Dopo l’eccezionale debutto nel 2022 su
Disney+ con BTS: PERMISSION TO DANCE ON STAGE
– LA, i BTS, le icone pop del XXI secolo, tornano
nella casa dei contenuti coreani pluripremiati
con BTS Monuments: Beyond The Star,
una nuova docuserie in otto episodi in arrivo dal 20 dicembre
in esclusiva su Disney+.
Con interviste mai viste prima, performance e momenti dietro le
quinte con RM, Jin, SUGA, j-hope, Jimin, V e Jung
Kook, BTS Monuments: Beyond The Star
condurrà il pubblico in un viaggio attraverso i 10 anni di carriera
del gruppo, mettendo in luce i loro alti e bassi per la prima volta
in un avvincente formato docuserie.
Con la partecipazione del
presidente di HYBE, Bang Si-Hyuk, e dell’autore di BEYOND THE
STORY : 10-YEAR RECORD OF BTS Kang
Myeongseok, BTS Monuments: Beyond The
Star ripercorre i momenti chiave del gruppo nel corso
degli anni, mostrando com’è nato, come è stato prepararsi per il
debutto e come è stato vincere il premio come “best new
artist” ai Melon Music Awards 2013. Nel corso degli episodi
sono messe in evidenza le loro lotte durante il periodo di
“Danger”, parlando dei loro primi concerti, del debutto agli
American Music Awards e ai Billboard Music Awards, di come è stato
diventare delle star in America, parlando alle Nazioni Unite,
esibendosi al Rose Bowl Stadium, dell’emozione di esibirsi al
Wembley Stadium di Londra e molto altro ancora.
L’imminente docuserie punta i
riflettori anche su momenti molto personali del loro passato, come
il modo in cui si sono incontrati per la prima volta, il processo
iniziale di rinnovo del contratto, le difficoltà di isolamento
durante il COVID e altri momenti più spensierati come la festa di
compleanno a sorpresa di j-hope e la cerimonia di diploma di Jung
Kook.
Disney+ ha annunciato anche i titoli di
ciascuna delle otto parti della docuserie, dando ai fan un’idea di
cosa possono aspettarsi da ogni episodio:
Episodio 1 – Gli Inizi
Episodio 2 – L’adolescenza
Episodio 3 – La ricerca della felicità
Episodio 4 – Disconnessi
Episodio 5 – BENVENUTI!
Episodio 6 – Cominciare e ricominciare
Episodio 7 – Ancora noi
Episodio 8 – Promesse future
Con un doppio episodio in arrivo dal 20 dicembre e due nuove
parti in uscita ogni mercoledì, BTS Monuments:
Beyond The Star si aggiungerà a tutta una serie
di imperdibili contenuti BTS disponibili su Disney+, tra cui: BTS:
PERMISSION TO DANCE ON STAGE – LA, un esclusivo film
concerto in 4K con la performance live dei BTS al Sofi Stadium di
Los Angeles nel novembre 2021; SUGA: Road to
D-DAY, un documentario approfondito che segue SUGA
dei BTS mentre viaggia in tutto il mondo da Seoul a Tokyo, Las
Vegas e oltre alla ricerca di ispirazione musicale per il suo
ultimo album D-DAY; j-hope IN THE
BOX, un documentario dietro le quinte che mostra la
creazione del primo album solista di j-hope, Jack In The Box;
e IN THE SOOP : Friendcation, un
originale travel reality show con un cast stellare che comprende V
dei BTS, Park Seojun di Itaewon Class, Choi Wooshik, star dei
Parasite, Park Hyungsik dei Soundtrack #1 e Peakboy, in cui i
cinque amici si avventurano in un viaggio a sorpresa e si dedicano
a una serie di attività divertenti.
I primi due episodi di BTS Monuments: Beyond
The Star saranno disponibili dal 20 dicembre in
esclusiva su Disney+.
Dopo essersi preso il suo tempo per
trovare il suo prossimo grande ruolo a seguito del trionfo agli
Oscar 2023, Brendan Fraser ha scelto il suo prossimo
grande ruolo, sarà il protagonista di Rental
Family di Searchlight. La regista di
Beef Hikari dirigerà il film da una sceneggiatura che
ha scritto insieme a Stephen Blahut. Hikari sta
sviluppando il progetto dal 2019 e lo produrrà insieme a
Shin Yamaguchi, Eddie Vaisman e Julia
Lebedev di Sight Unseen Productions.
La storia segue quella di un attore
squattrinato che vive a Tokyo, che viene assunto da un’azienda
giapponese di noleggio a conduzione familiare, questa esperienza lo
condurrà in un inaspettato viaggio alla scoperta di sé attraverso i
ruoli che interpreta nella vita degli altri.
La produzione inizierà questa
primavera in Giappone. Blahut e Tomo Koizumi saranno i produttori
esecutivi. Il vicepresidente senior della produzione Taylor
Friedman e il direttore degli affari creativi Daniel Yu stanno
supervisionando il film per Searchlight.
Brendan Fraser sta vivendo una vera e propria
rinascita professionale nell’ultimo anno, iniziata con il suo
lavoro in The Whale di Darren
Aronofsky. Il ruolo gli è valso numerosi riconoscimenti,
culminati con l’Oscar come miglior attore di quest’anno. Anche se
lo sciopero del SAG ha causato un ritardo nelle sue risoluzioni,
Fraser è stato comunque molto cauto nel prendere una decisione su
quale sarebbe stato il suo prossimo ruolo dopo la vittoria
dell’Oscar, anche prima che lo sciopero entrasse in vigore. Quando
finalmente questa sceneggiatura gli è arrivata, è stato difficile
per lui ignorarla e, alla fine, si è impegnato a interpretarla.
The Garbage Man il
nuovo film di Alfonso Bergamo, prodotto da Fenix
Entertainment e Gika Productions, girato interamente in Puglia a
Campi Salentina e dintorni, sarà presentato al Noir in Festival. La proiezione si terrà Mercoledì 6
Dicembre alle ore 18.00 presso il cinema Arlecchino, nella sala
principale del festival. Nel cast ci sono talenti di
spicco, tra i quali Paolo Briguglia, lo statunitense
Randall Paul, Roberta Giarrusso e Tony
Sperandeo. “The Garbage Man”, il secondo lungometraggio di
Alfonso Bergamo, si distingue per la scelta avvincente del
talentuoso Paolo Briguglia nel ruolo di un antieroe improvvisato,
immerso nel degrado di un’Italia trascurata. Il film si configura
come un dramma dalle intense sfumature, dove i contrasti cromatici
e la colonna sonora ispirata agli anni ‘80 si fondono
armoniosamente con l’estetica del fumetto americano e il genere
Revenge-movie.
Racconta Alfonso
Bergamo nelle note di regia:«“The Garbage Man” nasce da
un’immagine potente e ipotetica tratta dalla tragedia di Melissa
Bassi: un netturbino che, lavorando, scopre l’ordigno, salvandola.
Da qui il cuore del film: l’eroismo quotidiano di un uomo che trova
bellezza nel suo mestiere. In un contesto produttivo indipendente,
con tutte le sfide che questo comporta in Italia, ho cercato di
creare un film di genere che osasse porre l’immagine al di sopra
della storia stessa. Con il Direttore della Fotografia Daniele Poli
e lo Scenografo Fabio Tresca, abbiamo cercato di costruire un
universo visivo che trasmettesse emozioni profonde e celebrasse il
potere dell’Immagine Cinematografica».
La trama si sviluppa in
un contesto autentico e tangibile, laddove la periferia italiana,
trascurata e dimenticata, assume un ruolo primario. Un mondo
regolato da leggi non scritte, dove la possibilità di un
cambiamento di vita è spesso un’illusione, e quando si verifica, è
alimentata dalla forza di volontà di individui determinati, spinti
dalla disperazione. Il film si immerge con coraggio nella realtà di
questa periferia, esplorando le sue regole implacabili e il destino
di chi vi è intrappolato. Un’opera cinematografica che getta una
luce cruda e penetrante sulla condizione umana, offrendo uno
sguardo appassionato e coinvolgente su una Italia ai margini,
lontana dai riflettori della società odierna.
Dichiara il Direttore Generale di Fenix Entertainment
Riccardo Di Pasquale – «Siamo grati di presentare il nostro
lavoro straordinario al pubblico del Noir in Festival, un
palcoscenico che riconosce e celebra l’originalità e l’audacia nel
mondo cinematografico. La proiezione di “The Garbage Man”
rappresenta un momento culminante per tutti coloro che hanno
contribuito a questo progetto, dai talentuosi attori al dedicato
team di produzione. La storia di “The Garbage Man” è un
coinvolgente viaggio nella vita di un uomo costretto a compiere
scelte difficili per ribellarsi contro la violenza e le
ingiustizie. Siamo entusiasti di condividere questa esperienza
unica con gli spettatori del Noir in Festival».
Dichiara il Produttore di Gika Productions Giangi
Foschini – «Dal cuore della Puglia alla prestigiosa vetrina
del Noir in Festival, siamo entusiasti di presentare “The Garbage
Man”, il nostro ultimo gioiello cinematografico. Un film che si
distingue per la sua audacia nel raccontare l’eroismo quotidiano in
un contesto avvincente e autentico. Con un cast tecnico e artistico
di talenti eccezionali, abbiamo lavorato instancabilmente per
portare sullo schermo una storia che va oltre la trama,
immergendosi nella cruda realtà della periferia italiana
trascurata».
Sarà Daniel
Pennac,
vincitore del Raymond Chandler Award 2023 e
autore della celebre saga editoriale di Malaussène, il
protagonista della giornata inaugurale della 33ma edizione del
Noir in Festival, in programma a Milano dal 1 al 7
dicembre. Diretto da Giorgio Gosetti, Marina
Fabbri e Gianni Canova (Delegato IULM),
promosso dalla Direzione Generale Cinema del MIC, con il sostegno
dell’Università IULM, in collaborazione con la Cineteca Italiana,
la Casa del Manzoni, la Lombardia Film Commission, l’Institut
français Milano, Lo Scrittoio, Rizzoli Galleria, il Circolo dei
Lettori e Milano Film Network, e sotto il Patrocinio del Comune di
Milano, si conferma la realtà più originale nel campo del mystery
tra cinema, letteratura, cronaca e storia.
“Le scelte di quest’anno”,
dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, “vanno nella
direzione della scoperta e della varietà dei temi e dello stile. Ci
piace pensare che il genere più rappresentativo e popolare del
Novecento abbia scoperto nuovi mondi e moderne ibridazioni nel
nuovo millennio. Il nostro compito è esplorare questa realtà grazie
al talento di registi, scrittori, narratori”.
Otto i film del concorso
internazionale, tutti in anteprima italiana
al Cinema Arlecchino,
sette gli eventi speciali e
i fuori concorso, sei i film finalisti
per il Premio
Claudio Caligari per la migliore opera italiana
di genere dell’anno. Come ogni anno sono cinque i romanzi italiani
di genere candidati al Premio Giorgio
Scerbanenco, ospitato nuovamente a Casa Manzoni e che da
quest’anno, grazie al sostegno della Lombardia Film Commission,
vede la nascita del Premio Scerbanenco – Romanzo per
il Cinema; undici gli scrittori protagonisti
degli incontri a Rizzoli
Galleria, sette gli appuntamenti
al Campus IULM tra cui la masterclass di
Daniel Pennac, il racconto del mondo noir di Gabriele Salvatores
con Gianni Canova e Paola Jacobbi e un incontro su Cormac McCarthy,
scomparso quest’anno, tra romanzi, cinema e vita.
Un posto di rilievo spetta infine
alla giornata dedicata il 2 dicembre al Giallo Storico e alla
vicenda di Marianna de Leyva, la celebre Monaca di
Monza de I promessi sposi di
Manzoni, a cura di Cinzia Masotina e Marina Fabbri,
realizzata in collaborazione con il Centro Nazionale Studi
Manzoniani e la Casa del Manzoni. Vi partecipano gli studiosi Mauro
Novelli e Daniela Brogi, gli scrittori Giancarlo De Cataldo, Luca
Crovi, Marina Marazza, Ben Pastor, Marcello Simoni, il regista
Marco Bellocchio.
Tra gli eventi cinematografici più attesi: il nuovo film di Neil
LaBute Out of the Blue con Ray
Nicholson (figlio d’arte) e Diane Kruger; The
Goldman Case di Cédric Kahn, una delle più
splendenti sorprese dell’ultimo festival
di Cannes; il vincitore del Pardo
d’oro Critical Zone di Ali
Ahmadzadeh, thriller-verità sulla vita sotterranea nella Teheran
degli Ayatollah; gli
italiani Runner di Nicola
Barnaba con Matilde Gioli e Francesco
Montanari e The Garbage
Man di Alfonso Bergamo con Paolo Briguglia e
Tony Sperandeo; il noir israeliano a tempo di
rap The City di Amit Ulman; il
provocatorio
queer-thriller Femme di Sam H.
Freeman e Ping Ng Chong; il candidato
all’Oscar The Ashes of Time di
Loïc Tanson; la serie d’animazione Italica Noir: i
ferri del mestiere dedicata alla Mala milanese e
narrata da Jake La Furia.
