The
Flash 4×07 – Ci si chiedeva se la scelta di un
villain che non sia un velocista avrebbe saputo reggere al
confronto con i suoi predecessori, e la risposta è arrivata.
Barry (Grant
Gustin) e Joe hanno iniziato la loro indagine per
scoprire l’identità di DeVoe e nonostante siano
convinti di poter condurre la partita, la scena che si trovano
davanti agli occhi smentisce tutte le loro certezze: Clifford DeVoe
è un comune professore Universitario, per di più paraplegico e con
moglie devota al seguito. E’ tutto perfetto, tutto troppo perfetto
(si fa per dire) per poter confermare i dubbi dei due, ma questo
non dissuade il protagonista dal sospettare del mite uomo.
The Flash 4×07 è
uno di quegli episodi che ci si sarebbe aspettati di vedere verso
metà stagione e che rappresenta probabilmente ciò che i fan
vorrebbero vedere, un episodio che apre a mille scenari e sviluppi
narrativi
L’identità di Big Dad in The
Flash 4×07
Therefore I am
inizia a fornire primi significativi dettagli sull’identità del
big bad della stagione, non solo: fornisce una
caratterizzazione tale da permettere allo spettatore di empatizzare
col personaggio e addirittura di apprezzare l’utilizzo che questo
fa delle sue straordinarie capacità. Attraverso diversi
flashback e all’ottima prova del suo interprete
(Neil Sandilans) scopriamo le origini del
“Pensatore” e particolari che potrebbero addirittura fornire
differenti chiavi di lettura su quanto visto dal primo episodio ad
oggi.
Parallelamente a tutto ciò si sviluppa la
storyline riguardante Barry, che sviluppa una vera e
propria ossessione nei confronti del sospettato numero uno. Il suo
sesto senso è troppo forte per potersi arrendere alle apparenze di
un comune professore Universitario; nonostante l’apparente
misundestanding sia sotto gli occhi di tutti, Flash andrà
fino in fondo.
The Flash 4×07 è
un episodio di pregevole fattura; dialoghi mai banali, tensione,
colpi di scena. L’episodio diretto da David
McWhirter è un episodio dinamico che riesce ad essere tale
anche senza scene d’azione; un importante tassello di questa
stagione che aumenta vertigionosamente l’attesa per quelli che
saranno gli imprevedibili sviluppi futuri. Dunque, può un
“pensatore” competere con dei malvagi velocisti? Decisamente
si.
Per ogni casting indovinato di casa
Marvel, ci sono ricerche,
proposte e rifiuti, a cui persino la Casa delle Idee deve sottostare.
Nel corso degli ormai dieci anni di attività dello studio, sono
stati molti infatti gli attori a dire NO alla Casa delle Idee, per
i motivi più disparati.
Come ormai sappiamo, la scelta
di un perfetto Tony Stark, per la Marvel è stato il primo passo
vincente, ma all’epoca della produzione, Robert Downey
Jr. non era esattamente la prima scelta, a causa del
suo
passato alquanto burrascoso. La
sorte di interpretare il primo eroe del MCU sul grande schermo poteva capitare a Tom
Cruise che però rifiutò, regalando così l’opportunità a
Downey Jr. Per fortuna.
Emily Blunt / Vedova Nera-Peggy
Carter
Ai tempi di Iron Man
2, Emily Blunt era la scelta numero uno
per la Marvel, che tornò a corteggiarla alla vigilia di
Captain America – Il Primo Vendicatore.
Scarlett Johansson
e Hayley Atwell hanno poi impersonato alla
perfezioni i ruoli in questione, ma senza dubbio la Blunt aveva un
certo appeal sulla Casa delle Idee, tanto che il
suo nome è comparso anche in sede di scelta dell’attrice che
avrebbe interpretato Captain Marvel (Brie
Larson).
Alec Baldwin / Un villain
Nel 2013, Howard
Stern chiese a Baldwin del suo rapporto con lo Studio, e
l’attore spiegò che aveva dovuto rifiutare un ruolo da villain a
causa della gravidanza della sua fidanzata. Non potendo assentarsi
per il periodo delle riprese deciso dalla Marvel, l’attore dovette
dire di no. Purtroppo non è chiaro a quale personaggio lo studio
stesse pensando quando si è approcciato a Baldwin, ma potrebbe
trattarsi di Alexander Pierce, interpretato poi da
Robert Redford in Captain America: The
Winter Soldier.
Olivia Wilde / Gamora
Quando si cercava la perfetta
Captain Marvel, Olivia Wilde fece
un po’ di luce sul suo rifiuto del ruolo di Gamora all’epoca della
scelta di Zoe Saldana. L’attrice spiegò che pur
amando i film Marvel avrebbe detto sì a un’eroina da cinecomic
soltanto se il personaggio fosse stato complesso come poteva
esserlo un eroe uomo, tipo Tony Stark.
Patrick Wilson / un ruolo
sconosciuto in Ant-Man
Il film su Ant-Man è
uno dei più grandi What If della storia del MCU. L’iniziale coinvolgimento di Edgar
Wright e il suo abbandono del film hanno portato diversi
cambiamenti e ritardi nella produzione.
Patrick Wilson era
collegato al progetto, forse nel ruolo di villain, Yellowjacket, ma
qualcun altro pensa al personaggio di Paxton, il poliziotto
fidanzato dell’ex moglie di Scott Lang. Entrambi i ruoli sarebbero
stati adatti alla presenza di Wilson, ma Corey
Stoll per l’uno e Bobby Cannavale per
l’altro non hanno certo fatto rimpiangere l’attore di The
Conjuring.
Stuart Townsend / Fandral
La carriera di Stuart
Townsend sembra costellata di grandi rifiuti. Il ruolo più
celebre messo da parte dall’attore è quello di Aragorn ne
Il Signore degli Anelli, che ha poi fatto la
fortuna di Viggo Mortensen. Ma Townsend doveva
anche interpretare Fandral, uno dei Tre Guerrieri, nel
Thor di Kenneth Branagh.
L’attore ha abbandonato il progetto
per le solite “differenze creative” e al suo posto è arrivato
Josh Dallas, che a sua volta ha lasciato il posto,
in Thor: The Dark World, a Zachary
Levi (che adesso sarà invece Shazam! per
la DC Films).
Saoirse Ronan / Scarlet Witch
La talentuosa attrice irlandese era la
prima scelta di Joss Whedon per il ruolo di Wanda
Maximoff in Avengers: Age of Ultron.
L’attrice però, forte di un curriculum attento al cinema indie
(prevalentemente), rifiutò il ruolo che è andato, con successo, a
Elizabeth Olsen.
Né Saoirse né la Marvel si
dovrebbero pentire troppo di questa mancata collaborazione. Il
MCU continua a essere un grande
successo, mentre la Ronan ha conquistato nel frattempo la seconda
nomination agli Oscar con Brooklyn e si avvia verso una probabile
terza candidatura quest’anno, per Lady Bird.
Joseph Gordon-Levitt / Star
Lord
Sia per la scelta di Scott Lang che per
quella di Doctor Strange, il nome di
JGL è venuto a galla più volte, ma in realtà
l’attore è andato molto vicino a un ruolo Marvel con il provino per
Star Lord.
Gordon-Levitt ha poi rifiutato il
ruolo per partecipare al sequel di Sin City,
A Dame to Kill For, scelta che non ha
economicamente ripagato l’attore, ma che ha permesso a
Chris Pratt di ottenere il suo ruolo della
vita.
Jason Momoa / Drax il
Distruttore
Prima di diventare
Aquaman, Jason Momoa era a tanto
così dal diventare Drax il Distruttore. L’attore ha sostenuto
provini e addirittura fatto delle prove costume, ma ha abbandonato
il progetto per paura di diventare un caratterista.
La preoccupazione era legittima
dopo il ruolo di Conan il Barbaro e quello di
Khal Drogo in Game of Thrones, ma
il suo take su Aquaman non
sembra poi troppo diverso.
I fan della Marvel hanno comunque
ottenuto un Drax perfetto: Dave Bautista.
Jensen Ackles / Occhio di
Falco
L’attore di Supernatural
ha sostenuto i provini per diventare Captain America, ma nel
momento in cui la Marvel ha trovato il suo Chris
Evans, ha cercato di dirottare Ackles sul ruolo di Occhio
di Falco.
Dean Winchester ha poi
replicato con incompatibilità di programmazione con
Supernatural e ha rifiutato il ruolo dell’arciere
andato a Jeremy Renner, che, dopo un superficiale
The Avengers, ha avuto la possibilità di
approfondire il personaggio in Age of Ultron.
