star nominate e invitate alla serata degli
Oscar
2020. La passerella è stata infatti (come da
tradizione) affollata di vip, ospiti, nominati e presentatori,
tutti al loro meglio per la serata più importante dell’anno. Ecco
il red carpet degli Oscar 2020.
Come da tradizione, 24 ore prima
della cerimonia degli Oscar, che celebra il meglio di Hollywood e
dell’industria cinematografica americana, vengono assegnati gli
Spirit Awards, i premi al cinema indipendente
americano.
Ma come quest’anno, con pochissime
eccezioni, i titoli nominati e quelli che saranno i vincitori
differiscono in maniera quasi diametrale, dal momento che il
vincitore della categoria Miglior Film è stato Una Bugia
Buona – The Farewell, neanche nominato agli
Oscar, mentre Diamanti
grezzi, ugualmente ignorato dall’Academy, ha
vinto tre premi molto importanti, regia, montaggio e Adam
Sandler miglior protagonista.
Ecco di seguito tutti i vincitori dei 2020 Spirit
Awards
Best Feature
A HIDDEN LIFE
CLEMENCY THE FAREWELL (Winner)
MARRIAGE STORY
UNCUT GEMS
Best Director
Robert Eggers – THE LIGHTHOUSE
Alma Har’el – HONEY BOY
Julius Onah – LUCE Benny Safdie, Josh Safdie – UNCUT GEMS
(Winner)
Lorene Scafaria – HUSTLERS
Best First Feature BOOKSMART (Winner)
THE CLIMB
DIANE
THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO
THE MUSTANG
SEE YOU YESTERDAY
Best Female Lead
Karen Allen – COLEWELL
Hong Chau – DRIVEWAYS
Elisabeth Moss – HER SMELL
Mary Kay Place – DIANE
Alfre Woodard – CLEMENCY Renée Zellweger – JUDY (Winner)
Best Male Lead
Chris Galust – GIVE ME LIBERTY
Kelvin Harrison Jr. – LUCE
Robert Pattinson – THE LIGHTHOUSE Adam Sandler – UNCUT GEMS (Winner)
Matthias Schoenaerts – THE MUSTANG
Best Supporting Female
Jennifer Lopez – HUSTLERS
Taylor Russell – WAVES Zhao Shuzhen – THE FAREWELL (Winner)
Lauren “Lolo” Spencer – GIVE ME LIBERTY
Octavia Spencer – LUCE
Best Supporting Male Willem Dafoe – THE LIGHTHOUSE (Winner)
Noah Jupe – HONEY BOY
Shia Labeouf – HONEY BOY
Jonathan Majors – THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO
Wendell Pierce – BURNING CANE
Best Screenplay Noah Baumbach – MARRIAGE STORY (Winner)
Jason Begue, Shawn Snyder – TO DUST
Ronald Bronstein, Benny Safdie, Josh Safdie – UNCUT GEMS
Chinonye Chukwu – CLEMENCY
Tarell Alvin Mccraney – HIGH FLYING BIRD
Best First Screenplay Fredrica Bailey, Stefon Bristol – SEE YOU YESTERDAY
(Winner)
Hannah Bos, Paul Thureen – DRIVEWAYS
Bridget Savage Cole, Danielle Krudy – BLOW THE MAN DOWN
Jocelyn Deboer, Dawn Luebbe – GREENER GRASS
James Montague, Craig W. Sanger – THE VAST OF NIGHT
Best Cinematography
Todd Banhazl – HUSTLERS Jarin Blaschke – THE LIGHTHOUSE (Winner)
Natasha Braier – HONEY BOY
Chananun Chotrungroj – THE THIRD WIFE
Pawel Pogorzelski – MIDSOMMAR
Best Editing
Julie Béziau – THE THIRD WIFE Ronald Bronstein, Benny Safdie – UNCUT GEMS
(Winner)
Tyler L. Cook – SWORD OF TRUST
Louise Ford – THE LIGHTHOUSE
Kirill Mikhanovsky – GIVE ME LIBERTY
John Cassavetes Award
BURNING CANE
COLEWELL GIVE ME LIBERTY (Winner)
PREMATURE
WILD NIGHTS WITH EMILY
Robert Altman Award
Storia di un Matrimonio
Best Documentary AMERICAN FACTORY (Winner)
APOLLO 11
FOR SAMA
HONEYLAND
ISLAND OF THE HUNGRY GHOSTS
Best International Film
INVISIBLE LIFE, Brazil
LES MISERABLES, France PARASITE, South Korea (Winner)
PORTRAIT OF A LADY ON FIRE, France
RETABLO, Peru
THE SOUVENIR, United Kingdom
Piaget Producers Award