Tra gli appuntamenti letterari: la nuova stella del noir
tedesco Harald
Gilbers con Morte sotto le
macerie (Emons Libri), Giancarlo De
Cataldo con il suo Colpo di
ritorno (Einaudi), Donato
Carrisi (L’educazione delle farfalle,
Longanesi), la best seller canadese Ashley
Audrain (Sussurri,
Rizzoli), Giampaolo Simi (Il cliente
di riguardo, Sellerio), la magica Deepti
Kapoor con L’età del
male (Einaudi) e il fondatore di
Virgilio.it Fausto
Gimondi con Fortuna
criminale (Longanesi), presentato da Camila
Raznovich.
Tra gli ospiti particolari e gli eventi irrinunciabili di questa
edizione possiamo suggerire l’incursione nel mondo musicale: con il
libro di Giovanni Robertini («Linus» e
«Rolling Stone») Morte di un trapper (Harper
Collins); la presenza di Nina Zilli che
affianca la scrittrice e regista Cinzia
Bomoll con la lettura di brani di Non dire
gatto (Ponte alle
Grazie); Pivio che racconta la musica
del noir realizzata con Aldo De Scalzi (e i vinili
di Diabolik). E ancora, la serata dedicata dal Centre
Culturel Français a Daniel Pennac con la
proiezione de Il Paradiso degli orchi (di
Nicolas Bary, con Bérénice Bejo ed Emir Kusturica) e la
“riscoperta” di uno dei film più sorprendenti di Marco
Bellocchio, Sangue del mio sangue, intensa e
personale indagine storica su una monacatura forzata nel ’600 ed
eco del più noto episodio manzoniano.
“La scelta di Daniel Pennac per il nostro ‘Nobel’ della
narrativa noir”, dicono Marina Fabbri e Giorgio
Gosetti, “è in qualche modo emblematica di tutto il
programma dell’anno. Autore fuori dagli schemi, ironico e
spiazzante anche nel suo attraversamento del genere, Pennac ci
guida in territori inediti del mystery in cui la realtà e
l’inaspettato, lo sfondo sociale e la fantasia, il sorriso e il
dramma hanno la meglio sulla tradizione del noir classico e lo
traghettano nel mondo di oggi. Lo stesso spirito di ‘passaggio’
abbiamo del resto voluto sottolinearlo grazie alla matita di
Manuele Fior con la sua Milano sospesa tra i segni millenari del
Duomo e la skyline di una metropoli futuribile”.
Foglie
al vento (Fallen Leaves) arriva nei cinema italiani dal 21
dicembre.
Anche se finora
mi sono fatto una reputazione discutibile girando soprattutto film
violenti e irrilevanti, ho finalmente deciso, tormentato da tutte
le guerre insensate, inutili e criminali, di scrivere una storia
sui temi attraverso i quali l’umanità potrebbe avere un futuro:
l’anelito all’amore, alla solidarietà, alla speranza e al rispetto
per gli altri, la natura e tutto ciò che è vivo o morto. A
condizione che il soggetto lo meriti.
In questo film
faccio disinvoltamente un piccolo plauso ai miei dei, Bresson, Ozu
e Chaplin, ma sono comunque l’unico responsabile di questo
catastrofico fallimento!
Aki Kaurismäki
La trama di Foglie al
vento (Fallen Leaves)
Due persone sole
(Alma Pöysti e Jussi Vatanen) si incontrano per caso una notte a
Helsinki. È l’ultima occasione per trovare il primo, unico e
definitivo amore della loro vita.
Il percorso è
però intralciato dall’alcolismo di lui, dai numeri di telefono
persi, dal non conoscere nomi o indirizzi reciproci e dalla
tendenza generale della vita a porre ostacoli a chi cerca la
propria felicità.
Rustin,
il biopic diretto da George C. Wolfe e dedicato
all’attivista nero che diventò la “mente” dietro la storica marcia
su Washington del 1963, deve essere quasi necessariamente valutato
adoperando due metodi di giudizio separati, ovvero quello specifico
volto alla critica del film nella sua riuscita estetica e quello
che invece lo inserisce in un discorso e un contesto
cinematgorafico maggiormente ampi.
Rustin, la trama
Partendo dalla
valutazione prettamente rivolta a Rustin, bisogna scrivere che pur
rappresentando un evidente passo indietro rispetto al più viscerale
Ma Rainey’s Black Bottom – in quel caso molto
probabilmente contava il fatto di appoggiarsi sul testo di un
grande autore quale era August Wilson – questo nuovo lungometraggio
di Wolfe non possiede alcun evidente difetto che ne mina la
riuscita in maniera perentoria. Ogni elemento del film biografico –
dalla regia al montaggio, dalle interpretazioni alla ricostruzione
storica – contribuisce alla composizione di un prodotto di qualità,
ideato e realizzato con attenzione ai particolari e la volontà di
soddisfare le esigenze dei un pubblico ampio.
Nel ritmo della
narrazione quanto nell’esposizione filmica Rustin si sviluppa sui
binari consolidati di questo tipo di produzioni, offrendo uno
spettacolo sufficientemente efficace. Colman Domingo come
protagonista in molti momenti regge il film sulle proprie spalle
con un’interpretazione certamente istrionica ma che non sconfina
mai nella forzatura. In un cast di contorno pieno di attori e
caratteristi di consumata professionalità spiccano a nostro avviso
un carismatico Glynn Turman, la sempre efficace
CCH Pounder e Jeffrey Wright che
si distingue pur avendo praticamente a disposizione una sola vera
sequenza. Sono senza dubbio un gruppo di attori affiatati e capaci
di rimanere sempre sulla stessa lunghezza d’onda il pregio maggiore
di questo biopic
di indubbia solidità.
Una questione di contesto
Perché dunque
Rustin risulta un lungometraggio che
verosimilmente non lascerà tracce considerevoli nella storia del
cinema di impegno civile? E questo ci porta adesso a considerare il
secondo fatto di cui abbiamo accennato all’inizio della recensione,
ovvero il contesto a cui appartiene e in cui è stato realizzato.
Appare ormai evidente che l’establishment hollywoodiano cerca ormai
il consenso di una fetta di pubblico ben precisa gratificando le
esigenze con film che non problematizzano più quello che
raccontano, e peggio ancora non prendono più in considerazione
molti dei temi e dei problemi presenti nel passato della storia
americana almeno quanto nel presente.
Non possiamo parlare di
cinema agiografico, forse il termine è eccessivo, ma di certo non
si tratta di un prodotto che spinge lo spettatore verso un
qualsiasi tipo di turbamento emotivo o intellettuale. Se pensiamo
ai film che negli ultimi anni hanno raccontato le tappe storiche
della battaglia per i diritti civili negli Stati Uniti, e di
conseguenza la piaga del razzismo nelle sue molteplici forme,
pochissime situazioni o questioni vengono realmente presentate come
elemento capace, anzi desideroso di generare dibattito sul
presente.
Rustin non si sforza di farsi
metafora del presente
Rustin
rispecchia questa univocità di visione in maniera puntuale quanto,
in almeno una scena come quella dell’”addestramento” degli agenti
di polizia, francamente sconfortante. Un lungometraggio che rimane
nel passato e non proietta alcuno sforzo per farsi metafora di
quello che non funziona oggi nella società americana. Questo tipo
di cinema, ed è forse il suo peggior torto, si sta facendo sempre
piû classista: si rivolge infatti – e sembra sempre piû voler
compiacere – una fetta di pubblico che rappresenta un contesto
socioeconomico elevato, stabile, mentre la popolazione rimasta in
condizioni maggiormente disagiate, e che proprio per questo subisce
le varie declinazioni del pregiudizio in maniera ancor più
drammatica, non trova piú rappresentazione a Hollywood.
La lezione di
Spike Lee – fino al suo ultimo, “sbagliato” ma
schierato Da 5 Bloods – appare tristemente dimenticata,
se non addirittura “ripudiata” al fine di dimostrare che, come
Rustin appunto, il cinema nero ha raggiunto
posizione di saldezza all’interno dell’industria dello spettacolo
americana. Ma quale costo è stato pagato? Se vi capita di vedere o
rivedere Fa’ la cosa giusta, Malcolm X o
He Got game, tanto per citare alcuni titoli di
Lee, allora lo capirete…
Arriva oggi su NetflixLeo, una nuova commedia
musicale d’animazione adatta a tutta la famiglia. Scritto da
Robert Smigel (Hotel Transylvania), prodotto da
Adam Sandler e diretto
da Robert Marianetti, Smigel e
dal character designer e story artist David
Wachtenheim, Leo potrebbe essere
uno dei film d’animazione più divertenti dell’anno. Non sarà
all’altezza di titoli animati più di rilievo del 2023 come
Nimona, Spider-Man: Across the Spider-Verse o
Tartarughe Ninja: Caos Mutante, ma
riesce a far conoscere il fascino creativo di Adam
Sandler anche alla generazione dei più giovani.
Leo, la trama: una
lucertola (quasi) in pensione
Gran parte del fascino di
Leo risiede nella storia stessa. Leo, una
lucertola di 74 anni, condivide lo stesso terraio con
Squirtle la tartaruga (doppiato da Bill
Burr) da più di sette decenni, in un’aula di classe
elementare della Florida. Quando Leo apprende di poter avere solo
un altro anno di vita, sente l’impellente desiderio di vedere il
mondo al di fuori del terraio dove ha sempre vissuto e decide di
compiere una folle corsa nelle Everglades per godersi lo
spettacolo dei tramonti in natura prima che sia troppo tardi.
L’opportunità si presenta quando la
cattiva supplente Mrs. Malkin (doppiata da
Cecily Strong) costringe gli studenti a portare a
casa uno degli animali domestici per il fine settimana, non fosse
che, durante la fuga, Leo si lascia sfuggire il
fatto che può parlare. Anni di osservazione dei ragazzi che entrano
ed escono dalla classe lo hanno reso, in effetti, un terapeuta, e
Leo non può esimersi dal dispensare la sua saggezza con generosità,
spesso attraverso canzoni a tema. Ben presto, diventa l’esperto di
consigli dell’intera classe, ma il suo viaggio si complica quando
si ritrova involontariamente nelle Everglades e viene organizzata
una missione di salvataggio per recuperarlo.
Un viaggio di formazione di e con
Leo
Leo è, sostanzialmente, la storia
commovente di come una lucertola, che pensa di essere sull’orlo
della morte, si metta involontariamente a convincere un’intera
classe di bambini che ognuno di loro è speciale. Per certi versi, è
la storia di un vecchio nonno brontolone che scopre di avere ancora
amore nei confronti delle piccole cose inaspettate. Non è solo un
film per bambini: sì, ci sono molti bambini e c’è una lucertola
parlante ma, assieme al messaggio che “ogni bambino è
speciale“, il film vuole anche dimostrarci che ogni
adulto è unico e speciale a modo suo.
In questo caso, il viaggio è tanto
di Leo quanto dei bambini, poiché il film inizia
con la lucertola protagonista che discorre con il suo amico di
quanto questo nuovo anno scolastico e scolaresca sia simile alle
altre che hanno già conosciuto nel corso degli anni. In effetti,
Leo ha ormai un’idea stereotipata degli alunni, è sicuro di
conoscerli già, ma scoprire come pensano e si comportano al di
fuori dell’aula di scuola gli insegna che nella vita c’è molto di
più delle Everglades o di quello che crede già di
sapere.
Una nuova variazione della comicità
di Adam Sandler
In Leo,
Sandler maschera abilmente la sua iconica voce,
offrendo al pubblico una nuova interpretazione sfaccettata,
calorosa e che si adatta alla location presentata. Trattandosi di
una sceneggiatura da lui co-scritta, non potevano mancare un paio
di gag scatalogiche, che si collocano più sul versante PG-13,
un’età più avanzata rispetto a quella dei ragazzi ritratti nel
film, ma che si assicura la complicità anche di un pubblico più
adulto. Ovviamente, nel formato animato il registro
sandleriano varia sensibilmente e ci si concentra di più
sui design spassosi dei personaggi. Leo è la
versione di Sandler tenera, aperta al dialogo, che
cerca di sfruttare il suo ingegno e la sua empatia per tirare fuori
il meglio delle persone.
Si riflette il carattere gioioso di
Leo, nonostante la vecchiaia, e lo si espande per tutta la durata,
offrendo anche sfumature toccanti che non stonano con la
messinscena. Serena e limpida, la Florida da cartolina che fa da
sfondo a Leo acquista più significato con
l’evoluzione della tartaruga, convinta da sempre di aver vissuto
una vita intera navigando fra generazioni e conoscendo ogni
frammento delle loro esistenze. L’ulteriore apertura mentale e lo
slancio ad instaurare nuovi formidabili rapporti (non solo con
Squirty) aiuteranno Leo ad uscire
figurativamente fuori dalla sua gabbia e a dare un senso a ciò che
pensava fosse inevitabile durante la conclusione del suo ciclo di
vita.
Sono passati poco più di due anni
dal
debutto di Squid
Game, la serie sudcoreana del regista Hwang
Dong-hyuk (The Fortress, Miss Granny,
Silenced), una sanguinosa fiaba dark che
nell’arco di pochissimo tempo ha scalato la classifica della Top10
Netflix
ed è divenuta un vero e proprio fenomeno culturale
globale. Tutti hanno guardato Squid Game, tutti
ne hanno parlato e, purtroppo, tutti (o quasi) hanno pensato almeno
una volta di volerla in real life. Ed è proprio
accogliendo la curiosità del pubblico che Netflix ha realizzato Squid Game: La Sfida,
il primo reality show ispirato alla serie di
successo con protagonista l’attore Lee
Jung-jae.