Jessica Chastain / Wasp
Considerata in primo luogo per il
ruolo di Maya Hansen in Iron Man
3 (andato a Rebecca Hall), Jessica ha poi
rifiutato il ruolo di Hope Van Dyne in
Ant-Man. I report più attendibili dicono che la
Chastain non era d’accordo a interpretare un personaggio così
secondario in un universo completamente dominato dagli eroi
uomini.
Se avesse avuto più pazienza,
sarebbe potuta adesso essere al posto di Evangeline
Lilly, in un film che porta nel titolo il suo nome.
L’attore premio Oscar ha spiegato a
Playboy le ragioni del suo rifiuto del ruolo, andato poi a
Kurt Russell.
Alla rivista, McConaughey ha detto
che aveva amato il primo Guardiani della Galassia,
ma che adesso gli veniva offerto un ruolo nel secondo film solo
perché la Marvel aveva bisogno di un nome
importante per riempire il cartellone, facendolo sentire un oggetto
di arredamento (approfondisci).
Così Matthew ha scelto di fare
La Torre Nera al posto di Guardiani della
Galassia Vol. 2. E sappiamo com’è andata.
Johnny Depp / Doctor Strange
Depp sarebbe stata una scelta perfetta
per lo strambo ma affascinante Stregone Supremo.
Tuttavia, benché possiamo immaginare la vita di privilegi di
Johnny, sembra che il contratto per interpretare Jack Sparrow a
tempo indeterminato sia un vero inferno per tutte le altre
produzioni, e così Depp ha dovuto dire di no a Strange e al
MCU.
Anche se a tutti è piaciuto il
personaggio interpretato da Benedict Cumbebatch,
c’è da chiedersi in che modo sarebbe stato il personaggio se fosse
stato interpretato da Depp.
Mel Gibson / Odino
All’inizio del MCU, Gibson venne
approcciato per il ruolo di Odino, che l’attore e regista
prontamente rifiutò. Il personaggio è stato poi interpretato da
Anthony Hopkins, che, almeno per il tono del primo
film dedicato al Dio del Tuono, è sembrato una scelta perfetta,
portando al personaggio la gravitas shakespeariana che ha
regalato al film la regia di Kenneth Branagh.
Come nel caso di Emily
Blunt, Joaquin Phoenix è stato a lungo
corteggiato dalla Marvel. Dopo l’abbandono di Edward
Norton alla vigilia di The Avengers, la
Casa delle Idee pensò subito a Phoenix per il ruolo di Banner, ma
l’attore rifiutò. Il ruolo è andato poi a Mark
Ruffalo.
Lo studio ci provò di nuovo con il
ruolo di Doctor Strange, ma anche in questo caso
Joaquin Phoenix ha rifiutato l’offerta,
dichiarandosi un po’ snob nei confronti dei grandi blockbuster e
prediligendo scelte più oculate e rivolte a film indipendenti,
scelta che fino a questo momento ha premiato la sua carriera.
In occasione della presentazione romana di
Coco, ultimo film Disney Pixar, in arrivo in
sala il prossimo 28 dicembre, oltre al regista Lee Unkrich e alla produttrice
Darla K. Anderson, hanno partecipato all’attività
stampa i doppiatori.
Tra le voci italiane si riconoscono
la voce di Mara Maionchi, nei panni di Mamá Coco,
Valentina Lodovini che interpreta Mamá,
Matilda De Angelis sarà Tia Victoria e sul finale,
sentiremo la voce di Michele Bravi nella versione
italiana della canzone “Ricordami”.
“Inizio con il dire che io ho pianto
per la metà del film, mi ha coinvolto tantissimo”, ci dice
Michele Bravi rompendo il ghiaccio e commentando
la storia di Miguel che intraprende un viaggio per inseguire il suo
sogno, “Coco racconta il sacrificio che c’è dietro al creatività e
che delle volte uno deve fare delle scelte e stabilire un sistema
di priorità per raggiungere le proprie passioni. È quello che io
vivo tutti i giorni, per rendere una passione la mia professione e
per questo mi sono sentito molto partecipe in questa storia.”
“Io invece facendo il lavoro di
discografica ho sempre guardato da fuori questi ragazzi alla
ricerca dei propri sogni e mi è sembrato che Miguel fosse in linea
con tante altre storie che io ho incontrato in tanti anni di
lavoro. Lui però ha una caratteristica molto forte: è determinato e
vuole raggiungere il suo scopo” commenta Mara
Maionchi e continua, “Ho avuto nella mia storia di
discografico dei genitori molto contrari all’idea che i figli
facessero gli artisti. Ma i figli hanno resistito e anche con molto
successo… Addirittura uno mi chiamò, un certo signor Nannini, che
voleva che sua figlia non cantasse con il suo cognome e io gli
dissi ‘Ok, va in comune e disconosce la figlia!’. Tanti genitori
contrari ma perché volevano difendere i proprio figli, avevano
paura di questo lavoro misterioso, preferivano il posto sicuro in
banca. Ora non so quale sia più sicuro!”
Valentina Lodovini
aggiunge, “Quello che mi è piaciuto di più di Miguel ed è una cosa
che è nella natura dell’artista è stato quello di voler portare
avanti un sogno che era più grande di lui. Trovo che Coco sia uno
dei film più realistici della Disney Pixar, perché ci sono diversi
argomenti molto educativi, come il discorso sulla celebrità, sulle
radici, sull’arte, sull’ispirazione, sui sogni, la morte e c’è
anche quello sul potere. Una sceneggiatura davvero magnifica.”
Uno degli argomenti più
importanti è quello della memoria e delle tradizioni di famiglia,
cosa ne pensate voi?
Mara Maionchi: “Io
ho un forte senso di appartenenza alla mia famiglia e ho solo
ricordi dolci e piacevoli. Poi mi piace molto ricordarli per cose
ridicole, ricordo mia mamma e mia papà per situazioni divertenti
della nostra storia, come se fossero ancora vivi e per me lo sono.
Quando io non ci sarò più le miei figlie forse non ricorderanno più
queste cose, a parte mia madre che era indimenticabile, ma finché
ci sarò io gli racconterò io delle cose per ricordare la famiglia.
Trovo molto bella questo giorno dei morti come fanno in Messico,
perché noi non celebriamo più come si faceva una volta ed è un gran
peccato!”
Matilda De Angelis:
“Senza fare spoiler, mi è piaciuta molto una parte in cui si fa
capire il concetto che la famiglia non è semplicemente un legame di
sangue ma anche qualcosa di più profondo, dei legami affettivi con
persone che si uniscono insieme e si scaldano per trovare
confronto.”
E che cartoni guardavano da
bambini?
Mara Maionchi:
“Devo dire che il film che io ricordo tra la paura e il piacere di
vederlo da piccolina, era Fantasia e poi Bambi, che ancora se ci
penso mi viene da piangere! Poi ne ho vissuti tanti con le mie
figlie e ora altri con i nipoti, quindi ho una lunga storia legata
a Walt Disney”
Valentina Lodovini:
“Anche per me Fantasia, Bambi e Dumbo… Però un film a cui mi sento
particolarmente legata è UP, un film sull’elaborazione del lutto
straordinario”.
Matilda De Angelis:
“Quand’ero piccolina mi colpì molto Monster & Co. perché io avevo e
ho tutt’ora paura del buio e dei mostri, quindi quando ho visto
quel film e ho capito che i mostri a volte erano obbligati a
spaventare… Beh, una paura si è spezzata. Mi ha aiutato molto, mi
sono sentita come Boo!”
Michele Bravi: “Per
me invece, il film animato che per me era proprio una fissa e
potevo anche doppiarlo tutto togliendo il sonoro, era
Hercules: aveva una colonna sonora pazzesca!”
Universal Pictures Home Entertainment UK ha
organizzato un incredibile evento per il lancio del DVD Blu-ray,
Blu-ray 3D e 4K Ultra HD di Spider-Man
Homecoming in perfetto stile “prom” nella capitale
inglese. La nuova avventura dell’Uomo Ragno, con il giovane
Tom Holland nei panni di Spidey, ha debuttato
in
home video dal 15 novembre con un’edizione da non
perdere contenente: un’ora di contenuti extra, gli spassosissimi
blooper, la “Guida all’Uomo Ragno”, i dietro le quinte, un percorso
che lega il film al fumetto e molto altro.
Quale modo migliore per promuovere
l’uscita del DVD se non quello di organizzare il tutto ispirandosi
proprio alla pellicola? Ci ritroviamo così, catapultati all’interno
di un vero e proprio ballo studentesco americano organizzato dentro
una palestra, adibita, per un giorno, a festa. Non manca
proprio nulla, partendo dal photocall all’entrata per immortalare
il ricordo della serata, un banchetto con pop corn, punch
(analcolico), dolci e tacos tutto ispirato a
Spider-Man, il deejay e la sua playlist,
palloncini e tanti incredibili gadget.