Mollye Asher
Krista Parris
Ryan Zacarias
Someone to Watch Award
Rashaad Ernesto Green – PREMATURE
Ash Mayfair – THE THIRD WIFE
Joe Talbot – THE LAST BLACK MAN IN SAN FRANCISCO
Truer Than Fiction Award
Khalik Allah – BLACK MOTHER
Davy Rothbart – 17 BLOCKS Nadia Shihab – JADDOLAND (Winner)
Erick Stoll & Chase Whiteside – AMÉRICA
Annual Bonnie Award
Marielle Heller
Lulu Wang Kelly Reichardt (Winner)
Domenica notte verranno assegnati
gli Oscar 2020 (qui le nomination) e,
mentre alcune previsioni per i 92° Academy Awards
sono scontate, è divertente “giocare” a “chi vincerà e chi dovrebbe
vincere”, tenendo d’occhio da una parte le probabilità e quello che
la stagione dei premi ha raccontato fino a questo momento, e
dall’altra i meriti effettivi di una performance (nella
recitazione, nella scrittura, nella regia) rispetto ad
un’altra.
Ecco chi vincerà e chi dovrebbe
vincere nelle categorie principali agli Oscar 2020
La votazione preferenziale e
l’internazionalizzazione dell’Academy metterebbero in crisi
qualsiasi previsione, ma l’epopea della prima guerra mondiale in
1917 rappresenta un tipo di cinema
solido, già riconosciuto dai premi PGA, DGA, BAFTA, Critics ‘Choice
e Golden Globe. Non ha avuto nomination per gli attori, come
Parasite che però dovrebbe vincere ad occhi chiusi il premio al
Miglior Film Internazionale. I cani sciolti sono invece C’Era una
volta a Hollywood e Jojo Rabbit.
Martin Scorsese ha realizzato un
affresco di incredibile profondità non solo dell’esperienza umana,
ma anche del mondo del cinema e di un certo ambiente mafioso che da
sempre ha caratterizzato l’habitat del suo cinema. Uno sforzo
produttivo incredibile da parte del cineasta newyorkese, ma anche
un film testamento che riconsidera il tempo e la vita in una
maniera del tutto nuova per la sua filmografia. Nonostante la
categoria vanti capolavori del calibro di C’Era una volta a
Hollywood e Parasite.
Miglior regista
VINCERÀ: Sam Mendes,
1917
Con il premio ai DGA, Mendes ha
messo in cassaforte l’Oscar alla regia, il secondo in carriera dopo
quello di 20 anni fa per il bellissimo American Beauty. I Golden
GLobes e i Critics Choice hanno consolidato la sua posizione di
favorito. Effettivamente il suo lavoro di orchestrazione della
scena in 1917 è ammirevole e testimone di una perizia tecnica e
drammatica davvero lodevole. C’è da considerare solo il fatto che
Bong Joon Ho non è troppo lontano dalle preferenze
dell’Academy.
Definire “rilassata” la regia di
C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino potrebbe essere
considerata una critica, ma, come scrive anche THR, si tratta di un
grande complimento, dal momento che il film confezionato da
Tarantino è la testimonianza di quanto la proprio passione
personale può diventare non solo osservazione ombelicale ma anche
grande cinema di intrattenimento.
Anche quelli che non amano Joker
ammirano la performance di Joaquin Phoenix dell’antieroe
protagonista, motivo per cui, alla sua quarta nomination, l’attore
porterà quasi sicuramente a casa la sua prima statuetta. Si
tratterà dunque della seconda volta che un attore che interpreta il
personaggio DC vince un premio Oscar (il primo fu Heath Ledger con
il suo Oscar postumo). Adam Driver di Marriage Story si posizionerà
poco distante, ma alla sua seconda nomination e come Phoenix prima
di lui, dovrà aspettare il suo turno.