La trama resta fedele al prodotto
originale: 456 persone decidono di indossare le
iconiche tute verdi per partecipare alla competizione televisiva
più pericolosa di sempre e vincere l’incredibile montepremi di
4,56 milioni di dollari. I concorrenti si sfidano
senza alcuna pietà ai giochi ispirati alla serie originale, a cui
si aggiungeranno anche nuove e inedite sfide. La serie – dal titolo
originale Squid Game: The Challenge – è
composta da 10 episodi di circa un’ora che
verranno rilasciati nei seguenti giorni: Parte 1 (5 episodi) il
22 novembre, Parte 2 (4 episodi) il 29
novembre e Parte 3 (ultimo episodio) il 6
dicembre.
Quando c’è di mezzo il denaro, non è mai un “gioco da
bambini”
Fin dai primissimi secondi risulta
evidente quanto Netflix si sia impegnato per ricreare il
k-drama di Hwang Dong-hyuk a 360°. Stessa scenografia
epressionisticamente colorata e accogliente, stessa atmosfera
angosciante e tesa, stesse musiche ossessionanti che oscillano
dalle canzonette infantili alle melodie horror, e stesse dinamiche
di gioco senza, ovviamente, le pene cruente e mortali a ogni
eliminazione. Ma ciò che davvero rende il reality così tanto simile
al dramma originale sono gli stessi forti sentimenti di disagio che
provoca nel pubblico. Disperazione, frustrazione, tensione,
sconforto e rabbia sono i sentimenti predominanti generati
dal reality. Pur non lottando tra la vita e la morte, i giocatori
vivono quelle stesse incontrollabili emozioni che sfociano in
pianti interrotti, sete di vendetta e profonda scelleratezza.
Quando il regista presentò Squid
Game, opera nata da una lunga e turbolenta gestazione, spiegò
che la sua intenzione era “scrivere una storia che
rappresentasse un’allegoria o una favola sulla società
capitalistica moderna, che descrivesse una gara estrema
come è la vita”. A distanza di pochi anni, il nuovo reality
Netflix conferma, in modo decisamente meno poetico,
l’oscura e triste parabola di Dong-hyuk sulla
società in cui viviamo. Una società in cui anche l’uomo più libero
è schiavo del disumano e grottesco Dio Denaro.
Squid Game: La Sfida | Stagione 1
Il reality show di Squid Game perde la nobile denuncia
sociale di Hwang Dong-hyuk
I primi 5 episodi di
Squid Game: La Sfida hanno diviso duramente la
stampa internazionale. Se per alcuni la serie è stata considerata
coinvolgente, appassionante, degna e fedele all’opera precedente;
per tanti altri non sembra essere riuscitaa riportare su schermo la profondità riflessiva e la nobile
denuncia sociale del dramma
originale. Anzi, la satira sociale sembra ora quasi
ridicolizzata da uno spettacolo televisivo che pone sotto i
riflettori tutta la nostra miserabilità.
In questa prima parte, infatti,
nessun giocatore ha una storia toccante da
raccontare e, probabilmente, nessuna valida motivazione
che possa onorare la propria partecipazione al programma e il
proprio bisogno di denaro. Nonostante ciò, fin dal primo episodio,
i giocatori piangono, tremano, pregano di potersi salvare e giocare
ancora per conquistarsi lo straordinario montepremi. Tutto questo
rende quasi impossibile per lo spettatore poter provare
empatia e giustificare tutto il dolore a cui sta
assistendo. Di conseguenza, risulta difficile anche affezionarsi a
un giocatore in particolare e, banalmente, sperare che vinca.
Questa spettacolarizzazione del dolore,
apparentemente ingiustificata, porta il pubblico a prendere le
distanze e a guardare lo show con perplessità.
Il risultato, almeno per ora, non è
quello sperato: i primi episodi di Squid Game: La
Sfida non riescono a nobilitare l’ambizioso progetto
di Netflix, dando piuttosto vita a un bizzarro e triste
reality dove – pur eliminando l’ombra della morte – ogni
gioco si rivela sempre più mortificante e crudele. Ma, in fondo,
non è ancora detta l’ultima parola. Cosa accadrà nei prossimi
episodi?
Ahora! Film è entusiasta di portare per la prima volta in
Italia, dal 23 novembre, il feel-good movie britannico di
successo FISHERMAN’S FRIENDS diretto da Chris
Foggin, tratto dalla storia vera di un gruppo amatoriale di
cantanti folk composto da dieci pescatori della Cornovaglia che
riscuote un inaspettato – quanto improbabile – successo nel Regno
Unito.
In occasione di una proiezione
in anteprima domani, 22 novembre alle ore 10:30 a Palazzo del
Cinema Anteo, tutti i nostri lettori sono invitati a partecipare.
Basta recarsi all’ingresso e dire che si è stati invitati da
Cinefilos.it. L’iniziativa è valida fino a esaurimento
posti!
Brillante, ma al tempo
stesso profondo e ricco di insegnamenti di vita, FISHERMAN’S
FRIENDS è interpretato da un cast di eccellenze britanniche
– tra cui James Purefoy, Daniel Mays, Meadow Nobrega e David
Hayman – ed è ambientato nell’incantevole Cornovaglia e girato
principalmente a Port Isaac, pittoresco villaggio di
pescatori situato sulla costa settentrionale dove tradizionalmente
si riunivano gli originali Fisherman’s Friends per cantare le loro
canzoni del mare.
FISHERMAN’S FRIENDS sarà
nei cinema italiani con Ahora! Film dal 23 novembre in
collaborazione con Fisherman’s friend, la storica caramella
balsamica extra forte, nata proprio in Inghilterra nel 1865 nella
cittadina portuale di Fleetwood, dall’ingegno di un giovane
farmacista dal nome James Lofthouse, il quale ideò uno sciroppo per
dare sollievo alla gola dei pescatori che navigavano nei tempestosi
mari del nord.
Trasformatasi in una pastiglia questa divenne negli anni la famosa
caramella “più forte che c’è” che tutti conosciamo, importata in
Italia da Divita srl.
Sinossi:
Danny, dirigente musicale
londinese cinico e dalla vita frenetica, si reca a malincuore in
Cornovaglia per l’addio al celibato del suo collega Henry. Lì viene
ingannato dal suo capo Troy per cercare di ingaggiare un gruppo di
pescatori che cantano canzoni marinaresche. Danny diventa il “pesce
fuor d’acqua” per eccellenza, ma cerca di conquistare il rispetto e
l’entusiasmo dell’improbabile boy band composta da Jim, Jago,
Leadville e Rowan, lupi di mare che credono nel valore
dell’amicizia e della comunità piuttosto che alla fama e alla
fortuna. Nel tentativo di superare lo scetticismo dei pescatori nei
confronti del mondo della musica, Danny si ritrova coinvolto nella
comunità, viene messa alla prova la sua integrità e alla fine gli
viene mostrato il significato di lealtà, amore e amicizia. Questo
costringe Danny a rivalutare ciò che conta davvero nella vita.
In procinto di tornare a essere
Wolverine sul grande schermo per Deadpool 3, Hugh Jackman
non ha perso lo smalto e ha ripreso ad allenarsi con costanza per
dare al pubblico il mutante artigliato che tutti meritiamo. Eccolo
di seguito in un video di un suo allenamento in cui effettua con
maestria un imponente sollevamento pesi.
L’attore ha anche condiviso una foto
in cui è in compagnia di Shawn Levi, che dirige il film. Sebbene i
due sono amici di lunga data e quindi la foto può essere anche solo
un incontro informale, è plausibile pensare che dopo lo sciopero
degli sceneggiatori e degli attori, alcune modifiche siano state
apportate alla storia ed è necessario per regista e co-protagonista
parlarne.
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3, con
protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i
film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al
contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato
da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
Nel film saranno poi presenti anche
personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come
Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera
che anche altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck. L’attrice Jennifer Garner
sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque
a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn
Levy dirigerà Deadpool 3,
mentre Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi
sui fumetti creati da Rob Liefeld,
confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente
dei Marvel Studios, Kevin
Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà
un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo
renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione
matura.
La scenografa di Oppenheimer,Ruth De Jong è stata incaricata di costruire Los
Alamos, sede del Progetto Manhattan e del sito del Trinity Test,
per il film di Christopher Nolan. Ma la sua
impresa più impegnativa è stata ricreare lo Studio Ovale per una
sequenza del terzo atto del film.
Alla Artisans Screening
Series di Variety, De Jong ha detto al
pubblico che la scena della Stanza Ovale in questione si sarebbe
dovuta girare originariamente presso la Biblioteca Nixon a Yorba
Linda, in California, ma questa pianificazione è fallita sette
giorni prima delle riprese.
Internamente, De Jong è impazzita.
“Pensavo che sicuramente avremmo potuto spostare [la scena]
alla fine della pianificazione delle riprese”, ha detto, ma
Gary Oldman, che interpretava il presidente Harry
Truman, aveva un programma serrato e poteva girare solo quel
giorno.
Quindi, De Jong ha chiamato il suo
supervisore artistico, Samantha Englander, per
chiedere aiuto. Molto presto, le due avevano ventilato l’opzione di
trovare e utilizzare una costruzione preesistente della Stanza
Ovale. E hanno pensato a Veep.
Non solo lo studio ovale di Veep era stato
costruito in scala, ma era in deposito, smontato e Englander lo
aveva ancora in sospeso. Ci sarebbero voluti dai quattro ai cinque
giorni per rimontare il set, quindi De Jong ha inviato una squadra
di coordinatori della costruzione per tirarlo fuori. “La
modanatura della corona stava cadendo. È stato un disastro”,
ha detto De Jong. La squadra del film ha lavorato 24 ore su 24 per
cinque giorni. “Gary Oldman non ne aveva idea“, ha detto.
“E la vernice era ancora fresca.”
Tutto quello che c’è da sapere sul
film Oppenheimer
Scritto e diretto
daChristopher Nolan,
Oppenheimer è un
thriller storico girato in IMAX che porta il pubblico
nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve
rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare. Il film è
interpretato da Cillian
Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily
Blunt nel ruolo della moglie, la biologa e
botanica Katherine “Kitty” Oppenheimer. Il premio
Oscar Matt
Damon interpreta il generale Leslie Groves Jr.,
direttore del Progetto Manhattan, e Robert Downey Jr.
interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione
statunitense per l’energia atomica. La candidata all’Oscar Florence
Pugh interpreta la psichiatra Jean Tatlock,
Benny Safdie interpreta il fisico teorico Edward
Teller, Michael Angarano interpreta Robert Serber
e Josh Hartnett
interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest
Lawrence. Il film è anche interpretato dal vincitore
dell’Oscar Rami
Malek e questo film vede Nolan riunirsi con
l’attore, scrittore e regista otto volte candidato
all’Oscar Kenneth
Branagh. Il cast comprende anche Dane DeHaan
(Valerian e la città dei mille pianeti), Dylan
Arnold (serie Halloween), David Krumholtz
(La ballata di Buster Scruggs), Alden Ehrenreich
(Solo: A Star Wars Story) e
Matthew Modine (Il Cavaliere Oscuro – Il
ritorno).
Il film è tratto dal libro vincitore
del premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert
Oppenheimer di Kai Bird e del compianto
Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da
Emma Thomas, Charles Roven di
Atlas Entertainment e Christopher Nolan. Oppenheimer è girato sia
in IMAX 65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include,
per la prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica
IMAX in bianco e nero. Uscito al cinema il 20 luglio, ha incassato
ad oggi quasi un miliardo di dollari in tutto il mondo,
affermandosi come uno dei maggiori successi di Nolan.
Premettendo che qualsiasi
informazione e rumor in merito a
Avengers: The Kang Dynasty e Avengers:
Secret Wars sono al momento tutte molto incerte,
sembra che ci siano delle probabili novità in merito al quinto film
dedicato agli Avengers in programma per il MCU.
Il finale della seconda stagione di
Loki sembra aver settato un (multi)universo molto
preciso, per il Marvel Universe, in cui l’ex (?)
Dio dell’Inganno ha assunto ormai un ruolo fondamentale, ponendosi
a tutti gli effetti a guardia del flusso temporale del mondo, al
posto di Colui che Rimane, e gettando effettivamente le basi per un
silenzioso abbandono di Kang. Loki infatti ora siede fuori dal
tempo e alimenta l’intero Multiverso, dando a ogni essere esistente
il libero arbitrio di cui è stato derubato da Colui che
Rimane e dalla sua Sacra Linea Temporale.
Anche se l’arco narrativo di Loki
sembra così finalmente compiuto, è emerso che il personaggio di
Tom Hiddleston potrebbe avere un ruolo enorme
in Avengers:
Secret Wars. Tuttavia, il fatto che Loki sia al centro
potrebbe essere solo uno dei prerequisiti dei Marvel Studios per il capitolo finale della
Saga del Multiverso (spiegando perché lo sceneggiatore di Loki,
Michael Waldron, è stato inizialmente
coinvolto).
Il fatto che la persona con il
potere di alimentare un Multiverso infinito sia una parte
importante di Avengers:
Secret Wars non è una grande sorpresa,
soprattutto perché è stato precedentemente affermato che il film si
concluderà con la creazione di una nuova Terra-616 che funge da
riavvio graduale per l’MCU, in cui, forse, verranno
aggiunti permanentemente gli X-Men e i Fantastici
Quattro.