Spidey Stunts, deejay e VR Experience
Come se non bastasse, per fare le
cose ancora più in grande, al centro della palestra due atleti
stuntman piroettavano in aria con grazia e disinvoltura, in pieno
stile Spidey Stunts, facendo sembrare le loro acrobazie una cosa
semplicissima, se non fosse che dopo ti “insegnavano” in poche
mosse a fare qualche salto, con il risultato di avere il collo
bloccato per giorni, ma l’ego decisamente più gonfio. Fra le varie
attività organizzate da Universal, la realtà virtuale è stata
decisamente la più elettrizzante di tutte.
Un post condiviso da Cinefilos.it (@cinefilos.it) in data:
La qualità raggiunta da
Playstation e la sua VR
Experience è disarmante, talmente tanto realistica che
muovendoti come Spider-Man nel momento in cui ti
ritrovi arrampicato su una trave nel nulla, hai le gambe
completamente paralizzate dalla paura di cadere di sotto! Per
fortuna ti ricordi che hai un paio di occhiali e quando il gioco
finisce vorresti ricominciare subito. Invece scappi dall’altro lato
della palestra a fare una foto davanti un muro verde cercando una
posa e una faccia credibili perché il risultato, con photoshop,
sarà ritrarre te arrampicata su un grattacielo, cosa non si fa per
lavoro.
Oltre alla tuta originale di
Spider-Man Homecoming indossata da Tom
Holland nel film da poter ammirare, un’altra spassosa
attività era quella di “sfidare” il villain Avvoltoio (al quale nel
film presta il volto Michael Keaton), in una
specie di test di abilità. Tirare quante più freccette al cattivone
ritratto in un grande cartellone nel tempo di 30 secondi per
vincere un premio speciale dell’uomo ragno, che con il minor tempo
in assoluto e il maggior numero di colpi andati a segno, ci siamo
portati a casa con grande fierezza.
L’evento si è chiuso con una
sorprendente e graditissima Goodie bags ricca di gadget da esporre
in casa insieme al ricordo di una bellissima esperienza.
Come da tradizione, con il Natale
sta per arrivare al cinema dal 28 Dicembre il nuovissimo cartone
della Disney Pixar, Coco, una storia che ci
farà scoprire attraverso gli occhi del protagonista Miguel una
delle più grandi tradizioni messicane.
A presentare il film animato, sono
arrivati direttamente dall’America a Roma, il regista Lee Unkrich e la produttrice
Darla K. Anderson, che avevano già collaborato in
Toy Story 3 – La Grande Fuga: ecco cosa ci hanno
raccontato!
Il film è ambientato in
Messico e per gran parte nel mondo dei morti, come vi siete
relazionati con gli altri film sul genere come La Sposa
Cadavere?
Darla K. Anderson:
“Sapevamo sin dall’inizio che dovendo il nostro essere un film con
gli scheletri, sarebbe stato in qualsiasi modo paragonato a tanti
altri film, come quelli di Tim Burton ma non solo. Ma volevamo fare
qualcosa di nuovo e diverso e la differenza stava, oltre che al
design più amichevole di questi scheletri, all’aggiunta degli
occhi, che ovviamente sono lo specchio delle loro anime.”
Nel 2015 è uscito anche il
film “Il Libro della Vita” di Jorge Gutierrez, come vi siete
rapportati con una storia che per certi versi è simile a quella di
Coco?
Lee Unkrich: “È una
coincidenza che abbiamo fatto un film animato sullo stesso
argomento, sulla stessa tradizione. Stavamo già lavorando al film
quando abbiamo scoperto di quest’altro progetto, ma alla fine, ci
sono tantissimi film sul Natale, quindi perché non possono esserci
due film su La Giornata dei Morti?”
Darla K.Anderson:
“Siamo diventati amici con Jorge, il regista e abbiamo sempre
apprezzato il suo lavoro. Ma alla fine, certo la tradizione è la
stessa, ma le storie sono completamente diverse. Jorge è anche
venuto alla nostra prima di Coco a Los Angeles, siamo rimasti molto
amici.”
Il Presidente Trump parla
sempre di questo muro che vorrebbe costruire al confine con il
Messico, ambientare il film in quel paese è una sorta di presa di
posizione?
Lee Unkrich:
“Lavoriamo su questo film da sei anni e il mondo era molto diverso
da come è adesso. Sin da subito l’idea era quella di dimostrare un
grande amore e apprezzamento per il Messico, le persone messicane e
la cultura di quel paese e ci auguriamo che facendo uscire questo
film ora, in un momento più travagliato storicamente, magari si
possa costruire una sorta di ponte tra di noi e mostrare al mondo
la bellezza della loro tradizione. E magari risolvere qualcuna
delle barriere artificiali che sono state frapposte”.
Inizialmente il film si
doveva intitolare Dia De Los Muertos ma poi ci sono stati problemi
con le comunità latine, è vero?
Lee Unkrich: “Sì,
ma una volta registrato il titolo c’è stata una sorta di rivolta
nella comunità latina perché erano preoccupati che la Disney
volesse impossessarsi della loro tradizione, che ovviamente non è
mai stata nostra intenzione. Abbiamo ritirato la proposta, ci siamo
scusati e in quel momento però è stato molto scoraggiante perché
stavamo cercando di raccontare la storia nel modo più rispettoso
possibile. Ma alla fine invece è stata una cosa positiva, perché ci
siamo contornati di tantissimi esperiti in materia e siamo stati
attentissimi su qualsiasi decisione presa sulla storia e la
tradizione. Quindi alla fine penso ne sia uscito un film migliore,
proprio a causa di quell’incidente.”
La Cina è senz’altro una grandissima
fan di cinecomic e della Justice League, considerato che il
poster del film di Zack Snyder è stato modificato
(senza neanche troppa cura), per inserire dei dettagli decisamente
macabri.
Come si può vedere di seguito, il
poster in questione raffigura i membri della Lega della Giustizia
che uccidono i personaggi Marvel: Thor decapitato da Batman;
Deadpool infilzato da Aquaman; Wolverine trafitto da Wonder Woman;
Captain America schiacciato da Flash; Ant-Man stritolato da
Superman; pezzi di Iron Man
sparsi in giro.
Chiaramente il poster non è
ufficiale e tuttavia è comparso in Cina in diversi cinema, ed è
stato anche mandato in onda dal sito di video
hosting, iQiyi, e da una app di vendita di
biglietti on line della più grande catena di cinema della Cina, la
Wanda Cinema.
È chiaro che la Warner Bros non è
responsabile di questo poster né del suo utilizzo improprio, dal
momento che questa realtà sta utilizzando un fan-poster come fosse
ufficiale.
Anche se adesso i poster sono stati
rimossi, ne resta traccia in rete e Warner Bros, DC Films e iQiyi
non hanno rilasciato dichiarazioni in merito.
Peccato per gli accaniti fan cinesi
che Justice League non abbia nemmeno intaccato il
bottino al box office accumulato da The
Avengers!
Justice League è
stato diretto da Zack Snyder,
mentre Joss Whedon è entrato nella
produzione solo a fine lavoro. Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavillcome Superman, Ben Affleckcome
Batman, Gal
Gadotcome Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
Jackson Sze, senior illustrator ai
Marvel Studios, ha condiviso sul
suo account Instagram un nuovo concept inedito di
Surtur, il demone di fiamme che
causa la distruzione di Asgard in Thor: Ragnarok.
Il concept in questione è un primo
tentativo di visualizzare il villain del film, concept che poi è
stato accantonato in favore di una versioen più scenografica,
quella infuocata che abbiamo visto nel film di Taika
Waititi.
La versione fiammeggiante è
certamente più fedele alla rappresentazione dei fumetti, anche se
queste illustrazioni mostrano un personaggio che visivamente
avrebbe fatto comunque bella figura nel quadro allegro e colorato
pensato da Waititi.
In Thor: Ragnarok,
Surtur è il protagonista del rocambolesco prologo, in cui Thor gli
ruba l’elmo per impedire proprio il Ragnarok, la distruzione ultima
di Asgard.
Solo alla fine, quando Hela continua
a diventare più forte proprio grazie all’energia che le viene dal
pianeta, Thor decide, con l’aiuto di Loki, di sguinzagliare Surtur,
di scatenare così il Ragnarok, e di porre fine a Hela.
Thor:
Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast
del film Chris
Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston
il fratello adottivo di Thor, Loki; Il
vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins
interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano
il premio OscarCate Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei
panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum
(Jurassic Park, Independence
Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban
(Star Trek, il Signore degli
Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza
nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà
il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel.
Tra i commenti negativi del web e le
recensioni disastrose della stampa a proposito di Justice League, spunta per fortuna
qualche parere positivo: l’ultimo arriva da Kevin
Smith, che non è nuovo all’universo DC (visto che ha
diretto alcuni episodi delle serie su Flash e
Supergirl) e che si è sempre mostrato un accanito
fan dei film.