Antonio Banderas ha lavorato con
Pedro Almodóvar dall’inizio della sua carriera. In Dolore e Gloria,
interpreta brillantemente intime variazioni della personalità del
regista, dalle sue dipendenze e passioni al suo rapporto con la
madre, nel complesso e vivido diario emotivo che è il film per il
regista madrileno.
Una vittoria per Renée Zellweger per
Judy porterà l’attrice al suo Oscar numero 2 (16 anni dopo la sua
vittoria per Ritorno a Cold Mountain) dopo un periodo non troppo
brillante della sua carriera, grazie ad un ritratto universalmente
applaudito di una leggenda di Hollywood. Ogni pronostico punta
nella sua direzione, ad eccezione del fatto che il film ha solo
un’altra nomination, per il trucco, mentre Scarlett Johansson, per Storia di un
Matrimonio, gareggia con un film molto più apprezzato
dall’Academy.
Saoirse Ronan ha solo 25 anni e,
solo due anni fa, ha interpretato una liceale per Greta Gerwig in
Lady Bird. Questa nomination è la numero 4 per un’attrice
giovanissima e talentuosa, e la sua ultima collaborazione con la
Gerwig, in Piccole Donne, va oltre e approfondisce il suo
sfaccettato talento che, attraverso tutte le fasi della sua vita,
ha brillato in performance diverse e tutte di altissimo livello. Se
non è quest’anno, sarà presto, Saoirse Ronan porterà un Oscar nella
sua Irlanda.
Miglior attore non
protagonista
VINCERÀ: Brad Pitt, C’era
una volta a Hollywood
Sono passati otto anni da quando
Brad Pitt è stato nominato agli Oscar per un’interpretazione
(contro 29 e 27 di Joe Pesci e Al Pacino per The
Irishman, 22 per Anthony Hopkins per I due papi e 19 per Tom
Hanks per Un amico straordinario). Pitt ha vinto un Oscar come
produttore, per 12 Anni Schiavo, ma mai come interprete.
DOVREBBE VINCERE: Brad Pitt,
C’era una volta a Hollywood
Questa è una delle categorie con il
livello più alto di attori e interpreti, eppure presenta la scelta
più semplice, ovvia diremmo; non solo quattro dei nominati hanno
vinto almeno un Oscar per la recitazione, ma Brad Pitt è senza
dubbio quello che quest’anno lo merita di più per una performance
assolutamente irripetibile.
Kathy Bates (Richard Jewell) ha
avuto il suo momento; Scarlett Johansson (Jojo Rabbit), Florence
Pugh (Piccole donne) e Margot Robbie (Bombshell) avranno il loro.
Ma questo è l’anno di Laura Dern. Ha spazzato via i concorrenti con
la sua brillante interpretazione dell’avvocato divorzista
deliziosamente spietato in Storia di un Matrimonio, e a differenza
dei suoi genitori, Bruce Dern e Diane Ladd, vincerà il suo premio
Oscar.
DOVREBBE VINCERE: Laura
Dern, Storia di un matrimonio
Negli ultimi anni, Laura Dern sta
lavorando tantissimo, e sempre ad altissimi livelli, sia al cinema
che in tv. Quest’anno è in due dei film nominati a miglior film, ma
in Storia di un Matrimonio ha finalmente trovato un progetto in cui
poteva mostrare la sua versatilità. Da un avvocato divorzista, hai
bisogno di supporto morale o modalità di attacco? Lei riesce a
darti entrambe le cose.
Molti vorrebbero che Greta Gerwig
vincesse questo Oscar per il suo adattamento di Piccole Donne, e lo
US Scripter, che negli ultimi 10 anni ha indovinato 8 volte, ha
scelto lei. Ma i membri dell’Academy tendono a premiare l’opera più
originale, anche nella categoria delle sceneggiature adattate,
motivo per cui la satira sull’Olocausto di Taika Waititi è favorita
rispetto a un’altra interpretazione del romanzo di Louisa May
Alcott o alla sceneggiatura di The Irishman di Steven Zaillian
(come accaduto ai BAFTA).