Dal canto suo, l’attore inglese ha
affermato che ci sono buone possibilità che interpreterà di nuovo
Loki. “È così difficile predirlo, perché almeno due volte
nella mia vita ho detto addio al personaggio”, ha detto
l’attore. “Ho scritto a Kevin Feige, Louis de Esposito e
Victoria Alonso e ho detto: ‘Grazie mille. È stato il ruolo di una
vita’, e loro mi hanno risposto dicendo: ‘Vieni a trovarci quando
vuoi”… Fai sempre parte della famiglia. Siamo sempre qui. Ci hai
dato così tanto e le lacrime sono state condivise (…)Quindi penso che non sarebbe saggio a questo punto dare una
conclusione definitiva al riguardo…”
All’inizio del mese,
Christopher Nolan ha fatto notizia dichiarando che
è importante comprare e avere Oppenheimer
in Home Video Blu-Ray in modo tale che “nessun
servizio di streaming malvagio possa rubartelo”.
Parlando con il Washington Post, in
un’intervista seguito, Nolan ha spiegato: “Naturalmente la mia
era una battuta. Ma niente è uno scherzo quando viene trascritto su
Internet. C’è il pericolo, al giorno d’oggi, che se le cose
esistono solo nella versione streaming, vengono cancellate, vanno e
vengono”. Ha poi aggiunto, in merito all’offerta dei servizi
di streaming.
Nell’ultimo anno, gli streamer sono
hanno ritirato titoli originali dalle loro piattaforme per
concederli in licenza altrove e aprire nuovi potenziali flussi di
entrate. Quando tali titoli sono offerti solo in streaming, la loro
rimozione rende impossibile vedere i film altrove. Per Nolan,
possedere supporti fisici è l’unico modo per combattere tali
tendenze dello streaming.
Si unisce alle osservazioni di Nolan
anche, Guillermo del Toro che si dice d’accordo,
avendo condiviso le recenti citazioni di Nolan su X (ex Twitter) e
aggiungendo il proprio commento sulla questione.
“I media fisici sono quasi un
livello di responsabilità Fahrenheit 451 (dove le persone hanno
memorizzato interi libri e quindi sono diventati il libro che hanno
amato)”, ha scritto del Toro ai suoi follower. “Se
possiedi un fantastico HD 4K, Blu-ray, DVD ecc. Ecc. di uno o più
film che ami… sarai il custode di quei film per le generazioni a
venire.”
Christopher Nolan
in precedenza aveva affermato di aver trascorso mesi a preparare
Oppenheimer
per l’uscita nelle sale cinematografiche, in modo che la versione
Blu-ray del film suonasse e sembrasse incontaminata come l’uscita
nelle sale del film.
“Ovviamente ‘Oppenheimer’ è stato un bel viaggio per noi e ora
è giunto il momento per me di distribuire una versione home video
del film. Ci ho lavorato molto duramente per mesi”, ha detto
Nolan. “Sono noto per il mio amore per il cinema e ci metto
tutta la vita, ma la verità è che il modo in cui il film esce a
casa è altrettanto importante.”
“‘Il Cavaliere Oscuro’ è stato
uno dei primi film che abbiamo formattato appositamente per
l’uscita in Blu-ray perché all’epoca era una nuova forma”, ha
continuato. “E nel caso di ‘Oppenheimer’, abbiamo dedicato
molta cura e attenzione alla versione Blu-ray… e abbiamo provato a
tradurre la fotografia e il suono, inserendoli nel regno digitale
con una versione che puoi acquistare e possedere a casa e metterlo
su uno scaffale in modo che nessun servizio di streaming malvagio
possa venire a rubartelo.”
Oppenheimer
arriva il 21 novembre su Blu-ray e piattaforme digitali.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema, gratis e in anteprima,
Un anno difficile, in sala dal 30 novembre
con I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol
Biografilm Collection. La commedia è diretta da
Olivier Nakache e Eric Toledano
(Quasi
Amici) e vede protagonisti Pio Marmaï
e Jonathan Cohen. I registi parteciperanno alle
proiezioni.
Per avere la possibilità di
ottenere un biglietto gratuito, inviare una email all’indirizzo
[email protected] specificando
NOME, COGNOME, CITTA’ E CINEMA.
Di seguito l’elenco delle sale disponibili:
DOMENICA 26/11 UN ANNO
DIFFICILEMILANO, COLOSSEO 15:00
biglietti disponibili 20X2
DOMENICA 26/11 UN ANNO
DIFFICILEMILANO, UCI BICOCCA 17:00 biglietti
disponibili 20×2
LUNEDÌ 27/11 UN ANNO
DIFFICILEROMA, ADRIANO 21:00
biglietti disponibili 30×2
MARTEDÌ 28/11 UN ANNO
DIFFICILENAPOLI, THE SPACE 21:00 biglietti
disponibili 20×2
MERCOLEDì 29/11 UN ANNO
DIFFICILEFIRENZE, MULTISALA PRINCIPE 21:00
biglietti disponibili 20X2
I biglietti omaggio
saranno ritirabili, nel limite dei posti disponibili,
segnalando il proprio nominativo alle casse del cinema il giorno
stesso della proiezione. I biglietti omaggio
sono ritirabiliegarantiti fino a 30
minuti prima l’inizio della proiezione.
I Wonder Pictures in
collaborazione con Unipol Biografilm Collection è lieta di
annunciare il tour italiano di anteprime in esclusiva della
brillante commedia francese UN ANNO DIFFICILE, diretta da
Olivier Nakache e Éric Toledano – già noti per il
clamoroso successo del film campione d’incassi Quasi Amici –
nei cinema italiani dal 30 novembre. Per l’occasione, i
due registi saranno presenti in sala per presentare il
film.
Un Anno Difficile, la trama
UN ANNO DIFFICILE
narra la storia di due amici incorreggibili, Albert e Bruno (Pio
Marmaï e Jonathan Cohen). Uno vive di espedienti e
l’altro ha una vita privata disastrosa, ma entrambi sono al verde e
pieni di debiti a causa del loro consumismo compulsivo. Con queste
premesse, i due un giorno decidono di unirsi a un gruppo
ambientalista, attratti soprattutto dalla birra e dalle patatine
offerte alle riunioni. Nel tentativo poco convinto di ricostruirsi
una vita e cambiare atteggiamento, verranno coinvolti e trascinati
da una serie di persone dominate dai propri ideali, giovani
attivisti, allarmisti climatici, sostenitori della giustizia
sociale e dell’eco-responsabilità. Riusciranno Albert e Bruno a
trovare la via della redenzione?
Dopo aver subito il peggior
calo nel secondo fine settimana di qualsiasi film del MCU, The
Marvels rischia di finire la sua corsa nelle
sale come il film Marvel Studios con il minor incasso di tutti i
tempi.
Sulla base delle ultime statistiche,
il sequel di Captain Marvel diretto da Nia
DaCosta dovrebbe terminare la sua corsa al botteghino tra
i 210 e i 240 milioni di dollari in tutto il mondo. Ciò non solo
significherebbe che non riuscirà a recuperare il budget dichiarato
di 270 milioni di dollari (prima dei costi di
marketing/promozione), ma performerebbe addirittura peggio
di L’incredibile Hulk (265 milioni di dollari), attualmente
fanalino di coda del box office Marvel Universe.
Sembra effettivamente strano che il
sequel di uno dei maggiori successi del MCU non stia generando interesse,
ma probabilmente si tratta di un calo fisiologico, oltre che del
fatto. che, chiaramente, il pubblico ha mostrato molto meno
interesse per la saga del Multiverso rispetto a quella, di enorme
successo, dell’Infinito.
The
Marvels, il sequel con protagonista il premio
Oscar Brie
Larson, sarà sceneggiato da Megan McDonnell,
sceneggiatrice dell’acclamata serie WandaVision.
Sfortunatamente, Anna
Boden e Ryan Fleck, registi del
primo film, non torneranno dietro la macchina da presa: il sequel,
infatti, sarà diretto da Nia DaCosta, regista
di Candyman.
Nel cast ci saranno anche Iman Vellani(Ms.
Marvel) e Teyonah
Parris (Monica Rambeau, già apparsa
in WandaVision). L’attrice Zawe
Ashton, invece, interpreterà il villain principale. Il
film è in sala dall’ 8novembre
2023.
Ecco tutti i film e le serie tv in
uscita a Dicembre su Paramout+. Da
L’ETÀ GIUSTAcon Valeria Fabrizi,
Gigliola Cinquetti, Giuliana Loiodice, dal 24
dicembre alTHRILLER 40
con Usher, Mary J. Blige, Will.I.Am, Mark Ronson, Misty Copeland,
dal 2 dicembre,FINESTKIND con Tommy Lee
Jones, Ben Foster e Jenna Ortega, dal 16 dicembre aMARGINI Con Silvia D’Amico, dal 17
dicembre.E in esclusiva streaming un
grande classico, VACANZE DI NATALE in occasione del 40°
anniversario del cult, dal 7 dicembre
L’ETÀ
GIUSTA
Disponibile dal 24
dicembre – L’ETÀ GIUSTA è una commedia
originale Paramount+ diretta da Alessio Di Cosimo (già
autore di corti premiati e documentari quali Barber Ring e Come un
Padre) e interpretata da Valeria Fabrizi, Alessandro Bertoncini,
Gigliola Cinquetti, Giuliana Loiodice, Paola Pitagora, Giuseppe
Pambieri e Iole Mazzone.
L’ETÀ GIUSTA racconta la
vicenda di quattro donne ultraottantenni con una vitalità
travolgente che si ritrovano a dover affrontare una sfida senza
precedenti: con la fuga dalla casa di riposo dove risiedono,
vogliono vendicare una truffa amorosa subita online da una di loro
e devono far crescere un ragazzo determinato a rimanere giovane per
sempre. Con solo due giorni a loro disposizione, dovranno
dimostrare che non c’è età per smettere di sperare e sognare.
Il film è stato realizzato ai sensi
dei contributi selettivi da SVILUPPUMBRIA, Umbria Film Fund, con la
collaborazione di Rai Cinema, prodotto da 102 Distribution,
Settembre Produzioni, CD Cine Dubbing, An.tra.cine e Well Enough
Film.
THRILLER
40
Disponibile dal 2
dicembre – Il nuovo documentario THRILLER 40 sarà
presentato in anteprima mondiale il 2 dicembre su Paramount+.
Quarant’anni dopo l’uscita di “Thriller” di Michael Jackson,
l’album più venduto di tutti i tempi in tutto il mondo, il regista
Nelson George riporta i fan indietro nel tempo per vivere la
realizzazione dell’album da record e l’uscita dei cortometraggi che
lo accompagnano che hanno per sempre ridefinito il formato del
video musicale. Con filmati inediti e interviste esclusive,
THRILLER 40 racconta la creazione di un fenomeno globale
pre-internet diverso da qualsiasi cosa uscita prima e dopo.
“Thriller” ha lanciato Michael Jackson verso il successo e ancora
oggi continua a influenzare tutti gli aspetti della cultura e
dell’intrattenimento, compresi il mondo della musica, della danza e
della moda. Nel documentario sono presenti luminari della musica e
dell’intrattenimento tra cui Usher, Mary J. Blige, Will.I.Am, Mark
Ronson, Misty Copeland, Maxwell e John Landis.
THRILLER 40 è prodotto da Optimum
Productions e Company Name. Colin Hanks, Sean Stuart, John Branca e
John McClain sono i produttori.
FINESTKIND
Disponibile dal 16 dicembre
–FINESTKIND è un film originale diretto dal
premio Oscar Brian Helgeland. Il dramma criminale vanta la presenza
di Ben Foster, vincitore dell’Independent Spirit Award, di Toby
Wallace, candidato all’Emmy, di Jenna Ortega e del premio Oscar
Tommy Lee Jones. FINESTKIND racconta la storia di due
fratelli (Foster e Wallace), cresciuti in mondi diversi, che si
riuniscono da adulti durante un’estate inaspettata. Ambientato nel
mondo della pesca commerciale, il racconto assume connotazioni
primordiali quando circostanze disperate costringono i fratelli a
stringere un accordo con una violenta banda criminale di Boston.
Lungo il cammino, una giovane donna (Ortega) si trova
pericolosamente coinvolta. Una trama avvincente in cui i legami tra
i protagonisti vengono messi a dura prova.
FINESTKIND è prodotto da
Gary Foster e Russ Krasnoff di Krasnoff/Foster Entertainment, il
candidato all’Oscar Taylor Sheridan di Bosque Ranch, David C.
Glasser di 101 Studios e in collaborazione con MTV Entertainment
Studios. Jennifer Roth, Ron Burkle, David Hutkin e Bob Yari sono i
produttori esecutivi.
MARGINI
Disponibile dal 17 dicembre
– GROSSETO, 2008. Michele, Edoardo e Iacopo, amici da
sempre, formano un gruppo street punk hardcore, ma sono
squattrinati e senza un’occupazione. Stanchi di suonare in contesti
riduttivi e festival locali, vengono finalmente chiamati come
opening act della band americana Defense in tournée europea, ma la
data del concerto viene poi cancellata. A Michele viene allora in
mente di invitare i Defense a Grosseto, e miracolosamente la band
accetta: peccato che manchino il locale, l’impianto acustico e i
soldi per i trasferimenti. Michele ha moglie e figlia, Edoardo un
padrino dispotico, e Jacopo l’occasione di suonare per un’orchestra
seria. Riusciranno nell’impresa? Il film, che ha ricevuto due
candidature ai David di Donatello 2023 per miglior regista
esordiente, è diretto da Niccolò Falsetti. Nel cast anche Silvia
D’Amico.