Il commento entusiasta su
Justice League è stato dichiarato dal regista
durante un podcast, dove ne veniva lodato lo spirito e alcune scene
che “mi hanno toccato nel profondo rendendomi molto felice.
L’ho già visto due volte e mi è piaciuto davvero tanto“.
“Non ho intenzione di recensire il film” ha detto Smith,
“Dico solo che in certi momenti il mio cuore è esploso! Come
quando mostrano il passato delle Lanterne Verdi…cose che leggevo
nei fumetti e che ora vedo sullo schermo!“.
Justice League è da
giovedì scorso nelle nostre sale. Diretto da Zack
Snyder, vede nel cast Ben Affleck,
Henry Cavill, Gal Gadot,
Jason Momoa, Ezra Miller e
Ray Fisher.
Dopo mesi di latitanza dalle
immagini promozionale, finalmente Superman entra a far
parte dei banner di Justice League, al fianco di
Batman, Wonder Woman, Cyborg, Flash e
Aquaman.
1 di 3
L’assenza di Superman dal materiale
promozionale è stata giustificata dal fatto che il personaggio, nel
film precedente della saga, era morto, sacrificandosi per salvare
Metropolis da Doomsday.
La morte e risurrezione di Superman
è il perno intorno al quale gira la maggior parte di Justice
League, con Bruce Wayne consapevole che oltre alla forza, l’eroe di
Krypton rappresentava anche un simbolo di speranza e ottimismo per
il mondo intero.
A inizio film, è proprio la speranza
la grande assente, come testimoniano poche ma efficaci scene che ci
accompagnano nell’entrata in azione in solitaria di Batman.
L’assenza di Superman è anche la
principale molla che fa scattare l’esigenza di creare una squadra
che possa affrontare nemici potenti senza la presenza dell’Uomo
d’Acciaio.
Justice League è
stato diretto da Zack Snyder,
mentre Joss Whedon è entrato nella
produzione solo a fine lavoro. Nel film vedremo
protagonista Henry
Cavillcome Superman, Ben Affleckcome
Batman, Gal
Gadotcome Wonder Woman, Ezra Millercome
Flash, Jason
Momoacome Aquaman, e Ray
Fishercome Cyborg. Nel cast confermati
anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem
Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy
Irons. I produttori esecutivi del film
sono Wesley Coller, Goeff
Johns e Ben
Affleck stesso.
Il 23 Novembre il genere action si
arricchirà di un nuovo film, American Assassin,
probabilmente il primo di una copiosa saga. La pellicola trae
ispirazione dai romanzi di Vince Flynn, serie di
quindici volumi dedicata all’agente della CIA Mitch Rapp. I libri
di Flynn, scritti a partire dal 1999, hanno avuto
subito un enorme successo di pubblico e sono entrati tra i Best
Sellers del New York Times.
American Assassin –
L’Assassino Americano è il primo volume della saga, e dà
il calcio di inizio a tutte le peripezie del giovane protagonista
Mitch, spiegandone anzitutto le origini e le motivazioni. Mitch
Rapp (Dylan O’Bryan) vede morire davanti ai suoi
occhi l’amata fidanzata Katrina (Charlotte Vega)
per mano di un gruppo di terroristi islamici. Deciso a vendicarsi,
viene assoldato dalla CIA e allenato duramente dal veterano della
Guerra Fredda, Stan Hurley (Michael
Keaton). Dovrà sventare più di un attacco criminoso e
scontrarsi col più temibile dei nemici – Ghost (Taylor
Kitsch) – un ex allievo di Hurley, impazzito e in
procinto di costruire un ordigno nucleare.
Il regista Michael
Questa, già vincitore di due Emmy Awards per i pilot delle
serie tv Homeland e Dexter, si trova ormai a suo agio col genere
spy e thriller, senza però badare troppo al fatto che il passaggio
da piccolo a grande schermo dovrebbe avere delle connotazioni
differenti.
Quando si guarda American
Assassin non è infatti facile liberarsi dell’impressione
di stare assistendo all’ennesima puntata di un crime drama
stile Homeland, dove però vi è la primaria
necessità di condensare in 120 minuti ciò che in una serie tv viene
sciorinato in decine e decine di puntate.
Come se non bastassero le
spiegazioni “frettolose” che premono per catapultare i personaggi
nell’azione pura, la logica svanisce dopo i primi minuti del film,
quando apprendiamo che Mitch Rapp, giovanotto senza particolare
inclinazione o presenza, nell’arco di 18 mesi apprende letali
tecniche di combattimento nonché l’intera conoscenza della lingua e
della cultura arabo-islamica.
Inoltre, American
Assassin tocca i suoi punti più bassi nella disarmante
piattezza di contenuti e di moralità. Questo tipo di storie peccano
dell’ormai nota ipocrisia americana per cui la violenza made in USA
è pienamente giustificabile, rispetto a quella dello straniero. La
sequenza iniziale – quell’idillio d’amore infranto, dal retrogusto
melò – diventa un pretesto per la messa in scena dei deliri
d’onnipotenza di un giovane americano qualunque. Un Giustiziere
fai-da-te che combatte contro un terrorismo stereotipato, senza un
approfondimento o quanto meno un tentativo di inquadrare in
un’ottica più ampia una situazione politica estremamente spinosa
(quella tra israeliani e palestinesi).
E se la maggior parte del cast, a
partire dal protagonista Dylan O’Brien,
risulta poco credibile, ancora più incomprensibile sembra la
presenza di Michael Keaton, sghignazzante macchietta di un
Sergente Hartman di kubrickiana memoria. In aggiunta ai cliché
sulla cultura mediorientale, buona parte del film mette in scena
una Roma da cartolina poco credibile, con i soliti adrenalinici
inseguimenti per le viuzze del centro storico.
Tom
Hollander (Pirati dei Caraibi, Mission
Impossible, Ogni tuo respiro) è nel cast di A
Private War, biopic sulla giornalista Marie
Colvin. Nel ruolo della protagonista troviamo
Rosamund Pike (A United Kingdom- L’amore
che ha cambiato la storia, Hostiles).
Il film trae spunto dall’articolo
Marie Colvin A Private War, pubblicato su Vanity Fair nel 2012. La
pellicola racconta il lavoro della giornalista nei suoi reportage
nelle zone di guerra incluse Cecenia, Kosovo, Sierra Leone, Zimbawe
e Sri Lanka durante il quale ha perso l’occhio sinistro.
Marie Colvin è conosciuta per il suo
attaccamento al lavoro e per il suo servizio in Siria durante
la guerra civile durante il quale ha perso la vita.
Il ruolo di Hollander non è ancora
stato rivelato. Nel cast anche Jamie Dornan. Il
film è diretto da Matthew Heineman e le riprese
cominciano questa settimana in Giappone.
John Lasseter,
capo creativo della Pixar Animation Studios, Disney Animation
Studios e Disney Toon Studios, si è preso sei mesi di congedo dallo
studio, alla luce delle accuse di cattiva condotta. Lo scandalo
avviene in concomitanza con l’uscita del film d’animazione
Pixar, Coco.
Il tutto è partito dalla sceneggiatrice e attrice
Rashida Jones, chestava
lavorando alla sceneggiatura di Toy Story 4 con
Will McCormach. La Jones ha dichiarato di aver
lasciato il progetto a causa di avances indesiderate da parte di
Lasseter, anche se sia lei che McCormach sono accreditati nello
script del sequel. (Segue UPDATE)
The Hollywood
Reporter, che per primo riporta la notizia, parla anche di
comportamenti invadenti di Lasseter sul posto di lavoro, abbracci,
baci e commenti sugli attributi fisici dei dipendenti.
Un portavoce della Disney
dichiara:
“Vogliamo mantenere un clima in
cui tutti i lavoratori siano rispettati e incoraggiati a dare il
meglio. Apprezziamo la sincerità di John e lo sosteniamo durante il
suo congedo”.
John Lasseter ha inoltre diffuso un comunicato
ufficiale indirizzato ai suoi dipendenti.
John Lasseter si
scusa per i suoi “comportamenti inappropriati”
“Ho sempre voluto che i nostri
studi d’animazione fossero un ambiente dove i creatori potessero
esplorare le loro visioni con il supporto degli altri animatori e
sceneggiatori. Questo tipo di cultura creative deve essere
mantenuta. Si fonda su fiducia e rispetto e se qualcuno non viene
valorizzato, questa cultura creativa diventa fragile. Da leader è
mia responsabilità assicurare che questo non accada e adesso credo
di aver mancato di rispetto.