DOVREBBE VINCERE: Anthony
McCarten, I Due Papi
In termini di pura felicità di
scrittura, di dialogo, di vivacità, niente di ciò che si è visto
negli ultimi 12 mesi può essere paragonato all’arguzia, alla
saggezza e alle assurdità talvolta arcaiche che fluiscono dalle
bocche dei protagonisti de I Due Papi. Pochissimi sceneggiatori
potevano scrivere dialoghi trai due personaggi protagonisti e
renderli credibili, ma Anthony McCarten ce l’ha fatta
Nonostante abbia già vinto in questa
categoria, con C’era una volta a Hollywood, Quentin Tarantino
“corre il rischio” di vincere ancora e sicuramente 1917, Cena con
Delitto e Storia di un Matrimonio hanno il loro pubblico, tuttavia
se c’è un punto su cui non ci sono dubbi, quando si tratta di testo
“originale” è che il Parasite di Bong Joon Ho lo è davvero,
originale. Questo farebbe del film il sesto vincitore in lingua non
inglese di categoria, il primo degli ultimi 17 anni.
DOVREBBE VINCERE: Quentin
Tarantino, C’era una volta a Hollywood
In questa categoria, di alta
qualità, tutti i nominati hanno scritto e diretto il loro film (due
in collaborazione) e le cinque sceneggiature nominate coprono una
serie di temi e argomenti molto varia. Ma mentre quattro dei cinque
script riguardano ambienti familiari, quello di Tarantino vola
completamente in un’altra direzione, decisamente originale.
È stata una stagione strana, con il
Golden Globe andato a Missing Link e i premi Annie e BAFTA a Klaus
mentre a Frozen 2 è stata negata addirittura la nomination
all’Oscar. Il terzo e ultimo film di Dragon Trainer non può essere
contato, ma l’affetto storico dell’Academy per il franchise di Toy
Story, oltre a Critics ‘Choice e PGA già vinti in questa stagione,
lascia Toy Story 4 come il titolo da battere in categoria.
DOVREBBE VINCERE:
Klaus
Dopo aver trionfato agli Annie e ai
BAFTA, il film d’animazione Netflix dovrebbe portare al livello dell’Oscar la
produzione originale animata del gigante dello streaming, così come
ha fatto Roma lo scorso anno per la produzione in live action.
Migliore film internazionale
VINCERÀ:
Parasite
La vittoria di Parasite in questa
categoria è la scommessa più sicura della prossima notte degli
Oscar. Il primo film sudcoreano mai nominato per la categoria ha
altre cinque nomination tra cui fotografia, regia e sceneggiatura.
Certo, Dolore e Gloria, per la Spagna, ha anche una nomination per
il migliore attore (Antonio Banderas), mentre Parasite non compare
nella categoria, ma gli attori del sindacato di Hollywood hanno
assegnato il SAG al cast, la prima volta che un cast non inglese
vince un tale riconoscimento.
DOVREBBE VINCERE: Dolore e
Gloria
Si tratta del migliore film di
Almodovar da moltissimo tempo, un film tanto intimo quanto
universale che si avvale di performance intense e di una
sensibilità incredibile. Il regista madrileno è al suo meglio, e
sarebbe bello se vincesse in questa categoria, visto che il
principale favorito, Parasite, potrebbe spuntarla in una delle
altre 5 categorie in cui è nominato.
È arrivato come ogni anno
l’appuntamento più atteso dal mondo del cinema: nella notte tra
il 9 e il 10 febbraio Sky trasmetterà in
diretta la 92ª edizione degli Academy
Awards®. Appuntamento dalle 22.45 su
Sky Cinema Oscar® (canale 303 di Sky) per la
magica Notte degli Oscar 2020 con il Red Carpet e
tutte le premiazioni dal Dolby Theatre di Los Angeles. La diretta
della cerimonia sarà trasmessa anche su Sky Uno
(dalle 00.30) e in chiaro su TV8
(dalle 23.50).