TRANSFORMERS: IL
RISVEGLIO
Disponibile dall’8 dicembre
– In esclusiva su Paramount+ per 45 giorni dall’8
dicembre, TRANSFORMERS:
IL RISVEGLIO è un’epica avventura in giro per il mondo, dove
ritroviamo gli Autobot e una nuova generazione di Transformer, i
Maximal, che prendono parte all’eterna battaglia sulla terra tra
Autobot e Decepticon.
Diretto da Steven Caple Jr con
Anthony Ramos, Dominique Fishback, Tobe Nwigwe, Peter Cullen, Ron
Perlman.
GLI INVIATI (THE
ENVOYS) S2
Disponibile dal 7 dicembre
– La serie thriller in lingua spagnola GLI INVIATI (LOS
ENVIADOS) vanta un cast all-star, tra cui Luis Gerardo Méndez
(Narcos: Mexico, Nosotros Los Nobles, Club de Cuervos) e Miguel
Ángel Silvestre (Narcos, Sense8, Velvet, Sin Tetas No Hay Paraíso).
Il premio Oscar Juan José Campanella (El Secreto de Sus Ojos) è
showrunner, produttore e regista. Nella seconda stagione, i
sacerdoti Pedro Salinas (Méndez) e Simón Antequera (Silvestre) si
addentrano in una rete di misteri e omicidi in un convento
galiziano.
Con tre suore cieche che
testimoniano un presunto miracolo, la battaglia tra menzogna e fede
si inasprisce. Mentre indagano più a fondo, la tragedia si abbatte
sulla morte improvvisa del loro ospite Joaquin. Invischiati in una
doppia indagine, i sacerdoti affrontano non solo il mistico, ma
anche una verità molto più terrena. Mentre la battaglia tra inganno
e fede si inasprisce, questa stagione promette un’elettrizzante
fusione di mistero, omicidio e brividi al cardiopalma.
Scritta da Eduardo Sacheri, Emanuel
Diez, Juan Pablo Domenech e Campanella, la seconda stagione è
prodotta da Muriel Cabeza per 100 Bares e Alfonso Blanco per
Portocabo.
THE
WHALE
Disponibile dal 15 dicembre
– Tratto dall’opera teatrale di Samuel D. Hunter, la
storia di un professore d’inglese che soffre di grave obesità e
tenta di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente per
cercare un’ultima possibilità di riscatto. Il film, che ha ottenuto
due Premi Oscar, un premio ai Critics Choice Award, un premio ai
SAG Awards, è diretto da Darren Aronofsky. Nel cast Brendan Fraser,
Sadie Sink, Hong Chau, Ty Simpkins, Samantha Morton.
THE CAINE MUTINY
COURT-MARTIAL
Disponibile dal 29 dicembre
–THE CAINE MUTINY COURT-MARTIAL è scritto e diretto dal
celebre regista premio Oscar William Friedkin è basato sull’omonima
opera teatrale di Hermon Wouk, vincitrice del premio Pulitzer.
L’avvincente film, che è stato
presentato all’80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, segue le vicende di un primo ufficiale della Marina
degli Stati Uniti che viene processato per aver orchestrato un
ammutinamento dopo che il suo capitano inizia a dare segni di
squilibrio, mettendo a repentaglio la vita del suo equipaggio.
Interpretato da un cast eccezionale, THE CAINE MUTINY COURT-MARTIAL
vede il coinvolgimento di Kiefer Sutherland (24), Jason Clarke
(Oppenheimer), Jake Lacy (White Lotus), Monica
Raymund (Chicago Fire), Lewis Pullman (Top Gun: Maverick), Jay
Duplass (Transparent), Tom Riley (The Nevers) e Lance Reddick (John
Wick).
All’inizio della corte marziale
della Marina, Barney Greenwald (Clarke), uno scettico avvocato
della Marina, accetta con riluttanza di difendere il tenente Steve
Maryk (Lacy), un primo ufficiale della Marina che ha preso il
controllo della U.S.S. CAINE dal suo capitano autoritario, il
tenente Philip Francis Queeg (Sutherland) durante una violenta
tempesta in acque ostili. Con l’avanzare del processo, Greenwald si
preoccupa sempre di più e si chiede se gli eventi a bordo del Caine
siano stati un vero ammutinamento o semplicemente atti di coraggio
di un gruppo di marinai che non si fidavano del loro leader
instabile.
Il film, scritto e diretto da
William Friedkin, è prodotto da Annabelle Dunne e Matt Parker
con Michael Salven e Mike Upton come produttori esecutivi.
Il film è distribuito da Paramount Global Content Distribution.
LOVE ME
S2
Disponibile dall’11
dicembre – Nella seconda stagione di LOVE
ME, Glen, Clara e Aaron Mathieson hanno
rimesso insieme i pezzi delle loro vite dopo la morte di Christine,
facendo i conti con una nuova realtà che li porta a chiedersi:
“l’amore è abbastanza?”. La seconda stagione riprende la storia
della famiglia nove mesi dopo, mentre naviga nella complessità
delle relazioni, quando un nuovo amore diventa una proposta a lungo
termine. Con Hugo Weaving, Bojana Novakovic e William Lodder.
IL NATALE TUTTO ITALIANO
DI PARAMOUNT+
In prossimità delle feste arrivano
due pellicole natalizie “made in Italy”: per festeggiare il
quarantesimo anniversario del film, il 7 dicembre è in arrivo il
superclassico VACANZE DI NATALE (1983) di
Carlo Vanzina, con Christian De Sica, Jerry Calà, Claudio Amendola,
Stefania Sandrelli e Moana Pozzi; il 19 dicembre, la commedia
natalizia THE CHRISTMAS SHOW, con
Francesco Pannofino, Ornella Muti, Serena Autieri e Raoul Bova.
OLTRE A THRILLER 40, arrivano nuovi
DOCUMENTARI MUSICALI: GEDDY LEE ASK, ARE BASS PLAYERS HUMAN
TOO? con le interviste ad alcuni dei bassisti più famosi,
presentato da Geddy Lee; inoltre, THE LADY AND THE
LEGEND, il documentario che racconta la splendida amicizia
tra Lady Gaga e Tony Bennett, dal loro primo incontro nel
2011.
A DICEMBRE, SU PARAMOUNT+,
UNA CARRELLATA DI FILM IN ESCLUSIVA E IN PRIMA
VISIONE:
Il comedy-drama VIENI
COME SEI (come as you are), disponibile dal 6
dicembre sul servizio; THE SISTER OF THE
GROOM, commedia romantica in arrivo il 12 dicembre;
ROISE & FRANK dal 26 dicembre e
THE RESCUE, film d’azione disponibile in
piattaforma dal 31 dicembre.
La library di Paramount+ si
arricchisce inoltre di nuovi film: THE ARTIST, LA RAGAZZA CON
L’ORECCHINO DI PERLA, RICORDATI DI ME, RESTIAMO AMICI, L’ULTIMO
BACIO e tanti altri.
L’OFFERTA DI SERIE CRIME SU
PARAMOUNT+ SI È ARRICCHITA GRAZIE ALL’ARRIVO DI
CRIMINAL MINDS: oltre alle stagioni le
stagioni 7-12 arrivate nel mese di novembre, dal 4 dicembre si
aggiungeranno anche le stagioni dalla 13 alla 15; in seguito, a
partire dall’11 dicembre anche le prime due stagioni di
CRIMINAL MINDS: BEHIND BORDERS e la prima stagione di
SUSPEND BEHAVIOR.
A DICEMBRE, SUL SERVIZIO ANCHE I
NUOVI CONTENUTI DAL BRAND MTV come NATHAN FOR YOU s4,
MOST RIDICULOUSe un nuovo evento di
South Park.
INFINE, VENERDÌ
29, SU PARAMOUNT+ ANCHE IL GRAN FINALE DI
DRAG RACE ITALIA, con le drag
queen più agguerrite del Paese pronte a mettere alla prova il loro
carisma, la loro unicità, e il loro talento per essere incoronate
“Italia’s Next Drag Superstar”.
Alla conduzione Priscilla e ai
giudici Chiara Francini, Paola Iezzi, e Paolo Camilli si sono
aggiunti ogni settimana ospiti speciali nelle vesti di giudici di
puntata, tra cui: Lorenzo Balducci, Rosa Chemical, Francesco
Cicconetti – “Mehts”, Anna Dello Russo, Tiziano Ferro, Chiara
Iezzi, Ciro Immobile, M¥SS KETA, Alessandra Mastronardi, Jessica
Melena, Andreas Muller, Veronica Peparini, “Papà per Scelta”
(Christian De Florio e Carlo Tumino), Sabrina Salerno, Melissa
Satta, Jo Squillo, Filippo Timi, Edoardo Zaggia.
I fan della Disney sanno già che il
prossimo live-action di Biancaneve
apporterà dei cambiamenti alla storia del classico animato del
1937. Primo di tutti è stato scegliere un’attrice latina per il
ruolo della principessa protagonista,
Rachel Zegler, che abbiamo già visto in West Side
Story di Steven Spielberg e in
Shazam! La Furia degli Dei.
Tuttavia, ancora più problematica
per molti fan Disney è stata la decisione di abbandonare i
Sette Nani preferendoli a un gruppo di banditi
“politicamente corretti”. Sembra che lo studio abbia accolto la
risposta negativa, aggiungendo al film versioni del gruppo accurate
come quelle dei cartoni animati dopo aver posticipato il film di un
anno, presumibilmente per avere tempo sufficiente alle riprese
aggiuntive.
Non sono stati di grande aiuto i
commenti di Zegler in cui suggeriva che la storia originale fosse
obsoleta e definiva il principe Florian uno “stalker”. In occasione
del tour promozionale di
Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente,
Zegler sembra aver evitato di farsi chiedere troppo su cosa sta
succedendo dietro le quinte di Biancaneve. Tuttavia, ha condiviso
nuove intuizioni sul suo approccio al personaggio mentre parlava
con Collider:
“Qualcosa che è emerso nella
costruzione di questo personaggio è quanto Biancaneve sia una
leader ed ero molto felice che gli sceneggiatori volessero
raccontare questo aspetto. Soprattutto perché non è un aspetto che
nasce dalla sua educazione, ma emerge nel corso della storia,
grazie a tutte le persone che la amano e che le mostrano il loro
amore. Marc Webb e io l’abbiamo chiamata l’apertura del terzo
occhio.”
“Ci sono un paio di scene in cui
parla come una persona molto più saggia della sua età, ed è
qualcosa in cui mi identifico, qualcosa che mi è stato detto per
tutta la vita. Quindi, riuscire a innalzare a questo a un livello
un personaggio che amo così profondamente e con cui ho trascorso
così tanto tempo, è una cosa davvero straordinaria come attore e
come interprete, e non vedo l’ora che la gente possa
vederlo.”
Biancaneve
in versione più proattiva del personaggio classico potrebbe essere
una deviazione dal film originale, ma potrebbe anche essere la
mossa giusta. Inoltre, questa non sarebbe la prima volta che
vediamo un passo in questa direzione poiché anche Biancaneve e il Cacciatore della Universal ha
dato alla Principessa qualcosa in più da fare, trasformando il
personaggio in una vera e propria guerriera. Sarà comunque
interessante vedere come si svilupperà questa vicenda e se tutte le
reazioni negative si dimostreranno giustificate in futuro.
Chi dirige e produce il remake live-action di Biancaneve?
Biancaneve
vede protagonista
Rachel Zegler (West Side
Story,
Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente)
nel ruolo della protagonista, con Gal Gadot nel ruolo della Regina
Cattiva. A loro si uniscono Andrew Burnap nei
panni di Jonathan e Martin Klebba nei panni di
Grumpy. Diretto e prodotto da Marc Webb da
una sceneggiatura di Greta Gerwig ed Erin
Cressida Wilson, il progetto dovrebbe espandere la storia
e la musica dell’originale. Il duo di La La
Land e The
Greatest Showman, Benj Pasek e Justin Paul,
scriverà nuove canzoni per l’adattamento.
L’imminente adattamento live-action
di Biancaneve
della Disney è basato sul primo classico animato dello studio,
Biancaneve e i sette nani, che ha debuttato oltre 80 anni fa e ha
dato il via al successo della Disney con i film d’animazione. È
stato ispirato anche dalla fiaba tedesca del 1812 scritta dai
fratelli Grimm. Questo progetto fa parte della crescente lista
della Disney di prossimi progetti live-action, tra cui
Moana, Hercules, Lilo & Stitch e Bambi.
È stato diffuso in rete un nuovo
spot televisivo per Aquaman e il
Regno Perduto che conferma che l’Arthur Curry di
Jason Momoa dovrà
affrontare una grande tragedia nel film che chiuderà per sempre il
DCEU.
Nel trailer si vedono le conseguenze
dell’attacco di Black Manta alla casa dove è cresciuto Arthur, e in
un momento in particolare si vede il membro della Justice League che culla qualcuno che sembra
essere morto nell’esplosione. Anche se potrebbe essere plausibile
che sia Mera di Amber Heard a morire, a un esame più attento, quel
corpo assomiglia moltissimo a suo padre, Tom Curry (Temuera
Morrison). Indossa infatti un cappello identico a quello
visto in altri promo. La morte del padre, anziché della compagna,
appare un elemento di maggiore tragicità per il protagonista,
soprattutto dato che nel trailer stesso è proprio Tom Curry a
parlare in voice over, preannunciando uno di quei discorsi
formativi che precedono in genere la dipartita dei personaggi.