Recentemente ho avuto colloqui
difficili: affrontare i propri passi falsi non è stato facile ma è
l’unico modo per imparare da essi. Ho pensato molto al leader che
sono diventato e porto la mia attenzione sul fatto che ho ferito
dei sentimenti. Non è mai stata mia intenzione. Mi scuso dal
profondo del cuore se vi ho ferito. Mi voglio scusare con chiunque
abbia ricevuto un abbraccio non voluto o qualsiasi altro gesto
inappropriato. Non era mia intenzione. Tutti hanno il diritto di
stabilire i propri confini, confini che vanno
rispettati.
Nei miei colloqui con la Disney
siamo concordi nel considerare ogni interesse con serietà e in
maniera appropriata. Noi desideriamo rinforzare quella cultura,
vibrante e creativa che è la chiave del nostro successo. Il primo
passo in questa direzione è il mio congedo che mi darà modo di
riflettere sulle decisioni da prendere in futuro. Per me è
difficile allontanarmi da un lavoro che amo e da una squadra che
stimo. Mi auguro che questi sei mesi mi aiutino a riflettere a
ritornare con intuizioni e prospettive.
Sono orgoglioso di questa
squadra e sono sicuro che farà un ottimo lavoro anche in mia
assenza. Vi auguro buone vacanze e spero vivamente di tornare a
lavorare con voi nell’anno nuovo.
John”.
La Disney Pixar è
al momento impegnata nella promozione di Coco, il nuovo film
d’animazione che arriva oggi, 22 novembre, negli USA, e che invece
arriverà in Italia il 28 dicembre.
Alla luce del comunicato ufficiale
di Rashida Jones, teniamo a correggere quanto
riportato in precedenza. L’attrice e sceneggiatrice ha fatto sapere
che il report di THR non era esatto e che il suo volontario
allontanamento dal progetto di Toy Story 4 non è
stato dovuto a comportamenti inappropriati di Lasseter ma a
divergenze creative con lo Studio.
Nelle parole della Jones, il
chiarimento è necessario affinché coloro che hanno davvero una
storia di violenza o molestia da raccontare possano trovare spazio
e credibilità.
Dopo il ritorno di Han, Luke e Leia,
alcuni fan si aspettavano che la nuova trilogia di Star
Wars concedesse anche a Lando la possibilità di
tornare, cosa che però non è accaduta ne Il Risveglio della
Forza e che non accadrà nemmeno in Star Wars: Gli
Ultimi Jedi.
Stando a quanto dichiarato da Rian
Johnson, non vedremo Billy Dee Williams tornare nei panni di Lando
Calrissian nemmeno in questo Episodio VIII.
Ecco cosa ha dichiarato Johnson a
Entertainment Weekly,
dopo aver specificato che non ha mai considerato la possibilità di
inserire il personaggio nel film: “Non voglio che i fan abbiano
speranze infondate. Non è nel film e non è mai stata considerata la
sua presenza. Amo il personaggio, certamente. Sarebbe stato
divertente vederlo, ma non è una cosa che poteva trovare spazio
nella mia storia.”
Di recente però Williams ha fatto sapere che lui è disponibile a
tornare in una galassia lontana lontana. Ecco cosa ha dichiarato
Brad Kramer, il suo agente: “Billy rispetta lo studio e tutti
quelli coinvolti nella decisione (di escludere il personaggio, ndr)
ma sarebbe felice di partecipare al futuro di Star Wars se gli
venisse chiesto.”
Anche se Billy Dee Williams non è stato
coinvolto, il personaggio di Lando, nella sua versione
ringiovanita, con il volto di Donald Glover,
tornerà sul grande schermo in Solo: A Star Wars
Story, spin off dedicato al personaggio di Han Solo.
La sinossi: “In Star
Wars Gli Ultimi Jedi della Lucasfilm, la saga Skywalker continua
quando gli eroi de Il Risveglio della Forza si uniscono alle
leggende della galassia in un’epica avventura che svelerà i misteri
della Forza e le scioccanti rivelazioni del passato risalenti
all’Era antica. Star Wars Gli Ultimi Jedi arriverà nei cinema
USA il 15 dicembre 2017.”
Il film sarà
diretto da Rian Johnson e arriverà al
cinema il 13 dicembre 2017. Il film racconterà le vicende
immediatamente successive a Il Risveglio della
Forza.
Alla petizione lanciata qualche
giorno fa dai fan di Zack Snyder si aggiunge oggi
anche la richiesta, o meglio, il desiderio del direttore della
fotografia di Justice League di vedere in futuro la
director’s cut del film: è infatti Fabian Wagner
(già autore delle riprese di alcuni episodi di Game of
Thrones e Sherlock) a parlare in
un’intervista con l’Hollywood Reporter, dove ha rivelato alcuni
dettagli sulla realizzazione del cinecomic.
Wagner, che dopo l’addio di Snyder
al progetto per cause familiari, aveva lasciato la post-produzione
in mano a Joss Whedon e al d.o.p. della seconda
unità Philippe Gossart non potendo dunque ultimare il lavoro.
“La versione che avete visto in sala è addirittura più corta di
quanto mi aspettassi e mancano diverse scene” confessa.
“Spero davvero che possiate un giorno vedere la director’s
cut e avere un’idea precisa di ciò che abbiamo
girato“.
Il direttore della fotografia
tedesco ha poi aggiunto di amare i film di Zack
Snyder “proprio perché lunghi e attenti ai dettagli
della storia. Si prendono il tempo necessario e sia che durino tre
o più ore sembrano sempre andare veloci“.
Justice League è
arrivato lo scorso giovedì in sala. Nel cast Ben
Affleck, Henry Cavill, Gal
Gadot, Ray Fisher, Jason
Momoa e Ezra Miller.
Dopo aver pubblicato la script di
Guardiani della Galassia Vol. 2 in rete,
James Gunn ha risposto a molte domande in merito
al film, estendendo nozioni e curiosità anche a Guardiani
della Galassia Vol. 3, unico film, insieme al sequel di
Spider-Man: Homecoming, che è già stato confermato
nella Fase 4 del MCU.
Il regista ha parlato delle scene
post credits del Vol. 2, spiegando che aveva molto
bene in mente quella con Stakar Ravagers: “Mi sono
svegliato con la visione della scena con Stakar Ravagers in mente e
non riuscivo a smettere di pensarci. Abbiamo quasi escluso Adam
Warlock perché non sarebbe sicuramente stato in Avengers 3 e 4 e non abbiamo alcun
piano per lui, in generale.”
A quest’ultima affermazione, sul
fatto di non avere piano per Adam, Gunn
ha chiarito: “… Nonostante molte persone pensino che Adam
comparirà in Guardiani della Galassia Vol. 3, questo è qualcosa che
nessuno di noi ha confermato. Chissà quanto ci vorrà per far
schiudere il suo bozzolo. Detto questo, io amo Adam, ma il suo
tempo deve essere quello giusto.”
Perché mostrare già il bozzolo di
Adam se non si hanno ancora piani per lui? Gunn lo aveva fatto già
in precedenza, mostrando un altro tipo di bozzolo nella casa del
Collezionista nel primo Guardiani, per puro divertimento.
Date le connessioni del personaggio
con il Guanto dell’Infinito e con Thanos, sembra
davvero strano che la Marvel decida di tenerlo “nascosto” ancora
per molto, soprattutto in vista della Guerra dell’Infinito nel
prossimo appuntamento “di gruppo” con il MCU.
Quali saranno, allora, i piani per Adam Warlock?
James Gunn tornerà
a scrivere e dirigere Guardiani della Galassia Vol.
3, e al suo fianco ci saranno anche i protagonisti del
film, presumibilmente, a seconda di come si svilupperanno le varie
storyline in Avengers 3 e 4.
Arriverà nelle nostre sale soltanto
prossimo Settembre Gli
Incredibili 2, sequel del fortunato film prodotto
dalla Pixar uscito nel 2004, ma ha già battuto
ogni record: il teaser trailer ufficiale è infatti risultato il più
visto nella storia dell’animazione con 113 milioni di views su
YouTube. Di seguito potete dargli un’occhiata.
Scritto e diretto da Brad
Bird (Ratatouille,
Tomorrowland), Gli
Incredibili 2 vanta nella versione originale le
voci di Samuel L. Jackson, Bob
Odenkirk e Catherine Keener.
La pagina Facebook di Verizon unlimited ha diffuso un nuovo spot in
collaborazione con la promozione di Star
Wars: Gli Ultimi Jedi.
Sebbene il video sia molto breve e
concentrato sul prodotto, la prima parte dello spot presenta pochi
secondi di video inedito dal film, in cui vediamo
BB-8 e Poe Dameron combattere
fianco a fianco in uno scontro aereo, in cui il droide rotondo
mette in mostra qualità che fino a ora aveva tenute nascoste.
Sia Poe che
BB-8 sono due personaggi nuovi per questa terza
trilogia e hanno conquistato il cuore dei fan.