Dagli studi Sky Francesco
Castelnuovo accompagnerà gli spettatori per l’intera
serata, commentando i momenti salienti insieme al “Cinemaniaco”
Gianni Canova e la giornalista di Sky Cinema
Barbara Tarricone. Insieme a loro, ospiti in
studio la giornalista di Sky TG24 Denise Negri, il
ristoratore, musicista e showman Joe Bastianich,
il giornalista esperto di moda Ildo Damiano e
l’attrice Euridice Axen.
La Notte degli Oscar®
2020 sarà riproposta integralmente lunedì 10
febbraio su Sky Cinema Oscar® a partire
dalle 10.45 circa, mentre in prima serata
l’appuntamento con “Il meglio della Notte degli Oscar®
2020” sarà in onda dalle 21.15 su
Sky Cinema Oscar® e su Sky Uno,
disponibile anche on demand su Sky e NOW TV.
Tutte le notizie e gli aggiornamenti
sulla programmazione e sul live sono disponibili su
skycinema.it/oscar, sulle pagine Facebook, Instagram e Twitter di
Sky Cinema.
Arriva al cinema il 16 aprile
A Quiet Place
2, sequel del thriller horror rivelazione della scorsa
stagione cinematografica, con 341 milioni di dollari incassati nel
mondo. Il secondo capitolo comincia proprio lì dove era terminato
il primo: tra suspense e il terrificante silenzio ci fa scoprire
qualcosa di più sull’invasione delle misteriose creature che
infestano il pianeta. Dietro la macchina da presa
torna John Krasinski, regista e
sceneggiatore, con lui la moglie e protagonista Emily
Blunt, insieme a Millicent Simmonds e Noah Jupe,
componenti della famiglia Abbot; al cast conosciuto si aggiunge
Cillian Murphy (Peaky
Blinders, Dunkirk, Inception), che preparerà
i protagonisti ai pericoli del mondo “esterno”.
A Quiet place IIsarà
il primo film di Paramount
Pictures distribuito in Italia da Eagle
Pictures, in sala dal 16 aprile.
John Krasinski, il
regista, ha spiegato che il sequel affronterà le stesse tematiche
del suo predecessore: “Amo l’idea del primo film, in cui il mio
personaggio e quello di Emily combattono contro il desiderio di
sopravvivere e la voglia di vivere. Tutto quello che il mio
personaggio voleva era sopravvivere. Il suo personaggio invece
diceva: ‘Non è abbastanza. Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a
questi ragazzi di vivere come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho
amato vedere Emily combattere con tutto questo, con l’idea che la
sopravvivenza sia forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse
quella voglia di vivere era davvero troppo pericolosa…”
Arriverà il prossimo 19 marzo,
distribuito da Vision Distribution, il nuovo film di
Francesco Bruni, dal titolo Andrà
tutto bene.
Nel cast del film KIM
ROSSI STUART,LORENZA INDOVINA, BARBARA
RONCHI,GIUSEPPE PAMBIERI, RAFFAELLA
LEBBORONI,
FOTINÍ PELUSO, TANCREDI GALLI, NICOLA NOCELLA. Il
film è prodotto
da PALOMAR con VISION
DISTRIBUTION.
Andrà tutto
bene – sinossi
La vita di Bruno Salvati è in una
fase di sospensione. I suoi film non hanno mai avuto successo e il
suo produttore fatica a mettere in piedi il suo prossimo progetto.
Sua moglie Anna, dalla quale si è recentemente separato, sembra già
avere qualcun altro accanto. E per i figli Adele e Tito, Bruno non
riesce a essere il padre presente e affidabile che vorrebbe.
Un giorno Bruno scopre di avere una
forma di leucemia. Si affida immediatamente a un’ematologa
competente e tenace, che lo accompagna in quello che sarà un vero e
proprio percorso a ostacoli verso la guarigione. Il primo
obiettivo è trovare un donatore compatibile di cellule staminali:
dopo alcuni tentativi falliti, Bruno comincia ad avere seriamente
paura.
Il padre Umberto, rivelandogli un
segreto del suo passato, accende in tutti una nuova speranza.
Bruno e la sua famiglia
intraprendono un inatteso percorso di rinascita, con la certezza in
fondo al cuore che per loro Andrà tutto
bene.