Jason Momoa è atteso di
nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman e il
Regno Perduto, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. In questo
seguito, diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta
Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.David Leslie Johnson-McGoldrick,
collaboratore ricorrente di Wan, scriverà la
sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter
Safran saranno co-produttori. Il film arriverà al cinema
il 20 dicembre.
Il premio Oscar Jeremy Irons si unisce al prestigioso cast
della serie evento dell’Alleanza Europea “Il
Conte di Montecristo”, prodotta da
PALOMAR (Italia), in collaborazione con DEMD
Productions (Francia) e in collaborazione con Rai Fiction e diretta
dal premio Oscar Bille August.
Per questa sua terza
collaborazione con il regista Bille August, Jeremy Irons interpreterà l’iconico abate
Faria, l’anziano prete che stringe un’intensa amicizia con Edmond
Dantès, interpretato dall’attore inglese Sam Claflin (“Pirati dei Caraibi: oltre i
confini del mare”, “Hunger Games”, “Peaky Blinders”, “Daisy
Jones & the Six”). Faria gioca un ruolo fondamentale nel
piano di vendetta del protagonista nell’amatissimo romanzo senza
tempo
Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas, una delle
opere letterarie francesi più famose al mondo.
Irons è noto per film
come Inseparabili, Il mistero von Bulow (per il
quale ha ricevuto il premio Oscar come miglior attore
protagonista), La casa degli spiriti, House of Gucci e per
il suo memorabile ruolo nella serie tv Watchmen. Le
riprese della serie si svolgeranno a Malta nel corso delle prossime
settimane.
Il cast di
Il Conte di Montecristo comprende anche Ana
Girardot (Les Revenants – Quando ritornano,
Escobar) nel ruolo di Mercedes, oltre a Mikkel Boe
Følsgaard (Royal Affair, The Rain, Ehrengard: l’arte
della seduzione), Blake Ritson, Karla-Simone Spence,
Michele Riondino, Lino Guanciale, Gabriella Pession e Nicolas
Maupas.
Questo progetto è
prodotto da PALOMAR (Mediawan) – Italia, in collaborazione con DEMD
Productions (Mediawan) – Francia e in collaborazione con RAI
FICTION – Italia e FRANCE TELEVISIONS – Francia. Distribuito nel
mondo da MEDIAWAN Rights in collaborazione con CAA (North America)
e con la partecipazione di ENTOURAGE.
Ingiustamente accusato di
tradimento, Edmond Dantes, un marinaio diciannovenne, viene
imprigionato senza processo nel castello d’If, una cupa
isola-fortezza al largo di Marsiglia. Dopo molti anni di prigionia
riesce finalmente a scappare e, celato dietro l’identità del conte
di Montecristo, progetta di vendicarsi di coloro che lo hanno
ingiustamente incolpato.
Oltre a inaugurare la prolifica
stagione Disney+ del MCU, WandaVision è stata anche una serie che ha
generato un sacco di teorie tra i fan, da presunti indizi su
Mefisto all’identità dell’amico ingegnere aerospaziale di Monica
Rambeau (ahimè, non era né Reed Richards né Blue Marvel). Tuttavia, una delle
domande senza risposta che aveva lasciato la serie era relativa
all’identità del testimone segreto che l’agente dell’FBI
Jimmy Woo sta cercando quando arriva a Westview e trova la
maledizione di Wanda Maximoff ad aspettarlo.
Nello show, abbiamo appreso che il
personaggio secondario di Ant-Man and The Wasp: Quantumania stava
cercando un testimone scomparso dal Programma di protezione
testimoni. Jimmy inizialmente credeva che il suo colpevole
scomparso fosse “fuggito dalla stia”, ma rimane perplesso quando i
suoi soci e famigliari affermarono di non aver mai sentito parlare
di lui (probabilmente a causa della maledizione che nascondeva la
città alla vista esterna).
WandaVision uscirà in edizione da collezione
su Steelbook 4K Ultra HD e Steelbook Blu-ray il 28 novembre e una
scena cancellata appena diffusa intitolata “Ankle Bracialet
(braccialetto elettronico alla caviglia)” rivela finalmente
l’identità del testimone scomparso.
Sì, come molti hanno teorizzato, era
proprio Ralph Bohner di Evan Peters! Nella clip,
lo vediamo togliersi il braccialetto alla caviglia e scappare,
presumibilmente fuggendo da Westview poco dopo essere stato
costretto da Agatha Harkness a fingere di essere il fratello di
Wanda, Pietro Maximoff/Quicksilver.
Si dice che Bohner apparirà in
Wonder
Man e, in tal caso, potrebbe avere un legame con
Trevor Slattery o uno dei protagonisti hollywoodiani dello show.
Inoltre non possiamo fare a meno di chiederci se si sia fatto beffe
del nome “Ralph Bohner” perché era quello che gli era stato dato
per proteggere la sua vera identità; resta ovviamente da vedere se
si tratta di qualche personaggio tratto dai fumetti.
Molti fan speravano che Peters
interpretasse una variante di Quicksilver prelevata dal Multiverso,
ma purtroppo non è stato così. Tuttavia, il regista di WandaVision e I
Fantastici Quattro, Matt Shakman,
aveva precedentemente lasciato intendere che il mistero che
circonda Ralph alla fine sarebbe stato rivelato.
“Anche se nessuno sa che
Westview esiste, Westview esiste ed è per questo che Jimmy è lì. Ma
le persone nell’ambiente lo hanno dimenticato perché Wanda li ha
incantati”, ha spiegato Shakman. “Ha creato una sorta di
buco nero lì in modo che il suo incantesimo possa essere
ininterrotto e che le persone che ci vivono non possano trovare
altro spazio. Per quanto riguarda la persona scomparsa, c’è una
risposta per questo, resistete.”
Dopo che il suo film sulla Prima
Guerra Mondiale Niente di nuovo sul fronte occidentale si è
portato a casa l’Oscar per il miglior lungometraggio internazionale
e altri tre premi, il regista Edward Berger
potrebbe aver trovato il suo progetto successivo, al timone di un
nuovo film del
franchise di Jason Bourne. Deadline riporta che la
Universal Pictures sta cercando di rivitalizzare la serie dal
momento che lo studio ha iniziato lo sviluppo di un nuovo capitolo
del franchise di Jason Bourne e che Berger è in
trattative per supervisionare lo sviluppo e dirigere il film.
Addetti ai lavori vicini al progetto
affermano che al momento non esiste una sceneggiatura e che il
progetto è ancora in fase di sviluppo iniziale, né la Universal ha
commentato la notizia. Detto questo, Berger è stato molto richiesto
dopo la grande serata di Niente di nuovo sul fronte occidentale agli
Oscar, e il suo potenziale coinvolgimento nel progetto ha reso
tutte le parti molto entusiaste in merito al futuro di Bourne.
Se l’affare si concludesse, Berger
sarebbe l’unico nome associato al progetto, in questo momento. Nel
caso in cui il film andasse avanti, sembra che Matt
Damon – che ha interpretato Bourne in quattro dei cinque
film – verrebbe contattato per primo per tornare nel ruolo iconico.
Come sempre, tutto deve essere eseguito alla perfezione affinché
Damon possa anche solo prendere in considerazione un ritorno nel
franchise, e chiaramente la proposta per l’attore deve essere
accompagnata da una sceneggiatura solida e da una buona storia.
Come il franchise Fast &
Furious, Bourne è un IP molto importante per la Universal
che ha portato sia ingenti guadagni al botteghino che enormi
consensi dalla critica ed è sempre una proprietà molto apprezzata
dallo studio.
Per quanto riguarda Berger, il suo
Niente di nuovo sul fronte occidentale ha
ottenuto nove nomination agli Oscar, vincendo anche per la colonna
sonora, la fotografia e le scenografie. Ha vinto anche sette BAFTA,
tra cui quello per il miglior film non in lingua inglese e il
miglior regista.
Più recentemente Berger ha diretto
Conclave, scritto da Peter
Straughan dal libro bestseller di Robert
Harris e interpretato da Ralph Fiennes, John
Lithgow, Stanley Tucci e Isabella
Rossellini. Il film è stato
recentemente acquisito da Focus Features per la
distribuzione.
Sul fronte televisivo, Berger ha
suscitato scalpore fuori dalla Germania con la produzione delle
serie The Terror con Jared Harris
nel 2018, Patrick Melrose (basato sui libri di
Edward St Aubyn) con Benedict Cumberbatch e Your Honor con Bryan Cranston
e Michael Stuhlbarg nei ruoli principali.
Patrick Melrose gli è valso un’altra serie di
riconoscimenti: è stato nominato per un Emmy in cinque categorie,
tra cui Miglior miniserie e Miglior regista, nonché un Golden Globe
come miglior attore a Benedict Cumberbatch.
Hoult era uno degli attori che,
secondo quanto riferito, era in corsa per il ruolo principale;
invece, Gunn – il co-capo dei DC Studios e sceneggiatore-regista
del film – ha scelto Hoult per interpretare Luthor, il titano
dell’industria con la testa calva e una vera e propria ossessione
verso l’Ultimo Figlio di Krypton.
Con lo sciopero degli attori, Gunn è
stato impegnato a completare il cast. Ha confermato sui social
media che María Gabriela de Faría è stata
recentemente scelta per interpretare un altro cattivo, l’Ingegnere.
Per quanto riguarda i supereroi, Superman sarà supportato da
Lanterna Verde (Nathan Fillion), Hawkgirl
(Isabela Merced), Mister Terrific (Edi
Gathegi) e Metamorpho (Anthony
Carrigan).
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting,
come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.
María Gabriela De Faría sarà il villain “The
Engineer”. Superman sarà supportato da Lanterna Verde
(Nathan Fillion), Hawkgirl (Isabela
Merced), Mister Terrific (Edi Gathegi) e
Metamorpho (Anthony Carrigan). Nicholas
Hoult sarà Lex Luthor.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
I cultori dei fumetti Marvel, dopo la promessa di Kevin
Faige di portare una ventata di freschezza, novità e modernità
all’MCU,
restano in attesa dell’entrata di un gruppo di eroi molto amato:
gli Young Avengers. Questi, tuttavia, sembrano ora
finalmente pronti a compiere il loro debutto. Il finale dell’ultimo
film targato Marvel Studios, The Marvels,
attualmente nelle nostre sale, prepara infatti il terreno –
sfruttando la presenza di Kamala Khan – per il loro ingresso. Che
l’MCU
si stia organizzando per dare proprio a lei, nota anche
come Ms Marvel, il ruolo di leader
degli Young Avengers? Tutto può essere. Intanto,
però, cerchiamo di capire chi sono questi giovani supereroi.
I membri principali degli Young Avengers
Iniziamo con lo spiegare meglio chi sono gli
Young Avengers e qual è stata la loro prima
comparsa nel mondo Marvel. È il 2005 quando debutta su
Terra-616 grazie ad Allan Heinberg e Jim Cheung, un gruppo
di supereroi adolescenti che ha un solo sogno: seguire le orme
degli Eroi più potenti della Terra. Il team viene
assemblato da Iron Lad, ossia Nathaniel Richards,
il quale aveva attraversato il flusso temporale nella speranza di
prevenire sia un’apocalisse che il suo destino di diventare
Kang. Il primo a essere reclutato è Eli
Bradley, che diventa il Patriota. Egli,
però, non aveva il siero del super-soldato di suo nonno: aveva
assunto invece l’ormone della crescita mutante, una dipendenza che
il giovane riesce a tenere segreta per diverso tempo. Eli, in
seguito, si sottoporrà a una trasfusione di sangue, fino a compiere
i passi giusti per diventare un Captain America nero.
Continuiamo con Cassie Lang,
ossia Stature, che voleva invece unirsi ai Runaways – un gruppo di
supereroi figli dei componenti dell’organizzazione criminale
Orgoglio – a causa del suo sentirsi disillusa per la perdita del
padre Scott, ossia Ant-Man.
Rimarrà poi con gli Young Avengers, diventando l’adolescente più
rabbiosa e angosciata del gruppo. Nella squadra troviamo poi
Billy, alias Wiccan, che diventa
un mago, e al quale Scarlet Witch insegna come
ribellarsi contro coloro che lo bullizzano solo perché omosessuale,
senza sapere che ella sarebbe diventata sua madre. Esattamente come
Tommy, alias Speed, altro membro
degli Young Avengers. Un altro componente è poi
Teddy, che prende il nome di
Hulkling, il quale ha una storia d’amore con
Billy.
Di questo personaggio, poi, la Marvel ha confermato essere figlio
dell’originale Captain Marvel e della principessa Skrull,
Anelle, il che ha aggiunto alla storia molti più
conflitti. Infine c’è Kate Bishop, ossia
Occhio di Falco, una delle più grandi voci degli
Young Avengers, e anche la più matura. La squadra all’inizio non
viene vista bene dagli Avengers anziani, poiché questi ritengono
che i ragazzi mettano in pericolo sia loro stessi che le vite delle
altre persone. Con il tempo, però, gli Young Avengers riescono a
dimostrare sia di avere grande potenziale, sia di meritare di
essere da loro allenati, battendosi bene con avversari del calibro
di Mr. Hyde. Qualcosa che, per gli Avengers, non
si può ignorare.