In particolare, BB-8 è senz’altro un
personaggio tenero e simpatico, mentre Poe, interpretato da
Oscar Isaac, doveva essere fatto fuori nella scena
iniziale de Il Risveglio della Forza, ma
l’interpretazione stessa dell’attore ha così convinto J.J.
Abrams, regista del film, che si è poi deciso di lasciar
sopravvivere Poe e di farne il miglior pilota della Resistenza.
Ne Gli Ultimi Jedi,
il personaggio avrà un ruolo importante ai vertici della Resistenza
stessa, che lo metterà a confronto con il Generale Leia in persona
(Carrie Fisher alla sua ultima apparizione nei
panni del personaggio).
La sinossi: “In Star
Wars Gli Ultimi Jedi della Lucasfilm, la saga Skywalker continua
quando gli eroi de Il Risveglio della Forza si uniscono alle
leggende della galassia in un’epica avventura che svelerà i misteri
della Forza e le scioccanti rivelazioni del passato risalenti
all’Era antica. Star Wars Gli Ultimi Jedi arriverà nei cinema
USA il 15 dicembre 2017.”
Il film sarà
diretto da Rian Johnson e arriverà al
cinema il 13 dicembre 2017. Il film racconterà le vicende
immediatamente successive a Il Risveglio della
Forza.
Si è da poco concluso il tour
promozionale di Justice League con il cast che ha
girato America e Europa e ha incontrato i fan sui vari red carpet.
Per celebrare la fine degli eventi e l’uscita nelle sale del
cinecomic DC, Henry Cavill ha poi pubblicato un
simpatico video sul suo profilo Instagram in cui ringrazia
calorosamente per il supporto mostrato. Di seguito potete dargli
un’occhiata:
Ancora una volta l’attore si è
dimostrato la persona squisita di sempre: Cavill è infatti solito
regalare ai fan foto private e video di ringraziamento per
l’affetto che questi riservano ai film, da Man of
Steel a Batman v Superman: Dawn of
Justice.
Vi ricordiamo che Justice
League è nelle nostre sale da giovedì. Nel cast anche
Ben Affleck, Ray Fisher,
Ezra Miller, Gal Gadot e
Jason Momoa.
L’Aquaman di
Jason Momoa ha conquistato il pubblico di
Justice League, grazie al taglio
sarcastico e alla presenza scenica dell’attore che interpreta
Arthur Curry.
Rispetto a tutti gli altri nuovi
personaggi cinematografici dell’universo DC, Momoa ha già
assicurata la sua occasione di uno standalone, un film già
girato con la firma di James Wan e atteso per il
dicembre del prossimo anno.
Nella scena di Justice
League che vede Arthur raggiungere il regno sottomarino di
Atlantide e incontrare la sua futura moglie Mera (Amber
Heard), il pubblico ha avuto una sorpresa amara. Per poter
parlare sott’acqua, Mera crea una bolla d’aria che racchiude lei e
Arthur.
L’espediente, decisamente poco
ispirato, non sarà però utilizzato in Aquaman,
stando a quanto dichiarato da James Wan stesso, in
risposta all’aria di terrore che serpeggia trai fan della
DC Comics al cinema dopo la tiepida accoglienza
riservata a Justice League.
“Niente bolle d’aria per i
dialoghi” assicura James Wan su Twitter, e a
questo proposito si aprono le scommesse: in che modo Arthur
comunicherà ad Atlantide senza sembrare un pesce in un
acquario?
Prima di apparire come assoluto
protagonista in Aquaman, il personaggio
di Jason Momoa sarà trai protagonisti
di Justice League, diretto
da Zack Snyder, al fianco di Ben
Affleck (Batman), Gal
Gadot (Wonder Woman), Henry
Cavill (Superman), Ezra
Miller (Flash) e Ray
Fisher (Cyborg). Il suo esordio sul grande schermo è
avvenuto quest’anno, in un cameo di Batman v Superman Dawn of
Justice.
Aquamansarà
diretto da James Wan (Insidious,
L’evocazione The Conjuring, Fast and Furious 7) e vedrà
protagonista Jason Momoa (Game
of Thrones). Con lui ci sarà Amber
Heard (Magic Mike XXL, The Danish
Girl) nei panni di Mera. Al cast si
aggiungono Yahya Abdul-Mateen II, Patrick
Wilson, Dolph Lundgren, Ludi
Lin e Willem Dafoe. Il
cinecomic arriverà al cinema il 21 Dicembre 2018.
Sinossi
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Andy Serkis
(Il signore degli anelli, The Avengers, Star
Wars: Il risveglio della forza, Star Wars: Gli ultimi Jedi, The
War-Il pianeta delle scimmie) è nel cast della
commedia Flarsky, accanto a Charlize
Theron e Seth Rogen.
La commedia è diretta da
Jonathan Levine e racconta la storia di Fred
Flarsky (Rogen) che decide di conquistare il cuore della sua ex
babysitter di cui è innamorato sin dall’infanzia. C’è solo un
piccolo problema: lei è Segretaria di Stato.
Le riprese stanno avendo luogo a
Montreal e Serkis interpreta il capo di Rogen. Il film uscirà nelle
sale nel Febbraio 2019.
Black Panther:
le intenzioni del villain secondo Andy Serkis
Serkis sarà nelle sale con
Black Panther dal 16 Febbraio e ha appena
debuttato alla regia con il film Ogni tuo respiro, in questi
giorni al cinema e con protagonisti Andrew
Garfield e Claire Foy.
Qualche anno fa, prima dell’annuncio
del cast ufficiale di Batman V Superman: Dawn of
Justice, sul web avevano iniziato a circolare voci
relative all’attore che avrebbe potuto interpretare Lex Luthor, il
villain principale del film poi affidato a Jesse
Eisenberg (e che rivedremo, molto probabilmente, nel
sequel di Justice League). Ebbene il nome più
frequente era quello di Denzel Washington, che in
una recente intervista ha smentito ogni rumour sul casting:
“Davvero? Non ho mai sentito
niente del genere…Cosa è successo? Dove l’avete sentito?”
confessa sorpreso Washington. “Credete davvero a tutto ciò che
leggete online! Io non ne sapevo nulla“. Nessun incontro è
dunque avvenuto tra l’attore premio oscar e la Warner Bros, e il
ruolo è andato come previsto a Eisenberg.
Voi cosa ne pensate? Avreste voluto
vedere Washngton nei panni di Luthor al fianco di Ben
Affleck e Henry Cavill?
Il nuovo Mission Impossible
6 si preannuncia intrigante e avventuroso, così come
Tom Cruise ci ha abituati sempre più nel corso
degli anni e del procedere dei capitoli delle avventure di
Ethan Hunt.
L’agente segreto interpretato
dall’attore americano tornerà a fare il suo lavoro in compagnia
della sua ormai fedele squadra, che vede trai membri più amati dal
pubblico Benji Dunn, che sarà di nuovo
interpretato da Simon Pegg.
Proprio Pegg e Cruise sono i
protagonisti delle nuove foto dal dietro le quinte del film che
Christopher McQuarrie, regista del film, ha
condiviso sul suo account Instagram:
https://www.instagram.com/p/BbxSPR8nDxj/
https://www.instagram.com/p/BbuF5R-nuQp/
https://www.instagram.com/p/Bbh-ZlRH2ZT/
Le principali riprese sono
cominciate ad Aprile, con una pausa di sei settimane a causa di un
infortunio di Tom Cruise sul set, per uno dei suoi stunt.
La Paramount è riuscita a tenere
completamente nascosti tutti i dettagli della trama e non ci sono
voci o notizie relative all’uscita di un primo trailer. Questo
modus operandi sembra ricalcare quello adottato per promuovere il
capitolo precedente, Rogue Nation, visto che il
primo trailer di quel film arrivò a soli 4 mesi dall’uscita in
sala.
A dirigere il film è stato
richiamato Chris McQuarrie, che ha già
diretto Cruise in Mission Impossible Rogue
Nation.
La produzione
di Mission Impossible
6 comincerà con ogni probabilità nella primavera
2017. Confermati nel cast per adesso ci sono, insieme
a Tom Cruise, Rebecca Ferguson, Jeremy Renner, Sian
Brooke, Henry Cavill, Alec
Baldwin e Simon Pegg.
Andy Park ha
diffuso un nuovo concept di Valchiria per
Thor: Ragnarok decisamente più fedele
alla versione del fumetto del personaggio, rispetto a quanto visto
al cinema con Tessa Thompson.
Il personaggio di Tessa
Thompson è stato uno dei più controversi all’inizio del
film, a partire dall’etnia dell’attrice rispetto a quella canonica
del personaggio, chiaramente caucasico.