Gli eventi che hanno definito gli Young Avengers originali
Quando nei fumetti inizia la Civil War,
al cui centro vi è la faida fra Captain America e Iron Man per la
legge sulla registrazione dei supereroi, gli Young
Avengers decidono di schierarsi con Steve
Rogers, volendo difendere la libertà, la non censura e i
diritti umani. La squadra collabora anche con i Runaways,
combattendo contro lo S.H.I.E.L.D. di Maria Hill e
altri eroi favorevoli alla registrazione. Arruolandosi, poi, con la
resistenza dei Vendicatori Segreti gestita da
Falcon.
Dopo la resa di Capitan America per porre fine
ai combattimenti, agli Young Avengers viene
concessa l’amnistia. Alcuni di loro si uniscono all’Iniziativa,
cercando di lavorare per il governo, seppur tormentati dai problemi
personali. Come quelli di Cassie, ad esempio, la quale deve fare i
conti con i sentimenti nutriti per Nathaniel. Ad avere problemi di
cuore saranno anche Kate ed Eli, rammentando dunque ai lettori che
gli Young Avengers sono comunque parte di un percorso di crescita e
formazione. Ad ogni modo, nonostante tutti questi avvenimenti, la
maggior parte della squadra rimane al fianco di Captain America. In
seguito, i ragazzi avrebbero collaborato con i ribelli di Steve
Rogers per proteggere New Asgard durante la storia
dell’Assedio.
Un episodio che li porterà a respingere
Destino e a liberare Wanda in Avengers:
Children’s Crusade, seppur avrà come conseguenza la morte di
Cassie. Nathaniel, qui, sconvolgerà il tempo per salvare la sua
amata, senza tenere conto che questo lo trasformerà in ciò che
cercava di non diventare, ovvero Kang. Dopo le guerre che saranno
presenti da questo momento in poi, tutti gli Eroi più anziani
accetteranno e rispetteranno la squadra originale, tanto che
finalmente gli Young Avengers si guadagneranno per l’appunto il
loro soprannome, diventando gli Eroi più potenti della Terra.
Chi sono i futuri Young Avengers?
Gli Young Avengers, proprio
come accade ai Campioni guidati da Kamala anni dopo, cambieranno
nel corso del tempo. Ad esempio, nel 2013, assumono una nuova
dimensione nell’era di Marvel NOW! In questo capitolo
va considerata l’introduzione di Kid Loki,
Noh-Varr e America Chavez, fino
al tocco mutante con l’arrivo di un Prodigy
depotenziato. In tale arco narrativo viene posta maggiore
attenzione sul disincanto dei giovani e sulle tensioni romantiche,
come per esempio i sentimenti di Prodigy (bisessuale) per Billy,
mentre quest’ultimo tenta di risolvere il suo rapporto con Teddy,
oppure la relazione fra Noh-Varr (giovane Captain Marvel) e Kate.
C’è poi il percorso di Kid Loki, che deve fare i
conti con l’oscurità che lo circonda e comprendere se è davvero
destinato a diventare un eroe; o ancora Billy, il quale cerca di
non diventare il sinistro Demiurgo, un’entità che
avrebbe creato la dimensione segreta da cui proviene America Chavez
e da cui ha ereditato le sue capacità di viaggiare per il mondo.
Alla fine, ognuno di loro riesce a superare le avversità ricordando
l’importanza della famiglia. La squadra sarà però destinata a
sciogliersi e dalle sue ceneri si formeranno i Vendicatori della
Costa Ovest. Tutte le prove che affronteranno in questo range di
tempo culmineranno nella storyline Empyre nel 2020, dove i
membri di entrambe le incarnazioni della squadra saranno coinvolti
in una guerra civile durante il matrimonio di Teddy e Billy.
E per quanto riguarda l’MCU?
Dopo aver raccontato in linea generale la
nascita e l’evoluzione degli Young Avengers, la
domanda sorge spontanea e oltretutto lecita: quali saranno gli
Young Avengers che potremmo vedere nel Marvel Cinematic Universe? A darci
qualche risposta potrebbe essere il finale di The Marvels, attualmente nelle nostre sale, il quale
raffigura Kamala come il catalizzatore della nuova generazione di
eroi. Vediamo infatti la ragazza reclutare Kate
Bishop, sempre interpretata da Hailee
Steinfeld, dopo aver assistito a un’orribile guerra
cosmica condotta da Dar-Benn, la quale stava quasi per disintegrare
la Terra. Kamala accena poi al fatto che hanno anche Cassie Lang da
assoldare, in seguito alle sue gesta eroiche presenti in Ant-Man and the Wasp:
Quantumania. Nell’MCU
è presente anche America Chavez,
personaggio apparso in Doctor Strange e il Multiverso della Follia, e che ha
combattuto contro Scarlet Witch.
America si sta allenando con gli stregoni a
Kamar-Taj, indi per cui Kamala potrebbe cercarla per aprire un
portale al fine di localizzare Monica Rambeau, che
come mostrato dalla scena
post-credits di The Marvels è finita in un altro universo. Inoltre,
nel MCU è già presente anche
Eli, apparso in Falcon and the Winter Soldier: lo abbiamo visto
prendersi cura di suo nonno, Isaiah, e se consideriamo che Sam
Wilson è stato riconosciuto come il nuovo Captain America, è solo
questione di tempo prima che Eli, una volta ottenuto il siero,
decida di diventare il Patriota. Ciò significa che le basi per
introdurre molti Young Avengers dei fumetti ci
sono: bisogna solo capire quando e come Kamala forgerà la
squadra.
A partire dai primi anni Novanta
Macaulay Culkin divenne il ragazzo attore più
celebre del mondo, grazie ai film campioni d’incasso Mamma ho perso l’aereo! e
il suo sequel Mamma ho perso l’aereo: Mi sono
smarrito a New York!. Un altro film per cui è ricordato,
che sul momento non ebbe il successo sperato ma che in seguito si
affermò come un vero e proprio cult, è anche Richie
Rich – Il più ricco del mondo, una commedia familiare
del 1994 diretta da Donald Petrie. Il film,
ispirato al personaggio dei fumetti creato da Alfred
Harvey e Warren Kremer, presenta un mix
di avventura, comicità e lezioni di vita, senza disdegnare un tocco
di fantastico.
Il film è inoltre noto per la sua
ambientazione sontuosa e per gli effetti speciali, considerati
avanzati per l’epoca. La dimora stravagante – la Tenuta Biltmore a
Asheville, Carolina del Nord – e gli oggetti di lusso presenti
nella vita di Richie aggiungono uno strato visivo interessante alla
pellicola, che ha il merito di essere un film per famiglie che
intrattiene e, al contempo, trasmette un messaggio positivo sulla
generosità e sull’importanza dei rapporti umani rispetto alla
ricchezza materiale. Grazie a tutte queste caratteristiche, il film
ha a suo modo lasciato il segno nella cultura popolare degli anni
’90.
Il passaggio televisivo del film,
avvenuto in più occasioni nel corso degli anni, gli ha permesso di
diventare estremamente popolare presso più generazioni di
spettatore, di fatto facendo divenire Richie Rich – Il più
ricco del mondo un titolo amato da grandi e piccoli. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
fumetto da cui ètratto e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Richie Rich – Il più ricco del mondo
Protagonista del film è
Richie Rich, un bambino di 12 anni molto speciale,
in quanto unico erede di una famiglia ricchissima. Cresciuto in
un’enorme villa tra le coccole dei genitori e i noiosi insegnamenti
del precettore Cadbury, Richie è destinato a
diventare un magnate. Crescendo, però, il giovane si rende conto di
non avere molte cose che i normali bambini hanno, a partire da
degli amici. È così che Cadbury cerca di fargli vivere una vita
normale, adatta ad un bambino della sua età bisognoso di stringere
legami anche con dei propri coetanei. Nel giorno del suo
compleanno, Richie viene però informato che l’aereo su cui volano i
suoi genitori è precipitato e i due sono dispersi.
L’incidente non è però affatto
casuale, poiché sembra essere opera di Lawrence Van
Dough, un dirigente dell’azienda dei Rich che cerca di
mettere le mani nel caveau di famiglia. L’uomo ha sabotato l’aereo
grazie all’aiuto del capo della sicurezza e, convinto di aver tolto
di mezzo anche Richie, spera di poter assumere il pieno potere
dell’azienda. Mentre le ricerche si portano avanti, toccherà allora
a Richie difendere l’impero familiare dalle minacce di Lawrece Van
Dough e ad aiutarlo nell’impresa ci saranno i suoi nuovi amici, che
lo sosteranno nel suo nuovo ruolo di presidente della società ma
anche nelle ricerche dei due genitori smarriti.
Richie Rich – Il più ricco del
mondo: il fumetto da cui è tratto
Il film, come anticipato, è basato
su un’omonima serie a fumetti ideata da Alfred
Harvey e Warren Kremer e che è stata
prodotta dalla “Harvey Comics” dal 1960 al 1991, per un totale di
254 albi. Da questi, sono stati tratti due film, una serie
televisiva e due serie animate. Rispetto a quanto proposto nei
fumetti, però, il film del 1994 presenta alcune differenze. Nei
fumetti originali di Richie Rich, infatti, il personaggio
Lawrence Van Dough, antagonista del film, non compare mai. Richie
aveva però uno zio e un cugino, entrambi di nome Reggie Van Dough
Sr e Jr, con il primo che era il fratello della madre.
Mentre l’anziano Van Dough era
rappresentato come una persona gentile, Reggie Jr spesso faceva
scherzi crudeli a Richie e a tutti gli altri, creando scompiglio. A
causa della natura avversa del personaggio, Lawrence Van Dough è
stato dunque creato e chiamato come il cugino di Richie nei
fumetti. Sebbene il personaggio interpretato da Johh Larroquette
nel film abbia lo stesso cognome dei personaggi dei fumetti, in
esso non viene menzionata alcuna relazione tra i personaggi. A
differenza della famosa pubblicazione e della serie animata, alcuni
altri personaggi sono stati eliminati per adattarsi al film: tra
questi c’è Irona, la cameriera robot.
Il cast di Richie Rich – Il più ricco del mondo
Ad interpretare Richie Rich vi è
Macaulay
Culkin, già famoso per il suo ruolo in Mamma, ho
perso l’aereo, che al momento delle riprese era considerato il
ragazzo più ricco del mondo, grazie ai suoi successi
cinematografici. L’attore era però cresciuto molto rispetto al
titolo poc’anzi citato ed era alto già un metro e mezzo. Pertanto,
è stato scelto un cast di adulti molto alti per creare l’illusione
che il giovane attore fosse più basso di quanto non fosse in
realtà. Per Culkin, inoltre, questa è stata
l‘ultima apparizione cinematografica prima della
sua pausa di nove anni dalla recitazione. Culkin si trovava infatti
in un periodo di declino e al momento di questo film veniva da due
flop al box office.
La Warner Bros., studio di
produzione, aveva dunque valutato inizialmente di assumere
Elijah Wood per il ruolo del protagonista, ma il
padre di Culkin insisté affinché fosse il figlio ad ottenere il
ruolo. Come noto, anche Richie Rich – Il più ricco del
mondo si rivelò un flop. Nel ruolo del fidato maggiordomo
Cadbury vi è invece l’attore Jonathan Hyde, noto
per i film Jumanji e La mummia. Edward
Herrmann e Christine Ebersole recitano
invece nei panni dei genitori di Richie, Richard e Regina Rich.
Infine, l’attore John Larroquette ricopre il
ruolo dell’antagonista Lawrence Van Dough. Il suo personaggio
incarna la cupidigia e l’avidità, fornendo un contrasto
interessante con la natura benevola e generosa di Richie.
Il trailer di Richie Rich – Il
più ricco del mondo e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Richie Rich – Il più ricco del mondo
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
20 novembre alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Ecco la nostra intervista ai
protagonisti di
Noi Siamo Leggenda, dal 22 novembre su Rai2. Diretta
da Carmine Elia, la serie vede protagonisti
Nicolas Maupas, Sofya Gershevich, Milo Roussel, Emanuele Di
Stefano, Margherita Aresti, Giulio Pranno,
Giacomo Giorgio, Giulia Lin e Beatrice
Vendramin.
La storia della serie è quella di
cinque ragazzi – e del loro mondo – con cinque poteri straordinari
che affondano le radici nelle loro paure e nei loro desideri più
profondi, capaci di stravolgere le loro vite. Un coming of
age che unisce dramma, azione e ironia in una narrazione
originale, capace di rinnovare e riscrivere i canoni del racconto
young adult di supereroi. Niente missioni iperboliche,
nessun universo da salvare o supercattivi da combattere. Un
racconto di formazione in cui i superpoteri si fanno metafora delle
difficoltà che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare. Un
affresco commovente, forte, divertente e spiazzante di una società
– la nostra – e di una parentesi della vita – l’adolescenza – in
cui tutti, almeno una volta, hanno sognato di avere i superpoteri.
Per combattere le ingiustizie che li circondano. Vincere la propria
insicurezza. Accettarsi. Fare la cosa giusta. Senza immaginare che
qualcuno, nell’ombra, è consapevole della vera origine degli
improvvisi poteri.
C’è grande attesa per Nosferatu, il nuovo film
diretto da Robert Eggers (The Witch, The Lighthouse, The Northman), remake
dell’omonimo film di F. W. Murnau del 1922,
divenuto uno dei più famosi film sui vampiri di tutti i tempi.
classico dei vampiri, riproposto anche nel 1979 da Werner
Herzog. Di questa nuova versione, in arrivo nel
2024, si sono da poco concluse le riprese ed
Empire svela ora una prima immagine ufficiale visibile
qui. In essa ritroviamo Lily-Rose Depp sul cui
volto si staglia l’artiglio del vampiro protagonista del film.