Eppure, in scena, la Thompson e la
sua originale Valchiria non sembrano affatto risentire delle
differenze dal fumetto, soprattutto considerato che questa chiave
di lettura per il ruolo si sposa alla perfezione con il tono e la
storia di Thor: Ragnarok, così come l’ha voluta
Taika Waititi, regista, in comunione con
Kevin Feige e i vertici Marvel.
Thor:
Ragnarok è diretto da Taika Waititi. Nel cast
del film Chris
Hemsworth sarà ancora Thor; Tom Hiddleston
il fratello adottivo di Thor, Loki; Il
vincitore del Golden Globe e Screen Actors Guild Award Idris Elba sarà la
sentinella di Asgard, Heimdall; il premio Oscar Sir Anthony Hopkins
interpreterà nuovamente Odino, signore di Asgard.
Nelle new entry invece si annoverano
il premio OscarCate Blanchett (Blue
Jasmine, Cenerentola) nei
panni del misterioso e potente nuovo cattivo Hela, Jeff Goldblum
(Jurassic Park, Independence
Day: Resurgence), che sarà l’eccentrico
Grandmaster, Tessa Thompson
(Creed, Selma)
interpreterà Valkyria, mentre Karl Urban
(Star Trek, il Signore degli
Anelli: il ritorno del re) aggiungerà la sua forza
nella mischia come Skurge. Marvel ha anche confermato che
Mark Ruffalo riprenderà
il suo ruolo di Bruce Banner / Hulk nel sequel.
A volte non bastano un regista
quotato, un cast di star e nemmeno una calorosa accoglienza della
stampa per decretare il successo economico di un film. Le leggi del
mercato sono strane e noi, come tutti, ancora ci chiediamo le
ragioni del flop al botteghino americano di Blade Runner
2049, sequel del cult di Ridley Scott
arrivato nelle sale questo autunno e capace di incassare “soltanto”
249 milioni di dollari nel mondo (a fronte del 150 spesi). Perfino
a mesi di distanza anche Denis Villeneuve non
riesce a spiegare cosa sia successo e l’ha confessato durante una
live su Facebook di Yahoo Entertainment:
“Lo sto ancora digerendo…eppure
abbiamo ricevuto ottime recensioni, e mai mi era capitato con
nessun altro film. Al tempo stesso il box office americano è stato
deludente e questi blockbuster costano davvero molto… Per quanti
soldi potrai incassare, non sarà mai abbastanza“.
“Forse il pubblico non
conosceva bene l’universo di Blade Runner, non gli era
familiare” continua Villeneuve, che si era fatto conoscere in
America grazie a pellicole come Prisoners e
Arrival (prima dei lavori canadesi La
donna che canta e Polytechnique).
“Magari è colpa dell’eccessiva durata…non saprei, rimane
tutt’ora un mistero. In fondo io faccio il regista, non il
venditore. L’importante è aver convinto chi aveva amato l’originale
di Ridley Scott, e questo significa molto per me“.
Dopo Blade Runner
2049 il regista tornerà sul set con Dune, nuovo adattamento del romanzo
fantascientifico di Frank Herbert.
James Gunn ha reso
disponibile in rete la sceneggiatura completa di Guardiani
della Galassia Vol. 2, il secondo film della Marvel che lo ha visto alla regia e
alla stesura dello stesso script.
Sempre via Twitter, Gunn ha risposto a molte domande
e rivelato qualche curiosità in merito al film, come il fatto che
le stesure ufficiali complessive, presentate allo Studio, sono
state 4, ma che tra l’una e l’altra, il regista ha scritto dozzine
di versioni del film per se stesso; oppure le indicazioni in
maiuscolo nella sceneggiatura, che indicano specifiche direttive
per attori o operatori di camera.
Si tratta di un approccio
decisamente più curioso al film di James Gunn e la
possibilità, per chi fosse interessato, di ENTRARE nella produzione
e nella nascita di un progetto importante e di successo come lo è
stato il Vol. 2.
Leggi la recensione di Guardiani
della Galassia Vol. 2
Nel film tornano Chris
Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista e in veste di
doppiatori Vin
Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche Yondu
(Michael Rooker) e Nebula (Karen
Gillan). Tra le new entry Pom
Klementieff, Kurt
Russell, Elizabeth
Debicki,Tommy
Flanagan e Chris
Sullivan.
Sono state annunciate le nomination agli
Independent Spirit Awards 2018 e, a sorpresa,
Luca Guadagnino, regista italiano espatriato,
conquista sei nomination con il suo Call Me By Your
Name, film osannato all’estero ma in arrivo nelle
nostre sale soltanto a Febbraio prossimo.
Lo scorso anno,
Moonlight di Barry Jenkins ha
fatto la parte del leone e, dalle file degli indipendenti, è
arrivato agli Oscar, vincendo il premio più ambito.
Molti di questi titoli potrebbero infatti arrivare
all’attenzione dell’Academy e, perché no, portare a casa anche
premi più famosi e ambiti di quelli che si assegnano soltanto al
cinema indipendente.
Ecco le nomination agli Independent Spirit Awards 2018
Miglior film
Call Me by Your Name, regia di Luca Guadagnino
The Florida Project, regia di Sean Baker
Scappa – Get Out (Get Out), regia di Jordan Peele
Lady Bird, regia di Greta Gerwig
The Rider, regia di Chloé Zhao
Miglior regista
Sean Baker – The Florida Project
Jonas Carpignano – A Ciambra
Luca Guadagnino – Call Me by Your Name
Jordan Peele – Scappa – Get Out (Get Out)
Benny Safdie e Josh Safdie – Good Time
Chloé Zhao – The Rider
Miglior sceneggiatura
Greta Gerwig – Lady Bird
Azazel Jacobs – The Lovers
Martin McDonagh – Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three
Billboards Outside Ebbing, Missouri)
Jordan Peele – Scappa – Get Out (Get Out)
Mike White – Beatriz at Dinner
Miglior film d’esordio
Columbus, regia di Kogonada
Ingrid Goes West, regia di Matt Spicer
Menashe, regia di Joshua Z. Weinstein
Oh Lucy!, regia di Atsuko Hirayanagi
Patti Cake$, regia di Geremy Jasper
Miglior sceneggiatura d’esordio
Kris Avedisian, Kyle Espeleta e Jesse Wakeman – Donald Cried
Emily V. Gordon e Kumail Nanjiani – The Big Sick
Ingrid Jungermann – Women Who Kill
Kogonada – Columbus
David Smith e Matt Spicer – Ingrid Goes West
Miglior attrice protagonista
Salma Hayek – Beatriz at Dinner
Frances McDormand – Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three
Billboards Outside Ebbing, Missouri)
Margot Robbie – I, Tonya
Saoirse Ronan – Lady Bird
Shinobu Terajima – Oh Lucy!
Regina Williams – Life and Nothing More
Miglior attore protagonista
Timothée Chalamet – Call Me by Your Name
Harris Dickinson – Beach Rats
James Franco – The Disaster Artist
Daniel Kaluuya – Scappa – Get Out (Get Out)
Robert Pattinson – Good Time
Miglior attrice non protagonista
Holly Hunter – The Big Sick
Allison Janney – I, Tonya
Laurie Metcalf – Lady Bird
Lois Smith – Marjorie Prime
Taliah Lennice Webster – Good Time
Miglior attore non protagonista
Nnamdi Asomugha – Crown Heights
Armie Hammer – Call Me by Your Name
Barry Keoghan – The Killing of a Sacred Deer
Sam Rockwell – Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards
Outside Ebbing, Missouri)
Bennie Safdie – Good Time
Miglior fotografia
Thimios Bakatakis – The Killing of a Sacred Deer
Elisha Christian – Columbus
Hélène Louvart – Beach Rats
Sayombhu Mukdeeprom – Call Me by Your Name
Joshua James Richards – The Rider
Miglior montaggio
Ronald Bronstein e Benny Safdie – Good Time
Walter Fasano – Call Me by Your Name
Alex O’Flinn – The Rider
Gregory Plotkin – Scappa – Get Out (Get Out)
Tatiana S. Riegel – I, Tonya
Miglior documentario
The Departure, regia di Lana Wilson
Visages Villages, regia di Agnès Varda e JR
Last Men in Aleppo, regia di Feras Fayyad
Motherland, regia di Ramona S. Diaz
Quest, regia di Jonathan Olshefski
Premio John Cassavetes
A Ghost Story, regia di David Lowery
Dayveon, regia di Amman Abbasi
Life and Nothing More, regia di Antonio Méndez Esparza
Most Beautiful Island, regia di Ana Asensio
The Transfiguration, regia di Michael O’Shea
Miglior film straniero
120 battiti al minuto (120 battements par minute), regia di
Robin Campillo (Francia)
Una donna fantastica (Una mujer fantástica), regia di Sebastián
Lelio (Cile)
I Am Not a Witch, regia di Rungano Nyoni (Regno Unito)
Lady Macbeth, regia di William Oldroyd (Regno Unito)
Nelyubov, regia di Andrey Zvyagintsev (Russia)
Premio Robert Altman
Mudbound, regia di Dee Rees
Producers Award
Giulia Caruso e Ki Jin Kim
Ben LeClair
Summer Shelton
Someone to Watch Award
Dayveon, regia di Amman Abbasi
Gook, regia di Justin Chon
Super Dark Times, regia di Kevin Phillips
Truer Than Fiction Award
The Cage Fighter, regia di Jeff Unay
Distant Constellation, regia di Shevaun Mizrahi
Quest, regia di Jonathan Olshefski
American Airlines Bonnie Award
So Yong Kim
Lynn Shelton
Chloé Zhao
Le candidature sono state annunciate
da Lily Collins e Tessa Thompson.