Nosferatu, quello che sappiamo sul film
La pellicola, prodotta della
Focus Features e scritta e diretta da
Robert Eggers, sarà dunque un vero e proprio
remake del capolavoro del 1922 di F. W. Murnau.
Quel film non è solo considerato una delle opere d’arte più
influenti nel mondo del cinema e del genere horror, ma ha anche
introdotto alcuni stilemi sui vampiri che sono ancora oggi in uso.
Stando a quanto si legge nella sinossi, “il film è una storia
gotica di ossessione tra una giovane donna perseguitata nella
Germania del 19° secolo e l’antico vampiro della Transilvania che
la perseguita, portando con sé un orrore indicibile“. Nel cast
del film Nosferatutroviamo
Bill Skarsgård (Barbarian),
interprete del vampiro protagonista.
Nicholas Hoult (The Menu), Lily-Rose Depp (Wolf), Aaron Taylor-Johnson (Bullet Train, Kick-Ass,
Godzilla), Emma Corrin ( Lady
Chatterley’s Lover), Willem Dafoe (Inside), Simon McBurney
(Carnival Row) e Ralph Ineson (Il
cavaliere verde) completano il cast. Piuttosto che essere un
semplice racconto horror di vampiri, Eggers si è detto molto sicuro
di ciò che il suo Nosferatu si propone di
fare. “Sì, è un film che fa paura. È un film dell’orrore. È un
film horror gotico“, ha dichiarato ad Empire, aggiungendo però
che “credo che da un po’ di tempo non ci sia un film gotico
vecchio stile che faccia davvero paura. E credo che la maggior
parte del pubblico lo troverà così“. Ad oggi non vi è ancora
una data di uscita del film, previsto però nel corso del 2024.
La
Fondazione Virna Lisi assegnerà anche
quest’anno il prestigioso Premio che eccezionalmente sarà
organizzato in collaborazione con il Torino Film Festival.
Istituito dalla famiglia dell’attrice sette anni fa,
il Premio Virna Lisi viene
assegnato ogni anno ad una protagonista del cinema italiano che si
è distinta non solo per la sua professionalità ma per il
carisma e la passione , emozionando con le sue interpretazioni gli
spettatori.
Mercoledì 29
novembre al Torino Film Festival si renderà omaggio ad una
delle stelle più luminose del nostro cinema celebrando l’arte, il
talento e la forza delle donne nel settore cinematografico. A
ricevere il
Premio Giovane Rivelazione sarà Romana
Maggiora Vergano che con la sua
bravura è riuscita ad arrivare al cuore di tutti gli
italiani con l’interpretazione di Marcella nel film C’è ancora
domani di
Paola Cortellesi, con una performance di
grande maturità artistica e freschezza espressiva che
anticipano una brillante carriera futura.
Il
Premio Virna Lisi verrà assegnato a
Greta Scarano, che con la sua
presenza scenica incarna quella straordinaria combinazione di
talento, passione e intensità emotiva. Nel suo lavoro viene
fuori dedizione e profondità artistica.
Il Premio sarà assegnato con un talk
condotto dal direttore artistico Steve Della Casa e da Laura Delli
Colli presidente dei giornalisti cimnematografici italiani alla
presenza delle due attrici nel pomeriggio di mercoledì 29 novembre
alle ore 17.30 presso il Cinema Romano.
Questi riconoscimenti non solo
celebrano il talento attuale e emergente nel cinema, ma anche
riaffermano l’importanza di investire e credere nelle nuove
generazioni di artiste, continuando a onorare l’eredità di donne
che hanno lasciato un’impronta indelebile nell’arte
cinematografica.
Nel corso degli anni il
Premio Virna Lisi è stato assegnato ad attrici
come Margherita Buy, Paola Cortellesi, Monica Bellucci,
Claudia Gerini, Elena Sofia Ricci e Micaela
Ramazzotti, protagoniste di primo piano nel cinema
italiano, alle quali si è aggiunto nelle ultime edizioni il
riconoscimento nato per segnalare una Giovane rivelazione,
assegnato ad Ilenia Pastorelli e Ludovica
Nasti.
Ecco il trailer di 50 Km
all’ora, il nuovo film
diretto da Fabio De Luigi che insieme a Stefano Accorsi recita in questa storia di
famiglia, di fratellanza per scelta. Il film arriverà al cinema a
partire dal 4 gennaio distribuito da Sony Pictures.
50 Km all’ora – la
trama
Due fratelli si ritrovano dopo tanti
anni al funerale del padre. Tra rancori passati e affetto sopito, i
due affrontano un viaggio per portare le ceneri del loro genitore
accanto alla moglie, seguendo le sue ultime volontà. A bordo di due
motorini scassati, costruiti anni fa quando erano due ragazzini,
percorreranno un viaggio attraverso l’Emilia Romagna e attraverso i
loro sentimenti per scoprire che c’è sempre tempo per litigare ed
amarsi di nuovo.
Il 21 novembre si
festeggiano i 10 anni del film “L’arte
della felicità” di Alessandro Rak: il film
d’animazione realizzato a Napoli da giovani disegnatori,
fumettisti, musicisti e da un produttore-sceneggiatore illuminato,
è nel 2014 il vincitore dell’Oscar europeo e ha fatto la recente
storia dell’animazione in Italia per il cinema destinato a un
pubblico adulto.
10 anni che segnano
anche la storia della produzione Mad
Entertainment che esordisce con questo titolo e che
da allora è un punto di riferimento imprescindibile per
l’animazione in Italia, aperta anche alla produzione
cinematografica di fiction e di documentari.
Mad
Entertainment (Movie Animation and Documentary) è la factory
creativa e produttiva, fondata a Napoli e animata
da Luciano Stella, Maria Carolina
Terzi, Carlo Stella e Lorenza Stella e
che ha sede nel cuore della città, negli storici appartamenti dove
Vittorio De Sica girò “L’oro di Napoli” e “Matrimonio
all’italiana”. È qui che è nata la scommessa di convogliare in un
unico luogo artisti e professionisti dell’audiovisivo nei settori
del documentario, della fiction e dell’animazione.
Oggi si festeggia
questo compleanno per ricordare l’avventura di “L’arte della
felicità” nata con pochi mezzi, e molta fantasia. “L’arte della
felicità” è la favola metropolitana ambientata in una Napoli divisa
fra “monnezza” e nobiltà, all’ombra di un Vesuvio bellissimo ed
inquietante, dove il taxi driver Sergio attraversa una città
plumbea trasportando passeggeri, ricordi e una grande rabbia per il
fratello scomparso.
Il film, prima di
uscire in sala il 21 novembre 2013, aprì la Settimana della Critica
a Venezia, e dopo tanti riconoscimenti in patria arrivò la
consacrazione con il prestigioso riconoscimento
agli EFA (che vince su grandi
competitors come Luc Besson). Un film acclamatissimo dalla critica
e che, ancora oggi, a 10 anni di distanza, è
considerato cult. Napoli lo festeggerà
il 25 novembre con un
grande evento-festa al Teatro Bolivar,
destinato a tutti gli appassionati e seguaci del film e di Mad.
«“L’arte della
felicità” è uno dei primi film di animazione per adulti
tutto made in Italy (o meglio in Naples) –
dichiara Luciano Stella che è anche
autore tra gli altri della sceneggiatura. – Ora Alessandro
Rak è un autore di animazione riconosciuto a livello europeo. Ma
quando si partì con questa avventura, nessuno avrebbe mai
immaginato di essere all’inizio di un percorso che avrebbe fatto di
Mad il polo produttivo più importante di Napoli e del Sud, che ha
creato un indotto economico fuori dall’ordinario».
Mad, da allora, ha
formato una nuova leva di professionisti dell’animazione, i primi a
usare un software Blender molto avveniristico al tempo, dimostrando
di essere pionieri, e facendo di necessità virtù, in assenza di
risorse. Oggi Mad è una società per azioni che conta una factory di
40/50 animatori.
«In questi 10
anni abbiamo fatto altri due film di animazione con
Rak, “Gatta
cenerentola” e “Yaya
e Lennie – The Walking Liberty”, una serie
animata di 26 puntate, “Food
Wizards”, oltre a tre film per il cinema – tra
cui “Nostalgia” di Mario Martone e
il prossimo
atteso “Caracas” di Marco
D’Amore – e diversi documentari, che spesso si
avvalgono di insert di animazione, contaminando i
linguaggi – dichiara Carolina
Terzi, da poco eletta presidente di Cartoon
Italia, importante riconoscimento da parte dell’industria
e delle istituzioni. – Abbiamo aperto una finestra su un
mercato mondiale, con un linguaggio evidente e forte che ci spinge
a continuare».
Oggi Mad è
impegnata sul fronte dell’animazione con la realizzazione
di “I’m still alive – Sono ancora
vivo” di Roberto Saviano –
primo lungometraggio diretto dallo scrittore, tratto dall’omonima
graphic novel – e a giorni presenterà in Concorso al
Festival di Torino il corto di animazione che
racconta delicatamente il passaggio dalla
condizione di figlio a
quella di genitore, “Due battiti” di Marino
Guarnieri, che fa parte
della factory Mad fin dall’inizio di questa
lunga storia.
Vincitore dell’Audience
Award all’ultimo Toronto Film Festival, American
Fiction, esordio alla regia cinematografica del regista
Cord Jefferson – per la TV ha diretto episodi di
Master of None, watchmen e Station Eleven – si presenta come una
delle possibili sorprese in corsa per la prossima stagione dei
premi.
American Fiction, la
trama
Al centro della vicenda
di questa commedia drammatica si trova lo scrittore in crisi
Thelonious “Monk” Ellison (Jeffrey
Wright), il quale si trova costretto a tornare nella
casa natia vicino Boston per riunirsi con la disfunzionale
famiglia. Stanco del modo in cui la società e l’industria
editoriale continua ad abbracciare gli stereotipi sui neri in
America, Monk scrive un manoscritto che in maniera satirica
abbraccia qualsiasi retorica e appunto stereotipo sulla questione.
Il problema arriva quando il libro trova l’attenzione di editori e
successivamente il grande successo di pubblico, “costringendolo”
dentro un personaggio che odia. Questa dicotomia non può che
rendere ancora più complessa la sua vita privata.
L’idea di partenza di
American Fiction possedeva tutte le carte in
regola per farne una satira sociale di enorme presa e soprattutto
graffiante descrizione del razzismo culturale ancora vigente negli
Stati Uniti. Il regista e sceneggiatore sceglie invece un approccio
maggiormente orientato alla rappresentazione psicologica del
protagonista, inserendolo dentro le dinamiche di un dramma
familiare che rende l’operazione decisamente più adatta ad andare
incontro ai gusti del grande pubblico. E se questa si dimostra una
scelta che quasi sicuramente pagherà di fronte all’opinione della
critica e al botteghino statunitense, allo stesso modo non ci si
può esimere dal chiedersi come sarebbe stato il film se Jefferson
avesse osato rischiare maggiormente.
Un approccio cauto a una storia
esplosiva
Ad American
Fiction non si possono infatti trovare difetti tangibili
che ne minano la riuscita, tutt’altro, ma neppure vedendolo si
prova l’emozione di un lungometraggio che vuole scuotere, mettere
veramente in discussione quello che racconta. Da un soggetto di
partenza potenzialmente esplosivo e pronto per essere adoperato
virando dentro la commedia dell’assurdo, ci saremmo aspettati un
film sinceramente più sfrontato. Il che comunque, come anticipato,
non va ad inficiare la riuscita di un prodotto capace di parlare al
cuore dello spettatore, che affronta il tema della famiglia
americana e del suo sgretolarsi di fronte a generazioni piene di
preconcetti e frustrazioni.
Come protagonista
Jeffrey Wright non avrebbe potuto fare un
lavoro migliore nel dipingere la comunissima “medietà” di Monk,
interpretazione perfetta anche perché calibrata grazie a una sorta
di contrappasso su quella dei suoi colleghi (fratelli sul grande
schermo) Sterling K. Brown e Tracee Ellis Ross.Un trio di attori
generoso, preciso sia quando deve andare sopra le righe che nel
rappresentare le pieghe malinconiche e soffuse dei rispettivi
personaggi. La vera sorpresa di American Fiction si rivela però la
meno conosciuta Erika Alexander, capace di imprimere profondità e
orgoglio alla sua coraline, donna comune che si trova a incrociare
la strada di Monk.
Il cinema nero americano ha
cambiato pelle nel corso di questi ultimi anni, forse decenni. Lo
spirito “arrabbiato” di un autore di frontiera quale è stato – e a
conti fatti ancora è – Spike Lee ha lasciato il posto a un modo di
fare e intendere cinema maggiormente cadenzato, che cerca
l’appoggio dell’opinione pubblica più di quanto non voglia
realmente scuoterla. American Fiction nel bene e
nel male si presenta come specchio fedele e preciso di questo modo
di fare cinema. All’interno di questo discorso il lavoro di
Cord Jefferson possiede un suo valore
indubitabile, allo stesso modo di un peso specifico calibrato con
evidente intelligenza. Dal punto di vista prettamente artistico
poco o nulla si può obiettare a un prodotto scritto, diretto e
interpretato con sensibilità. Speriamo soltanto non venga
sopravvalutato o peggio ancora innalzato al livello di film
“arrabbiato”, perché allora le sue effettive dimensioni andrebbero
certamente ridiscusse…