La cerimonia di premiazione della 33ª edizione degli
Independent Spirit Awards avrà luogo il 3 marzo
2018 e sarà condotta da Nick Kroll e
John Mulaney.
Scotty Bowers è un
arzillo novantenne che vive a Los Angeles da quando è tornato dalla
Seconda Guerra mondiale. È un accumulatore compulsivo, le varie
case che ha sono stracolme di oggetti, cimeli e semplice
spazzatura. Scotty ha scritto e pubblicato un libro in cui racconta
come a partire dagli anni ’50 la sua principale attività fosse
fornire “servizi di piacere” ai divi di Hollywood e non solo.
Tra le sue braccia sono passati da
Cary Grant a Katharine Hepburn,
fino a Edward e Wallis, duchi di Windsor.
Matt Tyrnauer,
regista di Valentino: The last emperor torna al
documentario con una storia unica nel suo genere, con un
personaggio di fatto eccezionale.
Scotty, se non portasse con sé una
memoria della Hollywood del periodo dello star system, sarebbe un
anziano signore che non ha mai affrontato i suoi traumi, alcuni
agghiaccianti, che hanno segnato la sua infanzia.
Il suo istinto di sopravvivenza gli
ha permesso di sopravvivere alle difficoltà affrontate da giovane
con la creazione di un mondo e di una professione in cui portare il
piacere ai divi di Hollywood fosse una via di fuga dall’affrontare
altrimenti una infanzia difficile.
Perfettamente lucido nonostante la
veneranda età, e perfettamente a tempo con questo periodo storico
di Hollywood, Scotty racconta quello che la Mecca del cinema è
stata, è, e sempre sarà: un luogo di glamour, arte e di una
relativa perversione.
Evitando commenti sugli eventi di
questi mesi, Scotty ripercorre il periodo in cui gli attori per
contratto dovevano essere i vicini ideali: belle persone con moglie
o marito (strettamente del sesso opposto) non avere dipendenze e
non essere infedele al proprio partner.
Con naturalezza Scotty racconta
quello che poi accadeva nella realtà e nella sua assoluta
discrezione: parla della relazione “bianca” tra due icone come
Katharine Hepburn e Spencer
Tracy, o il vero amore che legò per anni Randolph
Scott e Cary Grant, dice lui, anche se le
famiglie hanno sempre negato che i due fossero qualcosa di più che
semplici amici e coinquilini.
I suoi racconti si spingono fino a
raccontare le perversioni della coppia reale che diede scandalo
prima di Carlo e Diana: Wallis e Edward, i cui gusti sessuali a
quanto pare erano abbastanza variopinti.
Un ritratto di un’epoca, che si
ferma agli anni ’80 con lo spettro della diffusione dell’AIDS e
probabilmente anche di una moralità imposta più rigida e dalla
quale emerge che nulla è scandaloso, o abusante, se lo scopo è il
piacere.
Perlomeno questo è il punto di vista
di Scotty, che a differenza di molte voci che si stanno alzando in
questi mesi, ha deciso di raccontare le sue avventure solo dopo la
morte di tutti i diretti interessati.
Il documentario è stato presentato
in concorso alla Festa del cinema di Roma 2017, dopo essere stato
presentato al Toronto Film Festival 2017, ancora non ha una data di
distribuzione in Italia, ma data l’attualità del soggetto un
passaggio in televisione è prevedibile.
Flatliners – Linea
mortale, al cinema dal 23 novembre in 300 copie,
diretto da Niels Arden Oplev con Ellen Page, Diego Luna e
Nina Dobrev. Distribuito da Warner Bros.
Entertainment Italia, completano il cast
James Norton e Kiersey Clemons.
“Flatliners – Linea mortale è un viaggio
attraverso l’ignoto più profondo – dichiara il regista Niels Arden
Oplev, che aggiunge – se la loro ricerca trovasse una risposta si
tratterebbe della più grande scoperta medica del secolo”.
Protagonista del film nel ruolo di Courtney, Ellen Page racconta:
“È un genere di personaggio che non avevo mai interpretato sino ad
ora, è misteriosa e il suo mistero mi ha colpita. Ha avuto un
passato molto travagliato ed è alle prese con un terribile senso di
colpa – racconta l’attrice nominata agli Academy Awards per
la sua interpretazione in Juno, che aggiunge –
interpretare qualcuno che ha vissuto così tante situazioni
difficili e con questa voglia di esplorare è stato molto eccitante
per me”.
Flatliners – Linea mortale, la
trama
In Flatliners – Linea Mortale,
cinque studenti di medicina, sperando di farsi un’idea del mistero
che si nasconde oltre i confini della vita, si avventurano in un
esperimento audace e pericoloso. Interrompendo il proprio cuore per
brevi periodi di tempo, ognuno provoca a se stesso un’esperienza di
premorte. Mentre la ricerca diventa sempre più pericolosa, i
ragazzi sono costretti ad affrontare i peccati delle loro vite
precedenti, oltre a doversela vedere con le conseguenze paranormali
causate dallo sconfinamento nell’aldilà.
Il regista di Thor: Ragnarok, Taika
Waititi, ha prestato molta attenzione al materiale
promozionale di Justice League, tanto da aver notato
una casualità nella tag line del film di Zack
Snyder che gli ha fatto pensare al suo film
Marvel.
Nel poster del film che
omaggia Alex Ross, Waititi ha
rintracciato la vicinanza delle parole THE e
WORLD (You Can’t Save The World
Alone), sottolineando come queste parole costruiscano,
involontariamente, la parola THOR, proprio il nome
dell’eroe Marvel protagonista del suo film.
Thor: Ragnarok,
film del Marvel Cinematic
Universe numero diciassette, ha fatto registrare
incassi da capogiro e consensi più o meno omogenei da parte del
pubblico.
Justice League
invece ha esordito tiepidamente nelle sale USA, minacciando di
rappresentare una grossa perdita (si parla di 100 milioni) per la
Warner Bros.
Si sono concluse le riprese di
Ant-Man and the Wasp ma del film si sa ancora
molto poco. Paul Rudd, Evangeline Lilly e
Michael Douglas torneranno a interpretare i ruoli
del film del 2015, Ant-Man, Hope Van Dyne e Hank Pym, con la Lilly
che avrà un ruolo predominante e testimonierà al debutto di
Wasp.
Tuttavia sappiamo che il film
affronterà anche il personaggio di Janet Van Dyne, madre di Hope e
Wasp originale, andata perduta nel Reame Quantico.
Una foto rubata dal set del film
mostra Michael Douglas e Michelle
Pfeiffer, che interpreta Janet, mano nella mano, a
passeggiare su una spiaggia. Non si tratta di un flashback, ma di
una foto che dovrebbe rappresentare la contemporaneità del film:
sia Janet che Hank sono invecchiati.
Scott e Hope troveranno quindi il
modo di salvare Janet dal Reame Quantico ma Janet sarà invecchiata.
Come mai, dal momento che si sapeva che nel Reame Quantico il tempo
non scorre e che quindi Janet sarebbe dovuta rimanere giovane?
Il fatto che Ant-Man e Wasp riescano
a salvare Janet non è una cosa che ci sorprende molto, ma sarà
interessante scoprire i nuovi dettagli sul Reame Quantico che
potrebbero comparire alla luce di questo dettaglio “temporale.”
Ant-Man and the
Wasp,arriverà al cinema
il 6 luglio 2018. Alla regia potrebbe
tornare Peyton Reed, mentre alla
sceneggiatura c’è Adam McKay. Nel cast sono
stati confermati i protagonisti Paul
Rudd e Evangeline Lilly.
Confermati nel
cast Michael Douglas, Michael
Pena e David
Dastmalchian. Si sono uniti al cast
anche Michelle Pfeiffer che
interpreta Janet Van
Dyne,Hannah John-Kamen
è Ghost, Randall Park è Agent Jimmy
Woo, Laurence Fishburne è Dr. Bill Foster,
aka Goliath.